Napoli Parte I La città nella storia -Pillole Sec. VII a.C. I coloni di Cuma si insediano sul monte Echia. Il nome originario e «Parthenope», che ricalca quello di una mitica sirena, ma si riscontrano anche «Palaepolis» (città vecchia), e quindi «Neapolis» (città nuova) con l'arrivo dei greci. 326 a.C. «Neapolis» si allea con Roma, ma conserva una sua autonomia, restando città greca per usi e lingua. Sec. I a.C. La città declassata a «municipium», prospera nei commerci. «Neapolis» e i suoi immediati dintorni dall’aristocrazia imperiale. saranno una delle mete predilette 476 d.C. Nella splendida villa di Lucullo, sul cui sito sorgerà poi Castel dell'Ovo, si ritira dopo esser stato deposto Romolo Augustolo, ultimo imperatore di Roma. 553 d.C. Contesa dai Goti e Bizantini, Napoli diventa dominio di Bisanzio, un ritorno alle origini elleniche. I Longobardi, che conquistano gran parte della Campania, non riusciranno a farla capitolare. 763 d.C. La città, che ormai conta circa 40.000 abitanti, pur mantenendo una formale sudditanza al trono di Bisanzio, diventa ducato autonomo e si afferma come una delle più importanti forze economiche del bacino del Mediterraneo. 1139 d.C. Dopo una lunga resistenza, Napoli cede ai Normanni di re Ruggiero. Soggetta politicamente a Palermo, la città riesce a mantenere il primato economico. Viene ampliato Castel dell'Ovo e si costruisce Castel Girovagando – Napoli – Parte I 1 Capuano. Alla dinastia normanna succedono gli Svevi, ai quali i napoletani rimangono avversi cercando l'appoggio del papa. 1266 d.C. Gli Angioini sconfiggono gli Svevi e la capitale viene trasferita da Palermo a Napoli, che conta 60.000 abitanti. Nel 1279 inizia la costruzione di Castel Nuovo. A questo periodo risalgono anche Castel S. Elmo e le chiese di S. Domenico, Donnaregina e S. Chiara. 1442 d.C. Una sanguinosa guerra di successione vede l'avvento al potere degli aragonesi con Alfonso I il Magnanimo. In questo periodo vengono eretti una nuova cinta muraria e importanti palazzi nel centro antico. 1503 d.C. La Spagna prevale sulla Francia e insedia a Napoli un viceré. L'area tra le mura aragonesi e il Vomero si riempie di case e palazzi; viene aperta via Toledo ed eretto il Palazzo degli Studi (oggi Museo Nazionale). Nel Seicento, avviata la costruzione del Palazzo Reale, il barocco muta il volto della città. 1631 d.C. Dopo secoli di inattività, si verifica una drammatica eruzione del Vesuvio. 1647 d.C. Scoppia la rivolta antispagnola capitanata da Masaniello. 1656 d.C. La peste falcidia la popolazione che in breve tempo passa da 360.000 a 200.000 abitanti. 1707 d.C. In seguito alle vicende della guerra di Successione spagnola, Napoli viene occupata per 27 anni dagli austriaci. 1734 d.C. Le potenze europee assegnano Napoli a Carlo di Borbone. La città torna a essere capitale. Si costruiscono il Teatro S. Carlo, il Reale Albergo dei Poveri, la reggia di Capodimonte. Iniziano i primi scavi archeologiche a Pompei. Girovagando – Napoli – Parte I 2 1799 d.C. Dopo l'effimera Repubblica Partenopea e un breve ritorno dei Borboni, inizia il periodo napoleonico: il regno è retto prima da Giuseppe Bonaparte, poi dal cognato, Gioacchino Murat. 1815 d.C. Nel secondo periodo borbonico si avvia la costruzione di piazza del Plebiscito e di corso Vittorio Emanuele, prima "tangenziale" della città. 1860 d.C. Napoli, che conta 450.000 abitanti, passa ai Savoia. Pur avendo perduto il ruolo di capitale, nella seconda metà del secolo la città vive un periodo di grande fervore culturale e artistico, ma è anche segnata da una serie di calamita naturali; in seguito alle epidemie di colera del 1865 e 1884, si pensò di porre rimedio ai grandi problemi di carenza d'igiene e sovraffollamento con un intervento di risanamento. Furono perciò demoliti molti edifici situati tra il nucleo antico e il mare, si creò un nuovo tracciato viario e l'importante arteria di corso Umberto, il "rettifilo" ,che collega la stazione ferroviaria agli eleganti quartieri costruiti sul mare. 1943 d.C.; 27-30 settembre. La città, martirizzata dai bombardamenti alleati, scaccia gli occupanti tedeschi nelle celebri quattro giornate di Napoli. La visita alla città Iniziamo la scoperta di Napoli, dalle piazze che circondano le antiche sedi del potere politico - Palazzo Reale, Castel Nuovo e Palazzo S. Giacomo - e prosegue verso il cuore della città greco-romana, con la sua infilata di strade che ricalcano la scacchiera dell'originaria colonia. Da S. Biagio dei Librai, caratteristica via della cosiddetta "Spaccanapoli", fino al Castel Capuano e poi lungo il decumano della città, che si percorre in senso opposto, e tutto un susseguirsi di chiese e palazzi, in cui è possibile leggere i segni delle infinite stratificazioni che vanno a comporre la Napoli odierna. Una traversata che offre anche uno spaccato sociale del centro storico; dalle Girovagando – Napoli – Parte I 3 eleganti vetrine della Galleria Umberto I al popolare quartiere Forcella con il suo brulicante mercato. Palazzo Reale Eretto nel 1600-02 da Domenico Fontana per il viceré Ferrante di Castro occupa l'area a ridosso della residenza fatta innalzare nel Cinquecento, come ampliamento di Castel Nuovo, poi demolita nell'Ottocento. La facciata, a tre ordini, si rifà al progetto originario; l'unico cambiamento è nel portico, le cui arcate sono state alternatamente murate (1753), per aumentare la solidità dell'edificio, e ornate con nicchie in cui hanno trovato posto (1888) le statue dei principali sovrani delle dinastie che hanno regnato su Napoli. Gli ambienti interni, sontuosamente decorati dai migliori artisti del periodo, Museo costituiscono il dell'appartamento storico di Palazzo Reale, entrando si incontrano le sale di rappresentanza e gli appartamenti dei sovrani, decorati da pittori settecenteschi e impreziositi da dipinti e arredi di varie epoche, fra cui dodici statue di cartapesta e gesso del teatrino di corte. Nell'appartamento delle feste è stata sistemata la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, la principale del Mezzogiorno, che trae origine dal fondo farnesiano, ereditato da Carlo di Borbone, successivamente arricchito da altre donazioni molto importanti. Vi sono conservati, tra l'altro, alcuni preziosi papiri trovati nella villa dei Pisoni a Ercolano e gli autografi di alcuni personaggi famosi, come TorquatoTasso e Giacomo Leopardi. S. Gregorio Armeno Fondato nell'VIII secolo da suore provenienti da Bisanzio, venne rimaneggiato all'epoca della Controriforma. Nella chiesa colpiscono l'omogenea decorazione, realizzata fra il Cinquecento e il Settecento, e Girovagando – Napoli – Parte I 4 l'altare maggiore, del 1650, con splendide tarsie di pietre dure. Eccezionale per qualità è stato di conservazione il chiostro del monastero, aperto sul panorama del golfo e impreziosito al centro da una fontana del 1733. Duomo La cattedrale angioina, sorta nella zona di più antichi luoghi di culto, venne più volte restaurata e rinnovata. Nell'eccezionale corredo ornamentale spiccano la Cappella Minutolo, tra gli ambienti meglio conservati dell'età gotica a Napoli; dedicato all'Assunta, sorge nel luogo dove furono erette, a partire dal IV secolo, la basilica di S. Restituta e la cattedrale Stefania con i battisteri e gli oratori annessi, edifici poi demoliti o inglobati nella costruzione angioina. Il Duomo, danneggiato dai terremoti, è stato più volte restaurato. La facciata, rifatta nel 1877-190S, conserva i portali del primo quattrocento; quello centrale con leoni stilofori trecenteschi e, in lunetta, una Madonna col Bambino di Tino di Camaino. All'interno è di eccezionale ricchezza la Cappella Minutolo, completamente affrescata, è uno tra gli ambienti meglio conservati dell'età gotica a Napoli; il succorpo (cripta), edificato per sistemare degnamente le reliquie di san Gennaro, è uno dei massimi prodotti del Rinascimento partenopeo; lungo la navata sinistra e l'ingresso a S. Restituta, basilica del IV secolo a tre navate su colonne, restaurata dagli Angioini e arricchita in età barocca. Dalla navata destra si entra nel battistero, eretto tra la fine del IV secolo e l'inizio del V, a pianta quadrata, con splendidi mosaici coevi; sempre nella navata destra e il monumentale ingresso alla Cappella del Tesoro di san Gennaro (XVII secolo), a croce greca con cupola, risplendente di marmi, argenti e dipinti, senza dubbio una delle principali attrattive della Napoli barocca. Nel Duomo e nell'adiacente S. Restituta si ce!ebra in maggio e in settembre la festa di san Gennaro; i napoletani accorrono al tempio e pregano Girovagando – Napoli – Parte I 5 perché si rinnovi il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro custodito in una teca. San Lorenzo Maggiore Fondato nel VI secolo su strutture romane, venne ricostruito dopo il 1270-75. La decorazione barocca è stata eliminata dai moderni restauri. La facciata del 1742 conserva il portale trecentesco. Singolare la struttura a navata unica, con cappelle laterali e abside poligonale, con deambulatorio (noto anche come ambulacro è un corridoio posto intorno al coro e all'abside, caratteristico dell'architettura romanica francese e poi dell'architettura sacra gotica) e cappelle radiali, secondo schemi costruttivi transalpini. Piazza del Plebiscito In origine era l'antico largo di Palazzo, usato per le cerimonie e le manifestazioni popolari. A partire dalla fine del Settecento gli fu conferita una struttura più regolare con la costruzione del Palazzo del Principe di Salerno, e del colonnato dorico voluto da Murat (1809), che racchiude la Basilica di S. Francesco di Paola, ex voto di Ferdinando I per la restituzione del regno decretata dal Congresso di Vienna dopo il decennio francese. La chiesa (1817-46) riprende le forme del Pantheon di Roma e, con l'emiciclo e la vicina facciata del Teatro S. Carlo, costituisce una delle più importanti testimonianze napoletane dello stile neoclassico. All'interno vi sono statue e dipinti ottocenteschi, tranne l'altare maggiore (1641), già nella chiesa dei SS. Apostoli, e alcune tele tra cui una Circoncisione di Antonio Campi di fine Cinquecento (in sagrestia). Le statue equestri di Carlo di Borbone e di Ferdinando I del Canova sono la prima e il cavallo della seconda, si levano isolate nella piazza, su semplici piedistalli. Piazza Trieste e Trento Terminale sud del rettifilo di via Toledo, fino al 1919 prendeva nome dalla chiesa di S. Ferdinando, fondata nel 1622 dai gesuiti, oggi inglobata nella Girovagando – Napoli – Parte I 6 Galleria Umberto I. Nella piazza si trova il Circolo artistico politecnico, cui è annesso il museo «Giuseppe Caravita principe di Sirignano» dedicato ad artisti napoletani degli ultimi due secoli. Teatro S. Carlo È uno dei più famosi teatri lirici del mondo. Fu eretto nel 1737 per volere di Carlo di Borbone, il quale si affido alla perizia progettuale di Giovanni Antonio Medrano. Per costruirlo ci vollero solo 8 mesi: dal 14 marzo, giorno della posa della prima pietra, al 4 novembre, giorno dell'inaugurazione con Achille in Sciro di Domenico Sarro su libretto di Metastasio nonché ricorrenza del santo patrono, a cui fu dedicato, e onomastico del re. Nel 1810-12 venne aggiunta la facciata ma pochi anni dopo, in seguito a un incendio, il teatro fu ricostruito in forme neoclassiche con interno a sei ordini di palchi e volta dipinta con una raffigurazione del Parnaso. A quell'epoca risale la grandiosa sala celebre per la perfetta acustica. Ha un bellissimo palco reale e 184 palchi con la parte mediana del quinto e sesto ordine strutturata ad anfiteatro. Questo tempio della musica ebbe tra i suoi direttori artistici Rossini e Donizetti, dei quali furono eseguite in prima assoluta rispettivamente Mose (1818) e La donna del lago (1819), e Lucia di Lammermoor (1835). Vi sono state rappresentate inoltre numerose opere dei massimi compositori del secondo Ottocento. Del Novecento, si ricordano importanti prime, tra cui, per l'Italia, Porgy and Bess (1955) di George Gershwin. Stendhal quando lo vide resto abbagliato e lo paragono ad un «palazzo imperiale»; importante, fastoso e ricco con i suoi lampadari, i colori oro, argento e blu, e la possibilità di aprire la quinta di fonda della scena sui giardini di Palazzo Reale. Ai nostri giorni il maestro Riccardo Muti l'ha definito «il più bel teatro del mondo» e il S. Carlo, in effetti, ha mantenuto fede al volere di Carlo di Borbone che, quando lo fece costruire, desiderava creare un tempio dell'opera in grado di rivaleggiare Girovagando – Napoli – Parte I 7 con quelli delle altre capitali italiane, Venezia e Roma (il teatro san Carlo fu eretto quarant'anni prima della Scala di Milano), e per consacrare all'estero la fama della scuola napoletana. Il S. Carlo è tuttora il teatro più grande per capacità di pubblico (3.000 spettatori). Galleria Umberto I Costruita tra il 1887 e il 1890 dagli architetti Rocco, Curri, Boubée e Di Mauro, è uno dei monumenti più suggestivi della città per la maestosità dell'architettura. La cupola, alta circa 58 metri, poggia su una struttura ottagonale su cui si innestano quattro gallerie poste a croce, ricoperte da volte in ferro e vetro. Di qui si accedeva un tempo al sottostante Teatro Margherita, un famoso cafè chantant della Belle Epoque. Santa Brigida Dedicata alla santa regina svedese, che fu a Napoli all'epoca di Giovanna I, conserva numerose opere d'arte del Seicento. Singolare è la cupola, conclusa da un lanternino, e alta solo 9 metri per non ostacolare le artiglierie del vicino Castel Nuovo. Castel Nuovo Residenza reale eretta nel 1279 per volere di Carlo I d'Angiò è fatta ricostruire nel 1443 da Alfonso I il Magnanimo, per rimediare all'inadeguatezza delle sedi di Castel dell'Ovo e Castel Capuano – il primo troppo isolato sul mare e lontano dalla città, il secondo troppo distante dalla costa - è uno dei monumenti più famosi e importanti di età tardo-medievale e rinascimentale. L'appellativo più comunemente usato, "Maschio Angioino", risale invece alla fine dell'Ottocento e nasce dalla Girovagando – Napoli – Parte I 8 convinzione che, abbattuti i bastioni che occupavano l'attuale zona verde, si sarebbe portato alla luce il Castel Nuovo duecentesco. Una credenza doppiamente inesatta; in primo luogo perché il maniero non aveva mai avuto le funzioni difensive tipiche del "maschio", ma era sempre stato una residenza reale; in secondo luogo perché della struttura angioina non restava quasi nulla. Incendi, guerre e assedi, infatti, ne avevano provocato la rovina e la ricostruzione, avvenuta nel 1443 per volere di Alfonso I il Magnanimo, aveva portato ad una struttura radicalmente diversa, imperniata su possenti torri, adatte alle mutate esigenze difensive. A quell’epoca risale l'Arco di Trionfo di Alfonso, manifesto del programma rinascimentale del sovrano aragonese; l'ingresso al Castello è ispirato agli archi trionfali romani. Nel cortile, rimaneggiato nel corso del XVIII secolo, una scala esterna, tipica dell'architettura catalana del Quattrocento, conduce all'ambiente più celebre del castello, la Sala dei Baroni, scenario nel 1486 dell'arresto dei feudatari protagonisti della congiura ordita contro Ferrante. Oggi è sede del Consiglio comunale e va ricordata come il capolavoro di Guillermo Sagrera, artefice del rinnovamento dell'edificio. Sul cortile si affaccia la Cappella Palatina, ornata da un portale rinascimentale e da un rosone. Costruita nel 1307, è tutto ciò che rimane del castello angioino; all'interno sono rimasti alcuni frammenti di affreschi di scuola giottesca. Il castello ospita le raccolte d'arte del Museo Civico che documentano la produzione scultorea locale del Tre-Quattrocento e quella pittorica dal XV al XVIII secolo; notevoli anche le opere di artisti napoletani dell'Ottocento. Girovagando – Napoli – Parte I 9