NOTIZIARIO D ELL’ASSOCIAZIONE A MICI D I S AN V INCENZO A L V OLTURNO O NLUS Anno I I - N .3 Gennaio-S Settembre 2006 - S pediz. Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04) art. 1 Comma 2 - D.C.B. IS EDITORIALE gni anno, nel Molise, Associazioni e Pro Loco organizzano sagre, feste, manifestazioni: alcune interessanti e di buon livello, altre lodevolmente protese alla valorizzazione di tradizioni popolari, attività, artigianato e prodotti locali, molte di tipo “godereccio e mangereccio”, talune del tutto discutibili. Così, per qualche giorno, al massimo per qualche settimana, si interrompe la monotonia e la decadente solitudine della vita di ogni giorno. Ma tanto impegno, tranne poche eccezioni, non riesce a migliorare l'economia della comunità locale né a valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale del Molise. E di questo insuccesso cittadini, amministratori e politici dovrebbero chiedersi seriamente il perché. Certamente non perché nel Molise manchino richiami culturali ed ambientali. Basti ricordare: - il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; - le sorgenti del Volturno, Trigno e Biferno; - i massicci delle Mainarde e del Matese; - le riserve MAB di Collemeluccio e Colledimezzo; - i tratturi; - la costa marina da Petacciato a Campomarino; - l'Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno e Santa Maria di Canneto; - il castello Pandone di Venafro; - il giacimento Paleolitico della Pineta di Isernia; - il teatro dei Sanniti di Pietrabbondante; la millenaria Fonderia Marinelli di Agnone; - i manufatti in acciaio di Frosolone; - Sepino con i suoi resti; - Termoli con il borgo marinaro; - Campobasso con la Sagra dei Misteri; - Bojano, Larino, Trivento con la loro storia antica; - gli insediamenti sannitici (Monte Vairano); - i castelli del Molise; - i tanti paesini con i loro centri storici ove, tra vicoli e piazzette, sono custoditi ricordi e segni di una civiltà antica. Non perché manchino organizzazioni dedite alla promozione della cultura, dell'arte e dell'ambiente (purtroppo, però, ognuna con un suo obiettivo e senza un raccordo o collegamento con le altre): alcune già presenti da anni, altre, come la nostra, nate da poco. Delle tante operanti sul territorio moli- CONTRIBUTI CONCERTO L'Associazione “Amici di San Vincenzo al Volturno” (onlus) ringrazia gli Enti, le Aziende e i Soci per il loro contributo: Istituto Banco di Napoli Fondazione - Napoli Provincia di Isernia I.P.P.C. Regione Molise Assessorato al Turismo Caseificio Fratelli Pallotta Capracotta (IS) Castellina S.p.A. Castelpizzuto (IS) Farmacia “S. Lazzaro” (IS) Sen. Lello Lombardi (IS) Domenica 15 ottobre 2006 ore 16,30 nella Abbazia di S.Vincenzo al Volturno dopo la Santa Messa celebrata da S.E. l’Abate di Montecassino Bernardo D’Onorio, il gruppo vocale POLYPHONIA del M° Michele Gennarelli di Riccia eseguirà la Messa di Giovanni P.L. da Palestrina. SAGRE E FESTE PA E S A N E DINO RICCI O Coordinamento artistico della sig.a Alessandra Rossi CORSIVO S. VINCENZO ED IL MONDO DELLA S C U O L A L'Abbazia di San Vincenzo al Volturno (ASVV) é stata oggetto, già da alcuni anni, di attenzione, ricerche, studio, visita da parte di insegnanti ed alunni. Accanto al lavoro umile, silenzioso, importante e prezioso di molti insegnanti di scuola elementare (soprattutto dei plessi scolastici dell'Alta Valle del Volturno),vanno ricordati: - la realizzazione (2004) di un cd da parte degli alunni della Scuola media di Cerro al Volturno coordinati dalla prof.ssa Alessandra De Caprio; - la realizzazione (2003) di un cd da parte degli alunni della II classe dell'ITIS "E. Mattei" di Isernia, coordinati dalla prof.ssa Elina Tinaburri, insegnante di lettere. Nell'ultimo anno scolastico (2005-2006), tre progetti culturali hanno contribuito a rendere più noto e familiare agli alunni della scuola molisana la storia, l'arte, la cultura , la vita ed il ruolo dell'ASVV. Il primo è un lavoro della sezione del Classico dell'I.S.I.S.S. “A. Giordano” di Venafro, svolto nell'ambito di un progetto che ha come tema “Il Monachesimo benedettino nell'Alta Valle del Volturno” ed ha visto impegnati alunni ed un gruppo di docenti (coordinati dalla prof.ssa Ida Di Ianni) di Storia, Latino e Storia dell'Arte. Il secondo, è un lavoro coordinato dalla prof.ssa Anna Zarlenga, svolto dagli alunni della classe II C del Liceo Socio-Psico-Pedagogico dell'I.S.I.S.S. “V. Cuoco” di Isernia. Il lavoro, corredato da una bella serie di immagini, racchiuso tra presentazione e conclusione, parla del quadro storico, degli aspetti religiosi e culturali e delle testimonianze artistiche dell'ASVV. Il terzo - organizzato dal “Circolo dei Lazzari” di Termoli, in collaborazione con Regione Molise-Assessorato al Turismo, Direzione scolastica Regionale, CCIA di Isernia, DiesseDidattica e Innovazione Scolastica - proposto sottoforma di 10 domande, a risposte multiple, corredato da libretto e poster con notizie storico-culturali riguardanti la storia dell'ASVV, ha avuto il merito di coinvolgere tutta la Scuola secondaria di II grado del Molise e di condurre una cinquantina di studenti premiati presso la Basilica dell'ASVV, ove sono stati accolti dall'Abate Bernardo D'onorio di Montecassino. Dino Ricci CHRONICON Terzo Millennio 1 sano, alcune sono iscritte nel registro regionale delle Associazioni culturali e solo poche nel registro delle O.N.L.U.S.: 6 in provincia di Isernia, la maggior parte con finalità di tutela della natura e dell'ambiente; 7 in provincia di Campobasso, di cui solo 2 con finalità di tutela e promozione della cultura e dell'arte. Ma se - nonostante la disponibilità di un patrimonio culturale ed ambientale, a volte con i caratteri della unicità in Italia e nel mondo, la presenza di associazioni e le iniziative delle Pro Loco - i risultati (in termini di valorizzazione e ricaduta economica) non sono significativi, dovranno pur esservi delle ragioni. A mio modesto parere, tre di esse sono tra le più importanti: - la mancanza, nella maggior parte della popolazione, di una cultura e di una consapevolezza adeguata del valore dei beni culturali ed ambientali; - la propensione alla rinuncia, soprattutto dei giovani, ad investire in impegno, speranze ed energie in questo settore; - la mancanza di un serio progetto politico disposto ad investire e creare occupazione nel settore dei Beni culturali ed ambientali, capace di trovare risorse finanziarie, creare infrastrutture, avviare corsi di informazione, educazione e formazione professionale nel settore alberghiero, della ristorazione, del commercio e dell'artigianato. Solo in presenza di un progetto organico, tutto il variegato patrimonio dei Beni culturali ed ambientali del Molise potrà essere offerto come interessante itinerario turistico-culturale e come cornice di riferimento alle varie sagre e feste paesane; solo così, forse, si potrebbe richiamare ed incoraggiare a rimanere, per qualche giorno in più, un numero più significativo di visitatori. Alla colpevole disattenzione sull'importanza di tale progetto ha fatto riferimento anche il Presidente Michele Iorio, l'11 novembre 2005, in occasione della presentazione (da parte del Circolo dei Lazzari di Termoli, in collaborazione con la Regione Molise, Assessorato al Turismo, Direzione Didattica Regionale, Camera di Commercio di Isernia) del progetto culturale, destinato agli studenti di Scuola Media Superiore del Molise, “La città monastica d San Vincenzo al Volturno: incontro, convivenza e sviluppo di civiltà”. Ai Beni culturali, considerati come Museo esteso su tutto il territorio, ed alla necessità che siano collocati al centro di un progetto di valorizzazione e di sviluppo culturale e socio-economico, la 2 CHRONICON Terzo Millennio Provincia di Isernia ha dedicato il convegno del giorno 9 gennaio 2006, organizzato nel contesto delle manifestazioni celebrative del quarantaseesimo anniversario della istituzione della Regione Molise. In questa occasione, autorevoli studiosi e relatori hanno sottolineato l'importanza del patrimonio culturale presente sul territorio e lo stesso governatore Iorio ha ribadito la necessità di un più incisivo impegno politico. Alle luce di quanto sopra, si rafforza la necessità che le Associazioni culturali siano coordinate nel loro impegno volto a promuovere la cultura, l'arte, l'ambiente. Per le Associazioni onlus si profila, in più, anche il compito particolare di sollecitare ed incalzare l'amministrazione pubblica, le istituzioni, la classe politica affinché non solo sia valorizzato il patrimonio culturale, ma diventi anche strumento di occupazione e di lavoro per i giovani e di crescita economica per l'intero territorio. Con questo proposito è nata ed opera la nostra Associazione che, a norma dell'art. 10 del D.L. n. 467/97, si è data il compito di assicurare: - tutela, promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico e storico; - promozione della cultura e dell'arte. Essa, perciò, deve ricordare a tutti e ad ognuno il dovere istituzionale di tutelare e promuovere i Beni culturali ed ambientali ed il diritto di pretendere che siano finanziate, in via prioritaria, tutte quelle Associazioni che, come la nostra, si offrono volontariamente e senza scopo di lucro per aiutare a realizzare quel compito nell'interesse della comunità e della società. STORIA IL M O N A C H E S I M O BENEDETTINO N E L MOLISE NATALINO PAONE Associazione “Amici di San Vincenzo” ha commemorato quest’anno i monaci uccisi dai saraceni nell' 881 con un incontro dei soci nella “Sala Schuster” del Monastero; il tema ha riguardato 1a presenza dei Benedettini nel Molise ed il discorso non poteva non partire da San Vincenzo al Volturno per il ruolo svolto da questo monastero in una regione che, dopo la caduta dell'impero romano e le invasioni barbariche, si ritrova come all'indomani di una sorta di tsunami: tutto distrutto, tutto da ricostruire. Come? Con quali mezzi? Secondo quali modelli economici, sociali, culturali, politici, strutturali? È vero, i Longobardi, qui presenti con il Ducato di Benevento, definirono le circoscrizioni territoriali (gastaldati) che affidarono a uomini di fiducia (gastaldi), ma quei contenitori da soli non bastavano. Nel Mezzogiorno la stessa Chiesa di Roma incontrava difficoltà nel governare le gerarchie: a Napoli il duca-vescovo Atanasio intratteneva rapporti di affari con gli infedeli e sul confine meridionale delle terre della Chiesa si ripetevano le scorrerie longobarde. In questo quadro la valle dell'alto Volturno, presso il triplice confine terre della Chiesa-ducato di Benevento-ducato di Spoleto e attraversata dalle strade AdriaticoTirreno e Sora-Atina-Isernia, assumeva una posizione strategica la cui importan- L’ San Vincenzo al Volturno e il Portico dei Pellegrini (sec. XII) za militare e politica è facile intendere già a prima vista. Si spiega così anche l'invito dell'abate di Farfa, Tommaso di Morienna, ai tre principi fondatori Paldo, Taso e Tato di abbandonare l'idea della Francia e di ritirarsi invece presso le sorgenti del Volturno, dove li aspettava un oratorio abbandonato. L'invito di Morienna, com'è noto, fu condiviso dal Papa in occasione della visita dei tre principi alla tomba di San Pietro: due particolari che fanno di San Vincenzo una scelta non casuale e che spiegano come il monastero abbia potuto raggiungere un rispettabile patrimonio ed una forte notorietà già nel secolo VIII di fondazione longobarda, ma con la comunità monastica sottratta alla dipendenza episcopale locale e legata direttamente al pontefice che, tramite l'abate Attone, inviò un messaggio di pace al re longobardo Astolfo. Una posizione di forza che crebbe con Carlo Magno, il quale, fermati i suoi soldati lungo il fiume Trigno, fece di San Vincenzo il punto di irradiamento della renovatio verso i Bizantini e gli stessi Longobardi beneventani. Il salto di qualità fu di livello europeo. San Vincenzo divenne una città monastica con comunità mista di monaci franchi e longobardi investita dallo stesso Carlo Magno il 24 marzo 787 di un'ampia immunità, che comprendeva 1'esercizio sulle terre e sugli uomini di un potere anche pubblico San Benedetto in una iconografia medioevale Il Complesso di S. Maria delle Monache (IS) molto forte. Un atto che gli storici definiscono costitutivo di una vera e propria signoria fondiaria. San Vincenzo organizza tale signoria fondiaria in maniera accentrata fino alla distruzione da parte dei Saraceni nell' 881. Per circa un secolo questa signoria acquistò contorni speciali. Dal punto di vista delle strutture architettoniche entrò nel filone dei grandi edifici di culto abbaziali che Carlo Magno andò posizionando lungo l'impero a mo' di referenze nei confronti della Chiesa di Roma, mentre attrezzate officine producevano oggetti di metallo, alcuni decorati con smalto à cloisons francese giunto così nel Mezzogiorno, le fornaci assicuravano laterizi, unici esempi originali riemersi con gli scavi recenti, le vetrerie fornivano vetri colorati, le fonderie fondevano campane. Su un piano più squisitamente culturale, si lavorò attorno alla nuova statuaria, all'epigrafia più accessibile, alla pittura e, attraverso lo scriptorium, alla produzione di testi pregevoli come il Commentario dell'Apocalisse e gli scritti su Maria Mediatrice di Ambrogio Autperto, alla cui teologia rimandano le pitture murali visibili nella Cripta con la Madonna Regina accanto al Figlio, al centro della volta. Dopo la distruzione, la fuga dei monaci superstiti ed il loro ritorno, la vita riprese con modelli adeguati ai nuovi tempi e alle esigenze della ricostruzione. Il patrimonio terriero fu infatti diviso in zone omogenee affittate con contratto notarile che fissava le condizioni sottoscritte dall'abate, autorizzato dai monaci, e dagli affittuari, i quali, se servi, acquisivano la condizione di liberi. Lo stesso modello insediativo era originale e rimane alla base di quello moderno: case costruite con orto; chiesa e case abitate con rapporto non vassalla- tico degli abitanti, presente invece negli incastellamenti feudali: a Scapoli il paese originario, fondato dall'Abbazia nel 982 con un cappello di case sulla testa della collina, conserva tuttora la chiesetta di Santa Maria delle Grazie in cima e le case attorno servite da un reticolo di vie; il feudatario, giunto in seguito, eresse la sua dimora sulla porta sud, a cavallo del muro di cinta. II contratto era ventinovennale per consentire piani di innovazione e conversione delle colture. Ogni affittuario poteva vendere, ma solo a chi risiedeva nel villaggio. Un modello, quello di San Vincenzo, che rimane uno dei più alti non solo per il periodo medievale, perché tuttora, come promotore della civiltà universale avanti lettera, rimane punto di riferimento per riflessioni e approfondimenti dei nuovi modelli imposti dal mutare dei tempi. Naturalmente, San Vincenzo va visto come capostipite della presenza benedettina nel Molise, perché questa tra X e XII secolo si estese a tutta la regione, dalle Mainarde all'Adriatico, dal Sangro al Fortore con oltre 130 insediamenti tra monasteri, grance e fondazioni. Ciò che venne fuori dalla ricostruzione del tessuto connettivo regionale fa pensare ad una vera e propria rifondazione della comunità, tuttora della stessa radici. Dopo l'ultimo conflitto Montecassino provvide alla ricostruzione di parte del Monastero del XII secolo, dove sono giunte nel 1989 monache benedettine statunitensi del Monastero Regina Laudis, che hanno ridato vita alla comunità religiosa con la chiesa e la Sala Schuster aperte alla preghiera, agli incontri, ai concerti, mentre il centro residenziale ha attivato laboratori di rilegatura, di ceramica, eccetera, sempre all'insegna dell’ora et labora. CHRONICON Terzo Millennio 3 IL F ATTO A L L A G A M E N TO ANNUNCIATO GIOVANNI PETTA Il fatto Nella notte tra il 26 ed il 27 novembre 2005, a causa della enorme quantità di pioggia caduta nella zona, il fiume Volturno rompe gli argini e allaga il monastero e l'area archeologica. L'acqua invade la zona delle "cucine antiche" con i forni e quella del refettorio del IX secolo d.C. Nella zona antistante il monastero l'acqua ha sfiorato il metro e mezzo. S. Vincenzo sommersa dalle acque Le diverse posizioni 1. Secondo l'architetto Franco Valente la tracimazione è l'effetto prevedibile, e da lui previsto, dei lavori realizzati durante l'estate. Un grosso tubo era stato sistemato nei pressi del Ponte della Zingara allo scopo di intrappolare l'acqua del fiume. Valente fa rilevare che l'entrata del grosso tubo è completamente sommersa dall'acqua. All'uscita, invece, il tubo è vuoto per metà. L'acqua dunque non riesce ad essere completamente canalizzata e va fuori dal suo letto proprio nella zona del monastero e degli scavi archeologici. Valente fa notare, inoltre, che “il fiume Volturno ha rotto gli argini a monte e non a valle, riversandosi a destra e sinistra del letto, sempre a monte, perché il tubo è troppo stretto”. “Infatti - dice ancora l'architetto - nel tratto che attraversa il sito è praticamente asciutto. È chiaro che un tubo con un diametro di due metri e mezzo non può sostenere situazioni di piena e l'acqua si riversa sul sito archeologico”. 2. Il consigliere regionale Antonio D'Ambrosio presenta una mozione in Consiglio contro i “responsabili della Soprintendenza per i Beni culturali del Molise che non hanno evitato il disastro” e si appella al ministro dei Beni culturali, Rocco Buttiglione, affinché 4 CHRONICON Terzo Millennio venga aperta un'inchiesta sull'accaduto. “Il grave disastro ambientale - scrive D'Ambrosio -, che ha messo a serio rischio il patrimonio dell'abbazia di San Vincenzo al Volturno, era stato ampiamente previsto nel luglio scorso”. 3. Il soprintendente Mario Pagano, invece, dice che “Le opere idrauliche realizzate nella scorsa estate, anche se sollecitate al limite delle possibilità dalla enorme piena del Volturno, hanno funzionato, impedendo all'acqua non solo di tracimare, se non in minima ed irrilevante quantità, nell'area ma anche di salire di livello di quel tanto che sarebbe bastato a farla entrare, per infiltrazione, attraverso gli argini”. Poi, punta il dito contro chi si era opposto ai lavori della scorsa estate: “C'è da chiedersi cosa sarebbe successo senza tali opere - dice ancora. Opere che furono oggetto di clamorose proteste. Non si possono non ricordare quei giorni quando alla polemica seguirono denunce che costarono decine di giorni di fermo lavori. Giorni di lavoro preziosi che, se non si fossero perduti, avrebbero consentito di avere i lavori già finiti e le acque del Volturno non più minacciose perché ormai già deviate nelle condotte Enel di Rocchetta al Volturno”. Lo stesso Pagano, però, ammette che “l'intubamento del Volturno non era e non è certo la soluzione migliore né definitiva. Si è trattato di un ripiego dettato dall'emergenza. La soluzione definitiva era stata da tempo individuata nella riattivazione dei due canali antichi posti a monte dell'Abbazia, per i quali era stato anche concesso il finanziamento con la delibera di Giunta regionale n. 1127 del luglio 1998. Se non ci fossero stati ingiustificati ritardi e se i canali fossero stati riattivati, certamente le grandi piogge di questo periodo non avrebbero causato problemi né farebbero più tanta paura”. ARCHEOLOGIA LE PITTURE DELLA CRIPTA DELL’ABATE EPIFANIO FRANCO VALENTE a Cripta di Epifanio, abate dall'824 all'842, è uno dei gioielli della cultura religiosa altomedioevale in Europa. Al suo interno, estremamente piccolo, è conservato il più importante ciclo di affreschi occidentale del IX se-colo, miracolosamente sopravvissuto alla devastazione saracena dell'881, ai guasti del tempo ed all'incuria degli uo-mini. Fin dal 1832, quando un contadino arando il terreno la scoprì, è stata oggetto di molteplici ed accurati studi che hanno permesso di scoprire, anche con diversificate interpretazioni, i significati e le motivazioni del ciclo pittorico. Esistono numerosi saggi che possono permettere di conoscere nei minimi particolari tutti gli elementi compositivi e la simbologia delle pitture, tutte ispirate al libro dell'Apocalisse di San Giovanni. Il libro dell'Apocalisse, detto pure della Rivelazione dalla parola con cui comincia, fu scritto dall'apostolo Giovanni l'Evangelista quando era in esilio nell'isola di Patmos verso l'anno 95, durante la persecuzione di Domiziano. Si richiama alle parole di Cristo che prometteva il trionfo dopo la tempesta e riprende il tema della Resurrezione che culmina nel giorno del grande Giudizio quando L ETE R E IN IL .it NIB enzo O P c DIS nvin a TE EN icidis m ALM IN .a È F www Santa Martire Salomè Iddio sarà vendicatore e premio degli eletti. Nella seconda metà dell'VIII secolo Ambrogio Autperto, un funzionario della corte di Pipino il Breve, scrisse un Commentario all'Apocalisse che fu trascritto in tutti i monasteri europei, tant'è che le poche copie medioevali che oggi ci rimangono si trovano ad Oxford (proveniente dall'Abbazia benedettina di S. Dionigi di Parigi), a Padova, a Shaffausen, a Valencia, a Benoit-sur-Loire di S. Giovanni. Autperto era stato mandato nell'Italia meridionale a conoscere la situazione politica del monastero di S. Vincenzo al Volturno, uno dei più importanti dell'epoca, dove si fece monaco e nel 771 vi fu eletto abate. Egli ebbe grande fama al suo tempo per aver posto la questione della centralità della Madonna nel processo di salvezza dell'uomo. Scrisse alcuni trattati, fondamentali nella storia del Cristianesimo, sull'Assunzione di Maria al Cielo. Appare evidente che gli insegnamenti di Autperto ebbero immediato riflesso soprattutto in S. Vincenzo al Volturno ed influirono in maniera determinante sulla formazione spirituale degli abati che vennero dopo di lui, come Josue (792817), la cui sorella sposò Ludovico il Pio, figlio di Carlomagno, e soprattutto Epifanio (824-842), al quale si deve il merito di aver commissionato grandi lavori pittorici ispirati all'Apocalisse tra cui quelli della cripta, che prese il suo nome per essere stata anche la sua tomba. Alcune recenti considerazioni ci aiutano a capire quale sia stato il processo che ha portato alla formazione, alle sorgenti del Volturno, di un ambiente così particolare nel grande panorama delle cultura pittorica dell'intero bacino mediterraneo. Era già sufficientemente noto che i caratteri pittorici delle rappresentazioni vulturnensi si ispirano a modelli bizantini, ma era oltremodo difficile capire quale fosse il motivo ispiratore della sua concezione spaziale fortemente condizionata da una particolare visione teologica dell'Universo. Una soluzione alle problematiche ci viene dallo studio della cosmografia cristiana altomedioevale. In epoca giustinianea, nella prima metà del VI secolo, Cosma Indicopleuste nel Monastero di S. Caterina sul Sinai scriveva il suo trattato di Cosmografia cristiana. Tutta la sua concezione dell'universo veniva tratta integralmente dalle descrizioni bibliche. In particolare egli afferma che l'Universo è nella sostanza simile alla tenda che Mosè pose sul monte Sinai prima di ricevere le Tavole della Legge. L'opera di Cosma Indicopleuste fu corredata da miniature replicate successivamente in due codici, uno conservato sul Sinai e l'altro a Roma. Ambedue riportano un'immagine di un universo che ha la forma di scatola rettangolare coperta da una tenda. Al centro vi è l'immagine del mondo circondato dagli oceani a loro volta contornati da una fascia di terra che rappresenta il paradiso terrestre. Il disegno assomiglia in maniera impressionante alla volumetria della cripta di Epifanio, all'interno della quale è rappresentata in prospettiva una fascia di terra che circonda l'intero ambiente. Ugualmente, nella nostra cripta, la sfera celeste avvolge lo spazio come se fosse il limite arcuato di una scatola. Nel disegno di Cosma il sole si sposta orizzontalmente apparendo e scomparendo dietro una immensa montagna sulla quale vi è Gerusalemme. Altrettanto avviene nella cripta di Epifano dove la luce entra da due aperture contigue alla Crocifissione (avvenuta a Gerusalemme) e alla rappresentazione simbolica della Gerusalemme Celeste. Ma altri due particolari ci conducono a trovare riferimenti in analoghe pitture di S. Caterina. Si tratta dell'immagine, ormai rovinatissima, posta nell'archivolto dell'ingresso, dove si vede una mano che scende dall'alto a dare un libro ad un personaggio che sta in basso. Si tratta sicuramente della scena di Dio che consegna le leggi a Mosè, come si ritrova in varie icone sinaitiche di S. Caterina. L'altro riferimento sta nella scena di Salome e Zelomi che lavano il Cristo Bambino in un grande calice. Sul Sinai vi è una icona con analoga rappresentazione e identica scena. Straordinariamente simili sono le decorazioni a palmette del calice volturnense con il calice sinaitico, databile anch'esso agli inizi del nono secolo. Sulla parete opposta l'Annunciazione e la Natività, con le levatrici Salome e Ze(continua a p. 8) La Crocifissione Martirio di San Lorenzo CHRONICON Terzo Millennio 5 Monasteri benedettini in Molise 1 Acquaviva Collecroci Cb S. Angelo a Palazzo 2 Agnone Is San Lorenzo 3 Agnone Is S. Marco de Anglona 4 Agnone Is S. Maria della Maiella 5 Agnone Is S. Mauro di Agnone 6 Belmonte del Sannio Is S. Maria della Noce 7 Boiano Cb S. Maria de Vivario /Consol. 8 Boiano Cb S. Maria di Monteverde 9 Boiano Cb S. Martino 10 Bonefro Cb S. Benedetto a Casale 11 Bonefro Cb S. Vito 12 Campobasso Cb S. Maria de Fora 13 Campobasso Cb S. Maria della Libera 14 Campolieto Cb S. Maria del Romitorio 15 Capracotta Is S. Croce del Verrino 16 Capracotta Is S. Nicola di Vallesorda 17 Carovilli Is S. Pietro del Tasso 18 Carpinone Is S. Marco di Carpinone 19 Casacalenda Cb S. Martino di Rocca 20 Castropignano Cb S. Maria in Castagneto 21 Cerro al Volturno Is S. Giovanni 22 Chiauci Is S. Basilio 23 Civitacampomarano Cb S. Angelo Altissimo 24 Civitanova del Sannio Is S. Benedetto in Trigno 25 Civitanova del Sannio Is S. Stefano 26 Colletorto Cb S. Pietro in Valle 27 Frosolone Is Monastero di Melanico 28 Frosolone Is S.S. Annunziata 29 Frosolone Is S. Colomba 30 Gambatesa Cb S. Eustasio della Vipera 31 Gildone Cb S. Maria Decorata 32 Guardialfiera Cb S. Maria di Civita 33 Guglionesi Cb S. Giovanni Battista 34 Guglionesi Cb S.S. Annunziata 35 Guglionesi Cb S. Gennaro del Corno 36 Isernia Is S. Maria delle Monache 37 Isernia Is S. Spirito / S. Pietro Celestino 38 Isernia Is S. Vito della Valle 39 Larino Cb S. Basilio 40 Larino Cb S. Benedetto 41 Larino Cb S. Maria dello Spirito 42 Larino Cb S. Tommaso a Corneto 43 Limosano Cb S. Illuminata 44 Limosano Cb S. Pietro Celestino 45 Matrice Cb S. Maria della Strada 46 Mirabello Sannitico Cb S. Maria di Monteverde 47 Mirabello Sannitico Cb S. Giorgio 48 Montagano Cb S. Maria di Faifoli 49 Montelongo Cb S. Maria delle Rose a Saccione 50 Montenero di Bisaccia Cb S. Benedetto di Pietrafracida 51 Montenero di Bisaccia Cb S. Benedetto di Ripa Mala 52 Montenero di Bisaccia Cb S. Giovanni 53 Monteroduni Is S. Benedetto 54 Montorio nei Frentani Cb S. Michele Arcangelo 55 Montorio nei Frentani Cb S. Pietro Celestino 56 Morrone del Sannio Cb S. Angelo in Morrone 57 Morrone del Sannio Cb S. Maria di Casalpiano 58 Morrone del Sannio Cb S. Roberto 59 Pesche Is S. Croce in Isernia 60 Pietrabbondante Is S. Eustachio "Ad Arcum" 61 Pietrabbondante Is S. Maria in Salceto 62 Pietracatella Cb S. Maria di Casalpiano 63 Riccia Cb S. Eustachio della Riccia 64 Riccia Cb S. Spirito / S. Pietro Celestino 65 Ripalimosani Cb S. Pietro Cel./ S. Maria dell’Angelo 66 Roccasicura Is S. Benedetto 67 Roccavivara Is S. Maria di Canneto 68 Rocchetta a Volturno Is S. Vincenzo al Volturno 69 S. Croce di Magliano Cb S. Maria di Melanico 70 S. Elia a Pianisi Cb S. Maria de Planisi 71 S. Elia a Painisi Cb S. Maria di Ficarola 72 S. Elia a Pianisi Cb S. Pietro di Pianisi 73 S. Giovanni in Galdo Cb S. Maria in Galdo 74 S. Giuliano di Puglia Cb S. Elena di Pantasia 75 S. Giuliano di Puglia Cb S. Eustachio di Pantasia 76 S. Martino in Pensilis Cb S. Felice 77 S. Martino in Pensilis Cb S. Maria in Casalpiano 78 S. Martino in Pensilis Cb S. Nicola 79 S. Massimo Cb S. Nicola di Monte Matese 80 S. Pietro Avellana Is S. Pietro Avellana 81 Scapoli Is S. Pietro d'Itria 82 Sepino Cb S. Croce 83 Sepino Cb S. Maria 84 Sessano del Molise Is S. Benedetto 85 Sesto Campano Is S. Nazario di Piperozzi 86 Sesto Campano Is S. Pietro 87 Tavenna Cb S. Maria in Basilica 88 Termoli Cb S. Angelo 89 Termoli Cb S. Benedetto in Ripa Ursa 90 Termoli Cb S. Martino 91 Trivento Cb S. Adiutore 92 Trivento Cb S. Maria di Maiella 93 Ururi Cb S. Benedetto in Pettinari 94 Ururi Cb S. Maria in Aurole 95 Venafro Is S. Benedetto 96 Venafro Is S. Benedetto Piccolo 97 Venafro Is S. Croce 98 Venafro Is S. Pietro a Maiella 99 Vinchiaturo Cb S. Maria di Monteverde I Benedettini nel Molise Fondazioni con scarsa documentazione Villaggi - Castelli fondati da S. Vincenzo al Volturno Altri Villag di S. Vincen 100 Agnone Is S. Maria de Ulmeto 101 Bagnoli del Trigno Is S. Biagio di Bagnoli 102 BaranelloCb S. Giusta 103 Boiano Cb S. Apollinare 104 Carpinone Is S. Martino di Carpinone 105 Castelpetroso Is S. Cristoforo 106 Castelpetroso Is S. Salvatore 107 Fornelli Is S. Maria in Altissimis 108 Frosolone Is S. Egidio 109 Frosolone Is S. Onofrio 110 Larino Cb S. Martino 111 Monteroduni Is S. Spirito in Volturno 112 Montorio dei Frentani Cb S. Mauro 113 Morrone del Sannio Cb S. Biagio di Ficarola 114 Pescolanciano Is S. Giovanni sul Monte Totila 115 Peacciato Cb S. Paolo 116 Petrella Tifernina Cb S. Pietro 117 Pietracupa Cb S. Pietro di Pietracupa 118 Pizzone Is SS. Gioanni e Paolo 119 Poggio Sannita Is S. Elia 120 Poggio Sannita Is S. Martino 121 Poggio Sannita Is S. Pietro Apostolo 122 Salcito Cb S. Bartolomeo 123 Salcito Cb S. Lorenzo 124 Sant'Agapito Is S. Agapito in Valle 125 S. Giovanni in Galdo Cb S. Giovanni 126 S. Giuliano del Sannio Cb S. Benedetto o S. Giuliano 127 S. Martino in Pensilis Cb S. Bartolomeo 128 Trivento Cb S. Bartolomeo 129 Trivento Cb S. Giovanni Evangelista 130 Trivento Cb S. Giovanni di Macchia 131 Tufara Cb S. Firmiano 132 Venafro Is S. Cristina 133 Venafro Is S. Maria della Maiella 134 Venafro Is S. Maria e S. Benedetto Castel San Vincenzo (IS) Castellum prope monasterium (945) Montaquila / Colle Castellano (IS) Olivella (962-965) Filignano / Cerasuolo Vecchio (IS) Cerasolum - Ad Causa (962) Cerro / Fornelli (IS) Vadu Traspadini ( 972) Colli a Volturno (IS) Colli Sancti Angeli (972) Fornelli (IS) Bantra 972 Alfedena (IS) Alfedena (975) Scapoli (IS) Scappeli (982) Rocchetta a Volturno (IS) Baccaricia (985) Colli a Volturno (IS) Colli Sancti Angeli (988) Cerro al Volturno (IS) Ad Cerrum (989) Cerro/Fornelli/Acquaviva (IS) Ad Ficus / Pesclu (995) Licenoso (IS) Castro Licenoso (1011/1044) Territorio di Fornelli (IS) Collis Stephanus (1011/1044) Cerro al Volturno (IS) Cerro al Volturno (1011/1044) Forli del Sannio (IS) Foruli (1011/1044) S. Maria Oliveto (IS) Sancta Maria q.d. Olivetum (1066) Sconosciuto Tenze Sconosciuto Fossa Altopiano “La Sp Acquaviva Aqua V Rionero Sannitico Montenero Valcocc Montenero Valcocc Valle Porcina tra C Vadu Traspadini (X Pizzone Pizzone (X Ricerche tratte dai volumi: Ugo Pietrantonio, Il Monachesimo Benedettino nell'Abruzzo e nel Molise, Editrice Rocco Carabba, Lanciano (Ch), 1988. Federico Marazzi, La Terra di San Vincenzo - Archeologia e storia della Valle del Volturno nel Medievo, Soprintendenza Archeologica del Molise - Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, 2006. enusu (XI sec) a Ceca (XI sec) ina” Spina (XI sec) Viva (XI sec) Riu Neru (XI sec) chiara Monte Neru (XI sec) chiara Mala Coclaria (XI sec) Colli e Montaquila Vadu Porcinum / XI sec) XII sec) Elaborazione grafica: Volturnia Edizioni © 2006 ggi - Castelli nzo al Volturno lomi, richiamano il mistero della Verginità della Madre di Dio, prima e dopo il parto, e confermano il ruolo di Maria, rappresentata nei panni di una Regina in un clipeo stellato. Il momento drammatico della Crocifissione, su cui piange Gerusalemme con il capo cinto da una corona turrita, vede presente, insieme alla Madonna e a S. Giovanni, anche l'abate Epifanio. Il sepolcro scoperchiato dall'Angelo e l'immagine del Cristo, risorto insieme a Lorenzo e Stefano, riconducono fisicamente all'unica fonte di luce della cripta, dove la luminosità naturale si confonde con la mano dell'Eterno che, squarciando le tenebre, costituisce l'elemento ispiratore di tutta la Rivelazione. Viene poi spiegata in termini architettonici e spaziali la doppia natura di Cristo: quella divina e quella umana. La posizione particolare del Cristo della Verità Rivelata, infatti, va giudicata in funzione delle due direttrici luminose che si incrociano: da una parte quella divina, della Luce che si identifica con l'Eterno e coincide con l'asse longitudinale della cripta, e dall'altra quella umana, di Cristo che è figlio di Maria e coincide con l'asse trasversale dove compaiono la Madonna assisa al centro del cielo e la Madonna terrena che riceve l'annunzio dall'Angelo Gabriele. In questo straordinario contesto assume particolare significato la presenza di Epifanio, che si fa ritrarre nell'unica scena dove sono contemporaneamente Cristo, la Madonna e soprattutto S. Giovanni. Si tratta per Epifanio di una vera e propria trasposizione temporale al momento che precede immediatamente la morte di Cristo, quando questi pronuncia le ultime parole: Madre ecco tuo figlio, figlio ecco tua madre. Egli si riconosce in S. Giovanni al quale evidentemente attribuisce le capacità di comprendere le L’Abate Epifanio 8 CHRONICON Terzo Millennio Maria Assunta Rivelazioni divine, fuori dei limiti temporali. Ma se le immagini di Cristo, della Madonna e di S. Giovanni assicurano, secondo la concezione cristiana premillenaria, la loro presenza fisica nella cripta, altrettanto deve dirsi degli Arcangeli e delle altre figure rappresentate. La Cripta è perciò un ambiente che significativamente si propone di annullare il tempo, unificando in un solo attimo (quello che precede il Giudizio Finale) i momenti fondamentali della storia della Cristianità, di cui fa parte anche l'esistenza terrena di Epifanio e della sua comunità monastica, che vuole essere fisicamente presente nell'attimo che anticipa il Giudizio Finale e la Resurrezione dei Giusti. La Cripta è il luogo dell'attesa dell'Anastasi. È il luogo dove Epifanio ha voluto anticipare la visione apocalittica dell'attimo che precede la ricongiunzione del corpo all'anima. Per cogliere il senso apocalittico della Cripta, si deve far riferimento fisico proprio al luogo esatto della sepoltura che è posta al suo interno, abbassando il punto di vista all'altezza del defunto. Solo da quel punto si scopriranno la potenza espressiva ed il senso globale delle pitture. Le velature della morte risultano squarciate dalle visioni profetiche sulla immortalità dell'anima simboleggiate dalle due aquile poste in posizione assiale. Subito sopra si stende la sezione della terra sulla quale la vita comincia a germogliare con la figurazione dei papaveri. I quattro arcangeli costituiscono i pilastri del firmamento su cui campeggia con il suo potere imperiale la Ma- donna madre di Dio. Al disotto di essa, proprio di fronte alla sepoltura, il clipeo imperiale evidenzia l'arrivo dell'Angelo-Cristo Vendicatore con il Sigillo del Dio Vivente, mentre a destra e a sinistra si sviluppa la teoria dei Santi Martiri. Infine, proprio sulla testa del sepolto, diviene dominante la figura del Cristo che lo guarda dall'alto mentre tiene aperto il Libro della Rivelazione. In quel luogo Epifanio, prima di esservi sepolto, aveva la possibilità di anticipare la visione finale del Giudizio, ponendosi in prima fila nell'attesa del ricongiungimento delle spoglie terrene alla sua anima nel momento della discesa della Gerusalemme Celeste esattamente nel luogo in cui si trovava il suo corpo. Sepolcro PERCORSI D I V ITA ANTICHI M ESTIERI MADRE A N N A E LA CRIPTA DI EPIFANIO L A L E G ATORIA DI SAN VINCENZO A L V O LT U R N O MARIA STELLA ROSSI A L E S S A N D R A DI MEO o raggiunto la mia pienezza di vita nell'essere monaca e nell'essere qui a San Vincenzo”. È madre Anna Jungbauer a riferirmi con intensa emozione questo pensiero in un pomeriggio trascorso nella pace rasserenante che avvolge il Monastero ai piedi delle Mainarde. La giovane teologa tedesca con voce, sguardo e gestualità soavi mi racconta la sua scelta monacale segnata da una visita all'Abbazia quando era ancora studentessa di Teologia. Mentre soggiornava a Roma, per approfondire gli studi, si era recata con una conoscente a San Vincenzo, attratta dalla sua magnifica storia. La visita alla Cripta dell'abate Epifanio e soprattutto l'affresco con le sei Vergini determinano prima la scelta di svolgere la tesi sul ciclo degli affreschi della Cripta e quindi quella di tornare più volte nel Monastero benedettino per la particolare familiarità che la legava alla comunità monastica, alla storia e ai paesaggi del luogo. Ad ogni suo viaggio alla volta dell'Abbazia, diventava sempre più chiara la consapevolezza di essere chiamata alla vita monacale e che proprio San Vincenzo era il luogo scelto. Madre Anna mi riferisce che avvertiva la palpabile voce della secolare spiritualità del Monastero, come se i monaci le avessero parlato e le avessero indicato la via da seguire. Leggo “ H Madre Anna Jungbauer nello sguardo di madre Anna dolcezza, determinazione e commozione nel ricordo della cerimonia che celebrò nel 2003 i voti perpetui alla presenza anche dei suoi genitori giunti dalla Germania di cui sentiva la profonda tristezza per la distanza che li avrebbe divisi. Alcuni giorni dopo la cerimonia della sua consacrazione, madre Anna visita di nuovo la Cripta e avverte chiaramente che erano state proprio le sei Vergini dell'affresco il punto focale della sua vocazione perché loro rappresentavano quello che lei profondamente voleva essere. Nel Cenobio benedettino madre Anna si occupa dello scrittorio e in particolare di scrittura calligrafica che diviene anche espressione della sua spiritualità proprio perché nello scrivere testi sacri la partecipazione è totale e tesa a trovare la vera bellezza che dura nel tempo e che raggiunge il valore dell'eternità. Seguendo un primo insegnamento di madre Agnese e quindi su studi effettuati su testi antichi, madre Anna è diventata cultrice di scrittura onciale, definita "fortemente religiosa", di scrittura carolingia ed esperta nella produzione e nell'utilizzo di pigmenti come erano in uso negli scritti medievali. elle attività regolarmente svolte nel Cenobio benedettino di San Vincenzo al Volturno rientra quella della rilegatoria-restauro di libri e manoscritti. Attività che deve risalire certamente all'VIII secolo, come dimostrano gli affreschi del Monastero medesimo, i libri conservati nelle varie biblioteche d'Europa e le miniature presenti nel Chronicon Vulturnense. L'attività dovette essere svolta con una certa assiduità e perseveranza dai monaci benedettini fino al 1456 quando essa subì un arresto, seguìto ad un terremoto che comportò lo spostamento della comunità da San Vincenzo al Volturno a Montecassino. Responsabile dal 1993, oltre che della biblioteca, della rilegatoria artistica, è Madre Agnese Shaw che è un'esperta conoscitrice e ottima “esecutrice” di questa vera e propria arte che coniuga precisione ed estrema maestria. La sua esperienza di rilegatrice è riconducibile già alla permanenza nel Regina Laudis del Connecticut (Monastero di provenienza della benedettina) e cronologicamente almeno agli anni ‘70 del secolo scorso. Nel corso di questo lungo periodo, accrescendo il suo bagaglio artistico-culturale, ha realizzato numerosissimi lavori di restauro, seguendo le antiche tecniche medievali, ma anche produzioni ex novo che comportano l'utilizzazione di tecniche più moderne. Oltre alla rilegatura risulta interessante anche la decorazione dei libri: la tela è di solito dipinta con i colori, mentre il cuoio può essere inciso con l'uso di appositi punzoni o con lettere dorate. L'uso dell'oro, che risulta un materiale estremamente delicato, è stato fatto proprio dalla suora a partire dagli anni ottanta. La rilegatura, che può durare da qualche giorno a svariati mesi, è un lavoro di grande precisione e accuratezza e il prodotto finito è ammirabile come una preziosa ed elegante opera d'arte di rara bellezza. N Madre Agnese Shaw CHRONICON Terzo Millennio 9 TRADIZIONI Zampognaro (Domenica del Corriere - copertina 1914) PERSONAGGI RICORDANDO PASQUALE VECCHIONE IL DIFFICILE MESTIERE DELLO ZAMPOGNARO N ATALINO PA O N E MAURO GIOIELLI urante il XIX secolo la diffusa pratica di effettuare le novene da parte dei "pifferari" molisani venne osteggiata dalle autorità napoletane. I Prefetti di Napoli, infatti, chiesero ripetutamente ai colleghi di Campobasso di dissuadere gli zampognari della Provincia di Molise "di portarsi" nell'ex capitale del regno delle due Sicilie, minacciando per i contravventori l'espulsione e finanche l'arresto. Presso l'archivio storico del Comune di Macchiagodena, il segretario comunale, Antonietta Caccia, ha rinvenuto due Circolari prefettizie che, tra il 1873 e il 1876, tentarono (senza riuscirci) d'impedire che i nostri suonatori, con zampogne e ciaramelle, si recassero a Napoli per eseguire le tradizionali novene dell'Immacolata e del Natale. La prima di tali Circolari, contrassegnata dal n. 78, è quella che, il 25 novembre 1873, il Prefetto di Campobasso, tale Contin, diramò “Ai Sig. Sotto-Prefetti e Sindaci della Provincia” col seguente oggetto: “Divieto ai Zampognari di recarsi a suonare a Napoli”. La Circolare (protocollo generale 5395) è redatta su foglio intestato “Regno d'Italia, Prefettura di Molise, Pubblica Sicurezza, Div. 3, Sez. 1”. Questi i suoi contenuti: “Il Prefetto di Napoli avverte che per ragioni d'ordine pubblico non si permette quest'anno ai Zampognari di suonare e girovagare in detta città. Prego quindi la S.V. di volere adoperarsi onde disuadere detti Zampognari di portarsi a Napoli, da dove sarebbero respinti al loro giungere”. Che in quegli anni le autorità avversassero l'usanza delle pastorali “della Concetta” e “di Natale”, lo dimostra anche la Circolare n. 33 dell'11 settembre 1876 (Regno d'Italia, Prefettura di Molise, Ufficio di Pubblica Sicurezza, Prot. Gen. 4714), che il Prefetto di Campobasso, nuovamente su istanza della Prefettura di Napoli, inoltrò “Ai sig. Sotto-Prefetti di Isernia e Larino, Al Sig. Capitano dei Reali Carabinieri, Ai Sig. Sindaci della Provincia”. Eccone il contenuto: “La Prefettura di Napoli mi N D 10 CHRONICON Terzo Millennio asce a Scapoli, nel rione delle origini del paese fondato dall’Abbazia di San Vincenzo al Volturno nel X secolo. Studi classici a Montecassino e a Isernia. Funzionario di Istituto di assistenza sanitaria ad Isernia. Marito e padre attento. Amministratore scrupoloso del Comune di Scapoli negli anni ‘70 del secolo scorso. Alla sua attività di Sindaco si legano iniziative prestigiose, tra cui la giusta valorizzazione del contributo dato dal paese alla Guerra di Liberazione dell’Italia. Le testimonianze di questa attenzione a uno degli eventi più importanti dela storia del XX secolo sono presenti nel Monumento ai Caduti del Corpo Italiano di Liberazione, che egli inaugurò alla presenza del Ministro Tommaso Morlino nel 1975, e nella piazza al centro del paese dedicata agli alpini del battaglione “Piemonte”, che per primi espugnarono Monte Marrone mantenendolo contro la violenta reazione nemica e dando così vita alla nascita del Corpo Italiano di Liberazione, primo nucleo del risorto Esercito Italiano con pari dignità tra gli alleati fino ad allora negata. A Pasquale Vecchione si deve anche la nascita e la promozione della MostraMercato della Zampogna, che egli impostò con idee chiare nell’intento di rinnovare e ammodernare la struttura artigianale dell’antico strumento, troppo datata e non accettata dai giovani, per farne un motore di sviluppo anche turistico e culturale del paese. Pasquale Vecchione morì prematuramente e Scapoli perse un Sindaco esemplare. avverte che anche nel corrente anno è impedito ai Zampognari di esercitare in città la loro molesta industria per le novene della festa dell'Immacolata e del Natale. La S. V. si compiaccia dare gli opportuni provvedimenti onde i Zampognari di questa Provincia sieno posti in avvertenza esser loro vietato l'ingresso in quella città e Provincia per le mentovate occasioni, e che se ad onta del divieto vi si recheranno saranno immancabilmente arrestati e respinti ai loro paesi”. In questa seconda Circolare, l'attività degli zampognari è definita “molesta”. Se ciò fosse vero, non si comprenderebbe come mai costoro, per tale loro industria, venissero remunerati dalle tante famiglie che, spontaneamente e felicemente, li invitavano in casa per ascoltare da loro la novena. Fortunatamente, tali Circolari furono puntualmente ignorate dai diretti interessati. I nostri zampognari si sentivano protetti dall'ampia accettazione popolare e forti d'una tradizione secolare. Si potrebbero citare centinaia di fonti che dimostrano come fossero “ben visti” e come il loro arrivo in città fosse ansiosamente “atteso”. Non a caso, l'erudito partenopeo Gleijeses scrisse che quando era tempo di “far venire gli zampognari per la novena”, a Napoli era un “gran giorno!”. Invece, assurdamente, il Prefetto napoletano, nella prima delle due Circolari, per giustificare la sua proibizione prende a pretesto motivi d'ordine pubblico; ragioni evidentemente infondate, giacché problemi si sarebbero verificati solo se il divieto fosse stato davvero rispettato. In tal caso, si sarebbero certamente registrate le energiche proteste dei popolani campani, i quali avrebbero pubblicamente rivendicato la possibilità di ascoltare le “sacre”, e perciò intoccabili, pastorali natalizie. Il sindaco Vecchione (in bianco) CHRONICA UN SEMESTRE DI ATTIVIT IDA DI IANNI na lunga serie di iniziative ha connotato l'attività associativa nel primo semestre dell'anno. Si è partiti il 5 gennaio scorso con il concerto del Duo Schubert (Franco Fasano, Simone Sala) presso l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, evento fortemente voluto dal consigliere regionale Tony Incollingo ed inserito tra quelli promossi dalla Regione Molise per il 42° anniversario della sua istituzione. Molto proficua, in questo periodo, la rete dei rapporti istituzionali: l'Associazione ha infatti stipulato una convenzione con l'Università degli Studi del Molise per l'assegnazione di una borsa di studio del valore di 2.500,00 euro per un'indagine storica, culturale, economica e sociale riguardante i paesi dell'Alta Valle del Volturno che hanno avuto origine dall'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, e promosso la redazione e stampa di uno Speciale Chronicon Terzo Millennio in collaborazione con l'ISISS “A. Giordano” di Venafro (IS), allegato a questo numero. Incisiva anche l'attività di formazione-informazione intrapresa in diversi comuni della provincia attraverso una serie di conferenze itineranti che hanno avuto luogo nella Chiesa di San Lorenzo in Santa Maria Oliveto, frazione di Pozzilli (17 marzo); presso il Centro Polifunzionale in Filignano (1 aprile) e di seguito presso la Scuola elementare di Montaquila (11 maggio), il Museo della Zampogna di Scapoli (27 maggio) e nella Sala consiliare del Municipio di Fornelli (10 giugno). Le conferenze, tenute essenzialmente dal presidente Dino Ricci, dal professor Natalino Paone e dall'architetto Franco Valente, han- U no inteso affrontare i temi della nascita e dello sviluppo delle singole comunità ospitanti - tutte originatesi in seguito all'opera di incastellamento condotta dagli abati di San Vincenzo al Volturno intorno all'anno Mille - focalizzando l'attenzione in particolare su eventi storici ed aspetti urbanistico-architettonici peculiari delle località. Altro appuntamento di rilievo è stata la celebrazione del 16° anniversario della rifondazione dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, tenutasi il 14 maggio, celebrazione avutasi presso la Basilica abbaziale con celebrazione eucaristica e concerto del gruppo musicale “Pagus”. Sempre in maggio, il giorno 30, si è infine tenuta l'assemblea generale dei soci. Cornice la Sala conferenze dell'ITIS “E. Mattei” di Isernia, in tale sede sono stati approvati all'unanimità attività e bilancio 2005 e 2006 e si è tenuta una conferenza sulla storia del monachesimo benedettino in Molise, con particolare riferimento a San Vincenzo al Volturno, relatore N. Paone, e sul significato degli affreschi della Cripta di Epifanio, relatore F. Valente. Nella stessa circostanza la dottoressa Wanda Mazza e l'artista Umberto Taccola si sono aggiudicati rispettivamente un'agenda ed una copia del volume “Dal Chronicon alla storia” edito dall'IRESMO, preziosamente rilegati nel laboratorio di legatoria sanvincenzese di Madre Agnese Shaw. L'attività di promozione del sito di San Vincenzo al Volturno sta proseguendo con la ricostruzione degli affreschi della Cripta di Epifanio nella Sala Schuster dell'Abbazia, affreschi in gigantografia godibili d'ora in poi negli orari di apertura abbaziali. San Vincenzo al Volturno ha travalicato ormai anche i confini della Cina: una rivista cinese ha infatti pubblicato nei mesi scorsi un corposo articolo sul Preziosi volumi rilegati in abbazia cenobio volturnense redatto dal professor Federico Marazzi, ordinario di Storia medioevale presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Una pregevole pubblicazione, “La Cattedrale di Guardialfiera” della professoressa Antonietta Caruso, edita in quest'anno per il già citato IRESMO, ha in egual modo menzionato l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno in relazione al fiume Volturno ed in generale all'importanza dei corsi d'acqua molisani per lo sviluppo delle comunità ecclesiastiche. L'Associazione ha infine adempiuto agli obblighi imposti dalla recente legge sulla privacy, mentre il presidente Ricci si è fatto promotore di una dettagliata protesta nei confronti delle Poste Italiane-Filiale di Isernia - per il mancato recapito a diversi soci dei due precedenti numeri del Chronicon. Sotto il sole dell’estate e nella frenesia atipica - ma che tipica diviene - delle comunità piccole e grandi del Molise, che solo in agosto si sentono e si propongono vitali, l'Associazione ha continuato nella sua attività programmatica, che vuole in settembre la ripresa delle conferenze itineranti e la stampa e diffusione di nuovo materiale divulgativo. Museo della Zampogna di Scapoli - N. Paone relaziona ai presenti. CHRONICON Terzo Millennio 11 BILANCI COME D IVENTARE S OCI BILANCIO CONSUNTIVO 2005 Per diventare Soci dell’Associazione Amici di San Vincenzo Onlus Ł necessario fare domanda di adesione riempendo l’apposita Domanda di Ammissione. La quota di iscrizione (come da art. 9 dello Statuto) Ł fissata in Euro 25,00 per Socio Ordinario, in Euro 50 ed oltre per Socio Sostenitore e in Euro 10,00 per Socio Privilegiato. Quest ultima quota Ł riservata a studenti di ogni ordine e grado, compresi gli universitari fino a 30 anni; ai diversamente abili; ai pensionati sociali e ai disoccupati. La domanda va compilata e firmata sia nella parte superiore che in quella inferiore, quindi la parte superiore deve essere ritagliata e spedita insieme con la ricevuta del versamento di c/c postale o bonifico bancario al seguente indirizzo: Associazione Amici di San Vincenzo al Volturno onlus c/o Dino Ricci - Via Emilia, 7 - 86170 Isernia - Tel. 0865 412608 (Segreteria) c/c Postale n. 54604921 (Ufficio Postale di Isernia) c/c Bancario n. 8726 - Abi 1005 - Cab 15600 (presso BNL Agenzia di Isernia) PER ULTERIORI INFORMAZIONI, PER SCARICARE LA D O M A N D A DI AMMISSIONE E PER PRENDERE VISIONE DELLO STATUTO POTETE COLLEGARVI CON IL SITO INTERNET: w w w.amicidisanvincenzo.it Si ringraziano per l'anno 2005 nella loro veste di benefattori: Michelangelo Preziosi, FIMMGI, Antonio Baccaro, don Giovanni Di Scalia, Enzo Maddalena, Libera Cicchino, Assidea & Delta, Lion's Club. PREVISIONE DI BILANCIO 2006 INOLTRE LE SOCIET E LE DITTE ISCRITTE AL REGISTRO DELLE IMPRESE C/O LA C A M E R A DI COMMERCIO POSSONO DONARE A TITOLO DI EROGAZIONE LIBERALE UN CONTRIBUTO VOLONTARIO ANNUALE CHE POTR ESSERE SCARICATO* TO TALMENTE IN FASE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI ANNUALI. * Oneri detraibili ai sensi dell’art. 15 comma 1 lettera 1bis del DPR 917 (1986) * Oneri deducibili ai sensi dell’art. 100 comma 2 lettera HDPR 917 (1986) CHRONICON Terzo Millennio Registrazione Tribunale di Isernia N. 117 del 02/03/2005 REDAZIONE Via Emilia, 6 - ISERNIA -Tel. 0865 412608 Direttore Editoriale DINO RICCI Direttore Responsabile NATALINO PAONE Vice Direttore GIOVANNI PETTA Redazione IDA DI IANNI, MAURO GIOIELLI, MARIA STELLA ROSSI Foto, grafica, editing e prestampa VOLTURNIA EDIZIONI - CERRO AL VOLTURNO (IS) TEL. & FAX 0865 953593 - [email protected] Stampa GRAFICA ISERNINA - SANT’AGAPITO/ISERNIA Proprietà della Testata ASSOCIAZIONE AMICI SAN VINCENZO AL VOLTURNO ONLUS www.amicidisanvincenzo.it DIRETTIVO Presidente DINO RICCI Vice Presidente NATALINO PAONE Componenti: GIUSEPPE BECCIA, NICOLA DI NEZZA, RITA FORMICHELLI, ARMANDO MARINELLI, MARIA STELLA ROSSI.