Trezzo sull’Adda e i
suoi abitanti
8 Maggio2004 :
Album delle Idee
del Piano Regolatore Partecipato
RACCOLTA DEGLI ESITI DEGLI INCONTRI
presso
Società Operaia di Mutuo Soccorso
A CURA DI ISTITUTO DI RICERCA ECOPOLIS
Via G. Ceradini 18, 20129 Milano
Tel. 02/70.000.920
E-mail [email protected]
LA SECONDA FASE DEL PIANO REGOLATORE PARTECIPATO: LE PROPOSTE PER IL FUTURO DI
TREZZO
Come abbiamo fatto nella precedente fase di ascolto in cui abbiamo individuato con la comunità di Trezzo i
problemi prioritari, anche in questa fase di ricerca di idee e proposte che si è svolta da febbraio ad aprile, sono
stati attivati diversi strumenti e modalità di lavoro per facilitare il confronto tra abitanti e amministratori.
In questi ultimi mesi, abbiamo lavorato per tappe per ognuno dei quattro i tavoli di lavoro (Fiume Adda,
Territorio e sviluppo produttivo, Centri Urbani, Casa):
1. Ricerca di idee e proposte degli abitanti di Trezzo: gli incontri si sono svolti nella prima settimana di
febbraio e da questi è stato estrapolato un questionario/volantino distribuito ai partecipanti e in diversi
punti della città, per stimolare una risposta e un confronto più allargato sul gradimento delle proposte.
2. Confronto e verifica delle proposte fatte dai partecipanti con l’ufficio tecnico e l’ufficio di piano del comune,
alla fine del mese di febbraio.
3. Presentazione nel mese di marzo di alcune esperienze significative (buone pratiche) di come altri comuni
hanno risolto problemi simili a quelli emersi a Trezzo, con cui potersi confrontare: il contratto di fiume
Olona; la riqualificazione dell’area industriale di Bellusco, Busnago e Mezzago; l’agricoltura biologica; il
Piano dei Tempi e degli Orari della città di Cremona; alcune esperienze di autocostruzione associata;
l’agenzia sociale per l’affitto della fondazione S. Carlo di Milano.
4. Infine negli ultimi due incontri di martedì 13 aprile (Fiume, territorio e sviluppo) e mercoledì 14 aprile
(Centri urbani e casa) si sono discussi e valutati i principali temi e obiettivi per una sostenibilità dello
sviluppo del Comune di Trezzo sull’Adda.
I problemi condivisi nella prima fase, sono stati tradotti in proposte e sono stati individuati i relativi obiettivi per
il futuro della città. In generale è possibile osservare come vi sia un orientamento di fondo volto alla tutela
dell’ecosistema e al desiderio di creare uno stile di vita in armonia con l’ambiente.
Questo documento racconta le diverse “voci” degli abitanti di Trezzo che hanno partecipato e hanno dato i
propri contributi per il piano regolatore partecipato. Questi materiali socialmente prodotti dovranno essere
utilizzati per indirizzare le future scelte dell’Amministrazione Pubblica e rispetto alla pianificazione del territorio.
In questa seconda parte dell’Album delle idee, restituiamo le sintesi complete degli esiti dei diversi momenti di
partecipazione di questa fase progettuale.
LE PROPOSTE DEGLI ABITANTI
Lo scopo degli incontri svolti a inizio febbraio con gli abitanti di Trezzo era quello di raccogliere,
definire idee e proposte, a partire dai problemi emersi nella prima fase di lavoro.
Di seguito sono riportati gli esiti degli incontri svolti per i quattro temi: fiume Adda, territorio e
sviluppo produttivo, centri urbani, casa.
FIUME ADDA
Esiti dell’incontro del 2 febbraio 2004
I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del convegno
del 10 gennaio 2003) erano i seguenti:
DAI PROBLEMI ALLE PROPOSTE
Argomenti
Il fiume come occasione
di cooperazione e
partecipazione per
definire la natura del
turismo e della fruizione
sociale
Il fiume ridotto a canale
Il fiume come ecosistema
complesso
Problemi
Difficoltà a concretizzare e coordinare a livello comunale i progetti e le strategie
promosse dal Parco Adda Nord
Mancano forme di cooperazione efficaci a livello locale per la definizione del tipo di
turismo del fiume
Mancanza di regole condivise per i diversi usi dell’alzaia (biciclette, pedoni, motorini,
auto parcheggiate, ecc.)
Assenza o carenza delle strutture ricettive/sportive lungo il fiume (sentieri, aree di
sosta, imbarcadero, ristorazione, ecc.)
L’attuale mancato collegamento al depuratore di Cassano d’Adda comporta lo
scarico diretto delle fogne nell’Adda e l’inquinamento dell’acqua
Scarsa efficacia da parte degli enti pubblici preposti, al controllo e al sanzionamento
di chi inquina
Difficoltà da parte dei cittadini a reperire informazioni facilmente comprensibili sullo
stato dell’ambiente e del fiume
Eccessivo prelievo di acqua dal fiume in alcuni punti per la produzione di energia,
che mette in crisi gli ecosistemi ittici
Mancanza di consapevolezza nell’uso individuale della risorsa acqua potabile
(sprechi)
Bassa progettualità da parte degli enti pubblici dell’uso sostenibile delle reti delle
acque (es. recupero acqua piovana)
Bassa sensibilità da parte degli enti pubblici nella pianificazione dell’ecosistema
fiume (es. conseguente dissesto idrogeologico, dragaggio del fiume, scomparsa
delle reti dei canali agricoli)
La maggiore consapevolezza degli abitanti del valore ambientale del territorio
fluviale riconosce l’incompatibilità di attuali usi produttivi presenti (cave e candeggio)
Rischio di ridurre solo all’alzaia e al castello le diverse potenzialità storiche e
ambientali dell’area del fiume
Assenza di un regolamento ecologico di indirizzo per la qualità delle costruzioni e
del recupero architettonico lungo il fiume
Mancanza di un regolamento di indirizzo efficace per la qualità e la manutenzione
degli habitat naturali
A partire da questi problemi, durante l’incontro del 2 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a riflettere e
discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo gli usi sociali e la qualità
del turismo, l’inquinamento, il rapporto con la campagna e il paese. Le proposte e le idee emerse sono
sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti.
Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Baio Camilla; Baio Michela; Baggioli Angelo; Barbieri
Walter; Barzaghi Maurizio (pescatore); Bertassi Bruno; Bonetalli Paolo (Trezzo Kayak); Caccia Giorgio
(coop. Sociale Il Castello); Colantoni Aldo; Cologni Fabio (WWF); Colombo Gabriele (Trezzo Kayak);
Colombo Giuseppe (Canottieri Tritium); Colombo Nino (ACU); Dondoni Raffaele (agricoltore); D’Urso
Giuseppe (centrale ENEL); Facchetti Luigi (pescatore); Gallo Luigi; Ghinzani Vincenzo; Grandi Federica
(Legambiente e Proloco); Lano Giancarlo; Lecchi Marcello (Trezzo Kayak); Leoni Mara (Legambiente);
Lobai Marianna (Bar Lavatoio); Pisoni Marco; Rodda Luca (vice sindaco e assessore all’ecologia e
urbanistica); Rodda Martina Astrid; Tinelli Rino (commerciante); Valsecchi Andrea (Trezzo Kayak);Villa
Alessandro (WWF).
Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti
che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica.
Il fiume e la campagna di Trezzo
Fabbriche sul
fiume
Proposte e idee
Diversa regolamentazione del traffico diretto alle attività produttive sul fiume Adda
Difficoltà
Trovare nuove “funzioni” per le aree attualmente occupate dalle attività produttive che non incrementino
il problema del traffico
Aspetti positivi
Risolvere il problema del traffico provocato dai mezzi
pesanti che si dirigono alle attività produttive sul fiume
Creare le condizioni-sinergie per delocalizzare le attività produttive dal fiume e consentire il
ripristino dell’habitat fluviale con l’inserimento di specie autoctone
Garantire a chi si sposta una localizzazione che offra vantaggi rispetto a dove si trova attualmente.
Trovare o essere a conoscenza dell’esistenza di
incentivi da parte della Comunità europea
-
L’unione di più aziende sparse nel territorio
consentirebbe una minore mobilità e una migliore
gestione logistica.
Recupero di aree particolarmente belle e rispetto
dell’ecosistema del fiume
Ridare dignità ad un’area naturale per troppo tempo
compromessa
Fruizione
Costruire reti e percorsi per unire il territorio del
fiume con il territorio agricolo
Itinerari nel bosco che dall’alto portano all’alzaia
Far deviare i gruppi di ciclisti nel tratto dell’alzaia
(sulla strada Valdiporto fino a Rondinera)
Predisposizione di un regolamento comunale
che vieti alle biciclette dalle ore 9.00 alle ore
18.00 di andare a velocità elevate nel tratto di
alzaia compreso tra la Colonia San Benedetto
alla chiusa di Concesa
-
Nessuna
Sistemare i percorsi
Creare le condizioni affinché il sottobosco sia
mantenuto pulito (molte piante sono pericolanti)
-
Si riscoprirebbero le bellezze di andare a piedi e/o in
bicicletta nella campagna trezzese
Proporre un diverso modo di fare turismo all’Adda,
attento anche all’ambiente circostante
-
Lasciare l’Alzaia ai pedoni
-
Si garantirebbe la regolare fruizione dell’alzaia tutti,
grandi e piccini, senza incorrere in pericolose fughe
davanti a forsennati ciclisti in caccia di record di
velocità
Fruizione
Proposte e idee
Realizzazione di un sentiero ciclopedonale tra il
fiume Adda e l’Oasi le Foppe
Difficoltà
-
Ripristinare il sentiero che da Via Apiani porta al
Lavatoio
Aspetti positivi
Dirottamento dei ciclisti al di fuori del solito circuito
turistico
Le persone interessate possono prendere visione e
contatto con la realtà agricola del territorio trezzese
Maggiore consapevolezza del rapporto tra l’ecosistema
agricolo e fluviale e di come sia possibile recuperare da
un’attività antropica come le cave le condizioni per una
rinascita naturale in un’area sfruttata a fini economici
-
Offrire percorsi alternativi ai pedoni (non più costretti a
scendere al fiume per Via Ermigli e Valverde)
-
Maggiore affluenza di gente da tutta la Lombardia.
“ Una buona gestione porterebbe molti utili in senso di
guadagno e tutto sommato sarebbe compatibile con il
fiume e con il turismo”
Creare un pontile per l’attracco delle barche
Parco acquatico di divertimento tipo Caneva
sull’area della cava Colombo
Formazione
Creare un sistema didattico sull’ecosistema del fiume e del suo territorio
Mancano le strutture per accogliere, anche solo per
una giornata, gruppi di scolastici (mense, bar)
Creare una cooperativa delle professionalità del fiume, ovvero una serie di corsi che preparino
figure professionali nella gestione del territorio
fiume
Problema di coordinamento
-
Tutela e gestione attenta del territorio
Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e della flora dell’Adda
Costi
-
Farebbe capire ai cittadini l’importanza del fiume per
l’economia dei cittadini
Usi sociali e qualità del turismo
Attività
Proposte e idee
Proporre una navigabilità fluviale sostenibile del fiume, nel rispetto dell’ecosistema fiume
-
Creare scivoli per canoe e pesci
Mobilità
Didattica
Difficoltà
L’incapacità dell’Ente Parco Adda Nord ad ottenere finanziamenti.
Gli interessi poco chiari da parte di alcuni attori che propongono il progetto di navigabilità del medio corso
dell’Adda (cavatori).
Superare i dislivelli del fiume.
Snaturare la natura del fiume che rischia di essere
trasformato in canale
Aspetti positivi
E’ bello vedere la gente in canoa sul fiume!
Vivere il fiume
Recupero di una memoria storica (racconti di chi pochi
anni fa discendeva da Lecco a Milano, e da Trezzo a
Venezia in canoa) e recupero di un uso antico che per
la nuova generazione è nuovo
Superare i dislivelli dovuti alle centrali
-
Togliere il bar “Il Vecchio Lavatoio” e sostituirlo con un centro di informazione e osservazione
sulla flora e la fauna. Organizzare visite guidate
con esperti.
Ricerca del personale
-
Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia
Abituare la gente a non raggiungere il fiume in macchina
-
Rispetto del fiume e poter godere di un ambiente
particolarmente bello
Consentire a tutti di non
trovarsi angoli
paesaggisticamente rilevanti, come l’argine del fiume,
invasi da macchine che declassano l’area fluviale a un
semplice parcheggio di fortuna
Togliere il parcheggio fisso davanti ai ristoranti.
Le macchine potrebbero scendere al fiume per
portare le persone e poi risalire
-
Migliora l’ambiente. Le persone sono incentivate a
muoversi a piedi
Posizionameto a scopo didattico di cartelli e
bacheche ( in legno )
illustrative con
raffigurazioni di specie ittiche ornitiche e vegetali
caratteristiche del fiume Adda e storico
architettoniche es.(castello, centrale Taccani )
-
Riconoscimento e maggiore interesse da parte di chi
fruisce il fiume, soprattutto dei giovani, verso ciò che li
circonda e che hanno di fronte
-
-
Sensibilizzazione e conoscenza dell’ambiente
Inquinamento
Informazione e
sensibilizzazione
Insediamenti
inquinanti
Proposte e idee
Predisporre delle bacheche lungo l’alzaia
(presso il lavatoio) e nella frazione di Concesa
( presso il convento dei frati ) con esposti le
analisi (A.R.P.A ) e alla qualità delle acque
del fiume: Progetto Informafiume
Difficoltà
-
Aspetti positivi
L’esposizione dei dati relativi alle condizioni delle
acque oltre ad essere apprezzato dalla popolazione la
rende partecipe e la invoglia a capire il reale problema
della qualità delle acque invitandola a chiedere
spiegazioni agli enti preposti al controllo e al
risanamento della stessa
Fare una campagna di pulizia dell’alzaia (puliamo il mondo a livello comunale) circa
ogni due mesi
Costi
-
Risolverebbe il problema dell’inquinamento ed avrebbe
effetto duraturo
Riuscire a depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo. Creare piccoli impianti di
depurazione delle acque per quelle parti di
territorio che hanno la rete fognaria troppo
bassa per essere collettata al depuratore di
Cassano
Economiche
-
Salvaguardia del fiume
Creare sinergie con gli altri comuni (anche dell’isola bergamasca, come Bottanuco) per
affrontare il problema degli scarichi nel fiume
-
Convincere il comune di Bottanuco ad affrontare il problema dell’inquinamento del fiume e degli scarichi
nel fiume
Sensibilizzare il comune di Bottanuco a non
danneggiare il fiume Adda
Evitare che alcune attività produttive, ad esempio le
cave di sabbie , versino i fanghi di lavaggio nel fiume
Salvaguardia del fiume
Cooperare
Il candeggio Zaccaria ha già un suo piccolo depuratore,
non bisognerebbe costruirne uno nuovo
Sfruttare- creare sinergie tra comune di Trezzo e il candeggio Zaccaria per la depurazione
dell’acqua
Smaltire la sporcizia raccolta dagli sbarramenti
di Italcementi, Enel e Orobia e non ributtarla
nel fiume
-
TAVOLO SU TERRITORIO E QUALITA’ DELLO SVILUPPO
Esiti dell’incontro del 3 febbraio 2004
DAI PROBLEMI ALLE PROPOSTE
I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del
convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti:
Argomenti
Identità locale
Problemi
Frattura tra il territorio dell’abitare e il territorio della produzione che si evidenzia
nella mancanza di visibilità e conoscenza da parte degli abitanti dei cicli produttivi
locali (agricoltura, artigianato, industria)
Difficoltà da parte dell’ente pubblico a individuare strategie e strumenti rivolti a uno
sviluppo di qualità dell’area industriale (profilo occupazionale, innovazione
tecnologica, risparmio energetico)
Mancanza di una produzione agricola attenta alla cura dell’ambiente e alla
conservazione dei corridoi ecologici
Mancanza di una capacità propositiva del Comune di Trezzo nei confronti dei
comuni dell’area, ad attivare una cooperazione in direzione di uno sviluppo
produttivo (industriale e agricolo) di qualità (sostenibile)
Viabilità ed espansione
insediativa
L’alta accessibilità viabilistica di Trezzo, incrementata dai futuri progetti autostradali,
determina l’aumento della richiesta insediativa che, se non governata in direzione di
uno sviluppo qualitativo e sostenibile, comporta il rischio dell’ulteriore aumento di
traffico e di un’espansione esclusivamente quantitativa che consuma altro territorio
Il rischio di un ulteriore espansione delle costruzioni (case e fabbriche) e la
conseguente diminuzione del territorio agricolo, determinerebbe difficoltà
economiche al settore dell’agricoltura locale
Relazioni tra operatori
locali ed enti
sovracomunali
Difficoltà da parte degli operatori economici presenti a Trezzo (agricoltori, artigiani,
industriali) ad essere informati e a partecipare ai progetti e/o iniziative promosse
dalle associazioni di categoria e dagli enti sovracomunali
A partire da questi problemi, durante l’incontro del 3 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a
riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo la
qualità dello sviluppo dei settori agricolo, artigianale e industriale, le infrastrutture come elemento
e problema dello sviluppo territoriale, l’identità e il ruolo di Trezzo nel rapporto con i paesi
circostanti.
Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Bertassi Bruno; Colantoni Aldo;
Crapanzano Gianluca (Etaconsult); Dondoni Giovanni (agricoltore); Dondoni Raffaele
(agricoltore); Fumagalli Giuseppe (agricoltore); Locatelli Enzo (Coldiretti di zona); Pesenti Maria
Luisa (assessore Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Commercio, Sviluppo Economico ed
Attività Produttive); Pisoni Marco; Riva Andrea (FNP-CISL); Rodda Luca (vice sindaco e
assessore all’ecologia e urbanistica).
Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti
che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica.
Qualità e sviluppo dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria
Agricoltura
Proposte e idee
Non consumare ulteriore territorio
Agricoltura sostenibile
-
Difficoltà
Necessità di altri settori
Difficoltà dei regolamenti
-
Aspetti positivi
Parlare di agricoltura significa parlare di ambiente
Salvaguardia dell’ambiente
Buon livello di formazione degli agricoltori
Il suolo presenta caratteristiche diverse: in alcune zone è povero (soprattutto dove è ricco in ghiaia) in altre è
no ( zone argillose)
Diffusione e conoscenza di un diverso modo di
agricoltura
Garantire una gamma di prodotti diversi che copra
latticini, ortaggi, frutta e carne
Mettersi in rete con altri agricoltori e con la rete
commerciale
Difficoltà economiche a riconvertire l’attuale modello
Stipulare contratti di lunga durata con la rete di
distribuzione dei prodotti locali
Introdurre anche una nuovo modello di mobilità
Agricoltura di Trezzo produce un reddito diverso
rispetto altre zone
Riconoscimento da parte degli abitanti di Trezzo di un
certo tipo di agricoltura (come per esempio nel caso
delle mense scolastiche dove la richiesta di alimenti
biologici è superiore all’offerta)
Interagire-sensibilizzare la grande distribuzione
Formare e qualificare le reti di distribuzione dei prodotti
locali
Incrementare prodotti qualità.
Proporre Trezzo come luogo adatto a un progetto sperimentale di produzione di una gamma completa di prodotti di qualità e attenti
all’ambiente
Tutela delle caratteristiche del territorio
Mobilità
-
La percezione che muoversi nella campagna significa
percorrere un ambiente sano
Cercare nuovi modi di certificazione (diversi dal biologico)
Cooperare tra attori
-
Tutela dell’ambiente
Visibilità e riconoscimento di chi produce è anche una
garanzia per il consumatore. Anche l’investimento è più
sicuro
Costruire un processo graduale
Tutela dell’investimento
Passare da un concetto tout court di conservazione a
un nuovo modo di fare l’agricoltura
Possibilità di costruire alleanze con il settore
commerciale
-
Creare una rete di commercializzazione locale
-
-
Artigianato
Proposte e idee
Riqualificazione dei cicli produttivi a basso valore
-
Difficoltà
La disponibilità a pagare il prezzo della riconversione
Evitare l'ulteriore consumo di suolo
Prevedere per le PMI uno specifico centro
servizi
Industria
-
Recupero
Qualità dello sviluppo dell’area industriale passa per un diverso modello di produzione non legato
alla logistica e alla grande distribuzione
Aspetti positivi
La presenza dell’autostrada A4 attrae attività che
consumano molto territorio
Garantire alle piccole imprese un supporto alle attività
Evitare inutili spostamenti sul territorio e quindi una
riduzione della mobilità
Identita’ e ruolo di trezzo nel rapporto con i paesi circostanti
Scala
sovracomunale nel
fare
Proposte e idee
Lavorare a livello sovracomunale nel campo
dell’agricoltura
Difficoltà
-
Aspetti positivi
L’esistenza del PTCP
Nei comuni vicini è già diffusa una certa mentalità a
ragionare a scala sovralocale
-
Governare lo sviluppo
Cercare soluzioni non prendendo in considerazione solo il territorio di Trezzo, ma
allargare lo sguardo. Fare alcune scelte a
livello sovracomunale
Non farsi governare dallo sviluppo
Creare un coordinamento con i comuni circostanti in cui Trezzo si propone come
comune capofila
-
Decidere se conservare oppure cercare una diversa qualità dello sviluppo
Vincere lo sguardo locale per cui ogni comune si sente responsabile solo del proprio territorio e decide
autonomamente il da farsi
-
Scala
sovracomunale nel
formare
Creare
un
osservatorio
sovracomunale
a
livello
Creare un polo didattico (o altre attività) a
livello sovralocale
Rispetto del fiume e poter godere di un ambiente
particolarmente bello
Progettazione comune degli spazi per la mobilità che
colleghi più centri urbani, centri commerciali ecc. visto
che con il tempo gli spazi abitati diventeranno un
tutt’uno
Un tenore di vita meno caotico che ci permetta di
raggiungere i luoghi del lavoro, le scuole, gli ospedali
ecc.. in modo comodo e veloce
Le infrastrutture elemento e problema dello sviluppo del territorio
Mobilità
Proposte e idee
Implementare in accordo con altri comuni del trezzesi una rete sovracomunale di piste
ciclopedonali e servizio pubblico
Riqualificazione dei raccordi con i comuni di
Busnago, Cornate D’Adda, Pozzo d’Adda e
Vaprio per la creazione di un sistema ad anello
di mobilità su gomma.
Difficoltà
Modificare l’attuale realizzazione frammentata e per
singolo comune delle piste ciclopedonali.
Difficoltà a collaborare
Aspetti positivi
PROBLEMI
ALLE PROPOSTE
TAVOLO SUI CENTRI URBANI
Esiti dell’incontro del 4 febbraio 2004
I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del
convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti:
Argomenti
Spazio pubblico
Traffico e mobilità in città
Problemi
La necessità di piazze e strade vivibili come luoghi d’incontro e svago viene
messa in crisi e ostacolata dalla presenza delle automobili parcheggiate e dal
traffico nel centro
Ai cambiamenti dei comportamenti sociali non è corrisposta un’adeguata
disponibilità di spazi di aggregazione (soprattutto per giovani e anziani)
Il sistema del commercio locale è in difficoltà ad adeguarsi ai cambiamenti dei
comportamenti e delle abitudini sociali, non riuscendo a valorizzare le proprie
potenzialità dovute alla posizione urbana e alla possibilità di costruire rapporti
di conoscenza con i clienti
Gli attuali stili di vita privilegiano e danno priorità alla mobilità automobilistica
anche nelle aree urbane, con conseguente difficoltà alla mobilità con mezzi
alternativi all’auto, rendendo difficile e pericolosa la compresenza di auto,
biciclette e pedoni
Discontinuità e assenza di piste ciclabili e di percorsi sicuri (es. casa-scuolacasa)
Mancanza di un trasporto pubblico che corrisponda alle reali esigente delle
persone (orari, frequenza, percorsi, costi dei biglietti)
Il traffico intenso in alcune strade di Trezzo e sull’autostrada comportano
problemi di inquinamento acustico e atmosferico, oltre che ostacolare la
viabilità e aumentare i tempi di viaggio
La presenza a Trezzo del ponte sull’Adda da elemento di identità storica è
diventato veicolo di traffico
A partire da questi problemi, durante l’incontro del 4 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a
riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo alla
qualità dello spazio pubblico, della mobilità e del commercio nei centri urbani. Le proposte e le
idee emerse sono sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti.
Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Bertassi Bruno; Colzani Silvana
(commerciante); De Rosa Fulvio (Live Club – Associazione Amici della Musica); Ghinzani
Vincenzo; Leoni Mara (Legambiente); Mazza Pietro (commerciante); Pesenti Maria Luisa
(assessore Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Commercio, Sviluppo Economico ed Attività
Produttive); Pisoni Marco; Solbiati Roberto (commerciante); Tinelli Rino (commerciante).
DAI
Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti
hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica.
Qualità del commercio nei centri urbani
Cooperazione
sovracomunale
Innovazione del
servizio
Proposte e Idee
Esiste un progetto chiamato “Adda, città e commercio” per un Piano sovracomunale del
commercio (Trezzo sull’Adda, Grezzago,
Trezzano Rosa, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda,
Inzago, Cassano d’Adda) promosso dall’Unione Commercianti della Provincia di Milano.
Difficoltà ad attuare la proposta
Aspetti positivi della proposta
Una criticità che emerge dallo studio sono gli interessi Lo studio è visto come un’opportunità per:
contrastanti tra i diversi comuni e anche tra migliorare la qualità dello spazio pubblico (arredo
commercianti: trovare accordi condivisi da più soggetti
urbano): per le attività commerciali è molto importante
è faticoso.
la qualità architettonica del contesto urbano - arredi
Difficoltà individuali dei commercianti legate alla crisi
urbani e illuminazione adeguati – .
economica del commercio in città.
migliorare l’aspetto delle vetrine e le strategie di
immagine e presentazione dei negozi;
ricevere finanziamenti;
unirsi con altri commercianti e Comuni per competere
con la concorrenza dei centri commerciali.
Promuovere e sperimentare un’innovazione e qualificazione dei servizi offerti dall’attività
commerciale.
Per esempio: servizio di spesa a domicilio per gli
anziani.
-
Il cambiamento di mentalità in alcuni commercianti è spesso difficile e lento. Esiste una difficoltà da parte dei
singoli commercianti a capire e stare al passo con i
cambiamenti sociali e della domanda.
Problemi nel coinvolgere i singoli commercianti in corsi di formazione e aggiornamento.
Per alcune tipologie di prodotti che soffrono più di altri
la concorrenza dei centri commerciali è più difficile
individuare elementi di qualificazione e innovazione
L’innovazione del servizio è ormai diventata una
necessità per “sopravvivere” alla concorrenza della
grande distribuzione e non chiudere le attività
commerciali nei centri urbani.
Alcune attività di Trezzo che si sono rinnovate, sia
come immagine che come gestione (soprattutto i
ristoranti e i bar) ne stanno traendo benefici.
Problemi di formazione e specializzazione
E’ difficile modificare un modo di fare commercio ormai
radicato negli anni che tende a non valorizzare e
sfruttare le opportunità da un punto di vista
commerciale offerte dal turismo (ne è un esempio la
scelta di tenere chiusi i negozi alla domenica, giorno di
massima frequentazione di Trezzo da parte dei turisti)
La proposta favorisce i negozi del centro a scapito di
quelli localizzati in periferia
L’insediamento in centro di molte banche e agenzie
immobiliari, a discapito di altri tipi di attività
commerciale, può rappresentare un ostacolo per la
riuscita della proposta
La definizione di una vocazione della città di Trezzo
(turismo) facilita le attività commerciali ad individuare
un modello verso il quale riferirsi per individuare il tipo
di innovazione e qualificazione.
-
Specializzazione Individuare un indirizzo/vocazione locale
delle attività
(turismo).
Salvaguardare e favorire la specializzazione e la
diversificazione delle attività commerciali in
relazione alle specificità del territorio,
prevedendo anche:
? forme di incentivi pubblici e comunali per le
attività “tipiche” in sintonia alla vocazione di
Trezzo
? attività culturali, musicali, di intrattenimento.
-
-
Fruizione e mobilità nei centri storici
Difficoltà ad attuare la proposta
Mancanza di aree libere disponibili vicino al centro (piazza Crivelli?).
I parcheggi sotteranei rischiano di essere poco
utilizzati se mancano di sorveglianza
Alti costi di costruzione dei parcheggi sotterranei
-
Aspetti positivi della proposta
A causa dei nostri stili di vita legati all’uso
dell’automobile, la presenza di parcheggi in prossimità
del centro permette di accedere più facilmente ai
negozi.
I clienti su cui i commercianti puntano per incrementare
la loro attività provengono da fuori Trezzo, quindi la
proposta favorirebbe l’accessibilità al centro storico e ai
negozi
Permettere l’insediamento di nuove attività
commerciali solo se le medesime realizzano un
adeguato numero di parcheggi.
-
La proposta risolverebbe i problemi di parcheggio
dovuti al fatto che alcune nuove attività commerciali,
come le banche, si insediano nel centro storico senza
avere aree disponibili per il parcheggio.
Pedonalizzazione Creare
una
pedonalizzazione
flessibile:
sperimentare strategie di chiusura del centro storico
in modo graduale nel tempo e limitato in alcuni
momenti, come nel fine settimana.
-
La chiusura al traffico del centro, in modo flessibile e
graduale, eviterebbe i problemi sorti in passato quando
il Comune decise di mettere in atto il provvedimento in
modo improvviso creando così motivo di conflitto con i
commercianti e gli abitanti.
Parcheggi
Biciclette
Trasporto
pubblico locali
Proposte e Idee
Ricercare un “giusto” equilibrio nel numero di parcheggi nei centri urbani:
1. localizzare i parcheggi in una “cintura” attorno e in prossimità del centro storico, recuperando
delle aree libere esistenti e/o sotterranee
2. istituire soste regolate da disco orario
Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo
Trovare spazio da sottrarre alle automobili per i percorsi “protetti”
-
Poter mandare a scuola i bambini e i ragazzi da soli
Favorire la riduzione dell’uso dell’automobile in città
Centri del ciclo in corrispondenza dei mezzi pubblici: parcheggi custoditi per biciclette, servizi di
manutenzione, riutilizzo di bici usate, ecc.
Costi di gestione
Favorire/incentivare l’uso della bicicletta
Riutilizzo delle biciclette usate
Creare un servizio di trasporto pubblico urbano. Tre le proposte emerse su come creare il servizio:
1. sfruttare le linee extraurbane esistenti che già
attraversano Trezzo e aumentare il numero di
fermate
2. istituire bus a chiamata elettrico
3. Individuare aree di parcheggio in periferia (area
del casello, area vicino alla piscina e alle
scuole, per esempio) con una navetta di
trasporto pubblico abbastanza frequente verso
il centro.
Le difficoltà rintracciate nelle prima proposta sono:
Costi elevati del biglietto
Bassa frequenza di corse
Percorsi inadeguati dei mezzi pubblici esistenti
Le difficoltà della seconda e terza proposta sono
legate a reperimento dei fondi necessari per
organizzare il servizio.
-
Incentivare l’uso del mezzo pubblico per gli
spostamenti urbani.
Facilitare l’accessibilità al centro storico e ai negozi,
cercando di ridurre la presenza di automobili in centro
e risolvere i problemi di parcheggio.
Qualità e funzioni dello spazio e dei servizi pubblici
Proposte e Idee
Luoghi della
cultura
Difficoltà ad attuare la proposta
Costruire un nuovo teatro comunale e/o recuperare quello esistente “Il portico”
Realizzare un polo culturale: progetto, ancora in
discussione, promosso dal “Live Club” per un’area
polifunzionale, contenente anche una proposta di
convenzione per diverse attività. Localizzato in
prossimità del casello autostradale (P.P. zona D7 via
Mazzini).
Aspetti positivi della proposta
Individuare uno spazio e una localizzazione adeguati per un eventuale nuovo teatro.
Ci sono vari problemi nella ristrutturazione del teatro “Il
portico” dell’oratorio/parrocchia che hanno bloccato i lavori.
Possibilità di avere uno spazio di dimensioni adeguate per
diverse attività culturali e di intrattenimento - teatri, concerti,
convegni, ecc. – alla quale la popolazione e le compagnie
teatrali già esistenti sono interessate.
-
Offerta di spazi per attività culturali, musicali, ricreativi, sale
musica e anche per un centro di aggregazione giovanile.
Nella proposta di convenzione, la gestione degli spazi non è
solo del “Live Club” ma di soggetti diversi (pubblici e privati)
interessati.
Posizione urbana di cerniera tra area industriale e abitata,
con buona accessibilità dall’esterno (casello autostrada).
Il progetto, integrato con la proposta di creare parcheggi in
periferia con il servizio di navetta, favorirebbe la ricettività
turistica di Trezzo e le relazioni con i centri storici.
-
-
Luoghi dello
sport
Piazze e parchi
urbani
Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti (un esempio positivo è il campo di calcio che sarà
realizzato a Concesa).
-
Gli adeguamenti normativi necessari per alcune strutture esistenti sono molto onerosi.
Difficoltà nell’individuare le aree e le risorse economiche necessarie.
Sarebbe positivo localizzare le nuove strutture sportive in
prossimità di quelle già esistenti, da ampliare e recuperare.
Il potenziamento e il recupero dei centri sportivi localizzati nei
centri abitati, oltre allo sport , favoriscono i legami sociali e
relazionali della città.
Realizzare un nuovo campo di calcio (Gras Calce) e centro sportivo polifunzionale al di là della
tangenziale, nell’area agricola ( progetto già ideato)
La scelta della localizzazione al di fuori del centro abitato è percepita in modo negativo.
Ampi spazi per attività sportive
Istituire una Consulta delle associazione sportive.
In passato il tentativo è fallito perché ci sono contrasti tra le diverse associazioni.
Sarebbe positiva una eventuale cooperazione tra
associazioni per la gestione degli spazi e l’organizzazione di
iniziative sportive.
-
Si creerebbero le condizioni per rendere le piazze dei luoghi
di incontro e di aggregazione. L’arredo urbano (panchine,
fontane, piante, illuminazione, ecc.) e la qualità dello spazio
fisico (materiali, forme, colori) sono importanti per dare la
possibilità di avere un luogo all’aperto dove sia possibile
anche semplicemente stare tranquilli e incontrare persone.
-
Attrezzare e abbellire le piazze con elementi di arredo
urbano e creare momenti di attrazione attraverso
l’organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali,
ricreative, mercatini, ecc.
Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli
valorizzando l’aspetto naturalistico/ambientale
e
DAI
PROBLEMI
ALLE PROPOSTE
TAVOLO SULLA CASA
Esiti dell’incontro del 6 febbraio 2004
I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del
convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti:
La casa
L’alto costo delle case è un problema diffuso che colpisce gran parte
della popolazione
La diffidenza dei privati ad affittare le case libere comporta gli
aumenti dei costi degli affitti e la difficoltà a trovare una casa
Il recupero delle case nei centri storici produce un aumento di costi
che le rende inaccessibili
Inadeguatezza delle politiche pubbliche sulla casa e sul recupero
abitativo
A partire da questi problemi, durante l’incontro del 6 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a
riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo l’affitto,
la qualità e il costo delle case, il recupero del patrimonio edilizio esistente.
Le proposte e le idee emerse sono sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti.
Partecipanti all’incontro: Baio Michela; Carcassola Giuseppe (ACLI Trezzo); Carzaniga
Riccardo (ACLI Trezzo); Colantoni Aldo; Colombo Gianluigi (SICET); Gallo Luigi; Jalal (Sportello
stranieri); Leoni Guido (Progetto Mondialità); Mazza Pietro (commerciante); Pisoni Marco;
Roncalli Emilio (ACLI Trezzo e coop. S. Martino Nuova).
Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti
che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica.
Costo/qualità delle case
Proposte e Idee
Diversificare le Prevedere diverse politiche abitative in base
politiche abitative alla articolazione della domanda e ai diversi
bisogni. In particolare viene proposta una
classificazione in base al reddito *:
Fascia sociale: con redditi bassi tali da
prefigurare
una
situazione
di
emergenza;
Fascia di disagio: con redditi mediobassi. Fanno parte di queste categoria
persone che da un lato non hanno
diritto a case popolari, ma dall’altro non
dispongono di un capitale economico
sufficiente per trovare sul mercato una
soluzione al loro fabbisogno abitativo;
Fascia di stabilità: con redditi medio alti.
Le persone che fanno parte di questa
categoria hanno la capacità di
accendere un mutuo per l’acquisto di
una casa.
Difficoltà ad attuare la proposta
Aspetti positivi della proposta
-
Partendo dalle diverse esigenze e capacità di far fronte
ai bisogni, si evita il rischio di indirizzare le politiche
verso una sola categoria sociale.
Pianificazione
Stabilire all’interno del nuovo PRG aree 167 per almeno un equivalente del 30% del fabbisogno abitativo annuo, senza eccessive
nuove espansioni ma vincolando anche aree
costruite da recuperare (per es. come il
vecchio PEEP del 1971)
Volontà politica di fare una scelta simile
Difficoltà ad espropriare nel centro storico dove ci sono
più proprietari
-
Tentare di rispondere al grave problema del costo della
casa con una offerta di alloggi a costi equi
In alternativa all’esproprio si potrebbero prevedere
agevolazioni e facilitazioni per i proprietari e le
cooperative
Cooperazione
Costruire cooperative sociali a livello sovra- comunale
-
Normative e procedure più complesse rispetto al passato
Costi da sostenere maggiori rispetto al passato
Appoggiarsi a un’organizzazione complementare e
“superiore” (livello sovracomunale) per la nascita di
cooperative risolverebbe in parte i problemi degli alti
costi
*) proposte del SICET
Proposte e Idee
Difficoltà ad attuare la proposta
Qualità delle case Costruire/ristrutturare
case
prevedendo spazi/stanze di dimensioni adeguate alle reali
esigenze delle persone
Favorire/incentivare
bioedilizia
la
diffusione
della -
-
Aspetti positivi della proposta
Spesso le nuove case, a causa degli alti costi, rispettano
al limite gli standard di legge, non considerati sufficienti
per garantire case di qualità
I costi elevati di costruzione ostacolano la scelta verso la bio-edilizia anche se il maggior costo rispetto alla edilizia
tradizionale viene successivamente recuperato in un
risparmio nei costi relativi alla gestione e al ciclo di
utilizzo dell’edificio
Difficoltà nel cambiare mentalità: occorre informare e
sensibilizzare maggiormente la popolazione
Utilizzo di materiali sani ed ecologici, risparmio
energetico, utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ecc.
Affitto
Proposte e Idee
Politiche per
situazioni di
emergenza*
Aree 167*
*) proposte del SICET
Aumentare l’offerta di alloggio presso la
alloggio attraverso:
Un aumento di posti
La costruzione di una nuova
alloggio destinando l’edificio
caserma dei carabinieri quando
realizzata la nuova caserma
Difficoltà ad attuare la proposta
Casa -
Aspetti positivi della proposta
Tempi lunghi per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri
Costi di ristrutturazione
-
Finanziamenti: disponibilità di fondi PRERP per
Locazione temporanea (euro 25.967.672)
Disponibilità di alloggi per le persone rientranti nella
fascia sociale per un uso temporaneo in attesa di
sistemazione stabile
Tempi lunghi (per le emergenze) nella domanda – graduatoria – assegnazione
Disponibilità di sistemazione per casi in grave difficoltà
Casa
della
verrà
Usare gli alloggi di riserva
-
Utilizzare le aree 167 in modo strategico alle
diverse fasce di bisogno:
Per la fascia sociale: affittare case
comunali e ALER a canone sociale
Per la fascia di disagio: riservare un certo
numero di alloggi per gli affitti a canone
concordato (in cambio di incentivi
comunali sull’ICI e/o sugli oneri di
urbanizzazione)
Per la fascia di stabilità: destinare aree
167 a cooperative e imprese, con la
garanzia di rendere disponibili quote di
alloggi da dare in affitto concordato (in
cambio di incentivi comunali sull’ICI e/o
sugli oneri di urbanizzazione)
Per quanto riguarda la proposta per la fascia sociale le Gli aspetti positivi della proposta per la fascia sociale sono:
difficoltà sono individuate:
Finanziamenti: disponibilità di fondi PRERP per ERP
Nella volontà politica
(euro 238.117.618)
Nel controllo sull’esecuzione di eventuali lavori di L’aumento del numero di alloggi pubblici a disposizione
ristrutturazione per evitare alloggi in cattive condizioni
per la fascia sociale (alloggi di risulta sono circa 10
all’anno)
Le difficoltà per la proposta per la fascia di disagio sono:
La volontà politica
Gli aspetti positivi della proposta per la fascia sociale sono:
La possibile resistenza da parte di cooperative, ALER, Finanziamenti: disposizione di fondi PRERP (euro
imprese
218.441.209)
La creazione di una certa disponibilità di alloggi da
Le difficoltà per la proposta per la fascia di stabilità sono:
dare in affitto permanente a famiglie che non hanno
La resistenza da parte delle cooperative e delle
possibilità di sostenere un mutuo
imprese a dare una quota di alloggi in affitto
L’estensione delle aree: le quantità di aree da destinare Gli aspetti positivi della proposta per la fascia di stabilità
a edilizia convenzionata dovrebbero essere di notevole sono:
estensione per poter calmierare il mercato privato, ma La disponibilità di finanziamenti pubblici o da consorzi
questo non è realmente possibile
di cooperative
Gli incentivi comunali su ICI o sugli oneri di
urbanizzazione
La possibilità di rendere disponibili per l’acquisto alloggi
a un prezzo equo (15-20% in meno rispetto al libero
mercato)
Contribuire in parte a calmierare il mercato della
vendita e dell’affitto
Proposte e Idee
Garanzia e
coordinamento
Difficoltà ad attuare la proposta
Aspetti positivi della proposta
Costituire una Agenzia che faccia da garante e da intermediario nell’affitto (sul modello della
Agenzia S. Carlo a Milano)
Difficoltà a reperire i finanziamenti e a trovare una fondazione stabile che faccia da garante (per es.
nell’Agenzia S. Carlo c’è Banca Intesa)
Facilitare l’affitto e facilitare il superamento della
diffidenza dei privati ad affittare alloggi sfitti
Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo del fabbisogno abitavo e dell’offerta:
raccolta di dati, fornire informazioni (norme e
agevolazioni), assistenza al disagio sociale,
valutazione delle emergenze, ecc.
Volontà politica
E’ il luogo di raccolta di tutti i dati sulla casa
Il Comune svolgerebbe un ruolo di coordinamento tra
tutti i soggetti pubblici e privati del settore per facilitare
la cooperazione
Sarebbe anche un luogo di incontro di risorse umane e
relazionali del territorio da cui potrebbero emergere
sperimentazioni, idee e potenzialità per nuove politiche
della casa (per es. può essere il luogo di incontro per la
costituzione di nuove cooperative tra soggetti con il
problema casa)
-
-
Recupero degli immobili
Proposte e Idee
Pianificazione
Difficoltà ad attuare la proposta
Aspetti positivi della proposta
Lo sviluppo edilizio residenziale del futuro PRG deve essere indirizzato quasi
esclusivamente al recupero del patrimonio edilizio esistente (centro storico e cascine)
Verificare la reale volontà/scelta politica a frenare ulteriori espansioni delle nuove costruzioni
Reperire le risorse finanziarie per risanare e recuperare
-
Bloccare nuove ed eccessive espansioni del centro
abitato di Trezzo sull’Adda nel territorio agricolo
circostante da tutelare
Valorizzare e mantenere l’identità storica della città
Comodato tra
Recupero da parte del Comune degli edifici Comune e privati* che saranno affittati per un certo numero di anni prima che l’immobile venga restituito
ristrutturato al privato. I finanziamenti per le
ristrutturazioni potrebbero essere in parte
recuperati da un aumento dell’ICI applicata
sugli alloggi sfitti o a canone libero.
Volontà politica ad attivare la proposta
Diffidenza della proprietà privata ad accettare la
proposta
L’intervento andrebbe incontro ai fabbisogni delle fasce
sociali e di disagio in quanto gli alloggi recuperati dal
Comune sarebbero dati in affitto per alcuni anni a un
canone sociale o concordato (in aggiunta ERP)
Contratti di
quartiere*
Ristrutturare le case del centro tramite Contratti di quartiere e destinare gli alloggi
recuperati in parte per l’affitto e in parte per la vendita.
Coordinare comune, cooperative, ALER e proprietà privata
I finanziamenti disponibili per i Contratti di Quartiere
(euro 34.912.486) quasi sicuramente saranno destinati
a soddisfare richieste già fatte in altri Comuni
Possibilità di recuperare una quota di alloggi con
finalità di affitto a canone concordato. L’intervento è
quindi pensato per le fasce di disagio e di stabilità
Sperimentazione
Esiste un progetto pilota e sperimentale di Casa Alloggio del Progetto Mondialità finanziato da Offerta Sociale (vimercatesetrezzese) per ristrutturare case per gli
immigrati
Finanziamenti limitati
Non riesce a soddisfare tutte le necessità di disagio
sociale-abitativo
Il Comune di Trezzo potrebbe farsi promotore a livello
sovracomunale (Offerta Sociale del Vimercatese e
Trezzese) di sperimentazioni innovative sul tema della
casa
Convenzioni
Convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani terra nei centri storici tra Comune e
cooperative sociali del terzo settore
Presenza in centro di troppe banche e agenzie immobiliari che non contribuiscono alla qualificazione
dello spazio pubblico
Rendere più vivibile il centro storico con iniziative
sociali e di commercio equo e/o artigianato
Agevolazioni per la creazione di negozi in
linea con la vocazione territoriale di Trezzo.
*) proposte del SICET
CONFRONTO CON L’UFFICIO TECNICO e L’UFFICIO DI PIANO
A fine febbraio sono state presentate all’ufficio tecnico e all’ufficio di piano del Comune le prime
proposte degli abitanti per una riflessione/verifica comune sui contenuti e sui possibili strumenti da
utilizzare. Lo scopo degli incontri è stato quello di rielaborare obiettivi e valutare gli strumenti attuativi.
Qui di seguito sono riportati gli esiti dei due incontri.
INCONTRI CON L’UFFICIO TECNICO DEL COMUNE: CONFRONTO SULLE PROPOSTE EMERSE DAI TAVOLI DI PARTECIPAZIONE
Durante i primi incontri di febbraio sono state elaborate e raccolte le proposte e le idee degli abitanti per cercare di dare soluzione ai problemi emersi.
Successivamente, martedì 17 febbraio e giovedì 19 febbraio, sono state presentate all’ufficio tecnico e all’ufficio di piano del Comune di Trezzo le prime proposte
degli abitanti per una riflessione/verifica sui contenuti, sui possibili strumenti da utilizzare e sui progetti già esistenti. In queste tabelle sono riportati gli esiti degli
incontri con l’ufficio tecnico che hanno relazione con le proposte emerse dai tavoli di lavoro, suddivisi per tematiche: fiume, territorio e sviluppo produttivo, centri
urbani e casa.
Partecipanti agli incontri: Baio Michela (ufficio di piano); Barzaghi Massimo (ufficio lavori pubblici); Bonetti Luca (consulente studio urbanistica Formaurbis);
Colombo Monica (ufficio di piano); Crippa Elide (ufficio tecnico); Geronimi Luisa (ufficio di piano); Pecora Luigi (ufficio di piano); Pozzi Carlo (ufficio ecologia); Pozzi
Fabio (responsabile ufficio tecnico); Rodda Luca (vicesindaco e assessore urbanistica).
IL FIUME ADDA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI E PROPOSTE
Mobilità dentro e fuori il
Delibera del Consiglio Comunale della metà degli anni ’90
fiume:
relativa ai percorsi ciclabili e pedonali di relazione tra territorio
costruire percorsi ciclodel fiume, della campagna e dell’area urbana di Trezzo s/Adda. pedonali per unire il territorio
Solo in parte sono stati realizzati.
del fiume con il territorio
agricolo e urbano
Regole insediative:
creare le condizioni per
spostare le attività produttive
dal fiume e ripristinare
l’ambiente
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Definire una strategia generale.
Strumenti possibili: PRG e piano dei servizi
Il PRG può individuare nuove aree, ma non è sufficiente per
ricollocare in altre aree le attività produttive più impattanti.
Esistono problematiche in termini di investimenti da parte
dell’azienda e di quali nuove attività potrebbero subentrare
nell’area liberata. E’ più realistico lavorare sulla diversificazione
e sugli strumenti di governo, limitazione e controllo, piuttosto
che sull’individuazione di nuove aree.
IL FIUME ADDA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI E PROPOSTE
Opere di collettamento della rete fognaria al nuovo depuratore
di Cassano.
Inquinamento delle acque:
creare le condizioni per
depurare tutte le acque
reflue del territorio di Trezzo
Secondo una delibera della giunta di 4-5 anni fa nuovi interventi
edilizi hanno l’obbligo di prevedere la separazione delle acque
bianche e nere per ottimizzare la funzionalità della rete fognaria
(e depuratore). Nel caso della residenza le acque meteoriche
vengono disperse nel terreno, mentre nel caso delle aree
industriali solo le acque di prima pioggia vengono disperse nel
terreno, quelle di seconda sono convogliate in pozzi disperdenti.
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Completare/ottimizzare gli interventi di collettamento della rete
fognaria al depuratore di Cassano. Oggi circa il 60-70% delle
acque reflue di Trezzo è convogliata al depuratore di Cassano.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di raggiungere la quota di
depurazione del 100% con interventi di idraulica, nonostante le
difficoltà tecniche, economiche e gestionali.
Si sottolinea però anche la non convenienza da parte del
comune di investire in progetti costosi, legata alla transizione
dal comune a un ente terzo, nel breve periodo, della gestione
della rete fognaria (secondo le disposizioni normative vigenti:
legge Galli).
Ottimizzare l’utilizzo del depuratore e delle fognature attraverso
la separazione delle acque (non delle reti) bianche e nere, in
parte e anche per il patrimonio costruito esistente.
Creare in accordo con altri comuni (anche dell’isola
bergamasca, come Capriate S.Gervasio) i presupposti per
affrontare seriamente il problema degli scarichi nel fiume.
IL FIUME ADDA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI E PROPOSTE
Fruizione:
Il comune collabora nella gestione del turismo e nei progetti incentivare un turismo di tipo
didattico – scolastico legato
proposti dalle associazioni locali.
all’ecosistema del fiume e al
suo territorio
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Sostenere interventi di qualità e didattici sul fiume.
Trovare spazi adeguati e ottenere le autorizzazioni per una
sede delle associazioni: lungo il fiume sono presenti alcune
strutture abbandonate.
Fruizione:
Piano di recupero di una cascina lungo l’Adda, che prevede il
progetto di un privato chiamato “Scuola Natura” dove sarà sensibilizzare i cittadini sulle Fare una campagna di pulizia dell’alzaia e del territorio fluviale
realizzata un’attività produzione miele e allevamento animali, problematiche della fauna e ogni due mesi circa.
della flora dell’Adda
con scopi anche di turismo didattico
TERRITORIO E SVILUPPO PRODUTTIVO
PROGETTI UFFICIO TECNICO
Nel PIP dell’area artigianale di 15/16 anni fa il comune aveva
previsto come urbanizzazione secondaria un Centro Servizi su
un’area pubblica ma ad oggi è ancora il magazzino comunale.
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Politiche:
incentivare un’agricoltura
sostenibile, attraverso
progetti sperimentali volti a
produrre una gamma
completa di prodotti
certificati
Favorire un’agricoltura di qualità con interventi specifici che
considerino anche la presenza del Parco Adda Nord, il Piano di
Settore Agricolo Provinciale, le reti ecologiche del PTCP.
Gli agricoltori non possono pretendere solo di essere tutelati
dalle espansioni, ma devono proporre un’attività di
riqualificazione, che come altre, abbia un valore aggiunto.
Politiche:
realizzare un centro servizi
per le imprese
Innescare un meccanismo economico per riqualificare l’area
industriale utilizzando l’area liberata dallo spostamento del
casello per realizzare un centro servizi (sportelli bancari, uffici
pubblici, centro lavoro, associazioni di categoria, luoghi di
formazione) di interesse anche sovracomunale.
Inoltre nel P.I.P degli anni ’70 non sono state realizzate le aree
a standard, che potrebbero essere riconsiderate per realizzare
un Centro Servizi dislocato in più punti nell’area industriale.
Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a livello
intercomunale.
TERRITORIO E SVILUPPO PRODUTTIVO
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI E PROPOSTE
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Territorio:
individuare tipo di sviluppo
dell’area industriale diverso
dalla logistica e dalla grande
distribuzione
Individuare degli strumenti che disincentivino l’insediarsi di certi
tipi di attività non in quanto tali, ma in perché il loro possibile
insediamento
consumerebbe
ulteriore
territorio.
L’individuazione di nuove aree non è sufficiente a riqualificare
l’area produttiva attuale. Ogni caso deve essere affrontato
come caso specifico.
Mobilità
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un servizio di
trasporto pubblico per raggiungere le attività produttive.
CENTRI URBANI
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Progetto “Adda, città e commercio” sovracomunale: lavorare
insieme tra Comuni dell’area dell’Adda e commercianti per
creare un’idea su come mantenere vive le realtà cittadine.
Qualità del commercio nei
centri urbani
In genere non esiste dialogo e confronto tra uffici tecnici dei
diversi comuni: gli unici momenti sono per risolvere dubbi
tecnici sulle procedure da seguire.
Creare parcheggi in
prossimità del centro storico
Occorre prevedere delle modalità di arrivo e accessibilità in
centro differenziata in base al mezzo di trasporto (auto, bici,
mezzo pubblico) e costruire un sistema di parcheggi integrato
(alcuni anche a pagamento) favorendo la gestione
pubblico/privato dei parcheggi (es. Cooperativa Castello in
p.zza Gorizia).
Piano dei parcheggi esistente
CENTRI URBANI
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Mobilità alternativa all’auto:
Chiusura al traffico del centro storico in occasione di alcune creare momenti (ad es. nei
iniziative e manifestazioni nei fine settimana
fine settimana) di chiusura
del centro storico alle auto
Occorre lavorare in modo graduale, a partire per esempio da
un elemento puntuale (piazza Libertà) per cercare di affrontare
la complessità del problema, che non è solo architettonico ma
è anche un problema di cambiamento culturale nell’uso
dell’automobile.
Mobilità alternativa all’auto:
creare una rete di percorsi
Progetto delle scuole medie con i vigili urbani sui percorsi
pedonali e ciclabili per
ciclabili
spostarsi nei luoghi più
importanti di Trezzo
Fare previsioni all’interno del nuovo PRG che consentano poi
di aggiornare e migliorare con una variante anche il PUT
esistente.
Attualmente non esistono progetti e strumenti di indirizzo
organico che costruiscano una rete di percorsi pedonali e
ciclabili, per indirizzare anche le trasformazioni delle strade e
delle piazze (alcune già realizzate e irreversibili). Il PUT
approvato è molto teorico e poco concreto. Non c’è un
coordinamento tra i diversi strumenti: manca una strategia
unitaria. C’è anche una difficoltà all’ascolto di un sistema di
attori (abitanti e ragazzi) che richiedono maggiore impegno
nel gestire e risolvere la complessità del tema: oggi è cresciuta
la sensibilità e la cultura sul tema della mobilità alternativa
all’automobile.
Mobilità alternativa all’auto:
Navetta trasporto pubblico per il mercato settimanale: è poco
Creare un servizio di
utilizzata anche se è stata pubblicizzata e nonostante le trasporto pubblico urbano
sperimentazioni fatte in diversi orari.
adeguato alle esigenze della
popolazione
Un mezzo di trasporto pubblico locale non starebbe in piedi
economicamente per lo scarso utilizzo che avrebbe. E’
preferibile investire nella costruzione di un sistema di parcheggi
e nello sviluppare strategie di mobilità ciclabile urbana
(economicamente più gestibile).
CENTRI URBANI
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Piano attuativo (P.P. zona D7 via Mazzini) in un’area vicino al casello
ancora in fase d’approvazione, con un progetto promosso dal “Live Sport, cultura e tempo libero
Club” per un’area polifunzionale, contenente anche una proposta di
centro polifunzionale
convenzione pubblico/privato per la gestione degli spazi e di diverse
culturale e per i giovani
attività culturali, sociali, ricreative e ricettive.
Impianti sportivi monotematici: interventi e progetti puntuali.
Bocciofila a Concesa come esempio positivo di trasformazione e
recupero di un’area come luogo di aggregazione sociale oltre che
sportivo.
Progetto centro sportivo di calcio (con anche una pista podistica)
nell’area agricola al di là della tangenziale di 60.000 mq – Tritium
Calcio gestione.
Dovrebbero essere progettati spazi sportivi considerandoli anche
come luoghi di socializzazione aperti a tutti i cittadini. Invece lo sport
è fortemente connotato dalle società sportive presenti: spazi sportivi
Sport, cultura e tempo libero come luoghi esclusivamente agonistici e c’è una mancanza di
volontà a condividere gli spazi e a coordinarsi da parte delle
riqualificare e potenziare i Associazioni Sportive. Sarebbe importante e utile istituire una
centri sportivi esistenti
Consulta delle associazione sportive. E’ inoltre auspicabile
sviluppare una migliore viabilità e connessione tra i luoghi dello sport
e della città: mancano piste ciclabili (per es. scuole – sport) e i
parcheggi (per es. Bocciofila Concesa).
Progetto Piazza Libertà. Situazione storicamente consolidata: la
presenza di parcheggi per condomini, negozi e uffici comunali, la
struttura urbana di Trezzo hanno reso difficile e conflittuale ogni Sport, cultura e tempo libero
Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso l’organizzazione
cambiamento e miglioramento proposto. E’ stato un processo lungo: il attrezzare e abbellire le piazze
di manifestazioni turistiche, culturali, ricreative, mercatini, ecc.
1° concorso di idee per la piazza risale al 1991. Il problema più
grosso è stato quello dei parcheggi.
Progetti nei parchi storici (es. parco Villa Comunale) e nei parchi Sport, cultura e tempo libero
urbani esistenti (P.zza Gorizia, via XI febbraio) con interventi di riqualificare i parchi urbani
Attualmente non ci sono progetti per nuovi parchi urbani, sarebbe
manutenzione e riqualificazione del verde e delle attrezzature per la
attrezzandoli e valorizzando auspicabile un progetto strategico relazionato anche con il sistema
fruizione.
della mobilità ciclabile e dei luoghi dello sport.
l’aspetto
Piano del verde: censimento essenze arboree, consulenza agronomo,
naturalistico/ambientale
piano molto teorico e poco pratico.
LA CASA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
Quantità di case di proprietà comunale e ALER (ERP) che
riescono a fare fronte al disagio sociale più grave in modo
abbastanza adeguato. La difficoltà è nel reperire risorse
economiche (oltre ai fondi regionali) per garantire qualità degli
alloggi, la manutenzione e il recupero.
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Occorre sviluppare una capacità di lettura della domanda e del
disagio che sia più attenta ai cambiamenti nel tempo. La
quantità di alloggi pubblici (ALER e comunali) è abbastanza
buona (300 alloggi) per la realtà di Trezzo: occorre invece
modificare/migliorare le regole di gestione dell’assegnazione
degli alloggi nel tempo al mutare delle situazioni (flessibilità). A
Disagio abitativo:
volte succede che le condizioni economiche degli inquilini nel
Offrire tipologie di abitazione tempo migliorano, aumenta solo il canone ma l’alloggio resta
diverse in base ai bisogni e al occupato e non disponibile per affrontare il disagio di altri
reddito delle persone.
soggetti.
L’opera Pia e il Progetto Mondialità (Terzo Settore) si occupano
di dare alloggi in affitto per alcune fasce sociali (anziani e
immigrati). Anche se è un’offerta di dimensioni modeste
garantisce alloggi a un affitto moderato.
Disagio abitativo:
utilizzare le aree per l’edilizia
Edilizia convenzionata PEEP vigente: prevede assegnazioni e
pubblica/convenzionata in
convenzioni agevolate con le cooperative per dare in affitto
modo strategico per
parte degli alloggi per 8 anni.
soddisfare le diverse esigenze
della popolazione
LA CASA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
Convenzioni negli interventi privati (P.R. e P.I.R.) e delle cooperative
in cui si impone la vendita e/o affitto a prezzi concordati. Anche se è
un’offerta di dimensioni modeste garantisce la presenza di alloggi a
un affitto moderato.
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Disagio abitativo:
costituire una Agenzia
sociale per la casa e l’affitto
che faccia da garante e da
intermediario tra le parti
Occorre coordinare le necessità delle fasce con disagio sociale e la
definizione di regole di gestione e assegnazione degli alloggi (ruolo
del settore pubblico). Potrebbe anche in qualche modo essere
occasione per cercare di risolvere il problema di stigmatizzazione
delle case popolari: la fascia sociale media anche se in difficoltà
difficilmente fa richiesta di case popolari. Cause: visibilità del disagio;
bassa qualità architettonica delle case; cultura della casa di
proprietà.
Inoltre vi è una concentrazione di molti immigrati nelle case popolari:
rischio di ghettizzazione.
Disagio abitativo:
Istituire presso il Comune un
Punto unico di raccordo
dell’offerta e del fabbisogno
abitavo
Il tema della casa andrebbe affrontato in termini più integrati a causa
della sua visibilità e trasversalità. Se non si fa una buona politica
della casa si incrementa anche il disagio sociale e quindi si potrebbe
cominciare da un luogo di analisi e proposta di politiche (anche
sovracomunale): valutazione e indagine della reale domanda e del
disagio, anche per le fasce sociali medie e i soggetti con
caratteristiche sociali differenti direttamente coinvolti dal problema
casa: giovani, single, divorziati, immigrati, anziani, precarietà
lavorativa, ecc.
Disagio abitativo:
Prevedere forme di accordo
tra Comune e privati per
garantire affitti adeguati
Il problema più grave ed esteso riguarda le fasce sociali a reddito
medio: grande domanda e potenzialità di disagio (precarietà). Pur
non soddisfando la domanda di affitto e non risolvendo il problema
dei costi elevatissimi dei canoni, si potrebbe incentivare la diffusione
di case di cooperative e di edilizia convenzionata, anche per
l’acquisto a prezzi più bassi del libero mercato (calmierazione).
LA CASA
PROGETTI UFFICIO TECNICO
TEMI
ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO
Stanziamento ed erogazione di contributi pubblici per interventi
di recupero nel centro storico e oneri di urbanizzazione non
aumentati negli ultimi anni per le zone A. Sono state fatte
pochissime richieste di contributi: gli incentivi economici non
sono sufficienti.
Recupero e qualità:
recuperare il patrimonio
edilizio esistente (centro
storico e cascine) piuttosto
che costruire nuove case
L’incentivo economico fallisce su esigenze generalizzate,
mentre dovrebbe essere indirizzato su esigenze più specifiche.
La volontà a recuperare è fortemente influenzata da esigenze
personali della proprietà privata che non sempre può avere
interesse a intervenire (nonostante gli incentivi economici). Un
discorso analogo è per gli incrementi volumetrici: possono
valere solo per il nuovo e per le imprese.
CONFRONTO CON ALTRE ESPERIENZE
Negli incontri di marzo sono stati organizzati quattro seminari pubblici in cui sono state presentate
delle esperienze significative (buone pratiche) di come altri comuni hanno risolto problemi simili a
quelli di Trezzo sull’Adda. L’obiettivo degli incontri è stato quello di ridefinire e arricchire le proposte
per Trezzo a partire dagli stimoli e dal confronto con altre strategie progettuali.
Tavolo del Fiume Adda – 2 marzo 2004
PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZA DEL CONTRATTO DI FIUME OLONA
Prof. Magnaghi Alberto
ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO
Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Baggioli Angelo; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Barzaghi Maurizio (comitato
centro Adda); Biocchi Claudia; Caccia Giorgio (coop. sociale il castello); Carrera Elena (ufficio Stampa Trezzo); Cereda Giuseppe
(Assessore lavori pubblici di Trezzo); Cereda Paola; Cipriani Danilo; Clerici Giorgio (Trezzo Kayak); Cologni Fabio (WWF); Colombo
GianLuigi (Sicet); Colantoni Aldo; Colombo Nino (ACU); Colombo Monica (Ufficio di Piano); Cornago Davide (formaurbis); Facchetti
Luigi (Pescatori Tritium); Farchi Bernardino (Parco Adda Nord); Gallo Luigi; Geronimi Luisa (Ufficio di Piano); Ghinzani Vincenzo;
Grandi Federica (Legambiente e ProLoco); Maviglia Roberto (assessore ambiente di Cassano); Mazza Pietro (commercianti);
Milanesi Roberto (Sindaco di Trezzo); Mosca Michele (consigliere Parco Adda Nord); Palinuri Stenio; Pecora Luigi (Ufficio di Piano);
Pisoni Marco; Villa Alessandro (WWF).
PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO
Perché la scelta di
presentare
l’esperienza del
Contratto di fiume
L’idea di proporre come buona pratica l’esperienza del Contratto di fiume nasce dalle seguenti valutazioni:
1. La necessità di ripensare la questione fiume al di fuori dei perimetri comunali e di costruire alleanze
sovralocali il cui elemento di unione sia il fiume.
2. La necessità di integrare diversi ambiti di azione: quando si parla di fiume si fa riferimento a più
elementi – inquinamento delle acque, fruizione, reti ecologiche ecc. – che è importante considerare in
modo integrato per definire delle politiche coerenti.
3. E’ un patto volontario, non presuppone reti gerarchiche tra i partecipanti e garantisce la visibilità di
tutti gli attori che partecipano.
4. Ha forti connotazioni ecologiche.
Il Contratto di fiume è un contratto tra diversi attori che hanno interessi intorno all’elemento “fiume”. E’
volto alla riqualificazione e allo sviluppo del sistema fluviale e del territorio.
Nasce dalla consapevolezza che il fiume, con il processo di industrializzazione, ha perso la connotazione
di risorsa, di elemento di identità, ricchezza e accrescimento del valore del territorio per trasformarsi in
“retro” e scarico di sostanze inquinanti. E’ all’interno di una logica di riduzione e contenimento degli effetti
Che cos’è il Contratto negativi che si iscrivono le politiche fluviali tradizionali, legate alla riduzione del rischio idraulico ed
di fiume
inquinologico.
Il contratto di fiume vuole essere invece uno strumento innovativo che tenta di superare la logica di
“riduzione del rischio”, per risolvere le cause che hanno portato alla perdita di valore del fiume: consiste
nell’individuare una strategia complessiva a partire da tutte le relazioni orizzontali tra fiume, aree urbane,
aree agricole e le interazioni che si instaurano tra economia, paesaggio, ambiente, fruizione dei luoghi.
Il Contratto di Fiume
Olona
Il Contratto di Fiume Olona nasce nel 2003 su volontà della Regione Lombardia, in continuità con un
precedente lavoro di analisi sui sistemi fluviali del Lambro-Seveso-Olona.
La formula del Contratto di fiume Olona si rifà a delle prime esperienze europee maturate in Belgio e in
Francia a partire dagli anni ’90. Normativamente si inserisce all’interno della L.R. 14/3/2003 n. 2 relativa
alla Programmazione Negoziata Regionale e in modo particolare all’Accordo quadro di sviluppo del
territorio.
L’area dei fiumi Lambro, Seveso e Olona è un’area ad alto rischio ambientale. Dallo studio sull’area,
condotto in gemellaggio con l’esperienza della Ruhr a partire dal 1988, emerge l’inefficacia delle politiche
regionali rivolte alle riduzione del rischio. Da qui la valutazione che per un reale risanamento dell’area
occorre ripensare al rapporto tra abitanti e territorio ricostruendone le relazioni virtuose e,
successivamente, l’idea di costituire un Contratto di fiume.
Il Contratto di fiume nasce in seguito ad un lavoro di un anno volto alla conoscenza del bacino idrografico
e del patrimonio territoriale e ambientale, alla ricognizione di tutti i progetti esistenti, delle potenzialità del
territorio e alla costruzione di uno scenario strategico per il 2016 (termine fissato dalla UE per il
raggiungimento di standard di risanamento fluviale).
Come si può intuire dalla parola “contratto”, si tratta di un accordo la cui adesione è su base volontaria.
Firmatari del contratto sono tutti i principali Enti che hanno interessi lungo il fiume (la Regione, i Comuni
del bacino idrografico, la Provincia, l’ARPA, gli ATO, l’Autorità del bacino del Po, i Parchi, ecc.). Dato il
suo costituirsi dall’alto, per volontà della Regione, non ci sono tra i firmatati del contratto le associazioni.
Il Contratto è uno strumento senza portafoglio, ma ha la capacità di indirizzare i fondi delle diverse
divisioni interessate rispetto al programma definito dal Contratto di fiume.
Il Contratto poggia sul riconoscimento di quattro obiettivi da prendere in esame congiuntamente nella
definizione e valutazione preliminare delle azioni e delle politiche da intraprendere:
1. riduzione rischio inquinologico
2. riduzione rischio idraulico
3. reti ecologiche
4. fruizione
La valutazione delle politiche, in base ai quattro obiettivi avviene attraverso un Modello di valutazione
polivalente, che permette di valutare ogni singola politica di un Comune o di più Comuni o regionale in
funzione del sistema complessivo fluviale e in relazione ai quattro obiettivi.
Un’altra esperienza relativa al Contratto di Fiume è maturata in Toscana. A differenza di quella del fiume
Olona è un’esperienza che nasce dal basso: i comuni rivieraschi e le associazioni presenti lungo l’Arno si
sono riuniti e hanno formato l’Associazione per l’Arno (Onlus). L’obiettivo è il rilancio della cultura del
fiume nel territorio, poiché i sistemi fluviali sono considerati come occasione di accrescimento del valore
Un’altra esperienza: il del proprio territorio.
Contratto di fiume Un’iniziativa significativa svolta all’interno del processo di costruzione del Contratto è stata quella di un
Arno
gruppo di persone (cavalieri, canoisti e ciclisti) che in 10 giorni sono discesi lungo il fiume Arno facendo
delle tappe in alcune città lungo il percorso allo scopo di diffondere la cultura storica del fiume e
raccontare i problemi di chi lo vive, da dentro o lungo l’argine, per affrontarli successivamente. E’ stata la
prima esperienza che ha legato gli abitanti e ha contribuito a creare un senso di appartenenza al sistema
fluviale.
Si ritiene più adatto un processo che nasca dal basso come nel caso dell’Arno dove tutti i soggetti
firmatari, anche le associazioni, hanno un loro peso. L’Adda è un fiume con problematicità ben diverse
Elementi emersi dalla rispetto a quelle dell’Olona, problematiche legate alla qualificazione territoriale e non all’emergenza. Il
discussione:
quale contratto di fiume si potrebbe sviluppare su un progetto fiume-territorio dove il problema inquinamento è
contratto per il fiume occasione per una riqualificazione più ampia.
Adda?
Il Parco Adda Nord potrebbe svolgere la funzione di segreteria e di promotore del processo, in quanto ha
già un Ufficio Fiume che tratta le questioni contingenti ed emergenziali.
ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO
Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa l’esperienza
presentata. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di
approfondimento personale. Sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove
aggiungere eventuali commenti e osservazioni.
Sono state riconsegnate 12 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti.
Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa al Contratto del fiume Olona?
5
4
3
2
1
Non so
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
3 preferenze
5 preferenze
4 preferenze
----
Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti
Le potenzialità ravvisate:
1. L’esperienza dal basso
Interessante l’esperienza Toscana dell’Arno nata dal basso.
Ho trovato interessante e logico collaborare con le diverse realtà locali (comuni) e lavorare non solo lungo l’asta fluviale ma sul
territorio
2. L’esistenza di rapporti non gerarchici
Ho trovato di buon auspicio l’iniziativa dell’Arno: anche i “piccoli” (le associazioni, i cittadini, ecc.) possono contare, anzi devono
contare in un processo costruttivo.
3. Condivisione di problemi e obiettivi
Positivo è il fatto che i comuni si sono uniti su un progetto/problema comune e insieme hanno poi richiamato a sé altre realtà e
istituzioni.
Positivo: definire gli obiettivi da raggiungere in modo da valutarli in contemporanea.
Positivo: i quattro obiettivi.
L’affrontare i problemi a monte, prima che si presentino.
4. Il processo per arrivare alla definizione del contratto di fiume
E’ interessante fare prima un incontro tra i comuni, il Parco dell’Adda Nord per poi arrivare a un contratto di fiume.
Le perplessità e le difficoltà:
1. Conflitti di interessi
Difficoltà a unire gli interessi di molti soggetti.
2. Partecipazione effettiva delle associazioni
Negativo: la troppa presenza di istituzioni facilmente potrà escludere una partecipazione di associazioni e cittadini.
Mi lascia perplesso il peso istituzionale che potrebbe avere lo strumento “contratto” di fronte alle grandi opere in via di
realizzazione (autostrade, ponti, ecc.).
3. L’esperienza dall’alto
Sono perplessa sull’esperienza che parte dalla Regione, dall’alto.
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
6 preferenze
3 preferenze
2 preferenze
1 preferenza
Commenti
Trovo più interessante l’esperienza dell’Arno che è nata “dal basso”.
Modificare l’esperienza rispetto ai problemi specifici dell’Adda.
L’Adda è più una risorsa che un rischio. Forse sono troppo ottimista?
E’ importante partire dai problemi che coinvolgono localmente e che sono ben conosciuti da chi fruisce il fiume. Perciò è importante
che sia la base (comuni, associazioni) a coinvolgere Provincia e Regione.
Tavolo della Casa – 4 marzo 2004
PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZE DI:
A) AGENZIA SOCIALE PER LA CASA, Fondazione S. Carlo di Milano – direttore Sala Giuseppe
B) AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA, Associazione ALISEI – arch. Cusatelli Giuseppe
ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO
Albani Fabio; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Carcassola Giuseppe (ACLI); Carzaniga Riccardo (ACLI); Colombo
GianLuigi (Sicet); Colombo Giorgio (Assessore Servizi Sociali); Colombo Guido; Cornago Davide (Formaurbis); Ghinzani Vincenzo;
Innocenti Luigi Romano; Leoni Guido (Progetto Mondialità); Mazza Pietro (commerciante); Milanese Giuseppe (Offerta Sociale);
Riva Andrea (FNP CISL); Rodda Luca (Assessore Urbanistica); Roncalli Emilio (ACLI); Ronchi Arianna (Progetto EQUAL “Tetto per
tutti”); Sarubbi Gianfranco (Assessore Casa); Venezia Sergio (CISL Brianza, Associazione Mondo Comunità e Famiglia, Tavolo
Nuove Povertà Offerta Sociale).
PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO
A) AGENZIA SOCIALE PER
La Fondazione S. Carlo è una ONLUS di cui sono soci la Caritas
Che cos’è la Fondazione
LA CASA – FONDAZIONE S.
e la Diocesi di Milano che interviene sul terreno delle
San Carlo
CARLO DI MILANO
problematiche relative alla casa e al lavoro.
Il problema casa
Per cercare di capire “che cosa si può fare” è importante cercare
una risposta a “Cosa sta succedendo?”, ossia interpretare le
dinamiche in atto sul tema della casa.
Dai dati della Borsa immobiliare di Milano emerge come i costi
delle case siano aumentati in un anno almeno del 10%. Siamo di
fronte a una situazione di mercato drogato, le leggi economiche
della domanda e dell’offerta sono saltate. C’è infatti sia una
grossa domanda che una grossa offerta di case inelusa (ci sono
molte case vuote di standard medio-alto). Spesso chi compra non
ha bisogno della casa, ma lo fa per una logica di investimento
legata alla crisi del mercato finanziario e alla casa considerata
come bene rifugio. Ciò crea una distorsione del mercato che
acuisce i problemi di chi ha veramente bisogno di una casa. I
problemi sono molto complessi sia per l’affitto che per l’acquisto.
Esiste un rapporto stretto tra l’affitto e l’acquisto: otto famiglie su
dieci sono proprietari di casa. Dato che incide sull’affitto. Il
mercato dell’affitto (a differenza di quello dell’acquisto) funziona in
base alle “classiche” regole economiche: bassa è l’offerta di case
in affitto, alta è la domanda, da qui gli alti costi dei canoni.
L’offerta di case in affitto spesso è all’interno di case fatiscenti, in
aree degradate dove i costi per la ristrutturazione sarebbero molto
alti e non convenienti economicamente. E’ quindi un’offerta che si
indirizza alle fasce più deboli, agli immigrati, a chi perde lavoro,
agli anziani e che innesca un circolo vizioso che produce processi
di degrado ambientali, economici ma soprattutto sociali.
Un altro aspetto del problema è legato a persone che pur avendo
un buon reddito non offrono garanzie sufficienti alle banche per
poter accendere un mutuo. Si tratta sia di immigrati con un buon
lavoro, sia giovani che sono sul mercato del lavoro con contratti a
tempo determinato. Da qui la strada obbligata per questi settori
sociali di prendere casa in affitto pagando alti canoni. L’alto
canone, soprattutto per gli immigrati, è richiesto anche per coprire
il rischio percepito dai proprietari della casa.
Per quanto riguarda l’affitto è più difficile: di fronte alla diffidenza
di chi affitta c’è poco da fare, le pratiche sperimentate incidono
poco. Le esperienze sono quelle di cercare delle forme di
garanzia, con la fondazione che fa da garante. E’ risultato più
efficace il caso recente di Sesto San Giovanni dove è lo stesso
Comune a fare da garante e da interlocutore con il privato,
avendo poi la possibilità di subaffittare e gestire con i suoi criteri.
Una pratica sperimentata dalla fondazione S. Carlo che è risultata
funzionare meglio riguarda l’acquisto. Per sopperire al problema
delle garanzie per il mutuo bancario, l’acquisto viene fatto da un
terzo soggetto (la Fondazione San Carlo) che tratta con la banca,
in modo che alla fondazione risulti intestata la proprietà
dell’alloggio, mentre il mutuo è associato alla persona che intende
acquistare casa. Quando la persona ha finito di pagare il mutuo si
fa una secondo rogito per il passaggio di proprietà dalla
fondazione a chi ha pagato il mutuo. E’ uno strumento che
funziona bene perché la proprietà resta alla fondazione fino al
termine del mutuo e nel frattempo la persona ha sempre la
possibilità di cambiare idea e scegliere di passare all’affitto
serenamente.
Cosa si può fare: buone
Un’altra pratica consiste in forme di prestito restituibile in un certo
pratiche
numero di anni sotto forma di fondo di garanzia, tra banca e
associazione. La pratica è efficace per quelle fasce deboli che
devono sopportare le spese degli anticipi dei mesi di affitto e le
spese di trasloco e allacciamento alle reti. Un esempio è il
progetto “Una Tetto per Tutti” del Vimercatese-Trezzese di Offerta
Sociale.
Infine un ruolo di controbilanciamento del mercato delle case può
essere giocato dal soggetto pubblico mettendo in circolo le case
sfitte. Inoltre può agire in direzione del contenimento dei costi
stabilendo standard delle case offerte. Infatti, se 100 è il costo
totale di una casa, 30 è il costo del terreno, 30 il costo di
costruzione, 15 gli oneri finanziari e le tasse, 20 gli oneri di
urbanizzazione. E’ possibile quindi costruire riducendo i costi al
50% agendo sul contenimento dei costi per l’acquisto del terreno,
riducendo gli oneri di urbanizzazione e i costi di costruzione con
progetti a standard inferiori ma che garantiscano comunque
qualità.
La dimensione territoriale l’attuazione politiche efficaci sulla casa
è la scala sovracomunale, in quanto garantisce che non si creino
squilibri tra un Comune e un altro.
B) AUTOCOSTRUZIONE
ASSOCIATA
La buona pratica presentata dall’Arch. Cusatelli è rappresentata
da alcune esperienze pilota che in Italia hanno interessato finora
circa 100 costruzioni.
Di che cosa si tratta
E’ una forma di evoluzione di impresa a profitto sociale che nasce
dalla constatazione che gli operatori tradizionali (le cooperative)
non riescono a dare una risposta esaustiva al problema casa.
Consiste in una soluzione originale e pragmatica, senza forme di
tutela assistenziale, in quanto il processo è autogestito dall’utenza
stessa: le persone che hanno un bisogno di casa e che si rendono
disponibili all’esperienza, danno luogo ad un processo collettivo di
costruzione della propria casa.
Ciò è possibile anche senza avere competenze professionali,
secondo il modello della “cultura Ikea”. Ovvero l’acquisto di un
“pacchetto” che tutti possono essere in grado di montare
ottendendo per esempio una cucina, esportato nella costruzione
di abitazioni: questo è possibile perché si progettano materiali e
prodotti ad elevato contenuto tecnologico che consentono
l’abbassamento del livello di professionalità richiesto in fase di
costruzione. Al contrario un mattone è un prodotto edilizio a basso
valore tecnologico che richiede un’elevata professionalità per
costruire un muro, per esempio.
Gli elementi positivi riguardano diverse dimensioni:
1. Dimensioni sociali:
Crea spazi di socializzazione collettiva: il processo di
autocostruzione permette di progettare lo spazio della
quotidianità, del vivere insieme
Si ricostruisce una rapporto di identificazione con il
luogo: le relazioni con gli altri e con il luogo che si
creano durante il processo di autocostruzione
contribuiscano a creare un senso di appartenenza che
in genere non esiste comprando una casa in funzione
del solo parametro economico.
Esiste un coinvolgimento di tutte le componenti familiari
e sviluppa processi di integrazione accelerata di
persone e famiglie extracomunitarie con persone e
famiglie italiane.
2. Dimensione economica:
Permette di abbattere i costi fino al 30 – 40% (per es.
500 euro/mq)
La cooperativa di autocostruttori chiede un mutuo a una
banca dietro garanzia della società di gestione o
dell’ente pubblico (regione, comune), che rende
possibile anche il pagamento del mutuo da parte degli
abitanti una volta entrati a vivere nelle abitazioni
costruite (non avendo così più l’affitto da pagare).
1.
Gli attori principali del
processo di
autocostruzione
2.
3.
Il lavoro collettivo
L’Ente locale: ha la responsabilità di definire il piano di zona
finalizzandolo
anche
all’autocostruzione
mediante
convenzioni che definiscano la cessione delle aree e
destinando una % delle aree a questa sperimentazione. Per
esempio in Emilia Romagna il 20% delle aree 167 sono state
destinate all’autocostruzione.
La società di gestione: un’impresa sociale che sovrintende a
tutta l’organizzazione, dalla stesura del progetto, alla
gestione tecnico-economica, al processo edilizio e
costruttivo.
La cooperativa di autocostruttori: la creazione di una
cooperativa di autocostruttori definisce uno statuto giuridico
che garantisce le persone che si auto-costruiscono la casa.
Verrà sciolta a lavori ultimati.
E’ il vero capitale, il maggior investimento messo dalle persone
che si impegnano per due anni circa a dedicare tutti i sabati e le
domeniche alla costruzione delle abitazioni. Vi sono delle regole
organizzative per garantire il funzionamento del lavoro collettivo:
non è consentito il lavoro conto terzi o finalizzato allo
scambio economico-commerciale
nessuno conosce quale sarà la sua casa fino alla fine del
processo di costruzione, quando avverrà a sorteggio
non è possibile monetizzare il proprio tempo di lavoro nel
cantiere
Il progetto e il cantiere
ALTRI ELEMENTI EMERSI
DALLA DISCUSSIONE
Fondamentale è la fase preliminare del progetto con un processo
partecipato tra l’architetto e il gruppo di autocostruttori. Il progetto
deve essere illustrato dall’architetto come un manuale di
istruzioni, affinché avvenga un processo di alfabetizzazione alla
costruzione delle case.
I soggetti che partecipano al processo collettivo sono:
l’architetto che si occupa del progetto, della direzione lavori,
del responsabile del cantiere, del coordinamento e della
sicurezza.
un tutor degli impianti elettrici, uno degli impianti idrosanitari
e un capomastro che garantiscono il rispetto delle normative
e formano e assistono un gruppo ristretto di autocostruttori
che si occupano di seguire questi ambiti
un mediatore sociale che si occupa di gestire le dinamiche di
gruppo, prevenire e risolvere le eventuali conflittualità.
1.
Scarsa richiesta di Fondi a disposizione:
Spesso i fondi messi a disposizione dalla Regione rimangono
inutilizzati poiché i comuni non fanno richiesta. I motivi sono:
- gli amministratori politici “vogliono evitare altre tegole
sulla testa”, ossia non hanno il coraggio di affrontare la
gestione di situazioni socialmente delicate e difficili.
- i contributi regionali vanno a coprire solo parte dei costi;
la restante parte è a carico dei comuni che con i tagli
delle risorse non facilmente reperibili.
2.
Integrazione tra settori che si occupano di casa: viene
proposto di integrare i lavori del Piano regolatore partecipato
sulla casa con il Tavolo sulle nuove povertà istituto
nell’ambito dei Piani di Zona.
ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO
Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa le
esperienze presentate. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di
approfondimento personale. Per ogni esperienza sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite
crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni.
Sono state riconsegnate 15 schede, di cui una compilata solo parzialmente. Riportiamo qui di seguito gli esiti.
A) AGENZIA SOCIALE PER LA CASA, Fondazione S. Carlo di Milano – direttore Sala Giuseppe
Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa all’Agenzia sociale per l’affitto?
5
4
3
2
2
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
Non so
3 preferenze
5 preferenze
5 preferenze
1 preferenza
---
Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti
Le potenzialità ravvisate:
5. Possibilità di finanziamento reale e area a costo accettabile
6. Favorire la concorrenza ai privati da parte delle cooperative, Comuni, Province, ecc. nella costruzione di standard civili, ma
nello stesso tempo economici, adatti a una famiglia con pochi componenti come sembra siano le famiglie di oggi.
7. L’opportunità di creare un’agenzia sul bisogno abitativo, per dare una risposta stabile al bisogno.
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
11 preferenze
3 preferenze
---
B) AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA, Associazione ALISEI – arch. Cusatelli Giuseppe
Domanda 1. Hai trovato interessanti le esperienze di autocostruzione presentate?
5
4
3
2
3
Non so
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
5 preferenze
8 preferenze
2 preferenze
----
Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti
Le potenzialità ravvisate:
1. Sono due altre possibilità da aggiungere alle proposte già presentate.
2. Il lavoro di gruppo e la disponibilità delle persone di fare insieme la loro casa e integrarsi con individui di diverse origini
3. La dimensione sociale di questa esperienza, il fatto che rappresenta una risposta concreta al bisogno di casa, rappresentando
anche uno strumento di integrazione e di “costruzione” di diritti civili. Dovrei comunque approfondire la cosa per valutarla
pienamente.
4. La crescita culturale e sociale tra i soci e l’integrazione tra loro.
5. L’esperienza di autocostruzione è stata una conoscenza nuova e quasi mi sembra qualcosa di fantascientifico, invece può
essere realizzata. Le autorità pubbliche potrebbero attivarsi per metterla in pratica.
6. Tutti gli aspetti dell’esperienza sono interessanti.
Le perplessità e le difficoltà:
4. Quello che mi lascia più perplesso è: dove trova i soldi l’associazione per far fronte a tutte le spese eventuali?
5. Mi lascia perplessa, per il momento, la possibilità di aggregare persone, vista questa nostra società che si rifugia nel privato.
6. Queste case sono a mio avviso a pochi piani, di conseguenza abbisognano di ampie aree, e coi pochi spazi che abbiamo…
7. Dipende dalla volontà politica!
8. Criticità:
a. Non si riferisce alle fasce più “sociali”
b. Attuale poca socializzazione degli utenti e costruttori
c. Normative sulla sicurezza in cantiere e rischi per la salute, infortuni, ecc.
d. Possibilità di edificare solo in campagna
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
7 preferenze
5 preferenze
1 preferenza
2 preferenze
Commenti
Credo di sì (che si possa replicare a Trezzo), sarebbe perlomeno importante valutare questa opportunità.
Attualmente mancano spazi per questa sperimentazione.
Possibilità a medio termine di intervento: fra circa 8-10 anni
E’ un’iniziativa da sostenere anche nella nostra zona. Le autorità pubbliche e le banche dovrebbero trovare il coraggio di iniziare
questo modo innovativo di costruire alloggi.
Tavolo di Territorio e Sviluppo Produttivo – 9 marzo 2004
PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZE DI:
A) RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DI BELLUSCO, BUSNAGO E MEZZAGO, Sindaco di
Bellusco Colombo Irene e arch. Fortini Davide di Ecopolis
B) COME FARE AGRICOLTURA BIOLOGICA, dott. Corbari Antonio (presidente Lombradia AIAB)
ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO
Albani Fabio; Biocchi Claudia; Calui Dario (Floricoltura, Cornate); Colombo GianLuigi (Sicet); Cornago Davide (Formaurbis); Crespi
Arrigo; Crespi Giancarlo (Capriate); Crespi Gianni; Dondoni Raffaele (azienda agricola “Le cave del ceppo”); Frigerio Ettore;
Fumagalli Giuseppe (allevatore/agricoltore); Golferini Marco (Etaconsult srl); Leoni Mara (Legambiente); Locatelli Enzo (Coldiretti);
Magni Marcello (coltivatore ortaggi diretto, Mezzago); Margutti Paolo (Sportello Unico); Palermo Mario (Centri Lavoro); Perego
Margherita (coltivatore ortaggi diretto, Cavenago); Rodda Luca (Assessore Urbanistica); Villa Diego (Confartigianato Trezzo).
PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO
A)
RIQUALIFICAZIONE
AREA INDUSTRIALE
DI BELLUSCO,
BUSNAGO E
MEZZAGO
Di che cosa si tratta
L’esperienza è nata nell’ambito del forum di Agenda 21 di Bellusco
attivato nel 2000.
L’area industriale di Bellusco è un’area distaccata dal centro
residenziale ed è posta a cavallo al confine del perimetro
comunale, contigua a quelle di Mezzago e Busnago. La scelta è
stata quella di pensare all’area industriale dei tre comuni come un
tutt’uno.
L’obiettivo è stato quello di ripensare l’area industriale in termini di
vivibilità e non solo come luogo di produzione, come una zona
“brutta” e marginale. Affrontare il tema dell’area industriale ha
significato confrontarsi con le diverse esigenze presenti sul
territorio: da parte dei cittadini giungeva la richiesta di una
maggiore accessibilità all’area industriale, da parte degli industriali
giungeva la richiesta di un numero maggiore di parcheggi e di
servizi, di una maggiore sicurezza, di una migliore viabilità.
I progetti
I progetti su cui si è lavorato sono:
1. Nuove tipologie insediative: si stanno definendo delle Linee
Guida su modalità costruttive più sostenibili, in termini di
bioarchitettura a cui partecipano sei comuni (Bellusco,
Busnago, Cavenago, Mezzago, Ronco Briantino, Villasanta)
2. Sevizi alla Zona: legato per esempio sia alla necessità di
ripensare ai parcheggi sia al problema della sicurezza inteso
in senso lato (prevenzione di intrusioni e sociale)
3. Processi e prodotto: ipotesi della costituzione di Sportello
Unico per le Imprese sovracomunale
Si è lavorato organizzando diversi incontri nei diversi comuni e
presso gli spazi delle aziende che venivano messi a disposizione,
in loco.
E’ un’esperienza che ha visto e vede l’impegno dei comuni sotto
ogni punto di vista e che richiede un impegno futuro da parte degli
operatori, delle Associazioni artigiani e industriali.
Gli obiettivi a breve e a lungo
Gli obiettivi a breve termine che sono stati raggiunti sono:
1. La conoscenza tra industriali
2. La creazione di un rapporto più stretto tra industriali e
amministrazione.
L’obiettivo a lungo termine è quello di ottenere la certificazione
ambientale territoriale.
B) COME FARE
AGRICOLTURA
BIOLOGICA
L’esperienza del Dott. Corbari Sono un produttore di prodotti ortofrutticoli biologici.
a Cernusco sul Naviglio
Ho incominciato la mia esperienza di agricoltore negli anni ’70,
senza sapere nulla di cosa fosse l’agricoltura, poiché ai tempi
lavoravo in una scuola. Ho abbandonato il mio lavoro e ho
cominciato a studiare, informarmi leggendo libri e iscrivendomi alla
facoltà di agraria. Chiedevo in giro, a venditori di concimi e sementi
che però mi davano dei consigli diversi dalle cose che leggevo e
che volevo fare. Ho così cominciato a sperimentare l’eliminazione
di prodotti e concimi chimici, a coltivare piante nei vivai, mettendo
insieme tecniche diverse per aumentare la sostanza organica nel
terreno, ecc. … Dopo una decina di anni gradualmente si è
cominciato a parlare di agricoltura biologica.. Oggi coltivo senza
disinfestare, nemmeno con i prodotti solitamente ammessi in
agricoltura biologica. Questo è possibile per l’esistenza di una serie
di insetti e uccelli che si cibano di altri insetti e animali dannosi per
le coltivazioni. Nel mio terreno ho attualmente una notevole varietà
di piante (40 essenze diverse). Ho imparato nel tempo a rispettare
e conoscere la natura.
… Anche dal punto di vista economico si tratta di un’attività
redditizia. Oggi la mia azienda ha 8 dipendenti per 4 ha.
Che cosa significa parlare di Partendo dalla esperienza del Dott. Corbari, oggi parlare di
agricoltura biologica
agricoltura biologica significa parlare di produzione e vendita di
prodotti di qualità, ma soprattutto:
1. rispettare l’ambiente
2. ricercare/ripristinare gli equilibri ecologici distrutti dall’uso di
prodotti chimici antiparassitari. In particolare per il relatore la
sfida non è solo il non utilizzo dei diserbanti chimici ma anche
di quelli ammessi nella coltivazione biologica (a favore
dell’esperienza di Cernusco si è pronunciato l’Istituto di
Entomologia dell’Università di Milano che l’ha riconosciuta
come l’azienda in Lombardia con il maggior indice di
biodiversità)
3. salvaguardare la salute di tutta la comunità in quanto si ri-crea
un ambiente più sano sia per gli animali sia per gli uomini.
L’iter
per
intraprendere L’iter normativo per trasformare una azienda che fa agricoltura
l’agricoltura biologica
tradizionale in una produttrice di prodotti biologici (Legge 20/92)
prevede:
1. la comunicazione in Provincia dell’area da destinare alla
trasformazione
2. la scelta di un Ente di certificazione che controlla che
l’azienda agisce in conformità alle direttive comunitarie e che
non fa uso di prodotti chimici di sintesi
3. dopo un minimo di due anni – periodo di conversione - se
sono rispettate le procedure, i prodotti possono essere
certificati come biologici.
Nei primi anni di attesa per ottenere la certificazione, si continuano
a vendere i prodotti come non biologici.
La commercializzazione dei La vendita dei propri prodotti richiede anche una certa forma di
prodotti
fantasia da parte del produttore: “Si inventano le forme per
vendere”.
Secondo il relatore, è un mercato redditizio. Si tratta di mettere a
fuoco le possibilità sul territorio per creare circuiti di reddito.
I produttori di agricoltura biologica trovano un mercato anche
all’estero: circa il 30% della produzione italiana è esportata in
Germania, seguono Francia, Austria fino ad arrivare al Giappone.
La tutela del produttore sul mercato passa anche per forme
associative tra agricoltori biologici, cooperative che danno più
potere contrattuale e permettono di stipulare certi tipi di contratto.
Ad esempio con Esselunga è stata stipulato per gli ortaggi un
contratto che prevede un prezzo minimo garantito. Questo
consente all’agricoltore di programmare i suoi guadagni e le sue
produzioni per un certo tempo.
E’ possibile anche trovare forme redditizie di commerciliazzaione
diretta. Ad esempio a Biella una azienda di bioagricoltura vende
direttamente al pubblico l’ortofrutta attraverso ordinazioni via
Internet.
Altre forme di reddito che può essere associate alla produzione
biologica sono:
la fattoria didattica - le aziende aprono alle scuole.
gli agriturismi. Per esempio Agriturismi culturali, come a
Galbanate, Cislano, Corbetta.
Alcuni aspetti critici
ALTRI ELEMENTI EMERSI Agricoltura biologica
DALLA DISCUSSIONE
Le principali criticità che possono ostacolare il fare agricoltura
biologica sono:
1. l’incertezza legata al titolo di possesso dei terreni: se il terreno
non è di proprietà dell’agricoltore c’è il rischio che si perdano i
terreni su cui è stato fatto l’investimento
2. l’incertezza in termini di strumenti urbanistici: in Italia spesso il
terreno agricolo è considerato area di riserva per lo sviluppo
industriale o per la creazione di nuove aree urbanistiche.
Sono quindi necessarie delle garanzie sia a livello contrattuale nei
contratti di affitto sia amministrative negli strumenti urbanistici di cui
ne sono alcuni esempi:
il Piano regolatore che prevede il non consumo di suolo
l’istituzione di Parchi Agricoli (come in Germania) ossia di
zone aperte al pubblico dove la pubblica amministrazione
garantisce punti di accesso e mantiene la viabilità ciclopedonale, oltre che tutelare le aree agricole
1.
Come il tema dell’agricoltura biologica si relaziona al progetto
Pedemontana:
Si richiedono delle garanzie in termini di protezione del territorio.
La Pedomontana potrebbe infatti mettere in crisi possibili
investimenti fatti nella direzione dell’agricoltura biologica.
2.
Il problema relativo alla scarsità di acqua e la qualità dei
terreni.
E’ una questione risolvibile sperimentando e mettendo in atto
tecniche agricole diverse da quelle tradizionali. Bisogna imparare a
utilizzare meglio l’acqua. A Foggia si è imparato a utilizzare in
modo razionale l’acqua creando dei laghetti che si ricaricano in
inverno con le piogge e in estate sono utilizzati per irrigare i campi.
Anche le tecniche di irrigazione sono diverse, non più a pioggia,
ma a goccia. Perfino in Africa si sono fatte delle risaie che vengono
irrigate una volta a settimana e che producono riso, oppure anche
nelle nostre zone si sono fatte risaie sul gretto del fiume Serio
(terreno ghiaioso). A Trezzo l’utilizzo di impianti a goccia e la
presenza di ex-cave di argilla utilizzabili come piccoli bacini che
raccolgono l’acqua e la rendono disponibile attraverso nuovi
modelli di incanalamento, potrebbe risolvere il problema. Bisogna
sempre partire dalla situazione locale per inventare e sperimentare
nuove tecniche.
ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO
Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa le
esperienze presentate. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di
approfondimento personale. Per ogni esperienza sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite
crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni.
Sono state riconsegnate 10 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti.
A) RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DI BELLUSCO, BUSNAGO E MEZZAGO, Sindaco di Bellusco Colombo Irene e
arch. Fortini Davide
Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa alla riqualificazione della zona industriale di Bellusco,
Busnago e Mezzago?
5
4
3
2
4
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
Non so
3 preferenze
4 preferenze
2 preferenze
1 preferenza
---
Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti
Le potenzialità ravvisate:
8. L’idea di una certificazione ambientale territoriale.
9. La riqualificazione edilizia delle zone industriali.
10. Area industriale vivibile con servizi e attenzione al risparmio energetico.
11. Interessante è l’esperienza di associazione tra comuni.
Le perplessità:
Scarso approfondimento dei temi e nessuna “visualizzazione” dei risultati.
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
3 preferenze
4 preferenze
1 preferenza
2 preferenze
Commenti
Bisogna approfondire. Sono tutte questioni che andrebbero viste sul tavolo “Martesana” del PTCP o in Agenda 21. I problemi grossi
di Trezzo sono: industrie insalubri, fanghi depositati, zone di bonifica, ecoballe non incenerite, manca l’anagrafica e cartografica delle
aziende presenti.
B) COME FARE AGRICOLTURA BIOLOGICA, dott. Corbari Antonio (presidente Lombradia AIAB)
Domanda 1. Hai trovato interessanti l’esperienza presentata relativa all’agricoltura biologica?
5
4
3
2
5
Non so
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
4 preferenze
2 preferenze
2 preferenze
1 preferenza
---
Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti
Le potenzialità ravvisate:
7. Credo sia molto interessante il discorso di recupero dell’equilibrio ambientale conseguente all’introduzione dell’agricoltura
biologica.
8. Sono tutte cose che conosco, ma è bello che qualcuno le racconti agli altri.
9. L’agricoltura vista come attività produttiva diversificata e di difesa ambientale.
Le perplessità e le difficoltà:
9. Garantire la certezza dello spazio inedificato agli agricoltori.
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
2 preferenze
5 preferenze
---
Commenti
Sarebbe davvero interessante pensare ad almeno un’azienda agricola biologica in Trezzo per il futuro. Trezzo non ha negozi
specializzati nel biologico. Potrebbe essere un primo passo.
E’ necessario porre vincoli precisi, non basta più il parco agricolo comunale, meglio inserire il discorso o in parchi d’interesse
sovracomunale, o nel Parco Adda Nord, per avere un vincolo più certo e per una maggiore continuità con la realtà del territorio.
Tavolo dei Centri Urbani – 10 marzo 2004
PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZA DEL PIANO DEI TEMPI E DEGLI ORARI DELLA CITTA’ DI
CREMONA - Arch. Mareggi Marco
Elenco dei partecipanti all’incontro
Albani Fabio; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Barzaghi Angelo (commerciante); Benzoni Rossella; Biocchi Claudia;
Colombo GianLuigi (Sicet); Ghinzani Vincenzo; Mara Leoni (Legambiente); Riva Andrea (FNP CISL); Solbiati Roberto.
Principali elementi emersi dall’incontro
Perché la scelta di
presentare
l’esperienza del Piano
dei Tempi e degli Orari
di Cremona
Che cos’è il Piano dei
Tempi e degli Orari
Parlare di qualità degli spazi pubblici non significa parlare solo di questioni legate all’arredo urbano, ma
considerare anche il tema delle funzioni dello spazio e degli aspetti legati ai tempi di vita della città. Da qui
la scelta di presentare come buona pratica legata ai centri urbani e alla loro fruibilità e vivibilità
l’esperienza del Piano dei Tempi e degli Orari della città di Cremona.
L’esperienza di
Cremona
A Cremona le politiche temporali prendono avvio nel 1997.
Da subito sono stati istituti i seguenti organismi comunali preposti allo sviluppo delle politiche temporali:
Un assessorato dedicato
Un Ufficio tempi che svolge un ruolo di ufficio tecnico per le politiche temporali urbane
Un Comitato di Pilotaggio del Piano dei Tempi e degli Orari, costituito da assessori, dirigenti, tecnici e
consulenti, che ha il compito di progettare e coordinare la gestione delle iniziative approvate dalla
Giunta Comunale.
Lo strumento principale per la definizione delle politiche temporali di Cremona è il Documento Direttore del
Piano dei Tempi e degli Orari, votato in Consiglio Comunale, che definisce gli indirizzi strategici.
I progetti
I principali progetti del Piano degli Orari di Cremona sviluppati ad oggi sono:
Orari del commercio: sere d’estate e aperture domenicali
E’ stata sperimentata in anticipo (dal 1998) la liberalizzazione, introdotta dal decreto ministeriale
Bersani, degli orari prolungati serali e festivi dei negozi e pubblici esercizi cittadini. Le aperture
prolungate sono state accompagnate da cicli di animazione nel centro storico. Il progetto ha visto:
1. L’apertura serale dei negozi
2. La pedonalizzazione temporanea di strade e piazze
3. Spazi pubblici aperti e attrezzati temporaneamente con giochi e arredi mobili
4. La possibilità data ai pubblici esercizi di occupare temporaneamente il suolo pubblico
5. Il commercio ambulante in tre spazi pubblici
Turismo e cultura: Cremona di domenica
E’ stato promosso l’orario continuato di apertura dei musei comunali cittadini nei giorni festivi e sono state
attrezzati e resi accoglienti alcuni percorsi urbani.
Le politiche sui tempi nascono in Italia nei primi anni ’90 sulla base di riflessioni sulla doppia presenza e
sulle difficoltà di conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita che caratterizzano il mondo delle donne.
Le politiche temporali sono pensate per gli abitanti della città, intendendo con il termine abitanti non solo i
residenti ma anche le popolazioni temporanee (lavoratori, studenti, visitatori). Considerano i diversi usi
della città che derivano dal diverso modo di abitare. Sono pensate alla scopo di migliorare la fruibilità dei
servizi della città, la qualità del tempo dei cittadini e, al tempo stesso, la qualità urbana.
Le peculiarità che caratterizzano un Piano dei tempi e degli orari sono:
L’integrazione tra aspetti leggeri legati agli orarie ai tempi con aspetti fisico-spaziali
La trasversalità delle politiche temporali tra i diversi settori e uffici del comune
La creazione di reti tra attori sociali, pubblico e privati.
Queste iniziative sono state costruite attraverso l’attivazione di tavoli di lavoro che hanno visto la presenza
le organizzazioni commerciali, gli imprenditori, le organizzazioni sindacali, le associazioni di promozione
culturale e turistica, le associazioni di artigianato e il Comune.
Armonizzare gli orari dei servizi cittadini:
1. Mercoledì del cittadino: è stata attuata dal febbraio 2004 una giornata di apertura prolungata ad
2.
orario continuato. 27 pubbliche amministrazioni e alcuni servizi privati (per esempio le banche)
aprono con orario continuato il mercoledì dalle 9,00 alle 16,30.
Nuovi orari dei servizi comunali: da settembre 2002 il Comune di Cremona sta sperimentando
un nuovo orario che prevede l’apertura al pubblico il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle
8,30 alle 13,30.
Tempi della scuola:
E’ stato sviluppato di intesa con il mondo della scuola. Il progetto individua tre aree urbane di intervento
caratterizzate da problemi di sicurezza e di congestione nelle ore di ingresso/uscita a scuola. Per quanto
riguarda una di queste tre aree urbane (via Palestro) le azioni messe in campo sono state:
1. Divieto di transito automobilistico in alcune fasce orarie
2. Realizzazione di una pista ciclabile protetta
3. Nuova area di sosta regolamentata a tempo per consentire soste brevi
4. Zona a traffico limitato in alcune vie adiacenti via Palestro
5. Programma di comunicazione del progetto
Tutti i progetti sono stati avviati per un periodo di sperimentazione che ha visto un monitoraggio continuo e
una valutazione dei risultati ottenuti.
Elementi emersi dalla Il Piano dei Tempi degli Orari è un vestito che va costruito adattandolo alle singole realtà. Quindi anche
discussione
per Trezzo, la costruzione del Piano deve partire dalle seguenti considerazioni:
Quale risposta all’interrogativo “Chi sono gli abitanti di Trezzo? Chi sono gli abitanti dei paesi vicini?”
In quanto città di dimensioni limitate – 13.000 abitanti circa – un possibile Piano a Trezzo dovrebbe
essere a livello intercomunale. Ciò è previsto anche dalla L. 53/2000 che prevede infatti piani
intercomunali per comuni con un numero di abitanti i inferiori a 30.000.
Esistono già molte iniziative e progetti che potrebbero rientrare in un Piano dei Tempi e degli Orari.
Interessante sarebbe metterli a sistema e creare un coordinamento comune.
Il ruolo del Comune nel processo del Piano è quello di regia e di megafono di idee.
ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO
Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa l’esperienza
presentata. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di
approfondimento personale; sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove
aggiungere eventuali commenti e osservazioni.
Sono state compilate 10 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti.
Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa al Piano dei Tempi e degli Orari di Cremona?
5
4
3
2
6
= Molto interessante
= Interessante
= Abbastanza interessante
= Poco interessante
= Per niente interessante
Non so
5 preferenze
2 preferenze
3 preferenze
----
Quali aspetti hai trovato di interesse?
Che cosa ti lascia perplesso?
Commenti
Le potenzialità ravvisate:
12. Le diverse opportunità che si hanno con iniziative idonee a promuovere il commercio
13. Ho trovato interessante il progetto sulla scuola.
14. Ho trovato interessante il mercoledì del cittadino e la chiusura temporanea della zona scuola.
15. Tutto ciò che è stato illustrato è vivo e interessante.
16. Fissare una giornata con orari degli uffici prolungati. Coordinare le varie manifestazioni con i comuni limitrofi. Potenziare i
servizi ATM.
17. E’ interessante un giorno alla settimana per aprire gli sportelli pubblici durante la pausa lavoro e nel pomeriggio e anche i
negozi.
Le perplessità e le difficoltà:
10. Cremona è un capoluogo di provincia. Trezzo è un paese di 10.000 abitanti.
11. Tutto interessante e ben articolato per una realtà cittadina complessa come Cremona.
12. La flessibilità degli orari chiede sacrifici a chi deve rivedere il proprio orario di lavoro (con ripercussioni su vita famigliare e
sociale).
13. Cremona è grossa e ha più soldi. Trezzo è più piccola e ha meno soldi.
14. Non è facile avere la possibilità di personale per un apposito ufficio.
Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo?
Si
Si, ma solo in parte
No
Non so
1 preferenza
6 preferenze
-3 preferenze
Commenti
Credo che un progetto dei tempi richieda, per Trezzo, la collaborazione dei comuni vicini.
Mi sono chiesto se l’assessore al commercio è stato invitato oppure non è venuto, visto l’interesse del tema trattato. Vedi pure
commercianti.
A Trezzo è necessario integrare i progetti tempo, che già ci sono ma non sono integrati e proporne anche altri.
E’ interessante l’idea di lavorare a livello sovracomunale.
Vado a vivere a Cremona!
Occorre coordinare le varie iniziative di apertura verso i cittadini che già esistono (biblioteca, negozi, attività culturali).
A Trezzo occorre aprire almeno una volta alla settimana la biblioteca di sera. La chiusura dei servizi della ASL (prelievi del sangue)
non dovrebbero essere così lunghi nel periodo estivo. Dovrebbe essere fatta la chiusura del centro almeno una volta al mese. Bella
l’iniziativa natalizia tra comune e commercianti. Tenere più presenti i problemi dei disabili (barriere architettoniche).
IL QUESTIONARIO SULLE PROPOSTE
Un questionario contenente le proposte su come risolvere i problemi di Trezzo emerse dagli incontri
del mese di febbraio è stato distribuito agli abitanti di Trezzo.
Lo scopo era duplice: da un lato comunicare, con uno strumento di semplice lettura, tutte le idee
propositive emerse dagli incontri; dall’altro stimolare una risposta e un confronto più allargato sul
gradimento delle proposte (era prevista la possibilità di lasciare commenti e suggerimenti).
Di seguito sono riportati i risultati.
RISULTATI DEL QUESTIONARIO:
QUALE PROPOSTA TI PIACE DI PIÙ PER IL NUOVO PIANO REGOLATORE?
Le proposte che piacciono di più
Nel grafico sono riportate le proposte che hanno incontrato maggior gradimento.
E’ possibile osservare come vi sia un orientamento di fondo volto alla tutela dell’ecosistema e al desiderio di
creare uno stile di vita in sintonia con l’ambiente:
1. Il trattamento delle acque è la tematica più sentita e vi è una forte richiesta di cercare di trattarlo in tutta la
sua complessità sia trovando i modi per depurare tutte le acque reflue del comune sia accordandosi con i
comuni limitrofi anche della bergamasca
2. Unanime è la richiesta di limitare il consumo di suolo conservando il territorio agricolo attuale
3. Per quanto riguarda la casa, coerentemente con la richiesta di tutelare il suolo agricolo, la richiesta è
indirizzata nel recupero del patrimonio edilizio esistente.
4. Tutte le altre proposte che hanno ricevuto maggior gradimento sono coerenti con l’indirizzo di fondo
dettato dalle prime proposte sopra descritte.
Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia
8,4
Creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume
8,4
8,5
Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una rete di piste
ciclopedonali per raggiungere anche i luoghi di lavoro
8,6
Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando l’aspetto
naturalistico/ambientale
8,6
Recuperare il teatro esistente “Il portico” o eventualmente costruire un nuovo
teatro comunale
8,7
8,8
Fare una campagna di pulizia dell’alzaia ogni due mesi circa
Recuperare il patrimonio edilizio esistente
9,3
Conservare la quantità di territorio agricolo attuale
9,3
Creare in accordo con altri comuni i presupposti per affrontare seriamente il
problema degli scarichi nel fiume
9,4
Depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo
Dove:
azzurro:
verde:
arancione:
rosso:
9,6
7,8
8
8,2
8,4
8,6
8,8
9
Fiume Adda
Territorio e qualità dello sviluppo
Centri urbani
Casa
Fig. 1 - Le proposte che hanno ricevuto la media di voti più alta
9,2
9,4
9,6
9,8
Di seguito sono riportati le medie di voti ricevute da tutte le proposte e i commenti scritti da chi ha compilato il
questionario.
Fiume Adda
Gradimento delle proposte
Proposte in ordine decrescente per apprezzamento:
Creare le condizioni per depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo
Media di
voti
9,6
Creare in accordo con altri comuni i presupposti per affrontare seriamente il problema degli
scarichi nel fiume
Fare una campagna di pulizia dell’alzaia ogni due mesi circa
Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia
Creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume
Costruire percorsi ciclo-pedonali per unire il territorio del fiume con il territorio agricolo
Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e della flora dell’Adda
Regolamentare la velocità e creare percorsi alternativi per le biciclette sull’alzaia
Incentivare un turismo di tipo didattico – scolastico legato all’ecosistema del fiume e al suo
territorio
Regolamentare il traffico pesante
Installare delle bacheche informative sulla qualità delle acque
Organizzare corsi e creare le condizioni per la formazione di nuove figure professionali per la
gestione del territorio del fiume
Creare una navigabilità fluviale a scopo sportivo-ricreativo, attento all’ecosistema del fiume
9,4
8,8
8,5
8,4
8,2
8,1
8,0
8,0
7,9
7,8
7,3
7,0
Altre proposte
Qualificare una cava del ceppo dell’Adda (sasso) a scopo culturale storico turistico e didattico. Il ceppo
sull’Adda veniva minato, cavato e lavorato (come il marmo) da lavoratori specializzati per 12 ore al giorno, poi
veniva caricato sui barconi e trasportato a Milano via fiume e Naviglio Martesana.
Non si potrebbe creare un’area gioco/relax nel pratone adiacente il bosco dei Biloo lungo l’alzaia (con orari di
accesso e controlli per tutela contro atti vandalici)?
Pulizia regolare del letto del fiume.
Creare con le varie associazioni interessate dei giorni lungo l’anno per pulire fossi, campi ecc. dai rifiuti,
coinvolgendo la popolazione. Sensibilizzare tramite la scuola i ragazzi sul problema dei rifiuti.
Territorio e qualità dello sviluppo
Gradimento delle proposte
Proposte in ordine decrescente per apprezzamento:
Conservare la quantità di territorio agricolo attuale
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una rete di piste ciclopedonali per raggiungere
anche i luoghi di lavoro
Incentivare una agricoltura sostenibile
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un servizio di trasporto pubblico per raggiungere
le attività produttive
Creare una rete di commercializzazione dei prodotti agricoli locali
Individuare un tipo di sviluppo dell’area industriale diverso dalla logistica
Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a livello intercomunale
Realizzare un centro servizi per le piccole-medie imprese
Rinnovare i cicli produttivi artigianali di bassa qualità
Creare un osservatorio e un eventuale polo didattico a livello sovracomunale
Media di
voti
9,3
8,6
8,3
8,2
7,7
7,2
7,0
6,8
6,5
6,3
Altre proposte
Verificare l’effettiva utilizzazione del terreno agricolo per evitare la presenza di terreni incolti.
Incentivare l’insediamento di imprese in settori in espansione (energia rinnovabile, servizi agli anziani, ecc)
Centri urbani
Gradimento delle proposte
Proposte in ordine decrescente per apprezzamento:
Media di
voti
Recuperare il teatro esistente “Il portico” o eventualmente costruire un nuovo teatro
8,7
comunale
Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando l’aspetto naturalistico/ambientale
Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo
Creare momenti di chiusura del centro storico alle auto
Sperimentare modi diversi per fare commercio e offrire servizi innovativi alla clientela
Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso l’organizzazione di manifestazioni turistiche,
culturali, ricreative, mercatini, ecc.
Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti
Creare un servizio di trasporto pubblico urbano adeguato alle esigenze della popolazione
Realizzare un centro polifunzianale per i giovani
Attrezzare e abbellire le piazze
Lavorare insieme tra Comuni dell’area del trezzese e commercianti per creare una idea su come
mantenere vive le realtà cittadine
Favorire attività commerciali e artigianali legate al territorio
Istituire una Consulta delle associazione sportive
Creare parcheggi in prossimità del centro storico
Permettere l’insediamento di nuove attività commerciali e servizi a patto che vi sia un adeguato
numero di parcheggi
Istituire in centro parcheggi a disco orario
Realizzare un nuovo campo di calcio e un centro sportivo al di là della tangenziale, nell’area
agricola
8,6
8,2
8,2
8,1
7,9
7,9
7,7
7,6
7,3
7,2
6,5
6,1
5,3
5,0
4,7
4,4
Altre proposte
Mettere il ponte in sicurezza mettendo il pedonale solo su un lato favorendo così le biciclette e i pedoni
(pedonale più largo).
Regolamentare traffico pesante su ponte Adda ed ex provinciale.
Consentire solo a genitori e insegnanti il passaggio davanti alle scuole elementari negli orari di ingresso e
uscita dei bambini. Così si potrà avere un’aria più respirabile per chi va sempre a piedi.
Rendere più fruibili e chiari i dati sull’inquinamento del paese.
Dotare le centraline per la rilevazione dell’inquinamento di un display leggibile da tutti i cittadini.
I parcheggi nel centro storico, per i fruitori dall’esterno, devono essere a pagamento.
Chiusura del centro storico alle auto in forma permanente (escluso residenti).
Parcheggi con parcometri su tutto il territorio comunale (invece di dischi orari).
Un luogo per studiare con orari più ampi rispetto agli orari della biblioteca di Trezzo, con orali serali (fino alle
24). L’iniziativa proposta da altri comuni del milanese ha riscosso grande successo, anche dove i posti sono
semi-autogestiti dagli studenti.
Una biblioteca con orari più adeguati a studenti universitari, quindi almeno posticipandone la chiusura serale.
Un centro polivalente culturale giovanile sì … ma non così fuori mano!!! Crea solo altro movimento di auto e
motorini.
Sfruttare il castello per manifestazioni culturali (teatro per bambini, teatro per adulti, esibizioni canore, sfilate,
corsi di aerobica-ginnastica, ecc.)
Per lo sport e la cultura: organizzare giornate sportive che coinvolgano squadre armatoriali di tutte le età (ex
gioco anch’io)
Costruire una pista di pattinaggio
Realizzare una piscina scoperta di fianco a quella coperta.
Creare servizi di trasporto pubblico extraurbano più funzionale (es. linea Trezzo – Zingonia)
Parziale copertura (in materiale trasparente) di Via Torre e altre vie limitrofe al fine di creare una zona coperta
per lo shopping.
Riqualificare tutte le aree verdi urbane, parchetti davanti ai condomini, aiuole. Creare barriere antismog e
antirumore con siepi e alberi.
D’estate per chi abita in centro è una pena dover sopravvivere a rumori di motori fino a sera tardi e nessun
controllo da parte dei vigili! Creare caffè e concerti con orari OK.
Ci vorrebbero più controlli. I vigili ci sono ancora?
Una maggiore severità per chi getta sacchetti, bottiglie di plastica ecc. lungo le strade fuori dal centro urbano.
Controllare il traffico: rumore, velocità e passaggio dei mezzi pesanti ove è vietato (es. Via Guarniero e
Vanoni). Fare marciapiedi e senso unico in Via Vanoni (lo hanno voluto tutti gli abitanti nell’apposita riunione).
E’ inutile fare tutte queste cose se poi non sono ascoltati i cittadini.
Voglio sapere se in questo comune viene rispettata la legge che prevede la messa a dimora di piante per ogni
nato. In questo caso dove si trova l’albero di mio figlio? Il comune non me lo ha mai comunicato. (N.B.
Dovrebbe avere il nome di mio figlio e dovrei vederlo!!!)
In Via Novella dove abito, c’era in origine un vialetto ben alberato. Le piantine poi sono morte e il comune
nonostante le mie reiterate segnalazioni non ha mai provveduto (3 anni!!), poi le aiuole adiacenti non sono
state mai piantumate e ciò conferisce squallore a tutto il cemento circostante (zona studio sindaco). N.B.: i
garage sono sotto la piazza non sotto le aiuole!
Casa
Gradimento delle proposte
Proposte in ordine decrescente per apprezzamento:
Recuperare il patrimonio edilizio esistente
Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia
Offrire tipologie di abitazione diverse in base ai bisogni e al reddito delle persone
Costruire/ristrutturare case con stanze di dimensioni adeguate alle reali esigenze
Costituire una Agenzia sociale per la casa
Prevedere forme di accordo tra Comune e privati per garantire affitti adeguati
Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo dell’offerta e del fabbisogno abitavo.
Prevedere convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani terra degli edifici nei centri storici tra
Comune e cooperative sociali e attività artigianali locali
Utilizzare le aree per l’edilizia pubblica/convenzionata in modo strategico per soddisfare le diverse
esigenze della popolazione
Incrementare l’offerta di alloggi temporanei per le situazioni di emergenza che si creano
Costruire cooperative sociali per la casa a livello sovra-comunale
Media di
voti
9,3
8,4
7,8
7,8
7,5
7,5
7,1
6,7
6,5
6,2
5,7
Altre proposte
Un suggerimento forse troppo scontato: trovare l’equilibrio tra sensibilizzazione cittadini, progettualità,
realizzazione progetti. In caso contrario il PRG sarà stato inutile e sarebbe un peccato!!
Fiume, territorio, centri urbani, casa: tutto bene per proposte, idee, iniziative che producano soluzioni per un
buon Piano Regolatore. Rilevo assoluta mancanza sulla voce sicurezza del cittadino.
PROPOSTE E OBIETTIVI FINALI
Lo scopo degli ultimi due incontri di aprile è stato quello di discutere e valutare i principali temi e
obiettivi. E’ stato chiesto ai partecipanti di individuare le proposte che ritenevano più significative,
interessanti e/o necessarie, relazionandole a un criterio utile a spiegare il perché della scelta. Sono
così emerse indicazioni di obiettivi e direzioni strategiche locali per lo sviluppo futuro della città di
Trezzo sull’Adda.
Fiume Adda, Territorio e sviluppo produttivo – martedì 13 aprile 2004
Centri Urbani e Casa – mercoledì 14 aprile 2004
VALUTIAMO LE PROPOSTE E DEFINIAMO INSIEME LE PRIORITA’ PER IL FUTURO DI TREZZO
SULL’ADDA
Lo scopo degli incontri è stato quello di discutere e valutare insieme i principali temi e obiettivi da proporre e
da affrontare nel futuro Piano Regolatore, sulla base del lavoro finora fatto.
Nelle tabelle sono state riportate proposte e idee emerse negli incontri fatti con gli abitanti, i suggerimenti
emersi durante gli incontri con i tecnici comunali e le sollecitazioni provenienti dalla presentazione delle
esperienze positive di altre città. I criteri elencati nella parte alta della tabella, sono stati individuati sulla base
delle argomentazioni e discussioni fatte in tutti questi mesi.
I partecipanti dovevano individuare sui cartelloni attraverso dei bollini colorati, le sei/sette proposte che
ritenevano più significative, interessanti e/o necessarie, relazionandole a un criterio utile per spiegare perché
ciascuna proposta è stata scelta.
In seguito è stata fatta una discussione a partire dalle scelte che sono state giocate sulle tabelle, per
argomentare e articolare in modo più completo le strategie facendo emergere anche la complessità dei temi.
Questi sono i principali temi emersi dalla discussione e dal confronto:
parlare di fiume significa principalmente salvaguardare l’ecosistema fiume;
parlare di fiume significa favorire le associazioni di Trezzo perché garanzia di un tipo d sviluppo di
turismo locale attento all’ambiente e indirizzato alla ri-naturalizzazione;
la conservazione delle aree agricole significa prima di tutto contenere il più possibile l’espansione delle
aree residenziali e delle aree industriali;
parlare di agricoltura significa anche ripensare a una diversa qualità dello sviluppo: la conservazione
delle aree agricole necessita di ripensare a quale tipo di agricoltura;
agricoltura e industria sono strettamente connessi: contenere l’espansione dell’area industriale passa
anche per la conservazione degli spazi agricoli e la qualificazione dell’area industriale;
scegliere un tipo di insediamento produttivo diverso da quello logistico, significa soprattutto cercare di
risolvere i problemi di traffico, anche attraverso un diverso tipo di qualità della produzione industriale e
un diverso tipo di trasporto pubblico cercando soluzioni a scala sovralocale;
anche il tema dell’identità della comunità di Trezzo è ritenuta importante: è interessante notare come la
conservazione dell’identità passi anche per la necessità di lavorare per alcune scelte che qualificano le
aree produttive, anche a scala sovracomunale;
la qualità dei centri urbani passa principalmente attraverso azioni rivolte a risolvere i problemi di traffico e
di mobilità per favorire la fruizione e la vivibilità dello spazio pubblico (biciclette, mezzi pubblici);
garantire l’accessibilità alla casa significa attuare strategie complesse, con più azioni (musica fatta da
più note);
il tema della casa, implica non solo soluzioni in campo fisico e urbanistico, ma soprattutto anche il
settore delle politiche;
per risolvere problemi complessi si riconosce la necessità e l’importanza del territorio sovracomunale,
come per esempio sul tema della casa;
è importante lavorare anche sull’offerta qualitativa di case, oltre che ragionare sulla quantità;
la bioedilizia è un elemento che qualifica l’abitazione, ma bisogna stare attenti a non cadere nella “moda”
e occorre cercare di studiare modi per ridurre i costi e non renderlo un settore di élite.
Riportiamo di seguito le tabelle con i risultati delle priorità date alle proposte e ai criteri verso cui i
partecipanti vorrebbero indirizzare il futuro di Trezzo sull’Adda.
Regolamentare il traffico pesante diretto alle fabbriche e
alle cave sul fiume Adda.
2
Creare le condizioni per spostare le attività
produttive dal fiume e ripristinare l'ambiente.
5
Costruire percorsi ciclo-pedonali per unire il
territorio del fiume con il territorio agricolo.
Regolamentare la velocità e creare percorsi alternativi
per le biciclette sull'alzaia.
Creare una navigabilità fluviale e la balneazione a
scopo sportivo-ricreativo, attento all'ecosistema del
fiume.
Incentivare un turismo di tipo didattico - scolastico legato
all'ecosistema del fiume.
Organizzare corsi e creare le condizioni per la
formazione di nuove figure professionali per la gestione
del territorio fiume.
Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e
della flora dell'Adda.
Limitare la mobilità automobilistica sull'alzaia.
Installare delle bacheche informative sulla qualità delle
acque del fiume con dati periodicamente aggiornati.
Fare una campagna di pulizia dell'alzaia ogni due mesi
circa.
Creare le condizioni per depurare tutte le acque
reflue del territorio di Trezzo.
Creare in accordo con altri comuni (dell'isola
bergamasca) i presupposti per affrontare seriamente
il problema degli scarichi nel fiume.
Obbligo di separazione delle acque bianche e nere allo
scopo di ottimizzare la funzionalità della rete fognaria e
del depuratore.
Collaborazione del comune nella gestione del
turismo e nel sostegno di progetti proposti dalle
associazioni locali lungo il fiume.
Piano di recupero di cascine lungo l'Adda: progetto
"Scuola Natura" che prevede attività di produzione,
allevamento e funzione didattica.
Contratto di fiume: patto volontario; senza gerarchie e
con visibilità a tutti gli attori che aderiscono; ripensare la
questione fiume al di fuori dei perimetri comunali;
intergare i diversi ambiti d'azione con forti connotazioni
ecologiche.
Somma dei voti ai criteri (in verticale)
1
2
3
1
2
1
3
1
1
9
3
1
1
6
1
10
1
5
1
1
7
1
1
1
2
2
1
2
1
2
1
1
1
9
2
5
1
1
3
1
7
1
1
8
1
1
2
9
1
1
11
1
2
1
1
2
39
4
4
1
1
3
Somma dei voti alle proposte
(in orizzontale)
Favorire la partecipazione e
comunicazione tra abitanti
Garantire l’accessibilità alla casa
Ridurre il traffico
Migliorare la qualità dello spazio
pubblico
Ridurre il consumo di suolo
Creare uno sviluppo di qualità e non
di quantità
Favorire la cooperazione
Favorire la fruizione
Rafforzare l'identità di Trezzo
PROPOSTE
Fiume Adda
Salvaguardare
l'ecosistema fiume
CRITERI DI SCELTA
7
21
1
7
1
2
7
1
1
1
1
1
1
12
4
3
9
Somma dei voti alle proposte (in
orizzontale)
9
1
1
1
1
4
1
2
2
1
1
4
3
9
10
1
2
1
Favorire la partecipazione e
comunicazione tra abitanti
5
Garantire l’accessibilità alla casa
Ridurre il consumo di suolo
1
Ridurre il traffico
Creare uno sviluppo di qualità
e non di quantità
3
Favorire la cooperazione
9
Favorire la fruizione
1
Rafforzare l'identità di Trezzo
1
Salvaguardare l'ecosistema fiume
PROPOSTE
Agricoltura - Industria
Migliorare la qualità dello spazio pubblico
CRITERI DI SCELTA
Agricoltura
Conservare la quantità di territorio agricolo attuale
non destinando ulteriore terreno ad aree industriali e
residenziali.
Incentivare un'agricoltura sostenibile (biologica),
attraverso progetti sperimentali volti a produrre una
gamma completa di prodotti certificati.
Creare una rete di commercializzazione dei prodotti
agricoli locali.
La tutela dell'attività di agricoltura deve trovare una
giustificazione nei confronti di altre attività: la
riqualificazione deve essere di qualità, deve avere un
valore aggiunto.
Somma dei voti ai criteri (in verticale)
4
11
7
Industria
Rinnovare i cicli produttivi artigianali di bassa qualità.
Realizzare un centro servizi per le piccole-medie
imprese.
Individuare un tipo di sviluppo dell'area industriale
diverso dalla logistica e dalla grande distribuzione.
Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a
livello intercomunale.
Creare un osservatorio e un eventuale polo didattico a
livello sovracomunale.
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una
rete di piste ciclopedonali per raggiungere anche i
luoghi di lavoro.
Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un
servizio di trasporto pubblico per raggiungere le attività
produttive.
Evitare l'insediamento di attività che consumano ulteriore
territorio.
Innescare un meccanismo economico per
riqualificare l’area industriale utilizzando l’area
liberata dallo spostamento del casello per realizzare
un centro servizi (sportelli bancari, uffici pubblici,
centro lavoro, associazioni di categoria, luoghi di
formazione) di interesse anche sovracomunale.
1
2
1
1
1
2
3
1
4
2
1
1
10
1
1
1
2
3
1
1
1
3
8
1
5
7
1
2
5
5
1
1
1
2
14
5
1
1
6
7
3
1
Le aree a standar del P.I.P degli anni '70 non sono state
realizzate: si potrebbe realizzare un Centro Servizi
dislocato in più punti nell'area industriale.
Somma dei voti ai criteri (in verticale)
1
8
3
10
2
14
3
Lavorare insieme tra Comuni dell’area del trezzese e
commercianti per creare un’idea su come mantenere vive
le realtà cittadine (progetto sovracomunale "Adda, città e
commercio")
Apertura dei negozi in alcune sere d'estate e in alcune
domeniche con animazione e chiusura delle strade al
traffico
Prevedere una giornata di apertura al pubblico prolungata
ad orario continuato per gli uffici pubblici e alcuni servizi
privati (per esempio le banche)
Sperimentare modi diversi per fare commercio e offrire
servizi innovativi alla clientela (per esempio creare servizi
di spesa a domicilio per anziani)
Favorire attività commerciali e artigianali legate al turismo
1
4
3
4
1
3
1
1
1
2
1
3
2
1
1
1
1
3
2
1
6
1
1
4
9
2
3
5
5
1
1
2
1
1
1
2
2
3
3
2
2
2
1
6
Somma dei voti
alle proposte (in
orizzontale)
Favorire la
partecipazione e
comunicazione tra
abitanti
Garantire
l’accessibilità alla
casa
Ridurre il traffico
1
4
Differenziare l’accessibilità in base al mezzo di trasporto
(auto, bici, mezzo pubblico) e costruire un sistema di
parcheggi integrato a gestione pubblico/privato (es.
Cooperativa Castello in p.zza Gorizia)
Chiusura del centro storico alle auto in forma
permanente (ad eccezione dei residenti)
Istituire in centro parcheggi a disco orario
Realizzare un centro polifunzionale culturale per i giovani
nell’area di fronte al casello dell'autostrada
Incentivare la partecipazione dei giovani nelle scelte per il
futuro della città
Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti
Realizzare un nuovo campo di calcio e un centro sportivo
al di là della tangenziale, nell’area agricola
Istituire una Consulta delle associazioni sportive
Organizzare giornate sportive che coinvolgano squadre
amatoriali di tutte le età (ex Gioco anch'io)
Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso
l’organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali,
ricreative, mercatini, ecc.
Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando
l’aspetto naturalistico ambientale
Creare nuovi parchi urbani connessi con percorsi di
mobilità ciclo-pedonale.
Attivare dei tavoli di lavoro tra organizzazioni commerciali,
imprenditori, organizzazioni sindacali, associazioni di
promozione culturale e turistica, associazioni di artigianato
e il Comune per definire delle politiche dei tempi e degli
orari della città e coordinare le esperienze già presenti.
(es. Cremona)
Prolungare l'orario di apertura della Biblioteca per renderlo
più adeguato alle esigenze degli studenti universitari
Sfruttare maggiormente il Castello per manifestazioni
culturali
Somma dei voti ai criteri (in verticale)
Migliorare la
qualità dello
spazio pubblico
1
Creare parcheggi in prossimità del centro storico
Permettere l’insediamento di nuove attività commerciali e
servizi a patto che vi sia un adeguato numero di parcheggi
Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per
spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo
Sviluppare una migliore viabilità e connessione tra i luoghi
dello sport e della città: con piste ciclabili (per es. scuole –
sport) e parcheggi (per es. Bocciofila Concesa).
Creare zone a traffico limitato in alcuni momenti della
giornata e percorsi ciclo-pedonali protetti per risolvere i
problemi di sicurezza e di congestione davanti alle scuole
(ingresso e uscita).
Creare un servizio di trasporto pubblico urbano e
extraurbano adeguato alle esigenze della popolazione
Recuperare il teatro esistente “Il portico”
Costruire un nuovo teatro comunale
Ridurre il consumo
di suolo
Creare uno
sviluppo di qualità
e non di quantità
Favorire la
cooperazione
Favorire la
fruizione
Rafforzare
l'identità di Trezzo
PROPOSTE
Centri Urbani
Salvaguardare
l'ecosistema fiume
CRITERI DI SCELTA
12
2
1
6
11
12
6
Offrire tipologie di abitazione diverse in base ai bisogni e al
reddito delle persone
Recuperare il patrimonio edilizio esistente (centro
storico e cascine) piuttosto che costruire nuove case
Costruire/ristrutturare case con stanze di dimensioni
adeguate alle reali esigenze delle persone
Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia
1
1
7
1
1
1
10
1
2
5
5
1
1
4
5
2
2
3
4
1
Modificare/migliorare le regole di gestione
dell’assegnazione degli alloggi pubblici nel tempo al
mutare delle situazioni (flessibilità).
Costituire un luogo di analisi e di proposta di politiche
(anche sovracomunale) che affronti il tema della casa in
termini più integrati e trasversali (edilizia, urbanistica,
servizi sociali).
Incentivare la diffusione di case di cooperative e di edilizia
convenzionata (calmierazione) per le fasce sociali a
reddito medio (grande domanda e potenziale precarietà).
1
1
1
1
1
2
6
Somma dei voti alle
proposte (in orizzontale)
Favorire la partecipazione e
comunicazione tra abitanti
Garantire l’accessibilità alla
casa
Ridurre il traffico
Migliorare la qualità dello spazio
pubblico
1
Incrementare l’offerta di alloggi temporanei per le
situazioni di emergenza e disagio
Utilizzare le aree per l’edilizia pubblica/convenzionata
in modo strategico per soddisfare le diverse esigenze
della popolazione
Costituire una Agenzia sociale per la casa e l’affitto che
faccia da garante e da intermediario tra le parti
Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo
dell’offerta e del fabbisogno abitavo
Prevedere forme di accordo tra Comune e privati per
garantire affitti adeguati
Prevedere convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani
terra degli edifici nei centri storici tra Comune e
cooperative sociali e attività artigianali locali
Costituire cooperative sociali per la casa a livello sovracomunale
Favorire l'autocostruzione
Somma dei voti ai criteri (in verticale)
Ridurre il consumo di suolo
Creare uno sviluppo di qualità e
non di quantità
Favorire la cooperazione
Favorire la fruizione
Rafforzare l'identità di Trezzo
PROPOSTE
Casa
Salvaguardare l'ecosistema
fiume
CRITERI DI SCELTA
9
1
1
2
1
16
2
2
3
2
PRIMI ESITI
Il lavoro svolto in questi mesi ha avviato anche una serie di forme di accordo nelle reti locali che
hanno portato a definire alcuni strumenti di cooperazione, impegnando e responsabilizzando i
diversi attori a concretizzare progetti e azioni a livello comunale e sovracomunale.
PATTO D’INTESA
TRA IL COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA
E
L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANATO E PICCOLE AZIENDE MILANO – CONFARTIGIANATO
MILANO,
L’ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MILANO E PROVINCIA,
ASSINDUSTRIA MONZA E BRIANZA
PER
PROMUOVERE AZIONI E STRATEGIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE
NEI PROCESSI E NEGLI STRUMENTI
DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
PRESO ATTO
-
della necessità di agire uno sviluppo che “risponda alle necessità del presente, senza compromettere le
capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”, concetto dichiarato nel 1987 dalla World
Commission on Development più conosciuto come rapporto Brundtland e utilizzato come base concettuale
di molte convenzioni internazionali e nazionali;
-
della responsabilità che gli enti locali ed in particolare le Municipalità, per il loro diretto rapporto con i
cittadini, vanno assumendo nel garantire oggi e per il futuro qualità della vita agli abitanti, con l’obiettivo di
valorizzare e conservare nel tempo le risorse ambientali, sociali ed economiche locali;
-
del mutato quadro normativo che nelle azioni di federalismo istituzionale e nei principi della sussidiarietà
sostanziano sempre più nel concetto di governance la responsabilità diretta degli attori locali e nello
specifico degli enti locali nei processi di trasformazione economici, sociali e territoriali dei contesti locali;
-
delle pratiche dell’agire sociale a favore e per conto dello sviluppo sostenibile. Ci riferiamo in particolare
alle Agenda 21, che organizzano le singole comunità locali in processi di consultazione e costruzione del
consenso tra le parti sociali, al fine di definire ed attuare un Piano di Azione Locale Ambientale per la
sostenibilità urbana rivolto al 21° secolo;
-
della necessità di integrare tra di loro le diverse politiche settoriali per promuovere una strategia di
sviluppo efficace ed efficiente, così come viene indicato nel VI Programma Comunitario (Ambiente 2010: il
nostro futuro, la nostra scelta) e così come è stato rettificato nel documento “La Strategia Ambientale per
lo Sviluppo Sostenibile” del Ministero dell’Ambiente, approvato con delibera CIPE del 2/08/2002;
-
della necessità di facilitare il recepimento a livello locale di importanti strumenti comunitari come ad
esempio la Direttiva 42/2001 in materia di valutazione strategica o i regolamenti sulla certificazione, nello
specifico il Regolamento (CE) n° 761/2001, detto EMAS II, ampliando quello precedente (n° 1836/93) che
estende le operazioni delle imprese ad una migliore prestazione in campo ambientale anche al settore
finanziario, al turismo e alle amministrazioni pubbliche.
CONSIDERATO CHE
-
Le Associazioni di categoria hanno tra le loro finalità quelle di: rappresentare gli interessi delle aziende,
realizzare studi e percorsi di formazione, di promuovere attività di sensibilizzazione ambientale e di
facilitare le imprese nell’implementazione di programmi di sviluppo
-
Le Associazioni di categoria svolgono un attività che interessa un territorio vasto della Provincia di Milano
RICONOSCONO
-
Nelle pratiche di partecipazione, come ad esempio quella per la redazione del futuro Piano Regolatore del
Comune di Trezzo sull’Adda, uno strumento utile ed efficace a consolidare e promuovere il dialogo ed il
confronto tra le parti al fine di promuovere strategie condivise sullo sviluppo sostenibile locale
-
Nello sviluppo locale l’ambito d’azione in cui sviluppare processi di cooperazione e collaborazione tra gli
enti locali per rafforzare e ridefinire una nuova identità locale, centrata sulla valorizzazione del territorio
-
Nel metodo della governance, intesa come attività di partecipazione e negoziazione e di coinvolgimento
degli attori pubblici e privati nei processi decisionali, lo strumento per condividere le scelte sul governo del
territorio
CONDIVIDONO
-
La necessità di promuovere un modello di sviluppo locale che premi e qualifichi il concetto di lavoro
attraverso l’innovazione dei processi produttivi locali e la ricerca di prodotti ad alta qualità;
-
Il valore strategico del territorio come elemento per orientare la sfida dello sviluppo verso forme di
recupero dei sistemi insediativi esistenti ancor prima di una nuova e futura crescita urbanistica delle aree
produttive;
-
La necessità di promuovere azioni di progettazione, programmazione e governo del territorio che
qualifichino sotto il profilo ecologico gli insediamenti produttivi;
-
La valutazione positiva della presenza delle aziende artigiane e delle piccole e medie imprese, che
rivestono un ruolo centrale nel tessuto economico e occupazionale del trezzese, e il loro conseguente
valore strategico per uno sviluppo sostenibile nell’area;
-
L’obbligo di costruire reti di attori in cui il nodo di Trezzo possa assumere pienamente quella visibilità che
gli è propria per poter agire in un quadro di scelte più ampio sia nel contesto locale, nella rete dei comuni,
che in generale;
-
L’impegno a dare continuità ai tavoli di lavoro finalizzati a costruire scelte condivise per la redazione del
futuro Piano Regolatore Comunale.
LETTO E APPROVATO
Trezzo sull’Adda 5 maggio 2004
Comune di Trezzo sull’Adda
Sindaco Roberto Milanesi
L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE AZIENDE MILANO
L’ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MILANO E PROVINCIA
ASSINDUSTRIA MONZA E BRIANZA
Progetto sulla mobilità ciclabile del vimercatese-trezzese
Promosso dal Coordinamento Sviluppo Sostenibile del Vimercatese-Trezzese
PRESENTAZIONE
DEL PROGETTO SOVRACOMUNALE
Coordinamento progettuale e attivazione della partecipazione
Istituto di Ricerca Ecopolis
Coordinamento di Agenda 21 del vimercatese
Agenda XXI, nel territorio del vimercatese, nasce per iniziativa delle Pubbliche Amministrazioni di Agrate
Brianza, Aicurzio, Bellusco, Bernareggio, Brugherio, Busnago, Caponago, Carugate, Cavenago Brianza,
Cornate d’Adda, Mezzago, Pessano con Bornago, Ronco Briantino, Subiate, Villasanta, Vimercate, che si
coordinano attraverso una Convenzione finalizzata a promuovere e diffondere le iniziative sullo sviluppo
sostenibile a livello locale.
Scopi del
Coordinamento
-
sovracomunale di
Agenda XXI
-
Attivare processi di sviluppo sostenibile e strumenti di partecipazione su scala
locale e sovralocale
Definire linee guida per le strategie di sviluppo sostenibile e piani di azione
ambientali
Realizzare studi di prefattibilità delle azioni già individuate nei processi in atto
di Agenda XXI
Realizzare studi per la caratterizzazione ambientale del territorio (RSA), la
contabilizzazione degli elementi di qualità ambientale anche finalizzati alla
certificazione ambientale, la realizzazione di studi e sperimentazioni per la
contabilità ambientale
Il coordinamento ha inoltre il compito di stimolare un numero sempre maggiore di Enti locali ad attivare
Agende XXI comunali e/o partecipare al coordinamento del vimercatese, oltre a sostenere quelle iniziative
locali già impegnate nella realizzazione dei Piani d’Azione.
Strumenti di lavoro
Risorse
Lavori in corso
Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni si è dotato di una struttura
operativa che individua nel Comune di Vimercate il comune capofila che si
assume l'onere di coordinare e gestire il processo di implementazione di Agenda
XXI. Il Comune di Vimercate agirà le sue funzioni all'interno di un Comitato di
Gestione espresso dall'Assemblea di Sindaci.
Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni, si avvale della collaborazione
scientifica dell’Istituto di Ricerca Ecopolis, rappresentato dall’arch. Maurizio
Cabras.
Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni del vimercatese auto-promuove
le sue iniziative con l'impegno di attivare forme coordinate e co-finanziate con altri
Enti pubblici e privati per sviluppare ed implementare le proprie progettualità.
Attualmente ha presentato un progetto per il Bando 2002 al Ministero
dell’Ambiente per l’implementazione dei processi di Agenda 21.
Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni ha promosso l’attivazione di
una prima fase del Forum sovralocale su cinque aree tematiche: mobilità, acqua,
ambiente, cooperazione e partecipazione, rifiuti. In questo periodo, stanno
lavorando i tavoli multiattoriali per definire un piano d’azione sul tema dell’acqua
PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE NEL VIMERCATESE
Il lavoro sul tema della mobilità, ha confermato infatti uno dei principi fondanti del metodo di Agenda 21 che
sta nelle pratiche di coinvolgimento delle comunità locali in processi partecipativi. Questo modo di procedere,
ricco di contraddizioni e fatiche, non è stato impostato, nel caso specifico, come un’operazione di consenso su
scelte di piani e/o proposte promosse dall’alto, ma al contrario come un percorso finalizzato ad aumentare la
consapevolezza degli attori locali e a favorire una più generale e graduale trasformazione culturale, con il
conseguente ri-orientamento in senso maggiormente sostenibile dei comportamenti e delle decisioni da parte
degli attori locali. Questa scelta di metodo ha riscosso interesse in molti degli attori, che hanno assicurato
(anche se non hanno partecipato direttamente ai seminari) una loro presenza più attiva nelle future fasi più
operative. In altri termini Agenda 21, ha raccolto e registrato un desiderio di partecipazione da parte dei
soggetti locali verso forme più strutturate ed “efficaci” come ad esempio i tavoli di concertazione multi-attori,
dall’altra, la necessità di definire i problemi e le relative soluzioni in una visione strategica e integrata rispetto
al tema trattato. La necessità di attivare momenti di confronto tra più attori intorno alla definizione dei problemi
e/o alla ricerca delle soluzioni è stata esplicitata dalle associazioni di categoria (CIA, API, AIMB), ma anche da
alcuni enti sovralocali come l’Ospedale e l’Azienda Offerta Sociale e i Centri Lavoro che hanno espresso un
interesse ad approfondire nelle forme e nelle modalità più appropriate un proprio coinvolgimento per poter
dare un efficace contributo ad un modello di mobilità più compatibile con l’ambiente.
Il tema della mobilità, vista la sua dimensione complessa e articolata, ha inoltre evidenziato la necessità di
promuovere forme di coordinamento inter-istituzionale più efficaci. Una collaborazione che dovrebbe fondarsi
su reciproci spostamenti verso la costruzione di obiettivi comuni. La ricerca di politiche e progetti che
aggrediscano con maggior successo i problemi sempre più emergenti dell’attuale modello della mobilità, ha
spinto di fatto, gli enti locali a muoversi in rete, uscendo dalla logica dei confini comunali: il processo di
Agenda 21 ne è una testimonianza. Questo spostamento metodologico, seppur difficoltoso e ricco di
contraddizioni, verso un approccio di cooperazione dal basso al tema della mobilità, registra però delle
difficoltà nel confronto con la Provincia e la Regione. Difficoltà che non devono però essere generalizzate,
perché proprio nel Vimercatese, è in corso una delle esperienze sulla mobilità sostenibile più significative a
livello regionale promossa dalla Provincia di Milano sul tema del Mobility management. Si riscontra comunque
da parte degli enti sovralocali, una lettura semplificata e riduttiva di questi coordinamenti, perché se ne coglie
unicamente l’aspetto dimensionale (massa critica) nella logica della visibilità rispetto all’ottenimento delle
“potenziali” e sempre più scarse risorse in materiali di innovazione e ricerca delle pratiche sulla mobilità
sostenibile.
Il metodo partecipativo proprio dello strumento di Agenda 21, ci ha quindi permesso di verificare rispetto al
contesto locale la dimensione poliedrica del tema, ma anche la complessità e le relative potenzialità dei diversi
net-works in campo. Il processo ha quindi orientato le sue prime conclusioni alla definizione, rispetto alle
diverse strategie, di progetti pilota di natura sperimentale. La ricerca di una sintesi progettuale, che capitalizzi
le molte letture fatte a più voci, sul tema della mobilità, esprime da parte del coordinamento delle
amministrazioni locali la necessità di promuovere azioni di sostenibilità che “visibilizzino” rispetto alle proprie
comunità una volontà concreta di un cambiamento di rotta verso scenari di sostenibilità ambientale.
LA RIARTICOLAZIONE DEL TEMA A LIVELLO LOCALE: COSA SIGNIFICA PARLARE DI MOBILITÀ
SOSTENIBILE PER I COMUNI DEL VIMERCATESE
La declinazione del tema mobilità sostenibile rispetto alle specificità di questo particolare territorio attraversato da arterie importanti e
da flussi significativi di persone e merci ha messo in evidenza quattro argomenti, emersi da una prima fase di elaborazione del tema
con i sindaci e in seguito ridiscussi con gli attori locali portatori di interessi nello specifico campo in oggetto.
Gli obiettivi:
ecco come si possono riassumere gli obietti emersi per ciascun tema:
? Mobilità ciclabile:
- Relazionare tra di loro i diversi centri storici, con percorsi protetti, valorizzando il sistema
reticolare del tessuto insediativo locale.
- Assicurare una relazione di continuità tra i diversi centri storici e i principali sistemi ambientali
(Parchi, giardini, ecc.)
- Assicurare una relazione di continuità tra i diversi centri storici e i principali sistemi ambientali
(Parchi, giardini, ecc.)
- Facilitare ed incentivare le relazioni con i nodi del trasporto pubblico
- Incrementare la fruibilità del territorio
- Definire una struttura sovralocale del vimercatese che sia in grado di conoscere e concorrere
alle iniziative e ai bandi regionali, nazionali ecc.
? Mobility Management:
- Definire forme e modalità congrue per mettere in rete i diversi comuni dell’area per
presentarsi all’esterno come un soggetto complesso ma unitario facilitando così i piccoli
comuni a partecipare allo sviluppo di progetti innovativi o candidarsi ad ospitare possibili
sperimentazioni in materia di mobilità sostenibile
- Individuare attraverso un’analisi specifica le alternative all’auto privata che i cittadini sono
effettivamente disposti ad utilizzare.
? Innovazioni nel trasporto pubblico locale:
- Promuovere una gestione condivisa tra più comuni del trasporto pubblico nelle scuole e nei
centri socio-sanitari coinvolgendo direttamente le strutture interessate ma anche quelle che
hanno una funzione di rappresentanza e/o di organizzazione delle stesse. L’obiettivo pertanto
non è solo quello di risparmiare risorse attraverso una razionalizzazione del servizio, ma è
anche quello di scoprire e sperimentare forme locali di gestione dei tempi maggiormente
coerenti alle caratteristiche del contesto locale.
? Incentivazione all’uso di carburanti ecologici:
- Trasformare l'attuale flotta dei mezzi che trasportano i rifiuti con automezzi che utilizzano
carburanti ecologici
- Coordinare le amministrazioni comunali per facilitare l'accesso ai finanziamenti regionali per
incentivare l'uso degli idrocarburi
? Osservatorio di monitoraggio ambientale:
- Tramite la richiesta di cofinanziamento per Agenda 21 sul Bando 2002 fatto al Ministero
dell’Ambiente si potrebbe attivare un coordinamento tra i vari SIT presenti nel territorio e
produrre una RSA specifica sulle esigenze locali
? Piano sulla mobilità sovralocale:
- Promuovere un Piano strategico della Mobilità sovracomunale che produca soluzioni
condivise in merito ad interventi in atto e/o in via di approvazione nei singoli comuni.
? Sicurezza stradale:
- Attraverso il coordinamento delle polizie municipali e in riferimento ai fondi in materia,
promossi dalla Regione Lombardia, si possono promuovere azioni volte a diffondere
localmente iniziative promosse da enti sovralocali o attivare progetti pilota che coinvolgano i
soggetti più deboli.
Le azioni progettuali
Come riassume lo schema contenuto nel rapporto sono emerse per ciascuna strategia e, sulla base degli
obiettivi definiti insieme agli attori locali e alle amministrazioni pubbliche del territorio, alcune azioni progettuali
che si sottoporrando nel corso dei prossimi incontri ad un’analisi di fattibilità e perseguibilità sulla base delle
risorse effettivamente attivabili e disponibili.
- Mobilità ciclabile: Promuovere una convenzione sovracomunale per progettare una rete sovracomunale
condivisa
-
Innovazioni nel trasporto pubblico locale: Verificare la possibilità di attivare un Piano regolatore dei
Tempi e degli orari, come strumento di relazione tra la domanda e l’offerta locale
-
Trasporto pubblico locale: Incentivare l’uso dei carburanti ecologici
-
Osservatorio di monitoraggio ambientale: Co-finanziamento del Ministero dell'Ambiente per la
redazione del Rapporto sullo Stato dell'Ambiente
-
Piano sulla mobilità sovralocale: Promuovere accordi tra comuni per sviluppare delle strategie
innovative
DAI PROGRAMMI ALLE AZIONI DI SOSTENIBILITA’ LOCALE
Il Piano d’Azione di Agenda 21 del Vimercatese tra le diverse iniziative programmate, ha promosso come
progetto prioritario quello della mobilità ciclabile tra tutti i comune della brianza orientale. Il progetto affidato al
Politecnico di Milano e all’Istituto di Ricerca Ecopolis, definirà nei prossimi mesi il sistema della rete portante,
per poi sviluppare, in una seconda fase, degli approfondimenti sia sulle reti minori che su alcuni progetti pilota.
La specificità di questo progetto, consiste quindi, nel tentativo da parte degli esperti, di coinvolgere, il maggior
numero possibile di attori locali e sovralocali a partire dalla definizione dei problemi e, nelle successive
progettuali. Se, la partecipazione sarà quindi uno dei pilastri portanti del progetto, l’altro si consolida
sull’esperienza e i saperi tecnici del Politecnico di Milano che svilupperanno tutti gli aspetti legati alla
progettazione tecnica della rete ciclabile.
La proposta progettuale pilota, della mobilità ciclabile, è quindi il primo strumento per capitalizzare e mettere a
frutto le molte conoscenze e i dati acquisti in questi anni sia nelle sedi locali dei Forum di Agenda 21 che in
quelle sovracomunali.
I comuni del coordinamento di Agenda 21 hanno scelto quindi, di attivare una forma di aggregazione “dal
basso”, indirizzata a definire un progetto di “mobilità ciclabile” che ponga le condizioni per incentivare questa
importante modalità di spostamento, da sempre ritenuta componente indispensabile per una “mobilità
sostenibile”, mettendo a sistema, cioè “a rete” le attuali frammentarie dotazioni e i parziali, anche se lodevoli,
progetti messi in atto da singoli comuni. Obiettivo generale è quello di cercare di coniugare la duplice
esigenza di costruire tale progetto di ciclabilità “a rete” per il territorio di pertinenza e di risolvere localmente
l’integrazione dei percorsi ciclabili urbani con i caratteri e le problematiche dei singoli comuni, in un quadro di
promozione di un processo di attenzione e di coinvolgimento al tema della mobilità ciclabile.
In questo senso hanno attivato una convenzione con due diversi soggetti che opereranno in stretta
collaborazione:
- il gruppo facente capo al Politecnico di Milano, nella figura del “laboratorio nodi e reti”, diretto dalla
Prof.ssa Anna Moretti che si è assunto il compito di individuare:
a) la rete principale portante da intendere anche come connessione ciclabile tra i centri del sistema
policentrico del vimercatese-trezzese, in taluni casi con caratteri di greenways (corridoi ecologici
percorribili ciclopedonalmente)
b) il sistema di reti secondarie minori diffuse, con funzioni di percorsi ciclabili urbani al servizio di
una mobilità
dolce (percorsi centro/periferia, casa/lavoro, casa/servizi/tempo libero)
-
l’Istituto di Ricerca Ecopolis coordinato dall’arch. Maurizio Cabras che curerà l’attivazione delle
relazioni intercomunali, l’integrazione dei processi e della progettualità locale in corso, il
coinvolgimento di una serie di attori istituzionali e non, la partecipazione dei cittadini, la diffusione di
buone pratiche presso gli uffici tecnici e le comunità locali
Il progetto si struttura attraverso una metodologia di lavoro consolidata da precedenti esperienze,
individuando, a partire da quanto già esiste o si sta progettando, dapprima “i nodi” della rete (centralità
rilevanti e attrattori diffusi), e successivamente “gli archi” della rete stessa (sia portante, a scala extraurbana e
ambientale, che diffusa a scala urbana).
I passaggi successivi saranno:
- riconoscimento delle “criticità” e delle “opportunità” viabilistiche, d’uso, territoriali/urbanistiche e
ambientali, leggibili a una scala di rete generale
- costruzione di “criteri” progettuali da condividere con le amministrazioni e con i cittadini per un
progetto di rete ciclabile territoriale, che ricucia e integri gli spezzoni già esistenti o in progetto
-
-
partecipazione a una comunicazione interattiva con gli uffici tecnici per la individuazione e la
risoluzione delle principali criticità locali e localmente espresse e per la trasmissione/condivisione di
criteri progettuali di dettaglio indirizzati alla definizione di percorsi ciclabili urbani
sviluppo di una progettualità locale all’interno di “progetti pilota” di inserimento di percorsi ciclabili in
alcune realtà urbane del vimercatese-trezzese assunte come “casi studio”
definizione di buone pratiche applicabili anche a contesti diversi, e di politiche di accompagnamento
da attivare per il successo dei progetti
CRONOPROGRAMMA DEL PROGETTO DELLA MOBILITA’ CICLABILE NEL VIMERCATESE
Fasi processo
Ricostruzione del
quadro conoscitivo
in riferimento alle
fonti cartografiche e
all’arena degli attori
locali e sovralocali
Azioni progettuali
Comunicazione a tutti i comuni del coordinamento di
Agenda 21 dell’attivazione del Piano della mobilità
ciclabile (esposizione dei contenuti e i metodi di
lavoro) e attivazione e sensibilizzazione dei relativi
uffici tecnici con raccolta dei materiali
Esiti
Azioni di informazione e sensibilizzazione delle
comunità locali
Definizione dei gruppi di lavoro su scala territoriale
all’interno dell’area più grande del vimercatese
Quadro d’unione dello stato di fatto: sintesi dei PRG
e/o dei PUT e della progettualità locale dell’area del
vimercatese
Identificazione della rete portante
Definizione dei “criteri” per diverse tipologie
di percorsi in relazione a diversi contesti
Rilievo e definizione della rete portante
insediativi (centri storici/ periferia, città
Definizione della
compatta/città diffusa, sistemi densi/sistemi radi,
rete portante
spazi aperti/spazi naturalistici)
Definizione di “criteri condivisi” sulle
Attivazione e gestione dei tavoli di lavoro multiattoriali
proposte operate e sollecitate dal gruppo di
per la definizione e l’approfondimento delle principali
lavoro del Politecnico
criticità locali
Presentazione di repertori di buone pratiche
Analisi ed approfondimenti delle reti minori:
Identificazione delle reti e dei percorsi locali
Indicazioni per l’individuazione di “casi
urbani nei “casi studio”
studio”
Definizione di “criteri progettuali” per la rete
indicazioni per il rilievo degli attrattori diffusi
locale
(metodologia) e applicazione ai “casi studio”
individuazione delle tipologie di criticità
Approfondimenti e
locali
definizione delle reti
teoriche e applicazioni ai “casi studio”
minori
assunzione delle criticità locali emerse dai
tavoli
multiattoriali
Definizione di “criteri condivisi” sulle
Condivisione ed approfondimento dei criteri e delle
proposte operate e sollecitate dal gruppo di
modalità di scelta dei casi studio
lavoro del Politecnico
Verifica delle criticità locali e definizione delle priorità
sulla rete generale della mobilità del vimercatese
Attivazione di una comunicazione
Definizione dei
Selezione condivisa dei progetti pilota da approfondire
interattiva con gli uffici tecnici dei “casi studio” per
progetti pilota
nella fase successiva
adattare i “criteri” condivisi alle singole criticità locali,
a partire dai rapporti di partecipazione esito di tavoli
di lavoro multiattoriali
Attivazione e gestione dei tavoli di lavoro multiattoriali
per la definizione e l’approfondimento dei progetti
pilota
Sviluppo dei progetti
Produzione dei progetti pilota nei “casi studio”
pilota
individuati
Partecipazione agli incontri con i cittadini per la
comunicazione verso l’interno e la promozione di
azioni di sostegno dal basso
Ricostruzione dello stato di fatto e delle progettualità
locali in riferimento agli enti locali
PROGETTO DI PREFATTIBILITÀ PER LA
RIQUALIFICAZIONE DELL’ATTRAVERSAMENTO
DELL’ADDA TRA TREZZO SULL’ADDA E
CAPRIATE S.GERVASIO. NOTA METODOLOGICA
Aprile 2004
Contesto istituzionale
Con il contributo della Regione Lombardia, i Comuni di
Trezzo sull’Adda e Capriate S.Gervasio promuovono uno
studio di carattere viabilistico e urbanistico sulle
problematiche connesse all’attraversamento del fiume Adda.
Questo ulteriore contributo si colloca in una fase cruciale di
ridefinizione e attuazione dei principali progetti infrastrutturali
interessati: il Sistema Viabilistico Pedemontano,
l’ampliamento della A4, il progetto Bre.Be.Mi.
Poiché il quadro evidenziato dai precedenti studi mette in
risalto come il traffico di media e lunga di distanza trovi nel
fiume Adda una serie di strozzature obbligate, nelle quali si
concentrano elevati flussi di traffico di attraversamento, si
ritiene fondamentale che lo studio valuti comparativamente le
ricadute locali dei diversi scenari, indicando con chiarezza i
punti requisiti minimi – non solo per salvaguardare – ma per
migliorare le condizioni di traffico attuali.
Esemplificativamente, il ponte di Trezzo raccoglie, oggi, circa
un quarto del flusso che utilizza l’infrastruttura autostradale e
presenta quote di traffico pesante superiori al 10%.
Dimensioni analoghe di flusso si osservano sul ponte di
Cassano.
Metodologie e contenuti
Lo studio sulle problematicità connesse all’attraversamento
del fiume Adda si qualifica nel tentativo di far interagire tra di
loro i saperi e le competenze tecniche a quelle espresse
dagli attori sociali delle comunità locali insediate. Lo scopo
dello studio è quindi quello di far emergere i valori e le
potenzialità del contesto locale nei suoi aspetti urbanisticoterritoriali, evidenziando tra questi i problemi e i desiderata
sociali.
Si apriranno quindi delle occasioni per un confronto nel
merito dei problemi e delle proposte, tra i diversi attori locali e
sovralocali, rispettando il principio della condivisione allargata
degli esiti dello studio.
In primo luogo, lo studio svilupperà una serie di
approfondimenti di carattere urbanistico che mirano a chiarire
il complesso quadro delle proposte in gioco. Tale parte, vuole
anche indagare la specificità storica dell’area studio, in
quanto “punto di passaggio” - anticamente coincidente con
un vero e proprio confine - la cui identità comunale si
riconosce con i concetti stessi del “ponte” e
dell’“attraversamento”.
In questa prima fase, lo studio propone:
a) la ricomposizione di un quadro completo delle ipotesi e
alternative progettuali in discussione.
Rientrano in questo quadro gli strumenti urbanistici ai diversi
livelli territoriali (PTCP, PRG, ecc.).
Si tratta di una “schedatura” basata su criteri di confrontabilità
(parametri essenziali, scala grafica, ecc.) dei progetti prodotti.
b) un excursus storico, mediante rappresentazioni
cartografiche per “soglie”, dei rapporti tra nodo (ambito
locale) e rete infrastrutturale di riferimento (scala territoriale),
individuandone la geometri variabile nelle diverse epoche. In
questa sede sarà possibile evidenziare anche gli aspetti
morfologici ed i valori ambientali connessi a tali reti.
I materiali raccolti – nell’album cartografico e nelle Schede
progettuali – costituiscono la base di un momento di
valutazione complessiva delle ipotesi viabilistiche, in cui
vengano esplicitate anche - e soprattutto - le strategie che
informano le scelte infrastrutturali, le conseguenze in termini
di trasformazione del paesaggio, gli effetti urbanistici
complessivi.
La costruzione di queste schede sarà arricchita e completata
da un processo di ascolto dei soggetti locali che
contribuiranno alla costruzione delle stesse apportando la
loro percezione sui problemi e le potenzialità dei temi tratti.
In una seconda fase, strumento fondamentale di analisi,
rappresentazione e interpretazione dei fenomeni sarà il
Modello di Traffico. I Progettisti (Systematica) dispone di un
modello già implementato a scala regionale – supportato dal
codice Trips-Cube – che costituisce lo strumento privilegiato
in questa fase di lavoro. Il modello di traffico viene utilizzato
per la valutazione degli effetti di possibili variazioni degli
schemi di traffico, della realizzazione di nuove infrastrutture o
del potenziamento delle esistenti, nonché di ogni altro
intervento amministrativo ed infrastrutturale ragionevolmente
ipotizzabile (vale a dire secondo “scenari” e ipotesi di
ridefinizione della rete viaria comunale).
Da un punto di vista metodologico, dunque, il lavoro di
verifica delle ipotesi di modificazione della rete si sviluppa
secondo un accurato percorso di confronto e di valutazione
comparata dei risultati di ciascuna simulazione.
Nella fase conclusiva, lo studio metterà in luce le opportunità
e le controindicazioni delle diverse soluzioni già in campo,
con specifico riferimento alla realtà locale rispetto alle diverse
alternative si provvederà alla costruzione di una griglia di
valutazione qualitativa, che consenta di comparare le diverse
soluzioni (del tipo SWOT Analysis).
Inoltre lo studio, proporrà la degli schemi funzionali di rete,
rispetto ai quali saranno individuati quelle caratteristiche
tipologiche prescrittive alla qualificazione degli interventi. In
questo senso, alla scala urbana, con riferimento ai territori
dei due Comuni di Trezzo sull’Adda e Capriate S.Gervasio, la
definizione degli elementi invarianti riguarderà:
tracciati delle opere complementari di connessione tra
livelli gerarchici di rete
caratteristiche funzionali dei tracciati
opere di mitigazione e inserimento paesaggistico
interventi di moderazione del traffico e per la
realizzazione delle “Zone 30” (Isole ambientali)
reti integrate delle utenze non veicolari (ciclabili,
pedonali)
Nella fase progettuale il processo di coinvolgimento delle
comunità locali contribuirà a definire le priorità delle strategie
e soluzioni possibili oltre a rendere più efficaci gli incontri tra
enti istituzionali (Regione e Comuni) per potenziare il valore
strategico del territorio locale.
ANALISI
CRONOPROGRAMMA
Fasi/temi
Azioni tecniche
Fase conoscitiva di tipo
urbanistico territoriale
Lo studio svilupperà una serie di approfondimenti di carattere
urbanistico che mirano a chiarire il complesso quadro delle
proposte in gioco:
la ricomposizione di un quadro completo delle ipotesi e
alternative progettuali in discussione
un excursus storico, mediante rappresentazioni
cartografiche per “soglie”, dei rapporti tra nodo (ambito
locale) e rete infrastrutturale di riferimento (scala
territoriale), individuandone la geometri variabile nelle
diverse epoche.
Fase specialistica di
analisi dell’offerta e della
domanda di traffico.
-
Strumento fondamentale di analisi, rappresentazione e
interpretazione dei fenomeni sarà il Modello di Traffico. Il
modello di traffico viene utilizzato per la valutazione degli
effetti di possibili variazioni degli schemi di traffico, della
realizzazione di nuove infrastrutture o del potenziamento
delle esistenti, nonché di ogni altro intervento
amministrativo ed infrastrutturale ragionevolmente
ipotizzabile (vale a dire secondo “scenari” e ipotesi di
ridefinizione della rete viaria comunale).
Azioni generali
Organizzare i primi incontri informali preliminari
conoscitivi e informativi con i diversi attori
istituzionali da coinvolgere.
Avvio del processo di partecipazione e
presentazione del programma dei lavori e delle
metodologie al convegno dell’8 maggio sul
Piano Regolatore Partecipato, presso il
comune di Trezzo sull’Adda.
-
-
Raccolta dei problemi e analisi dello stato di
fatto e definizione condivisa delle priorità
sociali.
Costruire delle “schede informative dei
problemi” sugli esiti dei tavoli d’ascolto e dalle
analisi dei progetti infrastrutturali prodotti dagli
enti istituzionali.
Tempi
Esiti
Maggio
Incontri prima
metà di Giugno
Primo rapporto tecnico di
carattere conoscitivo
Giugno
Luglio
Secondo rapporto tecnico sul
modello di traffico e relative
valutazioni.
Azioni generali
Azioni tecniche
Fasi/temi
-
Elaborare delle “Schede informative di progetti”
che rappresentino in modo sintetico e diretto il
lavoro di analisi e ricerca delle possibili
soluzioni fatto dallo studio tecnico.
Diffusione alle associazioni e agli abitanti di un
libretto/invito per un incontro pubblico da
organizzare entro fine settembre in cui verrà
chiesto ai partecipanti di valutare le soluzioni e
le alternative presentate.
-
Arrivare a condividere localmente un risultato
presentato alle associazioni e abitanti
Questa fase metterà in luce le opportunità e le
controindicazioni delle diverse soluzioni già in campo, con
specifico riferimento alla realtà locale rispetto alle diverse
alternative si provvederà alla costruzione di una griglia di
valutazione qualitativa, che consenta di comparare le
diverse soluzioni (del tipo SWOT Analysis).
PROGETTO
Fase pre progettuale di
identificazione delle
problematiche e delle
possibili soluzioni alle
diverse scale
-
Fase progettuale
(fattibilità) con scelta delle
soluzioni di rete e degli
interventi prioritari
-
Questa fase proporrà la degli schemi funzionali di rete,
rispetto ai quali saranno individuati quelle caratteristiche
tipologiche prescrittive alla qualificazione degli interventi.
In questo senso, alla scala urbana, con riferimento ai
territori dei due Comuni di Trezzo sull’Adda e Capriate
S.Gervasio, la definizione degli elementi invarianti
riguarderà:
tracciati delle opere complementari di
connessione tra livelli gerarchici di rete
caratteristiche funzionali dei tracciati
opere di mitigazione e inserimento
paesaggistico
interventi di moderazione del traffico e
per la realizzazione delle “Zone 30” (Isole ambientali)
reti integrate delle utenze non veicolari
(ciclabili, pedonali)
-
Tempi
Settembre
Esiti
Terzo rapporto tecnico (bozza) di
proposta
Conferenza dei Servizi con Regione e altri
attori istituzionali coinvolti a fine ottobre, allo
scopo di un’assunzione di responsabilità del
soggetto locale con un progetto fattibile.
Ottobre
-
Terzo rapporto tecnico
(definitivo) di progetto
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Album delle Idee