NOTIZIARIO D ELL’ASSOCIAZIONE A MICI D I S AN V INCENZO A L V OLTURNO O NLUS
Anno I I - N .3 Gennaio-S
Settembre 2006 - S pediz. Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04) art. 1 Comma 2 - D.C.B. IS
EDITORIALE
gni anno, nel Molise, Associazioni e Pro Loco organizzano
sagre, feste, manifestazioni:
alcune interessanti e di buon
livello, altre lodevolmente protese alla
valorizzazione di tradizioni popolari,
attività, artigianato e prodotti locali,
molte di tipo “godereccio e mangereccio”, talune del tutto discutibili.
Così, per qualche giorno, al massimo
per qualche settimana, si interrompe la
monotonia e la decadente solitudine della vita di ogni giorno.
Ma tanto impegno, tranne poche eccezioni, non riesce a migliorare l'economia
della comunità locale né a valorizzare il
patrimonio culturale ed ambientale del
Molise. E di questo insuccesso cittadini,
amministratori e politici dovrebbero
chiedersi seriamente il perché.
Certamente non perché nel Molise manchino richiami culturali ed ambientali.
Basti ricordare:
- il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio
e Molise; - le sorgenti del Volturno,
Trigno e Biferno; - i massicci delle Mainarde e del Matese; - le riserve MAB di
Collemeluccio e Colledimezzo; - i tratturi; - la costa marina da Petacciato a
Campomarino; - l'Abbazia benedettina
di San Vincenzo al Volturno e Santa
Maria di Canneto; - il castello Pandone
di Venafro; - il giacimento Paleolitico
della Pineta di Isernia; - il teatro dei
Sanniti di Pietrabbondante; la millenaria
Fonderia Marinelli di Agnone; - i manufatti in acciaio di Frosolone; - Sepino
con i suoi resti; - Termoli con il borgo
marinaro; - Campobasso con la Sagra
dei Misteri; - Bojano, Larino, Trivento
con la loro storia antica; - gli insediamenti sannitici (Monte Vairano); - i castelli del Molise; - i tanti paesini con i
loro centri storici ove, tra vicoli e piazzette, sono custoditi ricordi e segni di
una civiltà antica.
Non perché manchino organizzazioni
dedite alla promozione della cultura,
dell'arte e dell'ambiente (purtroppo, però, ognuna con un suo obiettivo e senza
un raccordo o collegamento con le altre): alcune già presenti da anni, altre,
come la nostra, nate da poco.
Delle tante operanti sul territorio moli-
CONTRIBUTI
CONCERTO
L'Associazione “Amici di San
Vincenzo al Volturno” (onlus)
ringrazia gli Enti, le Aziende e i Soci
per il loro contributo:
Istituto Banco di Napoli
Fondazione - Napoli
Provincia di Isernia I.P.P.C.
Regione Molise
Assessorato al Turismo
Caseificio Fratelli Pallotta
Capracotta (IS)
Castellina S.p.A.
Castelpizzuto (IS)
Farmacia “S. Lazzaro” (IS)
Sen. Lello Lombardi (IS)
Domenica 15 ottobre 2006
ore 16,30 nella Abbazia
di S.Vincenzo al Volturno
dopo la Santa Messa
celebrata da S.E. l’Abate di
Montecassino Bernardo D’Onorio,
il gruppo vocale
POLYPHONIA
del M° Michele Gennarelli
di Riccia eseguirà la Messa
di Giovanni P.L. da Palestrina.
SAGRE E FESTE
PA E S A N E
DINO RICCI
O
Coordinamento artistico della
sig.a Alessandra Rossi
CORSIVO
S. VINCENZO
ED IL MONDO DELLA S C U O L A
L'Abbazia di San Vincenzo al Volturno (ASVV)
é stata oggetto, già da alcuni anni, di attenzione, ricerche, studio, visita da parte di insegnanti ed alunni. Accanto al lavoro umile, silenzioso, importante e prezioso di molti insegnanti di
scuola elementare (soprattutto dei plessi scolastici dell'Alta Valle del Volturno),vanno ricordati:
- la realizzazione (2004) di un cd da parte degli
alunni della Scuola media di Cerro al Volturno
coordinati dalla prof.ssa Alessandra De Caprio;
- la realizzazione (2003) di un cd da parte degli
alunni della II classe dell'ITIS "E. Mattei" di
Isernia, coordinati dalla prof.ssa Elina Tinaburri, insegnante di lettere.
Nell'ultimo anno scolastico (2005-2006), tre
progetti culturali hanno contribuito a rendere
più noto e familiare agli alunni della scuola
molisana la storia, l'arte, la cultura , la vita ed
il ruolo dell'ASVV. Il primo è un lavoro della
sezione del Classico dell'I.S.I.S.S. “A. Giordano” di Venafro, svolto nell'ambito di un progetto che ha come tema “Il Monachesimo benedettino nell'Alta Valle del Volturno” ed ha
visto impegnati alunni ed un gruppo di docenti
(coordinati dalla prof.ssa Ida Di Ianni) di
Storia, Latino e Storia dell'Arte. Il secondo, è
un lavoro coordinato dalla prof.ssa Anna
Zarlenga, svolto dagli alunni della classe II C
del Liceo Socio-Psico-Pedagogico dell'I.S.I.S.S. “V. Cuoco” di Isernia. Il lavoro, corredato da una bella serie di immagini, racchiuso tra presentazione e conclusione, parla del
quadro storico, degli aspetti religiosi e culturali e delle testimonianze artistiche dell'ASVV. Il
terzo - organizzato dal “Circolo dei Lazzari” di
Termoli, in collaborazione con Regione Molise-Assessorato al Turismo, Direzione scolastica Regionale, CCIA di Isernia, DiesseDidattica e Innovazione Scolastica
- proposto sottoforma di 10
domande, a risposte multiple,
corredato da libretto e poster con
notizie storico-culturali riguardanti la storia dell'ASVV, ha
avuto il merito di coinvolgere
tutta la Scuola secondaria di II
grado del Molise e di condurre
una cinquantina di studenti premiati presso la Basilica
dell'ASVV, ove sono stati accolti dall'Abate Bernardo D'onorio di Montecassino.
Dino Ricci
CHRONICON Terzo Millennio
1
sano, alcune sono iscritte nel registro regionale delle Associazioni culturali e solo poche nel registro delle O.N.L.U.S.:
6 in provincia di Isernia, la maggior parte con finalità di tutela della natura e dell'ambiente; 7 in provincia di Campobasso, di cui solo 2 con finalità di tutela
e promozione della cultura e dell'arte.
Ma se - nonostante la disponibilità di un
patrimonio culturale ed ambientale, a
volte con i caratteri della unicità in Italia
e nel mondo, la presenza di associazioni
e le iniziative delle Pro Loco - i risultati
(in termini di valorizzazione e ricaduta
economica) non sono significativi, dovranno pur esservi delle ragioni.
A mio modesto parere, tre di esse sono
tra le più importanti:
- la mancanza, nella maggior parte della
popolazione, di una cultura e di una consapevolezza adeguata del valore dei beni
culturali ed ambientali;
- la propensione alla rinuncia, soprattutto dei giovani, ad investire in impegno,
speranze ed energie in questo settore;
- la mancanza di un serio progetto politico disposto ad investire e creare occupazione nel settore dei Beni culturali ed
ambientali, capace di trovare risorse finanziarie, creare infrastrutture, avviare
corsi di informazione, educazione e formazione professionale nel settore alberghiero, della ristorazione, del commercio e dell'artigianato.
Solo in presenza di un progetto organico, tutto il variegato patrimonio dei Beni
culturali ed ambientali del Molise potrà
essere offerto come interessante itinerario turistico-culturale e come cornice di
riferimento alle varie sagre e feste paesane; solo così, forse, si potrebbe richiamare ed incoraggiare a rimanere, per
qualche giorno in più, un numero più significativo di visitatori.
Alla colpevole disattenzione sull'importanza di tale progetto ha fatto riferimento anche il Presidente Michele Iorio, l'11
novembre 2005, in occasione della presentazione (da parte del Circolo dei Lazzari di Termoli, in collaborazione con la
Regione Molise, Assessorato al Turismo, Direzione Didattica Regionale, Camera di Commercio di Isernia) del progetto culturale, destinato agli studenti di
Scuola Media Superiore del Molise, “La
città monastica d San Vincenzo al Volturno: incontro, convivenza e sviluppo
di civiltà”.
Ai Beni culturali, considerati come Museo esteso su tutto il territorio, ed alla
necessità che siano collocati al centro di
un progetto di valorizzazione e di sviluppo culturale e socio-economico, la
2
CHRONICON Terzo Millennio
Provincia di Isernia ha dedicato il convegno del giorno 9 gennaio 2006, organizzato nel contesto delle manifestazioni celebrative del quarantaseesimo anniversario della istituzione della Regione
Molise.
In questa occasione, autorevoli studiosi
e relatori hanno sottolineato l'importanza del patrimonio culturale presente sul
territorio e lo stesso governatore Iorio ha
ribadito la necessità di un più incisivo
impegno politico.
Alle luce di quanto sopra, si rafforza la
necessità che le Associazioni culturali
siano coordinate nel loro impegno volto
a promuovere la cultura, l'arte, l'ambiente. Per le Associazioni onlus si profila,
in più, anche il compito particolare di
sollecitare ed incalzare l'amministrazione pubblica, le istituzioni, la classe politica affinché non solo sia valorizzato il
patrimonio culturale, ma diventi anche
strumento di occupazione e di lavoro per
i giovani e di crescita economica per
l'intero territorio.
Con questo proposito è nata ed opera la
nostra Associazione che, a norma dell'art. 10 del D.L. n. 467/97, si è data il
compito di assicurare:
- tutela, promozione e valorizzazione dei
beni di interesse artistico e storico;
- promozione della cultura e dell'arte.
Essa, perciò, deve ricordare a tutti e ad
ognuno il dovere istituzionale di tutelare
e promuovere i Beni culturali ed ambientali ed il diritto di pretendere che
siano finanziate, in via prioritaria, tutte
quelle Associazioni che, come la nostra,
si offrono volontariamente e senza
scopo di lucro per aiutare a realizzare
quel compito nell'interesse della comunità e della società.
STORIA
IL M O N A C H E S I M O
BENEDETTINO
N E L MOLISE
NATALINO PAONE
Associazione “Amici di San
Vincenzo” ha commemorato
quest’anno i monaci uccisi
dai saraceni nell' 881 con un
incontro dei soci nella “Sala
Schuster” del Monastero; il tema ha riguardato 1a presenza dei Benedettini nel
Molise ed il discorso non poteva non
partire da San Vincenzo al Volturno per
il ruolo svolto da questo monastero in
una regione che, dopo la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, si
ritrova come all'indomani di una sorta di
tsunami: tutto distrutto, tutto da ricostruire. Come? Con quali mezzi? Secondo quali modelli economici, sociali,
culturali, politici, strutturali?
È vero, i Longobardi, qui presenti con il
Ducato di Benevento, definirono le circoscrizioni territoriali (gastaldati) che
affidarono a uomini di fiducia (gastaldi),
ma quei contenitori da soli non bastavano. Nel Mezzogiorno la stessa Chiesa di
Roma incontrava difficoltà nel governare le gerarchie: a Napoli il duca-vescovo
Atanasio intratteneva rapporti di affari
con gli infedeli e sul confine meridionale delle terre della Chiesa si ripetevano
le scorrerie longobarde. In questo quadro la valle dell'alto Volturno, presso il
triplice confine terre della Chiesa-ducato di Benevento-ducato di Spoleto e
attraversata dalle strade AdriaticoTirreno e Sora-Atina-Isernia, assumeva
una posizione strategica la cui importan-
L’
San Vincenzo al Volturno e il Portico dei Pellegrini (sec. XII)
za militare e politica è facile intendere
già a prima vista. Si spiega così anche
l'invito dell'abate di Farfa, Tommaso di
Morienna, ai tre principi fondatori
Paldo, Taso e Tato di abbandonare l'idea
della Francia e di ritirarsi invece presso
le sorgenti del Volturno, dove li aspettava un oratorio abbandonato. L'invito di
Morienna, com'è noto, fu condiviso dal
Papa in occasione della visita dei tre
principi alla tomba di San Pietro: due
particolari che fanno di San Vincenzo
una scelta non casuale e che spiegano
come il monastero abbia potuto raggiungere un rispettabile patrimonio ed una
forte notorietà già nel secolo VIII di fondazione longobarda, ma con la comunità monastica sottratta alla dipendenza
episcopale locale e legata direttamente
al pontefice che, tramite l'abate Attone,
inviò un messaggio di pace al re longobardo Astolfo. Una posizione di forza
che crebbe con Carlo Magno, il quale,
fermati i suoi soldati lungo il fiume
Trigno, fece di San Vincenzo il punto di
irradiamento della renovatio verso i
Bizantini e gli stessi Longobardi beneventani. Il salto di qualità fu di livello
europeo. San Vincenzo divenne una
città monastica con comunità mista di
monaci franchi e longobardi investita
dallo stesso Carlo Magno il 24 marzo
787 di un'ampia immunità, che comprendeva 1'esercizio sulle terre e sugli
uomini di un potere anche pubblico
San Benedetto in una iconografia
medioevale
Il Complesso di S. Maria delle Monache (IS)
molto forte. Un atto che gli storici definiscono costitutivo di una vera e propria
signoria fondiaria. San Vincenzo organizza tale signoria fondiaria in maniera
accentrata fino alla distruzione da parte
dei Saraceni nell' 881. Per circa un secolo questa signoria acquistò contorni speciali. Dal punto di vista delle strutture
architettoniche entrò nel filone dei grandi edifici di culto abbaziali che Carlo
Magno andò posizionando lungo l'impero a mo' di referenze nei confronti della
Chiesa di Roma, mentre attrezzate officine producevano oggetti di metallo,
alcuni decorati con smalto à cloisons
francese giunto così nel Mezzogiorno, le
fornaci assicuravano laterizi, unici esempi originali riemersi con gli scavi
recenti, le vetrerie fornivano vetri colorati, le fonderie fondevano campane. Su
un piano più squisitamente culturale, si
lavorò attorno alla nuova statuaria, all'epigrafia più accessibile, alla pittura e,
attraverso lo scriptorium, alla produzione di testi pregevoli come il Commentario dell'Apocalisse e gli scritti su Maria Mediatrice di Ambrogio Autperto, alla cui teologia rimandano le pitture murali visibili nella Cripta con la Madonna
Regina accanto al Figlio, al centro della
volta. Dopo la distruzione, la fuga dei
monaci superstiti ed il loro ritorno, la
vita riprese con modelli adeguati ai
nuovi tempi e alle esigenze della ricostruzione. Il patrimonio terriero fu infatti diviso in zone omogenee affittate con
contratto notarile che fissava le condizioni sottoscritte dall'abate, autorizzato
dai monaci, e dagli affittuari, i quali, se
servi, acquisivano la condizione di liberi. Lo stesso modello insediativo era originale e rimane alla base di quello
moderno: case costruite con orto; chiesa
e case abitate con rapporto non vassalla-
tico degli abitanti, presente invece negli
incastellamenti feudali: a Scapoli il
paese originario, fondato dall'Abbazia
nel 982 con un cappello di case sulla
testa della collina, conserva tuttora la
chiesetta di Santa Maria delle Grazie in
cima e le case attorno servite da un reticolo di vie; il feudatario, giunto in seguito, eresse la sua dimora sulla porta
sud, a cavallo del muro di cinta. II contratto era ventinovennale per consentire
piani di innovazione e conversione delle
colture. Ogni affittuario poteva vendere,
ma solo a chi risiedeva nel villaggio.
Un modello, quello di San Vincenzo,
che rimane uno dei più alti non solo per
il periodo medievale, perché tuttora, come promotore della civiltà universale
avanti lettera, rimane punto di riferimento per riflessioni e approfondimenti
dei nuovi modelli imposti dal mutare dei
tempi. Naturalmente, San Vincenzo va
visto come capostipite della presenza
benedettina nel Molise, perché questa
tra X e XII secolo si estese a tutta la
regione, dalle Mainarde all'Adriatico,
dal Sangro al Fortore con oltre 130 insediamenti tra monasteri, grance e fondazioni. Ciò che venne fuori dalla ricostruzione del tessuto connettivo regionale fa
pensare ad una vera e propria rifondazione della comunità, tuttora della stessa
radici. Dopo l'ultimo conflitto Montecassino provvide alla ricostruzione di
parte del Monastero del XII secolo,
dove sono giunte nel 1989 monache
benedettine statunitensi del Monastero
Regina Laudis, che hanno ridato vita
alla comunità religiosa con la chiesa e la
Sala Schuster aperte alla preghiera, agli
incontri, ai concerti, mentre il centro
residenziale ha attivato laboratori di rilegatura, di ceramica, eccetera, sempre
all'insegna dell’ora et labora.
CHRONICON Terzo Millennio
3
IL F ATTO
A L L A G A M E N TO
ANNUNCIATO
GIOVANNI PETTA
Il fatto
Nella notte tra il 26 ed il 27 novembre
2005, a causa della enorme quantità di
pioggia caduta nella zona, il fiume
Volturno rompe gli argini e allaga il
monastero e l'area archeologica.
L'acqua invade la zona delle "cucine
antiche" con i forni e quella del refettorio del IX secolo d.C. Nella zona antistante il monastero l'acqua ha sfiorato il
metro e mezzo.
S. Vincenzo sommersa dalle acque
Le diverse posizioni
1. Secondo l'architetto Franco Valente la
tracimazione è l'effetto prevedibile, e da
lui previsto, dei lavori realizzati durante
l'estate. Un grosso tubo era stato sistemato nei pressi del Ponte della Zingara
allo scopo di intrappolare l'acqua del
fiume. Valente fa rilevare che l'entrata
del grosso tubo è completamente sommersa dall'acqua. All'uscita, invece, il
tubo è vuoto per metà. L'acqua dunque
non riesce ad essere completamente
canalizzata e va fuori dal suo letto proprio nella zona del monastero e degli
scavi archeologici. Valente fa notare,
inoltre, che “il fiume Volturno ha rotto
gli argini a monte e non a valle, riversandosi a destra e sinistra del letto, sempre a monte, perché il tubo è troppo
stretto”. “Infatti - dice ancora l'architetto - nel tratto che attraversa il sito è praticamente asciutto. È chiaro che un tubo
con un diametro di due metri e mezzo
non può sostenere situazioni di piena e
l'acqua si riversa sul sito archeologico”.
2. Il consigliere regionale Antonio
D'Ambrosio presenta una mozione in
Consiglio contro i “responsabili della
Soprintendenza per i Beni culturali del
Molise che non hanno evitato il disastro” e si appella al ministro dei Beni
culturali, Rocco Buttiglione, affinché
4
CHRONICON Terzo Millennio
venga aperta un'inchiesta sull'accaduto.
“Il grave disastro ambientale - scrive
D'Ambrosio -, che ha messo a serio
rischio il patrimonio dell'abbazia di San
Vincenzo al Volturno, era stato ampiamente previsto nel luglio scorso”.
3. Il soprintendente Mario Pagano, invece, dice che “Le opere idrauliche realizzate nella scorsa estate, anche se sollecitate al limite delle possibilità dalla enorme piena del Volturno, hanno funzionato, impedendo all'acqua non solo di tracimare, se non in minima ed irrilevante
quantità, nell'area ma anche di salire di
livello di quel tanto che sarebbe bastato
a farla entrare, per infiltrazione, attraverso gli argini”. Poi, punta il dito contro chi si era opposto ai lavori della
scorsa estate: “C'è da chiedersi cosa
sarebbe successo senza tali opere - dice
ancora. Opere che furono oggetto di clamorose proteste. Non si possono non
ricordare quei giorni quando alla polemica seguirono denunce che costarono
decine di giorni di fermo lavori. Giorni
di lavoro preziosi che, se non si fossero
perduti, avrebbero consentito di avere i
lavori già finiti e le acque del Volturno
non più minacciose perché ormai già
deviate nelle condotte Enel di Rocchetta
al Volturno”. Lo stesso Pagano, però,
ammette che “l'intubamento del Volturno non era e non è certo la soluzione
migliore né definitiva. Si è trattato di un
ripiego dettato dall'emergenza. La soluzione definitiva era stata da tempo individuata nella riattivazione dei due canali antichi posti a monte dell'Abbazia,
per i quali era stato anche concesso il
finanziamento con la delibera di Giunta
regionale n. 1127 del luglio 1998. Se
non ci fossero stati ingiustificati ritardi e
se i canali fossero stati riattivati, certamente le grandi piogge di questo periodo non avrebbero causato problemi né
farebbero più tanta paura”.
ARCHEOLOGIA
LE PITTURE
DELLA CRIPTA
DELL’ABATE
EPIFANIO
FRANCO VALENTE
a Cripta di Epifanio, abate
dall'824 all'842, è uno dei
gioielli della cultura religiosa altomedioevale in
Europa. Al suo interno,
estremamente piccolo, è conservato il
più importante ciclo di affreschi occidentale del IX se-colo, miracolosamente
sopravvissuto alla devastazione saracena dell'881, ai guasti del tempo ed all'incuria degli uo-mini.
Fin dal 1832, quando un contadino arando il terreno la scoprì, è stata oggetto di
molteplici ed accurati studi che hanno
permesso di scoprire, anche con diversificate interpretazioni, i significati e le
motivazioni del ciclo pittorico.
Esistono numerosi saggi che possono
permettere di conoscere nei minimi particolari tutti gli elementi compositivi e
la simbologia delle pitture, tutte ispirate
al libro dell'Apocalisse di San Giovanni.
Il libro dell'Apocalisse, detto pure della
Rivelazione dalla parola con cui comincia, fu scritto dall'apostolo Giovanni l'Evangelista quando era in esilio nell'isola
di Patmos verso l'anno 95, durante la
persecuzione di Domiziano. Si richiama
alle parole di Cristo che prometteva il
trionfo dopo la tempesta e riprende il
tema della Resurrezione che culmina
nel giorno del grande Giudizio quando
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Iddio sarà vendicatore e premio degli
eletti. Nella seconda metà dell'VIII secolo Ambrogio Autperto, un funzionario
della corte di Pipino il Breve, scrisse un
Commentario all'Apocalisse che fu trascritto in tutti i monasteri europei, tant'è
che le poche copie medioevali che oggi
ci rimangono si trovano ad Oxford (proveniente dall'Abbazia benedettina di S.
Dionigi di Parigi), a Padova, a Shaffausen, a Valencia, a Benoit-sur-Loire di S.
Giovanni.
Autperto era stato mandato nell'Italia
meridionale a conoscere la situazione
politica del monastero di S. Vincenzo al
Volturno, uno dei più importanti dell'epoca, dove si fece monaco e nel 771 vi
fu eletto abate.
Egli ebbe grande fama al suo tempo per
aver posto la questione della centralità
della Madonna nel processo di salvezza
dell'uomo. Scrisse alcuni trattati, fondamentali nella storia del Cristianesimo,
sull'Assunzione di Maria al Cielo.
Appare evidente che gli insegnamenti di
Autperto ebbero immediato riflesso soprattutto in S. Vincenzo al Volturno ed
influirono in maniera determinante sulla
formazione spirituale degli abati che
vennero dopo di lui, come Josue (792817), la cui sorella sposò Ludovico il
Pio, figlio di Carlomagno, e soprattutto
Epifanio (824-842), al quale si deve il
merito di aver commissionato grandi
lavori pittorici ispirati all'Apocalisse tra
cui quelli della cripta, che prese il suo
nome per essere stata anche la sua
tomba.
Alcune recenti considerazioni ci aiutano
a capire quale sia stato il processo che ha
portato alla formazione, alle sorgenti del
Volturno, di un ambiente così particolare nel grande panorama delle cultura pittorica dell'intero bacino mediterraneo.
Era già sufficientemente noto che i caratteri pittorici delle rappresentazioni
vulturnensi si ispirano a modelli bizantini, ma era oltremodo difficile capire
quale fosse il motivo ispiratore della sua
concezione spaziale fortemente condizionata da una particolare visione teologica dell'Universo.
Una soluzione alle problematiche ci
viene dallo studio della cosmografia cristiana altomedioevale.
In epoca giustinianea, nella prima metà
del VI secolo, Cosma Indicopleuste nel
Monastero di S. Caterina sul Sinai scriveva il suo trattato di Cosmografia cristiana. Tutta la sua concezione dell'universo veniva tratta integralmente dalle
descrizioni bibliche.
In particolare egli afferma che l'Universo è nella sostanza simile alla tenda
che Mosè pose sul monte Sinai prima di
ricevere le Tavole della Legge.
L'opera di Cosma Indicopleuste fu corredata da miniature replicate successivamente in due codici, uno conservato sul
Sinai e l'altro a Roma. Ambedue riportano un'immagine di un universo che ha la
forma di scatola rettangolare coperta da
una tenda. Al centro vi è l'immagine del
mondo circondato dagli oceani a loro
volta contornati da una fascia di terra
che rappresenta il paradiso terrestre.
Il disegno assomiglia in maniera impressionante alla volumetria della cripta di
Epifanio, all'interno della quale è rappresentata in prospettiva una fascia di
terra che circonda l'intero ambiente.
Ugualmente, nella nostra cripta, la sfera
celeste avvolge lo spazio come se fosse
il limite arcuato di una scatola.
Nel disegno di Cosma il sole si sposta
orizzontalmente apparendo e scomparendo dietro una immensa montagna
sulla quale vi è Gerusalemme.
Altrettanto avviene nella cripta di Epifano dove la luce entra da due aperture
contigue alla Crocifissione (avvenuta a
Gerusalemme) e alla rappresentazione
simbolica della Gerusalemme Celeste.
Ma altri due particolari ci conducono a
trovare riferimenti in analoghe pitture di
S. Caterina. Si tratta dell'immagine, ormai rovinatissima, posta nell'archivolto
dell'ingresso, dove si vede una mano che
scende dall'alto a dare un libro ad un
personaggio che sta in basso. Si tratta
sicuramente della scena di Dio che consegna le leggi a Mosè, come si ritrova in
varie icone sinaitiche di S. Caterina.
L'altro riferimento sta nella scena di Salome e Zelomi che lavano il Cristo Bambino in un grande calice. Sul Sinai vi è
una icona con analoga rappresentazione
e identica scena. Straordinariamente simili sono le decorazioni a palmette del
calice volturnense con il calice sinaitico,
databile anch'esso agli inizi del nono secolo.
Sulla parete opposta l'Annunciazione e
la Natività, con le levatrici Salome e Ze(continua a p. 8)
La Crocifissione
Martirio di San Lorenzo
CHRONICON Terzo Millennio
5
Monasteri benedettini in Molise
1 Acquaviva Collecroci Cb S. Angelo a Palazzo
2 Agnone Is San Lorenzo
3 Agnone Is S. Marco de Anglona
4 Agnone Is S. Maria della Maiella
5 Agnone Is S. Mauro di Agnone
6 Belmonte del Sannio Is S. Maria della Noce
7 Boiano Cb S. Maria de Vivario /Consol.
8 Boiano Cb S. Maria di Monteverde
9 Boiano Cb S. Martino
10 Bonefro Cb S. Benedetto a Casale
11 Bonefro Cb S. Vito
12 Campobasso Cb S. Maria de Fora
13 Campobasso Cb S. Maria della Libera
14 Campolieto Cb S. Maria del Romitorio
15 Capracotta Is S. Croce del Verrino
16 Capracotta Is S. Nicola di Vallesorda
17 Carovilli Is S. Pietro del Tasso
18 Carpinone Is S. Marco di Carpinone
19 Casacalenda Cb S. Martino di Rocca
20 Castropignano Cb S. Maria in Castagneto
21 Cerro al Volturno Is S. Giovanni
22 Chiauci Is S. Basilio
23 Civitacampomarano Cb S. Angelo Altissimo
24 Civitanova del Sannio Is S. Benedetto in Trigno
25 Civitanova del Sannio Is S. Stefano
26 Colletorto Cb S. Pietro in Valle
27 Frosolone Is Monastero di Melanico
28 Frosolone Is S.S. Annunziata
29 Frosolone Is S. Colomba
30 Gambatesa Cb S. Eustasio della Vipera
31 Gildone Cb S. Maria Decorata
32 Guardialfiera Cb S. Maria di Civita
33 Guglionesi Cb S. Giovanni Battista
34 Guglionesi Cb S.S. Annunziata
35 Guglionesi Cb S. Gennaro del Corno
36 Isernia Is S. Maria delle Monache
37 Isernia Is S. Spirito / S. Pietro Celestino
38 Isernia Is S. Vito della Valle
39 Larino Cb S. Basilio
40 Larino Cb S. Benedetto
41 Larino Cb S. Maria dello Spirito
42 Larino Cb S. Tommaso a Corneto
43 Limosano Cb S. Illuminata
44 Limosano Cb S. Pietro Celestino
45 Matrice Cb S. Maria della Strada
46 Mirabello Sannitico Cb S. Maria di Monteverde
47 Mirabello Sannitico Cb S. Giorgio
48 Montagano Cb S. Maria di Faifoli
49 Montelongo Cb S. Maria delle Rose a Saccione
50 Montenero di Bisaccia Cb S. Benedetto di Pietrafracida
51 Montenero di Bisaccia Cb S. Benedetto di Ripa Mala
52 Montenero di Bisaccia Cb S. Giovanni
53 Monteroduni Is S. Benedetto
54 Montorio nei Frentani Cb S. Michele Arcangelo
55 Montorio nei Frentani Cb S. Pietro Celestino
56 Morrone del Sannio Cb S. Angelo in Morrone
57 Morrone del Sannio Cb S. Maria di Casalpiano
58 Morrone del Sannio Cb S. Roberto
59 Pesche Is S. Croce in Isernia
60 Pietrabbondante Is S. Eustachio "Ad Arcum"
61 Pietrabbondante Is S. Maria in Salceto
62 Pietracatella Cb S. Maria di Casalpiano
63 Riccia Cb S. Eustachio della Riccia
64 Riccia Cb S. Spirito / S. Pietro Celestino
65 Ripalimosani Cb S. Pietro Cel./ S. Maria dell’Angelo
66 Roccasicura Is S. Benedetto
67 Roccavivara Is S. Maria di Canneto
68 Rocchetta a Volturno Is S. Vincenzo al Volturno
69 S. Croce di Magliano Cb S. Maria di Melanico
70 S. Elia a Pianisi Cb S. Maria de Planisi
71 S. Elia a Painisi Cb S. Maria di Ficarola
72 S. Elia a Pianisi Cb S. Pietro di Pianisi
73 S. Giovanni in Galdo Cb S. Maria in Galdo
74 S. Giuliano di Puglia Cb S. Elena di Pantasia
75 S. Giuliano di Puglia Cb S. Eustachio di Pantasia
76 S. Martino in Pensilis Cb S. Felice
77 S. Martino in Pensilis Cb S. Maria in Casalpiano
78 S. Martino in Pensilis Cb S. Nicola
79 S. Massimo Cb S. Nicola di Monte Matese
80 S. Pietro Avellana Is S. Pietro Avellana
81 Scapoli Is S. Pietro d'Itria
82 Sepino Cb S. Croce
83 Sepino Cb S. Maria
84 Sessano del Molise Is S. Benedetto
85 Sesto Campano Is S. Nazario di Piperozzi
86 Sesto Campano Is S. Pietro
87 Tavenna Cb S. Maria in Basilica
88 Termoli Cb S. Angelo
89 Termoli Cb S. Benedetto in Ripa Ursa
90 Termoli Cb S. Martino
91 Trivento Cb S. Adiutore
92 Trivento Cb S. Maria di Maiella
93 Ururi Cb S. Benedetto in Pettinari
94 Ururi Cb S. Maria in Aurole
95 Venafro Is S. Benedetto
96 Venafro Is S. Benedetto Piccolo
97 Venafro Is S. Croce
98 Venafro Is S. Pietro a Maiella
99 Vinchiaturo Cb S. Maria di Monteverde
I Benedettini nel Molise
Fondazioni
con scarsa documentazione
Villaggi - Castelli fondati
da S. Vincenzo al Volturno
Altri Villag
di S. Vincen
100 Agnone Is S. Maria de Ulmeto
101 Bagnoli del Trigno Is S. Biagio di Bagnoli
102 BaranelloCb S. Giusta
103 Boiano Cb S. Apollinare
104 Carpinone Is S. Martino di Carpinone
105 Castelpetroso Is S. Cristoforo
106 Castelpetroso Is S. Salvatore
107 Fornelli Is S. Maria in Altissimis
108 Frosolone Is S. Egidio
109 Frosolone Is S. Onofrio
110 Larino Cb S. Martino
111 Monteroduni Is S. Spirito in Volturno
112 Montorio dei Frentani Cb S. Mauro
113 Morrone del Sannio Cb S. Biagio di Ficarola
114 Pescolanciano Is S. Giovanni sul Monte Totila
115 Peacciato Cb S. Paolo
116 Petrella Tifernina Cb S. Pietro
117 Pietracupa Cb S. Pietro di Pietracupa
118 Pizzone Is SS. Gioanni e Paolo
119 Poggio Sannita Is S. Elia
120 Poggio Sannita Is S. Martino
121 Poggio Sannita Is
S. Pietro Apostolo
122 Salcito Cb S. Bartolomeo
123 Salcito Cb S. Lorenzo
124 Sant'Agapito Is S. Agapito in Valle
125 S. Giovanni in Galdo Cb S. Giovanni
126 S. Giuliano del Sannio Cb S. Benedetto o S. Giuliano
127 S. Martino in Pensilis Cb S. Bartolomeo
128 Trivento Cb S. Bartolomeo
129 Trivento Cb S. Giovanni Evangelista
130 Trivento Cb S. Giovanni di Macchia
131 Tufara Cb S. Firmiano
132 Venafro Is S. Cristina
133 Venafro Is S. Maria della Maiella
134 Venafro Is S. Maria e S. Benedetto
Castel San Vincenzo (IS) Castellum prope monasterium (945)
Montaquila / Colle Castellano (IS) Olivella (962-965)
Filignano / Cerasuolo Vecchio (IS) Cerasolum - Ad Causa (962)
Cerro / Fornelli (IS) Vadu Traspadini ( 972)
Colli a Volturno (IS) Colli Sancti Angeli (972)
Fornelli (IS) Bantra 972
Alfedena (IS) Alfedena (975)
Scapoli (IS) Scappeli (982)
Rocchetta a Volturno (IS) Baccaricia (985)
Colli a Volturno (IS) Colli Sancti Angeli (988)
Cerro al Volturno (IS) Ad Cerrum (989)
Cerro/Fornelli/Acquaviva (IS) Ad Ficus / Pesclu (995)
Licenoso (IS) Castro Licenoso (1011/1044)
Territorio di Fornelli (IS) Collis Stephanus (1011/1044)
Cerro al Volturno (IS) Cerro al Volturno (1011/1044)
Forli del Sannio (IS) Foruli (1011/1044)
S. Maria Oliveto (IS) Sancta Maria q.d. Olivetum (1066)
Sconosciuto Tenze
Sconosciuto Fossa
Altopiano “La Sp
Acquaviva Aqua V
Rionero Sannitico
Montenero Valcocc
Montenero Valcocc
Valle Porcina tra C
Vadu Traspadini (X
Pizzone Pizzone (X
Ricerche tratte dai volumi:
Ugo Pietrantonio, Il Monachesimo Benedettino nell'Abruzzo e nel Molise, Editrice Rocco Carabba,
Lanciano (Ch), 1988.
Federico Marazzi, La Terra di San Vincenzo - Archeologia e storia della Valle del Volturno nel Medievo,
Soprintendenza Archeologica del Molise - Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, 2006.
enusu
(XI sec)
a Ceca (XI sec)
ina”
Spina (XI sec)
Viva
(XI sec)
Riu Neru (XI sec)
chiara Monte Neru (XI sec)
chiara Mala Coclaria (XI sec)
Colli e Montaquila Vadu Porcinum /
XI sec)
XII sec)
Elaborazione grafica: Volturnia Edizioni © 2006
ggi - Castelli
nzo al Volturno
lomi, richiamano il mistero della Verginità della Madre di Dio, prima e dopo
il parto, e confermano il ruolo di Maria,
rappresentata nei panni di una Regina in
un clipeo stellato.
Il momento drammatico della Crocifissione, su cui piange Gerusalemme con il
capo cinto da una corona turrita, vede
presente, insieme alla Madonna e a S.
Giovanni, anche l'abate Epifanio. Il sepolcro scoperchiato dall'Angelo e l'immagine del Cristo, risorto insieme a
Lorenzo e Stefano, riconducono fisicamente all'unica fonte di luce della cripta, dove la luminosità naturale si confonde con la mano dell'Eterno che,
squarciando le tenebre, costituisce l'elemento ispiratore di tutta la Rivelazione.
Viene poi spiegata in termini architettonici e spaziali la doppia natura di Cristo:
quella divina e quella umana. La posizione particolare del Cristo della Verità
Rivelata, infatti, va giudicata in funzione delle due direttrici luminose che si
incrociano: da una parte quella divina,
della Luce che si identifica con l'Eterno
e coincide con l'asse longitudinale della
cripta, e dall'altra quella umana, di Cristo che è figlio di Maria e coincide con
l'asse trasversale dove compaiono la
Madonna assisa al centro del cielo e la
Madonna terrena che riceve l'annunzio
dall'Angelo Gabriele. In questo straordinario contesto assume particolare significato la presenza di Epifanio, che si fa
ritrarre nell'unica scena dove sono contemporaneamente Cristo, la Madonna e
soprattutto S. Giovanni.
Si tratta per Epifanio di una vera e propria trasposizione temporale al momento che precede immediatamente la morte di Cristo, quando questi pronuncia le
ultime parole: Madre ecco tuo figlio,
figlio ecco tua madre. Egli si riconosce
in S. Giovanni al quale evidentemente
attribuisce le capacità di comprendere le
L’Abate Epifanio
8
CHRONICON Terzo Millennio
Maria Assunta
Rivelazioni divine, fuori dei limiti temporali. Ma se le immagini di Cristo, della Madonna e di S. Giovanni assicurano,
secondo la concezione cristiana premillenaria, la loro presenza fisica nella
cripta, altrettanto deve dirsi degli Arcangeli e delle altre figure rappresentate.
La Cripta è perciò un ambiente che significativamente si propone di annullare
il tempo, unificando in un solo attimo
(quello che precede il Giudizio Finale) i
momenti fondamentali della storia della
Cristianità, di cui fa parte anche l'esistenza terrena di Epifanio e della sua
comunità monastica, che vuole essere
fisicamente presente nell'attimo che
anticipa il Giudizio Finale e la Resurrezione dei Giusti. La Cripta è il luogo
dell'attesa dell'Anastasi. È il luogo dove
Epifanio ha voluto anticipare la visione
apocalittica dell'attimo che precede la
ricongiunzione del corpo all'anima.
Per cogliere il senso apocalittico della
Cripta, si deve far riferimento fisico
proprio al luogo esatto della sepoltura
che è posta al suo interno, abbassando il
punto di vista all'altezza del defunto.
Solo da quel punto si scopriranno la
potenza espressiva ed il senso globale
delle pitture.
Le velature della morte risultano squarciate dalle visioni profetiche sulla immortalità dell'anima simboleggiate dalle
due aquile poste in posizione assiale.
Subito sopra si stende la sezione della
terra sulla quale la vita comincia a germogliare con la figurazione dei papaveri. I quattro arcangeli costituiscono i
pilastri del firmamento su cui campeggia con il suo potere imperiale la Ma-
donna madre di Dio. Al disotto di essa,
proprio di fronte alla sepoltura, il clipeo
imperiale evidenzia l'arrivo dell'Angelo-Cristo Vendicatore con il Sigillo del
Dio Vivente, mentre a destra e a sinistra
si sviluppa la teoria dei Santi Martiri.
Infine, proprio sulla testa del sepolto,
diviene dominante la figura del Cristo
che lo guarda dall'alto mentre tiene aperto il Libro della Rivelazione.
In quel luogo Epifanio, prima di esservi
sepolto, aveva la possibilità di anticipare la visione finale del Giudizio, ponendosi in prima fila nell'attesa del ricongiungimento delle spoglie terrene alla
sua anima nel momento della discesa
della Gerusalemme Celeste esattamente
nel luogo in cui si trovava il suo corpo.
Sepolcro
PERCORSI D I V ITA
ANTICHI M ESTIERI
MADRE A N N A
E LA CRIPTA
DI EPIFANIO
L A L E G ATORIA
DI SAN VINCENZO
A L V O LT U R N O
MARIA STELLA ROSSI
A L E S S A N D R A DI MEO
o raggiunto la mia pienezza di vita nell'essere monaca e nell'essere qui a San
Vincenzo”. È madre Anna
Jungbauer a riferirmi con intensa emozione questo pensiero in un pomeriggio
trascorso nella pace rasserenante che
avvolge il Monastero ai piedi delle Mainarde. La giovane teologa tedesca con
voce, sguardo e gestualità soavi mi racconta la sua scelta monacale segnata da
una visita all'Abbazia quando era ancora studentessa di Teologia. Mentre soggiornava a Roma, per approfondire gli
studi, si era recata con una conoscente a
San Vincenzo, attratta dalla sua magnifica storia. La visita alla Cripta dell'abate
Epifanio e soprattutto l'affresco con le
sei Vergini determinano prima la scelta
di svolgere la tesi sul ciclo degli affreschi della Cripta e quindi quella di tornare più volte nel Monastero benedettino per la particolare familiarità che la
legava alla comunità monastica, alla
storia e ai paesaggi del luogo. Ad ogni
suo viaggio alla volta dell'Abbazia,
diventava sempre più chiara la consapevolezza di essere chiamata alla vita monacale e che proprio San Vincenzo era il
luogo scelto. Madre Anna mi riferisce
che avvertiva la palpabile voce della secolare spiritualità del Monastero, come
se i monaci le avessero parlato e le avessero indicato la via da seguire. Leggo
“
H
Madre Anna Jungbauer
nello sguardo di madre Anna dolcezza,
determinazione e commozione nel ricordo della cerimonia che celebrò nel 2003
i voti perpetui alla presenza anche dei
suoi genitori giunti dalla Germania di
cui sentiva la profonda tristezza per la
distanza che li avrebbe divisi.
Alcuni giorni dopo la cerimonia della
sua consacrazione, madre Anna visita di
nuovo la Cripta e avverte chiaramente
che erano state proprio le sei Vergini
dell'affresco il punto focale della sua vocazione perché loro rappresentavano
quello che lei profondamente voleva
essere.
Nel Cenobio benedettino madre Anna si
occupa dello scrittorio e in particolare di
scrittura calligrafica che diviene anche
espressione della sua spiritualità proprio
perché nello scrivere testi sacri la partecipazione è totale e tesa a trovare la vera
bellezza che dura nel tempo e che raggiunge il valore dell'eternità. Seguendo
un primo insegnamento di madre Agnese e quindi su studi effettuati su testi antichi, madre Anna è diventata cultrice di
scrittura onciale, definita "fortemente
religiosa", di scrittura carolingia ed esperta nella produzione e nell'utilizzo di
pigmenti come erano in uso negli scritti
medievali.
elle attività regolarmente
svolte nel Cenobio benedettino di San Vincenzo al Volturno rientra quella della
rilegatoria-restauro di libri e manoscritti. Attività che deve risalire certamente
all'VIII secolo, come dimostrano gli
affreschi del Monastero medesimo, i
libri conservati nelle varie biblioteche
d'Europa e le miniature presenti nel
Chronicon Vulturnense. L'attività dovette essere svolta con una certa assiduità e
perseveranza dai monaci benedettini
fino al 1456 quando essa subì un arresto,
seguìto ad un terremoto che comportò lo
spostamento della comunità da San
Vincenzo al Volturno a Montecassino.
Responsabile dal 1993, oltre che della
biblioteca, della rilegatoria artistica, è
Madre Agnese Shaw che è un'esperta
conoscitrice e ottima “esecutrice” di
questa vera e propria arte che coniuga
precisione ed estrema maestria. La sua
esperienza di rilegatrice è riconducibile
già alla permanenza nel Regina Laudis
del Connecticut (Monastero di provenienza della benedettina) e cronologicamente almeno agli anni ‘70 del secolo
scorso. Nel corso di questo lungo periodo, accrescendo il suo bagaglio artistico-culturale, ha realizzato numerosissimi lavori di restauro, seguendo le antiche tecniche medievali, ma anche produzioni ex novo che comportano l'utilizzazione di tecniche più moderne. Oltre
alla rilegatura risulta interessante anche
la decorazione dei libri: la tela è di solito dipinta con i colori, mentre il cuoio
può essere inciso con l'uso di appositi
punzoni o con lettere dorate. L'uso dell'oro, che risulta un materiale estremamente delicato, è stato fatto proprio
dalla suora a partire dagli anni ottanta.
La rilegatura, che può durare da qualche
giorno a svariati mesi, è un lavoro di
grande precisione e accuratezza e il prodotto finito è ammirabile come una preziosa ed elegante opera d'arte di rara
bellezza.
N
Madre Agnese Shaw
CHRONICON Terzo Millennio
9
TRADIZIONI
Zampognaro (Domenica del
Corriere - copertina 1914)
PERSONAGGI
RICORDANDO
PASQUALE
VECCHIONE
IL DIFFICILE
MESTIERE DELLO
ZAMPOGNARO
N ATALINO PA O N E
MAURO GIOIELLI
urante il XIX secolo la diffusa pratica di effettuare le
novene da parte dei "pifferari" molisani venne osteggiata dalle autorità napoletane. I Prefetti di
Napoli, infatti, chiesero ripetutamente ai
colleghi di Campobasso di dissuadere
gli zampognari della Provincia di Molise "di portarsi" nell'ex capitale del
regno delle due Sicilie, minacciando per
i contravventori l'espulsione e finanche
l'arresto.
Presso l'archivio storico del Comune di
Macchiagodena, il segretario comunale,
Antonietta Caccia, ha rinvenuto due
Circolari prefettizie che, tra il 1873 e il
1876, tentarono (senza riuscirci) d'impedire che i nostri suonatori, con zampogne e ciaramelle, si recassero a Napoli
per eseguire le tradizionali novene dell'Immacolata e del Natale.
La prima di tali Circolari, contrassegnata dal n. 78, è quella che, il 25 novembre
1873, il Prefetto di Campobasso, tale
Contin, diramò “Ai Sig. Sotto-Prefetti e
Sindaci della Provincia” col seguente
oggetto: “Divieto ai Zampognari di
recarsi a suonare a Napoli”. La Circolare (protocollo generale 5395) è redatta
su foglio intestato “Regno d'Italia, Prefettura di Molise, Pubblica Sicurezza,
Div. 3, Sez. 1”. Questi i suoi contenuti:
“Il Prefetto di Napoli avverte che per
ragioni d'ordine pubblico non si permette quest'anno ai Zampognari di suonare
e girovagare in detta città. Prego quindi
la S.V. di volere adoperarsi onde disuadere detti Zampognari di portarsi a
Napoli, da dove sarebbero respinti al
loro giungere”.
Che in quegli anni le autorità avversassero l'usanza delle pastorali “della
Concetta” e “di Natale”, lo dimostra
anche la Circolare n. 33 dell'11 settembre 1876 (Regno d'Italia, Prefettura di
Molise, Ufficio di Pubblica Sicurezza,
Prot. Gen. 4714), che il Prefetto di Campobasso, nuovamente su istanza della
Prefettura di Napoli, inoltrò “Ai sig.
Sotto-Prefetti di Isernia e Larino, Al Sig.
Capitano dei Reali Carabinieri, Ai Sig.
Sindaci della Provincia”. Eccone il contenuto: “La Prefettura di Napoli mi
N
D
10
CHRONICON Terzo Millennio
asce a Scapoli, nel rione
delle origini del paese fondato dall’Abbazia di San
Vincenzo al Volturno nel X
secolo. Studi classici a Montecassino e a
Isernia. Funzionario di Istituto di assistenza sanitaria ad Isernia. Marito e
padre attento. Amministratore scrupoloso del Comune di Scapoli negli anni ‘70
del secolo scorso.
Alla sua attività di Sindaco si legano iniziative prestigiose, tra cui la giusta valorizzazione del contributo dato dal
paese alla Guerra di Liberazione dell’Italia. Le testimonianze di questa attenzione a uno degli eventi più importanti dela storia del XX secolo sono presenti nel Monumento ai Caduti del
Corpo Italiano di Liberazione, che egli
inaugurò alla presenza del Ministro
Tommaso Morlino nel 1975, e nella
piazza al centro del paese dedicata agli
alpini del battaglione “Piemonte”, che
per primi espugnarono Monte Marrone
mantenendolo contro la violenta reazione nemica e dando così vita alla nascita
del Corpo Italiano di Liberazione, primo
nucleo del risorto Esercito Italiano con
pari dignità tra gli alleati fino ad allora
negata.
A Pasquale Vecchione si deve anche la
nascita e la promozione della MostraMercato della Zampogna, che egli impostò con idee chiare nell’intento di rinnovare e ammodernare la struttura artigianale dell’antico strumento, troppo
datata e non accettata dai giovani, per
farne un motore di sviluppo anche turistico e culturale del paese.
Pasquale Vecchione morì prematuramente e Scapoli perse un Sindaco esemplare.
avverte che anche nel corrente anno è
impedito ai Zampognari di esercitare in
città la loro molesta industria per le
novene della festa dell'Immacolata e del
Natale. La S. V. si compiaccia dare gli
opportuni provvedimenti onde i Zampognari di questa Provincia sieno posti
in avvertenza esser loro vietato l'ingresso in quella città e Provincia per le mentovate occasioni, e che se ad onta del divieto vi si recheranno saranno immancabilmente arrestati e respinti ai loro
paesi”.
In questa seconda Circolare, l'attività
degli zampognari è definita “molesta”.
Se ciò fosse vero, non si comprenderebbe come mai costoro, per tale loro industria, venissero remunerati dalle tante
famiglie che, spontaneamente e felicemente, li invitavano in casa per ascoltare da loro la novena.
Fortunatamente, tali Circolari furono
puntualmente ignorate dai diretti interessati. I nostri zampognari si sentivano
protetti dall'ampia accettazione popolare e forti d'una tradizione secolare. Si
potrebbero citare centinaia di fonti che
dimostrano come fossero “ben visti” e
come il loro arrivo in città fosse ansiosamente “atteso”. Non a caso, l'erudito
partenopeo Gleijeses scrisse che quando
era tempo di “far venire gli zampognari
per la novena”, a Napoli era un “gran
giorno!”.
Invece, assurdamente, il Prefetto napoletano, nella prima delle due Circolari,
per giustificare la sua proibizione prende a pretesto motivi d'ordine pubblico;
ragioni evidentemente infondate, giacché problemi si sarebbero verificati solo
se il divieto fosse stato davvero rispettato. In tal caso, si sarebbero certamente
registrate le energiche proteste dei popolani campani, i quali avrebbero pubblicamente rivendicato la possibilità di
ascoltare le “sacre”, e perciò intoccabili,
pastorali natalizie.
Il sindaco Vecchione (in bianco)
CHRONICA
UN SEMESTRE
DI ATTIVIT
IDA DI IANNI
na lunga serie di iniziative
ha connotato l'attività associativa nel primo semestre
dell'anno. Si è partiti il 5
gennaio scorso con il concerto del Duo Schubert (Franco Fasano,
Simone Sala) presso l'Abbazia di San
Vincenzo al Volturno, evento fortemente voluto dal consigliere regionale Tony
Incollingo ed inserito tra quelli promossi dalla Regione Molise per il 42° anniversario della sua istituzione. Molto
proficua, in questo periodo, la rete dei
rapporti istituzionali: l'Associazione ha
infatti stipulato una convenzione con
l'Università degli Studi del Molise per
l'assegnazione di una borsa di studio del
valore di 2.500,00 euro per un'indagine
storica, culturale, economica e sociale
riguardante i paesi dell'Alta Valle del
Volturno che hanno avuto origine dall'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, e
promosso la redazione e stampa di uno
Speciale Chronicon Terzo Millennio in
collaborazione con l'ISISS “A. Giordano” di Venafro (IS), allegato a questo
numero. Incisiva anche l'attività di formazione-informazione intrapresa in diversi comuni della provincia attraverso
una serie di conferenze itineranti che
hanno avuto luogo nella Chiesa di San
Lorenzo in Santa Maria Oliveto, frazione di Pozzilli (17 marzo); presso il Centro Polifunzionale in Filignano (1 aprile)
e di seguito presso la Scuola elementare
di Montaquila (11 maggio), il Museo
della Zampogna di Scapoli (27 maggio)
e nella Sala consiliare del Municipio di
Fornelli (10 giugno). Le conferenze,
tenute essenzialmente dal presidente
Dino Ricci, dal professor Natalino Paone e dall'architetto Franco Valente, han-
U
no inteso affrontare i temi della nascita e
dello sviluppo delle singole comunità
ospitanti - tutte originatesi in seguito all'opera di incastellamento condotta dagli
abati di San Vincenzo al Volturno intorno all'anno Mille - focalizzando l'attenzione in particolare su eventi storici ed
aspetti urbanistico-architettonici peculiari delle località.
Altro appuntamento di rilievo è stata la
celebrazione del 16° anniversario della
rifondazione dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, tenutasi il 14 maggio,
celebrazione avutasi presso la Basilica
abbaziale con celebrazione eucaristica e
concerto del gruppo musicale “Pagus”.
Sempre in maggio, il giorno 30, si è infine tenuta l'assemblea generale dei soci.
Cornice la Sala conferenze dell'ITIS “E.
Mattei” di Isernia, in tale sede sono stati
approvati all'unanimità attività e bilancio 2005 e 2006 e si è tenuta una conferenza sulla storia del monachesimo benedettino in Molise, con particolare riferimento a San Vincenzo al Volturno,
relatore N. Paone, e sul significato degli
affreschi della Cripta di Epifanio, relatore F. Valente. Nella stessa circostanza la
dottoressa Wanda Mazza e l'artista Umberto Taccola si sono aggiudicati rispettivamente un'agenda ed una copia del
volume “Dal Chronicon alla storia”
edito dall'IRESMO, preziosamente rilegati nel laboratorio di legatoria sanvincenzese di Madre Agnese Shaw.
L'attività di promozione del sito di San
Vincenzo al Volturno sta proseguendo
con la ricostruzione degli affreschi della
Cripta di Epifanio nella Sala Schuster
dell'Abbazia, affreschi in gigantografia
godibili d'ora in poi negli orari di apertura abbaziali.
San Vincenzo al Volturno ha travalicato
ormai anche i confini della Cina: una
rivista cinese ha infatti pubblicato nei
mesi scorsi un corposo articolo sul
Preziosi volumi rilegati in abbazia
cenobio volturnense redatto dal professor Federico Marazzi, ordinario di Storia medioevale presso l'Università Suor
Orsola Benincasa di Napoli.
Una pregevole pubblicazione, “La Cattedrale di Guardialfiera” della professoressa Antonietta Caruso, edita in quest'anno per il già citato IRESMO, ha in
egual modo menzionato l'Abbazia di
San Vincenzo al Volturno in relazione al
fiume Volturno ed in generale all'importanza dei corsi d'acqua molisani per lo
sviluppo delle comunità ecclesiastiche.
L'Associazione ha infine adempiuto agli
obblighi imposti dalla recente legge
sulla privacy, mentre il presidente Ricci
si è fatto promotore di una dettagliata
protesta nei confronti delle Poste Italiane-Filiale di Isernia - per il mancato
recapito a diversi soci dei due precedenti numeri del Chronicon.
Sotto il sole dell’estate e nella frenesia
atipica - ma che tipica diviene - delle
comunità piccole e grandi del Molise,
che solo in agosto si sentono e si propongono vitali, l'Associazione ha continuato nella sua attività programmatica,
che vuole in settembre la ripresa delle
conferenze itineranti e la stampa e diffusione di nuovo materiale divulgativo.
Museo della Zampogna di Scapoli - N. Paone relaziona ai presenti.
CHRONICON Terzo Millennio
11
BILANCI
COME D IVENTARE S OCI
BILANCIO CONSUNTIVO 2005
Per diventare Soci dell’Associazione Amici di San
Vincenzo Onlus Ł necessario fare domanda di adesione riempendo l’apposita Domanda di Ammissione.
La quota di iscrizione (come da art. 9 dello Statuto) Ł
fissata in Euro 25,00 per Socio Ordinario, in Euro 50
ed oltre per Socio Sostenitore e in Euro 10,00 per
Socio Privilegiato. Quest ultima quota Ł riservata a studenti di ogni ordine e grado, compresi gli universitari
fino a 30 anni; ai diversamente abili; ai pensionati
sociali e ai disoccupati. La domanda va compilata e firmata sia nella parte superiore che in quella inferiore,
quindi la parte superiore deve essere ritagliata e spedita insieme con la ricevuta del versamento di c/c
postale o bonifico bancario al seguente indirizzo:
Associazione Amici di San Vincenzo al Volturno onlus
c/o Dino Ricci - Via Emilia, 7 - 86170 Isernia - Tel. 0865
412608 (Segreteria)
c/c Postale n. 54604921 (Ufficio Postale di Isernia)
c/c Bancario n. 8726 - Abi 1005 - Cab 15600
(presso BNL Agenzia di Isernia)
PER ULTERIORI INFORMAZIONI,
PER SCARICARE LA D O M A N D A DI AMMISSIONE
E PER PRENDERE VISIONE DELLO STATUTO
POTETE COLLEGARVI CON IL SITO INTERNET:
w w w.amicidisanvincenzo.it
Si ringraziano per l'anno 2005 nella loro veste di
benefattori: Michelangelo Preziosi, FIMMGI,
Antonio Baccaro, don Giovanni Di Scalia, Enzo
Maddalena, Libera Cicchino, Assidea & Delta,
Lion's Club.
PREVISIONE DI BILANCIO 2006
INOLTRE LE SOCIET E LE DITTE ISCRITTE AL REGISTRO DELLE IMPRESE C/O LA C A M E R A DI COMMERCIO POSSONO DONARE A TITOLO DI EROGAZIONE
LIBERALE UN CONTRIBUTO VOLONTARIO ANNUALE
CHE POTR ESSERE SCARICATO* TO TALMENTE IN
FASE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI ANNUALI.
* Oneri detraibili ai sensi dell’art. 15 comma 1 lettera 1bis del DPR 917 (1986)
* Oneri deducibili ai sensi dell’art. 100 comma 2 lettera HDPR 917 (1986)
CHRONICON
Terzo Millennio
Registrazione Tribunale di Isernia
N. 117 del 02/03/2005
REDAZIONE Via Emilia, 6 - ISERNIA -Tel. 0865 412608
Direttore Editoriale DINO RICCI
Direttore Responsabile NATALINO PAONE
Vice Direttore GIOVANNI PETTA
Redazione IDA DI IANNI, MAURO GIOIELLI,
MARIA STELLA ROSSI
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ASSOCIAZIONE
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RITA FORMICHELLI, ARMANDO MARINELLI, MARIA STELLA ROSSI.
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