il libro del mese1 Ermes Ronchi, Maria casa di Dio. Variazioni sull’Ave Maria, il Magnificat e la vera devozione. EMP (€ 9,00) Se, come me, pensavi che fosse quasi impossibile scrivere qualcosa di nuovo sull’Ave Maria e sul Magnificat, questo libretto ti riserva una bellissima sorpresa. La “novità” di queste pagine trae origine dalla devozione popolare che p. Ermes tiene presente quando scrive queste riflessioni sul periodico “Messaggero di sant’Antonio” e dalla venatura poetica di p. Ermes che viene esaltata quando fa suo il “dolce stil novo” dei trovadori medievali che cantano le lodi “in onore di Nostra Donna”, della femminilità e dell’amore. Eccone qualche frammento: Variazioni sull’Ave Maria. “L’Ave Maria è per vivere, come Maria, le nostre annunciazioni quotidiane: a ogni nuovo mattino che ci è offerto, Dio pronuncia per noi la prima di tutte le sue parole: sii lieto! Ogni giorno manda angeli (tra questi sono le persone che oggi riempiranno la nostra giornata) perché annuncino che l’impossibile è diventato possibile, in ogni vita (non temere, niente è impossibile a Dio) (p. 13). “Madre, la tua vocazione è la nostra: insegnaci a essere madri. Anche noi madri di Dio, per incarnarlo ancora in queste strade, in queste case, in queste città distratte; anche noi madri dell’uomo, proteggendolo da ogni aggressione, custodi di un Regno che verrà con il fiorire della vita, e delle madri, in tutte le sue forme” (p. 42). Variazioni sul Magnificat. “Magnificare letteralmente significa “fare grande”, dare grandezza a Dio. Ma come può la piccola creatura far grande l’Infinito? Lo può fare se gli fa spazio in sé, se gli offre un luogo in cui radicarsi ed espandersi. Dio è piccolo o grande nella tua vita a seconda dello spazio piccolo o grande che gli concedi, e del tempio che gli dedichi” (p. 58). La vera devozione. “Vera devozione non è tanto pregare Maria, ma pregare come Maria, imparando da lei. Vera “devozione” - che significa “devolversi, darsi, appartenere, rivolgersi” a lei consiste nel diventare prolungamento della sua presenza tenera e forte, imparando da lei come si serve Dio con serietà e i fratelli con tenerezza. […] Il vero devoto non è chi aggiunge suppliche e invocazioni, ma chi come lei passa nel mondo incinto di Dio, gravido di luce, incarnando la parola di Dio e irradiando Vangelo” (p. 104). [ fra Ermanno ] CONVENTO DELL’ANNUNCIATA 25038 ROVATO BS tel. 030 77 213 77 www.servidimariarovato.191.it A g o s t o 20 1 3 Nella foresta delle fedi Il concilio valuta con occhi nuovi le relazioni con le molte religioni esistenti sul pianeta e verso di esse compie con grande slancio un passo di avvicinamento e di accoglienza. Si potrebbe dire che l’assise conciliare viva un’autentica metanoia, un rivolgimento interiore capace di costruire ponti di stima e di comunicazione nuovi rispetto ai comportamenti precedenti. Sono chiare e perentorie fin da subito le ragioni per cui la chiesa vuole vivere una nuova stagione nei confronti delle altre tradizioni religiose espresse nella dichiarazione conciliare Nostra ætate: «I vari popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno una sola origine poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra; essi hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui provvidenza, testimonianza di bontà e disegno di salvezza si estendono a tutti, finché quali eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce» (n. 1). Andiamo oltre la foresta delle fedi liberi e nudi verso il nudo Essere, è l’invito che il poeta Turoldo rivolge al “fratello ateo”, collegandosi così intimamente al pensiero del concilio. La fede nel Signore Gesù spinge i cristiani a ritrovarsi con tutti i credenti nel punto sorgivo e culminante di ogni vita, a riconoscerlo come parola viva operante per l’azione dello Spirito nelle coscienze di quanti sono assetati di verità, di giustizia, di bellezza. Le differenze legittime rimangono ed esprimono la ricchezza di percorsi umani. Anzi sono motivo di arricchimento reciproco e di superamento di orgogli religiosi. In questa apertura di mente e di cuore è dato intravvedere un’ulteriore comprensione del mistero di Cristo: non si tratta più soltanto di tolleranza verso i diversi, ma di riconoscimento dell’azione divina all’interno degli altri mondi religiosi. Nel rifiuto, nella condanna aprioristica e nella lotta contro coloro che esprimono la loro fede con dottrine e discipline differenti dalla tradizione cristiana, è in causa la verità di Dio, il suo dirsi nelle lingue e nelle testimonianze di uomini e donne che con onestà e serietà testimoniano i loro