La comunità educante e inclusiva tra progettazione e
sperimentazione (Goussot Alain- Università di Bologna)
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La crisi della società, dei rapporti sociali e dei modelli educativi
Le responsabilità del mondo degli adulti nei confronti delle future
generazioni
La funzione pedagogica della comunità: il concetto di comunità
Come ricostruire dei legami sociali e educare la comunità a farsi carico e
a prendersi cura di
Una progettazione partecipativa: una co-costruzione
Una sperimentazione come ricerca azione partecipata
Spazi e luoghi d’incontro , di scambio e di dialogo
La presa di coscienza collettiva delle responsabilità socio-educative
Verso una società dell’inclusione e non dell’esclusione: alcuni temi
trasversali: 1) intercultura e immigrazione 2) disabilità e inclusione
sociale 3) adolescenze e condizione giovanile 4) le famiglie 5) gli anziani
come risorsa 6) università popolare e del volontariato
Crisi dei rapporti sociali e dei modelli educativi
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La società vive un momento di transizione
e di trasformazioni: precariato, insicurezza,
individualismo, egoismo, cultura dello
spettacolo, consumismo pulsionale (Bernard
Stiegler parla di ‘capitalismo pulsionale’ e
Zygmunt Bauman di ‘società liquidà’ e
‘homo consumens’)
Lacerazione e frattura dei legami sociali
Globalizzazione omologante e localismi
nonché chiusure di tipo comunitaristiche
(geografiche, linguistiche, etniche,religiose e
sessuali) (vedi C.Geertz: mondi globali e
mondi locali)
Sviluppo di forme di intolleranza:
xenofobia, razzismo e discriminazioni
culturali e sessuali
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Disuguaglianze e ingiustizie sociali
Nuove forme di schiavitù e di dipendenza
Crisi dei luoghi tradizionali
dell’educazione e dei modelli educativi:
famiglie e scuole(corto circuito nell’intreccio
tra processi d’inculturazione e di
acculturazione)
Impatto pedagogico delle nuove tecnologie
e dei media: ‘processi di captazione
mentale’(vedi B.Stiegler)
Le strutture sociali hanno una funzione
pedagogica: la mercificazione dei rapporti
umani (P.P.Pasolini: omologazione e
genocidio culturale, S.Weil:lo sradicamento)
Inversione generazionale, modelli adulti di
riferimento
La responsabilità del mondo degli adulti nei
confronti delle future generazioni
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Gli adulti irresponsabili: il mito
dell’individuo che si autorealizza e dimentica
le sue responsabilità nei confronti delle future
generazioni e della comunità nella quale vive
Riprendere il discorso pedagogico di
Rousseau e di J.Dewey: formare dei futuri
cittadini e delle persone aperte e capaci di
pensare da sé. Una garanzia per la
democrazia e i diritti di cittadinanza
Democrazia e educazione
Quanto gli adulti siano consapevoli e disposti
a mettersi in gioco per creare le condizioni
per uno sviluppo più umano(più ricco di
umanità e magari meno do oggetti materiali):
la pedagogia dell’esempio in tutti i settori
della società
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Il disorientamento degli adolescenti e
dei giovani, l’assenza di punti di
riferimento, l’assenza di senso, il vuoto
esistenziale e l’angoscia del vivere
Tornare una vita più autentica e più
sobria: l’elogia dell’austerità e della
vita autentica (vedi Vito Mancuso ,
A.Gramsci e E.Berlinguer)
Educare gli adulti? Una pedagogia
degli adulti e la presa di coscienza
La funzione pedagogica della comunità
Il concetto di comunità
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K.Marx scriveva nelle Tesi su Feuerbach:”Bisogna
educare l’educatore’, l’educatore inteso come
società e comunità di vita sociale
Quale concetto di comunità: comunità aperta,
dinamica e solidale basata sulla convivialità, la
cooperazione e il riconoscimento delle differenze.
Non è il comunitarismo: comunità chiusa, statica,
intollerante basata sulla diffidenza reciproca.
Già nel 1978 il pedagogista Raffaele Laporta, uno
dei protagonisti dell’importazione in Italia della
cooperazione educativa di Freinet (aiuto
reciproco, autogestione, partecipazione e
integrazione di individualità e socialità) parla
dell’autoeducazione delle comunità, della funzione
sociale dell’azione pedagogica per costruire tramite
le mediazioni necessarie le condizioni
dell’apprendimento reciproco , della crescita
comune e dell’incontro nonché della co-costruzione
di una comunità aperta ,pacifica e democratica
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Comunitas: comunicare, condividere ,
stare insieme
La comunità come un Noi aperto e
inclusivo che riconosce la varietà delle storie,
delle lingue, culturali e modi di essere
La comunità, per dirla con E.Mounier, come
‘Persona di persone’, Persona aperta
all’alterità, all’incontro composta da tante
persone dialoganti e in grado di ascoltare
l’altro e l’altro dentro
Luoghi, spazi, mediazioni che possono
facilitare l’incontro, la gestione dei conflitti,
la ricostruzione di legami sociali sulla base
del riconoscimento delle differenze
L’apprendimento del sentimento
dell’uguaglianza nel processo di vita sociale
e nell’esperienza relazionale
Educare la comunità a farsi carico e a prendersi cura
di
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La comunità come laboratorio pedagogico
e luogo dell’umanizzazione dei rapporti
La realizzazione di reti solidali e dialoganti,
di spazi di auto e mutuo-aiuto
Il recupero del sentimento di responsabilità
nei confronti dell’altro attraverso dei contesti
d’esperienza relazionali positivi: tra famiglia
e scuola, genitori e figli, insegnanti, educatori
e educandi, anziani e giovani, autoctoni e
immigrati, ‘sani’ e ‘malati’
Sapere dare: elogio della generosità agita
nei rapporti quotidiani (per una antropologia
del dono- Alain Caillé / Jacques Godbout/ il
movimento antiutilitaristico nelle scienze
sociali), recuperare il senso del dare come
gesto di amicizia
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Jacques Derrida parlava di una
‘politica dell’amicizia’ cioè di un
modo aperto e comprensivo di
concepire i legami
Superamento di ogni forma di
egocentrismo (etnocentrismo, egoculturalismo)
Sapere prendersi cura di: il concetto
del prendersi cura è diverso da quello di
curare. In questo ultimo vi è l’idea che
bisogna riparare qualcuno e riportarlo
ad una norma chiamata salute (vi è
sempre qualcuno che cura e qualcuno
che viene curato, vi è sempre qualcuno
che educa e qualcuno che educa)
Prendersi cura e accompagnare non
solo chi sembra più in difficoltà :
l’elogio della fragilità (M.Benasayag)
Progettazione partecipativa
Una co-costruzione
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Una progettazione partecipativa che
non delega agli ‘esperti’: ogni attore
delle comunità è una esperto della
propria esperienza e in uno spazio
comunicativo costruttivo può
contribuire alla crescita e allo sviluppo
di tutti
Tutti apprendono qualcosa di tutti,
ognuno impara qualcosa dagli altri: una
agire comunicativo e non strumentale
(vedi J.Habermas )
Nella co-costruzione di luoghi e spazi
di esperienza comune che mettono in
contatto soggetti, storie, lingue e vissuti
diversi si fa l’esperienza del Tu (vedi
Martin Buber)
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Costruire insieme, con: fare con,
imparare insieme dall’esperienza
vissuta, imparare dall’altro qualcosa su
se stesso e dare la possibile all’altro
d’imparare qualcosa di sé
Percorsi di riconoscimento reciproco:
me stesso come un altro e l’altro come
me stesso (P.Ricoeur)
Partecipazione attiva e
riconoscimento implica l’apertura di
autentici spazi di cittadinanza attiva:
per gli immigrati, gli adolescenti, i
giovani, le famiglie, gli anziani….
Sperimentazione e ricerca-azione partecipata
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La partecipazione all’esperienza
educativa inclusiva funziona come una
ricerca-azione partecipata dove tutti
gli attori interagendo tra di loro
acquisiscono nuove conoscenze,
costruiscono nuovi saperi e sviluppano
delle competenze relazionali
Diventare dei tecnici di saperi pratici
che sono saperi accumulati
nell’esperienza di relazione e quindi di
contatto con l’altro(Sartre)
La rete sociale diventa una grande
‘intellettuale collettivo’ che sa rendere
intelligibile a se stesso e al mondo
esterno quello che sta facendo, come lo
sta facendo e perché lo sta
facendo(A.Gramsci)
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La comunità come ‘regno dei fini’
cioè di un insieme di valori umani nei
quali tutti si riconoscono pure
attraverso linguaggi e modalità diverse
L’altro non è uno strumento, un
mezzo ma sempre una finalità, una
valore in sé (l’etica dell’alterità e del
suo rispetto- Kant)
La conoscenza dell’altro vuol dire
conoscere meglio se stesso, stare
meglio con se stesso vuol dire stare
meglio con l’altro
Spazi e luoghi d’incontro, di scambio e di
dialogo
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Costruzione interattiva di spazi e
luoghi d’incontro, di dialogo e di
scambio
Possono essere spazi antichi e nuovi
spazi
Nel nostro mondo , nella nostra società
esistono tanti ‘non luoghi (M.Auger) in
quei ‘nuon luoghi’ vivono tante ‘non
persone’ (A.Dal Lago): supermercati,
aeroporti, stazioni, carceri, centri
d’identificazione temporanea, nuove
forme d’istituzionalizzazione per
disabili e sofferenti psichici)
Ma la tendenza è la trasformazione
dei luoghi significativi della vita
(famiglia, scuola) in non luoghi dove
le persone diventano non persone
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Partecipare, dare, ripristinare dei
circuiti di comunicazione positiva,
inventare luoghi esperienziali di
prossimità tra esseri umani diversi,
riconoscere le differenze, recuperare
nei rapporti di ogni giorno il
sentimento di uguaglianza
Sperimentare momenti di vita dove vi
sia quello che recentemente Etienne
Balibar ha chiamato ‘egalibertè’ cioè
l’eguaglianza delle libertà. Dove la
libertà di alcuni schiaccia quella degli
altri, fosse solo una minoranza oppure
un singolo individuo non v’è
riconoscimento dell’uguaglianza tra le
varie individualità. Il riconoscimento
dell’individualità è anche legata ad
una concezione inclusiva della
socialità.
Presa di coscienza collettiva e responsabilità
educative
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La partecipazione ai diversi momenti
della costruzione sociale permette una
co-evoluzione , un apprendimento e una
crescita che è insieme presa di
coscienza personale e collettiva
La persona resta al centro del processo
educativo; ognuno impara a sentirsi
responsabilità verso l’altro nel rispetto
delle differenze
La partecipazione e l’interazione
positiva diventa una vera fase di
alfabetizzazione culturale e educa a
comprendere quindi a prendere
coscienza: una alfabetizzazione
relazionale come coscientizzazione
del nostro essere relazionali (vedi
Paulo Freire)
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La scrittura collettiva di una nuova
trama implica il rispetto della
‘sovranità’ di ognuno, il riconoscimento
delle storie e la possibilità per queste di
dialogare (Don Lorenzo Milani)
Bisogna costruire una nuova etica
della responsabilità (vedi H.Jonas)
La comunità aperta , all’ascolto di se
stesso, sa crescere rispettando la dignità
di ogni persona umana e i suoi diritti di
cittadinanza in modo attivo offrendo
una reale possibilità per ognuno di
esprimere se stesso, di essere se stesso,
d’imparare a contatto con gli altri e di
sviluppare, a secondo i propri bisogni e
le proprie caratteristiche , le proprie
potenzialità
Verso una società dell’inclusione
Alcuni temi trasversali
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Interculturalità e riconoscimento
della varietà culturale: immigrazione
e comunicazione interculturale (partire
dagli elementi positivi senza ignorare le
difficoltà e la complessità): spazi
d’incontro e di conoscenza,
sensibilizzazione al dialogo
interculturale, la letteratura migrante di
lingua italiana, la sfida del métissage
Disabilità adulte e possibili percorsi
di accompagnamento per una vita
dignitosa (dare la parola ai disabili)
Disagio diffuso: giovani e adolescenti.
Un disagio che è anche degli adulti,
come gli adolescenti e si vivono? Quali
risposte?
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Le famiglie: spazi leggeri per le
famiglie, spazi dove sia possibile
incontrarsi, parlare , esprimersi e
costruire momenti d’incontro
conviviale che possono accompagnare
i genitori nella loro funzione
educativa
Anziani e comunità: non soltanto
oggetti di pura assistenzialismo o
problema: un dono per la società
L’Università del volontariato e
l’università popolare : laboratori
aperti a tutti i cittadini dove sia
possibile recuperare la dimensione della
riflessione e dell’educarsi a
comprendere
Raffaele Laporta
“La cultura è di chi la costruisce
e la sviluppa”
“Si può dire che l’intera vita
umana non è che un costante
processo educativo”
“L’intera esistenza dell’individuo e l’intera vita della
società si realizzano in forza di un costante processo
di esperienza. L’esperienza , orientando e
promuovendo l’attività umana, è all’origine di quel
che genericamente le scienze dell’uomo oggi
disegnano col termine ‘cultura’. Questa- come
complesso di tutti i modi di vita , da quelli della
produzione di beni materiali a quelli della creazione
scientifica , e delle diverse forme e manifestazioni
‘spirituali’ , dalla comunicazione linguistica alle
strutture della famiglia, dalle forme arcaiche e dalle
credenze magiche agli impulsi di trasformazione
sociale e religiosa- è risultato di processi di
esperienza prodotta e comunicata. La produzione di
esperienza sociale è l’aspetto collettivo di un
naturale apprendimento individuale; la
comunicazione è, almeno implicitamente, educazione
nella misura in cui ha il risultato di modificare i
comportamenti …,ossia nella misura in cui
determina apprendimento”(L’autoeducazione delle
comunità)
Emmanuel Mounier
“Ogni frase della Dichiarazione
dei diritti dell’uomo è una sfida
lanciata alla faccia di un abuso.
Si trattava di finirne con delle
sofferenze intollerabili”
“La persona non è un oggetto.
E’ addirittura ciò che in ognuno
non può essere trattato in
oggetto. “
“Il Noi inizia veramente ad essere un Noi
comunitario il giorno in cui ognuno dei suoi
membri ha scoperto gli altri come Persone e
comincia a trattarli come tali, ad imparare
qualcosa da questo(…). L’apprendimento
della comunità , è quindi del prossimo come
persona nel suo rapporto con la mia persona ,
ciò che è chiamato felicemente apprendimento
del Tu”.
“L’edificazione della vita comunitaria è oggi una
esigenza imperativa(…) Non si può edificare la
comunità facendo a meno della persona
umana, anche in nome di valori cosiddetti
umani.”
“La comunità è una Persona di persone”
(La Rivoluzione personalista e comunitaria)
Don Lorenzo Milani
“Auspichiamo che abbia
termine ogni discriminazione e
ogni divisione”
“Il fine giusto è dedicarsi al prossimo(…) Siamo
sovrani. Non è più il tempo delle elemosine ,
ma delle scelte. Contro i classisti che siete voi,
contro la fame, l’analfabetismo , il razzismo e
le guerre coloniali”
“Io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il
mondo in diseredati e oppressi da un lato ,
privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono
la mia Patria , gli altri i miei stranieri”
“Voi dite d’aver bocciato i
cretini e gli svogliati. Allora
sostenete che Dio fa nascere i
cretini e gli svogliati nelle case
dei poveri. E’ più facile che i
dispettosi siate voi”
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il concetto di comunità Come ricostruire dei legami sociali e educare