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Celebriamo la Santa Messa alle ore 8,30 in S. CROCE e alle ore 11.00 in S. PAOLO
PREPARIAMOCI alla Liturgia della Parola del 23 Settembre 2012
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Anno B - I settimana del salterio
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
Seconda lettura (Gc 3,16-4,3)
tu vuoi che gli ultimi siano i primi
e fai di un fanciullo la misura del tuo regno;
donaci la sapienza che viene dall’alto,
perché accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te
il più grande è colui che serve.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura
(Sap 2,12.17-20)
Condanniamo il giusto a una morte infamante.
Dal libro della Sapienza
[Dissero gli empi:]
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo
e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni
contro l’educazione ricevuta.
Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Parola di Dio
Salmo responsoriale
(Sal 53)
Rit.: Il Signore sostiene la mia vita.
Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.
Per coloro che fanno opera di pace viene
seminato nella pace un frutto di giustizia.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e
ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene
dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di
misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro
che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di
giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?
Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle
vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete
e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non
ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre
passioni.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (cfr. 2Ts 2,14)
Alleluia, alleluia!
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia!
Vangelo (Mc 9,30-37)
Il Figlio dell’uomo viene consegnato…
Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
† Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea,
ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai
suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste
parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che
cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per
la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.
Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il
primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo,
disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui
che mi ha mandato».
Parola del Signore
Domenica 16 Settembre
PIETRO CORRADINI ISTITUITO LETTORE
Mi sembra opportuno fare un semplice chiarimento iniziale.
Il Lettorato, pur essendo di antica tradizione, è un ministero istituito e non appartiene al Sacramento dell'Ordine; cioè non è un
sacramento. Il che vuol dire che non è di istituzione divina, ma è
stato introdotto dalla Chiesa per favorire la preparazione adeguata al sacramento dell'Ordine, che riguarda i diaconi, i preti e i vescovi. Quindi la Chiesa potrebbe anche abolire il ministero istituito del lettorato, mentre non può abolire il sacramento dell'Ordine.
Pietro sta facendo il cammino di preparazione al diaconato, e la
benedizione del vescovo per costituirlo Lettore è la prima tappa
importante. La Chiesa prevede questa prima tappa di tirocinio
ministeriale, perché Pietro possa disporsi meglio al futuro servizio della Parola, quando sarà ordinato diacono e l'identità del
suo ministero risalti con la più grande efficacia.
L'investitura liturgica come Lettore, cioè la missione che il vescovo gli affiderà nel rito apposito, vuol dire che la Chiesa di Reggio
Emilia e Guastalla riconosce Pietro idoneo e lo incarica a svolgere il delicato servizio della proclamazione della Parola.
La tradizione liturgica ha affidato il compito di proclamare le letture bibliche nella celebrazione della Messa a determinati ministri:
ai Lettori, istituiti o di fatto, e al diacono (la lettura del Vangelo).
Nella nostra esperienza di comunità, attualmente i lettori di fatto,cioè non istituiti, sono la totalità.
L'avvento di Pietro, in qualità di Lettore istituito, non vuol dire che
egli si debba sostituire agli altri lettori, ma significa che egli diventa il servitore della proclamazione della Paroila nelle assemblee
e che in primo luogo spetta a lui qualificare la procalmazione della parola, assegnando la lettura a validi lettori. La parola di Dio
celebrata nell'assemblea liturgica è sempre una parola “incarnata” nella persona del lettore che la proclama e nell'assemblea
che l'accoglie. Proclamare, significa “dire a voce alta, a nome di
un altro”. Come si può trascurare la proclamazione, quando si
annuncia ad alta voce in nome di Dio?
Il Lettore istituito è chiamato ad un'assidua familiarità con le Scritture; dico “familiarità”, che non è frutto di scienza di studi, ma è
come alimentarsi ogni giorno con umiltà e fede col pane della parola, per assimilarne la forza e l'intelligenza spirituale. Non è superfluo ricordare che Gesù ha scelto non gli scribi che sapevano
a memoria la Scrittura, ma uomini semplici pronti ad ascoltarla e
a metterla in pratica.
In tal senso, a Pietro è affidata insieme al diacono Antonio la cura amorosa della lettura della parola del lunedì sera, perché diventi luogo di ascolto attento e fedele dell'annuncio domenicale e
perché tale annuncio sia messo in pratica.
Da quanto detto, si comprende bene che Pietro non va a ricevere
un'onorificienza, ma viene chiamato a farsi carico di un servizio
alla comunità, per arricchirne la fedeltà a Cristo e la comunione
reciproca.
Il fatto di ricevere il ministero istituito del Lettorato cambia radicalmente il rapporto tra Pietro e la comunità: Pietro non non è più
un volontario, come accade per una persona disponibile a servire
la parola; Pietro ha il compito, la missione assegnatagli dalla
Chiesa, il dovere di promuovere la proclamazione della Parola e
la familiarità con essa. Guai se non si prendesse cura di ciò.
Nel medesimo tempo, cambia anche il rapporto della comunità
con lui , perché questa riconosce la grazia ministeriale che gli è
stata conferita dalla Chiesa ed è chiamata a sostenerlo, ad incoraggiarlo nella sua missione ed a seguirlo nella sua iniziativa.
Ogni ministero esclude la chiusura, l'appropriarsi della grazia ricevuta mettendosi al di sopra degli altri; ogni ministero è un ser-
vizio, una carriera verso il basso, come è stata quella di Gesù “ che
non ritenne un privilegio l'essere come Dio”. Il servizio del diacono e
quindi del Lettore (prima tappa ministeriale per il diaconato) è come
un ponte che viene messo tra l'altare e il popolo, perché i doni dell'altare arrivino al popolo e perché la vita del popolo giunga all'altate; ed
è anche come un ponte posto tra la comunità dei cristiani e il mondo,
perché l'annuncio arrivi a tutte le creature e perché il gemito dell'umanità sofferente sia raccolto e portato a Cristo, mediante un amoroso e
disinteressato servizio.
Vittorio Cenini
Un servizio discreto anzi … ottimo!
"... tanta neve e tanto freddo, é tardi e prima di partire per andare a
lavorare avrei speso altro tempo a togliere neve e ghiaccio dalla macchina ma arrivo e qualcuno ci aveva già pensato era stata ripulita e
sghiacciata...
si stava scavando già da un po' e i risultati non erano dei migliori, anzi
si iniziava a non vederne la fine, ma ecco che arriva un aiuto e in poco tempo il lavoro si finisce...
è facile arrivare tardi a messa durante la settimana ma c'è sempre
qualcuno che ti viene incontro con un libretto pronto alla pagina giusta"
si potrebbe andare avanti scrivendo tante altre cose, di quelle cose un
po' invisibili così al primo colpo, di quelle a cui non si fa sempre caso,
ma che se non ci fossero sarebbe tutto molto differente, di quelle che
quando ti fermi e osservi ne sei colpito per la cura, la semplicità, l'amore di chi in silenzio e senza farsi troppo vedere ha preparato e pensato a te e a tutti.
grazie Signore per il dono che hai fatto alle nostre comunità!
grazie Pietro!
Due ragazzi di Santa Croce
SUOR RITA SCRIVE PER LA SAGRA
ciao Don Davide: vi penso e prego per voi. Qui
l'esaltazione della Santa Croce è il 27 prossimo
ed è la festa religiosa più importante è anche festa
pubblica.
Nella piazza grande , quella che vi ho fatto vedere di passaggio in macchina, verrà celebrata solennemente la preghiera con la benedizione della
croce che poi brucerà in ricordo di quando è stata
ritrovata.
Ciao un abbraccio a tutti e ancora buona sagra.
suor Rita
n.b. non calcolarmi per il pranzo!!!!!!!
violenze in Egitto e Libia: il rispetto per le religioni è premessa per la convivenza pacifica
E' intervenuto anche padre Federico Lombardi, S.I., direttore della
Sala Stampa Vaticana, sulla vicenda delle violenze scoppiate in Egitto
e Libia, causate, probabilmente, da un film prodotto negli Stati Uniti
sulla vita di Maometto e considerato blasfemo e offensivo per l'Islam.
"Il rispetto profondo per le credenze, i testi, i grandi personaggi e i
simboli delle diverse religioni è una premessa essenziale della convivenza pacifica dei popoli" ha esordito il portavoce vaticano nella sua
breve dichiarazione diffusa oggi.
"Le conseguenze gravissime delle ingiustificate offese e provocazioni
alla sensibilità dei credenti musulmani sono ancora una volta evidenti
in questi giorni, per le reazioni che suscitano, anche con risultati tragici, che a loro volta approfondiscono tensione ed odio, scatenando una
violenza del tutto inaccettabile".
"Il messaggio di dialogo e di rispetto per tutti i credenti delle diverse
religioni che il Santo Padre si accinge a portare nel prossimo viaggio
in Libano indica la via che tutti dovrebbero percorrere per costruire insieme la convivenza comune delle religioni e dei popoli nella
pace". (ZENIT)
Sabato 15 e Domenica 16 Settembre
nelle nostre due comunità ci sarà la
RACCOLTA di Generi Alimentari
per le famiglie bisognose
del nostro quartiere
Martini: così vedo inferno e paradiso
Il Dio che ha fatto suoi il tempo e la morte, ha dato a noi la sua
vita, nel tempo e per l'eternità. La Pasqua del Signore rivela la
solidarietà del Dio vivente alla nostra condizione di abitatori del
tempo, e insieme ci dà la garanzia di essere chiamati a divenire
gli abitatori dell'eternità. Nella risurrezione di Cristo ci è promessa
la vita, così come nella sua morte ci era assicurata la vicinanza
fedele di Dio al dolore e alla morte. La Pasqua è l'evento divino
nel quale ci è rivelata e promessa la destinazione del tempo al
suo felice compimento nella comunione in Dio.
Lo spazio temporale che sta tra l'ascensione e il ritorno di Cristo
nella gloria appare così come un estendersi del mistero pasquale all'intera vicenda umana: nella sofferenza e nella morte, che
ancora caratterizzano la nostra storia, si fa presente la sofferenza della croce, perché la vita del Risorto sia pregustata da chi
con Cristo percorre il suo esodo pasquale. L'intera vita del cristiano è un pellegrinaggio di morte e risurrezione continua, vissute con Cristo e in Cristo nello Spirito, portando anzi Cristo in
noi, «speranza della gloria».
Vigilare è accettare il continuo morire e risorgere quale legge
della vita cristiana; le condizioni della vigilanza evangelica non
sono dunque la stasi o la nostalgia, bensì la perenne novità di vita e l'alleanza celebrata sempre nuovamente col Signore Gesù
che è venuto e che viene.
Nella luce dell'evento pasquale si coglie allora il pieno significato
cristiano della morte fisica, ultima vicenda visibile della nostra esistenza. La morte è evento pasquale, segnato contemporaneamente dall'abbandono e dalla comunione col Crocifisso risorto.
Come Gesù abbandonato sulla croce, ogni morente sperimenta
la solitudine dell'istante supremo e la lacerazione dolorosa; si
muore soli!
Tuttavia, come Gesù, chi muore in Dio si sa accolto dalle braccia
del Padre che, nello Spirito, colma l'abisso della distanza e fa
nascere l'eterna comunione della vita. Perciò, per la grande tradizione cristiana la morte è dies natalis, giorno della nascita in
Dio, dell'uscire dal grembo oscuro della Trinità creatrice e redentrice per contemplare svelatamente il volto di Dio, in unione col
Figlio, nel vincolo dello Spirito Santo.
Tutto ciò che segue alla morte viene letto dalla fede nella luce
dell'evento pasquale di Gesù. Il giudizio è l'incontro con lui che
raggiunge la persona col suo sguardo penetrante e creatore e la
porta alla piena conoscenza della verità su se stessa davanti
all'eterna verità di Dio. La sua vigilante anticipazione avviene nel
confronto della coscienza con la Parola, nella celebrazione del
sacramento, in particolare della riconciliazione, nell'incontro con
il fratello bisognoso di aiuto.
L'inferno è la condizione insopportabilmente dolorosa della separazione da Cristo, dell'esclusione eterna dal dialogo dell'amore divino; possibilità tragica e però necessaria se si vuol prendere sul
serio la libertà che Dio ha dato all'uomo di accettarlo o di rifiutarlo.
L'inferno, in quanto possibilità radicale, evidenzia la dignità suprema della vita umana, il valore sommo della vigilanza e la tra-
gicità del male; proprio per questo e in tutto questo evidenzia l'amore
del Dio che, creandoci senza di noi, non ci salverà senza di noi. Egli,
infatti, che ci ha amati quando ancora eravamo peccatori, rimarrà separato da noi solo se noi ci ostineremo nell'essere separati da lui.
Il purgatorio è lo spazio della vigilanza esteso misericordiosamente e
misteriosamente al tempo dopo la morte; è un partecipare alla passione di Cristo per l'ultima purificazione che consentirà di entrare con
lui nella gloria. La fede nel Dio che ha fatto sua la nostra storia è il vero fondamento del credere a una storia ancora possibile al di là della
morte, per chi non è cresciuto quanto avrebbe potuto e dovuto nella
conoscenza di Gesù. L'anticipazione di tale spazio è il tempo dedicato
alla cura della finezza dello spirito che si nutre di sobrietà, distacco,
onestà intellettuale, frequenti esami di coscienza, trasparenza del
cuore, unificazione della vita sotto la regia della sapienza evangelica:
come pure dell'ascesi e della purificazione necessarie per fortificarci
nella tentazione, scioglierci dall'inerzia delle nostre colpe e liberarci
dall'opacità delle nostre abitudini cattive.
Il paradiso è l'essere eternamente col Signore, nella beatitudine
dell'amore senza fine: «Oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23,43).
La parola del Crocifisso al ladrone pentito è la rivelazione di ciò che il
paradiso è: un «essere con Cristo», un vivere eternamente in lui il dialogo dell'amore col Padre nello Spirito Santo. Questa relazione con il
Signore, di una ricchezza per noi inimmaginabile, è il principio essenziale, il fondamento stesso di ogni beatitudine dell'esistere. La vigilanza si esercita nell'anticipazione della gioia dell'incontro con il Signore
e nella letizia della comunione fraterna vissuta con tutti coloro che ne
condividono il desiderio.
La figura di tale anticipazione è così profonda e delicata da farci comprendere l'importanza della vita contemplativa, pur se la sostanza
dell'anticipazione appartiene a ogni vita di fede, sollecitata a diventare
esperienza vissuta nella confidenza con il Signore e nella fiducia della
sua tenera cura.
La spiritualità del Cantico dei cantici - lo insegna una tradizione spirituale costante e sempre rinnovata del cristianesimo - è dunque una
dimensione vitale della nostra relazione quotidiana con Dio; è il tempo
dell'innamoramento, destinato a consumarsi nell'esuberanza dell'amore, da coltivare, custodire, impreziosire nell'intimità di un dialogo
che raggiunge le fibre più sensibili del nostro essere.
Infine, nella luce della risurrezione di Gesù possiamo intuire qualcosa
di ciò che sarà la risurrezione della carne. In essa l'essere con Cristo
si estenderà ad abbracciare la pienezza della persona e la globalità
dell'esperienza umana anche nella sua dimensione corporea, così
come la risurrezione del Crocifisso nella carne ha portato nella vita
eterna la carne del nostro tempo mortale, fatta propria dal Figlio di Dio. L'anticipazione vigilante della risurrezione finale è in ogni bellezza,
in ogni letizia, in ogni profondità della gioia che raggiunge anche il
corpo e le cose, condotte alla loro destinazione propria, che è quella
delle opere dell'amore.
Non dobbiamo dimenticare che il cristianesimo, con alterne vicende,
ha condotto una dura battaglia per respingere l'impulso al disprezzo
del corpo e della materia in favore di una malintesa esaltazione
dell'anima e dello spirito. L'esaltazione dello spirito nel disprezzo del
corpo, come l'esaltazione del corpo nel disprezzo dello spirito, sono di
fatto il seme maligno di una divisione dell'uomo che la grazia incoraggia a combattere e a sconfiggere. La vigilanza consiste nell'esercizio
quotidiano dei sensi spirituali, ossia degli stessi sentimenti che furono
di Gesù, nella coltivazione della sapienza evangelica che unifica l'esperienza e ci consente di apprezzare i legami fini e profondi del corpo con lo spirito. In tal modo possiamo custodire fin d'ora, in attesa
che si compia la promessa della risurrezione della carne, il piacere
della libertà del corpo da tutto ciò che è falso e ottuso, laido e volgare,
avido e violento. La fede nella risurrezione finale ci aiuta quindi a valorizzare e amare il tempo presente e la terra La vigilanza cristiana, illuminata dall'orizzonte ultimo, non è fuga dal .… (SEGUE A PAGINA 4)
CALENDARIO LITURGICO
Sabato 15 Settembre
Santa Maria addolorata
Domenica 16 Settembre
XXIV Domenica per annum (B)
IV settimana del salterio
Lunedì 17 Settembre
Stimmate di san Francesco
Martedì 18 Settembre
Sant’Arianna, sant’Eustorgio
Mercoledì 19 Settembre
San Gennaro, san Mariano
Giovedì 20 Settembre
Sant’Andrea Kim e compagni
Liturgie nella Chiesa della SANTA CROCE
Liturgie nella Chiesa di SAN PAOLO
Ore 17.30 Adorazione Eucaristica
Ore 18.30 S. Messa
Ore 10.00 S. Messa: intenzione:
defunti don Gianni Bigi, don Alberto Altana, don Felice Iotti, don Guido Riva
Ore 18.45 S. Messa intenzione: defunte
Maria Luisa Villa e Pierina Corradini
Ore 18.45
Liturgia della Parola e Comunione Eucaristica
Ore 11.30 S. Messa
Ore 18.45
Liturgia della Parola e Comunione Eucaristica
Ore 18.45 S. Messa
Ore 18.00 Adorazione Eucaristica
Ore 18.45
Ore 18.45 S. Messa: intenzione:
Liturgia della Parola e Comunione Eucaristica
dell’Offerente
Ore 18.45
Ore 18.45 S. Messa
Liturgia della Parola e Comunione Eucaristica
Ore 10.15 S. Messa presso il
Ore 18.45
Centro Diurno STELLA POLARE
Liturgia della Parola e Comunione Eucaristica
in Via Accursio da Reggio
Ore 17.30 Adorazione Eucaristica
Sabato 22 Settembre
San Maurizio, san Silvano
Ore 18.30 S. Messa
Ore 8.00 S. Messa: intenzione:
Domenica 23 Settembre
XXV Domenica per annum (B) Ore 10.00 S. Messa: intenzione: defunti
Ore 11.30 S. Messa
I settimana del salterio
Susanna Lasagni e don Vittorio Chiari
Venerdì 21 Settembre
San Matteo, santa Maura
DIARIO DELL’UNITÁ PASTORALE
Lunedì Ore 21 in San Paolo e in Santa Croce:
17 settembre
ASCOLTIAMO LE LETTURE DI DOMENICA PROSSIMA
Martedì Ore 21 in San Paolo INCONTRO CATECHISTI ELEMENTARI E MEDIE
18 settembre
Siamo in Casa della Carità. lodi 6,30, colazione, alzata ospiti e 8,30 S. Messa. Vieni in almeno
Mercoledì uno di questi momenti? Altri amici della parrocchia ti aiuteranno ad "entrare" in casa se non sei mai
19 settembre
stato o se non conosci nessuno. Dai buttati!
Domenica Ore 16 in Oratorio CONSIGLIO PASTORALE
23 settembre
Ore 19.30 in Oratorio INCONTRO DEI GIOVANI
siamo invitati a pregare per
Serena Lo Castro
e Riccardo Mazza
che riceveranno il dono dello Spirito Santo
nel Battesimo domenica 23 settembre
(SEGUE “Martini …”)
mondo, bensì capacità di vivere la fedeltà alla terra e al
tempo presente nella fedeltà al cielo e al mondo che deve
venire. Nella luce della Pasqua, i novissimi - morte, giudizio,
inferno, purgatorio, paradiso e risurrezione finale della carne - sono tutte forme dell'essere con Cristo, che è promesso
e donato all'abitatore del tempo e si configura a seconda del
rapporto che, nella vigilanza o nel rifiuto, si stabilisce tra ogni persona umana e il Signore Gesù.
Carlo Maria Martini 13/2/2009
COMMENTO AL VANGELO DI OGGI:
Anche oggi si sentono le voci e i giudizi più contrastanti su Gesù: c’è chi
lo ritiene un saggio, un generoso moralista, un protagonista della storia,
e c’è anche chi lo calunnia, chi lo odia. Ma la sola, la vera identità di Gesù è quella proclamata da Pietro: “Tu sei il Cristo”. Se riduciamo la fede
cristiana al chiuso di un orizzonte umano, per quanto nobile, siamo in errore: Cristo è venuto a portare la salvezza eterna, la speranza soprannaturale, non una dottrina per rendere più tollerabile la convivenza umana,
anche se è interessato alla redenzione di tutte le realtà terrene, sempre
in funzione della felicità eterna. Non basta riconoscere Gesù come Figlio
di Dio: bisogna imitarlo in ciò che egli ha di più specifico, cioè nell’amore
alla croce che non è il fine, ma il mezzo necessario per compiere la redenzione. Se vogliamo essere corredentori non possiamo rifuggire la
croce, perché solo attraverso di essa, perdendo la nostra vita, la ritroveremo nell’eternità, partecipando alla risurrezione di Cristo.
TUTTI i Mercoledì in Santa Croce dalle 18,00 alle 18,45 e TUTTI i Sabati in San Paolo dalle 17,00 alle 18,30 don Davide e don Giordano sono
disponibili per CONFESSARE o per CHIACCHIERARE. Rimangono disponibili, previo appuntamento, in altri momenti. Don DAVIDE tel.0522511374 cel. 331 2777771 e-mail [email protected] Don GIORDANO tel.0522-920144 cel. 3406735040 e-mail [email protected]
Settimanale delle comunità cristiane (in unita pastorale) di Santa Croce Via Adua,77 Tel.0522-511374-920144 e San Paolo V.le Regina Margherita,17
Tel.0522-516876. Ciclostilato in proprio, ad uso interno. e-mail: [email protected][email protected] - [email protected]
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Celebriamo la Santa Messa alle ore 8,30 in S. CROCE e alle ore