11 anno cinque numero undici 3 4 Mario Magnani Editoriale Giovanni Martini, Monica Pisetta Salute e sviluppo socio-economico Erio Ziglio 14 Investire in salute per il progresso socio-economico Gianfranco Domenighetti 21 Determinanti socio-economici della salute Jo•ica Maucec-Zakotnik, Bojanka Štem, Tatjana Bu•eti 29 Sviluppo economico e sociale in Slovenia: il Progetto Mura Christian Lunger 39 Turismo termale e del benessere: potenzialità per le regioni montane Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Peter Ambrozy 46 La sanità nel Land Carinzia Karl Wulz 49 Cooperazione internazionale per la cura dei malati Luigi Mittone 53 La riconversione delle strutture sanitarie periferiche 62 Tavola rotonda: Franco Menestrina, Gianni Battaiola, Renzo Rensi, Antonio Girardi, Marco Benedetti, Fausto Zeni, Paolo Tonelli, Fabio Bazzoli, Luigi Casanova, Mario Magnani, Erio Ziglio 104 Le conclusioni Erio Ziglio, Mario Magnani Scheda 111 Glossario “Serrati gli uni contro gli altri dalla crescita del loro numero e dalla moltiplicazione dei collegamenti, accomunati dal risveglio della speranza e dell’angoscia per il futuro, gli uomini di domani lavoreranno per la formazione di una coscienza unica e di una conoscenza condivisa”. Pierre Teilhard de Chardin “Punto Omega”, nel pensiero di Teilhard de Chardin, filosofo e teologo vissuto tra il 1881 e il 1955, è il punto di convergenza naturale dell’umanità, laddove tendono tutte le coscienze, nella ricerca dell’unità che sola può salvare l’Uomo e la Terra. “Punto Omega” è anche il titolo scelto per la rivista quadrimestrale del Servizio sanitario del Trentino ideata nel 1995 da Giovanni Martini, poiché le sue pagine vogliono rappresentare un punto di incontro per tutti coloro che sono interessati ai temi della salute e della qualità della vita. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 L a decisione di organizzare e di realizzare la Giornata di studio “Salute e sviluppo socio-econo mico - Sfide e opportunità per le regioni di montagna”, nel con testo dell’Anno Internazionale delle Montagne 2002, è nata con l’obiettivo di dibattere un tema di grande rilevanza: come lo svi luppo socio-economico influen za la salute dell’individuo e del la popolazione e come, a sua vol ta, la salute può costituire una risorsa preziosa per la società e per l’economia. Editoriale L’Organizzazione Mondiale della Sanità attribuisce grande importanza a questo tema e per questo ha istituito recentemente a Venezia una apposita struttura, denominata Ufficio Europeo per gli Investimenti in Salute e per lo Sviluppo, con il compito di coor dinare le strategie e le iniziative che si svolgono nelle regioni eu ropee. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Con questo convegno ci siamo impegnati a porre le basi per un percorso di ragionamenti riferiti alla salute, con l’intendimento di interagire costantemente con l’Or ganizzazione Mondiale della Sa nità - e nello specifico con l’Uffi cio di Venezia – allo scopo di por tare a compimento il programma di sviluppo sanitario e sociale nel quale siamo impegnati. La scelta di svolgere questo convegno a Rumo è motivata dal fatto che il 2002 è stato dichiara to Anno Internazionale delle Mon- tagne e a Rumo si è concluso un percorso che, in Trentino e in Val le di Non in modo particolare, ha visto l’organizzazione di “Moun tain Project”, una serie di manife stazioni relative alla montagna, vista nei suoi molteplici aspetti e peculiarità. La Giornata di Rumo ha costi tuito l’occasione per poterci con frontare con le esperienze di altre Regioni dell’arco alpino, simili al Trentino per caratteristiche oro grafiche e di sviluppo socio–eco nomico. Un aspetto molto importante che vorrei sottolineare è la neces sità di coinvolgere le comunità locali sui temi della salute. La sa lute della popolazione, infatti, potrà aumentare solo a patto che ciascuno sia in grado di essere re sponsabile della propria salute e che tale impegno possa essere guidato e sostenuto da comunità che si fanno carico della salute della popolazione come obiettivo prioritario di tutte le azioni poli tiche e amministrative. Vorrei infine rivolgere un rin graziamento al Sindaco di Rumo, Vito Fedrigoni, per aver ospitato questa giornata di studio nonché ai prestigiosi relatori italiani e stranieri, alle Autorità e al pubbli co che numeroso ha partecipato all’iniziativa. Mario Magnani Assessore provinciale alle Politiche sociali e alla Salute Salute e sviluppo socio-economico: sfide e opportunità per le regioni di montagna Giovanni Martini, Monica Pisetta I principi e le evidenze scientifiche come presupposti del Convegno. Il contesto I tempi odierni sono caratterizzati da fenomeni di grande portata che stanno interessando tutte le regioni del mondo, impattando sul contesto socio-economico in modo rilevante ma differenziato. Fra i fenomeni più rilevanti pos siamo evidenziare: 1. La globalizzazione, intesa come la crescente interdipendenza economica tra i paesi, realizza ta attraverso l’aumento del vo lume e delle varietà di beni e servizi scambiati internazional mente, la crescita dei flussi in ternazionali di capitali e la ra pida ed estesa diffusione della tecnologia. La globalizzazione è un feno meno caratterizzato da una plu ralità di dimensioni fra le quali una delle più rilevanti riguar da la competizione e la concor renza fra regioni che produco no beni o servizi simili. Colle gati alla globalizzazione sono i consistenti flussi migratori che sono originati dall’esigenza di 4 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 risorse umane espressa dal mer cato del lavoro oltre che da una maggiore libertà di movimen to, soprattutto in uscita, delle persone. Gli immigrati in provincia di Trento sono circa 10.000 (pari a poco più del 2% dell’intera popolazione). Un altro aspetto è quello del cre scente sviluppo e della diffusio ne delle tecnologie dell’infor mazione e della comunicazione che hanno permesso un note vole balzo in avanti nelle rela zioni fra persone, comunità ed istituzioni nonché una consi stente diffusione dell’informa zione e della conoscenza che porta a una maggiore traspa renza dei vari sistemi e vicinan za fra le aree geografiche; 2. Alla globalizzazione fa da com plemento la maggiore impor tanza e responsabilità che vie ne attribuita alle comunità lo cali. Abbiamo potuto osservare come negli ultimi anni ciascu na di esse abbia riscoperto e valorizzato le proprie origini ed identità culturali. Esse vengo no ora chiamate a svolgere un ruolo di maggiore responsabi lità nel governo e nella gestio ne anche attraverso la potestà e l’autonomia di imposizione fiscale; 3. Le modifiche consistenti che si possono apprezzare nella strut tura demografica. L’invecchia mento della popolazione viene a costituire una sfida che per la prima volta si presenta sulla sce na mondiale e della quale van no debitamente studiate e af frontate le implicazioni in tutti settori dell’attività politica. Questa situazione pone dei pro blemi di grande rilevanza non solo per il mercato del lavoro, ma soprattutto per il settore della sanità e dell’assistenza e quindi relativamente al model lo di sviluppo in generale. Li mitandosi a sintetizzare il feno meno in provincia di Trento, basti dire che nell’anno 2000 le persone con età superiore ai 74 anni erano 40.500 (pari all’8,5% dell’intera popolazio ne), mentre quelle con età su periore agli 89 anni erano 4.050 (pari allo 0,85% dell’in tera popolazione); l’indice di vecchiaia (il rapporto fra la popolazione in età superiore ai Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 64 anni e quella sotto i 15 anni) è pari a 120: per ogni 100 persone “giovani” si registrano 120 persone “anziane”; 4. I consistenti investimenti che vengono destinati al settore della sanità. L’Azienda provincia le per i servizi sanitari costitui sce la più grande azienda del Trentino, con un fatturato di 700 milioni di Euro e con un nu mero di dipendenti pari a circa 7.000 unità. I fenomeni e gli aspetti appena considerati costituiscono alcuni fra i fattori principali di dibattito, di analisi e di nuove proposte in tutte le regioni d’Europa, circa il modello di sviluppo socio-econo mico che ciascuna di esse intende perseguire nel medio periodo, in 5 Salute e sviluppo socio-economico 6 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 una logica di adattamento e di ade guamento alle condizioni genera li di contesto. È proprio di questi giorni un esteso dibattito sulla stampa lo cale, da parte dei rappresentanti delle categorie economiche e del le organizzazioni sindacali, pro prio sul modello di sviluppo che si ritiene che il Trentino debba perseguire nei prossimi anni. In questa logica, il servizio sa nitario provinciale, inteso come insieme di risorse umane, struttu re, servizi e attività destinati alla prevenzione delle malattie nonché alla promozione, al mantenimen to e al miglioramento della salute dei cittadini e della comunità, vie ne a costituire un importante fat tore nel modello di sviluppo so ciale ed economico che caratteriz zerà il Trentino nel breve-medio periodo. I principi Vari documenti internazionali evi denziano il principio che la sanità nel suo complesso deve svolgere un ruolo importante per lo svilup po di una comunità: - La Costituzione dell’Organizza zione Mondiale della Sanità, sot toscritta nel 1946 dai rappre sentanti di 61 Stati (fra cui l’Ita lia), che nel preambolo, pro pone alcuni principi densi di significato fra i quali la ben nota definizione di salute come stato di completo benessere fi sico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o d’in fermità. Questo principio asse gna agli Stati e alle loro artico lazioni compiti che vanno ben al di là della semplice gestione di un sistema sanitario. Essi do vrebbero farsi carico di indivi duare e cercare, tramite oppor tune alleanze, di modificare quei fattori che influiscono ne gativamente sulla salute, pro muovendo al contempo quelli favorevoli. Peraltro, in tale contesto, la sa lute viene considerata più un mezzo che un fine e può essere definita come una risorsa che consente alle persone di con durre una vita produttiva a li vello individuale, sociale ed eco nomico. - La Carta di Ottawa per la pro mozione della salute, adottata nel 1986, che definendo la pro mozione della salute come pro cesso che consente alla gente di esercitare un maggior con trollo sulla propria salute al fine di migliorarla, individua in particolare fra le azioni da svol gere: - la creazione di ambienti che consentano di offrire l’ade guato supporto alle perso ne per il perseguimento del la salute nei contesti di vita e di lavoro, attraverso con dizioni di maggiore sicurez za e gratificazione; - il rafforzamento dell’azione delle comunità che devono essere adeguatamente so stenute per poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute; - il riorientamento dei servizi sanitari nella logica di ren derli più adeguati ad inte ragire con gli altri settori, in modo tale da svolgere un’azione comune per la sa lute della comunità di rife rimento. - Il documento “Health21: La sa lute per tutti nel 21° secolo”, adottata nel 1998 dall’Assem blea Mondiale della Sanità, che individua 21 obiettivi strategi ci che dovrebbero essere per seguiti a livello internazionale, nazionale e locale nei Paesi del la Regione Europea. Health21 si basa su una serie di analisi e di valutazioni secondo le qua li: - la salute costituisce la pre condizione per il benessere e la qualità della vita e il ri Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 ferimento per misurare la ri duzione della povertà, la promozione della coesione sociale e l’eliminazione del la discriminazione; - è fondamentale l’adozione di strategie multisettoriali per affrontare i determinanti della salute assicurandosi l’alleanza da parte dei set tori esterni alla sanità; - la salute è un elemento ba silare per una crescita eco nomica sostenibile; gli inve stimenti in salute attraver so un approccio intersetto riale non solo offrono nuo ve risorse per la salute, ma anche ulteriori benefici im portanti, contribuendo nel medio periodo allo sviluppo sociale ed economico com plessivo. · Il Rapporto “Il nostro comune futuro” del 1987 (conosciuto anche come “Rapporto Brun dtland” dal nome dell’allora Presidente della “Commissione Mondiale su Ambiente e Svilup po” e attuale Direttore Genera le dell’Organizzazione Mondia le della Sanità) che, nella logi ca di conciliare la crescita eco nomica con l’equa distribuzio ne delle risorse, definisce il con cetto di sostenibilità correlan dolo con quel modello di svi luppo che è in grado di soddi sfare i bisogni della generazio ne presente, senza compromet tere la possibilità che le gene razioni future riescano a sod disfare i propri. Nel Rapporto 7 Salute e sviluppo socio-economico si afferma che “la sostenibilità richiede una considerazione dei bisogni e del benessere umani tale da comprendere variabili non economiche come l’istru zione e la salute…” 8 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 - La Québec Declaration on Eco tourism adottata nel 2002 che sostiene come il turismo costi tuisca un’importante risorsa economica con delle comples se implicazioni di tipo sociale, economico ed ambientale, che possono comportare benefici e costi, anche in termini di salu te, per le popolazioni locali e per l’ambiente. Viene proposto che il turismo sia sempre di più caratterizzato dalla sostenibili tà in modo da consentire la con servazione dell’ambiente e del le tradizioni culturali e contri buire in modo significativo al benessere e alla salute delle popolazioni ospitanti. Le evidenze scientifiche Ci sono voluti parecchi anni per avere la consapevolezza che esisto no delle disuguaglianze nella sa lute e c’è la necessità di affrontar le. Aumentano sempre di più le co noscenze scientifiche sui determi nanti sociali ed economici della salute. La necessità di indirizzare gli sforzi per affrontarli diventa sempre più chiara. Ciò significa occuparsene a livello di sanità pub blica diffondendo la conoscenza del problema. È ormai chiaro che anche nei paesi più ricchi le persone più ric che hanno una speranza di vita maggiore di quelle più povere. Gli stili e le condizioni di vita e di la voro influenzano in modo signifi cativo la salute e la longevità. Con dizioni di povertà portano a peg giori condizioni di salute. Un am biente malsano o un comporta mento insalubre hanno effetti di retti dannosi. Ma anche le preoc cupazioni e le insicurezze della vita quotidiana e la carenza di am bienti di sostegno hanno la loro influenza. Ciascuna persona ha la respon sabilità di alimentarsi in modo cor retto, di svolgere una certa quan tità di attività fisica, di evitare il fumo e di non consumare troppo alcool, tuttavia c’è la consapevo lezza dell’importanza per la salute delle condizioni sociali ed econo miche che molto spesso sono fuo ri del controllo degli individui. Vengono di seguito esposte al cuni aspetti sociali ed economici che hanno un impatto significati vo sulle condizioni di salute: - Livello sociale: Le persone che si trovano ai livelli più bassi del la scala sociale, di norma, han no il doppio della probabilità di contrarre malattie serie e di andare incontro a morte prema tura rispetto alle persone che si trovano ai livelli più alti. Il livello sociale implica che lo svantaggio economico e gli ef fetti dell’insicurezza, dell’ansia e la mancanza di integrazione sociale si riflettano in modo si gnificativo sulle condizioni di salute. Gli svantaggi (povertà, scarsa istruzione, condizioni abitative disagiate, ecc.) han no un effetto cumulativo sulla salute. Favorire buone condizioni di salute significa ridurre i livelli di insuccesso scolastico e l’insicu rezza occupazionale. È dimo strato che i componenti delle società che aiutano i propri cit tadini a svolgere ruoli attivi nella vita sociale, economica e cul turale, sono in complesso più sani di quelli delle società i cui componenti devono affrontare l’insicurezza, l’esclusione e la deprivazione; - Stress: condizioni sociali e psi cologiche negative possono causare stress di lunga durata. L’ansia ricorrente, l’insicurezza, una scarsa autostima, l’isola mento sociale e la mancanza di controllo sul proprio lavoro hanno degli effetti molto im Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 portanti sulla salute. Tali rischi psico-sociali che si accumulano nel corso della vita possono aumentare il rischio di svilup pare malattie mentali o addirit tura portare a morte prematu ra. Nelle scuole, nelle aziende e nelle altre istituzioni, la qualità dell’ambiente sociale è impor tante per la salute tanto quan to quella dell’ambiente fisico. Le istituzioni in grado di offrire un senso di appartenenza e di valorizzare i propri collabo ratori vengono ad essere luo ghi più salubri di quelli dove le persone si sentono escluse e trascurate; - Esclusione sociale e povertà: i processi di esclusione sociale e la povertà hanno un grande im patto sulla salute. È dannosa per la salute non solo la depri 9 Salute e sviluppo socio-economico 10 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 vazione materiale, ma anche quella sociale e psicologica legata alle condizioni di pover tà. Le persone che hanno vis suto gran parte della loro vita in condizioni di povertà relati va (definita dall’Unione Euro pea in termini di metà del red dito medio nazionale) general mente si trovano in pessime condizioni di salute. Gli immigrati, i gruppi etnici minorita ri, i lavoratori stranieri e i rifu giati sono categorie particolarmente vulnerabili in termini di esclusione sociale ed è molto probabile che i loro figli corrano rischi importanti per la sa lute. È poi abbastanza proba bile che le persone malate, disabili, psicologicamente vulne rabili vengano poste ai margi ni delle comunità. Le persone con problemi psichici hanno spesso difficoltà ad avere un’istruzione adeguata o a gua dagnarsi da vivere. Le società che perseguono politi che di uguaglianza mostrano di avere livelli più rapidi di crescita economica e standard di salute più elevati; - Lavoro: numerosi studi effettuati in vari luoghi d’Europa han no dimostrato che la salute di minuisce laddove le persone hanno scarse opportunità di utilizzare le proprie capacità professionali e hanno scarsa possibilità di assumere decisio ni. La mancanza di controllo sul proprio lavoro, in particolare, è fortemente correlata con un aumento del rischio di avere male alla schiena, di sviluppa re malattie cardiovascolari e di aumentare le assenze per ma lattia. È stato dimostrato che questi rischi sono indipendenti dalle caratteristiche psicologi che delle persone osservate, ma dipendenti dalle caratteristiche del luogo di lavoro. Poiché non è accettabile scam biare la salute con la produtti vità, è importante che si creino dei circoli virtuosi: il miglioramento delle condizioni di lavoro porterà ad avere risorse uma ne più sane e ciò condurrà al l’aumento della produttività e così via. L’adeguato coinvolgimento del le persone nell’assunzione del le decisioni porterà conseguen ti benefici in termini di salute, così come una riorganizzazio ne del lavoro che consenta alle persone di avere un maggior controllo sull’attività che svol gono. È dannoso per la salute anche il lavoro che non preve de adeguate ricompense in ter mini economici, di autostima e di status. Vanno infine tenuti in considerazione tutti gli aspetti di miglioramento dell’ergono mia; - Disoccupazione: la disoccupazione costituisce un rischio per la salute. È dimostrato che alti livelli di disoccupazione provocano l’aumento del rischio di morte prematura. Gli effetti sulla salute della disoccupazione sono riconducibili alle conse guenze psicologiche e ai pro blemi finanziari. L’insicurezza del lavoro aumenta la probabi lità di incorrere in patologie mentali (in particolare ansia e depressione) e cardiovascola ri. Anche la qualità del lavoro ha la sua importanza; infatti lavori poco soddisfacenti o poco sicuri sono altrettanto dannosi quanto la disoccupa zione, provocando un maggior numero di assenze per malat tia e un più intenso utilizzo dei servizi sanitari. Tali rischi possono essere con trastati principalmente cercan do di prevenire la disoccupazio ne e l’insicurezza del posto di lavoro; - Trasporti: muoversi a piedi o in bicicletta o utilizzare i traspor ti pubblici fa bene alla salute per quattro motivi: consente di svolgere attività fisica, riduce gli incidenti mortali, aumenta il contatto sociale e contribui sce alla riduzione dell’inquina mento atmosferico. Nonostante i loro effetti dan nosi per la salute i trasferimen ti in automobile stanno aumen tando rapidamente in tutta Eu ropa, mentre quelli a piedi o in bicicletta diminuiscono. Le po litiche pubbliche nazionali e locali devono sforzarsi di con trastare ed invertire questa ten denza. Sono molte le industrie che traggono profitti dall’utiliz zo dell’automobile. Ma come nel ventesimo secolo si sono fatti sforzi per ridurre l’uso di Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 tabacco e il consumo di alcol e droghe, così nel ventunesimo secolo ci si dovrà impegnare a ridurre la dipendenza dall’auto mobile. Il Convegno Sulla base delle considerazioni pre cedentemente esposte si è deciso di organizzare la Giornata di stu dio “Salute e sviluppo socio-eco nomico - Sfide e opportunità per le regioni di montagna” svoltasi il 6 settembre 2002 a Rumo (Valle di Non) presso l’Auditorium comu nale. Gli obiettivi La Giornata di studio aveva una serie di obiettivi che vengono di seguito elencati: - Sensibilizzare gli operatori sa nitari, sociali ed economici a condividere e applicare l’ap proccio intersettoriale. Se è vero che gran parte della salu te è il risultato di politiche rea lizzate in contesti esterni alla sanità, diventa indispensabile diffondere la consapevolezza che molte azioni che perseguo no obiettivi non sanitari han no un loro impatto sulla salu te. È pertanto importante che, sulla base di questa consapevo lezza, si possano instaurare al leanze finalizzate a tenere in considerazione, accanto agli aspetti economici, anche l’im patto sulla salute della popo lazione; - diffondere la conoscenza degli indirizzi strategici che l’Organiz zazione Mondiale della Sanità 11 Salute e sviluppo socio-economico 12 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 ha elaborato e prodotto in me rito a questa tematica; - conoscere alcune esperienze re alizzate in questo campo in al tre regioni d’Europa, per valu tare la possibilità di mutuare alcune indicazioni acquisendo gli aspetti positivi ed evitando gli eventuali errori; - favorire iniziative di cooperazio ne interregionale e transfronta liera in tema di sanità e di pro mozione della salute con regio ni che hanno caratteristiche ge ografiche e demografiche simili a quelle della Provincia di Tren to. - favorire la realizzazione di inizia tive di collaborazione continua tiva fra la Provincia Autonoma di Trento e l’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Salute per gli Investimen ti in Salute e per lo Sviluppo di Venezia, soprattutto per quan to riguarda l’interconnessione fra salute e sviluppo socio-eco nomico nelle aree di montagna. Su questa base la Provincia Au tonoma di Trento ha già stabilito di realizzare alcune importanti ini ziative, quali: - L’adesione al progetto interna zionale dell’Ufficio dell’Ufficio Europeo per gli Investimenti in Salute e per lo Sviluppo dell’Or ganizzazione Mondiale della Sanità di Venezia, denominato “Indicatori sociali ed economici per la salute e lo sviluppo della popolazione”; - La costituzione di un Osserva torio sull’equità nella salute, che nelle sue diverse accezioni vie ne ritenuta come obiettivo al tamente significativo da inda gare e da perseguire anche nel contesto territoriale trentino; - La valutazione della possibilità che il Trentino, in ragione del la sua posizione logistica, pos sa proporsi in futuro come sede di alcune iniziative dell’Ufficio dell’Organizzazione Mondiale della Salute di Venezia, in par ticolare quelle riguardanti le tematiche della salute e della sanità e lo sviluppo socio-eco nomico nelle aree di montagna. I partecipanti all’iniziativa Al Convegno sono stati invitati i Responsabili e i Dirigenti sanitari e amministrativi del Servizio sani tario provinciale, gli Amministra tori locali, le Associazioni impren ditoriali e le Organizzazioni sinda cali. Alla Giornata hanno partecipa to 250 persone. L’iniziativa è stata organizzata dal Servizio Programmazione e Ri cerca Sanitaria della Provincia Au tonoma di Trento con la collabo razione di “Mountain Project” - or ganizzazione che si propone di ri valutare il patrimonio naturale, culturale, artistico e gastronomi co della montagna, la sua flora e la sua fauna, riscoprirne i costu mi, i colori, i sapori come fonti di benessere, analizzarne le immen se potenzialità turistiche ed eco nomiche per uno sviluppo eco-so stenibile - e del Comune di Rumo (Valle di Non). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Carta di Ottawa per la Promo zione della Salute in Punto Omega, n.5/6, Trento, 2001 [2] Colomer, C. and al. - Building Health Public Policies with Tourism and Agriculture as Partners in Leading Edge n.2 - WHO – Regions for Health Network, 1996 [3] Domenighetti, G. – Per una po litica di sanità pubblica cen trata sui bisogni della popo lazione e non su quelli dei ser vizi in Punto Omega n.2/3, Provincia Autonoma di Tren to, Assessorato alle Politiche sociali e alla salute, Trento, 2000 [8] World Health Organization – Health Promotion Glossary – 1998 (www.who.int/hpr/back groundhp/glossary/glos sary.pdf) [9] World Health Organization – Health21: la Salute per Tutti nel 21° Secolo in Punto Ome ga, n.2/3, Provincia Autono ma di Trento, Assessorato alle Politiche sociali e alla salute, Trento, 2000 [10]World Tourism Organization – Québec Declaration on Ecotou rism - 2002 (www.world tourism.org/sustainable/eco tourism2002/eng.pdf) [4] Levin, L., McMahon, L., Ziglio, E. 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L’Europa, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un’Europa allargata: abbiamo, oggi, 51 Paesi che fanno parte della Regione europea dell’OMS: circa 900 milioni di persone, distri buite per circa il 50% nella parte occidentale e per il rimanente 50% nella parte orientale. Pensare ai temi dello sviluppo oggi, in Euro pa, vuole dire parlare anche di pro blematiche di salute e di promo zione della salute. Promuovere la salute significa, infatti, dare valo re aggiunto allo sviluppo econo mico. Se pensiamo in questi ter mini la salute non può essere con siderata come spesa, ma deve es sere ritenuta un investimento. È un investimento necessario se voglia mo continuare a progredire nello sviluppo, che come OMS speriamo, sia caratterizzato da equità e so stenibilità, per ciascuna di queste 900 milioni di persone che popo lano l’area europea. 14 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Oggi è legittimo porsi la doman da - noi come tecnici, voi come operatori sanitari, politici, econo mici, sociali - se sia possibile pro durre contemporaneamente condi zioni di sviluppo e condizioni di salute in Europa. Io penso che le regioni e le co munità di montagna oggi hanno forse opportunità uniche da co gliere ed è su questo che io vorrei concentrare il mio intervento. Quando si parla di salute, nor malmente, si pensa alla malattia e siccome gli inglesi dicono che “un’immagine vale più di mille parole” io vorrei condividere con voi alcune immagini di salute e be nessere, o non salute e non benes sere, scattate da alcuni miei colle ghi all’OMS nel loro lavoro nei Pa esi europei. Quindi lasciamo che le immagini parlino. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 15 Investire in salute 16 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Come avete visto nelle due pagine precedenti ci sono delle immagini in bianco e nero e ci sono immagi ni a colori; noi dovremo comincia re a pensare tutti insieme - chi la vora nella sanità e chi lavora nel settore dello sviluppo economico - a come avere più immagini a co lori oggi in Europa, nei paesi di montagna, e meno immagini in bianco e nero. Le immagini in bian co e nero ci inducono a pensare a come promuovere la salute. Secon do l’OMS “….la promozione della salute è il processo che mette in grado la popolazione di avere più controllo sui determinanti della salute stessa”. Quali sono questi determinanti? Direi che ci sono al meno 4 grandi categorie di deter minanti. Innanzitutto i determi nanti genetici sui quali oggi in Europa, o perlomeno nella parte Nord del mondo, vengono investiti miliardi di dollari. Forse qualcuno di voi - sicura mente chi si occupa di sanità - sa del progetto Genoma, e delle ri cerche che mirano ad avere più conoscenza della struttura del DNA delle persone. Che cosa noi po tremmo prevedere come impatto di questi grandi investimenti? Senz’altro ci saranno degli impat ti interessanti: per esempio sarà possibile fare delle diagnosi e del le terapie più individualizzate per ché conosceremo molto meglio il patrimonio genetico degli indivi dui. Io non sottovaluto questo aspetto, ma di per sé questi gran di investimenti non creeranno con dizioni migliori per la salute, ma piuttosto condizioni migliori per curare. Lasciamo da parte gli aspetti etici (come sapete ce ne sono molti) in cui non mi adden tro. Noi dobbiamo concentrarci su gli aspetti utili a creare condizio ni per la salute e per lo sviluppo, che sono più legate a determinan ti sociali ed economici. L’Organiz zazione Mondiale della Salute ha deciso di aprire una struttura nuo va, per 51 Paesi europei, che si de dichi completamente al tentativo di saperne di più sui determinanti sociali ed economici e a come uti lizzarne l’evidenza scientifica nei processi di riforma dei sistemi sa nitari, nella formazione degli ope ratori sanitari, nella creazione di opportunità di cooperazione e di partnership con altri settori ester ni alla sanità. Questo discorso sul la salute e lo sviluppo, oggi, per l’Europa, è un discorso molto im portante, su cui ci giocheremo gran parte delle opportunità che i nostri figli avranno di vivere una vita in pace, con buone opportu nità di lavoro e buone opportuni tà di vivere in salute. La situazione europea non è, come molti credono, una situazio ne ideale: per esempio nel grafico 1 si possono vedere dei trend, de gli andamenti degli ultimi 30 anni della speranza di vita degli euro pei. La parte verde è la speranza di vita media dei 15 paesi che fan no parte dell’Unione Europea. Que sta parte rossa è la media di spe ranza di vita di tutti i 51 Paesi di cui parlavo prima. Questa parte rossa a trattini è la speranza di vita nei Paesi nati recentemente nell’Est Europa. Vedete i dati importanti: l’Europa, dal punto di vista degli indicatori sanitari, di speranza di vita, alla nascita era molto più omogenea 30 anni fa che non adesso. La speranza di vita di un italiano, di un finlandese e di un ungherese era più o meno la stessa; oggi, invece, ci sono dei grandi squilibri. Ci sono state anche delle situazioni drammatiche; ci sono alcuni Paesi europei dove la speranza di vita è diminuita. Quindi abbiamo di fronte delle grandi sfide per far sì che l’Europa diventi più omogenea, dal punto di vista della salute, e non possiamo immaginarci di avere dei trend più confortanti in Europa pensando solamente a quello che possiamo fare all’interno dei sistemi sanitari locali. Dirò di più, in manieGrafico 1 Speranza di vita degli europei. Andamento degli anni 1970-2000. ra provocatoria: se oggi non riusciamo a lavorare con gli altri settori, e soprattutto a posizionare la salute all’interno delle politiche di sviluppo dei paesi, delle regioni e delle aree locali europee, corriamo il rischio che i sistemi sanitari debbano accudire un numero sempre maggiore di vittime dello svilup po disuguale, non sostenibile, ec cetera. Potrei fornire altri dati, ma già così, in termini generali, pos siamo essere d’accordo sul fatto che oggi sia cruciale pensare in ter mini di salute e sviluppo; questo non è importante solo per l’Euro pa orientale, ma è importantissi mo anche per l’Europa occidenta le. Abbiamo disuguaglianze in fat to di salute anche in Paesi e zone molto ricche; abbiamo disugua glianze che non sono accettabili dal punto di vista sanitario, ma, sempre di più, non saranno accet 060101 +Life expectancy at birth, in years 80 75 70 65 60 1970 1975 1980 Italy Spain EUROPE Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 1985 1990 1995 2000 EU average NIS average 17 Investire in salute 18 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 tabili anche dal punto di vista del lo sviluppo economico. Vorrei adesso fare alcune riflessioni conclusive. La prima considerazione da fare è che oggi le riforme dei sistemi sanitari non possono più concen trarsi solo su problematiche di ac cesso ai servizi, importantissime peraltro, o su come contenere i costi. Il grande dibattito di oggi, in Europa, è come assicurare l’ac cesso ai servizi e contenere i co sti. Oggi le riforme sanitarie do vrebbero essere molto più colle gate ai processi di sviluppo, e chi lavora nella sanità ha tantissimo da offrire, ha competenze specifi che e poi sono disponibili eviden ze scientifiche che dimostrano che aumentando la speranza di vita, soprattutto in condizioni di buo na salute, abbiamo degli impatti molto positivi, in termini di svilup po economico. Quindi ritorno a questo concetto: salute vuol dire investimento, non spesa. La seconda considerazione è che, oggi, nel pensare alla salute e allo sviluppo, siamo confortati da una nuova frontiera, per quan to riguarda la ricerca. Così come abbiamo una nuova frontiera per quanto riguarda la ricerca geneti ca, abbiamo una nuova frontiera in termini di evidenze scientifiche nel campo dei fattori sociali ed economici che possono aiutarci a orientare meglio i nostri investi menti. Vorrei, in modo molto semplice, darvi l’idea, su come utilizzare l’evidenza scientifica, che abbiamo Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 oggi, su come definire modi d’in vestimento per la salute e lo svi luppo, forse un po’ diversi da ciò che normalmente pensiamo e dai criteri che normalmente utilizzia mo. C’è una buona evidenza scienti fica che dice che tutti gli investi menti, provenienti dal settore sa nitario o da altri settori, che raf forzano il capitale sociale, cioè la qualità delle risorse umane che esistono e il rapporto fra risorse umane ed istituzioni, sono ottimi investimenti per creare salute e al tempo stesso per creare sviluppo. Sto parlando degli investimenti che aiutano a diminuire l’esclusio ne sociale, che, purtroppo, in mol ti paesi, sta aumentando; questi sono ottimi investimenti per la salute, ottime condizioni per lo sviluppo economico e, quindi, in vestimenti che ci danno più sicu rezza economica. Gli investimenti che ci aiutano a dare più risorse agli individui, alla collettività, ad esempio risorse per affrontare i grandi processi di cambiamento che viviamo oggi in Europa nelle politiche del lavoro, sono ottimi investimenti per la salute ed otti mi investimenti per lo sviluppo. Penso che i Paesi e le comunità di montagna hanno grandissime op portunità proprio perché il capi tale sociale delle aree di monta gna è notevole. L’ultima cosa che noi vogliamo è che, per decisioni prese o all’in terno del settore sanitario o delle politiche di sviluppo o delle poli tiche del turismo, del lavoro o dei trasporti, questo capitale sociale 19 Investire in salute 20 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 diminiusca, perché se diminuisce avremo tutta una serie di proble mi di natura sociale, di natura sa nitaria e di natura economica. Quindi se questo è un patrimonio notevole dei paesi di montagna e questa è la considerazione che vorrei fare - ne teniamo conto? lo misuriamo? discutiamo su come possiamo rafforzarlo? Sono molto contento che i par tecipanti a questa Giornata di stu dio non provengano solo dal set tore sanitario, ma anche dal mon do delle attività economiche, del le attività imprenditoriali, delle politiche agricole, delle politiche del turismo. Abbiamo un interes se comune a rafforzare questi tipi di elementi che esistono nelle no stre comunità. L’ultima considerazione che vor rei fare è che oggi dobbiamo, da un certo punto di vista, pensare in modo diverso: dobbiamo pen sare alla salute non solamente come assenza di malattia, ma dob biamo anche agire in modo diver so, attraverso investimenti orga nizzati in maniera diversa. Per concludere, le opportunità per la salute e lo sviluppo sono connaturate, connesse alla nostra capacità di creare sinergie fra la salute, lo sviluppo sociale e lo svi luppo economico. Questi tre tipi di sviluppo devo no trovare sinergie, altrimenti avremo problemi in futuro. In generale le amministrazioni statali, regionali e comunali sono organizzate in dipartimenti verti cali, spesso con scarsa capacità di cooperare e di realizzare azioni in tersettoriali. Dobbiamo quindi chiederci se il modo in cui noi sia mo organizzati fa parte del proble ma, per quanto riguarda la salute e lo sviluppo, oppure se potrebbe far parte della soluzione. Forse i paesi di montagna, rispetto agli altri, per le loro tradizioni stori che, hanno sempre dovuto pensa re in maniera intersettoriale. Quin di qui esiste un patrimonio stori co da riconsiderare, da rivalutare. Si può vedere se è possibile avere un’infrastruttura del modo in cui siamo organizzati, che sia più ca pace di creare sinergie in termini di sviluppo sociale ed economico. Le comunità di montagna, for se, hanno elementi e risorse uni che che dovremo cercare di raffor zare, sicuramente di non perdere. Sarà sempre di più un imperativo riuscire a collocare la salute all’in terno delle politiche di sviluppo dei nostri Paesi, delle nostre regio ni e delle aree locali. Erio Ziglio è il Responsabile dell’Ufficio Europeo per gli Investimenti in Salute e per lo Sviluppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Venezia. Determinanti socio-economici della salute Gianfranco Domenighetti Ricondurre alla realtà le attese verso il settore sanitario. Popolazione e società civile iden tificano nella sempre maggiore di sponibilità di strutture, di servizi e di tecnologia medico-sanitaria di diagnosi e di cura il presupposto indispensabile per garantire lon gevità, benessere sanitario ed il cosiddetto "diritto alla salute". Il 90% degli svizzeri ritiene che la salute sia "un completo stato di benessere psichico, fisico e socia le" mentre per soltanto il 10% la salute è uno stato "di assenza di malattia". Se aggiungiamo che circa l'80% della popolazione crede che la me dicina sia una scienza esatta ecco creati i presupposti per una do manda di "salute" potenzialmente "illimitata" che "dovrà" essere sod disfatta da una sempre maggior disponibilità di prestazioni e di servizi medico-sanitari. Questa visione "mitica" dell'ef ficacia della medicina è sostenuta e indotta dai media che general mente ne enfatizzano unicamente i benefici, sottacendo sistematica mente rischi e incertezze nonché Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 le eventuali controversie di tipo scientifico. Inoltre le nuove "opportunità" di medicalizzazione di ogni pro blema legato all'esistenza umana stanno rapidamente crescendo. I progressi della genetica daranno l'opportunità alla grande maggio ranza delle persone di essere de finite quali "ammalati" dando così ai soggetti implicati "considerazio ne etica e morale" ed ai produtto ri e prescrittori di beni e servizi redditi e "autorevolezza" supple mentari. Le grandi multinazionali farmaceutiche hanno un chiaro interesse alla medicalizzazione dei problemi e dei rischi della vita e di avere "an ill for every pill". Tuttavia quando si valutano e si comparano i sistemi sanitari in ter mini di "speranza di vita" delle po polazioni di riferimento si vede che, tra i paesi industrializzati avanzati che da anni garantiscono un accesso equo ai servizi medico sanitari, non esiste nessuna cor relazione tra la spesa e la quantità (e probabilmente anche la quali tà) di benessere socio-sanitario. Questo fatto non deve in effetti sorprendere perché altri fattori, esogeni al settore sanitario in sen so stretto (che ha una funzione essenzialmente "di riparazione") sono più atti a produrre "quantità e qualità di vita" e soprattutto a spiegare tali differenze. I determinanti della salute Ne consegue che il benessere sa nitario di una popolazione dipen de anche, se non soprattutto, da determinanti che di regola sono ri 21 Determinanti socio-economici della salute DETERMINANTI DEL BENESSERE SANITARIO 22 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 PATRIMONIO GENETICO SALUTE CULTURA + CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICA • comportamenti • stili di vita • attitudini SERVIZI SANITARI • prevenzione • diagnosi • cura • riabilitazione AMBIENTE (ECOSISTEMA) D OME/F+bn tenuti estranei o poco influenti sulla "produzione" di quantità e di qualità di vita di una popolazio ne. Essi sono: la cultura 1, intesa in senso lato, la condizione socioeco nomica (fattori che a loro volta in fluenzeranno i comportamenti e gli stili di vita) e l'ambiente inteso come ecosistema. A questi deter minanti il benessere sociosanita rio vanno poi aggiunti il patrimo nio genetico individuale ed infine la disponibilità e l'accesso ad un sistema sanitario "universale" che, come detto, avrà una funzione es senzialmente di tipo "riparatore" (fig. 1). Il contributo relativo dato da ciascuno di questi determinanti alla longevità (raggiungimento dell'età di 75 anni) è stato da più autori stimato. Ad esempio l'im portanza del contributo dato dal settore prettamente sanitario (ge neralmente mitizzato) al consegui mento di questo obiettivo è stato valutato come pari al 10-15%, quel lo del patrimonio genetico tra il 20 e il 30%, il contributo dell'eco sistema al 20%, mentre l'influen za dei fattori socioeconomici, di gran lunga la più importante, è stata stimata tra il 40 e il 50%. Il gradiente socioeconomico risul ta infatti essere probabilmente il più importante fattore esplicativo della quantità di vita (e probabil mente della qualità) e ciò indipen dentemente dall"humus" cultura le in senso lato in cui un indivi duo od una popolazione sono "im mersi". Come avvenne in occasio ne del naufragio del Titanic, ove la sopravvivenza era positivamen te correlata con la classe d'imbar co, così nella società civile coloro che si trovano in una condizione di maggior benessere socioecono Figura 1 mico beneficeranno di una mag giore longevità e quindi avranno tassi di mortalità più bassi (fig. 2). L'abbondanza di studi pubblica ti in questi ultimi anni mostrano senza nessuna ambiguità che l'ine guaglianza socioeconomica porta ineluttabilmente all'ineguaglianza sanitaria . Da qui l'evidenza che tut ta una serie di decisioni politiche e legislative prese in settori non sanitari si ripercuoteranno poi, di rettamente o indirettamente, sul la salute individuale e collettiva degli individui e delle popolazio ni esposte a tali provvedimenti. Ne consegue che ogni decisio ne politica d'importanza che tocca settori cosiddetti "sensibili" come quelli dell'economia, del lavoro, dell'educazione, dei trasporti, del l'ambiente e della protezione so ciale dovrebbe prendere in consi derazione, prima di essere adotta- ta, anche le ripercussioni di tipo sanitario che essa potrebbe com portare. Probabilmente il modello bio medico alla base dell'eziologia del le malattie ha impedito, e tuttora impedisce, di porre le vere priori tà di salute pubblica. Nei paesi industrializzati avan zati le decisioni del ministro delle finanze avranno probabilmente maggiore impatto sulla salute di una popolazione di quelle del mi nistro della sanità. Tuttavia nessu no dei due ministri è disposto ad ammetterlo, come non lo è la po polazione per la quale la salute passa unicamente attraverso sem pre maggiori consumi di prestazio ni medico-sanitarie. Il fatto che la popolazione sia in grado di riconoscere l'influen za sulla salute dei fattori socioeco nomici è un aspetto determinante Figura 2 TITANIC: mortalità dei passeggeri secondo la classe di imbarco SVIZZERA: mortalità per classe socio-professionale (SMR) CLASSE CLASSE I 40% I 64 II 58% II 77 III 68% III 104 IV 124 DOME/F2bn Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 23 Determinanti socio-economici della salute 24 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 al fine del sostegno ad un model lo di sviluppo socioeconomico so stenibile come pure per la defini zione di obiettivi di salute pubbli ca largamente condivisi. Complessivamente, come mo strano i due grafici (fig. 3 e 4), la maggior parte dei residenti in Ti cino non percepisce o addirittura rifiuta di ammettere l’esistenza di una relazione tra le condizioni so cioeconomiche e lo stato di salu te. Ciò vale soprattutto per le per sone giovani, bene formate e in serite fra i quadri intermedi e su- periori, una tipologia di persone che gode generalmente di buona salute e di buona situazione so cioeconomica. L’influsso dell’am biente sulla salute è al contrario ampiamente identificato. Disuguaglianze di salute in Ticino Parallelamente a quanto detto poc'anzi, i dati concernenti il Can tone Ticino mostrano che la salu te non è ripartita equamente tra le diverse classi sociali. In gene rale le persone appartenenti alle ACCORDO/DISACCORDO CON L'AFFERMAZIONE:"L'INQUINAMENTO DELL'ARIA E DELL'ACQUA INFLUISCE NEGATIVAMENTE SULLA SALUTE" TICINO N =1000 100 89,5 80 % 60 40 20 1,5 0 TOTALMENTE O PARZIALMENTE D'ACCORDO NON SO 9 TOTALMENTE O PARZIALMENTE IN DISACCORDO DSS/SEZ.SAN. 2000 ACCORDO/DISACCORDO CON L'AFFERMAZIONE:"CHI HA UN BASSO REDDITO HA GENERALMENTE UNA SPERANZA DI VITA INFERIORE DI CHI HA UN REDDITO ELEVATO" TICINO N=1000 % 100 80 60 40 63,3 32,1 20 4,6 0 TOTALMENTE O PARZIALMENTE D'ACCORDO DSS/SEZ.SAN. 2000 NON SO TOTALMENTE O PARZIALMENTE IN DISACCORDO Tabella 1 Stato soggettivo di salute Il 68.4% dei soggetti della classe sociale inferiore giudica “buono” o “molto buono” il proprio stato di salute, la classe superiore raggiunge l’88.8%. Problemi psichici e fisici da + di 1 anno La percentuale raddoppia dalla classe sociale superiore (10.1%) alla classe sociale inferiore (27.2%). Insonnia Il 16.5% dei soggetti della classe sociale inferiore segnala di soffrire molto spesso di questi disturbi contro la metà nella classe superiore (7.3%). Obesità Nella classe sociale inferiore la percentuale di obesi risulta più alta (10.6%) che in quella più elevata (6.2%). Consultazioni mediche L’85,6% degli appartenenti alla classe sociale inferiore, durante i 12 mesi precedenti l’inchiesta, ha effettuato almeno una visita medica contro il 76,3% per coloro che appartengono a quella superiore. Ospedalizzazione Il 16.2% delle persone appartenenti alla classe sociale inferiore riferiscono di essere state ospedalizzate nel corso dell’anno precedente, mentre la classe sociale superiore denuncia una percentuale del 6.1%. La durata della degenza ospedaliera è inoltre più breve per le persone appartenenti alla classe sociale superiore. Consumo di farmaci Nella classe sociale superiore meno di 1 persona su 3 (30.7%) ha consumato medicine nella settimana precedente l’inchiesta. La percentuale aumenta per la classe media (42.3%) per raggiungere quasi 1 persona su 2 per la classe sociale più disagiata (48.9%). Un’analisi più specifica mostra che questa tendenza è soprattutto presente nelle donne. Consumo di sonniferi e tranquillanti Se si considera l’assunzione di almeno un sonnifero o un tranquillante nella settimana precedente l’indagine, la differenza fra i ceti sociali risulta estremamente marcata. Nella classe sociale più bassa, il consumo di queste sostanze è 4 volte superiore (16.9%) al consumo della classe più agiata (3.9%). Figura 3 Figura 4 classi più disagiate si trovano in condizioni di vita che non favori scono la promozione del benesse re sanitario. I rapporti fra inegua glianza sociale e salute costitui scono pertanto un tema d'attuali tà. La ragione principale risiede so prattutto nell'accentuarsi delle dif ferenze di reddito, di precarietà e di insicurezza tra le diverse classi sociali. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Che fare? Tra i vari livelli d'intervento gene ralmente riconosciuti in sanità, la prevenzione è spesso evocata (più a livello di principi che di azione concreta) come particolarmente efficace poiché essa dovrebbe agi re sulle condizioni che determine ranno il malessere sanitario. L'unica forma di prevenzione pri maria sarà in questo caso rappre 25 Determinanti socio-economici della salute 26 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 sentata dall'azione politica inter settoriale (interministeriale) che miri a valutare "ex-ante" l'impat to sanitario delle decisioni, delle legislazioni e delle politiche pub bliche che si intendono adottare, attinenti i settori "sensibili" dian zi citati. Sarà ad esempio preven zione sanitaria vegliare che le de cisioni che influiscono sull'orga nizzazione e sulle forme di lavoro promuovano anche il benessere sanitario dell'uomo e non solo il benessere economico dell'azienda. In questo ambito il Cantone Ti cino ha programmato un duplice intervento, uno a livello culturale e l'altro a livello politico. Queste misure sono già state approvate ed inserite nel piano strategico per lo sviluppo cantonale (Rapporto al Parlamento sul secondo aggiorna mento delle linee direttive e del piano finanziario 2000-2003 del Governo del Cantone Ticino). Il primo intervento è stato orientato all'empowerment della popolazione e concretizzato in giornate di sensibilizzazione sui determinanti eco-socio-economici della salute. Il secondo intervento è orien tato all'azione politica intersetto riale a livello governativo intesa a considerare l'impatto sulla salute dei determinanti economici, sociali ed ambientali. La Valutazione d'impatto sulla salute (VIS per semplicità) è lo strumento indivi duato per tradurre questa nuova visione in politiche pubbliche "sane" e sostenibili. Poiché, come abbiamo visto, la salute è una variabile multidimen sionale, la VIS si presenta come una combinazione di metodi d'in dagine il cui scopo è la valutazio ne di un provvedimento (una po litica, una legge o una decisione) per individuarne i potenziali be nefici oppure rischi in termini di salute. Questa multidimensionali tà rappresenta la reale sfida nell'applicazione corretta di questo approccio. Oggi, infatti, ancora non esiste un "pacchetto” analiti co standard e una guida pratica per la realizzazione delle valuta zioni d’impatto sulla salute. In par ticolare, non esistono strumenti che consentano la selezione (scre ening) automatica dei provvedi menti che senz'altro necessitano di un’approfondita valutazione quan to al loro reale o potenziale im patto sulla salute. Un'ampia com petenza su temi economici, sociali ed ambientali è necessaria per sta bilire se un provvedimento da adottare sia rilevante per il benes sere sanitario della popolazione. Dati questi limiti, sarà sperimen tato un approccio pragmatico in base al quale: 1. lo screening è affidato a un Gruppo di Coordinamento In terdipartimentale (composto dai rappresentanti dei 5 dipar timenti che compongono la pubblica amministrazione del Canton Ticino), che dovrebbe anche stimolare l'intersettoria lità delle politiche pubbliche già in fase propositiva; 2. i progetti di decisione presen tati al Governo sono accompa gnati da un primo rapporto, ela borato sulla base della lettera tura scientifica disponibile ed eseguito dall'unità competente di salute pubblica, che indivi dua il potenziale impatto sulla salute del provvedimento che si intende adottare e propone, se del caso, le modifiche necessa rie oppure l'adozione di misure di "accompagnamento" come pure il monitoraggio dei possi bili effetti; 3. al Governo compete la decisio ne finale se accogliere le racco mandazioni; 4. se la decisione finale compete al Parlamento il rapporto d'im patto accompagnerà il provve dimento. Nel contempo, anche in collabo razione con enti esterni al Canto ne Ticino, proseguirà il perfezio namento degli strumenti della Va lutazione d'impatto sulla salute, primi fra tutti quelli per la stan dardizzazione della procedura di screening e di monitoraggio, con lo sviluppo di griglie d'analisi e di indicatori della qualità di vita. NOTE 1 Ad esempio, la “cultura” medi terranea, legata essenzialmente a fattori alimentari e climatici, con cede una “rendita” di partenza in termini di speranza di vita ai po poli del sud dell’Europa di circa 3/ 4 anni rispetto a quelli del nord e ciò indipendentemente dall’effi cienza e dall’efficacia dei servizi sanitari Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Coulter A. Evidence-based pa tient information. British Me dical Journal 1998;317:225 226 [2] Grilli R, Freemantle N, Minozzi S, Domenighetti G, Finer D. Mass media intervention may influence health services use (Cochrane Review). 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Gianfranco Domenighetti è Direttore della Sezione sanitaria del Canton Ticino, Docente di economia e politica sanitaria presso le università di Losanna e Ginevra Sviluppo economico e sociale in Slovenia: il Progetto Mura Jo•ica Maucec-Zakotnik, Bojanka Š tern, Tatjana Bu•eti Obiettivi, ambiti di intervento e risultati di un’iniziativa di sviluppo intersettoriale nella regione di Pomurje. È ormai ben noto che le condizio ni sociali ed economiche svolgo no un ruolo fondamentale nel de terminare la qualità del nostro sta to di salute. In altre parole, gli in dicatori economici e sociali, la mortalità e l’aspettativa di vita sono strettamente correlati. Altret tanto si può affermare per quanto riguarda la morbilità e i fattori re lativi a condizioni di vita poco sa lubri. Le persone che hanno un basso grado di scolarizzazione, coloro che si trovano in fondo alla scala sociale, che sono disoccupati, che non partecipano ai processi deci sionali e che sono esclusi dalla par tecipazione sociale si trovano ad avere uno scarsissimo stato di sa lute, si ammalano più di frequente delle patologie tipiche della socie tà del benessere (malattie cardio vascolari, cancro, diabete, obesi tà, stati depressivi, ecc.), hanno una maggiore frequenza nell’as senza dal lavoro e sono maggior mente esposti ai rischi rispetto a coloro che godono di un maggio Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 re livello d’istruzione e benessere economico. Lo stato di salute e lo sviluppo economico e sociale sono pertan to strettamente correlati. L’idea di migliorare la salute pubblica come auspicato dall’Organizzazione Mon diale della Sanità (OMS) è stata svi luppata sulla base dei suddetti ri scontri, che sono universalmente riconosciuti, e sul fatto che gli in dicatori di salute dipendono solo in ristretta misura dalle conside razioni di natura prettamente “me dica”. Per questo motivo l’impor tanza di disporre di un sistema sanitario di alta qualità, efficiente e ampiamente accessibile, risulta meno rilevante; pur tuttavia que sto implica che il sistema sanita rio debba garantire la possibilità di migliorare lo stato di salute in tutti gli ambiti sociali e a diversi livelli. La sfida consiste pertanto nell’individuare le possibilità di svi luppo che contribuiscono a miglio rare la salute pubblica e del sin golo migliorando contemporanea mente la qualità di vita. La Slovenia e gli sloveni La Slovenia ha una superficie di 20.273 chilometri quadrati e si estende tra la catena delle Alpi, il mare Adriatico e la pianura Pan nonica. Pur avendo una limitata dimensione geografica essa rap presenta il punto di convergenza di tre diverse tipologie di paesag gio: l’ambiente alpino, quello me diterraneo, quello pannonico e di narico, ognuno con caratteristiche proprie e unic he. Vi sono 29 dito pro capite e il relativo valore aggiunto sono molto inferiori alla media nazionale slovena 2; nel 2000, il tasso di disoccupazione nella popolazione attiva era pari al 17.7%2, il livello di scolarizza zione è inferiore alla media e la mortalità nel 1996 era del 25.4% in più rispetto alla media nazio nale3-5. Le più frequenti cause di morte sono le malattie cardiova scolari, il cancro, gli incidenti, l’av velenamento ed il suicidio, le ma- 1.965.986 abitanti (statistiche del 1991) e la lingua nazionale è lo sloveno. Vi sono due zone bilin gui (ad est e ad ovest) ove vivono rispettivamente le minoranze di lin gua italiana e ungherese. La den sità di popolazione è pari a 98 abi tanti per kmq.1 Slovenia: il Progetto Mura Una regione pilota Pomurje si trova nel nord-est del paese ed è la regione maggiormen te sfavorita della Slovenia: il red 30 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 0. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Regione SLOVENIA NOVO MESTO LUBIANA KRŠKO CAPODISTRIA NOVA GORICA VELENJE KRANJ TRBOVLJE CELJE POSTUMIA MARIBOR DRAVOGRAD MURSKA SOBOTA Regioni Central Slovenia Coastal-Carst Gorenjska Goriška Savinjska Jugovzhodna Pomuršk Notranjsko Kraška Podravska Koroška Posavska Zasavska Slovenia (97) EUR 21,288 24,808 24,558 24,421 22,978 22,169 20,413 19,848 19,219 18,070 17,887 17,810 16,502 14,770 Health PIL in Determinant talleri Index sloveni (1996) (1997) 1.886.000 0,872 Indice 00/99 104.0 104.5 102.2 133.0 103.8 104.2 105.4 106.2 102.1 103.0 109.2 103.2 102.6 100.4 Indici Speranza di vita M+F (1997) 9,5 74,5 Tasso di disoccup. (2000) INDICE 100 116.51 115.34 114.70 107.92 104.12 95.87 93.24 90.38 84.87 84.00 83.66 77.50 69.36 Speranza di vita Maschi (1997) 70,7 Speranza di vita Femmine (1997) 78,0 Anni di scuola (1991) 9,9 1.507.000 1.356.000 1.446.000 1.375.000 1.430.000 1.136.000 1.253.000 0,860 0,848 0,851 0,838 0,840 0,819 0,840 9,4 10,4 6,4 13,9 10,9 17,7 11,1 75,5 73,9 74,4 72,5 71,9 72,1 74,1 71,7 70,0 70,0 68,5 67,2 67,6 69,5 79,4 77,6 78,6 76,3 76,5 76,4 78,6 9,3 9,2 8,9 8,9 8,5 8,7 8,7 1.208.000 1.272.000 1.266.000 1.205.000 0,828 0,835 0,829 0833 0,864* 19,2 10,8 13,9 15,7 72,1 72,7 71,4 71,9 68,0 68,5 67,4 67,2 75,9 76,9 75,3 76,3 9,2 8,7 8,5 8,8 Tab. 1 Valore aggiunto per occupato Fonte: Indici finanziari della Camera di Commercio slovena per l’anno 2000 Tab. 3 Mortalità standardizzata per età per 100.000 abitanti per alcuni Stati europei (anno 1997) Tab. 2 Alcuni indici relativi allo sviluppo umano nelle statistiche relative alle 12 regioni della Slovenia tra il 1991 e il 2000 Tab. 4 Andamento del tasso di mortalità nelle Regioni sanitarie della Slovenia (1996 2000) Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 lattie respiratorie e gastrointesti nali6. I giovani iniziano a fumare ed a consumare alcol assai preco cemente. Risulta evidente dalla Tabella 3 che la mortalità standardizzata per età in Slovenia è superiore ai va lori relativi ai paesi dell’Europa oc cidentale. Questo dato è ancor più allarmante quando si osservano i dati relativi alle differenze esistenti all’interno della Slovenia (vedi Ta bella 4). I dati sono tratti dalle sta tistiche pubblicate dall’Istituto na zionale di sanità pubblica8-12. Obiettivo generale del Progetto MURA Lo scopo del progetto consiste nell’identificare, sviluppare, attuare e potenziare le migliori pratiche nel- l’ambito dello sviluppo sociale, economico ed ambientale per mi gliorare la salute e la qualità di vita degli abitanti della regione di Po murje. L’obiettivo del progetto MURA è valutare in che misura è possibile utilizzare la salute come potenzia le di sviluppo economico nella re gione e viceversa: lo sviluppo qua le base per una salute migliore7. Obiettivi specifici del progetto 1. Diffondere le conoscenze rela tive ai determinanti economici, sociali e comportamentali del la salute e qualità di vita; 2. Sensibilizzare e responsabiliz zare le persone relativamente alla loro salute e prepararle ad Mortalità standardizzata per età Cause di morte Tutte le cause Malattie cardiovascolari Tumori Cause di morte esterne Regione sanitaria Celje Nova Gorica Koper Kranj Ljubljana Maribor Murska Sobota Novo Mesto Ravne Slovenia 856,6 338,0 709,7 355,7 616,1 175,6 724,1 323,8 702,4 249,0 Gran Bretagna 737,0 292,1 218,6 83,2 182,3 48,4 187,8 59,9 189,4 38,3 204,6 29,2 198,1 28,5 Tasso di Mortalità 1997 1998 1999 10,16 10,17 9,92 10,63 11,11 9,90 9,78 10,27 9,70 8,34 8,53 8,92 8,85 8,83 8,90 10,27 10,01 10,00 11,63 11,52 11,70 9,18 9,86 9,74 8,63 8,52 8,48 9,56 9,64 9,57 2000 9,60 10,60 9,48 8,32 8,77 10,10 11,10 9,33 8,64 9,40 Slovenia Austria 1996 10,30 9,90 8,90 8,30 8,80 10,10 12,00 9,20 8,30 9,40 Francia Germania Olanda 31 3. 4. 5. 6. Slovenia: il Progetto Mura 7. 32 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 8. agire di conseguenza avviando programmi di promozione del la salute; Migliorare lo stato degli indi catori di salute e la qualità di vita degli abitanti della regio ne di Pomurje; Individuare le risorse naturali, imprenditoriali e umane pre senti nella regione; Identificare ed eliminare i prin cipali ostacoli al progresso so ciale, economico e di salute del la regione; Migliorare la rete di istituti pro fessionali ed universitari nella regione; Ridurre i fattori ambientali ne gativi nella regione; Favorire lo sviluppo economi co e sociale promovendo e so stenendo programmi e partena riati strategici nella regione. Ambiti d’intervento Sono stati individuati sette ambi ti generali di intervento che sono in diversa misura fra loro collega ti nell’ambito del progetto. Agricultura e Turismo La riforma agricola locale e la pre vista produzione di alimenti sani prodotti secondo metodi eco-com patibili (prodotti orto-frutticoli, piccoli frutti, corrette pratiche zoo tecniche, ecc.) in funzione della domanda del mercato locale e na zionale consentiranno di coinvol gere gli agricoltori locali nel pro cesso di sviluppo della regione. Grazie alla produzione di alimenti sani, gli agricoltori possono avvia re dei rapporti di collaborazione nel settore del turismo (vi sono quattro centri termali ed altre strutture turistiche) per lo svilup po e la messa a disposizione di nuovi prodotti turistici (sani pro dotti locali e corretta alimentazio ne). In tal modo è possibile dare valore aggiunto ad agricoltura e turismo, creando dei partenariati finalizzati allo sviluppo. Allo stes so modo è possibile coinvolgere l’industria di trasformazione ali mentare per la produzione di ali menti più sani. La salute (nella forma di alimenti sani e di un am biente più favorevole alla salute) può divenire il principio ispirato re dell’offerta turistica (eco/agri turismo). Il settore dell’agricoltu ra e quello del turismo possono divenire partner, con la firma di accordi, la pianificazione della pro duzione, garantendo l’approvvi gionamento ai mercati. Il rappor to di collaborazione deve essere oggetto di accordi ed inserito in un processo di pianificazione. Le possibili eccedenze possono esse re smaltite sui mercati nazionali e presso le stazioni termali che si trovano all’esterno della regione (in virtù di specifici accordi). Istruzione, Conoscenze, Ricerca La regione di Pomurje presenta la più bassa percentuale di studenti per 100 abitanti e non esistono istituti per l’istruzione universita ria (istruzione terziaria). E’ fonda mentale attirare nuovi “cervelli” nella regione per impedire la fuga di quelli esistenti e favorire lo sviluppo della regione. Saranno attuati interventi per favorire ul teriori opportunità di sviluppo, ad esempio sviluppando adeguate fi gure professionali nell’ambito di agricoltura, trasformazione ali mentare, turismo e ristorazione collettiva, creando i necessari isti tuti formativi che saranno soste nuti dalle attività di ricerca di base. Ambiente sano e salute La regione di Pomurje è esposta a diverse minacce ambientali a cau sa delle pratiche di agricoltura in tensiva e alla inadeguatezza delle misure di tutela dell’ambiente. L’adozione di pratiche di produzio ne alimentare rispettose dell’am biente consentiranno di tutelare l’ambiente e la salute degli abitan ti. Sono inoltre necessari interventi di ripristino ambientale. È assolutamente necessario che siano migliorati i rapporti con i cit tadini e sia attuato un maggiore Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 scambio di informazioni per ovvia re allo scarso interesse da parte dei potenziali partner e della po polazione in generale. L’Istituto regionale di sanità pubblica (ZZV), che abbisogna di un potenziamen to professionale, e l’Agenzia di svi luppo regionale MURA possono e devono svolgere un ruolo chiave a tale fine. Nuove opportunità occupazionali La disoccupazione rappresenta un grave problema nella regione di Pomurje. Grazie allo sviluppo di nuove opportunità nell’agricoltu ra e nel turismo i disoccupati han no avuto nuove possibilità occu pazionali. La regione ha una forte tradizione nell’ambito del turismo e lo sviluppo di nuovi prodotti in tale settore potrebbe migliorare il livello occupazionale ed offrire nuove opportunità. E’ pertanto estremamente importante defini re nuovi programmi di istruzione e formazione scolastica per svi luppare i relativi profili professio nali. Come dare nuova vita al patrimonio culturale La regione di Pomurje vanta un ric co patrimonio culturale ed ha ca ratteristiche etnologiche di gran de interesse, con una vita cultura le di grande modernità e vivacità. È pertanto importante potenziare queste caratteristiche nell’ambito del mercato turistico e in altri mer cati, per ampliare l’offerta turisti ca aggiungendo valore a essa e all’offerta locale. 33 Slovenia: il Progetto Mura Promozione della salute L’Istituto di sanità pubblica può svolgere un ruolo importante nel la gestione del progetto. Nello stesso tempo è principalmente chiamato a promuovere program mi di promozione della salute a di versi livelli: sul territorio, presso le scuole e gli istituti pubblici, ecc. 34 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 I partner del progetto Il progetto richiede l’esecuzione di complesse attività ed il coordina mento di diversi partner e istitu zioni, a livello centrale e regiona le. Il Governo sloveno ha costitui to la Commissione nazionale di progetto per il coordinamento a livello interministeriale. È in fase di costituzione la Commissione re gionale di progetto. Numerose organizzazioni gover native e non governative sono sta te invitate a collaborare al proget to: ognuna di esse contribuirà in funzione della propria posizione, capacità ed interessi. Le autorità locali, l’Istituto regionale di sani tà pubblica, il Centro per l’assi stenza sanitaria primaria e l’Ospe dale, il Servizio nazionale e regio nale per l’occupazione, numerosi organismi ed associazioni nel tu rismo e nell’agricoltura, i dirigen ti dell’Istituto professionale turi stico ed alberghiero, i responsa bili del settore del turismo terma le e altri partner sono stati coin volti in questo intervento. Sono stati individuati i partner a livello internazionale, nazionale e locale e a questo elenco saranno aggiunti altri nominativi in futu ro (tab. 5). Risultati - La Dichiarazione di intenti sul la cooperazione è stata sottoscritta dai più importanti ope ratori commerciali e politici della regione. Il Progetto “Vita sana – Healthy Living” è stato attuato nel comune di Beltinci; - i primi interventi del progetto Mura sono iniziati nel mese di giugno 2001 con un seminario locale su salute e sviluppo; - è stato attuato il programma nazionale per la riduzione del rischio di malattie croniche non trasmissibili e lo screening dei gruppi esposti a maggiore ri schio; - è stato costituito il Consiglio nazionale intersettoriale di pro getto (che coinvolge il Ministe ro del lavoro, famiglia e affari sociali, il Ministero dell’Istruzio ne, scienza e sport, il Ministero dell’Economia e il Ministero del l’agricoltura, foreste e produ zione alimentare) per favorire ed ottimizzare le attività di pro getto; - sono stati siglati accordi di par tenariato fra alcune aziende tu ristiche ed i titolari di aziende agricole; - è stato costituito un Comitato d’intervento (Initiative Board) per la creazione di un Istituto professionale turistico-alber ghiero; - si sono tenuti diversi incontri informativi con la popolazione locale; - sono stati avviati alcuni impor tanti progetti collaterali, quali ad esempio l”Iniziativa per la Tab. 5 I Partner del progetto Partner locali Istituto regionale di sanità Partner nazionali Ministero della Salute Agenzia di sviluppo regionale CINDI Slovenia Centri ed Agenzie per lo sviluppo locale Ministero dell’Economia Sindaci Camera dell’Agricoltura Servizio di sviluppo agricolo Organismi per il turismo locale Federazione Turismo di Pomurje ONG Agenzia regionale per l’occupazione Istituti per l’istruzione Parco regionale di Goriko Centri per il turismo termale Associazione Agriturismo OMS Esperti nell’ambito della salute pubblica di diversi paesi Esperti internazionali in altri campi Agenzia della Repubblica slovena per lo sviluppo regionale Ministero per l’Agricoltura, le foreste e la produzione alimentare Ministero dell’A mbiente Ministero per l’Istruzione, la ricerca e lo sport Ministero della Cultura Università di Lubiana Istituto per lo Sviluppo Sostenibile Organizzazione delle Aziende agricole ecologiche ONG Servizio per lo sviluppo agricolo ecologico di Maribor produzione di alimenti sani e sicuri nella regione di Pomurje”, “Sana alimentazione nella re gione di Pomurje”, “Turismo e Salute”, e un progetto per ri durre il numero di incidenti sul lavoro in agricoltura e per mi Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Partner internazionali gliorare la sicurezza del traffi co dei mezzi agricoli; - valutazione di impatto sulla sa lute – OMS-Slovenia. Problemi Nella fase iniziale del progetto si 35 Slovenia: il Progetto Mura 36 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 è immediatamente riscontrata una scarsa disponibilità di personale qualificato per lo sviluppo e l’at tuazione degli obiettivi progettuali a livello regionale. La mancanza di una tradizione di partenariato stra tegico nella regione e la presenza di interessi diversi e a volte incom patibili rendono difficile il coin volgimento dei diversi settori. Un altro problema è costituito dalla bassa propensione al cambiamen to a livello nazionale e locale e la grande complessità del progetto. L’attuazione del progetto dipende dall’esperienza e dalle risorse fi nanziarie disponibili, che sono li mitate. Si lamenta inoltre l’incom pletezza della metodologia per la valutazione dell’impatto sanitario. Know-how ed esperienze La metodologia di base del pro getto consiste nel creare dei par tenariati strategici per potenziare le forze economiche e migliorare la salute pubblica, le condizioni sociali e la qualità di vita degli abitanti della regione di Pomurje. L’esperienza raccolta è ancora li mitata, ma si effettua comunque un attento monitoraggio delle di verse attività. Inizialmente è sta to espresso notevole scetticismo a differenti livelli e da parte di sog getti diversi. Molti di loro però ora partecipano attivamente al proget to. Tutti i partner sottolineano che sarebbe possibile fare molti pro gressi educando e motivando le persone e le aziende a collabora re. Una “conditio sine qua non” per un efficace intervento consiste nell’individuare e “collegare” i partner che condividono interessi comuni. E’ inevitabile che i part ner abbiano diversi interessi eco nomici che vanno rispettati, ed è necessario stimare e monitorare at tentamente l’impatto ambientale e sanitario degli interventi proposti. E’ allo stesso modo fondamentale per il buon esito del progetto po ter disporre del sostegno degli organismi di governo. Occorre sottolineare che è ur gente costituire partenariati stra tegici per conseguire effetti siner gici, prestando nello stesso tem po attenzione alla valutazione del l’impatto di politiche, programmi e progetti. È inoltre importante effettuare il monitoraggio conti nuo dell’impatto sull’ambiente e sulla salute. È indispensabile ottenere infor mazioni sugli interessi strategici dei potenziali partner, mantenere una comunicazione reciproca ed intervenire per motivare i sogget ti coinvolti al fine di predisporre programmi concreti che devono essere prima sottoposti alle valu tazioni di impatto ambientale e sanitario, coinvolgendo i mass media e le autorità locali. Qualora siano individuati osta coli “sistemici” sarà attivato l’in tervento del Consiglio governati vo interministeriale di progetto in collaborazione con il Consiglio in tersettoriale locale di progetto. Il ruolo di quest’ultimo sarà proba bilmente assorbito dall’Istituto per la sanità e lo sviluppo sostenibile di Pomurje. Il progetto Mura è infatti un pro getto di sviluppo di natura inter settoriale, che coinvolge diversi Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 settori e, se correttamente attua to, esso può offrire numerose op portunità di sviluppo sociale ed economico e di miglioramento del la salute nella regione di Pomurje. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E ALTRE FONTI [1] Ufficio Statistico della Repub blica Slovena [2] Murn A, Kmet R. ur. Porocilo o razvoju 2002. Ljubljana, Urad za makroekonomske analize in razvoj, 2001 [3] Han•ek M, ur. Porocilo o clo vekovem razvoju Slovenija 1998. Ljubljana, Urad za makroekonomske analize in razvoj, 1998:109 [4] Han•ek M, ur. Porocilo o clo vekovem razvoju Slovenija 1999. Ljubljana, Urad za makroekonomske analize in razvoj, 1999:118 [5] Han•ek M, ur. Porocilo o clo vekovem razvoju Slovenija 2000- 2001. Ljubljana, Urad za makroekonomske analize in razvoj, 2000:135 [6] Šelb J, Kravanja M. Umrljivost. Zdrav Var, 2000; 39 (Suppl 2): 5- 18 [7] Maucec- Zakotnik. Investment into health and development. Ljubljana, Project proposal. Ministry of Health 2001 37 [8] Zdravstveni statisticni letopis, Slovenija 1996. Zdrav. Var, 1997; 36 (Suppl 4): 458 [9] Zdravstveni statisticni letopis, Slovenija 1997. Zdrav. Var, 1998; 36 (Suppl 1): 338 [10]Zdravstveni statisticni letopis, Slovenija 1998. Zdrav. Var, 1999; 36 (Suppl 1): 360 [11]Zdravstveni statisticni letopis, Slovenija 1999. Zdrav. Var, 2000; 36 (Suppl 1): 380 Slovenia: il Progetto Mura [12]Zdravstveni statisticni letopis, Slovenija 2000. Zdrav. Var, 2001; 36 (Suppl 1): 397 38 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 [13]OMS, Ufficio Regionale per l’Europa. Data-base statistico “Health for all” (Salute per tutti). Copenhagen 2000 [14]Nacionalni program zdrav stvenega varstva Republike Slovenije- Zdravje za vse do leta 2004. Ur. List RS, 2000; 10 (49): 6650- 6677 [15]Belovic B. Zdravje, zdravstve no stanje in zdravstveno var stvo. Porocilo o stanju v Po murju za posvet v okviru projekta 'Mura'. Ministrstvo za zdravje, 2001:11 Jo•ica Maucec-Zakotnik è il Segretario di Stato per la Salute della Repubblica di Slovenia; Bojanka Štern, CINDI, Slovenia; Tatjana Bu•eti, Istituto Regionale di Sanità Pubblica, MursKa Sobota, Slovenia Turismo termale e del benessere: potenzialità per le regioni montane Christian Lunger Domanda di salute e turismo come nuovo ambiente competitivo per le regioni europee. Le potenzialità del turismo termale e del benessere nelle regioni montane e la risposta strategica dell’Austria. “Slides” della relazione al convegno. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 39 Austria: turismo termale e del benessere 40 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 41 Austria: turismo termale e del benessere 42 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 43 Austria: turismo termale e del benessere 44 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Christian Lunger è coordinatore del Progetto “Wellbeing Destination of Europe”. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 45 La sanità nel Land Carinzia Peter Ambrozy Punti di forza e problemi aperti. Sono il Vicepresidente del Land della Carinzia, e sotto la mia re sponsabilità diretta c’è il settore della Sanità e degli Ospedali, che consistono in 11 strutture, di cui 5 sono ospedali regionali. Vorrei innanzitutto toccare alcu ne problemi fondamentali che ri guardano la sanità. Le questioni fondamentali, secondo il mio pa rere, sono quattro: - Come vengono distribuite le ri sorse economiche? - Qual è il rapporto tra costi e qualità delle prestazioni sani tarie offerte? - Come vengono distribuite que ste prestazioni sanitarie nelle varie classi sociali? - Quale significato riveste il set tore della sanità, in quanto fat tore economico e fonte di red dito? Il politico si chiede a quali am biti della vita sociale venga con ferita più o meno priorità, se si spenda troppo o troppo poco per le prestazioni sanitarie rispetto ad altri servizi, e come si ripartiscono 46 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 le spese. Anche in Austria questo dibattito viene condotto in modo molto intenso e quindi anche in Ca rinzia, anche se si tratta, preva lentemente, di una questione che riguarda gli economisti sanitari. Nonostante spesso si tenda a cri ticare l’ammontare della spesa sa nitaria, devo dire che le nostre uscite per la sanità ammontano all’8% del PIL. Diamo accesso a tut ti i tipi di servizi sanitari pratica mente alla totalità della popola zione. Per fare un confronto con gli altri Paesi, si ricordi che gli USA spendono il 14% del loro PIL, of frendo l’assistenza sanitaria solo alla metà circa della popolazione. Dunque è molto importante, anche da un punto di vista socio econo mico, chiedersi, innanzitutto, chi usufruisca di queste prestazioni e per quali persone le prestazioni stesse vengono erogate. In altre parole, dobbiamo chiederci: come si distribuiscono le risorse? Infat ti, se consideriamo la sanità solo dal punto di vista dell’economia di mercato, dal punto di vista del business, c’è il rischio che possa accedervi solo chi può permetter selo, e non magari chi più ne ha bisogno. In Carinzia abbiamo sviluppato un sistema sanitario e ospedalie ro vicino ai pazienti che tiene con to delle loro esigenze, che consente di offrire alla popolazione presta zioni mediche, ospedaliere e am bulatoriali. Quindi il nostro è un sistema sanitario aperto a tutti i ceti della popolazione, indipen dentemente dalla loro situazione economica. Noi possiamo garanti re queste prestazioni, non solo a livello di unità centrali ma anche nelle singole Regioni, proprio per una scelta meditata di politica sa nitaria. In Carinzia, presso gli ospedali sono occupati 1.200 medici, e 5.300 fra infermieri, tecnici e ad detti ai laboratori. Inoltre altre 2.600 persone sono occupate nel settore economico degli approvvi gionamenti. Dunque le strutture ospedaliere danno lavoro a circa 9.000 persone, distribuite in tut ta la regione. L’aspetto economico è fondamentale, soprattutto per ché ci consente di garantire posti di lavoro e di offrire anche buone possibilità occupazionali ai giova ni. Per quanto riguarda il numero degli occupati volevo ricordare an che che vi sono circa 900 medici che hanno il proprio ambulatorio in Carinzia. Come oggi anche per Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 il futuro sarà importante il miglio ramento della qualità delle presta zioni - ma non dobbiamo dimenti care aspetti come la redditività e la solidarietà. Solo un sistema sa nitario ben funzionante, aperto a tutti i ceti della popolazione, che realmente si basa sul principio della solidarietà, può sopravvive re. Questo significa che tutti con tribuiscono al finanziamento del sistema sanitario, secondo le pro prie capacità e che le prestazioni del sistema sanitario sono aperte e a disposizione di tutti, indipen dentemente dalla situazione eco nomica, personale o familiare. Solo così è possibile avere un si stema sanitario capace di garanti re anche uno sviluppo equilibrato a livello regionale. Questo sistema sanitario si sta espandendo: la Carinzia ha buoni rapporti con il Friuli Venezia Giu 47 La sanità nel Land Carinzia 48 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 lia e con la Slovenia, che presto entrerà a far parte dell’Unione Eu ropea. Noi quindi abbiamo deciso di guardare anche al di là dei no stri confini, in modo da migliora re la collaborazione e l’assistenza sanitaria per i nostri cittadini. Si pensi ad esempio che, in Carinzia, lo scorso anno abbiamo seguito 2.500 pazienti stranieri, che si sono rivolti ai nostri ospedali per varie ragioni, legate essenzialmen te al turismo del benessere, alla qualità di alcune nostre strutture ed anche alla vocazione turistica della nostra regione. I livelli di qualità di tutti i nostri ospedali sono molto elevati. Recentemente abbiamo avviato un’iniziativa di collaborazione transfrontaliera con la Regione Friuli Venezia Giulia e con la Slo venia, alla quale partecipano gli ospedali di Villach e Ermagor e di cui vi parlerà in modo più detta gliato la successiva relazione del dottor Wulz. Peter Ambrozy è Vice Presidente del Land Carinzia (Austria) con responsabilità del Settore sanità. Cooperazione internazionale per la cura dei malati Karl Wulz Un progetto di collaborazione transfrontaliera fra Carinzia, Friuli - Venezia Giulia e Slovenia. In occasione di una visita nel 2001 del direttore generale del l’Azienda Ospedaliera di Udine, Gil berto Bragonzi, all’ospedale di Vil lach è stato proposto di rafforza re ed eventualmente istituzionaliz zare la cooperazione transfronta liera in ambito medico e ammini strativo. Nella primavera di quest’anno, in un colloquio con il dottor Hugo Tschernutter, direttore del reparto ospedali nell’Ufficio della giunta regionale della Carinzia, e con la dottoressa Petra Oberrauner, diret trice della Società di consulenza Euralp, è nata l’idea di studiare le possibilità di collaborazione sot to forma di un progetto Interreg. Ringrazio il vicepresidente del la giunta regionale, dottor Peter Ambrozy, di aver subito sostenuto tale progetto e di aver provvedu to a considerarlo progetto priori tario. La situazione iniziale Gli ospedali pubblici delle regioni Carinzia, Friuli Venezia Giulia e Slo Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 venia sono vincolati alle rispetti ve legislazioni statali. L’assistenza ai pazienti delle regioni limitrofe viene prestata esclusivamente sul la base degli accordi europei in terstatali. In realtà tale assistenza è limitata fondamentalmente ai casi urgenti riguardanti i turisti. La cooperazione fra gli ospedali di Villach, Udine, Monfalcone, Lubia na e altri ancora si basa, per ora, su singole iniziative relative all’ag giornamento in varie specializza zioni quali la ginecologia o la cura delle ustioni. Buone relazioni man tengono però anche i dirigenti degli ospedali di Hermagor in Ca rinzia, Jesenice in Slovenia e Latisana in Friuli Venezia Giulia. Lo scambio di informazioni sui referti di pazienti delle regioni confinanti presenta, attualmente, forti carenze. Da un lato la spedi zione via posta comporta notevoli ritardi, dall’altro la trasmissione via fax risulta poco adeguata, sia da un punto di vista qualitativo che sotto l’aspetto della protezio ne dei dati. Obiettivo generale del progetto è pertanto il seguente: sviluppare la cooperazione tra le regioni Ca rinzia, Friuli Venezia Giulia e Slo venia a favore del paziente. Lo sco po principale è l’orientamento al paziente, ma in più dovranno av verarsi anche effetti positivi in campo scientifico ed economico. In dettaglio si dovranno studia re: - La possibilità dello sfruttamen to delle specializzazioni medi che e delle attrezzature tecni che all’interno delle regioni, con 49 Cooperazione internazionale per la cura - 50 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 - - - - - un reciproco smistamento dei pazienti in questi ambiti predefiniti; la possibilità della divisione temporale delle risorse ai fini di un’assistenza ottimale dei pazienti in casi d’emergenza. Si pensa, ad esempio, alla messa a disposizione di determinate attrezzature per il ciclo diurno e notturno, quali l’angiografia in caso di infarto acuto; la possibilità di un migliora mento della cooperazione me dico-scientifica tra le regioni. Avranno priorità l’organizza zione di congressi medici comu ni e l’istituzione di uno scam bio d’esperienze; la possibilità di istituzionaliz zare attività congiunte di ag giornamento in ambito sociocomunicativo e in ambito lin guistico; la predisposizione di materiali informativi plurilingue per i pa zienti e i dipendenti; la creazione di un collegamen to dei dati allo scopo di una tra smissione in tempo reale dei referti fra gli ospedali interes sati nel rispetto della protezio ne dei dati; la creazione di una piattaforma comune di informazioni. Come si dovrà allora svolgere questo progetto? Terminata la pro cedura di approvazione e ottenu ta la garanzia del finanziamento, sarà formato, a livello politico, un comitato direttivo del progetto. L’organizzazione del progetto av verrà, successivamente, con l’inte ressamento degli ospedali di Vil lach, Hermagor e Udine e, più tar di, anche Jesenice, eventualmen te anche Aviano, Latisana e Mon falcone. Si prevede che la direzione del progetto venga affidata all’ospe dale di Villach. Da parte carinzia na anche l’ospedale di Hermagor ha manifestato interesse di parte cipare al progetto, per dedicarsi, soprattutto, alle esigenze dei pa zienti alloglotti. Tale parte del pro getto originariamente era prevista come progetto a parte, ma essen do ideale integrazione al proget to in questione, vi è stata inserita. Compito di questa parte del pro getto sarà prevalentemente rileva re in maniera dettagliata le esigen ze per poterne dedurre e anche realizzare alternative comporta mentali. In questo segmento si prevede di procedere nel modo seguente: - chiarimento dei principi e scel ta della metodologia dell’inda gine; - sviluppo di strumenti di inda gine: - metodo delle interviste di gruppi focali per l’elabora zione di un catalogo delle esigenze; - scelta degli intervistati se condo la composizione dei pazienti alloglotti negli ospedali aderenti al proget to; - attuazione e analisi delle interviste; - gradazione delle priorità delle esigenze da parte dei pazienti; - redazione di una guida col loqui per la fase pilota e pro posta per l’analisi dei risul tati dell’indagine. Organizzazione del progetto Il gruppo progetto (del progetto generale) dovrà comporsi di rap presentanti dei più importanti or ganismi di previdenza sociale e dei soggetti che sostengono i costi dei tre paesi. La pianificazione, la ge stione e il controlling del proget to dovranno essere eseguiti dal gruppo di lavoro degli ospedali interessati con il coinvolgimento di consulenti esterni. Il gruppo progetto riferisce al comitato di rettivo politico e prepara i docu menti informativi e le proposte per le relazioni pubbliche. Le pietre miliari e i progetti parziali Il primo passo sarà quello di ana Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 lizzare precisamente lo stato rea le. In particolare si presenterà una panoramica di tutte le decisioni e regolamenti legali e basati su ac cordi dell’Unione europea. Con temporaneamente inizierà l’accer tamento delle infrastrutture tecni che con riferimento alle prospet tive di uno scambio di dati fra gli ospedali interessati. Nell’ambito dell’assistenza al malato si dovran no cercare possibilità che permet tano un miglioramento sfruttando le attrezzature speciali e possibili tà di cura. Anche i risultati delle indagini relative alle esigenze dei pazienti saranno inclusi nel rileva mento dello stato reale. Nella seconda fase si dovranno accertare le condizioni quadro giu ridiche necessarie per il raggiun gimento degli obiettivi e presen tare al comitato direttivo politico proposte di attuazione. Questa fase comprenderà anche l’elaborazione 51 Cooperazione internazionale per la cura 52 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 di proposte di contratti e accordi con l’interessamento delle istitu zioni coinvolte. Contemporanea mente dovrà avvenire l’elaborazio ne dei necessari adattamenti tec nici negli ospedali attuando l’ade guamento dei sistemi informatici ed addestrando i dipendenti. Con l’implementazione di singo le misure d’attuazione pratiche si provvederà allo stesso tempo an che ad una valutazione la cui for ma verrà elaborata nel progetto. In ogni caso la valutazione sarà istituita come parte di un sistema di continui miglioramenti nel sen so di un management di qualità. Il costo complessivo del proget to secondo le stime attuali si ag girerà su 374.000 Euro. Spero che questo progetto pos sa contribuire a migliorare l’infra struttura nell’ambito dell’assisten za sanitaria interregionale, che realizzi però anche sinergie econo miche e comporti una rete di ap prendimento reciproco. Mi permet to a questo punto di invitare i re sponsabili delle regioni aderenti a sostenere attivamente questo pro getto e a sottoporre proposte. Karl Wulz è Direttore amministrativo dell’Ospedale di Villach (Austria) La riconversione delle strutture sanitarie periferiche Luigi Mittone Riflessioni e proposte per un cambiamento di paradigma organizzativo per i piccoli ospedali. Tra i temi di rilevanza pubblica che hanno caratterizzato l’ultimo scor cio dell’agosto 2002 in Italia un posto di primo piano va sicuramen te riservato al problema dei picco li ospedali. Recenti fatti di crona ca, accaduti ad esempio in Lom bardia, ma anche in altre regioni italiane, hanno acceso i riflettori dei media sui due corni di un pro blema per altro ampiamente noto agli specialisti di economia sani taria: da un lato il desiderio del l’utenza delle aree decentrate di poter disporre di strutture ospe daliere “in loco” e dall’altro la ne cessità per le amministrazioni sa nitarie di operare una razionaliz zazione dell’offerta ospedaliera. Detto in parole molto più sem plici e dirette si tratta del conflit to tra la domanda di servizi ospe dalieri espressa dalle piccole co munità locali e la volontà di chiu dere i piccoli ospedali periferici perché troppo costosi. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Come comporre questo conflit to? Esistono risposte non mani chee al problema dei piccoli ospe dali periferici? Lo scopo di questa relazione è di suggerire soluzioni possibili, di disegnare qualche sce nario realistico ed infine di indi care una strada per approfondire scientificamente le intuizioni che qui verranno illustrate con un ta glio volutamente aperto, di prima battuta, e dunque tutt’altro che conclusivo. La tesi portante qui proposta è facilmente sintetizzabile: il proble ma del chiudere-non chiudere i pic coli ospedali è mal posta. Il pro blema vero è quello di rendere eco nomicamente sostenibili le strut ture ospedaliere decentrate tro vando una formula di natura or ganizzativa e produttiva che sia capace di trasformarle in “motori” non solo di salute, ma anche di ric chezza per le popolazioni locali. Così detto potrebbe sembrare ad alcuni un compito non solo molto ambizioso ma addirittura impossi bile e velleitario. La reazione scettica che è facile immaginare possa sorgere quando si propone di leggere le funzioni dei piccoli ospedali non solo in una chiave strettamente sanitaria, e quindi di sostenibilità economi ca del “prodotto” salute, ma an che in una logica di propulsione delle attività economiche locali discende dal fatto che questa nuo va visione impone un forte cam biamento di paradigma della que stione dei piccoli ospedali. 53 Riconversione delle strutture sanitarie periferiche 54 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Un cambiamento di paradigma organizzativo Prima di discutere delle alternati ve organizzative per mezzo delle quali si può affrontare il tema del la riconversione produttiva dei piccoli ospedali periferici è utile sgombrare il campo dal dubbio che questo tipo di strutture siano o meno inefficienti, ossia occorre capire se vale effettivamente la pena di indagare sul loro reale gra do di sostenibilità-insostenibilità economica. Per cercare di rispondere a que sta domanda occorrerebbe condur re un’approfondita analisi empiri ca che in questa sede non è però possibile produrre. Ci si limiterà quindi a riportare alcuni dati es senziali riferiti al caso del Trenti no e sufficienti per inquadrare il problema. Iniziamo, ad esempio, dall’ana lisi di un indicatore sintetico del grado di utilizzo dei posti letto per ricoveri ordinari riferiti all’area medica dell’ospedale S.Chiara di Trento e degli ospedali di distret to presenti in provincia di Trento (tab. 1). Come si nota osservando i dati, i tassi di utilizzo delle strutture ospedaliere nel 2000 sono sempre Istituto di cura S. Chiara S.Lorenzo Cles Tione Alto Garda Cavalese Posti letto 416 62 90 56 49 56 superiori al 70%, quindi possono considerarsi complessivamente buoni. Si nota tuttavia che l’unico ospedale che supera l’80% è il S.Chiara di Trento che è di gran lunga il più grande tra quelli con siderati nella tavola. È inoltre ne cessario sottolineare che i tassi di utilizzo delle strutture sono calco lati esclusivamente in funzione dei posti letto e non dei costi comples sivi di gestione delle strutture. Da questo punto di vista, se si proce de ad una riduzione dei posti let to si producono delle variazioni immediate sul tasso di utilizzo che Ricoveri 13.652 1.580 2.786 1.760 1.372 1.523 GG. degenza 125.881 16.795 23.106 14.529 14.012 14.448 Tasso utilizzo 82,9 74,2 70,3 71,1 78,3 70,7 tuttavia potrebbero non avere uno equi-proporzionale ricaduta sul fronte dell’efficienza gestionale vale a dire del contenimento dei costi pro-ricovero. I risultati riferiti al 2000 sono del resto il risultato di un trend di riduzione del numero dei posti let to che è partito, praticamente sen za soluzione di continuità, già dal la seconda metà degli anni settan ta, come è ben descritto dal grafi co riportato nella figura 1. Osservando il grafico si nota che il numero complessivo dei posti letto disponibili in Trentino si è ridotto del 50% nel periodo con siderato, generando quindi preve dibili effetti di forte incremento nel tasso di utilizzo delle struttu re ospedaliere. Un’ ulteriore riflessione che vale la pena di fare, sempre in merito al problema dell’efficienza, riguar da il fatto che il grado di utilizzo delle strutture dovrebbe essere in dagato anche considerando le componenti che formano un ospe dale, vale a dire occorre investiga re sulla produttività dei singoli re parti. Nella Tab. 2 sono riportati alcu ni dati riferiti ad alcune principali strutture ospedaliere trentine (in dicate nelle colonne con 01 - 07) per tipologia di intervento che, come si può notare, sono quasi del tutto assenti per alcuni ospedali. Non è cioè raro che in alcuni re parti chirurgici il numero di ope razioi chirurgiche praticate per al cune tipologie di intervento siano al di sotto della decina all’anno quando non si riducono addirittu ra ad un solo intervento. Dai dati appena illustrati appa re abbastanza evidente che risulta decisamente difficile giustificare il mantenimento di reparti di chiru gia nei quali i tassi di “produzio- 5000 Fig. 1 Posti letto in Trentino 4000 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 3000 POSTI LETTO Tab.1 Tassi di utilizzo di alcune strutture ospedaliere in Trentino (area medica, ricoveri ordinari, 2000) Fonte: Servizio Programmazione e ricerca Sanitaria P.A.T. 2000 1976 ANNI 1984 1980 1978 1982 1988 1986 1992 1990 1996 1994 2000 1998 55 Riconversione delle strutture sanitarie periferiche O1 56 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Interventi sul naso, bocca e laringe Interventi sul sistema cardiovascolare Interventi sul sistema ematico e linfatico Interventi sul sistema endocrino Interventi sul sistema nervoso Interventi sul sistema respiratorio Interventi sull'apparato digerente Interventi sull'apparato muscoloscheletrico Interventi sull'apparato urinario Interventi sull'occhio Interventi sull'orecchio O2 O3 O4 6 O5 O6 O7 TOTALE 1 569 1577 63 2216 609 2261 212 3657 75 130 160 210 12 5 5 8 38 177 24 269 19 69 144 8 249 120 56 198 197 3 605 174 478 27 722 9 31 20 1 8 14 326 492 384 409 859 2615 453 5538 488 4 472 653 1682 2511 48 5858 16 1 51 1282 81 1439 1576 2805 3 4384 2 415 1 ne” risultano così bassi. Da tutto ciò si può quindi far discendere la necessità di un profondo cambia mento dell’assetto di questi ospe dali, quello cioè che qui si defini sce “un cambiamento di paradig ma organizzativo”. Introdurre un cambiamento di paradigma organizzativo per i pic coli ospedali significa prendere atto della insostenibilità economi ca della filosofia della miniaturiz zazione organizzativa - un piccolo ospedale come riproduzione in sedicesimo di una grande struttu 8 318 94 ra - per passare ad immaginare nuove formule organizzative e pro duttive, capaci di sposarsi con le piccole dimensioni ed anzi realiz zabili solo in strutture di piccole dimensioni. L’idea è quindi di ab bandonare l’ambizione di produr re su scala locale tutti i tipi di ser vizio ospedaliero per selezionare quelli economicamente funzionali alla scala locale e per attivare, in parallelo, nuove tipologie di ser vizio. Nel contempo questo cam biamento di paradigma dovrà estendersi all’intero settore del Tab. 2 Numero di interventi chirurgici per tipologia (ospedali Trentini) Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 l’offerta di servizi ospedalieri che dovrà riorganizzarsi in accordo con la riconversione dei piccoli ospe dali. La trasformazione dovrà es sere quindi complessiva, coinvol gere cioè l’intero sistema sanita rio su base per lo meno provincia le, se non addirittura regionale. In concreto, che cosa significa intervenire sull’organizzazione produttiva dei piccoli ospedali per riqualificarli, ossia quali servizi già esistenti possono continuare ad essere prodotti e quali potranno invece essere nuovi? I servizi ospedalieri da mante nere attivi nei piccoli ospedali sono innanzitutto quelli che richie dono un’assistenza dei pazienti su base periodica ad alta frequenza, tutti i servizi tipicamente connes si alle attività di day hospital per esempio o, più in generale legati ad esigenze di monitoraggio per manente dei pazienti. Rientrano in questa categoria tutte le cure con seguenti ad interventi chirurgici, il follow-up farmacologico di pa zienti cronici, e così via. A queste attività di assistenza continuativa si affiancano poi le attività di pronto intervento che devono ov viamente essere pienamente man tenute, allo scopo di garantire un primo soccorso di alta qualità. Per quanto riguarda invece i nuo vi servizi, quelli che dovranno rea lizzare la finalità della salute come motore per il progresso economi co locale, il modello è quello dei centri di eccellenza per il tratta mento di patologie specifiche, in particolare di quelle che possono avvalersi di terapie che integrano le cure ospedaliere – anche in que sto caso prevalentemente su base di day hospital – con i benefici che vengono dalla specifica localizza zione dell’unità di cura. Si pensi ad esempio ad un’unità di cura di specifiche forme di allergia immer sa in un ambiente altamente gra tificante per il paziente come po trebbe essere una valle alpina, oppure a un reparto per la cura di stati depressivi o di altre patolo gie di natura nervosa ubicato in una località lacustre. La possibili tà per l’ospedale periferico di spe cializzarsi in questo tipo di servi zi, oltre a costituire un valore per sé, potrebbe diventare un attrat tore di turismo e quindi innescare un processo virtuoso di crescita economica. Una riforma estesa all’intero sistema sanitario Trentino Si può quindi immaginare un si stema sanitario provinciale, o re gionale, nel quale convivono due tipi ben distinti di strutture ospe daliere: pochi grandi ospedali cen trali, in grado di produrre una va sta gamma di tipologie di cura ad alta qualificazione e destinate al l’intera area servita, e un adegua to numero di piccoli ospedali in grado da un lato di fornire i servi zi sanitari di natura ricorrente e ad alta frequenza periodica ai resi denti, oltre che ovviamente a ga rantire le necessità di pronto in tervento, e dall’altro lato attrez zati con uno o due reparti ad alta specializzazione per il trattamen to di patologie che non richiedo no la cornice del grande ospedale. 57 Riconversione delle strutture sanitarie periferiche 58 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 A integrazione di questo dise gno si possono poi introdurre due ulteriori elementi: il primo è quel lo della creazione di centri di ec celenza all’interno degli ospedali centrali, reparti in grado di pro durre servizi sanitari con contenuti di qualità a valenza internaziona le e quindi capaci di attrarre uten za anche oltre i confini provinciali (o regionali). Si pensi ad esempio a reparti in grado di condurre in terventi chirurgici ad altissimo contenuto specialistico (tecnico) e magari indirizzati al trattamento di patologie relativamente rare. Si noti a questo proposito che que sto tipo di reparti replicherebbe ro, con le ovvie differenze di con tenuto, il modello dei reparti spe cialistici degli ospedali locali e si porrebbero anch’essi, con le dovu te differenze, nella logica del mo tore di attrazione di utenza e quin di di attivazione del volano eco nomico indotto. L’altro elemento del disegno qui descritto è rappresentato dall’uso e dalla diffusione delle tecnologie di comunicazione attualmente di sponibili come “collante” del siste ma. Si allude all’applicazione del la cosiddetta telemedicina, ossia alla realizzazione di una rete di in terconnessioni via rete in tempo reale in grado di supportare i com piti di follow up svolti dagli ospe dali locali. In questa cornice l’ospedale centrale verrebbe quin di ad integrare in modo funziona le gli ospedali periferici, che ne di verrebbero idealmente delle com ponenti virtuali, concettualmente assimiliabili ai reparti dell’ospeda le stesso. L’itinerario appena descritto è stato illustrato schematicamente nella fig. 2, osservando la quale si vedono oltre alle funzioni attribui te alle due tiplogie di unità ospe daliera anche il percorso ideale del paziente locale che accede al siste Fig. 2 Schema di riorganizzazione del settore ospedaliero Paziente 1.Servizi di pronto intervento 2. Servizi di indirizzo verso i reparti degli ospedali centrali Piccolo ospedale locale Sistema di connessione telematica in tempo reale 3.Supporto al trattamento post operatorio 4.Supporto terapeutico per patologie croniche 5.Day hospital 6.Servizi ad alta specializzazione per il trattamento di patologie che richiedono (o che possono beneficiare) di un ambiente extra-ospedaliero favorevole Ospedale centrale (provinciale o regionale) 1. Reparti specialistici 2. Unità di altissima specializzazione (centri di eccellenza) ma attraverso l’ospedale locale (o su indirizzo del medico di base) per poi essere direttamente segui to in loco per le patologie di rou tine, oppure inviato all’ospedale centrale per le cure specialistiche – per esempio per essere sottopo sto ad un intervento chirurgico – e quindi rientrare all’ospedale lo cale per il follow-up. A fianco di questo itinerario del paziente “tradizionale” residente possiamo poi immaginare quello percoso dal paziente non residen te, cioè dal paziente che accede Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 all’ospedale locale richiamato dei servizi prodotti dal (o dai) reparti ad alta specializzazione. Come procedere per una verifica empirica del modello La tesi sin qui esposta non si è ap poggiata a dati empirici ed è stata esposta in chiave puramente ide ale e propositiva. Sorge quindi spontaneo domandarsi che cosa occorra fare per verificarne la rea lizzabilità. L’itinerario per costrui re un modello organizzativo come quello appena descritto (sia pure 59 Riconversione delle strutture sanitarie periferiche in termini forzatamente sintetici) è abbastanza lungo e complesso e può essere sintetizzato nei seguen ti punti: 60 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 1. Analisi economica dell’offerta ospedaliera provinciale (o re gionale) con lo scopo di iden tificare gli specifici reparti ospedalieri non economica mente sostenibili; 2. Identificazione di esperienze nazionali o internazionali di re alizzazione di unità di cura ad alta specializzazione nel campo delle patologie non a rischio di vita; 3. Studio di fattibilità economica della conversione di uno o più reparti di ospedali periferici in unità di cura specialistica del tipo sin qui discusso; 4. Verifica dei presupposti locali per l’avvio del processo di ri qualificazione delle strutture ospedaliere locali. Ciascuno dei punti appena illu strati meriterebbe un’opportuna discussione ma per ragioni di per tinenza espositiva qui si tratterrà solamente – e molto brevemente – degli ultimi due punti perché consentono di sottolineare altri due ingredienti fondamentali del la ricetta sin qui suggerita. La fattibilità economica del pro getto di riconversione è un ele mento cruciale perché i costi lega ti alla trasformazione degli ospe dali locali devono essere attenta mente ponderati e soprattutto de vono essere legati alle ricadute di tipo economico che si prevede potranno generare. Le ricadute economiche non sono solo quelle “interne” al sistema sanitario lo cale, ma anche quelle indotte nell’economia locale tutta. La verifica dei presupposti lo cali per realizzare la riconversione è strettamente legata allo studio di fattibilità ed anzi potremmo im maginare questi due punti come uno solo. Il tenerli distinti serve ad enfatizzare un elemento crucia le del progetto quello cioè relati vo al coinvolgimento degli opera tori sanitari che lavorano nelle strutture interessate alla trasfor mazione. È infatti ormai ampiamen te noto che nessun progetto di riorganizzazione produttiva può realizzarsi con successo senza che agli interventi di natura “tecnica” (potremmo dire addirittura fisica) non si affianchino interventi di ri qualificazione e di forte motivazio ne dei lavoratori. L’aspirazione è che si riesca a far respirare agli operatori sanitari, coinvolti nella trasformazione, un clima di forte coinvolgimento ideale ossia di condivisione della nuova missio ne dell’ospedale che da struttura lillipuziana diventerà un’organiz zazione perfettamente efficiente nelle dimensioni consone ai nuo vi scopi ad essa attribuiti. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Bartlett W., Le Grand J., (1992)“The impact of the NHS reforms on hospital costs: some preliminary findings”, School for advanced urban studies, Bristol. [2] Bruzzi S., (1997), “Finanzia mento e gestione delle azien de ospedaliere”, Giuffrè, Mila no. gioneria applicata agli enti lo cali e alle strutture pubbliche sanitarie”, Casanova, Parma. [9] Spolaore P., Maggi S., Trabuc chi M., (2001), “L'anziano nel la rete dei servizi : misura de gli esiti assistenziali e rileva zione dei costi”, Il poligrafo, Padova. [3] Ginzberg E., (1996), “Tomor row's hospital : a look to the twenty-first century”, Yale University press, London. [4] Gruppo regionale sui prezzi di trasferimento e dei Gruppi di lavoro dei servizi sanitari ed economati, (1990), “I prezzi di trasferimento dei servizi in termedi ospedalieri”, CLUEB, Bologna. [5] Il sole 24 ore, (2001), “Sani tà management”, Supplemen to del sole 24 ore n°4. [6] Moran R., Anderson R., Paoli P., (1990), “Building for peo ple in hospitals: workers and consumers”, Ufficio delle pub blicazioni ufficiali delle Comu nità europee, Luxembourg. 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Desidero rifarmi al concetto che forse più mi ha col pito, fra tutti quelli che ho sentito nelle varie relazioni, e che secon do me sintetizza un po’ l’intera no stra discussione; è quello esposto dal dottor Ziglio, il quale ha affer mato ad un certo punto che: “il problema di fondo è fare sinergia tra sviluppo economico e svilup po sociale e sanitario”. Ecco, ciò si gnifica evidentemente far opera re, far muovere i vari soggetti del mondo dell’economia, così come del mondo della società civile, ver so un unico obiettivo. A questo punto anche il sistema industria le, che io rappresento, è molto coinvolto nell’operazione. Come ricordava infatti il professor Dome nighetti, un terzo della spesa sa nitaria dipende dalle condizioni di lavoro. E questo significa che il set 62 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 tore secondario ha un’importanza fondamentale. Penso comunque di poter dire che il settore industria le trentino, del quale mi occupo ormai da tanti anni, ha raggiunto una consapevolezza veramente di alto livello riguardo al problema della salute e della sicurezza della forza lavoro impiegata anche per ché nell’ultimo decennio sono sta te varate molte disposizioni di leg ge, di tipo innovativo, a recepimen to di normative europee, che han no in qualche modo costretto a porre ulteriore attenzione a que sto aspetto (mi riferisco in parti colare alle normative sul rumore, sull’amianto e sul piombo dei pri mi anni ’90 e al Decreto Legislati vo 626 del 1994, che ha imposto la programmazione della sicurez za sul lavoro). Vi è stata una vera e propria presa di coscienza da par te imprenditoriale che quelle che ho citato non sono solo leggi da applicare, ma leggi in primo luo go da “sentire”. Vorrei anche aggiungere che la sensibilità sul tema, per quanto riguarda l’imprenditoria industria le, in genere non riguarda sola mente l’interno della propria atti vità, cioè la fabbrica, il posto di lavoro, ma anche l’ambiente ester no. L’industria, come soggetto che opera sul territorio, ha numerose interrelazioni con l’ambiente, che sono positive - la stessa ricchezza che produce - ma che qualche vol ta possono anche essere negative, in relazione a taluni aspetti delle attività produttive. Ebbene, a que st’ultimo riguardo è cresciuta da diversi anni ormai, sollecitata e so stenuta anche dalla nostra Asso ciazione, la coscienza da parte del le aziende di dover porre ulterio re attenzione alla problematica ambientale; l’adozione della certi ficazione di qualità ambientale del le aziende, di cui non credo di do ver qui ricordare le caratteristiche e la validità , perché ritengo siano note a tutti, è diventata uno dei grandi punti di impegno per il set tore industriale. Sono una dozzi na le imprese associate già certifi cate dal punto di vista ambientale in base alla norma ISO 14001. Come Associazione siamo stati il primo soggetto istituzionale, in Italia, che ha presentato la norma ISO 14001. Da poco tempo siamo stati anche individuati e qualificati come “punto di riferimento”, a livello nazionale, della rete EMAS/ SGA. È certo tuttavia che se c’è un impegno dell’azienda per l’ambien te di lavoro, per quanto riguarda la tutela della salute e della sicu rezza degli addetti, è altrettanto importante che questa coscienza maturi anche nei singoli lavorato ri. È stato affermato questa matti na che è nel singolo individuo che deve nascere e crescere la cultura della salute. Con riferimento al l’ambiente di lavoro questa cultu ra, questa consapevolezza deve assumere aspetti particolari. In proposito mi vengono alla mente esempi anche un po’ banali se vo gliamo, ma che mi pare utile indi care: l’impiego in un certo modo del tempo libero, nel fine settima na, che può produrre un numero elevato di infortuni sul lavoro il lunedì, oppure il rigoroso divieto Val Campelle, Trentino. Questa e le fotografie che seguono sono tratte da “Vita di malga”, catalogo della mostra fotografica itinerante proposta dal Coordinamento Attività Culturali dei comuni di Bieno, Ivano Fracena, Samone, Scurelle, Spera, Strigno, Villa Agnedo; ed. Biblioteca comunale di Strigno (TN), 2002. (Per gentile concessione dell’editore). Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 63 Salute e sviluppo in Trentino 64 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 di fumo sul luogo di lavoro senza che vi sia all’esterno dello stesso la consapevolezza del singolo che è bene non fumare, con rispetto per chi lo fa, responsabilizzando si. In altre parole se è importante la crescita da parte dell’azienda è altrettanto importante la crescita da parte del singolo individuo. Quello che mi preme sottoline are è che questo tipo di crescita aziendale è stato accompagnato, con grande impegno, dalla nostra Associazione, che un po’ ha tenta to di interpretare il mutamento già avviato nelle aziende, un po’ ha cercato di anticiparlo e un po’ l’ha costretto, se vogliamo, finalizzan dolo a quelli che sono valori di tipo sociale. Ed ecco qui, di nuo vo, l’indicazione del dottor Ziglio circa la necessità di fare sinergia tra sviluppo economico e svilup po sociale. Come ha tentato di fare la nostra Associazione – anche se non so se ci sia riuscita fino in fon do - che ha realizzato tutta una serie di iniziative per collocare le attività industriali in un contesto di valori che non sia esclusivamen te quello del profitto. L’impresa deve lavorare per il profitto, perché solo così produce ricchezza, solo così c’è benessere, solo così c’è sanità, solo così c’è salute in un circuito virtuoso. Però la produzione e lo sviluppo do vrebbero avvenire tenendo a rife rimento anche valori di tipo sociale. In questa prospettiva abbiamo po sto in essere iniziative che, penso di poter dire, abbiano costituito un po’ un modello a livello provincia le. Ricordo i convegni “Meeting per lo sviluppo” degli ultimi anni ‘80 e il più recente “Oltre il Duemila” che hanno cercato di mettere a con fronto le varie componenti della società su questi valori, che il mon do della produzione tentava di adottare, a volte agevolmente a volte più faticosamente. Recentemente, nell’ambito del la cosiddetta “concertazione”, sono stati anche sottoscritti alcu ni protocolli tra il settore indu striale, le altre componenti econo miche, il sindacato – importantis simo – e l’ente pubblico. I più re centi, l’ultimo risale al novembre dello scorso anno, riguardano la materia della sicurezza sul lavoro e dello sviluppo in generale. Io credo che probabilmente sia questa la strada per tentare di por re in essere in provincia di Trento la sinergia tra sviluppo economi co e sviluppo sociale. Credo cioè che all’interno di un metodo che nella Provincia Autonoma di Tren to si è sviluppato bene per tanto tempo, si possa inserire anche lo spazio per il tema della salute, ol tre a quelli da riservare ai proble mi dello sviluppo, del mercato, della burocrazia ecc. Mi rendo con to che questo è un momento par ticolarmente delicato per parlare di concertazione fra parti sociali. Ci sono eventi esogeni che, pro babilmente, non consentirebbero iniziative a breve termine, ma in una prospettiva di più ampio re spiro, come non può non essere quella che è stata trattata oggi, ritengo che questa sia una strada che è possibile battere. Questa stra Malga Montalon (Telve): la pulizia della “calgera”. da trova qui in Trentino elementi e tradizioni importanti, quali as setti produttivi consolidati e un’autonomia provinciale sicura mente forte e consapevole. Le for ze sociali, che altrettanta consape volezza hanno saputo esprimere in passato, possono quindi dedicare, all’interno di tali formule, anche la giusta attenzione per la salute. Nel concludere desidero dire che mi hanno colpito - come credo ab biano colpito tutti voi - le foto grafie, in bianco e nero e a colori, che ci ha mostrato il dottor Ziglio questa mattina. Penso di poter assicurare che il concetto che rappresentano, come rimarrà patrimonio mio lo sarà anche per il settore che rappresen to. Il mio augurio è dunque che quelle del Trentino siano sempre fotografie a colori. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Gianni Battaiola Associazione Albergatori della provincia di Trento Analizzando quanto detto questa mattina emergono diverse rifles sioni. Qualità innanzitutto. Si è parla to tanto di qualità, prima di tutto “qualità di vita”; qualità nel porsi sul mercato, qualità da sviluppare nella sanità legata al turismo, per promuovere vacanze in salute. Cre do che questo sia un aspetto fon damentale, che il nostro Assesso rato al Turismo, assieme a quello alle Politiche sociali e alla salute, sta portando avanti. In effetti in Trentino c’è il più alto numero, ri spetto alle altre regioni italiane, di alberghi certificati ISO. Inoltre, sta per essere istituito “ il marchio di qualità Trentina “ presente nel 65 Salute e sviluppo in Trentino 66 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 l’ultima Legge approvata sulla ri forma della classifica alberghiera. Il regolamento di attuazione, e mi rivolgo soprattutto agli Assessori presenti, dovrà tener conto della tutela della promozione della sa lute, perché la gente viene in Tren tino anche per questo motivo. Il secondo aspetto che è emer so è vacanze per la salute. Il Tren tino è ricco di infrastrutture turi stiche legate alla salute, abbiamo le terme, proponiamo cure alter native, i bagni di fieno, è stato creato da poco il marchio: “Vita nova – Trentino benessere” che è in perfetta sintonia con quanto esposto stamattina dal dottor Lun ger. Il club di prodotto del mar chio assicurerà a tutti gli utenti standard qualitativi di buon livel lo e soprattutto, protocolli che indicano come proporsi al cliente. Quindi non solo centri fitness ab bandonati a sé stessi, ma infra strutture e personale specializza to e preparato per soddisfare tut te le esigenze dell’utente. Poi salute = vita all’aria aperta. Il Trentino è il regno delle pas seggiate che si estendono dal Lago di Garda fino ai 3.000 metri delle cime. Le guide alpine operano in stretta sintonia con le nostre strut ture alberghiere, ormai quasi tutti gli alberghi offrono dei pacchetti completi di escursioni e attività. Non dimentichiamoci che lo stare in montagna, il camminare in mon tagna, significa pace interiore e spirituale, ricarica psicologica e mancanza di stress. Salute significa movimento. In Trentino da diversi anni sono nati Consorzi, organizzazioni e Club di prodotto che offrono pacchetti con proposte legate alla mountain bike, al rafting, al canyoning, agli sport estremi per permettere agli utenti di svolgere vacanze attive. Tutto questo, secondo me, crea salute. Credo sia necessario andare avanti su quanto è stato proposto oggi e migliorare e completare quanto si sta già facendo. Credo che gli indirizzi di programmazio ne siano corretti. Invito l’ammini strazione della Provincia Autono ma di Trento, qui rappresentata dagli assessori Magnani e Benedet ti, a farsi promotore e allo stesso tempo garante dello sviluppo del la promozione e della commercia lizzazione turistica legata alla sa lute, impegnando tutti gli opera tori del settore a mantenere alti gli Malga Costa (Telve): il trasporto del legname. standard qualitativi. Non dimenti chiamo che il Trentino è vocato al turismo e che la sanità trentina per quanto riguarda i suoi servizi è ai vertici delle classifiche italia ne. Il Trentino, se ben coordinato, potrà così porsi sul mercato, or mai sempre più difficile, con un’of ferta alternativa e di sicuro succes so. A dimostrazione che la sinergia tra turismo e sanità è importante, è stato messo in piedi un proget to in fase di esecuzione e che pro babilmente a breve verrà comple tato. In Val di Sole, una valle limi trofa a questa dove oggi ci trovia mo, è stato lanciato il progetto di una “Sanicard”, che ha visto il coin volgimento di tutti gli operatori al berghieri, dei gestori degli impian ti di risalita, dell’Assessorato pro vinciale al Turismo e dell’Assesso rato provinciale alle Politiche so ciali e alla salute. La “Sanicard” darà la possibilità di offrire gra tuitamente agli ospiti degli alber ghi l’utilizzo di tutti i servizi sanitari di base e di alcuni specialisti ci in fase di realizzazione. Dunque, un modo diverso di proporsi sul mercato. Questo è un esempio di come il turismo e la sanità posso no camminare insieme. Renzo Rensi Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento Anch'io, come il collega che mi ha preceduto, sento di essere cauta mente ottimista sul futuro della Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 salute dei nostri concittadini. Mi sono chiesto nei giorni scor si quale sarebbe stato l'elemento caratterizzante il convegno. Ho per ciò letto con interesse alcune pub blicazioni edite dal Servizio Sani tario della Provincia autonoma di Trento: “Punto Omega” e altre e devo ammettere che la qualità dei temi trattati e le soluzioni ipotiz zate contribuiscono a trasmettere un'impressione di efficienza-effi cacia che ovviamente dovrà esse re sinergica alla qualità delle strut ture di base. Le relazioni di stamane hanno in tutti noi indotto curiosità e at tenzione con argomenti di stretta attualità e relatori di sicuro pre stigio. Mi ha colpito, fra le altre, una frase del dott. Ziglio che nel con testo del suo intervento affer mava con determinazione "...Noi siamo deputati a produrre salute, noi vogliamo essere attrezzati per produrre salute...". Ho particolarmente apprezzato l'uso del verbo "produrre" e del l'oggetto "salute". Voler produrre significa aver chiaro l'obiettivo da conseguire e le metodologie per conseguirlo. Sottende un approccio scientifico, positivo - se mi è consentito dirlo - imprenditoriale. E credo che sia l'approccio più corretto. Altre considerazioni, fra quelle esposte stamane, hanno lasciato il segno. Il riferimento al Tita nic e al dato, statisticamente in contestabile, che la maggior per centuale di superstiti si riscontrò fra coloro che erano ospitati nella 67 Salute e sviluppo in Trentino 68 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 prima classe e la maggior percen tuale di vittime nella terza e che tutto questo può essere traslato metaforizzandolo nella nostra so cietà occidentale è indubbiamen te interessante. Più aspettative di vita per coloro che possiedono un reddito elevato rispetto ai meno abbienti. Mi rifiuto di considerare questa una partita chiusa. Sono intima mente convinto che la qualità e la durata della nostra vita possa di pendere anche e soprattutto dalla nostra volontà e non solo dal no stro conto in banca. Ricchezza significa anche cono scenza, ma la conoscenza non ne cessariamente è patrimonio delle sole classi agiate. Ne consegue che considerevoli risorse pubbli che dovrebbero essere finalizzate a garantire un’informazione co stante e capillare sulle più corret te modalità di autogestione della salute. La prevenzione - è noto ed è sta to ripetuto più volte anche stama ne - rimane uno degli strumenti più efficaci per una politica attiva della salute sociale. Certamente nella nostra società delle informazioni è facile - per un cittadino dotato di sufficiente sen sibilità – acquisire notizie, appro fondire problematiche, apprende re metodologie. Ciò premesso e considerato che la buona salute è un patrimonio individuale, ma che la cattiva salute è un costo collet tivo, ritengo comunque imprescin dibile una campagna dì informa zione che copra tutto l'arco della vita del cittadino. Troppe volte sento ancora dire quando una persona muore: "Era il suo destino". E troppe volte in vece la malattia è dovuta a cattive abitudini: allo stress, al tabagismo, all'alcolismo, ad abitudini alimen tari errate e via di seguito. Io sono in un'età "né giovane né vecchio" che ha vissuto profon de trasformazioni epocali. Ero bambino nei primi anni '50 e i miei genitori spesso nei momenti di vacanza mi lasciavano dai nonni, contadini in una borgata alle so glie della Valle di Non. Per comprendere il salto epoca le vi ricorderò che quando uscivo in strada per giocare con gli altri bambini, mio nonno mi diceva "stai attento a non andare sotto i ca valli". Mia nonna invece in manie ra più pragmatica aggiungeva "stai attento a dove metti i piedi". È noto infatti che bovini ed equini non emettono solo anidride car bonica. Era un mondo dai ritmi profondamente diversi, un am biente bucolico fatto di campagna, di vendemmia, di animali, di sera te in cui si ascoltavano i racconti dei vecchi. Per lo meno questo ap pariva ai miei occhi di bimbo. Un'estate mio nonno si ammalò e di lì a poco morì. Mia nonna dis se “era destino". Questa frase ri mase scolpita nella memoria. Ero stato inconsapevole testimo ne degli ultimi fuochi di una civil tà contadina destinata a scompa rire di lì a poco. Da quei tempi lon tani e pur cari alla mia memoria l'uomo ha camminato veloce sulla strada del progresso. Ha trapian tato il cuore e messo il piede sulla luna, sta clonando gli esseri viven ti e ha decrittato la mappa del ge noma umano. Siamo già in un fu turo impensato, eppure ancora sento dire "era il suo destino". Un'azione di divulgazione mira ta, programmata e duratura nel tempo deve consentire una evolu zione culturale un tutti gli strati di popolazione: ognuno deve es sere cosciente che è egli stesso il primo artefice della propria salu te. Quale è il ruolo che riveste, in questo campo, l'Associazione Artigiani e Piccole Imprese oggi? Non ho alcuna falsa modestia nell'affermare che siamo, anche su questo versante, in prima linea. In tutte le nostre sedi - 13 - distribu ite sull'intero territorio provincia le abbiamo attrezzato un ambula torio medico che viene utilizzato per le visite mediche previste dal la legge sulla prevenzione e tute la della salute sul lavoro. A fine anno sono migliaia le vi site mediche che vengono fatte ai lavoratori delle nostre imprese associate. Siamo convenzionati con un cospicuo numero di medici del lavoro – i cosiddetti medici competenti - che con noi colla borano nell'evitare che di lavoro ci si ammali. Abbiamo organizzato convegni sulla salute in azienda e attivato momenti di confronto su questo tema, che interessa certamente l'Associazione, ma anche e soprat tutto gli artigiani dato che essi stessi sono esposti ai vari fattori di rischio per il semplice fatto che lavorano fianco a fianco dei loro collaboratori. Malga Campeletto (Scurelle): il pranzo (1949). Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 69 Salute e sviluppo in Trentino 70 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Dell'azione tenace che noi pro moviamo siamo giustamente fieri. Il dato antinfortunistico nelle no stre aziende ha imboccato un trend in costante decremento e sarà no stro preciso impegno contribuire a ridurlo ulteriormente nel pros simo futuro. Il nostro impegno per la salute ha segnato nei mesi scorsi un'al tra tappa prestigiosa. Abbiamo varato, in collaborazione con Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e il Dipartimento di Oncologia di S.Chiara, un progetto per l'onco logia in Trentino. In forza di que sta iniziativa si stanno raccoglien do fondi fra le 13.000 aziende iscritte all'Albo delle imprese arti giane. Il progetto è articolato su due livelli: quello della ricerca e quel lo dell'assistenza. Per quanto ri guarda la ricerca varranno studia ti circa mille casi con speciali son de molecolari per valutare il tipo di risposta alle varie terapie ed il successivo decorso clinico. Questa fase verrà seguita dal reparto di Oncologia medica di S. Chiara e dal Kimmel Cancer Center di Filadelfia. I risultati saranno presentati in un convegno che si terrà in Trentino entro un paio d'anni. L'assistenza sarà finalizzata alla personalizzazione ed al migliora mento della qualità dell'assisten za al paziente oncologico. Preve de l'integrazione del personale sanitario con figure di supporto, quali i volontari specificatamente preparati e lo psicologo. È prevista inoltre l'integrazione delle strutture oncologiche con strutture di accoglienza, quali la foresteria, e con arredamenti e at trezzature di comfort per gli spazi di Day-Hospital e di chemioterapia ambulatoriale. È un progetto nostro che fa della nostra Associazione non solo un'organizzazione di rappresen tanza di interessi, ma anche un vero e proprio agente di sviluppo della nostra terra. È il nostro piccolo contributo e una grande azione di sistema che, al di là di ogni determinismo bio logico, può favorire una vita atti va, autonoma e intelligente più lunga possibile nel tempo. Antonio Girardi Unione Commercio, Turismo e Attività di servizio della provincia di Trento L’Unione Commercio Turismo e At tività di Servizio (UCTS) della pro vincia di Trento rappresenta circa 8000 aziende del terziario privato diffuse sull’intero territorio, di cui 3000 commercianti al dettaglio e 1000 grossisti, un migliaio di al bergatori, altrettanti pubblici eser cizi intesi come bar, 700 ristoran ti, la totalità delle agenzie di viag gio e dei campeggi e altre mille attività di servizio alle imprese e al sistema economico. Il nostro è quindi un mondo molto variega to, costituito da tutte le aziende o dagli operatori che hanno un rap porto diretto di vendita di un pro dotto al cliente finale. Ritengo interessante partire dal Malga Costa (Telve): il momento del caffè. la domanda che, nello “stimolo” inviato alla nostra organizzazione, ci era stata presentata, vale a dire: “Le condizione politiche e il con senso per produrre salute esisto no anche da parte nostra?”, inten dendo per “parte nostra” non sol tanto la nostra categoria, ma an che il livello politico-amministra tivo. Occorre tener conto che il rap porto tra salute e risorse, in que sto momento, è determinante, non si può ignorare e quindi le politi che della salute, tese ad un utiliz zo e soprattutto al reperimento delle risorse, sono particolarmen te importanti da valutare. Sotto questo profilo oggi esistono due prospettive: una a livello nazionale e una a livello locale. Si tratta di prospettive politiche riferite a pro getti portati avanti dal Ministero, da una parte, e dall’A ssessorato Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 dall’altra, ma anche dalla Provin cia di Bolzano. Sto parlando dei fondi che verranno istituiti - que sta è la proposta - a livello nazio nale, in termini di contribuzione volontaria, per poter garantire l’ac cesso alle prestazioni offerte dai servizi sanitari privati, in forma mutualistica. Dall’altra parte abbia mo invece, in sede provinciale e re gionale, fondi obbligatori, una sorta quindi di nuova tassa obbli gatoria, per garantire prestazioni rivolte a pazienti e persone non autosufficienti. La nostra domanda, dal punto di vista dello sfondo politico nel quale si colloca anche questo di battito, è: “Come si conciliano que ste due prospettive?” Come può convivere un fondo nazionale vo lontario per l’accesso a prestazio ni e servizi per la salute gestiti da 71 Salute e sviluppo in Trentino 72 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 privati, con fondi che verrebbero creati invece nella nostra provin cia attraverso contribuzioni obbli gatorie, finalizzati a garantire alle persone non autosufficienti le pre stazioni necessarie? Queste due iniziative rischiano di sommarsi l’una all’altra e questo solleva un punto interrogativo molto forte, io credo, sia per i cittadini che per gli operatori e in generale per tut ti i contribuenti. Non ritengo che si possa ignorare la questione in un dibattito che tratta di politiche per la salute, e quindi chiedo di te nerlo presente, come punto di par tenza. Vorrei proporre poi tre conside razioni dal punto di vista della fo tografia dell’esistente per quanto riguarda le categorie rappresenta te dall’UCTS. Innanzitutto una nota positiva. Abbiamo recente mente superato, grazie ad una de libera approvata nel luglio scorso dalla Giunta provinciale, il “libret to di idoneità sanitaria per opera tori e dipendenti”, che costituiva un notevole aggravio burocratico e un costo in termini di tempo, ma anche un adempimento inutile già rimosso in altre province e regio ni italiane. Da tempo l’UCTS ne pro poneva il superamento; in parti colare nella scorsa primavera ab biamo insistito con il Presidente della Giunta provinciale Dellai per ché fosse tolto di mezzo questo meccanismo di pseudocontrollo della salute degli operatori econo mici e dei loro dipendenti. Ciò è finalmente avvenuto in luglio con l’abolizione del libretto e della re lativa tassa. Resta aperta tuttavia la domanda relativa al come ga rantire ora, con un nuovo sistema, questo controllo della salute, in particolare dei dipendenti delle aziende che si occupano di alimen ti. Dobbiamo infatti tener conto del forte turn over dei lavoratori in campo turistico che riguarda soprattutto gli stagionali, i dipen denti dei pubblici esercizi alber ghieri, della ristorazione e dei bar, ma anche i commercianti al detta glio di prodotti alimentari, che hanno l’assoluta necessità di dare precise garanzie alla clientela. Un’altra nota positiva riguarda sicuramente l’introduzione, ormai metabolizzata dal sistema del ter ziario, dell’HCCP, vale a dire del sistema di autocontrollo che indi vidua i punti di criticità e consen te di prevenire, nella manipolazio ne e nella somministrazione e ven dita dei prodotti alimentari, tutti i rischi che possono essere connes Malga Casarina (Scurelle): la preparazione del formaggio. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 si a queste procedure. Si tratta dunque di uno strumento d’auto gestione che ha introdotto una consapevolezza culturale del valo re-salute all’interno del mondo im prenditoriale; questo è sicuramen te un guadagno sotto il profilo della “produzione di salute” da parte di queste categorie, pur es sendo una norma che ha richiesto del tempo per essere assimilata. C’è stata infatti la necessità di un lun go percorso di formazione, di cui l’UCTS e le categorie imprendito riali ad essa aderenti si sono fatte carico. Terza nota positiva: il fumo. Si curamente anche questa è stata una questione molto controversa. Tuttavia su pressione non soltan to - lo sottolineo - dei clienti dei pubblici esercizi, ma anche di una buona parte degli operatori, oggi il Trentino è l’unica provincia in Italia dove il fumo non è vietato solo negli uffici della Pubblica Am ministrazione, ma anche nei pub blici esercizi. Qui la parola può suo nare un po’ equivoca, ma “pubbli ci esercizi” significa servizi privati rivolti al pubblico, quindi la som ministrazione - che avviene nei bar, nei ristoranti e negli alberghi - di alimenti e bevande. Negli eser cizi, sia pure con un sistema di fa sce orarie, è stata raggiunta una soluzione accettata dagli operato ri. Esistono anche locali aperti al pubblico che hanno provveduto a ristrutturare e adattare gli ambienti in modo tale da garantire compar ti separati per fumatori completa mente isolati da quelli per non fu matori. Con il sistema delle fasce orarie si è invece arrivati ad intro durre il divieto di fumo sia duran te la preparazione degli alimenti da somministrare, sia durante la somministrazione effettiva sia per un certo periodo di tempo succes sivo alla somministrazione. Questo è un dato estremamente importan te perché, ripeto, oltre ad essere il primo esempio in assoluto in Ita lia, introduce anche qui una cul tura della salute che risulta ormai vincente. Si è imposta fra gli ope ratori la motivazione di chi era più propenso ad andare incontro alle esigenze della clientela, senza per questo penalizzare i fumatori, ma riservando ad essi ore e spazi net tamente separati. Concludo segnalando tre linee di proposta. 1. Sicuramente, per quanto riguar da la montagna, le località tu ristiche di valle, e quindi l’inte ro nostro territorio, mentre da un lato sentiamo sempre più parlare di chiusura dei piccoli ospedali, dall’altra parte c’è l’esigenza di mantenere questi servizi sul territorio. In che modo? A nostro avviso la stra da non può che essere quella della specializzazione illustrata prima dal prof. Mittone: si trat ta cioè di corrispondere anche attraverso l’ospedale alla voca zione turistica di un territorio. Le valli del Trentino hanno bi sogno di piccoli ospedali che si specializzino per rispondere alle specifiche esigenze locali ed in particolare del comparto turisti co, per andare effettivamente incontro ad una domanda di in 73 Salute e sviluppo in Trentino 74 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 terventi in alcuni settori. Pen so, ad esempio, alla presenza di piccoli presidi ospedalieri specializzati in ortopedia nelle località sciistiche o dove si pra tica molto la mountain bike. In assenza di quest’offerta è ov vio che gli ospiti sono costretti a ricorrere a prestazioni priva te con alti costi, ricavando una cattiva immagine dei nostri ser vizi. Questa specializzazione contribuirebbe a dare senso, a conferire una missione a que sti piccoli ospedali; 2. La seconda proposta riguarda i medici di famiglia, o di base. Si sente spesso ripetere, special mente dai nostri operatori nel le località turistiche in monta gna, che per la salute dei loro assistiti i medici di medicina generale suggeriscono il mare. Occorre allora che la montagna ritrovi anche un valore per la salute nella medicina di base e nei medici di famiglia. Questo personale medico è infatti a più a diretto contatto con le perso ne nella vita quotidiana e co stituiscono quindi figure impor tanti per la scelta della vacan za. Sicuramente è da ricercare un rapporto, un contatto più stretto quindi con questo “con sulente” in materia di salute, prevenzione o cura delle malat tie; 3. la terza proposta nasce dal l’esperienza delle località di vacanza del Trentino e riguar da i servizi di Guardia Medica per turisti, che risultano estre mamente carenti per la difficol tà di reclutare personale ade guato a causa del trattamento Malga Montalon (Telve): un lavoro ben fatto. evidentemente non appetibile per il personale medico qualifi cato. Ciò comporta l’utilizzo di Guardie mediche per turisti pri ve della necessaria esperienza professionale e questo abbas sa il livello dei servizi offerti agli ospiti e ai turisti. I turisti o chi è ospite nelle località di soggiorno del Trentino non può infatti rivolgersi alla Guardia Medica ordinaria, posta esclu sivamente a servizio dei resi denti. Chiediamo quindi alle au torità competenti e all’Azienda sanitaria provinciale di essere sensibili a questo tema. Ciò in quanto non sono rari i casi di prestazioni inefficienti da par te delle Guardie mediche per i turisti. Su questo e altri temi inerenti la salute, l’UCTS è naturalmente di sponibile a collaborare con i ser vizi e gli enti preposti. Fausto Zeni Confesercenti del Trentino La Confesercenti del Trentino è un’Associazione di piccoli impren ditori che opera in Trentino da ol tre 25 anni, nel settore del com mercio, del terziario e dei servizi e che associa circa 2.000 piccole e medie imprese. La stragrande mag gioranza delle aziende nostre as sociate è formata da piccole e me die imprese, ma soprattutto da microimprese, dove spesso l’im prenditore e la sua famiglia sono impegnati operativamente in pri Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 ma persona. Per quanto riguarda questo convegno, posso dire che la prima impressione è stata di sor presa; ho potuto riscoprire tutta una serie di elementi di analisi e di valutazione in merito ai proble mi della salute che, presi uno alla volta, possono anche essere evi denti e scontati, ma che letti in maniera coerente e organica pro vocano sorpresa e aprono alcuni spunti di riflessione. Ho capito che molte cose del nostro agire quoti diano sono legate le une alle al tre, e che comunque provocano una serie di ricadute positive e negative molto complesse sullo stato di salute di comunità sem pre più complesse quali sono le no stre. Vorrei quindi fare alcune consi derazioni: il primo punto che vor rei evidenziare e nel nostro lavo ro non vi si riflette a sufficienza, è un vecchio assunto dell'Organizza zione Mondiale della Sanità la qua le definisce lo stato di salute come “un completo benessere fisico, mentale e sociale, e non un’assen za di malattia o di patologia”. Mi pare quindi appropriato affronta re l’argomento salute come aspet to più generale di stato di benes sere personale e di una comunità, in un mondo che sta cambiando molto velocemente. In Europa, in Italia come nel no stro Trentino, quando parliamo di globalizzazione teniamo conto dell’evoluzione veloce delle rela zioni, perché globalizzazione vuol dire relazionarsi sempre più spes so con altri, che magari sanno fare la nostra stessa cosa, sovente la 75 Salute e sviluppo in Trentino 76 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 sanno fare meglio; questo signifi ca un aumento del livello genera le di stress dovuto alla necessità sempre più impellente di miglio rare e di cambiare e cambiare è una cosa non facile, costa fatica, cer tamente contribuisce a minare la situazione di benessere delle per sone che vi sono costrette in ma niera significativa. Possiamo vede re ad esempio l’evoluzione del comparto del turismo e quali sono le capacità e le strategie di attra zione e di marketing sempre più raffinate che è necessario mettere in campo. Sappiamo ad esempio quanto una situazione territoriale ed ecologicamente equilibrata sia sempre più un elemento distinti vo nella competizione turistica fra i diversi territori. La capacità di attrazione del l’ambiente montano con il suo equilibrio e le sue risorse molto fragili sono sempre più in compe tizione con altre realtà turistiche nazionali ed internazionali e la sal vaguardia e la protezione di que sti equilibri sono importanti e vi tali per l’economia turistica, ma anche per il mantenimento di un sano equilibrio economico di que sti nostri territori e per il mante nimento di un discreto livello di benessere economico ma anche sociale e psico-fisico delle comu nità che ci vivono. “Dove la gente sta bene anche gli ospiti stanno meglio.” Parlando appunto di sta to di benessere, mi viene sponta neo dire che le cose appaiono mi gliori in Trentino rispetto ad altre realtà. Sottolineo che “ mi appa iono migliori” ma non è detto che lo siano veramente. Mi sembra quindi utile la progettazione di interventi di ricerca per quanto ri guarda l’evoluzione dello stato di benessere delle nostre comunità; ho letto delle iniziative del Can ton Ticino e mi sono sembrate, ol tre che sorprendenti, molto inte ressanti anche per il Trentino. Cre do infatti che gli aspetti socioeco nomici più generali in cui una co munità opera, gli elementi di stress sociale o di esclusione so ciale, le condizioni di lavoro o di disoccupazione, le condizioni di precarietà o di sicurezza di reddi to, i livelli di soddisfazione o di insoddisfazione, le condizioni o le necessità di mobilità sul territorio (tempi di percorrenza per recarsi al lavoro), ma anche di mobilità fisica di ognuno di noi, sono stret tamente correlate al livello di sa lute di ognuno di noi come delle comunità di cui facciamo parte. Penso ad esempio ai nostri asso ciati, piccoli e medi imprenditori; sono normalmente persone con alti livelli di responsabilità, che ogni giorno devono fare i conti con si tuazioni di complessità crescente, con le quali si trovano a doversi misurare sempre più frequente mente. Per certi aspetti la situazione del Trentino è molto diversa rispetto al passato; qualche decina di anni fa c’erano livelli di disoccupazio ne molto alti, oggi siamo a livelli cosiddetti fisiologici; certamente in quel passato la forte disoccu pazione influiva fortemente sul nostro grado di salute-benessere. Oggi non vi è disoccupazione ma vi è l’esigenza di stare al passo con la tecnologia e con i cambiamenti che entrano sempre più violente mente nella vita di tutti i giorni. I bisogni individuali che la “so cietà” globalizzata impone ad ognuno di noi sono sempre più pressanti e la vita che ne risulta è molto più frenetica e molto più stressante che nel passato. Rico nosciamo allora che è sempre più necessario aumentare i livelli del la qualità della vita delle nostre comunità, questo peraltro è anche uno degli assunti generali che l’Unione Europea pone come con dizione dello sviluppo, dei nostri lavoratori e dei nostri clienti–con sumatori. Il sistema delle imprese e i no stri imprenditori ne sono sempre più consapevoli, hanno bisogno di buoni lavoratori e hanno bisogno di buoni consumatori, di buoni clienti. Spesso queste categorie si scontrano su interessi che posso no apparire contrapposti. Personalmente propendo più verso la costruzione di alleanze che verso l’alimentazione di scontri. Credo però che la sempre maggio re complessità della nostra socie tà aumenti fortemente il rischio di perdere la “salute”; che ci possa far perdere o ci faccia correre il ri schio di abbassare il livello di be nessere fisico, mentale e sociale. Non possiamo comunque non ri conoscere che passi in avanti ne sono stati fatti. Penso, ad esem pio, alle nuove norme per quanto riguarda gli aspetti della sicurez za sul lavoro e sulla salute in ge nerale. Sono norme che, per la ve Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 rità, abbiamo accettato con diffi coltà. Se si parla di Legge 626, di HCCP o di altre cose, bisogna dire che le nostre imprese non sono sta te così contente di affrontare que ste nuove incombenze, questi cam biamenti; vi è stata la necessità e vi è ancora di un forte e diffuso intervento di formazione. Sono profondamente convinto, anche perché per attività profes sionale mi occupo di formazione, che la formazione non è solamen te dire come si fanno le cose o aggiornare competenze che invec chiano rapidamente, ma deve an che produrre un balzo culturale, nel senso che queste cose dobbia mo cominciare a farle perché ne siamo convinti, perché siamo con vinti che servono a noi in prima persona. Come lavoratori perché ne va della nostra sicurezza e della nostra salute. Come imprenditori perché altrimenti saremo abban donati dai nostri clienti ed espulsi dal mercato. A mio avviso questo salto abbia mo iniziato a farlo, lo stiamo fa cendo; forse i livelli non sono an cora sufficienti e dobbiamo acqui sire una nuova consapevolezza di queste nuove esigenze, ma lo stia mo facendo. Non siamo più nella situazione in cui si trovava il nonno dell’ami co Rensi, che si rendeva conto che i veleni, per la “dorifora” o per il ragno rosso, facevano male prima a lui oltre che creare problemi ai consumatori. Gli agricoltori si sono accorti che prima di tutto mettevano a rischio la propria salute, un rischio diret 77 Salute e sviluppo in Trentino 78 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 to per i prodotti che usavano, in quantità anche massicce: ogni gior no nuovi e più potenti veleni. Io credo che per quanto riguar da questo discorso, su questa nuo va filosofia di qualità che queste leggi di fatto ci propongono im ponendocelo, questa nuova re sponsabilità che si basa sul con cetto di autocontrollo, dobbiamo fare ancora grandi passi. Stiamo facendo la formazione obbligatoria che la legge impone, credo e spero che passeremo alla formazione consapevole per mi gliorare ulteriormente la qualità del nostro lavoro, delle nostre im prese, della nostra vita. Stiamo af frontando al nostro interno il pro blema della “certificazione della qualità ambientale”. Come diceva il collega Menestrina nel settore industriale è un tema affrontato da anni e senz’altro sono già a buoni livelli. Il mondo delle piccole im prese deve recuperare terreno e in questa direzione siamo impegnati come associazione. In questa fase io penso però che potremmo an che tendere a una certificazione di “qualità e benessere nei luoghi di lavoro”. Io penso ai miei associati imprenditori, e anche a me stesso: quando mi sveglio di notte per i problemi e per le responsabilità, magari per le tensioni nella gestio ne del personale, certamente tut to questo non fa bene alla mia sa lute. Credo che oggi vi sia una mag giore consapevolezza di poter fare delle scelte importanti, che non sempre sono facili; a volte, anzi, sono molto faticose. Penso a molti nostri collabora tori, ad esempio e vedo che ci sono sempre più figure atipiche nel nuo vo mondo del lavoro. Certamente questa posizione la vorativa non è una situazione di grande tranquillità in termini di prospettiva, di sicurezza, soprat tutto pensionistica. È una situazio ne certamente di non tranquillità per molte persone. Malga Valsorda I (Pieve Tesino, 1930). Queste come altre situazioni au mentano il livello di precarietà di una comunità. Se facciamo un’ana lisi dello stato di salute di una comunità dovranno essere moni torati questi nuovi elementi di pre carietà e se ne dovrà valutare l’im patto. Mi riallaccio alla fine di questo intervento a una cosa che mi con vince molto, che con l’Assessore Benedetti spesso abbiamo discus so in merito alle nostre potenzia lità di offerta turistica e di attra zione di nuovi turisti e che riguar da l’aumento dei livelli di qualità della vita delle nostre popolazio ni. Sono convinto che se aumentia mo e continuiamo a migliorare le condizioni di vita - che sono co munque a un buon livello - della nostra popolazione, delle imprese e dei nostri lavoratori e collabo ratori, sapremo anche diventare sempre più punto d’attrazione e saremo in grado di meglio soddi sfare i nostri ospiti, che speriamo continuino ad arrivare sempre più numerosi, sia per la montagna sia per i nostri laghi, perché eviden temente si troveranno a vivere sempre meglio in mezzo a splen dide montagne e in mezzo a co munità in “salute”. Paolo Tonelli Federazione Trentina delle Cooperative La Federazione Trentina delle Co operative raccoglie circa 800 coo Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 perative sul territorio della provin cia di Trento, con un totale di cir ca 140.000 soci. Tenendo conto che alcuni sono soci di più cooperative, si può ipo tizzare che circa 110.000 persone della provincia di Trento sono soci di cooperativa. Il totale degli abi tanti è di 475.000 unità. Risulta quindi evidente il peso che il mondo della cooperazione riveste nella storia sociale, econo mica ed anche politica della pro vincia di Trento. Voglio ricordare che sui temi della qualità e del rapporto fra am biente e salute ci siamo mossi da molto tempo e in molti campi, pri ma che intervenissero sia il legi slatore nazionale che le direttive dell’Unione europea. In particola re nel settore dell’agricoltura sia mo stati protagonisti di una serie di accordi firmati fra l’ente pub blico e le categorie agricole e tesi alla progressiva diminuzione del l’uso dei fitofarmaci. Allo stesso modo ci siamo comportati in set tori importanti che qualificano al cuni prodotti trentini come il for maggio e il burro. In questo caso siamo partiti dall’autocontrollo esercitato dai consorzi cooperativi, anch’esso teso alla valorizzazio ne della qualità del prodotto e delle sue componenti organolet tiche. Importante è anche ricorda re l’accordo ormai decennale fra il consorzio delle cooperative di con sumo trentine (SAIT) e COOP ITA LIA. Questo accordo ha fatto sì che sui banchi di tutte le famiglie co operative della provincia di Tren 79 Salute e sviluppo in Trentino 80 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 to, e di conseguenza su tutte le tavole dei trentini, ci fossero in nanzi tutto prodotti di qualità e quindi la certezza di non avere merci contenenti organismi gene ticamente modificati. Sempre in questo quadro non va dimentica to il fatto che sono cooperativi i negozi del commercio equo e soli dale. Da anni ci siamo mossi, nei li miti delle nostre capacità, per at trezzarci per la confezione e la fornitura di pasti nelle scuole, negli asili, nelle mense aziendali, nei ristoranti interaziendali e nel le case di riposo, proponendo una gamma di cibi che vanno dal bio logico ai certificati di alta qualità. Insomma, abbiamo cercato e con tinuiamo a cercare di fare – accan to alle esigenze del mercato – ope ra di formazione e di convinzione. È evidente che tutto ciò ha come causa ed effetto l’affinamento del la sensibilità del consumatore, che significa mercato con maggior va lore aggiunto, ma significa anche maggiore qualità della vita. Allar gando un po’ il discorso della qua lità, ricordo che proprio in questi mesi la Federazione Trentina delle Cooperative ha aperto uno “spor tello qualità ” e - oltre alla certifi cazione ISO 9000 che è ormai mol to diffusa anche fra le nostre im prese - si è iniziata una certifica zione di qualità ambientale (par tendo da un campeggio a gestio ne cooperativa a Riva del Garda) e alla certificazione etica SA 8000 (partendo da alcune cooperative sociali). Tenevo a fare questa premessa per sottolineare l’impegno che abbiamo cercato di profondere in questi anni nella direzione così ben delineata dalle relazioni di questa mattina. E così ho anche l’occasione di esprimere la soddisfazione di aver avuto l’opportunità di assistere a questo dibattito perché mi sembra effettivamente molto importante il fatto che sia stata qui evidenziata la interdipendenza fra lavoro, svi luppo economico e salute. Ho ascoltato con grande attenzione e devo dire trovando anche confer ma di cose intuite nel passato e che avevano portato tanti di noi a sottolineare il fatto che per il ben essere di una società non è suffi ciente misurare il Prodotto Inter no Lordo ma va, forse prima, mi surato il Benessere Economico Net to. Vanno quindi tenuti in conto parametri diversi dalla mera som matoria del profitto di impresa. Noi cooperatori siamo, qualche volta magari solo teoricamente, i portatori di parte di questi para metri. A questo proposito volevo sottolineare, fra tutte le cose che sono emerse, due questioni. La prima, appunto, è stretta mente collegata a questo discorso del benessere dell’individuo e si ri ferisce a un segmento del mercato con il quale io mi trovo quotidia namente a fare i conti. Questo seg mento del mercato è l’area di tutti i servizi alle imprese e agli enti pubblici, un’area nella quale vedo crescere una pesante precarizzazio ne del lavoro. Vedo quotidiana mente giovani, anche di alta sco larizzazione (diplomati o laureati) ridotti a soldati dell’esercito delle partite IVA o dei CO.CO.CO. e quin di vedo ansia, stress, paura, insi curezza e pertanto cattivo rappor to col lavoro. In definitiva, catti vo rapporto con la vita. Accanto all’insicurezza individuale, cresce l’incertezza collettiva. Quale sarà il trattamento pensionistico, inte so in senso lato, fra 30 anni? Qua li saranno, sempre fra 30 anni, gli elementi del welfare? I dati di in certezza collettiva si sommano, talvolta anche inconsapevolmen te, con quelli dell’incertezza indi viduale. Sia chiaro che non confon do precarietà e flessibilità: la fles sibilità non solo dobbiamo accet tarla perché appartiene al futuro, ma sono convinto che possa di ventare, sia stata e già sia un elemento di libertà della persona. Perché la flessibilità diventi liber tà e non precarietà, però, è indi spensabile ragionare intorno al l’istruzione. È evidente che biso gna sottolineare le regole del mer cato del lavoro, ma non è questo il punto sul quale io voglio sof fermarmi. Quello che voglio dire è che oggi non esiste più corrispon denza fra livello di istruzione e li vello di cultura. La scuola, così come tutti gli altri settori della società, si è via via adattata alla semplificazione dualistica della realtà (e questo quando va bene) se non alla comunicazione unila terale. Per cui, i nostri giovani sono abituati ad affrontare piccoli pez zi dei problemi senza mai essere capaci di vedere il problema com plessivamente, mentre la realtà è sempre più complessa. Paradossal Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 mente, in una società contempo ranea che ha come elemento cen trale la complessità, tutto quello che ci viene detto e insegnato è, al contrario, la semplicità. Gli esempi sono tanti: l’uso dei refe rendum (si o no); la politica ridot ta a due; la tendenza a spartire tutto in bianco o nero. Tutto ciò allontana sempre di più tantissi me persone dall’effettiva capacità di comprendere. È in questo modo che si diventa schiavi. I pochi che detengono la capacità di compren sione detengono anche il potere e la salute. Gli altri no. Io credo quindi che il tema della comples sità non sia affatto estraneo al tema della salute. L’altra questione che volevo sot tolineare è quella della valorizza zione del territorio. La cooperazio ne, in questo ultimo anno e mez zo, ha sviluppato un suo progetto turistico che sta muovendo i primi passi. Nel settore del turismo la cooperazione, quando è stata pre sa in considerazione, si è vista as segnare ruoli di servizio assoluta mente secondari. Puntiamo, anzi ché essere cooperazione “serva”, a essere cooperazione che gesti sce e che, a monte, contribuisce a determinare scelte. Quindi voglia mo non solo fare un salto nella qualità del nostro lavoro, ma an che fare un salto nella sostenibili tà complessiva dell’ambiente in cui viviamo e, anche attraverso que sto, contribuire alla salute delle persone. Del resto, e prima di tut to, anche nel settore del turismo - come in altri settori - il modello cooperativo determina condizioni 81 Salute e sviluppo in Trentino 82 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Malga Montalon (Telve): preparativi per la festa. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 di lavoro spesso diverse da quelle conosciute. Nella cooperativa ci sono precisi diritti per i soci, ov viamente accanto a precisi do veri. Stiamo tentando di promuo vere concretamente un progetto che vada in questa direzione e che abbia al suo cuore la sostenibilità della vita e dell’ambiente. Mi ren do conto che la parola sostenibi lità rischia di essere abusata come la parola solidarietà, ma non per do la speranza che possa diventa re realmente un dato che entra nella cultura delle persone e spe cialmente in quella dei nostri go verni. Il nostro progetto, che si inserisce nel Patto Territoriale del l’area del Tesino, ha come elemen to di partenza l’assunto che ogni e qualsiasi proposta avrà alla base la realtà naturale, storica, cultura le della zona in questione e quin di i servizi turistici, intesi in senso lato, potranno trovare l’eventuale risposta strutturale unicamente utilizzando i volumi esistenti. È ovvio che la nostra attenzione si rivolge alle baite, alle malghe, ad antiche strutture alberghiere ab bandonate, ecc…. Va detto che spesso quando ci si riferisce a mal ghe e baite il pensiero di molti va al turismo “saccopelista”, che pe raltro io non disdegno assoluta mente. Voglio però sottolineare – e lo ricordava prima di me Rensi dell’Associazione Artigiani – che oggi moltissime persone, soprat tutto dei cosiddetti target alti, sen tono il bisogno di instaurare un nuovo rapporto con la natura, con le culture locali, con gli animali, ecc…. Forse vale la pena ricorda re – a lato – che la SAT ha appena finito di censire 630 malghe nella provincia di Trento, di cui per cir ca 500 si può parlare ancora di edificio. Tenendo conto che circa 250 sono monticate, si potrebbe sviluppare un piano provinciale che vede la di possibilità di avere grandi ed interessantissime archi tetture a disposizione di un turi smo di nicchia molto richiesto. Dobbiamo fornire servizi elevati e di alta qualità, sia da un punto di vista alberghiero che da un punto di vista più generale. Insomma, si può ristrutturare una malga con livelli da tre stelle avanzato e non prevedere la possibilità di arrivar ci con la propria automobile. Den tro questo tema si inserisce anche un elemento che a mio parere an drebbe ulteriormente valorizzato ed è il termalismo trentino, che ha ancora alcune buone proposte e che vede degli elementi assoluta mente rari se non unici nella loro dimensione sanitaria. Mi riferisco alla fitobalneoterapia, antica pra tica delle nostre genti, che nei se coli scorsi era stata anche organiz zata per esempio al passo degli Oclini, a Fié dello Sciliar, a Garniga Terme, a Sopramonte. Le Terme di Garniga, seppur fra alterne vicen de, sono sopravvissute fino ai no stri giorni e costituiscono un im portante esempio di perfetta sin tesi o incontro fra esigenze della salute e mantenimento dell’am biente, anche in termini di biodi versità. Da una parte lo screening che da 8 anni va avanti su tutti i pa zienti che sono passati dalle Ter 83 Salute e sviluppo in Trentino 84 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 me di Garniga dimostra i notevoli benefici salutistici in essi riscon trati; e dall’altra lo sfalcio delle praterie del Monte Bondone a 1.500 metri d’altezza impedisce che il bosco, di cui siamo abbon danti, si mangi le praterie e impe disca il continuo rigenerarsi delle 300 specie botaniche in esse pre senti. Credo che bisogna “spinge re” partendo da questi esempi “pionieristici” e so che comuni e imprenditori della provincia di Trento stanno pensando di intra prendere in questa direzione. Tut te queste cose, che sono ovviamen te parte di tanto altro, andrebbe ro coordinate in una visione com plessiva che porti a fare determi nate scelte anziché quelle che spesso vediamo davanti ai nostri occhi. Prima di terminare vorrei tornare sul discorso della interdisciplina rietà. Mi è sembrato di capire dal la relazione del professor Dome nighetti e da quanto sottolineato anche nel progetto illustrato qui dal Segretario di Stato della Slo venia, che quelli che loro chiama no i “determinanti” sono quei pa rametri che molti di noi 30 anni fa chiamavano “i ritorni sociali”. Mi sembra una cosa veramente importantissima che il Canton Ti cino abbia istituito una specie di commissione che valuta questi “de terminanti” in relazione a ogni leg ge o a ogni provvedimento che il governo di quel Cantone emana. Ogni decisione politica, ogni prov vedimento amministrativo, deter mina qualche cosa a livello socia le. Può costruire, ma può anche ab battere; può aiutare in bene, come può facilitare in male. Questa va lutazione, dunque, è un fatto estre mamente importante. Ricordo qui che nella provincia di Trento esi ste una legge, la n. 35 del 1983, che prevedeva all’art. 2 (mi pare) un comitato formato da tutti i di rigenti della Provincia. Questo co mitato aveva il compito di valuta re proprio i ritorni dei provvedi menti legislativi ed amministrati vi oltre che di suggerire migliora menti ai provvedimenti stessi. È un dato di fatto: questo comitato non si è mai riunito. Ecco, io auspico che i nostri governanti possano, anche sull’esempio di quello che ci ricordavano il Canton Ticino e la Slovenia, riportare in vita que sto comitato, ovviamente nelle forme e con sistemi totalmente diversi e nuovi. Sul modo di ap procciare le questioni che qui vie ne proposto, il movimento coope rativo - nei limiti delle sue capaci tà e ovviamente con tutte le sue contraddizioni – c’è, o almeno vuol provare a esserci. Fabio Bazzoli CISL Medici Sicuramente non è mai abbastan za sottolineata, anche da parte dei lavoratori e dalle forze sindacali, la necessità di potenziare e difen dere i requisiti di base per le azio ni di promozione della salute: la pace, la casa, il cibo, il reddito, l’ecosistema stabile, la continuità di risorse, la giustizia, l’equità. Malga Montalon (Telve): la preparazione del burro. Condivido quanto detto sulla necessità di “promuovere e pro teggere la salute” e non solo di at tuare “prevenzione” e sulla neces sità di cercare le sinergie in que sto settore molto delicato. Occor re inoltre privilegiare la centralità della persona e della comunità lo cale nelle azioni di promozione della salute. Intendo ora illustrare tre pro getti innovativi e coraggiosi di pro mozione della salute, della sicurez za e di miglioramento della quali tà della vita, avviati nella realtà montana del Comprensorio delle Giudicarie: 1. “Per un Futuro Migliore”; 2. “Alcol Meno è Meglio”; 3. “Montagna – Disabilità – Han dicap”. Il terzo progetto è un’iniziativa in Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 novativa dei programmi locali del la Associazione Comunità Handi cap nel Comprensorio delle Giudi carie. I primi due “Per un futuro mi gliore” ed “Alcol meno è meglio” hanno il carattere di interventi di comunità e sono finanziati per i primi tre anni dalla Provincia Au tonoma di Trento, sulla Legge 309. Essi hanno coinvolto diretta mente 16 comuni della Valle del Chiese e altri due comuni vicini nonché tutte le realtà associative della comunità, attraverso un co mitato di progetto partecipativo e rappresentativo. L’organizzazione del comitato di progetto ha per messo la partecipazione di chi ha bisogno e di chi ha problemi di salute, di chi ha problemi di vita o di realizzare un benessere suffi ciente. Il comitato è formato da venti persone volontarie, formate e sen sibilizzate, rappresentative degli enti e delle organizzazioni sociali che lo costituiscono. Gli interventi hanno l’obiettivo di favorire il miglioramento della qualità della vita, la protezione della salute e della sicurezza della popolazione, attraverso la promo zione di stili di vita sani e sicuri, soprattutto per soggetti e gruppi fragili e con disagio, verso la co struzione di una comunità nuova libera dalle sostanze tossiche, dal l’alcool e dagli stupefacenti. La metodologia operativa è basata sugli interventi di comunità e sul lavoro in rete. Sono coinvolte tut te le componenti della comunità. Chi amministra si pone al servi 85 Salute e sviluppo in Trentino 86 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 zio della persona, famiglia o dei gruppi con scelte economiche, an che turistiche, attuabili anche per i soggetti più deboli. 1.“Per un Futuro Migliore” è un progetto di promozione e prote zione della salute e della sicurez za per la costruzione di una “Co munità Nuova” nelle Valli Giudicarie attraverso interventi che riguar dano: - Il miglioramento della qualità della vita attraverso la promo zione della salute e della sicu rezza della popolazione, attra verso la promozione di stili di vita sani e sicuri soprattutto per soggetti (o per gruppi di sog getti) deboli, con fragilità o con disagio (età evolutiva, anziani, disabili, ecc.). Un esempio di attività per il superamento del l’Handicap sarà presentato di seguito nel punto 3; - Il cambiamento dei comporta menti-rischio nella popolazio ne quali l’uso di alcol, farmaci, droghe, altre sostanze tossiche e altri comportamenti del indi viduo, famiglia, scuola, comu nità (stili educativi e interatti vi ). Le attività di promozione e protezione della salute, di sensibilizzazione, formazione e di prevenzione dei problemi alcol correlati rientrano nel pro getto “Alcol meno è meglio”, che sarà presentato di seguito nel punto 2; - La formazione, la sensibilizza zione e il sostegno delle fami glie con azioni specifiche e an che attraverso consultazione per famiglie con problemi com plessi. La formazione e la sen sibilizzazione di nuove figure di operatori territoriali, animato ri, facilitatori , mediatori e del la comunità locale e le attività di consulenza specialistica per gli operatori coinvolti nel pro getto; - Il coordinamento delle energie, delle iniziative e la valorizzazio ne delle risorse, attuati anche attraverso uno specifico comi tato di progetto rappresentati vo delle realtà pubblica (servi zi) e privata (famiglie, privato sociale) della comunità locale, volti a garantire l’integrazione degli interventi, ma soprattut to la realizzazione di interventi di comunità; - Gli interventi di collegamentopotenziamento con altri pro grammi di aiuto alla persona, alla famiglia e a gruppi di fa miglie. Il progetto triennale “ Per un fu turo migliore” , predisposto dal Comune di Storo in collaborazio ne con il Servizio di Alcologia e l’Associazione Centro Trentino So lidarietà, al quale hanno aderito i comuni della Valle del Chiese e comuni vicini del Comprensorio delle Giudicarie in Trentino (Sto ro, Bondone, Condino, Brione, Ca stel Condino, Cimego, Pieve di Bono, Prezzo, Bersone, Praso, Da one, Lardaro, Roncone, Bondo, Bre guzzo, Tiarno di Sotto in Val di Ledro). Il progetto è attivato nel terri torio dei comuni sopra citati e an drà a interagire in rete con sog getti del privato sociale (tra que ste ricordiamo le Associazioni de gli Alcolisti in Trattamento (ACAT), la Cooperativa Il Bucaneve, la Co munità Murialdo, la Comunità Han dicap, la Cooperativa Lavori in cor so), con soggetti già istituzional mente competenti nei vari ambiti (Servizi Sanitari quali Alcologia, SERT, Neuropsichiatria Infantile, Psichiatria, Psicologia, Servizi So ciali), con il mondo della Scuola, del Volontariato, con i Centri di ag gregazione giovanile, le associa zioni per lo sport e il tempo libero e le altre realtà associative locali. 2. Con il progetto: “Alcol Meno è Meglio”, i 16 Comuni coinvolti nel progetto “per un futuro mi gliore” hanno aderito al progetto nazionale triennale di promozio ne della salute per quanto attiene l’alcol e i problemi alcolcorrelati, da realizzare nell’ambito territoria- le degli stessi comuni, con una po polazione di 14.000 abitanti, nei 3 anni 2001 – 2004. Enti promotori del progetto sono: - comuni della Valle del Chiese e comuni vicini del Comprenso rio delle Giudicarie in Trentino (comunità attiva); - l’Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale di Trento, il Cen tro Studi e Documentazione sui Problemi Alcolcorrelati di Tren to (segreteria e coordinamen to organizzativo della ricerca nazionale); - l’Azienda Provinciale per i Ser vizi Sanitari della Provincia Au tonoma di Trento, Direzione Promozione ed Educazione alla Salute, Centro di Alcologia di Tione (coordinamento organiz zativo e operativo locale). Malga Valcion (Pieve Tesino): si prepara il caffè. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 87 Salute e sviluppo in Trentino 88 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 L’obiettivo generale è quello di produrre una riduzione dei consu mi di alcol negli ambiti territoriali dove si svolge il “Progetto”, se condo gli indirizzi dell’Organizza zione Mondiale della Sanità che considera la riduzione dei consu mi di alcol un determinante di sa lute. Gli obiettivi specifici sono: - Informare sul “Progetto” alme no il 70% della popolazione re sidente negli ambiti territoriali dove questi si svolge; - Educare/sensibilizzare sull’al col e sui problemi alcolcorrela ti, attraverso attività struttura te, almeno il 5% della popola zione residente negli ambiti ter ritoriali dove si svolge il “Pro getto”. La metodologia ispiratrice si basa sull’approccio di comunità at traverso il lavoro di rete, volto al coinvolgimento e alla correspon sabilizzazione della popolazione generale tramite i suoi leader e le sue organizzazioni formali e infor mali nonché di ogni persona rag giunta dal “Progetto”, anche tra mite l’educazione tra pari. Le fasi attuative sono: - Mappatura delle risorse presenti nell’ambito territoriale e indi viduazione degli “attori” da coinvolgere nelle attività; - Coinvolgimento attivo delle ri sorse individuate nella fase 2 per acquisirne il consenso e la compartecipazione al “Proget to” e costituzione di un Comi tato locale di coordinamento; - Rilevazione dei consumi negli ambiti territoriali del “Proget to” e in quelli di controllo (6 mesi); - Elaborazione e attuazione del le attività informative e di edu cazione /sensibilizzazione at traverso azioni specifiche: “al col-guida”, “alcol-giovani”, “al col-scuola”, “alcol-lavoro” du rante 2 anni; - Rilevazione dei cambiamenti dei consumi negli ambiti terri toriali del “Progetto” e in quel li di controllo (6 mesi). Il progetto ha coinvolto, in pri ma persona, i 16 Comuni della Valle del Chiese e altri due Comuni vici ni e tutte le realtà associative del la comunità, attraverso un comi tato di progetto partecipativo e rappresentativo. Gli interventi han no l’obiettivo di favorire il miglio ramento della qualità della vita, la protezione della salute e della si curezza della popolazione, attra verso la promozione di stili di vita sani e sicuri, soprattutto per sog getti e gruppi fragili e con disa gio, verso la costruzione di una comunità nuova libera dalle so stanze tossiche, dall’alcool e dagli stupefacenti. La metodologia operativa è ba sata sugli interventi di comunità e sul lavoro in rete. Sono coinvol te tutte le componenti della comu nità. Chi amministra si pone al ser vizio della persona, della famiglia o dei gruppi, con scelte economi che, anche turistiche, attuabili an che per i soggetti più deboli. L’organizzazione del comitato di progetto ha permesso la parteci pazione di chi ha bisogno e di chi ha problemi di salute, di chi ha problemi di vita o di realizzare un benessere sufficiente. Il comitato è formato da venti tra le persone ritenute più sensi bili e rappresentative degli enti e delle organizzazioni sociali che lo costituiscono. 3. A garanzia e verifica di quali tà è necessario chiedersi se le ini ziative proposte, i servizi presen tati, i luoghi indicati in questo se minario, le nostre zone, i paesi, le chiese, i servizi, gli uffici, le coo perative sociali, le associazioni si ano accessibili ai disabili, alle per sone in carrozzella, ai bambini, alle persone fragili, ai soggetti deboli, alle persone anziane, alle loro famiglie e gruppi. A questo proposito, i gruppi del l’Associazione Comunità Handicap del Comprensorio delle Giudicarie, con il massiccio coinvolgimento delle associazioni di volontariato locali e delle amministrazioni co munali, hanno promosso da diver si anni varie iniziative in monta gna. Mi sembra stimolante e propo sitivo richiamare qui il progetto Montagna – Disabilità – Handicap promosso da Comunità Handicap: Associazione di Gruppi di Famiglie con Handicap e Difficoltà del Com prensorio delle Giudicarie. Le ini ziative principali di questa azione sono: - Escursioni appositamente (e faticosamente) organizzate, passeggiate e giornate in alta montagna in varie zone del par co Adamello Brenta, con sog getti disabili e le loro famiglie (ad esempio in Val di Fumo o Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 sul Brenta); - Soggiorni educativi, come la settimana ecologica di Bolbe no per soggetti disabili con escursioni, esplorazioni, mo menti ricreativi e incontri infor mativi ed educativi sull’ambien te montano; - Acquisizione di strumenti, at trezzature specifiche e ausili per l’esplorazione in montagna an che ad alte quote; - Individuazione e costruzione di percorsi in montagna accessi bili ai disabili. Quando una persona con disa bilità si muove in montagna, come spesso in altri ambienti, deve sa pere che percorsi fare, chi lo ospi ta, e su quale sostegno può con tare nel proprio cammino di accet tazione dei propri limiti e di supe ramento dell’handicap. Ritengo che queste e altre simi li testimonianze possano costitui re cultura per far crescere le no stre comunità. Spesso non riuscia mo a metterci d’accordo su azioni concrete per la realizzazione e la gestione di iniziative di comune utilità e interesse, come una strut tura, una strada, una casa, un ospedale, una scuola, ma purtrop po anche sul modo di superare i problemi comuni, provocando spesso sprechi di risorse umane ed economiche, senza la necessaria attenzione alle priorità e alla effi cacia delle scelte nel tempo. La realizzazione di interventi di comunità per la promozione della salute e del benessere richiede un’alta specializzazione tecnica, coniugata con una metodologia di 89 Salute e sviluppo in Trentino 90 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 lavoro di rete. Il Trentino e le co munità di montagna e di valle in particolare, conservano ancora una forte cultura solidale, che dovreb be ispirare le scelte in questo de licato settore. Abbiamo la possibilità, insieme ad altre simili comunità in Italia, in Europa e nel mondo, di avviare in questo ambito processi innova tivi che richiedono scelte coraggio se di investimento, anche econo mico, e di costante confronto e condivisione, in una cultura di so lidarietà per la salute e per la si curezza, per realizzare programmi di protezione della salute, fatti con la partecipazione e la formazione delle famiglie, della popolazione e dei lavoratori. Si dovranno privilegiare le per sone deboli e fragili, compresi gli extracomunitari che arrivano sen za conoscere qual è il modo di di fendere la propria salute e la pro pria sicurezza anche nei nostri pa esi. Luigi Casanova CGIL Ringrazio chi ha organizzato que sto convegno perché, finalmente, abbiamo avuto tutti l’occasione di vedere intrecciati, come già è sta to detto, argomenti che tra loro sembrano diversi e che, invece, si integrano e vanno a costruire la qualità del nostro vivere. Quindi questi termini, ossia salute, svilup po, lavoro e territorio, vengono a costruire un amalgama su cui la vorare, progettare e costruire per avere una ricaduta positiva su tutti noi. Ecco, forse, fra tutti questi ele menti, oggi non si è parlato di ter ritorio, e non è forse casuale que sta cosa, nonostante ci troviamo inseriti nell’Anno Internazionale delle Montagne, nonostante il sot totitolo di questo Convegno reciti testualmente: “Sfide e opportuni tà per le regioni di montagna”. Forse sarebbe stato opportuno un maggiore approfondimento sul ter ritorio, e su cosa significhi costru ire salute in montagna. I relatori della mattinata l’hanno sottoline ato, ma nel pomeriggio questo ter mine è scivolato via. L’argomento che però, come sin dacato, vogliamo affrontare, è quello del lavoro. Nel Trentino, in una situazione praticamente di quasi assenza di disoccupazione, o con cifre minimali di disoccupazio ne, è opportuno comunque chie dersi forte come si lavora. A mio avviso, e per l’esperienza che porto, questa doveva essere la domanda dominante e che dovreb be aiutare tutte le forze politiche a costruire il futuro programma elettorale per le elezioni provin ciali del 2003. Chi riesce a rispon dere in maniera positiva a questo termine fa un grande servizio alla nostra provincia. Infatti, è vero che non abbiamo praticamente di soccupazione, ma non si lavora bene nel Trentino. Come CGIL abbiamo deciso in questi ultimi quindici giorni di smorzare la polemica su quanto sta avvenendo negli alberghi e nei pubblici esercizi della nostra pro Malga Arpaco (Cinte Tesino): la produzione del latte raffreddata... ad acqua. vincia, ma il fatto che non siamo più usciti sui giornali, su casi spe cifici, non significa che le cose si ano migliorate, anzi. Posso testi moniare che nei nostri uffici, pur troppo, i lavoratori sono venuti ancora a rappresentare situazioni che, se dovessi renderle esplicite, scandalizzerebbero chiunque di voi. Quindi dobbiamo tenere pre sente che sul nostro territorio, a fianco di imprenditori ai quali va dato merito della serietà e della professionalità, ci sono anche va ste aree di disagio, situazioni di lavoro precario, di lavoratori che giornalmente vengono umiliati, di lavoratori che non vengono aiu tati nel costruire un percorso di “professionalità stabile”. Questo poi della professionalità stabile è un motore fondamentale anche per consolidare il turismo, e con Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 solidare il turismo significa poter fare affidamento, giorno per gior no, su lavoratori che una volta entrati nelle strutture alberghiere, nei ristoranti o nei bar, riescano a dare dei servizi efficienti, con gran de qualità e con risposte efficaci verso i nostri clienti. Ecco, noi non riusciamo a consolidare questa for za lavoro nel nostro territorio, per ché la manteniamo troppo preca ria, perché non costruiamo forma zione, perché non garantiamo i diritti di base, ad esempio dei con tratti nazionali. Come già abbiamo concordato con l’Assessore Benedetti e con l’Assessore al Lavoro Andreolli, in vito le categorie economiche - che ho sentito qui esprimersi ed anche molto bene - ad avere questo co raggio e cominciare a costruire un incontro produttivo con le Orga 91 Salute e sviluppo in Trentino 92 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 nizzazioni Sindacali, per arrivare al raggiungimento dell’obiettivo a cui ha fatto cenno il rappresentan te dell’Associazione Albergatori, ossia il “marchio di qualità”. Tutto questo, comunque, ben sapendo che marchio di qualità, per le no stre strutture turistiche, significa anche garanzia della qualità del lavoro all’interno delle strutture stesse. Ciò premesso, la prima doman da verte su “come si lavora nella nostra provincia”. La seconda do manda importante, alla quale ri spondere, è la “questione dell’equi tà”: stiamo costruendo veramente nel Trentino una società solidale, una società democratica ed equa? Ci sono dei dubbi su questo. Noi sindacalisti di periferia vediamo che quando arrivano gli Assessori provinciali, nelle valli chiamano a raccolta i Sindaci, le Associazioni imprenditoriali, ma fino ad ora non è mai accaduto che gli Asses sori - di qualunque parte politica abbiano chiamato ai loro incontri le Organizzazioni Sindacali che vi vono in periferia, o abbiamo chia mato i consiglieri di minoranza. Anzi, qui sollevo un problema for te di democrazia del nostro terri torio: sappiamo come le minoran ze dei Consigli comunali del no stro Trentino ormai siano un ag geggio superfluo nell’insieme del la discussione di un Consiglio Co munale. Una volta formate le mag gioranze, chi è arrivato in maggio ranza ritiene di non aver più nes sun obbligo di confronto, né con i consiglieri di minoranza né con l’insieme della società civile. È an che questo un aspetto che metto sul tavolo della discussione, per ché rafforzare la democrazia signi fica anche rafforzare il benessere sul nostro territorio, e quindi la cir colazione di informazioni e di pre venzione, con tutto quel che ne consegue. Arrivando poi alla nostra que stione territoriale, alla specificità dell’essere montagna, ci troviamo davanti a una fase di mutazione, molto forte, del clima, che sta cam biando anche nei termini della si curezza e dei rischi del vivere in montagna. Accanto alla mutazio ne climatica, con questi eventi metereologici sempre più violen ti, troviamo anche il secondo aspetto, ossia l’abbandono della montagna, inteso non tanto come numero di abitanti - perché se si esclude qualche paese non abbia mo il decadimento della vita nei paesi di montagna della nostra pe riferia - ma inteso come abbando no del territorio. Allora, per rispondere alla vio lenza dei mutamenti climatici noi un dovere l’abbiamo: dovremo co struire politiche che riportino l’uo mo a contatto diretto con il terri torio. A mio avviso il modo per fare questo è riportare attenzione al mondo agricolo e al mondo della forestazione. Sono due aspetti che vengono spesso trascurati oppu re, quando si parla di agricoltura lo si fa solo in termini di agricol tura intensiva, che poi crea tutta una serie di problemi anche alla salute; lo vediamo qui in Valle di Non, lo vediamo a San’Orsola a Pergine, lo vediamo dove c’è que sta pressione forte tesa alla pro duttività. L’agricoltura intensiva com’è noto - non costruisce pre sidio del territorio, e quindi dovre mo invece avere attenzioni verso l’agricoltura biologica e special mente verso la silvicoltura: dob biamo riportare l’uomo all’interno dei boschi a lavorare, ma dobbia mo arrivare anche a costruire una politica complessiva del settore legno. Bisogna partire dal taglio della materia prima, ma dobbiamo anche riuscire ad avere in Trenti no la lavorazione del legno, per mantenere sul nostro territorio il valore aggiunto dell’intera filiera. Quest’attenzione va a costruire anche sicurezza idrogeologica, a evitare rischi per il territorio. Un altro aspetto importante della fra gilità del nostro territorio, di una fragilità che riguarda ancora il mondo del lavoro, è il mondo fem minile. Specialmente nelle vallate turistiche il mondo femminile vie ne praticamente cacciato dal lavo ro. Nelle nostre valli non ci sono asili nido adeguati: pensiamo alle Valli di Fiemme e Fassa, del Primie ro, delle Giudicarie, quattro valli che nel Trentino non hanno un solo asilo nido. Questa è una man cata risposta a un servizio essen ziale che, invece, dovremmo dare alla famiglia. Ma nel Trentino man cano altre attenzioni nei confron ti della famiglia, specialmente nei confronti della donna. Troppo spesso arrivano, nei nostri uffici, donne che sono costrette a licen ziarsi, ad abbandonare il lavoro perché le ditte, e anche gli enti Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 pubblici, non le aiutano con il part time, non le aiutano costruendo politiche di attenzione nei con fronti della famiglia, e quindi mantenendole inserite nei percor si del lavoro. Entro ora nel merito della que stione degli ospedali di periferia. La relazione che abbiamo sentito dal docente universitario ha illu strato, con molta chiarezza, i pro blemi che investono questa mate ria, ma teniamo presente che sa nità sul territorio, significa anche ospedalizzazione - quindi parliamo proprio dell’aspetto curativo e non di quello della prevenzione, e nel le nostre periferie significa anche mantenere un presidio culturale significa mantenere un presidio di saperi sul territorio e significa in centivare i nostri giovani a intra prendere la carriera sanitaria, op pure altre professionalità di alto livello universitario. Dobbiamo bloccare dalle nostre valli la fuga delle intelligenze, perché ormai le nostre valli sono oberate da un’at tenzione eccessiva, quasi esclusi va, da parte dell’economia turisti ca. Non cancelliamo dunque dalle periferie del Trentino i saperi che ci sono, anzi, manteniamo la giu sta attenzione per accrescerli. Nel territorio trentino è anche neces sario mantenere i servizi essenzia li di una struttura ospedaliera: non possiamo togliere i servizi di natalità, non possiamo togliere la prima chirurgia, la chirurgia del primo intervento; non possiamo togliere, o come avviene oggi, umiliare, alcuni tecnici, come quelli dei reparti di fisioterapia, o di al 93 Salute e sviluppo in Trentino 94 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 tri settori all’interno dei nostri ospedali di periferia. Dobbiamo rafforzare questi servizi; ovviamen te, come già è stato detto, dobbia mo contestualmente incentivare poi, a livello specialistico, le vo cazioni che i territori esprimono. La mia è una difesa dell’ospe dale di periferia, ma sono anche convinto che questi ospedali di periferia vadano rimodellati anche secondo lo schema che qui è stato presentato. Ecco, come vedete, la questione della salute sul nostro territorio è molto complessa. Io mi auguro che da un convegno ricco come quello di oggi la parte poli tica sappia trovare sintesi e costru ire progettualità. Abbiamo bisogno di passare dalle parole ai fatti, e questo io mi attendo dal mondo politico che è chiamato a gover narci. Marco Benedetti Assessore all’Industria e al Turismo della Provincia Autonoma di Trento Credo di poter dire che la sfida a cui fa riferimento il titolo del con vegno sia già iniziata, quanto meno per quanto riguarda la no stra Provincia. Sfida, che per noi già a buon punto, dato che si par te da un livello di rapporto salute – sviluppo che sicuramente non è secondo a nessuno. Io non ho una conoscenza ap profondita delle esperienze stra niere, ma sicuramente, per quanto concerne quelle italiane, posso tranquillamente affermare ciò che segue. Il turismo è un settore dell’eco nomia un po’ sui generis per quan to concerne le interazioni con la salute in generale dato che, com’è stato ricordato poc’anzi, presenta in tal senso una duplice veste, una sul fronte interno - il fatto di do ver mantenere un alto livello qua litativo per chi vive sul nostro ter ritorio - e l’altra sul fronte esterno - una qualità della vita e una qua lità della salute che devono esse re sinonimo di buon servizio per l’ospite e che, indubbiamente, rap presentano fattori di attrattiva per chi sceglie di trascorrere le sue vacanze in Trentino. Le scelte che oggi vengono fat te debbono sostanzialmente tene re conto della domanda diffusa di salute espressa dalla popolazione e di come essa si lega alle condi Riposo con vista su Malga Casarina (Scurelle). Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 zioni socio-economiche degli indi vidui che vivono sul nostro terri torio. Come è già stato evidenzia to, si può a ragione affermare che il benessere della nostra colletti vità è anche determinato dalla qua lità intrinseca dell’offerta sanita ria, in percentuale che comunque risulta minimale rispetto al condi zionamento che esso riceve da fat tori come la capacità di reddito, l’istruzione, l’abitazione, l’alimen tazione, ecc. In base a tali consi derazioni mi pare che sempre di più dovremmo avere ben presente quali siano gli impatti che le scel te pubbliche comportano sulla sa lute della comunità di riferimen to. A maggior ragione questo deve essere ribadito in quelle zone di montagna che, come il Trentino, vedono il proprio sviluppo socio– economico strettamente legato al l’ambiente, ambiente che si rivela di fragile equilibrio. Quale ruolo può giocare il turi smo in questo contesto? Il turismo è un settore dell’economia deter minante per il Trentino, e il rap porto che esiste tra esso e il no stro territorio è stato in un recen te passato oggetto di un’analisi molto approfondita. A proposito vale la pena ricordare l’ “Atto d’in dirizzo sul turismo in Trentino” del luglio 2000 che, assieme a un atto di indirizzo sulla sostenibilità am bientale, ha rappresentato e rap presenta tuttora una chiara mani festazione della consapevolezza dell’incidenza che le scelte politi che hanno sul benessere della co munità di riferimento. Si tratta di atti che ci hanno dato un efficace termine di paragone e di confron to con i territori che risultano no stri competitori e che presentano un’economia analoga alla nostra. Altro ruolo importante che il tu rismo riveste nelle nostre località di montagna è stato, inizialmente, quello di mantenere le popolazio ni in loco e ciò ha contribuito a rallentare quel fenomeno di “de sertificazione” delle zone più pe riferiche del nostro territorio. È chiaro però che sul fronte in terno il turismo provoca anche ef fetti indubbiamente problematici, a iniziare dal carico antropico. In base proprio a queste considera zioni l’atto d’indirizzo sopra cita to voleva gettare le basi per la cre azione di un equilibrio che fosse sostenibile anche nel rapporto nu merico esistente tra turisti e resi denti nelle località di montagna, rapporto che per essere ottimale dovrebbe oscillare tra 2 e 2,5. Con siderando che ci sono delle locali tà in Trentino in cui questo rap porto è pari a 3 o 4, abbiamo la necessità di porre dei correttivi in tal senso. C’è da dire che dietro tale quadro c’è una grande contraddi zione, che nasce dal contrasto tra l’esigenza diffusa di tutelare la “tranquillità” degli abitanti resi denti in una determinata località turistica attraverso il mantenimen to del suddetto rapporto entro certi limiti e nel contempo la ne cessità di creare ricchezza econo mica attraverso il turismo, cercan do di attrarre più persone possi bile. È importante a questo punto puntare in misura maggiore sulla 95 Salute e sviluppo in Trentino 96 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 qualità della nostra offerta turisti ca, anche al fine di limitare sul no stro territorio il carico antropico derivante dal turismo, e adottare dei sistemi di valutazione di ciò che mettiamo in campo, per far sì che non possano esistere fenomeni di rigetto da parte dei residenti nei confronti dell’economia turistica. Bisogna inoltre considerare che il fatto che la nostra popolazione riesca ad avere una qualità della vita e dei servizi sanitari, come abbiamo sentito, all’altezza, risul ta un elemento di attrazione estre mamente forte, anche verso l’e sterno. Il dott. Girardi faceva bene pri ma a sottolineare quello che da anni stiamo tentando di correggere - anche con l’amministrazione cen trale di Roma e con gli organismi promozionali a livello nazionale – nel momento in cui si rileva che a livello promozionale vengono maggiormente enfatizzati gli effet ti benefici che il “mare” ha sulla salute rispetto a quelli derivanti dalla vacanza in montagna. È in dubbiamente un rapporto da ripor tare a un equilibrio più corrispon dente alla realtà, anche al fine di attrarre nuovi ospiti. È già stato ricordato in questo convegno che a tale proposito abbiamo senza dubbio lavorato molto attraverso la creazione di progetti legati al benessere e alla possibilità di dare in alcune località servizi sanitari suppletivi per il turista. Credo in fatti che, da questo punto di vi sta, abbiamo intrapreso una stra da che è stata pienamente recepi ta dall’imprenditore; non è più in fatti la solita normativa che viene calata dall’alto e subita, il più del le volte, in modo non del tutto convinto. Oggi vediamo crescere anche nell’economia turistica la consape volezza che il poter offrire dei ser vizi suppletivi e una qualità in ter mini di sanità suppletiva è indub biamente una carta vincente da utilizzare per il futuro. Mi pare, peraltro, che il rapporto tra i due Assessorati provinciali di compe tenza si sia espresso in questi ul timi anni in maniera ottimale: ri cordo i rifugi alpini, in merito ai quali abbiamo avuto una serie di incontri che ci hanno portato, an che in quel caso, a trovare da una parte un equilibrio volto a dare delle certezze in termini di sicurez za sanitaria, e dall’altra a tenere presente che siamo in un ambien te di montagna e che le stesse strutture ricettive non possono Malga Campeletto (Scurelle): in posa con le capre. essere paragonate all’albergo tra dizionale di città. Credo, e spero, che quest’otti mo rapporto tra i due assessorati continuerà a permanere per il fu turo attraverso la volontà di ele vare, in primis, la nostra qualità della vita, per poter essere, in un secondo momento, attrattivi ver so l’esterno. Forse la generale ten denza tutta trentina alla quotidia na autoflagellazione può darci anche dei vantaggi e stimolare maggior qualità nella gestione della sanità, ma anche verso altre problematiche. Bisogna essere co scienti che fuori dai confini del Trentino permane un’immagine molto positiva della nostra quali tà della vita, dato che veniamo con siderati come soggetti che posso no esportare in tal senso modelli di riferimento. Sono aspetti verso i quali bisogna tenere sempre alta la guardia, e sono convinto che questo convegno potrà produrre atti che ci saranno utili per fare alcune riflessioni in termini di scel te anche di natura turistica, non ché di natura economica in gene rale. Mario Magnani Assessore alle Politiche sociali e alla Salute della Provincia Autonoma di Trento Ritengo utile riprendere alcuni degli aspetti che sono stati presi in considerazione nel corso dei la vori. Tutti i relatori hanno ricordato Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 che la salute di una comunità e il suo modello di sviluppo sono stret tamente interconnessi. Lo svilup po ha un forte impatto sulla salu te, sia che si considerino gli effet ti positivi che esso può determi nare (ad esempio il miglioramen to delle condizioni alimentari e abitative, la disponibilità di un reddito), sia pensando alle conse guenze negative, come l’inquina mento o la diminuzione della coe sione sociale. Quindi vi è sempre più l’evidenza che i cambiamenti dei livelli di salute di una comuni tà dipendano soprattutto dalle tra sformazioni dell’ambiente fisico e sociale, indotte dal modello di svi luppo piuttosto che dalle sempli ce disponibilità di servizi sanitari e assistenziali. Oltre quindi a con siderare l’impatto che lo svilup po può avere sulla salute, va te nuta in considerazione anche l’in fluenza che la salute può avere sui livelli di sviluppo, dal momento che le persone in salute sono so cialmente ed economicamente più produttive, quindi pongono meno domande ai sistemi sanitari e as sistenziali, e hanno maggiori op portunità di partecipare attiva mente alla vita sociale, politica ed economica. Questa relazione circo lare tra salute e sviluppo si riflet te nell’attuale impostazione della Organizzazione Mondiale della Sa nità che in termini ideali defini sce la salute “uno stato di benes sere fisico, morale, sociale”, e non soltanto l’assenza di malattia, ma anche, in maniera più pragmatica, una risorsa per il vivere di tutti i giorni. Il rapporto esistente fra la 97 Salute e sviluppo in Trentino 98 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 salute e lo sviluppo è ulteriormen te chiarito da due concetti di sa nità pubblica: i determinanti della salute e il guadagno di salute. I determinanti della salute sono le condizioni e i fattori personali, so ciali, economici, infrastrutturali e ambientali che influiscono sul li vello di salute degli individui e delle comunità, ad esempio l’istru zione, i comportamenti personali, il patrimonio genetico, l’apparte nenza ad un gruppo sociale, le con dizioni ambientali, la dotazione di strutture e di servizi e anche le ti pologie occupazionali. I diversi modelli di sviluppo modificano profondamente, in positivo o in negativo, molti determinanti della salute. È quindi necessario che tutte le decisioni strategiche, adottate dai diversi settori della comunità, tengano conto dell’impatto che esse pos sono avere nel breve, nel medio e nel lungo periodo. L’altro aspetto, il guadagno di salute, è invece un modo per espri mere gli esiti sulla salute, cioè per quantificare le modificazioni dei livelli di salute di un individuo, o di una comunità, che possono es sere attribuiti ad uno o più inter venti pianificati ai vari livelli, ad esempio l’attivazione di un servi zio di diagnostica strumentale, che consente di ottenere diagnosi pre coci, l’insediamento in un comune di un’attività produttiva che inqui na, o la costruzione di un impian to sportivo che favorisce l’attività fisica dei suoi abitanti. Dunque porre attenzione ai determinanti della salute e al guadagno di sa lute ha il doppio vantaggio di po ter valutare l’efficacia dei diversi interventi e di scegliere verso quali settori della comunità sia più op portuno orientare gli interventi stessi, in modo da ottenere il mag gior guadagno di salute a parità di investimento. Questo nuovo approccio propo sto proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è particolar mente sfidante. Nelle grandi scel te programmatorie, che determina no lo sviluppo di una comunità, non è più sufficiente fare atten zione a non creare nuove condi zioni di malattia, ma è necessario progettare e realizzare interventi a tutto campo, che consentano di modificare positivamente i deter minanti della salute. Alla cultura della “patogenesi” e della preven zione della malattia va ora aggiun ta la cultura della “salutegenesi” e della promozione della salute, cioè lo studio e la realizzazione delle condizioni che favoriscono livelli di salute sempre più eleva ti. La doppia relazione tra salute e sviluppo è evidente, anche nell’am bizioso programma proposto dal l’Ufficio Europeo dell’Organizza zione Mondiale della Sanità, deno minato “Salute 21: 21 obiettivi per il 21° secolo”, che contiene gli obiettivi di salute per l’Europa. Tale programma mostra come la salute debba essere costruita giorno per giorno, con l’apporto di tutti i set tori di una comunità. Quindi, nel corso del recente forum organiz zato dall’OMS denominato “Vero na Initiative”, è stata sottolineata l’importanza di collegare il miglio ramento della salute con lo svilup po delle infrastrutture economiche e sociali, e con il conseguente pro gramma d’investimenti per la sa lute, che costituiscono uno dei ver tici del triangolo ideale, insieme allo sviluppo economico e allo svi luppo sociale. È importante dunque ribadire che gli investimenti per la salute non s’identificano solo con i finan ziamenti destinati alla sanità e al l’assistenza - credo che questo sia il concetto fondamentale che deve essere calato nella nostra realtà e nel nostro contesto - ma devono sostenere le iniziative di tutti i settori della comunità, che posso no avere un impatto positivo sul la salute. Gli investimenti per mi gliorare l’educazione e le condizio ni abitative, per avere un ambien te più pulito, o condizioni lavora tive stabili, per tessere un clima sociale partecipativo e non incen trato sugli interessi particolari. Qui voglio citare il lavoro che è stato fatto presso il nostro Assessorato riguardo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, credo che sia stata un’occasione per coinvolgere tut te le forze economiche e sociali in torno all’obiettivo della riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. La promozione della salute rap presenta, oggi, la strategia trasver sale che può contribuire a pianifi care investimenti che diano i più alti guadagni di salute, incidendo sui determinanti della salute più appropriati. La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone e le comunità di avere un maggior controllo sulla Malga Costa (Telve): vista della “casera”. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 99 Salute e sviluppo in Trentino 100 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 propria salute, e di migliorarla. Non è quindi una generica tutela della salute, ma è un esplicito pro cesso politico globale, attentamen te pianificato e gestito, orientato alla trasformazione in senso favo revole alla salute delle condizioni sociali, ambientali, culturali, strut turali ed economiche, e al rinfor zo delle conoscenze, delle abilità, dei livelli di autonomia delle persone, nelle scelte che hanno un im patto sulla salute. Non è dunque una questione che riguarda solo gli operatori sanitari, ma coinvolge soprattutto i decisori politici e i gestori dei macrofenomeni che de terminano, in genere, la salute: qui mi riferisco anche agli enti locali, ai cittadini, alle associazioni, al mondo dell’agricoltura. La promozione della salute si traduce in programmi, in politiche e in altre attività organizzate che devono essere progettati e realiz zati in accordo con i seguenti prin cipi: - l’empowerment per la salute: è il processo generale di rinfor zo, crescita e responsabilizzazione delle persone e delle co munità, perché diventino sem pre più capaci di svolgere la loro funzione sociale nel contesto della promozione della salute. L’empowerment è il processo sociale, culturale, psico logico, educativo e politico at traverso il quale l’individuo e i gruppi sociali diventano capa ci di riconoscere i propri biso gni di salute, partecipano ai processi decisionali, e realizza no specifiche azioni per realiz - - - - - zare tali bisogni, assumendo un maggiore potere sui fattori personali, socio-economici e am bientali che influiscono sulla loro salute; la partecipazione: credo che questo elemento sia riconosciu to da tutti. Io mi sono recato in tutto il Trentino a discutere di politiche sociali e politiche sanitarie, invitando non solo gli amministratori, ma l’intera cit tadinanza; la globalità, quindi la multidi mensionalità della salute; l’intersettorialità: la collaborazione e l’integrazione fra settori e strutture diversi, che deve rappresentare la regola nelle strategie di promozione della salute, sia per favorire le sinergie operative sia per valorizzare la globalità della persona di cui abbiamo detto prima; l’equità: la capacità di realizza re pari opportunità di sviluppo, rappresenta il punto di parten za per consentire a ciascuno di esprimere il massimo potenzia le di salute; la sostenibilità: quindi la capa cità di soddisfare i bisogni at tuali senza compromettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello sociale ed economico; l’approccio complessivo: le ini ziative di promozione della salute devono adottare approcci multipli, ad esempio la pianifi cazione strategica, il cambia mento organizzativo, la legisla zione, la tassazione, l’educazio ne e la comunicazione. Nella programmazione sanitaria strategica da parte dell’Assessora to provinciale alle Politiche socia li e alla salute, così come nella pro grammazione operativa dell’Azien da provinciale per i servizi sanita ri, la “Carta di Ottawa”, adottata nel 1986, costituisce un importante documento di riferimento. Vorrei qui richiamare le cinque aree prio ritarie definite dalla “Carta di Ot tawa”, che sono poste a sostegno delle strategie di fondo della pro mozione della salute: 1. Costruire una politica pubblica per la salute; 2. Creare ambienti favorevoli alla salute; 3. Rafforzare l’azione della comu nità; 4. Sviluppare le abilità personali; 5. Riorientare i servizi sanitari. Ho parlato della necessità di “co struire una politica per la salute” e ho citato la programmazione sa nitaria; credo che questo sia un ele mento fondamentale anche se la concretizzazione di una politica pubblica per la salute presenta molte difficoltà. Volevo, con l’oc casione, sottolineare due aspetti particolarmente critici, ma assolu tamente indispensabili. Il primo è la capacità di realiz zare interfacce tra i piani di setto re, ad esempio il Piano Urbanisti co, il Piano di smaltimento dei ri fiuti, il Piano Energetico, il Piano Sanitario, il Piano Socio-assisten ziale, il Piano per l’Occupazione, il Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Piano delle Politiche agricole e del Lavoro, i Patti Territoriali, ai quali stiamo lavorando all’interno della nostra comunità. Io credo che riu scire veramente a sincronizzare tutto questo sia una sfida e un impegno che tutti dovremmo as sumere. L’integrazione e l’interset torialità costituiscono, infatti, metodologie di lavoro indispensa bili per realizzare questo approc cio globale. La salute deve essere un esplicito interesse di tutti i set tori e la conseguenza del lavoro di tutti. Un altro punto critico è la rea lizzazione di un sistema di qualità integrato, che colleghi tra loro, e supporti, i diversi sistemi di qua lità dei singoli attori, pubblici e privati, che compongono il siste ma provinciale. Tale sistema di qua lità integrato deve essere in gra do di pianificare e di controllare, di governare e di dare garanzie di miglioramento dello sviluppo pro vinciale, con la capacità di soddi sfare in modo equilibrato le legit time esigenze e le aspettative di tutte le parti interessate. Credo che sia necessario creare ambienti fa vorevoli alla salute e rafforzare l’azione della comunità. Tutto que sto al fine di poter valorizzare l’aspetto comunitario della tutela della salute e rendere più esplici ta e consapevole la reciproca re lazione che esiste tra salute e svi luppo. L’altro aspetto a cui volevo ac cennare è inerente allo sviluppo delle abilità personali. Il modello di sviluppo deve creare le condi zioni perché aumentino le capaci 101 Salute e sviluppo in Trentino 102 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 tà dei singoli e della comunità d’avere comportamenti positivi, che consentano di scegliere e di vivere, giorno per giorno, stili di vita favorevoli alla salute. Su que sto, sicuramente, c’è molto da fare. In questo campo, il ventaglio del le attività possibili è ampio: dal l’azione diffusa, svolta quotidiana mente dal personale sanitario nei confronti dei singoli pazienti, per aiutarli ad affrontare le loro con dizioni patologiche, alle iniziative educative per aiutare chi è sano a scegliere comportamenti e atteg giamenti favorevoli alla salute, fino a sostenere le capacità per sonali di partecipazione alla vita sociale e politica. È anche di fondamentale impor tanza lavorare al riorientamento dei servizi sanitari. Abbiamo sen tito questa mattina questo tipo di esigenza, che poi è un’esigenza che noi stiamo cercando di risol vere nella nostra Provincia, sia in termini programmatori, sia in ter mini di attuazione. Coerentemen te, con una politica pubblica per la salute che vede tutti i settori della comunità impegnati a pro muovere la salute nella quotidia nità delle proprie attività istituzio nali, i servizi sanitari ed assisten ziali devono necessariamente as sumere un nuovo ruolo. Il riorien tamento richiesto da un modello di sviluppo basato sulla promozio ne della salute è esplicitato dallo spostamento dell’enfasi dalla pa rola “malattia” alla parola “salu te”. È un salto culturale, professio nale e organizzativo molto impor tante, che implica, per le organiz zazioni sanitarie ed assistenziali, un profondo cambiamento nella maniera stessa di strutturarsi, di operare, di interfacciarsi con il re sto del sistema. Io credo che que sto sia il percorso sul quale biso gna veramente continuare a lavo rare. Si tratta quindi di passare dalla valutazione delle prestazio ni erogate a singoli pazienti alla valutazione degli esiti sulla salu te dell’intera popolazione, quindi dalla cura della malattia all’assi stenza centrata sui bisogni della persona, dalla frammentarietà del le specializzazioni alla globalità dell’approccio. In questa globali tà entra anche la costruzione del la rete ospedaliera integrata nella più ampia rete dei servizi. Il rio rientamento dei servizi sanitari ed assistenziali presuppone anche la ricerca di un nuovo equilibro nell’attribuzione delle risorse dispo nibili, finalizzandole maggiormen te alle iniziative che contribuisco no a promuovere la salute. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 103 Le conclusioni Erio Ziglio È stato molto interessante sentire un responsabile politico, con un mandato nel campo della salute, citare in modo appropriato la “Car ta di Ottawa” del 1986, che dà il quadro di come pensare alla promozione della salute e alle aree di intervento. Io sarò estremamente breve: ho solamente tre punti da presentare, non di conclusione ma di riflessione. Prima di presentare questi tre punti vorrei però esprimere due considerazioni, una personale e una storica. Quella personale: io sono trentino, però non ho avuto praticamente contatti con questa regione negli ultimi venticinque anni. Per me è stato molto inte ressante vedere come le problema tiche della salute siano state rece pite, pensate e fatte oggetto di doverose riflessioni da chi non si occupa di salute in prima persona, ma si occupa del mondo dell’eco nomia: i datori di lavoro, i sinda cati, le cooperative, gli artigiani, 104 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 gli albergatori, i commercianti. Penso che qui ci siano grandi ca pacità, e per persone come Lei, As sessore, vi sia un’importante op portunità di esplorare queste ri sorse per progetti, strategie e al leanze che creino condizioni di sa lute e sviluppo. Sono stato molto impressionato dalla “preparazio ne” di chi è intervenuto oggi po meriggio. L’altra considerazione è di ordi ne storico. Vorrei fare ancora i com plimenti agli organizzatori trenti ni, che hanno avuto l’accuratezza e il coraggio d’invitare persone di altri Paesi e di incominciare il convegno ascoltando altre esperien ze. La considerazione storica è che praticamente le persone che sono qui, non trentine, sono persone che appartengono a Paesi e a culture che hanno un grande legame fra loro. Pensiamo all’Europa dei nostri nonni: queste persone vivevano nello stesso impero. Quindi, da un certo punto di vista, gli austria ci, i trentini, gli altoatesini, gli sloveni hanno un certo tipo di simi larità, anche a livello legislativo. Per esempio: io credo fermamente che uno dei più grandi uomini, in termini di salute pubblica, sia stato il responsabile della salute pubblica a quel tempo - durante l’Im pero AustroUngarico, alla fine del 18° secolo, agli inizi del 19° - un certo Johann Peter Frank, che ha scritto sei volumi sull’argomento: per chi si occupa di salute pubbli ca, si tratta di un lavoro di un’at tualità incredibile. Questo studio so è stato la prima persona che ha proposto, per esempio, che le don ne incinte fossero esentate da qualsiasi tipo di lavoro pesante due mesi prima e tre mesi dopo il parto; è stata la persona che ha dato delle direttive molto precise per la ventilazione degli ambienti scolastici; ha individuato misure per la salute pubblica nei posti di lavoro, ecc. Voglio dire che le per sone che ci sono qui oggi appar tengono a Paesi diversi, ma han no dietro di sé esperienze, cultu re, “heritage” comuni molto inte ressanti. Molte volte noi siamo pronti a cercare le differenze tra le popolazioni; forse qui, in que sto convegno di regioni montane, vale la pena di vedere quali siano gli aspetti che invece sono simila ri, che sono comuni, e su questi magari progettare il futuro. Ciò premesso, vorrei presentare tre considerazioni finali: 1. Abbiamo sentito molto questo discorso relativo agli scenari per le zone montane. Molti hanno par lato, per esempio, dell’importan za del turismo e di associare il tu rismo, con tutti i servizi e le infra strutture che ha questo settore in grande espansione in Europa e nel mondo - e la necessità di crea re valore aggiunto per la salute e viceversa (le strategie di promo zione della salute che creano va lore aggiunto al turismo). Qui però non dobbiamo essere “naif”, dob biamo chiederci fino a che punto i nostri colleghi dell’Austria voglio no competere in maniera molto decisa con chi si occupa di turismo dall’altra parte del Brennero. Il Ministero del Turismo sloveno ha uno slogan molto interessante che Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 dice: “Venite in Slovenia, la parte soleggiata delle Alpi”. Io ho dato un suggerimento:“Venite in Slove nia, la parte più sana delle Alpi”. Dobbiamo chiederci a fino a che punto gli sloveni, per esempio, de vono competere con gli austriaci e con gli italiani; fino a che punto noi vogliamo avere delle strategie che sono di forte competizione, con tutto quello che ne consegue? Qual è un buon equilibrio tra com petizione e cooperazione? Se noi pensiamo, solamente in termini di sviluppo, a tutta quest’area mon tana a nord est dell’Italia, all’Au stria, Svizzera e Slovenia, dobbia mo dire che è un’area unica. Io penso che dovremo anche discu tere sui tipi di cooperazione, su che tipi d’integrazione, di valore ag giunto noi dovremmo dare alle nostre strategie di sviluppo della salute. Non vorremmo mai essere in una situazione in cui gli slove ni risolvono i loro problemi di sa lute e sviluppo a scapito dei loro vicini e lo stesso discorso vale per gli italiani, gli austriaci. Quindi penso che aver messo insieme que ste persone, oggi, sia stato estre mamente importante ed io vorrei cogliere l’occasione, è stato detto anche da uno dei relatori, di non fermarci qui. Io penso che siamo consapevoli che questo può esse re solamente il primo passo. 2. Questa mattina ho detto che le zone di montagna hanno poten zialmente molte risorse, in termi ni di capitale sociale e di coesione sociale, di capitale ambientale ec cetera. Perché non cerchiamo di 105 mapparle, di misurarle, di vedere se questi trend sono ascendenti o discendenti, capire come fare per rafforzare queste grandi risorse per la salute, attraverso quali tipi di strategie, attraverso quali tipi di negoziazioni locali, provinciali, regionali, fra i paesi che sono rap presentati qui. Sono molto conten to che, sia questa Provincia, sia il Canton Ticino abbiano intenzione di diventare partner del progetto dell’OMS che cerca proprio di mi surare le risorse per la salute. Cosa sono queste risorse per la salute? Come si misurano? Come possia mo rafforzarle? Come possiamo misurarle e immettere queste nuo ve misurazioni o indicatori all’in terno dei sistemi informativi che già esistono, senza cercare qual che cosa di nuovo? Le conclusioni 3. Ultima cosa: perché non creare 106 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 un Forum che s’incontra periodi camente e coinvolge i Paesi che sono stati invitati oggi, e magari anche qualche altro Paese? Un Fo rum dove noi possiamo discutere questi temi di sviluppo e salute in queste zone montane, che comun que stanno cambiando, perché il mondo sta cambiando. Un Forum dove noi possiamo condividere conoscenze, dove possiamo svilup pare know-how, dove possiamo identificare problemi, discutere e sperimentare soluzioni. Forse que sta potrebbe essere una decisione congiunta. So che questa sera avrete una cena di gala: magari l’Assessore con il Segretario di Stato della Slovenia e il rappresentante dell’Austria possono mettersi insieme e deci dere se vale la pena di proseguire tutto questo. Ebbene, se la rispo sta è affermativa io posso dire fin Malga Costa (Telve): la distribuzione del sale alle manze. Malga Costa (Telve): il branco dei cavalli. d’ora che l’Ufficio per gli Investi menti e lo Sviluppo dell’OMS di Venezia sarà ben lieto di dare il proprio supporto tecnico. Ancora complimenti per la gior nata, spero di rivedervi tutti quanti presto o in questo nuovo Forum o in una scuola estiva interdiscipli nare che si occupi proprio di que sti temi per queste popolazioni e per questi paesi. Mario Magnani Raccogliendo la sfida di cui parla va il dottor Ziglio, cioè di fare in modo che queste Regioni che si sono incontrate oggi continuino questo confronto, posso dire che mi pare di aver colto da parte di tutti la disponibilità a mantenere Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 vivo il confronto su queste tema tiche, con la collaborazione dell’Uf ficio di Venezia dell’Organizzazio ne Mondiale della Sanità. Vorrei ringraziare il dottor Ziglio per tutto quanto ha detto e per il contributo che ha dato a questa giornata. Il professor Domeni ghetti del Canton Ticino ha messo in evidenza come nonostante l’au mento della spesa sanitaria, au mentino le disuguaglianze nella salute. Questo è un concetto che ci deve far riflettere anche nell’ot tica di adottare contromisure pre ventive. Credo che l’esempio del Titanic, propostoci da Domeni ghetti, sia molto chiaro ed elo quente. Un’altra questione che ha sollevato è che la sanità si trova spesso a riparare i danni prodotti da altre politiche. Questo è un aspetto che evidenzia la necessità 107 Le conclusioni 108 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 di lavorare in modo maggiormen te sinergico con gli altri settori della politica. Fa molto riflettere anche il fatto che un terzo della spesa sanitaria sia assorbito da problemi che si creano nel conte sto dei luoghi di lavoro. Credo che tutti coloro che si occupano di la voro debbano tenerlo presente perché è sicuramente un versante critico sul quale è necessario agi re. Volevo anche riprendere l’altro suggerimento e rispondere alla domanda: “che fare?” Qualcuno ci tava la congiura del silenzio dei mass media, ma io non voglio se guirlo e, anzi, sono grato ai mass media per il grosso lavoro che svolgono. Molte volte i mass me dia tendono a enfatizzare fatti scandalistici più che argomenti che forse “non fanno notizia”, come la promozione della salute. Credo che bisognerà lavorare anche in que st’area per raggiungere una mag giore intesa anche con gli opera tori della comunicazione. Ho apprezzato la sperimentazio ne del Canton Ticino in tema di va lutazione dell'impatto sulla salu te delle decisioni politiche. È un aspetto di sicuro interesse: segui remo da vicino quanto verrà pro dotto in Canton Ticino per valuta re se alcune metodologie potran no essere importate anche nella nostra Provincia. Il professor Mittone ha fatto un ragionamento sugli ospedali di di stretto. Credo che nessuno più del sottoscritto sia attento a dare ri sposte di qualità a tutti i cittadini. In ogni caso, anche su questo dobbiamo essere estremamente chiari: noi cerchiamo di costruire la rete ospedaliera del Trentino con l’obiettivo di dare il massimo della qualità possibile nel punto più vicino possibile ai cittadini stessi. Questo non vuol dire “tut to e dappertutto”, ma significa “dare la massima qualità” cercan do il più possibile di venire incon tro alle esigenze dei cittadini. È importante che la comunità rifletta su cosa è meglio per ognu no di noi: se è preferibile la co modità oppure l’efficacia e la si curezza. Oggi sappiamo che ciascu no di noi, in caso di malattia, è di sposto a fare sacrifici recandosi in posti lontani oppure spendendo soldi di tasca propria. In Trentino il servizio sanitario funziona e ga rantisce a tutti la copertura sani taria. Per quanto riguarda la “Sani card”, volevo precisare che costi tuisce un’ipotesi di lavoro per coinvolgere il settore privato, in questo caso gli operatori turistici, nella logica di erogare ai visitato ri del Trentino servizi sanitari ag giuntivi con il contributo di risor se ulteriori che le forze economi che del turismo intendono mette re a disposizione. Relativamente ai fondi che ver ranno istituiti a livello nazionale, in termini di contribuzione volon taria, citati dal dott. Girardi, vole vo precisare che l’iniziativa locale di istituire un Fondo obbligatorio per non autosufficienza è qualco sa che si configura in modo diver so rispetto a quello che si vuole fare a livello nazionale. Il Fondo per la non autosufficienza non deve essere considerato una tas sa, ma qualcosa in grado di assi curare una certezza, una garanzia - anche dal punto di vista della qualità della vita - in termini di tranquillità e di sicurezza nei con fronti di qualsiasi eventualità che colpisca i cittadini nel corso della loro vita. Questo è il nostro obiet tivo; non si tratta di una mutua che vuole che il cittadino si assi curi per avere quello che già ha. In merito al Fondo per la non au tosufficienza, intendo presentare nei prossimi giorni un apposito disegno di legge, che mi auguro venga approvato ancora in questa legislatura. Per quanto riguarda il libretto sanitario giustamente è stato det to che siamo tra i primi che lo han no abolito, ma questo non signifi ca che ci sottraiamo alle verifiche, all’educazione sanitaria, ai corret ti comportamenti rispetto alla ma nipolazione degli alimenti. È nostra intenzione anche pro cedere alla riforma della guardia medica cercando di dare più sta bilità a questa figura professiona le; valuteremo, in prospettiva, in quale modo riformare la medicina turistica: questo sicuramente sarà uno degli impegni che andrà por tato avanti con tenacia. La preca rietà dei professionisti è un ele mento che riduce le garanzie di una risposta sanitaria di qualità sul territorio. Ho anche apprezzato il riferi mento che è stato fatto all’acces sibilità alla montagna ai portatori di handicap. Io credo che il turi smo dovrebbe essere aperto anche alle persone che hanno problemi, siano esse anziani o disabili, in modo che anch’essi possano frui Da sinistra: Malga Montalon (Telve): lavori in corso. Malga Montalon (Telve). L’acqua, il legno e l’ingegno dell’uomo: energia per la produzione del burro. A pagina 110: Malga Costa (Telve): una raccolta più che abbondante. Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 109 Le conclusioni 110 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 re appieno le bellezze della mon tagna. Volevo anche ricordare è l’im portanza di una concreta azione di sensibilizzazione nei confronti so prattutto dei giovani ad intrapren dere la carriera sanitaria. Noi dob biamo far sì che i giovani si rivol gano a questo tipo di professioni. Concludo ricordando gli impe gni che intendiamo assumere nei mesi futuri rispetto a quanto è sta to detto oggi, proprio per fare in modo che questo convengo possa avere un seguito. Ci sono tre ini ziative che vogliamo mettere in campo: 1. La prima è l’adesione al proget to internazionale dell’Ufficio Europeo per gli Investimenti in Salute dell’OMS di Venezia, di retto dal dottor Ziglio, dal ti tolo: “Indicatori sociali ed eco nomici per la salute e lo svilup po della popolazione”. Il prin cipale obiettivo di questo pro getto è quello di comprendere e di indagare i determinanti sociali ed economici della sa lute, allo scopo di promuovere la capacità delle istituzioni go vernative a livello locale di po ter agire su di essi per assicu rare efficaci investimenti e si nergie tra uno sviluppo econo mico, sociale equo e sostenibi le, e l’aumento del livello di salute della popolazione. Quin di la Provincia autonoma di Trento diverrà, assieme ad al tre realtà regionali europee che si sono candidate a partecipa re a quest’importante iniziati va, una delle aree di sperimen tazione per l’attuazione di que sto progetto; 2. Si è pensato di costituire, pre via una valutazione di fattibi lità, un osservatorio sull’equi tà nella salute, che nelle sue di verse accezioni viene ritenuta come una variabile e un obiet tivo altamente significativo. 3. Stiamo valutando la possibili tà che il Trentino, in ragione della sua posizione logistica, possa proporsi, in futuro, come sede di alcune iniziative del l’Ufficio di Venezia, da portare avanti in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale del la Sanità. Credo che su questi progetti do vremo continuare a lavorare in modo da far sì che la giornata di oggi porti i suoi frutti e abbia quella continuità che ci siamo au gurati avesse fin dall’inizio. SCHEDA Glossario Alleanza Un’alleanza per la promozione della salute è una partnership fra due o più soggetti che perseguono una serie di obiettivi di salute condivisi. Ambienti di sostegno alla salute Gli ambienti di sostegno alla salute offrono alle persone protezione dalle minacce alla salute mettendole in grado di espandere le loro capacità e di sviluppare un senso di fiducia nella salute. Comprendono i luoghi di vita, le comunità locali, le abitazioni, i luoghi di lavoro e i luoghi di divertimento. Ambienti per la salute I luoghi o il contesto sociale in cui le persone svolgono le loro attività quotidiane in cui i fattori ambientali, organizzativi e personali interagiscono influenzando la salute e il benessere Capitale sociale Il capitale sociale rappresenta il livello di coesione sociale che esiste in una comunità. Si riferisce ai processi fra le persone che stabiliscono reti, norme e legami sociali e facilitano il coordinamento e la cooperazione finalizzate al reciproco beneficio. Collaborazione intersettoriale Una relazione formale fra due o più soggetti appartenenti a differenti settori della società che collaborano per intraprendere azioni finalizzate a raggiungere risultati di salute secondo modalità più efficaci, efficienti o sostenibili rispetto a quelle che po trebbero essere intraprese dal solo settore sanitario. Comunità Uno specifico gruppo di popolazione, che spesso vive in una precisa area geografica, che condivide una cultura, valori e norme comuni, è organizzato in una struttura socia le sulla base di relazioni che la comunità ha sviluppato nel corso del tempo. I membri di una comunità acquisiscono la loro identità personale e sociale nella condivisione di credenze, valori e norme comuni che sono state sviluppate dalla comunità nel passato e possono essere modificate nel futuro. Essi sono consapevoli della loro identità come gruppo e condividono bisogni comuni e l’impegno a soddisfarli. Condizioni di vita Le condizioni di vita sono i luoghi ambiente dove le persone svolgono le loro attività quotidiane, dove essi vivono, dove giocano e dove lavorano. Le condizioni di vita sono Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 111 il prodotto di situazioni sociali ed economiche e dell’ambiente fisico, che hanno un impatto sulla salute e non possono essere controllate dagli individui. Determinanti della salute La gamma di fattori personali, sociali, economici e ambientali che determinano lo stato di salute degli individui o delle popolazioni. Equità nella salute Equità vuol dire giustizia. Equità nella salute significa che i bisogni della gente devono guidare la distribuzione delle opportunità per conseguite il benessere. Fattore di rischio Stato, comportamento o ambiente sociale, economico o biologico in grado di aumen tare la suscettibilità a specifiche patologie, a danni alla salute o lesioni. Guadagno in salute Guadagno in salute è un modo di esprimere i miglioramenti in termini di salute. Indicatore di salute Un indicatore di salute è una caratteristica misurabile (in modo diretto o indiretto) di un individuo, di una popolazione o dell’ambiente. Investimenti per la salute Con questo termine ci si riferisce alle risorse che sono destinate in modo esplicito alla produzione di salute e ai guadagni in salute. Possono essere investite da istituzioni pubbliche o private oppure da gruppi di persone o individui. Le strategie per investire in salute si fondano sulla conoscenza dei determinanti della salute e cercano di pro muovere l’impegno nei confronti di politiche pubbliche orientate alla salute. Partnership per la promozione della salute Una partnership per la promozione della salute è un accordo volontario fra due o più partner che cooperano per raggiungere dei risultati di salute condivisi. Qualità della vita Si definisce qualità della vita la percezione della posizione nella vita di un individuo nel contesto del sistema culturale e di valori in cui vive, e in relazione agli obiettivi, alle aspettative, ai modelli e agli interessi. È un concetto molto ampio e complesso che comprende la salute fisica, lo stato psichico, il livello di autonomia, le relazioni sociali, le credenze personali e i rapporti con le caratteristiche più importanti dell’ambiente. Responsabilità sociale per la salute La responsabilità sociale per la salute è costituita dalle azioni dei decisori politici nel settore pubblico e in quello privato per perseguire politiche e procedure in grado di promuovere e proteggere la salute. Riorientamento dei servizi sanitari Il riorientamento dei servizi sanitari è caratterizzato da un interesse esplicito per il raggiungimento di risultati di salute secondo le modalità con cui è organizzato e fi 112 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 Malga Montalon (Telve): uno sguardo al panorama prima della riparazione di un recinto. A pagina 115: Malga Rolle in Primiero (TN). (Fototeca APT del Trentino, foto di G. Deflorian). Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11 113 nanziato il sistema sanitario. Ciò può portare a un cambiamento nell’atteggiamento e nell’organizzazione dei servizi sanitari, che si focalizzano sui bisogni dell’individuo come persona nella sua interezza in rapporto anche con i bisogni dei gruppi di popo lazione. Settore sanitario Il settore sanitario è composto dall’organizzazione dei servizi sanitari pubblici e priva ti (che comprendono la promozione della salute, la prevenzione delle malattie, la dia gnosi, la cura e l’assistenza), le politiche e le attività dei dipartimenti e dei ministeri per la salute, le organizzazioni non governative orientate alla salute, i gruppi di comu nità e le associazioni professionali. Strategia per la salute Dichiarazione formale o procedura che, a livello istituzionale, definisce le priorità e i parametri per l’azione in risposta ai bisogni di salute e alle risorse disponibili. Sviluppo sostenibile Lo sviluppo sostenibile è quel tipo di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare i bisogni delle generazioni future. Comprende molti elementi e tutti i settori, compreso il settore sanitario, che a sua volta, deve contribuire a perseguire lo sviluppo sostenibile. Liberamente adattato da “Health Promotion Glossary” (www.who.int/hpr/backgroundhp/glossary/glossary.pdf). Traduzione dall’inglese di Giovanni Martini. 114 Provincia Autonoma di Trento Punto Omega 11