2 Campo de’ fiori perciò la pubblicità su Campo de’ fiori ARRIVA e PORTA BENE ed ha un’ enorme potenzialità per arrivare ai vostri clienti Il nostro reporter Fabrizio Angeloro, durante il suo ultimo viaggio in Colombia, ha fotografato Analaura, assidua lettrice di Campo de’ fiori. La redazione la saluta simpaticamente e le augura di diventare una nostra corrispondente. Campo de’ fiori 3 L’abbandono e l’inganno di Sandro Anselmi Non abbandoniamo i nostri figli! La famiglia, quella vera, quella fondata sul rispetto e sull’amore, aiuta i propri figli a crescere e a difendersi dalle insidie della vita moderna, li protegge dalle brutture della società, crea una relazione, un passaggio d’amore, e tramanda loro tutto il bene che ha ereditato dai padri, incitandoli a crescere per loro stessi e per i loro figli. Questa è l’anima dell’amore! Non vorrei, però, che tutto questo fosse, oggi, pura utopia. Non si spiegherebbero, altrimenti, tanti, troppi crimini d’ogni genere da attribuire ai nostri ragazzi. Sono troppo soli! Il computer, il telefonino, la televisione, hanno sostituito la famiglia, ed i modelli comportamentali, che questi mezzi propongono, li hanno ingannati! La troppa libertà concessagli dalle famiglie ed una falsa fiducia, barattata al prezzo di un patto di non belligeranza, hanno portato ad un divario incolmabile fra generazioni. L’uso, spesso distorto, del computer viene giustificato dalla sua necessità per applicarsi, con profitto, agli studi. Non è così!!! O comunque non è del tutto vero. Il ragazzo, e sempre più la sua età s’abbassa, è spinto dalla naturale voglia di scoprire, di conoscere, ma non sono questi i mezzi naturali per farlo!!! Pochi genitori controllano e possono controllare i propri figli mentre usano il computer, anche perché, spesso, non hanno le conoscenze tecniche per farlo e, perciò, non immaginano neanche lontanamente le trappole, gli inganni che nasconde la rete. C’è poi una sorta di omertà fra gli adolescenti, e non solo, che rende impenetrabile al profano quel mondo falso e ingannevole. La Polizia delle Comunicazioni e l’Associazione Italiana per la Ricerca in Sessuologia (AIRS) comunicano che il 79% dei bambini, da 11 a 14 anni, si connette ad internet. Secondo l’UNICEF, l’11% di loro, navigando, viene contattato da pedofili, ma solo 1 su 4 lo rivela ai genitori. Ogni 39 secondi viene messo in rete un nuovo video a luci rosse. La metà dei cybernauti frequenta siti porno. A livello mondiale so- no scaricati miliardi di im-magini e vi-deo pornografici. Il primato non è degli uomini, come si poteva immaginare, ma delle donne. Il giro d’affari è astronomico. Bisogna abbandonare l’ipocrisia. Sta succedendo qualcosa di molto, molto grave. Non arriviamo all’irreparabile!!! Questi mezzi sono un inferno di brutalità!!! Fermiamoli!!! Debbono assolutamente essere regolamentati, e c’è bisogno di nuove leggi, severe e, comunque, applicate. A me sembra che la situazione sia sfuggita di mano non solo alle famiglie, ma anche alle istituzioni che stanno inerti a guardare, sempre e solo pronte a comunicare statistiche e numeri. Salviamo questo sterminio di giovani anime, parlando con loro, dicendogli che non si percorre così la strada della vita. Non ci si può sentire liberi pensando di “navigare” nel mare dei sogni, se si diventa, poi, prigionieri di quello stesso mare! Campo de’ fiori DADO E’ compiaciuto proprio come il Dottor Frankenstein di fronte alla sua creatura, Dado! E’ qui accanto a me, distrutto, dopo di Sandro Alessi l’ultima replica della sua creatura al Teatro dei Satiri, Frankenstein Humor, ma felice di aver realizzato finalmente quello che sognava da anni : un vero musical! Ed infatti, senza il supporto del suo gruppo, ma come compagni attori comici di razza, il grande successo di pubblico accoglie questa idea del geniale Dado, stravagante cantattore . “Era tanto tempo che coltivavo questa idea e devo ringraziare gli amici del Teatro dei Satiri che mi hanno permesso di realizzarla credendo in me” . Ricordiamo che da cabarettista ha vinto, nel lontano 1997, il concorso nazionale del settore “Riso in Italy” e, dopo un’ apparizione su UNO MATTINA nel 1999, iniziano le sue partecipazioni al “Seven Show” accompagnato dal gruppo “Le Pastine in Brothers”. Sempre in quell’anno, dal 6 al 7 Agosto, a “Roma estate al foro italico”, esegue con il suo gruppo la canzone più lunga del mondo per la durata di 25 ore consecutive ed un minuto, entrando di diritto nel Guiness dei Primati. Il 2004 vede la consacrazione del suo personaggio con tantissime apparizioni televisive a “Zelig”, su Canale 5, e, quest’anno, è ospite fisso ne “I Raccomandati”, su Rai Uno, con Carlo Conti. Per il teatro ricordiamo una fortunatissima rappresentazione dell’operetta “Al Cavallino Bianco”, con la regia di Don Lurio, e tre anni di successi al Teatro Manzoni come Dado e le Pastine in Brothers con “La vita è fatta di scale, chi le stona e chi le sale” (1994); “Canzoni cantate in cantina e cantine cantate in canzoni” (1996); “Dormire supino farà bene a te ma fa male a Pino” (1996)”. Dado, parlaci di questo spettacolo. “E’ liberamente ispirato ai personaggi di Mel Brooks e scritto da me e Marco 5 Terenzi, ed entrambi abbiamo voluto sfidare un gigante dei film cult come Frankstein Junior. Ma decidendo di fare un musical, e nello stesso tempo un adattamento teatrale, abbiamo scoperto veramente di aver fatto qualcosa di completamente diverso con una chiave di lettura molto ironica e con delle canzoni inedite che io stesso ho scritto, cosa che mi fa da garante per quanto riguarda l’aspetto musicale. Per il resto abbiamo una creatura interpretata dal grande Gianfranco Phino, che non è una creatura mostruosa, ma un mostro di bravura. In questo spettacolo ho rinunciato alla parte comica ma l’ho diretto io stesso, considerando questo musical un po’ un mio pargolo.” Hai iniziato tanti anni fa accompagnandoti con un gruppo… “Si, ho dei precedenti corali con le Pastine in Brothers dove ognuno recitava e cantava interpretando un suo personaggio e quindi, stando da solo da un po’ di tempo, la coralità mi manca, ma ora ho trovato il momento giusto per riproporla insieme a dei compagni d’avventura straordinari.” Ma come è nato tutto ? “E’ nato da un’idea che covavo da molto. Ad agosto dello scorso anno ho chiamato i personaggi giusti ed abbiamo iniziato le prove. E devo dire che il gioco di squadra ci ha aiutato sempre.” Proviamo a chiedere a Dado dei prossimi impegni estivi, ma lui glissa sull’argomento, anche un po’ per scaramanzia, e ci invita a seguirlo negli spettacoli che lo vedranno protagonista in molti spazi di Roma e Lazio. Campo de’ fiori 6 ORA E’ SNOB COLLEZ Dalle dispense agli album professionali: lo stra La moda, si sa, è una dea spesso bizzarra, ma sempre ammaliante e seducente. Riesce, infatti, a conquistare interi settori dell’attività umana e sottometterli comdi Alfonso Tozzi pletamente ai suoi capricci. Il collezionismo, così permeato di fantasia, aperto ad ogni novità di rilievo, propenso ad approfondire qualsiasi argomento che abbia un certo fascino, si è lasciato coinvolgere nella moda snob di collezionare stuzzicadenti! Chi avrebbe mai immaginato che questi sottili stecchini di legno, adoperati per eliminare i frammenti di cibo rimasti fra i denti, sarebbero un giorno diventati oggetti di “raccolta”! Naturalmente si tratta di quelli sigillati in apposite cartine, con su stampato il nome di un bar, un ristorante, un albergo, una trattoria, una pensione o la marca di un prodotto commerciale, stampa questa che, rendendoli dissimili l’uno dall’altro, ne costituisce il motivo di ricerca. Approfondendo l’argomento sembra che anche gli stuzzicadenti abbiano una storia. Infatti, secondo l’antropologo Peter Ungar dell’università dell’Arkansas, l’uomo di duemila anni fa espelleva dai denti i brandelli di carne ivi depositatisi servendosi, appunto, di uno stecco di osso o di legno. Questo utensile viene oggi considerato, dall’Accademia Americana delle Scienze, il secondo “extracorporeo” dopo quelli litici che servivano per tagliare le pelli e la carne degli animali di cui si cibava l’uomo. Si sa per certo che in Cina era conosciuto, usato dai Celti, adoperato dai Greci, utilizzato dai Romani, anche per prendere la carne che veniva presentata in tavola a pezzi, caldamente raccomandato da Maometto e persino ricordato nel libro degli insegnamenti della legge ebraica: il Talmud. In Europa, l’uso dello stecchino si diffuse solo ne Rinascimento: in origine fu di legno o di osso, raramente di piuma. Successivamente venne prodotto in bronzo, argento o addirittura in oro. In Francia il suo uso venne fortemente osteggiato dal Cardinale Armand-Jean Du Plessis, duca di Richelieu, ma l’utensile continuò ad essere adoperato in privato. Nel 1700 lo stuzzicadenti, però, viene scarsamente adoperato, in quanto si era radicata la convinzione che, spinto fra i denti, forzava le gengive nella loro naturale condizione, ma nei primi dell’Ottocento, con la nascita della ristorazione moderna, l’utensile si diffuse come elemento onnipresente sulla tavola di ristoranti e trattorie di tutto il mondo civile. Negli Stati Uniti l’arnese, imbustato e opportunamente “marcato”, fu introdotto da Charles Forster – noto proprietario del ristorante più vecchio di Boston “l’Union Oyster House”, fondato nel 1826 – per promuovere le sue attività commerciali. L’uso di imbustare gli stuzzicadenti risale alla metà del secolo scorso: si sa con certezza che gli Asburgo adoperavano pezzetti di legno avvolti in carta rettangolare sulla quale era stampato lo stemma del Casato, analogamente a quanto avveniva a Casa Savoia, con la differenza che la carta usata era azzurra e su di essa appariva il nodo sabaudo dal colore blu intenso. Fra i grandi collezionisti si segnalano l’inglese Lawrence Roberts e lo statunitense Stephen Kendhal. La raccolta di quest’ultimo, fra le più famose conosciute, si compone di oltre quindicimila esemplari, rinchiusi in bustine pubblicitarie di cui almeno cinquemila si riferiscono ad alberghi di tutto il mondo, mentre una parte considerevole è occupata dagli stuzzicadenti offerti dai vari esclusivi clubs come quelli del Wedding Night (della prima notte), di St. James Street o di Pall Mal. Una curiosità è rappresentata dagli stuzzicadenti adoperati alla corte russa al tempo di Alessandro III Aleksandrovic: pezzetti di legno intarsiati, alti circa una quindicina di centimetri, con una parte piatta su cui veniva incisa l’aquila a due teste con lo stemma dei Romanov. Questi esemplari, se autentici, hanno una valutazione collezionistica di tutto rispetto, così come quelli degli Asburgo che, in qualche asta, hanno toccato alcune centinaia di euro. La collezione dell’inglese Lawrence Roberts, costituita da oltre ottomila esemplari, è “impreziosita” da pezzi “storicamente” importanti come quelli provenienti dalla tavola di Hitler, imbustati in carta rettangolare di cm 6,5x3, molto sottile, di colore azzurro tenue, con su stampata, sulla parte superiore, una svastica rossa. Superfluo ricordare che oggi, per il galateo, lo stuzzicadenti è fuori moda: non va richiesto né al cameriere né al padrone di casa, tuttavia esiste un’industria fiorente che alimenta egregiamente il mercato e Campo de’ fiori ZIONARE STECCHINI ordinario percorso di “umili” pezzetti di legno favorisce ed incrementa lo scambio fra collezionisti. Attualmente i tipi italiani più richiesti sono quelli attinenti al MONDIALE 90, all’ITALIA 90 ed i “sopravvissuti” degli anni Quaranta, relativi cioè ad attività commerciali e pubblicitaria esercitati in quegli anni. E’ appena il caso di completare il discorso sull’oggetto, evidenziando che il nome giapponese dato ad alcune marche quali Mikado, Samurai, Kobe, non sta ad indicare che il prodotto è stato inventato in Giappone, ma è solo un vezzo dato per “esterofilia”. In Italia, infatti, esistono sin dagli anni Venti fabbriche altamente qualificate per la produzione dell’arnese. Per finire una curiosità dovuta al genio ed alla capacità di due biellesi: Roberto e Paolo Coda i quali, da oltre vent’anni, costruiscono con gli stuzzicadenti piccoli velieri pieni di minuziosi particolari (botole che si aprono, regolari piani di ponteggi, cannoni e scialuppe di salvataggio). 7 8 Campo de’ fiori Roma che se n’è andata: luoghi Meo Patacca, un bullo per Gigi Proietti nei panni di Meo Patacca Meo Patacca, personaggio del teatro romanesco, è il tipico popolano indolente e attaccabrighe, il bullo per antonomasia, una figura popolare delle tradizioni, sempre protagonista di fatti, fattacci e avventure, di certo non vile e con una forte propensione alla ricerca della rissa e dello scontro. Il suo nome deriva, quasi certamente, da Patacca che stava ad indicare una somma pari a cinque carlini e che corrispondeva alla misera paga di un soldato. Il suo costume è costituito da pantaloni stretti sotto il ginocchio, giacchetta di velluto a coste, cravatta di taffettà annodata a cappio, fascia multicolore avvolta in vita, calze nere, scarpe con fibbia sferragliante, reticella per raccogliere i capelli, ma che lascia fuoriuscire il solo ciuffo sulla fronte; originariamente usava uno spadino che nell’Ottocento sarà sostituito dal più comodo coltello a serramanico. Ma chi è il bullo romanesco? Il termine deriva da un sostantivo tedesco che significa amatore, amante o ganzo, si tratta di un personaggio popolare con una storia ben precisa e definita mosso, essenzialmente, dal desiderio di ricercare una affermazione personale e di supremazia sul branco, alla costante ricerca dell’ascendente nel suo Rione, in modo assolutamente disinteressato. Non richiede e non riscuote tangenti, la sua è una semplice esibizione coniugata con l’esasperata ricerca della competizione con i bulli degli altri Rioni. E’ un personaggio che tiene al suo nome ed al suo onore che non deve essere sporcato con azioni disonorevoli, la cosa più abominevole per il bullo è quella di venir meno alla parola data poiché questa è sacra e inviolabile. Egli deve sempre dimostrare decisione e coraggio, in ogni occasione, specie davanti ad una questione di onore, non può ritirarsi e, davanti ad un coltello, non può far altro che battersi. E’ nel Rione che il bullo trova terreno fertile, poiché nel romano è forte il desiderio di prevalere, la guasconeria è nel suo DNA, come si direbbe oggi; egli è considerato un prepotente coraggioso “…un omo de Panza” - “il Leader” - “er Più…”. “…si fa rispettare perché è serio, dispone di una sorta di galateo comportamentale. Egli si distingue nella parlata, usa un eloquio fantasioso, adopera metafore ricercate, possiede un linguaggio quasi aulico che serve a stupire e sopravanzare l’avversario anche a parole. Le sue frasi sono sempre ad effetto, vengono pronunciate con cadenza lenta, declamatoria, fino al punto Campo de’ fiori 9 i, figure, personaggi r antonomasia da renderle gravemente minacciose. Porta con se una saracca e al fianco un pugnale, la sua camminata è stanca…” Giuseppe Berneri (1637 - 1700), autore del poema in romanesco dal titolo Meo Patacca ovvero Roma in festa ne’ i trionfi di Vienna, lo descrive come il più bravo tra gli sgherri, con una naturale propensione al coraggio ed alla lite, un personaggio ricavato dalla gallerie degli eroi alla Capitan Fracassa, ma idealizzato nei sentimenti, un autentico paladino, “…il Greve de li Monti…”, un cavaliere di cappa e spada, rusticano fiero e baldanzoso, tanto abile con il coltello e la fionda quanto con la lingua. Giuseppe Gioachino Belli lo descriveva invece come uno sbruffone smargiasso, caratteristiche queste che probabilmente si adatterebbero meglio a Marco Pepe suo tradizionale antagonista. La donna di Meo è Nina, figura femminile che sembra inventata a sua immagine, con un carattere simile a quello del suo innamorato, anch’essa pratica nel maneggiare il coltello come testimoniano i seguenti versi: “Io so trasteverina e lo sapete / nun serve, bbello mio, che cce rugate. / So cortellate quante ne volete!” Come ricordato in altra occasione, era tradizione che la ragazza regalasse al proprio innamorato, quale pegno d’amore, un coltello con il proprio nome inciso sulla lama e così fece anche Nina con il suo Meo. Il coltello diveniva il compagno fidato, da tenere la notte sotto il cuscino e in saccoccia durante il giorno, sempre a portata di mano. Ne poteva essere diversamente atteso che, come scriveva Giggi Zanazzo, una fanciulla si maritava controvoglia ad un uomo che non avesse mai avuto a che fare con la giustizia. Nella Roma barocca della Controriforma, con la protezione del Cardinale Giulio Rospigliosi di Pistoia, che sarebbe stato eletto Papa con il nome di Clemente IX (1667 - 1667), nonché sotto la vigile regia dei Gesuiti, fiorì l’Accademia degli Infecondi, che promosse un teatro popolare oltre ad alcune commedie con musiche inneggianti alle vittorie della cristianità. In tale contesto, il già ricordato Giuseppe Berneri, che di quella Accademia era segretario, oltre che membro dell’Accademia degli Intrecciati, compose il poema eroicomico Meo Patacca, stampato per la prima volta nel 1695 e andato in scena all’Oratorio di San Filippo Neri, a Palazzo Borghese ed al Porto di Ripetta. Tale poema narra delle imprese di un cavallaro di Trastevere che, spinto dalla sua ambiziosa donna, arringa il popolo e addestra un drappello di straccioni per andare a combattere a Vienna, città assediata dai turchi, in difesa della cristianità. Meo Patacca ha come antagonista Marco Pepe, un antieroe, bullo soltanto a chiacchiere; ma questi novelli crociati, una sorta di Armata Brancaleone, non riescono nemmeno ad uscire dal Lazio, dopo di che Meo Patacca e il suo ex rivale Marco Pepe, per evitare di continuare ad essere fantocci in mano ai potenti, se la battono. Ciò nonostante, alla notizia della vittoria sui Turchi, Meo decide di devolvere le somme raccolte per festeggiare e in quell’occasione Roma si trasforma, è un tripudio di banchetti e di sfilate di carri allegorici. Di questo comune gioire ne fanno le spese i poveri provinciali, che vengono presi a bastonate e i negozi del Ghetto, che vengono regolarmente saccheggiati. Questo poema eroicomico, considerato il capolavoro di Giuseppe Berneri, al giorno d’oggi è stato relegato tra i titoli semi sconosciuti della letteratura così detta minore e può succedere che, occasionalmente, se ne possa reperire qualche copia sulle bancarelle di libri di seconda mano o fra gli avanzi di magazzino, cosa questa abbastanza ininfluente per molte persone, ma non certo per coloro che hanno a cuore quella particolare stagione vissuta da Roma. Non è questa la sede per parlare dei contenuti dell’opera del Berneri, tuttavia un breve cenno sull’opera medesima si rende necessario. Va osservato, per esempio, come nel poema la città di Roma non si limiti ad un ruolo di semplice sfondo, ma va ben oltre e, sebbene i luoghi teatro dell’azione e le stesse case dei protagonisti discendano esclusivamente dalla fantasia dell’autore, questi non si limita ad una citazione sommaria, ma li descrive dettagliatamente, curandone i particolari, quasi a volerli rendere, in uno con gli attori, protagonisti della storia, non a caso questi luoghi vengono ricordati come i luoghi di Meo Patacca. Il Ghetto, per esempio, o serraglio degli ebrei, come era detto ai tempi di Papa Paolo IV, Gian Pietro Carafa (1555 - 1559), che lo istituì nel 1555, nel Meo Patacca si può riscontrare come le porte di accesso, dalle tre originarie, siano diventate quattro, oltre ad un portoncino e ciò per far fronte al sovraffollamento da parte di diverse migliaia di ebrei, che indusse lo stesso Pontefice a ordinare l’ampliamento dei confini. di Riccardo Consoli Il Berneri si sofferma nella descrizione e, nel caso specifico, indugia sulla parlata giudaico - romanesca, che costituiva una sorta di dialetto parallelo a quello proprio di Roma così come, all’inizio della storia, cita alcuni locali di fine Seicento, fra i quali I tre Re; non si può escludere che anche questo nome sia frutto della fantasia dell’autore, ma si dà il caso che a quell’epoca esistevano a Roma alcune locande e alberghi che si chiamavano proprio I tre Re. Fra i famosi acquerelli di Ettore Roesler Franz della serie Roma Sparita, uno riproduce Via dell’Arco di San Marco, all’epoca ubicata in prossimità di Piazza Venezia e oggi non più esistente; in alto, alla destra dell’arco, è possibile notare una insegna dove si può leggere Albergo dei tre Re, ebbene si, è bello poter pensare che questo Albergo possa essere lo stesso di quello citato da Giuseppe Berneri allorquando affermava:“…stava a Roma paciosa, allor, che l’anno seicentottantatre curreva…” Ma spostiamoci a Trastevere dove una antica e rinomata trattoria che ricorda il bullo, eroe del quartiere, posta “…ner core de la vecchia Roma…”, si presenta con una insegna che recita: “…ar posto de Roma se magna, se beve e se canta co’ i musicisti trasteverini…”, impegnativa dichiarazione di genuinità che, in uno con la posizione davvero unica e l’atmosfera inimitabile, attira il turista e non solo. Campo de’ fiori 10 di Carlo Cattani Lo mistero de la musica tonante ovvero la musica “ tras ... un rock antico... mooo Le prossime righe concludono il lungo incontro/intervista (leggetene anche nei n° 36 e 37 ) con alcuni dei disponibilissimi musicisti appartenenti all’ensemble musicale della “BARBARIAN PIPE BAND”, gruppo Piemontese della provincia di Biella, che di… barbaro ha solo “lo nomine et le costumanze” mentre la propria musica e la tenuta scenica rievocano e promuovono, con la forza “de lo fronte tonante“ di cornamuse, pive, tamburi e tanti altri antichi strumenti a fiato e a percussione, la ricca cultura dell’intrattenimento popolare e festaiolo ai tempi del medioevo e “dal popolo” delle lande Piemontesi, Bretoni, Tedesche, Scozzesi, esibendosi, con una “formazione (a) base” di tre cornamusieri e due tamburisti talvolta allargata ad ulteriori musicisti, focogiocolieri e danzatori, in scatenati e coinvolgenti performance di palco e “su strada”. Un’intervista davvero partecipata che ha tocdai “BARBARICI ragazzi” visivo della “BARBARIAN PIPE BAND”. Si descrivono con un sound “tonante”, ottenuto ricercando particolari arrangiamenti per le diverse percussioni utilizzate che esaltano il tanto fiato speso dai tre cornamusieri/pivaioli intenti a ricamare con i loro “tubi sonori ” passaggi musicali “già passati fra le mani e le bocche” di menestrelli, giullari ed artisti di strada nei secoli del medioevo. Tornare indietro nel tempo ……. guardando avanti a voi si può: uno spettacolo della BARBARIAN PIPE BAND vi darà questa suggestione dei “dì di festa” di tanti secoli orsono! Riprendiamo, dunque, con Deiv/DEVSKO, cornamusiere, pivaiolo e valente maestro cato diversi aspetti della loro attività artistica, a partire dalle origini “musicali e non solo“ dei singoli, poi confluite nell’idea di fare musica e dare spettacolo nelle sembianze sonore rigorosamente acustiche e strumentali di grande impatto sonoro e liutaio, la conversazione …. Carlo – Le difficoltà a rappresentare il mondo musicale della “BARBARIAN PIPE BAND” in questi tempi dalla proposta “artistica e non solo”, prevalentemente usa e getta? Campo de’ fiori 11 Barbarian Pipe Band sportabile ” dei Barbarian Pipe Band olto antico! (lo terzo capitolo ) Devsko: Noi non t r ov i a m o nessuna difficoltà a rappresentarci, semplicemente noi arriviamo in un posto e ci imponiamo... Noi ci reputiamo al di fuori delle proposte artistiche usa e getta, noi non suoniamo e non proponiamo un genere musicale che vende milioni di dischi; noi, ad ogni cd che vendiamo, preghiamo la gente che ne faccia tesoro e quindi …….che ne faccia almeno 4-5 copie per gli amici! L’unica difficoltà che troviamo è vivere di sola nostra musica nel mondo che attualmente abitiamo, ma, nonostante ciò, lo facciamo. Altre difficoltà sinceramente non ne abbiamo. Carlo: Una sintetica panoramica per una guida all’ascolto del vostro ultimo cd “FOSFENI-Spiritica fosfenica sonatica”, soffermandoti sulle caratteristiche di qualche brano che ritieni più significativo. Devsko: Introduci il cd nel tuo lettore, alza il volume del tuo stereo, siediti comodo ed inizia ad ascoltare. Ascoltare la mattina a tutto volume in automobile. Il brano che forse è più significativo per noi è “Fosfeni”; in quel pezzo è racchiuso tutto ciò che frammentariamente è sparso nei vari brani presenti nel cd. Diciamo che uno può interpretarlo come un sunto dell’intero cd .....poi che dire d’altro: il cd “Fosfeni” è un viaggio avanti e indietro in varie epoche, in varie sonorità! Clarinzia:….anche in mezzo al traffico Milanese ha il suo bel perché….magari ti porta a scappare in un bosco!!!!! Carlo: Deiv, cenni sul futuro a breve della “B.P.B” e un tuo messaggio a chi leggerà le nostre chiacchiere Devsko: L’unico programma che abbiamo è per il prossimo inverno, ovvero sia inizieremo le registrazioni del nuovo CD che uscirà con probabilità nel 2008; stiamo preparando un nuovo spettacolo da palco per la prossima stagione e poi il resto sarà una sorpresa....anche per noi ! Carlo: l’interesse dei “media” verso la vostra musica? Articoli, interviste, apparizioni radio e tv ... Madrasko: Per quanto riguarda il materiale cartaceo siamo apparsi sulla rivista “Celtica” all’epoca di “SACRA LOSNA” (ndr : è il 1° cd della BAND ) sia come recensione sia con la partecipazione di due brani sulla compilation allegata alla rivista. La recensione di “FOSFENI” appare invece su “Rievocare”, rivista specializzata di rievocazione storica, pubblicazione interessata anche ai temi musicali dei periodi storici trattati. Sempre con la recensione di “FOSFENI“, che tra l’altro vinse il “Two Star Awards”, ed un’intervista siamo apparsi sulla pubblicazione Francese “Trad Magazine”, specializzata in musica tradizionale. In radio siamo andati in onda più volte sia in Francia, che in Italia. Con riferimento al nostro Paese, abbiamo presentato, in diversi momenti, le nostre produzioni discografiche, con tanto di intervista su RADIO FLASH di Torino e sempre con loro è capitato di fare anche alcune co-conduzioni assai divertenti, con lo spirito della “BARBARICA Banda”! La Tv invece…… è una grande sconosciuta e preferiamo, forse, rimanga tale. Siamo sicuramente apparsi sui Tg regionali di ognidove. A volte ci è capitato anche di essere intervistati, come in Umbria, alla Festa dei Barbari a Castelrigone e, di recente, al festival di artisti di strada di Sanremo, “RATATAPLAN”, ove si sono interessate a noi RAI 1 e TeleCupole . Abbiamo fatto anche due interviste per una tv via cavo e una satellitare ma non ricordo assolutamente i nomi, comunque, nulla d’importante. Carlo: ho notato un assetto davvero professionale in tutte le cose che vi rappresentano, dal cd, al sito etc... chi di voi si dedica al “Barbarico management”? Madrasko:un po’ tutti con una casuale divisione dei compiti a seconda delle varie capacità o possibilità. Per quanto riguarda i contatti con le feste, eventi, riviste e radio me ne occupo principalmente io anche se tutti danno il loro importante contributo…. come in questa occasione. Devsko segue, invece, tutta la parte relativa agli ingaggi. TuaC è un “bono tesoriere” e Clarinzia e Diabolus stanno iniziando a seguire anche loro la parte dei contatti cercando di svilupparla. Per quanto riguarda idee e grafica del sito, questi aspetti vengono decisi da quelli di noi che si trovano davanti al pc di Devsko, sommo webmaster; poi il risultato finale viene visionato da tutti e modificato, se è il caso. Qualsiasi azione relativa al “Barbarico management” viene, comunque, discussa e approvata da tutti! Carlo: una domanda sul “versante tecnico” che credo possa interessare i lettori più curiosi ed appassionati: quali problematiche per la registrazione in studio di strumenti come i vostri … accortezze particolari, un tecnico specifico ed avvezzo ai vostri suoni ... quanto tempo impiegate per incidere? Deiv : guarda non vi sono problemi a registrare questo tipo di strumenti in sala di incisione. Questo perché dopo un 20 minuti riaccordi gli strumenti, ti riposi, bevi uno o due …… facciamo anche tre bicchieri di vino e riprendi… insomma la vita è molto più facile che non dal vivo, sul palco, dove lo strumento deve essere settato bene affinché tenga l’accordatura per un concerto intero e questo avviene solamente grazie alla stabilità e all’affidabilità dello strumento musicale e delle ance che utilizzi. continua a pag. 12 ........ 12 Campo de’ fiori L’unica cosa curiosa che abbiamo notato registrando le cornamuse è che non puoi interromperti in mezzo al pezzo e poi ripartire da dove ti sei fermato (questa operazione è chiamato in termine tecnico “punch”), in quanto la frequenza che viene prodotta dalle ance e poi modulata attraverso i “tubi sonori” (intendi: bordoni e chanter), ha un’ onda sinusoidale abbastanza caotica, il che rende la tecnica del “punch” praticamente impossibile da eseguire e quindi il pezzo devi registrarlo dall’inizio alla fine senza sbagliare…. tutto di seguito! Puoi immaginare, quindi, quante pause e quindi quante bottiglie vuote che dobbiamo ogni volta portare via...eh eh! Carlo: l’incontro con i ragazzi della “BARBARIAN PIPE BAND” volge al termine … fervono i preparativi per l’organizzazio- luglio, la “BARBARICA” sarà da “gustarsela” alla 20^ edizione delle “FESTE MEDIOEVALI” organizzata ad Offagna (An), in quei giorni appellata il “Paese dei folli“, (….Folli per definizione erano i girovaghi e gli attori …..ma in generale tutti coloro che si mostravano insofferenti ai limiti e alle regole erano relegati ai margini della società; ad Offagna si vivranno otto giorni che riporteranno questo borgo al tempo del Medioevo ! ). Poi, ancora in Portogallo ai primi di agosto ……. si salpa per la regione, in Atlantico, delle Azzorre, alla volta di Ribeira Grande; quindi, si ritorna sulla terraferma, con tappa nel principato di Andorra, posto tra i Pirenei e la Spagna, per partecipare al “9th Pipe Meeting” alla metà di agosto e ,in settembre, dal 18 al 20, si esibiranno nel ne di future scorri “BARBARICHE” bande; bauli e casse già stipate dei loro preziosi strumenti e costumi sono in partenza …… ”pive di qua, bombarde di là… pitipù, sonagli ed attrezzi di focogiocoleria: PRESENTI! ….. già nei prossimi giorni i “nostri cornamusieri, tamburisti e gli abbellitori tonanti …danzanti al seguito” saranno di nuovo sulle strade e le piazze Europee; ad esempio “tuoneranno” ospiti della “FEIRA MEDIEVAL de OBIDOS”, borgo medioevale del Portogallo, un villaggio che, nel passato, veniva assegnato in dote alle regine del Portogallo; ma, nel corso di questa estate non saranno poche le occasioni di sentire e vedere “tuoni (di musica) a ciel sereno” per la presenza della “BARBARIAN PIPE BAND” su di un palco, in una piazza o a sfilar, “tuonando”, per i vicoli di borghi e contrade fierissime delle proprie tradizioni medioeval-rinascimentali; tanto per segnalare qualche evento che li vedrà partecipi, cito la manifestazione, alla sua 28.ma edizione, “Di paladini e Saraceni: gesta e conquiste” a Brisighella in provincia di Ravenna nella prima settimana di luglio e, successivamente, dal 21 al 27 noto comune Toscano di Volterra (PI) in occasione della 9^ edizione della manifestazione “Volterra A.D. 1398 “ ….ma il programma della “campagna di guerra ” 2007 (così la “Barbarica” indica ironicamente i propri tour musicali ) è in continuo aggiornamento e una visita al sito della band è caldamente consigliata! Ma non finisce qui, aspettate …… DEIV… DEIV… scusami: in forza della tua pluriennale esperienza di maestro liutaio, “passaci” qualche consiglio per acquistare e iniziare a suonare una cornamusa… insomma, quel tanto di dritte per non prendere “’na sola” e per vedere qualche risultato a breve . DEIV : benedetto Carletto, che dire? Fondamentale avvertimento che non posso esimermi dal dare a chiunque voglia iniziare a suonare una cornamusa è di DIFFIDARE ASSOLUTAMENTE delle cornamuse Scozzesi che solitamente si trovano nei negozi di musica e che costano dai 200 ai 350€. Queste cornamuse sono, solitamente, prodotte in Pakistan con materiali di scarsissima qualità ad un costo relativamente ridicolo e poi rivendute da noi alle cifre sopra indicate. Questo tipo di corna- musa NON è uno strumento musicale ma un oggetto da arredamento, buono solo per appenderselo al muro! Per quanto all’apparenza sembra un bello strumento, solitamente, non suona, è fuori tonalità, ha la sacca che non tiene l’aria e moltissimi altri problemi che la rendono praticamente inservibile per trarne musica. Chi vi parla ne ha provate, agli inizi, centinaia e di tutti i tipi… una cornamusa di buona fattura deve costare almeno dalle 800/900 € euro in su. Per chi vuole iniziare a suonare vi sono, comunque, alternative funzionali e poco costose … e non è un fattore da poco; per esempio, chi vuole cominciare con una cornamusa Scozzese, può, in principio, prendere un cosiddetto “practice chanter”, una sorta di flauto ad ancia sulla quale si studiano le posizioni e la tecnica dello strumento spendendo più o meno una cifra che varia dalle 80€ alle 120€ … si può fare, no? Per altri tipi di cornamuse, quali ad esempio la piva medioevale o la piva Piemontese (in specifico quelle che costruisco io), ci si può allenare ed iniziare a districare le dita con il famosissimo flauto dolce … si, proprio quello tanto caro agli insegnanti di educazione musicale delle scuole elementari …. e qui la spesa è davvero irrisoria, dell’ordine di pochi euro. Le difficoltà ad imparare questo strumento non sono elevate, sono strumenti relativamente semplici, se paragonati a molti altri, ma comunque sia richiedono uno studio ed una dedizione costante e, più o meno, il tempo che si impiega per destreggiarsi senza problemi e vedere dei buoni progressi, è di circa 2 anni. Se volete fare altre domande, venite sul sito www.anciamanovella.com: qui c’è un forum dove rispondono, oltre a me, molte altre persone che suonano (e studiano questi strumenti ed il repertorio antico) e che possono schiarire, con disponibilità e competenza, le idee alla mente più nebulosa dell’apprendista cornamusiere o pivaiolo che sia! Carlo, abbiamo finito? Ho una “Musa della Quattro Province” * …..sul fuoco ! Si ,grazie e ciao DEIV ! (www.barbarianpipeband.com) LA RICETTA E’ NEL RICETTO! ** * Deiv ha elaborato e portato a termine con successo la costruzione di un’antica cornamusa presente in Piemonte ** Ricetto di Candelo, in provincia di Biella, è una struttura fortificata tardo-medievale (XIIIXIV sec.) realizzata dalla comunità contadina locale, con funzionedi protezione stabile alle cose più preziose della comunità, ossia i prodotti della terra. In primo luogo le granaglie e il vino e, solo in casi estremi di pericolo, rifugio per breve tempo della popolazione. La bottega artigiana di mastro DEVIL Liutaio è lì. DEDICATO A NAZAR GUL, GIOVANE TAMBURINO AFGHANO, LAPIDATO E FINITO A COLPI DI BAIONETTA: LA SUA COLPA? ESSER STATO UN MUSICISTA! CIAO NAZAR, SAPRAI FAR APPREZZARE I RITMI DEL TUO DOHL ANCHE LASSU’. Campo de’ fiori 13 Il Colosseo: l arena, glI IpogeI e le sCenografIe ...continua dal n. 37 Il piano dell’arena dell’Anfiteatro Flavio, dove avvenivano i combattimenti tra gladiatori e tra bestie feroci, era un tavolato ligneo, a scomparti di mobili, sostenuto da Cristina grosse travi, al di sotto Collettini del quale si estendevano delle strutture murarie interrate (a servizio dell’anfiteatro stesso), gli ambienti ipogei, i cui resti sono visibili ancora oggi. L’arena è sempre stato uno dei settori del Colosseo maggiormente sottoposto a restauro, data la facilità con cui le strutture lignee potevano prendere fuoco durante gli incendi, o esserne essa stessa causa, come nel terribile incendio del 217, che scaturì proprio dall’arena, soprattutto in considerazione del fatto che gli ambienti ipogei non avevano luce diretta, ma venivano illuminati esclusivamente con torce e lampade. A protezione degli spettatori, durante gli spettacoli in cui erano coinvolte le bestie feroci, tutto intorno al piano dell’arena veniva alzata una robusta cancellata che terminava con dei rulli d’avorio, che impedivano alle belve di aggrapparsi con le loro zampe alla rete stessa e quindi di scavalcarla. Poiché la rete veniva montata ad una distanza di circa 4 metri dal podio, intorno ad essa ne risultava uno spazio libero che aveva molteplici finalità: permettere il passaggio del personale addetto agli spettacoli, evitare il contatto troppo ravvicinato tra le fiere e gli spettatori (nelle prime file assistevano agli spettacoli la famiglia reale, i senatori, le vestali!!!), permettere alle squadre di arcieri, posizionati in apposite nicchie rettangolari incassate nella parete del podio, di colpire le belve che si fossero dimostrate aggressive o avessero tentato di abbattere la cancellata. Soprattutto però, quello che più interessa dal punto di vista architettonico è che in questo modo gli spettacoli venivano limitati nella sola zona dell’arena che risultava visibile da ogni settore della cavea!! Gli ambienti interrati, al disotto dell’arena, una serie di locali di servizio per il sollevamento delle scenografie e degli animali, nonché per il loro ricovero, secondo le ipotesi più accreditate, furono realizzati sotto l’imperatore Domiziano intorno al 95 d. C., mentre veniva ultimato anche l’ultimo ordine e si dava completezza architettonica all’intera opera. Si poteva accedere ai sotterranei attraverso quattro criptoportici, ovvero delle gallerie sotterranee, che erano ubicati alle estremità dei due assi dell’edificio e dai quali si dipartivano una serie di muri paralleli che individuavano corridoi e celle. Proprio come la costruzione dell’intero edificio avvenne attraverso quattro cantieri in contemporanea, corrispondenti ai quattro quadranti della pseudo ellissi, secondo gli studi del Cozzo (1), anche il ricovero ed il sollevamento degli animali era ripartito nei quattro settori, ad ognuno dei quali era destinata una tipologia diversa di fiere, come dimostrano, nei vari quadranti, le diverse dimensioni dei vuoti murari dove scorrevano le gabbie degli ascensori ed a cui corrispondeva un effetto scenico non indifferente!! Dalle celle di ricovero e mediante la chiusura di appositi cancelli, le fiere venivano fatte passare negli stretti cunicoli sotterranei fino a raggiungere gli ascensori. Bloccate qui, per poter irrompere dalle apposite botole nell’arena tutte insieme contemporaneamente, a seguito del segnale concordato, i singoli bestiari disinnestavano i contrappesi dai trentadue ascensori: le gabbie si sollevavano e le belve erano finalmente “libere” di correre verso la luce e di uscire così sul piano dell’arena. Gli spettacoli che si davano al Colosseo erano arricchiti da interessanti scenografie, grazie a delle speciali macchine, dette pegmata, ovvero dei piani lignei inclinati che dai sotterranei, tramite un geniale gioco di contrappesi, venivano sollevati verso il centro dell’arena e qui si ingrandivano verso l’alto e lateralmente, separandosi in più parti, per poi riabbassarsi e riunirsi, una volta terminato lo spettacolo, e ritornare negli ipogei. La molteplicità delle possibili combinazioni permetteva ai costruttori delle pegmata di esprimere liberamente la loro genialità, così da stupire ogni volta in maniera diversa la moltitudine di spettatori che assisteva e gridava in quell’opera magnifica, diventata simbolo della Città Eterna. continua sul prossimo numero…… 14 Campo de’ fiori Scopri l’Arte Ottavio Chiossi nasce a Caprarola il 26 Gennaio 1953. Giovanissimo, inizia ad amare e sviluppare la sua passione per la scultura e la pittura e, pur non effettuando studi specifici, inizia a frequentare le botteghe artigiane in provincia di Vercelli, dove presta il servizio militare sotto l’arma dei Cara- binieri. Le sue opere, con il passare degli anni e con la passione, iniziano a prendere forma e perfezionarsi. Oggi, nel suo laboratorio, oltre a restauri, realizza sculture in legno (faggio, castagno, noce, olivo, pino e pioppo) e in pietra (marmo di carrara, peperino). Durante la sua attività artistica ha partecipato a vari concorsi a livello nazionale, sia civili che militari, riscuotendo numerosi riconoscimenti: PER LA PITTURA 1° classificato città di Celleno 1988 2° classificato premio S.E. Caprarola 1989 3° classificato città di Attigliano 1990 Segnalato concorso naz. Roma 1986 Segnalato concorso naz. Roma 1987 Segnalato concorso naz. Roma 1988 Segnalato concorso naz. Città di Trivero (VC) 1991 PER LA SCULTURA 3° classificato concorso naz. Roma 1988 1° classificato concorso naz. Città di Orte 1989 3° classificato concorso naz. Città di Orte 1989 1° classificato concorso naz. Roma 1992 Maestro contemporaneo Firenze e medaglia oro 1989 Premio straordinario fuori concorso naz. Roma 1993 Premio straordinario fuori concorso naz. Roma 1994 Ottavio Chiossi insieme a Massimo Boldi Campo de’ fiori Ottavio Chiossi 15 Campo de’ fiori Spider-man 3, Usa, 2007. Genere: avventura/azione/comics regia: Sam Raimi; interpreti: Tobey Maguire, Kirsten Dunst, James Franco, Thomas Haden Church, Topher Grace, Bryce Dallas Howard, J. K di Simmons, Elizabeth M.Cristina Caponi Banks; sceneggiatura: Sam Raimi, Steve Ditko, Stan Lee, Ivan Raimi, Alvin Sargent; fotografia: Bill Pope; musica: Christopher Young; produzione: Marvel, Columbia Pictures, Laura Ziskin Productions; distribuzione: Sony Pictures; durata: 156 minuti. La folla pressa, preme, schiaccia, calca e spinge di fronte al botteghino del cinematografo. Ma niente, non c’è nulla da fare…Bisogna pazientemente attendere il proprio turno. Il fenomeno dell’anno è finalmente nelle sale: il primo maggio è uscito, a livello nazionale, Spider-man III. Vuoi partecipare alle mirabolanti avventure aeree del tuo supereore preferito? Vuoi vedere l’ultimo capitolo della saga lanciata nel 2002 da Sam Raimi? Vuoi avere un argomento su cui discutere insieme ai tuoi amici? Recati di filato al cinema più vicino a casa tua! Preferisci rimanere a casa? Ebbene, sei condannato ad essere irrimediabilmente out. La sottoscritta, per metà spinta dalla curiosità e per metà plagiata dal roboante tamtam mediatico, ha optato per un sabato sera all’insegna dell’Uomo Ragno e le righe che seguiranno intendono esprimere un giudizio su tale lungometraggio. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. 17 SPIDERMAN 3 Il celebre motto di Peter Parker, alias Spider-man, calza a pennello per il terzo episodio di questa epopea: invero, oltre che a guerreggiare contro tre temibili nemici (Venom, l’Uomo Sabbia e Goblin 2), il nostro amato supereroe in calzamaglia rosso-blu è costretto a fare i conti con il suo lato oscuro. Aggiungi a tali scalogne, anche la nuova fiamma Gwen (Bryce Dallas Howard) e una crisi sentimentale con la sua storica fidanzatina, la rossa Mary Jane (Kirsten Dunst), e il popcorn movie è servito. I teen ager timidi, impacciati con le ragazze e appasionati del graphic novel targato Marvel si compiaceranno. Sul livello di gradimento dei più maturi si è decisamente più incerti. Le ragioni: innumerevoli. Prima di tutto, la narrazione arranca a fatica nelle circa due ore e venti in cui il film è strutturato; secondo, stenta a trovare un filo tra una nugolo di citazioni degli episodi precedenti e le svariate sottotrame di cui tale polpettone fumettistico è infarcito. Durante la prima ora di proiezione la sceneggiatura si dilunga sul profilo psicologico dei protagonisti ma, ahimè, il pubblico cade spesso preda di astinenza da scena d’azione e inizia sonoramente a sbadigliare. Per fortuna che a risvegliare lo spettatore dal torpore in cui è caduto, intervenga un’adrenalinica sequenza con tanto di distruzione di un grattacielo da parte di una gru impazzita (e un brivido corre lungo la schiena, mentre la mente rimembra la disintegrazione delle Twin Towers). Il lato dark di Spiderman. Vi è, nel film, un’immagine dalla forte pregnanza iconografica e simbolica che vale da sola il prezzo dell’intero biglietto. È quella dell’Uomo Ragno che, fasciato in un completo di latex aderentissimo, si trova appollaiato, a mo’ di gargoyle, accanto alla guglia di una cattedrale. Attenzione: il particolare più interessante ancora non è stato rivelato…la sua tuta è monocromaticamente nera!!! Tale inedita tinta è dovuta ad una materia plastica scura che aderisce al suo fisico e fa emergere tutta la cattiveria repressa di Peter Parker. È buffo rilevare come in quest’ultima stagione vada particolarmente di moda l’eroe malvagio; infatti, dopo l’uscita in edicola di una storia avente come protagonista un inconsueto Topolino farabutto, anche Spider-man cambia filosofia di vita. Che si tratti di un nuovo genere? Staremo a vedere…Chiuso questo piccolo inciso, si può altresì ammettere come risulti divertente la vanitosa falcata di Peter lungo le strade di New York, sicuro di fare colpo su una fauna di donne alla Sex and the city. Certo niente di originale, si intende, ma almeno una risata ci scappa; se non altro grazie, all’interpretazione macchiettistica di Tobey Maguire. Fra formidabili effetti speciali (vedesi la demolecolarizzazione dell’Uomo Sabbia) e il tono da feuilleton di alcuni momenti, ci si domanda cosa mai avrà in mente Raimi per un’ eventuale quarta puntata (se mai ce ne sarà una); ci auguriamo che perlomeno tragga un qualche profitto dai suoi sbagli. 18 Campo de’ fiori Cosa sono le fonti rinnovabili? di Giovanni Francola Quante volte sentiamo pronunciare l’espressione “sviluppo sostenibile”! Non è altro che una definizione per descrivere uno sviluppo che certamente deve garantire tutti i bisogni delle generazioni attuali, ma senza compromettere la possibilità che, le generazioni future, riescano a soddisfare i propri. Questa definizione racchiude la “regola delle tre E”: Ecology, Equity and Economy. In questo contesto si può dire che l’utilizzo di fonti rinnovabili è l’unica chiave per aprire le porte ad un futuro migliore. Quali sono queste fonti rinnovabili? L’energia solare (sia fotovoltaica che termica), l’energia eolica, l’energia idroelettrica, l’energia geotermica e le biomasse. Non si può considerare energia rinnovabile l’energia nucleare, in quanto tale energia dipende da riserve limitate di materiali che non si rigenerano alla stessa velocità con cui vengono consumati, in più c’è il problema relativo allo smaltimento delle scorie di scarto. In Italia si incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili grazie a finanziamenti da contributi pubblici, le cui forme più diffuse sono il CIP6 e Certificati Verdi. Questi due metodi permettono di raccogliere dalle tasche di noi contribuenti milioni di euro ogni anno, ma vengono spesi davvero per incentivare le Energie Rinnovabili? Per fare un esempio, nel 1992, il governo italiano redige una legge per obbligare l’Enel ad acquistare elettricità da produttori di energia da fonti rinnovabili, fissando un prezzo d’acquisto. A sua volta l’Enel trasferisce l’aumento di costo sulle bollette dei consumatori, tanto che, noi italiani, ci troviamo a pagare oltre il 10% in più sulle bollette, pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. In quel testo del decreto viene posto, in aggiunta al termine “rinnovabile”, un secondo termine: “assimilabile”. In tal modo si includono tra le fonti alle quali sono destinati i finanziamenti, anche quelle che di fatto non sono per nulla rinnovabili, cioè i residui del petrolio e i rifiuti urbani. Così facendo, pur ottenendo dei finanziamenti, si è del tutto estranei al concetto di Energia Pulita. Poi è la volta del ministro dell’ambiente Edoardo Ronchi (1997) che, con la firma di un decreto, include tra le aziende che possono ricevere i finanziamenti, anche aziende che si occupano degli inceneritori dei rifiuti urbani (art. 33 comma 9 1997). Al decreto Ronchi fa seguito, nel 1999, un altro decreto nel quale il governo definisce che: le fonti energetiche sono il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le masse, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici. Tali impianti, però, disperdono nell’aria le così dette nanoparticelle che, scientificamente provato, causano patologie gravissime per l’uomo. Per chiudere il cerchio, diciamo che diamo soldi per produrre energia che inquina l’ambiente e ci intossica, poi ne diamo altri per comprare energia pulita. Info Pubb. 0761.513117 [email protected] Campo de’ fiori 19 CENTRO DI CONSULENZA Neuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica, Psicopedagogica Via Tasso 6/A - Civita Castellana (VT) T. 0761.517522 Cell. 335.6984281-284 www.centroceral.com [email protected] LE FACCE DELL’ALFABETO Ci sono dei bambini che a tre anni parlano perfettamente e altri che, ancora a 5-6 anni, hanno problemi di pronuncia (dislalia). Nella gran parte a cura della dei bambini che Dott.ssa hanno problemi di Sandra Falzone pronuncia nei Logopedista suoni, NON si trovano alterazioni organiche alla mancanza di acquisizione di un suono, ma cause “funzionali”. Questo significa che qualche evento ha influenzato, modificandola, la fisiologica evoluzione dell’apprendimento dei suoni del linguaggio. Il primo passo verso l’acquisizione di un suono linguistico è il coglierne le caratteri- stiche acustiche: il contrasto fra ciò che sente e ciò che produce è la molla che lo guida nella sperimentazione linguistica; la percezione ha, quindi, un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei fonemi. Tra i 24-36 mesi nell’inventario FONETICO del bambino sono presente i suoni: P – B – T – D – K – G – M – N – L. Tra i 30-48 mesi compaiono: S –SCI – F – V – CI – GI – Z. Tra i 48-60 mesi compaiono: R – GN – GLI e i gruppi consonantici complessi. Oltre i 72 mesi sa produrre parole complesse con più di quattro sillabe. Le cause funzionali che possono determinare una difficoltà nella pronuncia dei suoni sono molte. Le più frequenti sono: cause che impediscono una buona percezione dei suoni, come le otiti ricorrenti nei primi anni di vita, che possono determinare dislalie audiogene; cause che agiscono sulle strutture articolatorie. Una ipertrofia delle adenoidi, riniti ricorrenti e/o persistenti, ecc. possono obbligare il bambino a respirare con la bocca aperta determinando dislalie a carico dei fonemi che vengono articolati mediante elevazione della parte anteriore della lingua. L’uso prolungato del ciuccio o del biberon, o in età successiva le abitudini viziate, quali succhiarsi il pollice, mangiarsi le unghie, mordicchiare le penne o le matite, inducono la spinta della lingua tra gli incisivi durante la fonazione: la dislalia conseguente è il sigmatismo interdentale e lo zetacismo che interessano l’articolazione dei fonemi S e Z. La scarsa abitudine a masticare e, quindi, il preferire cibi frullati o comunque poco consistenti, possono determinare problemi nell’articolazione dei fonemi apicali (articolati cioè con l’apice della lingua: L, N, R, CI). E’ utile, per tutti i bambini che presentano dislalie, far precedere al lavoro specifico sul suono mancante una “ginnastica” che alleni le strutture muscolari fonoarticolatorie della bocca. Molti bambini o adulti che hanno un sigmatismo interdentale e/o altre dislalie presentano una modalità di deglutizione ancora infantile. Dopo i 7-8 anni è indispensabile affiancare alla rieducazione delle dislalie la correzione della deglutizione. Il lavoro di ABILITAZIONE è da pianificare con la logopedista. Campo de’ fiori 21 Comunicato Stampa Tra breve dovrà essere approvato il Piano Aziendale della ASL di Viterbo. Siamo venuti a conoscenza da fonti bene informate, ma anche da notizie apparse su alcuni giornali, che in questo importante documento sono stati inseriti alcuni provvedimenti che penalizzano notevolmente l’ ospedale “Andosilla”. Il servizio autonomo di Nefrologia e Dialisi verrà accorpato a Viterbo e quindi perderà il Primario e sarà declassato a servizio semplice. Il reparto di medicina verrà ridotto da 48 a 24 posti letto e quindi il 50% in meno. Verranno eliminate le guardie mediche notturne e il servizio sarà affidato alla reperibilità dei medici. Infine sono stati sospesi i lavori di ristrutturazione dell’ ospedale in quanto la ditta appaltatrice vanterebbe un sostanzioso credito nei confronti della Regione Lazio. Tutto questo va ad aggiungersi ai disagi già esistenti e evidenziati in altre occasioni, come i lunghi tempi di attesa nel reparto di radiologia, in aumento in questi ultimi tempi. I primari di alcuni reparti sono presenti sulla carta e quasi mai nel reparto. Il reparto di ortopedia, nonostante la presenza di due primari, rimane completamente scoperto nei giorni prefestivi e festivi. Il Piano Aziendale riteniamo che sia stato predisposto dal Direttore Generale della ASL, dott. Aloisio, e pensiamo su indicazione dei politici che governano la sanità a livello regionale. La nostra Associazione, è indignata e si rende portavoce della preoccupazione dei civitonici e dei cittadini del comprensorio che con noi hanno lavorato per migliorare il nostro ospedale e quindi si rivolge al Direttore Generale per rivedere i contenuti del Piano Aziendale e ai politici Viterbesi, ma soprattutto a quelli del nostro comprensorio, di maggioranza e di minoranza, alle organizzazioni sindacali ed agli enti locali, affinché si mobilitino e facciano di tutto per scongiurare il ridimensionamento dell’ospedale Andosilla. Se invece le notizie che sono trapelate non fossero vere, smentiscano il tutto pubblicamente. Vogliamo ricordare che la nostra associazione si è adoperata in questi due anni di attività nel trovare fondi per l’ acquisto di materiale di arredo e diagnostico per l’ Andosilla con la garanzia, da parte del Direttore Generale, che il nostro ospedale non solo non avrebbe subito penalizzazioni, ma avrebbe avuto miglioramenti e maggiori attenzioni. Noi abbiamo fatto il nostro dovere perché, grazie alle aziende, associazioni e cittadini che hanno risposto con grande generosità, siamo riusciti a far arrivare circa 400 mila euro di donazioni, mentre, come sembra, l’Azienda ASL non ha per nulla rispettato gli impegni presi. Inoltre va ricordato che già in precedenza un noto industriale di Civita Castellana ha donato circa 350 milioni di vecchie lire per realizzare il reparto di Nefrologia e Dialisi, mentre personaggi come il compianto Giulio Massari si sono impegnati fino allo spasimo per rendere autonomo il reparto che, con questo atto, oltre ad offendere il donatore, si cancellerebbe tutto quello che di buono era stato fatto ultimamente. L’ associazione ha in programma altri importanti interventi a favore del nosocomio civitonico, come l’ installazione dei condizionatori nel reparto di ginecologia, come già avvenuto nei reparti di medicina, chirurgia, pronto soccorso, l’acquisto di un Ecografo 4D, sempre per la ginecologia ed altri interventi importanti. Ora invece si viene a sapere che pericolose ombre si addensano sul futuro dell’ Andosilla, vuoi per la sospensione dei lavori di ristrutturazione, vuoi per i tagli ed il declassamento di alcuni servizi importanti. Tutto ciò dopo che l’ assessore regionale alla sanità Battaglia, nel mese di marzo scorso, ha constatato personalmente l’ andamento dei lavori di ristrutturazione ed ha avuto un incontro con i cittadini e le associazioni dove ha assicurato che la ristrutturazione sarebbe proseguita normalmente e l’ Andosilla avrebbe svolto un ruolo importante nel territorio. La nostra associazione, oltre a reperire i fondi, ha l’ obbligo morale verso i cittadini ed i donatori che il materiale fornito all’ Andosilla attraverso le donazioni venga impiegato nella più assoluta totalità e efficienza con l’obiettivo di migliorare l’assistenza ai degenti e a tutti coloro che si rivolgono all’ ospedale, se questo non avviene noi ci sentiamo in dovere di alzare la voce e di manifestare il nostro malcontento nei confronti di chi gestisce la sanità del nostro comprensorio. Nel ribadire le nostre preoccupazioni e quelle dei cittadini, in questa prima fase, restiamo in attesa di eventuali smentite, ma resteremo attenti e pronti a farci sentire se le notizie che circolano si trasformeranno in realtà. Civita Castellana lì 24.05.2007 L’ Associazione Onlus Una mano al tuo ospedale Campo de’ fiori 22 Orte STORIA La cittadina di Orte è situata su di una roccia tufacea, a 134 m sul livello del mare, precisamente nel mezzo della Valle del fiume Tevere, da un’ansa del quale sembra essere circondata a Nord e a di Ermelinda Benedetti Est, mentre la parte foto Mauro Topini Sud è delimitata dal suo affluente Rio Paranza. In epoca più recente si è formato il centro di Orte scalo, in conseguenza al fatto che Orte è un importante nodo stradale e soprattutto ferroviario. Le sue origini sono da ricondurre, a seguito dei numerosi ritrovamenti di oggetti di pietra e grotte scavate nel tufo, a varie altezze, per uso abitazione, al periodo del paleolitico. Numerosi altri ritrovamenti attestano, poi, che essa fu, per lungo tempo, a partire dal VI secolo a.C., intensamente abitata dagli Etruschi, una delle prime civiltà italiche, come gran parte del territorio viterbese circostante. Essi si insediarono inizialmente nella necropoli di Civita deserta, oggi ancora esistente sotto il nome di Villa Pinciana, sul Colle Bernardino. Dopodiché si trasferirono definitivamente sul’altopiano tufaceo dove Orte vive ancora. Proprio qui, nelle vicinanze del lago Vadimone, oggi ridotto quasi ad un pantano e dove affiorano ancora ossa umane, che per le dimensioni farebbero pensare ai Galli Senoni, loro alleati, furono sconfitti dai Romani per bene due volte, nel 310 e nel 283 a.C.. I vincitori elevarono Orte a municipio, nel I secolo a.C., lasciata libera di autogovernarsi, ma senza diritto di votare leggi. In questo periodo, il territorio inizia a riempirsi di ville e fattorie, che beneficiano del passaggio della Via Amerina, e di numerose opere pubbliche, tra cui l’importante porto flu- Le guide di C viale del Castellum Amerinum (Seripola), che si estendeva sulla riva sinistra del fiume Tevere, per oltre 500 metri e che, nei secoli V-VI a.C. e seguenti, fu un intenso centro di traffici commerciali, in quanto il Tevere era l’unica via naturale di comunicazione con Roma. La perdita d’importanza del porto coincide con la costruzione del Ponte di Augusto sul Tevere, nel II secolo a.C., in sostituzione del ponte di legno risalente all’epoca di Pompeo Magno, sul quale venne fatta passare la Via Amerina, velocizzando così viaggi verso Roma. Per la sua posizione strategica fu a lungo contesa da Goti e Bizantini, che rafforzarono le fortificazioni e dai Longobardi, che volevano assicurarsi il controllo delle vie principali di collegamento tra Roma e Ravenna. Successivamente, fu scissa dalle proprietà di queste popolazioni straniere e fu annessa al patrimonio di San Pietro in Tuscia. Nel 739, fu sottratta alla Chiesa da Liutprando, che la restituì a Papa Zaccaria tre anni dopo, insieme ad Amelia e Bomarzo. Venne poi occupata dagli Arabi e riconquistata nel 914, momento da cui ha inizio il periodo più florido della città. Le lotte fra Guelfi e Ghibellini, che raggiunsero, infatti, il massimo furore nel X secolo, contribuirono a conferire al governo un carattere democratico sempre più marcato, tanto che Orte, già comune al tempo dei Romani, non ebbe mai feudatari, ma rimase sempre tale. Il primo statuto fu stilato nel 1200, rinnovato per la prima volta nel 1395 e confermato fino a Papa Innocenzo VIII(1492). Con il trascorrere degli anni, ai piedi del maso tufaceo sul quale è posta la città, sorsero i borghi di San Giacomo, San Leonardo e Santo Stefano, protetti da mura, che furono abbandonati e ridotti a culture, a causa delle invasioni barbariche e delle lotte civili. Per accogliere gli abitanti entro le mura delle città, che occupava già tutta la superficie del masso, la comunità fu costretta a sopraelevare al massimo le case già esistenti e a rafforzar- le con i tipici archetti, posti a cavallo tra le strade. La città era divisa in sette contrade, che prendevano, quasi tutte, il nome del Santo a cui era dedicata la chiesa più importante della contrada stessa. Faceva eccezione l’ottava contrada, denominata Capo Castello perché in essa era ubicata la rocca a difesa della città. Il centro storico ha, a tutt’oggi, mantenuto la divisione in sette contrade, rispettivamente denominate: San Gregorio, Porcini, Sant’Angelo, San Giovenale, Olivola, San Biagio, San Sebastiano. All’inizio del XIII secolo, i Signori, eletti dai Pontefici, alloggiavano nella tranquilla cittadina, benchè non si conosce bene quale ruolo svolgessero, nonostante alcuni lasciarono molto spazio all’autonomia del Comune, mentre altri tiranneggiarono sul popolo. Tale uso rimase inalterato fino ad Antonio Colonna, nominato Signore di Orte dallo zio Martino V, che, immediatamente dopo la morte del Pontefice, fu cacciato a furor di popolo e la Rocca fu rasa al suolo per impedire a qualunque altro Signore di insediarvisi. Sulle sue rovine, verso la fine del XVI secolo, fu costruito, dagli Alberti, un palazzo, divenuto, poi, dei Conti Manni. Sempre tra il XIII e XIV secolo, ebbe una notevole attività artisticointellettuale, tanto da poter vantare una università. Contemporaneamente si svilupparono le istituzioni ospedaliere e assistenziali, di carattere religioso e di grande rilevanza economica. Nel XIII secolo, inoltre, si trovò a sostenere Bonifacio VIII contro i Colonna, ma nel 1375 si ribellò alla Chiesa. Nel XV secolo si arrese a Ladislao, Re di Napoli, dopodiché tornò definitivamente alla Chiesa, salvo il periodo di dominazione francese, durante la Rivoluzione. La costruzione della ferrovia Pontificia, nel 1864, ha dato inizio alla ripresa, assumendo la funzione che avevano svolto, in precedenza, il Tevere e la Via Amerina. Intorno alla stazione ferroviaria, che ha svolto un ruolo sempre crescente nel contesto territoriale, nonostante le grandi distruzioni del 2° conflitto mondiale, é sorta una borgata, permettendo così allo stesso capoluogo di estendersi nuovamente, andando, quasi, a rioccupare gli spazi di massima espansione di epoca medievale. A quattro chilometri dal centro, sorge, dunque, in un territorio anticamente chiamato Martevole, probabilmente perchè vi sgorgava una fonte dedicata a Marte o perché, lì, si svolse un fatto d’armi, Orte scalo, che può essere considerata la continuazione storica di Orte, poiché ve ne Campo de’ fiori 23 Campo de ’ fiori ha fatto sempre parte. TRADIZIONI E FESTE Pasquarella Antico rito tradizionale nella notte del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania. Per l’occasione, un gruppo di cantori percorre le vie del centro storico e dintorni, intonando vecchi canti di questua o “befanate”, che hanno per argomento la nascita di Gesù o valori come la pace e la fratellanza e accenni alla divina Provvidenza, accompagnati da alcuni strumenti a fiato. Carnevale Ortano Carri allegorici e vivaci gruppi mascherati sfilano, in ordine, per le vie di Orte e Orte scalo, durante il periodo di Carnevale, che si conclude con la cremazione di Re Carnevale, il giorno di martedì grasso. Processione del Cristo Morto Antichissima Processione in occasione della deposizione del Corpo di Cristo Morto, nel Venerdì Santo della settimana di Pasqua. Segue rigidamente le regole rituali quasi immutate del 1200 ed è, proprio per questo, la più antica processione d’Italia, nel suo genere. Le sette confraternite, San Michele, Santa Maria delle Grazie, Stennardino delle donne, San Pietro, Trinità, Misericordia e Santa Croce, partono dalle proprie Chiese e, percorrendo ciascuna il proprio percorso, arrivano nella piazza principale, da dove, accodandosi secondo la chiamata dei furieri, si riuniscono dietro la bara di Cristo Morto e la bara dell’Addolorata. Particolarmente toc- cante è il canto del Miserere e dello Stabat Mater. Al termine, viene distribuito il pane del Venerdì Santo, in segno di fraternità. Festa dei Santi Martiri Festeggiamenti in onore dei Santi Marco, Quirino, Dionisio, Aureliano, Timoteo, Apollonio, Faustina e Dorotea, le cui reliquie vengono processionalmente portate per le vie del paese ed erano, un tempo, accompagnate da grandi croci di legno adornate con rose rosse. Ricorrono la terza domenica di maggio. Festa di Santa Maria della Strada Festeggiamenti in onore della Santa, in località Caldare. Corpus Domini Solenne processione in onore del Corpo di Cristo. Festa di Sant’Antonio da Padova Festeggiamenti in onore del Santo Protettore di Orte Scalo, il 13 giugno. Festa di San Lorenzo Festeggiamenti in onore del Santo, in località Petignano, con grande fiera Provinciale delle Merci e dell’Artigianato, nel primo fine settimana di Agosto. Processione di Mezz’agosto Nella sera che precede il giorno di Ferragosto, una solenne processione porta per le vie del paese le “Macchine” del Salvatore e della Madonna. Arrivate in Piazza della Libertà, poste l’una di fronte all’altra, compiono tre inchini ed entrano nella cattedrale, rivolte verso il popolo. Ottava di Sant’Egidio Festeggiamenti in onore del Patrono della cittadina di Orte. L’antica tradizione è da far risalire al 1396, quando venne ufficializzata da Papa Bonifacio IX. I festeggiamenti durano otto giorni, proprio come dai tempi antichi, nella prima intera settimana di settembre. Prendono inizio con la benedizione dei gonfaloni in cattedrale, poi, ogni giorno c’è festa in una delle contrade, con giochi tradizionali, teatro popolare e dialettale, musiche del passato, taverne con prelibati piatti tipici e quant’altro. L’ottavo giorno è dedicato al Palio degli Arcieri, che si contendono un anello d’argento di 10 cm, cercando di centrarlo, tirando da 25 m ad occhio nudo. Il tutto è corredato da uno splendido corteo in costumi trecenteschi. Questa è una tra le rievocazioni medievali più suggestive, maestose e ricche della zona. Festa della Madonna delle Grazie Festeggiamenti per Maria Santissima, in località Le Grazie. Festa di San Michele Arcangelo Festeggiamenti in onore del Santo, in località San Michele, nel primo fine settimana del mese di ottobre. Festeggiamenti Natalizi Varie manifestazioni vengono organizzate, dalle diverse associazioni presenti in loco, durante il periodo di Natale. continua sul prossimo numero... 01100 Viterbo Piazza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: [email protected] Centro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest Tel. 0761.390013 e-mail: [email protected] 01030 Vallerano (VT) Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: [email protected] 01033 Civita Castellana (VT) Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: [email protected] 00169 Roma Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988 e-mail: [email protected] Centro Commerciale Torresina - Via A.Barbato, 31 Tel. 06.61663133 63037 Porto D’Ascoli (AP) Centro Commerciale Portogrande Via Pasubio, 144 Tel./Fax 0735.753665 e-mail: [email protected] Quanto sono belli gli occhi dei bambini, grandi e limpidi! Ma così grandi e trasparenti a 12 anni hanno assorbito più raggi U.V. dannosi, di quanti ne assorbiranno per il resto della vita, e gli effetti delle radiazioni dannose si accumulano sempre. Occhiali da sole per bambini: uno scudo contro gli U.V. Campo de’ fiori 25 Fabrica di Roma - Civita Castellana. L’erba alta, oramai, copre la visuale agli automobilisti e nasconde la segnaletica stradale Civita Castellana i cartelli stradali bassi, agli incroci, disturbano la visibilità degli automobilisti Fabrica di Roma cassonetti dell’immondizia stracolmi e posti sopra la carreggiata stradale Campo de’ fiori La rubrica 27 dei perchè Perchè la nuova televisione si chiama “digitale terrestre”? Negli anni ’80, sia in Italia che all’estero, si iniziò a studiare la possibilità di impiegare la trasmissione via satellite. Questa possibilità aumentava la capacità di Arnaldo Ricci di irradiazione del segnale televisivo, semplicemente perché l’antenna trasmittente, che era montata sul satellite, aumentava di 100 volte la superficie irradiata dal segnale, rispetto all’antenna terrestre. Considerato poi il fatto che la tecnica digitale era già abbastanza sviluppata, visto l’avvento del PC, degli orologi digitali, macchine fotografiche, si scelse di applicarla immediatamente alla nuova TV senza neanche considerare la vecchia tecnica analogica. La nuova TV si chiamò Televisione Digitale Satellitare DVB-S ( digital video broadcasting satellitare). Per poter ricevere sui normali televisori esistenti questo nuovo segnale, bisognava, e bisogna, istallare un’antenna simile ad una grossa “padella” e un sintonizzatore satellitare per convertire dal digitale all’analogico. Ci si rese subito conto, però, che tutte queste “padelle” sui balconi o sopra i tetti delle case, deturpavano l’ambiente e, oltretutto, la maggior parte dei canali erano a pagamento. Nel frattempo la tecnica digitale ebbe ancora un notevole sviluppo. Negli anni ’90, le centrali telefoniche italiane iniziarono a trasformarsi in digitale, tanto che, quando si alza il telefono per chiamare, dall’altra parte non vi è più una centrale telefonica, ma un vero e proprio potentissimo computer, capace di fornirci servizi fino a pochi anni fa inimmaginabili. Si iniziò a pensare di applicare le nuove tecniche di digitalizzazione, anche sulla vecchia ed analogica rete televisiva, che il satellite non era riuscito a soppiantare. Il nuovissimo modo di trasmettere la TV fu chimato Televisione Digitale Terrestre (DVB-T). Nella tecnica digitale il segnale non viene trasmesso così come esso viene generato, ma viene prima modificato in binario e poi trasmesso. Questo comporta un grossissimo vantaggio: quello di rendere il segnale completamente esente dai disturbi propri della trasmissione via radio. In realtà non è il segnale TV a viaggiare nell’etere, ma la sua rappresentazione codificata in binario, composta dai bit 0 e 1, che in ricezione sono sempre distinguibili. Ovviamente il televisore delle nostre case, riconosce solamente il segnale analogico, per questo motivo bisogna ritrasformare in analogico il segnale ricevuto per mezzo di uno “scatolotto” da ubicare vicino all’apparecchio TV. Il segnale viene generato nelle immediate vicinanze del televisore, in base alle informazioni codificate viaggianti nell’etere, e la conseguenza è che esso è esente da disturbi trasmissivi perché non ha viaggiato! Storia della Ferrovia di Erminio Quadraroli La Cassia Cimina, sin da tempi remoti, ha rappresentato un passaggio obbligato per chi, scendendo dal nord, si doveva recare a Roma. Attraverso la strada che domina dall’alto il Lago di Vico, hanno transitato guerrieri, pellegrini e com- mercianti. Esistono tuttora a Ronciglione tracce del transito del bellicoso popolo normanno che, proseguendo verso il santuario in onore di San Michele Arcangelo, trovavano rifugio e ospitalità nel piccolo paese cimino. Nel 1567, grazie a Filippo II, la strada cimina assunse un ruolo ben più importate. Egli istituì un servizio di posta tra Lione e Roma, inserendo Ronciglione nel percorso verso l’odierna capitale e dotando la cittadina di una stazione di posta: luogo dove si potevano cambiare i cavalli dopo il lungo cammino pieno di fatica e di pericolosi attacchi da parte dei briganti che si incontravano frequentemente lungo il tragitto. In seguito, intorno alla metà del diciannovesimo secolo, si disputò una battaglia impari tra diligenza e treno a vapore e…per questioni di velocità e sicurezza, si decise di relegare i cavalli al pascolo e di esiliare le carrozze postali e i carretti commerciali in umide cantine, dove la polvere avrebbe pian piano reso opaco il ricordo di un glorioso passato. Fu così che il 26 Luglio del 1888 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approvò il progetto per la costruzione della ferrovia Capranica-Ronciglione, che fu inaugurata Lunedì 30 Aprile 1894, alla presenza delle più illustri personalità dell’epoca. Si pensò, quindi, di creare una linea che collegasse il tirreno all’adriatico per facilitare gli scambi commerciali e il trasporto di materie prime verso le acciaierie umbre. Il 28 Ottobre 1929 venne aperta all’esercizio, dopo numerosi anni di discussione sulla effettiva utilità, la tratta Civitavecchia-Orte. Questo sembrava l’inizio di un futuro di glorie, mentre invece una frana avvenuta nel 1961, ne decretò un lento ma inarrestabile declino, fino alla chiusura definitiva, avvenuta nel 1995. In questi anni di alti e bassi la tratta ronciglionese si è trasformata in un vero e proprio set cinematografico. Alcuni dei più bei film della storia del cinema italiano hanno reso celebre la piccola stazione: “Le comiche”, “La vita è bella” dell’oscar Roberto Benigni, “Cuore” del grande Comencini, “Due marines e un generale” degli indimenticabili Franco e Ciccio e il capolavoro di Nanni Loy “Un giorno da leoni”, sono stati ambientati in quei luoghi ora lasciati al degrado. Da anni si è formato un comitato che cerca di battersi per la riapertura che, ora come non mai, sembra solo un lontano e sfocato miraggio. Questo tratto di strada ferrata adesso si presenta come un luogo degno dei più suggestivi film d’avventura: binari dimenticati sono vittime innocenti di sterpaglie che, elevandosi verso il cielo, sembrano nascondere un treno che, da anni, aspetta di diventare la “freccia dei due mari”. Campo de’ fiori 28 Come eravamo Dice un proverbio antico ...... di Alessandro Soli Dice un proverbio antico “Chi cade in povertà, perde ogni amico”. Prendo spunto dai versi iniziali di una mia poesia, che trovate pubblicata di seguito, per analizzare e confermare, quanto i proverbi rappresentino la saggezza dei popoli. L’aver vissuAnno 1963 areoporto VAM - Liceo Classico alla corsa campestre. to sulla propria pelle Da sx Giancarlo Gabbianelli - Palmisciano - Prof. Paolo Attilio Valletti - Alessandro Soli situazioni simili, che, in lasciando mai i valori primari che distinfondo, fanno parte dell’esistenza di una “ Dice un proverbio antico…” guono l’uomo dalla bestia : il lavoro e la vita vissuta tra alti e bassi, tra emozioni Dice un proverbio antico, famiglia. Certamente altri fattori hanno forti e indicibili frustrazioni, mi porta, gioco chi cade in povertà, perde ogni amico! influenzato professioni e carriere di quei forza, indietro nel tempo. Ecco allora che E io che in povertà ce sò caduto, giovani, non è retorica citare la fortuna o il “come eravamo” rappresenta l’àncora su sto proverbio, un po’ ci’ò riflettuto. la salute, ma sappiamo che la vita oltre che tiene ben salda questa “mia barchetalle capacità personali ha bisogno anche di ta” e la protegge dall’eventuale deriva. Fino a che fai commido alla gente, esse. La mia generazione, e questo lo dico Eravamo giovani di “belle speranze”, noi tutti te cerchino, insistentemente. con orgoglio, è stata quella del cambiaragazzi degli anni ’60; dopo le medie, Edè perché ci’ai i sòrdi, e te senti mento, quella delle innovazioni, ha tracciaognuno verso il suo indirizzo di studi, i più importante, to una linea ben definita, con la speranza pratici con la sicurezza, allora, del posto tutti te ‘nvitino, riesci a fatte pure di migliorare sempre più una società che quasi certo, verso Ragioneria o Geometri, l’amante! doveva ricostruire tutto ed allontanare lo gli altri, più lungimiranti, verso i Licei o gli spettro di un’altra guerra. Istituti Tecnici di varia natura. Tutti volevaMa si a fortuna, te vòrta a faccia, mo arrivare, pur sapendo che le difficoltà nun te saluta più nessuno, da superare, visto com’era la scuola, erano te fanno fa ‘na figuraccia! Non voglio scendere sul personale, ma chi tante, ma eravamo nello stesso tempo mi conosce, mi ritroverà sicuramente in coscienti che molti di noi sarebbero stati la Io però, che sò signore, questi versi, scritti forse con la rabbia di un classe dirigente di oggi. Se mi guardo d’animo e de core, momento particolare della mia vita, ma intorno vedo professionisti, politici, ma sto proverbio, l’ò cambiato con onore: così veri e “calzanti” per tutti i sessantenanche artigiani, commercianti e operai che ni di oggi. hanno saputo, e fortemente voluto, dare “è mejo èsse poveri e considerati matti, un senso alla loro vita, approfittando sì del ch’èsse ricchi, ma pidocchi rifatti”. cosiddetto “boom economico”, ma non tra- Personaggio misterioso Di lato è riportata la foto deformata di un famoso cantante. Sai dire di chi si tratta? I primi tre che indovineranno e si recheranno presso la redazione, riceveranno un simpatico omaggio offerto dal Centro Parati Selli. Corsi professionali e amatoriali per tutti i livelli di: continuano gli eventi di fine anno accademico 2006/2007 Il 29 Giugno 2007 ore 21,30 nella bellissima cornice dell’anfiteatro Romano di Sutri Spettacolo di danza per chiusura anno accademico 2006/2007 Sbarra a Terra Acrobatica Laboratorio Coreografico Flamenco Canto Partecipano tutti i corsi della Scuola per le discipline di Danza Classica, Passo A Due Classico e Moderno, Modern Jazz, Contempory Jazz, Hip Hop, Acrobatica. Coreografie: M° Fabrizio Bartoli Stage di danza classica Sabina Borrelli di altissimo spessore Mara Giavon artistico tenuto il 26 e Jvan Bottaro 27 Maggio nei locali Valentina Lorenzetti della scuola Honey Alessandro Pustizzi Jeannette Righi. Le coreografie avranno la partecipazione straordinaria dei Ballerini Professionisti : Fabrizio Bartoli, Gennaro Lasco, Jvan Bottaro, Sabina Borrelli, Alessandro Pustizzi. Nel corso della serata avverrà la consegna delle Borse di Studio per l’anno accademico 2007/2008. Il 6 Luglio 2007 Esami di fine corso. Commissione di esame : M° Fabrizio Bartoli- Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Ginevra M° George Bodnarciuc -Direttore del Teatro dell’Opera di Bucarest M° Fara Grieco - Docente dell’Accademia Nazionale di Danza Roma Direzione artistica Fabrizio Bartoli M° ospite Victor Litvinov al piano Giancarlo Cappello Campo de’ fiori 31 CIVITONICI ILLUSTRI PINO SMARGIASSI Perché a Civita Castellana si sviluppi un movimento sportivo e popolare di un certo livello, sia dal punto di vista professionistico che amatoriale, bisogna attendere gli anni ’70 quando viene fondata la squadra di pallavolo “San Lorenzo”, presso la Parrocchia omonima in Via Bonanni, fondata e costituita dal compianto Parroco Don Giuseppe Bodini. In questo vivace contesto culturale si afferma la figura di PINO SMARGIASSI, indimenticato protagonista dello sport civitonico e pallavolistico in particolare, che raggiunge la notorietà sportiva regionale e nazionale quale protagonista della conquista da parte dell’Ariccia, Comune dei Castelli Romani, del campionato italiano di pallavolo. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la situazione sportiva in genere, nel nostro centro, ruota intorno al calcio, con la squadra locale impegnata in tornei provinciali di calcio amatoriale. Gli anni ’50 vedono protagonista nel pugilato SERGIO CAPRARI, con la conquista dell’oro olimpico e di vari tornei nazionali, come elemento propulsore della nascita di scuole di pugilato locali assai vive e numerose, con un gran numero di iscritti che vedono, nella stessa pratica pugilistica, una valida alternativa allo sport del calcio. Non soltanto il calcio, ma anche il ciclismo, presente con vari club amatoriali, tra cui l’ormai noto “Forti e Veloci”. Quando viene formata la squadra di pallavolo San Lorenzo, la stessa pratica riscuote da subito un grande successo, raccogliendo numerose adesioni da parte dei giovani locali che si allenano nel campo in cemento, attiguo alla Chiesa di San Lorenzo. La squadra è una fucina di veri talenti e lo stesso Smargiassi la punta di diamante. La pallavolo e successivamente il rugby, saranno le pratiche sportive che romperanno il monopolio, pressoché assoluto del calcio. E’ il trampolino per lo sportivo civitonico verso grandi successi, che culmineranno nel 1974, quando entra nell’organico dell’Ariccia Pallavolo, che conquista nel 1974 l’ambito trofeo nazionale. In un mondo dove lo sport è arrivato a livelli tecnici e professionali impensabili fino a poco tempo fa, e caratterizzato da forme di competizione, purtroppo, non sempre lecite, e spogliato, infine, dai suoi più fecondi principi morali ed etici, la figura di Pino Smargiassi assume, dunque, una notevole valenza etica e storica, quale indimenticato testimone di uno sport praticamente allo stato puro, basato semplicemente sulla competizione leale, quale momento di integrazione sociale ed umana. Altresì il grande sportivo civitonico, a ben diritto, si può definire il fondatore principale della Pallavolo a Civita Castellana, che in questa specialità ha prodotto, negli anni, grandi squadre e notevoli campioni che hanno brillato nei vari campionati nazionali. La sua figura è oggi ricordata da una associazione culturale che si prefigge di ricordarne, attraverso manifestazioni ed eventi sportivi, i suoi principi ed insegnamenti, in particolare con il Torneo Nazionale di Pallavolo che ogni anno si tiene a Civita Castellana, con la partecipazione di squa- dre nazionali che si ritrovano presso il palazzetto comunale, in località Pizzo Garofalo, per dare vita ad una manifestazione sportiva che ormai ha assunto importanza nazionale. Il Presidente Regionale della Pallavolo, Luciano Cecchi, così ricorda la figura del grande sportivo civitonico: “Nella storia della nostra pallavolo, il nome di Pino Smargiassi ha il potere di riportarci alla mente ricordi indelebili, fatti di emozioni forti, di principi di lealtà sportiva e di etica quotidiana, in campo e fuori dal campo. Ecco perché, il ritorno di una manifestazione storica come il Torneo intitolato a questo grande uomo e atleta, che tanto ha insegnato alla sua generazione e a quelle seguenti, va salutato con il giusto entusiasmo, al quale è doveroso aggiungere un ringraziamento per gli amici della Pallavolo Civitacastellana che molti sforzi hanno fatto perché l’evento tornasse a vivere dopo sette anni di dolorosa assenza e a riproporsi sul grande palcoscenico della Pallavolo”. Enea Cisbani Campo de’ fiori 33 Roberto Rosati e Civita Castellana Civita Castellana, intorno agli anni ’30-‘40, è un centro ceramico e industriale di primaria importanza, sia a livello regionale che nazionale, per la presenza di numerose manifatture ceramiche, note per la elevata qualità tecnica ed estetica dei loro prodotti. Un livello tecnologico ed artistico di grande spessore reso possibile dal felice connubio tra istanze industriali, produttive ed estetiche. In questo vivace contesto culturale ed economico, si inserisce a pieno titolo la figura di ROBERTO ROSATI, nato a Roma nel 1890 e prematuramente scomparso nel 1949 a Grottaglie, dove dirige il locale Istituto d’Arte per la ceramica. Artista di notevole livello e spessore culturale la cui conoscenza si rivela fondamentale per capire l’evoluzione della ceramica artistica nel nostro centro. Precoce talento, si forma a Roma presso il laboratorio d’arte di via Manzoni e l’Accademia di Belle Arti, dove conosce il multiforme genio artistico di DUILIO CAMBELLOTTI, di cui diventa l’allievo prediletto e il collaboratore principale in alcune fondamentali realizzazioni pittoriche. La recente scoperta di documenti archiviali permette di ricostruire, con notevole ricchezza di dati, il periodo della permanenza di Roberto Rosati a Civita Castellana, dapprima come Docente di Decorazione Ceramica presso il locale Regio Istituto d’Arte per la Ceramica, con sede nel Palazzo Andosilla, in via Ferretti e, succ e s s i va m e n t e , come fondatore, insieme a GIUSEPPE SPROVIERI, di una manifattura ceramica nei pressi dell’Ospedale Andosilla. La Scuola in cui Rosati, nel 1911, muove i primi passi come Docente di Arte Applicata, è ancora allo stato embrionale, ma comunque dotata di aule e laboratori, finanziata dallo stesso Comune e diretta con piglio manageriale dall’Avvocato Ulderico Midossi. Nell’Ottobre del 1912, fonda la manifattura ceramica nei pressi della strada per Castel Sant’Elia, con una produzione incentrata prevalentemente sulla realizzazione di oggetti d’arte applicata come vasi, basi per lampade e statue decorative, che riscuotono grande successo nella Capitale e che traggono forma ed ispirazione dal vasto repertorio artistico Cambellottiano. La grande novità introdotta da Rosati, nella manifattura civitonica, riguarda la produzione di oggetti e in particolare di mattonelle per bagni, decorate e dipinte con motivi ornamentali e pittorici, ripresi dai dipinti di grandi pittori italiani come GINO SEVERINI, massimo esponente della pittura futurista e FRANZ MARC, protago- nista della pittura espressionista tedesca. Ben presto i pezzi ceramici prodotti da Rosati, caratterizzati dalla doppia “R”, si affermano nel panorama artistico italiano. Dal 1912 al 1917, anno della sua definitiva chiusura, la fabbrica produce un vasto repertorio di oggetti e rivestimenti ceramici, di cui, purtroppo, rimangono rari esemplari e che testimoniano la genialità artistica di Rosati nell’aver trasposto su ceramica dipinti celebrati in tutta Europa. Nel 1918 abbandona definitivamente Civita Castellana per trasferirsi nuovamente a Roma, dove nel 1920 dirige una nuova manifattura, producendo elementi caratterizzati da forme sinuose di ispirazione animale. Intorno agli anni ’30 abbandona le forme naturali, per indirizzarsi verso temi ornamentali di tipo geometrico, caratterizzati da una accesa cromia, in perfetto stile futurista. Dal 1924 al 1934 è il direttore artistico della Ceramica Romana “La Fiamma”, costituita nel 1924 da Ferruccio Palazzi e dopo la sua cessazione fonda un nuovo laboratorio ceramico nei pressi di Roma. Il genio di Roberto Rosati si esprimerà, inoltre, nell’esecuzione di dipinti ed affreschi per gli interni di alcune Ville della Capitale, come Casa Santangeli e Armati, utilizzando particolari tecniche come l’affresco a tempera e ad encausto. Negli anni della maturità, Rosati dirigerà l’Istituto d’Arte di Nove di Bassano dal 1937 al 1939. Successivamente, fino alla prematura morte, l’Istituto d’Arte di Grottaglie dal 1939 al 1949. ROBERTO ROSATI, GIULIO FRANCESCONI, LUIGI MONTANARINI, RENATO GUTTUSO, GUIDO CALORI, ASSEN PEYKOF, SANTE CIANI, GINO E MARIANO COPPEDE’, DUILIO CAMBELLOTTI, GINO SEVERINI: dal 1920 al 1950 Civita Castellana è, dunque, la meta artistica di grandi artisti italiani e stranieri, che trovano nelle sue ceramiche la fonte d’ispirazione e il laboratorio ideale, dove tradurre in forme concrete e vive le loro idee. Una storia in fase di attenta ricostruzione, sia attraverso i rari documenti archiviali, che poche opere rimaste. Una storia che si avvale della presenza, nel nostro centro, di due grandi architetti del Liberty Italiano come i Fratelli Gino e Mariano COPPEDE’. Enea Cisbani Tanti auguri a Silvia Sanapo che ha compiuto gli anni il 14 Maggio. Auguri da Andrea e dalla nipotina Elisa. Tantissimi auguri a Martina Carosi che ha ricevuto il Battesimo il 3 Giugno, dal papà, la mamma, il fratellino Matteo, i nonni, gli zii e i cugini Messaggi Saluti alla cara nipotina Rebecca Possanzini di Roma dallo zio Mario Mele di Fabrica di Roma. Tantissimi auguri al Dottor Stefano Roncio, neolaureato in Economia Aziendale con la votazione di 110. Sei forte! Auguri per una brillante carriera! Con affetto, mamma, papà, Claudio, la nonna, gli zii, i cugini e il nipotino Damiano. Tantissimi auguri a Ludovica Ricci che compie 5 anni il 24 Maggio, da mamma, papà, la sorellina Marta, i nonni, gli zii e il cugino Daniele. Tanti auguri a Beatrice Salza che ha compiuto gli anni il 28 Aprile, alla sorellina Giulia che compie gli anni il 28 Giugno e alla cuginetta Federica Oddi che compie un anno l’8 Giugno, dai genitori e dai nonni. Tanti auguri a Sergio Pilera di Corchiano che l’8 Aprile ha compiuto 53 anni, dalla moglie, i figli e i nipotini Mattia e Samuele La redazione di Campo de’ Tantissimi auguri a Andrea Sperandio di Fabrica di Roma che ha ricevuto il Sacramento della Cresima il 19 Maggio,dalla mamma, il papà, i nonni e tutti i suoi cari Tantissimi auguri a Irene Massaccesi che ha ricevuto la Prima Comunione il 13 Maggio, dalla mamma, il papà, i nonni, gli zii, tutti i parenti, dalla famiglia Anselmi e la redazione di Campo de’ fiori Tantissimi auguri a Adriana e Giorgio Cimarra, che il 13 Giugno festeggeranno il loro 25° di matrimonio, dalla sorella Emilia e famiglia Affettuosi auguri di buon compleanno per il prossimo 11 giugno 2007 ad Anna Maria Ricci di Civita Castellana, dalle figlie Roberta e Lina, dai generi Bruno e Franco, dai nipoti Pamela, Marco e Fabio. Tanti auguri a Diego Sanapo che ha compiuto 18 anni il 5 Giugno. Auguri dai genitori, le sorelle, i cognati. In questo incessante esistere, condivido il mio tempo con te, amandoti e augurandoti Buon Compleanno amore mio. Tante congratulazioni a Mauro Berto che il 23 Maggio scorso si è laureato in ingegneria informatica. Tantissimi auguri da Mamma, Papà, Marta, Erminio e Romina. Il 30 aprile per la gioia di papà Emanuele e mamma Paola è venuto alla luce in tutto il suo splendore il piccolo Damiano. Benvenuto tra noi tenero fiorellino! Con immenso affetto i nonni, zia Serena, zio Giacomo e tutti i parenti. fiori si associa agli auguri A mamma e papà che il 13 Giugno coronano il loro 25° anno di Matrimonio dal figlio Federico Cimarra Tantissimi auguri alla piccola Valeria Contardi che compie due anni il 24 Giugno, dai nonni, da zia Cinzia e zio Carlo. Tanti auguri a Federico De Lorenzi e Cristina Iovine che si uniranno in matrimonio il 16 Giugno, da tutti i familiari Tanti auguri a Leonardo Pasquali che il 3 Giugno ha ricevuto il Battesimo e il 4 Giugno compirà 4 mesi, dai genitori, i nonni Luigi e Rachele, gli amici e tutti i parenti. Tantissimi auguri al piccolo Gianluca che il 17 Giugno compie il suo primo anno, da zio Gianluca e zia Serena Tanti auguri di Buon Compleanno a Michele Moscioni che compie gli anni il 19 Giugno, dalla mamma, il papà, il fratello e tutti gli amici di Campo de’ fiori Congratulazioni a Daniela Crescenzi di Corchiano che si è laureata in Economia Aziendale il 29 Maggio e che ha compiuto gli anni il 30, dalla mamma, il papà, gli zii, i cugini e gli amici. L’8 Aprile, il giorno di Pasqua, è nato Alessandro. Alla mamma Giovanna Fortuna e al papà Massimo Lacrimanti, uniti al loro tesoro, gli auguri più belli, dai nonni, gli zii e parenti tutti. Il giorno 4 Giugno ha compiuto 50 anni Emma Lanza. Tantissimi auguri di Buon Compleanno da Michela e Letizia Tantissimi auguri di buon compleanno a Massimiliano Pirro di Gaeta che il 9 giugno compie 31 anni!!! Un kiss enorme da parte della sua ragazza Maria Cristina La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Auguroni a Rosella ed Andrea che il 17 Giugno festeggiano il loro 1° anno di matrimonio. Ragazzi siete semplicemente magnifici. Dai genitori e tutti coloro che vi vogliono veramente bene. Tanti auguri alla nostra collaboratrice Ermelinda Benedetti che ha compiuto gli anni il 2 Giugno, dalla redazione di Campo de’ fiori Auguri a Daniele Crescenzi di Corchiano per il suo 26° compleanno, dalla famiglia e dai suoi amici Buon compleanno a Raffaele di Gaeta che il 28 giugno compie gli anni. I migliori auguri da parte di Massimiliano e Maria Cristina Tanti auguri a Melissa Bruzzichesi che il 25 Giugno compie 16 anni. Auguri da mamma, papà, la sorellina Martina, nonna e da tutti quelli che ti vogliono bene. Il giorno 27 Maggio ha compiuto 24 anni un’amica speciale di nome Michela. Tanti auguri di Buon Compleanno dalla tua amica Letizia. Tanti auguri di Buon Compleanno a Michele Cioccolini che compie 12 anni il 17 Giugno, dalla mamma, il papà, la sorella Francesca, i nonni, le zie, lo zio e il cugino Walter Tanti auguri di Buon Compleanno a Massimo Benedetti che ha compiuto 19 anni il 26 Maggio. Da mamma, papà, Ermelinda e Simone. Ti facciamo un grosso “in bocca al lupo” per gli esami di maturità !!! Paola ed Eugenio Alessi con i loro figli Rachele, Nicolò ed Iris, augurano ai nonni Assunta e Giovannino Costantini i più affettuosi auguri per i loro primi cinquant’anni di matrimonio per il prossimo 24 giugno 2007 Tantissimi auguri di Buon Compleanno alla piccola Denise Iosca che ha compiuto 1 anno il 23 Aprile, dalla mamma e gli zii. Tanti auguri a Roberto Martani di Civita Castellana che ha compiuto gli anni il 4 Giugno dalla comare Anna Tanti auguri a Nicolò E’ nato l’ 11 Maggio Fontana che il 3 Andrea Pantani per la Giugno ha ricevuto il gioia della sorellina Sacramento del Chiara, dei genitori Battesimo, da mamma Alessandro e Francesca, dei nonni Alba, papà Marco, dai nonni, gli zii, le zie e i e parenti tutti. cugini. Il 15 Giugno zio Giancarlo compie 60 anni, tanti auguri dai nipoti Marco, Lorella, Cristina, Mirko, Luca e Serena. - Sei forte zio!! - Tantissimi auguri di buon compleanno alla pasticcera Daniela che il 12 giugno compie 23 anni... dagli amici Gloria, Daniela, Gianni e Cristina e da tutti gli amici e colleghi di lavoro! Luca Valeriani di Caprarola compie 8 anni il 15 Giugno. Tanti auguri da nonna Anna, zia Cristina, il fratello, la sorella e Ivanho La redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Campo de’ fiori 39 Una “Fabrica” di ricordi Storie e immagini di Fabrica di Roma di Sandro Anselmi La Prima Comunione di un compagno “diverso” Dopo tanti mesi di catechismo o, come dicevamo noi, di dottrina, era giunto il momento di ricevere la Prima Comunione. Tutto era pronto, il vestito grigio, la camicia bianca, la cravatta con il nodo già confezionato e tenuta dall’elastico, le scarpe nuove ed i capelli tagliati il giorno prima. Si era dormito poco quella notte in famiglia, e la mattina ci si era alzati di buonora, per avere il tempo di prepararsi e arrivare puntuali in chiesa. C’era una folla di parenti invitati che, aspettando la funzione, si compiacevano dei vestiti indossati, ed allegri, parlavano e ridevano pregustando già il buon pranzo che avrebbero consumato di lì a qualche ora. Poco prima di entrare in sacrestia, per prepararsi alla processione che, sotto la guida delle suore catechiste, ci avrebbe portato ai primi banchi, arrivava il nostro amico Gianni (1). Gianni era un ragazzo della nostra età che, a causa di una malformazione congenita, non camminava, nonostante tutti gli sforzi della famiglia che l’aveva portato in capo al mondo, con la speranza di farlo guarire. Sceso dalla macchina, Gianni veniva portato, in braccio dal padre, fino ai primi banchi dove si siedeva ad aspettare i compagni che dovevano arrivare in processione per poi prendere posto vicino a lui. La Messa iniziava tra incensi e canti solenni, e i genitori, soddisfatti, ci guardavano ammirati per la nostra compostezza. Arrivato, poi, il momento della Comunione, i primi banchi si vuotavano perché ci avvicinavamo all’Altare. Ero il primo della fila e, non appena ricevuto il Sacramento, mi giravo per tornare al mio posto. In quel- l’attimo mi accorgevo che Gianni era rimasto lì solo, seduto, perchè non aveva potuto seguirci. Quest’immagine così triste, mi colpiva crudemente e mi avrebbe lasciato un segno indelebile per tutta la vita. Era la prima volta che il “diverso” mi suscitava un’emozione forte e cosciente e, nonostante la mia giovane età, sentivo un immediato bisogno di dare conforto e comprensione a lui ed alla sua famiglia, che, da parte, aspettava sguardi d’amore e non di commiserazione. In quel momento pensavo che sarebbe stato molto più bello se il sacerdote, anziché darci la Comunione in piedi, davanti l’Altare, fosse passato lui fra i nostri banchi e tutti noi avessimo ricevuto il Sacramento insieme al nostro amico Gianni. (1) Gianni non è il vero nome del protagonista 40 Campo de’ fiori Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e... buona lettura dai vostri Cecilia e Federico soggetto e testo Sandro Anselmi continua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 41 42 Campo de’ fiori Okinawa Sporting Club: KARATE MONDIALE CAMPIONATI ITALIANI BAMBINI FIAM 2007 Bravissimi i bambini dell’Okinawa Sporting Club che, Domenica 22 Aprile, hanno disputato i Campionati Italiani FIAM di Karate 2007 ad Ariccia (RM), conquistando numerose medaglie. I piccoli samurai del Maestro Mercuri hanno terminato in modo splendido la stagione agonistica odierna portando a casa un ricco bottino, conquistato gareggiando con numerosi bambini provenienti da tutta Italia. CAMPIONI ITALIANI 2007: Alessia De Federicis, Fabio Filippelli, Hariz Batik MEDAGLIE D’ARGENTO: Pietro Daddario, Cosmin Racovita. Congratulazioni a questi piccoli campioni da tutti i compagni di palestra!!! Prossimi importanti appuntamenti per tutti gli atleti dell’Okinawa saranno, il 4° trofeo Città di Montefiascone organizzato dal Maestro Mercuri in collaborazione con il CONI provinciale, in occasione dell’importante manifestazione sportiva Primavera dello Sport. CAMPIONATI MONDIALI WKC 2007 I due atleti dell’Okinawa Sporting Club, Fabio Mercuri e Gianluca Bernardi, sono stati ufficialmente convocati a rappresentare l’Italia nei prossimi Campionati del mondo che si svolgeranno a Giugno a Bergamo. Tutti gli atleti dell’Okinawa ed il Maestro Carlo Mercuri fanno un grande “in bocca al lupo” ai due compagni!!! FOTO: il Maestro Carlo Mercuri, Pietro Daddario, Fabio Filippelli, Cosmin Roccovita, Hariz Batik, Alessia De Federicis Stiamo cercando collaboratori ed istruttori per discipline di fitness, arti marziali, ballo etc. 0761.518132 338.1759194 www.campodefiori.biz INFO PUBB. 0761.513117 Campo de’ fiori L’angolo ... cin cin Come detto nel numero scorso, in questo articolo ci occuperemo di Qualità Gustativa e di Armonia Complessiva. La Qualità Gustativa rappresenta il sunto del giudizio dell’Intensità e della Persistenza gusto-olfattiva, facendo entrare in gioco l’abilità del Sommelier. In questa valutazione si tiene anche conto dell’”aroma in bocca” o propriamente detta sensibilità retronasale gustolfattiva, percepita attraverso l’espirazione e delle sensazioni finali (soporifere, tattili, olfattive). Il vino, in base a questa qualità, si definisce: - Comune - Poco fine - Abbastanza fine - Fine - Eccellente COMUNE Il nostro vino presenta una qualità gustoolfattiva scadente, dove il gusto finale può essere sgradevole. POCO FINE Qui la qualità è mediocre con gusto finale, tutto sommato, nella norma. ABBASTANZA FINE La nostra bottiglia ha una qualità gusto-olfattiva abbastanza fine e con gusto finale piacevole. FINE La qualità è buona, il vino è gradevolmente equilibrato e con gusto finale piacevolmente elegante e fine. ECCELLENTE Il vino possiede una qualità gusto-olfattiva particolarmente distinta, con gusto finale di personalità e classe, con ricchezza e com- plessità di piacevoli sensazioni. CONSIDERAZIONI FINALI Finalmente siamo giunti alle “battute finali” della degustazione e dovremmo essere in grado di esprimere un giudizio completo e a tutto tondo sulla nostra bottiglia. Ci baseremo, quindi, sul rapporto che troviamo tra l’aspetto visivo, olfattivo e gustativo, per poter determinare l’armonia complessiva del nostro vino. ARMONIA COMPLESSIVA In base all’armonia un vino verrà definito: - Poco Armonico - Abbastanza Armonico - Armonico POCO ARMONICO Ci troviamo di fronte ad un vino in cui si riscontra una discrepanza netta tra le l’esame visivo, olfattivo e gustativo. ABBASTANZA ARMONICO In questo vino si riscontra una leggera imperfezione di una o più componenti responsabili delle caratteristiche organolettiche, nelle tre fasi dell’analisi sensoriale. ARMONICO Qui troviamo armonizzate in modo perfetto le tre componenti, che risultano essere al massimo della loro espressione qualitativa. STATO EVOLUTIVO Qui si valuta l’evoluzione e il tempo dell’affinamento del nostro vino, che verrà quindi definito: - Immaturo - Giovane - Pronto - Maturo -Vecchio 43 di Letizia Chilelli IMMATURO Vino con situazioni anomale che si riscontrano maggiormente nell’esame gustativo. Questo vino deve ultimare la maturazione e l’affinamento in cantina. GIOVANE In questo vino non troviamo ancora sensazioni equilibrate, ma tuttavia all’esame olfattivo e gustativo mostrano le loro future potenzialità, sia che si tratti di vini da bersi giovani, sia di vini da invecchiamento. PRONTO Il vino è ancora in evoluzione, ma con caratteristiche che gli permettono comunque di essere consumato e apprezzato. Questa è la caratteristiche che si riscontra nella maggior parte di vini in commercio attualmente. MATURO Il vino preso in esame, indipendentemente dall’età, presenta un’ottima armonia, nella quale si esprimono al meglio le caratteristiche organolettiche. VECCHIO Il vino presenta segni evidenti di cedimento, che si manifestano in tutte le caratteristiche organolettiche. Esempi possono essere le variazioni di colore, riduzioni degli aromi, ossidazioni,appiattimento del gusto. Attenzione: questo termine non deve essere assolutamente confuso con Invecchiato!!!! Come promesso, siamo giunti, così, alla fine del nostro lungo viaggio tra gli aggettivi del vino, appuntamento al prossimo numero. Campo de’ fiori 44 Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) www.campodefiori.biz www.campodefiorionline.it www.accademiainternazionaleditalia.it ATTENZIONE ci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali di essere stati contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su Campo dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le persone incaricate a qualsiasi titolo, da Campo dè fiori, dovranno essere munite di autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata dal direttore e contenente i dati anagrafici dell’incaricato stesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento. Campo de’ fiori è la più grande vetrina per i tuoi affari. La pubblicità su Campo dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori. TEL. 0761/513117 [email protected] Sede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT) SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome________________________________________________ data di nascita_______________ __________Città________________________________________________________Prov._______ Via_______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome_________________________________________________________________ data di nascita___________________________Città______________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono__________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori Vita Cittadina.... 45 la “fiorata” a Corchiano Soprannomi fabrichesi LALOCCO - PADANA - CHIONA CHECCHE’ - L’AVVOCATINO SPARAPA’ - TIRIZZECCHE Proverbio Corchianese Se l’uccelli volono bbassi, pia ll’ombrello e llunga ppassi Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] 46 Campo de’ fiori Album dei ricordi Nati nel 1970 - seconda elementare di Civita Castellana - foto della Signora Emanuela Sacchi 1953 Carbognano I elementare - foto del Sig. Luca Carosi 1-Severino Mazza, 2-Casagrande, 3-Geremia Narduzzi, 4-Giorgio Marzoletti, 5-Tullio Cardini, 6-Paolo Mastrantoni, 7-Alberto Petracci, 8-Bruno Moscatelli, 9-Osvaldo Mastrogiovanni, 10-Maestra Tommasa Pallotta, 11-Luca Carosi, 12-Ernesto Palmieri, 13-Luigi Pastorelli, 14-Mario Quadraccia, 15-Sandro Cosimi, 16-Antonio Magrini, 17-Mimmo Discendenti, 18-Cesare Mastrantoni, 19-Bruno Pastorelli, 20-Filippo Marcomeni, 21-Rinaldo De Santis, 22-Piero Carosi Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere Campo de’ fiori Anno scolastico 1959/60 V elementare Civita Castellana - foto del Sig. Antonio Armagno 1- Franco Bernardi, 2- Sansonetti, 3- Maestro Bravini, 4- Sandro Balducci, 5- Vittorio Rossi, 6-Mario Meraglia, 7- Giuseppe Annesi, 8- Fabio Mozzicarelli, 9- Sisti, 10- Antonio Armagno, 11- Nando Mariani, 12- Manoni 1962 Scampagnata fra amici di Fabrica di Roma foto della Signora Andreina Marcelli: 1-Andreina Marcelli 2-Miraldo Luparini 3-Giampiero Calabresi 4-Vanda Ricci 5-Antonietta Nobili 6-Laura Alessi 7-Clara Nobili 8-Silvano Tabacchini e pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno subito restituite. 47 48 rie o t s e L x di Ma di Sandro Anselmi Campo de’ fiori ADRIANO C Origini artistiche dei nostri ca Dopo la storia di Lucio Battisti, continuiamo con la storia di Adriano Celentano. Adriano Celentano nasce il 6 Gennaio del 1938 a Milano, quarto figlio di una coppia di emigranti foggiani. La sua infanzia viene segnata dalla morte prematura del papà e, per questo, è costretto a lasciare gli studi per intraprendere vari mestieri. Finisce nel fare l’orologiaio dividendo il suo tempo fra il lavoro e le scuole serali. Frequenta il bar di Via Cesare Correnti e lì scopre i suoi idoli americani (Bill Haley, Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e Little Richard) attraverso il Juke-Box, iniziando per gioco sovrappone la sua voce a quella che esce dai dischi e scimmiotta il loro modo di ballare imitando il famosissimo Jerry Lewis. Insieme a Elio Cesari incomincia ad esibirsi come “Gli allegri menestrelli” imitando la coppia Jerry Lewis – Dean Martin. Debuttano al Teatro Smeraldo di Milano, ma senza successo e decidono così di separare le loro strade e Elio cambierà il suo nome in Tony Renis, acquistando un successo mondiale con la sua “Quando, quando, quando”. Adriano continua lo studio della chitarra e incontra il ballerino Bruno Dossena (Bruno Boogie), che lo incita ad esibirsi nel primo festival di Rock and Roll, che si svolge a Milano il 18 Maggio del 1957 (per l’appunto cinquant’anni fa), al Palazzo di Ghiaccio. Adriano si esibisce nella categoria dei cosiddetti “urlatori”, accompagnato dai Rock Boys (il cui pianista è Enzo Jannacci), davanti a cinquemila ragazzi presenti all’interno del Palazzo e altrettanti che affollavano le strade intorno bloccando anche una processione religiosa in corso. Il giorno dopo il Vescovo di Milano, Giovanni Battisti Montini, futuro Papa Paolo VI, scrive una lettera aperta al Corriere della Sera accusando Adriano di aver provocato caos ed incidenti tra il pubblico e le forze dell’ordine. Questo episodio diede, comunque, grande popolarità al cantante. Campo de’ fiori CELENTANO antautori e cantanti più famosi Fa una provino alla nascente televisione di stato e viene scartato, ma la sua proverbiale tenacia lo porta al seguito del trombettista Eddie Calvert, che spopola in quel periodo grazie ai successi come Morgen, Ciliegi rosa, Stranger in Paradise alla “Bussola” di Forte dei Marmi. Terminata la tournee, torna a Milano con i suoi spettacoli di Rock’ n’ Roll, con l’obbligo di leggere, prima dell’inizio di ogni inizio, un comunicato nel quale invita gli spettatori alla calma e alla compostezza. Nel 1958 firma finalmente il primo contratto discografico con Walter Gurtler, produttore anche di Tony Dallara. Incide quattro quarantacinque giri e due extended-play su etichetta Music, tutti dischi oggi ricercatissimi dai collezionisti, con i brani Rip it Up, Jailhouse Rock, Tutti Frutti e Blueberry Hill, provenienti dal repertorio di Elvis. continua sul prossimo numero...... 49 Campo de’ fiori Antonio Guglielmo: un atletico poeta di Ermelinda Benedetti Attraverso Campo de’ fiori, il signor Antonio Guglielmo ha voluto estendere, per la prima volta, le sue poesie ad un pubblico più ampio. Assai geloso dei frutti della sua mente, infatti, si limitava a far leggere i suoi componimenti a familiari o colleghi di lavoro. Cercheremo di conoscerlo un po’ meglio, per capire come ha origine la sua vena creativa. Nasce a Mondragone, in provincia di Caserta, un piccolo paese per metà sommerso dal mare, a causa di un maremoto, dove suo nonno e suo padre, lavorando un campo in proprio possesso, ritrovarono una preziosa statua antica acefala, che consegnarono alla sovrintendenza delle Belle Arti, dietro la ricompensa di 500 lire. Terminate le scuole elementari, grazie al sacerdote del suo paese, che volle rimediare ad una piccola ferita accidentale, procurata, durante una funzione, al piccolo Antonio, fu mandato a studiare a Roma, presso uno degli istituti del Don Orione, dal quale uscì ragioniere dopo otto anni. In seguito vinse il concorso di impiegato all’Ufficio delle Finanze e fu mandato a Civita Castellana, presso l’Ufficio del Registro, dove rimase fino al 1982, per essere trasferito, poi, a Viterbo, dove rimase fino al 1997, quando andò in pensione, dopo 36 anni di lavoro in quel mondo che tanto ancora lo appassiona e una brillante scalata di carriera. È a Civita Castellana dunque che trascorre tutta la sua vita, benché senta ancora molto la mancanza del suo paese di origine. Mi si presenta come un tipo atletico, che ama fare movimento e che ha praticato numerosissimi sport, i quali gli hanno permesso di mantenersi così in forma. Attualmente è consigliere del Circolo di Tennis di Civita Castellana, di cui fu uno dei fondatori. Per quanto riguarda la poesia, mi confessa di aver sempre scritto, anche quando lavorava e, ad oggi, avrebbe avuto più di quattrocento suoi componimenti, se non fosse stato per un furto subito, nel quale venne rubata, scambiandola per chissà cosa, una valigetta, chiusa a chiave, dove ne custodiva, con grande cura, almeno trecento. “La poesia è una ispirazione, che si ha a momenti, non sempre -mi confessa- ed è proprio per questo che bisogna tenere sempre a portata di mano carta e penna, altrimenti si dimentica e non la si ricorda più”. I suoi versi trattano argomenti vari, che toccano un po’ tutti i campi del vivere umano e spesso si soffermano sulla natura, perché il signor Antonio ama le cose semplici. Ed è proprio da un momento trascorso in campagna che nasce la poesia intitolata “La viola e la farfalla”, qui riportata. Voglio inoltre proporvi una poesia simpaticissima, intitolata “Pippetto buggerato”, dove Antonio sfodera quel dialetto, ma anche quello spirito romanesco che ha appreso durante la sua adolescenza, rifacendosi un po’ allo humour sardonico di Giuseppe Gioachino Belli. PIPPETTO BUGGERATO Pippetto comprò un paro de carzoni da Lemme ebreo de piazza der Giardino belli e confezionati, forti, bboni, che sarebbero stati rimborsati se se fossero ar caso ritirati. Du ggiorni dopo un’acqua co li fiocchi fece de Pippo un povero purcino e li carzoni agnedero ai ginocchi come fusse tornato un ragazzino. Pippetto nel vedesse buggerato corse dar negoziante, er quale in quell’istante, completamente in ozzio, pensava sulla porta del negozio che er metro suo lograto potev’esse benissimo accorciato. Ner vede Pippo disse: “Già ce semo” E Pippo pronto come un accidente: “Sor Lemme, li vedete? Fate ste belle azioni?” “Come dite? Voi chi siete?” “Chi so’! – rispose Pippo – Sete Scemo? So’ quello de sto paro de carzoni!” “Pippetto tu? Ma dico, me canzoni? E chi t’avrebbe mai riconosciuto. Madonna, fijo, come si cresciuto!......” LA VIOLA E LA FARFALLA Una volta, una farfalla mezza nera e mezza gialla, si posò sulla viola senza nemmeno salutarla. La viola dispiaciuta, di essere tanto trascurata, glielo disse chiaramente: Quanto sei maleducata! M’ha preso niente niente per un per un piede d’insalata? Io sono il fiore più grazioso, più odoroso di questo mondo. Sono avvenente e non ci poso, sono carina e mi nascondo. Non me ne importa di stare accanto a l’ortica e a la cicoria. Non mi preme non ciò boria: sono modesta e me ne vanto! Se sono fresca, per un soldo vado in mano alle signore. Appassita sono un ricordo; secca curo il raffreddore prima o poi sono sempre quella, sempre bella, sempre buona. Piaccio agli uomini e alle donne a qualunque sia persona. Tu d’altronde, sei una bestia, non capisci certe cose. La farfalla gli rispose Accidenti che modestia. 51 52 Campo de’ fiori Album dei rico Civita Castellana anno scolastico 1974 - foto della Signora Immacolata Iammella INDOVINELLO Prese una cotta un giorno, e per tal fatto s’è tutto rinsecchito e si è messo a letto. Ancora oggi a riveder le fiamme, diventa rosso e si consuma tutto. Indovina che cos’è Avete risolto l’indovinello ?? Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione in redazione, riceverà un simpatico omaggio offerto dalla GIOIELLERIA SPERANDIO ordi Campo de’ fiori Civita Castellana anno scolastico 1979 I elementare - foto della Signora Cinzia Topini. Nella foto sono stati riconosciuti: Gianpaolo Calisti Emanuela Funari Bruno Barboni Giovanni D’Abbondanza Cinzia Topini Mariella Brocchi Laura Bocchini Anna Rita Pinardi Daniela Cima Sandro Maggio Stefania Brocchi Stefania Franco Marco Sansonetti Carlo Fallini Arianna Carabelli Giancarlo Bobboni Massimiliano Dionisi Stefano Gelanga Francesca Santini Maestra Solla Ameriga Chiani Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite. 53 Campo de’ fiori 54 Vorrei incontrarti fra cent’anni... Iole Bronzetti Questa volta l’espressione “Vorrei incontrarti fra cent’anni” non è del tutto corretta. Sarebbe, infatti, più esatto dire “Vorrei incontrarti tra novantatrè anni”, perché questa è l’età precisa della di Ermelinda signora Iole Bronzetti, Benedetti chiamata, affettuosamente, dai più col diminutivo “Ioletta” e molto conosciuta a Civita Castella, dove nacque il 19 luglio del lontano 1915, non perché abbia fatto chissà cosa, ma semplicemente per il suo modo di essere. La sua caratteristica particolare era quella di uscire di casa indossando sempre un cappello, coordinato con il suo abbigliamento. Tutto ciò mi incuriosisce molto e mi reco a casa di Fernanda, la più piccola delle due sorelle di Iole, benché abbia anche lei ben ottantacinque anni, seppur portati magnificamente, con cui vive ormai da qualche tempo. In cima alla scalinata di uno dei vecchi palazzi di via Bruno Buozzi, trovo la loro casa. Iole è seduta sul letto della sua cameretta, il suo piccolo regno, dove custodisce gelosissimamente tutto ciò che ha e che crea, senza buttare mai via nulla. “Ecco la mia bamboletta!”, così me la presenta Fernanda. Ci sediamo in soggiorno e inizia una breve e allegra chiacchierata dove Iole, con una memoria formidabile, Iole insieme alle sue sorelle Maria e Fernanda che mi ha veramente stupita, quasi da non credere vista la sua veneranda età e da far invidia a chiunque, mi racconta un po’ la sua vita piena di lavoro. Dopo aver frequentato per tre volte la seconda elementare viene mandata a lavorare come “servetta” e, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, si trasferisce a Roma, dove rimane per più di qualche anno al servizio di diverse famiglie benestanti, originarie di Civita Castellana. Dopodiché torna al suo paese nativo, e continua a svolgere il suo lavoro di domestica per alcune ricche famiglie del luogo, occupandosi, spesso, anche dei loro figli, come se fossero i suoi. Quando usciva con loro a passeggio, orgogliosa, non permetteva a nessuno di baciarli, tanto che, una volta, trovando in un negozio un bavaglino con su scritto “Non baciatemi” decise di comprarlo e di legarlo al collo di uno dei suoi “figliocci”. Ma è grazie a questo suo comportamento così serio e preciso che si conquistò, a poco a poco, la stima, la simpatia e la fiducia di tutti. Cresciuti i figli e morti i genitori di queste grandi famiglie, Iole continuò, per molto tempo ancora, a fare le pulizie, muovendosi da un capo all’altro di Civita Castellana a piedi e senza mai accettare passaggi dagli sconosciuti, riuscendo così a guadagnarsi sempre da vivere con le sole sue forze e la buona volontà. Ora si sta godendo il riposo che meritatamente le spetta, senza rimanere, comunque, con le mani in mano, se non negli orari delle trasmissioni televisive o dei telefilm che più le piace guardare, essendo molto amante dei gialli. Per il resto della giornata si dedica al ricamo o al lavoro con i ferri, confezionandosi dei maglioncini di lana molto carini, che sembrano comperati. È sempre puntuale quand’è ora di mangiare e non rifiuta niente, perché “Io a Iole je vojo bene!”, mi dice simpaticamente. È stato veramente un piacere trascorrere qualche ora con lei e sono stata proprio contenta di aver avuto la possibilità di conoscerla. Iole è veramente una di quelle persone che se non esistessero bisognerebbe inventarle. Campo de’ fiori 55 Il Fumetto LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA SPEED LOOP #0 Soggetto e sceneggiatura: Fausto Vitaliano Disegni: Claudio Sciarrone Nonostante sia un fumetto Disney, Speed Loop esce da quei rigidi schemi in di modo magistrale, a Daniele Vessella partire dalla grafica, resa unica dalle atmosfere angoscianti e divertenti al tempo stesso. Fin dalle prime tavole, Fausto crea una sceneggiatura impeccabile rendendo vivi i personaggi, dal carattere palpabile, e immergendoli in una trama appassionante che regala emozioni… emozioni forti che colpiscono al cuore per non lasciarlo più. Azione, umorismo, misteri, fantascienza, noir, tutto si mescola in modo aggraziato e senza mostrare forzature di sorta per far “quadrare” l’Episodio Zero. Il tutto è supportato dalla straordinaria matita di Claudio che veste i personaggi di un’espressività sognata da molti disegnatori. Preparatevi a incrociare le vite di Reno, PJ e Gilliam: tre studenti del prestigioso collegio Deeps Pool House. Tutti i ricchi e potenti padri vorrebbero far approdare i propri figli in una scuola che plasma i dirigenti del domani, non solo per con- servare l’alta posizione sociale, ma anche per migliorarla. E nel Deeps Pool House si fa proprio questo. Un collegio adatto all’alta borghesia, dove il protagonista, Reno Albarn, figlio di un piccolo negoziante, è stato catapultato lì perché qualcuno ha proposto la borsa di studio che gli consente di frequentarlo. Chi l’ha fatto e perché? Qualunque siano le risposte, Reno accetta e si ritrova in mezzo a personaggi bizzarri che scaturiscono siparietti comici e ad una scuola all’apparenza normale… solo all’apparenza. Dietro o, per meglio dire, dentro quella facciata si nasconde un videogioco che potrebbe far morire i personaggi che vi accedono. Per ora, solo Reno è entrato nel gioco e lì ha già perso due delle tre vite a lui concesse, cosa succederà se perderà anche l’ultima? Al fianco a questa duplice traccia (commedia scolastica e mistero), si snoda quello che potrebbe essere lo svincolo più profondo della storia, destinato forse a fungere da ponte ai vari intrecci: la sorte della madre di Reno che abbandonò la famiglia quattro anni prima. Reno è deciso a ritrovarla e chissà che il Deeps Pool House non gli offra la chiave giusta in questa ricerca… Con questi ingredienti, Fausto e Claudio presentano un prodotto dal sapore squisito e dal ritmo incalzante che non ti lascia andare fino all’ultima tavola e, quando hai chiuso il volume, ne vorresti ancora… e ancora… e ancora…! So che siamo solo al primo numero ed è prematuro parlare come se fosse un capolavoro della Nona Arte, ma conosco l’abilità di Fausto e di Claudio e so per certo che non tradiranno mai le aspettative dei lettori. Per questo reputo Speed Loop un fumetto che già dal Numero Zero offre più chiavi di lettura, un fumetto imperdibile creato ad Arte da due grandi Maestri. Campo de’ fiori 56 Vita Cittadina Martedì 22 Maggio si è tenuta, presso la Sala della Curia di Civita Castellana, la conferenza “Famiglia e scuola di fronte all’emergenza educativa”, organizzata dall’Istituto Faleritano di Cultura “Alberto Trocchi”, il Lions Club di Civita Castellana, l’Ufficio Scuola diocesano e L’UCIIM, con il patrocinio del Comune di Civita Castellana. La conferenza, d’altissimo livello e spessore culturale, è stata seguita da giovani, insegnanti di religione, responsabili parrocchiali e cittadini. Erano presenti il Presidente dei Lions Club di Civita Castellana, Pasqualino Spaziano, il Sindaco Dottor Massimo Giampieri, i moderatori, Prof. Erasmo Di Giuseppe e Dott. Luigi Aquilanti. Relatore d’eccezione il Dott. Magdi Allam, Vice Direttore del Corriere della Sera. Ha presenziato la conferenza il Vescovo Sua Eccellenza Divo Zadi. foto Mauro Topini NATI Civita Castellana 26.04 Arenas Granados Claudia 27.04 Antonini Chiara 30.04 Pirrottina Damiano 01.05 Hanganu Alexandra 01.05 Massaccesi Angela 02.05 Nelli Giulia 11.05 Pantani Andrea 16.05 Morelli Gian Marco 18.05 Giovannini Francesco 19.05 Custura Rayan Clarc MATRIMONI DECEDUTI Civita Castellana Civita Castellana 28.04 Dediu Florin / Dediu Mihaela 29.04 Liberali Anna / Di Maria Luigi 12.05 Tarantino Fabio / Noto Liberata 12.05 Corciulo Antonella / Simmini Francesco 13.05 Adriani Mariano /Fastampa Silvia 19.05 Cecchini Andrea / Uras Manuela 20.05 Calcinari Laura / Gagnoli Federico 20.05 Ghena Dumitru / Ilie Mariana Elena 20.05 Morelli Roberta / Ottaviani Walter 24.05 Mancini Francesco / Osajie Esther 26.05 Papa Gianfranco / Pontoni Paola 26.05 Vilella Anna / Martinez Mario 03.05 Parroccini Vincenzo 06.05 Scarcia Lucio 08.05 Alessandrini Vincenzo 08.05 Bettinelli Aurilla 09.05 Selli Luigi 09.05 Vallini Giovanni 11.05 Mossi Edda 14.05 Casadidio Rosanna 17.05 De Luca Vincenzina 17.05 Annesi Pia 23.05 Ciocchetti Alfia Marcella 26.05 Vaselli Guido 28.05 Alibrando Antonia Celeste Campo de’ fiori 57 Vita Cittadina La Pallavolo femminile Ceramica Flaminia Civita Castellana festeggia la vittoria del Campionato Regionale che l’ha vista vincitrice del girone B della serie D. Il prossimo anno le ragazze parteciperanno alla serie C. La squadra è formata da: in piedi da sx - Micheli, Bacchiocchi, Schiavone, Quirini, Lazzarini, Cardinali (allenatore), Meleleo. sedute da sx: Gelanga, Chiacchiari, Sabia, Di Giuseppe, Brunetti, Micheli (Dirigente) Pallavolo femminile Ceramica Flaminia Civita Castellana - foto Mauro Topini Farmacie Civita Castellana aperte nei giorni festivi di Giugno 2007 02/03 Giugno - Farmacia Filizzola C.so Bruno Buozzi - Tel. 0761.513087 10 Giugno - Farmacia Municipale Via Ferretti - Tel. 0761.513002 17 Giugno - Farmacia Municipale Santa Felicissima - Tel. 0761.514680 Farmacia Versace Sassacci - Tel .0761.540381 24 Giugno - Farmacia Filizzola C.so Bruno Buozzi - Tel. 0761.513087 Farmacie Corchiano e Fabrica aperte nei giorni festivi di Giugno 2007 10 Giugno - Farmacia Liberati di Fabrica di Roma - Tel. 0761.569114 17 Giugno - Farmacia Minelli di Corchiano - Tel. 0761.572103 Benzinai Civita Castellana aperti nei giorni festivi di Giugno 2007 02 Giugno - Api Via Flaminia Borghetto - Enerpetroli s.s. 311 Nepesina - Agip Via Belvedere Falerii 03 Giugno - Tamoil Via Flaminia - IP Circonvallazione - Tamoil Via Falisca 10 Giugno - Api Via Flaminia Borghetto - Enerpetroli s.s. 311 Nepesina - Agip Via Terni 17 Giugno - Schell Via Flaminia - Erg Via Nepesina - Q8 Via Terni 24 Giugno - Esso Via Flaminia - Total Via Terni 58 Campo de’ fiori Annunci LAVORO -35enne diplomata ragioniera, esperienza pluriennale, valuta offerte di lavoro ramo amministrativo come segretaria contabile e/o addetta alla vendita. 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Tel....................................................................Firma................................................................ Campo de’ fiori 62 Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 e-mail : [email protected] Da 40 anni al vostro servizio Pubblicizza una selezione di offerte immobiliari Si cercano, per acquisto, terreni edificabili nelle vicinanze di ROMA Abbiamo richieste selezionate per acquisto/affitto appartamenti in zona nuova di CIVITA CASTELLANA -AFFITTO a Civita Castellana piccolo appartamento al centro storico tutto ristutturato. Cucina, camera e bagno, ammobiliato. -AFFITTO a Civita Castellana, centro storico, locale commerciale di mq 60 con servizio. -AFFITTO a Civita Castellana, zona industriale, terreno di mq 5.000 fronte strada. -AFFITTO a Civita Castellana 2ha di terreno fronte strada. -AFFITTO a Corchiano bellissimo appartamento di 4 vani + servizi. Grande terrazzo. 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Campo de’ fiori 63 Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura ed Attualità edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Errata Corrige Campo de’ fiori n. 37: “L’Istituto d’Arte di Civita Castellana” Il nostro collaboratore Enea Cisbani, si scusa per non aver menzionato nell’articolo citato, le figure dei Professori Olindo Percossi, docente di decorazione ceramica e Fernando Sacchi, docente di formatura e foggiatura. Non ultima la presenza del collaboratore tecnico del laboratorio ceramico, Stefano Stefanini. Lo Studio Legale dell’ Avv. Aldo Piras Patrocinante in Cassazione, ha stipulato una convenzione con Campo de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno diritto a n. 3 consulenze gratuite. Per informazioni rivolgersi in redazione Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. 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Stampa: Tipolitografia Garanzia di A.Spada riservatezza per gli abbonati La realizzazione di questo giornale e la Si garantisce la stesura degli articoli massima riservatezza sono liberi e gratuiti dei dati forniti ed impegnano dagli abbonati e la esclusivamente possibilità di chi li firma. richiederne graTesti, foto, lettere e tuitamente la retdisegni, anche se tifica o la non pubblicati, non cancellazione scrisaranno restituiti vendo all’editore. se non dopo Le informazioni preventiva ed custodite nello esplicita richiesta da archivio di Campo parte di chi li de’ fiori verranno fornisce. utilizzate al solo I diritti di riproduzioscopo di inviare ne e di pubblicazioagli abbonati il ne, anche giornale e gli parziale, sono allegati, anche riservati pubblicitari (legge in tutti i paesi. 675/96 tutela dati personali).