:oiggaiv ni acisuM“ ”elorap e inous art “Musica in tra suoni e parole” viaggio: Sabato 27 agosto ore 21 - Auditorium “ Casa della gioventù” - PREDAZZO EL TANGO Testi di Luis Borges - Musica di Astor Piazzolla Alessandro Haber, voce recitante Quartetto d’archi Meridies Pasquale Coviello, fisarmonica Ingresso: €10 - Ridotto € 5 acquistabile la sera del concerto presso la cassa dell’Auditorium a partire dalle ore 19 Mercoledì 31 agosto ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE EMOZIONI E INQUIETUDINI DI UN SUBLIME VIAGGIO Testi di Dante Alighieri e Francesco Petrarca - Musica di Franz Liszt Ugo Pagliai, voce recitante Sergio Patria, violoncello Elena Ballario, pianoforte Ingresso: €10 - Ridotto € 5 acquistabile la sera del concerto presso la cassa dell’Auditorium a partire dalle ore 19 progetto promosso da: Centro Culturale “Pro Musica - Fiemme” [email protected] direzione artistica: Enrico Dellantonio Mauro Piazzi Sabato 3 settembre ore 21 - Chiesa Parrocchiale SS. Filippo e Giacomo - PREDAZZO S. TERESA D’AVILA: UNA BIOGRAFIA DELL’ANIMA Testo di Marco Vacchetti - musiche di autori spagnoli del XVI secolo Marco Vacchetti, voce recitante Gruppo Vocale S. Bernardo Lidia Basterretxea, soprano Giulio Mercati, direttore al cembalo in collaborazione con: Amministrazione Comunale di Predazzo Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Cavalese Ingresso libero con il contributo di: APT Val di Fiemme Casse Rurali della Val di Fiemme, Provincia Autonoma di Trento - Servizio Attività Culturali FAÇADE - AN ENTERTAINMENT progetto grafico: area grafica - cavalese Mercoledì 7 settembre ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE UN TÈ ALLE 5 PER PASQUITO E LE SUE NINFE Testi di Edith Sitwell - musica di William Walton Silvia Manfrini, Giacomo Anderle, voci recitanti Modern Saxophone Quartet Roberto Pangrazzi, percussioni Ingresso libero “Cetera d’oro, comune dovizia d’Apolline e de le Muse, che màmmole han su le chiome, te ascoltano i passi, spiccandosi a danza, e seguon tuoi cenni i cantori, quando con musiche spire svolgi dei balli i preludi” 470 a.C., Sicilia, per la vittoria del tiranno Gerone di Etna. C osì comincia l’Ode pitica Ia del poeta greco Pindaro, con una cetra divina che accompagna il canto e suggerisce i passi di una danza per noi oggi solo nostalgicamente immaginabile, ma al tempo azione autentica, “drama” di poesia, musica e teatro, fuoco d’identità dell’intera cultura occidentale, grembo materno in cui la parola si trasformava in verso raccogliendo in un “unico impulso creativo” le “cadenze ritmiche, le inflessioni melodiche, il fraseggio simmetrico” (Nino Pirrota, Poesia e musica e altri saggi, 1994) insomma la musica, non disciplina specifica bensì “armonia” di physis e logos, fusione ideale e “naturale” di tutte le arti. Poi il peccato originale, la torre di Babele, il principio individuationis, il furto dell’oro o più semplicemente l’umanissimo scorrere del tempo ed ecco le fratture, vere o apparenti, l’organizzazione in discipline, in professioni, in botteghe, mai così esplicita come nelle società moderne, orgogliosamente indirizzate allo specialismo più raffinato. Pure quel remotissimo, mitico, intimo, rapporto tra parola, musica, teatro tende costantemente l’agguato dietro la più banale delle proposizioni: la comunicazione (la parola) si definisce attraverso percezioni sensoriali visive (il gesto corporeo) e uditive (il suono della lingua) forme istintive e pregresse di teatro e di musica, esplicitate consapevolmente attraverso la dimensione creativa dell’arte. Tracciare dunque percorsi incrociati tra musica, letteratura, teatro, significa seguire i tragitti naturali del fare artistico, gravido di atteggiamenti sinergici diretti e indiretti, coscienti e istintivi, tanto da assumere carattere categoriale, inattaccabile dai processi del divenire, descrivendo un unico arco tra S. Teresa d’Avila ed Edith Sitwell, tra Tomas Luis da Victoria e Astor Piazzolla, per restare nei confini temporali tracciati dal programma in oggetto, decisamente ampi, ma significativamente concentrati sulle età di crisi e rivoluzione, ossia gli snodi più autenticamente dinamici della storia artistica, caratterizzati da una permeabilità totale agli stimoli più disparati. Età di crisi lo scorcio del Cinquecento vissuto da Teresa Sanchez de Cepeda Avila y Ahumada, (1515-1582), proclamata santa nel 1622, già in odore di etica (ed estetica) controriformista, in cui vacillano i pilastri della religione medievale e la fede si manifesta come esperienza affettiva e individuale. Le celeberrime affermazioni della Santa, “Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio”, relative all’estasi mistica, discusse dalla psicanalisi laica – ma ben prima interpretate con totale abbandono all’ambiguità dal gruppo marmoreo del Caravaggio – come fantasie autoerotiche di una psiche adolenscenziale sovraeccitata, riflettono piuttosto l’irruzione nel panorama musicale di “affetti e effetti” ossia di innovative strategie intese a suscitare dalla parola poetica immagini ed emozioni sonore. A un passo dall’irruzione del patetico segnata dal melodramma – guarda caso teorizzato in ambito colto come ricostruzione della tragedia greca – Tomas Luis de Victoria (1548-1611) si arroccava su posizioni “conservative”, facendosi alfiere di una musica sacra di impronta palestriniana, scrivendo mottetti nel duttile quanto rigoroso stile polifonico del maestro italiano, fiducioso nell’ultimo rimasuglio di sintesi umanistica rinascimentale. A carte ormai scoperte, cioè in un primo Settecento dominato dal teatro musicale, era invece il motetto-cantata sul modello ancora italiano dei Vivaldi e dei Bonporti a stregare lo spagnolo Josè Torres Y Martinez Bravo (1665-1738), che tra recitativi e arie dedicate a “nuestra Señora” riprendeva il culto mariano caro all’ordine carmelitano fondato dalla Santa. Non sappiamo se Franz Liszt, voracissimo consumatore di letteratura, abbia avuto modo di leggere gli scritti di Teresa o di ammirarne il composto ritratto di Rubens, dove la fanciulla innamorata caravaggesca trasmigra nella scrittrice teologa, dichiarata nel 1970 Dottore della Chiesa Cattolica e dunque tra le prime donne ad affermare un ruolo protagonistico in campo teoretico. Una tipologia femminile che sicuramente non avrebbe incontrato le simpatie del “divino ungherese” quando, invaghitosi di Dante, come della bellissima e ventenne Contessa d’Agoult, mescolava cielo e inferno, sacro e profano, nelle letture della Divina Commedia sotto i platani di Villa Melzi sul Lago di Como, scrivendo: “Devo confessarvi, tuttavia, che in questo poema immenso, incomparabile, una cosa mi ha sempre singolarmente infastidito e cioè che il poeta abbia concepito Beatrice, non come l’ideale dell’amore, ma come l’ideale della sapienza. Non amo ritrovare in quel bel corpo trasfigurato lo spirito di una dotta teologa, che spiega i dogmi, combatte l’eresia, discute sui misteri. Non è certo con il ragionamento e la dimostrazione che la donna regna sul cuore dell’uomo; non sta a lei dargli la prova dell’esistenza di Dio, ma a farglielo presentire attraverso l’amore e ad attirarlo suo tramite verso le cose del cielo. Il suo potere risiede nel sentimento e non nella sapienza: la donna che ama è sublime; essa è il vero angelo custode dell’uomo, mentre la donna pedante è un controsenso, una dissonanza, non ha collocazione alcuna nella gerarchia degli esseri....”. Tanto maschilista naturalmente, ma soprattutto tanto ottocentesco che il bel corpo trasfigurato non manca di sciogliersi nelle argentine (e sempre difficilissime) figurazioni ornamentali che si contrappongono alle visioni infere (non senza poderose sequenze virtuosistiche) nella Fantasia quasi Sonata “Aprés un lecture de Dante”, monumentale omaggio al fiorentino, nonché all’egocentrismo romantico, dove la letteratura diventa portatrice appunto, come la donna, del “sentimento” dell’artista, totalmente abbandonato alle capacità della musica “pura”, ossia priva di testo, di raccogliere dalla parola poetica l’”in se”, l’essenza stessa del sentimento, verità ultima, superiore ad ogni saggezza e filosofia. Così Dante diventa “una prodigiosa cattedra universale di idee, di passioni, di aspirazioni, di dolori, di estasi, di peccati, di virtù, di religione, di filosofia, di teologia” (R. Maione, Il poema sinfonico), esaltando una fantasia infuocata soprattutto dalle vicende drammatiche raccontate nella Commedia. Dunque il Conte Ugolino, o l’amore di Paolo e Francesca, storie a tinte fosche, gotiche, notturne: un gusto confermato anche nel caso del Petrarca, altro mito della cultura romantica nordica imbevuta di esotismo italico nonché medievale, attraverso la scelta di un Sonetto come Pace non trovo, dominato dalla figura retorica dell’antitesi e da una rigorosa struttura a chiasmo, ottimo appoggio per l’impostazione liederistica ternaria (ABA) della scrittura musicale, stavolta quasi didascalicamente disposta all’assunto di superiorità della musica strumentale, considerando le due versioni dei tre sonetti proposte dall’autore, l’una in forma di Lied per voce e pianoforte, l’altra come trascrizione per sola tastiera. Un modo pure per affermare una dimensione creativa continuamente in ebollizione, sfuggendo la “ripetitività” dell’interpretazione: musica sempre diversa ad ogni esecuzione (e Liszt – è noto – “interpretava” molto liberamente anche Beethoven), come suonerà anche nel caso del presente programma grazie alla riscrittura di Elena Ballario per violoncello e pianoforte. Teresa, Francesca, la contessa D’Agoult, il monte Carmelo che in una delle possibili etimologie riporta al colore carminio: il fuoco della passione, dell’amore totale e inesorabile, suprema forma di dono ma anche di egoismo e di odio. Impossibile che Dante non piacesse a Luis Borges (che con le opere del fiorentino studiava l’italiano), il poeta del tango, sinonimo dei vicoli violenti di Buenos Aires: e con Borges (1899-1986), Piazzolla, il musicista del tango. Sono trascorsi i secoli ma la cetra torna a suggerire passi di danza al cantore, in parole che hanno il ritmo del tango, e in musiche da cui sembrano uscire i personaggi dell’opera borgesiana: uomini, come il caudillo Paredes, “dal petto gonfio di virilità , l’aspetto autoritario, l’insolente ciuffo nero, i baffi fiammeggianti, l’abituale voce profonda, l’incedere arrogante”, che non portano fiori all’occhiello ma “la carta truccata, il coltello, la chitarra e l’ infinita prosopopea”. Ballo di uomini non di donne, che dimostrano così la propria virilità, dove la conquista sessuale è solo un corollario: più importante riesce definire un carattere, meglio una identità nazionale dell’uomo argentino basata sulla stessa idea di forza – qui fisica lì morale – dell’italiano di Dante: energia muscolare, di cui dice il tipico ritmo binario, come allegoria patriottica di appartenenza, sconfinante dunque nella storia politica dell’Argentina. E se di caratteri nazionali si tratta, la conclusione parla inglese, nel segno del distacco ironico e, all’epoca, graffiante, attraverso le parole ancora di una donna, la poetessa Edith Sitwell (1887-1964), autrice della raccolta Façade, trasformata in un “best-seller” dalle musiche di William Walton (1902-1983). Lei – sicuramente rivoluzionaria – sulle tracce dell’avanguardia futurista non solo si beava nel graffiare il puritanesimo di marca vittoriana dei compatrioti ma infilava “parole in libertà”, nonsense dal ritmo scatenato, lui – più inglesemente compassato, e inglesemente attento alla soddisfazione di una comunicatività immediata – occhieggiava all’allora recente (s’era negli anni Venti del Novecenteo) Histoire du Soldat di Strawinski, disponendo un piccolo gruppo cameristico di fiati con cello e percussioni. E mentre lui dirigeva le musiche scritte sul ritmo delle parole, lei dietro un paravento, recitava i suoi testi sul ritmo delle musiche, utilizzando un megafono. Performance globale con effetti speciali compresi. Annely Zeni Sabato 27 agosto ore 21 - Auditorium “ Casa della gioventù” - PREDAZZO EL TANGO Testi di Luis Borges - Musica di Astor Piazzolla Alessandro Haber, voce recitante Quartetto Meridies Carmelo Andriani e Gennaro Minichello, violino Giuseppe Pascucci, viola Giovanna D’Amato, violoncello Pasquale Coviello, fisarmonica Cancion de las venusinas (musica) - Il tango (testo) Adios nonino (musica) Vicolo tango - Buenos Aires (testo) Violentango (musica) Milonga dei mori (testo) Milonga de angel (musica) La fortezza dei grandi perché (musica) Che tango che (testo) Meditango (musica) Finale (testo) Escualo (musica) Lui Lui (testo) New York tango (musica) Borges ed io (testo) Oblivion (musica) Libertango (musica) Cancion de las venusinas (musica) - Il tango (testo) Alessandro Haber è in primo luogo un uomo di una forza straordinaria. Non solo fisica, non solo morale. È una forza della natura umana nel senso più completo. Quindi non possono essere esenti forti limiti, che però non sono mai difetti. Sono umani, tanto più che, con forza, Alessandro ha scelto in età ancora infantile, di essere attore. Nessuna teorizzazione, nessuna sofisticazione intellettuale riguardano l’attore, ed Haber è fatto in questo modo. “…E’ come un torrente in piena che trascina con se tutto quello che incontra nella sua corsa. Ricordi di donne, incontri, amicizie folgoranti, innamoramenti o antipatie…pulsano nel suo racconto che subito diventa cinema e teatro… emerge una figura che forse non tutti si aspettano…dice Haber di non sapere niente di arte ma poi scopri che è un collezionista appassionato…e scopri che è un cantante…il movimento, il cambiamento, le sfide continue”. E oggi scopriamo che questo uomo forte, questo attore, di colpo si propone come regista cinematografico. È la forza dell’onestà, che possiede naturalmente, che lo spinge ad impegnarsi oltre la prima scelta, giocando sulla trasversatilità con la voglia di sorprendere e sorprendersi, non mai sazio di emozionarsi ed emozionare, davanti alla macchina da presa o davanti ad un microfono cantando, dà tutto ciò al pubblico con generosità, senza risparmiarsi. Haber attore di oltre 60 films, attore di teatro, regista di “Scacco Pazzo”, cantante, ha inciso 4 Cd, e pluripremiato: Nastro d’argento come miglior attore non protagonista per il film “Willy signori e vengo da lontano”, Nastro d’Argento e Davide di Donatello come miglior attore non protagonista per il film “Per amore solo per amore”, Nastro D’Argento come migliore attore protagonista per il film “La vera vita di Antonio H”, Premio IDI come migliore attore per lo spettacolo teatrale “Dialogo” di Natalia Ginzburg, Premio della critica per lo spettacolo teatrale “Arlecchino”. Il Quartetto Meridies si è costituito nel 1992 ed è formato da musicisti che hanno studiato e si sono perfezionati sotto la guida di illustri docenti quali F. Ayo, R. Brengola, B. Giuranna, P. Vernikov, I. Grubert, M. Varshavskij, e risultati vincitori di concorsi presso importanti Orchestre ed Enti Lirici. Numerosi sono i concorsi nei quali il Quartetto si è affermato, tra gli altri: “A.M.A. Calabria” di Lamezia Terme, “Aulos” di Rimini, “Barrasso” di Pescara, “Curci” di Barletta, “Di Martino” di Napoli. Fin dal suo esordio il Quartetto si è distinto per la solidità dell’insieme e le brillanti doti tecniche ed espressive; è stato invitato ad esibirsi presso importanti Istituzioni Concertistiche in Europa e nel resto del mondo. Ha registrato per Rai RadioTre presentando diverse prime esecuzioni e per RaiInternational un video live con il soprano Maria Dragoni trasmesso su Rai 1 e successivamente via satellite in tutto il mondo. Il repertorio del Quartetto spazia dai classici e romantici europei - Beethoven, Mozart, Brahms - agli autori americani e sudamericani - Piazzolla, Villa-Lobos dai capisaldi della letteratura quartettistica a opere meno conosciute. Ha inciso per l’etichetta discografica Niccolò, la prima registrazione italiana dello Stabat Mater di Luigi Boccherini nella versione originale, in collaborazione con il soprano Elena Cecchi Fedi. Di recente è uscito il secondo CD interamente dedicato al Tango argentino di Astor Piazzolla. Numerose le collaborazioni con personaggi del mondo del cinema e del teatro da Giancarlo Giannini, Riccardo Scamarcio, Michele Placido, Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Massimo Venturiello. Pasquale Coviello fisarmonicista, compositore e arrangiatore, talento emergente dell’ultima generazione, vincitore di numerosi concorsi tra cui: “Campione Italiano 1998”, Precampionato Mondiale di fisarmonica “Repubblica di San Marino 1999”, “Premio Nestor di Frosinone”. Viene regolarmente invitato in Italia e all’estero a tenere Seminari e Master Class sulle tecniche avanzate dello strumento. Componente di giuria di numerosi concorsi per fisarmonica che si svolgono in Italia, testimonial della Beltuna, tra le più importanti case produttrici italiane di fisarmonica e della Midi Musictech. Intensa l’attività concertistica sia solistica che da camera, in Italia e all’estero: Musikmesse di Francoforte, Disma Music Show di Rimini, Danimarca, Belgio, Olanda, Portogallo. Ha al suo attivo 3 CD che vanno dal Tango argentino al repertorio classico, ha pubblicato diversi brani per la Berben, la Wurzburgen, la Musicomania Editoriale e la Barvin. Mercoledì 31 agosto ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE EMOZIONI E INQUIETUDINI DI UN SUBLIME VIAGGIO Testi di Dante Alighieri e Francesco Petrarca - Musica di Franz Liszt Ugo Pagliai, voce recitante Sergio Patria, violoncello Elena Ballario, pianoforte Dante Alighieri Dalla Divina Commedia INFERNO Canto primo Canto terzo Canto quinto Canto ventesimosesto Franz Liszt Après une lecture de Dante (per Pf. Solo) Seconda parte Francesco Petrarca - dalle Epystole Franz Liszt - *Consolazione nr.1 Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 47 Franz Liszt *Sonetto 47 del Petrarca Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 104 Franz Liszt *Sonetto 104 del Petrarca Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 123 Franz Liszt *Sonetto 123 del Petrarca Francesco Petrarca dalle Familiares, Epystole, Rerum Vulgarium Fragmenta Franz Liszt *Consolazione nr.3 *Consolazione nr.4 *La Lugubre Gondola (* elaborazioni per violoncello e pianoforte di Elena Ballario) Ugo Pagliai. Nato a Pistoia, Pagliai cominciò a frequentare il teatro da piccolo seguendo in particolare le programmazioni fiorentine. Già nella sua città natale ebbe modo di avere esperienza come attore, ma in questa direzione si volse decisamente con l’iscrizione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (1958). Dopo il diploma fece parte della compagnia Randone Fortunato, dal 61 al 63 si legò alla Compagnia “I nuovi”, diretta da Guglielmo Morandi per la TV. Negli anni 63/64 fu presso la Stabile di Genova, diretta allora da Luigi Squarzina, partecipando a “Ciascuno a suo modo” (Pirandello) e “Corte Savellla” (Anna Banti). In questo periodo figurò nel cast de “Il Conte di Montecristo”, elaborato per la TV da Edmo Fenoglio. Tornato più assiduamente alla televisione, dopo “I Corvi” di Beque e una “Maria Stuarda”, interpreterà nel 69 la parte di Lawrence d’Arabia, ne l’ Aviere Ross, di Rattigan, regia di Giuseppe Fina. Dal 73 tornò ad essere sempre più presente sulla scena. Con Rossella Falk interpreta “Trovarsi” di Pirandello, con la regia di Giorgio De Lullo. Nel 75/76 formò una compagnia in cui figurava anche Lilla Brignone e due sono le rappresentazioni di rilievo: “Spettri” di Ibsen e “Processo di famiglia” di Fabbri. Dal 1979 facendo compagnia con Paola Gassman, ha affrontato diversi testi teatrali tra i quali: “Il gatto in tasca” di Feydeau, “Il bugiardo” di Goldoni, “Il piacere dell’onestà” e “L’uomo la bestia e la virtù” di Pirandello, “Domino” di M. Achard, “Scene da un matrimonio” di Italo Svevo, “Ma non è una cosa seria” di Pirandello, “Sogno di una notte di mezza estate” Shakespeare, “Ifigenia in Aulide” di Euripide, “Vita col Padre” di Crouse, “Harvey” di Mary Chase, “Bugie sincere” di Vittorio Gassman, “Una donna di casa” di Vitaliano Brancati. Nel 1988 è stato insignito del premio speciale “Flaiano” per interprete teatrale. Pagliai ha lavorato in commedie e sceneggiati con ruoli primari, per la TV italiana (Amico mio) per la TV francese “Arsenio Lupin” e per la TV svizzera. Per il cinema numerose sono state le partecipazioni, con registi che vanno da Giovanni Fago e Luigi Comencini (con lui ha girato “Dio mio come sono caduta in basso” e “Cuore” per la televisione italiana). Estate 2000 “Giobbe” di Carol Woityla come protagonista e regista. Sergio Patria a sedici anni debutta in qualità di solista con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana. Si è diplomato a pieni voti al Conservatorio di Alessandria con E. Roveda, perfezionandosi successivamente con A. Navarra all’Accademia Chigiana di Siena e A. Baldovino all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Ha collaborato con l’Or- chestra di Santa Cecilia di Roma e come primo violoncello allo Stadttheater di Lucerna, dove in seguito ogni anno è stato invitato a far parte della prestigiosa orchestra del Festival Internazionale Svizzero. Nel 1974 vince il premio “Migros” (Zurigo) per la musica da camera. E’ stato docente di violoncello al Conservatorio di San Cristobal (Venezuela), al Conservatorio dell’Università Nazionale Colombiana, al Conservatorio ed alla Scuola Comunale di Lucerna, al Conservatorio di Alessandria, alla Scuola di Alto perfezionamento di Saluzzo, ai corsi orchestrali di Lanciano e ai corsi di formazione professionale a cura dell’I.R.Fo.P. Regione Friuli Venezia Giulia. Dal 1977 ha insegnato al Conservatorio di Torino, città dove dal 1974 al giugno 1999 ha ricoperto il ruolo di primo violoncello al Teatro Regio. Dal 2002 è nuovamente docente ai corsi della Scuola di Alto perfezionamento musicale di Saluzzo. È il fondatore del TRIO G. F. GHEDINI e del NUOVO INSIEME STRUMENTALE ITALIANO ai quali, parallelamente al duo con la pianista Elena Ballario, dedica buona parte della sua attività cameristica. Elena Ballario oltre agli studi pianistici si è dedicata per alcuni anni anche allo studio del Violino e della Composizione. Ha iniziato la carriera concertistica nel 1980 proponendosi al pubblico sia come solista che con varie formazioni cameristiche. Ha ottenuto l’idoneità ai concorsi ministeriali per titoli ed esami per l’insegnamento di Pianoforte Principale, Pianoforte Complementare, Musica da Camera e Accompagnatore al Pianoforte. È docente al Conservatorio di Torino. Dal 2000 ha iniziato l’attività compositiva dedicandosi dapprima a trascrivere e ad elaborare per vari gruppi strumentali e vocali, brani orchestrali, pianistici e per canto e pianoforte di varie epoche dando vita a programmi monografici dedicati a G. Rossini e G. Verdi, all’operetta, alle favole (“Pinocchio” commedia Musicale con musiche originali, trascrizione di Pierino e il Lupo per quintetto ecc.) e all’opera lirica, eseguiti dal NUOVO INSIEME STRUMENTALE ITALIANO del quale è la pianista. Il Nuovo Insieme Strumentale Italiano ha prodotto tre CD di suoi lavori originali e trascrizioni. Sue composizioni sono state inserite in repertorio da vari solisti ed ensemble ed eseguite regolarmente in Italia ed all’estero. Numerosi i lavori per la didattica, di cui le nuove raccolte per pianoforte intitolate “Suona con Camilla”. Di recente pubblicazione per la casa editrice Volontè di Milano e distribuito dalla Carisch, il metodo di Scale e Arpeggi con Introduzione teorica per i Conservatori di Musica. Sabato 3 settembre ore 21 - Chiesa Parrocchiale SS. Filippo e Giacomo - PREDAZZO S. TERESA D’AVILA: UNA BIOGRAFIA DELL’ANIMA testo di Marco Vacchetti - musiche di autori spagnoli del XVI secolo Marco Vacchetti, voce recitante Gruppo Vocale S. Bernardo Lidia Basterretxea, soprano Giulio Mercati, direttore al cembalo Tomas Luis de Victoria (1548-1611) O Domine Jesu Christe Mottetto a 6 voci Anonimo spagnolo A la nanita nana per soprano coro femminile e 3 voci Tomas Luis de Victoria (1548-1611) Resplenduit facies ejus Mottetto a 5 voci José de Torres y Martínez Bravo (1665–1738) “Cantada a Nuestra Señora” per soprano e basso continuo – I parte: - Aria: “Ay que favor” - Recitativo: “Como centro feliz” - Aria: “Gocese, que en tu altar” José de Torres y Martínez Bravo (1665–1738) “Cantada a Nuestra Señora” per soprano e basso continuo – II parte: - Recitativo: “Dulce mi cadencia” - Aria: “Corra ligera” - Recitativo: “Lo que logras” - Coplas: “Ya logra amante el pecho” Giulio Mercati Nada te turbe Lauda spirituale a 5 voci Francisco Guerrero (1528-1599) Al resplandor d’una estrella Mottetto a 5 voci Tomas Luis de Victoria (1548-1611) Beatus vir Mottetto a 4 voci Marco Vacchetti (Scuola Holden, Torino) Nasce a Torino e nel 1979 consegue il diploma di maturità classica presso il Liceo Massimo D’Azeglio di Torino. Completa gli studi classici laureandosi all’Università di Torino nel 1987 in Lettere con una tesi in Storia e critica del cinema (punteggio: 110 e lode con dignità di stampa). Dal 1987 al 1988 lavora in qualità di assistant producer presso la ARDO FILM, società di cinematografia pubblicitaria dell’agenzia Armando Testa. Nel 1989, insieme al prof. Paolo Bertetto e al dott. Gian Luca Trivero, svolge un seminario sul cinema pubblicitario presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino. Dal 1990 è professore di ruolo di latino e italiano al liceo. Dal 1995 insegna nel Master di Tecniche della Narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Nel 2000 ha pubblicato il libro “Storie dell’arte” per l’editore Rizzoli. Dal 2000 al 2006 è direttore didattico della Scuola Holden di Torino. Dal 2003 tiene corsi di narratologia e story editing presso lo IULM di Milano e lo IED di Torino. Dal 2006 collabora con il quotidiano Repubblica (redazione di Torino) per la rubrica “Pianeta scuola”. Gruppo Vocale S. Bernardo Il Gruppo Vocale S. Bernardo, nella sua veste attuale, è stato fondato nel 1995, per volontà di Mons. Paolo Cortesi. Il coro è diretto, dal giorno della sua fondazione, da Giulio Mercati. Il fine primario e fondamentale della compagine è rappresentato dall’animazione liturgica. Dal 1999 la formazione ha cominciato ad esibirsi in concerto, mantenendo tuttavia, anche in tali occasioni, il proprio compito elettivo di invito alla meditazione ed alla preghiera, attraverso la musica. Il repertorio della compagine è oggi molto vasto, spaziando dall’innodia ambrosiana alla polifonia rinascimentale, dalla letteratura ottocentesca italiana ed europea al repertorio novecentesco. Lidia Basterretxea Nata a Caracas da famiglia basca e cresciuta nei Paesi Baschi, ha studiato con il soprano M° Angeles Rodriguez, diplomandosi presso il «Conservatorio de Musica» di San Sebastian. Ha frequentato il corso biennale di Musica vocale da camera, tenuto dal M° Maurizio Carnelli alla Civica Scuola di Musica di Milano. Ha collaborato con formazioni corali lirico-sinfoniche quali «Coro A.B.A.O. dell’Opera di Bilbao», «Coro As.Li.Co.», «Madrigalisti Ambrosiani», «Cappella Mauriziana», «Camerata Polifonica di Milano», sia come corista sia come solista. Svolge intensa attività teatrale e concertistica, in formazioni diverse, quali voce e archi, voce e chitarra, voce e pianoforte, quartetto vocale, voce e organo e voce e clavicembalo. Si esibisce stabilmente in duo con l’organista e clavicembalista Giulio Mercati. È collaboratrice del progetto Opera Domani e direttrice del Coro di Voci Bianche del Teatro Sociale di Como - As.Li.Co. È docente presso la Scuola di Musica Jubilate di Legnano. Giulio Mercati Nato a Saronno, ha intrapreso lo studio del pianoforte all’età di sei anni sotto la guida del nonno materno, il M° Lamberto Torrebruno, esponente di un’importante famiglia di musicisti; si è quindi perfezionato, in organo, composizione e clavicembalo. Musicista versatile, svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero, soprattutto come solista all’organo e al clavicembalo e come continuista di diverse importanti formazioni, quali – tra le altre – “I Barocchisti” e l’Orchestra della Svizzera Italiana. È organista titolare presso la Basilica Prepositurale di San Vincenzo in Prato a Milano. Ha inciso per RTSI, Bottega Discantica e Tactus: l’ultima registrazione – per Tactus – è dedicata alle virtuosistiche trascrizioni per organo di note pagine wagneriane, firmate da Edwin Lemare. Nel 1996 si è laureato con lode in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha collaborato in veste di musicologo con il Teatro alla Scala, l’Orchestra «Verdi», il Festival «Milano Musica» e con altri importanti cicli concertistici. È direttore artistico di numerose e importanti rassegne: Festival Organistico Lauretano, ciclo concertistico ospitato presso il celebre Santuario di Loreto (AN) e presso le più importanti Basiliche nel mondo dedicate alla Vergine Lauretana, Vespri d’Organo a S. Vincenzo in Prato, Festival Organistico «La Fabbrica del Canto». Dal giugno 2008 è Direttore della Scuola di Musica Jubilate di Legnano. (www.giuliomercati.it) Mercoledì 7 settembre ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE FAÇADE, an entertainment UN TÈ ALLE 5 PER PASQUITO E LE SUE NINFE Testi di Edith Sitwell - musica di William Walton Silvia Manfrini, Giacomo Anderle, voci recitanti Modern Saxophone Quartet Enrico Dellantonio, sax soprano - Angel Ballester, sax contralto Stefano Menato, sax tenore - Giorgio Beberi, sax baritono Roberto Pangrazzi, percussioni FANFARE I II III HORNPIPE EN FAMILLE MARINER MAN IV V VI LONG STEEL GRASS THROUGH GILDED TRELLISES TANGO-PASODOBLE VII LULLABY FOR JUMBO VIII BLACK MRS.BEHEMOTH IX TARANTELLA X XI XII A MAN FROM A FAR COUNTREE BY THE LAKE COUNTRY DANCE XIII POLKA XIV FOUR IN THE MORNING XV SOMETHING LIES BEYOND THE SCENE XVI VALSE XVII JODELLING SONG XVIII SCOTCH RHAPSODY XIX POPULAR SONG XX FOX-TROT “OLD SIR FAULK” XXI SIR BEELZEBUB Silvia Manfrini Laureata in Lettere con una tesi in Storia del Teatro, ha studiato canto presso i Conservatori di Verona e di Vicenza. Nel 2007 ha concluso la formazione triennale in Funzionalità Vocale presso il Centro di Funzionalità vocale di S.Giustina (BL).Continua tuttora ad approfondire il metodo. Canta in varie formazioni spaziando dalla musica antica a quella moderna. Da anni si dedica con passione al teatro: ha lavorato come attrice sia in spettacoli per ragazzi che nel teatro di prosa. Inoltre affianca all’attività artistica l’insegnamento presso la Scuola Musicale dell’Alto Garda (SMAG) di Riva del Garda e il CAM di San Giovanni Lupatoto (Verona). Giacomo Anderle Attore, drammaturgo e regista. È autore di numerosi spettacoli per ragazzi e adulti. Ha collaborato con il Teatro Stabile di Bolzano; con la sede regionale di Trento della RAI (come autore e attore); con il gruppo norvegese Uendelig Teater; con l’artista spagnolo Jose Antonio Portillo; con lo scrittore Carmine Abate; con il gruppo “Circus Bosch” di Napoli; con i festival di teatro “Drodesera”, “Festival internazionale Mozart a Rovereto”, “Musica ‘900”, “Dinamismi museali” di Soveria Mannelli (CZ). Assieme alla compagnia Finisterrae Teatri, di cui è fondatore, e all’associazione New Project, collabora da anni con i gruppi Tiger Dixie Band, Saxophone Quartet e Walkin’ Brass, con cui ha realizzato gli spettacoli “Basta solo un po’ di jazz”, “Andante mosso”, “Musikanten”. Ha partecipato inoltre, come drammaturgo e interprete, ai progetti “Mesi d’autore” dell’ITC di Trento e “Vociferazioni” di Riva del Garda, collaborando tra gli altri con gli scrittori Michele Mari, Giulio Mozzi, Maurizio Maggiani e con il poeta Edoardo Sanguineti. Il “Modern Saxophone Quartet” è composto da quattro sassofonisti che lavorano insieme da alcuni anni cercando di conoscere ed evidenziare il sassofono in tutte le sue enormi potenzialità espressive, spaziando nel repertorio classico del ‘900 ed anche contemporaneo sconfinando anche nelle sonorità etniche ed jazzistiche. La formazione, avendo un vasto repertorio, ama dedicarsi a progetti tematici collaborando e confrontandosi anche con altri strumentisti; da questa idea sono nati i vari progetti che il quartetto ha elaborato negli ultimi anni, alternando periodi di studio ed elaborazione con cicli di concerti, che hanno visto protagonista il quartetto assieme a solisti come il fisarmonicista Simone Zanchini nel progetto “IMAGENES DE TANGO”, dedicato alla musica del compositore italo-argentino Astor Piazzolla, o con il pianista Paolo Zannini nel programma ”DUE AMERICANI A PARIGI” dedicato alle musiche di G. Gershwin, D. Milhaud, A. Piazzolla, D. Ellington. Oltre all’attività concertistica il gruppo, nel maggio 2000, ha registrato un CD dal titolo “Imagenes de tango” per l’etichetta Velut Luna CVLD04200, nel 2008 ha registrato un Cd con libro e testo recitato dal titolo Tras i “Chedres de na espojizion” - libro con cd Istitut Cultural Ladin 2009. [note al programma] Il nuovo progetto proposto dal quartetto è una travolgente ondata di ironia: “Façade”, l’opera più geniale del compositore inglese William Walton (1902-1983), uno dei protagonisti più importanti del Novecento inglese che ha portato avanti un interessante tentativo di ampliamento degli orizzonti musicali. Esplorando i suoni del Mediterraneo, dalla musica popolare spagnola alle fantasie arabe, ha cercato di attuare una originale integrazione con la tradizione anglosassone ed il linguaggio musicale colto. Façade, opera per voce recitante ed ensemble del 1922, è una composizione permeata da spirito giovanile composta su testi di Edith Sitwell. I suoi versi vanno inseriti all’interno dello sperimentalismo di inizio secolo nel loro tentativo di evocare atmosfere attraverso l’onomatopea e la libera associazione di idee. Il linguaggio è musicale per se stesso, motivo per il quale la partitura si preoccupa solo di fornire una scansione ritmica ben precisa alla voce recitante che mai si abbandona al canto. Completamente a suo agio all’interno del mondo surreale, Walton riesce a cogliere e valorizzare tutte le atmosfere descritte in questo viaggio, sottolineando gustosamente i sapori etnici mediterranei e lasciandosi trasportare dagli echi del jazz. L’ opera del musicista inglese viene proposta nell’arrangiamento per quartetto di saxofoni, percussioni e voce recitante. La messinscena dialoga con la musica di Walton, in un gioco che non si limita all’aspetto musicale, ma che si sviluppa nelle azioni e nella gestualità dell’attore in un divertito e surreale accostamento di elementi e situazioni assai distanti tra loro, come, ad esempio, un distinto gentleman inglese in bombetta che prende il tè sulla Plaza de Toros di Siviglia in compagnia di Ulisse. [email protected]