Ufficio stampa
Rassegna stampa
lunedì 30 gennaio 2012
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INDICE
Corriere Romagna Ravenna
«Impegno per la Costituzione»
30/01/12
5
Politica
Quando Ravenna abbracciò Scalfaro
30/01/12
6
Politica
Enti locali e servizi online
30/01/12
8
Economia e Territorio
Piazza Anastagi non piace agli operatori
30/01/12
9
Economia e Territorio
«Interventi in via Maggiore, ormai “strada dei caduti”»
30/01/12
Viabilità
Spiaggia aperta, ristoranti a rischio
30/01/12
11
Turismo, Cultura, Spettacoli
Cantiere per 3 istituti comprensivi
30/01/12
12
Istruzione
Caso Omsa parla Grassi: «Faenza chiusa per salvare il gruppo
30/01/12
10
Lavoro
13
La Voce di Romagna Ravenna
prima pagina
30/01/12
14
Prima pagina
Edifici rurali Summit a Ravenna
30/01/12
15
Turismo, Cultura, Spettacoli
BREVI di cronaca
30/01/12
16
Cronaca
Si sporge dalla barca e cade tra le onde
30/01/12
17
Cronaca
Malviventi scatenati
30/01/12
18
Cronaca
“Via Maggiore pericolosa” LpRa chiede interventi
30/01/12
Viabilità
Il progetto per lo sviluppo del minieolico protagonista alla Fiera del Levante
30/01/12
Economia e Territorio
La Sermar Line apre il primo canale commerciale tra Ravenna e Libia
30/01/12
Economia e Territorio
Ancisi (LpRa) in Commissione europea Risorse naturali
30/01/12
Ambiente, Economia e Territorio
Ode al guerriero dal cuore tenero Si celebra il carciofo
30/01/12
Agricoltura
Il Canale dei Mulini tira sempre
30/01/12
Sport
SPORT: Tre schiaffoni per la Foris e il Porto
30/01/12
22
23
28
Sport
SPORT: Pure a Monza tutto secondo copione per la Robur Costa
30/01/12
21
25
Sport
SPORT: L’Acmar si rialza subito con Roncade
30/01/12
20
24
Ambiente
SPORT: Con Colombo il Ravenna vola via
30/01/12
19
29
30
Sport
Corriere della Sera
Spendere meno non è impossibile
30/01/12
31
Economia Nazionale
L'agenda Monti sul tavolo di Bruxelles
30/01/12
32
Economia Nazionale, Politica Nazionale
Occupazione e contratti spuntano gli aiuti regionali
30/01/12
Lavoro
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33
L'accesso impossibile a internet per quattro famiglie su dieci
30/01/12
Economia Nazionale
35
Il Giornale
Lavoro, Palazzo Chigi deciso a sfidare i sindacati
30/01/12
Lavoro
Il flop del governo tecnico sul debito Bisogna creare un fondo salva Italia
30/01/12
Economia Nazionale
Macchè liti, il Pdl è tutto con Monti
30/01/12
38
40
Politica Nazionale
Niente pediatria dopo i 6 anni I dottori dei bambini in rivolta
30/01/12
37
Sanità e Politiche sociali
41
Il Resto del Carlino
Casini promuove la politica: Ammiro l'ala responsabile del Pdl
30/01/12
Politica Nazionale
42
Il Sole 24 Ore
Famiglie e imprese: i tagli ai pesi superflui
30/01/12
43
Economia Nazionale
Famiglie e imprese: i tagli ai pesi superflui (2)
30/01/12
45
Economia Nazionale
Sfida infinita agli eccessi della burocrazia
30/01/12
Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale
Un primo passo che non risolve il rebus
30/01/12
Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale
Pagamenti della Pa: procedura unica
30/01/12
Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale
Nuove generazioni, quattro pilastri per dare più chance
30/01/12
Lavoro, Sanità e Politiche sociali
Indicatore attendibile, ma va stimato il gettito
30/01/12
62
Turismo, Cultura, Spettacoli
Campania e Lazio al top nei ricoveri taglia-attesa
30/01/12
Sanità e Politiche sociali
Gli indirizzi passano da ottocento a undici
30/01/12
64
66
Istruzione
Meno burocrazia per i tecnici
30/01/12
55
60
Economia Nazionale
I Tar bloccano le gare per i servizi ai musei
30/01/12
52
59
Economia Nazionale
Cresce al nord il rischio evasione
30/01/12
51
58
Economia Nazionale
Per stanare i piccoli servono più controlli
30/01/12
48
67
Istruzione
Italia Oggi
Adriatico cruciale per la crescita
30/01/12
69
Economia Nazionale
La Repubblica
Nuovi assunti senza articolo 18 ma in cambio addio al precariato
30/01/12
Lavoro
Indennità, reddito minimo e il nodo dei licenziamenti le quattro ricette a confronto
30/01/12
Lavoro
Lavoro, i sindacati chiedono chiarezza
30/01/12
Lavoro
Autonomi e imprenditori non dichiarano il 56% del loro reddito effettivo
30/01/12
Economia Nazionale
L’Italia di lotta e di governo che promuove Monti e le proteste
30/01/12
Economia Nazionale, Politica Nazionale
Figli di stranieri, Cancellieri frena “No alla cittadinanza automatica”
30/01/12
Sanità e Politiche sociali, Politica Nazionale
POVERTÀ E MERCATO DEL LAVORO
30/01/12
73
75
Lavoro
Quante differenze dagli anni di Lama oggi la precarietà è il primo problema
30/01/12
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76
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80
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Lavoro
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La Stampa
Dall’Ue 8 miliardi per l’Italia
30/01/12
84
Economia Nazionale
Il Monti mediatore prova a ricucire tra Londra e Bruxelles
30/01/12
Economia Nazionale
“Il capitalismo è un’auto vecchia Va cambiato”
30/01/12
88
Economia Nazionale
Stop al credito, l’incubo dell’Italia
30/01/12
89
Economia Nazionale
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa
30/01/12
91
Politica Nazionale
EUROZONA, SERVE L’UNIONE POLITICA IN TEMPI RAPIDI
30/01/12
86
Politica Nazionale
93
Unità
«Il rating antimafia? Buona idea, ma tocca alla politica fare di più»
30/01/12
Cronaca, Politica Nazionale
«Ministro Fornero, non colpisca il terzo settore»
30/01/12
Turismo, Cultura, Spettacoli, Sanità e Politiche sociali
«Il mio risarcimento? Un Pd diverso, anche sulla giustizia»
30/01/12
Politica Nazionale
Gli immigrati e l’Italia I diritti spariscono nel lavoro sommerso
30/01/12
Sanità e Politiche sociali
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Còrriere
press LIETE
RAVENNA
30/01/2012
«Impegno per la. Costituzione»
Il «profondo cordoglio» del sindaco Fabrizio Matteucci
RAVENNA. A nome
dell'amministrazione comunale e della comunità
ravennate, il sindaco di
Ravenna Fabrizio Matteucci ha espresso ieri
«profondo e sincero cordoglio» per la scomparsa
dell'ex presidente della
Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro. «Ravenna nel dicembre del 1994 ebbe l'onore della sua visita per le
celebrazioni del 50° anniversario della Liberazione della città - ricorda -. In
quella occasione i ravennati testimoniarono al
presidente grande affetto,
«La comunità ravennate ricorda la difesa
della Carta che ne ha contraddistinto
gli ultimi anni e gliene sarà sempre grata»
riconfermando il forte legame di Ravenna con le istituzioni repubblicane».
«La comunità ravennate
- prosegue Matteucci - ricorda l'impegno in difesa
della Costituzione che ha
contraddistinto soprattutto gli ultimi anni della vita
di Scalfaro. Un impegno
forte, portato avanti nella
convinzione della straordinaria attualità della nostra Carta, ancora oggi capace di indicare alla politica e alle istituzioni i traguardi del futuro. Ravenna città della Resistenza,
del Tricolore e della Costituzione sarà sempre grata
a Oscar Luigi Scalfaro per
questo impegno».
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Quando Ravenna abbracciò Scalfaro
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Caiiere
press LIETE
RAVENNA
30/01/2012
Quando Ravenna abbracciò Scalfaro
Alla cerimonia per i150° della Liberazione nel '94
La "naja" in città, l'amicizia con "Zac" e Boldrini
RAVENNA. Si è spento a 93 anni nella notte fra sabato e domenica, nella
sua abitazione di Roma, il presidente emerito della Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro, prima carica dello
Ma il legame fra l'ex presidente e la città bizantina
aveva radici antiche ed è
stato coltivato e rinsaldato negli anni. Fin da quando, in gioventù, aveva trascorso un periodo del servizio militare nella caserma Garibaldi di via di Roma, come allievo ufficiale.
L'occasione più memorabile resta, senza dubbio,
la sua visita in occasione
del 50° anniversario della
Liberazione di Ravenna, il
4 dicembre 1994. Non al
chiuso delle sedi istituzionali, ma in una piazza del
Popolo gremita, Scalfaro
fu accolto oltre con grande
calore dai ravennati; a fare gli onori di casa l'allora
sindaco Pier Paolo D'Attore. Quella giornata segnò
una vera pietra miliare
per Ravenna: alla cerimonia partecipò anche il presidente del Parlamento
Europeo Klaus Hansch,
che conferì alla città il premio di Civismo. In
quell'occasione fu anche inaugurato anche il busto
di bronzo di Benigno Zaccagnini: il capo dello Stato
Stato dal 1992 al 1999. L'ultima sua
visita nel Ravennate risale al marzo
2009, quando fu ospite della Pastorale scolastica di Faenza al Teatro
Masini.
ricordò con emozione il
suo vincolo di amicizia
con "Zac", oltre che con
Arrigo Boldrini, presente
alla cerimonia. Scalfaro
nel suo discorso evidenziò
i valori della tolleranza e
della comprensione reciproca, prendendo spunto
dall'armonia dei mosaici.
Terminato il settennato
al Quirinale, Scalfaro da
presidente emerito tornò
nel Ravennate molte altre
volte: il 14 marzo 2002 fu ospite a una conferenza alla
sala Cavalcoli sul tema Il
cristiano e la politica; il 16
gennaio 2003 partecipò a
Bagnacavallo ai lavori di
Futuro antico (seminario
sulla didattica della Shoah); il 3 febbraio 2004 a
Faenza, nella sala del consiglio comunale, fu relatore
sul tema Le regole della democrazia: uno sguardo sulla Costituzione repubblicana. Pochi mesi dopo - il 5
maggio 2004 - un doppio appuntamento ad Alfonsine e
Ravenna: la visita al Museo
del Senio e la chiusura delle
celebrazioni del 59° della Liberazione al teatro Alighieri. Nel 2009, infine, l'intervento al Masini di Faenza.
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press LIETE
30/01/2012
Dalla Costituente
al «Non ci sto!»
RAVENNA. Nato a
Novara il 9 settembre
1918, Oscar Luigi
Scalfaro intraprese la
carriera di magistrato.
Membro dell'assemblea
Costituente del 1946,
prima di salire al
Quirinale - dal 1992 al
1999 - è stato
ininterrottamente
deputato per l'intera
storia della Repubblica.
A partire dal primo
Parlamento, eletto nel
1948. E' stato anche più
volte ministro, non fu
mai presidente del
Consiglio. Come Pertini
Caiiere
RAVENNA
Vasco Errarsi: «Instancabile
dedizione per il Paese»
BOLOGNA. «Profonda
commozione» è stata espressa ieri dal presidente della Regione Vasco Errani alla notizia della
scomparsa del presidente
emerito Oscar Luigi Scalfaro. «Grande personalità
della politica italiana, costituente e protagonista
essenziale della vita delle
istituzioni repubblicane lo ricorda il governatore con il suo settennato presidenziale ha dato un contributo fondamentale alla
qualità della democrazia
in Italia, alla crescita del
sistema delle autonomie,
al dialogo e alla collaborazione fra le istituzioni della Repubblica». Anche a
nome della Giunta regionale e della comunità emiliano romagnola, oltre a esprimere «cordoglio», Errani ha voluto «tributare
riconoscenza per quanto
il presidente Scalfaro ha
sempre dato con il suo coerente e instancabile impegno per il nostro Paese».
e De Nicola, è stato
anche presidente sia del
Senato che della
Camera.
Il suo settennato ebbe
inizio subito dopo la
strage di Capaci; fu
caratterizzato anche dal
passaggio dalla Prima
alla Seconda
Repubblica e dalla
transizione dagli anni
di Tangentopoli.
Rispose a reti
unificate il 3 novembre
1993 alle accuse di avere
gestito fondi neri
quando era ministro
dell'Interno. Lo giudicò
un colpo di coda della
vecchia classe politica:
il suo «Non ci sto» è
ormai parte della
memoria collettiva
degli italiani.
Il presidente Giorgio
Napolitano ha ricordato
la sua figura con un
messaggio: «E' stato un
protagonista della vita
democratica, esempio di
coerenza ideale e
integrità morale».
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press LIETE
30/01/2012
Caiiere
RAVENNA
WORKSHOP
Enti locali
e servizi online
RAVENNA. "Anagrafi e
servizi demografici nella
Cn-ER: l'eccellenza
diventa sistema" è il tema
del workshop in
programma oggi dalle 10
nella Sala Nullo Baldini
(via Guaccimanni 10),
organizzato da Provincia
e Regione . «Saranno
presentate - spiega
l'assessore Ronchini - le
azioni e le applicazioni
sviluppate nell'ambito
della community network
Emilia-Romagna
riguardanti le anagrafi,
la circolarità anagrafica e
i servizi demografici».
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Piazza Anastagi non piace agli operatori
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press LIETE
RAVENNA
30/01/2012
Piazza Anastagi non piace agli operatori
Nessuno ha accettato il luogo alternativo
proposto dal Comune per il periodo dei lavori
RAVENNA. Gli operatori del mercato coperto non hanno intenzione di
spostare i loro box in piazza Anastagi, e sono pronti a fare causa contro il
Solo a fine estate l'amministrazione comunale
aveva presentato anche
ai 19 operatori del Mercato coperto il progetto di
riqualificazione di Coop
Adriatica, che si è aggiudicata la gestione per i
prossimi trent'anni. Successivamente sempre
l'Amministrazione ha offerto agli operatori la possibilità di trasferirsi temporaneamente in piazza
Anastagi per la durata
dei lavori, che dovrebbero iniziare nei primi mesi
di quest'anno.
Il progetto di Coop Adriatica. Il progetto di re-
cupero della struttura
prevede la realizzazione
di un supermercato, una
libreria, uno spazio eventi, bar, un ristorante della Camst e un ufficio informazioni per i turisti,
che dovrebbero affiancarsi agli attuali operatori nel nuovo mercato coperto in piazza Andrea
Costa, anche se al momento le condizioni poste
per il loro rientro non appaiono sufficientemente
appetibili.
Le richieste dei negozianti. «Alla Coop Adria-
tica abbiamo chiesto solo
tre cose - spiega il portavoce degli operatori -: il
rispetto dei metri quadri
che ci spettano, l'autonomia di gestione e l'assenza di concorrenza interna. Su questo però non
abbiamo ancora ricevuto
risposta. Quanto alla richiesta da parte dell'Amministrazione di spostarci in piazza Anastagi per
consentire l'avvio dei lavori, noi non ci muoviamo, anzi, abbiamo inviato una raccomandata nella quale chiediamo alla
Conferenza dei servizi di
non procedere con l'aggiudicazione del progetto, perché non rispetta il
nostro diritto di prelazione, sancito dalla delibera
comunale del febbraio
2011, e lo studio di fattibilità presentato dall'architetto Iginio Rossi, su
cui si fonda il bando di gara».
Botta e risposta. Mentre tutto sembra in fase di
stallo non è mancata la
replica della Coop Adriatica, che in una nota ribadisce la coerenza del
progetto con lo stesso
bando di gara e la disponibilità a discuterne in
tutte le sedi, comprese
quelle giudiziarie. «Coop
Adriatica non sta violando in alcun modo le regole - si legge nella nota - né
tantomeno il loro diritto
Comune e Coop Adriatica perché secondo loro il progetto di riqualificazione dello storico edificio non tutelerebbe il loro diritto di prelazione.
di prelazione: nel progetto del nuovo mercato c'è
spazio per tutti coloro
che vorranno unirsi per
ridare vita a questa importante struttura». Tuttavia per Coop Adriatica
le posizioni assunte dagli
operatori sembrano esprimere soprattutto «la
difesa corporativa di interessi privati, piuttosto
che il reale interesse a
partecipare al rinnovamento di un luogo così
importante per la città» e
per questo l'ente cooperativo non rinuncia al progetto di realizzare nell'ex
mercato «uno spazio che
ne mantenga la funzione
storica, rilanciandolo come luogo vitale di promozione delle tradizioni agroalimentari, della cultura e della socialità a Ravenna, tutelando il potere d'acquisto dei consumatori alla luce dei valori cooperativi». (s.l.)
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Caiiere
press LIETE
RAVENNA
30/01/2012
«Interventi in via Maggiore,
ormai "strada dei caduti"»
RAVENNA. Dopo l'ennesimo incidente in via Maggiore - la donna travolta
sulle strisce pedonali
martedì scorso - Lista per
Ravenna riporta l'attenzione sulla pericolosità
dell'arteria che attraversa il quartiere San Biagio.
Il capogruppo Alvaro Ancisi e il coordinatore territoriale Alessandro Garofalo, riportano alcuni
dati estratti dal Piano della sicurezza stradale
(2003-2007): 61 incidenti,
con l'esito di un morto, 69
feriti e 59 illesi. «Sono stati ben 22 i pedoni coinvolti
in tali incidenti - sottolineano - grazie ai quali via
Maggiore ha meritato la
tragica medaglia di bronzo nella classifica delle
strade più pericolose di
Ravenna, dopo via Faentina e viale Randi».
Gli esponenti di LpRa
mettono in evidenza «che
su questa strada le automobili percorrono le strette sottostrade insieme alle
biciclette e ai pedoni, e
che è consentito eseguire
impunemente qualsiasi
immissione e svolta dalle
strade laterali, invertire il
senso di marcia ed effettuare sorpassi in presenza
di passaggi pedonali e incroci. A questa congerie
di azioni imprudenti da
parte degli automobilisti
si deve aggiungere la carente illuminazione, l'assenza di percorsi ciclabili
e di sicuri attraversamenti pedonali».
Le sollecitazioni all'Amministrazione sono quindi mirate. Per quanto riguarda i pedoni «il Comune deve finalmente predisporre il Piano della mo-
niente e sarebbe altrettanbilità pedonale, previsto to necessaria, peraltro, «la
nel Piano Traffico, met- Ztl prevista nella zona antendo in sicurezza gli at- tica a ridosso del centro
traversamenti e dotandoli storico nota, per le sue
di cartelli segnaletici, isole salvagente centrali e astrade strettissime, come
deguata illuminazione».
casbah, delimitata dalle
Altrettanto necessario «è
vie Maggiore- Fiume Abil Piano della mobilità cibandonato - Spreti - Lanclabile, anche questo predoni - Moradei».
visto del Pgtu 2007 ed enFermo restando, conclutrambi oggetto di una pedono Ancisi e Garofalo,
tizione di Lista per Ravenche «il miglioramento delna in corso»; è comunque
la qualità della vita
di «assoluta priorità la
sull'asse Faentina-Magrealizzazione della pista
giore» passerebbe dallo
ciclabile di via Maggiore,
«spostamento del traffico
indicata nel Pgtu tra queldi attraversamento verso
li di urgente progettazioitinerari alternativi più ene».
sterni, l'obiettivo numero
Nello stesso Piano, fanuno che il Pgtu subordinano presente dalla lista civa "alla realizzazione del
vica, era previsto «il riorcircuito perimetrale" e "adino di via Maggiore, comgli interventi di moderapreso all'interno del piano
zione della velocità da eseper la Riqualificazione urguire nella tratta via Faenbanistica di piazza Baractina - via Maggiore". La
ca, via Maggiore e via
circonvallazione nord è
Faentina, col dichiarato
terminata da tempo - fan"obiettivo di migliorare la
no notare in conclusione e alcuni interventi per risicurezza e l'agibilità degli
durre la velocità sulle vie
spazi e dei percorsi pedoFaentina - Maggiore sono
nali"». Su questo, ramstati fatti».
mentano Ancisi e Garofalo, «il Comune bandì, nel
maggio 2005, un concorso
di idee e di progettazione
preliminare. Qualcosa
non deve aver funzionato
nel bando, perché nessuno vi ha concorso, nonostante fosse internazionale e prevedesse, a parte i
premi previsti per i primi
tre classificati, di poter assegnare al vincitore la
progettazione definitiva
ed esecutiva e anche la direzione dei lavori di opere, sia pure da effettuare a
stralci, del valore di circa
6 milioni di euro. Nulla si
è più mosso». Per LpRa
«occorre riprendere il discorso in termini di più
concreta fattibilità, giacché il bisogno estremo
suggerisce di fare almeno
qualcosa».
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Non costerebbe
quasi
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K,EAT'j
Piazza Anastagi non piace agli operatori
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press LIETE
30/01/2012
Caiiere
RAVENNA
liberalizzazioni. Preoccupazione per i pasti consumati nei bagni, mentre sono ancora incerti i margini di manovra per Regione e Comuni
Spiaggia aperta, ristoranti a rischio
Il presidente del sindacato Ascom teme gli effetti del pacchetto del Governo Monti
CERVIA. Il Comune ha assicurato il suo appoggio
ai ristoratori, per attenuare gli effetti della liberalizzazione della spiaggia, ma loro continuano ad
essere «fortemente preoccupati». E già si ipotizzano gli effetti che potrà avere un arenile aperto
anche durante le ore notturne.
Ad esempio, molti ristoranti potrebbero rinunciare a riaprire la
prossima estate, di fronte
alla «impossibilità di lavorare».
Calcolando poi come il
90 per cento di questi gestori sia in affitto, si assisterebbe a un crollo dei
prezzi di locazione. Già ora, del resto, gli operatori
si muovono con i piedi di
piombo; e prima di firmare un contratto di affitto,
aspettano di capire come
finirà la questione della
«spiaggia non stop». La
Regione, in questo caso,
potrebbe intervenire. Ma
non è ancora dato sapere
quale sia il suo margine
di manovra sul decreto
del governo Monti.
«E' difficile lavorare in
queste condizioni - afferma però il presidente dei
ristoratori Ascom Umberto Bagnolini -, quando
non si conoscono i cavilli
che possono consentire
alla Regione e al Comune
di gestire le liberalizzazioni. E anche se la Giunta ci tranquillizza, noi
siamo demoralizzati. Se
la situazione dovesse degenerare, prevedo che
chiuderanno molte attività. Ma a rimetterci non
saranno solo i ristoranti;
pensiamo infatti al minor passeggio in centro,
con ripercussioni su bar
e negozi. E se la maggior
parte è in affitto, sarà difficile potersi permettere
certi prezzi».
Come ormai viene apertamente riconosciuto, quindi, l'apertura di
200 ristoranti in riva al
mare, da un momento
all'altro, produrrebbe una concorrenza insuperabile. E per chi ha intenzione di investire nei coperti, non resterebbe altro che cambiare mercato.
Nel frattempo, il mondo della ristorazione cerca di catturare gli innamorati. La festa di San
Valentino è alle porte, e
con essa verrà riproposto
ancora una volta il lucchetto dell'amore. Sarà
consegnato alle coppie
che cenano a lume di candela, per poi venire fissato alle panchine del piazzale Salinari. Una volta
buttata la chiave nelle acque del porto canale, l'amore diventerà eterno;
almeno si spera.
Massimo Previato
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Spiaggia aperta, ristoranti a risclio
MIC
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RAVENNA
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Cantiere per 3 istituti comprensivi
Scuola
primaria
CERVIA. Le Direzioni
didattiche del 2° Circolo
di Cervia e del 3° Circolo
di Milano Marittima,
aderiscono al Cantiere
straordinario in
relazione all'ipotesi della
costituzione dei tre
istituti comprensivi. Il
progetto, della durata di 2
anni scolastici, è rivolto
a 24 docenti di scuola
primaria in servizio nelle
scuole locali. L'iniziativa
si svolge in
collaborazione con
l'Università di Bologna,
Facoltà di scienze dalla
formazione primaria.
Prevede un percorso di
ricerca - azione, con la
supervisione delle
docenti Ira Vannini ed
Elena Luppi e
l'affiancamento di un
ricercatore.
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Spiaggia aperta, ristoranti a rischio
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press LIETE
30/01/2012
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RAVENNA
Caso Omsa
parla Grassi:
«Faenza chiusa
per salvare
il gruppo»
FAENZA. Nerino
Grassi ha rotto il silenzio. Lo ha fatto concedendo alla Gazzetta
di Mantova una lunga
intervista intitolata
«Licenziare è doloroso, non avevo alternative», in riferimento,
ovviamente, all'Omsa. Il patron della Golden Lady racconta al
giornale la sua verità,
ma di fatto, leggendo
con attenzione le sue
dichiarazioni, non fa
altro che ammettere
di aver scelto la Serbia
per un motivo molto
semplice e stranoto: là
il costo del lavoro è
molto inferiore.
«Mantenere l'organizzazione produttiva in
essere avrebbe significato subire passivamente un lento e inesorabile declino - afferma l'ottantenne
Grassi -. Un declino
che avrebbe portato
alla progressiva uscita dal mercato, minando conseguentemente
la sopravvivenza stessa dell'intero gruppo,
comprese le realtà
produttive mantovane, che come abbiamo
detto occupano circa
1.600 dipendenti». Si
scopre poi quanto gua-
dagna un'operaia in
Serbia. «Siamo attorno ai 500 euro lordi
mensili - risponde
Grassi -, mentre l'energia costa un 60 per
cento in meno e i dazi
offrono un ulteriore
vantaggio del 20 per
cento». E allora tutto è
molto chiaro. «Non
siamo brutti e cattivi prova a giustificarsi
Grassi -, non è stato facile per noi prendere
decisioni come questa». Ma la parte più
interessante dell'intervista per i dipendenti faentini è quella
in cui il patron mantovano si sofferma sulle
trattative per la reindustrializzazione: «Ogni proposta con riassorbimento della manodopera, è stata e sarà presa nella massima considerazione
dall'azienda per minimizzare l'impatto sociale sulle lavoratrici.
I contatti e gli incontri
sono sin qui purtroppo risultati inutili.
Confermiamo che al
momento è in corso una trattativa, che ci
auguriamo si concluda positivamente».
Domani, forse, se ne
saprà di più a Roma.
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Pagina 16 di 101
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va la, COMpaghia Cll dUe
SCSSalalilha, è
to in ;pare IhChtie la barca a vela sulla quale viaggiava si StaVa
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-i
A quel
metri. c.b.ca dal
punto. l'amico a bordo si Sarebha gettato per aia:lara FIFilh.10 a
guadagatire la riva. Ad asslstere
alla scena nersotie che
trovaVan0 sulla paliZZata della
diga fOrallialil,
stesse -,nallertato ftarze dell'ordine
all.gail0 d:13a Sahte
Sal molo attraverso le scalette
collocate della paliz-zata.
aVViCina.inda alillagreSso dei
porla hirk:l.00 di Macinata. }5o
lo il pronto inter../ento di titio
dei :Ala ailliei Che Sì trovavano
aho:alto lesto a buttarsi ln
qua - ha con.sentito diportista
dr. recuperare rapidamente La
latra fetirla, h101:10,
per via della bassa temperatura
dell'acqua, mostrava chiara.Mente i Siattinti di ah prill •
Dato che diportista aduo
acqua mostraVa prinei
:poter:pia stato ridile.
...}:-.tervemo
etlel 118.
Nell'attesa Cleirah3blillIB.Za
Capitaneria ha. tornito assistenza e coperte. Urtorno è stato poi
tias portato in ospedale Ma la
sue co.ndizioni :triti sarebbero
preoccupanti.
di lpotemula. So ,.:_corso dai sa-.
Dilati. dal
allentati dal caralinrierl del ilortir giurai prontamente sul posta frisielhe al. personale della Capltallería di .Por(Liportista è sto." poi trasportato al Santa Marlo delle
- od. per le cure del caso, .)tia.cr
do proprio al prhilli aCC ............
menti conipluti dai militari
Capitar-erta ghlrld S3111)031-.0
ecaill33712: rnate.Ve(lelira - pare che
VUOIlhei SCi.VOlala dalla l3arCa
ClOp() CaSaIS; Spellai() Del fehlatiVri di raCtiparalCa
aeq312: 1D. :pie" ilhahle13.1:0 ; vetso le lo, sembra ,trie la
barca a Vela Si 1370VaSSa
dalla diga .Z.accagnini, a 150
Pagina 13
Pagina 17 di 101
M,DELL'ALBERO
\Ia1v veIItì
ì
' "`\,
‘, in controlli. Questo
ciò Che Chk-Slia3.0
EICOO cornmercianti
di :via:lenita
ben) a seguito dell'estud anon
di tinti registrata la settaraita
scorsa tutta frazione
venne. Tra
Tra mercolecti e ve
n eialt intatti, ignot; niedviivent't hanno risunlito alcune
U3210 n; h:W:go via Cella, scate✓ettadosi poi anche nella zona
centrale de.1 paese dove, una
dopo l'altra, sono state SVail-
0a -te :E:lel:ne attiVità COP3Iller-
Le prime zeintare sorprese, conte detto. le iianno avute alC31:M calladiDi residenti lungo
via Geb.,./'d rientro dal iftvoro,
infatti., si sono ritrovati le
tazioni completamente messe
a soqquadro e raZZIale.
::DAlin.a, poi, i niahriventi
hanno 1:3teSO di Mita ilanto di
Una gierVarle madre posteggiaah'interno del parcheggio
delta eihita,d., Una volta infranto tin vetro, latir: se la sono
svignata COP, la borsa della
donna, Nella ri( a :aia C toccato
oi ai:rea:cola del paese, Delle
quale sono spariti giocattoli e
portachiavt. La notte succesS;V:3., invece, ad essere nreso
nitra è stato lt bar del - circolo
ReplibbliCalli qUale. SO-
no sparir; ViVere. e beptor;. Alla
luce dei fatti, ;da Madonna
dell'Albero rosidenti e
MerCiant: tOrna:13.0 a chiudere
maggiore sirmrezza e qui.n.di
contiolli e tutela, soprattutto nelle ore. notturne, 3 COPatine e penZ13.1"11:illieipaie,
Pagina 13
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RAVENNA
enneSiMa rcagedia delia Sn:ada, avvenuta
il 24 gennaio scorso via Maggiore, tia. C:Gin-Mit:O una
nostra concittadina, travolta da un auto sulle strisce pCdOriali di un mai segnakto an2VerSaMent0 dC}.}.a strada... A dic niarado Alvaro Ìrucapogmppo di Lista per
Itavenna e Me:a:t:indio Sarofalo, coonlinatore tenia -t-37:31e, entra:n:3i convinti dell'estrema pericolosità_ di via
i‘„laggint."Percdoslla ttiftrtrittno• iestimonía: ..3. an
che dal dati del Piano della sicurezza shadale 200:1-2007 61 incidenti, 1 morto, 60 feriti e 59 illesi. Sono
stati ben 22 :i pedoni coinvolti in tali incidenti, grazie ai
quah - continuano
,,›SpOnenti pRa - Via:Maggiore
ha :meritato la tragica medaglia di bronzo :nella CiaSSillea
delle strade n:il -pericolose di Ravenna, dopo -ifia Faentttna e :date fittiadi". Tante, secondo i civici, le laCUne
"L'..;ilunibazione è carente, nncarto percorsi ciclabili e sicuri attraversamenti pedonali. Mancanze hispiegabli: dato che si parla di Un.0 dei più importanti. assi conunerciati del nostin comune. Lista por
IRMIen.Ina invb:a quind l'atiatiainisttazone a "risolvere
una volta per tutte le inadempienze partendo proprio
dalla messa in SiaireEEd degli attra:...37sarnenh pedonali
che dOVI-Chber0 CSSCre qUant0 prima do t.a.t: di cartelli
segnallenci.,:iscAe salvagente centrall e adeguata illurnn
:nazione". "Via 513. nittO concludono i pende la
madre delle hanagtie per il intglioratnento della quatti:a
della vita sull'asse Faerina-Maggio re, ossta sposun
mento del :traffico di attraversamento della città tramite
questa direttrice verso itinerari alternativi pi.b. esterni".
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Pagina 19 di 101
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RAVENNA Sarà li ministro dellAmbiene.
Cor-rado Clini, a ceinaln dere il co:twegno
l)oltiche di support o alla sestenibilità
ambientale dei territorio - :t:esperienza
del Progetto Powereti, che st:trà ospitato
ella Sala Medhernmeo :lena .Fiel"3. del
vante di t-3.art ii. 2 fabbitalo. La ir'InVinfin di
Raventitia, che è 31:10 dei partitier del progetto, p:tirteciperà -portando l'esperietiz:a
dellinStailaZiOne della pale mirtiectlice e
relativo anemernetro al Ittinninal. Crociere
di:Porto CarSid. (l'inaugurazione
note ilil 17 dicembre sttottc* lo stimmento„
oltre a rappresentare ifne deile prime ezion: concrete del Progetto Powered, à
anChC un peitso int:portante lungo le vta.
Che ported: alle gyeduale rcasfortnezione
dello scalo matittime ravennate in un aVanZatO ipTeen pori'. Il l'.>rogetto Pot:vere:1r
- che è il piif importante finanziato dal
Pn",grarania}Tra:).SfrOilt3";:re IpaAdrietco con un finanziamento europeo di
ca , milioni e 4.00 mila euro - prevede
l'installzictt di Un. rete di a:le:no:metri
:n mette e idn.g0 le coste dell'Adr:at:co, su
pali di altezza vambile tra t 40 e i 60 metti..
Q stmmenti raccoglieranno dati scienti sofisticati che SaCartnn in:piegati:per
scopi tneteorologic: e monito rate le evoluzioni climatiche dell'area: in questo
modo sarà po:tsibile detern -dnate se
stono le condiziont per investire
il co
ce :n:Adriatico. i] t::iorno p: .ecederite e il
pomertgOo dopo 51 convegno sì T:Uniranno il Corni:ai:o dt pitotaggto e it Comitato
tecnico-scientifico di Powered -per fate il
punto sui vatti aspetti dello stato di avarizadnento del progetto,
Pagina 13
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PORTO LA COMPAGNIA DI NAVIGAZIONE SPECIALInATA NEL. TRASPORTO D CONTAINER
PRE.SENTATO PUBBLICIAMENTE LE NUOVE LINEE E i NUCNI SERVIZI
RAVENNS NUOVI Servizi
:;ono stati attivati dalla
compagnia.
naVigazinrie
Ser[nar Line, Sped.:ITIliZZatà
nd tinsportn cti no iltaj.riCT,
RaVel3n3
dalla Viamar e con base al
terminal container. Sermar
Line opera COn Ckle naVi
500 tet3 sulla rotta Adriatico-Levante, La mv Heinz
Schepers effettua la sero Ti one:ItiVerina,
Kopei, Anc:ina,
Port Sa:d i BeiEalalda, iMer3fria, 12311-dr,
La seconda nave, BE'v'alenda, si. riluere o. arotta
venria., KopeE Venezia,
msina, Lataki.a, Porr Said,
Alexandida e Bendasii Proprie la, città dei} a Libia
rientale rappresenta .ii nuovo Se:Y:7:10 di. Serntar Line
eViainar ed e
iinea.
;»Irten.za
!a: una
per quel Paese clie sta tor3llan0:310.3fità. dopo
gue:r•a .Da tsse an
ni la :3:tV DOC:te, terza. InaVe
della Senuar, opera sul servizio Adriatico-Egeo.
sta. la rotazione: Ravenna,
Venezia, .Saper Anco na,
Salonicco, Istanbul, Gem-
liki, ilzriair, Recente è anche
l'avvio della linea Ravenna.Mariupc, i, .per sendre Ucraina e :Russa. Sermar suinoRre,
j.3:: grado di
colleigal e RaX, enrid
con i:
POD.
so Said. Db-re all'India sono
servili con cRiesta linea O-
.
Ilimpresa
collega anche
Eaveì na.
all'India. con
transilnment
Porto Salii
giorni scorsi, sono intervenuti lì presidente dell'Atttonta oRsale, Giuseppe
il vice sindaco
Giacinant.o
rV1ingozz i, il
presidente della Sapi..t,
Matteo Casadip, il presidente e l'ad (liTer,
M:DI:Or:C:à. e Milena Fico, il
psesidente de-A; S1sedhìo.nieiIiiccardoìi4artirui.ii
presidente degli Or:nega-topi, Bongiovarint e direttore delle Doane,
mari, Sri Lanka, Nhava
Sheva e Muncira„. Alla presentazione dei SendE:
Serrnar Line, avvenuta. nei.
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Pagina 21 di 101
t ncs
v;
\_,OrTrniSSIOr
O
Dein-bau Alvara
capogruppo Lista per Ravenna e nemlara del Comltato delle Regionl
Europe:3_, Sarà a Bruxe:les per partecipare alla seduta
c•mrnissione Risorse Naturali (N,AT), che avrà come puncipall punti in discussione: proposte legislative
sulla riforma della politica agricola comune (PAC.);
tondo europeo per 9:: affari marittimi C. la pesca;
prOgrd:Thrk,- ; per tUtela del consumatoti (2014 - 2020)
programma Salute per la crescita (2g14-2020),
Pagina 13
Pagina 22 di 101
AGRICOLTURA
11
ÌtCO
centro di un p -rogetto
di valoriz:zayione delle
ftadizioni delle
enftwazOnt del
contadini (iene colline
è al
vinci a di. Raverina preseitiera
Progell
le- -t
• o con-in;7enso
• • - -fiautegrato eH recUper0, la satvagUaidia e la valonzzazione della
hiodtversità, tuteia del
trne
gei-ieticg di varietà e razze
antectene della Provincia di
t-'enna: caictofo 'IVioretto' di Brlsigtielia",iicrciofornorelto dl
Brisighella un CarCi05110
noso da Seropre alt 00 )egh
nelle aree ctlaii.c.trive, alcuni ettari di carciothia. Ilassessore sìlAgricoltura del conosce di Bei
Franco
iniporiatiza
.,orogeito di valorizzazione: "Credo che questa
ricerca calzi perfettamente per
lndirlzzare glI agticolion verso Io
SVUtlpp0 lifAuro nella cotuvaztone del Morette di Prisigh.ella; Se
le tesi sperimentali e di ricerca
n•- 1.
k essere un laboratono
..te.-10 aperte:, Per la Va'fr)iiy.7:;21;One dai pro-
dotti. di. qualità, Dopo
successo indiscusso dell'olio, la
SUCCeSSiVa Va;O:Ci.Z.ZaZi.One Jena
l',51:), ra.E.0::::agneda- che si. dava
ramai per SCOMpaiSa stasera
(ore 20,30) nel foyer del 'Teatro
C.C:P.PUla:e
Brisigheria., la Pro.-
case d campagna. Poi la bontà
questo C:ar3onno ha iravaitcato l confini delle gemi dei luogo, grazle al lavoro di. agyicolioit,
nroloco e ristoratori hrisigheliesi.
Negli ultimi decenni, arlehe
zie al i'iritastico abbinarGent0
questo carcioano con Folio
sighello, diversi agricoltori han
no irnpianiato, speciahnenie
zione ha già sancito, nei terreni
CulUVabill la comvaztorie certasi 5:dhipper.à. (i,?uesio potrà me iteie in moto una. organizzazione cortunerciale organizzata che consentirà ai produttori
di valuitzzare ancora di più ii
prodotto, oltre che specializzare
settore per la sua comniercializzazione",
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Pagina 23 di 101
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buzionì pubbliche della gli"\ d a aí Canale dei MAlli:ll, cli.e
han:1 O V;S:.0 andare esaurite
ni poche ore ceri:inala di. copie della
guida, Legaulien:.eiEVita sod e iiinipaiizzaiiii a Una riunione pubblica, doniani sera (ore 2d..30) presso
Casa del volontariato di Lupo, -in via Garibaldi ire
"Siamo ovviamente felici. dell'interesSUSChatO dalla nostra guida sottollheaUirt RaMbelli., preSiden:e Lega(h-
biente Bassa Romagnii - oiíre iilie en
eli. copie già
anche il
video di. piiismiazion.e reali ..........o nei bosco di. Fusignano già. stato ente su internet da parecchie centinaia di navigatorr segnale cenno voglia diffusa di co
per diSCU:el-e di progetil coi-reni per ií
flosce:e:i risco -prire il nostro territorio".
futuro. isdoite ie idee e
Reiiini:iato 'In epoca
le iiiiziative in campo, Lilla gitida
:medievale per fornire
a partire dalla riscoperadeguata potenza ita e valorizzazione deí
""<t't(1.
1"-V dfadiCa alle macine
ieeritorin del Canaie C incontri a -tenia
dei ìnhiin: dltadin.:,
del.
appunto. -canale scorre lungo la
•Dei dfiek tieì
nur,
attraverso la realizza• " • •
zio ne eli. escursioni e
collegando numerosi
visite guidate a. partire z.:23-1
centri. abitati.. I-lauri:la
dalla prossima primada tempo la sua fin:vera. Ma sui piatto ci Ileaa- MinaPla
zinne primaria, ii corso
sono anci:e i i acni.
daceima rappeesenta
Uci" dellassociazione,
. .
come quello dei. trasporti pubblici su
unico, itinerario storico/testimoniale
cui Legami:nen:e receniern.ente interChe ricollega un 3.3:13.pi0 ierritorio della
venuta de
de peobienii. e disserpiaroura rohnigno.la e ne disegna buone
vizi del trasporto ferroviario regionale,
possibilità di rilancio dell'agricoltura di
Altro tema scottante al centro dell'inqualitn e sviluppo di nuove attività t13.11sirene. Lungo il corso dacqua. C possicniro è quello delle bioniiisse, data i'esi-i:osi:3n:: anche nei nostri territori (cobile T:scoprii:e niunufatti di origine meme già st.iicesso nella pianUfa bolognedievale. aree di. dequilibrio ecologico e
se e ferrarese) deoine eli richieste per
di in :eresse sioricci na:3Airdis:lec (Ponte
nuovi impiaini. che creano pe.(}i3iessiià e
della Lavandaie, .Parco dei. Poto, Bosco
timori nella popolazion.e per possibili
cii FUsignano, Riserva di Alfonsi.n.e). I:
disag. Per questo motivo Legainbiente
guida presenta 131-: itinerario a tappe, inBaSSa inOrilagha
Citindhli a
icando il percorso consigliaío hingo si
"(Lrs: da fare eacon.dividere peoposte,
corso d'acqua ed unii sede di infrMna-idee, spunti. di riflessione, partecipando
pcaticimeripmIhavismtalirto-cutssto zsor
all'incontro".
htip://baSSarOrhagna.blOSSpOt.COM
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Pagina 24 di 101
II h No s"‘N
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SIALLOROSS1, BRUTTO KO
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trio dattacco del ruttncuoio devasta i gia lorossi, fermati
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LO :C
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RAVENNS C'è chi prende i legni re OC1:31:.
(il. Ravenna, due traverse nei tiriLa partita
rimo pericolo e tarmo tempo e due pali:nella dpre- gato Ray:trina: all'8', verticalizsa: e chi la. butta dentro tel 'Rittozazi.one di Piracciiiii pesca in. area
C:10::::),
gol. nel primo Teimpo e Gli:noia: gran tiro e traversa
tre nella ripresa), chi spreca di
ina a portiere battuto. Al B' SUA_
tutto e di pii:
sviiiippi
(Sel- hpre :Ravenpunizione reCon
na, che crea tante
spima dalla dile-occasioni
Ind
schese prova il
non te sfrutta.) e
dì: nOn sbaglia
ro ai volo dal
un colpo di ±-utsun
to CUOIO .ha
:tiro è ilciori dì poproduzione ofco.
ro. vedere il
tasca quasi dei
l'illitocuictio al 27'
100%). C'è anche ch: sernpre il con una bella aperiatra di Cotonibo Che tin3.33TCO in. area SCaLZO: deRaVen.rla annaS a nei mare
Stie diffiCOltà e di. tin organico
stro ravvicinato deviato in. angolo
troppo
ano
nuenerlicamente e da Menegatti. Ancora Clic:t:olia ai
troppo povero ci: esperienza e 34' al itro ravvicinato, dOp O Un
qUatità (d'Od che si couiprano e
S•nth•sc: passa 3i0 di Nosetlese,
n.On. dal cielo) e cè chi,
Ma la conclusione è debetie e
iL TuttoonGia, proprio coniprim- permette a l)e.i Bino di sventare
do al mercato, ha CatabiatO pelle la minaccia, Isda al 39' a colpire è
questo ko,
unaku
to ma n t.31 Hmbo
playout: :1,:traa
volta alla decima
„
-
e fo.C.Cia ed Ora .n0 3Pdette p;ti di
il itittOCE3.0i.0: di.SeeSa ArVia.,
fare risultato. Morale: c'è chi sci- pallone per Colombo che - vince
vota inesorabilmente verso
un rimpallo, entra in area e inplayout, con prospettive tuit'alsacca con Un. -preciso diagonale.
tio che rosee di hircela asfarigar- Al. 41 angolo di Guida, respinge
la, e chi. ormai sta raggiungertelo la difesa.. riprende Bizzarri, gran
í tranquilli lidi dei ce.niro-classi.
destro cl-1 liendie e ancora la trafica.. E irdlne, in
eS:0 stra.,zaversa salva ci hittocuoio.
ganle l-4 dei. Beneill, c'è chi irdLa ripresa si apre coi vertiginoso
de tifosi e giocatori avversati (il contropliede dei litittocuolio che
portiere ospite Del Biinoi e Chi
porta al 2-0 al '7', Da Colombo a
decide. di farsi giustizia da solo Falchini„ passa.ggi o simarcante
(Shiba e Alpi tentano la caccia
pe.: . Sea:ZO che c OD. Un. fe:pal:C.
all'uomo nel finale, finendo e- palio :tetto insacca. Giorgetii
spuicci) .Lasciando poi alta ala-re a: ripari.: fuori eliorgini, dentro
quan tifla
UltìuS Leinipile
sue: debutto: difesa a 3
finire lavoro.. 'blindimelo' per e Giuri:31a dietro alle due pulite.
un'orchi?, il pullman del 'luttonuovo mirato, al debutto, al 10'
cuoio nel reeintO deg:i
SO:0
area, ben SerVt:0 Cia
per contestare l'estremo difensociabatta tiro. Al 23' altro
Undicesnno gol per Henrì Shíba ma Questa volta non alt alcun
motivo per esu:tate
rnicidiaie contropi ede del Itin:0C-11010: I-731.Chin.i percorre solitario
la p ra;eda giallorossa e insacca
3n.1.12n.tiCita di Mem:gatti:il 3-0. La
reazione giatiorossa porta subito
ai (RI N..)SC.heSe smarca Shiba,
che si gira a stanga sotto io traversa. 9-azzari al 27' e .flizzarri al
3 l' non h U siano la porta da po SiZIO ne favorevole e ai 34' Turtocuoio ..passa ancora. /lino thittie-
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ne in area Colombo che accentua Ilarbitro acconia rigo re che Io stesso Colombo tratifeirtha, Al :33' ltiliardi sgambetta
Shilta in area. Altro penality
giornata: batte Shiba e palo dice no ai. gia.norossi, E ancora
palo al-t4' vaninca llincursione
dc Bizzand. Sul Ravenna cala n.
buio_
Massírno Montabarí
SPOGLIATOI
tr rr .Yr r*
qu-n- 11(";
NI DIV: D L-
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n11. 1r:::>$'n
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RAVENNA La sconfitia cont .o
kftocuoio, in pii: pesante
cit‘tiata lino a questo momenito
dalla squadra di mister Citargetti, ra quello, che lascia
piti strascicin. sul piano dei.
morale, della (ilassífica (l Oal..resse, appaiati al CaTllalOfè,
S)1;10 SUllorlo dei playout) e
delle sanzioni. "Ai mie; ragaz.r.i
posso solo rnuproverare la
grainde j1 :TeC;S;OSOC SOC,0 por
ta, soprattutto nel primo tetripo - comnienta a fine il misteigiattorosso - ptrirché per il .17C310
abN003.0 giocato a viso aperto
contro Ulla delle formazioni
ab, in forma in questo anilentoec liatroinstbituna.va
gna:6o legni Cdpit; dUPaO.te la péalita, una cosa che nella
I ia cartiera non avev acora
viste, soprattutto Tteg)i. coro
ci cOrli3Iiessi. nel primo le epe.
quello pii; eqilibrto, nao
mento Cij. firialiZZare raZiOrle,
che Si è dedS3. gaPa, deternii.na::::io un ko che può lasciare
un tegi.fè). "Nel secondo tempo
abbinino fatto ia scelta di :Pscinare qualcosa per vnicere In
patita - ammette il raister
veri:date - ma il loro doppio
vantaggio ci. ba praticamente
tarpato letlli. 51 'irato, conie avete avuto modo di constatare,
In questo l-nom:ente sono una
bella realtà., squadra forte in
tutti reparti e con molta qualità
ad e1triatariZ37, 15 diceva dell'aspetto disciplinare: lirilta;Cli
il suo rovenre dopo-gara la-
sciano irt eredftà le squalifiche
sicure /n no. Shiba. (prenderà
minimo due giornate) e Alpi,
arrabbiatura delta
-r t-tra - continua Giorgetti - e in
queste momento non ci voleva
proprio, Sono coni:ente, invece,
:er tra prtazione del nuovo
ertnato anche se è stato
espulso. Si è :mosso bene e si è
applicato molto 317:Che Sè rigore Che ha conti:messo e stato
segnalato solo dal SUerdaiillee,
a 50 metri. di distanza, e n.on
dall'arlainc: e poc hi passi dal
Menegatt: 6; Giorgini (dali'S' st TazRAVENNA
zati 5) Nandonaii 55 Panarotto 6 Zo O OBizzatri
Gadda 6 (dai 21' SI Buor;:avoglia 5,5), Piraccini 6, Noschese
6,0, `.,3:UnC:a b: Siadia 4, A disti: N vitosu, LEsAtaqi. " cèrèni
litriaini.
('eco 5; Arvia. 5,5, Fai:vena 6,
TUTTOC3010 (4-15-3)1
Coltimi:t:n: 6, D: Vfi:o 5, Pane 6 (dai 42' st Marcobeini :;v),
De Rasa 6,5, Sarti 6,5 (dai
st
Scialzo
Falchlni 7 (dal 2 -3' t Lunard: IVI. caion-ìbo 7, A
Maionchi, Pedano, Demi, Goduadze.
Alvinl.
ARDiTRO Ealice di lermoli 5_
NEM 39' pt Color:alio, st5
5' st
st
Shiba, 3 ,(1: rig, Colombo.
NOTE Espulsi: 6 34' st Ziino e a fine gara Shiba e Alpi. Al
38' st Shiba prende il paio su riore, ilsrirrioniti: Pane, Di
Vito„
CI:phola I-al:vena, Lunare:L sp:. -.- catori tijtrx) drca.
7-6 per Tuttocuoio. Recuneroi i' e 3'.
Et:
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..)3 k.,33,.1..., i 33:i. k ) L.> et" .'.
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E)t:::Jsk)rn? pes Giorgetti
giocatore ciae ha commesso il
fallo, Cose che capitano in una
giornata. :iniziata male e finita
peggio", Su; fronte ;-,OC.j.el'ario lo
SteSSO C..3.0.Oetiti ci informa de
gli ultimi 53153. "In setst unassi dOvranno incontrare i
pro fess:toinsti COntablii delle
due parti. in caiusa e verificare
la fattibilità del progetto proposto guaitine retrgio r3., Starei-O° a vedere quali Sal'alMO i risvolti ft:a:h di qtr(t‘sta operazione",
Paoks Finravanti
RAVEMNS MassEibiliano AlvEn: è un allenatore (bn il suo
uttocuoio
;mmulte gli
dalle sette legh, l'sat. ;nesso
quel tre là ics li (Scalzo, Fa:chini, Colombo) e da nove gare
te, rit -,:olarmente punti (5 vitroile e '5 pari): tine r:ove:nbre
era ultimo., dne rnes: dopo è 12e5,imo. "E' stata una bella gara.,
eth abbiamo rischiato più nel solito - srhega tecnico -perctiè siamo a venuti a giocarcela con bri atteggarne;;to agg:•.e5,510:
Sehterata le tre punte perchè voievamo tar ma:e
al Ravenna davanti li piano riuscito ma non stato tacile
v:ncere qua", i-ortuna ma anche cinismo, espedenza i'qa, pure
buena qqahtà hanno ;ettLo pendere ha bilancia dalla parte del
Tuttocuolo, "Siamo stati brav: a stinittare le occasioni che ci
sono caprtate - sottolinea ma del resto i cinismo è tiglio
dell'esperienza e la nostra vittoria sta anche qui. E questa vittona e ancora più inmoitante, pe: vdhie che
di
ottenuta a P:sto:a, da dove e :nrzliata la nost.2 sene. Siamo :n
in momento in-tportante e arriviarno i .nolto bene alla sosta".
VU:1011a gUaSUita bRitti) ;inale con gli atteggiamenti
rridenr: dei portiere Del :3:no, Il 1 ..hrilbo" (dice proprio c(-si,
ndr) ha sbaqiiato. (:-Aielo abbiamo detto s:a lo che suo: compagni di sqiiadra, tia cornmesso un errore ed e caduto in
011 riteccato di ingettilità: chiedo scusa a :tutti I Illesi dei Lave: ffla 0 ai suoi giocatori, Noi .Sail- ;) una squadre, corretta.
spero che li nostro ragazzo abbia imparato la iezlone".
Massimo Montanari
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LA PAROLA ALLA DIFESA P:
con 4 ret:
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rr:entato
RAVENNA
altro r SU
patit:) contro
Etittocuoio è um paSSPIO trO tipo
pesante pet
1,Se3:23.a, autore
comunque di_ una buona prestazione, non supportata fortuna
e precision.e sotto rete, Ne convetie xt.coIrp i:: di diftinsori Cen
nati, Mando tirai Eanamtto, ;lie
si presenta davanti aj taCC:lin dei
cronisti, stata una partita
DiCa(), combattuta ed equrata
L,
r)S
grann
- dice1t caphtitlo - e, per quello
che
ViSIO CaliPDO, 4-1 131:
passivo :Tepp0 -peS3.1"ite pera:
tra t.:Gn r. etse„ patì t nt.,,i.sioni sfumate, potevamo segnare pifi volte. Facciarno fatica a fare g01.
CO}pa n.cn t.di nessuno; nel secondo .enli30 abbia:X:0 iniziato
spingendo ancora, poi. il rígore e
l'espulsio•e c. hanno tav,-0
attibe liìa. n.031 abbialiìO
vele
pitalo vede 51
woblema: "Si fatica
a fare goi ma non
co:pa di nessuno"
ca
smesso di giocare, tutto contro
Udia bUOInSSinid squadra, miglio-
lata motto rispetto allandata,
con due giocatori., come Scalzo e
Colombo, che fanno .la differenza".
Sulla stessa tunghei,,,, d'onda
anche difensore Nicolò
"Abbiarno fatto una bella
partita: eravamo rileSSi ii catupo
beninstnto e infatti abbiamo
creato bintissime occasioni da.
gol, se terminavamo il primo
tempo 2-0 per noi. non ci sarebbe
stato niente da dite, Ma loro hanno due giocatori come Scalzo e
"- :010Td30 Che hannO fattO
ferenza, che hattno militato in
categorie superiori. e hanno dimostrato illoro valore tecnico". _A,
Panatotto è piaciuta ta pfova
ia squadra. "Nel secondo tempo
siamo partiti con. la difesa a tre
abbia:n° COrnirfliat.0 ad attaccare
per cemtre pa.reggio„ non siaino riusciti a realizzare il go'
delE1-2, ci siamo sbilanciati
stilla torn ripartema. ci. hanno castigato. Non abbiamo hiaj.
la: o, abbiamo continuato ad at
taCCaTe - i tiri' in porta, 1.1 rigore e
calci dangolo In dimostrano
abbiamo tiuv.,,,in .got. e abbiamo
:messo tutto il cuore lila non ce
l'abbiamo fatta, Resta comunque
raniiss
prova. gruppo
squadra: non 3ttollianto mai
C C CrediaMO sempre",
.
Pornellggio (.111
Der Davide Mandorilini cont)
s a t, eii ato
Ispilat 0 t,,dente te
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ttt O CUOR)
Aiessio Saporatti
Pagina 27 di 101
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bre\fe parentesi di risultati negtl ,A ,c,on t'lEt vittona convincente
Mahtegrarìard (-13. accdi" ,cario su Hinnini
in CLEssltiCa glaildrossi temgdn(i) passo cielld
D13
heuterina
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massimo vantaggio (58-37) nel giro di
sette rir.iti, irte ,,teUdO in piedi ;31:::
53-40)
;tinte di 21-4 Che annichilisce 1ett.e.tal(.19 - 12,
ACMAR HAVEINNAt.hilattiera 8, Zarn- meadeh avverst .ni. PalaCosta.„ pieno
brilli 2, Amoni 13,
har- e caloroso., apprezza e per l'ambiente
bieri 12, Sariltitenzo
Qua.rtteri
glediorosso itt festa è COMple , a..
n avVi0 di. gara e stato Baffi ieri,
Loiti 2,
A11...acca,
fEX RomADEt.
elithi 6, Menegon unte aruntteilzo, a tenere avanti i ro4:, haithato 6, Capitato 6, PaSCOU 3, Deltrita.gitoli, niente per :ROI:Cade SCaaiatO
1e MOnaChe 6„ Vetteiri„ houbmikas ne, V:senti:l (6
Shi 12 toali, compreLorenzetto
aelsa ia tripla sulla sire■±` r-,, —
5.1:11.: \Situato.
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ARgilin 13:D:that:h e
strato competitivi).
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N, N N.,
secunno ; ; re,
Braga..
‘12 ".tnrtz.'crgtel
eRbrokNes
NO' riE 71:2: Rei 18142,
l'Acmar
blocca Vi,
1t,
Ro 1.'7/ 43; T3. Ra
sentin inon segnera
8124, ho 311.5; Ti: Ra
più nei tre quarti h8/12; Ho 7/10.
ta
a .1 h-lnga 81313.4RAVENNA
2:3„ :ma spreca l'ohite il ritorno carnpo dell'i:e:mar dopo rno lavoro con un paio dì palloni penti
O sttip CaSalin0 di dontertica scorsa. clie costano let 0-'1 che chiudeiiprimo
gialiorossi di recidi Ciocca si sharaz- tempo sul 34-32,
zario con. relativa tranquillità della Teia
il terzo quarto si apre con le bordate
RC:D.Cde, •OiatTC:ilaild0 la prtita. a tidalla itinga di Que.start, prosegue con
vello difett.SiVet e tilitingando nei etitso
quelia di AM.CMJ, ma vive cosi:t:ned:i un secondo tempo chiuso sul 34-22 mente su una grande difesa dei ragazzi
(24-12 parziale del terzo e decisivo di. riOCCa. diVarj.0 tOCC3 i VeihtiMO
••••
con n succebso
le mum amikhe
Solita ril'etaz:one
pel.• Francesco Amonì
cc:n il su:i...esso da EeOO
uniche.
"Armar, ancora senza capilun Davolio
e Clcognani, tiene correinque vantaggio del primo all'ultimo titirtuto
senza :mai rischiare di perdere il controllo del mateli iltillungo decisivo arriva dopo l'intervallet, CCM dite triple fin.
mate da Quartieri, una da AM.Orli e Cein
un prezioso gioco da tre punti di
brini. Dal 37-33 lAciriar si porta fino al
R13 ccc cc cc panchina nei ntirtuti finali:
spazio allora a:file:ligi e Lacci, :te nova
- prili3.0 •arteStrO in carriera iuc. iDNB,
rare ai .hrtgoll e Rositi,
Con questo successo i gialiorossi toro
gono il passo della Officine Creative
Montegranaro e accorciano sa Riàrd.
IDetntenir:a l'Acniar santi osplie della.
Rene t hossombrone.
Rkcardo Sabadiní
Pagina 30
cc
Pagina 28 di 101
c
IL CUORE NON BASTA Come so iLo ravennat: lottano ei ,- -.)rovano d qbedrSeid con gli avversarl, ma alla
fine l'Accua Parac :so vince in ::3o i tre s„et mettendo a nudo le lacune tecniche olell'oranico biancoblù
\
Menza
3
31-tavemaa
o
(25-22, 25-23, 25-22)
A.CQUA PARADISO MONZA BRI.ANZA: Ciabattini, Nikic 8, Forni 9, BLid. 7,
.Rooney19, Kttvap, Do Cocco 1, Ga‘..ol.to 14, ROSSid (L), Sb,:i.n3.0V 3:te, llourne-
Pons ne,
CMC ,ROBUR co9TARAVENNA2 Mengozzi l, Lecinardi. 2, C,rvtia. 2, Sirri 7,
fltanto la zona sgivezza
cr:±‘.. *""14,-\-ot,"
■10:,›A
sempr e
Evìàre la A2 dlventa
et 5 tiftn
s ,"'"ettn 'Ztk, tt
‘3",, e, t2,t2qt:st., trn,
Tabanelli. (L), Verhanneman Gai:tosti,
Brunner 2, Gritszkei
dandí,
NOTE Monza: bit 7, btt eirori. 5, moti
5. lelcì: rugbv C), errori 8, muri 3,
Spetiatori. 900, len asso I ,550 curo,
:MONZAa trasferta Inonzese non norta fortuna alla Crnc, che loi
a casa.
SeP 7r3 pilnti„ COD. '1 2 consapevolezza di
essere iiirimpre pib, sola in coda alla classifica, Le
dirette, da Padova e Piacenza. (vittorie su -Verona e Modena)
ito a San GiuSt:17:0 (k0 al tiebreak con
Ben3AnC9, ha3;n0 irdate: COMpiuto
00passo
''0
e ia zona siffvezza
ora dista ben nove hingliezze.
Ricciideo Babini deve, infarti, :fare
O . non scilo con la pari enza Q Uír ciga.„
ceduto Penerbahce, ma soprattutto
con .11-1fortuniti RObertS. La RObUr
t3iata. \da, Sa Che deve racimola:e
più punti possibili, anche c ( ci ): ro le
squadresaiO forti, e parte con la convinzione di fare C:31.31COSia di buono a Monza., approfittando del momento impegnativo degli avversai:. i ACqUa Para
diso, infatti, è scesa in canine anche
Inercoledì a .,'Sodna per gli ottavi di
Coppa Italia, perdeeli:li) •0
tanedì.
sarti di ri.UOVO in istrapo per la Coppa
Ce'.'. Senza ixintire che anclie il - tecnico
Zanini deve fare COStati COn
titmo di battitia di Cdri,,;etta, in cui la.
riesiíe a podar,si a -2. La gaia costa
equilibrio anChe se i ravennati sono
costretti a rincorrere rei tutto il set.
finale, in vantaggio per 22-21, imorrzes:
desc:ono a :.1'.1:::PCare
Cille DU515 .1 grazie a Nikic e a
fischiata ai
romagneli. Un affondo di Ger-cetia e un
muro fuori del monzese Forai :e'alano
qualche speranza
:nei' schiaccia la palla del 25-23,
Il terzo parziale è sulla falsa riga degli
altri due, .M.Or:Za patte nle,g150. Ctile:
recupera, inSegt3e, cori:diate, ma cede
sono gli attacchi di Gavetta e ,Uoonen.
La squadra di Zanini parte SUbitO forte
afl3m,{,,a fino
con Un' break. di
3, Poi però abbassa sui po' la guardia e
Re:velina ne a nprofitla piu: tornam a -2
al primo lime out tecnico, La gara prose -ue punto a punto, s.i muro ni.orizese
perde efficacia, Sird e Moro riescono a.
pungere e la difese, ravennate regge,
pur paStiedand0
pd, 1,11103.7:ZeSì. ai15gano però nelle -fasi finali dei sei,
portandosi a -i-5 e :niaiiienendo .23. -ntaggio fino ai Gruska annulla. il
match hall, poi IVioto sfonda
3:TO,P0 an:3:011a SeeCind.::, ii". , f;ne ancora Cfr-iiska blocca l'ilwenzione nerso
nale del ptilleggiatOre i.T103.7:ZeSe De Ce C:Go,
qUart0 tentativo però Nilcic
schiaccia ia palla. del 25-22 che :fegais.
la vitto:da e i tce ptinti al iaadroni di
l'inretineria niena.: Conte, Mbiteni
Sburactv, infatti, nen seno della plinti..
primo parziale è abbaStanZa. equili-
bf3ta i padloai
iii
(p.;,:,1,Y."). b.t. più
It',;41,,,,,e e a
ro, ma la (Tocco si difende bene,. Per due
voce n'icqua Paradiso prova ad allungare, ma in enerambi.í casi g os-piti annuliano divario fino al 22-21 per
Poi. due affondi di Cavetto e
Etione-y, stia soprattutto l'effica.cia del
nutro arane:Mi:à:, regalano il sei alla
Gabera (25-22).
ha Cmc resta frastoinata e imposta malesecorido parzale: il muro riOn. regge
e ai pritno timeo r.ecnico i padroni dl.
casa conducono 8-4, Qualche errore in
battuta e qualche :imprecisione in. fleezione non perinettono recupero :irto
Pagina 29 di 101
Pagina 33
g-).5.52 ZS. IM005 tete &a:M:.
Porto
Conselice
O
Corlona
3
(26-28, 23-25, 23-25)
FC§RIS INDEX
CONSELlCIC!
la
Saiani Ricci 13, Beile:n1 7, Bernard 6, Renzetii
- 1:,' /er.ond.1),EgicU,
Saiaiii ne, Vbcchi
Ioni., Bei-tacca ne,
ne. Ali,
COBTONAVOLLEVi Morelli, Rota 5„
3Ofli 14, Bruschi 1 i Franceschini. 7, Di
13. eiarilino Zappaterra (i.), Tosi 6, 'Perzaroll ne, Ii,lecueici ne, Pareti ne, Bar - Uditi:
ne. Ali,
ARRITRI;
e Rossetto.
CONSEUCE La Faris index Cm si conferma allergicaPIeav:rifisare di alto ratt-ip
e perde d-3 l terZa Sfida COnSeentiVa. (L:
seco rida casalinga) contro uno dei top
team del campionato, il Coitona, formazione non irresistibile che si è iirnitata a
S,,TP:ge;e bene li.
:rio compito sfruttando al :Iteg,:jei gli. errori e le :incertezze
di. Conselice,
La squadra di CaS3 illude tutt'in awio.
gioco scorre fluido, Coriona sbaglia
guai cosa di troppo e i. ;egli:or:li". ne approfittano per conquistare envantaggio
considerevole (16-12). (on.Pavvicimirsi
della fase :i
roniagi:oh Si lasciano
;AVViefriare ;23-22) e il :finale e M volala,
Conselice spreca Ch3e Set hall e gli ospiti
al priinc: ientadvo vincono 23-2G,
Per ia ils nitia. Ma:tma. nei na.:Ziate
S:GeeeSSiVel Cortona prende coraggio e
conselicesi. faticano a prendere ci ritmo,
Ne esce tina. gara ncolti: equilibrata con
B1MASCHILE tesso HsuLL:....: . ;:o
"...-)
tre
LC'lì Ci
due r:3vHirkrj,j, sconftLe
9.Ja a
Cc.)ng-1, 22CO nt,.grm2
(7.0n Corrona, mentre la Dona -h
le due squadre sempre vicMe. C.ortona
conduce fino al 22-20, si fa raggiungere
scie piaZZa il hreak e si inipiine
Saiani. e compagni:UO:3 tne;:la:10 e p uci-vaao a riaprire match. in una terza frazione ancors. itiolt.o corrthanti:.a. COP.Selice nein riesce a distanziare i -toscani che
si ripresentano puntuali. :net momento
decisive, pareggiando a quota 20 e operando il sorpasso e ...6.1. finale ziesce ancola. Una vete ad aver.e la meglio fili
di. tana 25-23 sfrut :and.° le indecisioni
dei. padroni di casa.
2:He squrlìdre efi ta
<c,)
Porto Ravenna O
Mestrino
3
(23-25, 23-25, 2.3-25)
DONATI CMC PORTO RAVIENNA: Porcellini 5, Gherardi. 1.1„ Corti 3, Ortolani.
ldl)e Leonibus 2, M, Cerquedi 13, CacT.)Alessanitcini,A, Ce«Ttletti 2,
4, Garrilairelii,
ne. Ali.:
Beccar:.
1O [POLLO .r•AgsTRI[P0' Bellini 21, Tasu2b, 8, si:, 10 Pizzolotto Zarion 12,
Beisetti O, Bernuzzi (L)„ 'Veri:ore. Francesco, 'Zorzi ne, Rel-iesciiini. ne. Ali.: .Zanon.
ARBITRI:
Marotta e Seren.
RAVENNA Dopo quella dell'andaa. è arrivar.a.U:ia:ttaSennfitt: nnr: rsdeS:rina per
Dcmati Ciric e.:1 e è inaricata sempre
ne: finali di set, perdendoli. tutti 25-23.
Si traria di Una caduta che fa male per
pnracinail, sempre vicini elio zona retrores;ilene,
Parte forte la :Donati, che con. Ortolani,
Porcellini egoerrore. ospid scattano sul
16-10, Sembra .:33: Set a senso nitico e invece il Beinollo si tintene in carreggiata
(18-16), Porto alltinga ancora (20-16),
inei la ricezione e l'attacco vanno in
tilt penriettendo lac laniorosa rimanta dei veneti..
li secondo uarziale più emi:in:irato (7-13), .Beccari sostituisce prima Corti con
i'darco Cerquetti e poi Porceilini c ecc Rizzi, con la Donati. che aniVa pOrt:0 a punto
rush finale dov-ei ancora
na volta la ricezione traballa
sul sal poini. con Mestrino
che va sul 2-0, Terzo set sempre punto a punto, Ortolani,
Cerquetti e CaCeiliareni_ giocano una tinOniSSin::s.
partita e tengono a gaila le
sorti dei raverinati. Purtrop
pa POP' p:3.0 eSSEtte SU:neten-
te il solo loco contributo e infatti anche:l terzo parziale si.
chiude e013. Vineina dell-50nP110, sempre per 23-25.
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rye urNathte.:;.,re'
e il
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press unE
30/01/2012
CORRIERE DELLA SERA
SPENDERE MENO
:NON IMPOSSIBILI
di ALBERTO ALESINA e FRANCESCO G1AVAZZI
olti investitori
(ma anche il
Fondo monetario e l'Ocse) temono che l'Europa e l'Italia
possano avvitarsi in una
spirale pericolosa. Debiti
elevati (in rapporto al Pil)
richiedono politiche di bilancio restrittive; queste generano recessione e abbassano una crescita che già
langue, col risultato che il
rapporto debito-Pii, anziché ridursi, cresce. A questo punto si rendono necessari a ggiustamenti fiscali
ancora più forti, e così via.
Da anni ci dibattiamo in
questo dilemma. Come
uscirne?
L'esperienza di grandi
correzioni dei conti pubblici attuate in alcuni Paesi industriali insegna due cose
fondamentali. Primo: correzioni dei conti ottenute riducendo la spesa pubblica
sono state meno recessive
di quelle attuate aumentando le tasse, e quindi sono
state più efficaci nel comprimere il rapporto debito-Pii. Secondo: le correzioni che hanno avuto successo (Perché non hanno causato recessioni) sono state
accompagnate da liberalizz azioni. Il motivo è che
l'apertura dei mercati ha
compensato i potenziali effetti recessivi del taglio del
deficit.
Come si spiegano questi
risultati? Immaginiamo
una riduzione del deficit ottenuta alzando le tasse. L'effetto sarà una riduzione del
potere d'acquisto dei cittadini. Non solo: î lavoratori
(specialmente quando sindacalizzati) chiederanno e
otterranno un aumento dei
loro salari per compensare
(almeno in parte) l'aumento delle tasse. Questo fa salire il costo del lavoro per le
imprese. Il risultato: Più costi e meno consumi.
Inoltre, se lo Stato non riduce la spesa, i cittadini si
aspetteranno che prima o
poi le tasse aumentino di
nuovo: un altro motivo per
cui i consumi languori..
„"
Immaginiamo invece tagli di spesa che permettano di ridurre almeno di un
po' la pressione fiscale. 11
meccanismo che s'instaura
è opposto. il costo del lavoro tende a scendere (perché si riduce il cuneo fiscale) e la riduzione di consumi dovuta ai tagli di spesa
(che comunque sarebbe
modesta se si tagliasse spesa improduttiva) è compensata dalla riduzione del costo dei lavoro. Questo consente alle imprese di abbassare i prezzi soprattutto se
le liberalizzazioni sono accompagnate da un rafforzamento dell'Antitrust,
tre, le liberalizzazioni fanno crescere la produttività:
un altro motivo per cui i
prezzi potrebbero scendere.
Quindi: bene le liberalizzazioni del governo Monti
e le riforme (per ora solo
annunciate) del mercato
del lavoro. Bene la riforma
delle pensioni. Male invece
la decisione di ridurre il deficit aumentando le tasse,
senza tagliare la spesa.
Il governo ha davanti ancora un anno: abbastanza
per correggere la parte insoddisfacente del suo programma. Anche gli investitori conoscono gli studi
che mostrano che solo riduzioni di spesa sono in
grado di allentare la morsa
del debito. Una correzione
di rotta farebbe scendere i
tassi di interesse aiutando
la crescita.
Resta molto lavoro da fare, ma siamo certamente
avanti rispetto alla Francia
dove Francis Hollande,
candidato socialista che potrebbe vincere le presidenziali di maggio, promette
aumenti (non tagli!) di spesa per 20 miliardi di euro,
accompagnati da maggiori
imposte per 26 miliardi e
una !riduzione (proprio così) dell'età pensionabile a
sessanta anni. Basterebbe
il suo programma per far
togliere tutte le «A» al debito francese.
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osi é locali evadono fil Fisco
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CORRIERE DELLA SERA
L'agenda Monti sul tavolo di B e les
Il prender a colazione con l\ lerkel e Sarkozy. La spinta per le infrastrull 'ire
DAL NOSTRO INVIATO
tato dal piatto forte del vertice, quel Patto di Bilancio che
ormai contiene le principali
garanzie che :l'Italia ha chiesto
per il suo percorso di rientro
del debito pubblico, entro la
soglia del 60%, e che soprattutto potrebbe costituire un
primo passo per un definitiva
uscita dalla crisi della zona euro. Un altro motivo di soddisfazione, maggiormente «italiano», sarà dettato da alcuni
passi delle conclusioni del vertice: l'Italia ha contribuito,
spinto, fatto in qualche modo
BRUXELLES — Mario Monti è più ottimista del ministro
Fornero: oggi ai suoi colleghi
europei dirà che al prossimo
summit, previsto per i primi
di marzo, sarà in grado di aggiungere al suo carniere anche la riforma del mercato del
lavoro italiano, forse non an.cora vigente, approvata, ma
certamente delineata e capace
di essere illustrata a Bruxelles.
«Monti ha approvato misure forti e giuste»,
ha detto ieri sera a ìììtttttttttttttnetttttttttICHI:I:tnEENNIN ,
Parigi il presidente francese, che il
nostro capo del
governo, insieme
alla cancelliera An gela Merkel, incontrerà oggi alda apripista, perché nel docul'ora di pranzo, in un incontro mento finale che oggi sarà apche sarà più una presa di con- provato si cominci a parlare
tatto che un vero e proprio in modo concreto di maggiovertice trilaterale. Un modo re apertura, concorrenza e
per rimediare allo slittamento competitività del mercato unidel vertice a tre, previsto a Ro- co europeo: il «tallone d'Achilma, inizialmente a gennaio, e le» del Vecchio Continente, seinvece riprogrammato, per condo il premier inglese, Dafindisponibilità di Sarkozy, al- vid Camemn; una grande opla fine di marzo.
portunità ancora inesplorata
Oggi il presidente del Con- per il nostro presidente del
siglio parteciperà con più di Consiglio.
una soddisfazione al vertice
Nel documento finale del
informale dei capi di Stato e vertice, che dalla nostra diplo di governo della Ue. Il primo mazia viene considerato un
motivo di ottimismo sarà det- piccolo successo, costruito
nelle ultime settimane grazie
ai contatti e agli incontri europei del premier e del ministro
delle Politiche Comunitarie,
Enzo Moavero, si traccerà
una cornice delle riforme possibili in tema di occupazione
giovanile, di finanziamenti e
produttività delle piccole e
medie imprese, di integrazione e apertura dei tanti settori
economici, a cominciare dai
servizi, del mercato dei singoli Stati europei.
Su questo punto Monti ha
chiesto e ottenuto che ogni
anno si tirino le somme, si
metta nero su bianco un bilancio, delle azioni e delle norme
adottate, bilancio affidato alla
Commissione europea, che
ne dovrà riferire al Consiglio
dei capi di Stato e di governo,
in modo da ricalibrare ed
eventualmente modificare le
decisioni sulle diverse materie. Decisioni che dovrebbero
avere la prima cornice operativa a partire dal prossimo Consiglio, su proposta appunto
della Commissione. Sempre a
marzo il Consiglio europeo
dovrebbe fornire i primi
orientamenti sulle politiche
occupazionali dei diversi Stati
membri, delineando le riforme strutturali necessarie.
Con i suoi colleghi oggi
Monti insisterà soprattutto,
fra gli altri, sul tema delle infrastrutture europee e dei
project bonds: tema sul quale, a suo giudizio, negli ultimi
anni, l'Unione Europea ha fatto poco e male e che invece
potrebbe costituire, insieme
ad una lunga serie di altri
provvedimenti a costo zero, e
la Merkel è finalmente d'accordo, un volano di crescita
aggiuntiva per i Paesi della zo na curo. Non è escluso che al
vertice si possa discutere anche della dotazione finanziaria del cosiddetto fondo salva
Stati, il meccanismo permanente che dovrebbe essere
operativo da luglio e che secondo gli accordi dei vertici
precedenti dovrebbe essere
fissato a 5o0 miliardi di curo:
su richiesta italiana e di altri
Paesi la dotazione del fondo
potrebbe salire fino a 750 miliardi di euro, aggiungendo le
risorse residue già stanziate
per il precedente fondo europeo di salvataggio degli stati
in difficoltà.
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Marco Galluzzo
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DRIPRODUZI9NE RISERVATA
I 'sondi
ofo li Ilruxelk-
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30/01/2012
CORRIERE DELLA SERA
Occupazione e contratti
sp tano gli aiuti regionali
Mercoledì incontro tra le parti sociali, poi il round con il governo
ROMA Il peggior rischio
per il governo, alla vigilia della trattativa sul mercato del lavoro, che dovrebbe partire alla fine della settimana, è che
le parti sociali, che si vedranno tra loro mercoledì, si saldino su posizioni conservative
dell'esistente, ciascuna inalberando il proprio tema-tabù.
E invece per il presidente
del Consiglio, Mario Monti, tabù non ce ne sono: il premier
è determinatissimo e considera questa trattativa la più importante per la crescita del Paese e la credibilità internazionale. Al punto di legare il prosieguo del proprio impegno
al governo all'esito della stessa. O riforma o dimissioni,
per dirla brutalmente.
Su ciascuno dei quattro tavoli su cui si aprirà il confronto, forme contrattuali, formazione, flessibilità e ammortizzatori sociali, il governo vuol
portare a casa un risultato
spendibile in Europa. Questo
significa che si parlerà anche
di flessibilità in uscita, il tema
più caldo.
Ma per evitare che tutto salti, è possibile che l'esecutivo
proponga una sperimenta-zione territoriale di fiexsecur-i ty
Si tratta della possibilità che
alcune Regioni si prestino a
provare la nuova formula quasi -da:n.ese (quella danese è
troppo costosa) pagando, ai
lavoratori che perdano il lavoro, i costi del ricollocamento
e dei servizi di riqualificazione mirati. Certo, servirà che ci
siano anche imprese disponi--
bili a garantire, durante la riqualificazione, un trattamento complementare di disoccupazione, ma il modello che dovrà scaturirne è quello di cui
parla in questi giorni Monti:
non la tutela del posto di lavoro ma quella del lavoratore.
Per arrivare a parlare di
questo bisognerà disinnescare tutta una serie di mine poste sul percorso. Qualche errore di comunicazione è già stato fatto: la presentazione dei
documento da parte del ministro del Lavoro, Elsa Fornero,
ha messo in agitazione i sindacati, malgrado sia stato ritirato. Ieri il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha inviato il
suo messaggio: «La Cisl è per
trovare una sintesi, con una
trattativa senza paletti che privilegi una soluzione condivisa da tutte le parti sociali e dalla maggioranza parlamentare». Ancora più esplicito Lui-
gi Angeletti, segretario generale della che ieriha dichiarato: «Deve essere chiaro che
una trattativa deve avere una
mission: dobbiamo sapere se
vogliamo fare un accordo o
solo uno scambio di opinio ni». Tradotto: il governo non
si azzardi a formulare una propria sintesi delle posizioni in
campo per proporla al Parlamento. Per Cisl e tifi la sintesi
va trovata al tavolo, con tutte
le parti sociali, altrimenti il
Parlamento si spaccherà e
non approverà mai un documento imposto. E questo, più.
che un improbabile «avviso
conume», il messaggio che
dovrebbe emergere dal vertice delle parti sociali che forse
si terrà presso la sede dell'Abi, l'associazione delle banche.
Il governo peraltro si è prefissato dei tempi: l'idea è chiudere i tavoli a fine febbraio e
avere un disegno di legge che
possa essere varato entro marzo, prima delle scadenze elettorali (amministrative), affinché la trattativa non sia inquinata dalla campagna elettorale. Dunque c'è più tempo rispetto ai tre provvedimenti
adottati finora, ma c'è anche
una scadenza. Anche lo strumento è diverso: non un decreto ma un disegno di legge
che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe essere vara-
to nel giro di un mese. Anche
questa, una scommessa
Perché tutto funzioni, uno
schema di lavoro c'è, anche
se non saranno consegnati documenti. Le linee guida si colgono tra le righe delle ultime
dichiarazioni rese da Monti e
Fornero. Semplificare la giungla dei contratti, disincentivando quelli che producono
precarietà è un obiettivo su.
cui convergono tutte le parti,
come anche rafforzare l'apprendistato. Le divergenze
per ora iniziano parlando di
formazione e ricollocamento
e proseguendo sul tema degli
ammortizzatori sociali, dove
il governo prevede una flessibilità in uscita in cui il lavoratore non venga abbandonato
a se stesso, «Emergenza è la
precarietà, se la parola riforma ha senso, da lì bisogna
partire» ha mandato a dire
via Twitter ieri il segretario
generale della Cgil, Susanna
Camusso, indicando la priorità per il suo sindacato. Ma anche per questo governo.
Antonella Beccar°
O RIPRODUIIONE RISERVATA
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30/01/2012
CORRIERE DELLA SERA
tek. deaIS
Sull'articolo Cgil, Cisl
e Un alzano un muro
con qualche piccola
crepa. Confindustria è
indecisa se farne una
battaglia. I governo
vuole aggirare
l'ostacolo con una
forma sperimentale.
Susanna Camuso
,
Le parti sociali sono
tutte d'accordo su un
punto: per prossimi
due anni non si può
cancellare la cassa
integrazione in
deroga. Ma il governo
pensa al riordino di
tutti gli strumenti.
Raffaele Bonanni
CAs1 peetnham aaa
shnesh can una tranadva
pakdS che pziAlegi
naa sda:deac
coadMsa da hanì stick
e maggíaranza
5e.rie coz:tntte
la sardP5knlne
Tutte le parti
convergono sulla
necessità dì
semplificare la
giungla dei contratti e
salvarne solo alcuni,
come il part-time. Da
scoraggiare il finto
lavoro autonomo.
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CORRIERE DELLA SERA
L'ACCESSO IMPOSSIBILE A INTERNET
PER QUATTRO FAMIGLIE su DIECI
Tuffi i servizi pubblici onhe, ma la nos ira rete non è completa
Lo stato di salute del rapporto tra
noi cittadini e la pubblica amministrazione è ricco di statistiche e alcune sono sorprendenti. La transizione
verso il digitale in Italia è al palo? Tutt'altro. Se si va a prendere la percenMale di servizi pubblici di base interamente disponibili online — la fonte è
la Commissione europea — l'Italia
raggiunge il 100%, saldamente davanti alla Germania (90,9), Francia
(83,3) e Unione Europea a 27 (80,9).
Anche la tanto osannata Finlandia è
ora sotto di noi. La crescita è stata
esponenziale. Solo a metà del 2009
eravamo al 55,6% e dovevamo guardare in alto per subire l'ironia degli
altri Paesi europei, Per inciso, è interessante osservare che anche la Spagna ha subito un'accelerazione fermandosi però al 91,7%. Dovendo riconoscere a Cesare quel che è di Cesare
quella curva esponenziale ha un nome: Renato Brunetta, il ministro della Pubblica amministrazione del governo Berlusconi. Il suo progetto di
digitalizzazione della Pubblica amministrazione ha ottenuto risultati che
sulla carta sono ottimi. Ora il decreto
legge sulle Semplificazioni, nel capitolo in cui implementa la cosiddetta
Agenda digitale, ha dato un'ulteriore
spinta a questo processo con 7 milioni di documenti e certificati che verranno forniti «solo» online. E la prima fase di quella che Stefano Parisi,
alla guida della neonata Confindustria digitale, ha definito sul Corriere
come siin'tett off dello stato analogico. Una strategia condivisibile anche
per Francesco Sacco dell'Università
Bocconi che, insieme a Stefano Quintarelli, é stato uno dei promotori del
manifesto per l'Agenda digitale in Italia.
Ma allora la domanda spontanea è:
come mai l'e-governmeot italiano
non fa scuola? Se ci si sposta sulla percentuale di cittadini che negli ultimi
3 mesi ha inviato o ricevuto un documento della pubblica amministrazione online si scopre che rifiniamo in
fondo alla classifica: 10,7% contro il
19,3 dell'Unione, il 21,2 della Francia
e il 32,3 della Finlandia. Addirittura
tra il 2008 e il 2010 siamo peggiorati
di quasi due punti percentuali. Nel
2006 eravamo al 13,7%. Da una parte
una crescita esponenziale, dall'altra
un trend negativo: il nodo da sciogliere inizia a intravedersi. E per definirne meglio i contorni vale la pena di
incrociare i numeri della Commissione con i dati Eurostat del dicembre
2011 sulle case con un accesso a Internet: 62% in Italia, contro 183 della.
Germania, il 76 della Francia, 1'85 della Gran Bretagna, 1'84 della Finlandia
e il 91 della Svezia. In soldoni: 4 famiglie su dieci in Italia non hanno fisicamente la possibilità di collegarsi al
web tramite rete fissa. Peggio: il 39%
della popolazione tra i 16 e i 74 anni
non si è mai collegata alla rete né fissa né mobile. Solo un inglese su dieci
non ha mai sperimentato una pagina.
web in qualunque sua forma. Siamo
degli emarginati digitali. E questi due
ultimi dati ci dicono che un po' è analfabetismo e un bel po assenza di infrastrutture.
In Italia è come se avessimo costruito tutti i caselli ma non ci fosse ancora l'autostrada (e, anzi, talvolta si
spaccia per autostrada una semplice
statale). Come faranno a ritirare i certificati coloro che non hanno accesso
al web? Il digital divide non può essere nascosto sotto un tappeto. E forse
varrebbe la pena di pensare a una sorta di incentivo per chi si allaccia alla
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CORRIERE DELLA SERA
30/01/2012
ITALIA
Francia
Picchi e discese
ii:.ii,ii Germania
Unione Europea
Obiettivi e progressi dell'Agenda digitale europea
Copertura
«sgssg,
11 miliardi a banda iena al 2013 50% Me case
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del budget pubblico \
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33% delle Pini
vendono saline
'20% attivi nello shopping
Mine transnazionaie
33% delle Pini
acquistane online
Case con accesse a Internet (dati in % 2011)
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nello shoppion online
15% di utilizzatori
regolari di Irrternet
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2007
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iii
2009
FONTE 5UROSTAT 5 CZMI,5155300E 51.51955A
in un cassetto, nonostante contenes-
rete dopo averne dati per cambiare
l'automobile e gli elettrodomestici.
Il tema delle infrastrutture è caldo,
anzi caldissimo tra le società di telecomunicazioni. E authority di settore
e ministeri ci hanno sbattuto già la testa. Il tavolo dell'ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, sulla rete di nuova generazione non ha
sortito effetti. La litigiosità degli operatori sul tema (Telecom Italia, \rodatone, \Arind, Fastweb e Tiscali) anzi è
aumentata. Permettend.o a tutti di
uscire sbattendo la porta. Forse è per
questo che il governo con il decreto
sulle Semplificazioni e il ministro dello Sviluppo Corrado Passera (che ha
anche la delega sulle infrastrutture)
hanno optato per la «cabina di regia», cioè un coordinamento degli interventi, senza però fare cenno alla
patata bollente della rete. «L'assenza
di una strategia per le infrastrutture
allo stato attuale è l'anello mancante.
Bisognerà attendere l'attuazione della cabina di regia per vedere come si.
vorrà procedere», concorda Sacco, il
cui nome era emerso tra quello dei
possibili candidati alla poltrona d.i
sottosegretario con delega al digitale.
Intanto la banda larga e ultra larga.
in Italia resta un miraggio. Il piano di
Francesco Calo che, richiesto dal governo Berlusconi, era stato presentato già nel febbraio del 2009, è finito
se anche interventi a costo zero. Le regole sulla nuova rete in fibra ottica
dell'Agenzia garante per le comunicazioni guidata Corrado Calabrò sono state pubblicate da pochi giorni.
Ma si è ben lontani dal capire chi dovrà costruire e quando. Intanto il cronometro europeo avanza. E re-geVerrunenli è solo uno degli obiettivi europei. Abbiamo un altro anno per collegare a banda larga tutti e siamo ancora al 52%. Il target è già sfumato.
Entro il 2020, poi, ognuno dovrà
poter accedere a una banda a 30 megabyte al secondo, mentre metà delle
famiglie dovrà poter avere un abbonamento 0 100 megabyte. Entro il
2015 metà della popolazione europea
dovrebbe fare abitualmente shopping online. E la possibilità per noi di
restare confinati nell'altro 50% è alta:
nel 2011 solo 27 italiani su zoo hanno ordinato beni sul web (contro 67
della 1-ancia, 77 della Germania e 82
della Gran Bretagna). Duro da digerire: ma ora che non ci sono più i vecchi «Paesi in via di sviluppo», trasformatisi in economie in crescita, chi
non centrerà gli obiettivi farà parte
della nuova serie B: quella dei Paesi
in via di sviluppo digitale.
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Massimo Sideri
rnsidericorriere..i.t.
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connidicruAsrai;
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il Giornale
30/01/2012
liberalizzazioni
Il «metodo taxi e pensioni» ritenuto valido anche per l'occupazione
Lavoro, Palazzo Chigi deciso a sfidare i sindacati
Antonio Signorini
Roma L'intenzione è di applicare il metodo
taxi (e pensioni) anche al lavoro. D'altro canto le liberalizzazioni e la riforma che ha trasformato la nostra previdenza pubblica, che
eralapiù generosadel Continente, inunapolizzavita costosa e poco conveniente, hanno
suscitato proteste tutto sommato contenute. Quindi avanti tutta sul lavoro: le parti socialiverranno ascoltate, gli si ricorderanno i
richiami europei sulle anomalie del nostro
mercato del lavoro poi il governo troverà
«una sintesi». Se arriveranno gli scioperi,
compreso uno generale, pazienza.
È sempre più chiaro che il governo non intende cercare compromessi sulla sostanza;
al massimo salverà la forma, evitando di nominare l'articolo 18, ma l'intenzione è di lasciareil segno. Senesono accorti ieri i principali sindacati i cui leader hanno interpretato le ultime uscite del premier Mario Monti e
del ministro Elsa Fornero come una sfida.
«Deve essere chiaro che una trattativa deve
avere una mission», è l'avvertimento di Luigi Angeletti, segretario generale della Uil. In
sostanza, i sindacati possono concedere
qualcosa, ma anche il governo deve fare altrettanto. «Dobbiamo sapere sevogliamo fare un accordo o solo uno scambio di opinioni». Il primo incontro è finito con un nulla di
fatto, soprattutto perché la Fornero ha detto
che l'intenzione è cambiare il sistema degli
ammortizzatori e superare alcune forme di
cassa integrazione. Riformare la cassa integrazione? «Sì, perché va estesa, va estesa an-
Cassa integrazione da modificare. La Cgil fa già muro:
«Semmai va estesa». Si pensa al sostegno degli stipendi
che la contribuzione a tutte le imprese», ha
ribattuto oggi il segretario generale della
Cgil Susanna Camusso. Anche Raffaele Bonanni, segretario Cisl che del confronto senza pregiudizi ha fatto un marchio di fabbrica, sente puzza di bruciato: «Non commento le indiscrezioni o le provocazioni di qualche giornale. Speriamo che il governo non
cada nel tranello di alimentare le ipotesi più
disparate e inverosimili. La Cisl è pertrovare
una sintesi, con una trattativa senza paletti
OSTILE Il leader della Cgil Camusso [Ansa]
che privilegi una soluzione condivisa da tutte la parti sociali e dalla maggioranza parlamentare».Mercoledìsiterràun incontropreliminare tra le parti sociali in vista del nuovo
confronto con il ministro del Lavoro sulla riforma. Sindacati, Confindustria, Rete imprese, Abi e Ania cercheranno di trovare alcuni
punti in comune, unica possibilità per incidere nelle scelte del governo.
Una delle leve potrebbe essere quella fiscale. Continuanole indiscrezionisulle riduzioni delle aliquote finanziate dalla lotta all'evasione. Un modo per sostenere i salari
che - come ha segnalato ieri l'Istat - nell'ultimo anno sono rimasti al palo. Le buste paga
nel 2011 sono aumentate dell'1,8 per cento,
come non accadeva da 12 anni. Qualcuno
però si è salvato: chi lavora nei Conservatori
di musica, nell'accademianazionale di danza odi arte drammatica havisto il salario aumentare del 4,6%. Crescite ben superiori alla magra media complessiva sono state registrate anche da giornalisti (+3%) dipendenti
delle scuole private, soprattutto se laiche
(+3,4%). Aumenti che non sono frutto di decisioni prese nell'annus horribilis degli stipendi, semmai effetti di rinnovi contrattuali
che erano scaduti da anni. Se il governo darà
il suo contributo a invertire questa tendenza, anche le riforme più radicali diventeranno accettabili.
LE BUSTE PAGA
DEGLI ITALIANI
CRESCITA MEDIA 2011 SU 2010
(retribuzioni contrattuali orarie)
•
+1,8°10 ;mai così poco da 12 anni)
1 PRINCIPALI ADEGUAMENTI
Dipendenti conservatori,
accademia nazionale
danza o arte drammatica
®
El Giornalisti
ir:
+3,010
Dipendenti
scuole private
+3,4%
Addetti settore
autorimesse
e autonoleggio
+4,3%
Impiegati comparto
servizi portuali
+4,1%
Dipendenti
case di cura
+3,8% i
Pagina 6
M.10 , 5'
1!
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ci
+4,6%
Lavoratori
servizi a terra
aeroporti
Fonte sto,
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t
GIR RENO
- Monti nell'arena di Bruxelles t.
obbligato a dire sì alla Merkel
press unE
30/01/2012
il Giornale
Il flop del governo tecnico sul debito
Bisogna creare un fondo «salva Italia»
L'azione di Monta indebolita dalla crisi. Decisivo ridurre l'indebitamento per rientrare nella media Ue
Molte proposte convergono su una soluzione: vendere immobili pubblici per acquistare quote del disavanzo
di Renato Brunetta
I governo Monti nasce con lo specifico mandato di aumentare la credibilità dell'econoitaliana sui mercati, promuovere l'azione dell'Italia in Europa per una politica economica a carattere comunitario, ridurre il debito pubblico con misure di carattere strutturale e lanciare una strategia di sviluppo e crescita per il Paese.
Aoggi il conseguimento di questi risultati appare lontano e l'operato del governo si è limitato alla
correzione dei conti pubbliciresa necessaria, ai finidelpareggio dibilancio, dalpeggioramento della congiuntura economica.
Nella particolare fase dell'economia in cui viviamo, risolvere il problema «deficit» può non essere sufficiente. Esiste, infatti, unproblema «debito» che non può essere risolto solo accettando
maggiori tassi di interesse. Anche se l'onere per il
servizio del debito è ancora sostenibile, l' altolivello dello spread rispetto ai bond tedeschi riduce il
valore patrimoniale dei nostri titoli pubblici. Tale
situazione genera una riduzione degli attivi delle
banche e, quindi, dei loro valoripatrimoniali, con
ripercussioni significative sull'intera economia.
Una vera politica di abbattimento strutturale
del debito pubblico non è più rinviabile. Occorre
cominciare a diminuire, nell'arco di 24-36 mesi,
l'esposizione debitoria del Paese dal 120% al 90%
del Pil, rientrando così nelle medie dei principali
competitori e togliendo ai mercatil'unicovero alibi sul quale esercitano la loro attività fortemente
speculativa ai nostri danni, per cui applicano differenziali di interesse che non troverebbero riscontro in una obiettiva lettura dei nostri dati di sistema.
Un intervento di questo respiro non può che essere la risultante di più operazioni, ciascuna delle
quali sia destinata a originare maggiore liquidità
da investire - in via esclusiva - nel riacquisto del
nostro debito, nonché partire da una seria alienazione dei beni dello Stato e di privatizzazioni mobiliari e immobiliari di beni in capo alla Pubblica
amministrazione in tutte le sue emanazioni, magari da attuarsi tramite la costituzione di un Fondo adhoc che consentala partecipazione dei cittadini e quindi l'immediata spendibilità delle risorse, la cui raccoltanecessita di un tempo utile adimpedire svendite o speculazioni.
ll
.
Sitratta di cedere lepartecipazioni che non hanno carattere strategico evendere gliimmobiliposseduti dalla Pa sia a livello centrale sia periferico.
Come è stato già ampiamente detto la costituzione di un Fondo chiuso d'investimento accelera al
massimo le singole dismissioni, che devono essere accompagnate da una normativa rivolta a ottenere un rapido cambiamento della destinazione
d'uso dei singoli immobili, con conseguente variazione del piano regolatore. Anche il lease back
(vendita dell'immobile e successivo affitto in locazione) garantisce entrate albilancio dello Stato, riducendo l'emissione di titoli del debito pubblico
e al tempo stesso migliorando la gestione delle
aste, con riduzione dell'offerta e risparmi negli
spread. Ancora, può darsi luogo alla costituzione
di una società nella quale far confluire i contratti
di concessione d'uso dei beni dello Stato (dalle
spiagge alle autostrade, dalleferrovie alle reti elettriche e informatiche eccetera), da privatizzare
successivamente, mantenendo in capo allo Stato
la proprietà dei beni ma, di fatto, anticipando gli
introiti attesi tramite la riscossione immediata
del valore della società di gestione.
Unvero e proprio Fondo salva Italia da affiancare al Fondo salva Stati europeo: chi fa da sé... con
quel che ne consegue.
-
NTO DE DEBITO trAUA
Rapporto sul Pii
Valori "I
CID MI
120,6
01Y,II5 993,57
1060,04
789.49
1993
1994 1995
1996
es) em
119,0
1999 2000 2001
120.0
el2)
1.446.17 1.94
1083,56 î. 102,05
1997 1998
dati ìn milioni di Puro
2002
2003 2040 2005
2006 2005 2000 2009 2010 2011
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Il flop del governo tecnico sul debito
Bisogna creare un fondo «salva Italia
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press unE
il Giornale
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o
aumentare
la credibilità
dell'economia
italiana
sui mercati
a a
promuovere
l'azione dell'Italia
in Europa
per una politica
economica
a carattere
comunitario
ridurre il debito
pubblico
con misure
di carattere
strutturale
lanciare una
strategia
di sviluppo
e crescita
per il Paese
TA Di
RIM
Ridurre il debito con: un'operazione
L'unico mezzo per conseguirla
shock, capace di modificare una
è l'alienazione dei beni dello Stato:
tantum le scelte dei risparmiatori
immobili, partecipazioni in imprese
e di dare uno scossone all'economia; quotate e non quotate, crediti fiscali
ma allo stesso tempo: una soluzione e non fiscali, compresi quelli
degli istituti previdenziali
ir neutra, che non turbi la normale
dinamica economica e non alteri
gli equilibri del sistema
Ad oggi il conseguimento di questi risultati appare lontano e l'operato del governo
si e limitato alla correzione dei conti pubblici resa necessaria dal peggioramento
della congiuntura economica.
CeNtikEtRI.St
1A PRO,
A soluzione del problema debito
italiano si propone una operazione
di finanza straordinaria istituendo,
presso la presidenza del Consiglio,
il Fondo per la garanzia e il riscatto
del debito pubblico. La situazione
attuale spinge a su erire una
manovra biennale capace di
impatta re sul debito per una cifra
variabile tra 400 e 500 miliardi
di euro, così da ridurre il rapporto
debito!Pil di oltre 30 punti
percentuali
Può essere sufficiente dotare
il Fondo con 120 o 200 miliardi
di euro e impiegare tali risorse per.
acquistare titoli del debito
sul mercato secondario,
acoliateralizzare» i titoli pubblici
a medio e lungo termine
(cioè affiancare ad essi una garanzia
reale) per il 20% del loro valore
facciate
Il Fondo dovrebbe operare
congiuntamente al Fondo salvaStati, come definito a livello europeo,
con l'obiettivo di: migliorare
la credibilità dell'Italia sui mercati;
aumentare, insieme con il pareggio
di bilancio, l'efficienza dell'economia
italiana, riducendo il peso
dello Stato; liberare risorse oggi
patologicamente impiegate per il
servizio del debito, tendenzialmente
incrementale, ai fini di sviluppo
e riduzione della pressione fiscale
Sono 6 fonti che alimentano il fondo:
alienazione di immobili Strumentali
dello Stato; cessione di crediti
dello Stato; patrimonio immobiliare
pubblico; quote di società per azioni
pubbliche; costituzione e cessione
di società per le concessioni
demaniali; convenzione
con la Svizzera per i capitali italiani
Occorre diminuire, nell'arco di 24 36 Un intervento di questo respiro non
può che partire da una seria
mesi, l'esposizione debitoria
alienazione dei beni dello Stato
del Paese dal 120 al 90% del Pil:
rientrando così nelle medie
e di privatizzazioni mobiliari
• dei principali competitori; togliendo e immobiliari in capo alla Pubblica
ai mercati l'unico vero alibi sul quale amministrazione. Magari da attuarsi
esercitano la loro attività fortemente attraverso la costituzione
di un fondo ad hoc che consenta
speculativa ai nostri danni
la partecipazione dei cittadini
e l'immediata spendibilità
delle risorse
-
Si tratta di cedere le partecipazioni
In via alternativa si può configurare
che non hanno carattere strategico
una sorta di prestito forzoso da
e vendere gli immobili posseduti
rivolgere a tutti
dalla Pa. Di costituire un fondo
i contribuenti, al netto di alcune
fasce di esenzione. Oppure costituire
di investimento chiuso
per accelerare al massimo le singole { una società nella quale far confluire
i contratti di concessione d'uso
dismissioni. Anche attraverso l'uso
dei beni dello Stato, da privatizzare
del lease-back (vendita
dell'immobile e successivo affitto
successivamente. La proprietà
in locazione) che garantisce entrate
resterebbe allo Stato, ma
al bilancio dello Stato
anticipando gli introiti attesi
certutistuit
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II Bop del governo tecnico sul debito
Bisogna creare un fondo «salva Italia
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press LinE
30/01/2012
il Giornale
«Macché liti, il Pdl è tutto con Monti»
Il coordinatore incaricato di mediare sulle riforme: «Nessuno ha imposto scadenze. E faremo la legge elettorale col Pd»
Laura Cesaretti
Roma Basta parlamento dei «nominati»: Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl e messo da Angelino Alfano alla guida del gruppo
che "esplorerà" nei prossimi giorni le intenzioni dei partiti sulla riforma della legge elettorale, spiega quali sono le priorità del suo
partito in materia. E giura: il Pdl è
pronto a fare sul serio e a confrontarsi «senza paletti preventivi»
con tutti, a cominciare dal Pd.
Onorevole La Russa, venerdì
c'è stata la prima riunione del
gruppo di lavoro del Pdl sulla
riforma elettorale. Avete una
proposta unitaria da cui partire?
«C'è stata una discussione tra
noi per capire l'orientamento del
partito. Su una cosa c'è pieno accordo: è necessario e urgente modificare il meccanismo di selezione di deputati e senatori. Siamo
tutti convinti che non debba assolutamente passare l'idea cheilPd1
è a favore del parlamento dei nominati, i cittadini devono tornare
ad avere il potere di scegliere i propri eletti».
Lo dicono tutti, da destra a sinistra, mafinora nessuno ha provato a farlo.
«Molti urlano alla luna ma p oi si
guardano bene dall'agire sul serio. Noi siamo prontissimi a farlo,
e vogliamo avviare un giro d'orizzonte confrontandoci con tutti i
partiti, uno ad uno, per verificare i
possibili punti di partenza comuni».
Avete detto che in parallelo allalegge elettorale devono marciare anche le riforme istituzionali: non è un modo per non
concludere nulla?
nelaIeggeresti quella, salvo lamodifica del sistema di scelta degli
eletti».
«Assolutamente no, non è un
alibiperrallentare tutto. Le due cose devono partire parallelamente, perché modello di governo e
legge elettorale sono ovviamente
collegati, ma non poniamo la condizione che debba andare in porto l'una cosa per fare l'altra».
Si dice che la parte «anti-Monti» del Pdl, in cui lei viene annoverato, punti al voto anticipato, senzaalcunariforma elettorale. È così?
Ma sul merito dei possibili mo delli elettorali c'è un accordo
dentro il Pdl?
«Abbiamo discusso approfonditamente, monitorando le varie
ipotesi sultappeto. Ma siamo contrari a far partire il confronto con
le altre forze politiche presentandoci con una nostra idea precostituita. Anche il Pd, che pure ha
avanzato una proposta di riforma
elettorale, mi pare che non si sia arroccato: il Pdlvuole discuterne laicamente e senza paletti preventivi. Siamo per il bipolarismo, per
dare ai cittadini la certezza che chi
ha più voti vince e la possibilità di
scegliere la guida del governo. Ma
siamo liberi da preconcetti».
Resta il problema delle alleanze: siete pronti a fare una nuova legge prima di sapere se e
con chi vi alleerete alle prossime elezioni?
«Chi in passato ha modificato la
legge elettorale in base alla fotografia delle proprie convenienze
politiche e elettorali ha clamorosamente sbagliato: basta pensare
al Psi e alla Dc che fecero il Matta-
È la sua ipotesi preferita?
«No, è solo la più semplice».
«Non esiste nessuna parte " antiMonti" nel Pdl. Io sono più pessimista di Alfano sul governo, ma di
fondo la penso come lui. Siamo ad
un bivio: tocca a Mario Monti sanare gli squilibri della sua azione
di governo, forte coi deboli e debole con i forti, per convincerci a continuare a sostenerlo nei prossimi
mesi. Ma noi, a differenza del Terzo Polo che per sua convenienza
vuole che arrivi al2013, non abbiamo messo alcuna data di scadenza su Monti. Né anticipata né posticipata».
Ma è vero che lei ha litigato con
Cicchitto e lo ha accusato di essere «succube» di Monti?
«Non gli ho detto nulla del genere, anche perché non lo è».
E che Berlusconi ha promesso
a Bossi di «staccare al spina» al
governo in primavera?
«Non lo so, chiedetelo ai leghisti. Io non ho neanche ascoltato la
sua domanda».
rellum e poi scomparvero. Quanto al Porcellum, si diceva che l' avevamo voluta noi per il nostro tornaconto, e invece vinse Prodi.
pericolosissimo partire dalla previsione delle alleanze perriformare il sistema di voto: se si riformala
legge, il panorama politico cambia. Noi vogliamo sforzarci di
guardare più all'interesse degli
elettori che alle convenienze di
partito».
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«Macché liti, il Pdl è tutto:con Monti.
Non avete paura di inimicarvi
definitivamentelaLega, se toccate il Porcellum in accordo
con Pd e Terzo polo?
«Non credo. E d'altra parte una
delle ipotesi possibili è che alla fiMa: no al tritacarne giudhia
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pressLinE
30/01/2012
il Giornale
Francesca Angeli
SANITÀ Una riforma controversa
Roma I pediatri lanciano l'allarme: il governo vuole «smantellare
il sistema di assistenza pediatrica
territoriale», con il risultato che a
sette anni i bimbi verranno curati
dallo stesso medico di mamma e
papà. Un vero rischio per la salute
dei piùpiccoli, denunciano i carnicibianchi, perché ibisogni di salute di quella fascia di età sono specifici e completamente diversi da
quelli degli adulti.
I pediatri scendono in guerra
contro il ministro della Salute, Renato Balduzzi Pietra dello scandalo la Bozza di Riordino delle cure
primarie che deve essere approvata invista del prossimo Patto perla
Salute. I direttori generali degli assessorati regionali alla sanità, nel
quadro del riordino della medicina del territorio, vogliono modificare «le norme convenzionali che
regolano i parametri relativi agli
assistiti in carico, prevedendo di
assegnare ai pediatri dilibera scelta unicamente i bambini da O a 6
anni, prevedendo incrementi di
massimale solo in questa fascia di
età, e trasferire gli assistiti al compimento del settimo anno ai medici
di medicina generale».
Oggi invece l'assistenza pediatrica specifica arriva fino ai 14 anni
ed è prolungabile sempre per libera scelta fino ai 16. Maperchè prendere una simile decisione? Proprio nel momento in cui la medicina diviene semprepiù"personalizzata" e addirittura si parla di una
medicina di genere, ovvero di cure
diverse per uomini e donne la scelta di equiparare le cure del bambino a quelle dell'adulto appare decisamente controcorrente. Le motivazioni di una simile scelta infatti non sono dettate da finalità terapeutichema pratiche. In molte zone d'Italia i pediatri cominciano a
scarseggiare e non si riesce a garantire l' assistenza in modo uniforme
su tutto il territorio nazionale. Il rischio di una carenza di medici in
questo settore era già stato piùvolte denunciato proprio dalle associazioni di categoria, che chiedevano però come soluzione più borse di studio per le scuole di specializzazione, ovvero maggiori inve-
Niente pediatra dopo i 6 anni
I dottori dei bambini in rivolta
Nei piani del governo anticipata l'età in cui i piccoli saranno curati
dai medici di famiglia. Gli specialisti: assurdo, è una scelta sciagurata
stimenti nel settore ed una programmazione più attenta in modo
da invertire la tendenza riportando il numero degli specializzati in
pediatria ai livelli degli anniprecedenti.
Ma la soluzione proposta invece è un'altra: tagliare l'assistenza
pediatrica al compimento del 7 anno di età, ovvero quella di considerare dal punto di vista dell'assistenza sanitaria un bambino di 7
anni alla stregua di un adulto.
«Una scelta sciagurata - attacca
la Confederazione Italiana Pedia-
tri(Cipe)- Una scelta che non ha alcun riscontro scientifico dettata
dal fatto che la programmazione
nelle scuole di specializzazione è
stata fallimentare. Ogni bambino
ed ogni adolescente ha diritto ad
un'assistenza specialistica».
Il presidente della Fimp, la Federazione dei Pediatri, Giuseppe Mele, boccia l'ipotesi definendola
«un attacco alla famiglia e alla professione medico pediatrica».
Contro Balduzzi e la Bozza anche la SocietàItaliana di Pediatria,
Sip. Ridimensionare l'assistenza
pediatrica di base al solo periodo
0-6 anni è «sbagliato, fuorviante e
pericoloso». Il presidente della
Sip, Alberto Ugazio sottolinea come i medici di medicina generale
garantiscano «all'adulto un livello
molto elevato di assistenza»ma siano meno esperti dei pediatri in
materia di salute dei bambini «per
il semplice fatto che da 50 anni
non se ne occupano più». Ugazio
fa notare ad esempio che «il dosaggio dei farmaci per gli adulti è unico mentre peri bimbi è legato alpeso o alle superficie coroporea».
Per la Sip insomma questa proposta di riorganizzazione pediatrica
«mette a rischio la salute dei bambini, smantellando in un solo colpo l'assistenza pediatrica che tutto il mondo ci invidia e che contribuisce a metterci tra i primi posti
nelle classifiche dell'Organizzazione mondiale della sanità». La
Sip è decisa apresentare le sue controproposte e proprio oggi ne parlerà in occasione della presentazione del Libro Bianco sulla salute
deibambini2011, realizzatoin collaborazione con l' Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni
italiane dell'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma.
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Niente pediatra dopo i 6 anni
I dottori dei bambini in rivolta
Pmposla choc: la vita delle balene vada
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press unE
30/01/2012
il Resto del Carlino
Casini promuove la
Il leader dell' Udc: «Sei ai partiti e
politica: «Ammiro l' ala responsabile del Pdl»
e nove al governo. Oggi qualcuno fa le cose che noi abbiamo sempre chiesto»
Pierfrancesco De Robertis
ROMA
PRESIDENTE Casini, il governo Monti ha ormai due mesi.
Che voto gli diamo?
«Darei un nove al governo e un sette alla politica...».
E' uno dei pochi a dare sette
alla politica.
«Va bene, diciamo sei...»
Torniamo al governo.
«Gli do nove perché in questi
due mesi ha fatto quello che
Prodi e Berlusconi non erano
riusciti a fare: liberalizzazioni, pensioni, semplificazioni, manovre straordinarie.
Sta adesso affrontando
il delicato tema del lavoro e soprattutto siamo tornati al
centro della trattativa europea. Lo
spread sta scendendo ed è un segnale importante, dopodiché nessuno
ha la bacchetta magica...».
E il sei alla poltica?
«Un sei di incoraggiamento. Non
ci scordiamo che questo governo
l'ha voluto la politica, lo vota, lo sostiene. Anche quei miei colleghi
che hanno i maldipancia».
Il Terzo polo è tra i sostenitori più accaniti del governo.
Non tem e
la politica, senza demagogie».
Sta per iniziare una trattativa
delicata sul lavoro. Lei sta
con la Fornero o con i sindacati?
«Lasciamo lavorare in pace la Fornero, che si è dimostrata seria e
competente, avendo fatto sulla previdenza ciò che per anni non è riuscito a fare nessuno. Sull'articolo
18 il governo fa bene a procedere
con prudenza».
E con i sindacati?
«Col sindacato è necessario un raccordo stretto ma nessuno può detenere diritti di veto».
Come vede le contorsioni interne al Pdl?
«C'è un'area centrista, quella intorno ad Alfano, che si sta comportando molto responsabilmente in una
situazione difficile. Non ci scordia-
«Oggi qualcuno fa le cose che abbiamo sempre chiesto, essendo
all'opposizione. Non vedo perché
adesso dovremnno avanzare riserve un po' infantili».
Tutti i sondaggi mostrano un
elemento comune: l'estrema
sfiducia della gente per la
classe politica. E' preoccupato?
Pare che Pd e Pdl facciano
prove di intesa sulla legge
elettorale...
«Magari, sarebbe senz'altro un fatto positivo. Ma l'importante è non
partire dalla coda ma dalla testa: è
un nuovo bicameralismo che deve
precedere le ipotesi di riforma della legge elettorale, non il contrario».
Che legge elettorale serve?
«Una che dia la possibilità ai cittadini di scegliere il proprio parlamentare e che non costringa ad ammucchiate innaturali che poi paralizzano ogni governo».
Non teme un blitz tra Pd e Pdl
senza di voi?
«Il Terzo polo ha una forza elettoramo che una parte di elettorato del
Pdl avrebbe preferito le elezioni anticipate, un evento sciagurato per
tutti».'
Secondo lei chi comanda nel
Pdl? Ancora Berlusconi?
«E' chiaro che comanda Berlusconi, però credo che sarà bene anche
per lui favorire un ricambio non solo generazionale ma di gestione. O
Berlusconi capisce che deve vivere
una nuova fase politica della sua
esperienza umana o spreca una
grande occasione».
Analogo travaglio nel Carroccio...
che, se si uscirà dalla crisi, alla fine i meriti saranno di
Monti e non i vostri?
un caso se a Radio Padania molti
ascoltatori esprimono giudizi positivi sul governo Monti».
«La Lega non è credibile. Non si
può aver governato otto degli ultimi dieci anni e poi all'improvviso
assumere toni demagogici. Non è
SANDRO BONDI (Pdl):
«Se volessero annientare
Berlusconi reagiremmo»
«Non potrei non esserlo. Constato
che è un fenomeno mondiale e europeo. L'unico modo per i partiti
di recuperare credibilità è metterci
la faccia, assumere la paternità di
questo governo, imprimerci le impronte digitali e soprattutto promuovere una seria autoriforma del-
le così rilevante che può essere determinante con ogni sistema elettorale. Dunque non temo blitz».
Vede il pericolo di andare a
votare con l'attuale 'Porcellum'?
«Non credo, sarebbe una prova di
impotenza della politica. Almeno
le preferenze vanno inserite».
Sta per iniziare la campagna
elettorale amministrativa.
Turberà il clima di sostegno
al governo?
«No. Le amministrative non saranno la prova generale del governo
nazionale. Si parlerà dei problemi
delle comunità locali e non del governo Monti».
Oggi (ieri ndr) è morto Oscar
Luigi Scollarci. Che ricordo ne
ha?
«E' stato negli anni della Dc un sostenitore coerente e appassionato
di Mario Scelba, feroce avversario
dei dorotei e della sinistra Dc. La
stessa grinta l'ha dimostrata in anni più recenti nell'avversare Berlusconi, ma su una cosa vorrei essere
chiaro: come presidente della Repubblica ha applicato la costituzione e ne è stato interprete fedele».
Come ha osservato la polemica bolognese sulla mancata
cittadinanza al ministro Cancellieri?
«Una disputa da strapaese. Comunque la Cancellieri è troppo intelligente per avercela con bolognesi.
Sa che la città le vuole bene».
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Pagina 6
htica: «Ammiro l'ala respensabile del Kb
press unE
II soler /,1
30/01/2012
Antonello Cherchi
C'è un altro filo rosso che lega lo "spezzatino" di interventi
di semplificazione approvati lo
scorso venerdì dal Governo. Oltre allo slogan che ha accompagnato il parto della nuova manovra - "si snellisce per togliere di mezzo vincoli allo sviluppo e anche per eliminare spese
inutili" - l'altro comun denominatore che unisce le tante novità (o almeno la maggior parte
di esse) è il ricorso alle nuove
tecnologie. Si può senz'altro azzardare che una delle espressioni più usate nel testo sia "modalità telematica".
Di quella modalità non si può
farne a meno se si vogliono velocizzare i cambi di residenza o
gli altri certificati anagrafici, se
si vuole realizzare la grande
banca dati dei contratti pubblici, per iscriversi all'università
senza muoversi di casa, se le amministrazioni devono parlarsi
per evitare di controllare più
volte una stessa impresa, se si
ha l'ambizione di introdurre
più trasparenza nel pubblico
mettendo a disposizione dei cittadini determinati documenti,
se si punta ad accelera i tempi
con cui comunicare con gli uffici, se si vogliono effettuare tutti
i pagamenti con l'Inps facendo
a meno di contante e assegni.
Per quanto non ci sia - come
invece è successo in presenza di
altre operazioni di semplificazione -una norma ad hoc che inviti al taglio della carta, la sostanza non cambia: nei rapporti tra
le amministrazioni e tra queste
e i cittadini o le imprese si dovrà
sempre di più ricorrere alla tecnologia. Ecco perché nel decreto c'è una particolare attenzione all'agenda digitale, che dovrà
puntare soprattutto a colmare
quel divario di cui ancora risentono milioni di cittadini, quelli
che vivono nei migliaia di centri
in cui la banda larga non è ancora arrivata.
Meno carta non significa solo procedure amministrative
più spedite, ma anche costi ridotti. E così via al balletto di cifre che accompagnano ogni intervento di semplificazione che
/4.w
si rispetti: i cambi di residenza
sprint faranno risparmiare alle
amministrazioni 1,5 milioni l'anno (che salgono a io se si includono anche gli altri certificati),
la banca dati dei contratti pubblici 1,3 miliardi (sempre l'anno) visto che una stessa società
presenta in media 27 volte gli
stessi documenti, con l'eliminazione del documento programmatico sulla sicurezza previsto
dal codice della privacy le aziende eviteranno di spendere 313
milioni, la dichiarazione unica
di conformità degli impianti termici farà risparmiare ai cittadini 5o milioni, la riduzione a una
sola delle attuali varie autorizzazioni ambientali permetterà
alle piccole e medie imprese di
tenere in cassa 1,3 miliardi.
Come si può notare, l'operazione di snellimento è trasversale: ci sono misure che riguardano più direttamente i cittadini,
altre le imprese e altre ancora il
funzionamento degli apparati
pubblici. A ben 'guaidaté, Però,
anche in questo caso le novità si
concatenano e lo snodo dell'in-
Agenda digitale
• La Commissione Europea definisce
Agenda Digitale la strategia per una
fiorente economia digitale entro il
2020.11 piano europeo include100
azioni organiche raggruppate in 8
pilastri (dal Mercato unico digitaie a
Internet u ltraveloce).
Il Dl sulle semplificazioni dà il via
all'agenda digitale per l'Italia,
definendone la "road map", affidata
a una cabina di regia.
Punti chiave dell'Agenda sono:
- Banda larga e ultra-larga;
- Opendata (condivisone dei dati)
-Cloud per le Pa
-Smart communities, spazi virtuali
in cui i cittadini possono scambiare
opinioni e stimolare soluzioni
condivise con le Pa
tero sistema appare quello di
un'amministrazione che deve
essere in grado di rispondere alle sollecitazioni che il decreto
legge introduce. A partire dal
fatto che se gli uffici non sono in
grado di attivare le tanto invocate "modalità telematiche", il castello crolla. E il passato è, in
questo senso, generoso di esempi non edificanti, con inviti pressanti, ma inascoltati, rivolti alle
pubbliche amministrazioni perché dialogassero con i cittadini
e le imprese attraverso le nuove
tecnologie.
Ma non è solo il caso dell'e-government. Si prenda, per esempio, la previsione che il decreto
contiene di far scendere in campo, qualora l'ufficio si dimostri
sordo alle richieste del cittadino, un dirigente a cui l'amministrazione affida il compito di
snellire le pratiche ritardatarie e
che in caso di insuccesso incorre in sanzioni disciplinari e contai:ATI. Ma non esisteva già il responsabile del procedimento?
Ci sono, invece, novità di più
immediato impatto. Come il passaggio da annuale a biennale del
bollino blu per le auto, la revisione veloce della patente per gli ultraottantenni da parte del medico unico e non di una commissione, la sostituzione delle autorizzazioni ambientali con le certificazioni Iso o Emas, i minori vincoli per diventare autotrasportatore, le procedure più snelle per
avviare in maternità anticipata
una lavoratrice, la cancellazione
dei divieti di panificazione, le regole per assumere stagionali extracomunitari, la possibilità della vendita ambulante di prodotti
agriColi grazie alla sola comunicazione al Comune, la riduzione
degli oneri burocratici per somministrare alimenti e bevande
nel corso di feste o sagre.
Invece in altri casi - per esempio, il disboscamento delle autorizzazioni o la razionalizzazione
dei controlli sulle imprese - l'intervento è, per ora, solo annunciato. Ci vorranno, infatti, nuovi
provvedimenti perché si possa
veramente apprezzare l'effetto
di semplificazione.
FAMIGLIE
E I RESE:
I TAGLI AI PESI
SUPERFLUI
Dal cambio di residenza agli appalti
che cosa cambia con il Dl del Governo
C. RIPRODUZIONE RISERVATA
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Pagina 43 di 101
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Il Sole/ /,1
30/01/2012
PERCORSO CON MENO OSTACOLI PERI CITTADINI...
O DOCUMENTI Più VELOCI
cambi cl i residenza avranno effetto giuridico
immediato. Inoltre, l'utilizzo della modalità
telematica nello scambio di dati fra
pmminisoazisin rende p in veloce 1,a trasci z o ne
dltri ari anduraf nd, some i certificati di rp4.soitaz
e quelli di reau imome
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•
O COMUNICAZIONI NELLA FA
Le Pa devono parlarSi sempre di più
e condividere, utilizzando le nuove
tecnologie (tre coi il dor& i dati di
cui dispongono, in nome delle
trasparenza, parte di quei dati
devono e.sseremezsi a dispesizione,
attraverso la rete, anche dei ci oddini
I verbali delle commissioni mediche
sostituiscono le attestazioni medico
legali richieste, ad esempio, per ii
rilascio del contrassegno di
invalidità per il parcheggio, per
usufruire dello sconto Iva
sull'acquisto di veicoli per disabili,
per l'esenzione dal bollo auto e
dall imposta di trascrizione al Pra in
caca di passagou ci proprietà
O DOCUMENTI DI IDENTITÀ
La scadenza viene fatta coincidere
.con quella del compleanno. In
questo modo ricordarsi di rinnovare
ildocumentosarà più semplice e si
eviteranno disawenture, come
quella di presentarsi al check indi un
volo con il documento scaduto
O BOLLINO BLU E PATENTE
Il bollino blu viene legato alla
revisione dell'auto: Quattro anni
dall'acquisir , e poi ogni due anni,
Più facile irrinciovU delle patenti
degli ultra ottantenni: ci si potrà
rivolgere c un medico e non solo
alla rnmemssione medica
O UNIVERSITÀ
L'Rrncone
wersite dovrà r
effettuata esch sivamente pervia
telematica,rramne ur ocrtple unica
(in Lingua italiana e inglese) cove gli
studenti pot rar 'no reperire tutti i dati
utili per rise trio' ie. D9013 it libretto
universitano d'iventere elehronizo
O
CONTROLLORI
O CONCORSI
Le domande per partecipare a
concorsi banditi dalle
anrr ninistrazioni pubbliche centrali
dovranno essere inviate
esclusivamente per via telematica. I
bandi che non rispetteran no questa
condizione saranno dich ia reti golfi
Pagina 44 di 101
ittnidinie'rnpresesaran ru
p - i limi nel buon , c ■ er(=ro delle
ai. mnisbazieni.Afronted- unrita•co.
potranno rivolgersi a un ningc.nre
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aso con Jar's, rischierà sanzioni
( cup bari e contabili
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
V
... E PER LE AZIENDE
O AUTORIZZAZIONI
RMri
Via alla sperimentazione che dovrà
portare all'individuazione delle
autorizzazioni da mantenere in vita
e di quelle da unificare o abolire.
Le autorizzazioni sopravvissute
dovranno, poi, essere ben
differenziate: imprese e cittadini
devono capire chiaramente se
un'attività richiede un tipo di via
libera piuttosto che un altro
o non lo richiede affatto
O CERTIFICATI AMBIENTALI
Per le piccole e medie imprese arriva
un'unica autorizzazione ambientale.
Le imprese in possesso di
determinate certificazioni Iso o
Emas possono sostituire le
procedure di autorizzazione
ambientale con l'autocertificazione,
*che avrà valore per le attività
oggetto delle certificazioni
O CONTROLLI
■1111111111 NE
Devono essere ispirati alla
p róporzionalità e semplicità e devono
ave re come presupposto il
coordinamento tra le
amministrazioni, così da evitare
duplicazioni di verifiche. Sul sito
impresainungiorno.govitdeve essere
pubblicata la lista dei controlli, sulla
base di dimensione e attività
dell'impresa. Sono soppressi i
controlli per te imprese in
possesso della certificazione
[so o equivalente
fl APPALTI
Viene istituita la banca dei contratti
pubblici,in cui confluiscono i dati
delle società che partecipano agli
appalti pubblici. In questo modo le
amministrazioini non hanno
bisogno di chiedere ogni volta gli
stessi documenti ai partecipanti alla
gara. Il nuovo database sarà
realizzato presso l'Autorità per la
vigilanza sui contratti pubblici
Tutela del paesaggio. Riparte il confronto con le autonomie
Una corsia veloce
per i piccoli interventi
E
una delle semplificazioni più
delicate, che nel passato
meno recente ha generato
scempi ed ecomostri. Allargare
le maglie della tutela del
paesaggio può, infatti, essere
un'operazione a rischio, che
mette a repentaglio le zone
protette del Paese. Questa volta il
ministero dei Beni culturali si è,
però, mosso guardando a quanto
fatto nel 2010, quando con il
decreto 139 si snellirono le
procedure per gli interventi di
lieve entità nelle aree vincolate.
In quell'occasione si
individuarono 39 piccole opere
che potevano beneficiare della
corsia veloce per ottenere
l'autorizzazione paesaggistica
prevista dal codice dei beni
culturali (Dlgs 42/2004).
Già allora c'era la volontà di
allargare l'elenco e il ministero
iniziò anche il confronto con le
regioni e gli enti locali, ma poi
non se ne fece nulla, complici i
ricambi al vertice di via del
Collegio Romano e le più
generali vicissitudini
governative.
Venerdì, però, il ministero è
ritornato all'attacco e ha
ottenuto di inserire nel decreto
legge una norma che assegna ai
Beni culturali il compito di
rivedere, entro un anno, il Dpr
139 e l'annesso elenco di
interventi di lieve entità. A breve,
pertanto, ripartirà il tavolo di
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confronto con le regioni, i
comuni e le province.
Sempre in materia di tutela
storico-artistica, il nuovo
decreto legge contiene una
disposizione che accelera le
procedure per la verifica
dell'interesse culturale degli
immobili pubblici.
Accertamento a cui sono
subordinate da tempo tutte le
strutture dell'amministrazione
destinate a essere vendute e che
possono andare sul mercato solo
se viene escluso un valore
storico-artistico.
Verifica finora appesantita da
vari passaggi, che ora si
intendono snellire. Si tratta, però,
di un intervento annunciato,
perché per apprezzare la
semplificazione si dovrà anche in
questo caso attendere un decreto
dei Beni culturali da mettere a
punto nel giro di due mesi.
A.Che.
& RIPRODUZIONE RISERVATA
press unE
II soler /,1
30/01/2012
IR III MI
AUTOTRASPORTATORI
Niente esame di idoneità
professionale per chi ha un diploma
e per chi ha diretto in maniera
continuativa per almeno dieci anni
un'impresa del settore. Inoltre, i
tachigrafi andranno tarati ogni due
anni (oggi l'obbligo e annuale)
O LAVORO
Più snelli i contratti di soggiorno
per lavoro subordinato.
La comunicazione obbligatoria
assolve anche agli obblighi di
comunicazione della stipula
del contratto. Cambia anche
la norma sull'astensione anticipata
dal lavoro per gravidanza.
I e procedurevengnno
ora trasferite a livello locale
11.1101,11111.
01 *
.3.111.114
M 114 ,11,
1 I:I IIIIYI
AGRICOLTORI
11M001111
*
111 11.1
MA1011111
11"“•“
11-11 il
** ”101111
Semplificate le procedure per
esercitare, da parte degli
imprenditori agricoli, l'attività di
vendita diretta in forma itinerante,:
basta la comunicazione al comune
dove ha sede l'azienda agricola.
L'attività può partire dal giorno
dell'invio della comunicazione
(;)
1111111 ■■111M
O SAGRE E FIERE
PRIVACY
Vendere alimenti e bevande
Scompare l'obbligo annuale
di predisporre il documento
programmatico sulla sicurezza,
previsto dal codice della privacy
perle aziende che trattan o
i dati personali mediante
strumenti elettronici
per sagre e fiere richiede solo la
segnalazione certificata di inizio
attività. Non è necessario
possedere i requisiti finora richiesn,
tra cui l'aver freq uentato un corso
di formazione o il possedere un
diploma o, ancora, l'aver lavorato
peralcuni anni nelsettore
Segnalazione certificata. L'avvio dei cantieri
Allegati al minimo
per la Scia in edilizia
Mon poteva mancare la Scia.
■I Il decreto semplificazioni
è il quarto provvedimento in
meno di due anni a correggere
le regole sulla segnalazione
certificata di inizio attività
(Scia, per l'appunto), il
documento che consente di
avviare i cantieri senza dover
attendere i 3o giorni richiesti
con la vecchia denuncia
d'inizio attività (Dia).
Questa volta si precisa che la
Scia deve essere corredata
dalle attestazioni e
asseverazioni di tecnici abilitati
solo «ove espressamente
previsto dalla normativa
vigente». Un'aggiunta che
suonarivolta a quegli uffici
comunali che continuano a
chiedere progetti e prospetti a
propria discrezione. D'altra
parte questa non è certo la
prima puntualizzazione rivolta
agli enti locali.
Subito dopo l'emanazione
del Dl 78/to - che ha introdotto
la Scia nell'ordinamento
italiano - diverse regioni
avevano contestato in radice la
sua applicabilità all'edilizia. E
da lì si era arrivati alla legge
io6/u, la norma di conversione
del decreto sviluppo (Dl 70/11),
che ha chiarito la possibilità di
utilizzare la Scia anche per i
cantieri. La manovra di
Ferragosto (Dl 138/u) ha poi
specificato che la Scia non è
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direttamente impugnabile: i
vicini che vogliono bloccare i
lavori, al massimo, potranno
ricorrere contro l'eventuale
inerzia del Comune che non
controlla le opere.
Il decreto semplificazioni si
occupa anche della Scia per le
imprese, stabilendo che entro
fine anno il Governo
individuerà le attività soggette
a Scia, quelle soggette a
comunicazione e quelle libere.
Di fatto, è uno schema analogo
a quello che si è delineato negli
ultimi due anni per l'edilizia,
dove si va dal permesso di
costruire, alla Scia, alla
comunicazione al Comune
(semplice o asseverata,
prevista dal Dl 40/2010), per
finire con l'attività libera. E
chissà che non sia l'occasione
per semplificare ancora il
settore delle costruzioni.
C.D.O.
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Il Sole12
30/01/2012
Dichiarazione unica. Attesterà la conformità dell'impianto
Riscaldamento a norma
con un solo modello
L
e semplificazioni entrano
anche in casa. Il
provvedimento approvato
venerdì scorso dal Governo
promette una riduzione dei
documenti che attestano la
regolarità degli impianti di
riscaldamento. Il via libera
degli installatori sarà
contenuto in un unico modello
rispetto agli attestati
attualmente previsti. Saranno i
ministeri dell'Arribiente e dello
Sviluppo economico a definire
i contorni della dichiarazione
unica di conformità. Quando la
modifica diventerà pienamente
operativa, resterà comunque
l'obbligo di presentare
l'attestato per ottenere il
certificato di agibilità del
Comune o in caso di
allacciamento di una nuova
fornutura di gas, energia
elettrica e acqua.
L'altro grande cambiamento
in arrivo riguarda box e posti
auto. Quelli realizzati negli
edifici esistenti potranno
essere venduti anche
separatamente
dall'appartamento di cui sono
pertinenza. Ma attenzione, il
nuovo proprietario non potrà
cambiarne destinazione: in
pratica, rimarranno una
pertinenza anche se di un'altra
unità immobiliare. Non
saranno, invece, vendibili
separatamente i parcheggi
Pagina 47 di 101
realizzati nel sottosuolo e
acquistati in diritto di
superficie per un massimo di
90 anni.
Altre semplificaziorii
toccano l'edilizia in senso un
po' più ampio. L'abilitazione
delle imprese agli impianti
riguarderà tutti i tipi di edifici a
prescindere dalla loro
destinazioni d'uso. Infine il
decreto rende meno complesse
le procedure di estinzione dei
mutui per le cooperative
edilizie. In sostanza il ministero
delle Infrastrutture potrà
procedere con il pagamento dei
conguagli dei contributi
previsti da leggi degli anni
Settanta. Saranno necessarie la
certificazione fornita dalle
banche e le autodichiarazioni
dei soggetti che hanno ricevuto
i prestiti relative al possesso dei
requisiti richiesti.
G.Par.
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Il Sole12
30/01/2012
Sfida infinita a
eccessi di burocrazia
Autocertificazione e silenzio-assenso: risultati non sempre in linea con le aspettative
Marcello Clarich
Giuliano Fonderico
Da oltre vent'anni le semplificazioni amministrative si
sono susseguite a ondate. L'ultima, avviata in questi giorni dal
ministro per la funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha
dunque alle spalle una serie
molto corposa di tentativi, riusciti solo a metà, di disboscare
la giungla degli adempimenti
burocratici che soffoca cittadini e imprese.
In realtà, l'uovo di colombo
in materia di semplificazioni risale a quasi mezzo secolo fa ed
è contenuto in una norma
sull'autocertificazione (legge
n. 15/1968). Questo strumento
evita ai cittadini la necessità di
correre da un ufficio all'altro
per procurarsi attestati e dichiarazioni volte a dimostrare
il possesso di requisiti necessari per ottenere dall'amministrazione il rilascio di un'autoPOTATURA
Un altro filone di interventi
consiste nella deleghe
al Governo per il taglio
dei procedimenti con atti
di delegificazione
PARADOSSO
È stato stabilito
che i certificati rilasciati
da un ufficio pubblico
non hanno valore giuridico
nei rapporti con altri uffici,„,,,„
rizzazione, di una licenza, odi
altro atto amministrativa;
chiesto per poter intraprefid
re un'attività. L'uovo di colombo consiste in due passaggi: costringere gli uffici ad accettare
una autodichiarazione dell'interessato, con la previsione di
sanzioni penali in caso di comunicazione di dati falsi; richiedere agli uffici di compiere verifiche almeno a campione sulle autocertificazioni richiedendo agli altri uffici che
detengono le banche dati di
confermane la correttezza.
Rimasta per decenni ibernata, l'autocertificazione è stata
rilanciata dalla legge generale
sul procedimento amministrativo (n. 241/1990) imponendo
alle amministrazioni di adottare entro sei mesi le misure organizzative idonee a garantire
l'applicazione della legge del
1968. Ma la pigrizia delle amministrazioni e la scarsa capacità
di comunicare tra loro ha reso
poco efficace anche questo rilancio. Alla fine si è dovuti a ricorrere a misure drastiche come quelle introdotte nell'ultimo anno sulla cosiddetta "dee ertificazione" (legge n.
183/2on, articolo 15), oggetto
anche di una circolare recente
del ministero per la funzione
Pubblica. In base a esse i certificati rilasciati da un ufficio pubblico hanno valore giuridico
solo nei rapporti tra privati e
non in quelli con uffici pubblici e questa specificazione deve
essere riportata nel certificato. A ben vedere, si tratta di un
paradosso.
Un altro filone di interventi
legislativi in tema di semplificazione consiste nella serie di deleghe concesse dal Parlamento
al Governo per la "potatura"
dei procedimenti amministrativi operata con regolamenti di
delegificazione. L'idea di fondo è di prendere tutte le norme
che disciplinano una particolare autorizzazione, licenza o altro atto amministrativo e sfrondare qua e là qualche parere,
nullaosta o altro adempimento
previsto. Può essere introdotto
anche il cosiddetto silenzio-assenso, prevedendo che se entro un termine certo l'amministrazione non rilascia l'atto richiesto, quesfultimo è come se
fosse rilasciato e il privato può
intraprendere l'attività.
Questa idea era già enunciata nella legge finanziaria per il
1994 (la 537/1993) nell'ambito
delle riforme avviate dall'allora ministro per la Funzione pubblica, Sabino Cassese. Il programma di revisione ha preso
poi piede con le riforme Bassa-
nini (leggi n. 59/1997, n.
127/1997, n. 50/1999). Quest'ultima legge introduceva addirittura una legge annuale di semplificazione, preannunciando
così "onde" piùregolaripertéa.. -lizarequstopg.Ad
esempio, la legge n. 34o/z000,
una di queste "'leggi annuali" ).
ha aggiunto altfrtnriieéitiniénir
da semplificare. In totale circa
150 procedimenti sono stati sottoposti a cura dimagrante.
Un'occasione in gran parte
sprecata è stata invece il recepimento della direttiva servizi (direttiva CE 20°6/123, recepita con il d.lgs. n. 59/2010)
ch9revedeva ancora una volta una revisione di tutti procedimenti autorizzatori statali e
regionali.
Il Governo in carica intende
ora partire con un nuovo programma di semplificazioni.
Restano però due problemi.
Il primo è quello di evitare le
leggi che introducono nuove
complicazioni. Negli anni passati quest'ultime sono state
più numerose degli interventi
di semplificazione, con un saldo dunque negativo. Il secondo è che le ondate di semplificazioni lasciano sulla sabbia
"detriti" sotto forma di leggi e
leggine che le prevedono e che
hanno esaurito i loro effetti.
Tutte leggi che appesantiscono il carico di norme formalmente vigenti, ma del tutto inutili. Ma questo è un altro tema.
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nita agli eccessi di burocrazia,
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o Soie/2
30/01/2012
CDIS
La giungla dei rimedi
La lotta alla burocrazia dalla prima norma che già nel1968 aveva previsto
l'a utocertificazione sino alla più recente Legge di stabilità che ha sancito la validità e
uti lizza bi lità dei certificati solo nei rapporti tra privati. Per ogni intervento è indicato
provvedimento di riferimento, l'oggetto e le principali novità introdotte
2000
OGGETTO
Documentazione
amministrativa e sulla
legalizzazione e
autenticazione di
firme
1990:
.fer,i9
:24:;;;:.::.
Dpf n 445
PRINCIPALI MISURE
Dichiarazioni sostitutive delle certificazioni e
'degli atti di no Lorietà, divieto per le Pa di chiedere
atti o certificati su fatti, stati e qualità personali
PRINCIPALI MISURE
OGGETTO
.fr•gly
Testo unico in materia
Semplificazionedella documentazione
di documentazione
amministrativa
amministrativa e documento informativo (capo
•
II); c.ertificati, dichiarazioni sostitutive,
acquisizione d'ufficio dei documenti in possesso
della pubblica amministrazi o rae (capo III)
Qualità della
Registro i nformatico degli ad empi menti
amministrativi per le imprese (articolo 16)
regolazione, riassetto
riormativo e
attestati in documenti già in possesso o che nse
stesse sía no tenute a certificare (a rticoli 1-10)
codificazione - legge di
se m plificazi one 2001
Procedimento
amministrativo e
- .diritto di accesso ai
u menti
';'amininistrativi
Autocertificazioni p obbligo di acquisizione
d'ufficio di atti, stati e qualità risultanti da atti in
possesso della pubblica amministrazione
Codice
dell'amministrazione
digitale
Pagamenti informatici, sportello unico, registro
informatica degli adempimene' per le imprese
(capo I); documento informatido (capo
-Misure di finanza
pubblica
Regolamenti ci elegificanti di semplificazione dei
procedimenti amministrativi (articolo 2 e alt. el.
Semplificazione e
Riassetto normative per materie (capo I);
semplificazione degli ade m pi menti
a ni Ministrativi delle imprese e rafforzamento
dello sportelli) unico per le attività produttive
(articolo 5); atti notarili (a rticolo 12)
(articoli18 e 30)
riaSsetto normativo
per [inno 2005
n.4)
•
3- r
Funzioni e compiti a
Aegioni ed enti locali,
per la nferma della Pa
e per semplificazione
amministrativa
Va dita degli atti. dati e docuirienti formati dalla Pa
e dai privati con strumenti informatici o telematici
(art. 15); ddl per la legge di semplifidazione (art.
20); regolamenti delegificanti di soppressione e
semplificazione dei procedimenti (art. 20)
C ornpetitività,
semplificazione,
finanza pubblicb,
perequaZione
tributaria
Snellimento attività
amministrativa e dei
procedi menti di
decisionee di
controllo
Regolamenti delegificanti per la semplificazione
dellenorme sulla documentazione
amministrativa (articoli 1); stato civile e
certificati anagrafici (articolo 2); formalità per la
Partecipazione ai concorsi pubblici (articOlo 3)
Sostegno famiglie,
lavoro, occupazione e
impresa- Funzione
anti-crisi quadro
strategico nazionale
Obbligo di usare la posta elettronica certificata'
per le pubbliche amministrazioni;
semplificazioni perfamìglie e imprese; regole
sulla conservazione informatica di atti,',
documenti, libriconta bili (artico 116 elt-bis)
Funzioni e compiti
amministrativi delb
Stato a regioni ed enti
Sportello unico per le attività produttive (articoli
Attuazione della
direttiva «Servizi»
Sportello un'e (articoli 25-26)
et
185
23-24)
M i SUIS'ZiOne e riduzione degli oneri amministrativi
(articolo 25); durata e rinnovo carta d'identità
(a rticolo 31); semplificazione disciplina
i nstillazirine impianti negli edifid (articolo 35);
inipresa in un giorno e sportello unico (a rticolo38)
;'•
legge 59/197
Delegificazione e testi
unici di norme su
procedimenti
ammi nistrativi-legge di
semplificazione1998
Rego la meriti delegificantcdi semplificazione _
articolol); relazione annuale di semplificazione
(artkolo 2); analisi di impatto della regolazio n e
(articolo 3)
Tutela della libedà
Delegificazione
norme per
Regolamenti delegificanti di semplificazione
(articolo 1), dichiarazioni sostitutive (articola 2),
delega ai Comuni per il rilascio dei passaporti
(articolo 4)
Legge di stabilità,
2012
semplificazione
procedimenti
d'impresa -Statuto
delleimprese
Riduzione e compensazione degli onett„'
informativi, regolaturi e amministrativi
(articoli 7-8)
Norme in materia di certificazieni e
a utodic hi a razioni (le certificazio n i della pubblica
a m mi nistrazio ne sono valide e utilizzabilí solo
nei rapporti tra privati; articolo 15)
amministrativi
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mamMt
nita i ecce,,i di tatroeram
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press
unE
II Sole/2
30/01/2012
I tentativi del Governo Berlusconi. Con l'operazione Calderoli eliminati 400mila testi inutili
Dal «taglia leggi» alla Conferenza di servizi
La semplificazione della
macchina amministrativa non
nasce con il governo Monti.
L'esecutivo Berlusconi aveva
già provato a sconfiggere il mostro a tre teste delle lungaggini
pubbliche. Con esiti, per la verità, alterni.
Il protagonista di quell'azione
è stato l'ex ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. E
il suo pezzo forte è stato senza
dubbio il "taglia leggi", che in
due anni ha prodotto, in varie
tappe, una potatura di circa
400mila testi inutili. La partenza
è stata ad agosto del 2oo8 (DI
u2/2oo8) con 7mila norme; poi a
dicembre dello stesso anno ne
sono saltate altre 27mila (Dl
2oo/2oo8). Ma 'il colpo più pesante è stato assestato a dicembre del 2010 con il taglio di 35mila atti primari (D1212/201o) e con
l'abrogazione di 133mila atti di
natura secondaria (Dpr
248/2010). Ma non ci sono state
solo potature. Il governo ha prodotto anche codici e testi unici
di riordino di diverse materie: ordinamento militare, processo
amministrativo, turismo, attività agricola, antimafia.
Il secondo capitolo è stato dedicato al procedimento amministrativo. Qui la parte del leone è
svolta dalla riforma della Conferenza di servizi, lo spauracchio
e, spesso, il cimitero di molte
opere pubbliche italiane. E, sempre in tema di Pa, è stato riformato lo Sportello unico per le attività produttive (Suap). Un provvedimento di scarso successo, visto che il decreto di oggi è tornato a semplificare, per l'ennesima
volta, la vita delle imprese. Qualche ritocco ha subito anche il Codice dei contratti pubblici, con il
decreto sviluppo di maggio 20ll.
Hanno avuto esiti alterni anche gli interventi in materia di
edilizia. È andato bene il Dl
4o/201o, che ha aumentato il perimetro delle attività che è possibile svolgere senza autorizzazioni specifiche, mentre il Dl
78/2010 ha creato, con la cosiddetta Scia (il titolo abilitativo
che ha sostituito la Dia) un vero
e proprio mostro giuridico, oggetto per mesi di convegni, chiarimenti e circolari.
Gi. L.
N, RIPRODUZIONE RISERVATA i
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nita agli eccessi di burocrazia,
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Il Sole12
30/01/2012
Un primo
passo
che non risolve
il rebus
er sbloccare la montagna
di debiti arretrati siamo
per ora solo al primo
passo. L'articolo 35 del decreto
liberalizzazioni introduce una
novità di tutto rilievo, ovvero la
possibilità per i creditori delle
amministrazioni statali di
richiedere il pagamento in
titoli di Stato. Tuttavia il
meccanismo che il Tesoro
metterà a punto per evitare
ripercussioni sul debito
pubblico non è ancora noto nei
dettagli. Né appare
all'orizzonte una soluzione per
i debiti di Regioni ed enti locali,
che sono fuori dall'attuale
perimetro della norma. In
questo modo è destinato a
pesare ancora fortemente sulle
imprese l'arretrato accumulato
nelle forniture per la sanità.
Il plafond messo a
disposizione dal Dl ammonta a
5,7 miliardi. In particolare, una
dote fmo a 4,7 miliardi è
destinata all'estinzione dei
crediti connessi a transazioni
commerciali per l'acquisizione
di servizi e forniture, iscritti
quali residui passivi perenti,
p
mentre un massimo di un
miliardo è messo a
disposizione per rimborsare
forniture relative a consumi
intermedi al 31 dicembre 2ou.
All'interno della torta da 4,7
miliardi, 2,7 miliardi (attinti
dalle risorse relative a rimborsi
e compensazioni di crediti
d'imposta) vanno a integrare i
fondi speciali per la
reiscrizione dei residui passivi
perenti di parte corrente e in
conto capitale. Sarebbero
invece due i miliardi per
l'estinzione dei crediti tramite
titoli di Stato. Ma lo scenario
dovrebbe risultare alla fine più
aperto di quanto appaia a
prima vista. Perché lo stesso
articolo 35 spiega che
quest'importo può essere
incrementato con
corrispondente riduzione della
quota di 2,7 miliardi.
Per capire però come si
articolerà l'intervento,
bisognerà attendere le mosse
del Tesoro. Come creare dei
titoli specifici per il pagamento
dei debiti senza comportare un
aggravio sulle emissione nette?
E un vero rebus. Ecco perché si
affaccia l'opzione di una sorta
di «buy back» da parte del
Tesoro: fare leva sul fondo di
ammortamento per
riacquistare dal mercato 2
miliardi di titoli di Stato e
riemetterli con destinazione
specifica per le imprese
creditrici.
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
Pagamenti della Pa procedura unica
Allo studio un sistema per portare le amministrazioni a utilizzare le stesse modalità
Rosalba Reggio
**2 Un'unica procedura per
ogni amministrazione. Il lavoro del governo Monti in tema
di pagamenti della Pa si articola intorno alla semplificazione e all'uniformità dei processi. Se la prima mossa
dell'esecutivo si è concentrata sul debito accumulato nel
passato - con lo stanziamento di 5,7 miliardi impegnati
per iniziare a erodere una parte dell'enorme debito accumulato con le imprese, ben 7o
miliardi - e la seconda punterà ad anticipare il recepimen
to della normativa europea
sui pagamenti, la terza si concentrerà sulle technicalities.
Preso atto che la crescita
delle imprese non potrà prescindere da una radicale riforma dei tempi di pagamento
della Pa, Sviluppo economico
ed Economia sono al lavoro
per identificare la strada da
percorrere per rispettare i
nuovi parametri.
La centralizzazione della tesoreria, per esempio, è stato il
primo passo in questa direzione. La fase di studio metodologico si articola intorno a tre ambiti di intervento.
La semplificazione innanzitutto. L'obiettivo dei due ministeri è infatti quello di ordinare
l'iter deipagamenti, uniforman-
do le procedure per tutte le amministrazioni. Non solo: alla luce dei nuovi tempi si rende necessaria una sostanziale revisione del sistema di gestione
delle fatture, per arrivare a processi più efficienti.
L'altro intervento potrebbe
riguardare una gestione più razionale del rapporto tra competenza e cassa, nel bilancio pubblico. A oggi, ottenutala competenza, quindi il permesso a
spendere, per disporre della
cassa, cioè del deharo reale, i
tempi sono lunghissimi. Allo
studio, poi, anche un meccanismo di premialità per le amministrazioni virtuose.
Insomma le ipotesi su cui
sta lavorando l'esecutivo sono
diverse, ma le imprese cosa
chiedono?
«Innanzitutto che si arrivi finalmente alla compensazione
totale tra debiti e crediti della
pubblica amministrazione spiega Ambra Redaelli, presidente del comitato regionale
Piccola Industria e responsabile credito per Confindustria
Ldmbardia - attraverso 1T24».
L'obbligo, chiesto a gran
voce dal mondo delle imprese e previsto dalla legge 122
del 2010, non è di fatto applicato per mancanza di decreto attuativo.
Anche la certificazione dei
crediti, che consente alle imprese di incassare da banche o
intermediari finanziari il credito vantato con la Pa è, nella
sostanza, inefficace perché
non estesa alla Sanità e non
consentita a enti commissariati, in gestione commissariale o
a Regioni sottoposte a piani di
rientro dei deficit sanitari. In
pratica, strumenti per lo più
inutilizzabili.
Se, dunque, il governo Monti
si muove per accelerare il rece-
SOLUZIONI POSSIBILI
Attivare linee specifiche
e dedicate allo smobibzzo
delle risorse presso le banche
mediante accordi
che'preveda no costi limitati
pimento della direttiva pagamenti, difficile non immaginare un percorso a ostacoli per la
sua realizzazione. Già con il
precedente governo, infatti, la
Ragioneria dello Stato si era
espressa in modo chiaro sul tema, chiedendo l'attuazione a ridosso della scadenzà imposta
dall'Europa. La strada'Ciéll'anticipo, però, è considerata percorribile dalle imprese.
«Nell'impossibilità di recepire immediatamente la direttiva
- aggiunge Redaelli -, che prevede il pagamento in 6o giorni,
si potrebbe recepire l'obbligo
gradualmente, fissando un limite oltre il quale non sia possibile dilazionare - per esempio: da
marzo a i8o giorni, da luglio a
90 e così via - e introducendo la
certificazione obbligatoria di
tutti i debiti. Inoltre andrebbe
reso automatico il pagamento
degli interessi di mora, che restano comunque un risarcimento all'impresa e attivano un
principio di reciprocità e di
equità».
Le soluzioni proposte dalle
imprese contro i ritardi dei
pagamenti non si fermano
qui. Da più parti, infatti, è arrivato l'invito ad attivare linee
specifiche e "dedicate" allo
smobilizzo e ai pagamenti della pubblica amministrazione
pressa gli istituti di credito,
mediante accordi specifici
che prevedano costi limitati,
semplicità di utilizzo e garanzie automatiche.
Oppure, per iniziare a pagare il vecchio debito, è stato
chiesto di consentire di smobilizzare il credito alle banche,
mettendo a disposizione un
sottostante attraverso la Cassa
depositi e prestiti e il Fondo di
garanzia, mediante la certificazione dei debiti.
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a-i e a a:proce uraumca
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
Lo Stato con le aziende
ha un debito di 30 miliardi
Andrea Curiat
Tra i 3o e i 5o miliardi di euro. A tanto ammonta il debito
della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese
italiane, al netto dei pagamenti
dovuti dalle Asl e dalle aziende
ospedaliere ai rispettivi fornitori. Infatti è il sistema sanitario a
pesare in maggior misura sugli
arretrati pubblici.
Nei primi nove mesi del 20u,
le sole Asl hanno superato la
quota dei 4o miliardi. fi 50% circa dei 7o-90 miliardi in cui si stima ammontare il debito della
Pa verso le aziende.
Una cifra enorme, soprattutto se si pensa che in tutta Europa i crediti arretrativantati dalle imprese ammontano at8o miliardi circa. L'Italia, in altre parole, genera da sola la metà dell'insoluto europeo. Il debito (che
corrisponde a sei punti del Pil
nazionale) si è andato accumulando negli anni a causa dei crescenti ritardi nei pagamenti
pubblici alle imprese fornitrici
di beni e servizi.
In Germania chi lavora per la
pubblica amministrazione si vede saldare il dovuto dopo una
media di 35 giorni. Nel Regno
Unito si sale a47 giorni e in Francia si arriva a 64, ma nessuno
Stato è confrontabile con l'Italia in termini di ritardo nei pagamenti: i bonifici pubblici impiegano ben i8o giorni per essere
versati, secondo stime della
Cgia Mestre.
Alle piccole imprese va un
po' meglio, forse perché i singoli importi sonq, più contenuti.
Secondo una recente indagine
effettuata da Fondazione Impresa su un campione di mille
imprese, le realtà con meno di
zoo addetti riescono a riscuotere i pagamenti in "soli" no giorni. Un problema diffuso, perché il 13,1% delle piccole imprese intrattiene rapporti commerciali con la Pa. Per confronto, i
clienti privati impiegano in media 86,5 giorni per pagare: un
mese e mezzo in meno degli enti pubblici.
La recessione ha accentuato i
ritardi: nel secondo semestre
dell'anno scorso, il tempo di pa
I numeri
gamento dela Pa si è allungato
di quasi un mese.
Tra le aziende che vedono i
maggiori ritardi figurano quelle dell'artigianato, per le quali
oc corrono 125,2 giorni, e dei servizi, che aspettano 119,8 giorni
prima di incassare il dovuto.
Per il settore commerciale si
parla invece di 85,4 giorni, il
tempo minore in assoluto.
Nelle transazioni commerciali tra soggetti privati, le imprese artigiane soffrono di più
(n7,5 giorni); subito a seguire la
piccola impresa manifatturiera
(102,3 giorni), i servizi (72,5 giorni) e il commercio (36,3 giorni).
La crisi si e fatta sentire anche
in questo caso e nel secondo semestre dell'anno tempi medi
di attesa sono aumentati di 32,7
giorni: più che per i pagamenti
pubblici
La situazione, hírece, degenera se si guarda alle Asl, che possono arrivare ad accumulare ritardi anche di 925 giorni, due anni e mezzo, come accade in Calabria; o di 800 giorni circa, come nel caso del Molise e della
Campania. Il record negativo
spetta alle aziende sanitarie di
Napoli, conun iperbolico periodo di attesa di quattro anni e
mezzo, mentre la media del Sistema sanitario nazionale è di
299 giorni.
IO RIPRODUZIONE RISERVATA
tti
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.
e a a:proce uraumca
press unE
Il soler /,1
30/01/2012
I1MllifMl.I'IERI lea11101111
La normativa
► Il decreto liberalizzazioni
4,7 miliardi
--M
di cui
2,7
Si tratta di debiti che verranno
estinti per cassa e copriranno i
crediti connessi a transazioni
commerciali per l'acquisizione
di servizi e forniture
2,0
Si tratta di debiti che verranno
estinti attraverso titoli di Stato
e copriranno i crediti connessi
a tranzazioni commerciali per
l'acquisizione di servizi e
forniture
i miliardo
Copertura
Si tratta di fondi che
arriveranno dall'Agenzia delle
Entrate-Fondi di bilancio e da
risparmi sul debito pubblico
del 2012
tiene
I fondi saranno destinati a
pagare spese relative a
consunsi intermedi maturati al
31.12-2011
►>
Certificazioni dei crediti
Si tratta di una norma che
prevede che su istanza del
creditore di somme duvute per
somministrazione, forniture e
appalti, le regioni e gli enti
locali certifichino, entro 30
giorni dal rcevimento
dell'istanza, se il credito di
un'impresa nei confronti della
pubblica amministrazione sia
certo, liquido ed esigibile per
consentire al creditore la
cessione pro soluto a favore di
banche o intermediari
finanziari riconosciuti dalla
legislazione vigente
A che potino è
La cessazione dei crediti
oggetto di certificazione
avviene da tempo ma ha avuto
un impatto minimo perché non
è mai stata estesa alla Sanità.
Nell'enorme debito accumulato
negli anni dalla Pa, infatti, la
componente maggiore è data
appunto dai debiti in campo
sanitario. La certificazione non
può essere rilasciata da Enti
locali commissariati o in
gestione commissariale e dalle
regioni sottoposte ai piani di
rientro dai deficit sanitari
Compensazioni
ho cos'e,a.
Si tratta di una norma che
consente la compensazione tra
debiti e crediti nei
rapporti tra Pa e privati. In
sostanza, l'impresa che vanta
un credito con
l'amministrazione pubblica,
può compensare lo stesso
sottraendo l'importo vantato
dalla imposizione fiscale.
Facile immaginare l'impatto
positivo di questa norma alla
luce del debito accertato della
pubblica amministrazione con
le imprese private, pari a circa
70 miliardi di euro.
punto e„,
L'obbligo è contenuto nella
legge n.122 del 30/7/2010 ma,
di fatto, non è applicato. Per le
imprese pesa soprattutto la
mancata attuazione della
norma prevista nella manovra
estiva dello scorso anno in
base alla quale a decorrere dal
2011 sarebbe stato possibile
compensare i debiti erariali
con i crediti vantati nei
confronti delle pubbliche
amministrazioni. La, norma,
inserita anche nella prima
versione dello Statuto per le
imprese, è stata poi stralciata
dalla Ragioneria dello Stato
per mancanza di copertura
finanziaria
La direttiva
e.
Si tratta della direttiva
europea Psd (Payment Service
Directive) 2011/7/Ve, che pone
dei vincoli sui tempi di
pagamento. La direttiva
andrebbe recepita dagli Stati
membri entro il 16 marzo
2013. Nel caso di rapporti tra
privati i tempi definiti dalla
norma sono di 30 giorni , salvo
diversa trattativa privata. In
caso di rapporti tra pubblica
amministrazione e privati sono
di 30 giorni, estensibili a 60,
ma questo limite non può
essere derogabile.
he punto e.La direttiva, come stabilito
dallo Statuto per le imprese,
dovrà essere recepita entro 12
mesi dalla pubblicazione in
Gazzetta ufficiale dello stesso,
quindi entro il 15 novembre
2013, il governo Monti ha
annunciato un'accelerazione
del recepimento
,
Pagina 54 di 101
Le strade
► Cosa chiedono le imprese
Per i detell Ithr,
Consentire la compensazione
dei creditRIva, Inps, Inali,
ritenute d'acconto, Iran)
nell'F2/4
Nell'impossibilità di recepire
immediatamente la direttiva,
che prevede 60 giorni, si
potrebbe recepire
gradualmente, fissando un
limite oltre il quale non sia
possibile dilazionare (per
esempio: da marzo a 180
giorni, da luglio a 90 e così
via) e introducendo le
certificazioni obbligatoria di
tutti i debiti
Rendere automatico il
pagamento degli interessi di
mora, che restano comunque
un risarcimento all'impresa ed
attivano un principio di
reciprocità e di equità
Attivare linee specifiche e
dedicate allo smobilizzo e al
pagamenti delta PA presso gli
istituti di credito, mediante
accordi specifici che
prevedano costi limitati,
semplicità di utilizzo e
garanzie automatiche
- per il votalo detPta
Consentire di smobilizzare il
credito alle banche mettendo a
disposizione un sottostante
attraverso la Cassa Depositi e
Prestiti e il Fondo di Garanzia
per cominciare a recuperare il
vecchio debito mediante la
Certificazione dei debiti
Il lavoro del Governo
Centralizzazione della
tesoreria per dare ordine
all'iter dei pagamenti dei
debiti. L'obiettivo è arrivare ad
una uniformità di procedure di
pagamento
dell'amministrazione centrale
e di quella periferica
Nel bilancio pubblico, allineare
competenza e cassa, per
ridurre i tempi di pagamento
Revisione del sistema di
gestione delle fatture per
arrivare a procedure più
efficienti
Applicare un sistema di
premialità verso le
Amministrazioni virtuose
tti e a a proce ora unica
press unE
Il Sole12
30/01/2012
Nuove generazioni,
quattro pilastri
per dare più
piu chance
Srl semplificate, bonus assunzioni,
forfait al 5% e venture capital
Francesca Barbieri
Amedeo Sacrestano
sa. Un poker d'assi per aspiranti Bill Gates. Dagli ultimi
provvedimenti varati dal Governo arrivano nuove misure
che allargano il range di strumenti che possono far decollare le start-up e dare una scossa
positiva all'economia. Almeno sulla carta. Srl semplificata
per under 35 e bonus assunzioni al Sud esteso fino al 2013 si
affiancano alle agevolazioni fiscali per i novelli imprenditori (forfettone del 5% su redditi
e addizionali), entrate in vigore a inizio anno, e agli incentivi agli operatori che investono in fondi di venture capital
per avviare aziende innovative, previsti dalla Manovra estiva del 2011 (Dl 98).
Riuscirà questo mix di interventi ad aumentare la presenza dei giovani capitani d'impresa sul mercato? Inbase agli ultimi dati di Unioncamere, gli under 3o alla guida di un'azienda
rappresentano poco più del 5%
del totale (si veda la tabella a lato), in lieve calo (-0,13%) rispetto a un anno fa.
«Il Governo - commenta Stefano Manzocchi, direttore Luiss Lab of European Economics - sta facendo la sua parte per
incoraggiare l'imprenditoria
giovanile e rendere meno pesanti gli adempimenti burocratici: ora la palla passa alle banche che potrebbero attrezzarsi
con task force dedicate alla valutazione del merito creditizio
dei progetti dei giovani, per
scoprire se al tavolo del poker
ci sono solo bluff o giocatori
con buone carte in mano».
La Srl con capitale iniziale
minimo di un solo euro non
sposta infatti dì una virgola il
problema chiave per chi non
ha fondi propri: trovare finanziamenti dal sistema bancario.
E con un patrimonio così basso
è difficile aprire i rubinetti degli istituti di credito.
«La questione - osserva Paolo Gubitta, docente di organizzazione aziendale all'Università di Padova - è meno sentito
dalle imprese ad alta intensità
di capitale umano, che non
hanno bisogno di avere grandi
patrimoni per partire e possono spendere la propria reputazione per farsi conoscere sul
mercato».
Maper tutte le altre il problema resta. C'è da chiedersi quale reale affidamento potrà essere dato a un ente i cui destini sono agganciati all'andamento
dell'età anagrafica dei soci e a
una serie di atti dovuti, il cui
inadempimento è tutt'altro
che definito negli effetti e nelle
conseguenze operative.
Ognuna delle misure in discussione ha poi una peculiare
struttura e finalità. Difficile
mixarle tutte insieme. Il regime dei "superminimi" (con
l'imposta al 5% del reddito prodotto) vale solo per le persone
fisiche e non si può abbinare
(pena la fuoruscita dalla disciplina agevolata) con il bonus
assunzioni. Un bonus che vale
di più se a essere assunti sono
donne o soggetti under 35, ma
la misura non è ancora concre-
Pagina 55 di 101
tamente disponibile per mancanza delle necessarie istruzioni operative. Manca ancora un
tassello anche per la completa
operatività della detassazione
dei redditi prodotti dai fondi di
venture capital che investono
in imprese innovative: se per
gli investitori individuali il
provvedimento è già operativo, per i soggetti giuridici manca il via libera della Ue.
I tasselli del puzzle, insomma, non sono ancora perfettamente incastrati e accanto alle luci ci sono ancora alcune
ombre. «Favorire l'imprenditorialità non basta •- commentaFerruccio Dardanello, presidente di Unioncamere - se poi
non si sostiene l'impresa tout
court, con un quadro normativo che deve essere coerente
anche dopo lo start-up: bisogna continuare a semplificare
gli adempimenti amministrativi, eliminando quelli inutili ed
evitando di imporne altri senza un'adeguata valutazione
d'impatto realizzata insieme
alle organizzazioni della rappresentanza e le istituzioni
del territorio».
Secondo Dardanello è poi
«necessario un sistema formativo che sappia davvero orientare i giovani verso il mercato del
lavoro e favorire il merito e nuove idee, da sostenere e tradurre
in iniziative imprenditoriali capaci di coinvolgere le forze più
dinamiche, ma ancora poco valorizzate della nostra società,
come i giovani, ma anche le
donne e gli immigrati».
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
Gli strumenti in campo
SRL SEMP
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35
PeL
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formaegiuen
ogafìno al maggio 2013 del
credito d'imposta per, e
assunzioni nelle imprese del
Mezzogiorno.
Il credito d'impasta è pan al
50% dei costi salariali sostenu
per ogni lavoratore
tisventaggiata» o «rriolto
svantaggiato» neoassunto al
Sud. Lo sgravio contributivo si
applica nei 12 o nei 24 mesi
successivi alrassunzione.
I lavoratori svantaggiati sono
piivi d'impiega da almeno.
sei mesi, o privi di un diploma, o
over 50 anni, oche vivano soli
con una o più persane a carico
CAPITAL
L'articolo 31 del DI 98 el 2011
introduce l'esenzione
d'imposta (esclusione on on
applicazione della ritenuta
d'acconto dein
dei proventi realizzati
' ati
partecipazione
attraverso
in fondi di i venture capita l.
Per poter beneficiare
dell'agevolazione fondi di
è necessarioch
venture capitai investano
almeno il 75To"in imprese
innovative
costituite da non più
di
36
ecson unufattu rata inferiore
ai 50 m ilitoni
oni di euro
n suie
sulpleos
adtedsiziOnah
rdediti e
comunaliIrpef
ori t5 nel 'anno di costituzione e nei
quattro successivi. S
beneficiarie escluvhisiVna nmoente le
per
ersonefisichecstanno
e
Avviare un'attività d'impresa o
che hanno avviato un'attività in
data successiva al 31 dicembre
2007. Se Sì prosegue un'attività
d'impresa svolta da un altro
soggetto, per poter beneficiare
del regime agevolato è
necessario che i ricavi realizzati
in precedenza non superino i
30mila euro
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press
unE
Il Sole12
30/01/2012
La mappa degli under 30 di Unioncamere
L'ANALISI
Dati al 31 dicembre 2011 relativi alle società di capitale
Regione
Abruzzo
To
3
216.780
12.853
5,93
85.572
4.890
5,71
246.022
20.808
8,46
7,71
46
4,03
4,83
4,71
4,36
Basilicata
Calabria
Campania
817.487
62.988
Emilia Romagna
804.096
34.250
Friuli Venezia Giulia
180.467
7.266
Lazio
907.693
43.800
Liguria
274.053
12.913
1.706.734
74.498
275.589
13.864
Lombardia
Marche
47.751
3.208
759.920
40.230
Puglia
518.502
35.181
Sardegna'
245.271
13.448
Sicilia
666.930
46.555
6,98
Toscana
682.241
33.2341
4,87
Trentino Alto Adige
183.284
8.532
4,66
Umbria
159.761
8.224
Valle d'Aosta
23.830
1.233
5,15
5,17
838.030
37.644
4,49
5
6 .79
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
6,8 %
4,5%
TITOLARI UNDER 30
In Campania e Calabria la
percentuale arriva e supera 9%,
in Trentino Alto Adige è sotto il 5%
AMMINISTRATORI UNDER 30
Anche in questa categoria nel Sud
la rappresentanza di under 30 sul
totale è più alta rispetto al Nord
69 o
-0,1%
9
SOCI UNDER 30
È la percentuale di under 30 sul
totale dei soci: in Calabria, Molise
e Puglia supera il 10 per cento
VARIAZIONE NEL 2011
Nel 2011 rispetto all'anno
precedente il numero di under 30
è risultato in flessione
Pagina 57 di 101
Credito
più fiducia
il binomio
della svolta
"
Piemonte
Molise
Veneto
Francesca
Barbieri
% nrIcler 30
sui totale
on un capitale di
appena un euro i
giovani under 35
potranno costituire una
società a responsabilità
limitata.I1 Governo lancia un
segnale di incoraggiamento
con questa e altre misure di
semplificazione verso le
nuove generazioni, agli
aspiranti Bili Gates d'Italia
come ha detto il presidente
del Consiglio, Mario Monti.
Un'agevolazione in più, certo,
che si somma ad altre misure
appena entrate in vigore per
alleggerire il carico fiscale
delle start-up. E si affianca al
colpo di spugna sugli
adempimenti che riguardano
la costituzione di nuove
imprese. Interventi che vanno
nella giusta direzione, ma che
non alleggeriscono (e anzi
forse aggravano) le difficoltà
dei nuovi imprenditori a
ottenere finanziamenti per
fare decollare la propria
attività. Perché la domanda a
questo punto è lecita-. quale
banca concederà credito a
una società con un capitale
sociale di un solo euro? E
ancora potrà la Srl
semplificata conquistare la
fiducia dei fornitori e
costruirsi una buona
reputazione sul mercato? La
nuova formula potrà ben
adattarsi alle società labour
intensive, di certo non a quelle
che richiedono alti
investimenti iniziali. Un buon
segnale di incoraggiamento,
ora però si cerchi di favorire
l'accesso al credito delle
imprese, giovani e non.
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
INTERVISTA
Massimo Baldini
Università di Modena e Reggio Emilia
«Indicatore attendibile, ma va stimato il gettito»
mn Massimo Baldini, docente
di scienza delle finanze all'Università di Modena e Reggio
Emilia, come interpretare la riduzione del gap tra consumi e
redditi dichiarati?
L'andamento dei redditi dichiarati è sempre correlato con
quello del Pil reale, come è ovvio.Ma il dato eccezionale è quello del 2009, dove sembra che abbiano tenuto soprattutto le ritenute da lavoro dipendente, probabilmente a causa dell'aumento delle retribuzioni unitarie dopo la forte inflazione del2oo8. Le
imposte dirette versate in auto-
tassazione invece nel 2009 si sono contratte.
Visto il calo dei consumi nel
2009, è corretto ipotizzare che
le famiglie, dopo aver "tenuto"
nell'anno precedente attingendo ai risparmi, abbiano sentito
il contraccolpo?
Se il reddito corrente crolla, si
attinge ai risparmi per cercare di
mantenere un profilo quanto più
possibile stabile del consumo.
La propensione al risparmio .è in
calo da tempo.
Negli anni d'imposta 2006 e
2007 i redditi dichiarati al fisco
crescono più dei consumi: si
può parlare di compliance?
Direi di sì. Ci sono due livelli
di evasione fiscale. Il primo è
«Negli ultimi mesi
sono arrivati
i segnali giusti
per contrastare il nero»
«La congiuntura
ha ridotto
la propensione
al risparmio»
piuttosto facile da contrastare
perché dipende dalla volontà e
dalle iniziative della politica e
dal consenso dei media e dell'opinione pubblica, segnali che gli
evasori possono percepire facilmente. Sia nel 2006-2007 che negli ultimi mesi questi segnali ci
sono stati, quindi l'evasione tende a diminuire.
E il secondo livello?
Dipende dalla struttura socioeconomicanazionale, inparticolare dalla maggiore diffusione del lavoro autonomo e delle piccole imprese in Italia rispetto ai Paesi
dell'Europa centro-settentrionale,
che in parte significativa spiega il
differenziale di evasione. Questa
seconda componente può ridursi
solo nel medio-lungo periodo, in
parallelo con i cambiamenti strutturali dell'economia.
Negli ultimi anni, il gap consumi-redditi si è ridotto nel
Mezzogiorno ed è aumentato
in alcune regioni del Nord.
Forse in parte ciò è dovuto al
fatto che la prima fase della crisi,
legata al crollo delle esportazioni, è stata avvertita soprattutto
nelle aree settentrionali. In alcune grandi regioni del Sud, in effetti, gli andamenti di consumi e
MAGOECONOMICA
reddito dichiarato sono coerenti
con la possibilità di un calo
dell'evasione fiscale.
Il gap redditi-consumi, mancando indicatori più raffinati,
può essere un parametro per
misurare il rischio-evasione?
Sicuramente sì. Sarebbe comunque utile un maggior impegno per la produzione di statistiche sul gettito potenziale. Il fatto
che il gap sia diminuito è una buona notizia, anche se credo che in
parte la riduzione sia dovuta al
periodo considerato, molto negativo per l'economia italiana,
con la conseguente riduzione
della propensione al risparmio.
Tra reddito annuale e consumo
non c'è una perfetta correlazione, soprattutto in periodi di crisi.
Massimo Baldini
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press unE
Il Sole12
30/01/2012
L'ANALISI
Raffaello
Lupi
Per stanare
i «piccoli»
servono
più controlli
valutativa e capillare, percne
all'aumentare della flessibilità
organizzativa deve rafforzarsi
la prospettiva di vedere
fisicamente funzionari del
fisco che cercano di stimare la
ricchezza. Finché questa
eventualità sembrerà
improbabile, una rilevante
fetta degli operatori
nomina sunt consequentia
economici italiani tenderà a
rerum, le imposte sono tali
dichiarare cifre poco
perché qualcuno le impone,
verosimili.
così come nell'età di mezzo il
A parte pochi casi limite focatico veniva richiesto alle
che sconfinano nella truffa e
comunità locali, che poi lo
balzano agli onori della
ripartivano tra i loro membri
cronoca - il grosso della
stimandone la situazione
ricchezza non registrata
economica.
dipende verosimilmente da
Oggi la richiesta delle
alcuni milioni di attività
imposte passa in massima
basate essenzialmente sul
parte attraverso le aziende,
lavoro del titolare, dove si
che fungono da esattori del
evade "tanto di poco".
fisco, per la rigidità delle loro
Quando si guadagnano
procedure contabili, come
davvero toomila euro,
rilevato più volte su queste
dichiararne i soliti ismila,
colonne. Queste rigidità sono
oppure 7omila, incide
il punto di forza della
profondamente sul tenore di
tassazione attuale, ma anche il
vita. Ed è ovvio che gli
suo problema, perché ad esse
interessati saranno disposti a
sfugge una buona fetta della
dichiarare tutto solo quando
ricchezza. Tanto è vero che
si sentiranno monitorati con
spesso una stessa azienda
sistematicità, sia pure per
opera come esemplare
ordine di grandezza. Un vero
esattore del fisco e, al
i tutoraggio fiscale andrebbe
contempo, nasconde
fatto dove non arrivano le
ricchezza a beneficio del
aziende, non "sulle aziende",
titolare odi terzi. Anche
come un pastore che
questo conferma che
sorvegliai cani mentre gli
l'intervento del fisco non può
scappano le pecore. A questo
ripercorrere, in sede di
proposito occorrerebbe
accertamento, le stesse
collegare le maggiori imposte
modalità analitico-contabili
derivanti dai controlli col
con cui le aziende riscuotono
fatturato dichiarato dai
le imposte dai lavoratori; se è
contribuenti destinatari:
già difficile tenere un'ordinata
sarebbe un punto di partenza
contabilità quando le tracce
per capire se e quanto le
documentali vengono
somme recuperate dipendano
conservate, è una chimera
dall'individuazione di
costruire una determinazione
ricchezza non registrata,
contabil-documentale su
oppure solo dalla cosiddetta
tracce che il contribuente,
evasione interpretativa, cioè
invece, intendeva
dalla riqualificazione di
distruggere.
vicende registrate e già alla
Dove le aziende non
luce del sole.
arrivano, occorre quindi una
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richiesta
.
. delle imposte
...
dati pubblicati qui accanto
ricordano una frase di
George Orwell, quando si
tratta di imposte nessuno è
patriota. Nessuno si offre
volontario per pagare le
imposte se non avverte
almeno la forte probabilità di
una richiesta. Del resto, se
i
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press LITE
Il Sole12
30/01/2012
Cresce al Nord il fischio-evasione
Il divario tra consumi e redditi dichiarati aumenta in Lombardia, Friuli e Piemonte
A CURA Dl
Cristiano Dell'Oste
Giovanni Parente
log Cominciamo con una domanda: come fa una famiglia a
spendere regolarmente più di
quanto guadagna, un mese dopo
l'altro, un anno dopo l'altro? Forse si indebita. Forse ha un patrimonio inesauribile cui attingere.
O forse incassa delle somme che
non risultano dalla dichiarazione
dei redditi. Se quella famiglia è
l'Italia, la risposta tira in ballo, inevitabilmente, l'evasione fiscale.
Nel 2009 - ultimo anno per cui
sono disponibili i dati - gli italiani
hanno dichiarato al fisco redditi
per 783,2 miliardi di euro, ma hanno fatto acquisti per 918,6 miliardi. Di fatto, ogni too euro registrati nel modello Unico e nel 730, ne
sono stati spesi 117, con punte vicine a 140 in Calabria e Sicilia. E si
tratta di un dato consolidato nel
tempo, non di un caso eccezionale.
Il Sole 24 Ore ha confrontato le
statistiche fiscali con le spese delle famiglie misurate dall'Istat, dal
2003 in poi. Eliminando la lente
deformante dell'inflazione, saltano all'occhio due fatti importanti, e tutt'altro che scontati: primo,
la distanza tra redditi e consumi a
livello nazionale si è accorciata
negli ultimi sette anni (dal 21,9%
al 17,3%); secondo, la riduzione è
stata molto forte al Sud e più contenuta alNord. Anzi, in diverse regioni settentrionali il gap è aumentato: Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, cui si aggiunge l'Emilia Romagna, se si
considera solo l'ultimo biennio.
Compliance
da rafforzare
X on è un paese per ricchi.
\ Almeno non per
contribuenti ricchi. Come rileva
una ricerca dell'Università della
Tuscia, il numero degli autonomi
che dichiarano un reddito annuo
superiore a ioomila euro è
diminuito tra il 20°7 e il 2009: da
165mila contribuenti a 163mila.
L'analisi ha volutamente
tralasciato i lavoratori
dipendenti, così da evidenziare
l'effetto compliance
(adempimento spontaneo) tra i
soggetti i cui redditi sono più
variabili. La deterrenza, quindi,
sembrerebbe funzionare solo in
parte. Ma ci sono almeno due
fattori da tenere in
considerazione. Innanzitutto, gli
anni d'imposta esaminati: 2007,
2008 e 2009. Vale a dire, un anno
pre-crisi e i due in cui la
congiuntura si è fatta più
pesante, soprattutto per chi ha
attività professionali e
d'impresa. Inoltre, come ha
sottolineato durante Telefisco
2012 il direttore delle Entrate,
Attilio Befera, «il clima nei
confronti dell'evasione sta
cambiando». Quindi, il vero
banco di prova saranno le
prossime dichiarazioni dei
redditi. In cui, tra l'altro,
debutterà il nuovo redditometro.
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Come interpretare questi numeri? Molto dipende dalle politiche fiscali, ma non si può dimenticare la crisi. Dopo le misure antievasione Visco-Bersani, negli anni d'imposta 2006 e 2007 i redditi
dichiarati sono cresciuti più dei
consumi. Il che fa pensare a un'effettiva emersione di ricchezza nascosta. Con la crisi, invece, le spese censite dall'Istat sono diminuite più velocemente dei guadagni
ufficiali. Un po' come se la congiuntura si fosse mangiata anche una parte degli
acquisti fmanziati da redditi occulti.
All'interno di questo andamento nazionale,
però,
Nord e Sud vivono
storie diverse. In
Lombardia, ad esempio, tra il 2003 e il
2009 gli acquisti sono cresciuti più
dei redditi: con il risultato che la forbice si è allargata dal 7,5
all'8,9 per cento. Al contrario nel Mezzogiorno,
dove il divario rimane comunque molto più largo, la
dinamica è stata opposta.
Esemplare il caso Campania, dove si dichiara (un po') di più che
nel 2003, ma si spende (molto)
di meno. E lo stesso succede anche in Calabria, Basilicata, Puglia e Marche.
Il Sud, a leggere questi dati, risulta impoverito. Il Nord, invece,
mostra una capacità di tenuta superiore, ma anche - in alcune
aree - un aumento del rischio evasione. «Rischio» e non «certez-
za», perché l'elaborazione è effettuata sulla base di dati aggregati e
perché una fetta delle spese potrebbe essere finanziata con i risparmi degli anni passati. E d'altra parte non tutti gli incassi in nero vengono utilizzati immediatamente (altrimenti, da dove sarebbero usciti i capitali poi rientrati
con lo scudo fiscale?)
Eppure, pur con tutte queste
cautele, c'è un'anomalia da non
sottovalutare. Anche perché il
confronto riportato nel grafico a
lato considera i redditi lordi, non
quelli che restano in tasca ai contribuenti dopo aver pagato l'Irpef. Ogni cittadino veneto, ad
esempio, spende circa 2.500 euro
in più di ciò che dichiara, e la differenza sale a 5mila euro se si considerano le imposte pagate. In valore assoluto, il gap più elevato è
quello di Val d'Aosta e Trentino
Alto Adige. Ma qui entrano in gioco anche le specificità territoriali
legate all'autonomia, perché la
voce dei consumi conteggia tra
l'altro gli incentivi e gli aiuti pubblici erogati ai residenti.
Quello che le statistiche non
possono rivelare - almeno per
ora - è dove si concentra l'evasione fiscale. Il numero dei contribuenti che dichiarano redditi elevati non è aumentato molto negli
ultimi anni, quindi tutto lascia
pensare che l'incremento dei redditi dichiarati si concentri nelle
fasce intermedie e più basse. Le
stesse che saranno colpite dall'aumento del prelievo introdotto
dalla manovra salva-Italia.
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Il Sole12
30/01/2012
Per ogni regione, la prima piramide rappresenta i consumi pro capite (in euro all'anno); la seconda piramide, invece, misura i redditi pro capite dichiarati al fisco nell'anno d'imposta 2009.
Il dato in percentuale in alto indica lo scartamento dei consumi rispetto ai redditi. La percentuale in piccolo, invece, descrive lo scartamento nel 2003:
il rosse indica le regioni in cui il gap è aumentato rispetto al 2003;
quelle in cui
29,6%
è diminuito
20,5%
gap 2009
20.834
16.074
consumi 19.115
Valle d'Aosta
15.868 redditi
Trentina A.A.
8,9%
14,3%
16.785
L'evoluzione
dei consumi
misurati dall'Istat e
dei redditi
dichiarati al fisco.
Dati in miliardi di
euro rapportati al
2009 al netto
dell'inflazione.
La percentuale,
per ogni anno,
indica di quanto
i consumi superano
il reddito
14.685
17,531
Piemonte
16.102
16.669
Lombardia
14.166
17.076
15.217
Veneto
2009
2008
15,8%
2007
6
14 3%
2006
2005
2004
2003
17.880
15.447
18.092
15.767
14.643
12.808
otiry
Emilia Romagna
900
Consumi e
redditi in Italia
dal 2003
800
700
16.719
14.261
14.400
Tosrana
.-
12.962
2003
1111~
2004
2005
13 , 1%
2006
2007
2008
2009
16.166
14.296
13.226
11.103
Abruzzo
30,0%
13.031
10.625'
Sardegna
11.162
8.586
12.437
Campania
10.301
Molise
11,4%
10.696
9.600
23,8%
11.638
9.404
38,7%
11.783
8.496
Calabria
12.308
8.993
*-11111231.---'
Pagina 61 di 101 Fonte: elaborazione II Sole 24 Ore su dati dipartimento delle Finanze e Istat
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Il Sole12
30/01/2012
Beni culturali. Dal polo romano a quello toscano i bandi mostrano crepe
I Tar bloccano le gare
per i servizi nei musei
Si va avanti
ormai da anni
con la proroga
delle gestioni
Antonello Cherchi
Il colpo di grazia è arrivato
a metà di questo mese, quando
la sezione seconda quater del
Tar Lazio ha depositato la sentenza che boccia la gara per l'affidamento ai privati dei servizi
di biglietteria del polo museale
romano. Le regole per concedere agli imprenditori la gestione
dei biglietti della galleria Borghese, di palazzo Barberini, della galleria nazionale di arte antica, di palazzo Corsini, di galleria Spada, di Castel Sant'Angelo, del museo degli strumenti
antichi, di palazzo Venezia, sono dunque da riscrivere.
A cadere sotto le censure
dei giudici romani sono state,
in particolare, due clausole del
bando: i parametri adottati per
il calcolo della cauzione, che
portava a importi troppo onerosi per i partecipanti alla gara, e il vincolo che il vincitore
si impegnasse ad assumere i lavoratori già in attività in quelle
realtà culturali.
Tutto da rifare, dunque. Il
problema è che il verdetto del
Tar non è che l'ultimo di una
lunga serie di interventi dei giudici amministrativi che nell'ultimo anno e mezzo hanno praticamente demolito l'impianto di affidamento dei servizi aggiuntivi (librerie, attività di merchandising, ristoranti, caffè, strutture di accoglienza e accompagnamento, biglietterie) nei musei e
nei siti archeologici. Le linee
guida per le gare che il ministero dei Beni culturali - dopo un
faticoso lavoro, buona parte del
quale affidato a società di consulenza esterne adeguatamente
remunerate - aveva messo a
punto a maggio 2010 sono, pertanto, da riscrivere.
I Tar - da quello romano a
quello calabrese, passando per
i tribunali toscano e pugliese,
mentre si attende il pronunciamento di quello campano - hanno messo sotto la lente e bocciato diversi aspetti delle 23 gare che il ministero aveva lanciato a giugno 2010, sulla scia delle
nuove linee guida. Le crepe, insomma, sono ben più di una, così che non si può non pensare a
una scarsa tenuta dell'intero
impianto.
«E evidente - afferma Patrizia Asproni, presidente di Confcultura, l'associazione che raggruppa buona parte dei gestori
privati dei servizi aggiuntivi che le nuove gare si sono completamente arenate. Gli errori e
le incongruità dei requisiti rendono impossibile la partecipazione delle imprese private. E la
prova che la disaggregazione
dei bandi, anziché favorire
un'apertura al mercato, di fatto
lo ha limitato ancora di più».
Il riferimento della presidente di Confcultura è alla tecnica
dello "spezzatino", che il ministero dei Beni culturali e, in particolare, il suo direttore alla valorizzazione, Mario Resca, ha
voluto per le linee guida. Contrariamente a quanto fatto nel
recente passato, quando si è cercato di aggregare i servizi di più
siti, i nuovi bandi puntano alla
parcellizzazione: per uno stesso polo museale c'è una gara
per la biglietteria, un'altra per la
ristorazione, un'altra ancora
per •librerie e merchandising.
Resca crede che quest'impostazione possa funzionare sopra
tutto nei grandi siti, introducendo maggiore professionalità e
Pagina 62 di 101
maggiore concorrenza. Le imprese, invece, hanno da subito
puntato il dito contro una simile impostazione, perché porta a
gestioni antieconomiche.
Il braccio di ferro ha preso immediatamente la strada dei
Tar, che finora hanno dato ragione ai ricorrenti, mettendo
nell'angolo le nuove regole volute dal ministero. E così, al momento sono solo due le gare delle 23 bandite più di un anno e
mezzo fa - arrivate in porto. Le
altre sono finite davanti ai giudici oppure sono ancora in gestazione da parte delle soprintendenze regionali, alle quali è affidato il compito di stazione appaltante.
La situazione è, dunque, sempre di più avvitata su se stessa e
anche l'avvicendamento in via
del Collegio Romano di tre ministri - da Bondi a Ornaghi, passando per Galan - non ha certo
favorito la ricerca di soluzioni.
Gli attuali concessionari continuano, pertanto, a gestire i servizi in regime di prorogatio,
che, in moltissimi casi, va avanti ormai dà anni. Procedura che
già nel 2009 era stata stigmatizzata dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici.
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press
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Il Sole12
30/01/2012
Bocciature continue
I ricorsi contro le gare per l'affidamento dei servizi aggiuntivi nei siti culturali
o 2010
Settembre 2010
Il ministero dei Beni culturali mettea punto le
nuove regole per le gare che devono affidare aí
privati la gestione dei servizi aggiuntivi (librerie,
merchandising, ristoranti, caffetterie, servizi di
accoglienza e biglietterie) nei musei e nei siti
archeologici
Scadono i termini per la presentazione delle richieste
di partecipazione a 23 gare
Ottobre 2010
Il Tar del Lazio (sentenza 32717) annulla la gara
per la gestione dei servizi di nstorazionie del poto
museale romano, perché alcuni requisiti del bando
sono eccessivi
Gennaio 20
Il Tar delta Calabria, sede di Catanzaro, con
l'ordinanza 37 sospende la gara per l'affidamento
dei servizi aggiuntivi nei musei di Reggio Calabria,
Locri e Vibo Valentia. Il motivo è sempre lo stesso,
i requisiti del bando sono irragionevoli
Novembre 2011
Il Tar della Puglia, sede di Bari, con l'ordinanza 9
sospende la gara per i servizi aggiuntivi di diversi siti
culturali pugliesi. A finire nel mirino dei giudici sono i
documenti richiesti ai candidati, ritenuti incongruenti:
la lettera di invito non era coerente con il capitolato
Dicembre 2011
Il Tar della Toscana, sede di Firenze, con la sentenza
1926 annulla la gara per raffidameríto dei servizi
di ristorazione del poto museale fiorentino. Anche
in questo caso, come in Puglia, i giudici ravvisano
un difetto nei documenti richiesti ai candidati
.
.
. .
.
..
Germaio 2012
Giugno 20
Il ministero mette a gara i servizi aggiuntivi di conversi
musei esiti archeologici dove i gestori continuano
a operare'da tempo in regime di «prorogano»
lir del Lazio annulla il bando per affidare i ser
di biglietteria del polo museale romano. Il Tar
censura sia i criteri per il calcolo delta fidejussione
che il vincitore della gara deve versare, sia la clausola
che impone l'assunzione dei lavoratori già in attività
nei siti oggetto del bando
,enivi nei musei
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II soler /,1
30/01/2012
Sanità. Medici a pagamento in ospedale soprattutto per i parti cesarei
Campania e Lazio al top
nei ricoveri taglia-attesa
Più intramoenia per visite ed esami diagnostici
Paolo Del Bufalo
Parti cesarei e interventi alla
tiroide in ricovero, visite ortopediche e cardiologiche in ambulatorio. E per aggirare le liste d'attesa le più richieste sono risonanze
magnetiche e Tac. Queste le prestazioni al top tra gli oltre 38mila
ricoveri e 25omila visite specialistiche che nel 2010 sono state erogate dai medici in libera professione intramoenia, quella cioè che i
cittadini possono chiedere alle
aziende sanitarie pubbliche, scegliendo a pagamento (la spesa
procapite media è stata nel 2010
di 20,3 euro) il loro medico preferito tra quelli di Asl e ospedali.
Nel 2010 gli assistiti hanno speso
in tutto quasi 1,3 miliardi, di cui
1,055 miliardi li hanno incassati i
medici come compenso per le loro prestazioni e 172 milioni sono
rimasti alle aziende sanitarie per
coprire le spese delle strutture.
Ad analizzare il pianeta della libera professione è la relazione
2010 dell'Osservatorio nazionale
per l'attività libero-professionale
nel Servizio sanitario nazionale,
costituito presso il ministero della Salute, appena presentata al Parlamento (ampiamente analizzata
sul numero in distribuzione del
settimanale «Il Sole 24 Ore Sanità», che pubblica la relazione sul
suo sito: www.24oresanita.com).
L'intramoenia assorbe solo lo
0,5% dei ricoveri a livello nazionale (dati 2009), ma il suo peso, rapportato alla spesa complessiva
per i ricoveri per acuti, è del
5,74%, in questo caso però tutto a
carico dei cittadini. Come dire
che una prestazione intramoenia
costa ben di più di quelle istituzionali degli ospedali.
I ricoveri in intramoenia si concentrano soprattutto in Campania, Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, con il peso mag-
le però, la situazione nelle regioni per le indagini più complesse coè estremamente differenziata e si me le risonanze c'è anche in intrava dall'Abruzzo, dove la quasi to- moenia una percentuale di patalità (oltre i195%) delle prestazio- zienti (10-30% in base alle comni riguarda l'area dei ricoveri plessità) che rischia di andare olospedalieri, a Trento dove invece tre i 6o giorni.
Nonostante questo però negli
più del 90% di intramoenia è conultimi anni gli incassi per l'intracentrato nella specialistica.
Le prestazioni più gettonate in moenia si sono ridotti del -0,2%
ricovero sono i parti cesarei e gli nel 2009 rispetto al 2008 e del
interventi sulla tiroide, le visite -3,5% nel 2o10.«Spesso è colpa delLA FRENATA
ortopediche, quelle cardiologi- la sua cattiva gestione a livello loIl sindacato degli ospedalieri che e le viste oculistiche a livello , cale - spiega Costantino Troise,
di specialistica ambulatoriale, le segretario nazionale dell'Anaao,
accusa le aziende
risonanze magnetiche della co- il maggior sindacato italiano dei
di considerare le prestazioni
lonnavertebrale e le Tac all'addo- medici ospedalieri - e del fatto
private un «favore» ai medici me per indagini diagnostiche. che l'intramoenia è vissuta come
Molto richiesti anche gli inter- "favore" ai medici e non come attie non un'attività ordinaria
venti in generale per le patologie vità ordinaria di interesse delle
dell'apparato riproduttivo ma- aziende».
E in effetti l'intramoenia procrescita rispetto al dato 2008 schile e femminile.
Sul versante delle attese i tem- blemi di gestione ne ha. Secondo
(56,6%). Al contrario si riduce la
percentuale relativa all'area ospe- piper le prestazioni sono relativa- la relazione dell'Osservatorio la
daliera che passa dal 29,3% del mente brevi: i ricoveri sono pro- legge 120 del 2007 che regola l'in2008 al 28,0% nel 2009, COSì come grammati e decidono medico e pa- tramoenia è applicata ancora soin lieve diminuzione è la quota di zienti quando è meglio farli; visite lo a metà, soprattutto per i conintramoenia legata a consulenze e indagini diagnostiche sono per trolli. Nel 2010 in nove regioni
e interventi di sanità pubblica (ve- il 50% eseguite entro una settima- non sono state avviate misure anterinaria). Rispetto al dato genera- na, nell'8o% entro 15 giorni. Solo ti-conflitto di interesse; solo in u
regioni tutte le aziende riscuotono gli onorari per conto dei medici; in 8 regioni sono stati programA chi va la «parcella»
mati interventi per gli spazi ad
hoc da realizzare nelle aziende
eit Quota ai medici ew Quota alle aziende
utilizzando il 100% delle risorse
2008
2010
2006
2009
2007
messe a disposizione dalla legge
171.744
202.095
148.991
162.478
169.701
(oltre 800 milioni), ma gli interventi già in funzione sono anche
tra queste al 100% solo in Umbria. Eppure la legge aveva dettato tempi brevi per l'adeguamento alle sue previsioni. Pena
«l'esercizio di poteri sostitutivi fino alla destituzione» dei direttori generali inadempienti e la preclusione per le regioni ai finanziamenti integrativi stabiliti ogni anno nel fondo sanitario nazionale.
Ora la relazione parla chiaro- regioni e aziende sono avvertite.
giore in Campania che con l'uro di
incidenza sul totale di tutti i ricoveri raddoppia la media nazionale e poi nel Lazio e in Toscana
(0,9%), in Emilia Romagna e Piemonte (0,7%).
A livello di ricavi, la quota maggiore è arrivata nel 2009 dalle prestazioni specialistiche: 58,6%, in
I Fonte: Osservatorio per l'attività libero professionale del ministero della Salute
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Lào 11,
rio iveric,iitera
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Il soler /,1
30/01/2012
I numeri
AGF
IL PESO DEI RICOVERI «IN INTRAMOENIA» PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO
u
Prestazioni
P
ieri
n
4.840
Parto cesareo senza complicazioni
867
Interventi sulla tiroide
Interventi maggiori su intestino crasso e tenue
senza complicazioni
• 515
Interventi su dorso e collo senza
complicazioni
516
Interventi su utero non per neoplasie maligne
senza complicazioni
1.576
Interventi su ano e...storna senza complicazioni
568
Interventi sul ginocchio senza diagnosi
principale di infezione
999
Interventi per ernia inguinale e femorale
sopra i 17 anni senza complicazioni
813
Interventi per via transuretrale senza
complicazioni
566
Interventi sui tessuti molli senza
complicazioni
344
LA SITUAZIONE REGIONALE DELL'ADEGUAMENTO NORMATIVO E LA GRADUATORIA DEI RICOVERI IN INTRAMOENIA
idedk
Region
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Bolzano
Trento
Veneto
Friuli V. G.
Liguria
Emilia R.
Toscana •
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
96,59
Non valutabile
No assegnazioni
100
100
No assegnazioni
100
100
Non attivato
15/37
6.263
No programma
' 17/39
No programma
19/22
45/69
1.839
4.039
3.947
99,98
100
42,79
17/49
0
No assegnazioni
37,99
96,13
100
No assegnazioni
No assegnazioni
100
No programma
6.763
7.324
0
Non valutabile
No programma
No programma
2.243
Fonte: Elaborazione Il Sole-24 Ore Sanità su dati dell'Osservatorio nazionale per l'attività libero-professionale nel Ssn del ministero della Salute
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Lào 11,
rio iveric,iitera
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Il Sole12
30/01/2012
,- ~TATmsTZTD~T~T-MT-~TN~TTT
Razionalizzazione
Gli indirizzi
passano
da ottocento
a undici
Da oltre ottocento a
undici: gli indirizzi e le
specializzazioni dell'istruzione tecnica hanno subìto una decisa razionalizzazione. La Conferenza
Stato-Regioni ha approvato il i8 gennaio scorso lo
schema delle opzioni che
prevede undici aree di indirizzo dei percorsi degli
istituti tecnici.
Gli indirizzi del settore
tecnologico sono: meccanica, meccatronica ed
energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e
comunicazione; chimica,
materiali e biotecnologie;
sistema moda; agraria,
agroalimentare e agroindustria; costruzione, ambiente e territorio. Due, invece, gli indirizzi del settore economico: amministrazione, finanza e marketing; turismo.
Una razionalizzazione
condivisa dal mondo imprenditoriale, spiegano da
Confindustria. «Per salvaguardare e promuovere il
Made in Italy - spiega Claudio Gentili, il direttore
education di viale
dell'Astronomia- all'interno di questi indirizzi sono
state aggiunte nuove opzioni: aeronautico, marittimo, chimico-conciario,
materie plastiche, occhialeria, cartario, legno-edilizia-arredo».
Entro il prossimo 20 febbraio gli studenti iscritti al
secondo anno degli istituti tecnici potranno scegliere tra queste opzioni, la
cui didattica viene attivata a partire dal terzo anno
di corso.
Fr. Ba.
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Il Sole12
30/01/2012
Formazione. Il decreto semplificazioni punta a proporre un'offerta a Livello territoriale senza sovrapposizioni
Meno burocrazia per i «tecnici»
Più coordinamento con i professionali - Un solo Its a regione per area tecnologica
Francesca Barbieri
Meno burocrazia e maggior
visibilità per le scuole tecnicoprofessionale e gli istituti tecnici
superiori (Its). Il decreto semplificazioni, approvato dal Governo venerdì scorso, detta una serie di obiettivi da raggiungere - attraverso la messa a punto di successivi provvedimenti ad hoc da
parte del Miur-anche sul versante della formazione: realizzare
un'offerta coordinata, a livello
territoriale, tra i percorsi tecnici
e quelli professionali; favorire la
nascita di poli per promuovere
in modo stabile e organico la diffusione della cultura scientifica;
incentivare la realizzazione di
percorsi in apprendistato, anche
per il rientro in formazione dei
giovani. E per gli Its si punta a realizzare un'offerta coordinata di
percorsi in ambito nazionale,
con la costituzione di non più di
un istituto in ogni regione per la
stessa area tecnologica, oltre a
semplificare gli organi di indirizzo, gestione e partecipazione.Attualmente sono 59 gli Its esistenti in i6 Regioni, di cui oltre un terzo concentrato fra Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. Si sono
iscritti oltre 3mila studenti (il picco è stato registrato in Puglia,
con Pim del totale) e quasi la metà di queste "super scuole tecniche" ha in catalogo corsi che riguardano l'area delle nuove tecnologie per il made in Italy.
«La nuova istruzione tecnica osserva Claudio Gentili, direttore education di Confindustria offre ai giovani una base culturale scientifica solida e di pragmatismo tecnologico e alle famiglie
fornisce risposte chiare alle preoccupazioni educative, garantendo maggior trasparenza
dell'offerta formativa, piani di
studio aggiornati e raccordo con
il mondo del lavoro».
Ma i vantaggi sono anche per
le imprese, «che trovano risposta alla domanda di professiona-
lità tecniche - aggiunge Gentili costituisce un tassello fondamentale della strategia per la ripresa economica, consente di coadiuvare le scuole nella definizione delle opzioni degli indirizzi e offre la possibilità di comunicare ai giovani la realtà del mondo del lavoro».
Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, anche in tempi di
crisi, è più forte proprio sui profili tecnici: nel 2011 ai primi posti
del ranking delle figure introvabili stilato da Excelsior di Unioncamere figuravano tecnici per la
gestione del personale, carpentieri in metallo, installatori di impianti di allarme e tornitori.
«Il nostro settore necessita
continuamente di figure professionali con specializzazione
tecnica - conferma Franco Collini, responsabile risorse umane di Max Mara Fashion Group
-, in particolare tecnici di confezione, che potranno ricoprire,
dopo adeguato training on the
job, diversi ruoli: addetti all'ufficio tecnico nell'ambito della
progettazione, tecnici delle materie prime, della produzione e
controllo qualità».
Brembo segnala difficoltà di
reperimento «per ingegneri di
processo - dice Serena Galli, responsanbile del recruiting
buyer, controller e assistenti
commerciali. Inoltre, si riscontra una scarsa conoscenza delle
lingue, soprattutto inglese e tedesco, e una ridotta conoscenza delle dinamiche aziendali dovuta all'assenza di stage durante gli studi».
Infine, Fulvio Giangrande, direttore personale di Techint Italia conclude: «Le figure più critiche per la Pomini di Castellana
(società del gruppo Techint, ndr)
sono i periti meccanici ed elettronici per le posizioni di montatore,
operatore di macchine utensili, disegnatore Cad e progettista».
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II mismatch tra domanda e offerta
O LE ISCRIZIONI
Chi "guadagna" e chi "perde"
Variazioni %, quota alunni iscritti al I anno 2010/2011-2011/2012
Liceo scientifico - opzione scienze applicate
Liceo linguistico
Istituto tecnico - settore tecnologico
Liceo scienze umane
— 0,5
Liceo classico
0,2
Liceo musicale e coreutico
0,2
Liceo europeo/internazionale
Liceo artistico
0,1
Liceo scienze umane - opzione economico-sociale
-0,2
Istituto tecnico - settore economico
-0,7
Liceo scientifico
Istituto prof. - settore industria e artigianato
Istituto tecnico - settore servizi
MEC
Fonte: Servizio statistico Miur, aprile 2011
e ORIENTAMENTO AL FEMMINILE
Per aumentare le iscrizioni tra l e
rag z eagli stiu tecni èpartio
«Progetto rosa», una campagna di
comunicazione (cartellonistica, sito
web www.progettorosa.eu) realizzata
nelle 17 province italiane che
rientrano nel Club dei 15 istituti
dell'innovazione manifatturiera:
Ancona, Belluno, Bergamo, Biella,
Brescia, Como, Lecco, Mantova,
Modena, Monza-Brianza, Novara,
Pordenone, Prato, Reggio Emilia,
Treviso, Varese e Vicenza.«Scegli il
tuo istituto tecnico industriale» è
dunque l'invito rivolto alle ragazze,
che rappresentano una minima parte
degli iscritti a questo tipo di scuola.
Un dato che stride con i dati nazionali
riguardanti la popolazione
studentesca. In Italia il tasso di
femminilizzazione nelle scuole
superiori è del 49%. Con punte del
Pagina 67 di 101
69% per quanto riguarda il liceo
classico e del 50,5% per il liceo
scientifico. Percentuali di quote rosa
che nei territori del Club dei 15 non
vengono raggiunte neanche
sommando agli istituti tecnici
industriali, commerciali e i geometri.
In questo caso, infatti, nelle 17
province che compongono il Club dei
15 (17 perché ai 15 soci fondatori si
sono aggiunti nel tempo anche Monza
e Mantova) si arriva a una media del
37,9% sultotale degli iscritti.
Promuovere l'istruzione tecnica, far
convergere mondo della scuola e
fabbisogni professionali delle
imprese, portare nelle aule modelli
didattici moderni sono gli scopi che il
Club dei 15 sta perseguendo con
un'azione a 360 gradi, di cui il
Progetto Rosa è un tassello
importante.
press unE
Il Sole/2
30/01/2012
O I PROFILI PIÙ RICHIESTI
La domanda delle imprese di diplomatici tecnici e professionali
Amministrativo - commerciale
68.220
Meccanico
25.200
Turistico alberghiero
11.300
Elettrotecnico
9.300
Informatico
6 600
Socio-sanitario
5.800
Edile
4.830
Elettronico
4.210
Tessile e moda
2 590
Chimico
2 390
Agrario-alimentare
1 910
Termoidraulicó
1.470
Legno, mobile e arredamento
1.160
Stampa ed editoria
930
Grafico-pubblicitario
610
Aeronautico e nautico
560
Cartaceo-cartotecnico
520
Telecomunicazioni
410
Lavorazione vetro
130
Orafo
80
CI
Fonte: dati Excetsior 2011
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30/01/2012
ItaliaOggi
La collocazione geografica favorevole all'Italia nell'avvicinare l'Europa ai paesi dei Balcani
Adriatico cruciale per la crescita
Iniziative e progetti condivisi dagli attori della Macroregione
Pagina a cura
DI PATRIZIA LUPI
a «nuova Europa» dovrà
fare i conti con un nuovo
mondo, sicuramente asiatico. La Cina è il primo
esportatore mondiale e i porti
americani del Pacifico hanno superato quelli atlantici per volumi
di traffico. Anche il Mediterraneo,
nella nuova geografia imposta
dalla globalizzazione, viene ad assumere un ruolo diverso rispetto
al northern range europeo. Sono
sempre di più le merci orientali
che via Suez arrivano in Europa,
e sempre più quelle russe e turche
che attraverso il Mar Nero giungono nel Mare Nostrum, con costi
inferiori rispetto a quelli che dovrebbero sostenere se scalassero
Anversa o Amburgo.
Il Corridoio Adriatico-Baltico
che collega Helsinki a Ravenna
sembra disegnato per servire la
crescita dell'Europa dell'Est e ad
aprire una porta a Sud dei mercati
dell'Europa centro-orientale per i
traffici con l'Oriente vicino e lontano. Inserito dalla Commissione
europea al primo posto tra i progetti prioritari attraverserà tutto
il Centro Europa con un percorso
modificato rispetto al vecchio progetto 23 che collegava Danzica a
Vienna. Helsinki (Finlandia), sarà
collegata via mare a Tallin (Estonia), e poi su terra a Riga (Lettonia), Kaunas (Lituania), Varsavia,
Katowice e Gdinya (Polonia), e ancora a Ostrava e Brno (Repubblica
Ceca), Zilina e Bratislava (Slovac-
L
clim), fino a Vienna. Dalla capitale
austriaca la rete raggiunge Graz,
Klagenfurt, Villaco, e, attraverso il
valico di Tarvisio, Udine, Venezia,
Bologna e Ravenna. Per non parlare della deviazione «adriatica»
del corridoio 1 che dal Nord Europa arriva a Malta, prevedendo
la tratta Napoli-Bari e rilanciando
la funzione «storica» della Puglia
come ponte verso Est. Questi pochi dati motivano la rinnovata attenzione del trade internazionale
per l'Adriatico: il mare che bagna
quella parte d'Europa che, secondo le previsioni, avrà il maggiore
trend di crescita. La Macroregione
adriatico-ionica è una zona strategica per l'Europa, e in particolare
per il Bel paese. Interesserà quasi
60 milioni di persone. Avviata nel
maggio del 2000 oggi coinvolge sei
paesi su una superficie di circa
500 mila chilometri quadrati, senza considerare le superfici marine.
Interessa Italia, Grecia, Slovenia,
che sono membri dell'Unione
europea; Croazia e Montenegro,
che sono candidati all'ingresso
nell'Ue; Albania, Serbia e Bosnia
Erzegovina che hanno lo status di
potenziali candidati per i quali è
stato avviato un <processo di stabilizzazione e associazione» che
definisce il percorso di adesione
alla Comunità europea. Le regioni italiane coinvolte sono dieci, a
partire dal Friuli-Venezia Giulia
fino alla Sicilia passando per Veneto, Emilia Romagna, Marche,
Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria.
Terza in Europa, dopo quella
baltica e quella danubiana, la
Macroregione è una modalità
innovativa di cooperazione territoriale di livello interregionale e
transnazionale, che mette in rete
diversi attori europei, nazionali,
regionali, locali, diverse politiche
e programmi di finanziamento,
concentrandosi su iniziative e
progetti condivisi dai partner che
la compongono. In particolare la
Macroregione adriatico-ionica riveste un valore culturale e sociale
come fattore di riconciliazione tra
i territori a oriente del Mar Adriatico e del Mar Ionio, alla riscoperta
dei valori unificanti che da secoli
uniscono le due sponde. C'era un
tempo in cui sulle antiche mappe l'Adriatico compariva come il
Golfo di Venezia. Si potrebbe definire anche «ecoregione» marittima, poiché sono previsti alcuni
ambiti prioritari come la preservazione dell'ambiente, il welfare,
l'accessibilità, le comunicazioni, le
infrastrutture, la sicurezza, la valorizzazione delle risorse culturali,
paesaggistiche e turistiche.
È recente la risoluzione approvata dalla Commissione trasporti
del Senato relativa al regolamen-
to del Parlamento europeo e del
Consiglio sugli orientamenti
dell'Unione per lo sviluppo della
rete Trans Europea dei Trasporti,
dove si pone, fra l'altro, l'accento
sull'importanza strategica della
Macroregione. «Coerentemente
alla previsione di una rapida approvazione, da parte dell'Unione europea, della macroregione
adriatico-ionica, sollecitata dalle
mozioni recentemente approvate
all'unanimità dal Senato della
Repubblica italiana», recita la
risoluzione del Senato, «si ritiene opportuno un supplemento
di istruttoria svolta a livello di
Unione europea sulla metodologia applicata per la definizione dei
tracciati affinché, nelle attività di
verifica che si andranno a realizzare entro il 2020, la prosecuzione del corridoio Baltico-Adriatico
(n. 1) lungo la dorsale adriatica
comprenda la direttrice AnconaPescara-Bari-Taranto-Lecce, in
quanto tale prosecuzione costituisce elemento centrale per il
sistema dei collegamenti all'interno della macroregione e per
il successo della stessa. Essa è di
fondamentale importanza anche
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VI riaile, cruciale per la crescita
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press unE
30/01/2012
ItaliaOggi
CONVEGNO IL
Un motore di sviluppo e investimenti
L
t
a regione adriatica, che
collega l'Europa ai Balcani
Occidentali», spiega Giorgio Corradini, presidente
Cida, Confederazione italiana dei dirigenti e alte professionalità, «potrebbe
essere un vero e proprio motore di sviluppo e di investimenti per l'Italia che,
trovandosi nella condizione geopolitica
più favorevole, potrebbe consentire un
percorso di avvicinamento e di integrazione dei Paesi Balcani nell'Unione europea». Da queste considerazioni prende
spunto l'evento che si terrà ad Ancona
il 13 febbraio a partire dalle ore 9,30,
presso il Teatro delle Muse, promosso da
Cida con il coinvolgimento di istituzioni,
università, esponenti del mondo politico
fra i quali Gianfranco Fini, presidente
camera dei deputati; Bartolomeo Giachino, presidente della Consulta nazionale
dei trasporti e della logistica, e degli enti
locali come Gian Mario Spacca, presidente regione Marche. Il convegno, dal
titolo «La strategia della macroregione Adriatico-Ionica nella prospettiva
dell'integrazione europea dei Balcani»
sarà introdotto dallo stesso Corradini.
Relatori della sessione mattutina,
coordinata da Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager, saranno Paolo
Cannavò, presidente Fecc, Federazione
europea manager costruzioni; Francesco
Karrer, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici; Giacomo Borruso,
presidente Istiee, Istituto per lo studio
dei trasporti nell'integrazione economica europea dell'università di Trieste;
Rosario Pavia, docente dell'università
Gabriele d'Annunzio di Pescara; Luigi
Fusco Girard, docente dell'università
Federico II di Napoli; Giorgio Rembado, presidente Federazione funzione
pubblica Cida. Nel pomeriggio, oltre a
Fini, Giachino e Spacca, interverranno
Georges Liarokapis, presidente Cec, che
porterà il saluto della Confederazione
europea dei manager. Successivamente
interverranno Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager; Fabio PiglMpoco, segretario generale Iai-Iniziativa
Adriatico Ionica. Hanno annunciato la
loro partecipazione Renato Cuselli, presidente Fondirigenti e Giovanni Bigazzi, presidente Federmanager Academy,
Adolfo Guzzini, presidente IGuzzini e
Rodolfo Giampieri, presidente Camera
di commercio di Ancona.
La finalità del convegno è quella di approfondire tutti gli argomenti che sono
alla base della Strategia della Macroregione, che ha ottenuto un primo riconoscimento formale dal Consiglio europeo
nel giugno scorso, e di fornire spunti e
proposte innovative che possano portare ad una più fattiva collaborazione fra
gli attori pubblici e privati interessati
alle prospettive, alle strategie e alle
opportunità che si presenteranno «La
cooperazione che verrebbe attuata in
questa regione garantirebbe stabilità
economica e politica», spiega Bartolomeo Giachino, presidente della Consulta
nazionale dei trasporti e della logistica,
«condizioni necessarie per il processo di
integrazione europea, e consentirebbe
di trovare soluzioni a problemi comuni,
relativi alla sicurezza, alla competitività
delle aziende, alla protezione ambientale, al turismo, allo sviluppo rurale, alla
cooperazione interuniversitaria e alla
logistica».
«Per la Cida», aggiunge il presidente
Giorgio Corradini, «la strategia della
Macroregione Adriatico-Ionica costituisce una grande opportunità di crescita e di sviluppo. Una Confederazione
rappresentativa di manager non può
sottrarsi dal fornire il suo contributo di
qualificate esperienze per la costruzione
della Macroregione. Il fine è quello di
favorire iniziative di cooperazione che
dovranno tradursi in accordi economici, partnership tra imprese, condivisione
di servizi, costruzione di infrastrutture,
ideazione di eventi culturali, sviluppo
delle pmi, in tutti i paesi coinvolti che
sono poi quelli che si affacciano sui due
mari. Gli ospiti del nostro convegno»,
prosegue il presidente Cida, «saranno
tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati allo sviluppo della Macroregione,
sia sul versante italiano che su quello
estero. La costituzione della Macroregione, che rientra tra le strategie dell'Unione europea, favorirà un futuro stabile e
pacifico dei paesi che si affacciano sul
mare Adriatico-Ionico, molti dei quali
sono candidati o potenziali candidati ad
unirsi all'Italia, alla Grecia e alla Slovenia nell'Unione europea. La Strategia si
articolerà attorno ad alcune tematiche
che, in modo condiviso, sono ritenute
prioritarie: dalla tutela dell'ambiente al
miglioramento delle prospettive economiche, alla valorizzazione dei patrimoni
culturali. Su tutti questi temi», conclude
Corradini, «la dirigenza e le alte professionalità riunite nella Cida intendono
confrontarsi con tutti, per trovare le soluzioni più idonee a garantire il successo
di questa importante iniziativa».
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Adriatico cruciale per la crescita
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30/01/2012
la R ubblica
Nuovi assunti senza articolo 18
ma in cambio addio al precariato
li governo sposa la linea &e. Passera: vi sorprenderemo
ROBERTO MANIA
ROMA
<Affronteremo tutti i
problemi. Anche quello della
flessibilitàin uscita. Evi sorprenderemo». Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, parla nella freddissima Davos, davanti ai potenti dell'economia globale. E' lo scorso giovedì, il tema della tavola rotonda
è «Future c)f Italy». Il ministro, ex
banchiere, sa benissimo che sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non saranno anunessi
bizantinismi. Servono soluzioni
chiare, non necessariamente
traumatiche. Comunque comprensibili in Europa.
Adagosto la Bce (laBanca centrale europea, ora presieduta
dall'italiano Mario Draghi) aveva indicato tra «i compiti a casa»
anche quelli di superare, da una
parte, il dualismo nell'attuale
REPUBBLICA.IT
Sul sito in
collaborazione
con Bloomberg
gli aggiornamenti
sui mercati
mercato del lavoro italiano, e,
dall'altra, l'anomalia del reintegro nei posto di lavoro in caso di
licenziamento senza giusta causa. La lettera arrivata da Francoforte resta un vincolo forte per
îl governo tecnico di Roma. Lo ha
detto più volte il ministro del Lavoro, Elsa Fornero: l'ha confermato il premier Mario Monti
quando ha sostenuto che non
possono esserci tabù nel momento in cui si avvia un negoziato per la riforma del mercato del
lavoro; l'ha ripetuto Passera a
Davos. Perché la giobalizzazione è entrata nelle relazioni industriali. Non c'è solo il caso FiatChrysler di Sergio Marchionne.
E' stato Vittorio Colao, amministratore delegato della Vodafone, a sollevare la questione a
Davos. 11 manager italiano trapiantato a Londra ha ricordato
che un gruppo come il suo può
decidere dove aprire un call center. Può installarlo in Italia, oppure in Egitto, per esempio. Dipende dalle condizioni, dagli
eventuali vantaggi fiscali, dalle
potenzialità della manodopera,
e dalla possibilità di programmare con certezza i costi che riguardano anche la flessibilità in
uscita. Ed è qui che Passera ha risposto che il tema non sarà eluso, perché il recupero degli investimenti esteri in Italia (crollati
dall'inizio della crisi del 2008),
indispensabili per sostenere la
crescita del Pii, si gioca pure su
questo terreno, quello delle flessibilità del lavoro.
E c'è una via d'uscita che, a
questo punto, sembraiapiùprobabile, almeno da quel poco che
trapela dalle stanze del governo
e dai rapporti informali con le
parti sociali. E' una via all'insegna dell'equilibrismo, tra ostacoli sindacali, pressione delle
imprese, preoccupazione opposte dei p artiti che sostengono l'esecutivo, vincoli europei.
L'articolo 18 non sarà toccato
per i lavoratori che oggi ne sono
tutelati. Questa, omiai, sembra
una certezza. E Monti l'ha detto
anche nel suo discorso programmatico in Parlamento.
Cgil, Cisl e Uil, inoltre, non potrebbero mai far passare una riduzione delle protezioni per chi
le ha, tanto più che si tratta di una
quota di lavoratori che costituisce la maggior parte dei loro
iscritti, gli stessi che hanno già
s uhnto il superamento delle pensioni di anzianità e l'allungamento dell'età per l'accesso alla
pensione di vecchiaia. Si profila,
invece, uno scambio per i giovani precari, categoria centrale
nell'approccio del governo alla
riforma. Il tracciato potrebbe essere più o meno questo: per chi
viene assunto con un contratto a
tempo indeterminato, provenendo dal bacino della precarietà (a cominciare dai contratti
a termine) non sarebbe previsto
il reintegro nel posto di lavoro in
caso dilicenziarnento senza giusta causa (è quanto stabilisce
l'articolo 18 che viene considerato un'anomalia tra i paesi europei) bensì un risarcimento
economico (esattamente ciò
che suggeriva la B ce nella lettera
estiva), L'ammontare ci el risarcimento crescerebbe con Eanzianità di lavoro. Resterebb e in ogni
caso il divieto di licenziamenti
discriminatori legati al sesso, alla religione, alla razza e così via.
Con un articolo 18 dimezzato,
le aziende non avrebbero più l' alibi secondo il quale non si può
assumere perché poi sarebbe
impossibile sciogliere il vincolo
con il lavoratore. I sindacati potrebbero accettare un meccanismo che già oggi si adottaper ilavoratori delle piccole imprese
nelle quali, appunto, l'articolo
18 non si applica, e questa potrebbe essere una prima pietra
per avviare l'uscita dalla precarietà dei giovani. A nessun lavoratore attualmente occupato
verrebbe tolto un diritto. E il governo risponderebbe alle richieste della Ecc. Sorprendentemente, perusare l' espressione di
Passera.
Ma le incognite restano comunque tante. Perché troppo
delicato è il tema dell'articolo 18,
perché non è detto che i partiti
restino a guardare, perché la tenuta dell'unità sindacale è sempre a rischio, perché, infine, il
fronte delle imprese è già diviso,
come sempre tra «falchi» e «colombe».
IL MINISTRO
Elsa Fornero, ministro
del Lavoro e delle
Pari Opportunità
Pagina 2
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Indeimità„recklitomirin.
eilnododei licenziomenti
lequattrolicetreaconfrento
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la R ubblica
30/01/2012
Meno di 400
Tra 400 e 800
E Più di 800
Nessun reddito
garantito
Fonte: Eurostat
Il boom della cassa Erdegraslene la Italia
Milioni di ore autorizzate
1.203,64
,27
2006
183,71
2007
227,6
2008
2009
2010
2011
nlinìs;J,
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la R ubblica
30/01/2012
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Inde 'tà, reddito
e il nodo dei licenziamenti
le quattro ricette a confronto
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Neoassunti senza un termine
licenziabili con aiuti triennaliCONTRATTO unico sempre a tempo indeterminato ma con la possibilità in ogni
momento di licenziamento individuale
per motivi economici, tecnici o organizzativi. ]Indennizzo per i licenziati commisurato agli anni di lavoro. Assegno di disoccupazione, finanziato anche dalle
aziende, pari a190% il primo anno e all'80
e ai? 0% nei due anni successivi. Le imprese si fanno carico anche della formazione
e del collocamento dei licenziati: più velo
ce è la ricollocazione del lavoratori più
basso è iicostodeidisoccupati, t questa la
fiexicurity proposta da Pietro [chino. Di
fatto viene meno la garanzia dell'articolo
18 peri nuovi assunti. Reintegro solo in caso di licenziamenti di tipo discriminatorio. Contratti a termine permessi solo oltre la soglia di reddito di 40 mila curo.
Un periodo di prova
Cr e poi tutte le garanzie
LA PROPOSTA Damiano-Madia prevede un contratto unico di inserimento formativo, una sorta di periodo (li
prova, più lungo di quello attuale, in
cui è possibile il licenziamento, ma
propri© perché di prova si tratta. Dopo
questo periodo (massimo tre anni), si
applicano invece tutte le regole previste attualmente, compreso l'articolo
18 dello Statuto dei lavoratori. La proposta prevede anche una riduzione del
costo del lavoro quando questo è a
tempo indeterminato, così da alleggerire il carico sulle imprese. Si suggerisce anche di mettere in campo misure
per velocizzare il processo per lavoro
anche quando di tratta di unavertenza
per licenziamento.
A RIPRODUZIONE RISERVATA
RIPRODUZIONE RISERVATA
BARBARA ARDÙ
Contratto unico per tutti
posto sicuro dopo tre anni
NELLA proposta Boeri-Garibaldi, il contratto è unico e a temp o indeterminato, ma
diviso in due fasi distinte. Per t unii neo-assunti (per gli altri non cambia nulla) nei
primi tre anni è possibile il licenziamento
per giusta causa, anche economica, e non
è previsto il reintegro, ma solo un indennizzo. Le tutele sono però crescenti, così
che alla fine il licenziamento diventa oneroso per l'impresa, Dopo i tre anni scattala
fase di stabilità del contratto, e si applicano le tutele previste dall'articolo 18, Il trattamento di disoccupazione rimane quello
attuale." contratti atipici diventano contratto unico se il guadagno supe ra una certa quota, con l'esclusione di lavori stagionali e prestazioni professionali. Prevista
anche l'introduzione dei salario minimo.
A RIPRODUZIONE RISERVATA
Ci sono almeno quattro proposte per
riformare il mercato del lavoro e
almeno due questioni spinose: la
babele dei contratti atipici e
l'eliminazione dell'articolo 18.
L'unico a volerlo cancellare, ma
solo per i nuovi assunti, è Pietro
Ichino, in cambio di un alto livello
di protezione, in caso di perdita del
lavoro. Sacconi vorrebbe invece
salvare i contratti atipici, che le altre
proposte tendono a eliminare
rendendoli più onerosi per le
imprese. Il salario minimo garantito
invece trova casa solo nella
proposta Boeri-Garibaldi
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mdenmta,redditonrinimo
eiì 1,0,10 dei licemiamenti
lecgittroricene a contento
111
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la R ubblica
30/01/2012
.M.;"aurk«;
e
"Atipici" tenuti in vita
più flessibilità in uscita
Salario minimo garantito
e forte sostegno agli espulsi
SI ENTRAnel mercato del lavoro con l'ap
prendistato, che può durare al massimo
tre anni, durante i quali il lavoratore gode
di alcune tutele. Nella proposta di Maurizio Saccoiti (Pdfl, passati i tre anni l'azienda decide se assumere o no. Mala filosofia
di fondo è non cancellare i contratti atipici. Solo alcuni tipi di collaborazioni e quei
contratti che nascondono in realtà falsi
subordinati vengono eliminati. Esclusa
l'idea del salario minimo garantito, mentre il sussidio di disoccupazione viene diviso in due tranche, una uguale per tutti e
probabilmente a carico dello Stato, l'altra
su base assicurativa e pagata dalle singole
categorie. L'assicurazione verrebbe estesa anche a settori e lavori non protetti. Si
chiede una maggiore flessibilità in uscita.
ALL'ESTERO non c'è traccia di articolo 18, almeno nella forma applicata in
Italia, ma in molti Paesi c'è il reddito
minimo garantito e in alcuni di essi, a
cominciare da quelli scandinavi, i lavoratori che vengono licenziati sono
aiutati da massicce misure di sostegno
finanziario, che durano diversi anni,
Inoltre ci sono politiche attive dellavoro che tendono realmente a ricollocare i lavoratori espulsi. Negli Usa la legge stabilisce che delatore di lavoro non
può andare sotto una certa paga oraria. In Francia il salario minimo non
può scendere sotto i 1350 euro lordi
mensili, in Spagna è circa la metà, 60(ì
euro, mentre nella Gran Bretagna è di
960 sterline, circa 1.150 euro.
RIPRODUZIONE RISERVATA
a RIPRODUZIONE RISERVA -FA
Perché la sua impresa non ha assunto nel 2011
,
.
Dati in perceduzie
L'attuale
Assumerei
'' 3l Non assume
3 perché la domanda
è in calo
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2 se avessi
dimensione
dell'organico
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Fonte: Unionsamerelareision Ministero del Lavoro
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eiì 1,0,10 dei licemiamenti
lecgittroricene a confrento
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la R ubblica
30/01/2012
Lavoro, i sindacati chiedono chiarezza
I paletti di Cgil Cisl e (Id. Sacconi: ma con il disegno di le e non si farà mai nulla
,
diverso. Chiede di ascoltare, sì, ma
di andare avanti senza guardare in
ROMA-- Non sono quattro ta) faccia nessuno. Per questo, la via
di trattativa a preoccupare sin del disegno di legge è considerata
cati e imprese.Va bene concenti «una barzelletta». Maurizio Saccosi su giungla dei contratti, forr ni è chiaro: «II ddl è una presa in gizione permanente, fiessibilitt ro, equivarrebbe a non fare nulla.
ammortizzatori sociali, per mel La probabilità che possa essere apre mano alla riforma del merc provato in un anno - viste le posidel lavoro. Il problema è: per a zioni in Parlamento - è prossima alvare dove?Lo dice il. segretario e.> lo zero». «Ilgoverno - dice l' exminifederale della Cgii Fulvio Famn stro delLavoro - sa di doverpassare
n. i: «Noi voglia:no fare un confa attraverso la prova ineludibile delto che si concluda con un accord la modifica dell'articolo 18. Ce lo
Lo dice il leader Cisl Raffaele 13( -.)nanni: «Siamo per trovare una sinchiedono l'Unione europea e FFtesi con una trattativa senza paletmi, per incoraggiare la propensioti, che privilegi una soluzione conne ad assumere e a intraprendere».
divisa da tutte le parti sociali e dalla
Quindi, «Monti faccia come ha fatmaggioranza parlamentare». Lo
to per gli altri provvedimenti, apdice, ancor più. chiaro, Luigi Angeprovi una riforma in tempi brevi,
letti, segretario generale Uil: «Dobperla crescita eper affidabilità che
biamo sapere se vogliamo fare un
ci chiede l'Europa».
accordo o solo uno scambio di opiIl ministro dei Lavoro tornerà a
nioni». Quanto alle priorità, su
parlare in televisione stasera, a OtTwitter interviene Susanna Cato e mezzo. Le parti sociali invece musso: «L'emergenza è la precaCgii, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria,
rietà, se la parola riforma ha senso,
Rete imprese„nia e Abi - si inconda qui bisogna partire», dice il setreranno mercoledì a Roma, a pagretario generale Cgii, che aggiunlazzo Altieri. Un appuntamento
ge: «Riformare la cassa integrazioinformale che servirà a capire cosa
ne sì, perché va estesa, va estesa ariintendono accettare, delle propoche la. contribuzione a tutte le imste del governo, e a cosa dire no, inprese». E chiede: «Quanti sanno
sieme. Era stato il ministro dello
che la cassa integrazione (non in
Sviluppo Corrado Passera a suggederoga) è finanziata da lavoratori e
rire un incontro preventivo, quanimprese?».
do al tavolo erano venuti fuori i
Dopo le anticipazioni sul piano
punti di convergenza tra sindacati
Fornerc, pubblicate ieri da Repube imprese. E Raffaele F>)ol: anni - che
blica, i sindacati fanno sentire la loa Passera contende il ruolo di refero voce, E. la politica tifa, II.Pd vuole
rente di un futuro polo cattolicocontribuire all'intesa, aiutare a
moderato - vorrebbe forzare la masmussare gli angoli. Dice Enrico
no: far sì che dall'incontro venga
Letta: «È necessario non arrivare ai
fuori un avviso comune da sottoporre a Palazzo C higi, Susanna Caconflitto sociale. Nel momento in
musso e Emma Marcegaglia però
cui al Fondo monetario internazionon vogliono saperne: «Non è comnale ci dice che saremo a meno 2,5
pito nostro», dicono. Unite, in queper cento di pii, sarebbe una iattusto, e anche nello scegliere un rapra». E però, «sta anche alle parti soporto privilegiato con il ministro
ciali dimostrarsi vogliose di rifordello Sviluppo Passera piuttosto
me». Il vero punto dolente della viche con quello del Lavoro Fornero.
cenda, secondo il vicesegretario
Il negoziato con il governo - a quedemocratico, «è la carenza di soldi
sto punto - dovrebbe ricominciare
per la riforma degli ammortizzatogiovedì, La convocazione però non
ri sociali. E' una priorità assoluta, il
è ancora stata inviata. Q ttel che cergoverno deve trovare ilmodo di re to, è che sul tavolo del tninistro, staperire risorse da destinare a questa.
volta, non ci saranno documenti.
cosa». Il Pdi ha un atteggiamento
ANNALISA CUZZOCREA
ALESSANDRA LONGO
.30:2nIES
SCILIPOTI IN BRASILE
on avendo più molto seguito in Italia, dopo
la caduta di Berlusconi, Domenico Scilipoti
è volato in Brasile «in qualità di presidente
dell'Associazione parlamentare di amicizia ItaliaBrasile». Una nota ci informa dei suoi movimenti
«in alcunistatibrasiliani», inclusaunavisita al«Museo Nazionale dell'Esercito, nel complesso del Forte di Copacabana». Ad accoglierlo il colonnello Pedrosa che «gliha conferito un diploma deiCentro di
Letteratura del Forte, "Braccio Forte e Mano Amica"», A chi gli chiede del governo Monti, Scilipoti risponde che la sua posizione è «di non riconoscimento». «Votare a favore o contro questo esecutivo
significa legittimarlo», spiega il Nostro ai brasiliani.
C'è qualcuno che può passare da Copacabana e dare una versione diversa al colonnello Pedrosa?
N
O+ RIPRODUZIONE RISERVATA
TRATTATIVA
Mercoledì si
vedono
sindacati,
Confindustria
IL GOVERNO
L ' ' Giovedi
Rete
imprese,
Abi e Ania
dovrebbe
ripartire il
confronto
con il
ministro
Fornero
I4 TAVOLI
' La trattativa
verterà su:
contratti,
formazione,
flessibilità,
ammortizzatori sociali
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Pagina 4
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press unE
la R ubblica
30/01/2012
,
k.‘
Noi, Lama e la crisi
ma il '78 è lontano
SUSANNA CANA USSL
ARO DIRETTORE, nel suo editonale dileriScalfaricita un'intervista a Luciano Lama, della
quale si tralascia di ricordare le affermazioni sui profitti e sulla funzione
'programmatica" dell'accumulaàene che è fondamentalenelpensiero di
Lama, e nella svolta dell'Eur.
SEGUE A PAGINA 4
,
te differenze dagli anni di Lama
oggi la precari& è il primo problema
(segue dalla prima pagina)
aCgiloggi, come Latna ieri, mette al centro occupazione e lavoro, ma mentre allora i salari crescevano, anche se molto erosi
dall'inflazione, oggi siamo alla perdita
sistematica del loro potere d'acquisto e
ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retrib uzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti,
ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado,
La diseguaglianza è dettata dallo spostamento progressivo dei profitti oltre
che a reddito dei «capitalisti», a speculazione (o si preferisce investimento?) di
natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistrib azione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in pro dotti a maggior valore e
pih qualificati.
Senza investimenti, si è scelto di produrre precarietà, traducendo l'idea di
flessibilità invece che nella ricerca di
maggior qualità del lavoro, di accrescimento professionale dei lavoratori, in
quella precarietà che ha trasferito su lavoratori e lavoratrici le conseguenze alla via bassa dello sviluppo. In sintesi: lo
spostamento sui lavoratori dei rischi dei
fare impresa.
Quale straordinaria differenza dal
1978! E ancora si potrebbe sottolineare
che invece di avere attenzione airedditi,
si continua ad agire sulle acci se, attuando una politica dei redditi senza nessun
controllo del prezzi.
Quanta disattenzione, poi, alle proposte vere della Cgil, quando indichiamo come priorità un Piano perii Lavoro,
che per noi affronta i grandi temi del
* SUSANNA cm
usso
paese e interroga equità e crescita non
come ma ntra per edulcorare, ma come
scelte che devano intervenire sulla responsabilità e i comportamenti di ciascuno, se si vuole dare senso alla riduzione della diseguaglianza e riparlare di
futuro.
Il Piano del Lavoro si misura con la
funzione dell'intervento pubblico,
troppo facilmente archiviato dal liberismo e dai suoi effetti evidenti, sulla funzione del welfare come motore di uno
sviluppo attento alle persone e non mera «assicurazione» o costo, sulla funzione dello sviluppo che ha esaurito la spinta propulsiva del puro consumismo.
Ancora, un Piano del Lavoro per giovani e donne del nostro paese a cui non
possiamo solo raccontare che avranno
meno tutele perché i padri gli avrebbero mangiato futuro. Un Piano p er il Lavoro che voglia bene al nostro paese,
non solo perché la Cgil (per troppo tempo da sola) ha indicato che non fare politiche industriali e di sistema ci avrebbe
portato al declino, ma perché non ci
sfugge il pericolo economico e democratico di una crisi prolungata di cui la
disoccupazione è primo indicatore.
Anoi è chiara l'emergenza così come
la necessità di una nuova idea di s viluppo. Per questo, voler bene al paese e voler attivare i giovani, o meglio riconoscergli l'età adulta, può partire dalla
scelta pubblica e politica di un Piano del
Lavoro.
Un Piano per il Lavoro guarda, ovvia-
mente, all'immediato e alla capacità di
programmare. In questo quadro intende affrontare anche i nodi della produttività, della contrattazione, della rappresentanza, del mercato del lavoro, e
soprattutto del fisco.
Il coro sull'importanza del rilancio
della produttività trascura di cimentarsi con le cause del suo declino in Italia. O
inventa cause di comodo: qualcuno arskuno ;,mooU
z.. 71,,,zzoate ad
zz.:CUMke.Re0 deR
nthd~, non
cz:nChAsz: zark nessonz:
riva a teorizzare l'assurdità che sarebbe
percolpa dell'articolo 18.AI contrario,la
produttività nel nostro paese decresce
ai crescere della precarietà, che non ha
neanche incrementato l'occupazione,
producendo, invece, quel lavoro povero su cui sarebbe bene interrogarsi.
Per noi l'urgenza è la riduzione della
precarietà che viene prima, molto prima, di altri temi. Nella riduzione della
precarietà vi è compresa certamente la
riformulazione degli ammortizzatori,
su cui da tre anni abbiamo proposto una
riforma. Vorrei poi ricordare che la mobilità annunciata dall'intervista di Lama è realtà da molti anni, che la Cigs ha
la durata di un anno rinnovabile a due,
Pagina 4
zsorcnnur po‘men
Lavoro. i sindacati chiedono chiarezza
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press unE
30/01/2012
la R ubblica
che comunque ha un tett o , come p ure la.
Cig ordinaria, in ogni quinquennio, che
una stagione di riorganizzazione del sistema produttivo non deve disperdere
professionalità e competenze. Oppure
si deve ritenere che la società della conoscenza è solo dei manager? Credo che
sarebbe bene per tutti, discutere fuori
dai pregiudizi e dagli slogan facili, e non
confondere l'emergenza con l'idea che
<qual.unque cosa può essere fatta».
Siamo primi ad apprezzare che l'itaha sia tornata al tavolo dei grandi, a sostenere sforzi per far ripartire il paese,
ma se ogni scelta presenta il conto solo
al lavoro (nella finanziaria la cassa sulle
pensioni; nelle liberalizzazioni il contratto ferrovie e l'equo compenso dei tirocin.anti, ad esempio) , abbiamo illegittimo dubbio, anzi la certezza, che si affronta il « nuovo» con uno strumento
antico e che il fine non sia far ripartire il
paese, ma "salvare il soldato Ryan". Se
sarà così, non si salverà l'Italia ma una
sua piccola parte, che forse non ha bisogno di salvarsi, perché lo fa già tra evasione, sommerso e lobbismo di ogni
specie.
Questa è un'ipotesi cui non intendiamo rassegnarci, Siamo seriamente impegnali ai confronto su crescita e mercato dal lavoro: l'abbiamo preparato
con un documento unitario, abbiamo
guardato ai modelli europei, fra cui la
Germania che usa l'orario ridotto finanziato dallo stato e non licenzia. Ci siamo
trovati di fronte ad un documento del
ministro, non condiviso da nessuno.
Senza nostalgie di nessun tipo pensiamo sia utile uro porre un negoziato vero
e non affidar- sia ricette preconfezionate
il cui fallimento è nei numeri della precarietà e della disoccupazione, a partire
dai settecentomila posti di lavoro persi
dell'industria in cinque anni.
Segretario get terale delkt Cgii
4.
•
•••••• •
IERI SU REPUBBLICA
La Camusso risponde
all'editoriale di
Eugenio Scalfari di ieri
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Lavoro. i sindacati chiedono chiarezza
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30/01/2012
la R ubblica
Autono e prenditori
non dichiarano 11 56%
del loro reddito effettivo
LUCIO CILLIS
ROMA —A Milano niente scontrino in un
locale su tre. A Roma, addirittura nessuna
ricevuta nel 50% dei casi. L'evasione fiscale è un fenomeno che priva le casse dello
Stato di circa 120 miliardi di euro l'anno.
Soldi che andranno recuperati scavando
in p rolonclità tra le dichiarazioni dei re dditi di categorie che, a leggere i dati ufficiali,
sarebbero al limite della soglia di povertà.
Negozi di alimentari o ristoratori che dichiarano poco più di 17mila euro, orafi che
a inala pena arrivano alla fine dei me se con
12.300 euro annui, tintorie, lavanderie e
mercerie prossime alla bancarotta con dichiarazioni da 8mila e uro. Ma tutto questo
non basta per puntare il dito contro particolari settori del lavoro autonomo. Per
scovare i disonesti, occorre guardare al
complesso lavoro di incrocio dei dati messo a punto da Bankitalia. Che ha confrontato la propria indagine campionaria anonima, una fedele fotografia dei contribuenti e dei loro redditi, con le dichiarazioni effettivamente pervenute alla Sogei,
gmwm.A-sm,Dgp tmgw,ww
I risultati sono clamorosi: i dati forniti
dai lavoratori dipendenti e dai pensionati
corrispondono e si sovrappongono perfettamente a quelli ufficiali della Sogei, -mentre quelli dei lavoratori autonomi e degli
imprenditori risultano completamente
sballati con un saldo a favore dell'autonomo, pari al56%, In pratica questi dichiarano al Fisco meno della metà di quanto effettivamente incassato. Stiamo parlando
di un piccolo esercito pari a circa 4 rilitioni
e 700 mila unità (la gran pane onesti) che in
media attestano ufficialmente introiti per
11.800 euro contro i 27mila euro confessati in forma anonima alla Banca d'Italia.
lino sbilancio pro capite di 15 mila euro
annui netti non dichiarati. Que sta fotogra fia dell'evasione smentisce, tra l'altro, an-
che un altro luogo comune, e cioè che il fenomeno sia molto più marcato ai Sud Italia. Al contrario, i contribuenti meno fedeli risiedono in gran. parte al. Centro-Nord.
IUDDn'
I furbi non mancano poi, se si tratta di
mettere nero su bianco i redditi da fabbricati: in questo caso la forbice tra dichiarazioni anonime e ufficiali supera ogni immaginazione e sfonda 1'83%. Quindi si dichiara il 17% di quanto effettivamente dovuto mentre il restante 83% manca all'appello.
LUM DWRDMT:2
E i 16,5 milioni di lavoratori dipendenti
italiani? Dichiarano al Fisco il giusto, anzi,
anche più di quanto rivelino alla indagine
di Via Nazionale: nel primo caso il reddito
medio netto dichiarato ammonta a 14.931
euro contro i 14.690 del secondo.
Nei prossimi mesi la stretta dei Fisco
potrebbe assediare anche i 15 milioni di
italiani su 18,5 milioni, che quando si tratta di richiedere l'accesso ai servizi sociali
agevolati, dichiarano di non possedere
conti correnti o titoli di Stato. Anche in
questo caso i dati in possesso della Banca
d'Italia smentiscono questo panorama
desolante: infatti 9 famiglie su 10 hanno
un conto corrente. Nei prossimi mesi l'agenzia delle Entra t e p otrà incrociare i pro pri dati (e quelli relativi ai conti correnti)
con altri relativi all'Isee, l'indicatore della
situazione economica equivalente, nelle
mani dell'inps, facendo emergere i furbi
che coperti dalle autocertificazioni dichiarano il falso.
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AutonotniunpAuclitori
non dichiamno il 56''.
del loro reddito drettn O
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la R ubblica
30/01/2012
contribuenti "poveri"
(Le dichiarazioni sugli studi di settore)
Reddito medio annuo d'impresa
o di lavoro autonomo (dati in euro)
La fotografia
leirevasione
zzz,
Redditi nella
indagine campionaria
Bankitalia(anoni ma)
Redditi nelle dichiarazioni al fisco
(dati Sogei)
Contribuenti
Contribuenti
Mpart kd
Reddito netto —
pro capite (in euro)
19.763.271
8.469.568
12.801.763
41.034.602
20.033.653
8.120.830
12.337.613
40.492.096
16.513.566
12.223.832
Autonomo e imprenditore
4.645.534
Reddito da fabbricati
1.122.165
Pensionato e lavoratore dipendente
1.063.240
Autonomo e lavoratore dipendente
910.369
17.675.343
13.582.001
4.318.679
1.122.929
675.158
1.222.658
Nord
Centro
Mezzogiorno
TOTALE
Lavoratore dipendente
Pensionato
o pensionato
Altro
MIRA Pt
POPOLAZIONE
27.92!
21.286
21,065
4.555.905
11.49:4g,
41.034.602 E16:.449m:
42
40.492.096
Thso
(5.,)
,,,,, 2.532
Nord
2,936
Centro
\950
Mezzogiorno
-
Tipo€egka cen1Abuente
-240
Lavoratore dipendente
49200 ,
452A
1.895.310
Differenza redditi pro capite tra il dato
Bankitalia e il dato Sogei (in euro)
• Rìparfizoffi geografiche
1:72.0m,
Reddito netto ,1
pro capite (in euro)
-83
Pensionato
Autonomo e imprenditore
L
Reddito da fabbricati
k\\.
jiiiii.
15,222
84
629
Pensionato e lavoratore dipendente
Autonomo e iavoratore dipendente
o pensionato
16.373 4
-5.447
-47,4
NTERA POPOLAZIONE
Fonte: Bankitalia
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Fonte: Dipartimento Finanze
Autonotni inekuditori
non dichiamno il
del loro reddito drettn O
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la R ubblica
30/01/2012
L'Italia di lotta e di governo
che promuove Monti e le proteste
ri, ecc. (Senza trascurare le differenze sociali, di reddito, posizione, fatica fra queste professioni.) Intendo dire che dentro
dinol convivono e confliggono diversi interessi e diverse condizioni. Che dividono l'identità civica e quella di categoria.
3. Da ciò il dualismo di sentimenti che
coabitano in noi. Da un lato, il consenso
— di proporzioni larghe — verso Monti e
verso il governo. Dall'altro, ilpeso, altrettanto esteso, del dissenso e delle proteste
verso le politiche governative. Perché
gran parte d ei cittadini sirende conto che
molte scelte di Monti sono obbligate e
•
Gli italiani di lotta e di governo
I LVO DIAMANTI
IVIAMO strani tempi.
Come, d'altronde, il governo Monti (secondo la
definizione dello stesso premier). Tempi instabili e sussultori. Una settimana dopo l'altra,
un giorno dopo l'altro: protestano tutti,
:::..
d'accordo,
con le rnandostazto
il governo Monti?
\
N
Qual è il suo giudizio
sull'operato dal governo?
„N
SEGUE A PAGINA 11
ILVO DIAMANTI
(segue dalla prima pagina)
assisti e can -riunisti, avvocati e
farmacisti, benzinai e giornalai,
operaie notai. Protestano iPadani e iForconi. Oltre ai No -Tav. Gli
stessi "professori" — e gli studenti—non
apprezzano il ridimensionamento dei titoli di studio — e delle lauree. Tutte, non
solo quelle conseguite dagli "sfigati", per
usare l'eufemismo del vi ceministro Marione.
Non sorprende, quindi, chelamaggi oranza degli italiani sia d'accordo con le
manifestazioni e gli scioperi contro i
provvedimenti del governo e le liberalizzazioni. Oltre il 56%, secondo il sondaggio condotto daD emos (per Unip olis) nei
giorni scorsi. Tuttavia, solo una frazione
della p op °fazione (circa il 5%) afferma di
avervi partecipato, mentre si dice disposta a parteciparvi una componente, comunque, molto limitata (13%). D'altra
parte, in questo strano Paese, il governo
ottiene un consenso largo quanto le proteste contro le sue politiche. Anzi, un po'
più ampio, visto che quasi i158% degliitaliani (intervistati da Dernos per Unipolis)
giudica positivamente l'azione del governo Monti (con un voto da 6 a 10). Non
solo, ma le liberalizzazioni, nonostante le
proteste, continuano ad essere apprez-
ti
tate dalla maggioranza assoluta della p opolazione (secondo l'IPSOS).
Le "ragioni" di atteggiamenti così contrastanti sono diverse ma, perlopiù, molto "ragionevoli",
l. La prima richiama la profonda dive rsità delle categorie co involte dai provvedimenti, che, non a caso, sono valutate in modo differente dai cittadini (come
hanno segnalato i sondaggi IPSOS). L'indulgenza verso la protesta dei camionisti
e dei tassisti, in particolare, risulta molto
superiore rispetto a quella espressaverso
i notai, gli avvocati e i farmacisti. Perché
si tratta di figure sociali ritenute "popolari", che svolgono attività us tiranti.
2. La seconda ragione è stata espressa,
con chiarezza, dallo stesso Monti nei
giorni scorsi, quando ha osservato che
«per decenni sii; coltivato e rispettato più
l'interesse delle singole categorie che
l'interesse generale». Anche se questo
duplice sentimento attraversa tutti. Così,
l'attenzione all'interesse generale ci fa
apprezzare Monti e le politiche dei governo, comprese le liberalizzazioni. Pvl a
l'interesse di categoria ci spinge a reagire
con insofferenza. Visto che tutti — o, almeno, molti— sono (siamo): tassisti, notai, avvocati, pensionati, avvocati, benzinai, commercianti, camionisti, professo-
4ngelino Alfano
Mario Monti
Pagina 80 di 101
necessarie. Anche se criticatati e migliorabili, E gran parte dei cittadini, inoltre,
teme la caduta del governo. Non solo per
paura di "tornare indietro". Al passati)
politico che incombe, come una minaccia. Ma perché si rischierebbero la ripresa delle guerre politiche e del conflitto sociale. Tuttavia, ciò non impedisce agli
specifici interessi e alle specifiche rivendicazioni sociali, economiche e locali
---- di emergere ed esprimersi. inmodo talora acceso.
4. C'è, infine, una ragione più generale. Meno evidente e meno evocata, nel di-
Nola meMoiogica
L'indagine Dernos & Pi
-- Fondazione Unipolis si basa su
un sondaggio condotto
nei giorni 18-27
cennaio 2012 da
Dernetra (metodo
CALI). Campione
rappresentativo della
popolazione italiana di
età superiore ai 15 anni
(margine di errore 2.1).
Documentazione completa su
www.sondagaipoliticoelettorali.it
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Pagina 11
L'Italia di lotta e di governo
che promuove Monti e ieprote ste
press unE
30/01/2012
la R ubblica
battito pubblico, Ma forse la più pericolosa.-- a mio parere. P erché riguarda e
mette in discussione — la nostra stessa
deva ocrazia. Se oggi si assiste al proliferare di conflitti e di proteste puntiformi e
senza soluzione è anche— soprattutto—
perché tra la società, gli interessi e il governo — lo Stato — c'è il 571_10i0. Noli c'è
rappresentanza, ma neppure "composizione" e "aggregazione" delle domande e
degliinteressUin mestiere che sperma"le grandi organizzazioni economiche,
ma, soprattutto e in primo luogo, ai partiti. I quali hanno "delegato" a Monti i
compiti che essi non si sentono in grado
di affrontare, anche — forse soprattutto
— per timore delle conseguenze elettorali.
Un problema che lacera il centrodesua particolarmente sensibile a] richiamo degli interessi dei lavoratori autonomi e delle professioni. Ma che inquieta anche il centrosinistra, in difficoltà ad affrontare i tesai della mobilità
(del lavoro). Non è un caso che gli unici
soggetti ad agire apertamente sulla scena
politica, oggi, siano coloro che "moltiplicano" e amplificano le proteste di categoria, invece di ri-comporle.L.A Lega, in
primo luogo. Ma anche VIA e Sel, per
quanto in modo reticente.
Ne esce il quadro — in frantumi — di
ma "democrazia immediata" (per riprendere la definizione del marchese di
Condorcet, nella Francia rivoluzionaria
del Settecento). In duplice senso. A) Perché ogni domanda e ogni spinta sociale si
rovescia "immediatarn en te" sulla scena.
pubblica. Visto che non solo i media tradizionali (per prima la Tv), ma Internet, i
cellulari e i palmari, FB e Twitter danno
visibilità e rilevanza "immediata" a ogni
rivendicazione e a ogni protesta. Mentre
ogni rivendicazione e ogni protesta può,
comunque, produrre conseguenze pesanti a livello pubblico e sociale, quando
sia in grado di interrompere la comunicazione e la mobilità-- strade, autostrade, città, aerei., ferrovie. B) Ma questa democrazia appare, d'altronde, i m-med fata, in quanto priva di "mediazioni" e di
"mediazione". Per il deficit di rappre sentanza politica espresso dai partiti. Per la
tendenza e la tentazione di affidare l'unica forma di mediazione ai "media".
Questa democrazia im-mediata e
iper-mediata (dai media), ai tempo stesso, può, forse, piacere a coloro che celebrano Fantipolitica e auspicano la i norte
della politica, dei politici e dei partiti. Ma
rischia di compromettere le sorti della
democrazia rappresentativa.
PiPRODUZiONE RiSERVAJA
Le manifestazioni anti.governative
In questi giorni, diverse categorie economiche
stanno organizzando scioperi e manifestazioni
contro i provvedimenti dei governo
e le liberalizzazioni. Rispetto a queste iniziative lei si direbbe...
35,5
ABBASTANZA
D'ACCORDO
20,9
MOLTO
D'ACCORDO
In base all'orientamento
di voto
50,1
5
Ili
17,0
PER NULLA
D'ACCORDO
24,3
POCO
D'ACCO
69,7:
41,5
42,7
2,3
Non sai
non risponde
Lei
53,6
La partecipazione alla protesta:
effettiva e possibile
Lei ha partecipato o pensa di partecipare
a questo tipo di iniziative?
4,7
SÌ, HO PARTECIPATO
13,0
NO, MA PENSO
DI PARTECIPARE
81,6
NO
0,7
Non sa/
non risponde
Fonte: sondaggio Dernos - Unipoiis gennaio 2012
Il giudizio sul governo Monti
Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe in questo momento
ai Governo Monti (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale
o superiore a 6, al netto dei non rispondenti, solo maggiorenni)
78,6
In baee all'orientamento
di voto
1 €3::::::>::::::::>::::::::>::::::::>::::::::; 62,1
SEI
55,5
UDC
75,4
FU
66,5
45,7
17-1 8 30 novembre- 16-21
novembre 6 dicemb re d icembre
gennaio
2011
2012
2011
2011 ..:
i 927
Lia
28,7
57,7
Pagina 11
L'Italia di lotta e di gover,
eh:promuove -Monti eieproteste
Pagina 81 di 101
press unE
la R ubblica
30/01/2012
Figli di stranieri, Cancellieri frena
No alla cittadinanza automatica"
"
E suipiano svuota carceri avverte: contraria
1
ITALIA
Nonne
a con:mato
Vale lo ius sanguinis:
si prende la
cittadinanza dei
genitori e non quella
del Paese di nascita
VLADIMIRO POLCHI
ROMA—Chinasce in Italia è italiano? Si, ma ad alcune condizioni. Il ministro dell'Interno,
Annamaria Cancellieri, frena
sullo ius soli puro, che «creerebbe le condizioni per far nascere
da noi bambini da tutto il mondo». Via libera invece a uno ius
soll temperato: «Se un bambino
figlio di immigrati nasce in Italia, i genitori sono stabilmente
nel Paese e ha percorso un ciclo
di studi, credo che il diritto alla
cittadinanza sia giusto».
Il ministro dell'Interno, parlando alla trasmissione "Che
tempo che fa", solleva dubbi sull'ipotesi (li garantire automaticamente la cittadinanza ai figli
degli immigrati, perché questa
dovrebbe derivare non solo dalla nascita in Italia, ma «da un insieme di fattori». Quali? «Fondamentalmente — spiegano al Viminale — la stabilità del nucleo
familiare e un minimo di percorso scolastico. Insomma no
alla cittadinanza a chi è in Italia
solo (li transito e fa nascere qui il
proprio figlie»). Fattori, questi,
già parzialmente previsti dalla
legge di iniziativa popolare portata avanti dalla campagna "L'Italia sono anch'io": nascita in
Italia da un genitore residente
GERMANIA
È cittadino chi nasce
nel Paese se uno
dei genitori vi risiede
legalmente da
almeno otto anni
da almeno un anno.
Sulcasole forze politiche sidividono: di un «principio non più
rinviabile» p ari a ignazi °Marino
(Pd), che a Palazzo Madama ha
depositato un disegno di legge
sullo ius soli: italo Bocchino (Fli)
plaude invece all'ipotesi di «uno
ius soli temperato»; tre parlamentari Pdl ribadiscono che di
« ius so non si parla». Intanto, in
attesa di riforme future, oggi
scatta la stip ertassa sui permessi di soggiorno: dagli 80 ai 200
curo in più per ogni documento
da rinnovare.
Non è tutto. ll ministro Cancellieri, nel corso della trasmissione Rai, si è detta «favorevole
all'abolizione del valore legale
del titolo di studio, a due condizioni: chiedo una valutazione
seria delle università e pari opportunità perché tutti abbiano
FRANCIA
STATI UNITI
ius soli attenuato:
i figli di immigrati
diventano francesi
a tutti gli effetti
soltanto a 13 anni
Chi nasce negli Usa è
cittadino americano
indipendentemente
dalla cittadinanza
dei genitori
accesso alle università più prestigiose, per esempio con borse
di studio». E ancora: sui problema delle carceri, il ministro considera «l'amnistia come un atto
di clemenza legato a fatti particolari, se dev'essereuno svuotacarceri come cittadina mi ribello». Sulle proteste che stanno
scuotendo l'Italia «non ci sono
preoccupazioni rispetto a un'eversione terroristica», ma c'è il
«timore che qualche cane sciolto possa inserirsi». Quanto ai No
Tav, «nessuno ha criminalizzato
il movimento ma non si possono consentire violenze di quel
genere» e sul movimento dei
Forconi «l'allarme di Ivan Lo
Bello (ilpresidente di Confindustria Sicilia, ndr) è sicuramente
fondato e sono in corso indagini
della magistratura. In questi fenomeni possono verificarsi in-
MINISTRO
Annamaria
Cancellieri,
ministro
dell'Interno
REPURBLICLIT
Sul sito la
campagna
per la
cittadinanza
agli immigrati
filtrazioni mafiose».
Un ultimo commenta sul fatto che laDigos abbiarim osso un
tricolore, per motivi di ordine
pubblico, durante l'ultima manifestazione della Lega a Milano: «Non so in che situazione
abbia operato la Digos, ma sicuramente è meglio rischiare e difendere la bandiera con il proprio corpo».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 20
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press unE
la R ubblica
30/01/2012
POVF,RTA E MERCATO DEL LAVORO
TITO BOERI
(segue dalla prima pagina)
c
i dicono che dal. 2006 ai
2010 la povertà è aumentata di 6 punti percentuali fra chi ha meno di45 anni, è cresciuta di poco tra i 45 e i 65
anni e si è ridotta al di sopra di questa età. E un profilo per età che corrisponde perfettamente a quello
del precariato: la povertà aumenta
perché non si riesce ad entrare nei
mercato del lavoro, perché ci sono
molti lavoratori poco qualificati
con lavori temporanei con bassi salari che non tengono il passo con
l'inflazione e perché chi non è tutelato perde il posto di lavoro. Tutto
questo spiega anche perché in questi anni si è invertita la tendenza,
che sembrava sin qui inarrestabile,
alla riduzione della dimensione
media (lei nuclei famighari. Il fati o è
che giovani tornano a casa perché
perloro la famiglia rappresenta l'unico ammortizzatore sociale. È una
scelta costosa perché comporta la
rinuncia a fare progetti di vita, fare
figli, e impedisce la mobilità sociale. Il vice-ministro Martone, che ha
ricevuto l'idoneità in uno di quei
concorsi in cui si vince perché tutti
gli altri candidati si ritirano, li potrà
pure chiamare "sfegati", nia i laureati di lungo fuori corso sono principalmente persone che vivono in
famiglia con genitori che hanno solo la licenza elementare.
Le disuguaglianze prodotte sui
lavoro e fuori dal lavoro non servono, come in altri paesi, a farne crescere la produttività.. Al. contrario, il
divario nella produttività del lavoro, dunque nella competitività delle nostre imprese, si è ulteriormente accentuato. Abbiamo perso quasi 30 punti di competitività al cospetto della Germania nel giro di 1O
anni, Il fatto è che chi viene espulso
dal mercato e chi fatica ad entrare è
spesso chi ha maggiore capitale
umano e potrebbe grandemente
contribuire a rendere più competitive le nostre imprese.
Ci sono perciò ragioni tanto "di
sinistra" (le disuguaglianze crescenti) che "di destra" (la produttività in calo) per riformare il mercato del lavoro, i cui nodi strutturali
sono stati solo esacerbati dalla recessione, Bisogn.a riformarlo sul serio. Far finta di cambiare per non.
cambiare nulla non servirà -neanche a rassicurare i mercati finanziari che hanno perfettamente capito
che i problemi del nostro paese sono legati alla bassa crescita. Il contratto di apprendistato c'è già in itafia, c'era già prima della recessione,
E uno strumento utile, ma non può
contrastare il precariato che ormai
riguarda persone con più di 40 anni, tra cui molte donne che rientrano dopo periodi di maternità. Oggi
il contratto di apprendistato coinvolge circa 250.000 persone, con livelli di istruzione più alti della media e riguarda in 7 casi su 10 chi ha
meno di 24 anni. Non potrà mai riguardare milioni di lavoratori di
tutte le età. Bene, in ogni caso, accertarsi che ci sia effettivamente
contenuto formativo e non solo
sconto retributivo in questi contratti, che possono oggi essere rescissi dal datore di lavoro, senza costi, al termine del periodo di formazione.
Gli incentivi fiscali alla conversione dei contratti a tempo determinato in. contratti a tempo indeterminato sono costosissimi (come
prova l'esperienza dei bonus-Sud e
bonus assunzioni introdotti nel
2000 e poi rimossi in fretta e furia
perché erano costati IO volte di più
di quanto preventivato) e non servono minimamente a ridurre il
dualismo. I dato ri di lavoro assumono i l avoratori futi quando dura il
sussidio per poi licenziarli subito
dopo. In Spagna sono stati ampiamente sperimentati per concludere che "il loro ampio utilizzo ne ha
compromesso pesantemente l'efficacia", come recita un documento ufficiale del Governo spagnolo,
basato sulle conclusioni di com.missione parlamentare e del Con.sejo Economico y Sociai, con. tutte
le forze sociali rappresentate. Hanno raggiunto questa conclusione
perché si sono accorti che i lavoratori delle regioni coinvolte avevano
subito un incremento della probabilità di essere licenziati rispetto a
quelli delle regioni non coperte dagli incentivi fiscali.
Un. salario minimo orario non
costerebbe nulla alle casse dello
Stato. Servirebbe molto a proteggere i lavoratori più deboli negli anni
ad alta inflazione che presumibilmente ci stanno di fronte. In Italia il
salario minimo favorisce anche il
decentramento della contrattazione, che permette di stabilire un legame più. stretto fra salari e produttività, motivando di più i lavoratori
che hanno già un contratto a tempo
indeterminato e che continueranno ad essere protetti dalle tutele attuali. Prospettare un p ercorso di ingresso nel mercato del lavoro che
non comporti in partenza una data
di scadenza stimola, questo sì, gli
investimenti in farmazione: la percentuale di lavoratori formati in
azienda cresce con la durata potenziale dei contratti. Avere nei primi
anni di assunzione risarcimenti
monetari in caso di licenziamento
senza giusta causa, crescenti col
tempo passato in azienda, offre tu-
tele a chi oggi non ne ha e nonne to glie a chi le ha già. Al contempo serve a permettere ai datori di lavoro di
scegliere meglio chi assumere, su.
chi investire, migliora il clima in
azienda scoraggiando i comportamenti opportunistici. Questo percorso di ingresso va peraltro offerto
a tuttele età, a 20 annicome a 55. Come dimostrano l'esperienza dell'Austria e della Francia, la scelta di
far crescerei costi di licen.ziatn.ento
con l'età (anniché con la durata del
posto di lavoro) fa aumentare la disoccupazione fra i lavoratori più
anziani. Perché datori di lavoro già
diffidenti sulla produttività di questi lavoratori, non sono in genere
propensi a prendere impegni di
lungo periodo con lavoratori vicini
all'età di pensionamento. Il contratto di ingresso servirà così anche
a dare opportunità e tutele ai lavoratori bio. ccati dalla riforma delle
pensioni varata dal Governo in dicembre. Sarebbe pure servito anticipare per queste coorti limitate di
lavoratori la riforma degliammortizzatori sociali, offrendo a chi è povero in famiglia, non trova un lavoro alternativo e ha esaurito le indennità di mobilità e i sussidi di clisoccupazion.e, un reddito minimo
garantito fino, e se necessario oltre,
l'andata in pensione. Sarebbe stata
un'utile sperimentazione di una
riforma da estendere gradualmente a tutti e un primo passo verso
quella separazione fra previdenza e
assistenza che tutti, a parole, dicono di volere. Invece si è sceltala strada degli interventi ad hoc p er i l avo ratori "esodati" e "precoci", una
strada inevitabilmente iniqua perché crea asimmetrie nei trattamenti a seconda del periodo in cui si è
entrati nelle liste di mobilità.
RiPRODUZiONE RiSERVATA
Vamahm
La povertà che nasce
dal mercato del lavoro
TI TO BOERI
s
Pagina 22
PERIAMO che i protagonisti
dei tavoli sul mercato del lavoro (virtuali o di legno che
siano) abbiano trovato il tempo nel
fine settimana di leggere i risultati
dell'ultima indagine sui bilanci
delle famiglie italiane, resi disponibili da Bankitalia nei giorni scorsi,
SEGUE A PAGINA 38
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pressunE
30/01/2012
LA STAMPA
Dall'Ue 8 miliardi per l'Italia
Via alla riorganizzazione dei fondi già versati a Bruxelles. In Europa si libereranno 82 miliardi
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Per la Commissione Ue è «il
modello italiano»; per l'Italia
è il «jolly europeo»; per la bozza di conclusioni del vertice
informale dei leader dell'Unione che si apre oggi a Bruxelles è il primo comma dell'art.8. Per tutti gli altri è la
strategia di riorientamento
rapido dei fondi strutturali
che, se approvata come tutto
lascia intendere, potrebbe
mobilitare entro primavera
82 miliardi per lavoro e sviluppo a livello continentale, 7,9
dei quali lungo la penisola.
«Siamo d'accordo e siamo
pronti - assicura una fonte governativa -. I soldi per la compartecipazione ai progetti sono già in bilancio». Buona notizia, perché l'affare si basa
sul cofinanziamento. Il che
porta l'iniezione di finanza at-
Passa il modello Monti
che sarà integrato
accelerando anche
sul mercato unico
tesa e possibile per la nostra
economia a quasi 15 miliardi.
Il premier Mario Monti ci
conta e non è il solo. Nelle casse dell'Europa che corre verso la recessione del «doppio
tuffo», gli unici soldi veri a cui
affidarsi sono quelli già versati nel forziere comune di Bruxelles. L'accordo del 15 dicembre con cui l'Italia ha riallocato una parte dei finanziamenti attribuiti alle regioni ha fatto scuola. Poco più di 3 miliardi sono finiti a passo da bersagliere verso istruzione, agenda digitale, credito per l'occupazione, reti e ferrovie meridionali. Erano denari che cercavano a fatica sbocco in
un'Italia storicamente maglia
nera nell'incassare gli euro di
Bruxelles. Sono ridiventati
una risorsa in questi tempi di
crisi e austerità di bilancio.
L'intesa impegnerà i Venti-
sette «a una migliore movimentazione dei fondi strutturali, accelerando la realizzazione dei
programmi esistenti, intervenendo laddove necessario con
la riprogrammazione dei fondi
concentrandosi sul rinvigorimento della crescita e sulla creazione di posti». La Commissione calcola che per l'Italia la sacca a cui attingere contenga 3,6
miliardi di fondi strutturali (coesione nel Mezzogiorno) e 4,3
del Fondo sociale (lavoro e imprese). Il cofinanziamento nazionale quasi raddoppia le somme. Col sì del vertice odierno, si
potranno avviare speditamente i negoziati fra Bruxelles e le
capitali, con la possibilità di
un'intesa, e i primi esborsi, prima della pausa estiva.
Il documento di conclusioni
del vertice regala cinque pagine di idee antirecessive. Non ci
sono miracoli, ma così chiari
non lo erano mai stati. C'è pure
un rapporto di tappa per giugno per il rafforzamento del
Continua il dibattito
sui debiti pubblici
Probabile un summit
dedicato ad Atene
mercato unico, altro cavallo di
battaglia di Monti. I diplomatici non prevedono ostacoli. Qualcuno c'è n'è invece sulla strada
dell'altra portata del summit,
l'approvazione del patto di Bilancio, l'accordo intergoverna-
tivo che blinda il governo dell'Eurozona introducendo, fra
l'altro, l'obbligo della regola aurea del pareggio iscritta nella
costituzione. Si annunciano tensioni. «Ma è più difficile riaprire l'accordo che chiuderlo», assicurano al Consiglio.
Fra i punti da definire, la
partecipazione dei paesi non
Euro ai vertici dei Eurolandia,
come quella del presidente dell'Europarlamento (oggi ci sarà). Poi il ruolo della Corte di
Giustizia nel sanzionare i meno virtuosi. Interessa l'Italia
che alcune capitali insistano
nel chiedere una stretta sui
conti pubblici, attraverso il manifesto allargamento delle sanzioni semiautomatiche dal debito (oltre che al deficit). «Non
dovrebbero farcela», dice una
fonte. Ma molto dipende da
una Frau Merkel stressatissima sul fronte interno.
Chiuso il «Fiscal Compact»
(con l'incognita del referendum che l'Irlanda vuole chiedere) e il patto di Crescita, resta
un rischio e un'opportunità.
Rimbalza la voce di un Eurogruppo al brucio per parlare di
Grecia, come circola la possibilità che si ragioni del fondo salvastati permanente, Esm, per
valutare un aumento della dotazione oltre gli attuali 500 miliardi. C'è chi ritiene che a marzo si potrebbe salire a 750, nonostante le ritrosie tedesche.
E che sarebbe una buona idea
cominciare a dire subito che si
intende farlo.
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press unE
LA STAMPA
30/01/2012
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La banda l a vale 1'8%
l divario digitale, la mancanza di
comunicazioni efficienti costa alle
imprese italiane - specie quelle di piccola
dimensione allocate in provincia -. La
benetranone della banda larga fissa è al 49 /o
delle famiglie, rispetto 67% della Francia o
exPurt m P u
.Q•1
al 75% della Germania. Abbiamo la rete in
fibra ottica più estesa d'Europa, con 2 milioni
di case aggiunte, ma dopo il picco dei primi
2000 gli investimenti hanno rallentato
Con livelli «europei» si calcola che le
i italiane crescerebbero cieli' 8%
anni
Competitività
Sud in crescita': •per spiingere .11 Paese
6.sViltibbOciettiitaiiogiorno'è decisivo
una crescita sostenibile edurevole
dell'Itallae dell'Europa»
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Reti bloccate, un conto da 40 miliardi
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30/01/2012
I
l 6 gennaio, nello studio presi-
denziale dell'Eliseo, mancano
pochi minuti alle 18, Nicolas
Sarkozy e Mario Monti restano da soli e a quel punto, con i
diplomatici ormai lontani, il presidente del Consiglio chiede al presidente francese: «Ma con gli inglesi
che intenzioni avete?». Sarkozy fa intendere che la Francia non sarà addolorata se la Gran Bretagna dovesse restare fuori dal "giro" e Monti
esprime chiaramente il suo dissenso.
Alla vigilia di un vertice europeo
straordinario nel quale Mario Monti
entra sui tappeti rossi stesi con enfasi inusuale dalla stampa anglosassone, l'episodio dell'Eliseo aiuta ad illuminare un passaggio del più recente
discorso parlamentare del presidente del Consiglio, che ad un certo punIL METODO COMUNITARIO
L:obiettivo è fare da capofila
per i Paesi più deboli
del Vecchio Continente
MODEW DA SEGUIRE
molti Paesi fuori dall'euro
ho visto un entusiasmo
che vorrei vedere qui da noi»
to ha detto: «Esiste almeno un Paese
della zona euro che non sarebbe del
tutto dispiaciuto se lo iato con la
Gran Bretagna fosse permanente».
Ma soprattutto - ecco la novità - lo
scambio informale con Sarkozy fa capire con quanta energia Monti stia
perseguendo una nuova missione europea, che va oltre la difesa immediata degli interessi nazionali: fare dell'Italia la cerniera dell'Unione, il Paese leader del «metodo comunitario»,
tenendo aperta la porta verso gli inglesi e la vocazione ad un mercato interno liberalizzato, ma anche verso
quelle "medie potenze", che intendono entrare nell'area euro (la Polonia,
Svezia) o che intendono rialzare la testa, come la Spagna o il Belgio.
Un ruolo ambizioso, che Monti ha
coltivato nel corso di una fitta serie
di incontri bilaterali o affidati al ministro Moavero e che hanno coinvolto i
capi di governo di Polonia, Belgio,
LA STAMPA
Ti Monti mediatore
prova a ricucire
tra Londra e Bruxelles
La linea del Paese-cerniera paga: Roma torna tra i grandi
11.
La pro posta approda
in Parlamento
..1sm Dopo la mozione bipartisan di
venerdì scorso votata in Senato 1
' iParlamento tornerà questa settima
na sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. La commissione
Finanze della Camera inizierà giovedì l'esame di alcuni disegni di le
che dovrebbero introdurre in ltrliae
questo provvedimento. Giovedì la
commissione Finanze inizierà l'esame di tre ddl che propongono il via
libera alla misura e che differiscono
su pochi aspetti con un'imposta tra
lo 0,1% e lo 0,05%.
Spagna, Irlanda, oltreché Gran Bretagna. Ruolo ambizioso che Monti stesso, dismettendo la proverbiale prudenza lessicale, battezza così: «Per l'Italia
c'è un grande potenziale di azione diplomatica-economica internazionale
nel contesto europeo, che è quello di
porsi come punto di riferimento nel
senso dell'avanzamento della
"costruzione"». Naturalmente il rapporto prioritario resta con Germania e
Francia («Siamo molto interessati al
riavvicinamento, tra pari, a questi due
Paesi»), tanto è vero che oggi, poco prima dell'inizio del Consiglio straordinario, il Presidente del Consiglio si vedrà
con la Cancelliera di Germania Angela
Merkel e con il presidente francese Nicolas Sarkozy.
L'Italia-cerniera non è certo contro
la Germania, ma piuttosto è un investimento strategico su alcuni dei Paesi
Il premier italiano Mario Monti: ha lavorato a lungo dietro le quinte d'Europa
Pagina 3
11 Monti n ied11111;i:el 1.411,;111t11.11
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('i erede anche
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press unE
30/01/2012
LA STAMPA
più vitali e più aperti alla competizione, perché - come ha spiegato Monti
davanti al Senato e poi alla Camera «molti dei Paesi non ancora membri
della zona euro hanno un entusiasmo,
uno slancio, una visione di apertura e
di concorrenza, un interesse alla crescita che è simile a quello che vorremmo vedere sviluppato sempre più in
Italia». Ecco perchè Monti, al recente
vertice Ecofin, si è battuto perché possano partecipare agli Eurosummit anche i capi di governo di quei Paesi che
abbiano firmato e ratificato il nuovo
Trattato che uscirà dal vertice di oggi
e di quelli che (come Polonia e Svezia),
che hanno intenzione di entrare nella
zona euro.
Preceduto dai grandi elogi della
stampa inglese e americana, fino a
quel «futuro dell'Europa che si poggia
sulle spalle di Monti» del Financial Times, il presidente del Consiglio oggi sarà chiamato a vigiliare sul perfezionamento degli accordi intercorsi nei giorni scorsi sul fiscal compact, sulle procedure per il rientro dal debito, la cui
diversa calibratura può pesantemente
influire sull'entità delle "manovre" dei
prossimi anni. Resta da vedere se
NODO DA SCIOGLIERE
Bisogna essere sicuri
che deficit e debito non siano
considerati allo stesso modo
IL CLIMA ALLA COMMISSIONE
«L'italiano è molto stimato
perché ha saputo confermare
le aspettative su di lui»
Monti riuscirà ad impredire che deficit e debito vengano messi sullo stesso
piano e che siano attribuiti eccessivi
poteri alla Corte di giustizia in caso di
mancato pareggio di bilancio da parte
di alcuni Paesi. Ma il premier sbarca a
Bruxelles con un abbrivio assolutamente inimmaginabile ancora due mesi fa: «Monti arriva molto bene a questo Consiglio - sostiene Sandro Gozi,
oggi deputato Pd e che da alto funzionario alla Commissione di Bruxelles
ha trattato per anni con diversi premier europei - perché è riuscito a confermare - e non era facile - le iniziali
aspettative che avevano su di lui i leader e l'opinione pubblica che conta. Arriva bene per il lavoro fatto ed è altettanto significativo un altro dato: Spiegel o no, dopo la "cura" anche il popolo
italiano esce meglio davanti all'opinione pubblica internazionale e questo alla lunga potrebbe essere molto importante».
Pagina 3
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LA STAMPA
30/01/2012
"Il capitalismo
è un'auto vecchia
Va cambiato"
99
FRANCESCO MANACORDA
INVIATO A DAVOS
L
a novità peggiore di quest'anno? La crisi in Europa, che anche qui a Davos
si avverte molto».
E quella migliore, professor
Yunus?
«Il fatto che proprio grazie a questa
crisi si sta capendo, anche se nessuno
lo vuole ammettere, che il capitalismo
è arrivato al capolinea». Muhammad
Yunus è il più celebre pioniere del microcredito, che gli ha portato anche un
Premio Nobel per la Pace. Lo scorso
anno ha dovuto abbandonare la sua
Grameen Bank per ombre sulla gestione degli anni passati e una dura polemica con il governo del Bangladesh,
ma rimane una star anche oggi che guida lo Yunus Centre e si occupa di imprenditoria sociale. Una star anche a
Davos, dove è uno dei personaggi più
ricercati. Paradossalmente, si potrebbe dire, visto il suo messaggio pare
conciliarsi poco con il verbo della competitività che sulle Alpi Svizzere va per
la maggiore.
Eppure, proprio qui a Davos, si è dibattuto molto sui mali e le cure del
capitalismo...
«E' vero, il dibattito c'è, ma continua
ad essere condotto secondo i soliti
schemi. Penso che in cuor nostro siamo tutti convinti che il capitalismo non
funziona più e non può più funzionare,
ma nessuno ha il coraggio di dire che
va abbandonato».
Ne è convinto davvero?
«Ma certo. E' come una vecchia auto
che cade a pezzi. Un'auto che forse ci
potrà portare al prossimo isolato ma
non certo adatta per un lungo viaggio.
Invece di cercare di costruire un'auto
nuova ci ostiniamo tutti a cercare di riparare quella vecchia. Ma è impossibile, il capitalismo è un modello nato più
di cent'anni fa, non tiene il passo con
un mondo che cambia così in fretta».
E quale dovrebbe essere la nuova
auto da costruire?
«Non lo sappiamo ancora, ma se riflettiamo su ciò che vogliamo potremo costruirla di conseguenza. Dovrà avere
le ali? Dovrà navigare?»
Usciamo dalle metafore, professore. Lei quale società vorrebbe?
9 alle 5, ma in modo da realizzare tutte le
loro capacità, da seguire la loro visione».
persona. Il lavoro è la priorità, ma non
serve pensare a come creare più posti in
questo sistema proprio perché il sistema non funziona più. Invece dobbiamo
pensare che nessuno deve essere un
mendicante, nessuno deve dipendere
dal Welfare, perché tutti sono in grado
di guadagnarsi da vivere».
Sì, ma in concreto?
«Il mio messaggio è che si deve liberare
la società. I governi sono anche loro vecchie macchine, piene di timbri e burocrazia, che funzionano come secoli fa. Non
penso che siano in grado di traghettarci
verso un altro modello, mentre può farlo
la società civile».
Dalle banche, alle Tlc, alla chimica, lei
ha creato molte imprese sociali. Qual
è il modello che vorrebbe vedere affermarsi?
E il mondo degli affari che contributo
può dare?
«Dobbiamo cambiare il modello di business, che è una cosa che si può fare immediatamente. Creare società non profit, che facciano business sociale, è una
cosa che si può fare subito».
«Un modello nel quale la missione sociale dell'impresa sia integrato nella struttura dell'impresa stessa. Fare qualcosa
di buono per la società non dovrebbe essere il risultato quasi accidentale dell'attività degli imprenditori, ma il fondamento della loro attività».
Ma non è certo il modello dominante
nel mondo degli affari...
«Ma se io e lei cominciamo, ci mettiamo
i nostri soldi e cominciamo a decidere
che la nostra attività deve avere come
obiettivo il fatto che nessuno dei miei vicini resti disoccupato, allora muoviamo
qualcosa. E' questo l'importante. Altri
seguiranno».
Lei ovviamente è conscio che molti la
classificano come un sognatore.
«Naturalmente sì, ho una visione. Ma bisogna essere dei sognatori per pensare
a un mondo diverso da questo. Tutti dovremmo essere sognatori, pensare di
più al mondo che vorremmo tra vent'anni. Oggi il sistema è orientato a fare soldi: questo è assolutamente ridicolo. Lei
pensa che lo scopo della nostra vita sia
fare soldi? Io ritengo che sia la realizzazione di noi stessi».
Vista dal suo punto di vista Davos è
cambiata?
«Certo, quando si è
in crisi si cercano soluzioni nuove, si pensa agli errori, si è più
disposti a cambiare.
Quest'anno le cose
sono molto diverse e
non parlo solo di Davos, ma del mondo
dei giovani. In Spagna la metà dei giovani è senza lavoro. Stiamo parlando del
cuore dell'Europa, non dell'Asia o dell'Africa. Che futuro ha questa generazione con il modello attuale?».
Ma non pensa di essere una foglia di
fico qui a Davos? Non è qui solo per
far sì che gli esponenti del capitalismo ortodosso possano dire di essere aperti a idee diverse?
«Io parlo a lei, lei parla ai suoi lettori,
questo è comunque un vantaggio per
me. Se parlo a duemila persone la grande maggioranza potrà pensare che sono
pazzo; ma se solo due persone cominciano a riflettere sulle mie idee per me è un
successo».
Chi può aiutarla ad attuare questo
cambiamento?
Le multinazionaASSE
li, con cui lei pure
collabora, i governi o i singoli individui?
«In Spagna m(
è senza impi,
«I giovani. I giovani
dai 15 ai 25 anni, oggi hanno tantissime
competenze; sono più preparati di quanto fossimo noi alla loro età. Il nostro
obiettivo deve essere realizzare un mondo dove le capacità dei nostri figli si possano realizzare. Non con un lavoro dalle
diEuropa,
Pagina 4
capitalisnm
è un'alito ■ cedila
\ a clunbialo-
«Vorrei una società dove nessuno rimanga disoccupato, nemmeno una
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30/01/2012
LA STAMPA
Stop al credito, l'incubo dell'Italia
Le banche stringono i rubinetti e l'afflusso extra garantito dalla 13ce non si è riversato sulle aziende
DANIELE MARINI (")
L
e banche non godono di
grande credito nell'opinione pubblica. E ancora
più critica è la posizione
degli imprenditori che,
in una fase assai difficoltosa e incerta dell'economia, hanno levato
a più riprese la loro voce a denunciare un'eccessiva selettività nell'erogazione del credito. Soprattutto dopo che, nonostante l'iniezione
di liquidità offerta loro dalla Banca
centrale europea, pare che quelle
risorse siano andate solo in parte limitata a finanziare le attività del sistema produttivo, mentre quella
più consistente sia stata diretta a
consolidare la propria struttura e
verso attività considerate più remunerative economicamente (investimenti finanziari).
Le schermaglie non mancano
da una parte e dall'altra: i banchieri prodighi a illustrare come ciò
non sia vero e, dati alla mano, a diCARENZA UQUDDITA
Gli istituti chiedono requisiti
più rigorosi e impongono
tassi più elevati
MENO INVESTIMENT:
Vengono a mancare i soldi
sia per le necessità correnti
sia per crescere sul mercato
mostrare i flussi degli impieghi; gli
imprenditori pronti a ribattere con
casi concreti di una progressiva riduzione del credito che soffoca le
potenzialità delle imprese.
Non siamo ancora arrivati al
clima del 2009, quando si avvertiva l'arrivo del "credit crunch"
(blocco pressoché completo dell'attività creditizia, ndr) ma i rapporti evidenziano una progressiva tensione.
Punto di frizione
A indicare che ci stiamo avvicinando pericolosamente a un punto di
frizione fra banche e imprese, al di
là del moltiplicarsi delle denunce
delle categoria produttive, sono
due segnali recenti. Il primo è l'intervento, nei giorni scorsi, del governatore della Banca d'Italia,
Ignazio Visco, sull'attenzione da
porre su un possibile "credit crunch". Il secondo è il road show che
l'Associazione bancaria italiana ha
avviato a Vicenza probabilmente
come strategia per ripristinare un
colloquio con gli imprenditori. Come spesso accade in simili situazio-
ni, ciascuno ha molte e ragionevoli
giustificazioni da portare a sostegno
della propria posizione. Una ricerca
dedicata al rapporto banche-imprese nel Nord Est, curata dall'economista Gianluca Toschi (Fondazione
Nord Est-Friuladria Crédit Agricole), comparata con quanto era avvenuto nel periodo di avvio della crisi
(2009) prova a gettare un po' di luce
sulle dinamiche in corso. Vediamone gli elementi essenziali:
1. C'è un problema crescente di
liquidità. Aumenta significativamente la quota di quante hanno chiesto
negli ultimi 3 mesi ulteriori affidamenti alle banche: si passa dal 35,3%
del 2009, al 47,8% di novembre 2011.
2. La selettività delle banche nella concessione del credito più che
nella fase d'ingresso (aumenta dall'8,8% al 14,1% il numero d'imprese
cui non è stato concesso), si riflette
sui costi più elevati da sostenere: se
nel 2009 una maggiore onerosità
era stata denunciata dal 16,9% delle
imprese, oggi sale al 64,6%.
3. Il motivo per cui le imprese
chiedono nuovi affidamenti è sempre legato a esigenze di cassa (67,1%
nel 2009, 67,2% nel 2011), ma cresce
la quota di quante ne fanno richiesta
per realizzare investimenti (52,1%
nel 2009, 61,5% nel 2011).
4. La maggiore onerosità per le
banche, si scarica sui costi verso le
imprese: il 63,8% denuncia un aumento dei tassi applicati (era il 14,2%
nel 2009) e al 19,7% è stato richiesto
un rientro degli affidamenti (era il
10,0% nel 2009).
Sulla scorta di questi primi esiti,
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Stop al eredito, l'incubo dell'Italia
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LA STAMPA
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si può comprendere come il livello di
sofferenza da parte del sistema produttivo stia raggiungendo soglie di
forte preoccupazione.
Non v'è dubbio che ragioni corrette alberghino da entrambe le parti. Le banche rivendicano il loro statuto d'impresa e chiedono alle imprese una maggiore trasparenza e
correttezza nella gestione finanziaria. Le imprese, a loro volta, rivendicano correttamente una valutazione
meno burocratica e più prossima alle reali vicende delle imprese.
Le imprese e il credito
Valore % al netto delle non risposte
Negli ultimi 3 mesi la Sua azienda ha presentato
alle banche una nuova richiesta dr credito,
o di ampliamento di uno già esistente?
Il
Se sì, il credito richiesto...
, ,
.
Non e stato concesso
lL.9. E stato concesso, ma a condizioni più gravose
stato concesso
alle condizioni usuali
i à L'azienda ha dovuto rinunciare al prestito
perché le condizioni erano troppo gravose
64,7
47,2
52,2
35,3
iMii
:ai :ai
216
16,9
42
Rischio di soffocamento
Perché il rischio è di soffocare anche
quelle meritevoli di credito. C'è
un'operazione di reciproca trasparenza che dovrebbe essere realizzata, come ha opportunamente sottolineato Dario Di Vico sul Corriere della Sera. Ma dovrebbe essere avviata
anche una ricerca di maggiore approssimazione alla realtà delle imprese negli affidamenti del credito
da parte delle banche, superando
141
Si
3,0
Kiri
n
Quali sono stati i motivi chtale richiesta di nuovo credito
da parte della Sua az i enda ?
67,1
INCOMNICABILITÀ
52,1
Chi presta e chi riceve
si scambiano accuse di scarsa
trasparenza nelle scelte
NLICM CRITERI DI VALUTAZIONE:
Sarebbe necessario tener conto
non dei singoli operatori
ma della loro posizione in rete
Esigenze
di cassa
Nuovi
investimenti
Esigenze
di cassa
Nuovi
investimenti
l'ottica del bilancio della singola
azienda. Infatti, una parte consistente delle imprese lavora inserita in
una fitta rete di relazioni. Una media
impresa del Nord Italia (50-250 dipendenti) ha rapporti produttivi e
commerciali mediamente con 240 altre piccole imprese.
Intrecci economici
Generalmente queste medie imprese sono esposte ai mercati internazionali e con loro una quota consistente dei loro fornitori più piccoli.
Quando una piccola impresa chiede
un affidamento sarebbe necessario
comprendere anche le dinamiche
economiche della filiera in cui è inserita per valutarne effettivamente il
merito di credito; sapere gli andamenti economici della committente
principale, le sue prospettive e così
via. Insomma, riuscire a redigere
una sorta di bilancio consolidato della filiera. È un'operazione complicata, ma aiuterebbe contemporaneamente le imprese e le banche in uno
sforzo di migliore conoscenza delle
reciproche dinamiche.
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(*)Università di Padova
Stop al credilo. l'incubo dell'Italia
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LA STAMPA
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Il Parlamento italiano
,
è il più caro d' huropa
Ma a pesare è soprattutto la struttura, non gli onorevoli
l dato in sé è impressionante e
contiene uno dei paradossi del
nostro Paese: i cinque grandi
parlamenti nazionali d'Europa,
Germania, Francia, Inghilterra,
Italia e Spagna, costano 3,18 miliardi
di euro l'anno, ma il Parlamento italiano spende più della somma degli altri
quattro messi insieme. E la sorpresa
sta nel fatto che la colpa non è tanto
degli stipendi della Casta, bensì dei
costi di una struttura molto più dispendiosa. La storia parte da lontano,
se è vero, come raccontano i più anziani, che nel 1946, subito dopo il fascismo, si ritenne che fosse opportuno
tenere il Parlamento sempre «aperto
e agibile, un presidio democratico»,
con quel che ne conseguiva in termini
di turni dei commessi e di apparati di
sicurezza. Oggi non è più così, da anni
si chiudono i battenti alle 22 e una delle polemiche sotterranee investe proprio il dispendio di risorse. Per una
struttura che, di norma e salvo casi
rari, potrebbe tranquillamente fermarsi due ore prima, evitando di far
rimanere funzionari e documentaristi in servizio permanente effettivo
pagandogli pure gli straordinari.
enr0
È quanto costa ad ogni cittadino
il Parlamento: tre volte di più che in
Francia (8,11 euro), sette volte più
che in Inghilterra (4,18 euro) e dieci
volte più che in Spagna (2,14 euro)
Ma il problema non è la quantità
della forza lavoro, tanto meno la qualità, vista l'alta professionalità riconosciuta a tutte le maestranze di ogni
ordine e grado, dai funzionari di prima fascia fino ai barbieri. In Italia e
Regno Unito, il numero di dipendenti
per i due parlamenti è simile (1.620
contro 1.868) ma a fare la differenza è
il costo pro capite. Per dirla con Francesco Grillo della London School of
Economics, che insieme ad Oscar Pasquali ha curato un'inchiesta per il
think-tank Vision, gli altri parlamenti
nel corso degli anni «hanno preferito
assumere molti meno commessi e stenografi e viceversa molti più giovani
assistenti che affiancano i parlamentari nel loro lavoro».
Dall'analisi comparata delle cinque più importanti «camere basse»
d'Europa (Montecitorio, Bundestag,
Assemblée Nationale, House of Commons e Congreso de Los Deputados)
emerge che «non è il costo dei deputati italiani a determinare questa situazione». Perché la spesa per le retribuzioni dei parlamentari in carica
e in quiescenza è pari a poco più di un
quinto del totale del bilancio 2011 di
1,66 miliardi di euro: dove il costo per
il personale in servizio e in quiescenza è del 42,8%, contro il 23,8% destinato ai parlamentari. E quindi, una
delle conclusioni dell'inchiesta di Vision è che la norma inserita nella finanziaria di luglio che stabilì di equiparare il costo dei parlamentari alla
media europea avrebbe dovuto prescrivere casomai di equiparare il costo del parlamento nazionale alla media degli altri.
Ad ogni cittadino italiano, il Parlamento costa tre volte di più che in
Francia (27,15 euro rispetto a 8,11 euro), quasi sette volte più che in Inghilterra (4,18 euro) e dieci volte più che
in Spagna (2,14 euro pro capite). E
non è tanto il numero dei parlamenta-
ri ad incidere (in Italia poco superiore
alle medie europee) ma il costo del Parlamento per deputato. «Più del 40%
delle risorse del nostro palazzo sono assorbite dal personale della Camera.
Stenografi o commessi - si legge nel documento - che individualmente arrivano,
al massimo dell'anzianità, ad avere stipendi superiori ad alcune delle più alte cariche dello Stato».
Ed è vero che i nostri
parlamentari, a differenza dei tedeschi,
devono pagare i propri collaboratori a
valere su uno specifico rimborso a forfait, che proprio oggi
verrà dimezzato con una delibera dell'ufficio di presidenza di Montecitorio.
«Tuttavia, mentre il parlamento tedesco (o quello europeo) paga direttamente assistenti parlamentari di qualifica elevata, il parlamento italiano paga, in misura maggiore, un numero assai più alto di commessi». E qui scatta
l'accusa del rapporto Vision: «Se è vero che non sono i parlamentari ad intascare la differenza di costo rispetto
agli altri parlamenti
europei, rimane una
domanda ineludibile:
come è possibile che i
deputati italiani in
cinquanta anni hanno consentito che crescesse e si consolidasse il sistema retributivo più assurdo di un
paese che pure ha conosciuto privilegi di
tutti i tipi?».
Passando dall'analisi alla proposta,
tra le ipotesi su come riuscire a collegare costi della politica e qualità dell'attività legislativa e di governo, eccone
una suggestiva: dare valore all'astensione, con una riduzione lineare del-
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TI Parlament. aalialio
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LA STAMPA
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l'ammontare dei rimborsi elettorali collegata all'incremento oltre una certa
soglia della quota di rinunce al diritto
di voto, per stimolare i partiti «a migliorare la propria credibilità».
Uno dei membri del Progetto Vision, Sandro Gozi, per anni di stanza a
Bruxelles con Prodi e oggi deputato
del Pd, sostiene che «oggi sono i giovani a pagare gli errori del passato perché noi delle nuove generazioni preferiremmo avere due collaboratori in più
pagati dalla Camera per preparare i
dossier e fare meglio il nostro lavoro».
L'accusa è che si sia lasciato lievitare
un sistema «non più efficiente di quello
di altri parlamenti, lasciando in una zona grigia il pagamento dei collaboratori: che adesso verrà pure rendicontato
al 50% per lasciare il resto ai partiti. È
ridicolo. Se avessimo avuto una struttura con costi meno elevati e il cosiddetto portaborse pagato dalla Camera,
non avremmo avuto l'esplosione dell'antipolitica».
paradosso dei costi della politica
COMPARAZIONE DEL COSTO DEI PARLAMENTARI
NAZIONALI (CAMERA BA *), ° o DEL TOTALE
DELLA SOMMA DEI COSTI DEI PARLAMENTARI
DELLE PRIME 5 ECONOMIE
EUROPEE
8,1°
TASSO DI CRESCITA DELLA CAM I RA
BASSA DEI PARLAMENTARI NAZ I OVALI ,'.
NEL PERIODO 2005-2011
75,65(o
Fonte: Vision su dati pubblica
ai parlamenti nazionali
INGHILTERRA
20,6%
12,6%
20,0%
3,1%
ERMANIA
5,5%
L
SPAGNA
.
Francia
Spagna'.
Inghilterra
errnania
27,15
COSTI DEI PARLAMENTI
NAZIONALI (CAMERA BASSA)
PER CITTADINO, valori in euro
Fonte: 5llancl della Camera dei Deputate,
Congreso de Los DePutados, Bundestag,
Assemblée Nationale
House of Commons
52,0%
ITALIA
2,14
Il confronto si limita alla C mera Bassa (Camera dei Deputati, Congreso
de Los Deputados, Bundestag, Assemblee Nationale, House of Commons
Francia
Fonte Bilanci della Camera dei Deputati, Congreso de Los Deputados, Bundes
g, Asse blée Natio
Spagna Inghilterra
g ermani
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LA STAMPA
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hiariamo innanzitutto un punto: la disciplina dei bilanci nazionali è necessaria e
improcrastinabile nell'Eurozona e nell'intera Unione. Occorre ridimensionare il peso del settore pubblico nell'economia europea, e in particolare in quella italiana, per ridare
spazio, fiato e gambe all'iniziativa privata, portando
avanti il processo di risanamento della finanza pubblica nei paesi gravati da un livello elevato di stock di
debito o da un insopportabile disavanzo.
L'Eurozona nel suo complesso sta meglio di Stati
Uniti, Regno Unito e Giappone quanto a debito e deficit pubblici e a molti altri importanti indicatori economici. Ma non ha un Tesoro a fare da contraltare alla Banca Centrale perché non ha unità politica. Perciò i mercati attaccano l'Eurozona ma non attaccano
gli Stati Uniti, il Regno Unito ed il Giappone.
Chiariamo un altro punto: senza crescita e senza
sviluppo, da un punto di vista economico e sociale,
non c'è risanamento da un punto di vista politico,
con un crollo del consenso che rende difficile l'adozione delle misure necessarie di risanamento finanziario. I governi europei sembrano avere le idee chiare su cosa vuol dire disciplina dei bilanci nazionali
ma balbettano parole vaghe quando si devono decidere misure europee per la crescita e lo sviluppo.
Essi devono sapere che misure parziali, che non
prevedano la messa in atto con urgenza di un Piano
di Sviluppo che accompagni la manovra di risanamento dei conti pubblici, difficilmente avranno il sostegno dell'opinione pubblica.
Ma la disciplina di bilancio non sarà soprattutto
efficace se non sarà sottoposta al vincolo ineludibile
della disciplina democratica che implica, nei loro rispettivi livelli di competenza, il coinvolgimento non
formale ma sostanziale del Parlamento europeo e dei
parlamenti nazionali.
Votando la risoluzione proposta da radicali, repubblicani ed altri, il Parlamento italiano ha preso
un impegno solenne: se l'accordo internazionale sul
rafforzamento dell'Unione economica firmato dai governi rispetterà il vincolo della disciplina democrati-
ca una sessione parlamentare straordinaria sarà
convocata per una rapida autorizzazione alla ratifica
prima dell'entrata in vigore del Meccanismo Europeo di Stabilità.
Il testo che sarà politicamente approvato oggi dai
capi di Stato e di governo di tutti i paesi dell'Ue, con
l'esclusione del Regno Unito di Cameron, contiene
parole vaghe sulla crescita e lo sviluppo essendo evidente che essi possono essere garantiti solo da misure europee proposte dalla Commissione e decise dal
Consiglio insieme al Parlamento europeo e non da un
accordo internazionale. In una prospettiva a medio
termine e cioè nella programmazione finanziaria
2014-2020 queste misure dovranno essere garantite
da un bilancio che sia strumento essenziale di quella
che ho chiamato «federazione leggera».
Al punto in cui sono arrivati i negoziati fra i 26 e
nonostante la buona volontà e l'impegno del governo
italiano e della delegazione del PE, è difficile immaginare che questo accordo intergovernativo - voluto
dalla cancelliera Merkel per placare i suoi euroscettici - possa contenere innovazioni significative sul piano degli impegni per la crescita e per la disciplina democratica. Per questo mi pare condivisibile la proposta del Parlamento europeo della «clausola di decadenza» e cioè una sanzione automatica di disattivazione dell'accordo nel caso in cui esso non sarà integrato entro una data precisa (io propongo entro il 31
dicembre 2015) nel diritto dell'Unione. Mi auguro
che il governo italiano - poiché il PE ha solo lo status
di osservatore nel negoziato - possa farsi carico di
questa proposta.
Ma quel che è più importante è la precisazione
dell'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa definendo
gli elementi essenziali del progetto, il metodo e
l'agenda. Il Parlamento italiano, votando la mozione
unitaria e quella proposta dai deputati e senatori radicali ha impegnato il governo a sottoscrivere - insieme ad altri partner europei - una dichiarazione che
accompagni l'accordo internazionale ispirandosi al
modello della dichiarazione 23 sul futuro dell'Europa
annessa al Trattato di Nizza su proposta di Giuliano
Amato e Gerhard Schroeder e sottoscritta dai governi dei paesi fondatori delle Comunità Europee.
Prendendo a prestito le parole della cancelleria
Merkel a proposito dell'orchestra europea, bisogna
mettere in musica una visione di Unione politica: la
Commissione come governo, un parlamento forte,
un Consiglio come seconda camera, la Corte di Lussemburgo come Corte Suprema nel quadro di una
più grande responsabilità comune degli Europei per
la crescita e lo sviluppo. Di questa musica abbiamo
bisogno in tempi rapidi e non alla fine del lungo processo immaginato dalla cancelleria Merkel.
*Vicepresidente del Senato
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NON BASTA.
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c-:trettuale antimafia. di Palermo, sii, ma sicuramente a -l i:uni deg li in.
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de che rating antimafia passa ess.:- titirna fú con in dici positivi e as _
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vanno premiate„ soprattutto:nel teCredo ProPho (- 11
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Una proosta che va nella giusta (h- ..p v nn i e per l a sopra. v ..,A ven5.ia
rezione in un solco già - tracciato inofte„.
dalle ultime iniziative di Gonfi:uni : lo stesso Antoneho montant:.,
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conto da dove veniamo. limprenditoria siciliana e sempre stata timida »
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pronta a . e pi,issi avanti. Siamo a
20 armi dalroinicidio di Libero Grassi che dimostrò come gli:imprenditori che denunciavano il racket erano
soli, isolati e mpotenti. Ora le azioni
coraggiose portate avaian da Ai.iort..
rante e rta 1-van Lo Bello non sonci
senza resistenza anche nel mondo
dell'inaprenditoria. E -_tositivo pero
l:à:M:3010
Che. attnIMO a qUeSii
Ci Sia 1.1n. sostegno sempre più grande dalla. società. chdle. Come accadde per i primi .magistrati, stanno fa
cencio breccia,.
ingroia,quIncli lei è o'i.tAii--iìsta saa posslbllte che la legalità diventi
ma per tutti gli lmprenditori
hi?
,Pitit elle ottimista, sono fiducioso
elle ci. sono i presuppostl per av o tare a proposte COMe ella rafing
antimafia. Oggi, S ì a 1.)1.1:7 fra imille
ficoltà, troviaino U31. C:Mia di nera'
peramento delle condizioni poitiche ed liSfindZiOnali Che hanno sera pre fa,,,,orito la Mafia., C'è ancora trmto cla fare. Ad essiTiplo, se COrlfind:1Stria ha fatto pulizia al suo interno e
sta dando l'esempio O tutta la scicictà, il mondo della -mlitica ad essere
in pauroso ritardo. Confindustria ce
espulso neri solo icollusi con Cosa
Nostra. ma anche reticent. coloro
Che. hall hanno denund3t0 il racket,
i partiti O le isiltuzioni non hanno
espluiso, ma nemmeno sospeso nesSUMO.
indietro anni luce e finché
sarà Così Cara N ()sua potrà ancora
contare sull'appoggio di parte della
Ivan Lo Lello ha deriunclato come ahche nella "Riveita dei forconi" rocio
di Cosa Nostra sia stato importante.
La w'oposta Moitaite
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•
condvide (peste afterrnadonl?
Su questa vicenda stiamo portar:
do avanti verifiche giudiziare e quindi devo trattarle con i piedi di piombo. Quello che posso dire è che Ivan
Lo Bello non e persona che parla a
casaccio e quindi ha sicuramente
dei riscontri diretti. Su internet e sui
notiziari' ci sorto arriV;:ae
tOni
che :ritraggono personaggi di peso e
spessore che circolavano in Cpesta
protesta„ Sappiamo anche - poi che
nel momenti difficilì„ riei momenti
di crisi econr)MiCa C0.1r1e. qUesto che
stiamo - vivendo Cosa Nostra cerca
di cm i): re il corso degli. eventi.
Detto questo, nel movimento dei forconi c'è Wa. disagio autentico, però
indubbio che spesso Cosa Nostra
cerca di cavalcare situazioni di questo tipo, il rating anti mafia potrebbe servire rioche in questo caso».
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h prosAente deM'e sulla chiusura dell'Agenzia
«Risparmi irrisori ma gravi danni ai servizl sociali»
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anici decisionismo aVre
be n:eri-tato Senzaitro nti
glior ausa. «Cì dispiace,
Ma bisogna fare per l'Or.Za quest'operazione, la
chiudere:no»: ha dichiarato sabato
il ministro del Lavoro, Elsa Fornero,
ed sorprenderlfe o,1:,, -.?7,etto delle sue
attenzioni è lAgenzia . per ferzo
Settore. 'Un. 0:7garn.SMO deptltatO
all'indzzo. alla :> nozione ed al
controllo delle organizzazioni di
lità sociale che a.moscone sem-f:a hai
di lucro. Un. riferiimento che va canceliate) peréhé, SOD.0 3.11C0:73. parole
del minis;r0, ,tenere in -vita lAgenzia così corn'è sarebbe la riprova Che
in Italia non si itiò chiudere .nienre,. Ne parliamocon Paolo Beni presidente di quell'Ai7c1 che del Terzo
Settore un elemento cardine per la
vhsta platea dei suoi associati. e per
la mole di servizi forniti.
Beni, se io aspettavwi?
lli ceiteède:eiì:ochenel aostro
mondo registriamo la Se.a.Ina berneV0lenza mostrata. dal governo. Mi riferisco soprattutto all"operato del precedente esecutivo, cori il drastico e
taglio dei fondi destinati
alle politichè sociali avvenuto l'anno scorso. Ciò non toglie che la recente uscita del nliniSUU.UUMC370 tni
ha. stupito».
Nella forma o nella sostanza?
«Entrambe le COSC, Unn frase cosi
igativa partroppo sottende Una
(srìl:esl:I(.rn:az:>dlla rni-
unn deficit di conoscenZa, Ma SC la cosa riguarda un ministro, allora mi
aspetto che prima di parlare approfondisca dv:bitamente 'Fargo:mento
in Tient:O:ne ramo n.ki se CSISUr.'. la
possibilità di prendere Una deeid0n.e così netta».
E per quante riTparda 50,Stanzal
,Francamente, fatico ad andare al
dì la di un semplice "non capisco".
Mi spiego: non capisco sia per
portanza delta funzione svolta nel
nostro Paese dall'Agenzia per
Terzo Settore. sia per rentità dei
possibli risnarmi che verrebbero
assicurati allo Stato dalla SUa chiusura».
Combiniamo da questuitatto aspetto.
da dire. Nei senso che sono molto pochi i soldi necessari al
funzionamento cieli Agen.z i a dei
•"rerzo Settore. poco più. ;li un:M:W.0..
ne di euro che -purtroppo non risolvono certo i Problemi del bilancio
pubblico„ L'a'ltro sforzo„ se così si
nuò chiamare, . carico della iSrata,
quello di far sì che al suo interno
operino delle Den30.11e competenti
in grado di assolvere al meglio i.
compiti istituzionali».
Ricordiamob
rorganismo > nato COMC Agetirin
DC:7 le Orain, è il pUn.t0 di
(nemo istituzionale di un mondo
che rappresenta una risorsa ineOffe
men surabile per Paese. Mi riferi
sco ai volontariato„ alle cooperati
ve sociali ed alle associazioni che
ogni giorno assicurano servizi educativi, sostegno per gli anZieni, le
famiglie > i disabili, nonché assi
stenza ai migranti per la loro integrazione. in quest'ambito
zia promuove e indirizza le attivi
tà, ma anche contro eventuali
Adesso che cosa può accadere?
4ritanto a.spettiamo che il governo . precisì. .in modo .ufficiale le sue
intenzioni.. Per adesso siamo fermi
alle parole per quanto pesanti.
pronunciate dal:ministro. Se si tratta di spostare l'Agenzia. dalla sua
attuale sede di ':Villano .in una struttUra. infe:7:13. al Ministero, se ne
può discutere . Il completo serianteliamento invece non e accettabile,
ed è nostro dovere opporsi ad esso».-›
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1>ex qovernaore «Non credo ai comolotto. Ma da presidente vedevo la reazione.
deì ooted fortì dela Regone, Se ve: r o eNSOlt0 V(12 L alLo C dtakCem pobIGI»
WaaF.RTO
ROMA
la. gtustizia senza le pregiudiziali
drammatiche di C[3.1eSti. anni. QUeSto sarebbe già un risarcimento liniUattro
yvt)ttartit:_t»,
viano del
.
al che terrnini à può ragiorrire giustizia in Italia oggi?
'‘ u ' t Pu T «Prtendo da una cosa concreta.
Ittt,
l'irapissione che continuiamo
si nel processo che le) ved
cotrte se avessito a Pes.:ara per il reato
rit danni di un im
re, '‘,ncenzei Angehni
«Che la vita politica di una Regione
marzo, a sua :folla, dett.eret rispon
è stata scandita da sette anni da un
dere a (lieti del reato di bancarotbancarottiere. Un signore che Itta de
ta liraudolenta peri il.ac del suo
i 'in«, T I processo q Del Threr,
ciso di disarcionare la più larga
maggioranza parlamentare regiiraZiata Sette rned. fa e rton finirà
strala in 27 a 13, e ithpedi.prima del 201.3 ., «cinhue anni dore che si potesse sviluppare una staixtil it- ìo arreto», Lo ineOndriarn0
9- ì51 510 rie.yrne 'i n
nel suo appartamento di Roma,
città che .fit.:(titenta. saltuari:intentri settori_ Ese :uno pensa che Angelini sia un gigante della storia e del
te e che raggiunge ri.al.F.Ahruzzet
pensiero sbaglia, E solo uno che ha
con il treno,-11 biglietto costa solo
portato alla raVirla le sue aziehde e
sei ,.Sul tavolo un computer
che in Abruzzo ha hstaurato una
con la pagina di Facebook aperta
SUI SUO Pro
«Stavo risponden
do alle centinaia di attestati di sti:Ti 0» che lo hanno raggiunte) dopo
l'articolo de l'Unità sui buchi
del ['inchiesta contro di lui. «La Rean
te - dice mi ha aiutato moltissi-
_
mo, in che ho parlato anche davan
:ti a milioni di persone, stavo male
sapendo di non poterlo fare pià».
Tra i.:MeSSag,;-'-i C'è anche chi :„ith
de che cosa Si aspetta ora dopo che
le accuse a. suo carico si stanno
gonfiando„ «l'Ai piacerebbe che la
mia storia., oltre ai guaì e alle tragedie personali familiari prOdUCel:Se
anelle qualche effetto politico.. t.
cioè, :f:31 riprendere un dialogo sul-
Voltí t‘wA
«Serve un passo indietro
cLie
nei Pa rdto democratico»
sorta Cs dittatura della fbilia».
A che pk2irdé e suo proces,so?
«Fermo. Nonostante la Esame si sia
impegnata a farlo diventare celere,
negli ultimi tre :mesi è bloccato attorno alle 'ubbie del mio accusato:ie.:l quale ha deciso che deve andare avanti con i suoi tempi, Lidea
che esista urta persona così. :in
Abruzzo senza che ci sia una reazio-
CorKree, come la sua vicenda?
«Non mi dispiacerebbe che da questa vicenda si potesse vedere i guai- i:prodotti da questo tipo di processo. Ma penso anche aci altri casi, anche se non So dirle quali, Non ;113.e]..io di Berlusconi, cornunque„ Se
ZiarliC)
iTharl andiamo da. ineS-
ne da parte dei mondo politico e
della giustizia la trovo sconcertatite. Questo è il segno dì una crisidella società».
Come ba giustificato lo questl siroi
nchi. sta di Pescare?
«Non ho mai pensato al complotto.
Pelo sono convinto che all'orighe
delle indagini ci sia stata una generale insurrezione dei. onterì forti
della R.egione che ha creato il terreno».
Qualii,;..sot..ri fora?
«Bel ricordo che quand.o divenni
governatore litigai con soci della
società che gestisce le: Autostrade
dei Parchi., con la struttura. di. potere che gestisce la distribuzione d'acque e., - po„ con la conlindustria delle cliniche private > l'Aiop, nella (.1lta
le C'era anelle Ansetir.à».
Nei 2008 sno arresto carriblò il corpokthllpolitica ln Abruzzo. Ma ebbe
anche risvolti nazionali?
Nella formazioni delle liste elett ,.-.,
rali - prima che scoppiasse il caso
Del. Turco, ci furono delle ,tittse. incomprensibili, Il PcI di Veltroni
escluso ChttantIC avesse un rapporto con me. E non poteva essere né
una decisione politica, né ideologi-
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N, N'
• •
S-Una 'parte».
E il processo che la riguarda cosa racconta?
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.
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CP, Euron ,.) thessi in lista persone
Che neSSISTIO COnOSCe\73. e che attual-
mente :nessuno conosce. li concetto era: chiunque era meglio dei sovano al quartier generale del :Ed indicavano che in Abruzzo era pronta una. retata.».
Tutti sapeVa20 'e nessuno le be deth..5.
«.Ne3311:10 h3 tnosso
Io ho ri
cevuto una sola telefonata, una Sera, da 33 governatore del .Pd„ che
mi disse: senti Ottaviano, ma tu sei
sicuro che tu.° vice, Enrico Paolini, 0 un tua amico? Io non capii al
mometo„ poseppi che stava collaborando già con la PrOCU:Ta»,
Dopo Irta n èse:1WD abbandonato dal Pd?
«Abixrrei(ynato è d poca„ Direi defraudato. Park: della certez.. ,..a che
alla base del patto tra noi socialisti
e il I"d ci fosse lealtà reciproca. Ma
mi. sbagliavo. .1--la rivisto dirigenti
del partito che incontrandomi a Roma harinc) cambiate) naarciapiede,
ha vista gente tirnr fuori celhilare
dalle tasche per non. parlare con
me»,
9 sente M crechte?
rUnità
<"No, ma penso che uno che fanalioca debba sera.re in
nenia pohtico. Se la mia storia
servisse a far maturare dentro al
Pd unidea della giustizia diversa.
ma sarei felicissimo. Questo sarebbe un. bel risarcimento»,
Le è stato tra. queW ONarnah a fondare Pd. Che cos'è egffi, Pd?
«Per colme sì manifesta adesso è
un oatro tra due storie della oulttira della politica che io trovo mo'to lontane d.a Me. Un3 tradliZiOirte
lasdato solo od 2008
«Fuori daille liste chi mi
cono s eeva Sapevano
ehe era pronta' la retata»
cattolica molto integralista e una.
tradizione che riprende del i'ec'5
chic Eci tutto quel. ba.gaglio
3(110:11 e settario che non parta
da nessuna parte».
Cosa manca?
«IO:anca un fondamento comune.
Clie si può ritrovare ricominciar:do da dove sinterruppe Prodi. E
cioè dai farei conti col. oron rio
Che vuol ere trre conti con pa , ssato?
«Liberarsene, E. non. è facile. Quanciouuucmnc come I.chino chiede
al gruppo dirigente del Pd ricon-
siderare terna dei lavoro e delle
sue regole in i:lodo diverso e si
reagisce come se a dirlo fosse
dina 0 il più scredita
t-.: dei dirien
ti craxiani, Se, questa è una prova
di debolezz.a.
OS deve fare conti col passato?
piacerebbe che (-affisse no picco.lo atto di umiltà dei vecchi d1un
goohitiel„Pci, ch.e riconosca:no che
;perpetuare la loro storia politica
nan Significa perpetuare la Speranza
una sinistra di governo,
Non C la stessa A me piacerebbe che uomini come D'Alerna
e 1-citiamo facessero gileSeatte dì
umiltà e decidessero di passare alla riserva della pohtica. Questo ge.sto produrrebbe una ventata di
.-:.arid.idaru.re, Volti nuovi, idee
nuove, invece di occhi in cui nan
brucia più la passione per la polinCa. bersani, poi, che ho :malto siiMer.0 COnle ministro dell'indi'stria, oggi. deve fare i conti. con un
partito irrequieta, E atlete Sta
perdendo 3:7GUlt0»,
Si? dov,.',,sse essere assolto, tornerebbe a fare polaica?
che la nia storia pniùka.
debba concludersi la mattina del
luglio con la Gu.ardia dì Finanza che perquisisce casa mia Mi Io
gara. Se dovessi essere assolto mi.
riiacerebbe che mi fosse concesso
atto riparatore»..›
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g:31A h1t...: d L11 ebt-t1 e 1 W:h:A i wg citu t h 11....e.A...4,
l'nrri:inn-Anna "Aen tnar^\.‘ resetn,,
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nneta'n
-
CARLO 1,,,ITTARON:
PRES:DENTE D; TFeNt'.
e attuali migrazioni sono fenomeni complessi,
destinati a - trasformare
l'assetto
del sistemi sociali contern.poranei. "II fronte a questa prespUbbilea tliSeilla tra
sione l'opinio
eccessi di buonismo e atteggiamenti esasperata in.tolleranza, mentre ant:Ota Ma:Dea 11fl qUadra eSall'lente dR;, fernOttleria die consenta
......gettare politiche adeguate.
Basti pensare che solo dal 2005 i da.istat sulle .f)rze lavoro contengo
no anche stime sulla partecipazio
ne di manodopera straniera, colMattala cosi una grave lacuna il.fo
nlativa in un contesto di crescente
rilevanza del fenomeno,
rapporro Tta. immigrazione e lavoro è quello che piÙ rappresenta il fenomeno migratorio,
coirivolg.en do la. n matra stessa dei. diritti civili, Un tenia che riguarda,
nella stessa misura, migranti e ospitanti...Proprio su aspetti si
sura "dente contraddizione tra
le buorie
date a co.rposi apparati normativi, e
la re alta. del -mercato del lavoro somniers°, alimentato, ili misura crescente, dai flc ssi. dimmigrazione
clandestina.
Si tratta soltanto dnefficienza
d'e" sistemi di controllorepressione o ; invece, è un fery)Men0 che
ha a che fai:e con caratteristiche -i
...11vtzz.11,,c1 UeL1S1`,1k.)
strunurali? 13-1 n, altà in questi. anni
flussi migrami si sono niamenuti. costanti anche con taSSi. thSOCCupazione elevati, a dimostrazione che le
.
ecoinoiriVhe (le: fenomeno, legate alla strutti:ira duale e seghien:ritti dei nuovi mercati del lavoro, trai:tengono tutta. la loro validità.
;::g.x- rman,:re
di elevati tassi. di disoccupazione, non ha fatto dlMIDUltt.' ... nt.'-;CeSSità economica o •
convivere Can lmmigrazione, acerido registrare una - peculiare irela.-lione
tra ecoriornia ;3ost-t:di -dista e ah-mila-mento dell'economa sommersa e informale,
n-iondo del la oro ii_go iare
laarbito allinterno tip. quale .
mignui. offrono una .nsposta - parad ossalniente efficace traSfOrttla
zìoni e alla deregolainentazione dei
sistemi produtti-vi. La presenza
o deIe
1$ 1p$ Cht:
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g enn uorn
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s.,..
• •-+n,n1
-
LAUU Utt,..p1 zzn 1L1
una quota d_
irregolare si
sta affermando come una caratteristica strutturale dei sistemi economici.
contemporanei e il lavoro immigrato
SeM.Dra fatta app)St a p0 P:Spande: t,
dODIRDCla,
Basti per1Sare alla pratica del ricor-
effi.cacemente a questo tipo
so al liworo nero 'per abbassare i costi
produzioni.,. da parte di ìttlPreSe
che aDeraDO reginle di su
fronte a sistemi di
basati su forti. rincorse al ribasso; oppure alla crescita della domanda di
COITte. la cura degli anziani o
l'assistenza bambini, cui. è segiArto
ta..,,oro ad alta. flessibilie a basso costo; o alla riduzione de.
ecOD ci per settori. ad alta
intensità lavorativa e a basso contenuto tecnologico, come le i:Mero-imprese edili, l'agricoltura e iccolo
commercio al dettaglio.
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attoii. Lite hanno .fatio „lse
donaancla ManOdOpera TIOD ped
liZZata COn margini di. flessibile à elevara anche dal punto di vista reddituale, che li mercato del lavoro ufficiale non in grado di offrire. A. questo si aggiuna la. particolarità dei
mercato del lavoro che tiguarda il
segmento dei gi.(wani, il cui tasso d
occu.pazione e pìl.t basso :Sl 130
media europea e tende a diminuire
ulteriormente man. Mar».) Che CR:See
.11 livello di scolrizzazione.
Una dinamica che si alinienta anche della tndenza a rifiutare lavori
scarsamente retribuiti e lontani dai.
percorso formativi-i seguito. l:i questo
spiega ., fra l'altro, il carattere provaienteniente n.on concorrenziale
dell'offerta di lavoro lrri5.- ,,rata,
alta incidenza degli oneri fiscali
ti::. ...
e contributivi Cll.
all a .....
atone ne
alimenrandp la.
violazione degli standard retributhFi
minimi previsti dai contratti collettivi nazionali. E'. gli immigrati, irregolari e clandestini., finiscono per essere
soggetti particolartnente -esposti a simili violazioni, in ragione di convenienze .relative, in quanto, proprio
per evitare lespulsione. non _si rivolgono :alle autorità amministrative
per isezioni, o alle autorità giuristiizionali. per il riconoscimento dei propri diritti.
Tauro che per le .iftipreSe è. più
conveniente far lavorare :ex:migrati
303desrinì anziché a -irvatensi in modo irregolare Ui JM.Díjgrati in
sodi perraesso soggiorno > che potirebbero avviare dei contenziosì,
I:idea che ,sommerso utile se non
proprio bello" non è ormai SUS surrat 0 tra le lalabra, rig‘. esposto C;13.aSì rcme 'ffila necessità.
.110
..................................................................................................................................................
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E ..r-Mehr-:_trde leffetto di attraziorie
che finisce per .ponure questa situazione. Molti immigrati - non solo
_sperati rea spesso alla ricerca dì un
miglioramento della. propria condìremlono a considerare l'Italia
un luogo dove è. facile entrare, an.cor
più facile rimanere a causa della scarsa effettività dei. controlli e, rna.: ,.:tari.
trovare Un. lave-r0 ber; retiThUit0
spetta al Paese d'origine, e deve finapatto con fenomeni. db. intolleranza
razzista e xenofohica e ancora relativamente 132,_s_so, sebbene crescente.
Condizioni. strutturali che non porevano che diventare il brodo di coltura. dell'in.contro tra immigrazione
regolale ed eCCTIOnlia sorernersa.flitto ciò apre una prospettiva di. ber, altra portata che potrebbe assumere,
come suo specifico ogg,erlo,
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oltre 64 annì
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e
naitais.ne can
-,-saileto con l'a'nZen'te: ;",n
determlnato daiie rapida 3o:stinga:done
eta tigli e dai loro rlfluto di mantenere k:;.:13.M; retaggi culturali che
dchlamane le bagni de ì geniteri, a cui questi uitimi rimangono invece
etteCcet
st di &arkh-;9:;9;3C dd percorsi di inserimente nei nome
ASSIMILAZIONES.ELETTIV.A; la conservazIone di tratti itlentltarl
contesto.
minoritari, in :genere p3eraitro rielaborati e adattati ai nuovo
,„
contesto, diventa una risorsa per i processi di inciusion e in
,
:tegisint
0.C.:.cene„.nenee. rianmeneo modo particolare per successo scolastico e sociale .
,
, .
•
,
pere, erlate.E3-.: ns,k32,31::: e
;;;Chq. :1;3: :11,:':::` ,C,C52
L
L
:
scalzata icre eutorna e ;i Moto Sii dbibe ebbe:A1'9,d
t,;RAA: „Si
iteell'aCOUistiiorre e
LA .RittSITirUnZACONSONANTtZt'. quandt3 c'e e chiusura dei mi.3rarite
nelle cerchia del :-.Driila-.9CAtIA e nelle pratiche lingiastittie e cdturaii
imperanti dei paese dorigine, senza apprezzabili passi verso
'irttegrazlene •ieilts società rices,.s.nte.
ottenzs,:ro
L'AllCAZirttikAZ§ORtt ttlatafrfilV ,,r:oando. l'apprendimento deite atailta
neCesS ora init _nei rei riurivei niete non erere e rr ntresto ee
A.:55§~2M.NECONFUTTLiAl; si assiste all'inserimento
t:
:t
,
"
(^^
C.-.tP,Xe,,-1ì,>. ne ,
trt ;1-;:
pece ari per„ecc:sei:tereei..•ta ni.1 n:i
comunita ;marginali e dscrimlnate, che sviluppano sentimenti
opposi-bui verso la società ospitante e le sue rel.-joie.
PR,.tl-tUtV.eirht:t(t'an
affiCate bilingUisine
nur.me oetteraZiom,
FtT
tE.:3595(1-M;;M:kik-TWA-AC::APREPARAT-9M..:R
I\-oro potrebbe con.se, tire
liguag.1 13 n za. u no Lo
specchi o ncì qua le si riflettono gli una diverSa sequenza che Inietta in
ne tra dir.;::
evoluzione del diritto, fa- ce'llegam""t”
centio d iventare fenomeno
d.ell'identità attraverso fin.clusione
gratorio, insieme alla prospettiva fe- " ]] ri 'x'"°5"ilment° "1"i diritti,
55 dell" cll- tadmanz" deraliStC gusznerrazionale, uno degli elementi da pro- l" e l'Iriregrazic'ee
bletnaticità cosi-Ituzionale con cui
Se il
'mnen"
debbono („ ofrontarstnrineini
ne e strutturale, bisogna allora
tare
COnle diaftamma
n e politiche,
th prova è .indubb amer,_ ideoiogico dì approccio e operare juLi
51.-runurati in grado di
te cm:dici
lavorc, L'arniyo ba.cino
dei sommerso seurza rego le, all_ spandere ai problemi inedin che
mentato dal fenomeno minirato- lu"are Sfida ilfiP"ne. L'ffera°denegilnlianZa dei diritti, costi.do, costituisce una sfida non s'oitan_
aiir ce base teorica Per affermare
to allugu;siglianza nel diritto d.el
5'
voro,
fettivi.M. del di- 'in" ely ]lta
53].
arre"11 a ]
ritti e dei suoi apparati di re„3,01azio _ confini dell'immigrazione ma la
ne. La posta in i-f,ioco, prima ancora el"cla e la ille""c'se" ="" 1 risetr" dei
che l'alternativa. tra ridi e adata
.).13(lanierital della Pexs•' ) . a.
1-j "e v"lta "ffer"latti di" ]1:1-1, Pr° -rientodlg,asione
D.0 ssun bierna però attivare percorsi per dieft:V;àrch
apparato di controllo e di repressio- "enderh ""Ile"etl'
ne, ne una legislazione di sostegno
1-j. ]). laa"aggl'"lelleat') ""ealab]:-5ispi rata a lla 3 -no ra l su as n , sone, SO Cher:Chiede Una Mi O Va alfahenZ.pro b e, h; m.ente in gra do d i garart,p_ zazione culturale
5n0 (pdadro un .ruoio fondamentale
'e.
può essere „saiolto dalle 3.',ItOriCanie
Senb, ne:CeSAM un al)- ocali. Non 5010 perché le politiche
proccio nuovo che arrivi a concepii -e dell''"tegrazic'ne Pe""c'ne viv -E-] lre
la cittadinanza conie un diritto cc- s'3]tarlr" diVentan° Pratiche atti -, m" Percl"‘ Pl .(]Pi" dal territ°- sin:.)SUufacodrelzin.m-v
te all'integazion.e sostanziale, cui li° elle T: 3°55°n"
principale mediani e il lavoro, Pro- che orientate a COStrnire ]e nuove
prio la complessità funzionale del eirt"el dintri.•
rapporto 1:ra inTanigrazione e inerea-
diritti -3:
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Rassegna stampa - Provincia di Ravenna