mensile della comunità di Salò ANNO LXII - n. 2 Febbraio 2013 Vita di parrocchia a cura della Redazione Esercizi Spirituali C.P.P. - Stralcio dal Verbale Da Lunedì a Venerdì ore 9,00 in S. Bernardino: canto delle Lodi e celebrazione dell’Eucarestia (anima Don Mario Pelizzari) dalle 16,30 alle 18,30 in S. Giovanni: Esposizione e Adorazione Eucaristica (possibile confessarsi – Don Mario Pelizzari) ore 18,30: Vespro – Celebrazione Eucaristica Pomeriggio in Oratorio ore 16,30 Gesto di 10 minuti per le Elementari ore 17,00 Incontro per le Medie ore 17,45 ... 18,30 insieme per gli adolescenti ore 20,45 in Oratorio: Liturgia della Parola e Adorazione Eucaristica Guida don Diego Facchetti Il verbale della seduta del 20.09.2012 viene approvato. Si passa all’aggiornamento delle Commissioni: Missioni: è stato stabilito un incontro ogni primo lunedì del mese in San Giuseppe, ore 16.30, con preghiera, rosario missionario con S. Messa e un incontro zonale, con cadenza bimestrale. Sono stati devoluti € 1.000 a don Renato (per Lituania), € 1.000 a Sr. Gerosa del Burundi e si è fatta l’adozione di una bambina in Brasile. La “cena povera” ha reso € 1.620, di cui 1.000 devoluti a Sr. Ketty. Caritas: si è messo in atto l’Orientamento legale gratuito a favore di stranieri, offerto dall’Associazione “Centro Migranti Onlus”; inoltre sarà aperto un “Centro d’Ascolto” per due ore settimanali. Liturgia: viene prestato un utile servizio nelle varie chiese della Parrocchia. Catechesi: si realizzano i Centri di Ascolto dopo le catechesi degli adulti svolte da tutti i sacerdoti della Parrocchia. Si proseguirà con la stessa scansione anche dopo Natale. Si evidenzia l’accompagnamento spirituale della Parrocchia agli studenti della Scuola Media nella preparazione al Natale. Famiglia: per i due gruppi di giovani famiglie, accompagnati dai sacerdoti della Parrocchia, don Pier Luigi e don Gianluca, è stato scelto un testo guida: “Come professare il Credo all’interno della Famiglia”. Sono stati proposti alle famiglie un ritiro a primavera a San Felice e un pellegrinaggio a Caravaggio. Giovani: ci sono dei Momenti di riflessione e spiritualità, a Roè Volciano, a Montecastello, un’uscita spirituale e ludica in comunità a Carpenedolo ed è in allestimento “Sinfonia di Natale”. Sinodo: i partecipanti sono stati stupiti per il clima di comunità che si respirava nelle giornate di incontro (1-2 dicembre, 8-9 dicembre), pur con presenza di pochi giovani. È stato posto l’accento su alcuni aspetti in merito all’organizzazione delle future U.P. L’ opportunità di partecipare al Sinodo è stata un arricchimento spirituale oltre che esperienza di comunione diocesana. Varie: viene data lettura del ringraziamento di don Angelo Gelmini, (trasferito a Rezzato, San Carlo) alla Comunità per il bene ricevuto e la generosità. La segretaria dal 18 al 22 febbraio 2013 Appuntamenti quaresimali La Parola e i Sacramenti sono il fondamento della nostra FEDE. Nel cammino in direzione della Pasqua è necessario che ci confrontiamo con quanto Gesù ci ha detto e che ci nutriamo della sua Vita per poter risorgere trasfigurati nella sua Risurrezione: per questo lo vogliamo seguire ed imitare nel nostro cammino quaresimale. 8 febbraio: ore 20.30 al Cristal “UNO DI NOI” (conferenza sulla difesa della vita e la difesa dei diritti dell’uomo) 15 febbraio: ore 20.30 a Campoverde Via Crucis missionaria zonale 1 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Benedetto 8 marzo: ore 20.45 Via Crucis alla Visitazione ARMONIA PASQUALE 15 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Giovanni 22 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Giuseppe 29 marzo: ore 20.45 Via Crucis in Duomo HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamber to Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 n. 2 del 12.12. 2012 NUMERI UTILI PER TELEFONARE: Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria FAX Vicolo Campanile 2 . . Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . Padri Cappuccini Barbarano . . . Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . 2 . . . . . . . . . . . tel. 521700 tel. 523294 cel. 3492267166 tel. 40296 tel. 520302 tel. 43449 tel. 43646 tel. 40039 tel. 20447 tel. 520843 tel. 521555 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis L Chi votare? In tandem…! a cosa di cui ha più bisogno l’Italia è una politica che unisca le forze più responsabili e più impegnative verso il bene comune, perché questo darebbe un senso al nostro essere cittadini e italiani. La politica che divide e che ci mette gli uni contro gli altri ci sta portando al disgusto e alla rassegnazione. La storia dovrebbe aver insegnato come non c’è nessun progresso che si basi sulla divisione e sulla contrapposizione, che queste non hanno niente a che fare con il bene e il progresso del nostro Paese. Abbiamo bisogno di persone di buona volontà che invitino a superare divisioni e a unire gli sforzi affinché la giustizia, l’onestà e la correttezza fra le persone e le istituzioni ridia dignità a questo Paese e ai suoi cittadini. Come fare? Sarebbe semplice se col voto potessimo individuare un partito e alcuni politici al di fuori di ogni sospetto e capaci di rispondere alle tante necessità che ci opprimono nell’ambito sociale ed economico. Non è facile! Anzi, oserei dire: non è possibile oggi! Nessuna Autorità o persona di prestigio può dirci: Vota così o Dona la tua preferenza a costui. Emergono troppo gli interessi personali che soffocano e paralizzano anche i valori e i programmi annunciati dal partito. Noi cattolici possiamo porre attenzione ai nostri Vescovi che non ci dicono per quale partito dobbiamo votare, ma insistono nell’invitarci a superare la tentazione di disertare le urne per non sprecare alcuno dei duri sacrifici fatti per lasciare alle spalle il baratro e per preparare la stagione del rilan- In copertina: cio. Nell’Anno della Fede dobbiamo sempre più annunciare Gesù, il Cristo nostro Redentore. Perché questo si realizzi dobbiamo porre attenzione alle iniziative programmate, che spaziano dall’abolizione dell’aborto ed eutanasia, dalla cura dei nati all’educazione dei bambini e degli adolescenti, dalla libertà religiosa all’assistenza dei deboli e malati, dalla pace nel mondo alla famiglia umana, dall’opposizione al divorzio al matrimonio omosessuale. Dopo aver ascoltato con attenzione e con coscienza quanto dicono e quanto giudica la nostra coscienza ci troviamo ancora tanto perplessi e incerti. E allora? Cerchiamo di analizzare le varie proposte di partito e confrontiamole con la Dottrina Sociale della Chiesa, con i Beni irrinunciabili per l’uomo e per il credente e poi… preghiamo il Signore perché ci conduca la mano a fare la «crocetta» quel giorno in cui voteremo e sostenga coloro che emergeranno dalla spoglio successivo. E’ ancora il Signore che salva il mondo dai nostri egoismi e dalle nostre mi- serie: la storia insegna! Preghiamolo! Come pregare? Che cosa chiedere? Che cosa offrire?… Anche noi come i Discepoli diciamogli: “Signore, insegnaci a pregare!” e, in seguito, facciamo come lo Spirito ci indica. Vi propongo un aneddoto che un sacerdote saggio aveva raccontato ai suoi ascoltatori, tanto impegnati nel voler imparare a pregare e a pregare bene. Migliorare la propria preghiera (diceva) è come imparare a utilizzare bene un tandem. Il tandem é una bicicletta, ma a due posti. Lo si può utilizzare anche da soli, in una persona sola, ma quanta difficoltà! Quando si pedala in pianura si riesce ancora a procedere, ma quando si deve affrontare un dosso, una salita… quanta fatica! È tutta un’altra cosa se l’utilizziamo in due. Se mettiamo sul “sedile posteriore il Signore”, la nostra preghiera diventa più spedita e tutto diventa più facile, se poi abbiamo l’accortezza di porre il Signore sul sedile anteriore, alla guida, tutto va a meraviglia. Se ci lasciamo condurre e pilotare dal Signore tutto riesce meglio. Per questo motivo nel proporci la prima preghiera, Gesù ci ha suggerito: Padre nostro… venga il tuo regno… dacci il nostro pane quotidiano e rimetti le nostre colpe Se con Gesù ci rivolgiamo al Padre, siamo certi di ottenere quello che chiediamo… e anche per la politica, il governo e l’Italia ci donerà quello che ci occorre. Ci ha detto infatti: Se domandate ogni cosa nel mio nome… siate certi che otterrete… e… se chiedete un pane il Padre non vi darà un sasso. Statua di San Francesco di Sales Opera dello scultore bedizzolese Giovanni Fantoni, realizzata in pietra di Verona, secondo schemi settecenteschi. Il Santo è rappresentato con le insegne episcopali, mentre “proclama” un testo letto da un libro aperto, sorretto dalla mano sinistra. Sulla tonaca indossa una cotta a tre quarti e una mantellina, a sua volta sormontata da una stola ricamata. Le fattezze del viso e le rughe della fronte evidenziano la profondità dei sentimenti del Santo. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 3 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo” Mali, nuova emergenza umanitaria? sa dei Santi Cosma e Damiano, i copti celebrano nella chiesetta cittadina di San Marco, mentre i greco-cattolici vanno nella chiesetta delle Ancelle di via Moretto Continua, nel nord del Mali, l’azione dell’esercito re- e la domenica, visti i numeri, traslocano nel santuario golare maliano, supportato dal contingente francese e di Sant’Angela. Certo servirebbero nuove strutture: i dai soldati della forza africana, contro quattro gruppi cristiani ortodossi sono più di 15mila, 5000 i rumeni, jihadisti che tentavano di raggiungere il sud del Pae- un migliaio i moldavi, i greco-ortodossi superano il se. Lo scontro in atto sta creando i presupposti di una migliaio, mentre i copti sono circa 300. nuova drammatica emergenza umanitaria. Secondo fonti non ufficiali sarebbero già oltre 400mila i profughi in fuga dalle zone interessate dai combattimenti. La situazione è aggravata inoltre dalla distruzione delle infrastrutture sanitarie, scolastiche e amministrative, Brescia ricorda ogni anno, in gennaio, la tragedia della dalla mancanza di carburante per fornire le stazioni campagna di Russia e, in particolare, la battaglia di di depurazione dell’acqua, dalle crescenti difficoltà Nikolajewka, svoltasi il 26 gennaio 1943, alla fine di di approvvigionamento di viveri e articoli essenziali un sanguinoso calvario, iniziato sul Don. La storica per l’igiene. La Caritas del Mali sta monitorando la battaglia segnò per le truppe italiane la fine della sforsituazione per far fronte ai nuovi bisogni che stanno tunata campagna di Russia, che ci costò oltre 85mila morti e dispersi. Questo 70° anniversario è stato soemergendo dall’intensificarsi del conflitto. Don Emmanuel Nestor Kone, direttore della Caritas lennemente ricordato a Brescia con diverse manifedi San (una delle sei presenti nel Mali), è passato da stazioni organizzate dalla sezione cittadina dell’Ana, Brescia alla fine di gennaio per sollecitare aiuti per il culminate con una grande sfilata di alpini provenienti suo Paese. La Caritas di Brescia ha accolto l’appello, da tutta Italia. Il presidente della sezione di Brescia, mettendo a disposizione conti correnti bancari e po- Davide Forlani esprime il senso di questa manifestastali per la raccolta di fondi. Per informazioni è possi- zione e della presenza attiva degli Alpini: “Vogliamo bile contattare il numero 030/3757746 o visitare il sito passare alle giovani generazioni gli insegnamenti, e di conseguenza il patrimonio morale ed etico, appreso www.brescia.caritas.it. dalle generazioni precedenti, perchè siamo convinti che sono quei valori che devono continuare a sottendere una comunità civile”. 70 anni dalla battaglia di Nikolajewka Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Tutte le parrocchie della diocesi si sono attivate per celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio. Tra tutte la parrocchia di Breno ha scelto di dare in uso una propria chiesa a un’altra comunità cristiana, quella rumena. Destinare alcune chiese, spesso vuote, a un altro culto è un segnale forte di accoglienza e al tempo stesso di dialogo. Per il momento questa prassi non è ancora molto diffusa, ma ci sono altre realtà che hanno dato la loro disponibilità. A Brescia i rumeni sono ospiti dell’Istituto Razzetti, mentre padre Zelinsky dell’esarcato russo di Costantinopoli guida la sua comunità in una sala del convento di San Cristo dei Saveriani. La comunità moldava del Patriarcato di Mosca si ritrova nella chie- Ordinazione episcopale di Mons. Vincenzo Zani Mons. Vincenzo Zani, originario di Pralboino, è stato ordinato vescovo domenica 6 gennaio a Roma ed è il nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Una rappresentanza diocesana, guidata dal vescovo Luciano, era presente in San Pietro per partecipare al solenne rito di ordinazione e per manifestare al neo Vescovo tutto l’affetto dei bresciani. Domenica 20 gennaio, in Cattedrale a Brescia, il Vescovo Vincenzo ha presieduto una solenne celebrazione di ringraziamento, alla quale erano invitati i ministri ordinati, i religiosi, le religiose e i laici. La Valle, il suo lavoro, la sua gente, la sua Banca. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 4 ZANCA ASS.NI S.A.S. Prodotti assicurativi e finanziari P.zza S. Bresciani, 16 25087 SALÒ (BS) Tel. 0365 43479 Fax 0365 40153 E- mail: [email protected] Sito internet: www.assicurazionizanca.com A richiesta si rilasciano preventivi Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 In ascolto della Parola ... a cura di Oswald L Resta con noi, Signore… a prima domenica di Quaresima presenta ogni anno, attraverso le sacre Scritture, il brano delle tentazioni di Gesù nel deserto. Nel testo alternato dei tre evangelisti: Matteo/anno A; Marco/anno B; Luca/anno C; Gesù affronta le prove che il Maligno gli pone per oscurare la sua figura, la sua missione, per scoraggiarlo… Sono le stesse tentazioni con le quali veniamo bombardati ogni giorno: l’ansia di possedere, di aver successo, la voglia di primeggiare. Davvero il cammino quaresimale che ci accingiamo a percorrere è in salita e va controcorrente, ma vale la pena di farlo perché la meta è la Pasqua con il Risorto vincitore su ogni male. Resta con noi, Signore, nell’ora della prova. È il ritornello di una parte del Salmo 90/91 che ascolteremo domenica 17 febbraio, I di Quaresima e che ci ricorda l’importanza, dell’antica tradizione cristiana, di recitare i Salmi e, specialmente in Quaresima, i 7 Salmi “penitenziali”. Nei Salmi si trova tutto quanto è valido per lodare Dio. Nelle preghiere dei Salmi noi troviamo le parole adatte per ogni occasione. La Quaresima, tempo di conversione stabilito fin dal IV secolo, ha come scopo quello di preparare alla celebrazione annuale della Pasqua sia i catecumeni, cioè i nuovi credenti da accogliere attraverso i diversi gradi della iniziazione cristiana, sia i fedeli con il richiamo al Battesimo ed alla penitenza. Il brano evangelico che guida la Quaresima di quest’anno C, attinge al Vangelo di Luca nelle prime quattro domeniche e a quello di Giovanni nella quinta. L’itinerario quaresimale tende a far crescere il rapporto personale con Dio, che la sacra scrittura chiama “alleanza”. Tutto questo richiede una continua conversione: passare da una vita sottoposta a mille tentazioni, ad un ritorno, in questo tempo favorevole, nell’abbraccio dell’amore di Dio. E passiamo alla riflessione sulle Scritture di domenica 17 febbraio. Quaresima come tempo di fede! AscolteAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013 remo tre professioni di fede, diverse per i personaggi che le pronunciano, ma identiche nel cuore del mistero che proclamano. Iniziamo con la voce dell’antico Israelita che, in occasione della festa primaverile delle primizie, si presenta davanti al sacerdote per la sua offerta (Dt 26,4-10): Mosè parlò al popolo e disse: “Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio”. Queste parole, secondo gli studiosi, ricalcano un an- 5 tichissimo Credo d’Israele all’interno del quale si proclamano tre grandi atti divini. Il primo è quello dell’aver chiamato un “arameo errante” come Giacobbe/Israele ad essere il padre d’un popolo col quale Dio avrebbe stretto un’alleanza. Il secondo è il riconoscimento dell’intervento divino nella libertà donata ad Israele dopo l’amara esperienza della schiavitù egizia. Il terzo è il dono della terra promessa, luogo di libertà e di prosperità, di preghiera e di vita. Queste tre professioni di fede si legano tra loro attraverso un elemento comune: essi segnalano che Dio è entrato nella storia dell’uomo. È questa la qualità più significativa della fede biblica: essa rivela un Dio “incarnato” non remoto, non oscuro, vicino e attento ai gemiti della sua creatura. Nella seconda lettura, tratta dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (10,8-13) abbiamo la seconda professione di fede: “Perché se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore! e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo”. È questa la fede pasquale cristiana: essa riconosce la divinità del Cristo e la sua risurrezione, radice della nostra liberazione. Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13) ascoltiamo la terza professione di fede che Gesù proclama davanti a Satana, il negatore per eccellenza, che invano cerca di scardinare la fiducia del Figlio nel Padre. Gesù, ancorandosi alla Parola di Dio, costruisce un Credo che ha il suo vertice nella sua risposta alla seconda tentazione. Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. È la ripresa del primo comandamento, sostegno e sorgente di tutto il Decalogo e di tutta la fede biblica: “Non avrai altri dèi di fronte a me… Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai (Es 20,3.5.). Gesù afferma la purezza del concetto di Dio e l’unicità del Signore. Unicità che non è, però, solitudine perché, come diceva il poeta spagnolo Quevedo: “Dio è unico, ma non è solo”. Buona Quaresima a tutti! Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Caritas e Vita Missionaria C I dati ISTAT sulla povertà in Italia ol bollettino del mese di aprile daremo notizia della situazione economica della nostra Caritas e degli interventi effettuati nella nostra zona durante il 2012, dato che saremo in possesso di tutti i dati statistici necessari. Ora ci sembra opportuno dare uno sguardo alla nostra Italia, visto che la stampa ha riportato le rilevazioni fatte dall’ISTAT riguardo le povertà. Aumentano gli italiani poveri, le famiglie (soprattutto quelle numerose) sono in gravi difficoltà economiche e cresce il divario tra i redditi del Nord e quelli del Centro-Sud. Sono questi, in estrema sintesi, i principali risultati dell’indagine “Reddito e condizioni di vita”, diffusi in dicembre dall’ISTAT. Il dato più significativo riguarda il rischio di povertà o esclusione sociale che coinvolge oltre un italiano su quattro. Prendendo come riferimento i redditi 2010 l’ISTAT è infatti arrivato a concludere che il 28,4% delle persone residenti in Italia nel 2011 è a rischio povertà o esclusione sociale. Rispetto all’indagine del 2010 l’indicatore è cresciuto del 3,8% a causa dell’incremento della quota di persone a rischio povertà, passata dal 18,2% al 19,6% e di quella dei cittadini che soffrono di severa deprivazione, che è quasi raddoppiata, passando dal 6,9% all’11,1%. Sostanzialmente stabile e intorno al 10,5% la quota di persone che vivono a bassa densità di lavoro. Rispetto al 2010, sono in aumento anche gli individui che vivono in famiglie che non si possono permettere una settimana di ferie lontano da casa (quota cresciuta dal 39,8% al 46,6%), che non hanno potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione (dall’11,2% al 17,9%), che non riuscirebbero a far fronte a una spesa imprevista di 800,00 euro (dal 33,3% al 38,5%) o che, anche volendo, non possono garantirsi un pasto proteico adeguato almeno ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%). Le famiglie più a rischio di deprivazione - ri- Tappe della vita L’embrione? Uno di noi… Sono entrati a far parte della famiglia di Dio: Andreatta Mattia di Claudio e di Banalotti Laura Comini Giovanni di Paolo e di Scioli Sara Cuero Garcia Steven di Mozzi Bruno e Bianchi Emanuela Franco Matteo di Alessandro e di Zabbialini Sara Ghidinelli Matteo di Stefano e di Crescini Silvia Sono tornati alla casa del Padre: Bontempi Maria ved. Apollonio, anni 85 Tanucci Ida ved. Procopio, anni 85 Cifalà Maria Samuela, anni 38 Pirlo Vittorio, anni 97 Padova Emma ved. Lorenzon, anni 96 Banalotti Piermario, anni 71 Bianchi Palmiro, anni 89 Rossi Maria Vittoria ved. Sorlini, anni 87 Cobelli Dario, anni 76 -------------------------------------------------------------------------------Nell’ottavo anniversario della morte di La «Giornata della vita» è stata istituita nel 1978, all’indomani della legge 194 sull’aborto, per mantenere viva la coscienza dei credenti e non credenti riguardo al valore inestimabile della vita umana. Ogni anno la Chiesa italiana prepara una meditazione su aspetti diversi, sempre collegati al tema primario della vita umana. Tutte le motivazioni presentate per controbattere le negazioni della vita nascente sono originate dal fatto che il feto è “uno di noi”. Ecco perché l’iniziativa dei cittadini europei in difesa della vita è denominata UNO DI NOI. Almeno un milione di cittadini di almeno 7 stati membri dell’E.U. (Unione Europea) possono chiedere alla Commissione di proporre un atto giuridico alle altre istituzione europee (Parlamento e Consiglio dei ministri). Con queste firme la Commissione è obbligata a dare una risposta. Il riconoscimento del “concepito” come «uno di noi», che sia nato o non ancora nato, cambia radicalmente la concezione della dignità umana, presentata nella Carta europea dei diritti fondamentali del Trattato di Lisbona. È urgente fare tutto il possibile per restituire all’Europa il suo vero fondamento. L’Unione europea non ha competenze dirette nel campo del diritto la vita, tuttavia essa finanzia ricerche che distruggono embrioni e sostiene economicamente organizzazioni internazionali che promuovono l’aborto. Con la nostra firma (convalidata dai vari dati anagrafici e con la carta d’identità o passaporto), chiediamo che non vengano erogati contributi per “uccidere” gli embrioni... in quanto sono UNO DI NOI. Firmiamo! FRANCESCO DOLFO e della moglie IRMA GAMBIN i figli, i generi, la nuora e i nipoti li ricordano con affetto insieme a quanti li hanno conosciuti. --------------------------------------------------------------------------------10 – 2 -1975 10 – 2 – 2013 FAUSTINO ZANARDELLI È sempre vivo in noi il tuo ricordo. Ricordandoti nella preghiera. I tuoi cari. --------------------------------------------------------------------------------18 – 2 -2011 18 – 2 – 2013 DANTE LUGLI Vivo e commosso il ricordo di te che ci hai amato tanto. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 corda l’ISTAT – sono quelle più numerose e/o con un basso numero di percettori di reddito. Se la situazione è grave in tutto il Paese, diventa drammatica nelle regioni Meridionali. Qui quasi una persona su cinque (il 19,4% per la precisione) è gravemente deprivata: dato più che doppio rispetto al Centro (7,5%) e addirittura triplo rispetto alle regioni Settentrionali (6,4%). Inoltre nel Sud l’8,5% delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato nel 2011, contro appena l’1,7% nel Nord e il 3% nel Centro. Il reddito mediano delle famiglie che vivono nel mezzogiorno – commenta l’ISTAT – è pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord, valore inferiore a quello registrato nel 2009 (76%); nel Centro la quota si assesta al 94% (era il 96%) a segnalare un aumento del divario territoriale a svantaggio del Centrosud. Gruppo Caritas 6 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Santo del mese a cura di Luisa Madureri S San Salvatore da Horta “Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze ” toria bella commovente di un ragazzo buono e mite, piccolo grande frate francescano, venuto fra noi come amico del cuore, cui confidare i più segreti moti dell’anima, vicino ai bisognosi, ai sofferenti, generoso di sé. San Salvatore nasce nel 1520 in Catalogna – Spagna – da una povera famiglia e cresce fra i poveri, pastore, poi garzone di calzolaio. È analfabeta, ma possiede l’istinto verso la perfezione del bene: adolescente, pensa di entrare in una abbazia benedettina, ma l’ambiente è troppo aristocratico e potente per lui e così entra nel convento francescano, dove trova un mondo più vicino a lui, alla sua profonda scelta di povertà, povertà benedetta, la sua personale via alla santità. Frate Salvatore ha uno spirito semplice, puro, una fede totalizzante, incrollabile, un carattere gioioso e sereno, che lo porta ad amare in modo incondizionato chi soffre, chi è fragile: in lui i fedeli, subito numerosi ed affascinati dalla sua azione, vedono il messaggero dell’amore e della misericordia di Dio. In questo umile frate di San Francesco, perdutamente innamorato di Dio, imitatore perfetto di Gesù, mite sempre, anche quando non è capito dai confratelli, anche quando è costretto dalle gerarchie ecclesiastiche a cambiare continuamente convento, devotissimo alla Madonna, vicino sempre agli ultimi, i fedeli vedono il potente mediatore della potenza di Dio e della Madre di Dio, Mediatrice di tutte le grazie. La sua vita: così breve, così intensa, così piena di prodigi. I fedeli giungono da ogni parte della Spagna al convento di frate Salvatore per vederlo, toccare il suo ruvido saio, baciare i suoi sandali, chiedergli conforto del corpo e luce dell’anima; folle enormi lo cercano con ansia, eppure i suoi superiori, gli stessi confratelli lo biasimano perché, dicono, suscita fanatismo, perché turba la pace del convento, perché, come tutti i santi, è “diverso”, non segue la tradizione, perché è troppo amato. Conosce gli onori della corte di Filippo II, dei potenti nobili del re, ma anche le accuse di eresie del tribunale della Inquisizione; è venerato dai semplici di cuore come una benedizione di Dio, è visto dai frati come un religioso fastidioso ed impertinente. Del resto, come è possibile per un piccolo frate illetterato ottenere tanta fama? È questo che infastidisce, che non è capito: eppure è vero, San Salvatore è un taumaturgo, i fedeli lo capiscono, lo sanno e lo seguono ovunque vada. Egli combatte l’errore non con gli scritti, né con la predicazione, ma con i miracoli che compie con il tocco delle mani, con la sua parola così nuova ed ispirata, con la benedizione, spingendo tutti ad amare l’Eucarestia, a credere con piena fiducia nella certa intercessione della Madonna. Le folle lo chiamano santo, ma egli non vuole, si imbarazza e dice: Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 “Non sono io l’autore di questi prodigi, ma la Comunione e la Madonna”. Numerosi sono anche i confratelli che lo amano e lo difendono dagli attacchi alla sua opera: sono pieni di stupore per la semplicità di fra Salvatore, per l’autentica umiltà: “Fra Salvatore sembra non sappia fare altro che essere santo”. Lo vedono proprio come San Francesco: “Non uomo che prega, ma uomo fatto preghiera. Devotissimo e fedele adoratore dell’Eucarestia, che lo rapiva in Dio ogni volta che sostava in contemplazione davanti al tabernacolo. Devotissimo della Beata Vergine Maria, con la quale spesso fu sorpreso a dialogare confidenzialmente”. Nel 1565 fra Salvatore è mandato in Sardegna; la sua fama lo precede; ed al suo arrivo nell’isola trova a riceverlo al porto una immensa folla, che vede in lui un generoso dono della provvidenza. La sua azione continua come in Spagna: e forse, abituato a cambiare così frequentemente convento, non risente del distacco della sua terra natale e poi, per i santi, ogni terra è luogo precario e nello stesso tempo è casa di Dio. La Sardegna ama molto San Salvatore, lo considera figlio e lo circonda di affetto e stima: qui muore, due anni dopo il suo arrivo. È il 18 marzo 1567, è il tramonto, in una povera cella del Convento di Maria e Gesù in Cagliari: ancora echeggiano le sue parole, quando vi entra e vede sul frontone l’immagine della Madonna: “Siete qui, Signora?”, la saluta con grande commozione ed affetto e la Vergine sorride: “Figlio mio, ti aspettavo!”. La statua di San Salvatore, l’urna con i resti mortali ed il reliquiario si venerano nella chiesa-santuario in Orta di Atella, diocesi di Aversa. Appuntamenti liturgico-culturali 6 febbraio ore 20.45: in oratorio ABRAMO – Agar e Sara 13 febbraio: ore 20,45 in Duomo benedizione e distribuzione delle ceneri 18 – 23 febbraio ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI 27 febbraio: Animatori Centri di Ascolto per 4 incontri in famiglia 1 marzo: ore 20.45 inizio Via Crucis settimanali 7 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Oratorio vita quotidiana Il volto trafitto Facciamo davvero fatica a confrontarci con la sofferenza. Spesso ci viene detto che conti solo essere forti, vincenti, potenti: la sofferenza è lontanissima da queste dimensioni! Eppure non mancano nella nostra vita occasioni che ci mostrano tutto lo scandalo del peccato, del dolore, del male. Anche Gesù Cristo, il figlio di Dio, ha attraversato questa dimensione umana. L’itinerario quaresimale è un’occasione che ci offre l’anno liturgico per comprendere a pieno il valore anche della sofferenza. Solo accogliendola e vivendola nella piena consapevolezza è possibile gustare il dono della risurrezione, di una vita nuova che ci è donata dall'amore di Dio. Scriveva Giuseppe Ungaretti: "Fa piaga nel Tuo cuore la somma del dolore che va spargendo sulla terra l'uomo; il Tuo cuore è la sede appassionata dell'amore non vano. Cristo, pensoso palpito, astro incarnato nell'umane tenebre, fratello che t'immoli perennemente per riedificare umanamente l'uomo, Santo, Santo che soffri, Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli, Santo, Santo che soffri per liberare dalla morte i morti e sorreggere noi infelici vivi, d'un pianto solo mio non piango più. Ecco, Ti chiamo, Santo, Santo, Santo che soffri". don Gianluca a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Carità è amore Rimanere nell’amore di Gesù, significa credere nel Suo Amore, che ci conduce a riconoscere nell’altro un nostro fratello, uno che ci appartiene, perché è realmente parte di noi! Si è cercato di far emergere tutto ciò, con grande semplicità, nel ritiro dell’avvento di sabato 22 dicembre, presso il Centro CARITAS di Salò con i ragazzi del Gruppo S. Francesco ed i propri Catechisti . Con entusiasmo i ragazzi hanno consegnato i “frutti” del loro impegno, offrendo per i fratelli più poveri tanti cesti natalizi con beni gustosi e variopinti, in una policromia di colori tra i più vivi, proprio come l’Amore di Gesù, perché anche le famiglie in difficoltà potessero trascorrere un buon Natale. Alla fine, dopo varie ed interessanti domande poste dai ragazzi, in un clima di amicizia ed allegria, con gli animatori Caritas presenti ci si è scambiati gli auguri, dando così veramente “un senso” al gesto del BUON NATALE! Un animatore Caritas Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso A prendo il giornale del mattino troviamo dei titoli inquietanti: ancora atti casuali di violenza insensata. Per motivi futili si uccide, si colpiscono selvaggiamente persone inermi... Ogni giorno leggiamo esterrefatti questi avvenimenti. Sembra che il mondo intero sia impazzito! Qualcosa si deve pur fare... Ho trovato questa proposta: Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso. È uno slogan che si è diffuso da un po' di tempo negli Stati Uniti e che ho recuperato da un articolo di giornale che mi è stato dato in questi giorni.... È una provocazione geniale e sempre valida, in tutti i tempi e a tutte le latitudini. È una gelida giornata invernale a San Francisco. Una donna su un'auto, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 al casello del pedaggio per il ponte sulla baia. "Pago per me e per le sei auto dietro di me", dice con un sorriso. Uno dopo l'altro, i sei automobilisti arrivano al casello, dollari in mano, solo per sentirsi dire: "Una signora lì davanti ha già pagato il biglietto per lei. Buona giornata". La donna dell'auto, si venne a sapere, aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato ad un nastro adesivo al frigorifero di un amico: "Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso". La frase sembrò rivolta direttamente a lei e se la ricopiò. Ora la frase si sta diffondendo, su adesivi, sui muri, in fondo alle lettere e ai biglietti da visita. Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione di una guerriglia della bontà. La cosa interessante è che questi atti sono casuali, non richiesti, del tutto 8 spontanei, fatti solo per far sorridere la gente, per farla sentire meglio. E non si può essere destinatari di tali gentilezze senza provare uno choc, un sobbalzo piacevole. Se voi foste stati fra quegli automobilisti che si trovarono il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati ispirati a fare per qualcun altro più tardi... Avreste dato la precedenza a qualcuno all'incrocio? Avreste sorriso a un impiegato stanco? O qualcosa di più importante, di più grande? Come tutte le rivoluzioni quella della bontà comincia lentamente, con un unico atto, ma poi dilaga ed è irrefrenabile. Dio Padre in Gesù Cristo ci ha dato l'esempio, OGGI tocca a noi vivere con lo stile nuovo del Natale: questa sia per tutti una nuova "Alba di Salvezza". Silvia Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Oratorio vita quotidiana E «Generare la vita vince la crisi» Messaggio per la Giornata della vita 3 febbraio 2013 cco, in sintesi, il messaggio preparato come al solito dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana: “La crisi del lavoro aggrava così la crisi della natalità e accresce il preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese: il progressivo invecchiamento della popolazione priva la società dell’insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività P a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative. […] La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt’uno con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi. Donare e generare la vita significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un’Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi”. Andrea INVE 2013 – INsieme d’inVErno erché no? Ci siamo chiesti. E così, il tempo di organizzare le attività e trovare le risorse, seppur con qualche timore, partiamo con la proposta. Tre giornate insieme ai ragazzi delle medie dalle 9.00 alle 17.00. A fare cosa? Dalla colazione alle lodi, dallo studio al gioco e laboratori, poi il pranzo e ancora studio e gioco. Non ci facciamo mancare nemmeno divertenti attività di drammatizzazione. Per chiudere la giornata la preghiera del vespro e merendone finale. E dopo due giornate di intenso, faticoso lavoro, Venerdì una giornata di puro svago. La neve si fa desiderare: curve su curve, soste e ripartenze, qualche stomaco ribaltato e poi, finalmente, arriviamo a Lavarone. Sotto uno splendido sole quasi primaverile, qualcuno si lancia sugli sci, qualcuno sullo snow, qualcuno su gommoni e slittini. Il tempo vola ed è già ora di tornare; con le nostre belle guancette rosse risaliamo sul pulmann e non ci dispiace più di tanto poter stare ancora qualche ora insieme comodamente seduti. È stata un'esperienza positiva, secondo noi da migliorare e ripetere, per dare occasione ai nostri ragazzi di riconoscere nell'oratorio un luogo privilegiato di ritrovo in cui coltivare l'amicizia in continuazione con il cammino di fede iniziato. Nessuno si è chiesto, in tutto questo, cosa c'entri “EL PRET DE LA FOLADA” del volantino? Doveva essere un quiz, un indovinello con tanto di premio per chi riusciva a risolverlo … ma … siamo stati talmente presi dal susseguirsi di così tante belle attività che …. ce lo siamo dimenticato! Comunque non è mai troppo tardi: a voi la sfida! Vediamo chi riesce a risolvere questo anagramma! Le educatrici FIORISTA E ONORANZE FUNEBRI - DOMUS FUNERARIA Rodella Gianfranco Servizi funebri completi - Vestizione salma Pratiche trasporti in Italia ed estero nuove proposte d’arredo centro cucine SNAIDERO www.musestiarreda.it Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 agenzie: S. Felice d/Benaco - tel. 0365 41552 Puegnago - tel. 0365 41552 sede: SALÒ - Via Bezzecca, 8 - tel. 0365 41552 - Fax 0365 43239 9 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri Educare i fidanzati ad un «sì» per sempre D ocumento dei Vescovi italiani per accompagnare i fidanzati al matrimonio e alla famiglia. Ecco una sintesi del documento: «Educare all'amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi, imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura, improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali da mettere radicalmente in discussione l'esistenza stessa dell'istituto del matrimonio». Nell'attuale contesto, sembra «perdere valore la condizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti o almeno finché ci vogliamo bene. Anche il percorso di educazione all'amore pare seguire questa deriva, a tutto vantaggio della pretesa di una neutra informazione che assicuri un esercizio della sessualità privo di rischi per sé e per gli altri». Il documento dei Vescovi è motivato dalla considerazione che «la comunità cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma riconosce ancor più e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all'amore totale, unico, fedele e fecondo, come è l'amore degli sposi, attraverso un percorso progressivo e coinvolgente». «Credendo alla possibilità di educare e crescere nell'amore», il documento si propone quindi di offrire «linee rinnovate per i percorsi verso il matrimonio». 1. Un impegno «definitivo». La premessa del testo è che il fidanzamento è un «valore», in quanto «tempo necessario e privilegiato per conoscersi tra innamorati, per compiere passi importanti e per accogliersi come dono reciproco, se questo è nel pensiero di Dio». L'obiettivo è quindi di offrire dei contenuti validi in modo che si compia «un buon cammino verso le nozze», educando ad un «amore sponsale in un mondo che cambia». I motivi di tale insistenza risiedono nel fatto che oggi «si vorrebbero infatti porre sullo stesso piano del matrimonio scelte diverse e meno impegnative, come la semplice convivenza o la scelta di rimanere Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 sempre fidanzati, continuando ad abitare nelle rispettive famiglie di provenienza, offuscando l'orizzonte dell'amore, che per sua natura rende capaci del dono totale di sé. La Chiesa non giudica e non intende allontanare chi compie tali scelte; al contrario desidera entrare in un proficuo dialogo con loro e li invita a non allontanarsi dalla vita ecclesiale. Non può però rinunciare ad affermare che vi è una forma di relazione della coppia, quella matrimoniale, che non può essere comparata con le altre forme di convivenza o accompagnamento, perché basata sull'assunzione definitiva del proprio impegno nei confronti dell'altro». 2. La bellezza dell'amore umano. Tra le convinzioni di fondo che il documento propone vi è quella che «costruire la famiglia rinnova la società», in quanto la famiglia si pone come «cellula vivificante e risorsa feconda» che «partecipa alla vita della società per far crescere in umanità i suoi membri». La famiglia, inoltre, «alimenta la coesione sociale e ne è l'autentica sorgente». Dentro questo orizzonte, il primo aspetto che il documento affronta è quello dell'«affettività e innamoramento», in un contesto in cui sembra prevalere una banalizzazione dell'amore sotto forma di puro erotismo. Viene quindi riproposta la bellezza dell'amore umano con i valori correlati del «pudore» e della «castità», ribadendo al riguardo il compito educativo dei genitori, oltre che il «prezioso apporto dei carismi e della vita consacrata». La preparazione al matrimonio non è qualcosa d'improvvisato, ma - dice il documento «un cammino graduale e continuo», da proporre «per tempo». Solo così i fidanzati possono giungere a considerare la loro come una «relazione umanamente matura» in cui si ravvisino i tre elementi della «identità», della «reciprocità» e della «progettualità» come coppia. 3. Le «tappe» da percorrere. Il cammino verso le nozze ha poi bisogno di «tappe» quali l'incontro con il parroco, la partecipazione agli incontri formativi offerti dalla comunità lo- 10 cale, la preparazione al rito del matrimonio. Tali incontri dovrebbero essere «ricchi di confronto all'interno della coppia e fra le coppie partecipanti», «evitando le lezioni frontali», in un «ambiente familiare, accogliente» e che «metta a proprio agio i fidanzati». In tale contesto vanno accolti tutti, credenti e non credenti, quando questi ultimi «accettano e rispettano il partner per la fede che ha». Vanno quindi accompagnate anche le «persone che convivono» tramite un «criterio pastorale unitario e appropriato», orientato ad un'assunzione consapevole del significato del matrimonio cristiano. Una particolare attenzione è necessaria nell'accoglienza verso coppie unite con rito civile che chiedono il matrimonio religioso e di far battezzare i figli nati dall'unione civile. Come pure occorre una «peculiare attenzione pastorale» nei confronti dei fidanzati o conviventi, specie nei casi di matrimoni misti tra un cattolico e un battezzato non cattolico o, ancora più, quando uno dei due non è battezzato. 4. Fecondità, sobrietà, impegno sociale. Nella parte conclusiva il documento ribadisce che il «matrimonio è via di santificazione» e che gli «sposi sono ministri dell'amore»: c'è una «ministerialità sponsale» che, accanto a quella «presbiterale» ha la sua radice «nell'unico battesimo, sorgente di ambedue le vocazioni», che «si differenziano per i diversi doni dello Spirito conferiti nei rispettivi sacramenti». Si parla poi della preparazione alla «gestione dei conflitti» nella coppia, all'orientamento alla «piena fecondità», alla «scelta della sobrietà» come stile di vita semplice ed evangelico, alla sofferenza da accogliere con coraggio e sopportazione. Infine il testo propone «alleanze educative attorno alle giovani famiglie» per sostenerle in eventuali momenti di crisi, oltre che un maggiore «protagonismo» delle famiglie nelle cosiddette «politiche familiari», assumendosi «la responsabilità di trasformare la società». Daniela C. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Oratorio vita quotidiana P Route invernale 3-4-5 gennaio 2013 oca la voglia di partire, poca la voglia di lasciare gli amici a casa, di fare lo zaino e di camminare. Siamo solo in quattro, ma, nonostante tutto partiamo. Arriviamo dai padri comboniani nel pomeriggio e qui inizia la nostra vera avventura. Dopo esserci riposati, aver curiosato qua e là, aver ammirato una vista veramente fantastica ed aver fatto un momento di riflessione, ci siamo messi al lavoro. Il nostro C a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri ruolo e il nostro modo di ricambiare l’ospitalità dei padri era preparare loro la cena. Il menu che ci avevano incaricato di cucinare era minestra e... minestra. E veniva chiamato anche “pasto sostanzioso”! La sera è venuto a trovarci don Gianluca ed insieme abbiamo passato la serata. La sveglia il giorno dopo è suonata presto: dovevamo metterci in cammino. La parola chiave di questa route era “organizzazione”. Ci siamo trovati, forse per la prima volta, a dover fare bene i conti per il cibo e l’acqua poichè ogni coppia doveva procurarsi da sé le giuste dosi per cucinarsi colazioni e pranzi. La camminata al monte Dalco è stata veramente bella, i passaggi che abbiamo incontrato ci hanno lasciato senza fiato. In un soffio, eravamo già all’ultima sera di questo campo. Durante la nostra permanenza al convento, abbiamo fatto due incontri con padre Andrea che ci ha raccontato la sua esperienza in Africa, cercando di farci riflettere su alcuni argomenti proposti sul nostro libretto della route. Ora siamo a casa al calduccio e facendo un bilancio di questa nostra prima route, siamo davvero soddisfatti. Ci siamo sentiti gruppo, abbiamo condiviso le fatiche, la sete, la strada e le emozioni. Se dovessimo tornare indietro nel tempo, probabilmente cancelleremo quella “poca voglia” che ci accompagnava alla partenza e fortunatamente in una tasca dello zaino c’eravamo ricordati di mettere il nostro spirito scout. Sandro L’inizio di un nuovo cammino ome in tutte le cose, arriva il momento in cui si passa di livello, si cresce. Per noi del quarto anno di reparto questo momento è arrivato ad inizio Ottobre. Dopo un’esperienza di cammino notturno, abbiamo salutato le nostre squadriglie e i nostri compagni di reparto e ci siamo avventurati in quella che è una nuova esperienza per noi, per i capi e per il gruppo di Salò. Da parecchi anni, infatti il gruppo non ha avuto i numeri per aprire quello che nella grande famiglia scout è chiamato il noviziato. Di cosa si tratta? Il noviziato è un piccolo gruppo di passaggio tra il reparto e il clan del quale comunque fa parte. Un periodo nel quale siamo chiamati a riflettere sulla nostra fede, su noi stessi, sui nostri sentimenti e sulle nostre scelte. Nel week-end di sabato 24 e domenica 25 Novembre abbiamo fatto la nostra prima uscita di gruppo: partenza da Salò con destinazione Alone di Casto. Il pullman ci ha portato fino a Nozza di Vestone; proseguendo da lì il percorso a piedi. Durante la strada, nonostante la fatica e il peso dello zaino sulle spalle, abAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013 biamo parlato di ciò che ci aspettava, ciò a cui saremmo andati incontro. Questo però non ci ha proibito di cantare, ridere e scherzare; perché questo non manca mai nelle uscite scout. Siamo arrivati infreddoliti, ma felici, alla casa del paese, dove abbiamo passato la notte. Prima però ci siamo messi velocemente in divisa perfetta, pronti per la Santa Messa. La casa era calda ed accogliente; era una casa che conoscevamo già. Per cena abbiamo mangiato un piatto di pasta rossa e del salame che doveva essere il contorno per il pranzo del giorno dopo, ma che, affamati, abbiamo spazzolato in un 11 attimo. Le canzoni scout e un bel tè caldo ci hanno tenuto compagnia durante la serata. Che emozione la veglia serale, sotto un cielo stellato ed una luna davvero bella. L’atmosfera perfetta per accogliere Francesco. Un nuovo compagno nella grande famiglia scout. Domenica mattina la sveglia è suonata presto, ma eravamo già tutti pronti per una nuova giornata. Avevamo un sacco di cose da fare quel giorno, a partire dall’organizzazione dello spettacolo di Natale. Dopo qualche nota tecnica, qualche scambio di idee, qualche discussione e dopo aver pranzato, ci siamo rimessi in cammino. Le nostre famiglie, a casa, ci aspettavano al calduccio e con una buona merenda. Qualche ora dopo eravamo arrivati alla fermata del pullman. Vicino alla fermata c’era un campetto di calcio, così abbiamo guardato i ragazzi giocare in attesa dell’arrivo del bus. Una volta saliti sul pullman che ci avrebbe riportato a casa, siamo crollati tutti in un sonno profondo. Sono stati due giorni intensi, ma nonostante questo, la compagnia ha reso il tutto piacevole e leggero. Flora Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Vita di parrocchia M a cura di Renato Cobelli L’uomo di fronte all’infinito Il satellite “Keplero” ispeziona la nostra galassia i ritrovo, per una felice coincidenza, nell’amata Sardegna, precisamente in Ogliastra, per scarpinare lungo alcuni impareggiabili sentieri dei Tacchi, ai piedi del Gennargentu. La stagione turistica è ormai passata e sullo sterrato s’incontrano soltanto alcuni cicloturisti tedeschi, cacciatori, le immancabili greggi di capre e di pecore. Questa volta, abbiamo deciso di attendere l’alba nel piccolo osservatorio costruito a fianco della strada che, dalla cantoniera di Cercerei, porta al superbo monumento geologico di “Perda ‘e Liana” (pietra di luna). Fa gli onori di casa Marco, un insegnante di Lanusei, a tempo perso astronomomanutentore dell’osservatorio. Dopo il tramonto del sole, la notte appare in tutto il suo splendore stellato. Non ci sono luci a disturbare il nostro scrutare la volta celeste. A turno, appiccichiamo gli occhi al telescopio, puntato verso la costellazione dell’Ariete. Marco fornisce le informazioni richieste con pazienza e vivacità di linguaggio. Fra uno “sguardo” e l’altro, si parla dei risultati scientifici più significativi dell’anno. Gli faccio presente soprattutto il bosone di Higgs (la famosa “particella di Dio”) e la riconferma della teoria di Einstein, messa in dubbio dai neutrini. Con un sorriso, il nostro “cicerone” espone il suo punto di vista: si tratta della scoperta che esistono milioni di pianeti simili al nostro, alla Terra. Questo dato, che si è chiarito sempre più nel corso dell’anno, è stato confermato dai rilevamenti del satellite per osservazioni “Keplero”. La stima attuale dei pianeti simili alla Terra, esistenti nella nostra galassia è diciotto miliardi. Significa che esistono diciassette miliardi di pianeti come il nostro solo nella nostra galassia. Se pensiamo che le galassie che vediamo siano un centinaio di miliardi, alla fine il numero di possibili altri pianeti "terrestri" risul- ta un numero incalcolabile. I pianeti sono troppo piccoli per essere visti. Per trovarli, il satellite “Keplero” usa una tecnica indiretta. Osserva una stella con un telescopio per un lungo periodo di tempo. Se c’è un pianeta, e se esso si trova su un’orbita opportuna, succede che a ogni giro (del pianeta) la luminosità della stella diminuisce per un attimo. La stella è “oscurata” dal pianeta che le passa davanti. Insomma, una mini eclisse della stella della durata di un attimo. C’è una parola inglese che Il satellite Keplero in azione indica questa momentanea diminuzione di luce: è blink, la stessa parola usata per il battere istintivo delle palpebre. È come se la stella, per un attimo, battesse le palpebre, chiudendo per un istante il suo occhio di luce. Le apparecchiature del satellite “Keplero” misurano la frequenza di questi battiti, misurano anche l’abbassamento della luce durante il transito, ne deducono orbita e massa del pianeta. In questo modo, il satellite ha trovato via via centinaia di pianeti. Con un conto statistico, gli astronomi risalgono dal numero di quelli rilevati a quelli plausibilmente esistenti. L’informazione di Marco mi tocca profondamente. Mi ricorda i libri e i film di fantascienza, compresa la saga galattica della trilogia di Azimov. Mi ricorda, in particolare, il sovietico Yuri Gagarin, uscito per primo dal pianeta sessant’anni fa. Mi ricorda, inoltre, Neil Armstrong, i cui piedi hanno calpestato, per la prima volta, il suolo lunare. Sembrò, allora, che l’universo fosse alla nostra portata. Col passare degli anni, queste fantasie si sono allontanate. Le osservazioni astronomiche ci hanno mostrato ben altre meraviglie: stelle di neutroni, buchi neri, stelle pulsanti, nubi interstellari, immense strutture cosmiche. Marco, cortesemente, si collega al sito d’immagini della Nasa e mi fa rimanere letteralmente a bocca aperta sulla varietà di “cose” contenute nel cielo. Ritornando, scarpinando, sulla strada asfaltata, facendoci luce con le pile frontali, Marco ci fa osservare che l’universo è troppo grande per essere definibile tramite le forme e le dimensioni a noi note. Tuttavia, la constatazione che il nostro pianeta non è un’eccezione, ci fa sentire l’universo più umano e a noi più vicino. Chissà se ci saranno pianeti con boschi e uccelli! Chissà se ce ne saranno dotati di un’atmosfera simile alla nostra e, quindi, abitabili da esseri come noi! Le tecnologie disponibili non ci consentono di viaggiare fino ai pianeti localizzati da “Keplero”, magari utilizzando le navi spaziali di Azimov che saltano attraverso l’iperspazio. Forse non ci arriveremo mai su quei pianeti e dovremo continuare a studiarli da lontano. Tuttavia, la rapidità con cui continuiamo a imparare le “cose” dell’universo non si è fermata. In fondo, chi avrebbe potuto immaginare, quarant’anni prima del 1968, che Armstrong avrebbe camminato sulla luna? Marco (non me ne ero accorto prima) è profondamente religioso. Al momento del commiato, cita Pietro Metastasio: “Ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo, nell’opre tue ti ammiro, ti riconosco in me”. FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ Via Zette, 31 - tel. 0365 438058 SPORTELLO BANCOMAT - Largo D. Alighieri (Stazione Bus) Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 12 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Notizie utili L’ a cura di Giovanni Ciato L’oro blu e il futuro dell’uomo acqua non è una risorsa infinita mente dedicato “all’oro blu”, suddiviso una particolarità: le sue origini non si ma limitata, in particolare l’ac- tra potere e povertà. Su questo punto il trovano in Egitto. qua potabile è poco più dell'1% rapporto è molto chiaro: “I Paesi posso- Il Nilo azzurro percorre il Sudan, mendi tutta quella presente sul pianeta, no anche emanare leggi relative all’acqua tre il Nilo bianco ha le sue sorgenti in mentre il restante 99% è costituito da considerandola un bene nazionale”, ma Tanzania, percorrendo in tutto nove acqua salata o allo stato solido, conge- “rimane il fatto che la risorsa in sé travali- nazioni e dove l’Egitto è l’ultimo Paese lata nei ghiacciai polari. ca i confini politici senza alcun passaporto, ad essere percorso e potrebbe succedePer effetto delle variazioni climatiche passando sotto forma di fiumi o laghi”. Poi re ciò che è già accaduto tra il Botswana l’acqua sta diventando sempre più il rapporto prosegue: “Le acque tran- e la Namibia, dove i rapporti sono stati un bene strategico, sia per il consumo sfrontaliere mettono in relazione all’inter- messi seriamente in crisi dai progetti umano che per l’agricoldella Namibia di costruire tura e la zootecnia e, se da un acquedotto che avrebbe un lato abbiamo bisogno di dovuto deviare le acque del fiume Okavango verso le quantità sempre maggiori zone dell'est della Namibia, d’acqua, dall’altro questa oggi in comune. L'acqua scarseggia sempre di più e oggi è anche denaro e la quando abbonda è perché scarsità sta diventando una scende in forma concentrata, tanto da causare alluforza destabilizzante. La novioni e danni. E l’uomo? Si stra goccia terminato il suo lamenta quando scarseggia, percorso dolce si è trovata all’improvviso nel mondo si lamenta quanto crea disagi ed è incapace di trovare la del sale, impotente di fronte strategia migliore per sfrutal suo destino e incapace di tarla al meglio. tornare alle origini. La definizione di “oro blu” Le guerre per l’oro blu sarebsembra essere il termine più bero facili da mascherare appropriato e sarà probatravestendole da conflitti etbilmente per questa sua canici e religiosi che risultano ratteristica di bene prezioso facili perché le regioni lun2012 - Torrente Toscolano in Val delle Camerate go i fiumi sono abitate molche sarà il principale motivo di probabili guerre in un to spesso da società multietfuturo. Dopo l’epopea dei ricercatori no di un sistema condiviso utenti dislocati niche con differenze linguistiche, di costume e di cultura, per cui una volta d’oro e dopo quella dell’oro nero (il in diversi Paesi. petrolio), sembra che il futuro sia “del- La gestione di questa interdipendenza intraprese è quasi impossibile tornare l’oro blu” in quanto ci aspettano grandi rappresenta una delle grandi sfide dello indietro, alimentando anche il mercato siccità e l’acqua diventerà una risorsa sviluppo umano che la comunità interna- delle armi e facendo assaporare anche sempre più ambita. zionale si trova a fronteggiare”. a noi il sapore del sale. Re Hussein di In agricoltura, per superare il proble- Il primo giorno di vita della nostra goc- Giordania prima di morire dichiarò ma della scarsità d’acqua nei vari cicli cia dell’articolo del mese scorso rap- che l'unico motivo per cui avrebbe poproduttivi, bisogna irrigare, ma ciò presentava un mondo candido, limpi- tuto combattere un'altra guerra contro nonostante la produzione è diminuita, do, che sapeva di neve e rappresentava Israele, sarebbe stato per l'acqua. mentre i prezzi di vendita aumentano una gioiosa espressione della purezza, Allora che fare, è sufficiente chiudere in continuazione, ecco allora che l'oro della vita, tanto da fare tenerezza, forse il rubinetto o bisogna pensare ad una blu rivestirà un'importanza sempre perché nel nostro immaginario era pu- politica planetaria che regoli i rapporti più rilevante per l’economia mondiale lita, o forse solo perché identificava la internazionali in materia di acqua? e quindi anche nei rapporti tra i vari nostra vita, dalla nascita alla morte. Ri- Beh, intanto che qualcuno abbozza le Stati, col rischio di violenti conflitti, mane il fatto che l’acqua rappresenta la regole, che altri le approvino e che si soprattutto in alcune regioni del mon- vita, si pensi ad esempio a Paesi come decida chi deve farle rispettare, anche do dove la scarsità d’acqua potrebbe l'Egitto che deve affrontare una rapida se all’apparenza i mondi e gli scenari diventare motivo di instabilità econo- crescita demografica che, secondo re- descritti sembrano lontani (nella realtà mica, sociale e politica. centi stime ha raggiunto quota 56 mi- sono molto più vicini di quanto possa Il rapporto sullo sviluppo umano delle lioni di persone che dipendono quasi sembrare) è meglio essere parsimonioNazioni Unite del 2006 è stato intera- interamente dalle acque del Nilo, con si. Ne va del nostro futuro. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 13 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Scuola paritaria cattolica L a cura della Scuola “E. Medi” Questione di opportunità a scuola ha l’obiettivo di formare le persone che si occuperanno del mondo, nel prossimo futuro, valorizzando capacità ed inclinazioni di ogni studente. Da una parte ci sono i voti, arma letale in mano al docente, che diviene giudice inappellabile, alla cui magnanimità dobbiamo affidarci nella speranza che sia largo di maniche o che ponga le domande di cui conosciamo le risposte. Dall’altra parte ci sono invece le conoscenze, primo stadio irrinunciabile del percorso culturale, sulle quali possono poi applicarsi le ministeriali abilità e competenze (da certificare). Dobbiamo ammettere che della scuola sono peculiari entrambi gli aspetti: la scuola infatti deve insegnare, trasferire le conoscenze, coltivare ed indirizzare le abilità; la scuola deve poi valutare questa acquisizione, e mettere dei voti. Il voto è l’indicazione semplificata, ristretta, del risultato dello studio dell’alunno. Se insufficiente, non è una condanna a qualche mese di arresti domiciliari per recuperare, né un giudizio sulle capacità dello studente. È l’invito esplicito a colmare delle lacune, per poter proseguire il percorso di crescita. Quel percorso è infatti lo scopo della scuola, l’obiettivo più profondo e difficile da raggiungere È lavorando in questa direzione che una, pur piccola, modifica al calendario della nostra scuola ha avuto risultati signifiAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013 cativi. Chiuse le interrogazioni del primo quadrimestre con il 21 dicembre, abbiamo indicato agli studenti le materie con valutazione insufficiente: abbiamo poi chiarito quali punti del programma, quali argomenti era necessario studiare nel periodo dal 21 dicembre al 18 gennaio. Due gli scopi: quello più immediato è l’interrogazione, in modo da poter aggiungere una valutazione (possibilmente positiva); quello più importante è permettere allo studente di recuperare le conoscenze necessarie al proseguimento del percorso. Sembra un’ovvietà, ma molto spesso è sufficiente fermarsi un momento ed analizzare la situazione di ogni singolo studente, per trovare le giuste misure che gli permettano di studiare con profitto. Dover quindi effettuare una valutazione al termine del mese di dicembre fa sì che il Consiglio di classe individui le carenze di ogni singolo studente (ripetiamo “ogni singolo” perché lo studente è effettivamente un singolo, con tutti i pro e i contro che questo comporta, soprattutto la neces- 14 sità di conoscerlo…), ipotizzi gli ostacoli che hanno portato alle valutazioni insufficienti, e infine suggerisca strumenti e tempi per il recupero. A volte, e non proprio così di rado, questo significa scoprire alunni inaspettatamente efficaci. In questo senso la scuola non può limitarsi a valutare: deve insegnare, formare, trovare soluzioni alle eventuali difficoltà, escogitare ed indicare possibili strategie. Poi, naturalmente, deve valutare, e a quel punto lo può fare con completa cognizione di causa. Con lo stesso obiettivo, sempre in questo periodo, agli studenti che al termine di dicembre hanno ottenuto valutazioni positive, è stato proposto di migliorare (il voto, e la preparazione) con interrogazioni facoltative. Agli studenti con valutazione eccellente è stato invece proposto un approfondimento ad hoc, pensato proprio per affinare le già notevoli qualità in argomenti nuovi, spesso nemmeno previsti dai normali programmi: la scuola è cosi, davvero, “scuola di tutti e scuola di ciascuno”. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò «Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili del Vangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento sociale della Chiesa». In ogni caso, «a nessuno è lecito rivendicare esclusivamente a favore della propria opinione l’autorità della Chiesa»: i credenti devono cercare piuttosto «di comprendersi a vicenda con un dialogo sincero, conservando sempre la mutua carità e solleciti per prima cosa del bene comune». CdDSdC 574 Domanda: quali sono le agevolazioni per il canone RAI? Risposta: Usufruisce dell’esonero dal pagamento del canone chi ha almeno 75 anni di età e nell’anno precedente ha avuto, insieme con il coniuge, un reddito complessivo non superiore a 6713,98 euro, a patto che il beneficiario non conviva con altre persone, diverse dal coniuge. Non sono da considerare i redditi esenti da IRPEF e quello dell’abitazione principale. Bisogna richiedere l’apposito modulo all’Agenzia delle Entrate e presentarlo alla stessa entro 60 gg. dall’acquisto del televisore. Inoltre i pensionati possono rateizzare il pagamento del canone di abbonamento RAI 2013 tramite trattenuta da parte degli enti pensionistici però bisognava presentare la domanda entro il 15 novembre 2012 al proprio ente (INPS). Il reddito da pensione non deve superare i 18.000,00 euro e la richiesta deve riportare il numero di abbonamento e, in presenza di più pensioni erogate da enti diversi che complessivamente non superano i 18.000,00 euro, deve essere presentata ad uno solo degli enti erogatori. Per i soggetti che non erano titolari di pensione nell’anno precedente, la verifica va fatta rapportando ad anno la rata mensile percepita al momento della presentazione della domanda. Le trattenute vengono effettuate dall’ente pensionistico con un massimo di undici rate senza alcun interesse a partire dai mese di gennaio 2013. L’Ente comunica al pensionato entro il 15 dei mese di gennaio l’accoglimento o meno della domanda. Domanda: quando bisogna presentare la “dichiarazione IMU”? Risposta: Dopo il saldo dell’IMU 2012, per alcuni pro- EVINRUDE VENDITA - ASSISTENZA MOTORI - IMBARCAZIONI ACCESSORI MOTONAUTICA ZANCA SALÒ - Via Muro, 2 Tel. e Fax 0365 43476 MANERBA - Via Case Sparse,103/A Tel. e Fax 0365 654230 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 prietari di immobili vi è l’obbligo di presentare al Comune la dichiarazione IMU entro il 4 febbraio 2013. Ricordiamo che questa dichiarazione IMU deve essere presentata soltanto per comunicare variazioni intervenute sugli immobili nel corso del 2012. In assenza di variazioni, la dichiarazione presentata la prima volta vale anche per gli anni successivi. Si ha variazione quando: • è variato il complesso dei beni dichiarati in precedenza o - gli immobili posseduti hanno cambiato le loro caratteristiche. • Invece, non deve essere presentata la dichiarazione IMU da parte degli eredi per gli immobili caduti in successione se è stata presentata la “dichiarazione di successione”. • Per il futuro si può ottemperare all’obbligo nei 90 giorni successivi alla data in cui si è divenuti proprietari della casa o da quando si sono verificate variazioni. Domanda: dove posso trovare l’assistenza per la gestione del rapporto di lavoro di COLF e ASSISTENTI FAMILIARI? Risposta: Presso lo sportello “Colf e Badanti” dei CAAF vengono forniti i servizi a costi contenuti per la regolarizzazione del rapporto di lavoro domestico: • elaborare i prospetti paga mensili ed il modello CUD, calcolare i contributi previdenziali e compilare i modelli MAV per il versamento all’INPS. • tenere il conteggio di ferie, malattia, maternità, infortuni. • calcolare TFR e liquidazione. • ricevere assistenza per compilare documenti necessari a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro. • regolarizzare il rapporto di lavoro per cittadini extracomunitari. FERRAMENTA Onoranze Funebri Falegnameria TEDESCHI Tel. SALÒ (Brescia) 0365 40162 Via S. Benedetto, 34 Fax RECAPITI: Portese 0365/ 524924 Cellulare San Felice del Benaco 337434380 TOSCOLANO MADERNO tel. 0365 643102 Servizi completi 15 CISA Brunelli Angelo CASSEFORTI Ferramenta - Utensili - Bricolage Articoli Casalinghi Serrature di sicurezza Montaggio porte blindate Articoli di Fumisteria Attrezzi per Agricoltori Via Cavour, 2 - SALÒ (Bs) tel. 0365 520681 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Cinema teatro Cristal Lo spettatore ragiona ancora con la propria testa Cineforum È stato recentemente proposto al Cinema Cristal il film “Quello che so sull’amore” girato negli Stati Uniti dal regista italiano Gabriele Muccino con il titolo “Playing For Keeps”. Si tratta di un film che ha esaminato un argomento altamente positivo; quello di un uomo che dopo un periodo di sbandamento, si ricorda che ha un figlio da seguire e una moglie con la quale tentare di ristabilire il rapporto coniugale che si era logorato e sciolto. Anche il cast degli attori era di tutto rispetto: Gerald Butler, Jessica Biel, Dennis Quaid, Uma Thurman e Catherine Zeta-Jones. Viene narrata la storia di una star del calcio che dopo un incidente in gioco è costretto a ritornare ad una vita normale; quando era in auge ha lasciato moglie e figlio ma ora, privato delle risorse economiche, vuole intraprendere una nuova esistenza tentando di ottenere un posto di cronista sportivo nell’ambito televisivo, ma principalmente essere vicino al figlio e riconquistare la moglie. Dopo varie ricerche di lavoro finalmente riesce ad essere ingaggiato come commentatore sportivo da una delle maggiori televisioni nazionali.Dopo aver salutato moglie e figlio ed aver iniziato il viaggio verso la costa Est fa fare una curva all’automobile e ritorna in Virginia per amore del figlio. A questo punto ha riconquistato anche l’amore della moglie e iniziano nuovamente la loro vita a tre; per questo fine va bene anche un posto di lavoro presso la televisione locale. Tutto normale quindi: un film che descrive sentimenti positivi di un padre sinceramente intenzionato ad educare suo figlio standogli vicino e vivere di nuovo una vita coniugale con la moglie che non ha mai cessato di amarlo. Ma ecco che la critica americana stronca in maniera impietosa il film. Scrive l’Huffington Post che siamo in presenza di un film “piatto, noioso, amatoriale, spazzatura, il film peggiore della stagione”. E il New York Daily News: “la pellicola è destinata ad essere dimenticata immediatamente”. Secondo il quotidiano “USA Today”, poi, il solo attore che si salva è il bambino di dieci anni, quello che recita la parte del figlio. Naturalmente anche i critici italiani non possono discostarsi da come si sono espressi i loro colleghi americani e quindi si accodano al coro. Ma perché le ragioni di tanto accanimento? Forse che i buoni sentimenti e il positivo in genere non fanno notizia e quindi questo fattore si ripercuote sugli incassi al botteghino? Poi magari, in tema di amore, i critici lodano e qualificano come opere artistiche i film delle serie dei vampiri, come una recente classifica americana ha dimostrato. Fortuna vuole che il pubblico italiano non si faccia influenzare dalle recensioni critiche e il film ha fatto balzare in alto gli incassi delle sale cinematografiche ove è stato proiettato. A riprova, se era necessaria, che i buoni sentimenti e la vita in positivo godono ancora di stima. Lamberto Dondio Studio e servizi fotografici A.R. FOTO di Augusto Rizza 25087 SALÒ (Bs) Piazza Vittorio Emanuele II, 36 Tel. 0365 520572 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 a cura di Lamberto Dondio Martedì 12 febbraio Thriller senza omicidi, pochissimi personaggi. La migliore offerta di Giuseppe Tornatore ================================== Martedì 19 febbraio Lo “spaghetti western” made in Tarantino. Django unchained di Quentin Tarantino ================================== Martedì 26 febbraio Diretto dalla prima donna regista in Arabia Saudita. La bicicletta verde di Haifas Al-Mansour ================================== Martedì 5 marzo Istinto animale abbinato a Nat King Cole. The Master di Paul Thomas Anderson ================================== Anteprima 9 – 10 – 11 febbraio 16 – 17 – 18 febbraio di U. Riccioni Carteni, con Fabio Volo e Ennio Fantastichini Pasticceria Vassalli Bomboniere Confezioni regalo 16 Studio illegale Erboristeria LA BETULLA di Personi Cinzia 25087 SALÒ (Bs) Portici Complesso Gasparo, 42 Tel. e Fax 0365 43750 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Capire la Liturgia a cura di Rosa Pollini La Carità è Liturgia Il volto di Cristo Specchio divino. I cristiani, iniziati ai divini e trasformanti Misteri della salvezza, dunque battezzati e confermati dallo Spirito di Dio, ammessi al Convito nuziale, la Cena delle Nozze dell’Agnello, sono l’«immagine e somiglianza di Dio» restaurata, recuperata, santificata, destinata alla divinizzazione, alla vita eterna. Essi hanno un unico divino Prototipo, di cui sono “icone”, e dunque un unico divino Specchio in cui riconoscersi: il Volto divino, dell’Invisibile Dio, fattosi visibile per sempre nel Volto umano del Figlio, sul quale splende il fulgore della Luce divina increata, la Gloria dello Spirito Santo (Col 1,15-20). Come un cristiano smette di contemplarsi in quel Volto, perde la coscienza di sé, della propria irripetibile dignità, del proprio destino infinito. Si ritrova con il proprio volto spirituale sfigurato, talvolta irriconoscibile, diventa un membro inerte del Corpo di Cristo, di cui Cristo è la Testa che tutto ricapitola. Nel volto del fratello nostro. Il Volto divino, lo Specchio divino nostro (2Cor 3,18-4,6), non ama di essere contemplato da solo. Egli, poiché è la Persona stessa di Cristo Dio che vi si mostra, ha dato già la “notizia” chiara, netta, tagliente, che vuole essere contemplato, nel nostro stato di “viatori” verso la Patria, nel volto del nostro fratello, di ogni nostro fratello. Ma questo ancora non basta. Il Signore Gesù Cristo, Dio e Salvatore nostro, ha specificato una sua predilezione crocifiggente: vuole essere contemplato, dunque amato e per amore accostato ed accolto ed accettato ed accarezzato e soccorso nel volto del povero, anzitutto e soprattutto dei poveri, di ogni povero. Egli si è identificato Studio Dentistico Dott. Salvinelli Claudio Paolo Laureato in Odontoiatria e protesi dentaria Piazza Martiri della Libertà, 13 (di fronte nuovo Italmark) SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 con i poveri. Dobbiamo stare attenti che questo non esclude affatto l’amore di carità verso i “non poveri”. Ma il Cuore divino del Padre che per solo amore invia nello Spirito il suo Figlio Unigenito a morire per tutti gli uomini, riserva il posto d’onore al “povero Lazzaro”. Il povero Lazzaro diventa per tutti i fratelli lo Specchio divino in cui contemplare il Volto della divina Misericordia del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, che si manifesta solo nel Volto umano, morto e risorto del Figlio di Dio. Il povero “sacramento” di salvezza. Il povero di Dio è sacramento di salvezza per tutti noi. Lo compresero i Profeti ed i sapienti dell’A.T. e gli apostoli del N.T. i Padri della Chiesa, e i grandi santi spirituali fino a noi. Poiché tutto tendeva al Volto di Cristo, tutto ne riparte come dall’unica Fonte della nostra salvezza. Una Fonte da attingere operando per l’amore del Dio vivente, il “povero di Dio”. Vera adesione a Dio stesso. La carità è liturgia. S. Paolo riprende alcuni testi di Isaia e dice che il vero culto divino, innalzato alla divina Maestà del Signore, è la carità. La carità è azione esclusiva di Dio Padre, Figlio e Spirito: essa appare come l’amore esclusivo che il Padre ha per il Figlio nello Spirito. E appare come l’amore comunicato dal Padre mediante il Figlio nello Spirito agli uomini, i quali nella fede ricambiano tale amore con Dio e lo scambiano con gli altri uomini. I testi dell’Antico e del Nuovo Testamento inducono a comprendere che la carità è, e deve essere, un atteggiamento fondamentale della vita del fedele verso Dio, verso se stesso, verso il prossimo, verso il mondo. Tuttavia essa non è condizione propria dell’uomo, Idrosanitari climatizzazione riscaldamento THERMOENERGY di APOLLONIO CORRADO & C. S.R.L. Via Valle, 2 - 25087 SALÒ tel. 0365 41369 (Uff.) - 63473 (Casa) 17 ma grazia gratuita da chiedersi continuamente a Dio. Il cristiano non può vivere autenticamente la carità senza la liturgia. Del resto i nostri poveri sforzi umani hanno ben poche prospettive di riuscita se non sono sostenuti dalla presenza di Cristo risorto e dalla forza dello Spirito. Ed è proprio questo Spirito che in ogni Messa viene invocato sul pane e sul vino perché Gesù sia presente in mezzo a noi con il suo Corpo e il suo Sangue. Ma è anche il medesimo Spirito che invochiamo poco dopo perché ci faccia diventare in Cristo un solo corpo, quel corpo della Chiesa che è un altro segno della presenza di Cristo nel mondo. La celebrazione eucaristica, per essere piena e sincera, deve spingere sia alle diverse opere di carità e al reciproco aiuto, sia all’azione missionaria e alle varie forme di testimonianza cristiana. Tanto più si riuscirà a realizzare questo ideale, quanto più ci si riferirà a quelle parole che vengono ripetute in ogni Messa: “Fate questo in memoria di me”. Dicendo “Fate questo”, il Signore ci chiede non solo di celebrare l’Eucaristia, ma di cercare anche noi di donare noi stessi agli altri, come lui ha offerto il suo Corpo per noi, come lui ha versato il suo Sangue per noi e per tutti. Da queste parole della liturgia eucaristica ci venga ogni giorno lo stimolo per una sempre più autentica carità. Sempre, ma specie nel tempo santo di Quaresima, trasfigurato nella Liturgia in immagine vera di Cristo Gesù, il cristiano si impegna “a operare le opere di Cristo”: vede nel fratello il Volto stesso di Lui che nei poveri, negli affamati, nei carcerati, nei malati, negli esuli si identifica: ”Qualunque cosa avete fatto a uno di loro lo avete fatto a Me” (Mt 25,34ss.). Centenaria Premiata Cereria Filippini di Doniselli E. e M. s.n.c. Lavorazione e commercio: candele, ceri, lumini, torce, fiaccole. Vendita al dettaglio 25087 SALÒ - Via Garibaldi, 71 Tel. e Fax 0365 520766 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio Riuscita collaborazione di due gruppi corali N el periodo immediatamente precedente le festività natalizie nella Sala dei Provveditori del Municipio di Salò si è tenuto un concerto che si è rivelato un felice connubio tra il canto corale “al femminile” e quello “al maschile”. Il “femminile” era rappresentato dal Gruppo da Camera concittadino “DonneinCanto” diretto dal maestro Paolo Tosoni mentre il “maschile” presentava le voci del Coro Alpino “Rigoni Stern” Vallesabbia Valtenesi sotto la direzione del maestro Paolo Pasini. Perché un felice connubio? La serata, per il successo che ha avuto, sia nell’elevato numero di spettatori che dal loro gradimento, ha dimostrato quanto può fare l’accoppiata tra un gruppo da camera impostato sulla tradizione classica e un coro alpino pure improntato sulla tradizione consistente nell’esecuzione di canti della montagna, e quale impatto esplichi l’espressione corale sul gradimento del pubblico. Il tutto se rispetta il filone consolidato senza cercare divagazioni in settori che non sono propri. Il pubblico ha gradito l’impostazione basata sui canti natalizi fatta dal gruppo “DonneinCanto” e sui canti classici della tradizione alpina ad opera del Coro “Rigoni Stern”. Il Gruppo da Camera “DonneinCanto” si presenta in questo modo: “L’attenzione del coro è rivolta principalmente ad opere del XVI e XX secolo, senza tralasciare capolavori di altre epoche, per sole voci e con strumenti quali l’organo, il pianoforte, l’arpa, la chitarra ed il flauto traverso.” Nella serata di cui stiamo parlando al pianoforte vi era infatti il maestro Antonio Leali. La serata è stata una vera e propria dimostrazione da parte del gruppo camerale di come si possa costruire un programma basato sia sui canti della tradizione classica storica che sui canti della tradizione classica moderna. Non potevano mancare i canti del repertorio natalizio anglosassone che il gruppo ha approfondito e presentato nel loro vero spirito che è quello del “carol singing”. Negli Stati Uniti è sempre stata mantenuta la tradizione di unirsi in gruppo e cantare in coro i canti natalizi percorrendo le vie del paese o della cittadina (per le aree metropolitane il discorso è ovviamente diverso) ed entrando nelle case a far visita agli ammalati dando loro, con il canto natalizio, un po’ di allegria. Il gruppo ha ricreato nella Sala dei Provveditori questo spirito che gli spettatori hanno apprezzato. Il Coro Alpino “Rigoni Stern” porta un nome prestigioso. È quello dell’autore del “Sergente nella neve”, appunto Mario Rigoni Stern che fece la campagna di Russia quale sergente maggiore alpino in forza al Battaglione Vestone. Lo scrittore si è sentito sempre legato a Vestone tanto da divenirne cittadino onorario con conferimento avvenuto in data 2 ottobre 1977. Disse dei suoi rapporti con la terra e gli alpini bresciani: “Già nel lontano 1940, quando venni assegnato alla 55° del Vestone, grande simpatia umana e fraterna subito mi legò agli alpini bresciani, tanto che ben presto imparai a capire e a parlare il loro dialetto, a conoscerne le sfumature valligiane, ma soprattutto mi sentii legato dal destino a questa terra che non è la mia natale, e alla sua gente, come da un fatto che segnò poi per sempre la mia vita.” Si vuole ricordare che siamo in presenza di canti che all’apparenza al profano possono apparire di facile esecuzione ma un conto è eseguire fra amici un canto della montagna magari in una baita dopo l’escursione fatta ad una sole voce, altro conto è eseguire il canto a più voci rispettando scrupolosamente le indicazioni dell’autore e dell’armonizzatore. Quando poi si è in presenza di canti il cui autore è Bepi de Marzi il compito del coro si rivela impegnativo tanta è la fantasia creativa dell’autore e la sua impostazione su più voci. Il Coro “Rigoni Stern” ci ha dato una bella dimostrazione del suo impegno e ci ha fatto vivere intensi momenti di emozione. L’emozione più intensa è sempre quella che si prova quando si ascolta “Signore delle cime”una composizione di Bepi de Marzi eseguita a livello mondiale per soli cori, con accompagnamento al pianoforte e anche con accompagnamento di orchestra al completo. Agli organizzatori è venuta in mente l’idea, ritengo maturata immediatamente prima dell’inizio della serata, di far eseguire “Signore delle cime” dai due cori in formazione d’insieme. Quale dimostrazione migliore di un felice connubio tra i due generi musicali? Così è stato e le voci maschili e femminili dei due complessi si sono armonicamente fuse nell’invocazione volta al Signore affinché lasci andare per le montagne del paradiso l’amico caduto sulle montagne terrene. dal grande libro della natura acqua minerale SALÒ - tel. 0365 40184 MANERBA - tel. 0365 552437 IL PIACERE DEL BERE! Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511 18 RAGNO Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Accade a Salò e dintorni La città di Salò piange Vittorio Pirlo È scomparso lo scorso 15 gennaio, all’età di 97 anni, il dott. Vittorio Pirlo, cittadino emerito, storico farmacista, sindaco e presidente, studioso dannunziano, uomo di azione, di cultura e di sport. Il dottor Pirlo era uno di quei rari personaggi destinati ad essere, per intelligenza e carisma, sempre al centro della scena e punto di riferimento per un’intera comunità. La straordinaria vicenda di Vittorio Pirlo è un susseguirsi di impegni e successi amministrativi, sociali, culturali e sportivi. Sindaco di Salò dal 1955 al 1960 e assessore a Gardone Riviera dal 1975 al 1980, è stato inoltre presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno di Gardone e Salò dal 1977 al 1986, consigliere della Fondazione del Vittoriale, presidente dal 1994 al 2002 dell’Ateneo di Salò. Fu tra l’altro determinante per portare i mondiali di ciclismo del 1962 a Salò. Lascia il figlio Giorgio, la figlia Clara e quel senso di vuoto che sempre accompagna la scomparsa di persone che hanno impresso un segno indelebile e profondo nelle vicende di una comunità. Orologi pubblici: scatta l’ora della manutenzione Manutenzione in vista per gli antichi orologi del palazzo municipale salodiano. Il Comune ha affidato il compito di effettuare la sostituzione delle parti mal funzionanti degli orologi alla ditta Remi di Tranquilli Renato & C. Assieme agli orologi storici del municipio sarà rimesso a nuovo anche quello della Torre dell’Orologio. Sono due gli orologi del palazzo municipale, antica sede della Magnifica Patria: quello posto all’angolo est dell’edificio, che si affaccia su piazza Vittoria, e quello a muro, sul retro del municipio, che guarda su via Butturini e verso piazza Sant’Antonio. Quest’ultimo venne posizionato nel 1533. Bennie, il «mostro del lago» approda in tv Il presunto mostro del Benaco, un lucertolone che come il più celebre cugino scozzese «Nessie» vivrebbe nelle profondità inviolate del lago, è stato uno dei protagonisti della puntata di «Mistero», in onda su Italia Uno lo scorso 23 gennaio. Gli investigatori dell’ignoto del programma Mediaset hanno riacceso i riflettori su una leggenda popolare che affonda le radici in tempi antichi. Già nel 1599, nella sua «Historia della Riviera di Salò», lo storico Bongianni Grattarolo parla di mostri «smisu- rati e deformissimi», avvistati sotto le rupi dell’isola del Garda, e di caverne «oscurissime e profondissime» in cui nuotavano creature che terrorizzarono chi le vide. Tra incredulità e diffidenza, la questione suscita qualche curiosità attorno al lago, dove ci si augura che la vicenda di Bennie, dai contorni evidentemente più goliardici che scientifici, possa replicare il clamore suscitato dal più noto Nessie: nessuno l’ha mai visto davvero, ma tutti gli anni migliaia di visitatori raggiungono il lago di Loch Ness per la felicità del turismo locale. L’Ateneo ha festeggiato Piero Simoni Il maestro Piero Simoni di Gavardo, accademico da antica data dell’Ateno, ha compiuto il 1° gennaio scorso 93 anni. Simoni è un’istituzione per il territorio bresciano, avendo egli dedicato la sua vita all’archeologia con l’animo del pioniere entusiasta ed appassionato. Grazie a lui sono stati compiuti scavi in Valle Sabbia e sul Garda che hanno portato alla luce importanti reperti paleontologici e manufatti di epoca preistorica e storica giungendo fino al periodo dell’impero romano e al Medioevo. A Salò egli ha dedicato a più riprese ogni energia tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, sotto la guida della Soprintendenza, al recupero delle tombe della necropoli del Lugone e per la conservazione dei preziosi corredi rinvenuti, oggi custoditi con grande cura nel museo archeologico di Gavardo. I soci e le autorità cittadine hanno reso omaggio al maestro Simoni giovedi 31 gennaio nella Sala dei Provveditori. Volumi sul Futurismo concessi al Comune Una raccolta di cinquecento volumi di letteratura artistica del Novecento, dedicati al Futurismo, va ad arricchire il patrimonio librario e culturale salodiano. Si tratta di libri (sono 499 per essere precisi, per un valore dichiarato di 200mila euro) che costituiscono una parte importante della “Collezione Longo”, già oggetto di mostre e pubblicazioni e rinomata a livello nazionale, e che il proprietario, Vincenzo Longo, ha voluto concedere in comodato gratuito decennale (fino al 31 dicembre 2022) al Comune gardesano. Nella delibera di Giunta di approvazione del contratto si specifica che «la collezione potrà ben figurare nell’allestimento di mostre a tema presso il futuro Museo della Città, assodato anche che la Civica Raccolta del disegno, piuttosto che il Centro studi e documentazione sulla Rsi, posseggono opere artistiche e documentarie in grado di accompagnare al meglio una mostra sul Futurismo attraverso i libri concessi in comodato». Filiale di Salò - Località Rive Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 19 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 L’anno della fede a cura di don Pierluigi Tomasoni Come parlare di Dio? La catechesi di Benedetto XVI del 28 novembre 2012 in occasione dell’Anno della Fede T ra le catechesi sull’Anno della Fede, che Benedetto XVI ha svolto e sta svolgendo durante l’udienza del mercoledì, quella del 28 novembre scorso che porta come titolo «COME PARLARE DI DIO?», aiuta a capire quali sono le condizioni indispensabili per l’annuncio del Vangelo. Papa Benedetto chiede «Come comunicare il Vangelo, per aprire strade alla sua verità salvifica nei cuori spesso chiusi dei nostri contemporanei e nelle loro menti talvolta distratte dai tanti bagliori della società?». Il Papa risponde che la possibilità di poter parlare di Dio nel nostro tempo è data dal fatto che «Egli ha parlato con noi», e la nostra risposta si declina nell’ascolto di quanto Dio «ha detto di stesso». E che cosa dice Dio di se stesso? Il Pontefice afferma che «Dio si interessa a noi, ci ama, è entrato personalmente nella realtà della nostra storia, si è autocomunicato fino ad incarnarsi». L’Incarnazione dice che in «Gesù di Nazaret noi incontriamo il volto di Dio, che è sceso dal suo Cielo per immergersi nel mondo degli uomini, nel nostro mondo… Gesù è venuto per salvarci e mostrarci la vita buona del Vangelo». L’esigenza, quindi, per parlare di Dio secondo il Pontefice «richiede una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale e reale conoscenza di Dio e una forte passione per il suo progetto di salvezza». Papa Benedetto guardando all’Apostolo delle genti, Paolo, accoglie «la lezione che va proprio al centro del problema “come parlare di Dio” con grande semplicità». La prima sottolineatura riguardo a Paolo è questa: «Egli parla di una realtà della sua vita, parla del Dio che è entrato nella sua vita, parla di un Dio reale che vive, ha parlato con lui… parla del Cristo crocifisso e risorto». La seconda sottolineatura pone in chiara luce che «Paolo non cerca se stesso, non vuole crearsi una squadra di ammiratori, non vuole entrare nella storia come capo di una scuola di grandi conoscenze, non cerca se stesso, ma annuncia Cristo e vuole guadagnare le persone per il Dio vero e reale. Paolo parla solo con il desiderio di voler predicare quello che è entrato nella sua vita e che è la vera vita, che lo ha conquistato sulla via di Damasco». La lezione paolina costituisce uno stile di evangelizzazione valido per ogni tempo. Infatti, anche per noi e per le nostre comunità «il parlare di Dio nasce dall’ascolto, dalla nostra conoscenza di Dio che si realizza nella familiarità con Lui, nella vita della preghiera e secondo i Comandamenti». Inoltre, «per parlare di Dio, bisogna fargli spazio, nella fiducia che è Lui che agisce nella nostra debolezza: fargli spazio senza paura, con semplicità e gioia, nella convinzione profonda che quanto più mettiamo al centro Lui e non noi, tanto più la nostra comunicazione sarà fruttuosa… Dobbiamo metterci in moto per divenire sempre e realmente così, annunciatori di Cristo e non di noi stessi». L’attenzione di Papa Benedetto da Paolo si posa sul modo con il quale Gesù comunicava: «Gesù nella sua unicità parla del suo Padre e del PIZZERIA - GELATERIA AL MOLO di CIFALÀ ANTONINO Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs) tel. 0365 521006 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Via San Bernardino, 48 - SALÒ (Bs) Tel. 0365/43299 40 professionisti al servizio della tua Salute ------------------------------------------------------- •Mineralometria Ossea Computerizzata MOC DEXA •Studio dentistico a prezzi agevolati •Holter pressorio •Visite per rinnovo patenti e licenza di caccia 20 Regno di Dio, con lo sguardo pieno di compassione per i disagi e le difficoltà dell’esistenza umana. Parla con grande realismo… Gesù mostra che nel mondo e nella creazione traspare il volto di Dio… Gesù si interessa di ogni situazione umana che incontra, si immerge nella realtà degli uomini e delle donne del suo tempo, con una fiducia piena nell’aiuto del Padre». Lo stile comunicativo di Gesù diventa, secondo il Pontefice, «un’indicazione essenziale per noi cristiani: il nostro modo di vivere nella fede e nella carità diventa un parlare di Dio nell’oggi, perché mostra con un’esistenza vissuta in Cristo la credibilità, il realismo di quello che diciamo con le parole, che non sono solo parole, ma mostrano la realtà, la vera realtà» Parlare di Dio nell’anno della fede, sempre secondo Benedetto XVI «è occasione per scoprire, con la fantasia animata dallo Spirito Santo, nuovi percorsi a livello personale e comunitario, affinché in ogni luogo la forza del Vangelo sia sapienza di vita e orientamento dell’esistenza». Il Papa, conclude dicendo che «parlare di Dio è comunicare, con forza e semplicità, con la parola e con la vita, ciò che è essenziale: il Dio di Gesù Cristo, quel Dio che ci ha mostrato un amore così grande da incarnarsi, morire e risorgere per noi; quel Dio che chiede di seguirlo e lasciarsi trasformare dal suo immenso amore per rinnovare la nostra vita e le nostre relazioni; quel Dio che ci ha donato la Chiesa, per camminare insieme e, attraverso la Parola e i Sacramenti, rinnovare l’intera Città degli uomini, affinché possa diventare Città di Dio». ONORANZE FUNEBRI ZAMBONI OMAR SANTO SERVIZI FUNEBRI COMPLETI SALÒ Via Garibaldi n. 96 telefono: 0365 41741 Radiotelefono 337421728 Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Alla sera del terzo giorno a cura di Bruno Marelli La mia collana di perle La prima perla si chiama Michele. L’ho incontrato in autunno, mentre era impegnato in un comitato per le primarie del suo partito. Mi è stato subito simpatico, per il suo entusiasmo, per la passione che metteva nel trasferire agli altri le sue emozioni, per il sogno di un cambiamento che lui, ne era certo, sentiva prossimo ad arrivare. Un ragazzo fiducioso, impegnato, perfino ottimista. Non so quanti giovani ci siano come lui, quanti invece quelli rassegnati, apatici, menefreghisti, scettici o cinici. Vi posso dire che ne basterebbe uno così ogni mille per cambiare, in meglio, un’intera generazione. In quel periodo ci siamo sentiti più volte e anche dopo la conclusione delle primarie, quando il candidato che lui sosteneva era stato battuto. Mi ha sorpreso, ritrovarlo carico come prima, entusiasta, sempre ottimista. Ci aveva creduto, ma Michele è uno che sa guardare oltre. Ha accettato la sconfitta, ha accettato perfino che il suo partito abbia trattato lui e quelli con lui come stranieri in casa d’altri. Sono certo che sia consapevole che d’ora in poi il suo percorso all’interno del partito sarà pieno d’insidie, almeno finché le cose non cambieranno davvero, nel profondo. Ma lui è lì e sono sicuro che ci sarà anche domani. E visto come vanno le cose, io adesso mi sento di dire che è stato un vero peccato non averlo aiutato abbastanza a costruire quel cambiamento, non mettendoci tutto l’impegno che potevamo per dargli un aiuto più forte. La seconda perla si chiama Carla. Ho passato con lei l’ultima notte dell’anno. I miei amici più intimi sanno che non devono invitarmi a veglioni e cenoni. Da ormai tre anni festeggio il nuovo anno nella chiesa di S. Tommaso a Villa di Gargnano da Padre Bruno Ducoli. Ci troviamo in chiesa prima delle 11. Lì incontro un gruppo di persone, ogni anno più numeroso. Si ascoltano le letture scelte da Padre Bruno fino a mezzanotte; poi ci si sposta nel vicino convento per il brindisi di rito. Carla è una di loro. Quest’anno ho Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 avuto più tempo per parlare con lei e capire quanto fosse tosta quella donna così gentile e garbata. Carla è sindaco di un piccolo paese di un’altra provincia. È stata eletta promettendo una politica diversa basata su idee radicalmente nuove. E sta mantenendo gli impegni presi. Il punto qualificante del suo programma è l’urbanistica a consumo zero di suolo. Una scelta che persegue con tenacia, in forte rottura con il passato del suo paese e il presente dei comuni intorno. Di più: Carla è a tal punto convinta della bontà della sua battaglia che va, ovunque la invitino, a tenere conferenze su questo tema, dimostrando che si può fare un’urbanistica dinamica senza consumare aree verdi. È stata perfino a Striscia la Notizia. Mi dice che si sente pronta per impegni più grandi, ma nel suo partito le hanno chiuso tutte le porte. Una come lei fa paura, è chiaro. Le dico che forse non è ancora il suo tempo; sento che le voglio bene. Sono certo che anche voi, come me, non vivete serenamente l’imminente appuntamento elettorale. Scommetto che non ce n’è uno tra voi sicuro e convinto della scelta che finirà per fare. Mai come ora la situazione è ingarbugliata, confusa, piena di contraddizioni, gonfia di bugie e anche maleodorante. Carla è troppo bella e giusta per spendersi in mezzo a quell’orda di riciclati, arrivisti e infiltrati. Verrà il suo tempo, ne sono sicuro, quando le acque torneranno limpide. La terza perla si chiama Bianca. La incontro nei primi giorni dell’anno in un gruppo che accompagno ad una camminata sui nostri monti. Scopriamo di avere un sacco d’interessi in comune. Ci teniamo in contatto. Poi una sera ricevo una sua email, carica di emozioni ed energia positiva. Mi racconta delle persone che ha incontrato di recente, di eventi apparentemente casuali che le hanno acceso una luce. Poi scrive: ”C’è un sogno per tutti, ma la paura e l’appiattimento, da divano e telecomando, l’hanno fatto dimenticare a tanti. E la gente è diventata sottomessa e paurosa. Ho voglia di svegliare il mondo!! E tu mi puoi aiutare. Lo faremo 21 scrivendo... La mia indignazione non è per i politici, ma per tutti gli ottimisti, i felici, gli entusiasti della vita che vedono i loro fratelli diventare tristi, soggiacere al potere persuasivo della paura, senza fare nulla. Voglio agire Bruno, per accendere i sogni. Possiamo creare una catena di entusiasti che ci aiuteranno. Ce ne sono tanti, li pescheremo e ci sentiremo tutti parte di un tutto. La gente è triste e ha paura perché si sente isolata dal mondo. Ma tutti insieme siamo una forza meravigliosa.” L’energia di Bianca è contagiosa e ho cominciato a guardarmi attorno con i suoi occhi. La quarta perla è il Dott. Vittorio Pirlo. Lo conosciamo tutti ed eravamo in tanti a salutarlo per l’ultima volta a metà dello scorso mese. Anche lui ha un posto in questo elenco. Ho numerosi e vivi ricordi di lui. Tra tutti il più caro risale al 2001; tra l’estate e l’autunno, ogni lunedì pomeriggio, mi accoglieva nel suo studio e insieme abbiamo raccontato in un volumetto la storia della Canottieri Garda. Dalla sua incredibile memoria ritornavano in vita episodi e personaggi che nel tempo avevano fatto grandi imprese e dedicato la loro vita al bene comune; un autentico senso civico espresso attraverso la pratica sportiva. Da tutti Vittorio è ricordato per il suo impegno instancabile e prolifico nell’operare per il bene comune. Per questo, tra le speranze per il futuro, anche il suo nome ha un posto essenziale. È qui a ricordarci che anche in passato ci sono state personalità eccellenti, che hanno praticato e sostenuto la giustizia, la solidarietà, la generosità; ci aiuta a credere che presto un giorno ci saranno altri uomini e donne che finalmente si uniranno per costruire una società basata su questi valori. L’elenco potrebbe continuare e altri nomi si aggiungeranno, perché d’ora in poi farò attenzione a ogni persona che incontro. Altri li troverete voi. Ma la chiave di tutto è nelle parole di Bianca. Ognuna di queste persone è una perla, ma da sola non ha nessun valore. È quando le unisci tra loro che diventano una collana d’inestimabile bellezza; più di qualsiasi gioiello che mani umane possano mai creare. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Invito alla lettura L a cura di Nerina Lugli Passato e presente e convenzioni del calendario, i ritmi della natura, il ciclo liturgiHo sceso, dandoti il braccio, co ci avvertono che il tempo ha almeno un milione di scale una particolare struttura ritmica in cui e ora che non ci sei è il vuoto qualcosa si chiude e qualcosa di nuoad ogni gradino. vo si apre… Naturalmente quando Anche così è stato breve ci si congeda dal passato, è normale Il nostro lungo viaggio. avvertire un senso di perdita la quale Il mio dura tuttora, può diventare un taglio drammatico né più mi occorrono se, anzichè di una attività operativa fondamentale, si tratta di persone con le coincidenze, le prenotazioni, le quali abbiamo condiviso una quotile trappole, gli scorni di chi crede dianità ricca di affetti. che la realtà sia quella che si vede. … Laudatores temporis acti, veniamo giustamente definiti noi vecchi a Ho sceso milioni di scale causa del rimpianto quotidianamente Dandoti il braccio ribadito. Tale diffuso atteggiamento Non già perché con quattr’occhi però non significa non voler apprezForse si vede di più. zare quanto di straordinario, anche Con te le ho scese perché per la nostra quotidianità, il tempo in Sapevo che di noi due cui viviamo è in grado di offrire anche Le sole vere pupille, a chi non esercita più attivamente un mestiere, una professione. sebbene tanto offuscate, Per quanto mi riguarda, ma non credo erano le tue. di essere isolata, seguo stupefatta i miEugenio Montale racoli della comunicazione: mi commuovo per un saluto che mi giunge ricordo le chiacchierate interminabili, da lontano a confortare le mie giornate le lunghe camminate nelle contrade e solitarie, piango in diretta se mi arriva i grandi piatti di carne offerti nei locali un messaggio affettuoso da coloro che con cordialità a una giovinezza spenamo, gioisco nel tessere un colloquio sierata e felice. con compagni di liceo cancellati da de- Vi tornai più volte per accompagnacenni dall’orizzonte delle mie giorna- re gli studenti nelle gite scolastiche te. Anche se un duro handicap impedi- sempre dominate dall’ansia di offrire sce il possibile passaggio di esperien- informazioni culturali doverose e soze positive di tale natura, è certo che prattutto di controllare gli spostamenti oggi più che mai si devono utilizzare nell’incolumità generale. La vera ed le energie forti della giovinezza, ido- autentica scoperta della città è avvenee alla convivenza col mondo intero, nuta il settembre scorso quando mi certamente valide e apprezzate purché accompagnarono nella privilegiata serie e culturalmente preparate a fare il condizione di mamma-nonna affettuobene della Comunità. samente coccolata. Questa lunga premessa è animata dal- Fu una “riscoperta” rigenerante acla speranza di un futuro in cui la preparazione seria ed approfondita costituisca in ogni campo l’unico mezzo per l’affermazione personale e professionale nei settori-chiave di una collettività diventata universale in ogni settore. Amo da sempre la città di Siena. La visitai per la prima volta (nella notte dei tempi!) quando ero molto giovane, insieme alla futura cognata per far visita a Dante che là svolgeva il servizio militare. A. Lorenzetti: Allegoria del Buon Governo Di quella lontanissima visita Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 22 curatamente preparata attraverso i molti pregiati testi che tengo nei miei scaffali. Innanzitutto l’ingresso al Duomo, affollatissimo, dove la pavimentazione, recentemente restaurata, offre capolavori tali da non permettere il transito ai numerosissimi visitatori “curiosi” di tutto il mondo; infatti, attraverso passaggi obbligati, si soffermano ad ammirare un tessuto artistico prezioso di immagini bibliche. Nel Palazzo pubblico rimaniamo incantati davanti alla solenne Maestà di Simone Martini con la Madonna al centro e i Santi senesi che le rivolgono suppliche perché protegga la città. Dello stesso autore la presentazione solenne del Cavaliere Guidoriccio da Fogliano a testimoniare il successo della politica espansionistica dello Stato senese. Nel Palazzo pubblico, ancora una moltitudine di visitatori di tutti i continenti per ammirare e commentare l’Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti in cui nella straordinaria presentazione del pubblico potere, domina la figura di un vecchio che sorregge il sigillo della città e rappresenta il Bene Comune, mentre dall’altro lato è raffigurata l’allegoria della Giustizia. L’affresco, di grandi dimensioni, sottolinea l’architettura della città e illustra, come momenti qualificanti del vivere civile, il Corteo nuziale, le fanciulle che danzano, l’intera attività commerciale e al centro l’allegoria della Pace. Su tutta la scena domina la Securitas che permette ai cittadini di dedicarsi alle proprie occupazioni e per alcuni, di votarsi all’attività spirituale. Nella parete opposta della sala sono rappresentati gli effetti del Cattivo Governo dove il tiranno tiene come consiglieri i vizi e neutralizza la giustizia con effetti devastanti per la città e la campagna, ridotte a scenari di angherie e di morte, dove nessuno lavora. Il capolavoro, recentemente restaurato, viene commentato in diretta dalle voci dei visitatori (provenienti da tutto il mondo) che intendono, con la loro vivacità espressiva formulare l’auspicio di una vita collettiva serena e moralmente corretta. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Altre note... N Fede e Scienza on c’è giorno che sui giornali o in televisione siano ospitati incontri che discutono sulla fede e sulla scienza e in che misura possano rapportarsi. Sembra proprio essi debbano concludersi con il risultato di accertare una volta per tutte quale delle due può prevalere sull’altra. In realtà sono argomenti da far …tremare le vene e i polsi a cattedratici ed addetti ai lavori, ma sono al tempo stesso il contenuto di una vita attratta a volte dalla tranquillità che può dare la Fede e incuriosita, altre, dalla grandezza dei risultati della Scienza. Una frase di A. Einstein (1879/1955 - Nobel nel 1921 per la fisica) a margine di una sua conferenza …la scienza senza religione è zoppa, la religione senza scienza è cieca, fa riflettere e c’è da rimanere increduli se pronunciata da un fisico i cui studi avrebbero dovuto portarlo con certezza a pensare che il mondo non è una costruzione voluta da Dio, ma da una serie di fenomeni che, nel corso dei millenni, hanno formato il mondo che conosciamo. Alle persone semplici si aprono due strade: credere in nostro Signore con il fervore dovuto e con l’ubbidienza alla sua religione che ci insegna che il mondo è una sua creazione, o credere alla scienza e alle sue scoperte che ci dicono che tutto iniziò milioni di anni fa, per non dire miliardi, da un cozzo spaventoso fra particelle e masse stellari. Il nostro Papa Joseph Ratzinger è intervenuto più volte sull’argomento sia come teologo quando insegnava nelle università tedesche, sia come arcivescovo di Monaco, sia come Prefetto della congregazione per la dottrina della Fede e ancora come Vescovo di Roma. Papa Benedetto XVI assicurando la sua autorevole voce sia a quanti sostengono che è necessario cercare fra fede e scienza un accordo diretto, che a quanti sostengono che la fede e la scienza si occupano di due realtà diverse, separate, inconciliabili, e a quanti infine si affidano al dialogo, perché solo esso può approfondire gli eventuali punti di contatto fra loro per favorire una integrazione. In questi ultimi secoli, diverse sono state le reazioni a questo problema legate ai più disparati momenti visAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013 a cura di Giancarlo Giacomuzzi suti nelle varie epoche, basta ricordare il periodo degli approfondimenti scientifici, il periodo illuministico, le varie reazioni politiche che riconobbero nel popolo la sola autorità, il periodo della rivoluzione industriale e non per ultimo il disorientamento subentrato agli eventi drammatici dei due conflitti mondiali. La Chiesa, testimone di tutto, ha cercato in ogni modo di fronteggiare Vieni, Ninfa, e con te porta brio, gaiezza giovanile, celie, frottole e moine, riverenze e mossettine, increspati sorrisetti, quali adornano le guance d’Ebe, ed amano annidarsi nelle morbide fossette; porta qui spensieratezza, che si ride delle cure, ed il riso che i due fianchi con le mani si sostiene. Vieni, e danza nell’andare sulla punta capricciosa del tuo piede agile e lieve….. con fermezza questi momenti ed ha risposto prima con il Concilio Vaticano II e poi con il Papa polacco che ha mostrato durante il suo pontificato un grande e costante interesse per il ruolo della scienza nel mondo moderno e per il suo rapporto con la fede. Egli ha infatti lasciato scritto…la scienza può purificare la religione dall’errore e dalla superstizione, la religione può purificare la scienza dall’idolatria e dai falsi assoluti, una logica e un impegno il suo che, nel 1979, tanto per fare un esempio, ha portato alla creazione di una commissione che ripensasse e approfondisse il noto “caso Galileo” al fine di superare incomprensioni, errori e malintesi. Possiamo concludere che l’intera umanità vive due ordini di svilup- 23 po: la cultura, la ricerca scientifica e tecnica e tutto ciò che appartiene all’orizzonte dell’uomo, e al tempo stesso il patrimonio personale dell’essere umano allorchè, trascendendo il mondo e se stesso, egli si volge verso Colui che giudica il Creatore di tutte le cose. Nella convergenza di questo duplice itinerario orizzontale e verticale, l’uomo può trovare il senso del suo essere e del suo agire e può realizzarsi pienamente come essere spirituale e al tempo stesso come “homo sapiens” interrogandosi sulle possibilità e sulle condizioni di una unica unità del sapere come propone la cultura cristiana che, ahimè, corre il pericolo si scomparire. Su questo accenno riporto una considerazione di Claudio Magris apparsa sulla stampa .…si tratta di una grave mutilazione per tutti, credenti e non credenti, perché la cultura cristiana è una di quelle drammatiche sintassi che permettono di leggere, ordinare, rappresentare il mondo, di dirne il senso e i valori, di orientarsi nel feroce e insidioso garbuglio del vivere. Per la chiusa musicale ricordo la figura e la vita breve e straordinaria del tedesco Felix Mendelssohn Bartholdy (1809/1847), che ebbe il merito di fare conoscere al mondo intero la “Passione secondo Matteo” del grande Bach e fu senza dubbio un compositore romantico per eccellenza. Propongo i suoi due concerti, .. per violino e orch. op. 64 nel quale il solista dialoga con l’orchestra contrapponendosi alla pari ad essa e l’interessante …per pianoforte e orch. n° 1 op. 25 scritto nel segno di un brillante virtuosismo. Nel riquadro una lirica alla gioia di John Milton (1608/1674) poeta inglese, rigido puritano, difensore di tutte le libertà, che fu segretario di Oliver Cromwell (1599/1658), il Lord Protettore di quel difficile periodo repubblicano della storia inglese nella seconda metà del XVII secolo, seguito alla decapitazione dell’assolutista Re Carlo I. Splendido il suo poema epico “Il Paradiso perduto” composto nella vecchiaia quando era ormai povero, cieco, solitario, ignorato ed odiato da una società che, con Carlo II, aveva ripreso il suo cammino monarchico ed era avida di mantenere i suoi antichi privilegi. Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013 Informazioni utili SS. MESSE DUOMO FEBBRAIO Lunedì 11 Martedì 12 • Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30 • Feriale: ore 18.30 S. BENEDETTO - Muro • Festive: ore 7.30 S. BERNARDINO • Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00 S. GIUSEPPE • Festive: ore 10.00 • Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato) Chiesa di S.GIOVANNI • Solo feriale: ore 7.15 (escluso sabato) RENZANO • Solo sabato: ore 18.00 CAPPUCCINI BARBARANO • Festive: ore 10.00 -17.00 • Feriale: ore 17.00 MONASTERO Mercoledì 13 Venerdì 15 Domenica 17 dal 18 al 22 Venerdì 22 Domenica 24 Martedì 26 Mercoledì 27 Giovedì 28 MARZO Venerdì 1 Domenica 3 Lunedì 4 Mercoledì 6 Giovedì 7 Venerdì 8 Martedì 12 Mercoledì 13 Giovedì 14 Venerdì 15 Sabato 16 Domenica 17 Venerdì 22 Sabato 23 Domenica 24 • Festive e feriali: ore 8.00 IL DUOMO - n. 2 Febbraio 2013 Anno LXII ore 11,00 S. Messa nella Chiesa di S. Antonio per la Madonna di Lourdes 20ª GIORNATA MONDIALE DEL MALATO Carnevale in Oratorio ore 15,00 S. Messa al Cimitero Giorno di magro e digiuno ore 20,45 in Duomo: benedizione e distribuzione solenne delle Ceneri Astinenza dalle carni ore 20,30 a Campoverde Via Crucis Missionaria zonale ore 18,30 a Maderno incontro zonale adolescenti e giovani ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI (animano: Don M. Pelizzari e don D. Facchetti) Astinenza dalle carni GIORNATA DELLA CARITAS ore 9,30 in Duomo: Rito di ammissione ai Battesimi del 7 aprile ore 20,30 in Canonica redazione de “Il Duomo” ore 20,45 in Oratorio Animatori dei Centri di Ascolto (4) ore 20,30 in Canonica C. P. P. (3) - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00 Astinenza dalle carni Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati ore 20,45 Via Crucis a S. Benedetto (minis. straord. Eucar. + Anim. Liturgia) ore 20,45 in Oratorio Magistero per Catechisti ore 15,00 a Gardone Riviera incontro zonale gruppi Cafarnao (4) ore 20,45 a Fasano Adorazione eucaristica per la vita (4) Congregazione sacerdoti a Gardone Riviera ore 16,30 in S. Giovanni Esposizione e Adorazione ore 18,30 S. Messa Astinenza dalle carni ore 20,45 Via Crucis “pellegrina” dalla Chiesa della Visitazione (Oratorio) ARMONIA PASQUALE ore 15,00 S. Messa al Cimitero Ritiro presbiteri a Montecastello ore 20,30 in Canonica C.P.A.E. (2) Astinenza dalle carni ore 20,45 Via Crucia nella Chiesa di S. Giovanni (Gruppi famiglie) ore 20,45 in Oratorio Magistero per i Catechisti ore 15,00 Processione per la vita dal Monastero al Cimitero Ritiro giovani a Montecastello Astinenza dalle carni ore 20,45 Via Crucis nella Chiesa di San Giuseppe (Caritas e Missioni) ore 20,45 in Oratorio Magistero per i catechisti in vista della Sett. Santa a Brescia: Veglia dei giovani con il Vescovo ore 10,30 Benedizione delle palme in Piazza Serenissima e processione verso il Duomo con S. Messa ore 16,00 Vespro pasquale cantato Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974 - Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294 - Fotocomposizione del 5/2/2013 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS) - Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it