SOMMARIO Art. 1 - CERTIFICAZIONE E CONTROLLI SUI MATERIALI RELATIVI ALLE OPERE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO........... 2 Art. 2 - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO ...................... 3 Art. 2.1 - SCAVI E REINTERRI...................................................................................... 3 Art. 2.2 - CORDOLI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO...................................... 4 Art. 2.3 - PAVIMENTAZIONE IN MARMETTE AUTOBLOCCANTI....................... 4 Art. 2.4 - OPERE IN CEMENTO ARMATO ................................................................... 5 Art. 2.5 - OPERE, STRUTTURE E MANUFATTI IN ACCIAIO................................. 6 Art. 2.6 - MICROPALI E PALI TRIVELLATI ............................................................... 6 Art. 2.7 - TIRANTI .............................................................................................................. 7 Art. 2.8 - TRACCIAMENTI ............................................................................................... 7 Art. 2.9 - GABBIONI METALLICI E LORO RIEMPIMENTO ................................... 7 Art. 2.10 - GIUNTI E APPARECCHI DI APPOGGIO ................................................... 8 Art. 2.11 - IMPERMEABILIZZAZIONE ......................................................................... 8 Art. 2.12 - MASSICCIATA E PAVIMENTAZIONE STRADALE ............................... 8 Art. 2.13 - SEGNALETICA VERTICALE...................................................................... 38 Art. 2.14 - CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA VERNICE SPARTITRAFFICO PER LA SEGNALETICA ORIZZONTALE .......... 44 Art. 2.15 - FORNITURA E POSA DI BARRIERE ELASTICHE DI PROTEZIONE46 Art. 2.16 - OPERE A VERDE........................................................................................... 49 Art. 2.17 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE .................................................................... 66 Art. 2.18 - OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE...................................................... 70 Art. 3 - TERRE RINFORZATE .......................................................................................... 72 SP23_disciplinare_descrittivo pag. 1 Art. 1 - CERTIFICAZIONE E CONTROLLI SUI MATERIALI RELATIVI ALLE OPERE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO 1. Ai sensi del D.M. 9/01/96 - allegato 2 "controlli sul conglomerato" si prescrive in fase di esecuzione dei muri di sostegno, della soletta degli impalcati, delle spalle delle pile e delle altre opere in cemento armato ordinario o precompresso, almeno un prelievo giornaliero. Si ricorda che un prelievo consiste nella confezione di due provini cubici. Tale procedura è necessaria qualora la produzione di calcestruzzi superi i 1500 m3 e pertanto si ricade nei controlli tipo "B" del succitato allegato. In generale si il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori o di un tecnico di sua fiducia che avrá cura di apporre sigle, etichettature indelebili, ecc., sui provini da inviare ai Laboratori Ufficiali. Tali "controlli di accettazione" sono assolutamente obbligatori ed il Collaudatore è tenuto a controllarne la validità; ove ciò non fosse, il Collaudatore è obbligato a far eseguire delle prove che attestino le caratteristiche del conglomerato, seguendo la stessa procedura che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai "controlli di accettazione". 2. Ai sensi del D.M. 9/01/96 - allegato 3 "controlli su acciai da precompresso" si prescrive il prelievo di almeno l campione costituito da almeno 10 saggi prelevati da altrettanti rotoli, bobine o fasci. Se il numero dei rotoli, bobine o fasci costituenti il lotto fosse inferiore a 10, da alcuni rotoli o bobine dovranno essere prelevati due saggi, uno da ciascuna estremità. Per le barre dovranno essere prelevati due saggi da due barre diverse dello stesso fascio. Ogni saggio dovrá recare contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo, bobina o fascio di provenienza. I saggi saranno utilizzati per l'esecuzione delle prove nel numero minimo indicato nella colonna 4 della tabella 1 dell'allegato suddetto. Si richiede, inoltre, la documentazione riguardante le prove di qualificazione in stabilimento riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di tempo di almeno sei mesi. 3. Controlli in cantiere sulle armature da C.A.O.: per ogni diametro si prescrive il prelievo di 3 spezzoni marchiati, scelti entro ciascun gruppo di diametri per ciascuna partita prescelta, sempreché il marchio e la documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere estesi agli altri diametri della partita. Le prove dovranno essere effettuate presso un Laboratorio Ufficiale e riguarderanno la resistenza e la duttilità. Qualora il risultato non sia conforme a quello dichiarato dal produttore, il direttore dei lavori disporrà la ripetizione della prova su sei ulteriori campioni dello stesso diametro; ove anche da tale accertamento i limiti dichiarati non risultino rispettati, il controllo deve estendersi, previo avviso al produttore, a 25 campioni. L'ulteriore risultato negativo comporterá l'inidoneità della partita e la trasmissione dei risultati al produttore, che sarà tenuto a farli inserire tra i risultati dei controlli statistici della sua produzione. Il direttore dei lavori comunicherá il risultato anomalo sia al Laboratorio Ufficiale incaricato del controllo in stabilimento che al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale. 4. Manufatti prefabbricati prodotti in serie: I manufatti prefabbricati dovranno essere costruiti sotto la direzione di un tecnico a ciò abilitato, che per essi assume le responsabilità stabilite dalla legge per il direttore dei lavori. A cura di detto tecnico dovranno essere eseguiti i prelievi di materiali, le prove ed i controlli di produzione sui manufatti finiti con le modalità e la periodicità previste dalle Norme specifiche (vedi D.M. 9/01/1996). I certificati delle prove dovranno essere conservati dal produttore. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 2 Ai sensi dell'art. 9 della legge 5 novembre 1971, n. 1086, ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà essere accompagnata da apposite istruzioni nelle quali vengono esposte le modalità di trasporto e montaggio, nonché le caratteristiche ed i limiti di impiego dei manufatti stessi. Ogni fornitura di manufatti prefabbricati dovrà inoltre essere accompagnata, anche da un certificato di origine firmato dal produttore, il quale con ciò assume per i manufatti stessi le responsabilità che la legge attribuisce al costruttore, e dal tecnico responsabile della produzione. Il certificato dovrà garantire la rispondenza del manufatto alle caratteristiche di cui alla documentazione depositata al Ministero dei LL.PP., e portare l'indicazione del tecnico che ne risulta, come sopra detto, progettista. In presenza delle condizioni sopra elencate, i manufatti prefabbricati potranno essere accettati senza ulteriori esami o controlli. Copia del certificato d'origine dovrà essere allegato alla relazione del direttore dei lavori di cui all'art. 6 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Art. 2 - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO PRESCRIZIONI TECNICHE Art. 2.1 - SCAVI E REINTERRI Verranno eseguiti a macchina e a mano qualora giudicato necessario dalla Direzione Lavori e/o dalle condizioni tecniche ed operative. Le pareti di scavo dovranno presentarsi ben agguagliate e a bordi rettilinei; è compreso l'onere per il taglio della superficie stradale con macchina a disco rotante. I materiali di risulta saranno depositati e sistemati in cantiere a seguito di disposizioni impartite dalla Direzione Lavori, o trasportate alle Pubbliche Discariche a carico dell'Impresa Appaltatrice. Il reinterro verrà effettuato coi materiali di risulta dello scavo, se giudicati idonei dalla Direzione Lavori, previa eliminazione del pietrame grossolano superiore a 100 mm, per strati successivi non superiori a cm 30 di altezza, che debbono essere costipati e bagnati almeno fino a 100 cm di copertura. Durante le operazioni di scavo e i lavori susseguenti dovrà essere mantenuto il libero transito dei veicoli, anche eventualmente su di una sola corsia di marcia, compatibilmente con la sicurezza e la stabilità della sede stradale. Le relative segnalazioni, compresi semafori per la regolamentazione del senso unico alternato, sono a carico dell'impresa Prima di iniziare i lavori in argomento l'Appaltatore dovrà accertare con ogni cura la natura, lo stato e il sistema costruttivo delle opere da demolire, disfare o rimuovere, al fine di affrontare con tempestività e adeguatezza di mezzi ogni evenienza che possa comunque presentarsi. Salvo diversa prescrizione, l'Appaltatore disporrà la tecnica più idonea, le opere provvisionali, i mezzi d'opera, i macchinari e l'impiego del personale. Di conseguenza sia l'Amministrazione che il personale di Direzione e sorveglianza resteranno esclusi da ogni responsabilità connessa all'esecuzione dei lavori di cui trattasi. Dovranno essere osservate, in fase esecutiva, le norme riportate nel D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni), nel D.M. 2 settembre 1986 e nelle successive disposizioni di Legge in materia di infortuni sul lavoro. Sono compresi gli oneri per l'interruzione di tutti gli eventuali servizi ed erogazioni e per lo svuotamento delle tubazioni e serbatoi. La zona dei lavori sarà opportunamente delimitata, i passaggi saranno ben individuati e adeguatamente protetti. Protezioni idonee saranno ben individuati e adeguatamente protetti. Protezioni idonee saranno predisposte per tutte le zone, interne ed esterne, che possano essere comunque interessate alla caduta di materiali. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 3 Le demolizioni avanzeranno tutte alla stessa quota, dall'alto verso il basso; dovranno essere evitate zone anche localizzate di instabilità strutturale e comunque, specie durante le sospensioni, si procederà ad opportuni sbarramenti. E' tassativamente vietato il lavoro degli operai sulle strutture da demolire; questi dovranno servirsi di appositi ponteggi indipendenti. Salvo esplicita autorizzazione della D.L. (ferma restando nel caso la responsabilità dell'Appaltatore) sarà altresì vietato l'uso di esplosivi nonché ogni intervento basato su azioni di scalzamento, ribaltamento per spinta o per trazione. Le demolizioni, i disfacimenti e le rimozioni dovranno essere limitate alle parti e dimensioni prescritte. Per qualsiasi ragione tali interventi venissero estesi a parti non dovute l'Appaltatore sarà tenuto a proprie spese al ripristino delle stesse, ferma restando ogni responsabilità per eventuali danni. Tutti i materiali provenienti dalle operazioni in argomento, ove non diversamente specificato, resteranno di proprietà dell'Amministrazione. Competerà però all'Appaltatore l'onere della selezione, pulizia, trasporto e immagazzinamento o accatastamento nelle aree fissate dalla D.L. dei materiali utilizzabili e il trasporto a discarica dei materiali di scarto. Art. 2.2 - CORDOLI IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO Per la cordonata di delimitazione degli attraversamenti e le barriere di protezione si provvederà alla posa di elementi prefabbricati in calcestruzzo, aventi le seguenti caratteristiche: - sezione trapezia di 30 cm di base, 15 cm di altezza su un lato e 18 cm sull'altro lato. Tali misure potranno variare in seguito a disposizione della D.L. - gli elementi saranno di norma lunghi 100 cm, salvo nei tratti di curva a stretto raggio o casi particolari per i quali la D.L. potrà chiedere dimensioni minori. Il bordo superiore esterno sarà arrotondato con raggio di 1,5 cm. La resistenza caratteristica del calcestruzzo (Rck) dovrà avere valore uguale o superiore a 45 N/mm2. L'assortimento degli inerti varierà con curva regolare tra 0 e 20 mm. Lo strato superficiale delle cordonate per la sola faccia a vista, sarà effettuato con graniglia bianca e polvere bianca, mescolate con 500 kg di cemento bianco per metro cubo di impasto. Lo spessore medio di detto impasto sarà di 8 cm. Gli elementi verranno posati su un letto di calcestruzzo avente Rck non minore di 20 N/mm2. avente spessore minimo di 4 cm e rinfiancati per tutta la loro lunghezza sul fianco rivolto verso l'interno delle banchine con il calcestruzzo di allettamento; il rinfianco giungerà, con scarpa di 45o, sino a 9 cm dal bordo superiore della cordonata. Il vano risultante dal taglio della pavimentazione e compreso tra la pavimentazione stessa e il cordolo verrà intasato con conglomerato bituminoso o pietrischetto bitumato di miscela prescritta dalla D.L., fortemente costipata con pestello, e tale da garantire l'assoluta continuità fra pavimentazione e cordonata. Gli elementi del cordolo verranno posati attestati, lasciando fra le teste contigue lo spazio di 0,5 cm. Tale spazio sarà riempito da malta cementizia dosata a 350 kg di cemento per ogni metro cubo di sabbia. In corrispondenza degli scambi di carreggiata le cordonate a cuspide di delimitazione della zona di transito verranno realizzate di getto, secondo i disegni e le prescrizioni che verranno forniti dalla D.L. I cordoli dovranno essere collocati perfettamente paralleli all'asse stradale e secondo le livellette di progetto. Art. 2.3 - PAVIMENTAZIONE IN MARMETTE AUTOBLOCCANTI SP23_disciplinare_descrittivo pag. 4 Per le pavimentazioni in marmette autobloccanti in calcestruzzo si provvederà alla posa di masselli in conglomerato cementizio vibrato e pressato con resistenza di valore uguale o superiore a 50 N/mm2 , secondo il disegno e la colorazione prevista dagli elaborati grafici di progetto. La pavimentazione verrà posata su uno strato di allettamento in sabbia lavata e vagliata dello spessore minimo di 5 cm, previa spianatura, regolarizzazione e idonea compattazione dello strato di appoggio; la base di appoggio dovrà essere strutturalmente sana e ripulita da eventuali inquinanti organici e non. Qualora lo strato di appoggio consista in pavimentazione bituminosa esistente, il sottofondo di allettamento dovrà essere costituito da uno strato di 3 cm di spessore di misto cementato con dosaggio minimo di 60 kg di cemento per ogni metro cubo di sabbia lavata e vagliata. Dovranno essere rispettate le prescrizioni della D.L. in merito alla curvatura e bombatura della sezione risultante, e lo scostamento trasversale e longitudinale non dovrà essere superiore a 10 mm ogni 3 m di pavimentazione. Lo scostamento verticale tra i masselli in calcestruzzo non dovrà in alcun caso superare i 2 mm. Lungo i bordi non dovranno essere lasciati interstizi o vuoti della pavimentazione, qualora richiesto dal profilo adottato si procederà al taglio degli elementi necessari mediante splittatura o idoneo procedimento con altri mezzi meccanici in grado di assicurare un taglio perfettamente rettilineo. Dopo la posa delle marmette si procederà alla necessaria compattazione con piastra vibrante di peso non inferiore a 180 kg, o comunque in grado di sviluppare una forza centrifuga non inferiore a 800 kg, con frequenza di vibrazione compresa fra 75 e 100 Hz. La cordolatura laterale dovrà essere posata prima della sistemazione delle formelle per pavimentazione. Art. 2.4 - OPERE IN CEMENTO ARMATO Nell'esecuzione delle opere in cls semplice ed armato l'Appaltatore dovrà attenersi alla Legge 05.11.1971 n. 1086 e alle relative norme tecniche di esecuzione. L'Appaltatore dovrà attenersi ai disegni esecutivi e alle norme che gli verranno impartite, salvo motivate riserve da presentare per iscritto, oltre alle prescrizioni relative all'art. 1. Per quanto non specificatamente descritto si rimanda alla Legge 05.11.1971 n. 1086, al D.M. 9 gennaio 1996 "norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche", nonché, qualora non per legge determinato, alle norme ICITE/1971 se il cls sarà preconfezionato fuori cantiere, e comunque alle norme UNI 61267, 8, 9, 6130, 1, 2/67 e 693, 4768,6686/70 per ogni prova richiesta dalle parti sui materiali in calcestruzzo o suoi componenti. Nel caso di opere di sostegno rivestite in pietra, per l’intasamento delle pietre con malta cementizia dovrà essere previsto l’arretramento della stessa nei rivestimenti in massetto dei muri in c.a. ad imitazione dei locali muri dipietra. Il rivestimento dei muri controripa o sottoscarpa avverrà in pietra a spacco di origine locale, di adeguato spessore e pezzatura, posata con giunti aperti, riducendo il ricorso a soluzioni di eccessiva regolarità sia nella dimensione dei conci sia nella loro disposizione, in coerenza con le tecniche costruttive tradizionali e con le preesistenze documentarie ed architettoniche presenti nel contesto d’intervento Le scarpate di nuova formazione dovranno essere ripristinate con sistemazione morfologica e inerbimento delle superfici. Le aree destinate ai siti di cantiere saranno sottoposte ad operazioni di ripristino morfologico e vegetativo a conclusione degli interventi, così come le eventuali aree destinate alla deponia temporanea dei materiali da utilizzare per la realizzazione dell’intervento; SP23_disciplinare_descrittivo pag. 5 eventuali interventi realizzati a margine del sedime stradale a servizio del cantiere saranno oggetto di operazioni di pronto recupero morfologico e vegetativo. Tutte le attività di sistemazione e ripristino paesistico-ambientale dei siti d’intervento dovranno procedere per lotti funzionali con l’avanzamento dei lavori di riqualificazione della strada in oggetto. Art. 2.5 - OPERE, STRUTTURE E MANUFATTI IN ACCIAIO Tutti materiali in acciaio e metallo in genere, destinati all'esecuzione di opere e di manufatti, dovranno corrispondere a quanto determinato dalla Legge 05.11.1971 n. 1086, al D.M. 14 febbraio 1992 "norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche", alle prescrizioni in elenco o alle disposizioni che più in particolare potranno essere impartite dalla D.L. L'Appaltatore dovrà attenersi ai disegni esecutivi e alle norme che gli verranno impartite, salvo motivate riserve da presentare per iscritto. L'Appaltatore sarà tenuto a dare tempestivo avviso dell'arrivo in officina o in cantiere dei materiali approvvigionati, in modo da consentire il prelievo di campioni di materiale da sottoporre ad analisi e prove di resistenza, prima che ne venga iniziata la lavorazione. Tutti i metalli dovranno essere lavorati con regolarità di forme e dimensioni e nei limiti delle tolleranze consentite. Il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, dovranno essere fatti con dispositivi agenti per pressione, quando possibile; riscaldamenti locali, se ammessi, non dovranno dar luogo a eccessive tensioni residue. I tagli potranno essere eseguiti a cesoia o anche a ossigeno purché regolari. Tutti i tagli a vista dovranno essere rifiniti con la smerigliatrice, cosi' come i tagli irregolari. I fori per chiodi e bulloni dovranno sempre essere eseguiti con trapano, ed è comunque vietato l'uso della fiamma. I pezzi destinati a essere chiodati o bullonati in opera dovranno essere marcati in modo da poter riprodurre durante il montaggio definitivo le posizioni d'officina all'atto dell'alesatura. Verniciatura: prima dell'inoltro in cantiere tutti i manufatti, le strutture o parti di esse, quando non diversamente disposto per iscritto dalla D.L., dovranno ricevere una mano di vernice di fondo, previa accurata preparazione delle superfici. Nelle strutture chiodate, saldate o bullonate dovranno essere sottoposte al trattamento di verniciatura non soltanto le superfici esterne, ma anche le parti interne dei cassoni le facce dei giunti e le superfici destinate a contatto, con la sola esclusione dei giunti ad attrito, che dovranno essere accuratamente protetti ad avvenuto definitivo serraggio. A pie' d'opera, prima di iniziare il montaggio, si dovranno ripristinare tutte le verniciature eventualmente danneggiate. Oltre alla verniciatura di protezione con fondo antiruggine la voce in elenco comprende e compensa la coloritura a smalto in due riprese, con smalto sintetico a base di resine epossidiche, siliconiche, poliestere o poliuretaniche e additivi antipelle o altro, con buona resistenza agli urti, alle macchie, all'azione dell'acqua, della luce, degli agenti atmosferici e decoloranti in genere. L'intervallo di tempo tra una ripresa e la successiva deve essere di almeno 24 ore e la seconda mano deve essere effettuata con la stessa tinta ma con sfumatura di tono leggermente diversa, si che possa distinguersi una mano dall'altra. Art. 2.6 - MICROPALI E PALI TRIVELLATI I micropali del tipo ad iniezione saranno eseguiti mediante trivellazione a rotazione con apposita attrezzatura a circolazione di fluido. E' compreso l'attraversamento di terreni di qualsiasi natura e consistenza, incluso murature, trovanti rocciosi e roccia. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 6 E' altresì compresa la fornitura e la posa in opera del tubo metallico di armatura, inclusi gli oneri per la foratura, filettatura, sfrido. I pali tivellati a grande diametro saranno eseguiti con perforazione a percussione o a rotazione secondo le prescrizioni della Direzione Lavori. Saranno formati da calcestruzzo con R'ck non inferiore a 30 N/mm2 e da armature in acciaio nervato del tipo Fe B 44 k controllato in stabilimento. E' compreso la formazione del foro fino alla profonditá di m 20 in terreni di qualsiasi natura, stratificazione, durezza e consistenza, asciutti o bagnati, anche in presenza di acqua, inclusa anche la roccia dura da mina ed i trovanti di qualsiasi dimensione. Lo scavo portá avvenire anche in centro abitato, in presenza di case, dei servizi cittadini e del traffico pedonale. Nei prezzi sono compresi e compensati gli oneri per l'infissione di tubo forma fino alla profonditá richiesta ed il ritiro graduale dello stesso durante la realizzazione del fusto e per l'impiego eventuale di fanghi bentonitici. E' compreso l'eventuale onere di controcamicia di lamierino per il contenimento del getto nella parte in acqua. Sono altresí comprese la sistemazione delle testate dei pali, l'onere di eventuali sovraspessori di scavo e di calcestruzzo sia alla base che lungo il fusto del palo, le prove di carico ed ogni altro onere, noleggio e fornitura per dare i pali completi in ogni loro parte. Le dimensioni dell'armatura saranno corrispondenti a quelle evidenziate dalla relazione di calcolo e comunque approvate dalla Direzione dei Lavori. Art. 2.7 - TIRANTI I tiranti in c.a.p. saranno eseguiti mediante perforazione a rotopercussione attraverso murature e terreni di qualsiasi natura e consistenza, anche in presenza di venute d'acqua. E' compresa l'iniezione cementizia fino a un massimo di volume teorico ottenuto dal prodotto della sezione teorica con diametro doppio di quello della perforazione. Sono altresì comprese la fornitura e la relativa posa dell'armatura per c.a.p. in trefoli di acciaio armonico, delle piastre di ancoraggio delle testate con i relativi accessori, nonché la messa in tensione finale volta ad ottenere la capacità determinata dal progetto. Art. 2.8 - TRACCIAMENTI Avvenuta la consegna dei lavori, l'Impresa controllera' la picchettazione dei lavori ed i capisaldi posti dalla Direzione Lavori. Senza accordo con la Direzione Lavori, conseguente a verbale apposito controfirmato dalla Direzione Lavori e dall'Impresa, non potranno essere variate, anche di numero, le sezioni trasversali di consegna ed i capisaldi. A questi ultimi sempre dovra' essere riferita ogni misurazione contabile. Art. 2.9 - GABBIONI METALLICI E LORO RIEMPIMENTO I gabbioni metallici forniti per l'esecuzione di opere di contenimento o sbancamento saranno di forma prismatica e costituiti da maglie esagonali a doppia torsione. Le dimensioni del filo delle maglie e dei tiranti, il peso e le capacità dei gabbioni verranno di volta in volta precisati dalla Direzione Lavori. Il filo metallico costituente la rete, il filo per le cuciture, nonché il filo per tiranti dovranno essere zincati col procedimento della "zincatura forte". SP23_disciplinare_descrittivo pag. 7 Le prove di collaudo della zincatura di essi, da eseguirsi prima della messa in opera dei gabbioni, dovranno essere condotte secondo le norme e le prescrizioni di cui alle tabelle UNI 1475, 1476 - Ed. giugno 1941 - e 4007, Ed. marzo 1958. Il quantitativo dei campioni da sottoporre - per ogni partita di gabbioni - alle suddette prove di collaudo, sarà fissato dalla Direzione Lavori. Se il 20% o più dei campioni prelevati per le prove darà un risultato inferiore a quello prescritto dalle norme contenute nelle sopraccitate tabelle UNI, la partita dei gabbioni in collaudo sarà scartata o declassata di un minimo del 20% od in misura maggiore a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, ciò agli effetti contabili. Il riempimento delle gabbionate verrà effettuato con pietrame e ciottoli (di dimensioni tali che non possano passare in alcun senso attraverso le maglie della rete), collocati a mano e le fronti in vista saranno lavorate analogamente alla muratura a secco con analogo onere di parametro. Durante il collocamento verranno posti in opera i tiranti di attraversamento riunenti le opposte pareti e quelli riunenti le testate e le pareti. Art. 2.10 - GIUNTI E APPARECCHI DI APPOGGIO I giunti di dilatazione e impermeabilita' e gli apparecchi di appoggio dovranno essere idonei a sopportare nel tempo tutte le deformazioni e sollecitazioni previste dalla relazione di calcolo e dalle condizioni operative di installazione e di impiego. I disegni esecutivi e i materiali impiegati dovranno essere preventivamente sottoposti all'approvazione della Direzione Lavori. Art. 2.11 - IMPERMEABILIZZAZIONE L'impermeabilizzazione verrà realizzata con un manto continuo e imperforabile dello spessore minimo di mm 4, costituito da una miscela ottimale di catrami e/o bitumi e malte asfaltiche, leganti epossidici ed elastomeri compatibili. Le superfici da impermeabilizzare dovranno presentare un piano di posa perfettamente livellato e privo di asperità, preventivamente pulito con lavaggio ad acqua calda in pressione e successivamente asciugato; in ogni caso la stagionatura non dovrà risultare inferiore a 20 giorni. La stesa del prodotto sintetico dovrà avvenire in unica soluzione con speciale attrezzatura di spruzzo che preveda la miscelazione in testa dei componenti preriscaldati a una temperatura minima di 180{{ring}}. La temperatura di applicazione dovrà essere compresa fra 140{{ring}} e 150{{ring}} , dovranno essere evitate occlusioni aeriformi. Art. 2.12 - MASSICCIATA E PAVIMENTAZIONE STRADALE 2.12.1 GENERALITÀ In linea generale, salvo diversa disposizione della DL, la sagoma stradale per tratti in rettifilo sarà costituita da due falde inclinate in senso opposto aventi pendenza trasversale del 2%, raccordate in asse da un arco di cerchio avente tangente di m 0.50. Alle banchine sarà invece assegnata la pendenza trasversale del 2.5 %. Le curve saranno convenientemente rialzate sul lato esterno con la pendenza prevista da progetto in accordo con la DL, in funzione del raggio di curvatura e con gli opportuni tronchi di transizione per il raccordo della sagoma in curva con quella dei rettifili o altre curve precedenti e seguenti. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 8 Il tipo e lo spessore dei vari strati, costituenti la sovrastruttura, saranno quelli stabiliti, per ciascun tratto, dal progetto in accordo con la DL, in base ai risultati delle indagini geotecniche e di laboratorio eseguite. I materiali, le terre, impiegati nella realizzazione della sovrastruttura, nonché la loro provenienza dovranno soddisfare le prescrizioni riportate in questa sezione. La DL potrà ordinare ulteriori prove su detti materiali, presso il Laboratorio Provinciale o presso altri Laboratori Ufficiali. L’approvazione della DL circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non solleverà l’Impresa dalla responsabilità circa la riuscita del lavoro. L’Impresa dovrà curare di garantire la costanza della massa, nel tempo, delle caratteristiche delle miscele, degli impasti e della sovrastruttura resa in opera. Salvo che non sia diversamente imposto dai punti seguenti, la superficie finita della pavimentazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto più di 1 cm, controllata a mezzo di un regolo lungo 4.50 m disposto secondo due direzioni ortogonali, è ammessa una tolleranza in più o in meno del 3%, rispetto agli spessori di progetto, purchè questa differenza si presenti solo saltuariamente. La pavimentazione stradale sui ponti deve sottrarre all’usura ed alla diretta azione del traffico l’estradosso del ponte e gli strati di impermeabilizzazione su di esso disposti. Allo scopo di evitare frequenti rifacimenti, particolarmente onerosi sul ponte, tutta la pavimentazione, compresi i giunti e le altre opere accessorie, deve essere eseguita con materiali della migliore qualità e con la massima cura esecutiva. Di norma la pavimentazione stradale sul ponte deve essere tale da non introdurre apprezzabili variazioni di continuità rispetto alla strada nella quale il ponte è inserito. Pertanto, in linea di massima, nel caso di sovrastrutture di tipo "flessibile", salvo casi particolari, sul ponte devono proseguire gli strati superiori di pavimentazione in conglomerato bituminoso. L'anzidetta pavimentazione deve presentare pendenza trasversale minima non inferiore al 2%. Il conglomerato bituminoso deve presentare una percentuale di vuoti particolarmente bassa onde ridurre i pericoli di permeazione e saturazione d'acqua nella pavimentazione, facilitate dalla presenza della sottostante impermeabilizzazione, aventi idonee caratteristiche tecniche costruttive. La massicciata sarà eseguita con materiali inerti provenienti da cave di prestito aperte ed esercitate dall'Impresa e riconosciuti idonei dalla Direzione Lavori; la miscela degli inerti dovrà comunque rientrare nella curva granulometrica riportata nelle norme CNR-UNI 10006. Il costipamento sarà effettuato con l'attrezzatura più idonea al tipo di materiale impiegato e alle condizioni di lavoro, e comunque approvata dalla Direzione Lavori. Il costipamento di ogni strato, dello spessore massimo finito di cm 10, dovrà essere eseguito fino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della densità massima ottenuta con la prova AASHO modificata e un valore del modulo di deformazione a compressione non inferiore a 800 kg/cm2. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 9 2.12.2 STRATI DI FONDAZIONE 2.12.2.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato La fondazione è costituita da miscele di terre stabilizzate granulometricamente; la frazione grossa di tali miscele (trattenuto al setaccio 2 UNI) può essere costituita da ghiaie, frantumati, detriti di cava, scorie o anche altro materiale ritenuto idoneo dalla Direzione Lavori. La fondazione potrà essere formata da materiale idoneo pronto all'impiego oppure da correggersi con adeguata attrezzatura in impianto fisso di miscelazione o in sito. Lo spessore della fondazione sarà conforme alle indicazioni di progetto e/o dalla Direzione Lavori, e verrà realizzato mediante sovrapposizione di strati successivi. 2.12.2.1.1 Fondazione eseguita con materiale proveniente da cava, da scavi o da depositi 2.12.2.1.1.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare Il materiale da impiegare, dopo l'eventuale correzione e miscelazione in impianto fisso, dovrà rispondere alle caratteristiche seguenti: a) dimensioni non superiori a 71 mm, né forma appiattita, allungata o lenticolare; b) granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti: Serie crivelli e setacci UNI crivello crivello crivello crivello crivello setaccio setaccio setaccio 71 40 25 l0 5 2 0,4 0,075 Passante % totale in peso 100 75 - 100 60 - 87 35 - 67 25 - 55 15 - 40 7 - 22 2 - 10 c) rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3; d) perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR pezzature inferiore al 30%; e) equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) misurato sulla frazione passante al setaccio n 4 compreso tra 25 e 65 (la prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento). 34 - 1973) eseguita sulle singole Tale controllo dovrà essere eseguito anche sul materiale prelevato dopo costipamento. Il limite superiore dell'equivalente in sabbia -65- potrà essere variato dalla Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del materiale. Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25-35, la Direzione Lavori richiederà in ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi SP23_disciplinare_descrittivo pag. 10 frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) di cui al successivo comma. f) indice di portanza CBR (CNR – UNI 10009) dopo quattro giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale passante al crivello 25) non minore di 50. inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ± 2% rispetto all'umidità ottima di costipamento. Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi, l'accettazione avverrà sulla base delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi a), b), d), e), salvo nel caso citato al comma e) in cui la miscela abbia equivalente in sabbia compreso tra 25 – 35; g) Prova di costipamento delle terre, con energia AASHO modificata (CNR 69 – 1978). Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate a cura dell’Impresa, sotto il controllo della Direzione Lavori, mediante prove di laboratorio sui campioni prelevati in contraddittorio con la Direzione Lavori a tempo opportuno, prima dell'inizio delle lavorazioni. L'Impresa dovrà indicare per iscritto il tipo di lavorazione che intende adottare ed il tipo e la consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata. I requisiti di accettazione verranno accertati dalla Direzione Lavori con controlli sia preliminari che in corso d'opera. In quest'ultimo caso verrà prelevato il materiale in sito già miscelato, prima e dopo il costipamento. Per il materiale proveniente da cave l'impresa dovrà indicare le fonti di approvvigionamento e la Direzione Lavori si riserva di accertarne i requisiti di accettazione mediante controlli sia in cava che in corso d'opera con le modalità sopra specificate. Il materiale, qualora la Direzione Lavori ne accerti la non rispondenza anche ad una sola delle caratteristiche richieste, non potrà essere impiegato nella lavorazione e se la stessa Direzione Lavori riterrà, a suo insindacabile giudizio, che non possa essere reso idoneo mediante opportuni interventi correttivi da effettuare a cura e spese dell'Impresa, dovrà essere allontanato dal cantiere. 2.12.2.1.1.2 Modalità esecutive Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza previsti in progetto ed essere ripulito da materiale estraneo. Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi, dopo il costipamento, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti. L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante dispositivo spruzzatori. A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostituito a cura e spese dell'Impresa. Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 11 Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento per ogni cantiere, verranno accertate dalla Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere. Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della densità massima fornita dalla prova AASHTO modificata (CNR 69 – 1978) con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al crivello 25 (AASHTO T 180-57 metodo D). Se la misura in sito riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di dimensioni maggiori di mm 25, la densità ottenuta verrà corretta in base alla formula: di Pc (l00 - x) dr = ------------------100 Pc - x di dr = densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm, da paragonare a quello AASHTO modificata determinata in laboratorio; di = densità della miscela intera; Pc = Peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm; X = percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm. La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele contenenti una percentuale in peso di elementi di dimensione superiore a mm 35, compresa tra il 25% e il 40%. In tal caso nella stessa formula, al termine x dovrà essere sempre dato il valore 25 (indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso trattenuto al crivello UNI 25 mm). Il valore del modulo di deformazione (CNR 146 – 1992) nell'intervallo compreso fra 0,15 - 0, 25 MPa non dovrà essere inferiore a 80 MPa. In caso contrario l'impresa, a sua cura e spese dovrà adottare tutti i provvedimenti atti al raggiungimento del valore prescritto, non esclusa la rimozione ed il rifacimento dello strato. La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di 4, 00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5% purché questa differenza si presenti solo saltuariamente. In caso contrario l’Impresa a sua cura e spese, dovrà provvedere al raggiungimento dello spessore prescritto. 2.12.2.2 Fondazione in misto cementato confezionato in centrale Il misto cementato per fondazione o per base sarà costituito da una miscela di aggregati lapidi, impastata con cemento ed acqua in impianto centralizzato con dosatori a peso o a volume, da SP23_disciplinare_descrittivo pag. 12 stendersi in unico strato dello spessore indicate in progetto e comunque non dovrà mai avere uno spessore finito superiore ai 20 cm o inferiore ai 10 cm. 2.12.2.2.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare 2.12.2.2.1.1 Inerti Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava e/o di fiume con percentuale di frantumato complessiva compresa tra il 30% ed il 60% in peso sul totale degli aggregati. La Direzione Lavori potrà autorizzare l’impiego di quantità di materiale frantumato superiore al limite stabilito, in questo caso la miscela finale dovrà essere tale da presentare le stesse resistenze a compressione e a trazione a sette giorni prescritte nel seguito; questo risultato potrà ottenersi aumentando la percentuale delle sabbie presenti nella miscela e/o la quantità di passante al setaccio 0,75 mm. Gli inerti dovranno avere i seguenti requisiti: a) dimensioni non superiori a 40 mm, né di forma appiattita, allungata o lenticolare; b) granulometria compresa nel seguente fuso ed avente andamento continuo ed uniforme (CNR 23 - 1971): Serie Passante crivelli e setacci UNI totale in peso crivello 40 crivello 30 crivello 25 crivello 15 crivello l0 crivello 5 setaccio 2 setaccio 0,4 setaccio 0,18 setaccio 0,075 100 80 - 100 72 - 90 53 - 70 40 - 55 28 - 40 18 - 30 8 - 18 6 -.14 5 - 10 c) perdita in peso alla prova Los Angeles (CNR 34 - 1973) non superiore al 30% in peso; d) equivalente in sabbia (CNR 27 – 1972) compreso fra 30 - 60; e) indice di plasticità (CNR UNI 10014) non determinabile (materiale non plastico). 2.12.2.2.1.2 Legante Dovrà essere impiegato cemento normale (Portland, pozzolanico o d'alto forno). A titolo indicativo la percentuale di cemento sarà compresa tra il 2, 5% ed il 3,5% sul peso degli aggregati asciutti. E’ possibile sostituire parzialmente il cemento con cenere di carbone del tipo leggero di recente produzione: orientativamente le ceneri leggere possono sostituire fino al 40% del peso indicato di cemento. La quantità in peso di ceneri da aggiungere per ottenere pari caratteristiche meccaniche scaturirà da apposite prove di laboratorio da effettuare a cura dell'Impresa e sotto il controllo della Direzione Lavori. Indicativamente ogni punto percentuale di cemento potrà essere sostituito da 4-5 punti percentuali di ceneri. 2.12.2.2.1.3 Acqua SP23_disciplinare_descrittivo pag. 13 Dovrà essere esente da impurità dannose, oli, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva. La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all’umidità ottima di costipamento (CNR 69 – 1978) con una variazione compresa entro ±2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze indicate di seguito. 2.12.2.2.2 Studio della miscela in laboratorioL'Impresa dovrà sottoporre all'accettazione della Direzione Lavori la composizione granulometrica da adottare e le caratteristiche della miscela. La percentuale di cemento e delle eventuali ceneri volanti, come la percentuale di acqua, dovranno essere stabilite in relazione alle prove di resistenza eseguite sui provini cilindrici confezionati entro stampi CBR (CNR-UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa i cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio. Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura dello stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di 17, 78 cm.La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli aggregati, mescolandole tra loro, con il cemento, l'eventuale cenere e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino. Comunque prima di immettere la miscela negli stampi si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm allontanando gli elementi trattenuti (di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente. La miscela verrà costipata su 5 strati, con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHTO modificato, con 85 colpi per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata (diametro pestello 51+0,5 mm, peso pestello 4,535+0,005 Kg, altezza di caduta 45,7 cm). I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 h e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 293 K); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida. Operando ripetutamente nel modo suddetto, con l'impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferite alla miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello 25) potranno essere determinati i valori necessari al tracciamento dei diagrammi di studio. Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante. I provini dovranno avere resistenza a compressione a 7 giorni non minore di 2,5 MPa e non superiore a 4,5 MPa, ed a trazione secondo la prova “brasiliana” (CNR 97 – 1984), non inferiore a 0,25 MPa. Per particolari casi è facoltà della Direzione Lavori accettare valori di resistenza a compressione fino a 7,5 MPa (questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ±15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo). Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelti la curva, la densità e le resistenze da confrontare con quelle di progetto e da usare come riferimento nelle prove di controllo. 2.12.2.2.3 Requisiti di accettazione delle miscele Le caratteristiche granulometriche delle miscele, potranno avere una tolleranza di ± 5 punti % fino al passante al crivello n°5 e di ± 2 punti % per il passante al setaccio 2 ed inferiori, purché non vengano superati i limiti del fuso. Qualora le tolleranze di cui sopra vengano superate, la lavorazione dovrà essere sospesa e l’Impresa dovrà adottare a sua cura e spese quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per SP23_disciplinare_descrittivo pag. 14 diventare operativi dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori. La densità in sito, a compattazione ultimata, dovrà risultare non inferiore al 97% delle prove AASHTO modificato (CNR 69 – 1978), nel 98% delle misure effettuate. La densità in sito sarà determinata mediante normali procedimenti a volumometro, con l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di dimensione superiore a 25 mm, ciò potrà essere ottenuto con l’applicazione della formula di trasformazione di cui punto 1.1.1.2 della presente sezione, oppure con una misura diretta consistente nella separazione mediante vagliatura degli elementi di pezzatura maggiore di 25 mm e nella loro sistemazione nel cavo di prelievo prima di effettuare la misura con volumometro. La sistemazione di questi elementi nel cavo dovrà essere effettuata con cura, elemento per elemento per evitare la formazione di cavità durante la misurazione del volume del cavo stesso. Il valore del modulo di deformazione (CNR- 146 – 1992), al primo ciclo di carico e nell'intervallo compreso tra 0,15-0,25 MPa, in un tempo compreso fra 3-12 h dalla compattazione, non dovrà mai essere inferiore a 150 MPa. Qualora venissero rilevati valori inferiori, la frequenza dei rilevamenti dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l'impresa, a sua cura e spese, dovrà demolire e ricostruire gli strati interessati. La superficie finita della fondazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm verificato a mezzo di un regolo di 4,00 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. La frequenza del controllo sarà quella ordinata dalla Direzione Lavori. 2.12.2.2.4 Modalità esecutive 2.12.2.2.4.1 Confezione delle miscele Le miscele dovranno essere confezionate in impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte. Gli impianti dovranno comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto. La dosatura degli aggregati dovrà essere effettuata sulla base di almeno 4 classi con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate. La zona destinata all'ammannimento degli aggregati sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura. 2.12.2.2.4.2 Posa in opera La miscela dovrà essere stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti. La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti. Le operazioni di addensamento dello strato dovranno essere realizzate nell'ordine con le seguenti attrezzature:- rullo a due ruote vibranti da l0 t per ruota o rullo con una sola ruota vibrante di peso non inferiore a 18 t; - rullo gommato con pressione di gonfiaggio superiore a 5 bar e carico di almeno 18 t. Potranno essere impiegati in alternativa, previo benestare della Direzione Lavori, rulli misti SP23_disciplinare_descrittivo pag. 15 vibranti-gommati rispondenti alle caratteristiche di cui sopra. In ogni caso l'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento dovranno essere verificate preliminarmente dalla Direzione Lavori su una stesa sperimentale delle miscele messe a punto. La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambiente inferiori a 273 K e superiori a 298 K e mai sotto la pioggia. Tuttavia, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, potrà essere consentita la stesa a temperature tra i 298 e i 303 K. In questo caso però sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall'impianto di confezionamento al luogo di impiego (ad esempio con teloni), sarà inoltre necessario provvedere ad un abbondante bagnatura del piano di posa del misto cementato. Infine le operazioni di costipamento e di stesa del velo di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela. Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature comprese tra 288 e 291 K ed umidità relativa del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relativa anch’essa crescente; comunque è opportuno, anche per temperature inferiori alla media, che l'umidità relativa dell'ambiente non scenda al di sotto del 15% in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione della miscela. Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma le 2 h per garantire la continuità della struttura. Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali, che andranno protetti con fogli di polietilene o materiale similare. Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola e togliendo la tavola stessa al momento della ripresa della stesa; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa della stesa, provvedere a tagliare l'ultima parte dello strato precedente, in modo da ottenere una parete verticale. Non dovranno essere eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa. Il transito di cantiere potrà essere ammesso sullo strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati. Strati eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche o da altre cause dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa. Appena completati il, costipamento e la rifinitura superficiale dello strato, dovrà essere eseguita la spruzzatura di un velo protettivo di emulsione bituminosa acida al 55%, in ragione di 1,0-2,0 kg/m2, in relazione al tempo ed alla intensità del traffico di cantiere cui potrà essere sottoposta la fondazione, con successivo spargimento di sabbia. 2.12.3.0 STRATO DI BASE 2.12.3.1 Generalità Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale additivo (secondo le definizioni riportate nelI'art. 1 delle Norme C.N.R. sui materiali stradali fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), normalmente dello spessore di 15 cm, impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, steso in opera mediante vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti gommati e metallici. Lo spessore della base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della Direzione dei Lavori. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 16 2.12.3.2 Caratteristiche dei materiali da impiegare 2.12.3.2.1 Inerti. I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) e nelle norme C.N.R. 65-1978 C.N.R. 80-1980. Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle norme C.N.R. - 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le norme del C.N.R B.U. n. 34 (del 28-3-1973), anziché col metodo DEVAL. L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà stabilita a giudizio della Direzione Lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30% della miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito: - perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%. In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare. L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la percentuale di queste ultime sarà prescritta di volta in volta dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di scorrimento delle prove Marshall, ma comunque non dovrà essere inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che dovranno rispondere al seguente requisito: - equivalente in sabbia (C.N.R. 27 -1972) superiore a 50. Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai seguenti requisiti: - setaccio UNI 0,18 (ASTM n. 80): passante in peso: 100%; - setaccio UNI 0,075 (ASTM n. 200): passante in peso: 90%. La granulometria dovrà essere eseguita per via umida. 2.12.3.2.2 Legante. Dovranno essere impiegati bitumi semisolidi per uso stradale di normale produzione con le caratteristiche indicate nella tabella seguente, impiegati per il confezionamento di conglomerati bituminosi. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 17 La tabella che segue si riferisce al prodotto di base così com’è prelevato nelle cisterne e/o negli stoccaggi. TABELLA BITUME CARATTERISTICHE: UNITÀ Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s 0,1 mm Punto di rammollimento C/K Indice di penetrazione Punto di rottura (Fraass), min. C/K Duttilità a 25°C/298°K, min. cm Solubilità in solventi organici, min. % Perdita per riscaldamento (volatilià) T = 163°C / 436°K, max. % Contenuto di paraffina, max. % –1 Pa.s Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 Pa.s VALORE 85 105 47-52/320-325 -1 / +1 -9 / 264 100 99 +/- 1 3 150 - 250 0,2 – 0,6 Valori dopo RTFOT (Rolling Thin Film Overt Test) Viscosità dinamica a T = 60°C / 333°K, gradiente di velocità = 1 s –1\ Penetrazione residua a 25°C/298°K, 100g, 5s Variazione del Punto di rammollimento Pa.s 500 - 700 % C/K ≤ 75 ≤ + 10 / ≤ 283 L’ indice di penetrazione, dovrà calcolato con la formula appresso riportata, compreso fra 1,0 e + 1,0: indice di penetrazione = 20 u - 500 v / u + 50 v dove: u = temperatura di rammollimento alla prova "palla-anello" in °C (a 25°C); v = log. 800 - log. penetrazione bitume in dmm (a 25°C.). 2.12.3.3 Miscela La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso: Serie crivelli e setacci U.N.I. Crivello Crivello Crivello Crivello Crivello Crivello Setaccio Setaccio Setaccio 40 30 25 15 10 5 2 0,4 0,18 SP23_disciplinare_descrittivo Passante: % totale in peso 80 70 45 35 25 20 6 4 100 ÷ ÷ ÷ ÷ ÷ ÷ ÷ ÷ pag. 18 100 95 70 60 50 40 20 14 Setaccio 0,075 4 ÷ 8 Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4 % e il 5% riferito al peso totale degli aggregati (C.N.R. 38 - 1973); Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti: - il valore della stabilità Marshall (C.N.R. 30 -1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 Kg; inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250; - gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti residui compresi fra 4% e 7%.I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la stesa.La temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10°C. - Le miscele di aggregati e leganti idrocarburuci dovranno rispondere inoltre anche alle norme C.N.R. 134 -1991; 2.12.3.4 Formazione e confezione delle miscele. Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte. La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per garantire il perfetto essiccamento, I'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati; resta pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto. L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto. Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata. Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo. La zona destinata all’ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possano compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura. Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate. Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante; comunque esso non dovrà mai scendere al di sotto dei 20 secondi. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 19 La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150°C e 170°C, e quella del legante tra 150°C e 180°C, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato. Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti dovranno essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati. L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%. 2.12.3.5 Posa in opera delle miscele. La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto granulare ed in misto cementato. Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire l'ancoraggio, si dovrà provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso. Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 Kg/m2. La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici dei tipi approvati dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismo di autolivellamento. Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi più grossi. Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente con l'impiego di 2 o più finitrici. Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con emulsione bituminosa per assicurare la saldatura della striscia successiva. Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura. I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento. La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti. Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati SP23_disciplinare_descrittivo pag. 20 di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni. La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, dovrà risultare in ogni momento non inferiore a 130°C. La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possano pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Impresa. La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza soluzione di continuità. La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili. Al termine della compattazione, lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo spessore non inferiore al 97% di quella Marshall dello stesso giorno, rilevata all'impianto o alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla produzione giornaliera, su carote di 15 cm di diametro; il valore risulterà dalla media di due prove (C.N.R. 40-1973). Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso. La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta rettilinea lunga m 4,00, posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato dovrà aderirvi uniformemente. Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm. Il tutto nel rispetto degli spessori e delle sagome di progetto. 2.12.4.0 STRATI DI COLLEGAMENTO (BINDER) E DI USURA 2.12.4.1 Generalità La parte superiore della sovrastruttura stradale sarà, in generale, costituita da un doppio strato di conglomerato bituminoso steso a caldo, e precisamente: da uno strato inferiore di collegamento (binder) e da uno strato superiore di usura, secondo quanto stabilito dalla Direzione Lavori. Il conglomerato per ambedue gli strati sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, sabbie ed additivi, secondo le definizioni riportate nell' Art. 1 delle norme C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), mescolati con bitume a caldo, e verrà steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e compattato con rulli gommati e lisci. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 21 2.12.4.2 Caratteristiche dei materiali da impiegare 2.12.4.2.1 Inerti Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme C.N.R., Capitolo II del fascicolo 4/1953 (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”). Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione, così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo n. 4 delle Norme C.N.R. 1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo le Norme C.N.R. B.U n. 34 (del 28-3-1973) anziché col metodo DEVAL. L'aggregato grosso (pietrischetti e graniglie) dovrà essere ottenuto per frantumazione ed essere costituito da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o da materiali estranei. L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischetti e graniglie che potranno anche essere di provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su campioni rispondenti alla miscela che si intende formare, risponda ai seguenti requisiti. - Per strati di collegamento (BINDER): - perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore al 25% (C.N.R. 34-1973); - indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,80; coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) inferiore a 0,015 (C.N.R. 137-1992); - - materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”). Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi od invernali, la perdita in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%. - Per strati di usura: - perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore od uguale al 20% (C.N.R. 34 -1973); - almeno un 30% in peso del materiale dell'intera miscela deve provenire da frantumazione di rocce che presentino un coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm2, nonché resistenza SP23_disciplinare_descrittivo pag. 22 alla usura minima 0,6; - indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo C.N.R., fascicolo n. 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,85; - coefficiente di imbibizione, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), inferiore a 0,015 (C.N.R 137-1992); - materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”), con limitazione per la perdita in peso allo 0,5%; Per le banchine di sosta saranno impiegati gli inerti prescritti per gli strati di collegamento e di usura di cui sopra. In ogni caso i pietrischi e le graniglie dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei. L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell' Art. 5 delle norme C.N.R. fascicolo n. 4 del 1953; ed in particolare: - equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T 176, (e secondo la norma C.N.R. B.U. n. 27 del 30-3-1972) non inferiore al 55%; - materiale non idrofilo, secondo C.N.R., fascicolo 4/1953 - (“Norme per l’accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali”) con le limitazioni indicate per l'aggregato grosso. Nel caso non fosse possibile reperire il materiale della pezzatura 2 ÷ 5 mm necessario per la prova, la stessa dovrà essere eseguita secondo le modalità della prova Riedel-Weber con concentrazione non inferiore a 6. Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla setacciatura per via secca interamente passanti al setaccio n. 30 ASTM e per almeno il 65% al setaccio n. 200 ASTM. Per lo strato di usura, a richiesta della Direzione dei Lavori, il filler potrà essere costituito da polvere di roccia asfaltica contenente il 6 ÷ 8% di bitume ad alta percentuale di asfalteni con penetrazione Dow a 25°C inferiore a 150 dmm. Per fillers diversi da quelli sopra indicati è richiesta la preventiva approvazione della Direzione dei Lavori in base a prove e ricerche di laboratorio. 2.12.4.2.2 Legante Il bitume, per gli strati di collegamento e di usura, dovrà essere del tipo riportato nel punto 3.2.2 della presente Sezione. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 23 1) Strato di collegamento (binder). La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso: Serie crivelli e setacci U.N.I Crivello Crivello Crivello Crivello Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio Passante: % totale in peso 25 15 10 5 2 0,4 0,18 0,075 100 65 ÷ 100 50 ÷ 80 30 ÷ 60 20 ÷ 45 7 ÷ 25 5 ÷ 15 4÷ 8 Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 5,5% riferito al peso degli aggregati (C.N.R. 38-1973). Esso dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità Marshall e compattezza di seguito riportati. Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà avere i seguenti requisiti: - la stabilità Marshall, eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni faccia, dovrà risultare in ogni caso uguale o superiore a 900 Kg. Inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300 (C.N.R 30-1973). - Gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti residui compresa tra 3 ÷ 7%. La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato. Riguardo alle misure di stabilità e rigidezza, sia per i conglomerati bituminosi tipo usura che per quelli tipo binder, valgono le stesse prescrizioni indicate per il conglomerato di base. 2) Strato di usura. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso: Serie crivelli e setacci U.N.I Crivello Crivello Crivello Crivello Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio SP23_disciplinare_descrittivo 20 15 10 5 2 0,4 0,18 0,075 Passante: % totale in peso -100 70 – 90 40 – 60 25 – 38 11 – 20 8 – 15 6 – 10 pag. 24 Il legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 6% riferito al peso totale degli aggregati (C.N.R. 38-1973). Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti: a) resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni permanenti le sollecitazioni trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga scadenza. Il valore della stabilità Marshall (C.N.R. 30-1973) eseguita a 60°C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 10.000 N [1000 Kg]. Inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra stabilità misurata in Kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300. La percentuale dei vuoti dei provini Marshall, sempre nelle condizioni di impiego prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6%. La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati; b) elevatissima resistenza all'usura superficiale; c ) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa; d) grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere compreso fra 4% e 8%. Ad un anno dall'apertura al traffico, il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso fra 3% e 6% e impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su uno dei provini Marshall, riferentisi alle condizioni di impiego prescelte, in permeametro a carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore a 10 - 6 cm/sec. Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso in cui la prova Marshall venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore riscaldamento. In tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature operative. Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm, lo stesso dovrà essere vagliato se necessario. 2.12.4.4 Formazione, confezione degli impasti e posa in opera Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base, salvo che per il tempo minimo di miscelazione effettiva, che, con i limiti di temperatura indicati per il legante e gli aggregati, non dovrà essere inferiore a 25 secondi. 2.12.4.5 Attivanti l'adesione SP23_disciplinare_descrittivo pag. 25 Nella confezione dei conglomerati bituminosi dei vari strati (base, collegamento o binder e usura) dovranno essere impiegate speciali sostanze chimiche attivanti l'adesione dei bitumi aggregato ("dopes" di adesività), costituite da composti azotati di natura e complessità varia, ovvero da ammine ed in particolare da alchilammido - poliammine ottenute per reazione tra poliammine e acidi grassi C16 e C18. Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove comparative effettuate presso i Laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che conservi le proprie caratteristiche fisico - chimiche anche se sottoposto a temperature elevate e prolungate. Detti additivi polifunzionali per bitumi dovranno comunque resistere alla temperatura di oltre 180° C senza perdere più del 20% delle loro proprietà fisico - chimiche. Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni d'impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% sul peso del bitume da trattare (da Kg 0,3 a Kg 0,6 per ogni 100 Kg di bitume). I tipi, i dosaggi e le tecniche di impiego dovranno ottenere il preventivo benestare della Direzione dei Lavori. L'immissione delle sostanze attivanti nella cisterna del bitume (al momento della ricarica secondo il quantitativo percentuale stabilito) dovrà essere realizzata con idonee attrezzature tali da garantire la perfetta dispersione e l'esatto dosaggio (eventualmente mediante un completo ciclo di riciclaggio del bitume attraverso la pompa apposita prevista in ogni impianto), senza inconvenienti alcuno per la sicurezza fisica degli operatori. Per verificare che detto attivante l'adesione bitume - aggregato sia stato effettivamente aggiunto al bitume del conglomerato la Direzione dei Lavori preleverà in contraddittorio con 1' Impresa un campione del bitume additivato, che dovrà essere provato, su inerti acidi naturali (graniti, quarziti, silicei, ecc.) od artificiali (tipo ceramico, bauxite calcinata, "sinopal" od altro) con esito favorevole mediante la prova di spogliazione (di miscele di bitume aggregato), la quale sarà eseguita secondo le modalità della Norma A.S.T.M. - D 1664/80. Potrà essere inoltre effettuata la prova di spogliamento della miscela di legante idrocarburico ed aggregati in presenza di acqua (C.N.R 138-1992) per determinare l'attitudine dell'aggregato a legarsi in modo stabile al tipo di legante che verrà impiegato in opera. In aggiunta alle prove normalmente previste per i conglomerati bituminosi è particolarmente raccomandata la verifica dei valori di rigidezza e stabilità Marshall. Inoltre dovranno essere effettuate le prove previste da C.N.R. 149-1992 per la valutazione dell'effetto di immersione in acqua della miscela di aggregati lapidei e leganti idrocarburici per determinare la riduzione (∆ %) del valore di resistenza meccanica a rottura e di rigonfiamento della stessa miscela in conseguenza di un prolungato periodo di immersione in acqua (facendo ricorso alla prova Marshall (C.N.R. 30-1973), ovvero alla prova di trazione indiretta "Brasiliana" (C.N.R. n° 134/1991)). Ai fini della sicurezza fisica degli operatori addetti alla stesa del conglomerato bituminoso (base, binder ed usura) l'autocarro o il veicolo sul quale è posta la cisterna dovrà avere il dispositivo per lo scarico dei gas combusti di tipo verticale al fine di evitare le dirette emissioni del gas di scarico sul retro. Inoltre dovranno essere osservate tutte le cautele e le SP23_disciplinare_descrittivo pag. 26 prescrizioni previste dalla normativa vigente per la salvaguardia e la sicurezza della salute degli operatori suddetti." 2.12.4.6 Conglomerato bituminoso drenante per strati di usura Il conglomerato bituminoso per usura drenante è costituito da una miscela di Pietrischetti frantumati, sabbie ed eventuale additivo impastato a caldo con legante bituminoso modificato. Questo conglomerato dovrà essere impiegato prevalentemente con le seguenti finalità: - favorire l'aderenza in caso di pioggia eliminando il velo d'acqua superficiale soprattutto nelle zone con ridotta pendenza di smaltimento (zone di transizione rettifilo-clotoide, rettifilocurva); - abbattimento del rumore di rotolamento (elevata fonoassorbenza). 2.12.4.6.1 Caratteristiche dei materiali da impiegare 2.12.4.6.1.1 Inerti Gli aggregati dovranno rispondere ai requisiti elencati al punto 4.2.1 del presente Capitolato, con le seguenti eccezioni: - coefficiente di levigabilità accelerata C.L.A. ugualè o maggiore a 0.44; - la percentuale delle sabbie provenienti da frantumazione sarà prescritta, di volta in volta, dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di stabilità e scorrimento della prova Marshall che si intendono raggiungere, comunque non dovrà essere inferiore all'80% della miscela delle sabbie. 2.12.4.6.2 Legante Il legante per tale strato di usura, dovranno essere del tipo modificato e presentare le seguenti caratteristiche: CARATTERISTICHE Penetrazione a 25°C/298°K, 100g, 5s UNITÀ’ 0,1 mm VALORE (x) 50 - 70 K K Pa.s 328-343 +1/ +3 261 180 – 450 Pa.s 0,2 – 1.8 Punto di rammollimento Indice di penetrazione Punto di rottura (Fraass), min. Viscosità dinamica a T = 80°C / 353°K, gradiente di velocità = 1 s –1 Viscosità dinamica a T = 160°C / 433°K, gradiente di velocità = 1 s –1 2.12.4.6.2 Miscele La miscela dovrà avere una composizione granulometrica compresa nei fuso riportato qui di seguito: Passante totale in peso % SP23_disciplinare_descrittivo pag. 27 Serie crivelli e setacci UNI Crivello 20 crivello 15 crivello l0 crivello 5 setaccio setaccio setaccio setaccio Fuso B “Intermedio” 100 90 - 100 35 - 50 10 - 25 0 - 12 0 - 10 0-8 0-6 2 0,4 0,18 0,075 Il tenore di legante bituminoso dovrà essere compreso tra il 5% ed il 6,5% riferito al peso totale degli aggregati. La miscela favorisce una elevata fonoassorbenza; la Direzione Lavori si riserva la facoltà di verificarla mediante il controllo delle miscele stesse, applicando il metodo ad onde stazionarie con l'attrezzatura standard definita “tubo di Kundt” su carote del diametro di l0 cm prelevate in sito. Le carote dovranno essere prelevate dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato. In questo caso il coefficiente di fonoassorbimento “α” in condizioni di incidenza normale dovrà essere: Frequenza (Hz) Coeff. fonoassorbimento (α) α > 0,15 α > 0,30 α > 0,15 400 – 630 800 – 1600 2000 – 2500 Il controllo dovrà essere effettuato anche mediante rilievi in sito con il metodo dell'impulso riflesso, comunque dopo il 150 giorno dalla stesa del conglomerato. In questo caso con una incidenza radente di 300 i valori di α dovranno essere: Frequenza (Hz) Coeff. fonoassorbimento α 400 - 630 800 - 1250 1600 - 2500 α > 0,25 α > 0,50 α > 0,25 Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti: • il valore della stabilità Marshall (CNR 30 - 73), eseguita a 333 K su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 600 kg. • Il valore del modulo di rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità Marshall misurata in chilogrammi e lo scorrimento misurato in millimetri dovrà essere superiore a 250; gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti residui (CNR 39 - 73) nei limiti di 14% - 16%. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 28 I provini per le misure di stabilità e rigidezza e per la determinazione della percentuale dei vuoti residui dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione e/o presso la stesa. Irioltre la Direzione Lavori si riserva la facoltà di controllare la miscela di usura drenante tramite la determinazione della resistenza a trazione indiretta e della relativa deformazione a rottura (prova “Brasiliana”) (CNR 97 – 1984). I valori relativi, per i tre tipi di miscela dovranno risultare nei limiti della tabella che segue: Temperatura di prova Resistenza a trazione indiretta (N/mm2) Coefficiente di trazione indiretta (N/mm2) 283 K 0.70 – 1.10 ≥ 55 298 K 313 K 0.25 – 0.42 ≥ 22 0.12 – 0.20 ≥ 12 2.12.4.6.3 Confezione e posa in opera del conglomerato Valgono le prescrizioni di cui al punto 1.3.1.5 della presente Sezione, con l'avvertenza che il tempo minimo di miscelazione non dovrà essere inferiore a 25 s. La temperatura di costipamento dovrà essere compresa tra 413 e 423 . Al termine della compattazione lo strato di usura drenante dovrà avere un peso di volume uniforme in tutto lo spessore, non inferiore al 96% di quello Marshall rilevato all'impianto o alla stesa. Tale verifica dovrà essere eseguita con frequenza giornaliera secondo la norma (CNR 40 – 1973) e sarà determinata su carote di 20 cm di diametro. Il coefficiente di permeabilità a carico costante (Kv in cm/s) determinato in laboratorio carote di diametro 20 cm prelevate in sito dovrà essere maggiore o uguale a: su Kv = 15*1,0-2 cm/s (media aritmetica su tre determinazioni). La capacità drenante eseguita in sito e misurata con permeametro a colonna d'acqua di 250 mm su un'area di 154 cm2 e uno spessore di pavimentazione tra i 4 e 5 cm dovrà essere maggiore di 8 dm3/min . Il piano di posa dovrà essere perfettamente pulito e privo di eventuali tracce di segnaletica orizzontale. Si dovrà provvedere quindi alla stesa di una uniforme mano di attacco, nella quantità compresa tra kg/m2 0,6 e 2,0, secondo le indicazione della Direzione Lavori, ed al successivo eventuale spargimento di uno strato di sabbia o graniglia prebitumata. Dovrà altresì essere curato lo smaltimento laterale delle acque che percolano all'interno dell'usura drenante. 2.12.5.0 TRATTAMENTI SUPERFICIALI 2.12.5.1 Generalità SP23_disciplinare_descrittivo pag. 29 Immediatamente prima di dare inizio ai trattamenti superficiali di prima o di seconda mano, I'Impresa delimiterà i bordi del trattamento con un arginello in sabbia onde ottenere i trattamenti stessi profilati ai margini. Ultimato il trattamento resta a carico dell'Impresa l'ulteriore profilatura mediante asportazione col piccone delle materie esuberanti e colmatura delle parti mancanti col pietrischetto bituminoso. 2.12.5.1.1 Trattamento con emulsione a freddo. Preparata la superficie da trattare, si procederà all'applicazione dell'emulsione bituminosa al 55%, in ragione, di norma, di 3 kg per metro quadrato. Tale quantitativo dovrà essere applicato in due tempi. In un primo tempo sulla superficie della massicciata dovranno essere sparsi 2 kg di emulsione bituminosa e dm3 12 di graniglia da mm 10 a mm. 15 per ogni metro quadrato. In un secondo tempo, che potrà aver luogo immediatamente dopo, verrà sparso sulla superficie precedente il residuo di Kg 1 di emulsione bituminosa e dm3 8 di graniglia da mm 5 a mm. 10 per ogni metro quadrato. Allo spargimento della graniglia seguirà una leggera rullatura, da eseguirsi preferibilmente con rullo compressore a tandem, per ottenere la buona penetrazione della graniglia negli interstizi superficiali della massicciata. Lo spargimento dell'emulsione dovrà essere eseguito con spanditrici a pressione che garantiscano l'esatta ed uniforme distribuzione, sulla superficie trattata, del quantitativo di emulsione prescritto per ogni metro quadrato di superficie nonché, per la prima applicazione, la buona penetrazione nel secondo strato della massicciata fino a raggiungere la superficie del primo, sì da assicurare il legamento dei due strati. Lo spandimento della graniglia o materiale di riempimento dovrà essere fatto con adatte macchine che assicurino una distribuzione uniforme. Per il controllo della qualità del materiale impiegato si preleveranno i campioni con le modalità stabilite precedentemente. Indipendentemente da quanto possa risultare dalle prove di laboratorio e dal preventivo benestare da parte della Direzione dei Lavori sulle forniture delle emulsioni, l’Impresa resta sempre contrattualmente obbligata a rifare tutte quelle applicazioni che, dopo la loro esecuzione, non abbiano dato soddisfacenti risultati, e che sotto l'azione delle piogge abbiano dato segni di rammollimento, stemperamento o si siano dimostrate soggette a facile asportazione mettendo a nudo la sottostante massicciata. 2.12.5.1.2 Trattamento con bitume a caldo Il trattamento con bitume a caldo, su pavimentazioni bitumate, sarà fatto utilizzando almeno 1 Kg/m2 di bitume, dopo una accurata ripulitura, fatta esclusivamente a secco, della pavimentazione esistente. Gli eventuali rappezzi che si rendessero necessari, saranno eseguiti con la stessa tecnica a cura e spese dell'Impresa. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 30 L'applicazione di bitume a caldo sarà eseguita sul piano viabile perfettamente asciutto ed in periodo di caldo secco. Ciò implica che i mesi più favorevoli sono quelli da maggio a settembre e che in caso di pioggia il lavoro si debba sospendere. Il bitume sarà riscaldato a temperatura fra 160°C e 180°C entro adatte caldaie che permettono il controllo della temperatura stessa. L'applicazione dovrà essere fatta mediante spanditrice a pressione in modo tale da garantire l'esatta distribuzione con perfetta uniformità su ogni metro quadrato del quantitativo di bitume prescritto. Con tale applicazione, debitamente ed immediatamente ricoperta di graniglia di pezzatura 3 corrispondente per circa il 70% alle massime dimensioni prescritte ed in quantità di circa m 2 1,20 per 100 m , dovrà costituirsi il manto per la copertura degli elementi pietrosi della massicciata precedentemente trattata con emulsione bituminosa. Allo spandimento della graniglia seguirà una prima rullatura con rullo leggero e successivamente altra rullatura con rullo di medio tonnellaggio, non superiore alle t. 14, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume. Per il controllo della qualità del materiale impiegato, si preleveranno i campioni con le modalità prescritte. Verificandosi in seguito affioramenti di bitume ancora molle, l'Impresa provvederà, senza ulteriore compenso, allo spandimento della conveniente quantità di graniglia nelle zone che lo richiedano, procurando che essa abbia ad incorporarsi nel bitume a mezzo di adatta rullatura leggera, in modo da saturarla completamente. L'Impresa sarà obbligata a rifare, a sua cura, tutte quelle parti della pavimentazione che per cause qualsiasi dessero indizio di cattiva o mediocre riuscita e cioè presentassero accentuate deformazioni della sagoma stradale, ovvero ripetute abrasioni superficiali non giustificate dalla natura e dalla intensità del traffico. L'Ente si riserva la facoltà di variare le modalità esecutive di applicazione del bitume a caldo, senza che per questo l'Appaltatore possa sollevare eccezioni ed avanzare particolari richieste di compensi. Tanto nei trattamenti di prima mano con emulsione bituminosa, quanto in quelli di seconda mano con bitume a caldo, l'Impresa è obbligata a riportare sul capostrada la graniglia eventualmente non incorporata. Quella che decisamente non può essere assorbita andrà raccolta e depositata nelle piazzole, rimanendo di proprietà dell'Amministrazione. Gli oneri di cui sopra sono compresi e compensati nei prezzi di Elenco e pertanto nessun maggior compenso spetta all'Impresa per tale titolo. 2.12.5.1.3 Trattamento a caldo con bitume liquido. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 31 Il bitume liquido da impiegare per esecuzione di trattamenti dovrà essere quello ottenuto con flussaggio di bitume a penetrazione 100 ÷ 120 e costituito, se di tipo 150/300 per almeno l' 80% da bitume, se di tipo 350/700 per almeno l’85% da bitume e per la restante parte, in ambedue i casi, da olio di catrame. I bitumi liquidi, da impiegarsi per l'esecuzione di trattamenti superficiali, dovranno avere le caratteristiche prescritte dal fascicolo n. 7 delle norme del C.N.R del 1957 . Il tipo di bitume liquido da impiegarsi sarà prescritto dalla Direzione dei Lavori tenendo conto che per la temperatura ambiente superiore ai 15°C si dovrà dare la preferenza al bitume liquido 350/700, mentre invece con temperatura ambiente inferiore dovrà essere impiegato quello con viscosità 150/300. In nessun caso si dovrà lavorare con temperature ambienti inferiori agli 8°C. Con le consuete modalità si procederà al prelievo dei campioni prima dell'impiego, i quali verranno sottoposti all'analisi presso il Laboratorio Provinciale o presso altri Laboratori Ufficiali. Il lavoro di trattamento dovrà essere predisposto su metà strada per volta, onde non interrompere la continuità del traffico e la buona riuscita del lavoro. Il vecchio manto bituminoso dovrà essere sottoposto ad una accurata operazione di depolverizzazione e raschiatura della superficie, mediante spazzoloni, scope metalliche e raschietti. Cosi preparata la strada, la tratta da sottoporre a trattamento sarà delimitata lungo l'asse stradale per l'esecuzione a metà carreggiata per volta e poi, in modo uniforme, sarà distribuito sulla superficie, con distribuzione a pressione, il bitume liquido nella quantità media di 1 2 Kg/m previo suo riscaldamento a temperatura tra i 100°C e 110°C entro adatti apparecchi che permettano il controllo della temperatura stessa. La distribuzione del bitume dovrà avvenire con perfetta uniformità su ogni metro quadrato nel quantitativo di bitume prescritto. Dovranno evitarsi in modo assoluto le chiazze e gli eccessi di bitume, rimanendo stabilito che le aree cosi trattate dovranno essere raschiate e sottoposte a nuovo trattamento a totale spesa dell'Impresa. Immediatamente dopo lo spandimento del bitume, la superficie stradale dovrà essere ricoperta con pietrischetto in ragione di litri 20 per metro quadrato, di cui litri 17 dovranno essere di pezzatura rigorosa da mm 16 a mm 18 e litri 3 di graniglia da mm 2 a mm 4. Pertanto, gli ammannimenti rispettivi di pietrischetto e di graniglia su strada, dovranno essere fatti a cumuli alternati rispondenti singolarmente alle diverse pezzature e nei volumi rispondenti ai quantitativi fissati. I quantitativi di pietrischetto e di graniglia cosi ammanniti verranno controllati con apposite misurazioni da eseguirsi prima dell'inizio della bitumatura. Il pietrischetto della pezzatura più grossa verrà sparso uniformemente sulla superficie bitumata ed in modo che gli elementi siano fra di loro a stretto contatto. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 32 Dopo pochi passaggi di rullo pesante si procederà al conguaglio delle eventuali irregolarità di sparsa del pietrischetto suddetto, facendo le opportune integrazioni e, quindi, si procederà allo spargimento della graniglia minuta ad intasamento dei vuoti rimasti fra gli elementi del pietrischetto precedentemente sparso. Allo spandimento completo del pietrischetto e della graniglia seguirà la rullatura con rullo pesante, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume. Si dovrà aver cura che il pietrischetto e la graniglia, all'atto dello spargimento, siano bene asciutti ed in precedenza riscaldati dal sole rimanendo vietato l'impiego di materiale umido. I tratti sottoposti a trattamento dovranno rimanere chiusi al traffico per almeno 18 ore e, quindi, la bitumatura dovrà essere eseguita su strisce di metà strada alternate alla lunghezza massima di m. 300. A tal fine l'Impresa dovrà disporre un apposito servizio di guardiania diurna e notturna per il pilotaggio del traffico, del cui onere s'è tenuto largamente conto nella determinazione del prezzo unitario. L'Impresa provvederà a sua cura e spese all'apposizione di cartelli di segnalazione, cavalletti, ecc., occorrenti per la chiusura al traffico delle estese trattate. Il pietrischetto, che risulterà non incorporato nel bitume, per nessun motivo potrà essere impiegato in trattamenti di altre estese di strada. Infine l'Impresa provvederà, con i propri operai, alla esatta profilatura dei bordi della nuova pavimentazione, al ricollocamento in opera delle punteggiature marginali spostate dal compressore, nonché alla raschiatura ed eventuale pulitura di zanelle, di cordonate, di marciapiedi, imbrattati durante l'esecuzione dei lavori, essendo tali oneri stati compresi nella determinazione dei prezzi di Elenco. Si pattuisce che quelle aree di trattamento che in prosieguo di tempo risultassero difettose, ovvero prive di penetrazione di pietrischetto e di graniglia, saranno dall'Appaltatore sottoposte, a totale sua spesa, ad un nuovo ed analogo trattamento. 2.12.6.0 SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature, I'Impresa dovrà dapprima ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando, all'uopo, apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato. La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori entro i limiti indicati nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e spese dell'Impresa. 2.12.7.0 FRESATURA DI STRATI IN CONGLOMERATO BITUMINOSO CON IDONEE ATTREZZATURE La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 33 Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper, escavatore, demolitori, ecc., a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio. Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di riciclaggio. La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera (questa prescrizione non è valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi). L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L. Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, I'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica. Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio. Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo. La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito. Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature. Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso. 2.12.9 SPECIFICA DI CONTROLLO La seguente specifica si applica ai vari tipi di pavimentazioni costituenti l’infrastruttura stradale e precedentemente esaminati. La documentazione di riferimento comprende tutta quella contrattuale e, più specificatamente, quella di progetto quale disegni, specifiche tecniche, ecc.; sono altresì comprese tutte le norme tecniche vigenti in materia. L’Impresa per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, bitumi, cementi, etc) prescritti dalle presenti Norme Tecniche, dovrà esibire, prima dell’impiego, alla D.L., i relativi Certificati di Qualità rilasciati da un Laboratorio. Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte. I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale. I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli impianti di SP23_disciplinare_descrittivo pag. 34 produzione. La procedura delle prove di seguito specificata, deve ritenersi come minima e dovrà essere infittita in ragione della discontinuità granulometrica dei materiali portati a rilevato e della variabilità nelle procedure di compattazione. L’Impresa è obbligata comunque ad organizzare per proprio conto, con personale qualificato ed attrezzature adeguate, approvate dalla D.L., un laboratorio di cantiere in cui si procederà ad effettuare tutti gli ulteriori accertamenti di routine ritenuti necessari dalla D.L., per la caratterizzazione e l’impiego dei materiali. 2.12.9.1 STRATI DI FONDAZIONE 2.12.9.1.1 - Fondazione stradale in misto granulometricamente stabilizzato 2.12.9.1.1.1 Prove di laboratorio- accettazione dei materiali Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e delle miscele richieste dal presente capitolato. 2.12.9.1.1.2 Prove di controllo in fase esecutiva L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando i campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio Ufficiale. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratorio Provinciale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione. I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche. La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera. L’indice di portanza CBR verrà effettuato ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato. Le caratteristiche dei materiali, per ogni singolo strato posto in opera, saranno accertate mediante le seguenti prove in sito: • Massa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera; • Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, non dovrà essere inferiore ai 80 MPa. Sarà effettuata ogni 300 m di strada o carreggiata, o frazione di 300 m e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 35 • Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante. 2.12.9.1.2 Fondazione in misto cementato confezionato in centrale 2.12.9.1.2.1 Prove di laboratorio-accettazione dei materiali Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e delle miscele richieste dal presente capitolato. 2.12.9.1.2.2 Prove di controllo in fase esecutiva L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio Ufficiale. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratori Provinciale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione. I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche. La rispondenza delle caratteristiche granulometriche delle miscele con quelle di progetto dovrà essere verificata con controlli giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera. Le caratteristiche di resistenza ogni 500 m2 di strato di fondazione realizzato. Le caratteristiche dei materiali, posti in opera, saranno inoltre accertate mediante le seguenti prove in sito: • Massa volumica della terra in sito: dovranno essere effettuati almeno due prelievi giornalieri, e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera; • Prova di carico con piastra circolare, nell’intervallo 0.15 – 0.25 MPa, per ogni strato di materiale posto in opera, non dovrà essere inferiore ai 150 MPa. Sarà effettuata ogni 300 m di strada e nel caso di strada a due carreggiate per ogni carreggiata, o frazione di 300 m e comunque ogni 300 m3 di materiale posto in opera. • Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 36 2.12.9.2 STRATO DI BASE 2.12.9.2.1 Prove di laboratorio- accettazione dei materiali Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e delle miscele richieste dal presente capitolato. 2.12.9.2.2 Prove di controllo in fase esecutiva L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio Ufficiale. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratori Provinciale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione. I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti ; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche. Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle tarature dei termometri dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo ritenuto opportuno. Dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con frequenza giornaliera: - la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli aggregati stessi all'uscita dei vagli di riclassificazione; - la verifica della composizione del conglomerato (granulometria degli inerti, percentuale del bitume, percentuale di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore o a quella della tramoggia di stoccaggio; - la verifica delle caratteristiche Marshall del conglomerato e precisamente: peso di volume (C.N.R. 40-1973), media di due prove; percentuale di vuoti (C.N.R. 39-1973), media di due prove; stabilità e rigidezza Marshall; - la verifica dell’adesione bitume-aggregato secondo la prova ASTM-D 1664/89-80 e/o secondo la prova di spoliazione (C.N.R. 138 –1992); - le caratteristiche del legante bitominoso. Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato grosso superiore a ± 5% e di sabbia superiore a ± 3% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica prescelta, e di ±1,5% sulla percentuale di additivo. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 37 Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di ± 0,3%. Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come pure dall'esame delle eventuali carote prelevate in sito. In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dalla Direzione Lavori sul quale l'Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati. In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni la Direzione Lavori effettuerà, a sua discrezione, tutte le verifiche, prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa e quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali. Lo spessore dello strato dovrà essere verificato con la frequenza di almeno un carotaggio ogni 500 m di strada o carreggiata, tolleranze in difetto non dovranno essere superiori al 5% nel 98% dei rilevamenti in caso contrario, la frequenza dovrà essere incrementata secondo le indicazioni della Direzione Lavori e l’Impresa a sua cura e spese, dovrà compensare gli spessori carenti incrementando in ugual misura lo spessore dello strato di conglomerato bituminoso sovrastante. La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove ricerche. L'approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in opera. Una volta accettata dalla D.L. la composizione proposta, I'Impresa dovrà ad essa attenersi rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri. 2.12.9.3 STRATI DI COLLEGAMENTO (BINDER) E DI USURA 2.12.9.3.1 Prove di laboratorio - accettazione dei materiali Saranno eseguite tutte le prove di laboratorio atte a verificare le caratteristiche dei materiali e delle miscele richieste dal presente capitolato. 2.12.9.3.2 Prove di controllo in fase esecutiva L’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, ed inviando dei campioni di norma al Laboratorio Provinciale o presso altro Laboratorio Ufficiale. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali del Laboratorio Provinciale previa apposizione dei sigilli e firme del Direttore dei Lavori e dell’Impresa e nei modo più adatti a garantire l’autenticità e la conservazione. I risultati ottenuti in tali Laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti, ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti Norme Tecniche. Valgono le stesse prescrizioni previste al punto 12.2.9.2.2. Art. 2.13 - SEGNALETICA VERTICALE SP23_disciplinare_descrittivo pag. 38 Art. 2.13.1 TRIANGOLI - DISCHI - FRECCE - CARTELLI Tutta la segnaletica dovra' comunque essere realizzata in conformita' al Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e al relativo Regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo Codice della strada, D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495. I pannelli facenti parte della fornitura dovranno essere costruiti secondo le seguenti caratteristiche: Art. 2.13.1.1 Supporto metallico Pannello in lamiera di alluminio tipo P-ALP 99,5 - H70 UNI 4507-60, dello spessore 25/10 mm. perfettamente piano per assicurare la corretta applicazione delle pellicole. Qualora infine i segnali siano costituiti da due o piu' pannelli contigui, questi devono essere perfettamente accostati mediante angolari in metallo resistente alla corrosione, opportunamente forati e muniti di un sufficiente numero di bulloncini. La lamiera di alluminio dovra' essere resa scabra mediante carteggiatura meccanica, sgrassata a fondo e quindi sottoposta a procedimento di pari affidabilita' su tutte le superfici. Il materiale grezzo dopo aver subito i suddetti processi di preparazione ed un trattamento antiossidante con applicazione di vernici tipo wash primer, dovra' essere verniciato a fuoco con opportuni prodotti, secondo il tipo di metallo e la cottura a forno dovra' raggiungere una temperatura di 140 gradi C. Il retro e la scatolatura dei cartelli verra' ulteriormente finito in colore grigio neutro con speciale smalto sintetico. Trattamenti sostitutivi potranno essere eseguiti dopo preventivo esame e dopo autorizzazione della Direzione Lavori. Art. 2.13.1.2 Rinforzo perimetrale del pannello Sara' ottenuto mediante piegatura a scatola dei bordi del cartello che non dovra' essere inferiore a cm 1 eccezione fatta per i dischi. Art 2.13.1.3 Rinforzo sul retro del pannello Costituito da traverse orizzontali o verticali in lamiera di alluminio con spessore uguale a quello del pannello. Piegate ad omega e saldate elettricamente per punti al cartello, oppure rivettate con rivetti in alluminio. Comunque i cartelli dovranno avere non meno di due traverse, esclusi quei casi che verranno esaminati di volta in volta. La lunghezza delle traverse dovra' essere pari a quella del pannello meno 7 cm per ogni lato. Art. 2.13.1.4 Saldatura elettrica per punti La saldatura dovra' essere effettuata con puntatrice elettrica (la distanza massima fra due punti sara' di cm. 15) in modo da non creare sbavature o altra disuguaglianza sulla superficie del cartello. Art. 2.13.1.5 Attacchi SP23_disciplinare_descrittivo pag. 39 Le traverse di rinforzo sul retro del pannello dovranno portare i relativi attacchi speciali completi di morresti, staffe e cravatte, bulloni, rondelle e quanto necessita per l'adattamento ed il fissaggio ai sostegni ed alle intelaiature di sostegno, tali da non richiedere alcuna forestiera del pannello e degli accessori. Tutti i materiali ferissi dovranno essere sanciti. Nel caso di applicazione di due cartelli a facce opposte ad una stessa altezza sugli stessi sostegni, dovrasnno essere adottate staffe doppie. Art.. 2.13.1.6 Faccia anteriore del cartello Fondi, lettere, simboli e barboni di contorno, dovranno essere eseguiti secondo quanto prescritto per ogni segnale e secondo le disposizioni della Direzione Lavori: a) con pellicola retroriflettente con microsfere incorporate a normale risposta luminosa (classe 1); b) con pellicola retroriflettente a microsfere incapsulate ad alta risposta (classe 2); c) con procedimento sarigrafico. L'applicazione della pellicola retroriflettente di tipo normale o ad alta risposta, dovra' essere eseguita con il "vacum applicator". Per i dischi ed i triangoli e' da applicare pellicola a pezzo unico. Art. 2.13.2 TRAVERSE INTELAIATURE Dov'e' necessario sono prescritte, per i segnali di grandi dimensioni, traverse in ferro ad U da mm 50x25 con mm 5,5 di spessore o traversa in ferro da mm 50x25x18 con mm 4 di spessore, per il collegamento tra i vari pannelli che compongono il cartello. Dette traverse, della lunghezza prescritta, dovranno essere complete di staffa con attacco a morsetto per il collegamento alle traverse in alluminio nella quantita' necessaria. Le traverse in ferro dovranno essere zincate a caldo per immersione. Art. 2.13.3 CONGIUNZIONI DEI PANNELLI COSTITUENTI I CARTELLI DI GRANDI DIMENSIONI Tali congiunzioni si dovranno ottenere con l'apposizione lungo i lembi contigui dei pannelli, di angolare in anticorodal da mm 30x20, spessore mm 3 sia in senso orizzontale che verticale. Tale angolare dovra' essere opportunamente forato e munito di un numero di bulloncini di acciaio inossidabile da 1/4 sufficiente ad ottenere il perfetto accostamento dei lembi dei pannelli. Articolo 2.13.4 POSA IN OPERA La posa in opera della segnaletica verticale dovra' essere eseguita installando i sostegni su apposito basamento in calcestruzzo di cemento classe Rbk minimi 200 kg/cm2 e delle dimensioni minime di cm 50x50x50. Eventuali maggiorazioni da basamento di fondazione non daranno diritto a maggiorazioni di compenso oltre il prezzo di capitolato speciale. Il basamento dovra' essere opportunamente dimensionato nei cartelli di maggiori dimensioni, le dimensioni maggiorate dovranno essere determinate dall'Impresa, tenendo conto che, gli impianti devono resistere alle sollecitazioni provocate da un vento spirante alla SP23_disciplinare_descrittivo pag. 40 velocita' di 150 Km/orari ed essere sottoposte preliminarmente all'approvazione della Direzione Lavori con l'avvertenza che tale approvazione non esonera in alcun modo l'Impresa stessa dalla sua responsabilita' in ordine alla resistenza degli impianti. La distanza tra l'estremita' del cartello, lato, carreggiata, ed il margine della carreggiata stessa sara' minima m. 0,50 e massima m. 1,00, fanno eccezione tutti i cartelli in prossimita' delle gallerie, quelli in galleria, ecc. che saranno di volta in volta esaminati dalla Direzione Lavori. L'altezza tra il bordo inferiore del cartello e la pavimentazione sara' minimo m 0,60 e massimo m 2,20 secondo un criterio di proporzione inversa rispetto alle dimensioni del cartello, fanno eccezione le targhe chilometriche la cui altezza sara' di m 1,70 - 1,80 e tutti gli altri cartelli in posizioni particolari la cui altezza sara' stabilita di volta in volta dalla Direzione Lavori. In ogni modo sullo stesso itinerario dovra' essere rispettata un'altezza uniforme. Per quanto riguarda i portali a cavalletto, a farfalla ed a bandiera dovranno essere posti in opera su basamenti di calcestruzzo armato, dosato a kg. 250 per metro cubo di cemento tipo 325. Le dimensioni di detti basamenti saranno determinate dall'Impresa, tenendo presente che l'alloggiamento delle gambe nel basamento non dovra' essere inferiore al ml 1,00. Il tutto sara' sottoposto all'approvazione della Direzione Lavori prima dell'inizio dei lavori di scavo. I segnali dovranno essere installati in modo tale da essere situati alla giusta distanza o posizione agli effetti della visibilita' e della regolarita' del traffico seguendo lo schema di massima dei disegni forniti dalla Direzione Lavori. Il giudizio dell'esattezza di tale posizione e' riservato in modo insindacabile alla Direzione Lavori e saranno ad esclusivo carico e spesa dell'Impresa ogni operazione e fornitura relativa allo spostamento dei segnali giudicati non correttamente posati. L'Impresa si assume la responsabilita' della perfetta conservazione della segnaletica in opera accollandosi l'incarico di eseguire le eventuali correzioni, modifiche o aggiunte sui cartelli gia' in opera che verranno ordinate dalla Direzione Lavori fino al giorno del collaudo. Nel caso di piccole correzioni, l'Impresa potra' provvedere sul posto alla modifica impiegando pellicole autoadesive. Quando, per dette correzioni, sara' necessario operare in laboratorio, queste dovranno essere eseguite nel modo descritto all'art. 1.6. Le sopraccitate modifiche saranno compensate come Elenco Prezzi. Art. 2.13.5 PELLICOLE RIFLETTENTI Art. 2.13.5.1 Pellicole retroriflettenti di Classe 1 A normale risposta luminosa con durata di 7 anni. Il coefficiente areico di intensita' luminosa deve rispondere ai valori minimi prescritti nella tab. 1 e deve mantenere almeno il 50% dei suddetti valori per il periodo minimo di 7 anni di normale esposizione all'esterno in condizioni medio ambientali. Per la vita utile del segnale valori inferiori devono essere considerati insufficienti. Art. 2.13.5.2 Pellicole retroriflettenti di Classe 2 Ad alta risposta luminosa con durata di 10 anni. Il coefficiente areico di intensita' luminosa deve rispondere ai valori minimi prescritti nella tabella 2 e deve mantenere almeno l'80% dei suddetti valori per il periodo minimo di 10 anni di normale esposizione all'esterno in condizioni medio ambientali. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 41 Per la vita utile del segnale valori inferiori devono essere considerati insufficienti. Art. 2.13.6 GENERALITA' Tutti i segnali devono essere rigorosamente conformi ai tipi, dimensioni, misure prescritte dal Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada approvato con D.P.R. 30/06/1959 N. 420 e per quanto richiesto, alle Circolari del Ministero LL.PP. N. 9540 del 20/12/1969, N. 2730 del 19/11/1971, N. 400 del 09/02/1979 e N. 2130 del 06/12/1979, N. 1515 del 28/09/1981, N. 1520 del 28/09/1981, D.M. 27/04/1990 N. 156. Devono inoltre essere per quanto non in contrasto con le prescrizioni di cui sopra, aggiornate con le piu' recenti norme CEE in materia. Art. 2.13.7 GARANZIE DI DURATA E CONTROLLI DI QUALITA' L'Impresa dovra' comunque garantire quanto segue: a) Le pellicole, applicate secondo le tecniche prescritte dal fabbricante e le norme contenute nel presente Capitolato non dovranno presentare, per almeno 7 anni, per quelle non catarifrangenti e catarifrangenti a normale intensita' e 10 anni per quelle catarifrangenti ad alta intensita' luminosa, di esposizione verticale all'esterno, alcuna decolorazione (restando nelle coordinate dei limiti cromatici), fessurazione, corrugamento, formazione di scaglie o bolle, cambio di dimensioni, segni di corrosione, distacco dal supporto o diminuzione dell'adesione. b) I supporti, le traverse, le staffe, i sostegni e tutti i materiali metallici che compongono l'impianto segnaletico, per almeno 10 anni di esposizione all'esterno, non dovranno presentare alcuna forma di ossidazione, nemmeno in piccole quantita'. c) La posa in opera dovra' essere eseguita a perfetta regola d'arte e l'impianto segnaletico dovra' registrare al vento spirante a 150 km/h. e non presentare per almeno 10 anni alcuna anomalia (distacco anche parziale, di traverse, bulloni tranciati, staffe lente ecc.) Pertanto a giudizio insindacabile della Direzione Lavori dovranno essere scartati, entro il periodo di garanzia prevista, tutti i materiali componenti l'impianto segnaletico (segnali, staffe, bulloni, traverse, sostegni ecc.) che presentano delle alterazioni o deformazioni e l'Impresa e' obbligata a provvedere a sua cura e spesa alla sostituzione o al ripristino, anche se tali alterazioni e deformazioni avvengono per cause naturali (temperatura, vento, agenti atmosferici in genere, ecc.) senza che gli venga riconosciuto alcun compenso, neppure parziale. La Direzione Lavori si riserva inoltre la facolta' di prelevare in qualsiasi momento, senza preavviso ed anche dopo la fornitura in opera, campioni di tutti i materiali impiegati per sottoporli alle analisi e prove che riterra' opportuno eseguire presso i conosciuti Istituti specializzati, autorizzati e competenti allo scopo di rendere soddisfatte tutte le prescrizioni tecniche richiamate nel presente Capitolato Speciale. Le relative spese per sottoporre ad analisi e prove i vari campioni, comprese quelle di prelievo e di spedizione prima e dopo la fornitura in opera saranno a totale carico dell'Impresa che non potra' avanzare alcun diritto o compenso o indennizzo per questo titolo . Art. 2.13.8 SOSTITUZIONI La Ditta fornitrice e' tenuta a sostituire nel minor tempo possibile, a propria cura e spese, tutto il materiale che, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, non dovesse risultare rispondente alle prescrizioni richieste. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 42 Art. 2.13.9 SOSTEGNI A PORTALE I sostegni a portale del tipo bandiera, cavalletto e farfalla devono essere costruiti secondo norme CNR UNI 10011 - 10012 atti a sopportare le sollecitazioni provocate dal vento spirante alla velocita' di 130-150 km/h a seconda delle localita' di installazione, devono essere realizzati in acciaio di qualita' non inferiore a FE 360 con ritti monolitici a sezione variabile e perimetro costante, la traversa monotrave dovra' essere a sezione circolare costante e collegata ai montanti mediante piastre in acciaio FE 430 con relativi bulloni ad alta resistenza. La struttura delle colonne dovra' essere realizzata componendo elementi a sezione circolare dilatata nelle posizioni di maggior sollecitazione in modo adeguato ad ogni quota. Pali tubolari dovranno essere ricavati da lamiera di acciaio FE 360 - 430 in spessore adeguati opportunamente piegati a forma di "U", in modo da consentire dopo l'accoppiamento e la saldatura longitudinale, di ottenere un profilo chiuso. La saldatura del tipo basico V gruppo NEFE dopo la opportuna preparazione dai lembi delle lamiere dovra' essere eseguita con macchina automatica ad arco sommerso con filo animato continuo, in modo da ottenere la penetrazione uguale allo spessore da saldare, il procedimento di saldatura di cui sopra non dovra' alterare le caratteristiche meccaniche fisico chimiche dei materiali pertanto al manufatto finito non sara' necessario alcun trattamento termico di distensione. Le strutture dovranno essere sottoposte al trattamento di zincatura a caldo per immersione rispettando la normativa UNI 5744-66 e non saranno verniciate. L'altezza dei portali dovra' essere tale da consentire l'installazione delle targhe ad una altezza di m 5,50 dal filo inferiore targhe al piano stradale. I portali dovranno essere ancorati al blocco di fondazione mediante piastre di base e contropiastre in acciaio opportunamente dimensionate con relativi tirafondi annegati nel calcestruzzo. Il blocco di fondazione dovra' essere in calcestruzzo classe 250 res. 324 con armatura in tondo FE 38B nella misura di kg 30 minimo per m 3 idoneamente dimensionato eventualmente sottofondato a secondo il Sigma ammissibile sul terreno. Art. 2.13.10 SOSTEGNI PER SEGNALI LATERALI Dovranno essere in ferro ad U 40x80x40 dello spessore minimo di mm 5 e dovranno essere zincati a caldo per immersione secondo le normative UNI 5744-66. Art. 2.13.11 SEGNALIMITI Art. 2.13.11.1 I segnalimiti saranno del tipo previsto dalla Circolare Ministeriale n. 1520 del 28/09/81, e dovranno essere costruiti esclusivamente mediante soffiaggio in appositi stampi, di una candela continua di polietilene al alta intensita' e della migliore qualita', arricchita di additivi antinvecchiamento; anche la parte nera dovra' essere di polietilene ad alta intensita' ed incorporata nel segnalimite in fase di stampaggio, escludendosi operazioni di verniciatura il materiale impiegato dovra' essere sufficientemente elastico ed avere una elevata resistenza strutturale. La stabilita' alle escursioni termiche dovra' essere garantita per una temperatura minima di meno 25 gradi C. ed una massima di piu' 80 gradi C. Inoltre il polimero dovra' resistere agli agenti chimici dei sali antigelo e dei gas di scarico dei veicoli. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 43 Art. 2.13.11.2 Dimensioni e forma dei segnalimiti I segnalimiti saranno del tipo a colonnina a sezione triangolare cm 12x12x12 con h = cm 105 e 135. I dispositivi rifrangenti, per la visibilita' notturna dei segnalimiti, dovranno essere costituiti da due catadiottri (uno bianco per il lato sinistro e uno rosso per il senso di marcia) le cui superfici dovranno essere di almeno 50 cm2, come prescritto dall'art. 94 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada Art. 2.14 - CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA VERNICE SPARTITRAFFICO PER LA SEGNALETICA ORIZZONTALE Art. 2.14.1 TIPO DI MATERIALE ED ASPETTO Tutta la segnaletica dovra' comunque essere realizzata in conformita' al Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e al relativo Regolamento di esecuzione e attuazione del nuovo Codice della strada, D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 e successivi aggiornamenti. La vernice richiesta deve essere ottenuta attraverso la lavorazione in mulini a pale onde ottenere un prodotto finemente macinato e disperso, esente da grumi e pellicole. Anche dopo sei mesi di stoccaggio in magazzino a temperatura non inferiore a 10 gradi C, tale aspetto deve permanere; e' tollerata una leggera sedimentazione del pigmento sul fondo del contenitore che pero' in ogni caso deve potersi facilmente reincorporare al veicolo mediante rimescolamento a mezzo di spatola od agitatore. La pittura catarifrangente deve essere a perline premiscelate ad alta rifrangenza e resistenza e di forte intensita' luminosa notturna. Art. 2.14.2 COLORE Il colore della vernice dovra' essere bianco o giallo a seconda dell'ordinazione. Il colore bianco della vernice dovra' ottenersi esclusivamente con il biossido di titanio rutilo. Il colore giallo con il cromato di piombo. Entrambe le vernici dovranno risultare molto coprenti. Dopo l'essicazione la pittura bianca deve presentarsi con un tono di bianco molto puro, senza sfumature grigie e giallastre; al contrario la pittura gialla si deve presentare con un tono di colore giallo cromo caldo. Art. 2.14.3 PESO SPECIFICO Il peso specifico per la vernice bianca potra' variare da 1.500 a 1.700 kg/litro a 25 gradi C., per la vernice gialla da 1.550 a 1.750 kg/litro a 25 gradi C. Art. 2.14.4 VISCOSITA` La viscosita' dovra' corrispondere alle seguenti misurazioni: al viscosimetro Stormo-Krebs con misurazione a 25 gradi C. da 50 a 90 K U (unita' Krebs) oppure SP23_disciplinare_descrittivo pag. 44 alla Coppa Ford n. 4 su prodotto diluito al 5% con misurazione a + 25 gradi C.; passaggio in minuti secondi 160 - 180 - 200. Art. 2.14.5 COMPOSIZIONE Composizione della vernice: pigmenti vari veicolo secco solventi 65% 15% 20% Il veicolo potra' essere costituito come segue: - tipo oleo-resinoso alchidico con caucciu'-clorurato con rapporto 2.5 : 1 sul contenuto secco - tipo oleo-resinoso con resine del tipo fenolico modificato; - tipo con resine sintetiche plastiche post-trattate offrenti garanzie almeno similari. Il colore bianco della vernice dovra' avere un contenuto compreso tra il 12% ed il 16% di biossido di titanio rutilo. Il colore giallo della vernice dovra' avere un contenuto compreso tra il 7% ed il 10% di cromato di piombo. Il residuo non volatile della vernice dovra' variare da un minimo di 65 - 75%. Art. 2.14.6 PERLINE DI VETRO Le perizie di vetro contenute nella vernice dovranno essere incolori, del tipo speciale idrorepellente, non dovranno diventare lattescenti all'usura ed all'umidita' e dovranno conservare per 12 mesi la piena luminosita'. Le perline di vetro dovranno avere un diametro compreso tra mm 0,006 e mm 0,30 e la loro quantita' in peso dovra' essere del 33% per il bianco e del 30% per il giallo. Le perline dovranno rispondere ai seguenti requisiti: - indice di rifrazione non inferiore a 1.50 (metodo di misurazione luce al tungstano); - indice di idrorepellenza: non dovranno diventare opalescenti se bollite un'ora in acqua distillata e poi filtrate ed asciugate, oppure se immerse in soluzione acida a 25 gradi C. PH/5. La granulometria delle perline di vetro, determinata con settici della serie ASTM, dovra' essere la seguente: - perline passanti attraverso il setaccio n. 70; 100% - perline passanti attraverso il setaccio n 80; 65-100% - perline passanti attraverso il setaccio n. 140; 15- 55% - perline passanti attraverso il setaccio n. 230; 10% max La prova si effettua secondo la norma ISTMI D 1214. Art. 2.14.7 ESSICCAZIONE L'essicazione deve avvenire in circa 20 minuti primi per prodotto applicato a temperatura non inferiore ai 15 gradi C e con una umiditàà relativa inferiore al 70%. Art. 2.14.8 SP23_disciplinare_descrittivo pag. 45 SOLVENTI I solventi e gli essicanti dovranno essere derivati da prodotti rettificati della distillazione del petrolio, secondo la legge in vigore. Inoltre non devono ingiallire il manto stradale bitumato o lasciarlo, dopo il loro uso, di colore grigio chiaro. Art. 2.14.9 DILUIZIONE Le vernici rifrangenti possono essere diluite a norma di legge con idoneo solvente in misura del 5 al massimo 10% in percentuale . Art. 2.14.10 RESA MEDIA La superficie ricoperta con kg. 1 di vernice variera' fra m2 1,1/1,3 in conseguenza delle diverse rugosita' della pavimentazione. Art. 2.14.11 Le strisce orizzontali di mezzeria e laterali dovranno avere una rifrangenza tale da svolgere una perfetta ed inalterata funzione di guida nelle ore notturne agli autoveicoli sotto l'azione delle luci dei fari dopo 180 giorni di esercizio effettivo e dovranno mantenersi efficienti per almeno 1 anno. Art. 2.14.12 La segnaletica orizzontale dovra' essere eseguita a regola d'arte con andamento perfettamente rettilineo nei tratti in rettifilo e curvilineo nelle curve. La striscia tratteggiata dovra' presentare l'interruzione netta senza alcuna sbavatura. Art. 2.14.13 Il collaudo della segnaletica orizzontale verra' eseguito a vista da una Commissione formata dal Direttore di Sezione, dal Geometra Capo Zona e dal Capo Cantoniere, competenti in zona, tenendo conto delle analisi dei materiali utilizzati, entro 180 giorni dalla esecuzione delle strisce. Art. 2.15 - FORNITURA E POSA DI BARRIERE ELASTICHE DI PROTEZIONE Art. 2.15.1 BARRIERE DI SICUREZZA QUALITA' DEI MATERIALI E CARATTERISTICHE DI RESISTENZA DEL PRODOTTO Le barriere dovranno rispondere alla vigente normativa. Si richiamano in particolare il D.M. LL.PP. 3 giugno 1998 e il D.M. LL.PP. 11 giugno 1999. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 46 Tutti gli elementi che compongono la barriera metallica di sicurezza, ad eccezione dei catadiottri, dovranno essere in lamiera AQ 50, protetti contro le corrosioni mediante zincatura in bagno a caldo con zinco di prima fusione e secondo le norme A.A.S.H.O n. 111 e ASTM 93 A con una quantita' di zinco depositata di gr. 580 - 660 per mq. di superficie esposta. In particolare, gli elementi stessi dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche tecniche: a) piedritto in lamiera AQ 50 spessore mm. 6 di sezione ad "U" con anima di mm. 120 ed ali di mm. 80, altezza totale del piedritto variabile da mm. 940 (per installazione su opere d'arte), mm. 1.240 per barriere-parapetto a mm. 1.950 (per installazione su rilevati stradali). Tali piedritti dovranno essere provvisti di un'asola di mm. 36x18, atta al fissaggio del distanziatore-barriera b) distanziatore in lamiera AQ 50 spessore 20/10 di sezione aperta a "C" di mm. 64x40, h. mm. 30 circa c) elemento nastro - in lamiera AQ 50 a doppia onda, spessore mm. 3, altezza mm. 311, sviluppo cm. 47,8, sezione cmq. 12,42 momento di inerzia orizzontale = cm. 92 circa, e verticale cm 1.202 circa, modulo di resistenza orizzontale cm. 21 circa e verticale cm 77 circa, zincato a caldo come descritto in premessa. La lunghezza totale di ogni elemento, indipendentemente dall'interasse dei piedritti, dovra' essere tale da permettere, su ogni piantone, la sovrapposizione di almeno cm. 32 d) bullone di fissaggio sovrapposizioni elementi-nastro, diametro mm. 16x25, filettato con passo 16 MA e) bullone di fissaggio al piedritto, per distanziatore e nastro, diametro mm. 16x100, filettato con passo 16 MA f) catadiottri in resina acrilica su supporto metallico sagomato per il suo contenimento nella sagoma del nastro-bandiera g) corrimano, di campata, o di testata in elemento estruso AQ 50, sia a sezione circolare (diametro mm. 48) o poligonale corrispondente, spessore 24/10 h) spinotti di innesto corrimani in lamiera AQ 50, spessore 30/10 In particolare si richiama l'osservanza delle disposizioni contenute nelle norme "UNI" del settore, fissate dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, e della Circolare 11 luglio 1987 n. 2337 del Ministero dei LL.PP. Art. 2.15.2 PROVE SUI MATERIALI La Direzione dei Lavori ha facolta' di prelevare, in contraddittorio con un rappresentante della Ditta fornitrice, nello stabilimento della stessa o a pie' d'opera, campioni di materiali di sigillo, per le analisi e le verifiche. I materiali forniti dovranno essere in grado di soddisfare le seguenti richieste: a) nastro per barriere di sicurezza - dovra' resistere, senza rompersi, ad uno sforzo di trazione in senso longitudinale, di Kg. 50.000 SP23_disciplinare_descrittivo pag. 47 Questa resistenza dovra' essere verificata sia nelle sezioni del nastro che nelle sezioni di giunto tra due pezzi di nastro successivi. Il nastro, semplicemente appoggiato con l'interasse eguale a quello normale tra i piedritti in opera, con la faccia rivolta al traffico in alto, e caricato al centro tramite un massello di legno duro piano avente l'altezza del nastro, e la larghezza di cm. 10, dovra' presentare la seguente resistenza senza subire snervamento: per un carico di Kg. 1.800 freccia massima totale uguale a cm 6 Tale resistenza dovra' verificarsi sia per nastro che per due pezzi di nastro aventi un giunto al centro. Il nastro inoltre, con la faccia rivolta al traffico posto verso il basso e fermi restando gli altri elementi, dovra' presentare una resistenza almeno pari al 50% di quella prevista nella prova precedente b) piedritti sia sui rilevati che sulle opere d'arte e quelli per parapetto dovranno essere incastrati al piede e sottoposti a prova di resistenza, presentare le seguenti caratteristiche senza subire snervamento: 1) carico in direzione perpendicolare alla carreggiata: carico Kg. 4.500; freccia max. totale = cm. 3 2) carico in direzione parallela alla carreggiata carico Kg. 1.500; freccia max. totale = cm. 3 c) corrimano - dovra' poter sopportare una spinta orizzontale di Kg. 2.500 al ml. senza presentare deformazioni permanenti d) collegamenti nastro-piedritto - il collegamento del nastro al piedritto dovra' resistere, senza rompersi, ad un carico di Kg. 2.500 applicato in qualunque direzione e) distanziatori - per il distanziatore e' ammessa una deformazione massima totale pari a 2/3 del suo spessore sotto un carico di kg. 4.500 applicato in direzione perpendicolare alla faccia del nastro Art. 2.15.3 ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI La successione , entita' e qualita' delle forniture saranno fissate dagli Uffici Tecnici Provinciali in base alle esigenze del servizio e comunicate alla Ditta fornitrice tempestivamente. Art. 2.15.4 NORME PER LA MISURAZIONE, VALUTAZIONE E CONTABILIZZAZIONE DELLE FORNITURE Le barriere rette o curve verranno contabilizzate in base al peso al kg. Nei prezzi di elenco al kg sono compresi tutti gli elementi costitutivi di ogni singolo tipo di barriera, nessuno escluso SP23_disciplinare_descrittivo pag. 48 Art. 2.16 - OPERE A VERDE 2.16.1) Prescrizioni generali 2.16.1.1) Sopralluoghi e accertamenti preliminari Prima di presentare l'offerta per l'esecuzione dei lavori oggetto del presente Capitolato, l'Impresa dovrà ispezionare il luogo per prendere visione delle condizioni di lavoro e dovrà assumere tutte le informazioni necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare riguardo alle dimensioni, alle caratteristiche specifiche e alle eventuali connessioni con altri lavori di costruzione, movimenti di terra e sistemazione ambientale in genere), alla quantità, alla utilizzabilità e alla effettiva disponibilità di acqua per l'irrigazione e la manutenzione. La presentazione dell'offerta implica l'accettazione senza eccezioni da parte dell'impresa di ogni condizione riportata nel presente Capitolato e relative specifiche o risultante dagli eventuali elaborati di progetto allegati. 2.16.1.2) Conservazione e recupero delle piante esistenti nella zona Tutta la vegetazione esistente indicata in progetto per restare in loco e quella eventualmente individuata dalla Direzione Lavori in corso d'opera dovrà essere protetta adeguatamente da ogni danneggiamento. Pertanto l'impresa dovrà usare la massima cautela nell'eseguire le prescrizioni della Direzione Lavori ogni volta che si troverà a operare nei pressi delle piante esistenti. Nell'eventualità di dover trapiantare piante esistenti nel cantiere o sul luogo della sistemazione, la Direzione Lavori si riserva la facoltà di fare eseguire, secondo tempi e modi da concordare, la preparazione delle piante stesse. 2.16.1.3) Accantonamento degli strati fertili del suolo e del materiale di scavo Nel caso che il progetto di sistemazione ambientale preveda movimenti di terra di una certa importanza, l'Impresa è tenuta a provvedere alla rimozione e all'accantonamento, nel luogo e con le modalità indicati dalla Direzione Lavori, degli strati fertili del suolo destinati ad essere riutilizzati nelle zone interessate ai lavori stessi. Le quantità eccedenti e l'eventuale altro materiale di scavo saranno accantonati nel luogo e secondo le modalità indicate dalla Direzione Lavori. 2.16.1.4) Approvvigionamento di acqua Il Committente fornirà gratuitamente all'Impresa l'acqua nel luogo dei lavori. Qualora questa non fosse disponibile, l'Impresa si approvvigionerà con propri mezzi. Gli oneri relativi verranno contabilizzati sulla base dell'Elenco prezzi. 2.16.1.5) Pulizia dell'area del cantiere A mano a mano che procedono i lavori di sistemazione e le operazioni di piantagione, l'Impresa, per mantenere il luogo più in ordine possibile, è tenuta a rimuovere tempestivamente tutti i residui di lavorazione (es. frammenti di pietre e mattoni, spezzoni di filo metallico, di cordame e di canapa, contenitori, ecc.) e gli utensili inutilizzati. I residui di cui sopra dovranno essere allontanati e portati dal cantiere alla discarica pubblica o su altre aree autorizzate. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 49 Alla fine dei lavori tutte le aree e gli altri manufatti che siano stati in qualche modo imbrattati dovranno essere accuratamente ripuliti. 2.16.1.6) Norme per misurazione e valutazione di lavori e somministrazioni Le quantità dei lavori e delle somministrazioni (forniture, trasporti e noli) saranno determinate con metodi geometrici. matematici o a peso in relazione a quanto previsto nell'Elenco prezzi. I lavori e le somministrazioni in genere saranno liquidati in base alle misure fissate dal progetto e dall'Elenco prezzi . La misurazione dei prati sarà eseguita tenendo conto dell'area effettivamente coperta e non della sua proiezione planimetrica e comunque al netto di tare, salvo quanto previsto nell'Elenco prezzi. Le misure saranno prese in contraddittorio a mano a mano che si procederà nella esecuzione dei lavori e delle somministrazioni e verranno riportate su un apposito libretto che sarà firmato dagli incaricati dell'Impresa e dalla Direzione Lavori. Resta sempre salva, in caso di riserve scritte da parte dell'Impresa, la possibilità di verifica e di rettifica in occasione delle operazioni di liquidazione finale dei lavori. L'Impresa è tenuta ad eseguire i lavori a perfetta regola d'arte secondo i dettami ultimi della tecnica e a fornire materiali rispondenti a quanto determinato nel Capitolato e nei suoi allegati: tutte le opere e tutte le somministrazioni che, a giudizio della Direzione Lavori non siano state eseguite a perfetta regola d'arte, oppure non rispettino le prescrizioni impartite, dovranno essere nuovamente eseguite a spese dell'Impresa. 2.16.1.7) Garanzia di attecchimento L'Impresa si impegna a fornire una garanzia di attecchimento del 100% per tutte le piante. L'attecchimento si intende avvenuto quando, al termine di 90 giorni a decorrere dall'inizio della prima vegetazione successiva alla messa a dimora, le piante si presentino sane e in buono stato vegetativo. Nel caso il progetto e l'Elenco prezzi contemplino la manutenzione dell'impianto, la garanzia di attecchimento vale per tutta la durata della manutenzione stessa. L'avvenuto attecchimento deve essere verbalizzato in contraddittorio fra Direzione Lavori e Impresa entro 10 giorni dalla scadenza del periodo sopra definito. L'Impresa è tenuta ad una sola sostituzione delle piante non attecchite. 2.16.1.8) Garanzia per i tappeti erbosi L'Impresa si impegna a realizzare tappeti erbosi rispondenti alle caratteristiche previste dal progetto e a garantirne la conformità al momento della ultimazione dei lavori, salvo quanto diversamente specificato dal progetto e/o dall'Elenco prezzi. 2.16.1.9) Responsabilità dell'Impresa nel corso dei lavori L'Impresa è responsabile di ogni danno causato a terzi ed è tenuta, senza alcun rimborso, a ripristinare i manufatti, le aree, le attrezzature, gli impianti, le piantagioni e i tappeti erbosi danneggiati nel corso dei lavori, salvo casi di vandalismo riconosciuti dalle parti. 2.16.1.10) Divieto di impiego di fitofarmaci pericolosi SP23_disciplinare_descrittivo pag. 50 Si richiama il divieto di impiego di fitofarmaci appartenenti alla 1.a ed alla 2.a classe tossicologica sulle aree pubbliche o aperte al pubblico a mante della Legge Regionale n. 76 del 28.12.1989. 2.16.2) Qualità e provenienza dei materiali 2.16.2.1) Materiali Tutto il materiale edile, impiantistico e di arredo (es. pietre, mattoni, legname da costruzione, irrigatori, apparecchi di illuminazione, ecc.), il materiale agrario (es. terra di coltivo, concimi, torba, ecc.) e il materiale vegetale (es. alberi, arbusti, tappezzanti. sementi, ecc.) occorrente per la sistemazione ambientale, dovrà essere delle migliori qualità, senza difetti e in ogni caso con qualità e pregi uguali o superiori a quanto è prescritto dal presente Capitolato, dal progetto e dalla normativa vigente. S'intende che la provenienza sarà liberamente scelta dall'Impresa purché, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, i materiali siano riconosciuti accettabili. L'Impresa è obbligata a notificare in tempo utile alla Direzione Lavori, la provenienza dei materiali per il regolare prelevamento dei relativi campioni. L'Impresa dovrà sostituire a sua cura e spese, con altre rispondenti ai requisiti concordati, le eventuali partite non ritenute conformi dalla Direzione Lavori. L'approvazione dei materiali consegnati sul posto non sarà tuttavia considerata come accettazione definitiva: la Direzione Lavori si riserva infatti la facoltà di rifiutare, in qualsiasi momento, quei materiali e quelle provviste che si siano, per qualsiasi causa, alterati dopo l'introduzione sul cantiere, nonché il diritto di farli analizzare a cura e spese dell'Impresa, per accertare la loro corrispondenza con i requisiti specificati nel presente Capitolato e dalle norme vigenti. In ogni caso l'Impresa, pur avendo ottenuto l'approvazione dei materiali dalla Direzione Lavori, resta totalmente responsabile della buona riuscita delle opere. L'Impresa fornirà tutto il materiale (edile, impiantistico, agrario e vegetale) indicato negli elenchi e riportato nei disegni allegati, nelle quantità necessarie alla realizzazione della sistemazione. I materiali da impiegare nei lavori dovranno avere le seguenti caratteristiche: a) materiale edile, impiantistico e di arredo: si rimanda ai Capitolati dello Stato, del Genio Civile e alle normative specifiche; b) materiale agrario: vedi successivo articolo c) materiale vegetale: vedi successivo articolo d) materiali anidri di fondazione, conglomerati bituminosi e infrastrutture complementari: vedi successivo articolo. 2.16.2.2) Materiale agrario Per materiale agrario si intende tutto il materiale usato negli specifici lavori di agricoltura, vivaismo e giardinaggio (es. terreni e substrati di coltivazione, concimi, fitofarmaci, tutori, ecc.), necessario alla messa a dimora, alla cura e alla manutenzione delle piante occorrenti per la sistemazione. 2.16.2.2.1) Terra di coltivo riportata L'impresa prima di effettuare il riporto della terra di coltivo dovrà accertarne la qualità per sottoporla all'approvazione della Direzione Lavori. L'Impresa dovrà disporre a proprie spese l'esecuzione delle analisi di laboratorio, per ogni tipo di suolo. Le analisi dovranno essere eseguite, salvo quanto diversamente disposto dal presente Capitolato, secondo i metodi ed i parametri normalizzati di analisi del suolo, pubblicati dalla società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 51 La terra di coltivo riportata dovrà essere priva di pietre, tronchi, rami, radici e loro parti, che possano ostacolare le lavorazioni agronomiche del terreno dopo la posa in opera, e chimicamente neutra (pH 6,5-7). La quantità di scheletro non dovrà eccedere il 5% del volume totale e la percentuale di sostanza organica non dovrà essere inferiore al 2%. L'Impresa dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori l'impiego di terra le cui analisi abbiano oltrepassato i valori indicati negli Allegati tecnici, salvo quanto diversamente indicato nell'Elenco prezzi. La terra di coltivo dovrà essere priva di agenti patogeni e di sostanze tossiche per le piante. 2.16.2.2.2) Substrati di coltivazione Con substrati di coltivazione si intendono materiali di origine minerale e/o vegetale utilizzati singolarmente o miscelati in proporzioni note per impieghi particolari e per ottenere un ambiente di crescita adatto alle diverse specie che si vogliono mettere a dimora. Per i substrati imballati le confezioni dovranno riportare quantità, tipo e caratteristiche del contenuto. In mancanza delle suddette indicazioni sulle confezioni, o nel caso di substrati non confezionati, l'Impresa dovrà fornire, oltre ai dati sopra indicati, i risultati di analisi realizzate a proprie spese, secondo i metodi normalizzati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo S.I.S.S. per i parametri indicati negli Allegati tecnici da sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori. I substrati, una volta pronti per l'impiego, dovranno essere omogenei e i componenti distribuiti in proporzioni costanti all'interno della loro massa. I substrati non confezionati o privi delle indicazioni sopra citate sulla confezione, potranno contenere anche altri componenti, in proporzioni note, tutti chiaramente specificati, da sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori. L'Impresa dovrà determinare e sottoporre sempre all'approvazione della Direzione Lavori la densità apparente e la capacità di campo dei substrati destinati alle opere pensili a verde. 2.16.2.2.3) Concimi minerali ed organici I concimi minerali, organici, misti e complessi da impiegare dovranno avere titolo dichiarato secondo le vigenti disposizioni di legge ed essere forniti nell'involucro originale della fabbrica, fatta esclusione per i letami, per i quali saranno valutate di volta in volta qualità e provenienza. La Direzione Lavori si riserva il diritto di indicare con maggior precisione, scegliendoli di volta in volta in base alle analisi di laboratorio sul terreno e sui concimi e alle condizioni delle piante durante la messa a dimora e il periodo di manutenzione, quale tipo di concime dovrà essere usato. 2.16.2.2.4) Ammendanti e correttivi Con ammendanti si intendono quelle sostanze sotto forma di composti naturali o di sintesi in grado di modificare le caratteristiche fisiche del terreno. Con correttivi si intendono quei prodotti chimici, minerali, organici o biologici capaci di modificare le caratteristiche chimiche del terreno. In accordo con la Direzione Lavori si potranno impiegare prodotti con funzioni miste purché ne siano dichiarati la provenienza la composizione e il campo di azione e siano forniti preferibilmente negli involucri originali secondo la normativa vigente. 2.16.2.2.5) Pacciamatura Con pacciamatura si intende una copertura del terreno a scopi diversi (es. controllo infestanti, limitazione dell'evapo-traspirazione, sbalzi termici, ecc.). I materiali per pacciamatura comprendono prodotti di origine naturale o di sintesi e dovranno essere forniti (quando si tratti di prodotti confezionabili) in accordo con la Direzione Lavori, nei contenitori originali con dichiarazione della quantità, del contenuto e dei componenti. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 52 Per i prodotti da pacciamatura forniti sfusi la Direzione Lavori si riserva la facoltà di valutare di volta in volta qualità e provenienza. 2.16.2.2.6) Fitofarmaci I fitofarmaci da usare (es. anticrittogamici, insetticidi, diserbanti, antitraspiranti, mastici per dendrochirurgia, ecc.) dovranno essere forniti nei contenitori originali e sigillati dalla fabbrica, con l'indicazione della composizione e della classe di tossicità, secondo la normativa vigente. 2.16.2.2.7) Pali di sostegno, ancoraggi e legature Per fissare al suolo gli alberi e gli arbusti di rilevanti dimensioni, l'Impresa dovrà fornire pali di sostegno (tutori) adeguati per numero, diametro ed altezza alle dimensioni delle piante, su indicazione della Direzione Lavori. I tutori dovranno essere di legno, diritti, scortecciati, appuntiti dalla parte della estremità di maggiore diametro. La parte appuntita dovrà essere resa imputrescibile per un'altezza di 100 cm circa, in alternativa, su autorizzazione della Direzione Lavori, si potrà fare uso di pali di legno industrialmente preimpregnati di sostanze imputrescibili. Analoghe caratteristiche di imputrescibilità dovranno avere anche i picchetti di legno per l'eventuale bloccaggio a terra dei tutori. Qualora si dovessero presentare problemi di natura particolare (mancanza di spazio, esigenze estetiche, ecc.) i pali di sostegno, su autorizzazione della Direzione Lavori, potranno essere sostituiti con ancoraggi in corda di acciaio muniti di tendifilo. Le legature dovranno rendere solidali le piante ai pali di sostegno e agli ancoraggi, pur consentendone l'eventuale assestamento; al fine di non provocare strozzature al tronco, dovranno essere realizzate per mezzo di collari speciali o di adatto materiale elastico (es. cinture di gomma, nastri di plastica, ecc.) oppure, in subordine, con corda di canapa (mai filo di ferro o altro materiale inestensibile). Per evitare danni alla corteccia, potrà essere necessario interporre, fra tutore e tronco, un cuscinetto antifrizione di adatto materiale. 2.16.2.2.8) Drenaggi e materiali antierosione I materiali da impiegare per la realizzazione di drenaggi e opere antierosione dovranno corrispondere a quanto indicato in progetto e, per quelli forniti in confezione, essere consegnati nei loro imballi originali, attestanti quantità e caratteristiche del contenuto (es. resistenza, composizione chimica, requisiti idraulici e fisici, durata, ecc.) per essere approvati dalla Direzione Lavori prima del loro impiego. Per i prodotti non confezionati la Direzione Lavori ne verificherà di volta in volta qualità e provenienza. 2.16.2.2.9) Acqua L'acqua da utilizzare per l'innaffiamento e la manutenzione non dovrà contenere sostanze inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa. L'Impresa, se le sarà consentito di approvvigionarsi da fonti del Committente, sarà tenuta, su richiesta della Direzione Lavori, a verificare periodicamente per mezzo di analisi effettuate secondo le procedure normalizzate della Società Italiana di Scienza del Suolo S.I.S.S., la qualità dell'acqua da utilizzare e a segnalare le eventuali alterazioni riscontrate. Gli oneri relativi saranno a carico del Committente. In caso contrario l'Impresa provvederà a sua cura e spese al controllo periodico della qualità dell'acqua. 2.16.2.3) Materiale vegetale SP23_disciplinare_descrittivo pag. 53 Per materiale vegetale si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, tappezzanti, sementi, ecc.) occorrente per l'esecuzione del lavoro. Questo materiale dovrà provenire da ditte appositamente autorizzate ai sensi delle leggi 18.6.1931 n. 987 e 22.5.1973 n. 269 e successive modificazioni e integrazioni. L'Impresa dovrà dichiararne la provenienza alla Direzione Lavori. La Direzione Lavori si riserva comunque la facoltà di effettuare, contestualmente all'Impresa appaltatrice, visite ai vivai di provenienza allo scopo di scegliere le piante; si riserva quindi la facoltà di scartare quelle non rispondenti alle caratteristiche indicate nel presente Capitolato, nell'Elenco prezzi e negli elaborati di progetto in quanto non conformi ai requisiti fisiologici e fitosanitari che garantiscano la buona riuscita dell'impianto o che non ritenga comunque adatte alla sistemazione da realizzare. Le piante dovranno essere esenti da attacchi di insetti, malattie crittogamiche, virus, altri patogeni, deformazioni e alterazioni di qualsiasi natura che possano compromettere il regolare sviluppo vegetativo e il portamento tipico della specie. L'Impresa sotto la sua piena responsabilità potrà utilizzare piante non provenienti da vivaio e/o di particolare valore estetico unicamente se indicate in progetto e/o accettate dalla Direzione Lavori. Le piante dovranno aver subito le necessarie lavorazioni in vivaio e rispondere alle specifiche contenute nell'art. seguente. Le piante dovranno essere etichettate singolarmente o per gruppi omogenei per mezzo di cartellini di materiale resistente alle intemperie sui quali sia stata riportata, in modo leggibile e indelebile, la denominazione botanica (genere, specie, varietà, cultivar) del gruppo a cui si riferiscono. Le caratteristiche con le quali le piante dovranno essere fornite (densità e forma della chioma, presenza e numero di ramificazioni, sistema di preparazione dell'apparato radicale, ecc.) sono precisate nelle specifiche allegate al progetto o indicate nell'Elenco prezzi e nelle successive voci particolari. L'Impresa dovrà far pervenire alla Direzione Lavori, con almeno 48 ore di anticipo, comunicazione scritta della data in cui le piante verranno consegnate sul cantiere. Per quanto riguarda il trasporto delle piante, l'Impresa dovrà prendere tutte le precauzioni necessarie affinché queste arrivino sul luogo della sistemazione nelle migliori condizioni possibili, curando che il trasferimento venga effettuato con mezzi, protezioni e modalità di carico idonei con particolare attenzione perché rami e corteccia non subiscano danni e le zolle non abbiano a frantumarsi o ad essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del carico del materiale soprastante. Una volta giunte a destinazione, tutte le piante dovranno essere trattate in modo che sia evitato loro ogni danno; il tempo intercorrente tra il prelievo in vivaio e la messa a dimora definitiva (o la sistemazione in vivaio provvisorio) dovrà essere il più breve possibile. In particolare l'Impresa curerà che le zolle e le radici delle piante che non possono essere immediatamente messe a dimora non subiscano gravi disidratazioni e mantengano il tenore di umidità adeguato alla loro buona conservazione. 2.16.2.3.1) Alberi Gli alberi dovranno presentare portamento e dimensioni rispondenti alle caratteristiche richieste dal progetto e tipici della specie, della varietà e della età al momento della loro messa a dimora. Gli alberi dovranno essere stati specificatamente allevati per il tipo di impiego previsto. In particolare il fusto e le branche principali dovranno essere esenti da deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi origine e tipo, grosse cicatrici o segni conseguenti ad urti, grandine, scortecciamenti, legature, ustioni da sole, cause meccaniche in genere. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 54 La chioma, salvo quanto diversamente richiesto, dovrà essere ben ramificata, uniforme ed equilibrata per simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie all'interno della stessa. L'apparato radicale dovrà presentarsi ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane e privo di tagli di diametro maggiore di un centimetro. Gli alberi dovranno essere normalmente forniti in contenitore o in zolla; a seconda delle esigenze tecniche o della richiesta potranno essere eventualmente consegnati a radice nuda soltanto quelli a foglia decidua, purché di giovane età e di limitate dimensioni. Le zolle e i contenitori (vasi, mastelli di legno o di plastica, ecc.) dovranno essere proporzionati alle dimensioni delle piante. Per gli alberi forniti con zolla o in contenitore, la terra dovrà essere compatta, ben aderente alle radici, senza crepe evidenti con struttura e tessitura tali da non determinare condizioni di asfissia. Le piante in contenitore dovranno essere state adeguatamente rinvasate in modo da non presentare un apparato radicale eccessivamente sviluppato lungo la superficie del contenitore stesso. Le zolle dovranno essere ben imballate con un apposito involucro degradabile juta, paglia, teli, reti di ferro non zincato, ecc.), rinforzato, se le piante superano i 5 metri di altezza, con rete metallica degradabile, oppure realizzato con pellicola plastica porosa o altri materiali equivalenti. Gli alberi dovranno corrispondere alle richieste del progetto e dell'Elenco prezzi secondo quanto segue: • altezza dell'albero: distanza che intercorre fra il colletto e il punto più alto della chioma; • altezza di impalcatura: distanza intercorrente fra il colletto e il punto di inserzione • alla circonferenza del fusto: misurata a un metro dal colletto (non saranno ammesse sottomisure salvo accettazione della Direzione dei Lavori); • diametro della chioma: dimensione rilevata in corrispondenza della prima impalcatura per le conifere, a due terzi dell'altezza totale per tutti gli altri alberi. Per gli alberi innestati dovranno essere specificati il tipo di portainnesto e l'altezza del punto d'innesto, che non dovrà presentare sintomi di disaffinità. Qualora le piante vengano fornite in contenitore, le radici devono risultare, senza fuoriuscirne, pienamente compenetrate in questo. L'apparato radicale deve comunque presentarsi sempre ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane. Le piante devono aver subito i necessari trapianti in vivaio (l'ultimo da non più di due anni) secondo il seguente prospetto: - specie a foglia caduca fino alla circonferenza di cm 12 ÷ 15: almeno 1 trapianto fino alla circonferenza di cm 20 ÷ 25: almeno 2 trapianti fino alla circonferenza di cm 30 ÷ 35: almeno 3 trapianti - specie sempreverdi fino all'altezza di m 2 ÷ 2.50: almeno 1 trapianto fino all'altezza di m 3 ÷ 3.50: almeno 2 trapianti fino all'altezza di m 5 almeno 3 trapianti e la circonferenza dovrà avere sufficiente sviluppo. 2.16.2.3.2) Piante esemplari SP23_disciplinare_descrittivo pag. 55 Con il termine "piante esemplari" si intende far riferimento ad alberi ed arbusti di grandi dimensioni che somigliano, per forma e portamento, agli individui delle stesse specie cresciuti liberamente, e quindi con particolare valore ornamentale. Queste piante devono essere state opportunamente preparate per la messa a dimora: devono cioè essere state zollate secondo le necessità e l'ultimo trapianto o zollatura deve essere avvenuto da non più di due anni e la zolla deve essere stata imballata a perfetta regola d'arte (juta con rete metallica, doghe , cassa, plantplast, ecc.) (v. anche il precedente articolo). Le piante esemplari sono evidenziate a parte anche in Elenco prezzi distinguendole dalle altre della stessa specie e varietà. 2.16.2.3.3) Arbusti e cespugli Arbusti e cespugli, qualunque siano le loro caratteristiche specifiche (a foglia decidua o sempreverdi), anche se riprodotti per via agamica, non dovranno avere portamento "filato" dovranno possedere un minimo di tre ramificazioni alla base e presentarsi dell'altezza prescritta in progetto o in Elenco prezzi, proporzionata al diametro della chioma e a quello del fusto. Anche per arbusti e cespugli l'altezza totale" verrà rilevata analogamente a quella degli alberi. Il diametro della chioma sarà rilevato alla sua massima ampiezza. Tutti gli arbusti e i cespugli dovranno essere forniti in contenitore o in zolla; a seconda delle esigenze tecniche e della richiesta potranno essere eventualmente consegnati a radice nuda soltanto quelli a foglia decidua purché di giovane età e di limitate dimensioni. Il loro apparato radicale dovrà essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari. Per le indicazioni riguardanti l'apparato radicale, l'imballo delle zolle, la terra delle zolle e dei contenitori vale quanto esposto nel precedente articolo a proposito degli alberi. 2.16.2.3.4) Piante tappezzanti Le piante tappezzanti dovranno avere portamento basso e/o strisciante e buona capacità di copertura, garantita da ramificazioni uniformi. Dovranno essere sempre fornite in contenitore con le radici pienamente compenetrate nel substrato di coltura, senza fuoriuscire dal contenitore stesso. 2.16.2.3.5) Piante rampicanti, sarmentose e ricadenti Le piante appartenenti a queste categorie dovranno avere almeno due forti getti, essere dell'altezza richiesta (dal colletto all'apice vegetativo più lungo) ed essere sempre fornite in zolla o in contenitore secondo quanto prescritto nell'Elenco Prezzi. 2.16.2.3.6) Piante erbacee annuali, biennali e perenni Le piante erbacee, annuali, biennali e perenni, dovranno essere sempre fornite nel contenitore in cui sono state coltivate. Le misure riportate nelle specifiche di progetto si riferiscono all'altezza della pianta non comprensiva del contenitore, e/o al diametro dello stesso. 2.16.2.3.7) Piante bulbose, tuberose e rizomatose Le piante che saranno consegnate sotto forma di bulbi o di tuberi dovranno essere sempre della dimensione richiesta (diametro o circonferenza), mentre quelle sotto forma di rizoma dovranno presentare almeno tre gemme. I bulbi, i tuberi e i rizomi dovranno essere sani, turgidi, ben conservati ed in stasi vegetativa. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 56 Per le piante consegnate in contenitore varranno le norme prescritte all'art. precedente. 2.16.2.3.8) Sementi L'Impresa dovrà fornire sementi selezionate e rispondenti esattamente a genere, specie e varietà richieste, sempre nelle confezioni originali sigillate munite di certificato di identità ed autenticità con l'indicazione del grado di purezza e di germinabilità e della data di confezionamento e di scadenza stabiliti dalle leggi vigenti. L'eventuale mescolanza delle sementi di diverse specie (in particolare per i tappeti erbosi) dovrà rispettare le percentuali richieste negli elaborati di progetto. Tutto il materiale di cui sopra dovrà essere fornito in contenitori sigillati e muniti della certificazione E.N.S.E. (Ente Nazionale Sementi Elette). Per evitare che possano alterarsi o deteriorarsi, le sementi dovranno essere immagazzinate in locali freschi e privi di umidità. 2.16.2.3.9) Tappeti erbosi in strisce e zolle Nel caso che per le esigenze della sistemazione fosse richiesto il rapido inerbimento delle superfici a prato (pronto effetto) oppure si intendesse procedere alla costituzione del tappeto erboso per propagazione di essenze prative stolonifere, l'Impresa dovrà fornire zolle e/o strisce erbose costituite con le specie prative richieste nelle specifiche di progetto (es. cotica minerale, miscuglio di graminacee e leguminose, prato monospecie, ecc.). Prima di procedere alla fornitura, l'Impresa dovrà sottoporre all'approvazione della Direzione Lavori campioni del materiale che intende fornire; analogamente, nel caso fosse richiesta la cotica naturale, l'Impresa dovrà prelevare le zolle soltanto da luoghi approvati dalla Direzione Lavori. Le zolle erbose, a seconda delle esigenze, delle richieste e delle specie che costituiscono il prato, verranno di norma fornite in forme regolari rettangolari, quadrate o a strisce. Al fine di non spezzarne la compattezza, le strisce dovranno essere consegnate arrotolate, mentre le zolle dovranno essere fornite su "pallet". Tutto il materiale, di qualunque tipo sia, al fine di evitare danni irreparabili dovuti alla fermentazione e alla mancata esposizione alla luce, non dovrà essere lasciato accatastato o arrotolato. L'Impresa resta comunque sempre responsabile del perfetto e totale attecchimento del tappeto erboso. 2.16.2.4) Materiali lapidei e materiali anidri per strati di fondazione Per quanto concerne le modalità di posa e le caratteristiche tecniche dei materiali anidri di fondazione (fusi granulometrici, percentuali di bitume, valori caratteristici derivanti dalla prova Marshall), delle infrastrutture complementari (caditoie stradali, guide e cordoni in pietra) da impiegare, questi dovranno essere conformi alle prescrizioni delle voci inserite in elenco prezzi, mentre in generale andrà fatto riferimento al "Capitolato per appalto delle imprese di ordinario mantenimento e sistemazione del suolo pubblico" della Città di Torino approvato con deliberazione C.C. 3.12.1951, Pref. 2.2.1952, Div.IV n{{ring}} 5040, alle "Norme e prescrizioni tecniche per l'esecuzione dello strato di fondazione delle infrastrutture complementari e dei conglomerati bituminosi di diverso tipo" della Città di Torino, approvato con deliberazione C.C. 16.5.1973, C.O.R.E.C.O. es. dt. 27/7/73 alle "Norme e prescrizioni tecniche per la realizzazione di pavimentazione in masselli autobloccanti in cls" della Città di Torino approvato con deliberazione C.C. 13.6.1983, C.O.R.E.C.O. es. dt. 19/7/88. 2.16.2.4.1) Pavimentazioni in lastre di pietra - fornitura e prescrizioni di massima SP23_disciplinare_descrittivo pag. 57 La pietra da impiegarsi nelle costruzioni delle diverse pavimentazioni dovrà presentare la forma e le dimensioni di progetto ed essere lavorata a norma delle prescrizioni che verranno impartite dalla Direzione Lavori all'atto dell'esecuzione. In tutte le lavorazioni, le facce esterne di ciascuna lastra della pietra dovrà avere gli spigoli vivi fresati e ben cesellati per modo che le connessure fra lastra e lastra non eccedano la larghezza di mm. 2. Prima di cominciare i lavori, l'appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari generi di lavorazione della pietra e sottoporli all'approvazione della Direzione, alla quale esclusivamente spetterà giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorati a grana fina. non saranno tollerate né smussature agli spigoli, né cavità nelle facce, masticature o rattoppi. La pietra che presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'appaltatore sarà in obbligo di sostituirla immediatamente con altra che abbia i voluti requisiti. L'appaltatore dovrà verificare a propria cura e spese le precise dimensioni dei diversi prezzi concorrenti, rimanendo esso unico e solo responsabile della loro esattezza. L'appaltatore sarà in ogni caso in obbligo di apportare ai singoli pezzi quelle eventuali modifiche che verranno richieste nel corso del lavoro. I materiali dovranno corrispondere esattamente a quelli dei campioni prescelti dalla Direzione Lavori, campioni che verranno depositati quale termine di riferimento e dovranno comunque avere struttura uniforme, scevre da fenditure, cavità o litoclasi e provenire da un unica cava. 2.16.2.4.2) Posa delle lastre in pietra Durante il corso dei lavori, nelle operazioni di scarico trasporto e posa delle pietre, sia durante il tempo intercorrente per l'ultimazione delle opere ed il loro collaudo definitivo, l'appaltatore avrà l'obbligo di evitare le rotture, le spigolature, le graffiature, i danni alle lucidature, ecc. impegnandosi a ripararle a sue spese od a rifonderle in valore quando, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, la riparazione non fosse possibile. Le lastre in pietra dovranno essere collocate in opera su malta cementizia. Le connessure dovranno essere profilate con cemento a lenta presa. A lavoro ultimato la pavimentazione dovrà essere lavata con soluzioni di acido e acqua in modo da risultare perfettamente pulita da eventuali boiacche cementizie. 2.16.2.4.3) Pavimentazioni in cubetti di porfido - Fornitura e prescrizioni Dovrà essere presentato un campione dei blocchetti che la ditta intende adoperare per l'esecuzione dei lavori. Questi debbono essere eseguiti con un unico tipo di materiale proveniente tutto dalla stessa cava. Il materiale da impiegarsi dovrà provenire esclusivamente dal Trentino o dall'Alto Adige. I blocchetti dovranno avere forma quasi perfettamente cubica e cioè essere ricavati da lastroni di spessore corrispondente alle dimensioni stabilite in modo che la lunghezza degli spigoli sia pressappoco uguale ad ogni cubetto presenti due facce opposte regolari e corrispondenti ai piani di cava. Le facce dei cubetti dovranno presentare frattura netta e colorazione uniforme. {{Egrave}} escluso l'utilizzo di cubetti che presentino spigoli scheggiati o guasti. Il porfido in cubetti dovrà presentare una resistenza alla compressione non inferiore a 1600 Kg/mq, una resistenza all'urto (PAGE) non minore di 18 ed una resistenza all'attrito radente SP23_disciplinare_descrittivo pag. 58 (macchina Dorry) non inferiore a 1,05 riferita a quella del granito di San. Fedelino presa uguale ad 1. Saranno rifiutati e subito fatti allontanare dal cantiere tutti i cubetti che presentino variazioni nelle dimensioni delle due facce corrispondenti ai piani di cava superiori ad un ventesimo della dimensione prescritta. Prima della esecuzione della pavimentazione dovrà essere constatata in contraddittorio la perfetta esecuzione della massicciata o del calcestruzzo di sottofondo, restando sempre l'assuntore responsabile della buona esecuzione del lavoro. I cubetti saranno impiantati sopra un letto di sabbia del Po o della Stura delle spessore di cm 6 se il sottofondo è in calcestruzzo, e dello spessore di cm 8 se il sottofondo è in massicciata di ghiaia naturale. I cubetti saranno posti in opera secondo il piano di cava e disposti ad archi di cerchio contrastanti, in modo che l'incontro dei cubetti di un arco con quelli di un altro avvenga sempre ad angolo retto. I cubetti saranno disposti in opera in modo da risultare pressoché a contatto prima di qualsiasi battitura. I cubetti saranno assoggettati a tre successive battiture intasandoli nelle alternative battiture con sabbia. Le tre battiture verranno eseguite sulla stessa linea dell'imposta degli archi. Dopo le tre battiture le connessure fra cubetto e cubetto non dovranno in nessun punto essere di larghezza superiore ad un centimetro; la superficie della pavimentazione dovrà risultare regolare senza alcun sensibile risalto fra cubetto e cubetto e con la sagoma trasversale ordinata. La copertura della pavimentazione ed il riempimento delle connessure dovranno essere eseguiti con cm 2 di sabbia di fiume o di torrente; la sabbia eccedente dovrà poi essere raccolta ed asportata a spese della ditta assuntrice. Durante il periodo che intercorre tra lo spandimento delle sabbia e l'asportazione delle medesima, dovrà la ditta assuntrice provvedere, a spese proprie, a periodiche bagnature, onde favorire il completo riempimento dei giunti ed impedire il sollevarsi della polvere. 2.16.2.4.4) Pietrame per murature e delimitazione aiuole Il pietrame da impiegarsi per murature dovrà essere di grana compatta, esente da cappellaccio, piani di sfaldamento, screpolature, macchie o interclusioni di sostanze eterogenee ed offrire una resistenza proporzionata all'entità delle sollecitazioni a cui deve essere assoggettato. Gli scapoli di cava dovranno avere forme regolari e dimensioni conformi alle prescrizioni. Sono assolutamente escluse le pietre marnose e quelle gelive. 2.16.2.4.5)Materiali anidri di fondazione, conglomerati bituminosi e infrastrutture complementari Per quanto concerne le modalità di stesa e le caratteristiche dei materiali anidri di fondazione (fuso granulometrico valori di portanza), dei conglomerati bituminosi (fusi granulometrici, percentuali di bitume, valori caratteristici derivanti dalla prova Marshall), e delle infrastrutture complementari (caditoie stradali, tubazioni, guide, in pietra), valgono le "Norme e prescrizioni tecniche" approvate dal Consiglio Comunale in data 18 Maggio 1973 e rese esecutive per decorrenza termini il 27 Luglio 1973; "Norme per il confezionamento e la stesa di microtappeti a freddo" approvate dal C.C. 13/4/1987 (mecc. 873450) nonché della normativa tecnica particolare della Città vigente alla data dell'appalto. 2.16.3) Lavori di sistemazione del suolo SP23_disciplinare_descrittivo pag. 59 2.16.3.1) Pulizia generale del terreno L'area oggetto della sistemazione viene di norma consegnata all'Impresa con il terreno a quota di impianto. Qualora il terreno all'atto della consegna non fosse idoneo alla realizzazione dell'opera per la presenza di materiale di risulta o di discarica abusiva, i preliminari lavori di pulitura del terreno saranno eseguiti e contabilizzati in base all'Elenco prezzi e secondo i disposti impartiti dalla Direzione Lavori. 2.16.3.2) Lavorazioni preliminari L'Impresa, prima di procedere alla lavorazione del terreno, deve provvedere come da progetto, all'abbattimento delle piante da non conservare, al decespugliamento, alla eliminazione delle specie infestanti o ritenute a giudizio della Direzione Lavori non conformi alle esigenze della sistemazione, all'estirpazione delle ceppaie e allo spietramento superficiale. Queste operazioni saranno da computarsi in base all'Elenco prezzi. 2.16.3.3) Lavorazione del e nel suolo Su indicazione della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà procedere alla lavorazione del terreno fino alla profondità necessaria preferibilmente eseguita con l'impiego di mezzi meccanici ed attrezzi specifici a seconda della lavorazione prevista dagli elaborati di progetto. Le lavorazioni saranno eseguite nei periodi idonei, con il terreno in tempera, evitando di danneggiarne la struttura e di formare suole di lavorazione. Nel corso di questa operazione l'Impresa dovrà rimuovere tutti i sassi, le pietre e gli eventuali ostacoli sotterranei che potrebbero impedire la corretta esecuzione dei lavori provvedendo anche, su indicazioni della Direzione Lavori, ad accantonare e conservare le preesistenze naturali di particolare valore estetico (es. rocce, massi, ecc.) o gli altri materiali che possano essere vantaggiosamente riutilizzati nella sistemazione. Nel caso si dovesse imbattere in ostacoli naturali di rilevanti dimensioni che presentano difficoltà ad essere rimossi, oppure manufatti sotterranei di qualsiasi natura di cui si ignori l'esistenza (es. cavi, fognature, tubazioni, reperti archeologici, ecc.), l'Impresa dovrà interrompere i lavori e chiedere istruzioni specifiche alla Direzione Lavori. Ogni danno conseguente alla mancata osservanza di questa norma dovrà essere riparato o risarcito a cura e spese dell'Impresa. Rimane comunque l'obbligo dell'Impresa di eseguire o far eseguire a sua cura e spese, tutti gli accertamenti presso i relativi catasti dei sottoservizi, atti ad accertare la presenza o meno di manufatti nel sottosuolo. 2.16.3.4) Drenaggi localizzati e impianti tecnici Successivamente alle lavorazioni del terreno e prima delle operazioni di cui all'art. successivo, l'Impresa dovrà preparare, sulla scorta degli elaborati e delle indicazioni della Direzione Lavori, gli scavi necessari alla installazione degli eventuali sistemi di drenaggio e le trincee per alloggiare le tubazioni e i cavi degli impianti tecnici (es. irrigazione, illuminazione ecc.) le cui linee debbano seguire percorsi sotterranei. Le canalizzazioni degli impianti tecnici, al fine di consentire la regolare manutenzione della sistemazione, dovranno essere installate ad una profondità che garantisca uno spessore minimo di 40 cm. di terreno e, per agevolare gli eventuali futuri interventi di riparazione, essere convenientemente protette e segnalate. L'Impresa dovrà completare la distribuzione degli impianti tecnici, realizzando le eventuali canalizzazioni secondarie e le opere accessorie. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 60 Dopo la verifica e l'approvazione degli impianti a scavo aperto da parte della Direzione Lavori, l'Impresa dovrà colmare le trincee e ultimare le operazioni di cui agli articoli precedenti. Sono invece da rimandare a livellazione del terreno avvenuta, la posa in opera degli irrigatori e, a piantagione ultimata, la collocazione e l'orientamento degli apparecchi di illuminazione. Ultimati gli impianti, l'Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori nelle scale e con le sezioni e i particolari richiesti, gli elaborati di progetto aggiornati secondo le varianti effettuate; oppure, in difetto di questi, produrre una planimetria che riporti l'esatto tracciato e la natura delle diverse linee e la posizione dei drenaggi e relativi pozzetti realizzati. 2.16.3.5) Correzione, ammendamento e concimazione di fondo del terreno impiego di fitofarmaci e diserbanti Dopo avere effettuato le lavorazioni, l'Impresa, su istruzione della Direzione Lavori, dovrà incorporare nel terreno tutte le sostanze eventualmente necessarie ad ottenere la correzione, l'ammendamento e la concimazione di fondo nonché somministrare gli eventuali fitofarmaci e/o diserbanti (v. Elenco prezzi). I trattamenti con fitofarmaci, infine, dovranno essere tempestivi ed eseguiti da personale specializzato che dovrà attenersi per il loro uso alle istruzioni specificate dalla casa produttrice e alle leggi vigenti in materia, ed usare ogni possibile misura preventiva atta ad evitare danni alle persone e alle cose. 2.16.3.6) Tracciamenti e picchettature Prima della messa a dimora delle piante e dopo le operazioni di preparazione agraria del terreno, l'Impresa, sulla scorta degli elaborati di progetto e delle indicazioni della Direzione Lavori, predisporrà la picchettatura delle aree di impianto, segnando la posizione nella quale dovranno essere eseguite le piantagioni singole (alberi, arbusti, altre piante segnalate in progetto) e tracciando sul terreno il perimetro delle piantagioni omogenee (tappezzanti, macchie arbustive, boschetti; ecc.). Prima di procedere alle operazioni successive, l'Impresa deve ottenere l'approvazione della Direzione Lavori. A piantagione eseguita, l'Impresa, nel caso siano state apportate varianti al progetto esecutivo, dovrà consegnare, a sua cura e spese, una copia degli elaborati relativi con l'indicazione esatta della posizione definitiva delle piante e dei gruppi omogenei messi a dimora. 2.16.3.7) Preparazione delle buche e dei fossi Le buche ed i fossi per la piantagione delle specie vegetali dovranno avere le dimensioni più ampie possibili in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora. Per le buche e i fossi che dovranno essere realizzati su un eventuale preesistente tappeto erboso, l'Impresa è tenuta ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per contenere al minimo i danni al prato circostante, recuperando lo strato superficiale di terreno per il riempimento delle buche stesse, in accordo con la Direzione Lavori. Il materiale proveniente dagli scavi, se non riutilizzato o non ritenuto idoneo, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori, dovrà essere allontanato dall'Impresa dalla sede del cantiere e portato alla pubblica discarica o su aree autorizzate. Nella preparazione delle buche e dei fossi, l'Impresa dovrà assicurarsi che nella zona in cui le piante svilupperanno le radici non ci siano ristagni di umidità e provvedere che lo scolo delle acque superficiali avvenga in modo corretto. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 61 Nel caso, invece, fossero riscontrati gravi problemi di ristagno l'Impresa provvederà, su autorizzazione della Direzione Lavori, a predisporre idonei drenaggi secondari che verranno contabilizzati a parte in base all'Elenco prezzi. 2.16.3.8) Apporto di terra di coltivo Prima di effettuare qualsiasi impianto o semina, l'Impresa in accordo con la Direzione Lavori, dovrà verificare che il terreno in sito sia adatto alla piantagione: in caso contrario dovrà apportare terra di coltivo in quantità sufficiente a formare uno strato di spessore adeguato per i prati, e a riempire totalmente le buche e i fossi per gli alberi e gli arbusti, curando che vengano frantumate tutte le zolle e gli ammassi di terra. La terra di coltivo rimossa e accantonata nelle fasi iniziali degli scavi sarà utilizzata, secondo le istruzioni della Direzione Lavori, insieme a quella apportata. Le quote definitive del terreno dovranno essere quelle indicate negli elaborati di progetto e dovranno comunque essere approvate dalla Direzione Lavori. 2.16.3.9) Preparazione del terreno per i prati Per preparare il terreno destinato a tappeto erboso, l'Impresa a completamento di quanto specificato in precedenza dovrà eseguire, se necessario, una ulteriore pulizia del terreno rimuovendo tutti i materiali che potrebbero impedire la formazione di un letto di terra di coltivo fine ed uniforme. Dopo avere seguito le operazioni indicate negli artt. precedenti l'Impresa dovrà livellare e rastrellare il terreno secondo le indicazioni di progetto per eliminare ogni ondulazione, buca o avvallamento. Gli eventuali residui della rastrellatura dovranno essere allontanati dall'area del cantiere. 2.16.3.10) Messa a dimora di alberi, arbusti e cespugli Alcuni giorni prima della piantagione, l'Impresa dovrà procedere, se richiesto dalla Direzione Lavori, al riempimento parziale delle buche già predisposte , in modo che le piante possano essere collocate su uno strato di fondo di spessore adeguato alle dimensioni della zolla o delle radici delle diverse specie vegetali. La messa a dimora degli alberi, degli arbusti e dei cespugli dovrà avvenire in relazione alle quote finite, avendo cura che le piante non presentino radici allo scoperto né risultino, una volta assestatosi il terreno, interrate oltre il livello del colletto. L'imballo della zolla costituito da materiale degradabile (es. paglia, canapa, juta, ecc.), dovrà essere tagliato al colletto e aperto sui fianchi senza rimuoverlo da sotto la zolla, togliendo soltanto le legature metalliche e il materiale di imballo in eccesso. La zolla deve essere integra, sufficientemente umida, aderente alle radici; se si presenta troppo asciutta dovrà essere immersa temporaneamente in acqua con tutto l'imballo. Analogamente si dovrà procedere per le piante fornite in contenitore. Per le piante a radice nuda parte dell'apparato radicale dovrà essere, ove occorra, spuntato alle estremità delle radici, privato di quelle rotte o danneggiate. Le piante dovranno essere collocate ed orientate in modo da ottenere il miglior risultato estetico e tecnico in relazione agli scopi della sistemazione. Prima del riempimento definitivo delle buche, gli alberi, gli arbusti e i cespugli di rilevanti dimensioni dovranno essere resi stabili per mezzo di pali di sostegno, ancoraggi e legature. L'Impresa procederà poi al riempimento definitivo delle buche con terra di coltivo, costipandola con cura in modo che non rimangano vuoti attorno alle radici o alla zolla. Il riempimento delle buche, sia quello parziale prima della piantagione, sia quello definitivo, potrà essere effettuato, a seconda delle necessità, con terra di coltivo semplice oppure miscelata con torba. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 62 Nel caso la Direzione Lavori decida che all'atto dell'impianto venga effettuata una concimazione secondaria localizzata, l'Impresa avrà cura di spargere il fertilizzante attorno e vicino alle radici o alle zolle, in modo da evitare danni per disidratazione. A riempimento ultimato, attorno alle piante dovrà essere formata una conca o bacino per la ritenzione dell'acqua da addurre subito dopo in quantità abbondante, onde favorire la ripresa della pianta e facilitare il costipamento e l'assestamento della terra attorno alle radici e alla zolla. 2.16.3.11) Alberi, arbusti e cespugli a foglia caduca Le piante a foglia caduca dovranno essere messe a dimora nel periodo adeguato all'attecchimento delle varie specie, generalmente durante il periodo di riposo vegetativo. L'eventuale potatura di trapianto della chioma deve essere autorizzata dalla Direzione Lavori e dovrà seguire rigorosamente le disposizioni impartite, rispettando il portamento naturale e le caratteristiche specifiche delle singole specie. Nel caso fosse necessario agevolare il trapianto, l'Impresa, su indicazione della Direzione Lavori, irrorerà le piante con prodotti antitraspiranti. 2.16.3.11.1) Alberi, arbusti e cespugli sempreverdi Gli alberi, gli arbusti e i Cespugli sempreverdi dovranno essere forniti esclusivamente con zolla o in contenitore e dovranno essere messi a dimora nel periodo adeguato all'attecchimento delle varie specie. Le piante sempreverdi e resinose non devono essere potate; saranno eliminati, salvo diverse specifiche indicazioni della Direzione Lavori, soltanto i rami secchi, spezzati o danneggiati, secondo quanto specificato negli Allegati tecnici. Fatta eccezione per le conifere sempreverdi, in caso di necessita è possibile fare ricorso all'uso di antitraspiranti, secondo le indicazioni della Direzione Lavori. 2.16.3.12) Messa a dimora delle piante tappezzanti, delle erbacee perenni, biennali e annuali e delle piante rampicanti, sarmentose e ricadenti La messa a dimora di queste piante è identica per ognuna delle diverse tipologie sopraindicate e deve essere effettuata in buche preparate al momento, in rapporto al diametro dei contenitori delle singole piante. Se le piante saranno state fornite in contenitori tradizionali (vasi di terracotta o di plastica, recipienti metallici, ecc.) questi dovranno essere rimossi; se invece in contenitori di materiale deperibile (torba, pasta di cellulosa compressa, ecc.) le piante potranno essere messe a dimora con tutto il vaso. In ogni caso le buche dovranno essere poi colmate con terra di coltivo mista a concime ben pressata intorno alle piante. L'Impresa e tenuta infine a completare la piantagione delle specie rampicanti, sarmentose e ricadenti, legandone i getti, ove necessario, alle apposite strutture di sostegno in modo da guidarne lo sviluppo per ottenere i migliori risultati in relazione agli scopi della sistemazione. Per le prime cure di trapianto valgono le norme indicate all'art. precedente. 2.16.3.13) Formazione dei prati Nella formazione dei vari tipi di prati sono compresi tutti gli oneri relativi alla preparazione del terreno, alla semina o alla piantagione e alle irrigazioni. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 63 La formazione dei prati dovrà aver luogo dopo la messa a dimora di tutte le piante (in particolar modo di quelle arboree e arbustive) previste in progetto e dopo la esecuzione degli impianti tecnici delle eventuali opere murarie, delle attrezzature e degli arredi. Terminate le operazioni di semina o piantagione, il terreno deve essere immediatamente irrigato. I vari tipi di prato dovranno presentarsi perfettamente inerbiti con le specie previste, con presenza di erbe infestanti e sassi non superiore ai limiti di tolleranza consentiti dal progetto, esenti da malattie, chiarie ed avvallamenti dovuti all'assestamento del terreno o ad altre cause. 2.16.3.14) Semina dei tappeti erbosi Dopo la preparazione del terreno l'area sarà, su indicazioni della Direzione Lavori, seminata con uniformità e rullata convenientemente. Il miscuglio, dovrà essere stato composto secondo le percentuali precisate in progetto e dovrà essere stato accettato dalla Direzione Lavori. 2.16.3.15) Protezione delle piante messe a dimora Nelle zone dove potrebbero verificarsi danni causati da animali domestici o selvatici oppure dal transito di persone o automezzi, l'Impresa dovrà proteggere, singolarmente o in gruppi, le piante messe a dimora con opportuni ripari (es. reti metalliche, protezioni in ferro o in legno, griglie, ecc.) e/o sostanze repellenti precedentemente concordati ed approvati dalla Direzione Lavori. Se previsto dal progetto, alcuni tipi di piante (tappezzanti, piccoli arbusti, ecc.) dovranno essere protette dai danni della pioggia battente, dalla essiccazione e dallo sviluppo di erbe infestanti per mezzo di pacciame (paglia, foglie secche, segatura, cippatura di ramaglia e di corteccia di conifere, biostuoie, teli plastici, ecc.) od altro analogo materiale precedentemente approvato dalla Direzione Lavori. 2.16.4) Manutenzione delle opere 2.16.4.1) Manutenzione delle opere a verde per il periodo di garanzia La manutenzione che l'Impresa è tenuta ad effettuare durante il periodo di concordata garanzia dovrà essere prevista anche per le eventuali piante preesistenti e comprendere le seguenti operazioni: 1) irrigazioni; 2) ripristino conche e rincalzo; 3) falciature, diserbi e sarchiature; 4) concimazioni; 5) potature; 6) eliminazione e sostituzione delle piante morte; 7) rinnovo delle parti difettose dei tappeti erbosi; 8) difesa dalla vegetazione infestante; 9) sistemazione dei danni causati da erosione; 10) ripristino della verticalità delle piante; 11) controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere. La manutenzione delle opere dovrà avere inizio immediatamente dopo la messa a dimora (o la semina) di ogni singola pianta e di ogni parte di tappeto erboso, e dovrà continuare fino alla scadenza del periodo di garanzia concordato (Ogni nuova piantagione dovrà essere curata con SP23_disciplinare_descrittivo pag. 64 particolare attenzione fino a quando non sarà evidente che le piante, superato il trauma del trapianto (o il periodo di germinazione per le semine), siano ben attecchite e siano in buone condizioni vegetative. La manutenzione delle opere edili, impiantistiche, di arredo, è soggetta alle norme contemplate nei capitolati speciali di settore. 2.16.4.1.1) Irrigazioni L'Impresa e tenuta ad irrigare sia le piante messe a dimora che i tappeti erbosi per tutto il periodo di garanzia concordato. Le irrigazioni dovranno essere ripetute e tempestive e variare in quantità e frequenza in relazione alla natura del terreno, alle caratteristiche specifiche delle piante, al clima e all'andamento stagionale: il programma di irrigazione (a breve e a lungo termine) e i metodi da usare dovranno essere determinati dall'Impresa e successivamente approvati dalla Direzione Lavori. Nel caso fosse stato predisposto un impianto di irrigazione automatico, l'Impresa dovrà controllare che questo funzioni regolarmente. L'impianto di irrigazione non esonera però l'Impresa dalle sue responsabilità in merito all'irrigazione la quale pertanto dovrà essere attrezzata per effettuare, in caso di necessità, adeguati interventi manuali. 2.16.4.1.2) Ripristino conche e rincalzo Le conche di irrigazione eseguite durante i lavori di impianto devono essere, se necessario, ripristinate. A seconda dell'andamento stagionale, delle zone climatiche e delle caratteristiche di specie, l'Impresa provvederà alla chiusura delle conche e al rincalzo delle piante, oppure alla riapertura delle conche per l'innaffiamento. 2.16.4.1.3) Falciature, diserbi e sarchiature Oltre alle cure colturali normalmente richieste, l'Impresa dovrà provvedere, durante lo sviluppo delle specie prative e quando necessario, alle varie falciature del tappeto erboso. L'erba tagliata dovrà essere immediatamente rimossa salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori. Tale operazione dovrà essere eseguita con la massima tempestività e cura, evitando la dispersione sul terreno dei residui rimossi. I diserbi dei vialetti, dei tappeti erbosi e delle altre superfici interessate dall'impianto devono essere eseguiti preferibilmente a mano o con attrezzature meccaniche specifiche. L'eventuale impiego di diserbanti chimici dovrà attenersi alle normative vigenti e già citate al Capo 2.16.2.1. Le superfici di impianto interessate da alberi, arbusti e cespugli perenni, biennali, annuali, ecc. e le conche degli alberi devono essere oggetto di sarchiature periodiche. 2.16.4.1.4) Concimazioni Le concimazioni devono essere effettuate nel numero e nelle quantità stabilite dal piano di concimazione 2.16.4.1.5) Potature Le potature di formazione e di rimonda devono essere effettuate nel rispetto delle caratteristiche delle singole specie. Il materiale vegetale di risulta dovrà essere immediatamente rimosso e depositato secondo gli accordi presi con la Direzione Lavori. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 65 2.16.4.1.6) Eliminazione e sostituzione delle piante morte Le eventuali piante morte dovranno essere sostituite con altre identiche a quelle fornite in origine; la sostituzione deve, in rapporto all'andamento stagionale, essere inderogabilmente effettuata nel più breve tempo possibile dall'accertamento del mancato attecchimento. 2.16.4.1.7) Rinnovo delle parti difettose dei tappeti erbosi Epoca e condizioni climatiche permettendo, l'Impresa dovrà riseminare o piantare ogni superficie a tappeto erboso che presenti una crescita irregolare, difettosa, che non rientri nei limiti di tolleranza previsti per le qualità dei prati oppure sia stata giudicata per qualsiasi motivo insufficiente dalla Direzione Lavori. 2.16.4.1.8) Difesa dalla vegetazione infestante Durante l'operazione di manutenzione l'Impresa dovrà estirpare, salvo diversi accordi con la Direzione Lavori, le specie infestanti e reintegrare lo stato di pacciame quando previsto dal progetto 2.16.4.1.9) Sistemazione dei danni causati da erosione L'Impresa dovrà provvedere alla sistemazione dei danni causati da erosione per difetto di esecuzione degli interventi di sua specifica competenza per quanto non in contrasto con l'enunciato delle disposizioni relative ai danni di forza maggiore (Art. 25 R.D. 25.5.1895 n. 350). 2.16.4.1.10) Ripristino della verticalità delle piante L'impresa è tenuta al ripristino della verticalità e degli ancoraggi delle piante qualora se ne riconosca la necessità e questo a prescindere da responsabilità riconducibili a terzi rimasti sconosciuti, senza che possa in alcun modo essere richiesto compenso alcuno a carico della Provincia restando essa Impresa responsabile della vigilanza del cantiere affidatole. 2.16.4.1.11) Controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere E' competenza dell'Impresa controllare le manifestazioni patologiche sulla vegetazione delle superfici sistemate provvedendo alla tempestiva eliminazione del fenomeno patogeno onde evitarne la diffusione e rimediare ai danni accertati. Gli interventi dovranno essere preventivamente concordati con la Direzione Lavori ed essere liquidati secondo quanto previsto dall'Elenco prezzi. Art. 2.17 - IMPIANTO DI IRRIGAZIONE 2.17.1) Prescrizioni generali L'appalto comprende la realizzazione di un impianto di irrigazione a pioggia per le aree verdi a prato e di sub irrigazione per le aree ad essenze tappezzanti, le siepi e le alberate. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 66 L'impianto a pioggia prevede l'utilizzo di irrigatori statici e dinamici: questi verranno installati alcuni cm sotto la cotica erbosa. In fase di bagnamento il corpo centrale portante l'ugello dovrà uscire dal terreno spinto dalla pressione dell'acqua effettuando l'aspersione idrica e rientrarvi automaticamente quando il flusso si interromperà lasciando il suolo libero da ostacoli. L'impianto di sub irrigazione sarà del tipo a trasudazione capillare, utilizzando un particolare tubo poroso microforato, interrato ad una profondità di cm 15 - 25. La distribuzione idrica ai singoli settori, dovrà essere realizzata con tubazioni in polietilene, dimensionate negli opportuni diametri ed interrate seguendo il tracciato riportato in planimetria. I settori irrigui sono dimensionati in base alle portate idriche degli irrigatori e del tubo poroso. Così come previsti negli elaborati di progetto. Le tubazioni dovranno dipartirsi dalle varie camere di comando ove saranno installati i collettori e le elettrovalvole dei singoli settori. I collettori saranno collegati alla presa idrica dell'A.A.M. (o altro ente di distribuzione) da tubazioni dorsali. L'impianto sarà automatizzato mediante l'impiego di programmatori elettronici, alimentati elettricamente, i quali comandano l'apertura delle elettrovalvole e pertanto l'afflusso idrico ai singoli settori irrigui. Dovranno essere inoltre realizzate le predisposizioni per consentire la gestione centralizzata dell'impianto. 2.17.2) Sopralluoghi ed accertamenti preliminari Prima di presentare l'offerta per l'esecuzione dei lavori, I'Impresa dovrà ispezionare il luogo per prendere visione delle condizioni di lavoro e dovrà assumere tutte le informazioni necessarie in merito alle opere da realizzare (con particolare riguardo alle dimensioni, alle caratteristiche specifiche, ed alle eventuali connessioni con altri lavori in costruzione, movimenti di terra e sistemazioni ambientali in genere), alla quantità, alla utilizzabilità ed alla effettiva disponibilità di acqua per l'irrigazione e la manutenzione. La presentazione dell'offerta implica l'accettazione da parte dell'impresa di ogni condizione riportata al presente capitolato e relative specifiche o risultante dagli eventuali elaborati di progetto allegati. 2.17.3) Scavi e riempimenti per la realizzazione dell'impianto di irrigazione: a) scavo di sbancamento: Verrà realizzato per la costruzione delle camere di alloggiamento dei contatori A.A.M. (o altro ente di distribuzione) e per la posa delle camere di comando contenenti i collettori. La loro localizzazione è indicata in planimetria. Lo sbancamento verrà effettuato con mezzo meccanico ed eventuale completamento manuale. b) Scavo in trincea: Saranno effettuati gli scavi in trincea per la posa delle tubazioni in polietilene e porose. Per le prime, la profondità media sarà di 40-45 cm, mentre per le seconde, di 20-25 cm, quota media di posa delle tubazioni. Il tracciato delle tubazione e quindi degli scavi è riportato nelle planimetrie di progetto. 2.17.4) Colmatura degli scavi Sarà eseguita a macchina con eventuale completamento manuale con il materiale scavato e depositato a lato dello scavo. Qualora questo non risultasse idoneo alle colture sulle aree verdi gli scavi dovranno essere colmati mediante buona terra vegetale ed il materiale di risulta immediatamente allontanato. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 67 2.17.5) Distribuzione La distribuzione idrica ai settori si dipartirà dalle camere e pozzetti di comando e dovrà successivamente essere opportunamente evidenziata in apposite planimetrie, nelle quali saranno indicati i gruppi contatore ed i collettori con le elettrovalvole. Le camere dei contatori saranno realizzate in muratura di mattoni pieni nuovi, legati con malta cementizia ed internamente rifinite con intonaco di cemento. Dovranno avere dimensioni interne minime di metri 1.20 x 1.20 x 1.20, e saranno coperte da solette di calcestruzzo armato recanti passo d'uomo con chiusino metallico in ghisa diametro cm 60. Anche le camere per i grossi collettori saranno realizzate analogamente a quelle sopra descritte. Per i collettori di dimensioni ridotte, con poche elettro valvole, potranno essere utilizzati pozzetti in plastica antiurto ad alta resistenza delle dimensioni di cm 52 x 40 profondità cm 30 che però dovranno preventivamente ricevere l'assenso scritto da parte del Servizio Viabilità. 2.17.6) Gruppi contatore acqua Saranno installati nelle apposite camere e collegati con tubazione in polietilene diametro mm 63 e 75 con tubo guaina di protezione in PVC all'idrante dell'A.A.M. (o altro ente di distribuzione) Il gruppo contatore dovrà comprendere gli elementi richiesti dagli schemi dell'A.A.M.: contatore, giunto di dilatazione, valvola di non ritorno, rubinetto di scarico e prova ed i vari raccordi di ghisa occorrenti per i collegamenti tra gli elementi indicati. 2.17.7) Collettori Saranno installati nelle camere o pozzetti di comando, e collegati al gruppo contatore tramite tubazioni dorsali in polietilene PN 10 diametro mm. 75 e 63. Verranno realizzati con raccordi in ghisa zincati, saracinesche, rubinetti a sfera in ottone e ghisa ed elettrovalvole in materiale plastico, secondo gli schemi indicati. Dalle elettrovalvole si dipartiranno le tubazioni di alimentazione di ciascun settore. 2.17.8) Tubazioni Le tubazioni saranno in polietilene nero PN 6 PN 10 b.d. e a.d., di primarie ditte produttrici. I diametri delle tubolari ed i tracciati saranno quelli indicati nella planimetria di progetto. Dovranno essere posate ad una profondità media di cm 35-40, su uno strato di materiale incoerente (sabbia o terra fine) e similmente ricoperte. In tratti particolari, ad insindacabile richiesta della Città dovranno essere ricoperte da una cappa di protezione in calcestruzzo, senza che per questo possa essere richiesto supplemento di prezzo. Per la sub irrigazione verranno utilizzati tubi flessibili in gomma porosi microforati, ove l'acqua fuoriesce per capillarità e trasudazione, del diam. est. mm 21 questi verranno posati ad una profondità di cm 15-20 su uno strato di terra fine ed analogamente ricoperti. Le tubazioni dorsali si dipartiranno dalle camere dei gruppi contatori dell'A.A.M. fino alle camere e pozzetti ove sono ubicati i collettori di distribuzione, e saranno in polietilene PN 6 a.d. del diam mm 63 e 75. 2.17.9) Valvole elettriche Dovranno essere in materiale plastico antiurto e anticorrosione del tipo normalmente chiuso nella versione a membrane con ago. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 68 Le viti e le parti metalliche saranno in materiale inossidabile, con attacchi filettati rinforzati con ghiera inox. Dovranno avere la possibilità di regolazione e dispositivo di apertura manuale. 2.17.10) Irrigatori a) Statici - Gli irrigatori del tipo statico dovranno avere il corpo in materiale plastico antiurto ed anticorrosione, molla di richiamo in acciaio Inox per il rientro a fine irrigazione e guarnizione parasabbia. Frizione per l'orientamento dl getto della testina. Filtro di protezione. Innalzamento del getto da 5 a 30 cm a seconda del tipo necessario nelle varie aree da irrigare: pressione di esercizio 1.8-2.5 ATM. Possibilità di adottare testine con angolazioni diverse fisse dotate di vite per la regolazione della gittata. b) Dinamici - Gli irrigatori del tipo dinamico dovranno avere il corpo in materiale plastico antiurto e anticorrosione. Dovranno essere del tipo a turbina, con i riduttori contenuti in apposito contenitore a bagno d'acqua ed olio. Dotati di guarnizione autopulente e filtro per trattenere le impurità. Molla di richiamo in acciaio inox. Dovranno avere la possibilità di regolazione della gittata da 6 a 10 mt circa e dell'angolo di lavoro, con portata sempre proporzionale all'angolazione. Tutti gli irrigatori dovranno essere fissati al terreno con uno spezzone di tubo in PVC di diametro leggermente maggiore di quello della ghiera, al fine di evitarne l'asportazione. 2.17.11) Programmatori Dovranno essere del tipo elettronico con display a caratteri, dotati di triplo programma, con tempi di irrigazione da 1 minuto a 12 ore. Possibilità di avviamento manuale dei singoli settori o all'intero ciclo, dotati di comando pompa e "master valve". Circuiti protetti da fusibili e trasformatore incorporato corrente di alimentazione 220 V 50 Hz, corrente in uscita 24V 50Hz. Gamma di controllo da 6 a 24 settori. Dovranno avere la possibilità di collegamento con un'interfaccia per il dialogo con un unità centrale tramite modem e linea telefonica. 2.17.2) Componente elettrica Sarà costituita dalla linea a 220 V di collegamento dalla presa A.E.M. al singolo programmatore e dalla linea a 24 Volt dal programmatore alle elettrovalvole. Dovranno essere utilizzati cavi elettrici in butile, del diam. ottimale per ottenere una buona conducibilità. Per il collegamento dal programmatore alle elettrovalvole dovranno essere utilizzati cavi multifilo 7x1,5 e 10x1,5 a seconda del numero di elettrovalvole da collegare. Tutti i collegamenti dovranno essere eseguiti nel rispetto delle vigenti norme CEI, con rilascio della relativa dichiarazione di conformità dell'impianto (D.M. 20/2/92) da parte della Ditta appaltatrice. Inoltre tutte le apparecchiature, quadri, parti metalliche, ove necessario e richiesto dalle norme, dovranno essere collegati ad un idoneo impianto di terra. 2.17.13) Rete secondaria di idranti SP23_disciplinare_descrittivo pag. 69 Dovrà essere installata una rete di emergenza con idrantini a presa rapida in materiale plastico con coperchio superiore diam. 1", dislocati a distanza uno dall'altro non inferiore a 25 metri. Le rete si dipartirà dai collettori di comando, il cui flusso idrico sarà regolato da valvole a sfera diam. 1"1/2. 2.17.14) Schemi impiantistici Ad impianto ultimato la ditta dovrà presentare una planimetria finale riportante in scala non superiore a 1:250 l'esatto tracciato delle tubazioni ed ubicazione di tutti gli elementi impiantistici (irrigatori, pozzetti, ecc.), con i relativi dati tecnici, il tutto debitamente quotato ed appoggiato a capisaldi od elementi facilmente identificabil. Art. 2.18 - OPERE DI PROTEZIONE SPONDALE 2.18.1 Opere di protezione spondale in massi naturali o artificiali · Generalità Le opere di protezione realizzate in massi sono caratterizzate da una berma di fondazione e da una mantellata di rivestimento della sponda. La berma sarà realizzata in maniera differente a seconda che il corso d'acqua presenti livelli d'acqua permanenti o sia interessato da periodi di asciutta. La mantellata dovrà essere sistemata faccia a vista, intasata con terreno vegetale e opportunamente seminata. · Caratteristiche dei materiali I massi naturali utilizzati per la costruzione dell'opera dovranno corrispondere ai requisiti essenziali di compattezza, omogeneità e durabilità; dovranno inoltre essere esenti da giunti, fratture e piani di sfalsamento e rispettare i seguenti limiti: - massa volumica: > 24 kN/m3 (2400 kgf/m3) - resistenza alla compressione: > 80 Mpa (800 kgf/cm2) - coefficiente di usura: £ 1,5 mm - coefficiente di imbibizione: £ 5% - gelività: il materiale deve risultare non gelivo I massi naturali saranno di peso non inferiore a quanto prescritto negli elaborati di progetto, non dovranno presentare notevoli differenze nelle tre dimensioni e dovranno risultare a spigolo vivo e squadrati. I massi artificiali, delle dimensioni definite in progetto, saranno costituiti da prismi cubici o parallelepipedi, realizzati con calcestruzzo avente resistenza caratteristica minima Rck ³ 30 N/mm2 (300 kgf/cm2), dovranno rispondere ai requisiti di cui alle norme UNI 9858 e UNI 8981, tenendo conto in particolar modo delle prescrizioni per la durabilità riferite alle classi di esposizione in funzione delle condizioni ambientali. Le casseforme per il confezionamento dei massi devono essere di robustezza tale da non subire deformazioni sotto la spinta del calcestruzzo e devono avere dimensioni interne tali che i massi risultino delle dimensioni prescritte. Le pareti interne delle casseforme dovranno essere preventivamente trattate con opportuni preparati (disarmanti), al fine di evitare distacchi al momento del disarmo. L'Impresa dovrà predisporre casseforme in numero sufficiente per corrispondere adeguatamente alle esigenze di produzione e stagionatura dei massi. I prismi andranno realizzati su terreno perfettamente spianato e battuto e saranno costruiti in file regolari, rettilinee e parallele fra loro, in modo da costituire una scacchiera, così da renderne facile la numerazione. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 70 Il getto andrà effettuato in un'unica operazione senza interruzioni; il calcestruzzo dovrà essere versato nelle casseforme in strati non superiori a 20 cm di altezza ed ogni strato verrà accuratamente compresso con appositi pestelli ed opportunamente vibrato. I massi artificiali dovranno rimanere nelle loro casseforme per tutto il tempo necessario ad un conveniente indurimento del calcestruzzo; lo smontaggio delle casseforme non potrà comunque avvenire prima che siano trascorse 12 ore dall'ultimazione del getto. La movimentazione e la messa in opera dei prismi non potrà avvenire prima che siano trascorsi 28 giorni dalla data della loro costruzione e che siano state eseguite le prove di accettazione descritte nel seguito e le operazioni di contabilizzazione. · Modalità esecutive I massi da impiegare dovranno essere approvvigionati a piè d'opera lungo il fronte del lavoro; la ripresa ed il trasporto del materiale al luogo di impiego dovranno essere fatti senza arrecare alcun danno alle sponde. Il materiale dovrà essere accostato con l'utilizzo di tavoloni o scivoloni, in grado di proteggere le opere idrauliche: è tassativamente vietato il rotolamento dei massi lungo le sponde. Per lavori eseguiti in assenza di acqua, in corsi d'acqua soggetti ad asciutta, oppure, in condizioni di magra, con livelli d'acqua inferiori a 0,50 m, la berma sarà realizzata entro uno scavo di fondazione di forma prossima a quella trapezia. I massi dovranno essere collocati in opera uno alla volta, in maniera che risultino stabili e non oscillanti e in modo che la tenuta della berma nella posizione più lontana dalla sponda sia assicurata da un masso di grosse dimensioni. Se i lavori andranno eseguiti sotto il pelo dell'acqua, i massi saranno collocati alla rinfusa in uno scavo di fondazione delle dimensioni prescritte, verificando comunque la stabilità dell'opera. Utilizzando massi artificiali, durante la posa, l'Impresa avrà cura di assicurare un adeguato concatenamento fra i vari elementi e dovrà assolutamente evitare danneggiamenti per urti. Gli elementi che si dovessero rompere durante le operazioni di posa andranno rimossi e sostituiti a cura e spese dell'Impresa. La mantellata andrà realizzata a partire dal piede e procedendo verso l'alto. Le scarpate dovranno essere previamente sagomate e rifilate alla pendenza e alle quote prescritte per il necessario spessore al di sotto del profilo da realizzare a rivestimento eseguito. Ciascun elemento dovrà essere posato in modo che la giacitura risulti stabile e non oscillante, indipendentemente dalla posa in opera degli elementi adiacenti; i giunti dovranno risultare sfalsati sia in senso longitudinale che in senso trasversale e dovranno essere tali da assicurare lo stretto contatto degli elementi fra loro senza ricorrere all'impiego di scaglie o frammenti. Gli elementi costituenti i cigli di banchine saranno accuratamente scelti ed opportunamente lavorati, al fine di ottenere una esatta profilatura dei cigli. Dovrà essere particolarmente curata la sistemazione faccia a vista del paramento lato fiume, in modo da fargli assumere l'aspetto di un mosaico grezzo, con assenza di grandi vuoti o soluzioni di continuità. Se prescritto, le mantellate saranno intasate con terreno vegetale ed opportunamente seminate fino ad attecchimento della coltre erbosa. · Prove di accettazione e controllo Prima di essere posto in opera, il materiale costituente la difesa dovrà essere accettato dall'Ufficio di Direzione Lavori che provvederà per ogni controllo a redigere un apposito verbale. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 71 Dovrà essere eseguito almeno un controllo di accettazione per ogni duemila metri cubi di materiale lapideo da utilizzare: l'esito di tale controllo sarà vincolante per l'accettazione della partita relativa al suddetto tratto di opera. L'Impresa dovrà inoltre attestare, mediante idonei certificati a data non anteriore ad un anno, le caratteristiche del materiale. Tali certificati potranno altresì valere come attestazioni temporanee sostitutive nelle more dell'esecuzione delle prove di durata sui campioni prelevati. Il controllo consisterà nella individuazione da parte dall'Ufficio di Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, di almeno dieci massi che dovranno essere singolarmente pesati. La partita non verrà accettata se il peso di un solo masso verificato risulterà inferiore al peso minimo previsto in progetto. Se la verifica avrà invece esito positivo, si procederà al prelievo di campioni da inviare ad un laboratorio ufficiale per l'esecuzione delle prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche del materiale da porre in opera. Le prove relative alla determinazione delle caratteristiche fisiche dei massi naturali (determinazione del peso specifico, del coefficiente di imbibizione e della gelività) saranno effettuate, a carico dell'Impresa, seguendo quanto riportato al Capo II delle "Norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione" di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2232; per le prove di resistenza meccanica (resistenza alla compressione e all'usura per attrito radente), si farà riferimento al Capo III della stessa normativa. L'Impresa dovrà consegnare alla Direzione Lavori i certificati del laboratorio ufficiale relativi alle prove sopra indicate, che dovranno dimostrare il rispetto dei limiti imposti dal Capitolato. Se i risultati delle misure o delle prove di laboratorio non rispetteranno i limiti prescritti, il materiale, per la quantità sotto controllo, verrà scartato con totale onere a carico dell'Impresa. Tutti gli oneri derivanti dalla necessità di eseguire le prove di accettazione saranno a carico dell'Impresa. Per i massi artificiali le prove di accettazione e controllo saranno eseguite sulla base delle modalità contenute nell'allegato 2 del Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 09 gennaio 1996. In particolare le metodologie di controllo da adottarsi saranno quelle previste per il "TIPO A". I risultati delle suddette prove dovranno essere consegnati all'Ufficio di Direzione Lavori prima della messa in opera dei massi. Qualora i risultati delle prove fossero negativi, l'intera partita controllata sarà scartata con totale onere a carico dell'Impresa. La presenza di tutte le certificazioni previste nel presente paragrafo risulterà vincolante ai fini della collaudabilità dell'opera. Art. 3 - TERRE RINFORZATE Formazione di terra rinforzata per altezze fino a m. 12, stabilizzata mediante geosintetici di armatura ad alta prestazione posti a strati paralleli e risvoltati in corrispondenza del paramento frontale. La terra utilizzata per il manufatto, disponibile in cantiere, è caratterizzata da un angolo di attrito interno, previa compattazione, non inferiore ai 35°. Gli elementi costituenti il sistema di rinforzo dei terreni sono: geogriglia di armatura, biostuoia in juta. Il geosintetico di rinforzo è costituito da una geogriglia tessuta in fibra di poliestere ad alto modulo a maglia quadrata ricoperta da uno strato protettivo in PVC. Il manufatto avrà inclinazione di 60 - 70° al fronte, ottenuto mediante la posa di piani orizzontali distanziati di cm. 50 - 60. Per garantire la regolarità del profilo e l'inclinazione progettuale della scarpata si procedrà all'installazione di casseri tipo a perdere in rete elettrosaldata. Sul paramento frontale fra la casseratura e la geogriglia sarà interposta una geostuoia antierosione risvoltata sotto e sopra di almeno 50 cm. Geogriglie con carico di rottura nominale da 80 kN /m e da 100 kN/m. SP23_disciplinare_descrittivo pag. 72