Elio Campanello Il sogno dentro un sogno a cura di Giancarlo Bonomo www.giancarlobonomo.it note biografiche Elio Campanello nasce il 7 novembre 1952 a Grammichele (Catania) ma risiede in Svizzera dall’età di sei anni. Fin da bambino è attratto dal mondo dei colori e della creatività, una dimensione che si è presto concretizzata con il conseguimento del diploma di vetrinista decoratore presso la scuola artistica professionale di Trevano nel Canton Ticino in Svizzera. Dopo questa formazione, ha lavorato per varie aziende nel campo della moda, per poi iniziare nel 1980 l’attività in proprio con l’apertura di un atelier di arte decorativa dedito alla creazione di vetrine e allestimenti scenografici. In seguito, una profonda forza interiore di rinnovamento spinge Elio ad abbandonare progressivamente il suo lavoro. Il primo viaggio in India costituisce l’occasione per iniziare un nuovo percorso di vita. In questa terra antica studia e sperimenta lo yoga, ed è proprio attraverso questa profonda disciplina che Elio si connette alla sua parte più autentica, ritrovando il senso di ogni Cosa. Questo risveglio interiore lo conduce a formarsi come insegnante con il compito di indicare possibili sentieri di Luce. La sua nuova vita gli permette di percepire sensazioni ed emozioni di grande serenità ed espansione spirituale che trasmette attraverso le sue vivide opere pregne della forza gioiosa del colore. Il bagaglio artistico accumulato in tanti anni di lavoro è ora sostenuto da una tecnologia moderna che si pone al suo servizio consentendogli di realizzare opere un tempo impensabili. In questo contesto nascono i “nasocchi”, curiosi personaggi ospitati nelle sue prime tele colorate. Queste strane entità sembrano abbracciare la storia antica, ricordando alle menti bambine l’inesistenza della barriera spazio-tempo. Ora, i suoi “nasocchi” hanno invitato sulle tele animali, natura, città e volti di tanti amici. Elio ama il tratto nero che, in un susseguirsi di forme morbide e ricercate, permette all’esplosione di colore di trovare confini armoniosi. Nelle sue opere non vi è la palese attenzione alle proporzioni. L’amore per la vita è privo di gabbie in tutte le pacifiche forme influenzate dall’universo circostante e dalla forza divina. Elio Campanello LA PREMESSA L'arte della semplificazione è argomento sempre fascinoso ed estremamente coinvolgente non solo per gli addetti ai lavori ma anche per coloro che vi si accostano da normali spettatori. La parola “semplice”, a livello inconscio, ci induce a considerare che, con un'elevata probabilità, riusciremo a comprendere l'oggetto della nostra osservazione. E' dunque il rassicurante suono di una parola che, tutto sommato, ci tranquillizza riportandoci in contatto con quell'essenza segreta delle cose che sentiamo viva e presente dentro di noi. La nostra mente è programmata per semplificare le analisi operate dal cervello, non a caso diviso in due emisferi non antitetici ma complementari preposti a funzioni diverse. Quando ci troviamo nella condizione di dover prendere decisioni tempestive o di dover effettuare una comunicazione istantanea, la mente stessa si attiva per realizzare una sintesi estrema, spesso con l'ausilio di “programmi” inconsci acquisiti che si attivano simultaneamente. Allo stesso modo educhiamo i bambini con gli strumenti pedagogici più immediati. Non sempre un qualcosa di semplice riveste, però, il carattere di immediatezza ovvero di pronta comprensione. In campo artistico pensiamo, ad esempio, alle sperimentazioni dell'arte concettuale o ai deragliamenti figurativi dell'Art Brut francese. O un certo linguaggio astratto-informale. Gesti semplici, figurazioni elementari, certo. Spesso però ci siamo trovati nella condizione di dover interpretare simboli, sgocciolamenti, tracciati figurativi, lacerazioni o bruciature su materiali industriali o su misere tele destinate a subire le vessazioni e gli sfoghi di artisti più o meno incompresi, con la sensazione di non aver compreso nulla davvero. D'accordo, l'arte ha bisogno di spazio, non vuole catene e mal sopporta i vincoli imposti dai manierismi, ma è anche vero che essa, nel contesto della sua missione originaria di “messaggio universale” deve trovare il modo di giungere a tutti e non a pochi eletti chiusi dentro la torre d'avorio della cultura accademica. Quando alla fine del 1200 nacque l'arte moderna, la pittura semplice, diretta e coloratissima di Giotto fu il “giornale” illustrato dell'epoca (o il cinema, se si preferisce) dove l'uomo comune, sovente analfabeta ed illetterato, poteva conoscere de visu le storie del Santo di Assisi. Ecco la comunicazione, ecco la pittura che assume il suo ruolo primigenio di maestra di storia e di vita. Elio Campanello punta ad una semplificazione espressiva autentica, non affettata o con significati concettuali indecifrabili e nascosti. Egli gioca sempre. La sua visione del mondo è filtrata da uno sguardo volutamente bambino privo di ambigue o maliziose interpretazioni. Nella sua arte non vi è la denuncia del mal di vivere, il travaglio esistenziale. Neppure l'insensatezza della contemporaneità o l'oppressione claustrofobica delle metropoli. E forse questa è la differenza fra Campanello ed i naturali richiami storici che giungono alla mente osservando i suoi lavori. Ci riferiamo ai grandi art writers americani quali Keith Haring e Basquiat, che segnarono uno svolta nel linguaggio popolare contemporaneo caratterizzato dall'immediatezza esecutiva ai confini del fumetto d'autore. In questi artisti di fine novecento c'era il tormento di una condizione infelice, il senso di vuoto della civiltà urbana, la denuncia dell'ingiustizia, la malattia sociale. Non è così per Campanello. Il riferimento storico è puramente formale e non sostanziale. Troppo diversi i contenuti, la mentalità, il modo di osservare le cose. Se un vago accostamento è da farsi, questo concerne l'idea della pitturafumetto, quella semplificazione appunto del tratto che si traduce in rapidità compositiva, colore puro, spazio arioso e – cosa più importante – possibilità concessa a tutti di entrare nelle scene come dentro una favola infinita dove tutto può accadere. Per gli adulti queste composizioni costituiranno un modo inusuale di approcciarsi alla realtà ed un occasione di ripensare al senso delle Cose nella Vita. I bambini riconosceranno immediatamente negli spazi e nei colori i loro paradigmi e l'approccio per loro sarà naturale e libero da qualunque giudizio o considerazione stilistica o di merito. Campanello ci riporta alle nostre più innocenti origini, dove l'acqua è limpida e fresca come la natia sorgente. E' l'acqua dove si specchia il Bambino Magico interiore che è sempre connesso con quella fonte e conosce i sentieri della vita che conducono alla Luce. Giunti all'età della ragione, il mondo tende ad impossessarsi di noi, cercando di modellarci a sua immagine e somiglianza. Il mondo, inteso come coscienza collettiva, ci vuole tutti uguali e ci pone in continua competizione. I più deboli smarriscono il senso del Tutto e progressivamente si distaccano da se stessi. Ma quel bambino interiore, tuttavia, in qualche angolo del cuore è presente e sta a noi risvegliarlo. Il nostro artista ha compiuto questo lavoro ed ha lasciato correre il suo Bambino nei fogli di carta e sopra le tele, libero come l'aria nei giorni di primavera. nature fiori animali Elio Campanello concepisce ogni fenomeno naturale fuori dallo spazio, dal tempo e dai rapporti di geometriche proporzioni. Non vi è nulla di reale – per come lo possiamo intendere noi, razionalmente – nelle sue composizioni. La realtà è piacevolmente sovvertita in una sorta di anarchia bambina, ironica e scanzonata che è la sua vera linfa creativa. I suoi piccoli progetti nascono dalla carta e successivamente prendono vita e si ingrandiscono grazie alle moderne tecnologie digitali. Ma l'idea nasce dal semplice e dal poco. Nella tavolozza ideale di Campanello ci sono colori forti e puri. Non vi sono sfumature o mezze tinte realizzate con il pennello impastato di altre tonalità. Le campiture risultano pulite, impeccabili, definite. I fiori ingigantiti mostrano il miracolo di geometrie maestose e solari, mentre gli animali si compiacciono del loro aspetto variopinto e grottesco. Le cartoline della Toscana presentano pochi essenziali elementi caratteristici. Tutto viene rappresentato attraverso il colpo d'occhio di un bambino con i pennarelli in mano e la fantasia in tasca. Casali, cipressi, colline piene di luce, una piccola strada. Sopra, i colori improbabili di cieli che puoi guardare e quasi toccare con le mani. Chissà perché comprendiamo subito tutto, il luogo in cui ci troviamo, la meraviglia del paesaggio e il prodigio della natura che manifesta la propria infinita bellezza. Siamo qui, ora, nel centro della favola. fiore 1 10 fiore 2 11 animali 1 12 animali 2 13 fiore per te 1 14 fiore per te 3 15 nasocchi e figurine umane Il gusto del grottesco e del caricaturale, trova nella rappresentazione delle figure umane il terreno più fertile. La varietà caratteriale del genere umano, i suoi tic e gli umori invitano davvero a nozze la fantasia dell'artista. I “nasocchi” sono intuizioni che paiono ispirate dalle scomposizioni picassiane, ove i volti presentano piani sovrapposti che scompaginano la percezione usuale. Divertenti commistioni fra nasi, capelli ed occhi restituiscono la gioia del sorriso e della curiosità. Le figure complete, altrettanto gaie, sono ritagliate con i medesimi colori e tratteggi utilizzati per i paesaggi o i fiori. Il sistema compositivo è il medesimo, identica l'attenzione. Nell'indagine di Campanello, ogni cosa viene ingrandita sotto la lente di uno sguardo attento dove tutto è importante e può essere ingigantito o rimpicciolito, a seconda del caso. Nel Regno di Fantàsia non ci sono regole ed ognuno può creare il proprio mondo e renderlo simile ad un gelato multiforme con tanti gusti colorati. nasocchio 2 18 nasocchio 3 19 nasocchio 1 ombra 20 nasocchio 4 ombra 21 etnico 1 22 volto 23 le anime Mentre i pensieri ci imprigionano nella realtà terrena con dei cerchi che legano le mani e ci impediscono di volare, le anime viceversa fluttuano e si librano altissime nell'etere (naturalmente colorato) dove si respira l'aria più pura e cristallina. Anime come figurine senza espressione che si tengono per mano e formano un corpo unico flessuoso, elastico e duttile. Un corpo etereo che vola verso una destinazione che appartiene a tutti, senza distinzioni. Non sono importanti le caratteristiche somatiche individuali. Campanello rappresenta un movimento armonioso e corale d'insieme, come amebe al microscopio che galleggiano unite fra loro. Sono gli attimi di una dimensione semplice, un silenzio attivo dove si espande una musica di luce che va oltre il pensiero e dove tutto appare chiaro e naturale. anima 1 26 anima 2 27 danza 2 28 pensieri 29 Ci sono tanti modi di dire le cose e tanti modi di rappresentarle. Ognuno di noi ha la possibilità di costruire un concetto per poi esprimerlo attraverso una determinata modalità. Ne consegue dunque che infinite sono le combinazioni ed i punti di vista. Si possono dire cose complesse in maniera elementare e cose elementari in maniera contorta ed oscura. In noi sta la chiave e la serratura di ogni nostra percezione. Nell'arte come nella vita quotidiana. Perché vivere intensamente con consapevolezza è un'Arte. animali 1 animali 2 animali 3 fiore 1 fiore 2 fiore per te 1 fiore per te 3 toscana nasocchio 2 nasocchio 3 nasocchio 1 ombra nasocchio 4 ombra etnico 1 etnico 2 volto anima 1 anima 2 danza 2 pensieri devozione Otello: “Ma qual è la Verità? E' quello che penso io di me? O quello che pensa la gente?....” Jago: “Cosa senti dentro di te? Concentrati bene cosa senti?” Otello: “Sì, sì, sì.......sento qualcosa che c'è...” Jago: “Quella è la Verità, ma... shhh.....non bisogna nominarla, perché appena la nomini non c'è più...” (dialogo tratto dal film 'Che cosa sono le Nuvole' di P.P. Pasolini)