Nietzsche e il corpo
Viaggio attraverso
le sue parole
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1
Sezioni
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
Corpo e anima
Oltre la logica dei primati
Corpo e ragione
Tutto è corpo
Corpo, frammenti e totalità
Corpo e terra
Abitare dietro il mondo
Corpo e metafisiche dello spirito
Corpo e morale
Corpo e cristianesimo
Il corpo di Nietzsche
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2
Il corpo umano è una formazione molto più
perfetta di qualunque sistema di pensieri e
di sentimenti, anzi molto superiore a
un’opera d’arte.
(Frammenti postumi, 1884, 25 [408])
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3
1. Corpo e anima
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4
Da soffio vitale a “flatus vocis”
“Una volta che le parole ci sono, gli uomini
credono che ad esse debba corrispondere
qualcosa, per esempio: anima”
(Frammenti postumi, 1877, 24 [79])
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5
Nuova meraviglia
Posto che l’ “anima” fosse un pensiero attraente e
misterioso, da cui a ragione i filosofi si sono
separati contro voglia – ciò che essi imparano
oggi a barattare con quello è forse ancor più
attraente, ancor più misterioso. Il corpo umano
in cui rivive e si incarna tutto il passato prossimo
e remoto di ogni divenire organico, il corpo
attraverso il quale sembra che scorra un
immenso fiume invisibile: ecco un pensiero più
meraviglioso della vecchia “anima”
(Frammenti postumi, 1885, 36 [35])
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6
“La più castigata frase che abbia udito:
«Dans le véritable amour, c'est l'âme qui
enveloppe le corps»”
(Al di là del bene e del male, aforisma 142)
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7
Corpo e anima: menzogne svelate
Il funambolo perse l’equilibrio e precipitò giù in basso.
Zarathustra rimase immobile, e proprio accanto a lui
cadde il corpo malconcio e frantumato, ma non ancora
morto. Dopo un po’ lo sfracellato riprese coscienza e vide
Zarathustra inginocchiarsi accanto a lui: “Che fai qui?
disse infine, sapevo da un pezzo che il diavolo mi
avrebbe fatto lo sgambetto. Ora mi porta all’inferno, vuoi
impedirglielo?”. “Sul mio onore, amico, rispose
Zarathustra, le cose di cui parli non esistono: non c’è il
diavolo e nemmeno l’inferno. La tua anima sarà morta
ancor prima del corpo: ormai non hai più nulla da
temere!”
(Così parlò Zarathustra, Prologo di Zarathustra)
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8
Dualismi falsi e popolari
“La contrapposizione tra anima e corpo è
una contrapposizione popolare e del tutto
falsa. Ha una rozzezza antifilosofica”
(La nascita della tragedia)
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9
Indistinto
“Non siamo arbitri, noi filosofi, di stabilire
una separazione tra anima e corpo, come
fa il popolo; siamo ancora meno arbitri di
porre una distinzione tra anima e spirito”
(La gaia scienza, Prefazione)
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10
Eredità e maledizioni platoniche
“Con il separare nettamente i sensi dalla capacità
di pensare astrazioni, cioè dalla ragione, quasi
che si tratti di due facoltà completamente
distinte, Platone ha distrutto l’intelletto come
tale e ha incoraggiato quella separazione del
tutto erronea fra “spirito” e “corpo”, la quale,
soprattutto dopo di lui, grava come una
maledizione sulla filosofia”
(La filosofia nell’epoca tragica dei Greci)
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11
2. Oltre la logica dei primati
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Corpi e anime: falsi primati
“In passato l’anima guardava al corpo con disprezzo: e
questo disprezzo era allora la cosa più alta: - essa
voleva il corpo macilento, orrido, affamato. Pensava,
in tal modo, di poter sfuggire al corpo e alla terra.
Ma questa anima era anch’essa macilenta, orrida e
affamata: e crudeltà era la voluttà di questa anima!
Ma anche voi, fratelli, ditemi: che cosa manifesta il
vostro corpo dell’anima vostra? Non è forse la vostra
anima indigenza e feccia e miserabile benessere?”
(Così parlò Zarathustra, Prologo di Zarathustra)
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Dal primato del corpo …
“Corpo io sono e anima” – così parla il
fanciullo. E perché non si dovrebbe parlare
come fanciulli?
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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… al corpo come “tutto”
“Ma il risvegliato e sapiente dice: corpo io
sono in tutto e per tutto, e null’altro; e
anima non è altro che una parola per
indicare qualcosa del corpo”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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Addio ai primati
“Ciò che è più meraviglioso è il corpo: non si finisce
mai di ammirare, considerando come il corpo sia
divenuto possibile; come una tale enorme unione di
esseri viventi, ciascuno dipendente e sottomesso, e
tuttavia in un certo senso imperante e agente con
volontà propria, possa vivere, crescere e sussistere
per qualche tempo come un tutto; e ciò avviene
chiaramente non grazie alla coscienza! Ciò che
comunemente è attribuito allo spirito, sembra a me
costituire l’essenza dell’organico”
(Frammenti postumi, 1885, 37 [4])
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Cosa resta dell’anima
“Da quando conosco meglio il corpo – disse
Zarathustra a un discepolo – lo spirito è
per me solo per modo di dire spirito; e
tutto quanto è “imperituro” – anche ciò,
non è altro che un simbolo”
(Così parlò Zarathustra, Dei poeti)
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3. Corpo e ragione
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Vecchie credenze
“In tutti i tempi si è creduto al corpo come
nostro essere più certo, insomma come
ego, di preferenza che allo spirito (all’
“anima” o al soggetto, come il linguaggio
della scuola dice oggi invece di anima)”
(Frammenti postumi, 1885, 36 [36])
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Saggezze corporee
VS
coscienze strumentali
“Saggezza dell’organismo. Se io ho in me qualcosa di
unitario, di certo ciò non consiste nell’io cosciente e
nel sentire, volere, pensare, bensì in qualche altra
cosa: nella saggezza di tutto il mio organismo che
conserva, si appropria, elimina, sorveglia, e di cui il
mio io cosciente non è che uno strumento”
(Frammenti postumi, 1884-1885, 34 [46])
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Il corpo come “grande ragione”
“Il corpo è una grande ragione, una pluralità
con un solo senso, una guerra e una pace,
un gregge e un pastore”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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21
“Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua
migliore saggezza”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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22
Lo spirito come “piccola ragione”
“Strumento del tuo corpo è anche la tua
piccola ragione, fratello, che tu chiami
“spirito”, un piccolo strumento e un
giocattolo della tua grande ragione”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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23
Il corpo “fa” l’io
“Io”, dici tu, e sei orgoglioso di questa parola. Ma
la cosa ancora più grande, cui tu non vuoi
credere, – il tuo corpo e la sua grande ragione:
essa non dice “io”, ma fa “io”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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24
Il corpo come “Sé”
“Il senso e lo spirito vorrebbero convincerti che loro sono la
fine di tutte le cose: talmente vanitosi sono essi.
Strumenti e giocattoli sono il senso e lo spirito: ma dietro
di loro sta ancora il Sé. Il Sé cerca anche con gli occhi
dei sensi, ascolta anche con gli orecchi dello spirito.
Sempre il Sé ascolta e cerca: esso compara, costringe,
conquista, distrugge. Esso domina ed è il signore anche
dell’io. Dietro i tuoi pensiero e sentimenti, fratello, sta un
possente sovrano, un saggio ignoto – che si chiama Sé.
Abita nel tuo corpo, è il tuo corpo”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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“Sum, ergo cogito”
Il corpo crea il pensiero
“Il tuo Sé ride del tuo io e dei suoi balzi orgogliosi. Che
sono mai per me questi balzi e voli del pensiero? esso si
dice. Una via traversa verso il mio scopo. Io sono la
danza dell’io e l’insufflatore dei suoi concetti” Il Sé dice
all’io: ecco, prova dolore! E l’io soffre e rifletto come non
soffrire più – e proprio per questo deve pensare. Il Sé
dice all’io: ecco, prova piacere! E l’io gioisce e pensa
come poter ancora gioire spesso – e per questo appunto
deve pensare”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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4. Tutto è corpo
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Leitmotiv
“È essenziale muovere dal corpo, e
utilizzarlo come filo conduttore. Esso è il
fenomeno molto più ricco che consente
un’osservazione più precisa. Il credere nel
corpo è fondato meglio del credere nello
spirito”
(Frammenti postumi, 1884-1885, 40 [21])
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28
“Tutte le nostre religioni e le filosofie sono
sintomi del nostro corporeo”
(Frammenti postumi, 1884, 25 [407])
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29
Tutta la filosofia dipende dal corpo
“Abbastanza spesso mi sono chiesto se la
filosofia non sia stata fino a oggi
principalmente soltanto una spiegazione
del corpo e un fraintendimento del corpo”
(La gaia scienza, Prefazione)
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Tutto dipende dal corpo
“Che cos’è che ha creato l’apprezzare e il
disprezzare e il valore e la volontà? Il Sé
creatore ha creato per sé apprezzare e
disprezzare, ha creato per sé il piacere e il
dolore. Il corpo creatore ha creato per Sé lo
spirito, e una mano della sua volontà. Persino
nella follia del vostro disprezzo, dispregiatori del
corpo, voi servite il vostro Sé”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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Una nuova fede
“Basta, per il momento credere al corpo è
ancora più forte del credere allo spirito; e
chi vuole minare questa fede mina
contemporaneamente, nel modo più
profondo, anche la fede nell’autorità dello
spirito”
(Frammenti postumi, 1884-1885, 40 [21])
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Elogio della molteplicità
“Se il nostro “io” è per noi l’unico essere, in base al
quale facciamo o intendiamo essere ogni cosa:
benissimo! allora è assai giustificato il dubbio se non
ci si trovi qui di fronte a un’illusione prospettivistica
– l’unità apparente in cui, come in una linea
d’orizzonte, tutto si racchiude. Seguendo il filo
conduttore del corpo, si scopre un’enorme
molteplicità; è metodicamente permesso utilizzare il
fenomeno più ricco, meglio studiabile, come filo
conduttore per la comprensione di quello più
povero”
(Frammenti postumi, 1885-1887, 2 [91])
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33
5. Corpo, frammenti e totalità
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34
Corpi frammentati
“In verità, amici, io mi aggiro in mezzo agli uomini,
come in mezzo a frammenti e membra di
uomini! E questo è spaventoso ai miei occhi:
trovare l’uomo in frantumi e sparpagliato come
su un campo di battaglia e di macello. E se il mio
occhio rifugge dall’oggi verso il passato: sempre
esso trova la stessa cosa: frammenti e membra
e orride casualità – ma mai un uomo!
(Così parlò Zarathustra, Della redenzione
// Hölderlin, Iperione)
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35
Corpi spezzati e ipocrisia dell’unità
“Noi non siamo più in grado di godere qualcosa
come uomini completi: siamo ridotti in pezzi, e
gustiamo qualcosa solo come uomini parziali,
ora come uomini che dispongono soltanto
dell’udito (Ohrenmenschen), ora come uomini
che possiedono soltanto la vista
(Augenmenschen) eccetera”
(Scritti 1870-1873, Il dramma musicale greco)
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36
“Storpi alla rovescia”
“Io vedo e ho visto ben di peggio e certe cose così
ributtanti, che non vorrei parlare di ciascuna di
esse e di talune neppure tacere: uomini cioè cui
manca tutto, se non che hanno una sola cosa di
troppo – uomini che non sono nient’altro se non
un grande occhio o una grande bocca o un gran
ventre o qualcos’altro di grande”
(Così parlò Zarathustra, Della redenzione)
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37
Menzogne della totalità
“Questo è un orecchio! Un orecchio grande quanto un
uomo!”. “Guardai meglio: e, realmente, sotto l’orecchio
si muoveva una coserella piccola e misera e stentata da
far pietà. In verità, l’orecchio mostruoso poggiava su di
un piccolo esile stelo, – ma lo stelo era un uomo! Chi
avesse guardato con la lente, avrebbe potuto persino
riconoscere un visetto piccino e invidioso; e anche che
dallo stelo penzolava un’animuccia enfiata. Il popolo,
tuttavia, mi disse che il grande orecchio era non solo un
uomo, bensì un grand’uomo, un genio”
(Così parlò Zarathustra, Della redenzione)
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6. Corpo e terra
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39
Il senso della terra
“Ecco, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso
della terra. Dica la vostra volontà: sia il superuomo il
senso della terra! Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli
alla terra e non credete a quelli che vi parlano di
sovraterrene speranze! Dispregiatori della vita essi sono,
moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la
terra! Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo
sacrilegio, ma Dio è morto, e così sono morti anche tutti
questi sacrileghi. Commettere il sacrilegio contro la terra,
questa è oggi la cosa più orribile, e apprezzare le viscere
dell’imperscrutabile più del senso della terra!”
(Così parlò Zarathustra, Prologo di Zarathustra)
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40
Ipocrisie e condanne
“Una generale ipereccitabilità nervosa, divenuta
cronica, fu infine la sorte di quei virtuosi puri
spiriti: essi conobbero il piacere soltanto nella
forma dell’estasi e di altri prodromi della follia –
e il loro sistema giunse al suo apogeo, allorché
prese l’estasi come la meta suprema della vita e
come norma di condanna per tutto quanto è
terreno”
(Aurora, aforisma 39)
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41
Prigionieri di un “corpo al tramonto”
“Ai dispregiatori del corpo voglio dire una parola. Essi non devono
ricominciare daccapo, bensì devono dire addio al proprio corpo.
Io vi dico: è il vostro Sé che vuol morire e si allontana dalla vita.
Ormai non può più fare ciò che più di tutto vorrebbe: creare al di
sopra di sé. Questo egli vuole più di tutto, questo è tutto quanto
il suo anelito. Ma ormai troppo tardi è per lui, per far questo:
così il vostro Sé vuol tramontare. Tramontar vuole il vostro Sé, e
perciò siete diventati dispregiatori del corpo! Infatti non siete più
capaci di creare al di sopra di voi stessi. E per questo vi
incollerite contro la vita e la terra. Un’invidia inconsapevole è
nello sguardo bieco del vostro disprezzo. Io non vado sulla
vostra strada! Voi non siete per me ponti verso il superuomo!”
(Così parlò Zarathustra, Dei dispregiatori del corpo)
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7. Abitare dietro il mondo
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Illusioni sfatate e proiezioni del corpo
“Così anche io, un tempo, gettai la mia illusione al di là dell’uomo,
come tutti coloro che abitano un mondo dietro il mondo. Al di là
dell’uomo, davvero? Ahimè, fratelli, il dio che creai era opera e
illusione d’uomo, come tutti gli dei! Sofferenza era e incapacità, e
illusione e stanchezza. Era il corpo che disperava del corpo – con
le dita dello spirito ingannato esso palpava le pareti ultime. Era il
corpo che disperava della terra – esso ascoltava come il ventre
dell’essere gli parlava. E allora volle sfondare le pareti ultime con
la testa, quel mondo disumanato e inumano, che è un nulla
celeste”
(Così parlò Zarathustra, Di coloro che abitano un mondo dietro il
mondo)
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44
Contraddizioni dei dispregiatori:
tutto è opera del corpo
“E questo che è l’essere più onesto, l’io – questo parla del
corpo e vuole il corpo, anche quando si induce a poetare
e fantasticare e svolazza qua e là con le ali spezzate.
Esso impara a parlare sempre più onestamente, l’io: e
quanto più impara, tanto più trova parole in onore del
corpo e della terra. Malati e moribondi erano costoro,
che disprezzavano il corpo e la terra e inventarono le
cose celesti: ma persino questi essi li avevano tratti dal
corpo e dalla terra! Questi ingrati immaginarono di
essere rapiti al loro corpo e a questa terra. Ma a chi
dovevano lo spasimo e l’estasi dei loro rapimenti? Al
corpo e a questa terra”
(Così parlò Zarathustra, Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)
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45
Una nuova consapevolezza
“Un nuovo orgoglio mi ha insegnato l’io, e io lo
insegno agli uomini: non ficcare più la testa nella
sabbia delle cose del cielo, bensì portarla
liberamente, una testa terrena, che crea il senso
della terra! Agli uomini io insegno una nuova
volontà: volere questo cammino che l’uomo ha
percorso alla cieca, e chiamarlo buono e non
più allontanarsene furtivamente come i malati e i
moribondi!”
(Così parlò Zarathustra, Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)
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46
Illusioni di un corpo malato
“So anche troppo bene a che cosa essi credono più
di tutto. In verità non a mondi dietro il mondo:
bensì al corpo credono anche loro più che a
tutto, e il proprio corpo è per loro la cosa in sé.
Ma una cosa malaticcia è per loro: e volentieri
essi vorrebbero andare fuori di sé. Perciò
ascoltano i predicatori della morte e predicano,
essi stessi, mondi dietro al mondo”
(Così parlò Zarathustra, Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)
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47
“Voluttà: per tutti gli spregiatori del corpo vestiti
del saio penitenziale, spina nel fianco e pungolo,
e “mondo” maledetto presso tutti coloro che
abitano in mondo dietro il mondo: essa infatti
irride e si fa beffe di tutti coloro che insegnano
dottrine confuse e fallaci”
(Così parlò Zarathustra, Delle tre cose malvagie)
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48
Un corpo sano
“Ascoltate piuttosto, fratelli, la voce del
corpo sano: una voce più onesta e più
pura è questa. Più onesto e puro parla il
corpo sano, nella sua perfezione
tetragona: ed esso parla del senso della
terra”
(Così parlò Zarathustra, Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo)
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49
8. Corpo e metafisiche del puro spirito
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50
Fraintendimenti
“L’inconsapevole travestimento di necessità
fisiologiche sotto il mantello dell’obiettivo,
dell’ideale, del puro-spirituale va tanto lontano
da far rizzare i capelli. Dietro i supremi giudizi di
valore, da cui fino a oggi è stata guidata la
storia del pensiero, sono nascosti
fraintendimenti della condizione corporea”
(La gaia scienza, Prefazione)
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51
“Puro spirito”:
ipocrisie e condanne
“Ovunque è stata dominante la dottrina della pura
spiritualità, essa ha distrutto con le sue aberrazioni
l’energia nervosa: insegnò a tenere in dispregio il corpo,
a trascurarlo o a tormentarlo, e a tormentare e spregiare
l’uomo stesso, a cagione di tutti gli istinti di quello; essa
creò anime ottenebrate, cariche di tensione ed oppresse,
le quale, per di più, credevano di conoscere la causa del
loro senso di abiezione e di poterla forse eliminare.
“Deve risiedere nel corpo! Questo è sempre ancor troppo
fiorente!” – così concludevano, mentre in realtà il corpo,
con i suoi dolori, elevava proteste su proteste contro la
continua irrisione”
(Aurora, aforisma 39)
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52
Dietro le “stravaganze” della metafisica
“È legittimo ravvisare in tutte quelle ardite
stravaganze della metafisica, specialmente nelle
sue risposte alla domanda sul valore
dell’esistenza, in primo luogo e sempre i sintomi
di determinati corpi: del loro riuscire bene o
male, della loro pienezza, potenzialità, dominio
di sé nella storia, oppure invece delle loro
inibizioni, stanchezze, scadimenti, del loro
presentire la fine, del loro volere la fine”
(La gaia scienza, Prefazione)
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53
Malattia e menzogna
“Ormai si sa dove inconsciamente il corpo ammalato con i
suoi bisogni preme lo spirito e lo incalza e lo lusinga –
laddove in un senso qualsiasi è sole, silenzio, dolcezza,
pazienza, balsamo, ristoro. Ogni filosofia che ripone la
pace più in alto della guerra, ogni etica che ha della
nozione di felicità una concezione negativa, ogni
metafisica e ogni fisica che conosce un finale, uno stato
terminale, di qualsivoglia specie, ogni esigenza
prevalentemente estetica o religiosa di un “a parte”, di
un al di là, di un al di fuori, di un al di sopra, autorizza a
chiedere se non sia stata la malattia ciò che ha ispirato il
filosofo”
(La gaia scienza, Prefazione)
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54
“Sono ancora in attesa che un medico filosofo
abbia in futuro il coraggio di portare al culmine il
mio sospetto e di osare questa affermazione: in
ogni filosofare non si è trattato per nulla, fino a
oggi, di “verità”, ma di qualcos’altro, come
salute, avvenire, sviluppo, potenza, vita…”
(La gaia scienza, Prefazione)
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55
9. Corpo e morale
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56
Morale nociva
“In qual misura la morale ha avuto effetti
nocivi? In quanto ha disprezzato il corpo”
(Aurora)
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57
“Vampirismo” della morale
Tutto ciò che fino a oggi si chiamava “verità” viene riconosciuto come
la forma più dannosa, più maligna, più sotterranea della menzogna;
il sacro pretesto di “migliorare” l’umanità” come un’astuzia per
succhiare la vita stessa, per renderla anemica. Morale come
vampirismo… Il concetto di “Dio” inventato in opposizione alla vita –
tutto ciò che è dannoso, venefico, calunnioso, mortalmente ostile
alla vita vi è raccolto in una terrificante unità! Il concetto di “al di
là”, di “mondo vero” inventati per svalutare l’unico mondo che esista
– per non lasciare alla nostra realtà sulla terra alcun fine, alcuna
ragione alcun compito! Il concetto di “anima”, di “spirito” e infine
anche di “anima immortale”, inventati per spregiare il corpo, per
renderlo malato – “santo” –. Invece della salute la “salvezza
dell’anima”
(Ecce homo, Perché io sono un destino, 8)
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58
Ipocrisie e condanne:
la logica dei moralisti
“Deve esserci un’illusione, un inganno nel fatto che non
percepiamo ciò che è; dove si nasconde il truffatore? È
la sensibilità! Questi sensi, i quali peraltro sono anche
così immorali, ci ingannano sul mondo vero. Morale:
liberiamoci dall’inganno dei sensi. E soprattutto via dal
corpo, da questa miserevole idée fixe dei sensi! affetto
da tutti i possibili errori della logica, confutato, persino,
impossibile, benché sia tanto sfrontato da atteggiarsi
come reale!”
(Crepuscolo degli idoli, La “ragione” nella filosofia, 1)
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59
“Contronatura” come morale
“Non è l’errore in quanto errore a spaventarmi – è la
mancanza di natura, è il fatto assolutamente
raccapricciante che la contronatura stessa ha avuto gli
onori supremi in quanto morale e ha continuato a pesare
sull’umanità sotto specie di legge, di imperativo
categorico!... Sbagliarsi fino a questo punto, e non un
singolo, non un popolo, ma l’umanità!... Che si sia
imparato a disprezzare gli istinti primari della vita; che si
sia finta l’esistenza di un’ “anima”, di uno “spirito”, per
far andare in rovina il corpo; che si sia imparato a
considerare come qualcosa di impuro ciò che è il
presupposto della vita, la sessualità”
(Ecce homo, Perché io sono un destino, 7)
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60
La scienza non basta…
“Come freddi ed estranei ci sono ancora i
mondi scoperti dalla scienza! Quanto
diverso per esempio è il corpo quale noi lo
sentiamo, vediamo, palpiamo, temiamo,
ammiriamo, e il “corpo” quale ce lo
insegna l’anatomista!”
(La gaia scienza)
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61
10. Corpo e cristianesimo
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62
Un linguaggio “corporeo”
Il linguaggio che Nietzsche utilizza per
delineare i piccoli uomini – cristiani,
uomini della morale borghese… ecc. – fa
spesso riferimento alla corporeità:
“deboli”, “malriusciti”, “sofferenti”,
“fisiologicamente regrediti”, “malati”,
“infermicci”…
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63
“I cristiani interpreti del corpo”
“Qualunque cosa provenga dallo stomaco, dagli intestini,
dal battito cardiaco, dai nervi, dalla bile, dallo sperma –
tutti quei disturbi, quelle debilitazioni, quelle
sovreccitazioni, l’intera casualità della macchina a noi
tanto ignota – tutto questo un cristiano come Pascal
deve prenderlo per un fenomeno morale-religioso,
sollevando il problema se qui dentro ci sia Dio o il
diavolo, il bene o il male, la salvezza o la dannazione.
Ahimè, sventurato interprete! Come deve torcere e
torturare il suo sistema! Come deve contorcersi e
torturarsi per aver ragione!”
(Aurora, aforisma 86)
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64
Paolo e la carne
“La carne brama contro lo spirito e lo spirito
contro la carne”, Paolo. “Nella mia carne
abita la colpa” e la carne agisce poi sullo
spirito e sul cuore. “La carne dev’essere
allontanata”. Paolo non conosce la
resurrezione della carne.
(Frammenti postumi, 1880, 4 [162] - [164])
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Cristianesimo e malattia
“La malattia è intrinseca all’essenza del
cristianesimo. Il cristianesimo ha alla sua
base la rancune dei malati, l’istinto diretto
contro i sani, contro la salute”
(L’anticristo, 51, 52)
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Corpo e cristianesimo
“Qui la carne viene disprezzata, l’igiene rifiutata in
quanto sensualità. Cristiana è la mortale
inimicizia contro i signori della terra, contro i
“nobili” – e al tempo stesso una nascosta,
segreta rivalità (si lascia loro il “corpo”, si vuole
soltanto l’“anima”). Cristiano è l’odio contro lo
spirito, contro i sensi, contro le gioie dei sensi,
contro la gioia in generale…”
(L’anticristo, 21)
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Una religione contro il corpo
“Noi altri, che abbiamo il coraggio della salute e anche del
disprezzo, abbiamo pure il diritto, noi, di disprezzare una
religione che ha insegnato a fraintendere il corpo, che
non vuole affrancarsi dalle superstizioni dell’anima, che
fa dell’insufficiente nutrizione un “merito”, che
combatte, nella salute, una specie di nemico, di diavolo,
di tentazione, che dette a intendere a se stessa come
fosse possibile portare in giro un’“anima perfetta” in un
cadavere di corpo, e per questo sentì la necessità di
apparecchiarsi un nuovo concetto di “perfezione”, una
condizione esangue, malaticcia, fanatica in maniera
idiota, la cosiddetta “santità” – che è poi soltanto una
serie di sintomi propri di un corpo immiserito, snervato,
inguaribilmente guasto!”
(L’anticristo, 51)
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“Mondo alla rovescia”
La logica del risentimento
“I cristiani sono rimproveri viventi, come se salute,
corpo ben riuscito, forza, orgoglio, senso di
potenza siano già in sé cose biasimevoli, per le
quali si debba un giorno amaramente espiare.
Quel che rende malati, è buono: quel che
procede dalla pienezza, dalla sovrabbondanza,
dalla potenza è malvagio”
(Genealogia della morale, Che significano gli ideali ascetici, 14 –
L’anticristo, 52)
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11. Il corpo di Nietzsche
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Zarathustra: “convalescente” e “viandante”
La “doppiezza” del corpo di Nietzsche
Corpo debole e
malato
Fin da giovane:
cecità, nausea,
vomito, forti
emicranie,
problemi allo
stomaco e
all’intestino…
dalle dimissioni
dall’università di
Basilea (1879)
sino alla
degenerazione
finale e alla
morte (1900)
Corpo esuberante e creativo
Nei soggiorni al mare e in montagna, alla ricerca di
migliori condizioni di salute, il suo corpo
rinasceva: “Ho composto una parte dello
Zarathustra durante la faticosissima ascesa
dalla stazione al meraviglioso villaggio moresco
di Eza, annidato fra le rocce, avevo sempre la
mia massima scioltezza muscolare quando la
più ricca forza creativa scorreva in me. Il corpo
è entusiasmato: lasciamo l’ “anima” da parte…
Spesso mi hanno visto ballare: ero capace,
allora, di andare su per i monti per sette, otto
ore, senza sentire mai un qualche senso di
stanchezza. Dormivo bene, ridevo molto – il mio
vigore e la mia pazienza erano perfetti”
(Ecce homo)
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NIETZSCHE - Paolo Scolari: approfondimento sul tema del "corpo"