Europe Central PDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]]. PDF generated at: Fri, 22 Aug 2014 12:33:06 UTC Indice Voci Käthe Kollwitz 1 Anna Andreevna Achmatova 5 Nikolaj Stepanovič Gumilëv 9 Marina Ivanovna Cvetaeva 11 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 15 Note Fonti e autori delle voci 37 Fonti, licenze e autori delle immagini 38 Licenze della voce Licenza 40 Käthe Kollwitz 1 Käthe Kollwitz Käthe Schmidt Kollwitz (Königsberg, 8 luglio 1867 – Moritzburg, 22 aprile 1945) è stata una scultrice e pittrice tedesca. Oltre che nella scultura e nella pittura, fu impegnata nelle arti della xilografia, litografia e stampa. [1] Käthe Kollwitz Biografia Gioventù Käthe Kollwitz nacque nel 1867, con il cognome Schmidts, nell'allora città prussiana di Königsberg[3], nella quale visse fino al 1885. I primi insegnamenti artistici li apprese, a partire dal 1881 da Rudolf Mauer, incisore di Rame, e dal pittore Gustav Naujok. I suoi primi disegni, all'età di 16 anni, riguardavano operai, marinai e contadini che vedeva nell'ufficio di suo padre. Decisa ad intraprendere studi d'arte, si trasferì a Berlino, dove vi era una scuola d'arte femminile, studiò con Karl Stauffer-Bern, amico dell'artista Max Klinger. Le acqueforti, la tecnica e la tematica sociale di quest'ultimo furono per lei fonte d'ispirazione. A 27 anni si fidanzò con Karl Kollwitzs, studente in medicina e, nel 1888, passò a studiare alla scuola d'arte femminile di Monaco. Sposatasi nel 1891, andò a risiedere a Berlino, nella casa in cui visse fino ai bombardamenti del 1943. Nel 1892 nacque il primo figlio, Hans, e nel 1896 Peter. In questo periodo, dopo aver visto l'opera di Gerhart Hauptmann, "I tessitori" (riguardante l'oppressione dei tessitori della Slesia: nel 1842 vi fu un tentativo fallito di rivolta), fu da quest'opera ispirata e produsse un ciclo di 3 litografie (Povertà, Morte, Cospirazione) e 3 dipinti (Marcia dei tessitori, Rivolta, La fine) esposti pubblicamente nel 1896 e divenuti la serie di lavori fra le più apprezzate. [2] I genitori addolorati Francobolli celebrativi della DDR con i motivi "non più guerra" e "madre con bambino in braccio". Al lato, ritratto della Kollwitz Il secondo maggior ciclo di lavori (litografie) che impegnò l'artista, fu fra il 1902 ed il 1908, fu Guerra dei contadini, riferita all'evento storico omonimo avvenuto nel sud della Germania nei primi anni della riforma protestante, a Käthe Kollwitz 2 partire dal 1525. Durante questo periodo di lavoro, visitò l'Académie Julian di Parigi, dove imparò a scolpire e, una delle litografie del ciclo, dal titolo "Scoppio", vinse il premio "Villa Romana". La vincita di questo premio le garantì per un anno, il 1907, la permanenza in uno studio di Firenze. Con lo scoppio della prima guerra mondiale il figlio Peter, nell'ottobre 1914, morì durante una battaglia, causandole un lungo periodo depressivo. Successivamente progettò per lui ed i suoi compagni morti un memoriale scultoreo (I genitori addolorati) di cui distrusse una prima bozza nel 1919 per poi ricominciare nel 1925. Il memoriale, terminato nel 1932, venne posto nel cimitero di Roggevelde (Belgio) e successivamente spostato nella vicina Vladslo (al locale cimitero di guerra tedesco), con lo spostamento della tomba del fratello. Nel 1917, al suo cinquantesimo compleanno, la galleria di Paul Cassirer provvide ad esporre 150 suoi dipinti. Una delle maggiori espressioni delle sue idee politiche socialiste fu il "Memoriale a Karl Liebknecht" nonché il suo confluimento nell'"Arbeitsrat für Kunst"[4], parte del primo governo dell'SPD, pochi anni dopo la fine del primo conflitto mondiale. La Kollwitz fece inoltre parte del movimento artistico "Secessione di Berlino". Poco tempo dopo aver assistito ad una mostra di xilografie di Ernst Barlach completò il memoriale per Liebknecht e produsse circa 30 xilografie nel 1926. Gli ultimi anni e la Seconda guerra mondiale Con l'ascesa politica del NSDAP[5], che nello stesso 1933 ne chiese le dimissioni forzate dall'Accademia dell'Arte (Akademie der Künste), la Kollwitz venne subito osteggiata per via delle sue idee ed etiche politiche. Grazie alla sua fama internazionale di artista, riuscì a sfuggire alla deportazione in un campo di concentramento, restando a Berlino fino a quando fu sfollata dai bombardamenti del 1943. Successivamente a questi, la Kollwitz riparò prima a Nordhausen (in Turingia) e poi a Moritzburg, nei pressi di Dresda, dove morì 2 settimane prima della resa tedesca (9 maggio 1945) nella seconda guerra mondiale. Stile e tematiche Pittrice, scultrice, stampatrice, litografa e xilografa del filone espressionistico, Käthe Kollwitz fu impegnata soprattutto nella rappresentazione delle condizioni umane degli "ultimi" del suo tempo, grazie all'empatia nutrita verso essi. Di idee socialiste e pacifiste, la Kollwitz seppe dare espressione alle vittime di povertà, fame e guerra. I suoi inizi furono naturalistici nonché venne influenzata dalla Bauhaus berlinese. Opere • Sculture • Madre con bambino morto • Memoriale per Karl Liebknecht (1925) • I parenti addolorati (1932) • Madre con due bambini (19xx) • Pietà (1937) • Gruppo di bambini (1938) [6] (190?) Käthe Kollwitz 3 Galleria fotografica Statua di Käthe Kollwitz. Opera di [7] Gustav Seitz (1960) Madre con due bambini Lapide di Käthe Kollwitz al "Zentralfriedhof [8] Friedrichsfelde" Onorificenze Decorazione dell'Ordine Pour le Mérite per le Scienze e le Arti[9] • Tributi alla memoria Numerose sono in Germania le testimonianze che oggi la celebrano, dall'intestazione di strade e piazze, alla creazione dei "Käthe-Kollwitz-Museum" a Colonia (Köln) e Berlino, nonché molteplici altre iniziative, fra cui la Kollwitz-Haus di Moritzburg, divenuta un museo. Sempre a Berlino (dove l'artista è sepolta), in una piazza di Prenzlauer Berg a lei dedicata, si trova una statua che la raffigura, opera del 1960 dell'artista Gustav Seitz. Inoltre, la statua Pietà si trova attualmente esposta nella Neue Wache. Note Ritratto della Kollwitz di Heinrich Zille [1] Francobollo tedesco del 1991, della serie "Donne della storia tedesca" [2] Opera della Kollwitz, memoriale per il fratello, sito nel cimitero di guerra tedesco di Vladslo, in Belgio [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] Kaliningrad dal 1946 Consiglio -soviet- dei lavoratori per l'arte NationalSozialistische Deutsche ArbeiterPartei, il "partito nazista tedesco" Scultura postuma al disegno omonimo Francobollo tedesco del 1991, della serie "Donne della storia tedesca" Opera della Kollwitz, memoriale per il fratello, sito nel cimitero di guerra tedesco di Vladslo, in Belgio Conosciuto anche come Blue Max (dal nome della medaglia), fu la più alta decorazione militare prussiana, dal 1740 al 1918. La "classe di pace per le scienze e le arti" venne creata nel 1842 da Federico Guglielmo IV Käthe Kollwitz Bibliografia • Flavio Arensi e Micaela Mander: "Kathe Kollwitz". Silvana Editoriale, Milano; 2006 - ISBN 88-366-0667-9 • Fritz Schmalenbach: "Käthe Kollwitz". Königstein i. Ts., 1965; Langewiesch, 2003 - ISBN 3-7845-2671-3 • Ursula Trüper: "Leider war ich ein Mädchen - Über Käthe Kollwitz", Edition Nautilus; 2001 - ISBN 3-89401-370-2 • Martin Fritsch: "Zeichnung, Plastik, Grafik", E. A. Seemann Verlag, Lipsia - ISBN 3-86502-036-4 • Martin Fritsch: "Hommage an/Homage to: Käthe Kollwitz", E. A. Seemann Verlag; Lipsia - ISBN 3-86502-117-4 • Andreas Benz: "Es gibt auch ein Leben vor dem Tod. Zu Käthe Kollwitz". In: Der Überlebenskünstler: Drei Inszenierungen zur Überwindung eines Traumas, Europäische Verlagsanstalt, Amburgo; 1997 - ISBN 3-434-46233-3 • Akademie der Künste (Accademia -tedesca- delle Arti), "Ateliergemeinschaft Klosterstraße Berlin 1933-1945 Künstler in der Zeit des Nationalsozialismus", Edition Hentrich; 1994 - ISBN 3-89468-134-9 • Ute Seiderer: Between Minor Sculpture and Promethean Creativity. Käthe Kollwitz and Berlin's Women Sculptors in the Discourse on Intellectual Motherhood and the Myth of Masculinity, in: Practicing Modernity. Female Creativity in the Weimar Republic, ed. Christiane Schönfeld, Königshausen & Neumann, Würzburg, 2006, pp. 89-119, ISBN 3-8260-3241-1 • Käthe Kollwitz: "Aus meinem Leben. Ein Testament des Herzens (Herder spektrum Band 5757)". Con disegni di Käthe Kollwitz e prefazione di Hans Kollwitz. Herder Verlag, Friburgo, Basilea, Vienna; 2006 - ISBN 978-3-451-05757-1 / ISBN 3-451-05757-3 Voci correlate • • • • • • • Espressionismo Naturalismo (arte) Bauhaus Pour le Mérite Secessione di Berlino Secessione nell'arte Palazzo Leone da Perego Altri progetti • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Käthe Kollwitz (http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Käthe_Kollwitz?uselang=it) Collegamenti esterni • (DE, EN) Käthe Schmidt Kollwitz, biografia e letteratura (http://www.kollwitz-kaethe.de/) • (DE, EN) Opere e biografia di Käthe Kollwitz (Galleria Ludorff) (http://www.ludorff.com/ap/kollwitz/ kollwitz.html) • (DE) La Kollwitz-Haus a Moritzburg (http://www.kollwitz-moritzburg.de/) • (DE) Museo Kollwitz di Berlino (http://www.kaethe-kollwitz.de/) • (DE) Museo Kollwitz di Colonia (http://www.kollwitz.de) • (DE) Biografia su shoa.de (http://www.shoa.de/content/view/91/92/) • (DE) Fotogalleria di dipinti (http://www.rogallery.com/Kollwitz/Kollwitzhm.htm) • (DE) Catalogo della letteratura sulla Kollwitz (http://dispatch.opac.d-nb.de/DB=4.1/REL?PPN=118564943) Controllo di autorità VIAF: 19714096 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 19714096) LCCN: n50044456 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n50044456) 4 Käthe Kollwitz 5 Portale Biografie Portale Pittura Anna Andreevna Achmatova Anna Andreevna Achmatova pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966) è stata una poetessa russa; non amava l'appellativo di poetessa, perciò preferiva farsi definire poeta, al maschile. Anna Achmatova (1950) Biografia « Lascio la casa bianca e il muto giardino. [1] Deserta e luminosa mi sarà la vita » Figlia di Andreij Antonovich Gorenko, funzionario pubblico, e di Inna Erazmovna Stogova, entrambi di nobile famiglia, fu moglie dal 1910 al 1918 di Nikolaj Gumilëv, dal quale ebbe il figlio Lev. Fece parte della Corporazione dei poeti, un gruppo acmeista fondato e guidato dal marito [2]. Compose la prima opera, La sera, nel 1912, alla quale seguì Il rosario nel 1914, caratterizzate entrambe da un'intima delicatezza. Anna Achmatova con il marito Nikolaj Gumilëv Lo stormo bianco (1917), Piantaggine (1921), Anno Domini MCMXXI e il figlio Lev (1913) (1922) sono raccolte di versi ispirate dal nostalgico ricordo dell'esperienza biografica, che spesso assumono quasi la cadenza di una preghiera. Dopo la fucilazione del primo marito, Nikolaj, nel 1921, seguì una lunga pausa indotta dalla censura, che la poetessa ruppe nel 1940 con Il salice e Da sei libri, raccolte dalle quali emerge un dolore derivato dalla costante ricerca della bontà degli uomini. Il figlio Lev fu imprigionato fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane. Espulsa dall'Unione degli Scrittori Sovietici nel 1946 con l'accusa di estetismo e di disimpegno politico [3], riuscì tuttavia ad essere riabilitata nel 1955, pubblicando nel 1962 un'opera alla quale lavorava già dal 1942, il Poema senza eroe, un nostalgico ricordo del passato russo, rielaborato attraverso la drammaticità che la nuova visione della Storia comporta, e attraverso una trasfigurazione dello Spazio e del Tempo in una concezione di puro fine. Sulla sua poetica ebbe molta influenza la conoscenza delle opere di Dante Alighieri, come anche testimonia il filosofo Vladimir Kantor: «Quando chiesero ad Anna Achmatova, la matriarca della poesia russa, “Lei ha letto Anna Andreevna Achmatova 6 Dante?”, con il suo tono da grande regina della poesia rispose: “Non faccio altro che leggere Dante”» [4]. Opere Disponibili in lingua italiana: • Poesie, Firenze, Sansoni, 1951 • Poesie. Introduzione e traduzione di Bruno Carnevali. Testo originale a fronte. Parma, Guanda, 1962 • Anna Achmatova, a cura di Raissa Naldi, presentazione di Ettore Lo Gatto, Milano, Nuova Accademia, 1962 • Il sogno e altre poesie, poesie tradotte da Raissa Naldi, dizione di Anna Proclemer, Mlilano, Nuova Accademia, 1965 (con disco 33 giri) • Le rose di Modigliani, a cura di Eridano Bazzarelli, Milano, Il saggiatore, 1982 • Poema senza eroe e altre poesie, a cura di Carlo Riccio, Torino, Einaudi, 1987 ISBN 88-06-02212-1 • Liriche scelte (1902-1964), Milano, Libri Scheiwiller, 1990 ISBN 88-7644-142-5 • Io sono la vostra voce..., prefazione di Sergio Romano, Pordenone, Studio Tesi, 1990 ISBN 88-7692-207-5 • • • • • • • • Ritratto di Anna Achmatova di Kuzma Petrov-Vodkin La corsa del tempo: Liriche e poemi, a cura di Michele Colucci, Torino, Einaudi, 1992 ISBN 88-06-12629-6 Lo stormo bianco, prefazione di Silvio Riolfo Marengo, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1995 ISBN 88-215-2977-0 47 poesie, traduzione di Michele Colucci e Carlo Riccio, Milano, Mondadori, 1996 ISBN 88-04-42390-0 Poesie, a cura di Dan Danino di Sarra, Fondi, Confronto, 1997 (ristampa anastatica dell'ed. Sansoni, 1951) Amedeo Modigliani e altri scritti, a cura di Eridano Bazzarelli, Milano, SE, 2004 ISBN 88-7710-607-7 Distrugga, per favore, le mie lettere: lettere 1906-1966. Milano, Archinto, 2005 ISBN 88-7768-425-9 Luna allo zenit e altre poesie a cura di Bruno Carnevali, Firenze, Passigli, 2007 ISBN 978-88-368-1060-4 Il bacio dell'icona, a cura di CurziaFerrari, L'ancora, Milano 2011 ISBN 978-88-514-0869-5 Anna Andreevna Achmatova 7 Note [1] [2] [3] [4] Anna Achmàtova, Lo Stormo Bianco, traduzione di Gene Immediato, prefazione di Silvio Riolfo, ed. San Paolo, 1995 Vedi Enciclopedia Italiana, riferimenti in Collegamenti esterni. Vedi: Sapere.it riferimenti in Collegamenti esterni. Il grande filosofo russo Kantor svela l'influenza cattolica nel suo Paese (http:/ / www. zenit. org/ article-26186?l=italian) di Jesús Colina, dal sito Zenit, Il mondo visto da Roma. Bibliografia • Elio Ballardini (a cura di), La Pietroburgo di Anna Achmatova, Catalogo della Mostra tenuta a Bologna nel 1996, Casalecchio di Reno, Grafis, 1996 ISBN 88-8081-099-5 • Maria Rosaria Cerasuolo Pertusi, Anna Achmatova nella poesia russa del '900, Trieste, C.E.D.D., 1974. • Lidija Korneevna Čukovskaja, Incontri con Anna Achmatova: 1938-1941. Milano, Adelphi, 1990 ISBN 88-459-0787-2 • Gyorgy Dalos, Innamorarsi a Leningrado: Anna Achmatova e Isaiah Berlin, Roma, Donzelli 2007 ISBN 978-88-6036-115-8 • Carlo D'Asdia, Anna Achmatova: poeta dell'amore, poeta del dolore. Torino, Testo&immagine, 2003. La tomba della Achmatova (Komarovo) • Maria Luisa Dodero Costa, Anna Andreevna Achmatova: la memoria e il tempo, Genova, La Quercia, 1980 ISBN 5-212-00136-6 • Maria Luisa Dodero Costa, Anna Achmatova (1889-1966): atti del convegno nel centenario della nascita, Torino, Villa Gualino, 12-13 dicembre 1989, Alessandria, Edizioni dell'orso, 1992 ISBN 88-7694-110-X • Elaine Feinstein, Anna di tutte le Russie: la vita di Anna Achmatova. Milano, La tartaruga, 2006 ISBN 88-7738-452-2 • Tatiana Patera, A concordance to the poetry of Anna Akhmatova. Dana Point, Ardis, 1995 ISBN 0-87501-111-X • Carlo Riccio, Materiali per un'edizione critica di «Poema bez geroja» di Anna Achmatova, Pisa, Giardini, 1996 ISBN 88-427-0011-8 • Andrea Galgano, Anna Achmatova. Il fondo del bagliore, in "Mosaico", Roma, Aracne, 2013, pp. 353–358 ISBN 978-88-548-6705-5 Voci correlate • • • • Acmeismo Grandi purghe Stalinismo Lidija Korneevna Čukovskaja Altri progetti • • Wikiquote contiene citazioni di o su Anna Andreevna Achmatova Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Anna Andreevna Achmatova (http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Anna_Akhmatova?uselang=it) Anna Andreevna Achmatova 8 Collegamenti esterni • Achmatova, Anna Andreevna (http://www.treccani.it/enciclopedia/anna-andreevna-achmatova/) da L'Enciclopedia Italiana, versione on line, sito treccani.it. • Achmatova, Anna Andreevna (http://www.sapere.it/enciclopedia/Achmatova,+Anna+Andreevna.html) dall'enciclopedia Sapere.it, Garzanti linguistica. URL visitato il 4/08/2012 • Open Directory Project - Elenco delle risorse Web sull'Achmatova (http://www.dmoz.org/World/Italiano/ Arte/Letteratura/Autori/A/Achmatova,_Anna/) • Sito interamente dedicato all'Achmatova, con biografia, testi di poesie e documenti multimediali (foto, ritratti, audio e video) (http://annaachmatova.altervista.org/index.html) • Foto e articoli sul monumento inaugurato nel 2006 a San Pietroburgo (http://www.akkuaria.com/articoli/ achmatova.htm) • Anna Achmatova e il fondo del bagliore (http://cittadelmonte.info/2012/05/19/ anna-achmatova-e-il-fondo-del-bagliore/) di Andrea Galgano, dal sito Città del Monte, Periodico telematico di eventi, informazioni e cultura vesuviana. • Anna Achmatova la Zarina. Versi d' amore e morte al tempo dei gulag. Da diva a perseguitata dal comunismo (http://archiviostorico.corriere.it/2006/novembre/15/Anna_Achmatova_Zarina_co_9_061115037.shtml) articolo di Elisabetta Rasy, Corriere della Sera, 15 novembre 2006, p. 41, Archivio storico. URL visitato il 4/08/2012 • (EN) Sito sulla Achmatova con biografia, immagini, video (http://www.jazzkeyboard.com/jill/akhmatova/ index.html) Controllo di autorità VIAF: 49220707 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 49220707) LCCN: n50040155 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n50040155) Portale Biografie Portale Letteratura Nikolaj Stepanovič Gumilëv 9 Nikolaj Stepanovič Gumilëv Nikolaj Stepanovič Gumilëv, in russo: Николай Степанович Гумилёв? (Kronštadt, 15 aprile 1886 – Pietrogrado, 24 agosto 1921), è stato un poeta russo. Figura centrale del movimento acmeista insieme con Anna Achmatova, con la quale fu brevemente sposato e dalla quale ebbe il figlio Lev, e Osip Mandelstam, la sua poesia conserva sempre un aroma adolescente, per la passione del viaggio e dell’esotico e per il frequente tono fatalistico. Molto popolare in vita, esercitò un influsso intenso sui poeti più giovani. Fucilato nel 1921 con l’accusa di attività controrivoluzionaria, la sua poesia fu proibita durante il regime sovietico. Biografia Figlio del medico Stepan Jakovlevič Gumilëv (1836-1920) e di Anna Ivanovna L'vova (1854-1942), studiò nel liceo di Carskoe Selo, diretto dal poeta Innokentij Fëdorovič Annenskij (1855-1909). Dopo la maturità, si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona. Nikolaj Stepanovič Gumilëv Cominciò a pubblicare poesie a partire dal 1902: nel 1905 apparve la sua prima raccolta poetica, Путь конквистадоров (Il cammino dei conquistatori) e durante la sua permanenza nella capitale francese collaborò anche alla rivista letteraria Sirius, della quale uscirono solo tre numeri. Dal 1907 viaggiò attraverso la Francia, l’Italia e l’Africa, da cui fu particolarmente attratto, ritornandovi più volte, partecipando a safari e raccogliendo prodotti dell’artigianato locale per il Museo di Antropologia e Etnografia di San Pietroburgo. Quelle esperienze gli ispirarono il suo secondo libro Романтические цветы (Fiori romantici), pubblicato nel 1908. Ritornato in Russia, collaborò al periodico d’arte Aполлон (Apollon). Nel 1909 fu protagonista di un duello con un altro collaboratore della rivista, il poeta Maksimilian Aleksandrovič Vološin (1877-1932), a motivo della relazione con la poetessa Cherubina de Gabriak. Nel 1910, partecipando alle celebrazioni del poeta simbolista Vjačeslav Ivanovič Ivanov (1866-1949), conobbe la giovane poetessa Anna Achmatova (Anna Adreevna Gorenko, 1889-1966), che sposò il successivo 25 aprile; nello stesso anno pubblicò la raccolta Жемчуга (Le perle), che contiene poesie ispirate alle sue esperienze africane. Nel 1911, in reazione all’aura di misticismo che circondava la poesia simbolista, fondò con Sergej Mitrofanovič Gorodeckij (1884-1967) l’associazione Цех поэтов ("Gilda dei poeti"), propugnando una poesia che fosse espressione di lavoro artigianale, che chiunque, provvisto del necessario bagaglio tecnico, avrebbe potuto coltivare; si unirono a loro anche Anna Achmatova e Osip Mandelstam (1891-1938). Il movimento che fu chiamato dai fondatori anche «adamismo», in riferimento al ritorno a un’originaria purezza di visione della realtà, dalla quale doveva scaturire la nuova poesia - fu Gumilëv con Anna Achmatova e il figlio Lev nel 1913 Nikolaj Stepanovič Gumilëv battezzato «acmeismo» (da acmé, vertice) da un suo oppositore poeta simbolista, che intendeva deridere la presunta pretesa di elevamento di questi poeti. Il termine fu comunque accettato da Gumilëv che intese ribadire la necessità di immagine poetiche chiare e di un’espressione moderna e quotidiana, mentre Gorodeckij lo definì una lotta contro il simbolismo, «lotta per questo mondo sonoro, multicolore, mondo della forma, del peso e del tempo, lotta per il nostro pianeta la terra».[1] Numerosi giovani furono attratti da questa nuova scuola poetica: fu il caso di Georgij Ivanov (1894-1958) e di Vladimir Nabokov (1899-1977). Gumilëv scrisse anche articoli teorici e pubblicò traduzioni di poeti francesi contemporanei, oltre alla versione francese di sue poesie. Nel 1912 apparve la raccolta Чужое небо (Il cielo lontano), lo stesso anno della nascita del figlio Lev. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Gumilëv si arruolò volontario – unico caso di scrittore russo di un qualche nome – come soldato semplice, guadagnandosi il 24 dicembre 1914 e il 5 gennaio 1915, due Croci di San Giorgio al valore e la promozione a ufficiale di cavalleria. Separatosi dalla moglie, durante la rivoluzione del febbraio 1917 si trovava distaccato in Macedonia e in occasione di quella d’ottobre era a Parigi, nel corpo di spedizione russo sul fronte francese. Malgrado il suo dichiarato anticomunismo, Gumilëv volle tornare in Russia nel 1918 - «ho cacciato i leoni in Africa e non credo che i bolscevichi siano molto più pericolosi», dichiarò - e partecipò alla fondazione del Sindacato degli scrittori russi. Scrisse le sue cose migliori[2] negli ultimi libri Костeр (Il falò) e Шатeр (La tenda) del 1918 e Огненный столп (Colonna di fuoco) del 1921. Arrestato il 3 agosto 1921 con l’accusa di partecipazione a un complotto monarchico, fu fucilato con altri 60 compagni. Le precise circostanze della detenzione e della condanna non sono note, così come s’ignora dove sia stato sepolto. Ne Il falò è contenuto un indirizzo al lettore, nel quale Gumilëv «afferma di voler fornire al lettore una dieta poetica non debilitante o distensiva, ma esaltante e virilizzante, che insegni a restare calmi di fronte alla morte. In un altro poema egli esprime il desiderio di morte violenta "e non nel mio letto, fra il dottore e il notaio"».[3] Altrove, come ne Il tram smarrito, dialogo del poeta con l'anima e il corpo, Gumilëv fa dire al suo corpo: « Ma per tutto ciò che ho avuto e ancora voglio avere per tutti i miei dolori, e le gioie, e le follie, come tocca a ogni uomo pagherò con la morte finale e irrevocabile » L’acmeismo fu, in Gumilëv, «un curioso miscuglio di ricordi simbolisti con ispirazioni realistiche, realizzando contro i vecchi miti nuovi miti, stilisticamente rifacendosi a Gautier».[4] Note [1] [2] [3] [4] E. Lo Gatto, Profilo della letteratura russa, p. 386 D. P. Mirskij, Storia della letteratura russa, p. 433 D. P. Mirskij, ibidem E. Lo Gatto, ibidem Bibliografia • E. Lo Gatto, Profilo della letteratura russa, Milano 1975 • D. P. Mirskij, Storia della letteratura russa, Milano 1995 • C. Piermarini, Nikolaj Gumilëv: le liriche italiane, Trento 2009 10 Nikolaj Stepanovič Gumilëv 11 Voci correlate • Anna Andreevna Achmatova • Acmeismo Altri progetti • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Nikolaj Stepanovič Gumilëv (http://commons.wikimedia.org/wiki/Nikolay_Gumilyov?uselang=it) Controllo di autorità VIAF: 2471084 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 2471084) LCCN: n80159909 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n80159909) Portale Biografie Portale Letteratura Marina Ivanovna Cvetaeva Marina Ivanovna Cvetaeva, o Svetaeva, in russo: Мари́на Ива́новна Цвета́ева?, pronunciato Zvetàieva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), è stata una poetessa e scrittrice russa. Marina Ivanovna Cvetaeva Marina Ivanovna Cvetaeva 12 Biografia Nata a Mosca, fu una delle voci più originali della poesia russa del XX secolo e l'esponente più di spicco del locale movimento simbolista; il suo lavoro non fu ben visto dal regime staliniano, anche per via di opere scritte negli anni venti che glorificavano la lotta anticomunista dell'"armata bianca", in cui il marito Sergej Jakovlevič Efron militava come ufficiale; quest'ultimo, insieme al figlio e alla stessa Cvetaeva lasciarono Parigi per Mosca nel 1939, per poi venire arrestati e sparire. La poetessa rimasta sola, smarrita, una domenica d'estate del 1941 s'impicca nella camera che ha affittato nella casetta di due pensionati. La riabilitazione della sua opera letteraria avvenne solo a partire dagli anni sessanta, vent'anni dopo la sua morte. La poesia della Cvetaeva unisce l'eccentricità a un rigoroso uso della lingua, non priva di metafore paradossali. Se durante la prima fase Cvetaeva: foto del 1913 creativa, Cvetaeva risentì dell'influenza di Majakovskij e del suo vigore poetico, in seguito se ne distaccò grazie alla sua cultura basata sui romantici tedeschi, e quindi si accostò maggiormente sia a Pasternak sia all'animo poetico di Puskin.[1] Tra i suoi temi rientrano l'emotività e la sessualità femminili. Opere • Poesie, a cura di Pietro Antonio Zveteremich, Milano: Rizzoli, 1967; poi Milano: Feltrinelli, 1979 ISBN 8807820560 ISBN 9788807820564 • Il settimo sogno: lettere 1926, (con Pasternak e Rilke), a cura di Konstantin Azadovskij, Elena e Evgenij Pasternak, trad. Serena Vitale e Joyce Fischer, Roma: Editori Riuniti, 1980 ISBN 8835938120 • Indizi terrestri, a cura di Serena Vitale, trad. Luciana Montagnani, Milano: Guanda, 1980 Cvetaeva: stampa del 1992 • Il poema della fine, trad. Nadia Cicognini, Milano: Polena, 1981 • Lettera all'Amazzone, a cura di Serena Vitale, Milano: Guanda, 1981 (pamphlet per Natalie Barney • Taccuini 1919-1921, traduzione e cura di Pina Napolitano, Roma, Voland, 2014 • Natal'ja Gončarova: ritratto di un'artista, trad. Luciana Montagnani, Milano: Edizioni delle donne, 1982; poi come Natal'ja Gončarova: vita e creazione, Torino: Einaudi, 1995 ISBN 8806132997 • Il racconto di Sonečka, a cura di Giovanna Spendel, Milano: Il saggiatore, 1982; poi Milano: La tartaruga, 1992 ISBN 8877381094 ISBN 8877383682 Marina Ivanovna Cvetaeva 13 • Incontri, a cura di Mariolina Doria de Zuliani, Milano: La tartaruga, 1982 ISBN 8877380454 (incontri con Majakovskij, Pasternak, Belyi e Vološin) • L'accalappiatopi: satira lirica, a cura di Caterina Graziadei, Roma: e/o, 1983 ISBN 8876410074 • Le notti fiorentine, a cura di Serena Vitale, Milano: Mondadori, 1983 (contiene anche la Lettera all'amazzone) • Il poeta e il tempo, a cura di Serena Vitale, Milano: Adelphi, 1984 ISBN 8845905926 • Insonnia, trad. Giovanna Ansaldo, Milano: Marcos y Marcos, 1985 • Il mio Puškin, trad. Giovanna Ansaldo, Milano: Marcos y Marcos, 1985 • Prefazione a Puškin, I versi non sono uomini: lettere 1815-1837, Milano: Archinto, 1988 ISBN 8877680334 Majakovskij (1917): influenzò le prime composizioni poetiche della Cvetaeva • • • • • • • • • Dopo la Russia e altri versi, a cura di Serena Vitale, Milano: Mondadori, 1988 ISBN 8804305509 ISBN 8804431245 Il paese dell'anima: lettere 1909-1925, a cura di Serena Vitale, Milano: Adelphi, 1988 ISBN 8845903117 Deserti luoghi: lettere 1925-1941, a cura di Serena Vitale, Milano: Adelphi, 1989 ISBN 8845907228 Il diavolo. Scelta di racconti, trad. Luciana Montagnani, Roma: Editori Riuniti, 1990 ISBN 8835933919 Fedra, a cura di Luisa De Nardis, Roma: Bulzoni, 1990 ISBN 8871191617 (Premio di traduzione Angelo Maria Ripellino, 1990) L'armadio segreto, trad. Giovanna Ansaldo, Milano: Marcos y Marcos, 1991 ISBN 8871680421 Arianna, a cura di Luisa De Nardis, Roma: Bulzoni, 1991 ISBN 8871193504 Dusa i imja: anima e il nome, trad. Evelina Pascucci, con una xilografia di Marina Bindella, Milano: Buon tempo, 1992 Prefazione a Puškin, La figlia del capitano, Milano: Mondadori («Oscar classici» n. 284), 1994 ISBN 8804534435 ISBN 9788804534433 • Nervi, amato paese: un soggiorno in Riviera, a cura di Augusta Dokukina Bobel e Caterina Maria Fiannacca, Genova: Sagep, 1998 ISBN 8870586855 • L'amica, a cura di Haisa Pessina Longo, Rimini: Panozzo, 1998 ISBN 8886397356 (ciclo delle poesie d'amore per Sofija Parnok) • Lettere ad Ariadna Berg, 1934-1939, a cura di Luciana Montagnani, Milano: Archinto, 1998 ISBN 8877682132 • Elogio del tempo, con illustrazioni di Gianni Pignat, Porcia: Liberinto, 1999 • Il ragazzo, a cura di Annalisa Comes, Firenze: Le lettere, 2000 ISBN 8871665147 • Alja, piccola ombra: lettere alla figlia, a cura di Giovanna Spendel, Milano: Mondadori («Oscar Poesia del Novecento» n. 35), 2000 ISBN 8804478519 • Il lato oscuro dell'amore: liriche, a cura di Haisa Pessina Longo, Rimini: Panozzo, 2000 ISBN 8886397569 • Phoenix, a cura di Serena Vitale, Milano: Archinto, 2001 ISBN 887768304X (e come spettacolo per la regia di Luca Ronconi, Milano: Piccolo teatro, 2001) • Parole che non avevo mai udite: trentuno lettere d'amore a Konstantin Rodzevič, a cura di Haisa Pessina Longo, Rimini: Panozzo, 2002 ISBN 888639795X • Il poeta e altre poesie, a cura di Paolo Galvagni, Pistoia: Via del Vento, 2006 ISBN 8887741921 Marina Ivanovna Cvetaeva • L'anima in fiamme: poesie, Milano: Acquaviva, 2008 ISBN 9788878771116 • Le notti fiorentine, a cura di Serena Vitale, Roma: Voland, 2011 (Sirin Classica) ISBN 9788862430999 • Album serale, a cura di Paola Ferretti, Borgomanero (NO): Giuliano Ladolfi Editore, 2014 (Collana Diamante diretta da Luca Canali) ISBN 9788866441243 Note [1] "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. IV, pag.47 Bibliografia • Marina Argenziano, Marina Cvetaeva e sua figlia: verso l'aurora boreale, prefazione di Giovanna Spendel, Roma: Irradiazioni, 2009 ISBN 9788873100355 • Laura Boella, Le imperdonabili: Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Mantova: Tre lune, 2000 ISBN 8887355274 • Maddalena Bolis, In nome di un nome, Milano: Il ragazzo innocuo, 2006 • Sandro Caputo, Sotto la sferza del censore stalinista, Poggibonsi: Lalli, 1992 • Lidija Korneevna Čukovskaja, Prima della morte, trad. Luciana Montagnani, Milano: Archinto, 1992 ISBN 8877680784 • Dominique Desanti, La storia di Marina. Romanzo verità su Marina Cvetaeva (1892-1941), Milano: Mursia, 1996 ISBN 884252025X • Ariadna Sergeevna Efron, Marina Cvetaeva, mia madre, a cura di Julia Dobrovolskaja, trad. Renata Baffi, Milano: La tartaruga, 2003 ISBN 8877384018 • Simon Karlinsky, Marina Cvetaeva (1986), trad. D. Sant'Elia, Napoli: Guida, 1989 ISBN 8870429474 • (EN) Nadežda Jakovlevna Mandel'štam, Hope against hope: a memoir, trad. London: Collins & Harvill, 1971 ISBN 0002625016; New York: The Modern Library, 1999 ISBN 0375753168 • (EN) Nadežda Jakovlevna Mandel'štam, Hope abandoned, Scribner Paper Fiction, 1981 ISBN 0689706081 • Nadežda Jakovlevna Mandel'štam, Le mie memorie, trad. Serena Vitale, Milano: Garzanti, 1972 • Boris Pasternak, Autobiografia, trad. Sergio D'Angelo, Milano: Feltrinelli, 1967 ISBN 8807050781 • Viktoria Schweitzer, Marina Cvetaeva: i giorni e le opere (1993), trad. Claudia Zonghetti, introduzione di Serena Vitale, Milano: Mondadori, 2006 ISBN 8804538171 • (FR) Tzvetan Todorov, introduzione a Vivre dans le feu, Paris: Laffont 2004 ISBN 2221099532; Livre de Poche, 2008 ISBN 2253082759 • Henri Troyat, Marina Cvetaeva: l'eterna ribelle, trad. Annalisa Comes, Firenze: Le lettere, 2002 ISBN 887166650X • Marie Luise Wandruszka (a cura di), Scrivere il mondo, Torino: Rosenberg & Sellier, 1996 ISBN 8870116808 Voci correlate • Natalie Barney • Sofija Parnok Altri progetti • Wikisource contiene opere originali in lingua russa di o su Marina Ivanovna Cvetaeva • Wikiquote contiene citazioni di o su Marina Ivanovna Cvetaeva • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Marina Ivanovna Cvetaeva (http://commons.wikimedia.org/wiki/ Category:Marina_Tsvetaeva?uselang=it) 14 Marina Ivanovna Cvetaeva 15 Collegamenti esterni • Cvetaeva ‹zv'itàivë›, Marina Ivanovna (http://www.treccani.it/enciclopedia/marina-ivanovna-cvetaeva/) la voce nella Treccani.it L'Enciclopedia Italiana. URL visitato il 5/07/2012 • Purplerose, Il terribile anno 1941 (http://www.fuorispazio.net/def_archive_pageshow. php?direktorijum=Settembre_2000&fajl=cvetaeva.htm). • Speciale su Marina Cvetaeva sul sito Russianecho.net (http://www.russianecho.net/contributi/speciali/ cvetaeva/cvetaeva.html). • L'ultima volta che vidi la Cvetaeva (http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/ task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0968_04_1988_0636_0001_16361525/) Emanuele Novazio intervista Maria Belkina, Tuttolibri supplemento de La Stampa, 31 dicembre 1988, p. 1, Archivio storico. URL visitato il 5/07/2012 • Cvetaeva, il suicidio prima del gulag (http://archiviostorico.corriere.it/1994/aprile/07/ Cvetaeva_suicidio_prima_del_gulag_co_0_9404072571.shtml) articolo di Vittorio Strada, Corriere della Sera, 7 aprile 1994, p. 29, Archivio storico. URL visitato il 5/07/2012 • Cvetaeva, l'amore e il suo volto tragico (http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/19/ Cvetaeva_amore_suo_volto_tragico_co_9_040219091.shtml) articolo di Giorgio Montefoschi, Corriere della Sera, 19 febbraio 2004, p. 37, Archivio storico. URL visitato il 5/07/2012 • (RU) Мир Марины Цветаевой (http://www.ipmce.su/~tsvet/). Controllo di autorità VIAF: 27072381 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 27072381) LCCN: n79122488 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n79122488) Portale Biografie Portale Letteratura Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Dmitrij Šostakovič (rus. Дмитрий Дмитриевич Шостакович; San Pietroburgo, 25 settembre 1906 – Mosca, 9 agosto 1975) fu un compositore e pianista sovietico. Ritenuto tra i più importanti compositori di scuola russa e, più in generale, della musica del Novecento, Šostakovič ebbe un travagliato rapporto con il governo sovietico: subì infatti due denunce ufficiali a causa delle sue composizioni (la prima nel 1936, la seconda nel 1948) e i suoi lavori furono periodicamente censurati. La sua totale riabilitazione avvenne solamente dopo la morte di Stalin, e culminò con la sua elezione al Consiglio supremo sovietico e alla nomina ad ambasciatore dell'URSS in importanti eventi culturali di tutto il mondo. Ricevette moltissimi riconoscimenti e titoli internazionali. La sua vasta produzione comprende musica sinfonica e corale, ma anche molta musica da camera, per balletti e, soprattutto, per film. Šostakovič è stato infatti uno dei più prolifici autori di musiche per pellicole della Russia sovietica. Dmitrij Šostakovič Biografia Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 16 L'infanzia Nato a San Pietroburgo il 25 settembre 1906 (il 12, secondo il calendario ortodosso), al numero 2 di via Podol'skaja, Šostakovič era il secondogenito dei tre figli di Dmitrij Boleslavovič Šostakovič e Sof'ja Vasil'evna Kokoulina. La famiglia, di origini polacche, apparteneva alla nuova borghesia che in quel periodo si affacciava alla vita sociale in Russia, mostrando un atteggiamento critico rispetto alla politica repressiva del regime zarista e di aperto sostegno alle vedute dell'intelligencija. Oltre alla madre, pianista, anche il padre amava suonare il pianoforte e la chitarra. Per tutta l'infanzia, Dmitrij venne chiamato con il diminutivo Mitja[1]. La casa natale di Šostakovič, ora Scuola n. 267. Una targa commemorativa è posta sulla sinistra dell'edificio. Gli studi Dmitrij Šostakovič, da come si legge nella sua autobiografia scritta nel 1927, cominciò lo studio del pianoforte spinto dalla madre. Benché inizialmente scettico, Mitja mostrò invece un talento eccezionale nella disciplina pianistica e, in seguito, anche nella composizione. Risalgono infatti al 1915 (aveva 9 anni) le prime testimonianze di composizione (il poema per piano Il soldato, ispirato forse dalle notizie sulla Prima guerra mondiale) e le sue prime esibizioni: in autunno eseguì l'Album per la gioventù di Čajkovskij. Alcuni avvenimenti di questi anni, come i discorsi di Lenin alla città di Pietrogrado, la Rivoluzione d'Ottobre e le notevoli quantità di vittime provocate dalla guerra, influirono notevolmente sulla formazione umana e musicale del giovane Mitja. Šostakovič a 13 anni in un disegno del pittore Boris Kustodiev Alcune composizioni di questo periodo sono l'opera Gli zingari, il balletto La sirenetta (dalla favola di Andersen), una Fantasia per due pianoforti, diverse polke e musiche per piano solo, ma anche un Inno alla libertà e una Marcia funebre. La sua famiglia entrò intanto in contatto con personalità russe molto note: il pittore Boris Kustodiev, conosciuto poco dopo la rivoluzione, a cui Šostakovič dedica il Preludio n. 1; il compositore Glazunov, all'epoca direttore del Conservatorio di Pietrogrado; il pianista Sofronickij; gli scrittori Gor'kij e Tolstoj[2]. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 17 Il Conservatorio e il lavoro nei cinema Šostakovič entrò nel 1919 al Conservatorio di San Pietroburgo, dove continuò a studiare il pianoforte con Leonid Nikolaev, solfeggio con Aleksej Alekseevič Petrov e composizione con Maksimilian Štejnberg (a cui dedicherà lo Scherzo per orchestra in Fa diesis, op. 1). Glazunov in persona si occupò di far assegnare a Šostakovič una borsa di studio, visto che appariva ormai come un bambino prodigio. Le composizioni risalenti a questo periodo sono la Danza Fantastica n. 1, Ti ho atteso nella grotta (trascrizione di Rimskij-Korsakov), Tema e variazioni, op. 3, le Due Favole di Krylov e le Tre danze fantastiche, prima opera edita del musicista. All'inizio del 1922 il padre morì di polmonite. A lui dedicò la Suite in Fa minore per due pianoforti. Malgrado ciò, il ragazzo continuò brillantemente gli studi, e si diplomò in pianoforte, con il massimo dei voti, nel 1923. Il programma d'esame comprendeva: Bach (Preludio e fuga in Do diesis minore), Beethoven (Sonata n. 21), Fryderyk Chopin (Terza Ballata), Mozart (Variazioni in Do maggiore), Schumann (Humoreske e Concerto in La minore) e Liszt (Venezia e Napoli). Glazunov, direttore del conservatorio di San Pietroburgo Al 1923 risalgono i primi abbozzi della Sinfonia n. 1, il Trio n. 1 e i Tre pezzi per violoncello e pianoforte. Dmitrij si esibì inoltre in diverse manifestazioni (eseguendo anche il Concerto n. 1 per pianoforte di Čajkovskij), e ricevette elogi da molte riviste del settore. Nonostante i risultati brillanti, venne impedita al ragazzo la prosecuzione del corso di composizione. Šostakovič tentò quindi l'ammissione al Conservatorio di Mosca. In seguito alla morte del padre, Šostakovič e la sua famiglia si trovarono in una situazione economicamente precaria. Ciò costrinse il compositore a lavorare come illustrator, ossia pianista accompagnatore, nelle sale di proiezione di film muti. Sebbene Mitja giudicasse il lavoro faticoso e debilitante, questa esperienza si rivelò utile negli anni futuri, nella composizione di musiche per film. In questo periodo, Šostakovič manifestò le prime insofferenze nei confronti dell'ambiente musicale leningradese, estremamente tradizionalista, accademico e ancora eccessivamente legato all’illustre eredità di Rimskij-Korsakov[3]. Il successo della Prima sinfonia Il 20 marzo 1925 Šostakovič esegue a Mosca le proprie opere. Nonostante gli applausi, il compositore non incontrò il gusto dei moscoviti. Conobbe poi il maresciallo Tuchačevskij e il compositore e teorico Boleslav Javorskij, che, notato il grande talento del giovane, premette sul direttore Nikolaj Mal'ko per far eseguire la Prima sinfonia, completata appunto nel 1925. Mal'ko riuscì a far eseguire il lavoro il 12 maggio 1926, con la Filarmonica di Leningrado. Il successo fu clamoroso, gli insegnanti del Conservatorio di Leningrado decisero di ammettere Šostakovič al corso di composizione. Il compositore portò la sinfonia all'esame di diploma in composizione, ottenendo il massimo dei voti. L'opera venne eseguita in tournée dalla Filarmonica a Char'kov, Kislovodsk e Baku, e successivamente i più grandi direttori la eseguirono: nel '27 Bruno Walter, a Berlino; nel '28 Stokowski a Filadelfia e Rodziński a New York; nel '31 la sinfonia venne più volte eseguita da Toscanini.[4] Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 18 La fine degli anni Venti Nel 1927 Šostakovič compone l'Ottetto, op. 11, e la Sonata n. 1 per pianoforte, op. 12. Iniziò anche a lavorare sulla Seconda sinfonia e sull'opera Il naso, su testi di Gogol'. Nel 1929 l'ARMP, il partito sovietico dei musicisti, criticò la sua opera definendola formalista, e nel 1930 ne pubblicò una versione ridotta che tuttavia conobbe un immenso successo prima di essere criticata ancora e proibita in quanto considerata come il prodotto di un semplice borghese decadente. Al Concorso Chopin di Varsavia ottenne solo una menzione d'onore dalla giuria, ma ricevette però grandi ovazioni dal pubblico. Le ultime opere, compresi gli Aforismi, op. 13, appena composti, non suscitarono favori da parte di Steinberg. Verso la fine dell'anno, la Seconda sinfonia, op. 14, dedicata alla Rivoluzione d'Ottobre, venne eseguita. Šostakovič in una foto del 1925 In queste opere si cominciano ad osservare alcuni tratti che contraddistingueranno la produzione musicale di Šostakovič: la satira e il grottesco. Insieme a questi due elementi, si unisce il credo costruttivista, che in questi anni va diffondendosi in Unione Sovietica nei diversi campi artistici (si pensi a Tatlin, Mejerchol'd e alcuni esperimenti cinematografici di Ėjzenštejn), e che nella musica di Mitja si concretizzano con la presenza di melodie cromatiche, di una durezza ritmica notevole e di modulazioni improvvise. Al 1928 risalgono diversi lavori: il Tahiti Trot, op. 16, arrangiamento del popolare fox trot da No, no, Nanette di Vincent Youmans; la trascrizione per orchestra di Due pezzi di Scarlatti, op. 17. Šostakovič termina, a luglio, Il naso: è la sua prima opera teatrale, ed è tratta dai Racconti di Pietroburgo di Gogol'. I librettisti sono Zamjatin, Prejs (che sarebbe stato ucciso durante le purghe degli anni '30) e il grande regista teatrale Mejerchol'd, che ebbe una grande importanza nella stesura e nella realizzazione dell'opera. Il rapporto con Mejerchol'd proseguirà anche in seguito: nel 1929 il regista chiederà al compositore di scrivere le musiche di scena per La cimice. A Šostakovič vennero anche commissionate le musiche del film Nuova Babilonia, di Kozincev e Trauberg, i registi più conosciuti dell'epoca insieme ad Ejzenstein. I brani della colonna sonora del film furono però criticati duramente. La première del Naso si svolse a Leningrado nel 1930, diretta da Samosud: nonostante l'immenso successo, la critica, tranne rare eccezioni, non comprese l'opera nel suo reale significato tragico-umoristico. L'opera fu successivamente proibita e fu rimessa in scena solamente quaranta anni dopo. Altri lavori del '29-'30 sono i due pezzi per l'Armer Columbus, op. 23; le musiche di scena per Lo sparo, op. 24, e per Terra vergine dissodata, op. 25, di L'vov; una trascrizione per pianoforte della Sinfonia dei Salmi di Stravinskij; la colonna sonora del film Sola, op. 27, per la coppia Trauberg-Kozincev; i balletti L'età dell'oro, op. 22, su libretto di Ivanovskij, che si rivelò un insuccesso, e Il bullone, op. 27. Nei due anni successivi, invece, videro la luce la commedia La compagnia verde, Rule, Britannia!, la colonna sonora de Le montagne dorate e dello spettacolo Giustiziati con Condizionale, le musiche dello spettacolo teatrale Amleto, Due pezzi per quartetto, una trascrizione della polka de L'età dell'oro e, infine, cominciò a lavorare sull'opera Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk[5]. I primi anni Trenta Nel 1932, al compositore venne commissionata la musica per il film Genu in Pilae, distrutto in seguito per ordine di Stalin. Il musicista, che aveva ottenuto un grande successo praticamente solo con la Prima sinfonia, non poté far altro che accostarsi a quelle che erano le idee e le linee guida stabilite dal regime, componendo musiche di carattere encomiastico e trionfale. Nel 1932 iniziò, infatti, la composizione di una sinfonia, che rimase però incompiuta, intitolata Da Karl Marx ai nostri giorni, per coro, soli ed orchestra. Doveva essere un lavoro basato sulla vita del filosofo e di Feuerbach. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Successivamente, nell'aprile del 1932, il Partito decise di formare la Lega dei Compositori Sovietici: i futuri brani musicali avrebbero dovuto contenere canti popolari, inni e finali trionfanti. Šostakovič, eletto presidente della sezione di Leningrado, si salvò dalle censure grazie al fatto che compose musiche per film (la produzione di colonne sonore era infatti allineata con l'esaltazione della patria, tanto voluta dal regime stalinista). Il compositore dovette tenere "segreta" la produzione cameristica. A questo periodo risalgono le Sei romanze su parole di poeti giapponesi, op. 21, che verranno eseguite solamente nel 1966. Nel maggio del 1932 sposò Nina Vasil'evna Varzar. Da questo matrimonio nasceranno due figli, Galina (1936) e Maksim (1938), che divenne direttore d'orchestra. Nel 1932 completò anche la Lady Macbeth, opera che dedicò alla moglie; l'anno successivo compose i Ventiquattro preludi, op. 34, e il Concerto n. 1 in Do min. per Pianoforte, tromba e orchestra, op. 35. Pensò inoltre ad una nuova opera, Il grande Fulmine, un Madrigale per il nuovo anno, e compose anche delle musiche per la pièce teatrale La commedia umana, op. 37, per il Teatro Bachtangov di Mosca[6]. Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk Nel 1934 la Lady Macbeth, sua seconda opera, era completa: per l'onore della première si erano proposti il Malyj di Leningrado e il Nemirovič di Mosca. Šostakovič la concesse a entrambi, e l'opera venne rappresentata il 22 e il 24 gennaio 1934. Gli spettacoli furono presentati con diversi titoli (nella Capitale il titolo era Katerina Izmajlova). L'opera ottenne uno strepitoso successo, la critica fu entusiasta: basti pensare che l'opera fu replicata, nei primi due anni, ottantatré volte a Leningrado e novantasette volte a Mosca; successivamente fu rappresentata a Londra, Praga, Lubiana, Cleveland, Copenaghen. Ricevette inoltre i complimenti di Rodziński, Aram Chačaturjan, Arturo Toscanini e del compositore Benjamin Britten. Prendono vita in questo periodo la Suite per orchestra jazz n. 1, le musiche per il film Amore e odio, la Sonata per Violoncello e Pianoforte, op. 40. Aiuta inoltre Ivan Dzerzinskij nella stesura de Il placido Don[7]. La prima condanna Il primo dicembre del 1934, forse per ordine di Stalin, fu ucciso Kirov, il responsabile del Partito dei compositori. Gli succedette Andrej Ždanov, che iniziò una campagna di irrigidimento della produzione artistica. Nel 1935 intanto la Lady Macbeth continuò a ottenere successi: viene rappresentata a New York, Filadelfia, Buenos Aires, Praga, Bratislava e Stoccolma. Šostakovič intanto componeva un terzo balletto, Il rivo chiaro, op. 39, una nuova colonna sonora, per i film La giovinezza di Maksim (op. 41, il primo di una trilogia), della coppia Trauberg-Kozincev, e Amiche (op. 41a), di Arnštam, oltre che del cartone animato Il racconto del pope e del suo servo Balda. Inoltre sono dello stesso anno i Cinque frammenti, op. 42, dei brani avanguardistici che servirono al compositore da prova per quello che è uno dei suoi più grandi lavori: la Quarta sinfonia. Quando la Lady Macbeth venne presentata anche al Bol'šoj, Stalin presenziò a una rappresentazione (probabilmente il 28 gennaio 1936; altre fonti anticipano la data di un mese); alcuni raccontano che abbia abbandonato la sala al primo intervallo, dopo la scena di sesso tra Sergej e Katerina; altri che rimase fino alla fine sghignazzando con i suoi accompagnatori, ma è certo che non abbia invitato il compositore nel suo palco, come era sua abitudine per commentare l'opera ed elargire "consigli". Il 28 gennaio 1936, sulla Pravda apparve un articolo anonimo intitolato Caos invece di musica, che stroncava l'opera, definendola caotica, apolitica, pervertita. La denuncia, inaspettata visto il successo che l'opera aveva avuto, provocò la cancellazione del lavoro dai programmi sia a Mosca sia a Leningrado. Pochi giorni dopo, il giornale pubblicò anche articoli contro Il rivo chiaro; composizioni come il Concerto per piano e i Preludi furono stroncate nei dibattiti della Lega dei Compositori a Leningrado e a Mosca. Per mantenere il loro prestigio, Sollertinskij e Asaf'ev non contraddissero la posizione del regime. Dalla testimonianza di Ervin Sinkó sembra che Šostakovič, a questo punto, avrebbe voluto togliersi la vita, ma Stalin stesso, in un incontro col compositore, minimizzò le accuse degli articoli, e consiglio a Mitja di approfondire di più le canzoni popolari[8]. 19 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 20 La risposta di Šostakovič: la Quinta sinfonia Il compositore finì, nell'aprile 1936, la Quarta sinfonia, op. 43. La fece sentire a una ristretta cerchia di persone, tra le quali Ivan Sollertinskij e Otto Klemperer. La sinfonia, che doveva essere eseguita a novembre, venne però ritirata all'ultimo momento da Šostakovič. Solamente venticinque anni dopo questa monumentale opera venne rappresentata. Altre opere di questo anno sono le musiche per lo spettacolo Salve, Spagna! e le Quattro romanze su versi di Puškin, op. 46. Si acuivano intanto gli omicidi ordinati dal regime. Molti cari amici di Mitja persero la vita: il maresciallo Tuchačevskij, il già citato Mejerchol'd e il musicologo Žiljaev. Insieme a loro vennero uccise anche le rispettive famiglie. Nel 1937 fu nominato professore di Composizione al Conservatorio di Leningrado. Compose anche la sua Quinta sinfonia, op. 47. Scritta tra l'aprile e il luglio (l'Adagio in soli tre giorni), venne eseguita a novembre, sotto la direzione di Evgenij Mravinskij (che diresse molte altre première del musicista). Evgenij Mravinskij, ritratto da Lev Aleksandrovič Rusov, eseguì molte prime delle opere di Šostakovič La sinfonia venne presentata come la "Risposta ad una giusta critica", e si dice che l'opera venne accolta con una grandissima commozione e un entusiasmo generale. Tra i diversi movimenti della sinfonia, il quarto venne definito dai critici una "forzatura trionfale-ottimistica" e "una volontà di vendetta da parte del compositore". Come riportato da Volkov, Šostakovič stesso descrisse così l'epico movimento finale della Quinta: « Di cosa si dovrebbe giubilare. Ritengo sia chiaro quel che accade veramente nella Quinta. Il giubilo è forzato, è frutto di costruzione[...]. È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: "Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare". E tu ti rialzi tremante con le ossa rotte e riprendi a marciare bofonchiando: "Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare [...]" » Šostakovič tornò quindi sugli allori: la sinfonia fu eseguita a Tbilisi, Char'kov e Rostov, la partitura fu richiesta da Klemperer e Toscanini, e venne registrata da Rodziński. Šostakovič componeva intanto le musiche per i film Il ritorno di Maksim (op. 45, seconda parte della trilogia di Maksim), I giorni di Volocaevskij (op. 48), Il distretto di Viborg (op. 50), Amici (op. 51), Il grande cittadino (op. 52) e L'uomo col fucile (op. 53); scrisse un'altra opera, Le dodici sedie, basata su scritti di Evgenij Petrovič Petrov e Il'ja Arnol'dovič Il'f; compose, infine, la Seconda suite per orchestra jazz e il Primo quartetto. Nel 1938 Šostakovič diventò professore ordinario a Leningrado e un articolo parla di una sua Sinfonia dedicata a Lenin. Rimasta incompleta, gli schizzi della sinfonia andranno a far parte della Sesta. La nuova sinfonia sarà eseguita da Mravinskij nel 1939. Se ci si aspettava una titanica, monumentale sinfonia per Lenin, Šostakovič compose invece una scherzosa melodia messicana, con autocitazioni dalla Lady Macbeth e frammenti di Mozart, Rossini e Verdi. L'opera venne accolta con curiosità e, ovviamente, accusata di formalismo. Nel 1939 il Kirov di Leningrado incaricò Šostakovič di fare una nuova strumentazione per il Boris Godunov. Dell'anno successivo sono invece i Tre pezzi per violino (forse ritirati dall'autore), l'orchestrazione del Vergnugunzun di Johann Strauss, le musiche per i film Le avventure di Korzinka (op. 58), Il grande cittadino - II Parte (op. 55), Lo stupido topolino (op. 56, film mai realizzato). Nel 1940 scrisse il Quintetto per Pianoforte, opera per la quale riceverà il Premio Stalin l'anno successivo. Al 1940 risalgono anche il progetto per l'opera Katjuša Maslova e la composizione delle musiche per la messa in scena del Re Lear di Shakespeare. Šostakovič divenne intanto Presidente della Lega dei Compositori Sovietici[9]. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 21 Le opere belliche La Sinfonia di Leningrado Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Šostakovič si trovava a Komarovo, allora in Finlandia. La Wehrmacht, in breve tempo, raggiunge Leningrado. Dmitrij cercò più volte di farsi arruolare nell'Armata Rossa, ma venne più volte respinto a causa della salute cagionevole. Fu comunque arruolato in un gruppo addetto al controllo degli incendi: Šostakovič era stato assegnato al tetto del Conservatorio. Una foto, divenuta in seguito molto famosa, di quest'inedito Šostakovič-pompiere fu pubblicata sul Times del 20 luglio 1942. Il 15 luglio del 1941, Mitja iniziò la composizione dell'opera più famosa: la Settima sinfonia. In breve tempo sarebbe diventata l'emblema della resistenza russa di fronte alla macchina da guerra tedesca. Il 16 settembre, il compositore intervenne in una trasmissione radiofonica d'incoraggiamento dei soldati al fronte parlando della creazione della sua opera. « Un'ora fa, ho completato la composizione del secondo movimento di una grande sinfonia. Se riuscirò a scrivere bene la sinfonia, se completerò il terzo ed il quarto movimento, sarà possibile chiamare questa composizione la Settima sinfonia. Perché vi annuncio questo? Perché tutti gli ascoltatori devono sapere che le cose nella nostra città procedono come sempre e ognuno rimane al suo posto, malgrado la minaccia La sinfonia di Leningrado, di Lev Aleksandrovič Rusov. In questa opera, in secondo piano, sono ritratte la distruzione e il dolore della popolazione, in modo analogo a quello che Šostakovič fa con la Settima sinfonia. che pende sulla vita di Leningrado. Sbrighiamo ora tutte le faccende militari. Musicisti sovietici, miei cari amici e numerosi compagni di lotta, amici miei! Ricordiamoci che la nostra arte è ora in grande pericolo. Lasciateci difendere la nostra musica, lasciateci lavorare onestamente ed indipendentemente. » La sinfonia, op. 60, venne terminata in un tempo record: il 27 dicembre era completa. A Kujbyšev, luogo dove venne trasferita l'intelligencija di Leningrado (tra cui Šebalin, Kabalevskij, Ojstrach, Gilels, Sergej Ėjzenštejn e Il'ja Ėrenburg), venne eseguita per la prima volta il 4 marzo 1942, sotto la bacchetta di Samosud. Esplose il mito della Leningrado. La Sinfonia venne eseguita a Leningrado, sotto gli incessanti bombardamenti, suscitò la commozione di tutti i presenti e provocò un'ondata di applausi per Dmitrij Šostakovič. In poco tempo venne replicata in tutta la Russia, fino ad arrivare, tramite un microfilm contenente la partitura, a Toscanini. Se in passato Šostakovič era lontano dall'idea della musica voluta dal regime (cori e marce militari, toni eroici e trionfalistici), in quest'occasione ritenne invece opportuno avvicinarvisi, e comporre musica che esaltasse la patria e l'antifascismo, così come voluto anche dalla Lega dei Compositori. Non a caso, in questo periodo, orchestra l'Internazionale e Il giuramento del Commissario del popolo. Negli scontri tra sovietici e nazisti morì il giovane compositore Veniamin Flejšman. Šostakovič si occupò di completare il lavoro Il violino di Rothschild, lasciato incompiuto dalla vittima[10]. L'Ottava sinfonia Nel 1942 lavorò all'opera I giocatori, di Gogol', di cui finisce solo il primo atto. L'opera verrà completata dal polacco Krzysztof Meyer, biografo di Šostakovič. Mitja utilizzerà dei bozzi dell'opera lasciata incompleta per la sua ultima composizione, la Sonata per viola. Altre opere composte da Dmitrij nel 1942 sono la Sonata n. 2 per pianoforte, op. 61, che dedica a Nikolaev, suo maestro, una Marcia cerimoniale, le musiche per lo spettacolo Patria, di Dolmatovskij (la suite è l'op. 63, Leningrado città natia) e Sei romanze su versi di poeti inglesi, op. 62, che dedica a diverse persone: sua moglie Nina, Atovm'jan, Sollertinskij, Glikman, Sviridov e Šebalin. Di quest'opera fece una versione per orchestra, l'op. 140. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Šostakovič aveva in mente anche un brano sinfonico, Gli eroici difensori di Mosca. L'idea fu subito messa da parte, visto che Šostakovič era preso dalla composizione di una nuova sinfonia. In due mesi il Maestro compose l'Ottava, una delle pagine più lugubri e drammatiche. Eseguita per la prima volta il 4 novembre 1943 a Mosca, sotto la bacchetta del solito Mravinskij (a cui è dedicata l'opera stessa), la sinfonia, a causa della mancanza dei toni trionfali e della prolissità, suscitò molti dibattiti. L'opera verrà messa all'indice e sarà rieseguita solamente quindici anni dopo[11]. La Nona sinfonia Nel 1943 muore Sollertinskij: la perdita del caro amico fu terribile per Dmitrij, che decide di dedicargli il Trio n. 2, op. 67, per pianoforte, violino e cello. Il musicista fu nominato membro dell'Istituto Americano di Arte e Letteratura, e ricevette la medaglia "Per la difesa di Leningrado". L'anno dopo, completò l'opera Il violino di Rothschild, scrisse le musiche e la suite del film Zoya di Leo Arnštam, e per lo spettacolo Il fiume russo. E ancora gli Otto canti popolari inglesi e americani, il Secondo quartetto, op. 68, dedicato a Sebalin, e il Quaderno infantile, op. 69, per la figlia Galina. Šostakovič pensava intanto alla composizione di una nuova sinfonia, che avrebbe dovuto rappresentare la vittoria su Hitler. Abbozzò quindi una Sinfonia della Vittoria, ma cambiò idea e compose le musiche per il film Gente semplice, op. 71, e Due canti, op. 72. Nel 1945, Dmitrij, che partecipava ai festeggiamenti della fine della guerra, si pose il problema di come festeggiare l'evento. Se tutti si aspettavano una Nona dai toni sfarzosi e trionfalistici, sul modello della ben più conosciuta Nona di Beethoven, Šostakovič sorprese tutti e compose una sinfonia senza coro, senza finali trionfali ma, anzi, dai toni leggeri e ironici, utilizzando schemi classici della sinfonia sette-ottocentesca. In molti lo interpretarono come un insulto ai caduti della patria. Nel 1946, in seguito al suo trasferimento definitivo a Mosca, Šostakovič terminò il Terzo quartetto, op. 73, e venne insignito dell'Ordine di Lenin per l'evoluzione musicale, del Premio Stalin per il Trio n. 2[12]. Il dopoguerra Terminato il secondo conflitto mondiale, inizia l'ostilità tra il Blocco sovietico e quello occidentale. Ciò finirà per danneggiare anche Šostakovič: nei paesi dell'ovest il Times definì la Sesta sinfonia "prodotto di una mente feconda ma poco cospicua". In occidente, infatti, si riteneva che il compositore avesse accettato passivamente le imposizioni di Ždanov (del regime stalinista, quindi), cosa effettivamente non vera. Il maestro cercò quindi di comporre musica che fosse gradita al regime: il Poema sulla patria, op. 74, con i tanto richiesti solisti, coro ed orchestra, e l'Ouverture festiva, op. 96, entrambi eseguiti solo dopo anni. Continua la composizione delle colonne sonora: Šostakovič scrisse quelle per Pigorov, op. 76, e per La giovane guardia, op. 75. Un'altra composizione, i Tre pezzi, furono abbandonati. Nell'estate del 1947 cominciò a lavorare al Primo concerto per violino. Il 9 febbraio fu nominato Presidente della Lega dei Compositori di Leningrado, e tre giorni dopo eletto deputato del Soviet Supremo delle Repubbliche Sovietiche. Nel 1948 il Partito accusò, con la voce di Chrennikov (Primo segretario della Lega), di formalismo i compositori sovietici: Muradeli, Mjaskovskij, Šebalin, Popov, Prokof'ev, Chačaturjan e, soprattutto, Šostakovič. Dmitrij perde allora il posto di insegnante a Mosca e al Conservatorio di Leningrado, e Ždanov lancia una nuova offensiva (satiricamente chiamata ždanovščina), più violenta ancora di quella del 1936, attaccando le sue opere "perverse, formalistiche e antipopolari". In seguito a questo, la musica sarebbe diventata, fino alla morte di Stalin (1953), una celebrazione tronfia del despota. Šostakovič, in una situazione economicamente precaria, ricorse, come al solito, alla composizione di colonne sonore: La caduta di Berlino (1949), op. 82, Belinskij (1950), op. 85, da cui vennero poi tratti diversi brani, come una Suite 22 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 23 (op. 82a), il canto Una bella giornata, un Vocalizzo per coro a cappella per il primo e una Suite (op. 85a) e quattro cori a cappella dal secondo. Finì anche il Concerto per violino e il ciclo Dalla poesia popolare ebraica, che restarono però allora in un cassetto, e Il canto delle foreste, op. 81, composto per celebrare le politiche ambientali del regime. Šostakovič, nel 1949, venne inviato come ambasciatore alla Conferenza internazionale della Pace a New York, insieme a diversi altri artisti. Fu però vittima della Guerra fredda: Toscanini, che lo aveva invitato anni prima in America, si rifiutò, nel clima di allora, di incontrarlo e un concerto, che aveva in programma la Quinta, venne bloccato da una manifestazione di combattenti. Il musicista era visto, in questo periodo, come un componente della macchina propagandistica sovietica e si può capire perché ricevette questa "particolare" accoglienza[13]. La riabilitazione Nel 1949 compose la Suite da balletto n. 1 e il Quarto quartetto. Nel successivo compose solamente le Due romanze su versi di Lermontov, op. 84. Nel 1950 ricevette due Premi Stalin: uno per La caduta di Berlino e uno per Il canto delle foreste. Si recò poi a Varsavia, per il Consiglio mondiale della pace e a Lipsia, per il bicentenario della morte di Bach. L'influenza del genio del contrappunto lo portò a comporre i propri Ventiquattro preludi e fughe, op. 87. Nel 1951 fu eletto deputato del Soviet Supremo, compose i Dieci poemi su testi di poeti rivoluzionari, op. 88, per il quale ottenne, l'anno successivo, il suo quinto Premio Stalin. Nel 1951, anno prolifico, vedono la luce anche i Quattro canti su parole di Evgenij Dolmatovskij, op. 86, le Danze di bambole, Dieci canti popolari russi, la Suite per balletto n. 2, le musiche per il film Il memorabile anno 1919 (ricomposti da Atovm'jan nei Frammenti, op. 89a), i Quattro monologhi su versi di Puškin, op. 91, il Quinto quartetto, op. 92. Nei Šostakovič alle celebrazioni per il bicentenario della morte di Bach, il 28 luglio 1950 due anni successivi, invece, compose Il sole splende sulla nostra patria, op. 90, che fu eseguito per l'anniversario del Partito Comunista, le Suite da balletto n. 3 e 4 e i Canti greci. Nel 1953 si recò a Vienna per il Congresso mondiale della pace[14]. La morte di Stalin Il 5 marzo 1953 muore Josif Stalin. L'omaggio, per così dire, di Šostakovič alla memoria del dittatore è la Decima sinfonia: con delle sonorità terribili e spietate, il compositore russo descrisse Stalin stesso. Il figlio Maksim, in un'intervista, dichiarò che il secondo movimento dell'opera, Allegro, descrive il "ritratto del volto spaventevole di Stalin". Dopo l'esecuzione dell'opera, sotto la guida del solito Mravinskij, il successo fu clamoroso. All'estero l'opera venne eseguita a Londra, Parigi, Lipsia, New York, Tokyo, Vienna, Basilea, Zurigo, Milano e Atene. Gli verrà conferito il titolo di Artista del popolo e, nel 1956 (in occasione del compleanno), l'Ordine di Lenin. Il monogramma sonoro del compositore deriva dalle iniziali del suo nome e cognome in tedesco: Dmitri SCHostakowitsch. Le lettere D, Es, C ed H equivalgono alle note Re, Mi bemolle, Do e Si. Šostakovič ha utilizzato la combinazione delle quattro note, in molte sue opere, tra le quali la Decima sinfonia, nel finale, e l'Ottavo quartetto, nelle prime note del brano. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 24 Hanno finalmente luogo le prime del Quarto e Quinto quartetto, nel 1953, e dell'Ouverture festiva, op. 96. Šostakovič si dedicò inoltre alla composizione del Concertino per due pianoforti, op. 94, e, nel 1954, Il canto dei grandi fiumi-Unità, Cinque romanze (Canti dei nostri giorni), op. 98, e Furono baci. Questo felice periodo fu però guastato dalla morte della moglie, Nina Vasil'evna, morta di cancro, e della madre, Sof'ja Vasil'evna. Nonostante ciò, il maestro continuò a comporre: Dalla poesia popolare ebraica e il Concerto per violino n. 1, eseguito dall'amico David Ojstrach e diretto da Mravinskij. L'opera, che ebbe inizialmente poco successo, venne eseguita in America, dove avrà un successo eccezionale. L'unica opera composta nel 1955 fu la colonna sonora de Il tafano. Stalin è ritratto, con violenza e spietatezza, nel secondo movimento della Decima sinfonia Venne nominato membro corrispondente dell'Accademia delle arti della Repubblica Democratica Tedesca e, il 15 gennaio 1956, membro onorario dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia: sarà l'unica volta che il grande compositore sovietico verrà in Italia. Nel 1956 Nikita Chruščёv, nuova guida russa, denunciò i crimini del predecessore: si apre una nuova era per l'arte russa, che si vede togliere di dosso il peso della censura del regime. Šostakovič allora attaccò duramente, con alcuni articoli, pubblicati anche sulla Pravda, i censori degli anni passati, l'idea di Formalismo e la povertà di ideali della musica prodotta allora. Nel 1956 Šostakovič si sposò con Margarita Andreevna Kainova. Il matrimonio, improvviso, sarebbe durato poco tempo: nel 1959 divorziò. Nel 1956, per i suoi cinquanta anni, diversi concerti gli vennero dedicati in tutta la Russia, specialmente nella sua Leningrado, e Chruščёv lo decora con l'Ordine di Lenin. Le composizioni di quest'anno furono il Sesto quartetto, op. 101, le musiche del film Il primo contingente, (la suite ha numero d'opera 99a), Due canti e i cinque Canti spagnoli, op. 100[15] Il Partito e i riconoscimenti internazionali Mentre Chruscev iniziava il processo di destalinizzazione e di distruzione del culto della personalità, Šostakovič venne eletto Segretario della Lega dei Compositori: manterrà la carica fino al 1968. Nello stesso anno, il 1957, compose l'Undicesima sinfonia - L'anno 1905, dedicata alla prima Rivoluzione russa. Questo lavoro è il primo in cui Šostakovič diede titolo ai diversi movimenti (era accaduto in passato, con la Settima: i diversi titoli erano La guerra, Il ricordo, Gli spazi sconfinati della patria, La vittoria. Il compositore decise però di eliminarli prima dell'esecuzione), identificandoli con avvenimenti precisi accaduti nella ribellione. Stranamente, quando il diktat dell'"intitolazione dei movimenti" era ormai svanito, Dmitrij ne fece La Domenica di sangue, atto culminante della uso per la prima volta. L'opera riceverà il Premio Lenin. In occasione Rivoluzione del 1905. del diploma del figlio Maksim, Šostakovič, in una quasi inedita versione di "padre affettuoso", compose il Concerto n. 2 per pianoforte, op. 102. Lo dirigerà e suonerà un anno dopo anche Leonard Bernstein a New York. Altre composizioni del periodo sono le Undici variazioni su tema di Glinka, in collaborazione con Šebalin, Kabalevskij, Kapp, Levitin, Ščedrin e Sviridov, e Due adattamenti di canti popolari russi, op. 104. Iniziò anche a Dmitrij Dmitrievič Šostakovič lavorare ad un'operetta: Moskva, Čerëmuški. Diversi sono i riconoscimenti che Dmitrij ricevette in questo periodo: Cavaliere delle Arti e delle Lettere (Francia), il primo straniero a ricevere questo titolo; socio onorario dell'Accademia musicale della corona inglese; l'alto dottorato dell'Università di Oxford; il premio internazionale Jan Sibelius (Finlandia); divenne Presidente onorario della società Austria-URSS. Nel 1958 iniziarono anche i suoi problemi fisici: comparvero i primi sintomi di quella paralisi che finirà per impedirgli l'uso della mano destra. Ciò provocherà la fine dell'attività pianistica di Dmitrij; in occasione del matrimonio del figlio, si fratturò la gamba. Continuerà a zoppicare per il resto della vita, soprattutto dopo la seconda rottura della stessa gamba nove anni più tardi. Nel 1959 compone il Concerto n. 1 per violoncello (solista della prima esecuzione sarà il dedicatario stesso, Mstislav Rostropovič, e direttore il solito Mravinskij) e una nuova versione dell'opera Chovanščina di Musorgskij, ancora oggi preferita all'originale. L'opera otterrà un enorme successo. L'anno successivo in occidente ripresero le rappresentazioni della Lady Macbeth: furono molti i critici che giudicarono l'opera volgare e senza scrupoli. In Italia furono molte le polemiche in seguito ad una sua rappresentazione a Venezia.[16].[17]. Nel 1960 Šostakovič entrò nel Partito Comunista, segno evidente della fiducia del musicista verso il nuovo corso post-Stalin. Compose molte opere: il Settimo quartetto, op. 108, che dedicò alla memoria della prima moglie Nina; le Satire, op. 109; la colonna sonora per Cinque Mstislav Rostropovič e Galina Višnevskaja, giorni, cinque notti, op. 111, composta in Germania Est; l'Ottavo grandi amici di Dmitrij Šostakovič. quartetto, op. 110, una delle sue opere più tristi, dedicato alle vittime del fascismo e della guerra. Esso contiene diverse citazioni, dalla Prima sinfonia, dal Trio n. 2 (la danza dei nazisti sui cadaveri degli ebrei del quarto movimento) e dalla Lady Macbeth. Comparve anche il suo nome - motto musicale, ovvero le note Re - Mi bemolle - Do - Si. Del quartetto, Rudol'f Baršaj farà una trascrizione per orchestra, chiamata Sinfonia da camera, op. 110a. Anche la composizione de I rintocchi di Novorossijsky - La fiamma della gloria eterna, in memoria dei caduti della Grande Guerra Patriottica, è dello stesso anno. La melodia era udibile ogni ora dalla Torre dell'orologio della città.[18]. 25 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Gli anni Sessanta Tra il 1960 e il 1961 compose finalmente la sinfonia per Lenin: la Dodicesima sinfonia è in realtà dedicata alla rivoluzione del 1917, più che al politico stesso. Anche in essa i movimenti hanno un titolo, richiamante ciascuno alcuni eventi o luoghi della rivoluzione d'Ottobre. La sinfonia venne eseguita in occasione del ventiduesimo anniversario del PCUS. Se in patria ricevette una grande accoglienza, in Occidente fu duramente attaccata, sicuramente, per "accontentare" l'anticomunismo, ma anche per i contenuti con poca retorica. Nel 1961 ha finalmente luogo l'esecuzione della storica Quarta sinfonia, sotto la bacchetta di Kirill Kondrašin. Fu uno straordinario e sincero successo, e la critica esaltò l'opera come uno dei più grandi lavori del Novecento.[19] Nel marzo venne eletto deputato del Soviet Supremo dell'URSS. Poco prima dell'esecuzione della Quarta, Dmitrij aveva cominciato a Evgenij Evtušenko, lo scrittore dei testi della Tredicesima e de L'esecuzione di Stepan Razin scrivere la sua Tredicesima sinfonia, su testi del poeta Evgenij Evtušenko, che parla principalmente di antisemitismo. L'opera venne contrastata dalla Lega dei Compositori, in particolare da Chrennikov, ma nessuno alla fine riuscì a impedire la stesura dell'opera sinfonica. Questo piccolo scontro sarà l'ultimo della vita di Šostakovič: non verrà mai più osteggiato né dallo stato né dalla Lega dei Compositori. Alla prima esecuzione, nel dicembre del 1962, ricevette un'ovazione senza fine, con gli ascoltatori commossi sino al pianto. La sinfonia fu diretta da Kirill Kondrasin, direttore che successe a Mravinskij nelle esecuzioni delle prime di Šostakovič. I rapporti con Mravinskij si erano raffreddati dopo che questi aveva preferito non dirigere la Tredicesima. La stampa tacque sulla nuova sinfonia, visto che essa aveva toccato dei temi-tabù nella Russia ancora convalescente dallo stalinismo: l'antisemitismo, la persecuzione della satira, la lode della donna, il timore di fronte al terrore dello stalinismo e della vendita dello studioso al regime. Per alcuni anni la sinfonia sparì dai programmi delle orchestre, per riapparire solamente negli anni settanta, con alcuni versi cambiati. In occidente, dove Šostakovič era visto come un compositore ormai asservito al potere, la Tredicesima venne ritenuta come un'opera di un artista divenuto nuovamente dissindente. Questo successo nel blocco capitalista fece sì che in patria Šostakovič venisse visto con diffidenza. Ma il potere cominciava ad essere cauto con il compositore, e non viceversa come in passato. Šostakovič riprese la Lady Macbeth, con il consenso del Ministero della Cultura: successivamente al cambio di titolo in Katerina Izmajlova e ad alcuni aggiustamenti fatti dal compositore, l'opera fu messa nel programma di molti teatri, e in breve tempo ottenne un immenso successo, che farà sì che l'opera venga eseguita anche in molti paesi dell'occidente. Nel 1962, a 58 anni, Šostakovič si sposò per la terza volta, con l'editrice Irina Antonovna Supinkskaja. Nonostante la grande differenza d'età, fu un matrimonio felice. Nel 1963 Šostakovič musicò il film Ceremuskij, tratto dall'opera; arrangiò per orchestra i Due cori, op. 124; orchestra i Canti e danze della morte di Musorgskij, che dedica a Galina Višnevskaja; riorchestra il Concerto per violoncello di Robert Schumann, che dedicò a Mstislav Rostropovič; compone l'Ouverture su temi circassi e russi, per il centenario dell'annessione del Kirghizistan alla Russia; compose le musiche per il film Amleto, op. 116. Ricominciarono, per il momento solo all'estero, le messe in scena de Il naso. 26 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 27 Mentre peggioravano le sue condizioni di salute, Šostakovič compose il Nono (orchestrato da Baršaj come Sinfonia da camera, op. 118a) e il Decimo quartetto, dedicato alla moglie Irina, che lo assisteva sempre più. Su poema dell'amico Evtušenko, compose la cantata L'esecuzione di Stepan Razin, op. 119. Razin è un eroe popolare russo, capo della rivoluzione contro i boiardi del 1671. Poiché parla di una ribellione contro il potere, il testo non piacque al regime, che impose alcuni tagli all'opera. Šostakovič diresse l'unica volta nella sua vita nel 1964: al festival di Gor'kij, eseguì l'Ouverture festiva di Brahms e il proprio Concerto n. 1 per cello. L'eroe popolare russo, Sten'ka Razin, in un quadro di Kustodiev Nel 1965, in seguito ad un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute, Šostakovič compose solamente le musiche per il film Un anno, una vita, op. 120, e le Cinque romanze su testi della rivista "Krokodil", op. 121. L'anno successivo completò l'Undicesimo quartetto, dedicato a Sirinskij, dello storico Quartetto Beethoven, e la Prefazione alle mie opere complete e brevi riflessioni in proposito, op. 123, in cui, con molta autoironia, parlava di sé. Nel 1966 fu colpito da un infarto e si ruppe la gamba (la stessa fratturatasi anni prima, in occasione del matrimonio di Maksim). Nonostante ciò, compose (in ospedale) il Concerto n. 2 per violoncello, per il solito Rostropovic. L'anno dopo compose un ciclo su testi di Block, per soprano, pianoforte, violino e cello, dedicandolo a Galina Visnevskaja, e il Concerto n. 2 per violino, op. 129, come regalo di compleanno di David Ojstrach. Compose anche, benché fosse ricoverato in ospedale, un canto dall'Evgenij Onegin, intitolato Primavera, primavera, op. 128; le musiche per il film Sof'ja Perovskaja, op. 132; il Preludio funebre-trionfale, op. 130, dedicato alla memoria dei caduti della battaglia di Stalingrado; il poema sinfonico Ottobre, op. 132, per il cinquantesimo anniversario della Rivoluzione. Nel 1968, terminò il Dodicesimo quartetto, op. 133, opera con contenuti dodecafonici, e la Sonata per violino, op. 134, dedicata al solito Ojstrach. David Ojstrach, grande amico di Šostakovič Nel 1969 Šostakovič, molto malato (il braccio destro è, praticamente, paralizzato) cadde in depressione, a causa delle molte morti avvenute nell'anno: tre membri del Quartetto Beethoven (Borisovskij, Vasilij e Sirinskij), la sorella maggiore Marija, Lev Oborin, David Ojstrach, il regista Kozincev[20]. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 28 Gli anni Settanta Šostakovič nel 1974, durante una pausa del Quinto Congresso dell'Unione dei Compositori sovietici, insieme ad un gruppo di compositori bielorussi. In questo clima molto triste, Dmitrij compose la sua Quattordicesima sinfonia, con temi riguardo alla morte. La dedica all'amico Benjamin Britten, conosciuto anni prima. L'organico era molto particolare, e prevedeva un soprano, un basso, archi e percussioni "accessorie" (ovvero woodblock, castagnette, frusta, 3 tom-tom, tastiere, campane, celesta). I testi erano di García Lorca, Apollinaire, Rilke e Kuchelbecker. Ricevette molti complimenti e ottime critiche, nonostante il mancante ottimismo tanto voluto dal regime. Orchestra anche il Primo concerto per violoncello di Boris Tiščenko. Nel 1970 Šostakovič ritirò diversi premi in tutto il mondo, nonostante le sempre peggiori condizioni fisiche. Mentre si trovava in ospedale, compose il ciclo Lealtà, op. 136. In agosto terminò il Tredicesimo quartetto, op. 138, le musiche per il film Re Lear, op. 137, e la Marcia della milizia Sovietica, op. 139. Nel 1971 compose l'enigmatica ultima sinfonia, la Quindicesima, un contenitore di ricordi e di citazioni di proprie opere passate e di lavori di Rossini (Gugliemo Tell, i famosi squilli di tromba del finale dell'ouverture) e Wagner (il Tannhäuser). Lo colpì un altro infarto, mentre scriveva il Quattordicesimo quartetto. Nel 1973, rimessosi, compì diversi viaggi in Europa e in America, presenziando a diverse esecuzioni delle sue opere, ormai rappresentate in molti teatri del Continente. Al ritorno in Russia, gli venne diagnosticata la progressiva paralisi degli arti e un carcinoma al polmone. Lavorò nell'estate 1973 al ciclo sulle Sei poesie di Marina Cvetaeva, op. 143. Nel 1974 tenne un discorso alla Lega dei Compositori, e un mese dopo tornò in ospedale, dove compose l'ultimo quartetto, il Quindicesimo. Per l'esecuzione venne cercato un nuovo quartetto, date le morti dei membri del Quartetto Beethoven (morì anche l'ultimo ancora vivente, Sirinski). Nel 1974, Šostakovič, tramite degli amici che erano stati in Italia, conobbe le opere letterarie di Michelangelo. Compose quindi una Suite su versi di Michelangelo Buonarroti, op. 145, con temi quali politica, amore e arte. I brani della penultima opera, le Quattro poesie del Capitano Lebjadkin, op. 146, sono tratti da I demoni di Dostoevskij. Nell'autunno, a Mosca si rieseguì, dopo quaranta anni di ostracismo, Il naso: Šostakovič partecipò alla preparazione dell'opera, e alcuni video, rintracciabili anche in rete, lo ritraggono stanco e molto malato[21]. Stessa cosa farà per la Katerina Izmajlova, rappresentata a dicembre[22]. Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 29 L'ultimo anno Agli inizi del 1975 trascrive Il canto della mosca, opera di Beethoven. Ad aprile viene ricoverato in ospedale. Il 6 luglio 1975 terminò di comporre la sonata per viola, op. 147. Il lavoro contiene citazione dall'opera I giocatori e dalla Sonata al chiaro di luna di Ludwig van Beethoven. La nota finale della viola, che svanisce in un emblematico morendo, fu l'ultima scritta dal compositore. La tomba di Dmitrij Šostakovič. Si noti il monogramma delle note DSCH sulla lapide In seguito all'ennesimo infarto cardiaco, il 9 agosto 1975, alle ore 18:30, Dmitrij Dmitrievič Šostakovič morì nell'ospedale di Kunzevo. I funerali di Stato si svolsero cinque giorni dopo, il 14 agosto: vi parteciparono autorità politiche, familiari e moltissime persone, che diedero a uno dei più grandi compositori l'ultimo saluto. Il Maestro è sepolto nel cimitero del Monastero delle Nuove Vergini di Mosca, meglio conosciuto come cimitero di Novodevičij[23]. Šostakovič insegnante Šostakovič si è sempre dimostrato un ottimo didatta: durante il periodo di insegnamento ai conservatori delle due maggiori città russe, il Maestro diede lezioni a moltissimi allievi, tra i quali i già citati Flejšman e Tiščenko, ma anche Denisov (con il quale intrattenne un rapporto epistolare), Ustvol'skaja, Weinberg, Sviridov, Evlachov, Bunin, Karen Chačaturjan (nipote di Aram) e Boris Čajkovskij (solamente omonimo di Pëtr). I suoi allievi parlano di uno Šostakovič molto dedito all'insegnamento, e che, nonostante i suoi numerosi impegni, non mancava mai alle lezioni. Molto caloroso con i suoi pupilli, e sempre rispettoso delle loro scelte compositive, Dmitrij usava far studiare brani di Beethoven, Brahms, Čajkovskij, Mahler e Verdi, ma anche di Richard Strauss (il Don Juan) e Stravinskij (la sua riduzione per piano della Sinfonia dei Salmi). Lo stile Edison Denisov, allievo e corrispondente di Šostakovič Il linguaggio musicale di Šostakovič si rifà alla tradizione e alla cultura russa, mischiandole in una propria e originalissima visione della forma e del contenuto. Dopo un primo periodo di avanguardia, Šostakovič si riallacciò alla musica romantica, ispirandosi a Gustav Mahler, ma anche a Musorgskij. La sua musica spesso comprende acuti contrasti ed elementi grotteschi. Šostakovič e gli ideali della rivoluzione Šostakovič aderì sinceramente agli ideali rivoluzionari, al punto che la figura di Lenin costituì per tutta la sua vita un punto di riferimento. Un aneddoto racconterebbe che l'undicenne Šostakovič si trovasse tra la folla che ne attendeva il rientro in Russia alla stazione di Pietrogrado il 3 aprile 1917, insieme al padre e allo zio Maksim. Lì Mitja (così veniva chiamato il futuro compositore da piccolo) assistette al discorso di Lenin. È anche documentato un articolo pubblicato su "Sovetskaja kultura" nel 1959, nonché da alcune lettere, la volontà di dedicargli una sinfonia. Nel 1917, dopo aver partecipato ad un corteo popolare, compose una marcia funebre e un inno per onorare le vittime Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 30 della Rivoluzione. Ciò non gli impedì, tuttavia, di denunciare il tradimento di questi stessi ideali compiuto dalle oligarchie di partito negli anni successivi. Šostakovič e la società L'opera Lady Macbeth del Distretto di Mcensk (poi chiamata Katerina Izmajlova) nel 1934, che raccontava del delitto di Macbeth come gesto di rivolta antiborghese, a due anni e più di cento repliche di distanza dalla sua prima rappresentazione, fu attaccata dal partito Comunista tramite un articolo sul giornale Pravda dal titolo "Caos anziché musica" (probabilmente redatto da Stalin in persona) in cui la geniale opera di Šostakovič veniva criticata in quanto non rispondente ai canoni appena definiti del cosiddetto "Realismo socialista" (secondo la definizione dell'allora consulente culturale di Stato Russo Maksim Gor'kij: « Il realismo socialista […] esige dall'artista una descrizione veritiera, storicamente concreta della realtà nel suo sviluppo rivoluzionario. Nel contempo, la veridicità e la concretezza storica della descrizione artistica della realtà devono coesistere con lo scopo del cambiamento ideologico e dell'educazione dei lavoratori nello spirito del socialismo. » Una definizione volutamente laconica e tautologica, volta a determinare un controllo sugli artisti e, quanto più possibile, un loro asservimento al partito. Se infatti tale definizione avesse assunto un profilo più chiaro, sarebbe stato ben facile da parte di musicisti e scrittori mettersi al riparo assecondando richieste specifiche di contenuto “popolare” o quant'altro; in questo modo invece, chiunque avrebbe potuto essere sempre ed in ogni caso passibile di una accusa di “formalismo” (anche questo un termine generico, indicante le tendenze di quegli intellettuali che, lontani dalle esigenze del proletariato, si dedicavano ad un esclusivo culto della forma, magari perfino in odore di influenze occidentalizzanti). Basti citare il caso di Muradeli, compositore di secondo piano e convinto socialista, cui fu commissionata nel periodo postbellico un'opera da comporsi secondo i canoni, appunto, del realismo socialista, e che, presentata agli organi di partito, fu invece presa come modello di musica “formalista”. Šostakovič e la Lady Macbeth furono di fatto due insigni vittime, il cui processo coram populo facesse da esempio, dando avvio all'affermazione di un meccanismo secondo cui il “crimine artistico” costituiva in tutto e per tutto un crimine politico, e la parola del partito in ambito culturale diveniva legge. Durante il periodo 1941/1945, data la tragica situazione interna, il regime tollerò il maturare di una certa libertà d'espressione, purché fosse indirizzata a celebrare la tradizione della grande Russia post-zarista e inneggiasse alla resistenza contro l'invasione nazista. L'Ottava e la Nona sinfonia furono, sotto questo profilo, estremamente deludenti: il Partito si aspettava che Šostakovič scrivesse una trilogia incentrata sulla guerra (cominciata con la celeberrima Settima); ma l'Ottava sinfonia, del 1943, risultò un cupo e pessimistico requiem per le vittime del conflitto, e fu aspramente criticata dai membri dell'Unione dei compositori; lo stesso si potrebbe dire della Nona (scritta nel 1945), che avrebbe dovuto essere il mastodontico inno trionfale per una Russia uscita vincitrice dalla guerra: alla prima del 3 novembre, gli astanti ascoltarono una musica striminzita (all'incirca 25 minuti di durata), mai seria, anzi buffa e giocosa, persino canzonatoria in certi passaggi. Busto bronzeo di Šostakovič presso la scuola a lui In ogni caso, terminato il conflitto, l'inversione di tendenza fu dedicata a Berlino immediata e totale. A capeggiare questa nuova crociata contro la libertà d’espressione fu il nuovo intraprendente addetto alle faccende culturali di Stalin: Andrej Aleksandrovič Ždanov. La campagna che tra 1946 e 1948 portò ad innumerevoli purghe nelle arti e nelle scienze (nota poi col dispregiativo nome di "ždanovščina") diede luogo a scene di meschinità e perfidia senza precedenti: si generarono Dmitrij Dmitrievič Šostakovič spaccature tra studenti e docenti nelle scuole e Šostakovič, accusato di formalismo (assieme a Sergej Sergeevič Prokof'ev ed altri) in un decreto del 10 febbraio 1948, restò del tutto isolato, privato della sua cattedra in Conservatorio; se nel 1936 non aveva ritrattato pubblicamente le sue opinioni, ora fu costretto a tenere un discorso di autocritica, promettendo di seguire le direttive del partito e di scrivere solo più musica “per il popolo”. Le opere Per approfondire, vedi Lista delle composizioni di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič. La produzione musicale di Šostakovič comprende quindici sinfonie, quindici quartetti per archi, sei concerti per strumento solista (due ciascuno per pianoforte, violino e violoncello), due trii per pianoforte, violino e violoncello, cinque sonate (violoncello, violino, viola e due per pianoforte, più una distrutta), oltre trenta colonne sonore di film e suite di esse, tre balletti e diverse opere teatrali, moltissime composizioni per orchestra (tra cui si citano l'Ouverture festiva, le diverse suite da balletto, il poema sinfonico Ottobre), per coro (come i cicli su testi di Michelangelo, Dolmatovskij, Puškin, Cvetaeva) e per entrambi (come l'Esecuzione di Stepan Razin e il Canto delle Foreste). Per pianoforte, Šostakovič ha anche composto due raccolte di brani: i 24 Preludi e i 24 Preludi e Fughe. Tra i suoi lavori si hanno anche diversi adattamenti o riorchestrazioni di opere di altri grandi compositori, tra cui Rimskij-Korsakov, Scarlatti, Musorgskij, Strauss, Flejšman, Schumann, Tiščenko e Beethoven. Il pianoforte Fra i lavori per pianoforte l'opera forse più eseguita sono i 24 preludi e fughe, scritti sulla linea del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach ma non molto distanti anche dal Mikrokosmos di Béla Bartók. Sono 11 preludi a tre voci e tre a quattro voci più il n°9 a due voci e il n°13 a cinque voci. Non vanno dimenticate però anche le due Sonate per pianoforte (1926-1942), in cui la prima è un abbozzo della Quarta Sinfonia in cui i movimenti sono attaccati e lo stile è molto vicino a Prokof'ev, gli Aforismi Op.13 (1927) più altri lavori per due pianoforti (la Suite del '22 e il Concertino del '53). Šostakovič nei media Sul grande compositore russo sono stati girati diversi film e documentari: • Testimony: The Story of Shostakovich, diretto da Tony Palmer ed interpretato dall'attore inglese Ben Kingsley. Il film, del 1987, è basato sul libro di Solomon Volkov "Testimony". Il film ha ottenuto diversi riconoscimenti: il Premio per il Miglior Film Drammatico al New York International Film Festival, il Premio Fellini dell'UNESCO e il Premio della Critica al Festival Internazionale di San Paolo. • Sonata per viola: Dmitrij Shostakovich, di Semën Aranovič e Aleksandr Sokurov. Girato del 1989, è un documentario che, sulle note de Il naso e dell'ultimo brano, la Sonata per viola, descrive in particolare lo scontro tra il regime e Šostakovič. 31 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 32 • The War Symphonies: Shostakovich against Stalin è un documentario del 1997, diretto da Larry Weinstein. Il documentario, con contributi di molte persone care a Šostakovič, tra cui i figli Maksim e Galina, Isaak Glikman (suo segretario) e Karen Chačaturian, sua allieva, analizza le opere belliche del maestro in rapporto al dispotico dittatore. Le musiche del maestro presenti nel film, ovvero la Lady Macbeth, le sinfonie dalla Quarta alla Nona e il Rayok Antiformalistico (un'opera satirica su versi di Stalin e Ždanov), sono eseguite dal grande direttore russo Valerij Gergiev. • Young Peoples Concerts - A Birthday Tribute To Shostakovich è una delle tante lezioni - concerto, tenute da Leonard Bernstein alla guida della New York Philharmonic Orchestra. In questa occasione, Bernstein presenta ai ragazzi un frammento del Primo movimento della Leningrado e l'intera Nona sinfonia, parlando soprattutto del lato umoristico e satirico del compositore di San Pietroburgo. L'esibizione è stata registrata per la CBS TV il 5 gennaio 1966 ed è stata dedicata a Šostakovič da Bernstein in occasione del suo sessantesimo compleanno. Diversi sono i film che utilizzano le musiche del compositore russo (oltre, s'intende, quelli per i quali egli ha scritto appositamente la colonna sonora): Valerij Gergiev, grande interprete di Šostakovič, ha partecipato al documentario The War Symphonies: Shostakovich against Stalin • nell'edizione del 1976 del capolavoro di Ėjzenštejn La corazzata Potëmkin sono state usate diverse opere di Šostakovič. Nella scena più famosa, la discesa dei soldati dalla scalinata, si può ascoltare l'Undicesima sinfonia, che descrive il massacro della popolazione nella domenica di Sangue, episodio chiave della prima Rivoluzione Russa e avvenimento ispiratore del film di Ėjzenštejn. • in Fantasia 2000, della Disney, il Primo movimento (Allegro) del Secondo concerto per pianoforte è utilizzato nell'episodio de Il soldatino di stagno, di Andersen • in Eyes Wide Shut, di Stanley Kubrick (1999) è presente il Valzer n. 2 della Suite per orchestra di varietà. • in Fascisti su Marte, di Corrado Guzzanti e Igor Skofic (2006), sono presenti alcuni estratti dal I e dal IV movimento della Sinfonia n. 7 e dal II della n. 10. Riconoscimenti • Membro del Consiglio internazionale UNESCO • Membro del Consiglio internazionale per la Musica, UNESCO (1966) Unione Sovietica Eroe del Lavoro Socialista — 1966 Ordine di Lenin — 1956 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 33 Ordine della Rivoluzione di Ottobre — 1971 Ordine dell'Amicizia tra i Popoli — 1972 Ordine della Bandiera rossa del Lavoro — 1940 • Artista Nazionale dell'URSS (1954) • Due volte Premio Lenin: (1958), per l'Undicesima sinfonia; (1966) • Cinque volte Premio Stalin di Stato per le arti: 1940 (Quintetto per Pianoforte); 1946 (Trio n. 2); 1950 (Il canto della Foresta); 1950 (La caduta di Berlino); 1952 (Dieci poemi su testi di poeti rivoluzionari); • • • • • • • • • Medaglia "Per la difesa di Leningrado". Presidente della Lega dei Compositori di Leningrado Deputato del Soviet Supremo Deputato del Soviet Supremo di Leningrado Presidente della Lega dei Compositori Sovietici Presidente della Lega dei Compositori di Leningrado (1946) Segretario della Lega dei Compositori Sovietici (1957-1968) Consigliere del Consiglio Nazionale dell'Unione Sovietica (1966) Deputato dell'Alto Consiglio nazionale dell'URSS per l'area della repubblica Jadrino-Vuvasise (1974). Stati Uniti d'America • Candidatura al Premio Oscar per Chovanščina, Oscar alla migliore colonna sonora - sez. "Musical" (1961). • Membro onorario dell'Istituto Americano di Arte e Letteratura. • Membro dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (1959) • Laurea honoris causa in Belle Arti all'università di Evanston (1973). Regno Unito • Medaglia d'Oro della Società Filarmonica della Corona Inglese (1966). • Socio onorario dell'Accademia musicale della Corona inglese (1958) • Alto dottorato dell'università di Oxford (1958). Dmitrij Dmitrievič Šostakovič 34 Italia • Accademico Onorario di Santa Cecilia (1956). Repubblica Democratica Tedesca • Membro corrispondente dell'Accademia delle Arti (1956). Repubblica Federale Tedesca • Membro corrispondente Accademia delle belle Arti di Monaco di Baviera (1969). Francia Cavaliere de l'Ordre des Arts et des Lettres — 1958 Finlandia • Wihuri Premio Jean Sibelius (1958). Danimarca • Premio musicale Léonie Sonning (1973). Austria Gran Decorazione d'Onore in Argento dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca — 1967 • Presidente onorario della società Austria - URSS (1958). • Medaglia commemorativa della Società Mozart (1970). Irlanda • Dottore honoris causa al St. Trinity College (1973). Serbia • Socio onorario dell'Accademia Serba delle Arti (1965) Buriazia • Artista del Popolo Messico • Professore onorario del conservatorio del Messico (1959) Note [1] Šostakovič - Pulcini, pp. 3-5 [2] Šostakovič - Pulcini, pp. 5-7 [3] Šostakovič - Pulcini, pp. 9-14 [4] Šostakovič - Pulcini, pp. 14-15 Dmitrij Dmitrievič Šostakovič [5] Šostakovič - Pulcini, pp. 16-30 [6] Šostakovič - Pulcini, pp. 31-34 [7] Šostakovič - Pulcini, pp. 32-34 [8] per le diverse versioni dei fatti vedi Šostakovič - Pulcini, pp. 35-40 e Schostakowitsch - Meyer pp. 205-213 [9] Šostakovič - Pulcini, pp. 41-47 [10] Šostakovič - Pulcini, pp. 48-52 [11] Šostakovič - Pulcini, pp. 52-55 [12] Šostakovič - Pulcini, pp. 55-57 [13] Šostakovič - Pulcini, pp. 58-67 [14] Šostakovič - Pulcini, pp. 67-69 [15] Šostakovič - Pulcini, pp. 70-76 [16] Dopo la prima esecuzione il soprano si vergognò di comparire nuovamente in camicia da notte nella scena del rapporto e del bacio con il tenore (Sergej). La scena aveva scandalizzato tutti, dal patriarca della città ad Andreotti. Alla seconda rappresentazione, la scena venne eseguita con il sipario chiuso. [17] Šostakovič - Pulcini, pp. 70-80 [18] Šostakovič - Pulcini, pp. 76-84 [19] Šostakovič - Pulcini, pp. 81-84 [20] Šostakovič - Pulcini, pp. 84-95 [21] Dmitri Shostakovich filmed during opera rehearsals in 1975 - YouTube (http:/ / www. youtube. com/ watch?v=mjK7Hnxpmsg) [22] Šostakovič - Pulcini, pp. 95-100 [23] Šostakovič - Pulcini, pp. 100-103 Bibliografia • Ivan Martynov, Dmitrij Schostakovitsch, Moskva, Muzgiz, 1946, 1961. (Ed. francese, Paris, Editions du Chêne, 1946; ed. tedesca, Berlin, Henschel, 1947; ed. americana, New York, Philosophical Library, 1947) • Gianandrea Gavazzeni, L'immortalità di Chostakovich, in Musicisti d'Europa, Studi sui contemporanei, Milano, Suvini Zerboni, 1954, pp. 112–123 (l'articolo risale al 1937). • Luigi Pestalozza, L'opera di Dimitri Sciostakovic, in «Terzo programma», 4, Torino, ERI, 1965, pp. 245–272 • Rubens Tedeschi, Dimitri Sciostakovic, in AA.VV., La musica moderna, 6, Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1967-69, pp. 177–208 • Armando Gentilucci, Šostakovič anno 1925, in «Nuova Rivista Musicale Italiana», 3, Torino, ERI, 1970, pp. 445–462 • Norman Kay, Shostakovich, London, Oxford University Press, 1971 • Krzysztof Meyer, Szostakowicz, Polskie Wydawn. Muzyczne, Kraków, 1973, 1986. (Edd. tedesche: Dmitri Schostakowitsch, Leipzig, Reclam, 1980; Schostakowitsch. Sein Leben, sein Werk, seine Zeit, Gustav Lübbe Verlag, Bergisch Gladbach, 1995; Schostakowitsch. Sein Leben, sein Werk, seine Zeit, Mainz, Schott, 1998, 2008) • Hugh Ottaway, Shostakovich Symphonies, Seattle, University of Washington Press, 1978 • Solomon Volkov, Testimonianza. Le memorie di Dmitrij Šostakovič, trad. italiana di Francesco Saba Sardi, 1ª ed., Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979 (2ª ed., Milano, Bompiani, 1997) • Rubens Tedeschi, I figli di Boris. L'opera russa da Glinka a Šostakovič, 1ª ed., Milano, Feltrinelli, 1980 (2ª ed., Torino, EDT, 1990). ISBN 8870630714 • Ferruccio Tammaro, Le Sinfonie di Šostakovič, Torino, Giappichelli Editore, 1988. ISBN 8834812611 • Franco Pulcini, Šostakovič, Torino, EDT, 1988. ISBN 9788870630602 • Fanning David (a cura di), Shostakovich Studies, New York, Cambridge University Press, 1995. ISBN 0521452392 • Laurent E. Fay, Shostakovich: A Life, New York, Oxford University Press, 2000. 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Cristiani, A. Cutronco, L. Di Paolo (a cura di), Šostakovič e il suo tempo, Atti del Convegno di Studi di Trento, 10-17 novembre 2006, LIM, 2008. ISBN 9788870965322 • Anna Paola Milea, I trii con pianoforte di Dmitrij Šostakovič, Villanova di Guidonia, Aletti Editore, 2012. ISBN 9788859103783 • Piero Rattalino, Šostakovič. Continuità nella musica, responsabilità nella tirannide, Varese, Zecchini Editore, 2013. ISBN 9788865400241 Voci correlate • Lista delle composizioni di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Altri progetti • Wikisource contiene opere originali in lingua russa di o su Dmitrij Dmitrievič Šostakovič • Wikiquote contiene citazioni di o su Dmitrij Dmitrievič Šostakovič • Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Dmitrij Dmitrievič Šostakovič (http://commons.wikimedia.org/wiki/ Dmitri_Shostakovich?uselang=it) Collegamenti esterni • Dmitrij Dmitrievič Šostakovič (http://search.dmoz.org/cgi-bin/search?search=Dmitrij+DmitrieviÄ+ Å ostakoviÄ&all=yes&cs=UTF-8&cat=World/Italiano) in Open Directory Project, Netscape Communications. ( Segnala (http://www.dmoz.org/public/suggest?cat=) su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Dmitrij Dmitrievič Šostakovič") • Galleria di foto del compositore sul sito dell'Orchestra Sinfonica di San Pietroburgo (http://www.spbso.com/ gallery/10 Dmitri Shostakovich/index.php) Controllo di autorità VIAF: 89612684 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 89612684) LCCN: n86868350 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n86868350) Portale Biografie Portale Comunismo Portale Cinema Portale Musica classica Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Käthe Kollwitz Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=66796685 Autori: AL PAÇIO, BohemianRhapsody, Caulfield, Critico renzo, Cruccone, Discanto, Francomemoria, Moloch981, Pil56, Rhockher, Ribbeck, Stonehead, Superzen, The Hollow Man2010, Wiskandar, 61 Modifiche anonime Anna Andreevna Achmatova Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=67026201 Autori: Alec, Alfio, AttoRenato, Basil, Brownout, Davalv, Doc.mari, Elborgo, Eumolpo, Fata Morgana, Fire90, Gacio, Gaux, Giuseppetufarulo, Jalo, Juan, L'Essere corretto dal Forse, Micione, Paopp, Petrik Schleck, Pracchia-78, Rago, Remulazz, Sbisolo, Simona65, Starmaker, The Polish, Triple 8, Twice25, Twitwinha, 30 Modifiche anonime Nikolaj Stepanovič Gumilëv Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=65180445 Autori: Eumolpo, Jalo, Lospagna, MaEr, Malemar, Mr buick, No2, Paola Severi Michelangeli, Phantomas, Remulazz, Waldgang, Zénon Kitieùs, 4 Modifiche anonime Marina Ivanovna Cvetaeva Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=67628001 Autori: Adriano, Al Pereira, Alexander VIII, Avemundi, Blackcat, Buggia, Ciospo, Cruccone, Dedda71, G.dallorto, Gacio, Gaux, Horcrux92, Joe123, Lonet, M&A, Marcus Cyron, Micione, No2, Paginazero, Paopp, Porzia1988, Rago, Shivanarayana, Torredibabele, 26 Modifiche anonime Dmitrij Dmitrievič Šostakovič Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=67664681 Autori: AKappa, Ab1, Accurimbono, Airon90, Al Pereira, Al-Kasim, Albertob, Alec, Alexander VIII, Anoixe, Antenor81, Ary29, Ashaam, Avemundi, Blackcat, BohemianRhapsody, Bois guilbert, Brando Riccardo Spedicato, Broc, Cotton, Daniele-Scozzari78, Daĉjo, Derfel74, DmitrijShostakovich, Ermanon, Eumolpo, Ezio danise, Falcodigiada, Frieda, Fusesti, Gepgenius, Gian-, Giorgiomantoan, Giurm, Guidomac, Issr, Jaakko, Jean65, Lemke, Lineadombra, Lohe, Luisa, Læti, M7, MaEr, Mactep, Malemar, Marko86, Micione, Microsoikos, Neoisonline, No2, Okko82, OrbiliusMagister, Osk, PL, Pallocchina, Paolo1 74, Phantomas, Pil56, Pjrom, Pracchia-78, Raffaele Lazzaroni, Rago, Romanm, Sanremofilo, Schickaneder, Shaka, Shostakovich, Square87, Stemby, Supernino, Tener, Ticket 2010081310004741, TierrayLibertad, Tijd-jp, Timendum, Tino, Tnd, Tobia09, Tomfox, Triquetra, Trixt, Twice25, Willer79, 195 Modifiche anonime 37 Fonti, licenze e autori delle immagini Fonti, licenze e autori delle immagini File:German stamp- Käthe Kollwitz.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:German_stamp-_Käthe_Kollwitz.jpg Licenza: Public Domain Autori: ChristianBier, Gerald Langhanke, Mariluna, Mattes, Mogelzahn, NobbiP, R-E-AL, Srittau File:Het treurende ouderpaar - Käthe Kolwitz.JPG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Het_treurende_ouderpaar_-_Käthe_Kolwitz.JPG Licenza: Public Domain Autori: self File:Käthe Kollwitz FDC 1970.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Käthe_Kollwitz_FDC_1970.jpg Licenza: Public Domain Autori: photo taken by de:Benutzer:SpreeTom immagine:Kollwitzstatue.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Kollwitzstatue.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 1.0 Generic Autori: Original uploader was Secretlondon at en.wikipedia immagine:Kollwitz Mutter.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Kollwitz_Mutter.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori: SpreeTom immagine:Tombstone Kaethe Kollwitz.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Tombstone_Kaethe_Kollwitz.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori: A.Savin, Erik Warmelink, Hystrix, Lotse, Mariluna, OTFW, Skeezix1000, SpreeTom, Srittau File:Pour le mérite Neilebock.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Pour_le_mérite_Neilebock.jpg Licenza: sconosciuto Autori: Concord, Ingsoc, Klemen Kocjancic, Leyo, Lx 121, MADe, Madmedea, Milgesch, Pibwl, Richard Harvey, Robert Prummel File:Zille Kollwitz.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Zille_Kollwitz.jpg Licenza: Public Domain Autori: Hendrike♒ 16:28, 26 May 2007 (UTC) File:Commons-logo.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Commons-logo.svg Licenza: Public Domain Autori: SVG version was created by User:Grunt and cleaned up by 3247, based on the earlier PNG version, created by Reidab. File:Crystal Clear app Login Manager.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Crystal_Clear_app_Login_Manager.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori: Abu badali, Bouncey2k, Cathy Richards, CyberSkull, It Is Me Here, Mike.lifeguard, Mmxx, Steinsplitter File:Nuvola apps package graphics.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Nuvola_apps_package_graphics.png Licenza: sconosciuto Autori: Alno, Alphax, Capppucccino, Dario Orso, It Is Me Here, Kanonkas, Matthias M., Retaggio, Rocket000, 13 Modifiche anonime File:Anna Achmatowa 1950.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Anna_Achmatowa_1950.jpg Licenza: Public Domain Autori: Jollyroger, Kaganer, Stahlkocher File:Ахматова Н.Гумилев Л.Гумилев.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ахматова_Н.Гумилев_Л.Гумилев.jpg Licenza: Public Domain Autori: Butko, Vizu File:Petrov-vodkin-akhmatova.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Petrov-vodkin-akhmatova.jpg Licenza: sconosciuto Autori: File:Anna Ahmatova's grave.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Anna_Ahmatova's_grave.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori: Aleksandr Evgenievich Bravo File:Wikiquote-logo.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikiquote-logo.svg Licenza: Public Domain Autori: -xfi-, Dbc334, Doodledoo, Elian, Guillom, Jeffq, Krinkle, Maderibeyza, Majorly, Nishkid64, RedCoat, Rei-artur, Rocket000, 11 Modifiche anonime File:Nuvola apps bookcase.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Nuvola_apps_bookcase.svg Licenza: GNU Lesser General Public License Autori: Peter Kemp File:Ngumil.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ngumil.jpg Licenza: Public Domain Autori: INeverCry, Matrim, Thuresson, Vizu File:Ахматова_Н.Гумилев_Л.Гумилев.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ахматова_Н.Гумилев_Л.Гумилев.jpg Licenza: Public Domain Autori: Butko, Vizu File:Tsvetaeva.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Tsvetaeva.jpg Licenza: Public Domain Autori: Alensha, Alex Bakharev, Dmitrismirnov, FSII, INeverCry, Lupo, Papa November, Túrelio, Váradi Zsolt, Yann, Чръный человек, 1 Modifiche anonime File:Marina Tsvetaeva 140-190 for collage.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Marina_Tsvetaeva_140-190_for_collage.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori: derivative work: Papa November (talk) Marina_Tsvetaeva_(1913).jpg: Unknown - irrelevant for copyright purposes due to age of work File:1992 CPA PC 230.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:1992_CPA_PC_230.jpg Licenza: Public Domain Autori: USSR post office, художник Ю. Арцименев File:Mayakovsky 1917 a.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mayakovsky_1917_a.jpg Licenza: Public Domain Autori: Butko, Martin H., Shakko, Valdemus File:Wikisource-logo.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Wikisource-logo.svg Licenza: logo Autori: ChrisiPK, Guillom, INeverCry, Jarekt, Leyo, MichaelMaggs, NielsF, Rei-artur, Rocket000, Steinsplitter File:Dmitri1.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Dmitri1.jpg Licenza: Public Domain Autori: Office of War Information, as stated here Same pic, just other color, but you can see by SHostakovich pose and his face that these 2 are same. File:Shostakovichbirthplaque.JPG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Shostakovichbirthplaque.JPG Licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported Autori: Smerus File:KustodievDSCH.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:KustodievDSCH.jpg Licenza: Public Domain Autori: Shakko, Григорий Ганзбург File:AlexanderGlazounov.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:AlexanderGlazounov.jpg Licenza: Public Domain Autori: Mariluna, 竹 麦 魚(Searobin) File:Sharp.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Sharp.svg Licenza: Public Domain Autori: っ File:Dmitrij Dmitrijevič Šostakovič (Дми́трий Дми́триевич Шостако́вич).jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Dmitrij_Dmitrijevič_Šostakovič_(Дми́трий_Дми́триевич_Шостако́вич).jpg Licenza: Public Domain Autori: Angr, Davepape, Edgar Allan Poe, Rosier-HR, 1 Modifiche anonime File:Russov-Lev-Portrait-of-Yevgeny-Mravinsky-7port3bw.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Russov-Lev-Portrait-of-Yevgeny-Mravinsky-7port3bw.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori: Boo-Boo Baroo, Ecummenic, Leningradartist, Martin H., Obakeneko, Redphil, Shakko, Wst File:Ressov-Lev-Alexandrovich-Leningrad-Symphony-Conductor-Yevgeny-Mravinsky-7port42bw.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Ressov-Lev-Alexandrovich-Leningrad-Symphony-Conductor-Yevgeny-Mravinsky-7port42bw.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Autori: Русов Л. А. (1926 - 1987) / Lev Alexandrovich Russov (1926 - 1987) File:Dmitri Shostakovich credit Deutsche Fotothek adjusted.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Dmitri_Shostakovich_credit_Deutsche_Fotothek_adjusted.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Germany Autori: Fotothek_df_roe-neg_0002792_002_Portrait_Dmitri_Dmitrijewitsch_Schostakowitchs_im_Publikum_der_Bachfeier.jpg: Roger & Renate Rössing, credit Deutsche Fotothek. derivative work: Improvist (talk) File:Dschmotif.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Dschmotif.png Licenza: Public domain Autori: User Henry Flower on en.wikipedia File:Stalin.JPG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Stalin.JPG Licenza: Public Domain Autori: Mircone, Ticket 2010081310004741, 2 Modifiche anonime File:BloodySunday1905.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:BloodySunday1905.jpg Licenza: Public Domain Autori: Kelvinc, Maximaximax, Niki K, Noclador, Ranveig File:Mstislav Rostropovich and Galina Vishnevskaya NYWTS cropped.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Mstislav_Rostropovich_and_Galina_Vishnevskaya_NYWTS_cropped.jpg Licenza: Public Domain Autori: New York World-Telegram and the Sun staff photographer: Wolfson, Stanley, photographer. 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