
COLLEGIO DEI
DOCENTI
Formula proposta al Capo di Istituto per la formazione, la composizione delle classi e
l’assegnazione ad essa dei docenti;

Formula proposta al Capo di Istituto per la formulazione dell’orario delle lezioni e per lo
svolgimento delle altre attività scolastiche;&

Delibera la suddivisione dell’anno scolastico in trimestri o quadrimestri;

Valuta periodicamente l’andamento dell’offerta formativa e adotta eventuali accorgimenti
correttivi per migliorarne l’efficacia;

Provvede all’adozione dei libri di testo, sentiti i consigli di classe;ù

Provvede all’adozione dei sussidi didattici nei limiti delle disponibiltà finanziarie indicate
dal consiglio di istituto.

Adotta nell’ambito delle proprie competenze le iniziative di sperimentazione;

Promuove iniziative di aggiornamento dei docenti;

Elegge i propri rappresentanti nel C.di Istituto;

Elegge i docenti nel comitato di valutazione del servizio del personale docente;

Programma e attua le iniziative per il sostegno degli alunni portatori di Handicap;
CONSIGLIO DI CLASSE







Formula proposta in ordine all’azione educativa e didattica e
a iniziative di sperimentazione ;
 Agevola ed estende i rapporti reciproci tra docenti, genitori
e alunni;
 Esercita le competenze in materia di programmazione
valutazione e sperimentazione;
 Si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dalle leggi e
dai regolamenti alle sue competenze;
 Collabora alla formazione del POF globale della scuola;
 Irroga le sanzioni disciplinari in base al regolamento di
Istituto. Si riunisce per le valutazioni periodiche e finali alla
presenza dei docenti.
DIRIGENTE SCOLASTICO
PRESIEDE
IL COLLEGIO DEI DOCENTI
I CONSIGLI DI CLASSE
LA GIUNTA ESECUTIVA

CURA L’ESECUZIONE DELLE DELIBERE DEGLI ORGANI
COLLEGIALI

FORMA LE CLASSI

ASSEGNA I DOCENTI ALLE CLASSI

PROMUOVE, NEL RISPETTO DELLE COMPETENZE DEGLI
ORGANI COLLEGIALI, LE ATTIVITA’ DIDATTICHE, DI
SPERIMENTAZIONE E DI AGGIORNAMENTO

TIENE I RAPPORTI CON LE AUTORITA’, SCOLASTICHE E
NON

CURA L’ESECUZIONE DELLE NORME GIURIDICHE CHE
PRESIEDONO AL FUNZIONAMENTO DELLA SCUOLA

ORGANIZZAZIONE
DIDATTICA
La scuola è un’organizzazione che
deve confrontarsi con l’ambiente
esterno perché in esso nasce la
domanda del servizio e perché è
sede di risorse umane,
strumentali e finanziarie
LA SCUOLA E’ UN’AZIENDA?
I RISULTATI DELLA SCUOLA,
IN TERMINI DI
SUCCESSO O INSUCCESSO,
SI POSSONO CONSIDERARE
DEI PRODOTTI?
ANALISI DEI BISOGNI

L’AMBIENTE ESTERNO E’
SEDE DI BISOGNI CHE
VANNO
RILEVATI
E
INTERPRETATI
LA SCUOLA STRUTTURA LA
DOMANDA E LA TRASFORMA
IN OFFERTA
L’AMBIENTE
ACCOGLIE L’OFFERTA
ESPRIME VALUTAZIONI
LA SCUOLA
SI RIORGANIZZA
PER MIGLIORARE
L’OFFERTA FORMATIVA
LA SCUOLA PRODUCE UN
BENE IMMATERIALE
ESSO NON PUO’ ESSERE
STANDARDIZZATO O PROCEDURALIZZATO
IN QUANTO
E’ CONDIZIONATO
DALLA PARTECIPAZIONE DELL’UTENTE
CONTINUO PROCESSO DI
AUTOVALUTAZIONE IN
TERMINI DI
EFFICACIA
DEL
SERVIZIO
SODDISFAZIONE
DELL’UTENTE
LA SCUOLA CONTROLLA
I PROPRI
PROCESSI
PRODOTTI
ATTIVA PROCESSI DI
VALUTAZIONE INTERNA ED
ESTERNA
CONTROLLO ORGANIZZATIVO
PROCESSO DI COMPARAZIONE
TRA
UNO STATO EFFETTIVO E REALE
ED
UNO STATO ATTESO E PROGETTATO
LA SCUOLA E IL POF

Debolezza del modello organizzativo della
scuola autonoma, soprattutto nella sua
articolazione funzionale ( si spendono molte
energie sulla fase progettuale)
LA SCUOLA E IL POF

POF molto articolati ma nella fase attuativa
poca coerenza e unitarietà tra le azioni dei
singoli docenti ed il disegno unitario, ma anche
tra il POF e il piano annuale
LA SCUOLA E IL POF
Al Dirigente Scolastico è affidata l’unitarietà
della gestione dell’istituto il quale ha, pertanto,
il compito di cogliere gli aspetti di
interconnessione tra i diversi ruoli all’interno
della scuola:
D.S. – Docenti – D.S.G.A. – Collegio dei
Docenti – C.d.I. – R.S.U.

LA SCUOLA E IL POF

Nel POF si riversa il risultato della
competenza e della responsabilità dei singoli
attori
LA SCUOLA E IL POF

POF strumento di progettazione, di
realizzazione e controllo dell’attività della
scuola
LA SCUOLA E IL POF

La gestione della scuola è complessa in quanto
eroga un servizio complesso soprattutto perché
a realizzare l’offerta formativa nei contenuti
dell’insegnamento sono i docenti che godono
di grande discrezionalità nel momento
dell’erogazione del servizio.
LA SCUOLA E IL POF

Coordinamento, quindi, più serrato sul
versante delle attività didattiche degli
insegnanti ed anche tra queste e le attività
amministrative collegate con la progettazione
contenuta nel programma annuale.
LA SCUOLA E IL POF

Evitare che nella fase realizzativa ogni attore
faccia il proprio gioco, attivando
comportamenti basati su bisogni ed interessi
personali che si contrappongono alle promesse
progettuali
LA SCUOLA E IL POF

Partire dal presupposto che non potrà esserci
piena corrispondenza tra progetto e
realizzazione perché non c’è alcun
meccanismo che la possa garantire. La stesura,
pertanto, e la realizzazione del piano annuale
dovrà tenere conto di questa evidenza,
coniugando in modo adeguato i diversi
strumenti di flessibilità
LA SCUOLA E IL POF

Progettare bene il POF è un buon punto di
partenza a patto di non considerare il progetto
in modo molto rigido
LA SCUOLA E IL POF

1.
2.
3.
Nella fase di realizzazione possiamo individuare alcuni
aspetti che ne determinano il successo o l’insuccesso :
Caratteristiche dell’ambiente: solo la compatibilità tra le
variabili ambientali e le ipotesi su cui si basa il progetto
permette di andare avanti, altrimenti il progetto va
riprogettato e rimodellato
Presidi operativi predisposti durante le fasi di progettazione
Flessibilità di cui dispone l’organizzazione
LA SCUOLA E IL POF
4.
Coordinamento nella fase esecutiva necessario per
affrontare in itinere le dovute variazioni in quanto gli
obiettivi del POF sono necessariamente generali e poco
operativi e la condivisione è sempre frutto di
compromessi. In questo caso il coordinamento è di
natura negoziale teso alla soluzione di conflitti e/o di
discrasie su alcuni aspetti pratici come ad esempio tra
livello amministrazione e livello didattico
5.
Le persone tendono, come individui e come gruppi, ad
agire anche in funzione di motivazioni e di obiettivi
extra-organizzativi. Questa tendenza presente in tutte le
organizzazioni di lavoro, si presenta in modo
fortemente disfunzionale, anche perché il sistema
incentivi e disincentivi, premi e sanzioni, non è tale da
potere orientare l’efficacia realizzativa. Pertanto anche
in questo caso sono indispensabili le azioni di
coordinamento
LA SCUOLA E IL POF


Costituzioni di gruppi di lavoro o gruppi di
progetto che seguano i singoli progetti in tutte
le fasi della loro attuazione.
Figure strumentali al POF che devono
coordinare le attività ed i progetti piuttosto che
realizzarli.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

1.
2.
Tutti i soggetti debbono lavorare per processi
dunque l’organizzazione deve essere centrata
sui processi. Questo modo di lavorare, che
impone il superamento della tradizionale
divisione dei compiti per funzioni o per
gerarchia, fa emergere due importanti
questioni:
I confini dell’autonomia dei singoli ruoli
“Come mettere insieme” queste autonomie
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

La prima questione si risolve con
l’abbattimento della rigidità di interpretazione
dei ruoli così il D.S.G.A. non può estraniarsi (o
farsi estraniarsi) dalla didattica, diventando il
mero esecutore amministrativo della stessa.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

Gli insegnanti, e soprattutto quelli che
partecipano con funzioni gestionali, non
possono disconoscere o disinteressarsi agli
amministrativi alla base della gestione
finanziaria del POF
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

E’ importante che Il D.S. non si assuma da
solo la responsabilità di fare da “ponte” tra le
due diverse competenze: didattica ed
amministrativa. Pertanto il lavoro deve essere
sviluppato in team e i soggetti non devono
sentirsi prigionieri nel proprio ruolo ed operare
in una logica di settore.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI


La seconda questione riguarda soprattutto i
docenti e il coordinamento delle azioni
didattiche che trovano la loro comune radice
nel POF.
Il Collegio è il luogo delle decisioni formali
attraverso le delibere ma non è il luogo della
ideazione del progetto della scuola né quello
della sua realizzazione.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI



Se il Collegio non fosse supportato dalla microcollegialità dei
Consigli di Classe, dei Dipartimenti disciplinari, dalle Unità
Organizzative sarebbe affidato esclusivamente alla libera
interpretazione dei docenti.
Nei gruppi i docenti si confrontano e si coordinano
costantemente realizzando un’offerta formativa coordinata,
integrata e cooperativa.
In questa modalità di lavoro, si allargano le competenze
gestionali dei docenti e ciò deve essere interpretato come lo
“snodo critico”su cui si regge l’efficacia del processo
realizzativo del progetto della scuola.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

In questa prospettiva l’attribuzione degli incarichi
agli insegnanti e l’incentivazione attraverso l’uso del
Fondo d’Istituto, se va dentro questa logica di
efficacia organizzativa, diventa una leva potente per
presidiare l’intero processo. In questa logica non è
importante se l’attribuzione degli incarichi viene fatto
a poche persone o a pioggia in quanto la scelta è
motivata dal fatto che è finalizzata alla creazione di
una struttura in grado di reggere il POF soprattutto in
sede di realizzazione.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

In sintesi il processo di esecuzione può essere
definito come sviluppo successivo o
contemporaneo di azioni che coinvolgono ruoli
e livelli gerarchici diversi, tra loro collegati da
un nesso logico orientato verso un
obiettivo/risultato comune
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

La realizzazione rispetto agli altri due
fondamentali processi di gestione di
un’organizzazione rappresenta la fase
successiva alla progettazione e precedente al
controllo: se a monte manca la progettazione e
a valle il controllo, la fase esecutiva diventa
fine a se stessa e priva di qualsiasi capacità di
autoregolazione, in quanto non fa riferimento
ad un disegno unitario (condizione necessaria
per l’efficacia nel raggiungimento)

Nel lavoro di gruppo gli attori, pur attraverso
personali modelli di interpretazioni del ruolo,
facciano bene la propria parte e soprattutto la
sappiano mettere in rapporto con gli altri attori.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

L’erogazione di un servizio non è soltanto il
risultato della somma delle prestazioni di
singoli operatori. Perché un’organizzazione
produca servizi le persone devono sentire il
lavoro come “Comune” cioè conosciuto e
riconosciuto da tutti, perché più le persone si
rappresentano in modo condiviso il servizio ed
i suoi obiettivi, più il coordinamento diventa
qualcosa di naturale non imposto da regole
esterne e formali.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

Spesso le difficoltà di collaborazione tra
operatori sono determinate non tanto
dall’ambiguità dei compiti assegnati, quanto
dal fatto che il proprio lavoro non viene
collocato all’interno di un processo che
prevede il lavoro degli altri.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI


E’ per questa ragione che i docenti stanno ben
lontani dal lavoro amministrativo, ritenendo
burocrazia tutti gli adempimenti amministrativi
loro richiesti.
Per contro il personale amministrativo accusa
di “leggerezza” molte richieste dei docenti che
richiedono carichi di lavoro “burocratico” non
immediatamente visibile alla maggior parte dei
docenti.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

L’Organizzazione, dunque, deve essere
dotata di una sua identità distintiva, fatta di
valori comuni, modi di agire e di pensare
condivisi.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

Il compito di costruire un sistema di valori
comuni è una funzione primaria del Capo, il
quale non solo deve indirizzare i processi, ma
sostenerli durante la loro realizzazione, e,
soprattutto, testimoniarli con il proprio
comportamento operativo.
ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI


Il rendimento in termini di funzionamento concreto ed efficace
della scuola , infatti, è direttamente proporzionale alla capacità
del D.S. di entrare dentro i processi di lavoro in modo diretto e
consapevole, utilizzando di volta in volta, il potere di
posizione e il potere di relazione.
Il primo è legittimato da norme e contratti, il secondo si fonda
sull’autorevolezza della professionalità, della testimonianza
personale di valori che per coloro che nella Pubblica
Amministrazione svolgono un lavoro con finalità morali molto
alte, come quelle affidate alla scuola, non possono essere
fondati su una mera impostazione normativa.
ATTIVAZIONE CORSI DI
RECUPERO







Il Consiglio di Istituto su proposta del D.S., sentito il parere del Collegio,delibera
l’assegnazione di un certo numero di ore di recupero da gestire
Il consiglio di classe, su proposta del singolo docente o sull’analisi
dell’andamento didattico complessivo dell’alunno, delibera sull’opportunità di
attivare i corsi di recupero disciplinari, o di recupero delle abilità di base o attività
di approfondimento, designando il docente tenuto ad effettuare sulla base della
sua disponibilità .
Il consiglio può anche utilizzare corsi attivati da altri consigli di classe frequentati
da pochi alunni.
Il docente designato comunica al D.S. la delibera del C.d.C. comunicando altresì il
numero delle ore di recupero e il calendario.
Il D.S. nomina il docente specificando il numero delle ore di recupero che il
C.d.C. ha deliberato e la enumerazione spettante.
Il docente preleva il registro dei recuperi e lo utilizza segnando le presenze degli
alunni.
Il docente a fine corso consegna il registro e presenta la sua relazione al C.d.C.
con le valutazioni sugli allievi che hanno frequentato il corso.
ATTIVAZIONE DI ATTIVITA’ DI
LABORATORIO







Il docente propone al Collegio l’attività che ha intenzione di svolgere, curando che
sia congruo con gli obiettivi e le finalità che la scuola si è data nel POF.
Il Collegio approva ed inserisce nel POF l’iniziativa. Il D.S. concorda con gli RSU i
criteri di assegnazione degli incarichi.
Il Consiglio d’Istituto su proposta del D.S. approva il piano delle attività retribuita
con il fondo d’Istituto.Il docente fa richiesta al D.S. di attivare il laboratorio.
Il D.S., in relazione ai criteri concordati con gli RSU, affida l’incarico al docente
con nomina formale.
Il docente presenta un calendario delle attività tenendo conto dell’eventuale uso del
laboratorio.
Il docente preleva un registro delle presenze alunni in magazzino ed in itinere deve
prevedere un monitoraggio nel conseguimento dei risultati attesi.
Il docente, alla fine del corso, riconsegna il registro e presenta la sua relazione al
D.S. con la valutazione sull’andamento del corso.
PROCEDURE PER GLI
SCAMBI DI CLASSE


Il docente prende contatti con il corrispondente docente della scuola interessata allo scambio
per stabilire nelle linee generali la fattibilità dello scambio e comunica al D.S. sulla possibilità
dello scambio. Il D.S. incarica con nomina formale il docente ad effettuare le attività
preliminari allo scambio. Il docente fa indagine sul costo del biglietto.Il D.S. si incontra con il
corrispondente preside dell’altra scuola per la firma di un accordo nel quale vanno analizzati
tutti gli aspetti organizzativi e gli obiettivi che ci si propone di raggiungere.
Il docente si relaziona con uno o più classi per verificare la disponibilità di un numero
congruo di alunni per classe disponibili per lo scambio. Il C. d. C., sulla base del numero degli
alunni disponibili ad effettuare lo scambio e degli obiettivi che si vogliono raggiungere,
delibera sull’iniziativa designando altresì i docenti accompagnatori tra coloro che hanno dato
la loro disponibilità, verbalizzata nel registro dei verbali delle riunioni del consiglio di classe.
Il D.S. nomina i docenti accompagnatori con atto formale. I docenti accompagnatori
incontrano le famiglie per illustrare tutte le fasi dello scambio.I docenti acquisiscono le
autorizzazioni dei genitori e le consegnano all’ufficio preposto. L’amministrazione si occupa
della gara per il viaggio. Gli alunni fanno il versamento sella somma necessaria al viaggio. I
docenti si preoccupano di distribuire i programmi e di mettere in contatto gli alunni con i
corrispondenti. I docenti dovranno vigilare sul buon andamento dello scambio ed occuparsi
della loro sistemazione nelle famiglie. I docenti a conclusione dovranno relazionare sullo
scambio avvenuto al D.S. compilare la tabella di missione allegando copia della nomina e
copia della relazione.
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