LA VOCE ROTARIANA GIORNALE DEL ROTARY CLUB MANIAGO SPILIMBERGO Edizione settimanale - anno 2011-2012 DISTRETTO 2060° - CLUB MANIAGO – SPILIMBERGO. PRESIDENTE – Taher Djafarizad RIUNIONE n° 17 1 Dicembre 2011 SOCI PRESENTI ASSENTI GIUSTIFICATI GRADITI OSPITI ASSIDUITA’ 25 4 12 78.1% COMPLEANNI DEL MESE DI DICEMBRE -AUGURI A TUTTI QUELLI NATI IN QUESTO MESE I nostri soci in altri club TEMA : La storia di una passione – La grappa RELATORI: Cristina Nonino Nella serata del 1° Dicembre, nella sede di Vivaro, si sono riuniti i soci del Club in forma conviviale. Relatrice Cristina Nonino , dell’omonima distilleria che opera in Friuli dal 1897. Il presidente Taher ha accolto i soci e molte loro signore mentre la relatrice, assai affabile, ha subito offerto loro personalmente - come ha spiegato poi, consiste, quest’uso, in una tecnica di marketing regolarmente applicata dai membri della sua famiglia- un assaggio dell’ottimo prodotto, anzi di un tipo particolare tra gli ottimi prodotti che la Distilleria Nonino ha distribuito sul mercato mondiale in virtù dell’altissima qualità, riconosciuta da tutte le riviste specializzate italiane, europee ed americane, con grande successo , contribuendo, con questo, alla considerazione internazionale di cui i marchi italiani di qualità vanno, giustamente, orgogliosi. Taher ha presentato Cristina Nonino evidenziandone il ruolo importante che ricopre nell’antica azienda di famiglia come responsabile commerciale del mercato italiano, che rappresenta il 60% del fatturato totale. Cristina ha riorganizzato il circuito commerciale interno portandolo ad annoverare ben 140 Agenzie plurimandatarie, seguendo altresì, in prima persona , il cosiddetto canale GDO, quello della grande distribuzione. Ma , soprattutto, delle tre sorelle Nonino, tutte impegnate nell’Azienda, Cristina è colei che il padre Benito ha designato, in omaggio al suo grande interesse per la distillazione, quale Responsabile di Produzione. Cristina Nonino ha, in séguito, illustrato, con la grande efficacia che può possedere chi appartiene, ormai, alla quinta generazione Nonino che si dedica alla produzione di Grappe, i cicli di produzione della sua Azienda. I genitori, Benito e Giannola, hanno operato, dal Dicembre del ’73, la grande svolta nella produzione, attuando una “rivoluzione copernicana” rispetto alla tradizionale distillazione: il “Monovitigno Nonino”, ottenuto distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit. Oggi, tutti i produttori, italiani e stranieri, seguono il modello Nonino, il cui modo di produzione, non è più basato sul trattamento delle vinacce accumulate tutte assieme, ma consiste nella selezione della materia prima di cui va estratta l’anima, che dev’essere di prima qualità anche dal punto di vista organolettico. I colori delle vinacce sono indescrivibili nella loro varietà stagionale e quando sono utilizzati al meglio gli alambicchi, nella Distilleria Nonino si ode una sorta di concerto, un concerto realizzato da 66 alambicchi artigianali discontinui a vapore, che lavorano seguendo gli stessi ritmi della vendemmia. Ne risulta un insieme del tutto originale e irripetibile di suoni ed effluvi, di colori e di atmosfere e chi vi lavora, con la dedizione e la passione di Cristina, riesce ad entrare in totale empatia con tutto ciò, vivendo un momento che ha il sapore della magia. E’ anche questo ciò che conferisce alla grappa Nonino un carattere di qualità eccellente, unico, che la rende irripetibile tra i tanti distillati. Questo hanno riconosciuto nel 2000 Wine Spectator, che l’ha definita il primo dei distillati di tutto il mondo; nel 2003 il Corriere della Sera, che dedicò un’intera pagina alla produzione; due mesi dopo il New York Times ne parlò come di Azienda Unica al mondo per qualità e novità del prodotto. In effetti, qualche anno prima vi era stata, in casa Nonino, un’altra rivoluzione copernicana: l’invenzione dell’acquavite d’uva, chiamata, in omaggio alla lingua friulana,” ùe”. Ma i Nonino non si accontentano di distillare, sia pur la grappa migliore del mondo: in omaggio alla filosofia produttiva da loro professata, che prevede di non accontentarsi fermarsi, quindiraggiunti, -e mai dei traguardi convinti che anche l’eccellenza è sempre migliorabile, hanno sentito l’esigenza di esercitare un controllo totale sulle loro creazioni, presiedendo, di persona, a tutto il ciclo, dalla coltivazione della materia prima al prodotto finito: è così che, oggi, la famiglia possiede anche 45 ettari di vigna, ai fini di una selezione tanto severa quanto affettuosa della qualità dell’uva. Cristina e le sorelle Antonella ed Elisabetta hanno, poi, voluto affrontare una sfida inedita: produrre una grappa di miele, da una materia cioè difficilissima da trattare per le sue caratteristiche naturali, che ha richiesto volontà ferrea di sperimentazione, accettazione fattiva di un trattamento borderline della materia prima piegandola, con accorgimenti che solo una lunga esperienza poteva garantire e con una medesimezza umana che è frutto di cinque generazioni, ad un utilizzo, per così dire, contronatura del miele di castagno. Ne è nato lo squisito, raffinato “Distillato della Purezza”. Al termine della serata, Taher ha consegnato a Cristina il guidoncino del Club e un omaggio floreale che l’imprenditrice ha mostrato di gradire. A conclusione, un assaggio -centellinato in modicissima quantità- di qualche prodotto caratteristico che Cristina Nonino ha offerto, come ad inizio di serata, di persona, con un tocco di apprezzata signorilità, da grande sommelier. LA VOCE ROTARIANA GIORNALE DEL ROTARY CLUB MANIAGO SPILIMBERGO Edizione settimanale - anno 2011-2012 DISTRETTO 2060° - CLUB MANIAGO – SPILIMBERGO. PRESIDENTE – Taher Djafarizad RIUNIONE n° n° 18 9 Dicembre 2011 SOCI PRESENTI ASSENTI GIUSTIFICATI GRADITI OSPITI ASSIDUITA’ 13 8 40.6% COMPLEANNI DEL MESE DI DICEMBRE -AUGURI A TUTTI QUELLI NATI IN QUESTO MESE I nostri soci in altri club TEMA : L’amicizia Rotariana – Un concetto problematico RELATORI: Il socio Massimo Riccetti Si sono riuniti, la sera del 9 Dicembre, presso i locali della sede “Da Gelindo”, i soci del Rotary Club di Maniago-Spilibergo. Il tema della serata, di natura interna, e, quindi, affrontato in riunione riservata ai soli soci, si è incentrato sulla questione dell’Amcizia rotariana. La relazione, affidata al socio Massimo Riccetti, è stata introdotta dal Presidente Taher che ne ha illustrato l’importanza in relazione agli scopi e alle finalità del Club. L’esordio della relazione è stato focalizzato sul fatto che il concetto di Amicizia, parola di uso comune, riveste, in realtà, una problematica che ha interessato tutta la storia del pensiero occidentale, da Aristotele ai giorni nostri. Già nel IV secolo A.C., Aristotele, nel IX libro dell’Etica Nicomachea ne evidenzia il quadro problematico sostenendo come la Filautìa,l’amore verso sé stessi, non può che strutturarsi in un’ottica di “Differenza”, che privilegia l’ascolto dell’Altro. Non è, quindi, la similarità tra soggetti a caratterizzare l’amicizia, bensì la differenza , che, basata sull’”altro da sé, mette l’individuo in condizione di conoscerSI. Tale concezione giunge, pressoché inalterata, sino alla nostra contemporaneità: il filosofo Paul Ricoeur, una ventina d’anni fa, scrive un saggio, “Sé stessi come un altro”, in cui sostiene che condizione imprescindibile per conoscere sé stessi è lo stare in rapporto con gli Altri, perché è il riconoscimento dell’Alterità a costituire il sé. Ciò avviene, naturalmente, in modo reciproco, valido per ciascuno e, quindi, l’Amicizia si costituisce come Bisogno dell’Altro, sia nel senso che il soggetto necessita dell’Altro, sia nel senso che questo Altro abbisogna del soggetto in un rapporto amicale che si basa sul confronto tra differenze. Tutto ciò sta in rapporto diretto col Rotary: nel 2006, Claudio Widmann, docente di psicologia dell’Università di Padova, rotariano, tratta della disposizione circolare di questo problematico concetto di Amicizia, definendone l’accezione rotariana come “forma etica dell’affettività” che caratterizza la psiche collettiva dei rotariani quale vera e propria “visione del mondo” che tende a far maturare elevate caratteristiche umane, che, a loro volta, in un andamento, appunto, circolare, tendono all’Amicizia. Il “sistema” rotariano recepisce tutto ciò: infatti, i soci vengono cooptati (scelti in base a criteri precisi), si suddividono per classifiche ( la differenza, anche nelle professioni), debbono ottemperare al valore dell’Amcizia anche come disponibilità a mettere a disposizione della comunità le proprie capacità professionali per affrontarne i problemi (services). Il primo punto che il manuale di procedura raccomanda è di “promuovere l’amicizia tra i soci”, perché soltanto per mezzo di questa essi saranno atti a servire l’interesse generale. Tali problematiche permeano il pensiero dei quattro fondatori del Rotary, nel 1905: un ebreo, un cattolico, due protestanti, che, nella differenza delle culture di cui sono portatori, producono una sintesi che sta all’ origine del Club. Dalla cultura ebraica esso assume i dettami del reciproco aiuto, della necessità dello stare insieme anche in forma conviviale al fine di unire le proprie forze; dalla cultura protestante -luterana e calvinista- ricava ciò che Max Weber definisce come etica fondamentale per lo sviluppo del capitalismo e da Thomas Carlyle la teoria delle élites come modello di leadership; dalla cultura cattolica l’interclassismo solidale che Papa Leone XIII propugnava già dal 1891, con l’Enciclica Rerum Novarum, sottolineando l’importanza dell’Associazionismo filantropico. L’impianto di essa giunge, nella sostanza, sino alle Encicliche di Benedetto XVI, dalla Deus caritas del 2005 alla Caritas in veritate del 2009, inframmezzate dalla Spe salvi del 2007: in questa, soprattutto, si loda l’Amicizia senza la quale il singolo sarebbe “Un’anima devastata dalla dimenticanza dell’Altro”. Ma, rispetto alla Rerum Novarum, si nota, soprattutto nell’Enciclica più recente, un maggiore avvicinamento tra Cattolicesimo e Protestantesimo, laddove si afferma che la giustizia distributiva non è soltanto -per l’attenzione ai poveri-eticamente doverosa, ma, anche, conveniente e utile allo stesso mercato ( § 35), affermando, con questo, cosa non molto distante da quella individuata da Weber come “etica e spirito del capitalismo”. La Chiesa Cattolica, tuttavia, probabilmente per ragioni concorrenziali, non riconosce il Rotary che in occasione del Giubileo del 2000, ad opera di Giovanni Paolo II. Oggi, tale riconoscimento è assodato, e ne è prova il ricevimento, da parte di papa Benedetto XVI, del Presidente internazionale del Rotary, Kalyan Banerjee, nello scorso mese di Ottobre. Ma l’opera del Rotary, soprattutto per il contributo del suo principale fondatore, Paul Harris, non si limita a diffondere questo sentimento d’amicizia tra i propri adepti e tra singole persone: bensì, in un’ottica più ampia, si passa dall’Amicizia tra uomini a quella tra i popoli in un intento generale di costruzione della pace, di cui è testimonianza una grande istituzione rotariana, il Centro Studi per la pace, che, con l’apporto delle più prestigiose università del mondo, dà vita, ogni anno, ad uno stage cui partecipano, mediamente, circa 70 giovani di ogni nazionalità. Paul Harris teorizza l’Amicizia tra i popoli a séguito di un viaggio attraverso i Club d’’Europa, nel 1928: ne nasce un libretto che, al proposito, è davvero illuminante. Lo stesso Harris, in altra opera più conosciuta e tradotta in molte lingue, “La mia strada verso il Rotary”, teorizza la positiva confluenza nel Club di personalità e popoli diversi come sono -ed altro non potrebbero che essere- gli Amici. Proprio in omaggio alla differenza Harris asserisce che “L’amicizia è stata la roccia sulla quale è stato costruito il Rotary, ma è la tolleranza ciò che lo tiene unito”. Il dibattito che ne segue vede gli interventi di Elio Cardarilli che, da socio fondatore, sottolinea quanto importante sia, nell’amicizia tra i membri del Club, l’apporto affettivo che lega gli uni agli altri, che si manifesta nel grande conforto che esso può portare in momenti cruciali dell’esistenza . Nemo Gonano riprende il tema del protestantesimo e del legame, che in esso individua Max Weber, col capitalismo; Vincenzo Canzonieri evidenzia come il messaggio cristiano, anche nella sua declinazione cattolica, non conculchi l’individualità del soggetto a favore dell’ecclesia, bensì integri l’una con l’altra; Leonardo Barcolla pone l’accento sull’influenza del pensiero di Carlyle, ancora operante nelle teorie di team organizzativo e dell’etica, valida, anche, come incremento della produttività ; Franco De Cicco riconduce, poi, il dibattito ad un alveo strettamente correlato alle dinamiche interne del Club di Maniago-Spilibergo. Il presidente Taher, infine, ringraziando il relatore, fa menzione del prossimo appuntamento, come da programma, per l’anuale festa degli auguri, in occasione della quale i soci sono invitati a fornire il loro contributo affinché le casse del Club possano essere adeguatamente rimpinguate con la finalità, sempre presente, di dare vita ai services che si riterranno opportuni e necessari, nello spirito di amicizia che, in questa serata, ricopre un importante ruolo. LA VOCE ROTARIANA GIORNALE DEL ROTARY CLUB MANIAGO SPILIMBERGO Edizione settimanale - anno 2011-2012 DISTRETTO 2060° - CLUB MANIAGO – SPILIMBERGO. PRESIDENTE – Taher Djafarizad RIUNIONE n° 19 17 Dicembre 2011 SOCI PRESENTI ASSENTI GIUSTIFICATI GRADITI OSPITI ASSIDUITA’ 22 8 41 68.7% COMPLEANNI DEL MESE DI Dicembre -AUGURI A TUTTI QUELLI NATI IN QUESTO MESE I nostri soci in altri club TEMA :FESTA DEGLI AUGURI CON LA PARTECIPAZIONE DEL GRUPPO SHARIFA ED UNA GRANDIOSA LOTTERIA. RELATORI: I SOCI ED I LORO INVITATI La festa degli auguri 2011 al club di Maniago-Splimbergo Molti i soci presenti, sabato 17 Dicembre, e molti loro amici e parenti per l’annuale “Festa degli Auguri”, presso la sede di “Gelindo dei Magredi” a Vivaro. Il presidente Taher Djafarizad con la sua signora, Paola, ha dato il benvenuto a tutti i convenuti, in particolare la Presidente delle INNER, signora Anna Ronzat Gonano, ricordando come, ogni anno, in prossimità delle feste natalizie , un incontro al Club è riservato allo scambio di auguri e ad una tradizionale pesca di beneficenza, al fine di finanziare, col ricavato, uno dei tanti services che il Club organizza. I numerosi ospiti hanno, spontaneamente, messo in palio per la lotteria diversi premi. La serata è trascorsa in allegria, accompagnata sottofondo da un musicale e dalle diverse esibizioni di danzatrici del gruppo Shefira che hanno offerto un saggio della loro bravura nella danza del ventre. I ragazzi presenti, figli dei nostri soci, hanno distribuito i biglietti della lotteria, che sono andati tutti esauriti, raccogliendo, con la simpatia dei loro modi, il favore degli adulti presenti. Le ragazze Elena, Giulia, Marta ed Eleonora, si sono rivelate garbatissime intrattenitrici nel condurre l’estrazione dei numeri vincenti con la spigliata padronanza del microfono che contraddistingue i giovani delle ultime generazioni. Un rapporto confidenziale, microfono, meno con lo il anno dimostrato gli spregiudicati soci, interpreti del karaoke, ma tanto a loro interessava poco. Qui a lato immagine dell’inno d’Italia a conclusione della serata. Molti premi sono stati distribuiti ai vincitori, fortunati o fortunatissimi, nel plauso generale, derivato dalla consapevolezza della finalità filantropica del ricavato. Al termine della serata, il suono del martello ha segnato, anche per quest’anno, la conclusione, di una delle più belle Feste degli Auguri. AUGURI E BUONE FESTE