AGOSTO
SETTEMBRE
Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921
2012
N° 8/9
Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673
Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni
MESSAGGIO AI TURISTI DI S.E.
REV.MA MONS. ROCCO TALUCCI
Carissimi amici turisti e villeggianti,
benvenuti nella nostra incantevole terra brindisina e salentina, luogo scelto per il vostro riposo,
nel fisico e nella mente.
Benvenuti nella nostra Chiesa diocesana, patrimonio di spiritualità, di cultura e di umanità dove
potrete perseverare nell'esercizio della vostra fede e nell’esperienza della preghiera. Le vacanze
non interrompono la vita spirituale, ma la alimentano con un respiro più abbondante per la ripresa della Speranza.
La crisi che stiamo vivendo causa fatiche, sofferenze
e rinunce nelle nostre famiglie. Essa, però, non è solo economica, ma è anche crisi umana e morale, che
ci deve portare alla sobrietà nelle spese, al recupero
dei valori, alla misura nel divertimento, alla dignità
dei comportamenti, alla sensibilità verso i più poveri, al rispetto della vita, alla scelta del bene vero, alla
riscoperta di Dio che vive in noi e bussa al nostro
cuore.
L'acqua del nostro splendido mare vi ricordi l'acqua
del vostro Battesimo. La purezza dell’acqua esige la
santità di vita. Attingete, scavate, Dio è con voi.
L'aria delle colline vi ricordi il respiro dello spirito
che fa riscoprire la bellezza come espressione della
Bellezza di Dio, il desiderio della gioia pura e degli
orizzonti ampi.
Invito i giovani a scoprire l'essenziale e a non cadere
nel banale. La vacanza dal lavoro sia una pienezza di
contemplazione.
Le chiese aperte e la disponibilità dei Sacerdoti sono
una Provvidenza che vi passa accanto.
Gesù Cristo si fa vostro compagno di strada. Possiate riconoscerlo e incontrarlo.
Buone vacanze nella mia benedizione.
MONS. ROCCO TALUCCI
ARCIVESCOVO DI BRINDISI-OSTUNI
Solenni i festeggiamenti riservati alla Vergine della Grata dai Padri Servi del Cuore Immacolato di Maria custodi del Santuario
per la chiusura dell’anno giubilare indetto
per il centenario della fondazione. La funzione religiosa è stata presieduta da S.E.
il Cardinale Francesco Monterisi, Arciprete della Basilica Protoapostolica
di San Paolo fuori le mura di Roma
elevato a questa carica nel 2010, alla presenza dell’Arcivescovo Mons.
Rocco Talucci e di numerose autorità civili e religiose.
(Articoli a pag. 3 e a pag. 8)
€ 2,00
una copia
VACANZE 2012: MARI O MONTI? NO... MARIO MONTI!
IL FUTURO AD OSTUNI
Vignetta di Enzo Farina
I GIOVANI DI OSTUNI TRA PROSPETTIVE
ED ASPETTATIVE di Giacomo Mindelli
“I
giovani sono il futuro”, sembra una frase fatta,
ma in realtà non lo è.
Nell’immaginario collettivo si pensa che l’approccio
con la realtà giovanile sia difficile; e io che di quel
mondo faccio parte, non posso che, da un lato, essere
d’accordo; ma dall’altro lato, dissento. È vero che i
giovani sono spesso sfiduciati da ciò che li circonda,
privati delle loro aspettative, soprattutto quando si
confrontano con la realtà; tuttavia la situazione non è
così catastrofica. Pensiamo, infatti, alle migliaia di ragazzi che ogni anno affrontano gli esami di maturità,
certo con animi e spiriti diversi ma con il cuore che
batte all’unisono, perché, anche se per pochi giorni,
quelle speranze si riaccendono anche in chi erano sopite.
La maturità, infatti, segna la fine di un ciclo: non solo
un ciclo di studi, ma anche la fine dell’età adolescenziale e catapulta gli ormai ex fanciulli nel mondo degli adulti. Anche nell’antichità, infatti, si soleva sottoporre i giovani a delle prove per consentire loro l’ingresso nella società adulta.
Non a caso per la stessa legge la maggiore età si acquista con il compimento del diciottesimo anno, che per
molti coincide anche con l’anno del diploma.
Questo evento tanto atteso è stato oggetto di libri e
film, che hanno sviluppato l’argomento maggiormente sul piano psicologico evidenziando le diverse modalità con cui i ragazzi si approcciano agli esami di
maturità e sottolineando soprattutto come tale evento
rappresenti un momento fondamentale nella vita di
ognuno di noi.
Si tratta di un punto di arrivo, ma anche di partenza.
Proprio a partire da questo momento, infatti, ci si inizia a fare domande sul proprio futuro, quali scelte universitarie o di lavoro intraprendere. Alcuni imboccano
il nuovo cammino con chiarezza e tranquillità, carichi
di aspettative e di progetti; altri invece si approcciano
in maniera più insicura ed incerta, perché il futuro per
loro costituisce un grande punto interrogativo.
Fondamentale per i ragazzi è che, in questi momenti,
non siano lasciati da soli, in balia di dubbi e perplessità. Il ruolo più importante, infatti, deve essere giocato
dagli adulti (genitori, insegnanti, etc.) che si devono
porre nei loro riguardi da mentori e consiglieri, accompagnandoli nelle scelte che condizioneranno la loro vita.
Quest’anno in Ostuni hanno ottenuto la maturità centinaia di giovani e in particolare si sono distinti con la
votazione di 100 e di 100 e lode: al Classico con la
lode Daniela Blasi e Annalory Vincenti, con 100 Alice Galizia, Adriano Ciraci, Alessandro Mastromarino, Sabina Cisternino, Ludovica Epifani, Marina
Melpignano, Francesca Valente, Francesca Calò e
Antonio Iaia; allo Scientifico con lode Maria Rosaria Lacorte, con 100 Rossella Fasano, Antonello
Nacci, Cinzia Chirico, Elena Parlante; al Commerciale-Turistico con lode Sara Calabrese, Stefania
Flore e Mariella Nardelli, con 100 Mary Cazzorla;
al Commerciale IGEA con 100 Stefania Lomonaco,
Gianluca Macchitella e Ginella Marseglia; al Geometra con 100 Ilary Chirulli; all’Industriale con
100 Antonio Tamborrino; all’Agrario con 100 Marco Colucci e Francesca Sbano.
I ragazzi saranno premiati sabato 22 settembre alle 10, nell’Auditorium dello Scientifico, su iniziativa congiunta del nostro giornale, del Rotary Club e
del Banco di Napoli.
Tutti questi giovani, naturalmente, rappresentano il futuro per la nostra bellissima cittadina; purtroppo, però,
nonostante essa sia un’importante meta turistica, non
offre opportunità di lavoro per tutti, per cui molti saranno ancora una volta costretti ad andare via.
Moltissimi nostri concittadini sono partiti da Ostuni e
si sono poi affermati in numerosi campi. Nel rispetto
delle scelte di ciascuno sottolineiamo quanto sarebbe
importante offrire ai nostri ragazzi spazi ed opportunità anche nelle realtà più vicine, attraverso un percorso
di formazione ed inclusione sociale che spesso è carente.
Non va sottovalutato l’impegno che molte ragazze e
molti ragazzi ostunesi esprimono nelle associazioni,
nelle parrocchie, nei movimenti e in alcuni casi anche
nei partiti; speriamo che qusto impegno venga riconosciuto e premiato.
2
CITTà
agosto/settembre
2012
N
Ostuni provincia di ...?
el 1927 una decisone del governo fascista allora in carica istituì la Provincia di Brindisi togliendo a quella
di Bari i Comuni di Fasano e Cisternino accorpandoli a vari territori della Provincia di Lecce, tra i quali
Ostuni.
In 85 anni numerosissimi esponenti politici di Ostuni si sono avvicendati in cariche di prestigio nell’Amministrazione Provinciale (tra gli altri Vincenzo Palma, Francesco Galizia, Stefano Cavallo, Giuseppe Palma, Michele Zurlo, Nico Silletti, Vito Semerano, Domenico Tanzarella, Nicola Melpignano, Giuseppe Santoro, Lorenzo Cirasino, fino agli attuali consiglieri Giovanni Epifani, Vincenzo Putignano ed Elio Spennati).
Il recente decreto del Governo Monti sulla revisione della spesa (“Spending review”), non potendo sopprimere le Province, previste dalla Costituzione, ne ha ridisegnato i territori fino a dimezzarne il numero.
La Provincia di Brindisi, troppo piccola e poco popolosa, dovrebbe così scomparire ed essere accorpata almeno a quella di Taranto, se non a Lecce in modo da ricreare un “Grande Salento” che potrebbe aspirare, secondo alcuni, a staccarsi dalla Puglia per diventare una Regione autonoma.
Il tutto dovrebbe essere avviato entro la fine dell’anno: dal 1° gennaio 2014, poi, alle Province dovrebbero restare solo competenze su strade, ambiente e scuole, tanto da escludere l’elezione popolare dei loro rappresentanti, che dovrebbero essere nominati dai Consigli Comunali.
Al solito, come affermava Mao “la confusione è grande sotto il cielo” e mentre il Presidente Ferrarese protesta e dice che non farà da Commissario liquidatore dell’Ente, si attendono indicazioni minime per capire che
fine faranno i vari uffici dello Stato che hanno sede a Brindisi.
F.S.
“OSTUNI SI DIFFERENZIA”
“Il
Dal 1° ottobre raccolta porta a porta in tutta la città
di Giacomo Mindelli
nuovo servizio di igiene ambientale è ormai in fase di attivazione. L’attività di start up ad opera dei
“facilitatori ambientali” ha già preso avvio per tutte le
utenze presenti nella zona costiera con la finalità di
spiegare il nuovo progetto, consegnare il materiale di
comunicazione, i kit per la separazione interna e i contenitori per la raccolta differenziata domiciliare”.
Queste le parole dell’Assessore all’Ambiente Dott. Giuseppe Santoro, che ha proseguito dicendo: “La raccolta differenziata sarà attiva per la zona costiera a partire dal 1° agosto e dal successivo 1° ottobre il servizio
sarà operativo su tutto il territorio urbano ed extraurbano, contrade comprese”.
Ciò è emerso dalla conferenza stampa tenutasi mercoledì 25 luglio presso Palazzo San Francesco, avente ad
oggetto la presentazione del nuovo servizio di raccolta
dei rifiuti e la relativa campagna di comunicazione e
pubblicizzazione, dal titolo Ostuni Si Differenzia – Inizia
la Raccolta Differenziata “porta a porta”.
Si tratta di un sistema di gestione dei rifiuti più moderno ed efficace, perché basato su una raccolta detta
“porta a porta”, che comporterà la definitiva eliminazione dei cassonetti presenti nelle strade e il ritiro del materiale differenziato (carta e cartone, plastica e metalli,
vetro), indifferenziato ed organico da parte degli operatori ecologici direttamente presso le utenze domestiche
e presso gli esercenti in determinati giorni della settimana, secondo un calendario ben preciso.
Affinché tutto ciò si realizzi è necessaria, sottolinea ancora il Dott. Santoro, una stretta sinergia e collaborazione tra l’Amministrazione, la ditta incaricata della gestione del servizio (ATI - Gial Plast e Bianco Igiene Am-
Il
bientale) e, soprattutto, i cittadini, che saranno coinvolti in prima persona nella duplice veste di soggetti destinatari del servizio e di soggetti destinatari di sanzioni in
caso di inadempimento.
Altre novità di rilievo sono rappresentate dalla predisposizione di un sistema di monitoraggio in tempo reale del servizio che provvederà alla registrazione di prelievi e conferimenti nell’effettivo momento in cui si verificano e dalla istituzione di un portale internet accessibile sia dall’Amministrazione, che dall’azienda e dalle
utenze, che consentirà di poter verificare i conferimenti
effettuati in un determinato periodo e di segnalare
eventuali problematiche.
Tutto ciò è reso possibile dalla presenza sui vari kit consegnati di un codice a barre che identifica la singola
utenza e che consente, a seguito della lettura dello
stesso mediante lettore ottico, di poter determinare la
posizione degli operatori ecologici in quel determinato
momento e anche di registrare il numero dei conferimenti delle diverse utenze con la suddivisione tra materiale differenziato, indifferenziato e organico.
Infine per avere maggiori delucidazioni su problematiche legate al nuovo servizio sono attivi a disposizione
dei cittadini: il punto informativo permanente presso
l’ufficio Start up di via Tenente Specchia n° 25; il sito
web www.ostuniambiente.it; il numero verde
800550629.
L’avvio della raccolta differenziata nelle marine ha suscitato tuttavia qualche problema: il Presidente del
Consorzio di Rosa Marina ha lamentato l’esiguità della
dotazione delle buste e molti villeggianti continuano a liberarsi dei rifiuti lasciandoli dove capita.
Ostuni e il suo dialetto: serata d’onore
23 agosto alle 20,30 nel Chiostro del Comune Lo Scudo rende omaggio alla vastissima produzione di poesie, opere teatrali e canzoni che si esprimono nel nostro bel dialetto: duecento anni di storia e storie degli
ostunesi che rappresentano un’antica saggezza contadina e degli stili di vita che ancora oggi fanno sentire la
loro eco nella vita quotidiana degli ostunesi e di chi ama ed apprezza Ostuni.
Quest’anno ha compiuto 90 anni il grande interprete di tale sapienza, il prof. Domenico Colucci; ne ha compiuti 80 il bravissimo prof. Silvio Iurleo, poeta commediografo e storico; è uscito il volume “Quaderno di vecchi ricordi” del prof. Nello Ciraci. Fin dalla sua nascita il nostro giornale ospita il meglio della produzione dialettale di Ostuni ospitando la voce di numerosi poeti.
Invitiamo quindi i nostri lettori a questa serata: ci sarà da divertirsi!
LA REDAZIONE
S
Pecere presidente degli “Amici del Cuore”
alvatore Pecere, per 40 anni ufficiale di stato civile del Comune è stato eletto presidente dell’Associazione Amici del Cuore di Ostuni. Il vice-presidente
sarà, invece, Tommaso Moro, Assessore comunale alle politiche sociali mentre
il tesoriere sarà Gino Prudentino.
Impegnato in politica e nel sindacato, Pecere è stato eletto all’unanimità dai soci fondatori dell’Associazione che si sono riuniti presso la Biblioteca Comunale
di Ostuni. “Ringrazio tutti i soci per la fiducia che hanno manifestato nei miei
confronti, in particolare ringrazio il dottore Sgura che sin dal primo momento ha
voluto fortemente la nascita ad Ostuni dell’Associazione amici del cuore. Ovviamente auguro buon lavoro al comitato scientifico e al consiglio direttivo che sarà operativo dal prossimo mese di settembre”.
I soci hanno, inoltre, nominato il comitato scientifico composto da: Fabio Sgura,
Francesco Bovenzi, Elio Spennati, Tobia Semerano, Christof Perlepes, Giuseppe Colucci, Grazia Ostuni, Gabriella Melpignano, Angela Sabatelli, Caterina Cisternino, Ferdinando Sallustio (coordinatore) e Francesco Roma.
L’Associazione amici del Cuore di Ostuni è nata ufficialmente il 5 maggio scor- Salvatore Pecere
so nel corso di un convegno costitutivo promosso dal cardiologo Fabio Sgura
con la partecipazione del Sindaco di Ostuni, Tanzarella e dell’assessore regionale alla sanità, Attolini.
Sempre il 5 maggio in collaborazione con il gruppo “Amici del Cuore” di Modena la neonata associazione ha
effettuato prelievi gratuiti in piazza Italia per misurare colesterolo,glicemia e pressione arteriosa a circa 220 persone intervenute spontaneamente e con la collaborazione di alcuni medici cardiologi e dietologi.
“Sin dal prossimo mese di settembre” spiega Fabio Sgura “partiranno una serie di iniziative da attuarsi nelle
scuole di ogni ordine e grado per informare sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari e l’acquisto di alcuni defibrillatori”.
RAPPORTO FRA CATTOLICI
E POLITICA IN ITALIA:
un problema ancora non risolto
di Sandro Massari
Sul tema le essenziali notazioni di Giorgio
Campanini
A fare una riflessione più approfondita e
aggiornata sul tema di questa rubrica, in un
momento di profonda crisi e di grande
smarrimento dei cattolici italiani, ci aiuterà
il prof Goirgio Campanini, già docente di
Storia delle Dottrine Politiche e insigne
studioso del Movimento cattolico in Italia.
Ci aiuterà con le notazioni sul tema della
recente pubblicazione “Manca il respiro”
(Ancona 2011), fatta in collaborazione col
sacerdote Saverio Xeres, docente di Storia
della Chiesa, e del suo articolo “Dopo Todi: quali possibili luoghi di incontro fra i Il prof. Giorgio Campanini
credenti impegnati in politica?”, pubblicazazione di uno spazio neutro tra cattolici a vato sull’ultimo numero di “Appunti di cultura e rio titolo impegnati, o che desiderano impepolitica”, la rivista dell’Associazione “Città gnarsi in politica; 2) favorire una reale comdell’uomo”, fondata da Giuseppe Lazzati.
prensione della complessità della politica; 3)
La pubblicazione “Manca il respiro”, che ha offrire alla Gerarchia autorevoli indicazioni sul
come sottotitolo “Un prete e un laico riflettono sentire dei cattolici, sulle priorità accordate alsulla Chiesa italiana”, offre un’approfondita l'una o all'altra questione.
analisi critica della odierna situazione della
Chiesa italiana. Ad aprire è il saggio di Xeres,
* * *
che prende in esame i piani pastorali e i documenti dei convegni promossi dalla Conferenza Post scriptum
Episcopale e ne rileva la enormità quantitativa - I limiti del Convegno di Todi permangano ane la loro scarsa incidenza sulla vita reale della che se, con la costituzione del governo Monti,
generalità dei fedeli laici.. Una vita spesa fuori alcuni autorevoli esponenti del mondo accadedell’ambito ecclesiale, al quale è limitata l’at- mico cattolico, relatori in quel convegno, sono
tenzione della Gerarchia. Al saggio di Xeres stati chiamati a farne parte. Anzi, per quanto sta
segue quello di Campanini, che riscopre la ca- succedendo in questi giorni nelle forze polititegoria conciliare di “popolo di Dio” e attribui- che della "strana maggioranza" che finora ha
sce la inadeguatezza della formazione culturale sostenuto il cosiddetto "governo tecnico", quei
e civico-politica del laicato cattolico italiano al- limiti, che prima erano già evidenti, acquistano
la “mancanza di vera comunione-collaborazio- ora maggiore rilievo. Per l'Italia non c'è solo,
ne-corresponsabilità tra Episcopato e laicato come per gli altri paesi dell'Europa, l'emergencattolico”. Per colmare questo vuoto, Campa- za della crisi economico-finanziaria, c'è da sunini, nella linea del Vaticano II (Apostolicam perare l'emergenza della politica, che è ancora
Actuositatem, n 4) ripropone la costituzione del più grave. "Il Paese ha bisogno di una (nuova)
“Concilio dei laici”, l’organismo che può dare politica " è il titolo dell'editoriale dell'ultimo
respiro ad un laicato cattolico che. accusa pas- numero di "Dialoghi", la rivista promossa dalsività, stanchezza, disinteresse per la politica o, l'Azione Cattolica Italiana, che resta l'associapeggio, comportamenti antipolitici.
zione ecclesiale più importante e più sensibile
alle istanze di rinnovamento e di integrazione
Forum dei cattolici del Convegno di Todi: am- del frantumato associazionismo ecclesiale.
biguità e limiti
Per i cattolici, che sono presenti in tutte le forPassiamo ora alle notazioni sul tema del citato ze politiche rappresentate in Parlamento e nelle
articolo di Campanini “Dopo Todi ……”.
due aree, oggi prevalenti, dell'antipolitica e del“Da molte parti - annota l’autore - sono stati ri- l'astensionismo, è il momento di una radicale
levati alcuni evidenti limiti dell’incontro di To- svolta. Per promuovere una politica "diversa",
di, a partire dalla sua fondamentale ambiguità come hanno fatto in altri momenti difficili delper la contemporanea presenza di pastori (co- la storia dell'Italia, hanno bisogno di un luogo
me il cardinale Angelo Bagnasco, autore della dove confrontarsi, tutti insieme, sui problemi
relazione introduttiva), di realtà comunque complessi del Paese. Il partito dei cattolici, coschiettamente ecclesiali e di rappresentanti di me la D.C. del passato, non è più proponibile.
organizzazioni operanti nel sociale e per le - Ho avuto la fortuna di conoscere da vicino il
quali non può che valere il principio conciliare prof. Campanini attraverso il comune amico
della "legittima autonomia" dei credenti, sulla Pierino Lacorte. Insieme a tanti amici ho godubase della "chiara distinzione tra le azioni che to della sua saggezza e della sua umanità, quani fedeli, individualmente e in gruppo, compiono do, negli scorsi anni, ha tenuto all'Unitre due
in proprio nome come cittadini, guidati dalla magistrali relazioni: la prima sul tema "Luci e
coscienza cristiana, e le azioni che essi compio- ombre del Novecento" nell'incontro di apertura
no in nome della Chiesa, e in comunione con i dell'anno accademico 2002/03; la seconda sul
loro pastori (Gaudium et Spes).
tema "Le grandi paure del XXI secolo: rischi e
Gli altri limiti del Convegno di Todi, annotati opportunità del tempo della globalizzazione",
nell’articolo, riguardano i promotori dell'incon- nell'incontro di chiusura dell'anno accademico
tro e le associazioni partecipanti. “Dall'oriz- 2005/06. Nel consiglio direttivo dell'Unitre, inzonte di Lodi - annota Campanini - sono state detto a metà luglio dal presidente Lorenzo Ciescluse due grandi aree: quella delle voci più rasino per discutere le tematiche da affrontare
significative e innovative del cattolicesimo di nel prossimo anno accademico, ho proposto di
base (l'Azione Cattolica è fra i partecipanti e invitare il prof. Campanini per una sua relazionon fra i promotori del convegno) e l'area dei ne sul tema "Cattolici e nuova politica" e di
cattolici impegnati direttamente in politica e promuovere questo incontro insieme alle assonei partiti". Sotto il profilo politico, pertanto, si ciazioni dell'ecclesiale e ai gruppi del volontaè di fronte ad un vuoto, che "il Convegno di To- riato sociale di cui è ricca la nostra città. Ho la
di ha cercato di colmare, senza peraltro riuscir- piena convinzione che Ostuni ha i luoghi e le rici". "Si pone il problema - conclude Campanini sorse umane per passare subito alla costituzio- di cercare e trovare un luogo d’incontro super ne del Forum dei cattolici.
partes, su basi diverse e con una chiara fisionomia laicale, senza condizionamenti e "protezio- Il 4 settembre prossimo il nostro amico e collani" ecclesiastiche, anche se sempre in cordiale boratore prof. Sandro Massari compirà 90 andialogo con la Gerarchia”.
ni. Gli rivolgiamo i nostri migliori auguri.
Un siffatto organismo di raccordo per Campanini deve rispondere a tre finalità: 1) la realiz-
3
Terza Pagina
agosto/settembre
2012
L’iconografia della Madonna della Grata
Per celebrare il Centenario della consacrazione avvenuta il 18 agosto del 1912 è stato pubblicato il fascicolo
“Santuario della Madonna della Grata. Storia, arte e devozione” compilato dalla sottoscritta ed egregiamente
stampato dalla Nuova Ga di Ostuni. Il fascicolo e il nuovo libretto di preghiere sono stati curati da Padre Alessandro Ricciardi.
Q
questa area periferica della città, che riconosceva
nel vicino convento dei carmelitani, un nucleo di
importante valore spirituale e fondiario, in quanto
intestatario della proprietà di molti orti concessi a
censo enfiteutico ai giardinieri.
Le immagini proposte nei dipinti citati, simili nell’atteggiamento e nel taglio compositivo ma diverse per plasticità e per i tratti dei volti, sembrano
adattare il modello bizantino al gusto di un periodo
storico che oscilla tra la fine del XVI secolo e gli
inizi del XVIII. È questo, infatti, l’arco cronologico al quale può assegnarsi l’originale acconciatura
del mantello della Vergine che ricade con una punta sulla fronte, foggia in uso in tutta Europa nel periodo indicato. In rapporto al quadretto a olio conservato nella chiesa della Grata e a quello su tela
dei Cappuccini, l’unica variante che si riscontra
nella stampa del 1916 riguarda l’espressione della
Vergine, mesta e addolorata con gli occhi rivolti
verso il basso.
La tela ora ai Cappuccini fu fatta ritoccare da Arcangelo Valente (1687 – notizie fino al 1737) nel
1727, come si legge nel cartiglio posto al di sotto
dell’emblema araldico alla base del quadro: veteris
novum F (ieri) F (ecit) A. D. 1727. Non va trascurata, poi, la circostanza che questa illustre personalità ostunese, trasferitasi poi a Martina Franca, fosse proprietaria di un orto proprio nella contrada do-
di Enza Aurisicchio
ve sorgeva l’edicola, così come si evince dalla
pianta del 1750. Future ricerche potranno rivelare
ulteriori aspetti di questa opera.
Una diversa esigenza espressiva si manifesta, al
contrario, nel gruppo statuario che attualmente individua l’iconografia della Madonna della Grata.
Verosimilmente nella prima metà del XIX secolo è
prevalsa l’idea di una più evidente comunicazione
dei poteri taumaturgici e delle virtù elargite e dispensate dalla Vergine.
La figura mariana solenne, con lo sguardo rivolto
verso il basso, in direzione di quanti La invocano
per ottenere guarigioni e per ricevere un benefico
sollievo dalle sofferenze fisiche, sembra sostenere
tra le mani il Bambino che appare privo di forze,
disarticolato, incapace di reggersi autonomamente.
Un’interpretazione della Madre con il Bambino
che non ha eguali nello sterminato repertorio figurativo riguardante questi soggetti, tra i più diffusi
nella storia della spiritualità cristiana.
È come se Maria condividesse, con quanti a Lei si
rivolgono, il dolore di una Madre che veglia sui
problemi di salute del Figlio, il cui sacrificio dà
speranza di sicura salvezza. Si tramanda, a questo
proposito, che in particolari situazioni, il Bambino
venisse prelevato dalle braccia della Vergine per
essere portato nelle dimore dei fedeli gravemente
ammalati.
uel bisogno di concretezza e di realtà, quella Donato Antonio Vita e la stampa della Madonna
funzione di contatto con il sacro che l’imma- con Bambino contenuta in un libretto di preghiere
gine assolve nelle preghiere dei fedeli possono for- pubblicato nel 1916 con la didascalia vera effigie
nire un prezioso strumento interpretativo del muta- della miracolosa MADONNA DELLA GRATA.
mento dell’iconografia della Madonna della Grata, Una terza testimonianza potrebbe individuarsi in
dalle immagini legate alla prima affermazione del una tela settecentesca conservata nella chiesa ostuculto al nuovo soggetto concepito nella prima me- nese di Santa Maria degli Angeli, annessa al convento dei Cappuccini, detta Madonna della Provvità dell’Ottocento.
Ha radici antiche la devozione degli ostunesi per la denza.
Vergine della Grata. Nella prima metà del ‘700, un Elemento comune delle raffigurazioni è il riferiuomo costretto da lancinati dolori alla schiena mento all’iconografia della Glykophilousa, di anti(“grata” nel dialetto locale) a camminare curvo, ca ascendenza bizantina simboleggiante la Madonguarì inspiegabilmente dopo aver invocato l’im- na affettuosa, nella quale Maria accosta il volto a
magine della Madonna con Bambino dipinta in una quello del Bambino Gesù che la abbraccia teneranicchia nel muro di un orto. La pietà popolare le mente. Tale modello, adottato dai carmelitani per
eresse intorno una cappella presso la quale, anche rappresentare la titolare del proprio ordine, in rifeper le grazie che dispensava, cominciarono ad af- rimento all’icona che trasferirono dalla Terra Santa a Napoli nel XIII secolo, trovò una rapida diffufluire numerosi devoti.
Quando nel 1912 si procedette allo smantellamen- sione in tutte le province del regno napoletano anto della vecchia chiesa, che risultava insufficiente che per gli evidenti legami con la tenace tradizione
per la crescente devozione, i blocchi di tufo, che bizantina ancora viva nel XVI secolo. Questa effifacevano da supporto al dipinto, furono smontati gie, ritratta nell’edicola presente nel muro di recinpazientemente e ricomposti nel nuovo edificio. zione dell’orto a cui fa riferimento il racconto delL’operazione eseguita da pur abili muratori ma ine- la guarigione, trova coerente giustificazione in
sperti riguardo a pratiche di
reintegrazione architettonica e
pittorica, produsse un risultato
disastroso. Le lesioni apertesi
nei giunti dei mattoni compromisero notevolmente il dipinto.
Don Alfredo Gaito, cappellano
all’epoca dei fatti, interpellò il
prof. Faldi perché fosse posto
rimedio alla critica situazione.
Anche in quel frangente i criteri
di restituzione pittorica non furono molto corretti, per cui il restauratore ridipinse completamente il gruppo mariano.
È comunque possibile valutare
le fattezze originali delle figure
da due documenti: un piccolo
dipinto, custodito nella sagrestia
della chiesa, siglato nel retro Da sinistra: Antica effigie miracolosa dell’edicola, venerata al Santuario; Dipinto, siglato nel retro Donato Antonio Vita; Stampa del 1916, raffigurante la “vera effigie della miracolosa Madonna
della Grata”; Tela custodita nella Chiesa dei Cappuccini, ad Ostuni (particolare)
L’esatta data di nascita di Ludovico Pepe
di Giacomo Mindelli
Tra le figure più illustri della nostra Terra, annoveriamo senza
ombra di dubbio Ludovico Pepe, erudito gentiluomo che ha
dedicato la sua vita alla ricerca storica per amore della conoscenza e della verità, giungendo ad importanti scoperte.
Egli rappresenta, pertanto, un imprescindibile punto di
partenza per chiunque voglia intraprendere il non facile
cammino dello studio delle fonti locali. Proprio per questi
motivi è doveroso fare chiarezza una volta per tutte circa
l’esatta data di nascita dello storico, fino ad ora incerta. Alcuni autori (tra i quali: Gabriele Pepe, figlio di Ludovico, nel
saggio Ludovico Pepe Storico della Società Pugliese, in L.
Pepe, Storia della città di Ostuni dalle origini al 1806, pag. XVI;
Rosa Pastore, nella sua tesi di laurea dal titolo Ostuni Medievale attraverso l’opera di Ludovico Pepe, pag. 4), infatti, basandosi sul solo
atto di nascita di Ludovico Pepe, hanno affermato che fosse nato il 13
gennaio del 1853; altri (tra i quali: Pier Fausto Palumbo nel saggio Ludovico Pepe (1853-1901), in Studi Salentini, pag. 61; Tommaso Nobile su questo Giornale, luglio 1961, pag. 3; Luigi Greco in Ludovico
Pepe storico della società pugliese, pag. 19 e Rosario Jurlaro nel saggio Ludovico Pepe, tra patrioti e studiosi dell’Ottocento, in Per Ludovico Pepe Storico della Società Pugliese nel centenario della morte,
pag. 159), effettuando una non corretta analisi dell’atto di battesimo,
hanno sostenuto che invece sia nato il giorno 7 dello stesso mese ed
anno. Una delle conseguenze dovute a questa disattenzione è stata
l’indicazione della data errata anche sulla lapide marmorea posta sulla facciata del Palazzo di Città, in occasione del centenario della nascita dello storico. In realtà, a seguito di ricerche condotte presso gli
archivi comunali e diocesani, risulta che Ludovico Pepe è nato il 13
gennaio del 1853.
Questo risulta attestato, come già anticipato, sia dall’atto di nascita
dello Stato Civile del Comune di Ostuni, custodito presso la Biblioteca “F. Trinchera senior”, sia dall’atto di battesimo che si trova presso
l’Archivio Diocesano della nostra cittadina.
Il primo, infatti, recita testualmente: “L’anno milleottocentocinquantatre il dì quattordici del mese di Gennaro alle ore sedeci avanti di noi
Onofrio Tanzarella V.[itale] Eletto ff. da Sindaco ed uffiziale
dello stato civile del Comune di Ostuni distretto di Brindisi provincia di Terra d’Otranto è comparsa Isabella Ciola di anni ottantuno di professione Levatrice domiciliata Strada Cucolicchio, quale ci ha presentato un Maschio secondochè abbiamo ocularmente riconosciuto
ed ha dichiarato che lo stesso è nato dalla Signora
D.a Massimina Lofino di anni trentadue domiciliata in
Ostuni Strada S. Martino e dal Sig.r D. Francesco Pepe suo consorte di anni trentaquattro di professione
Proprietario domiciliato con la moglie, nel giorno tredici
del mese di Gennaro anno milleottocentocinquantatre alle
ore sette nella casa di loro abitazione. La stessa ha inoltre dichiarato di dare al neonato il nome di Ludovico Luigi Giuseppe. La
presentazione e la dichiarazione anzidetta si è fatta alla presenza di
Francesco Nacci di anni cinquantasei di professione Mognajo regnicolo, domiciliato ivi Strada Monachelle e di Mauro Ungaro di anni quarantasette di professione Calzolaio regnicolo, domiciliato ivi Strada S.
Martino testimoni intervenuti al presente atto e da essa Signora Isabella Ciola prodotti” (BCO, Fondo Stato Civile del Comune di Ostuni,
vol. 1853, foglio 16, numero d’ordine 16).
Nello stesso documento è annotato che il Sacramento del Battesimo
è stato amministrato a Ludovico Luigi Giuseppe Pepe nel giorno quattordici di detto mese ed anno, dal Parroco
della Cattedrale.
Il secondo atto custodito nell’Archivio Diocesano (vol. 32, anni 1834-1879, carta
165 verso) siglato dal Parroco Canonico
Silvestro Giovene, conferma quanto già riscontrato nel precedente carteggio: “Die
14 Januarii 1853. Infantem natum heri,
hora 7:a, ex D. Francisco Pepe et Maximina Lofino Cogniugibus, baptizavit de licentia D. Stephanus Jurleo, eique nomen
imposuit: Ludovicus, Alojsius, Joseph. Pa-
trini fuere D. Thomas Angillotti et Joannina Pepe”, tradotto come segue “Giorno 14 gennaio 1853. D. Stefano Jurleo con licenza ha battezzato un bambino nato ieri, alle ore 7, da D. Francesco Paolo Pepe
e Massimina Lofino, al quale ha dato il nome di Ludovico, Luigi, Giuseppe. Padrini furono D. Tommaso Anzillotti e Giovannina Pepe.
Entrambi i documenti, quindi, coincidono, smentendo quanto fino ad
ora ritenuto veritiero.
Altro punto sul quale occorre far luce e quello della progenie nata dall’unione di Francesco Paolo Pepe (nato a Fasano il 26.02.1818) e
Massimina Lofino (figlia di Bartolomeo e Maria Carmela Saponaro,
nata in Ostuni il 4.02.1821). Da un esame analitico degli atti di Battesimo presenti nell’Archivio Diocesano, risulta che i due coniugi ebbero otto figli e non quattro o sette come da talune autorevoli fonti affermato. Ludovico peraltro non era il primogenito, bensì il quarto figlio. La
circostanza che i primi tre fratelli morirono prematuramente, indusse,
però, molti studiosi a considerare Ludovico il primogenito.
La prima a venire alla luce fu Palma Madia Concetta Filomena, nata il
3.12.1847 e battezzata il 5.12.1847; a questa seguirono Ludovico Giuseppe Aloisio (omonimo del nostro Ludovico), nato il 22.03.1849 e
battezzato il 24.03.1849 e Bartolomeo Giuseppe, nato il 6.02.1851 e
battezzato il 9.02.1851; poi nacque il noto Ludovico e, dopo di lui, Palma Maria Giuseppa, nata il 13.09.1855 e battezzata il 15.09.1855,
Maria Carmela Dolorosa Giuseppa Rosa, nata il 22.09.1857 e battezzata nello stesso giorno, Giovanni Raffaele Giuseppe Gioacchino, nato il 19.07.1860 e battezzato il 21.07.1860; per ultima Anna Maria, nata il 10.11.1862 e battezzata il 12.11.1862.
Dubbi non ve ne sono, invece, circa la data di morte di Ludovico Pepe, che avvenne in Monopoli il 21 novembre 1901.
4
Cultura
agosto/settembre
2012
Riflessioni sull’architettura e sul mestiere dell’architetto di Carmine Specchia
Ho pensato per diverso tempo di scrivere questo
articolo, aspettando che le idee si chiarissero e che
l’intenzione tornasse alla mente, ogni volta più persistente, fino al punto di non poterla più ignorare.
Quello che mi spinge a voler esprimere queste idee
è principalmente il fatto di condividere con voi dei
concetti fondamentali che riguardano l’architettura
e sono anche in larga misura dettate dalla necessità di riuscire a dire, un po’ più dettagliatamente, della professione, in un quadro che superi l’ovvio di
una scelta e il suo farsi mestiere quotidianamente.
Non credo di aver mai pensato all’architettura come
disciplina capace di raggiungere alcuni risultati dal
punto di vista progettuale e costruttivo, e che poi si
esaurisca in questi.
Tra i fatti basilari che riguardano la disciplina includerei che:
-L’architettura è generatrice, non solo in senso materiale, ci ha rappresentato lungo il nostro cammino
nei secoli, in questa riconosciamo il e riconosciamo
grandi periodi della nostra storia e della storia umana, negli esempi fulgidi e nelle sfumature che a loro si rifanno, nella edilizia ordinaria ma decorosa e
in quella misera e senza valore.
-L’architettura è patrimonio di tutti. Chi intende la disciplina come fatto esclusivo, per pochi, di lusso, alla moda, ecc., non ha capito il suo vero senso, le
sue radici. Il disegno di cose piccolissime o enormi
come di un piano territoriale le appartengono e percorrono le nostre vite a livelli diversissimi. Quello
che è importante è la nostra conoscenza e coscienza di questo.
Pensate alla diversità di cose “artificiali”, frutto di
pensiero progettuale, che usiamo giornalmente, è
difficile cercare di enumerarle mentalmente, eppure
le diamo per scontate sono lì e le usiamo, desideriamo, disponiamo di queste come crediamo, ecc..
Architettura in questa eccezione diviene studio e
controllo di organismi complessi, siano edifici o altro.
Volendoci solo occupare della accezione edile:
La modificazione dell’ambiente in cui viviamo, anche puntuale e parziale, dovrebbe, almeno a livello
di intenti, dire cosa siamo e dove vorremmo arrivare, tanto ad una scala urbana quanto ad una più domestica.
In altri termini credo che l’architettura può e deve
avere valenze più generali che aspirino a qualcos’altro che il singolo gesto.
Attraverso la sua lettura nel tempo, comprendiamo
chi erano quelli che ci hanno preceduto e chi siamo
oggi, questa dovrebbe pronunciarsi anche sul domani, su chi saremo. Esiste, secondo me, oggi un
vuoto tra il mondo progettato e la nostra fruizione e
cosciente partecipazione in questo. Lo intendo veramente, nel modo più ingenuo e disincantato. Me
lo chiedo molto sovente cercando di trovare senso
e giustificazione nel mio lavoro quotidiano. Eppure
ho sempre creduto che il nostro mestiere non sia
solo produrre ciò che riteniamo bello, appropriato e
giusto, quanto quello di realizzare le aspirazioni dei
committenti.
All’interno di tutto questo l’architettura cessa di essere un grande cassone da cui attingere cose “inedite” e nuove per forza, estrose per definizione, e
diviene guida, argine sicuro su cui confrontarsi e ri-
“Un
flettere.
Il senso dell’appartenenza ad un luogo si configura
al di là del ricopiare alcune forme ed elementi familiari appartenenti al costruito.
Credo che un buon architetto, possa giungere a migliori risultati, attraverso un cammino diverso da
quello dell’estro fine a se stesso e della gratuità. In
altre parole, credo che l’architettura è per sua stessa natura un fatto che trova fondamento nel suo essere condivisa e condivisibile come fenomeno collettivo. E’ patrimonio di tutti e trova giustificazione
nel suo essere interpretabile come appartenere e
una specifica realtà ed ad uno specifico tempo storico.
Al contrario di quello che si pensa comunemente, io
penso che l’ispirazione, la capacità inventiva estrapolata nel momento stesso in cui qualcuno da noi
l’aspetterebbe, non facciano parte della dotazione
necessaria di un architetto.
Il lavoro di progettazione va inteso come lavoro artigianale. La pazienza ingegnosa e talvolta la mancanza di ispirazione dell’artigiano, la precisione naturale di questi, come fatti positivi. Progettare è ricerca paziente, lavoro senza fretta, non gli sono
propri gli sbalzi dettati dall’occasione, è la paziente
ricostruzione delle cose risapute, un gesto ordinato
che ritrova la sottigliezza delle differenze.
Il lavoro artigianale è un lavoro che si compie con
la sicurezza di conoscerne famigliarmente i contorni. E’ perciò un lavoro che ha dei limiti ben precisi,
e che proprio nella coscienza di tali limiti ha concretamente la possibilità di superarli.
Ci interroghiamo, per cosi’dire patologicamente, sul
senso delle cose, grandi o piccole che esse siano.
Credo nella bellezza come risultato naturale, quasi
inatteso, della ricerca formale. Il bello nasce molte
volte dall’essersi avvicinati alla verità delle forme e
dell’integrità disciplinare.
Il suo strumento principale è l’immaginazione che si
applica sempre su cose note, possedute con sicurezza.
La mia idea di architettura è quindi di un mestiere
che produce cose condivisibili socialmente e riconoscibili come appartenenti ad una certa realtà storica e territoriale.
Pensate alla meravigliosa tradizione di alcuni paesi
della nostra provincia, la casa si affaccia su un giardino interno, un pezzo di natura privata, pensate al
piacere di un arancio in fiore a pochi metri dalla nostra finestra. Questa tradizione noi l’abbiamo rigettata in nome di architetture più “nobilitanti” da due
secoli.
D’altronde l’architettura, come la vita, è un fatto
complesso incapace di essere compreso entro limiti che vanno a discapito della sua stessa identità,
come le mode o l’uso spregiudicato di tecniche,
materiali ed altro.
Credo che anche un progetto modesto può avere
grande valore e dignità.
L’architettura si ritrova nel buon senso delle scelte,
e nella loro applicazione, un buon progettista cammina verso il domani voltandosi molte volte verso
ieri, gli edifici le città sono lì, ci mormorano cose
che dovremmo saper ascoltare, a volte le urlano e
noi passiamo sordi, come fossero quinte di cartone.
Viviamo in una città che molte volte non ci piace, o
non riteniamo nostra, periferia e zone di nuova
espansione sono aree in cui restiamo malvolentieri
e che usiamo come dormitori.
Al contrario percorrendo le stradine di quel “presepe” che è Ostuni antica, (cui non ci siamo degnati
neanche di dare un piano urbanistico nel dopoguerra), sentiamo qualcosa in più che la simpatia
espressa dagli aggettivi con cui la descriviamo, caratteristica, tipica, e quant’altro. Il centro storico ci
appartiene nella maniera più pervasiva, fa parte di
noi, di chi siamo.
La casa come elemento architettonico è cambiata
poco in duemila anni, quello che è cambiato molto
è l’uso e la nostra percezione di questa.
Pensate agli spazi delle case nobili e non di Pompei o di uno dei tanti scavi di civiltà antiche, anche
locali. Stanze, cortili, strade, pozzi, cucine ecc.
Probabilmente è vero anche che, socialmente l’architetto è una figura nuova (anche se un mestiere
antichissimo), di cui non sentiamo l’assoluto bisogno perché provenienti da una realtà contadina o
urbana semplice. Per secoli abbiamo delegato ai
“maestri” artigiani il compito della costruzione di dimore e quant’altro necessitava alla creazione dell’abitazione in genere.
Chi ci ha preceduto, quando aveva bisogno di una
casa o di un tavolo, chiamato il maestro, gli manifestava il suo volere attraverso esigenze basilari,
quali il numero delle stanze o lo spazio a disposizione e basta. Il resto era un fatto dato, apparteneva all’arte costruttiva ed al sapere dei maestri.
Normalmente, non ci si interrogava su stili o altre
cose accessorie, era quasi spontaneamente ovvio.
Il dopoguerra è caratterizzato dalla pressoché minima presenza degli architetti, e dalla massiccia presenza di altre categorie professionali, cui va attribuita la grande parte dello sviluppo urbano odierno,
geometri soprattutto e qualche ingegnere per le cose più ardite.
Vi è stata una grande spinta costruttiva nelle nostre
città ma quello che contava era la necessità per
molti, legittima, di un’abitazione, di un tetto sulla testa. La nostra nuova città è fondamentalmente
sgradevole per via della spaccatura generatasi alla
rottura tra le conoscenze costruttive dei “maestri”
costruttori del nostro passato e l’assunzione di questo compito da parte di chi, non ne aveva veramente le capacità, ai maestri sono subentrate altre figure che dopo aver svilito la loro grande ricchezza di
conoscenze ed esperienze si sono sostituiti a loro,
in nome di un travolgente progresso.
Nel dire questo non vorrei colpevolizzare nessuno,
la crescita è stata troppa e troppo in fretta, anche
se troppe volte si sarebbero potute evitare grosse
storture solo usando un po’ di buon senso. (es.: la
nostra zona 167).
In questo scenario l’architetto è stato, e forse, purtroppo lo è ancora, inteso come un esteta, un decoratore o arredatore, qualcuno che riferiva il suo mestiere solo al modo in cui le cose apparivano in superficie. Figura, anche a livello nazionale, di secondo piano nello sviluppo edile ed urbano. Al massimo capaci di restauri.
L’architettura sta vivendo un discreto presente, anche in alcune esperienze locali, secondo molti per
via di una ritrovata qualità intrinseca cui dopo de-
CIELI BAMBINI
Antologia di poesia per ragazzi
giornalista di Tele Lecco/grazie ai servizi da
salamelecco/giunse alla capitale per far telegiornale…”(Alberto Figliolia e Clirim Muca); “Da bravo, fa la nanna/o chiamo l’uomo nero. Venne davvero/ e in un boccone, si mangiò la mamma” (Nelo Risi). Sono solo due deliziosi esempi delle composizioni raccolte in
“Cieli bambini”, antologia della poesia italiana per ragazzi a cura di Livio Sossi, professore di Storia della letteratura per l’infanzia all’Università di Udine, stampata dall’editrice SECOP di Corato (366 pagine, 18.50 Euro). La casa editrice SECOP, guidata dal bravo Peppino
Piacente, è molto attenta, nel suo catalogo,al mondo “incantato” della letteratura per l’infanzia. La bella illustrazione di copertina è opera
di Massimiliano di Lauro.
Con competenza e maestria il prof. Sossi ha raccolto esempi di poesia intimistica, religiosa, sociale, di denuncia,
filastrocche, ninne nanne, proverbi, ballate, conte, girotondi, alfabetieri, giochi linguistici, nonsense, scioglilingua,
canzoni, poesie d’amore, haiku, limerick, aforismi, sperimentazioni poetiche, calligrammi e poesia visiva.
Sono 160 gli autori raccolti nel libro: con i celeberrimi Gianni Rodari, Dino Buzzati, Alda Merini, Edoardo Sanguineti, Alfonso Gatto, i cantautori Sergio Endrigo, Angelo Branduardi, Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè, i notissimi
Roberto Piumini e Guido Quarzo, ci sono quattordici autori pugliesi: Anna Baccelliere (Grumo Appula), Anna Bosco (Altamura), Rosa Dattolico (Bitonto) Angela Deleo (Corato), Nicola De Matteo (Palese), Donatella Farella (Mesagne), Daniele Giancane (Bari), Oronzo Liuzzi (nato a Fasano, residente a Corato), Gino Locaputo (Conversano), Cosimo Rodia (Carosino), Ferdinando Sallustio (Ostuni) e Giorgio Saponaro (Bari).
“Cieli bambini” spiega il curatore Livio Sossi viene dal titolo di un libro del poeta Alessandro Riccioni. “I cieli” scrive Sossi “aprono nuovi orizzonti visivi su cui si posa l’occhio umano: spazi infiniti che sono gli spazi della poesia,
ma anche gli spazi del linguaggio e delle sue straordinarie potenzialità, gli spazi che definiscono il magico potere
combinatorio delle parole. Parole che sanno ricomporre mondi. Sono spazi interiori- continua Sossi- quelli delle
emozioni, della ricerca del sé, del senso della nostra esistenza. E sono spazi esteriori, che il poeta racconta guardando al nostro mondo, a ciò che ci circonda: le migrazioni, il rapporto uomo-natura, il consumismo, le guerre”.
“Sono spazi. Sono cieli ancora insesplorati - conclude Soss i- ma sono cieli bambini, perché questi poeti, i poeti
che il lettore incontrerà nell’antologia, hanno saputo esprimersi attraverso mezzi tecnici adeguati al pensiero del
bambino”.
P
Mario Sironi "L'architetto" 1922
cenni di corsa all’abitazione, le nostre mura ci sono
sembrate migliorabili, vogliamo più alti standard
abitativi, e tra questi vi si scorge una maggiore sensibilità verso una abitazione più bella, più consona
e opportuna ai nostri desideri.
Ma questo è un fatto relativamente nuovo, e come
tale insito di paure e incertezze, è territorio di conquista, vi procediamo piano e impauriti.
Avendo già sperimentato la neutralità dell’architettura moderna nella sua accezione più misera e inconcludente, riscopriamo una passione per ciò che
evoca un passato migliore evochiamo forme desuete perché ne riconosciamo il valore, dando vita
ad una miriade di edifici-mostri finto storicizzati. La
storia per lo più viene usata per nascondere l’incapacità ad essere figli del nostro tempo e si sprecano occasioni utili a definire un linguaggio architettonico contemporaneo, a disegnare le nostre città
con edifici dignitosi.
Ma nella maggior parte dei casi si tratta proprio di
una evocazione con tutto quello di superficiale che
questo comporta.
Dopo decenni di palazzine, in nome di ciò che è
moderno, e di un progresso che ci rendeva fieri, ancora una volta ci riconosciamo in falsi valori di progresso. Il mestiere è ricerca paziente e continua
che non si contenta del bello fine a se stesso, ma
lo ritrova nel porsi in discussione e nei piccoli passi
in avanti rispetto a ciò che è giusto fare, non rinnegando il nostro tempo storico e non dimenticando il
nostro passato.
Rispetto al domani credo che l’unico atteggiamento
responsabile sia quello di sperare e operare perché
gradualmente le cose cambino.
La nostra città può tornare ad essere riconoscibile
e dignitosa, ed è solo con possibilità e capacità e
coerenza che ci arriveremo (se ci arriveremo).
I segnali ci sono, ma ci sono anche quelli che persistono nel volerli sotterrare, ho conosciuto molti
“additatori”, ma essi hanno la vista corta e l’animo
pieno di rancore.
Nuovi contributi per Andrea Cunavi
er molti risulterà anonimo, un personaggio dal profilo sfuggente. In realtà Andrea Cunavi,
nato a Corone (Peloponneso) e “emigrato” in terra d’Otranto a seguito dell’occupazione
musulmana, risulta un importante rappresentante della pittura pugliese e ostunese tra la fine del
XVI secolo e gli inizi del 1600. Il merito di aver puntato i riflettori su questa pesonalità va alla associazione Ar.Tur, guidato dalla dott.ssa Antonella Golia, che con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Brindisi Ostuni, Ufficio Beni Culturali e in collaborazione con il Comune di Mesagne, dove il Cunavi inizialmente dimorò prima del suo trasferimento in Ostuni, ha animato a
Mesagne, nella chiesa di Sant’Anna, la serata di sabato 21 luglio. Stefano Tanisi, giovane studioso di Ruffano, impegnato nella compilazione del ricco catalogo delle opere di Cunavi, ha
presentato una serie di dipinti sparsi nel Salento, che
potrebbe essere frutto della sua vena creativa, alla luce di confronti stilistici e filologici con opere note
quali la copia del dipinto di Jacopo Palma il giovane,
la Madonna Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca
(al lato) e il San Carlo Borromeo nella Cattedrale di
Monopoli. Il dipinto della Basilica ostunese, La Presentazione di Maria al Tempio, attualmente in restauro, potrebbe rientrare tra la produzione dell’artista
greco. Carmela Gentile si è poi soffermata a indagare
i rapporti tra area veneta e ambito napoletano che caratterizzano la pittura di Andrea Cunavi, proponendo
una committenza per il dipinto della Concattedrale di
Ostuni da assegnarsi al canonico Giovanni Calcagni.
I rapporti tra testi letterari e di propaganda controrifomista e la pittura cinque-seicentesca sono stati tracciati con competenza e analisi dal giornalista ed
esperto di beni culturali Angelo Sconosciuto a conclusione della serata.
5
Speciale
U
agosto/settembre
2012
Dieta Mediterranea: un vero tesoro di Agostino Grassi
na breve cronologia: Ostuni dall’1 al 3 ottobre facciano nel Mediterraneo si sono confrontati suldel 2009 ospita un convegno, voluto dal Pro- la realizzazione di un piatto che interpretasse la
fessor Gaetano Crepaldi: “La dieta Mediterranea”. Dieta Mediterranea, e un cuoco libanese è stato
E lì tra gli esperti giunti dalla Spagna, Grecia, Ger- scelto dalla titolata giuria come chi ha saputo racmania che si confrontano scientificamente sui det- cogliere, nella ricetta che ha proposto, la sintesi
tami dello stile di vita mediterraneo, lo stesso Pro- della millenaria tradizione a tavola della Dieta Mefessor Crepaldi manifesta la volontà di creare una diterranea. La stessa giuria ha voluto dare una
Fondazione della Dieta Mediterranea candidando menzione speciale al piatto proposto da Angelo
la nostra cittadina, perla del Mediterraneo, ad Silibello (che rappresenta nel Consiglio di Amminiospitare il gruppo di studio permanente sulla dieta strazione della Fondazione l’associazione “Ceglie
è….”): purea di fave, cicorielle selvatiche, peperomediterranea. La prima in Italia.
Novembre 2010. Il comitato tecnico dell'Unesco ni (friggitelli), pomodori, olive nere (varietà menriunito a Nairobi ha dato una valutazione positiva nella) e olio extravergine di oliva. La manifestazioratificando l'iscrizione della dieta mediterranea ne si è svolta nella Masseria San Domenico, la cui
nella lista delle tradizioni considerate patrimonio proprietà e socia della Fondazione Dieta Meditermondiale immateriale dell'umanità. La candidatu- ranea, che ha voluto sponsorizzare completamenra della dieta mediterranea era stata avanzata nel te tale manifestazione.
2006 da Italia, Spagna, Grecia e Marocco, ma per Dieta Mediterranea: se ne parla dovunque e tutti
l'Unesco non soddisfaceva i requisiti previsti dalla ne conosciamo le sue caratteristiche. RipercorriaConvenzione del 2003. Nel 2009 l'Italia l'ha ripre- mo brevemente la sua storia.
sentata, sempre insieme a Spagna, Grecia e Ma- La dieta Mediterranea è legata indissolubilmente
rocco, e ha assunto il coordinamento del gruppo al nome di Ancel Keys. Era un medico fisiologo
di lavoro internazionale, riscrivendo interamente americano, ed il suo nome era legato, nel 1942,
la candidatura e sottolineandone il valore cultura- alla “razione K”, cioè una razione alimentare di
le. E questa volta l'Unesco ha dato parere favore- sussistenza per i soldati statunitensi. Nel 1945,
dopo essere stato a Crevole.
ta, sbarcò con gli alleati
30 Novembre 2010.
a Salerno, e da lì sogBrindisi, palazzo delgiornò poi nel Cilento.
l’Amministrazione ProForte della sua esperienvinciale, nasce la Fonza in epidemiologia e nel
dazione Dieta Mediterrapporto tra l’alimentaranea. L’idea del Prozione e la salute, non si
fessor Crepaldi diventa
lasciò sfuggire l’osservarealtà. Davanti al Notaio
zione che in quelle popoDottor Francesco Di
lazioni le patologie carGregorio si costituiscodiovascolari erano meno
no i Soci Fondatori Prodiffuse rispetto al suo
motori che sono: la Propaese, gli Stati Uniti. I
vincia di Brindisi; la Cacontatti costruiti durante
mera di Commercio, Ini suoi soggiorni con i soldustria, Artigianato e
dati gli permisero poi di
Agricoltura di Brindisi; la
promuovere un ampio
Cittadella della Ricerca;
studio scientifico, che va
il Comune di Mesagne;
sotto il nome di “Seven
il Consorzio Luigi AmaCountries Study”, letteducci; la Confcooperatiralmente uno studio di
ve - Unione Provinciale
sette paesi, che analizdi Brindisi; l'Associaziozava, paragonandoli tra
ne Amici di Ostuni; la
loro, i regimi alimentari di
Fondazione Leonardo
per le Scienze Mediche Nella copertina del prestigioso settimanale “Time” lo un campione rappresen- ONLUS; il Comune di scienziato Ancel Keys, scopritore e primo studioso del- tativo delle popolazioni di
sette paesi in tre contiOstuni; la società Nico- la Dieta mediterranea
nenti. I dati raccolti e poi
laus Tour S.r.l.; la società De Pascale Ristorazione S.r.l.; la società Hotel successive conferme di altri ricercatori, rivelarono
Villaggio Città Bianca S.r.l.; la società Penelope chiaramente che tra le popolazione del bacino del
Cooperativa Sociale ONLUS; Bartolomeo D'Ami- Mediterraneo la percentuale di mortalità per infarco; l’Associazione Borgostuni; Giuseppe Zurlo; to era molto più bassa di quella delle popolazione
che vivevano in paesi dove l’alimentazione quotil’Associazione Ceglie è..."; LucianoMartucci.
Il Sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella, destina diana includeva molti grassi saturi (burro, strutto,
alla Fondazione come sede il Palazzo Tanzarella, latte intero, carne rossa, ecc.). Le caratteristiche
nel cuore del centro storico della “Citta Bianca” e del regime alimentare delle popolazioni del bacino
la sua proposta è accolta da tutta l’Amministrazio- del Mediterraneo in quegli anni erano queste: quene da lui guidata e dall’intera compagine del Con- ste popolazioni abitavano terre che coincidevano
siglio comunale. Avvia immediatamente la ristrut- con la diffusione della coltura dell’ulivo, e l’unico
turazione dell’elegante palazzina individuando le grasso aggiunto nella loro dieta era (ed è) l’olio
risorse finanziarie. Ostuni accoglierà la sede uffi- extravergine di oliva. La base importante delle caciale e diventa il centro da dove la Fondazione si lorie giornaliere era costituita dal grano (pasta, paaprirà al mondo per proteggere e divulgare la cul- ne che non mancavano mai ad ogni pasto). In
tura dei Paesi che si affacciano nel bacino del Me- queste terre era anche diffusa la coltivazione delditerraneo, e l’intera Provincia di Brindisi, con le la vite, e quindi anche del vino a tavola. La carne
sue peculiarità tipiche della cultura Mediterranea, aveva un aspetto marginale, sostanzialmente fevuole essere il territorio diffuso che ha accolto la stivo, così come i formaggi. Un ruolo importante
Fondazione. Pensate alla grande tradizione culi- come fonte di proteine lo avevano i legumi. Gli
naria di Ceglie Messapica, o alle distese colture di studi di Ancel Keys dimostrarono che i grassi delulivi e di mandorle del nostro territorio. Dalla no- l’olio extravergine di oliva (i grassi cosidetti moninstra Provincia si apre la volontà di una sinergia saturi) proteggevano il cuore. Una caratteristica
con tutto il Mediterraneo per far conoscere al mon- importante era che gli alimenti venivano consumati nel luogo di produzione, seguendo la loro stagiodo intero la Dieta Mediterranea.
Venerdì 20 Aprile 2012, inaugurazione delle attivi- nalità (nessuno avrebbe mangiato l’anguria a Natà della Fondazione. Nella suggestiva atmosfera tale per intenderci); inoltre gli alimenti non subivadella Chiesa delle Monacelle, proprio di fronte al no grandi manipolazioni da parte dell’uomo, cioè
Palazzo Tanzarella sede della Fondazione Dieta venivano consumati integri, quanto più vicino a
Mediterranea, alla presenza di illustri ospiti del come natura aveva creato. Un altro frutto che acmondo scientifico nazionale ed internazionale, il compagna queste colture nel bacino del MediterPresidente della Fondazione, Professor Gaetano raneo è la mandorla (anch’essa ricca di quei grasCrepaldi, presenta la Fondazione e ne avvia le si “protettivi”). Oltre ai grassi, sia l’olio di oliva, sia
Sue attività. La serata si è conclusa con una ma- le mandorle, sia l’uva rossa apportano alla nostra
gistrale lettura del Professor F. Tomas-Barberan alimentazione gli antiossidanti, quelle sostanze
sugli antiossidanti presenti negli alimenti caratte- cioè che permettono di ridurre i radicali liberi. L’imrizzanti la Dieta Mediterranea. La serata si è con- portanza degli studi di Keys è anche nell’aver veclusa a Ceglie Messapica, dove l’associazione rificato che, se il regime dietetico dei paesi del ba“Ceglie è….”, soci promotori e fondatori della Fon- cino del Mediterraneo veniva esportato nei paesi
dazione Dieta Mediterranea hanno organizzato dove era alta la mortalità per infarto, bene anche
una cena per gli ospiti illustri della manifestazione in quei paesi i morti per malattie cardiovascolari
con la preparazione di piatti della tradizione medi- diminuivano. Una cosa che vi prego di ricordare è
terranea. Sabato 21 Aprile, ospiti della Fondazio- che il regime dietetico del bacino del Mediterraneo
ne, cuochi provenienti da diversi Paesi che si af- ha una collocazione temporale, cioè era il regime
Il Presidente della Provincia di Brindisi, Ferrarese, il prof. Crepaldi ed il Sindaco di Ostuni, Tanzarella
delle popolazioni negli anni ’60.
Il discutere di alimentazione Mediterranea fa pensare al ruolo protettivo sulla salute di tale alimento anzi che un altro, ma nel convegno dell’ottobre
scorso ad Ostuni si è detto chiaramente che è l’insieme del regime dietetico Mediterraneo a proteggere, nella sua armonia, nel suo insieme a proteggere, in quanto poi presi singolarmente i vari componenti della dieta questo effetto protettivo si perde. È il mangiare mediterraneo l’elisir.
Oggi molti studi hanno evidenziato che la dieta
Mediterranea protegge non solo dalle malattie
cardiovascolari: sindrome metabolica, tumori, decadimento cognitivo sono i capitoli di ulteriori conferme.
Ne stiamo parlando restringendo l’attenzione agli
effetti sulla salute, ma la Dieta Mediterranea è
molto di più. Ogni paese ha sviluppato, in rapporto alla propria cultura e al proprio territorio, delle
abitudini alimentari che lo contraddistinguono.
Parlando dei paesi europei, le abitudini alimentari
possono essere essenzialmente ricondotte a due
modelli storici. Il primo modello, che si diffuse in
tutti i paesi del bacino del mediterraneo, vede
un’organizzazione sociale tipicamente sedentaria,
cioè le popolazioni avevano insediamenti stabili in
quanto si dedicavano all’agricoltura, ed in particolare alla coltivazione del grano insieme alla arboricoltura, rappresentata dalla vite e dall’uva. Il nostro antenato agricoltore ha sviluppato un modo di
vivere stabile in un territorio, la coltivazione dei
campi e la cura dell’ulivo e della vite è resa possibile solo da chi
stabilmente cura il
territorio nel quale
vive. È intuitivo
capire come in
queste popolazioni il ruolo primario
dell’alimentazione
è rappresentato
dal grano insieme
alle olive (e quindi
l’olio di oliva) ed
all’uva (e quindi al
vino). La cultura
alimentare, le abitudini a tavole di
queste popolazioni era il frutto proprio di quel modello produttivo:
coltivavano il grano ed il grano diventa l’alimento
primario, così come l’ulivo e quindi
l’olio, che dalla
spremitura delle
olive si ricava, è la
fonte dei grassi; ed il vino frutto della coltivazione
della vite. Se esiste un simbolo per identificare
questa cultura alimentare, questo è la triade grano-olio-vino. Questi tre alimenti caratteristici erano
integrati non tanto dalla carne e dal pesce quanto
dai formaggi ovini e caprini per la magra pastorizia, soprattutto di pecore e capre, che affiancava
l’agricoltura. Ed è in questo contesto di organizzazione della società (sedentaria-agricola) che si è
sviluppata la grande civiltà classica greco-romanica.
Il secondo modello è quello della civiltà barbarica,
celtica e germanica, che si è sviluppato questa
volta nel cuore dell’Europa, nella parte continentale. Queste popolazioni avevano un sistema di vita
seminomade e la loro economia era basata sullo
sfruttamento degli spazi incolti e dei boschi dove
praticavano la caccia, la raccolta dei frutti spontanei e l’allevamento del bestiame allo stato brado,
principalmente i maiali. Coltivavano anche loro
qualcosa, ma l’agricoltura era del tutto marginale:
la coltura dei cereali era essenzialmente destinata alla produzione della birra, non certo ai farinacei per l’alimentazione. Qualcosa la coltivavano,
ma erano produzioni orticole, piccoli orti a fianco
degli accampamenti; del resto spostandosi di frequente non pensavano certo ad arare un grande
campo, a seminarlo e aspettarne il raccolto!
Ecco i nostri avi: i contadini del bacino del Mediterraneo, che diedero vita alle grandi civiltà, e i
barbari cacciatori e mangiatori di carne.
Ora queste due culture inevitabilmente finirono
con lo scontarsi-incontrarsi: lo scontro in quanto
ciascuna cercò di imporsi sull’altra; l’incontro in
quanto finirono col fondersi, arricchendosi l’una
con l’altra. Il pane, il vino e l’olio, la triade distintiva dell’alimentazione mediterranea, si diffusero in
tutta l’Europa grazie ai monasteri e alle chiese: nel
simbolismo e nella ritualità cristiana il pane, l’olio
ed il vino erano considerati liturgicamente indispensabili. È nel cuore dell’Europa il loro uso non
restò confinato solo nella liturgia, ma entro a far
parte delle abitudini alimentari. Dai barbari i mediterranei mutuarono l’attenzione agli spazi incolti
(boschi, pascoli) assai presenti soprattutto al sud,
che furono utilizzati come luoghi di allevamento, di
caccia e di raccolto. Ed ecco che la carne ed il pesce fanno la loro entrata nei mediterranei. Ma sentite cosa succede ai cereali. Durante l’impero romano, si sviluppò un sistema di comunicazione attraverso i porti: la Puglia, la Sicilia, l’Egitto diventarono gli esportatori in tutto l’impero del grano.
Quando l’impero
cadde, e con esso
i porti e il commercio che questi
garantivano, mentre nelle popolazione del sud continuò a radicarsi la
cultura del grano
e dei farinacei, nei
paesi più lontani
necessariamente
si sviluppò una
coltivazione
di
granaglie minori e
di scarsa qualità:
ed ecco il farro in
Toscana, il mais
in Emilia, il kamut
nella valle del Nilo, ecc. e quindi il
ruolo del pane si
ridimensionò
a
vantaggio delle
polente e delle
zuppe e, soprattutto nella pianura
padana e nella
longobarda Emilia, furono adottati modelli di alimentazione barbarici a base di cereali di basso
profilo e di carne soprattutto maiale (grassi animali). I nostri contadini invece rimasero legati alle tradizioni e furono meno recettivi continuando a produrre ed a consumare grano, vino ed ha condire
solamente ed esclusivamente con l’olio di oliva,
mangiando poca carne e formaggi (quindi pochissimi grassi animali e molto olio di oliva).
Tutto qui: le radici della dieta mediterranea sono la
culla della civiltà e i ceti più poveri, i contadini del
sud di Roma con la loro testardaggine ad opporsi
ai modelli alimentari barbarici, mantennero viva la
tradizione del pane di grano, dell’olio di oliva, del
vino, dei legumi, dell’orzo. È così vivono più a lungo, più a lungo soprattutto senza malattie. Teniamocela cara questa tradizione: la scienza ci dimostra che tesoro che è!
6
Speciale
agosto/settembre
2012
I GEONIMI di Enza Aurisicchio
ORIGINI DELLE CONTRADE DI OSTUNI VI parte
Il
fino agli anni 70 del 1900 sfruttata come discarica
per materiali di scarto dell’edilizia e per residui della molitura delle olive. Durante una perlustrazione
speleologica, effettuata alcuni anni fa, si è rilevata
solo parzialmente la profondità della grave, misurata in quindici metri, per la difficoltà di raggiungere il
fondo ingombrato anche per massi staccatisi dalle
pareti. Per lo stesso motivo non si sono compiute
indagini di natura geologica, faunistica o archeologica.
La documentazione storica ricorda un’altra grave
nelle vicinanze della contrada Traghetto detta Grava dei Pastani: nel 1596 Domenico Antelmi vendeva a don Colella Baccaro due palmi di terreno (mezzo metro) a Grava dei Pastani per allargare il passaturo di un metro dalla via di Ceglie sino al fundo
del detto don Colella (A.C.C.D.V., perg. LXI, 27 luglio 1596).
Dai dati catastali si rinvengono altre formazioni di
questo genere in località Minguccio con una grave
profonda dieci metri, a Massariola con altezza di circa venti metri e a San Biagio dove lo scoscendimento della gravina raggiunge i quarantacinque
metri in verticale (M. DE PASQUALE, Ostuni celata
immagini e sensazioni dal sottosuolo, Martina Franca 2006, p. 59).
Va detto che nei documenti antichi il termine grave
indica anche uno scavo artificiale mediamente profondo, funzionale alla realizzazione di una cisterna
o di un acquaro. In un atto rogato dal notaio Melleo
nel 1600 si stabiliva che il conduttore di un orto in
loco della Oliva Pasola (zona tra il Campo Boario e
la via Sant’Angelo) infra anni quindici sia tenuto a
sue spese farci una cisterna di canna una e mezza
(unità di capacità corrispondente a 140 m3) in detto
orto (dove) sta incominciata la sopradetta grava
(A.S.B., Atti del notaio A. Melleo, prot. 19, c. 30r).
Fenomeno di natura carsica è anche la gravina vocabolo con il quale si designa un’ampia e profonda
fenditura prodottasi lungo il costone collinare. Nel
nostro vernacolo la differenza tra questo termine e
lama, che si attribuisce a un canalone lungo e profondo eroso dallo scorrimento delle acque prevalentemente lungo la fascia costiera, è abbastanza
sfumato. Ne sono testimonianza i toponimi Gravina
e Gravinella, assegnati a due siti della marina, oggi
gravitanti intorno ad altrettante masserie. Fino al
XVIII secolo Gravina individuava una “macrocontrada” che abbracciava un vasto territorio agrario esteso fino al lido del mare, avente come epicentro il
Fosso di Rosa Marina (I.G.M. Foglio 191 Montalbano III N.O.) destinato per la maggior parte a seminativo e a pascolo. Nei secoli successivi, l’acquisizione di alcune
quote di quel vasto
latifondo da parte
di proprietari impegnati in un poderoso incremento della
produzione olivicola, ha generato una
serie di masserie
individuate da appellativi
diversi:
Ammazzapecore,
Taverne, Taverne
piccole, Rosa Marina Grande, Rosa
Marina e Carieddi
Masseria in contrada Lamacoppa
facendo retrocedere i limiti della priEquivalente a conca può ritenersi il vocabolo coppa mitiva e antica contrada ad una porzione compreche si riscontra nell’intitolazione della contrada La- sa tra Tutosa e le Taverne.
ma Coppa per la sagoma incavata del corto canaLE GROTTE
lone che la caratterizza.
Ancora pertinente una modellazione della superficie
agraria prodotta dal carsismo è il toponimo Polinis- Naturali o artificiali, le grotte costituiscono un eleso etimologicamente derivabile dal greco molte iso- mento estremamente diffuso nel nostro territorio,
le. Questa contrada, limitrofa a Monteconvergola, importante risorsa per i lavoratori impegnati nel setnel passato era contrassegnata da discontinui affos- tore agricolo per i molteplici usi alle quali erano desamenti del suolo soggetti a riempirsi, con perma- stinate. Non deve stupire, pertanto, che fossero
nenza per alcuni giorni dell’acqua, dopo abbondanti soggette a tassazione nei prelievi fiscali registrati
precipitazioni, tanto da suscitare l’impressione delle nei catasti antichi.
parti affioranti di terreno come di tante isole. Stessa Esiste per il territorio ostunese un censimento limiinterpretazione può invocarsi per la contrada Isola, tato alle sole grotte naturali, che ascendono al nutoponimo in uso nel XVIII per indicare alcuni terreni mero di quarantadue (M. DE PASQUALE, Ostuni…
cit.) mentre manca un elenco completo e rigoroso di
compresi tra Santo Magno e Calaprico.
quelle artificiali, sicuramente superiore al centinaio,
considerando le numerosissime cavità che si aproLE GRAVI
no nelle numerose lame che incidono la superficie
Rientrano nell’ambito del carsismo, responsabile di del territorio ostunese.
fenditure e di repentine fessurazioni del suolo, vora- Utilizzate già nella preistoria con funzioni abitative,
gini, gole, inghiottitoi e capiventi, abbastanza fre- sepolcrali e rituali, le grotte hanno rappresentato nel
quenti nell’agro ostunese. Di una certa consistenza corso dei secoli comodi ricoveri non solo per gli aniè il crepaccio denominato Grave delle ciole che de- mali ma anche per i lavoratori stagionali in virtù delsigna una contrada della marina attestata dal 1519 la temperatura interna, fresca in estate e facilmente
della quale si è già scritto nell’articolo sugli zoonimi regolabile in inverno con il calore prodotto da un focolare. Economiche perché prive di quella onerosa
(maggio 2011).
Si tratta di una profonda cavità, oggi occultata da manutenzione propria delle strutture erette in pietra
una fitta e impenetrabile vegetazione arbustiva ma ed estremamente flessibili nell’uso degli spazi intervasto territorio del comune di Ostuni, esteso dal
litorale Adriatico fino alle più interne zone collinari delle Murge, presenta una varietà di paesaggi e
una diversità geomorfologica che giustificano numerosi toponimi legati a caratteristiche del terreno o
a particolari fenomeni generati da specifiche condizioni ambientali.
Dalla scarpata murgiana, gradatamente saliente
dalla piana costiera, è un continuo susseguirsi di
basse colline, di dolci avvallamenti, di irti rilievi talvolta interrotti da bruschi pendii rocciosi, che offrono all’occhio di un attento osservatore suggestivi
scenari e panorami di sorprendente bellezza.
Un’ampia distesa pianeggiante come quella che a
perdita d’occhio si sviluppa al confine tra Ostuni e i
comuni di San Michele Salentino e di San Vito dei
Normanni, può avere un proprio fascino.
A contrada Deserto un tempo fitta foresta di lecci e
di fragni, guadagnata al pascolo con una poderosa
opera di disboscamento, il contrasto tra le terre
brulle, sassose e aride e quelle vicine rigogliose di
vegetazione può aver determinato il toponimo documentato dal XVIII secolo. Nel 1743 la masseria di
Conco di Calcagnuto o Pupo confina con quella
detta Deserto (Omaggio a Ostuni e alle sue contrade 1994, Calendario Storico della Cassa Rurale e
Artigiana di Ostuni, mese di maggio).
Il termineVallegna suggerisce immediatamente i
contorni di un’ampia vallata chiusa ad oriente dal
Monte della Morte, a mezzogiorno dai rilievi di Santa Lucia e del Foragno e a nord ovest dalle alture di
Badessa e di Carestia. Località di origine antichissima, ricordata la prima volta in un testamento del
1213 (L. ROMA, Le pergamene… cit., p. 57), la vallata è stata scenario di drammatici eventi in occasione di piogge torrenziali. In un manoscritto è riportata la notizia di un memorabile allagamento verificatosi nel 1810 (BIBLIOTECA COMUNALE DI OSTUNI, Manoscritto Picoco copia fotostatica, pp. 110112) e un fenomeno analogo è registrato nel 1950
quando si dovette ricorrere a delle imbarcazioni per
mettere i salvo i residenti isolati nel fondovalle per
l’acqua che aveva raggiunto i tre metri di livello (ORLANDO R., Note lessicali… cit., pp. 96-97).
Sensibili abbassamenti del terreno ad andamento
circolare, fosse che si riempivano di acqua dopo
piogge abbondanti possono aver originato i toponimi conca e coppa. Conca d’oro contrada della marina estesa in direzione del territorio di Carovigno
dopo Lamacavallo, affianca al termine, allusivo delle peculiarità morfologiche del luogo, un fitonimo
per la presenza di alberi di alloro, nel nostro vernacolo l’orë.
ni, che potevano ampliarsi o suddividersi con tramezzi, prestandosi a diverse esigenze, le grotte furono sfruttate anche come luoghi per attività lavorative.
Nel 1563 Francesco la Quintana si impegnava a
zoccar nella grocta de la maxaria de Abbate Jacomo (non identificata) e in dicta grocta farci canne
(235 m3) due e mezza de lavorieri che stai facto in
fora… (A.S.B., Notaio Annibale Farina, prot.3, c.
65v) a dimostrazione che ancora nel XVI si effettuavano interventi di ampliamento in grotta. Nei catasti
antichi si rinviene un numero maggiore di località
designate con il sostantivo grotta rispetto a quanto
non si riscontri attualmente. Grottalariello, grotta
dello piesco, grotta de monte scariulo, grotta caprara (individuabile alle falde del Monte Urselli), grotta
ferrara (negli oliveti della contrada Santuri), grottalta, grottaldo, de gruptellis. Oggi il sostantivo grotta
contraddistingue soltanto tre località ostunesi, delle
quali due localizzate alla selva: Grotte di Figazzano
lungo la strada provinciale per Martina Franca, ben
Struttura ricettiva a Grotta di Figazzano
distanziata dalla più importante contrada Figazzano
oggi nel territorio di Cisternino e contrada Grotta limitrofa a Cantrapa. Contrada Grotta prende il nome
da un antro abbastanza profondo, con mangiatoie e
sedili scavati nella roccia e la base di un focolare,
ben occultato all’esterno da una rigogliosa vegetazione. Si narra che abbia offerto un sicuro rifugio ad
alcuni briganti in quel critico periodo successivo alla nascita dello stato italiano, che li vide opposti alle forze dell’ordine della guardia nazionale. Grottone masseria che si estende a levante della città
verso il territorio di Carovigno, sul crinale delle alture che prospettano sulla marina, deve la titolazione
ad una grande cavità utilizzata come stalla.
PIETRE, CHIANCHE, PENTIME
colo locale non sia contemplato l’accrescitivo petrone (T. NOBILE, Dizionario… cit., vol. II, p. 505) sostituito da chjangòne o mazzacane, non sarebbe
improprio ritenere tale toponimo, conferito alla contrada che precede Agnano, ascrivibile all’emergenza di macigni.
Nella Platea dei Beni del Capitolo di Ostuni, che fino alla metà del 1800 possedeva alcune proprietà
in questa contrada, si legge un’originale etimologia
del termine nella descrizione di un oliveto: corpo olivetato onde ocularmente veggonsi le vestiggia di
un’antica chiesa di San Petrone (A.S.B. Platea del
Capitolo di Ostuni, vol. 19, c. 15v). Un’indagine condotta nel luogo indicato dalla mappa non ha prodotto alcun rinvenimento degno di rilievo né si riscontra nella documentazione antica un culto rivolto a
san Petrone o Petronio. Fervida fantasia del compilatore? Forse.
La contrada Petraro e quella contigua detta semplicemente Pentime, si incontrano lungo la strada vicinale che dal santuario della Madonna della Grata si
immette sulla provinciale per Torre Pozzelle. Il termine petraro indica una cava per l’estrazione di
blocchi da impiegare nell’edilizia e, nel luogo di cui
si tratta, le aree, scavate anteriormente al periodo
messapico, sono state riconvertite in lussureggianti
aranceti.
LE SPECCHIE
Strettamente legato alla natura dei luoghi è il vocabolo specchia derivato dal latino specula luogo rialzato. Le specchie sono cumuli vagamente ordinati
di materiale lapideo proveniente dallo spietramento
dei campi, sfruttati forse già nella preistoria come
punti di osservazione e di avvistamento e sovente
utilizzati come elementi di confine tra proprietà diverse.
Antichissima la specchia di Galassano, detta semplicemente la Specchia, oggi punto collinare al confine con il territorio di Cisternino, utilizzato proprio
per la strategica posizione avanzata durante la
guerra in Jugoslavia agli inizi degli anni Novanta per
la collocazione di strumentazione militare. A questa
struttura dovrebbe collegarsi un’altra specchia, oggi nella masseria Specchia nel territorio di Carovigno, avamposto orientale di un’antichissima demarcazione territoriale di Ostuni (A. AMBROSI, Parieti,
specchie, parietoni, in Riflessioni-Umanesimo della
Pietra, 1985, p.84). Sicuramente più conosciuta è la
specchia Satia a Pascarosa, monumentale formazione in pietra a secco a forma di trullo, completamente riempita di pietre, anch’essa punto di avvistamento in età preistorica. Si eleva a breve distanza da un paretone, un largo e alto muro a secco del
quale si può seguire il tracciato fino a Ceglie, parte
di una pianificazione territoriale risalente probabilmente all’età messapica. Eccezionale è la visuale
stereoscopica che si domina inerpicandosi sugli
sconnessi gradini della specchia Satia, che consentono, con una certa difficoltà, il raggiungimento della sommità.
Altri toponimi individuati dal lemma specchia si incontrano nella lettura dei catasti antichi di Ostuni:
specchia di Rinaldo, specchia gnora vicina a Carestia, specchia nigra, la specchiolla, Specchiaruzzo.
Elemento identificativo del nostro paesaggio, la pietra è declinata nel nostro vernacolo con una ricchezza lessicale che ben evidenzia la sua valenza,
rilevata anche nell’antica documentazione storica
con definizioni antiquate ma efficaci nel significato:
terreno scozzoso, fondo petroso, terre fattizze (non
coltivato perché ingombro di pietre ma coltivabile
mediante spietramento). Rocce affioranti, spuntoni
calcarei, terreni cosparsi di formazioni pietrose in
aree collinari un tempo ricoperte da macchia mediterranea o da vegetazione arbustiva sono alla radice delle intitolazioni di alcune contrade: Chjanga,
Chianchizzo, Pentima, Pentima della Volpe, Petrone, Petraro, Li Cuti.
GEONIMI DIVERSI
Il vocabolo chjànga che G. Rohlfs fa derivare dal latino volgare planca e dal greco falanga (G:
ROHLFS, Vocabolario dei dialetti salentini, Galati- Può rientrare nel novero dei geonimi Pizzicucco
na, rist. 2007, vol. I, p. 137), una lastra di pietra che masseria sui monti di Ostuni dalla quale si raggiunnel nostro dialetto indica anche un terreno in cui af- ge il santuario di San Biagio, per la posizione sofiora la roccia (T. NOBILE, Dizionario… cit., vol. I, p. praelevata e prominente in quel tratto della collina
186), designa la contrada omonima al confine con il ostunese.
territorio con Martina e nel vezzeggiativo Chianchiz- Una distesa uniforme dei terreni in contrapposiziozo una recente e amena località che si sviluppa di ne ad una discontinuità delle superfici vicine può riseguito a Ramunno, un tempo luogo di villeggiatura conoscersi all’origine della denominazione Tamborstagionale, ora zona residenziale per molti ostunesi roni, propria tanto della contrada che si sviluppa ai
che scelgono di vivere lontano dal traffico cittadino. lati dell’antica strada per Carovigno, quanto per i
Con il nome pentima si allude ad un masso roccio- poderi estesi nella contrada Foggiali come si evinso, ad un macigno (IDEM, vol, II, p. 497) e la loca- ce nella cartografia ufficiale (I.G.M Foglio di mappa
191
Montalbano
III
lità Pentima della volpe
Petraro trasformato in agrumeto
N.O.), pure confermata
di cui si è discusso neldalla documentazione
l’articolo sugli zoonimi
storica.
(marzo 2011) estesa sulUna situazione ambienla collina di Ostuni, lamtale favorevole al pasbita dalla via dei Colli, risaggio di correnti ventilasponde a questi requisite può aver determinato
ti. Si sviluppano alle penil toponimo Fiataturo, Jadici del Monte Urselli le
tature dal latino flatare
contrade Li Cuti e Petrosoffiare (T. NOBILE, Dine. Cute nei dialetti sazionario…cit., vol. I, p.
lentini indica ancora una
341), oggi zona residenvolta la pietra emergente
ziale alla periferia della
dalla superficie, talvolta
città e nel XVI secolo vacon significato di scoglio
sta area confinante con
(IDEM, vol. I, p. 239 e
le Camere.
ROHLFS, op. cit. vol. I,
continua
p. 196) desunta dal latino cos cotis “pietra dura”. Sebbene nel verna-
7
Attualità
V
agosto/settembre
2012
I sapori del Folklore
isto il grande consenso ed il successo della prima edizione del 20 agosto 2011, l’Associazione
Gruppo Folk “Città di Ostuni” in collaborazione con
l’Assessorato alle attività produttive del Comune,
propone la manifestazione “I Sapori del Folklore”
volta a favorire le eccellenze agroalimentari tipiche
del nostro territorio, ricco di storia e cultura, creando, tramite un vero e proprio Festival del Folklore,
scambi culturali fra diverse realtà artistiche che rallegreranno la manifestazione.
L’evento, giunto alla sua seconda edizione, proporrà stand agroalimentari che promuoveranno la gastronomia, le produzioni agroalimentari e l'artigianato, con l’obiettivo di valorizzare le risorse ed il turismo del nostro territorio.
La manifestazione si svolgerà negli spazi che ci offre la Villa Comunale di Ostuni intitolata a “Sandro
Pertini” il 18 e 19 agosto 2012.
Ad inaugurare la kermesse, interverranno alcuni
gruppi folkloristici provenienti da diverse regioni accompagnati da carri d’epoca, che sfileranno per le
vie cittadine portando colori ed emozioni caratteristiche delle loro realtà. I vari gruppi si esibiranno a
turno con costumi, storie, colori, balli e musiche tipiche ciascuna di una regione differente. In particolare parteciperanno all’evento il Gruppo Folk “Città di
Ostuni” e il Gruppo Folk “Città di Palagianello” per
la Puglia, Gruppo Folk “Fabaria” (Favara, Sicilia),
Gruppo Folk “Santu Pietru cu tutte le chiai” (S. Pietro Vernotico, Puglia) , Gruppo “Etnica Ditirambo”
(Torre del Greco, Campania), Gruppo Folk “I brianzoli” (Ponte Lambro,Lombardia).
ANTONIO GRECO
estate sta finendo", cantavano, ormai tanti
anni fa, i Righeira: ricordi canori a parte, l'impressione è che, in questa stagione estiva, ad Ostuni ci sia meno gente; non molta di meno, in verità,
perchè la confusione resta la stessa, ed il caos per
i parcheggi nella zona del Centro storico è identico;
la crisi, però, si fa sentire, e molti tra quelli che tradizionalmente passavano qui le loro vacanze sono
rimasti a casa o si accontentano di una permanenza minore.
"In periodi come questo - sottolinea Giorgio Bagnardi, presidente dell'Associazione "Borgostuni" - bisogna rafforzare la professionalità ed offrire
servizi di qualità ed accoglienza di livello. Non ci si
può improvvisare operatori turistici, nè pensare di
poter spremere la clientela perchè l'estate dura poco e bisogna vivere tutto l'anno, come qualcuno affermava candidamente negli anni passati; un cattivo servizio anche ad un singolo cliente è un cattivo
servizio all'intera comunità ed all'immagin che la nostra città si è faticosamente conquistata. Spesso
sono proprio quegli operatori che offrono servizi di
scarso livello i primi a lamentarsi di una situazione
di difficoltà che hanno contribuito a creare".
"Noi abbiamo intensificato moltissimo i nostri sforziafferma Vito Cappello, di "www.bbcasevanze.it",
sito che offre ville ed appartamenti in Ostuni e nelle
zone limitrofe - e veniamo visitati su Internet da tutti i Paesi del mondo: tuttavia occorre quest'anno un
numero molto maggiore di contatti per siglare un
contratto, e il tempo di permanenza si riduce anche
a periodi inferiori alla settimana. Ciò nonostanteprosegue Cappello- abbiamo incrementato il nostro
parco servizi, offrendo ai clienti escursioni, autonoleggi e trasferimenti da e per gli aeroporti".
Mario Carrassi, economista di livello, che insegna
economia aziendale ed etica del business all'Università di Bari ed in quella del South Australia, è anche impegnato nell'azienda agrituristica di "Terra
Sessana" (informazioni su www.terrasessana.it) e
conclude: "In periodi come questo si affermano le
proposte sostenibili: quelle che partono da un'emozione sincera, che sono originate da una passione
da condividere; sono quelle le proposte davvero
uniche, delle quali la gente si accorge e che segue
poi con affetto, ritornando in questi luoghi". Proprio
per coltivare queste unicità Terra Sessana ha organizzato una stagione di manifestazioni che proseguirà il 17 agosto con le esibizioni di Ravaranò Trio
e la Farandula, il 24 con Beira Mar e il 31 con il
gruppo delle "Faraualla" (viaggio tra le espressioni
delle diverse etnie).
Turismo: riflessioni di mezza estate
"L'
La p a r o l a a l l o p si c o lo g o
R
MACHO… VIRTUALE
Pornodipendenza e cybersesso
di Franco Sponziello
icordo il turbamento che provavo, nella mia prima adolescenza, guardando le immagini su Postalmarket, la rivista di abbigliamento femminile,
che un tempo arrivava regolarmente a casa mia così come, credo, in quella di tanti ostunesi. A undici
anni non mi spiegavo come mai mia madre visionasse con assoluta tranquillità quelle foto che ritraevano modelle con ingombranti e castigati reggiseno, mentre a me facevano un effetto così ‘strano’: il
massimo della trasgressione sessuale! Ogni momento storico ha i suoi livelli di moralità che spesso
sono considerati un’evoluzione rispetto ai precedenti, ma che molto più realisticamente riguardano
il moralismo. Wilhelm Reich, psicanalista allievo di
Freud, asseriva che“nonostante l’apparente libertà
o liberalizzazione sessuale che sembra contraddistinguere la nostra epoca (da fine ‘800 fino a metà
‘900, n.d.r.), sta di fatto che la regolamentazione sociale, reprime e impedisce il soddisfacimento dei bisogni biologici naturali; a sua volta questa repressione dà vita ad impulsi secondari, patologicamente antisociali e che pertanto devono essere necessariamente inibiti.”
Da qui, in larga misura, il diffondersi delle sindromi
e alterazioni sessuali che, comunque, per lo più sono espressione di un quadro nevrotico di base. In
realtà la “libertà sessuale” è solo apparente, riducendosi alla proposizione di stereotipi cui, purtroppo, ci abituiamo e cerchiamo di imitare: il macho e
la donna fisicamente, e spesso artificialmente, perfetta. Gli elementi essenziali, invece, sono assolutamente irrilevanti: il vissuto individuale, le capacità
intellettive, i sentimenti. Insomma, l’apparire è fondamentale; l’essere è del tutto secondario. La pornodipendenza è la patologica assuefazione a questi
schemi. Chi ne è affetto (molto più gli uomini 10%
circa, che le donne, 5% circa della popolazione),
“fugge” dalla propria realtà frustrante per calarsi in
un’altra dimensione in cui, solo apparentemente,
trova sollievo. Televisione, giornali, moda, ecc.,
spesso sono i veicoli principali dell’informazione
“malata”. Con l’avvento di Internet il fenomeno, che,
ripeto, non va assolutamente demonizzato, si è notevolmente aggravato: i siti pornografici si sono moltiplicati in funzione esponenziale ed entrarvi non è
certo un problema. Lì si può essere chi si vorrebbe,
anche grazie all’anonimato: forti, virili, vamp. La patologia si aggrava ulteriormente (“dipendenza da
cybersesso”), sconvolgendo letteralmente la propria
vita: pensiero quasi sempre rivolto al sesso on line
con il vano sforzo di controllarsi o eliminare questa
pratica; agitazione e irritabilità. Il ripetersi costante
di questa pratica sessuale, porta a disperazione,
senso di colpa, ansia o depressione, occupati come
si è alla ricerca di un’esperienza sempre più intensa
e/o rischiosa. Di conseguenza si mente ai familiari,
alle persone vicine con gravi conseguenze per il lavoro, lo studio e la situazione economica. Insomma,
si nega la dipendenza, nonostante l’evidenza dei risultati negativi a tutto campo. Inutile dire di smettere: chi è affetto da questa patologia, non sente ragioni almeno finché la situazione non degenera o
qualche evento rilevante lo porti a consultare uno
specialista. Chi avverte i primi sintomi, così come i
familiari e le persone vicine, devono prendere in
ogni caso l’iniziativa di consultare un esperto, senza vergognarsi. E’ quest’ultimo insensato sentimento, infatti, che spesso blocca molti di noi, rendendo
difficili i futuri eventuali tentativi di remissione da
qualsiasi tipo di disturbo.
I RAGAZZI DEL PEPE LIBERI DI VIVERE
Un
di Paola Lisimberti
recital per affrontare un tema spinoso, musica e parole per declinare l’idea di libertà interpretata dai ragazzi: la sera del 25 luglio, nel chiostro di San Francesco, si è tenuto lo spettacolo LIBERI DI VIVERE , realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico “Pepe” di Ostuni. Lo spettacolo è
stato organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ostuni che ha sempre sostenuto e promosso in questi anni le iniziative scolastiche di musica e teatro del “Pepe-Calamo”, inserendole nel programma delle manifestazioni estive.
Con il recital LIBERI DI VIVERE il Progetto di “Pratica Strumento Musicale” allo Scientifico è al settimo anno e non sembra risentire di alcuna crisi. Tale è la voglia di musica dei ragazzi che si è costituita una piccola orchestra composta da fiati (Beatrice
e Adalgisa Lotesoriere, Elisa Todisco, Francesco
Milone), batteria (Rosario Errico e Andrea Versienti), tastiera (Angelo Pignatelli), chitarra e basso
(Fernando Rossano, Alessio Apruzzi, Francesco
Camposeo, Rosalinda Giannotti, Andrea Leo), un
coro (Giovanni Gioia, Marco Lanzilotti, Arianna Moro, Sara Prodi, Lucia Rendini, Vincenzo Sartore,
Fabiana Suma, Sara Settembrini, Serena Zurlo), un
balletto (Mara Cestelli, Francesca Laghezza, Federica Ciniero, Anita Polignino, Clelia Valentini, Anna
Zizza). La scenografia è stata realizzata in diretta
da Sara Cavallo e Antonella Farina, il racconto è
stato interpretato dalle splendide voci narranti di Altea Chionna, Benedetto Zurlo e Giovanni Gioia in
dialogo con i video e le proiezioni multimediali seguite da Elena Parlante. In questo viaggio tematico
molto particolare gli studenti sono stati seguiti dai
docenti proff. Francesco dell’Atti, Lucia Grassi,
Paola Lisimberti e diretti dal prof. Giovanni Francio-
so, che ha proposto arrangiamenti suggestivi in un
programma molto articolato: da Joan Baez ai Pink
Floyd, dagli U2 alle Orme, da Lennon a Lili Marlene, una canzone popolare cantata dai soldati di
ogni nazionalità, simbolo estremo della voglia di vivere.
Quest’anno il progetto del Pepe ha proposto il tema
della libertà, declinato attraverso una ricerca svolta
dai ragazzi: libertà di pensiero (Giordano Bruno e
gli infiniti mondi), da pregiudizi sociali e culturali (la
“scuola -ospedale” e la “disobbedienza” di Don Lorenzo Dilani), dall’omologazione imperante, da ogni
forma di violenza (la libertà di pensare in maniera
diversa da chi comanda di Sacco e Vanzetti), quella libertà, insomma, che solo la conoscenza può alimentare. Come ha sottolineato la Dirigente dott.ssa
Annunziata Ferrara nel suo intervento iniziale, il
progetto “Liberi di vivere” ha rappresentato per gli
studenti uno spazio in cui liberare la propria potenzialità espressiva, in cui diventare protagonisti di
emancipazione da ogni forma di dipendenza intellettuale, vale a dire diventare “liberi”. Gratificante e
particolarmente gradita per gli studenti è stata la
presenza di Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Talucci, che ha tenuto a sottolineare l’importanza del
dialogo tra generazioni proprio su temi di rilevanza
etica come la libertà di vivere, di studiare e andare
a scuola.
In chiusura di serata l’intervento dell’assessore
Buongiorno, motore instancabile di tante iniziative,
e del Sindaco, avv. Domenico Tanzarella, cultore
del genere musicale proposto dai ragazzi, che ha richiamato l’attenzione su una generazione di “sognatori” non così poi tanto lontani dai ragazzi del
2012, liberi di vivere.
sabato sera, salendo
dalla Piazza verso il
Monumento ai Caduti, con
ancora nelle orecchie il
chiasso da luna park che, ormai da anni, impera nel Centro storico della nostra città,
volendo godere di un po’ di
quiete, mi sono incamminato
verso la vicina Villa comunale. Una volta oltrepassati i
cancelli e lasciate dietro le luci del bar all’ingresso, ho notato con sorpresa che molti
lampioni erano spenti, e ho
subito pensato ad un progetto di risparmio energetico
messo in atto dall’Amministrazione; osservando meglio
ho potuto constatare che, invece, causa del mancato funzionamento era il loro danneggiamento.
E’ noto, infatti, che ignoti (sic) vandali hanno da
tempo preso di mira i lampioni, le panchine, le piante e tutto l’arredo urbano della Villa comunale, ma è
altrettanto evidente il mancato ripristino della funzionalità del tutto, ai danni della cittadinanza. Abbiamo, di conseguenza, una scarsa illuminazione,
delle zone sono praticamente nella più completa
oscurità, e certo non diamo una buona immagine
dell’area che dovrebbe essere il biglietto da visita
della nostra comunità. Se poi evidenziamo la totale
mancanza di vigilanza da parte della polizia urbana
e delle altre forse dell’ordine, tutto porta ad un abbassamento del livello di sicurezza per i cittadini
che vi transitano la sera, o peggio ancora la notte.
Possiamo purtroppo prevedere nel prossimo futuro
episodi di teppismo e anche di piccola criminalità:
sarebbe forse da prendere in considerazione l’esigenza di chiudere la Villa comunale almeno nelle
ore notturne, almeno come deterrente alle attività
vandaliche, finora anche troppo tollerate. Basti pensare alla desolazione del parco giochi della Villa,
minuscolo e striminzito, dove le attrezzature danneggiate vengono rimosse e mai sostituite.
Queste considerazioni riguardano anche altri punti
della città; le cosiddette zone verdi sono purtroppo
poche, sporche, preda dei vandali, e avrebbero bisogno di più attenzioni da parte degli addetti alla
manutenzione dei giardini pubblici. Passate, par
esempio, dai centralissimi giardinetti adiacenti
Piazza Italia, realizzati da qualche anno. Mancano
di tutto: non ci sono aiuole con fiori, il poco verde è
asfittico e sofferente per le insufficienti cure, e non
è stata pensata una zona attrezzata con giochi per
bambini. Ormai è diventato un punto di incontro per
anziani, che avrebbero anch’essi diritto ad usufruire di un posto più gradevole. Soffre per l’incuria e
l’abbandono anche il piccolo parco giochi di Largo
Risorgimento, con poco verde, senza fiori, panchine malandate, rifiuti di ogni genere. Abbiamo ormai
capito che non si vuole investire per il benessere
dei cittadini, anche dei più piccoli, e anche nella pic-
cole cose che porterebbero ad un benessere comune. E cosa dire, alfine, sul parco dell’Acquaro, del
quale abbiamo già parlato, denunciando a suo tempo, su questo mensile, lo stato d’incuria nel quale
agonizzava: ebbene, non solo non è stato programmato nessun intervento in merito, ma è stato pensato ed attuato, in tempi sorprendentemente celeri,
un percorso ciclabile che letteralmente sventra il
parco medesimo, per poi proseguire in un surreale
iter fra marciapiedi, passi carrabili, ingressi di scuole, con prevedibili ingorghi di traffico nelle ore di
punta. Il parco era stato progettato come luogo di
quiete e di riposo, adatto ad un pubblico di anziani
e di bambini, non per essere percorso da moltitudini di ciclisti.
Ora tutti i lavori sono fermi, tutto il parco è stato
cantierizzato, e abbiamo perso un altro punto verde. Ho il sospetto che qualcuno si sia reso conto
della non fattibilità del progetto, e che tutto debba
rimanere per chissà quanto tempo in questa situazione di estrema incertezza. Infine, vorrei parlarvi di
via Caduti di Nassiriya, strada della estrema periferia, progettata e costruita nel mezzo del nulla, che
unisce un centro commerciale ed un blocco di nuove palazzine alla circonvallazione della città. Anche
qui non si è pensato a progettare delle aree di verde pubblico, a parte un polveroso campo fruibile dai
ragazzi del posto: non c’è una panchina, il poco
verde era già presente prima e tale è rimasto,, ricolmo di rifiuti e di escrementi, essendo diventato latrina pubblica.
Addirittura, contigua al campo di calcio sopra nominato, è stata edificata una baracca con tanto di materassi al suo interno: con il tetto di lamiera, pronta
ad ospitare chissà quali vagabondi. E nessuno pone fine a questa situazione di degrado ambientale.
Dobbiamo impegnarci per migliorare la qualità delle zone verdi già esistenti, e investire in progetti per
crearne di più grandi ed attrezzate, sempre che si
abbiano a cuore il benessere e la salute dei nostri
concittadini. A buon intenditor poche parole!
IL PASSATOR CORTESE
IL CONCETTO DI AREA VERDE IN OSTUNI
Un
8
CHIESA
Libri
agosto/settembre
2012
Solenne cerimonia per il centenario della
Madonna della Grata di Enza Aurisicchio
L’
Il Card. Monterisi
Il
elevata temperatura non ha scoraggiato i numerosissimi fedeli che nel tardo
pomeriggio di domenica 5 agosto u.s. si sono assiepati nella grande aula della Basilica Concattedrale di Ostuni, per partecipare alla cerimonia liturgica del
centenario dalla fondazione del santuario della Madonna della Grata. Alla presenza di numerose autorità civili e religiose, l’arcivescovo S.Ecc. Mons. Rocco Talucci ha accolto il cardinale S. Emin. Mons. Francesco Monterisi che ha celebrato il
rito liturgico, rivolgendoGli il benvenuto nella nostra cittadina che nutre nei confronti della Vergine Maria una particolare attenzione, manifestata in tante espressioni di fede e di preghiera. Nel breve saluto al cardinale, mons. Talucci ha sottolineato come la venerazione verso la Madonna della Grata deve mantenersi vivo
anche tra le nuove generazioni che devono ispirarsi al messaggio evangelico come a una continua fonte di amore e di speranza verso un futuro che oggi appare
così critico e difficile. Nell’omelia il cardinale Monterisi ha ricordato i momenti che
hanno segnato la nascita e il consolidamento del culto per la Vergine della Grata, individuando nella Madre di Dio, Colei che per la propria esperienza di dolore
e di sofferenza, può consolarci per i nostri patimenti, restituendoci fiducia e gioia
per la vita della quale ci è stato fatto dono. Subito dopo la funzione ha avuto inizio da piazza Giovanni Paolo II la tradizionale processione che si è snodata per
le vie cittadine tra ali di una folla attenta e partecipe. Sul sagrato del santuario, il
cardinale ha infine pronunciato la preghiera di affidamento della città alla Vergine, benedicendo la folta e festante assemblea dei convenuti.
La Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli di Ostuni
24 aprile 1956 il prof. Silvestro Rosselli, all’epoca Presidente della Conferenza di San Vincenzo de Paoli di
Ostuni tenne una Conferenza alle signore del C.I.F.
(Centro Italiano Femminile) che in Ostuni è stato sempre
fiorente e parlò di Federico Ozanam, dell’opera vincenziana in genere e della presenza in Ostuni in particolare.
Venuto in possesso del testo di tale conferenza, riproduco alcuni brevi brani che risultano interessanti per quanto riguarda la storia vincenziana di Ostuni.
Dice il Prof. Rosselli: “come non commuoversi di fronte
ad un vero esercito di bisognosi, di miserabili, di fanciulli abbandonati, di povere vedove, di disoccupati, di signori decaduti, di ammalati, di gente senza nessuno, bisognosa del soccorso di tutti?”
Continua il Prof. Rosselli: “Ostuni vide sorgere la sua
Conferenza il 14 dicembre 1943, cioè nel periodo più doloroso della storia nazionale, quando la Patria prostrata
vide i suoi figli abbandonare le proprie case all’ira sterminatrice della guerra e profughi errare, senza cibo e senza vesti, in cerca di asilo. E il giorno dopo, 15 dicembre
1943, i soci fondatori, con il loro Presidente Avv. Dome-
E’
nico Tanzarella, provvedevano alla raccolta di indumenti, generi alimentari e varie che distribuivano il 20 dicembre ai profughi della nostra città”.
Le Conferenze di San Vincenzo De’ Paoli hanno una propria caratteristica che le distingue dalle altre associazioni caritative. Esse ricordano le parole del Divino Maestro
“Non di solo pane vive l’uomo”, e i suoi soci, nel visitare
i poveri nei tuguri, o nelle loro misere case, studiano di
recare loro, oltre ai soccorsi in natura, anche se modesti,
il dono dell’affetto fraterno, nel nome di Colui che accese sulla terra il fuoco nuovo della carità.
Le loro entrate sono costituite normalmente dalle volontarie offerte dei soci e dalle oblazioni spontanee dei benefici cittadini…
Le entrate delle Conferenze non sono quindi fisse, non
disponendo di alcuna entrata fissa, queste vivono alla
giornata, appellandosi a quel detto: “Se hai molto dà molto, se hai poco, dà poco, ma quel poco che dai dallo di
buon cuore”.
ARMANDO SAPONARO
Eutopia: il nuovo libro di Colizzi
uscito il libro “Eutopia. La civiltà dell’amore”, nuova opera dell’amico Franco Colizzi. Edito
da La meridiana di Molfetta, propone l'utopia concretissima dei
luoghi del bene e dei luoghi buoni, già largamente esistenti, ma
da sostenere e consolidare e
espandere ovunque. Il cinquanta
per cento dei 15 euro di costo andranno al progetto KOROGOCHO, che sostiene il diritto all'istruzione dei bambini poverissimi della baraccopoli di Nairobi in
cui ha vissuto e operato per anni
padre Alex Zanotelli.
Ecco le note di copertina: “Una
volta, da bambino, nella città vecchia di Ostuni, mentre infuriava
un violento temporale, con lampi,
tuoni e fulmini, mia madre spezzò
del pane e corse fuori di casa. Messi i pezzi di
pane a un incrocio di stradine a chianche, mi
chiamò, mi mise in mano un ultimo pezzo di pane e me lo fece deporre tra gli altri. Recitò una
piccola preghiera e, grondanti d’acqua, rientrammo in casa ad asciugarci, pervasi da un
senso di gioia.
Lo strano gesto di offerta – per me una vera e
propria impresa – mi stupì così tanto che più
tardi, da ragazzo, giunsi alla conclusione che si
era trattato di un rituale pagano, superstizioso,
propiziatorio. Eppure, mia madre era stata educata fino ai suoi diciotto anni in un convento di
suore cattoliche. Era una donna dalla religiosità
tradizionale, povera e molto generosa.
A cosa rimandava allora quel gesto, magari inconsciamente?
Questi anni sono trascorsi in una continua ricerca del significato del mio stesso impegno e come un cercatore d’oro dell’Ottocento ho setacciato i materiali più diversi. Ho cercato sempre
di condividere l’entusiasmo e lo stupore di chi
avverte, pur per brevi momenti, di essere entrato in contatto con un potere più grande. L’esperienza del dono, nella sua continua tensione tra
dovere e libertà, ha in sé qualcosa di estatico.
Ecco, ora vedo una scena bellissima. Un bambino affianca la madre, sotto la pioggia battente
del dolore e dell’ingiustizia, e assieme mandano
il loro povero pane sul volto
delle acque.
E l’uomo, che quel bambino è
stato, si accorge che le sue
tasche sono piene di pane.
Del pane ritrovato in molti
giorni, appena sfornato, caldo
e croccante, gustoso e fragrante come solo il bene può
essere.
Pronto per essere spezzato e
nuovamente affidato alla corrente.”
Francesco Colizzi (Ostuni,
1954), direttore del Centro di
Salute Mentale di Brindisi, è
stato dal 2005 al 2011 Presidente Nazionale dell’AIFO.
Ha pubblicato Inseguendo le
cose (1996) e Danzatori e orchestrali (1998). Con la meridiana ha pubblicato Un potere più grande
(2010).
V
FESTE PATRONALI
• VENERDÌ 24 AGOSTO
20:00: CONCERTO BANDISTICO CITTA' DI SURBO
Piazza Libertà
• SABATO 25 AGOSTO
RADUNO PARTECIPANTI ALLA CAVALCATA DI S.
18:00
ORONZO - Area mercatale
CONCERTO BANDISTICO CITTA' DI BISCEGLIE
20:00
Piazza Libertà
• DOMENICA 26 AGOSTO
19:00
PROCESSIONE E CAVALCATA dalla Concattedrale
GRAN CONCERTO LIRICO "GRECìA SALENTINA"
20:00
Piazza Libertà
24:00
FUOCHI PIROTECNICI (Ditta PIROSUD di Latiano)
Foro Boario
• LUNEDÌ 27 AGOSTO
PREMIAZIONE DEI CAVALIERI DELLA "CAVALCA19:00
TA” - Piazza Italia
20:00
GRANDE ORCHESTRA DI FIATI CITTA' DI CONVERSANO - Piazza Libertà
RON in concerto (ingresso gratuito) - Foro Boario
21:00
“Oltre per amore” di Maria Colacicco
errà presentato giovedì 30
agosto alle 21, nel Chiostro del
Comune, il volume "Oltre per amore" della prof. Maria Menna Colacicco, appena pubblicato dalla casa editrice Albatros Il Filo.
È la storia di due donne del Meridione che, deluse da un amore
sofferto e tormentato, trovano nella volontà tenace il coraggio di ribellarsi e di rompere con la legge e
con l'atavica cultura che le vuole
sottomesse e silenziose.
Maria e Francesca, le protagoniste, seppure per vie diverse, alla fine riusciranno a superare lo steccato e ad andare "oltre per amore".
La narrazione, che tocca il suo apice negli anni del boom economico, si intreccia con gli avvenimenti storici del
tempo e si dipana con essi sotto la spinta di un processo evolutivo che vede coinvolta tutta la società italiana.
Fra i temi trattati nel romanzo: l’evoluzione sociale e l’affrancamento delle donne dal peso di severissime costri-
zioni sociali; l’attenzione al mondo del lavoro
e il passaggio dalla società agricola a quella
industriale; il profondo legame con la propria
terra, che si esprime attraverso ricordi, memorie, testimonianze e segreti condivisi.
Maria Menna Colacicco è nata ad Amorosi
(BN). Laureata in Lettere, ha insegnato nella
scuola media inferiore e nei licei classico e
scientifico.
Direttrice del periodico ostunese culturale
"Orizzonte", ha collaborato con testate giornalistiche locali e ha vinto diversi premi letterari. Ha pubblicato La nonna racconta (Grafischena, Fasano 1977), Favole e realtà, ovvero la favola come documento storico (Grafischena, Fasano 1981), Il cantastorie del
Sud (Artigrafiche Pugliesi, Martina Franca
1987), Pensieri in blue jeans (Neografica, Latiano
1996), Dai templi di Estia (Poligrafica Ruggiero, Avellino
2003), Magia del tempo che fu (Poligrafica Ruggiero,
Avellino 2007).
Molteplici, quindi le sue attività nel campo della cultura
e della promozione sociale.
L’ a n g o l o d e l l a p o e s i a
Proseguiamo la pubblicazione delle poesie
premiate nel terzo concorso dedicato alla memoria di Antonio Sallustio. Questi versi sono di
Maria Cristina Salonna, della IV B del Liceo
Scientifico.
I giovani poeti parteciperanno, sabato 29 settembre alla Biblioteca comunale, al "talent
show" di poesia "L'attimo fuggente".
Rinascere con te
Ti aspetto seduta in cima ad una montagna,
avrai il coraggio di venirmi a cercare?
Sembra il gioco che facevamo da piccole
e io ho tanta voglia di fuggire.
Ti aspetto seduta in fondo al mare,
sapendo che non mi lascerai morire,
che prima o poi mi tenderai la mano,
permettendomi di respirare.
Ti aspetto seduta nel mio giardino:
un fiore di Dafne ho in mano per te,
non ti vorrei in nessun altro modo.
Mi importa solo che tu sia con me.
Ti aspetto seduta ai margini del cielo:
vedo i tuoi occhi brillare;
stai raggiundendomi adesso
per ricominciare a volare.
Nozze
Il 28 luglio scorso nella Concattedrale di
Ostuni si sono uniti in matrimonio
ROSA GENIS e
GIACOMO SCATOLINO
Ha celebrato il Sacerdote don Joan Prat.
Ai due sposi, ai loro genitori Jaume e Maria Teresa, Luciano e Wanda, alle sorelle
Adela Genis e Sara Scatolino i nostri migliori auguri.
9
RICORDI
agosto/settembre
2012
ARCIDIOCESI BRINDISI-OSTUNI
Convegno ecclesiale diocesano
“LA PARROCCHIA: POPOLO SACERDOTALE, PROFETICO,
REGALE A SERVIZIO DEL VANGELO”
S. Giovanni Rotondo, 28-30 Agosto 2012
• MARTEDÌ 28 AGOSTO 2012
11.00-12.00 Arrivi, accoglienza e sistemazioni
12.15 Celebrazione Eucaristica
13.00 Pranzo / Riposo
16.00-19.30 Introduzione ai lavori
Lectio divina guidata da don Alberto Diviggiano
Pausa
Tavola Rotonda con don Giuseppe Apruzzi, Maria Tondo, fra Daniele
Moretto, Franco Colizzi e Danilo Di Leo; moderatore Giovanni Morelli
20.00 Cena
• MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2012
7.30 Lodi
8.00 Colazione
9.00 Relazione: Prof.ssa Annalisa Caputo - Dibattito in assemblea
10.45 Intervallo
11.00 Inizio lavori nei Laboratori
ANN IV ERSA RI
Un anno fa terminava il suo cammino terreno il
Rag. MICHELE COPPOLA
La malattia aveva aggredito e sconfitto un
corpo che sembrava invincibile per la sua imponenza.
A me piace rivedere
Michele in questa foto
che rappresenta un periodo dinamico, laborioso e vivace della vita di Michele. Aveva ricoperto molte cariche pubbliche fino a quella di
Sindaco della Città di Ostuni ed anche per questo era un amico autentico, sincero ed onesto
della cittadinanza. Aveva una vasta cultura e discuteva di ogni cosa con competenza e capacità.
Era un uomo buono; chi gli è stato vicino sicuramente non l’ho mai visto nervoso, inquieto o teso, neanche nei momenti più difficili; mostrava
una eccessiva tranquillità persino quando si prospettavano le inevitabili “sconfitte elettorali”.
Era un uomo signorile, sportivo e sensibile alle
molteplici necessità della sua gente.
Il suo nome resterà incancellabile nel libro della
vita e nel ricordo di tante persone.
26 luglio 1989
Anniversario della morte di
NUCCIO
SEMERARO
26 luglio 2012
2007
Ricorre l’anniversario della scomparsa di
VERA
SUMA
vedova Aprile
Vivo nel ricordo della
dolcezza e dell’infinito amore che solo una
mamma sa donare.
Natalia
2012
«Il tuo cuore ci ha tanto amati, il tuo animo da lassù ci aiuti a restare
sempre uniti nel tuo ricordo»
Ing. PIETRO MINETTI
Il dolore per la perdita di una persona cara è sempre grande e irremovibile. La
sofferenza, però, aumenta ogni qualvolta
si pensa o si percorre la sciagurata strada
della morte, cioè la Statale 16: malgrado
le innumerevoli lamentele e le continue
proteste, gli antichi cipressi continuano a
vegetare ai bordi della carreggiata ed in
vari tratti le radici superficiali hanno
gonfiato l’asfalto formando dei piccoli
ma pericolosi dossi. Il guard rail sistemato in più punti non attenua ma aumenta il pericolo. A questo punto, piangere ancora o scrivere parole di dolore per Pietro o per qualunque altro dei tanti morti, appare quasi retorico ed inopportuno:
riteniamo sia più importate rivolgersi direttamente agli automobilisti che percorrono la Strada Statale 16 Ostuni-Fasano: ponete la
massima attenzione, non trascurate o sottovalutate la eccessiva pericolosità e usate tutta la vostra intelligenza e la massima accortezza con ogni prudenza; eviterete che si pianga per altri inutili lutti.
Pietro lo custodiscono nel loro cuore la figlioletta Roberta e la moglie Sandra; i genitori Ciccio e Maria; Mina, Angelo, Enza, Anna;
Tea e Saverio e tutti i famigliari.
Per Pietro una Santa Messa di suffragio verrà celebrata domenica 16 settembre 2012 alle ore 19,00, nella Chiesa di S. Maria delle Grazie.
13 agosto 2010
In ricordo del
23 anni sono passati in un
attimo, anche perché sei
sempre nei nostri cuori e
non possiamo dimenticarti:
tu, ora, dal cielo, dove ora
sei con gli angeli, vigili e
sei sempre accanto a noi per proteggere amorevolmente il nostro cammino.
Ma non ti dimenticano neanche tutti gli amici che hai
incontrato lungo la tua vita terrena e a cui tu rivolgevi il tuo sincero affetto, così come consideravi una
famiglia tutto il personale dell’Ospedale Civile che ti
ha sempre stimato per il lavoro che svolgevi disinteressatamente e con generosità.
Tua moglie Lina Palmisano, i tuoi figli Mimino e
Peppino, le tue nuore Caterina e Grazia, tuo fratello
Angelo, i tuoi nipoti ed i parenti che ti vogliono tanto bene.
4.9.2004
4.9.2012
16 settembre
13.00 Pranzo / Riposo
15.45-18.30 Preghiera di vespro nei Laboratori / Ripresa dei lavori nei
Laboratori
19.00 Celebrazione Eucaristica
20.00 Cena
21.30 Proiezione del film: "Il villaggio di cartone" di Ermanno Olmi
• GIOVEDÌ 30 AGOSTO 2012
7.30 Lodi
8.00 Colazione
9.00 Consegna delle camere
9.30 Presentazione della sintesi dei lavori dei Laboratori
10.45 Intervallo
11.00 Conclusioni dell’Arcivescovo
12.00 Celebrazione Eucaristica
13.00 Pranzo
15.00 Partenza per il ritorno
Info: www.diocesibrindisiostuni.it
13 agosto 2011
Gen. GIUSEPPE
LEGROTTAGLIE
Carissimo,
ricorre il secondo anniversario da quando sei
tornato alla Casa del Padre, ma il tempo non ha
minimamente alleviato
il dolore del distacco.
Il tuo perenne ricordo, la
tua anima sorgente di
dolori intramontabili, il
tuo amorevole sguardo dall’alto continuano ad
impreziosire la nostra casa ed a guidare i passi dei
tuoi cari. “È di notte che è bello credere nella luce” e noi abbiamo tutta la tua luce per credere nella tua presenza ancora tra noi.
Grazie per quanto ci hai dato e continui a darci.
Con immutato affetto
la moglie e i figli
18/08/2009
18/08/2012
GIUSEPPINA
MATARRESE
La morte non è niente.
Sono solamente passata
dall'altra parte:
è come fossi nascosta
nella stanza accanto.
Asciuga le tue lacrime
e non piangere se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
I figli in ricordo della Mamma faranno celebrare una
Santa Messa presso la Chiesa dei Cappuccini sabato 18
agosto alle 18.30.
’ scomparso nella sua casa di Ceglie Messapica
il 6 agosto l’ex Consigliere regionale ed ex Sindaco di Ceglie Mario Annese, che tuttora ricopriva
la carica di Presidente del Consiglio Comunale.
Annese era stato un esponente di spicco dell’area
della Democrazia Cristiana che faceva capo a Giulio Andreotti, ed anche nell’attuale centro-destra
manteneva un’autorevolezza ed un’autonomia di
pensiero che gli era
stata sempre riconosciuta anche dai più
accaniti avversari politici.
Anche in Ostuni negli
anni settanta e ottanta
e nei primi anni novanta molti esponenti
della Democrazia Cristiana ne condivisero
il percorso politico.
18 giugno 2012
In ricordo di
sposata Valente
che il 18 giugno 2012 il destino crudele ti ha portata via!
Sono solo e malinconico. Per
me eri tutto: la gioia, la vita,
la stella che illuminava il cammino della mia esistenza.
Ti ho amata, ardentemente,
hai fatto pulsare il mio cuore.
Avrei voluto, eternamente,
passare con te tutte le ore.
Di te ho pieno l’animo e la mente.
Quando eri triste, avevo gran dolore;
eri sempre sofferente,
pregavo per te il “mio Signore!!
La malattia l’accettavi serenamente;
infondevi a me coraggio con amore;
la tua vita scorreva lentamente,
tra medicine, visite e dolore!
Per me eri tutto, e anche pia,
eri sempre “garbata e bella”;
tanti anni fa mi dicesti: “SI”;
eri per me “La vita, Tina mia”!
1996
26 agosto
2012
FRANCESCA
è sempre presente
nella nostra anima e
nel cuore di quanti
l’hanno amata; di
lei non è rimasto
soltanto un lontano
ricordo, ma la certezza della sua sopravvivenza, della
sua salvezza e felicità.
È la memoria che riesce a tenerla in vita come tutti i volti delle persone amate.
Come avviene da sedici anni, lunedì 27 agosto 2012, alle ore 17,00, presso la Cappella
dell’Istituto “Il Focolare”, Mons. Don Cosimo Argentieri celebrerà una Santa Messa in
suo ricordo.
Paolo, Meriana e Federica Caroli
10 settembre
2012
15 agosto 2012
3 settembre 2009
Ricorre il 1° anniversario
della dolorosa scomparsa
dell’indimenticabile
MASSILIANO
PECERE
Sembra incredibile che il
tempo passi così velocemente; eppure basta guardare indietro per rivivere quell’attimo triste e disperato che ti separò da noi: tu, caro Massimo, continua a guidarci da lassù e donaci la forza e il
coraggio per continuare ad andare avanti.
Ogni giorno il nostro pensiero è rivolto a te, il tuo
sguardo gioioso e pieno di vita, è fisso sui nostri occhi,
certi che il tuo cuore di amore intenso continua a palpitare nei nostri e mai potrà separarci.
Mai ti dimenticheremo, ora sei il nostro angelo che
continua a vivere in mezzo a noi.
La mamma Carmelina, i fratelli Titino e Vito, la cognata Mina, i nipoti Carmen, Francesco, Roberta e Simone, insieme agli zii, cugini e amici tutti Lo ricordano
con una Messa in suffragio che sarà celebrata giovedì
16 agosto, alle ore 19,00, nella chiesa parrocchiale di
S. Maria delle Grazie.
3 settembre 2012
Nel terzo anniversario della nascita al cielo del
parroco e Canonico del Capitolo Concattedrale
Mons. COSIMO
LEGROTTAGLIE
i famigliari, gli amici, i fedeli della Parrocchia
Santuario Santi Cosma e Damiano e i movimenti
ecclesiali lo ricordano con infinito affetto.
Sacerdote umile e obbediente, nella sequela e nell’amore alla Chiesa ha fatto esperienza di una feconda paternità che si è espressa nella fraternità della vita quotidiana della parrocchia e nell’accoglienza gioiosa dei multiformi
doni dello Spirito Santo. Nella semplicità della vita comunitaria, ogni giorno ha insegnato a intere generazioni di giovani cosa significa amare Cristo
attraverso la Chiesa, che abbiamo imparato a vivere non come una organizzazione ma come la nostra famiglia in cui nessuno era estraneo.
Geloso custode del tempio edificato dal compianto don Andrea Melpignano,
ne ha continuato l’edificazione non solo nella struttura e negli ornamenti ma
nella costruzione di legami fondanti per la vita comunitaria e personale.
Uomo di profonda cultura, ci ha insegnato ad amare la musica e ci ha ammaestrato con semplicità alle complesse verità della fede.Ora che sei nel cielo, prega per noi la Madonna della Nuova perché la tua azione sia continuata con la stessa purità.
«Non si perdono mai
coloro che si amano,
perché possiamo amarli
in Colui che non si può perdere»
Ricorre l’anniversario della morte del
Prof. TITINO
IACOVAZZI
15 agosto 2011
Lo Scudo si unisce al
cordoglio per la sua
scomparsa.
«Signore, volgi lo sguardo verso di lui,
illumina il suo volto e donagli pace eterna»
IMMACOLATA
(Tina) SARTORE
L’immagine di
2004
E
Cordoglio per
Mario ANNESE
Uomo onesto e virtuoso, paziente e pacato
che ha dedicato la propria vita alla famiglia ed alla scuola verso cui
è stato sempre molto attento, scrupoloso e diligente.
Il suo sorriso sereno era segno di immensa fiducia verso gli amici e
in coloro che gli erano accanto.
La moglie Vita, con infinito affetto, eleva preghiere perché possa godere della pace eterna.
28.8.2011
28.8.2012
E’ passato un anno da
quando vive nella Casa del
Padre
FRANCESCO
BUONGIORNO
Indimenticabile il suo
buon umore e la gioia di
vivere. Il suo amore per la
cara sposa era infinito e dolcissimo.
Gli amici erano un ragione di vita per cui bisognava
rispettarli e dare loro tutta la cordialità possibile.
Lo ricordano con infinito affetto la moglie Antonietta, il figlio Giuseppe con Pasqualina e gli adorati
nipoti Francesco Mimmo e Flavia.
10
CRONACA
BREVE
agosto/settembre
2012
Calcio: l’Ostuni in Promozione
La
squadra di calcio dell’Ostuni si è regolarmente iscritta al campionato di Promozione dopo il primo posto nella scorsa stagione in Prima Categoria.
L’avvocato Luca Marzio resta Presidente affiancato dal Vice Marco Calò e dal Direttore Generale Angelo Scarongella e del Segretario Angelo Brescia.
Allenatore sarà Antonio Ciraci coadiuvato da Nino Laveneziana; i due concittadini
ex giocatori di serie B saranno affiancati dal prof Luca Valente in qualità di preparatore atletico.
Il campionato partirà il 16 settembre e faranno parte della squadra molti ragazzi
ostunesi, tra loro anche nati negli anni 1994, 1995 e 1996. Un progetto sociale che
tiene ovviamente conto dei tempi non certo felici dal punto di vista economico ma
che, si spera, beneficerà del contributo di numerosi sostenitori, che potranno anche
usufruire della detraibilità fiscale dei contributi alle società sportive dilettantistiche.
Si spera che i giallo-blu ostunes possano essere protagonisti in positivo anche in
questa stagione.
E’ in preparazione inoltre un volume ricco di foto, ricordi, statistiche e testimonianze
del nostro Tonino La Centra che riproporrà la storia del calcio ad Ostuni, che uscirà
nelle prossime settimane.
ANCHE UN PEZZO
DI OSTUNI
ALLE OLIMPIADI
Il
Assi Ostuni: quale campionato?
di Domenico Moro
inviato alla società ostunese solo il 2 agosto.
Stanno per concludersi a Londra i
L’Alta Corte di Giustizia del CONI è il masGiochi della XXX Olimpiade.
simo esponente di giustizia sportiva le cui
Sono tre le notizie che, in qualche
sentenze sono inappellabili; inoltre ha una
modo, riguardano sia le gare che
specifica competenza sulle iscrizioni delle
Ostuni: siamo felicissimi per le due
società professionistiche di calcio e basket.
medaglie, l’oro a squadre e il bronQuesto è l’unico tribunale in grado di decizo individuale, conquistate da Vadere questioni così delicate come quella
lentina Vezzali. La fiorettista portadelle esclusioni dai tornei professionistici;
bandiera dell’Italia è sposata con
nella passata stagione successe una situaDomenico Giugliano, calciatore che
zione quasi analoga alla Reyer Venezia che
ha giocato anche nell’Ostuni, e lei al
fu ammessa in Lega A proprio dall’Alta Cortempo ha soggiornato, assolutate di Giustizia del CONI pochi giorni prima
mente in incognito, in un bed&bredell’inizio della stagione sportiva.
akfast di Corso Vittorio Emanuele
La nostra società aveva pagato i contributi
per ben 4 mesi.
dei tesserati con due giorni di ritardo ma priUno dei tedofori che hanno corso
ma del consiglio federale; questo non era
con in mano la fiaccola olimpica a
stato sufficiente ad evitare l’esclusione che
Londra è stato l’ostunese Vittorio
a tutti è sembrata una decisione molto peBrandi; il nostro concittadino Pieransante per un esiguo ritardo.
gelo Buongiorno, studioso di AntichiNuovo riconoscimento internazionale per il foIntanto l’Assi Basket ha la necessità di trotà Classica e di Diritto Romano è
tografo ostunese Salvatore Valente, inserito
vare una nuova organizzazione societaria
stato fra i relatori di un convegno tecome "Best 2012 Photograph" nell'"Award
che sia principalmente solida e che possa
nutosi proprio durante i Giochi nella
Photo Contest American 2012", negli Stati Unidare una tranquillità a tutti indipendentecittà di Olimpia con un intervento sul
ti. Il premio gli giunge per la splendida immagimente dal campionato che si andrà a giocatema: "Modelli ideologici e culturali
ne dell'"Aurora a Varanasi" inserita nel suo rere, anche se i nomi per la prossima stagiofra l'esperienza olimpica antica e
portage sull'India del 2011. Fino al 2 settembre
ne non mancherebbero, però è normale
moderna".
si potrà visitare, nell'atrio del Palazzo Cirignola
che prima di tutto bisognerà mettere in chiaComplimenti a tutti loro: speriamo
in Corso Mazzini ad Ostuni la sua mostra "Vitero i programmi, la disponibilità economica e
che, tra quattro anni a Rio de Janeinam, poesia della natura" con le bellissime fogli obiettivi. Quest’ultimo ricorso rallenta il
ro, possa anche gareggiare qualche
tografie da lui realizzate nel Paese asiatico che
creare la nuova squadra con i tempi tecnici
atleta proveniente dalla nostra città,
ancora oggi tutti ricordiamo per le drammatiche
che ormai sono strettissimi, dovendo già a
come è accaduto per i vicini centri di
fasi della guerra in Indocina, ma che rappremetà agosto iniziare la preparazione preMesagne e Mottola.
senta un ricchissimo universo da scoprire.
campionato.
Per ora in casa Assi vi è una sola certezConcerto di Stella Grande
za, che il 30 settembre vi è l’esordio in
campionato al Pala Gentile contro il Monon il patrocinio del Comune di Ostuni, Assessorato alle Attività Produttive, verrà ritegranaro.
proposto mercoledì 29 Agosto alle 21,00 sulla Scalinata mons. Antelmi un concerAnche questa estate siamo costretti a percorrere la strada Provinciale Ostuto di musica popolare con il gruppo “Stella Grande & Anime Bianche” anticipato dall’esini-Villanova, nel tratto che va dal ponte ferroviario fino alla nuova rotonda, cobizione del gruppo folk “Gli Sventurati Band”. Il concerto fu rinviato il 24 luglio per un
sì come l’abbiamo percorsa per alcuni anni addietro. Il manto stradale è comnubifragio. Stella Grande è una delle voci della Orchestra de La Notte della Taranta. Lo
pletamente disse-stato; s’era sperato che con la costruzione delle due nuove
spettacolo è frutto di una sapiente alchimia tra tradizione popolare salentina e ritmi più
rotonde tutto sarebbe stato sistemato, invece… Perché i lavori vengono reacontemporanei, tra testi che possono essere considerati ormai dei classici e canzoni
lizzati al rallentatore? Quando verrà sistemato anche quel tratto? Oppure è un
Mensile Cattolico d'Informazione
che trattano problematiche attuali. Il concerto è gratuito.
sistema per costringere gli automobilisti a rispettare il limite di velocità di 50
Anno
XCI - Numero 8/9 - AGOSTO/SETTEMBRE 2012
all’ora? Ma così come è la strada si marcia molto… ma molto più a rilento!!!!
Corso G. Garibaldi, 129 - 72017 Ostuni (Br)
* * *
Chissà perché diventa difficile accorgersi di alcune semplici cose! Via GiovanTel./Fax 0831.331448
Con grande gioia e soddisfazione l’avv. Luigi Manna e sua moglie Rosalba Parisi partecipani XXIII lungo il tratto prospiciente la Villetta di Padre Pio e del Campo [email protected]
no a parenti ed amici la Laurea specialistica in Economia e Amministrazione delle Imprese
tivo, gli oleandri emettono abbondanti polloni che, non tagliati, a causa del
Part. IVA 00242540748
vento, ma direi, della scarsa educazione di chi percorre quel marciapiede, coconseguita l’11 luglio 2012 all’Università “G. D’Annunzio” di Pescara del proprio figlio
Associato UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
stituiscono ricettacolo di ogni sporcizia che se … chi di dovere, avesse occhi
ALESSIO ANGELO MANNA
Iscritto alla
per osservare, dovrebeb far ripulire giornalmente, così non daremmo una neFEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
Con la brillante votazione di 110/110 Alessio ha eguagliato il fratello Gabriele, già laureagativa reputazione ai forestieri.
Abbonamento annuo: € 20,00
to nell’anno 2009 al Politecnico di Torino in Ingegneria del Cinema e dei mezzi di comuEstero: € 50,00 - C.C.P. n. 12356721
nicazione.
Aut. Trib. Br n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673
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Sped.
in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46)
Il 12 luglio 2012 presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bari, con votazione
Al termine di notevoli sforzi e sacrifici ha coronato una
Art. 1, comma 1, S1/BR - Filiale di Brindisi
110 e lode, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza
parte importante della propria vita con una enorme sodAut. Filiale Poste Brindisi - Pubbl. inf. 45%
disfazione, avendo conseguito, con il massimo dei voti
VINCENZO D’AVERSA
(100/100), la maturità presso il Liceo Scientifico “PepeDirettore Responsabile: Ferdinando Sallustio
discutendo la tesi in Diritto amministrativo: “Nuove riflessioni sui motivi aggiunti nel CoCalamo” di Ostuni
dice del processo amministrativo”. Relatore: Prof.ssa Annamaria Angiuli.
PRESTIGIOSO PREMIO
per SALVATORE
VALENTE
C
settore agonistico della FIP ha provveduto a comunicare alla società ostunese
che per la stagione 2012-13 l’Assi è stata
inserita nel campionato di DnB (ex B/2) ufficializzando anche la composizione del girone C del quarto torneo nazionale. Si dovrà iniziare il 30 settembre ritornando a giocare dopo un anno di esilio nel Pala Gentile di Ostuni.
Questo il girone in cui la Lega ha inserito
l’Assi Basket Ostuni: Agropoli, Francavilla
F., Monteroni, Trapani, Gaeta, Pescara,
Montegranaro, Martina F., Rieti, Roseto degli Abruzzi, Bisceglie, Bernalda e Corato;
sedici formazioni che dovrebbero dar vita al
prossimo campionato di DnB.
La formazione ostunese tornerebbe così
dopo quattro anni di campionati nelle categorie superiori con l’ultimo in Lega Due, a
giocare nel campionato di serie B.
Certo che la tifoseria gialloblu ha vissuto un
periodo che difficilmente cancellerà e che
rimarrà negli annali della storia della palla a
spicchi della città bianca, anche se in questo particolare momento è spaccata e in
parte delusa sulle decisioni della FIP.
Già da tempo il Sindaco Tanzarella, quale
massimo esponente della società ostunese
ripeteva “Andrò sino in fondo fino all’ultimo
grado di giudizio”. L’Assi Basket Ostuni ha
provveduto quindi ad inviare all’Alta Corte
di giustizia del CONI il ricorso avverso
l’esclusione dell’Ostuni dal campionato di
Lega Due che il Consiglio Federale sancì il
14 luglio scorso dopo verbale della Comtec,
. . . L O S C U D O H A N O TAT O
Lauree
Ma turi t à
I genitori Quirico e Giovanna con il fratello Gianvito, orgogliosi per il prestigioso traguardo raggiunto da Vincenzo, augurano al neo dottore un avvenire ricco di soddisfazioni ed
una brillante carriera.
***
Il 25 luglio 2012 si è brillantemente laureata in Medicina e Chirurgia nell’Università di Bari
SONIA TALIENTE
discutendo la tesi in Otorinolaringoiatria “Ossiculoplastica con cartilagine costale omologa nel trattamento dell’otite media cronica colesteatomatosa”.
Relatore: Chiar.mo Prof. Ignazio Salonna.
I genitori Angelo e Franca, i fratelli Daniela e Giovanni, i nonni e tutti i parenti e amici le
formulano i migliori auguri per un radioso avvenire.
O
Notizie flash
di Danilo Santoro
ltre trenta milioni di euro d’investimenti per finanziare 16 progetti dei Consorzi Aree di Sviluppo Industriale di Puglia. Alla provincia di Brindisi assegnati
7,4 milioni di euro per 5 interventi. Inseriti in questi fondi anche risorse economiche per il completamento della viabilità della zona industriale di Ostuni.
***
rave incidente stradale nei pressi dell’arteria stradale che collega Ostuni a Rosa Marina. Un sottoufficiale della Guardia di Finanza, Luca Romagna di
42 anni, a bordo del suo scooter ha tamponato un’auto dei Carabinieri. Il militare, che indossava il casco, ha
però subito un trauma cranico facciale ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale “Perrino” di Brindisi.
Sulla dinamica dell’incidente indagano gli agenti del
corpo di Polizia Municipale di Ostuni.
***
oppia operazione degli uomini del Commissariato
di Pubblica Sicurezza di Ostuni, guidati dal Dott.
Francesco Angiuli. I poliziotti hanno tratto in arresto Al-
G
D
ANTONELLO NACCI
Il giovane che, nei suoi anni scolastici, ha messo in atto tutte le sue energie con gioia ha raggiunto la desiderata meta ed ora manifesta la sua soddisfazione con la certezza e la serenità di poter affrontare il futuro pur con le sue inevitabili difficoltà. Antonello ha
superato brillantemente un esame che apparentemente sembra semplice e
naturale, ma che in realtà espone qualsiasi giovane, ed Antonello in particolare, ad una dura prova che lascia un incancellabile segno nella propria vita.
La mamma Caterina ed il papà Peppino dopo questa non semplice esperienza di Antonello, si sentono fieri ed orgogliosi del risultato raggiunto e auspicano un brillante futuro ricco di grandi ed abbondanti soddisfazioni.
I nonni e la zia augurano ogni bene per l’amato nipote.
fonso Lacorte, 32 anni, di Carovigno, già noto alle forze dell’ordine, e l’ostunese Michele Pastore, anch’egli
con precedenti . Lacorte è stato sorpreso mentre, dalla sua auto, davanti a un noto bar di Carovigno, cedeva dosi di cocaina del peso complessivo un grammo a
due tossicodipendenti. I due assuntori sorpresi insieme
al trentaduenne sono stati identificati e segnalati all’autorità giudiziaria. Su disposizione del pubblico ministero Luca Buccheri, il 38enne (difeso dall’avvocato Cosimo De Leonardis) è stato trasferito nel carcere di Brindisi. Per Michele Pastore, invece, le manette sono
giunte dopo un controllo in una strada di campagna di
contrada Salinola a Ostuni, mentre era a bordo di una
Fiat Punto risultata poi essere senza assicurazione.
Pastore è stato trovato in possesso di una dose di cocaina del peso di 0,5 grammi. Nella sua abitazione, invece, ce ne erano altri tre più tutto l’occorrente per il
confezionamento.
***
orre Pozzelle prova a ritagliarsi uno spazio importante all’interno dello scenario naturalistico della costa ostunese. Il merito è dell’iniziativa è del delegato locale di Sel Mario Liso. Quasi 4000 mila firme a sostegno dell’istituzione di un Parco Naturale. La petizione è
stata consegnata al sindaco di Ostuni Domenico Tan-
T
zarella. «Il Parco, prendendo in considerazione l’area
individuata come Sito di Interesse regionale (SIR) - dichiara Liso - avrebbe un’estensione di 538 ettari, e sarebbe caratterizzato dalla presenza di habitat da tutelare perché di interesse comunitario e in via di estinzione come le dune costiere con ginepri, le steppe salate mediterranee».
***
orse un cocktail di troppo, oppure l’eccessiva esuberanza o l’errata consapevolezza di sentirsi padroni del proprio territorio. Rosa Marina è ancora una
volta vittima, forse, dell’eccesso di benessere che
nuovamente si manifesta attraverso le “imprese” di
nottambuli, discoli, e balordi talvolta pericolosi, che
mettono a soqquadro la tranquillità del villaggio. L’ultimo episodio vede protagonisti alcuni minorenni, tutti residenti estivi di Rosa Marina. Senza nessun timore si
sono impossessati arbitrariamente del trenino navetta,
che collega alle spiagge, danneggiando i sedili che sono stati squarciati con dei temperini. L’intervento della
Polizia, e prima ancora del servizio di vigilanza privata
interno al villaggio, è servito per identificare i sei minorenni, consegnati subito alle loro famiglie, che per evitare ulteriori guai giudiziari ai figli si faranno carico dei
danni recati ai mezzi.
F
Redazione
Enza Aurisicchio - Dino Ciccarese - Gianfranco Ciola
Domenico Colucci - Paola Lisimberti
Gianmichele Pavone - Alfredo Tanzarella jr.
Hanno collaborato a questo numero:
Mimino Anglani - Agostino Ciraci
Antonio Greco - Sandro Massari
Giacomo Mindelli
Domenico Moro
Danilo Santoro
Carmine Specchia
Franco Sponziello
Direttore Amministrativo: Armando Saponaro
Foto della testata:
Fotolandia di Giuseppe Cisaria - Ostuni
Impaginazione: Roberta Iaia
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196/2003 e dell’art. 10 Legge
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LO SCUDO agosto-settembre 2012 - Arcidiocesi di Brindisi