Seduta consiliare del 9 giugno 2003 SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 9 GIUGNO 2003 Presiede Riccardo Albertini – Consigliere designato Partecipa il Vicesegretario Generale Dr.ssa M. Giuliana Ferrari ------Il Presidente dispone si proceda con interventi ai sensi dell’art. 21 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Comunale. Indi dà la parola al consigliere Rizzo. Il consigliere Rizzo così interviene: "Io volevo ricordare che nella precedente seduta ero intervenuto sulla questione delle zanzare. Ci stiamo rendendo conto tutti che in città la vita è invivibile per questa questione delle zanzare a cui si aggiungono in numerosi condomini anche il problema degli scarafaggi che è dettato – parrebbe - dal fatto che non si sono fatte le disinfestazioni nelle fognature e nel sistema dei tombini della città. Adesso ho appena ricevuto la risposta d'interrogazione dall’Assessore, che leggerò con attenzione, io però ho sfidato l’altra volta e riconfermo qui questa sfida perché a me consta che non siano stati fatti quei lavori di disinfestazione…". Fuori microfono, interviene il consigliere Occhi pronunciando le seguenti parole: 1 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 "Un Assessore però ci vorrebbe, Presidente. Almeno un risultati elettorali, ci Assessore uno". Il consigliere Rizzo così riprende: "Ma sono impegnati a guardare i consoliamo lo stesso". Il Presidente così interviene: "Sono d'accordo anch'io che ci vorrebbe, ma non c'è, per cui rileviamo il fatto ma proseguiamo nella nostra discussione". Il consigliere Rizzo così riprende: "Grazie. Concludevo su questo dicendo che io confermo che da informazioni dirette da operatori del settore, che non citerò per non far loro perdere il posto di lavoro, risulta che la disinfestazione, il protocollo previsto dalla Regione Lombardia non è stato realizzato da parte della Amministrazione Comunale. Questo causa i problemi che si sono determinati. Io sfido… Si fa presto dire: 'Non è vero', basta farmi vedere le fatture del lavoro che è stato fatto, se me le fanno vedere io riconoscerò di aver sbagliato, ma io credo che non me le possano far vedere perché non è stato fatto questo lavoro. Il problema sul quale io chiedevo di intervenire era quello della AEM. I più attenti fra noi credo che abbiano letto - i più attenti a queste questioni - nei giorni scorsi, in particolare sui giornali economici, 2 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 delle ipotesi che venivano avanzate di un disegno che prevede l’AEM alla guida del sistema delle ex municipalizzate lavorare per una aggregazione con la Edison per costituire il secondo polo dell’energia in Italia. Su questo io ho il mio parere, che è noto: sono favorevole a che si faccia l’aggregazione delle municipalizzate, non sono favorevole che questo serva soltanto a diluire la presenza pubblica in questo settore. Ma quello che mi preme dire in questa occasione è questo - e tradurrò questo in una interrogazione che presenterò questa sera al signor Berton -: noi abbiamo dato incarico a Mediobanca di studiare questo dossier come Amministrazione Comunale? E, se sì, chi l’ha ordinato questo lavoro, questa consulenza a Medio Banca? Oppure: chi ha dato gli indirizzi all’AEM di operare in questo modo? Terza domanda: non sarebbe giusto, visto che gli indirizzi sono di competenza del Consiglio Comunale, che ne discutessimo o qui o nelle Commissioni, stante il fatto che l’AEM è una delle nostre, diciamo, perle? Io non vorrei che dietro questa operazione ci sia solo il tentativo di vendere surrettiziamente la maggioranza di AEM, diluendola nel rapporto con Edison, senza passare per il Consiglio Comunale che è l’unico abilitato a decidere su questa questione. Quindi aspetto che ci siano delle risposte precise da parte del Signor Sindaco, che non è presente, però sono 3 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 qui a dire, concludendo e scherzosamente, spero che da adesso in poi faccia sempre la campagna elettorale perché pare che porti bene là dove va”. Il Presidente così interviene: "Grazie, consigliere Rizzo, mi auguro che nel frattempo arrivi l’Assessore che potrà dare risposta alla sua domanda”. Indi dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: “Mi associo anch’io ai complimenti al signor Sindaco relativamente alla sua presenza in campagna elettorale; Brescia e Pescara promettono bene. Io volevo dividere questo mio intervento rapidamente in due parti: una riguarda il referendum sull’articolo 18 e (inc.) coattivi, presenteremo una mozione questa sera, stiamo raccogliendo le firme, se è possibile votarla in serata sarebbe meglio, altrimenti vedremo. Chiediamo semplicemente che almeno i cittadini siano informati, cioè sollecitiamo la Amministrazione affinché intervenga, soprattutto presso la RAI pubblica, che c’è questo referendum e ricordo che abbiamo dei doveri anche come Pubblica Amministrazione in quanto non arrivano più a casa, come un tempo, i certificati elettorali quindi è chiaro che la mancanza di informazione 4 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 e il non ricevimento di certificati può provocare il fatto che molte persone non sanno neanche che esiste il referendum. Siccome, indipendentemente dalla volontà di voto, riteniamo che sia corretto che la gente almeno conosca che c’è questo referendum, innanzitutto, e possa conoscere i motivi del Sì ed anche i motivi del No, riteniamo che per informare le persone è necessario, appunto, che vi sia un vasto dibattito pubblico e quindi invitiamo la Giunta a fare in modo che l’Amministrazione intervenga anche presso le autorità radiotelevisive pubbliche affinché questo diritto venga sancito a tutti i cittadini italiani e milanesi in particolare. La seconda parte di questo mio intervento invece voleva portare a conoscenza del Signor Sindaco e dell’assessore Manca – a lui vorrei rivolgermi - relativamente alle nomine nella Serravalle. Abbiamo appreso dalla stampa che al Collegio Sindacale sono stati riconfermati i Consiglieri che in precedenza facevano parte dello stesso Consiglio. Siccome il Comune di Milano aveva indetto un bando, a questo bando vi era un posto che spettava di diritto, per Regolamento e Statuto nostro, alla Minoranza, noi correttamente abbiamo indicato come Minoranza un candidato, questo candidato non ci risulta che sia stato eletto e vorremmo chiedere all’assessore Manca se lui si è incaricato di portare quella candidatura, perché gli 5 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Uffici confermano che quella era l’unica candidatura portabile all’assemblea della Serravalle; vorremmo sapere dall’assessore Manca e dal Signor Sindaco se correttamente è stato portato quel nome e, se sì, come mai l’assemblea non ha eletto quel nome, stante il fatto che sino ad ora le indicazioni del Comune di Milano venivano rispettate dall'assemblea dei soci della Serravalle. Altrimenti si verificherebbe il caso che per un candidato proposto per Regolamento e Statuto e spettante al Comune di Milano, l’assemblea si comporti in maniera diversa e bocci il candidato del Comune di Milano preferendo altri candidati a sua scelta. Ricordo a questa Assemblea, all’Assessore e al signor Sindaco che abbiamo già fatto un ricorso al TAR relativamente all’AEM e che questo ricorso ha dato pienamente ragione alle Minoranze perché questo diritto è stato riconosciuto sacrosanto da parte nostra e quindi, come tale, sapete che poi all’AEM si è dovuto procedere alla dimissione ed alla riconferma di un candidato proposto dalla Minoranza. Non vorremmo, appunto, che ogni volta dobbiamo fare questa tiritera di ricorsi al TAR che hanno come unico scopo quello di farci spendere dei soldi, perché sul diritto ci pare assolutamente inappellabile questo tipo di ragionamento che qui ho cercato di fare. 6 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Quindi chiedo una risposta urgente, siccome non c’è né il Signor Sindaco né l’assessore quell’occasione, chiedo Manca, a lei, che è stato Presidente, di delegato in comunicare tempestivamente – non ho dubbi che lo faccia, ma voglio ricordarlo questo mio intervento affinché vi sia una risposta rapida a questa interrogazione verbale. Grazie”. Il Presidente così interviene: "Grazie a lei, consigliere Occhi, ovviamente mi farò interprete di quello che ha detto”. Indi dà la parola al consigliere Mattioli. Il consigliere Mattioli così interviene: “Intervengo per ricordare un impegno che l’Amministrazione ha preso e fece prendere quando venne approvato il P.I.I. (Programma Integrato d'Intervento) sull’area dell'ex stazione delle ferrovie di Porta Vittoria. Come ricorderete, colleghi, da tempo noi abbiamo approvato il P.I.I. prevedendo l'edificazione di una considerevole volumetria ad uso residenziale, ricettivo, terziario, commerciale e parallelamente all’assegnazione dell’area destinata ad ospitare in futuro la Biblioteca Europea d'Informazione e Cultura la cui costruzione, stante la mancanza del finanziamento, appare sempre più incerta dall’intervento privato sull'area lì adiacente, ancorché 7 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 entrambi siano previsti dal medesimo P.R.U.. Tra le poche osservazioni al P.P.I. nella fase di adozione, una in particolare oggi sono qui a richiamare: era quella che riguardava le famiglie che conducono in locazione gli appartamenti, 12 appartamenti, di cui il PPI prevedeva la demolizione - lì c’è un fabbricato con delle famiglie, con degli appartamenti -, senza che negli atti urbanistici se ne desse alcuna notizia. In sede di controdeduzioni il Consiglio Comunale impegnò Metropolis, che gestisce gli interessi immobiliari delle Ferrovie, a garantire, prima del rilascio delle concessioni edilizie per lo sfruttamento dell'area, un trattamento adeguato alle famiglie residenti i cui contratti di locazione sarebbero scaduti nel 2009 e la cui presenza nell’edificio da demolire ovviamente è incolpevole. Tuttavia, per essere state escluse dalla concertazione le modalità di rilascio degli alloggi, le famiglie – ricordo - si sono opposte davanti al TAR. Quindi sul P.P.I. dell’area Porta Vittoria c’è un ricorso. Più recentemente la Direzione Centrale all'Urbanistica ha sottoscritto con atto notarile la convenzione che regolerà i rapporti tra Metropolis ed il Comune di Milano dovendosi, fra l’altro, procedersi ad importanti scambi di aree. Nella convenzione sottoscritta Metropolis si impegna a mettere a disposizione dei residenti altre idonee abitazioni nella zona di Porta Vittoria garantendone la convenienza nella locazione e 8 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 comunque il rispetto dei parametri dell’accordo per Milano. Abbiamo appreso però dalle famiglie interessate dall’intervento che non è stato loro comunicato il contenuto degli accordi convenzionali e che nelle more delle reiterate ed insistenti richieste a loro rivolte da Metropolis affinché accettassero il trasferimento nella zona di Viale Jenner… Cioè Metropolis sta disattendendo il contenuto della convenzione, sta spingendo le famiglie ad accettare una ubicazione diversa da quella che è stata oggetto della convenzione specifica. Tutto questo per richiamare all’attenzione l’Amministrazione il rispetto di questa convenzione: risultano totalmente disattese le previsioni convenzionali e, a questo punto, stante il mancato rispetto della procedura convenzionale da parte di Metropolis, non sarà possibile rilasciare le concessioni edilizie previste, né Metropolis potrà procedere allo scambio di aree tra cui quelle interessate nel progetto della Biblioteca Europea, perché il ricorso che è già stato presentato potrà portare con facilità alla sospensiva degli eventuali atti conseguenti, come l'eventuale illegittimo rilascio di concessioni edilizie determinando il blocco totale di tutto l'intervento con conseguenze assolutamente indesiderate o indesiderabili. Quindi chiedo al Presidente di fare avere questo intervento ed il verbale all’assessore Verga; la situazione si sta abbastanza complicando, 9 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 vengono disattesi gli accordi presi, le famiglie ovviamente sono legittimamente in ansia e in agitazione, la questione non si può concludere semplicemente con il trasporto di queste famiglie obbligandole ad accertare altre dislocazioni in parte opposte della Città, bisogna richiamarsi e bisogna rispettare quelli che erano gli accordi presi nella convenzione. Prego l’assessore Verga quindi di interessarsi immediatamente della vicenda su cui a suo tempo si interessò l’assessore Lupi". Il Presidente dà la parola al consigliere Palmeri. Il consigliere Palmeri così interviene: "Presidente, io volevo intervenire in articolo 21 per parlare brevemente (perché ovviamente in cinque minuti è impossibile esaurire il tema) di quanto ho letto sull’ANSA di oggi: 'Ore 13.48, assessore Tiziana Maiolo condannata per diffamazione'. Tiziana Maiolo è un Assessore del Comune di Milano, ma a prescindere da questo una riflessione su questo tema derivante da questa condanna credo sia necessario. Le è stata inflitta una multa di 700 euro e un risarcimento di 25 mila euro in quanto il Tribunale Penale di Milano, la VI Sezione per essere più precisi, l’ha ritenuta colpevole di diffamazione nonostante il Pubblico Ministero avesse chiesto l’assoluzione. La querela era stata sporta dall’ex Procuratore della 10 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Repubblica di Palermo, Giancarlo Caselli, che si era ritenuto offeso da alcune dichiarazioni, sul cui merito io non entrerò né mi permetterò di entrare. Volevo soltanto contestualizzare dal punto di vista storico, dal punto di vista politico il momento in cui Tiziana Maiolo aveva pronunciato quelle frasi che oggi sono state ritenute diffamatorie dal Tribunale di Milano. Era il 1988, era il congresso di Forza Italia celebrato qui vicino, al Comune di Assago, ed era presente il Presidente della Provincia - allora Presidente della Provincia ed attuale Presidente della Provincia - di Palermo, Francesco Musotto, che era stato appena assolto. Ricordiamo che quella fu un’esperienza piuttosto virulenta in quanto Francesco Musotto era stato ingiustamente arrestato per la parola di un pentito di mafia e proprio in quei giorni scarcerato perché assolto. Ricordiamo, tra l'altro, che Tiziana Maiolo era Parlamentare della Repubblica e questo lo dico perché credo si trattasse più di un giudizio politico nella sua complessità. In effetti la Camera si era pronunciata sulla insindacabilità delle parole pronunciate dalla parlamentare, prima in Giunta e poi in aula. Successivamente è stato sollevato un conflitto di attribuzioni di competenze alla Corte Costituzionale che si è risolto nell’attribuzione alla Magistratura, quindi al Tribunale e non al Parlamento, di questa competenza. Questo è anche un tema, perché 11 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 si parla di immunità, bisognerebbe anche, probabilmente, con una riforma costituzionale, chiarire una volta per tutte il conflitto di attribuzione quando si parla di argomenti, frasi pronunciate da parlamentari nell’esercizio del proprio mandato. A parte l’episodio specifico che, comunque, desta perplessità, tenuto conto che la persona non era stata neanche citata dall’allora Onorevole Maiolo, tuttora Onorevole Maiolo, ma, dico, nell'esercizio delle proprie funzioni, non era stata neanche citata. Era un giudizio politico su un tema particolarmente pregnante, particolarmente rilevante allora, ma anche oggi, nel dibattito politico e della gestione dei pentiti o, per meglio dire, dei collaboratori di giustizia. Proprio oggi 'Il Giornale' di Milano titola: 'I killer pentiti in cella solo 24 giorni. Su 180 collaboratori di giustizia, responsabili di 867 omicidi, ben 153' – ripeto, 153 – 'su 180 sono in libertà'. Non voglio entrare nel merito delle frasi pronunciate dall’Onorevole Maiolo, anche perché non sono state qui riportate, però mi corre l’obbligo di una riflessione: io trovo assurdo che per delle frasi pronunciate nell’esercizio del proprio mandato di Deputato della Repubblica ci sia stata questa condanna, anche perché il tema affrontato dall’Onorevole Maiolo era ed è di grandissima pregnanza nel dibattito politico e troppo spesso vi è stato un utilizzo dei pentiti di mafia poco 12 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 attento e certamente ha creato nocumento a molti politici, molti parlamentari di questa Repubblica e, in particolare, vorrei ricordare che Tiziana Maiolo stessa è stata per 8 mesi inquisita per voto di scambio a seguito delle affermazioni di un pentito poi rivelatesi non veritiere”. Assume la presidenza della seduta il Presidente del Consiglio Giovanni Marra. Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano. Il consigliere Fiano così interviene: “Intanto saluto il successo in molte città d’Italia delle liste del Centrosinistra, unito, nelle elezioni comunali, provinciali e regionali in cui i risultati di questi ultimi minuti ci dicono che stiamo raccogliendo risultati importanti; credo che dimostrino che laddove c’è un principio di unità e di collaborazione tra le Forze che in questo Paese in questo momento sono all’Opposizione, questo porti a dei risultati importanti. Mi permetto di dire che anche l’Opposizione in quest'Aula lavora unitariamente dall’inizio di questo mandato consiliare e credo che questo abbia un significato. Intervengo su un argomento molto particolare: il Ministro Tremaglia ha annunciato pochi giorni orsono in Parlamento che i cittadini italiani residenti all’estero potranno votare per il referendum 13 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 prossimo venturo. Segnalo che la procedura prevede che questi cittadini italiani residenti all’estero ricevano presso il proprio domicilio i certificati elettorali. Mi sono stati segnalati invece dei casi in cui questi certificati elettorali non sono per niente arrivati e il cittadino italiano residente all’estero ha, a quel punto, diritto di chiederne notizia presso le nostre sede consolari o diplomatiche, le quali chiedono agli uffici comunali di origine, di nascita, dove sono iscritti all'Anagrafe i cittadini italiani, notizie di questi certificati elettorali. Mi è stato segnalato, Presidente, che in particolare si direbbe - uso il condizionale, sarò più ricco di particolari in una interrogazione – che il Comune di Milano non sia particolarmente sollecito nel rispondere alle richieste delle nostre sedi diplomatiche per permettere ai nostri concittadini residenti all’estero di entrare in possesso dei loro certificati elettorali ed esercitare quindi il diritto di voto anche all'estero, cosa notevole, conquista del tutto notevole. Segnalo questa che è ovviamente una lesione dei diritti di questi cittadini, produrrò una interrogazione scritta in maniera che gli Uffici preposti possano verificare se le cose che mi sono state raccontate rispondano al vero. Ultima segnalazione: ho sentito il consigliere Rizzo (quindi la faccio breve) che l’ha già citato, sono anch'io stato oggetto di 14 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 aggressione in questi giorni di pericolose zanzare, non piccole, non so se l’aria di Milano faccia particolarmente bene alle zanzare, credo che si debba ragionare su questo tema partendo dalla fine: la quantità di zanzare esistente sul far della sera a Milano in questa stagione è assolutamente incompatibile con la qualità della vita accettabile. Pochi giorni orsono il consigliere Ugliano, in una conferenza stampa, ha portato esempi di altre Città a noi vicine dove il problema delle zanzare che si riproducono nelle risaie è stato fortemente migliorato o risolto con alcuni metodi, diciamo così, naturali, biologici, con l’introduzione di un pesce particolare, non di origine italiana, la Gambusia, che é ghiotto di larve di zanzare nelle risaie; ci sono altri metodi. Qui c’è stato spesso risposto che il problema della disinfestazione dipende dal fatto che il 70% delle aree verdi di Milano è di proprietà privata e non pubblica e su quelle le ordinanze sindacali non hanno effetto. Noi possiamo anche convincerci che l’analisi addotta sia corretta, il problema è che il risultato non è sopportabile e che altre Città hanno meglio risolto il problema. C’è un problema, io credo, anche ecologico, non solo amministrativo, nel senso che bisogna insieme studiare i metodi 15 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 migliori; mi auguro che i milanesi vedranno presto la risoluzione di questo problema”. Partecipa il Segretario Generale Dr. Giuseppe Albanese. Il Presidente così interviene: “Sono le 17.32, prego quindi la Segreteria Generale di fare l’appello”. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Presidente, io ero iscritto, se avessimo iniziato alle 16.30 avremmo potuto fare gli ultimi due interventi previsti". Il Presidente così interviene: “Purtroppo io sono arrivato adesso. Se l'Aula consente di far fare gli ultimi due interventi io non ho problemi". Fuori microfono interviene un Consigliere, non meglio identificato, pronunciando parole che non risultano peraltro, udibili. Il Presidente così interviene: "Va bene, tutti sono d’accordo per far fare gli ultimi interventi di articolo 21?". Fuori microfono interviene un Consigliere identificato, pronunciando le seguenti parole: “Appello e poi articolo 21”. Il Presidente così interviene: 16 non meglio Seduta consiliare del 9 giugno 2003 “Appello e poi articolo 21, va bene. Io lo applico per questa volta e poi decideremo nei… Questa la facciamo così e poi decideranno gli organismi competenti”. Fuori microfono, interviene il consigliere Massari le cui parole non risultano, peraltro, comprensibili. Il Presidente così riprende: “Questa la facciamo andare così, poi per il futuro decideranno gli organismi competenti. Lo riporto all'Ufficio di Presidenza nella Conferenza dei Capigruppo.” Indi dispone si proceda all’appello nominale. Sono presenti il Sindaco Gabriele Albertini e i consiglieri: ADAMO, ALBERTINI RICCARDO, ANTONIAZZI, BALDASSARRE, BARUFFI, BASSI, BERETTA, BIANCO, CAPUTO, CARLINO, CARUGO, CIABÒ, CICCIONI, COLOMBO, CORMIO, DE ALBERTIS, DE PASQUALE, DI MARTINO, DI MAURO, FARINA, FERRARA, FIANO, GAMBITTA, GAROCCHIO, GILARDELLI, GIOBBI MARTINI, GIUDICE, LUCINI, MAIO, MARRA, MARTINELLI, MASCARETTI, MASSARI, MASSEROLI, MATTIOLI, MOLTENI, OCCHI, OTTOLENGHI, PALMERI, PARLANTI, PENNISI, PILLITTERI, RICCI, RIZZI, RIZZO, SALVINI, SANTOMAURO, SPIROLAZZI, TENCONI, UGLIANO, VAGLIATI. 17 TINELLI, TRISCARI, Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Sono assenti i consiglieri: BIANCHI DI LAVAGNA, BOSSI EMILIA MORATTI, DALLA CHIESA, FANZAGO, LIVA, MOLINARO, TESTORI, in numero di 7. Sono altresì presenti gli assessori De Corato, Gallera, Martella, Verga. Ha giustificato l’assenza il consigliere Bianchi di Lavagna. Essendo, pertanto, presenti il Sindaco Gabriele Albertini e n. 53 Consiglieri, alle ore 17,33 il Presidente dichiara valida la seduta. Nomina scrutatori i consiglieri Bianco, Rizzi, Colombo. Entrano in aula i consiglieri Molinaro e Fanzago: i presenti sono, pertanto, 56. N/212 – MODIFICA DEGLI ARTT. 36 E 43 DELLO STATUTO DEL COMUNE DI MILANO. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali, illustrata e discussa nelle sedute del 6, 10, 12 marzo e 12, 15, 20, 22, 29 maggio 2003. Ricorda che nella seduta del 3 giugno 2003 si è proceduto alla prima votazione che, ai sensi dell’art. 6, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000, prevedeva il voto favorevole dei 2/3 dei Consiglieri assegnati. 18 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Al riscontro dei voti, la votazione dava il seguente esito: Presenti n. 51 Votanti n. 51 Voti favorevoli n. 34 Voti contrari n. 17 Non essendo stata raggiunta nella circostanza la maggioranza prevista, in data 5 giugno 2003 si è proceduto alla prima delle successive due votazioni stabilite dall’art. 6, comma 4, del D.Lgs. n. 267/2000, per le quali è previsto il voto favorevole maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Al riscontro dei voti, la votazione dava il seguente esito: Presenti n. 46 Consiglieri essendo hanno che, pur presenti, non partecipato alla n. 1 votazione e che quindi ai sensi degli artt. 44 e 65 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del 19 (Rizzo) della Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Consiglio comunale sono da considerare astenuti) Votanti n. 45 Voti favorevoli n. 34 Voti contrari n. 11 Il Presidente ne fa la proclamazione. --In data odierna Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto nel testo, che si allega, risultante dai due emendamenti approvati in precedenza e qui allegati da sub 1) a sub 2) e dalla seguente errata corrige: “A pag. 4) della relazione, al termine del primo paragrafo, aggiungere la seguente frase: ‘La modifica qui proposta si pone, peraltro, in linea con i principi desumibili – anche a legislazione vigente – della sentenza del TAR Campania, prima sezione, n. 1138 del 25 febbraio – 19 marzo 1998”. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti Consiglieri essendo n. 53 che, presenti, pur n. 1 (Adamo) non 20 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 hanno partecipato alla votazione e che quindi ai sensi degli artt. 44 e 65 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale sono da considerare astenuti) Votanti n. 52 Voti favorevoli n. 36 Voti contrari n. 16 Il Presidente, visto l’art. 6, quarto comma, del T.U. n. 267/2000; visto l’esito delle valutazioni intervenute nella seduta del 5 giugno 2003 ed in quella odierna, dichiara che la proposta di deliberazione in oggetto è approvata. (Si allegano, ai sensi dell’art. 49 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, i pareri di regolarità tecnica espressi dal Direttore del Settore Presidenza del Consiglio comunale sugli emendamenti approvati). --Il Presidente dà la parola al consigliere Adamo per mozione d’ordine. 21 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il consigliere Adamo così interviene: "Presidente, siccome lei mi ha preso alla sprovvista invertendo l'ordine dei lavori perché prima si era detto che si proseguiva con l’articolo 21, prima della votazione, non ho fatto in tempo ad iscrivermi a parlare perché avrei voluto fare una breve dichiarazione di voto, che faccio adesso ex post, per dire che non ho partecipato alla votazione perché siccome è un provvedimento che io ritengo non legittimo, e probabilmente o quasi sicuramente impugneremo con altri colleghi davanti al Tribunale Amministrativo, non ritengo utile partecipare in nessuna forma alla votazione". Il Presidente così interviene: "Adesso possiamo fare i residui due articoli 21 che sono quelli del consigliere Vagliati e del consigliere Ciccioni”. Dà indi la parola al consigliere Vagliati. Il consigliere Vagliati così interviene: “Io intervengo su due argomenti. Il primo argomento è abbastanza rilevante e riguarda l’apertura di due cantieri per la realizzazione di due grossi parcheggi sotterranei in Caterina da Forlì. Questo cantiere praticamente eliminerà dalla zona oltre 250 posti auto; non mi risulta al momento che nessun provvedimento organizzativo sia stato messo in atto per verificare la possibilità di 22 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 ritrovare soluzioni nel periodo che questi cantieri occuperanno questa zona, quest’area e, essendo 250–280 posti auto, un numero rilevante di posti auto per la zona che è molto carente, è molto critica per cui ha anche richiesto la realizzazione di due parcheggi sotterranei, ritengo sia importante che si verifichi la possibilità di trovare in zona qualche soluzione e qualche possibilità, magari utilizzando strade limitrofe o di bassa percorrenza trasformandole in parcheggio con costi abbastanza limitati. Ho fatto un paio di proposte al Vicesindaco, spero che, visto che i tempi sono molto stretti, possa intervenire in questo senso. Per quanto riguarda l’altro argomento, il verde, l’Amministrazione ha ristrutturato due aree verdi abbastanza importanti per la zona, una in Pietro Strozzi e l’altra in Via Rubens, angolo Antonello da Messina, sono aree che sono state sistemate con chiaramente soldi comunali, sono state quindi messi in atto tutta una serie di abbellimenti con panchine, luci e quant’altro e mi risulta – e ho già fatto segnalazione alla Polizia Municipale – che le aree sono oggetto di occupazione, sia diurna che notturna, di persone sicuramente non italiane e con molti dubbi che abbiano anche permessi di soggiorno: ci dormono, bivaccano, fanno i loro bisogni e questo obiettivamente in due aree appena ristrutturate mi sembra 23 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 veramente poco dignitoso per la nostra Città. Invito l’Assessore alla Sicurezza di segnalare alle forze di Pubblica Sicurezza un intervento, sia notturno che diurno, per eliminare questo scempio". Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Poter comunicare meglio non credo sia solo un optional, ma dovrebbe essere un dovere istituzionale, perlomeno per quanti credono che la casa comunale debba essere una vera e propria casa di vetro. Anche la comunicazione istituzionale del Comune potrebbe, secondo me, guardare più coraggiosamente al futuro, più coraggiosamente di quanto non stia facendo oggi, puntando sulle nuove tecnologie. Attualmente esiste una versione, a mio avviso, assai modesta di giornale telematico, di fatto una gazzetta della Maggioranza che si riceve tramite computer. Dal sito del Comune è possibile certamente seguire in diretta le riunioni del Consiglio, però si potrebbe compiere un ulteriore passo avanti ed usare il mezzo innovativo per antonomasia, cioè quello satellitare. La Camera dei Deputati ha appena deciso di dotarsi di un canale televisivo satellitare e questo progetto dovrebbe partire entro l’anno. Come e in che modo potrebbe interessare a Milano un canale satellitare? Oltre alle riunioni in aula, si potrebbero coprire anche le 24 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Commissioni, gli eventi politici, culturali, patrocinati dal Comune; si potrebbe poi dare spazio e voce a quella che è la galassia delle associazioni, dell’associazionismo milanese impegnato sull’ambiente, sulla salute, sui diritti dei cittadini; si potrebbe poi curare una programmazione plurilingue volta all’integrazione delle comunità straniere. Io non credo che sia un segreto ricordare che esistono in Italia circa 5 milioni di parabole, non credo di andare sul difficile ritenendo che a Milano almeno 500 mila siano quelle che potrebbero essere attivate e quindi, appunto, essere meglio informate sui lavori del Comune. I programmi diffusi poi via satellite sono ricevibili in un’area enorme che comprende l’Europa e gran parte del Medio Oriente, infatti l’audience di questo mezzo satellitare è già oggi assai significativo e lo sarà sempre di più, su questo è difficile non convenire. Anche i costi non sarebbero molto impegnativi perché potrebbero venir coinvolte le piccole televisioni che sono un patrimonio culturale assolutamente già importante. E poi questo spazio satellitare gestito dal Comune potrebbe costituire un vettore per aumentare le occasioni di trasmissione in contemporanea e favorire la costituzione di consorzi; una parte poi di questa programmazione potrebbe essere messa in onda via etere da queste TV di cui poco fa citavo l’esistenza numerosa a Milano e in 25 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Lombardia. Si potrebbe addirittura tentare un accordo con degli sponsor tanto che in qualche modo vadano a versare l’equivalente di quelle che sono le inserzioni pubblicitarie o quelle della televendita, ad esempio: a Roma è stata attivata recentemente una radio satellitare, il mondo del no-profit si sta attrezzando con una sua radio satellitare che avrà il suo centro di messa in onda proprio da Milano. Tra l’altro il Comune potrebbe dare il suo appoggio concreto a questa iniziativa che nasce anche con il finanziamento del Ministero del Welfare. Ecco, io chiedo, abbiamo anche la presenza in questo momento in aula dell’assessore Martella, se fare in modo che Milano non si lasci sfuggire una occasione di questo tipo non sia cosa buona e giusta da, appunto, perseguire in tempi estremamente rapidi. Concludo questo intervento proprio perché c’è l’assessore Martella al quale vorrei ricordare che questa mattina sono stato alla Sala Matrimoni all’Arena dove una volta di più il condizionamento della sala non funzionava e purtroppo abbiamo avuto ricadute negative alla presenza di numerose coppie”. Esce dall’aula il consigliere pertanto, 55. 26 Salvini: i presenti sono, Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Entrano altresì in aula gli assessori Magri, Pagliarini e Predolin. N/218 – MODIFICA DEGLI ARTT. 6 E 34 E INTRODUZIONE DEI NUOVI ARTICOLI 6 BIS E 103 BIS DELLO STATUTO DEL COMUNE DI MILANO. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola al consigliere Giudice per mozione d’ordine. Il consigliere Giudice così interviene: "Noi avremmo bisogno di valutare un attimino con attenzione questa proposta di delibera-stralcio presentata dall’Opposizione, quindi avevo chiesto – me ne scuso perché non l’ho comunicato - ai colleghi dell’Opposizione se era possibile il rinvio ad altra seduta; penso che lunedì prossimo si potrà entrare nel merito, anche perché sono state fatte alcune proposte di modifica su un emendamento che volevamo presentare noi in Commissione e abbiamo bisogno del tempo per valutarle un attimino. Quindi la richiesta è di rinviarla ad altra seduta". Il Presidente così interviene: 27 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 "Se l’Aula non ha opposizioni, possiamo spostarla alla prossima seduta. Va bene, la 218 è rinviata alla prossima seduta”. Comunica che la proposta di deliberazione N/218 è rinviata alla prossima seduta. N/240 – VENDITA AI SIGNORI ALESSANDRO TEZZA, VITTORIO TEZZA E SERGIO TEZZA DELLE QUOTE DI COMPROPRIETA’ APPARTENENTI AL COMUNE DI MILANO SU ALCUNI TERRENI SITI IN COMUNE DI S. MAURO SALINE, AL PREZZO COMPLESSIVO DI € 5.393,00 (VALORE UNITARIO € 1,033/MQ. PER I TERRENI A PRATO; € 0,233/MQ. PER I TERRENI A BOSCO E PASCOLO; A CORPO PER I FABBRICATI RURALI). Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Dà indi la parola all’assessore Pagliarini affinché illustri il provvedimento. L’assessore Pagliarini così interviene: "Qui stiamo parlando di una piccolissima vendita di 5 mila euro. In pratica si tratta di questo: nel ’95 il Comune di Milano aveva ereditato da una signora che abitava vicino Verona, la signora Prada, del denaro e dei piccolissimi appezzamenti di terreno; questa eredità 28 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 naturalmente era vincolata, bisognava utilizzarla per gli anziani e per servizi a favore degli adulti in difficoltà. Naturalmente il contante che abbiamo incassato è stato utilizzato per questi fini, ci sono rimasti questi piccolissimi appezzamenti di terreno, dei lotti veramente minimi in provincia di Verona, praticamente invendibili, abbiamo trovato (e ci hanno chiesto di poterglieli vendere) dei signori che facevano parte anche loro dell’asse ereditario, abbiamo fatto fare una perizia, in pratica si tratta di 5 mila e 300 euro, ecco, però formalmente dobbiamo passare comunque dall’aula per avare la vostra approvazione per vendere questi pezzi di terreno che altrimenti non danno nessun reddito e non potrebbero essere utilizzati in nessun altro modo. Quindi vi prego di approvare questa vendita”. Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 48 Consiglieri, come da documento n. 2, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 48 29 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Astenuti n. 18 (Adamo, Antoniazzi, Carlino, Ciccioni, Fanzago, Baruffi, Cormio, Farina, Fiano, Gilardelli, Martinelli, Mattioli, Occhi, Ottolenghi, Rizzo, Santomauro, Tinelli, Ugliano) Votanti n. 30 Voti favorevoli n. 29 Voti contrari n. 1 Il Presidente ne fa la proclamazione. --Escono dall’aula il Sindaco ed i consiglieri Pennisi, De Pasquale, Albertini Riccardo: i presenti sono, pertanto, 51. N/235 – ADOZIONE DI VARIANTE ALLA NORMATIVA DELLA VARIANTE AL P.R.G., APPROVATO CON DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN DATA 30.5.1953, APPROVATA CON DELIBERAZIONE DELLA G.R.L. N. 21212 IN DATA 23.1.1979 RIGUARDANTE IL QUARTIERE GALLARATESE, LA ZONA TORRAZZA, TRENNO E TERRITORI CONTERMINI, RELATIVA ALL’ART. 11 – RECINZIONI – AI SENSI DELL’ART. 2, COMMA 2°, LETTERA I) E DELL’ART. 3 DELLA L.R. 23/6/1997 N. 23. 30 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Indi dà la parola al consigliere Adamo per mozione d’ordine. Il consigliere Adamo così interviene: “ Chiedo scusa, so di non rendermi simpatica, però io devo stigmatizzare il fatto che lei ha fatto votare prima di concedere la parola ai due articoli 21, cosa che aveva autorizzato l’Aula, perché c’erano dei colleghi che erano qui solo per votare lo Statuto, garantire i 31 e poi andarsene. Alla votazione precedente eravamo già a 29. Io vorrei che rilevasse che questo modo, da parte della Maggioranza, di considerare le presenze in relazione agli interessi di questo o quel provvedimento è un modo che poi spinge l’Opposizione ad avere quei comportamenti che il Sindaco tante volte, e forse troppo, stigmatizza”. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così interviene: “Il provvedimento è stato in parte discusso nella scorsa seduta per una interpretazione erronea dell’ordine del giorno, comunque riguarda una modesta Variante normativa al quartiere Gallaratese 31 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 per rivedere e consentire alcune recinzioni prevalentemente fatte in modo naturale, eventualmente con, solo in alcuni casi, recinzioni artificiali per migliorare soprattutto i livelli di accessibilità e di sicurezza del quartiere in quanto tali. Per quanto riguarda poi le ipotesi progettuali, lo faccio per rassicurare, se è possibile, anche i nostri Consiglieri, la Variante in sé non ha dei contenuti specifici progettuali, ma dà delle indicazioni; i contenuti specifici progettuali vanno ricercati poi nelle fasi operative. Questo siccome era uno dei punti che era stato l’altra volta messo in evidenza l’ho voluto qui riprendere per dare già, se è possibile, una risposta”. Il Presidente dà la parola al consigliere Giobbi Martini. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “Come già detto e sottolineato dall’Assessore, avevamo già aperto una discussione la volta precedente per quanto riguarda le recinzioni del quartiere Gallaratese. E’ sicuramente una modificazione, però abbiamo già riscontrato anche sul luogo che va nell’ordine di conferire maggiore vivibilità e sicurezza agli abitanti del quartiere. Trovo superfluo perdere dell’ulteriore tempo, salvo per concludere ed affermare con il voto favorevole”. Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro. 32 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il consigliere Molinaro così interviene: “Non credo di esprimere una grande soddisfazione per la scelta che il Consiglio si appresta ad approvare, pur essendo necessaria una regolamentazione nel quartiere Gallaratese relativamente al fenomeno delle recinzioni delle case che sono passate dalla proprietà pubblica alla proprietà dei singoli condomini. Nonostante l’esplosione di fenomeni di criminalità diffusa e questo continuo alimentare l’aspetto della sicurezza quasi come elemento recinzioni, che non comporta è, mi necessariamente pare, il tema la della realizzazione sicurezza di quello fondamentale, è un altro, semmai è quello del degrado degli spazi che sono passati dalla gestione pubblica a privati; il fatto che ci sia una invasione di automobili che, penetrando nel quartiere, di fatto compromettono aree e spazi privati e che oggi non sono più sopportati dai residenti come spazi appunto che possono essere degradati dalla presenza di automobili; ci sono fattori che hanno determinato nel corso del tempo la perdita della identità che aveva contraddistinto il Gallaratese come quartiere aperto, quartiere che, appunto, non soffre certo, come altri quartieri di Milano, di problemi così drammatici della sicurezza come in casi che abbiamo in questi anni avuto all’attenzione della cronaca. 33 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Gallaratese è ancora un quartiere tranquillo, un quartiere tutto sommato dignitoso, che soffre chiaramente di una deriva più generale presente fra i cittadini che, appunto, illudendosi molto spesso di poter risolvere alcuni problemi con le recinzioni, di fatto hanno portato a questo tipo di scelta. Questo tipo di scelta che è legata anche all’esplodere di fenomeni di abusivismo e quindi coloro che hanno rispettato le regole si vedono oggi di fatto costretti a rivendicare una modifica del Piano Regolatore, delle indicazioni del Piano Regolatore per adeguare questi spazi che si sono mantenuti aperti con gli altri spazi che abusivamente e progressivamente sono stati chiusi nel corso degli anni. Io penso che anche la visita fatta dalla Commissione, nel quartiere Gallaratese, abbia reso evidente più una domanda di ordine, pulizia, combattere il degrado presente in alcune aree marginali, proprio perché gli spazi tutti aperti, senza quel rispetto degli spazi comuni, quel rispetto e quel senso civico da parte dei cittadini, portano poi, ad evidenziare fenomeni di degrado qualitativo del quartiere. Da qui la richiesta delle recinzioni, da qui la richiesta di regolamentare, appunto, con le recinzioni gli spazi che sono passati da pubblici a privati. Il disegno più generale complessivo del Gallaratese aveva nella penetrabilità del quartiere uno degli aspetti 34 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 significativi, anche perché la cortina di costruzioni, se totalmente recintate, rischia di compromettere la possibilità di accedere semplicemente alle funzioni pubbliche, dalla fermata della metropolitana alle scuole e agli spazi, appunto, pubblici. Tutto questo ha già generato e creato problemi al Gallaratese, in modo particolare in corrispondenza della fermata della metropolitana di Uruguay: per anni si è svolto un contenzioso tra i residenti e l’Amministrazione Comunale che aveva indicato in un percorso di accessibilità alla metropolitana un necessario percorso pubblico e questo percorso era stato sbarrato e ci sono voluti anni di iniziative per poter aprire questo percorso. Questo percorso, oltretutto, che attraversa alcune aree private, è un percorso tortuoso, difficilmente identificabile, non facilmente fruibile e, nella sua parte terminale, completamente recintato tanto da creare un corridoio sicuramente meno sicuro degli spazi aperti. In questo corridoio la sera una persona sola potrebbe, se si avventurasse, trovarsi di fronte magari a pericoli personali proprio perché non ci sono più vie di fuga, o si va avanti o si torna indietro, è un corridoio di un tre metri, tre metri e mezzo, lungo un centinaio di metri per poter accedere appunto alla metropolitana. 35 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Quello che bisognerebbe evitare con l’approvazione di questa delibera è la realizzazione di corridoi di questo tipo all’interno del Gallaratese, cioè garantire l’accessibilità alle funzioni pubbliche, dalla metropolitana alle scuole e così via, senza necessariamente creare corridoi di questo tipo. Questo è un appello che io faccio perché è difficile alla fine negare la necessità di rimettere ordine all’interno del Gallaratese; il Consiglio di Zona all’unanimità ha approvato la delibera; la delibera ha in sé alcuni vincoli, che dovrebbero salvaguardare appunto l’accessibilità di spazi pubblici. Chi avrà l’onere e l’incarico di definire l’interesse pubblico e quindi garantire l’accessibilità agli spazi pubblici, dovrà verificare anche la qualità degli interventi ed evitare, insomma, i casi tipo quelli che vi ho raccontato dell’accesso alla metropolitana di Uruguay. Volevo richiamare, però, il Consiglio e l’assessore Verga ad un impegno che l’Amministrazione Comunale, in occasione del dibattito sul Piano della Mobilità, si era assunto e cioè la realizzazione di un’isola ambientale al Gallaratese. La realizzazione dell’isola ambientale probabilmente potrebbe risolvere in buona parte i problemi che abbiamo visto di sosta selvaggia, di scarso, se non nullo rispetto del verde, dei marciapiedi e degli spazi pubblici; la 36 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 realizzazione di un’area, appunto, come quella del Gallaratese che è un quartiere omogeneo dell’isola ambientale potrebbe effettivamente dissuadere l’accessibilità al traffico privato di attraversamento e di sosta, questo anche perché, con la prossima inaugurazione del parcheggio di Molino Dorino, probabilmente bisognerà agire… Mi spiace che l’Assessore non ascolti perché volevo appunto richiamare il fatto che tra poco verrà inaugurato il parcheggio di Molino Dorino, però gli interventi di dissuasione all’accesso del traffico privato nel Gallaratese non si vedono, quindi non avremo una corrispondenza tra la realizzazione, l’avvio, la possibilità di utilizzare quel parcheggio e l’invasione delle automobili private che sostano nei pressi delle fermate della metropolitana all’interno del quartiere per evitare, appunto, di parcheggiare le auto nei parcheggi di corrispondenza. Questo è un problema che va affrontato urgentemente, non ci si può limitare a realizzare le isole ambientali solo nel centro della Città, sarebbe utile ed opportuno che il progetto di riqualificazione più generale del Gallaratese, attraverso dissuasori dell’accesso del traffico di attraversamento, limitatori di velocità, una migliore, diciamo, qualità più complessiva del patrimonio stradale di attraversamento pedonale e così via del Gallaratese, alla fine porti 37 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 ad una riduzione dell’accesso delle auto dei non residenti orientandole verso i parcheggi di corrispondenza, che sono ormai pronti, e a questo punto anche migliorare complessivamente la qualità del quart iere”. Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi. Il consigliere Occhi così interviene: “La ringrazio, Presidente, ma siccome io l’intervento su questa delibera l’ho già fatto l’altra volta sbagliando delibera, chiedo se è possibile far verbalizzare l’intervento dell’altra volta, non lo sto a ripetere. Grazie”. (Segue l’intervento svolto dallo stesso consigliere Occhi nella seduta del 5.6.2003 sulla N/238): “Questa delibera è vero che è stata abbastanza approfondita, anche se io devo dire che, nonostante l’approfondimento e quel brutto sopralluogo – poi dico il perché ‘brutto’ – che abbiamo fatto in quartiere, non mi è del tutto chiaro che cosa succederà; che poi è stata dichiarata discussa alcune volte, come dire, si ha molta premura dichiarare discusse alcune delibere che non sono così urgenti come… Il problema non so se è chiaro a tutti i Consiglieri: il Gallaratese aveva, diciamo, una specie di Piano Regolatore a parte, che cosa 38 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 diceva questo Piano Regolatore del Gallaratese? Diceva che quello veniva dichiarato un quartiere aperto e quindi come tale veniva stralciato dal Piano Regolatore e non consentiva - così com’era stato pensata la dislocazione degli edifici, pensata la viabilità eccetera - la chiusura delle aree di pertinenza dei singoli stabili. Ricordo che la Gallaratese è un quartiere popolare, di edilizia economica popolare, quindi pubblica, quindi anche tutte le aree di pertinenza degli stabili erano, fra virgolette, pubblici, cioè era possibile quindi accedere, attraverso passaggi eccetera, da una pertinenza all’altra perché appunto l’insieme del quartiere era stato immaginato in questo modo, dagli architetti, da chi l’ha costruito eccetera. E, devo dire la verità, il risultato a noi sembrava buono, efficace da un punto di vista della percorrenza, dal punto di vista della vita in comune del quartiere e di un sacco di altre cose. È successo nel tempo che il quartiere è stato venduto, perché le case popolari sono state vendute, e dobbiamo dire che i nuovi proprietari, ancorché titolari di contratti precedenti di edilizia economica popolare, hanno incominciato a pensare che siccome sono diventati proprietari anche delle pertinenze degli stabili, hanno pensato, come tutti coloro che passano dall’affitto alla proprietà privata, che la proprietà privata starebbe bene recintata. Ed allora, questioni di sicurezza, questioni 39 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 eccetera, però, dobbiamo dirla, credo che la sostanza vera del problema è che ognuno tende a recintare il proprio pezzo perché così può parcheggiarci la macchina solo lui, perché così la proprietà è ben definita, perché così, così e così; perché forse la sicurezza è anche maggiore, è innegabile che vi siano problemi anche di questa natura eccetera. Quindi si è arrivati ad una pressione dei cittadini, che sono diventati proprietari, che vogliono chiudersi il proprio pezzetto nel modo classico: cioè un bel muretto con sopra la staccionata di ferro, chiusa, col cancello e tutto quanto. Cosa che il vecchio Piano Regolatore non consentiva. Io devo dire che, da un punto di vista di un interesse pubblico, questa cosa qui non esiste, Assessore! Se parliamo di ‘interesse pubblico’ questa questione andrebbe bocciata ed andrebbe detto: ‘Cari cittadini, questo non risponde all’interesse pubblico’ perché il chiudere degli spazi che oggi sono percorribili da tutta la Città e fare diventare, ancorché privati, anche cintati, significa togliere alla Città un beneficio che sino adesso ha usato. Quindi, se lo vediamo da un punto di vista di interesse generale, a noi non sembra il rispetto di interessi generali questa Variante, è fatta su misura di interessi privati, sacrosanti, ma che devono essere chiariti, insomma, perché altrimenti non ci intendiamo. Sennò sembra un’opera di risanamento 40 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 del quartiere non ben definita… No. Andiamo incontro a richieste di proprietà private che vogliono chiudersi la loro parte. Punto e chiuso. Che il vecchio Piano Regolatore non consentiva e che con questa Variante si vuole consentire. Punto. Cioè diciamola per quella che è! Può avere delle giustificazioni ma è questa. Ora si dice: ‘verranno salvaguardati una serie di passaggi per consentire il collegamento fra alcune vie e i mezzi pubblici, fra alcune vie del centro commerciale Bonola, gli accessi alla metropolitana’, perché lì stiam parlando anche di un quartiere che è servito dalla metropolitana eccetera. Ora, io vi invito ad andare a vedere alcuni di questi passaggi che già esistono, perché sono stati conquistati e mantenuti nel tempo dagli altri cittadini che ci passano, alcuni di questi percorsi sono talmente stretti che una volta che verranno allungati con due bei muri di siepi con muratine di staccionata sopra ai lati, in quelle strade lì vi posso garantire che non ci passerà più nessuno! Diventano sentieri impercorribili dal punto di vista della sicurezza, di notte non ne parliamo proprio ma anche di giorno rischiano di diventare pericolosi. E poi onestamente – la richiesta che ho fatto in Commissione non ho avuto modo di valutare quali sono questi percorsi: si dice che sono stati studiati in collaborazione con la zona, non ho dubbi che 41 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 quindi sia così e non ho dubbi neanche nel pensare che se le prescrizioni di questa variante dicono alcune cose poi verranno attuate. Spero che così sia perché altrimenti andiamo a fare veramente un’operazione che non solo stravolge la vecchia condizione di quartiere aperto ma limita seriamente la possibilità di percorrerlo da parte di coloro che sinora l’hanno percorso. Guardate che ve lo dice uno che abita dall’altra parte di via Gallarate e che ci va spesso a piedi, adesso; ho l’impressione che dopo non sarà più così semplice. Ce lo dobbiamo dire. Io quando, in alcune occasioni, sono andato a prendere la metropolitana a piedi da casa mia ho attraversato il quartiere passando in questi posti che verranno chiusi, per cui lo dico anche sapendo di cosa stiamo parlando. Mi spiace se poi il consigliere Molinaro che dirà la sua, abitando proprio in quel quartiere, penso che avrà ancora più di me le idee chiare su questa vicenda. Quindi io capisco i cittadini che hanno fatto queste richieste, capisco la zona che ha assecondato in qualche modo questa domanda che viene dai cittadini, però rendiamoci conto che probabilmente dovremmo pensare un po’ di più agli interessi in generale quando poi andremo a rendere esecutiva questa delibera perché altrimenti il rischio grosso è che facciamo un torto a migliaia 42 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 di altri cittadini che, secondo me, vengono danneggiati da questa operazione. Quindi, decisione difficile, me ne rendo conto, io sarei per inviare questa decisione ad una comprensione migliore di questa variante perché confesso che c’è difficoltà nel prendere una decisione, almeno da parte nostra c’è tutta”. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga per la replica. L’assessore Verga così replica: “Ho detto già in relazione nell’illustrare la delibera che i problemi connessi a questi percorsi, a queste attenzioni sono problemi che vanno rinviati al momento progettuale dei percorsi stessi, delle recinzioni e quant’altro. Quindi raccolgo l’invito a porre attenzione a questi problemi; peraltro, mi sembra assolutamente di poter riconfermare i contenuti generali della Variante”. Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 32 Consiglieri, come da documento n. 3, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: 43 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Presenti n. 32 Consiglieri essendo hanno che, pur n. 5 (Adamo, presenti, non Martinelli, partecipato alla Spirolazzi) Antoniazzi, Mattioli, votazione e che quindi ai sensi degli artt. 44 e 65 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio comunale sono da considerare astenuti) Votanti n. 27 Voti favorevoli n. 27 Il Presidente ne fa la proclamazione. --Entra in aula l’assessore Brandirali. N/241 – ADOZIONE DI VARIANTE AL P.R.G. VIGENTE, APPROVATO CON DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDIA N. 29471 IN DATA 26/2/1980, AI SENSI DELL’ART. 2, COMMA 2, LETTERA A) LEGGE REGIONALE 23/1997 RELATIVA ALL’AMPLIAMENTO E ALLA RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO TERAMO 44 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 ED AL PRIMO TRATTO DI ITINERARIO DI COLLEGAMENTO BUCCINASCO – CORSICO – VIALE FAENZA. Il Presidente invita il Consiglio a procedere alla trattazione dell’argomento in oggetto, di cui alla proposta di deliberazione che si allega e già notificata ai Consiglieri comunali. Dà indi la parola all’assessore Verga affinché illustri il provvedimento. L’assessore Verga così interviene: "Il provvedimento riguarda una modesta variante per rendere coerente un progetto del Settore Comunale Parchi e Giardini e Problemi di Viabilità con l’ampliamento di questo parco, Parco Teramo, che è un importante elemento di connessione con il Parco Sud e gli insediamenti vicini del quartiere. È una delibera di modesta rilevanza, però è importante proprio per garantire questi tipi di continuità e di connessioni. Per questo la sottopongo alla vostra approvazione”. Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Grazie, conigliere Marra. Solo per dire che di queste delibere ne vorremmo molto più numerose perché ogni tanto bisogna riconoscere che l’Amministrazione, che pure potrebbe farlo più 45 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 spesso, quando fa queste delibere, naturalmente viene, anche da parte di gruppi dell’Opposizione, favorevolmente accettata”. Il Presidente dà la parola al consigliere Giobbi Martini. Il consigliere Giobbi Martini così interviene: “È veramente una novità la dichiarazione che ci ha reso adesso il consigliere Ciccioni, per cui, onde evitare che si ricreda e che cambi magari motivazione, desiderosa di vedere come si esprimerà con il voto, dichiariamo voto favorevole”. Il Presidente pone in votazione la proposta di deliberazione in oggetto. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 43 Consiglieri, come da documento n.4, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 43 Astenuti n. 1 Votanti n. 42 Voti favorevoli n. 42 (Antoniazzi) Il Presidente ne fa la proclamazione. --- 46 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio la mozione a firma del consigliere Ciccioni ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 231, che si allega. Dà indi la parola al consigliere Ciccioni affinché la illustri. Il consigliere Ciccioni così interviene: “Grazie. Naturalmente non leggerò il testo della mozione perché ciascuno ce l’ha davanti; mi limiterò a fornire qualche osservazione più generale sull’economia, diciamo, di questa proposta che viene offerta all’aula. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ha il pregio – va ricordato – di accogliere tutte le previsioni del Parco Agricolo Sud Milano: infatti solo il 20% del territorio comunale di Milano, essendo ancora, potremmo dire, libero da urbanizzazioni, ricade quasi totalmente nel Parco Agricolo Sud Milano. Milano non ha molte aree a disposizione, infatti i due depuratori stanno occupando aree che forse, senza l’istituzione del Parco Sud, sarebbe stato impossibile identificare perché qui gli abitanti sono molto lontani. Se avessimo lasciato alla speculazione queste aree, ora per Milano si aprirebbero ancora nuove conflittualità sociali; più che di parco in senso stretto dovremmo parlare di aree di riserva da lasciare a chi verrà per il futuro dei milanesi di domani. Le aree del Parco Sud sono in gran parte occupate dai grandi parchi comunali, dall’agricoltura e 47 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 dalle infrastrutture. Il Piano Territoriale del Parco Sud prevede sulle aree in comune di Milano quattro grandi comparti: il comparto est Forlanini–Idroscalo, il sud Chiaravalle– Ticinello, il sud-ovest Barona, cosiddetto 'Parco dei Navigli', ed il comparto ovest denominato 'Bosco in Città San Siro’, che è quello per cui siamo qui questa sera. Questi comparti non hanno una definizione puntuale, per essi il legislatore ha voluto rimandare ad un particolare strumento di pianificazione detto ‘Piano d’area’ ma rinominato poi ‘Piano di cintura’ a seguito dell’approvazione nel 2000 del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco da parte della Regione. Alcuni anni fa il Comune di Milano, in collaborazione proprio con il Parco Sud, cui spetta congiuntamente la pianificazione dei Piani d’area (sto parlando della Provincia), aveva avviato e finanziato gli studi preliminari per questi grandi comparti, ma non si capisce perché non siano andati avanti come previsto. Per venire a noi, se i Piani di cintura fossero stati definiti ed avessero completato il loro iter, oggi non ci troveremmo qui a discutere di San Siro, supportati e, peraltro, pressati da comitati, associazioni ed abitanti. Perché quindi siamo ancora qui a discutere? Perché sappiamo che gli strumenti urbanistici attualmente in vigore lasciano varchi ad iniziative immobiliari che la coscienza della Città, a 48 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 mio avviso, non intende accettare: sono passati molti anni dal 1980 quando fu approvato il nuovo P.R.G.. Sugli Ippodromi di San Siro si è venuta manifestando una sensibilità straordinaria che addirittura ha portato questo Consiglio la richiesta di apporre un vincolo monumentale e paesaggistico da parte dello stato. Qual è allora, questo strumento che noi come Amministrazione possiamo mettere in cantiere? Io penso sia proprio il Piano di cintura perché: è già in vigore, è finalmente previsto la dalla normativa, destinazione delle permette singole aree, di identificare permette di programmare nel tempo, permette di costruire per il futuro e di immaginare la Città del futuro su quelle aree. Del resto, con questa mozione non chiediamo l’avvio di tutti i piani, ma soltanto da subito quello di “San Siro-Bosco in Città”. Su questo territorio si sono sedimentate grandi aspettative, è quello dove sono state avanzate le più precise indicazioni da parte della stessa Amministrazione. Va dato atto a questa Amministrazione che ha individuato qui tre grandi aree, quelle dei parchi Bosco in Città, Parco Cave e Trenno, che oggi sono luogo di svago ambito da parte di molti milanesi. Ci sono ancora grandi aziende agricole, servizi importanti per la Città, aree strategiche da tutelare, però bisogna passare dalla episodicità ad una visione di sistema: ci sono pezzi di 49 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 storia da tutelare, c’è soprattutto San Siro che non dovrebbe passare da un isolamento dorato ad un altro isolamento dorato, bensì a diventare servizio continuo in una visione strategica che potrebbe collegare Piazzale Lotto fino a Rho, a Settimo Milanese, fino a Pero, in un percorso verde ideale tale da rilanciare ambientalmente e, anzi, bilanciare ambientalmente l’impatto della nuova Fiera, del depuratore di Pero e dell’impianto di trattamento dei rifiuti Silla 2. Occorre avere il coraggio di programmare e di non abbandonare questa preziosa area, questo mi pare lo spirito della mozione sottoscritta anche da rappresentanti della Maggioranza. Nella mozione diamo una precisa indicazione per gli Ippodromi che non possono essere smembrati perché uno dei più importanti impianti d’Europa - questo di San Siro - e dunque del mondo, né nella mozione vi sono intendimenti ideologici o tutele di parte. Per questo motivo chiedo all’Aula di esprimersi favorevolmente su questa mozione”. Entra in aula il consigliere Dalla Chiesa: i presenti sono, pertanto, 52. Il Presidente dà la parola all’assessore Verga. L’assessore Verga così interviene: 50 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 “Signor Presidente, ho già avuto occasione in aula, in Consiglio, in altri momenti di dibattito intorno alle vicende in particolare dell’Ippodromo e, in senso più dilatato, del contesto urbano nord– ovest, di non solo leggere in modo confermativo le previsioni di Piano Regolatore di Milano, ma di leggere altrettanto in modo confermativo le previsioni del Parco Sud in questa zona, mi sono attivato, come sapete, a fronte di un precedente pronunciamento del Consiglio Comunale, anche perché la Soprintendenza ponga i vincoli sugli edifici e sulle strutture sull’Ippodromo; quindi la posizione, non solo mia ma della Giunta, a riguardo è corale. Io ritengo che i Piani d’area, i Piani di cintura del Parco Sud siano uno strumento importante, io credo che debbano essere vissuti ed interpretati esattamente nella logica iniziale orientativa della legge istitutiva del Parco Sud; quello che voglio aggiungere solo è che l’auspicio è che si riesca a rendere questi vincoli e queste indicazioni un fatto di animazione che realizzi, un fatto positivo, un fatto cioè che favorisca il conseguimento ed il perseguimento degli obiettivi. Questo è l’auspicio che io sottolineo, peraltro l’ho fatto in tutte le sedi; credo che non mi si potrà trovare nessun pronunciamento che non sia coerente con questo, l’ho fatto in tutte le sedi e lo ribadisco qui, in questa occasione”. 51 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente dà la parola al consigliere Antoniazzi. Il consigliere Antoniazzi così interviene: “Prendo la parola per sostenere questa mozione. Molte sono le iniziative presenti in quest’area, diverse sono le proposte, si sono mosse associazioni anche di grande tradizione, cito per tutti ‘Italia Nostra’, ma tanti altri comitati ed iniziative di quartiere e diversi Consiglieri Comunali di vari Gruppi si sono interessati alla questione. Io credo che si possa accettare questa via, se ne potevano pensare anche altre: il mio Gruppo stava pensando ad una proposta di delibera consiliare per la realizzazione di un grande parco relativo agli ippodromi, ma ci va bene questa proposta che probabilmente è quella che segue di più le regole urbanistiche relative a quest’area. Quest’area è interna al Parco Sud e una decisione preliminare spetta appunto a questo ente. Quindi giustamente la mozione si propone di porre il problema a questo livello chiedendo che l’Amministrazione Comunale si faccia promotrice di un’iniziativa coerente, un’iniziativa adeguata all’interno del Parco Sud dove devono essere prese le decisioni. Io vorrei dire subito che questo è il quadro entro cui si devono prendere le decisioni; naturalmente sul merito di queste decisioni, sulla definizione dell’area relativa all’Ippodromo, credo che bisognerà 52 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 ritornare con più precisione. È importante in questo momento che il Consiglio Comunale deliberi un impegno per quanto riguarda l’Amministrazione e per quanto riguarda la Giunta per andare in questa direzione e per andare il più rapidamente possibile perché poi i tempi saranno lunghi. Io credo che una volta avviata questa procedura sarà bene che nello stesso Consiglio Comunale si incominci anche a discutere del merito di quello che il Comune deve proporre a livello dell’ente Parco Sud come sua proposta di definizione di queste aree. Se quella è la sede per decidere, io credo che invece la sede comunale sia sempre la sede dove devono avvenire le proposte concrete di definizione di questa area. Per cui approviamo pienamente questa mozione che giustamente, è stato ricordato dal consigliere Ciccioni, porta le firme anche di altri Consiglieri della Maggioranza; è una visione sicuramente molto ampia, la consideriamo un passo giusto, il primo passo necessario, e una volta avviata questa procedura pensiamo di poter proseguire anche con gli altri atti coerenti di cui ci faremo responsabili”. Il Presidente dà la parola al consigliere Molteni. Il consigliere Molteni così interviene: 53 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 “Questa mozione è importante perché tramite questo strumento possiamo realizzare insieme alla Provincia di Milano, che è l’ente gestore del Parco Agricolo Sud Milano, l’avvio di tutte le pratiche e procedure per poter arrivare all’accordo ed attivare detto accordo di programma tra i due enti al fine di promuovere un Piano di cintura urbano, il comparto 1, parco ovest, Bosco in Città, del quale se ne sente parlare da anni. Questa è una mozione per la quale ero stata interpellata anch’io, a suo tempo, dal “Comitatone”, è una mozione del Comitatone dove i Consiglieri Comunali che l’hanno sottoscritta, che l'hanno redatta, ne sono in sostanza i portavoce. In questo Comitatone non è che ci sono forze politiche di un’area piuttosto che di un’altra area, questo è un bene che interessa - il bene relativo appunto all’Ippodromo di San Siro - tutta la Città di Milano, interessa tutti i cittadini, indipendentemente dal colore politico che noi, come Consiglieri Comunali, rappresentiamo. Ci siamo mossi – perlomeno io mi sono mossa - proprio nell’ottica di salvaguardare al massimo e con tutti i mezzi possibili un bene che è un patrimonio storico, culturale, proprio della nostra Città di Milano, appunto l'Ippodromo, anzi, non l'Ippodromo, gli Ippodromi di San Siro con le piste del galoppo, del trotto, le piste di allenamento, le scuderie, affinché in tale Piano di 54 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 cintura urbana il quartiere ippico San Siro mantenga appunto la sua originaria e storica destinazione ippica in modo che possa essere salvaguardato così il suo valore paesaggistico, architettonico, storico e culturale. Voglio ricordare ancora ai Consiglieri presenti che lo stesso Hemingway in 'Addio alle Armi' citava l'Ippodromo di San Siro. Quindi torno a sollecitare tutti quei Consiglieri che sono venuti quando c'è stata la riunione all'Omnicomprensorio in Via Natta, se non ricordo male, ad esprimersi con libera coscienza in un senso di responsabilità, anche rispetto agli impegni assunti di fronte ai cittadini, al fine che questa mozione venga votata con esito favorevole". Esce dall’aula il consigliere Pillitteri: i presenti sono, pertanto, 51. Escono altresì dall’aula gli assessori Martella e Brandirali. Il Presidente pone in votazione la mozione a firma del consigliere Ciccioni ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 231, precedentemente indicata. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 44 Consiglieri, come da documento n. 5, che si allega. 55 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Al riscontro dei voti, risulta approvata all’unanimità. Il Presidente ne fa la proclamazione. --Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio la mozione a firma dei consiglieri Antoniazzi e Albertini Riccardo, iscritta all’ordine del giorno con il n. 234, che si allega. Dà indi la parola al consigliere Antoniazzi affinché illustri. Il consigliere Antoniazzi così interviene: "La questione del parcheggio sotterraneo in Via Monte Baldo è stata affrontata in sede di Commissione dove è stato sentito il Presidente dei rappresentanti della zona, della circoscrizione comunale, che ha fatto un insieme di osservazioni che credo abbiano trovato anche un certo favore, insomma, all’interno della Commissione: non si mette evidentemente in discussione il problema dei parcheggi sotterranei, che sono sicuramente una necessità per la nostra Città, ma chiaramente non sempre la localizzazione è ben individuata o trova un consenso adeguato. In questo caso si viene a mettere in discussione, si viene a rovinare da un certo punto di vista un campo che è stato appena attrezzato, un campo giochi, che è anche un campo dove si trovano gli anziani, dove si trovano anche le persone adulte, che è ritornato ad essere un luogo vitale per il 56 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 quartiere, un quartiere che conosco perché tanti anni fa avevo un gruppo di giovani in questo quartiere popolare, ho molto frequentato, c’è una vita sociale molto intensa. Questo luogo è un luogo indispensabile a questa vita sociale; io credo che sia importante dare una risposta alle macchine, ma non è meno importante dare una risposta alle esigenze delle persone, credo che le persone siano anche più importanti delle automobili: una volta che c’è un luogo dove la vita sociale si è ricreata, dove la gente è contenta, non vedo perché rovinarlo. Allora le proposte che facciamo in coerenza con quanto sostenuto dalla zona è, punto primo, non riesumare la collocazione, non c'è niente da riesumare perché non c'è nessuna tumulazione, ma di riesaminare evidentemente la collocazione – qua c'è un errore di italiano piuttosto grave -, sono state fatte varie proposte dalla zona sull'accesso, sui modi con cui potrebbe – questo parcheggio – realizzato senza disturbare e senza intralciare e rovinare la realtà attualmente presente. Sono state avanzate le proposte dal Consiglio di Zona che andrebbero considerare; non elenco tutte le proposte che sono qua, ma riguardano sostanzialmente un invito all’Amministrazione di tener conto delle proposte dei cittadini della 57 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 zona per trovare una soluzione, almeno parzialmente differente, che potrebbe dare soddisfazione alle esigenze che sono state espresse. Quindi con questa proposta fatta insieme dal consigliere Albertini e dal sottoscritto, proponiamo all’Amministrazione di dare ascolto e di riaprire una discussione con i rappresentanti della zona per individuare una soluzione più soddisfacente". Entra in aula il consigliere Bossi Emilia Moratti: i presenti sono, pertanto, 52. Assume la presidenza della seduta il consigliere designato Maria Rosaria Parlanti. Il Presidente dà la parola al Vicesindaco De Corato. Il Vicesindaco De Corato così interviene: "Io chiedo scusa ai Consiglieri Antoniazzi ed Albertini, ma come Vicesindaco devo comunque giustamente rispondere, chiederei un rinvio di un quarto d’ora perché in qualche maniera come Assessore ai Parchi e Giardini questa vicenda mi ha interessato. Io ho avuto modo anche di rispondere su un quotidiano, su La Stampa, ad una lettera dei cittadini che ponevano gli stessi quesiti che pongono i Consiglieri Antoniazzi ed Albertini. Quindi sono in grado forse di dare una risposta nei limiti di quello che posso dare, però mi devono dare almeno un quarto d’ora di tempo per ricercare la risposta. Quindi io 58 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 pregherei il Presidente, se è così cortese, di passare ad altre risposte (ce ne sono altre, presumo, di interrogazioni) ed appena sono pronto sarò in grado di dare qualche notizia, quelle che ho ovviamente, ai Consiglieri Antoniazzi ed Albertini". Il Presidente sospende temporaneamente l’esame della mozione in argomento. Indi sottopone all’esame del Consiglio la mozione a firma del consigliere Massari ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 211, che si allega. Dà quindi la parola al consigliere Massari affinché la illustri. Il consigliere Massari così interviene: “La mozione riguarda il C.A.M.D., Centro Azione Milano Donna. Tengo a precisare che è stata sottoscritta da tutta la Commissione, è stata approntata da tutta la Commissione e, appunto, affronta un problema che abbiamo affrontato prima in alcune Commissioni perché abbiamo incontrato i delegati politici ed i funzionari che nelle varie zone si occupano nel Centro Azione Milano Donna e ci siamo resi conto che negli ultimi tempi le ragioni che avevano istituito appunto il C.A.M.D. sono state un pochino messe da parte, comunque si sono persi un pochino gli obiettivi. Per cui noi chiediamo (senza stare a leggere tutta la mozione onde velocizzare 59 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 anche il rapporto) fondamentalmente che in tutte le zone ci siano siccome adesso con il nuovo Statuto è passato sotto l’Assessorato al Decentramento – dei riferimenti, non solo politici, ma anche dal punto di vista dell'amministrazione, cioè ci vogliono delle risorse, ci vuole del personale, cosa che adesso non c'è. Noi chiediamo che in zona 2 venga istituito il C.A.M.D., cosa che adesso non c'è, proprio non c'è nessuno in questo momento. Questi Centri Azione Donna - e questo è un invito anche all’Assessore competente in questo momento, che è l'assessore Gallera - devono essere un po' ristudiati perché ci vogliono, sì, dei servizi di informazione e, sì, delle consulenze, ma anche un orientamento all’impiego e tutto questo deve essere coordinato in una maniera che fino adesso non abbiamo visto, non abbiamo riscontrato venga fatto in maniera giusta, in maniera corretta. Dobbiamo perciò l’orientamento alla supportare formazione, l’imprenditorialità l’accesso ai femminile, programmi e finanziamenti mirati alle donne, ci deve essere l’ascolto, ci deve essere anche un sistema di rilevazione di quelli che sono i problemi di oggi, delle donne di oggi, non di vent’anni fa, sono cambiati veramente i tempi. C’è un servizio di consulenza legale che è legato alle problematiche proposte, appunto, dalle donne, però abbiamo 60 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 scoperto che questo servizio di consulenza legale deve andare a supportare un patrocinio gratuito che è già fornito. Ecco, ci sono dei punti che sono disattesi in questo momento. Per cui noi vogliamo che ci sia un regolamento di servizio di articolazione delle attività da sottoporre anche in Consiglio di Zona; ho già detto che il Consiglio di Zona 2 deve dotarsi di un C.A.M.D. e dobbiamo promuovere l'informazione riguardo l'attività e le funzioni messe in rete dai relativi servizi. Questa mozione è stata formata dai Consiglieri Comunali presenti nella Commissione e di tutte le forze politiche”. Entra in aula il consigliere Liva; ne escono i consiglieri Gambitta e Garocchio: i presenti sono, pertanto, 51. Il Presidente dà la parola al consigliere Adamo. Il consigliere Adamo così interviene: “Come ha già detto il Presidente Massari, questa mozione è frutto di un lavoro magari un po’ troppo lungo, ma sicuramente utile, che ha visto confrontarsi le diverse posizioni iniziali in Commissione. Io, insieme alle altre colleghe dell’Opposizione, la collega Moratti, Carlino e Gilardelli, avevamo presentato un’altra mozione, la 184, che quindi, se il Consiglio accoglierà la mozione testé illustrata, la 211, naturalmente ritireremo, anche se alcuni dei contenuti che noi 61 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 ritenevamo importanti sono (come dire) per noi momentaneamente accantonati e ci riserviamo in un futuro di farli nuovamente presente. Io naturalmente, avendolo sottoscritto, condivido il testo di questa mozione, condivido soprattutto la volontà che vi si esprime di mantenere i Centri Donna nella loro autonomia, di qualificarli e supportarli sia di personale che di risorse economiche finalizzate, di contrastare quindi alcune ipotesi che si erano fatte di una fusione indifferenziata con i servizi del tempo libero; il punto 3: 'dotare di un Centro Azione Milano Donna la zona 2', devo dire risolverebbe anche - il nostro voto - l’attuale situazione per cui abbiamo previsto uno stanziamento in Bilancio e la zona non sa come spendere i soldi, quindi questa nostra votazione porterebbe a compimento una volontà che il Consiglio… Scusi, però, Presidente, si fa fatica proprio!". Il Presidente così interviene: "Prego i colleghi di star seduti, un momento, ed attenti all’intervento della consigliera Adamo". Il consigliere Adamo così riprende: "Dicevo, il Consiglio questa volontà – riferita all'istituzione del Centro Azione Milano Donna in zona 2 - l’aveva già espressa in occasione del Bilancio votando uno stanziamento iniziale per poterlo 62 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 aprire visto che tutta la zona 2 ne è priva. Qual è il punto che ci vede ancora con una qualche riserva (ma questo non toglie che voteremo questa mozione)? E’ venuta a cadere una questione che noi ritenevamo importante, ci riserveremo di riparlarne con i colleghi, un coordinamento centrale che si avvalesse anche di quello che una volta era una specie di comitato scientifico di supporto a questi Centri. Si è detto con il collega Massari che si può tentare, come si dice in mozione, di avere come riferimento la Commissione Pari Opportunità e, magari, per qualche progetto la Commissione stessa potrà avvalersi di esperti per aiutare i Centri Donna ad accordarsi e poi vedremo, se passa questa mozione, quando si farà il Regolamento che è uno dei punti inseriti in mozione, come risolvere questo problema che resta un problema; anche se qui si riconferma l’attribuzione al Decentramento di questi servizi che è stata una attribuzione storica che crea una contraddizione che solo il Regolamento potrà sanare, perché noi abbiamo qui un altro Assessore che è delegato alle politiche femminili con cui questi Centri dovrebbero avere una interazione. A me non interessa che ce l’abbiano evidentemente con l’Assessore ics piuttosto che ipsilon, ma che ce l’abbiano con le politiche dell’Amministrazione che risultino quindi politiche unitarie”. 63 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente dà la parola il consigliere Gilardelli. Il consigliere Gilardelli così interviene: "Sarò molto breve, ma intervengo come rappresentante dell'unico gruppo a maggioranza femminile per sostenere quanto detto dalla consigliera Adamo: avremmo preferito qualcosa di più, chiediamo all’Assessore di rivalutare i Centri Azione Milano Donna che, per alcuni tempi, hanno avuto responsabili femminili, oggi hanno responsabili maschili, ma devono intendersi questi Centri come punto di aggregazione, culturale, del tempo libero, con personale adeguato e con le risorse adeguate perché possano ben funzionare". Il Presidente dà la parola all’assessore Gallera. L’assessore Gallera così interviene: "Sono estremamente contento che nella Commissione Pari Opportunità ci sia stato modo di sviluppare e di approfondire il tema dei servizi alle donne. Devo dire che questi due anni di monitoraggio ed anche le esperienze ultime che sono state compiute ed affiancate al C.A.M.D. in termini di servizi offerti alle donne hanno dimostrato che vi è sul territorio una assoluta esigenza di articolare servizi qualificati professionali, capillari di aiuto e di sostegno all’universo femminile che, sotto alcuni punti di vista, sicuramente può essere 64 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 considerato una realtà ancora debole o che comunque necessita di un momento di avvicinamento e di sostegno. Quello che emerge in maniera molto chiara dalla mozione che è stata presentata, che è la 211 e non è la 184 che ritengo abbia delle differenze importanti, è che la Commissione chiede in maniera forte di riattivare, perché forse c’erano, o comunque di articolare oggi sul territorio dei servizi qualificati per le donne, facendo tesoro delle audizioni che erano state compiute in Commissione e che avevano evidenziato il fatto che i servizi e quindi, nella sostanza, il servizio di assistenza legale compiuto per le donne, è un servizio che va benissimo, che ha dei risultati ottimi, che è di sostegno vero alle problematiche delle donne. Dall’altro lato, era emerso che nella composizione, nell'articolazione dei C.A.M.D., ci sono da un lato questa attività di servizio e da un altro un'attività ludico - ricreativa che molte volte si va a sovrapporre o ad avvicinare o a collocare, a volte con delle logiche che non sempre sono comprensibili e non sempre portano a derogare iniziative ed attività di livello pari alla qualifica professionale che è svolta dall’attività del servizio legale o che invece verrebbe richiesta alle donne che è quella, appunto, ludico ricreativa dei C.A.M.D.. 65 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Allora, nell’impegno dell’Assessorato c’è quello di mantenere assolutamente un'attenzione alle donne da parte dei Consigli di Zona e dell’attività del Decentramento, attività di sostegno e di attenzione alle donne che deve essere il più qualificato ed il più efficace possibile, quindi vuol dire per quanto riguarda l’attività, diciamo, più ludico-ricreativa, avere la possibilità di ragionare in termini più ampi e con risorse anche diverse, a volte maggiori, quindi in una logica di sinergia con le altre attività ludiche ricreative che vengono realizzate dal Decentramento; per questo chiederei ai membri della Commissione di sottolineare questo secondo aspetto. Io accolgo con forza un invito che sento mio di potenziare i servizi alle donne sul territorio perché oggi c’è una assistenza legale, qui viene chiesta una assistenza e un orientamento anche al mondo del lavoro che ha visto un episodio, quello degli sportelli rosa, estremamente felice, che si è svolto nel Decentramento, nei 9 Consigli di Zona; in poco più di 5 mesi 2 mila donne si sono rivolte a questo servizio, che ha avuto alcune risposte positive, ma soprattutto è riuscito ad essere di sostegno alle donne che per il 90% cercano di rientrare nel mondo del lavoro e hanno bisogno di punti di riferimento e di sostegni. Quindi questo andrà riconiugato insieme all’altra attività di assistenza legale, avvicinandosi anche ad altri tipi di attività 66 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 professionali, il che potrebbe essere una prima accoglienza di carattere psicologico od altre cose che potranno emergere anche dalla Commissione. Ritengo che per fare un servizio ottimo alle donne, cioè per cercare di essere vicino ad un mondo che ancora sul territorio ha bisogno, c’è necessità di ottimizzare le risorse per quelle che sono le attività ludico-ricreative, aspetto, se volete, molto più simile a quello degli altri soggetti presenti sul territorio, perché le iniziative che oggi vengono articolate possono essere indistintamente per uomini e per donne e, anzi, poche sono le risorse e ridotti sono i luoghi. Per quanto riguarda invece l'attività di servizio: uno sportello che deve essere presente, deve essere realizzato, ed allora lì ha, sì, senso il Decentramento perché tra i compiti del Decentramento vi è quello di offrire dei servizi di base vicini al territorio; io non posso che accogliere e far mia la proposizione della Commissione. Per cui io proporrei soltanto di sottolineare all’interno della vostra mozione la terminologia di servizi rivolti alle donne, nel senso che la terminologia cambia, verificate nell'accezione non come oggi di un diverso e un distinto un po’ l'uno e un po’ l’altro, ma di servizio alle donne che (è il nostro compito primario) mi vede sicuramente d’accordo. Quindi in questo senso, se è possibile modificarla in 67 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 questo modo, vede il mio pieno supporto e, anzi, l’impegno sin d’ora a fare passo per passo, insieme anche alla Commissione Pari Opportunità, nella fase di definizione ed elaborazione di quali servizi andare ad istituire sul territorio". Fuori microfono interviene il consigliere Adamo pronunciando parole che risultano incomprensibili. L'assessore Gallera così riprende: "Per esempio, nel 'considerato che' ai 'singoli campi zonali' far riferimento ad ogni singola zona: 'implementare in ogni singola zona i servizi rivolti alle donne', che mi sembra una terminologia più chiara per dire che dobbiamo andare verso la strada di offrire servizi qualificati e professionali alle donne, di sostegno vero alle difficoltà che oggi vivono le donne. E poi dove parliamo di dotare un C.A.M.D. in zona 2, proprio perché non c’è la logica di non dare alcuni servizi alle donne, neanche di carattere ricreativo, non è nella mia intenzione, la mia idea è quella di dire: 'Di dotare la zona 2, attualmente sprovvista, di servizi alle donne, nonché di invitare il Consiglio di Zona ad incrementare le iniziative ludico-ricreative per le donne'. Cioè l’aspetto ludico-ricreativo non deve venire meno, ma deve essere ricomposto in una logica diversa. Ci mancherebbe, assolutamente, 68 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 anche quelli sono aspetti importanti per le donne, ma oggi ritengo che sia molto più importante articolare un vero servizio professionale e qualificato alle donne. Quindi, al punto 4: 'promuovere l’informazione riguardo ai servizi rivolti alle donne', invece 'dell’attività dei C.A.M.D.', 'alle loro funzioni con messe in rete dei relativi servizi'. Grazie”. Entra in aula l’assessore Manca. Il Presidente dà la parola al consigliere Bossi Emilia Moratti. Il consigliere Bossi Emilia Moratti così interviene: "Mi spiace perché mi ero prenotata prima, ma è più interessante così dopo aver sentito le parole dell'Assessore. Infatti io penso che un po’ di ragione ce l’abbiate tutte e due: sia Massari quando ha fatto le sue proposte, che condivido assolutamente, sia l’Assessore perché secondo me in questo tipo di gestione in mano al Decentramento effettivamente i Centri Azione Milano Donna hanno svolto una funzione un po’ da sportello, a volte, è vero, sovrapponibile con altri tipi di sportelli non esplicitamente dedicati alle donne, ma non è questo che noi vorremmo. Infatti, pur aderendo assolutamente alla proposta del nostro Presidente, avevamo dettagliato in una mozione forse più specifica 69 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 l’importanza di ripristinare il coordinamento centrale dei Centri Azione Milano Donna proprio per garantire quel tipo di contenuto veramente col taglio del punto di vista femminile su questa Città, perché è vero che per adesso molta parte dell’azione si svolge in consulenza giuridica (diciamo quando una donna ha in corso un’azione legale con l’ex marito, l’affidamento dei figli eccetera) e qualche azione… ma non solo, perché ci sono dei Centri che funzionano anche in altro modo. Certo, prima di tutto sono contenta che almeno l’Assessore condivida il fatto che bisogna tappezzare la Città, quindi nella zona 2 deve tornare, deve esserci il Centro…". Fuori microfono interviene il consigliere Adamo pronunciando le seguenti parole: "Questo non l’ha detto". Il consigliere Bossi Emilia Moratti così riprende: "Non l’ha detto? Vabbè, allora la invito caldamente. Infatti io penso che la competenza di questo - io faccio una proposta, invito a meditare - dovrebbe più rientrare nella delega che ha l’Assessore Maiolo nelle Politiche Femminili perché solo così costruiremmo, sulla base, ad esempio, dell’intersezione col variegato e ricchissimo mondo dell’associazionismo femminile, un coordinamento centrale che riproponga ad ogni Centro di zona la intersezione ed il 70 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 collegamento con l'associazionismo sia di quella zona, ma anche di tutta la Città. Perché una donna abita in una zona, lavora in un'altra, accompagna i bambini a scuola in un'altra ancora e fa la spesa in un'altra ancora, e poi magari va anche, forse, beata lei, a divertirsi in un'altra ancora. Una donna percorre la Città in lungo e in largo molto più di un uomo ogni giorno, quindi è molto importante che conosca tutto quello che a lei si rivolge sia nella fase destruens della sua vita, cioè quando ha dei problemi, sia nella fase costruens, ad esempio: specificamente un supporto sulle iniziative a livello europeo specifico per le donne. Io mi sono resa conto – vi dico banalmente – andando al Ministero dell'Agricoltura quante iniziative specifiche ci sono per promuovere aziende agricole al femminile, veramente ci sono un sacco di spazi e di risorse che noi non conosciamo, non utilizziamo e le donne in particolare non si sognano neanche di desiderare, e non hanno il tempo di conoscerle. Quindi io dico che ancora di più occorrerebbe proprio una ristrutturazione dal punto di vista centrale che arricchisse questi Centri veramente del contenuto che dovevano avere e, oltretutto, secondo me è molto importante lo ricordo in questa occasione, nella nostra mozione - anche il punto di vista del rivolgersi alle donne straniere che ormai costituiscono, anche come forza lavorativa, una bella porzione della femminilità 71 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 milanese e che veramente hanno problemi di tutti i tipi, da quelli dei figli, che sono più problematici per loro perché, magari, non parlano la lingua ed hanno problemi, visto che poi si sono tagliati i fondi anche nei nidi, negli asili proprio per i bambini stranieri che dovevano avere un supporto per l'alfabetizzazione… Ecco, mi preme ricordare anche quello: cioè io sono assolutamente d'accordo nel votare la mozione proposta dal nostro Presidente, vorrei che poi fosse il punto di partenza per non dimenticare tutte le proposte che avevamo dettagliato nella mozione che con le colleghe avevamo già preparato. Ed invito veramente colleghe e colleghi a pensare alla validità della proposta del Presidenti della Commissione Pari Opportunità". Il Presidente dà la parola al consigliere Massari. Il consigliere Massari così interviene: “Assessore, premesso che io sono il primo firmatario per cui è una decisione comunque che dovrebbe essere presa secondo me da tutto il Gruppo, io condivido completamente quello che lei ha detto, però, vede Assessore, finché c’è il C.A.M.D. noi appoggiamo il C.A.M.D. perché è quella la struttura che si deve occupare di determinate problematiche, per cui noi vogliamo che ci sia il C.A.M.D. in zona 2 perché ci deve essere il C.A.M.D. in zona 2. Cioè 72 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 in questo momento la struttura che deve supportare l’attività delle donne nelle zone è il C.A.M.D.; io mi sento di ribadire tutte e due le volte in cui ho citato il nome C.A.M.D. perché mi sembra quello giusto. Non so se gli altri la pensano così, comunque… Cioè io ho capito quello che lei dice, però ritengo che sia giusto votarla così com’è perché c'è il C.A.M.D. e, anzi, dove non c’è ci deve essere". Il Presidente dà la parola all’assessore Gallera. L’assessore Gallera così interviene: "Io accolgo l’invito soprattutto perché sono contento che ci sia una adesione di alcuni alla filosofia. Voglio dire che tutte le riflessioni, fatte dal consigliere Bossi Emilia Moratti prima e dalla consigliera Adamo poi, sono l'invito a costituire all'interno, cioè a dare consistenza ad una delega che è quella delle Pari Opportunità, no? In termini di uffici operativi e quant’altro mi possono vedere complessivamente e totalmente d’accordo, ci mancherebbe. Sottolineo, perché è mio dovere, che il Decentramento si occupa di giovani, di anziani, di donne, non per questo né esautorandosi né volendo lavorare meno; è una declinazione sul territorio, è un lavorare, se vogliamo, più piccolo e più diffuso sul territorio, a volte declinando linee che arrivano dal Centro e a volte in autonomia interpretando le esigenze nella realtà. Questo non esclude il fatto 73 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 che al Centro c’è una politica per i giovani o non c’è, secondo alcuni, una politica per le donne e quant'altro. Secondo me, quello che voi oggi chiedete, che mi può trovare d'accordo, è che ci sia un ufficio, cioè un Assessorato, un Settore Pari Opportunità che studi la complessità della società d'oggi dando delle risposte che non per forza si devono determinare nel C.A.M.D., ma invece… Però mi sembrano due piani un po' diversi, senza riaprire un dibattito, ma mi sembrano corretti. Ecco, forse non è questo il luogo e non è questo l'argomento". Il Presidente così interviene: "Grazie, assessore Gallera. Mettiamo in votazione la mozione 211…". Fuori microfono interviene il Consigliere Adamo pronunciando le seguenti parole: "Così com'è". Il Presidente così riprende: "Così com'è. Io ho detto 'mettiamo in votazione', certo Consigliera, dal momento che il Presidente Massari, nonché primo firmatario, si è espresso chiaramente di non voler modificare, a nome anche del gruppo dei firmatari.” 74 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente pone in votazione la mozione a firma del consigliere Massari ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 211, precedentemente indicata. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 37 Consiglieri, come da documento n. 6, che si allega. Al riscontro dei voti, risulta approvata all’unanimità. Il Presidente ne fa la proclamazione. --Il Presidente comunica che la mozione N/209 è rinviata in quanto è assente l’Assessore alla partita. Sottopone indi all’esame del Consiglio la mozione a firma dei consiglieri Ricci, Di Martino, Parlanti, Santomauro, Ciabò, De Albertis, iscritta all’ordine del giorno con il n. 114, che si allega. Dà quindi la parola al consigliere Ricci affinché la illustri. Il consigliere Ricci così interviene: “Questa è una mozione che è stata presentata all’Ufficio di Presidenza ormai più di due anni fa, finalmente la stiamo discutendo. Purtroppo rappresenta una delle pagine più tristi della politica, della politica milanese certamente, ma della politica in generale. Chiediamo un posizionamento per il Consigliere Provinciale Pedenovi, 75 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 allora Consigliere del Movimento Sociale, ucciso il 29 aprile del '76 sotto casa, mentre si recava a prendere il giornale all’edicola, da un commando di 'Prima Linea'. Per noi è molto importante, è un appuntamento che tutti gli anni onoriamo, è un appuntamento nel quale il nostro mondo non ha la possibilità di affiggere la corona su di una targa. Di fatto ancora oggi la corona in memoria dell’Avvocato Pedenovi viene posta su d'una pianta. Riteniamo sia un segno di civiltà quello di poter avere una targa che ricordi questo barbaro e tragico assassinio, una targa che ci consentirebbe, come in tutti gli altri casi consente, la possibilità di affiggere sulla targa stessa la corona. Ecco, Presidente, io non ho nulla altro da fare se non quello eventualmente di dire che cosa noi vorremmo sulla targa; potrebbe essere: 'Qui fu assassinato il 29 aprile del '76, dalla mano armata di un commando di terroristi di Prima Linea, l’Avvocato Enrico Pedenovi, Consigliere Provinciale del Movimento Sociale'. Grazie, Presidente”. Escono dall’aula i consiglieri Molinaro e Giudice: i presenti sono, pertanto, 49. Il Presidente dà la parola al consigliere Farina. Il consigliere Farina così interviene: 76 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 "Vorrei che fosse chiaro, e lasciare a verbale, che c’è un accordo sicuramente sul merito di questa mozione ed io personalmente, tra l'altro, ritengo che sarebbe cosa assolutamente giusta che in ordine ad alcuni fatti di sangue accaduti in questa Città fosse possibile, non dico in automatismo ma quasi, porre degli elementi di ricordo su fatti sanguinosi che hanno segnato la coscienza di questa Città, la sua storia eccetera, e tra queste certamente l’assassinio di Pedenovi. Ed è quindi con sincero rammarico che mi troverò a votare contro, pur essendo d’accordo sul merito, perché non mi sembra che quest’Aula abbia avuto ed abbia un peso ed una misera. Ricordo che la mozione che chiedeva una piccola lapide, ad un mese dalla morte, per un ragazzo ucciso a coltellate, Davide Cesari - sono chiaramente episodi molto diversi, ma nascevano un po’ dalla stessa esigenza di una parte della comunità milanese di ricordare e di ricordarsi -, è stata da quest’Aula rigettata in prima votazione e abbiamo, infine, dovuto ritirarla. È questa la semplice ragione perché questi fatti non diventino elemento di speculazione politica, ma abbiano il valore e la dignità che invece necessitano, per cui voterò in maniera contraria”. Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano. Il consigliere Fiano così interviene: 77 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 "Credo che l’occasione della discussione di questa mozione sia un’occasione importante; anch’io credo, come Daniele Farina, che non sempre – avrei piacere che mi ascoltasse il Capogruppo di Alleanza Nazionale, collega Ricci - in quest’Aula ci sia stato un unico peso ed un’unica misura anche nell’episodio che ha citato prima Daniele Farina. Io vorrei ricordare che ci sono stati altri ragazzi morti negli anni in cui questo succedeva con terribile facilità in questa Città, ragazzi di Sinistra (per essere chiari) uccisi in quegli anni innocentemente, che non hanno trovato ancora in questa Città il ricordo di una lapide. Ci sono molti nomi famosi di quegli anni Varalli, Zibecchi - morti assassinati ingiustamente ed innocentemente, questo però - lo dico a Daniele Farina del quale rispetto molto le opinioni, penso anche al terribile assassinio di Fausto e Iaio per il quale ancora non c’è stata giustizia - non è una ragione sufficiente per dire che un morto innocente non vada comunque ricordato, perché un morto innocente è un morto innocente per me, a prescindere dal fatto che altri morti innocenti in questa Città e in quest’Aula non hanno avuto giustizia, anche recentemente come ricordava Farina. Io credo che su questo voto non si debba esprimere una linea politica, ma una libertà di coscienza perché quegli anni sono stati anni di sangue e questo 78 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 sangue in alcuni brucia ancora e probabilmente il giudizio è influenzato anche da quel sangue. Enrico Pedenovi era un Consigliere Provinciale, apparteneva ad un partito di tradizione fascista, non potrebbe essere più lontana da me quella tradizione, io che faccio dell’antifascismo una professione di fede, ma l'uccisione barbara a tradimento per mano di un commando terrorista di una vita è un atto contro l’umanità. Io ricordo che 'Prima Linea' non ha agito solo contro la Destra, 'Prima Linea' è famosa per un altro episodio, anche, quello del giudice Alessandrini. Mi auguro che questa votazione - per la quale, non senza difficoltà, io personalmente esprimerò parere favorevole che sia letta da chi mi sta di fronte come l’idea che vanno ricordate anche altre morti e che in quegli anni, e dopo, altre morti sono state dimenticate. Ho chiesto che fosse esplicitata la targa che ricorderebbe, nel caso questa votazione avesse esito favorevole, quell’assassinio perché di queste morti non bisogna oggi fare propaganda politica, bisogna ricordare l'episodio di un assassinio barbaro, bisogna ricordare l’ingiustizia di una violenza. Non aggiungo un giudizio sulla persona che non ho conosciuto, anche se ho cercato di informarmi, anche se penso che, come dire, il 79 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 giudizio sulla persona, sulle sue attività, sulle sue idee non dovrebbe comunque influenzare il giudizio, che deve essere categorico, sulla modalità con cui lui è stato ucciso. Devo dire anche che in questi casi io comprendo qualsiasi opinione, qualsiasi atteggiamento proprio perché la violenza tende ad essere dirompente nei confronti della razionalità. Io mi farò promotore in quest’aula sulla base di un equilibrio, di una simmetria dell’atteggiamento che avrò questa sera, sperando di trovare lo stesso equilibrio nella parte che sta di fronte, mi farò promotore di far sì che anche altri giovani che in quegli anni morirono per mano violenta, barbara ed assassina, trovino il ricordo di una lapide. E mi auguro che episodi come quello che ha citato prima Farina, cioè del fatto di dover ritirare una mozione che riguarda un episodio molto più fresco, magari non analogo, ma comunque terribilmente violento, ingiusto, barbaro ed assassino, non debbano essere ritirate perché c’è una parte di quest’Aula che può dare a quell'episodio un colore politico o un altro. Credo che sia giusto che anche il Gruppo al quale appartengo, che mi onoro di presiedere, esprima il voto che crede, con libertà di coscienza, il mio voto sarà favorevole”. Esce dall’aula il consigliere Giobbi Martini: i presenti sono, pertanto, 48. 80 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente dà la parola al consigliere Palmeri. Il consigliere Palmeri così interviene: "Io ho ascoltato con grande attenzione le parole del consigliere Fiano che nella parte terminale del suo discorso faceva riferimento a questa parte dell’Aula. Ebbene, almeno per quanto riguarda, non dico questa parte dell’Aula, certamente questo banco, legge le sue parole credo con il giusto spirito e le apprezza con il giusto spirito. È tragico parlare di chi è stato assassinato per le proprie idee, per la propria attività, per la propria militanza politica, per la propria appartenenza politica, per la propria presenza nelle istituzioni: morte tragica, che va ricordata, che fa venire in mente anni difficili, anni che io non ho vissuto, di cui ho sentito parlare, ed è importante che con questo nostro atto aiutiamo la memoria affinché si abbia la coscienza che siano stati anni tragici, difficili, per fortuna anche se solo in parte, superati. Anni di barbarie, la stessa barbarie che ha fatto sì che un povero ragazzo, il ragazzo che ricordava prima Daniele Farina, non ci sia più: quella notizia recente ha provocato assoluto sgomento in me per la tragica violenza dell’episodio. Dico anche che quando verrà fatta luce su quell’argomento e quando saremo pronti a scrivere sagge parole su quella lapide, io sarò il primo a votare con il consigliere Farina. Faccio presente, per amore 81 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 di verità, che già in quel tragico luogo o, meglio, in quel luogo reso tragico dalla cattiveria degli uomini, è presente una lapide all’angolo con Via Zamenhof che ricorda Davide Cesari. Quindi questo lo faccio presente per amore della verità a prescindere dal giudizio o dalla mozione che questo Consiglio Comunale ha votato o non ha votato, perché tutti ricorderete il momento in cui è stata messa in votazione e poi è mancato il numero". Fuori microfono interviene il consigliere Tinelli pronunciando parole incomprensibili. Il consigliere Palmeri così riprende: "Lo ricordo, consigliere Tinelli, per amore della verità, però è giusto che tutti i colleghi sappiano che in quel momento, a prescindere dal pronunciamento del Consiglio Comunale, qualcuno ha ritenuto di apporre una lapide. Quindi barbarie dall’una e dall’altra parte e credo che a prescindere dal mio voto favorevole a questa mozione, come, ripeto, in futuro, quando il Consiglio Comunale dovrà esprimersi su fatti analoghi, a prescindere da chi sia la vittima, a prescindere da chi sia la mano assassina, ci sarà il mio voto favorevole affinché rimanga la memoria. E poi, a prescindere dal voto, credo che l’augurio e l’auspicio sia che chi è presente in quest’Aula, come chi è presente nelle 82 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Istituzioni, lavori affinché nulla di ciò che è stato ricordato accada mai più, ripeto: mai più". Il Presidente dà la parola al consigliere Dalla Chiesa. Il consigliere Dalla Chiesa così interviene: “Signor Presidente e colleghi, io credo che fra le tante minutaglie di cui è costretto ad occuparsi il Consiglio Comunale ogni tanto ne spunti una che ha un valore simbolico– politico rilevante, sembra cosa piccola, ma ci aiuta anche a riflettere su qualcosa che va oltre la dimensione del Consiglio Comunale. Il Gruppo della Margherita voterà a favore di questa proposta convinti che ogni pezzo della storia di Milano debba essere rivisto, ripensato, soprattutto i periodi più sanguinosi, quelli che hanno avuto più vittime da una parte e dall’altra. Io non credo che qui noi dobbiamo metterci a fare un'analisi, perché ognuno la sa fare ed ognuno ha poi la sua biografia e le sue dimensioni affettive di amicizie, di ideali di chi avesse più o meno ragione in quel periodo. Io credo semplicemente che ci troviamo davanti ad una persona che rappresentava le istituzioni milanesi che è uscita di casa ed è stata uccisa al mattino senza avere compiuto alcun atto di violenza e voglio ricordarlo, perché io ricordo anche la notizia di quell'omicidio senza che questa persona fosse 83 conosciuta per avere un Seduta consiliare del 9 giugno 2003 atteggiamento violento o prevaricatore nei confronti dei propri avversari politici. Questo non toglie e non aggiunge nulla al nostro rifiuto della violenza, ma è qualcosa che comunque depone a favore della storia di quella persona. Credo che dobbiamo anche sapere ricordare non soltanto gli scontri tra Destra e Sinistra, perché Pedenovi venne ucciso dalla nascente 'Prima Linea' e, per le ragioni che ho detto, probabilmente come anche Alessandrini, (anche se questo può sembrare incredibile a chi lo sente dire dopo), venne ucciso semplicemente perché era più facile colpire lui che altri. Questo le memorie dei terroristi ce l’hanno consegnato abbondantemente e spesso è stato scelto il più debole anche se le rivendicazioni dei volantini poi indicavano questa persona come autrice di chissà quali misfatti. Io credo che sia dovuta questa lapide e credo anche che i colleghi che hanno fatto la proposta debbano essere apprezzati per averla fatta in forme stringate, concise, legate alla verità fattuale e non permeata o impregnata di faziosità ideologica. In un momento in cui spesso la faziosità ideologica tende a rimarcarsi, io per esempio non avrei mai titolato una via e mai avrei messo una lapide intitolata a Filippo Anfuso che, secondo la storia, è tra i mandanti o è il mandante morale dell’assassinio dei fratelli Rosselli, per capirsi: a 84 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Catania è successo questo. Quindi apprezzo invece che da parte dei nostri colleghi in questo Consiglio Comunale ci sia stato un riferimento ad un dato di fatto, ad un dato di fatto che non viene caratterizzato ideologicamente, il ricordo di una persona delle istituzioni di Milano che una mattina è stata uccisa da un gruppo terroristico. E credo che su questo il senso di comune appartenenza alla vita delle istituzioni debba fare pregno su qualsiasi altra considerazione; per questo, noi votiamo a favore”. Il Presidente dà la parola al consigliere Di Martino. Il consigliere Di Martino così interviene: "Io devo ringraziare i colleghi che hanno parlato prima di me, anche lo stesso Farina che si è espresso in modo positivo anche se, per problemi diversi, citando un fatto diverso, ritiene di non dover dare il suo parere positivo a questa iniziativa, a questo ricordo della Città di Milano. Io ritengo che i tempi possono essere maturi, tra qualche mese, tra un anno, tra qualche anno, anche forse per ricordare quel ragazzo che è stato ucciso; ritengo che non ci siano problemi politici su quella cosa, ma comunque lo verificheranno le persone che stanno indagando, anche perché quel ragazzo prima apparteneva alla Destra, poi si è spostato a Sinistra (quello che è stato ucciso, il 85 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 collega Farina lo sa), quindi non penso che neanche da parte nostra, visto che militava da noi prima, ci siano delle situazioni negative nei confronti di quella figura. Quindi chiedo al collega Farina un eventuale ripensamento su quello che ha detto prima, se può. Ringrazio Fiano perché so che, come ha detto, fa della sua posizione politica una bandiera nei confronti di certe situazioni storiche, però Pedenovi, anche con il fascismo, diciamo, che lo ha preceduto, storicamente, in quel momento c’entrava poco: era un Consigliere come noi, in un altro consesso, stava organizzando aveva fatto tardi la sera prima, mi ricordo - le cerimonie per il primo anniversario della morte di Sergio Ramelli, perché è stato ucciso lo stesso giorno che è morto Sergio Ramelli: Sergio Ramelli è morto il 29 aprile 1975, lui è stato ucciso il 29 aprile dell’anno successivo. E quindi aveva fatto tardi perché in quel momento anche i Consiglieri Provinciali e Comunali del Movimento Sociale stavano organizzando quella cerimonia: la mattina presto era andato a prendere i giornali per vedere se c’erano notizie ed è stato colpito in Viale Lombardia da queste persone che forse neanche lo conoscevano. Ecco, io ritengo che lo sforzo che questo Consiglio Comunale debba fare sia quello di ricordare queste persone che, in modo democratico, servivano le istituzioni, come le stiamo servendo noi 86 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 oggi. E in quel momento è stato colpito forse perché era più facile magari colpire lui, come ha ricordato un collega prima di me, che colpire altri. Ecco, io ringrazio anche Dalla Chiesa che ha comunque impostato il suo discorso in modo pacato; ho letto un articolo ultimamente, un commento a determinati fatti riferiti a quel ragazzo, che forse aveva dei toni un pochettino differenti, quindi vedo che anche in questa fase anche il collega Dalla Chiesa è ritornato nella pacatezza che lo contraddistingue. Lo ringrazio anche per aver avuto questi toni rivolti ad Enrico Pedenovi. Io ritengo di non dover aggiungere altro; ritengo di dover in questo momento ripensare a quella persona che stava servendo quell’Istituzione e stava servendo la Città di Milano, stava servendo la Provincia ed è stato barbaramente colpito ed ucciso forse perché aveva delle idee diverse da qualcun altro, e solo per quello, perché non era un militante acceso, era una persona molto pacata; so che ai funerali tutti i colleghi del Consiglio Provinciale si sono portati vicino alla sua cassa e l’hanno salutato. Quindi ritengo che dopo tanti anni la Città di Milano debba ricordare quella persona e forse girare pagina; sicuramente questo, come ha detto il collega Fiano, è il primo passo che dovrà comunque precedere altri passi nel ricordo di altre persone che nella nostra 87 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Città hanno insanguinato i marciapiedi, e non solo i marciapiedi di questa Città, che comunque ritengo che debba ricordare tutte queste persone. Comunque ritengo che questo sia il primo passo e ringrazio tutti i colleghi per le espressioni che hanno avuto”. Entra in aula il Sindaco; ne esce il consigliere Baruffi: i presenti sono, pertanto, 48. Entra altresì in aula l’assessore Simini. Il Presidente dà la parola al consigliere Martinelli. Il consigliere Martinelli così interviene: “Presidente e colleghi, intervengo anch’io brevemente per dichiarare il mio voto a favore per i motivi già espressi da altri colleghi qui, perché un assassinino è sempre da condannare, l’assassinino di un rappresentante politico democraticamente eletto è ancora più grave perché colpisce non solo quella persona, ma tutti coloro che l’hanno scelto per rappresentare le loro idee, i loro interessi e colpisce la democrazia. Quindi questo voto ha un valore simbolico in questo riafferma con forza il principio che il conflitto politico, anche aspro, non deve mai degenerare in atti di violenza. Voto quindi a favore, anche se anch’io sono molto distante da quelle che erano le opinioni politiche di Pedenovi, e voto anche per la 88 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 formulazione, che trovo molto equilibrata e che ho apprezzato, con cui lo si vuole ricordare e che è molto distante – lo voglio ricordare qui – da alcune affermazioni di Vermi che ho letto su un libretto che è stato distribuito a tutti. Se quello fosse stato lo spirito non avrei certo votato a favore, se lo spirito è questo voto molto volentieri per i motivi che ho detto”. Il Presidente dà la parola al consigliere Antoniazzi. Il consigliere Antoniazzi così interviene: “Personalmente sarei portato a votare astensione perché dietro a questo problema vedo un enorme cumulo di problemi complessi che meriterebbero di essere affrontati più approfonditamente. Tante questioni non sono risolte fra di noi sulle tematiche di questa natura, ma sono disposto, con fatica, devo dire, con uno sforzo personale, anche a votare favorevolmente, così come fanno altri amici, per dimostrare, non solo evidentemente, cosa che per me è scontata, la critica più radicale a qualunque atto terroristico, tanto più nei confronti evidentemente di persone innocenti, ma anche per dimostrare un atto di buona volontà rispetto ad un fatto circoscritto che sicuramente merita adesione, merita attenzione. Su queste tematiche – io credo - avremo occasione di affrontare problematiche più difficili, più complesse; visto che oggi il problema 89 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 è relativamente più circoscritto, un atto positivo vuol dire per me un significato che anche quando dovremo affrontare tematiche più difficili relativamente a questi problemi ci sarà da parte di tutti un'adeguata attenzione nell'affrontarli. Quindi voterò favorevolmente con questo spirito attendendomi che possa effettivamente verificarsi, anche successivamente, la possibilità di un confronto serio, ponderato, ragionato e attento sempre alle considerazioni e alle posizioni delle altre parti”. Il Presidente dà la parola al Vicesindaco De Corato. Il Vicesindaco De Corato così interviene: "Io più che il parere, che ovviamente è positivo, volevo ringraziare il Consiglio Comunale per il tono, soprattutto per le parole del Senatore Dalla Chiesa, del consigliere Fiano, ma anche del consigliere Farina. Io ho conosciuto personalmente Enrico Pedenovi e mi ritrovo nelle valutazioni che sono state fatte dal senatore Dalla Chiesa, nel senso che in quel periodo sono avvenuti, come tutti sappiamo, gravissimi fatti di sangue ed evidentemente il terrorismo sceglieva le sue vittime, come ha ricordato giustamente – e lo ricordo, perché poco fa è stato ricordato sia dal consigliere Fiano che dal consigliere Dalla Chiesa – che anche il giudice Alessandrini era tra quelli che venivano considerati i meno difesi, diciamo, coloro che 90 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 era più facile uccidere in agguati di quel tipo, come sono stati uccisi sia il giudice Alessandrini sia il consigliere provinciale Enrico Pedenovi. Quindi io ringrazio l’intero Consiglio Comunale perché è difficile quando si parla di gente assassinata in quelle circostanze, con quei fatti, con quella metodologia, è sempre molto difficile e delicato trattare queste questioni in un’aula consiliare. Però credo che questa sera abbiamo affrontato questo argomento che ovviamente pone il problema di cui parlava il consigliere Farina se è giusto o meno ricostruire la storia di quegli anni che indubbiamente è una storia di sangue, perché le vittime ci sono state da tutte le parti, attraverso una ricostruzione che non mi trova contrario, anche ricostruendo sui luoghi dove sono avvenuti questi fatti - gravi fatti di sangue - quello che è il ricordo di quanto è successo. Non ho consultato la Giunta, però posso dire che non c’è nessuna remora a ricostruire, ricordare, perché la memoria delle future generazioni… si ricordi che quando si entra in quella spirale, in quel clima, io mi auguro, come credo tutti quanti noi, che mai più Milano attraversi quel clima di quegli anni che io ho vissuto, come credo probabilmente il consigliere Farina, il Senatore Dalla Chiesa, Fiano, tutti noi qui, faccio riferimento a chi ha i capelli bianchi (io parlo di uomini, mai di donne ovviamente quando si parla di capelli 91 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 bianchi), però voglio fare riferimento a chi era a cavallo in quegli anni, a chi ha vissuto quegli anni stando da una parte o dall’altra in maniera evidente. Quindi credo che può essere utile far ricordare alle future generazioni - anche attraverso quei simboli, lì dove sono caduti questi uomini - che quella storia è stata una storia di sangue che mai più… E quando si mettono le lapidi io credo che le si mettano per ricordare, in bene o nel male, quello che è accaduto in quel momento. E credo che una fotografia di quanto accaduto in quegli anni possa essere utile per far sì che mai più – e lo ripeto credo insieme a voi - Milano attraversi una stagione come drammaticamente noi tutti abbiamo attraversato in quegli anni. Quindi grazie ancora, credo che abbiamo scritto questa sera (anche se con i pochi rimasti) una pagina importante da parte del Consiglio Comunale di Milano”. Il Presidente dà la parola al consigliere Fiano. Il consigliere Fiano così interviene: “Volevo solo chiedere che il testo che ha letto il collega Ricci fosse aggiunto alla mozione, alla fine dove si dice: 'A posizionare una lapide in onore e ricordo del Consigliere Provinciale - eccetera - che avrà il seguente testo', siccome lui l’ha già letto a verbale l’aggiungiamo, così l'aggiungiamo". 92 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Il Presidente così interviene: "È stata accolta, perciò, la richiesta del consigliere Fiano dal consigliere Ricci”. Indi pone in votazione la mozione a firma dei consiglieri Ricci, Di Martino, Parlanti, Santomauro, Ciabò, De Albertis, iscritta all’ordine del giorno con il n. 114, nel testo risultante dalla modifica apportata nel corso del dibattito, che si allega. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 38 Consiglieri, come da documento n. 7, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 38 Votanti n. 38 Voti favorevoli n. 36 Voti contrari n. 2 Il Presidente pertanto proclama che la mozione è approvata. --Il Presidente comunica che la mozione a firma del consigliere Adamo ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 184, che si allega, è ritirata. 93 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 Indi pone in votazione la mozione a firma dei consiglieri Molinaro, Fiano ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 232, che si allega. Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno partecipato alla votazione n. 36 Consiglieri, come da documento n. 8, che si allega. Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito: Presenti n. 36 Astenuti n. 4 (Baldassarre, Ciabò, De Albertis, Vagliati) Votanti n. 32 Voti favorevoli n. 32 Il Presidente pertanto proclama che la mozione è approvata. --Il Presidente dà la parola all'assessore De Corato. L’assessore De Corato così interviene: "Consigliere Antoniazzi, volevo dirle che intanto non è presente il consigliere Albertini, però, per carità, se lei ritiene io posso dare una risposta, ma non posso dare un giudizio negativo o positivo sull'approvazione…". Il consigliere Antoniazzi così interviene: 94 Seduta consiliare del 9 giugno 2003 "Va bene, rinviamola”. L'assessore De Corato così riprende: "Grazie, e chiedo scusa ai Consiglieri". Il Presidente comunica che la mozione n. 234, precedentemente sospesa, è rinviata. 95