www.lagazzettadelpirata.net LA GAZZETTA DEL Pirata Periodico indipendente di libera informazione Numero 4 Anno II Gennaio 2007 La Gazzetta del Pirata è un periodico amatoriale no-profit distribuito sotto Creative Commons License. Non ci assumiamo nessuna responsabilità per ciò che viene scritto! Gennaio 2007 Un nuovo anno si appalesa all'orizzonte... e noi siamo sempre in viaggio, pronti ad affrontarlo con il consueto entusiasmo e rinnovato vigore. Le feste ci hanno ritemprato l'animo e adesso ci gettiamo nella mischia con passione. E per rispettare la tradizione, cosa meglio dei tradizionali "botti" per festeggiare il nuovo anno? Il primo numero del 2007 della Gazzetta è un esplosione di notizie, uno sfavillio di interviste e, speriamo, denso di spunti interessanti per future discussioni e riflessioni.... come sempre abbiamo dato il massimo e speriamo che il nostro lavoro sia di vostro gradimento! Ma ora bando alle ciance, è ora di salpare di nuovo... sciolte le cime, vele al vento e vedette in coffa, pronti per altri viaggi.... la redazione della Gazzetta del Pirata La gazzetta del Pirata Sommario La Gazzetta diventa cliccabile Pirati Famosi: Intervista a Paolo Attivissimo Messaggi In Bottiglia : Manifestazione del 10/12/2006 pareri ed impressioni dei partecipanti Notizie Dai Porti: Radio Elativo: web-radio e copyleft si incontrano Legalmente: Quattro chiacchiere con Simone Aliprandi Le Vignette di Torny I titoli nel sommario vi porteranno sulle varie pagine del pdf, mentre quelli dei singoli articoli direttamente sulle discussioni in board per intervenire attivamente ed interattivamente Thanks to La gazzetta del Pirata Pirati Famosi Intervista a Paolo Attivissimo Questo mese la Gazzetta ha messo a segno un bel colpo! Infatti siamo lieti di potervi offrire l’intervista che ci ha gentilmente rilasciato il buon Paolo Attivissimo… Il personaggio è senza dubbio notevole e decisamente ben conosciuto; chi è solito surfare per il web con una certa curiosità si sarà imbattuto almeno una volta nel suo famosissimo “servizio antibufale”. Per gli assenti, i distratti o semplicemente chi ne ignora completamente l’identità ecco una scheda riassuntiva del nostro ospite: • Nato a York (Regno Unito) nel 1963; • Autore di libri d'informatica (fra i quali L'Acchiappavirus, Da Windows a Linux, Internet per tutti) e articoli su Internet e nuove tecnologie per riviste online (Apogeonline, Zeus News, Punto Informatico, The Register) e per Gazzetta dello Sport, PC Magazine, Linux Magazine, Computer Idea; • Creatore e gestore del Servizio Antibufala e della newsletter "Internet per tutti"; • Collaboratore e consulente per servizi radio e televisivi di RTSI (MondoWeb, Il Quotidiano), RAI (La radio a colori, Caterpillar, RAI Community, Explora) e Radio Popolare • Relatore a conferenze su Linux, sicurezza informatica e diritti del cittadino nell'era digitale. Biografia Paolo Attivissimo vive fra Svizzera, Inghilterra e Italia con moglie, gatti e figli. Nel 1994 affianca alla propria consolidata attività di traduttore tecnico quella di autore di libri divulgativi d'informatica per il mercato italiano. Dopo aver pubblicato “Il modem per tutti” e “Winword per tutti”, scrive “Internet per tutti”, che con quattro edizioni diventa la più venduta guida italiana all'allora nascente Rete. Iniziano così le consulenze informatiche, le collaborazioni con riviste online e giornali e le partecipazioni a conferenze e trasmissioni radiofoniche e televisive (RAI, RTSI) sui temi informatici e sulle nuove tecnologie, e vedono la luce altri libri sulla telefonia mobile (Il telefonino, Apogeo) e sulla migrazione verso il sistema operativo Linux (Da Windows a Linux, con Roberto Odoardi, Apogeo). Nel 1997 lancia la newsletter gratuita Internet per tutti, dedicata ad avvisi di sicurezza, novità informatiche e tecniche antitruffa, che conta attualmente oltre 10.000 iscritti e circa 30.000 lettori indiretti grazie alla ridistribuzione effettuata da numerosi siti (Zeus News e altri). A partire dal 1997, scrive una serie di articoli settimanali d'informatica per la Gazzetta dello Sport in occasione del lancio del sito Gazzetta.it. La serie prosegue fino al 2001, con oltre 130 articoli pubblicati. Nel 1999 è il primo utente italiano a ottenere il rimborso per un Windows inutilizzato, come previsto da una poco nota clausola della licenza Microsoft. Dal 2001 gestisce come moderatore il forum Internet per tutti di RAI Community. Nel 2002 lancia il Servizio Antibufala: una raccolta di indagini, consultabili via Web e in continua espansione, sulle catene di sant'Antonio, i falsi allarmi, le dicerie e le truffe che circolano via Internet, consultata finora da oltre 2.200.000 visitatori. Ha da poco terminato la pubblicazione di un nuovo libro, L'acchiappavirus (Apogeo), dedicato alla divulgazione della sicurezza informatica per l'utente comune, che come altri suoi testi viene pubblicato integralmente online già durante la lavorazione ed è liberamente scaricabile, oltre a essere acquistabile in libreria in forma cartacea. La sua attività e le sue pubblicazioni online sono raccolte presso il sito www.attivissimo.net. Fatte le dovute presentazioni e salvati galateo e netiquette passiamo al testo dell’intervista… buona lettura! ti Pira si o Fam La gazzetta del Pirata 1. Attivissimo di nome e di fatto: radio, libri, siti internet, un uomo dalle mille iniziative. Il filo conduttore principale sembra essere il web. Come e da cosa nasce questa grande passione per la rete? Nasce nei primi anni Novanta, quando la Rete sbarca in Italia anche per i comuni mortali (prima era riservata ai centri di ricerca): per me che venivo dall’esperienza delle BBS e trovavo già eroico che ci fosse qualcuno che, per passione, permetteva alla gente di scambiare messaggi via computer nella medesima città, scoprire che si poteva fare altrettanto conversando con tutto il mondo fu una rivelazione. L’editore Apogeo, per il quale lavoravo all’epoca, mi propose di scrivere un libro sul nascente fenomeno Internet. Così ebbi accesso in anteprima alle meraviglie della Rete ed è stato amore a prima vista. Dalla Rete ho imparato tantissimo in moltissimi campi, non solo tecnologici, e ancora adesso riesco a provare il piacere della scoperta di nuove idee, soluzioni e nozioni; così cerco di far conoscere agli altri questo piacere, che allarga gli orizzonti della mente e permette di uscire dal ghetto dell’informazione (o disinformazione) urlata che troppo spesso riceviamo attraverso i media “tradizionali”. Adoro scrivere e raccontare le cose che scopro, e la Rete mi ha offerto un modo per pubblicare senza passare dai filtri e dai condizionamenti economici dell’editoria tradizionale. Questa, al di là di tutte le questioni tecnologiche, è la forza e la bellezza di Internet: tutti possono essere autori ed editori. La cultura e la creatività non sono più costrette a passare al vaglio di chi possiede la tipografia, la rotativa o l’emittente radiotelevisiva. Questo a volte produce risultati deprimenti, ma il bilancio complessivo è, a mio avviso, largamente positivo: abbiamo guadagnato molto più di quanto abbiamo perso. 2. Il modem per tutti; internet per tutti... i tuoi libri hanno come punto in comune la scelta di una “platea” ben precisa. Come mai la scelta di puntare sugli utenti meno accorti? Perché se sono meno accorti, sarà più facile rifilare loro uno dei miei libri! Battute a parte, c’è già tanta gente ben più esperta di me che scrive ottimi libri d’informatica, tecnicamente rigorosi, ma linguisticamente difficili: quello che manca è qualcuno che traghetti il lettore verso queste opere “pesanti” dandogli le basi per renderle più digeribili e usando un linguaggio chiaro e informale, come già avviene in altri paesi. Così mi ci sono cimentato, e devo dire che è andata molto bene: non diventerò mai ricco, ma sicuramente ho avuto delle grandi soddisfazioni personali. Arrivare in una città lontana per un convegno e trovare un lettore contento che m’invita a mangiare insieme una pizza e una birra vale per me molto più di qualche royalty in più. 3. Una delle tue iniziative più conosciute e amate è il servizio “antibufale”; come mai questa passione per gli oax? È un'attività divertente come può sembrare vista da fuori? Hai qualche aneddoto divertente da regalarci? E’ nata per pigrizia: anni fa, scrissi nelle prime edizioni di “Internet per tutti” una paginetta che riassumeva le storie (vere e false) più diffuse della Rete. I lettori cominciarono a segnalarmi altre storie analoghe che conoscevo, ma non avevo incluso per esigenze di spazio, e per evitare di ripetere tante volte la stessa spiegazione ebbi quella che pensavo fosse un’idea geniale: fare una paginetta Web con le spiegazioni e invitare i lettori a leggerla. Mal me ne incolse: fui sommerso da ulteriori segnalazioni di nuove bufale, varianti di bufale vecchie, appelli autentici, truffe e quant’altro. E così mi trovai involontariamente nel ruolo di “detective antibufala”. E’ un’attività senz’altro stimolante, anche perché capita spesso di avere l’occasione per approfondire qualche piccolo mistero, ma non è necessariamente divertente. A volte mi capita di indagare su appelli medici che si rivelano ti Pira si o Fam La gazzetta del Pirata terribilmente reali e irrisolvibili; spesso ricevo insulti da chi non accetta che i propri preconcetti vengano messi in discussione (penso alle mille polemiche sulle bufale dei complottisti lunari e dell’11 settembre). Ma sono cose che fanno parte del mestiere e sono compensate ampiamente dal piacere di ricevere le mail di chi ha evitato un raggiro o una brutta figura grazie a una mia indagine antibufala. Di aneddoti ne ho tanti, ma credo che il caso di Valentin, il sedicente ragazzino russo di Kaluga che chiede aiuto via mail perché muore di freddo (sin dal 1999) mentre è in realtà un truffatore che approfitta del buon cuore della gente per arricchirsi, sia uno dei più gustosi. Valentin non ha resistito all’ingordigia: quando le autorità postali gli hanno detto che riceveva talmente tanti oggetti dall’estero che era necessario pagare il dazio d’importazione, invece di volare basso e pagare l’obolo, ha disseminato la propria città di volantini anonimi nei quali accusava i postini di rubare la corrispondenza. Ovviamente le autorità hanno capito subito chi aveva diffuso i volantini, anche perché Valentin ha un passato molto pittoresco: in una truffa precedente, perpetrata sempre via e-mail, si spacciò per un rappresentante dei soldati di una base di missili nucleari che non ricevevano lo stipendio da mesi. O ci mandate un po’ di soldi voi occidentali, diceva l’appello, o noi lanciamo i missili. L’e-mail finì per allertare le ambasciate russe di mezza Europa e Valentin passò un po’ di tempo nelle scomode galere dell’ex Unione Sovietica. Quando scrissi la mia indagine su di lui, invece di fabbricarsi un’identità plausibile per confondermi e lasciare il dubbio sulla sua attività, iniziò a minacciarmi ed attaccarmi con incursioni informatiche (prontamente respinte). E’ insomma un truffatore molto maldestro, che grazie alla sua reazione scomposta ora non riesce più a fare vittime in Italia: la sua paranoia, infatti, lo spinge a pensare che tutti coloro che gli rispondono dall’Italia siano miei “agenti”. 4. Recentemente il famoso settimanale americano Time ha eletto personaggio dell'anno 2006 il popolo della rete, indicandolo tra le motivazioni “Per aver preso le redini dei media globali, per aver fondato e aver dato forma alla nuova democrazia digitale, per aver lavorato gratis e aver battuto i professionisti al loro stesso gioco, la Persona dell'Anno 2006 di Time siete voi”. Da esperto “websurfer” cosa ne pensi di questa scelta? Ne condividi le motivazioni? Sono assolutamente d’accordo e condivido le ragioni della scelta. Per troppo tempo si è fatto finta di non capire che la Rete è costruita e si evolve secondo le esigenze e le ispirazioni dei suoi utenti, non secondo i desideri di profitto dei discografici o le ambizioni di controllo di qualche magnate dei media. Si è pensato che occorresse fornire contenuti agli utenti, ma era piuttosto evidente, per chi voleva guardare la realtà, che gli utenti erano e sono perfettamente in grado di autoprodurre i contenuti. 5. Entriamo più nello specifico. Uno dei temi caldi che da sempre impazza in rete è il fenomeno del cosiddetto “file sharing”. Anzi da recenti indagini risulta che la spinta alla diffusione di massa delle connettività a banda larga sia dato proprio dall'opportunità di scambiare materiale in una sorta di feedback retroattivo. Cosa ne pensi di questo fenomeno? Il file sharing in quanto tale è un ottimo sistema per garantire la sopravvivenza delle informazioni. Distribuendone mille copie per il mondo, è difficile che un documento o una foto o un filmato possano scomparire a causa di guasti, censure o liti sul diritto d’autore. In questo senso, anche la cosiddetta “pirateria” è un bene in termini culturali: preserva ciò che qualcuno, spesso per motivi tutt’altro che culturali, vuole far sparire dalla circolazione. Le scene razziste di Fantasia, per esempio, o le versioni originali di canzo- ti Pira si o Fam La gazzetta del Pirata ni, film e telefilm-culto che oggi sono “politicamente scorrette”, sopravvivono grazie al file sharing nonostante i tentativi dei loro creatori (o, più spesso, meri proprietari commerciali) di rivederli e falsarli, riscrivendo così la storia. I pirati, come dico spesso, sono i custodi della cultura. E la cultura è troppo preziosa perché la sua distribuzione venga lasciata in mano a un pugno di editori, discografici e produttori di film. C’è poi da considerare che il file sharing non è giocoforza illegale, checché ne dicano gli editori e certi altri personaggi poco informati, ma molto interessati: con il file sharing si possono condividere, e si condividono, libri, foto, filmati, brani musicali non vincolati dal diritto d’autore. Anzi, il file sharing diventa un canale per farsi conoscere. I miei libri sono scritti appositamente per essere distribuiti via Internet. Molti musicisti rifiutano i sistemi anticopia e liberano le proprie canzoni in Rete, spesso col risultato di incrementare le vendite grazie alla maggiore visibilità. Ancora una volta, la cultura non piove dall’alto, ma viene dagli utenti. 6. Il punto critico di questo fenomeno è come noto la condivisione tra utenti di materiale coperto da copyright tu, che sei anche autore di libri e, come tale, detentore di copyright cosa pensi di questo aspetto del file sharing? Penso che il diritto d’autore com’è oggi abbia perso di vista lo scopo per il quale era nato. Il diritto d’autore era un patto sociale: noi, società civile, concediamo a te, autore, un monopolio temporaneo su quello che crei, così potrai creare altra cultura. In cambio, quando scade il periodo di monopolio, la tua produzione diventa disponibile liberamente a tutti, così gli artisti che vengono dopo di te possono costruirvi sopra senza timore di liti legali. Ma se il monopolio da temporaneo diventa quasi eterno (70 anni dopo la morte dell’autore!), allora il patto è violato. Che senso dare diritti all’autore quando è morto? Di certo non è più in grado di creare nuova arte, una volta cadavere, per cui il principio ispiratore (l’incentivazione della cultura) è andato a ramengo. Come se non bastasse, le tecnologie anticopia e le leggi che le riguardano ambiscono a stravolgere anche questa durata già oggi assurda del diritto d’autore, rendendolo realmente eterno. Un file protetto con cifratura anticopia (DRM) non perde la propria protezione allo scadere del periodo di tutela dei diritti dell’artista. Rimane lucchettato per sempre (salvo che qualcuno scopra il modo di rompere il lucchetto). Come autore, credo che ci si debba adattare a un nuovo mercato: i sistemi anticopia non funzionano, vengono sistematicamente scavalcati e causano disagi soltanto agli utenti legittimi che non vogliono imparare le complesse tecniche anti-anticopia. Per cui la commercializzazione deve adeguarsi a questo stato di cose, trovando formule innovative: per esempio, il file PDF dei miei libri non intacca le vendite della versione cartacea, ma le complementa, permettendo al potenziale acquirente di provare prima di pagare, e intanto fa parlare di sé in Rete, evitando i costi di una promozione tradizionale. Finché non si capisce questo concetto, si rischia di fare la figura dei maniscalchi che chiedevano il boicottaggio delle prime automobili. 7. Periodicamente si ha notizia di iniziative, intraprese dagli enti preposti alla tutela del copyright (soprattutto americani RIAA, MPA,BSA) in collaborazione con le forze dell'ordine locali, tese a colpire quella che loro definiscono, tout court, pirateria. Queste azioni colpiscono indiscriminatamente sia chi duplica materiale protetto per trarne illecito guadagno, sia chi condivide materiale senza tranne il minimo profitto e anche, in non pochi casi il ragazzino che si scarica un paio di mp3. Tu cosa ne pensi? Credo che qualunque industria che si metta a far causa ai propri clienti perché non comprano il suo prodotto abbia fallito completamente il suo compito. Questi compor- ti Pira si o Fam La gazzetta del Pirata tamenti brutali e prepotenti, spesso rivolti a utenti giovani e squattrinati (mentre le centrali della pirateria organizzata prosperano alla luce del sole), non fanno altro che spingere i clienti a rivolgersi altrove. Alle case discografiche alternative, alla free music legalmente scaricabile da Internet, all’autoproduzione. E come si fa a spiegare a un ragazzino che Madonna si porta a casa 45 milioni di dollari per una canzone (pagati da Microsoft), ma non tollera che lui ne abbia una copia senza pagare? Come si fa a spiegargli che non deve copiare le canzoni o i film, quando su ogni CD/DVD vergine che compra c’è una tassa preventiva applicata proprio per compensare i presunti costi della pirateria? 8. I cosiddetti pirati a loro difesa sostengono che le attuali leggi italiane ed internazionali sul copyright bloccano la libera circolazione delle idee e dei contenuti e, oltre a questo, che i prezzi raggiunti dal materiale da entertainment sono ormai stratosferici. Secondo te sono scuse accampate da chi vorrebbe tutto subito e gratis o è una posizione condivisibile, anche solo parzialmente? Condivido solo in parte. Capisco che ci sono coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese però non vogliono restare culturalmente esclusi, ma troppi di coloro che si lamentano perché un DVD di prima visione costa 25-30 euro spendono disinvoltamente la stessa cifra, e anche di più, in benzina per il SUV, sigarette, popcorn, abbonamento alla pay TV o allo stadio, o abiti firmati. I prezzi non sono esagerati e non sono il vero problema. I codici regionali e i sistemi anticopia, invece, limitano davvero la libera circolazione delle idee, e non è questione di costi. Se vado in USA e compero legalmente un DVD di un film, la legge mi vieta di guardarlo in Italia. Questo è castigo senza delitto. 9. Quale potrebbe essere, se pensi che ci sia, un punto di equilibrio tra i titolari dei diritti e uno scaricatore? Ci sono almeno un paio di soluzioni interessanti: la prima è un ritorno al diritto d’autore a breve termine: una decina d’anni, per esempio. La stragrande maggioranza delle opere artistiche ha successo nei primi dieci anni dall’uscita. Perché una canzonetta dovrebbe beneficiare di una tutela giuridica più lunga di quella di un farmaco salvavita, il cui brevetto scade ben prima della morte del suo creatore? La seconda è una “tariffa flat” per il diritto d’autore. Invece dell’attuale, fallimentare sistema di controllo delle copie e delle tirature, il cittadino potrebbe pagare un importo forfetario mensile ed avere il diritto di copiare tutto quello che gli pare. Tanto c’è un limite fisiologico al numero di film o canzoni che una persona può fruire. Questo eliminerebbe tutti gli oneri amministrativi di gestione dei diritti, con bollini SIAE e altre follie. L’informatica, grazie al watermarking, consentirebbe di automatizzare le statistiche di ascolto/visione e quindi devolvere gli introiti agli artisti che realmente vengono più fruiti, invece di dare più soldi a chi è già in cima alla classifica come avviene attualmente. Non vi sarebbe più alcun incentivo alla pirateria o a scroccare, dato che comunque la tassa sarebbe da pagare, ma vi sarebbe la possibilità di scegliere a chi devolverla: ai nostri artisti e attori preferiti. 10. Recentemente si è assistito alla nascita di diversi movimenti, come il piratapartiet svedese, che sembrano intenzionati oltre che a creare una pressione per modificare le leggi sul copyright a trasformare il p2p da condivisione indiscriminata e ai limiti della legalità a fenomeno culturale. Ti sembra una strada percorribile? E’ senz’altro una provocazione necessaria per scuotere i politici dal torpore indotto dalle lobby discocinematografiche. Non so se sarà la soluzione giusta, ma sicuramente ha il merito di far parlare del problema. Ormai anche i burosauri cominciano a rendersi ti Pira si o Fam La gazzetta del Pirata conto che l’attuale sistema del diritto d’autore è stantio e troppo macchinoso. Ben venga anche il partito dei pirati, se contribuisce a riformare in modo equo questa palla al piede per la diffusione della cultura. 11. A questo proposito a Milano si è tenuta la prima manifestazione italiana del cosiddetto popolo del p2p. Al di la' del dato numerico oggettivamente scarso, cosa pensi di questa iniziativa? L’idea è buona, almeno per contarsi e vedere che tipo di reazione si ottiene. Purtroppo è un risultato che non stupisce, perché (e mi dispiace doverlo dire) in un paese a bassissima legalità, nel quale le leggi vengono violate sistematicamente dalla stragrande maggioranza dei cittadini anche per motivi futili (chi si ferma per i pedoni sulle strisce? Chi evita di gettare la spazzatura per terra?) e dove esibire una copia fatta a scrocco è un motivo di vanto anziché di vergogna, è difficile fare discorsi di copyright che trascinino le masse. Non gliene importa a nessuno perché tanto il copyright si viola già e il rischio di sanzioni è infinitesimo. La copia abusiva è un reato che è materialmente impossibile contrastare seriamente perché avviene quasi sempre in casa. E non credo che la polizia abbia come massima priorità la tutela degli introiti di Vasco Rossi o della popstar preconfezionata del momento, al punto da istituire ronde antipirateria con perquisizioni porta a porta. 12. Un ultima domanda... che tipo di pizza preferisci? A parte quelle piccanti, tutte! Nota Legale questo documento è liberamente distribuibile purché intatto e con indicazione del suo autore, secondo le leggi vigenti. In conclusione non ci resta che ringraziare Paolo per la cortesia, la disponibilità e la simpatia con cui si è prestato ai nostri maldestri tentativi giornalistici. È evidente che ci toccherà preparare una consistente spedizione di pizze vari gusti per ringraziarlo… A cura di Stegosauro La gazzetta del Pirata Messaggi in bottiglia M a n i f e s ta z i o n e N a z i o n a l e scambioetico Come saprete il 10 dicembre 2006 si è tenuta a Milano, organizzata da Scambioetico, la prima manifestazione italiana per chiedere una modifica delle attuali leggi sul diritto d’autore. Questo mese abbiamo pensato di offrivi pareri e commenti di chi ha personalmente partecipato all’evento; abbiamo quindi raccolto gli interventi degli utenti di TNT Village che erano presenti e, per completare il quadro, una breve intervista a Nicola Bassan, coordinatore segreteria regionale lombarda dei giovani DS, che, oltre ad aver appoggiato la manifestazione dal punto di vista pratico, ha anche fornito una sede operativa al movimento per organizzare al meglio la prima Assemblea Costituente. Ci si è sembrato interessante fare una panoramica complessiva su questo evento, anche da un punto di vista più squisitamente politico, dal momento che ogni eventuale proposta di modifica dovrà necessariamente passare per il “Palazzo”. Iniziamo con gli interventi dei ragazzi di TNT 1) Questa iniziativa, la prima nel suo genere, è stata organizzata fondamentalmente con un “passaparola” via web; al di la del dato meramente numerico, oggettivamente scarso, che bilancio trarreste da questo primo evento? Fampeg : Un bilancio sicuramente positivo anche perché, tutto sommato, i tempi di diffusione sono stati bassissimi. Abbiamo organizzato il tutto in 4 gatti e in meno di 20 giorni abbiamo scelto una data non propriamente ideale: la domenica del ponte di san Ambrogio e una location poco centrale. D'altro canto abbiamo deciso di manifestare in modo quasi accessorio alla costituzione di Scambioetico. Carrot : E' stata una prima iniziativa e dunque non fa testo per il futuro, ma è stato scoraggiante vedere che dopo tutto il tamtam che è stato fatto ci siamo ritrovati in meno di cinquanta, parenti e amici compresi; d'altro canto, abbiamo evitato di trovarci con delle teste calde, dato che chi ci è stato di certo era motivato e responsabilizzato, non portato a fare ragazzate, e si vedeva. Purtroppo senza grandi numeri non si muoverà niente, ma era una cosa che andava fatta. Magari qualche anno prima e da altri, ma è un discorso a parte. Zampetta : Credo che al di là del numero esiguo dei partecipanti sia stata un vero banco di prova e si possa considerare ormai sdoganata – spero! – la paura per ulteriori iniziative! Unip@c: Grande merito agli organizzatori che hanno creduto in questa cosa.... Ma anche grande delusione per chi ha promesso e non mantenuto... Forse la paura di esporsi? 2step: Il numero non conta, ma l'impegno e la costanza del singolo individuo che partecipa al progetto. Prestige: Il bilancio è sicuramente positivo. Era una "prima", l'importante era rompere il ghiaccio, e questo è stato fatto. Tutto ciò che succederà da oggi in poi, qualcosina lo si dovrà anche a questa giornata e a questa manifestazione. 2) Tra i commenti successivi all’evento letti su vari forum come ad esempio Punto Informatico, molti hanno detto “50 in piazza 56 i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata milioni a casa tanto non vi fila nessuno” cosa rispondereste per convincerli del contrario malgrado sia molto difficile? Fampeg: Io ho letto sia commenti positivi che negativi. Di quelli positivi mi beo di quelli negativi che dire ...almeno noi abbiamo tentato e tra parentesi ci siamo riusciti. Carrot: Il fatto che non ci sia stata partecipazione non vuol dire che si tratti di un argomento che non interessa, solo che si ha timore di esporsi per il rischio di conseguenze; se si facesse un sondaggio sull'argomento (in modo da far capire bene di che si parla) il risultato non sarebbe per forza a favore del mantenimento della legislazione attuale. Parlo ovviamente di un sondaggio non online, altrimenti già in partenza si selezionerebbe il campione rendendo contestabili i dati. Zampetta: Che per loro vorrei da parte della Finanza e della Polizia Postale TOLLERANZA ZERO! Unip@c: Se chi ha scritto questa frase fosse venuto in piazza a manifestare, sarebbe stato meglio. 2step: In piazza erano molto pochi anche perchè in 10 giorni non si può fare molto, io ribadisco lo stesso concetto, non conta il numero, ma l'impegno che uno da. Prestige: Per fortuna non tutti ragionano così. Per fortuna esiste ancora qualcuno che vuole lottare contro i mulini a vento. Per fortuna c'è chi porta avanti i propri ideali e principi "solo" perchè li sente propri. Per vari motivi la partecipazione non è stata così copiosa come ci si aspettava, ma io sono convinto che tra i 56 milioni in tanti speravano che ci fossero 50 persone che ci mettessero la faccia. 3) Ovviamente si parla di un tema relativamente “settoriale”, che quindi può non avere presa sul grande pubblico o sull’uomo della strada, ma come mai, sempre secondo voi, gli organi di informazione hanno dato una copertura pari a zero malgrado siano stati avvertiti con ampio anticipo? Fampeg: La poca copertura è da attribuirsi a due fattori a mio parere: il primo, colpa nostra, troppo poco tempo e poca abitudine a diffondere notizie fuori dai canali costituzionali per noi; il secondo perché come potevamo pensare che gli organi di stampa si interessassero a degli sconosciuti? Dopo quello che abbiamo fatto, magari, saremo un poco meno sconosciuti. Carrot: Per prima cosa non fa notizia, è più importante parlare di argomenti da rotocalco; in secondo luogo ci sarà stata anche una censura, autoimposta o no vallo a sapere. Chi possiede le fonti di informazione ovviamente ha interesse a non parlarne, ma in effetti mi sarei aspettato maggiore interesse da parte di chi si proclama libero e alternativo, parlo in generale, dunque in primis di radio, TV e giornali. Sottovalutazione dell'argomento oppure voluto disinteresse? Su questo non ho una risposta né un parere. Zampetta: Perché solo se ci sono feriti o Black Block si "degnano" di parlarne e poi per il potere della Siae,secondo me l'Opus Dei della musica. Unip@c: Questo vuol dire che se fosse stato pubblicizzato di più, forse si sarebbe mosso qualcosa che poteva spaventare o dare fastidio a qualcuno. 2step: Beh..L'ansa ci ha scritto 10-15 righe a fondo pagina, secondo me questo è gia tanto. Prestige: Non so. Probabilmente se fossimo riusciti a portare "Qualche velina" o se avessimo investito una gattina durante la manifestazione, avremmo avuto più attenzioni... i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata 4) Cosa pensate di iniziative di questo genere? Secondo voi possono costituire un primo passo verso un cambiamento della cosiddetta Legge Urbani? Fampeg: Sicuramente sì, se nessuno dice nulla, nulla si muove; se incominciamo a dire la nostra prima o poi saranno costretti ad ascoltarci. Questo era un primo passo ricordando che però la manifestazione era un accessorio alla costituzione di Scambioetico. Carrot: Che io sappia altri passi non ce ne sono stati, e dunque sicuramente è stato un primo passo. Ma non è detto affatto che porterà a qualcosa, anzi: dato che la decisione finale deve essere politica, sono decisamente pessimista. Di politici che lavorano per l'interesse comune e non per quelli personali o dei potenti gruppi di pressione ora come ora ne vedo pochini, e certo non ai vertici. Zampetta: Si deve fare ancora di più! Unip@c: Assolutamente SI'!!!! 2step: Io penso che una manifestazione sia gia un grande passo, purtroppo abrogare o modificare una legge richiede moltissimo tempo, ci vuole molta pazienza da parte dei rappresentanti principali del movimento. Prestige: Assolutamente si. Non so come procederemo nella strada che porterà alla modifica della cosiddetta Legge, ma sicuramente questo è stato il primo passo! 5) Qual è, se c’è, il confine tra “cultura libera e circolazione delle idee” e pirateria vera e propria? Fampeg: Per parlare di confini servono le discriminanti e ora l'unica discriminante è la Legge Urbani, quindi sono la stessa cosa. Sta a noi far sì che venga riconosciuta e legittimata la differenza chiedendo una diversa discriminante, quindi una nuova legge. Carrot: Non ci sarà mai, ma una riga va pur tracciata da qualche parte, e adesso è stata tracciata in modo troppo costrittivo. Sono consapevole che su Internet il diritto d'autore non viene tutelato, Scambioetico si propone come parte in un dialogo con le istituzioni ed i possessori di diritto d'autore e cerca di suggerire e far tracciare un limite ragionevole, ma per il momento i suoi potenziali interlocutori non vogliono dialogare, e in queste condizioni non si va da nessuna parte. Per me un limite ragionevole è, detto in generale, quello che consente a chi produce nuovi contenuti di guadagnarci per un certo tempo, fin quasi alla fine della potenziale curva di acquisto, ed a prezzi ragionevoli per l'utenza. Cosa che adesso è difficile riscontrare. Zampetta: Che la seconda ci "specula" come primo scopo, figurati che le cose che scarico io tranne qualche film ai miei genitori - non le copio per nessuno! Unip@c: Il confine c'è: chi scarica e scambia per circolazione di idee, e chi fa della pirateria scaricando e traendo dei profitti, e questo è sbagliato. 2step: Io penso che scaricare da internet non è ASSOLUTAMENTE UN REATO, anzi a mio parere significa: "CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO ED ALLA DIFFUSIONE DI UN OPERA". Prestige: Definire IL confine è sicuramente impresa ardua, ma certamente c'è. Così come è assurdo pensare che tutto dovrebbe essere "cultura libera", è altrettanto assurdo il contrario, che tutto sia pirateria. Un limite quindi c'è. Definirlo, ripeto, sarà un processo lunghissimo, ci saranno molti parametri da valutare (uno su tutti la presenza o no del fine di lucro), ma sicuramente verrà delineato. i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata 6) Quale potrebbe essere, secondo voi, un punto di equilibrio ragionevole tra detentori dei diritti e “scaricatori”? Fampeg: Già l'auto regolamentazione di TNT può essere vista come base per creare un equilibrio dove chi crea , e non chi distribuisce, ottiene un utile da attività e chi fruisce una libertà culturale. Carrot: Penso che quello proposto da Scambioetico sia un buon punto di partenza, anche se andrebbe ulteriormente differenziato; quando si entra nei dettagli i principi vanno adeguati. Zampetta: Abbassare di molto il prezzo degli originali. Perché se un cd con dieci brani di Vasco costa alla casa discografica tre euro, lo rivende a 20? Unip@c: Un punto di equilibrio potrebbe essere i costi dei detentori di diritti... TROPPO CARI!!!! Prestige: Anche in questo caso, sono certo che il punto di equilibrio ci sia. Per dire quale potrebbe essere, sarebbe necessario sedersi ad un tavolo con le varie parti interessate alla questione e discuterne. E questo a mio parere era lo scopo della manifestazione, riuscire ad ottenere che si parli di una situazione che a nostro parere non funziona. Non abbiamo una soluzione da proporre, ma vogliamo trovarla. La cosa importante ora è una presa di coscienza che le cose così come sono oggi, non funzionano. Una volta che questo sarà assodato, penseremo alle possibili soluzioni. 7) Cosa pensate delle leggi, italiane ed estere, a difesa dei diritti d’autore? Dovrebbero essere cambiate? Fampeg: Potrebbero andare bene anche così a patto che si regolamenti diversamente lo sfruttamento di questi diritti lasciando libera circolazione culturale alle opere e mantenendo il controllo sui diritti commerciali dell'opera stessa. Carrot: Quella italiana sì; non posso dare un parere per quelle estere, non ne sono a conoscenza. Il punto di equilibrio ideale dovrebbe essere una legge che tuteli il diritto d'autore, ma senza danneggiare il diritto alla conoscenza ed alla cultura. Ma mi rendo conto che sto parlando di una situazione irreale... quella italiana, ma sicuramente per me andrebbero cambiate. Il punto che mi fa più specie è che il titolare dei diritti su un'opera puo' decidere che l'opera possa essere ritirata dalla circolazione senza dover addurre alcuna motivazione. Questa è censura... Sempre a mio parere. 8) Ci sono varie associazioni, principalmente americane (RIAA, MPA, BSE) che, sostenendo di tutelare i diritti dei creatori delle cosiddette “opere d’ingegno”, lanciano vere e proprie crociate nei confronti del “popolo del p2p”, avvalendosi della collaborazione delle forze dell’ordine di molti paesi e ricorrendo spessissimo a denunce “a tappeto” senza discriminare tra il ragazzino che scarica qualche mp3 e chi magari trae un profitto dalla vendita di materiale contraffatto. Qual è il vostro pensiero in merito? Unip@c: NO COMMENT! Fampeg: Questo è un altro punto interessante. Le associazioni difendono il loro diritto a guadagnare sull'altrui ingegno, della serie non so fare nulla, ma ho diritto anche io di mangiare. D'altro canto in tutti i campi esistono tali passaggi che cagionano un ingiustificato aumento di prezzo del bene all'utente finale. Prestige: Si. Sinceramente, non conosco nel dettaglio nemmeno Carrot: Buoni propositi, pessime azioni; ed io penso che la gente Zampetta: Sì, Svezia Docet! i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata vada giudicata per quello che fa, non per quello che dice di essere. Mettere in atto pratiche tecniche per contrastare la condivisione ci può anche stare, fa parte del gioco, denunciare chi smercia per profitto è doveroso, ma prendersela con i poveracci è vergognoso e li rende ridicoli ed odiosi. Quando i principi cozzano contro il buonsenso... Zampetta: Riaa mpa bse fuck suck! Unip@c: Sbagliato!! Non è facendo di tutta l'erba un fascio che si risolve il problema... Prestige: Credo che le cose così come sono siano ridicole. Credo che sia necessaria una regolamentazione dell'argomento. Con una regolamentazione ben strutturata, anche i controlli potranno essere più efficaci. 9) In Italia l’organismo preposto alla tutela dei diritti d’autore è la SIAE, che periodicamente è al centro di polemiche per delle iniziative che possono suonare per lo meno bislacche; basti ricordare, uno per tutti, il caso dei bimbi bielorussi di Martina Franca (TA) multati da un solerte funzionario locale per aver violato “l´articolo 17 della legge numero 633 del 1941. Il reato che gli è stato contestato è quello di esecuzioni di opera di ingegno senza preventiva autorizzazione dell'autore.” Ossia per aver intonato una canzone popolare bielorussa “senza aver chiesto l'autorizzazione a esibirsi alla Società italiana degli autori e editori.” Cosa pensate di questo ente e delle sue iniziative a difesa del diritto d’autore? Fampeg: Qui non vale nemmeno rispondere... L'Italia è il paese dello zelo ingiustificato: la finanza ha multato anche il papà barman che ha dato una pasta al figlio senza scontrino, quindi no comment. Carrot: La SIAE funziona male, e non per caso, per quanto ne so si ritrova spesso commissariata. In quanto al fatto citato non ne sapevo niente, ma se è vero si commenta da solo. In passato hanno preteso royalties per manifestazioni a scopo di beneficenza, sono pignoli fino all'eccesso ed al ridicolo. Concordo che fare bene il proprio lavoro è sempre da elogiare, ma le norme che devono difendere (a parte gli illeciti ed i favoritismi di cui si sono resi protagonisti) e le linee guida che dovrebbero seguire meritano una profonda revisione. In quanto ai singoli immagino che facciano solo il proprio dovere, con i distinguo detti prima. Zampetta: Vedi sopra. Ora mi aspetto che mi mandino un controllo a casa... ohi ohi.... Unip@c: Poi ci lamentiamo che i gruppi italiani emergenti “non sfondano”... se non si è neanche liberi di suonare un paio di cover senza essere multati... Chissà dove andremmo a finire... Prestige: Non conosco bene quest'organismo, ma mi sembra che la normativa attuale permetta alla SIAE di fare un po' quello che vuole. 10) Quali consigli, in base all’esperienza vissuta vi sentireste di dare agli organizzatori per la prossima riunione? Fampeg: Continuate così; dove abbiamo mancato lo sappiamo, dove possiamo migliorare lo abbiamo individuato, vale la legge dei piccoli passi. Carrot: Iniziare molto prima, coinvolgere di più, premere sui politici per farsi sentire, in primis su chi ha maggiore accesso ai media, cercare di creare maggiore interesse in questi ultimi; forse anche farla altrove, magari a Roma, sarebbe stato meglio. Zampetta: Qualche mese di preparazione e meno fancazzisti e pallonari! Unip@c: L'unico consiglio è di far circolare la voce un po prima, tutto i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata qua. "Io ci sarò sempre". Prestige: Io li pregherei di continuare con l'entusiasmo che li ha sostenuti fino ad oggi! 11) In tre punti, cercate di convincere chi non c’è stato ieri ad esserci domani: Fampeg: a) Non ci ha mangiato nessuno; b) Ci siamo incontrati e divertiti; c) Quindi perché non vieni a divertirti con noi la prossima volta? Quantomeno vedi chi c'è dietro quei pittoreschi nick che tutti usiamo in rete. Ciao! Fampeg. Carrot: La legge attuale è un'ingiustizia ed è giusto cercare di cambiarla. Farlo è importante anche per voi. E' necessario far capire che esiste anche chi va su Internet senza essere un criminale, dato che è questo che tramite i media vien fatto pensare alla gente. Zampetta: Volete continuare a scaricare e a conoscere cosa succede nel mondo? - Alzate il ***** dal vostro computer, nerd che non siete altro! - Mettetevi qualcosa addosso che non vi faccia assomigliare troppo all'uomo medio, quindi via felpe Cazzi e Mazzi, scusate volevo dire Baci e Abbracci! - Uscite ad urlare “Scaricare non è reato, a meno che non vogliate intasare il cesso!” Unip@c: La gente che ha bisogno di farsi convincere non crede nella causa per cui stiamo lottando, "Speriamo sia una minima parte". Francesco Bersani aka Unip@c. Prestige: Non sono capace, questa domanda mi ha messo in crisi. Così in tre punti sintetici sono veramente in difficoltà. Ma se volete, possiamo incontrarci per parlarne davanti ad una birra... C’è anche chi ha preso spunto dalle domande proposte per fare un suo sunto su quelle che sono state le impressioni ed esperienze personali vissute in questa giornata. Un altro utente del TNT Village ci racconta: Micillina: Cercherò di rispondere alle tue domande tramite le sensazioni raccolte durante tutta la giornata della manifestazione. Si sa che uno dei motti preferiti della storia italiana è "armiamoci e partite". Il gruppo trovato a Milano mi è sembrato composto da tutta gente molto determinata nel manifestare una presenza, portandosi dietro parte della propria vita impegnata a cercare di trasformare le proprie idee in realtà per il bene di tutta la collettività (scusa la rima ma è venuta da sola!), spostando equilibri ed interessi, anche economici, ma secondo me anche molto sociali. Forse per questo non tutti sono disposti a condividere queste idee o a cavalcare il cavallo prima che sia domato. Il fatto di aver gettato un sasso nel mare non significa voler a tutti i costi creare un maremoto, ma creare un onda che bagni il solco tracciato dagli ideali di queste persone, nella speranza che qualcun altro coltivi quel solco. Da come ho visto Pino Lallo e Dilling dialogare con dei ragazzi e dal modo di avvicinarsi delle persone che alla mattina si son trovate al banchetto allestito in piazza Santo Stefano, ho avuto l'impressione che quegli individui più che radunarsi per manifestare un dissenso, sembravano essere lì per testimoniare fisicamente una realtà che e' sempre viva nella naturalezza dell'uomo, la libertà, mi sembravano tutti alla ricerca di una stessa cosa , una legalità, parola che ben si accomoda con libertà. Abbi pazienza, a tutte le domande non saprei rispondere, ma ti assicuro che il pezzo di strada fatto col furgone dietro a tutte quelle persone era reale e son sicuro che la strada non è finita in Piazza della Scala, ma continuerà a lungo grazie a tanta gente libera. Il modo? Come diceva un grande artista "lo scopriremo solo vivendo". i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata Passiamo ora alle risposte date da Nicola Bassan a nome di tutti i partecipanti del Coordinamento regionale dei DS Innanzitutto un benvenuto in redazione e un ringraziamento per aver accettato la nostra intervista a Nicola Bassan, coordinatore della segreteria regionale, per la Lombardia dei giovani DS, intervenuta anch’essa a sostegno della manifestazione di Scambiotetico del 10 dicembre 2006 . Prima di tutto una precisazione, non siamo solo “i giovani DS”, fra di noi ci sono anche ragazzi e ragazze che non sono iscritti ai DS. Per questo lo statuto del partito ci riconosce un ampio margine di autonomia, soprattutto nella definizione delle nostre scelte politiche. 1) Da cosa nasce la vostra iniziativa di supporto alla manifestazione che si è tenuta a Milano lo scorso 10/12/2006? Un decisione spontanea o una richiesta esplicita da parte degli organizzatori? La decisione è stata spontanea. Avevamo letto dell'iniziativa su Punto Informatico. Partendo dall'articolo e da quello che avevamo letto sul sito di Scambioetico ne abbiamo discusso coinvolgendo i delegati nella nostra direzione regionale, che un po' impropriamente si potrebbe definire come il nostro piccolo parlamento. Dopo qualche giorno di discussione abbiamo deciso di aderire. 2) Questa iniziativa, la prima nel suo genere, è stata organizzata fondamentalmente con un “passaparola” via web; al di la del dato meramente numerico, oggettivamente scarso, che bilancio trarreste da questo primo evento? Crediamo sia stato un fatto positivo che, al di là, della partecipazione alla manifestazione, si sia comunque riusciti a costituire Scambioetico. Fra la manifestazione e l'assemblea costitutiva, a nostro parere, era la seconda iniziativa a meritare più attenzione. Questo perché un'associazione è sintomo della costruzione di un gruppo di persone desiderose di impegnarsi a lungo termine per cambiare lo status quo e, soprattutto, è indice della disponibilità a dialogare e a continuare il confronto con il resto del paese. Un secondo insegnamento che secondo noi si può trarre dall'evento è che il web in Italia è ancora immaturo. Non dimentichiamoci che il fenomeno del P2P è fortemente diffuso in Italia eppure la manifestazione non ha avuto i risultati sperati. Abbiamo avuto l'impressione che, nonostante gli sforzi dell'organizzazione, qualcosa nel meccanismo del passaparola non abbia funzionato, che gli utenti dei sistemi P2P o non siano stati raggiunti dalla noti- zia oppure non se ne siano sentiti coinvolti. In entrambi i casi, secondo noi, il web italiano dimostra un minimo di immaturità. Viene ancora visto come un “luogo” dove l'informazione viene considerata interessante solo se proveniente dai canali considerati più “ufficiali”, come i siti internet di giornali e agenzie di stampa, e meno se proviene da siti non immediatamente riconducibili a un'entità che opera nel “mondo reale” oppure da altre persone. Ci sembra che manchi la coscienza del fatto che la rete sia prima di tutto uno strumento che permette la diffusione delle idee dei singoli e del dibattito. 3) Tra i commenti successivi all’evento letti su vari forum come ad esempio Punto Informatico, molti hanno detto “50 in piazza 56 milioni a casa tanto non vi fila nessuno” cosa rispondereste per convincerli del contrario malgrado sia molto difficile? La retorica degli X milioni rimasti a casa non è nuova. L'abbiamo sentita tante volte. Non pensiamo sia possibile convincere coloro che sono intervenuti nei forum se c'è scarso interesse per i temi della manifestazione. Probabilmente un minimo di interesse, per chi ha una minima conoscenza della legge sul diritto d'autore c'era, ma non c'è stata la percezione dell'urgenza di chiedere la modifica di quella norma. In i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata Italia, purtroppo, le battaglie per l'affermazione di principi generali non hanno molto successo da qualche anno a questa parte, e si preferisce esercitare il principio di delega ogniqualvolta sia possibile. Solo quando una norma cambia radicalmente lo status quo si sente l'urgenza di manifestare in prima persona. Se si unisce questo fatto, l'esiguo numero di casi di effettiva applicazione della legge e, soprattutto, il fatto che il diritto d'autore è una tematica che non è conosciuta dalla maggioranza della popolazione e le considerazioni di prima sul Web .it si capisce che era ammissibile aspettarsi una bassa partecipazione.Tuttavia, è bene ricordarlo, non è sul “grado di interesse” che si misurano né la bontà della proposta che l'ha suscitato né l'effettiva possibilità di metterla in pratica. del fatto che l'influenza reciproca che organi di informazione e opinione pubblica esercitano uno sull'altra è viziata da queste considerazioni. Il pubblico che si informa attraverso i media “tradizionali” riceve stimoli di riflessione solo sui temi trattati dalla stampa che sono, a loro volta, selezionati in modo che “a priori” si sia sicuri che interessino la maggior parte del pubblico possibile e non sulla base di valutazioni più legate all'oggettiva importanza della notizia per la società. Basta pensare a come è trattata l'informazione scientifica in Italia. Viene spesso trattata come cenerentola, in coda ad altre notizie più “mondane” e spesso commettendo errori madornali nel riferire le notizie. E questo si verifica in una società il cui apparato produttivo si basa interamente sulla scienza. 4) Ovviamente si parla di un tema relativamente “settoriale”, che quindi può non avere presa sul grande pubblico o sull’uomo della strada, ma come mai, sempre secondo voi, gli organi di informazione hanno dato una copertura pari a zero malgrado siano stati avvertiti con ampio anticipo? 5) Cosa pensate di iniziative di questo genere? Secondo voi possono costituire un primo passo verso un cambiamento della cosiddetta Legge Urbani? Gli organi di informazione in Italia seguono molto la logica del venduto e dell'audience televisiva. Consideriamo un successo il fatto che l'ANSA abbia battuto la notizia. Bisogna tenere conto anche Bisogna continuare a cercare di far conoscere il problema e l'esistenza di iniziative per risolverlo sia sulla rete sia fuori. Dal confronto possono nascere nuove idee e, soprattutto, può nascere l'interesse di non voler per forza delegare ad altri la decisione sulla materia in questione. Tuttavia, senza questa convinzione, iniziative del genere hanno la possibilità di cambiare una legge solo se riescono a portare ad un dialogo con gli interlocutori giusti. In questo caso con il Governo e il Parlamento. Se non è pensabile aspettarsi grandi manifestazioni di massa è però possibile cambiare l'opinione di chi, nel nostro paese, ha la possibilità, per il suo ruolo, di proporre e far approvare una nuova legge. Non diciamo che sia semplice, anche perché in tutti i partiti, compresi i DS, c'è scarsa consapevolezza relativamente alla rete e alle nuove tecnologie. Però crediamo che sia possibile e sia l'unica strada oggi percorribile. 6) In caso di altri eventi simili, sareste disposti ancora a offrire sostegno? E, se si, sempre come sostegno esterno e “solitario” o puntereste a una partecipazione più attiva e/o tentereste di coinvolgere altre forze politiche? Crediamo che sia nostro compito essere sempre attenti a tutto quello che accade nella nostra società. Per questo, condividendone i fini, abbiamo appoggiato volentieri la manifestazione del 10 e appoggeremmo allo stesso modo eventi simili. Al di là della contingenza, che ci ha permesso solo di partecipare come un'esigua delegazione, voglio ricordare che la nostra è stata un'adesione di tutta l'associazione e non un atto portato avanti singolarmente da una o due persone. La nostra parte- i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata cipazione agli eventi a cui aderiamo è sempre la massima che riusciamo a garantire, tenuto conto che siamo tutti studenti o lavoratori e che la nostra organizzazione lavora principalmente su base “volontaristica” sottraendo il tempo che dedichiamo all'attività politica al tempo che dedicheremmo allo studio o al nostro tempo libero, e facciamo tutto questo con un bilancio esiguo. 7) Qual è la vostra posizione per cosi dire “ufficiale” in merito rapporto tra file sharing e tutela dei diritti d’autore? Il diritto dell'autore va tutelato. Non ci sono dubbi. Così come non ci sono dubbi che l'attuale normativa da un lato tutela troppo gli editori e dall'altro punisce le violazioni in modo sproporzionato rispetto al valore di quello che tutela. Pensiamo che si debba trovare il giusto compromesso fra alcuni diritti fondamentali: il diritto alla tutela del proprio lavoro, il diritto alla privacy delle persone e il diritto al libero accesso alla conoscenza. Oggi la legge è decisamente sbilanciata verso il primo di questi diritti e non tiene in debita considerazione gli altri. Crediamo che sia necessario fare una riflessione sull'ammissibilità delle tecnologie che limitano la copia privata o sulla proposta di introdurre un canone forfettario sugli abbonamenti internet da versare a compensazione del file sharing senza scopo di lucro. Secondo noi bisogna prestare attenzione a credere che il tema possa rimanere senza una legge, o con una legge vaga. Ci sono interessi troppo forti in gioco. Crediamo, quindi che puntare sul dialogo, sulla definizione condivisa di quali debbano essere i diritti e i doveri degli utenti della rete, prima che nuove leggi più restrittive possano venire proposte, sia la strada giusta. 8) Qual è, se c’è, il confine tra “cultura libera e circolazione delle idee” e pirateria vera e propria? Secondo noi il confine sta nel mancato rispetto del diritto alla tutela del lavoro di chi ha prodotto un'opera. La libera circolazione delle idee è importante sia perché permette la formazione sia perché, in alcuni contesti, permette la nascita di nuove idee. Ma la libera circolazione delle idee può realizzarsi solo perché sono gli stessi autori ad essere convinti che può essere più utile far circolare il loro lavoro. Lo stato ha il diritto di aspettarsi che il lavoro di ognuno contribuisca allo sviluppo della comunità e non solo allo sviluppo del singolo, ma ha anche il dovere di tutelare, almeno per un certo periodo di tempo, il diritto del singolo a godere dei frutti del proprio lavoro intellettuale. 9) Quale potrebbe essere, secondo voi, un punto di equilibrio ragionevole tra detentori dei diritti e “scaricatori”? Bisogna distinguere fra ciò che è “teoricamente possibile” e ciò che è sia tecnicamente che praticamente possibile. In teoria il giusto compromesso, dopo una revisione della legge sul diritto d'autore, sarebbe che ciascuno potesse scaricare liberamente e per ogni download di materiale coperto dal diritto accettasse di versare un contributo all'artista. In questo modo non ci sarebbe bisogno di violare la privacy di nessuno e ciascuno potrebbe trarre beneficio dalle opere prodotte dall'ingegno o dalla sensibilità artistica. Tuttavia, parlando pragmaticamente, sarebbe la stessa cosa aspettarsi che improvvisamente l'evasione fiscale si annullasse. Dovrebbe nascere improvvisamente una coscienza dei diritti degli “altri” che non è molto presente. Per questo pensiamo che sia necessaria una soluzione pragmatica che violi la privacy il meno possibile, che permetta di non criminalizzare chi fa file sharing senza scopo di lucro e che garantisca il riconoscimento del diritto d'autore. La proposta del canone forfettario può essere un'idea ma andrebbe valutata assieme ai provider e agli utenti. i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata 10) Cosa pensate delle leggi, italiane ed estere, a difesa dei diritti d’autore? Dovrebbero essere cambiate? Sì, come abbiamo già detto andrebbero cambiate. 11) Come mai allora il vostro partito di riferimento, i Democratici di Sinistra, al momento del varo della Urbani ha scelto l’astensione e non il voto contrario come invece hanno fatto molti partiti della coalizione? La legge sarebbe passata comunque, avendo dalla sua i voti della precedente maggioranza di governo, ma non sarebbe stato meglio esprimere un dissenso più marcato? Ammettiamo che ci siamo dovuti andare a rileggere le dichiarazioni di voto alla Camera e al Senato dei DS. In entrambi ci si riferiva al problema della pirateria, dichiarandosi generalmente favorevoli alla lotta alla diffusione e motivando l'astensione con la condivisione della parte del decreto che riguardava il finanziamento del cinema italiano. Un'astensione quindi estremamente pragmatica e motivata, come tante altre, dalla non completa contrarietà alle norme. Probabilmente avremmo fatto lo stesso. Nell'intervento, pronunciato dall'attuale sottosegretario Luciano Modica, all'epoca Senatore si legge: “Ci vede invece totalmente contrari il contenuto dell'articolo 1 di questo provvedimento [...] riguardante il problema delicatissimo ed attuale [...] della proprietà intellettuale su Internet. Nella sostanza è questo. E' un tema cruciale non per il futuro della rete, ma della cultura. Se viviamo già oggi, e sempre più vivremo in una società dell'informazione e della conoscenza, questo è dovuto alla disponibilità sulla rete di un deposito enorme di conoscenza distribuita e libera. Questa è una novità veramente epocale della nostra civiltà. E noi non possiamo pensare di affrontare una novità epocale [...] con norme non meditate, e di carattere poliziesco.” Al di là di questa dichiarazione abbiamo già ammesso che in tutti i partiti, compresi i DS, non c'è una profonda consapevolezza dei problemi legati alla rete. 12) Ci sono varie associazioni, principalmente americane (RIAA, MPA, BSE) che, sostenendo di tutelare i diritti dei creatori delle cosiddette “opere d’ingegno”, lanciano vere e proprie crociate nei confronti del “popolo del p2p”, avvalendosi della collaborazione delle forze dell’ordine di molti paesi e ricorrendo spessissimo a denunce “a tappeto” senza discriminare tra il ragazzino che scarica qualche mp3 e chi magari trae un profitto dalla vendita di materiale contraffatto. Qual è il vostro pensiero in merito? Assolutamente contrari. Le crociate dovrebbero farle contro chi diffonde a pagamento le copie delle opere tutelate dal diritto d'autore. Ma, anche se è ipotizzabile un danno economico per le major, crediamo che sia sbagliata la loro politica legale del richiedere sanzioni esemplari a scopo dissuasivo. Fortunatamente nei paesi di diritto latino questa pratica non ha la stessa forza che nei paesi anglosassoni dove vige il “precedente obbligatorio” ovvero l'obbligatorietà per i giudici di attenersi strettamente ai precedenti giudiziari. Nei paesi latini al giudice, fortunatamente, è concesso valutare attentamente lo specifico di ogni singolo caso, e tutti i fattori che hanno concorso al “reato” prima di emettere la sentenza. 13) In Italia l’organismo preposto alla tutela dei diritti d’autore è la SIAE, che periodicamente è al centro di polemiche per delle iniziative che possono suonare per lo meno bislacche; basti ricordare, uno per tutti, il caso dei bimbi bielorussi di Martina Franca (TA) multati da un solerte funzionario locale per aver violato “l'articolo 17 della legge numero 633 del 1941. Il reato che gli è stato contestato è quello di esecuzioni di opera di ingegno senza preventiva autorizzazione dell'autore.” Ossia per aver intonato una canzone popo- i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata lare bielorussa “senza aver chiesto l'autorizzazione a esibirsi alla Società italiana degli autori e editori.” Cosa pensate di questo ente e delle sue iniziative a difesa del “diritto d’autore?” La SIAE andrebbe completamente riformata. Adesso è una specie di piovra che spesso, invece di tutelare gli autori ne soffoca la creatività privandoli dell'effettivo equo compenso e della possibilità di disporre della propria opera. Concludiamo pubblicando la scansione dell'Intervista all'On. Cappato: i In g g sa lia s e M ttig Bo La gazzetta del Pirata A questo punto tentiamo di tirare le somme; è senz’altro vero che come inizio non abbia del tutto soddisfatto le aspettative che si erano create, ma, in ogni caso, quello che emerge dall’analisi delle risposte e degli interventi di chi ha partecipato fisicamente a questo evento è che una piccola vittoria è stata portata a casa. In termini calcistici, tanto amati da noi italiani, possiamo dire che la partita è ancora all'inizio e forse si dovrà arrivare ai supplementari ed ai rigori, ma è pur sempre un buon inizio. E visto che il calcio in Italia è una sorta di culto quello che chiediamo agli internauti è di dare semplicemente il loro contributo per questa causa, dare un loro apporto, anche se dalla panchina, ma comunque lottare per vincere una partita che non riguarda solo una squadra, ma tutto il popolo della rete. Ogni commento in merito è, come sempre, il benvenuto… Buona lettura! A Cura di Stegosauro. Note Legali Tutti i diritti su questa intervista appartengono a La gazzetta del Pirata. La presente opera è rilasciata per volontà del detentore dei diritti sotto la disciplina della licenza Creative Commons Attribuzione - Non Opere Derivate 2.5 Italia. Ogni utente dell'opera è tenuto ad informarsi sui termini della suddetta licenza. Qualsiasi copia, cartacea o digitale, della presente opera priva di questo disclaimer è da ritenersi contraffatta. La gazzetta del Pirata Notizie dai porti News sui vari forum P2P! Radio Elativo: w e b - r a d i o e c o p y l e ft s i i n c o n t r a n o Novità anche nell'etere! Questo mese abbiamo intervistato i ragazzi che sono dietro una nuova giovane web-radio: Radio Elativo. Radio Elativo, come le altre sue "sorelle" web-radio, è quello che si potrebbe definire "p2p-on-air". Si tratta di realtà che danno spazio e diffusione a materiali tutelati dal Copyleft e ad artisti e produzioni che, fuori dal giro del business classico, non troverebbero forse spazio o che comunque dovrebbero faticare non poco per passare tra le forche caudine dei canali tradizionali. I responsabili di questo interessante progetto hanno accettato di rispondere alle nostre domande e quindi ecco a voi.... 1)Salve, potreste spiegare brevemente cosa è e perché esiste Radio Elativo? Quando è partita l'idea di mettere su una radio online? Radio Elativo è un progetto che sposa la filosofia della diffusione libera e legale delle opere artistiche legate al mondo sonoro siano esse musica, audiolibri, testate giornalistiche. Attraverso un programma radiofonico in diretta (OpenSound, ogni mercoledì alle 18) cerchiamo di approfondire le band all’interno della nostra playlist citandone la storia, i links e quant’altro possa aiutare la promozione dei loro progetti musicali. Ma Radio Elativo è anche “entertainment”, il sabato pomeriggio, sempre in diretta alle 16, va in onda un programma satirico durante il quale, attraverso notizie divertenti, imitazioni, personaggi, si continua l’opera di diffusione musicale. Nasce nell’aprile del 2006 per iniziativa di Antonio Quinci come costola di una comunità online (www.elativo.com), ma ben presto riesce a ritagliarsi un’autonomia e a delinearsi come una vera e propria web-radio. Il progetto, sempre in fieri, ha in organico 4 WebJay (Antonio Quinci, Sergio Lamiani, Paolo Riela e Francesco Bonaccorso), ma presto si auspica possa allargare il suo “parco speaker” anche attraverso l’utilizzo di un software come Skype. 2)Come è nato il vostro rapporto con la ie z i t No orti P Dai La gazzetta del Pirata musica copyleft e come siete entrati in contatto con questa tipologie di licenze più libere? Inizialmente dall’esigenza, neanche troppo profonda, di risparmiare sulla gestione considerati i costi delle licenze necessarie a trasmettere musica coperta da diritti d’autore. Più avanti, come spesso accade, di necessità si è fatta virtù: abbiamo approfondito il concetto COPYLEFT e soprattuto lo abbiamo sposato come artisti o pseudo tali. Attraverso siti come p2pforum.it, copyleft-italia.it, anomolo.com siamo venuti a conoscenza della notevole produzione artistica copyleft (qualitativa e quantitativa) e dello spazio “tecnico” entro cui realizzare il nostro progetto. Sul nostro sito (www.radioelativo.com) è possibile scaricare un’intervista realizzata nel mese di Ottobre a Simone Aliprandi che ci ha aiutato, mentre la realizzavamo, ad approfondire ulteriormente l’argomento. Contestualmente approfittiamo dello spazio all’interno di questa intervista per ringraziare Simone Aliprandi per la cortesia accordataci e Old_Glory per il supporto all’interno delle pagine del P2Pforum. 3)Le radio online sono diventate un fenomeno abbastanza diffuso. La scelta della musica copyleft secondo voi, come vi posiziona in confronto agli altri dj del web? Vi sentite ghettizzati in un limbo di nicchia oppure è un modo per offrire musica nuova per un pubblico sempre più ampio? Beh, sicuramente in una posizione svantaggiata, almeno in fase di partenza. Non foss’altro che il reperire musica Copyleft di qualità necessità ore ed ore di ascolto, downloading e catalogazione che nel caso di musica copyrighted può essere agevolata dalla sua previa diffusione attraverso i canonici canali di diffusione musicale. Ma questo è anche il bello! Quelle ore di ascolto, di navigazione sul web e di selezione permettono di accrescere la qualità della nostra diffusione e grazie all’opera certosina del nostro esperto, Rielax, anche di conoscere la storia delle band e degli artisti più approfonditamente. 4)La rete, spesso viene demonizzata o attaccata come un qualcosa di pericoloso per la creatività degli autori e degli artisti. Data la vostra esperienza, come vi sentite di giudicare tali informazioni? E’ una visione ristretta. Per quanto riguarda la diffusione musicale è, innegabilmente, il futuro e prima si comprende meglio sarà per l’industria che sta dietro. Invece di combattere contro i mulini a vento attraverso multe o tentativi di repressione si dovrebbe cercare di cambiare la filosofia che sta alla base dell’opera d’arte: non è un oggetto da vendere, ma è cultura da diffondere. Chi abbraccia quest’idea non avrà paura di essere “derubato”. Questo non vuol dire rinunciare al lavoro di musicista, ma attraverso la diversificazione dei mezzi di diffusione garantire diversi livelli di fruibilità. 5)P2P e copyleft. Che tipo di rapporto avete con il P2P e come considerate questo strumento visto come bacino per poter catturare musica copyleft? Pensate che la vostra radio e gli artisti che suonano con licenze copyleft ne possano giovare? Un connubio inevitabile e auspicabile anche e soprattutto per sottolineare l’importanza e la presenza della legalità del P2P, considerato, spesso a ragione, esclusivo veicolo di illegalità. E gli artisti non possono che giovarsene: una biblioteca infinita di musica! Che c’è di più esaltante e di più funzionale per diffondere la propria opera? ie z i t No orti P Dai La gazzetta del Pirata 6)Ora una domanda difficile: cosa prevedete per questo 2007 dal punto di vista della fruibilità dei contenuti su internet? questo fenomeno contagi l’Italia in maniera significativa dato che, anche in questo, stiamo un paio di passi indietro rispetto agli altri paesi. Più che prevedere, nutriamo la speranza che A Cura di Old Glory Note Legali Tutti i diritti su questa intervista appartengono a La gazzetta del Pirata. La presente opera è rilasciata per volontà del detentore dei diritti sotto la disciplina della licenza Creative Commons Attribuzione - Non Opere Derivate 2.5 Italia. Ogni utente dell'opera è tenuto ad informarsi sui termini della suddetta licenza. Qualsiasi copia, cartacea o digitale, della presente opera priva di questo disclaimer è da ritenersi contraffatta. La gazzetta del Pirata Legalmente Quattro chiacchiere con Simone Aliprandi C o p y r i g h t e C o p y l e ft Simone Aliprandi è il responsabile del progetto Copyleft-italia.it e si occupa ormai da alcuni anni di diritto delle Information and Comunication Tecnologies e più specificamente di copyright e copyleft. Ha partecipato a convegni di un certo rilievo e pubblicato alcuni interessanti libri su questi argomenti, rilasciando tutte le sue opere anche in rete sotto copyleft. Grazie a questo costante impegno nella ricerca indipendente e nella divulgazione della cultura open, si è creato una crescente credibilità nel settore, essendo così coinvolto in vari progetti di formazione e di editoria. 1) Cominciamo dalle basi; ritengo che spesso la disinformazione sia una delle cause principali delle inesattezze che si possono leggere in rete, quindi un piccolo sunto sulla differenza tra copyright e copyleft potrebbe essere un buon inizio... Precisiamo subito una cosa, onde evitare di cadere in equivoci concettuali e pericolose semplificazioni: il copyleft non è il contrario del copyright, quanto piuttosto un nuovo modello di gestione del diritto d’autore. Quindi non è un’alternativa al copyright e tanto meno un rifiuto del copyright, ma possiamo in un certo senso dire che esso nasce da una costola del copyright e si fonda giuridicamente proprio sui principi essenziali del diritto d’autore. La filosofia di fondo è questa: nel modello di copyright tradizionale, tutti i diritti sono riservati e vengono gestiti in modo tendenzialmente standardizzato da chi li detiene; nell’innovativo modello copyleft invece solo alcuni diritti sono riservati e rimangono nella sfera di gestione del detentore, mentre gli altri diritti vengono concessi ai fruitori dell’opera attraverso lo strumento delle licenze d’uso. 2) A questo discorso si pos- sono legare le famose licenze Creative Commons, ormai ampiamente diffuse. Spessissimo vengono richiamate sui vari forum/blog/portali internet, ma molti le confondono o addirittura non sanno specificatamente a cosa servano, ti va di darci delle delucidazioni in merito al loro utilizzo corretto? Appunto… le licenze Creative Commons sono attualmente lo strumento più famoso e statisticamente più diffuso (ma non sono le uniche disponibili) con cui attuare il modello copyleft su opere non software. Esse sono state escogitate nte La gazzetta del Pirata e alm g e L da un gruppo di illuminati giuristi statunitensi e sono poi state tradotte e adattate ai vari ordinamenti giuridici di quasi tutto il mondo. Usarle è davvero semplicissimo, basta seguire le indicazioni offerte dal sito ufficiale di Creative Commons ( www.creativecommons.org ). Quindi se ogni tanto si verificano qua e là errori nel loro utilizzo, ciò a mio avviso deriva solo dalla pigrizia di alcuni utenti che spesso non hanno la pazienza e la buona volontà di leggersi con calma ed attenzione la ormai folta documentazione esplicativa che circola in rete. 3) In caso di violazione delle licenze CC? Un caso è capitato a noi, ovvero un file rilasciato liberamente sotto licenza CC di tipo “non commerciale” che viene poi inserito in un cd di cui si rivendono copie in giro per le strade, traendone quindi profitto non il proprietario dell'opera stessa, ma un terzo. In casi come questi cosa sarebbe opportuno fare? E come evitare simili spiacevoli incidenti? La prima cosa da NON fare è quella di sollevare polveroni nelle varie mailing list che si occupano di argomenti simili prima di aver esaminato la questione con l’adeguata competenza di un giurista: in questo modo infatti si rischia di diffondere solo FUD (Fear, Uncertainty, Doubt cioè timore, incertezza e dubbio NdC) e di non aiutare lo sviluppo del modello copyleft. Lo stesso vale anche nei confronti delle mailing list ufficiali di Creative Commons: infatti esse hanno principalmente lo scopo di creare un dibattito costruttivo fra studiosi, creatori o semplici appassionati/curiosi e non di fornire consulenze legali online. Si ricordi tra l’altro che – come ben specificato nel sito e nel preambolo delle licenze - Creative Commons “non è uno studio legale e non fornisce servizi di consulenza legale”, ma è solo un ente no-profit dedito alla promozione di nuovi paradigmi per il diritto d’autore. Detto questo, dunque, nel caso di una conclamata e appurata violazione, colui che detiene i diritti sull’opera (l’autore, l’editore, il produttore, etc.) e si sente illegittimamente violato non deve far altro che rivolgersi ad un legale (possibilmente specializzato in diritto d’autore) e avviare una normale azione giudiziaria civile nei confronti del responsabile della violazione, per sospenderne gli effetti ed eventualmente chiedere il risarcimento del danno subito. Una volta “ottenuta giustizia”, ecco che forse diventa opportuno “sollevare un po’ di polvere”, nel senso che diffondere notizie sullo svolgimento della causa e sulla decisione del giudice può di sicuro aiutare tutta la comunità degli utenti delle licenze a capire meglio come esse funzionano sul piano giudiziale e non sola- mente contrattuale (ricordiamoci infatti che le licenze copyleft sono dei normali contratti di diritto d’autore). 4) Oltre ad essere un esperto di copyleft e di diritto in generale, sei anche uno scrittore, non solo di manuali tecnico/legali, ma anche di poesie. Come fai a far convivere queste due passioni? Beh, non la vedo una cosa così strana. Ho un amico che fa il chimico e nello stesso tempo fa il musicista. Anzi, a dire il vero anch’io più che poeta sarei musicista, tant’è che da molto tempo medito l’idea di rilasciare in rete anche qualche mio brano musicale. Poi, a ben vedere, si può dire che sono stato molto prima artista che giurista; la passione per il diritto d’autore e dell’informatica è arrivata negli ultimi anni dell’università; la passione per la poesia e la musica mi accompagnavano fin da bambino. E poi… provate a pensare ad una vita fatta solo di codici e licenze… L’arte in fondo mi permette di sopravvivere. ;-) Tra l’altro, una curiosità che pochi sanno: la prima pubblicazione cartacea rilasciata in Italia sotto una licenza Creative Commons non è propriamente il mio libro “Copyleft & opencontent” del marzo 2005, ma un piccolo libretto di poesia e arte grafica digitale da me curato e risalente all’aprile 2004, quando le nte La gazzetta del Pirata e alm g e L licenze Creative Commons italiane non esistevano ancora (infatti sul libro è riportata la licenza in inglese). L’opera s’intitola “…e intanto crebbe fra pixel e pellicole” e la trovate online alla pagina www.copyleft-italia.it/libri . 5) In Italia, in tempi abbastanza recenti, si è provveduto a inasprire le sanzioni a carico degli utenti del cosiddetto file sharing, mentre, a livello internazionale si continuano a vedere le major farla da padroni; secondo te sarà possibile un giorno arrivare attraverso l'uso di queste licenze ad un metodo di condivisione e scambio di opere dell'ingegno senza dover incappare nell'illegalità? Beh… le major non sono così cattive come le si vuole disegnare. Nel senso che esse fanno solo il loro lavoro. E visto che è da quando esistono che vivono vietando la copia o la diffusione delle loro produzioni, è comprensibile che si trovino spiazzate ora che la tecnologia ha reso obsoleto il concetto di “copia materiale di un opera”. Il problema è che appunto i governi degli stati industrializzati si lasciano troppo “tirare per la giacca” dalle pressioni di questi soggetti imprenditoriali e quindi spesso approvano normative anacronistiche e in certi casi contrarie alle libertà fondamentali (oltre che al buon senso). In questo panorama possiamo dire che in effetti il copyleft ha iniziato ad aprire una breccia e ha dare un po’ di aria fresca alla circolazione di opere dell’ingegno nel cyberspazio. Ma come già detto… il copyleft si fonda sui principi del copyright, dunque il problema è a monte e continua a sussistere. 6) Diffondere in modo indiscriminato opere protette è un reato e fin qui ci siamo; molti utenti a volte si lamentano dei prezzi troppo alti sui cd e dvd originali e preferiscono magari in clandestinità entrare in possesso di queste opere attraverso sistemi e reti p2p. Quello che ci interessa sapere è questo: sarebbe possibile far diventare gli attuali programmi p2p perfettamente legali ed utilizzabili da chi vuole distribuire le sue opere non solo vendendole attraverso le case di produzione, ma anche via internet, magari intervenendo sugli stessi server e sui programmi utilizzati? Allora… innanzitutto i programmi di file sharing non sono affatto illegali di per sé, ma più propriamente sono illegali alcuni usi che ne vengono comunemente fatti. Ad esempio, non è illegale condividere attraverso reti p2p materiale non coperto da copyright (si pensi all’immensità delle opere degli autori classici cadute nel pubblico dominio) o materiale la cui condivisione è esplicitamente concessa dall’autore (si pensi appunto alle opere in regime di copyleft); oppure anche materiale coperto da copyright ma liberamente condivisibile per alcuni motivi eccezionali (si pensi al materiale diffuso a scopo meramente didattico o per motivi di ricerca). E le eccezioni non si fermano qui: è anche pienamente legittimo usare un programma di file sharing, ad esempio, per condividere files con se stessi anche se si tratta di contenuti protetti da copyright (si pensi al caso di un pc che ho in ufficio su cui ho dei file regolarmente scaricati da siti autorizzati e che voglio trasferire sul mio pc di casa per effettuare un back-up); infine è legittimo scambiare file coperti da copyright regolarmente scaricati con un mio amico, parente conoscente a scopo - per così dire - dimostrativo e senza scopo di profitto, al pari del prestare un libro o un cd. Io non sono un mago dell’informatica applicata, ma penso che già le attuali versioni dei più diffusi software di file sharing permettano di settare il programma in modo tale che vengano messi in condivisione solo file liberamente scaricabili o per fare in modo che non tutti gli utenti possano accedere in modo indiscriminato al mio archivio personale. E’ chiaro che in questo modo il file sharing come nuova forma di rete telematica (il cosiddetto web 2.0) perde nte La gazzetta del Pirata e alm g e L buona parte del suo fascino e della sua forza innovativa. Ma – come detto – non sempre le leggi seguono di pari passo il progresso culturale e tecnologico. 7) E pensare ad esempio al pagamento dei diritti al detentore tramite la connessione ai server, versando un canone di abbonamento mensile potrebbe in qualche modo servire o è proprio improponibile come soluzione? Ormai è da anni che giuristi ed economisti d’indiscussa fama si stanno confrontando per escogitare una forma di tutela della creatività diversa dal copyright tradizionale. E appunto fra le proposte più accreditate c’è proprio un sistema basato sul pagamento di un canone fisso per accesso ai contenuti protetti e un sistema di metadati che consente di rilevare quali file sono stati più o meno diffusi, così da poter poi ripartire adeguatamente il compenso agli autori e produttori. Sono però ancora ipotesi meramente sperimentali e non so dire se vedranno mai la luce. l'attuale mondo delle comunicazioni multimediali sia necessario "rivedere" l'impostazione di alcuni principi di proprietà intellettuale.» Mi spiegheresti meglio cosa intendi con la frase riportata: lo trovo molto interessante come concetto. 8) Ultima ma non meno importante; riporto dal sito di cui sei responsabile questa piccola parte riguardante lo spirito di www.copyleft-italia.it: «Il motto del sito “All rights revised” vuole riecheggiare il provocatorio gioco di parole “all rights reversed” nato nell'ambito del progetto GNU, ambito in cui hanno visto la luce le prime forme di copyleft vero e proprio. Nel nostro caso però non si parla di "diritti rovesciati" ma di "diritti rivisti", poiché la nostra non è una posizione né radicale né propagandistica; siamo solo dell'idea che nel- Nulla di più di quanto già accennato nelle ultime risposte. L’attuale panorama della comunicazione digitale e telematica ci pone ogni giorno di fronte alle debolezze di un sistema di copyright ispirato ancora al concetto di copia materiale dell’opera e basato sul modello rigido e standardizzato del “tutti diritti riservati”. E in quella pagina tratta dal mio sito ci tenevo a fare luce su quale fosse l’intento (scientifico/divulgativo più che propagandistico/ideologico) del progetto Copyleft-italia da me personalmente inaugurato ormai tre anni fa. A cura di Rat Man Note Legali Tutti i diritti su questa intervista appartengono a Simone Aliprandi. La presente opera è rilasciata per volontà del detentore dei diritti sotto la disciplina della licenza Creative Commons Attribuzione - Non Opere Derivate 2.5 Italia. Ogni utente dell'opera è tenuto ad informarsi sui termini della suddetta licenza. Qualsiasi copia, cartacea o digitale, della presente opera priva di questo disclaimer è da ritenersi contraffatta. La gazzetta del Pirata LE Vignette di Torny La gazzetta del Pirata LE Vignette di Torny "La vignetta di questo mese e' un po' particolare come avrete notato , perche' lo e' ? beh per il semplice motivo che mi son trovato nella situazione di dover fare qualcosa di originale in pochissimo tempo , perche' stegosaura e' realmente in quel modo.... vi spiego come funziona la gazzetta del pirata visto che io sono uno dei piu' sgarrupati di quelli che ci stanno , in pratica ogni mese c'e' la continua ricerca di articoli (che i redattori pro' chiamano "Pezzi" ... io spesso mi domando "de che ? " ) nuovi e sempre interessanti , ora il punto qual'e' ? a inizio mese quando la data di uscita e' lontana e' una pacchia si lavora si va' a cena fuori con le donne, hobby da coltivare ecc.ecc. ma quando si arriva a pochi giorni dall'uscita c'e' la metamorfosi , atmosfera febricitante , stegosaura che si trasforma in un FeldMaresciallo del reich , si vede gente sparire , altra arriva , i cazziatoni sono all'ordine del giorno (mio nuovo record credo sia 4 solo che questa settimana) , ma non sono ufficialmente "cazziatoni" sono semplicemente degli innocenti "promemoria" per sapere articoli\vignette a che punto stanno , e dato che stegosaura e' furba usa il terrore psicologico per mantenere le date di uscita decenti ........ esci dalla doccia ? accendi il pc ? spunta lei a chiedere "Ma le vignette sono fatte veeeero ?" , accendi msn per salutare qualcuno e...."Son pronte le vignette ? " , ti connetti per sbaglio mentre avvii il pc "Son prooooOooonte le vignetteeeEEeee ? e allora son due le cose , o dici di si' e le fai la notte stessa (nemmeno quando andavo ancora a scuola facevo cose del genere) o dici di no , ti becchi il "richiamo" e cerchi di prendere tempo in qualunque modo possibile e immaginabile , improvvisamente devi presenziare a cerimonie di vario tipo "Ehm ma sai stegosaura ho un matrimonio" ..."Ehm ma sai stegosaura stasera ho una cena " "Ehm ma sai stegosaura oggi non mi sento tanto bene" , a questo punto si ottiene un jolly di qualche giorno , anche 2-3 nella migliore delle ipotesi , ma che succede ? scatta il ragionamento "Vabbeh tanto ho 3 giorni avoglia , m'e' andata bene questo mese dai ..." intanto il tempo passa .... e si ritorna al punto di doverle fare la sera prima . Con questo cosa voglio dire non lo so' , pero' c'ho ragione e benche' i fatti non mi cosino vi lancio il mio personalissimo messaggio subliminale che e' "Formattate" perche' i computer sono viscidi esseri che stanno sempre piu' prendendo la consapevolezza del loro peso nella societa' La gazzetta del Pirata LE Vignette di Torny moderna , e solo il format regolare e' in grado di spersonalizzarli facendoli tornare le macchine da lavoro o da gioco che dovrebbero essere . HEIL STEGOSAURA ! Vi prego non notate gli accenti e apostrofi mancanti per causa del font particolare che ho usato che non li visualizza senno' passo i guai ! " Note Legali Tu t t i i d i r i t t i s u q u e s t a i n t e r v i s t a a p p a r t e n g o n o a L a g a z z e t t a d e l P i r a t a . La presente opera è rilasciata per volontà del detentore dei diritti sotto la disciplina della licenza Creative Commons Attribuzione - Non Opere Derivate 2.5 Italia. Ogni utente dell'opera è tenuto ad informarsi sui termini della suddetta licenza. Qualsiasi copia, cartacea o digitale, della presente opera priva di questo disclaimer è da ritenersi contraffatta. La gazzetta del Pirata Thanks to: