Trezzo sull’Adda e i suoi abitanti 8 Maggio2004 : Album delle Idee del Piano Regolatore Partecipato RACCOLTA DEGLI ESITI DEGLI INCONTRI presso Società Operaia di Mutuo Soccorso A CURA DI ISTITUTO DI RICERCA ECOPOLIS Via G. Ceradini 18, 20129 Milano Tel. 02/70.000.920 E-mail [email protected] LA SECONDA FASE DEL PIANO REGOLATORE PARTECIPATO: LE PROPOSTE PER IL FUTURO DI TREZZO Come abbiamo fatto nella precedente fase di ascolto in cui abbiamo individuato con la comunità di Trezzo i problemi prioritari, anche in questa fase di ricerca di idee e proposte che si è svolta da febbraio ad aprile, sono stati attivati diversi strumenti e modalità di lavoro per facilitare il confronto tra abitanti e amministratori. In questi ultimi mesi, abbiamo lavorato per tappe per ognuno dei quattro i tavoli di lavoro (Fiume Adda, Territorio e sviluppo produttivo, Centri Urbani, Casa): 1. Ricerca di idee e proposte degli abitanti di Trezzo: gli incontri si sono svolti nella prima settimana di febbraio e da questi è stato estrapolato un questionario/volantino distribuito ai partecipanti e in diversi punti della città, per stimolare una risposta e un confronto più allargato sul gradimento delle proposte. 2. Confronto e verifica delle proposte fatte dai partecipanti con l’ufficio tecnico e l’ufficio di piano del comune, alla fine del mese di febbraio. 3. Presentazione nel mese di marzo di alcune esperienze significative (buone pratiche) di come altri comuni hanno risolto problemi simili a quelli emersi a Trezzo, con cui potersi confrontare: il contratto di fiume Olona; la riqualificazione dell’area industriale di Bellusco, Busnago e Mezzago; l’agricoltura biologica; il Piano dei Tempi e degli Orari della città di Cremona; alcune esperienze di autocostruzione associata; l’agenzia sociale per l’affitto della fondazione S. Carlo di Milano. 4. Infine negli ultimi due incontri di martedì 13 aprile (Fiume, territorio e sviluppo) e mercoledì 14 aprile (Centri urbani e casa) si sono discussi e valutati i principali temi e obiettivi per una sostenibilità dello sviluppo del Comune di Trezzo sull’Adda. I problemi condivisi nella prima fase, sono stati tradotti in proposte e sono stati individuati i relativi obiettivi per il futuro della città. In generale è possibile osservare come vi sia un orientamento di fondo volto alla tutela dell’ecosistema e al desiderio di creare uno stile di vita in armonia con l’ambiente. Questo documento racconta le diverse “voci” degli abitanti di Trezzo che hanno partecipato e hanno dato i propri contributi per il piano regolatore partecipato. Questi materiali socialmente prodotti dovranno essere utilizzati per indirizzare le future scelte dell’Amministrazione Pubblica e rispetto alla pianificazione del territorio. In questa seconda parte dell’Album delle idee, restituiamo le sintesi complete degli esiti dei diversi momenti di partecipazione di questa fase progettuale. LE PROPOSTE DEGLI ABITANTI Lo scopo degli incontri svolti a inizio febbraio con gli abitanti di Trezzo era quello di raccogliere, definire idee e proposte, a partire dai problemi emersi nella prima fase di lavoro. Di seguito sono riportati gli esiti degli incontri svolti per i quattro temi: fiume Adda, territorio e sviluppo produttivo, centri urbani, casa. FIUME ADDA Esiti dell’incontro del 2 febbraio 2004 I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti: DAI PROBLEMI ALLE PROPOSTE Argomenti Il fiume come occasione di cooperazione e partecipazione per definire la natura del turismo e della fruizione sociale Il fiume ridotto a canale Il fiume come ecosistema complesso Problemi Difficoltà a concretizzare e coordinare a livello comunale i progetti e le strategie promosse dal Parco Adda Nord Mancano forme di cooperazione efficaci a livello locale per la definizione del tipo di turismo del fiume Mancanza di regole condivise per i diversi usi dell’alzaia (biciclette, pedoni, motorini, auto parcheggiate, ecc.) Assenza o carenza delle strutture ricettive/sportive lungo il fiume (sentieri, aree di sosta, imbarcadero, ristorazione, ecc.) L’attuale mancato collegamento al depuratore di Cassano d’Adda comporta lo scarico diretto delle fogne nell’Adda e l’inquinamento dell’acqua Scarsa efficacia da parte degli enti pubblici preposti, al controllo e al sanzionamento di chi inquina Difficoltà da parte dei cittadini a reperire informazioni facilmente comprensibili sullo stato dell’ambiente e del fiume Eccessivo prelievo di acqua dal fiume in alcuni punti per la produzione di energia, che mette in crisi gli ecosistemi ittici Mancanza di consapevolezza nell’uso individuale della risorsa acqua potabile (sprechi) Bassa progettualità da parte degli enti pubblici dell’uso sostenibile delle reti delle acque (es. recupero acqua piovana) Bassa sensibilità da parte degli enti pubblici nella pianificazione dell’ecosistema fiume (es. conseguente dissesto idrogeologico, dragaggio del fiume, scomparsa delle reti dei canali agricoli) La maggiore consapevolezza degli abitanti del valore ambientale del territorio fluviale riconosce l’incompatibilità di attuali usi produttivi presenti (cave e candeggio) Rischio di ridurre solo all’alzaia e al castello le diverse potenzialità storiche e ambientali dell’area del fiume Assenza di un regolamento ecologico di indirizzo per la qualità delle costruzioni e del recupero architettonico lungo il fiume Mancanza di un regolamento di indirizzo efficace per la qualità e la manutenzione degli habitat naturali A partire da questi problemi, durante l’incontro del 2 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo gli usi sociali e la qualità del turismo, l’inquinamento, il rapporto con la campagna e il paese. Le proposte e le idee emerse sono sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti. Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Baio Camilla; Baio Michela; Baggioli Angelo; Barbieri Walter; Barzaghi Maurizio (pescatore); Bertassi Bruno; Bonetalli Paolo (Trezzo Kayak); Caccia Giorgio (coop. Sociale Il Castello); Colantoni Aldo; Cologni Fabio (WWF); Colombo Gabriele (Trezzo Kayak); Colombo Giuseppe (Canottieri Tritium); Colombo Nino (ACU); Dondoni Raffaele (agricoltore); D’Urso Giuseppe (centrale ENEL); Facchetti Luigi (pescatore); Gallo Luigi; Ghinzani Vincenzo; Grandi Federica (Legambiente e Proloco); Lano Giancarlo; Lecchi Marcello (Trezzo Kayak); Leoni Mara (Legambiente); Lobai Marianna (Bar Lavatoio); Pisoni Marco; Rodda Luca (vice sindaco e assessore all’ecologia e urbanistica); Rodda Martina Astrid; Tinelli Rino (commerciante); Valsecchi Andrea (Trezzo Kayak);Villa Alessandro (WWF). Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica. Il fiume e la campagna di Trezzo Fabbriche sul fiume Proposte e idee Diversa regolamentazione del traffico diretto alle attività produttive sul fiume Adda Difficoltà Trovare nuove “funzioni” per le aree attualmente occupate dalle attività produttive che non incrementino il problema del traffico Aspetti positivi Risolvere il problema del traffico provocato dai mezzi pesanti che si dirigono alle attività produttive sul fiume Creare le condizioni-sinergie per delocalizzare le attività produttive dal fiume e consentire il ripristino dell’habitat fluviale con l’inserimento di specie autoctone Garantire a chi si sposta una localizzazione che offra vantaggi rispetto a dove si trova attualmente. Trovare o essere a conoscenza dell’esistenza di incentivi da parte della Comunità europea - L’unione di più aziende sparse nel territorio consentirebbe una minore mobilità e una migliore gestione logistica. Recupero di aree particolarmente belle e rispetto dell’ecosistema del fiume Ridare dignità ad un’area naturale per troppo tempo compromessa Fruizione Costruire reti e percorsi per unire il territorio del fiume con il territorio agricolo Itinerari nel bosco che dall’alto portano all’alzaia Far deviare i gruppi di ciclisti nel tratto dell’alzaia (sulla strada Valdiporto fino a Rondinera) Predisposizione di un regolamento comunale che vieti alle biciclette dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di andare a velocità elevate nel tratto di alzaia compreso tra la Colonia San Benedetto alla chiusa di Concesa - Nessuna Sistemare i percorsi Creare le condizioni affinché il sottobosco sia mantenuto pulito (molte piante sono pericolanti) - Si riscoprirebbero le bellezze di andare a piedi e/o in bicicletta nella campagna trezzese Proporre un diverso modo di fare turismo all’Adda, attento anche all’ambiente circostante - Lasciare l’Alzaia ai pedoni - Si garantirebbe la regolare fruizione dell’alzaia tutti, grandi e piccini, senza incorrere in pericolose fughe davanti a forsennati ciclisti in caccia di record di velocità Fruizione Proposte e idee Realizzazione di un sentiero ciclopedonale tra il fiume Adda e l’Oasi le Foppe Difficoltà - Ripristinare il sentiero che da Via Apiani porta al Lavatoio Aspetti positivi Dirottamento dei ciclisti al di fuori del solito circuito turistico Le persone interessate possono prendere visione e contatto con la realtà agricola del territorio trezzese Maggiore consapevolezza del rapporto tra l’ecosistema agricolo e fluviale e di come sia possibile recuperare da un’attività antropica come le cave le condizioni per una rinascita naturale in un’area sfruttata a fini economici - Offrire percorsi alternativi ai pedoni (non più costretti a scendere al fiume per Via Ermigli e Valverde) - Maggiore affluenza di gente da tutta la Lombardia. “ Una buona gestione porterebbe molti utili in senso di guadagno e tutto sommato sarebbe compatibile con il fiume e con il turismo” Creare un pontile per l’attracco delle barche Parco acquatico di divertimento tipo Caneva sull’area della cava Colombo Formazione Creare un sistema didattico sull’ecosistema del fiume e del suo territorio Mancano le strutture per accogliere, anche solo per una giornata, gruppi di scolastici (mense, bar) Creare una cooperativa delle professionalità del fiume, ovvero una serie di corsi che preparino figure professionali nella gestione del territorio fiume Problema di coordinamento - Tutela e gestione attenta del territorio Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e della flora dell’Adda Costi - Farebbe capire ai cittadini l’importanza del fiume per l’economia dei cittadini Usi sociali e qualità del turismo Attività Proposte e idee Proporre una navigabilità fluviale sostenibile del fiume, nel rispetto dell’ecosistema fiume - Creare scivoli per canoe e pesci Mobilità Didattica Difficoltà L’incapacità dell’Ente Parco Adda Nord ad ottenere finanziamenti. Gli interessi poco chiari da parte di alcuni attori che propongono il progetto di navigabilità del medio corso dell’Adda (cavatori). Superare i dislivelli del fiume. Snaturare la natura del fiume che rischia di essere trasformato in canale Aspetti positivi E’ bello vedere la gente in canoa sul fiume! Vivere il fiume Recupero di una memoria storica (racconti di chi pochi anni fa discendeva da Lecco a Milano, e da Trezzo a Venezia in canoa) e recupero di un uso antico che per la nuova generazione è nuovo Superare i dislivelli dovuti alle centrali - Togliere il bar “Il Vecchio Lavatoio” e sostituirlo con un centro di informazione e osservazione sulla flora e la fauna. Organizzare visite guidate con esperti. Ricerca del personale - Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia Abituare la gente a non raggiungere il fiume in macchina - Rispetto del fiume e poter godere di un ambiente particolarmente bello Consentire a tutti di non trovarsi angoli paesaggisticamente rilevanti, come l’argine del fiume, invasi da macchine che declassano l’area fluviale a un semplice parcheggio di fortuna Togliere il parcheggio fisso davanti ai ristoranti. Le macchine potrebbero scendere al fiume per portare le persone e poi risalire - Migliora l’ambiente. Le persone sono incentivate a muoversi a piedi Posizionameto a scopo didattico di cartelli e bacheche ( in legno ) illustrative con raffigurazioni di specie ittiche ornitiche e vegetali caratteristiche del fiume Adda e storico architettoniche es.(castello, centrale Taccani ) - Riconoscimento e maggiore interesse da parte di chi fruisce il fiume, soprattutto dei giovani, verso ciò che li circonda e che hanno di fronte - - Sensibilizzazione e conoscenza dell’ambiente Inquinamento Informazione e sensibilizzazione Insediamenti inquinanti Proposte e idee Predisporre delle bacheche lungo l’alzaia (presso il lavatoio) e nella frazione di Concesa ( presso il convento dei frati ) con esposti le analisi (A.R.P.A ) e alla qualità delle acque del fiume: Progetto Informafiume Difficoltà - Aspetti positivi L’esposizione dei dati relativi alle condizioni delle acque oltre ad essere apprezzato dalla popolazione la rende partecipe e la invoglia a capire il reale problema della qualità delle acque invitandola a chiedere spiegazioni agli enti preposti al controllo e al risanamento della stessa Fare una campagna di pulizia dell’alzaia (puliamo il mondo a livello comunale) circa ogni due mesi Costi - Risolverebbe il problema dell’inquinamento ed avrebbe effetto duraturo Riuscire a depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo. Creare piccoli impianti di depurazione delle acque per quelle parti di territorio che hanno la rete fognaria troppo bassa per essere collettata al depuratore di Cassano Economiche - Salvaguardia del fiume Creare sinergie con gli altri comuni (anche dell’isola bergamasca, come Bottanuco) per affrontare il problema degli scarichi nel fiume - Convincere il comune di Bottanuco ad affrontare il problema dell’inquinamento del fiume e degli scarichi nel fiume Sensibilizzare il comune di Bottanuco a non danneggiare il fiume Adda Evitare che alcune attività produttive, ad esempio le cave di sabbie , versino i fanghi di lavaggio nel fiume Salvaguardia del fiume Cooperare Il candeggio Zaccaria ha già un suo piccolo depuratore, non bisognerebbe costruirne uno nuovo Sfruttare- creare sinergie tra comune di Trezzo e il candeggio Zaccaria per la depurazione dell’acqua Smaltire la sporcizia raccolta dagli sbarramenti di Italcementi, Enel e Orobia e non ributtarla nel fiume - TAVOLO SU TERRITORIO E QUALITA’ DELLO SVILUPPO Esiti dell’incontro del 3 febbraio 2004 DAI PROBLEMI ALLE PROPOSTE I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti: Argomenti Identità locale Problemi Frattura tra il territorio dell’abitare e il territorio della produzione che si evidenzia nella mancanza di visibilità e conoscenza da parte degli abitanti dei cicli produttivi locali (agricoltura, artigianato, industria) Difficoltà da parte dell’ente pubblico a individuare strategie e strumenti rivolti a uno sviluppo di qualità dell’area industriale (profilo occupazionale, innovazione tecnologica, risparmio energetico) Mancanza di una produzione agricola attenta alla cura dell’ambiente e alla conservazione dei corridoi ecologici Mancanza di una capacità propositiva del Comune di Trezzo nei confronti dei comuni dell’area, ad attivare una cooperazione in direzione di uno sviluppo produttivo (industriale e agricolo) di qualità (sostenibile) Viabilità ed espansione insediativa L’alta accessibilità viabilistica di Trezzo, incrementata dai futuri progetti autostradali, determina l’aumento della richiesta insediativa che, se non governata in direzione di uno sviluppo qualitativo e sostenibile, comporta il rischio dell’ulteriore aumento di traffico e di un’espansione esclusivamente quantitativa che consuma altro territorio Il rischio di un ulteriore espansione delle costruzioni (case e fabbriche) e la conseguente diminuzione del territorio agricolo, determinerebbe difficoltà economiche al settore dell’agricoltura locale Relazioni tra operatori locali ed enti sovracomunali Difficoltà da parte degli operatori economici presenti a Trezzo (agricoltori, artigiani, industriali) ad essere informati e a partecipare ai progetti e/o iniziative promosse dalle associazioni di categoria e dagli enti sovracomunali A partire da questi problemi, durante l’incontro del 3 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo la qualità dello sviluppo dei settori agricolo, artigianale e industriale, le infrastrutture come elemento e problema dello sviluppo territoriale, l’identità e il ruolo di Trezzo nel rapporto con i paesi circostanti. Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Bertassi Bruno; Colantoni Aldo; Crapanzano Gianluca (Etaconsult); Dondoni Giovanni (agricoltore); Dondoni Raffaele (agricoltore); Fumagalli Giuseppe (agricoltore); Locatelli Enzo (Coldiretti di zona); Pesenti Maria Luisa (assessore Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Commercio, Sviluppo Economico ed Attività Produttive); Pisoni Marco; Riva Andrea (FNP-CISL); Rodda Luca (vice sindaco e assessore all’ecologia e urbanistica). Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica. Qualità e sviluppo dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria Agricoltura Proposte e idee Non consumare ulteriore territorio Agricoltura sostenibile - Difficoltà Necessità di altri settori Difficoltà dei regolamenti - Aspetti positivi Parlare di agricoltura significa parlare di ambiente Salvaguardia dell’ambiente Buon livello di formazione degli agricoltori Il suolo presenta caratteristiche diverse: in alcune zone è povero (soprattutto dove è ricco in ghiaia) in altre è no ( zone argillose) Diffusione e conoscenza di un diverso modo di agricoltura Garantire una gamma di prodotti diversi che copra latticini, ortaggi, frutta e carne Mettersi in rete con altri agricoltori e con la rete commerciale Difficoltà economiche a riconvertire l’attuale modello Stipulare contratti di lunga durata con la rete di distribuzione dei prodotti locali Introdurre anche una nuovo modello di mobilità Agricoltura di Trezzo produce un reddito diverso rispetto altre zone Riconoscimento da parte degli abitanti di Trezzo di un certo tipo di agricoltura (come per esempio nel caso delle mense scolastiche dove la richiesta di alimenti biologici è superiore all’offerta) Interagire-sensibilizzare la grande distribuzione Formare e qualificare le reti di distribuzione dei prodotti locali Incrementare prodotti qualità. Proporre Trezzo come luogo adatto a un progetto sperimentale di produzione di una gamma completa di prodotti di qualità e attenti all’ambiente Tutela delle caratteristiche del territorio Mobilità - La percezione che muoversi nella campagna significa percorrere un ambiente sano Cercare nuovi modi di certificazione (diversi dal biologico) Cooperare tra attori - Tutela dell’ambiente Visibilità e riconoscimento di chi produce è anche una garanzia per il consumatore. Anche l’investimento è più sicuro Costruire un processo graduale Tutela dell’investimento Passare da un concetto tout court di conservazione a un nuovo modo di fare l’agricoltura Possibilità di costruire alleanze con il settore commerciale - Creare una rete di commercializzazione locale - - Artigianato Proposte e idee Riqualificazione dei cicli produttivi a basso valore - Difficoltà La disponibilità a pagare il prezzo della riconversione Evitare l'ulteriore consumo di suolo Prevedere per le PMI uno specifico centro servizi Industria - Recupero Qualità dello sviluppo dell’area industriale passa per un diverso modello di produzione non legato alla logistica e alla grande distribuzione Aspetti positivi La presenza dell’autostrada A4 attrae attività che consumano molto territorio Garantire alle piccole imprese un supporto alle attività Evitare inutili spostamenti sul territorio e quindi una riduzione della mobilità Identita’ e ruolo di trezzo nel rapporto con i paesi circostanti Scala sovracomunale nel fare Proposte e idee Lavorare a livello sovracomunale nel campo dell’agricoltura Difficoltà - Aspetti positivi L’esistenza del PTCP Nei comuni vicini è già diffusa una certa mentalità a ragionare a scala sovralocale - Governare lo sviluppo Cercare soluzioni non prendendo in considerazione solo il territorio di Trezzo, ma allargare lo sguardo. Fare alcune scelte a livello sovracomunale Non farsi governare dallo sviluppo Creare un coordinamento con i comuni circostanti in cui Trezzo si propone come comune capofila - Decidere se conservare oppure cercare una diversa qualità dello sviluppo Vincere lo sguardo locale per cui ogni comune si sente responsabile solo del proprio territorio e decide autonomamente il da farsi - Scala sovracomunale nel formare Creare un osservatorio sovracomunale a livello Creare un polo didattico (o altre attività) a livello sovralocale Rispetto del fiume e poter godere di un ambiente particolarmente bello Progettazione comune degli spazi per la mobilità che colleghi più centri urbani, centri commerciali ecc. visto che con il tempo gli spazi abitati diventeranno un tutt’uno Un tenore di vita meno caotico che ci permetta di raggiungere i luoghi del lavoro, le scuole, gli ospedali ecc.. in modo comodo e veloce Le infrastrutture elemento e problema dello sviluppo del territorio Mobilità Proposte e idee Implementare in accordo con altri comuni del trezzesi una rete sovracomunale di piste ciclopedonali e servizio pubblico Riqualificazione dei raccordi con i comuni di Busnago, Cornate D’Adda, Pozzo d’Adda e Vaprio per la creazione di un sistema ad anello di mobilità su gomma. Difficoltà Modificare l’attuale realizzazione frammentata e per singolo comune delle piste ciclopedonali. Difficoltà a collaborare Aspetti positivi PROBLEMI ALLE PROPOSTE TAVOLO SUI CENTRI URBANI Esiti dell’incontro del 4 febbraio 2004 I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti: Argomenti Spazio pubblico Traffico e mobilità in città Problemi La necessità di piazze e strade vivibili come luoghi d’incontro e svago viene messa in crisi e ostacolata dalla presenza delle automobili parcheggiate e dal traffico nel centro Ai cambiamenti dei comportamenti sociali non è corrisposta un’adeguata disponibilità di spazi di aggregazione (soprattutto per giovani e anziani) Il sistema del commercio locale è in difficoltà ad adeguarsi ai cambiamenti dei comportamenti e delle abitudini sociali, non riuscendo a valorizzare le proprie potenzialità dovute alla posizione urbana e alla possibilità di costruire rapporti di conoscenza con i clienti Gli attuali stili di vita privilegiano e danno priorità alla mobilità automobilistica anche nelle aree urbane, con conseguente difficoltà alla mobilità con mezzi alternativi all’auto, rendendo difficile e pericolosa la compresenza di auto, biciclette e pedoni Discontinuità e assenza di piste ciclabili e di percorsi sicuri (es. casa-scuolacasa) Mancanza di un trasporto pubblico che corrisponda alle reali esigente delle persone (orari, frequenza, percorsi, costi dei biglietti) Il traffico intenso in alcune strade di Trezzo e sull’autostrada comportano problemi di inquinamento acustico e atmosferico, oltre che ostacolare la viabilità e aumentare i tempi di viaggio La presenza a Trezzo del ponte sull’Adda da elemento di identità storica è diventato veicolo di traffico A partire da questi problemi, durante l’incontro del 4 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo alla qualità dello spazio pubblico, della mobilità e del commercio nei centri urbani. Le proposte e le idee emerse sono sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti. Partecipanti all’incontro: Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Bertassi Bruno; Colzani Silvana (commerciante); De Rosa Fulvio (Live Club – Associazione Amici della Musica); Ghinzani Vincenzo; Leoni Mara (Legambiente); Mazza Pietro (commerciante); Pesenti Maria Luisa (assessore Cultura, Pubblica Istruzione, Turismo, Commercio, Sviluppo Economico ed Attività Produttive); Pisoni Marco; Solbiati Roberto (commerciante); Tinelli Rino (commerciante). DAI Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica. Qualità del commercio nei centri urbani Cooperazione sovracomunale Innovazione del servizio Proposte e Idee Esiste un progetto chiamato “Adda, città e commercio” per un Piano sovracomunale del commercio (Trezzo sull’Adda, Grezzago, Trezzano Rosa, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Inzago, Cassano d’Adda) promosso dall’Unione Commercianti della Provincia di Milano. Difficoltà ad attuare la proposta Aspetti positivi della proposta Una criticità che emerge dallo studio sono gli interessi Lo studio è visto come un’opportunità per: contrastanti tra i diversi comuni e anche tra migliorare la qualità dello spazio pubblico (arredo commercianti: trovare accordi condivisi da più soggetti urbano): per le attività commerciali è molto importante è faticoso. la qualità architettonica del contesto urbano - arredi Difficoltà individuali dei commercianti legate alla crisi urbani e illuminazione adeguati – . economica del commercio in città. migliorare l’aspetto delle vetrine e le strategie di immagine e presentazione dei negozi; ricevere finanziamenti; unirsi con altri commercianti e Comuni per competere con la concorrenza dei centri commerciali. Promuovere e sperimentare un’innovazione e qualificazione dei servizi offerti dall’attività commerciale. Per esempio: servizio di spesa a domicilio per gli anziani. - Il cambiamento di mentalità in alcuni commercianti è spesso difficile e lento. Esiste una difficoltà da parte dei singoli commercianti a capire e stare al passo con i cambiamenti sociali e della domanda. Problemi nel coinvolgere i singoli commercianti in corsi di formazione e aggiornamento. Per alcune tipologie di prodotti che soffrono più di altri la concorrenza dei centri commerciali è più difficile individuare elementi di qualificazione e innovazione L’innovazione del servizio è ormai diventata una necessità per “sopravvivere” alla concorrenza della grande distribuzione e non chiudere le attività commerciali nei centri urbani. Alcune attività di Trezzo che si sono rinnovate, sia come immagine che come gestione (soprattutto i ristoranti e i bar) ne stanno traendo benefici. Problemi di formazione e specializzazione E’ difficile modificare un modo di fare commercio ormai radicato negli anni che tende a non valorizzare e sfruttare le opportunità da un punto di vista commerciale offerte dal turismo (ne è un esempio la scelta di tenere chiusi i negozi alla domenica, giorno di massima frequentazione di Trezzo da parte dei turisti) La proposta favorisce i negozi del centro a scapito di quelli localizzati in periferia L’insediamento in centro di molte banche e agenzie immobiliari, a discapito di altri tipi di attività commerciale, può rappresentare un ostacolo per la riuscita della proposta La definizione di una vocazione della città di Trezzo (turismo) facilita le attività commerciali ad individuare un modello verso il quale riferirsi per individuare il tipo di innovazione e qualificazione. - Specializzazione Individuare un indirizzo/vocazione locale delle attività (turismo). Salvaguardare e favorire la specializzazione e la diversificazione delle attività commerciali in relazione alle specificità del territorio, prevedendo anche: ? forme di incentivi pubblici e comunali per le attività “tipiche” in sintonia alla vocazione di Trezzo ? attività culturali, musicali, di intrattenimento. - - Fruizione e mobilità nei centri storici Difficoltà ad attuare la proposta Mancanza di aree libere disponibili vicino al centro (piazza Crivelli?). I parcheggi sotteranei rischiano di essere poco utilizzati se mancano di sorveglianza Alti costi di costruzione dei parcheggi sotterranei - Aspetti positivi della proposta A causa dei nostri stili di vita legati all’uso dell’automobile, la presenza di parcheggi in prossimità del centro permette di accedere più facilmente ai negozi. I clienti su cui i commercianti puntano per incrementare la loro attività provengono da fuori Trezzo, quindi la proposta favorirebbe l’accessibilità al centro storico e ai negozi Permettere l’insediamento di nuove attività commerciali solo se le medesime realizzano un adeguato numero di parcheggi. - La proposta risolverebbe i problemi di parcheggio dovuti al fatto che alcune nuove attività commerciali, come le banche, si insediano nel centro storico senza avere aree disponibili per il parcheggio. Pedonalizzazione Creare una pedonalizzazione flessibile: sperimentare strategie di chiusura del centro storico in modo graduale nel tempo e limitato in alcuni momenti, come nel fine settimana. - La chiusura al traffico del centro, in modo flessibile e graduale, eviterebbe i problemi sorti in passato quando il Comune decise di mettere in atto il provvedimento in modo improvviso creando così motivo di conflitto con i commercianti e gli abitanti. Parcheggi Biciclette Trasporto pubblico locali Proposte e Idee Ricercare un “giusto” equilibrio nel numero di parcheggi nei centri urbani: 1. localizzare i parcheggi in una “cintura” attorno e in prossimità del centro storico, recuperando delle aree libere esistenti e/o sotterranee 2. istituire soste regolate da disco orario Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo Trovare spazio da sottrarre alle automobili per i percorsi “protetti” - Poter mandare a scuola i bambini e i ragazzi da soli Favorire la riduzione dell’uso dell’automobile in città Centri del ciclo in corrispondenza dei mezzi pubblici: parcheggi custoditi per biciclette, servizi di manutenzione, riutilizzo di bici usate, ecc. Costi di gestione Favorire/incentivare l’uso della bicicletta Riutilizzo delle biciclette usate Creare un servizio di trasporto pubblico urbano. Tre le proposte emerse su come creare il servizio: 1. sfruttare le linee extraurbane esistenti che già attraversano Trezzo e aumentare il numero di fermate 2. istituire bus a chiamata elettrico 3. Individuare aree di parcheggio in periferia (area del casello, area vicino alla piscina e alle scuole, per esempio) con una navetta di trasporto pubblico abbastanza frequente verso il centro. Le difficoltà rintracciate nelle prima proposta sono: Costi elevati del biglietto Bassa frequenza di corse Percorsi inadeguati dei mezzi pubblici esistenti Le difficoltà della seconda e terza proposta sono legate a reperimento dei fondi necessari per organizzare il servizio. - Incentivare l’uso del mezzo pubblico per gli spostamenti urbani. Facilitare l’accessibilità al centro storico e ai negozi, cercando di ridurre la presenza di automobili in centro e risolvere i problemi di parcheggio. Qualità e funzioni dello spazio e dei servizi pubblici Proposte e Idee Luoghi della cultura Difficoltà ad attuare la proposta Costruire un nuovo teatro comunale e/o recuperare quello esistente “Il portico” Realizzare un polo culturale: progetto, ancora in discussione, promosso dal “Live Club” per un’area polifunzionale, contenente anche una proposta di convenzione per diverse attività. Localizzato in prossimità del casello autostradale (P.P. zona D7 via Mazzini). Aspetti positivi della proposta Individuare uno spazio e una localizzazione adeguati per un eventuale nuovo teatro. Ci sono vari problemi nella ristrutturazione del teatro “Il portico” dell’oratorio/parrocchia che hanno bloccato i lavori. Possibilità di avere uno spazio di dimensioni adeguate per diverse attività culturali e di intrattenimento - teatri, concerti, convegni, ecc. – alla quale la popolazione e le compagnie teatrali già esistenti sono interessate. - Offerta di spazi per attività culturali, musicali, ricreativi, sale musica e anche per un centro di aggregazione giovanile. Nella proposta di convenzione, la gestione degli spazi non è solo del “Live Club” ma di soggetti diversi (pubblici e privati) interessati. Posizione urbana di cerniera tra area industriale e abitata, con buona accessibilità dall’esterno (casello autostrada). Il progetto, integrato con la proposta di creare parcheggi in periferia con il servizio di navetta, favorirebbe la ricettività turistica di Trezzo e le relazioni con i centri storici. - - Luoghi dello sport Piazze e parchi urbani Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti (un esempio positivo è il campo di calcio che sarà realizzato a Concesa). - Gli adeguamenti normativi necessari per alcune strutture esistenti sono molto onerosi. Difficoltà nell’individuare le aree e le risorse economiche necessarie. Sarebbe positivo localizzare le nuove strutture sportive in prossimità di quelle già esistenti, da ampliare e recuperare. Il potenziamento e il recupero dei centri sportivi localizzati nei centri abitati, oltre allo sport , favoriscono i legami sociali e relazionali della città. Realizzare un nuovo campo di calcio (Gras Calce) e centro sportivo polifunzionale al di là della tangenziale, nell’area agricola ( progetto già ideato) La scelta della localizzazione al di fuori del centro abitato è percepita in modo negativo. Ampi spazi per attività sportive Istituire una Consulta delle associazione sportive. In passato il tentativo è fallito perché ci sono contrasti tra le diverse associazioni. Sarebbe positiva una eventuale cooperazione tra associazioni per la gestione degli spazi e l’organizzazione di iniziative sportive. - Si creerebbero le condizioni per rendere le piazze dei luoghi di incontro e di aggregazione. L’arredo urbano (panchine, fontane, piante, illuminazione, ecc.) e la qualità dello spazio fisico (materiali, forme, colori) sono importanti per dare la possibilità di avere un luogo all’aperto dove sia possibile anche semplicemente stare tranquilli e incontrare persone. - Attrezzare e abbellire le piazze con elementi di arredo urbano e creare momenti di attrazione attraverso l’organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali, ricreative, mercatini, ecc. Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli valorizzando l’aspetto naturalistico/ambientale e DAI PROBLEMI ALLE PROPOSTE TAVOLO SULLA CASA Esiti dell’incontro del 6 febbraio 2004 I temi problematici di partenza emersi dalla prima fase del processo di partecipazione (esiti del convegno del 10 gennaio 2003) erano i seguenti: La casa L’alto costo delle case è un problema diffuso che colpisce gran parte della popolazione La diffidenza dei privati ad affittare le case libere comporta gli aumenti dei costi degli affitti e la difficoltà a trovare una casa Il recupero delle case nei centri storici produce un aumento di costi che le rende inaccessibili Inadeguatezza delle politiche pubbliche sulla casa e sul recupero abitativo A partire da questi problemi, durante l’incontro del 6 febbraio, gli abitanti sono stati invitati a riflettere e discutere sulle proposte e le idee verso cui indirizzare le scelte future, riguardo l’affitto, la qualità e il costo delle case, il recupero del patrimonio edilizio esistente. Le proposte e le idee emerse sono sintetizzate nelle tre tabelle tematiche seguenti. Partecipanti all’incontro: Baio Michela; Carcassola Giuseppe (ACLI Trezzo); Carzaniga Riccardo (ACLI Trezzo); Colantoni Aldo; Colombo Gianluigi (SICET); Gallo Luigi; Jalal (Sportello stranieri); Leoni Guido (Progetto Mondialità); Mazza Pietro (commerciante); Pisoni Marco; Roncalli Emilio (ACLI Trezzo e coop. S. Martino Nuova). Nota: All’interno delle tabelle sono state inoltre inserite in corsivo le proposte di singoli abitanti che hanno compilato e consegnato le schede in comune o tramite posta elettronica. Costo/qualità delle case Proposte e Idee Diversificare le Prevedere diverse politiche abitative in base politiche abitative alla articolazione della domanda e ai diversi bisogni. In particolare viene proposta una classificazione in base al reddito *: Fascia sociale: con redditi bassi tali da prefigurare una situazione di emergenza; Fascia di disagio: con redditi mediobassi. Fanno parte di queste categoria persone che da un lato non hanno diritto a case popolari, ma dall’altro non dispongono di un capitale economico sufficiente per trovare sul mercato una soluzione al loro fabbisogno abitativo; Fascia di stabilità: con redditi medio alti. Le persone che fanno parte di questa categoria hanno la capacità di accendere un mutuo per l’acquisto di una casa. Difficoltà ad attuare la proposta Aspetti positivi della proposta - Partendo dalle diverse esigenze e capacità di far fronte ai bisogni, si evita il rischio di indirizzare le politiche verso una sola categoria sociale. Pianificazione Stabilire all’interno del nuovo PRG aree 167 per almeno un equivalente del 30% del fabbisogno abitativo annuo, senza eccessive nuove espansioni ma vincolando anche aree costruite da recuperare (per es. come il vecchio PEEP del 1971) Volontà politica di fare una scelta simile Difficoltà ad espropriare nel centro storico dove ci sono più proprietari - Tentare di rispondere al grave problema del costo della casa con una offerta di alloggi a costi equi In alternativa all’esproprio si potrebbero prevedere agevolazioni e facilitazioni per i proprietari e le cooperative Cooperazione Costruire cooperative sociali a livello sovra- comunale - Normative e procedure più complesse rispetto al passato Costi da sostenere maggiori rispetto al passato Appoggiarsi a un’organizzazione complementare e “superiore” (livello sovracomunale) per la nascita di cooperative risolverebbe in parte i problemi degli alti costi *) proposte del SICET Proposte e Idee Difficoltà ad attuare la proposta Qualità delle case Costruire/ristrutturare case prevedendo spazi/stanze di dimensioni adeguate alle reali esigenze delle persone Favorire/incentivare bioedilizia la diffusione della - - Aspetti positivi della proposta Spesso le nuove case, a causa degli alti costi, rispettano al limite gli standard di legge, non considerati sufficienti per garantire case di qualità I costi elevati di costruzione ostacolano la scelta verso la bio-edilizia anche se il maggior costo rispetto alla edilizia tradizionale viene successivamente recuperato in un risparmio nei costi relativi alla gestione e al ciclo di utilizzo dell’edificio Difficoltà nel cambiare mentalità: occorre informare e sensibilizzare maggiormente la popolazione Utilizzo di materiali sani ed ecologici, risparmio energetico, utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ecc. Affitto Proposte e Idee Politiche per situazioni di emergenza* Aree 167* *) proposte del SICET Aumentare l’offerta di alloggio presso la alloggio attraverso: Un aumento di posti La costruzione di una nuova alloggio destinando l’edificio caserma dei carabinieri quando realizzata la nuova caserma Difficoltà ad attuare la proposta Casa - Aspetti positivi della proposta Tempi lunghi per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri Costi di ristrutturazione - Finanziamenti: disponibilità di fondi PRERP per Locazione temporanea (euro 25.967.672) Disponibilità di alloggi per le persone rientranti nella fascia sociale per un uso temporaneo in attesa di sistemazione stabile Tempi lunghi (per le emergenze) nella domanda – graduatoria – assegnazione Disponibilità di sistemazione per casi in grave difficoltà Casa della verrà Usare gli alloggi di riserva - Utilizzare le aree 167 in modo strategico alle diverse fasce di bisogno: Per la fascia sociale: affittare case comunali e ALER a canone sociale Per la fascia di disagio: riservare un certo numero di alloggi per gli affitti a canone concordato (in cambio di incentivi comunali sull’ICI e/o sugli oneri di urbanizzazione) Per la fascia di stabilità: destinare aree 167 a cooperative e imprese, con la garanzia di rendere disponibili quote di alloggi da dare in affitto concordato (in cambio di incentivi comunali sull’ICI e/o sugli oneri di urbanizzazione) Per quanto riguarda la proposta per la fascia sociale le Gli aspetti positivi della proposta per la fascia sociale sono: difficoltà sono individuate: Finanziamenti: disponibilità di fondi PRERP per ERP Nella volontà politica (euro 238.117.618) Nel controllo sull’esecuzione di eventuali lavori di L’aumento del numero di alloggi pubblici a disposizione ristrutturazione per evitare alloggi in cattive condizioni per la fascia sociale (alloggi di risulta sono circa 10 all’anno) Le difficoltà per la proposta per la fascia di disagio sono: La volontà politica Gli aspetti positivi della proposta per la fascia sociale sono: La possibile resistenza da parte di cooperative, ALER, Finanziamenti: disposizione di fondi PRERP (euro imprese 218.441.209) La creazione di una certa disponibilità di alloggi da Le difficoltà per la proposta per la fascia di stabilità sono: dare in affitto permanente a famiglie che non hanno La resistenza da parte delle cooperative e delle possibilità di sostenere un mutuo imprese a dare una quota di alloggi in affitto L’estensione delle aree: le quantità di aree da destinare Gli aspetti positivi della proposta per la fascia di stabilità a edilizia convenzionata dovrebbero essere di notevole sono: estensione per poter calmierare il mercato privato, ma La disponibilità di finanziamenti pubblici o da consorzi questo non è realmente possibile di cooperative Gli incentivi comunali su ICI o sugli oneri di urbanizzazione La possibilità di rendere disponibili per l’acquisto alloggi a un prezzo equo (15-20% in meno rispetto al libero mercato) Contribuire in parte a calmierare il mercato della vendita e dell’affitto Proposte e Idee Garanzia e coordinamento Difficoltà ad attuare la proposta Aspetti positivi della proposta Costituire una Agenzia che faccia da garante e da intermediario nell’affitto (sul modello della Agenzia S. Carlo a Milano) Difficoltà a reperire i finanziamenti e a trovare una fondazione stabile che faccia da garante (per es. nell’Agenzia S. Carlo c’è Banca Intesa) Facilitare l’affitto e facilitare il superamento della diffidenza dei privati ad affittare alloggi sfitti Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo del fabbisogno abitavo e dell’offerta: raccolta di dati, fornire informazioni (norme e agevolazioni), assistenza al disagio sociale, valutazione delle emergenze, ecc. Volontà politica E’ il luogo di raccolta di tutti i dati sulla casa Il Comune svolgerebbe un ruolo di coordinamento tra tutti i soggetti pubblici e privati del settore per facilitare la cooperazione Sarebbe anche un luogo di incontro di risorse umane e relazionali del territorio da cui potrebbero emergere sperimentazioni, idee e potenzialità per nuove politiche della casa (per es. può essere il luogo di incontro per la costituzione di nuove cooperative tra soggetti con il problema casa) - - Recupero degli immobili Proposte e Idee Pianificazione Difficoltà ad attuare la proposta Aspetti positivi della proposta Lo sviluppo edilizio residenziale del futuro PRG deve essere indirizzato quasi esclusivamente al recupero del patrimonio edilizio esistente (centro storico e cascine) Verificare la reale volontà/scelta politica a frenare ulteriori espansioni delle nuove costruzioni Reperire le risorse finanziarie per risanare e recuperare - Bloccare nuove ed eccessive espansioni del centro abitato di Trezzo sull’Adda nel territorio agricolo circostante da tutelare Valorizzare e mantenere l’identità storica della città Comodato tra Recupero da parte del Comune degli edifici Comune e privati* che saranno affittati per un certo numero di anni prima che l’immobile venga restituito ristrutturato al privato. I finanziamenti per le ristrutturazioni potrebbero essere in parte recuperati da un aumento dell’ICI applicata sugli alloggi sfitti o a canone libero. Volontà politica ad attivare la proposta Diffidenza della proprietà privata ad accettare la proposta L’intervento andrebbe incontro ai fabbisogni delle fasce sociali e di disagio in quanto gli alloggi recuperati dal Comune sarebbero dati in affitto per alcuni anni a un canone sociale o concordato (in aggiunta ERP) Contratti di quartiere* Ristrutturare le case del centro tramite Contratti di quartiere e destinare gli alloggi recuperati in parte per l’affitto e in parte per la vendita. Coordinare comune, cooperative, ALER e proprietà privata I finanziamenti disponibili per i Contratti di Quartiere (euro 34.912.486) quasi sicuramente saranno destinati a soddisfare richieste già fatte in altri Comuni Possibilità di recuperare una quota di alloggi con finalità di affitto a canone concordato. L’intervento è quindi pensato per le fasce di disagio e di stabilità Sperimentazione Esiste un progetto pilota e sperimentale di Casa Alloggio del Progetto Mondialità finanziato da Offerta Sociale (vimercatesetrezzese) per ristrutturare case per gli immigrati Finanziamenti limitati Non riesce a soddisfare tutte le necessità di disagio sociale-abitativo Il Comune di Trezzo potrebbe farsi promotore a livello sovracomunale (Offerta Sociale del Vimercatese e Trezzese) di sperimentazioni innovative sul tema della casa Convenzioni Convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani terra nei centri storici tra Comune e cooperative sociali del terzo settore Presenza in centro di troppe banche e agenzie immobiliari che non contribuiscono alla qualificazione dello spazio pubblico Rendere più vivibile il centro storico con iniziative sociali e di commercio equo e/o artigianato Agevolazioni per la creazione di negozi in linea con la vocazione territoriale di Trezzo. *) proposte del SICET CONFRONTO CON L’UFFICIO TECNICO e L’UFFICIO DI PIANO A fine febbraio sono state presentate all’ufficio tecnico e all’ufficio di piano del Comune le prime proposte degli abitanti per una riflessione/verifica comune sui contenuti e sui possibili strumenti da utilizzare. Lo scopo degli incontri è stato quello di rielaborare obiettivi e valutare gli strumenti attuativi. Qui di seguito sono riportati gli esiti dei due incontri. INCONTRI CON L’UFFICIO TECNICO DEL COMUNE: CONFRONTO SULLE PROPOSTE EMERSE DAI TAVOLI DI PARTECIPAZIONE Durante i primi incontri di febbraio sono state elaborate e raccolte le proposte e le idee degli abitanti per cercare di dare soluzione ai problemi emersi. Successivamente, martedì 17 febbraio e giovedì 19 febbraio, sono state presentate all’ufficio tecnico e all’ufficio di piano del Comune di Trezzo le prime proposte degli abitanti per una riflessione/verifica sui contenuti, sui possibili strumenti da utilizzare e sui progetti già esistenti. In queste tabelle sono riportati gli esiti degli incontri con l’ufficio tecnico che hanno relazione con le proposte emerse dai tavoli di lavoro, suddivisi per tematiche: fiume, territorio e sviluppo produttivo, centri urbani e casa. Partecipanti agli incontri: Baio Michela (ufficio di piano); Barzaghi Massimo (ufficio lavori pubblici); Bonetti Luca (consulente studio urbanistica Formaurbis); Colombo Monica (ufficio di piano); Crippa Elide (ufficio tecnico); Geronimi Luisa (ufficio di piano); Pecora Luigi (ufficio di piano); Pozzi Carlo (ufficio ecologia); Pozzi Fabio (responsabile ufficio tecnico); Rodda Luca (vicesindaco e assessore urbanistica). IL FIUME ADDA PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI E PROPOSTE Mobilità dentro e fuori il Delibera del Consiglio Comunale della metà degli anni ’90 fiume: relativa ai percorsi ciclabili e pedonali di relazione tra territorio costruire percorsi ciclodel fiume, della campagna e dell’area urbana di Trezzo s/Adda. pedonali per unire il territorio Solo in parte sono stati realizzati. del fiume con il territorio agricolo e urbano Regole insediative: creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume e ripristinare l’ambiente ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Definire una strategia generale. Strumenti possibili: PRG e piano dei servizi Il PRG può individuare nuove aree, ma non è sufficiente per ricollocare in altre aree le attività produttive più impattanti. Esistono problematiche in termini di investimenti da parte dell’azienda e di quali nuove attività potrebbero subentrare nell’area liberata. E’ più realistico lavorare sulla diversificazione e sugli strumenti di governo, limitazione e controllo, piuttosto che sull’individuazione di nuove aree. IL FIUME ADDA PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI E PROPOSTE Opere di collettamento della rete fognaria al nuovo depuratore di Cassano. Inquinamento delle acque: creare le condizioni per depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo Secondo una delibera della giunta di 4-5 anni fa nuovi interventi edilizi hanno l’obbligo di prevedere la separazione delle acque bianche e nere per ottimizzare la funzionalità della rete fognaria (e depuratore). Nel caso della residenza le acque meteoriche vengono disperse nel terreno, mentre nel caso delle aree industriali solo le acque di prima pioggia vengono disperse nel terreno, quelle di seconda sono convogliate in pozzi disperdenti. ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Completare/ottimizzare gli interventi di collettamento della rete fognaria al depuratore di Cassano. Oggi circa il 60-70% delle acque reflue di Trezzo è convogliata al depuratore di Cassano. L’obiettivo dovrebbe essere quello di raggiungere la quota di depurazione del 100% con interventi di idraulica, nonostante le difficoltà tecniche, economiche e gestionali. Si sottolinea però anche la non convenienza da parte del comune di investire in progetti costosi, legata alla transizione dal comune a un ente terzo, nel breve periodo, della gestione della rete fognaria (secondo le disposizioni normative vigenti: legge Galli). Ottimizzare l’utilizzo del depuratore e delle fognature attraverso la separazione delle acque (non delle reti) bianche e nere, in parte e anche per il patrimonio costruito esistente. Creare in accordo con altri comuni (anche dell’isola bergamasca, come Capriate S.Gervasio) i presupposti per affrontare seriamente il problema degli scarichi nel fiume. IL FIUME ADDA PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI E PROPOSTE Fruizione: Il comune collabora nella gestione del turismo e nei progetti incentivare un turismo di tipo didattico – scolastico legato proposti dalle associazioni locali. all’ecosistema del fiume e al suo territorio ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Sostenere interventi di qualità e didattici sul fiume. Trovare spazi adeguati e ottenere le autorizzazioni per una sede delle associazioni: lungo il fiume sono presenti alcune strutture abbandonate. Fruizione: Piano di recupero di una cascina lungo l’Adda, che prevede il progetto di un privato chiamato “Scuola Natura” dove sarà sensibilizzare i cittadini sulle Fare una campagna di pulizia dell’alzaia e del territorio fluviale realizzata un’attività produzione miele e allevamento animali, problematiche della fauna e ogni due mesi circa. della flora dell’Adda con scopi anche di turismo didattico TERRITORIO E SVILUPPO PRODUTTIVO PROGETTI UFFICIO TECNICO Nel PIP dell’area artigianale di 15/16 anni fa il comune aveva previsto come urbanizzazione secondaria un Centro Servizi su un’area pubblica ma ad oggi è ancora il magazzino comunale. TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Politiche: incentivare un’agricoltura sostenibile, attraverso progetti sperimentali volti a produrre una gamma completa di prodotti certificati Favorire un’agricoltura di qualità con interventi specifici che considerino anche la presenza del Parco Adda Nord, il Piano di Settore Agricolo Provinciale, le reti ecologiche del PTCP. Gli agricoltori non possono pretendere solo di essere tutelati dalle espansioni, ma devono proporre un’attività di riqualificazione, che come altre, abbia un valore aggiunto. Politiche: realizzare un centro servizi per le imprese Innescare un meccanismo economico per riqualificare l’area industriale utilizzando l’area liberata dallo spostamento del casello per realizzare un centro servizi (sportelli bancari, uffici pubblici, centro lavoro, associazioni di categoria, luoghi di formazione) di interesse anche sovracomunale. Inoltre nel P.I.P degli anni ’70 non sono state realizzate le aree a standard, che potrebbero essere riconsiderate per realizzare un Centro Servizi dislocato in più punti nell’area industriale. Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a livello intercomunale. TERRITORIO E SVILUPPO PRODUTTIVO PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI E PROPOSTE ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Territorio: individuare tipo di sviluppo dell’area industriale diverso dalla logistica e dalla grande distribuzione Individuare degli strumenti che disincentivino l’insediarsi di certi tipi di attività non in quanto tali, ma in perché il loro possibile insediamento consumerebbe ulteriore territorio. L’individuazione di nuove aree non è sufficiente a riqualificare l’area produttiva attuale. Ogni caso deve essere affrontato come caso specifico. Mobilità Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un servizio di trasporto pubblico per raggiungere le attività produttive. CENTRI URBANI PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Progetto “Adda, città e commercio” sovracomunale: lavorare insieme tra Comuni dell’area dell’Adda e commercianti per creare un’idea su come mantenere vive le realtà cittadine. Qualità del commercio nei centri urbani In genere non esiste dialogo e confronto tra uffici tecnici dei diversi comuni: gli unici momenti sono per risolvere dubbi tecnici sulle procedure da seguire. Creare parcheggi in prossimità del centro storico Occorre prevedere delle modalità di arrivo e accessibilità in centro differenziata in base al mezzo di trasporto (auto, bici, mezzo pubblico) e costruire un sistema di parcheggi integrato (alcuni anche a pagamento) favorendo la gestione pubblico/privato dei parcheggi (es. Cooperativa Castello in p.zza Gorizia). Piano dei parcheggi esistente CENTRI URBANI PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Mobilità alternativa all’auto: Chiusura al traffico del centro storico in occasione di alcune creare momenti (ad es. nei iniziative e manifestazioni nei fine settimana fine settimana) di chiusura del centro storico alle auto Occorre lavorare in modo graduale, a partire per esempio da un elemento puntuale (piazza Libertà) per cercare di affrontare la complessità del problema, che non è solo architettonico ma è anche un problema di cambiamento culturale nell’uso dell’automobile. Mobilità alternativa all’auto: creare una rete di percorsi Progetto delle scuole medie con i vigili urbani sui percorsi pedonali e ciclabili per ciclabili spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo Fare previsioni all’interno del nuovo PRG che consentano poi di aggiornare e migliorare con una variante anche il PUT esistente. Attualmente non esistono progetti e strumenti di indirizzo organico che costruiscano una rete di percorsi pedonali e ciclabili, per indirizzare anche le trasformazioni delle strade e delle piazze (alcune già realizzate e irreversibili). Il PUT approvato è molto teorico e poco concreto. Non c’è un coordinamento tra i diversi strumenti: manca una strategia unitaria. C’è anche una difficoltà all’ascolto di un sistema di attori (abitanti e ragazzi) che richiedono maggiore impegno nel gestire e risolvere la complessità del tema: oggi è cresciuta la sensibilità e la cultura sul tema della mobilità alternativa all’automobile. Mobilità alternativa all’auto: Navetta trasporto pubblico per il mercato settimanale: è poco Creare un servizio di utilizzata anche se è stata pubblicizzata e nonostante le trasporto pubblico urbano sperimentazioni fatte in diversi orari. adeguato alle esigenze della popolazione Un mezzo di trasporto pubblico locale non starebbe in piedi economicamente per lo scarso utilizzo che avrebbe. E’ preferibile investire nella costruzione di un sistema di parcheggi e nello sviluppare strategie di mobilità ciclabile urbana (economicamente più gestibile). CENTRI URBANI PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Piano attuativo (P.P. zona D7 via Mazzini) in un’area vicino al casello ancora in fase d’approvazione, con un progetto promosso dal “Live Sport, cultura e tempo libero Club” per un’area polifunzionale, contenente anche una proposta di centro polifunzionale convenzione pubblico/privato per la gestione degli spazi e di diverse culturale e per i giovani attività culturali, sociali, ricreative e ricettive. Impianti sportivi monotematici: interventi e progetti puntuali. Bocciofila a Concesa come esempio positivo di trasformazione e recupero di un’area come luogo di aggregazione sociale oltre che sportivo. Progetto centro sportivo di calcio (con anche una pista podistica) nell’area agricola al di là della tangenziale di 60.000 mq – Tritium Calcio gestione. Dovrebbero essere progettati spazi sportivi considerandoli anche come luoghi di socializzazione aperti a tutti i cittadini. Invece lo sport è fortemente connotato dalle società sportive presenti: spazi sportivi Sport, cultura e tempo libero come luoghi esclusivamente agonistici e c’è una mancanza di volontà a condividere gli spazi e a coordinarsi da parte delle riqualificare e potenziare i Associazioni Sportive. Sarebbe importante e utile istituire una centri sportivi esistenti Consulta delle associazione sportive. E’ inoltre auspicabile sviluppare una migliore viabilità e connessione tra i luoghi dello sport e della città: mancano piste ciclabili (per es. scuole – sport) e i parcheggi (per es. Bocciofila Concesa). Progetto Piazza Libertà. Situazione storicamente consolidata: la presenza di parcheggi per condomini, negozi e uffici comunali, la struttura urbana di Trezzo hanno reso difficile e conflittuale ogni Sport, cultura e tempo libero Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso l’organizzazione cambiamento e miglioramento proposto. E’ stato un processo lungo: il attrezzare e abbellire le piazze di manifestazioni turistiche, culturali, ricreative, mercatini, ecc. 1° concorso di idee per la piazza risale al 1991. Il problema più grosso è stato quello dei parcheggi. Progetti nei parchi storici (es. parco Villa Comunale) e nei parchi Sport, cultura e tempo libero urbani esistenti (P.zza Gorizia, via XI febbraio) con interventi di riqualificare i parchi urbani Attualmente non ci sono progetti per nuovi parchi urbani, sarebbe manutenzione e riqualificazione del verde e delle attrezzature per la attrezzandoli e valorizzando auspicabile un progetto strategico relazionato anche con il sistema fruizione. della mobilità ciclabile e dei luoghi dello sport. l’aspetto Piano del verde: censimento essenze arboree, consulenza agronomo, naturalistico/ambientale piano molto teorico e poco pratico. LA CASA PROGETTI UFFICIO TECNICO Quantità di case di proprietà comunale e ALER (ERP) che riescono a fare fronte al disagio sociale più grave in modo abbastanza adeguato. La difficoltà è nel reperire risorse economiche (oltre ai fondi regionali) per garantire qualità degli alloggi, la manutenzione e il recupero. TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Occorre sviluppare una capacità di lettura della domanda e del disagio che sia più attenta ai cambiamenti nel tempo. La quantità di alloggi pubblici (ALER e comunali) è abbastanza buona (300 alloggi) per la realtà di Trezzo: occorre invece modificare/migliorare le regole di gestione dell’assegnazione degli alloggi nel tempo al mutare delle situazioni (flessibilità). A Disagio abitativo: volte succede che le condizioni economiche degli inquilini nel Offrire tipologie di abitazione tempo migliorano, aumenta solo il canone ma l’alloggio resta diverse in base ai bisogni e al occupato e non disponibile per affrontare il disagio di altri reddito delle persone. soggetti. L’opera Pia e il Progetto Mondialità (Terzo Settore) si occupano di dare alloggi in affitto per alcune fasce sociali (anziani e immigrati). Anche se è un’offerta di dimensioni modeste garantisce alloggi a un affitto moderato. Disagio abitativo: utilizzare le aree per l’edilizia Edilizia convenzionata PEEP vigente: prevede assegnazioni e pubblica/convenzionata in convenzioni agevolate con le cooperative per dare in affitto modo strategico per parte degli alloggi per 8 anni. soddisfare le diverse esigenze della popolazione LA CASA PROGETTI UFFICIO TECNICO Convenzioni negli interventi privati (P.R. e P.I.R.) e delle cooperative in cui si impone la vendita e/o affitto a prezzi concordati. Anche se è un’offerta di dimensioni modeste garantisce la presenza di alloggi a un affitto moderato. TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Disagio abitativo: costituire una Agenzia sociale per la casa e l’affitto che faccia da garante e da intermediario tra le parti Occorre coordinare le necessità delle fasce con disagio sociale e la definizione di regole di gestione e assegnazione degli alloggi (ruolo del settore pubblico). Potrebbe anche in qualche modo essere occasione per cercare di risolvere il problema di stigmatizzazione delle case popolari: la fascia sociale media anche se in difficoltà difficilmente fa richiesta di case popolari. Cause: visibilità del disagio; bassa qualità architettonica delle case; cultura della casa di proprietà. Inoltre vi è una concentrazione di molti immigrati nelle case popolari: rischio di ghettizzazione. Disagio abitativo: Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo dell’offerta e del fabbisogno abitavo Il tema della casa andrebbe affrontato in termini più integrati a causa della sua visibilità e trasversalità. Se non si fa una buona politica della casa si incrementa anche il disagio sociale e quindi si potrebbe cominciare da un luogo di analisi e proposta di politiche (anche sovracomunale): valutazione e indagine della reale domanda e del disagio, anche per le fasce sociali medie e i soggetti con caratteristiche sociali differenti direttamente coinvolti dal problema casa: giovani, single, divorziati, immigrati, anziani, precarietà lavorativa, ecc. Disagio abitativo: Prevedere forme di accordo tra Comune e privati per garantire affitti adeguati Il problema più grave ed esteso riguarda le fasce sociali a reddito medio: grande domanda e potenzialità di disagio (precarietà). Pur non soddisfando la domanda di affitto e non risolvendo il problema dei costi elevatissimi dei canoni, si potrebbe incentivare la diffusione di case di cooperative e di edilizia convenzionata, anche per l’acquisto a prezzi più bassi del libero mercato (calmierazione). LA CASA PROGETTI UFFICIO TECNICO TEMI ASPETTATIVE UFFICIO TECNICO Stanziamento ed erogazione di contributi pubblici per interventi di recupero nel centro storico e oneri di urbanizzazione non aumentati negli ultimi anni per le zone A. Sono state fatte pochissime richieste di contributi: gli incentivi economici non sono sufficienti. Recupero e qualità: recuperare il patrimonio edilizio esistente (centro storico e cascine) piuttosto che costruire nuove case L’incentivo economico fallisce su esigenze generalizzate, mentre dovrebbe essere indirizzato su esigenze più specifiche. La volontà a recuperare è fortemente influenzata da esigenze personali della proprietà privata che non sempre può avere interesse a intervenire (nonostante gli incentivi economici). Un discorso analogo è per gli incrementi volumetrici: possono valere solo per il nuovo e per le imprese. CONFRONTO CON ALTRE ESPERIENZE Negli incontri di marzo sono stati organizzati quattro seminari pubblici in cui sono state presentate delle esperienze significative (buone pratiche) di come altri comuni hanno risolto problemi simili a quelli di Trezzo sull’Adda. L’obiettivo degli incontri è stato quello di ridefinire e arricchire le proposte per Trezzo a partire dagli stimoli e dal confronto con altre strategie progettuali. Tavolo del Fiume Adda – 2 marzo 2004 PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZA DEL CONTRATTO DI FIUME OLONA Prof. Magnaghi Alberto ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO Albani Antonio (ANPI); Albani Fabio; Baggioli Angelo; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Barzaghi Maurizio (comitato centro Adda); Biocchi Claudia; Caccia Giorgio (coop. sociale il castello); Carrera Elena (ufficio Stampa Trezzo); Cereda Giuseppe (Assessore lavori pubblici di Trezzo); Cereda Paola; Cipriani Danilo; Clerici Giorgio (Trezzo Kayak); Cologni Fabio (WWF); Colombo GianLuigi (Sicet); Colantoni Aldo; Colombo Nino (ACU); Colombo Monica (Ufficio di Piano); Cornago Davide (formaurbis); Facchetti Luigi (Pescatori Tritium); Farchi Bernardino (Parco Adda Nord); Gallo Luigi; Geronimi Luisa (Ufficio di Piano); Ghinzani Vincenzo; Grandi Federica (Legambiente e ProLoco); Maviglia Roberto (assessore ambiente di Cassano); Mazza Pietro (commercianti); Milanesi Roberto (Sindaco di Trezzo); Mosca Michele (consigliere Parco Adda Nord); Palinuri Stenio; Pecora Luigi (Ufficio di Piano); Pisoni Marco; Villa Alessandro (WWF). PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO Perché la scelta di presentare l’esperienza del Contratto di fiume L’idea di proporre come buona pratica l’esperienza del Contratto di fiume nasce dalle seguenti valutazioni: 1. La necessità di ripensare la questione fiume al di fuori dei perimetri comunali e di costruire alleanze sovralocali il cui elemento di unione sia il fiume. 2. La necessità di integrare diversi ambiti di azione: quando si parla di fiume si fa riferimento a più elementi – inquinamento delle acque, fruizione, reti ecologiche ecc. – che è importante considerare in modo integrato per definire delle politiche coerenti. 3. E’ un patto volontario, non presuppone reti gerarchiche tra i partecipanti e garantisce la visibilità di tutti gli attori che partecipano. 4. Ha forti connotazioni ecologiche. Il Contratto di fiume è un contratto tra diversi attori che hanno interessi intorno all’elemento “fiume”. E’ volto alla riqualificazione e allo sviluppo del sistema fluviale e del territorio. Nasce dalla consapevolezza che il fiume, con il processo di industrializzazione, ha perso la connotazione di risorsa, di elemento di identità, ricchezza e accrescimento del valore del territorio per trasformarsi in “retro” e scarico di sostanze inquinanti. E’ all’interno di una logica di riduzione e contenimento degli effetti Che cos’è il Contratto negativi che si iscrivono le politiche fluviali tradizionali, legate alla riduzione del rischio idraulico ed di fiume inquinologico. Il contratto di fiume vuole essere invece uno strumento innovativo che tenta di superare la logica di “riduzione del rischio”, per risolvere le cause che hanno portato alla perdita di valore del fiume: consiste nell’individuare una strategia complessiva a partire da tutte le relazioni orizzontali tra fiume, aree urbane, aree agricole e le interazioni che si instaurano tra economia, paesaggio, ambiente, fruizione dei luoghi. Il Contratto di Fiume Olona Il Contratto di Fiume Olona nasce nel 2003 su volontà della Regione Lombardia, in continuità con un precedente lavoro di analisi sui sistemi fluviali del Lambro-Seveso-Olona. La formula del Contratto di fiume Olona si rifà a delle prime esperienze europee maturate in Belgio e in Francia a partire dagli anni ’90. Normativamente si inserisce all’interno della L.R. 14/3/2003 n. 2 relativa alla Programmazione Negoziata Regionale e in modo particolare all’Accordo quadro di sviluppo del territorio. L’area dei fiumi Lambro, Seveso e Olona è un’area ad alto rischio ambientale. Dallo studio sull’area, condotto in gemellaggio con l’esperienza della Ruhr a partire dal 1988, emerge l’inefficacia delle politiche regionali rivolte alle riduzione del rischio. Da qui la valutazione che per un reale risanamento dell’area occorre ripensare al rapporto tra abitanti e territorio ricostruendone le relazioni virtuose e, successivamente, l’idea di costituire un Contratto di fiume. Il Contratto di fiume nasce in seguito ad un lavoro di un anno volto alla conoscenza del bacino idrografico e del patrimonio territoriale e ambientale, alla ricognizione di tutti i progetti esistenti, delle potenzialità del territorio e alla costruzione di uno scenario strategico per il 2016 (termine fissato dalla UE per il raggiungimento di standard di risanamento fluviale). Come si può intuire dalla parola “contratto”, si tratta di un accordo la cui adesione è su base volontaria. Firmatari del contratto sono tutti i principali Enti che hanno interessi lungo il fiume (la Regione, i Comuni del bacino idrografico, la Provincia, l’ARPA, gli ATO, l’Autorità del bacino del Po, i Parchi, ecc.). Dato il suo costituirsi dall’alto, per volontà della Regione, non ci sono tra i firmatati del contratto le associazioni. Il Contratto è uno strumento senza portafoglio, ma ha la capacità di indirizzare i fondi delle diverse divisioni interessate rispetto al programma definito dal Contratto di fiume. Il Contratto poggia sul riconoscimento di quattro obiettivi da prendere in esame congiuntamente nella definizione e valutazione preliminare delle azioni e delle politiche da intraprendere: 1. riduzione rischio inquinologico 2. riduzione rischio idraulico 3. reti ecologiche 4. fruizione La valutazione delle politiche, in base ai quattro obiettivi avviene attraverso un Modello di valutazione polivalente, che permette di valutare ogni singola politica di un Comune o di più Comuni o regionale in funzione del sistema complessivo fluviale e in relazione ai quattro obiettivi. Un’altra esperienza relativa al Contratto di Fiume è maturata in Toscana. A differenza di quella del fiume Olona è un’esperienza che nasce dal basso: i comuni rivieraschi e le associazioni presenti lungo l’Arno si sono riuniti e hanno formato l’Associazione per l’Arno (Onlus). L’obiettivo è il rilancio della cultura del fiume nel territorio, poiché i sistemi fluviali sono considerati come occasione di accrescimento del valore Un’altra esperienza: il del proprio territorio. Contratto di fiume Un’iniziativa significativa svolta all’interno del processo di costruzione del Contratto è stata quella di un Arno gruppo di persone (cavalieri, canoisti e ciclisti) che in 10 giorni sono discesi lungo il fiume Arno facendo delle tappe in alcune città lungo il percorso allo scopo di diffondere la cultura storica del fiume e raccontare i problemi di chi lo vive, da dentro o lungo l’argine, per affrontarli successivamente. E’ stata la prima esperienza che ha legato gli abitanti e ha contribuito a creare un senso di appartenenza al sistema fluviale. Si ritiene più adatto un processo che nasca dal basso come nel caso dell’Arno dove tutti i soggetti firmatari, anche le associazioni, hanno un loro peso. L’Adda è un fiume con problematicità ben diverse Elementi emersi dalla rispetto a quelle dell’Olona, problematiche legate alla qualificazione territoriale e non all’emergenza. Il discussione: quale contratto di fiume si potrebbe sviluppare su un progetto fiume-territorio dove il problema inquinamento è contratto per il fiume occasione per una riqualificazione più ampia. Adda? Il Parco Adda Nord potrebbe svolgere la funzione di segreteria e di promotore del processo, in quanto ha già un Ufficio Fiume che tratta le questioni contingenti ed emergenziali. ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa l’esperienza presentata. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di approfondimento personale. Sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni. Sono state riconsegnate 12 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti. Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa al Contratto del fiume Olona? 5 4 3 2 1 Non so = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante 3 preferenze 5 preferenze 4 preferenze ---- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 1. L’esperienza dal basso Interessante l’esperienza Toscana dell’Arno nata dal basso. Ho trovato interessante e logico collaborare con le diverse realtà locali (comuni) e lavorare non solo lungo l’asta fluviale ma sul territorio 2. L’esistenza di rapporti non gerarchici Ho trovato di buon auspicio l’iniziativa dell’Arno: anche i “piccoli” (le associazioni, i cittadini, ecc.) possono contare, anzi devono contare in un processo costruttivo. 3. Condivisione di problemi e obiettivi Positivo è il fatto che i comuni si sono uniti su un progetto/problema comune e insieme hanno poi richiamato a sé altre realtà e istituzioni. Positivo: definire gli obiettivi da raggiungere in modo da valutarli in contemporanea. Positivo: i quattro obiettivi. L’affrontare i problemi a monte, prima che si presentino. 4. Il processo per arrivare alla definizione del contratto di fiume E’ interessante fare prima un incontro tra i comuni, il Parco dell’Adda Nord per poi arrivare a un contratto di fiume. Le perplessità e le difficoltà: 1. Conflitti di interessi Difficoltà a unire gli interessi di molti soggetti. 2. Partecipazione effettiva delle associazioni Negativo: la troppa presenza di istituzioni facilmente potrà escludere una partecipazione di associazioni e cittadini. Mi lascia perplesso il peso istituzionale che potrebbe avere lo strumento “contratto” di fronte alle grandi opere in via di realizzazione (autostrade, ponti, ecc.). 3. L’esperienza dall’alto Sono perplessa sull’esperienza che parte dalla Regione, dall’alto. Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 6 preferenze 3 preferenze 2 preferenze 1 preferenza Commenti Trovo più interessante l’esperienza dell’Arno che è nata “dal basso”. Modificare l’esperienza rispetto ai problemi specifici dell’Adda. L’Adda è più una risorsa che un rischio. Forse sono troppo ottimista? E’ importante partire dai problemi che coinvolgono localmente e che sono ben conosciuti da chi fruisce il fiume. Perciò è importante che sia la base (comuni, associazioni) a coinvolgere Provincia e Regione. Tavolo della Casa – 4 marzo 2004 PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZE DI: A) AGENZIA SOCIALE PER LA CASA, Fondazione S. Carlo di Milano – direttore Sala Giuseppe B) AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA, Associazione ALISEI – arch. Cusatelli Giuseppe ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO Albani Fabio; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Carcassola Giuseppe (ACLI); Carzaniga Riccardo (ACLI); Colombo GianLuigi (Sicet); Colombo Giorgio (Assessore Servizi Sociali); Colombo Guido; Cornago Davide (Formaurbis); Ghinzani Vincenzo; Innocenti Luigi Romano; Leoni Guido (Progetto Mondialità); Mazza Pietro (commerciante); Milanese Giuseppe (Offerta Sociale); Riva Andrea (FNP CISL); Rodda Luca (Assessore Urbanistica); Roncalli Emilio (ACLI); Ronchi Arianna (Progetto EQUAL “Tetto per tutti”); Sarubbi Gianfranco (Assessore Casa); Venezia Sergio (CISL Brianza, Associazione Mondo Comunità e Famiglia, Tavolo Nuove Povertà Offerta Sociale). PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO A) AGENZIA SOCIALE PER La Fondazione S. Carlo è una ONLUS di cui sono soci la Caritas Che cos’è la Fondazione LA CASA – FONDAZIONE S. e la Diocesi di Milano che interviene sul terreno delle San Carlo CARLO DI MILANO problematiche relative alla casa e al lavoro. Il problema casa Per cercare di capire “che cosa si può fare” è importante cercare una risposta a “Cosa sta succedendo?”, ossia interpretare le dinamiche in atto sul tema della casa. Dai dati della Borsa immobiliare di Milano emerge come i costi delle case siano aumentati in un anno almeno del 10%. Siamo di fronte a una situazione di mercato drogato, le leggi economiche della domanda e dell’offerta sono saltate. C’è infatti sia una grossa domanda che una grossa offerta di case inelusa (ci sono molte case vuote di standard medio-alto). Spesso chi compra non ha bisogno della casa, ma lo fa per una logica di investimento legata alla crisi del mercato finanziario e alla casa considerata come bene rifugio. Ciò crea una distorsione del mercato che acuisce i problemi di chi ha veramente bisogno di una casa. I problemi sono molto complessi sia per l’affitto che per l’acquisto. Esiste un rapporto stretto tra l’affitto e l’acquisto: otto famiglie su dieci sono proprietari di casa. Dato che incide sull’affitto. Il mercato dell’affitto (a differenza di quello dell’acquisto) funziona in base alle “classiche” regole economiche: bassa è l’offerta di case in affitto, alta è la domanda, da qui gli alti costi dei canoni. L’offerta di case in affitto spesso è all’interno di case fatiscenti, in aree degradate dove i costi per la ristrutturazione sarebbero molto alti e non convenienti economicamente. E’ quindi un’offerta che si indirizza alle fasce più deboli, agli immigrati, a chi perde lavoro, agli anziani e che innesca un circolo vizioso che produce processi di degrado ambientali, economici ma soprattutto sociali. Un altro aspetto del problema è legato a persone che pur avendo un buon reddito non offrono garanzie sufficienti alle banche per poter accendere un mutuo. Si tratta sia di immigrati con un buon lavoro, sia giovani che sono sul mercato del lavoro con contratti a tempo determinato. Da qui la strada obbligata per questi settori sociali di prendere casa in affitto pagando alti canoni. L’alto canone, soprattutto per gli immigrati, è richiesto anche per coprire il rischio percepito dai proprietari della casa. Per quanto riguarda l’affitto è più difficile: di fronte alla diffidenza di chi affitta c’è poco da fare, le pratiche sperimentate incidono poco. Le esperienze sono quelle di cercare delle forme di garanzia, con la fondazione che fa da garante. E’ risultato più efficace il caso recente di Sesto San Giovanni dove è lo stesso Comune a fare da garante e da interlocutore con il privato, avendo poi la possibilità di subaffittare e gestire con i suoi criteri. Una pratica sperimentata dalla fondazione S. Carlo che è risultata funzionare meglio riguarda l’acquisto. Per sopperire al problema delle garanzie per il mutuo bancario, l’acquisto viene fatto da un terzo soggetto (la Fondazione San Carlo) che tratta con la banca, in modo che alla fondazione risulti intestata la proprietà dell’alloggio, mentre il mutuo è associato alla persona che intende acquistare casa. Quando la persona ha finito di pagare il mutuo si fa una secondo rogito per il passaggio di proprietà dalla fondazione a chi ha pagato il mutuo. E’ uno strumento che funziona bene perché la proprietà resta alla fondazione fino al termine del mutuo e nel frattempo la persona ha sempre la possibilità di cambiare idea e scegliere di passare all’affitto serenamente. Cosa si può fare: buone Un’altra pratica consiste in forme di prestito restituibile in un certo pratiche numero di anni sotto forma di fondo di garanzia, tra banca e associazione. La pratica è efficace per quelle fasce deboli che devono sopportare le spese degli anticipi dei mesi di affitto e le spese di trasloco e allacciamento alle reti. Un esempio è il progetto “Una Tetto per Tutti” del Vimercatese-Trezzese di Offerta Sociale. Infine un ruolo di controbilanciamento del mercato delle case può essere giocato dal soggetto pubblico mettendo in circolo le case sfitte. Inoltre può agire in direzione del contenimento dei costi stabilendo standard delle case offerte. Infatti, se 100 è il costo totale di una casa, 30 è il costo del terreno, 30 il costo di costruzione, 15 gli oneri finanziari e le tasse, 20 gli oneri di urbanizzazione. E’ possibile quindi costruire riducendo i costi al 50% agendo sul contenimento dei costi per l’acquisto del terreno, riducendo gli oneri di urbanizzazione e i costi di costruzione con progetti a standard inferiori ma che garantiscano comunque qualità. La dimensione territoriale l’attuazione politiche efficaci sulla casa è la scala sovracomunale, in quanto garantisce che non si creino squilibri tra un Comune e un altro. B) AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA La buona pratica presentata dall’Arch. Cusatelli è rappresentata da alcune esperienze pilota che in Italia hanno interessato finora circa 100 costruzioni. Di che cosa si tratta E’ una forma di evoluzione di impresa a profitto sociale che nasce dalla constatazione che gli operatori tradizionali (le cooperative) non riescono a dare una risposta esaustiva al problema casa. Consiste in una soluzione originale e pragmatica, senza forme di tutela assistenziale, in quanto il processo è autogestito dall’utenza stessa: le persone che hanno un bisogno di casa e che si rendono disponibili all’esperienza, danno luogo ad un processo collettivo di costruzione della propria casa. Ciò è possibile anche senza avere competenze professionali, secondo il modello della “cultura Ikea”. Ovvero l’acquisto di un “pacchetto” che tutti possono essere in grado di montare ottendendo per esempio una cucina, esportato nella costruzione di abitazioni: questo è possibile perché si progettano materiali e prodotti ad elevato contenuto tecnologico che consentono l’abbassamento del livello di professionalità richiesto in fase di costruzione. Al contrario un mattone è un prodotto edilizio a basso valore tecnologico che richiede un’elevata professionalità per costruire un muro, per esempio. Gli elementi positivi riguardano diverse dimensioni: 1. Dimensioni sociali: Crea spazi di socializzazione collettiva: il processo di autocostruzione permette di progettare lo spazio della quotidianità, del vivere insieme Si ricostruisce una rapporto di identificazione con il luogo: le relazioni con gli altri e con il luogo che si creano durante il processo di autocostruzione contribuiscano a creare un senso di appartenenza che in genere non esiste comprando una casa in funzione del solo parametro economico. Esiste un coinvolgimento di tutte le componenti familiari e sviluppa processi di integrazione accelerata di persone e famiglie extracomunitarie con persone e famiglie italiane. 2. Dimensione economica: Permette di abbattere i costi fino al 30 – 40% (per es. 500 euro/mq) La cooperativa di autocostruttori chiede un mutuo a una banca dietro garanzia della società di gestione o dell’ente pubblico (regione, comune), che rende possibile anche il pagamento del mutuo da parte degli abitanti una volta entrati a vivere nelle abitazioni costruite (non avendo così più l’affitto da pagare). 1. Gli attori principali del processo di autocostruzione 2. 3. Il lavoro collettivo L’Ente locale: ha la responsabilità di definire il piano di zona finalizzandolo anche all’autocostruzione mediante convenzioni che definiscano la cessione delle aree e destinando una % delle aree a questa sperimentazione. Per esempio in Emilia Romagna il 20% delle aree 167 sono state destinate all’autocostruzione. La società di gestione: un’impresa sociale che sovrintende a tutta l’organizzazione, dalla stesura del progetto, alla gestione tecnico-economica, al processo edilizio e costruttivo. La cooperativa di autocostruttori: la creazione di una cooperativa di autocostruttori definisce uno statuto giuridico che garantisce le persone che si auto-costruiscono la casa. Verrà sciolta a lavori ultimati. E’ il vero capitale, il maggior investimento messo dalle persone che si impegnano per due anni circa a dedicare tutti i sabati e le domeniche alla costruzione delle abitazioni. Vi sono delle regole organizzative per garantire il funzionamento del lavoro collettivo: non è consentito il lavoro conto terzi o finalizzato allo scambio economico-commerciale nessuno conosce quale sarà la sua casa fino alla fine del processo di costruzione, quando avverrà a sorteggio non è possibile monetizzare il proprio tempo di lavoro nel cantiere Il progetto e il cantiere ALTRI ELEMENTI EMERSI DALLA DISCUSSIONE Fondamentale è la fase preliminare del progetto con un processo partecipato tra l’architetto e il gruppo di autocostruttori. Il progetto deve essere illustrato dall’architetto come un manuale di istruzioni, affinché avvenga un processo di alfabetizzazione alla costruzione delle case. I soggetti che partecipano al processo collettivo sono: l’architetto che si occupa del progetto, della direzione lavori, del responsabile del cantiere, del coordinamento e della sicurezza. un tutor degli impianti elettrici, uno degli impianti idrosanitari e un capomastro che garantiscono il rispetto delle normative e formano e assistono un gruppo ristretto di autocostruttori che si occupano di seguire questi ambiti un mediatore sociale che si occupa di gestire le dinamiche di gruppo, prevenire e risolvere le eventuali conflittualità. 1. Scarsa richiesta di Fondi a disposizione: Spesso i fondi messi a disposizione dalla Regione rimangono inutilizzati poiché i comuni non fanno richiesta. I motivi sono: - gli amministratori politici “vogliono evitare altre tegole sulla testa”, ossia non hanno il coraggio di affrontare la gestione di situazioni socialmente delicate e difficili. - i contributi regionali vanno a coprire solo parte dei costi; la restante parte è a carico dei comuni che con i tagli delle risorse non facilmente reperibili. 2. Integrazione tra settori che si occupano di casa: viene proposto di integrare i lavori del Piano regolatore partecipato sulla casa con il Tavolo sulle nuove povertà istituto nell’ambito dei Piani di Zona. ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa le esperienze presentate. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di approfondimento personale. Per ogni esperienza sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni. Sono state riconsegnate 15 schede, di cui una compilata solo parzialmente. Riportiamo qui di seguito gli esiti. A) AGENZIA SOCIALE PER LA CASA, Fondazione S. Carlo di Milano – direttore Sala Giuseppe Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa all’Agenzia sociale per l’affitto? 5 4 3 2 2 = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante Non so 3 preferenze 5 preferenze 5 preferenze 1 preferenza --- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 5. Possibilità di finanziamento reale e area a costo accettabile 6. Favorire la concorrenza ai privati da parte delle cooperative, Comuni, Province, ecc. nella costruzione di standard civili, ma nello stesso tempo economici, adatti a una famiglia con pochi componenti come sembra siano le famiglie di oggi. 7. L’opportunità di creare un’agenzia sul bisogno abitativo, per dare una risposta stabile al bisogno. Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 11 preferenze 3 preferenze --- B) AUTOCOSTRUZIONE ASSOCIATA, Associazione ALISEI – arch. Cusatelli Giuseppe Domanda 1. Hai trovato interessanti le esperienze di autocostruzione presentate? 5 4 3 2 3 Non so = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante 5 preferenze 8 preferenze 2 preferenze ---- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 1. Sono due altre possibilità da aggiungere alle proposte già presentate. 2. Il lavoro di gruppo e la disponibilità delle persone di fare insieme la loro casa e integrarsi con individui di diverse origini 3. La dimensione sociale di questa esperienza, il fatto che rappresenta una risposta concreta al bisogno di casa, rappresentando anche uno strumento di integrazione e di “costruzione” di diritti civili. Dovrei comunque approfondire la cosa per valutarla pienamente. 4. La crescita culturale e sociale tra i soci e l’integrazione tra loro. 5. L’esperienza di autocostruzione è stata una conoscenza nuova e quasi mi sembra qualcosa di fantascientifico, invece può essere realizzata. Le autorità pubbliche potrebbero attivarsi per metterla in pratica. 6. Tutti gli aspetti dell’esperienza sono interessanti. Le perplessità e le difficoltà: 4. Quello che mi lascia più perplesso è: dove trova i soldi l’associazione per far fronte a tutte le spese eventuali? 5. Mi lascia perplessa, per il momento, la possibilità di aggregare persone, vista questa nostra società che si rifugia nel privato. 6. Queste case sono a mio avviso a pochi piani, di conseguenza abbisognano di ampie aree, e coi pochi spazi che abbiamo… 7. Dipende dalla volontà politica! 8. Criticità: a. Non si riferisce alle fasce più “sociali” b. Attuale poca socializzazione degli utenti e costruttori c. Normative sulla sicurezza in cantiere e rischi per la salute, infortuni, ecc. d. Possibilità di edificare solo in campagna Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 7 preferenze 5 preferenze 1 preferenza 2 preferenze Commenti Credo di sì (che si possa replicare a Trezzo), sarebbe perlomeno importante valutare questa opportunità. Attualmente mancano spazi per questa sperimentazione. Possibilità a medio termine di intervento: fra circa 8-10 anni E’ un’iniziativa da sostenere anche nella nostra zona. Le autorità pubbliche e le banche dovrebbero trovare il coraggio di iniziare questo modo innovativo di costruire alloggi. Tavolo di Territorio e Sviluppo Produttivo – 9 marzo 2004 PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZE DI: A) RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DI BELLUSCO, BUSNAGO E MEZZAGO, Sindaco di Bellusco Colombo Irene e arch. Fortini Davide di Ecopolis B) COME FARE AGRICOLTURA BIOLOGICA, dott. Corbari Antonio (presidente Lombradia AIAB) ELENCO DEI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO Albani Fabio; Biocchi Claudia; Calui Dario (Floricoltura, Cornate); Colombo GianLuigi (Sicet); Cornago Davide (Formaurbis); Crespi Arrigo; Crespi Giancarlo (Capriate); Crespi Gianni; Dondoni Raffaele (azienda agricola “Le cave del ceppo”); Frigerio Ettore; Fumagalli Giuseppe (allevatore/agricoltore); Golferini Marco (Etaconsult srl); Leoni Mara (Legambiente); Locatelli Enzo (Coldiretti); Magni Marcello (coltivatore ortaggi diretto, Mezzago); Margutti Paolo (Sportello Unico); Palermo Mario (Centri Lavoro); Perego Margherita (coltivatore ortaggi diretto, Cavenago); Rodda Luca (Assessore Urbanistica); Villa Diego (Confartigianato Trezzo). PRINCIPALI ELEMENTI EMERSI DALL’INCONTRO A) RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DI BELLUSCO, BUSNAGO E MEZZAGO Di che cosa si tratta L’esperienza è nata nell’ambito del forum di Agenda 21 di Bellusco attivato nel 2000. L’area industriale di Bellusco è un’area distaccata dal centro residenziale ed è posta a cavallo al confine del perimetro comunale, contigua a quelle di Mezzago e Busnago. La scelta è stata quella di pensare all’area industriale dei tre comuni come un tutt’uno. L’obiettivo è stato quello di ripensare l’area industriale in termini di vivibilità e non solo come luogo di produzione, come una zona “brutta” e marginale. Affrontare il tema dell’area industriale ha significato confrontarsi con le diverse esigenze presenti sul territorio: da parte dei cittadini giungeva la richiesta di una maggiore accessibilità all’area industriale, da parte degli industriali giungeva la richiesta di un numero maggiore di parcheggi e di servizi, di una maggiore sicurezza, di una migliore viabilità. I progetti I progetti su cui si è lavorato sono: 1. Nuove tipologie insediative: si stanno definendo delle Linee Guida su modalità costruttive più sostenibili, in termini di bioarchitettura a cui partecipano sei comuni (Bellusco, Busnago, Cavenago, Mezzago, Ronco Briantino, Villasanta) 2. Sevizi alla Zona: legato per esempio sia alla necessità di ripensare ai parcheggi sia al problema della sicurezza inteso in senso lato (prevenzione di intrusioni e sociale) 3. Processi e prodotto: ipotesi della costituzione di Sportello Unico per le Imprese sovracomunale Si è lavorato organizzando diversi incontri nei diversi comuni e presso gli spazi delle aziende che venivano messi a disposizione, in loco. E’ un’esperienza che ha visto e vede l’impegno dei comuni sotto ogni punto di vista e che richiede un impegno futuro da parte degli operatori, delle Associazioni artigiani e industriali. Gli obiettivi a breve e a lungo Gli obiettivi a breve termine che sono stati raggiunti sono: 1. La conoscenza tra industriali 2. La creazione di un rapporto più stretto tra industriali e amministrazione. L’obiettivo a lungo termine è quello di ottenere la certificazione ambientale territoriale. B) COME FARE AGRICOLTURA BIOLOGICA L’esperienza del Dott. Corbari Sono un produttore di prodotti ortofrutticoli biologici. a Cernusco sul Naviglio Ho incominciato la mia esperienza di agricoltore negli anni ’70, senza sapere nulla di cosa fosse l’agricoltura, poiché ai tempi lavoravo in una scuola. Ho abbandonato il mio lavoro e ho cominciato a studiare, informarmi leggendo libri e iscrivendomi alla facoltà di agraria. Chiedevo in giro, a venditori di concimi e sementi che però mi davano dei consigli diversi dalle cose che leggevo e che volevo fare. Ho così cominciato a sperimentare l’eliminazione di prodotti e concimi chimici, a coltivare piante nei vivai, mettendo insieme tecniche diverse per aumentare la sostanza organica nel terreno, ecc. … Dopo una decina di anni gradualmente si è cominciato a parlare di agricoltura biologica.. Oggi coltivo senza disinfestare, nemmeno con i prodotti solitamente ammessi in agricoltura biologica. Questo è possibile per l’esistenza di una serie di insetti e uccelli che si cibano di altri insetti e animali dannosi per le coltivazioni. Nel mio terreno ho attualmente una notevole varietà di piante (40 essenze diverse). Ho imparato nel tempo a rispettare e conoscere la natura. … Anche dal punto di vista economico si tratta di un’attività redditizia. Oggi la mia azienda ha 8 dipendenti per 4 ha. Che cosa significa parlare di Partendo dalla esperienza del Dott. Corbari, oggi parlare di agricoltura biologica agricoltura biologica significa parlare di produzione e vendita di prodotti di qualità, ma soprattutto: 1. rispettare l’ambiente 2. ricercare/ripristinare gli equilibri ecologici distrutti dall’uso di prodotti chimici antiparassitari. In particolare per il relatore la sfida non è solo il non utilizzo dei diserbanti chimici ma anche di quelli ammessi nella coltivazione biologica (a favore dell’esperienza di Cernusco si è pronunciato l’Istituto di Entomologia dell’Università di Milano che l’ha riconosciuta come l’azienda in Lombardia con il maggior indice di biodiversità) 3. salvaguardare la salute di tutta la comunità in quanto si ri-crea un ambiente più sano sia per gli animali sia per gli uomini. L’iter per intraprendere L’iter normativo per trasformare una azienda che fa agricoltura l’agricoltura biologica tradizionale in una produttrice di prodotti biologici (Legge 20/92) prevede: 1. la comunicazione in Provincia dell’area da destinare alla trasformazione 2. la scelta di un Ente di certificazione che controlla che l’azienda agisce in conformità alle direttive comunitarie e che non fa uso di prodotti chimici di sintesi 3. dopo un minimo di due anni – periodo di conversione - se sono rispettate le procedure, i prodotti possono essere certificati come biologici. Nei primi anni di attesa per ottenere la certificazione, si continuano a vendere i prodotti come non biologici. La commercializzazione dei La vendita dei propri prodotti richiede anche una certa forma di prodotti fantasia da parte del produttore: “Si inventano le forme per vendere”. Secondo il relatore, è un mercato redditizio. Si tratta di mettere a fuoco le possibilità sul territorio per creare circuiti di reddito. I produttori di agricoltura biologica trovano un mercato anche all’estero: circa il 30% della produzione italiana è esportata in Germania, seguono Francia, Austria fino ad arrivare al Giappone. La tutela del produttore sul mercato passa anche per forme associative tra agricoltori biologici, cooperative che danno più potere contrattuale e permettono di stipulare certi tipi di contratto. Ad esempio con Esselunga è stata stipulato per gli ortaggi un contratto che prevede un prezzo minimo garantito. Questo consente all’agricoltore di programmare i suoi guadagni e le sue produzioni per un certo tempo. E’ possibile anche trovare forme redditizie di commerciliazzaione diretta. Ad esempio a Biella una azienda di bioagricoltura vende direttamente al pubblico l’ortofrutta attraverso ordinazioni via Internet. Altre forme di reddito che può essere associate alla produzione biologica sono: la fattoria didattica - le aziende aprono alle scuole. gli agriturismi. Per esempio Agriturismi culturali, come a Galbanate, Cislano, Corbetta. Alcuni aspetti critici ALTRI ELEMENTI EMERSI Agricoltura biologica DALLA DISCUSSIONE Le principali criticità che possono ostacolare il fare agricoltura biologica sono: 1. l’incertezza legata al titolo di possesso dei terreni: se il terreno non è di proprietà dell’agricoltore c’è il rischio che si perdano i terreni su cui è stato fatto l’investimento 2. l’incertezza in termini di strumenti urbanistici: in Italia spesso il terreno agricolo è considerato area di riserva per lo sviluppo industriale o per la creazione di nuove aree urbanistiche. Sono quindi necessarie delle garanzie sia a livello contrattuale nei contratti di affitto sia amministrative negli strumenti urbanistici di cui ne sono alcuni esempi: il Piano regolatore che prevede il non consumo di suolo l’istituzione di Parchi Agricoli (come in Germania) ossia di zone aperte al pubblico dove la pubblica amministrazione garantisce punti di accesso e mantiene la viabilità ciclopedonale, oltre che tutelare le aree agricole 1. Come il tema dell’agricoltura biologica si relaziona al progetto Pedemontana: Si richiedono delle garanzie in termini di protezione del territorio. La Pedomontana potrebbe infatti mettere in crisi possibili investimenti fatti nella direzione dell’agricoltura biologica. 2. Il problema relativo alla scarsità di acqua e la qualità dei terreni. E’ una questione risolvibile sperimentando e mettendo in atto tecniche agricole diverse da quelle tradizionali. Bisogna imparare a utilizzare meglio l’acqua. A Foggia si è imparato a utilizzare in modo razionale l’acqua creando dei laghetti che si ricaricano in inverno con le piogge e in estate sono utilizzati per irrigare i campi. Anche le tecniche di irrigazione sono diverse, non più a pioggia, ma a goccia. Perfino in Africa si sono fatte delle risaie che vengono irrigate una volta a settimana e che producono riso, oppure anche nelle nostre zone si sono fatte risaie sul gretto del fiume Serio (terreno ghiaioso). A Trezzo l’utilizzo di impianti a goccia e la presenza di ex-cave di argilla utilizzabili come piccoli bacini che raccolgono l’acqua e la rendono disponibile attraverso nuovi modelli di incanalamento, potrebbe risolvere il problema. Bisogna sempre partire dalla situazione locale per inventare e sperimentare nuove tecniche. ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa le esperienze presentate. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di approfondimento personale. Per ogni esperienza sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni. Sono state riconsegnate 10 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti. A) RIQUALIFICAZIONE AREA INDUSTRIALE DI BELLUSCO, BUSNAGO E MEZZAGO, Sindaco di Bellusco Colombo Irene e arch. Fortini Davide Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa alla riqualificazione della zona industriale di Bellusco, Busnago e Mezzago? 5 4 3 2 4 = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante Non so 3 preferenze 4 preferenze 2 preferenze 1 preferenza --- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 8. L’idea di una certificazione ambientale territoriale. 9. La riqualificazione edilizia delle zone industriali. 10. Area industriale vivibile con servizi e attenzione al risparmio energetico. 11. Interessante è l’esperienza di associazione tra comuni. Le perplessità: Scarso approfondimento dei temi e nessuna “visualizzazione” dei risultati. Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 3 preferenze 4 preferenze 1 preferenza 2 preferenze Commenti Bisogna approfondire. Sono tutte questioni che andrebbero viste sul tavolo “Martesana” del PTCP o in Agenda 21. I problemi grossi di Trezzo sono: industrie insalubri, fanghi depositati, zone di bonifica, ecoballe non incenerite, manca l’anagrafica e cartografica delle aziende presenti. B) COME FARE AGRICOLTURA BIOLOGICA, dott. Corbari Antonio (presidente Lombradia AIAB) Domanda 1. Hai trovato interessanti l’esperienza presentata relativa all’agricoltura biologica? 5 4 3 2 5 Non so = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante 4 preferenze 2 preferenze 2 preferenze 1 preferenza --- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 7. Credo sia molto interessante il discorso di recupero dell’equilibrio ambientale conseguente all’introduzione dell’agricoltura biologica. 8. Sono tutte cose che conosco, ma è bello che qualcuno le racconti agli altri. 9. L’agricoltura vista come attività produttiva diversificata e di difesa ambientale. Le perplessità e le difficoltà: 9. Garantire la certezza dello spazio inedificato agli agricoltori. Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 2 preferenze 5 preferenze --- Commenti Sarebbe davvero interessante pensare ad almeno un’azienda agricola biologica in Trezzo per il futuro. Trezzo non ha negozi specializzati nel biologico. Potrebbe essere un primo passo. E’ necessario porre vincoli precisi, non basta più il parco agricolo comunale, meglio inserire il discorso o in parchi d’interesse sovracomunale, o nel Parco Adda Nord, per avere un vincolo più certo e per una maggiore continuità con la realtà del territorio. Tavolo dei Centri Urbani – 10 marzo 2004 PRESENTAZIONE DELL’ESPERIENZA DEL PIANO DEI TEMPI E DEGLI ORARI DELLA CITTA’ DI CREMONA - Arch. Mareggi Marco Elenco dei partecipanti all’incontro Albani Fabio; Baio Camilla; Baio Michela (Ufficio di Piano); Barzaghi Angelo (commerciante); Benzoni Rossella; Biocchi Claudia; Colombo GianLuigi (Sicet); Ghinzani Vincenzo; Mara Leoni (Legambiente); Riva Andrea (FNP CISL); Solbiati Roberto. Principali elementi emersi dall’incontro Perché la scelta di presentare l’esperienza del Piano dei Tempi e degli Orari di Cremona Che cos’è il Piano dei Tempi e degli Orari Parlare di qualità degli spazi pubblici non significa parlare solo di questioni legate all’arredo urbano, ma considerare anche il tema delle funzioni dello spazio e degli aspetti legati ai tempi di vita della città. Da qui la scelta di presentare come buona pratica legata ai centri urbani e alla loro fruibilità e vivibilità l’esperienza del Piano dei Tempi e degli Orari della città di Cremona. L’esperienza di Cremona A Cremona le politiche temporali prendono avvio nel 1997. Da subito sono stati istituti i seguenti organismi comunali preposti allo sviluppo delle politiche temporali: Un assessorato dedicato Un Ufficio tempi che svolge un ruolo di ufficio tecnico per le politiche temporali urbane Un Comitato di Pilotaggio del Piano dei Tempi e degli Orari, costituito da assessori, dirigenti, tecnici e consulenti, che ha il compito di progettare e coordinare la gestione delle iniziative approvate dalla Giunta Comunale. Lo strumento principale per la definizione delle politiche temporali di Cremona è il Documento Direttore del Piano dei Tempi e degli Orari, votato in Consiglio Comunale, che definisce gli indirizzi strategici. I progetti I principali progetti del Piano degli Orari di Cremona sviluppati ad oggi sono: Orari del commercio: sere d’estate e aperture domenicali E’ stata sperimentata in anticipo (dal 1998) la liberalizzazione, introdotta dal decreto ministeriale Bersani, degli orari prolungati serali e festivi dei negozi e pubblici esercizi cittadini. Le aperture prolungate sono state accompagnate da cicli di animazione nel centro storico. Il progetto ha visto: 1. L’apertura serale dei negozi 2. La pedonalizzazione temporanea di strade e piazze 3. Spazi pubblici aperti e attrezzati temporaneamente con giochi e arredi mobili 4. La possibilità data ai pubblici esercizi di occupare temporaneamente il suolo pubblico 5. Il commercio ambulante in tre spazi pubblici Turismo e cultura: Cremona di domenica E’ stato promosso l’orario continuato di apertura dei musei comunali cittadini nei giorni festivi e sono state attrezzati e resi accoglienti alcuni percorsi urbani. Le politiche sui tempi nascono in Italia nei primi anni ’90 sulla base di riflessioni sulla doppia presenza e sulle difficoltà di conciliare i tempi di lavoro con i tempi di vita che caratterizzano il mondo delle donne. Le politiche temporali sono pensate per gli abitanti della città, intendendo con il termine abitanti non solo i residenti ma anche le popolazioni temporanee (lavoratori, studenti, visitatori). Considerano i diversi usi della città che derivano dal diverso modo di abitare. Sono pensate alla scopo di migliorare la fruibilità dei servizi della città, la qualità del tempo dei cittadini e, al tempo stesso, la qualità urbana. Le peculiarità che caratterizzano un Piano dei tempi e degli orari sono: L’integrazione tra aspetti leggeri legati agli orarie ai tempi con aspetti fisico-spaziali La trasversalità delle politiche temporali tra i diversi settori e uffici del comune La creazione di reti tra attori sociali, pubblico e privati. Queste iniziative sono state costruite attraverso l’attivazione di tavoli di lavoro che hanno visto la presenza le organizzazioni commerciali, gli imprenditori, le organizzazioni sindacali, le associazioni di promozione culturale e turistica, le associazioni di artigianato e il Comune. Armonizzare gli orari dei servizi cittadini: 1. Mercoledì del cittadino: è stata attuata dal febbraio 2004 una giornata di apertura prolungata ad 2. orario continuato. 27 pubbliche amministrazioni e alcuni servizi privati (per esempio le banche) aprono con orario continuato il mercoledì dalle 9,00 alle 16,30. Nuovi orari dei servizi comunali: da settembre 2002 il Comune di Cremona sta sperimentando un nuovo orario che prevede l’apertura al pubblico il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8,30 alle 13,30. Tempi della scuola: E’ stato sviluppato di intesa con il mondo della scuola. Il progetto individua tre aree urbane di intervento caratterizzate da problemi di sicurezza e di congestione nelle ore di ingresso/uscita a scuola. Per quanto riguarda una di queste tre aree urbane (via Palestro) le azioni messe in campo sono state: 1. Divieto di transito automobilistico in alcune fasce orarie 2. Realizzazione di una pista ciclabile protetta 3. Nuova area di sosta regolamentata a tempo per consentire soste brevi 4. Zona a traffico limitato in alcune vie adiacenti via Palestro 5. Programma di comunicazione del progetto Tutti i progetti sono stati avviati per un periodo di sperimentazione che ha visto un monitoraggio continuo e una valutazione dei risultati ottenuti. Elementi emersi dalla Il Piano dei Tempi degli Orari è un vestito che va costruito adattandolo alle singole realtà. Quindi anche discussione per Trezzo, la costruzione del Piano deve partire dalle seguenti considerazioni: Quale risposta all’interrogativo “Chi sono gli abitanti di Trezzo? Chi sono gli abitanti dei paesi vicini?” In quanto città di dimensioni limitate – 13.000 abitanti circa – un possibile Piano a Trezzo dovrebbe essere a livello intercomunale. Ciò è previsto anche dalla L. 53/2000 che prevede infatti piani intercomunali per comuni con un numero di abitanti i inferiori a 30.000. Esistono già molte iniziative e progetti che potrebbero rientrare in un Piano dei Tempi e degli Orari. Interessante sarebbe metterli a sistema e creare un coordinamento comune. Il ruolo del Comune nel processo del Piano è quello di regia e di megafono di idee. ESITI DELLE SCHEDE DI VALUTAZIONE DISTRIBUITE AI PARTECIPANTI DURANTE L’INCONTRO Durante l’incontro, è stata distribuita una scheda di valutazione allo scopo di stimolare tra i presenti una riflessione circa l’esperienza presentata. La scheda è stata pensata in modo tale che chi ha scelto di rispondere, ha potuto farlo secondo un grado di approfondimento personale; sono state infatti previste due domande che prevedono una risposta tramite crocetta e degli spazi dove aggiungere eventuali commenti e osservazioni. Sono state compilate 10 schede. Riportiamo qui di seguito gli esiti. Domanda 1. Hai trovato interessante l’esperienza presentata relativa al Piano dei Tempi e degli Orari di Cremona? 5 4 3 2 6 = Molto interessante = Interessante = Abbastanza interessante = Poco interessante = Per niente interessante Non so 5 preferenze 2 preferenze 3 preferenze ---- Quali aspetti hai trovato di interesse? Che cosa ti lascia perplesso? Commenti Le potenzialità ravvisate: 12. Le diverse opportunità che si hanno con iniziative idonee a promuovere il commercio 13. Ho trovato interessante il progetto sulla scuola. 14. Ho trovato interessante il mercoledì del cittadino e la chiusura temporanea della zona scuola. 15. Tutto ciò che è stato illustrato è vivo e interessante. 16. Fissare una giornata con orari degli uffici prolungati. Coordinare le varie manifestazioni con i comuni limitrofi. Potenziare i servizi ATM. 17. E’ interessante un giorno alla settimana per aprire gli sportelli pubblici durante la pausa lavoro e nel pomeriggio e anche i negozi. Le perplessità e le difficoltà: 10. Cremona è un capoluogo di provincia. Trezzo è un paese di 10.000 abitanti. 11. Tutto interessante e ben articolato per una realtà cittadina complessa come Cremona. 12. La flessibilità degli orari chiede sacrifici a chi deve rivedere il proprio orario di lavoro (con ripercussioni su vita famigliare e sociale). 13. Cremona è grossa e ha più soldi. Trezzo è più piccola e ha meno soldi. 14. Non è facile avere la possibilità di personale per un apposito ufficio. Domanda 2. Ritieni che l’esperienza presentata sia replicabile anche in Trezzo? Si Si, ma solo in parte No Non so 1 preferenza 6 preferenze -3 preferenze Commenti Credo che un progetto dei tempi richieda, per Trezzo, la collaborazione dei comuni vicini. Mi sono chiesto se l’assessore al commercio è stato invitato oppure non è venuto, visto l’interesse del tema trattato. Vedi pure commercianti. A Trezzo è necessario integrare i progetti tempo, che già ci sono ma non sono integrati e proporne anche altri. E’ interessante l’idea di lavorare a livello sovracomunale. Vado a vivere a Cremona! Occorre coordinare le varie iniziative di apertura verso i cittadini che già esistono (biblioteca, negozi, attività culturali). A Trezzo occorre aprire almeno una volta alla settimana la biblioteca di sera. La chiusura dei servizi della ASL (prelievi del sangue) non dovrebbero essere così lunghi nel periodo estivo. Dovrebbe essere fatta la chiusura del centro almeno una volta al mese. Bella l’iniziativa natalizia tra comune e commercianti. Tenere più presenti i problemi dei disabili (barriere architettoniche). IL QUESTIONARIO SULLE PROPOSTE Un questionario contenente le proposte su come risolvere i problemi di Trezzo emerse dagli incontri del mese di febbraio è stato distribuito agli abitanti di Trezzo. Lo scopo era duplice: da un lato comunicare, con uno strumento di semplice lettura, tutte le idee propositive emerse dagli incontri; dall’altro stimolare una risposta e un confronto più allargato sul gradimento delle proposte (era prevista la possibilità di lasciare commenti e suggerimenti). Di seguito sono riportati i risultati. RISULTATI DEL QUESTIONARIO: QUALE PROPOSTA TI PIACE DI PIÙ PER IL NUOVO PIANO REGOLATORE? Le proposte che piacciono di più Nel grafico sono riportate le proposte che hanno incontrato maggior gradimento. E’ possibile osservare come vi sia un orientamento di fondo volto alla tutela dell’ecosistema e al desiderio di creare uno stile di vita in sintonia con l’ambiente: 1. Il trattamento delle acque è la tematica più sentita e vi è una forte richiesta di cercare di trattarlo in tutta la sua complessità sia trovando i modi per depurare tutte le acque reflue del comune sia accordandosi con i comuni limitrofi anche della bergamasca 2. Unanime è la richiesta di limitare il consumo di suolo conservando il territorio agricolo attuale 3. Per quanto riguarda la casa, coerentemente con la richiesta di tutelare il suolo agricolo, la richiesta è indirizzata nel recupero del patrimonio edilizio esistente. 4. Tutte le altre proposte che hanno ricevuto maggior gradimento sono coerenti con l’indirizzo di fondo dettato dalle prime proposte sopra descritte. Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia 8,4 Creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume 8,4 8,5 Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una rete di piste ciclopedonali per raggiungere anche i luoghi di lavoro 8,6 Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando l’aspetto naturalistico/ambientale 8,6 Recuperare il teatro esistente “Il portico” o eventualmente costruire un nuovo teatro comunale 8,7 8,8 Fare una campagna di pulizia dell’alzaia ogni due mesi circa Recuperare il patrimonio edilizio esistente 9,3 Conservare la quantità di territorio agricolo attuale 9,3 Creare in accordo con altri comuni i presupposti per affrontare seriamente il problema degli scarichi nel fiume 9,4 Depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo Dove: azzurro: verde: arancione: rosso: 9,6 7,8 8 8,2 8,4 8,6 8,8 9 Fiume Adda Territorio e qualità dello sviluppo Centri urbani Casa Fig. 1 - Le proposte che hanno ricevuto la media di voti più alta 9,2 9,4 9,6 9,8 Di seguito sono riportati le medie di voti ricevute da tutte le proposte e i commenti scritti da chi ha compilato il questionario. Fiume Adda Gradimento delle proposte Proposte in ordine decrescente per apprezzamento: Creare le condizioni per depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo Media di voti 9,6 Creare in accordo con altri comuni i presupposti per affrontare seriamente il problema degli scarichi nel fiume Fare una campagna di pulizia dell’alzaia ogni due mesi circa Limitare la mobilità automobilistica sull’alzaia Creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume Costruire percorsi ciclo-pedonali per unire il territorio del fiume con il territorio agricolo Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e della flora dell’Adda Regolamentare la velocità e creare percorsi alternativi per le biciclette sull’alzaia Incentivare un turismo di tipo didattico – scolastico legato all’ecosistema del fiume e al suo territorio Regolamentare il traffico pesante Installare delle bacheche informative sulla qualità delle acque Organizzare corsi e creare le condizioni per la formazione di nuove figure professionali per la gestione del territorio del fiume Creare una navigabilità fluviale a scopo sportivo-ricreativo, attento all’ecosistema del fiume 9,4 8,8 8,5 8,4 8,2 8,1 8,0 8,0 7,9 7,8 7,3 7,0 Altre proposte Qualificare una cava del ceppo dell’Adda (sasso) a scopo culturale storico turistico e didattico. Il ceppo sull’Adda veniva minato, cavato e lavorato (come il marmo) da lavoratori specializzati per 12 ore al giorno, poi veniva caricato sui barconi e trasportato a Milano via fiume e Naviglio Martesana. Non si potrebbe creare un’area gioco/relax nel pratone adiacente il bosco dei Biloo lungo l’alzaia (con orari di accesso e controlli per tutela contro atti vandalici)? Pulizia regolare del letto del fiume. Creare con le varie associazioni interessate dei giorni lungo l’anno per pulire fossi, campi ecc. dai rifiuti, coinvolgendo la popolazione. Sensibilizzare tramite la scuola i ragazzi sul problema dei rifiuti. Territorio e qualità dello sviluppo Gradimento delle proposte Proposte in ordine decrescente per apprezzamento: Conservare la quantità di territorio agricolo attuale Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una rete di piste ciclopedonali per raggiungere anche i luoghi di lavoro Incentivare una agricoltura sostenibile Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un servizio di trasporto pubblico per raggiungere le attività produttive Creare una rete di commercializzazione dei prodotti agricoli locali Individuare un tipo di sviluppo dell’area industriale diverso dalla logistica Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a livello intercomunale Realizzare un centro servizi per le piccole-medie imprese Rinnovare i cicli produttivi artigianali di bassa qualità Creare un osservatorio e un eventuale polo didattico a livello sovracomunale Media di voti 9,3 8,6 8,3 8,2 7,7 7,2 7,0 6,8 6,5 6,3 Altre proposte Verificare l’effettiva utilizzazione del terreno agricolo per evitare la presenza di terreni incolti. Incentivare l’insediamento di imprese in settori in espansione (energia rinnovabile, servizi agli anziani, ecc) Centri urbani Gradimento delle proposte Proposte in ordine decrescente per apprezzamento: Media di voti Recuperare il teatro esistente “Il portico” o eventualmente costruire un nuovo teatro 8,7 comunale Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando l’aspetto naturalistico/ambientale Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo Creare momenti di chiusura del centro storico alle auto Sperimentare modi diversi per fare commercio e offrire servizi innovativi alla clientela Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso l’organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali, ricreative, mercatini, ecc. Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti Creare un servizio di trasporto pubblico urbano adeguato alle esigenze della popolazione Realizzare un centro polifunzianale per i giovani Attrezzare e abbellire le piazze Lavorare insieme tra Comuni dell’area del trezzese e commercianti per creare una idea su come mantenere vive le realtà cittadine Favorire attività commerciali e artigianali legate al territorio Istituire una Consulta delle associazione sportive Creare parcheggi in prossimità del centro storico Permettere l’insediamento di nuove attività commerciali e servizi a patto che vi sia un adeguato numero di parcheggi Istituire in centro parcheggi a disco orario Realizzare un nuovo campo di calcio e un centro sportivo al di là della tangenziale, nell’area agricola 8,6 8,2 8,2 8,1 7,9 7,9 7,7 7,6 7,3 7,2 6,5 6,1 5,3 5,0 4,7 4,4 Altre proposte Mettere il ponte in sicurezza mettendo il pedonale solo su un lato favorendo così le biciclette e i pedoni (pedonale più largo). Regolamentare traffico pesante su ponte Adda ed ex provinciale. Consentire solo a genitori e insegnanti il passaggio davanti alle scuole elementari negli orari di ingresso e uscita dei bambini. Così si potrà avere un’aria più respirabile per chi va sempre a piedi. Rendere più fruibili e chiari i dati sull’inquinamento del paese. Dotare le centraline per la rilevazione dell’inquinamento di un display leggibile da tutti i cittadini. I parcheggi nel centro storico, per i fruitori dall’esterno, devono essere a pagamento. Chiusura del centro storico alle auto in forma permanente (escluso residenti). Parcheggi con parcometri su tutto il territorio comunale (invece di dischi orari). Un luogo per studiare con orari più ampi rispetto agli orari della biblioteca di Trezzo, con orali serali (fino alle 24). L’iniziativa proposta da altri comuni del milanese ha riscosso grande successo, anche dove i posti sono semi-autogestiti dagli studenti. Una biblioteca con orari più adeguati a studenti universitari, quindi almeno posticipandone la chiusura serale. Un centro polivalente culturale giovanile sì … ma non così fuori mano!!! Crea solo altro movimento di auto e motorini. Sfruttare il castello per manifestazioni culturali (teatro per bambini, teatro per adulti, esibizioni canore, sfilate, corsi di aerobica-ginnastica, ecc.) Per lo sport e la cultura: organizzare giornate sportive che coinvolgano squadre armatoriali di tutte le età (ex gioco anch’io) Costruire una pista di pattinaggio Realizzare una piscina scoperta di fianco a quella coperta. Creare servizi di trasporto pubblico extraurbano più funzionale (es. linea Trezzo – Zingonia) Parziale copertura (in materiale trasparente) di Via Torre e altre vie limitrofe al fine di creare una zona coperta per lo shopping. Riqualificare tutte le aree verdi urbane, parchetti davanti ai condomini, aiuole. Creare barriere antismog e antirumore con siepi e alberi. D’estate per chi abita in centro è una pena dover sopravvivere a rumori di motori fino a sera tardi e nessun controllo da parte dei vigili! Creare caffè e concerti con orari OK. Ci vorrebbero più controlli. I vigili ci sono ancora? Una maggiore severità per chi getta sacchetti, bottiglie di plastica ecc. lungo le strade fuori dal centro urbano. Controllare il traffico: rumore, velocità e passaggio dei mezzi pesanti ove è vietato (es. Via Guarniero e Vanoni). Fare marciapiedi e senso unico in Via Vanoni (lo hanno voluto tutti gli abitanti nell’apposita riunione). E’ inutile fare tutte queste cose se poi non sono ascoltati i cittadini. Voglio sapere se in questo comune viene rispettata la legge che prevede la messa a dimora di piante per ogni nato. In questo caso dove si trova l’albero di mio figlio? Il comune non me lo ha mai comunicato. (N.B. Dovrebbe avere il nome di mio figlio e dovrei vederlo!!!) In Via Novella dove abito, c’era in origine un vialetto ben alberato. Le piantine poi sono morte e il comune nonostante le mie reiterate segnalazioni non ha mai provveduto (3 anni!!), poi le aiuole adiacenti non sono state mai piantumate e ciò conferisce squallore a tutto il cemento circostante (zona studio sindaco). N.B.: i garage sono sotto la piazza non sotto le aiuole! Casa Gradimento delle proposte Proposte in ordine decrescente per apprezzamento: Recuperare il patrimonio edilizio esistente Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia Offrire tipologie di abitazione diverse in base ai bisogni e al reddito delle persone Costruire/ristrutturare case con stanze di dimensioni adeguate alle reali esigenze Costituire una Agenzia sociale per la casa Prevedere forme di accordo tra Comune e privati per garantire affitti adeguati Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo dell’offerta e del fabbisogno abitavo. Prevedere convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani terra degli edifici nei centri storici tra Comune e cooperative sociali e attività artigianali locali Utilizzare le aree per l’edilizia pubblica/convenzionata in modo strategico per soddisfare le diverse esigenze della popolazione Incrementare l’offerta di alloggi temporanei per le situazioni di emergenza che si creano Costruire cooperative sociali per la casa a livello sovra-comunale Media di voti 9,3 8,4 7,8 7,8 7,5 7,5 7,1 6,7 6,5 6,2 5,7 Altre proposte Un suggerimento forse troppo scontato: trovare l’equilibrio tra sensibilizzazione cittadini, progettualità, realizzazione progetti. In caso contrario il PRG sarà stato inutile e sarebbe un peccato!! Fiume, territorio, centri urbani, casa: tutto bene per proposte, idee, iniziative che producano soluzioni per un buon Piano Regolatore. Rilevo assoluta mancanza sulla voce sicurezza del cittadino. PROPOSTE E OBIETTIVI FINALI Lo scopo degli ultimi due incontri di aprile è stato quello di discutere e valutare i principali temi e obiettivi. E’ stato chiesto ai partecipanti di individuare le proposte che ritenevano più significative, interessanti e/o necessarie, relazionandole a un criterio utile a spiegare il perché della scelta. Sono così emerse indicazioni di obiettivi e direzioni strategiche locali per lo sviluppo futuro della città di Trezzo sull’Adda. Fiume Adda, Territorio e sviluppo produttivo – martedì 13 aprile 2004 Centri Urbani e Casa – mercoledì 14 aprile 2004 VALUTIAMO LE PROPOSTE E DEFINIAMO INSIEME LE PRIORITA’ PER IL FUTURO DI TREZZO SULL’ADDA Lo scopo degli incontri è stato quello di discutere e valutare insieme i principali temi e obiettivi da proporre e da affrontare nel futuro Piano Regolatore, sulla base del lavoro finora fatto. Nelle tabelle sono state riportate proposte e idee emerse negli incontri fatti con gli abitanti, i suggerimenti emersi durante gli incontri con i tecnici comunali e le sollecitazioni provenienti dalla presentazione delle esperienze positive di altre città. I criteri elencati nella parte alta della tabella, sono stati individuati sulla base delle argomentazioni e discussioni fatte in tutti questi mesi. I partecipanti dovevano individuare sui cartelloni attraverso dei bollini colorati, le sei/sette proposte che ritenevano più significative, interessanti e/o necessarie, relazionandole a un criterio utile per spiegare perché ciascuna proposta è stata scelta. In seguito è stata fatta una discussione a partire dalle scelte che sono state giocate sulle tabelle, per argomentare e articolare in modo più completo le strategie facendo emergere anche la complessità dei temi. Questi sono i principali temi emersi dalla discussione e dal confronto: parlare di fiume significa principalmente salvaguardare l’ecosistema fiume; parlare di fiume significa favorire le associazioni di Trezzo perché garanzia di un tipo d sviluppo di turismo locale attento all’ambiente e indirizzato alla ri-naturalizzazione; la conservazione delle aree agricole significa prima di tutto contenere il più possibile l’espansione delle aree residenziali e delle aree industriali; parlare di agricoltura significa anche ripensare a una diversa qualità dello sviluppo: la conservazione delle aree agricole necessita di ripensare a quale tipo di agricoltura; agricoltura e industria sono strettamente connessi: contenere l’espansione dell’area industriale passa anche per la conservazione degli spazi agricoli e la qualificazione dell’area industriale; scegliere un tipo di insediamento produttivo diverso da quello logistico, significa soprattutto cercare di risolvere i problemi di traffico, anche attraverso un diverso tipo di qualità della produzione industriale e un diverso tipo di trasporto pubblico cercando soluzioni a scala sovralocale; anche il tema dell’identità della comunità di Trezzo è ritenuta importante: è interessante notare come la conservazione dell’identità passi anche per la necessità di lavorare per alcune scelte che qualificano le aree produttive, anche a scala sovracomunale; la qualità dei centri urbani passa principalmente attraverso azioni rivolte a risolvere i problemi di traffico e di mobilità per favorire la fruizione e la vivibilità dello spazio pubblico (biciclette, mezzi pubblici); garantire l’accessibilità alla casa significa attuare strategie complesse, con più azioni (musica fatta da più note); il tema della casa, implica non solo soluzioni in campo fisico e urbanistico, ma soprattutto anche il settore delle politiche; per risolvere problemi complessi si riconosce la necessità e l’importanza del territorio sovracomunale, come per esempio sul tema della casa; è importante lavorare anche sull’offerta qualitativa di case, oltre che ragionare sulla quantità; la bioedilizia è un elemento che qualifica l’abitazione, ma bisogna stare attenti a non cadere nella “moda” e occorre cercare di studiare modi per ridurre i costi e non renderlo un settore di élite. Riportiamo di seguito le tabelle con i risultati delle priorità date alle proposte e ai criteri verso cui i partecipanti vorrebbero indirizzare il futuro di Trezzo sull’Adda. Regolamentare il traffico pesante diretto alle fabbriche e alle cave sul fiume Adda. 2 Creare le condizioni per spostare le attività produttive dal fiume e ripristinare l'ambiente. 5 Costruire percorsi ciclo-pedonali per unire il territorio del fiume con il territorio agricolo. Regolamentare la velocità e creare percorsi alternativi per le biciclette sull'alzaia. Creare una navigabilità fluviale e la balneazione a scopo sportivo-ricreativo, attento all'ecosistema del fiume. Incentivare un turismo di tipo didattico - scolastico legato all'ecosistema del fiume. Organizzare corsi e creare le condizioni per la formazione di nuove figure professionali per la gestione del territorio fiume. Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della fauna e della flora dell'Adda. Limitare la mobilità automobilistica sull'alzaia. Installare delle bacheche informative sulla qualità delle acque del fiume con dati periodicamente aggiornati. Fare una campagna di pulizia dell'alzaia ogni due mesi circa. Creare le condizioni per depurare tutte le acque reflue del territorio di Trezzo. Creare in accordo con altri comuni (dell'isola bergamasca) i presupposti per affrontare seriamente il problema degli scarichi nel fiume. Obbligo di separazione delle acque bianche e nere allo scopo di ottimizzare la funzionalità della rete fognaria e del depuratore. Collaborazione del comune nella gestione del turismo e nel sostegno di progetti proposti dalle associazioni locali lungo il fiume. Piano di recupero di cascine lungo l'Adda: progetto "Scuola Natura" che prevede attività di produzione, allevamento e funzione didattica. Contratto di fiume: patto volontario; senza gerarchie e con visibilità a tutti gli attori che aderiscono; ripensare la questione fiume al di fuori dei perimetri comunali; intergare i diversi ambiti d'azione con forti connotazioni ecologiche. Somma dei voti ai criteri (in verticale) 1 2 3 1 2 1 3 1 1 9 3 1 1 6 1 10 1 5 1 1 7 1 1 1 2 2 1 2 1 2 1 1 1 9 2 5 1 1 3 1 7 1 1 8 1 1 2 9 1 1 11 1 2 1 1 2 39 4 4 1 1 3 Somma dei voti alle proposte (in orizzontale) Favorire la partecipazione e comunicazione tra abitanti Garantire l’accessibilità alla casa Ridurre il traffico Migliorare la qualità dello spazio pubblico Ridurre il consumo di suolo Creare uno sviluppo di qualità e non di quantità Favorire la cooperazione Favorire la fruizione Rafforzare l'identità di Trezzo PROPOSTE Fiume Adda Salvaguardare l'ecosistema fiume CRITERI DI SCELTA 7 21 1 7 1 2 7 1 1 1 1 1 1 12 4 3 9 Somma dei voti alle proposte (in orizzontale) 9 1 1 1 1 4 1 2 2 1 1 4 3 9 10 1 2 1 Favorire la partecipazione e comunicazione tra abitanti 5 Garantire l’accessibilità alla casa Ridurre il consumo di suolo 1 Ridurre il traffico Creare uno sviluppo di qualità e non di quantità 3 Favorire la cooperazione 9 Favorire la fruizione 1 Rafforzare l'identità di Trezzo 1 Salvaguardare l'ecosistema fiume PROPOSTE Agricoltura - Industria Migliorare la qualità dello spazio pubblico CRITERI DI SCELTA Agricoltura Conservare la quantità di territorio agricolo attuale non destinando ulteriore terreno ad aree industriali e residenziali. Incentivare un'agricoltura sostenibile (biologica), attraverso progetti sperimentali volti a produrre una gamma completa di prodotti certificati. Creare una rete di commercializzazione dei prodotti agricoli locali. La tutela dell'attività di agricoltura deve trovare una giustificazione nei confronti di altre attività: la riqualificazione deve essere di qualità, deve avere un valore aggiunto. Somma dei voti ai criteri (in verticale) 4 11 7 Industria Rinnovare i cicli produttivi artigianali di bassa qualità. Realizzare un centro servizi per le piccole-medie imprese. Individuare un tipo di sviluppo dell'area industriale diverso dalla logistica e dalla grande distribuzione. Lavorare e fare scelte di sviluppo agricolo e industriale a livello intercomunale. Creare un osservatorio e un eventuale polo didattico a livello sovracomunale. Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, una rete di piste ciclopedonali per raggiungere anche i luoghi di lavoro. Creare, in accordo con altri comuni del trezzese, un servizio di trasporto pubblico per raggiungere le attività produttive. Evitare l'insediamento di attività che consumano ulteriore territorio. Innescare un meccanismo economico per riqualificare l’area industriale utilizzando l’area liberata dallo spostamento del casello per realizzare un centro servizi (sportelli bancari, uffici pubblici, centro lavoro, associazioni di categoria, luoghi di formazione) di interesse anche sovracomunale. 1 2 1 1 1 2 3 1 4 2 1 1 10 1 1 1 2 3 1 1 1 3 8 1 5 7 1 2 5 5 1 1 1 2 14 5 1 1 6 7 3 1 Le aree a standar del P.I.P degli anni '70 non sono state realizzate: si potrebbe realizzare un Centro Servizi dislocato in più punti nell'area industriale. Somma dei voti ai criteri (in verticale) 1 8 3 10 2 14 3 Lavorare insieme tra Comuni dell’area del trezzese e commercianti per creare un’idea su come mantenere vive le realtà cittadine (progetto sovracomunale "Adda, città e commercio") Apertura dei negozi in alcune sere d'estate e in alcune domeniche con animazione e chiusura delle strade al traffico Prevedere una giornata di apertura al pubblico prolungata ad orario continuato per gli uffici pubblici e alcuni servizi privati (per esempio le banche) Sperimentare modi diversi per fare commercio e offrire servizi innovativi alla clientela (per esempio creare servizi di spesa a domicilio per anziani) Favorire attività commerciali e artigianali legate al turismo 1 4 3 4 1 3 1 1 1 2 1 3 2 1 1 1 1 3 2 1 6 1 1 4 9 2 3 5 5 1 1 2 1 1 1 2 2 3 3 2 2 2 1 6 Somma dei voti alle proposte (in orizzontale) Favorire la partecipazione e comunicazione tra abitanti Garantire l’accessibilità alla casa Ridurre il traffico 1 4 Differenziare l’accessibilità in base al mezzo di trasporto (auto, bici, mezzo pubblico) e costruire un sistema di parcheggi integrato a gestione pubblico/privato (es. Cooperativa Castello in p.zza Gorizia) Chiusura del centro storico alle auto in forma permanente (ad eccezione dei residenti) Istituire in centro parcheggi a disco orario Realizzare un centro polifunzionale culturale per i giovani nell’area di fronte al casello dell'autostrada Incentivare la partecipazione dei giovani nelle scelte per il futuro della città Riqualificare e potenziare i centri sportivi esistenti Realizzare un nuovo campo di calcio e un centro sportivo al di là della tangenziale, nell’area agricola Istituire una Consulta delle associazioni sportive Organizzare giornate sportive che coinvolgano squadre amatoriali di tutte le età (ex Gioco anch'io) Creare nelle piazze momenti di attrazione attraverso l’organizzazione di manifestazioni turistiche, culturali, ricreative, mercatini, ecc. Riqualificare i parchi urbani attrezzandoli e valorizzando l’aspetto naturalistico ambientale Creare nuovi parchi urbani connessi con percorsi di mobilità ciclo-pedonale. Attivare dei tavoli di lavoro tra organizzazioni commerciali, imprenditori, organizzazioni sindacali, associazioni di promozione culturale e turistica, associazioni di artigianato e il Comune per definire delle politiche dei tempi e degli orari della città e coordinare le esperienze già presenti. (es. Cremona) Prolungare l'orario di apertura della Biblioteca per renderlo più adeguato alle esigenze degli studenti universitari Sfruttare maggiormente il Castello per manifestazioni culturali Somma dei voti ai criteri (in verticale) Migliorare la qualità dello spazio pubblico 1 Creare parcheggi in prossimità del centro storico Permettere l’insediamento di nuove attività commerciali e servizi a patto che vi sia un adeguato numero di parcheggi Creare una rete di percorsi pedonali e ciclabili per spostarsi nei luoghi più importanti di Trezzo Sviluppare una migliore viabilità e connessione tra i luoghi dello sport e della città: con piste ciclabili (per es. scuole – sport) e parcheggi (per es. Bocciofila Concesa). Creare zone a traffico limitato in alcuni momenti della giornata e percorsi ciclo-pedonali protetti per risolvere i problemi di sicurezza e di congestione davanti alle scuole (ingresso e uscita). Creare un servizio di trasporto pubblico urbano e extraurbano adeguato alle esigenze della popolazione Recuperare il teatro esistente “Il portico” Costruire un nuovo teatro comunale Ridurre il consumo di suolo Creare uno sviluppo di qualità e non di quantità Favorire la cooperazione Favorire la fruizione Rafforzare l'identità di Trezzo PROPOSTE Centri Urbani Salvaguardare l'ecosistema fiume CRITERI DI SCELTA 12 2 1 6 11 12 6 Offrire tipologie di abitazione diverse in base ai bisogni e al reddito delle persone Recuperare il patrimonio edilizio esistente (centro storico e cascine) piuttosto che costruire nuove case Costruire/ristrutturare case con stanze di dimensioni adeguate alle reali esigenze delle persone Favorire/incentivare la diffusione della bioedilizia 1 1 7 1 1 1 10 1 2 5 5 1 1 4 5 2 2 3 4 1 Modificare/migliorare le regole di gestione dell’assegnazione degli alloggi pubblici nel tempo al mutare delle situazioni (flessibilità). Costituire un luogo di analisi e di proposta di politiche (anche sovracomunale) che affronti il tema della casa in termini più integrati e trasversali (edilizia, urbanistica, servizi sociali). Incentivare la diffusione di case di cooperative e di edilizia convenzionata (calmierazione) per le fasce sociali a reddito medio (grande domanda e potenziale precarietà). 1 1 1 1 1 2 6 Somma dei voti alle proposte (in orizzontale) Favorire la partecipazione e comunicazione tra abitanti Garantire l’accessibilità alla casa Ridurre il traffico Migliorare la qualità dello spazio pubblico 1 Incrementare l’offerta di alloggi temporanei per le situazioni di emergenza e disagio Utilizzare le aree per l’edilizia pubblica/convenzionata in modo strategico per soddisfare le diverse esigenze della popolazione Costituire una Agenzia sociale per la casa e l’affitto che faccia da garante e da intermediario tra le parti Istituire presso il Comune un Punto unico di raccordo dell’offerta e del fabbisogno abitavo Prevedere forme di accordo tra Comune e privati per garantire affitti adeguati Prevedere convenzioni e agevolazioni per affitti dei piani terra degli edifici nei centri storici tra Comune e cooperative sociali e attività artigianali locali Costituire cooperative sociali per la casa a livello sovracomunale Favorire l'autocostruzione Somma dei voti ai criteri (in verticale) Ridurre il consumo di suolo Creare uno sviluppo di qualità e non di quantità Favorire la cooperazione Favorire la fruizione Rafforzare l'identità di Trezzo PROPOSTE Casa Salvaguardare l'ecosistema fiume CRITERI DI SCELTA 9 1 1 2 1 16 2 2 3 2 PRIMI ESITI Il lavoro svolto in questi mesi ha avviato anche una serie di forme di accordo nelle reti locali che hanno portato a definire alcuni strumenti di cooperazione, impegnando e responsabilizzando i diversi attori a concretizzare progetti e azioni a livello comunale e sovracomunale. PATTO D’INTESA TRA IL COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA E L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANATO E PICCOLE AZIENDE MILANO – CONFARTIGIANATO MILANO, L’ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MILANO E PROVINCIA, ASSINDUSTRIA MONZA E BRIANZA PER PROMUOVERE AZIONI E STRATEGIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE NEI PROCESSI E NEGLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE PRESO ATTO - della necessità di agire uno sviluppo che “risponda alle necessità del presente, senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”, concetto dichiarato nel 1987 dalla World Commission on Development più conosciuto come rapporto Brundtland e utilizzato come base concettuale di molte convenzioni internazionali e nazionali; - della responsabilità che gli enti locali ed in particolare le Municipalità, per il loro diretto rapporto con i cittadini, vanno assumendo nel garantire oggi e per il futuro qualità della vita agli abitanti, con l’obiettivo di valorizzare e conservare nel tempo le risorse ambientali, sociali ed economiche locali; - del mutato quadro normativo che nelle azioni di federalismo istituzionale e nei principi della sussidiarietà sostanziano sempre più nel concetto di governance la responsabilità diretta degli attori locali e nello specifico degli enti locali nei processi di trasformazione economici, sociali e territoriali dei contesti locali; - delle pratiche dell’agire sociale a favore e per conto dello sviluppo sostenibile. Ci riferiamo in particolare alle Agenda 21, che organizzano le singole comunità locali in processi di consultazione e costruzione del consenso tra le parti sociali, al fine di definire ed attuare un Piano di Azione Locale Ambientale per la sostenibilità urbana rivolto al 21° secolo; - della necessità di integrare tra di loro le diverse politiche settoriali per promuovere una strategia di sviluppo efficace ed efficiente, così come viene indicato nel VI Programma Comunitario (Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta) e così come è stato rettificato nel documento “La Strategia Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile” del Ministero dell’Ambiente, approvato con delibera CIPE del 2/08/2002; - della necessità di facilitare il recepimento a livello locale di importanti strumenti comunitari come ad esempio la Direttiva 42/2001 in materia di valutazione strategica o i regolamenti sulla certificazione, nello specifico il Regolamento (CE) n° 761/2001, detto EMAS II, ampliando quello precedente (n° 1836/93) che estende le operazioni delle imprese ad una migliore prestazione in campo ambientale anche al settore finanziario, al turismo e alle amministrazioni pubbliche. CONSIDERATO CHE - Le Associazioni di categoria hanno tra le loro finalità quelle di: rappresentare gli interessi delle aziende, realizzare studi e percorsi di formazione, di promuovere attività di sensibilizzazione ambientale e di facilitare le imprese nell’implementazione di programmi di sviluppo - Le Associazioni di categoria svolgono un attività che interessa un territorio vasto della Provincia di Milano RICONOSCONO - Nelle pratiche di partecipazione, come ad esempio quella per la redazione del futuro Piano Regolatore del Comune di Trezzo sull’Adda, uno strumento utile ed efficace a consolidare e promuovere il dialogo ed il confronto tra le parti al fine di promuovere strategie condivise sullo sviluppo sostenibile locale - Nello sviluppo locale l’ambito d’azione in cui sviluppare processi di cooperazione e collaborazione tra gli enti locali per rafforzare e ridefinire una nuova identità locale, centrata sulla valorizzazione del territorio - Nel metodo della governance, intesa come attività di partecipazione e negoziazione e di coinvolgimento degli attori pubblici e privati nei processi decisionali, lo strumento per condividere le scelte sul governo del territorio CONDIVIDONO - La necessità di promuovere un modello di sviluppo locale che premi e qualifichi il concetto di lavoro attraverso l’innovazione dei processi produttivi locali e la ricerca di prodotti ad alta qualità; - Il valore strategico del territorio come elemento per orientare la sfida dello sviluppo verso forme di recupero dei sistemi insediativi esistenti ancor prima di una nuova e futura crescita urbanistica delle aree produttive; - La necessità di promuovere azioni di progettazione, programmazione e governo del territorio che qualifichino sotto il profilo ecologico gli insediamenti produttivi; - La valutazione positiva della presenza delle aziende artigiane e delle piccole e medie imprese, che rivestono un ruolo centrale nel tessuto economico e occupazionale del trezzese, e il loro conseguente valore strategico per uno sviluppo sostenibile nell’area; - L’obbligo di costruire reti di attori in cui il nodo di Trezzo possa assumere pienamente quella visibilità che gli è propria per poter agire in un quadro di scelte più ampio sia nel contesto locale, nella rete dei comuni, che in generale; - L’impegno a dare continuità ai tavoli di lavoro finalizzati a costruire scelte condivise per la redazione del futuro Piano Regolatore Comunale. LETTO E APPROVATO Trezzo sull’Adda 5 maggio 2004 Comune di Trezzo sull’Adda Sindaco Roberto Milanesi L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE AZIENDE MILANO L’ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE MILANO E PROVINCIA ASSINDUSTRIA MONZA E BRIANZA Progetto sulla mobilità ciclabile del vimercatese-trezzese Promosso dal Coordinamento Sviluppo Sostenibile del Vimercatese-Trezzese PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SOVRACOMUNALE Coordinamento progettuale e attivazione della partecipazione Istituto di Ricerca Ecopolis Coordinamento di Agenda 21 del vimercatese Agenda XXI, nel territorio del vimercatese, nasce per iniziativa delle Pubbliche Amministrazioni di Agrate Brianza, Aicurzio, Bellusco, Bernareggio, Brugherio, Busnago, Caponago, Carugate, Cavenago Brianza, Cornate d’Adda, Mezzago, Pessano con Bornago, Ronco Briantino, Subiate, Villasanta, Vimercate, che si coordinano attraverso una Convenzione finalizzata a promuovere e diffondere le iniziative sullo sviluppo sostenibile a livello locale. Scopi del Coordinamento - sovracomunale di Agenda XXI - Attivare processi di sviluppo sostenibile e strumenti di partecipazione su scala locale e sovralocale Definire linee guida per le strategie di sviluppo sostenibile e piani di azione ambientali Realizzare studi di prefattibilità delle azioni già individuate nei processi in atto di Agenda XXI Realizzare studi per la caratterizzazione ambientale del territorio (RSA), la contabilizzazione degli elementi di qualità ambientale anche finalizzati alla certificazione ambientale, la realizzazione di studi e sperimentazioni per la contabilità ambientale Il coordinamento ha inoltre il compito di stimolare un numero sempre maggiore di Enti locali ad attivare Agende XXI comunali e/o partecipare al coordinamento del vimercatese, oltre a sostenere quelle iniziative locali già impegnate nella realizzazione dei Piani d’Azione. Strumenti di lavoro Risorse Lavori in corso Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni si è dotato di una struttura operativa che individua nel Comune di Vimercate il comune capofila che si assume l'onere di coordinare e gestire il processo di implementazione di Agenda XXI. Il Comune di Vimercate agirà le sue funzioni all'interno di un Comitato di Gestione espresso dall'Assemblea di Sindaci. Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni, si avvale della collaborazione scientifica dell’Istituto di Ricerca Ecopolis, rappresentato dall’arch. Maurizio Cabras. Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni del vimercatese auto-promuove le sue iniziative con l'impegno di attivare forme coordinate e co-finanziate con altri Enti pubblici e privati per sviluppare ed implementare le proprie progettualità. Attualmente ha presentato un progetto per il Bando 2002 al Ministero dell’Ambiente per l’implementazione dei processi di Agenda 21. Il Coordinamento delle Pubbliche Amministrazioni ha promosso l’attivazione di una prima fase del Forum sovralocale su cinque aree tematiche: mobilità, acqua, ambiente, cooperazione e partecipazione, rifiuti. In questo periodo, stanno lavorando i tavoli multiattoriali per definire un piano d’azione sul tema dell’acqua PIANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE NEL VIMERCATESE Il lavoro sul tema della mobilità, ha confermato infatti uno dei principi fondanti del metodo di Agenda 21 che sta nelle pratiche di coinvolgimento delle comunità locali in processi partecipativi. Questo modo di procedere, ricco di contraddizioni e fatiche, non è stato impostato, nel caso specifico, come un’operazione di consenso su scelte di piani e/o proposte promosse dall’alto, ma al contrario come un percorso finalizzato ad aumentare la consapevolezza degli attori locali e a favorire una più generale e graduale trasformazione culturale, con il conseguente ri-orientamento in senso maggiormente sostenibile dei comportamenti e delle decisioni da parte degli attori locali. Questa scelta di metodo ha riscosso interesse in molti degli attori, che hanno assicurato (anche se non hanno partecipato direttamente ai seminari) una loro presenza più attiva nelle future fasi più operative. In altri termini Agenda 21, ha raccolto e registrato un desiderio di partecipazione da parte dei soggetti locali verso forme più strutturate ed “efficaci” come ad esempio i tavoli di concertazione multi-attori, dall’altra, la necessità di definire i problemi e le relative soluzioni in una visione strategica e integrata rispetto al tema trattato. La necessità di attivare momenti di confronto tra più attori intorno alla definizione dei problemi e/o alla ricerca delle soluzioni è stata esplicitata dalle associazioni di categoria (CIA, API, AIMB), ma anche da alcuni enti sovralocali come l’Ospedale e l’Azienda Offerta Sociale e i Centri Lavoro che hanno espresso un interesse ad approfondire nelle forme e nelle modalità più appropriate un proprio coinvolgimento per poter dare un efficace contributo ad un modello di mobilità più compatibile con l’ambiente. Il tema della mobilità, vista la sua dimensione complessa e articolata, ha inoltre evidenziato la necessità di promuovere forme di coordinamento inter-istituzionale più efficaci. Una collaborazione che dovrebbe fondarsi su reciproci spostamenti verso la costruzione di obiettivi comuni. La ricerca di politiche e progetti che aggrediscano con maggior successo i problemi sempre più emergenti dell’attuale modello della mobilità, ha spinto di fatto, gli enti locali a muoversi in rete, uscendo dalla logica dei confini comunali: il processo di Agenda 21 ne è una testimonianza. Questo spostamento metodologico, seppur difficoltoso e ricco di contraddizioni, verso un approccio di cooperazione dal basso al tema della mobilità, registra però delle difficoltà nel confronto con la Provincia e la Regione. Difficoltà che non devono però essere generalizzate, perché proprio nel Vimercatese, è in corso una delle esperienze sulla mobilità sostenibile più significative a livello regionale promossa dalla Provincia di Milano sul tema del Mobility management. Si riscontra comunque da parte degli enti sovralocali, una lettura semplificata e riduttiva di questi coordinamenti, perché se ne coglie unicamente l’aspetto dimensionale (massa critica) nella logica della visibilità rispetto all’ottenimento delle “potenziali” e sempre più scarse risorse in materiali di innovazione e ricerca delle pratiche sulla mobilità sostenibile. Il metodo partecipativo proprio dello strumento di Agenda 21, ci ha quindi permesso di verificare rispetto al contesto locale la dimensione poliedrica del tema, ma anche la complessità e le relative potenzialità dei diversi net-works in campo. Il processo ha quindi orientato le sue prime conclusioni alla definizione, rispetto alle diverse strategie, di progetti pilota di natura sperimentale. La ricerca di una sintesi progettuale, che capitalizzi le molte letture fatte a più voci, sul tema della mobilità, esprime da parte del coordinamento delle amministrazioni locali la necessità di promuovere azioni di sostenibilità che “visibilizzino” rispetto alle proprie comunità una volontà concreta di un cambiamento di rotta verso scenari di sostenibilità ambientale. LA RIARTICOLAZIONE DEL TEMA A LIVELLO LOCALE: COSA SIGNIFICA PARLARE DI MOBILITÀ SOSTENIBILE PER I COMUNI DEL VIMERCATESE La declinazione del tema mobilità sostenibile rispetto alle specificità di questo particolare territorio attraversato da arterie importanti e da flussi significativi di persone e merci ha messo in evidenza quattro argomenti, emersi da una prima fase di elaborazione del tema con i sindaci e in seguito ridiscussi con gli attori locali portatori di interessi nello specifico campo in oggetto. Gli obiettivi: ecco come si possono riassumere gli obietti emersi per ciascun tema: ? Mobilità ciclabile: - Relazionare tra di loro i diversi centri storici, con percorsi protetti, valorizzando il sistema reticolare del tessuto insediativo locale. - Assicurare una relazione di continuità tra i diversi centri storici e i principali sistemi ambientali (Parchi, giardini, ecc.) - Assicurare una relazione di continuità tra i diversi centri storici e i principali sistemi ambientali (Parchi, giardini, ecc.) - Facilitare ed incentivare le relazioni con i nodi del trasporto pubblico - Incrementare la fruibilità del territorio - Definire una struttura sovralocale del vimercatese che sia in grado di conoscere e concorrere alle iniziative e ai bandi regionali, nazionali ecc. ? Mobility Management: - Definire forme e modalità congrue per mettere in rete i diversi comuni dell’area per presentarsi all’esterno come un soggetto complesso ma unitario facilitando così i piccoli comuni a partecipare allo sviluppo di progetti innovativi o candidarsi ad ospitare possibili sperimentazioni in materia di mobilità sostenibile - Individuare attraverso un’analisi specifica le alternative all’auto privata che i cittadini sono effettivamente disposti ad utilizzare. ? Innovazioni nel trasporto pubblico locale: - Promuovere una gestione condivisa tra più comuni del trasporto pubblico nelle scuole e nei centri socio-sanitari coinvolgendo direttamente le strutture interessate ma anche quelle che hanno una funzione di rappresentanza e/o di organizzazione delle stesse. L’obiettivo pertanto non è solo quello di risparmiare risorse attraverso una razionalizzazione del servizio, ma è anche quello di scoprire e sperimentare forme locali di gestione dei tempi maggiormente coerenti alle caratteristiche del contesto locale. ? Incentivazione all’uso di carburanti ecologici: - Trasformare l'attuale flotta dei mezzi che trasportano i rifiuti con automezzi che utilizzano carburanti ecologici - Coordinare le amministrazioni comunali per facilitare l'accesso ai finanziamenti regionali per incentivare l'uso degli idrocarburi ? Osservatorio di monitoraggio ambientale: - Tramite la richiesta di cofinanziamento per Agenda 21 sul Bando 2002 fatto al Ministero dell’Ambiente si potrebbe attivare un coordinamento tra i vari SIT presenti nel territorio e produrre una RSA specifica sulle esigenze locali ? Piano sulla mobilità sovralocale: - Promuovere un Piano strategico della Mobilità sovracomunale che produca soluzioni condivise in merito ad interventi in atto e/o in via di approvazione nei singoli comuni. ? Sicurezza stradale: - Attraverso il coordinamento delle polizie municipali e in riferimento ai fondi in materia, promossi dalla Regione Lombardia, si possono promuovere azioni volte a diffondere localmente iniziative promosse da enti sovralocali o attivare progetti pilota che coinvolgano i soggetti più deboli. Le azioni progettuali Come riassume lo schema contenuto nel rapporto sono emerse per ciascuna strategia e, sulla base degli obiettivi definiti insieme agli attori locali e alle amministrazioni pubbliche del territorio, alcune azioni progettuali che si sottoporrando nel corso dei prossimi incontri ad un’analisi di fattibilità e perseguibilità sulla base delle risorse effettivamente attivabili e disponibili. - Mobilità ciclabile: Promuovere una convenzione sovracomunale per progettare una rete sovracomunale condivisa - Innovazioni nel trasporto pubblico locale: Verificare la possibilità di attivare un Piano regolatore dei Tempi e degli orari, come strumento di relazione tra la domanda e l’offerta locale - Trasporto pubblico locale: Incentivare l’uso dei carburanti ecologici - Osservatorio di monitoraggio ambientale: Co-finanziamento del Ministero dell'Ambiente per la redazione del Rapporto sullo Stato dell'Ambiente - Piano sulla mobilità sovralocale: Promuovere accordi tra comuni per sviluppare delle strategie innovative DAI PROGRAMMI ALLE AZIONI DI SOSTENIBILITA’ LOCALE Il Piano d’Azione di Agenda 21 del Vimercatese tra le diverse iniziative programmate, ha promosso come progetto prioritario quello della mobilità ciclabile tra tutti i comune della brianza orientale. Il progetto affidato al Politecnico di Milano e all’Istituto di Ricerca Ecopolis, definirà nei prossimi mesi il sistema della rete portante, per poi sviluppare, in una seconda fase, degli approfondimenti sia sulle reti minori che su alcuni progetti pilota. La specificità di questo progetto, consiste quindi, nel tentativo da parte degli esperti, di coinvolgere, il maggior numero possibile di attori locali e sovralocali a partire dalla definizione dei problemi e, nelle successive progettuali. Se, la partecipazione sarà quindi uno dei pilastri portanti del progetto, l’altro si consolida sull’esperienza e i saperi tecnici del Politecnico di Milano che svilupperanno tutti gli aspetti legati alla progettazione tecnica della rete ciclabile. La proposta progettuale pilota, della mobilità ciclabile, è quindi il primo strumento per capitalizzare e mettere a frutto le molte conoscenze e i dati acquisti in questi anni sia nelle sedi locali dei Forum di Agenda 21 che in quelle sovracomunali. I comuni del coordinamento di Agenda 21 hanno scelto quindi, di attivare una forma di aggregazione “dal basso”, indirizzata a definire un progetto di “mobilità ciclabile” che ponga le condizioni per incentivare questa importante modalità di spostamento, da sempre ritenuta componente indispensabile per una “mobilità sostenibile”, mettendo a sistema, cioè “a rete” le attuali frammentarie dotazioni e i parziali, anche se lodevoli, progetti messi in atto da singoli comuni. Obiettivo generale è quello di cercare di coniugare la duplice esigenza di costruire tale progetto di ciclabilità “a rete” per il territorio di pertinenza e di risolvere localmente l’integrazione dei percorsi ciclabili urbani con i caratteri e le problematiche dei singoli comuni, in un quadro di promozione di un processo di attenzione e di coinvolgimento al tema della mobilità ciclabile. In questo senso hanno attivato una convenzione con due diversi soggetti che opereranno in stretta collaborazione: - il gruppo facente capo al Politecnico di Milano, nella figura del “laboratorio nodi e reti”, diretto dalla Prof.ssa Anna Moretti che si è assunto il compito di individuare: a) la rete principale portante da intendere anche come connessione ciclabile tra i centri del sistema policentrico del vimercatese-trezzese, in taluni casi con caratteri di greenways (corridoi ecologici percorribili ciclopedonalmente) b) il sistema di reti secondarie minori diffuse, con funzioni di percorsi ciclabili urbani al servizio di una mobilità dolce (percorsi centro/periferia, casa/lavoro, casa/servizi/tempo libero) - l’Istituto di Ricerca Ecopolis coordinato dall’arch. Maurizio Cabras che curerà l’attivazione delle relazioni intercomunali, l’integrazione dei processi e della progettualità locale in corso, il coinvolgimento di una serie di attori istituzionali e non, la partecipazione dei cittadini, la diffusione di buone pratiche presso gli uffici tecnici e le comunità locali Il progetto si struttura attraverso una metodologia di lavoro consolidata da precedenti esperienze, individuando, a partire da quanto già esiste o si sta progettando, dapprima “i nodi” della rete (centralità rilevanti e attrattori diffusi), e successivamente “gli archi” della rete stessa (sia portante, a scala extraurbana e ambientale, che diffusa a scala urbana). I passaggi successivi saranno: - riconoscimento delle “criticità” e delle “opportunità” viabilistiche, d’uso, territoriali/urbanistiche e ambientali, leggibili a una scala di rete generale - costruzione di “criteri” progettuali da condividere con le amministrazioni e con i cittadini per un progetto di rete ciclabile territoriale, che ricucia e integri gli spezzoni già esistenti o in progetto - - partecipazione a una comunicazione interattiva con gli uffici tecnici per la individuazione e la risoluzione delle principali criticità locali e localmente espresse e per la trasmissione/condivisione di criteri progettuali di dettaglio indirizzati alla definizione di percorsi ciclabili urbani sviluppo di una progettualità locale all’interno di “progetti pilota” di inserimento di percorsi ciclabili in alcune realtà urbane del vimercatese-trezzese assunte come “casi studio” definizione di buone pratiche applicabili anche a contesti diversi, e di politiche di accompagnamento da attivare per il successo dei progetti CRONOPROGRAMMA DEL PROGETTO DELLA MOBILITA’ CICLABILE NEL VIMERCATESE Fasi processo Ricostruzione del quadro conoscitivo in riferimento alle fonti cartografiche e all’arena degli attori locali e sovralocali Azioni progettuali Comunicazione a tutti i comuni del coordinamento di Agenda 21 dell’attivazione del Piano della mobilità ciclabile (esposizione dei contenuti e i metodi di lavoro) e attivazione e sensibilizzazione dei relativi uffici tecnici con raccolta dei materiali Esiti Azioni di informazione e sensibilizzazione delle comunità locali Definizione dei gruppi di lavoro su scala territoriale all’interno dell’area più grande del vimercatese Quadro d’unione dello stato di fatto: sintesi dei PRG e/o dei PUT e della progettualità locale dell’area del vimercatese Identificazione della rete portante Definizione dei “criteri” per diverse tipologie di percorsi in relazione a diversi contesti Rilievo e definizione della rete portante insediativi (centri storici/ periferia, città Definizione della compatta/città diffusa, sistemi densi/sistemi radi, rete portante spazi aperti/spazi naturalistici) Definizione di “criteri condivisi” sulle Attivazione e gestione dei tavoli di lavoro multiattoriali proposte operate e sollecitate dal gruppo di per la definizione e l’approfondimento delle principali lavoro del Politecnico criticità locali Presentazione di repertori di buone pratiche Analisi ed approfondimenti delle reti minori: Identificazione delle reti e dei percorsi locali Indicazioni per l’individuazione di “casi urbani nei “casi studio” studio” Definizione di “criteri progettuali” per la rete indicazioni per il rilievo degli attrattori diffusi locale (metodologia) e applicazione ai “casi studio” individuazione delle tipologie di criticità Approfondimenti e locali definizione delle reti teoriche e applicazioni ai “casi studio” minori assunzione delle criticità locali emerse dai tavoli multiattoriali Definizione di “criteri condivisi” sulle Condivisione ed approfondimento dei criteri e delle proposte operate e sollecitate dal gruppo di modalità di scelta dei casi studio lavoro del Politecnico Verifica delle criticità locali e definizione delle priorità sulla rete generale della mobilità del vimercatese Attivazione di una comunicazione Definizione dei Selezione condivisa dei progetti pilota da approfondire interattiva con gli uffici tecnici dei “casi studio” per progetti pilota nella fase successiva adattare i “criteri” condivisi alle singole criticità locali, a partire dai rapporti di partecipazione esito di tavoli di lavoro multiattoriali Attivazione e gestione dei tavoli di lavoro multiattoriali per la definizione e l’approfondimento dei progetti pilota Sviluppo dei progetti Produzione dei progetti pilota nei “casi studio” pilota individuati Partecipazione agli incontri con i cittadini per la comunicazione verso l’interno e la promozione di azioni di sostegno dal basso Ricostruzione dello stato di fatto e delle progettualità locali in riferimento agli enti locali PROGETTO DI PREFATTIBILITÀ PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’ATTRAVERSAMENTO DELL’ADDA TRA TREZZO SULL’ADDA E CAPRIATE S.GERVASIO. NOTA METODOLOGICA Aprile 2004 Contesto istituzionale Con il contributo della Regione Lombardia, i Comuni di Trezzo sull’Adda e Capriate S.Gervasio promuovono uno studio di carattere viabilistico e urbanistico sulle problematiche connesse all’attraversamento del fiume Adda. Questo ulteriore contributo si colloca in una fase cruciale di ridefinizione e attuazione dei principali progetti infrastrutturali interessati: il Sistema Viabilistico Pedemontano, l’ampliamento della A4, il progetto Bre.Be.Mi. Poiché il quadro evidenziato dai precedenti studi mette in risalto come il traffico di media e lunga di distanza trovi nel fiume Adda una serie di strozzature obbligate, nelle quali si concentrano elevati flussi di traffico di attraversamento, si ritiene fondamentale che lo studio valuti comparativamente le ricadute locali dei diversi scenari, indicando con chiarezza i punti requisiti minimi – non solo per salvaguardare – ma per migliorare le condizioni di traffico attuali. Esemplificativamente, il ponte di Trezzo raccoglie, oggi, circa un quarto del flusso che utilizza l’infrastruttura autostradale e presenta quote di traffico pesante superiori al 10%. Dimensioni analoghe di flusso si osservano sul ponte di Cassano. Metodologie e contenuti Lo studio sulle problematicità connesse all’attraversamento del fiume Adda si qualifica nel tentativo di far interagire tra di loro i saperi e le competenze tecniche a quelle espresse dagli attori sociali delle comunità locali insediate. Lo scopo dello studio è quindi quello di far emergere i valori e le potenzialità del contesto locale nei suoi aspetti urbanisticoterritoriali, evidenziando tra questi i problemi e i desiderata sociali. Si apriranno quindi delle occasioni per un confronto nel merito dei problemi e delle proposte, tra i diversi attori locali e sovralocali, rispettando il principio della condivisione allargata degli esiti dello studio. In primo luogo, lo studio svilupperà una serie di approfondimenti di carattere urbanistico che mirano a chiarire il complesso quadro delle proposte in gioco. Tale parte, vuole anche indagare la specificità storica dell’area studio, in quanto “punto di passaggio” - anticamente coincidente con un vero e proprio confine - la cui identità comunale si riconosce con i concetti stessi del “ponte” e dell’“attraversamento”. In questa prima fase, lo studio propone: a) la ricomposizione di un quadro completo delle ipotesi e alternative progettuali in discussione. Rientrano in questo quadro gli strumenti urbanistici ai diversi livelli territoriali (PTCP, PRG, ecc.). Si tratta di una “schedatura” basata su criteri di confrontabilità (parametri essenziali, scala grafica, ecc.) dei progetti prodotti. b) un excursus storico, mediante rappresentazioni cartografiche per “soglie”, dei rapporti tra nodo (ambito locale) e rete infrastrutturale di riferimento (scala territoriale), individuandone la geometri variabile nelle diverse epoche. In questa sede sarà possibile evidenziare anche gli aspetti morfologici ed i valori ambientali connessi a tali reti. I materiali raccolti – nell’album cartografico e nelle Schede progettuali – costituiscono la base di un momento di valutazione complessiva delle ipotesi viabilistiche, in cui vengano esplicitate anche - e soprattutto - le strategie che informano le scelte infrastrutturali, le conseguenze in termini di trasformazione del paesaggio, gli effetti urbanistici complessivi. La costruzione di queste schede sarà arricchita e completata da un processo di ascolto dei soggetti locali che contribuiranno alla costruzione delle stesse apportando la loro percezione sui problemi e le potenzialità dei temi tratti. In una seconda fase, strumento fondamentale di analisi, rappresentazione e interpretazione dei fenomeni sarà il Modello di Traffico. I Progettisti (Systematica) dispone di un modello già implementato a scala regionale – supportato dal codice Trips-Cube – che costituisce lo strumento privilegiato in questa fase di lavoro. Il modello di traffico viene utilizzato per la valutazione degli effetti di possibili variazioni degli schemi di traffico, della realizzazione di nuove infrastrutture o del potenziamento delle esistenti, nonché di ogni altro intervento amministrativo ed infrastrutturale ragionevolmente ipotizzabile (vale a dire secondo “scenari” e ipotesi di ridefinizione della rete viaria comunale). Da un punto di vista metodologico, dunque, il lavoro di verifica delle ipotesi di modificazione della rete si sviluppa secondo un accurato percorso di confronto e di valutazione comparata dei risultati di ciascuna simulazione. Nella fase conclusiva, lo studio metterà in luce le opportunità e le controindicazioni delle diverse soluzioni già in campo, con specifico riferimento alla realtà locale rispetto alle diverse alternative si provvederà alla costruzione di una griglia di valutazione qualitativa, che consenta di comparare le diverse soluzioni (del tipo SWOT Analysis). Inoltre lo studio, proporrà la degli schemi funzionali di rete, rispetto ai quali saranno individuati quelle caratteristiche tipologiche prescrittive alla qualificazione degli interventi. In questo senso, alla scala urbana, con riferimento ai territori dei due Comuni di Trezzo sull’Adda e Capriate S.Gervasio, la definizione degli elementi invarianti riguarderà: tracciati delle opere complementari di connessione tra livelli gerarchici di rete caratteristiche funzionali dei tracciati opere di mitigazione e inserimento paesaggistico interventi di moderazione del traffico e per la realizzazione delle “Zone 30” (Isole ambientali) reti integrate delle utenze non veicolari (ciclabili, pedonali) Nella fase progettuale il processo di coinvolgimento delle comunità locali contribuirà a definire le priorità delle strategie e soluzioni possibili oltre a rendere più efficaci gli incontri tra enti istituzionali (Regione e Comuni) per potenziare il valore strategico del territorio locale. ANALISI CRONOPROGRAMMA Fasi/temi Azioni tecniche Fase conoscitiva di tipo urbanistico territoriale Lo studio svilupperà una serie di approfondimenti di carattere urbanistico che mirano a chiarire il complesso quadro delle proposte in gioco: la ricomposizione di un quadro completo delle ipotesi e alternative progettuali in discussione un excursus storico, mediante rappresentazioni cartografiche per “soglie”, dei rapporti tra nodo (ambito locale) e rete infrastrutturale di riferimento (scala territoriale), individuandone la geometri variabile nelle diverse epoche. Fase specialistica di analisi dell’offerta e della domanda di traffico. - Strumento fondamentale di analisi, rappresentazione e interpretazione dei fenomeni sarà il Modello di Traffico. Il modello di traffico viene utilizzato per la valutazione degli effetti di possibili variazioni degli schemi di traffico, della realizzazione di nuove infrastrutture o del potenziamento delle esistenti, nonché di ogni altro intervento amministrativo ed infrastrutturale ragionevolmente ipotizzabile (vale a dire secondo “scenari” e ipotesi di ridefinizione della rete viaria comunale). Azioni generali Organizzare i primi incontri informali preliminari conoscitivi e informativi con i diversi attori istituzionali da coinvolgere. Avvio del processo di partecipazione e presentazione del programma dei lavori e delle metodologie al convegno dell’8 maggio sul Piano Regolatore Partecipato, presso il comune di Trezzo sull’Adda. - - Raccolta dei problemi e analisi dello stato di fatto e definizione condivisa delle priorità sociali. Costruire delle “schede informative dei problemi” sugli esiti dei tavoli d’ascolto e dalle analisi dei progetti infrastrutturali prodotti dagli enti istituzionali. Tempi Esiti Maggio Incontri prima metà di Giugno Primo rapporto tecnico di carattere conoscitivo Giugno Luglio Secondo rapporto tecnico sul modello di traffico e relative valutazioni. Azioni generali Azioni tecniche Fasi/temi - Elaborare delle “Schede informative di progetti” che rappresentino in modo sintetico e diretto il lavoro di analisi e ricerca delle possibili soluzioni fatto dallo studio tecnico. Diffusione alle associazioni e agli abitanti di un libretto/invito per un incontro pubblico da organizzare entro fine settembre in cui verrà chiesto ai partecipanti di valutare le soluzioni e le alternative presentate. - Arrivare a condividere localmente un risultato presentato alle associazioni e abitanti Questa fase metterà in luce le opportunità e le controindicazioni delle diverse soluzioni già in campo, con specifico riferimento alla realtà locale rispetto alle diverse alternative si provvederà alla costruzione di una griglia di valutazione qualitativa, che consenta di comparare le diverse soluzioni (del tipo SWOT Analysis). PROGETTO Fase pre progettuale di identificazione delle problematiche e delle possibili soluzioni alle diverse scale - Fase progettuale (fattibilità) con scelta delle soluzioni di rete e degli interventi prioritari - Questa fase proporrà la degli schemi funzionali di rete, rispetto ai quali saranno individuati quelle caratteristiche tipologiche prescrittive alla qualificazione degli interventi. In questo senso, alla scala urbana, con riferimento ai territori dei due Comuni di Trezzo sull’Adda e Capriate S.Gervasio, la definizione degli elementi invarianti riguarderà: tracciati delle opere complementari di connessione tra livelli gerarchici di rete caratteristiche funzionali dei tracciati opere di mitigazione e inserimento paesaggistico interventi di moderazione del traffico e per la realizzazione delle “Zone 30” (Isole ambientali) reti integrate delle utenze non veicolari (ciclabili, pedonali) - Tempi Settembre Esiti Terzo rapporto tecnico (bozza) di proposta Conferenza dei Servizi con Regione e altri attori istituzionali coinvolti a fine ottobre, allo scopo di un’assunzione di responsabilità del soggetto locale con un progetto fattibile. Ottobre - Terzo rapporto tecnico (definitivo) di progetto