SOMMARIO
Art. 1 - CERTIFICAZIONE E CONTROLLI SUI MATERIALI RELATIVI ALLE
OPERE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO........... 2
Art. 2 - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO ...................... 3
Art. 2.1 - SCAVI E REINTERRI...................................................................................... 3
Art. 2.2 - CORDOLI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO...................................... 4
Art. 2.3 - PAVIMENTAZIONE IN MARMETTE AUTOBLOCCANTI....................... 4
Art. 2.4 - OPERE IN CEMENTO ARMATO ................................................................... 5
Art. 2.5 - OPERE, STRUTTURE E MANUFATTI IN ACCIAIO................................. 6
Art. 2.6 - MICROPALI E PALI TRIVELLATI ............................................................... 6
Art. 2.7 - TIRANTI .............................................................................................................. 7
Art. 2.8 - TRACCIAMENTI ............................................................................................... 7
Art. 2.9 - GABBIONI METALLICI E LORO RIEMPIMENTO ................................... 7
Art. 2.10 - GIUNTI E APPARECCHI DI APPOGGIO ................................................... 8
Art. 2.11 - IMPERMEABILIZZAZIONE ......................................................................... 8
Art. 2.12 - MASSICCIATA E PAVIMENTAZIONE STRADALE ............................... 8
Art. 2.13 - SEGNALETICA VERTICALE...................................................................... 38
Art. 2.14 - CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA VERNICE
SPARTITRAFFICO PER LA SEGNALETICA ORIZZONTALE .......... 44
Art. 2.15 - FORNITURA E POSA DI BARRIERE ELASTICHE DI PROTEZIONE46
Art. 2.16 - OPERE A VERDE........................................................................................... 49
Art. 2.17 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE .................................................................... 66
Art. 2.18 - OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE...................................................... 70
Art. 3 - TERRE RINFORZATE .......................................................................................... 72
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Art. 1 - CERTIFICAZIONE E CONTROLLI SUI MATERIALI RELATIVI ALLE
OPERE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO
1. Ai sensi del D.M. 9/01/96 - allegato 2 "controlli sul conglomerato" si prescrive in fase di
esecuzione dei muri di sostegno, della soletta degli impalcati, delle spalle delle pile e delle
altre opere in cemento armato ordinario o precompresso, almeno un prelievo giornaliero.
Si ricorda che un prelievo consiste nella confezione di due provini cubici.
Tale procedura è necessaria qualora la produzione di calcestruzzi superi i 1500 m3 e pertanto
si ricade nei controlli tipo "B" del succitato allegato.
In generale si il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori o di
un tecnico di sua fiducia che avrá cura di apporre sigle, etichettature indelebili, ecc., sui
provini da inviare ai Laboratori Ufficiali.
Tali "controlli di accettazione" sono assolutamente obbligatori ed il Collaudatore è tenuto a
controllarne la validità; ove ciò non fosse, il Collaudatore è obbligato a far eseguire delle
prove che attestino le caratteristiche del conglomerato, seguendo la stessa procedura che si
applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai "controlli di accettazione".
2. Ai sensi del D.M. 9/01/96 - allegato 3 "controlli su acciai da precompresso" si prescrive il
prelievo di almeno l campione costituito da almeno 10 saggi prelevati da altrettanti rotoli,
bobine o fasci. Se il numero dei rotoli, bobine o fasci costituenti il lotto fosse inferiore a 10,
da alcuni rotoli o bobine dovranno essere prelevati due saggi, uno da ciascuna estremità. Per
le barre dovranno essere prelevati due saggi da due barre diverse dello stesso fascio. Ogni
saggio dovrá recare contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo, bobina o fascio di
provenienza. I saggi saranno utilizzati per l'esecuzione delle prove nel numero minimo
indicato nella colonna 4 della tabella 1 dell'allegato suddetto.
Si richiede, inoltre, la documentazione riguardante le prove di qualificazione in stabilimento
riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di tempo di almeno sei mesi.
3. Controlli in cantiere sulle armature da C.A.O.:
per ogni diametro si prescrive il prelievo di 3 spezzoni marchiati, scelti entro ciascun gruppo
di diametri per ciascuna partita prescelta, sempreché il marchio e la documentazione di
accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno stesso stabilimento. In caso
contrario i controlli devono essere estesi agli altri diametri della partita.
Le prove dovranno essere effettuate presso un Laboratorio Ufficiale e riguarderanno la
resistenza e la duttilità.
Qualora il risultato non sia conforme a quello dichiarato dal produttore, il direttore dei lavori
disporrà la ripetizione della prova su sei ulteriori campioni dello stesso diametro; ove anche
da tale accertamento i limiti dichiarati non risultino rispettati, il controllo deve estendersi,
previo avviso al produttore, a 25 campioni.
L'ulteriore risultato negativo comporterá l'inidoneità della partita e la trasmissione dei risultati
al produttore, che sarà tenuto a farli inserire tra i risultati dei controlli statistici della sua
produzione.
Il direttore dei lavori comunicherá il risultato anomalo sia al Laboratorio Ufficiale incaricato
del controllo in stabilimento che al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
4. Manufatti prefabbricati prodotti in serie:
I manufatti prefabbricati dovranno essere costruiti sotto la direzione di un tecnico a ciò
abilitato, che per essi assume le responsabilità stabilite dalla legge per il direttore dei lavori.
A cura di detto tecnico dovranno essere eseguiti i prelievi di materiali, le prove ed i controlli
di produzione sui manufatti finiti con le modalità e la periodicità previste dalle Norme
specifiche (vedi D.M. 9/01/1996). I certificati delle prove dovranno essere conservati dal
produttore.
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Ai sensi dell'art. 9 della legge 5 novembre 1971, n. 1086, ogni fornitura di manufatti
prefabbricati dovrà essere accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengono esposte le
modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i limiti di impiego dei
manufatti stessi.
Ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà inoltre essere accompagnata, anche da un
certificato di origine firmato dal produttore, il quale con ciò assume per i manufatti stessi le
responsabilità che la legge attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della
produzione. Il certificato dovrà garantire la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di
cui alla documentazione depositata al Ministero dei LL.PP., e portare l'indicazione del tecnico
che ne risulta, come sopra detto, progettista.
In presenza delle condizioni sopra elencate, i manufatti prefabbricati potranno essere accettati
senza ulteriori esami o controlli.
Copia del certificato d'origine dovrà essere allegato alla relazione del direttore dei lavori di
cui all'art. 6 della legge 5 novembre 1971, n. 1086.
Art. 2 - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
PRESCRIZIONI TECNICHE
Art. 2.1 - SCAVI E REINTERRI
Verranno eseguiti a macchina e a mano qualora giudicato necessario dalla Direzione
Lavori e/o dalle condizioni tecniche ed operative.
Le pareti di scavo dovranno presentarsi ben agguagliate e a bordi rettilinei; è compreso
l'onere per il taglio della superficie stradale con macchina a disco rotante.
I materiali di risulta saranno depositati e sistemati in cantiere a seguito di disposizioni
impartite dalla Direzione Lavori, o trasportate alle Pubbliche Discariche a carico dell'Impresa
Appaltatrice.
Il reinterro verrà effettuato coi materiali di risulta dello scavo, se giudicati idonei dalla
Direzione Lavori, previa eliminazione del pietrame grossolano superiore a 100 mm, per strati
successivi non superiori a cm 30 di altezza, che debbono essere costipati e bagnati almeno
fino a 100 cm di copertura.
Durante le operazioni di scavo e i lavori susseguenti dovrà essere mantenuto il libero transito
dei veicoli, anche eventualmente su di una sola corsia di marcia, compatibilmente con la
sicurezza e la stabilità della sede stradale. Le relative segnalazioni, compresi semafori per la
regolamentazione del senso unico alternato, sono a carico dell'impresa
Prima di iniziare i lavori in argomento l'Appaltatore dovrà accertare con ogni cura la
natura, lo stato e il sistema costruttivo delle opere da demolire, disfare o rimuovere, al fine di
affrontare con tempestività e adeguatezza di mezzi ogni evenienza che possa comunque
presentarsi.
Salvo diversa prescrizione, l'Appaltatore disporrà la tecnica più idonea, le opere
provvisionali, i mezzi d'opera, i macchinari e l'impiego del personale. Di conseguenza sia
l'Amministrazione che il personale di Direzione e sorveglianza resteranno esclusi da ogni
responsabilità connessa all'esecuzione dei lavori di cui trattasi.
Dovranno essere osservate, in fase esecutiva, le norme riportate nel D.P.R. 7 gennaio
1956, n. 164 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni), nel D.M.
2 settembre 1986 e nelle successive disposizioni di Legge in materia di infortuni sul lavoro.
Sono compresi gli oneri per l'interruzione di tutti gli eventuali servizi ed erogazioni e per
lo svuotamento delle tubazioni e serbatoi.
La zona dei lavori sarà opportunamente delimitata, i passaggi saranno ben individuati e
adeguatamente protetti. Protezioni idonee saranno ben individuati e adeguatamente protetti.
Protezioni idonee saranno predisposte per tutte le zone, interne ed esterne, che possano essere
comunque interessate alla caduta di materiali.
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Le demolizioni avanzeranno tutte alla stessa quota, dall'alto verso il basso; dovranno
essere evitate zone anche localizzate di instabilità strutturale e comunque, specie durante le
sospensioni, si procederà ad opportuni sbarramenti.
E' tassativamente vietato il lavoro degli operai sulle strutture da demolire; questi
dovranno servirsi di appositi ponteggi indipendenti. Salvo esplicita autorizzazione della D.L.
(ferma restando nel caso la responsabilità dell'Appaltatore) sarà altresì vietato l'uso di
esplosivi nonché ogni intervento basato su azioni di scalzamento, ribaltamento per spinta o
per trazione.
Le demolizioni, i disfacimenti e le rimozioni dovranno essere limitate alle parti e
dimensioni prescritte. Per qualsiasi ragione tali interventi venissero estesi a parti non dovute
l'Appaltatore sarà tenuto a proprie spese al ripristino delle stesse, ferma restando ogni
responsabilità per eventuali danni.
Tutti i materiali provenienti dalle operazioni in argomento, ove non diversamente
specificato, resteranno di proprietà dell'Amministrazione.
Competerà però all'Appaltatore l'onere della selezione, pulizia, trasporto e
immagazzinamento o accatastamento nelle aree fissate dalla D.L. dei materiali utilizzabili e il
trasporto a discarica dei materiali di scarto.
Art. 2.2 - CORDOLI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO
Per la cordonata di delimitazione degli attraversamenti e le barriere di protezione si
provvederà alla posa di elementi prefabbricati in calcestruzzo, aventi le seguenti
caratteristiche:
- sezione trapezia di 30 cm di base, 15 cm di altezza su un lato e 18 cm sull'altro lato. Tali
misure potranno variare in seguito a disposizione della D.L.
- gli elementi saranno di norma lunghi 100 cm, salvo nei tratti di curva a stretto raggio o
casi particolari per i quali la D.L. potrà chiedere dimensioni minori. Il bordo superiore esterno
sarà arrotondato con raggio di 1,5 cm. La resistenza caratteristica del calcestruzzo (Rck)
dovrà avere valore uguale o superiore a 45 N/mm2. L'assortimento degli inerti varierà con
curva regolare tra 0 e 20 mm. Lo strato superficiale delle cordonate per la sola faccia a vista,
sarà effettuato con graniglia bianca e polvere bianca, mescolate con 500 kg di cemento bianco
per metro cubo di impasto. Lo spessore medio di detto impasto sarà di 8 cm.
Gli elementi verranno posati su un letto di calcestruzzo avente Rck non minore di 20
N/mm2. avente spessore minimo di 4 cm e rinfiancati per tutta la loro lunghezza sul fianco
rivolto verso l'interno delle banchine con il calcestruzzo di allettamento; il rinfianco giungerà,
con scarpa di 45o, sino a 9 cm dal bordo superiore della cordonata.
Il vano risultante dal taglio della pavimentazione e compreso tra la pavimentazione stessa
e il cordolo verrà intasato con conglomerato bituminoso o pietrischetto bitumato di miscela
prescritta dalla D.L., fortemente costipata con pestello, e tale da garantire l'assoluta continuità
fra pavimentazione e cordonata.
Gli elementi del cordolo verranno posati attestati, lasciando fra le teste contigue lo spazio
di 0,5 cm. Tale spazio sarà riempito da malta cementizia dosata a 350 kg di cemento per ogni
metro cubo di sabbia.
In corrispondenza degli scambi di carreggiata le cordonate a cuspide di delimitazione
della zona di transito verranno realizzate di getto, secondo i disegni e le prescrizioni che
verranno forniti dalla D.L.
I cordoli dovranno essere collocati perfettamente paralleli all'asse stradale e secondo le
livellette di progetto.
Art. 2.3 - PAVIMENTAZIONE IN MARMETTE AUTOBLOCCANTI
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Per le pavimentazioni in marmette autobloccanti in calcestruzzo si provvederà alla posa
di masselli in conglomerato cementizio vibrato e pressato con resistenza di valore uguale o
superiore a 50 N/mm2 , secondo il disegno e la colorazione prevista dagli elaborati grafici di
progetto.
La pavimentazione verrà posata su uno strato di allettamento in sabbia lavata e vagliata
dello spessore minimo di 5 cm, previa spianatura, regolarizzazione e idonea compattazione
dello strato di appoggio; la base di appoggio dovrà essere strutturalmente sana e ripulita da
eventuali inquinanti organici e non.
Qualora lo strato di appoggio consista in pavimentazione bituminosa esistente, il
sottofondo di allettamento dovrà essere costituito da uno strato di 3 cm di spessore di misto
cementato con dosaggio minimo di 60 kg di cemento per ogni metro cubo di sabbia lavata e
vagliata.
Dovranno essere rispettate le prescrizioni della D.L. in merito alla curvatura e bombatura
della sezione risultante, e lo scostamento trasversale e longitudinale non dovrà essere
superiore a 10 mm ogni 3 m di pavimentazione. Lo scostamento verticale tra i masselli in
calcestruzzo non dovrà in alcun caso superare i 2 mm.
Lungo i bordi non dovranno essere lasciati interstizi o vuoti della pavimentazione,
qualora richiesto dal profilo adottato si procederà al taglio degli elementi necessari mediante
splittatura o idoneo procedimento con altri mezzi meccanici in grado di assicurare un taglio
perfettamente rettilineo.
Dopo la posa delle marmette si procederà alla necessaria compattazione con piastra
vibrante di peso non inferiore a 180 kg, o comunque in grado di sviluppare una forza
centrifuga non inferiore a 800 kg, con frequenza di vibrazione compresa fra 75 e 100 Hz.
La cordolatura laterale dovrà essere posata prima della sistemazione delle formelle per
pavimentazione.
Art. 2.4 - OPERE IN CEMENTO ARMATO
Nell'esecuzione delle opere in cls semplice ed armato l'Appaltatore dovrà attenersi alla
Legge 05.11.1971 n. 1086 e alle relative norme tecniche di esecuzione.
L'Appaltatore dovrà attenersi ai disegni esecutivi e alle norme che gli verranno impartite,
salvo motivate riserve da presentare per iscritto, oltre alle prescrizioni relative all'art. 1.
Per quanto non specificatamente descritto si rimanda alla Legge 05.11.1971 n. 1086, al
D.M. 9 gennaio 1996 "norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato
normale e precompresso e per le strutture metalliche", nonché, qualora non per legge
determinato, alle norme ICITE/1971 se il cls sarà preconfezionato fuori cantiere, e comunque
alle norme UNI 61267, 8, 9, 6130, 1, 2/67 e 693, 4768,6686/70 per ogni prova richiesta dalle
parti sui materiali in calcestruzzo o suoi componenti.
Nel caso di opere di sostegno rivestite in pietra, per l’intasamento delle pietre con malta
cementizia dovrà essere previsto l’arretramento della stessa nei rivestimenti in massetto dei
muri in c.a. ad imitazione dei locali muri dipietra.
Il rivestimento dei muri controripa o sottoscarpa avverrà in pietra a spacco di origine
locale, di adeguato spessore e pezzatura, posata con giunti aperti, riducendo il ricorso a
soluzioni di eccessiva regolarità sia nella dimensione dei conci sia nella loro disposizione, in
coerenza con le tecniche costruttive tradizionali e con le preesistenze documentarie ed
architettoniche presenti nel contesto d’intervento
Le scarpate di nuova formazione dovranno essere ripristinate con sistemazione
morfologica e inerbimento delle superfici.
Le aree destinate ai siti di cantiere saranno sottoposte ad operazioni di ripristino
morfologico e vegetativo a conclusione degli interventi, così come le eventuali aree destinate
alla deponia temporanea dei materiali da utilizzare per la realizzazione dell’intervento;
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eventuali interventi realizzati a margine del sedime stradale a servizio del cantiere saranno
oggetto di operazioni di pronto recupero morfologico e vegetativo. Tutte le attività di
sistemazione e ripristino paesistico-ambientale dei siti d’intervento dovranno procedere per
lotti funzionali con l’avanzamento dei lavori di riqualificazione della strada in oggetto.
Art. 2.5 - OPERE, STRUTTURE E MANUFATTI IN ACCIAIO
Tutti materiali in acciaio e metallo in genere, destinati all'esecuzione di opere e di
manufatti, dovranno corrispondere a quanto determinato dalla Legge 05.11.1971 n. 1086, al
D.M. 14 febbraio 1992 "norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato
normale e precompresso e per le strutture metalliche", alle prescrizioni in elenco o alle
disposizioni che più in particolare potranno essere impartite dalla D.L.
L'Appaltatore dovrà attenersi ai disegni esecutivi e alle norme che gli verranno
impartite, salvo motivate riserve da presentare per iscritto.
L'Appaltatore sarà tenuto a dare tempestivo avviso dell'arrivo in officina o in cantiere dei
materiali approvvigionati, in modo da consentire il prelievo di campioni di materiale da
sottoporre ad analisi e prove di resistenza, prima che ne venga iniziata la lavorazione.
Tutti i metalli dovranno essere lavorati con regolarità di forme e dimensioni e nei limiti
delle tolleranze consentite. Il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, dovranno
essere fatti con dispositivi agenti per pressione, quando possibile; riscaldamenti locali, se
ammessi, non dovranno dar luogo a eccessive tensioni residue.
I tagli potranno essere eseguiti a cesoia o anche a ossigeno purché regolari. Tutti i tagli a
vista dovranno essere rifiniti con la smerigliatrice, cosi' come i tagli irregolari. I fori per
chiodi e bulloni dovranno sempre essere eseguiti con trapano, ed è comunque vietato l'uso
della fiamma. I pezzi destinati a essere chiodati o bullonati in opera dovranno essere marcati
in modo da poter riprodurre durante il montaggio definitivo le posizioni d'officina all'atto
dell'alesatura.
Verniciatura: prima dell'inoltro in cantiere tutti i manufatti, le strutture o parti di esse,
quando non diversamente disposto per iscritto dalla D.L., dovranno ricevere una mano di
vernice di fondo, previa accurata preparazione delle superfici. Nelle strutture chiodate, saldate
o bullonate dovranno essere sottoposte al trattamento di verniciatura non soltanto le superfici
esterne, ma anche le parti interne dei cassoni le facce dei giunti e le superfici destinate a
contatto, con la sola esclusione dei giunti ad attrito, che dovranno essere accuratamente
protetti ad avvenuto definitivo serraggio.
A pie' d'opera, prima di iniziare il montaggio, si dovranno ripristinare tutte le
verniciature eventualmente danneggiate.
Oltre alla verniciatura di protezione con fondo antiruggine la voce in elenco comprende e
compensa la coloritura a smalto in due riprese, con smalto sintetico a base di resine
epossidiche, siliconiche, poliestere o poliuretaniche e additivi antipelle o altro, con buona
resistenza agli urti, alle macchie, all'azione dell'acqua, della luce, degli agenti atmosferici e
decoloranti in genere. L'intervallo di tempo tra una ripresa e la successiva deve essere di
almeno 24 ore e la seconda mano deve essere effettuata con la stessa tinta ma con sfumatura
di tono leggermente diversa, si che possa distinguersi una mano dall'altra.
Art. 2.6 - MICROPALI E PALI TRIVELLATI
I micropali del tipo ad iniezione saranno eseguiti mediante trivellazione a rotazione con
apposita attrezzatura a circolazione di fluido.
E' compreso l'attraversamento di terreni di qualsiasi natura e consistenza, incluso
murature, trovanti rocciosi e roccia.
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E' altresì compresa la fornitura e la posa in opera del tubo metallico di armatura, inclusi
gli oneri per la foratura, filettatura, sfrido.
I pali tivellati a grande diametro saranno eseguiti con perforazione a percussione o a
rotazione secondo le prescrizioni della Direzione Lavori. Saranno formati da calcestruzzo con
R'ck non inferiore a 30 N/mm2 e da armature in acciaio nervato del tipo Fe B 44 k
controllato in stabilimento.
E' compreso la formazione del foro fino alla profonditá di m 20 in terreni di qualsiasi
natura, stratificazione, durezza e consistenza, asciutti o bagnati, anche in presenza di acqua,
inclusa anche la roccia dura da mina ed i trovanti di qualsiasi dimensione. Lo scavo portá
avvenire anche in centro abitato, in presenza di case, dei servizi cittadini e del traffico
pedonale.
Nei prezzi sono compresi e compensati gli oneri per l'infissione di tubo forma fino alla
profonditá richiesta ed il ritiro graduale dello stesso durante la realizzazione del fusto e per
l'impiego eventuale di fanghi bentonitici. E' compreso l'eventuale onere di controcamicia di
lamierino per il contenimento del getto nella parte in acqua.
Sono altresí comprese la sistemazione delle testate dei pali, l'onere di eventuali
sovraspessori di scavo e di calcestruzzo sia alla base che lungo il fusto del palo, le prove di
carico ed ogni altro onere, noleggio e fornitura per dare i pali completi in ogni loro parte.
Le dimensioni dell'armatura saranno corrispondenti a quelle evidenziate dalla relazione di
calcolo e comunque approvate dalla Direzione dei Lavori.
Art. 2.7 - TIRANTI
I tiranti in c.a.p. saranno eseguiti mediante perforazione a rotopercussione attraverso
murature e terreni di qualsiasi natura e consistenza, anche in presenza di venute d'acqua.
E' compresa l'iniezione cementizia fino a un massimo di volume teorico ottenuto dal
prodotto della sezione teorica con diametro doppio di quello della perforazione.
Sono altresì comprese la fornitura e la relativa posa dell'armatura per c.a.p. in trefoli di
acciaio armonico, delle piastre di ancoraggio delle testate con i relativi accessori, nonché la
messa in tensione finale volta ad ottenere la capacità determinata dal progetto.
Art. 2.8 - TRACCIAMENTI
Avvenuta la consegna dei lavori, l'Impresa controllera' la picchettazione dei lavori ed i
capisaldi posti dalla Direzione Lavori.
Senza accordo con la Direzione Lavori, conseguente a verbale apposito controfirmato dalla
Direzione Lavori e dall'Impresa, non potranno essere variate, anche di numero, le sezioni
trasversali di consegna ed i capisaldi. A questi ultimi sempre dovra' essere riferita ogni
misurazione contabile.
Art. 2.9 - GABBIONI METALLICI E LORO RIEMPIMENTO
I gabbioni metallici forniti per l'esecuzione di opere di contenimento o sbancamento
saranno di forma prismatica e costituiti da maglie esagonali a doppia torsione. Le dimensioni
del filo delle maglie e dei tiranti, il peso e le capacità dei gabbioni verranno di volta in volta
precisati dalla Direzione Lavori.
Il filo metallico costituente la rete, il filo per le cuciture, nonché il filo per tiranti
dovranno essere zincati col procedimento della "zincatura forte".
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Le prove di collaudo della zincatura di essi, da eseguirsi prima della messa in opera dei
gabbioni, dovranno essere condotte secondo le norme e le prescrizioni di cui alle tabelle UNI
1475, 1476 - Ed. giugno 1941 - e 4007, Ed. marzo 1958.
Il quantitativo dei campioni da sottoporre - per ogni partita di gabbioni - alle suddette
prove di collaudo, sarà fissato dalla Direzione Lavori.
Se il 20% o più dei campioni prelevati per le prove darà un risultato inferiore a quello
prescritto dalle norme contenute nelle sopraccitate tabelle UNI, la partita dei gabbioni in
collaudo sarà scartata o declassata di un minimo del 20% od in misura maggiore a giudizio
insindacabile della Direzione Lavori, ciò agli effetti contabili.
Il riempimento delle gabbionate verrà effettuato con pietrame e ciottoli (di dimensioni tali
che non possano passare in alcun senso attraverso le maglie della rete), collocati a mano e le
fronti in vista saranno lavorate analogamente alla muratura a secco con analogo onere di
parametro.
Durante il collocamento verranno posti in opera i tiranti di attraversamento riunenti le
opposte pareti e quelli riunenti le testate e le pareti.
Art. 2.10 - GIUNTI E APPARECCHI DI APPOGGIO
I giunti di dilatazione e impermeabilita' e gli apparecchi di appoggio dovranno essere
idonei a sopportare nel tempo tutte le deformazioni e sollecitazioni previste dalla relazione di
calcolo e dalle condizioni operative di installazione e di impiego.
I disegni esecutivi e i materiali impiegati dovranno essere preventivamente sottoposti
all'approvazione della Direzione Lavori.
Art. 2.11 - IMPERMEABILIZZAZIONE
L'impermeabilizzazione verrà realizzata con un manto continuo e imperforabile dello
spessore minimo di mm 4, costituito da una miscela ottimale di catrami e/o bitumi e malte
asfaltiche, leganti epossidici ed elastomeri compatibili.
Le superfici da impermeabilizzare dovranno presentare un piano di posa perfettamente
livellato e privo di asperità, preventivamente pulito con lavaggio ad acqua calda in pressione e
successivamente asciugato; in ogni caso la stagionatura non dovrà risultare inferiore a 20
giorni.
La stesa del prodotto sintetico dovrà avvenire in unica soluzione con speciale attrezzatura
di spruzzo che preveda la miscelazione in testa dei componenti preriscaldati a una
temperatura minima di 180{{ring}}. La temperatura di applicazione dovrà essere compresa
fra 140{{ring}} e 150{{ring}} , dovranno essere evitate occlusioni aeriformi.
Art. 2.12 - MASSICCIATA E PAVIMENTAZIONE STRADALE
2.12.1 GENERALITÀ
In linea generale, salvo diversa disposizione della DL, la sagoma stradale per tratti in rettifilo
sarà costituita da due falde inclinate in senso opposto aventi pendenza trasversale del 2%,
raccordate in asse da un arco di cerchio avente tangente di m 0.50.
Alle banchine sarà invece assegnata la pendenza trasversale del 2.5 %.
Le curve saranno convenientemente rialzate sul lato esterno con la pendenza prevista da
progetto in accordo con la DL, in funzione del raggio di curvatura e con gli opportuni tronchi
di transizione per il raccordo della sagoma in curva con quella dei rettifili o altre curve
precedenti e seguenti.
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Il tipo e lo spessore dei vari strati, costituenti la sovrastruttura, saranno quelli stabiliti, per
ciascun tratto, dal progetto in accordo con la DL, in base ai risultati delle indagini geotecniche
e di laboratorio eseguite.
I materiali, le terre, impiegati nella realizzazione della sovrastruttura, nonché la loro
provenienza dovranno soddisfare le prescrizioni riportate in questa sezione.
La DL potrà ordinare ulteriori prove su detti materiali, presso il Laboratorio Provinciale o
presso altri Laboratori Ufficiali.
L’approvazione della DL circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non
solleverà l’Impresa dalla responsabilità circa la riuscita del lavoro.
L’Impresa dovrà curare di garantire la costanza della massa, nel tempo, delle caratteristiche
delle miscele, degli impasti e della sovrastruttura resa in opera.
Salvo che non sia diversamente imposto dai punti seguenti, la superficie finita della
pavimentazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto più di 1 cm, controllata a mezzo
di un regolo lungo 4.50 m disposto secondo due direzioni ortogonali, è ammessa una
tolleranza in più o in meno del 3%, rispetto agli spessori di progetto, purchè questa differenza
si presenti solo saltuariamente.
La pavimentazione stradale sui ponti deve sottrarre all’usura ed alla diretta azione del traffico
l’estradosso del ponte e gli strati di impermeabilizzazione su di esso disposti.
Allo scopo di evitare frequenti rifacimenti, particolarmente onerosi sul ponte, tutta la
pavimentazione, compresi i giunti e le altre opere accessorie, deve essere eseguita con
materiali della migliore qualità e con la massima cura esecutiva.
Di norma la pavimentazione stradale sul ponte deve essere tale da non introdurre apprezzabili
variazioni di continuità rispetto alla strada nella quale il ponte è inserito.
Pertanto, in linea di massima, nel caso di sovrastrutture di tipo "flessibile", salvo casi
particolari, sul ponte devono proseguire gli strati superiori di pavimentazione in conglomerato
bituminoso. L'anzidetta pavimentazione deve presentare pendenza trasversale minima non
inferiore al 2%.
Il conglomerato bituminoso deve presentare una percentuale di vuoti particolarmente bassa
onde ridurre i pericoli di permeazione e saturazione d'acqua nella pavimentazione, facilitate
dalla presenza della sottostante impermeabilizzazione, aventi idonee caratteristiche tecniche
costruttive.
La massicciata sarà eseguita con materiali inerti provenienti da cave di prestito aperte ed
esercitate dall'Impresa e riconosciuti idonei dalla Direzione Lavori; la miscela degli inerti
dovrà comunque rientrare nella curva granulometrica riportata nelle norme CNR-UNI 10006.
Il costipamento sarà effettuato con l'attrezzatura più idonea al tipo di materiale impiegato
e alle condizioni di lavoro, e comunque approvata dalla Direzione Lavori. Il costipamento di
ogni strato, dello spessore massimo finito di cm 10, dovrà essere eseguito fino ad ottenere una
densità in sito non inferiore al 95% della densità massima ottenuta con la prova AASHO
modificata e un valore del modulo di deformazione a compressione non inferiore a 800
kg/cm2.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 9
2.12.2 STRATI DI FONDAZIONE
2.12.2.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato
La fondazione è costituita da miscele di terre stabilizzate granulometricamente; la frazione
grossa di tali miscele (trattenuto al setaccio 2 UNI) può essere costituita da ghiaie, frantumati,
detriti di cava, scorie o anche altro materiale ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori.
La fondazione potrà essere formata da materiale idoneo pronto all'impiego oppure da
correggersi con adeguata attrezzatura in impianto fisso di miscelazione o in sito.
Lo spessore della fondazione sarà conforme alle indicazioni di progetto e/o dalla Direzione
Lavori, e verrà realizzato mediante sovrapposizione di strati successivi.
2.12.2.1.1 Fondazione eseguita con materiale proveniente da cava, da scavi o da depositi
2.12.2.1.1.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare
Il materiale da impiegare, dopo l'eventuale correzione e miscelazione in impianto fisso, dovrà
rispondere alle caratteristiche seguenti:
a) dimensioni non superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o lenticolare;
b) granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme
praticamente concorde a quello delle curve limiti:
Serie
crivelli e setacci UNI
crivello
crivello
crivello
crivello
crivello
setaccio
setaccio
setaccio
71
40
25
l0
5
2
0,4
0,075
Passante %
totale in peso
100
75 - 100
60 - 87
35 - 67
25 - 55
15 - 40
7 - 22
2 - 10
c)
rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3;
d)
perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR
pezzature inferiore al 30%;
e)
equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) misurato sulla frazione passante al setaccio n 4
compreso tra 25 e 65 (la prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento).
34 - 1973) eseguita sulle singole
Tale controllo dovrà essere eseguito anche sul materiale prelevato dopo costipamento.
Il limite superiore dell'equivalente in sabbia -65- potrà essere variato dalla Direzione
Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale.
Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25-35, la Direzione Lavori
richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 10
frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) di cui al
successivo comma.
f)
indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) dopo quattro giorni di imbibizione in acqua
(eseguito sul materiale passante al crivello 25) non minore di 50.
inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ± 2% rispetto
all'umidità ottima di costipamento.
Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi,
l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi
a), b), d), e), salvo nel caso citato al comma e) in cui la miscela abbia equivalente in
sabbia compreso tra 25 – 35;
g)
Prova di costipamento delle terre, con energia AASHO modificata (CNR 69 – 1978).
Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate a cura dell’Impresa, sotto il controllo
della Direzione Lavori, mediante prove di laboratorio sui campioni prelevati in contraddittorio
con la Direzione Lavori a tempo opportuno, prima dell'inizio delle lavorazioni.
L'Impresa dovrà indicare per iscritto il tipo di lavorazione che intende adottare ed il tipo e la
consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata.
I requisiti di accettazione verranno accertati dalla Direzione Lavori con controlli sia
preliminari che in corso d'opera.
In quest'ultimo caso verrà prelevato il materiale in sito già miscelato, prima e dopo il
costipamento.
Per il materiale proveniente da cave l'impresa dovrà indicare le fonti di approvvigionamento e
la Direzione Lavori si riserva di accertarne i requisiti di accettazione mediante controlli sia in
cava che in corso d'opera con le modalità sopra specificate.
Il materiale, qualora la Direzione Lavori ne accerti la non rispondenza anche ad una sola delle
caratteristiche richieste, non potrà essere impiegato nella lavorazione e se la stessa Direzione
Lavori riterrà, a suo insindacabile giudizio, che non possa essere reso idoneo mediante
opportuni interventi correttivi da effettuare a cura e spese dell'Impresa, dovrà essere
allontanato dal cantiere.
2.12.2.1.1.2 Modalità esecutive
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza
previsti in progetto ed essere ripulito da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10
cm e dovrà presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non
presentare segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è
da effettuarsi mediante dispositivo spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite
quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità
dello strato stabilizzato.
Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso
dovrà essere rimosso e ricostituito a cura e spese dell'Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta
granulometria.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 11
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti
semoventi.
L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento per ogni cantiere, verranno accertate dalla
Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel
cantiere.
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non
inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHTO modificata (CNR 69 –
1978) con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al crivello 25 (AASHTO T
180-57 metodo D).
Se la misura in sito riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di
dimensioni maggiori di mm 25, la densità ottenuta verrà corretta in base alla formula:
di Pc (l00 - x)
dr = ------------------100 Pc - x di
dr = densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm, da
paragonare a quello AASHTO modificata determinata in laboratorio;
di = densità della miscela intera;
Pc = Peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm;
X = percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm.
La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele
contenenti una percentuale in peso di elementi di dimensione superiore a mm 35, compresa
tra il 25% e il 40%.
In tal caso nella stessa formula, al termine x dovrà essere sempre dato il valore 25
(indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso trattenuto al crivello UNI 25 mm).
Il valore del modulo di deformazione (CNR 146 – 1992) nell'intervallo compreso fra 0,15 - 0,
25 MPa non dovrà essere inferiore a 80 MPa.
In caso contrario l'impresa, a sua cura e spese dovrà adottare tutti i provvedimenti atti al
raggiungimento del valore prescritto, non esclusa la rimozione ed il rifacimento dello strato.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a
mezzo di un regolo di 4, 00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo
spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5% purché
questa differenza si presenti solo saltuariamente. In caso contrario l’Impresa a sua cura e
spese, dovrà provvedere al raggiungimento dello spessore prescritto.
2.12.2.2 Fondazione in misto cementato confezionato in centrale
Il misto cementato per fondazione o per base sarà costituito da una miscela di aggregati lapidi,
impastata con cemento ed acqua in impianto centralizzato con dosatori a peso o a volume, da
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pag. 12
stendersi in unico strato dello spessore indicate in progetto e comunque non dovrà mai avere
uno spessore finito superiore ai 20 cm o inferiore ai 10 cm.
2.12.2.2.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare
2.12.2.2.1.1 Inerti
Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava e/o di fiume con percentuale di frantumato
complessiva compresa tra il 30% ed il 60% in peso sul totale degli aggregati.
La Direzione Lavori potrà autorizzare l’impiego di quantità di materiale frantumato superiore
al limite stabilito, in questo caso la miscela finale dovrà essere tale da presentare le stesse
resistenze a compressione e a trazione a sette giorni prescritte nel seguito; questo risultato
potrà ottenersi aumentando la percentuale delle sabbie presenti nella miscela e/o la quantità di
passante al setaccio 0,75 mm.
Gli inerti dovranno avere i seguenti requisiti:
a) dimensioni non superiori a 40 mm, né di forma appiattita, allungata o lenticolare;
b) granulometria compresa nel seguente fuso ed avente andamento continuo ed uniforme
(CNR 23 - 1971):
Serie
Passante
crivelli e setacci UNI
totale in peso
crivello 40
crivello 30
crivello 25
crivello 15
crivello l0
crivello 5
setaccio 2
setaccio 0,4
setaccio 0,18
setaccio 0,075
100
80 - 100
72 - 90
53 - 70
40 - 55
28 - 40
18 - 30
8 - 18
6 -.14
5 - 10
c)
perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) non superiore al 30% in peso;
d)
equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) compreso fra 30 - 60;
e)
indice di plasticità (CNR UNI 10014) non determinabile (materiale non plastico).
2.12.2.2.1.2 Legante
Dovrà essere impiegato cemento normale (Portland, pozzolanico o d'alto forno).
A titolo indicativo la percentuale di cemento sarà compresa tra il 2, 5% ed il 3,5% sul peso
degli aggregati asciutti.
E’ possibile sostituire parzialmente il cemento con cenere di carbone del tipo leggero di
recente produzione: orientativamente le ceneri leggere possono sostituire fino al 40% del peso
indicato di cemento.
La quantità in peso di ceneri da aggiungere per ottenere pari caratteristiche meccaniche
scaturirà da apposite prove di laboratorio da effettuare a cura dell'Impresa e sotto il controllo
della Direzione Lavori.
Indicativamente ogni punto percentuale di cemento potrà essere sostituito da 4-5 punti
percentuali di ceneri.
2.12.2.2.1.3 Acqua
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 13
Dovrà essere esente da impurità dannose, oli, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra
sostanza nociva.
La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all’umidità ottima di
costipamento (CNR 69 – 1978) con una variazione compresa entro ±2% del peso della
miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze indicate di seguito.
2.12.2.2.2 Studio della miscela in laboratorioL'Impresa dovrà sottoporre all'accettazione
della Direzione Lavori la composizione granulometrica da adottare e le caratteristiche della
miscela.
La percentuale di cemento e delle eventuali ceneri volanti, come la percentuale di acqua,
dovranno essere stabilite in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici
confezionati entro stampi CBR (CNR-UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza
17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli
stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare
costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa i cm rispetto all'altezza
dello stampo vero e proprio.
Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello
stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di 17, 78 cm.La miscela di studio
verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli aggregati, mescolandole tra loro, con
il cemento, l'eventuale cenere e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino.
Comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello
UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con
la sola pasta di cemento ad essi aderente.
La miscela verrà costipata su 5 strati, con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma
AASHTO modificato, con 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di
costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51+0,5 mm, peso pestello
4,535+0,005 Kg, altezza di caduta 45,7 cm).
I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 h e portati successivamente a
stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e
temperatura di circa 293 K); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia
mantenuta umida.
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l'impiego di percentuali in peso d'acqua
diverse (sempre riferite alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul
crivello 25) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di
studio.
Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante.
I provini dovranno avere resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 2,5 MPa e non
superiore a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova “brasiliana” (CNR 97 – 1984), non
inferiore a 0,25 MPa.
Per particolari casi è facoltà della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a
compressione fino a 7,5 MPa (questi valori per la compressione e la trazione devono essere
ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media
stessa di ±15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo).
Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelti la curva, la densità e le resistenze da
confrontare con quelle di progetto e da usare come riferimento nelle prove di controllo.
2.12.2.2.3 Requisiti di accettazione delle miscele
Le caratteristiche granulometriche delle miscele, potranno avere una tolleranza di ± 5 punti %
fino al passante al crivello n°5 e di ± 2 punti % per il passante al setaccio 2 ed inferiori,
purché non vengano superati i limiti del fuso.
Qualora le tolleranze di cui sopra vengano superate, la lavorazione dovrà essere sospesa e
l’Impresa dovrà adottare a sua cura e spese quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 14
diventare operativi dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori.
La densità in sito, a compattazione ultimata, dovrà risultare non inferiore al 97% delle prove
AASHTO modificato (CNR 69 – 1978), nel 98% delle misure effettuate.
La densità in sito sarà determinata mediante normali procedimenti a volumometro, con
l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di
dimensione superiore a 25 mm, ciò potrà essere ottenuto con l’applicazione della formula di
trasformazione di cui punto 1.1.1.2 della presente sezione, oppure con una misura diretta
consistente nella separazione mediante vagliatura degli elementi di pezzatura maggiore di 25
mm e nella loro sistemazione nel cavo di prelievo prima di effettuare la misura con
volumometro.
La sistemazione di questi elementi nel cavo dovrà essere effettuata con cura, elemento per
elemento per evitare la formazione di cavità durante la misurazione del volume del cavo
stesso.
Il valore del modulo di deformazione (CNR- 146 – 1992), al primo ciclo di carico e
nell'intervallo compreso tra 0,15-0,25 MPa, in un tempo compreso fra 3-12 h dalla
compattazione, non dovrà mai essere inferiore a 150 MPa.
Qualora venissero rilevati valori inferiori, la frequenza dei rilevamenti dovrà essere
incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l'impresa, a sua cura e spese,
dovrà demolire e ricostruire gli strati interessati.
La superficie finita della fondazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1
cm verificato a mezzo di un regolo di 4,00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni
ortogonali.
La frequenza del controllo sarà quella ordinata dalla Direzione Lavori.
2.12.2.2.4 Modalità esecutive
2.12.2.2.4.1 Confezione delle miscele
Le miscele dovranno essere confezionate in impianti fissi automatizzati, di idonee
caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
Gli impianti dovranno comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di
realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
La dosatura degli aggregati dovrà essere effettuata sulla base di almeno 4 classi con
predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
La zona destinata all'ammannimento degli aggregati sarà preventivamente e
convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua
che possano compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e
l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
2.12.2.2.4.2 Posa in opera
La miscela dovrà essere stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata
accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e
compattezza prescritti.
La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti.
Le operazioni di addensamento dello strato dovranno essere realizzate nell'ordine con le
seguenti attrezzature:- rullo a due ruote vibranti da l0 t per ruota o rullo con una sola ruota
vibrante di peso non inferiore a 18 t;
- rullo gommato con pressione di gonfiaggio superiore a 5 bar e carico di almeno 18 t.
Potranno essere impiegati in alternativa, previo benestare della Direzione Lavori, rulli misti
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pag. 15
vibranti-gommati rispondenti alle caratteristiche di cui sopra.
In ogni caso l'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento dovranno essere verificate
preliminarmente dalla Direzione Lavori su una stesa sperimentale delle miscele messe a
punto.
La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambiente inferiori
a 273 K e superiori a 298 K e mai sotto la pioggia.
Tuttavia, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, potrà essere consentita la stesa a
temperature tra i 298 e i 303 K.
In questo caso però sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto
dall'impianto di confezionamento al luogo di impiego (ad esempio con teloni), sarà inoltre
necessario provvedere ad un abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato.
Infine le operazioni di costipamento e di stesa del velo di protezione con emulsione
bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela.
Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature comprese tra 288 e 291 K ed umidità
relativa del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relativa
anch’essa crescente; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che
l'umidità relativa dell'ambiente non scenda al di sotto del 15% in quanto ciò potrebbe
provocare ugualmente una eccessiva evaporazione della miscela.
Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma le 2 h
per garantire la continuità della struttura. Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella
formazione dei giunti longitudinali, che andranno protetti con fogli di polietilene o materiale
similare.
Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola e
togliendo la tavola stessa al momento della ripresa della stesa; se non si fa uso della tavola,
sarà necessario, prima della ripresa della stesa, provvedere a tagliare l'ultima parte dello strato
precedente, in modo da ottenere una parete verticale.
Non dovranno essere eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa.
Il transito di cantiere potrà essere ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello
in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati.
Strati eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause dovranno
essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa.
Appena completati il, costipamento e la rifinitura superficiale dello strato, dovrà essere
eseguita la spruzzatura di un velo protettivo di emulsione bituminosa acida al 55%, in ragione
di 1,0-2,0 kg/m2, in relazione al tempo ed alla intensità del traffico di cantiere cui potrà essere
sottoposta la fondazione, con successivo spargimento di sabbia.
2.12.3.0 STRATO DI BASE
2.12.3.1 Generalità
Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale
additivo (secondo le definizioni riportate nelI'art. 1 delle Norme C.N.R. sui materiali stradali fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle
graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), normalmente dello spessore
di 15 cm, impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, steso in
opera mediante vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti gommati e metallici.
Lo spessore della base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della
Direzione dei Lavori.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 16
2.12.3.2 Caratteristiche dei materiali da impiegare
2.12.3.2.1 Inerti.
I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di
base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme
C.N.R. - 1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie,
delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) e nelle norme C.N.R. 65-1978 C.N.R.
80-1980.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione
così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute
nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei
pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con
l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los
Angeles secondo le norme del C.N.R B.U. n. 34 (del 28-3-1973), anziché col metodo
DEVAL.
L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà
stabilita a giudizio della Direzione Lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30%
della miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito:
- perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%.
In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri,
durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non
dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la
percentuale di queste ultime sarà prescritta di volta in volta dalla Direzione Lavori in
relazione ai valori di scorrimento delle prove Marshall, ma comunque non dovrà essere
inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che dovranno rispondere al seguente requisito:
- equivalente in sabbia (C.N.R. 27 -1972) superiore a 50.
Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o
costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai
seguenti requisiti:
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n. 80): passante in peso: 100%;
- setaccio UNI 0,075 (ASTM n. 200): passante in peso: 90%.
La granulometria dovrà essere eseguita per via umida.
2.12.3.2.2 Legante.
Dovranno essere impiegati bitumi semisolidi per uso stradale di normale produzione con le
caratteristiche indicate nella tabella seguente, impiegati per il confezionamento di
conglomerati bituminosi.
SP23_disciplinare_descrittivo
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La tabella che segue si riferisce al prodotto di base così com’è prelevato nelle cisterne e/o
negli stoccaggi.
TABELLA BITUME
CARATTERISTICHE:
UNITÀ
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s
0,1 mm
Punto di rammollimento
C/K
Indice di penetrazione
Punto di rottura (Fraass), min.
C/K
Duttilità a 25°C/298°K, min.
cm
Solubilità in solventi organici, min.
%
Perdita per riscaldamento (volatilià) T = 163°C / 436°K, max.
%
Contenuto di paraffina, max.
%
–1
Pa.s
Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 Pa.s
VALORE
85 105
47-52/320-325
-1 / +1
-9 / 264
100
99
+/- 1
3
150 - 250
0,2 – 0,6
Valori dopo RTFOT (Rolling Thin Film Overt Test)
Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di
velocità = 1 s –1\
Penetrazione residua a 25°C/298°K, 100g, 5s
Variazione del Punto di rammollimento
Pa.s
500 - 700
%
C/K
≤ 75
≤ + 10 / ≤ 283
L’ indice di penetrazione, dovrà calcolato con la formula appresso riportata, compreso fra 1,0 e + 1,0:
indice di penetrazione = 20 u - 500 v / u + 50 v
dove:
u = temperatura di rammollimento alla prova "palla-anello" in °C (a 25°C);
v = log. 800 - log. penetrazione bitume in dmm (a 25°C.).
2.12.3.3 Miscela
La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica
contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci U.N.I.
Crivello
Crivello
Crivello
Crivello
Crivello
Crivello
Setaccio
Setaccio
Setaccio
40
30
25
15
10
5
2
0,4
0,18
SP23_disciplinare_descrittivo
Passante: % totale in peso
80
70
45
35
25
20
6
4
100
÷
÷
÷
÷
÷
÷
÷
÷
pag. 18
100
95
70
60
50
40
20
14
Setaccio 0,075
4 ÷ 8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4 % e il 5% riferito al peso totale degli
aggregati (C.N.R. 38 - 1973);
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
-
il valore della stabilità Marshall (C.N.R. 30 -1973) eseguita a 60°C su provini costipati
con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 Kg; inoltre il valore
della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento
misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
-
gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare
una percentuale di vuoti residui compresi fra 4% e 7%.I provini per le misure di stabilità
e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o
presso la stesa.La temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella
di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10°C.
-
Le miscele di aggregati e leganti idrocarburuci dovranno rispondere inoltre anche alle
norme C.N.R. 134 -1991;
2.12.3.4 Formazione e confezione delle miscele.
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee
caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per
garantire il perfetto essiccamento, I'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta
vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta
pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di
realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea
apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a
viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del
bitume che dell'additivo.
La zona destinata all’ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente
sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano
compromettere la pulizia degli aggregati.
Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e
l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle
classi impiegate.
Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto
e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere
un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà
mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 19
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e
170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione
Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli
impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e
periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%.
2.12.3.5 Posa in opera delle miscele.
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata
accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma,
densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto
granulare ed in misto cementato.
Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire
l'ancoraggio, si dovrà provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta
dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve
tempo possibile; tra di essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione
bituminosa in ragione di 0,5 Kg/m2.
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine
vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate
di automatismo di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo
di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi
più grossi.
Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali
preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente
con l'impiego di 2 o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con
emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con
idonea attrezzatura.
I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre
previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in
maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in
corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei
veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire
mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 20
di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di
crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente
dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 130°C.
La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali
possano pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con
densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e
successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Impresa.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta
a termine senza soluzione di continuità.
La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di
rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche
tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità
ottenibili.
Al termine della compattazione, lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo
spessore non inferiore al 97% di quella Marshall dello stesso giorno, rilevata all'impianto o
alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla produzione giornaliera, su carote di 15 cm di
diametro; il valore risulterà dalla media di due prove (C.N.R. 40-1973).
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per
ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello
strato appena steso.
La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta
rettilinea lunga m 4,00, posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato
dovrà aderirvi uniformemente.
Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm.
Il tutto nel rispetto degli spessori e delle sagome di progetto.
2.12.4.0 STRATI DI COLLEGAMENTO (BINDER) E DI USURA
2.12.4.1 Generalità
La parte superiore della sovrastruttura stradale sarà, in generale, costituita da un doppio strato
di conglomerato bituminoso steso a caldo, e precisamente: da uno strato inferiore di
collegamento (binder) e da uno strato superiore di usura, secondo quanto stabilito dalla
Direzione Lavori.
Il conglomerato per ambedue gli strati sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie,
sabbie ed additivi, secondo le definizioni riportate nell' Art. 1 delle norme C.N.R., fascicolo n.
4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle
sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), mescolati con bitume a caldo, e verrà steso in
opera mediante macchina vibrofinitrice e compattato con rulli gommati e lisci.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 21
2.12.4.2 Caratteristiche dei materiali da impiegare
2.12.4.2.1 Inerti
Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione
appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Capitolo II del fascicolo 4/1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli
additivi per costruzioni stradali”).
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione,
così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute
nel fascicolo n. 4 delle Norme C.N.R. 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei
pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con
l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los
Angeles secondo le Norme C.N.R. B.U n. 34 (del 28-3-1973) anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso (pietrischetti e graniglie) dovrà essere ottenuto per frantumazione ed
essere costituito da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli
vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei.
L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischetti e graniglie che potranno anche essere di
provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su
campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti.
- Per strati di collegamento (BINDER):
-
perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme
ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore al 25% (C.N.R. 34-1973);
-
indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per
l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi
per costruzioni stradali”), inferiore a 0,80;
coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per
l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi
per costruzioni stradali”) inferiore a 0,015 (C.N.R. 137-1992);
-
-
materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei
pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni
stradali”).
Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi
od invernali, la perdita in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%.
- Per strati di usura:
-
perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme
ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore od uguale al 20% (C.N.R. 34 -1973);
-
almeno un 30% in peso del materiale dell'intera miscela deve provenire da frantumazione
di rocce che presentino un coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a
compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm2, nonché resistenza
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 22
alla usura minima 0,6;
-
indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme
per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli
additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,85;
-
coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per
l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi
per costruzioni stradali”), inferiore a 0,015 (C.N.R 137-1992);
-
materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei
pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”),
con limitazione per la perdita in peso allo 0,5%;
Per le banchine di sosta saranno impiegati gli inerti prescritti per gli strati di collegamento e di
usura di cui sopra.
In ogni caso i pietrischi e le graniglie dovranno essere costituiti da elementi sani, duri,
durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti
da polvere e da materiali estranei.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che
dovranno soddisfare ai requisiti dell' Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953;
ed in particolare:
-
equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T 176, (e secondo la norma
C.N.R. B.U. n. 27 del 30-3-1972) non inferiore al 55%;
-
materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei
pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni
stradali”) con le limitazioni indicate per l'aggregato grosso. Nel caso non fosse possibile
reperire il materiale della pezzatura 2 ÷ 5 mm necessario per la prova, la stessa dovrà
essere eseguita secondo le modalità della prova Riedel-Weber con concentrazione non
inferiore a 6.
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o
da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla
setacciatura per via secca interamente passanti al setaccio n. 30 ASTM e per almeno il 65% al
setaccio n. 200 ASTM.
Per lo strato di usura, a richiesta della Direzione dei Lavori, il filler potrà essere costituito da
polvere di roccia asfaltica contenente il 6 ÷ 8% di bitume ad alta percentuale di asfalteni con
penetrazione Dow a 25°C inferiore a 150 dmm.
Per fillers diversi da quelli sopra indicati è richiesta la preventiva approvazione della
Direzione dei Lavori in base a prove e ricerche di laboratorio.
2.12.4.2.2 Legante
Il bitume, per gli strati di collegamento e di usura, dovrà essere del tipo riportato nel punto
3.2.2 della presente Sezione.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 23
1) Strato di collegamento (binder). La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di
collegamento dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci U.N.I
Crivello
Crivello
Crivello
Crivello
Setaccio
Setaccio
Setaccio
Setaccio
Passante: % totale in peso
25
15
10
5
2
0,4
0,18
0,075
100
65 ÷ 100
50 ÷ 80
30 ÷ 60
20 ÷ 45
7 ÷ 25
5 ÷ 15
4÷ 8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 5,5% riferito al peso degli
aggregati (C.N.R. 38-1973).
Esso dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità
Marshall e compattezza di seguito riportati.
Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà
avere i seguenti requisiti:
-
la stabilità Marshall, eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni
faccia, dovrà risultare in ogni caso uguale o superiore a 900 Kg. Inoltre il valore della
rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento
misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300 (C.N.R 30-1973).
-
Gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare
una percentuale di vuoti residui compresa tra 3 ÷ 7%. La prova Marshall eseguita su
provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni,
dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato.
Riguardo alle misure di stabilità e rigidezza, sia per i conglomerati bituminosi tipo usura
che per quelli tipo binder, valgono le stesse prescrizioni indicate per il conglomerato di
base.
2) Strato di usura. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura dovrà avere
una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci U.N.I
Crivello
Crivello
Crivello
Crivello
Setaccio
Setaccio
Setaccio
Setaccio
SP23_disciplinare_descrittivo
20
15
10
5
2
0,4
0,18
0,075
Passante: % totale in peso
-100
70 – 90
40 – 60
25 – 38
11 – 20
8 – 15
6 – 10
pag. 24
Il legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 6% riferito al peso totale degli
aggregati (C.N.R. 38-1973).
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a) resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni
permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che
statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire
sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga
scadenza.
Il valore della stabilità Marshall (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati
con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 10.000 N [1000 Kg].
Inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo
scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300.
La percentuale dei vuoti dei provini Marshall, sempre nelle condizioni di impiego
prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6%.
La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in
acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di
quelli precedentemente indicati;
b) elevatissima resistenza all'usura superficiale;
c ) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa;
d)
grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere compreso
fra 4% e 8%.
Ad un anno dall'apertura al traffico, il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso
fra 3% e 6% e impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su
uno dei provini Marshall, riferentisi alle condizioni di impiego prescelte, in permeametro a
carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore a 10 - 6 cm/sec.
Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso
in cui la prova Marshall venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato
prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso
l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore riscaldamento.
In tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature
operative. Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm,
lo stesso dovrà essere vagliato se necessario.
2.12.4.4 Formazione, confezione degli impasti e posa in opera
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base, salvo che per il tempo minimo di
miscelazione effettiva, che, con i limiti di temperatura indicati per il legante e gli aggregati,
non dovrà essere inferiore a 25 secondi.
2.12.4.5 Attivanti l'adesione
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 25
Nella confezione dei conglomerati bituminosi dei vari strati (base, collegamento o binder e
usura) dovranno essere impiegate speciali sostanze chimiche attivanti l'adesione dei bitumi aggregato ("dopes" di adesività), costituite da composti azotati di natura e complessità varia,
ovvero da ammine ed in particolare da alchilammido - poliammine ottenute per reazione tra
poliammine e acidi grassi C16 e C18.
Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove
comparative effettuate presso i Laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che
conservi le proprie caratteristiche fisico - chimiche anche se sottoposto a temperature elevate
e prolungate.
Detti additivi polifunzionali per bitumi dovranno comunque resistere alla temperatura di oltre
180° C senza perdere più del 20% delle loro proprietà fisico - chimiche.
Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni d'impiego, della natura degli aggregati e
delle caratteristiche del prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% sul peso del bitume da trattare (da Kg
0,3 a Kg 0,6 per ogni 100 Kg di bitume).
I tipi, i dosaggi e le tecniche di impiego dovranno ottenere il preventivo benestare della
Direzione dei Lavori.
L'immissione delle sostanze attivanti nella cisterna del bitume (al momento della ricarica
secondo il quantitativo percentuale stabilito) dovrà essere realizzata con idonee attrezzature
tali da garantire la perfetta dispersione e l'esatto dosaggio (eventualmente mediante un
completo ciclo di riciclaggio del bitume attraverso la pompa apposita prevista in ogni
impianto), senza inconvenienti alcuno per la sicurezza fisica degli operatori.
Per verificare che detto attivante l'adesione bitume - aggregato sia stato effettivamente
aggiunto al bitume del conglomerato la Direzione dei Lavori preleverà in contraddittorio con
1' Impresa un campione del bitume additivato, che dovrà essere provato, su inerti acidi
naturali (graniti, quarziti, silicei, ecc.) od artificiali (tipo ceramico, bauxite calcinata, "sinopal"
od altro) con esito favorevole mediante la prova di spogliazione (di miscele di bitume aggregato), la quale sarà eseguita secondo le modalità della Norma A.S.T.M. - D 1664/80.
Potrà essere inoltre effettuata la prova di spogliamento della miscela di legante idrocarburico
ed aggregati in presenza di acqua (C.N.R 138-1992) per determinare l'attitudine dell'aggregato
a legarsi in modo stabile al tipo di legante che verrà impiegato in opera.
In aggiunta alle prove normalmente previste per i conglomerati bituminosi è particolarmente
raccomandata la verifica dei valori di rigidezza e stabilità Marshall.
Inoltre dovranno essere effettuate le prove previste da C.N.R. 149-1992 per la valutazione
dell'effetto di immersione in acqua della miscela di aggregati lapidei e leganti idrocarburici
per determinare la riduzione (∆ %) del valore di resistenza meccanica a rottura e di
rigonfiamento della stessa miscela in conseguenza di un prolungato periodo di immersione in
acqua (facendo ricorso alla prova Marshall (C.N.R. 30-1973), ovvero alla prova di trazione
indiretta "Brasiliana" (C.N.R. n° 134/1991)).
Ai fini della sicurezza fisica degli operatori addetti alla stesa del conglomerato bituminoso
(base, binder ed usura) l'autocarro o il veicolo sul quale è posta la cisterna dovrà avere il
dispositivo per lo scarico dei gas combusti di tipo verticale al fine di evitare le dirette
emissioni del gas di scarico sul retro. Inoltre dovranno essere osservate tutte le cautele e le
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 26
prescrizioni previste dalla normativa vigente per la salvaguardia e la sicurezza della salute
degli operatori suddetti."
2.12.4.6 Conglomerato bituminoso drenante per strati di usura
Il conglomerato bituminoso per usura drenante è costituito da una miscela di Pietrischetti
frantumati, sabbie ed eventuale additivo impastato a caldo con legante bituminoso modificato.
Questo conglomerato dovrà essere impiegato prevalentemente con le seguenti finalità:
- favorire l'aderenza in caso di pioggia eliminando il velo d'acqua superficiale soprattutto nelle
zone con ridotta pendenza di smaltimento (zone di transizione rettifilo-clotoide, rettifilocurva);
- abbattimento del rumore di rotolamento (elevata fonoassorbenza).
2.12.4.6.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare
2.12.4.6.1.1 Inerti
Gli aggregati dovranno rispondere ai requisiti elencati al punto 4.2.1 del presente Capitolato,
con le seguenti eccezioni:
- coefficiente di levigabilità accelerata C.L.A. ugualè o maggiore a 0.44;
- la percentuale delle sabbie provenienti da frantumazione sarà prescritta, di volta in volta,
dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di stabilità e scorrimento della prova Marshall
che si intendono raggiungere, comunque non dovrà essere inferiore all'80% della miscela
delle sabbie.
2.12.4.6.2 Legante
Il legante per tale strato di usura, dovranno essere del tipo modificato e presentare le seguenti
caratteristiche:
CARATTERISTICHE
Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s
UNITÀ’
0,1 mm
VALORE (x)
50 - 70
K
K
Pa.s
328-343
+1/ +3
261
180 – 450
Pa.s
0,2 – 1.8
Punto di rammollimento
Indice di penetrazione
Punto di rottura (Fraass), min.
Viscosità dinamica a T = 80°C / 353°K, gradiente di
velocità = 1 s –1
Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di
velocità = 1 s –1
2.12.4.6.2 Miscele
La miscela dovrà avere una composizione granulometrica compresa nei fuso riportato qui di
seguito:
Passante totale in peso %
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 27
Serie crivelli e
setacci UNI
Crivello 20
crivello 15
crivello l0
crivello 5
setaccio
setaccio
setaccio
setaccio
Fuso B
“Intermedio”
100
90 - 100
35 - 50
10 - 25
0 - 12
0 - 10
0-8
0-6
2
0,4
0,18
0,075
Il tenore di legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 5% ed il 6,5% riferito al peso
totale degli aggregati.
La miscela favorisce una elevata fonoassorbenza; la Direzione Lavori si riserva la facoltà di
verificarla mediante il controllo delle miscele stesse, applicando il metodo ad onde stazionarie
con l'attrezzatura standard definita “tubo di Kundt” su carote del diametro di l0 cm prelevate
in sito.
Le carote dovranno essere prelevate dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato.
In questo caso il coefficiente di fonoassorbimento “α” in condizioni di incidenza normale
dovrà essere:
Frequenza (Hz)
Coeff. fonoassorbimento (α)
α > 0,15
α > 0,30
α > 0,15
400 – 630
800 – 1600
2000 – 2500
Il controllo dovrà essere effettuato anche mediante rilievi in sito con il metodo dell'impulso
riflesso, comunque dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato.
In questo caso con una incidenza radente di 300 i valori di α dovranno essere:
Frequenza (Hz)
Coeff. fonoassorbimento α
400 - 630
800 - 1250
1600 - 2500
α > 0,25
α > 0,50
α > 0,25
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
•
il valore della stabilità Marshall (CNR 30 - 73), eseguita a 333 K su provini costipati con
75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 600 kg.
•
Il valore del modulo di rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità Marshall
misurata in chilogrammi e lo scorrimento misurato in millimetri dovrà essere superiore a
250; gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno
presentare una percentuale di vuoti residui (CNR 39 - 73) nei limiti di 14% - 16%.
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I provini per le misure di stabilità e rigidezza e per la determinazione della percentuale dei
vuoti residui dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la stesa.
Irioltre la Direzione Lavori si riserva la facoltà di controllare la miscela di usura drenante
tramite la determinazione della resistenza a trazione indiretta e della relativa deformazione a
rottura (prova “Brasiliana”) (CNR 97 – 1984).
I valori relativi, per i tre tipi di miscela dovranno risultare nei limiti della tabella che segue:
Temperatura di prova
Resistenza a trazione indiretta (N/mm2)
Coefficiente di trazione indiretta (N/mm2)
283 K
0.70 – 1.10
≥ 55
298 K
313 K
0.25 – 0.42
≥ 22
0.12 – 0.20
≥ 12
2.12.4.6.3 Confezione e posa in opera del conglomerato
Valgono le prescrizioni di cui al punto 1.3.1.5 della presente Sezione, con l'avvertenza che il
tempo minimo di miscelazione non dovrà essere inferiore a 25 s.
La temperatura di costipamento dovrà essere compresa tra 413 e 423 .
Al termine della compattazione lo strato di usura drenante dovrà avere un peso di volume
uniforme in tutto lo spessore, non inferiore al 96% di quello Marshall rilevato all'impianto o
alla stesa.
Tale verifica dovrà essere eseguita con frequenza giornaliera secondo la norma (CNR 40 –
1973) e sarà determinata su carote di 20 cm di diametro.
Il coefficiente di permeabilità a carico costante (Kv in cm/s) determinato in laboratorio
carote di diametro 20 cm prelevate in sito dovrà essere maggiore o uguale a:
su
Kv = 15*1,0-2 cm/s (media aritmetica su tre determinazioni).
La capacità drenante eseguita in sito e misurata con permeametro a colonna d'acqua di 250
mm su un'area di 154 cm2 e uno spessore di pavimentazione tra i 4 e 5 cm dovrà essere
maggiore di 8 dm3/min .
Il piano di posa dovrà essere perfettamente pulito e privo di eventuali tracce di segnaletica
orizzontale.
Si dovrà provvedere quindi alla stesa di una uniforme mano di attacco, nella quantità
compresa tra kg/m2 0,6 e 2,0, secondo le indicazione della Direzione Lavori, ed al successivo
eventuale spargimento di uno strato di sabbia o graniglia prebitumata.
Dovrà altresì essere curato lo smaltimento laterale delle acque che percolano all'interno
dell'usura drenante.
2.12.5.0 TRATTAMENTI SUPERFICIALI
2.12.5.1 Generalità
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Immediatamente prima di dare inizio ai trattamenti superficiali di prima o di seconda mano,
I'Impresa delimiterà i bordi del trattamento con un arginello in sabbia onde ottenere i
trattamenti stessi profilati ai margini.
Ultimato il trattamento resta a carico dell'Impresa l'ulteriore profilatura mediante asportazione
col piccone delle materie esuberanti e colmatura delle parti mancanti col pietrischetto
bituminoso.
2.12.5.1.1 Trattamento con emulsione a freddo.
Preparata la superficie da trattare, si procederà all'applicazione dell'emulsione bituminosa al
55%, in ragione, di norma, di 3 kg per metro quadrato.
Tale quantitativo dovrà essere applicato in due tempi.
In un primo tempo sulla superficie della massicciata dovranno essere sparsi 2 kg di emulsione
bituminosa e dm3 12 di graniglia da mm 10 a mm. 15 per ogni metro quadrato.
In un secondo tempo, che potrà aver luogo immediatamente dopo, verrà sparso sulla
superficie precedente il residuo di Kg 1 di emulsione bituminosa e dm3 8 di graniglia da mm
5 a mm. 10 per ogni metro quadrato.
Allo spargimento della graniglia seguirà una leggera rullatura, da eseguirsi preferibilmente
con rullo compressore a tandem, per ottenere la buona penetrazione della graniglia negli
interstizi superficiali della massicciata.
Lo spargimento dell'emulsione dovrà essere eseguito con spanditrici a pressione che
garantiscano l'esatta ed uniforme distribuzione, sulla superficie trattata, del quantitativo di
emulsione prescritto per ogni metro quadrato di superficie nonché, per la prima applicazione,
la buona penetrazione nel secondo strato della massicciata fino a raggiungere la superficie del
primo, sì da assicurare il legamento dei due strati.
Lo spandimento della graniglia o materiale di riempimento dovrà essere fatto con adatte
macchine che assicurino una distribuzione uniforme.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato si preleveranno i campioni con le
modalità stabilite precedentemente.
Indipendentemente da quanto possa risultare dalle prove di laboratorio e dal preventivo
benestare da parte della Direzione dei Lavori sulle forniture delle emulsioni, l’Impresa resta
sempre contrattualmente obbligata a rifare tutte quelle applicazioni che, dopo la loro
esecuzione, non abbiano dato soddisfacenti risultati, e che sotto l'azione delle piogge abbiano
dato segni di rammollimento, stemperamento o si siano dimostrate soggette a facile
asportazione mettendo a nudo la sottostante massicciata.
2.12.5.1.2 Trattamento con bitume a caldo
Il trattamento con bitume a caldo, su pavimentazioni bitumate, sarà fatto utilizzando almeno 1
Kg/m2 di bitume, dopo una accurata ripulitura, fatta esclusivamente a secco, della
pavimentazione esistente.
Gli eventuali rappezzi che si rendessero necessari, saranno eseguiti con la stessa tecnica a
cura e spese dell'Impresa.
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L'applicazione di bitume a caldo sarà eseguita sul piano viabile perfettamente asciutto ed in
periodo di caldo secco.
Ciò implica che i mesi più favorevoli sono quelli da maggio a settembre e che in caso di
pioggia il lavoro si debba sospendere.
Il bitume sarà riscaldato a temperatura fra 160°C e 180°C entro adatte caldaie che permettono
il controllo della temperatura stessa.
L'applicazione dovrà essere fatta mediante spanditrice a pressione in modo tale da garantire
l'esatta distribuzione con perfetta uniformità su ogni metro quadrato del quantitativo di bitume
prescritto.
Con tale applicazione, debitamente ed immediatamente ricoperta di graniglia di pezzatura
3
corrispondente per circa il 70% alle massime dimensioni prescritte ed in quantità di circa m
2
1,20 per 100 m , dovrà costituirsi il manto per la copertura degli elementi pietrosi della
massicciata precedentemente trattata con emulsione bituminosa.
Allo spandimento della graniglia seguirà una prima rullatura con rullo leggero e
successivamente altra rullatura con rullo di medio tonnellaggio, non superiore alle t. 14, in
modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato, si preleveranno i campioni con le
modalità prescritte.
Verificandosi in seguito affioramenti di bitume ancora molle, l'Impresa provvederà, senza
ulteriore compenso, allo spandimento della conveniente quantità di graniglia nelle zone che lo
richiedano, procurando che essa abbia ad incorporarsi nel bitume a mezzo di adatta rullatura
leggera, in modo da saturarla completamente.
L'Impresa sarà obbligata a rifare, a sua cura, tutte quelle parti della pavimentazione che per
cause qualsiasi dessero indizio di cattiva o mediocre riuscita e cioè presentassero accentuate
deformazioni della sagoma stradale, ovvero ripetute abrasioni superficiali non giustificate
dalla natura e dalla intensità del traffico.
L'Ente si riserva la facoltà di variare le modalità esecutive di applicazione del bitume a caldo,
senza che per questo l'Appaltatore possa sollevare eccezioni ed avanzare particolari richieste
di compensi.
Tanto nei trattamenti di prima mano con emulsione bituminosa, quanto in quelli di seconda
mano con bitume a caldo, l'Impresa è obbligata a riportare sul capostrada la graniglia
eventualmente non incorporata. Quella che decisamente non può essere assorbita andrà
raccolta e depositata nelle piazzole, rimanendo di proprietà dell'Amministrazione.
Gli oneri di cui sopra sono compresi e compensati nei prezzi di Elenco e pertanto nessun
maggior compenso spetta all'Impresa per tale titolo.
2.12.5.1.3 Trattamento a caldo con bitume liquido.
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Il bitume liquido da impiegare per esecuzione di trattamenti dovrà essere quello ottenuto con
flussaggio di bitume a penetrazione 100 ÷ 120 e costituito, se di tipo 150/300 per almeno l'
80% da
bitume, se di tipo 350/700 per almeno l’85% da bitume e per la restante parte, in ambedue i
casi, da olio di catrame.
I bitumi liquidi, da impiegarsi per l'esecuzione di trattamenti superficiali, dovranno avere le
caratteristiche prescritte dal fascicolo n. 7 delle norme del C.N.R del 1957 .
Il tipo di bitume liquido da impiegarsi sarà prescritto dalla Direzione dei Lavori tenendo conto
che per la temperatura ambiente superiore ai 15°C si dovrà dare la preferenza al bitume
liquido 350/700, mentre invece con temperatura ambiente inferiore dovrà essere impiegato
quello con viscosità 150/300.
In nessun caso si dovrà lavorare con temperature ambienti inferiori agli 8°C.
Con le consuete modalità si procederà al prelievo dei campioni prima dell'impiego, i quali
verranno sottoposti all'analisi presso il Laboratorio Provinciale o presso altri Laboratori
Ufficiali.
Il lavoro di trattamento dovrà essere predisposto su metà strada per volta, onde non
interrompere la continuità del traffico e la buona riuscita del lavoro.
Il vecchio manto bituminoso dovrà essere sottoposto ad una accurata operazione di
depolverizzazione e raschiatura della superficie, mediante spazzoloni, scope metalliche e
raschietti.
Cosi preparata la strada, la tratta da sottoporre a trattamento sarà delimitata lungo l'asse
stradale per l'esecuzione a metà carreggiata per volta e poi, in modo uniforme, sarà distribuito
sulla superficie, con distribuzione a pressione, il bitume liquido nella quantità media di 1
2
Kg/m previo suo riscaldamento a temperatura tra i 100°C e 110°C entro adatti apparecchi
che permettano il controllo della temperatura stessa.
La distribuzione del bitume dovrà avvenire con perfetta uniformità su ogni metro quadrato nel
quantitativo di bitume prescritto.
Dovranno evitarsi in modo assoluto le chiazze e gli eccessi di bitume, rimanendo stabilito che
le aree cosi trattate dovranno essere raschiate e sottoposte a nuovo trattamento a totale spesa
dell'Impresa.
Immediatamente dopo lo spandimento del bitume, la superficie stradale dovrà essere ricoperta
con pietrischetto in ragione di litri 20 per metro quadrato, di cui litri 17 dovranno essere di
pezzatura rigorosa da mm 16 a mm 18 e litri 3 di graniglia da mm 2 a mm 4.
Pertanto, gli ammannimenti rispettivi di pietrischetto e di graniglia su strada, dovranno essere
fatti a cumuli alternati rispondenti singolarmente alle diverse pezzature e nei volumi
rispondenti ai quantitativi fissati.
I quantitativi di pietrischetto e di graniglia cosi ammanniti verranno controllati con apposite
misurazioni da eseguirsi prima dell'inizio della bitumatura.
Il pietrischetto della pezzatura più grossa verrà sparso uniformemente sulla superficie
bitumata ed in modo che gli elementi siano fra di loro a stretto contatto.
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Dopo pochi passaggi di rullo pesante si procederà al conguaglio delle eventuali irregolarità di
sparsa del pietrischetto suddetto, facendo le opportune integrazioni e, quindi, si procederà allo
spargimento della graniglia minuta ad intasamento dei vuoti rimasti fra gli elementi del
pietrischetto precedentemente sparso.
Allo spandimento completo del pietrischetto e della graniglia seguirà la rullatura con rullo
pesante, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Si dovrà aver cura che il pietrischetto e la graniglia, all'atto dello spargimento, siano bene
asciutti ed in precedenza riscaldati dal sole rimanendo vietato l'impiego di materiale umido.
I tratti sottoposti a trattamento dovranno rimanere chiusi al traffico per almeno 18 ore e,
quindi, la bitumatura dovrà essere eseguita su strisce di metà strada alternate alla lunghezza
massima di m. 300.
A tal fine l'Impresa dovrà disporre un apposito servizio di guardiania diurna e notturna per il
pilotaggio del traffico, del cui onere s'è tenuto largamente conto nella determinazione del
prezzo unitario.
L'Impresa provvederà a sua cura e spese all'apposizione di cartelli di segnalazione, cavalletti,
ecc., occorrenti per la chiusura al traffico delle estese trattate.
Il pietrischetto, che risulterà non incorporato nel bitume, per nessun motivo potrà essere
impiegato in trattamenti di altre estese di strada.
Infine l'Impresa provvederà, con i propri operai, alla esatta profilatura dei bordi della nuova
pavimentazione, al ricollocamento in opera delle punteggiature marginali spostate dal
compressore, nonché alla raschiatura ed eventuale pulitura di zanelle, di cordonate, di
marciapiedi, imbrattati durante l'esecuzione dei lavori, essendo tali oneri stati compresi nella
determinazione dei prezzi di Elenco.
Si pattuisce che quelle aree di trattamento che in prosieguo di tempo risultassero difettose,
ovvero prive di penetrazione di pietrischetto e di graniglia, saranno dall'Appaltatore
sottoposte, a totale sua spesa, ad un nuovo ed analogo trattamento.
2.12.6.0 SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI
Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature,
I'Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla
scarificazione della massicciata esistente adoperando, all'uopo, apposito scarificatore
opportunamente trainato e guidato.
La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori
entro i limiti indicati nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva
vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e
spese dell'Impresa.
2.12.7.0 FRESATURA DI STRATI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO CON
IDONEE ATTREZZATURE
La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di
esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a
freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta.
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Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper,
escavatore, demolitori, ecc., a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio.
Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le
caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di
riciclaggio.
La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di
strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da
porre in opera (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati
bituminosi).
L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L.
Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso
rispetto all'ordinativo di lavoro, I'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al
Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di
scarifica.
Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio.
Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato
mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo.
La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere
eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado
di dare un piano perfettamente pulito.
Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento
longitudinale rettilineo e privo di sgretolature.
Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di
riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di
attacco in legante bituminoso.
2.12.9 SPECIFICA DI CONTROLLO
La seguente specifica si applica ai vari tipi di pavimentazioni costituenti l’infrastruttura
stradale e precedentemente esaminati.
La documentazione di riferimento comprende tutta quella contrattuale e, più specificatamente,
quella di progetto quale disegni, specifiche tecniche, ecc.; sono altresì comprese tutte le
norme tecniche vigenti in materia.
L’Impresa per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei,
bitumi, cementi, etc) prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrà esibire, prima
dell’impiego, alla D.L., i relativi Certificati di Qualità rilasciati da un Laboratorio.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione
dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati
risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie
categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto
se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità
biennale.
I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si
verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di
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produzione.
La procedura delle prove di seguito specificata, deve ritenersi come minima e dovrà essere
infittita in ragione della discontinuità granulometrica dei materiali portati a rilevato e della
variabilità nelle procedure di compattazione.
L’Impresa è obbligata comunque ad organizzare per proprio conto, con personale qualificato
ed attrezzature adeguate, approvate dalla D.L., un laboratorio di cantiere in cui si procederà ad
effettuare tutti gli ulteriori accertamenti di routine ritenuti necessari dalla D.L., per la
caratterizzazione e l’impiego dei materiali.
2.12.9.1 STRATI DI FONDAZIONE
2.12.9.1.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato
2.12.9.1.1.1 Prove di laboratorio- accettazione dei materiali
Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e
delle miscele richieste dal presente capitolato.
2.12.9.1.1.2 Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture
di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare,
ed inviando i campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio
Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratorio Provinciale
previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più
adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si
farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto
dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in
opera.
L’indice di portanza CBR verrà effettuato ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato.
Le caratteristiche dei materiali, per ogni singolo strato posto in opera, saranno accertate
mediante le seguenti prove in sito:
•
Massa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi
giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera;
•
Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, non dovrà essere
inferiore ai 80 MPa. Sarà effettuata ogni 300 m di strada o carreggiata, o frazione di 300
m e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
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•
Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio
ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al
5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata
secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà
compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di
conglomerato bituminoso sovrastante.
2.12.9.1.2 Fondazione in misto cementato confezionato in centrale
2.12.9.1.2.1 Prove di laboratorio-accettazione dei materiali
Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e
delle miscele richieste dal presente capitolato.
2.12.9.1.2.2 Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture
di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare,
ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio
Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratori Provinciale previa
apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a
garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si
farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto
dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in
opera.
Le caratteristiche di resistenza ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato.
Le caratteristiche dei materiali, posti in opera, saranno inoltre accertate mediante le seguenti
prove in sito:
•
Massa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi
giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera;
•
Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, per ogni strato di
materiale posto in opera, non dovrà essere inferiore ai 150 MPa. Sarà effettuata ogni 300
m di strada e nel caso di strada a due carreggiate per ogni carreggiata, o frazione di 300 m
e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera.
•
Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio
ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al
5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata
secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà
compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di
conglomerato bituminoso sovrastante.
SP23_disciplinare_descrittivo
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2.12.9.2 STRATO DI BASE
2.12.9.2.1 Prove di laboratorio- accettazione dei materiali
Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e
delle miscele richieste dal presente capitolato.
2.12.9.2.2 Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture
di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare,
ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio
Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratori Provinciale previa
apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a
garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si
farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle
tarature dei termometri dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica
dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo
ritenuto opportuno.
Dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con frequenza giornaliera:
-
la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli
aggregati stessi all'uscita dei vagli di riclassificazione;
-
la verifica della composizione del conglomerato (granulometria degli inerti, percentuale
del bitume, percentuale di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore
o a quella della tramoggia di stoccaggio;
-
la verifica delle caratteristiche Marshall del conglomerato e precisamente: peso di
volume (C.N.R. 40-1973), media di due prove; percentuale di vuoti (C.N.R. 39-1973),
media di due prove; stabilità e rigidezza Marshall;
-
la verifica dell’adesione bitume-aggregato secondo la prova ASTM-D 1664/89-80 e/o
secondo la prova di spoliazione (C.N.R. 138 –1992);
-
le caratteristiche del legante bitominoso.
Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato grosso superiore a ± 5% e di
sabbia superiore a ± 3% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica prescelta,
e di ±1,5% sulla percentuale di additivo.
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Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di ±
0,3%.
Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come
pure dall'esame delle eventuali carote prelevate in sito.
In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dalla Direzione Lavori
sul quale l'Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati.
In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni la Direzione Lavori effettuerà, a sua
discrezione, tutte le verifiche, prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa e
quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali.
Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni
500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel
98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le
indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli
spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato
bituminoso sovrastante.
La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove
ricerche. L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al
raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera.
Una volta accettata dalla D.L. la composizione proposta, I'Impresa dovrà ad essa attenersi
rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri.
2.12.9.3 STRATI DI COLLEGAMENTO (BINDER) E DI USURA
2.12.9.3.1 Prove di laboratorio - accettazione dei materiali
Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e
delle miscele richieste dal presente capitolato.
2.12.9.3.2 Prove di controllo in fase esecutiva
L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture
di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare,
ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio
Ufficiale.
I campioni verranno prelevati in contraddittorio.
Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratorio Provinciale
previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più
adatti a garantire l’autenticità e la conservazione.
I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti, ad essi si
farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche.
Valgono le stesse prescrizioni previste al punto 12.2.9.2.2.
Art. 2.13 - SEGNALETICA VERTICALE
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Art. 2.13.1
TRIANGOLI - DISCHI - FRECCE - CARTELLI
Tutta la segnaletica dovra' comunque essere realizzata in conformita' al Decreto
Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e al relativo Regolamento di esecuzione e attuazione del
nuovo Codice della strada, D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495.
I pannelli facenti parte della fornitura dovranno essere costruiti secondo le seguenti
caratteristiche:
Art. 2.13.1.1 Supporto metallico
Pannello in lamiera di alluminio tipo P-ALP 99,5 - H70 UNI 4507-60, dello
spessore 25/10 mm. perfettamente piano per assicurare la corretta applicazione
delle pellicole.
Qualora infine i segnali siano costituiti da due o piu' pannelli contigui, questi
devono essere perfettamente accostati mediante angolari in metallo resistente alla
corrosione, opportunamente forati e muniti di un sufficiente numero di bulloncini.
La lamiera di alluminio dovra' essere resa scabra mediante carteggiatura
meccanica, sgrassata a fondo e quindi sottoposta a procedimento di pari affidabilita'
su tutte le superfici.
Il materiale grezzo dopo aver subito i suddetti processi di preparazione ed un
trattamento antiossidante con applicazione di vernici tipo wash primer, dovra'
essere verniciato a fuoco con opportuni prodotti, secondo il tipo di metallo e la
cottura a forno dovra' raggiungere una temperatura di 140 gradi C.
Il retro e la scatolatura dei cartelli verra' ulteriormente finito in colore grigio neutro
con speciale smalto sintetico.
Trattamenti sostitutivi potranno essere eseguiti dopo preventivo esame e dopo
autorizzazione della Direzione Lavori.
Art. 2.13.1.2 Rinforzo perimetrale del pannello
Sara' ottenuto mediante piegatura a scatola dei bordi del cartello che non dovra'
essere inferiore a cm 1 eccezione fatta per i dischi.
Art 2.13.1.3 Rinforzo sul retro del pannello
Costituito da traverse orizzontali o verticali in lamiera di alluminio con spessore
uguale a quello del pannello.
Piegate ad omega e saldate elettricamente per punti al cartello, oppure rivettate con
rivetti in alluminio.
Comunque i cartelli dovranno avere non meno di due traverse, esclusi quei casi che
verranno esaminati di volta in volta.
La lunghezza delle traverse dovra' essere pari a quella del pannello meno 7 cm per
ogni lato.
Art. 2.13.1.4 Saldatura elettrica per punti
La saldatura dovra' essere effettuata con puntatrice elettrica (la distanza massima
fra due punti sara' di cm. 15) in modo da non creare sbavature o altra
disuguaglianza sulla superficie del cartello.
Art. 2.13.1.5 Attacchi
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pag. 39
Le traverse di rinforzo sul retro del pannello dovranno portare i relativi attacchi
speciali completi di morresti, staffe e cravatte, bulloni, rondelle e quanto necessita
per l'adattamento ed il fissaggio ai sostegni ed alle intelaiature di sostegno, tali da
non richiedere alcuna forestiera del
pannello e degli accessori.
Tutti i materiali ferissi dovranno essere sanciti.
Nel caso di applicazione di due cartelli a facce opposte ad una stessa altezza sugli
stessi sostegni, dovrasnno essere adottate staffe doppie.
Art.. 2.13.1.6 Faccia anteriore del cartello
Fondi, lettere, simboli e barboni di contorno, dovranno essere eseguiti secondo
quanto prescritto per ogni segnale e secondo le disposizioni della Direzione Lavori:
a) con pellicola retroriflettente con microsfere incorporate a normale risposta
luminosa (classe 1);
b) con pellicola retroriflettente a microsfere incapsulate ad alta risposta (classe 2);
c) con procedimento sarigrafico.
L'applicazione della pellicola retroriflettente di tipo normale o ad alta risposta,
dovra' essere eseguita con il "vacum applicator". Per i dischi ed i triangoli e' da
applicare pellicola a pezzo unico.
Art. 2.13.2
TRAVERSE INTELAIATURE
Dov'e' necessario sono prescritte, per i segnali di grandi dimensioni, traverse in ferro ad U
da mm 50x25 con mm 5,5 di spessore o traversa in ferro da mm 50x25x18 con mm 4 di
spessore, per il collegamento tra i vari pannelli che compongono il cartello.
Dette traverse, della lunghezza prescritta, dovranno essere complete di staffa con attacco
a morsetto per il collegamento alle traverse in alluminio nella quantita' necessaria.
Le traverse in ferro dovranno essere zincate a caldo per immersione.
Art. 2.13.3
CONGIUNZIONI DEI PANNELLI
COSTITUENTI I CARTELLI DI GRANDI DIMENSIONI
Tali congiunzioni si dovranno ottenere con l'apposizione lungo i lembi contigui dei
pannelli, di angolare in anticorodal da mm 30x20, spessore mm 3 sia in senso orizzontale che
verticale.
Tale angolare dovra' essere opportunamente forato e munito di un numero di bulloncini di
acciaio inossidabile da 1/4 sufficiente ad ottenere il perfetto accostamento dei lembi dei
pannelli.
Articolo 2.13.4
POSA IN OPERA
La posa in opera della segnaletica verticale dovra' essere eseguita installando i sostegni su
apposito basamento in calcestruzzo di cemento classe Rbk minimi 200 kg/cm2 e delle
dimensioni minime di cm 50x50x50. Eventuali maggiorazioni da basamento di fondazione
non daranno diritto a maggiorazioni di compenso oltre il prezzo di capitolato speciale.
Il basamento dovra' essere opportunamente dimensionato nei cartelli di maggiori
dimensioni, le dimensioni maggiorate dovranno essere determinate dall'Impresa, tenendo
conto che, gli impianti devono resistere alle sollecitazioni provocate da un vento spirante alla
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 40
velocita' di 150 Km/orari ed essere sottoposte preliminarmente all'approvazione della
Direzione Lavori con l'avvertenza che tale approvazione non esonera in alcun modo l'Impresa
stessa dalla sua responsabilita' in ordine alla resistenza degli impianti.
La distanza tra l'estremita' del cartello, lato, carreggiata, ed il margine della carreggiata
stessa sara' minima m. 0,50 e massima m. 1,00, fanno eccezione tutti i cartelli in prossimita'
delle gallerie, quelli in galleria, ecc. che saranno di volta in volta esaminati dalla Direzione
Lavori.
L'altezza tra il bordo inferiore del cartello e la pavimentazione sara' minimo m 0,60 e
massimo m 2,20 secondo un criterio di proporzione inversa rispetto alle dimensioni del
cartello, fanno eccezione le targhe chilometriche la cui altezza sara' di m 1,70 - 1,80 e tutti gli
altri cartelli in posizioni particolari la cui altezza sara' stabilita di volta in volta dalla
Direzione Lavori.
In ogni modo sullo stesso itinerario dovra' essere rispettata un'altezza uniforme.
Per quanto riguarda i portali a cavalletto, a farfalla ed a bandiera dovranno essere posti in
opera su basamenti di calcestruzzo armato, dosato a kg. 250 per metro cubo di cemento tipo
325.
Le dimensioni di detti basamenti saranno determinate dall'Impresa, tenendo presente che
l'alloggiamento delle gambe nel basamento non dovra' essere inferiore al ml 1,00. Il tutto sara'
sottoposto all'approvazione della Direzione Lavori prima dell'inizio dei lavori di scavo.
I segnali dovranno essere installati in modo tale da essere situati alla giusta distanza o
posizione agli effetti della visibilita' e della regolarita' del traffico seguendo lo schema di
massima dei disegni forniti dalla Direzione Lavori. Il giudizio dell'esattezza di tale posizione
e' riservato in modo insindacabile alla Direzione Lavori e saranno ad esclusivo carico e spesa
dell'Impresa ogni operazione e fornitura relativa allo spostamento dei segnali giudicati non
correttamente posati.
L'Impresa si assume la responsabilita' della perfetta conservazione della segnaletica in
opera accollandosi l'incarico di eseguire le eventuali correzioni, modifiche o aggiunte sui
cartelli gia' in opera che verranno ordinate dalla Direzione Lavori fino al giorno del collaudo.
Nel caso di piccole correzioni, l'Impresa potra' provvedere sul posto alla modifica
impiegando
pellicole autoadesive. Quando, per dette correzioni, sara' necessario operare in
laboratorio, queste dovranno essere eseguite nel modo descritto all'art. 1.6.
Le sopraccitate modifiche saranno compensate come Elenco Prezzi.
Art. 2.13.5
PELLICOLE RIFLETTENTI
Art. 2.13.5.1 Pellicole retroriflettenti di Classe 1
A normale risposta luminosa con durata di 7 anni.
Il coefficiente areico di intensita' luminosa deve rispondere ai valori minimi
prescritti nella tab. 1 e deve mantenere almeno il 50% dei suddetti valori per il
periodo minimo di 7 anni di normale esposizione all'esterno in condizioni medio
ambientali.
Per la vita utile del segnale valori inferiori devono essere considerati insufficienti.
Art. 2.13.5.2 Pellicole retroriflettenti di Classe 2
Ad alta risposta luminosa con durata di 10 anni.
Il coefficiente areico di intensita' luminosa deve rispondere ai valori minimi
prescritti nella tabella 2 e deve mantenere almeno l'80% dei suddetti valori per il
periodo minimo di 10 anni di normale esposizione all'esterno in condizioni medio
ambientali.
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Per la vita utile del segnale valori inferiori devono essere considerati insufficienti.
Art. 2.13.6
GENERALITA'
Tutti i segnali devono essere rigorosamente conformi ai tipi, dimensioni, misure
prescritte dal Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada approvato con D.P.R.
30/06/1959 N. 420
e per quanto richiesto, alle Circolari del Ministero LL.PP. N. 9540 del 20/12/1969, N.
2730 del 19/11/1971, N. 400 del 09/02/1979 e N. 2130 del 06/12/1979, N. 1515 del
28/09/1981, N. 1520 del 28/09/1981, D.M. 27/04/1990 N. 156.
Devono inoltre essere per quanto non in contrasto con le prescrizioni di cui sopra,
aggiornate con le piu' recenti norme CEE in materia.
Art. 2.13.7
GARANZIE DI DURATA E CONTROLLI DI QUALITA'
L'Impresa dovra' comunque garantire quanto segue:
a) Le pellicole, applicate secondo le tecniche prescritte dal fabbricante e le norme contenute
nel presente Capitolato non dovranno presentare, per almeno 7 anni, per quelle non
catarifrangenti e catarifrangenti a normale intensita' e 10 anni per quelle catarifrangenti ad
alta intensita' luminosa, di esposizione verticale all'esterno, alcuna decolorazione (restando
nelle coordinate dei limiti cromatici), fessurazione, corrugamento, formazione di scaglie o
bolle, cambio di dimensioni, segni di corrosione, distacco dal supporto o diminuzione
dell'adesione.
b) I supporti, le traverse, le staffe, i sostegni e tutti i materiali metallici che compongono
l'impianto segnaletico, per almeno 10 anni di esposizione all'esterno, non dovranno
presentare alcuna forma di ossidazione, nemmeno in piccole quantita'.
c) La posa in opera dovra' essere eseguita a perfetta regola d'arte e l'impianto segnaletico
dovra' registrare al vento spirante a 150 km/h. e non presentare per almeno 10 anni alcuna
anomalia (distacco anche parziale, di traverse, bulloni tranciati, staffe lente ecc.)
Pertanto a giudizio insindacabile della Direzione Lavori dovranno essere scartati, entro il
periodo di garanzia prevista, tutti i materiali componenti l'impianto segnaletico (segnali,
staffe, bulloni, traverse, sostegni ecc.) che presentano delle alterazioni o deformazioni e
l'Impresa e' obbligata a provvedere a sua cura e spesa alla sostituzione o al ripristino, anche
se tali alterazioni e deformazioni avvengono per cause naturali (temperatura, vento, agenti
atmosferici in genere, ecc.) senza che gli venga riconosciuto alcun compenso, neppure
parziale.
La Direzione Lavori si riserva inoltre la facolta' di prelevare in qualsiasi momento, senza
preavviso ed anche dopo la fornitura in opera, campioni di tutti i materiali impiegati per
sottoporli alle analisi e prove che riterra' opportuno eseguire presso i conosciuti Istituti
specializzati, autorizzati e competenti allo scopo di rendere soddisfatte tutte le prescrizioni
tecniche richiamate nel presente Capitolato Speciale.
Le relative spese per sottoporre ad analisi e prove i vari campioni, comprese quelle di
prelievo e di spedizione prima e dopo la fornitura in opera saranno a totale carico dell'Impresa
che non potra' avanzare alcun diritto o compenso o indennizzo per questo titolo .
Art. 2.13.8
SOSTITUZIONI
La Ditta fornitrice e' tenuta a sostituire nel minor tempo possibile, a propria cura e spese,
tutto il materiale che, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, non dovesse risultare
rispondente alle prescrizioni richieste.
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Art. 2.13.9
SOSTEGNI A PORTALE
I sostegni a portale del tipo bandiera, cavalletto e farfalla devono essere costruiti secondo
norme CNR UNI 10011 - 10012 atti a sopportare le sollecitazioni provocate dal vento spirante
alla velocita' di 130-150 km/h a seconda delle localita' di installazione, devono essere
realizzati in acciaio di qualita' non inferiore a FE 360 con ritti monolitici a sezione variabile e
perimetro costante, la traversa monotrave dovra' essere a sezione circolare costante e collegata
ai montanti mediante piastre in acciaio FE 430 con relativi bulloni ad alta resistenza.
La struttura delle colonne dovra' essere realizzata componendo elementi a sezione
circolare dilatata nelle posizioni di maggior sollecitazione in modo adeguato ad ogni quota.
Pali tubolari dovranno essere ricavati da lamiera di acciaio FE 360 - 430 in spessore
adeguati opportunamente
piegati a forma di "U", in modo da consentire dopo
l'accoppiamento e la saldatura longitudinale, di ottenere un profilo chiuso.
La saldatura del tipo basico V gruppo NEFE dopo la opportuna preparazione dai lembi
delle lamiere dovra' essere eseguita con macchina automatica ad arco sommerso con filo
animato continuo, in modo da ottenere la penetrazione uguale allo spessore da saldare, il
procedimento di saldatura di cui sopra non dovra' alterare le caratteristiche meccaniche fisico
chimiche dei materiali pertanto al manufatto finito non sara' necessario alcun trattamento
termico di distensione.
Le strutture dovranno essere sottoposte al trattamento di zincatura a caldo per immersione
rispettando la normativa UNI 5744-66 e non saranno verniciate.
L'altezza dei portali dovra' essere tale da consentire l'installazione delle targhe ad una
altezza di m 5,50 dal filo inferiore targhe al piano stradale.
I portali dovranno essere ancorati al blocco di fondazione mediante piastre di base e
contropiastre in acciaio opportunamente dimensionate con relativi tirafondi annegati nel
calcestruzzo.
Il blocco di fondazione dovra' essere in calcestruzzo classe 250 res. 324 con armatura in
tondo FE 38B nella misura di kg 30 minimo per m 3 idoneamente dimensionato
eventualmente sottofondato a secondo il Sigma ammissibile sul terreno.
Art. 2.13.10
SOSTEGNI PER SEGNALI LATERALI
Dovranno essere in ferro ad U 40x80x40 dello spessore minimo di mm 5 e dovranno
essere zincati a caldo per immersione secondo le normative UNI 5744-66.
Art. 2.13.11
SEGNALIMITI
Art. 2.13.11.1 I segnalimiti saranno del tipo previsto dalla Circolare Ministeriale n. 1520 del
28/09/81, e dovranno essere costruiti esclusivamente mediante soffiaggio in
appositi stampi, di una candela continua di polietilene al alta intensita' e della
migliore qualita', arricchita di additivi antinvecchiamento; anche la parte nera
dovra' essere di polietilene ad alta intensita' ed incorporata nel segnalimite in fase
di stampaggio, escludendosi operazioni di verniciatura il materiale impiegato dovra'
essere sufficientemente elastico ed avere una elevata resistenza strutturale.
La stabilita' alle escursioni termiche dovra' essere garantita per una temperatura
minima di meno 25 gradi C. ed una massima di piu' 80 gradi C.
Inoltre il polimero dovra' resistere agli agenti chimici dei sali antigelo e dei gas di
scarico dei veicoli.
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Art. 2.13.11.2 Dimensioni e forma dei segnalimiti
I segnalimiti saranno del tipo a colonnina a sezione triangolare cm 12x12x12 con h
= cm 105 e 135. I dispositivi rifrangenti, per la visibilita' notturna dei segnalimiti,
dovranno essere costituiti da due catadiottri (uno bianco per il lato sinistro e uno
rosso per il senso di marcia) le cui superfici dovranno essere di almeno 50 cm2,
come prescritto dall'art. 94 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada
Art. 2.14 - CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA VERNICE SPARTITRAFFICO
PER LA SEGNALETICA ORIZZONTALE
Art. 2.14.1
TIPO DI MATERIALE ED ASPETTO
Tutta la segnaletica dovra' comunque essere realizzata in conformita' al Decreto Legislativo
30 aprile 1992, n. 285 e al relativo Regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo Codice
della strada, D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 e successivi aggiornamenti.
La vernice richiesta deve essere ottenuta attraverso la lavorazione in mulini a pale onde
ottenere un prodotto finemente macinato e disperso, esente da grumi e pellicole.
Anche dopo sei mesi di stoccaggio in magazzino a temperatura non inferiore a 10 gradi
C, tale aspetto deve permanere; e' tollerata una leggera sedimentazione del pigmento sul
fondo del contenitore che pero' in ogni caso deve potersi facilmente reincorporare al veicolo
mediante rimescolamento a mezzo di spatola od agitatore.
La pittura catarifrangente deve essere a perline premiscelate ad alta rifrangenza e
resistenza e di forte intensita' luminosa notturna.
Art. 2.14.2
COLORE
Il colore della vernice dovra' essere bianco o giallo a seconda dell'ordinazione.
Il colore bianco della vernice dovra' ottenersi esclusivamente con il biossido di titanio
rutilo.
Il colore giallo con il cromato di piombo.
Entrambe le vernici dovranno risultare molto coprenti.
Dopo l'essicazione la pittura bianca deve presentarsi con un tono di bianco molto puro,
senza sfumature grigie e giallastre; al contrario la pittura gialla si deve presentare con un tono
di colore giallo cromo caldo.
Art. 2.14.3
PESO SPECIFICO
Il peso specifico per la vernice bianca potra' variare da 1.500 a 1.700 kg/litro a 25 gradi
C., per la vernice gialla da 1.550 a 1.750 kg/litro a 25 gradi C.
Art. 2.14.4
VISCOSITA`
La viscosita' dovra' corrispondere alle seguenti misurazioni:
al viscosimetro Stormo-Krebs con misurazione a 25 gradi C. da 50 a 90 K U (unita' Krebs)
oppure
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alla Coppa Ford n. 4 su prodotto diluito al 5% con misurazione a + 25 gradi C.; passaggio in
minuti secondi 160 - 180 - 200.
Art. 2.14.5
COMPOSIZIONE
Composizione della vernice:
pigmenti vari
veicolo secco
solventi
65%
15%
20%
Il veicolo potra' essere costituito come segue:
- tipo oleo-resinoso alchidico con caucciu'-clorurato con rapporto 2.5 : 1 sul contenuto secco
- tipo oleo-resinoso con resine del tipo fenolico modificato;
- tipo con resine sintetiche plastiche post-trattate offrenti garanzie almeno similari.
Il colore bianco della vernice dovra' avere un contenuto compreso tra il 12% ed il 16% di
biossido di titanio rutilo.
Il colore giallo della vernice dovra' avere un contenuto compreso tra il 7% ed il 10% di
cromato di piombo.
Il residuo non volatile della vernice dovra' variare da un minimo di 65 - 75%.
Art. 2.14.6
PERLINE DI VETRO
Le perizie di vetro contenute nella vernice dovranno essere incolori, del tipo speciale
idrorepellente, non dovranno diventare lattescenti all'usura ed all'umidita' e dovranno
conservare per 12 mesi la piena luminosita'.
Le perline di vetro dovranno avere un diametro compreso tra mm 0,006 e mm 0,30 e la
loro quantita' in peso dovra' essere del 33% per il bianco e del 30% per il giallo.
Le perline dovranno rispondere ai seguenti requisiti:
- indice di rifrazione non inferiore a 1.50 (metodo di misurazione luce al tungstano);
- indice di idrorepellenza: non dovranno diventare opalescenti se bollite un'ora in acqua
distillata e poi filtrate ed asciugate, oppure se immerse in soluzione acida a 25 gradi C. PH/5.
La granulometria delle perline di vetro, determinata con settici della serie ASTM, dovra'
essere la seguente:
- perline passanti attraverso il setaccio n. 70;
100%
- perline passanti attraverso il setaccio n 80;
65-100%
- perline passanti attraverso il setaccio n. 140;
15- 55%
- perline passanti attraverso il setaccio n. 230;
10% max
La prova si effettua secondo la norma ISTMI D 1214.
Art. 2.14.7
ESSICCAZIONE
L'essicazione deve avvenire in circa 20 minuti primi per prodotto applicato a temperatura
non inferiore ai 15 gradi C e con una umiditàà relativa inferiore al 70%.
Art. 2.14.8
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SOLVENTI
I solventi e gli essicanti dovranno essere derivati da prodotti rettificati della distillazione
del petrolio, secondo la legge in vigore.
Inoltre non devono ingiallire il manto stradale bitumato o lasciarlo, dopo il loro uso, di
colore grigio chiaro.
Art. 2.14.9
DILUIZIONE
Le vernici rifrangenti possono essere diluite a norma di legge con idoneo solvente in
misura del 5 al massimo 10% in percentuale .
Art. 2.14.10
RESA MEDIA
La superficie ricoperta con kg. 1 di vernice variera' fra m2 1,1/1,3 in conseguenza delle
diverse rugosita' della pavimentazione.
Art. 2.14.11
Le strisce orizzontali di mezzeria e laterali dovranno avere una rifrangenza tale da
svolgere una perfetta ed inalterata funzione di guida nelle ore notturne agli autoveicoli sotto
l'azione delle luci dei fari dopo 180 giorni di esercizio effettivo e dovranno mantenersi
efficienti per almeno 1 anno.
Art. 2.14.12
La segnaletica orizzontale dovra' essere eseguita a regola d'arte con andamento
perfettamente rettilineo nei tratti in rettifilo e curvilineo nelle curve. La striscia tratteggiata
dovra' presentare l'interruzione netta senza alcuna sbavatura.
Art. 2.14.13
Il collaudo della segnaletica orizzontale verra' eseguito a vista da una Commissione
formata dal Direttore di Sezione, dal Geometra Capo Zona e dal Capo Cantoniere, competenti
in zona, tenendo conto delle analisi dei materiali utilizzati, entro 180 giorni dalla esecuzione
delle strisce.
Art. 2.15 - FORNITURA E POSA DI BARRIERE ELASTICHE DI PROTEZIONE
Art. 2.15.1
BARRIERE DI SICUREZZA
QUALITA' DEI MATERIALI
E CARATTERISTICHE DI RESISTENZA DEL PRODOTTO
Le barriere dovranno rispondere alla vigente normativa. Si richiamano in particolare il
D.M. LL.PP. 3 giugno 1998 e il D.M. LL.PP. 11 giugno 1999.
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Tutti gli elementi che compongono la barriera metallica di sicurezza, ad eccezione dei
catadiottri, dovranno essere in lamiera AQ 50, protetti contro le corrosioni mediante zincatura
in bagno a caldo con zinco di prima fusione e secondo le norme A.A.S.H.O n. 111 e ASTM
93 A con una quantita' di zinco depositata di gr. 580 - 660 per mq. di superficie esposta.
In particolare, gli elementi stessi dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche
tecniche:
a) piedritto in lamiera AQ 50 spessore mm. 6 di sezione ad "U" con anima di mm. 120 ed ali
di mm. 80, altezza totale del piedritto variabile da mm. 940 (per installazione su opere
d'arte), mm. 1.240 per barriere-parapetto a mm. 1.950 (per installazione su rilevati
stradali).
Tali piedritti dovranno essere provvisti di un'asola di mm. 36x18, atta al fissaggio del
distanziatore-barriera
b) distanziatore in lamiera AQ 50 spessore 20/10 di sezione aperta a "C" di mm. 64x40, h.
mm. 30 circa
c) elemento nastro - in lamiera AQ 50 a doppia onda, spessore mm. 3, altezza mm. 311,
sviluppo cm. 47,8, sezione cmq. 12,42 momento di inerzia orizzontale = cm. 92 circa, e
verticale cm 1.202 circa, modulo di resistenza orizzontale cm. 21 circa e verticale cm 77
circa, zincato a caldo come descritto in premessa. La lunghezza totale di ogni elemento,
indipendentemente dall'interasse dei piedritti, dovra' essere tale da permettere, su ogni
piantone, la sovrapposizione di almeno cm. 32
d) bullone di fissaggio sovrapposizioni elementi-nastro, diametro mm. 16x25, filettato con
passo 16 MA
e) bullone di fissaggio al piedritto, per distanziatore e nastro, diametro mm. 16x100, filettato
con passo 16 MA
f) catadiottri in resina acrilica su supporto metallico sagomato per il suo contenimento nella
sagoma del nastro-bandiera
g) corrimano, di campata, o di testata in elemento estruso AQ 50, sia a sezione circolare
(diametro mm. 48) o poligonale corrispondente, spessore 24/10
h) spinotti di innesto corrimani in lamiera AQ 50, spessore 30/10
In particolare si richiama l'osservanza delle disposizioni contenute nelle norme "UNI" del
settore, fissate dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, e della Circolare 11 luglio 1987 n.
2337 del Ministero dei LL.PP.
Art. 2.15.2
PROVE SUI MATERIALI
La Direzione dei Lavori ha facolta' di prelevare, in contraddittorio con un rappresentante
della Ditta fornitrice, nello stabilimento della stessa o a pie' d'opera, campioni di materiali di
sigillo, per le analisi e le verifiche.
I materiali forniti dovranno essere in grado di soddisfare le seguenti richieste:
a) nastro per barriere di sicurezza - dovra' resistere, senza rompersi, ad uno sforzo di trazione
in senso longitudinale, di Kg. 50.000
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Questa resistenza dovra' essere verificata sia nelle sezioni del nastro che nelle sezioni di
giunto tra due pezzi di nastro successivi.
Il nastro, semplicemente appoggiato con l'interasse eguale a quello normale tra i piedritti in
opera, con la faccia rivolta al traffico in alto, e caricato al centro tramite un massello di
legno duro piano avente l'altezza del nastro, e la larghezza di cm. 10, dovra' presentare la
seguente resistenza senza subire snervamento: per un carico di Kg. 1.800 freccia massima
totale uguale a cm 6
Tale resistenza dovra' verificarsi sia per nastro che per due pezzi di nastro aventi un giunto
al centro.
Il nastro inoltre, con la faccia rivolta al traffico posto verso il basso e fermi restando gli
altri elementi, dovra' presentare una resistenza almeno pari al 50% di quella prevista nella
prova precedente
b) piedritti sia sui rilevati che sulle opere d'arte e quelli per parapetto dovranno essere
incastrati al piede e sottoposti a prova di resistenza, presentare le seguenti caratteristiche
senza subire snervamento:
1) carico in direzione perpendicolare alla carreggiata:
carico Kg. 4.500; freccia max. totale = cm. 3
2) carico in direzione parallela alla carreggiata
carico Kg. 1.500; freccia max. totale = cm. 3
c) corrimano - dovra' poter sopportare una spinta orizzontale di Kg. 2.500 al ml. senza
presentare deformazioni permanenti
d) collegamenti nastro-piedritto - il collegamento del nastro al piedritto dovra' resistere, senza
rompersi, ad un carico di Kg. 2.500 applicato in qualunque direzione
e) distanziatori - per il distanziatore e' ammessa una deformazione massima totale pari a 2/3
del suo spessore sotto un carico di kg. 4.500 applicato in direzione perpendicolare alla
faccia del nastro
Art. 2.15.3
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI
La successione , entita' e qualita' delle forniture saranno fissate dagli Uffici Tecnici
Provinciali in base alle esigenze del servizio e comunicate alla Ditta fornitrice
tempestivamente.
Art. 2.15.4
NORME PER LA MISURAZIONE, VALUTAZIONE
E CONTABILIZZAZIONE DELLE FORNITURE
Le barriere rette o curve verranno contabilizzate in base al peso al kg.
Nei prezzi di elenco al kg sono compresi tutti gli elementi costitutivi di ogni singolo tipo
di barriera, nessuno escluso
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Art. 2.16 - OPERE A VERDE
2.16.1) Prescrizioni generali
2.16.1.1)
Sopralluoghi e accertamenti preliminari
Prima di presentare l'offerta per l'esecuzione dei lavori oggetto del presente Capitolato,
l'Impresa dovrà ispezionare il luogo per prendere visione delle condizioni di lavoro e dovrà
assumere tutte le informazioni necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare
riguardo alle dimensioni, alle caratteristiche specifiche e alle eventuali connessioni con altri
lavori di costruzione, movimenti di terra e sistemazione ambientale in genere), alla quantità,
alla utilizzabilità e alla effettiva disponibilità di acqua per l'irrigazione e la manutenzione.
La presentazione dell'offerta implica l'accettazione senza eccezioni da parte dell'impresa di
ogni condizione riportata nel presente Capitolato e relative specifiche o risultante dagli
eventuali elaborati di progetto allegati.
2.16.1.2)
Conservazione e recupero delle piante esistenti nella zona
Tutta la vegetazione esistente indicata in progetto per restare in loco e quella eventualmente
individuata dalla Direzione Lavori in corso d'opera dovrà essere protetta adeguatamente da
ogni danneggiamento.
Pertanto l'impresa dovrà usare la massima cautela nell'eseguire le prescrizioni della Direzione
Lavori ogni volta che si troverà a operare nei pressi delle piante esistenti.
Nell'eventualità di dover trapiantare piante esistenti nel cantiere o sul luogo della
sistemazione, la Direzione Lavori si riserva la facoltà di fare eseguire, secondo tempi e modi
da concordare, la preparazione delle piante stesse.
2.16.1.3)
Accantonamento degli strati fertili del suolo e del materiale di scavo
Nel caso che il progetto di sistemazione ambientale preveda movimenti di terra di una certa
importanza, l'Impresa è tenuta a provvedere alla rimozione e all'accantonamento, nel luogo e
con le modalità indicati dalla Direzione Lavori, degli strati fertili del suolo destinati ad essere
riutilizzati nelle zone interessate ai lavori stessi.
Le quantità eccedenti e l'eventuale altro materiale di scavo saranno accantonati nel luogo e
secondo le modalità indicate dalla Direzione Lavori.
2.16.1.4)
Approvvigionamento di acqua
Il Committente fornirà gratuitamente all'Impresa l'acqua nel luogo dei lavori. Qualora questa
non fosse disponibile, l'Impresa si approvvigionerà con propri mezzi.
Gli oneri relativi verranno contabilizzati sulla base dell'Elenco prezzi.
2.16.1.5) Pulizia dell'area del cantiere
A mano a mano che procedono i lavori di sistemazione e le operazioni di piantagione,
l'Impresa, per mantenere il luogo più in ordine possibile, è tenuta a rimuovere
tempestivamente tutti i residui di lavorazione (es. frammenti di pietre e mattoni, spezzoni di
filo metallico, di cordame e di canapa, contenitori, ecc.) e gli utensili inutilizzati.
I residui di cui sopra dovranno essere allontanati e portati dal cantiere alla discarica pubblica
o su altre aree autorizzate.
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 49
Alla fine dei lavori tutte le aree e gli altri manufatti che siano stati in qualche modo imbrattati
dovranno essere accuratamente ripuliti.
2.16.1.6)
Norme per misurazione e valutazione di lavori e somministrazioni
Le quantità dei lavori e delle somministrazioni (forniture, trasporti e noli) saranno determinate
con metodi geometrici. matematici o a peso in relazione a quanto previsto nell'Elenco prezzi. I
lavori e le somministrazioni in genere saranno liquidati in base alle misure fissate dal progetto
e dall'Elenco prezzi .
La misurazione dei prati sarà eseguita tenendo conto dell'area effettivamente coperta e non
della sua proiezione planimetrica e comunque al netto di tare, salvo quanto previsto
nell'Elenco prezzi.
Le misure saranno prese in contraddittorio a mano a mano che si procederà nella esecuzione
dei lavori e delle somministrazioni e verranno riportate su un apposito libretto che sarà
firmato dagli incaricati dell'Impresa e dalla Direzione Lavori. Resta sempre salva, in caso di
riserve scritte da parte dell'Impresa, la possibilità di verifica e di rettifica in occasione delle
operazioni di liquidazione finale dei lavori.
L'Impresa è tenuta ad eseguire i lavori a perfetta regola d'arte secondo i dettami ultimi della
tecnica e a fornire materiali rispondenti a quanto determinato nel Capitolato e nei suoi
allegati: tutte le opere e tutte le somministrazioni che, a giudizio della Direzione Lavori non
siano state eseguite a perfetta regola d'arte, oppure non rispettino le prescrizioni impartite,
dovranno essere nuovamente eseguite a spese dell'Impresa.
2.16.1.7)
Garanzia di attecchimento
L'Impresa si impegna a fornire una garanzia di attecchimento del 100% per tutte le piante.
L'attecchimento si intende avvenuto quando, al termine di 90 giorni a decorrere dall'inizio
della prima vegetazione successiva alla messa a dimora, le piante si presentino sane e in
buono stato vegetativo. Nel caso il progetto e l'Elenco prezzi contemplino la manutenzione
dell'impianto, la garanzia di attecchimento vale per tutta la durata della manutenzione stessa.
L'avvenuto attecchimento deve essere verbalizzato in contraddittorio fra Direzione Lavori e
Impresa entro 10 giorni dalla scadenza del periodo sopra definito.
L'Impresa è tenuta ad una sola sostituzione delle piante non attecchite.
2.16.1.8)
Garanzia per i tappeti erbosi
L'Impresa si impegna a realizzare tappeti erbosi rispondenti alle caratteristiche previste dal
progetto e a garantirne la conformità al momento della ultimazione dei lavori, salvo quanto
diversamente specificato dal progetto e/o dall'Elenco prezzi.
2.16.1.9)
Responsabilità dell'Impresa nel corso dei lavori
L'Impresa è responsabile di ogni danno causato a terzi ed è tenuta, senza alcun rimborso, a
ripristinare i manufatti, le aree, le attrezzature, gli impianti, le piantagioni e i tappeti erbosi
danneggiati nel corso dei lavori, salvo casi di vandalismo riconosciuti dalle parti.
2.16.1.10) Divieto di impiego di fitofarmaci pericolosi
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 50
Si richiama il divieto di impiego di fitofarmaci appartenenti alla 1.a ed alla 2.a classe
tossicologica sulle aree pubbliche o aperte al pubblico a mante della Legge Regionale n. 76
del 28.12.1989.
2.16.2) Qualità e provenienza dei materiali
2.16.2.1)
Materiali
Tutto il materiale edile, impiantistico e di arredo (es. pietre, mattoni, legname da costruzione,
irrigatori, apparecchi di illuminazione, ecc.), il materiale agrario (es. terra di coltivo, concimi,
torba, ecc.) e il materiale vegetale (es. alberi, arbusti, tappezzanti. sementi, ecc.) occorrente
per la sistemazione ambientale, dovrà essere delle migliori qualità, senza difetti e in ogni caso
con qualità e pregi uguali o superiori a quanto è prescritto dal presente Capitolato, dal
progetto e dalla normativa vigente. S'intende che la provenienza sarà liberamente scelta
dall'Impresa purché, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, i materiali siano
riconosciuti accettabili. L'Impresa è obbligata a notificare in tempo utile alla Direzione
Lavori, la provenienza dei materiali per il regolare prelevamento dei relativi campioni.
L'Impresa dovrà sostituire a sua cura e spese, con altre rispondenti ai requisiti concordati, le
eventuali partite non ritenute conformi dalla Direzione Lavori. L'approvazione dei materiali
consegnati sul posto non sarà tuttavia considerata come accettazione definitiva: la Direzione
Lavori si riserva infatti la facoltà di rifiutare, in qualsiasi momento, quei materiali e quelle
provviste che si siano, per qualsiasi causa, alterati dopo l'introduzione sul cantiere, nonché il
diritto di farli analizzare a cura e spese dell'Impresa, per accertare la loro corrispondenza con i
requisiti specificati nel presente Capitolato e dalle norme vigenti. In ogni caso l'Impresa, pur
avendo ottenuto l'approvazione dei materiali dalla Direzione Lavori, resta totalmente
responsabile della buona riuscita delle opere. L'Impresa fornirà tutto il materiale (edile,
impiantistico, agrario e vegetale) indicato negli elenchi e riportato nei disegni allegati, nelle
quantità necessarie alla realizzazione della sistemazione.
I materiali da impiegare nei lavori dovranno avere le seguenti caratteristiche:
a) materiale edile, impiantistico e di arredo: si rimanda ai Capitolati dello Stato, del
Genio Civile e alle normative specifiche;
b) materiale agrario: vedi successivo articolo
c) materiale vegetale: vedi successivo articolo
d) materiali anidri di fondazione, conglomerati bituminosi e infrastrutture
complementari:
vedi successivo articolo.
2.16.2.2) Materiale agrario
Per materiale agrario si intende tutto il materiale usato negli specifici lavori di agricoltura,
vivaismo e giardinaggio (es. terreni e substrati di coltivazione, concimi, fitofarmaci, tutori,
ecc.), necessario alla messa a dimora, alla cura e alla manutenzione delle piante occorrenti per
la sistemazione.
2.16.2.2.1) Terra di coltivo riportata
L'impresa prima di effettuare il riporto della terra di coltivo dovrà accertarne la qualità per
sottoporla all'approvazione della Direzione Lavori. L'Impresa dovrà disporre a proprie spese
l'esecuzione delle analisi di laboratorio, per ogni tipo di suolo. Le analisi dovranno essere
eseguite, salvo quanto diversamente disposto dal presente Capitolato, secondo i metodi ed i
parametri normalizzati di analisi del suolo, pubblicati dalla società Italiana della Scienza del
Suolo - S.I.S.S.
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pag. 51
La terra di coltivo riportata dovrà essere priva di pietre, tronchi, rami, radici e loro parti, che
possano ostacolare le lavorazioni agronomiche del terreno dopo la posa in opera, e
chimicamente neutra (pH 6,5-7). La quantità di scheletro non dovrà eccedere il 5% del
volume totale e la percentuale di sostanza organica non dovrà essere inferiore al 2%.
L'Impresa dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori l'impiego di terra le cui
analisi abbiano oltrepassato i valori indicati negli Allegati tecnici, salvo quanto diversamente
indicato nell'Elenco prezzi. La terra di coltivo dovrà essere priva di agenti patogeni e di
sostanze tossiche per le piante.
2.16.2.2.2) Substrati di coltivazione
Con substrati di coltivazione si intendono materiali di origine minerale e/o vegetale utilizzati
singolarmente o miscelati in proporzioni note per impieghi particolari e per ottenere un
ambiente di crescita adatto alle diverse specie che si vogliono mettere a dimora. Per i substrati
imballati le confezioni dovranno riportare quantità, tipo e caratteristiche del contenuto.
In mancanza delle suddette indicazioni sulle confezioni, o nel caso di substrati non
confezionati, l'Impresa dovrà fornire, oltre ai dati sopra indicati, i risultati di analisi realizzate
a proprie spese, secondo i metodi normalizzati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo
S.I.S.S. per i parametri indicati negli Allegati tecnici da sottoporre all'approvazione della
Direzione Lavori.
I substrati, una volta pronti per l'impiego, dovranno essere omogenei e i componenti
distribuiti in proporzioni costanti all'interno della loro massa.
I substrati non confezionati o privi delle indicazioni sopra citate sulla confezione, potranno
contenere anche altri componenti, in proporzioni note, tutti chiaramente specificati, da
sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori.
L'Impresa dovrà determinare e sottoporre sempre all'approvazione della Direzione Lavori la
densità apparente e la capacità di campo dei substrati destinati alle opere pensili a verde.
2.16.2.2.3) Concimi minerali ed organici
I concimi minerali, organici, misti e complessi da impiegare dovranno avere titolo dichiarato
secondo le vigenti disposizioni di legge ed essere forniti nell'involucro originale della
fabbrica, fatta esclusione per i letami, per i quali saranno valutate di volta in volta qualità e
provenienza. La Direzione Lavori si riserva il diritto di indicare con maggior precisione,
scegliendoli di volta in volta in base alle analisi di laboratorio sul terreno e sui concimi e alle
condizioni delle piante durante la messa a dimora e il periodo di manutenzione, quale tipo di
concime dovrà essere usato.
2.16.2.2.4) Ammendanti e correttivi
Con ammendanti si intendono quelle sostanze sotto forma di composti naturali o di sintesi in
grado di modificare le caratteristiche fisiche del terreno. Con correttivi si intendono quei
prodotti chimici, minerali, organici o biologici capaci di modificare le caratteristiche chimiche
del terreno. In accordo con la Direzione Lavori si potranno impiegare prodotti con funzioni
miste purché ne siano dichiarati la provenienza la composizione e il campo di azione e siano
forniti preferibilmente negli involucri originali secondo la normativa vigente.
2.16.2.2.5) Pacciamatura
Con pacciamatura si intende una copertura del terreno a scopi diversi (es. controllo infestanti,
limitazione dell'evapo-traspirazione, sbalzi termici, ecc.).
I materiali per pacciamatura comprendono prodotti di origine naturale o di sintesi e dovranno
essere forniti (quando si tratti di prodotti confezionabili) in accordo con la Direzione Lavori,
nei contenitori originali con dichiarazione della quantità, del contenuto e dei componenti.
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pag. 52
Per i prodotti da pacciamatura forniti sfusi la Direzione Lavori si riserva la facoltà di valutare
di volta in volta qualità e provenienza.
2.16.2.2.6) Fitofarmaci
I fitofarmaci da usare (es. anticrittogamici, insetticidi, diserbanti, antitraspiranti, mastici per
dendrochirurgia, ecc.) dovranno essere forniti nei contenitori originali e sigillati dalla
fabbrica, con l'indicazione della composizione e della classe di tossicità, secondo la normativa
vigente.
2.16.2.2.7) Pali di sostegno, ancoraggi e legature
Per fissare al suolo gli alberi e gli arbusti di rilevanti dimensioni, l'Impresa dovrà fornire pali
di sostegno (tutori) adeguati per numero, diametro ed altezza alle dimensioni delle piante, su
indicazione della Direzione Lavori. I tutori dovranno essere di legno, diritti, scortecciati,
appuntiti dalla parte della estremità di maggiore diametro. La parte appuntita dovrà essere
resa imputrescibile per un'altezza di 100 cm circa, in alternativa, su autorizzazione della
Direzione Lavori, si potrà fare uso di pali di legno industrialmente preimpregnati di sostanze
imputrescibili.
Analoghe caratteristiche di imputrescibilità dovranno avere anche i picchetti di legno per
l'eventuale bloccaggio a terra dei tutori.
Qualora si dovessero presentare problemi di natura particolare (mancanza di spazio, esigenze
estetiche, ecc.) i pali di sostegno, su autorizzazione della Direzione Lavori, potranno essere
sostituiti con ancoraggi in corda di acciaio muniti di tendifilo.
Le legature dovranno rendere solidali le piante ai pali di sostegno e agli ancoraggi, pur
consentendone l'eventuale assestamento; al fine di non provocare strozzature al tronco,
dovranno essere realizzate per mezzo di collari speciali o di adatto materiale elastico (es.
cinture di gomma, nastri di plastica, ecc.) oppure, in subordine, con corda di canapa (mai filo
di ferro o altro materiale inestensibile). Per evitare danni alla corteccia, potrà essere
necessario interporre, fra tutore e tronco, un cuscinetto antifrizione di adatto materiale.
2.16.2.2.8) Drenaggi e materiali antierosione
I materiali da impiegare per la realizzazione di drenaggi e opere antierosione dovranno
corrispondere a quanto indicato in progetto e, per quelli forniti in confezione, essere
consegnati nei loro imballi originali, attestanti quantità e caratteristiche del contenuto (es.
resistenza, composizione chimica, requisiti idraulici e fisici, durata, ecc.) per essere approvati
dalla Direzione Lavori prima del loro impiego. Per i prodotti non confezionati la Direzione
Lavori ne verificherà di volta in volta qualità e provenienza.
2.16.2.2.9)
Acqua
L'acqua da utilizzare per l'innaffiamento e la manutenzione non dovrà contenere sostanze
inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa.
L'Impresa, se le sarà consentito di approvvigionarsi da fonti del Committente, sarà tenuta, su
richiesta della Direzione Lavori, a verificare periodicamente per mezzo di analisi effettuate
secondo le procedure normalizzate della Società Italiana di Scienza del Suolo S.I.S.S., la
qualità dell'acqua da utilizzare e a segnalare le eventuali alterazioni riscontrate.
Gli oneri relativi saranno a carico del Committente. In caso contrario l'Impresa provvederà a
sua cura e spese al controllo periodico della qualità dell'acqua.
2.16.2.3)
Materiale vegetale
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pag. 53
Per materiale vegetale si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, tappezzanti, sementi,
ecc.) occorrente per l'esecuzione del lavoro.
Questo materiale dovrà provenire da ditte appositamente autorizzate ai sensi delle leggi
18.6.1931 n. 987 e 22.5.1973 n. 269 e successive modificazioni e integrazioni. L'Impresa
dovrà dichiararne la provenienza alla Direzione Lavori.
La Direzione Lavori si riserva comunque la facoltà di effettuare, contestualmente all'Impresa
appaltatrice, visite ai vivai di provenienza allo scopo di scegliere le piante; si riserva quindi la
facoltà di scartare quelle non rispondenti alle caratteristiche indicate nel presente Capitolato,
nell'Elenco prezzi e negli elaborati di progetto in quanto non conformi ai requisiti fisiologici e
fitosanitari che garantiscano la buona riuscita dell'impianto o che non ritenga comunque
adatte alla sistemazione da realizzare.
Le piante dovranno essere esenti da attacchi di insetti, malattie crittogamiche, virus, altri
patogeni, deformazioni e alterazioni di qualsiasi natura che possano compromettere il regolare
sviluppo vegetativo e il portamento tipico della specie.
L'Impresa sotto la sua piena responsabilità potrà utilizzare piante non provenienti da vivaio
e/o di particolare valore estetico unicamente se indicate in progetto e/o accettate dalla
Direzione Lavori.
Le piante dovranno aver subito le necessarie lavorazioni in vivaio e rispondere alle specifiche
contenute nell'art. seguente.
Le piante dovranno essere etichettate singolarmente o per gruppi omogenei per mezzo di
cartellini di materiale resistente alle intemperie sui quali sia stata riportata, in modo leggibile
e indelebile, la denominazione botanica (genere, specie, varietà, cultivar) del gruppo a cui si
riferiscono.
Le caratteristiche con le quali le piante dovranno essere fornite (densità e forma della chioma,
presenza e numero di ramificazioni, sistema di preparazione dell'apparato radicale, ecc.) sono
precisate nelle specifiche allegate al progetto o indicate nell'Elenco prezzi e nelle successive
voci particolari.
L'Impresa dovrà far pervenire alla Direzione Lavori, con almeno 48 ore di anticipo,
comunicazione scritta della data in cui le piante verranno consegnate sul cantiere.
Per quanto riguarda il trasporto delle piante, l'Impresa dovrà prendere tutte le precauzioni
necessarie affinché queste arrivino sul luogo della sistemazione nelle migliori condizioni
possibili, curando che il trasferimento venga effettuato con mezzi, protezioni e modalità di
carico idonei con particolare attenzione perché rami e corteccia non subiscano danni e le zolle
non abbiano a frantumarsi o ad essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del carico del
materiale soprastante.
Una volta giunte a destinazione, tutte le piante dovranno essere trattate in modo che sia
evitato loro ogni danno; il tempo intercorrente tra il prelievo in vivaio e la messa a dimora
definitiva (o la sistemazione in vivaio provvisorio) dovrà essere il più breve possibile.
In particolare l'Impresa curerà che le zolle e le radici delle piante che non possono essere
immediatamente messe a dimora non subiscano gravi disidratazioni e mantengano il tenore di
umidità adeguato alla loro buona conservazione.
2.16.2.3.1) Alberi
Gli alberi dovranno presentare portamento e dimensioni rispondenti alle caratteristiche
richieste dal progetto e tipici della specie, della varietà e della età al momento della loro
messa a dimora. Gli alberi dovranno essere stati specificatamente allevati per il tipo di
impiego previsto.
In particolare il fusto e le branche principali dovranno essere esenti da deformazioni,
capitozzature, ferite di qualsiasi origine e tipo, grosse cicatrici o segni conseguenti ad urti,
grandine, scortecciamenti, legature, ustioni da sole, cause meccaniche in genere.
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pag. 54
La chioma, salvo quanto diversamente richiesto, dovrà essere ben ramificata, uniforme ed
equilibrata per simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie all'interno della
stessa.
L'apparato radicale dovrà presentarsi ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici
capillari fresche e sane e privo di tagli di diametro maggiore di un centimetro. Gli alberi
dovranno essere normalmente forniti in contenitore o in zolla; a seconda delle esigenze
tecniche o della richiesta potranno essere eventualmente consegnati a radice nuda soltanto
quelli a foglia decidua, purché di giovane età e di limitate dimensioni.
Le zolle e i contenitori (vasi, mastelli di legno o di plastica, ecc.) dovranno essere
proporzionati alle dimensioni delle piante.
Per gli alberi forniti con zolla o in contenitore, la terra dovrà essere compatta, ben aderente
alle radici, senza crepe evidenti con struttura e tessitura tali da non determinare condizioni di
asfissia.
Le piante in contenitore dovranno essere state adeguatamente rinvasate in modo da non
presentare un apparato radicale eccessivamente sviluppato lungo la superficie del contenitore
stesso.
Le zolle dovranno essere ben imballate con un apposito involucro degradabile juta, paglia,
teli, reti di ferro non zincato, ecc.), rinforzato, se le piante superano i 5 metri di altezza, con
rete metallica degradabile, oppure realizzato con pellicola plastica porosa o altri materiali
equivalenti.
Gli alberi dovranno corrispondere alle richieste del progetto e dell'Elenco prezzi secondo
quanto segue:
• altezza dell'albero: distanza che intercorre fra il colletto e il punto più alto della chioma;
• altezza di impalcatura: distanza intercorrente fra il colletto e il punto di inserzione
• alla circonferenza del fusto: misurata a un metro dal colletto (non saranno ammesse
sottomisure salvo accettazione della Direzione dei Lavori);
• diametro della chioma: dimensione rilevata in corrispondenza della prima impalcatura per
le conifere, a due terzi dell'altezza totale per tutti gli altri alberi.
Per gli alberi innestati dovranno essere specificati il tipo di portainnesto e l'altezza del punto
d'innesto, che non dovrà presentare sintomi di disaffinità.
Qualora le piante vengano fornite in contenitore, le radici devono risultare, senza fuoriuscirne,
pienamente compenetrate in questo. L'apparato radicale deve comunque presentarsi sempre
ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane. Le piante
devono aver subito i necessari trapianti in vivaio (l'ultimo da non più di due anni) secondo il
seguente prospetto:
-
specie a foglia caduca
fino alla circonferenza di cm 12 ÷ 15: almeno 1 trapianto
fino alla circonferenza di cm 20 ÷ 25: almeno 2 trapianti
fino alla circonferenza di cm 30 ÷ 35: almeno 3 trapianti
-
specie sempreverdi
fino all'altezza di m 2 ÷ 2.50: almeno 1 trapianto
fino all'altezza di m 3 ÷ 3.50: almeno 2 trapianti
fino all'altezza di m 5 almeno 3 trapianti
e la circonferenza dovrà avere sufficiente sviluppo.
2.16.2.3.2) Piante esemplari
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Con il termine "piante esemplari" si intende far riferimento ad alberi ed arbusti di grandi
dimensioni che somigliano, per forma e portamento, agli individui delle stesse specie cresciuti
liberamente, e quindi con particolare valore ornamentale.
Queste piante devono essere state opportunamente preparate per la messa a dimora: devono
cioè essere state zollate secondo le necessità e l'ultimo trapianto o zollatura deve essere
avvenuto da non più di due anni e la zolla deve essere stata imballata a perfetta regola d'arte
(juta con rete metallica, doghe , cassa, plantplast, ecc.) (v. anche il precedente articolo). Le
piante esemplari sono evidenziate a parte anche in Elenco prezzi distinguendole dalle altre
della stessa specie e varietà.
2.16.2.3.3)
Arbusti e cespugli
Arbusti e cespugli, qualunque siano le loro caratteristiche specifiche (a foglia decidua o
sempreverdi), anche se riprodotti per via agamica, non dovranno avere portamento "filato"
dovranno possedere un minimo di tre ramificazioni alla base e presentarsi dell'altezza
prescritta in progetto o in Elenco prezzi, proporzionata al diametro della chioma e a quello del
fusto.
Anche per arbusti e cespugli l'altezza totale" verrà rilevata analogamente a quella degli alberi.
Il diametro della chioma sarà rilevato alla sua massima ampiezza.
Tutti gli arbusti e i cespugli dovranno essere forniti in contenitore o in zolla; a seconda delle
esigenze tecniche e della richiesta potranno essere eventualmente consegnati a radice nuda
soltanto quelli a foglia decidua purché di giovane età e di limitate dimensioni.
Il loro apparato radicale dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari. Per le
indicazioni riguardanti l'apparato radicale, l'imballo delle zolle, la terra delle zolle e dei
contenitori vale quanto esposto nel precedente articolo a proposito degli alberi.
2.16.2.3.4) Piante tappezzanti
Le piante tappezzanti dovranno avere portamento basso e/o strisciante e buona capacità di
copertura, garantita da ramificazioni uniformi.
Dovranno essere sempre fornite in contenitore con le radici pienamente compenetrate nel
substrato di coltura, senza fuoriuscire dal contenitore stesso.
2.16.2.3.5)
Piante rampicanti, sarmentose e ricadenti
Le piante appartenenti a queste categorie dovranno avere almeno due forti getti, essere
dell'altezza richiesta (dal colletto all'apice vegetativo più lungo) ed essere sempre fornite in
zolla o in contenitore secondo quanto prescritto nell'Elenco Prezzi.
2.16.2.3.6)
Piante erbacee annuali, biennali e perenni
Le piante erbacee, annuali, biennali e perenni, dovranno essere sempre fornite nel contenitore
in cui sono state coltivate.
Le misure riportate nelle specifiche di progetto si riferiscono all'altezza della pianta non
comprensiva del contenitore, e/o al diametro dello stesso.
2.16.2.3.7) Piante bulbose, tuberose e rizomatose
Le piante che saranno consegnate sotto forma di bulbi o di tuberi dovranno essere sempre
della dimensione richiesta (diametro o circonferenza), mentre quelle sotto forma di rizoma
dovranno presentare almeno tre gemme. I bulbi, i tuberi e i rizomi dovranno essere sani,
turgidi, ben conservati ed in stasi vegetativa.
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Per le piante consegnate in contenitore varranno le norme prescritte all'art. precedente.
2.16.2.3.8)
Sementi
L'Impresa dovrà fornire sementi selezionate e rispondenti esattamente a genere, specie e
varietà richieste, sempre nelle confezioni originali sigillate munite di certificato di identità ed
autenticità con l'indicazione del grado di purezza e di germinabilità e della data di
confezionamento e di scadenza stabiliti dalle leggi vigenti.
L'eventuale mescolanza delle sementi di diverse specie (in particolare per i tappeti erbosi)
dovrà rispettare le percentuali richieste negli elaborati di progetto.
Tutto il materiale di cui sopra dovrà essere fornito in contenitori sigillati e muniti della
certificazione E.N.S.E. (Ente Nazionale Sementi Elette).
Per evitare che possano alterarsi o deteriorarsi, le sementi dovranno essere immagazzinate in
locali freschi e privi di umidità.
2.16.2.3.9)
Tappeti erbosi in strisce e zolle
Nel caso che per le esigenze della sistemazione fosse richiesto il rapido inerbimento delle
superfici a prato (pronto effetto) oppure si intendesse procedere alla costituzione del tappeto
erboso per propagazione di essenze prative stolonifere, l'Impresa dovrà fornire zolle e/o
strisce erbose costituite con le specie prative richieste nelle specifiche di progetto (es. cotica
minerale, miscuglio di graminacee e leguminose, prato monospecie, ecc.).
Prima di procedere alla fornitura, l'Impresa dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione
Lavori campioni del materiale che intende fornire; analogamente, nel caso fosse richiesta la
cotica naturale, l'Impresa dovrà prelevare le zolle soltanto da luoghi approvati dalla Direzione
Lavori.
Le zolle erbose, a seconda delle esigenze, delle richieste e delle specie che costituiscono il
prato, verranno di norma fornite in forme regolari rettangolari, quadrate o a strisce.
Al fine di non spezzarne la compattezza, le strisce dovranno essere consegnate arrotolate,
mentre le zolle dovranno essere fornite su "pallet".
Tutto il materiale, di qualunque tipo sia, al fine di evitare danni irreparabili dovuti alla
fermentazione e alla mancata esposizione alla luce, non dovrà essere lasciato accatastato o
arrotolato. L'Impresa resta comunque sempre responsabile del perfetto e totale attecchimento
del tappeto erboso.
2.16.2.4)
Materiali lapidei e materiali anidri per strati di fondazione
Per quanto concerne le modalità di posa e le caratteristiche tecniche dei materiali anidri di
fondazione (fusi granulometrici, percentuali di bitume, valori caratteristici derivanti dalla
prova Marshall), delle infrastrutture complementari (caditoie stradali, guide e cordoni in
pietra) da impiegare, questi dovranno essere conformi alle prescrizioni delle voci inserite in
elenco prezzi, mentre in generale andrà fatto riferimento al "Capitolato per appalto delle
imprese di ordinario mantenimento e sistemazione del suolo pubblico" della Città di Torino
approvato con deliberazione C.C. 3.12.1951, Pref. 2.2.1952, Div.IV n{{ring}} 5040, alle
"Norme e prescrizioni tecniche per l'esecuzione dello strato di fondazione delle infrastrutture
complementari e dei conglomerati bituminosi di diverso tipo" della Città di Torino, approvato
con deliberazione C.C. 16.5.1973, C.O.R.E.C.O. es. dt. 27/7/73 alle "Norme e prescrizioni
tecniche per la realizzazione di pavimentazione in masselli autobloccanti in cls" della Città di
Torino approvato con deliberazione C.C. 13.6.1983, C.O.R.E.C.O. es. dt. 19/7/88.
2.16.2.4.1)
Pavimentazioni in lastre di pietra - fornitura e prescrizioni di massima
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La pietra da impiegarsi nelle costruzioni delle diverse pavimentazioni dovrà presentare la
forma e le dimensioni di progetto ed essere lavorata a norma delle prescrizioni che verranno
impartite dalla Direzione Lavori all'atto dell'esecuzione.
In tutte le lavorazioni, le facce esterne di ciascuna lastra della pietra dovrà avere gli spigoli
vivi fresati e ben cesellati per modo che le connessure fra lastra e lastra non eccedano la
larghezza di mm. 2.
Prima di cominciare i lavori, l'appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari
generi di lavorazione della pietra e sottoporli all'approvazione della Direzione, alla quale
esclusivamente spetterà giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni.
Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di
combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorati a grana fina. non saranno
tollerate né smussature agli spigoli, né cavità nelle facce, masticature o rattoppi. La pietra che
presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'appaltatore sarà in obbligo di sostituirla
immediatamente con altra che abbia i voluti requisiti.
L'appaltatore dovrà verificare a propria cura e spese le precise dimensioni dei diversi prezzi
concorrenti, rimanendo esso unico e solo responsabile della loro esattezza.
L'appaltatore sarà in ogni caso in obbligo di apportare ai singoli pezzi quelle eventuali
modifiche che verranno richieste nel corso del lavoro.
I materiali dovranno corrispondere esattamente a quelli dei campioni prescelti dalla Direzione
Lavori, campioni che verranno depositati quale termine di riferimento e dovranno comunque
avere struttura uniforme, scevre da fenditure, cavità o litoclasi e provenire da un unica cava.
2.16.2.4.2)
Posa delle lastre in pietra
Durante il corso dei lavori, nelle operazioni di scarico trasporto e posa delle pietre, sia durante
il tempo intercorrente per l'ultimazione delle opere ed il loro collaudo definitivo, l'appaltatore
avrà l'obbligo di evitare le rotture, le spigolature, le graffiature, i danni alle lucidature, ecc.
impegnandosi a ripararle a sue spese od a rifonderle in valore quando, a giudizio
insindacabile della Direzione Lavori, la riparazione non fosse possibile.
Le lastre in pietra dovranno essere collocate in opera su malta cementizia.
Le connessure dovranno essere profilate con cemento a lenta presa.
A lavoro ultimato la pavimentazione dovrà essere lavata con soluzioni di acido e acqua in
modo da risultare perfettamente pulita da eventuali boiacche cementizie.
2.16.2.4.3)
Pavimentazioni in cubetti di porfido - Fornitura e prescrizioni
Dovrà essere presentato un campione dei blocchetti che la ditta intende adoperare per
l'esecuzione dei lavori.
Questi debbono essere eseguiti con un unico tipo di materiale proveniente tutto dalla stessa
cava.
Il materiale da impiegarsi dovrà provenire esclusivamente dal Trentino o dall'Alto Adige.
I blocchetti dovranno avere forma quasi perfettamente cubica e cioè essere ricavati da lastroni
di spessore corrispondente alle dimensioni stabilite in modo che la lunghezza degli spigoli sia
pressappoco uguale ad ogni cubetto presenti due facce opposte regolari e corrispondenti ai
piani di cava.
Le facce dei cubetti dovranno presentare frattura netta e colorazione uniforme.
{{Egrave}} escluso l'utilizzo di cubetti che presentino spigoli scheggiati o guasti.
Il porfido in cubetti dovrà presentare una resistenza alla compressione non inferiore a 1600
Kg/mq, una resistenza all'urto (PAGE) non minore di 18 ed una resistenza all'attrito radente
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(macchina Dorry) non inferiore a 1,05 riferita a quella del granito di San. Fedelino presa
uguale ad 1.
Saranno rifiutati e subito fatti allontanare dal cantiere tutti i cubetti che presentino variazioni
nelle dimensioni delle due facce corrispondenti ai piani di cava superiori ad un ventesimo
della dimensione prescritta.
Prima della esecuzione della pavimentazione dovrà essere constatata in contraddittorio la
perfetta esecuzione della massicciata o del calcestruzzo di sottofondo, restando sempre
l'assuntore responsabile della buona esecuzione del lavoro.
I cubetti saranno impiantati sopra un letto di sabbia del Po o della Stura delle spessore di cm 6
se il sottofondo è in calcestruzzo, e dello spessore di cm 8 se il sottofondo è in massicciata di
ghiaia naturale.
I cubetti saranno posti in opera secondo il piano di cava e disposti ad archi di cerchio
contrastanti, in modo che l'incontro dei cubetti di un arco con quelli di un altro avvenga
sempre ad angolo retto.
I cubetti saranno disposti in opera in modo da risultare pressoché a contatto prima di qualsiasi
battitura.
I cubetti saranno assoggettati a tre successive battiture intasandoli nelle alternative battiture
con sabbia.
Le tre battiture verranno eseguite sulla stessa linea dell'imposta degli archi.
Dopo le tre battiture le connessure fra cubetto e cubetto non dovranno in nessun punto essere
di larghezza superiore ad un centimetro; la superficie della pavimentazione dovrà risultare
regolare senza alcun sensibile risalto fra cubetto e cubetto e con la sagoma trasversale
ordinata.
La copertura della pavimentazione ed il riempimento delle connessure dovranno essere
eseguiti con cm 2 di sabbia di fiume o di torrente; la sabbia eccedente dovrà poi essere
raccolta ed asportata a spese della ditta assuntrice.
Durante il periodo che intercorre tra lo spandimento delle sabbia e l'asportazione delle
medesima, dovrà la ditta assuntrice provvedere, a spese proprie, a periodiche bagnature, onde
favorire il completo riempimento dei giunti ed impedire il sollevarsi della polvere.
2.16.2.4.4)
Pietrame per murature e delimitazione aiuole
Il pietrame da impiegarsi per murature dovrà essere di grana compatta, esente da cappellaccio,
piani di sfaldamento, screpolature, macchie o interclusioni di sostanze eterogenee ed offrire
una resistenza proporzionata all'entità delle sollecitazioni a cui deve essere assoggettato.
Gli scapoli di cava dovranno avere forme regolari e dimensioni conformi alle prescrizioni.
Sono assolutamente escluse le pietre marnose e quelle gelive.
2.16.2.4.5)Materiali anidri di fondazione, conglomerati bituminosi e infrastrutture
complementari
Per quanto concerne le modalità di stesa e le caratteristiche dei materiali anidri di fondazione
(fuso granulometrico valori di portanza), dei conglomerati bituminosi (fusi granulometrici,
percentuali di bitume, valori caratteristici derivanti dalla prova Marshall), e delle
infrastrutture complementari (caditoie stradali, tubazioni, guide, in pietra), valgono le "Norme
e prescrizioni tecniche" approvate dal Consiglio Comunale in data 18 Maggio 1973 e rese
esecutive per decorrenza termini il 27 Luglio 1973; "Norme per il confezionamento e la stesa
di microtappeti a freddo" approvate dal C.C. 13/4/1987 (mecc. 873450) nonché della
normativa tecnica particolare della Città vigente alla data dell'appalto.
2.16.3) Lavori di sistemazione del suolo
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2.16.3.1)
Pulizia generale del terreno
L'area oggetto della sistemazione viene di norma consegnata all'Impresa con il terreno a quota
di impianto. Qualora il terreno all'atto della consegna non fosse idoneo alla realizzazione
dell'opera per la presenza di materiale di risulta o di discarica abusiva, i preliminari lavori di
pulitura del terreno saranno eseguiti e contabilizzati in base all'Elenco prezzi e secondo i
disposti impartiti dalla Direzione Lavori.
2.16.3.2)
Lavorazioni preliminari
L'Impresa, prima di procedere alla lavorazione del terreno, deve provvedere come da
progetto, all'abbattimento delle piante da non conservare, al decespugliamento, alla
eliminazione delle specie infestanti o ritenute a giudizio della Direzione Lavori non conformi
alle esigenze della sistemazione, all'estirpazione delle ceppaie e allo spietramento superficiale.
Queste operazioni saranno da computarsi in base all'Elenco prezzi.
2.16.3.3)
Lavorazione del e nel suolo
Su indicazione della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà procedere alla lavorazione del terreno
fino alla profondità necessaria preferibilmente eseguita con l'impiego di mezzi meccanici ed
attrezzi specifici a seconda della lavorazione prevista dagli elaborati di progetto.
Le lavorazioni saranno eseguite nei periodi idonei, con il terreno in tempera, evitando di
danneggiarne la struttura e di formare suole di lavorazione.
Nel corso di questa operazione l'Impresa dovrà rimuovere tutti i sassi, le pietre e gli eventuali
ostacoli sotterranei che potrebbero impedire la corretta esecuzione dei lavori provvedendo
anche, su indicazioni della Direzione Lavori, ad accantonare e conservare le preesistenze
naturali di particolare valore estetico (es. rocce, massi, ecc.) o gli altri materiali che possano
essere vantaggiosamente riutilizzati nella sistemazione.
Nel caso si dovesse imbattere in ostacoli naturali di rilevanti dimensioni che presentano
difficoltà ad essere rimossi, oppure manufatti sotterranei di qualsiasi natura di cui si ignori
l'esistenza (es. cavi, fognature, tubazioni, reperti archeologici, ecc.), l'Impresa dovrà
interrompere i lavori e chiedere istruzioni specifiche alla Direzione Lavori.
Ogni danno conseguente alla mancata osservanza di questa norma dovrà essere riparato o
risarcito a cura e spese dell'Impresa.
Rimane comunque l'obbligo dell'Impresa di eseguire o far eseguire a sua cura e spese, tutti gli
accertamenti presso i relativi catasti dei sottoservizi, atti ad accertare la presenza o meno di
manufatti nel sottosuolo.
2.16.3.4)
Drenaggi localizzati e impianti tecnici
Successivamente alle lavorazioni del terreno e prima delle operazioni di cui all'art. successivo,
l'Impresa dovrà preparare, sulla scorta degli elaborati e delle indicazioni della Direzione
Lavori, gli scavi necessari alla installazione degli eventuali sistemi di drenaggio e le trincee
per alloggiare le tubazioni e i cavi degli impianti tecnici (es. irrigazione, illuminazione ecc.) le
cui linee debbano seguire percorsi sotterranei.
Le canalizzazioni degli impianti tecnici, al fine di consentire la regolare manutenzione della
sistemazione, dovranno essere installate ad una profondità che garantisca uno spessore
minimo di 40 cm. di terreno e, per agevolare gli eventuali futuri interventi di riparazione,
essere convenientemente protette e segnalate.
L'Impresa dovrà completare la distribuzione degli impianti tecnici, realizzando le eventuali
canalizzazioni secondarie e le opere accessorie.
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Dopo la verifica e l'approvazione degli impianti a scavo aperto da parte della Direzione
Lavori, l'Impresa dovrà colmare le trincee e ultimare le operazioni di cui agli articoli
precedenti.
Sono invece da rimandare a livellazione del terreno avvenuta, la posa in opera degli irrigatori
e, a piantagione ultimata, la collocazione e l'orientamento degli apparecchi di illuminazione.
Ultimati gli impianti, l'Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori nelle scale e con le
sezioni e i particolari richiesti, gli elaborati di progetto aggiornati secondo le varianti
effettuate; oppure, in difetto di questi, produrre una planimetria che riporti l'esatto tracciato e
la natura delle diverse linee e la posizione dei drenaggi e relativi pozzetti realizzati.
2.16.3.5) Correzione, ammendamento e concimazione di fondo del terreno impiego di
fitofarmaci e diserbanti
Dopo avere effettuato le lavorazioni, l'Impresa, su istruzione della Direzione Lavori, dovrà
incorporare nel terreno tutte le sostanze eventualmente necessarie ad ottenere la correzione,
l'ammendamento e la concimazione di fondo nonché somministrare gli eventuali fitofarmaci
e/o diserbanti (v. Elenco prezzi).
I trattamenti con fitofarmaci, infine, dovranno essere tempestivi ed eseguiti da personale
specializzato che dovrà attenersi per il loro uso alle istruzioni specificate dalla casa
produttrice e alle leggi vigenti in materia, ed usare ogni possibile misura preventiva atta ad
evitare danni alle persone e alle cose.
2.16.3.6)
Tracciamenti e picchettature
Prima della messa a dimora delle piante e dopo le operazioni di preparazione agraria del
terreno, l'Impresa, sulla scorta degli elaborati di progetto e delle indicazioni della Direzione
Lavori, predisporrà la picchettatura delle aree di impianto, segnando la posizione nella quale
dovranno essere eseguite le piantagioni singole (alberi, arbusti, altre piante segnalate in
progetto) e tracciando sul terreno il perimetro delle piantagioni omogenee (tappezzanti,
macchie arbustive, boschetti; ecc.).
Prima di procedere alle operazioni successive, l'Impresa deve ottenere l'approvazione della
Direzione Lavori.
A piantagione eseguita, l'Impresa, nel caso siano state apportate varianti al progetto esecutivo,
dovrà consegnare, a sua cura e spese, una copia degli elaborati relativi con l'indicazione esatta
della posizione definitiva delle piante e dei gruppi omogenei messi a dimora.
2.16.3.7)
Preparazione delle buche e dei fossi
Le buche ed i fossi per la piantagione delle specie vegetali dovranno avere le dimensioni più
ampie possibili in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora.
Per le buche e i fossi che dovranno essere realizzati su un eventuale preesistente tappeto
erboso, l'Impresa è tenuta ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per contenere al minimo
i danni al prato circostante, recuperando lo strato superficiale di terreno per il riempimento
delle buche stesse, in accordo con la Direzione Lavori.
Il materiale proveniente dagli scavi, se non riutilizzato o non ritenuto idoneo, a insindacabile
giudizio della Direzione Lavori, dovrà essere allontanato dall'Impresa dalla sede del cantiere e
portato alla pubblica discarica o su aree autorizzate.
Nella preparazione delle buche e dei fossi, l'Impresa dovrà assicurarsi che nella zona in cui le
piante svilupperanno le radici non ci siano ristagni di umidità e provvedere che lo scolo delle
acque superficiali avvenga in modo corretto.
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Nel caso, invece, fossero riscontrati gravi problemi di ristagno l'Impresa provvederà, su
autorizzazione della Direzione Lavori, a predisporre idonei drenaggi secondari che verranno
contabilizzati a parte in base all'Elenco prezzi.
2.16.3.8)
Apporto di terra di coltivo
Prima di effettuare qualsiasi impianto o semina, l'Impresa in accordo con la Direzione Lavori,
dovrà verificare che il terreno in sito sia adatto alla piantagione: in caso contrario dovrà
apportare terra di coltivo in quantità sufficiente a formare uno strato di spessore adeguato per
i prati, e a riempire totalmente le buche e i fossi per gli alberi e gli arbusti, curando che
vengano frantumate tutte le zolle e gli ammassi di terra.
La terra di coltivo rimossa e accantonata nelle fasi iniziali degli scavi sarà utilizzata, secondo
le istruzioni della Direzione Lavori, insieme a quella apportata.
Le quote definitive del terreno dovranno essere quelle indicate negli elaborati di progetto e
dovranno comunque essere approvate dalla Direzione Lavori.
2.16.3.9)
Preparazione del terreno per i prati
Per preparare il terreno destinato a tappeto erboso, l'Impresa a completamento di quanto
specificato in precedenza dovrà eseguire, se necessario, una ulteriore pulizia del terreno
rimuovendo tutti i materiali che potrebbero impedire la formazione di un letto di terra di
coltivo fine ed uniforme. Dopo avere seguito le operazioni indicate negli artt. precedenti
l'Impresa dovrà livellare e rastrellare il terreno secondo le indicazioni di progetto per
eliminare ogni ondulazione, buca o avvallamento.
Gli eventuali residui della rastrellatura dovranno essere allontanati dall'area del cantiere.
2.16.3.10)
Messa a dimora di alberi, arbusti e cespugli
Alcuni giorni prima della piantagione, l'Impresa dovrà procedere, se richiesto dalla Direzione
Lavori, al riempimento parziale delle buche già predisposte , in modo che le piante possano
essere collocate su uno strato di fondo di spessore adeguato alle dimensioni della zolla o delle
radici delle diverse specie vegetali.
La messa a dimora degli alberi, degli arbusti e dei cespugli dovrà avvenire in relazione alle
quote finite, avendo cura che le piante non presentino radici allo scoperto né risultino, una
volta assestatosi il terreno, interrate oltre il livello del colletto.
L'imballo della zolla costituito da materiale degradabile (es. paglia, canapa, juta, ecc.), dovrà
essere tagliato al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo da sotto la zolla, togliendo
soltanto le legature metalliche e il materiale di imballo in eccesso.
La zolla deve essere integra, sufficientemente umida, aderente alle radici; se si presenta
troppo asciutta dovrà essere immersa temporaneamente in acqua con tutto l'imballo.
Analogamente si dovrà procedere per le piante fornite in contenitore.
Per le piante a radice nuda parte dell'apparato radicale dovrà essere, ove occorra, spuntato alle
estremità delle radici, privato di quelle rotte o danneggiate.
Le piante dovranno essere collocate ed orientate in modo da ottenere il miglior risultato
estetico e tecnico in relazione agli scopi della sistemazione.
Prima del riempimento definitivo delle buche, gli alberi, gli arbusti e i cespugli di rilevanti
dimensioni dovranno essere resi stabili per mezzo di pali di sostegno, ancoraggi e legature.
L'Impresa procederà poi al riempimento definitivo delle buche con terra di coltivo,
costipandola con cura in modo che non rimangano vuoti attorno alle radici o alla zolla.
Il riempimento delle buche, sia quello parziale prima della piantagione, sia quello definitivo,
potrà essere effettuato, a seconda delle necessità, con terra di coltivo semplice oppure
miscelata con torba.
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Nel caso la Direzione Lavori decida che all'atto dell'impianto venga effettuata una
concimazione secondaria localizzata, l'Impresa avrà cura di spargere il fertilizzante attorno e
vicino alle radici o alle zolle, in modo da evitare danni per disidratazione.
A riempimento ultimato, attorno alle piante dovrà essere formata una conca o bacino per la
ritenzione dell'acqua da addurre subito dopo in quantità abbondante, onde favorire la ripresa
della pianta e facilitare il costipamento e l'assestamento della terra attorno alle radici e alla
zolla.
2.16.3.11)
Alberi, arbusti e cespugli a foglia caduca
Le piante a foglia caduca dovranno essere messe a dimora nel periodo adeguato
all'attecchimento delle varie specie, generalmente durante il periodo di riposo vegetativo.
L'eventuale potatura di trapianto della chioma deve essere autorizzata dalla Direzione Lavori
e dovrà seguire rigorosamente le disposizioni impartite, rispettando il portamento naturale e le
caratteristiche specifiche delle singole specie.
Nel caso fosse necessario agevolare il trapianto, l'Impresa, su indicazione della Direzione
Lavori, irrorerà le piante con prodotti antitraspiranti.
2.16.3.11.1) Alberi, arbusti e cespugli sempreverdi
Gli alberi, gli arbusti e i Cespugli sempreverdi dovranno essere forniti esclusivamente con
zolla o in contenitore e dovranno essere messi a dimora nel periodo adeguato
all'attecchimento delle varie specie.
Le piante sempreverdi e resinose non devono essere potate; saranno eliminati, salvo diverse
specifiche indicazioni della Direzione Lavori, soltanto i rami secchi, spezzati o danneggiati,
secondo quanto specificato negli Allegati tecnici.
Fatta eccezione per le conifere sempreverdi, in caso di necessita è possibile fare ricorso all'uso
di antitraspiranti, secondo le indicazioni della Direzione Lavori.
2.16.3.12) Messa a dimora delle piante tappezzanti, delle erbacee perenni, biennali e annuali e
delle piante rampicanti, sarmentose e ricadenti
La messa a dimora di queste piante è identica per ognuna delle diverse tipologie sopraindicate
e deve essere effettuata in buche preparate al momento, in rapporto al diametro dei contenitori
delle singole piante.
Se le piante saranno state fornite in contenitori tradizionali (vasi di terracotta o di plastica,
recipienti metallici, ecc.) questi dovranno essere rimossi; se invece in contenitori di materiale
deperibile (torba, pasta di cellulosa compressa, ecc.) le piante potranno essere messe a dimora
con tutto il vaso.
In ogni caso le buche dovranno essere poi colmate con terra di coltivo mista a concime ben
pressata intorno alle piante.
L'Impresa e tenuta infine a completare la piantagione delle specie rampicanti, sarmentose e
ricadenti, legandone i getti, ove necessario, alle apposite strutture di sostegno in modo da
guidarne lo sviluppo per ottenere i migliori risultati in relazione agli scopi della sistemazione.
Per le prime cure di trapianto valgono le norme indicate all'art. precedente.
2.16.3.13)
Formazione dei prati
Nella formazione dei vari tipi di prati sono compresi tutti gli oneri relativi alla preparazione
del terreno, alla semina o alla piantagione e alle irrigazioni.
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La formazione dei prati dovrà aver luogo dopo la messa a dimora di tutte le piante (in
particolar modo di quelle arboree e arbustive) previste in progetto e dopo la esecuzione degli
impianti tecnici delle eventuali opere murarie, delle attrezzature e degli arredi.
Terminate le operazioni di semina o piantagione, il terreno deve essere immediatamente
irrigato.
I vari tipi di prato dovranno presentarsi perfettamente inerbiti con le specie previste, con
presenza di erbe infestanti e sassi non superiore ai limiti di tolleranza consentiti dal progetto,
esenti da malattie, chiarie ed avvallamenti dovuti all'assestamento del terreno o ad altre cause.
2.16.3.14)
Semina dei tappeti erbosi
Dopo la preparazione del terreno l'area sarà, su indicazioni della Direzione Lavori, seminata
con uniformità e rullata convenientemente.
Il miscuglio, dovrà essere stato composto secondo le percentuali precisate in progetto e dovrà
essere stato accettato dalla Direzione Lavori.
2.16.3.15)
Protezione delle piante messe a dimora
Nelle zone dove potrebbero verificarsi danni causati da animali domestici o selvatici oppure
dal transito di persone o automezzi, l'Impresa dovrà proteggere, singolarmente o in gruppi, le
piante messe a dimora con opportuni ripari (es. reti metalliche, protezioni in ferro o in legno,
griglie, ecc.) e/o sostanze repellenti precedentemente concordati ed approvati dalla Direzione
Lavori.
Se previsto dal progetto, alcuni tipi di piante (tappezzanti, piccoli arbusti, ecc.) dovranno
essere protette dai danni della pioggia battente, dalla essiccazione e dallo sviluppo
di erbe
infestanti per mezzo di pacciame (paglia, foglie secche, segatura, cippatura di ramaglia e di
corteccia di conifere, biostuoie, teli plastici, ecc.) od altro analogo materiale precedentemente
approvato dalla Direzione Lavori.
2.16.4) Manutenzione delle opere
2.16.4.1)
Manutenzione delle opere a verde per il periodo di garanzia
La manutenzione che l'Impresa è tenuta ad effettuare durante il periodo di concordata
garanzia dovrà essere prevista anche per le eventuali piante preesistenti e comprendere le
seguenti operazioni:
1)
irrigazioni;
2)
ripristino conche e rincalzo;
3)
falciature, diserbi e sarchiature;
4)
concimazioni;
5)
potature;
6)
eliminazione e sostituzione delle piante morte;
7)
rinnovo delle parti difettose dei tappeti erbosi;
8)
difesa dalla vegetazione infestante;
9)
sistemazione dei danni causati da erosione;
10)
ripristino della verticalità delle piante;
11)
controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere.
La manutenzione delle opere dovrà avere inizio immediatamente dopo la messa a dimora (o la
semina) di ogni singola pianta e di ogni parte di tappeto erboso, e dovrà continuare fino alla
scadenza del periodo di garanzia concordato (Ogni nuova piantagione dovrà essere curata con
SP23_disciplinare_descrittivo
pag. 64
particolare attenzione fino a quando non sarà evidente che le piante, superato il trauma del
trapianto (o il periodo di germinazione per le semine), siano ben attecchite e siano in buone
condizioni vegetative.
La manutenzione delle opere edili, impiantistiche, di arredo, è soggetta alle norme
contemplate nei capitolati speciali di settore.
2.16.4.1.1)
Irrigazioni
L'Impresa e tenuta ad irrigare sia le piante messe a dimora che i tappeti erbosi per tutto il
periodo di garanzia concordato.
Le irrigazioni dovranno essere ripetute e tempestive e variare in quantità e frequenza in
relazione alla natura del terreno, alle caratteristiche specifiche delle piante, al clima e
all'andamento stagionale: il programma di irrigazione (a breve e a lungo termine) e i metodi
da usare dovranno essere determinati dall'Impresa e successivamente approvati dalla
Direzione Lavori.
Nel caso fosse stato predisposto un impianto di irrigazione automatico, l'Impresa dovrà
controllare che questo funzioni regolarmente. L'impianto di irrigazione non esonera però
l'Impresa dalle sue responsabilità in merito all'irrigazione la quale pertanto dovrà essere
attrezzata per effettuare, in caso di necessità, adeguati interventi manuali.
2.16.4.1.2)
Ripristino conche e rincalzo
Le conche di irrigazione eseguite durante i lavori di impianto devono essere, se necessario,
ripristinate.
A seconda dell'andamento stagionale, delle zone climatiche e delle caratteristiche di specie,
l'Impresa provvederà alla chiusura delle conche e al rincalzo delle piante, oppure alla
riapertura delle conche per l'innaffiamento.
2.16.4.1.3)
Falciature, diserbi e sarchiature
Oltre alle cure colturali normalmente richieste, l'Impresa dovrà provvedere, durante lo
sviluppo delle specie prative e quando necessario, alle varie falciature del tappeto erboso.
L'erba tagliata dovrà essere immediatamente rimossa salvo diverse disposizioni della
Direzione Lavori. Tale operazione dovrà essere eseguita con la massima tempestività e cura,
evitando la dispersione sul terreno dei residui rimossi.
I diserbi dei vialetti, dei tappeti erbosi e delle altre superfici interessate dall'impianto devono
essere eseguiti preferibilmente a mano o con attrezzature meccaniche specifiche. L'eventuale
impiego di diserbanti chimici dovrà attenersi alle normative vigenti e già citate al Capo
2.16.2.1.
Le superfici di impianto interessate da alberi, arbusti e cespugli perenni, biennali, annuali,
ecc. e le conche degli alberi devono essere oggetto di sarchiature periodiche.
2.16.4.1.4)
Concimazioni
Le concimazioni devono essere effettuate nel numero e nelle quantità stabilite dal piano di
concimazione
2.16.4.1.5)
Potature
Le potature di formazione e di rimonda devono essere effettuate nel rispetto delle
caratteristiche delle singole specie.
Il materiale vegetale di risulta dovrà essere immediatamente rimosso e depositato secondo gli
accordi presi con la Direzione Lavori.
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2.16.4.1.6)
Eliminazione e sostituzione delle piante morte
Le eventuali piante morte dovranno essere sostituite con altre identiche a quelle fornite in
origine; la sostituzione deve, in rapporto all'andamento stagionale, essere inderogabilmente
effettuata nel più breve tempo possibile dall'accertamento del mancato attecchimento.
2.16.4.1.7)
Rinnovo delle parti difettose dei tappeti erbosi
Epoca e condizioni climatiche permettendo, l'Impresa dovrà riseminare o piantare ogni
superficie a tappeto erboso che presenti una crescita irregolare, difettosa, che non rientri nei
limiti di tolleranza previsti per le qualità dei prati oppure sia stata giudicata per qualsiasi
motivo insufficiente dalla Direzione Lavori.
2.16.4.1.8)
Difesa dalla vegetazione infestante
Durante l'operazione di manutenzione l'Impresa dovrà estirpare, salvo diversi accordi con la
Direzione Lavori, le specie infestanti e reintegrare lo stato di pacciame quando previsto dal
progetto
2.16.4.1.9)
Sistemazione dei danni causati da erosione
L'Impresa dovrà provvedere alla sistemazione dei danni causati da erosione per difetto di
esecuzione degli interventi di sua specifica competenza per quanto non in contrasto con
l'enunciato delle disposizioni relative ai danni di forza maggiore (Art. 25 R.D. 25.5.1895 n.
350).
2.16.4.1.10)
Ripristino della verticalità delle piante
L'impresa è tenuta al ripristino della verticalità e degli ancoraggi delle piante qualora se ne
riconosca la necessità e questo a prescindere da responsabilità riconducibili a terzi rimasti
sconosciuti, senza che possa in alcun modo essere richiesto compenso alcuno a carico della
Provincia restando essa Impresa responsabile della vigilanza del cantiere affidatole.
2.16.4.1.11)
Controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere
E' competenza dell'Impresa controllare le manifestazioni patologiche sulla vegetazione delle
superfici sistemate provvedendo alla tempestiva eliminazione del fenomeno patogeno onde
evitarne la diffusione e rimediare ai danni accertati.
Gli interventi dovranno essere preventivamente concordati con la Direzione Lavori ed essere
liquidati secondo quanto previsto dall'Elenco prezzi.
Art. 2.17 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
2.17.1)
Prescrizioni generali
L'appalto comprende la realizzazione di un impianto di irrigazione a pioggia per le aree verdi
a prato e di sub irrigazione per le aree ad essenze tappezzanti, le siepi e le alberate.
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L'impianto a pioggia prevede l'utilizzo di irrigatori statici e dinamici: questi verranno installati
alcuni cm sotto la cotica erbosa. In fase di bagnamento il corpo centrale portante l'ugello
dovrà uscire dal terreno spinto dalla pressione dell'acqua effettuando l'aspersione idrica e
rientrarvi automaticamente quando il flusso si interromperà lasciando il suolo libero da
ostacoli.
L'impianto di sub irrigazione sarà del tipo a trasudazione capillare, utilizzando un particolare
tubo poroso microforato, interrato ad una profondità di cm 15 - 25. La distribuzione idrica ai
singoli settori, dovrà essere realizzata con tubazioni in polietilene, dimensionate negli
opportuni diametri ed interrate seguendo il tracciato riportato in planimetria. I settori irrigui
sono dimensionati in base alle portate idriche degli irrigatori e del tubo poroso. Così come
previsti negli elaborati di progetto.
Le tubazioni dovranno dipartirsi dalle varie camere di comando ove saranno installati i
collettori e le elettrovalvole dei singoli settori.
I collettori saranno collegati alla presa idrica dell'A.A.M. (o altro ente di distribuzione) da
tubazioni dorsali.
L'impianto sarà automatizzato mediante l'impiego di programmatori elettronici, alimentati
elettricamente, i quali comandano l'apertura delle elettrovalvole e pertanto l'afflusso idrico ai
singoli settori irrigui.
Dovranno essere inoltre realizzate le predisposizioni per consentire la gestione centralizzata
dell'impianto.
2.17.2)
Sopralluoghi ed accertamenti preliminari
Prima di presentare l'offerta per l'esecuzione dei lavori, I'Impresa dovrà ispezionare il luogo
per prendere visione delle condizioni di lavoro e dovrà assumere tutte le informazioni
necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare riguardo alle dimensioni, alle
caratteristiche specifiche, ed alle eventuali connessioni con altri lavori in costruzione,
movimenti di terra e sistemazioni ambientali in genere), alla quantità, alla utilizzabilità ed alla
effettiva disponibilità di acqua per l'irrigazione e la manutenzione.
La presentazione dell'offerta implica l'accettazione da parte dell'impresa di ogni condizione
riportata al presente capitolato e relative specifiche o risultante dagli eventuali elaborati di
progetto allegati.
2.17.3)
Scavi e riempimenti per la realizzazione dell'impianto di irrigazione:
a) scavo di sbancamento:
Verrà realizzato per la costruzione delle camere di alloggiamento dei contatori A.A.M. (o
altro ente di distribuzione) e per la posa delle camere di comando contenenti i collettori. La
loro localizzazione è indicata in planimetria. Lo sbancamento verrà effettuato con mezzo
meccanico ed eventuale completamento manuale.
b) Scavo in trincea:
Saranno effettuati gli scavi in trincea per la posa delle tubazioni in polietilene e porose. Per le
prime, la profondità media sarà di 40-45 cm, mentre per le seconde, di 20-25 cm, quota media
di posa delle tubazioni. Il tracciato delle tubazione e quindi degli scavi è riportato nelle
planimetrie di progetto.
2.17.4)
Colmatura degli scavi
Sarà eseguita a macchina con eventuale completamento manuale con il materiale scavato e
depositato a lato dello scavo.
Qualora questo non risultasse idoneo alle colture sulle aree verdi gli scavi dovranno essere
colmati mediante buona terra vegetale ed il materiale di risulta immediatamente allontanato.
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2.17.5)
Distribuzione
La distribuzione idrica ai settori si dipartirà dalle camere e pozzetti di comando e dovrà
successivamente essere opportunamente evidenziata in apposite planimetrie, nelle quali
saranno indicati i gruppi contatore ed i collettori con le elettrovalvole. Le camere dei contatori
saranno realizzate in muratura di mattoni pieni nuovi, legati con malta cementizia ed
internamente rifinite con intonaco di cemento.
Dovranno avere dimensioni interne minime di metri 1.20 x 1.20 x 1.20, e saranno coperte da
solette di calcestruzzo armato recanti passo d'uomo con chiusino metallico in ghisa diametro
cm 60. Anche le camere per i grossi collettori saranno realizzate analogamente a quelle sopra
descritte.
Per i collettori di dimensioni ridotte, con poche elettro valvole, potranno essere utilizzati
pozzetti in plastica antiurto ad alta resistenza delle dimensioni di cm 52 x 40 profondità cm 30
che però dovranno preventivamente ricevere l'assenso scritto da parte del Servizio Viabilità.
2.17.6)
Gruppi contatore acqua
Saranno installati nelle apposite camere e collegati con tubazione in polietilene diametro mm
63 e 75 con tubo guaina di protezione in PVC all'idrante dell'A.A.M. (o altro ente di
distribuzione)
Il gruppo contatore dovrà comprendere gli elementi richiesti dagli schemi dell'A.A.M.:
contatore, giunto di dilatazione, valvola di non ritorno, rubinetto di scarico e prova ed i vari
raccordi di ghisa occorrenti per i collegamenti tra gli elementi indicati.
2.17.7)
Collettori
Saranno installati nelle camere o pozzetti di comando, e collegati al gruppo contatore tramite
tubazioni dorsali in polietilene PN 10 diametro mm. 75 e 63.
Verranno realizzati con raccordi in ghisa zincati, saracinesche, rubinetti a sfera in ottone e
ghisa ed elettrovalvole in materiale plastico, secondo gli schemi indicati. Dalle elettrovalvole
si dipartiranno le tubazioni di alimentazione di ciascun settore.
2.17.8)
Tubazioni
Le tubazioni saranno in polietilene nero PN 6 PN 10 b.d. e a.d., di primarie ditte produttrici. I
diametri delle tubolari ed i tracciati saranno quelli indicati nella planimetria di progetto.
Dovranno essere posate ad una profondità media di cm 35-40, su uno strato di materiale
incoerente (sabbia o terra fine) e similmente ricoperte. In tratti particolari, ad insindacabile
richiesta della Città dovranno essere ricoperte da una cappa di protezione in calcestruzzo,
senza che per questo possa essere richiesto supplemento di prezzo.
Per la sub irrigazione verranno utilizzati tubi flessibili in gomma porosi microforati, ove
l'acqua fuoriesce per capillarità e trasudazione, del diam. est. mm 21 questi verranno posati ad
una profondità di cm 15-20 su uno strato di terra fine ed analogamente ricoperti.
Le tubazioni dorsali si dipartiranno dalle camere dei gruppi contatori dell'A.A.M. fino alle
camere e pozzetti ove sono ubicati i collettori di distribuzione, e saranno in polietilene PN 6
a.d. del diam mm 63 e 75.
2.17.9)
Valvole elettriche
Dovranno essere in materiale plastico antiurto e anticorrosione del tipo normalmente chiuso
nella versione a membrane con ago.
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Le viti e le parti metalliche saranno in materiale inossidabile, con attacchi filettati rinforzati
con ghiera inox.
Dovranno avere la possibilità di regolazione e dispositivo di apertura manuale.
2.17.10)
Irrigatori
a) Statici - Gli irrigatori del tipo statico dovranno avere il corpo in materiale plastico antiurto
ed anticorrosione, molla di richiamo in acciaio Inox per il rientro a fine irrigazione e
guarnizione parasabbia. Frizione per l'orientamento dl getto della testina. Filtro di protezione.
Innalzamento del getto da 5 a 30 cm a seconda del tipo necessario nelle varie aree da irrigare:
pressione di esercizio 1.8-2.5 ATM.
Possibilità di adottare testine con angolazioni diverse fisse dotate di vite per la regolazione
della gittata.
b) Dinamici - Gli irrigatori del tipo dinamico dovranno avere il corpo in materiale plastico
antiurto e anticorrosione. Dovranno essere del tipo a turbina, con i riduttori contenuti in
apposito contenitore a bagno d'acqua ed olio. Dotati di guarnizione autopulente e filtro per
trattenere le impurità. Molla di richiamo in acciaio inox.
Dovranno avere la possibilità di regolazione della gittata da 6 a 10 mt circa e dell'angolo di
lavoro, con portata sempre proporzionale all'angolazione.
Tutti gli irrigatori dovranno essere fissati al terreno con uno spezzone di tubo in PVC di
diametro leggermente maggiore di quello della ghiera, al fine di evitarne l'asportazione.
2.17.11)
Programmatori
Dovranno essere del tipo elettronico con display a caratteri, dotati di triplo programma, con
tempi di irrigazione da 1 minuto a 12 ore.
Possibilità di avviamento manuale dei singoli settori o all'intero ciclo, dotati di comando
pompa e "master valve".
Circuiti protetti da fusibili e trasformatore incorporato corrente di alimentazione 220 V 50 Hz,
corrente in uscita 24V 50Hz. Gamma di controllo da 6 a 24 settori.
Dovranno avere la possibilità di collegamento con un'interfaccia per il dialogo con un
unità centrale tramite modem e linea telefonica.
2.17.2)
Componente elettrica
Sarà costituita dalla linea a 220 V di collegamento dalla presa A.E.M. al singolo
programmatore e dalla linea a 24 Volt dal programmatore alle elettrovalvole.
Dovranno essere utilizzati cavi elettrici in butile, del diam. ottimale per ottenere una buona
conducibilità.
Per il collegamento dal programmatore alle elettrovalvole dovranno essere utilizzati cavi
multifilo 7x1,5 e 10x1,5 a seconda del numero di elettrovalvole da collegare.
Tutti i collegamenti dovranno essere eseguiti nel rispetto delle vigenti norme CEI, con rilascio
della relativa dichiarazione di conformità dell'impianto (D.M. 20/2/92) da parte della Ditta
appaltatrice.
Inoltre tutte le apparecchiature, quadri, parti metalliche, ove necessario e richiesto dalle
norme, dovranno essere collegati ad un idoneo impianto di terra.
2.17.13)
Rete secondaria di idranti
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Dovrà essere installata una rete di emergenza con idrantini a presa rapida in materiale
plastico con coperchio superiore diam. 1", dislocati a distanza uno dall'altro non inferiore a 25
metri.
Le rete si dipartirà dai collettori di comando, il cui flusso idrico sarà regolato da valvole a
sfera diam. 1"1/2.
2.17.14)
Schemi impiantistici
Ad impianto ultimato la ditta dovrà presentare una planimetria finale riportante in scala non
superiore a 1:250 l'esatto tracciato delle tubazioni ed ubicazione di tutti gli elementi
impiantistici (irrigatori, pozzetti, ecc.), con i relativi dati tecnici, il tutto debitamente quotato
ed appoggiato a capisaldi od elementi facilmente identificabil.
Art. 2.18 - OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE
2.18.1 Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali
· Generalità
Le opere di protezione realizzate in massi sono caratterizzate da una berma di fondazione e da
una mantellata di rivestimento della sponda. La berma sarà realizzata in maniera differente a
seconda che il corso d'acqua presenti livelli d'acqua permanenti o sia interessato da periodi di
asciutta. La mantellata dovrà essere sistemata faccia a vista, intasata con terreno vegetale e
opportunamente seminata.
· Caratteristiche dei materiali
I massi naturali utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai requisiti
essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da giunti,
fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti:
- massa volumica:
> 24 kN/m3 (2400 kgf/m3)
- resistenza alla compressione: > 80 Mpa (800 kgf/cm2)
- coefficiente di usura:
£ 1,5 mm
- coefficiente di imbibizione: £ 5%
- gelività:
il materiale deve risultare non gelivo
I massi naturali saranno di peso non inferiore a quanto prescritto negli elaborati di progetto,
non dovranno presentare notevoli differenze nelle tre dimensioni e dovranno risultare a
spigolo vivo e squadrati.
I massi artificiali, delle dimensioni definite in progetto, saranno costituiti da prismi cubici o
parallelepipedi, realizzati con calcestruzzo avente resistenza caratteristica minima Rck ³ 30
N/mm2 (300 kgf/cm2), dovranno rispondere ai requisiti di cui alle norme UNI 9858 e UNI
8981, tenendo conto in particolar modo delle prescrizioni per la durabilità riferite alle classi di
esposizione in funzione delle condizioni ambientali. Le casseforme per il confezionamento
dei massi devono essere di robustezza tale da non subire deformazioni sotto la spinta del
calcestruzzo e devono avere dimensioni interne tali che i massi risultino delle dimensioni
prescritte. Le pareti interne delle casseforme dovranno essere preventivamente trattate con
opportuni preparati (disarmanti), al fine di evitare distacchi al momento del disarmo.
L'Impresa dovrà predisporre casseforme in numero sufficiente per corrispondere
adeguatamente alle esigenze di produzione e stagionatura dei massi.
I prismi andranno realizzati su terreno perfettamente spianato e battuto e saranno costruiti in
file regolari, rettilinee e parallele fra loro, in modo da costituire una scacchiera, così da
renderne facile la numerazione.
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Il getto andrà effettuato in un'unica operazione senza interruzioni; il calcestruzzo dovrà essere
versato nelle casseforme in strati non superiori a 20 cm di altezza ed ogni strato verrà
accuratamente compresso con appositi pestelli ed opportunamente vibrato.
I massi artificiali dovranno rimanere nelle loro casseforme per tutto il tempo necessario ad un
conveniente indurimento del calcestruzzo; lo smontaggio delle casseforme non potrà
comunque avvenire prima che siano trascorse 12 ore dall'ultimazione del getto. La
movimentazione e la messa in opera dei prismi non potrà avvenire prima che siano trascorsi
28 giorni dalla data della loro costruzione e che siano state eseguite le prove di accettazione
descritte nel seguito e le operazioni di contabilizzazione.
· Modalità esecutive
I massi da impiegare dovranno essere approvvigionati a piè d'opera lungo il fronte del lavoro;
la ripresa ed il trasporto del materiale al luogo di impiego dovranno essere fatti senza arrecare
alcun danno alle sponde. Il materiale dovrà essere accostato con l'utilizzo di tavoloni o
scivoloni, in grado di proteggere le opere idrauliche: è tassativamente vietato il rotolamento
dei massi lungo le sponde.
Per lavori eseguiti in assenza di acqua, in corsi d'acqua soggetti ad asciutta, oppure, in
condizioni di magra, con livelli d'acqua inferiori a 0,50 m, la berma sarà realizzata entro uno
scavo di fondazione di forma prossima a quella trapezia.
I massi dovranno essere collocati in opera uno alla volta, in maniera che risultino stabili e non
oscillanti e in modo che la tenuta della berma nella posizione più lontana dalla sponda sia
assicurata da un masso di grosse dimensioni.
Se i lavori andranno eseguiti sotto il pelo dell'acqua, i massi saranno collocati alla rinfusa in
uno scavo di fondazione delle dimensioni prescritte, verificando comunque la stabilità
dell'opera.
Utilizzando massi artificiali, durante la posa, l'Impresa avrà cura di assicurare un adeguato
concatenamento fra i vari elementi e dovrà assolutamente evitare danneggiamenti per urti. Gli
elementi che si dovessero rompere durante le operazioni di posa andranno rimossi e sostituiti
a cura e spese dell'Impresa.
La mantellata andrà realizzata a partire dal piede e procedendo verso l'alto. Le scarpate
dovranno essere previamente sagomate e rifilate alla pendenza e alle quote prescritte per il
necessario spessore al di sotto del profilo da realizzare a rivestimento eseguito.
Ciascun elemento dovrà essere posato in modo che la giacitura risulti stabile e non oscillante,
indipendentemente dalla posa in opera degli elementi adiacenti; i giunti dovranno risultare
sfalsati sia in senso longitudinale che in senso trasversale e dovranno essere tali da assicurare
lo stretto contatto degli elementi fra loro senza ricorrere all'impiego di scaglie o frammenti.
Gli elementi costituenti i cigli di banchine saranno accuratamente scelti ed opportunamente
lavorati, al fine di ottenere una esatta profilatura dei cigli.
Dovrà essere particolarmente curata la sistemazione faccia a vista del paramento lato fiume,
in modo da fargli assumere l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o
soluzioni di continuità.
Se prescritto, le mantellate saranno intasate con terreno vegetale ed opportunamente seminate
fino ad attecchimento della coltre erbosa.
· Prove di accettazione e controllo
Prima di essere posto in opera, il materiale costituente la difesa dovrà essere accettato
dall'Ufficio di Direzione Lavori che provvederà per ogni controllo a redigere un apposito
verbale.
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Dovrà essere eseguito almeno un controllo di accettazione per ogni duemila metri cubi di
materiale lapideo da utilizzare: l'esito di tale controllo sarà vincolante per l'accettazione della
partita relativa al suddetto tratto di opera.
L'Impresa dovrà inoltre attestare, mediante idonei certificati a data non anteriore ad un anno,
le caratteristiche del materiale. Tali certificati potranno altresì valere come attestazioni
temporanee sostitutive nelle more dell'esecuzione delle prove di durata sui campioni prelevati.
Il controllo consisterà nella individuazione da parte dall'Ufficio di Direzione Lavori, a suo
insindacabile giudizio, di almeno dieci massi che dovranno essere singolarmente pesati.
La partita non verrà accettata se il peso di un solo masso verificato risulterà inferiore al peso
minimo previsto in progetto.
Se la verifica avrà invece esito positivo, si procederà al prelievo di campioni da inviare ad un
laboratorio ufficiale per l'esecuzione delle prove relative alla determinazione delle
caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale da porre in opera.
Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche dei massi naturali
(determinazione del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno
effettuate, a carico dell'Impresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per
l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232;
per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito
radente), si farà riferimento al Capo III della stessa normativa.
L'Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori i certificati del laboratorio ufficiale relativi
alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti imposti dal Capitolato.
Se i risultati delle misure o delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il
materiale, per la quantità sotto controllo, verrà scartato con totale onere a carico dell'Impresa.
Tutti gli oneri derivanti dalla necessità di eseguire le prove di accettazione saranno a carico
dell'Impresa.
Per i massi artificiali le prove di accettazione e controllo saranno eseguite sulla base delle
modalità contenute nell'allegato 2 del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 09 gennaio
1996.
In particolare le metodologie di controllo da adottarsi saranno quelle previste per il "TIPO A".
I risultati delle suddette prove dovranno essere consegnati all'Ufficio di Direzione Lavori
prima della messa in opera dei massi. Qualora i risultati delle prove fossero negativi, l'intera
partita controllata sarà scartata con totale onere a carico dell'Impresa. La presenza di tutte le
certificazioni previste nel presente paragrafo risulterà vincolante ai fini della collaudabilità
dell'opera.
Art. 3 - TERRE RINFORZATE
Formazione di terra rinforzata per altezze fino a m. 12, stabilizzata mediante geosintetici di
armatura ad alta prestazione posti a strati paralleli e risvoltati in corrispondenza del paramento
frontale. La terra utilizzata per il manufatto, disponibile in cantiere, è caratterizzata da un
angolo di attrito interno, previa compattazione, non inferiore ai 35°. Gli elementi costituenti il
sistema di rinforzo dei terreni sono: geogriglia di armatura, biostuoia in juta. Il geosintetico
di rinforzo è costituito da una geogriglia tessuta in fibra di poliestere ad alto modulo a maglia
quadrata ricoperta da uno strato protettivo in PVC. Il manufatto avrà inclinazione di 60 - 70°
al fronte, ottenuto mediante la posa di piani orizzontali distanziati di cm. 50 - 60. Per garantire
la regolarità del profilo e l'inclinazione progettuale della scarpata si procedrà all'installazione
di casseri tipo a perdere in rete elettrosaldata. Sul paramento frontale fra la casseratura e la
geogriglia sarà interposta una geostuoia antierosione risvoltata sotto e sopra di almeno 50 cm.
Geogriglie con carico di rottura nominale da 80 kN /m e da 100 kN/m.
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