Tesario di Statistica Economica Domande Svolte 1 Risposte – Prof di Bella 1) Si definiscano le Fonti Statistiche Ufficiali per natura e territorialità Le fonti statistiche ufficiali sono classificabili in base a tre caratteristiche: natura dell’ente, (scopo della rilevazione), e territorialità. Per quel che riguarda la natura dell’ente va fatta una classificazione in base alla natura giuridico-amministrativa della fonte ed, in particolare, è possibile definire quattro grandi categorie: - Fonti istituzionali: sono quelle cui la legge ha relegato funzioni di raccolta, elaborazione e gestione di informazione statistica, per loro natura questi enti devono produrre dati, per esempio: l’Istat, i ministeri, le Regioni, le Province autonome, le Province, le Prefetture, i Comuni; - Fonti pubbliche: producono ciò che nel mondo inglese sono noti come processproduced data, quei dati che sono creati al fine del buon funzionamento dell’ente preposto alla loro raccolta. Il ruolo informativo di questo tipo sta crescendo costantemente perché, in alcuni casi, essi costituiscono l’unica risorsa per la comprensione di determinati fenomeni di rilevante interesse sociologico. Alcuni esempi: Agea, Coni, Inail, Inps, Banca d’Italia. - Fonti private: costituite da società e strutture private. A parte le società a partecipazione statale (Aci, FS, Poste Italiane), fanno parte di questa categoria: associazioni, consorzi, organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e dei datori di lavoro (esempio: CGIL, CISL, UIL) la Caritas, uffici e studi di aziende private - Enti scientifici: sono enti di ricerca che operano secondo criteri di scientificità. Per esempio: Università, Censis, CNR, Fondazione Agnelli, Fondazione Mattei; In base al requisito della territorialità dell’ente che produce il dato, è possibile distinguere tre categorie di fonti: - Internazionali-sovranazionali: non sono legate direttamente ad un paese, per esempio: FAO, IMF; - Nazionali come per esempio l’Istat, sottolineando come l’analogo di Istat per Francia, Germania sono fonti nazionali estere, non sovranazionali; - Locali: la regione, il comune e la camera di commercio, si fa riferimento alla territorialità dell’ente che produce il dato. 2) Si illustri la differenza tra indagini censuarie e indagini campionarie Il censimento è una indagine esaustiva a cadenza decennale con cui si vuole determinare non solo l’entità numerica ma anche la struttura della popolazione di un paese. Oltre a quello della popolazione e delle abitazioni, ne abbiamo anche altri: generale dell’agricoltura, dell’Industria e dei servizi, delle istituzioni private e imprese no profit. Le indagini campionare sono caratterizzate invece dal fatto che solo una parte delle unità componenti la popolazione viene selezionata ed indagata. Questo espediente (diminuendo l’onere della rilevazione) consente di destinare maggiore attenzione a tutte le attività connesse al miglioramento e al controllo della qualità dei dati raccolti. 2 Tuttavia, selezionare solo un campione implica una minore attendibilità delle misure osservate in quanto stime dei parametri di interesse. È infatti chiaro che a seconda di quali unità vengono inserite nel campione prescelto, i risultati riferiti alla popolazione complessiva varieranno. Delle indagini campionarie se ne occupa l’Istat da circa un ventennio. Quella sulle forze lavoro è l’unica indagine diretta ad individui con interviste personali. 3) Si illustri il ruolo dell’Istat e le principali attività che esso svolge. L’Istat è il principale produttore italiano di statistica ufficiale a supporto di cittadini e dei decisori pubblici. Per statuto, la realizzazione di indagini, studi e analisi è finalizzata alla produzione di statistica ufficiale e a soddisfare il bisogno informativo espresso dalla collettività. Le rilevazione di pubblico interesse sono stabilite dal Programma Statistico Nazionale, il documento che regola l’attività di produzione statistica. Le sue principali attività riguardano: i Censimenti, all’interno dei quali quello della popolazione e abitazioni è il più noto (consistenza numerica della popolazione e le caratteristiche strutturali delle abitazioni, in Italia si fa dal 1861). Il censimento dell’agricoltura eseguito in Italia dal 1960 e per la sesta volta nel biennio 2010. Rientrano in questo campo di osservazione le aziende con almeno un ettaro di SAU che soddisfano alcune particolari condizioni. Il censimento dell’industria e dei servizi è il principale strumento di rappresentazione della struttura economica del paese. Ha preso vari nomi nel corso del tempo, dal 1981 ha assunto questo nome. Indagini multiscopo sulle famiglie dell’Istat: è un sistema di indagini sociali. La popolazione di interesse delle indagini multiscopo è costituita da famiglie residenti in Italia e dai membri di fatto che la compongono. (Aspetti della vita quotidiana, viaggi e vacanze, sicurezza, uso del tempo sono alcuni ambiti). Infine altre importanti survey dell’Istat, al contrario delle multiscopo, sono riferite ad un argomento specifico: l’indagine continua sulle forze di lavoro, i consumi delle famiglie, rilevazione dei prezzi al consumo o alla produzione, sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati, inserimento professionale dei laureati, rilevazione delle cause di morte, attività degli istituti di cura, presidi residenziali socio assistenziali. 4) Si illustrino le principali ragioni per cui è necessario che esistano organi statistici sovranazionali Le ragioni derivano dall’’importanza crescente che gli scenari transnazionali hanno sulle dinamiche interne alle società moderne. Pertanto, negli ultimi anni si è assistito ad un forte slancio alla ricerca internazionale che ha spinto le fonti sovranazionali a dotarsi di classificazioni comuni, basate su criteri uniformi, in modo che s le varie statistiche nazionali possano essere comparate. Le fonti sovranazionali sono quei servizi statistici delle organizzazioni sovranazionali, in particolare possiamo citare: Eurostat che svolge funzione di direzione generale della Commissione e di coordinamento dell’attività statistica comunitaria; il fondo monetario internazionale, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e l’organizzazione delle nazioni unite. 3 5) Si descriva il codice italiano della Statistica ufficiale. È un insieme di regole alle quali si devono attenere gli enti produttori di statistiche ufficiali. È del 2010 ed è stato concepito in seguito al codice europeo con l’obiettivo di uniformare la produzione statistica ufficiale nell’UE. Ha come obiettivo la promozione di una cultura comune di attualità a sostegno della quale sono indicati principi e parametri di valutazione degli assetti istituzionali dei processi e dei prodotti della statistica, perché conoscere è una forma di democrazia. Il codice riprende alcune importanti definizioni, come ad esempio quella di statistica ufficiale: è la produzione contenuta nel programma statistico nazionale, nei programmi statistici regionali e in generale quella prodotta dal Sistan, intendendo tutti gli enti ed organismi pubblici di informazione statistica. Ha, tra i vari obiettivi, accrescere la fiducia nell’indipendenza, nell’integrità e nella responsabilità dei produttori della statistica ufficiale, nonché rafforzare la credibilità e migliorare la qualità dei prodotti diffusi. Promuovere l’applicazione dei principi delle pratiche e dei metodi migliori da parte di tutti i produttori di statistiche per accrescere la qualità del dato prodotto e fornire un contributo significativo per migliorare il funzionamento del Sistan con riguardo al rafforzamento dell’indipendenza scientifica degli enti e degli uffici che la compongono, nonché della qualità dei processi e dei prodotti delle statistiche ufficiali. Destinatari di questo codice sono gli enti e gli uffici di statistica del Sistan, gli utenti e i fornitori di dati. È suddiviso in tre paragrafi: contesto istituzionale: i fattori istituzionali e organizzativi influiscono in modo rilevante sull’efficienza e sulla credibilità della statistica ufficiale. Gli aspetti da considerare sono: 1. L’indipendenza professionale: assicura la credibilità della statistica ufficiale; 2. Mandato per la raccolta di dati: il mandato giuridico in base al quale vengono raccolte informazioni ai fini dell’elaborazione delle statistiche ufficiali deve essere dichiarato in modo esplicito a chi è invitato a rispondere; 3. L’adeguatezza delle risorse: le risorse a disposizione dell’ufficio di statistica devono essere sufficienti a soddisfare le necessità della statistica ufficiale; 4. Impegno in favore della qualità: tutti i membri del sistema statistico nazionale si impegnano ad operare a collaborare conformemente ai principi fissati nella dichiarazione sulla qualità del sistema statistico europeo; 5. Riservatezza statistica: deve essere assolutamente garantita la tutela dei dati personali dei fornitori di dati (famiglie, imprese, amministrazioni e altri rispondenti) così come la riservatezza delle informazioni da essi fornite e l’impiego di queste a fini esclusivamente statistici; 6. Imparzialità e obiettività: l’Ufficio di statistica deve produrre e diffondere statistiche ufficiali nel rispetto dell’indipendenza scientifica, nonché in maniera obiettiva, professionale e trasparente, assicurando pari trattamento a tutti gli utilizzatori. Processi statistici: gli orientamenti, le buone pratiche e gli standard nazionali ed internazionali vanno pienamente rispettati nei processi utilizzati dalle autorità statistiche per organizzare, rilevare elaborare e diffondere le statistiche ufficiali. 4 Un’efficiente gestione rafforza la credibilità delle statistiche. Gli aspetti rilevanti sono: 7. Una solida metodologia: le statistiche di qualità devono fondarsi su una solida metodologia. Ciò richiede strumenti, procedure e competenze adeguate; 8. Procedure statistiche appropriate: alla base di statistiche di qualità devono esserci appropriate procedure statistiche, applicate dalla fase di rilevazione dei dati a quella della loro convalida; 9. Onere non eccessivo sui rispondenti: il disturbo statistico deve essere proporzionato alle esigenze degli utenti e non deve essere eccessivo per i rispondenti. L’ufficio verifica la gravosità dell’onere per i rispondenti e stabilisce un programma per la sua riduzione nel tempo; 10. Efficienza rispetto ai costi: le risorse devono essere utilizzate in maniera efficiente Produzione statistica: Le statistiche disponibili devono soddisfare le esigenze degli utenti. Le statistiche rispettano le norme sulla qualità e rispondono ai bisogni delle istituzioni, delle Amministrazioni pubbliche, degli istituti di ricerca, delle imprese e del pubblico in generale. Aspetti importanti delle statistiche sono: 11. Pertinenza: le statistiche ufficiali devono soddisfare le esigenze degli utenti; 12. Accuratezza e attendibilità: le statistiche ufficiali devono rispecchiare la realtà in maniera accurata e attendibile; 13. Tempestività e puntualità: le statistiche ufficiali devono essere diffuse in maniera tempestiva e con puntualità; 14. Coerenza e confrontabilità: le statistiche ufficiali devono essere intrinsecamente coerenti nel tempo e comparabili a livello territoriale, dovrebbe essere possibile combinare i dati correlati provenienti da fonti diverse a farne un uso congiunto; 15. Accessibilità e chiarezza: le statistiche ufficiali devono essere presentate in una forma chiara e comprensibile; essere diffuse in maniera conveniente e opportuna ed essere disponibili ed accessibili con imparzialità, con i relativi metadati e le relative istruzioni 6) Si descrivano e si illustrino le funzioni del Sistan e del Programma Statistico Nazionale Il Sistan (istituito nel 1989), connette in un’unica rete tutte le competenze disperse nelle varie amministrazioni, con l’obiettivo di acquisire nuove e maggiori conoscenze per influire sui processi decisionali della pubblica amministrazione e con quello ulteriore di ridurre la molestia verso il pubblico e le imprese che ha raggiunto livelli eccessivi. (L’Istat diventa quindi un centro di coordinamento, di ricerca, di consulenza, formazione, garanzia metodologica, anche se perde in un certo senso il vecchio privilegio di monopolio, trasformandosi in una azienda in grado di fornire servizi al pubblico, puntando su schemi privatistici). Il Psn, invece, stabilisce le rilevazioni statistiche di interesse pubblico affidate al sistema statistico nazionale ed i relativi obiettivi. Il PSN parte dal presupposto di fornire un servizio pubblico per la circolazione delle informazioni, con la tutela del segreto statistico; il Sistan creando una rete di 5 collegamento, vuole riportare la statistica là dove si formano le decisioni, ma il pluralismo delle fonti deve essere coordinato con gli atti di indirizzo e coordinamento. Il PSN afferma che la produzione deve essere orientata all’utente, il quale deve avervi ampio accesso; i dati devono essere usati in maniera coordinata, organizzati in serie temporali e forniti tempestivamente, debbono essere imparziali, coordinati con Eurostat, standardizzati ed integrati per l’interconnessione dei sistemi informativi. 7) Si descrivi il ruolo dell’Eurostat e le principali attività che esso svolge L’Eurostat, Ufficio Statistico della Commissione europea, non raccoglie dati di per sé. La raccolta dei dati è compito degli organi statistici dei paesi membri dell’Unione che, dopo averli verificati e validati li mandano a Eurostat, che avrà il compito di assicurare la loro comparabilità attraverso l’uso di metodi armonizzati. Un notevole risultato che ha ottenuto Eurostat è l’approvazione della “Legge statistica”, un punto di svolta nella cooperazione tra gli uffici statistici nazionali dei paesi membri e l’Eurostat. Il trattato di Amsterdam e l’avvento dell’euro portano all’intensificarsi di rapporti, relazioni, meeting che, se da un lato spingono all’integrazione e all’armonizzazione, dall’altro causano consistenti cambiamenti nella produzione nazionale dei dati. Le sue principali attività sono: - Survey: effettuate su molteplici tematiche, in particolare su occupazione e salute; - Database ESSPROS che raccoglie informazioni sugli interventi messi in atto dal pubblico e dai privati per ridurre i rischi di famiglie ed individui ed aiutarli nella soddisfazione dei loro bisogni. REGIO invece valuta gli sforzi commessi dall’UE a favore della valorizzazione delle regioni svantaggiate con la sponsorizzazione di interventi volti a migliorarne le condizioni; - Eurobarometri: sondaggi di opinione sovranazionali effettuati su un campione di 1000 individui circa in ogni paese dell’UE, estratto dalla popolazione al di sopra dei 15 anni. 8) Il censimento cenni storici e caratteristiche dei censimenti moderni Il censimento è una parola latina che si compone di censere + mentum, si riconduce ad un atto del contare, stimare, annoverare. Il più famoso è quello delle popolazioni e abitazioni. Fin dall’antichità, laddove è presente una certa aggregazione di persone, era necessario procedere al conteggio della popolazione. Tra i più antichi, abbiamo avuto modo di citare Mosè che conta gli Israeliti (Bibbia, libro dei Numeri). L’impero che ha sfruttato molto il censimento è stato quello romano con la figura di Ottaviano Augusto. Mentre, nel medioevo, dobbiamo ricordare Guglielmo il conquistatore, che utilizzava i censimenti per descrivere beni, persone e terre del suo regno (Domesday Book). Dati anche molto importanti li abbiamo grazie all’istituzione della Chiesa (battezzati, defunti, matrimoni, stati delle anime e fuochi). Affinché possa esserci questa attività è necessario: essere in tanti in un’area delimitata e avere una struttura statale o parastatale che consenta il conteggio. 6 Nel passato le finalità erano di tipo militare, cioè per stimare quante unità dislocare su un territorio per controllarlo, e tributarie per la stima dei tributi dovuti in base a beni posseduti. I censimenti moderni si hanno invece a partire dal XVIII o XIX secolo quando gli Enti pubblici cominciano ad effettuare rilevazioni di carattere: - Periodiche: ad intervalli regolari di tempo; - Simultanee: eseguite su un territorio nella medesima data; - Nominative: rilevazione nominativa degli individui; - Universali: senza discrimine di genere, età, religione - Neutrali: senza che i rispondenti siano invogliati a mentire 9) Il “rolling census” o censimento continuo: definizione, vantaggi e svantaggi È una soluzione sviluppatasi in Francia per sopperire alla carenza di informazione corrente sulla consistenza della popolazione durante gli anni intercensuari, non essendoci in Francia gli archivi anagrafici a livello né locale né centrale. È una alternativa al modello classico del censimento, attraverso la conduzione di una indagine campionaria cumulativa continua, che copre l’intero paese per un lungo periodo di tempo (anni) piuttosto che in un solo giorno o un breve periodo di rilevamento. Indagini annuali possono essere condotte durante l’intero corso dell’anno o in un particolare mese o periodo di tempo più breve. In generale, il rolling census combina cicli annuali e triennali o quinquennali sul campione di popolazione a rotazione. Comporta alcuni vantaggi, come per esempio avere dati continuamente aggiornati. E anche alcuni rischi rispetto a due requisiti del censimento previsti dalle raccomandazioni internazionali: l’esaustività dell’enumerazione degli individui e famiglie abitualmente dimoranti e la simultaneità dei dati risultanti. Rispetto al primo requisito con la soluzione francese non è possibile ottenere dati di popolazione legale, cioè residente in un comune ad una certa data. Rispetto al secondo requisito vi è il rischio di diminuire la comparabilità dei dati nel tempo e nello spazio. Infatti, con il rolling census diviene necessario accettare risultati costituiti da stime riferite a medie di periodi pluriennali. 10) I metodi di disseminazione dell’informazione statistica ufficiale Le fonti statistiche ufficiali disseminano le informazioni raccolti generalmente in tre forme: - Comunicati stampa: brevi e frequenti relazioni che sintetizzano le recenti tendenze di un fenomeno che viene monitorato; - Banche dati: tabelle riassuntive che permettono l’analisi dei fenomeni secondo differenti dimensioni; - Volumi o pubblicazioni: annuari, studi diffusi e ampliamente commentati Tuttavia, ogni lavoro porta in calce il nome del responsabile. Per ragioni di studio (accademiche) è possibile richiedere la disponibilità dei microdati per la ricerca che non necessariamente verrà concessa. 11) La produzione statistica economica e sociale dell’Istat 7 Per i dati economici e sociali esistono alcune banche dati, tra le quali, per i dati economici: - Rivaluta: servizio gratuito per il calcolo delle variazioni percentuali tra gli indici maggiormente utilizzati per fini previsti dalla legge e il rilascio della relativa documentazione ufficiale. Gli indici riguardano i prezzi al consumo, i prezzi alla produzione, il costo di costruzione di un fabbricato residenziale, le retribuzioni contrattuali; - Coeweb: statistiche del commercio estero: merci importate ed esportate da e nei paesi che commerciano con l’Italia. I dati, aggiornati mensilmente, sono disponibili dal 1991 ad oggi; - FMI- National Summary Data Page. Pagina riassuntiva contenente i dati più aggiornati e significativi prodotti da BDI, Ministero dell’economia e Finanze, secondo gli standard richiesti dal DSBB del Fondo monetario internazionale. - Dati congiunturali sulle retribuzioni contrattuali: indicatori mensili sulle “retribuzioni contrattuali”, determinante sulla base delle misure tabellari previste negli accordi collettivi nazionali di lavoro; - Sistema informativo su agricoltura e zootecnia: dati strutturali e congiunturali su aziende agricole, coltivazioni, macellazione, carni rosse e bianche, import-export bestiame, mezzi di produzione, pesca, caccia, floricoltura, forestali, lattiero caseario, agriturismo, consistenza del bestiame; - SIA: sistema di indagini sulle acque. Statistiche sulle acque prodotte dall’Istat e, in particolare, dati ricavati dal Sistema di indagini sulle acque 1999. Il riferimento minimo territoriale è rappresentato da comuni e bacini idrografici. Per i dati sociali ricordiamo: - Demo: demografia in cifre. Popolazione residente per età, sesso e stato civile. Sono disponibili anche informazioni sui principali fenomeni demografici: nascite, permessi di soggiorno, indice di vecchiaia, età media, mortalità, previsioni della popolazione residente; - Coesione sociale.stat Il data warehouse raccoglie le statistiche ufficiali prodotte dall’Inps, dall’Istat e dal Ministero del Lavoro con più di 700 indicatori su demografia, lavoro, capitale umano, povertà, salute, politiche di protezione e assicurazione sociale, politiche attive sul mercato del lavoro; - Sistema informativo sulle professioni: consente di sapere come è fatta una professione, quanti lavoratori la esercitano, quanti ne serviranno nel prossimo futuro, quali i rischi connessi al lavoro e molte altre informazioni; - Sistema informativo territoriale sulla giustizia: tutte le statistiche sulla giustizia prodotte dall’Istat. Sono presenti le principali pubblicazioni, schede informative sulle indagini, glossario dei termini statistici utilizzati, normativa di riferimento; - Cultura in cifre: principali istituzioni culturali, pubbliche e private e servizi erogati con riferimento al settore dell’editoria, biblioteche, archivi, musei, gallerie, monumenti e scavi, sport, spettacoli, cinema, radio e televisione; - Scuola, università e mondo del lavoro: sistema informativo dedicato alle statistiche sull’istruzione e sull’inserimento dei giovani diplomati e laureati nel mercato del lavoro; 8 - - Health for all – Italia. Oltre 4000 indicatori su sanità e salute: contesto sociodemografico, mortalità per causa, malattie croniche e infettive, condizioni di salute e speranza di vita, disabilità, assistenza sanitaria, attività ospedaliera, risorse sanitarie; Disabilità in cifre. Numero di disabili, istruzione e integrazione scolastica, turismo accessibile, sindrome di Down e altri aspetti della disabilità. Il sistema è utilizzabile anche dalle persone diversamente abili. 12) Microdati, macrodati e metadati: definizioni ed esempi I micro dati fanno riferimento all’uso di dati individuali e riguardano la singola unità statistica rilevata. Per esempio pensiamo a quando veniamo contattati dal nostro gestore telefonico, a volte ci propone delle promozioni se viene riattivato un certo numero di telefono. Attraverso quindi l’uso di questi micro dati i gestori di telefonia possono quindi attuare politiche differenziate di marketing. I metadati sono un insieme di informazioni che servono a capire come i dati resi disponibili siano stati raccolti e come debbano essere interpretati. Sono il curriculum vitae dei dati. Ci dicono il dove, il quando, il da chi i dati sono stati ottenuti. Sono un elemento indispensabile per rendere i dati fruibili correttamente da chiunque e a distanza di tempo e di spazio. Ad esempio principali aggregati del PIL, dati nazionali annuali, dove si spiega che cosa è e come viene calcolato. I macro dati fanno invece riferimento all’uso di dati amministrativi aggregati. Pensiamo per esempio al numero di contratti che la Tim e la Vodafone hanno sottoscritto nel 2012. Sono dati aggregati diffusi con finalità di comunicazione ai mercati. 13) I sette requisiti per la qualità delle fonti statistiche In passato la qualità dell’informazione statistica si identificava quasi unicamente col concetto di accuratezza, ovvero vicinanza tra la stima prodotta di un parametro (caratteristica della popolazione studiata) ed il vero valore (ignoto) dello stesso. Oggi i requisiti sono: - Pertinenza; è la capacità dell’informazione statistica di soddisfare le esigenze degli utenti. Viene valutata all’interno del programma statistico. È opportuno conoscere i bisogni informativi degli utenti finali dell’informazione; - Accuratezza: è la vicinanza tra la stima prodotta per un parametro (caratteristica della popolazione studiata) e il vero valore ignoto dello stesso. La stima differisce dal vero (ignoto) valore del parametro a causa di una serie di errori che possono essere presenti in qualsiasi fase dell’indagine (es. non completezza delle liste di riferimento, irreperibilità delle unità di rilevazione); - Tempestività. Si riferisce al tempo che intercorre tra l’istante o il periodo in cui si riferisce l’informazione statistica e il momento in cui le informazioni sono disponibili per l’utenza. La tempestività è strettamente legata alla pertinenza. La maggiore accuratezza di solito va a discapito della tempestività. Informazioni poco tempestive possono diventare poco rilevanti; 9 - - Accessibilità. Si riferisce alla facilità con cu gli utenti possono: apprendere dell’esistenza dell’informazione, localizzarla e trasferirla nel proprio contesto lavorativo. Risultano pertanto determinanti: il sistema di annuncio del rilascio dell’informazione, il sistema di distribuzione dell’informazione, il costo e la disponibilità di informazioni aggiuntive per una corretta interpretazione dell’informazione. Comparabilità: indica in che misura l’informazione è confrontabile nello spazio e nel tempo; Coerenza: statistiche derivate da fonti diverse sono coerenti se basate su definizioni, classificazioni e metodologie standard: sono integrabili. Completezza: la capacità dei dati di fornire informazioni sugli aspetti indagati senza lacune od omissioni non giustificate, ma anche la necessaria copertura geografica delle stesse informazioni che non sempre sono disponibili per tutto il territorio nazionale. 14) Fonti statistiche e fonti amministrative: analogie e differenze La fonte statistica è il caso in cui l’informazione è tratta da annuari statistici e da banche dati statistiche (sito Istat) oppure è raccolta mediante appositi questionari. In questo caso si parla di rilevazioni dirette, che sono eseguite dall’Istat o da altri enti del Sistan mediante un’intervista diretta, rivolta alle famiglie, alle imprese, alle istituzioni. Si hanno fonti amministrative se le informazioni sulle unità statistiche sono raccolte e registrate da istituzioni pubbliche per finalità proprie dell’Ente o derivanti da obblighi di legge. Per esempio decessi, matrimoni, trasferimenti di residenza, denunce di reati, dati sulle strutture sanitarie, popolazione scolastica. In questo caso si parla di rilevazioni indirette. Analogie: - i dati sono raccolti su entità individuali. - Consentono delle azioni da parte degli enti che li gestiscono (trattano). Il fine statistico con cui si possono analizzare tali dati è rivolto alla produzione di indicatori sintetici (frequenze, medie indici) a partire dalle informazioni disponibili. Differenze: - La raccolta dei dati amministrativi è progettata ed eseguita con fini diversi da quelli statistici; - Errori di copertura; - Definizioni e classificazioni diverse da quelle adottate nella ricerca statistica; - Qualità dei dati; - Tempi di attesa per la disponibilità dei dati. 15) L’archivio Statistico delle Imprese Attive È una banca dati sulle imprese attive che contiene un insieme di informazioni sulla struttura produttiva italiana. È stato realizzato dall’Istat in ottemperanza a normative comunitarie dettate dall’Eurostat, per armonizzare i dati statistici dei paesi membri della Comunità europea. Viene aggiornato annualmente. 10 Le fonti utilizzate per l’archivio Asia sono: archivi amministrativi di vari enti: anagrafe tributaria, registro delle imprese delle Camere di Commercio, archivio INPS ed INAIL, archivio delle utenze elettriche (ENEL) escluse le utenze domestiche. Altri archivi di enti pubblici e privati (Abi, Banca d’Italia, Ania) ed infine indagini statistiche Istat. 16) Come somministrare un questionario: problemi generali e modalità di intervista Le tecniche di somministrazione di un questionario sono: - L’intervista diretta o faccia a faccia; - L’intervista telefonica; - L’auto compilazione (il questionario può essere inviato per posta o consegnato direttamente alle unità di rilevazione o compilato via web) L’intervista comporta un processo di interazione tra intervistato ed intervistatore. Non è un rapporto alla pari. Il metodo scelto per somministrare il questionario condiziona in parte lo strumento. Vanno considerati la : - Lunghezza del questionario; - Struttura del questionario; - Tipologia e approfondimento dei temi trattati Fin dalla fase di progettazione, il ricercatore deve già aver ben chiara la procedura da seguire per costruire il questionario migliore. La scelta della tecnica di somministrazione del questionario è legata all’unità della rilevazione: - Individui; - Famiglie; - Imprese; - Istituzioni Modalità di intervista: PAPI (Paper And Pencil Interview) L’intervista eseguita secondo questa modalità è una forma diretta che prevede di incontrare direttamente l’unità statistica e di compilare un modulo cartaceo. Presenta alcuni vantaggi, come la certezza dell’identità del rispondente, la possibilità di fornire chiarimenti, e la possibilità di motivare gli intervistati. Gli svantaggi invece sono: organizzazione complessa, costi elevati, effetto rilevatore e reticenza (non aver piacere di ricevere una persona direttamente col questionario) e possibile incoerenza nelle risposte. Modalità CATI (Computer Assisted Telephone Interview) è una forma di intervista diretta che prevede di raccogliere le risposte intervistando telefonicamente l’unità statistica e compilando un modulo elettronico. Presenta alcuni vantaggi in termini di tempestività, gruppo ridotto e centralizzato (quindi costi contenuti) meno diffidenza e più disponibilità, minor effetto intervistatore, controlli automatici e coerenza nelle risposte. Svantaggi invece dovuti a: minore coinvolgimento, impossibilità ad usare tecniche di probing, tempi di intervista ridotti e selezione dei rispondenti 11 Modalità DIARIO o questionario auto compilato, è un insieme di schede (libretto) che il soggetto deve compilare autonomamente. Anch’esso presenta alcuni vantaggi: contatto iniziale con l’intervistatore e dati più accurati (no effetto ricordo). Ma altrettanti svantaggi: richiede un buon grado di collaborazione da parte degli intervistati ed un uso limitato a brevi periodi di indagine. 17) Indici ed indicatori: definizioni e differenze. Spesso sono due termini usati in modo intercambiabile. In realtà i due termini hanno diverso significato: index qualsiasi cosa che è utile ad indicare; indicator colui- ciò che indica. La parola indice (utilizzato come termine già dal 1700) ha, di fatto, molteplici significati: misura di sintesi delle diverse proprietà di una distribuzione: reddito medio, tasso di disoccupazione, aspettative di vita; oppure è un numero puro non dipendente dall’unità di misura dei dati: indice dei prezzi al consumo, alla produzione, indice di produzione industriale. Indicatore rappresenta un termine più recente applicato per poter indicare misure indirette di fenomeni complessi (economici, sociali) che non possono essere misurati direttamente ma attraverso misure indirette che abbiano un alto contenuto semantico in comune con il concetto che si vuol misurare. È uno strumento di valutazione complessa di un fenomeno cui si attribuisce uno stretto legame con un referente concettuale che fa parte di un modello di ricerca (a priori) o di uno schema interpretativo (a posteriori). Rappresenta una statistica che riflette un importante aspetto del fenomeno di interesse ma non tutte le statistiche riguardanti tale fenomeno possono essere considerati indicatori. In particolare un indice diventa indicatore quando la sua definizione e la sua misurazione è collegata ad un obiettivo definito. 18) Le caratteristiche che dovrebbe possedere un indice per essere qualificato come indicatore Sono: - Fedeltà: dovrebbe consentire di imputare le variazioni registriate lungo il tempo a cambiamenti nella realtà e non alla qualità della misurazione; - Finalizzazione: dovrebbe essere correlato agli obiettivi dello studio; Esclusività: dovrebbe essere non sostituibile con un altro indice per indicare lo stesso fenomeno sociale; - Esaustività: dovrebbe descrivere tutte le dimensioni considerate; - Sensibilità: dovrebbe essere in grado di esprimere l’intero fenomeno osservato e di registrare tutte le variazioni del fenomeno stesso; - Sintesi: dovrebbe essere la sintesi di aggregazioni di osservazioni parziali; - Significatività: dovrebbe essere significativo relativamente alle unità territoriali considerate, in altre parole dovrebbe consentire confronti tra aree geografiche; - Univocità: dovrebbe essere interpretabile in modo non ambiguo rispetto alle direzioni delle variazioni 12 19) Gli indicatori in un sistema concettuale Gli indicatori possono quindi non solo rappresentare un fenomeno ma anche essere utilizzati come criteri e metodi per arrivare ad una valutazione. È per questo che, dal punto di vista operativo, gli indicatori hanno assunto una grande rilevanza come sostegno alle decisioni di politica e gestione. D’altra parte, un singolo indicatore, pur se collegato ad un particolare bisogno conoscitivo, non è di per sé significativo in quanto difficilmente fornisce una informazione utile per descrivere fenomeni complessi. Ciascuno di essi assume un significato solo se inserito all’interno di una struttura più ampia finalizzata alla conoscenza dei fenomeni di interesse. Si parla quindi di sistemi o MODELLI CONCETTUALI. - Modello concettuale: che consente di definire il fenomeno da studiare e dei costrutti ad esso connessi (ad esempio: status sociale); - Concetti astratti: detti anche costrutti, aree di indagini, domain che caratterizzano il fenomeno da studiare (ad esempio: status sociale); - Variabili: che definiscono i costrutti (per esempio: istruzione, condizione professionale); sono dette anche latenti in quanto non direttamente osservabili - Indicatori: gli elementi osservabili e misurabili per ciascun concetto definito (per esempio: anni di scolarità, titolo di studio) 20) Il prodotto interno lordo: definizione, origine economica e modalità di calcolo Abbiamo anzitutto dato un inquadramento al PIL, e ci siamo chiesti cosa era la ricchezza in passato (Adam Smith, “Indagine sulla natura e le cause della Ricchezza delle nazioni”: non deriva solo dalla quantità di risorse naturali o metalli preziosi di cui essa può disporre, né è generata solo dalla terra, ma dal lavoro produttivo in essa svolto e dalla capacità produttiva di tale lavoro). Oggi è invece “il valore dei beni e servizi prodotti da un paese in un intervallo di tempo (un anno) e destinati al consumo dell’acquirente finale, agli investimenti, alle esportazioni. Un paese è ricco non se ha molto denaro, ma se possiede molti beni. Una delle formule più importanti della teoria economica è la identità keynesiana, dovuta all’economista britannico Keynes. Y = C+I+NX+G-T - Y: è la ricchezza prodotta nel paese in un anno (PIL) - C: i consumi finali delle famiglie; - I: gli investimenti delle aziende per la loro crescita; - NX: esportazioni nette (export – import); - G: spesa pubblica; - T: tassazione È evidente che il PIL valuta la ricchezza di una nazione solo in relazione al valore – in denaro – delle transazioni o di quanto prodotto. È una valutazione puramente quantitativa della ricchezza delle nazioni, largamente utilizzata da molti anni a livello internazionale e che è ormai entrata nella cultura popolare. Per quel che riguarda il calcolo rientra sia il valore dei beni materiali, case, pane, sia il valore dei servizi. 13 Il valore di ogni bene o servizi è dato dal suo prezzo di mercato e la somma di tutti i valori genera il PIL. Ci sono tuttavia servizi non destinabili alla vendita che non hanno un prezzo di mercato come i sevizi collettivi forniti dalle istituzioni sociali (istruzione, difesa e giustizia) che vengono erogati a prezzi politici, cioè inferiori ai prezzi di produzione. In questo caso si suppone che il valore della produzione sia uguale alla somma dei costi sostenuti. 21) Il PIL: interpretazione delle sue variazioni Il PIL, rappresenta una misura della ricchezza di una nazione. Le sue variazioni sono quindi una indicazione importante sull’andamento dell’economia e si misurano ricorrendo alla seguente formula: Si parla anche spesso di: - Recessione tecnica: l’economia di un paese entra effettivamente in quella che viene definita “recessione tecnica” quando per due trimestri consecutivi si registra un PIL in calo rispetto al trimestre precedente; Si tratta della recessione in senso stretto perché si certifica una marcia indietro dell’economia per sei mesi consecutivi. Il termie recessione, viene però utilizzato spesso anche impropriamente, in un’accezione più generale. Quando la contrazione del PIL è limitata ad un trimestre, si è soliti parlare di “crescita negativa”. - Stagnazione: si verifica quando il PIL mostra per un periodo abbastanza lungo (non solo dunque su un singolo trimestre) una situazione piatta, su livelli di crescita nulla o estremamente ridotta; - Depressione: con questo termine si indica un periodo in cui alla stagnazione dell’economia si sommano aumento della disoccupazione, bassi livelli di produzione, ribasso dei prezzi e diffuso pessimismo da parte degli operatori economici. La più celebre nella storia è quella iniziata con il crack del 1929. 22) Gli indici derivati dal Prodotto Interno Lordo: PNL, PIL pro capite PIN Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) si ottiene sommando al PIL i redditi percepiti all’estero: - Profitti di filiali di imprese italiane all’estero; - Rimesse degli emigrati; - Rendite da attività finanziarie acquistate all’estero Il Prodotto Interno Netto (PIN) si calcola sottraendo al PIL il valore degli ammortamenti, ovvero gli accantonamenti che le aziende effettuano per imputare il costo economico degli impianti sulla loro vita utile (per appunto gli ammortamenti) Il PIL pro capite è invece dato dal rapporto tra il PIL di un paese e i suoi residenti, spesso viene indicato come misura del benessere di un paese. 23) La legge di Okun 14 La legge di Okun (dal nome dell’economista che la propose nel 1962) mette in relazione la crescita del PIL e il tasso di disoccupazione. In particolare, permette di individuare di quanto debba crescere il PIL per poter ridurre di un punto percentuale il tasso di disoccupazione. Poiché come visto il PIL è espresso da Y = C+I+NX+G-T, allora diviene possibile attuare manovre di politica economica volte a ridurre la disoccupazione, per esempio incentivando i consumi privati, sostenendo gli investimenti delle aziende, o aumentando la spesa pubblica. 24) I limiti del PIL come misura della ricchezza Per introdurre questo discorso abbiamo anzitutto ricordato il discorso che Robert Kennedy aveva tenuto presso l’Università del Kansas, con la famosa conclusione “Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”. - Costi sociali ed ambientali. Abbiamo visto che il PIL ignora ogni cosa che accade al di fuori del regno degli scambi monetari, e quindi non tiene conto dei costi sociali ed ambientali. I costi del declino sociale, ad esempio il crimine, e dei disastri naturali vengono considerati come guadagni economici in quanto sono transazioni monetarie positive che vanno ad aumentare il PIL. Ad esempio, il crimine accresce negli USA il PIL di diversi miliardi di dollari, utilizzati per le misure di sicurezza, la protezione del territorio, la detenzione, il risarcimento danni, le spese mediche e i funerali. È evidente che, esulando dal contesto economico, queste cose non sono indice di benessere di un Paese. Al contrario del capitale fisso, la cui svalutazione nel tempo viene considerata nel PNL, l’esaurimento delle risorse naturali – petrolio, legname – non viene contabilizzato. Esternalità negative come l’inquinamento danno luogo ad un duplice effetto: da un lato no vengono contabilizzate né come mali in sé né come perdite di benessere, dall’altro il costo del disinquinamento va ad aumentare il PIL. Vengono invece ignorate le economie non di mercato, ovvero tutti quegli scambi che non danno luogo a flussi finanziari come ciò che riguarda la cura dei bambini e degli anziani tra le mura di casa oppure il volontariato. - Economia sommersa: Le transazioni che non rientrano nel PIL possono essere di diverso genere: un primo tipo è rappresentato da transazioni che, pur non essendo strettamente illegali, violano la legislazione legale, ad esempio: lavori retribuiti in contanti, mance, lavoro svolto da immigrati irregolari, riparazioni domestiche; un secondo genere è rappresentato da transazioni illegali quali spaccio di droga, prostituzione, estorsioni. Il problema principale nel calcolo del valore dell’economia sommersa è che questa non rimane costante nel tempo: se ad esempio fosse una percentuale costante del PIL, non ci sarebbero grossi problemi nel determinarne l’entità. - Confronto temporale: Il PIL, essendo composto dalla somma dei valori dei beni e servizi prodotti da un paese, può variare nel tempo: possono variare le quantità prodotte di ogni bene o di ogni servizio, oppure può variare il loro prezzo. È quindi 15 - possibile calcolare il PIL: a prezzi costanti (per esempio a prezzi del 2005) o a prezzi attuali. La differenza è da imputarsi al tasso di inflazione. Confronto internazionale: anche per quanto concerne i confronti internazionali fra PIL sorgono alcuni problemi. In primo luogo, ogni singolo paese adotta particolari criteri per la valutazione del PIL. Inoltre, non è possibile confrontare direttamente il PIL di più paesi, ma per isolare l’influenza della popolazione sul confronto, bisogna calcolare il PIL pro capite. Un ulteriore problema è dato dal tasso di cambio da adottare per rendere omogenei i dati: convertire tutti i dati in un’unica valuta secondo il tasso di cambio nominale può essere fuorviante, per via delle speculazioni. Allora spesso si ricorre al principio della PPA, che cerca un raccordo tra due valute uniformando su tale base tutti i prezzi: ad esempio si usa il Big Mac Index: si confronta il prezzo del Big Mac in più paesi. Da questo raccordo vengono poi ricalcolati tutti gli altri prezzi dei beni e servizi che compongono il PIL ottenendo il PIL a PPA. 25) Misure alternative al PIL: Human Development Index L’indice di Sviluppo umano (ISU) viene proposto per la prima volta nell’ambito del Primo Rapporto sullo sviluppo umano nel 1990. In tale rapporto, lo sviluppo umano viene definito come “processo di ampliamento delle scelte delle persone” sottolineando come le scelte, le opzioni base, di cui un essere umano deve poter disporre, siano sostanzialmente quelle di una: - Vita lunga e sana; - acquisizione di conoscenze; - accesso ad un reddito sufficientemente elevato da consentire un dignitoso tenore di vita Alla luce di tale interpretazione, risulta evidente l’inadeguatezza del ricorso al solo strumento del reddito quale mezzo per quantificare il livello di sviluppo umano. Il rapporto propone quindi l’adozione di un nuovo indicatore che tenga conto, contemporaneamente, di tutte e tre le dimensioni dello sviluppo sopra individuate (speranza di vita, istruzione e reddito). L’ISU viene costruito in tre passaggi. Il primo passo è quello della definizione di una misura della privazione sofferta dal singolo paese, rispetto a ciascuna delle tre variabili: - Speranza di vita; - Alfabetizzazione; - Valore del logaritmo del PIL pro capite Per ciascuna delle tre variabili, vengono determinati un valore massimo ed uno minimo in base ai valori effettivi. L’indicatore di privazione I colloca quindi un paese in una scala da zero a uno (normalizzazione) definita in base alla differenza tra il valore massimo ed il minimo. Procedendo in tal modo si possono calcolare tre indici normalizzati (e quindi omogenei e numeri puri, non espressi in alcuna unità di misura) per ciascuno dei paesi analizzati. Nel rapporto 2011 i paesi analizzati sono stati 183. Per semplicità gli indici, spesso, si indicano in forma più sintetica. 16 Calcolati i tre indici per ciascun paese se ne calcola la media aritmetica per paese. L’indice ISU ha suscitato grande interesse tra i politici, gli operatori dello sviluppo, gli studiosi, la stampa e l’opinione pubblica. In particolare, ciò che ha colpito maggiormente l’attenzione degli esperti è stato il fatto che l’ISU proponga una media non ponderata della classificazione di un paese nella scala della speranza di vita, dell’alfabetizzazione e del reddito. In altre parole, ciò che colpisce è il fatto che, nel calcolo dell’indice medio di privazione, la somma dei tre indici non venga ponderata e che a tutte e tre venga attribuito un peso eguale. Questo si spiega in base alla considerazione che tutte e tre le componenti dello sviluppo (speranza di vita, istruzione e reddito) contribuiscano in egual misura nel determinare il livello di sviluppo di un paese. 26) Misure alternative al PIL: Genuine Progress Indicator (GPI) Il Genuine Progress Indicator, o indicatore del progresso autentico, misura l’andamento della qualità della vita in una nazione, evidenziando l’incremento della produzione di merci e l’espansione dei servizi che hanno realmente generato benessere. Il calcolo di questo indice è piuttosto complesso, perché chiede di stimare il valore di più di venti componenti, per la maggior parte intangibili. Si sommano e si sottraggono i valori delle seguenti componenti: + consumi personali ponderati in base all’indice distribuzione del reddito; + valore del lavoro domestico e la genitorialità; + valore dell’istruzione superiore; + valore del volontariato; + servizio di beni durevoli di consumo + servizi di autostrade e strade - Costo del crimine - Perdita di tempo libero - Costo della disoccupazione - Costo di beni durevoli di consumo - Costo del pendolarismo - Costo di abbattimento dell’inquinamento domestico - Costo degli incidenti automobilistici - Costo dell’inquinamento delle acque - Costo dell’inquinamento atmosferico - Costo di inquinamento acustico - Perdita delle zone umide - Perdita di terreni agricoli - + perdita della superficie boschiva e danni da strade forestali - Esaurimento delle risorse energetiche non rinnovabili - Danni da emissione di anidride carbonica - Costo dello strato di ozono - + investimenti di capitale - + prestiti esteri - 17 27) Misure alternative al PIL: Index of economic Freedom (IEF) L’indice della libertà economica è un indice creato dalla fondazione “The Heritage” e dal “Wall Street Journal” . è basato su dieci fattori che vengono valutati (ciascuno da zero a 100, dove 100 rappresenta la massima libertà), sulla base dei dati disponibili presso le principali organizzazioni sovranazionali (WB, IMF) . 1. Libertà negli affari 2. Libertà nel commercio 3. Libertà monetaria 4. Spesa pubblica 5. Libertà fiscale 6. Diritti di proprietà 7. Libertà di investimento 8. Libertà finanziaria 9. Libertà dalla corruzione 10. Libertà del lavoro 28) Misure alternative al PIL: la commissione Stigliz Nel febbraio 2008 il premier francese Sarkozy incarica una commissione di 22 esperti, guidata da tre premi nobel Stigliz, Sen, e Fitoussi, di individuare nuovi indicatori del benessere e del progresso. A settembre arriva il rapporto con cui la commissione propone un set di indicatori invece del solo PIL. La commissione Stigliz si pone come obiettivo quello di misurare il progresso, e fornisce agli istituiti di statistica dodici raccomandazioni: 1. Per valutare il benessere materiale bisogna analizzare i redditi e il consumo piuttosto che la produzione; 2. Impostare l’analisi dal punto di vista delle famiglie prendendo cioè in considerazione tasse, prestazioni sociali e servizi forniti dallo stato, come la sanità e l’istruzione; 3. Tenere in conto il patrimonio delle famiglie, distinguendo, cioè, tra chi spende tutto per consumi, accrescendo il benessere immediato, e chi invece risparmia per il benessere futuro; 4. Dare più importanza alla distribuzione dei redditi, dei consumi e della ricchezza, non ricorrendo quindi a medie matematiche, che non tengano conto della differenza di reddito tra più ricchi e i più poveri; 5. Estendere gli indicatori alle attività non legate direttamente al mercato. Attività come fare le pulizie in casa o accudire neonati, fanno parte della produzione economica di una famiglia, ma che vengono prese in considerazione dalle statistiche se non svolte da personale salariato; 6. Migliorare la valutazione di sanità, educazione e condizioni ambientali, mediante calcoli oggettivi e strumenti a carattere soggettivo (sondaggi); 7. Valutare in maniera esaustiva le ineguaglianza rispetto alla qualità della vita, calcolando le differenze tra persone, sessi, generazioni, con una particolare attenzione alle condizioni di vita degli immigrati; 8. Realizzare indagini per capire come le evoluzioni in un settore della qualità della vita abbiano ripercussioni su altri; 18 9. Gli istituti di statistica dovrebbero fornire le informazioni per aggregare le diverse dimensioni della qualità della vita, per creare una misura sintetica; 10. Gli istituti di statistica dovrebbero anche cercare di integrare nelle inchieste sulla qualità della vita dati sull’evoluzione effettuata da ogni cittadino nel corso della propria esistenza; 11. Valutare la sostenibilità del benessere; 12. Stabilire indicatori precisi che quantifichino le pressioni ambientali 29) Misure alternative al PIL: le esperienze settoriali Sul fronte ambientale, Legambiente e Ambiente Italia pubblicano ormai da molti anni l’Ecosistema Urbano, un indice sintetico sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia. L’indice tiene conto di 25 indicatori relativi ad aria, acque, rifiuti, trasporti e mobilità, spazio e verde urbano, energia, politiche ambientali pubbliche e private. Dal 2000, la rilevazione Istat “Dati ambientali nelle città” è attuata con periodicità annuale sui comuni capoluogo di provincia secondo le stesse sette tematiche – otto dal 2012 – e un analogo indice sintetico. Sul versante della produzione è invece il lavoro, tuttora in progress, che la Fondazione Symbola sta portando avanti per misurare il cosiddetto PIQ, il Prodotto Interno di Qualità. Esso si propone di quantificare la quota di PIL ritenuta di qualità scomponendola secondo quattro componenti della catena del valore: capitale umano, e know how, conoscenza e costruzione della domanda, sviluppo del prodotto servizio, presidio delle reti e relazioni nazionali ed internazionali. La Confartigianato ha portato avanti alcuni esercizi che dedicano particolare attenzione al sistema produttivo italiano. Nell’ambito del Rapporto Confartigianato 2010 “Alla ricerca del PIL Perduto” si è costruito un indice sintetico che prende in considerazione assieme al IPIL anche elementi di qualità della vita, risorse culturali e ambiente. Nel 2011 è inoltre stato sviluppato un indice di qualità della vita nei distretti industriali. 30) Misure alternative al PIL: LE INIZIATIVE TERRITORIALI L’IRES Piemonte pubblica sul sito www.regiotrend.piemonte.it un’analisi della qualità della vita nelle province piemontesi secondo otto dimensioni: salute, relazioni sociali degli individui, istruzione, qualità ambientale, attività personali quotidiane, sicurezza personale, partecipazione democratica, sicurezza e benessere materiale. L’Istituto ha anche realizzato una rivista per IPad (disponibile gratuitamente da Giugno 2011 su Apple Store, parole chave QV oppure IRES) dedicata agli indicatori di qualità della vita per le province del Piemonte. Recentemente una analisi a scala regionale centrata sul Veneto è stata realizzata nell’ambito dell’iniziativa Oltre il PIL promossa e realizzata da Unioncamere del Veneto e Camera di Commercio di Venezia, in collaborazione con l’Università di Venezia Ca’ Foscari e la regione del Veneto. L’analisi condotta è estesa a tutte le regioni italiane per il periodo 2006-2009 e per le 8 dimensioni individuate dalla commissione Stigliz: Benessere materiale, salute, istruzione, lavoro e tempo libero, pubblica 19 amministrazione, relazioni personali e sociali, ambiente, insicurezza fisica ed economica. Lo studio progettuale Analisi e ricerche per la valutazione del benessere equo e sostenibile delle province è condotto dall’Ufficio Statistica della Provincia di Pesaro e Urbino, con la partecipazione metodologica e tecnica dell’Istat. Tale studio è finalizzato a progettare un sistema informativo territoriale per la misurazione del benessere equo e sostenibile che possa supportare la programmazione, il monitoraggio e la rendicontazione sociale dell’azione amministrativa e di governance della Provincia. Altra esperienza a scala provinciale è quella condotta nell’ambito del VII rapporto IARES dell’Osservatorio sull’economia sociale e civile in Sardegna. All’interno del rapporto è inserito il caso studio “un tentativo di stima di un indice di qualità della vita nelle province sarde”, che propone un indicatore sintetico del benessere sociale in Sardegna secondo 52 indicatori raggruppati in otto dimensioni: Ambiente, economia e lavoro, diritti e cittadinanza, salute, istruzione, pari opportunità, partecipazione e disagio sociale. Nel 2010 si è costituita a Firenze l’AIQUAV, Associazione Italiana per gli Studi sulla Qualità della Vita, presieduta da Filomena Maggino. Nel settembre 2011 l’AIQUAV ha organizzato un workshop internazionale sulle problematiche di misura del benessere. Il 18 luglio 2011 l’Unione delle Pro Loco (UNPLI) ha presentato i risultati del progetto “B.I.L.anciamo il futuro” finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali, con la partecipazione dell’Istat (che ha contribuito direttamente all’elaborazione del questionario sulla percezione del benessere sociale) e il patrocinio della commissione nazionale italiana per l’UNESCO. Il progetto è stato realizzato coinvolgendo e sensibilizzando le comunità locali nella riflessione sul superamento del puro calcolo economico delle ricchezze nazionali, oggi definite attraverso il PIL, e sull’introduzione di altri indicatori con cui si possa valorizzare e quantificare anche la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale, la qualità della vita, il patrimonio culturale e il valore di attività come il volontariato. Nelle 21 località laboratorio selezionate in tutte le regioni italiane sono stati distribuiti i questionari, diffusi anche online a tutte le Pro Loco che hanno partecipato al progetto. 31) Il BES: inquadramento storico e descrizione del processo che ha portato alla sua definizione Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile è nato da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat. È in linea con il dibattito internazionale secondo il quale per valutare il progresso di una società vanno utilizzati parametri non solo di carattere economico, ma anche sociale ed ambientale, corredati da misure di equità e sostenibilità. Il comitato di indirizzo Istat&Cnel sulla base delle categorie suggerite dall’Ocse e dalla Commissione Stigliiz e i risultati dell’indagine multiscopo 2011 ha definito 12 dimensioni del benessere in Italia. L’approccio si basa sulla premessa che il benessere è strettamente legato a tempi, luoghi e culture e quindi non può essere definito univocamente. Per raggiungere una 20 misura condivisa a livello nazionale è fondamentale un confronto e un dialogo tra i diversi attori. A febbraio 2011 Istat ha realizzato la prima rilevazione statistica sull’importanza delle dimensioni del benessere su un campione rappresentativo di 45.000 persone dai 14 anni in su. I risultati della consultazione sono stati utilizzati per decidere se la lista dei domini che sono stati di nuovo sottoposti a consultazione sul sito www.misuredelbenessere.it che informa sul progetto e consente ai cittadini, istituzioni, imprese di contribuire a definire “che cosa conta davvero per l’Italia”. Da ottobre 2011 a febbraio 2012 i cittadini sono stati invitati a rispondere online ad un questionario per esprimere le proprie opinioni sul set delle 12 dimensioni del benessere proposto dal comitato 32) Si elenchino le 12 dimensioni del benessere (BES) descrivendone nel dettaglio una a scelta. Le dodici dimensioni del benessere sono: ( 1. Ambiente 2. Benessere economico 3. Benessere soggettivo 4. Istruzione e formazione 5. Lavoro e conciliazione tempi di vita 6. Paesaggio e patrimonio culturale 7. Politica e istituzioni 8. Qualità dei servizi 9. Relazioni sociali 10. Ricerca e innovazione 11. Sicurezza 12. Salute Paesaggio e patrimonio culturale. Il paesaggio, la ricchezza e la qualità del patrimonio artistico, archeologico e architettonico fanno dell’Italia un Paese unico al mondo. Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio non sono un’attività “fra altre” per la Repubblica, ma una delle sue missioni più proprie, pubblica e inalienabile per dettato costituzionale e per volontà di una identità millenaria. L’articolo 9 della nostra Carta fondamentale recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. La consapevolezza di possedere, dover custodire e valorizzare un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di arte e scienza, espressioni della genialità umana, individuale e collettiva sono un obbligo per lo stato, ma appartengono anche alla coscienza e all’identità culturale di ciascuno di noi. Questo dominio cerca di considerare questi elementi misurando quindi la presenza del patrimonio storico, artistico, culturale e paesaggistico; la tutela, l’uso da parte della popolazione. 21 Misura anche l’attrattività economica dei territori in base alla presenza del patrimonio culturale e paesaggistico, come fattore che genera produttività e richiamo verso la classe creativa nazionale ed internazionale. 33) Definizione di serie storica Si definisce Serie Storica una successione ordinata rispetto ad un indice coincidente con una misura del tempo (secondi, minuti, settimane, mesi, trimestri, quadrimestri, anni). In genere i dati vengono raccolti in un periodo delimitato da una data di inizio (t=1) e una di fine (t=T) con unità temporali omogenee (es. ogni mese, ogni anno), 34) Si definiscano i principi dell’analisi classica delle serie storiche definendo: Trend, ciclo, stagionalità e componente erratica L’approccio classico privilegia una impostazione descrittiva, e considera la serie storica come una composizione di una componente deterministica di facile interpretabilità economica e di una componente residuale di minor interesse. In particolare prende la serie storica e la scompone in diverse componenti, che sono le seguenti - Trend: la componente che deve esprimere la tendenza di fondo del fenomeno - Ciclo: sono fluttuazioni tipiche del funzionamento dei sistemi economici con fasi di espansione (per lo più, ma non necessariamente, simultanea in diversi settori => diversificazione delle scelte di portafoglio) e di contrazione. l’alternanza delle fasi di crescita e di depressione è ricorrente ma non periodica. (molto spesso la componente ciclica e il trend vengono considerate un’unica componente denominata ciclo-trend data la difficoltà teorica ed empirica di identificarle separatamente. Anche se fosse possibile dividerle è interessante lo studio delle interazioni tra fenomeni permanenti e transitori). - Stagionalità: si differenzia dal ciclo perché è un qualcosa che ha a che fare con un andamento di carattere periodico, ad esempio quello delle stagioni con picchi positivi negli stessi periodi e i picchi negativi o anti picchi nello stesso periodo di anni precedenti. - Componente erratica: è quella parte di serie storica che non è possibile prevedere utilizzando il trend. L’obiettivo è sottrarre alla componente erratica tutto ciò che è deterministico. Questo mi serve per costruire il miglior modello possibile per sintetizzare l’andamento della serie nel tempo. 35) L’analisi dei residui nell’approccio classico alle serie storiche I residui del modello rappresentano la componente accidentale non prevedibile, non modellizzabile perché totalmente casuale. I residui di regressione devono essere destrutturati, ovvero: - Non devono presentare comportamenti regolari; - Devono essere incorrelati - Non devono presentare alcun trend - Devono essere una componente puramente casuale Poiché sussiste la relazione Xt = componente deterministica+errore 22 Quanto più l’errore è piccolo tanto migliore sarà la capacità esplicativa del modello per descrivere l’andamento della serie storica. 36) Si definiscano i concetti di ciclo, stagionalità e se ne illustri la differenze I cicli sono fluttuazioni tipiche del funzionamento dei sistemi economici con fasi di espansione (per lo più, ma non necessariamente, simultanea in diversi settori => diversificazione delle scelte di portafoglio) e di contrazione. L’alternanza delle fasi di crescita e di depressione è ricorrente ma non periodica e pertanto la distingue dalla stagionalità (ciclo-trend). Stagionalità: si differenzia dal ciclo perché è un qualcosa che ha a che fare con un andamento di carattere periodico, ad esempio quello delle stagioni con picchi positivi negli stessi periodi e i picchi negativi o anti picchi nello stesso periodo di anni precedenti 37) Le medie mobili come strumenti per la destagionalizzazione Le medie mobili sono uno strumento che viene utilizzato per depurare la stagionalità dalla serie storica. Sono medie aritmetiche di k osservazioni consecutive. Sono “mobili” perché si “muovono” lungo la serie. Esse vengono chiamate anche “filtri lineari”, in quanto, applicate a una serie, eliminano completamente fluttuazioni cicliche costanti di periodo uguale a k o a ogni suo sottomultiplo (es. media mobile a dodici termini eliminano la stagionalità mensile costante). Nel caso più generale una media mobile È una somma ponderata dei valori della serie storica corrispondenti ad istanti temporali intorno a t, cioè dei dati da t-q1 e t+q2 con opportuni valori dei coefficienti di ponderazione cj. Il numero di termini utilizzati nella trasformazione q1+q2 +1 viene detto ordine della media mobile. La formula viene applicata sequenzialmente, nei diversi istanti t, aggiungendo e togliendo una osservazione alla volta. Si definiscono semplici se calcolate come medie aritmetiche semplici (stesso peso a tutti i dati coinvolti nel calcolo) Se q1= q2=q la media mobile viene detta centrata Ovviamente in questo caso l’ordine è dispari. Se fosse pari il valore calcolato andrebbe a collocarsi a cavallo di due istanti. Per cui la media mobile consente di ottenere una ricostruzione del trend solo per t = q+1,…., n-q cioè con esclusione di q istanti iniziali e finali. La media mobile ha una azione spianante, perché tende a ridurre le irregolarità di tipo casuale presenti in una serie storica (riducendone la variabilità). In questo senso ricostruisce la tendenza di fondo. 23 Abbiamo solo considerato le medie mobili semplici. In particolare è possibile verificare che queste ultime consentono di ricostruire un trend – localmente – lineare. Infatti se ipotizziamo che il trend sia approssimativamente lineare tra t-q e t+q, vuol dire che in t possiamo esprimerlo come: con a e b costanti reali. Un valore basso dell’ordine della media mobile, e quindi di q, accentua la fedeltà del risultato al dato osservato ma fa diminuire il grado di regolarità nell’andamento della ricostruzione del trend. All’aumentare del valore di q la media mobile ha un andamento sempre più regolare. Si hanno alcuni problemi. La media mobile: - Deforma le fluttuazioni di periodo diverso da k, modificando in particolare i punti di svolta (in genere anticipandoli per le serie crescenti, posticipandoli per quelle decrescenti); - Possono dare origine a movimenti ciclici spuri; - Fano perdere k/2 osservazioni all’inizio e altrettante alla fine della serie (eventualmente recuperate tramite modelli ARIMA) - Se k è dispari è facilmente centrata, altrimenti sono necessari dei pesi particolari. 38) Si specifichino le fasi che compongono il modello X-11 Il programma X-11 si fonda su alcune operazioni sequenziate secondo una logica precisa: 1. Stima iniziale mediante medie mobili del trend ciclo e stima della componente di stagionalità lorda: il calcolo della serie destagionalizzata viene effettuata mediante medie mobili a dodici termini. La scelta di tale ordine di medie condizionate consente di eliminare le stagionalità annuali. Questa procedura comporta la perdita di sei valori all’inizio e alla fine della serie. 2. Stima della componente stagionale netta: effettuata la perequazione (lisciamento tramite medie mobili) dei dati grezzi per la ricerca del trend si calcola il quoziente fra il dato grezzo e il dato perequato eliminando, in tal modo, il trend. Si otterrà in tal modo una serie storica detrendizzata. 3. Stima iniziale della serie destagionalizzata rapportando i dati osservati ai rapporti netti di stagionalità: l’insieme dei rapporti lordi calcolati viene corretto per ridurre la presenza di rapporti di stagionalità anomali cercando di far pesare meno valori che si discostano molto dalla media e di più i valori che sono vicini alla media. Vengono individuate tre fasce: Se il reddito lordo appartiene a 1, viene ignorato, se appartiene a due viene pesato secondo una legge lineare, se appartiene a tre viene considerato senza ponderazione 24 4. Stima finale del trend ciclo mediante medie mobili di Handerson: la serie viene ulteriormente filtrata tramite un nuovo modello a medie mobili. La media mobile da impiegare viene, per così dire, personalizzata, adeguandola alle caratteristiche di maggiore o minore accidentalità della serie. 5. Stima finale dei rapporti lordi di stagionalità: ripetendo la procedura condotta nelle fasi 1-4 col modello a medie mobili di Handerson si ottengono nuove stime del modello trend ciclo, nuovi quozienti lordi di stagionalità e, ovviamente, la serie destagionalizzata. 39) Si definiscano le medie mobili di Handerson e se ne illustri l’ambito di utilizzo Le medie mobili di Handerson rientrano nella fase 4 del programma X11. La media mobile da impiegare viene personalizzata, adeguandola alle caratteristiche di maggiore o minore accidentalità della serie. La procedura adottata è la seguente: - Si calcola la media delle variazioni, in valore assoluto, da mese a mese della componente aleatoria; - Si calcola la media delle variazioni, in valore assoluto, da mese a mese, del trend ciclo; - Si determina il rapporto tra le due quantità precedentemente individuate, rapporto R che indica l’ampiezza relativa della variazione media mensile della componente aleatoria rispetto alla variazione media mensile del trend ciclo Quanto più R è elevato tanto più lunga dovrà essere la media mobile per ottenere una stima adeguata dei valori del trend-ciclo. Nel programma x11 la scelta viene effettuata come riportato in tabella: VALORI di R MEDIA MOBILE DI HENDERS ON In questo contesto, la media mobile a dodici termini non rappresenta un punto di arrivo, ma solo uno di partenza. In base ai dati destagionalizzati in prima approssimazione, il Programma x-11 si pone infatti l’obiettivo di recuperare alterazioni e limiti della media mobile a dodici termini e di fornire una stima più attendibile dei valori della serie destagionalizzata. L’impiego stesso della formula di Handerson, ovvero di una formula di perequazione analitica, rappresenta un salto di qualità per la metodologia di depurazione rispetto all’uso delle medie mobili tradizionali, che rientrano nel procedimento delle perequazioni meccaniche. 40) Si illustrino i numeri indice sui prezzi adottati dall’Istat (NIC FOI IPCA) Il NIC, indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, è utilizzato come misura dell’inflazione per l’intero sistema economico. In altre parole, si considera la 25 collettività nazionale come un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. È l’indice più completo e con maggiori possibilità analitiche, adoperato per fini di studio e per le comparazioni sul piano territoriale nazionale ed internazionale. Il FOI è l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo ad un lavoratore dipendente, operaio o impiegato, dei settori extra agricoli. È l’indice al quale la legislazione italiana assegna gli effetti amministrativi più importanti ed è usato per adeguare periodicamente i valori monetari di anni e periodi diversi, ad esempio i canoni di affitto o gli assegni dovuti al coniuge separato. L’IPCA è l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’unione europea. Assicura una misura dell’inflazione comparabile tra i diversi paesi europei, attraverso l’adozione di un impianto concettuale, metodologico e tecnico condiviso da tutti i paesi. Deve la sua nascita al trattato di Maastricht (1992) e viene elaborato dal 1997. Viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’Unione europea. Tale indice viene calcolato, pubblicato e inviato mensilmente dall’Istat ad Eurostat secondo un calendario prefissato. Eurostat, a sua volta, diffonde gli indici armonizzati dei singoli paesi dell’Unione ed elabora e diffonde l’indice sintetico europeo, calcolato sulla base dei primi. NIC e FOI si basano sullo stesso paniere e si riferiscono ai consumi finali individuali indipendentemente se la spesa sia a totale carico delle famiglie o, in misura parziale o totale, della pubblica amministrazione o delle istituzionei non aventi fini di lucro. Il peso attribuito ad ogni bene o servizio è diverso nei due indici, a seconda dell’importanza che i diversi prodotti assumono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l’intera popolazione; per il FOI è l’insieme di famiglie che fanno capo ad un operaio o ad un impiegato. L’IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento ma si differenzia dagli altri due indici poiché si riferisce ala spesa monetaria per i consumi finali sostenuta esclusivamente dalle famiglie. Esclude, inoltre, sulla base di regolamenti comunitari, alcuni prodotti come, ad esempio, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici. Se il NIC e il FOI considerano sempre il prezzo pieno di vendita, l’IPCA, si riferisce, invece, al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico delle famiglie. Inoltre, pIPCA tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi, sconti e promozioni) 41) Si descrivano le principali fasi di rilevazione dei prezzi da parte degli uffici comunali di statistica. - Definizione della struttura del paniere (Istat); - Scelta e descrizione dei prodotti (Istat); - Scelta delle città nelle quali condurre l’indagine (Istat) - Scelta dei punti vendita in cui effettuare la rilevazione in ogni città (Ucs): dato il paniere e la descrizione dei prodotti e sapendo che siamo una delle città che deve 26 - - condurre la rilevazione dei prezzi, gli UCS devono pensare dove andare a rilevare i prodotti contenuti nel paniere, in quali punti vendita effettuare la rilevazione; Scelta della referenza elementare per ogni posizione rappresentativa in ciascun punto vendita (rilevatori): non si parla più di prodotto ma di scegliere la referenza. Ad esempio se dobbiamo rilevare la pasta, devo scegliere il tipo di confezione, il tipo di pasta, poiché nella descrizione Istat la marca non c’è, è il rilevatore che deve scegliere quale, secondo lui, è il prodotto più idoneo da rilevare Rilevazione periodica dei prezzi relativi alla stessa referenza nei vari punti vendita. A seconda del prodotto varia la periodicità (rilevatori UCS). Ci sono prodotti che vanno rilevati mensilmente e altri che vanno rilevati più di una volta al mese. Quando si sceglie la referenza, un prodotto da rilevare, il rilevatore deve sapere quante volte andare a rilevare il prodotto presso il punto vendita. 42) Si descriva il ruolo dell’ufficio statistico comunale nella rilevazione dei prezzi L’organizzazione della rilevazione è un tipico ruolo dell’UCS. Una volta definiti il campione e la lista dei prodotti a rilevazione centralizzata, UCS deve ancora stabilire: - Quali e quanti punti vendita scegliere; - Quanta percentuale di prodotti rilevare nei negozi tradizionali, nei grandi magazzini, nei supermercati, ipermercati, hard discount; - Quante quotazioni effettuare per ciascuna referenza; - Come distribuire la rilevazione sul territorio; - Come distribuire la numerosità delle quotazioni tra i rilevatori L’Istat fornisce le seguenti linee guida: - Definisce il numero minimo di quotazioni previste per i piani di rilevazione pari a 7 per i beni alimentari e 5 per i beni non alimentari e i servizi; - Definisce il numero minimo di appartamenti presso i quali rilevare gli affitti; - Fornisce le tavole relative all’andamento delle vendite regionali del commercio al dettaglio in sede fissa al fine di favorire l’aggiornamento del piano di rilevazione coerentemente con le modifiche intervenute nella realtà commerciale locale e nella struttura economica territoriale; Una volta rispettate le linee guida, l’UCS aggiorna il piano di rilevazione in occasione dell’aggiornamento del paniere di fine anno. A sua vola l’Ucs stabilisce le linee per una rilevazione quantitativamente e qualitativamente soddisfacente: - Genova in qualità di capoluogo di regione non può limitarsi a rispettare le quotazioni minime stabilite da Istat - Il territorio comunale deve essere interamente coperto. I rilevatori operano anche nelle estreme periferie sia pure in misura meno capillare - I punti vendita sono stati o devono essere scelti tra quelli maggiormente frequentati dai consumatori rispettando la proporzione tra vendite nella distribuzione moderna e tradizionale. I rilevatori devono rilevare il prodotto più venduto 27 Ulteriore compito dell’UCS riguarda la serie dei controlli insieme ad Istat sulla raccolta dei dati relativi alle referenze. Da ultimo l’UCS ha un ruolo, insieme ad Istat, di aggiornamento del paniere e della struttura di ponderazione. In considerazione dei cambiamenti intervenuti nel corso dell’anno nei comportamenti di acquisto dei consumatori si procede alla revisione del paniere al fine del mantenimento della rappresentatività statistica dei prodotti che lo compongono. L’aggiornamento avviene attraverso diverse fasi in cui gli UCS e Istat lavorano a stretto contatto. Le proposte di aggiornamento del paniere avanzate dagli UCS sono vagliate da Istat per la decisione definitiva. 28 Risposte – Prof Persico 1. Si descrivano le principali caratteristiche del campionamento stratificato e se ne proponga un esempio applicativo La stratificazione è una delle tecniche con cui, partendo da conoscenze a priori sulla popolazione, è possibile migliorare l’efficienza del piano di campionamento. Tale piano di campionamento consiste nel suddividere la popolazione iniziale, costituita da N unità, in H sottopopolazioni o strati, all’interno dei quali le unità siano omogenee secondo qualche criterio. Infine bisogna estrarre da ciascuno strato, in modo indipendente, un campione casuale semplice. Va sottolineato che l’omogeneità negli strati va intesa in senso diverso a seconda di quelle che sono le finalità che si vogliono perseguire. La motivazione per cui si attua una tecnica di campionamento stratificato è quella di ottenere un miglioramento delle stime. È intuitivo che all’interno di ciascuno strato vi sia una più forte somiglianza tra le unità che fa si che, a livello di strato, il campione rappresenti meglio le caratteristiche della sottopopolazione. Si persegue quindi l’obiettivo della riduzione della varianza dello stimatore media campionaria. Come esempio applicativo possiamo pensare ad una stratificazione geografica, che potrebbe rispondere ad esigenze organizzative (i singoli strati che rappresentano porzioni dell’area totale, possono essere affidati per la rilevazione e il controllo ad organismi distinti) potrebbe delimitare uno specifico dominio di studio (cioè una sottopopolazione di cui si vogliono stimare i parametri). 2. Si descrivano i vantaggi della stratificazione con ripartizione proporzionale della numerosità campionaria Il campionamento stratificato proporzionale risulta conveniente quando gli strati differiscono in media. Le stime della media nel campionamento stratificato sono sempre più efficienti di quelle ottenute con il campionamento casuale semplice. In particolare, gli operatori avranno uguale efficienza solo quando le medie degli strati sono uguali tra loro e l’efficienza è tanto maggiore quanto più gli strati, all’interno, sono resi omogenei. Per cui: 1. La grandezza del guadagno dipende dall’eterogeneità esistente tra le medie di strato 2. Maggiore è l’omogeneità interna, minore sarà la varianza del campionamento stratificato proporzionale 3. Il contributo al guadagno dovuto ad ogni strato è proporzionale al prodotto della derivazione quadratica della media della popolazione e il peso 4. Il guadagno relativo è inversamente proporzionale alla varianza della popolazione 3. Si descrivano i vantaggi della stratificazione con ripartizione ottima della numerosità campionaria Se gli strati differiscono anche in varianza, oltre che in media, allora è conveniente passare da un campionamento stratificato a quello ottimo. 29 Tale ripartizione richiede la conoscenza delle varianze interne degli strati, dovendo il numero delle osservazioni campionarie essere proporzionale sia al peso che allo scarto quadratico medio del jmo strato 4. Si proponga una scomposizione della varianza dello stimatore media campionaria che ponga in evidenza i vantaggi nell’utilizzare schemi di campionamento complessi che prevedano la stratificazione della popolazione Il primo addendo indica che il vantaggio ottenuto con la sola stratificazione proporzionale è funzione della difformità esistente tra le medie degli strati. Dal secondo addendo invece si osserva che il vantaggio ottenuto con una stratificazione ottima piuttosto che proporzionale si deve alla diversità degli scarti quadratici medi tra i vari strati, esprimendo tale addendo la variabilità delle quantità 5. Si descriva il metodo del campionamento pilota Per effettuare una ripartizione ottima è necessario conoscere le varianze interne degli strati poiché il numero delle osservazioni campionarie deve essere proporzionale sia al peso che allo scarto quadratico medio dello strato jmo. Generalmente le varianze degli strati non sono note. È quindi necessario effettuare una stima preliminare che consenta di programmare la numerosità campionaria complessiva e la sua ripartizione ottima a favore dei diversi strati. A tal fine occorre effettuare un campionamento preliminare eseguendo questa procedura: 1. Si campiona scegliendo una numerosità campionaria contenuta ed assumendo numerosità degli altri strati tutte uguali tra loro Sulla base dei dati campionari si effettuano le stime delle varianze degli strati. L’equi distribuzione tra gli strati contribuisce, a parità di altre condizioni, ad uniformare l’efficienza delle stime delle varianze. 2. Utilizzando le stime si calcola una stima del valore della numerosità totale n, e successivamente si calcola una stima della sua ripartizione a favore dei vari strati. Si estrae quindi da ogni strato un secondo campione, ad integrazione di quello di cui alla prima fase di numerosità. 6. Presentare il campionamento casuale semplice stratificato, ed illustrarne le proprietà in confronto al campionamento casuale semplice La stratificazione è una delle tecniche con cui partendo da conoscenze a priori sulla popolazione, è possibile migliorare l’efficienza del piano di campionamento. Consiste nel suddividere la popolazione iniziale, costituita da N unità, in H sottopopolazioni o strati, all’interno dei quali le unità siano omogenee secondo qualche criterio. Infine bisogna estrarre da ciascuno strato, in modo indipendente, un campione casuale semplice. 30 Proprietà di u nel campionamento casuale semplice stratificato (68): Perciò è uno stimatore corretto. E consistente. Nel caso invece di campionamento casuale semplice La media dello stimatore media campionaria coincide con la media vera della popolazione. Per tale motivo lo stimatore è detto corretto (30) Questa proprietà, unita alla correttezza, permette di affermare che M è stimatore consistente. 1. Si descrivano brevemente le fasi di una indagine campionaria Le fasi di una indagine campionaria sono: 1. Definizione degli obiettivi e della popolazione oggetto di indagine Unità di analisi e di campionamento, ambito territoriale e periodo di riferimento 2. Valutazione della lista di campionamento Adeguatezza, compiutezza, grado di aggiornamento e convenienza 3. Scelta del piano di campionamento Probabilistico e non campionamento 31 4. Scelta del disegno campionario Tipologia di campionamento: casuale semplice o in blocco, stratificato proporzionale o ottimo, a due o più stadi, a grappolo (se campionamento probabilistico), per quota, di convenienza, ragionato o a valanga (non probabilistico) 5. Definizione della numerosità campionaria 6. Selezione del campione 2. Si descrivano le opportunità e i limiti nell’utilizzo delle liste di campionamento, riportandone alcuni esempi Registro elettorale: riporta l’elenco degli individui aventi diritto al voto. Opportunità? Elenco nazionale Limiti? Ritardi nell’aggiornamento; popolazione parziale (solo i maggiorenni); è molto complicato selezionare famiglie Registro delle imposte: elenco delle abitazioni Opportunità? Elenco nazionale Limiti? non tutte le abitazioni sono di nuclei familiari; ritardi nell’aggiornamento Elenchi telefonici. Elenco dei possessori di abbonamento telefonico Opportunità? Elenco nazionale Limiti? Copertura parziale della popolazione (solo possessori di telefono e con numero compreso in elenco); difficoltà a campionare le famiglie Registro delle imprese delle camere di commercio Opportunità? Elenco nazionale Limiti? Mancano i professionisti e i coltivatori diretti 3. Si descrivano i principali piani di campionamento probabilistico I principali piani di campionamento probabilistico sono; - Campionamento casuale: o semplice: è con reinserimento dell’unità statistica all’interno della popolazione o in blocco: senza reinserimento, una volta selezionata l’unità statistica essa viene esclusa - Campionamento stratificato: considera eventuali stratificazioni interne della popolazione (maschi-femmine) in base ad alcune sue caratteristiche che si ritiene possano influenzare il parametro oggetto di stima. o Proporzionale: alla popolazione oggetto di studio – preferibile se gli strati differiscono in valor medio o ottimo: preferibile se gli strati differiscono anche in variabilità o con vincoli di costo: tiene conto del costo della singola unità statistica. Questo perché possono esserci unità statistiche con differente costo di campionamento (per esempio l’andare ad intervistare una persona in città o in un paesino sperduto). Limiti della stratificazione: non sempre è facile decidere il numero di strati. Talvolta mancano le informazioni per stratificare la popolazione. - campionamento a due o più stadi: la popolazione viene suddivisa in più subpopolazioni. Ad ogni stadio viene estratto un campione di unità di 32 - campionamento, giunti all’ultimo stadio si estrae un campione casuale di unità statistiche (esempio: indagine su studenti delle scuole superiori in Italia). Ha il vantaggio di non richiedere la lista completa della popolazione e di ridurre drasticamente i tempi e i costi di campionamento. Per contro le stime ottenute non sono attendibili quanto quelle effettuate con un campionamento sull’intera popolazione. A grappoli: la popolazione viene suddivisa in gruppi esaustivi e mutamente esclusivi di ampiezza costante o variabile e raggruppano le unità statistiche in base ad una caratteristica comune. Le unità statistiche non vengono estratte singolarmente ma a gruppi. Ha il vantaggio di ridurre drasticamente i tempi e i costi di campionamento. Il rischio è quello di selezionare unità statistiche troppo simili tra loro, trascurando elementi con caratteristiche differenti. 4. Si descrivano i principali piani di campionamento non probabilistico campionamento accidentale: l’intervistatore sceglie come unità da intervistare la prima che incontra (usato per le ricerche esplorative). - campionamento per quote: comunicate agli intervistatori le quote del campione che devono possedere certe caratteristiche. La scelta delle unità è lasciata all’intervistatore. Vantaggi: non è necessario ricontattare l’unità non rispondente, l’intervistatore gode di ampia libertà e flessibilità: è un metodo più economico Svantaggi: la scelta di chi intervistare è lasciata all’intervistatore e i non rispondenti non vengono considerati (pericolo di distorsioni) - campionamento ragionato: l’intervistatore sceglie le unità statistiche in base alla sua esperienza, cercando di rendere il campione il più rappresentativo possibile campionamento a valanga: l’intervistatore sceglie alcune persone dotate delle caratteristiche richieste, queste persone servono per identificare altri soggetti che possono essere intervistati in una fase successiva e così via. 33