PUNTATA 1 Paola stava preparando una valigia nella caserma di Roma dove era alloggiata per tutta la durata del suo corso a vice-brigadiere. “Davvero non devo avvisare il maresciallo Ferri del tuo arrivo?” chiese alla persona che stava aiutando. “No, non è necessario, comunque grazie, Paola” “Non dire sciocchezze. Sono io che devo ringraziare te, senza te sarei impazzita…….solo una cosa- aggiunse Paola - tieni giù le mani da Andrea” Una risata accolse le sue parole. “Mi pare di averti già detto che il tuo caro maresciallo non è il mio tipo. Non lo era quando l’ho conosciuto e dubito molto che lo sia diventato adesso” Paola sorrise. “Tieni questa è la mia e-mail – continuò – possiamo tenerci in contatto quando sarò a Città della Pieve e organizzare qualche bella sorpresa al tuo maresciallo” Lo sguardo di Paola si intristì “Non so se sia più il caso di chiamarlo così” “Fammi il piacere, Paola. E chi dovrebbe portartelo via? Sonia Martini?” “ La Morresi. Lei e Andrea sono sempre in contatto per via del lavoro.” La persona davanti a lei scosse la testa chiudendo il baule. “Vorrà dire che terrò d’occhio il maresciallo Ferri per conto tuo e, se qualcosa non va, ti chiamo, OK?” Paola l’abbracciò riconoscente. “Sei una vera amica, Annalisa” La ragazza scosse i corti capelli rosso scuro. “Devo andare, Paola, o arriverò in ritardo al mio primo giorno da brigadiere.” Nello stesso tempo, a Città della Pieve, Andrea era fermo sulla porta dell’Ufficio di Capello fissando la poltrona. “Che fai? Ci stai ripensando?” chiese Luigi passando nel corridoio. “Vorrei che Paola fosse qui.” mormorò. “Su quello non ho ombra di dubbio, ma cambierebbe qualcosa?” “Avrei qualcuno con cui parlare in ogni frangente” “E ora che ti prende? puoi parlare sempre con tutti noi.” Andrea scosse la testa. “Ho la sensazione che quando mi siederò su quella poltrona come comandante della stazione, molte cose cambieranno” Luigi lo guardò interrogativamente. “Non sarò più solo Andrea, diventerò il comandante che non inviterete più a cena o a giocare.” “Perché pensi ciò? La lontananza da Paola ti rende pessimista. Quando è stata l’ultima volta che vi siete visti?” “Venti giorni fa, ma visti è proprio il verbo giusto. Non siamo riusciti a stare neanche un minuto da soli” “Maresciallo, maresciallo!” “Cosa c’è, Bordi” “Un fax dal comando, ci mandano tre nuovi …” “uomini?” “C’è anche una donna, brigadiere” “Si, certo. Sonia Martini. Lo sapevamo già” “Chi sono gli altri, Andrea?” “Maresciallo Heinz Peter Vogel e ….questo è scritto a penna si legge male Brigadiere Di..o..ni.gi Dionigi” “Ma che razza di nome ha ‘sto maresciallo?” chiese Prosperi che s’era aggiunto al gruppetto. “Sono di Bolzano” rispose una voce con un tipico accento tedesco vicino all’ingresso. “Benvenuto.- lo salutò Andrea, andandogli incontro – io sono il Maresciallo Ferri.” L’uomo scattò subito sugli attenti. “Riposo. Questo è il brigadiere Testa, vice-brigadiere Bordi e carabiniere Prosperi” Il nuovo maresciallo rispose al saluto degli altri. “Prosperi accompagna il maresciallo nella sua stanza.” “Quella tua vecchia?” “Si Prosperi in quella. Forza!” Mentre Prosperi accompagnava il nuovo venuto, Andrea chiese “Bordi sono pronte le altre stanze, vero?” “Sissignore, sia quella vicina al Brigadiere Testa che quella della Vitali” 1 “Bene, allora il carabiniere Martini va nella camera della Vitali e questo brigadiere Dionigi nell’altra.” “Ma quando dovrebbero arrivare agli altri due?” chiese Luigi. “Domattina. Dionigi .. eppure questo nome mi dice qualcosa.” “Positivo o negativo?” “Sia l’uno che l’altro. Comunque veramente in gamba” “Allora sarebbe positivo se venisse qua?” “Non credo proprio che venga qua…era in polizia” “Ah, della concorrenza.” Luigi scoppiò a ridere. “Maresciallo!” “Bordi che c’è?” “Hanno chiamato dal supermercato, Bini e Romanò c’è stata una rapina….loro stanno inseguendo i ladri” “Luigi andiamo. Bordi cerca Mura e mandalo con Prosperi in aiuto degli altri” “Comandi, Maresciallo” Al supermercato trovarono il direttore fuori insieme ai dipendenti. “ Sono il Maresciallo Ferri. Questo è il brigadiere Testa. Mi dica come è andata? Ci sono Feriti?” “No, siamo solo spaventati.” “E’ in grado di rispondere a qualche domanda?” L’uomo annuì. “Cosa hanno rubato?” “Tutto l’incasso della giornata. Stavamo per metterlo nella cassaforte.” “La cassaforte è temporizzata?” chiese Luigi mentre si guardava intorno. “Si, si apre tutti i giorni alla stessa ora. Ma l’ora la conosciamo solo io e il vice direttore” La radio sull’auto gracchiò. “Testa, vieni avanti.” “Sono Bini stiamo inseguendo la macchina verso Chiusi, non so se riusciremo a raggiungerla prima che escano dal nostro territorio.” “Maresciallo…” Andrea si voltò verso l’auto. “Mura, può proseguire l’interrogatorio?” “Comandi, maresciallo” Andrea salì in macchina. “Andiamo, Testa” “Dove Maresciallo?” “Conosco una scorciatoia per raggiungere il confine tra la nostra giurisdizione e quella di Chiusi. Magari riusciamo a bloccarli prima che riescano a sfuggirci” Andrea uscì dalla Città e poi prese per una serie di vicoli sterrati e pieni di buche. “Andrea sei sicuro di questa strada?” chiese Luigi tenendosi alla maniglia sopra la portiera. “Si, ci sono venuto con Paola. cercavamo un posto tranquillo e siamo sbucati sulla statale prima che arrivaste tu e Bini che eravate partiti prima di noi” In effetti dopo poco sbucarono sulla statale e approntarono un posto di blocco. “Bini, dove siete?” chiese Andrea alla radio. “Siamo al Km 115 della statale. Siamo ancora alle loro spalle ma stanno guadagnando strada” “Continuate ad inseguirli. Io e Testa li stiamo aspettando al Km 200” Andrea sentì un suono che sembrava di sorpresa. Bini guardò Romanò “Come fa ad essere già là?” Romanò si strinse nelle spalle mentre continuava a pregare Padre Pio di fargli avere salva la pelle mentre correva a tutta velocità per quella strada famosa per gli incidenti. Rallentarono un attimo prima della curva dietro la quale si trovavano Andrea e Luigi, mentre l’auto che inseguivano fece una brusca frenata per evitarla finendo nel fossato. “Fermi, Carabinieri” intimò Luigi con la pistola spianata. “Guarda, guarda chi abbiamo.. – disse Andrea – Filippo Batoli e Antonio Campana …. sentivate nostalgia della galera?” Aiutati da Leo e da Romanò li tirarono fuori dalla macchina e li ammanettarono. “Testa, chiama il capitano Ranieri e digli che abbiamo arrestato i due evasi ..” “E recuperato il bottino” continuò Leo togliendo il sacco con i soldi dal sedile posteriore dell’auto dei rapinatori. Dopo una nottata passata ad interrogare i due evasi insieme al capitano Ranieri, Andrea rientrò in caserma insieme a Luigi. 2 “Certo che siamo stati fortunati – disse Luigi stirandosi mentre scendeva dalla macchina – la tua scorciatoia è stata provvidenziale. La tua storia con Paola sta ancora dando i suoi frutti.” Andrea era troppo stanco per replicare a tono poi aggiunse “Aspetto con ansia il momento che anche tu ti innamorerai così pareggerò i conti” Alzò lo sguardo e vide una moto parcheggiata nel cortiletto. “Bordi! –chiamò- cosa ci fa quella moto lì?” “E’ mia!” Andrea e Luigi si voltarono verso la voce femminile. Andrea spalancò gli occhi “E tu che ci fai qui?” PUNTATA 2 Alzò lo sguardo e vide una moto parcheggiata nel cortiletto. “Bordi! –chiamò- cosa ci fa quella moto lì?” “E’ mia!” Andrea e Luigi si voltarono verso la voce femminile. Andrea spalancò gli occhi “E tu che ci fai qui?” Luigi guardò Andrea e poi la ragazza che si mise sugli attenti. “Brigadiere Annalisa Dionigi, agli ordini” Andrea alzò gli occhi al cielo. Cosa aveva fatto di male per avere questo castigo? fece cenno alla ragazza di entrare in caserma. Sentì gli altri che mormoravano in cucina. “Chissà come ha fatto il maresciallo ad arrivare prima di voi?” chiese Bordi. “Si vede che insieme al comando della stazione gli hanno dato anche i superpoteri” replicò Prosperi. Andrea sorrise entrando in cucina. Tutti si zittirono. Andrea guardò Luigi come per dirgli che ti avevo detto? “Questo è il brigadiere Dionigi.” disse presentando Annalisa. Prosperi strabuzzò gli occhi trattenendo un fischio d’ammirazione. Annalisa si guardò intorno e grazie ai racconti di Paola le sembrava di conoscerli già tutti. Andrea fece le presentazioni. Annalisa sorrise a tutti, scambiando poche parole con ciascuno. “Prosperi, rimetti gli occhi nelle orbite e aiuta il brigadiere a portare su i suoi bagagli.” “Già fatto, maresciallo. I bagagli sono arrivati prima del brigadiere” “Vieni, allora, ti faccio vedere la tua camera” disse Andrea ad Annalisa, scambiando di nuovo uno sguardo con Luigi. Non appena furono usciti, nella cucina si alzò un brusio di voci. “’mazza che roba!” disse Prosperi incapace di dimenticare l’avvenenza della ragazza. “Carlo! – lo riprese subito Leo – sei sempre il solito” Continuarono a scambiarsi idee sul nuovo brigadiere mentre Luigi si allontanava per andare un po’ a riposarsi. “Perché ho la sensazione che tu non sia contento di avermi qui?” stava chiedendo Annalisa. Luigi si fermò dietro l’angolo del corridoio. “Probabilmente perché sai che ti conosco” “Comunque, Andrea, non è stata una mia idea quella di venire a Città della Pieve, anche se sapere che tu eri qui mi ha fatto accettare prima” Andrea la stava guardando, erano passati cinque anni dall’ultima volta che l’aveva vista, ferita per avergli fatto stupidamente da scudo. “Hai avuto conseguenze?” chiese all’improvviso. “non quelle che tu credi.” Luigi uscì da dietro l’angolo e passò davanti alla porta aperta. “Andrea, vado a riposarmi e forse dovresti andarci anche tu” Andrea capì l’allusione salutò Annalisa e seguì Luigi. “Che fai, mi spii?” gli chiese poi. “E’ il Dionigi che conoscevi?” chiese invece di rispondere Luigi. Andrea annuì “Ma stamani mi hai detto che era un poliziotto” “Infatti. Evidentemente ha cambiato idea” “Per amor tuo? – chiese Luigi già profetizzando guai gravi quando fosse giunto all’orecchio di Paola” 3 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea sorrise scuotendo la testa. “Dubito che abbia mai avuto nei miei riguardi il più piccolo interesse” “E tu?” Andrea si fermò e lo fisso dritto negli occhi. “Quando la conoscerai bene, avrai la risposta” e detto questo Andrea entrò nel suo appartamento da maresciallo lasciando Luigi solo nel corridoio. Luigi entrò nella sua camera e si tolse la divisa prima di buttarsi sul letto. Certo che tornare in caserma e trovare quella visione non era stato niente male. E la faccia di Andrea quando aveva visto chi era? Avrebbe voluto chiamare Paola e raccontarglielo se non avesse saputo che avrebbe scatenato le gelosia dell’amica. Paola era venuta lo stesso a conoscenza dell’entrata a sorpresa di Annalisa, dalla diretta interessata. “Avresti dovuto vedere la faccia di Andrea quando mi ha visto?” stava raccontando Annalisa. “Gli hai detto che mi conosci?” chiese Paola. “No, siamo stati interrotti dal brigadiere Testa che forse pensava che stessi invadendo il tuo territorio.” Paola sorrise, aveva ancora degli amici a Città della Pieve. “Come ti sono sembrati gli altri?” chiese Paola. “Uguale a come me li avevi raccontati. Penso proprio che qui mi troverò bene. Ti saluto, Paola, sento che mi vengono a chiamare.” “Ci sentiamo presto” Paola rimase con la cornetta appoggiata all’orecchio con un sorriso ebete sulle labbra. aveva fatto bene a consigliare Città della Pieve ad Annalisa. Lei le avrebbe sempre raccontato la verità, a dispetto di tutte le disposizione di Andrea. La mattina dopo, la caserma fu svegliata dagli strani profumino che uscivano dalla cucina. Il primo ad arrivare fu Bordi. “Finalmente qualcun altro che cucina!” fu il suo commento. Testa, che era appena tornato dal suo turno di notte, arrivò annusando e si mise seduto al tavolo apparecchiato. “Il signore desidera?” Luigi si voltò verso Annalisa sorridendo. “Un caffè, grazie.” Sul tavolo facevano bella mostra di sé marmellate, cornetti e una torta ancora calda. “Ah, così ‘un va mica bene.” esclamò Prosperi – ed io mo’ come faccio con Jessica mia?” “Come fai sempre, Prosperi – rispose Andrea sedendosi accanto a Luigi _ vai pure a fare colazione al Bar Pippo” Intanto tutti si erano seduti ed erano stati serviti. Annalisa si mise seduta davanti a Luigi. “Spero che la sorpresa vi sia piaciuta – una serie di mormorii furono l’unica risposta – però vi renderete conto che non sarà fattibile ogni mattina” dichiarò Andrea. “Era solo un modo per festeggiare il nostro primo giorno insieme” Luigi la fissò dritta negli occhi, come se cercasse di capire se ci fosse un secondo fine, Annalisa sostenne il suo sguardo. Luigi allungò una mano per prendere ancora una fetta di torta e si incrociò con quella di Annalisa che aveva avuto la stessa idea. Ritirarono la mano come se avessero preso la scossa. “Via, ragazzi, partiamo” disse Andrea alzandosi da tavola. “Brigadiere Dionigi, lei continua a stupirmi.” Tutti si guardarono cercando di capire cosa intendesse il maresciallo mentre Annalisa cominciava a sparecchiare. “Ah,no. Brigadiere qua finisco io. Lei ha preparato e io metto a posto.” “Grazie, Bordi” “La tua torta era davvero buona – le disse Leo – è piaciuta anche a Prosperi ma lui è fidanzato con una barista” “Capito il messaggio. Vorrà dire che non la farò più” “C’è sempre la merenda” aggiunse Luigi con una fetta di torta in mano. Annalisa sorrise avviandosi verso l’Ufficio di Andrea “Maresciallo, Comandi” “Lascia perdere il maresciallo, Annalisa” “Qualcosa non va? Ho sbagliato a preparare la colazione?” Andrea scosse la testa “Se non si è offeso Bordi, va tutto bene.” “E allora ?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 4 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “C’è un problema con la tua assegnazione qui” Annalisa alzò gli occhi al cielo. Sarebbe mai finita quella tortura? Aveva cambiato divisa apposta. “Il capitano Ranieri verrà tra mezz’ora per vederti. Ti avevo messo di turno con Bini, manderò Prosperi. Tu aspetta in camera tua.” “Non posso aspettare in ufficio con Bordi o sono sospesa dall’incarico” “Non sei sospesa perché non l’hai mai avuto l’incarico. Almeno così pare” Annalisa fece il saluto ed uscì. PUNTATA 3 Andrea si lasciò cadere sulla poltrona, dispiaciuto per lei. Cos’altro aveva combinato e soprattutto perché aveva lasciato la polizia? Le sue riflessioni furono interrotte da Bordi. “Maresciallo, è arrivato il capitano Ranieri.” “Fallo accomodare, Bordi, e manda qualcuno a chiamare il brigadiere Dionigi” “Comandi, maresciallo” Andrea si alzò per accogliere il capitano. “Buongiorno, riposo, maresciallo. Innanzitutto, di nuovo complimenti per l’arresto dei due evasi. Poi passiamo al problema più spinoso…il brigadiere Dionigi” Andrea attese che il capitano continuasse evitando qualunque commento nel timore di peggiorare la situazione “Ha ancora il fax che le è stato inviato dal comando?” Andrea annuì tirando fuori il foglio da una cartelletta. “Il nome del brigadiere Dionigi è stato aggiunto a penna” Il capitano rimase pensieroso. “Qui manca qualcosa” Il fax arrivato nel mio ufficio non è uguale a questo. Sarà il caso di parlare al brigadiere.” Andrea aprì la porta e vide Annalisa seduta nel corridoio. “Brigadiere Dionigi agli ordini!” disse salutando il capitano Ranieri che le fece cenno di mettersi a riposo “Brigadiere, al nostro comando non è arrivata nessuna comunicazione di una sua destinazione questa caserma” Annalisa cercò nella tasca della giacca e tirò fuori un foglio piegato in quattro.” “Questa è la comunicazione che hanno consegnato a me” Il capitano guardò il foglio, lo riguardò e poi disse “Questo lo dovrebbe consegnare a me” “E’ l’unica prova che ho” disse lei. Andrea cercò di inviarle dei segnali ma Annalisa lo ignorò. “non credo che gliela consegnerò. Possiamo fare una copia conforme ma l’originale lo tengo io. Non si sa mai.” Il capitano la guardò perplesso. “Come mai è così diffidente?” “Prima o poi uno impara” rispose Annalisa sulla difensiva. “D’accordo, facciamo la copia conforme.” “Bordi” chiamò Andrea. “ una copia con il timbro copia conforme” “Comandi, maresciallo” “Lei brigadiere, rimarrà in ogni modo sospeso dal servizio fino a quando non sarà chiarita questa cosa” “Devo cercarmi un altro alloggio?” chiese Annalisa. “Può rimanere a dormire in caserma ma non può partecipare a nessun lavoro” Il capitano prese il foglio e salutò. Annalisa attese che uscì poi, sospirando, si avvio verso la porta. “Annalisa, accomodati” disse Andrea. “Lo so che avrei dovuto dargli il foglio senza discutere ma…” “Si. Lascia stare. Sono altre le cose che voglio sapere da te? 1° perché hai lasciato la polizia? 2° perché hai scelto i carabinieri? 3° perché Città della Pieve?” “Come vuoi, comincio dal fondo ho scelto Città della Pieve perché un’allieva del corso a vicebrigadiere ne parlava sempre” Andrea sussultò “Hai conosciuto Paola?” “Si, il carabiniere Vitali era uno dei miei allievi, insegnavo informatica e inglese. Quando ho detto loro che volevo tornare a un servizio più attivo, lei mi ha consigliato di scegliere Città della Created by eDocPrinter PDF Pro!! 5 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Pieve perché era un posto meraviglioso, poi mi ha detto che c’eri tu, allora ho messo anche Città della Pieve tra le destinazioni che avrei gradito” Lo sguardo di Andrea si fece sognante. Quanto gli mancava. “Devo andare avanti con le risposte o ti lascio ai tuoi sospiri” Andrea si riscosse lanciandole uno sguardo assassino. “Sei tu che mi hai fatto le domande, io posso anche andare nella mia stanza” “Non devi mica stare rinchiusa in quella stanza per forza. Levati la divisa e poi….” <<Toc, toc>> “Avanti” “Maresciallo” Luigi entrò sospettando di aver interrotto qualcosa. “Dionigi, può andare e mi raccomando” Annalisa salutò ed uscì sotto lo sguardo indagatore di Luigi. “Sbaglio o il nuovo brigadiere non ti piace?” chiese Andrea divertito. “Non mi piace come ti guarda” disse Luigi. “Sei geloso di me?” “Io no, ma qualcuno lo è e molto anche. Se viene a sapere che ti chiudi nella sua stanza e che ti sdrai sulla scrivania per parlarle succede una guerra.” “Non credo. Comunque dovevi dirmi qualcosa o sei solo venuto a controllarmi?” “E’ per quel motorino rubato venerdì. Qualcuno lo ha dato alle fiamme appena fuori città” “Dove l’avete fatto portare?” “E’ ancora là, dobbiamo chiedere l’autorizzazione al magistrato” “D’accordo ci penso io” Annalisa si tolse la divisa, indossò un paio di jeans e una felpa. Aprì la finestra e si mise seduta sul davanzale. Paola aveva proprio ragione, quel posto era veramente bello. Chissà che cosa era successo al suo ordine di servizio. Eppure il colonnello sardi aveva detto che era tutto a posto. perché? C’era sicuramente lo zampino di Paolo, perché quell’uomo non la lasciava in pace? Si ritrovò a maledire il momento in cui era entrata in quell’Ufficio di Polizia. Saltò giù dal davanzale della finestra e si cambiò di nuovo. Bussò alla porta di Leo. “Brigadiere comandi” rispose aprendo la porta. “Lascia stare. Dov’è un posto dove si va a correre?” “C’è un parco poco distante da qui.” “Grazie.” Forse una bella corsa le avrebbe fatto bene. Andrea la guardò dalla finestra del suo ufficio, scuotendo la testa. Aveva visto la delusione sul suo volto quando le aveva detto che non avrebbe preso servizio. adesso avrebbe dovuto chiamare tutti per spiegare cosa era successo. “Bordi” chiamò. L’uomo comparve subito. “Fai venire subito tutti nel mio ufficio” “comandi Maresciallo” Dopo poco arrivarono tutti. “Manca solo il brigadiere Dionigi – disse Bordi – è uscita” “Non importa, tanto lei sa già tutto” Luigi lo fissò interrogativamente. “Il capitano Ranieri non è venuto solo per congratularsi con noi per la cattura dei due evasi” Andrea prese una pausa mentre tutti lo fissavano. “C’è un problema per il brigadiere Dionigi. Non è chiaro se sia stata o meno assegnata a quest’Ufficio. Nel dubbio Ranieri ha deciso di sospenderla dall’incarico fino a quando non sarà chiarita la questione. Vi sarei grato se non le chiedeste nulla. Potete andare.” Tutti uscirono tranne Luigi. “Che cosa significa che non è assegnata a questa caserma? Sul Fax c’era anche il suo nome” “Si, ma solo sul nostro, su quello di Ranieri, non c’è” “Che hai intenzione di fare?” “Purtroppo per lei, non c’è niente da fare. Dobbiamo solo aspettare che la cosa si chiarisca da sola, a lei personalmente è stata data una lettera di assegnazione a questa caserma.” Andrea si massaggiò il collo. “E’ stata una lunga giornata, Andrea. Vatti a riposare un po’” Mentre scendeva per cena, Andrea incontrò Annalisa con lo zaino sulle spalle che usciva senza farsi vedere. “Dove stai andando?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 6 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 4 “Ho affittato un monolocale vicino al parco. Così sicuramente non sarò d’intralcio” “Non dire sciocchezze, lo sai che non saresti d’intralcio” “Forse, però mi sentirò meglio fuori di qui. Almeno eviterò di vedervi subissati di lavoro e non poter far niente per aiutarvi” “Se la metti così, va bene. Lascia che ti accompagni.” Andrea le tolse lo zaino dalle spalle e la accompagnò fuori. Luigi che rientrava da un giro in moto, li guardò preoccupato. “Ho lasciato il resto delle cose in caserma, se hai bisogno della camera, vengo a liberarla.” “Quella è la tua camera, Annalisa. Tutto si aggiusterà e io avrò un nuovo carabiniere di cui preoccuparmi.” “Da quando ti preoccupi così tanto dei tuoi uomini?” “Sono il comandante della caserma, adesso, e capisco Capello quando diceva che eravamo tutti figli suoi.” Leo era di piantone. Aveva sostituito Prosperi che voleva uscire con Jessica, tanto lui non aveva niente da fare la sera, da quando Gioia era partita per Londra non aveva più avuto nessuna storia interessante. Sentendo aprire la porta, chiuse il libro che stava leggendo. “Buonasera, c’è Andrea?” Leo chiuse un attimo gli occhi. Possibile che tutte le belle donne cercassero sempre Andrea. “No, signorina. Il maresciallo Ferri non è al momento in caserma.” “Sempre così, quando hai bisogno non c’è mai.” “Posso aiutarla io, signorina?” “No, grazie. Lo aspetterò” “Va bene, si accomodi, pure qui” Leo riprese il suo libro sbirciando la bella ragazza mora seduta a lui. Occhi verdi, bocca delicata, fisico da modella, chissà chi era e perché cercava Andrea. “Che cosa stai leggendo?” chiese la ragazza dopo un po’. “Un trattato di psicologia” “Ti stai laureando?” “No, sono già laureato” “Beato te. Io devo dare ancora cinque esami prima della tesi.” “Frequenti psicologia?” “No, scienze della comunicazione” “Deve essere interessante” Una portiera sbattuta violentemente in cortile, interruppe la loro conversazione. Un Andrea furibondo entrò in caserma. “Ah. ma questa volta mi sente.” “Maresciallo” salutò Leo “Andrea!” gridò la ragazza andandogli incontro. “Ale, che ci fai qui?” “Ma non ti avevano avvisato che arrivavo?” “Certo, è per quello che è più di un’ora che ti aspetto alla stazione” “Dai, Andrea. Un amico m’ha dato un passaggio” “Che amico?” chiese subito Andrea. “Non cominciare, Andrea, sono appena arrivata” “Si e come al solito mi hai già fatto arrabbiare. Spero tuti sia comportata meglio con Bini” Leo fece segno di si. “Bini e poi?” chiese “Carabiniere Bini, signorina” “Lascia perdere le formalità, Leo. E’ mia sorella Alessandra” Alessandra allungò la mano verso Leo. “Leonardo Bini, ma tutti mi chiamano Leo” “Alessandra Ferri ma da sempre solo Ale” Si strinsero la mano velocemente come se volessero scappare. “Andiamo a dormire, Ale. Domattina devo alzarmi presto” “Prendo le valigie” “Avete bisogno di una mano?” chiese Leo. “No, grazie Leo. Buonanotte” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 7 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Buonanotte” Leo riprese in mano il suo libro ma non riuscì a leggere oltre. Non era una delle fans di Andrea, no, ancora peggio, era sua sorella. Leo scosse la testa, tanto anche se non fosse stata la sorella di Andrea non cambiava nulla. Carlo aveva portato Jessica a cena in un localino chic fuori città. Si era fatto consigliare da Leo su cosa dire e soprattutto come. La risposta di Leo non l’aveva convinto <<Lascia parlare il tuo cuore>> ma lui non sapeva come. Forse se avesse detto delle belle parole, sarebbe stato più facile convincere Jessica. Aveva chiesto un tavolo un po’ riservato, quello che doveva chiedere a Jessica non doveva essere sentito da altri orecchi. “Carlo, c’è qualcosa che non va?” chiese Jessica. “No, perché?” Carlo era sempre più nervoso. “C’è qualcosa che devi dirmi?” continuò lei. “Beh, veramente si” Jessica piegò il capo, sorridendogli. Carlo prese un respiro profondo, poi tirò fuori una scatolina di velluto scuro. L’aprì sul tavolo e le chiese “Jessica, me voi sposà?” Appena ebbe detto quelle parole si sentì morire, tutte le parole che aveva preparato erano scomparse dalla sua mente e l’aveva detto nel modo più rozzo. Gli occhi di Jessica si riempirono di lacrime. “Carlo, è bellissimo ma – carlo si sentì gelare – non posso accettarlo” “Non puoi o non vuoi?” “Non posso Carlo” rispose Jessica restituendogli l’anello. Rimase un attimo a fissarlo poi uscì di corsa dal ristorante in lacrime. “Jessica!” le corse dietro Carlo ma fu fermato dal cameriere che pretendeva il pagamento del conto. Quando riuscì a liberarsi, Jessica non era più nel parcheggio. <<E mo’ dov’è andata?>> Salì sull’auto e cominciò a cercarla. La trovò dieci minuti più tardi seduta su una pietra miliare della strada ancora in lacrime. “Sali, Jessica” le disse. Lei scosse la testa. “’Un fa così. Ti porto a casa dai!” Jessica continuò a stare seduta. Carlo la prese per un braccio e la fece alzare “Se sapevo che finiva così, ‘un te chiedevo nulla” le disse dopo essere riuscito a farla salire in macchina. La accompagnò fin sotto casa poi le prese una mano. “Jessica forse era troppo presto ma io ti amo davvero” Jessica non gli rispose mentre gli occhi le si riempivano di nuovo di lacrime. “Non posso….” e senza terminare la frase scese dalla macchina fuggendo. Carlo restò da solo con le mani poggiate sul volante non riuscendo a capire perché fosse lei e non lui a piangere per quel rifiuto. Luigi aveva seguito Andrea fino all’appartamento di Annalisa e con suo enorme sollievo l’aveva visto uscire quasi subito. Era rimasto seduto sulla panchina del parco che permetteva di osservare una delle finestre di Annalisa per essere sicuro che Andrea non tornasse. Rabbrividì all’umido della sera e si chiuse il giubbotto. <<Non devo essere tutto normale –pensò tra sé – altrimenti che ci faccio qua al freddo. Quei due se si vogliono incontrare trovano mille occasioni>> “Vuoi un po’ di the caldo?” Luigi sobbalzò e vide davanti a sé un mug di the fumante. Prese la tazza facendo un sorriso imbarazzato. “Non è la panchina più adatta per spiarmi. si nota benissimo dalla mia finestra.” gli disse Annalisa sedendosi accanto a lui. “Scusa, ma non sono qui per spiarti” Annalisa gli rivolse un sorrisino ironico. “Allora, ti ha dato buca, perché è più di un’ora che sei qui seduto da solo” Luigi le restituì la tazza. “Lascia perdere brigadiere. Torno in caserma” “Puoi venire un attimo con me?” Luigi la guardò pensando alla figura da stupido aveva fatto. “Vi ho preparato una torta per colazione domattina” disse Annalisa. “Non avresti dovuto disturbarti” disse Luigi per sentendo già in bocca il sapore della torta. “Nessun disturbo, mi piace cucinare” replicò Annalisa consegnandogli la scatola. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 8 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Buonanotte, brigadiere” “Buonanotte” rispose Annalisa chiudendo la porta. PUNTATA 5 Era passata una settimana da quella notte così movimentata e la situazione non era migliorata per nessuno. Annalisa stava ancora attendendo che chiarissero la sua posizione, Luigi continuava a controllare che tra Annalisa e Andrea non succedesse qualcosa, Carlo non si era ancora ripreso dal rifiuto di Jessica e Leo si era scoperto cotto come un adolescente di Ale. Quella mattina Annalisa era in caserma a prendere la divisa per portarla a lavare. Andrea era di cattivo umore perché ogni volta che provava a parlare con Paola cadeva la linea. “Maresciallo” lo chiamò Bordi. “Se non è importante, portali dal maresciallo Vogel.” “E’ il capitano Ranieri” Andrea si aggiustò la cravatta. “Fallo entrare” “Comandi” Il capitano Ranieri entrò sorridendo poi si rivolse a Bordi. “Bordi, rintracci il brigadiere Dionigi” “Comandi, capitano” “Ci sono novità?” chiese Andrea “Sembrerebbe di si” Annalisa bussò . “Entri brigadiere” salutò il capitano e restò sugli attenti. “A quanto pare, brigadiere, abbiamo risolto l’arcano” le disse il capitano. “Mancava solo un certificato medico” Annalisa spalancò gli occhi meravigliata. “Io ho portato tutta la documentazione richiesta” “Forse è andato smarrito. In ogni caso, lei sabato va a Roma all’ospedale militare dove le rilasceranno un nuovo certificato. L’accompagnerà lei, maresciallo” Andrea fece per protestare ma Annalisa gli diede un pestotto sul piede. “Da questo momento, brigadiere lei è reintegrata in servizio”. Rimasti soli, Andrea la guardò torvo. “Mi spieghi perché mi hai impedito di dire al capitano che non volevo accompagnarti?” “Perché non hai ascoltato bene” “Si, ho sentito bene: sabato andiamo a Roma” “Ecco, cosa ti suggerisce il binomio sabato-Roma?” “Una caserma in piena anarchia” Annalisa lo guardò stupita. “Lo pensi davvero?” “No, scusa. Ma tu che intendi dire?” “Se non ci arrivi da solo, lo scoprirai sabato. E ora scusami devo portare la divisa a lavare” Tornò in cucina a prendere la divisa. “Tutto bene?” chiese Leo. “Si, si, benissimo. Ci vediamo più tardi” “Annalisa!” Andrea si affacciò alla porta quando la vide ripassare “Comandi, maresciallo” “A mezzogiorno sei di servizio” “Sarò puntuale, maresciallo” e uscì saltellando come una ragazzina” “E’ successo qualcosa?” chiese Luigi ad Andrea indicandola “Si, è in servizio in questa caserma, da oggi” “Ah” disse Luigi. “Non sembri entusiasta, continua a non piacerti” “Continua a non piacermi come ti gira intorno. Se lo viene a sapere Paola?” “Luigi, io e Annalisa ci conosciamo da molto tempo, abbiamo lavorato insieme sotto copertura per un anno, se doveva nascere qualcosa era nato allora. E poi a me le rosse non piacciono, troppo incandescenti” concluse Andrea tornando nel suo ufficio. Luigi scosse la testa, non era per niente tranquillo. Doveva trovare una soluzione per questo problema. “Ah, dimenticavo-disse Andrea dall’ufficio- oggi è di turno con te” Luigi sorrise scuotendo la testa. Intanto a Roma, Paola era inquieta. Annalisa era arrivata a Città della Pieve da una settimana ma dopo quella prima telefonata non si era più fatta sentire, che cos’era successo? In più non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 9 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! riusciva neanche a parlare con Andrea. Sentì il suono di un sms in arrivo provenire dal cellulare e si precipitò a leggerlo. <<Sabato, solito posto h. 15. A.D.>> sorrise felice. Le lezioni quella mattina non le sarebbero pesate e avrebbe contato i giorni che mancavano a sabato. Si finì di vestire, carezzò la foto di Andrea che teneva nascosta nel cassetto del comodino. “Vitali, andiamo” la chiamarono da fuori. chiuse il cassetto e uscì. A mezzogiorno, Annalisa si presentò in caserma con una torta. “Guarda che usciamo, non possiamo mangiarla” le disse Luigi. “La mangeranno gli altri” replicò Annalisa andando a posare la torta in cucina. “Oh, danke” le disse Hanspeter non appena la vide. “Bitte” rispose. “Sei pronta?” sbuffò Luigi. “Si” disse salendo in macchina. Pattugliarono le strade del paese senza rivolgersi la parola. Poi qualcosa attrasse la loro attenzione. “E’ normale?” chiese Annalisa indicando la farmacia. “No, andiamo a vedere” Scesero dall’auto e tirarono fuori le pistole. “Tu vai di là, io vado sul retro” Annalisa annuì avvicinandosi all’ingresso della farmacia. Entrò cercando di fare meno rumore possibile. Due uomini stavano saccheggiando il reparto medicinali. “Fermi, carabinieri!” urlò puntando loro la pistola. In quel mentre dal retro sbucò Luigi e ai due non restò altro da fare che arrendersi. Dopo averli ammanettati, sentirono un mugolio da dietro il bancone. “Francesco!!” esclamò Luigi. “Lo conosci?” “E’ il titolare della farmacia.” “Chiamiamo il 118, è meglio se gli danno un’occhiata” “Ho già chiamato anche la caserma, mandano qualcuno.” Francesco cercò di alzarsi. “E’ meglio se sta giù, le hanno dato un colpo in testa” gli disse Annalisa. “Lei è un angelo?” chiese Francesco confuso. “No, brigadiere Dionigi” rispose lei. Quando Francesco fu portato in ospedale, tornarono in caserma. “Bravi. – disse loro Andrea – è un po’ che davamo la caccia alla banda delle farmacie” “Siamo stati fortunati” replicò Luigi scambiando uno sguardo con Annalisa. “Andiamo a sentire cosa hanno da dirci” concluse Andrea. I due erano dei balordi di zona che per pochi soldi avevano accettato di rapinare farmacie. Non sapevano chi fossero i mandanti. “Bini, tu e la Martini andate all’ospedale a vedere come sta Francesco” “Comandi, maresciallo. Sonia Andiamo” Francesco si era ripreso abbastanza bene. “Buonasera, come va?” chiese Leo. “Ho un gran mal di testa” “Può rispondere a qualche domanda?” “ Si” “E’ la prima rapina che subisce?” “Si, ma qualcuno era venuto a chiedermi se potevo procurarmi dei prodotti” “Droghe?” chiese Sonia. “Più o meno. Doping” “ne è sicuro?” chiese Leo. “Si, era tutte sostanze dopanti” “E chi era?” “Il direttore sportivo della squadra di nuoto” “Il signor Gualdi?” chiese incredulo Leo. Francesco annuì. “D’accordo. Si riposi” Leo si avviò verso la porta quando Francesco chiese “Posso fartela io una domanda?” Leo annuì. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 10 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ma com’è che le ragazze carabiniere sono così belle? Prima la Vitali, poi quella che è venuta in farmacia ora questa?” “Siamo molto fortunati” rispose Leo. Sonia rimase un attimo a fissare il giovane uomo nel letto. Francesco ricambio lo sguardo strizzandole l'occhio. “Sonia andiamo” la richiamò Leo. Nei giorni seguenti interrogarono di nuovo Francesco. Poi finalmente arrivò il sabato. PUNTATA 6 Finalmente era giunto il sabato. Andrea continuava a brontolare che per accompagnare Annalisa, doveva lasciare un’indagine a metà. Luigi era contrariato dal fatto che, avendolo saputo all’ultimo, non era riuscito a far nulla per impedirlo. L’unica felice era Annalisa. Andò da Leo e gli mise un mazzo di chiavi in mano. “Sono quelle del monolocale. Fanne buon uso.” Leo diventò paonazzo. “Che significa?” “Dai, Leo. Non sono mica cieca. Andrea viene via con me e fino a domani non torniamo” Leo continuò a tergiversare. “Ma io …” “Chiedile se ha bisogno di una mano per studiare. Il monolocale è più tranquillo.” Leo prese le chiavi “Non so se le userò” “Non voglio neanche saperlo. Rimetti le chiavi sul cassettone prima del mio ritorno” “Annalisa! Sei pronta? Prima andiamo, prima torniamo.” Annalisa alzò gli occhi al cielo guardando Leo. “Arrivo, maresciallo, arrivo.” Durante tutto il viaggio, Andrea continuò a brontolare. “O' la fai finita.. sembra tu vada davanti a un plotone d’esecuzione!” “C’è un’indagine in corso” “Ci sono altri carabinieri a Città della Pieve. Non sei DIO. Il maresciallo Vogel è in grado di gestire l’indagine e la caserma. L’aiuterà Luigi” “Perché tutti hanno una così bassa opinione di me?” “Forse perché tu ce l’hai un po’ troppo alta” “Hai sempre l’ultima parola, vero?” “Cerco sempre di finire in vantaggio” replicò Annalisa aprendo il libro che si era portata per il viaggio. “Siamo arrivati” le disse Andrea – forza, andiamo all’ospedale militare e poi torniamo a Città della Pieve.” Annalisa scosse la testa. “IO vado all’ospedale militare, tu hai un altro appuntamento” Andrea la guardò interrogativamente. “Abbi fede, Andrea, poi mi ringrazierai.” Fermò un taxi, fece salire Andrea e indicò all’autista l’indirizzo del bar. Andrea si trovò sballottato per Roma senza riuscire a capire dove stesse andando. Il taxi si fermò davanti a un bar. Paola era stata in fibrillazione tutta la settimana in attesa di quel sabato. Aveva preparato degli abiti sportivi ma un ulteriore sms la invitò a vestirsi il più seducente possibile. Chissà che scherzo le stava preparando Annalisa. Allora si era vestita come se avesse dovuto incontrare Andrea. Le venne una lacrima al pensiero che non vedeva Andrea da più di un mese e che le sembravano passati secoli da quando avevano fatto l’ultima volta l’amore. Si era appena seduta al tavolo del bar dove aveva appuntamento con Annalisa che lo vide scendere da un taxi. “Andrea!” lo chiamò “Paola” disse incredulo Andrea. Si corsero incontro e si abbracciarono, baciarono meravigliati. Furono interrotti dal cellulare di Paola. <<Hotel La Pace camera 412 a nome mio divertitevi>> Paola diventò di brace mostrando il cellulare ad Andrea che sorrise. “Beh, che stiamo aspettando? Dov’è questo albergo?” “Qui dietro. Ma io mi vergogno. Così di giorno, senza valigie” “Non ti preoccupare, sicuramente Annalisa ha una soluzione anche per questo problema.” Infatti, non appena varcarono la porta dell’hotel uno dei valletti, si avvicinò e consegnò loro la chiave 412 “Che ti avevo detto?2 disse Andrea mentre la scortava sull’ascensore. Appena ebbero chiuso la porta dietro a loro, restarono senza parole. “Wow” disse Paola. “Già, wow” Annalisa non aveva prenotato una camera qualunque, aveva prenotato la suite. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 11 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Beh – disse Andrea voltandosi verso Paola – da che parte cominciamo?” “Vasca idromassaggio?” propose Paola. Andrea annuì cominciando a spogliarla tracciandole una scia di baci man mano che scopriva la pelle. Paola si sentì come se un fuoco le scorresse nelle vene. Andrea continuò a baciarla. “Non so se posso aspettare l’idromassaggio” le mormorò mordicchiandole un orecchio. “Aspetterà lui” rispose Paola cominciando a spogliarlo. Si amarono nel letto a baldacchino, carezzandosi e baciandosi fino a non poterne più. Dopo molto tempo Andrea le disse: “Non avevi parlato di idromassaggio?” Paola mugolò contro la sua spalla. “Potremo usarlo ora” Si immersero nell’acqua borbottante e rimasero un attimo a fissarsi poi Andrea si avvicinò lentamente e cominciò di nuovo a carezzarla. Paola chiuse gli occhi assaporando quelle sensazioni che solo Andrea era capace di risvegliare in lei. L’acqua la carezzava da una parte e Andrea dall’altra. Andrea smise di carezzarla e si mise seduto. Paola spalancò gli occhi. “Vieni” le disse facendosela accomodare in grembo. Continuando a carezzarla fece congiungere i loro corpi. Paola si morse un labbro per non gridare dal piacere che Andrea le stava facendo provare. Raggiunsero l’apice del piacere insieme e Paola si abbandonò su di lui. Nonostante la posizione scomoda si trovarono addormentati Fu il bussare alla porta che svegliò Andrea. “Amore, stanno bussando alla porta” le disse svegliandola. Paola si guardò intorno meravigliandosi di essersi addormentata nella vasca. Andrea indossò un accappatoio e andò ad aprire. “Servizio in camera” annunciò dopo a Paola. Sul vassoio spiccava un biglietto: << Promemoria: Paola devi rientrare a mezzanotte. Andrea abbiamo il treno alle 3 binario 15>> Paola sorrise. Andrea guardò sul vassoio, c’erano i cibi preferiti di Paola e i suoi. “Credevo fosse solo una tua ex insegnante” disse. “E’ un’amica veramente speciale, per quello le ho consigliato Città della Pieve” “Già, chissà che faccia farà Luigi quando lo verrà a sapere” Paola prese una fragola dal vassoio e dopo averla baciata gliela mise in bocca. “Perché?” chiese poi. “Crede che Annalisa voglia circuirmi” Paola rise. “Chiunque ma non lei” Andrea cercava sulle cose sul vassoio. “Che cosa stai cercando?” “Sto cercando qualcosa di morbido” si voltò e le mostrò una coppa di panna montata. Paola si leccò le labbra con anticipazione. Andrea affondò la fragola nella panna poi l’avvicinò alla bocca di Paola tenendola con la sua bocca scambiandosi un bacio profondo. La fece sdraiare e le aprì l’accappatoio, inzuppò un’altra fragola e tracciò una scia attorno al seno. Brividi percorsero Paola che divennero sempre più intensi quando Andrea coprì quella scia con la sua bocca e soprattutto con la sua lingua. Paola lo carezzava lungo la schiena. “Andrea..” mormorò Paola con voce roca. “Si, amore” rispose Andrea prendendola sul tappeto con una passione che fece loro perdere completamente il controllo. Quando tornarono alla realtà, Paola notò un biglietto giallo che sbucava da sotto la porta. “E quello?” disse ad Andrea indicandoglielo. PUNTATA 7 A Città della Pieve, il maresciallo Vogel fece il punto della situazione con gli altri colleghi. Avrebbero dovuto cominciare dalla piscina. Decise di mandare Bini e Prosperi a vedere come era l’ambiente. “Non fate domande, guardate solo che gente c’è” disse loro. “Comandi” rispose Prosperi. “Brigadiere Testa, c’è qualcosa che non va?” chiese Hanspeter quando i due furono usciti. “No, maresciallo” rispose Luigi secco. “Maresciallo” chiamò Bordi Created by eDocPrinter PDF Pro!! 12 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “C’è una signora per una denuncia di smarrimento” “Mura, Romanò ve ne occupate voi?” I due annuirono uscendo. Quando furono soli Luigi chiese. “Posso andare, maresciallo?” “Sì, certo” Quando fu solo Hanspeter sospirò, non era facile essere comandante della caserma. Forse per Ferri era più semplice, conosceva bene i suoi uomini ma lui…e poi aveva l’impressione che Testa remasse contro. Luigi aveva preso la moto e stava sfrecciando per le stradine di campagna che circondavano la città. La giornata era cominciata male, con la notizia di quei due che andavano a Roma, continuata peggio visto che Vogel lo aveva lasciato fuori da ogni iniziativa. Non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che Annalisa avesse organizzato tutto per portare Andrea via dalla caserma. Andrea non era d’accordo, lo aveva notato, non avrebbe mai lasciato un’indagine in corso volontariamente. Che cosa aveva quella donna da fargli fare quello che voleva lei? Fermò la moto e sorrise tra sé. Che idiota che era. Lo sapeva benissimo cosa aveva Annalisa, era quello che aveva colpito anche lui la prima volta che l’aveva vista: un fisico mozzafiato e un sorriso accattivante. Voltò la moto e tornò in caserma. Leo e Carlo entrarono nella Hall della piscina. Videro delle foto appese al muro e si avvicinarono per osservarle. Ritraevano tutte delle premiazioni. “Sono i nostri migliori atleti” disse una voce dietro di loro. “Sono Osvaldi, l’allenatore” disse orgoglioso. “Avete vinto parecchie gare” disse Carlo. “Sì recentemente abbiamo avuto degli exploit notevoli.” rispose l’allenatore. “Complimenti” si congratulò Leo facendo segno a Carlo di avviarsi verso la zona piscine. Guardarono i ragazzi nuotare, quelli della corsia centrale dovevano essere in allenamento, andavano veramente veloci. Un ragazzo a bordo vasca teneva in mano un cronometro e controllava i tempi. “Mario, sei sopra di un secondo, cosa fai dormi stamani?” disse poi a un ragazzo biondo alto che lo fulminò con lo sguardo poi prese le sue cose e se ne andò. “Mario!” lo richiamò l’allenatore che era appena arrivato a bordo vasca. “Se vado così piano, posso anche smettere qui” rispose il ragazzo continuando a dirigersi verso gli spogliatoi. “Ti ho già detto che cosa devi fare per andare più forte.” gli disse l’allenatore andandogli vicino. Il ragazzo scosse la testa. “Ci vediamo, lunedì” gli disse allora l’allenatore. Leo e Carlo si guardarono “Che si fa? Lo seguiamo?” disse Leo. “Chiama il maresciallo e sentiamo lui” “Forse sarebbe meglio seguire l’allenatore” disse Hans dopo che Leo gli ebbe raccontato la scena “Comandi, maresciallo” Luigi rientrò in caserma mentre Bordi riferiva a Romanò che Andrea e Annalisa sarebbero rientrati la domenica pomeriggio. Imprecò tra sé e salì in camera sua, buttò il casco in un angolo e appoggiò le mani al davanzale della finestra. Dopo qualche tempo sentì bussare alla sua porta. “Avanti” Sonia si affacciò “Tra dieci minuti dobbiamo andare a dare il cambio a Prosperi e Bini che stanno seguendo l’allenatore.” “Va bene, Martini. Ci vediamo giù” Si cambiò indossando la camicia azzurra che gli aveva regalato Silvia per l’ultimo compleanno che avevano trascorso insieme. Come sempre il ricordo lo rattristò. Scosse la testa, si mise la fondina, prese la giacca e uscì. Hans lo ragguagliò sugli ultimi sviluppi. Luigi annuì e salì in macchina. Raggiunsero Leo e Carlo, si fecero spiegare gli ultimi spostamenti e si misero in attesa al posto loro. Quando tornarono in caserma, Leo e Carlo si fiondarono in cucina dove c’era Ale che stava studiando. “Certo che studiare qui è impossibile!” esclamò la ragazza. “Leo c’è riuscito” disse orgoglioso Carlo. “Veramente?!” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 13 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Si, ho preparato la tesi in caserma, ma hai ragione tu, Ale, non è che sia un posto così tranquillo” “Già” disse chiudendo il libro. Leo ripensò alle chiavi che gli aveva lasciato Annalisa. mentre salivano insieme le scale, Leo le disse “Io forse so dove potresti studiare in pace.” “Davvero? E potresti anche darmi una mano?” concluse mostrandogli un libro di psicologia. “Certo!” “Ci vediamo tra cinque minuti da Pippo?” propose Leo. “Va bene” Leo entrò in camera sua, prese le chiavi nel cassetto sotto i maglioni dove le aveva nascoste e se le mise in tasca. “Dove vai?” chiese Carlo. “Da Pippo” “Ah, ce parleresti co’ Jessica” Leo sospirò “Tu non le puoi parlare?” “Se mette a piagne quando me vede” “Ci credo, guarda come sei brutto.” gli disse Romanò passando. Carlo lo inseguì e Leo fu libero di andarsene da solo. Ale lo stava aspettando seduta un tavolino “Andiamo” le disse prima di cambiare idea. giunti sotto il portone, impiegò un po’ a trovare la chiave giusta. “Non è tuo questo posto?” chiese Ale. “No, ma ho il permesso di usarlo” Il monolocale era pulito ed effettivamente era tranquillo, si disse Ale. Mise i libri sul tavolo. si tolse la giacca e si mise seduta. “Cominciamo?” chiese. Leo annuì e si accomodò accanto a lei cercando di pensare alle parole scritte nel libro e non al profumo di lei. “Vedi –gli disse indicando una pagina – questo passaggio non mi è molto chiaro” Leo cercò di concentrarsi e cominciò a spiegarle mentre Ale prendeva appunti. Alla fine del pomeriggio, Ale gli disse “Dovresti fare il professore, sei molto bravo a spiegare” “Preferisco fare il carabiniere” rispose Leo. “Credi che domani possiamo tornare qui a studiare?” chiese Ale. “Penso d sì, di mattina però perché il pomeriggio sono di servizio” Si prepararono per tornare in caserma. “Grazie Leo” gli disse Ale prima di baciarlo lievemente sulle labbra. Leo la strinse a sé e approfondì il bacio. Ale rimase per un attimo sorpresa poi ricambiò il bacio. PUNTATA 8 Annalisa passeggiava da sola per Roma. Aveva sbrigato in pochi minuti la pratica certificato, lo aveva portato all’ufficio personale e ora aveva tutto il pomeriggio e la serata liberi. “Brigadiere Dionigi” Annalisa si voltò verso la voce familiare che l’aveva chiamata. “Generale Burchi, buonasera” “Come mai a Roma? Credevo che fosse a Città della Pieve?” “Sì, è così, infatti, ma sono qui per un certificato che è andato smarrito” “Di nuovo?” chiese. Annalisa si limitò ad annuire. “Venga le offro un caffè” “Grazie” Alla fine della chiacchierata, Annalisa era soddisfatta. “Se cambia idea, c’è sempre un posto per lei alla scuola sotto ufficiali” le disse il generale congedandosi. <<Oh, no –pensò tra sé Annalisa – mai più insegnamento neanche se fosse l’ultimo lavoro rimasto al mondo>> Aveva parecchie cose da sbrigare, passare all’Hotel Pace e comunicare a quei due la novità, cercare di contattare Paolo e finalmente rilassarsi. Dopo aver spinto il biglietto giallo sotto la porta 412, fece una telefonata e poi corse fuori. Un’ora dopo aspettava davanti al Colosseo. Lo vide arrivare baldanzoso e le venne il consueto attacco di nausea. Respirò profondamente per riprendere il controllo di sé, non gli avrebbe più permesso di rovinarle la vita. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 14 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ciao, Annalisa” “Paolo” “Mi hai cercato, finalmente” “Non ne sarei tanto felice, fossi in te” “Credi di essere al sicuro solo perché sei un carabiniere, che io abbia rinunciato ad averti?” “Oh, no. Lo so che mi vuoi ma non mi avrai per lo stesso motivo per il quale non mi hai mai avuto.” “Credi davvero che se ti avessi corteggiato, avresti ceduto?” chiese lui con un ghigno. “Beh, tentare di stuprarmi nel tuo ufficio il primo giorno che ci siamo incontrati, non è stata la tua mossa migliore.” replicò Annalisa gelida cercando di scacciare quel ricordo. “Io ti avverto, Paolo, -continuò Annalisa – non tollererò più che tu continui a cercare di rovinarmi la vita. Da questo momento non ti voglio più neanche sentire nominare” “Credi che il tuo comandante ti difenderà quando saprà che eri un poliziotto?” “Il mio comandante è il maresciallo Ferri, Paolo, e lui sa benissimo, grazie a te, che sono stata un’ispettrice di polizia” Paolo parve colpito dalla notizia. “Quel Ferri?” chiese poi. “Sì. Quel Ferri” confermò Annalisa. “Non è possibile, doveva essere espulso dall’Arma” “Evidentemente le tue manovre non hanno avuto molto successo” Paolo la guardò con sospetto. “Che cosa vuoi dire?” “Quello che ho detto, so benissimo che sei stato tu a ordire tutto per far sì che quella missione dei R.O.S. non andasse a buon fine. Avevi mandato me apposta, perché secondo te ero un’incapace, avevi pagato uno della banda affinché lo uccidesse” Paolo la guardò “Certo, ma qualcosa è andato storto, tu hai fatto di tutto perché la missione andasse a buon fine anche prenderti una pallottola destinata a lui.” “Perché io, al contrario di te, ero entrata in polizia per combatterlo il crimine, non per aiutarlo.” Paolo la prese per un braccio. “Che cosa sai?” “Quello che ho visto” ù”E hai visto Carmine Calabrò pagarmi per lo spaccio di droga..” “E non solo lui. Quindi, d’ora in poi ti dimenticherai di avermi conosciuto, se non vuoi che la tua carriera in polizia finisca all’istante.” “Non hai le prove” “Ce le ho, me le hai fornite tu adesso” disse mostrando il microfono che teneva nascosto sotto la giacca. Paolo lasciò la presa. “Addio, Paolo, per sempre” Paolo abbassò lo sguardo sconfitto. Non appena si fu allontanato, Annalisa tirò un sospiro di sollievo, quel capitolo orrendo si era chiuso. Non avrebbe più dovuto scappare o stare in guardia. Era felice, per la prima volta dopo tanto tempo sorrise a cuor leggero. Un calesse le si fermò accanto “Signorì, per un sorriso così le offro un giro in carrozza” Annalisa fu tentata di rifiutare poi, temendo d’offendere l’uomo, accettò. “’Sti carabinieri so’ sempre più belli” le disse. Annalisa ricambiò il sorriso dell’uomo. “Dove deve andare?” “Hotel La Pace” “Si goda il viaggio” disse facendo partire il cavallo. Annalisa si rilassò contro lo schienale. Ripensò alla gioia che aveva provato quando l’avevano accettata al corso in polizia e poi invece dopo l’incontro con Paolo quante sofferenze e umiliazioni. Aveva tenuto duro fino a quando non aveva incontrato Andrea. Per lui aveva rinunciato alla divisa di poliziotto pur di andarlo a difendere dall’accusa di incompetenza, accusa che sapeva infondata. Adesso tutto stava girando per il verso giusto. Incrociarono un altro calesse con su una coppia che si baciava. Prima o poi avrebbe trovato anche lei qualcuno di speciale da farle tremare le gambe al pensiero di vederlo, così come le aveva raccontato Paola. Già, quei due. Chissà cosa avevano deciso di fare, ammesso che avessero visto il biglietto. Sorrise tra sé, sia Paola che Andrea si meritavano quel tempo tutto per loro. “Signorì, siamo arrivati” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 15 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Quanto le devo” “Mi faccia un altro di quei sorrisi e siamo pari” Annalisa gli sorrise come gli aveva chiesto. Era appena scesa dalla carrozza, quando sentì suonare il cellulare. Lesse il messaggio e rispose. Andrea raccolse il biglietto giallo. <<Paola può passare tutta la notte fuori, tu che vuoi fare?>> Paola lo guardò incredula. “Posso rimanere tutta la notte qui?” “Così pare” disse Andrea. “Non mi sembri felice” replicò Paola. Andrea le carezzò una guancia. “Ho un’indagine in corso. Hanno tentato di saccheggiare la farmacia di Francesco” “Oh, mi dispiace” disse Paola sapendo che il lavoro era importante. “Chiama e senti come va” lo consigliò. Andrea annuì e chiamò Hanspeter, si fece ragguagliare, diede alcuni consigli poi comunicò che sarebbe ritornato l’indomani. Paola gioì, passare tutta la notte con Andrea…. Un sogno. “Bisogna anche avvertire Annalisa” gli ricordò. Andrea inviò un messaggio la risposta fu <<H. 13 hall dell’albergo>> “ E adesso?” chiese Paola. “Adesso credo che sia arrivato il momento delle coccole” disse Andrea facendola cadere sul letto. “Coccole?! – disse Paola – suona interessante” “Oh, sarà molto interessante, credi a me” disse Andrea sdraiandosi accanto a lei. La prese tra le braccia e la carezzò dolcemente, dimostrandole quanto amore provava per lei. Continuò a carezzarla facendola sentire più preziosa di un diamante e più fragile di un cristallo. Quella serie di coccole rese Paola consapevole di quanto fosse speciale il suo legame con Andrea, nessuno prima di lui l’aveva fatta sentire così: amata, desiderata e apprezzata. Si rilassò tra le sue braccia e si addormentarono abbracciati. “Vieni a mangiare con me?” le chiese Tony, il valletto che era stato suo complice” “Si, Tony. Dove andiamo?” “C’è un locale niente male qui dietro, ma forse è meglio se ti cambi” le disse indicando la divisa. Sulla via per il locale, Annalisa notò un negozio di moto. “Quando l’hanno aperto?” chiese. “Una settimana fa” Si fermò a guardare, all’interno, notò una vetrina con una serie di accessori. Comprò un pezzo di ricambio per la sua moto poi lo sguardo le cadde su un set di accessori per la pulizia. Comprò anche quello. <<Chissà se gli piaceranno>> disse tra sé mentre prendeva il sacchetto. “Annalisa, andiamo io ho fame” la richiamò Tony “Si, si andiamo” PUNTATA 9 All’una, Annalisa aspettava Andrea e Paola nella hall. Li vide uscire dall’ascensore mano nella mano. Paola, quando la vide, le corse incontro abbracciandola. “Grazie” le disse. “Di niente” rispose Annalisa ricambiando l’abbraccio. “Perché non mi hai detto che c’erano quei problemi? Avrei potuto aiutarti, lo sai” “E’ per quello che non ti ho detto nulla. Quei <crediti> li devi usare per poter tornare a Città della Pieve.” le disse Annalisa. Paola le sorrise un po’ triste. “Dai, andiamo. Ti accompagniamo in caserma e poi noi torniamo alla base.” le disse Annalisa dandole una pacca sulla spalla. Sul treno, Andrea crollò addormentato non appena furono partiti. Annalisa lo guardò e sorrise tra sé. Tirò fuori il suo libro e cominciò a leggere. “Biglietti, prego” fu il controllore a disturbarli. Andrea si stiracchiò. “Dormito poco, eh?” lo celiò Annalisa. “Grazie a te – replicò Andrea – e tu che hai fatto?” “Mi sono fatta fare il certificato” “Si, e il resto del tempo?” “Ho sistemato la faccenda Paolo” disse. Andrea le mise una mano sulla spalla. “Credevo che quello fosse già fuori dalla tua vita” “Adesso lo è, non ti preoccupare” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 16 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Mi preoccupo perché è un uomo pericoloso” “Ho parlato di lui al generale Burchi e adesso abbiamo una cassetta in cui ammette di aver pagato quell’uomo per ucciderti.” Andrea la fissò dritta negli occhi “Ti devo la vita, Annalisa, e forse anche qualcosa in più. Adesso mi dici perché hai lasciato la polizia?” “Non avrei potuto testimoniare a tuo favore, così mi hanno detto, in ogni caso la situazione per me era diventata insostenibile. Paolo mi metteva in cattiva luce in ogni luogo dove mi destinavano” “E in questi tre anni che cosa hai fatto?” “Sono tornata da papà e da Mutti, mi sono laureata e, quando è stato possibile anche alle donne accedere al concorso per l’arma dei carabinieri, l’ho fatto e l’ho vinto” “E poi sei finita alla scuola sotto-ufficiali come insegnante” “Esatto, e quindi a Città della Pieve” Il treno intanto si era fermato e loro erano scesi. “Città della Pieve, non è Roma” le disse Andrea mentre si incamminavano verso la caserma. “E’ per quello che l’ho scelta. Roma è troppo caotica, vuoi mettere la tranquillità che c’è qui?” “Se ti faccio vedere i fascicoli in archivio ti accorgerai che non è poi così tranquilla” Annalisa gli sorrise. “Sono felice di essere qui, Andrea” “Anch’io che tu sia qui. Quando ho letto brigadiere Dionigi sul fax, sei stata la prima persona a cui ho pensato. So quello che vali, ho bisogno di gente come te” “Sì, sì, Tu hai bisogno, sì, ma di qualcun’altra” Il sorriso di Andrea si allargò. “Questo viaggio è stato ossigeno puro” “Te lo avevo detto che non l’avresti rimpianto” gli disse Annalisa mettendogli una mano sulla spalla. “Sei una strega.” le rispose Andrea mentre si scambiavano un sorriso complice, ormai nel cortile della caserma. Due occhi scuri seguivano la scena, due occhi che divennero due fessure. “Bentornato, maresciallo –disse Bordi –Brigadiere” “Buonasera, Bordi” rispose Annalisa. “Brigadiere Dionigi” Annalisa si sentì chiamare e andò verso la voce. “Brigadiere Testa, buonasera” Luigi stava sistemando la moto. “Ho sentito che vi siete divertiti a Roma” Annalisa percepì un tono d’accusa ma cercò d’ignorarla. “Il maresciallo più di me, ma non mi posso lamentare. Ah, ti ho portato una cosa” gli disse appoggiando un pacchetto sul tavolo degli attrezzi. “Cerchi di corrompermi?” Annalisa spalancò gli occhi per la sorpresa. “Ma di che cosa parli?” “lo sai bene di che cosa sto parlando” Annalisa lo fissò torvo. “Direi proprio di no” “Di te e di Andrea, ecco di che cosa sto parlando” sbottò Luigi. “Il mio rapporto con Andrea non è affar tuo e comunque se tu ti facessi corrompere così poco, non varresti un granché come amico” detto questo girò i tacchi e se ne andò furiosa, passò vicino ad Andrea e gli sibilò “Non mi mettere mai più di turno con Testa” e sparì in camera sua. Luigi guardò di nuovo il pacchetto sul tavolo e si arrabbiò ancor di più, con se stesso e con lei. “Che cosa è successo?” chiese Andrea avvicinandosi. “Qui nulla, a Roma non lo so” “A Roma è successo molto ma non con lei. Io sono stato con Paola” Luigi lo guardò sospettoso. “Con Paola? e il brigadiere?” “Ah, non so cosa ha fatto Annalisa, evidentemente acquisti” gli disse Andrea indicando il pacchetto. “Tra cinque minuti nel mio ufficio, Luigi, voglio che mi aggiorniate.” Luigi annuì. Prese in mano il pacchetto e lo aprì. Era proprio quel set di accessori che cercava da tanto tempo e che non era mai riuscito a trovare. Si morse un labbro e sospirò. Che bestia era stato! Nonostante il modo poco amichevole con cui l’aveva sempre trattata, Annalisa aveva visto una cosa che avrebbe potuto piacergli e gliel’aveva comprata. Era stata la sua offerta di amicizia e lui l’aveva rifiutata. Che idiota! Era partito prevenuto nei suoi confronti. Che Andrea avesse Created by eDocPrinter PDF Pro!! 17 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! trascorso del tempo con Paola a Roma, si notava dalla faccia radiosa e un po’ sbattuta che aveva l’amico. Si ripulì e andò nell’ufficio di Andrea. “Stavamo aspettando te, Luigi” disse Andrea indicandogli la sedia davanti alla scrivania. Luigi fece cenno di no e rimase in piedi. Leo cominciò col raccontare cosa avevano visto in piscina, Hanspeter continuò dicendogli che avevano fatto pedinare l’allenatore ma senza grandi risultati. “ Bisogna entrare in piscina – disse Andrea – è lì che potremo trovare prove” “Perché non chiamiamo Gualdi? – chiese Annalisa – in fin dei conti il farmacista ha fatto il suo nome.” Andrea annuì. “Convochiamolo per domattina” Luigi guardò Annalisa ma lei distolse lo sguardo puntandolo su Andrea. Continuò a guardarla, era appoggiata vicino alla finestra e batteva un piede nervosamente. “Chi potrebbe infiltrarsi in piscina?” chiese Leo. “Io non so nuotare” disse Prosperi. “Nemmeno noi” dissero Mura e Romanò. “Sonia?” chiese Andrea. “Sì, so nuotare ma non ho certo un grande stile” “Hanspeter?” “Campione regionale juniores” rispose Annalisa. Andrea passò uno sguardo tra i due che si stavano fissando. “E tu come lo sai?” poi senza attendere risposta disse. “Lisa Spitz” “Sì, gareggiavo con quel nome” Andrea sorrise. “Ci spiegate anche a noi?” “Io e Hans abbiamo partecipato ai campionati atesini di nuoto categoria juniores cioè più di dieci anni fa” “E tu come ti sei classificata?” chiese curioso Leo. “Che domande, Leo – replicò Annalisa stringendosi nelle spalle – ho vinto, naturalmente.” Leo le diede una spinta “Sbruffona!” le disse. “Ok, ok –cercò di riprendere il controllo Andrea – allora abbiamo trovato i nuotatori. Domani sentiamo Gualdi e per ora continuiamo a seguire l’allenatore. Bini, andate tu e Prosperi poi stanotte vi diamo il cambio io e Annalisa.” concluse guardandola. Annalisa annuì. Andrea chiuse la riunione. “Annalisa” la chiamò Luigi. Annalisa si fermò. “Volevo scusarmi per prima. Sono stato un gran maleducato. Ho apprezzato molto il pensiero” “Io, per lei, sono il brigadiere Dionigi. Non mi interessano le sue scuse. Così come non mi interessa la sua considerazione. Da parte mia, cercherò di avere a che fare con lei il meno possibile, brigadiere Testa. Buonanotte” Luigi rimase immobile sul primo scalino mentre Andrea, che aveva sentito tutto, tratteneva a stento una risata PUNTATA 10 “Vuoi un the?” chiese Annalisa appena vide comparire Andrea in cucina. “No, grazie. Sei pronta?” “Sì.” rispose lei sciacquando la tazza. Indossò la giacca e lo seguì in macchina. “Non sei andata a riposarti?” “Ho dormito, io” gli disse ammiccando. “E’ solo colpa tua se non ho dormito” “Lo dirò a Paola, la prossima volta che mi chiama” “Vi sentite spesso?” “E’ un nostro segreto, mio caro” “Eccolo è lui” disse Andrea. “Che faccia!” esclamò Annalisa. Lo seguirono fino ad un locale fuori città. <<I pirati>> recitava l’insegna. “Che posto è?” chiese Annalisa. “Se chiediamo ad Ale, sicuramente lo sa” replicò Andrea. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 18 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Non credo proprio – disse Annalisa indicandogli la tipologia della clientela – questo è un locale gay” “Accidenti, non possiamo seguirlo fin dentro.” “Veramente, tu potresti andare, non so se e come torneresti” lo prese in giro Annalisa. Aspettarono una mezz’ora poi lo videro uscire di nuovo. Lo seguirono fino a casa. L’uomo rientrò in casa e non uscì più. La mattina seguente furono Mura e Romanò a dar loro cambio. In caserma, Annalisa salutò Sonia e Bordi e ignorò totalmente Luigi. “C’è del caffè pronto, maresciallo, anche per lei brigadiere” “Grazie, Bordi” “Buongiorno, Leo. Come mai così presto?” chiese Andrea. “Prosperi ha brontolato tutta la notte, alla fine mi sono alzato dalla disperazione” rispose Leo. Annalisa gli sorrise. “No, per me niente caffè, Andrea. Vado un po’ in camera. Chiamami quando arriva Gualdi” “Forse sarebbe meglio di no, se ti devi infiltrare è meglio se non ti vede” Annalisa annuì lasciando la cucina. Incontrò Ale sul pianerottolo. “Ti sei svegliata presto anche tu?” chiese Ale. “No, ero di turno con Andrea” rispose Annalisa. Ale si avviò ma Annalisa la fermò. “Aspetta, ti devo dare una cosa per Leo” prese le chiavi del monolocale e le mise in mano ad Ale. “Ah, è tuo?” Annalisa annuì. “Stai tranquilla, non lo vado certo a dire a tuo fratello” “Che cosa?” la voce di Andrea risuonò alle loro spalle. “Nulla.” rispose Annalisa. Andrea storse la bocca guardandole. Ale annuì e Annalisa gli disse “Ale conosce quel locale” “Che ti avevo detto? Non dovresti frequentare certi posti, Ale. Potrebbe essere pericoloso” “Starò attenta, promesso” rispose baciandolo sulla guancia e strizzando l’occhio ad Annalisa. “Perché ho la sensazione che mi nascondiate qualcosa voi due?” “Forse perché sei un bravo carabiniere?” replicò Annalisa chiudendosi in camera. Andrea sorrise <<Ah, le donne>> disse poi. Gualdi arrivo verso le dieci. “Buongiorno. Sono il maresciallo Ferri.” “Buongiorno, maresciallo.” Andrea gli indicò la poltrona davanti la scrivania. “Signor Gualdi, l’abbiamo fatta chiamare perché il farmacista che è stato aggredito qualche giorno fa, ci ha detto che lei è andata da lui a cercare dei prodotti dopanti.” L’uomo si passò una mano sulla fronte. “Sì, è vero ma io cercavo di capire come poteva essere finita nella mia squadra quella roba” “Sa che i suoi atleti si dopano?” chiese meravigliato Luigi che stava aiutando Andrea nell’interrogatorio. “Non ho le prove, ho solo dei sospetti. Siamo sempre stati una squadra di media calibratura, nel giro di pochi messi abbiamo raggiunto dei risultati eclatanti” “Allora ha pensato di indagare da solo” gli disse Andrea con uno sguardo di rimprovero. “Sì, lo so – ammise l’uomo – avrei dovuto rivolgermi subito a voi ma pensavo di riuscire da solo, allontanare la mela marcia e salvare il buon nome della società. E’ l’unica cosa che mi interessa. concluse l’uomo con fare sconfitto. “Forse possiamo aiutarla” cominciò Andrea. L’uomo alzò gli occhi verso il maresciallo. “Veramente?” “Sì, possiamo infiltrare un paio di uomini nella squadra.” “Solo uomini? Anche nella squadra femminile ci sono stati dei risultati sorprendenti” Luigi sorrise “Ci sono donne anche nell’Arma dei Carabinieri, signor Gualdi” gli disse. “Oh, questo lo so, non credevo che ci fossero qui” rispose l’uomo come per scusarsi. Andrea fece chiamare Annalisa e Hanspeter. L’uomo li scrutò poi disse “Beh, il fisico da nuotatori ce l’hanno, potrebbero anche andare” “Bisogna elaborare un piano credibile” disse Andrea. “Reduci da un infortunio?” propose Annalisa. Andrea storse la bocca poco convinto. “Però spiegherebbe i nostri tempi così e così” continuò Annalisa. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 19 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Questo è vero – disse Andrea – ma con due sconosciuti potrebbero non parlare” “Alle ragazze ci penso io” replicò Annalisa. “E per i ragazzi? Avete qualche idea?” “Potresti non capire nulla” disse Luigi. Andrea lo fulminò con lo sguardo ma Annalisa disse “No, il brigadiere Testa ha ragione. Hans potrebbe parlare in tedesco, così pensano che non capisca.” “Già, e poi chi traduce cosa dice?” “Io” disse Annalisa. Andrea annuì poi accompagnò Gualdi con Hanspeter. Nella stanza piombò il silenzio. Annalisa guardava fuori dalla finestra mentre Luigi faceva finta di mettere a posto delle carte. Andrea si massaggiò la fronte. “OK, voi due. Non mi importa niente se non vi potete sopportare, ma non voglio assolutamente che questo interferisca con il lavoro.” Annalisa si voltò verso di lui e gli disse “Ho solo chiesto di non essere di turno con lui, se è possibile. Non siamo bambini, Andrea, sappiamo distinguere il lavoro dalle cose personali. Lo hai fatto anche tu con Paola, nel bene e nel male” Andrea annuì “Va bene. Domattina tu e Vogel andate in piscina. Gualdi vi aspetterà là” “Comandi. Posso andare?” “Si, vai pure” Quando furono soli Luigi gli chiese “Era necessario che tu ci facessi la predica?” “Si, perché la tensione tra voi due è tangibile.” “Le ho fatta le mie scuse – disse Luigi – che cos’altro devo dirle?” “Temo nulla, Luigi. Annalisa, di solito non porta rancore. Ma tu devi averla ferita molto” “Probabilmente sì, e la cosa peggiore è che ho fatto di tutto per rendermela nemica” “Ci sei riuscito in pieno. Posso chiederti che cosa ti aveva comprato o è una cosa compromettente?” chiese Andrea. “Quel set di accessori di cui ti avevo parlato tempo fa” “E lei come faceva a saperlo?” “Non ne ho la più pallida idea. Un’intuizione visto che ha una moto anche lei” Andrea lo guardò sorridendo <<Un’intuizione? No, quello era un segnale>> disse tra sé. “Che segnale?” chiese stupito Luigi. Andrea si accorse di aver parlato a voce alta. “Nulla, Luigi, va con Sonia a dare il cambio a Mura e Romanò” “Comandi” PUNTATA 11 Leo ed Ale stavano studiando nel monolocale di Annalisa, c’era un po’ di tensione tra loro perché non avevano più parlato di quel bacio. Leo si sentiva un po’ in imbarazzo per aver approfittato della situazione ma aveva la sensazione che se si fosse scusato avrebbe peggiorato la situazione. Cercò di concentrarsi sulle cose da spiegare ad Ale ma era molto difficile perché il suo profumo era così sensuale. Anche Ale aveva ripensato spesso a quel bacio, non avrebbe mai immaginato che baciare Leo le sarebbe piaciuto così tanto, non era certo il genere di ragazzo con cui usciva di solito anzi tutto il contrario. “Ale” “Leo” dissero contemporaneamente poi scoppiarono a ridere poi smisero nello stesso istante e si fissarono in silenzio. Leo guardò le sue labbra prima di avvicinarsi per baciarle. Ale rispose subito al bacio. Quando si staccarono, Ale lo fissò negli occhi e vide uno sguardo pulito che nessuno dei precedenti ragazzi aveva avuto. Gli sorrise e lo spinse sul divano “Per oggi basta studiare” gli disse avvicinandosi per baciarlo. Leo non se lo fece ripetere due volte e rispose a quel bacio carezzandole il volto. “Sei bellissima” le mormorò dopo. Ale gli sorrise e avvicinando la bocca alla sua gli disse. “Dimostramelo” Leo inghiottì vistosamente ma tirò fuori tutto quello che provava per quella ragazza che gli aveva rubato il cuore. Hanspeter e Annalisa arrivarono insieme alla piscina. il signor Gualdi li stava aspettando. “Buongiorno,L’allenatore non è ancora arrivato” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 20 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Allora, sarà meglio scendere in acqua a scaldarci” Hanspeter annuì. Si ritrovarono a bordo vasca. “Wow” disse Hanspeter. Annalisa si guardò in giro poi gli disse “Was ist los?” (Che cosa c’è?) “Du” “Ich?” chiese Annalisa guardandosi, cosa c’era che non andava in quel costume nero che aveva comprato si disse. Hans si avvicinò e li bisbigliò in un orecchio “Sei uno schianto” Annalisa arrossì “Hans!” lo sgridò. Gli indicò la vasca e gli disse in tedesco che era meglio che andasse a nuotare. Si tuffò anche lei e già dalle prime bracciate capì che sarebbe stata dura. Era completamente fuori allenamento, sperò che Hanspeter si sentisse meglio. Alla fine della prima vasca trovò l’allenatore che la stava fissando. “Buongiorno – gli disse – Lisa Antoni” concluse porgendogli la mano. “Osvaldi. Gualdi mi ha parlato di voi due ma il suo amico è sordo?” “No, parla e capisce solo il tedesco. Hans” Hans la raggiunse sorridendo. “Ja, Lisa?” Annalisa fece le presentazioni in tedesco per Hans. “Vi ho visto nuotare lo stile c’è ma i tempi?” “Abbiamo avuto un infortunio” “Tutti e due?” “Eravamo sulla stessa macchina” disse Annalisa sottovoce. “Ah” rispose Osvaldi con aria complice. “Vi dovrete allenare molto per recuperare” “Penso proprio di sì” rispose Annalisa. L’uomo presentò loro gli altri componenti della squadra. Hans fece un sorriso di circostanza maledicendo Luigi e Annalisa che aveva avuto quella brillante idea. Annalisa nuotò con le altre ragazze che appena potevano si mangiavano Hans con gli occhi. “Non sei gelosa?” chiese Veronica, una delle ragazze più spigliate della squadra. “Finché guardate e basta, non è un problema, se vi avvicinate troppo vi spenno” Le altre ragazze risero. “E’ meglio andare nel mio appartamento” disse Annalisa quando si ritrovarono dopo l’allenamento. “E perché?” “Ci stanno seguendo” disse Annalisa continuando a camminare. “Se andiamo in caserma ci scoprono subito” “E’ per quello che continui a parlarmi in tedesco?” chiese Hans “Certo, è per quello che l’ho proposto” Hans alzò gli occhi al cielo mentre Annalisa apriva la porta. “Qui possiamo parlare in italiano?” chiese. “Perché dovremmo? Questa è un’operazione full immersion. Io non ho problemi a parlare in tedesco e tu ricominci a pensare in tedesco” “Che differenza fa in che lingua penso” Annalisa scosse la testa. “Lasciamo perdere. Cosa vuoi da mangiare?” “L’allenatore mi ha dato una dieta” rispose Hans mostrandole un foglietto. “Cavolo, questa è ingrassante. Dovrai nuotare otto ore al giorno per smaltire questa roba” “Temo che sia il programma di allenamento” “Otto ore? mi sa che schiantiamo prima” “A proposito di schianto. Lo sai che hai fatto colpo sui ragazzi? Te l’avevo detto che eri straordinaria con quel costume” “Anche tu hai fatto colpo sulle ragazze, loro credono che siamo fidanzati” Hans annuì. Il pomeriggio Hans uscì di nuovo per andare ad allenarsi mentre Annalisa a cui non era stato detto nulla si ripropose di presentarsi alla piscina più tardi. Dopo aver finito di sistemare la casa, andò da Pippo. C’era poca gente, allora si mise seduta d un tavolino, Jessica la raggiunse dopo poco. “Come va, Jessica?” Jessica si strinse nelle spalle. “Va” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 21 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Allora non tanto bene, anche Carlo …” Annalisa non riuscì a finire la frase perché Jessica cominciò a piangere. Annalisa la prese tra le braccia per consolarla. “No, no, non fare così. Niente è così grave che non si possa rimediare” “Sono incinta – disse tra le lacrime – ma il bambino non è di Carlo” Annalisa spalancò gli occhi per lo stupore “Non è di Carlo? Ma sei sicura?” Jessica annuì. “Un paio di mesi fa io e Carlo abbiamo litigato e ci siamo lasciati. Ho conosciuto una persona che mi ha corteggiato, ricoprendomi di mille attenzioni. Una sera siamo usciti a ballare e non mi ricordo come la mattina dopo mi sono svegliata nel suo letto” spiegò Jessica tra le lacrime. “quando Carlo ed io abbiamo fatto pace, non ci ho più voluto pensare, però la sera che Carlo mi ha chiesto di sposarlo ho scoperto che ero incinta, come facevo a dirgli di sì. Io lo amo Carlo ma non posso sposarlo” continuò. Annalisa la prese tra le braccia per consolarla. Alzò gli occhi e vide il volto pallido e sgomento di Carlo che aveva sentito tutto. PUNTATA 12 Carlo vagò senza meta per la città, troppo sconvolto per tornare in caserma. L’unico pensiero che rimbombava nella sua testa era che Jessica era incinta di un altro. Come aveva potuto fargli questo. Lui l’amava più della sua vita. L’aveva pure chiesta in moglie, lui che era sempre stato un farfallone. Maledizione, lui la voleva ancora, disperatamente. Attraversò la strada mentre passava una macchina che lo schivò per un pelo. Si fermò ad un pub ed ordinò da bere… fu lì che lo trovò Leo, avvisato da Annalisa, parecchie ore dopo. “Andiamo, Carlo” gli disse ma il ragazzo non sembrava nemmeno riconoscerlo. Leo valutò un attimo la cosa poi decise di chiedere aiuto all’unica persona che avrebbe tenuto la bocca chiusa. Dieci minuti dopo arrivò Luigi con la macchina. “Mamma mia! – esclamò Luigi vedendolo – è ubriaco fradicio. Che è successo?” “Non lo so di preciso. Mi ha chiamato Annalisa per dirmi di cercarlo.” “E lei come lo sapeva?” “Annalisa era con Jessica da Pippo. Questo è tutto ciò che so” “Avrà saputo perché Jessica non lo vuole sposare” ipotizzò Luigi. “Mi sa che ci sei andato vicino, altrimenti Carlo non si sarebbe ridotto così” “Andiamo, carichiamolo in macchina e riportiamolo in caserma” “Sì, ma come si fa a nasconderlo al maresciallo e soprattutto a Bordi” s’informò Leo. “Bordi mi preoccupa di più. Con Andrea ci si ragiona.” “Già, con Andrea ci possiamo far parlare Annalisa, lei lo sa prendere sempre per il verso giusto” propose Leo mentre caricavano Prosperi sull’auto. Chissà perché quella proposta non lo allettava così tanto, pensò Luigi, eppure era la più sensata di tutte. “Chiama il brigadiere Dionigi e vedi se ci può aiutare.” Leo lo guardò un attimo poi mandò un messaggio ad Annalisa. Dieci minuti dopo il telefono di Andrea squillò. “Chiama Bordi nella tua stanza.” “Perché?” “Tu fallo, poi ti spiego” “Dimmi solo se tu o Vogel siete nei guai” “No, non siamo nei guai. Tu chiama Bordi, poi …” Ad Andrea non rimase altro che ubbidire. “Bordi!” “Comandi” “E ora? “ “Trattienilo fino a quando non ti mando un messaggio” Andrea alzò gli occhi al cielo. “Chiudi la porta, Bordi, e accomodati” Annalisa mandò il messaggio a Leo. Con fatica Leo e Luigi riuscirono a portare Prosperi in camera. “Certo che pesa, eh?” disse Leo dopo che l’avevano adagiato sul letto. “Sarà meglio avvicinare un secchio?” chiese Luigi. “Mi sa di si” aggiunse Leo vedendo Carlo cambiare colore. Da un’autoradio salivano in camera le parole di una vecchia canzone di Baglioni “ IO TI ODIO, TI ODIO, TI ODIO, MA PERCHÉ SEI TANTO BELLA, TI ODIO E PERCHÉ NON SCOMPARI, PERCHÉ NON TI UCCIDI E PERCHÉ TI VOGLIO TANTO IO”. Carlo si lamentò. Quella canzone Created by eDocPrinter PDF Pro!! 22 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! rappresentava il suo stato d’animo. Leo prese una coperta e la stese su Carlo. Un Bip liberò Andrea dal dover intrattenere oltre Bordi, che appena fuori dalla stanza fece cenno a Mura e Romanò che Andrea sembrava poco normale. “Sarà la lontananza dalla Vitali” disse Romanò tornando alla sua scrivania. “Va pure Luigi, grazie – disse Leo – io resto qui. Non mi pare il caso di lasciarlo solo” “No, ma quando sei di servizio?” “Non sono di servizio fino a domani pomeriggio … con lui” concluse indicando Carlo. “Domani gli sarà passata” disse Luigi. “Ah, la sbronza sì, ma il resto non credo” disse pensoso Leo. “Io vado, se hai ancora bisogno chiama” Leo annuì voltandosi a guardare Prosperi che stava gemendo sul letto. Quella canzone risuonava ancora nella stanza, Leo si alzò e chiuse la finestra. “Jessica “ mormorò Carlo. Leo sentì tutto il dolore dell’amico in quell’unica parola. Chissà cosa aveva saputo di così tremendo da ridurlo in quello stato, Annalisa lo sapeva ma non poteva avvicinarla o la loro operazione sotto copertura andava a farsi benedire. Il suo cellulare squillò, sorrise leggendo il nome, ecco la soluzione. “Mi dispiace, non posso venire, però avrei bisogno di un favore grosso, Ale” “Perché non puoi venire?” “Adesso è lunga da spiegare. Ho un problema con Prosperi. Mi vuoi aiutare?” “Sì, dimmi.” “Va da Annalisa e chiedile cosa è successo da Pippo. Lei capirà e poi mi fai sapere.” “Sì, va bene. Ma ricordati che i favori si pagano” “A disposizione.” replicò sorridendo Leo. Alessandra chiuse il cellulare un po’ delusa. Sapeva che Prosperi era il miglior amico di Leo ma non pensava mai che mandasse all’aria un loro appuntamento per stare con lui. Trovò Annalisa prima che entrasse in piscina “Ale! Che è successo?” disse Annalisa non appena la vide. “Mi hanno chiesto di farti la stessa domanda” rispose Alessandra. “Lo ha trovato?” “Sì, penso di sì. Ha disdetto il nostro appuntamento per stare con lui.” “Mi dispiace, ma Carlo non poteva andare in giro in quelle condizioni” “Posso sapere cosa è successo?” “Carlo ha saputo perché Jessica non lo può sposare” “Non può o non vuole?” chiese Ale un po’ scettica. “Aspetta un figlio da un altro” Ale si tappò la bocca per la sorpresa. “E quest’altro?” “Credo non lo sappia nemmeno. Jessica se n’è accorta ora.” “Povero Carlo” “Già. Ale io devo andare.” Alessandra annuì. “Ci vediamo” Tirò fuori il cellulare dalla tasca della giacca e chiamò Leo. Leo continuava ad annuire. “Grazie, Ale. Ti devo un favore.” “Forse anche qualcosa di più, non mi sono dimenticata che mi hai dato buca” “Guarda che dispiace anche a me. Ma ho paura che Carlo faccia qualche gesto sconsiderato, visto lo stato in cui si trova” Alessandra sorrise tra sé “Lo so, Leo. Sei debitore di un appuntamento e di un favore” “Vedrai, ti saprò ricompensare a dovere” disse Leo concludendo la telefonata. Leo si voltò verso Carlo che ancora si lamentava. Povero Carlo, si era ubriacato sì, chissà che colpo era stato, era andato da Jessica sperando di convincerla a sposarlo e invece… Carlo si alzò di scatto dal letto. “Carlo, dove vai?” “Jessica..” mormorò di nuovo lui. “Sì, lo so. Ma non puoi andare da lei ubriaco” Carlo si ributtò sul letto e cominciò a piangere. Leo si passò una mano sulla fronte disperato. L’aspettava una lunga notte insonne. Dopo qualche ora Carlo si svegliò, aveva un mal di testa atroce ma doveva fare quella telefonata. Non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 23 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! gli importava niente di quello che era successo, la voleva e basta. Rispose al primo squillo “Jessica, ti devo parlare” Dall’altra parte il silenzio poi una voce piena di pianto. “Io non so” “Martedì alle 9 al parco” disse Carlo chiudendo la conversazione. Leo lo stava guardando. “Tu sapevi tutto, vero?” “No, l’ho saputo dopo che ti ho trovato ubriaco nel pub. Torna a dormire Carlo” Il ragazzo si buttò sul letto e crollò addormentato. PUNTATA 13 Andrea chiamò Luigi. “Andiamo alla piscina. Voglio vedere cosa combinano quei due” “Comandi” rispose Luigi che in realtà non ne aveva nessuna voglia. La prima immagine che videro fu Annalisa che usciva dall’acqua. Luigi rimase incantato, era strepitosa con quel costume. “Ehi, non hai mai visto donne in costume?” lo prese in giro Andrea. “Non quella donna” si lasciò sfuggire Luigi. Andrea lo guardò sorridendo tra sé. Rimasero qualche minuto a guardare poi andarono da Gualdi. “Hai visto quello come ti guardava?” chiese Veronica. “Quello chi?” “Quello lì con la giacca di renna” Annalisa non ebbe bisogno di alzare lo sguardo per sapere chi fosse. “Ah, non è il mio tipo” disse con noncuranza. “Forse però tu sei il suo, ti guardava come se ti volesse spogliare” replicò Veronica. Annalisa si strinse nelle spalle. “Io ho già Hans non ho bisogno di altri uomini” “Certo – le disse Ursula, una delle più forti della squadra – anche perché ad accontentarlo tutto ti ci vuole.” concluse alludendo alla stazza di Hans. Annalisa la spruzzò. Gli allenamenti erano estenuanti, Hanspeter e Annalisa crollavano esausti ogni sera. Riuscire a spiegare ai colleghi cosa succedeva era quasi impossibile. Talvolta lei e Andrea si incontravano nel parco a correre. Quella era una delle sere ma Annalisa dovette raccogliere tutte le sue forze per uscire. Andrea la vide così sfinita che invece di correre si infrattarono in uno di quei posti che usavano le coppiette. “Li conosci tutti questi posti, vero?” lo celiò lei. Andrea ricambiò il sorriso. “Allora?” Annalisa scosse la testa “Non stiamo cavando un ragno dal buco e in più né io né Hans ce la facciamo più fisicamente. Sette, otto ore di nuoto al giorno non l’ho mai fatte neanche quando gareggiavo veramente.” “Questo l’ho notato anch’io. Tu che proponi?” “Proviamo a chiedere” “Chiedere? Non sarà pericoloso?” “Così non possiamo più andare avanti, Andrea. Questa indagine deve avere fine. Io non ce la faccio più ad abitare con il maresciallo Vogel.” “Non ti vorrei ricordare che è stata tua l’idea” “Lo so, ma primo credevo che questa indagine finisse prima, secondo non credevo che vivere con lui fosse così difficile” “Forse tu non sei abituata a dividere i tuoi spazi con un uomo.” “Io e te abbiamo convissuto per più di sei mesi, e ci siamo riusciti benissimo” “Forse perché io non ci provavo” replicò Andrea, “Che vuoi dire?” “Ho visto come ti guarda Hans, quel costume ha fatto colpo e non solo su di lui” Annalisa lo fissò per capire a chi alludesse poi lasciò perdere. “Domani posso chiedere, Andrea?” “Sì, fa come ritieni meglio.” Uscirono dal nascondiglio e Andrea le tolse dei rametti dai capelli. Due occhi scuri seguirono la scena fremendo di rabbia. L’indomani Annalisa si presentò con una faccia delusa in piscina. “Qualcosa non va –chiese Veronica- Hai litigato con Hans?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 24 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Vi piacerebbe, eh?” replicò Annalisa. “Può darsi, ma anche qualcun altro sarebbe contento.” “E chi?” “Il tuo ammiratore con la giacca di renna” Annalisa alzò gli occhi e vide Luigi che la stava fissando. “Viene tutti i giorni, ti fissa e quando Hans ti abbraccia cambia espressione” “Buon per voi che avete tutto questo tempo per starvi a guardare intorno. Io nuoto e basta e non serve a niente” “Che vuoi dire?” “Ma non hai visto i miei tempi? Neanche a 12 anni andavo così piano” “Ma prima dell’infortunio che tempi avevi?” chiese Ursula “Beh, almeno un secondo meglio di questi” Ursula dondolò la testa come se prendesse in esame qualche ipotesi. Annalisa cominciò a nuotare sentendo su di sé lo sguardo di Luigi. Nuotò con maggior impegno per cercare di dimenticare quella sensazione di disagio che provava per quegli sguardi. Alla fine dell’allenamento Ursula la prese da parte. “Vuoi davvero migliorare le tue prestazioni?” “Beh, se restano queste posso anche smettere di nuotare. Dove vado con questi tempi?” “Sì, su quello hai ragione. Se proprio sei sicura, vieni domani a mezzanotte a “I Pirati”. Lo sai dov’è?” “Sì ho visto l’insegna una sera che ero in giro. Ma mi pareva un locale per una clientela particolare” “Non ti preoccupare, tu entra e chiedi di Giò. Ti accompagneranno da chi ti può aiutare” “Grazie, Ursula” “Lisa. Bist du noch nicht fertig?” la voce di Hans le arrivò da dietro la porta. “Che vuole?” chiese Ursula. “Vuol sapere se sono pronta” “Ma come fai a stare con uno che non capisce la tua lingua?” “Ho imparato il tedesco per lui” “Ah, allora è amore” disse Veronica “Ecco perché non ti interessa niente dell’uomo con la giacca di renna” concluse lei. Annalisa si strinse nelle spalle come per scusarsi prese la sua borsa e raggiunse Hans. “Allora?” chiese Hans. “Ti spiego strada facendo” Hans alzò lo sguardo sulla tribuna e vide Luigi che riguardava. “Che cosa ci fa qui?” “Gli avrà chiesto di farci la guardia” rispose Annalisa evitando di fare nomi. “E’ successo qualcosa?” Lei annuì “Mi hanno fissato un appuntamento per domani notte” “L’allenatore ha parlato con uno dei ragazzi, parlando di un certo Giò.” “E’ il nome che hanno fatto anche a me. E Mario?” “Mario se n’è andato sbattendo la porta.” “Bisognerebbe parlare anche con quel ragazzo” propose Annalisa. “Si, ma con chi?” Annalisa si mordicchiò un labbro. “Sonia?” chiese lei. Hanspeter annuì. “Ne parlerò stasera con chi tu sai. dobbiamo organizzarci. Tu non hai sentito nient’altro?” “No, ma i ragazzi che vanno più forte frequentano tutti lo stesso locale” “I Pirati” Hanspeter voltò la testa di scatto verso di lei. “E’ il luogo dell’appuntamento” disse Annalisa in risposta al suo sguardo. PUNTATA 14 <<Stessa ora stesso posto A>> Luigi guardò Andrea con lo sguardo furente. “Stasera ci vai tu, Testa” disse Andrea mettendosi in tasca il cellulare. “Io non credo sia una buona idea” “E’ un ordine brigadiere Testa.” replicò Andrea. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 25 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Comandi” rispose Luigi in tono secco. “Tanto dov’è il posto lo sai. – Luigi lo guardò interrogativamente – ti ho visto ieri sera, pensavo avessi smesso di seguirmi” “Non ti seguivo, ero andato a correre.” “A quell’ora?” “Non riuscivo a dormire” “Ti era rimasta la cena di Bordi sullo stomaco o le gambe di un certo brigadiere?” chiese Andrea prendendolo in giro. Luigi gli lanciò uno sguardo truce. Per fortuna erano nell’ufficio di Andrea altrimenti gli altri non l’avrebbero fatto più vivere. “Ah, è lei brigadiere Testa” disse Annalisa sottovoce quando lo incontrò. “Andrea ha mandato me” Annalisa annuì. Si rifugiarono nel nascondiglio degli amanti come lo chiamava lei. “Mi hanno dato appuntamento per domani notte ai “Pirati” Luigi la guardò stupita sapeva anche lui che tipo di clientela aveva quel locale. “Mi hanno detto di chiedere di Giò” Luigi pensò un attimo “E se fosse una trappola?” “Non ho elementi per saperlo, anche Hans ha sentito parlare di questo locale e di questo Giò dai ragazzi. Poi bisognerebbe che Sonia avvicinasse Mario” “Perché?” “Shht” fece lei e si baciò una mano rumorosamente. “Questo posto è già occupato” sentirono dire vicino a loro. Luigi tratteneva a stento una risata. Si ricompose allo sguardo truce di lei. “Perché Sonia dovrebbe parlare con Mario?” “E’ l’unico che quando parlano di “Pirati” e Giò se ne va sbattendo la porta. Potrebbe chiedergli se c’è già stato”“ “Ma perché Sonia?” “Perché è una ragazza e anche carina se non l’avesse notato” replicò Annalisa poi fece segno con il dito di tacere. “Andiamo qui?” sentirono dire. Annalisa emise un gemito roco. “Andiamo da un’altra parte” Luigi la guardò meravigliato. “Dobbiamo andare – disse Annalisa – sta diventando un posto troppo trafficato.” Uscirono e Annalisa scosse la testa per togliersi i ramoscelli di testa. “Aspetta” le disse Luigi aiutandola. Corsero fino fuori dal parco. “Ci vediamo …” Annalisa si interruppe e lo abbracciò nascondendo il volto contro la sua spalla. Luigi ricambiò l’abbraccio incredulo. “C’erano due della piscina” spiegò Annalisa slacciandosi e salì in casa. Luigi rimase fermo sotto il lampione per un attimo senza parole poi tornò in caserma. “Come è andata?” chiese Andrea cercando di non ridere vedendo la sua faccia sconcertata. Luigi annuì e basta. “Le hanno dato un appuntamento per domani notte ai Pirati” Lo sguardo di Andrea si incupì. Non gli piaceva quel locale e non gli piaceva l’idea che Annalisa entrasse da sola in quel locale. “E poi vuole che Sonia vada a parlare con Mario Caputi” Sonia avvampò “Non posso” “Perché no?” Sonia continuò a scuotere la testa. “Martini!” disse Andrea. “Non posso davvero” “Vieni nel mio ufficio” le disse indicando il corridoio, poi fece cenno a Luigi di seguirli. Sonia si mise sugli attenti davanti alla scrivania. “Mettiti seduta, Sonia. Adesso che siamo soli, mi dici perché non vuoi andare a fare due chiacchiere con Mario Caputi?” Sonia si morse un labbro prima di rispondere. “Siamo stati insieme qualche tempo fa e ci siamo lasciati in malo modo. Non credo proprio che voglia vedermi” “Vieni in piscina con me domani mattina e vedi come reagisce”. Sonia annuì ed uscì. “Torni in piscina anche domani?” chiese Andrea divertito. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 26 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Sì per accompagnare Sonia” Andrea lo guardò “ E le gambe di un certo brigadiere in costume non c’entrano, vero?” Luigi lo fissò. “Sei per caso geloso?” chiese cercando di cambiare discorso. “No, né di te, né di Annalisa, Luigi. Ma voi due mi sembrate due bambini che si fanno i dispetti” Luigi si incupì un attimo. “Domani notte l’accompagni te” Luigi alzò la testa di scatto “Perché io? Non sta lavorando con Vogel? Che l’accompagni lui.!” “Luigi, ti avevo avvisato che non avrei tollerato che i vostri dissidi intralciassero il lavoro …- fece una pausa e poi aggiunse – e neanche la tua gelosia.” Luigi aprì la bocca per replicare ma lo sguardo di Andrea lo fece desistere. “Buonanotte, Luigi” “Buonanotte, Andrea” Sonia si rigirava nel letto, non riusciva a prendere sonno. La sua strada si incrociava di nuovo con quella di Mario. Non aveva mai provato niente di simile per nessun altro ma quando si erano incontrati lei era così preoccupata per la salute di sua madre che non si era accorta di quanto fosse importante quel sentimento che stava nascendo tra loro. Il loro primo incontro era avvenuto al parco, lei stava correndo con le sue amiche quando si era scontrata con quel ragazzo che correva in senso contrario, lui l’aveva aiutata a rialzarsi e lei era rimasta folgorata da quel bel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e i capelli scuri. L’aveva corteggiata molto prima che accettasse un appuntamento con lui. Dopo quell’appuntamento Mario era diventato una parte importante della sua vita. Era stata la malattia di sua madre a rovinare tutto, Mario si era sentito trascurato, glielo aveva detto senza mezzi termini un pomeriggio che erano insieme, lei stressata dalla preoccupazione per la madre e dalla sua mancanza di fiducia nei suoi confronti era esplosa e avevano litigato violentemente, si erano detti parole di fuoco e infine si erano lasciati andando ognuno per la sua strada che evidentemente era destinata a rincontrarsi. Dopo tanta agitazione anche Sonia riuscì a addormentarsi. PUNTATA 15 “Già alzata?” chiese Luigi offrendole il caffè. “Sono un po’ nervosa” ammise Sonia. “Se vuoi ti preparo un the” si offrì Luigi. “Quello lo beve Annalisa quando è nervosa” gli fece notare Andrea entrando in cucina. Luigi sorrise imbarazzato poi disse “Una camomilla, allora?” Sonia scosse la testa. “No, grazie, brigadiere” “Guarda che stamani mi devi chiamare Luigi, comincia a fare allenamento” Sonia sorrise. Andrea le disse “Cerca di non dare nell’occhio e se ti accorgi che non è il caso non insistere” Luigi lo guardava ammirato. Riusciva ad alternare il rigore del comandante alla comprensione di un amico. “Tu, invece di guardare le gambe delle ragazze in costume, vedi se ci sono dei movimenti diversi dal solito” Luigi annuì “Comandi, maresciallo” “Entriamo divisi” le consigliò Luigi. Sonia lo scrutò con curiosità. “Il tuo amico potrebbe pensare che stiamo insieme.” “Non credo che gliene importi molto. Mi avrà già dimenticato” “Non credo” Sonia lo guardò interrogativamente. “Nonostante quel che crede il brigadiere Dionigi, io l’ho notato che sei una ragazza carina e anche intelligente. Se Mario è intelligente solo la metà di quanto le sei tu, ti starà rimpiangendo ancora.” Sonia arrossì. “Non la facevo così profondo, brigadiere Testa” gli sussurrò una voce all’orecchio facendogli percorrere la schiena da piccoli brividi. Luigi la prese per un polso e le mormorò “Ci sono molti aspetti di me che non conosci, brigadiere Dionigi” Sonia si voltò dall’altra parte imbarazzata e incontrò lo sguardo di Mario. Era un misto di sorpresa e sospetto. Sonia prese coraggio e fece un passo verso di lui. Mario si fermò ad aspettarla. “Ti devo parlare – gli disse – della piscina” Mario si guardò intorno circospetto poi la prese per una mano e la trascinò via. “Dove stiamo andando?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 27 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Mario le fece segno di tacere. Quando furono lontani dalla piscina Mario le chiese “Cosa vuoi sapere? Se girano sostanze strane in piscina?” Sonia lo guardò meravigliato. “So che lavoro fai – le spiegò Mario – non saresti mai venuta a cercarmi spontaneamente” concluse tristemente. “Non credevo ti avesse fatto piacere” rispose sinceramente Sonia. “Prima sistemiamo questa faccenda poi parleremo di noi due” le disse Mario facendola sedere su una panchina. “Sì, in piscina stanno girando sostanze dopanti” “E <<i Pirati>> cosa c’entra?” chiese Sonia. “E’ lì che se li procurano con la complicità del mister” “Tu ci sei andato?” Mario guardò di fronte a sé “Me lo hanno proposto ma io non mi sono fidato. Sono andato fin là, ho chiesto di Giò ma quando l’ho visto ho cambiato idea” “Com’era?” “Sulla cinquantina, moro, alto con un accento siciliano” “Lo sapresti riconoscere da una foto?” chiese Sonia sapendo che Bordi stava cercando tra tutti i pregiudicati che potevano avere come diminutivo Giò “Io non voglio venire in caserma” disse Mario “Non sarà necessario. Posso portare qui le foto più tardi e le guardiamo insieme” “Mi stai dando un appuntamento?” chiese lui divertito. “Se ti va di chiamarlo così” replicò Sonia. Mario le mise una mano sulla spalla. “Sto scherzando, sono felice di poterti aiutare, cucciolo” Sonia si morse un labbro sentendosi chiamare così. Il suo cellulare vibrò <<Tutto ok?>> “Chi è?” chiese Mario. “Il mio comandante” rispose Sonia. “E’ sempre così premuroso con tutti?” chiese Mario guardandola dritta negli occhi. “Sì, è veramente in gamba” rispose orgogliosa Sonia. Mario cercò di nascondere la sua frustrazione. “A che ora ci vediamo, dopo?” chiese. “Ti mando un messaggio, non appena sono pronta” “Vuoi il mio numero?” “Se non l’hai cambiato, non ce n’è bisogno” rispose Sonia. Mario represse il sorriso che gli stava salendo alle labbra. “No, è ancora quello” rispose. “Ci vediamo dopo” disse Sonia accomiatandosi. Mario allungò la mano e mentre Sonia la stringeva la tirò a sé. “Questo è solo lavoro – le mormorò – poi sistemiamo anche la nostra faccenda” concluse sfiorandole le labbra con un bacio. Annalisa entrò in acqua sentendo lo sguardo di Luigi su di sé. “E’ tornato” le disse Veronica. “Si vede che non ci ha nulla da fare” replicò Annalisa cercando di ignorarlo. “Ciao, Lisa” le disse Ursula. “Ciao Ursula, come va?” Ursula si strinse nelle spalle. “Il tuo ammiratore è sempre là” “Che devo fare – chiese Annalisa – non posso certo impedirgli di venire in piscina” “No, quello no, però dirgli di smettere di fissarti come se non avesse mai visto una donna forse sì” disse Veronica. “Secondo me, invece, ignorarlo è la tattica migliore” consigliò Ursula. “Seguirò la tua tattica, Ursula, mi sembra la migliore. Comincio a nuotare e basta” Luigi la seguì con lo sguardo man mano che si spostava lungo la vasca. Si muoveva agile e armoniosa, uno spettacolo da gustare. Rimase parecchio a guardarla andare su e giù per la vasca finchè non sentì vibrare il cellulare. <<non guardare le gambe di Annalisa, guarda in giro>> sorrise. Andrea lo conosceva bene. Alzò lo sguardo dalla vasca di Annalisa e si guardò intorno. Sembrava tutto come sempre. Abbassò di nuovo lo sguardo su Annalisa e vide una delle ragazze parlare con l’allenatore indicandola. Luigi cominciò ad avvertirla con il pensiero anche se Created by eDocPrinter PDF Pro!! 28 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! sapeva che era inutile. Annalisa alzò la testa verso di lui che con lo sguardo le indicò l’allenatore. Si avvicinò e disse “Qualche problema, Mister?” “No, nessuno Lisa. Puoi venire con me negli spogliatoi?” Annalisa prese l’accappatoio e lo seguì. Hans vide la scena ed entrò negli spogliatoi prima di loro. “E’ per mettersi d’accordo per stasera.” Annalisa annuì. “Se mi vedi, tu non mi conosci, d’accordo?” “Va bene, mister” “Vai pure” Annalisa strizzò l’occhio ad Hanspeter uscendo. Hans rimase nascosto ascoltando la conversazione tra Ursula e l’allenatore. Bordi stava cercando tra le foto segnaletiche, chi poteva avere un nome che poteva diventare Giò. Sonia lo raggiunse. “Mario ha detto che è sulla cinquantina e parla siciliano” “Allora è questo – disse Bordi – Giovanni Oddo nato a Catania il 19.02.1954” “Mi stampi la foto?” chiese Sonia. Andrea entrò in quel momento. “Come è andata?” le chiese “Bene. Mario ha visto questo Giò. Dopo gli faccio vedere la foto, ma non vuol venire in caserma” “Non ha importanza. Glielo hai detto tu che eri un carabiniere?” Sonia scosse la testa “No, lo sapeva già” Andrea le sorrise come per dirle <<hai visto?>> Il suo cellulare squillò. “Scusate” disse prima di allontanarsi. “Paola, tesoro” disse. “Come va?” “Stiamo chiudendo un caso di doping in piscina” “Annalisa come sta?” “E’ infiltrata in piscina con Vogel” “Ecco perché non risponde! – il tono di Paola era divertito – in piscina con tutti quegli atleti seminudi…” “E con Luigi che la controlla” Paola sentì la nota ironica di Andrea ma evitò di fare domande. “Tu come stai?” chiese invece. “Stanco e sofferente” rispose in tono lamentoso. “E di che cosa soffriresti?” “Di mal d’amore, naturalmente! Senza di te, mi sembra tutto così senza senso.” “Vale anche per me. Ogni tanto chiudo gli occhi e penso a noi due … nella suite” Andrea sorrise anche lui sogna spesso quella suite. “Maresciallo!” la voce di Bordi interruppe la chiamata. “Dimmi, Bordi” “Il maresciallo Vogel è qui” “E’ impazzito? Così manda a monte tutto” “Sta farneticando, non riesco a capire cosa sta dicendo” “Fallo accomodare nel mio studio” PUNTATA 16 “Hanspeter sei impazzito?” gli disse Andrea mentre entrava. La faccia sconvolta del ragazzo gli fece capire che aveva scoperto qualcosa di grave. “Am Abend …Gefahr…Vergewaltigung” Andrea lo interruppe. “Hans, in italiano per favore, non c’è Annalisa” Il ragazzo prese un respiro profondo ma continuava borbottare parole in tedesco. Andrea non sapeva più che fare. In quel mentre entrò Luigi che, avendo saputo da Bordi che Hanspeter era lì, si era precipitato nell’ufficio di Andrea senza nemmeno bussare. Andrea lo guardò ma il rimprovero che gli stava salendo dalla bocca si bloccò vedendo lo sguardo preoccupato di Luigi. Luigi si diresse verso Hans. “E’ successo qualcosa ad Annalisa?” Hans scosse la testa. Andrea e Luigi emisero un sospiro di sollievo. “Allora, che cosa è successo di così grave da farti venire qua?” Hanspeter guardò i due uomini che lo stavano fissando, forse aveva sbagliato a correre in caserma dopo aver ascoltato la conversazione negli spogliatoi, ma il maresciallo era l’unico che poteva fare qualcosa per aiutare Annalisa. “Stasera succederà qkualkosa di grafe” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 29 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea si rassegnò ad ascoltare quell’italiano così storpiato. Hanspeter era così sconvolto che non riusciva a parlare normalmente. “Hans, ricomincia da capo” Hans lo guardò fissò negli occhi. “Ho ascoltato Ursula e l’allenatore che parlavano di stasera.” Si fermò un attimo a cercare le parole. Maledì Annalisa che l’aveva costretto a pensare in tedesco per quasi una settimana ed ora doveva tradurre i suoi pensieri in italiano. “Non è solo spaccio di sostanze dopanti…. drogano le ragazze per violentarle.” Andrea sospirò, era ancora più difficile di quanto avesse creduto. “E stavano parlando di Annalisa, vero?” Hanspeter annuì. Andrea fissò fuori dalla finestra e Luigi imprecò tra i denti. Dovevano informare il magistrato e il capitano Ranieri. “Bordi, chiama il magistrato.” “Comandi” Andrea cercò di raccogliere le idee. “Sei sicuro di aver capito bene?” Hanspeter annuì. “Ero negli spogliatoi quando è entrata Annalisa con Ursula e l’allenatore e sono rimasto nascosto lì fino a quando non sono usciti tutti. Dopo che è uscita Lisa, l’allenatore ha ridacchiato dicendo che non sapeva cosa l’attendeva. Ursula ha detto che sarebbe successo come ad un’altra ragazza, ci avrebbe pensato lei a mettere la droga nel bicchiere” Luigi guardò Andrea e chiese “E ora che si fa?” “Non possiamo tornare indietro, Luigi. Tu accompagnerai Annalisa a << i Pirati>> come ti avevo già detto.” “Non sarà pericoloso?” “Tu sottovaluti Annalisa” disse Andrea. “Hans torna all’appartamento e comunica ad Annalisa le novità. Dille anche che ci vediamo stasera al solito posto” Hans uscì dalla caserma cercando di non farsi vedere. Il magistrato e il capitano Ranieri arrivarono insieme. Bordi li fece accomodare nell’Ufficio di Andrea. “Resti pure, brigadiere Testa” gli disse la dottoressa Morresi mentre Luigi stava uscendo, chiuse la porta dietro loro e rimase vicino alla finestra. Andrea spiegò loro i motivi per i quali li aveva fatti chiamare. Elaborarono insieme un piano cercando di valutare gli eventuali rischi. Luigi ascoltava cercando di dimenticare che era di Annalisa che stava parlando. “Brigadiere Testa, lei che ne dice?” gli chiese la Morresi. Ora, che cosa voleva questa, si domandò Luigi, fino al giorno prima lo ignorava ed ora faceva tutta l’interessata. “Sono d’accordo con il maresciallo” rispose Luigi. Non avrebbe mai contraddetto Andrea davanti a loro. Caso mai, avrebbe esternato i suoi dubbi in privato. Andrea gli sorrise comprensivo. Sapeva cosa passava dalla testa dell’amico forse ancor meglio di lui. “Vi mando alcuni uomini per circondare il locale nel caso qualcuno cercasse la fuga” disse il capitano Ranieri. La sera Annalisa trovò Luigi che l’aspettava nel nascondiglio. Aveva con sé tutto l’occorrente per microfonarla. Annalisa prese gli ordini che Andrea le aveva mandato. “Perché lei?” chiese quando la informò che l’avrebbe accompagnata lui. “Così ha deciso il tuo maresciallo” replicò Luigi seccato. “Le ricordo che è anche il suo maresciallo” rispose Annalisa per nulla disposta a lasciar perdere. “Ragazzi – la voce d’Andrea uscì dall’auricolare – smettetela” il tono era abbastanza seccato. Annalisa si finì di sistemare il microfono e uscì dal nascondiglio. “Non è ancora mezzanotte” le ricordò Luigi uscendo a sua volta. Annalisa coprì il microfono con una mano e gli disse. “Non crederai che io stia fino all’ultimo con lei in quel buco?” “Con Andrea ci saresti stata” l’accusò Luigi. Annalisa si girò di scatto e gli mollò uno schiaffo. Luigi le prese le braccia e la guardò con uno sguardo di fuoco. Andrea mandò Mura a dividerli. “Signorina, ha bisogno d’aiuto?” le chiese. “No, grazie. Abbiamo già risolto” rispose Annalisa divincolandosi dalla stretta e lanciando uno sguardo gelido a Luigi. Andrea, da lontano, si metteva le mani nei capelli, quei due, se continuavano così, avrebbero mandato a monte l’operazione. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 30 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 17 Nonostante tutti i timori di Andrea, Annalisa e Luigi, pur essendosi ignorati per tutto il tempo, si calarono nella parte perfettamente. Si avviarono al locale tenendosi per mano, lei si appoggiava alla sua spalla. Andrea, chiuso nel furgone, tirò un sospiro di sollievo. Annalisa e Luigi si fermarono poco prima di entrare, si fissarono un attimo cercando di infondersi coraggio un con l’altra. L’operazione si presentava delicata, Luigi sapeva bene che Annalisa stava rischiando molto. Lei fece cenno con la testa come per dire che era pronta. Entrarono nel locale e chiesero di Giò. L’uomo al bancone li fece accomodare poi fece una telefonata. Da una porta laterale apparve Ursula. Annalisa fece la faccia stupita. “Ciao, non pensavo di trovarti qui” disse Annalisa. “Sono qui per te, Lisa. E lui?” chiese indicando Luigi. “Mi avete incuriosito, e guarda come è bello, e vedi come ti guarda, e allora l’ho provato” “E com’è?” “Se è qui, l’esame l’ha superato, non credi?” replicò Annalisa con fare malizioso. “Meglio del tuo fidanzato?” “Sì, non pensavo che fosse possibile, ma sì meglio di Hans” Ursula la guardò un po’ sospettosa. “Così di punto in bianco, hai deciso di provarlo?” chiese. Annalisa le sorrise maliziosa. “Secondo te? Non potevo certo farmene accorgere da Hans, no? “ “Può darsi, ma lui non mi sembra si curi molto di te, sta guardando ovunque.” “Si sente un po’ in imbarazzo, non gli piace il posto. Tesoro? Questa è Ursula la mia compagna di allenamenti, l’hai già vista in piscina” Luigi strinse la mano che gli veniva tesa. “Piacere, Simone” “Volete bere qualcosa?” chiese Ursula. “No, adesso no -rispose Luigi- tesoro, dov’è quella persona che devi incontrare? Se non c’è, andiamo via. Ti ho detto che non mi piace frequentare questi locali.”. “Venite vi accompagno io” disse Ursula aprendo la porta da dove era sbucata prima. Annalisa strinse la mano a Luigi e insieme seguirono Ursula. Il corridoio finiva in una specie di salottino, arredato con un tavolino basso e un divano che aveva visto giorni migliori. Ursula li fece accomodare sul divano. “Giò arriva subito. Vado a prepararvi qualcosa da bere” Annalisa si avvicinò a Luigi e tra i denti gli disse. “Baciami o non crederanno che stiamo insieme” Luigi non se lo fece ripetere due volte, la prese sulle gambe e cominciò a baciarla. Annalisa rimase stupita dalla reazione del suo corpo al bacio di Luigi e gli passò le mani dietro alla nuca per stringerlo a sé mentre Luigi le carezzava il corpo. Furono i passi di Ursula che li fecero tornare alla realtà. Rimasero ancora abbracciati ma presenti. “Lei bacia molto bene, brigadiere” gli mormorò Annalisa nell’orecchio, lui la strinse a sé come per ammonirla. “Ops, scusate” disse Ursula. “Oh niente. Te l’avevo detto che era meglio di Hans” replicò Annalisa carezzando il torace di Luigi. “Giò ti sta aspettando – le disse Ursula – davvero non vuoi bere?” “Dammelo, lo berrò mentre parlo con lui” Ursula sorrise aprendo la porta. Luigi si alzò per accompagnarla ma Ursula lo bloccò. “Sono cose riservate, non puoi entrare” Luigi tornò a sedersi sul divano pregando che tutto andasse come avevano previsto. Annalisa entrò nella stanza che le aveva indicato Ursula, era arredata come la precedente, solo che sul divano stava seduto un uomo dalla corporatura robusta e con due occhi porcini che la squadrarono da capo a piedi. Annalisa sapeva di essere vestita in modo provocante ma quell’uomo la faceva sentire nuda. Si avvicinò lentamente. “Buonasera, sono Lisa Antoni” “So chi sei, accomodati” le disse l’uomo. “Non hai sete?” le chiese poi indicando il bicchiere che lei teneva ancora in mano. Annalisa lo posò sul tavolino. “L’alcool mi dà noia e poi preferisco essere sobria per divertirmi” gli disse mettendogli una mano su un ginocchio. L’uomo ebbe un sussulto, poi la guardò con maggior interesse. “So che tutto ha un prezzo – continuò Annalisa – se quello che mi offre vale effettivamente ci potremo mettere d’accordo sul prezzo.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 31 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Giò la stava guardando con uno sguardo incupito dalla libidine. Annalisa continuò a carezzargli il ginocchio. Lui le carezzò un braccio, cercando di carezzarle il seno. Annalisa si scostò “Ah, ah, prima la roba, signor Giò” “Chiamami pure Giò” disse lui alzandosi dal divano e avvicinandosi ad un armadietto. Lo aprì e le porse delle scatolette e delle fiale. Annalisa fece finta di analizzarle. “Uhm, merce di prima qualità. Dove la trovi? Non ne vedo di così buona da tempo” “Hai già provato di questi prodotti?” Annalisa annuì “Un mio compagno di squadra aveva una farmacia, ci rifornivamo lì” “Anch’io mi rivolgo alle farmacie.” disse con tono ironico. “Falsifichi le ricette anche tu?” chiese lei. “No, direttamente dai corrieri che riforniscono i medicinali” “Idea geniale” disse Annalisa cercando di reprimere la smorfia di disgusto nel sentirsi baciare la nuca da Giò. “Sì, basta conoscere le persone giuste” “E poi per metterle sul mercato?” chiese lei sottraendosi leggermente al tocco. “Ci sono degli allenatori compiacenti come Osvaldi, come Fabrizi e qualcun altro disposto a tutto per vincere” L’uomo le stava infilando una mano nella scollatura. Annalisa rabbrividì dal disgusto. “La merce è buona – gli disse – peccato che sia illegale. Carabinieri. Lei è in arresto” L’uomo cercò di difendersi ma Annalisa riuscì a bloccargli un braccio dietro le spalle. Luigi entrò sfondando la porta e l’aiutò ad ammanettarlo. Dalla porta esterna entrarono anche gli altri. Luigi si voltò verso Andrea che era pallido e sospirava, era andata bene ma Annalisa aveva rischiato molto. Si voltarono per cercarla ma non c’era, si guardarono interrogativamente poi la videro fuori. Luigi la raggiunse e vide che stava vomitando. PUNTATA 18 “Tutto bene?” chiese Luigi sentendosi un idiota, era chiaro che niente andava bene se lei stava così male. “Tutto bene – rispose Annalisa – basta che non pensi a quell’uomo e alle sue mani addosso a me” “Vieni, torniamo in caserma” le disse porgendole la mano. Annalisa la ignorò e marciò impettita verso la macchina. Luigi sospirò passandosi una mano sul volto poi la seguì. Annalisa rimase seduta rigida per tutto il tragitto, evitando accuratamente ogni contatto con lui. Luigi la guardava sottecchi cercando di capire cosa passasse per quel cervello. “Brigadiere Dionigi, è sicura che va tutto bene?” le chiese poi. Annalisa annuì. “Tutto bene, non si preoccupi brigadiere Testa, sto bene” Luigi non replicò che in realtà il colore terreo del suo volto non indicava proprio quello. Appena giunti in caserma; Annalisa chiese il permesso di andare a fare una doccia prima di assistere agli interrogatori. Andrea la guardò senza sapere cosa rispondere. Annalisa, allora si rivolse al magistrato.”Dottoressa Morresi, posso andare a togliermi di dosso l’odore di quel maiale?” La donna la guardò comprensiva. “Vada pure, brigadiere Dionigi, intanto cominciamo poi ci raggiungerà” “Grazie, dottoressa” rispose Annalisa correndo poi per le scale. Andrea si strinse nelle spalle come per scusarla ma la Morresi gli disse. “Ha ragione lei, Andrea. Anch’io non mi sentirei a mio agio se un uomo del genere mi avesse messo le mani addosso.” Luigi stava accompagnando dentro Ursula. “Vieni, vieni signorina” le disse spingendola nell’archivio. “Brigadiere Testa – gli disse Claudia – è una donna” Luigi si voltò verso di lei e replicò “Oh, no dottoressa questa è un’arpia” Andrea sorrise poi notò lo sguardo con cui Claudia stava guardando Luigi, sembrava interessato. Luigi chiuse la porta dell’archivio e Claudia si voltò verso Andrea. “Andiamo ad interrogare il nostro amico Giò, Claudia?” le disse indicandole il suo ufficio. Claudia lo seguì. Annalisa s’infilò immediatamente sotto la doccia e cominciò a strofinarsi con vigore cercando di mandar via quella sensazione di sporco che si sentiva addosso. Quando le parve che l’unico Created by eDocPrinter PDF Pro!! 32 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! odore era quello del sapone si avvolse in un asciugamano e si avvicinò al lavandino per lavarsi i denti. Preparò la divisa poi si mise seduta sul letto. L’unica cosa che le dispiaceva era che insieme all’odore di quell’uomo era sparito anche l’odore di un certo brigadiere che lei non avrebbe mai confessato di apprezzare. Andrea guardò l’orologio e si meravigliò che annalisa non fosse ancora scesa. Stava per mandare Bordi quando sentì bussare alla porta. Il capitano Ranieri aprì. “Brigadiere, entri” Annalisa lo salutò e poi lanciò uno sguardo di scusa ad Andrea. Giò si voltò verso di lei e le lanciò uno sguardo gelido. Annalisa si avvicinò alla scrivania e rimase accanto ad Andrea. “Allora signor Oddo, ci dice chi l’ha aiutata a metter su questo giro? – chiese Claudia – oltre ai nomi che ha già fatto al brigadiere Dionigi, stasera” L’uomo tacque. “D’accordo –disse Andrea pigiando il tasto del registratore – questo non è lei che parla?” Annalisa, sentendo la sua voce, avvampò. Non credeva di aver usato quella voce da gatta morta. Fece un respiro profondo e poi gli disse. “Vuole finire da solo in galera? Per lei le accuse sono pesanti: spaccio di sostanze dopanti e stupefacenti, stupro e ricatto. Non mi pare poco.” “Io non ricattavo nessuno e non ho mai violentato nessuna ragazza” “No? E come mai c’erano foto di queste ragazze nude in situazioni <<sconvenienti>>?” chiese Andrea. L’uomo richiuse la bocca. Annalisa lo fissò dritto negli occhi. “Lei mi ha detto che i clienti glieli trovavano Osvaldi e Fabrizi” L’uomo annuì. “e poi chi altri?” L’uomo la fissò di nuovo. “Non avrei dovuto fidarmi dei suoi occhi da gatto.” “Lasci perdere i miei occhi. Mi dica, invece, i nomi degli altri coinvolti, se collabora potrebbe avere uno sconto di pena” disse Annalisa guardando Claudia che annuì. L’uomo guardò prima Annalisa poi Andrea e infine sospirando disse “Se vi dico tutto aiuterete Ursula?” “Che cosa c’entra Ursula? – chiese Andrea – lei risponderà per ciò che ha commesso” “Ursula è mia figlia, lo so che non avrei dovuto coinvolgerla ma …” Annalisa guardò Andrea che guardò Claudia. “La ragazza dov’è?” chiese quest’ultima. “Nell’archivio –rispose andrea – la facciamo venire?” Claudia annuì “Vado io” si offrì Annalisa, aveva bisogno di uscire un attimo a prendere aria. Bussò alla porta dell’archivio, le aprì Leo. Luigi la guardò per vedere se stava bene, notò subito che insieme alla divisa aveva indossato anche la solita maschera di distacco. Ursula sgranò gli occhi. “Anche tu!” “Brigadieri Dionigi” specificò Annalisa. “Dovrebbe seguirmi, il maresciallo la vuol vedere” “Giò sta male?” chiese lei preoccupata. “No, suo padre sta bene, mi segua adesso” “Sei sempre così?” le chiese Ursula. “Così come?” chiese lei di rimando. “Integerrima” rispose lei. “Cerco di fare del mio meglio” replicò Annalisa aprendo la porta dell’ufficio di Andrea. Oddo, dopo aver visto che la figlia stava bene, cominciò a collaborare con loro. Fece i nomi dei fornitori e dei procacciatori di clienti. Per tutta la notte ci fu un via vai di persone e di interrogatori, quando fu la volta di Osvaldi, l’uomo si rifiutò di rispondere alle domande ma quando vide entrare Annalisa e Hanspeter in divisa, capì che il suo gioco era stato scoperto. Erano passate da poco le sei quando tutto finì. “Andiamo a far colazione da Pippo?” chiese Andrea. Alle tre aveva mandato tutti a dormire tranne Annalisa e Luigi che aveva finito di interrogare Osvaldi insieme alla Morresi. “Io andrei a letto e dormirei fino a giovedì” disse Annalisa massaggiandosi il collo. “Ti meriteresti anche di più – replicò Andrea – Hai fatti proprio un ottimo lavoro” “Allora, da domenica sono in licenza una settimana” gli disse Annalisa sorridendo. “Addirittura una settimana. “ disse Andrea. “Quando capita l’occasione perché non approfittarne?” Luigi e la Morresi li raggiunsero. “Allora, andiamo a far colazione da Pippo?” disse Luigi. “No, io vado a letto” rispose Annalisa. Andrea indicò la porta a Claudia accompagnandola fuori. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 33 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Vi raggiungo subito” disse Luigi poi rivolto a lei chiese” Posso chiederti una cosa?” Annalisa annuì restando in attesa. “Perché non hai voluto che ti toccassi dopo che avevi ammanettato Giò?” Annalisa lo guardò dritto in quegli occhi scuri che sembravano scrutassero dentro la sua anima e gli rispose “Perché mi sentivo talmente sporca che non volevo sporcare anche lei” Luigi la fissò un attimo inghiottendo vistosamente. Annalisa gli toccò un braccio e gli disse. “Buonanotte, brigadiere Testa” e lo lasciò da solo nell’Ufficio di Andrea. PUNTATA 19 Luigi raggiunse gli altri due mentre entravano da Pippo. “Tutto bene?” gli chiese Andrea. Lui annuì. “Nottataccia, eh?” chiese Pippo vedendo le facce distrutte. “Proprio, Pippo. Vedi di farci tre caffè come si deve” gli disse Andrea. “Sapete che a frequentare il brigadiere Dionigi state diventando come lei?” Andrea rise. “E come sarebbe il brigadiere Dionigi?” chiese divertito. “Non le va mai bene niente.” replicò Pippo. Andrea continuò a punzecchiare Pippo con Claudia che ogni tanto si univa al divertimento. Andrea si accorse che Luigi non partecipava alla conversazione, si ripromise di chiedergli qualcosa in caserma da soli. “Ma non c’è Jessica?” chiese Andrea. “No, perché da quando un certo carabiniere le gira d’intorno, lei non è più la stessa.” Luigi alzò la testa di scatto e gli disse. “Per il bene di tua nipote, è meglio se quel carabiniere continua a girarle intorno, dai retta a me” poi mise due euro sul tavolo e uscì. Andrea lo scusò con Claudia. “Incartami anche una decina di cornetti, Pippo. Quei ragazzi se li sono meritati”. Luigi tornò in caserma innervosito più con se stesso che qualcuno. Aveva risposto a Pippo come se fosse stato un delinquente. Quegli sguardi della Morresi l’avevano messo a disagio, ma che voleva da lui? Fino a poco tempo prima era già tanto se lo salutava, adesso sembrava che senza il suo parere non si potesse neanche spostare un foglio. Salì in camera e si scontrò con Carlo che usciva dal bagno. “Già sveglio o dovrei dire ancora sveglio?” gli chiese. Carlo fece una faccia strana. “Ho appuntamento con Jessica alle nove” gli disse. Luigi gli sorrise comprensivo. “Tu che dici, faccio bene a parlarle?” Luigi gli mise una mano sulla spalla. “Io non sono molto bravo a dare consigli. Però mia nonna mi diceva sempre che quando avevo dei dubbi dovevo ascoltare il cuore, lui mi avrebbe indicato la scelta migliore” Carlo gli sorrise “Grazie, anche di avermi riportato in caserma l’altro giorno, Leo mi ha detto che lo hai aiutato tu” “Non potevamo certo farci aiutare da Bordi, tutti avrebbero saputo cos’era successo.” “Prima o poi lo verranno a sapere tutti” “Dipende da che cosa hai deciso e in ogni caso non devi certo dare spiegazioni a nessuno di noi” Carlo lo salutò rientrando in camera. Anche Luigi andò a stendersi sul letto. Mise le mani incrociate sotto la nuca e ripensò alla notte appena trascorsa e a quel bacio che aveva scambiato con Annalisa a <<I Pirati>>, non gli era mai successo di perdere il controllo durante un’azione ma quando aveva sentito la bocca di lei sulla sua non aveva capito più niente. Ripensò alle parole che aveva detto a Carlo, lui il suo cuore non l’aveva certo ascoltato, perché se l’avesse fatto a quest’ora Annalisa non lo avrebbe trattato come un appestato. Il sonno si stava impadronendo di lui, si addormentò pensando che era ancora in tempo per far cambiare idea ad Annalisa. I suoi sogni furono popolati da una sirena in costume nero che lo baciava. Carlo si preparò con cura, mentre si vestiva ripeteva tra sé le parole che le voleva dire. Leo si era svegliato e lo stava guardando. “Sono già le nove?” gli chiese. Carlo ebbe un sussulto “Che sei matto? Credevo che te ne stavi a dormì” Leo si tirò seduto sul letto. “Come ti senti?” Carlo si strinse nelle spalle. Aprì il cassetto del comodino e prese una cosa che si mise in tasca. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 34 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “In bocca al lupo” gli disse Leo mentre usciva. “Crepi” rispose Carlo uscendo poi di corsa dalla caserma per paura che poi gli mancasse il coraggio. Entrò nel parco camminando adagio, cercando di sembrare tranquillo mentre si sentiva pulsare il sangue velocemente. Si guardò intorno poi la vide, era seduta su una panchina con le mani appoggiate sulle gambe che guardava dritto davanti a lei. Si avvicinò ancora qualche passo poi la chiamò. Jessica si voltò verso di lui, con il volto rigato di lacrime. Carlo fece quei passi che mancavano per raggiungerla e si mise in ginocchio accanto a lei. “Nun piagne Jessica. Tutto si sistemerà, vedrai.” “Ho rovinato tutto” gemette lei. Carlo tolse dalla tasca l’anello e glielo mise al dito. Jessica scosse la testa cercando di toglierselo. Carlo le bloccò la mano. “No, ascoltami. Io e te ci sposiamo. Questo bambino sarà mio e tuo, nessuno saprà niente.” “ma…quelli che sanno già” “Quelli che sanno già, sono amici Jessica, non vanno a dire ai quattro venti le nostre cose” Jessica ricominciò a piangere. “Mi dispiace tanto, Carlo, ho sciupato tutto” “La colpa è anche mia – disse Carlo – se fossi stato meno orgoglioso quella volta non avremmo litigato” Le spostò delicatamente i capelli dal volto e le sfiorò le labbra con un bacio. Jessica lo strinse a sé e questa volta Carlo la baciò con tutto l’amore che provava per lei. Quando si slacciarono, erano entrambi senza fiato. “Carlo..” mormorò lei. Carlo le carezzò il volto, poi si alzò e le tese la mano. “Vieni, andiamo a dire a tuo zio che ci sposiamo, voglio vedere che faccia farà stavolta” “Sei sicuro, Carlo?” “Sicurissimo, io ti amo, Jessica, e voglio trascorrere il resto della mia vita con te e con questo ragazzino e tutti gli altri che verranno” rispose carezzandole la pancia. Jessica tirò su con il naso. “Spero che siano lacrime di gioia” Jessica gli sorrise. “Allora, sei pronta per andare da Pippo?” Jessica annuì e mano nella mano si incamminarono verso il bar. All’uscita dal parco incontrarono Sonia che stava entrando. “Ehi, anche tu non riuscivi a dormire?” Sonia avvampò. “Si, volevo correre un po’ prima di montare in servizio” Carlo vide arrivare Mario anche lui in tenuta da jogging. Le sorrise. “Allora ci vediamo dopo in caserma” disse strizzandole un occhio. PUNTATA 20 Sonia salutò Carlo e lo guardò allontanarsi mano nella mano con Jessica. “Chi era?” chiese Mario che l’aveva raggiunta. “Un collega” Mario le scrutò il volto “Dormito male?” chiese alludendo alle occhiaie. “No, dormito per nulla o quasi, abbiamo lavorato fino alle tre stanotte” “E, allora che ci fai già sveglia?” chiese lui. “Volevo correre un po’ prima di riprendere servizio” disse Sonia. “Beh, se è così, ti dispiace se corro un po’ insieme a te?” Sonia gli sorrise. “Sicuramente no” Mario ricambiò il sorriso e cominciarono a correre. Andrea tornò in caserma dopo aver accompagnato Claudia a casa. Lasciò i cornetti sul tavolo della cucina e andò nel suo ufficio. “Maresciallo, non va a dormire?” chiese Bordi. “No, andrò oggi pomeriggio quando mi sostituirà Hanspeter” rispose Andrea. “Hai visto Testa?” chiese. “L’ho visto salire in camera” “Grazie Bordi” Non appena fu solo Andrea chiamò Paola. “Amore, sono io.” “Come è andata?” “Bene.” “Nessuno è rimasto ferito, vero?” chiese Paola un po’ ansiosa. “Sono tutti al sicuro nel loro letto” rispose Andrea sorridendo alla sua preoccupazione. “Sono contenta per te, Andrea – poi abbassò la voce- mi manchi tanto” “Anche tu. Vorrei venire ma…” “Lo so, Andrea, adesso che sei tu il comandante hai molte più responsabilità.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 35 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Già” rispose sconsolato. “Ho una bella notizia da darti, invece. Hanno abbreviato il corso di un mese” Andrea sorrise. “E’ meraviglioso …” cominciò a dire Andrea. “Sì, ma…” “Niente ma. tu devi solo pensare a superare questo corso benissimo, poi si vedrà.” “E se non potessi tornare a Città della Pieve?” “Chiederò il trasferimento io” “Lasceresti il tuo posto di comandante di stazione?” “Sei tu la cosa più importante, paola, e non voglio sentire obiezioni.” “Ti amo tanto, Andrea” “Anch’io, Paola, tantissimo.” “Devo andare, amore, stanno per ricominciare le lezioni.” Paola chiuse la comunicazione con un bacio. La sveglia suonò e Luigi si voltò per spengerla, erano già le undici, a mezzogiorno era di servizio con la Martini. Si stiracchiò poi rimase seduto un attimo sul letto. Aveva fatto un sogno meraviglioso con protagonista Annalisa, gli sembrava di sentire sulle labbra ancora il suo sapore. Baciarla dal vero era stato molto più piacevole di quanto avesse mai immaginato. Andò in bagno a farsi la doccia, <<bella fredda>> lo ammonì una vocina interna. Era già sotto la doccia quando gli vennero a mente le ultime parole di lei mi sentivo così sporca che non volevo sporcare anche lei. Luigi chiuse il getto dell’acqua. Che cosa voleva dire con quelle parole? Gli sembrava che ci fosse un significato nascosto in quella frase, qualcosa che Annalisa aveva cercato di fargli capire, ma cosa? Scosse la testa per scacciare quei pensieri e si vestì. Il cellulare squillò e Annalisa imprecò contro chi la stava svegliando nel bel mezzo della notte. Guardò il cellulare e si ricordò che era mattina inoltrata. “Dimmi Andrea.” “Scusa, se ti ho svegliato ma puoi venire nel mio ufficio?” “Dammi dieci minuti e sono da te.” “Va bene.” Annalisa chiuse il cellulare e andò a farsi la doccia. Dopo dieci minuti era nell’Ufficio di Andrea dove trovò Luigi. “Il capitano Ranieri ci vuol vedere al comando.” Annalisa si coprì la bocca per nascondere uno sbadiglio. “Se deve farci i complimenti non può aspettare domattina, no, eh?” disse poi. “Bisogna vedere se ci vuol fare dei complimenti” replicò Luigi. “A te sicuramente no, non hai fatto niente a parte palpeggiarmi” gli disse Annalisa sedendosi su una delle sedie. “Ti ricordo che me lo hai chiesto tu di baciarti.” “Sicuro, non ti eri accorto che non credeva che avessi tradito Hans per te?” “Non aveva gusto. E’ chiaro come il sole che io sono meglio di Hanspeter” Annalisa gli rise in faccia. Luigi si mise di fronte a lei e appoggiando le mani sulla spalliera la imprigionò sulla sedia. “Vuoi di nuovo una dimostrazione di come bacio bene, brigadiere Dionigi?” Annalisa si ricordò di averglielo detto la notte precedente. “Mi pare di avertelo già detto o hai delle crisi di autostima?” Luigi si piegò su di lei. Fu un colpo di tosse a farlo rialzare, si voltarono verso la porta e videro Andrea che li stava guardando. “Ne avete ancora per molto o possiamo andare?” Si tirarono su di colpo, presero il cappello e seguirono Andrea che davanti a loro sghignazzava tra sé. “Bini, noi andiamo al comando, vai tu con Sonia.” “Comandi, maresciallo” “Leo, ma Carlo?” chiese Annalisa. “Aveva appuntamento con Jessica alle nove e non è ancora tornato” “Speriamo sia un buon segno” disse Luigi. Al comando, Luigi e Annalisa rimasero in corridoio mentre Andrea veniva ricevuto dal capitano Ranieri. In piedi contro la finestra ognuno guardava da un’altra parte. Luigi si rammaricò di non essere riuscito a non farsi coinvolgere dalle sue provocazioni. Sembrava che lei lo mettesse alla prova e lui aveva la sensazione di non averne superata nemmeno una. Quella mattina se non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 36 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fosse arrivato Andrea, l’avrebbe baciata e forse stavolta si sarebbe beccato pure uno schiaffo, non sembrava ben disposta verso di lui come la sera precedente. Andrea comparve sulla porta invitandoli ad entrare. Appena entrati si misero sugli attenti. “Comodi, ragazzi.” disse il capitano Ranieri. “Innanzitutto volevo complimentarvi con voi e con i vostri colleghi per la riuscita di questa indagine. Soprattutto a lei, brigadiere Dionigi, che ha dato prova di freddezza e autocontrollo.” “Ho fatto solo il mio dovere, capitano” rispose Annalisa. “Poi ho una notizia che forse non le farà molto piacere, ma il generale Burchi ha richiesto la sua presenza per sabato e domenica alla scuola sottoufficiali.” “Ha detto per quale motivo?” chiese Annalisa. “Pare che il suo sostituto non sia in grado di usare il computer che usava lei per le lezioni” <<Un incapace – pensò tra sé Annalisa –il computer della scuola è stato resettato pochi giorni prima della mia partenza.>> “Ah, maresciallo, lei accompagnerà il brigadiere a Roma” “Comandi” disse Andrea. “Avrei un compito delicato per lei, brigadiere Testa, visto che il maresciallo Vogel sostituirà Ferri in quei due giorni, vorrei che lei rimanesse in caserma per dargli una mano” “Comandi” rispose Luigi. Quando furono fuori Annalisa disse ad Andrea. “Stavolta non hai protestato quando ti ha detto di accompagnarmi a Roma, eh?” Andrea la guardò imbarazzato poi disse “Perché adesso so che lascio la caserma in buone mani” disse dando una pacca sulla spalla di Luigi. “Le migliori” disse Annalisa fissando Luigi negli occhi. Lui la scrutò per vedere se lo stesse prendendo in giro ma i suoi occhi erano seri. Sorrise mentre salivano in macchina. PUNTATA 21 Il sabato arrivò prestissimo. Luigi li accompagnò alla stazione. “Mi raccomando, Luigi, non far capire a Vogel che è sotto sorveglianza” gli disse Andrea salendo sul treno. “Smettila, Andrea, Luigi non è idiota” disse Annalisa tirandolo sul treno. “Salutatemi, Paola” disse Luigi salutandoli. Sorrise tra sé al pensiero che per la prima volta Annalisa aveva preso le sue difese, che forse stava riuscendo ad abbattere quelle che Annalisa aveva eretto intorno a sé? Lentamente tornò in caserma. Sul treno, Annalisa tirò fuori il suo libro. “E’ sempre lo stesso?” le chiese Andrea. “Sicuro, mi fai lavorare così tanto che non riesco a leggere” “Non è colpa mia se tu sapevi nuotare bene” replicò Andrea. “Si, va bene. Avrei voluto vedere se ce la mandavi Paola a farsi palpeggiare da quel maiale” “E’ capitato –disse Andrea – e mi sono sentito talmente impotente” “Non ci pensare, Andrea:” “Ma piuttosto tu e Luigi cosa state combinando?” “Niente, perché?” “Vi ho sentito nel mio ufficio, l’altra mattina, parlare di baci.” “Che fai, origli adesso?” lo accusò. “Eravate nel mio ufficio con la porta aperta - le rammentò lui –allora?” “Allora nulla. Che cos’è un vizio della caserma? Luigi mi accusa di intessere strani rapporti con te, tu mi accusi di fare la stessa cosa con lui ..” “Si, ma Luigi è libero” Annalisa lo guardò con sospetto. “E quello che significa? E poi ha altre spasimanti” rispose lei. “Quali altri spasimanti?” chiese Andrea. “Perché, non mi dire che non hai notato come lo guarda la Morresi?” replicò Annalisa. Veramente l’aveva notato ma pensava di aver frainteso, evidentemente no, visto che se n’era accorta anche lei. “Perché non hai voluto che ti prenotassi la suite?” chiese Annalisa cambiando discorso. “Perché questa volta voglio fare a modo mio.” “Credo che a Paola basterà vederti per essere felice.” rispose Annalisa aprendo di nuovo il suo libro. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 37 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! A Roma Paola era pronta per uscire, avrebbe cercato un posto tranquillo per telefonare ad Andrea e sentire come andava lui e tutti i ragazzi della caserma. “Carabiniere Vitali” si sentì chiamare nel corridoio. Imprecò tra sé prima di voltarsi verso il responsabile della scuola. “Si, generale” “Lo so che è il suo giorno libero ma deve accompagnarmi alla stazione” le disse. “Comandi. Vado a mettermi la divisa” “Non è necessario, Vitali, siamo già in ritardo.” “Comandi” prese le chiavi che l’uomo le porgeva e lo seguì. “I suoi insegnanti sono molto contenti di lei, carabiniere Vitali.” “Cerco di fare del mio meglio, signore” rispose Paola senza staccare lo sguardo dalla strada. Parcheggiò l’auto e scese. “Venga mi accompagni.” le disse il generale Burchi. Si avviarono verso il binario numero 15. Andrea e Annalisa scesero dal treno. Andrea aveva dormito per tutto il viaggio e lei adesso lo stava prendendo in giro. “Hai cercato di risparmiare energia per dedicarla tutta a Paola? Non ti basta tutta quella che hai a cose normali? La sfinirai quella ragazza.” Andrea le diede un colpo sulla spalla. “Smettila, Annalisa. Prima o poi te la farò scontare” Alzò lo sguardo e vide il generale che li stava aspettando all’inizio del binario e con lui c’era Paola. “Generale” salutò Annalisa mettendosi sull’attenti seguita da Andrea. “Maresciallo, buongiorno.” salutò il generale. “Brigadiere mi dispiace averla fatta venire ma c’è un problema tecnico che solo lei può risolvere.” “Sono qui apposta, generale” rispose Annalisa. “Vitali, accompagni per favore il maresciallo in giro per Roma, mentre io e il brigadiere Dionigi sbrighiamo quella pratica.” “Comandi.” rispose Paola cercando di non far trasparire il sorriso che le era salito sulle labbra. “Maresciallo, le farò sapere quando sono pronta” disse Annalisa guardando Andrea con sguardo complice. “Brigadiere, ecco le chiavi” le disse Paola dandole il mazzo di chiavi. “Si fida, generale?” chiese Annalisa. “Non ho scelta, brigadiere.” Paola e Andrea li videro allontanarsi, aspettarono che sparissero dalla loro vista, poi si abbracciarono e baciarono. “Mi sei mancata.” le disse Andrea quando si slacciarono. “Anche tu, sai non mi sembra vero che tu sia qui.” Uscirono dalla stazione tenendosi mano nella mano. “Dove andiamo?” chiese Andrea. “Tu dove vuoi andare?” chiese Paola. “Io ho prenotato una camera …” si interruppe vedendo lo sguardo di lei. “Io volevo fare un passeggiata con te, visto che non dobbiamo nasconderci.” disse Paola. “Certo, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.” rispose Andrea. “Tu credi?” Andrea annuì. “Di qualunque cosa si tratti Annalisa la farà durare mooolto a lungo” Paola sorrise e lo baciò su una guancia. “Dai, mostrami questa città che t’ha rubato a me” “Preso in prestito” lo corresse Paola. Andrea le passò un braccio sulle spalle e si incamminarono verso la fermata della metropolitana. Annalisa parcheggiò nel cortile della scuola. Il generale scese pallido. “Ricordami di non salire più in macchina con te, Dionigi.” “Lo farò, generale” rispose Annalisa ridendo. Un uomo le si fece incontrò. Lei gli sorrise. “Che piacere, come va?” “Bene, ma non sapevo di essere così incapace da aver bisogno della tua collaborazione.” “Se è per quello, non lo sapevo neanch’io. C’è una spiegazione, generale?” concluse rivolta all’uomo in divisa che aveva ripreso un po’ del suo colore. “Sì -rispose allontanandosi- buon lavoro” I due si guardarono. “E ora che si fa?” chiese lui. “Visto che sono qua, che ne dici di finire quello che avevamo cominciato prima che partissi, eh Giacomo?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 38 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Con immenso piacere, Annalisa.” PUNTATA 22 Luigi era nel garage e stava smontando una moto. Aveva indossato una tuta da lavoro ed era già tutto sporco di grasso. Sperò solo di riuscire a sistemare tutto da solo altrimenti sarebbero stati guai. Si sentì osservato e alzò lo sguardo, in mezzo al cortile c’era la dottoressa Morresi che lo stava guardando, anche se guardare era un verbo riduttivo per il modo in cui si stava comportando. “Dottoressa, buongiorno.” La donna si avvicinò. “Mi scusi se non le do la mano ma sono sporco” “Andrea è a Roma?” chiese lei. “Sì, torna domani. C’è il maresciallo Vogel, però. Bordi!” L’uomo si affacciò “Accompagni, per favore, il magistrato dal maresciallo” “Comandi” rispose Bordi facendo cenno alla Morresi di seguirlo. Luigi tornò alla moto, senza riuscire a togliersi di dosso la sensazione che non fosse venuta a cercare Andrea. Paola e Andrea stavano passeggiando per Roma, mano nella mano. Paola lo guardò di sottecchi, sapeva che era venuto solo per lei, era per quel motivo che nonostante morisse dalla voglia di far l’amore con lei non aveva più nominato la camera. Si sentì riempire il cuore da quel pensiero, l’amava al di là dell’attrazione sessuale che era sempre stata forte tra loro. “E’ vicino il tuo albergo?” gli mormorò in un orecchio. Andrea sgranò gli occhi dalla sorpresa. “Davvero?” Paola annuì. Andrea chiamò un taxi e si fecero portare all’albergo. “Non è la suite che ci aveva prenotato Annalisa” disse aprendo la porta. “Non ha importanza.” rispose Paola. La camera era carina, luminosa e ricolma di rose rosse. Paola rimase senza parole, abbracciò Andrea baciandolo con passione. “Oh, santo cielo, Andrea, ma è incredibile.” “Vieni” le disse e prendendola per mano la condusse nel bagno dove la vasca da bagno era già ricolma di acqua calda. Andrea prese una palla rosa dalla mensola sul lavandino e la gettò nell’acqua. La palla cominciò ad emettere bollicine rotolando sull’acqua colorandola di rosa e rilasciando petali di rosa. Paola sorrise mentre Andrea cominciava a spogliarla baciandole ogni pezzetto di pelle che scopriva, quando fu nuda la fece entrare nella vasca, si spogliò rapidissimo e la raggiunse. Paola incrociò le gambe con quelle di Andrea. “Hai organizzato tutto tu?” gli chiese mentre lo guardava con amore. “Sì, non ho bisogno di nessun aiuto quando si tratta di te. La scorsa volta mi hanno colto impreparato e Annalisa ha rimediato.” rispose Andrea carezzandola. Per loro ci fu tempo solo per sospiri e gemiti. Luigi aveva finito di sistemare la moto. Decise di provarla, prese il casco e si accorse che le chiavi erano già inserite nel quadro. La moto partì al primo colpo, appena girò la manopola dell’acceleratore la moto s’impennò. Luigi imprecò, come diavolo riuscirà a guidare questo aggeggio, si disse. Dopo qualche minuto di guida riuscì a calibrare acceleratore e frizione e, non avendo più il terrore di finire a gambe all’aria ogni metro, si godette la guidata. La moto era truccata, non c’era ombra di dubbio, ma perché un carabiniere guidava una moto truccata? Che scusa avrebbe detto se fosse successo qualcosa? Scosse la testa, girò la moto e tornò in caserma. Nel cortile trovò ancora Claudia Morresi. Parcheggiò la moto cercando di non far trasparire la sensazione di disagio che provava ogni volta che quella donna lo guardava. “Aveva bisogno di me, dottoressa?” chiese dopo essersi tolto il casco. “Sì, brigadiere, visto che è così bravo ad aggiustare i motori, mi chiedevo se poteva dare un’occhiata alla mia macchina.” Luigi ebbe la sensazione che l’auto non avesse niente ma educatamente rispose. “Mi dispiace, dottoressa, io so aggiustare solo le moto, di auto non me ne capisco niente.” “Ah, che peccato.” rispose lei poi salutò e se ne andò. “Ah, Testa – gli disse Prosperi – un’è che er magistrato te sta a fa il filo?” Luigi si voltò verso di lui. “Carlo … fammi il piacere, eh?” “Ma hai visto come te guarda?” continuò Carlo. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 39 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Luigi scosse la testa e cominciò a mettere a posto gli attrezzi che aveva usato. Paola e Andrea erano sdraiati sul letto dopo aver fatto l’amore, prima nella vasca da bagno, poi sul tappeto e infine nel letto, quando squillò il cellulare. “Ciao, io farò tardi, dormo alla scuola ci vediamo domani pomeriggio alle 15 alla scuola.” “Chi era?” chiese Paola visto che Andrea non aveva detto niente. “Annalisa.” “E non ti ha lasciato dire niente?” “NO, ha detto che dorme alla scuola e che ci vediamo là domani alle 3” Paola si strinse nelle spalle. “Chissà che deve fare? Il professore che l’ha sostituita mi sembra capace.” “Capace come Annalisa?” chiese Andrea. “A conoscenze teoriche senz’altro sì, Annalisa sapeva spiegare meglio.” “Comunque non è un problema nostro.” replicò Andrea chinandosi su di lei per baciarla. Paola rispose al bacio. “Ma Luigi?” chiese dopo essersi slacciati. “Che c’entra adesso Luigi?” chiese Andrea un po’ seccato dalla domanda. “Mi hai incuriosito tu, l’altro giorno quando ti ho chiamato. Mi hai detto che Luigi teneva d’occhio Annalisa, credi che ci sia qualcosa?” “Non lo so, passano tutto il tempo a litigare, quando non litigano si ignorano.” Paola sorrise. “Che ridi?” chiese Andrea. “Sembriamo noi due all’inizio.” “Già, ma tra noi c’era la gelosia, tra loro non credo.” concluse Andrea reclamando la sua bocca. Paola non si lasciò pregare e rispose al suo bacio e alle sue carezze. La passione divampò tra di loro e ben presto si unirono in un amplesso focoso che li lasciò entrambi esausti e appagati. PUNTATA 23 Alle tre del pomeriggio dell’indomani, Paola e Andrea si presentarono davanti alla scuola, ma di Annalisa neanche l’ombra. Si guardarono tra di loro facendo spallucce. Andrea tirò fuori il cellulare e la chiamò. Annalisa comparve da una porta laterale, i capelli arruffati e i vestiti in disordine. “Arrivo subito.” disse scomparendo di nuovo dietro la porta. Ricomparve dopo pochi minuti in compagnia di un uomo. “Professor Molinari, buonasera” lo salutò paola leggermente in imbarazzo. “Vitali. – disse l’uomo poi si rivolse ad Andrea porgendogli la mano – buonasera, capitano Molinari.” “Maresciallo Ferri” rispose Andrea stringendogli la mano. Annalisa si stava pettinando i capelli con le mani. “E’ da ieri che fai così, Annalisa, non hai certo migliorato la situazione” le disse Giacomo fermandole le mani. “Ha ragione- disse Paola – vieni andiamo in camera mia, così ti dai una sistemata.” “Ma che combini?” le chiese quando furono sole. “Niente, perché?” rispose Annalisa. “Ma ti sei vista? Sembra che abbiamo interrotto qualcosa.” Annalisa la guardò come se non capisse. “Ora ti guardi allo specchio e lo vedi.” le disse Paola aprendo la porta della sua camera. Annalisa si specchiò e sorrise, in effetti sembrava che avesse interrotto bruscamente un incontro amoroso, già … con il computer però. Scoppiò a ridere. “Che cos’hai da ridere?” “Ora capisco la vostra faccia quando mi avete visto. Tutto lascia presupporre quello che avete pensato.” “Ma…” incalzò Paola. “Abbiamo trascorso tutto il tempo a finire di creare un programma. Un progetto che avevamo cominciato quando ero qui.” “Se per creare un programma di computer ti riduci così, chissà cosa combinerai con un uomo?” “Probabilmente non lo sapremo mai.” disse Annalisa risistemandosi. “E perché mai, cosa ti manca per trovare un uomo?” Annalisa sorrise. “Forse un carattere migliore. – disse – sono pronta, andiamo” Paola capì che per lei il discorso era chiuso. Andrea era ancora con il capitano Molinari che gli stava spiegando un programma anti-virus. Quando le vide tornare, lanciò loro uno sguardo di riconoscenza. “Giacomo, se mi viene in mente qualcosa ti faccio sapere, OK?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 40 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “D’accordo Annalisa, sai dove trovarmi” “Sicuro, nello scantinato insieme ai topi.” “Già. Ed è anche dove mi farà dormire mia moglie se non torno a casa subito!” “Dille che eri con me!” gli gridò mentre l’uomo saliva in macchina. Andrea guardò Paola e poi insieme guardarono Annalisa. “Che avete da guardare?” “Niente – disse Andrea – ma sai che ridere se ti avesse vista uscire così, Luigi?” Annalisa rise. “Avrebbe detto che avevo una tresca con Giacomo, sicuramente, visto che crede che ce l’ho con te e sono sempre vestita.” Paola rise con lei. “Se ti avesse visto uscire così combinata dall’ufficio di Andrea che sarebbe successo?” “Probabilmente sarei di nuovo qui ad insegnare.” rispose Annalisa. “o incatenata al suo letto” replicò Andrea. Annalisa lasciò perdere, il discorso stava incamminandosi su un precorso pericoloso. “mentre voi due vi sbaciucchiate un po’, io vado a salutare il generale Burchi:” Annalisa si incamminò verso l’ingresso della scuola. Andrea e Paola la stavano osservando. “Sei sicuro che sia felice a Città della Pieve?” chiese Paola ripensando ai discorsi dell’amica. “Sembra di sì, a parte il rapporto con Luigi, va d’accordo con tutti. E’ solo stanca per quell’indagine in piscina.” La videro tornare con il generale Burchi.”Spero che il carabiniere Vitali sia stato un ottimo cicerone.” disse il generale. “Il migliore che potesse capitarmi.” rispose Andrea. “Vi accompagniamo alla stazione ma – concluse togliendo le chiavi di mano ad Annalisa – è meglio se guida Vitali” Annalisa sorrise. Sul treno, Andrea la osservava mentre dormiva, sembrava una ragazzina, così rilassata. Una frenata brusca del treno la risvegliò. “Stavolta sei tu che hai dormito poco!” “Si, ma tu ti eri senz’altro divertito di più.” rispose Annalisa. Intanto erano scesi dal treno e si erano incamminati verso la caserma. “Dici? Il tuo amico sembrava in estasi.” disse divertito Andrea. “Giacomo non fa testo. Abbiamo sviluppato un nuovo livello per il suo programma, per lui è stato come aver raggiunto un orgasmo multiplo.” “Veramente?” Annalisa annuì. “Ehi, bentornati –li salutò Luigi – è venuta a cercarti la Morresi” disse ad Andrea. “davvero era venuta per Andrea o cercava te?” replicò Annalisa. Luigi la fissò intensamente per scoprire se ci fosse una traccia di gelosia ma vide solo divertimento. Un po’ deluso disse.”Me? e perché avrebbe dovuto cercare me?” “Forse perché sei un bell’uomo con lo sguardo scuro e profondo?” lo prese in giro Annalisa mentre Andrea era rientrato in caserma lasciandoli soli. “Con lo sguardo scuro e profondo?” Luigi le si era avvicinato. “Certo, non hai visto come ti guarda? Non ti perde di vista un attimo.” “E tu come lo sai?” “Ehi, li so riconoscere anch’io gli uomini belli anche se sono antipatici e scorbutici, sai?” “Vuoi dire che pensi che io sia un bell’uomo?” “Nessuno ha mai messo in dubbio le tue qualità esteriori, sono quelle interiori che non sempre mi piacciono.” e si allontanò verso il portone. “Ah, per non sbagliare, stavolta non t’ho comprato niente.” Luigi restò nel cortile sorridendo, l’ultima frecciata se l’era proprio meritata. Quella sera non si parlarono più, Luigi era di pattuglia all’ora di cena e quando rientrò Annalisa era già in camera sua a preparare i bagagli per la licenza. “Dove vai?” le chiese Leo. “Dove ho trascorso la mia infanzia, in Toscana” rispose Annalisa. “Un immersione nelle radici?” “Si, anche se non c’è più nessuno lì” “Buonanotte Annalisa” PUNTATA 24 Created by eDocPrinter PDF Pro!! 41 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa partì di mattina presto, fortunatamente c’era Leo di piantone. Lo salutò consegnandogli le chiavi dell’appartamento. “E’ già pulito” gli disse. Leo prese le chiavi e le fece sparire in tasca. “Ci vediamo domenica” “Divertiti, Annalisa” Mise su lo zaino e si avviò verso la stazione. Sentì uno sguardo su di sé, alzò gli occhi e vide Luigi che la guardava dalla finestra. Gli fece un sorriso e continuò la strada. Quell’uomo era un enigma, la sera prima non le aveva neanche rivolto la parola e quella mattina si svegliava all’alba per vederla andar via. Valli a capire questi uomini. Il viaggio andò meglio di quando avesse previsto. Non appena scese dal treno, si sentì a casa. In fin dei conti, era lì che aveva trascorso i suoi periodi più belli, l’infanzia quando i suoi genitori erano ancora insieme e poi le vacanze estive dai nonni dopo il divorzio dei suoi. Adorava quel paese e ancor di più in quel periodo dell’anno quando aveva smesso di far caldo e i turisti non affollavano più la spiaggia. Aveva trovato un bed and breakfast vicino alla stazione. Lasciò i bagagli e uscì di nuovo per noleggiare una bicicletta. Aveva una cosa da fare prima di ogni altra, con la bici si diresse verso il cimitero, l’ultima volta che era stata lì era quando era morta la nonna. Mise i fiori sulla tomba dei nonni e disse una preghiera per loro”. Sapeva che non c’erano svaghi, era tornato lì per quello, per potersi riposare. quell’indagine in piscina le aveva tolto ogni forza. Ogni mattina faceva delle lunghe passeggiate sulla spiaggia in compagnia dei suoi pensieri. Uno, però, era più frequente di altri e la cosa non le piaceva. Perché pensava così spesso a Luigi? Eppure lui non si era mai comportato bene con lei, o almeno fino a poco tempo prima. La riteneva un’opportunista e l’accusava di avere una relazione clandestina con andrea e poi con Hanspeter e poi chissà con chi altro. Scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri, il brigadiere Testa poteva rappresentare un pericolo per il suo equilibrio. “Posso avere due giorni di licenza?” chiese Luigi ad Andrea. “E dove andresti? A trovare i tuoi?” Luigi scosse la testa. “Vado a recuperare il tuo brigadiere, c’è troppa tranquillità da quando è andata via” “Ammesso che sia il mio brigadiere e non lo è – sottolineò Andrea- come fai a sapere dov’è, visto che non ha lasciato detto nulla?” “Ha lasciato degli indizi e un carabiniere sa sempre leggere gli indizi” Andrea scosse la testa “Allora, Sherlock Holmes, dove sarebbe Annalisa?” “In Toscana, al mare, in un posto dove c’è anche un lago” enunciò Luigi. Andrea lo guardò come se fosse stupido. “Io te li do, i due giorni. Tu fa come credi ma, visto che è un posto pieno d’acqua, vedi di non farti affogare” Luigi rise insieme a lui, come sembravano lontanissimi i tempi in cui il loro rapporto era conflittuale. “Non mi resta che augurarti in bocca al lupo” “Crepi” rispose stringendogli la mano. Partì subito e durante il viaggio continuò a chiedersi perché gli mancasse così tanto Annalisa, passavano tutto il tempo a battibeccare, lo trattava come se fosse un idiota. Non appena ebbe imboccato la Firenze-Mare si sentì come se fosse tornato ragazzo, aveva fatto quella strada migliaia di volte con i suoi amici, il sabato e la domenica e qualche volta anche quando marinavano la scuola. Quel venerdì tirava parecchio vento, allora Annalisa aveva deciso di andare sul lago invece che al mare, c’era ancora il parco giochi dove la portava suo nonno, avevano solo cambiato i giochi, adesso troneggiava nel mezzo un castello di legno corredato di scivoli di varie altezze. Si appoggiò alla balaustra di protezione del lago e guardava le colline dall’altra parte, solcate dall’autostrada. Sentì uno sguardo caldo su di lei, si voltò e lo vide. Scosse la testa, solo lui avrebbe potuto rintracciarla. “Brigadiere Testa -lo salutò- è successo qualcosa” “No, brigadiere Dionigi, avevo due giorni di licenza e sono venuto per riaccompagnarla a Città della Pieve” “Devo rientrare oggi?” chiese “No, quando vuole” Annalisa sorrise, lui si mise accanto a lei. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 42 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Stai aspettando il tramonto?” Annalisa sorrise “E per fortuna sei toscano! Il tramonto è sul mare” Luigi si scurì un attimo in volto poi aggiunse “Ho abitato a Taranto e lì è al contrario” Annalisa fissò l’acqua del lago, maledicendo la sua lingua, eppure glielo aveva detto anche Leo. Luigi rimase fermo accanto a lei poi prendendole la mano le disse. “Andiamo a fare un giro sulla barca?” Annalisa sorrise “Va bene, brigadiere Testa” “Non puoi chiamarmi Luigi?” chiese lui sospirando dopo essere saliti sulla barca. Annalisa scosse la testa. “Non credo di averti ancora perdonato. Tu continui a sospettare di me” Luigi le sorrise. “Brigadiere Dionigi, lei dà adito a molti sospetti. Si infratta nei posti per coppiette con Andrea” “Se è per quello, mi sono infrattata anche con te e non ci siamo limitati a quello” lo guardò maliziosamente Annalisa. “Solo per esigenze di servizio” si difese Luigi ma gli occhi gli si erano illuminati al ricordo del bacio. Allungò un braccio dietro le sue spalle, Annalisa vi si appoggiò e rimasero in silenzio a guardare quello specchio d’acqua davanti a loro. “Andiamo” le disse Luigi prendendole la mano. Annalisa gli sorrise. “Sono invitata a cena da un’amica d’infanzia. vuoi venire con me?” “Ma, così, all’ultimo minuto?” tentennò Luigi. “Per Sabrina non è un problema, prepara sempre cibo per sfamare un’intera caserma” “Dovremo fare a cambio con Bordi, allora,magari mangeremmo meglio” “Non credo che il marito di Sabrina sarebbe tanto d’accordo” rispose lei. “Presuppongo di no, l’avvenenza non è certo una delle doti di Bordi” Risero insieme. “Vieni dai” disse poi Annalisa indicandogli una porta sul piazzale. “Ciao, Sabrina –disse alla ragazza mora che aveva aperto – ho portato un amico” “Brava! –risuonò una voce da dentro – ma che sia d’appetito, altrimenti mi tocca mangiare avanzi per un mese” PUNTATA 25 “Questo è Sauro, il marito di Sabrina. Sauro questo è Luigi” presentò Annalisa. “Piacere” si dissero l’un l’altro i due uomini. Le ragazze si nascosero in cucina a finire di preparare e Sauro fece accomodare Luigi. “E’ tanto che conosci Annalisa?” “No, non molto, da quando è venuta a lavorare con noi.” disse Luigi non sapendo bene che cosa potesse raccontare. “Sono amici, brigadiere” Luigi sorrise, ancora una volta gli aveva letto nel pensiero. “Ah, sei anche tu un carabiniere – disse sauro sorridendo – quante volte hai già litigato con lei?” chiese poi sottovoce. “Costantemente, dal primo giorno” rispose Luigi nello stesso tono. La cena fu divertente per tutti, Luigi scoprì un lato di Annalisa che non conosceva. Sabrina raccontò alcuni aneddoti della loro infanzia insieme. L’ora dei saluti arrivò presto. “Buonanotte e grazie” disse Luigi stringendo la mano a Sauro mentre Annalisa abbracciava Sabrina. Fuori era ormai buio. Luigi le passò un braccio sulle spalle. “Dove vai a dormire?” chiese Annalisa. “Non so, dove alloggi tu avranno una camera?” “Penso di sì” “Buonanotte, brigadiere testa” disse Annalisa sulla porta della camera che gli avevano dato. “Buonanotte, brigadiere Dionigi” rispose Luigi con voce suadente. Annalisa scosse la testa. “Ci vediamo domani mattina” Luigi l’abbracciò e le stampò un bacio sulla bocca. “Sognerò di te stanotte” le mormorò. “Avrai gli incubi, cioè” replicò Annalisa sciogliendosi dall’abbraccio e andando verso la sua camera. Luigi rimase a fissarla fino a quando non scomparve dietro la porta. Si riaffacciò e gli disse. “Chiuditi a chiave, la clientela è la stessa dei Pirati” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 43 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Luigi sorrise entrando in camera. La mattina dopo, Annalisa bussò alla porta di Luigi. “Ehi, pigrone!” Luigi aprì la porta indossando solo i pantaloni. “Dai, ho noleggiato una bici anche per te. Andiamo a fare un giro?” Luigi annuì. “Ha telefonato Andrea, sei di turno domani sera” le disse. “Allora partiamo domattina?” chiese lei. “Si, come vuoi tu.” “Allora facciamo un giro più lungo. Ti andrebbe un pic-nic.” “Va bene.” Luigi chiuse la porta un po’ deluso. Non l’aveva fatto apposta ad uscire mezzo nudo ma lei non l’aveva neanche notato, aveva continuato a guardarlo dritto negli occhi. Non era abituato all’indifferenza delle donne. Si vestì di malumore. Trovò Annalisa che l’aspettava fuori con la bicicletta e uno zaino sulle spalle. “Sei pronto?” “Sì” disse. Annalisa fece finta di non accorgersi del suo broncio. Fecero un giro sulle colline intorno al lago poi trovarono uno spiazzo per fermarsi a mangiare. Annalisa stese la coperta che aveva portato con sé. Si tolse la felpa e si mise seduta. “Tu che fai, non hai fame?” disse a Luigi che era rimasto cavalcioni la bicicletta. Appoggiò la bicicletta sull’erba, si lasciò cadere sulla coperta e si tolse anche lui la felpa. “Che cos’hai lì? – chiese Annalisa toccandogli un braccio.- l’avevo notato anche stamani.” Luigi sorrise dandosi dell’idiota. Figurarsi se lei gli dava quella soddisfazione, ma neanche se le fosse apparso davanti in costume adamitico. Si era rovinato la mattinata per nulla. “Un tatuaggio me lo sono fatto quando ho compiuto diciotto anni. E tu che cos’hai lì?” chiese toccandole il braccio destro. Annalisa si spostò di scatto come se il tocco bruciasse. “Una cicatrice.” rispose guardando da un’altra parte. Luigi contrasse il muscolo del braccio mettendolo in risalto. Annalisa gli sorrise. “Sì, sembri braccio di ferro.” Luigi la spinse sulla coperta. “sei una buffona” Annalisa rise e lo spinse a sua volta. Si trovarono con i visi vicini, smisero di sorridere insieme, Luigi si avvicinò. Un’auto passò lì vicino suonando il clacson. Annalisa si spostò. Luigi si buttò sdraiato sulla coperta, l’incanto si era spezzato, sorrise tra sé. Annalisa tirò fuori i panini dallo zaino. “Vuoi mangiare?” gli chiese porgendogliene uno. Luigi si mise seduto e lo prese. Mangiare era l’ultimo dei suoi pensieri ma fece buon viso a cattivo gioco. Sarebbero capitate altre occasioni per baciarla e non se le sarebbe lasciate scappare. Desiderava sentire di nuovo il suo sapore sulle labbra e il suo corpo premuto contro il suo. Scosse la testa come scacciare quei pensieri. Annalisa cominciò a mangiare in silenzio guardando davanti a sé il panorama. Il lago e più oltre il mare avvolti in una foschia. Luigi la osservò, sembrava assorta in pensieri lontani e in ricordi non sempre piacevoli. Lo squillo del cellulare di Luigi la fece sobbalzare. Luigi si scusò con lo sguardo e rispose. “Si, si, no.” poi chiuse la conversazione. “Sei un uomo di poche parole.” “Era mio padre.” rispose. Annalisa guardò un attimo davanti a sé poi si voltò verso Luigi. “Promettimi che non gli risponderai più così come se ti seccasse parlare con lui.” Luigi la guardò, nel suo volto era apparsa una smorfia di dolore. “Quando non ci sarà più, rimpiangerai il tempo che non hai trascorso con lui. Luigi prese il cellulare e chiamò di nuovo suo padre. Annalisa gli sorrise stringendogli l’avambraccio, poi si alzò e si allontanò di qualche metro, non voleva ascoltare ciò che diceva al padre. Quando vide che si rimetteva in tasca il cellulare, tornò a sedersi accanto a lui. “Ci sei passata?” le chiese Luigi. Annalisa annuì. “Mio padre è morto due anni fa, se potessi tornare indietro cambierei tante cose.” Luigi si trattenne dall’abbracciarla, sembrava che ne avesse bisogno ma sapeva che non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 44 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! era ancora pronta. Lasciò che il suo sguardo tornasse sereno da solo, vide il suo volto distendersi in un sorriso, com’era bella quando sorrideva. Si voltò verso di lui e gli chiese. “Andiamo a vedere il tramonto sul mare?” Puntata 26 Seduti vicini sul muretto che delimitava il marciapiede dalla spiaggia, Luigi e Annalisa aspettarono il tramonto. La palla gialla diventò piano piano arancione ed immensa, e poi cominciò a calare lentamente nel mare. Il cielo divenne di vari colori e una calda luce li avvolse. Rimasero seduti fino a quando l’ultimo raggio arancione scomparve in mare. Si voltarono contemporaneamente uno verso l’altro. Si guardarono per qualche attimo poi non ebbero bisogno di parole. Luigi avvicinò il volto al suo e la baciò, un bacio all’inizio dolce e delicato che si trasformò alla risposta di lei. Luigi la strinse a sé e approfondì il bacio, Annalisa rispose con la stessa intensità. Nel silenzio della sera continuarono a baciarsi finché riuscirono a non respirare. Quando si slacciarono, Luigi le carezzò il volto e si fermò a fissare i suoi occhi castano-verdi pieni di pagliuzze dorate. Annalisa ricambiò lo sguardo sorridendo. “A riprova che baci bene, brigadiere.” gli disse. Luigi ricambiò il sorriso. “Anch’io ho delle doti nascoste.” replicò stando allo scherzo. “Molto nascoste.” gli disse Annalisa guardandolo maliziosamente. “Brigadiere Dionigi, lei scherza con il fuoco.” rispose Luigi minacciandolo con il dito. Annalisa gli rivolse uno sguardo ridente. “Andiamo a mangiare qualcosa?” chiese poi. “D’accordo” rispose Luigi porgendole la mano per farla alzare. La tirò su con tanto slancio che finirono di nuovo uno nelle braccia dell’altro. “Devo tenermi in allenamento.” mormorò Luigi prima di baciarla di nuovo. Annalisa non si fece pregare e contraccambiò il bacio passandogli le braccia dietro la nuca. Luigi la strinse ancor di più a sé. quando si fissarono di nuovo nel volto, Luigi vide una sorta di timore nel suo sguardo. Dolcemente le carezzò il volto. “Andiamo.” Annalisa lo seguì senza parlare. Quella notte, ognuno nella sua camera, nessuno riuscì a dormire. La mattina dopo partirono presto. “Devo passare a trovare mio padre.” le disse Luigi. “Va bene.” Luigi imboccò la Firenze – Mare direzione Firenze. Annalisa accese la radio e si mise a canticchiare. “Cavolo, ma canti davvero bene!” le disse Luigi. “Anch’io ho delle doti nascoste.” lo parafrasò Annalisa. Luigi le fece un ghigno. “Ah, ah, guarda che non sto scherzando, hai una bellissima voce. Dovresti fare la cantante.” “Visto che non sarò mai un bravo carabiniere.” concluse Annalisa. Luigi si voltò verso di lei. “Io non ho detto questo.” disse serio. “Lo so.” “In realtà tu sei un bravo carabiniere, hai intuito e sensibilità, due doti molto utili.” Il padre di Luigi era un uomo molto giovanile che si illuminò alla vista del figlio. “Luigi!” lo salutò non appena lo vide. “E questa bella figliola?” gli chiese. “E’ una mia collega, brigadiere Dionigi.” “Come sei noioso, Luigi. Avrà pure un nome, no?!” Annalisa sorrise stendendo la mano. “Annalisa, signor Testa.” L’uomo le sorrise con la stessa espressione del figlio. “Mi chiami pure Michele” Annalisa ricambiò il sorriso. “Tua madre è in cucina, Luigi” “Vieni” la invitò Luigi. La signora Testa era una signora bionda molto attraente. “Buongiorno, signora.” salutò Annalisa. “Non ti mettere sugli attenti, non siamo in caserma.” la prese in giro Luigi. “Questa è Annalisa, una mia collega.” “Piacere signora” disse Annalisa stringendo la mano che le veniva porta. La donna la scrutò un attimo. “E così, saresti un carabiniere anche tu?” Annalisa annuì. “Restate a pranzo?” chiese il padre che li aveva raggiunti. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 45 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Luigi tentennò poi guardò Annalisa, lei si strinse leggermente nelle spalle come dire che era lo stesso, che decidesse pure lui. “Va bene, ma non cucinare troppo, mamma, perché dopo dobbiamo ripartire subito.” “Vuole una mano, signora?” “Grazie, Annalisa.” Luigi e suo padre si accomodarono in salotto, mentre le due donne preparavano il pranzo. “Ti piace, eh?” gli disse il padre. “Non è così semplice.” rispose lui. “O ti piace o non ti piace, non c’è scelta.” “Non le piaccio io.” rispose Luigi. “Tu credi? Eppure mi sembrate affiatati.” “Siamo colleghi, babbo, dobbiamo essere affiatati altrimenti mandiamo all’aria tutto.” L’uomo lo guardò con l’aria di chi la sapeva lunga. Annalisa si sentiva un po’ a disagio nella cucina. Fece quello che la signora le chiese di fare. “Sai cucinare, Annalisa?” “Me la cavo, signora.” “Da come ti muovi in cucina, credo che tu te la cavi molto meglio di quanto dici.” Annalisa sorrise. “Mi piace cucinare, ma non posso farlo sapere in giro perché altrimenti sarei sempre di corvèe in caserma.” le confidò sottovoce. La donna sorrise. “Di sicuro non hai scelto di fare il carabiniere per fare la cuoca di caserma.” replicò la signora. Annalisa fece un sorrisetto. “Vado a chiamare gli uomini?” La signora Testa annuì. “Ragazzi, è pronto!” chiamò. Luigi la raggiunse sorridendo. “Che avete preparato di buono?” “Sorpresa.” Il tempo del pranzo passò veloce. I signori Testa fecero di tutto per mettere a suo agio Annalisa, avevano visto come la guardava Luigi e avevano capito che quella ragazza avrebbe potuto rendere di nuovo felice il loro ragazzo. “Torna presto.” disse il signor Testa quando si salutarono. “Vale anche per te, Annalisa” “Grazie, di tutto” salutò Annalisa. “Hai una bella famiglia, brigadiere Testa.” gli disse quando furono soli. Luigi sorrise “Hai ragione tu, dovrei passare un po’ più di tempo con loro.” “Sei sempre in tempo…almeno tu” aggiunse poi sottovoce. Luigi fece finta di non avere sentito. Andrea guardò di nuovo l´orologio. Erano in ritardo. Dove diavolo si erano cacciati. Luigi l´aveva chiamato per dirgli che erano per strada ma ormai avrebbero dovuto essere già arrivati. Sorrise ripensando alle parole di Paola. “se fai così con gli amici, cosa farai quando avrai dei figli?” Aveva avuto un moto d´orgoglio al pensiero di figli suoi e di Paola. Un rumore d´auto lo fece affacciare dalla finestra. Vide Annalisa e Luigi scendere ridendo. Luigi tolse lo zaino dalla bauliera e glielo lanciò. Annalisa lo prese tra le braccia e se lo mise su una spalla. Luigi le indicò la moto. Andrea vide Annalisa guardare Luigi con uno sguardo diverso dal solito, la vide alzarsi sulle punte e baciarlo su una guancia. Notò subito l´espressione di sollievo apparire sul volto di Luigi e le sue braccia stringere la vita di Annalisa. Andrea si allontanò dalla finestra sospirando, aveva già visto quanto bastava. Luigi era riuscito a non farsi affogare. Luigi le disse. “Ho cambiato il pezzo rotto della tua moto.” Annalisa lo guardò con occhio sospettoso poi gli sorrise e baciandolo sulla guancia gli disse. “Grazie, Luigi” Luigi la strinse a sé e le sussurrò “Ti posso chiamare di nuovo Annalisa?” “Solo se smetterai di accusarmi di avere tresche con qualunque esponente del sesso maschile che mi capiti a tiro” rispose lei restando nel suo abbraccio. “Promesso” replicò Luigi. “La prossima sera libera andiamo fuori insieme per suggellare il nostro armistizio” propose lui. “Ok” rispose Annalisa slacciandosi dall´abbraccio. Quello che non sapevano era che quell´uscita non sarebbe potuta avvenire così presto come entrambi speravano. Infatti, non appena entrarono in caserma trovarono Andrea che li stava aspettando “Bentornati disse loro - Luigi puoi seguirmi per favore?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 46 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 27 “E’ andata bene, vero?” chiese Andrea dopo aver fatto accomodare Luigi. “Sì, direi di sì.” rispose Luigi. “Meno male, perché qui abbiamo un problema.” Lo sguardo di Luigi si fece attento. “Che genere di problema?” “Il magistrato ha ricevuto delle minacce. Il capitano Ranieri ha deciso che qualcuno la deve scortare.” “E avete pensato a me? Grazie tante!” disse Luigi. “Tu sei l’unico che lo può fare.” Luigi sapeva che Andrea aveva ragione ma la cosa lo infastidiva parecchio. Gli avrebbe dato noia anche prima quando lei lo trattava con freddezza ma adesso che sembra mostrare interesse per lui ancora di più. “Chiaramente non lo deve sapere nessuno, vero?” “Sì, questi sono gli ordini di Ranieri:” Luigi si passò una mano sul volto. “Comincio da stasera?” Andrea annuì. “Allora mi vado a preparare:” disse uscendo. Andrea si dispiacque per l’amico, ma non poteva fare altrimenti. Sperava solo nella comprensione di Annalisa che sapeva essere grande. Annalisa e Luigi si incontrarono sul pianerottolo, lei era in divisa pronta a montare in servizio, lui aveva la giacca di renna sul braccio. “Esci?” chiese lei. Luigi annuì, rammaricandosi di non poterle dire niente. Annalisa capì tutto dal suo sguardo. “Va tutto bene, Luigi. Gli ordini sono ordini.” gli disse. Luigi la guardò meravigliato. “Andrea aveva il tono del comandante di stazione, quando ti ha chiamato.” gli spiegò. Luigi rise. Si divisero in fondo alle scale, Luigi uscì e lei prese posto alla sua scrivania. “Brigadiere Testa.” esclamò Claudia quando lo vide. “Sono qui per lavoro.” mise subito in chiaro Luigi. “Si, il Capitano Ranieri sopravvaluta le minacce che ho ricevuto.” “Io eseguo solo gli ordini, dottoressa.” rispose Luigi aprendo la portiera destra della sua auto. Claudia salì. Luigi la condusse in silenzio a casa e poi parcheggiò l’auto in un punto da dove poteva osservare chi si avvicinava al portone. La notte fu lunga, bevve tutto il caffè che si era portato dietro. Avrebbe voluto abbandonarsi al ricordo del bacio che si era scambiato con Annalisa davanti al tramonto solo la sera prima. Finalmente giunse l’alba e dopo poco Claudia uscì pronta per andare al lavoro. Luigi la accompagnò in tribunale poi tornò in caserma. Andrea lo stava aspettando sulla porta dell’ufficio. “Tutto bene?” Luigi annuì. “Vado a dormire un po’.” Sperò di incontrare Annalisa ma non fu fortunato. Incontrò Carlo che stava appoggiato alla finestra del pianerottolo. “Carlo va tutto bene?” chiese Luigi. Carlo si voltò verso di lui. “Sì.” “Sei sicuro? Hai una faccia … problemi con Jessica?” Carlo si strinse nelle spalle. “Ho paura di non dimenticarmi che non è mio figlio.” Luigi si avvicinò. “Lui non ha colpa, Carlo.” “Lo so.” “Comincia a pensare a lui, come a TUO figlio, va in giro con Jessica a cercare vestitini e carrozzine…” Carlo lo guardò fissò. “Sai, mi hai dato lo stesso consiglio di Annalisa.” Luigi sorrise tra sé. “E’ buono oppure no?” chiese quindi. “Credo di sì, avete ragione entrambi. Io amo Jessica e quindi anche quel bambino che è parte di lei.” Luigi gli diede una pacca sulle spalle. “Va da Jessica, Carlo,vai.” Carlo corse giù per le scale mentre Luigi andò a letto. A mezzogiorno Luigi tornò al tribunale per accompagnare Claudia a casa. “Le ho già detto che non è necessario che venga a farmi la scorta.” gli disse non appena lo vide. “Ed io le ho già risposto che sto eseguendo degli ordini.” replicò Luigi seccato. Già quel lavoro non gli piaceva se poi lei si metteva anche a fare la difficile diventava odioso. Anche quella notte fu lunga come la precedente ma a un tratto sentì arrivare una macchina a fari spenti che si Created by eDocPrinter PDF Pro!! 47 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fermò ad osservare le finestre dell’appartamento di Claudia. Era troppo al buio e Luigi riuscì a prendere solo alcune cifre della targa. Quando rientrò in camera sua trovò sul cassettone un piatto coperto da un tovagliolo. Un biglietto lì accanto recitava: <<Te ne ho messo da parte un pezzetto, altrimenti non ti toccava>> non era firmato ma non serviva, scoprì il piatto e come aveva supposto c’era una fetta di torta. Luigi sorrise, non appena fosse finita questa indagine l’avrebbe portata fuori a cena e stavolta non gli sarebbe sfuggita. Ogni volta che andava al tribunale c’era sempre un uomo che sembrava aspettasse loro. “Chi è quello?” chiese indicando con la testa l’uomo che li stava fissando da qualche istante. “E’ il cancelliere Grechi.” “Ha un motivo per odiarla?” “Per favore Brigadiere Testa, non diventi paranoico.” Luigi la fece salire in macchina e non appena fu scesa chiamò Andrea affinché facesse indagini su questo cancelliere. “Annalisa, puoi cercarmi tutto quello che c’è su quest’uomo?” le chiese Andrea passandole un foglietto. “Subito.” rispose lei. Dopo pochi minuti, bussò alla porta di Andrea. “Ecco qua. E’ incensurato però negli ultimi tre anni l’hanno trasferito quattro volte: Torino, Bologna, Frosinone e adesso Perugia.” Andrea annuì. “Adesso vado da Pippo e sento cosa sa lui.” gli disse uscendo. “Annalisa – la richiamò – ce l’hai con me?” “No, perché credi che ce l’abbia con te? Hai per caso la coscienza sporca?” replicò Annalisa. “Direi di no.” rispose Andrea sapendo di mentire. “Allora…non c’è nessun problema Ti faccio sapere cosa ho scoperto da Pippo.” concluse uscendo. Andrea si appoggiò allo schienale della poltrona sconsolato. Con lei non l’avrebbe spuntata mai. Aveva cercato di farle ammettere che era arrabbiata con lui per Luigi e invece gli si era ritorto contro come un boomerang. PUNTATA 28 Annalisa entrò da Pippo. “Mi fai un caffè, Pippo?” Pippo le sorrise. “Com’è che è da sola? I carabinieri non viaggiano a coppia?” “Sono in servizio con Prosperi che è impegnato con tua nipote.” rispose Annalisa. L’uomo alzò gli occhi al cielo. “Lascia perdere Prosperi, dimmi piuttosto che sai di Grechi” “Grechi, il cancelliere?” Annalisa annuì. “Viene tutte le mattine, si mette seduto lì fuori e guarda passare le femmine.” “Le femmine?” chiese Annalisa incuriosita dal termine usato da Pippo. “Si, basta che siano di sesso femminile. Giovani, vecchie, decrepite.” Annalisa sorrise. “Parli del cancelliere?” chiese Jessica appena rientrata. “Sì, vedi lo sa anche lei.” “Sì, tutte ma soprattutto il magistrato.” Annalisa catturò il suo volto con lo sguardo. “La dottoressa Morresi?” chiese. “Sì, lei. E vedessi come la guarda…. Fossi lei avrei paura.” “Ma ci sono io con te.” disse Carlo che l’aveva accompagnata. “Allora è proprio al sicuro” replicò Pippo. “Carlo, piantala” disse Annalisa. “Jessica, sei sicura? Quell’uomo aspetta che passi il magistrato?” “Sì, guarda tutte le donne ma non appena compare il magistrato non le stacca più gli occhi di dosso.” “Grazie, Jessica. Anche a te, Pippo” “Portati via Prosperi e siamo pari.” rispose l’uomo. Annalisa rise. “Andiamo Carlo, torniamo in caserma. Eri di turno con me due ore fa. Che fine avevi fatto?” “Sono stato all’ospedale con Jessica.” “Tutto bene?” chiese Annalisa. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 48 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Sì, abbiamo fatto l’ecografia.” Annalisa gli diede una pacca sulle spalle. “Allora, maschio o femmina?” “Maschio” rispose orgoglioso Carlo. “Bisogna festeggiare. Un nuovo esponente della dinastia dei Prosperi.” Carlo la guardò. “Credi sia il caso di festeggiare?” chiese un po’ titubante. “Devi decidere tu, se vuoi festeggiare o no. Cos’hai provato quando hai visto quell’esserino che si muoveva nella pancia di Jessica?” Carlo la guardò. “Mi è venuta la pelle d’oca dall’emozione.” confessò. “E allora vedi che bisogna festeggiare?” gli disse spingendolo verso la porta della caserma. Annalisa bussò alla porta di Andrea. Luigi era da lui. “Torno dopo” disse scambiando uno sguardo con Luigi. “No, dimmi, hai scoperto qualcosa?” chiese Andrea. “Sì, il cancelliere va tutte le mattine da Pippo e guarda tutte le donne che passano aspettando la Morresi.” Annalisa vide lo scambio di sguardi tra Andrea e Luigi. “E’ sicuro?” “Me lo ha confermato anche Jessica. Dice che quando arriva il magistrato lui cambia sguardo e la osserva fisso.” Andrea rimase pensieroso. “Posso andare adesso?” chiese Annalisa. Andrea annuì. Lei passò vicino a Luigi e lui ne approfittò per carezzarle un braccio. Gli sorrise mentre usciva. Luigi si rivolse ad Andrea. “E adesso che si fa? Continuo a scortare lei o seguo lui?” “Gli ordini del comando sono di scortare lei. Tu torna al tribunale e continua come da programma. Io vado a riferire al comando poi ti faccio sapere se ci sono cambiamenti, se non mi senti continui a scortarla.” Luigi annuì sperando che quel lavoro finisse presto. Se ne andò senza salutare nessuno inseguito dai borbotti di Bordi. Carlo lanciò uno sguardo ad Annalisa che concentrata sul computer sembrava non aver notato niente. “Aho, nun ce dovemo tornà più da Pippo?” chiese poi. “No, Prosperi, mettiti il cuore in pace – gli rispose Annalisa guardando ancora lo schermo del computer –vai da Jessica quando hai finito il turno. Se non sai che cosa fare, te lo trovo io. Metti a posto questa roba.” gli disse indicando una pila di fascicoli sulla scrivania. “Comandi, brigadiere.” Andrea sulla porta rise tra sé poi ricomponendosi disse. “Dionigi, quando hai finito, vieni nella mia stanza.” “Comandi Maresciallo.” rispose. Lei e Carlo si scambiarono uno sguardo interrogativo. “Non ti pare che Andrea sia strano in questi giorni?” chiese Carlo “E perché Testa no? – rincarò la dose Bordi – quello la notte non c’è mai. Chissà che va a fare.” Annalisa prese un respiro, aveva notato anche lei che Luigi non dormiva in caserma e sicuramente Andrea sapeva il perché ma se non l’aveva detto a nessuno evidentemente le disposizioni del comando erano state così. Leo e Sonia vennero a dar loro il cambio. “Carlo come è andata all’ospedale?” chiese Leo. “E’ maschio!” rispose Carlo gonfiando il petto. “Festeggiamo?” chiese Sonia. “Sì, ho visto i turni, giovedì sera siamo tutti liberi. Andiamo al mio appartamento, preparo qualcosa io.” propose Annalisa. “Va bene allora per giovedì.” disse Leo “Ma porta anche Ale – gli disse Carlo – e anche tu, se il tuo amico vuol venire è il benvenuto” concluse rivolto a Sonia. La ragazza annuì anche se non credeva che Mario volesse frequentare i suoi colleghi, ad ogni buon conto glielo avrebbe chiesto. “Ma non è un problema per te preparare per tutti?” chiese quindi Sonia. Annalisa scosse la testa. “No, nessun problema.” Carlo corse via per andare da Jessica. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 49 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “La divisa te la potresti anche levare!” gli gridò dietro Leo poi si voltò verso le ragazze e scoppiarono a ridere. PUNTATA 29 Annalisa stava già salendo le scale quando si ricordò che Andrea la voleva vedere. Tornò indietro e bussò. “Avanti” “Maresciallo” salutò Annalisa. “Lascia perdere il maresciallo” Una ruga solcava la sua fronte. “Se hai problemi d’amore, hai scelto la persona sbagliata per avere consigli” gli disse. Andrea scosse la testa. “E’ qualcosa di diverso.” Annalisa attese. “Vuoi andare di pattuglia con Vogel?” “Perché me lo chiedi? Sei tu il maresciallo.” Andrea si passò la mano sulla fronte. “Nessuno vuole andare con lui.” Annalisa fece una smorfia. “Lo so che è una cattiveria, Andrea, ma non riesce a dare sicurezza. Lui dovrebbe essere il capo pattuglia ma non sa prendere nessuna decisione.” Andrea annuì. “E’ per quello che ti ho chiesto se volevi andare con lui. Tu non hai bisogno di qualcuno che ti guidi, vai benissimo anche da sola.” Annalisa chinò lo sguardo un po’ imbarazzata. Non era abituata ai complimenti. “Io ti ringrazio della fiducia, Andrea, anche se questo significa che dovrò farmi qualche turno con lui.” Andrea si alzò dalla scrivania e le si parò davanti. “La convivenza con lui è stata fatale.” Annalisa sorrise. “La mia esperienza di convivenza si riduce a due uomini, tu e lui. Devo dire onestamente che convivere con te era stato molto più divertente.” “Anche molto più pericoloso.” aggiunse Andrea. “Già, ma lo rifarei in ogni momento.” “E invece convivere per davvero?” le chiese. “Credi davvero che qualcuno sceglierebbe volontariamente di vivere con me?” replicò. “Potrei farti qualche nome.” “Addirittura qualche? Chi hai minacciato di trasferimento coatto?” Andrea scoppiò a ridere. “Nessuno, te lo assicuro ma più d’uno è rimasto affascinato dalla tua performance in costume da bagno.” “Ah.” disse soltanto Annalisa. “Non è rimasta un po’ di torta per me?” chiese Andrea. “No, l’ultima fetta l’ho portata su a Luigi.” disse. “Una volta l’avresti lasciata a me.” “Una volta non avevi segreti per me.” “Anche Luigi sta tenendo un segreto.” “Sicuramente su tuo ordine, maresciallo.” rispose Annalisa ormai sulla porta. Andrea la fermò sulla porta “Sono diventato così orrendo?” chiese. “No, Andrea, sei solo diventato il comandante della stazione con tutte le conseguenze che comporta.” Annalisa gli sorrise comprensiva. “Preparerò una torta più grande, domani, così ci sarà una fetta anche per te. Mi sa che hai carenze d’affetto ultimamente.” Annalisa uscì e Andrea scosse la testa, sperò che quell’operazione segreta non alterasse gli equilibri faticosamente raggiunti. Stava aspettando che il Capitano Ranieri decidesse cosa fare alla luce delle novità. Quando squillò il telefono, esitò un attimo a rispondere. “Sì…Sì….D’accordo.” mise giù la cornetta e sospirò. Tirò fuori il foglio dei turni e lo fissò. Toccava a loro seguire Grechi e lui aveva la sensazione di innescare una bomba a d orologeria. Si alzò e andò nell’altra stanza. “Bini, martini.” “Comandi” risposero. “Dovete seguire questo tipo.” disse dando loro una foto. Leo annuì e prese le chiavi della macchina. Lo seguirono per un paio di giorni senza grandi scoperte, sembrava un uomo casa e tribunale. Andrea cominciava a preoccuparsi, quel pomeriggio era arrivata una nuova lettera minatoria, forse stavano seguendo una pista sbagliata. “Noi andiamo.” gli disse Annalisa passando davanti alla porta aperta. “Mi raccomando…” disse Andrea senza concludere la frase. “Tranquillo, non facciamo colpi di testa” gli rispose uscendo. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 50 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Guido io” disse Annalisa salendo dal lato del guidatore. Hans si rassegnò a consegnarle le chiavi. Arrivarono sotto casa del cancelliere e diedero il cambio a Mura e Romanò. Mura li informò che era rientrato dal tribunale un paio d’ore prima e che non era più uscito. Parcheggiò la macchina in un punto nascosto e poi si misero in attesa. Hans le toccò un braccio per attirare la sua attenzione. Grechi stava uscendo di casa e sembrava intenzionato a non farsi riconoscere, si era messo un cappellaccio in testa e un paio di occhiali scuri. Mise in moto la macchina e cominciò a seguirlo. Hans cominciò a dire. “Chiamo Ferri?” Annalisa sbuffò “Per dirgli che cosa? Che Grechi è uscito di casa?” Continuarono a seguirlo fino ad un bar, l’uomo fermò l’auto e si mise a fissare una coppia seduta ad un tavolo. Annalisa guardò e il suo cuore perse un colpo, quella era senza dubbio la Morresi ma l’uomo che era con lei era Luigi. Si morse un labbro. La donna lo guardava con quello sguardo che le aveva già visto cercando di prendergli una mano. Non era in grado di vedere la reazione di Luigi perché era di spalle. Grechi rimase ancora a guardare poi quando vide che i due si alzavano, si allontanò. Annalisa rimise in moto e lo seguì fino a casa. Parcheggiò al solito posto e strinse il volante tra le mani. Non voleva pensare a quello che aveva visto e soprattutto al perché le facesse così male quel pensiero. “Vuoi un caffè?” le chiese Hans. Annalisa annuì. Lo ingoiarono di fretta perché Grechi stava uscendo di nuovo, indossava degli occhiali strani. Capirono subito a cosa servivano perché l’uomo guidava a fari spenti. Annalisa chiese ad Hans che gli prendesse gli occhiali dal cruscotto. “Se crede di essere furbo solo lui.” disse Annalisa indossandoli e spengendo i fari anche lei. Hans si aggrappò alla maniglia sopra la portiera. L’uomo si fermò davanti ad una casa. “E’ quella della Morresi.” disse Annalisa ad Hans. Guardò intorno e vide l’auto di Luigi parcheggiata nel cortile. Sospirò poi seguì di nuovo l’uomo che si allontanava e tornava a casa. Non uscì più. Annalisa esultò quando vide arrivare Carlo e Leo per dar loro il cambio. Annalisa disse loro di continuare a seguirlo attentamente. Tornarono in caserma. Annalisa disse ad Hans. “Vai tu da Ferri, io ho un appuntamento.” “Come vuoi, ma se Ferri si arrabbia?” “Si arrabbia con me, non ti preoccupare.” Annalisa salì gli scalini a due a due, entrò in camera si tolse la divisa e indossò la tuta da moto, prese il casco e uscì. “Annalisa!” la chiamò Alessandra, le fece un cenno con la mano e salì sulla moto, chiuse il casco e partì. PUNTATA 30 Andrea sentì il rumore della moto e si affacciò appena in tempo per vedere la coda della moto che usciva dal cortile. Sentì bussare alla porta. Hans entrò titubante. “Annalisa doveva andare…” disse cercando di giustificarla. “Ho visto” disse Andrea “Che è successo?” “Grechi è uscito due volte, la prima mascherato con cappello e occhiali ed è andato ad un bar dove c’era il magistrato con un uomo.” Andrea annuì. “E poi la notte si è recato a fari spenti sotto casa del magistrato.” “E come avete fatto a non farvi vedere?” pur sospettando che Annalisa avesse guidato pure lei a fari spenti. “Annalisa ha indossato un paio di occhiali per vedere al buio e l’abbiamo seguito a fari spenti.” disse Hans. “Va bene; Hans. Vai pure a riposare.” “Comandi Maresciallo.” Andrea si prese il volto tra le mani poi sospirò. Hans non era molto vispo ma Annalisa aveva capito chi era l’uomo insieme a Claudia ed era per quello che era fuggita in moto. Sperò solo che non si facesse male. Annalisa guidò come una forsennata per stradine e viottoli poi si fermò su una collina. Si appoggiò ad una staccionata e guardò verso l’orizzonte. Che idiota era stata! Ripensò al bacio che si erano scambiati sulla spiaggia, sembrava preso quanto lei, almeno a pelle. Sospirò Created by eDocPrinter PDF Pro!! 51 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! sentendo il cuore farle male. Non voleva pensare al dolore che stava provando e soprattutto al perché di quel dolore. Cercò di fare mente locale agli avvenimenti degli ultimi giorni e si diede nuovamente dell’idiota, questa volta però giocava a suo favore. Aveva ragionato con l’istinto invece che con il raziocinio. Perché seguivano quell’uomo? Perché guardava male la Morresi? Solo per quello? No, ci doveva essere di più. Possibile che Luigi non facesse nemmeno un turno con loro? Che tutte le notti fosse fuori? Le due cose dovevano essere collegate. Scosse la testa, inforcò di nuovo la moto e si diresse verso la caserma. Fu la prima cosa che Luigi notò non appena entrò in camera. La torta non c’era. Si guardò intorno ma non c’era traccia. “Dubito che la troverai” sentì dire alle sue spalle. Si voltò e vide Andrea che lo guardava dalla porta aperta. “Se l’è mangiata tutta Bordi?” chiese. “No, ti ha visto con la Morresi al bar.” “Te lo ha detto lei?” chiese Luigi. “No, Vogel, lei è andata a cercare di ammazzarsi con la moto da qualche parte.” Luigi imprecò tra i denti.”Mi dispiace, Luigi.” “Non è colpa tua, stai eseguendo degli ordini, come tutti noi del resto.” Andrea si allontanò mentre Luigi si buttava sul letto. Mise le mani dietro la nuca e imprecò di nuovo. Ogni volta che si avvicinava di un passo a lei, capitava qualcosa e tornava indietro di otto. C’era solo una cosa positiva in tutto ciò, Annalisa era gelosa e questo voleva dire che nonostante tutte le sue parole, lui non le era indifferente. A quel pensiero scivolò nel sonno. Annalisa si fermò da Pippo. “Ehi, e dove sei stata?” chiese Jessica. “A fare un giro in moto.” rispose. “Forse era meglio se andavi a dormire.” le disse Jessica indicando le occhiaie che aveva sotto gli occhi. “Ti assicuro che è stato meglio che sia andata in moto.” Jessica rise. “Allora è confermato per stasera?” Annalisa annuì e si richiuse la visiera allentandosi. Jessica si allontanò per telefonare in caserma che Annalisa era sana e salva. Andrea emise un sospiro di sollievo. Luigi che stava uscendo lo interrogò con lo sguardo. “E’ da Pippo, intera.” Luigi sorrise, augurandosi che quella indagine finisse al più presto. Corse fuori per andare al tribunale. Incrociò il capitano Ranieri che entrava in caserma. “Devo restare anch’io?” chiese. “No, brigadiere vada pure.” Luigi corse al tribunale anche se avrebbe voluto passare da Pippo a vedere con i suoi occhi se Annalisa stava bene e non solo fisicamente. Trovò Annalisa che lo aspettava, seduta sulla moto con il casco ancora indosso. Luigi si avvicinò circospetto. “Io …” cominciò a dirle. Annalisa scosse la testa. “Sono solo passata a dirti che …” Luigi si aspettò una serie di insulti. “domattina avrai due fette di torta.” Luigi rise tirando indietro la testa. Appoggiò la sua mano su quella di Annalisa poggiata sull’acceleratore della moto. “Basta una sola, Annalisa, e quando sarà tutto finito facciamo quella famosa cena.” “Da Gemma?” “Oh, No. Ti stupirò.” “Non vedo l’ora. Devo andare Luigi, o Andrea mi farà rapporto.” “Non credo, comunque è meglio che tu vada.” Annalisa annuì e accese la moto, gli strizzò un occhio, tirò giù la visiera e tornò in caserma. Claudia uscì poco dopo, facendogli un largo sorriso. “Torniamo a pranzare a quel caffè?” gli chiese. “Come vuole, Dottoressa.” rispose Luigi. “Non vuoi chiamarmi, Claudia?” “Non credo che sia il caso” rispose Luigi sempre guardingo. Avevano ragione sia Annalisa che Prosperi, questa gli faceva il filo. E adesso che doveva fare?. “Hai paura che lo venga a sapere il maresciallo Ferri?” “Non è il maresciallo il problema. Io sono un carabiniere che le fa la scorta, eseguo degli ordini e basta.” Luigi sapeva che le sue parole suonavano false ma non sapeva cosa dirle. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 52 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Claudia lo guardò facendo una smorfia con la bocca. “Brigadiere, tu non me la racconti giusta. Ci dovremmo vedere una sera quando questa storia sarà finita.” Luigi si trovò spiazzato. “Vedremo” fu tutto quello che riuscì a dire mentre pensava ad un'altra cena che stava rimandando per colpa di quel caso. Andrea riunì tutti nella sua stanza. Mancava solo Annalisa, sperava tornasse in tempo. Andrea aveva chiesto che anche gli altri fossero messi a conoscenza delle minacce, era assurdo che seguissero il minacciatore senza poter proteggere il minacciato. Il capitano Ranieri aveva convenuto con lui che il momento era arrivato. “Vi ho fatto riunire tutti, perché il magistrato ha ricevuto delle minacce, da qualche giorno il brigadiere Testa sta scortando la dottoressa, è su sua segnalazione che voi state seguendo Grechi. Non sappiamo se siamo sulla pista giusta, anche perché abbiamo ricevuto una nuova lettera minatoria.” Andrea alzò gli occhi al cielo. Ancora una lettera minatoria? Ma allora erano davvero sulla pista sbagliata? “Che cosa dice?” chiese Carlo. “Le solite minacce. Stavolta ha aggiunto <<adesso so chi è, non lo vedrai mai più>> “Oh mio dio” sentirono esclamare alle loro spalle. Andrea si voltò in tempo per vedere Annalisa coprirsi la bocca prima di svenire. “Annalisa, Annalisa” Lei riprese lentamente i sensi, non riuscendo a capire che cosa fosse successo. Che cosa ci faceva sdraiata per terra in caserma con i piedi sulla panca? Poi ricordò e cercò Andrea tra tutte quelle facce che le stavano addosso. Non appena l’ebbe individuato lo prese per un braccio. “Andrea, Andrea” lo chiamò con un filo di voce. “Allontanatevi, fatela respirare” disse Leo. Andrea si avvicinò. “Sono qui, va tutto bene” “No, Andrea. Non va bene niente.” Andrea le si fece più vicino. “Che cosa c’è? – si spaventò nel vederle il volto sgomento – Che cosa sta succedendo?” “Luigi è in pericolo, Andrea, è lui il bersaglio di quell’uomo.” PUNTATA 31 Il capitano Ranieri continuava a fissare il volto pallido di Annalisa seduta nell’ufficio del maresciallo. “Come fa a giungere a questa conclusione?” Annalisa guardò prima Andrea che annuì. “Ho… - Andrea le lanciò un’occhiata d’avvertimento – abbiamo notato che, ultimamente, la dottoressa Morresi guarda il brigadiere Testa con uno sguardo diverso, d’interessamento.” Ranieri la guardò un po’ contrariato. “Lo so che può sembrare una malignità ma, mi creda, qui ce ne siamo accorti in più d’uno. Se quest’uomo è invaghito della dottoressa e si è accorto di qualcosa, cercherà di far fuori il rivale” Il ragionamento non faceva una piega, se era giusto il presupposto iniziale. Il capitano Ranieri era perplesso ma non poteva rischiare la vita di un uomo solo perché scartava a priori un’ipotesi attendibile. “Mettete sul chi vive il brigadiere Testa.” “Non ci crederà mai.” si lasciò sfuggire Annalisa. “Allora, glielo dirà lei, se è riuscita a convincere me, riuscirà a convincere anche lui.” “Comandi, capitano.” Andrea fece accompagnare il capitano da Bordi poi si mise accanto a lei. “Stai bene?” “Si.” Lui la osservò un attimo. “Sì, sto bene. La corsa in moto mi ha fatto bene, mi ha rinfrescato le idee. Talvolta sono un po’ stupida ma poi le cose le capisco.” “Non sei stupida e di solito le cose le capisci al volo, come poco fa.” “Sì, ma questa volta non avevo capito niente… Vado a cambiarmi e poi a parlare con Luigi.” “E’ un po’ arrabbiato per la torta.” le ricordò Andrea. “Non più.” replicò sorridendo Annalisa. Andrea scosse la testa. Luigi stava aspettando fuori dal tribunale quando vide avvicinarsi Leo. “Che c’è?” chiese guardandosi intorno guardingo. “Il capitano Ranieri ci ha detto tutto. Annalisa crede che il bersaglio sia tu.” “Lo ha detto dopo che Ranieri vi ha spiegato?” chiese Luigi sconsolato. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 53 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Leo scosse la testa. “Quando è arrivata, Ranieri stava leggendo la lettera minatoria, non so come abbia pensato a te.” Luigi invece lo sapeva bene. Il magistrato uscì dal tribunale e Luigi congedò Leo promettendogli che sarebbe stato attento. “Che ci faceva Bini?” chiese Claudia. “Mi ha visto e si è fermato a salutarmi.” rispose Luigi ritenendo inutile fornirle ulteriori spiegazioni. La fece salire in macchina e l’accompagnò a casa. Rimase seduto dentro l’auto. Cercò di rimanere concentrato su quel caso mentre la mente scappava a pensare ad Annalisa. Si strusciò gli occhi, diventava sempre più difficile. Sentì squillare il cellulare e vide un numero che non conosceva. Rispose guardandosi intorno. “Sono io.” “Mi ha detto tutto Leo.” “Avrei dovuto dirtelo io, credi che possa aver ragione?” “Hai ragione nel ritenere che lei mi faccia il filo.” “Ah, allora vedi…” “Sì,allora è una possibilità.” “Sta attento, molto attento.” “Va bene, Annalisa.” Chissà da chi si era fatta prestare il cellulare per chiamarlo. Trascorse di nuovo la notte in macchina. “Se Ranieri non vi avesse raccontato niente, non mi avresti invitato” disse Andrea mentre aiutava Annalisa a portare le cose che aveva preparato all´appartamento. “Veramente a me Ranieri non ha raccontato nulla”. Andrea la fissò un attimo. “E così tu non hai sentito nessuna delle spiegazioni del capitano?” “No, quando sono arrivata leggeva già la lettera.” “E come hai capito di che cosa si trattava?” “Mi hai detto tu che non sono poi così stupida come credo. Ho fatto due più due.” Andrea sorrise scuotendo la testa. “Comunque non mi avresti invitato.” “No.” Lui la guardò storto “Ti avrei evitato di essere in imbarazzo.” “Credi che lo sarei stato?” “Lo eri anche in caserma, non ti piace avere segreti per i tuoi uomini.” “Fra tu e Paola, non so a chi riesco a nascondere meglio le cose.” “Probabilmente a nessuna delle due. Ti conosciamo bene, pregi e difetti.” Andrea le dette una pacca sulle spalle. “E con Luigi?” “Che c´entra Luigi, adesso?” “Così, mi è sembrato di capire che la vacanza insieme vi abbia fatto bene.” Annalisa si strinse nelle spalle. “Smettila di far finta di nulla. Avresti ucciso anche me, se avessi osato toccare la tua moto.” Annalisa si voltò verso di lui con uno sguardo perplesso. “Lo sapevi?” “Sì, lo avevo anche avvertito che stava giocando con il fuoco.” le disse Andrea. “Lo so, ma non sono riuscita ad arrabbiarmi con Luigi. Sono sicura che l´ha trattata meglio della sua.” Andrea aprì il portone senza dirle più nulla, per lui non c´era più nulla da dire. Prima o poi avrebbero capito da soli. “Ehi, ma quante cose hai preparato?” chiese Alessandra togliendole qualcosa dalle mani. Gli altri arrivarono insieme a lei e prepararono la tavola. “Mmm, bono – disse Carlo assaggiando il risotto alle seppie – dovresti cucinare te, in caserma, altro che Bordi” “Se ti sentisse!” gli disse Andrea ridendo. Era soddisfatto che per quella sera fosse tornato ad essere di nuovo Andrea per tutti. Arrivò in tavola l’arrosto. “Sei una donna da sposare.” disse Carlo. Jessica gli fece la linguaccia. “Tu ce l’hai già la donna da sposare, che vuoi? – gli disse Leo- lascia il campo libero agli uomini liberi.” “Qui, non ne vedo di uomini liberi – rispose Carlo prendendosi una gomitata da Jessica, ma continuò ignorandola – Annali te resta da scegliè tra Bordi e Testa.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 54 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa fece finta di pensarci. “Scelta difficile. Va bè, sceglierò Testa, almeno non litigheremo per chi cucina.” replicò tra le risate degli altri, mentre Andrea la guardava sorridendo furbescamente. “Com’è che hai quella faccia?” chiese Alessandra. “Niente” disse Andrea continuando a sorridere. Mario, l’amico di Sonia, stava un po’ in disparte. Sorrideva talvolta ad Annalisa ma per il resto stava un po’ sulle sue. “Sono un po’ casinisti, ma sono persone normali.” gli disse Andrea sedendosi accanto a lui. Il ragazzo gli sorrise. “Lo so, dovrei ringraziarvi per aver aiutato Sonia.” Andrea ricambiò il sorriso. “Prima era un caso da risolvere, dopo è diventata una di noi.” “Sì, ma adesso sorride di nuovo:” “Quello è merito tuo, Mario.” disse Andrea lasciandolo solo. Mario sorrise tra sé. PUNTATA 32 Annalisa portò in tavola la torta. Tutti le fecero i complimenti. L’aveva decorata con la panna colorata di celeste, con dei fiocchi bianchi e in mezzo ai fiocchi al centro aveva messo una culla azzurra con il carillon. Carlo faceva lo spiritoso ma si vedeva lontano un miglio che era commosso. Jessica le gettò le braccia al collo. “E’ meravigliosa Annalisa.” “Mi hanno aiutato Ale e Sonia.” si schermì Annalisa. “Come no, a mangiare la panna.” disse Leo. Sonia e Alessandra si scambiarono un’occhiata ridendo. “Aspetta a tagliarla. –disse Andrea – facciamo una foto.” “Ce l’ho io la macchina.” disse Annalisa prendendo la sua digitale da un mobile sotto la finestra. “Vediamo se sei più brava tu o Testa a fare le foto.” disse Carlo. “Se sono più brava di Luigi, divento io il fotografo ufficiale della caserma?” chiese rivolta ad Andrea. “Vorrà dire che ne avremo due.” disse diplomaticamente Andrea. Annalisa rise. “Paura di Testa, eh?” Andrea le rise scuotendo la testa. La torta fu spolverata alla velocità della luce. Andrea vide che Annalisa ne mise una fetta nel frigo. La interrogò con gli occhi e lei fece una smorfia. Andrea sorrise tra sé, domattina Luigi l’avrebbe trovata sul cassettone. “Bini, andiamo che dobbiamo sostituire Mura e Romanò.” Leo fece una faccia un po’ contrita. Annalisa andò in suo soccorso. “Se metti a posto tu, ci vado io al tu posto.” Andrea la fulminò con lo sguardo. “Sì, grazie.” Carlo accompagnò Jessica a casa. Mario salutò ma Andrea gli chiese di accompagnare Sonia a casa. “Preferirei non andasse da solo con questo buio.” Mario annuì e si divisero sul portone. “Non è necessario che mi accompagni.” disse Sonia. “Hai sentito cosa ha detto il tuo comandante?” le disse. “Non prendi ordini da lui.” “In fatti, ti accompagno perché mi fa piacere farlo, quello che non so è se fa piacere a te.” replicò Mario guardandola dritta negli occhi. Sonia cercò nel suo sguardo le implicazioni di quella frase. “Certo che fa piacere anche a me, perché non dovrebbe.” “Perché mi sfuggi” rispose sinceramente Mario. Sonia guardò per terra con aria colpevole. “Hai ragione, ma io non so come …” si interruppe. “Come ti sentiresti se ti baciassi?” chiese Mario in un sussurro Sonia annuì. “Non è mica necessario che ti baci, possiamo uscire a mangiare una pizza come amici.” disse. Sonia scosse la testa mentre lacrime le scendeva lungo il volto. Mario rimase a guardarla senza sapere che cosa fare. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 55 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ma non capisci – gli urlò quasi contro – io voglio che tu mi baci ma ho paura di ferirti se non lo sopportassi.” Mario si avvicinò. “Facciamo una cosa alla volta, adesso ti abbraccio e basta, Ok?” Sonia annuì lentamente. Mario l’abbracciò senza stringerla. “Forse se mi abbracci anche tu, sembra meno una forzatura.” le consigliò. Sonia gli passò le braccia intorno al torace. Si sentì avvolgere dal calore del suo corpo e dal suo profuma, lo stesso che lei gli aveva regalato per quel natale che avevano trascorso insieme. “Visto che va bene?” Sonia annuì desiderando che quell’abbraccio non finisse mai. “Vieni, ti accompagno a casa.” disse dandole la mano. Sonia la prese stringendola forte. Quando furono sotto casa, Mario l’abbracciò di nuovo e poi si slacciò. “Mario” lo richiamò Sonia. “Sì?” chiese incuriosito. Sonia prese un respiro poi gli chiese. “Mi dai un bacio?” Mario la guardò fissa negli occhi. “Vuoi davvero?” Sonia annuì. “Se c’è qualcosa che non va, dimmelo.” Sonia annuì. Mario le prese il volto tra le mani e appoggiò le labbra alle sue dolcemente. Sonia le schiuse leggermente e Mario approfondì il bacio. Sonia si lasciò andare all’emozione di quel bacio e si strinse ancor di più a lui. “Mario” mormorò quando si slacciarono. “Shh. Va tutto bene, Sonia.” Sonia rimase nel suo abbraccio. “Devo andare.” disse poi. “Ti telefono, e appena sei libera usciamo insieme.” Sonia annuì e ferma sul portone gli diede di nuovo un bacio. Mario sorrise abbracciandola. Alessandra e Leo avevano finito di pulire il monolocale di Annalisa. Alessandra si mise la giacca e disse. “Qui, abbiamo finito, andiamo.” “Andiamo dove?” le disse Leo togliendole la giacca da dietro e baciandole la nuca. Ale trattenne il respiro. Leo continuò a baciarle il collo. “Credi davvero che Annalisa abbia fatto cambio di turno solo perché le pulissimo l’appartamento?” Alessandra si voltò nel suo abbraccio. “No, ma credevo che non ti interessasse..” “Sciocca –mormorò Leo sulle sue labbra – lo voglio dal primo istante che ti ho visto, ma tu sei la sorella di Andrea e io non sono proprio un grande esperto di donne.” Ale gli regalò un sorriso sbarazzino. “E’ per quello che mi piaci, perché non sei uguale agli altri.” Leo la spinse verso il letto, cominciandole a togliere la camicia di voile che aveva sopra il corpetto nero. La sdraiò sul letto e le tolse il corpetto. “Volevo farlo da quando te l’ho visto indosso stasera.” le disse baciandole i seni, Alessandra rabbrividì sotto il tocco della sua bocca. “Leo.” mormorò arcuandosi verso di lui. Leo si spogliò rapidamente e si sdraiò accanto a lei. “Abbiamo tutta la notte – le mormorò- non c’è fretta.” Fece l’amore con lei con una lentezza e una dolcezza che Ale non aveva mai sperimentato. Alla fine quando entrambi ebbero raggiunto l’appagamento finale, Alessandra si trovò gli occhi umidi di lacrime. Leo gliele asciugò con un bacio. “Leo, non ho provato niente di simile con nessun altro” Leo la tenne stretta a sé baciandole il volto. “Io ti amo, Ale” le sussurrò poi. Alessandra si voltò verso di lui e vide quell'amore riflesso nei suoi occhi. “Oh, Leo, credevo ti piacesse solo il mio corpo.” “Se fosse stato così, non saremo qui. E’ stato solo l’amore che provo per te che mi ha fatto superare la paura di un rifiuto.” Alessandra lo abbracciò stretto. “Non avevi capito che mi piacevi anche tu e non solo fisicamente?” “Fisicamente ci credo, non sono un granché.” “Forse ma sei talmente bello dentro che l’esteriorità passa in secondo piano. Ti amo anch’io Leo, veramente.” aggiunse vedendo lo sguardo sospettoso di lui e per dimostrarglielo lo fece sdraiare sulla schiena e lo fece impazzire di desiderio. “Ale, mi farai morire.” mormorò Leo con voce roca. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 56 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Non smetterò fino a quando non crederai che io ti amo.” “Ti credo, Ale, ti credo.” le disse Leo e girandola sulla schiena entrò in lei. Alessandra si inarcò per unirsi ancora di più a lui. “Leo” “Ale” mormorarono all’unisono mentre raggiungevano insieme il piacere. Rimasero senza fiato abbracciati nel letto. PUNTATA 33 Andrea e Annalisa si avviarono in caserma per prendere l’auto. “Non sei troppo stanca per fare ancora un turno di notte?” le chiese. Annalisa scosse la testa. “Secondo te, posso rimanere in caserma, sapendo che un collega rischia la vita?” Andrea le sorrise. “Non un collega, Luigi.” “Non cambia niente.” “Per quanto tempo continuerai a mentire a te stessa?” le chiese Andrea scrutandola. “Che vuoi dire?” “Che ti interessa di Luigi molto di quanto vuoi ammettere persino a te stessa. Altrimenti perché avresti cercato d’ammazzarti stamani?!” “Io non ho cercato di ammazzarmi!” si difese Annalisa. “Non abbiamo avuto la stessa impressione, quando ti abbiamo visto andar via a tutta velocità su quella moto.” Annalisa gli sorrise. “So badare a me stessa, lo sai.” Andrea salì in macchina. “Ce li hai gli occhiali a infrarossi?” le chiese cambiando totalmente discorso. “Sì, nel cruscotto. Ce ne sono due paia” Andrea la guardò interrogativamente. “Dopo l’esperienza di Hans terreo dalla paura ho pensato che fosse meglio averne due paia.” “Ottima idea.” rispose Andrea. Mura e Romanò riferirono che Grechi non si era mosso da casa. Aspettarono in macchina. “Torniamo a te.” disse Andrea “Ti credi invulnerabile?” “Dobbiamo parlare proprio di me?” “E di chi? Sei tu quella che fugge con la moto, che ha intuizioni geniali, che non dorme da ventiquattro ore a causa di un uomo.” Annalisa lo guardò. “Non lo faccio per il motivo che credi tu.” “Per le ultime due cose puoi anche cercare di imbrogliarmi, ma per la fuga in moto no, ho fatto anch’´io, come dici tu, due più due.” Annalisa muoveva la gamba nervosamente. “Guarda che Luigi è un uomo in gamba, non è Paolo.” “Lo so anch’´io, non ce ne sono molti a giro come Paolo, fortunatamente.” replicò Annalisa guardando davanti a sé. Poi si voltò verso di lui. “Invece di farti i fatti miei, quand’è che chiederai in moglie Paola?” Andrea arrossì. “Non è così semplice.” “Ah, no? Io ti avevo anche prenotato una suite, sperando che tu ti decidessi, non voglio sapere come hai impiegato il tempo.” Andrea guardò fuori dal finestrino imbarazzato. “Allora?” lo incalzò. “Vorrei che fosse qualcosa di speciale.” “Qualcosa di eclatante?” “No, qualcosa di romantico e imprevedibile.” Annalisa si massaggiò il collo. “Non avete un posto speciale?” chiese poi. “Sì – rispose Andrea – il casale di Capello, è lì che…” “Risparmiami i dettagli, Ferri.” lo interruppe Annalisa. Andrea rise poi diventò immediatamente serio e indicò ad Annalisa il portone che si apriva. Annalisa mise in moto e a fari spenti lo seguì. “Sta andando a casa della Morresi.” disse Annalisa. Andrea annuì sperando che Luigi avesse nascosto bene la macchina. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 57 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Andrea, invece di scortare la Morresi, non sarebbe stato meglio proteggere Luigi?” chiese Annalisa mentre si avvicinavano alla casa del magistrato. “Forse, ma le lettere minatorie sono indirizzate a lei, non potevamo rischiare anche se io credo alla tua ipotesi più di quanto non ci creda il capitano Ranieri.” “Il capitano Ranieri è molto scettico sulla mia teoria.” “Non ha visto gli sguardi di Claudia verso Luigi.” disse Andrea. Grechi fermò la macchina lontano dalla casa e scese. “E ora?” chiese Annalisa spengendo il motore anche lei. “Scendiamo anche noi.- disse Andrea- facciamo finta di essere una coppietta in cerca di privacy.” Annalisa sorrise tra sé. Si accostò ad Andrea e seguirono l’uomo. Si fermò dietro un albero. Annalisa e Andrea cercarono riparo dietro un cespuglio che permettesse loro di vedere sia Grechi che la casa. La macchina di Luigi era nascosta da un grosso albero. Grazie agli occhiali che indossavano riuscirono a vedere che Luigi era seduto all’interno dell’auto. L’uomo continuava a guardare verso la casa. “Sarà armato?” sussurrò Annalisa ad Andrea. Andrea fece un gesto con le mani per dire chissà. Il portone si aprì e Claudia uscì coperta da una vestaglia trasparente. Annalisa strinse i denti per la frustrazione. Claudia si avvicinò alla macchina. Luigi scese e si avvicinò. “Che ci fa qui, è impazzita? Lo sa che così si espone troppo?” “Non riuscivo a dormire, sapendoti qui. Non vuoi salire?” “No, come faccio a proteggerla se sto in casa? Devo controllare che qualcuno non si avvicini.” “Ti prego, vieni a berti almeno un caffè.” “Le ho già detto di no, dottoressa.” Claudia si avvicinò ancora di più. “E smettila di chiamarmi, dottoressa.” gli disse prima di baciarlo. Luigi fu preso alla sprovvista e istintivamente ricambiò il bacio ma dopo pochi istanti si slacciò. “Dottoressa, ma che fa?” “Tu mi piaci, non te ne sei accorto?” Luigi rimase senza parole, non sapeva cosa dire senza umiliarla pur facendole capire che non ricambiava i suoi sentimenti. “Io sono innamorato di un’altra persona.” disse allora lentamente. Mentre diceva quelle parole si accorse che erano vere, era innamorato di Annalisa. Sentì la sua voce che lo chiamava, si voltò in tempo per vedere un uomo che impugnava una pistola, non fece in tempo ad evitare il colpo. Annalisa balzò fuori dal cespuglio dove erano rimasti nascosti, colpì Grechi con una gomitata in mezzo alla schiena facendolo cadere e perdere la pistola, Andrea la raccolse e la puntò contro l’uomo mentre Annalisa correva verso Luigi. “Idiota – gli gridò mentre si inginocchiava accanto a lui – sei un grandissimo idiota. Luigi!” Claudia guardava pallida l’uomo sdraiato per terra. Annalisa tirò fuori il cellulare e chiamò il 118. Mentre aspettava l’ambulanza, vedeva che la chiazza di sangue sotto il corpo di Luigi si allargava. Luigi aprì un attimo gli occhi verso di lei. “Va tutto bene, Luigi.” rispose alla muta domanda di lui prendendogli la mano. Luigi richiuse gli occhi e Annalisa sperò che l’ambulanza arrivasse presto. Andrea la raggiunse e le mise una mano sulla spalla. Annalisa alzò lo sguardo verso di lui e cercarono di farsi coraggio a vicenda. PUNTATA 34 Le sirena dell’ambulanza lacerarono il silenzio della notte. Annalisa rabbrividì. La sala operatoria era già pronta, il chirurgo già in attesa. “Ha perso molto sangue.” disse l’infermiere che aveva accompagnato Luigi con l’ambulanza. “Qualcuno sa che gruppo sanguigno ha?” “B negativo” rispose Andrea che aveva chiesto a Bordi di guardare sul computer in caserma. “Maledizione, non ne abbiamo.” “Il mio è Zero negativo, può andar bene?” chiese Annalisa. Il chirurgo annuì. “Per ora sì, ma non basterà.” “Intanto, prendiamo il mio, poi cercheremo altri donatori.” Andrea annuì anche se non era tanto d’accordo che Annalisa desse il suo sangue, era esausta non dormiva da trenta ore, non si era riposata ed era emotivamente al limite, ma sapeva che Created by eDocPrinter PDF Pro!! 58 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! farle cambiare idea era praticamente impossibile. Annalisa andò a prepararsi per la donazione mentre Andrea cominciò a fare un giro di telefonate per trovare il sangue per Luigi. Quando ebbe finito, trovò Annalisa seduta nel corridoio. Si mise accanto a lei mettendole un braccio sulle spalle. “Avevi ragione tu – le disse Andrea – avremmo dovuto proteggere anche Luigi.” Annalisa si strinse nelle spalle, ormai era inutile recriminare, bisognava sperare che Luigi fosse fuori pericolo al più presto. Il tempo sembrava non passare mai, fuori albeggiava già quando il chirurgo uscì dalla sala operatoria. Andrea e Annalisa gli andarono incontro. “Allora, dottore?” chiese Andrea. “Il proiettile ha sfiorato il polmone ma non ha leso nessun organo vitale.” Annalisa tirò un sospiro di sollievo. “Non corre pericolo di vita?” chiese poi. “Ha perso molto sangue dobbiamo aspettare quarantotto ore per sciogliere la prognosi.” le disse il medico. “Possiamo vederlo?” chiese Andrea. “Uno alla volta per pochi minuti.” “Vai tu, Annalisa, io aspetto gli altri” Annalisa entro nella stanza in penombra. Luigi era pallido come le lenzuola che lo coprivano, una flebo infilata in un braccio e un vistosa fasciatura al torace. Annalisa sospirò avvicinandosi lentamente, gli carezzò delicatamente il viso. “Ehi, abbiamo una cena in sospeso, ti ricordi vero?” gli mormorò trattenendo le lacrime e prendendogli la mano libera. “Torno più tardi.” gli disse. Andrea entrò solo un attimo, vedere ridotto così l’amico gli faceva male, si sentiva travolto dai sensi di colpa. Quando uscì nel corridoio Annalisa non c’era più, chiese a Leo che intanto li aveva raggiunti. “Non so, si è fatta accompagnare da Ale …” disse Leo. La videro tornare con un piatto coperto da un tovagliolo. Andrea sorrise tra sé, Leo interrogò Alessandra con lo sguardo ma lei si strinse nelle spalle. Annalisa entrò in camera di Luigi e posò il piatto sul comodino. Quando Luigi lo avesse visto avrebbe capito. Gli sfiorò la guancia con un bacio e uscì. “Dobbiamo avvisare i suoi genitori.” disse Andrea. “Ci penso io.” disse Annalisa. “Vieni in caserma?” chiese Andrea pur conoscendo già la risposta. Infatti Annalisa scosse la testa. Rimasta sola, Annalisa chiamò i genitori di Luigi, spiegò loro la situazione. “Arriveremo il prima possibile.” disse il padre. “Tu non lo lascerai solo, vero?” chiese la mamma di Luigi. “No, non resterà da solo nemmeno un minuto, glielo prometto, signora Testa.” rispose Annalisa chiudendo la comunicazione. Aprì piano la porta della camera di Luigi ed entrò, avvicinò una sedia al letto e si mise vicino a lui prendendogli la mano. Rimase lì a pregare che tutto andasse bene. ripensò ai momenti che avevano trascorso insieme. La prima volta che l’aveva visto con Andrea appena arrivata, le era sembrato bellissimo. Il litigio quando era tornata la prima volta da Roma, la rabbia che aveva sentito in quel momento l’aveva sostenuta per tenerlo lontano, a distanza di sicurezza dal suo cuore, ma era stato inutile. Quando l’aveva visto dietro di sé al lago aveva capito che non avrebbe potuto lottare ancora a lungo contro i sentimenti che cominciava a provare per quell’uomo. E il bacio che si erano scambiati al tramonto ne era stata una riprova. Luigi si mosse e lei si riscosse dai suoi pensieri. “Luigi.” Lui sbatté le palpebre. “Annalisa…” mormorò poi richiuse gli occhi e si riaddormentò. Annalisa restò lì non sapeva quanto. Il dottor Carli entrò nella stanza e scosse la testa. Non sapeva quale dei due fosse il paziente. Annalisa era un passo da un crollo psico-fisico. “Brigadiere Dionigi.” la chiamò sottovoce. Annalisa voltò la testa verso di lui, profonde occhiaie testimoniavano il fatto che fossero parecchie ore che non dormiva. “Non va bene così, brigadiere, deve andare a riposarsi o si sentirà male anche lei.” Annalisa scosse la testa “Non posso lasciarlo solo, l’ho promesso.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 59 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ma così non è di nessuno aiuto, quando il suo collega starà meglio, lei non avrà le forze per aiutarlo, e lei vuole aiutarlo a guarire, non è vero?” Annalisa annuì ma ripeté “Non voglio lasciarlo da solo.” Il dottor Carli uscì e chiamò la caserma. “Era il dottor Carli.” disse Andrea. “Luigi?” chiesero gli altri. “No, Annalisa. Il dottore vuole che qualcuno di noi vada all’ospedale perché Annalisa si rifiuta di lasciare Luigi da solo.” “Vado io- disse Leo – ho un conto in sospeso con lei, è bene che cominci a pagare.” Alessandra lo guardò e annuì. Andrea vide lo scambio di sguardi ma non disse niente. “Va bene, Leo.” Leo trovò il dottor Carli che l’aspettava all’ingresso del reparto dove era ricoverato Luigi. “Per fortuna che è venuto, vediamo se la convinciamo ad andare a riposarsi.” Leo entrò nella stanza e si accorse subito che Annalisa era al limite. “Resto io con lui, va a riposarti.” le disse. “Non voglio andare in caserma.” replicò Annalisa. “Il dottor Carli ti ha fatto preparare la camera qui accanto.” Annalisa annuì. “Non lo lasciare solo. Mi chiamerai vero se si sveglia prima che io ritorni?” “Sì, vai tranquilla. Ti chiamerò, Tu adesso vai a dormire. Non vogliamo due brigadieri malati, ce ne basterà uno.” le disse Leo. Annalisa gli sorrise. “Fagli vedere cosa c’è sul comodino appena si sveglia.” Leo annuì. “Adesso vai.” Annalisa uscì e Leo andò a sbirciare cosa ci fosse sul comodino. Quando vide la fetta della torta della festa per Carlo, sorrise tra sé. Annalisa si sdraiò sul letto e crollò esausta addormentata. PUNTATA 35 Luigi sbatté le palpebre cercando di capire dove fosse. Ricordava vagamente di aver sentito Annalisa che lo chiamava e poi un dolore forte al torace. Cercò di muoversi. “No, stai fermo, Luigi” Non era la voce di Annalisa. Cercò di mettere a fuoco e riconobbe Leo. “Come va?” gli chiese Leo. “Dove sono?” “In ospedale, non ricordi niente?” “Qualcosa vagamente.” Leo gli indicò il comodino. “Ti devo far vedere qualcosa prima che mi spelli vivo.” Luigi sorrise non appena vide il piatto. “Lascia, ho capito cos’è.” disse poi aggiunse. “Annalisa dov’è?” “Sta dormendo nella camera qui accanto, il dottor Carli la obbligata ad andare a riposarsi. Non dormiva da più di quaranta ore e in più aveva anche dato il suo sangue per la prima trasfusione che ti hanno fatto, ma non voleva che tu rimanessi solo, allora sono venuto io. Adesso devo andare a chiamarla o non mi parlerà più.” Luigi lo fissò poi gli chiese. “Da quanto sta dormendo?” Leo guardò l’orologio “Due o tre ore.” “Lasciala dormire.” “Mi ucciderà” si lamentò Leo. “Io sto ancora dormendo.- disse Luigi.- e lei ha bisogno di dormire. Raccontami come è andata” “Grechi ha visto il bacio che ti ha dato il magistrato e ti ha sparato. Era innamorato della Morresi ma lei non lo filava nemmeno, quando si è accorto che aveva un interesse per te, ha deciso di vendicarsi.” Già il bacio, doveva averlo visto anche Annalisa, forse era per quello che gli aveva dato dell’idiota mentre e era a terra ferito? Già, quel bacio non aveva significato niente per lui, acqua in confronto al fuoco che sentiva quando baciava Annalisa, avrebbe dovuto dirglielo alla prima occasione. Leo lo guardò un po’. “Essere conteso tra due donne deve essere stressante.” gli disse poi. Luigi gli sorrise. “Non so se sono conteso tra due donne.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 60 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Oh, si che lo sei. –replicò Leo – credi che sarebbe stata qui tutto il giorno senza dormire, senza mangiare se tu non le interessassi?” “Non è facile capire i motivi che spingono Annalisa a comportarsi in un certo modo.” “Solo perché non ti vuoi illudere.” gli disse Leo sorridendogli. “Vado a chiamarla così lo chiedi a lei.” Leo uscì ed entrò nella porta accanto. “Annalisa” chiamò sottovoce. Annalisa si mise immediatamente seduta sul letto. “Si è svegliato, vieni.” Annalisa indosso di nuovo le scarpe e si passò una mano tra i capelli per ravvivarli. Entrò nella stanza e sorrise. “Come stai?” Luigi le fece cenno di avvicinarsi. “Bene.” E le prese la mano. Annalisa si mise seduta accanto a lui. “Ci sono un paio di cosette che devi spiegarmi.” Annalisa fece un sorrisetto nervoso. “Primo perché mi hai dato dell’idiota l’altra sera, secondo cosa ci facevi di turno al posto di Leo terzo che razza di torta è quella.” “Comincio dal fondo: la torta l’avevo preparata per Jessica e Carlo che hanno saputo che il bambino è maschio.” Luigi alzò gli occhi al cielo. “Un altro Prosperi!” “Pare di sì, ho fatto a cambio con Leo perché si desse una mossa con Ale, visto che c’era l’appartamento vuoto.” “Ecco perché anche Leo aveva le occhiaie.” “Ti ho dato dell’idiota perché ti avevo detto di stare attento e tu invece ti sei comportato come un pivello.” “Mi ha colto di sorpresa” si giustificò lui. “Se tu le avessi detto i nostri dubbi lei non sarebbe scesa nel cuore della notte cercando di sedurti.” “Quello è poco ma sicuro.” Si voltarono verso la voce e videro Claudia ferma sulla porta. “Mi scusi” mormorò Annalisa mentre si alzava per uscire. “No, resti brigadiere Dionigi, lei ha perfettamente ragione. Se avessi saputo che anche Testa era un probabile bersaglio non sarei andata da lui quella notte e forse non avrei dovuto farlo in nessun caso.” Annalisa la guardò in faccia e poi le disse. “Non deve rimproverarsi niente, dottoressa-le disse Annalisa – lei non sapeva e ognuno ha il diritto di provare a realizzare il proprio sogno, qualunque esso sia.” “Già, ma adesso devo arrendermi all’evidenza che non è possibile realizzarlo. Spero che tu sia più fortunato di me, Luigi.” disse uscendo. Annalisa si voltò di nuovo verso Luigi. “Allora era innamorata?” gli disse. “Non lo so.” disse sinceramente lui stringendole la mano. “Ho saputo che adesso sono tuo fratello di sangue.” Annalisa sorrise. “La colpa è tua, hai uno dei gruppi sanguigni più rari. Per fortuna che il mio invece va bene per quasi tutti.” Luigi sorrise. “Ti devo la vita.” Annalisa lo guardò, ancora pallido ma con una luce viva negli occhi, era bellissimo. “Non voglio più neanche sentirne parlare.” Luigi alzò il braccio senza flebo e le fece una carezza. “Lo so, ma è un’altra la cosa che volevo dirti.” Lo sguardo di Annalisa si fece più attento. “Io …” Il bussare alla porta lo interruppe. “Sono arrivati i tuoi genitori, Luigi.” gli disse Leo. Luigi guardò Annalisa. “Li hai avvisati tu?” Annalisa annuì. “Ho sbagliato?” chiese poi. Luigi scosse la testa. “No, sono loro che sono stati intempestivi.” Annalisa gli sorrise. “Oh, No. Un tempismo perfetto ti hanno trovato sveglio.” Luigi le sorrise lasciandole la mano mentre i suoi entravano. La mamma corse al letto mentre il babbo si fermò a scambiare due parole con Annalisa. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 61 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Va, veramente, tutto bene?” “Credo di sì, io vi aspetto fuori, altrimenti il dottore si arrabbia.” Il dottor Carli aveva cominciato a fare il giro delle visite e trovò Annalisa nel corridoio. “Già sveglia, brigadiere?” “Si è svegliato Luigi” rispose lei. “Ah, bene. Chi c’è dentro?” “I suoi genitori.” Il dottor Carli fu gentile con loro, li invitò ad uscire per permettergli di visitarlo. “Va bene, lei è forte, deve aver assorbito tutta la forza di una persona seduta là fuori.” gli disse il dottore. Luigi sorrise. “Dottore, devo ringraziarla.” “Io non ho fatto niente.” rispose. “Sì, per essersi preso cura anche di Annalisa.” “Il brigadiere Dionigi, eh? Tosta quella donna, non sono servite né minacce né lusinghe, fino a quando non ha ottenuto quello che voleva e cioè che lei non rimanesse neanche un secondo da solo, non sono riuscito a mandarla a dormire.” Luigi sorrise tra sé, conosceva bene la cocciutaggine di Annalisa. “Questa roba va buttata, brigadiere, non vorrà mica mangiarla?” chiese Carli indicando il piatto sul comodino. “La lasci, meglio farla buttare al brigadiere Dionigi.” Il dottore capì e uscì nel corridoio dove era arrivato anche Andrea. “Va bene, tra una settimana lo rimanderemo a casa, dovrà stare a riposo.- disse guardando Annalisa - e veda di buttar via quel ricettacolo di batteri che c’è sul comodino, voleva avvelenarlo?” “Non lo doveva mangiare, lo doveva solo vedere.” Andrea scosse la testa mentre i signori Testa ridevano. Andrea si affacciò sulla porta a salutarlo. Luigi gli sorrise invitandolo a entrare. “Mi sa che ti stai stancando troppo.” disse Andrea avvicinandosi “Porto i tuoi genitori in caserma e poi troverò loro una sistemazione. Tu non mi sembri felice di averli visti, però.” “Certo che sono felice.” rispose Luigi. << Mah, sarà>> si disse Andrea guardandolo in faccia. PUNTATA 36 Luigi fu dimesso la settimana successiva, i suoi genitori, alloggiati temporaneamente nell’appartamento di Annalisa avrebbero voluto portarlo a Firenze con loro. Luigi parlò con suo padre una sera. “Babbo, se vengo a casa con voi, mi sentirò tagliato fuori da tutto, qui è come se avessi trovato una seconda famiglia.” Suo padre lo fissò negli occhi. “Non hai ancora capito che non mi devi raccontare bugie. Lo so perché tu vuoi rimanere qui, perché c’è Annalisa e non mi dire che non le piaci – lo interruppe prima che cominciasse a protestare – si è comportata come una donna molto interessata credi a me, è per quello che convincerò tua madre che tu starai meglio qui che a casa con noi.” “Oh, babbo.” disse Luigi abbracciandolo. L’uomo ricambiò l’abbraccio. Decisero che forse sarebbe stato meglio se fosse Andrea a dirglielo. Andrea rimase un attimo perplesso poi capì che per l’amico era troppo importante rimanere a Città della Pieve. La signora Testa non sapeva se essere triste per il fatto che Luigi doveva rimanere lì o compiaciuta che il suo comandante lo considerasse così indispensabile da volerlo vicino anche se a mezzo servizio. Due giorni dopo Annalisa e Luigi accompagnarono i signori Testa alla stazione. La donna abbracciò il figlio. “Abbi cura di te.” gli disse mentre il signor Testa strizzò l’occhio ad Annalisa. “Controllalo.” le disse. Lei gli fece uno sguardo d’intesa come dire <<ci penso io>>. Tornarono mano nella mano in caserma. “Tua mamma non sapeva se ridere o piangere.” gli disse Annalisa. “Già. cercherò di telefonar loro più spesso, e appena starò bene, li andremo a trovare.” “Andremo? Com’è che hai coinvolto anche me?” “Ho intenzione di coinvolgerti nella mia vita molto più spesso di quanto tu creda.” Annalisa alzò il volto verso di lui. Luigi lo abbassò e i loro volti si sfiorarono. Il cellulare di Annalisa squillò. “Sì? D’accordo. Era Andrea devo tornare subito in caserma.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 62 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Luigi annuì, ancora una volta non era riuscito a dirle quello che provava. La accompagnò in caserma e lui andò in camera sua a riposarsi. Annalisa raggiunse Andrea nel suo ufficio. “Maresciallo, sono qua.” disse. “Dammi una mano con questo computer.” Annalisa lo fulminò con lo sguardo. “Avevi proprio bisogno di me? Non c’era Sonia o Bordi?” chiese. “Prima guarda.” disse. Non appena vide lo schermo, scoppiò a ridere. “Che volevi fare?” gli chiese. “Mandare un e-mail a Paola.” rispose Andrea. “Per risparmiare sulle rose?” replicò Annalisa cercando di sistemare il file che Andrea aveva modificato. “Guarda un po’, era questo che volevi mandare?” Andrea annuì. Annalisa scrisse l’indirizzo di Paola e lo inviò. “Siediti, ti devo parlare.” le disse poi Andrea. “Non ancora di Luigi, per favore.” chiese lei mettendo le mani avanti. “No, non ti, anzi vi dirò più niente, ve la dovete arrangiare da voi.” “Meno male” esclamò Annalisa. “Si tratta di Vogel, ha chiesto di essere assegnato alla squadra di soccorso alpino della Val Gardena.” Annalisa lo guardò. “Ed io che c’entro?” “Che devo fare?” “Mandacelo, se è quello che vuole, lui sarà felice e noi avremo un altro maresciallo, dov’è il problema. Veramente hai bisogno del mio consiglio?” “E’ la stessa cosa che mi ha detto Paola.” “Ah, pure a lei l’hai chiesto! –esclamò Annalisa – Andrea che ti sta succedendo, perché tutt’ a un tratto sei così indeciso?” Andrea la fissò un attimo senza parlare. Annalisa ricambiò lo sguardo e capì. “Ti senti in colpa per quello che è successo a Luigi?” Andrea annuì, non riusciva ad ammetterlo neanche con se stesso ma era così. “Abbiamo sbagliato tutti Andrea, dal capitano Ranieri allo stesso Luigi, non puoi addossarti tutta la colpa.” “Ma io sono il suo comandante, avrei dovuto …” Annalisa gli prese una mano. “Andrea, smetti di torturarti per nulla, Luigi sta bene, tra poco tornerà a lavorare con noi e ci dimenticheremo di quei momenti di angoscia.” “Tu credi che ce ne dimenticheremo?” Annalisa lo guardò poi gli disse “Tu hai bisogno di una gita a Roma, condita da visione e assaggio di un quasi vice-brigadiere” Andrea sorrise. “Ti pare il momento?” “Sicuro che è il momento, prima che Hans vada via e che Luigi abbia il certificato di ritorno al servizio operativo.” Annalisa uscì e chiamò con il cellulare. Il capitano Ranieri lo chiamò il giorno dopo. “Maresciallo, sabato e domenica deve accompagnare il brigadiere Dionigi a Roma.” “Comandi” rispose Andrea mentre si domandava come diavolo avesse fatto Annalisa. Paola li aspettava alla stazione, da sola, abbracciò Annalisa, chiese notizie di Luigi poi prese Andrea per mano e se ne andarono. Annalisa chiamò un taxi e si fece portare alla scuola sottoufficiali, la aspettava un’altra nottata nello scantinato della scuola con quello squinternato di Giacomo. Cosa non si fa per gli amici disse tra sé. Paola portò Andrea in un albergo vicino alla stazione. Andrea si voltò per baciarla, ma Paola si ritrasse. “Paola” disse Andrea frustrato. “Shh –gli disse lei – fidati di me dopo avrai tutto quello che vorrai” Lo fece sdraiare sul letto a pancia in giù coperto solo dai boxer, lei si mise in ginocchio accanto a lui e cominciò a massaggiargli la schiena lentamente, facendo scorrere i pollici lungo la spina dorsale fino alle spalle e al collo. “Aveva ragione Annalisa, sei tutto contratto, rilassati, amore” gli sussurrò continuando a far scorrere le mani sulla sua schiena. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 63 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea chiuse gli occhi e lasciò che le mani di Paola facessero quello che volevano sul suo corpo. Si sentiva meglio, più sollevato meno teso, piano piano si accorse che le mani di Paola non stavano più facendo un massaggio rilassante, ma il loro tocco era diventato più sensuale, fece finta di dormire ma la voce di Paola vicino all’orecchio lo fece sussultare. “Va meglio, adesso?” “Oh, si –rispose lui – ma ho ancora una parte del corpo molto tesa” Paola rise perdendosi nel suo abbraccio. Andrea la spogliò velocemente e la strinse a sé. “Ti amo, Paola, sei la donna più meravigliosa del mondo” le disse prima di farla sua e portarla in un mondo fatto solo di passione e amore. PUNTATA 37 “Eccolo” disse Luigi consegnando ad Andrea il certificato che il dottor Carli gli aveva rilasciato. “Sono di nuovo parte integrante della caserma.” “Lo sei sempre stato” lo corresse Andrea pur essendo contento per l’amico. “Il dottor Carli ha detto che non mi vuol più vedere” “Secondo me, non vuol più vedere Annalisa.” I due uomini risero insieme. “Quando sono di servizio?” chiese Luigi. “Quanta fretta! Non hai qualcos’altro da fare prima di rientrare in servizio.?” gli disse Andrea. “No, perché?” “E’ un po’ di tempo che sento dire di una cena, lo so che aspettavi di essere in piena forma … adesso te l’hanno pure certificato che sei guarito” Luigi sorrise ad Andrea. “Credi che voglia davvero venire a cena con me?” “Chiediglielo! Peggio che no, non può dirti.” “Può sempre ridermi in faccia” “Non essere ridicolo. Vai, vai” gli disse Andrea aprendo la porta. “Allora” chiese Carlo non appena lo vide. “Tutto a posto, mi ha rilasciato il certificato.” “Bene, così smetteremo di fare anche il tuo turno.” “Carlo!” lo richiamò Annalisa. “Ho trascurato Jessica per colpa sua.” “No, per colpa tua, quando ti deciderai a fissare una data di matrimonio, vuoi che sia tuo figlio a portarti le fedi?” lo rimproverò Leo che era appena arrivato. Carlo si guardò i piedi. “Ho chiesto a Jessica di fissare una data ma non mi ha ancora risposto.” “Fissala tu.” gli disse Luigi. “Se le sta bene è quella altrimenti ne proporrà una lei” Carlo li guardò poi Annalisa gli disse”Vai, sbrigati” “Ma il turno?” “ Te lo finisco io il turno!” gli disse Luigi. Carlo corse fuori felice mentre Luigi si mise seduto di fronte ad Annalisa. “Io e te abbiamo una cena in sospeso, ricordi?” le disse fissandola in volto. Da quando era uscito dall’ospedale, aveva come la sensazione che lo evitasse, era andata a Roma con Andrea, faceva anche due turni al giorno e quando lui la cercava lei si scusava dicendo che era stanca. Quando rispose “Dì tu quando” Luigi lasciò andare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento. non era sicuro che avrebbe accettato.“Stasera?” Annalisa piegò la testa da una parte. “D’accordo, stasera, ma dove andiamo?” “E’ una sorpresa” “Ma…” cominciò lei. “Allora alle otto, non metterti i jeans.” si raccomandò lui uscendo. Annalisa tirò su con il naso. Leo la guardò attentamente. “Tutto bene, Annalisa?” “Sì, Leo, tutto bene.” Doveva però andare a comprarsi un vestito degno di quel nome visto che usava solo jeans e felpe e anche un paio di scarpe con il tacco, sperando di non rotolarci di sotto. “Vuoi che Ale venga con te?” Annalisa sorrise verso di lui. “No, grazie, Leo, non avete appuntamento voi due? Goditelo.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 64 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Leo le disse. “E’ grazie a te se ho appuntamenti con lei, posso saltarne uno se hai bisogno di Ale.” “Chi ha bisogno di me?” chiese Alessandra appena entrata. “A parte tu, naturalmente.” concluse rivolgendo uno sguardo d’amore a Leo. “Annalisa, deve comprare qualcosa per una cena.” “Un vestito?” chiese visto che la frase di Leo non era molto chiara. “Il vestito e tutto il contorno” replicò Annalisa sconsolata. “Hai chiesto alla persona giusta. vatti a levare la divisa e andiamo.” Annalisa sorrise alla vitalità di Alessandra e fece come le era stato ordinato. “Non ti dispiace vero, amore?” chiese quando rimase sola con Leo. “No, Ale, glielo avevo proposto anch’io, ma lei non voleva che rinunciassi a un appuntamento con te.” “Sai tanto che ogni appuntamento che mandi a monte poi …” “Dov’è Prosperi?” chiese Andrea entrando. Alessandra si tirò su. “E’ andato da Jessica.” Andrea alzò gli occhi al cielo. “Se hai bisogno, ci sono io.” si offrì Leo. “Ma non avevi un appuntamento ?” “Sì, ma è saltato.” rispose strizzando l’occhio ad Alessandra che saliva a chiamare Annalisa. “Annalisa che fai?” la chiamò sulla porta. Annalisa non ancora completamente vestita stava parlando al videofonino con qualcuno. “Disturbo?” chiese allora Alessandra. “No, vieni pure Ale.” Alessandra si avvicinò e vide una bella ragazza mora. “Voi non vi conoscete?” chiese Annalisa. Entrambe scossero la testa. “Eppure volete bene allo stesso uomo.” replicò Annalisa. “Andrea?” “Leo?” poi risero. “Paola, ti presento Ale, la sorella di Andrea nonché amica di Leo.” “Tu sei Paola?” chiese Ale. “Adesso capisco mio fratello …” continuò. “Piacere, Ale.” “Annalisa dobbiamo andare” “Dove andate di bello?” chiese Paola. “Annalisa ha un invito a cena” rispose Ale. “Wow, era l’ora e hai intenzione di stenderlo?” chiese Paola. “No, non ho intenzione di stendere nessuno.” “Lo stenderai, te l’assicuro io.” “Brava Ale, l’affido nelle tue mani.” “Ti richiamiamo quando è pronta così vedi l’effetto.” “Sì, sono curiosa. Buon shopping, Annalisa. Vi devo lasciare la pausa mensa è finita.” “Forza, cambiati.” le ordinò Alessandra che poi la trascinò in giro per negozi. Aveva una visione della moda che non combaciava proprio con la sua. Trovarono un accordo su un abito verde che le calzava a meraviglia e che metteva in risalto sia gli occhi castano – verdi che i capelli rosso scuro. “Lo stenderai!” le sussurrò quando uscì dal camerino con l’abito indosso. “Ho già detto a te e a Paola che …” “Allora che ci esci a fare?” Annalisa sorrise, Ale aveva ragione. “Visto?!” esclamò Alessandra vedendo che era muta. “Cerchiamo un paio di scarpe dalle quali non rischi di cadere.” disse Annalisa evitando di rispondere. Ne trovarono un paio nere con degli strass colorati. “Che ore sono?” chiese Annalisa. “Le sei. Dobbiamo andare.” rispose Alessandra. Tornarono di corsa in caserma, mentre Annalisa faceva la doccia. Alessandra andò a prendere i suoi trucchi. Le asciugò i capelli facendoli apparire più vaporosi, la fece vestire poi voltandola verso di sé la truccò. Quando ebbe finito, la fece voltare verso lo specchio. Annalisa rimase senza parole, gli occhi sembravano più grandi e più verdi del solito, la bocca era un invito ad essere baciata. “Non posso uscire così, Ale” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 65 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Perché no, sei uno schianto.” replicò lei. “No, dai.” “Aspetta – le disse bloccandole la mano che aveva già preso il cotone – chiamiamo prima Paola.” Annalisa sapeva che era una battaglia persa, Paola avrebbe confermato il buon lavoro fatto da Alessandra. “Lo lascerai senza fiato.” disse infatti Paola chiedendo ad Alessandra di farle una panoramica dell’insieme. “Annalisa, smetti di pensare sempre al peggio, se ti ha invitato ci sarà un motivo, no?” le disse Paola. “Gratitudine?” disse Annalisa. “Ti ricordo che ti aveva proposto la cena ben prima.” Annalisa annuì rassegnata e seguì Alessandra giù per le scale appoggiandosi a lei per non cadere. Luigi l’aspettava in fondo alle scale. PUNTATA 38 Luigi la vede scendere insieme ad Alessandra e rimase senza parole. Salì un paio di scalini per andarle incontro e le offrì il braccio. “Sei bellissima.” le sussurrò. Alessandra le strizzò un occhio e andò a cercare Leo. Luigi l’accompagnò alla macchina, continuando ad ammirarla. L’aveva sempre considerata una bella ragazza ma quella sera aveva superato se stessa. “Non mi guardare così o torno in caserma e mi metto i jeans!” esclamò Annalisa sentendosi in imbarazzo. “Te lo vieto categoricamente.” rispose Luigi carezzandole il volto, le aprì la portiera e la fece accomodare. “Dove andiamo?” “Ti ho detto che è una sorpresa. Sta tranquilla, non sfigurerai.” “Oh, non è quello il mio problema.” replicò Annalisa. “Ah, no? E quale sarebbe, allora?” “Riuscire a camminare su questi cosi senza troncarmi una caviglia” rispose sorridendo. Luigi rise. “Ti appoggerai al mio braccio così non cadrai.” Annalisa si rilassò contro lo schienale del sedile. “Una bella gita in moto non era meglio?” chiese poi. “Oggi ti avrei detto di sì, ma adesso visto cosa mi sarei perso, dico no” “Eppure mi sembrava che la mia tuta da moto non ti dispiacesse” lo stuzzicò lei. Luigi rise. “La tua tuta da moto è interessante ma copre un po’ troppo.” rispose. Annalisa rise insieme a lui. Luigi parcheggiò la macchina e l’aiutò a scendere. Il locale era elegante, Annalisa ringraziò in cuor suo Alessandra che l’aveva costretta a vestirsi così. Luigi la scortò fino a un tavolino appartato apparecchiato da grandi occasioni, tre bicchieri, una stenderia di posate. Annalisa rise nervosamente, non sembrava una cena tra amici, sembrava un appuntamento galante. Luigi le scostò la sedia facendola accomodare. Si mise seduto davanti a lei, sorridendole. “Che te ne pare?” chiese. “Un pò troppo.” rispose lei. “Un pò troppo, perché?” “Per la cena tra amici come mi avevi proposto tu.” Luigi sorrise. “Forse perché non era una cena tra amici che avevo in mente.” le disse prendendole la mano. Annalisa non ritirò al mano e gli chiese. “Perché non me lo hai detto?” Luigi la fissò a lungo prima di rispondere. “Perché avevo paura tu non accettassi, e non ne ero sicuro neanche oggi quando te l’ho chiesto.” “Ti avevo già detto di sì.” replicò lei con lo sguardo incatenato al suo. “Lo so, ma nel frattempo erano successe tante cose.” Luigi lasciò la frase come in sospeso, aveva rischiato di perderla durante quella missione. Annalisa posò l’altra mano sulla sua. “E’ tutto passato Luigi.” “Non mi riferivo solo al ferimento” “Neanch’io, Luigi” rispose Annalisa Created by eDocPrinter PDF Pro!! 66 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Il cameriere arrivò in quel momento e portò gli antipasti. “Hai ordinato anche il menù?” chiese con voce ridente. “Volevo che potessimo pensare solo a noi due.” “E credevi che scegliere cosa mangiare ci avrebbe distratto così tanto? Sottovaluti entrambi.” replicò Annalisa. Luigi rise, la serata stava andando come aveva sperato, niente silenzi imbarazzanti ma la stessa vivacità di scambi di battute che aveva caratterizzato gli ultimi tempi della loro frequentazione. “Ora, se tu avessi ordinato qualcosa a cui sono allergica?” chiese Annalisa. “Ho chiesto a Paola ed Andrea.” Toccò ad Annalisa ridere. “Cena segretissima, vero? Facciamo il conto a chi non lo sa?” Luigi sorrise tra sé. “Volevo che tutto fosse perfetto.” rispose poi cercando il suo sguardo. Annalisa gli sorrise dolcemente. “E’ tutto perfetto, Luigi. E poi quando stai bene con una persona il posto non ha nessuna importanza.” Luigi ricambiò lo sguardo. “Vuoi dire che sto spendendo un patrimonio inutilmente?” Annalisa rise. “Beh, questo posto rende l’evento più ammaliante.” Luigi allungò una mano e le fece una carezza, fu come carezzare la seta. Annalisa trattenne il fiato, quel tocco delicato era più diretto di mille parole. Luigi teneva a lei, forse più di quanto lei stessa avesse immaginato. Continuarono a scambiarsi sguardi e battute per il resto della cena. Quando il cameriere chiese se volevano il caffè entrambi scuoterono la testa. No, volevano andare via di lì il prima possibile. L’aria tra loro era diventata elettrica, evitarono ogni contatto fino alla macchina. Luigi la prese tra le braccia e la baciò. “Ho desiderato farlo tutta la sera.” le mormorò sulle labbra. “Ho sperato tu lo facessi” rispose lei prima di unire le loro labbra in un bacio mozzafiato. Continuò a baciarla e a carezzarla poi la fece salire in macchina, quando parcheggiò sotto il monolocale, si voltò a guardarla, come per chiederle una conferma. Lei annuì, non le importava niente di tutto il resto, voleva ancora sentire il sapore dei baci di Luigi, il tepore delle sue mani sul suo corpo e tutte quelle sensazioni che provava ogni volta che Luigi era vicino a lei. Frugò nella borsetta e tirò fuori le chiavi. Luigi sorrise e scese per aprirle la portiera. Di fronte a lui sotto a quel lampione dove l’aveva abbracciato la prima volta Annalisa alzò il volto. Luigi la baciò di nuovo con trasporto. Lei ricambiò ogni bacio che lui le dava. Fu il rumore delle chiavi che cadevano sul marciapiede che ruppe l’incanto creato da quei baci. Luigi si chinò a raccoglierle e infilandole nella toppa le disse. “Meglio entrare prima che ci denuncino per atti osceni in luogo pubblico” Annalisa lo seguì dentro all’ingresso del palazzo dove ricominciarono a baciarsi, mentre cercavano di salire la rampa di scale che li separava dall’appartamento. Con difficoltà Luigi riuscì ad aprire la porta dell’appartamento. Annalisa si appoggiò contro la porta mentre Luigi appoggiò una mano vicino al suo volto e con l’altra le carezzava dolcemente il volto. “Sei sicura?” le mormorò chinando il volto verso di lei. Annalisa annuì carezzandogli la schiena. Il bacio che lì unì, li fece rabbrividire di piacere. Luigi l’attirò a sé e carezzandole la schiena le tirò giù la cerniera lampo del vestito. Assaporò il contatto delle sue mani sulla pelle nuda e infilò le mani sotto il maglione di Luigi e carezzò quei muscoli che aveva intravisto quando era ferito. Con un dito gli carezzò la cicatrice lasciata dall’intervento pensando a quella pallottola che aveva rischiato di portarlo via senza mai potuto assaporare un momento così, pieno di aspettativa e timore. Luigi cominciò a morderle un lobo, sussurrandole parole dolcissime nell’orecchio. Annalisa rabbrividì di piacere e si strinse ancor di più a lui. Luigi fece per prenderla tra le braccia e portarla sul letto quando i loro cellulari squillarono all’unisono. Si guardarono ed ebbero la stessa reazione, si appoggiarono al muro scuotendo la testa. “Caserma” disse Luigi mostrandole il cellulare. Lei recuperò il suo nella borsetta. “Andrea” disse. Scoppiarono a ridere prima di rispondere. PUNTATA 39 “Mi dispiace ragazzi” disse Andrea quando li vide rientrare. Annalisa scosse la testa mentre Luigi lo minacciò. “Questa me la paghi, maresciallo.” “Vado a cambiarmi e scendo” disse Annalisa salendo le scale. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 67 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ti ho già detto che mi dispiace Luigi.” “A me più che a te” replicò Luigi. “Che cosa è successo di così grave da farci ritornare tutti in caserma?” chiese Luigi sicuro che doveva esserci un motivo più che valido se Andrea aveva agito così. L’aveva spinto lui ad organizzare quella cena, non gliel’avrebbe mandata a monte per un capriccio. Annalisa tornò giù poco dopo, si era tolta quel po’ di trucco che le era rimasto sulla faccia e aveva indossato una tuta. Luigi le sorrise come per dirle che per lui era bella anche così. Annalisa ricambiò il sorriso poi si rivolse ad Andrea. “Com’è che ci ha convocato tutti?” “Ha chiamato il dottor Carli, hanno ricoverato una bambina picchiata a sangue.” Annalisa rabbrividì mentre fantasmi del passato tornavano nei suoi pensieri. “Si salverà?” chiese con un filo di voce Carlo. “Il dottore dice di sì. L’ha accompagnata all’ospedale il patrigno, dicendo che era caduta dalle scale.” “C’è qualcos’altro, vero?” chiese Leo. Andrea annuì. “mentre si prendeva cura di lei, il dottor Carli ha sentito che mormorava che non voleva fare le foto senza vestiti.” Mura si passò la mano sul volto, mentre Romanò rivolgeva una preghiera a padre Pio. “Dobbiamo seguire quell’uomo e vedere se effettivamente ci troviamo di fronte a un caso di pedofilia oppure no.” disse Andrea. “Ho già chiamato il magistrato” disse guardando Luigi. “Sono qui, maresciallo.” La dottoressa Morresi entrò nella stanza. “Bene – disse Andrea – Vogel, Dionigi e Testa seguitemi. Voi per favore aspettate qui.” “Comandi” risposero. Andrea aprì la porta del suo ufficio e li fece accomodare. Claudia si era sentita un attimo in disagio quando Andrea l’aveva chiamata. Aveva fatto appello alla sua professionalità ed era arrivata. Nonostante i suoi timori, nessuno l’aveva guardata con rimprovero o con ostilità. Andrea riassunse la questione per lei. “Il dottore ritiene che le ferite siano compatibili con una caduta dalle scale?” “No, è stata picchiata.” Annalisa appoggiò la fronte sulla schiena di Luigi in preda allo sconforto. “Posso preparare un ordine di carcerazione per maltrattamenti,” disse Claudia. Annalisa scambiò uno sguardo con Luigi poi disse. “Mi scusi, dottoressa, ma se lo arrestiamo, come facciamo a trovare le prove che gestisce un giro di pedofilia?” Andrea annuì impercettibilmente nella sua direzione, “Lei che idee avrebbe, brigadiere?” “Mentre la bambina è ricoverata, magari sorvegliata da qualcuno di noi, potremo seguirlo, intercettare le telefonate.” Claudia sembrò pensarci su, poi disse rivolta ad Andrea. “Domani mattina avrà l’autorizzazione sul tavolo, cominci da subito.” Andrea annuì poi disse .”Dionigi, l’accompagni tu il magistrato?” “Comandi.” Camminarono in silenzio lungo il corridoio, quando furono sulla porta Claudia le disse. “Le devo delle scuse.” Annalisa la guardò non capendo. “Che scuse, dottoressa?” “Per aver messo in pericolo la vita del brigadiere Testa.” “Forse le dovrebbe fare a lui.” “No, a lei.” “Le ho già detto quello che pensavo in ospedale, e lo penso tutt’ora. Io e Testa siamo solo colleghi.” “Forse ho sbagliato ad interpretare la luce che avevo visto comparire negli occhi di Testa, ma non mi sbaglio adesso nel dire che non siete solo colleghi e non lo eravate neanche prima del suo incidente. Vi basta guardarvi negli occhi per sapere cosa pensa l’altro.” Annalisa si sentì in imbarazzo poi le disse. “Se la fa star meglio, accetto le sue scuse ma non voglio sentirne parlare più.” Claudia le tese una mano che Annalisa strinse. “Porga le mie scuse anche al brigadiere Testa.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 68 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Presenterò” Luigi e Andrea avevano visto le due donne che parlavano e poi che si stringevano la mano. Si guardarono tra di loro e si strinsero nelle spalle. Annalisa si voltò per tornare nell’ufficio di Andrea e li vide lì sulla porta che la guardavano. Annalisa sorrise. “Avete finito di spiare?” “Che voleva?” “Porgermi le sue scuse e porle anche a te.” rispose Annalisa. “Perché le ha fatte a te?” chiese Andrea incuriosito. “Boh, forse perché pensava d´aver invaso il mio territorio.” disse guardando Luigi. “Claudia non è una stupida, ha capito prima di voi due” disse loro Andrea lasciandoli soli nel suo ufficio. Rimasero a guardarsi in silenzio, Annalisa leggermente imbarazzata, restavano soli per la prima volta da quando erano tornati in caserma, Annalisa non sapeva cosa dire temendo di rovinare tutto dicendo qualcosa di sbagliato. Luigi le alzò il volto con le dita. “Pentita?” chiese dolcemente. “No, assolutamente.” Luigi le carezzò il viso chinandosi poi a baciarla dolcemente, Annalisa rispose al bacio. “Basta così” disse Luigi sciogliendosi dall’´abbraccio. Annalisa lo guardò delusa. Luigi fece un passo indietro e poi le disse. “Se continui a baciarmi non rispondo delle mie azioni. Potrei fare l´amore con te sulla scrivania di Andrea e non è così che voglio che sia la nostra prima volta insieme.” Annalisa gli sorrise. “Ti ho già detto che non è il posto ma la persona che rende le cose speciali però - aggiunse fissandolo negli occhi - se stasera non avesse squillato il cellulare sarebbe stato tutto perfetto.” Luigi ricambiò lo sguardo vedendo nei suoi occhi la sua stessa delusione. “Andiamo a dormire, prima che sia troppo tardi” le disse Luigi. “Non ti ho nemmeno sfiorato” replicò lei. “Non è necessario, basta che tu mi guardi.” Annalisa arrossì poi gli disse. “Comprerò degli occhiali a specchio così non vedi il mio sguardo” Luigi rise insieme a lei poi salirono alle camere. PUNTATA 40 Andrea preparò subito i turni per il controllo del telefono e la sorveglianza all’´ospedale. Lasciò perdere Luigi e Annalisa che forse era meglio dormissero. A Leo toccò il primo turno al controllo del telefono e a Carlo l´ospedale. Leo si mise nell’´archivio, indossò le cuffie e restò in attesa delle telefonate. Dopo un po’´ vide entrare Alessandra. “Che cosa ci fai qui?” le chiese. “Sono venuta a farti compagnia.” Leo sorrise. “Ale, sto lavorando.” “Lo so, ma ...” Leo vide la delusione sul suo volto. “OK, dai resta.” Alessandra sorrise e si mise seduta accanto a lui. Il telefono rimase muto tutta la notte. La mattina Andrea entrò nell’archivio e vide sua sorella che dormiva appoggiata alla spalla di Leo mentre lui con le cuffie indossate le carezzava dolcemente i capelli. Andrea richiuse silenziosamente la porta e andò in cucina. Annalisa stava bevendo il caffè, ancora in pigiama. “Annalisa, per favore, non potevi vestirti prima?” le disse. Annalisa si guardò e poi gli rispose. “Che ha il pigiama che non va? Mica ho una camicia da notte trasparente e poi avevo bisogno di un caffè subito.” “Dormito male?” indagò lui. “Sì, e tutto per colpa tua quindi non fare tanto lo spiritoso, d´accordo?” “Ti ho già detto che mi dispiace per ieri sera.” “Non voglio più sentire parlare di ieri sera ... da te” Luigi era sceso e si era fermato fuori dalla porta, quando sentì così entrò. “E da me?” chiese incontrando il suo sguardo. Annalisa gli rivolse un sorriso ampio. “Tutte le volte che vorrai, sperando che non ci limiteremo solo a parlarne.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 69 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Luigi ricambiò il sorriso poi le sussurrò. “Guarda che ho appena fatto una doccia fredda, non vorrei doverne fare subito un´altra.” Andrea si schiarì la voce. “Se sono di troppo, ditelo.” Annalisa si voltò verso di lui. “Sicuro che sei di troppo, lo sei da ieri sera” replicò. Andrea sospirò. “Va a vestirti” le disse Luigi. “Sì, vado. Devo andare a dare il cambio a Carlo.” Tornò giù dopo poco erano già arrivati anche gli altri, tranne Leo. Annalisa chiese con lo sguardo ad Andrea che stava preparando un´altra caffettiera. “E´ ancora in archivio.” “Chi gli deve dare il cambio?” “Luigi. Ma sarebbe meglio andassi tu a portargli il caffè” Annalisa lo guardò stupita. “E perché?” “Quando vedrai capirai.” Annalisa scosse la testa ma fece come gli aveva chiesto. Sorrise quando vide la scena, fece un colpo di tosse entrando. Leo alzò la faccia verso di lei e arrossì. “Vi ho portato il caffè.” disse. Leo scosse delicatamente Alessandra. La ragazza si stirò poi quando vide Annalisa le sorrise. “Come è andata, ieri sera?” le chiese. “Lo devi chiedere a tuo fratello.” Leo le sorrise poi disse ad Alessandra. “Siamo tutti in caserma dalle undici” Alessandra rise tra sé. “Abbiamo lavorato tanto per nulla, allora” Fu la volta di Annalisa di arrossire. “Proprio per nulla ... no.” replicò. Alessandra le dette una pacca sulle spalle. “Io vado, devo andare all’ospedale, tra un po’´ arriva Luigi a darti il cambio, sta facendo colazione.” Leo annuì. Mentre bevevano il caffè insieme, Leo disse. “Perché non sei andata a dormire? Se ti vedeva tuo fratello?” Alessandra sorrise poi gli disse. “Mi sa che mi ha visto, altrimenti non avrebbe mandato Annalisa e ti avrebbe già chiesto cosa era successo stanotte.” Leo annuì. Carlo aveva passato una nottata piena di dubbi e di incertezze. Non appena aveva visto la bambina così mal ridotta si era sentito montare una rabbia furiosa contro quell´uomo poi un pensiero gli aveva attraversato la mente e l´aveva fatto star male tutta la notte. Anche lui sarebbe diventato un patrigno e la sola idea che avrebbe potuto comportarsi in quel modo lo sconvolgeva. Fu con sollievo che accolse l´arrivo di Annalisa. “Carlo, che è successo?” disse vedendo la faccia sconvolta del ragazzo. Carlo la guardò come se fosse la sua ancora di salvataggio, le buttò le braccia al collo e cominciò a parlare. Annalisa lo lasciò sfogare poi gli disse. “Carlo, tu non sei così. Mica tutti i patrigni sono così, anche mio padre è stato un patrigno ma non ha mai alzato le mani su nessuno dei figli di sua moglie.” Carlo alzò il volto verso di lei. “Ci sono patrigni meravigliosi e padri bestia, dipende dalle persone.” Carlo ascoltava le sue parole sperando che corrispondessero a verità. “E poi di solito accanto ci sono donne deboli e impaurite e la tua Jessica mi sembra tutto tranne che debole ed impaurita, ti ama, certo, ma tra te e il bambino sceglierebbe quest´ultimo, lo sai vero?” Carlo annuì. “Lo aveva già fatto una volta.” “Ora, va a fare una cosa che ti farà stare meglio, va da Jessica e baciala con tutto l´amore che provi per lei. Farà bene a te e a lei.” Carlo le diede un bacio sulla guancia. “Luigi è un uomo fortunato, dovrò dirglielo appena capita l´occasione” Annalisa sorrise e si voltò a guardare la bambina dietro al vetro, piena di lividi, scompariva in quel letto d’ospedale. Annalisa rivide un’altra bambina nelle stesse condizioni, sola senza nessun conforto. Chiese ad un infermiera il permesso di entrare nella stanza. Fu il dottor Carli a darle il permesso. Annalisa prese la piccola mano tra le sue e le mormorò. “Andrà tutto bene, piccola, tutto bene. Guarirai presto e nessuno ti farà più del male.” Continuò a tenere la manina ancora a Created by eDocPrinter PDF Pro!! 70 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! lungo poi facendole una carezza sul visetto pallido, uscì dalla stanza. Si mise seduta nel corridoi sentendosi impotente. Il dottor Carli avanzava nel corridoio verso di lei. “C’è il patrigno della bambina, che cosa devo dirgli?” Annalisa non aveva il tempo di chiamare Andrea e mettersi d’accordo. Rifletté un attimo poi bisbigliò qualcosa all’orecchio del dottore che annuì. PUNTATA 41 Il telefono squillò e Luigi indossò le cuffie. “La bambina è in coma, non parlerà per settimane. Possiamo andare avanti” “Sei sicuro?” “Ho parlato con il dottore e poi l’ho vista.” “Va bene, ci risentiamo per metterci d’accordo.” Luigi si tolse le cuffie e chiamò Andrea per comunicargli la novità. Andrea scosse la testa. “Perché Annalisa non ci ha chiamato per dire che la bambina si è aggravata?” “Perché è una sua idea” rispose Luigi. “Tu credi?” “Il dottor Carli ci avrebbe informato.” “Se è una sua idea, ha avuto effetto.” disse Andrea grattandosi il collo.. Luigi lo guardo preoccupato. “Qualcosa non va Andrea? Credi che abbia fatto un azzardo?” Andrea scosse la testa. “No, sicuramente ha dovuto agire senza poterci consultare, non ho dubbi sulle sue intenzioni.” Luigi lo guardò interrogativamente. “Voleva togliere pressione sull´ospedale e sulla bambina.” rispose. Luigi gli sorrise. “Ti fidi ad occhi chiusi di lei, eh?” Andrea lo guardò cercando di capire l´intenzione della domanda. “Non sarai ancora geloso di me?” gli chiese. “No, non dopo tutto quello che è successo negli ultimi tempi.” replicò Luigi. Andrea sorrise, Luigi meritava quella felicità che gli traspariva dallo sguardo quando pensava ad Annalisa. Il telefono squillò di nuovo. Luigi si mise di nuovo le cuffie. “Prepara intanto il materiale, tra qualche giorno ti contatteremo noi.” “D’accordo.” Andrea uscì e chiamò Annalisa. “Annalisa che succede?” “Il patrigno è venuto a chiedere notizie della bambina. Ho fatto dire che è gravissima e che non è in grado di parlare.” “Il dottor Carli era d’accordo con te?” “E’ venuto lui a chiedere che cosa doveva dire a quell’uomo” “D’accordo, appena arriva Hans vieni in caserma.” “Comandi.” rispose prima di mettere giù. Tornò a guardare la bambina, le faceva una pena, povera piccola. “Non puoi far nulla per lei.” sentì dire dietro di lei. Si voltò e vide Hans che guardava nella stanza. “Lo so.” replicò secca voltandosi verso il corridoi. “Ah, se qualcuno chiede notizie della bambina, mandalo dal dottor Carli, d’accordo?” Hans annuì poi quando fu solo scosse la testa. La richiesta di trasferimento era stata la cosa più sensata che avesse potuto fare, nessuno in quella caserma si fidava più di lui. Forse aveva sbagliato durante l’indagine in piscina ma …. gli sembrava che la reazione degli altri fosse eccessiva. Annalisa arrivò in caserma direttamente dall’ospedale. “Com’è?” chiese Andrea vedendola un po’ strana. “Fa una pena, povera stella.” disse lei. Andrea annuì e le disse. “Luigi è ancora in archivio.” Annalisa sorrise e bussò alla porta. “Avanti” sentì rispondere da Luigi. Quando la vide entrare un sorriso gli illuminò il volto. Annalisa si mise seduta accanto a lui. “Novità?” “La tua idea della bambina grave ha funzionato, ha avuto dei contatti.” Lei sorrise. “Quando finisci?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 71 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Non appena Sonia, viene a darmi il cambio.” “Allora è meglio che esca, altrimenti potrebbe non venire mai.” Luigi rise con lei poi le prese il volto tra le mani “In questo caso…” e la baciò appassionatamente. Annalisa ricambiò il bacio stringendosi a lui. “Vai, adesso.” Annalisa ricambiò lo sguardo di desiderio che si era acceso negli occhi di Luigi poi uscì. Salì in camera e si mise una tuta. “Andiamo a correre?” chiese Luigi appena salito. “Visto che dobbiamo stare a disposizione…” “Aspettami, vengo con te.” Quella corsa fece bene ad entrambi. Dopo aver amoreggiato come adolescenti su una panchina del parco un po’ riparata, tornarono indietro. Andrea li vide arrivare sudati e sorridenti. “Novità, Andrea?” chiese Annalisa. “Ancora no. Stanotte andiamo io e te a seguire il patrigno.” “Va bene, Andrea.” “Tu, Luigi, vai all’ospedale” Luigi annuì. La notte in ospedale fu lunga anche per Luigi, vedere quella bambina così mal ridotta faceva star male anche lui. Non riusciva a capacitarsi che ci fosse gente capace di massacrare di botte un bambino. Se fosse figlio suo … il pensiero si bloccò mentre si concretizzò l’immagine di un bambino dagli occhi scuri e i capelli rosso scuri. Non aveva mai pensato ad un figlio neanche con Silvia, ma l’idea di un figlio suo e di Annalisa gli allargava il cuore. Sorrise tra sé, dandosi dello sciocco, non aveva mai nemmeno fatto l’amore con Annalisa, come poteva pensare a dei figli? Prima avrebbe dovuto convincerla che lui era l’uomo giusto per lei, che insieme sarebbero potuti essere felici. La mattina dopo si incontrarono nel cortile mentre rientravano. Annalisa lo guardò in faccia e capì che la vista della bambina aveva turbato anche lui. Gli si avvicinò e lo abbracciò, incurante degli altri che li stavano guardando. Luigi ricambiò l’abbraccio, in quei momenti la sentiva talmente vicina che ogni dubbio veniva spazzato via. I giorni trascorrevano scanditi dai doppi turni e dalla stanchezza. Tutti speravano che succedesse qualcosa. Ma le intercettazioni non lasciavano intendere niente, finché una notte mentre era di turno Sonia arrivò la telefonata, chiamò Andrea. L’appuntamento era per una settimana dopo da Gemma. Andrea chiamò il magistrato. Claudia arrivò subito e comunicò per prima cosa che la bambina era stata dimessa e affidata all’istituto per minori di Perugia. Annalisa sospirò scuotendo la testa. “Dobbiamo rafforzare la sorveglianza a Pasquali. Seguite ogni movimento, non lo perdete di vista nemmeno un attimo.” Andrea e gli altri annuirono. “Poi bisognerebbe vedere se la bambina collabora.” Annalisa sentì una mano che le stritolava il cuore. “Chi possiamo mandare?” chiese Claudia. “Il brigadiere Dionigi” rispose Andrea. “NO!” Dieci paia di occhi si voltarono verso di lei. Non si era mai tirata indietro a nessuna azione anzi. Andrea la fissò a lungo e così Luigi cercando di capire che cosa nascondesse quel no. “Brigadiere …” cominciò Claudia. Annalisa non alzò nemmeno lo sguardo su di lei. Andrea chiese scusa mentalmente a Paola e poi disse. “Brigadiere Dionigi, è un ordine!” Annalisa alzò la faccia verso di lui e con uno sguardo di ghiaccio negli occhi rispose “Comandi, maresciallo.” Quando la riunione fu finita Annalisa corse in camera sua e si chiuse a chiave dentro. Andrea incontrò lo sguardo di Luigi. “Lo so, non avrei dovuto agire così.” mise le mani avanti Andrea. Luigi scosse la testa “Se tu non ti fossi imposto, non sarebbe mai andata, ho un brutto presentimento però…” disse uscendo. Andrea appoggiò la testa tra le mani e mormorò “Anch’io … anch’io”. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 72 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 42 Leo e Luigi erano di pattuglia insieme quella notte per seguire Pasquali. Si nascosero nell’ombra e aspettarono. Il cellulare di Leo trillò. Leo sorrise leggendo un messaggio di Alessandra. “Va tutto bene tra te e Ale, vero?” chiese Luigi. Leo annuì felice. “Tra te e Annalisa, invece?” “Non lo so, non so nemmeno se ci sia un io e Annalisa.” replicò. “Esagerato!” gli disse Leo. “No, dico sul serio.” Luigi sembrava sconfortato. Leo decise di raccontargli una cosa che si era ripromesso di non raccontare a nessuno.”E’ successa una cosa che ti farà cambiare idea.” disse Leo. Luigi si voltò a guardarlo incredulo. “Il giorno che sono andati via i tuoi genitori, ho trovato Annalisa in camera tua.” Luigi si strinse nelle spalle e disse “E allora?” “Tu eri lì.” “Io ero in camera mia e com’è che non lo vista?” “Dormivi. E lei ti guardava come se tu fossi una cosa preziosa.” Mentre stava raccontando a Luigi, Leo vide di nuovo la scena. Annalisa appoggiata allo stipite della porta che guardava dentro. “Se ti piace così tanto, perché non glielo dici?” Annalisa aveva fatto un balzo e richiuso la porta poi l’aveva affrontato. “Mi hai fatto venire un accidente, lo sai?” gli aveva detto. “Per fortuna che ero io, t’immagini t’avesse trovato Carlo? – aveva replicato – comunque la mia domanda resta valida, perché non glielo dici?” “Che cosa?” “Che ti piace. Mi sa che è il solo a non essersene accorto.” “Meno male, allora.” aveva detto lei prima di tornare in camera sua. Luigi restò pensoso. Il comportamento di Annalisa era sempre un po’ atipico, non si capiva mai quali fossero le sue ragioni. “Guarda” disse Leo togliendo delle foto dal cruscotto. “Le ha fatte Ale, qualche giorno fa.” Luigi prese le foto e cominciò a guardarle. Andrea che rimproverava Carlo. Tutti a tavola. Poi loro due seduti sul divano, lui guardava davanti a sé come se qualcuno gli stesse parlando mentre lei penduta verso di lui lo guardava con uno sguardo pieno di attenzioni e forse anche d’amore, come se fosse una cosa preziosa. Luigi restituì le foto. “Questa la puoi tenere.” gli disse Leo. Luigi la mise nel portafogli poi gli toccò un braccio, Pasquali stava uscendo. Lo seguirono tutta la notte, poi si fermò davanti a una casa e lì rimase fino alla mattina. “Mi sa che è una casa di tolleranza” disse Luigi. Leo annuì. Annalisa si era messa le cuffie con la musica ad alto volume. Non voleva sentire che venivano a cercarla, voleva annullare ogni sensazione. Accese il portatile e sospirò, sullo schermo era apparso Luigi, non si ricorda più di aver usato una sua foto come sfondo. Continuò a guardarlo, ripensando a come era cambiato il loro rapporto da quando era arrivata a Città della Pieve, diffidenza, interesse, affetto e poi desiderio … puro desiderio. Se non avesse squillato quel cellulare … Seduta al tavolo tirò su una gamba appoggiando il piede sulla sedia e l’abbracciò chinando la faccia sul ginocchio. Chiuse gli occhi mentre la musica le riempiva le orecchie. Le note di “Fragile” entrarono nella sua mente con il suo ritornello: On and on the rain will fall like tears from star like tears from star On and on the rain will say How fragile we are Annalisa cominciò a dondolarsi lentamente sulla sedia continuando ad abbracciarsi il ginocchio. La malinconia l’aveva sopraffatta, avrebbe avuto bisogno di una corsa nel parco ma ormai era troppo tardi. Si tolse le cuffie e sentì tutta la caserma in silenzio. Scese a prepararsi una tazza di the e la portò in camera. La bevve lentamente mentre tutti i ricordi dell’infanzia la travolgevano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 73 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! come un fiume in piena, istintivamente si carezzò la cicatrice. Si buttò sul letto cercando conforto nel sonno. Dopo essersi voltata più volte riuscì ad addormentarsi. La mattina dopo quando uscì dal bagno dopo aver fatto la doccia,lo trovò appoggiato alla porta che la guardava. “Che cosa ci fai qui?” “Il comandante della caserma ha un duplicato di ogni chiave. Abbiamo fatto la conta a chi toccava venire a vedere come stavi.” “La conta, eh? Tra te, Luigi e il brigadiere Testa?” “Più o meno.” “E chi ha vinto?” chiese Annalisa mettendosi seduta sul letto. “Quello con cui sei uscita a cena l’altra sera.” rispose. “Interessante.” Annalisa sorrise tristemente. “Veramente la scelta era tra me e Andrea ma ha ritenuto di non essere il benvenuto.” Annalisa si strinse nelle spalle e si alzò dal letto. “Non ho niente contro Andrea, è il comandante della stazione deve agire come tale.” Luigi si avvicinò di alcuni passi. “Vieni” le disse aprendo le braccia. Annalisa restò un attimo ferma poi si fece avvolgere dal suo abbraccio. “Secondo me – le mormorò Luigi – ne avevi bisogno.” Annalisa continuò a restare nel calore di quell’abbraccio. “Tu bagno tutto” disse lei. “Fa niente tanto dopo dovrò fare una doccia fredda.” Annalisa alzò lo sguardo su di lui. “Non sono venuto qua per sedurti.” disse lui in risposta al suo sguardo. “E allora che sei venuto a fare?” chiese. “A vedere come stavi, ieri sera non sei scesa a cena, abbiamo bussato e non hai risposto, stamani abbiamo bussato di nuovo e ancora nulla, io e Andrea abbiamo deciso di venire a vedere come stavi.” Annalisa sorrise. “E chissà come mai è toccato a te.” “Volevo evitare che qualcuno ti vedesse in queste condizioni” disse indicando il corpo appena coperto da un asciugamano. Annalisa sorrise e lo carezzò sul volto. “Hai fatto la notte?” chiese seguendo il contorno degli occhi. “Sì, con Leo. Vestiti che ti accompagno a Perugia.” Annalisa scosse la testa “No, tu vai a dormire, io vado a Perugia da sola.” “Andrea va al comando, potresti farti dare uno strappo.” “Va bene, vagli a dire che mi aspetti.” Luigi la baciò dolcemente sulle labbra prima di uscire. “Lo sai vero, che mi piaci?” disse Annalisa mentre lui era già sulla porta. Tornò indietro e la baciò con passione. “Adesso sì.” Andrea la aspettava nel cortile. Lo salutò e salì in macchina. Non parlarono per niente durante tutto il tragitto. Quando arrivarono davanti all’istituto per minori, Andrea le mise una mano sulla spalla. “Ho capito che questo lavoro non ti va, ma non potevo mandare nessun altro. Mi dispiace.” Lei si voltò lentamente e poi gli disse. “Non devi scusarti, tu sei il comandante, hai il diritto di decidere come lavorare. Non ce l’ho né con il comandante, né con Andrea, tranquillo … non parlerò male di te con Paola.” “Non è di quello che avevo paura.” “Ah, no?” “No, ho più paura di perdere un’amica fidata.” “Non succederà.” rispose Annalisa scendendo. Andrea si allontanò guardando nello specchietto quella figura ferma davanti al portone dell’istituto per i minori. PUNTATA 43 Annalisa prese un respiro profondo prima di varcare la porta dell’orfanotrofio dove avevano portato la piccola Gaia. Chiuse gli occhi, come per scacciare un ricordo che la stava assalendo. “Buongiorno, sono il brigadiere Dionigi. Sono qui per vedere la bambina” disse alla Direttrice. “Venga, l’accompagno. Se ne sta tutta sola in un angolo” Annalisa la guardò con sguardo critico come per dirle <<vorrei vedere te>>. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 74 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! La bambina stava seduta su una panca in fondo al salone dei giochi, come se gli altri non ci fossero nemmeno. Annalisa si mise seduta accanto a lei senza parlare. “Io sono Annalisa” le disse dopo un po’. La bambina annuì ma rimase in silenzio. Restò con lei un po’ di tempo in silenzio guardando di fronte a sé. Poi si alzò e le disse “Io devo andare, torno domani” Gaia annuì sempre senza guardarla. Non appena uscita dall´istituto si sentì chiamare. Si voltò e vide Sonia appoggiata alla sua auto. “Ciao, ti do un passaggio?” “Come mai da queste parti?” chiese Annalisa avvicinandosi. “Avevo delle commissioni da fare per mia madre, allora Andrea ha detto se passavo di qui per darti un passaggio.” Annalisa sorrise. “D´accordo” Sonia mise in moto l´auto e partirono. Annalisa guardava fuori dal finestrino senza parlare. Sonia la osservava con la coda dell´occhio ma non le disse niente. “Ti lascio in caserma poi vado da mia madre.” le disse. “No, no. Lasciami pure da tua madre faccio due passi a piedi, ne ho proprio bisogno.” Sonia le sorrise annuendo. Lasciata Sonia, Annalisa tornò lentamente in caserma. “Come è andata?” chiese Andrea. “E’ sempre presto. Deve prima imparare a fidarsi di me” “Non sei riuscita a chiederle niente?” continuò Andrea. “Non mi ha nemmeno rivolto la parola. Ha solo lasciato che mi sedessi accanto a lei” “E poi?” “E poi nulla!” sbottò Annalisa poi alzò una mano per scusarsi. “Vado a farmi un the. Poi parliamo. Avrei un’idea” Andrea annuì. In cucina trovò Luigi che le aveva preparato una tazza del suo the preferito. “Grazie, Luigi” disse prendendo la tazza. “Appena ho visto la tua faccia mentre arrivavi, ho capito che ti ci voleva il the” Le loro dita si sfiorarono e i lori sguardi si incatenarono. Leo entrò interrompendo il contatto. “Hai fatto come ti ho detto?” chiese Leo. Annalisa sorrise, Leo era laureato in psicologia, forse sarebbe stato la persona più adatta per l’incarico ma Andrea aveva ritenuto che la bambina si sarebbe fidata di più di una figura femminile. “Si, le ho detto come mi chiamo e mi sono seduta accanto a lei in silenzio” “Non se n’è andata?” “No, è rimasta lì seduta, muta” “Chissà che cosa prova..” si chiese Luigi. “Rabbia – rispose istintivamente Annalisa – e sensi di colpa” I due uomini la guardarono meravigliata. “E tu come lo sai?” chiese Leo. “Come ti sentiresti tu se, dopo aver preso un sacco di botte, ti mettessero in prigione?” “Già.” disse Leo uscendo. Luigi restò invece a fissarla. C’era qualcosa di strano nel suo sguardo. Qualcosa come un dolore antico che stesse per risorgere. Si avvicinò e le mise le mani sulle spalle. “Mm – mormorò Annalisa – continua” disse stiracchiando le spalle e il collo sotto il tocco di Luigi. Lui le passò i pollici sulle spalle e lungo la linea del collo fino alla nuca. Annalisa sentì sciogliere quella tensione che aveva al collo da quando era entrata in quell’orfanotrofio. “Grazie, Luigi. Stanotte dormirò meglio” “Io non credo –le mormorò Luigi- mi ci vorrà una doccia fredda” Annalisa si voltò verso di lui e gli fece una carezza, aveva bisogno di sentire il suo abbraccio ma come sempre non riusciva a chiederlo. Lo guardò negli occhi e Luigi capì da solo, la fece alzare e la prese tra le braccia. Il calore di quell´abbraccio finì di sciogliere la tensione accumulata quel giorno. Luigi la tenne stretta senza parlare, lei appoggiò la testa sulla sua spalla e rimase a sentire il suo cuore battere. Poi come se si fossero detti qualcosa si slacciarono entrambi. “Mi dispiace tu debba fare tutte `ste docce fredde.” gli disse. Luigi le alzò il volto costringendola a guardarlo. “Non ti preoccupare, temperano il fisico e lo spirito” Annalisa sorrise e si alzò sulla punta dei piedi per sfiorargli le labbra e gli bisbigliò. “Saprò ricompensarti.” “Non aspetto altro” rispose Luigi con lo stesso tono “Buonanotte, Luigi” “Buonanotte, Annalisa” rispose Luigi guardandola andare nell’ufficio di Andrea. “Potremmo offrirle qualcosa in cambio della sua collaborazione” “Potrebbe funzionare?” chiese Andrea. Leo sembrava perplesso. “Non credi, Leo?” chiese Annalisa vedendo il suo sguardo. “Sono un po’ indeciso, la bambina mi è sembrata particolarmente impaurita. Ho paura che non sia sufficiente prometterle un gelato per farla collaborare.” Annalisa lo guardò come se fosse deficiente. “Chi ha parlato di gelato? Io parlavo di qualcosa di più.” “Hai già in mente qualcosa?” Annalisa annuì. “Non lo voglio sapere. Dentro quell’orfanotrofio tu sei il comandante dell’operazione, fa come meglio credi. Hai carta libera.” L’indomani, Annalisa tornò all’orfanotrofio e così per altri giorni senza che Gaia le rivolgesse la parola. Intanto a Città della Pieve Leo e Vogel stavano cercando di passare per persone Created by eDocPrinter PDF Pro!! 75 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! interessate, grazie a Sonia avevano trovato il sito dove venivano scambiate le foto che Pasquali faceva, avevano riconosciuto alcuni bambini di Città della Pieve, e avevano ordinato del materiale da visionare, gli altri continuavano a seguire Pasquali, l’uomo sembrava sempre più nervoso finché una sera squillò il telefono, Luigi che era di turno all’intercettazione chiamò subito Andrea. <<Domani, da Gemma, porta il materiale, ci sono degli interessati.>> <<D’accordo, ma in un posto così frequentato?>> <<Non ti preoccupare, pensiamo a tutto noi, Tu presentati alle otto>>. Andrea si guardò con Luigi, dopo poco entrò Leo “Ci hanno dato un appuntamento da Gemma”. Andrea annuì. “Manca solo la collaborazione della bambina, speriamo che Annalisa riesca a convincerla.” Annalisa tornò in quel momento, Bordi le indicò l’archivio e annuendo andò là. “Salve, è successo qualcosa?” “Sì, ci hanno dato un appuntamento per visionare il materiale prima di acquistarlo.” spiegò Andrea. “Ci vorrebbe l’aiuto di Gaia, vero?” Andrea annuì. “Hai fatto progressi?” Annalisa scosse la testa “Continua a non parlarmi, ma stamani che sono arrivata un po’ più tardi del solito, mi sembrava che mi aspettasse.” “Non basta.” disse Andrea. “Purtroppo lo so anch’io. Per quando è l’appuntamento?” “Domani sera” rispose Andrea. Annalisa sospirò. “E’ così poco tempo…” Andrea le mise una mano sulla spalla e le disse. “So che stai facendo del tuo meglio, la bambina avrebbe avuto bisogno di più tempo per potersi fidare di te.” Annalisa annuì ed uscì. Bordi le disse. “Le ho lasciato qualcosa da mangiare.” “Grazie, Bordi, ma non ho molta fame” rispose salendo in camera. Luigi andò a cercarla in cucina non trovandola capì che cosa stava succedendo. PUNTATA 44 Luigi entrò in camera di Annalisa utilizzando la chiave di riserva, poggiò il piatto che aveva preparato sul cassettone, urtò il computer portatile di Annalisa che si illuminò. Luigi sorrise, chissà quando gliel’aveva fatta quella foto, aveva proprio ragione Leo, non riusciva ad esprimere le sue emozioni con le parole ma con i fatti ci riusciva benissimo. “Dovrò protestare con Andrea, qui non c’è un momento di privacy. Che cosa ci fai qui?” “Ti ho portato qualcosa da mangiare e un po’ di the.” “La prossima volta blocco la porta con una sedia” disse Annalisa. “Me ne vado se vuoi, però devi mangiare.” Annalisa sospirò prese una tuta dal cassetto e tornò in bagno. Uscì poco dopo rivestita con i capelli ancora umidi. Guardò il piatto che Luigi le aveva portato e storse la bocca. “Non è di tuo gradimento?” chiese Luigi. “Non ho fame … quel posto farebbe passare la fame a chiunque.” rispose prendendo un pezzetto di formaggio. “Mettiti seduta” le disse Luigi e cominciò a massaggiarle la base del collo. Annalisa chiuse gli occhi e lasciò che le mani di Luigi si muovessero lungo le spalle e il collo. Luigi si chinò e le baciò la nuca. Annalisa continuò a tenere gli occhi chiusi, cercando di pensare all’indomani ma il calore delle mani di Luigi spingevano verso altri pensieri non proprio casti. “Forse è meglio se smetti” disse con una voce che non riconosceva. Luigi le tolse le mani dal collo. Rimasero a guardarsi dallo specchio del cassettone. Lo stesso sguardo, la stessa luce negli occhi. Luigi la fece alzare dalla sedia e la prese tra le braccia adagiandola sul letto. Annalisa lo continuò a guardare con un misto tra stupore e desiderio. “Devi dormire, Annalisa, per quello a cui entrambi stiamo pensando non è il momento adatto.” Annalisa annuì, sapeva che aveva ragione lui ma una sensazione di perdita si impossessò di lei. Lui si chinò e le sfiorò le labbra. “Buonanotte, piccola” le disse uscendo. Annalisa si raggomitolò nel letto cercando ti ricreare la sensazione di calore che provava tra le braccia di Luigi. Luigi tornò giù e Andrea lo interrogò con lo sguardo, Luigi fece cenno che tutto andava bene. Si misero a fare un piano per la sera dopo. “Dobbiamo preparare due piani” disse Andrea. Tutti lo guardarono stupiti. “Uno con la bambina e uno senza.” “Ma Annalisa ha detto che non ha avuto nessun risultato” obiettò Hans. “Non ha importanza –replicò Andrea – voglio essere pronto per ogni evenienza.” Andrea scambiò uno sguardo d’intesa con Luigi. Entrambi sapevano che Annalisa poteva farcela. Rimasero un paio d’ore ad elaborare piani poi andrea mandò tutti a dormire. Rimasero lui e Luigi. “Hai ascoltato una parola di quello che abbiamo detto?” gli chiese. Luigi scosse la testa. “Che cosa ti preoccupa?” “Annalisa.” “Hai detto che tutto andava bene.” “C’era troppa gente.” rispose Luigi. Andrea lo guardò. “Stai nascondendomi qualcosa?” “Non io, lei. Sta proteggendo un segreto o qualcosa del genere, non hai visto che sta con noi lo stretto indispensabile e poi si nasconde, non ha nemmeno cenato stasera per paura che qualcuno la raggiungesse in cucina e volesse parlare con lei.” “Un segreto? Non qualcosa che riguarda l’indagine, vero?” il tono di Andrea diceva chiaramente che aveva già capito che Created by eDocPrinter PDF Pro!! 76 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! non era così. “No, qualcosa di suo.” rispose Luigi scuotendo la testa. “Non possiamo far niente se lei non collabora.” gli disse andrea prima di salire su. Luigi restò da solo a pensare a come aiutare Annalisa senza che lei si chiudesse a riccio ancor di più. Dopo un po’, rinunciò e salì a dormire. Si avvicinò alla porta di Annalisa e sentì un urlo. Cercò nella tasca la chiave di scorta ed aprì la porta. Annalisa era seduta sul letto con gli occhi sbarrati e il respiro affannoso. Luigi si avvicinò a lei e la chiamò dolcemente. Lei si voltò verso di lui con uno sguardo di terrore negli occhi. Luigi si tolse le scarpe, si mise accanto a lei e l’abbracciò facendola sdraiare di nuovo. “Sono qua io, va tutto bene, piccola” Luigi si sdraiò accanto a lei carezzandole i capelli. “Va tutto bene” continuò a ripeterle tenendole il corpo vicino al suo. Annalisa lentamente si rilassò nel suo abbraccio. “Dormi adesso, io resto con te.” Annalisa si accoccolò contro di lui, come un bambino in cerca di protezione nel lettone dei genitori. Luigi rimase sveglio quasi tutta la notte mentre Annalisa dormiva tra le sue braccia. Non era così che aveva sognato fosse una notte trascorsa con lei. Annalisa si mosse nel sonno accostandosi ancor di più a lui, Luigi trattenne il respiro cercando di non pensare a quanto la stesse desiderando. Finalmente giunse il giorno, Annalisa si svegliò e lo vide accanto a sé con il volto segnato dalla stanchezza. Gli fece una lieve carezza sul volto, mordendosi un labbro. Luigi aprì gli occhi e le disse. “Hai avuto un incubo ….” Annalisa gli chiuse la bocca con un dito.”Shh, lo so perché sei qui. Mi dispiace solo non averti fatto dormire.” gli disse carezzandogli il volto ispido dalla barba prima di baciarlo dolcemente sulle labbra. “Vado a prepararmi, tu puoi restare a dormire qui se vuoi.” “E la tua reputazione?” replicò Luigi sorridendo. Annalisa si strinse nelle spalle. “A chi vuoi che importi!” rispose chiudendosi nel bagno. Andrea lo vide uscire dalla camera di Annalisa e gli sorrise. “Dormito poco stanotte, eh?” gli disse. “Non per quello che stai insinuando tu.” rispose Luigi entrando in camera sua. “Peggio per te” disse tra sé e sé sorridendo. Annalisa arrivò giù mentre lui stava ancora facendo colazione. “Hai delle consegne da darmi?” chiese lei. “Sì” rispose Andrea spiegandole i piani che avevano preparato. “Allora è meglio che vado con una macchina, succedesse il miracolo, sono più autonoma.” Andrea annuì e le diede le chiavi della sua macchina. Annalisa arrivò all’istituto in ritardo, la bambina, sempre seduta sulla panca, ogni tanto allungava il collo per vedere se era arrivata. Annalisa lo giudicò un buon segno. Anche quel girono rimasero sedute in silenzio una vicina all’altra finché tutti gli altri bambini furono condotti verso la mensa. Gaia bofonchiò qualcosa. Annalisa le chiese “Tu non hai fame?” “Qui non è buono” “Lo so. La minestra è scotta e la carne dura” Gaia alzò gli occhi verso di lei per la prima volta. “Non voglio star qui” le disse. PUNTATA 45 Annalisa la fissò negli occhi e vide se stessa, quei mesi che era rimasta in un posto simile prima che il suo patrigno fosse arrestato e lei riaffidata a suo padre, Sulla sua bocca sorsero le stesse parole che quel carabiniere gentile e paterno aveva detto a lei. “Lo so che non dovresti essere tu quella in galera ma se tu non fossi qui quell´uomo continuerebbe a farti del male.” Gaia la guardò meravigliata. “So che hai paura di quell´uomo ed io sono qui per aiutarti se vuoi” Gaia si morse un labbro. “Mi puoi aiutare ad uscire da qua?” chiese con un filo do voce. Annalisa ripensò alle parole di Andrea <<là dentro comandi te>> “Se tu mi aiuti a far arrestare quelle persone, io ti prometto che non tornerai più qui dentro.” Gaia tentennò. “Facciamo così: io e te andiamo a mangiare una pizza da Gemma e se tu vedi quelle persone mi dai un pizzicotto in un braccio senza dirmi nulla” La bambina annuì. “Chiamo per ordinare la pizza, tu come la vuoi?” “Normale” disse la bambina. Annalisa chiamò Andrea “Vorremmo due pizze margherita” Andrea capì il messaggio e preparò il piano B. Leo e Hans si sarebbero presentati all´appuntamento con Pasquali e gli altri. Lui e Luigi avrebbero fatto i clienti da Gemma ad un tavolo vicino a quello di Annalisa e la bambina. Tutti gli altri avrebbero aspettato fuori in attesa. Pregò che tutto andasse per il verso giusto, il magistrato non era tanto d´accordo nell´usare la bambina come esca, se fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Guardò Luigi che sembrava perso nei suoi pensieri. “Testa, ci sei?” lo richiamò. Luigi annuì sempre pensieroso. Quando furono soli gli chiese. “Qualche problema?” “Il solito.” rispose lui. Andrea lo guardò. “Non vuoi parlarmene?” “Non saprei cosa dirti” “Qualcosa tipo che sei talmente preso da lei che stai pensando con la sua testa?” Luigi alzò lo sguardo sul suo superiore meravigliato. Andrea sorrise. “E´ così evidente?” Andrea gli rispose dandogli una pacca sulle spalle. La sera, Leo ed Hans si vestirono eleganti e si presentarono all´appuntamento. Annalisa e Gaia erano già là, sedute ad un tavolo riparato. “Qui Created by eDocPrinter PDF Pro!! 77 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! , ci venivo sempre con il mio papà” disse la bambina. Gemma portò le pizze, strizzando loro un occhio. “Che bella bambina Annalisa” Gaia sembrava felice poi tutt´a un tratto il suo sguardo s´incupì e cominciò a pizzicare il braccio di Annalisa. Annalisa si voltò in direzione dello sguardo della bambina. Tre uomini erano seduti allo stesso tavolo con Leo e Hans e avevano tirato fuori un catalogo, lo aprirono mostrando delle foto. Leo inghiottì cercando di reprimere il ribrezzo che gli facevano quelle foto. Bambini e bambine in età scolare ritratti nelle pose più assurde e su alcuni si notavano anche segni di violenza. “Ma oltre alle foto - disse Leo - offrite anche qualcos´altro?” L´uomo più basso lo scrutò cercando di capire se fosse realmente interessato. “Questo però costa di più” “Non ha importanza, io e il mio amico non abbiamo problemi a pagare se la merce vale.” “Forse potremmo procurarle una bambina di razza bianca di circa otto anni” Leo rabbrividì quando guardando l´incrocio di sguardi capì che si trattava di Gaia. Gli uomini si guardarono in giro, Annalisa capì che sapevano che la bambina era lì, forse l´avevano seguita o forse avevano riconosciuto la voce infantile di Gaia. La bambina continuava a stringere il braccio di Annalisa in preda al terrore. Un uomo corpulento si stava avvicinando al loro tavolo. “Ah, sei qua, allora muoviti, ti stanno aspettando.” Gaia si strinse ancor di più ad Annalisa. “Direi proprio di no” gli disse Annalisa. “Lei sicuramente è una di quelle assistenti sociali che non hanno una famiglia quindi non può capire che un ceffone non significa nulla” “Un ceffone può anche non significare nulla, ma picchiare un bambino fino a mandarlo all´ospedale non mi pare una cosa tanto normale” “Ma che cosa dice la bambina è caduta dalle scale” “No! - gridò Gaia - non sono caduta dalle scale, mi hai picchiata tu perché non volevo fare le foto senza vestiti” L´uomo cercò di prendere la bambina ma Annalisa gli diede una ginocchiata tra le gambe mentre Andrea e Luigi arrivarono e lo ammanettarono. Leo e Hans tirarono fuori distintivo e pistola e non senza difficoltà arrestarono gli altri due. Carlo e Mura arrivarono a dare una mano. “Tutto bene, brigadiere?” le chiese Luigi con uno sguardo d´intesa prima di portare via l´uomo che a sentirla chiamare brigadiere aveva alzato lo sguardo su di lei. “Sì, non sono un´assistente sociale sono un carabiniere.”. Annalisa annuì a Luigi abbracciando la bambina che singhiozzava tra le sue braccia. “E´ tutto finito, tesoro” “Dovrò tornare ancora là?” la voce di Gaia era uguale alla sua, venti anni prima. Annalisa inghiottì vistosamente poi le disse. “No, qualunque cosa succeda, non tornerai più là” Andrea e gli altri portarono gli arrestati in caserma per l’interrogatorio. Il magistrato li stava già attendendo. “E’ andato tutto bene?” chiese. “Sì, la bambina è un po’ spaventata me non si è fatta nemmeno uno sgraffio. E’ rimasta con il brigadiere Dionigi.” Claudia annuì e cominciarono gli interrogatori. Romanò e Leo guardarono le foto del catalogo cercando di capire se tra quei bambini ce ne fossero di Città della Pieve come era sembrato loro sul sito. “Questo è a scuola con Pio, all’asilo.” disse Romanò indicando il più piccolo rappresentato in quelle foto. Leo si passò le mani tra i capelli. “All’asilo con Pio? Quanti anni ha?” “Sei, è un po’ più grande del mio.” Leo continuò a guardare sgomento le foto. In quel mentre Alessandra passò a trovarli. Leo chiuse di colpo il catalogo. “Ma..” disse Alessandra sorpresa. “Non è il caso che tu veda queste foto.” disse Leo. “Sono d’accordo con Leo” disse Andrea appena arrivato. “Non voglio che nessuna di voi ragazze veda queste foto” Alessandra salì in camera imbronciata. Leo la guardò andar via preoccupato. “Valle dietro e spiegale che foto erano” disse Andrea innervosito dall’atteggiamento della sorella. Leo la raggiunse mentre era ancora sul pianerottolo. “Ale.” Alessandra aveva gli occhi lucidi. “Mi tratta sempre da stupida.” Leo scosse la testa. “No, quelle foto sono state scattate da pedofili, ritraggono bambini in atteggiamenti …” Alessandra annuì. “Ho capito. Vedo dalla tua faccia che sono sconvolgenti” “Sì, e neanche poco.” Alessandra lo abbracciò. “Non succederà mai a nostro figlio vero?” Leo la fissò in volto. “Certo che no, quando avremo un figlio lo proteggerò con ogni mezzo, ma mi pare un po’ presto parlarne.” Alessandra abbassò lo sguardo. “Ale?” la chiamò lui, lei gli mise in mano una busta. Leo l’aprì e sbiancò. PUNTATA 46 Dopo la mega-coppa di gelato che portò loro Gemma, Annalisa portò la bambina nel monolocale. “Restiamo qui un po’” le disse. Gaia annuì “Questa è casa tua?” “Non proprio. Io sono un carabiniere, di solito abito in caserma” Sentì squillare il cellulare, guardò il nome e lo lasciò squillare. “La mamma fa sempre così quando chiama papà” le disse Gaia. “Dov’è adesso il tuo papà?” “Non lo so: La mamma l’ha mandato via. Io volevo stare con lui ma lei mi ha portato via” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 78 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa prese il cellulare e scrisse a Leo <<cerca il padre di Gaia>> <<va bene ma dove sei?>> Annalisa non rispose. “Facciamo una torta?” Gli occhi della bambina si illuminarono. Tirarono fuori dal frigo gli ingredienti: uova, yogurt e burro, poi la farina e lo zucchero. Mentre preparavano tutto il monolocale fu pieno di farina, quando la torta fu pronta da mettere in forno, anche loro erano tutte bianche. “Mentre cuoce la torta, ti faccio il bagno” Il cellulare continuò a squillare senza che Annalisa rispondesse. “Maledizione! Dove si è cacciata?” imprecò Andrea. Il magistrato lo guardò “Sei sicuro che la bambina sia con lei?” “Sì, certo” “Maresciallo, abbiamo rintracciato il padre della bambina” Andrea guardò Leo cercando spiegazioni. “Era lui il genitore affidatario prima che la moglie rapisse la bambina e facesse perdere le sue tracce” Andrea capì che l’input era partito da Annalisa. Si passò la mano sopra i capelli. Cosa diavolo era successo? Era sempre stata la persona più affidabile che avesse mai avuto. Perché si era nascosta con la bambina? Aveva un sospetto su dove fosse ma non voleva spaventare la bambina facendo irruzione nel monolocale di Annalisa. “Lo hai già convocato?” chiese a Leo. “Si, maresciallo, anzi ci ha contattato lui non appena ha saputo la notizia dai telegiornali.” “Va bene, Leo. Grazie” “Maresciallo, io vado a casa. – disse la Morresi – chiamatemi se ci sono novità. E’ inutile stare qui tutti ad aspettare.” “Bordi, accompagna il magistrato” “Comandi, maresciallo” Non appena la Morresi fu uscita, Luigi si avvicinò ad Andrea e gli disse sottovoce “E’ nel monolocale, vero?” Andrea annuì “Dove vuoi che abbia portato una bambina?” “Maledizione – imprecò Luigi – ma che le è preso?” Andrea sospirò “Non lo so, ma questa indagine l’ha scossa molto” disse Leo “Ti ricordi –continuò rivolto a Luigi – come era strana la prima sera che è tornata dall’orfanotrofio?” Luigi annuì. “Sembrava che ci fosse lei rinchiusa in quel posto” Andrea si prese la testa tra le mani. Quando squillò il cellulare lo sconforto diventò sgomento. “E ora che cosa racconto a Paola?” “Devi per forza dirle qualcosa?” chiese Leo. Andrea prese il telefono e se lo portò all’orecchio. “Amore, come stai?” Luigi fece cenno con la testa a Leo ed uscirono. La voce di Paola cambiò tono. “Che sta succedendo Andrea?” “Niente, Poala” “Non mi raccontare bugie, lo sento dalla tua voce. Sei preoccupato. Dov’è Annalisa? “ “Vorrei saperlo anch’io” rispose Andrea. “Che cosa ha combinato?” Andrea le raccontò a somme linee il problema. “Tornerà non appena le direte che il papà della bambina è arrivato” “Non risponde al telefono” “Lo so, neanche a me. Mandale un messaggio. Quello lo leggerà e poi deciderà.” “Grazie, Paola. Vorrei tu fossi qui. – le mormorò – mi manchi.” “Anche tu, tantissimo. Ti amo, Andrea” “Anch’io, Paola” “Devo andare, ho lezione tra pochi minuti” “Ciao” Andrea chiuse la comunicazione e restò un attimo pensieroso. “Leo!” chiamò “Comandi” “Dov’è il padre della bambina?” “Sta arrivando, abita nel bergamasco” “Appena arriva, manda un messaggio ad Annalisa. Forse il tuo lo leggerà” “Andrà tutto bene, Andrea” gli disse Luigi. “Non mi preoccupo per la bambina, mi preoccupo per Annalisa. Cosa devo fare con lei quando torna in caserma?” Luigi lo guardò pensieroso, aveva ragione lui Annalisa stava correndo dei rischi enormi, lo sapeva? Li aveva valutati correttamente? Conoscendola sì, ma ciò non gli impediva di preoccuparsi per lei e soprattutto per se stesso. Da quando erano usciti insieme a cena, pensava un po’ troppo spesso a lei e ai baci che si erano scambiati e a dove li avrebbero condotti se quei cellulari non avessero squillato, e aver trascorso la notte tenendola tra le braccia non l’aveva certo aiutato. Era stato sempre convinto che dopo Silvia non avrebbe potuto amare più nessuno, ma adesso non era più così sicuro, quella donna aveva sconvolto ogni sua certezza. Annalisa aveva messo la bambina a dormire nel suo letto. “Resti con me?” “Sì, certo” rispose Annalisa sdraiandosi accanto a lei e cominciando a cantarle una canzone <<È per te che sono verdi gli alberi, e rosa i fiocchi in maternità, è per te che il sole brucia a luglio, è per te tutta questa città, è per te che sono bianchi i muri, e la colomba vola, è per te il 13 dicembre, è per te la campanella a scuola, è per te ogni cosa che c'è ninna na ninna e...>> la bambina si addormentò. Annalisa scese dal letto e cominciò a ripulire la cucina. Si sentiva in colpa soprattutto con Luigi, quest’indagine le aveva rivelato l’aspetto più tenero di quel brigadiere dagli occhi scuri che si era insinuato piano piano nella sua vita. Sapeva anche di tradire la fiducia che Andrea aveva riposto in lei, ma doveva mantenere la promessa fatta a Gaia. Rassettò la cucina poi si mise seduta sul divano e dopo poco si ritrovò addormentata. Una macchina si fermò nel cortile della caserma. Tutti sobbalzarono. Un uomo trafelato entrò nella stazione. “Dov’è la mia bambina?” “Buonasera, sono il maresciallo Ferri” si presentò Andrea. “Sua figlia arriva subito.” Fece cenno ad Leo e fece accomodare il padre di Gaia nel suo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 79 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! ufficio. “Luigi, chiami anche il magistrato?” chiese prima di chiudere la porta. Luigi annuì sperando che adesso Annalisa ragionasse. Annalisa lesse il messaggio e sorrise. “Gaia, andiamo è arrivato tuo papà” Gli occhi della bambina si illuminarono. “Posso portargli la torta che abbiamo preparato?” “Certo, Gaia, a tuo padre farà senz’altro piacere.” “Sai, a papà piacciono tanto le torte.” “Questa gli piacerà ancora di più quando gli dirai che l’hai fatta tu”. “Ma è una bugia.” disse la bambina. “Una mezza bugia, perché tu mi hai aiutato.” Mise la torta in un contenitore con il manico e uscirono. Gaia sembrava felice dondolando la scatola. La caserma era illuminata a giorno e Annalisa sapeva che era colpa sua, si aspettava l’ira di Andrea. Non appena furono dentro la caserma, Leo gli indicò l’Ufficio di Andrea. Bussò e fece entrare la bambina che si gettò tra le braccia del padre. “Papà, Papà” Annalisa si strofinò il naso e alzando lo sguardo incontrò quello duro di Andrea. Sapeva che aveva ragione lui, ma il suo cuore le diceva che andava bene così. Lasciò il corridoio e andò alla sua scrivania aspettando che Andrea la chiamasse. PUNTATA 47 “Sei stata un’irresponsabile. Hai trasgredito agli ordini. Hai messo il tuo comandante in una posizione di difficoltà, i tuoi colleghi nell’imbarazzante posizione di complici. Il tuo comportamento ha causato difficoltà anche al capitano Ranieri, Deciderà lui con la Morresi se proseguire con una denuncia per sottrazione di minore. Per il momento sei sospesa dal servizio.” Andrea non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Annalisa aveva già buttato il distintivo e la pistola sulla scrivania. Non aveva mai abbassato lo sguardo, l’aveva guardato sempre dritto negli occhi senza mostrare alcun rammarico. “Posso andare adesso?” chiese. “Hai capito cosa ti ho detto, rischi una denuncia….” “Io ho la coscienza a posto, maresciallo, quello che ho fatto l’ho fatto sapendo i rischi che correvo. Come sa, io ho una parola sola, e l’ho data a Gaia promettendole che non sarebbe più tornata in istituto. Ai collaboratori di giustizia si fanno ponti d’oro e sono delinquenti e assassini. Quella bambina è stata fondamentale per arrestare quell’essere schifoso e come premio doveva essere di nuovo rinchiusa? No, mi dispiace questa non è giustizia” Quando si voltò per uscire vide che la porta era aperta e nel corridoio c’erano la Morresi con il capitano Ranieri. Annalisa si mise subito sugli attenti. “Resti dov’è” le ordinò il capitano Ranieri. Gaia sbucò da dietro le gambe della Morresi. “Annalisa” gridò la bambina abbracciandola. “Brigadiere, sono il padre di Gaia, sono venuto a ringraziarla.” “Ho fatto solo il mio dovere, signor Filippi” “Da quello che abbiamo sentito, ha fatto qualcosa oltre. Io sono un avvocato, questo è il mio biglietto da visita, se avrà bisogno io verrò a testimoniare a suo favore e le troverò il miglior avvocato che conosco per la difesa.” “Papà – lo richiamò Gaia – hai dimenticato il regalo” “Gaia le ha voluto prendere un regalo” La bambina le porse un pacchetto. Annalisa guardò prima il capitano Ranieri che annuì. Annalisa lo scartò e trovò un turchese grezzo. “C’era scritto sagittario” disse la bambina. “Certo, piccola, è la pietra portafortuna del nostro segno” le rispose carezzandole dolcemente i capelli. “Dobbiamo andare, Gaia” Annalisa gli strinse la mano “La faccia seguire da un bravo psicologo, mi dia retta” “Lo farò, brigadiere” Gaia l’abbracciò forte. “Da grande farò anch’io il carabiniere e aiuterò i bambini” Annalisa ricambiò l’abbraccio con una stretta al cuore. Quando i due si allontanarono, il capitano le disse “Può andare anche lei, brigadiere” “Comandi” rispose. Andrea fece cenno con la testa verso il corridoio che qualcuno la accompagnasse. Fu Luigi che la seguì. “Non ho bisogno della balia, brigadiere Testa” “Sarei venuto anche se Andrea non avesse chiesto niente, lo sai” le disse Luigi. Continuarono a camminare in silenzio. Ogni tanto Annalisa tirava su con il naso. “Se tu piangessi, ti sentiresti meglio” le disse Luigi. “Ho smesso di piangere quando avevo l’età di Gaia” “Mi sembra un po’ presto per smettere” Annalisa infilò la chiave nella toppa. “Ti va un the?” Luigi annuì, non è che andasse matto per il the, ma non voleva lasciarla sola, sembrava un vulcano pronto ad esplodere. Annalisa mise a bollire l’acqua e preparò le due tazze. “Andrea è stato un po’ troppo duro con te” Lei scosse la testa. “No, Andrea ha perfettamente ragione. Mi merito sicuramente la sospensione. Ho deliberatamente ignorato ogni vostro tentativo di contattarmi” “Hai detto ad Andrea che sapevi a cosa andavi incontro, valeva la pena rischiare il tuo lavoro per una promessa fatta a un bambino?” Annalisa si avvicinò alla finestra e prese fiato. Lo sguardo vagò lontano prima che le parole riuscissero ad uscire. Si voltò verso Luigi e lui vide lo stesso sguardo che aveva notato quella sera quando era tornata dall’orfanotrofio la prima volta. Un dolore antico pronto ad uscire. “Venti anni fa, mi sono trovata nelle stesse condizioni di Gaia. La Created by eDocPrinter PDF Pro!! 80 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! cicatrice che mi hai visto sul braccio non me la sono fatta cadendo di bicicletta…è stato il mio patrigno picchiandomi con una bottiglia.” Luigi voleva avvicinarsi a lei ma decise di aspettare. “Fu in seguito a quell’episodio che mi allontanarono dalla famiglia e mi rinchiusero in un istituto. Mi comportai come ha fatto Gaia. Muta in un angolo” Annalisa chiuse gli occhi: aveva otto anni e quell’uomo le aveva spaccato una bottiglia su un braccio, sentiva le grida di sua madre, aveva ancora nel naso l’odore dell’ospedale e poi si era risvegliata in quel posto, nelle orecchie le riecheggiò la voce della direttrice <<devi stare qui, starai bene vedrai>>, si era sentita colpevole, doveva essere per forza colpa sua altrimenti non l’avrebbero rinchiusa. Sentì un dolore partire dal centro del cuore e risalirle verso la gola e pungerle agli occhi. Luigi fece un passo verso di lei. “Ecco perché sapevi come si sentiva Gaia” Annalisa annuì. “Finché un giorno arrivò un carabiniere gentile e mi disse che l’unico modo per uscire da lì, era aiutarlo ad arrestare quell’uomo. Io lo feci ma poi restai ancora un mese in quell’istituto prima che riuscissero a rintracciare il mio papà. Non potevo permettere che Gaia soffrisse quanto avevo sofferto io.” Luigi fece ancora un passo verso di lei e l’abbracciò. La tenne stretta a sé mentre Annalisa, non riuscendo più a trattenersi, cominciava a piangere sommessamente. “Piangi, piccola, piangi” mormorò Luigi con la bocca appoggiata ai suoi capelli. Luigi sentì rabbia e tenerezza per quella bambina che Annalisa era stata, aveva sofferto talmente tanto che era un miracolo che fosse diventata una donna così piena d’amore per tutti. Restarono abbracciati finché Annalisa non ebbe smesso. “Scusami, ti ho bagnato tutta la camicia” “Non fa niente – replicò Luigi carezzandole il volto – va meglio ora?” Annalisa annuì e alzò il viso verso di lui. “Grazie, Luigi” Non aveva più pianto da quando era stata chiusa in quell’istituto. Aveva sempre tenuto tutto dentro rabbia, dolore. Solo tra le braccia di Luigi si era sentita così protetta che aveva permesso a quel dolore di emergere. Avrebbe dovuto allontanarsi dal suo abbraccio, ora che aveva smesso di piangere, ma stare tra le sue braccia era così piacevole che non riusciva a lasciarlo. Anche Luigi stava pensando se fosse il caso di sciogliere quell’abbraccio ma visto che Annalisa non si era allontanata, lui continuò ad accarezzarle il volto e i capelli finché i loro sguardi rimasero agganciati, i loro volti si avvicinarono piano piano fino a toccarsi. Luigi catturò la sua bocca in un bacio che li lasciò senza respiro. PUNTATA 48 “Io …!” mormorò Luigi prima di baciarla di nuovo, cominciando a carezzarle il seno al di sopra della camicia. “Luigi” mormorò Annalisa avvicinando il corpo a quello di Luigi. Le camicie volarono per terra mentre anche Annalisa cominciava ad accarezzarlo. Continuarono così fino a trovarsi nudi. Luigi la fece stendere sul letto e rimase a rimirarla. “Sogno di vederti così dall’indagine in piscina” mormorò chinandosi a baciarle un seno. Le carezze si fecero sempre più ardite finché tutt’e due anelarono all’unione più stretta. Luigi entrò in lei e sentì le sue unghie piantarsi nella schiena e un gemito di dolore uscire dalla bocca di Annalisa. Poteva significare una sola cosa ma al momento non era in grado di pensare coerentemente, tutto il suo essere mirava all’appagamento finale. Quando l’ebbero raggiunto entrambi, Luigi cominciò a coccolarla. La strinse a sé baciandole il volto e carezzandole i capelli. Lei scivolò nel sonno respirando contro la sua spalla. Luigi, invece, restò sveglio incredulo che Annalisa non fosse mai stata con un uomo prima. Non credeva proprio di meritare un regalo del genere. L’aveva trattata quasi sempre male perché credeva che avesse una relazione segreta con Andrea e invece… piano piano scivolò anche lui nel sonno. Furono le mani di Luigi che le carezzavano il seno a svegliarla. Aprì gli occhi e nel chiarore della luce della luna che filtrava dalla finestra si accorse che lui stava ancora dormendo. Le carezze continuarono eccitandola sempre di più, si avvicinò a lui ricambiando le carezze, un mugolio di soddisfazione usci dalla bocca di Luigi. Nel sonno cominciò a baciarla, Annalisa ricambiò il bacio mentre lui la prendeva lentamente. Raggiunsero insieme l’apice del piacere. Luigi continuò a tenerla abbracciata mentre anche Annalisa scivolava di nuovo nel sonno appagata. “Luigi!, Luigi sveglia!” la voce di Annalisa lo raggiunse in uno di quei sogni meravigliosi che aveva fatto quella notte. “E’ tardi Luigi!” Luigi aprì gli occhi e si accorse che non era un sogno. “Sono già le otto” gli disse. “Le otto? Cielo! Dovevo già essere in servizio” Si alzò di scatto dal letto e cominciò a cercare i vestiti sparsi per la stanza. Le diede un bacio. “Torno quando ho finito il turno” le disse correndo fuori. Andrea lo stava aspettando sulla porta. “Scusa, ma …” “Non mi inventare scuse assurde, si vede lontano chilometri perché sei in ritardo. Sali in macchina” Luigi obbedì senza discutere. “La Morresi è contraria a denunciare la Dionigi, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 81 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Ranieri dice che comunque meriterebbe una punizione – gli disse Andrea – Annalisa come sta?” “Riguardo ai provvedimenti disciplinari, non ha fatto una piega, sa di esserseli meritati” “Ma almeno c’è una spiegazione logica per quello che ha fatto?” Luigi annuì. “C’è, ma non so se sono autorizzato a dirtelo.” Andrea fece cenno con la mano come per dire che non era importante. “L’importante è che ci sia. Sapevo che eri l’uomo giusto per questo lavoro” “Lo psicologo è Leo. Avresti dovuto mandar lui” “Leo non sa trattare le donne” “Io non sarei tanto sicuro di ciò, perché non provi a chiedere ad Ale?” “Che cosa c’entra mia sorella?” chiese Andrea pur avendo notato gli sguardi che i due si scambiavano. “C’entra, c‘entra. In ogni caso, non so perché si sia confidata con me” “E lo chiedi anche? Ti credevo più sveglio.” Luigi scosse la testa, rifiutandosi di credere a quello a cui alludeva Andrea. “Andrea, guarda là. Non è quell’auto di cui hanno denunciato la scomparsa?” “Si, fermati” La Mercedes blu era parcheggiata sul ciglio della strada. “Ci sono passato ieri con la moto e non c’era” disse Luigi. “E’ stata portata stanotte, guarda” disse Andrea indicando i segni dei pneumatici sul terreno. “Se non avessi dormito, l’avremmo colti sul fatto” “Se tu avessi dormito, l’avremmo colti sul fatto – puntualizzò Andrea – Non credo tu abbia dormito molto stanotte” concluse prendendolo in giro. Luigi non rispose mentre ispezionava la macchina. “Impronte di sangue – disse indicando la maniglia. “Chiamiamo la scientifica”concluse Andrea. Chiamarono Mura e Romanò affinché montassero la guardia a quell’auto in attesa dei colleghi. Mentre tornavano in caserma Luigi chiese “Che intenzioni hai con il brigadiere Dionigi?” Andrea lo guardò come per dire che non era necessario tutto questo formalismo. “Non lo so, Luigi, io non decido niente.. Però voglio andare a parlare con lei non appena finiamo il turno” Luigi fece una faccia delusa. “Tu hai tutto il pomeriggio per stare con lei, io devo andare dal Capitano Ranieri alle due” “Ma che cosa hai capito?” disse Luigi risentito. “Ho capito, ho capito, molto meglio di te” Andrea suonò al campanello di Annalisa, mentre il campanile suonava mezzogiorno. “Sali” rispose al citofono. Al primo piano trovò la porta aperta. “Annalisa” chiamò per evitare malintesi. “Andrea! Entra” lo invitò lei con un sorriso. “Devo andare a difendere la tua posizione al comando, hai qualcosa da dirmi per poterti aiutare?” “Oltre a quello che ho raccontato al brigadiere Testa?” Andrea alzò gli occhi al cielo pensando: anche lei. “Luigi non mi ha raccontato niente ed io non ho chiesto niente.” Annalisa si mise seduta sul divano. “Siediti, Andrea. Non so se quello che ti dirò potrà aiutarmi, io so solo che lo rifarei. Tu non sei mai entrato in un istituto di quel genere ma io si, ben prima di questa indagine ed avevo la stessa età di Gaia.” Andrea capì senza che Annalisa continuasse. “Hai cercato di risparmiare a quella bambina le tue sofferenze. “ Annalisa annuì. “Era per quello che ti avevo detto no, la prima volta che me l’hai chiesto” “Hai ragione, non so se potrà servire, in ogni caso…” Il campanello squillò. Andrea le sorrise. “Ricordati che deve essere in servizio a mezzanotte” le sussurrò sulla porta. “Tornerà Paola e me la pagherai, mio caro” Luigi intanto stava salendo gli scalini a due alla volta. “In bocca al lupo, Andrea” gli augurò mentre si salutavano. “Crepi, Luigi – poi abbassando la voce gli sussurrò – trattala bene, mi raccomando.” Luigi chiuse la porta con un calcio poi la strinse tra le braccia e la baciò prima dolcemente poi sempre più profondamente. “Wow – mormorò Annalisa – questo è un bell’antipasto. Vuoi mangiare qualcosa? Ho preparato un po’ di pasta” “Non è di cibo che ho fame” mormorò Luigi sulla sua bocca. Annalisa si sentì prendere fuoco, cominciò a carezzarlo, sfilandogli la giacca, in un attimo furono nudi allacciati sul letto. Si dimenticarono di ogni cosa che non fosse la ricerca del piacere. Esausti rimasero abbracciati a lungo. “Volevo dirti qualcosa di ieri notte..” cominciò Luigi “E’ necessario parlarne?” chiese Annalisa. “Se ti imbarazza non ne parleremo, però volevo dirti che non so se mi sono meritato un regalo del genere. Non ti ho mai trattata molto bene” Annalisa si strinse nelle spalle. “L’hai fatto solo perché sei affezionato ad Andrea. Sei un uomo che difende le persone a cui vuol bene, non è una brutta qualità.” Tra sé sperò che riservasse anche a lei lo stesso trattamento. Luigi la baciò dolcemente. PUNTATA 49 Andrea si presentò nell’ufficio del Capitano Ranieri con il cuore pesante. Voleva difendere Annalisa ma il suo comportamento era stato ai limiti dell’insubordinazione. Voleva difenderla perché era uno dei suoi migliori elementi e anche perché Paola l’avrebbe ucciso se non l’avesse fatto. Si ricordò come si era arrabbiata con lui perché aveva ripreso Luigi. Adesso lui era il comandante e nonostante il modo poco ortodosso che aveva usato, Annalisa aveva risolto il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 82 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! caso. Sperava solo di non dover raccontare a nessuno la confidenza che aveva ricevuto da lei. “Maresciallo Ferri entri” Il capitano era seduto dietro la scrivania. “La situazione del brigadiere Dionigi è un po’ particolare e delicata. Il tribunale dei minori di Perugia sta valutando l’ipotesi di sporgere denuncia per sottrazione di minore. Il magistrato è andato a Perugia per cercare di sistemare la cosa. Il fatto che il padre non sporga denuncia è già una cosa positiva. Lei sa perché il brigadiere Dionigi, sempre attenta alle regole e alla disciplina, tutt’a un tratto si sia comportata così?” Andrea pesò le parole. “E’ stata una situazione che l’ha emotivamente turbata” “Perché c’era di mezzo una bambina?” “Sissignore” disse Andrea sperando che il capitano non approfondisse. <<Toc, toc>> “Entri, dottoressa Morresi” Claudia Morresi entrò come sempre altera e professionale. “Il tribunale ha rinunciato alla denuncia” Andrea esultò dentro di sé. “Rimane però il comportamento non corretto del brigadiere.” disse il capitano Ranieri. “Potrei proporre una punizione?” chiese Claudia. Il capitano annuì. “Invece di darle una sospensione dal servizio, non ci sarebbe qualche lavoro <<antipatico>> da farle fare qualcosa in ufficio?” “Non mi diceva, maresciallo, che dovete ancora sistemare l’archivio, dopo i lavori di ristrutturazione?” Andrea annuì. “Bene, il brigadiere Dionigi sarà addetto alla sistemazione dell’archivio per un mese e alla preparazione dei pasti” “Questo è un premio e per giunta doppio, capitano” “Sarebbe a dire?” “E’ un premio per noi perché la Dionigi cucina benissimo e per lei perché adora cucinare” “Va bene così, un po’ di bastone e un po’ di carota” Il capitano congedò entrambi. “Ti devo ringraziare, Claudia” “Di niente, Andrea. Dobbiamo anche ricordarci che senza l’abilità del brigadiere Dionigi non saremo mai riusciti a catturare quel pedofilo” “Sì, ma quanto c’entra Luigi in tutto questo?” Claudia arrossì. “Lo sanno tutti, vero?” “In caserma probabilmente sì, qualcuno se n’era accorto anche prima delle tue minacce.” “E chi?” “Io, il brigadiere Dionigi, Prosperi” “Anche Prosperi, allora devo essere stata particolarmente sfacciata.” “No, ma il tuo interesse per Luigi era abbastanza evidente dal tuo comportamento diverso, l’avevi ignorato fino ad allora poi lo cercavi sempre.” “Lo so, ma ad un certo punto aveva una luce diversa nello sguardo che m’ha attratto. Adesso capisco che era per il brigadiere Dionigi.” “Troverai l’uomo giusto per te, Claudia, quando meno te lo aspetti.” “Sì, però stavolta senza divisa.” replicò lei. Andrea si unì alla sua risata. Non appena fu solo Andrea chiamò Annalisa. “…allora domani mattina alle 8, mi raccomando puntuale” “Comandi, maresciallo” Luigi aveva visto gli occhi brillarle e aveva capito che era andato tutto bene. “Allora?” le chiese comunque. “Devo mettere a posto l’archivio per un mese e cucinare per voi” “E’ andata bene” “Sì, Andrea ha detto che anche la Morresi ha fatto la sua parte.” “Sembra così tutta sulle sue ma è una donna in gamba” “Parli per conoscenza diretta?” gli disse minacciandolo con un mestolo. “No, direttamente conosco solo una donna in gamba, tu” le disse Luigi baciandola. Annalisa non approfondì il bacio e restò nel suo abbraccio. Lui capì la sua esigenza di tenerezza e la ricoprì di coccole. Nessuno l’aveva mai fatta sentire così considerata. Le carezze di Luigi erano un toccasana per la sua anima ferita. Alzò lo sguardo verso l’uomo che stava diventando così importante nella sua vita. Non avrebbe mai creduto di desiderare così tanto il contatto fisico con un uomo. Si alzò sulle punte dei piedi e gli baciò la bocca dolcemente, Luigi percepì la differenza e la strinse a sé intensificando il bacio. Annalisa rispose subito e cominciò a carezzarlo sotto la maglia che finì rapidamente per terra. Luigi rise e l’adagiò sul letto. “Mi sfinirai, mia cara. Una stanotte, una oggi, una adesso…” “Due stanotte.” lo corresse lei. “Come due?” “Una dormivi.” “E perché non mi hai svegliato?” “Perché una parte di te era molto sveglia.” gli disse maliziosamente Annalisa. Luigi la baciò. “Ecco perché quel sogno era così realistico.” Annalisa rise. “Erano di questo genere i sogni che facevi su di me?” “Quando ho smesso di sognare di riuscire a mandarti via, sì. Ho capito che non avrei più potuto mandarti via dopo il primo sogno erotico che ho fatto su di te.” “Dopo avermi visto in piscina?” “No, la prima sera che non sei rientrata in caserma dalla piscina.” Non voleva raccontarle quanto fastidio gli avesse dato l’idea che dormisse con Hans. “Ma niente é paragonabile alla realtà, per cui la prossima volta che cerco di fare l’amore con te mentre dormo, svegliami. Preferisco la realtà ai sogni.” Annalisa gli sorrise dolcemente poi attirandolo su di sé gli disse. “Adesso sei sveglio, però!” “Molto sveglio” replicò lui abbassandosi su di lei. Il tempo svanì intorno a loro e rimasero solo loro due avvolti nella magia della passione. Altri due giovani stavano invece affrontando un altro problema. “E adesso chi glielo dice ad Andrea?” chiese Alessandra seduta a un tavolino da Pippo. Leo si passò la mano sulla fronte. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 83 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Io, chi vuoi che glielo dica?” “Non è meglio se andiamo insieme?” Non voleva lasciare Leo da solo, in fin dei conti erano entrambi colpevoli. Leo sembrava assente. “Leo, ma tu lo vuoi questo bambino. vero?” Leo si voltò verso di lei e vide il suo volto spaurito. Si chinò verso di lei e la baciò. “Sono l’uomo più felice di questo mondo… non appena lo avremo detto ad Andrea.” “Se sei al mio fianco, non ho paura di nessuno” gli disse lei ricambiando il bacio. “Andiamo subito, prima che ci passi il coraggio.” Qualche minuto dopo bussavano alla porta di Andrea. PUNTATA 50 “Avanti” La porta si aprì e Andrea vide entrare Leo che teneva per mano sua sorella. “Andrea, hai un minuto?” chiese Leo. “Come Andrea o come maresciallo?” chiese vedendoli particolarmente turbati. “Come Andrea.” rispose Alessandra. “Abbiamo qualcosa da dirti.” “Mettetevi seduti” li invitò. Alessandra si mise seduta mentre Leo le poggiò le mani sulle spalle restando dietro a lei. “Ecco, noi …” cominciò Leo. “Se volete dirmi che state insieme, questo l’avevo capito anche da solo” Alessandra sorrise guardando prima il fratello poi Leo. “Veramente saremo a uno stadio più avanti.” disse poi. Andrea spalancò gli occhi. “Cioè?” Leo strinse la mano ad Alessandra poi disse. “Io e Ale aspettiamo un bambino” Andrea si lasciò andare sullo schienale della poltrona. “Ah.” “E’ tutto quello che hai da dire?” “E cosa vi devo dire, ormai avete fatto tutto. Sei già stata dal dottore?” “Stamani, ha detto che va tutto bene” Andrea si alzò dalla poltrona e si accucciò accanto a lei, le carezzò il volto. Alessandra gli buttò le braccia al collo. “Oh, Andrea, pensavo che tu ti saresti arrabbiato” Andrea ricambiò l’abbraccio. “Se tu fossi stata incinta di qualcuno dei tuoi ex ragazzi, mi sarei sicuramente arrabbiato ma …. –alzò gli occhi verso Leo – ma visto che si tratta di Leo, non posso che esserne felice, non potevi capitare meglio.” Leo sorrise. Andrea si alzò e allungò la mano a Leo che la strinse felice, si guardarono e poi ridendo si abbracciarono. “So che renderai felice mia sorella.” “Farò del mio meglio.” rispose Leo lanciando uno sguardo d’amore ad Alessandra che guardava i due uomini più importanti della sua vita abbracciati. “Aho, che stamo a fa qua, Leo è tardi.” disse Carlo entrando senza bussare. Si misero tutti a ridere. “Ale è incinta” disse Leo. Carlo rimase a bocca aperta. “Ecco perché non volevi i miei consigli, piccolè” Andrea rise. “Mi sa, invece, che li ha seguiti visto che siete nelle stesse condizioni” Carlo sorrise, non avevano raccontato a nessun altro la verità sulla gravidanza di Jessica. “Ah, no. Io non gli ho detto nulla, ci deve essere un’epidemia” Tutti scoppiarono a ridere ma ancora non sapevano quanto di vero ci fosse in quella battuta. Annalisa e Luigi si stavano facendo le coccole nel letto. Luigi la carezzava pigramente seguendo le curve del suo corpo. “Sei bellissima” le mormorò sfiorandole la tempia con un bacio. Annalisa sorrise, non si era mai sentita così donna come sotto quello sguardo che ammirava il suo corpo. “Anche tu, non sei niente male.” replicò tracciando il contorno del suo viso con un dito. “Un uomo con lo sguardo scuro e profondo?” chiese divertito Luigi. Lei lo guardò sorridendo. “Anche, ma non solo.” “E che altro?” la stuzzicò lui. “Un corpo adeguato.” Luigi la sdraiò sulla schiena. “Adeguato? Cosa vuol dire adeguato” “Ok, Ok, mi arrendo. – disse Annalisa ridendo – un corpo perfetto” “Ecco, ora va già meglio” rispose Luigi baciandola. La passione prese di nuovo il sopravvento e li avvolse nelle sue spire. Quando suonò la sveglia si erano appena addormentati. “Che ore sono?” chiese Luigi. “Le 11 e mezzo, Andrea ha detto che a mezzanotte sei di turno” Luigi annuì. “Vado a fare la doccia.” Quando fu pronto, trovò Annalisa vestita. “Che cosa fai vestita?” “Vengo in caserma con te.” Luigi sorrise. “Va bene” Uscirono e tornarono in caserma mano nella mano. Andrea li vide arrivare e sorrise. Sembrava che tutto cominciasse ad andare per il verso giusto. Si era arrabbiato quando era arrivata sua sorella e invece quell’arrivo aveva fatto bene a lei che era maturata un po’ e a Leo che finalmente aveva trovato una ragazza che aveva visto oltre al suo aspetto fisico, poi c’erano Annalisa e Luigi anche loro aveva diritto a quella felicità che vedeva riflessa nei loro occhi da quando avevano posato l’ascia da guerra. Leo stava aspettando Luigi per montare in servizio. “Ciao, Annalisa, come va ?” Annalisa rivolse un sorriso a Luigi prima di rispondere. “Non potrebbe andare meglio, e tu?” Leo sorrise sornione. “Che cosa è successo?” “Ale è incinta.” “Wow, l’hai già detto ad Andrea?” Leo annuì. “E sei ancora vivo?” chiese ridendo Luigi. “Sembrerebbe di sì.” rispose Leo unendosi alla risata. “Annalisa, puoi venire su?” chiamò Alessandra che li aveva sentiti arrivare. “Ciao, buon lavoro, ragazzi” disse Annalisa salendo le scale. “Ciao.” rispose loro uscendo. “Allora, Ale, come va?” disse Annalisa non appena la vide. “Possiamo andare nella tua stanza?” chiese Alessandra. “Certo.” disse Annalisa aprendo la porta. “Che succede? Leo mi sembrava Created by eDocPrinter PDF Pro!! 84 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! felice.” Alessandra annuì. “Anche Andrea, se è per quello.” “Wow. Non ha spellato né te né Leo? Che gli sta succedendo?” Alessandra si strinse nelle spalle. “Gli piace Leo come cognato, credo” “E allora qual è il problema, hai una faccia!” Alessandra sbuffò. “Voglio fare qualcosa di speciale per Leo.” “Qualcosa di speciale per che cosa?” “Per fargli capire …” Alessandra si interruppe. “Quanto sia speciale per te?” concluse Annalisa per lei. Alessandra annuì. “E avevi già in mente qualcosa?” Alessandra annuì. “Volevo dedicargli un intera notte.” disse arrossendo. “Uhm, una specie di festa a sorpresa solo per voi due?” disse Annalisa. Gli occhi di Alessandra brillarono. “Sì, ma ho bisogno del tuo aiuto.” Annalisa annuì come se stesse pensando tra sé e sé. “Avrei un’idea. Che ne dici di farti trovare in una camera d’albergo, lontano da qui?” “Una camera d’albergo? Un po’ squallido.” “No, se prenoti una suite e se l’albergo è di lusso.” replicò Annalisa strizzandole l’occhio. “Dove potrei cercare?” “Alle terme ci sono tanti alberghi di lusso, telefoniamo e cerchiamo quello con la suite più bella.” Alessandra l’abbracciò. “Grazie, Annalisa.” Leo guardò Luigi che guidava. “Come mai è tornata in caserma Annalisa?” Luigi lo guardò un attimo poi tornò a guardare la strada. “Non gliel’ho chiesto, ma sinceramente preferisco che resti a dormire in caserma, sono più tranquillo.” “Possesso?” Luigi si strinse nelle spalle. “Non fare lo psicologo con me, Leo. Piuttosto dimmi che faccia ha fatto Andrea quando gli hai detto la novità” Leo sorrise. “Pensavo peggio. E’ rimasto un attimo senza parole poi ha abbracciato Ale e dopo anche me.” Leo sorrise. “Non vuoi parlare di te, eh? Se era quella luce nel tuo sguardo che aveva attratto la Morresi, chissà cosa farebbe ora che ci sono i fuochi d’artificio dentro.” Luigi rise. “Spero che abbia capito, che non sono interessato a lei.” Leo rise con lui. “Hai pensato al matrimonio?” chiese Luigi. “E come no? Ho accusato Carlo di aspettare che il figlio fosse in grado di fargli da paggetto, non posso certo fare come lui … ma non so se Ale sia d’accordo.” “Dovresti chiederglielo.” “In caserma? Molto romantico, sì” Una macchina che li sorpassò ad alta velocità fermò la risposta di Luigi. Leo mise fuori il lampeggiante e cominciarono ad inseguirla. PUNTATA 51 L’alba era appena spuntata, Andrea si svegliò e si accorse di essersi addormentato alla sua scrivania. La sera prima era rimasto a firmare le pratiche che Bordi gli aveva portato, aveva chiamato Paola e si era addormentando pensando a quanto fosse fortunato ad avere una donna come lei. Scosse al testa e si diresse in cucina da dove provenivano dei rumori ovattati. Entrò e vide Annalisa indaffarata. “Buon… Andrea ma che hai fatto? Hai una faccia!” “Mi sono addormentato sulla scrivania.” Annalisa rise tra sé. “Lavori troppo, lo vuoi un caffè?” “Sì, grazie, ma tu che fai alzata così presto?” “La parte culinaria della mia punizione. Sto preparando la colazione. Se alle otto devo cominciare a mettere a posto l’archivio…” “Non credo che il capitano Ranieri intendesse dire che ti devi alzare all’alba.” “Ero sveglia.” confessò lei. Fu la volta di Andrea di sorridere fra sé. “E tu come mai eri fino a così tardi nel tuo ufficio?” “Sono preoccupato.” “E per chi?” chiese Annalisa continuando a sbattere l’impasto per la torta. “Per un mucchio di persone, anche per te.” Annalisa mise la torta in forno poi si mise seduta accanto a lui. “Lo sai che per me non ti devi preoccupare, io me la so cavare benissimo anche da sola” Andrea scosse la testa. “Nonostante tutta la tua baldanza, sei più fragile di un cristallo.” Annalisa si strofinò il naso con il dorso della mano poi disse. “Spero che questo episodio non ti abbia fatto cambiare opinione su di me.” disse. Le sarebbe dispiaciuto aver perso la fiducia di un amico. “Forse sì, ma in meglio. Adesso so che sei umana anche tu.” le rispose ridendo. “Perché cosa credevi che fossi, un’aliena?” “No, ma vivevi come se il mondo fosse un metro lontano da te” Annalisa si guardò intorno un po’ imbarazzata. “Era l’unico modo per vivere normalmente che avevo trovato quando sono uscita da quel posto. Ho lasciato fuori dalla mia vita tutte le emozioni sia quelle buone che quelle cattive …” “Poi hai incontrato Luigi” Annalisa si strinse nelle spalle non voleva parlare di Luigi con Andrea senza averne parlato prima con il diretto interessato. “Oltre che per me, per chi sei preoccupato? Non mi dire Paola che quello è ovvio.” “Per Ale.” “Perché è incinta o c’è qualcos’altro?” Andrea la fissò. “Perché è incinta e non ti mettere a ridere.” “E perché dovrei. Ale non è più la sorellina che coccolavi perché aveva paura del buio, è una donna ormai.” “Lo so, ma io mi preoccupo lo stesso.” Annalisa gli sorrise “E poi per chi altri?” “Per Sonia, che ultimamente vedo un po’ strana, per Carlo che non mi sembra così felice nonostante che Jessica gli abbia detto di sì, per Hans che qui non ci sta bene” Annalisa scoppiò a ridere. “Insomma sei preoccupato per tutta la caserma! Mi sa che dovremo cominciare a preoccuparci noi per te, da quando noti tutti questi dettagli?” “Lo so che ti sembrerà ridicolo, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 85 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! ma da quando sono diventato il comandante, noto cose che prima non notavo, adesso capisco come faceva Capello a sapere sempre cosa stava succedendo in caserma.” “Certo che hai descritto un quadro sconfortante, siamo una caserma di patetici.” “Ed io sono in cima alla lista.” disse Andrea. “Beh, è chiaro sei il comandante, seguiamo il tuo esempio.” Andrea rise. “Non sarebbe il caso tu andassi a riposare un po’ in camera tua, Andrea?” gli disse. “Ormai è giorno, vado su a fare la doccia e poi torno.” Annalisa gli sorrise e gli posò una mano sulla sua.. In quel mentre entrò Luigi. “Andrea…” chiamò poi si bloccò. La scena che aveva sotto gli occhi poteva essere interpretata in tanti modi ma a lui sembrava il peggiore. Andrea si voltò verso di lui. “Dimmi, Luigi. E’ successo qualcosa?” “Abbiamo fermato due minorenni che guidavano un’auto a folle velocità.” Andrea si alzò dalla sedia e si avviò verso il suo ufficio. Annalisa alzò il volto verso Luigi e gli sorrise. Un sorriso diverso da quello che aveva rivolto ad Andrea, notò lui. Si avvicinò rapidamente a lei e le sfiorò le labbra. “Mi sei mancata” le bisbigliò. “Anche tu” rispose in un soffio Annalisa. Luigi annusò l’aria e disse. “Mi sa che non mi tocca la torta. Quando verranno giù le cavallette spolvereranno tutto.” “Preparerò una nuova torta.” gli disse strizzandogli l’occhio. Luigi le fece una carezza sul viso e raggiunse Andrea nel suo studio. I due ragazzini non sembravano nemmeno impauriti, anzi sembravano orgogliosi della bravata. “Ma bene –disse Andrea – chissà come sarà contento tuo padre, Giulio.” Il ragazzino lo sfidò con lo sguardo. “E invece tu Michele, questa è proprio la pubblicità che tuo padre aspettava in vista delle prossime elezioni.” Andrea si mise seduto dietro la sua scrivania. “Ah, a proposito i vostri genitori stanno arrivando.” I due ragazzini sembravano un po’ meno sicuri di prima. “Allora mi raccontate come è andata?” I due ragazzini si guardarono l’uno con l’altro ma nessuno parlò. Il telefono squillò, Andrea rispose. “Fallo accomodare, Bordi” Posò la cornetta poi si rivolse a Giulio. “E’ tuo padre, adesso ti spieghi con lui” Sentirono bussare alla porta. “Avanti” disse Andrea mentre Leo e Luigi si mettevano sugli attenti. PUNTATA 52 Il capitano Ranieri entrò nell’ufficio di Andrea. lanciò uno sguardo di fuoco ad uno dei ragazzi poi si rivolse ad Andrea. “Maresciallo, mi dica.” “Il brigadiere Testa e il carabiniere Bini hanno fermato i due ragazzi mentre guidavano a folle velocità in centro.” “L’auto?” chiese Ranieri. “L’auto non risulta rubata, capitano” rispose Luigi. “Voi due aspettatemi nel corridoio.” disse il capitano rivolto ai due ragazzi. Questi annuirono e si misero seduti sulla panca appena fuori lo studio. Annalisa portò la colazione nell’Ufficio di Andrea. “Ah, eravate voi due?” Risposero con un alzata di spalle. Bussò alla porta, Giulio l’aiutò ad aprirla. Posò il vassoio sulla scrivania di Andrea. “Grazie, brigadiere.” disse il capitano Ranieri. “Di niente, capitano” rispose Annalisa già sulla porta. “Bini, tu e il brigadiere Dionigi vi potreste occupare dei ragazzi là fuori mentre noi finiamo qui?” “Comandi, maresciallo” risposero insieme. Leo uscì con lei e li fece accomodare nell’archivio. Annalisa proseguì verso la cucina. “Torno subito.” Leo la vide entrare poco dopo con un altro vassoio. “Non vi meritereste nulla - disse loro Annalisa – ma ancora non facciamo morire di fame i fermati.” Mise di fronte a loro due tazze di caffellatte e alcuni biscotti. Davanti a Leo mise invece una tazzina di caffè e una fetta di torta. I due ragazzi la guardarono interessati. “Non è che ci sarebbe anche per noi?” “Credo proprio di no” rispose Annalisa cominciando a mettere a posto le cartelle di fascicoli che erano ancora appoggiate per terra. Leo aspettò che finissero di mangiare poi chiese loro. “Credevate davvero di farla franca?” I ragazzi si strinsero nelle spalle. “Vi credevo più furbi. – disse Annalisa continuando a mettere a posto i fascicoli – soprattutto tu, Giulio, sei figlio di un capitano dei carabinieri, dovresti saper che nessuno da una macchina a un minorenne senza uno scopo.” Giulio si voltò verso di lei. “Che vorresti dire?” Il capitano Ranieri stava entrando ma Andrea lo bloccò facendogli cenno con il dito di far silenzio. “Che era una trappola e voi due ci siete caduti come due allocchi.” “Una trappola?” “Sicuro – rincarò la dose Leo – e ci siete caduti come babbei.” “Noi non abbiamo rubato nulla – si difese Michele – ce l’hanno data.” “Prima di mezzogiorno, qualcuno verrà a denunciare il furto dell’auto e spunteranno dei testimoni che vi hanno visto al volante. Così se non succede nulla, diranno in giro che non abbiamo indagato perché c’è di mezzo il figlio del capitano e se invece diciamo che vi abbiamo preso, il padre di Michele può ritirare la sua candidatura alle elezioni comunali.” Giulio guardò Michele negli occhi sospirando. “Chi erano?” chiese Annalisa. “Non li avevamo mai visti.” rispose Giulio. “Ho capito – disse Annalisa – ieri sera vi eravate bevuti il cervello tutti e due. Nessun dubbio, vero?” “Veramente noi non volevamo, ma hanno insistito tanto.” “E vi siete Created by eDocPrinter PDF Pro!! 86 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fati convincere da due perfetti sconosciuti a guidare una macchina che poteva essere rubata e senza patente.” “ Io lo so che a volte può essere dura essere figlio di un carabiniere – aggiunse Leo – però, Giulio, questo era solo buon senso.” Giulio sbuffò tra sé. “L’hai fatto apposta?” chiese Leo a cui non era sfuggito il gesto. “No, ma per una sera volevo dimenticarmi di chi ero figlio. Mio padre mi aveva fatto una testa così ieri sera sull’orgoglio di essere un carabiniere, volevo fare una bravata, so guidare, avrei riportato l’auto a posto prima dell’alba, se i vostri colleghi non mi avessero fermato.” Andrea entrò. “Michele ci sono i tuoi genitori, puoi andare a casa. Per oggi niente scuola…torna qui oggi pomeriggio per firmare il verbale.” Accompagnò fuori il ragazzo e fece cenno a loro di continuare. “Volevi fare solo una bravata?” gli chiese Annalisa mettendosi seduta accanto a lui. Giulio annuì. “Sono stufo di essere bravo, tutti, a parte Michele, mi prendono in giro perché non bevo, non fumo, sono bravo a scuola … volevo essere diverso.” “Bello e dannato … magari per far colpo su qualcuna.” Giulio scosse la testa. “Credi che fare bravate ti renderà più popolare?” chiese Leo. Annalisa rise tra sé. “Sei illuso” gli disse. “Certo tu sei un carabiniere …una tutto d’un pezzo.” Annalisa rise. “Non sono nata carabiniere, Giulio.” Andrea e il Capitano Ranieri entrarono nell’archivio. “Andiamo a casa, Giulio.” “Io non devo tornare oggi pomeriggio a firmare il verbale?” chiese sfidando suo padre. “Certo che devi venire… ad aiutarmi a mettere a posto qui, visto che per colpa tua sono indietro di un’ora” gli rispose Annalisa. Andrea guardò il pavimento aspettando la reazione del capitano che invece guardò Annalisa con uno sguardo di riconoscenza. “Ha ragione il brigadiere Dionigi, oggi pomeriggio vieni ad aiutarla.” Rimasta sola con Leo, Annalisa raccolse le tazze e i piattini. Leo le disse. “Credi davvero che sia stata una trappola?” annalisa annuì. “Non vedo nessun altro motivo per il quale due sconosciuti insistono a voler far guidare l’auto da due minorenni.” Leo fece una smorfia. “Mi sa che questo caso diventerà una patata bollente.” “Anche secondo me. Va a riposarti Leo” “Dammi il vassoio, lo porto io in cucina.” “Grazie,Leo” Ricominciò a sistemare i fascicoli per ordine cronologico. C’era di tutto di più. Annalisa lesse qualcuno di quei fascicoli … . era immersa nella lettura di uno di questi quando si sentì afferrare alle spalle. “Luigi … Mi hai fatto prendere uno spavento.” Luigi le baciò la nuca. “Speravo di farti un altro effetto.” disse malizioso. “Quello quando non mi prendi di sorpresa.” replicò Annalisa girandosi verso di lui. Luigi si chinò su di lei per baciarla. Lei gli mise una mano sulla bocca. “Luigi, siamo in caserma.” “Credi che nessuno sappia che abbiamo trascorso la notte insieme … ieri?” Annalisa sorrise lasciandosi baciare. Quella caserma era come una grande famiglia, non potevi nascondere niente per molto tempo. Luigi continuò a baciarle il volto, “Non smetterei mai di baciarti.” le mormorò. “E invece dovrai farlo. – gli disse Annalisa – perché io devo finire questo lavoro e tu devi andare a riposarti se vuoi uscire con me oggi pomeriggio.” “Non sapevo che avessimo un appuntamento.” “Adesso lo sai.” Baciandola un ultima volta il viso, Luigi la lasciò da sola. PUNTATA 53 Dopo pranzo, Annalisa si avvicinò a Luigi e gli disse. “Si va in moto” Luigi annuì stringendosi nelle spalle come dire facciamo come vuoi tu. “Con la mia.” aggiunse lei. Luigi alzò gli occhi al cielo mentre Andrea sorrideva tra sé cercando di non guardarlo in faccia. “Guido io” specificò Annalisa davanti alla sua moto. “Non avevo dubbi in proposito.” replicò Luigi infilandosi il casco. Annalisa guidava bene, Luigi lo sapeva ma essere completamente nelle sue mani gli dava un leggero brivido di apprensione. Annalisa guidò verso Chianciano Terme. Luigi le cinse la vita domandandosi che cosa andavano a fare alle terme. Si fermarono davanti ad un albergo di lusso. “Che cosa siamo venuti a fare qua, tesoro?” le chiese mettendole un braccio sulle spalle. “Preferirei tu non mi chiamassi così.” Luigi la guardò con sospetto poi disse “Come vuoi tu.” Entrarono nella hall, il portiere li squadrò da capo a piedi. Annalisa scosse la testa “Questo non va bene” disse a Luigi ed uscirono. Luigi rimase interdetto ma la seguì. Si comportò così in altri due alberghi. Si fermò di fronte ad un albergo nuovo. Entrarono e la signora dietro il bancone si fece loro incontro. Annalisa sorrise. “Buonasera, signori, desideravate?” “Avete una suite?” chiese Annalisa. Luigi continuava a non capire, perché mai voleva prenotare una stanza d’albergo? “Per stasera?” chiese la signora. “No, tra un paio di giorni. Però vorrei vederla adesso, se fosse possibile.” “Certo, appoggiate pure i caschi qui.” Seguirono la signora fino al sesto piano. Annalisa entrò nella suite, controllò le stanze, il bagno, poggiò le mani sul letto per tastarlo. “Sì, va bene, solo che ho una richiesta particolare da farle. La camera mi serve per fare Created by eDocPrinter PDF Pro!! 87 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! una sorpresa ad un amico.” “Non verranno prostitute mi auguro.” disse la signora un po’ sospettosa. “No, no – la rassicurò Annalisa – è un incontro a sorpresa con la sua ragazza. Sa volevamo farli incontrare lontano da tutti, in un posto così.” La signora sorrise. E anche Luigi capì, stava organizzando qualcosa per Leo e Ale. “Avrei però alcune richieste da farle.” “Parliamone giù.” Annalisa sorrise. Uscirono dall’albergo soddisfatti. “Mi dici perché siamo usciti dagli altri alberghi senza chiedere nulla?” “Non mi piaceva come ci guardavano.” Luigi le passò un braccio sulle spalle e le disse. “Torniamo subito in caserma o facciamo una passeggiata?” Annalisa ripensò alla decisione che aveva preso prima mentre erano in moto e stava per rispondere che sarebbero tornati indietro subito poi lo guardò negli occhi e il desiderio di stare con lui ebbe il sopravvento su tutto. “Facciamo una passeggiata.” gli rispose sorridendo. Luigi la baciò e poi le prese la mano. Passeggiarono per il centro termale poi Annalisa si batté sulla fronte. “Che cosa c’è?” “Dobbiamo tornare in caserma. Deve tornare il figlio di Ranieri a mettere a posto l’archivio.” “Cielo, me l’ero dimenticato anch’io, deve firmare il verbale.” Annalisa guardò l’orologio poi disse. “Facciamo ancora in tempo.” Tornarono indietro a passo svelto, indossarono il casco e ripartirono. Annalisa faceva corre la sua moto ai limiti. Luigi si teneva stretto a lei, sperando di non finire schiantato dentro un albero. Arrivarono nel cortile della caserma giusto un attimo prima che arrivasse Ranieri. “Fiu!” disse Annalisa togliendosi il casco. “Ben arrivato Giulio, vieni ti aspettavo.” Lasciò il suo casco a Luigi strizzandogli un occhio ed entrò in caserma con il ragazzo. “Come ti avevo detto Giulio, stamani hanno denunciato il furto dell’auto.” Luigi salutò il capitano poi lo seguì in caserma. “Bordi, avverti il Maresciallo Ferri che è arrivato il capitano Ranieri.” Salì in camera per mettersi la divisa con la netta sensazione che ci fosse qualcosa che non andava con Annalisa, era stata sempre rigida, attenta ad evitare ogni contatto con lui, a parte la breve passeggiata. Scosse la testa. Si mise la divisa e tornò giù per far firmare il verbale ai due ragazzi. Michele firmò per primo poi andò a salutare Giulio. “Non ti preoccupare, Mick, andrà tutto bene.” Il ragazzo annuì. “Ha chiamato Angela, non vuole vedermi più.” disse Michele. Giulio gli strinse la mano ridendo. “Beh, allora a qualcosa è servito.” “Sì, speriamo serva anche a te.” Giulio si strinse nelle spalle scuotendo la testa. Annalisa continuò a mettere a posto i fascicoli facendo finta di niente. Quando furono soli gli chiese. “La tua ragazza non ti piace più?” Giulio la guardò poi disse. “Non credo di esserne mai stato innamorato.” Annalisa lo guardò con lo sguardo interrogativo. “Perché sto con lei? Perché era la ragazza che piaceva a mia madre, figlia di amici suoi.” “E a te invece chi piace?” Giulio sospirò “Una che neanche mi vede.” Annalisa sorrise. “Intanto devi lasciare quella che hai adesso.” “Ho provato tante di quelle volte che ormai ho rinunciato.” “Non vuole farsi lasciare?” chiese Annalisa. Giulio scosse la testa. “No, si è attaccata come una cozza allo scoglio e non molla.” Annalisa annuì mentre i suoi pensieri andavano altrove. “Mi ascolti?” chiese Giulio. “Scusa, dicevi?” “Dove devo mettere questi fascicoli?” “Su quello scaffale.” Il capitano Ranieri venne a chiamare il figlio per firmare il verbale. “Vai pure, Giulio, grazie dell’aiuto e in bocca al lupo.” gli disse Annalisa. “Torna anche domani pomeriggio” disse il Capitano Ranieri. “Era la mia punizione.” rispose Annalisa pur sugli attenti. “Sì, lo so ,ma anche lui ha bisogno di una punizione.” “Comandi” rispose Annalisa. “Ho già parlato con il maresciallo Ferri, la metterà sempre di turno di pomeriggio in modo che coincidano i vostri orari.” Annalisa annuì. Rimasta sola, finì di collocare i fascicoli già ordinati poi uscì.”Annalisa puoi venire un attimo?” chiese Andrea vedendola passare. Annalisa entrò nello studio di andrea dove c’erano sia Luigi che Leo. “Leo mi ha riferito che avevi predetto ai ragazzi quello che è successo oggi.” Annalisa si strinse nelle spalle. “Era ovvio no?” “Mica tanto.” replicò Leo. “Sì invece” “Secondo te due sconosciuti offrono una macchina da guidare a due minorenni delle Perugia che conta per niente?” “Credi al loro racconto?” chiese Luigi. “Non hanno scassinato niente, avevano le chiavi della macchina. Come se le erano procurate, svaligiando l’appartamento di questo tizio?” chiese Annalisa continuando a guardare Andrea. Andrea la guardò perplesso. “I testimoni si sono già presentati?” “Perugia non ci ha ancora detto nulla a proposito.” “Sarà questione di tempo. Sono stati degli stupidi eppure …” “Eppure?” chiese Andrea. “C’è qualcosa che mi sfugge, possibile che due come loro si siano lasciati convincere così facilmente?” Andrea rimase pensoso anche a lui era venuto quel dubbio, conosceva Giulio Ranieri da orami tre anni e gli era sempre sembrato un ragazzo intelligente molto più dei suoi due fratelli maggiori, come aveva fatto a non capire che era quanto meno avventato quello che stavano facendo? Scosse la testa. “Ok, vedi se riesci a carpire qualcosa da Created by eDocPrinter PDF Pro!! 88 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Giulio in questi pomeriggi che verrà qui pare che con te si confidi.” “Hai messo dei microfoni in archivio?” chiese minacciosa. “No, ti ho sentito stamani, io e Ranieri siamo rimasti fuori dalla porta un po’ prima di entrare. “Vado a fare la doccia poi scendo a preparare cena.” disse ad Andrea ignorando totalmente Luigi. PUNTATA 54 Andrea si voltò verso Luigi e gli chiese. “Ho perso qualche passaggio? Oggi eravate così vicini e adesso?” Luigi lo guardò tristemente. “E adesso ho la sensazione di essere tornato ad essere il brigadiere Testa.” Andrea gli mise una mano sulla spalla. “Vuoi che le parli io?” “Non credo che serva. Il punto è che non si fida di me.” “O di se stessa.” Andrea e Luigi si voltarono verso Leo. “Che cosa vuoi dire?” “Quello che ho detto. Va su da lei, Luigi, non le chiedere nulla. Baciala e basta.” Luigi guardò prima Leo poi Andrea che annuì. Salì le scale di corsa. Bussò alla porta di Annalisa. Lei aprì e lo guardò interrogativamente. Luigi la spinse nella stanza, chiuse la porta e la baciò. Annalisa rispose a quel bacio con lo stesso ardore di Luigi. “Siamo in caserma, Luigi” gli disse quando si slacciarono. “Ho l’autorizzazione del maresciallo.” replicò Luigi baciandola di nuovo. Si baciarono finché rimasero senza fiato. “Luigi - mormorò lei contro la sua spalla – è meglio se ci fermiamo qui.” Luigi le carezzò i capelli e poi la fece sedere sul letto mettendosi seduto accanto a lei. Respirò profondamente poi le chiese. “Hai bisogno di una mano per la sorpresa a Leo?” Annalisa lo guardò riconoscente. Sapeva che si sentiva come lei, in preda a un desiderio fortissimo, ma quello non era il luogo adatto. “Sì, ho bisogno di una mano” e Luigi ebbe la sensazione che non parlasse solo di Leo. La baciò di nuovo sdraiandola sul letto. Questa volta nessuno dei due fece obiezioni si ritrovarono nudi e allacciati cercando di darsi l’un l’altro più piacere possibile. Luigi continuò a baciarla e a coccolarla. “Annalisa… “ mormorò tra i suoi capelli. Annalisa alzò il volto e gli carezzò il contorno del volto. “Sei bellissimo, Luigi” Luigi le sorrise baciandole lievemente le palpebre. Sentì il suo stomaco brontolare e sorrise “Forse è il caso che vada a preparare cena.” “Io ho già cenato.” disse lui carezzandole il seno. “Anch’io, ma gli altri no … se non vuoi che vengano a cenare qui con noi…” Luigi le prese un polso e le disse. “No, per l’amor del cielo, t’immagini se viene Prosperi? Diventiamo lo zimbello della caserma.” Annalisa rise con lui. Si alzarono, lei andò a fare la doccia, lui si rivestì rapidamente e cercando di non farsi vedere tornò in camera sua. Due occhi verdi videro il passaggio e sorrisero. “Rimpiangeremo la tua punizione, Annalisa” le disse Prosperi. Bordi bofonchiò qualcosa. “Lascerò le mie ricette a Bordi” disse strizzando l’occhio al collega che lo ricambiò. Il clima era rilassato e continuarono a farsi battute. “Prosperi ma hai deciso la data del matrimonio?” gli chiese Luigi dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa con Annalisa. Carlo sembrò strozzarsi con l’acqua poi disse. “Il 24 dicembre” Tutti scoppiarono a ridere. “Carlo, ma è la vigilia di Natale!” gli ricordò Leo. “Jessica lo sa?” chiese Annalisa. “Non ancora.” Ancora uno scoppio di ilarità coprì il povero Carlo. Fu lo squillo del cellulare di andrea che terminò le risate. Andrea andò a rispondere nel corridoio. Quando tornò il suo umore era cambiato. “Sta arrivando il proprietario dell’auto, con i colleghi di Perugia. Testa e Bini assisterete con me all’interrogatorio visto che li avete fermati voi.” “Comandi “ risposero. “Dionigi, il capitano Ranieri ha detto che, eccezionalmente, in deroga alla tua punizione devi assistere anche tu.” “Vado a mettermi la divisa.” “Vada, vada brigadiere, ci penso io qui” le disse Bordi che nonostante fosse lì da qualche mese non riusciva a darle del tu. “Vengo anch’io” disse Luigi. “Sì, ma ognuno nella sua stanza” disse loro nel corridoio Andrea. Risero “Sto aspettando in gloria che torni Paola e me la pagherai, ti assicuro che me la pagherai, maresciallo.” gli disse Annalisa puntandogli un dito contro. “Sto già tremando” replicò Andrea, “Trema, trema, vedrai” concluse Annalisa salendo le scale seguita dalla risata di Andrea. Quando tornarono giù, il maresciallo di Perugia era appena arrivato. Si scambiarono un’occhiata di intesa e seguirono Andrea nel suo studio. Andrea fece accomodare il collega alla sua scrivania e lui rimase in piedi. “Si accomodi, signor Casentini.” disse all’uomo che era rimasto in piedi. Annalisa si mise seduta su una delle poltrone all’angola della stanza. Il collega di Perugia inarcò il sopracciglio ma vedendo che Andrea non diceva nulla,tacque anche lui. “Quando si è accorto della scomparsa della sua auto?” chiese Andrea. “La mattina quando sono andato a prenderla per andare a lavorare.” “Ed è andato subito a fare la denuncia?” “Sì, perché?” “Nessun altro avrebbe potuto prenderla?” chiese Andrea che si stava consultando con lo sguardo sia con Annalisa che con gli altri. “No.” “Ha un solo mazzo di chiavi per quell’auto?” chiese Annalisa. L’uomo si voltò verso di lei impallidendo un attimo. “Perché?” “Le domande le facciamo noi – Created by eDocPrinter PDF Pro!! 89 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! disse Andrea – lei ci deve dare le risposte.” “Sì, c’è una sola chiave.” “Allora ci dice con quale chiave aveva intenzione di guidare la sua auto, visto che le chiavi erano nella macchina che abbiamo ritrovato?” chiese ancora Annalisa. L’uomo cominciò a balbettare. “Conosce Giulio Ranieri e Michele Dati?” Il maresciallo di Perugia impallidì e guardò Andrea che gli fece cenno di stare tranquillo. “N…no.” balbettò l’uomo. “Sicuro? Perché testimoni hanno detto che è stato lei a dar loro le chiavi.” l’uomo impallidì ancora di più. “Possiamo chiamare i ragazzi e fare un confronto se crede” disse Andrea. L’uomo spostava il suo sguardo da Andrea ad Annalisa. Annalisa lo stava guardando con uno sguardo fermo come se avesse effettivamente le prove di quello che aveva detto fino a quel momento. L’uomo inghiottì vistosamente poi disse. “Sì. gliel’ho data io la macchina.” “Perché?” chiese Andrea. “Perché Angelo Dati è uno sporco vigliacco, aveva promesso un lavoro al mio ragazzo ma poi l’ha licenziato dopo due giorni solo perché era stato in galera. Volevo fargli vedere cosa si prova ad avere un figlio indagato.” Andrea sospirò guardando Luigi e Leo. “Brigadiere Testa prepari il verbale poi lo faccia firmare al signor Casentini.” “Comandi” disse Luigi uscendo. “Un’ultima domanda come li ha convinti?” chiese Annalisa. l’uomo tacque. “Aggraverebbe la sua posizione dircelo?” L’uomo continuò a tacere. “Beh, fa niente lo chiederemo a loro” Andrea le sorrise mentre il maresciallo di Perugia conduceva l’uomo a firmare il verbale. “Ancora una volta ci siamo riusciti.” le disse. “Sì, ma credevo che al tuo omologo di Perugia venisse un accidenti.” “Non è abituato ai tuoi metodi poco ortodossi ma efficaci.” “Ai nostri metodi, mio caro maresciallo, perché tu li approvi.” Andrea rise scuotendo la testa. “Andiamo a dormire, va. E..” “e ognuno nella sua camera.” terminò per lui Luigi che era rientrato nell’ufficio. Risero tutti insieme, anche quel caso era risolto e stavolta il capitano Ranieri aveva tutte le ragioni di questo mondo per essere soddisfatto del loro operato. PUNTATA 55 Leo era nervoso. Non riusciva a stare solo con Alessandra, anzi aveva la sensazione che negli ultimi due giorni lei lo evitasse. Le aveva comprato un anello, lo aveva fatto vedere a Luigi e Annalisa, loro avevano approvato la sua scelta. Ora il problema era trovare un attimo di tempo per portare Ale in un posto speciale e chiedere se voleva diventare sua moglie. “Leo.” chiamò Annalisa. “Sì?” “Dovresti portare questo pacco all’Hotel Imperiale a Chianciano Terme, stanza 610.” Leo sospirò. “Sì, lo so che volevi uscire con Ale” “Sapessi dov’è.” mormorò sconsolato Leo. “Facciamo così, tu vai a consegnare il pacco ed io cerco di rintracciare Ale, tanto tra un’ora sei di nuovo qui, non è tardi per uscire. Tu preparati già come per uscire, così risparmiamo tempo.” Leo si avviò per le scale. “Leo, mi raccomando, lo devi portare tu in camera il pacco, è una cosa troppo delicata.” Leo annuì sempre più sconsolato. Luigi arrivò in quel momento dopo aver accompagnato Alessandra all’albergo. “Tutto a posto?” gli bisbigliò Annalisa facendogli percorrere la schiena da piccoli brividi. Luigi annuì e indicando Leo disse. “Domani non avrà quella faccia.” “Speriamo.” replicò Annalisa. Luigi la guardò lei si strinse nelle spalle. Leo guidava verso Chianciano Terme con il cuore pesante, e se Ale non fosse interessata? Se nonostante aspettasse un bambino da lui non volesse sposarlo? e soprattutto se non lo amasse? Parcheggiò davanti all’albergo, prese il pacco dalla bauliera ed entrò nella hall. “Devo consegnare questo pacco alla camera 610” disse al portiere. L’uomo gli disse. “Lo lasci, lo farò portare dal facchino.” “Mi dispiace, lo devo consegnare personalmente.” “Non è possibile salire alle camere se non si è clienti” “Lo lasci salire, sono già d’accordo con il cliente della camera” Leo ringraziò e salì sull’ascensore. Arrivato al sesto piano, percorse un tratto di corridoio poi vide il numero sulla porta. prese un respiro e bussò. La porta si aprì lentamente e Leo restò senza fiato. “Non vuoi entrare, Leo?” chiese Alessandra. Leo era rimasto incantato a veder il corpo di lei, fasciato da un body di pizzo rosso. Si costrinse a fare un passo dentro la stanza. Alessandra chiuse la porta e gli prese la scatola dalle mani. “Credevo tu non arrivassi più.” gli disse. Leo non si era ancora ripreso dallo choc. Alessandra si adombrò e voltandogli le spalle si allontanò. “Lo sapevo che era un’idea stupida.” Leo si riscosse e la prese per un braccio attirandola in un bacio colmo di passione. “Mi hai colto di sorpresa, Ale, sei talmente bella che sono rimasto senza parole.” le disse carezzandole il volto. Alessandra gli sorrise poi disse. “Stanotte, sei mio prigioniero.” “Ah, è un sequestro di persona?” replicò Leo capendo tutti sotterfugi degli ultimi due giorni. “Sì.” disse Alessandra cominciando a spogliarlo. Leo restò in boxer continuando a rimirare quel corpo meraviglioso. Alessandra gli carezzò il torace scendendo fino all’elastico dei boxer facendoglieli scivolare sempre più giù e risalendo con una carezza che fece trattenere il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 90 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fiato a Leo. “Ale” mormorò con voce roca spingendola verso il letto. “Come si toglie questo coso?” chiese Leo sdraiato accanto a lei. “Ci sono dei bottoni là” disse Alessandra indicando vagamente verso il basso ventre. Leo ebbe un ghigno poi cercò con le mani i bottoni continuando a baciarla e dopo aver aperto i bottoni continuò ad accarezzarla facendola gemere di piacere. “Leo, ti prego..” mormorò lei inarcandosi a cercare il contatto con il suo corpo. Leo non se lo fece chiedere un’altra volta ed entrò in lei riempiendola col suo corpo e con il suo amore. Alessandra rispose ai suoi baci cercando di contraccambiare il piacere che lui le stava dando. Arrivarono uniti all’apice del piacere e poi rimasero allacciati cercando di recuperare il fiato. “Hai organizzato tutto questo per me?” chiese Leo dopo un po’, guardandosi intorno. la camera era adornata di rose, mentre da uno stereo usciva della musica soft. “L’idea è stata mia ma l’organizzazione è merito di Annalisa. Io non sarei stata in grado di rendere tutto così perfetto” “Ti sbagli, tu rendi tutto perfetto solo con la tua presenza.” le disse Leo. Poi si chinò e cercò nei pantaloni. Alessandra gli chiese “Che stai cercando?” “Una cosa per rendere questa notte speciale.” Tirò fuori la scatolina di velluto blu. Alessandra inghiottì, la sua gola era diventata secca, non poteva essere vero, Leo le aveva letto nel pensiero. “Qualunque cosa risponderai, non cambierà i miei sentimenti nei tuoi confronti ma – disse mettendosi in ginocchio di fronte a lei – mi vuoi sposare e rendermi l’uomo più felice del mondo?” Alzò lo sguardo su di lei e vide che piangeva. Si alzò di scatto e la prese tra le braccia. “No, Ale, non piangere, fa niente …” Alessandra lo fissò negli occhi. “Sto piangendo perché sono felice. Oh, sì Leo che ti voglio sposare, ti amo così tanto.” Leo sospirò tra i suoi capelli. le prese la mano sinistra e le fece scivolare l’anello all’anulare. “E’ bellissimo” disse Alessandra ancora tra le lacrime. “Mai quanto te.” replicò Leo baciandola prima dolcemente poi con sempre più passione. “Volevo qualcosa di speciale per farti capire quanto sei importante per me, ma tu hai reso tutto ancor più bello di ogni mia più rosea aspettativa.” disse Alessandra alludendo all’anello. “Avrei voluto chiedertelo anche prima, ma mi sembrava un po’ presto, questo piccoletto – disse carezzandole la pancia – mi ha dato la forza di osare.” Alessandra posò la sua mano su quella di Leo, pensando che tra qualche mese avrebbero potuto sentire il loro bambino muoversi nella pancia. Leo la guardò negli occhi. “Sei ancora più bella del solito.” “Perché sono la donna più felice del mondo” rispose Alessandra. Lo sguardo di Leo cadde sulla scatola che aveva portato. “Che c’è dentro la scatola?” “Non lo so. Annalisa mi aveva detto che avrebbe trovato una scusa per mandarti qui.” Leo si alzò e aprì la scatola mettendosi a ridere. Alessandra lo raggiunse e si aggiunse alla sua risata. Tirò fuori un barattolo di nutella, della panna montata, fragole, dei sali da bagno profumati alla rosa e poi un bigliettino. <<Fai pure con comodo, facciamo noi il tuo turno della mattina. Annalisa e Luigi>> Leo scosse la testa. “Prima o poi dovremo ricambiare loro il favore.” “Non credo che ne abbiano bisogno” “Che vuoi dire?” “Che l’altra sera ho visto Luigi uscire dalla camera di Annalisa e non sembrava che avessero parlato. “ Leo sorrise poi le disse. “Da che cosa vuoi cominciare?” “Idromassaggio?” Leo annuì e prendendo i sali da bagno ringraziò il Signore di avergli dato una donna così bella e degli amici così affezionati. “Sarà una notte lunga “ gli disse Alessandra. “Abbiamo tutto il tempo per assaporarla” concluse Leo baciandola. PUNTATA 56 Annalisa stava preparando la colazione in cucina quando si sentì afferrare per la vita. Si voltò nell’abbraccio e fissò Luigi. “Mi farai prendere un accidente, Luigi. E se avessi urlato?” “Ti avrei chiuso la bocca con un bacio.” replicò Luigi passando dalla parole ai fatti. Luigi la guardò in faccia. “Perché mi sfuggi?” le chiese. “Devo preparare la colazione.” rispose lei ben sapendo che non era la risposta alla sua domanda. Luigi la guardò fissa negli occhi e si accorse che stava di nuovo costruendo un muro tra loro, ma stavolta non glielo avrebbe permesso, come aveva detto Leo? Baciala e basta. Si chinò su di lei e la baciò con una violenza che lasciò lui per prima sorpreso. Annalisa non si tirò indietro rispose a quel bacio con la stessa energia. Luigi sentì che le sue difese si stavano di nuovo sgretolando quando sentì le mani di lei raggiungere la sua nuca e stringerlo a sé. Addolcì il bacio pur continuando ad essere appassionato. Il colpo di tosse li fece slacciare. “Quando avete finito, io vorrei fare colazione.” Annalisa sorrise ad Andrea. “E’ pronta.” gli disse. “Non l’avrei mai creduto, mi sembravi impegnata in altre cose.” “E’ appena arrivato” replicò lei. “Brigadiere Testa, non vorrei ricordarle di continuo che siamo in caserma.” gli disse Andrea guardandolo con sguardo indulgente. “Vado, sostituisco Leo, stamani.” disse. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 91 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Ti porto la colazione di là, Luigi” gli disse Annalisa strizzandogli l’occhio. Luigi ricambiò. “Com’è che vi cambiate i turni senza dirmi nulla?” “Una situazione di emergenza.” Andrea si allarmò subito. “Che emergenza? Dov’è Leo e soprattutto dov’è Ale?” Annalisa sorrise. “Sono insieme ma non in un ospedale sei tranquillo adesso? Ti pare che se fosse successo qualcosa a tua sorella non te l’avremo detto?” Andrea sospirò. “Povera Paola, quando sarà incinta. La farai impazzire.” Andrea scosse la testa. “Risparmiandomi i dettagli che non mi interessano, sei sicura che siano insieme? Gli ultimi due giorni li ho visti molto strani.” Annalisa lo guardò come se fosse stupido. Andrea mise le mani davanti a sé come implorare pietà. “Tieni la tua colazione e smettila di preoccuparti per ogni sciocchezza. Ti rovini solo la vita.” Arrivarono anche gli altri. “Che qualcuno ha visto Leo?” chiese Carlo. “No, nessuno da ieri sera.” rispose Bordi. “Sarà successo qualcosa?” chiese Carlo. “Non è successo niente, Carlo, mangia” gli rispose Andrea mentre guardava Annalisa che usciva con il vassoio per portare colazione a Luigi. “Mi hai portato la torta?” chiese Luigi. “Come no, la preparo solo per te.” Luigi la prese per un polso. “Vedi di evitare questo tono sarcastico con me!” la guardò e vide che aveva gli occhi pieni di lacrime. “Annalisa, non mi vuoi dire che cosa c’è?” Annalisa rimase in silenzio mentre le lacrime le scendevano lungo le guance. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e gli disse. “Se qualcuno mi cerca, sono in camera mia.” Luigi annuì. Annalisa salì le scale continuando a tirar su con il naso. Aveva bisogno di stare un attimo da sola per riordinare le idee. Si sdraiò sul letto e cominciò a ripensare a quella sensazione di panico che l’aveva colta quando Luigi era salito sulla moto dietro di lei. Non era stata per il contatto fisico ma perché Luigi si era affidato totalmente a lei. Lei non faceva guidare la sua moto a nessuno e non saliva su una moto guidata qualcun altro. Non le aveva detto niente, nemmeno quando si erano scapicollati verso la caserma al ritorno, non una sola parola su come aveva guidato. Purtroppo lei sentiva di non nutrire tutta questa fiducia in lui, allora aveva cercato di allontanarlo, ma non c’era riuscita. Forse non aveva fiducia in lui, ma Luigi le piaceva e anche molto, le piacevano i suoi baci, le sue carezze, il suo modo di farla sentire protetta. Quelle di prima erano state le lacrime della sua resa, aveva provato a combattere contro i sentimenti che provava per Luigi ma aveva perso. Si passò le mani sul volto chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare quando si fosse trovata di nuovo di fronte a Luigi. Un live bussare alla porta la distolse dai suoi pensieri. Aprì e si trovò davanti Alessandra con gli occhi che le brillavano. “Luigi mi ha detto che ti avrei trovata qui” Annalisa la fece accomodare. “Vedo dal tuo sguardo che è andata bene.” “Più che bene guarda” disse Alessandra mostrandole l’anello. Annalisa sorrise. “Credevo che non avrebbe trovato il coraggio di dartelo.” le disse. “Sono così felice per te” Alessandra la guardò. “Ma tu hai pianto! Va tutto bene?” “Sì, non ti preoccupare, adesso va tutto bene.” poi aggiunse. “Andrea ti ha visto? Era preoccupato per voi due.” “No, era occupato al telefono così sono passata a dirlo a te.” Annalisa l’abbracciò. “Ora, vado” le disse Alessandra. Dopo qualche minuto qualcuno bussò di nuovo alla sua porta. Annalisa si alzò dal letto sbuffando. Sulla porta c’era Luigi con una tazza di the. “Andrea mi ha mandato a chiedere come stai” Sto bene.” rispose Annalisa prendendo la tazza e cercando di chiudere la porta. “Andrea ha detto che non mi vuole vedere tornare giù con una risposta del genere.” Annalisa alzò gli occhi al cielo. Era un complotto, chiaramente. “Entra” disse riaprendo completamente la porta. Luigi entrò e chiuse la porta. “Non mi pare che tu stia tanto bene.” disse asciugandole una lacrima all’angolo dell’occhio. “Non mi vuoi dire che cosa c’è che non va?” Annalisa bevve un sorso di the poi lo guardò. “Non è facile.” “Non è mai facile mettere a nudo i propri sentimenti e tu non l’hai mai fatto.” Non era un’accusa, si disse Annalisa, era solo una constatazione. Annalisa prese un respiro profondo poi guardandolo fisso negli occhi gli disse “Non so se quello che provo per te sia abbastanza” “Abbastanza per che cosa?” Annalisa si morse il labbro inferiore. “Abbastanza per te.” “Per me? Io ti piaccio? – Annalisa annuì- allora basta.” Annalisa scosse la testa. “Io non sarei mai salita dietro la tua moto.” disse lentamente. Luigi capì che cosa era successo. Si grattò un attimo la fronte poi le disse. “E’ quello che ti ha fatto credere di non darmi abbastanza?” Annalisa annuì. “Lo so che è sciocco ma..” Luigi la interruppe. “Non è sciocco, mi rende invece immensamente felice.” Annalisa lo guardò come se fosse stupido. Luigi si mise in ginocchio accanto a lei e le prese le mani. “ Tutti questi tuoi dubbi, vogliono dire che tieni a me più di quanto tu stessa non creda.” Annalisa scosse la testa, non capiva, lui era felice se lei non si Created by eDocPrinter PDF Pro!! 92 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fidava? c’era qualcosa che le sfuggiva. Luigi guardò tutti i pensieri passarle nello sguardo e sul volto, poi vide aprirsi un sorriso su quel volto che lui amava più di ogni cosa. “Dici davvero che ti basta quello che riesco a darti?” Luigi ricambiò il sorriso e l’abbracciò. “Certo che basta, vuoi che te lo dimostri?” chiese prendendole il viso tra le mani. PUNTATA 57 “Certo che basta, vuoi che te lo dimostri?” chiese prendendole il viso tra le mani. Lo sguardo di Annalisa si illuminò. “Un‘altra infrazione al regolamento? Credo di non averne mai fatte così tante da quando…” “da quando hai cominciato ad ascoltare il tuo cuore.” concluse per lei Luigi baciandola. Annalisa ricambiò quel bacio come se da quello dipendesse la sua vita. Luigi cominciò a carezzarla sulla pelle infilando la mano sotto il maglioncino e facendolo volare sul pavimento. La fece sdraiare sul letto dopo averle slacciato anche il reggiseno. Si chinò sul suo seno e cominciò a tracciare dei cerchi intorno alle aureole prima con la bocca poi con la lingua. Annalisa sentì brividi percorrerla per tutto il corpo mentre il desiderio di averlo dentro di sé cresceva a dismisura. “Luigi..” mormorò con voce roca. Luigi alzò la testa dal suo seno e le sorrise, la finì di spogliare e si spogliò con una velocità di cui non si credeva capace. Si sdraiò accanto a lei. “Posso fare io?” chiese timidamente lei. “Tutto quello che vuoi.” replicò Luigi sperando di resistere ancora un po’. Annalisa si mise a cavalcioni su di lui e cominciò a carezzarlo e baciarlo. Luigi faceva dei respiri profondi cercando di non esplodere prima di aver lasciato che Annalisa facesse quello che sentiva di fare sul suo corpo ma era difficile, avere quella donna sensuale su di sé che lo faceva impazzire di desiderio e non poterlo appagare. Sembrò che Annalisa avesse letto nel suo pensiero perché si mosse su di lui accogliendolo nel suo corpo. Luigi le posò le mani sui suoi fianchi dettandole il ritmo da tenere. Fu un attimo e il piacere li travolse entrambi, lasciandoli sfiniti e appagati. Annalisa si sdraiò sul suo torace e abbandonò il volto sulla sua spalla. Luigi le carezzò i capelli, stringendola a sé. “Sei incredibile, sai” le sussurrò. Annalisa alzò il volto verso di lui e sorrise. Non si era mai sentita così bene come tra le braccia di quell’uomo che adesso la stava carezzando in modo pigro e sensuale. Annalisa sfregò il volto nel suo collo. “Dovremo fare qualcosa anche per Andrea.” mormorò Annalisa baciandolo sul collo. “Direi proprio di sì.” concordò Luigi continuando a carezzarla. Il cellulare di Luigi squillò. Le mostrò il display, Annalisa rise. <Game Over> aveva messaggiato Andrea, Luigi rise insieme a lei. “Vado” Annalisa rimase sdraiata sul letto a guardare Luigi rivestirsi. Era proprio un bell’uomo non si sarebbe mai stancata di rimirare quel corpo che sapeva renderla così felice. Luigi colse il suo sguardo e le sorrise. “Smetti di guardarmi così o non rispondo di me.” Annalisa fece finta di nascondere il volto tra le mani continuando a sbirciarlo ogni tanto. “Come sembro?” chiese. “La divisa sta bene, è la tua faccia che non ingannerà nessuno su cosa sia successo in questa stanza.” gli disse. Luigi si strinse nelle spalle. Non gli importava cosa pensavano gli altri, la cosa principale era che finalmente Annalisa avesse ritrovato il sorriso e il buonumore. Era ancora sdraiata sul letto quando squillò anche il suo cellulare. Andò a rispondere e vide che era Paola. “Ciao! Come va?” rispose. Paola sorrise. “Cosa ci fai ancora nuda a quest’ora? O forse dovrei dire di nuovo nuda? Che sta succedendo,lì?” “Un mucchio di novità dall’ultima volta che hai chiamato” “Vedo, vedo.” disse Paola ridendo “ Che fine ha fatto l’integerrimo Brigadiere Dionigi che conoscevo?” Annalisa rise. “Lo vorrei sapere anch’io.” “A me non interessa, mi sembri più felice adesso.” Annalisa guardò nel display del videofonino e sorrise alla ragazza “Tu come stai? Mi sembri dimagrita, sei sicura che stai bene?” Paola annuì. “Avrei però un favore da chiederti.” “Spara” “Devo venire lì a Città della Pieve almeno un giorno.” Annalisa annuì. “D’accordo, appena so qualcosa ti chiamo, tu però mangia o ad Andrea verrà in colpo quando ti vede.” Paola annuì e chiuse la comunicazione e rimase pensierosa. Paola le nascondeva qualcosa, non stava affatto bene. Si vestì ripensando all’immagine di Paola. Quando fu vestita, formò il numero del Generale Burchi, ormai lo sapeva a memoria. “Dionigi” “Hai bisogno di qualcosa?” “Sì, altrimenti non avrei disturbato.” “Quando vuoi venire?” “No, deve venire qui la Vitali.” “E’ più difficile lo sai” “Sì, ma sembra importante e comunque non credo che stia bene” “Quello l’ho notato anch’io” “Veda se può far qualcosa e le faccia fare qualche analisi, per favore.” “Sì, Lisa, tra qualche giorno dovrebbe capitare a Roma il capitano Ranieri, se ce la faccio la mando indietro con lui.” “Grazie, maresciallo” “Sono generale da più di dieci anni.” “Lo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 93 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! so, ma lei per me resterà sempre maresciallo.” “Non è molto gratificante, Lisa” Annalisa sorrise lo salutò e chiuse la comunicazione. E sì per lei lui sarebbe stato sempre il maresciallo Burchi come era quando l’aveva conosciuto. “Annalisa?” Annalisa aprì per l’ennesima volta la porta di camera sua. “Ciao, Sonia.” “Mi hanno mandato a chiamarti, è quasi ora di pranzo.” Annalisa rise. “Le pance brontolano?” chiese. “Sembrerebbe di sì” “Che cosa ci prepari di buono oggi?” “Dovrò cominciare a far come Bordi, pasta al pomodoro e verdure lesse. Vi state abituando male.” Sonia e Annalisa risero scendendo le scale. Andrea la sentì ridere e tirò un sospiro di sollievo. “Allora, questo pranzo?” le disse quando le passò davanti. “Lo sai che ha ragione Bordi quando brontola” replicò Annalisa andando in cucina.”Oggi pasta in bianco e mozzarella, così imparate a criticare la cuoca.” “Io non ho criticato nessuno” disse Luigi che era in cucina a bere. “Tu hai già mangiato.” gli disse spostandolo dal frigorifero. “Non abbastanza.” “Non per colpa mia e adesso fuori dalla cucina se volete pranzare, forza” Luigi le legò il grembiule baciandole la nuca. “Vale anche per te, amigo” Andrea osservò la scena dalla porta. “Luigi, puoi venire un attimo con me?” il tono di Andrea era amichevole e Luigi dopo un ultimo bacio lo seguì. PUNTATA 58 “Luigi, devi smettere di baciare Annalisa, quando siete in caserma.” gli disse Andrea mentre giocavano a basket nel cortile. “Lo so, Andrea, ma…” Andrea lo interruppe. “Lo so meglio di te quanto sia difficile mantenere le distanze dalla persona a cui si vuole bene.” “Non è solo quello.” disse Luigi tirando la palla e facendo canestro. “E allora cos’altro c’è?” “Ha bisogno di essere rassicurata continuamente altrimenti si crea dei dubbi assurdi che la distruggono.” Andrea annuì. “L’ho notato anch’io. Quell’indagine della bambina ha rotto il muro di protezione che si era creata intorno, e adesso non ha più punti di riferimento” entrambi si voltarono verso Leo. “Quant’è che ci ascolti?” chiese Luigi. Leo li guardò entrambi poi disse loro. “Sarei io lo psicologo” Andrea e Luigi sorrisero. “Hai ragione ma non credevo che Luigi avesse bisogno di una consulenza di quel tipo, io lo stavo solo ammonendo di rispettare il regolamento.” “Lo so – disse Leo – scherzavo ma se hai bisogno di una mano, Luigi, non ti far scrupoli a chiedere… se posso aiutarvi lo faccio volentieri lo sai, ho un grosso debito con Annalisa se posso pagarne anche solo una rata …” “Credo che se Annalisa chiedesse indietro i favori che ha fatto, impiegheremo anni a ripagala.” disse Andrea. “Non credo che lo faccia per quello” disse Luigi. Tirarono ancora qualche pallone verso il canestro. “Quando avete finito, il pranzo è pronto.” disse loro Annalisa. Andrea lanciò l’ultimo pallone e poi disse a Luigi. “Pari, andiamo prima che finisca tutto.” Luigi rise e si avviarono insieme in cucina. Il pomeriggio Annalisa andò in archivio portando con sé le foto del Casentini e del figlio che era stato in prigione. Era d’accordo con Andrea, volevano chiudere quel caso definitivamente e Giulio doveva collaborare nolente e volente. Il ragazzo arrivò poco dopo. “Lo riaccompagno io, capitano –disse Annalisa – devo venire a Perugia.” Il capitano Ranieri annuì. “Allora, Giulio – gli disse non appena il capitano si fu allontanato – sono questi due quelli che ti hanno dato la macchina?” Giulio strinse le labbra. “Guarda che hanno già confessato…ho bisogno della tua conferma” Giulio annuì lentamente mentre un lampo di panico attraverso il suo sguardo. “Giulio, guardami” Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei. “Cosa hanno detto per convincervi? Non siete due stupidi tutt’altro, allora?” Giulio scosse la testa. “Facciamo così io faccio le domande e tu mi fai capire se ho indovinato.” Giulio annuì. Annalisa cercò di immaginare cosa poteva averli indotti ad accettare. “Vi hanno minacciato?” Giulio fece una smorfia come per dire che c’era andata vicino. “Hanno minacciato di far del male a qualcuno delle vostre famiglie?” Giulio annuì. Annalisa tamburellò un attimo sul tavolo ripensando alla composizione delle due famiglie cercando l’anello debole. Guardò Giulio fisso. “Hanno minacciato di far del male alla sorellina di Michele?” Giulio annuì abbassando lo sguardo. Annalisa gli diede una carezza sulle spalle. “Se lo metto a verbale, lo firmi?” Giulio annuì poi disse “Mio padre mi ucciderebbe se non lo facessi.” Annalisa tirò fuori il suo portatile e cominciò a scrivere. Collegò la stampante e stampò il verbale. Chiamò Andrea e Leo. “Venite per favore.” Andrea la guardò interrogandola con lo sguardo. “Giulio deve firmare un verbale, è minorenne.” Andrea sorrise, sapeva che Annalisa ci sarebbe riuscita. Quando lesse il verbale rimase colpito … adesso tutto era chiaro, non erano due stupidi e sapevano che quegli uomini erano in grado di mettere in atto le loro minacce. “Giulio lo sai che devo mandare questo verbale a Perugia, vero?” Giulio annuì “Ma Michele non lo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 94 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! controfirmerà mai, ha troppa paura per sua sorella.” Andrea annuì. “Capisco … intanto fermiamo anche il figlio di Casentini poi vediamo.” “Non sarebbe il caso di andar a parlare con Michele?” disse Annalisa. “Andiamo io e Leo.” rispose Andrea. Annalisa annuì mentre i due uomini si allontanavano poi si rivolse a Giulio. “Andiamo, sei venuto a fare un lavoro o mi sbaglio?” Giulio si alzò sorridendo. Lavorarono parecchio, l’archivio stava prendendo di nuovo un aspetto ordinato. Giulio si girò per prendere l’ultimo pacco di fascicoli sul tavolo e vide lo sfondo sul computer di Annalisa. “E questo chi è?” chiese ridendo. “Non lo riconosci? E’ il brigadiere che ti ha fermato.” “Era più vestito quella sera” rispose Giulio continuando a ridere. Annalisa si unì alla sua risata. “Andiamo, per oggi, basta. Ti accompagno a Perugia.” Giulio la seguì fuori dall’archivio. Annalisa si fermò alla scrivania di Luigi. “Mi presti il tuo casco? Accompagno Giulio a Perugia.” “E’ su in camera. Ma perché ride?” “Ha visto lo sfondo sul mio portatile” rispose Annalisa salendo le scale. Luigi fece un sorrisino di circostanza. “Guardi che non è male a torso nudo –disse Giulio – e se il brigadiere è la sua ragazza lei è fortunato, non so cosa ne pensa mio padre ma è un ottimo carabiniere.” “Sono d’accordo con te Giulio, su tutta la linea. E tu a ragazze come stai?” Giulio si strinse nelle spalle. “Quella che avevo finora m’ha lasciato, finalmente e quella che mi piace non mi guarda nemmeno.” “Un classico” gli disse Luigi. Giulio gli sorrise. “Tu ti butteresti?” chiese. “Se ti piace veramente, sì, anche rischiando un rifiuto.” concluse vedendo lo sguardo perplesso di Giulio. “Finite le chiacchiere tra uomini?” chiese Annalisa tornando giù con i due caschi. “Sì.” disse Giulio. Luigi la guardò senza dire nulla. “Sì, faccio attenzione, Luigi e ti chiamo quando sono arrivata” Luigi scosse la testa, lo stava prendendo in giro. Arrivarono a Perugia in un’ora. Giulio si tolse il casco e le disse. “Wow, non avrei mai creduto tu sapessi guidare così bene” “Ti avevo detto che non ero nata carabiniere.” replicò Annalisa poi gli disse “Chi è quella ragazza mora che mi sta guardando malissimo?” “Elena” disse Giulio sospirando. “Ah – disse Annalisa – che intendi fare?” “Il tuo amico ha detto di buttarmi.” “Ottimo consiglio, allora che aspetti?” Giulio guardò prima Annalisa poi la ragazzina. “Ci vediamo domani.” le disse mettendole il casco tra le braccia. Annalisa sorrise mentre lo guardava correre verso la ragazzina che se stava andando. Il cellulare squillò. “Dionigi.” rispose continuando a guardare Giulio che smanacciava cercando di spiegarsi con lei. La stava indicando, la ragazzina scosse la testa. “Sì, sì, perfetto. Ci penso io. Grazie di nuovo.” Annalisa chiuse la conversazione, avrebbe dovuto tornare subito a Città della Pieve ma voleva vedere come andava a finire tra quei due. Giulio prese il volto della ragazzina tra le mani e la baciò. Annalisa aspettò la reazione di Elena e fu quella che sia lei che Giulio speravano. Sorrise si rimise il casco e voltò la moto verso CdP. Andava talmente veloce che non si accorse di aver sorpassato la macchina di Andrea e Leo che tornavano anche loro da Perugia. “Non era Annalisa quella?” chiese Andrea sperando che Leo lo smentisse. “Così sembrava.” rispose invece Leo. “Speriamo non la fermi nessuno. Sai che figura!” Leo rise. “Non so però chi avrebbe la peggio tra i due.” “Sarebbe capace di imbastire una storia di inseguimenti e accusare il malcapitato di avergli fatto sfuggire un malvivente.” Risero mentre Andrea si riprometteva di parlarle in privato. PUNTATA 59 Annalisa e Luigi erano seduti fuori sulla panchina del cortile della caserma. “Perché siamo qui fuori al freddo?” chiese Luigi passandole un braccio sulle spalle. “Tra poco lo scoprirai –rispose lei – comunque c’è un modo per non sentire freddo …” continuò alzando il volto verso di lui. Luigi non se lo fece ripetere due volte e imprigionò le sue labbra in un bacio appassionato. Si slacciarono quando sentirono entrate un’auto in cortile. “E’ il capitano Ranieri! Vado a chiamare Andrea” disse Luigi ricomponendosi. “Non è necessario” gli rispose Annalisa. Dalla macchina scese il capitano Ranieri e Paola. Luigi sgranò gli occhi meravigliato. “Capitano, non so come ringraziarla del passaggio” “Ringrazi il brigadiere Dionigi, Vitali, è lei che ha organizzato tutto. Buonanotte, ragazzi” disse salendo in macchina e allontanandosi. Annalisa abbracciò Paola. “Allora? Come va?” “Adesso bene. Ciao Luigi” Luigi la strinse forte. “Andrea dov’è?” “Nel suo appartamento. Luigi, porti Bordi da qualche parte in modo che non veda Paola?” “Comandi, brigadiere” rispose Luigi sorridendo. “E Luigi?” chiese Paola. “E Luigi cosa?” “Non fare finta di niente, vi ho visto sulla panchina che vi stavate baciando.” “Ah, nulla” rispose evasiva Annalisa. “Nulla, eh? Non mi pareva tanto nulla quel bacio” “Sei venuta per indagare sulla mia vita privata o a trovare Andrea? Andiamo ti accompagno da lui” Entrarono cercando di fare il meno rumore Created by eDocPrinter PDF Pro!! 95 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! possibile. Salirono e Annalisa aprì piano la porta dell’appartamento del Maresciallo. “Sta facendo la doccia, non ha sentito nulla. Buona nottata, Paola.” le disse strizzandole l’occhio. Andrea stava facendo l’ennesima doccia della giornata. Si sentiva strano come se stesse per accadere qualcosa di particolare. Sentì la porta del bagno aprirsi e prima che potesse uscire dalla doccia, lo raggiunse il profumo di Paola e poi la sua voce maliziosa. “Hai bisogno di qualcuno che ti lavi la schiena?” Un sorriso di piacere sorse sulla bocca di Andrea. “E tu che ci fai qui?” “Devi ringraziare il tuo brigadiere preferito” rispose Paola mentre si spogliava. “Io non ho brigadieri preferiti, ho un carabiniere scelto preferito che presto diventerà vice-brigadiere. In ogni caso, ringrazierò chi di dovere domani mattina” concluse attirando Paola sotto la doccia con sé. Si carezzarono fino al limite della loro sopportazione, Andrea non riusciva a smettere di carezzare quel corpo che ogni notte popolava i suoi sogni.”Ci trasferiamo in un posto più comodo?” le mormorò a fil di labbra. La prese in braccio e la portò in camera. Paola rise. “Che cos'hai da ridere?” “Niente, ma mi prendi così di rado in braccio” “Mancanza da parte mia” disse Andrea baciandola con passione e spingendola verso il letto. Continuarono a baciarsi e a carezzarsi finché riuscirono a resistere poi Andrea entrò in lei e giunsero insieme al culmine della passione, poi furono solo coccole e bisbigli. “Quando devi tornare via?” chiese Andrea baciandole dolcemente gli occhi. “Domani a mezzogiorno. Il capitano Ranieri mi riporta a Roma” “Uhm, abbiamo solo questa notte” disse cominciando di nuovo a carezzarla. “Non sei di servizio?” chiese Paola ricambiando le carezze. “Ci penseranno Annalisa e Luigi, visto che l’idea di farti venire è stata loro. Non credo che ci permetteranno di uscire da quella porta prima di domattina. E ora basta parlare, lasciati amare, tesoro” Intanto i due brigadieri avevano preparato un cartello per la porta con su scritto: <<NON DISTURBARE, NEMMENO IN CASO DI TERREMOTO, TANTO NON CE NE ACCORGEREMO” e lo avevano appeso all’ingresso dell’appartamento di Andrea. Leo passò e sorrise. “Con chi l’avete chiuso lì dentro?” “Secondo te..? – rispose Annalisa scendendo – tu non esci stasera?” “No, non ho niente da fare. Ale è a Siena per un paio di giorni.” “Allora resta con noi – propose Luigi – copriamo il turno di Andrea.” “Va bene. Ma lei è d’accordo?” chiese indicando Annalisa che era già scesa. “Dobbiamo lavorare, non credo che abbia qualcosa da ridire se resti con noi.” replicò Luigi scendendo anche lui. “Bordi, va pure a dormire ci stiamo noi stanotte.” “Sicuri che poi il maresciallo non si arrabbia. Vi ricordate l’ultima volta?” chiese titubante. “No, vai tranquillo.” lo rincuorò Annalisa. “Domattina mattina non si ricorderà nemmeno come si chiama” commentò sottovoce a Luigi. “L’idea è stata sua, brigadiere Dionigi” “Preparo qualcosa di buono?” “Tipo?” si informò Luigi. “Non saprei, tu di cosa hai voglia?” poi arrossì vedendo lo sguardo di Luigi incupirsi di desiderio. “Di finire quello che avevamo cominciato fuori” le mormorò in un orecchio. “Devo andar via?” chiese Leo. “Stava scherzando” disse Annalisa con il viso ancora di brace. “Che ne direste di due crepe con la Nutella?” “Buona idea – disse Luigi – chiama quando sono pronte.” Annalisa andò in cucina, Luigi alla sua scrivania e Leo al centralino. Una mezz’ora dopo Annalisa li chiamò. “ehi, ragazzi è pronto” Luigi e Leo arrivarono subito. “mm che profumino” disse Leo mentre Luigi le passava un braccio intorno alla vita per attirarla a sé. “Il tuo è più buono” le mormorò in un orecchio facendola rabbrividire. “Quando Paola tornerà qui, ci faremo ricambiare il favore” gli rispose baciandolo sulla guancia. “Tu credi che verrà assegnata qui?” chiese Leo. “Beh, visto il lavoro che c’è da fare perché no? In fin dei conti l’unico vice brigadiere della caserma è Bordi. Paola sarebbe un valido aiuto: “ spiegò Annalisa andando a sostituire Leo al centralino. “E il fatto che abbia una relazione con Andrea?” chiese ancora perplesso Leo. “Credo che ormai sia di pubblico dominio ed hanno dimostrato di saper separare la vita privata da quella professionale” “In effetti. Adesso, però, mi preoccupo per voi due” “Noi due? Che cosa c’entriamo noi due?” chiese Luigi. Leo sorrise spostando la testa di lato. “Che cosa c’entrate voi due, eh? Credi che nessuno si sia accorto che dopo la storia della bambina voi due vi guardate in modo diverso, che quella notte non sei rientrato in caserma e che la mattina dopo sei arrivato con un’ora di ritardo? e che ci sono porte che si aprono e chiudono durante la notte?” Luigi sorrise all’amico che continuò “Annalisa è una ragazza speciale, vedi di trattarla come si deve” “Devo avere una brutta fama, sei la seconda persona che me lo dice” “Paola o Andrea?” chiese Leo. “Andrea.” “Ecco, allora aspettatelo anche da Paola.” Luigi scosse la testa, avrebbero dovuto essere tutti amici suoi e invece, alla prima occasione, prendevano le difese di Annalisa. Lo squillo del telefono interruppe i suoi pensieri. “Carabinieri Città della Pieve” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 96 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! sentirono rispondere da Annalisa. PUNTATA 60 “Carabinieri Città della Pieve” rispose Annalisa. “Mando subito una pattuglia” Luigi e Leo arrivarono di corsa. “Che succede?” “Un litigio per un incidente stradale. chi c’è fuori?” “Prosperi con la Martini” rispose Leo. “Prosperi – chiamò Annalisa alla radio- un litigio per un incidente stradale all’incrocio di via S. Giuseppe. Andate a vedere com’è la situazione.” “Subito, brigadie’” “Chiamiamo Andrea?” chiese Leo. Annalisa scosse la testa “Aspettiamo che ci dice Carlo.” Si misero in attesa della risposta di Prosperi. “Annalisa, qui se stanno a menà de brutto.” “Arriviamo. –rispose Annalisa – Leo, sveglia Bordi. cerca Hanspeter e raggiungici là.” concluse prendendo la pistola dal suo cassetto. “Guido io?” chiese a Luigi. “Io” rispose lui prendendole le chiavi dalle mani. Quando giunsero sul posto, trovarono Prosperi che stava cercando di dividere due uomini che si picchiavano in mezzo alla strada mentre Sonia cercava di tener lontana la folla. L’incidente era avvenuto tra una cisterna di metano e un camioncino. “Luigi, cos’è questo odore di gas?” chiese non appena fu scesa. “Facciamo allontanare subito tutti. Martini aiutami a far allontanare la gente ancora di più.” Annalisa prese il megafono dalla sua macchina e cominciò “Allontanatevi, c’è una fuga di gas, potrebbe esplodere.” Le sue parole ebbero effetto sulla folla che allargò il suo cerchio, mentre i due litiganti continuavano a picchiarsi. Hanspeter appena giunto si mise in mezzo e con i suoi muscoli, li divise. “Mettiamo un cordone.” Disse Luigi mentre mettevano il nastro bicolore per delimitare la zona arrivò anche Andrea, “Maresciallo” salutò Hanspeter. “Il bambino!” gridò uno dei litiganti. “Che bambino?” chiese Luigi. “Sul camion” Andrea si voltò per vedere e si accorse che Annalisa era già nella cabina del camion a prendere il bambino addormentato nella cuccetta. Luigi le corse incontro per aiutarla a portare il bambino. “Via, via – le gridò Luigi – che qui scoppia tutto:” Corsero con tutte le loro forze, sentendo una prima esplosione alle loro spalle. Luigi gridò di nuovo “Giù, buttiamoci giù.” Si accucciarono dentro al fossato che costeggiava la strada cercando di proteggere il bambino. Un’esplosione ancora più forte creò uno spostamento d’aria che fece volare ogni cosa. Chinata sul bambino, Annalisa si sentì colpire da qualcosa ma restò ferma. Quando tutto fu finito, Luigi si tirò su prendendo il bambino in braccio. Annalisa restò a terra. Andrea le fu subito accanto. “Va tutto bene?” chiese pur vedendo la macchia di sangue lungo il braccio. “Sì, ma qualche pezzo deve avermi colpito” rispose lei. “Ho già chiamato l’ambulanza. Perché non mi avete chiamato?” “Sembrava una cosa di poco conto, è così raro che tu possa stare con Paola che non volevamo disturbarti.” “E’ stata tua l’idea, vero?” chiese Andrea. Annalisa annuì. “Tu e Paola siete gli unici amici che ho. Volevo fare qualcosa per sdebitarmi.” concluse prima di svenire. Luigi era tornato indietro non appena si era accorto che Annalisa non l’aveva seguito. La vide accanto ad Andrea che le teneva la mano. Si accucciò nel fosso accanto a lei. “Annalisa” la chiamò. Lei aprì gli occhi. “Non è nulla Luigi. Mi fa male il braccio.” L’ambulanza arrivò a sirene spiegate. Il medico la visitò. “Venga in ospedale, non è nulla di grave ma bisognerà dare qualche punto di sutura.” Annalisa annuì.Il dottor Carli era di turno al pronto soccorso. “Brigadiere, dobbiamo smettere di incontrarci così!” le disse non appena la vide. Annalisa sorrise. “Mi dispiace per lei, ma non è il mio tipo.” replicò. Il dottore sorrise mentre Luigi stringeva i pugni. “Lo so, lo so, il suo tipo è il bel tenebroso.” rispose guardando Luigi che si rilassò un attimo. “Venga anche lei, brigadiere Testa, mi aiuterà a tenerla ferma.” Luigi sorrise. Bastarono solo pochi punti di sutura e il consiglio di un po’ di ghiaccio sulla spalla. “Dovrà tenere quel braccio un po’ a riposo, brigadiere. Non faccia l’eroina, mi raccomando.” “Ci penso io, dottore, non si preoccupi.” Il dottor Carli sorrise e li accompagnò fuori dalla stanza del pronto soccorso. Luigi la scortò fino alla sua macchina. “Torniamo in caserma.” Annalisa annuì, fece una smorfia di dolore mentre si accomodava sul sedile dell’auto. “Fa male, tesoro?” chiese Luigi accomodandosi alla guida. “Un po’, ma ti ho detto …” Luigi sbuffò. “Lo so cosa mi hai detto, ma a me piace chiamarti così … Sei la persona a cui voglio bene perché non posso chiamarti così?” Annalisa scosse la testa, non poteva dirgli la verità poi si ricordò le parole che le aveva detto Leo, decise di rischiare. “Perché quando non mi chiami con il mio nome ho paura che tu mi confonda con qualcun’altra.” Si pentì di averlo detto, non appena vide lo sguardo di rabbia che le aveva rivolto Luigi. “Hai detto che volevi la verità” disse. Luigi si voltò verso di lei lentamente “E’ questo che pensi, davvero, quando ti chiamo tesoro?” Annalisa annuì, sapeva che non era molto gratificante per lui ma quelle erano le sue sensazioni. Luigi avviò la macchina senza dire più nulla. Si fermò sotto il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 97 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! monolocale. “Hai le chiavi?” Annalisa gliele porse. Luigi l’aiutò a scendere dall’auto, aprì il portone e la fece salire. Buttò le chiavi sul tavolo e chiuse la porta con un tonfo. Annalisa si mise seduta sul divano, sentendosi un po’ stupida. Luigi si mise seduto accanto a lei poi le disse. “Io non so più cosa fare con te, donna. Mi stai esasperando … un giorno sono un dio, il giorno dopo un idiota, sbaglio di continuo … che cosa devo fare con te?” Annalisa si voltò verso di lui lentamente con uno sguardo triste. Si morse un labbro poi gli disse. “Ho paura, Luigi, paura che tu diventi troppo importante, di soffrire ..” “Allora fai soffrire me?” “Non intenzionalmente – replicò Annalisa – sto solo proteggendo il mio cuore.” Luigi si avvicinò e le chiese. “Non ci tieni a me?” “Fin troppo …” rispose Annalisa in un soffio. “E allora perché non puoi accettare il fatto che anch’io tengo a te. Credi veramente che ti possa confondere con qualcun’altra? Hai così poca stima di me?” Annalisa scosse la testa. “No, ma vedo in giro così tante donne più belle di me che penso che anche tu le devi vedere.” “Se per quello le vedo, ma nessuna è bella come te … dentro e fuori, le vedo ma non mi attraggono … i miei pensieri sono solo per te. Nessuna donna mi ha mai tenuto sveglio la notte a cercare di capire cosa pensasse.” “Non mi pare una qualità attraente ….” “Forse no, ma ti dovrebbe far capire fino a che punto tu sei importante per me, per quello ti chiamo tesoro, perché quello tu sei … il tesoro più prezioso che la vita mi abbia offerto.” Annalisa si avvicinò a lui, gli carezzò il volto dolcemente. “Ti voglio bene, Luigi, sei una persona meravigliosa non so se ti merito.” “Questo lascialo giudicare a me.” rispose Luigi baciandola. PUNTATA 61 “Che cosa si è fatta Annalisa?” chiese Paola non appena Andrea rientrò dall’ospedale. “Niente, un paio di punti e basta. C’è Luigi con lei.” Paola sorrise. “Ho avuto paura …quando ti hanno chiamato” “Sono tornato subito per quello, sapevo che ti stavi preoccupando.” le disse passandole un braccio sulle spalle. “Ma tu l’hai vista?” chiese ancora. “Sì, ho parlato con lei e con il dottor Carli che l’ha medicata, sta bene.” Paola lo guardò ancora una volta. “Adesso pensiamo a te invece” disse Andrea. “A me, ed io che c’entro?” “Credevi che non mi sarei accorto che sei dimagrita tantissimo dall’ultima volta che ci siamo visti?” chiese Andrea. Paola sfuggì il suo sguardo. “Andiamo su, parleremo con più tranquillità.” Paola lo seguì sentendosi un peso sulle spalle, era tornata per parlare con lui ma adesso che era lì aveva paura e se … scosse la testa, doveva pensare positivo. Andrea chiuse a chiave la porta del suo appartamento. “Allora? Sei stata da un medico?” “Non ancora ma alla scuola mi hanno fatto delle analisi prima di partire i risultati sono pronti domani mattina.” Andrea la fissò dritta negli occhi. “Ma tu sai già cos’è, giusto?” Paola annuì. “Sono venuta apposta per dirtelo.” Andrea si allarmò perché il tono di Paola preannunciava una brutta notizia.”Sono incinta” disse poi tutto d’un fiato. Andrea tirò un sospiro di sollievo. La prese tra le braccia e le disse. “Dio mio, pensavo avessi chissà quale terribile malattia, perché quel tono non sei felice?” “Dipende da te” Andrea la allontanò da sé per guardarla in volto. Aveva avuto davvero paura che lui non fosse contento? Se ci pensava sentiva il cuore scoppiargli di felicità in petto. “Sono forse più felice di te, Paola.” le disse baciandola. Il peso che sentiva addosso volò via insieme alle parole di Andrea, come aveva potuto dubitare di quell’uomo meraviglioso? Paola l’abbracciò. “Scusami … ma laggiù da sola ho pensato al peggio.” “Non ne hai parlato con nessuno, nemmeno con Annalisa?” “No.” “Perché no? Non è tua amica?” “Ho avuto paura, Andrea.” Andrea l’abbracciò carezzandole i capelli, cercando di fugare tutti i dubbi e le paure che avevano affollato la sua mente. “E adesso?” chiese Paola. “E adesso finisci il corso e poi …” “Ma se mi mandano …” “Non ti devi preoccupare non riusciranno a tenermi lontano da mio figlio.” le disse carezzandole dolcemente il ventre come se quella piccola forma di vita potesse sentirlo. “Ho chiesto ad Annalisa di farmi tornare anche solo per poche ore, perché era qui che volevo dirtelo, in questo luogo dove siamo diventati prima colleghi poi amici e infine amanti.” mormorò Paola. Andrea continuò a tenerla stretta. “Andiamo a riposarci, mancano ancora alcune ore all’ora di alzarci.” le disse prendendola tra le braccia. La adagiò delicatamente sul letto e si adagiò accanto a lei. Lo squillo del cellulare lo innervosì, poi lesse il nome sul display e mise il vivavoce. “Andrea, restiamo all’appartamento, così sarai solo tu a violare il regolamento stasera.” Paola rise. “Annalisa, devi tenere il braccio a riposo.” le ricordò Andrea. “Non mi servono due braccia … ho un valido assistente.” sentirono ridere Luigi di sottofondo. “Tu piuttosto tratta bene Paola che mi pare un po’ sciupaticcia.” “Grazie, cara” replicò Paola. “Di niente, Paola, lo sai agli amici dico sempre la verità. -rispose Annalisa.- vi lascio perché non so Created by eDocPrinter PDF Pro!! 98 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! voi ma io ho di meglio da fare.” Andrea e Paola rimasero a guardarsi poi scoppiarono a ridere. Andrea si chinò sulla pancia di Paola. “Preparati, cucciolo, questa è una banda di matti.” “Matti sì, -precisò Paola- ma anche tanto cari.” Annalisa chiuse la comunicazione e si voltò verso Luigi. “Non ti azzardare a ridere.” gli disse. Luigi alzò le mani in un gesto di resa. “Andiamo a dormire?” chiese. Annalisa annuì, cominciò a spogliarsi ma dopo la prima smorfia di dolore Luigi l’avvicinò. “Ti do una mano, vieni” Delicatamente le sfilò la camicia cercando di farle muovere il braccio il meno possibile e poi continuò con gli altri indumenti. La fece sdraiare sul letto poi le chiese. “Ce n’è ghiaccio in frigo?” Annalisa lo guardò interrogativamente. “Il dottore ha detto che devi tenere il ghiaccio sulla spalla” spiegò Luigi aprendo il frigo. Tirò fuori i cubetti di ghiaccio e improvvisò una borsa per il ghiaccio con dei sacchetti di nailon avvolti in uno strofinaccio da cucina. “Domani andiamo a comprarne una decente” le disse appoggiandolo sulla sua spalla. Annalisa fece una smorfia. “Fa male, tesoro?” chiese Luigi. “No, è freddo” rispose lei. Luigi si sdraiò accanto a lei mettendosi le mani dietro la nuca. “Paola non sta bene” disse Annalisa. “No, l’ho notato anch’io, è dimagrita tanto.” “E in poco tempo, l’ultima volta che siamo andati a Roma, stava bene.” “Pensi che sia ammalata?” “Non lo so però ho chiesto al Generale Burchi di farle fare degli esami.” “Annalisa!” la rimproverò Luigi. “Ero preoccupata per lei” si giustificò Annalisa. Luigi scosse la testa. “Tu cosa pensi che abbia?” le chiese. “non lo so questo dimagrimento repentino non è un buon segno – sembrò riflettere un attimo – o forse sì.” “Forse sì?” “Anche Ale è dimagrita” “Che cosa c’entra Ale adesso.” Annalisa scosse la testa, gli uomini talvolta erano così ottusi. “Io credo e spero che sia incinta.” “Incinta?” chiese meravigliato Luigi. “Chi va al mulino, s’infarina. Non ti hanno spiegato niente delle api e dei fiori?” chiese Annalisa. Luigi rise, si mise su un fianco e le accarezzò il viso. “Anche noi andiamo al mulino ma non ci siamo infarinati” le disse dandole un buffetto sul naso. “Perché io prendo la pillola.” rispose lei. Luigi la guardò sospetto e lei proseguì. “da molto tempo prima che ti conoscessi.” Annalisa si mise sul fianco e lo guardò. Luigi ricambiò lo sguardo. Le fece una carezza sul volto. “Perché?” “Perché ogni volta stavo malissimo e il dottore me l’ha consigliata a scopo terapeutico. Mi ha anche detto che con una vita sessuale regolare i miei disturbi avrebbero potuto scomparire.” “E invece?” “Non lo so, anche quando ho cominciato ad avere una vita sessuale normale tra virgolette, non mi è sembrato fosse il caso di smetterla” Il tono era leggermente malizioso. Luigi la guardò e prima di riuscire a bloccarla gli uscì una domanda. “Non lo vorresti un figlio da me?” Un silenzio imbarazzato calò nell’appartamento. PUNTATA 62 Luigi si maledisse per non essere stato zitto. Ma doveva aveva il cervello, l’aveva dovuta rassicurare fino a pochi minuti prima di quanto fosse importante per lui e poi la metteva con le spalle al muro con quella domanda. “Un figlio dalla sguardo scuro e profondo come il padre?” chiese come se parlasse con se stessa Annalisa. Luigi annuì timoroso. “Certo, mi piacerebbe un figlio tuo, ma non so che razza di madre sarei.” “Perché dici questo? Sei sempre piena di attenzioni per le persone a cui tieni, saresti un’ottima madre” “Forse dal alto dell’affetto, ma da quello della disciplina non credo proprio.” “E perché no?” “Come potrei dirgli questo non si fa, questo è pericoloso quando a parte fumare e drogarmi, ne ho fatte di tutti i colori. Alla caserma dei Carabinieri di Dobbiaco avevano un armadio apposta per i miei fascicoli.” Luigi le sorrise. “Mi occuperò io della disciplina –le disse baciandole il naso – però, quanti segreti nascondi!” “E tu?” chiese di rimando lei. Luigi si morse un labbro poi le disse. “Uno solo, ma se vuoi te lo racconto, anche stanotte.” “Solo se ti va, non l’ho detto perché tu me lo raccontassi.” Luigi le carezzò il volto poi si mise di nuovo sdraiato sulla schiena. Gli riusciva meglio raccontarle di Silvia se non la guardava in faccia. Le raccontò della sparatoria, di lei sanguinante tra le sue braccia, della voglia di vendetta che lo aveva invaso e che aveva costretto i suoi superiori a trasferirlo e infine della cattura di quella banda che aveva causato la morte di Silvia. Man mano che raccontava si accorgeva che il dolore di quella perdita era scomparso, Silvia avrebbe avuto sempre un posto nel suo cuore ma adesso la persona più importante era lì sdraiata nel letto accanto a lui. La sentì avvicinarsi e abbracciarlo con il braccio ferito. Si voltò verso di lei e vide che aveva il volto rigato dalle lacrime. Gliele asciugò in silenzio mentre lei gli baciava il volto. “Devi aver passato dei brutti momenti anche tu” gli mormorò. “Sì, ma grazie a Paola e anche ad Andrea nonostante che Created by eDocPrinter PDF Pro!! 99 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! i primi tempi abbiamo avuto rapporti difficili sono riuscito ad andare avanti e a dimenticare poi sei arrivata tu come la ciliegina sulla torta.” le disse baciandola stavolta con passione. Annalisa rispose a quel bacio con la stessa passione. Luigi la staccò da sé. “Il dottore ha detto che devi tenere il braccio a riposo.” Annalisa gli sorrise maliziosa. “Come ho detto ad Andrea si può fare anche con un braccio solo.” Luigi le sorrise. “Ho promesso al dottore che ti avrei fatto riposare.” “No, tu gli hai promesso che non mi avresti lasciato fare l’eroina. Non mi pare che ci sia niente di eroico nel fare l’amore con la persona a cui si vuol bene, non credi?” chiese lei carezzandogli il torace. “Donna, non mi tentare.” disse prendendole la mano. “Mi sa che sei già tentato.” Luigi sorrise, la sua eccitazione era evidente. “Ti assicuro che il mio braccio non soffrirà, se tu farai come dico io.” “Mi sembra una minaccia … “ “Resterai molto soddisfatto vedrai, comincia con lo spogliarti.” Luigi la guardò sorridendo e la assecondò. “Ecco adesso spoglia me.” Luigi rise tra sé, il gioco si stava facendo divertente. La spogliò carezzandola piano piano. “Sdraiati, amore” Il cuore di Luigi perse un colpo, non l’aveva mai chiamato così. La baciò dolcemente mentre lei si metteva su di lui. Luigi assecondò i suoi ordini e i suoi movimenti. Quando il piacere li travolse fece in modo di proteggerle il braccio. Lentamente, Annalisa si sdraiò accanto a lui. “Convinto, adesso?” “Non ho mai dubbi quando si tratta di te, tesoro” rispose baciandola. Rimasero a lungo a guardarsi in silenzio, entrambi sperando che quello che uno vedeva negli occhi dell’altro fosse vero. Fu in quell’attimo che Annalisa prese quella decisione che rimandava da ormai tanto tempo. Si chinò su di lui e lo baciò. Luigi l’abbracciò dolcemente. “Dormiamo, tesoro, domani dovremo aiutare Andrea a non sentire la mancanza di Paola” “E soprattutto ad assorbire la notizia …” disse lei. Luigi scosse la testa. “Sei così sicura che sia incinta?” Annalisa lo fissò un attimo. “Lo spero, perché significa che Paola non ha nulla di grave.” disse sottovoce. Luigi capì le sue paure, era la sua migliore amica, non le aveva detto niente e lei temeva il peggio. La baciò dolcemente. Annalisa si accoccolò contro di lui e dopo poco dormiva. Lui rimase sveglio a guardarla e a chiedersi che cosa doveva fare per conquistarla definitivamente, aveva sempre la sensazione che non si concedesse mai tutta, che tenesse nascosta una parte di sé. Continuò a guardare il suo volto illuminato dalla luna e sentì il cuore accelerargli i battiti. Era bellissima e lui non avrebbe lasciato che i suoi dubbi rovinassero la loro storia, li avrebbe combattuti e avrebbe avuto tutta la pazienza che ci voleva … la riguardò e ce ne voleva tanta. Cercò di dormire anche lui cullato dal respiro regolare di lei. La mattina allungò una mano per cercarla ma accanto a lui c’era il vuoto. Si voltò verso il divano e la vide in piedi ancora senza vestiti che parlava al cellulare. “Sì, sì…ho capito. Va bene Grazie. Ah, dica ad Elvira che un giorno di questi passo a trovarla ….non dipende da me devo rispettare dei turni …sì, sì molto spiritoso, d’accordo …grazie di nuovo, veramente.” La vide chiudere la conversazione e fece finta di dormire. “Luigi – lo chiamò dolcemente – amore, dobbiamo andare in caserma.” “Adesso?” chiese lui. “Sì, subito. Ranieri sta andando in caserma, dobbiamo farci trovare là e cercare una scusa sul perché ero là ieri notte.” Luigi saltò giù dal letto e l’aiutò a vestirsi. “Ma non doveva venire a mezzogiorno il capitano?” “C’è un cambio di programma.” il tono era neutro ma una strana luce brillava nei suoi occhi. “Mi stai nascondendo qualcosa, tesoro?” “Sì, ma ho promesso che non lo avrei detto a nessuno … comunque è una cosa bellissima, fidati.” “Io lo faccio sempre” non poté evitare di dirle Luigi mentre si vestiva. Annalisa si avvicinò e gli fece una carezza .”Lo so.” adesso aveva di nuovo quello sguardo velato. Che stupido era stato, perché rovinarle tutto il divertimento. “E così tu sai perché Ranieri arriva così presto?” “Sì” replicò prendendo un foulard per tenere il braccio fermo. Luigi glielo legò al collo baciandole la nuca. “Dobbiamo tornare in caserma, Luigi” Luigi annuì prendendo le chiavi della macchina. Annalisa scosse la testa chiudendo il portone. PUNTATA 63 Paola si svegliò cercando di capire dove fosse, poi ricordò era nell’appartamento di Andrea in caserma. Poche ore prima gli aveva confidato di essere incinta … aveva temuto che Andrea si sarebbe arrabbiato e invece … si voltò verso l’uomo che aveva conquistato il suo cuore e si accorse che la stava guardando. “Buongiorno, amore, sei bellissima quando dormi.” le disse baciandola. Paola gli sorrise con il cuore triste. Tra poche ore sarebbe tornata a Roma e chissà quando avrebbe potuto rivederlo. Andrea vide l’espressione triste comparire sul suo volto si chinò su di lei e la baciò. “Non ti preoccupare, troverò il modo di venire a Roma il più spesso possibile anche a costo di affidare questa caserma a Prosperi” Paola rise a quell’idea. “Mi Created by eDocPrinter PDF Pro!! 100 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! immagino cosa troveresti al tuo ritorno.” Andrea le carezzò di nuovo il ventre come a volessi sincerare che lì dentro ci fosse proprio suo figlio. “Sai, non ci posso credere – disse Andrea – diventerò padre e zio quasi contemporaneamente.” “Zio?” chiese Paola inarcando un sopracciglio. “Sì, mia sorella Ale è incinta …di Leo” concluse. Paola sorrise, era felice per l’amico. “A che novità eri rimasta quando hai smesso di chiamare Annalisa?” “Come sai che ho smesso di chiamare Annalisa? Te lo ha detto lei?” “No, ma se ti avesse visto in queste condizioni prima, avrebbe organizzato qualcosa per farci incontrare.” Paola abbassò lo sguardo “Dovrò scusarmi con lei.” “Appena saprà che sei incinta, sarà così felice per te che non ci sarà bisogno di scuse.” Paola avrebbe voluto essere sicura come lui, ma sapeva di non essersi comportata bene con l’amica. “Che altre novità ci sono?” “Tu dove eri rimasta?” “Ad Annalisa che usciva a cena con Luigi.” “Ah, quella cena!” “Che significa ah, quella cena1?” chiese Paola guardandolo torvo. Andrea si massaggiò il collo prima di dirle.”Quella sera ho dovuto richiamare tutti in caserma per un caso urgente.” “Anche loro due?” Andrea annuì. “Era una faccenda molto delicata, richiedeva la presenza di tutti, ho dovuto chiamare anche la Morresi, ti ricordi il caso della bambina che Annalisa aveva portato con sé?” Paola annuì, ricordava sì. “E che cosa ti ha detto Annalisa quando è tornata dalla cena interrotta?” “Lei niente, è stato Luigi quello che mi ha minacciato anche perché non credo di aver interrotto la cena….” Paola rise. “Comunque si sono ampiamente rifatti, non ti preoccupare…” Paola lo guardò con un sorriso malizioso. Andrea si chinò su di lei lentamente e cominciò a baciarla. “Maresciallo è mattina.” gli disse lei ricambiando il bacio. “Non hai detto che il capitano Ranieri viene a mezzogiorno? E allora?” Paola gli cinse il collo approfondendo il bacio. Un trillo li riscosse, stavolta era il cellulare di Paola. Paola sbuffò. “Annalisa” disse ad Andrea prima di rispondere. “Va bene, che tu non puoi far niente con quel braccio, ma non puoi rompere…” “Paola, a parte che quello che stavi facendo con il tuo maresciallo, sono riuscita benissimo a farlo anch’io stanotte, ti ho telefonato per dirti che il capitano Ranieri arriva tra un’ora.” “Ma, mi aveva detto mezzogiorno!” “Lo so, ma mi hanno detto che viene tra un’ora, quindi alzatevi dal letto e rendetevi presentabili.” ”E voi due?” si intromise Andrea. “Noi due siamo già da Pippo a fare colazione, tra poco siamo lì.” e chiuse la comunicazione. Paola guardò Andrea mentre due lacrime le scendevano lungo il volto. “Mi dispiace, amore” Andrea l’abbracciò. “Non è colpa tua …evidentemente il capitano Ranieri ha fretta di andare a Roma” Si alzarono e si vestirono sempre molto tristi. Sentirono bussare alla porta. “Servizio in camera.” Andrea sorrise aprendo la porta ad Annalisa e a Luigi che teneva il vassoio. “Vado via subito” disse quest’ultimo. Andrea scosse la testa. “Resta, tanto..” Annalisa si mise seduta accanto a Paola sul divano. “Allora, non hai nulla da dirmi?” Paola la guardò negli occhi e sorrise. “lo sai già, vero?” “Sì, ma lo voglio sapere da sapere da te, e vorrei anche sapere perché mi hai fatto preoccupare per questi tre giorni.” “Non lo so perché, ma comunque sì, sono incinta.” Un sospiro di sollievo uscì dalla bocca di Luigi. “Ha visto, avevi fatto preoccupare anche Testa.” la rimproverò Annalisa. “Non sarà mai quanto lo farai preoccupare tu…mia cara.” le disse sottovoce. “Ecco, ci mancavi tu che lo spaventavi…fra il tuo maresciallo che ci sabota di continuo e tu che lo minacci di chissà quali calamità questo scappa a gambe levate…” “Dove vuoi che vada –le mormorò Paola – non lo vedi che non ti stacca gli occhi di dosso. Se non fosse per il tuo braccio non sareste qui..” concluse maliziosa. Annalisa sorrise poi si rivolse a Luigi. “Brigadiere, vuol rendere edotte queste persone di poca fede che il mio braccio non ha costituito alcun ostacolo?” Luigi divenne di mille colori mentre Andrea guardava da un’altra parte per evitare di imbarazzare ancora di più l’amico. “Abbiamo capito” disse Paola sorridendo per l’imbarazzo dei due uomini. Quando ebbero finito di far colazione scesero tutti insieme. Luigi continuava a scuotere la testa, quella donna l’avrebbe fatto diventare pazzo. Non appena gli altri colleghi videro Paola, cominciarono a subissarla di domande di abbracci. Arrivò anche Alessandra. “Paola, finalmente ci vediamo di persona!” esclamò abbracciandola. “Già” disse Paola ricambiando l’abbraccio. “Staglie lontana, sei contagiosa” disse Carlo. Paola si ritrasse pensando che Alessandra avesse qualche malattia. Andrea invece rise insieme a Leo. “E’ già stata contagiata, Carlo.” rispose Andrea. Alessandra che per prima aveva capito di che cosa stesse parlando, abbracciò Andrea. “E’ meraviglioso, Andrea, auguri.” Leo sorrise e anche gli altri capirono la bella notizia e si congratularono con i due. “L’avevo detto io che era un’epidemia.” disse Carlo suscitando le risate di tutti quanti. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 101 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 64 Il capitano Ranieri arrivò all’ora che aveva preannunciato Annalisa. “Mi dispiace essere giunto prima del previsto” disse guardando Paola che continuò a rimanere sugli attenti impassibile. “Avrei una comunicazione da fare, possiamo andare nel suo ufficio, maresciallo?” “Certo, prego” disse Andrea aprendo la porta dell’ufficio. “Brigadiere Dionigi, la comunicazione riguarda anche lei, mi segua.” “Comandi” rispose Annalisa. Luigi la guardò preoccupato ma lei gli strizzò l’occhio prima di seguire il capitano. “Porto una comunicazione della scuola sottoufficiali. Il generale Burchi ha ritenuto che viste le sue condizioni non fosse il caso di sottoporla ad uno stress aggiuntivo facendola rimanere lontano dalle persone che sicuramente si possono prendere cura di lei in modo migliore di una infermeria militare.” Paola cercò di non far trasparire alcuna emozione. “Sarà sua cura, brigadiere Dionigi, attivarsi affinché il carabiniere Vitali sia in grado di sostenere l’esame finale del corso.” “Comandi” rispose Annalisa. “Quando sarà finita la sua convalescenza ovviamente. Non voglio sapere cosa faceva là. L’importante è che non sia successo niente di grave.” Andrea ringraziò il cielo. “Ora devo andare, mi aspettano a Perugia.” disse congedandosi. “Bordi, accompagni il capitano.” “Comandi” Andrea chiuse la porta e abbracciò Paola. “Resterai qui, hai visto?” “Tu lo sapevi, quando mi hai chiamato lo sapevi.” Paola accusò Annalisa puntandole un dito contro. “Avevo promesso di non dirlo. Non posso giocarmi questa persona” disse Annalisa “non l’ho detto nemmeno a Luigi” Andrea la guardò “Come facevano a sapere che è incinta?” “Le hanno fatto delle analisi.” “E tu come lo sai?” chiese sospettosa Paola. “Ho chiesto io che ti fossero fatte, ti avevo visto molto dimagrita ed ho temuto per te.” disse in tono piatto. La rabbia di Paola si sgonfiò subito e corse ad abbracciarla. “Mi dispiace che tu ti sia preoccupata inutilmente, ma non avevo il coraggio di dirlo neanche a me stessa e poi volevo che Andrea fosse il primo a saperlo.” “Non ha nessuna importanza, Paola, davvero l’importante è che tu resti qui con noi. Mi farò mandare da Giacomo il programma che devi ancora fare e ti aiuterò a studiare.” Il tono era ancora piatto. “Non è il caso che tu dica anche agli altri che Paola resta.” disse poi ad Andrea. “Già, dobbiamo trovarle anche una stanza.” disse Andrea. “Perché, la tua non va bene?” chiese Annalisa. “Sono il comandante di questa stazione devo dare il buon esempio.” Annalisa scoppiò a ridere prendendosi un’occhiataccia da Andrea. “Ma chi ti direbbe nulla?” disse Annalisa. “Ma non è corretto.” Annalisa cercò in tasca le chiavi del monolocale. “Puoi usare questo fino a quando non trovi qualcosa di meglio.” Andrea rifiutò l’offerta. “Per l’amor di Dio, no. Vuoi forse che Luigi mi fucili?” Annalisa guardò Paola e le disse “Vieni a dormire in camera con me” “E come la metti con l’epidemia?” disse Andrea ridendo. “Meglio che contagi me che non Sonia, non credi?” replicò Annalisa. “D’accordo –disse Paola – ma se sono di troppo me lo dici.” “Vorrò vedere quante notti dormirai nel tuo letto, sì.” le disse Annalisa guardando Andrea che abbassò lo sguardo colpevole. “Andiamo dagli altri prima che pensino chissà che…” disse per uscire da quella situazione. Tutti si accalcarono per salutare Paola. “Ragazzi –disse Andrea – Paola non va via, resta con noi per un paio di mesi.” “Che bello -disse Alessandra- così ci potremo conoscere meglio.” Paola annuì continuando a sorridere a tutti fino a quando non vide Annalisa discutere fuori con una persona che non aveva mai visto. “Chi è quello?” chiese ad Andrea. “Ah, il maresciallo Vogel. Vieni te lo presento.” “Ma..” disse Paola. “Litigano in tedesco, noi non capiremo nulla però li faremo smettere.” le disse. “Maresciallo.” Il ragazzo smise subito di parlare con Annalisa. “Le voglio presentare il carabiniere Paola Vitali. Paola questo è il maresciallo Hanspeter Vogel.” Paola si mise sugli attenti. “No, non si metta sugli attenti. Sa questa è una caserma un po’ particolare.” Annalisa si mise a ridere e Hans la fulminò con lo sguardo. “Il carabiniere Vitali è stata in organico presso questa caserma fino a sei mesi fa; Hans.” Hans si scusò e girandosi verso Annalisa le disse qualcosa in tedesco. Annalisa si strinse nelle spalle. Dopo che Hans si fu allontanato, Andrea le disse. “Non avete ancora finito?” Annalisa si strinse di nuovo nelle spalle. “Lo sai, ormai siamo incompatibili.” “Il suo trasferimento è solo questione di tempo, Annalisa, non puoi comportarti civilmente con lui.” “Guarda che io lo faccio…- lo rimbeccò lei – ma sono stufa di essere maltrattata da lui.” Paola la guardò preoccupata. “Maresciallo.” chiamò Bordi. “Vi devo lasciare il lavoro mi chiama” disse Andrea baciando Paola e dando una pacca sulla spalla buona ad Annalisa. “E noi che facciamo?” chiese Paola. “Io devo andare a sistemare l’appartamento, se vieni a darmi una mano.” disse Annalisa. Paola annuì. Quando entrò nel monolocale, Paola esclamò. “Ma è davvero carino!” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 102 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Cosa pensavi che t’avessi offerto una garçoniere?” “No, ma..” “Oddio, veramente è stata usata come tale, infatti presuppongo che tuo nipote sia stato concepito qui.” Paola rise. “Può darsi che sia l’uso che ne avete fatto voi, ma non era stato creato per quello.” “Se per quello non lo avevo neanche affittato per quello scopo.” Paola si guardò intorno mentre Annalisa cercava di rifare il letto. “Peccato che Andrea abbia rifiutato la tua offerta. Non era male come idea.” “Sei ancora in tempo. “ rispose Annalisa. Paola la guardò titubante. “Andrea si arrabbierà?” “No, non credo proprio. Dai, cambiamo le lenzuola, aiutami.” In quella mattina sistemarono e pulirono il monolocale. “Tieni, questa è la chiave del portone giù, questa è la chiave della porta.” le disse Annalisa. Paola le sorrise e tornarono insieme in caserma. “Dovrai aiutarmi anche a cucinare.” “Come mai?” “Sono in punizione, non te lo ha detto Andrea? No, no mi dire nulla ho fatto una domanda scema.” Risero insieme. Luigi stava aspettando di poter parlare con Annalisa, era orami sera e lei l’aveva evitato tutto il giorno o almeno così era parso a lui. La trovò da sola sul pianerottolo dopo cena. “Andiamo a dormire fuori stasera?” le chiese. Annalisa guardò un attimo il pavimento poi gli disse. “Ho prestato la casa a Paola” Luigi la guardò stupita. “E perché?” “Perché Andrea non vuole che dorma con lui nell’appartamento in caserma. Così ho pensato che se l’appartamento non era in caserma potevano stare insieme.” “Loro … e noi?” chiese Luigi. “Noi …abbiamo tempo, loro si sono ritrovati dopo più di un mese, hanno quella bella novità da godersi.” Luigi scosse la testa. “Loro, loro …vengono sempre prima gli altri per te. Hai rischiato di morire per fare un favore a loro e non ti è bastato hai lasciato loro anche l’unico posto dove io e te possiamo stare insieme.” Luigi era esasperato e la sua voce si era alzata di un tono. “Loro sono i migliori amici che ho, e se voglio fare un favore lo faccio e non devo renderne conto a te.” “Se è così che la pensi, allora è meglio se te ne stai da sola.” “Sicuramente, stavo molto meglio quando ero da sola” Una porta sbattuta mise fine alla discussione. PUNTATA 65 Leo si affacciò alla sua porta e vide Luigi impalato in mezzo al pianerottolo di fronte alla porta di Annalisa. “Luigi.” lo chiamò. Lui si voltò verso di lui. Leo aprì la bocca per dire qualcosa quando fu interrotto da Carlo. “E mo’ che faccio?” cominciò. “Carlo, che sta succedendo?” Il ragazzo sembrava tarantolato da tanto che non riusciva a star fermo. “Carlo!” gli urlò di nuovo Leo. Carlo si fermò e disse. “Jessica se sente male e io devo fa la notte.” si decise a dire Carlo. “Va da Jessica – gli disse Luigi – la faccio io la notte. Vado a mettermi la divisa.” “Ti aspetto giù” gli disse Leo. Carlo corse come un pazzo a casa di Jessica, la fece salire in macchina e l’accompagnò all’ospedale. Al pronto soccorso li fecero salire al reparto di ostetricia-ginecologia dove trovarono già un’infermiera che li aspettava. Le fecero tutti gli accertamenti di routine poi le dissero. “Per stanotte è meglio se resta qui, domattina le faremo un’ecografia e poi la mandiamo a casa.” “Ma il sangue… il bambino.” chiese Jessica. “Non si preoccupi, signora. I primi mesi può succedere ma non significa che sta perdendo il suo bambino. Si rilassi e cerchi di dormire. Lei può restar con sua moglie.” concluse rivolta verso Carlo. Carlo cercò di spiegare che non era il marito ma Jessica gli prese una mano e lui si zittì. Quando rimasero soli, Carlo la baciò dolcemente. “M’hai fatto prendere uno spavento incredibile.” Jessica lo carezzò. Leo aspettò Luigi in macchina prospettando una nottata molto difficile. Luigi arrivò ancora scuro in volto, salì in auto senza dir nulla. Leo avviò il motore e cominciarono il loro giro di pattugliamento. “Non vuoi parlarne?” chiese Leo dopo un bel po’. Luigi scosse la testa poi gli disse “Ha prestato l’appartamento a Paola e Andrea.” Leo ponderò un attimo le parole “E’ una cosa che fa di continuo, lo ha dato anche a me ed Ale.” “Sì, lo so ma allora noi non stavamo insieme” “Ce l’ha prestato anche dopo” “Sì, ma quando noi non potevano utilizzarlo.” disse Luigi. Leo rimase pensoso. “E’ stato quello che vi ha fatto litigare?” “Non lo so, forse quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ che lei pensa sempre prima agli altri e poi a se stessa.” Leo lo lasciò parlare. “E’ come se i suoi bisogni non esistessero. Io ho cercato di avere pazienza, perché sapevo che ce ne sarebbe voluta tanta ma quando ha mandato all’aria per l’ennesima volta tutti i miei programmi non ci ho visto più e le ho detto quello che ho detto.” Leo lo guardò poi gli chiese “Di che cosa hai paura, Luigi?” Luigi sembrò cercare le parole. “Di perderla, perché sono sicuro che se qualcuno le proponesse uno scambio per far rimanere Paola a CdP lei lo accetterebbe.” Leo non sapeva più cosa dirgli, c’era qualcosa di molto vero nelle parole di Luigi. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 103 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa sarebbe andata nel fuoco per Paola e Andrea. “A volte ho la sensazione che le interessi solo il mio corpo.” disse Luigi come se parlasse a se stesso. Leo sorrise tra sé. “Penso proprio di no, quando ha cercato di salvarti la vita non stavate insieme, quando ha passato un’intera giornata a vegliarti all’ospedale non eravate ancora amanti … a malapena vi eravate baciati..” gli disse. Luigi annuì, quello che diceva Leo era vero ma da quando erano diventati amanti non avevano mai parlato, tranne la sera precedente in cui lui le aveva parlato di Silvia, non sapeva niente di lei, neanche le cose più idiote, tipo chi era il suo cantante preferito … il suo colore preferito… Si dette dell’idiota, anche lui pensava solo al sesso quando stava con lei, come poteva biasimare Annalisa? Quella sera avrebbero potuto fare una passeggiata, magari andare in un posto carino e parlare…ormai era tardi aveva lasciato parlare l’orgoglio. Sperò che la mattina Annalisa sarebbe stata disposta ad accettare le sue scuse. “Va tutto bene?” chiese Leo visto che Luigi aveva avuto un sussulto. “Sì, Leo, adesso va tutto bene. Chiamiamo Carlo e sentiamo come va?” Leo annuì mentre Luigi componeva il numero di Carlo che rispose al primo squillo. “Va tutto bene, ragazzi. Jessica sta dormendo. Domani facciamo un’ecografia e ci dovrebbero mandare a casa.” “Tu sta pure tranquillo, qui è tutto a posto, saluta Jessica anche da parte nostra quando si sveglia.” Luigi si voltò verso Leo sorridendo. “Sembra vada tutto bene.” “Hai accettato le chiavi dell’appartamento?” Andrea era costernato. “Sì, volevo stare con te…nel tuo appartamento non si può…” Andrea sospirò. “E’ tutto a posto, io ed Annalisa abbiamo pulito tutto stamani.” Andrea si passò una mano sul collo poi concesse “E sia.” Paola lo abbracciò forte mentre apriva il portone. Andrea non era più stato lì dalla festa per Carlo e Jessica, quella volta non si era neanche accorto che ci fosse un letto... Chissà perché invece era la prima cosa che aveva notato quella volta. Sorrise tra sé poi abbracciò Paola, baciandola con passione. Il suono di un sms in arrivo sul cellulare di Andrea li fece dividere. “Vado a fare la doccia.” gli disse Paola ammiccando. Andrea lesse il messaggio, scosse la testa e poi rispose. “Va bene ma tieni il cellulare acceso.”. Buttò il cellulare sul tavolo e raggiunse Paola sotto la doccia. Aprì la porta della doccia ed entrò. Paola prese una spugna e cominciò ad insaponarlo lentamente con gesti sensuali. Andrea la lasciò fare fino a quando riuscì a resistere poi le rubò la spugna e le ricambiò il favore. Paola gemette. Andrea buttò la spugna chiuse l’acqua e l’avvolse in un asciugamano. La prese tra le braccia e la portò sul letto. La scartò come se fosse un regalo, la carezzò dolcemente e cominciò a baciarla, quando giunse alla parte più bassa del ventre dopo il bacio mormorò qualcosa contro la pelle. A Paola si riempirono gli occhi di lacrime, non aveva capito cosa avesse detto Andrea ma aveva capito che parlava con suo figlio. Andrea continuò a carezzarla e a baciarla mentre Paola gli carezzava i capelli. Le baciò la bocca con passione e poi non ebbero bisogno di chiedere più niente…c’era solo il loro amore reso ancora più completo da quella nuova vita che stava crescendo.. PUNTATA 66 Luigi e Leo entrarono in cucina meravigliandosi di trovarla vuota. “Forse ad Annalisa faceva male il braccio” ipotizzò Leo. Luigi scosse la testa. Prese la caffettiera per preparare il caffè. “Non vai a vedere se ha bisogno di qualcosa?” chiese Leo. Luigi continuò a preparare il caffè. Gli altri arrivarono alla spicciolata, poi arrivarono anche Andrea e Paola. Andrea capì subito che qualcosa non quadrava. “Luigi, puoi venire un attimo con me?” Luigi lo guardò meravigliato al pari di Paola ma non disse nulla e lo seguì nel suo ufficio. “ Lo sai che Annalisa non c’è, vero?” Luigi scosse la testa. “Lo immaginavo. Dov’è?” “Non lo so, ieri sera mi ha mandato un messaggio chiedendomi se poteva avere qualche giorno … visto che comunque è in convalescenza le ho detto di sì. Credevo ne avesse parlato con te.” “Abbiamo litigato ieri sera.” disse Luigi mettendosi seduto. “Per via dell’appartamento, vero?” Luigi annuì. “Lo sapevo. Era per quello che le avevo detto di no quando mi aveva offerto le chiavi.” “Non è colpa tua, e neanche di Paola.” “E invece è colpa mia perché se non avessi rifiutato di far dormire Paola con me tutto questo non sarebbe successo.” Luigi scrollò la testa e gli mise una mano sulla spalla. “Non ti crucciare Andrea, non è colpa tua…avrei dovuto contare fino a dieci prima di parlare…” Andrea gli sorrise. “Non è facile farlo con Annalisa, lo so per esperienza, ha un’abilità speciale per farti perdere le staffe.” Tornarono in cucina insieme. Presero il caffè tutti insieme poi Luigi andò a riposare. “Ma Carlo?” chiese Andrea a Leo “non era di turno con te stanotte?” “Sì –rispose Leo – ma Jessica si è sentita male e allora è venuto Luigi al suo posto.” “E adesso come sta?” chiese Andrea. “Dovevano farle un ecografia stamani, poi l’avrebbero rimandata a casa” Paola li guardò Created by eDocPrinter PDF Pro!! 104 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! sorridendo. “Sì, è affetta dalla tua stessa malattia” gli disse Andrea. “Allora aveva ragione Carlo che era un’epidemia!” replicò Paola. Leo ed Andrea risero. Luigi era ancora sveglio, non riusciva a prendere sonno. Sdraiato sul letto, con le mani dietro la nuca, ripensò alla sera precedente…Annalisa pensava sempre prima agli altri, faceva parte del suo modo di concepire la vita, l’aveva fatto anche con lui prima che i suoi sospetti la tenessero sempre in guardia nei suoi confronti, lo conosceva da poco eppure aveva indovinato il regalo che avrebbe potuto fargli piacere… quello era il suo modo di intessere rapporti interpersonali … non era una grande esperta invece di rapporti sentimentali …anche quello era chiaro. Ripensò allo sguardo che si erano scambiati la notte prima dopo aver fatto l’amore, c’era una luce nuova nel suo sguardo e lui aveva creduto che finalmente avesse smesso di combattere contro quello che provava per lui, evidentemente non era così visto che era scappata. <<dica ad Elvira che un giorno di questi passo a trovarla>> aveva detto al cellulare, chi era Elvira? Forse se avesse chiesto a Paola, l’avrebbe potuto aiutare. Scosse la testa, non voleva andare a cercarla, avrebbe aspettato in caserma a costo di fare più di un turno per non farsi venire la tentazione di mollare tutto e andarsela a riprendere. Avrebbe voluto sapere solo se stava bene, visto che l’ultima volta che aveva frainteso i loro rapporti, aveva tentato di uccidersi con la moto come gli aveva raccontato Andrea. Il suono di un sms lo riscosse dai suoi pensieri. <<Sto bene >> Luigi scosse la testa, riusciva a leggergli nel pensiero anche da lontano. Si ributtò sul letto e, un po’ più tranquillo, si addormentò. “Hai visto Annalisa?” chiese Paola ad Andrea. “Annalisa è fuori per qualche giorno.” rispose Andrea. “Perché non mi ha detto nulla?” “Credo sia stata una decisione improvvisa.” “E allora perché tu lo sai?” chiese Paola. “Perché io sono il suo comandante e per andarsene mi deve chiedere il permesso.” rispose Andrea un po’ brusco. Paola intuì che c’era qualcos’altro. “C’è qualcosa che mi nascondi. Sta bene vero?” “Sì, sta bene, almeno fisicamente.” Paola lo guardò interrogativamente. “Lei e Luigi hanno litigato ieri sera. Luigi ha fatto il turno di notte di Carlo e lei ne ha approfittato per andarsene senza dare spiegazioni a nessuno.” “Ma tu perché non gliele hai chieste?” “Primo c’era qualcuno che mi aspettava nella doccia, secondo non sapevo che avesse litigato con Luigi, terzo non sono affari miei, le ho solo detto di non spengere il cellulare perché se c’è bisogno la richiamiamo.” Paola lo guardò dritto negli occhi. “Hanno litigato per l’appartamento vero?” Andrea annuì. Paola sospirò, cominciava male … aveva creduto che rimanendo a Città della Pieve avrebbe potuto ricambiare i favori ad Annalisa ed invece la faceva litigare con Luigi, bell’amica sì. Andrea le sorrise e l’abbracciò. “Non ti angustiare, Paola. L’idea di andare l’aveva già maturata, e sapeva dove andare…sarebbe andata comunque e senza dire nulla a nessuno.” Paola lo scrutò. “La conosci bene.” Andrea annuì. “Abbiamo lavorato insieme più di un anno, non te l’ha mai detto?” “Sì, me l’ha detto…ma io credevo…” “Che visto che non mi ero innamorato di lei, non la conoscessi affatto? …è proprio perché la conosco bene che non mi sono mai innamorato di lei. E’ un’amica formidabile ma non vorrei essere nei panni di Luigi neanche ricoperto d’oro.” “Perché dici così…Annalisa è una ragazza dolcissima.” “Non farei a cambio con Luigi mai…” ripeté Andrea abbracciandola. “Preferisco di gran lunga te..” Paola lo baciò. “Maresciallo” la voce di Bordi li fece sussultare. “Sì, Bordi?” “Sono arrivati i bagagli di Paola, dove li faccio portare?” Andrea guardò Paola poi sorridendo gli disse. “Nel mio appartamento, Bordi.” Paola l’abbracciò. “Ci ho ripensato –disse Andrea- non voglio perdere neanche un secondo di mio figlio…e della sua bellissima mamma. Sono stato uno stupido ieri, scusami.” Paola lo baciò su una guancia. “Sei perdonato, amore. Lo so che sei il comandante adesso e dovresti dare il buon esempio.” “Maresciallo.” Andrea alzò gli occhi al cielo. “Vado a mettere a posto la mia roba.” gli sussurrò Paola prima di uscire. “Mura, che cosa c’è?” “C’è una signora che vorrebbe fare una denuncia, ma vuol parlare con il padrone della caserma.” Andrea alzò gli occhi al cielo. Si erano appena liberati di Giovanni che era stato accolto in una casa famiglia piena di bambini e animali dove era felicissimo. “Falla accomodare, Mura” Quando la donna entrò i peggiori sospetti di Andrea si materializzarono. PUNTATA 67 “Si accomodi, signora.” disse Andrea alla donna cercando di non riderle in faccia. “Lei è il padrone, qui?” “Sono il maresciallo Ferri, il comandante di questa caserma, posso sapere il suo nome, signora?” “Oh, si scusi. Io sono la signora Gattuso. Abito in fondo a via Fra’ Bartolomeo.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 105 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea sorrise tra sé era vestita con un pantacollant rosa fluorescente e aveva addosso una giacca verde pisello, un cappello giallo sole contornato di margherite. “Qual è il problema, signora?” “La notte c’è sempre un gran vocio di persone e un abbaiare di cani.” “I suoi vicini hanno dei cani, signora?” “Non ho vicini, dottore, la mia casa è un po’ isolata…e le confesso che ho paura.” Andrea la guardò un attimo, a parte il fatto che non riusciva a chiamarlo maresciallo e che era vestita così, la signora sembrava a posto. “Da quanto tempo ci sono questi rumori?” chiese. “Un paio di settimane.” “Va bene, signora, stanotte manderò qualcuno dei miei uomini a vedere.” La signora lo guardò riconoscente. “Bordi! Accompagna la signora.” “Comandi maresciallo.” Andrea rimase un attimo a fissare la finestra poi uscì nel corridoio scontrandosi con Carlo. “Ehi, va tutto bene Carlo?” gli chiese. “Sì, è tutto a posto ma c’ho avuto ‘na paura…” “Ti credo, Carlo.” “Mi dispiace de non avette avvisato del cambio de turno” Andrea scosse la testa. “Era un’emergenza, Carlo, va bene ma oggi sei di turno tu lo sai vero?” Carlo annuì salendo le scale. “Martini, vieni con me.” Sonia si alzò dalla sua scrivania e lo seguì. “Andiamo da Pippo, devo chiedere notizie di una persona, conosci la signora Gattuso?” chiese poi. “Gattuso? Ah sì abita là in fondo a via frà Bartolomeo ma non saprei dirti niente su di lei.” “Vuoi scommettere che invece il nostro caro Pippo qualcosina la sa?” Sonia sorrise. “Prima dovremo subirci la tiritera su Carlo poi forse ci risponderà.” Andrea rise con lei. “Si rassegnerà mai?” “Dubito” rispose Sonia. “Pippo, due caffè!” “Com’è che è tornata la Vitali e tu vai a giro con lei?” “Pippo, stiamo lavorando.” disse Andrea. “Che sai dirmi della signora Gattuso?” “Gattuso …ah sì, sta in quella bella villa appena fuori città, le è morto il marito un paio di anni fa, non ha figli e abita là da sola.” “E’ una casa isolata, Pippo?” “Beh, sì …abbastanza.” Sonia si guardò intorno poi chiese. “Jessica, non c’è?” “Certo che non c’è…da quando quel carabiniere l’ha convinta a sposarlo è sempre malata.” Andrea lo fissò dritto in faccia. “Pippo, stai dicendo sul serio o fai lo spiritoso come al solito.” Pippo ricambiò lo sguardo. “Tua nipote ha passato tutta la notte in ospedale rischiando di perdere il bambino che aspetta…non credo che ci sia niente di divertente in questo, neanche per Carlo che è stato tutta la notte con lei” Pippo abbassò lo sguardo. “Lo so cosa è successo, ma se lui…” “Pippo…se non era lui era qualcun altro, Jessica volava via comunque. Buona giornata Pippo.” concluse Andrea uscendo. “Mi dispiace, Andrea, non sapevo nulla di Jessica, altrimenti non avrei chiesto” disse Sonia. “Sei già sveglio?” chiese Andrea a Luigi. Lui si strinse nelle spalle. “Vai a correre? Vuoi compagnia?” Luigi scosse la testa. “E’ meglio se vai a far compagnia a Paola, adesso che Annalisa non c’è si sentirà in po’ sola” “Ma tu come stai?” Luigi scosse le spalle. “Mi ha mandato un messaggio dicendo che sta bene.” Andrea scosse la testa. “Faresti un altro turno di notte, Luigi?” gli chiese poi. “Se non è con Vogel, sì” Andrea si passò una mano sul volto. “Non mi piace come tratta Annalisa, lei non vuole che gli dica nulla …allora non mettermelo vicino” spiegò Luigi. Andrea annuì …”Andiamo io e te. Ora vado a coccolare mamma e figlio così stasera esco con te.” “Chiediglielo prima se va bene…io vado a correre, ci vediamo dopo.” disse Luigi avviandosi verso il parco. Andrea andò nel suo appartamento. “Sono tornato, tesoro.” disse aprendo la porta. Paola stava mettendo a posto la sua biancheria. “Interessante” disse Andrea prendendole dalle mani un perizoma di pizzo. “Tra un po’ non ci entrerò più.” disse Paola togliendoglielo di scatto. Andrea le alzò il volto con un dito. “E pensi che non mi piacerai più?” Paola tirò su una spalla. Andrea la prese tra le braccia e la baciò. “Sarai sempre bellissima … almeno per me.” Paola ricambiò il bacio. “Come mai sei già qui?” “Sono venuto a dare la dose quotidiana di coccole al mio bambino e alla sua mamma …stasera sono di turno con Luigi” concluse in risposta al suo sguardo. Paola continuò a stare nel suo abbraccio. “Cercherai di tirarlo su di morale?” “Non credo che ne abbia bisogno più di tanto, mi pare piuttosto rassegnato.” “Non possiamo fare nulla per lui?” Andrea scosse la testa. “Non sappiamo dove sia andata e non voglio chiamarla sul cellulare se non c’è una vera emergenza.” Paola lo guardò, aveva ragione lui, Annalisa si sarebbe arrabbiata se fossero intervenuti, guardò l’uomo che amava con tutto l’amore che aveva dentro e gli disse. “Però se non torna tra tre giorni, inventi una scusa e la chiami.” “Perché non la chiami tu, è tua amica…magari ti risponderà di farti gli affari tuoi ma almeno saprai che sta bene.” Paola gli sorrise. “La chiamerò stasera, adesso voglio pensare a te.” Andrea la strinse ancora di più a sé e cominciò a baciarla prima dolcemente poi con sempre più passione. Quanto gli era mancata in quei mesi! Assaporò quei baci come se Created by eDocPrinter PDF Pro!! 106 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fosse nettare. Sentì Paola rispondere con la sua stessa passione, le loro lingue ritmavano una danza antica come il mondo, quando si slacciarono erano entrambi senza fiato. Andrea le carezzò dolcemente il volto. “Non posso ancora credere che tu sia qui.” “E’ per poco …” disse Paola. “Due mesi non è poco. Pensa se tu avessi dovuto trascorrerli da sola a Roma.” Paola gli sorrise tristemente. “Hai ragione, amore, è meglio godersi questo periodo insieme che avvelenarci con il pensiero di cosa sarà..” Andrea le carezzò il ventre. “Non ti devi angustiare, non ti fa bene… e domani andiamo dal dottore, voglio essere sicuro che va tutto bene.” Paola annuì. “E adesso andiamo a dormire.” “A dormire?” chiese Paola meravigliata. “Cara, stanotte non abbiamo dormito molto ed io non dormirò neanche stanotte.” rispose prendendola tra le braccia e adagiandola sul letto. Si tolse le scarpe e si mise accanto a lei abbracciandola. Paola si rannicchiò nel suo abbraccio e si addormentò mentre Andrea rimase sveglio a cullarla. Lui non aveva sonno, ma aveva visto segni di stanchezza sul volto di Paola e infatti lei era crollata addormentata subito. Continuò a coccolarla pensando che questo figlio gli aveva già portato un regalo bellissimo ancor prima di nascere. Baciò dolcemente Paola e poi si alzò e tornò nel suo ufficio. PUNTATA 68 “Sei sicuro che Paola è d’accordo che tu faccia la notte?” chiese Luigi. “Sì, vuoi andare a chiederglielo te o non vuoi fare la notte con me?” Luigi sorrise. “Non vorrei che litigaste, Paola dovrebbe stare tranquilla nel suo stato, così come Ale e Jessica.” Andrea sorrise. “Andiamo, dai, andiamo a vedere da questa signora Gattuso.” “Credi che sia svitata?” Andrea scosse la testa mentre Luigi si metteva alla guida. “No, nonostante l’abbigliamento eccentrico e il fatto che chiedeva del padrone della caserma, mi è sembrata una persona normale.” Andrea lo guardò non sapendo cosa dirgli. Arrivarono a casa della signora Gattuso ma non c’era nessuno. “Facciamo un giro e torniamo tra un po’.” propose Luigi “magari è presto e arrivano più tardi.” Andrea annuì. Luigi guidava in silenzio come se fosse solo. “Vuoi che la richiami?” disse tutt’a un tratto Andrea. Luigi scosse la testa. “No, tanto tornerà con una spiegazione plausibile a cui io crederò e tutto finirà lì.” “Veramente crederai a tutto quello che ti racconterà?” “Non avrò nessuna altra scelta.” “Perché no?” Luigi fermò la macchina e lo guardò negli occhi. “Perché non voglio perderla, Andrea, non mi importa se non ricambia totalmente i miei sentimenti, a me basta quello che mi da” Andrea gli mise una mano sulla spalla. “L’hai presa bella, eh? Non t’invidio, Luigi.” Luigi sorrise rimettendo in moto la macchina. Tornarono di nuovo verso la casa della signora Gattuso. La casa era avvolta nel buio più totale ma si sentiva un vocio provenire da dietro il giardino. Parcheggiarono lontano e si avvicinarono a piedi seguendo il brusio delle voci. Dietro al giardino c’erano delle macchine parcheggiate in circolo con i fari accesi. Nel mezzo al fascio di luce due cani stavano combattendo. Andrea valutò le persone che erano lì, non era il caso che si facessero riconoscere come carabinieri. “Torniamo indietro.” disse a Luigi. “Che facciamo?” chiese Luigi quando ormai erano alla macchina. “Non possiamo chiamare rinforzi, non c’è nessuno in caserma a parte Bordi e Leo.” disse Andrea. “Seguiamo qualcuno di loro e vediamo dove riportano i cani?” chiese Luigi. Andrea annuì. “Prendi gli occhiali che sono nel cruscotto” gli disse. Luigi li prese con lo sguardo interrogativo. “Sono per vedere al buio, li aveva comprati Annalisa quando seguivamo Grechi.” Luigi rise tra sé, piena d’iniziativa come al solito. “E come mai due paia?” chiese. “Mi disse che dopo aver visto Vogel terreo attaccato alla maniglia aveva pensato che forse era meglio che li indossasse anche il passeggero.” spiegò Andrea poi aggiunse “Li ho indossati solo io … quella notte che ti ha sparato.” “Si vede così tanto che non mi piace?” “Per me sì, perché ti conosco bene.” Luigi scosse la testa. “Non mi piace che maltratti Annalisa.” “Ma se non capisci neanche quello che dice, discutono sempre in tedesco.” “Le parole no, ma il tono sì quello lo capisco e ti assicuro che non è un tono amichevole. Se Annalisa non mi avesse espressamente chiesto di starne fuori lo avrei già sistemato.” “Forse non hai notato ma è leggermente più grosso di te.” “Non c’è mica bisogno di usare le maniere forti, basterebbe dirgli come stanno le cose.” “E cioè?” chiese Andrea incuriosito. “Che io e Annalisa stiamo insieme.” “Credi che basti questo?” Luigi si strinse nelle spalle, non sapeva se bastava ma era stufo di far finta di nulla quanto quasi tutti sapevano come stavano le cose. Non appena fosse tornata Annalisa doveva chiarire anche quella cosa oltre a tutte le altre. Le macchine cominciarono ad allontanarsi. Luigi si mise alla guida e seguì quella su cui avevano visto salire uno di quelli che aizzava un cane contro l’altro. Lo seguirono a fari spenti per tutta la città poi lo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 107 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! videro fermarsi presso uno studio veterinario, un uomo uscì e aiutò l’altro a portare il cane dentro. “Povera bestia” disse Andrea. Luigi si limitò a scuotere la testa. Paola stava chiamando Annalisa. “Ciao, Paola.” rispose dopo due squilli lei. “Ciao, ma hai pianto? Va tutto bene?” Annalisa annuì. “Sì, va tutto bene, Paola, non ti preoccupare.” “Stai facendo preoccupare il brigadiere.” le disse Paola. “Credi che non lo sappia? Ma adesso non posso chiamarlo.” “Adesso non puoi comunque perché è in servizio con Andrea. Ma domani…” “No, Paola, è meglio di no.” Paola le sorrise. “Hai paura di lui?” Annalisa rise “Io paura del brigadiere? Sarà forse vero il contrario.” Paola rise con lei. “Molto probabile ma non credo che sia solo paura quella che prova per te.” Paola vide il volto dell’amica contrarsi un attimo prima di rispondere. “Lo so, Paola, è per quello che sono venuta qui.” “Sei almeno da persone che ti vogliono bene?” “Sì, non ti preoccupare per quello. Tu sei stata da un dottore?” “Ci vado domani con Andrea.” Annalisa le sorrise. “Non mi far preoccupare oltre, Paola, mangia e riposati.” “Riposo, riposo, ho dormito anche oggi pomeriggio.” “Dovevi essere stanchissima se…-poi si interruppe e rise – già, già, molto stanca, quanto hai dormito ieri notte?” Paola arrossì mentre Annalisa continuava a ridere. “Ridi, ridi pure prima o poi toccherà anche a te e allora ti ricambierò il favore.” Annalisa si ricompose e poi le disse. “Non so se capiterà …” Paola la salutò. “Dirò a Luigi che stai bene” “Lo sa già, gli ho mandato un messaggio.” “Un messaggio sul cellulare?” Paola vide Annalisa annuire e pensò tra sé. <<Povero Luigi>>. “Paola devo andare, ti chiamo domani per sapere cosa ti ha detto il dottore.” “Va bene. Buonanotte.” Annalisa chiuse il suo telefono e riportò la sua attenzione sulle persone che le stavano davanti. “Era il carabiniere Vitali?” chiese l’uomo. Annalisa annuì mentre si mordeva un labbro. Il compito che si era prefissa sembrava più difficile di quanto avesse preventivato. “Io vi lascio sole” disse l’uomo uscendo. Annalisa guardò la donna di fronte a lei mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia. PUNTATA 69 Annalisa si asciugò la lacrima con il dorso della mano. “Perché sei venuta proprio ora?” le chiese la donna. “Non lo so, Elvira. So solo che adesso mi sembrava il momento giusto.” Elvira la guardò. “E’ successo qualcosa da quando hai lasciato la scuola?” Annalisa le sorrise. “Qualcosa? E’ successo di tutto, lo sai che sono entrata di nuovo in un orfanotrofio?” Elvira spalancò gli occhi meravigliata. “E come è andata?” Annalisa si grattò la fronte. “Mi sono presa un mese di punizione ed ho rischiato la sospensione dal servizio e una denuncia per sottrazione di minore.” “Che cosa hai combinato?” “Non ho riportato la bambina in istituto.” Elvira scosse la testa. “Non sai come è stato difficile quei giorni andare là dentro cercare di convincere la bambina a collaborare. Se non ci fosse stato Luigi sarei impazzita.” Elvira la guardò un attimo poi proseguì. “E che altro hai combinato?” “Di grave più niente, abbiamo sventato un traffico di doping sportivo, abbiamo scoperto che un minacciatore attentava alla vita di Luigi invece che a quella del magistrato, sono tornata una settimana in Toscana in licenza, ritornando indietro con Luigi.” Elvira scoppiò a ridere. “Chi è Luigi?” Annalisa la guardò stranita. “Hai detto tre frasi e l’hai nominato in ognuna, allora chi è Luigi?” “Un collega.” “Solo un collega? E perché gli altri non li hai nemmeno nominati, siete solo tu e lui in tutta la caserma? E’ il tuo maresciallo?” “No, è un brigadiere come me. Il comandante della caserma è il maresciallo Ferri.” Elvira la guardò indulgente. “Allora?” Annalisa la guardò sorridendo. “Allora cosa?” “Non hai nulla da dirmi su questo Luigi a parte che è un collega.” Annalisa la guardò, sapeva che Elvira non avrebbe desistito fino a quando non avesse saputo quello che voleva. “E’ un collega un pò speciale” disse quindi. “Solo un po’, eh? Pensi di parlare con una sprovveduta?” Annalisa si strinse nelle spalle. “Tu gli piaci?” chiese quindi. “Lui dice di sì.” Annalisa lo disse con noncuranza. “L’hai già fatto impazzire coni tuoi sbalzi d’umore?” Annalisa sorrise. “Sì, ma lui crede di poter risolvere tutto …” “E ci riesce?” chiese incuriosita Elvira. “Per un po’ di tempo di sì.” Elvira rise. “E’ per lui che sei qui, vero?” Annalisa si strinse nelle spalle poi disse “Può darsi.” Elvira la guardò come se vedesse ancora la bambina che sedeva nel corridoio della caserma di Dobbiaco in attesa di essere ricevuta dal comandante per qualche denuncia arrivata contro di lei. “Farai mai qualcosa per te?” le chiese. “Questo è per me, non voglio più che il mio passato condizioni la mia vita …come sta facendo adesso.” Rimase un attimo a fissare Elvira e poi le chiese. “Sono così cattiva, Elvira?” Per la prima volta da quando era arrivata in casa, Elvira l’abbracciò. Non lo faceva da tanto tempo. “Non sei cattiva, hai avuto la sventura di incontrare persone incapaci di voler bene. Tua madre prima e tuo padre dopo. Ma se adesso, hai trovato una persona che ti vuol bene, non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 108 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! te la far sfuggire per paura, Annalisa.” “Sono qui per quello, Elvira, perché ho fatto tutto quello che sappiamo quando ero a Dobbiaco?” Elvira la guardò con affetto. “Per attirare l’attenzione di tuo padre Annalisa, inutilmente purtroppo, tuo padre si sentiva in colpa per averti lasciato a tua madre e ti ignorava per mettere a tacere la sua coscienza.” “Ho fatto tutti quei macelli per lui?” “Sì, Annalisa, l’hai fatto solo per lui, ma era sua moglie che si preoccupava di venire a scuola a ritirare la pagella, a parlare con la maestra.” “Mutti?” “Sì, lei. Non so perché lo facesse però lo faceva lei.” “Il perché lo so io, perché voleva bene a papà.” Elvira guardò l’orologio. “E’ tardi Annalisa, andiamo a dormire, riprendiamo questo discorso domani mattina.” Annalisa annuì. “Buonanotte Annalisa.” “Buonanotte, Elvira” rispose. Rimasta sola nella camera che Elvira le aveva assegnato, prese più volte il cellulare in mano, sentiva nostalgia della voce di Luigi, voleva chiamarlo ma si ricordò che Paola le aveva detto che era di servizio. Selezionò l’opzione messaggi e scrisse. Rimase un attimo a pensare prima di spedirlo, poi con un sospiro premé il tasto invio. Si preparò per la notte e dopo poco si addormentò. “Bip bip” Luigi prese il cellulare e sorrise. Andrea gli domandò con lo sguardo. “Annalisa” rispose Luigi aprendo il messaggio. <<Sto bene. Vale anche per Andrea.>> Andrea scosse la testa. “Come sa che siamo insieme?” chiese Luigi. “Paola aveva intenzione di chiamarla, stasera.” rispose Andrea. Luigi sorrise. “Quando rientriamo chiederemo come l’ha vista.” “L’ha vista?” chiese Andrea. Luigi sorrise scuotendo la testa. “Non sai che hanno il videofonino loro due?” Andrea scosse la testa. “No, nessuna delle due me lo ha mai detto.” Luigi rise. “E’ meglio che stiano divise quelle due.” “Probabilmente hai ragione, ma siccome nessuno di noi due vuol rinunciare alla propria donna ci aspettano dei momenti duri.” Luigi scambiò uno sguardo d’intesa con Andrea. “Non saranno duri, Andrea, tu aspetti un figlio dalla donna che ami, cosa c’è di più bello?” “Credo niente.” rispose Andrea orgoglioso “se poi ci aggiungi che diventerò anche zio nello stesso periodo credo che non si possa chiedere nient’altro alla vita.” Luigi lo guardò. “Sono un po’ invidioso.” gli disse sorridendo. “Beh, per quanto riguarda diventare padre non credo di poterti aiutare, dovrai chiedere ad Annalisa.” “L’ho già fatto.” replicò Luigi. “E..” incalzò Andrea. “Sembrava che l’idea le piacesse ma non so se vorrà poi metterla in pratica.” Andrea sorrise. “Sarebbe l’unica incinta volontariamente…” gli disse Andrea. “Dovrò prospettargliela così, magari le piacerebbe di più l’idea.” disse ridendo Luigi. “Per quanto riguarda diventare zio, ti autorizzo a considerare mio figlio tuo nipote.” gli disse Andrea mettendogli una mano sul braccio. Luigi ricambiò lo sguardo di amicizia con cui lo stava guardando Andrea. Tornarono in caserma che albeggiava. Luigi indicò con la testa ad Andrea Sonia seduta sulla panchina del cortile. Si guardarono poi Luigi gli disse. “Tu va da Paola che dopo devi andare al comando, ci parlo io con lei.” “Sicuro?” Luigi annuì. “Ah – disse Andrea prendendo una cosa dal cruscotto – tieni queste sono le chiavi dell’appartamento di Annalisa.” Luigi le prese stringendosi nelle spalle. “Va tutto bene, Sonia?” le chiese mettendosi seduto accanto a lei. La ragazza annuì. “Se andasse tutto bene, non staresti all’alba da sola seduta su una panchina. Problemi con Mario?” Sonia alzò il volto verso di lui e annuì. PUNTATA 70 “Avete litigato?” chiese Luigi. “No, non è quello.” rispose Sonia un po’ imbarazzata. “Se non va di parlare, fa niente” le disse Luigi comprensivo. “Volevo parlarne con Annalisa ma mi è sfuggita sotto il naso.” Sonia lo guardò poi disse “Scusa, non volevo…” “Figurati, è scappata sotto il naso anche a me, cosa credi…faremo i conti con lei quando torna. Dimmi piuttosto se ti posso aiutare.” Sonia si guardò le punte dei piedi poi gli disse. “Dopo la festa per il bambino di Carlo e Jessica, Mario mi ha riaccompagnato a casa e ….” Sonia si interruppe. “va bene e poi?” “Io gli ho detto che avevo paura di non riuscire ad apprezzare i suoi baci per quel mio episodio.” “E Mario?” “Lui ha detto che si poteva cominciare dall’abbracciarsi e poi proseguire …” “Ragazzo intelligente.” commentò Luigi. “Solo che siamo arrivati fino ai baci e poi …” “Ho capito –disse Luigi – tu vorresti sapere se non è andata avanti perché non gli piaci o perché teme che tu ti possa spaventare.” Sonia annuì. “Hai ragione, ci vorrebbe Annalisa oppure potresti chiedere a Paola.” disse Luigi. “Mi dispiace disturbare Paola, mi sembra molto stanca.” Luigi si alzò annuendo, si mise le mani in tasca e sentì il mazzo delle chiavi. Sorrise poi le disse. “Forse ho un’idea, non so se ti piacerà.” Tirò fuori dalla tasca le chiavi e le disse. “Perché non prepari una cenetta solo per voi due? Puoi usare l’appartamento di Annalisa.” Sonia lo guardò speranzosa. “Credi che Annalisa sia d’accordo?” Luigi sorrise. “Non avrà nulla da ridire, poi sarà colpa mia, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 109 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Sonia. Prendi le chiavi, invita Mario per domani sera. Purtroppo stasera dovremo lavorare.” “Io ero di turno comunque stanotte.” replicò Sonia sorridendo. Andrea guardò in cucina, Leo gli fece cenno che Paola era ancora su, salì di corsa le scale e aprì piano la porta. Paola dormiva ancora, con un braccio sotto il viso. Andrea si fermò ad ammirarla, sembrava una bambina. Si spogliò e si mise sotto le coperte accanto a lei. Paola si rannicchiò nel suo abbraccio. “Sei tornato presto.” gli mormorò con la voce ancora impastata di sonno. “Sì, dormi ancora, passerotto, è presto.” Paola gli depositò un bacio sulla gola poi si riaddormentò. Andrea continuò a cullarla, era stato uno stupido quando le aveva detto che doveva andare a dormire con Annalisa … si sarebbe perso anche questi pochi attimi di intimità che il loro lavoro gli concedeva. Scivolò anche lui nel sonno cullato dal respiro regolare di Paola. Fu un bussare discreto alla porta che lo svegliò. “Andrea …-sentì chiamare Luigi – sono le otto.” Annalisa si era svegliata presto, sentiva come se stesse per succedere qualcosa. Sperò che in caserma stessero tutti bene, non voleva chiamare Paola magari stava ancora dormendo, chi avrebbe potuto chiamare senza allarmare nessuno? Scosse la testa, non avrebbe chiamato nessuno, Andrea sapeva che aveva il cellulare acceso, se fosse successo qualcosa l’avrebbe chiamata lui. Si preparò per presentarsi a colazione. “Buongiorno, generale.” disse Annalisa all’uomo seduto al tavolo. “Buongiorno, Lisa. Dormito bene?” Annalisa annuì versandosi il caffè. “Elvira?” “Arriva subito” rispose il generale poi chiese “Come sta la Vitali?” Annalisa scosse la testa. “E’ sempre stanca.” “Deve comunque prepararsi per l’esame finale del corso, lo sai vero?” “Sì, oggi passo dalla scuola a farmi dare il programma e poi domattina comincio subito a farla studiare.” “Ranieri mi ha detto che sei in convalescenza.” Annalisa si strinse nelle spalle. “Il braccio non mi fa più tanto male.” Il generale si avvicinò a lei e la fissò negli occhi. “Non smetterai mai di metterti nei guai, vero?” “Ho salvato la vita ad un bambino.” “E non poteva farlo nessun altro, no?” Annalisa lo guardò negli occhi. “Non lo so se lo poteva fare qualcun altro ma c’era un bambino in pericolo non potevo certo chiedere chi vuole andare” Il generale le posò una mano sulla spalla. “Non c’è bisogno che tu dimostri continuamente che sei una persona diversa da quella bambina piena di problemi che eri a Dobbiaco, chi ti conosce lo sa bene.” Annalisa si morse un labbro poi con gli occhi pieni di lacrime gli disse. “So anche che se non fosse stato per te, maresciallo, io sarei finita in riformatorio.” “Non te lo meritavi, Lisa, non eri cattiva, avevi solo un disperato bisogno d’amore.” Elvira entrò in sala da pranzo facendosi sentire, era rimasta fuori dalla porta ad aspettare che fosse suo marito a dire quelle cosa ad Annalisa. “Buongiorno, Elvira.” disse Annalisa asciugandosi le lacrime con le mani. “Buongiorno, cara. Che programmi hai per oggi?” “Devo passare dalla scuola a prendere il programma da finire per Paola e poi devo comprare qualcosa.” “Per chi?” chiese Elvira sorridendo. “Per i miei amici” rispose Annalisa. “Vieni a scuola con me, allora?” chiese il Generale. Annalisa annuì e andò a prepararsi. Andrea stava parlando con il Capitano Ranieri di quello che aveva scoperto la notte precedente. “Combattimenti clandestini?” chiese il Capitano. Andrea annuì. “Sì, e sono aiutati da un veterinario della zona, ieri sera abbiamo seguito uno di loro e l’abbiamo visto portare il cane in uno studio veterinario.” “Allora qualcuno dovrà andare dal veterinario oggi, non avete animali da portare a far visitare?” “Possiamo trovarlo, manderò il brigadiere Testa che ieri sera era con me e può riconoscere il dottore.” Il capitano Ranieri concordò con lui e finirono di elaborare un piano. Avrebbero preso in prestito uno degli animali della casa famiglia dove era ospitato Giovanni per contattare il veterinario e poi avrebbero preparato un appostamento per la notte. PUNTATA 71 “Etcium, etcium” Luigi non riusciva a smettere di starnutire mentre teneva in braccio il gattino che Andrea aveva preso per portarlo dal veterinario. “Luigi, non è che sei allergico al pelo del gatto?” chiese Andrea mentre guardava l’amico con gli occhi lucidi. “Non lo so, non ho mai avuto gatti in casa.” rispose Luigi tra uno starnuto e l’altro. Andrea gli tolse il gatto di mano e gli disse. “Ok, ci vado io dal veterinario, tu organizza i turni per stasera insieme a Vogel.” Luigi alzò gli occhi al cielo ma sapeva che non poteva fare altrimenti. “Se faccio tardi, accompagna tu Paola dal dottore.” gli disse Andrea. “Ah, no mio caro, quello è compito tuo.” replicò Luigi ridendo. Paola arrivò sorridendo. “Cosa sarebbe compito tuo, Andrea?” chiese baciandolo sulla guancia. “Accompagnarti dal dottore e far sì che tu segua le sue prescrizioni.” rispose per lui Luigi. Paola sorrise. “Ho telefonato ad Annalisa ieri sera.” Luigi si incupì un attimo. “Sta bene, vero?” “Sì, sta Created by eDocPrinter PDF Pro!! 110 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! bene. Ha solo bisogno di qualche giorno per sé.” la scusò Paola. Luigi annuì ed uscì dall’ufficio di Andrea. Andrea la guardò negli occhi poi le disse. “Non gli hai detto la verità, vero?” Paola scosse la testa. “Beh, non tutta, non sta male ma quando mi ha risposto aveva pianto.” Andrea rimase un attimo pensieroso. “Se la richiamo, le faccio un favore oppure no?” “Secondo me, no. Non penserai che la tengano prigioniera, se è lì è perché ci vuole stare. Ma tornerà presto, non ti preoccupare.” “Non mi preoccupo per lei ma per Luigi. Fa finta di niente ma ieri pomeriggio l’ho visto in riva al lago con lo sguardo perso … non si è neppure accorto che ero lì.” “Se come dici tu è così preso penso che sia normale che ne senta la mancanza.” “Speriamo che lei non torni dicendo che non le importa nulla di lui.” “Non credo, non hai visto come lo guarda?” Andrea sorrise, le fece una lieve carezza poi le disse. “Devo andare, ho un operazione da iniziare” Mise il gattino nella gabbia e uscì dalla caserma. Si incamminò verso lo studio veterinario con determinazione. Lo accolse una ragazza che prese i suoi dati il nome del gatto e li inserì nel computer. “Qui ci vorrebbe o Sonia o Annalisa per entrare nel computer” pensò tra sé. Dopo qualche minuto d’attesa, lo fece accomodare nello studio. Qui lo accolse una ragazza bionda con i capelli raccolti in una coda bassa. Andrea non riuscì a trattenere un moto di meraviglia. “qualcosa non va, signor Ferretti?” “Oh, no –si riprese Andrea – ma mi avevano detto che avrei trovato un medico uomo” Andrea si sentì uno stupido. La ragazza si rabbuiò. “Lei ha delle preferenze in tal senso?” “No, solo che il mio amico mi aveva parlato così bene di questa persona che credevo lavorasse solo lui in questo studio.” Gli occhi azzurri della ragazza scintillarono. “Io sono la dottoressa Fagiani e se vuole può aspettare il mio assistente, il dottor Pardi.” “Oh, no. sono sicuro che Pussy preferisca essere vistata da lei.” La dottoressa prese il gattino e lo visitò. “Mi sa che dovrete cambiare il nome al gatto, è maschio.” Andrea rise e la dottoressa rimase ad ammirare gli occhi verdi di Andrea che si illuminavano. “Dovrò dire a Giovanni che deve cambiare il nome al suo gatto, non sarà felice.” La dottoressa sorrise. “Giovanni è suo figlio?” Andrea rise di nuovo. “No, è un vecchio amico, molto amante degli animali” “Per fortuna che ci sono anche gli amanti degli animali altrimenti…” la dottoressa lasciò il discorso in sospeso. “Già …le è mai capitato di curare cani feriti in combattimento?” “No, ma sa quelli non li portano negli ambulatori.” “O se non altro non in pieno giorno.” aggiunse Andrea. La dottoressa lo guardò sospirando. “Non sa che pena mi fanno quelle povere bestie quando le vedo in televisione, con quelle cicatrici sul volto.” Andrea la guardò e gli sembrò sincera. “Il suo gatto sta bene, lo riporti tra un mese per la seconda vaccinazione.” Lo accompagnò alla porta mentre usciva un uomo dall’altro ambulatorio, Andrea lo riconobbe subito era l’uomo che aveva visto la notte prima. “Questo è il mio assistente il dottor Pardi, forse è di lui che le hanno parlato.” disse la dottoressa Fagiani. “Chi le ha parlato di me?” chiese l’uomo. “Il padrone di quel bel pittbull nero …, sa Nerone.” L’uomo rimase un attimo sorpreso poi disse. “La dottoressa Fagiani è stata sicuramente più adatta di me, io non ho grande esperienza con i gatti.” Andrea abbozzò un sorriso poi disse. “Allora sono stato fortunato …ho anche un cane da portare …chiederò di lei dottor Pardi, sa anche il mio è un pittbull.” “Certo, con piacere.” L’uomo rientrò nell’ambulatorio mentre Andrea prendeva la gabbia con il gatto e usciva. Tornò in caserma e fece il punto della situazione con Luigi. “La dottoressa sembra a posto, quello che abbiamo visto ieri sera è il suo assistente.” “Credi che lei ignori quello che l’uomo fa di notte?” “Sì, mi sembrava sincera quando parlava, mentre il dottor Pardi è rimasto un po’ interdetto quando gli ho fatto il nome di Nerone.” Luigi rimase un attimo pensieroso. “Che stai pensando, Luigi?” “Che se stanotte andiamo là e arrestiamo combattenti e scommettitori, avremo le prove del coinvolgimento di questo veterinario?” Andrea sorrise. “A forza di frequentare Annalisa, ti è venuta la sua mente contorta, però hai ragione, sarebbe la nostra parola contro la sua.” “Dobbiamo trovare il modo di incastrarlo, ma come?” “Telefona ad Annalisa e chiediglielo” disse Luigi. Andrea lo guardò come se fosse stupido. “Dici sul serio o mi stai prendendo in giro …” Luigi gli sorrise- “Scherzavo,no?. E se dopo aver arrestato tutti portassimo il cane lì chiedendogli di curarlo?” Andrea lo guardò sorridendo. “Vedi che non abbiamo bisogno di lei?” “Parla per te, amico, io ne ho bisogno.” Andrea gli diede una pacca sulla spalla. “Chiamo Ranieri e sento che ne pensa” “Va bene, io vado a fare un giro con la moto, tu ricordati che devi accompagnare Paola dal dottore.” Andrea lo fissò mentre usciva. Avrebbe voluto aiutarlo, Paola gli aveva detto di starne fuori ma lui non poteva stare con le mani in mano e vedere il suo migliore amico stare così male. Prese in mano il cellulare e la chiamò. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 111 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 72 Annalisa guardò il nome sul display del cellulare e imprecò. “Brutte notizie?” chiese il generale Burchi. “E’ il mio comandante.” “Allora, rispondi senza brontolare.” “Dionigi” rispose. “Annalisa, devi rientrare immediatamente.” “E’ successo qualcosa a Paola?” “No, ho bisogno anche di te stanotte per un’operazione. Ce la fai a rientrare in tempo?” “Si, Andrea, sono a Roma, vado a prendere lo zaino e torno con il primo treno che trovo.” “D’accordo, chiamami ti vengo a prendere alla stazione.” “D’accordo.” chiuse la comunicazione e guardò il generale. “Devo rientrare a Città della Pieve.” “Va bene, questo è il programma che deve essere svolto e queste sono le dispense che non sono ancora state consegnate.” Annalisa prese tutte le cose che il generale le stava dando. “Lo sai che sto giocando il mio nome con questa concessione, vero?” Annalisa annuì. “Lo supponevo, ma non ti deluderò, a costo di legarla sulla sedia sarà la migliore del suo corso.” “Non ho dubbi sul tuo impegno.” Annalisa lo fissò dritto negli occhi. “Non voglio tornare ad insegnare, maresciallo, non sono diventato carabiniere per fare quello.” “Anche formare nuovi carabinieri ha la sua utilità” “Non per me, io voglio aiutare la gente, come hanno fatto con me tutti i carabinieri che ho incontrato nella mia vita.” gli disse Annalisa in tono deciso. Tornarono a casa, Annalisa rifece i suoi bagagli e salutò Elvira. “Non stare altri cinque anni senza farti vedere.” le disse la signora abbracciandola. “No, tornerò a trovarti e ti telefonerò.” “Saluta anche quel povero ragazzo che ha avuto la sventura di innamorarsi di te.” Annalisa le sorrise. Il generale la fece accompagnare alla stazione. Il primo treno partiva dopo cinque minuti, fece il biglietto e prese posto sul treno. Quando il treno partì, chiamò Andrea per dirgli a che ora sarebbe arrivata. Era sola nello scompartimento, si mise seduta vicino al finestrino e rimase a guardare il paesaggio che scorreva. Riflesso nel vetro, vide passare anche la sua vita, vide il suo passato scorrere davanti ai suoi occhi, adesso quasi tutto aveva un senso, anche quella sensazione di inadeguatezza che si portava dietro da così tanto tempo. Avrebbe dovuto andare prima a parlare con Elvira e con il generale, ma prima non sembrava così importante, così necessario come da quando c’era Luigi. Al pensiero di quel brigadiere dallo sguardo scuro, si sentì fremere, avevano passato tanto tempo a combattersi e poi tutta quell’animosità che avevano provato si era trasformata in una passione bruciante. Rivide la faccia delusa di Luigi quando gli aveva detto che l’appartamento non era libero. Accese il portatile e rimase a guardare la foto messa come sfondo, gliel’aveva scattata quando ancora era in guerra, lo aveva scorto dalla finestra mentre si cambiava la maglietta sudata dopo una corsa al parco, era riuscita a immortalarlo a torso nudo con i muscoli tesi. Carezzò la foto con un dito e si diede della stupida, quanto tempo aveva sprecato negando anche a se stessa la verità e soprattutto quanto aveva fatto soffrire Luigi con le sue paranoie, ma da adesso in poi le cose sarebbero cambiate … sempre che Luigi ne volesse ancora sapere di lei, visto come si era comportata ultimamente. Il pensiero di perderlo le faceva male, non poteva pensare di passare la sua vita senza di lui … respirò profondamente poi disse a se stessa <<Pensa positivo, Annalisa>>. Andrea aveva accompagnato Paola dal dottore senza dirle che aveva chiamato Annalisa. “Si accomodi signora.” disse il medico. “Ecco queste sono le analisi che le hanno fatto.” disse Andrea mostrando al dottore un fax. Paola lo guardò sorpresa. Come le aveva avute? si chiese. Andrea stava subissando il dottore di domande. Il medico rispondeva tranquillamente a tutte. “adesso, visitiamo sua moglie.” Paola fece per chiarire ma Andrea le lanciò uno sguardo dolcissimo e lei lasciò perdere. Il medico la visitò poi le fece un ecografia. Andrea vide quel piccolo essere che scalciava vivacemente e si sentì inumidire gli occhi … quello era suo figlio, il frutto del suo amore per quella donna bellissima che stava piangendo dall’emozione sdraiata su quel lettino. Le strinse la mano per farle sentire che anche lui era emozionato quanto lei. “Il bambino sta bene, lei è di circa due mesi … sono le analisi che mi preoccupano un po’.” Andrea strinse la mano di Paola. “Che cosa c’è che non va?” “Ha il ferro molto basso, le prescrivo delle pastiglie da prendere durante i pasti che devono essere regolari,” “Può mettere anche per iscritto cosa può o non può mangiare e le regole che deve seguire?” chiese Andrea. Paola lo guardò e gli disse. “E a cosa ti serve?” il tono era un po’ belligerante. “Ho intenzione di darlo ad Annalisa non appena torna così ci penserà lei a fartele seguire visto che a me non dai retta.” Il dottore sorrise e preparò il foglio che aveva chiesto Andrea. “Ci vediamo il prossimo mese, signori Ferri.” Andrea uscì seguito da Paola. “Chi ti ha mandato quelle analisi?” “Annalisa” rispose Andrea scortandola alla macchina. “Perché io non lo sapevo?” “Sono arrivate poco prima Created by eDocPrinter PDF Pro!! 112 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! che uscissimo.” “Perché hai chiamato Annalisa?” “Dovevo chiederle uan cosa, mi ha detto che era a Roma le ho chiesto questo favore.” Paola sbadigliò. “Sei stanca?” chiese facendole una carezza. Paola annuì, si sentiva sempre stanca, il dottore aveva detto che dipendeva dalla carenza di ferro, se avesse seguito le sue indicazione sarebbe stata meglio. “Perché non hai voluto che spiegassi che non siamo sposati?” chiese prima di scendere dalla macchina. Andrea le sorrise. “Perché mi piaceva come suonava …signori Ferri.” rispose con aria sognante. Paola gli diede una bacio. “Tu non vieni?” “No, voglio andare a vedere cosa combina Luigi … oggi mi sembrava ancora più depresso del solito.” Aspettò che Paola entrasse in caserma poi prese il casco di Annalisa. Mancavano solo cinque minuti all’arrivo del treno doveva sbrigarsi. Annalisa scese dal treno e vide Andrea, represse un moto di delusione, sperava di trovare Luigi. “Ciao, Annalisa.” “Ciao, Andrea, come è andata dal dottore?” Andrea le porse il foglio. Annalisa annuì. “Ok, ci penso io. Allora, come mai mi hai chiamato? Non sai portare a termine un’indagine senza di me?” chiese salendo in macchina. “No, ti ho chiamato per Luigi, lo so che non dovrei impicciarmi ma a me dispiace vedere un amico che sta male quando posso aiutarlo. Paola mi ucciderà quando lo verrà a sapere.” “Non è necessario che lo venga a sapere.” disse Annalisa. Andrea la guardò con gratitudine. “Dov’è Luigi?” “Ti ci sto portando … è al lago.” Annalisa non chiese altro. Cercò di mettere ordine nei suoi pensieri prima di affrontare Luigi e la conversazione più importante delle sua vita. Andrea si fermò e le indicò una panchina. luigi era lì seduto, con la schiena curva come se tutte le disgrazie del mondo pesassero sulle sue spalle. Annalisa emise un sospiro. scese dalla macchina mente Andrea le passava il casco. “Se qualcosa va storto chiamami, ti vengo a riprendere io.” Annalisa lo salutò. Appoggiò il suo casco sulla moto di Luigi e si incamminò lentamente verso la panchina dove era seduto. PUNTATA 73 Luigi si sentì avvolgere dal suo profumo ancor prima che dalle sue braccia. Quando si sentì sfiorare la guancia dalle sue labbra, trattenne a stento la tentazione di baciarla con passione. Annalisa fece il giro della panchina e si mise seduta accanto a lui. “Stai bene?” gli chiese. Luigi si limitò ad annuire. Annalisa raccolse le gambe appoggiando i talloni sulla panchina e abbracciandosi i ginocchi. Rimase un attimo in silenzio guardando il lago di fronte a lei. “Devo chiederti scusa.” disse dopo un po’ – sia per la risposta che ti ho dato l’altra sera, sia per essermene andata senza dirti nulla.” Rimase in attesa di una risposta che sapeva non sarebbe arrivata. “So che sei arrabbiato con me, ma io dovevo andar via, era una cosa che avevo rimandato per tanto tempo ma adesso non era più possibile e l’ho capito proprio grazie a te.” Luigi continuò a guardare davanti a sé, cercando di capire in mezzo al fiume di parole che lo avrebbe sommerso quelle che lui stava aspettando. “Sai quella notte in cui è tornata Paola?” Luigi annuì. “Tu mi hai raccontato il tuo segreto e forse ti aspettavi che anch’io ti raccontassi qualcosa di più di me, e ti giuro che avrei voluto farlo …ma prima dovevo mettere in ordine nel mio passato.” Luigi si mosse a disagio sulla panchina. “Sì, lo so che voi speravate che io parlassi con Leo ma Leo non sarebbe stato in grado di aiutarmi, avevo bisogno di parlare con qualcuno che conosceva già i miei segreti: il comandante della stazione di Dobbiaco.” “Sei andata fin là?” chiese Luigi. “No, adesso è a Roma, sono stata sua ospite, sua e di sua moglie.” Luigi ripensò alle parole che aveva sentito quella mattina <<dica a Elvira che verrò a trovarla>>. “Ed è servito, almeno?” Annalisa annuì. “Sì, c’erano molte domande che avevano bisogno di una risposta che forse solo adesso sono in grado di accettare. Lo so che ti sembrerà strano ma l’ho fatto solo per te.” Luigi si voltò verso di lei con uno sguardo furibondo. “Non t’azzardare a dire che l’hai fatto per me ….io non l’ho trovato affatto piacevole sentirmi dire da Andrea che te n’eri andata non si sa dove, vedere tutti gli altri che mi compativano come uno stupido…” Annalisa lo prese tra le braccia e poi gli mise un dito sulle labbra. “Shht! Ti ho già detto che mi dispiace ma non avevo alternative, non se volevo essere la donna che tu meriti di avere al tuo fianco.” “E che donna mi merito secondo te? Una che scappa al primo battibecco?” “Non sono scappata al primo battibecco, l’ho usato per scappare è diverso.” “Quale sarebbe la differenza?” “Che non ho fatto nulla per evitarlo…bastava che dopo averti detto che avevo dato casa a Paola ti avessi proposto qualcosa di alternativo e tu non ti saresti risentito” Luigi scosse la testa, era vero anche quello. “Ti ho sentito dire a Carlo che avresti fatto il suo turno e ho preso la palla al balzo, quando ho chiesto il permesso ad Andrea ero già sul treno per Roma.” Luigi la guardò in volto, aveva lo sguardo più luminoso e mentre lo guardava rivide quello sguardo che lo aveva illuso Created by eDocPrinter PDF Pro!! 113 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! quella notte. “Lontano da qui, sono riuscita a mettere a fuoco alcune cose che qui mi trattenevano, le stesse che mi portavano ad essere un po’ lunatica nei tuoi confronti e che noi risolvevamo sempre alla stessa maniera …facendo l’amore. Non che mi dispiacesse anzi…ma non era la soluzione definitiva.” “E adesso l’hai trovata?” chiese Luigi. “Sì, Elvira mi ha aiutato a capire che tutto quello che mi è successo da bambina non era colpa mia, e che se adesso ho trovato una persona che mi vuol bene nonostante tutti i miei difetti devo solo esserne felice e non pensare che non me lo merito.” “Erano di questa natura i tuoi dubbi?” Annalisa scosse la testa. “Non solo, non avevo capito la cosa principale” “E cioè?” chiese Luigi aspettandosi una risposta vaga come al solito.”Che sono follemente innamorata di te.” Luigi la fissò dritta negli occhi, non credendo alle sue orecchie, veramente aveva detto quelle parole. “Come hai detto?” Annalisa si specchiò nel suo sguardo poi gli disse lentamente “Mi sono innamorata di te, non so quando ma l’ho capito solo lontano da te.” Luigi non si trattenne oltre, la prese tra le braccia e le diede un bacio così traboccante di passione che rimasero entrambi senza fiato. Luigi continuò a tenerla abbracciata. “Mi sei mancata tantissimo” le mormorò. “Anche tu, Luigi.” Luigi la baciò di nuovo. “Devo tornare in caserma, abbiamo un azione in corso.” “Lo so.” rispose Annalisa. Luigi la guardò perplesso. “Me l’ha detto Andrea, quando l’ho chiamato per chiedergli se mi veniva a prendere alla stazione.” “Perché non hai chiamato me?” “Non sapevo se….” Luigi le chiuse la bocca con un bacio. “E’ tutto finito, andiamo. Io sono in m…” le parole gli morirono sulle labbra quando vide il casco appoggiato sulla sua moto. “Sei sicura?” chiese. Annalisa annuì. Oh, sì era sicurissima. Luigi la guardò dubbioso ma si mise il casco e salì sulla moto. Non fu sicuro fino a quando la sentì salire a sua volta. Un senso di trionfo lo colse quando sentì le sue braccia cingergli la vita. Adesso era sicuro, quelle di lei non erano solo parole per farsi perdonare … si sentì mancare il fiato dalla gioia. Annalisa gli infilò le mani sotto il giubbotto e cominciò a carezzargli il torace mentre lo abbracciava. Sentì il suo cuore battere più velocemente e riportò le mani all’altezza della vita. Stare seduta dietro ad una moto era un’esperienza che non aveva mai voluto provare, voleva dire essere nelle mani di un’altra persona e da quel tipo di esperienza aveva avuto solo dispiaceri ma adesso abbracciata a Luigi sentiva che tutto sarebbe andato bene, che lui non le avrebbe mai fatto del male volontariamente. Arrivarono in caserma e Luigi parcheggiò la moto nel garage, Annalisa si tolse il casco. “Mi devo ricordare i vantaggi dello star dietro sulla moto, godere del contatto fisico senza dover badare alla guida” alzò lo sguardo verso Luigi che la stava guardando in un modo che le mise i brividi. “Non t’azzardare mai più a toccarmi così mentre guido” le sibilò a un centimetro dalla bocca prima di baciarla con una passione che non aveva mai sperimentato. Annalisa rispose a quel bacio mentre Luigi la spingeva in un angolo aprendole il giubbotto e carezzandole la pelle sotto la maglia. Annalisa annaspò al tocco delle sue mani, le aveva desiderate così tanto in quei giorni … anche le sue mani corsero a cercare la pelle di Luigi. Sentirono un rumore fuori dal garage. Si staccarono dal bacio e si guardarono entrambi ansanti e con gli occhi pieni di desiderio. “Luigi, siamo in caserma.” mormorò lei con voce roca. Luigi annuì incapace di parlare, aveva rischiato di far l’amore con lei nel garage della caserma, non aveva mai perso così il controllo. “Non mi toccare mai più così, Annalisa, non quando guido la moto, se vuoi che non ci ammazziamo contro un albero.” le mormorò appoggiando la fronte sulla sua. “Ti ho solo sfiorato …” si difese lei. “Oh, no … c’era tanto di quel sentimento nel tuo tocco che pensato seriamente di fermarmi da qualche parte e …” Annalisa lo abbracciò forte poi lo guardò dritto negli occhi. “Possiamo farlo domani…” gli disse. Luigi abbassò la testa e le disse “Ho dato le chiavi a Sonia.”. PUNTATA 74 Annalisa lo guardò un po’ male poi cominciò a ridere prima sommessamente poi sempre più forte. Luigi alzò la testa per guardarla un po’ sorpreso. “Non sei arrabbiata?” “No, però non avrei mai creduto che tu potessi farlo.” Annalisa aveva ancora un tono divertito. “Sonia era un po’ in crisi, tu non c’eri ed io ho cercato di fare come avresti fatto tu” si spiegò Luigi un po’ in imbarazzo. Annalisa gli fece una carezza. “Stai migliorando, mio caro, proprio sì. Che problemi aveva Sonia? Mario?” Luigi annuì. “Andiamo dentro, Andrea si starà chiedendo che fine abbiamo fatto.” Luigi le sorrise. “Mi sa che qualche dubbio gli possa essere venuto.” “Non con una operazione da concludere. Lo sa che siamo dei professionisti seri.” “Basta che non ci abbia visto in garage …” replicò Luigi mettendole un braccio sulle spalle. Andrea li vide entrare abbracciati e nonostante dovesse riprenderli perché non era un comportamento adatto alla caserma, fu felice Created by eDocPrinter PDF Pro!! 114 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! di vedere che avevano appianato le cose. “Venite, venite –disse loro facendo cenno con il dito di raggiungerlo- stiamo aspettando solo voi due.” Luigi appoggiò il suo braccio lungo la vita di Annalisa e la spinse nello studio di Andrea. “So camminare da me, brigadiere” Luigi alzò gli occhi al cielo chiudendosi la porta dietro. “Annalisa, ben tornata” le dissero gli altri meravigliati tranne Leo. Annalisa immaginò che fosse stato Leo a fare quel rumore poco prima. Andrea richiamò l’attenzione di tutti. “Il capitano Ranieri è d’accordo sul piano proposto da Luigi” “Puoi spiegarlo anche a noi visto che non siamo ancora in grado di leggere nelle menti?” chiese Annalisa dando voce agli sguardi degli altri. “Pensavamo di contattare il veterinario che cura gli animali dopo i combattimenti” “E come pensi di contattarlo, bussando a casa sua?” Andrea si grattò la fronte. “Non hai chiesto i tabulati del suo telefono cellulare?” chiese Annalisa. “Ci ho pensato io” Annalisa sorrise. “Dottoressa Morresi, si accomodi.” disse alzandosi dalla poltrona. “Bentornata, brigadiere” “Grazie, dottoressa. Ha i tabulati?” chiese Annalisa. Claudia annuì tirando fuori i fogli dalla sua borsa. Annalisa li prese e li passò ad Andrea. Annalisa scambiò uno sguardo con Luigi. “Che cosa dobbiamo cercare?” “Le chiamate ricevute in mezzo alla notte.” disse Annalisa. Andrea dette i fogli a Sonia. “Controlla a chi sono intestati i numeri che corrispondono a quelle caratteristiche.” Sonia prese i fogli ed uscì. Andrea dette le direttive a tutti poi trattenne Annalisa e fece accompagnare Claudia da Leo. “Nonostante la tua illusione, hai bisogno di me per questa indagine.” “Non ti ho richiamato per quello.” Luigi rimase fuori dalla parta. Allora non era tornata da sola. Si sentì preso in giro poi sentì Annalisa rispondere. “Sarei tornata comunque domani.” “Perché non me l’hai detto?” chiese Andrea. “Perché tu mi hai detto che avevi bisogno per l’indagine e poi ero nello studio del generale Burchi, non avrei certo potuto rispondere come avrei voluto.” “Non dirai nulla a Paola, vero?” Annalisa scosse la testa. “Il dottore ha detto che deve stare tranquilla.” le spiegò Andrea preoccupato. “Non mi devi dare spiegazioni, Andrea, ho capito.” “Paola, come va?” sentirono dire da Luigi nel corridoi a voce alta. Annalisa emise un sospiro, Luigi aveva sentito tutto. Andrea si affacciò alla porta andando incontro a Paola. “Vieni a fare due passi con me?” disse Luigi. Annalisa annuì. “Saluto Paola e poi andiamo.” Paola sorrise quando la vide. “Aspettavo una tua telefonata e invece sei qui!” le disse felice. “Sì –le dissesentivo la nostalgia della caserma” disse strizzando l’occhio ad Andrea . “E di un certo brigadiere no?” Annalisa sorrise a Luigi. “Non credevo di dovertelo dire, infatti io e lui andiamo a fare una passeggiata, torno per prepararti la cena, e non fare quella faccia, mangerai tutto quello che ti preparerò.” Abbracciò Paola e raggiunse Luigi che stava parlando con Sonia. “Che succede?” chiese “Vuole ridarmi le chiavi” disse Luigi. “Non se ne parla nemmeno.” disse Annalisa rimettendole le chiavi in mano. “Hai già invitato Mario?” chiese poi. Sonia annuì. “Bene, domani ti darò una mano a preparare tutto come si deve.” “Ma voi due? –Sonia li guardò un attimo e disse – tutti sappiamo perché avete litigato …ecco io non vorrei…” Luigi abbracciò Annalisa. “Non ti devi preoccupare, non abbiamo litigato.” Sonia rimise le chiavi in tasca. “Grazie.” Annalisa le sorrise mentre si allontanava abbracciata da Luigi. “Andiamo al parco.” disse Luigi. “Non mi hai detto tutta la verità.” le disse mettendosi seduto su una panchina e prendendola in braccio. “Era una parte di verità che doveva rimanere tra me e Andrea.” disse Annalisa. “Se non ti chiamava Andrea, saresti tornata davvero domani?” Annalisa annuì. “Sì, avevo solo in programma un pomeriggio di shopping.” Annalisa lo guardò in un modo che fece capire a Luigi che forse lui era il destinatario di qualche acquisto. “Mi avresti portato qualcosa, stavolta?” “Sì, anche se tu mi avresti detto che ti avevo portato qualcosa per comprare il tuo perdono” Luigi scosse la testa. “Non sono più così stupido, Annalisa, e poi ti voglio talmente tanto che avrei creduto a qualunque bugia tu mi avessi raccontato.” “Non ti ho raccontato nessuna bugia, Luigi. Ho solo omesso di dirti che era stato Andrea a richiamarmi.” Luigi la baciò. “Lo spero davvero, tesoro.” Annalisa capì a cosa si riferisse e quando si slacciarono lo guardò dritto negli occhi. “Io ti amo, Luigi, davvero, ci ho solo messo un po’ troppo tempo a capirlo.” Luigi le carezzò dolcemente il volto. “Ti amo anch’io, Annalisa, e non sai quanto tempo è che sogno che tu mi dica queste parole.” Annalisa lo abbracciò forte. “Lo so. D’ora in poi mi farò perdonare.” “Domani sera?” chiese speranzoso Luigi. “Sì, ma non in caserma, ti prego.” “No, io penso al posto, tu pensi al resto.” Annalisa si alzò e gli tese la mano. “Affare fatto!” Luigi si alzò accanto a lei e la baciò. “Devo tornare in caserma, per preparare cena per Paola –tirò fuori dalla tasca il foglio che le aveva dato Andrea – voglio fare in modo che cominci a mangiare in modo adeguato.” Luigi la prese per mano e si incamminarono verso la caserma lentamente. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 115 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 75 Il cellulare di Andrea squillò. Lui guardò il display non riconoscendo il numero che compariva. Optò per un neutro “Sì, pronto” “Signor Ferretti, sono la dottoressa Fagiani, vorrei parlarle.” Andrea annuì. “Certo, dottoressa, dove?” “Tra un ora davanti al bar Pippo.” “D’accordo, ci vediamo tra un’ora.” Andrea chiuse il telefono e rimase a pensare, era il caso che ci andasse da solo? Vide rientrare Annalisa e Luigi, darsi un bacio e dividersi. Annalisa gli passò davanti andando in cucina. “Tutto bene, Andrea?” chiese. Andrea scosse la testa. “La dottoressa dello studio veterinario mi ha chiamato, vuole vedermi tra un’ora.” “Qual è il problema?” “Non lo so, è una sensazione di qualcosa che non va.” “Vuoi che Luigi venga con te?” chiese Annalisa. “Potrebbe essere un’idea. ma a te non dispiace?” “Io mi occuperò della tua dolce metà e tu della mia.” gli disse sorridendo. “Grazie” Annalisa scosse la testa. “Non c’è problema. Vado a preparare la cena.” Andrea arrivò da Pippo accompagnato da Luigi che lo lasciò ad aspettare da solo sedendosi a un tavolo vicino. Jessica gli si avvicinò. “Vuoi qualcosa?” Lui alzò il volto verso di lei. “No, non hai bisogno di nulla –disse Jessica- è tornata Annalisa vero?” “Te l’ha detto Carlo?” “No, la tua faccia soddisfatta.” rispose Jessica. Luigi la guardò e notando le occhiaie sul voltò di lei si arrabbiò. “Vai immediatamente a casa, Jessica.” “Ma i clienti …” “Ci parlo io con tuo zio, non mi piace la tua faccia stanca, vai a casa e vai a letto. Chiamo Carlo.” “No, ti prego si arrabbierà con lo zio.” disse Jessica sgomenta. Pippo si affacciò sulla porta per chiamare la nipote ma vide lo sguardo di fuoco che gli inviò Luigi e tornò dentro. Luigi vide passare Carlo e Leo. “Carlo!” chiamò. Carlo arrivò e non appena vide Jessica si rabbuiò. “Il dottore ti ha detto di stare a riposo, cosa ci fai qui?” “Ecco, portala a casa, ci parlo io con Pippo.” gli disse Luigi spingendoli via. Fece cenno a Leo di controllare Andrea ma Leo gli disse. “Vada io a parlare con Pippo, tu sei talmente di fuori che gli salteresti alla gola.” Luigi si rimise seduto al tavolo, scuotendo la testa. Andrea stava seduto battendo il piede destro con nervosismo, che cosa voleva la dottoressa? Non gli era piaciuto come l’aveva guardato quando era andato in ambulatorio, guardò di nuovo l’orologio, era in ritardo e lui voleva tornare in caserma per cenare con Paola prima di uscire per quella missione notturna. Scambiò uno sguardo con Luigi che si strinse nelle spalle. poi la vide arrivare, aveva lasciato sciolti i capelli e con un passo sensuale si avvicinò al tavolo. “Mi scusi, signor Ferretti, ma un coniglio ferito mi ha fatto far tardi.” Andrea abbozzò un sorriso. Luigi socchiuse gli occhi scrutandola. Non gli piaceva, certo era bella ma aveva un qualcosa che indicava guai in vista. “Sa lei mi ha messo una pulce nell´orecchio, stamani” disse la ragazza ad Andrea che la guardò come se fosse meravigliato. “Sa, dopo che lei è andato via, ho controllato non c’è nessun Nerone nel nostro schedario, è sicuro che le abbiano parlato del dottor Pardi?” “Il dottor Pardi non ha negato di conoscerlo.” disse Andrea. “Già. Ma non è nei nostri archivi” ripeté la dottoressa. “Avete un unico archivio?” chiese Andrea. “Sì, un solo archivio.” Andrea si voltò verso Luigi che capì al volo. “Lo studio è chiuso adesso?” sentì chiedere ad Andrea. La ragazza annuì. Luigi prese il cellulare e chiamò Annalisa. “Non crede che dovrei parlare con i carabinieri?” chiese la ragazza. “Lo ha appena fatto –rispose Andrea – io sono il maresciallo Ferri e lui è il brigadiere Testa.” La ragazza sorrise. “Possiamo andare a dare un’occhiata al computer dell’ufficio?” chiese Andrea. “Sì, vi accompagno.” “No, è meglio di no. Se ci lascia le chiavi mando il collega con l’esperto informatico della caserma. Lei vada a casa e faccia finta di nulla.” disse Andrea prendendo le chiavi. La ragazza si allontanò dopo aver lanciato uno sguardo ad Andrea. Luigi gli sorrise malizioso. “Perché quello sguardo?” chiese Andrea. “Non hai visto come ti ha guardato?” Andrea si strinse nelle spalle. “Dammi le chiavi e va da Paola, accompagno io Annalisa all’ambulatorio.” “Vedo che ti dispiace molto … guarda che abbiamo un operazione stanotte.” “Lo, lo so maresciallo, sarò anche innamorato ma non mi sono ancora bevuto il cervello…” Andrea fece una smorfia come se fosse poco convinto e lo salutò. Luigi si mise seduto di nuovo al tavolo che aveva occupato fino a quel momento. Annalisa lo raggiunse poco dopo. “Che cosa succede?” “Dobbiamo andare a controllare un computer.” Annalisa annuì. “Stavolta guido io” gli disse. “Quasi quasi preferisco.” rispose Luigi prendendo il casco che gli porgeva. Annalisa sorrise. “Andiamo. dai” Annalisa cominciò a cercare nel computer tutti i vari files. Continuando a scuotere la testa li apriva poi cercò il cellulare. Compose un numero poi rimase in attesa. “Sono Annalisa …sto cercando di entrare in un file protetto … no … sì ….certo …. allora <cerca> … ok …mi chiede la Created by eDocPrinter PDF Pro!! 116 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! password …dove lo trovo …va bene …scarico …riprovo ….Bingooo …..sei un tesoro …come posso sdebitarmi …..ah, no mio caro non chiamerò mai mio figlio Giacomo, scordatelo pure ….pensa pure a qualcos’altro …va bene appena posso allora ti mando quella roba.” Luigi continuava a guardarla mentre batteva velocemente con le dita sulla tastiera parlando tenendo il cellulare tra la spalla e il collo. Chi era questo Giacomo? si chiese. Annalisa gli sventolò sotto il naso un foglio stampato. “Bingo! Andiamo, Andrea ci sta aspettando.” Luigi prese il foglio e lo ripiegò. Uscirono e richiusero. Si erano appena avviati che videro arrivare il dottor Pardi. Annalisa nascose la moto dietro un albero e rimasero in attesa. L’uomo entrò e uscì poco dopo. Andrea prese in mano il foglio che Annalisa gli tendeva. “Brava! Sapevo che ce l’avresti fatta.” “Grazie a Giacomo che mi ha dato una consulenza telefonica.” rispose Annalisa. “Sembra svitato ma in realtà ..” “Lo è –replicò Annalisa – solo che per quanto riguarda l’informatica è un genio, sarebbe un hacker imprendibile se lavorasse dall’altra parte.” Luigi li guardava prima uno e poi l’altro scuotendo la testa. Andrea notò il suo sguardo e sorrise. “Non può essere un tuo rivale, Luigi, credimi …se un giorno lo vedrai mi darai ragione.” “E poi è sposato.” aggiunse Paola che era appena entrata. Luigi sorrise abbracciando Annalisa. “Sono così prevedibile?” “Il tuo sguardo era molto eloquente.” rispose Annalisa. “Ma tu non mi hai detto nulla.” “Bastava tu chiedessi” replicò lei. Luigi chiuse il discorso con un bacio imitato da Andrea. PUNTATA 76 Tutto era pronto per quella missione. Annalisa insieme a Sonia erano risalite ai proprietari dei cani, lavorando gomito a gomito ne avevano approfittato per parlare del programma per il giorno dopo. “Mi sento un po’ in imbarazzo” le aveva confidato Sonia. “Ti capisco, ma talvolta gli uomini non capiscono i segnali che uno lancia loro.” “E Luigi aveva capito?” Annalisa sorrise. “Con me è successo il contrario, non li ho capiti io … ma sai io non sono una ragazza proprio normale.” “No, tu sei speciale.” le mormorò in un orecchio Luigi. Annalisa lo fulminò con lo sguardo. “Sono discorsi tra donne, vai a fare un giro …amore” concluse facendogli una carezza. Sonia sorrise mentre Paola li raggiunse. “Visto che io sono donna mi posso aggregare?” “Hai mangiato tutto?” chiese Annalisa. “Sì, mamma, ho mangiato tutto.” rispose Paola prendendola in giro. “Allora, sì.” Paola rise. “Tu sarai una mamma severissima.” Annalisa scambiò uno sguardo con Luigi che le strizzò un occhio prima di allontanarsi. Paola la guardò poi le disse. “Scappare ha Roma ha dato i suoi frutti.” “Non sono scappata.” si difese Annalisa. Sonia e Paola scoppiarono a ridere. “Ale non c’è?” chiese poi Paola. “No, è a dormire da Jessica” spiegò Annalisa. Paola sorrise poi chiese “Che cosa stavate organizzando?” “Una cena” rispose Sonia. “Tra donne?” Annalisa scosse la testa. “Tu e Luigi?” Annalisa scosse la testa. “Tu?!” chiese meravigliata rivolta a Sonia. Annalisa le diede un colpetto sulle mani. “Perché? Che ha che non va Sonia? Sappi che ha un corteggiatore niente male … un po’ troppo giovane per i miei gusti…” Sonia scoppiò a ridere “Se ti sentisse Luigi.” le disse. “No, niente, non sapevo che avesse un ragazzo tutto qui.” si difese Paola temendo di aver offeso Sonia. “Non potevi saperlo.” la consolò Sonia. “Allora, domani pomeriggio, andiamo a pulire e poi vediamo cosa manca.” disse Annalisa prima che Andrea le chiamasse per cominciare l’operazione. “Tu vai a dormire” disse Andrea a Paola dandole un bacio a fior di labbra. Si recarono tutti a casa della signora Gattuso. Avrebbero atteso lì che arrivassero i proprietari dei cani e gli scommettitori. Annalisa si affacciò un paio di volte alla finestra. Luigi la tolse. “Non cercare il pericolo, piccola” La signora Gattuso era tutta entusiasta di avere finalmente gente in casa. Si avvicinò ad Annalisa e le disse. “Lei è una ragazza fortunata…quello –disse indicando Luigi- la guarda come mi guardava il mio povero Antonio …siamo stati sposati trent’anni.” Annalisa le sorrise. “Lo so, grazie signora.” Andrea fece cenno e vennero spente tutte le luci tranne quelle in camera della signora come al solito. Le macchine si misero in circolo illuminando con i fanali un’arena improvvisata. Da una macchina rossa scese il cane nero che Andrea e Luigi avevano visto la sera precedente. Non appena cominciarono a combattere, uscirono tutti allo scoperto. “Tutti fermi, carabinieri” Gli uomini circondati alzarono le mani tranne il padrone di Nerone che aizzò loro contro il cane. Annalisa spostò Leo contro cui il cane si era lanciato e con un colpo di tallone colpì il cane al muso. La povera bestia guaì e cercò di nuovo l’assalto, Annalisa si spostò di nuovo e riuscì ad iniettargli il sonnifero che teneva nella mano. Il cane barcollò un po’ poi cadde a terra. Luigi e Andrea la raggiunsero entrambi furiosi con lei. “Sei pazza! Completamente pazza!” Lei non li guardò nemmeno, rivolse la sua attenzione a Leo. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 117 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Tutto bene, Leo?” Il ragazzo ancora scosso annuì. “Dove hai preso il sonnifero?” chiese Andrea. “L’ho chiesto al reparto veterinario. Me l’hanno consigliato loro.” “E ti hanno detto di iniettarlo a questa maniera?” Annalisa si morse il labbro guardando per terra. “Veramente loro avevano detto di spararlo, ma quando l’ho visto avventarsi contro Leo non ci ho ripensato più…ho solo avuto paura che suo figlio nascesse orfano.” concluse continuando a guardare per terra. Andrea le mise una mano sulla spalla. “Concludiamo questa operazione poi ne riparliamo. Carichiamo il cane sulla macchina del suo padrone. Annalisa accompagna Leo in caserma …io e Luigi andiamo dal veterinario.” Annalisa annuì sentendo ancora lo sguardo furioso di Luigi su di sé. Si avviò lentamente verso la macchina mettendo un braccio sulle spalle di Leo. “Va tutto bene, Leo.” Il ragazzo scosse la testa. “No, adesso litigherai di nuovo con Luigi.” “Non è colpa tua, lo avrei fatto per chiunque …ognuno di voi ha un motivo per restare in vita.” “E tu no?” chiese Leo. Annalisa rimase un attimo in silenzio. “Sì, anch’io ma è una novità per me ed è difficile perdere le vecchie abitudini.” Si sentì toccare la spalla, si voltò e vide Luigi che la stava fissando, senza dirle nulla la prese tra le braccia stringendola forte. “Non mi far più prendere paure del genere, piccola” le disse poi carezzandole il volto. “Ci proverò, Luigi, te lo prometto.” Luigi le sfiorò le labbra e poi tornò verso Andrea che lo aspettava sorridendo. Glielo aveva detto lui <<Valla ad abbracciare, starai meglio dopo.>> Non c’erano dubbi, Andrea era il migliore comandante che avesse mai incontrato , severo quando ci voleva e alla mano nelle altre occasioni. Si diressero verso lo studio veterinario, il dottor Pardi uscì non appena sentì il rumore della macchina. Cercò di fuggire non appena si accorse che non era chi stava aspettando ma Andrea riuscì a bloccarlo e ad ammanettarlo. “Lei …” disse il dottore. “Sì, io. Sono il maresciallo Ferri e lei è in arresto.” Luigi lo fece entrare in macchina e tornarono in caserma. Il capitano Ranieri era già là insieme al magistrato. “Ecco l’ultimo che mancava all’appello.” disse Andrea portando dentro il dottor Pardi. Il capitano Ranieri annuì e indicandogli una poltrona fece accomodare il dottore. “Stavamo parlando del sonnifero –disse Ranieri- e del perché io non ne sapevo nulla.” Andrea si scambiò uno sguardo con Luigi ma prima che potesse dire qualcosa Annalisa proruppe. “Ci è venuto in mente all’ultimo momento quando ripassavamo il piano, ci siamo accorti che non avevamo preso in considerazione il fatto che avrebbero potuto, come è in effetti avvenuto, aizzarci i cani contro.” “Non dico che è stata una cattiva idea ma l’autorizzazione a prelevarlo?” “Gliel’ho data io” disse la Morresi. Andrea la ringraziò con lo sguardo. Il capitano Ranieri la guardò un attimo poi disse. “Va bene proseguiamo gli interrogatori.” Annalisa e Claudia andarono nell’archivio per sentire gli altri fermati. Annalisa le tese la mano. “Grazie.” “Di niente, ma la prossima volta che ti viene in mente qualche idea all’ultimo minuto …” “Ti chiamo” Claudia sorrise stringendole la mano. Si scambiarono uno sguardo complice poi entrarono nella stanza. PUNTATA 77 Gli interrogatori durarono tutta la notte, era già l’alba inoltrata quando il capitano Ranieri e Claudia lasciarono la caserma. “Ottimo lavoro, ragazzi. –disse Ranieri- anche se qualcuno di voi ha un po’ troppo sprezzo del pericolo.” concluse lanciando uno sguardo ad Annalisa. Quando si furono allontanati Andrea emise un sospiro di sollievo. “Annalisa, per favore, mai più iniziative personali d’accordo?” Annalisa annuì. “Vado a prepararvi la colazione, tanto siamo tutti svegli.” Andrea e Luigi si scambiarono uno sguardo perplesso. Luigi scosse la testa. Andrea passò dalla cucina. “Ho fatto un elenco di cose di cui ti devo parlare … quando avremo un po’ di tempo ti dovrò tenere chiusa nel mio ufficio per ore.” Annalisa si voltò verso di lui. “Se ti fa star meglio, verrò a farmele dire ma tanto lo sai…” Andrea la guardò. “Io sarei il tuo comandante, Annalisa” “Non saresti, lo sei ma se mi devi venire a dire come devo vivere la mia vita, allora caschi male.” Andrea sorrise. “Vado da Paola” “Bravo, è meglio. Alle otto vi porto colazione” Andrea rinunciò ad avere l’ultima parola e andò su da Paola. Annalisa preparò la colazione per tutti e poi alle otto approntò il vassoio da portare a Paola. “Servizio in camera” annunciò dopo aver bussato. Andrea venne ad aprire “Non ti ci abituare però” disse lei prima di chiudere la porta. Entrò nella sua stanza e si sentì avvolgere in un abbraccio. “Luigi” lo rimproverò prima che lui le chiudesse la bocca con un bacio. “E’ più di mezz’ora che t’aspetto.” le disse. “Ero in cucina” replicò Annalisa. !Quello che devo dirti non è per le orecchie di tutti” Annalisa gli sorrise baciandogli il mento. “Tesoro, se non la smetti, tralascio le spiegazioni e passo alle vie di fatto.” Annalisa rise tirando indietro la testa per Created by eDocPrinter PDF Pro!! 118 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! permettergli di baciarle il collo. Lui le carezzava la schiena lentamente. “Mi hai fatto spaventare a morte, stanotte, lo sai vero?” le disse Luigi sussurrando. Annalisa annuì. “Quando sto concludendo un’operazione, sono piena d’adrenalina e agisco sempre seguendo l’istinto … finora è sempre stata la soluzione migliore. Questa cosa tra me e te è così recente che …” Luigi l’abbracciò ancora più stretta. “Hai ancora dubbi?” chiese. “No, ma talvolta non riesco a credere che tu voglia veramente me.” “Aspetta stasera, ed ogni tuo dubbio sarà fugato” le disse Luigi con voce roca. “Non si può avere un assaggio?” chiese lei illanguidita dalle sue carezze. Luigi la baciò con passione e cominciò a sbottonarle la maglia. Il tocco delle sue mani sulla pelle nuda le fece sentire le gambe molli. <<Toc, toc>> Annalisa si allontanò da lui. “Vai in bagno” disse a Luigi. Si riabbottonò la maglia e aprì. Chinò la testa prima di dire. “Che è successo? Hai litigato con Paola e t’ha buttato fuori di camera?” “No, cercavo Luigi, è qui?” chiese Andrea. Annalisa annuì e chiamò. “Luigi, è Andrea” Luigi uscì dal bagno. Era più imbarazzato Andrea di lui. “Dobbiamo andare al comando, ha chiamato Ranieri” “Vado a cambiarmi” disse Luigi uscendo. Andrea lanciò uno sguardo di scusa ad Annalisa. “Paola è pronta?” chiese. “Sì” “Bene, allora si comincia a studiare …l’esame si avvicina e lei deve passarlo nel migliore dei modi.” Andrea la guardo interrogativamente. “Non è permesso a nessuno finire il corso da soli, se ci sono problemi di salute …lo ripeti.>“ Andrea la guardò ancora più prospetto. “E tu come l’hai ottenuto?” “Come ho ottenuto tutto il resto per voi due … chiedendo a chi poteva …ora è il momento di pagare il conto …tutto qua” “E quale sarebbe il prezzo?” chiese Andrea preoccupato. “Che Paola finisca tra i migliori del suo corso … se non la migliore.” disse Annalisa fissandolo. Luigi li raggiunse. “Io sono pronto.” carezzò Annalisa con lo sguardo poi le disse. “Ci sentiamo per stasera.” Annalisa annuì. Annalisa bussò alla porta dell’appartamento di Andrea. “Forza, andiamo.” Paola aprì sorridendole. “Che cosa c’è?” Annalisa le mostrò le dispense che aveva sotto il braccio. “Stamani, ragazza mia, si studia.” le disse entrando. Paola fece posto sul piccolo tavolo vicino al divano. “Chi ti ha dato le dispense?” “Il generale Burchi, quando ero a Roma.” Paola sorrise e prese la prima., cominciò a leggere le prime pagine. “Questa non mi pare complicata” disse. “Sì, ma per questa chiederemo aiuto a Leo.” Paola guardò il titolo poi rise. “Povero Leo, ogni qual volta si parla di psicologia si tira in ballo lui.” “Sì, a discorsi però perché il lavoro sporco poi lo vanno a fare gli altri.” replicò Annalisa. Paola le mise una mano sul braccio. “Non te la prendere, ormai è acqua passata.” Annalisa le sorrise poi le disse. “Bando alla ciance, cominciamo a lavorare, che poi oggi pomeriggio dobbiamo andare ad aiutare Sonia.” La mattina trascorse in modo proficuo e quando Andrea tornò le trovò talmente concentrate che non lo sentirono nemmeno arrivare. “Sarebbe ora di pranzo.” disse infine. Le due teste si voltarono verso di lui. Poco dopo anche Luigi si affacciò alla porta. “Ehi, piccola, esci con me a pranzo?” Annalisa sorrise. “Sì, uomo dallo sguardo scuro.” Luigi la prese per mano ed uscirono. “Ehi, ma per il pranzo?” disse Andrea. “E’ già tutto pronto … c’è solo da scaldare.” rispose Annalisa. Andrea e Paola si guardarono poi scoppiarono a ridere. PUNTATA 78 “Che cosa voleva il capitano Ranieri?” chiese Annalisa mentre seduti su una panchina del parco mangiavano uno dei panini che aveva preparato. “Niente di nuovo. Ha solo ribadito ad Andrea che deve tenerti a freno –si fermò un attimo a guardarla- non sapendo che non è possibile.” Annalisa gli sorrise. “Avrà paura che possa avere un brutto ascendente su Giulio. Se sapesse che è stato proprio Giulio a portarmi il sonnifero ieri sera …”Luigi rise. “Allora ha ragione lui.” Annalisa si unì alla risata. Luigi le fece una carezza. “Come mai mi hai invitato fuori?” chiese Annalisa. “Ti ho letto nel pensiero.” Annalisa lo spinse. “Scherzavo … o forse no. Perché hai preparato i panini stamani?” “Perché se non me l’avessi proposto tu, l’avrei proposto io, però l'ho chiesto io per prima.” “Perché volevo stare un po’ con te … fuori dalla caserma e da una stanza chiusa che ci fa venire in mente una cosa sola” Luigi la guardò con uno sguardo carico di passione. “Ci sono sempre quei posticini che abbiamo scoperto durante l’indagine in piscina…” Luigi rise “Abbiamo una certa età, tesoro” “Parla per te … io sono ancora una ragazzina.” Luigi si chinò a raccogliere la carta con cui era rinvolto il panino e la gettò nel cestino. “Perché siamo qui?” chiese di nuovo Annalisa. “Perché volevo parlare con te senza essere disturbato ne dalle battute di Prosperi ne dalle richieste di aiuto che ti piovono sempre da tutte le parti.” “Parlare di che cosa?” “Di noi due, di te che continui ad essere un mistero nonostante i progressi che il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 119 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! nostro rapporto ha fatto.” “Vuoi che ti racconti i tutti i miei segreti?” “Non credo che abbiamo tutto questo tempo.” replicò Luigi in tono divertito. Annalisa gli fintò un *****tto. “Ho solo avuto un’infanzia non felice e un’adolescenza un po’ ribelle … un po’ tanto ribelle poi basta.” “Poi basta?! Posso farti delle domande?” Annalisa si strinse nelle spalle. “Se ti posso rispondere” “Perché hai lasciato la polizia?” “Perché si era creata una situazione insostenibile …” lo sguardo le si velò un attimo e nonostante la risposta fosse vaga Luigi non insisté. “E perché sei entrata nei carabinieri?” “Perché le persone che mi hanno aiutato di più erano carabinieri, quello che avevo incontrato quando ero in orfanotrofio, il comandante di Dobbiaco e poi per ultimo Andrea.” “Ed io?” chiese abbracciandola Luigi. “Ero già carabiniere quando ti ho conosciuto… e comunque anche tu mi hai dato tanto … una cosa che non avevo mai avuto.” Luigi le alzò il volto. “Io voglio darti tutto quello che posso…” Annalisa lo fissò dritto negli occhi. “Anch’io” Luigi la baciò dolcemente. “Hai altre domande?” chiese lei. “Sì, moltissime ma meglio non chiedere oltre oggi” “Posso fartene una io?” Luigi annuì con timore. “Che gusto di gelato ti piace?” gli chiese indicando il chiosco. Luigi rise. “Cioccolato e crema e tu?” “Amarena e stracciatella. Andiamo, offro io” disse tendendogli la mano. luigi si alzò e le mise un braccio sulle spalle. Comprarono il gelato poi tornarono in caserma ridendo e chiacchierando. Luigi rallentò il passo per prolungare il tempo insieme, Annalisa lo guardò sorridendogli complice. Poco prima di entrare nel cortile Luigi la prese tra le braccia e la baciò con passione, Annalisa si aggrappò alle sue spalle ricambiando il bacio. “Questo è un antipasto per stasera” le mormorò. Nel cortile, Sonia li stava aspettando trepidante. “Ah, eccovi” disse non appena li vide. “E’ successo qualcosa mentre non c’eravamo?” chiese Annalisa. “NO, ma…” “Ho capito andiamo.” Si voltò verso Luigi sorridendo. “A stasera.” “A stasera” rispose Luigi lanciandole uno sguardo che diceva tutto su quello che aveva in mente per quella sera. Annalisa arrossì suo malgrado e quando guardò Sonia si accorse che anche la ragazza era in imbarazzo. “Andiamo è meglio.” disse. “Ehi! Aspettate vengo anch’io.” la voce di Paola le bloccò. “Ok, ma niente lavori pesanti.” le ricordò Andrea uscendo di caserma “Ehi, Sonia ci sei?” “Stavo ripensando allo sguardo che ti ha lanciato Luigi, se un uomo mi guardasse così cadrei stecchita ai suoi piedi.” Annalisa scosse la testa. “Lascia perdere come mi guarda Luigi, dobbiamo fare in modo che Mario ti guardi con desiderio.” “A me basterebbe mi guardasse.” “Per guardarti ti guarda è che c’è qualcosa che lo blocca.” continuò Annalisa aprendo la porta del monolocale. Aprì le finestre e cominciò a controllare cosa mancava. Fece una lista poi cominciarono a pulire. Paola cominciò a tossire. “Qui è bene che non ci stai, vai a fare la spesa tu tanto non c’è niente di pesante. Noi finiamo di pulire e dopo cuciniamo.” Paola annuì prese la lista della spesa e uscì. “Dove stai andando?” chiese Andrea a Luigi vedendo che stava per uscire. “Vado a preparare stasera.” rispose Luigi. “Che succede stasera?” Luigi ebbe un ghigno. “Sei un bravo carabiniere, Andrea, dovresti arrivarci da solo.” Andrea sorrise malizioso. “Allora, Annalisa è tornata, voi avete fatto la pace ma l’appartamento è occupato.” Luigi lo guardava sorridendo. “Ma se l’appartamento è occupato…” Andrea lasciò in sospeso la frase. “Non commetto mai lo stesso errore due volte…se l’appartamento è occupato si va da un’altra parte.” “Ti accompagno –disse ridendo Andrea- voglio proprio vedere cosa organizzi.” “Hai bisogno di idee?” gli disse Luigi incamminandosi verso il fioraio. Andrea scosse al testa seguendolo. Poi entrò in un negozio di biancheria intima. Andrea aspettò fuori, non voleva mettere in imbarazzo Luigi mentre sceglieva chissà che cosa per quella sera. Con la coda dell’occhio vide una figura bionda che si avvicinava. “Maresciallo Ferri, che piacere” realizzò che era la dottoressa Fagiani dopo che questa gli aveva buttato le braccia al collo e baciato sulla bocca. Paola rischiò di far cadere la borsa della spesa che teneva tra le mani. Non era possibile, Andrea stava baciando un’altra. Sentì un dolore invaderle il cuore e pungerle gli occhi. Si voltò indietro e tornò all’appartamento, ma non voleva farsi vedere da Sonia e Annalisa. Suonò al citofono. “La spesa ve la lasciò giù, sono stanca torno in caserma.” “Va bene, riposati” rispose Annalisa pur avendo capito che non era il solito tono di voce di Paola. <<Un lavoro per volta>> si ammonì. Paola rientrò in caserma trattenendo a stento le lacrime. Si scontrò con Andrea che la prese tra le braccia. “Non mi toccare, non osare mai più toccarmi … ora capisco perché non volevi che dormissi nel tuo appartamento e che uscissi senza di te.” “Paola, ma che stai dicendo …” “Sei un vigliacco.” le lacrime che aveva tenuto fino allora cominciarono a scendere copiose. “Paola …” le Created by eDocPrinter PDF Pro!! 120 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! disse Andrea prendendole una mano. “Non mi toccare, mi fai senso. Non ti voglio più vedere” salì di corsa su ed entrò in camera di Annalisa buttandosi sul letto. PUNTATA 79 Annalisa tornò di fretta in caserma, aveva sistemato Sonia, adesso doveva prepararsi per la sua sera. Luigi le aveva chiesto di indossare di nuovo l’abito verde che aveva la prima volta che erano usciti insieme. Salì di corsa le scale, doveva ancora fare la doccia … Luigi non le aveva dato un orario preciso. “Ti chiamo mezz’ora prima” le aveva detto. Beh, non aveva ancora chiamato, aveva almeno quel tempo. Aprì la porta e si accorse subito che qualcosa non quadrava. Una figura aggomitolata sul letto stava piangendo. Non le ci volle molto a capire che era Paola e che poteva dire addio alla sua serata con Luigi. Imprecò tra sé poi le mise una mano sulla spalla. “Paola che cosa è successo?” Paola cominciò a piangere ancora più forte. “No, ti prego non fare così è successo, il bambino?” chiese poi pur intuendo che non era così. Si mise seduta sul letto e le carezzò i capelli. “Hai cenato?” le chiese. Paola scosse la testa. “E scommetto che non hai nemmeno preso le pillole che ti ordinato il dottore” Paola scosse di nuovo la testa. “OK, resta lì, vado a prepararti qualcosa.” Luigi stava ultimando i preparativi per quella sera, controllò mentalmente tutte le cose che aveva fatto per essere sicuro di non essersi dimenticato nulla. Ah, ecco che cosa mancava. Si avviò di nuovo verso il fioraio quando vide Andrea seduto ad un tavolo di Pippo con una faccia come se il mondo gli fosse crollato addosso. Gli si avvicinò e vide che aveva pianto. Si sentì un attimo in imbarazzo. “Andrea” lo chiamò. lui alzò il volto verso di lui come se non lo vedesse. “Che cosa è successo?” Il primo pensiero che gli venne in mente fu il bambino. Che Paola avesse perso il bambino? MA perché allora lui era lì da solo invece che con lei? Andrea lo guardò di nuovo. “Paola non mi vuol più vedere.” disse. Luigi lo guardò. “Cosa vuol dire non ti vuol più vedere? Che cosa è successo?” “Non lo so, l’ho incontrata in caserma poco fa e mi ha coperto di insulti dandomi del vigliacco e poi mi ha detto che non mi vuol più vedere.” Luigi sospirò non poteva lasciarlo lì in quello stato, era il comandante della stazione dei carabinieri che figura ci faceva a farsi vedere in quello stato. “Andiamo, vieni” gli disse. “Non voglio tornare in caserma.” disse Andrea sbiascicando le parole. Pure alticcio era. si disse Luigi. Lo prese per un braccio e l’accompagnò alla macchina. Lo fece salire e cominciò a pensare a dove lo poteva portare, non certo nella suite che aveva prenotato per quella sera. Luigi imprecò tra sé poi si fermò dal fioraio. Tornò poco dopo, mise in moto e lo portò fuori dalla città. Parcheggiò la macchina e cominciò a fare una serie di telefonate, disdisse la camera scusandosi con la proprietaria, disdisse la prenotazione al ristorante poi, guardando l’orologio, telefonò ad Annalisa. Lei rispose al primo squillo, luigi si sentiva un verme ma non se la sentiva di lasciare Andrea da solo. “Tesoro, ho un problema, non ce la facciamo per stasera scusami.” le disse. “Abbiamo un problema, allora” rispose lei. “Che cosa c’è?” chiese Luigi. “Paola è qui nella mia stanza che sta piangendo da quando sono tornata, sto cercando di farla mangiare ma è sconvolta.” Luigi rise triste tra sé. “Io sono con Andrea, ha pure bevuto, non poteva lasciarlo da Pippo dove tutti lo avrebbero potuto vedere.” “Sicuramente no, Luigi” “Mi dispiace, piccola” “Anche a me, amore.” “Vado, non vorrei che Andrea scappasse dalla macchina.” “Va bene, ci sentiamo appena uno dei due scopre qualcosa.” “D’accordo” Luigi stava per chiudere quanto si sentì richiamare. “Luigi …le rose sono meravigliose, grazie.” Luigi sorrise ripensando a cosa aveva in programma con quelle rose. “Di niente, tesoro, le meriti tutte.” chiuse la comunicazione prima di buttare Andrea nel lago e raggiungere Annalisa. Annalisa si appoggiò il cellulare al cuore. Aveva capito che anche Luigi aveva dei problemi quando aveva visto le rose. Erano rimasti d’accordo che non avrebbero fatto gesti eclatanti in caserma e tutte quelle rose lo erano, invece. Non aveva scritto niente nel biglietto, aveva disegnato una faccina triste e messo una L. come firma. Stava cercando di far mangiare Paola. “Avanti, apri la bocca e mangia” “Come faccio a mangiare?” chiese Paola continuando a piangere. “Masticando e deglutendo, si fa così e poi smetti di pensare a te e pensa a tuo figlio.” Paola la guardò come se la odiasse ma Annalisa non si fece intenerire. “Guarda che sono io che ti dovrei guardare così, hai mandato a monte la mia serata con Luigi quindi il minimo che puoi fare è mangiare senza fare storie.” Paola annuì e si sforzò di mangiare. Ancora una volta invece di aiutare l’amica, le aveva rotto le uova nel paniere. “Bene ora che hai mangiato mi vuoi raccontare che cosa ti ha sconvolto così?” Gli occhi di Paola si riempirono di nuovo di lacrime. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 121 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa alzò gli occhi al cielo. “Non ricominciare Paola, sei andata a fare la spesa per noi e poi?” “Ho visto Andrea …-la voce fu rotta da un singhiozzo- che baciava una bionda.” Annalisa spalancò gli occhi dalla meraviglia. “Andrea baciava un’altra?” chiese incredula.”non è possibile.” “L’ho visto con i miei occhi” disse Paola tra le lacrime. Annalisa sospirò. “Dormi ora, Paola, domattina parlerò con il tuo maresciallo e se non mi fornirà una spiegazione credibile, tuo figlio nascerà orfano, credi a me.” Paola sorrise tra le lacrime. “Preferirei di no, vorrei che mio figlio conoscesse suo padre.” Annalisa le carezzò un braccio. “Sta tranquilla …” Quando fu sicura che dormisse, chiamò Luigi. “Scoperto niente?” “Sì, ha visto Andrea che baciava una bionda.” “E quando?” “Oggi pomeriggio, verso le quattro, quattro e mezzo” “Ma Andrea era con me” rispose Luigi. “Ciò dovrebbe deporre a suo favore?” “Beh, l’ho lasciato solo dieci minuti per andare a comprare una cosa.” Annalisa si trattenne dal chiedere cosa aveva comprato. “Vedi se riesci a farti spiegare da Andrea come è andata, ma dove siete?” “Sto girando come uno stupido per la campagna qui intorno.” Luigi la salutò e si voltò verso Andrea. “Chi era la bionda che t’ha baciato oggi?” Andrea ebbe un sussulto come se fosse stato schiaffeggiato. “Chi ti ha detto …” poi si interruppe “Paola” mormorò. “Esatto, è per quello che si è arrabbiata, allora chi era?” “La dottoressa Fagiani.” “Lo sapevo che quella avrebbe portato solo guai, ce l’aveva scritto in faccia.” “Mi ha colto di sorpresa, l’ho allontanata subito dicendole che non ero libero …” “Torniamo in caserma” disse Luigi. “Ma…” “C’è una persona che devi convincere ed io sono stufo di girare per questi posti malfrequentati per farti passare la sbronza.” Andrea rinunciò a protestare, sapeva di aver mandato a monte la serata dell’amico e se ne dispiaceva. Luigi chiamò Annalisa e lei si fece trovare al portone. “Tu mi credi?” le chiese Andrea. “Non devo crederti io, deve crederti Paola, cerca di essere convincente e non urlate.” gli disse facendola entrare in camera sua e chiudendo la porta. Sentì Paola che lo aggrediva e Andrea che cercava di spiegarsi poi più nulla. Luigi la guardò. “Non si sente più nulla” “Buon segno quando uno si bacia non fa tanto rumore” rispose. Luigi sorrise avvicinandola a sé. “Perché sorridi?” le chiese. “Spero che Sonia abbai avuto una serata meglio delle nostre.” “Già, almeno lei. Dove vai a dormire adesso?” “In camera di Sonia … sperando che anche lei non torni in mezzo alla notte.” “Non correre rischi … vieni a dormire con me.” le disse. “Dormire?” “Dormire promesso.” Annalisa rise scuotendo la testa e lo seguì in camera sua. PUNTATA 80 Sonia si aggirava nervosa nell´appartamento di Annalisa. E se Mario le avesse detto che non gli interessava più approfondire il loro rapporto? Su consiglio di Paola avevano schermato il letto con un paravento. “Che non pensi di essere costretto a fare certe scelte.” le aveva detto. Sentì suonare il campanello e si asciugò le mani sudate prima di andare a rispondere. Mario intanto si stava guardando intorno, non c´era nessuna macchina che conosceva ... che fosse il primo ad arrivare? Sentì aprire il portone ed entrò. L´invito di Sonia l´aveva colto di sorpresa, gli era sembrato che lei non fosse più così tanto interessata a lui. Quando entrò nel monolocale, cambiò idea. Sembrava che Sonia avesse preparato una cenetta solo per loro. Volle però sincerarsene “Siamo solo noi?” chiese avvicinandosi e offrendole i fiori che le aveva portato. Sonia annuì ringraziandolo. Mario le sorrise facendole una carezza. Sonia si sentì un pò meglio. “Vuoi mangiare qualcosa?” chiese indicando la tavola apparecchiata con una tovaglia bianca. Mario seguì la mano con lo sguardo e allora notò anche le candele e il centrotavola. Sonia lo fece accomodare poi accese le candele, spense il lampadario e lasciò accesa solo la luce vicino al divano. Una luce tenue avvolse la stanza creando degli strani riflessi sulle cose e sui loro volti. Sonia servì quello che aveva preparato insieme ad Annalisa. Mario le sorrise e le raccontò della sua ultima gara, di come fosse bravo quell´allenatore nuovo che era venuto al posto di Osvaldi. Sonia ascoltava sorridendogli. Quando ebbero finito di cenare, Sonia gli disse di sedersi sul divano mentre gli preparava il caffè. Mario la guardò muoversi in quella piccola cucina, delicatamente. Gli era sempre piaciuto come si muoveva con una grazia che l’aveva affascinato dalla prima volta che l’aveva incontrata. Chissà cosa nascondeva quell’invito, ultimamente gli era sembrato che invece di avvicinarsi si allontanavo sempre più e non per il lavoro di lei che la costringeva a turni e orari non sempre prevedibili. Sonia gli porse il caffè e si mise seduta accanto a lui. Bevvero il caffè in silenzio poi Sonia sia alzò per riportare le tazzine nell’acquaio ma Mario la prese per un polso “Resta seduta con me, non mi evitare.” “Non lo sto facendo, portò le tazzine e torno.” Ritornò seduta subito ma si mise all’altro lato del divano. Si ricordò che Created by eDocPrinter PDF Pro!! 122 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa le aveva detto che talvolta gli uomini non capivano i segnali ma se lei stava a due metri da lui il segnale non era molto chiaro. Si impose di avvicinarsi a lui pur temendo un rifiuto. Anche Mario si sentiva un po’ in imbarazzo, se avesse lasciato fare al suo istinto l’avrebbe prese tra le braccia e travolta di baci ma aveva paura di spaventarla e di perderla definitivamente. Sonia sorrise e gli mise una mano su una gamba. Mario la prese tra le sue e vedendo che lei continuava a sorridergli se l’avvicinò alla bocca e la baciò. “Perché mi hai invitato?” chiese chinandosi verso di lei. Sonia lo guardò un‘attimo prima di rispondere. “Mi sembrava che ci stessimo allontanando, allora ho pensato che se ci fossimo visti da soli invece che in mezzo alla gente avremmo potuto … solo che adesso mi sento così stupida.” Mario colmò quella breve distanza che ancora li separava e la prese tra le braccia. “Non dire così, era la sensazione che avevo avuto anch’io. Forse ci dovremmo dire che cosa vogliamo uno dall’altro.” Sonia si perse nel suo sguardo azzurro. “Io voglio te.” disse Sonia in un sussurro. “Ed io voglio te” rispose Mario prima di baciarla con tutta la passione che provava per lei. Sonia si abbandonò a quel bacio e gli passò le braccia dietro la nuca per avvicinarlo di più. Mario l’abbracciò ancora di più cominciando a carezzarle la schiena. Sonia emise un mugolio di piacere mentre Mario lentamente le carezzava il seno. Mario cercò la sua pelle sotto la maglia , lei si inarcò per farsi accarezzare meglio. Mario la lasciò un attimo per guardarla negli occhi. “Vuoi veramente che continui? Se hai cambiato idea dimmelo adesso perché dopo sarà troppo tardi.” Sonia, per tutta risposta, si tolse la maglia. Mario ebbe un sorriso di trionfo. Sonia si alzò e gli tese la mano. Lo condusse verso il paravento che spostò. “Forse qui staremo più comodi.” Mario annuì poi si rabbuiò un attimo. “Sonia, io non pensavo che questa serata finisse così, non ho pensato a…” Sonia gli chiuse la bocca con un dito aprendo il cassetto del comodino. Mario sorrise vedendo la scatolina. “Hai pensato a tutto.” “Annalisa, se non ci fosse stata lei non sarei stata neanche qui.” Mario le carezzò il volto dolcemente. “Ti facevo così paura?” “No, pensavo che tu non mi volessi più.” confessò Sonia guardando per terra. Mario la prese tra le braccia e la adagiò sul letto. “Se me ne darai la possibilità ti dimostrerò che non è così.” Sonia sentì il suo sguardo pieno di desiderio che la stava accarezzando. Allungò le braccia per attirarlo a sé e lo baciò con la stessa passione con cui lui l’aveva baciata prima. Mario si tolse rapidamente i vestiti e si adagiò accanto a lei. Cominciò a baciarla ed accarezzarla su tutto il corpo mentre finiva di spogliarla. Quando furono entrambi nudi, Sonia ricambiò le carezze. Mario prese un seno tra le labbra, Sonia sentì come se piccoli brividi le increspassero la pelle. Quando Mario entrò in lei, lo accolse con gioia e cominciò ad assecondare i suoi movimenti. Gridò il suo nome quando raggiunse l’apice del piacere mentre sentiva Mario tremare dentro di lei. Dopo Mario la carezzò e le baciò dolcemente il volto. Sonia si voltò a guardarlo. “Non sei deluso vero?” chiese sottovoce. Mario la baciò sulla bocca. “E’ stato meglio di quanto avessi mai immaginato.” le disse. Sonia inarcò un sopracciglio. “Hai immaginato di far l’amore con me?” il tono era incredulo. “Sì, ma non sapevo come fartelo capire … avevo paura di allontanarti e di perderti.” Sonia gli baciò le labbra. “Io avevo paura di non piacerti più.” Mario approfondì il bacio poi le disse. “Niente di più falso. Tu mi piaci e anche qualcosa di più …” Sonia rimase a fissarlo stupita mentre lui aggiungeva “… io ti amo, Sonia, non ho mai smesso di amarti” Gli occhi di Sonia si riempirono di lacrime. Mario gliele asciugò con un dito. “Che cosa c’è? Non è importante che tu mi ricambi …” Sonia scosse la testa. “Anch’io ti amo, Mario, stavo solo pensando a quanto tempo abbiamo sprecato…” “Non ne sprecheremo più, te lo prometto … a cominciare da subito.” Sonia gli sorrise mentre lui cominciava a carezzarle il seno. Sonia ringraziò silenziosamente Annalisa prima di perdersi completamente tra le braccia di Mario. PUNTATA 81 Paola lo sfidò con lo sguardo. “Cosa ci fai qui?” “Sono qui per parlare con te.” “Non ho bisogno di spiegazioni, ho visto con i miei occhi.” Andrea scosse la testa. “Avrai mai fiducia in me, Paola?” disse sconsolato. “Non c’entra la fiducia, ti ho visto con i miei occhi mentre quella bionda ti abbracciava e baciava mentre tu te ne stavi lì imbambolato” “Ecco, imbambolato … perché mi ha colto di sorpresa … non avrei mai pensato che potesse fare una cosa del genere.” “Ah, allora la conosci!.” “Certo che la conosco, è la dottoressa dello studio veterinario coinvolto nell’ultima indagine, ma mai avrei pensato che avesse delle mire su di me.” Paola lo guardò, aveva una sguardo spento e stanco, sembrava già sconfitto e deluso dalla sua mancanza di fiducia. Sapeva di aver esagerato con la sua reazione ma si era sentita così ferita e aveva pensato che lui avesse Created by eDocPrinter PDF Pro!! 123 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! cercato un’altra perché non la trovava più bella come prima. Andrea si mise seduto accanto a lei sul letto. “Non sai che le altre non le vedo nemmeno? Sei tu l’unica donna che mi interessa, sei bellissima …” Paola chinò gli occhi verso il letto. “Mi sono sentita ferita, ho pensato che adesso che ero incinta non ti piacessi più.” “Sciocca, io ti amo e sei bellissima e più andrà avanti la nostra gravidanza e più sarai bella ed io sarò orgogliosissimo di farmi vedere in giro con te e il nostro pargolo in costruzione.” Paola alzò verso di lui il volto rigato di lacrime. Andrea gli asciugò le lacrime con le dita. “Non piangere, tesoro, dimmi che mi vuoi ancora con te e promettimi che non salterai più a conclusioni senza aver prima parlato con me…” Paola gli mise le braccia intorno al collo. “Lo so mi sono comportata da stupida, ma quando ho visto quella donna che ti abbracciava non ho capito più nulla, se non il dolore che mi lacerava il cuore.” Andrea si avvicinò a lei e la baciò dolcemente. La fece sdraiare e si coricò accanto a lei. “Adesso dormi, amore, sarai sfinita dalle lacrime …shht, ti si legge in faccia, sei stravolta, tranquilla io resto con te.” Paola si accoccolò accanto a lui e prima di scivolare nel sonno gli mormorò. “Ricordati che dovrai dare una licenza extra a Luigi ed Annalisa.” Andrea sorrise, altro che licenza extra, era la seconda volta che mandava a monte un loro appuntamento … Si alzò per spogliarsi e vide le rose rosse dietro il cassettone, sorrise ecco perché Luigi si era fermato dal fioraio prima di portarlo per boschi. Non voleva neanche sapere dove avrebbero dormito quella sera, non avrebbe potuto dir loro niente neanche se fossero andati nel suo appartamento. Si rimise sdraiato accanto a Paola e cullato dal respiro regolare della ragazza si addormentò anche lui. “Davvero Andrea aveva bevuto?” chiese Annalisa mentre si lavava i denti nel bagno della camera di Luigi. “Sì, aveva uno sguardo vacuo quando mi ha guardato che in realtà ho avuto paura che si fosse fatto una dose di qualche droga.” “Sai che bell’esempio avrebbe dato.” disse uscendo dal bagno con indosso la giacca di un pigiama di Luigi. Luigi la carezzò con lo sguardo. “Sta meglio a te che a me.” “Adulatore” Non poteva dire il vero, va bene che era abbastanza alta per essere una ragazza ma la giacca del pigiama di un uomo alto un metro e novanta le avanzava sulle gambe un bel po´. Luigi capì il suo scetticismo e le fece una carezza. “Per me sei bellissima, qualunque cosa indossi anche un sacco di patate..” Annalisa sorrise poi gli disse. “Da che parte vuoi dormire?” Luigi rise. “Guarda che il letto è una piazza e mezzo. Dovremo dormire comunque vicini:” “E´ per quello che mi hai invitato in camera tua?” Luigi le sorrise malizioso attirandola verso il letto. “Sì, lo confesso ... avevo preparato tutto perché questa notte fosse speciale per noi.” Annalisa sorrise tristemente poi gli disse. “Avevi detto io penso al posto tu pensi a tutto il resto ... ma avevi pensato a tutto te ...io che avrei dovuto portare?” “Te, avvolta da quell´abito verde che ti sta da dio e che io ancora sogno di toglierti.” disse Luigi guardandola con uno sguardo pieno di desiderio. Annalisa deglutì, non era ancora abituata a quello sguardo che le faceva bruciare la pelle di desiderio. Luigi infilò una mano tra i bottoni del pigiama e incontrò la pelle del suo seno nuda, cominciò a tracciare il contorno di un capezzolo che subito s´inturgidì. Annalisa sentì il fiato mancarle a quel tocco, si inarcò per permettergli di toccarla ancora meglio. Luigi continuò a carezzarle i seni, sentendo crescere il desiderio di farla sua, poi tolse le mani e le appoggiò sul letto. Annalisa lo guardò meravigliata. “Avevi detto non in caserma” Annalisa sorrise poi lo spinse sdraiato sul letto. “Facile così eh, mio caro ...no, no ... hai acceso il fuoco ed adesso lo devi spengere.” Luigi ebbe un ghigno di soddisfazione mentre le sbottonava la giacca, chinò il volto sul suo seno carezzandoglielo con la lingua. Annalisa gli carezzava i capelli e la schiena. Non le importava dove fossero, voleva sentire quell´uomo dentro di sè, si mosse sotto di lui facendogli capire che era arrivato il momento. Luigi si liberò dei suoi slip e di quelli di Annalisa in un attimo e poi entrò in lei con un unica spinta. Annalisa si inarcò contro di lui per sentirlo ancora più profondamente. Si mossero al ritmo della danza più antica del mondo finché esplosero in un mondo di colori e sensazioni uniche. Luigi restò un attimo senza fiato su di lei che gli baciò il collo. Bastò che i loro occhi si incontrassero per capire che era stata speciale per entrambi. Luigi si mise su un fianco abbracciandola. La baciò sulla guancia dolcemente. “Come mai non riesco a tenere le mie mani lontano da te?” le mormorò. “Forse perché io non faccio niente per aiutarti in tal senso .... ma quando mi guardi con quello sguardo di fuoco io non riesco a pensare ad altro che fare l´amore con te.” gli confessò Annalisa in soffio. Luigi le sorrise. “Siamo una bella coppia, sì, a me basta che tu mi guardi ed io penso a come diventano i tuoi occhi quando ...” si interruppe per non metterla ulteriormente in imbarazzo visto che era già diventata rossa. Luigi si avvicinò al suo orecchio e le bisbigliò. “Ti Created by eDocPrinter PDF Pro!! 124 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! amo, piccola, più di quanto credessi di essere in grado di amare.” Annalisa si rannicchiò nel suo abbraccio e sentì i loro cuori battere allo stesso ritmo. Alzò lo sguardo verso di lui e fissandolo in quegli occhi scuri che l´avevano affascinata dal primo momento gli disse. “Ti amo anch´io, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita.” Luigi l´avvolse ancora di più nel suo abbraccio. “Ti avevo promesso che ti avrei fatto dormire.” Annalisa mugolò in segno di assenso cercando una posizione più comoda per addormentarsi. Luigi le baciò i capelli e lei cullata dalle sue carezze scivolò nel sonno. Luigi restò sveglio a ripensare a quella notte iniziata con un monte di aspettative e finita come non avrebbe mai voluto soprattutto per lei. Le aveva promesso che non l´avrebbero fatto in caserma e invece dopo una mezza nottata passata in modo avventuroso erano finiti nella sua camera. Non l´aveva invitata con l´intenzione di fare l´amore ma quando l´aveva vista con il suo pigiama le era sembrata così sensuale che non aveva saputo resistere, la risposta di lei aveva fatto il resto. Scivolò anche lui nel sonno accompagnato dal ricordo della passione che avevano appena condiviso. PUNTATA 82 Fu il bussare alla porta che svegliò Luigi. Spostò delicatamente la testa di Annalisa dal suo torace, cercò i pantaloni del pigiama e dopo si avvicinò alla porta. “Chi è?” “Servizio in camera” Luigi sorrise ed aprì ad Andrea. “Buongiorno, sei già sveglio?” “Sono di turno stamani.” “La testa come va?” chiese poi Luigi. “Un po’ confusa, ma sopravvivrò. “ Andrea gli porse il vassoio “Questo è solo un segno per ringraziarvi per stanotte…sia io che Paola sappiamo a cosa avete rinunciato per noi e ci dispiace.” Luigi prese il vassoio scuotendo la testa. “L’importante è che tu e Paola abbiate fatto pace, perché avete fatto pace vero?” Andrea annuì. “E’ nel nostro appartamento a farsi la doccia, l’ho distolta dall’ammirare le tue rose.” disse Andrea sorridendogli. “Puoi sempre regalargliele anche te, ti costeranno un patrimonio.” “Quello non ha importanza, voglio che sappia che è bella anche se è incinta.” “Allora vale per tutte” Andrea si voltò e vide Leo che era appena uscito dalla sua camera. “Che vuoi dire?” “Anche Ale crede di essere brutta perché è incinta.” Annalisa apparve sulla porta indossando di nuovo la giacca del pigiama di Luigi. “Se non le trattaste come se fossero malate tenendole relegate in casa ..forse non avrebbero questi dubbi.” “Tu che ne sai, non sei incinta” replicò Andrea. “No, ma sono una donna e se mi tenessero chiusa in casa quando so che sto per diventare come una balena, mi verrebbe qualche dubbio soprattutto quando vedessi ragazze magre che girano intorno al mio uomo, non credi?” Andrea annuì. Luigi si accorse di come era vestita. “Annalisa, ma ti pare l’abbigliamento adatto?” “I pantaloni te li sei messi tu” rispose Annalisa. Andrea cercò di guardare da un’altra parte per non ridere in faccia a Luigi, Leo fece altrettanto. “Grazie del consiglio, Annalisa” le disse il ragazzo scendendo le scale. “Già, grazie…di tutto.” disse Andrea andandosene. Luigi chiuse la porta e appoggiò il vassoio sul cassettone. Si voltò a guardarla e scosse la testa. Si vedeva lontano chilometri che avevano dormito insieme e non solo dormito…”Hai fame?” le disse indicando il vassoio. Annalisa si avvicinò per vedere cosa c’era. Prese un cornetto e lo spezzò nel mezzo, infilò un dito nella crema e poi lo leccò. Mentre Luigi la guardava con gli occhi sgranati, mise di nuovo il dito nel cornetto e lo avvicinò alle sue labbra. Luigi lo prese in bocca e lo leccò lentamente. Continuò a tenerlo in bocca anche quando fu pulito. Poi tenendole la mano contro il petto le disse con voce roca. “Quando sono di turno?” “Oggi pomeriggio” “Ah” fu l’unica cosa che disse prima di prenderla tra le braccia e posarla sul letto. Si chinò su di lei e poi le mormorò: “Vuoi veramente? Siamo in caserma.” “Non ti avrei provocato se non avessi voluto, non dovresti stare a torso nudo…mi fa impazzire lo sai.” “E’ per quello che hai messo quella foto sul portatile?” Annalisa annuì baciandolo e carezzandogli il torace. Luigi ricambiò il bacio con tutta la passione che stava provando per quella ragazza dagli occhi da gatta. <<TOC,TOC>> Annalisa alzò gli occhi al cielo mentre Luigi si passò una mano sulla fronte. “Va ad aprire tu, io ho un problema.” Annalisa lo guardò e sorrise, nemmeno i pantaloni larghi del pigiama erano in grado di nascondere il desiderio di Luigi. Luigi le tirò un cuscino mentre scendeva dal letto. “Sì?” “Sono Paola.” Annalisa aprì la porta sospirando. “Che cosa è successo?” chiese. “Io volevo ringraziarti per ieri sera..lo so a cosa hai rinunciato e mi dispiace.” “L’avete preparato a tavolino?” Paola la guardò meravigliata. “Hai detto le stesse cose che Andrea ha detto a Luigi., Ora, hai fatto colazione? Hai preso le pastiglie? Sì? Bene, ora vai a studiare ? tra un po’..un bel pò verrò a vedere cosa hai combinato ok?” disse spingendola fuori e chiudendo la porta. “Hai un foglio di carta?” Luigi fece di no con la testa. Annalisa uscì dalla Created by eDocPrinter PDF Pro!! 125 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! camera e tornò poco dopo con un foglio, un pennarello e del nastro adesivo. Appoggiò il foglio sul cassettone, scrisse qualcosa e lo fece vedere a Luigi che scoppiò a ridere. “Non vogliamo essere ringraziati o disturbati oltre. Annalisa e Luigi? E ora che fai?” “E ora lo appendo fuori dalla porta.” Luigi sorrise mentre Annalisa provvedeva a sistemare il cartello. “Dove eravamo rimasti?” chiese dopo aver chiuso la porta a chiave. Luigi rise ancora. “Al fatto che ti piaceva il mio torace.” “Già, è vero” replicò lei sdraiandosi di nuovo accanto a lui e riprendendo l’esplorazione del suo torace. Carlo uscì dalla sua camera e notò subito il cartello. La tentazione di dar loro noia fu forte ma ripensò all’aiuto che gli aveva dato Luigi quando si era ubriacato e lasciò perdere, però non poté evitare di mettersi a ridere. Scese giù ridendo. “Che cos’hai da ridere così?” chiese Romanò. “Hai visto il cartello sulla porta di Luigi?” chiese il ragazzo. Tutti salirono al piano di sopra e si mise davanti alla porta a fare commenti. Andrea sentì tutto questo borbottio al piano di sopra mentre rientrava dalla sua commissione e salì per andare a vedere. “Allora, non avete niente da fare?” Il gruppetto si disperse mentre anche lui trattenne a stento una risata nel leggere il cartello. Scosse la testa entrando nel suo appartamento. Paola era seduta sul divano con le dispense davanti e stava studiando. “Indaffarata?” chiese mettendole sotto il naso tre rosse incartate con un enorme fiocco rosso. Paola spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Ma...” “Ho visto come guardavi quelle di Annalisa ... non ho potuto prendertene di più, le ha comprate tutte Luigi ieri sera.” Paola gli gettò le braccia al collo. “Non ha importanza, Andrea, sono bellissime.” gli disse prima di baciarlo con passione. Andrea la abbracciò e prendendola tra le braccia la portò sul letto. “Ma non sei di servizio ... devo studiare poi viene Annalisa si arrabbia...” Andrea le troncò le parole con un bacio.”Visto il cartello che hanno appeso fuori dalla porta, usciranno fuori solo per il pranzo.” le disse ridendo cominciando a spogliarla. Paola si lasciò andare al desiderio che provava per lui, ricambiando carezze e baci. Andrea la baciò ovunque facendola fremere di desiderio … si soffermò sulla sua pancia baciandola con maggior affetto. Poi si dedicò al seno prosperoso di Paola che gli era sembrato ancora più pieno da quando era lì. Paola lo continuava a carezzare lungo la schiena e i fianchi. Andrea avvicinò la bocca alla sua e mentre la baciava con passione entrò in lei. Paola si lasciò andare alle sensazioni che solo Andrea le sapeva regalare fatte di passione, piacere e amore. Rimasero a lungo abbracciati anche dopo aver raggiunto il piacere. “Ti amo, Paola.” mormorò Andrea tra i suoi capelli. “Anch’io, non dubiterò più del tuo amore.” “Non te ne darò mai motivo, te lo prometto.” Un bacio dolcissimo suggellò quelle promesse. PUNTATA 83 Leo ripensò alle parole di Annalisa. Aveva ragione, stava trattando Ale come se fosse malata. In realtà delle tre era quella che stava meglio. Quella mattina era di servizio ma nel pomeriggio l’avrebbe portata a fare una bella passeggiata. Assorto nei suoi pensieri, non si era accorto che era tornata Sonia e che l’aveva salutato. “Ehi, Leo! Ci sei?” Leo fece un sobbalzo. “Ah, ciao Sonia. Scusa, ero soprappensiero” La guardò e sorrise. “Hai passato una bella serata, vero?” Sonia arrossì. “Sì, grazie ad Annalisa, però” Leo sorrise di nuovo. “Non andare a ringraziarla, hanno messo un cartello fuori dalla porta, non voglio essere né ringraziati né disturbati.” “Non vogliono, chi?” chiese Sonia pur immaginandoselo. “Annalisa e Luigi” rispose cupo Hanspeter. leo si voltò verso di lui. “Non l’avevi capito da solo? Hai avuto bisogno di vederlo scritto?” Hanspeter lo guardò un po’ torvo poi gli disse. “Finora mi ero illuso di poter farle cambiare idea.” Leo lo guardò comprensivo. “Annalisa è una ragazza in gamba, posso capire che tu ti sia invaghito di lei” “No, non mi sono invaghito … io mi sono innamorato … ma ho capito quasi subito che era Luigi l’oggetto del suo desiderio.” Leo si avvicinò a lui mettendogli una mano sulla spalla. Hanspeter scosse la testa “Ho chiesto il trasferimento anche per quello. Sinceramente speravo me lo dessero prima .” “Magari manca poco, Hans, e riuscirai a passare il Natale in mezzo alle tue montagne.” gli disse Sonia dolcemente. “Grazie, sei molto gentile, Sonia.” Sonia gli sorrise. “Vado su a cambiarmi, se mi cercasse qualcuno…” “Hai lasciato Mario addormentato da qualche parte?” chiese Leo divertito. Sonia arrossì di nuovo. “No, mi ha accompagnato lui, stamani.” “Allora dubito che venga a cercarti qualcuno.” Sonia scosse la testa e andò su. Vide Created by eDocPrinter PDF Pro!! 126 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! subito il cartello di cui le aveva parlato Leo, sorrise tra sé. Aprì la porta della camera di Annalisa per mettere le chiavi del monolocale sul cassettone e vide le rose. Allungò una mano per carezzarle. Com’erano belle, mario non le aveva mai regalato delle rose, anche la sera prima le aveva portato dei fiori misti. “Se facesse pagare per farle ammirare, farebbe soldi” Sonia sussultò e si voltò. Sulla porta, Andrea stava sorridendole. “Già, sono bellissime.” disse con un pizzico d’invidia. “Anche se Mario te le volesse regalare non ne troverebbe” le disse Andrea. “Io ho girato mezza mattina per trovarne tre da regalare a Paola.” Sonia guardò di nuovo il mazzo. “Si direbbe che le ha comprate tutte Luigi.” “Già, a te è andata bene stanotte?” le chiese Andrea. “Sì” rispose Sonia stringendosi nelle spalle un po’ intimidita. “Almeno tu… perché stanotte è stata abbastanza movimentata per qualcuno di noi.” Chiusero la porta e Sonia indicò la porta di Luigi. “Loro?” “No, è stata movimentata anche per loro ma non credo nel modo in cui avevano progettato.” rispose Andrea. Sonia entrò nella sua camera. “Vado a prepararmi” andrea le sorrise scendendo le scale. Trovò Leo che stava consolando Hanspeter. “E’ successo qualcosa?” chiese rivolgendo lo sguardo ad entrambi. “No, niente … E’ solo un po’ dura talvolta accettare la realtà.” rispose Hanspeter Andrea capì a cosa si riferisse. “Sì, talvolta è dura, ma inevitabile.” “Sto solo aspettando il trasferimento …” “Io non mi sono opposto. Se non vuoi più rimanere, non mi sembra giusto trattenerti qui.” “Grazie, tu sì che sei un bravo maresciallo, come io non sarò mai.” Leo si allontanò discretamente mentre Andrea invitò Hanspeter nel suo ufficio. “Non è vero che non sarai mai un bravo maresciallo. Devi solo imparare a separare la tua vita privata da quella lavorativa. Non è facile, credi a me.” Hanspeter lo guardava con ammirazione. “Sono sicuro che se non fosse stata coinvolta Annalisa, tu avresti lavorato meglio, come hai lavorato quei due giorni in cui eravamo a Roma.” “Può darsi, ma ho rischiato di mandare a monte tutto, tornando in caserma in quel modo.” Andrea annuì. “Sì, probabilmente sì e noi abbiamo perso fiducia in te e tu in te stesso e tutto è diventato ancor più difficile quando ti sei accorto che Annalisa non ricambiava affatto i tuoi sentimenti.” Hanspeter scosse la testa triste. “Mi sono voluto illudere e l’ho sempre pressata, senza volermi rendere conto che per lui aveva uno sguardo che non usava con nessun altro di noi, nemmeno con te che la conoscevi da tanto tempo.” Andrea gli mise una mano sulla spalla. “Non sai che fortuna ti è capitata che non ti abbia corrisposto!” Hanspeter lo guardò perplesso. “Perché dici così?” “Perché tu hai bisogno di una ragazza che ti coccoli e ti apprezzi, non una come Annalisa con la quale dover discutere per ogni più piccola cosa. Non è il tipo di ragazza per te, credimi. Ti confesso una cosa, Hans, quando è arrivata ho avuto paura che prendesse di mira qualcuno che non avrebbe retto a quel trattamento … che so Leo piuttosto che Prosperi … quando ho visto che il suo bersaglio era Luigi mi sono sentito un po’ più tranquillo, Luigi ha abbastanza carattere da tenerle testa … anche se non sempre.” Hanspeter lo scrutò e si accorse che diceva la verità, sorrise tra sé e scosse la testa. “Se mi prendessi qualche giorno di licenza, creerei problemi?” chiese poi lentamente. Andrea scosse la testa. “No, non c’è problema … vai pure anche tutta la settimana.” Hanspeter si alzò e gli tese la mano. “Grazie, Andrea, sei proprio un comandante in gamba.” Andrea sorrise. “Cerco solo di fare del mio meglio.” Uscirono insieme dalla stanza e incrociarono Annalisa che andava in cucina a preparare il pranzo. “Ah, credevo che non ti avrei rivisto fino a cena …” le disse Andrea. Annalisa lo minacciò con il dito. “Non so se ci sarà qualcosa per te da mangiare, sai?” Andrea le poggiò le mani sulle spalle e la spinse in cucina. “Vedi di preparare qualcosa di energetico per Paola.” Annalisa si voltò verso di lui con un sorriso malizioso “Ma non eri di turno, stamani?” Andrea fece la faccia vaga poi le disse. “Sono il comandante della caserma, avrò pure dei vantaggi … dovrò invece fare rapporto al tuo brigadiere. “ Annalisa lo guardò con sospetto. “Lo sai che non ha lasciato una rosa rossa in tutta la città? Ho dovuto impazzire per trovarne tre per Paola.” Annalisa gli mostrò un sorriso compiaciuto. “Sei solo invidioso perché t’ha fatto fare la figura del taccagno.” “Guarda che lo so che le rose si regalano a dozzine, ma vorrei sapere quante dozzine te ne ha regalate Luigi.” “Non lo so, non le ho contate, quando le ho ricevute avevo altro da fare…” gli disse in tono accusatorio. Andrea mise le mani di fronte a sé per scusarsi. “devo segnarmi anche questa.” “Cosa fai, tieni il conto di quando faccio bene e quando faccio male?” gli disse minacciandolo con il mestolo. “Per carità, lo impiego meglio il tempo.!” Scoppiarono a ridere e Andrea la spinse verso i fornelli. “Bando alle ciance, chef, ho un bambino da sfamare.” “Solo per quello, maresciallo” Andrea sorrise, voleva sempre avere l’ultima parola. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 127 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 84 Luigi si svegliò e allungando una mano si accorse che era solo. Si voltò verso il comodino per vedere che ore fossero, Annalisa doveva essere scesa in cucina a preparare il pranzo. Si alzò stiracchiandosi ... sul cassettone spiccava una rosa rossa. Si avvicinò sorridendo, era una di quelle che le aveva regalato la sera prima. Accanto un bigliettino coperto fitto con la scrittura rotonda di Annalisa. Luigi lo prese in mano e lesse. << Non era così che avevamo immaginato questa sera... Mi ero ripromessa mai più in caserma, stupidamente. Avrei dovuto sapere che non è il posto che rende le cose speciali ma la persona con cui le dividi. Questa rosa è per dirti che tu sei la persona che rende ogni momento trascorso insieme speciale. Ti amo. Annalisa>> Luigi restò con il biglietto a mezz´aria mentre il cuore gli batteva forte in petto, si morse un labbro per controllare l´emozione. Da quando Annalisa aveva accettato i sentimenti che provava verso di lui, aveva tirato fuori tutto l´amore di cui era capace, con annessi e connessi. Appassionata tra le lenzuola e dolcissima fuori. Si sentì orgoglioso di essere l´oggetto del suo amore. “Luigi” sentì chiamare Andrea. Gli aprì. “E´ quasi pronto - poi gli disse - ma stai bene, hai una faccia...” Luigi gli fece cenno di entrare. Andrea si preoccupò. “Va tutto bene?” chiese di nuovo Andrea. Luigi annuì con una faccia un pò strana. “Non è che hai litigato di nuovo con Annalisa, vero?” chiese Andrea. “No, tutt´altro” rispose indicandogli la rosa. “Che fate, ve le scambiate?” lo celiò Andrea. Luigi fissò l´amico seduto sul suo letto e gli sorrise. Gli allungò il biglietto. Andrea lesse le prime parole poi chiese. “Vuoi davvero che lo legga?” “Non te l´avrei dato, altrimenti” replicò Luigi mentre si cominciava a vestire. Andrea arrivò alla fine del biglietto e lo guardò. “E adesso tu che fai?” Luigi scosse la testa. “Non lo so, vorrei solo urlare al mondo la mia felicità.” “Ti capisco, ma forse una bella corsa al parco sarebbe meglio ... scaricheresti un pò d´adrenalina mi sa che deve averne fino alla punta dei capelli....io, al posto tuo, ce l´avrei.” gli disse rendendogli il biglietto. Luigi finì di prepararsi. “Non credo che sia una buona idea, quella della corsa ... sono di servizio tra un pò.” Guardò di nuovo la sveglia sul comodino e disse. “Però ho ancora tempo per un´altra cosa. Devo uscire...” “Rose non ce ne sono più, le hai comprate tutte ieri...” gli disse ridendo Andrea. Luigi si voltò verso di lui mentre scendevano le scale. “Secondo te per contraccambiare una cosa del genere bastano delle rose?” Andrea gli sorrise scuotendo la testa. “No, hai ragione, neanche se tu comprassi tutte le rose d´Italia.” “Vedo che hai capito il concetto.” Entrò in cucina, baciò Annalisa sulla guancia. “Non mi aspettate, devo fare una commissione.” disse agli altri che erano già seduti a tavola. “Va bene” rispose Annalisa per tutti mentre portava in tavola la pastasciutta. “Che è impazzito?” chiese Carlo. “Sì.” rispose Andrea fissando Annalisa. “Lo dicevo io che dovevo venire a chiamarvi” disse Carlo guardando Annalisa. “Potevi anche venire ... poi ti venivano a raccogliere nel cortile.” rispose Annalisa facendogli un sorriso esagerato. Annalisa tornò ai fornelli e Paola ne approfittò per chiedere sottovoce ad Andrea cosa fosse successo. “Niente di cui tu ti debba preoccupare, credimi.” “Smetti di confabulare con Amore e mangia.” le disse Annalisa mettendosi seduta accanto a lei. “Ma..” tentò di protestare Paola. “Vedi, Amore mangia, vedi di mangiare anche tu.” Andrea si guardò in giro un pò imbarazzato mentre tutti gli altri ridevano. “Per favore, Annalisa! -la riprese Andrea- puoi evitare di mettermi alla berlina davanti a tutti.” Annalisa gli fece una smorfia ma smise di chiamarlo con quel nomignolo. Finirono di pranzare senza che Luigi fosse tornato. Quando Luigi tornò, Annalisa stava parlando con Hanspeter. Luigi si accorse subito che il tono del ragazzo era cambiato, meno aggressivo del solito. “Ah, sei tornato!” gli disse Annalisa. “Se hai fame, è avanzata un pò di parmigiana di melanzane.” “Va bene.” disse Luigi. “Continuiamo dopo, Hans” disse Annalisa prima di allontanarsi. “Non ha importanza, Annalisa. Non ce n´è bisogno.” le disse dietro lui poi rivolto a Luigi aggiunse.”Non so se ti rendi conto di quale fortuna ti sia capitata ad avere una ragazza come lei ... se non la tratterai come si deve farai i conti con me ...anche quando non sarò più qui.” Luigi lo guardò un attimo poi gli disse. “So benissimo cosa vale quello che ho tra le mani e finora quello trattato male sono stato io.” replicò Luigi un pò stufo che tutti prendessero le difese di Annalisa. La raggiunse in cucina, dove lei gli stava scaldando il pranzo, si avvicinò e le agganciò al collo la collanina che le aveva comprato. Annalisa si toccò il collo e si voltò a guardarlo meravigliata. “Ma...” “Guardala prima di dire qualunque cosa...” Annalisa si avvicinò al frigorifero e si specchiò nell´acciaio della porta, si Created by eDocPrinter PDF Pro!! 128 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! portò una mano alla bocca. Un´acquamarina tagliata a cuore incastonata di brillanti pendeva da una catenina d´oro bianco. “Luigi, ma sei impazzito! Avrai speso un patrimonio, non posso...” Luigi le mise un dito sulle labbra. “Dimmi solo se ti piace.” “Ma che domande fai, certo che mi piace ma io...” “Allora non voglio sapere altro.” disse spengendo il fuoco sotto le sue melanzane. “Non credo di essermi meritata una cosa del genere.” gli disse mentre lo serviva a tavola. “Io dico di sì.” disse Luigi tirando fuori dalla tasca dei pantaloni il biglietto che lei gli aveva scritto poche ore prima. Annalisa abbassò lo sguardo e cominciò a giocherellare con le dita. Luigi la guardò mentre finiva di mangiare. “Che c´è, ti sei pentita di averlo scritto?” le chiese. Annalisa scosse la testa. “No, ma non riesco a dirle a voce ... certe cose.” “Non ha importanza ... sai come mi sono sentito stamani quando l´ho letto?” Annalisa si toccò il ciondolo. “Credo di saperlo, non saresti andato a comprare una cosa del genere se non ti avesse fatto piacere.” “Fatto piacere? Avrei voluto urlare fuori dalla finestra dalla gioia. Ascolta -le disse prendendole una mano e appoggiandola sul suo petto- sentì come batte il mio cuore quando ripenso a quello che mi hai scritto.” Annalisa sentì il cuore di Luigi accelerare i battiti, si avvicinò a lui e l´abbracciò stretto. “Sono rimasta a guardarti mentre dormivi, stamani, ed ho sentito che dovevo farti sapere che, nonostante tutto, ieri notte non era stata una delusione.” Luigi le alzò il volto e le sfiorò le labbra. “Brigadiere Dionigi!” Annalisa ebbe un sussulto mentre si voltava verso la porta. PUNTATA 85 “Giulio! –esclamò Annalisa- Mi ha fatto prendere un accidenti.” “Mio padre è di là con il maresciallo Ferri” “Ho capito, è meglio se andiamo a sistemare l’archivio, Giulio.” “Continuiamo stasera, brigadiere.” le disse Luigi mentre loro si allontanavano, Annalisa annuì. Nell’archivio cominciarono a mettere a posto le pratiche in silenzio. “C’è qualcosa che vuoi dirmi Giulio?” Giulio scosse la testa continuando a mettere le pratiche negli scaffali, poi, dopo un bel po’ di silenzio le disse. “Quando hai capito che …” si interruppe. Annalisa lo guardò poi distolse lo sguardo, forse si sarebbe sentito meno in imbarazzo. “Io vorrei … con Elena …” “Forse è meglio se chiedi al brigadiere Testa … è un uomo con te, forse vi capireste al volo.” “Volevo capire il punto di vista di una ragazza.” disse Giulio. “Dovresti chiedere Elena allora..” gli disse Annalisa. “Brigadiere, il maresciallo la vuole nel suo ufficio” le disse Bordi affacciandosi alla porta. “Grazie, Bordi. Riprendiamo questo discorso dopo, Giulio.” Si incontrò con Luigi davanti alla porta di Andrea, si guardarono un attimo interrogandosi con lo sguardo, presero un respiro e bussarono sperando che Ranieri non volesse parlare di loro due. “Avanti” Andrea era in piedi accanto al capitano Ranieri. Fu quest’ultimo a prendere la parola. “Vi ho fatto chiamare perché c’è un problema” Luigi guardò Andrea chiedendo con lo sguardo cosa stesse succedendo. Andrea scosse la testa. Il capitano ranieri continuò. “Vorrei la disponibilità di uno di voi due o meglio ancora di entrambi …” Luigi e Annalisa si scambiarono uno sguardo un po’ preoccupato, dove voleva andare a parere il capitano? “…a sostituire il maresciallo Vogel, che è stato trasferito, fino all’arrivo del nuovo maresciallo che è previsto per l’inizio dell’anno nuovo.” Luigi parlò per primo. “Per me non ci sono problemi se ritenete che sia in grado di ricoprire quel ruolo.” “Lo stesso vale per me, compatibilmente con gli incarichi che mi sono stati affidati in precedenza.” “Ho chiesto di voi due perché il maresciallo Ferri si fida di voi e so che lavorate bene insieme, un esempio il caso del magistrato. Per quanto riguarda i suoi incarichi, brigadiere Dionigi, io posso solo sollevarla dalla sistemazione dell’archivio, per l’altro dovrà organizzarsi.” Annalisa annuì. “Potete andare, mentre uscite dite al maresciallo Vogel di entrare.” “Comandi” risposero Annalisa e Luigi. Hanspeter aspettava fuori un po’ teso. Annalisa gli fece cenno che poteva entrare e gli strizzò un occhio per rincuorarlo. Annalisa e Luigi si guardarono con sollievo. “Che paura che ho avuto” le disse Luigi abbracciandola. “Anch’io, quando ha detto, c’è un problema ho pensato che parlasse di noi due” Luigi le baciò i capelli. “Dobbiamo preparare qualcosa per salutare Hans” disse Annalisa. “Sì, tesoro.” “Devo tornare in archivio prima che Ranieri ci trovi qui abbracciati e ci trasferisca al posto di Hans.” Luigi le fece una carezza leggera che terminò sul ciondolo che pendeva al suo collo. “Non te lo togliere –le mormorò- è un pezzo del mio cuore vicino la tuo.” “Non avevo intenzione di farlo” gli mormorò Annalisa in un orecchio. Luigi ebbe la tentazione di prenderla tra le braccia e portarla su. “Sei di turno” disse Annalisa come se gli avesse letto nel pensiero. Luigi sospirò e si divisero, lui tornò alla sua scrivania, lei in archivio. Leo aveva portato fuori Alessandra. Stavano passeggiando mano nella mano al parco. “Leo –gli Created by eDocPrinter PDF Pro!! 129 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! disse mettendosi seduta su una panchina- non dovremmo decidere una data per il matrimonio?” Leo si mise seduto accanto a lei. “Certo, tesoro, quando vuoi tu ma non insieme a Carlo, ti prego.” la implorò. Alessandra gli sorrise. “No, non con lui, anche perché pensavo a una data dopo che Paola avrà dato l’esame, così anche loro due possono godersi la festa.” Leo le sorrise dolcemente. Alessandra ricambiò il sorriso poi propose. “Ho un’idea! E se ci sposassimo il giorno del tuo compleanno?” pi lanciandogli uno sguardo malizioso aggiunse “così non avrai scuse per dimenticarti del nostro anniversario.” Leo scosse la testa sorridendo poi dopo averle dato un bacio a fio di labbra replicò. “Non mi dimenticherò certo del nostro anniversario ma se ti piace il giorno del mio compleanno, per me va bene” Leo si avvicinò e stavolta la baciò con più passione. “Dobbiamo cominciare a cercare casa, non vorrai dormire in caserma dopo sposato?” Leo la guardò con uno sguardo pieno di passione. “Se è per quello non ci vorrei dormire neanche ora.” “Leo!” lo richiamò Alessandra imbarazzata. “Che cosa c’è?” “Ma siamo in un luogo pubblico.” Leo le fece una carezza poi si alzò e le tese una mano. “Vieni, abbiamo delle commissioni da fare.” “E cioè?” “Andare dal parroco per la chiese, all’agenzia immobiliare per la casa e cercare un posto dove dormire insieme stanotte.” Alessandra arrossì. “Non possiamo chiedere il monolocale ad Annalisa?” Leo scosse la testa. “Sono liberi tutti e due stanotte, è loro.” Alessandra si accostò a lui. “Io avrei un’idea …” gli disse mormorando poi il seguito nell’orecchio. Leo l’abbracciò ancora più forte. “Lasciamo perdere le commissioni, andiamo alla macchina” disse. E ridendo raggiunsero la macchina di Leo parcheggiata lì vicino. PUNTATA 86 Hanspeter entrò un po’ titubante nell’ufficio di Andrea. Aveva visto entrare Annalisa e Luigi e si era preoccupato per loro. Il capitano Ranieri era seduto alla sua scrivania scrivendo dei fogli mentre Andrea era in piedi accanto a lui. “Maresciallo Vogel, la sua domanda di trasferimento è stata accettata. Si deve presentare lunedì mattina al Centro di Addestramento alpino di Selva Val Gardena” gli disse il capitano. “Comandi” rispose Hanspeter sollevato. “Può andare” disse il capitano. Andrea la guardò facendogli capire che avrebbero parlato dopo. Il capitano terminò di completare le carte le carte del trasferimento di Hanspeter prima di accomiatarsi. “Ci sarebbe stato un sostituto temporaneo … il maresciallo Palermo ma il maresciallo Capello mi aveva raccontato alcuni episodi che mi hanno indotto a ritenere che non fosse il caso che tornasse.” Paola rimase ferma sulle scale, al nome di Palermo si era sentita mancare. Luigi la vide pallida sulle scale e l’aiutò a scendere. La fece sedere accanto a Sonia poi le andò a prendere un bicchiere d’acqua. Quando Andrea tornò indietro dopo aver accompagnato il capitano, Luigi gli fece cenno di entrare. Paola aveva ripreso un po’ di colore ma aveva ancora la faccia sgomenta. “Paola!” esclamò Andrea preoccupato. “Ti senti male?” Paola scosse la testa. “Il maresciallo Palermo torna qua?” chiese con un pizzico di panico nella voce. “No, saranno Luigi e Annalisa a sostituire Hans per questo periodo.” “Giuralo!” chiese Paola. “Non posso giurarti una cosa che non dipende da me, ti posso solo assicurare che è quello che mi ha detto Ranieri.” le disse Andrea carezzandole il volto. Paola annuì. “Sono felice anche per Leo.” “De che dovrebbe essè felice Leo?” chiese Carlo appena entrato. “Del fatto che il maresciallo Palermo non torna … “ Carlo spalancò gli occhi. “E che veniva a fa, un c’amo già Vogel?” “Hans è stato trasferito, da lunedì è in Alto Adige.” “E allora chi mandano?” “Nessuno fino ad anno nuovo. A proposito Carlo, glielo ha detto a Jessica che ti vuoi sposare la vigilia di Natale?” Carlo fece una faccia colpevole. “Carlo! –lo rimproverò Luigi- mancano due mesi! Poi devi fare le corse per preparare tutto.” “Va subito da Jessica a chiederglielo –gli disse Andrea- E’ un ordine, Prosperi.” “Comandi, maresciallo!” rispose Carlo uscendo. Andrea prese Paola per mano per farla alzare. “Vado a togliermi la divisa e poi andiamo a fare due passi.” Paola annuì e lo seguì. Quando arrivarono ai piedi della scala, Andrea le disse. “Aspettami in archivio da Annalisa.” Paola lo guardò sorpresa. “Se mi segui su, non credo che usciremo tanto presto.” Paola gli sorrise maliziosa. “Potrei essere d’accordo…” “Niente da fare, sirena, oggi pomeriggio usciamo a passeggio.” Paola gli fece una carezza e raggiunse Annalisa in archivio. “Ehi! Ti hanno liberato.” le disse non appena la vide. “Già, Andrea ha detto che mi porta fuori” Annalisa fece una smorfia. Paola si avvicinò a lei e le toccò il ciondolo. “Bellissimo, Annalisa è nuovo?” “Sì, me l’ha regalato Luigi, oggi.” Paola le sorrise. “Che gli hai fatto? Rose, gioielli … è proprio pazzo di te.” Annalisa incrociò lo sguardo dell’amica. “La cosa è reciproca, se lo vuoi sapere.” “Sono felice per Luigi e anche per te … Created by eDocPrinter PDF Pro!! 130 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! preferisco come sei ora rispetto all’integerrimo brigadiere Dionigi che incuteva terrore alla scuola.” “Terrore … esagerata!” “Guarda che era quella la fama che avevi … quando sono arrivata alla scuola mi hanno messo in guardia nei tuoi confronti.” Annalisa sorrise. “Quando mi hai trovato nel bagno a piangere, ho avuto paura che tu mi facessi cacciare dalla scuola.” “Non ti ho fatto cacciare perché ti avrei fatto un favore” replicò Annalisa. Paola scosse la testa sorridendole. “Hai una faccia strana, Paola –disse Annalisa – ti sei sentita male?” chiese passando alla domanda che voleva farle da quando l’aveva vista entrare nell’archivio. “Ho sentito pronunciare un nome che mi ha fatto venire brutti ricordi e avevo capito che veniva qui …e mi sono sentita un po’ mancare, mi ha soccorso Luigi.” “Potenza di un nome…” “Sì, ogni volta che sento il suo nome mi vengono i brividi …se il maresciallo Palermo fosse tornato qui, io sarei tornata a Roma.” “Palermo…” ripeté Annalisa mentre i suoi occhi diventavano due fessure. “Lo conosci?” chiese Paola vedendo la sua reazione. “Uhm, uhm … ma non è il caso di preoccuparsi, tanto non viene,no?” le disse Annalisa sorridendo. Andrea bussò prima di entrare. “Andiamo, Paola?” la ragazza annuì. Andrea si voltò verso Annalisa per salutarla e notò il ciondolo. “Dovrò fare i complimenti al tuo brigadiere per il buongusto” le disse e poi le sussurrò in un orecchio “anche se le tue parole erano più evocative.” Annalisa spalancò gli occhi per la sorpresa. “Come…” “Sono andato a chiamarlo ed era talmente fuori di sé dalla felicità che me l’ha fatto leggere … spero non ti dispiaccia.” “Era suo poteva farci quello che voleva, anche buttarlo via.” Andrea le mise una mano sulla spalla. “L’avevo detto a lui, tempo fa, ma sbagliavo lo dovevo dire a te …trattalo bene o farai i conti con me” Annalisa rise. “Comandi, maresciallo e ora porti fuori quella ragazza.” Andrea raggiunse Paola che l’aspettava nel corridoio, chiuse la porta poi la riaprì quasi subito. “Io e Paola ceniamo fuori, tu sei esonerata dalla punizione, anche cucinare” “Hai avvisato Bordi?” Andrea annuì e richiuse la porta. Quando sentì bussare di nuovo alla porta pensò che fosse Luigi invece fu la testa di Hanspeter che sbucò al suo “Avanti” “Annalisa ci sarebbe una denuncia da raccogliere, verresti a darmi una mano?” “Certo, Hans.” prese il suo portatile e seguì Hanspeter nell’ufficio di Andrea. PUNTATA 87 Hanspeter fece accomodare l’uomo che era venuto a fare la denuncia nell’ufficio di Andrea. Aveva fatto sedere Annalisa alla scrivania con la scusa che lei doveva scrivere, in realtà si sentiva a disagio su quella poltrona, nonostante le rassicurazioni di Andrea non si sentiva un granché come maresciallo. “Buonasera, io sono il maresciallo Vogel e questo è il brigadiere Dionigi.” “Buonasera, mi chiamo Bianchi e voglio denunciare la scomparsa di mia moglie.” “Da quanto è scomparsa sua moglie?” “Da stamani, è uscita per andare al lavoro ma non è tornata a casa.” “Ha già chiamato al lavoro per sapere qualcosa?” “Sì, non è andata al lavoro.” “E a quest’ora, di solito, sua moglie è già a casa?” chiese Annalisa. “Sì, lavora part-time in un ufficio di Perugia.” Annalisa lo guardò come per soppesarlo poi continuò. “E non potrebbe essere andata da un’amica, da qualche parente…?” “No, ho chiamato tutti prima di venire da voi.” “Avete litigato?” chiese Annalisa. L’uomo sussultò poi annuì. “Per quel mago da cui lei si reca fin troppo spesso.” “Quale mago?” chiese Hanspeter. “Il mago Dolmen.” rispose l’uomo. “Sua moglie va a farsi leggere le carte?” chiese Hanspeter. “Sì, ma non solo, compra amuleti … elisir e altre cianfrusaglie del genere.” “Sua moglie si era mai allontanata da casa prima?” chiese Annalisa. “No, mai.” “Era la prima volta che litigavate?” L’uomo scosse la testa con fare sconfitto. “No, ma ieri sera ho perso davvero la pazienza, ha speso un patrimonio dietro alle chiacchiere di quell’uomo. Annalisa e Hanspeter si scambiarono uno sguardo d’intesa. “Va bene, signor Bianchi, venga con me di là a firmare la denuncia.” disse Annalisa. Poco dopo tornò nell’ufficio d’Andrea. Hanspeter era ancora in piedi con lo sguardo fisso fuori dalla finestra. “Che ne pensi, Annalisa?” le chiese non appena la sentì entrare. Annalisa scosse la testa. “C’è qualcosa che non torna … non mi sembrava così disperato per la scomparsa della moglie.” Hanspeter fece una smorfia, anche secondo lui qualcosa non quadrava. “Cerchiamo notizie su questo mago Dolmen e sui coniugi Bianchi.” disse dopo. Annalisa annuì e andò al computer di Sonia. “Ah, ah” disse dopo qualche ricerca. Hanspeter si era avvicinato. “Guarda, il signor Bianchi ha un’attività non proprio florida. Dovremo chiedere al magistrato l’autorizzazione per un’indagine bancaria per lui e anche per il mago.” concluse mostrandogli altro foglio. “Direi proprio di sì. Questo mago però non sembra così pericoloso.” disse guardando la foto sul foglio che aveva davanti.”non l’hai mai visto?” “No, tu sì?” “Sì, fa un programma su una tv locale a Created by eDocPrinter PDF Pro!! 131 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! tarda notte. Mi sa che ci toccherà guardarlo.” gli disse ridendo. Hanspeter si unì alla sua risata. “Annalisa?” Luigi entrò e vide Hanspeter vicinissimo a lei che bisbigliavano e ridevano. Un moto di gelosia si impadronì di lui, facendogli ribollire il sangue. Annalisa alzò gli occhi verso di lui, sorridendogli. “Vieni, Luigi, così sentiamo anche il tuo parere.” Luigi si avvicinò malvolentieri, non aveva voglia di dare pareri su chissà che cosa. Non appena arrivò alla scrivania vide una denuncia e una serie di stampe dal computer. Si dette dello stupido, stavano lavorando. Annalisa gli passò prima la denuncia poi gli altri fogli. Luigi li lesse attentamente. “La situazione economica dei due è alquanto interessante” disse poi. “Dici che con queste carte, il magistrato ce l’autorizza un’indagine bancaria?” chiese Hanspeter. “Secondo me, sì. Proviamo a chiedere.” “Gliela chiedi tu?” gli disse Annalisa. “No, tu, mia cara, visto che siete diventate così amiche da coprirti.” replicò Luigi. Annalisa gli fece la linguaccia e poi chiamò la Morresi. “D’accordo, dottoressa.” Hanspeter e Luigi la guardarono interrogativamente. “Domattina, sarà sulla scrivania di Andrea.” “Bene, e ora che si fa?” “Tu hai mangiato, Luigi?” “No, aspettavo te.” Annalisa guardò l’orologio poi disse. “Ormai non ci avranno lasciato più niente. Vado a preparare qualcosa e dopo aspettiamo la trasmissione del mago Dolmen, così prendiamo il numero per contattarlo.” “Guardiamo?” chiese Luigi inarcando un sopracciglio. “Sì, lo devo vedere solo io?” Luigi e Hanspeter si scambiarono uno sguardo complice. “Va bene, vuol dire che il pop-corn me lo mangio tutto io.” disse Annalisa andando verso la cucina “ah, e per cena, arrangiatevi.” Luigi la raggiunse di corsa prendendola fra le braccia. “Scherzavo, lo guardiamo insieme.” Hanspeter lo seguiva sorridendo. “Andiamo, farabutti.” disse loro Annalisa aprendo il freezer. Tirò fuori dei contenitori che mise nel forno a microonde, dopo pochi minuti un profumino di zuppa di pesce riempì la cucina. Servì i due uomini che nel frattempo avevano apparecchiato e si mise seduta accanto a Luigi. Mangiarono in silenzio poi Luigi le sorrise. “Saresti da sposare solo per come cucini.” le disse Hanspeter. Annalisa sorrise. “Spero che chi mi sposerà non lo faccia solo per quello.” replicò. “Sarebbe uno stupido se lo facesse.” Luigi non prese parte allo scambio di battute, sembrava a disagio. “Guarda che stiamo scherzando … nessuno ti sta chiedendo di sposarmi.” gli disse Annalisa fissandolo negli occhi. Luigi ricambiò lo sguardo poi si chinò su di lei e la baciò. “Non credo apprezzeresti una richiesta di matrimonio davanti a una zuppa di pesce riscaldata.” le disse ironico. Lei gli puntò un dito contro il petto e gli disse. “Come ti ho già detto, non è il posto… ma la persona.” Hanspeter prese i piatti e si allontanò., loro due non lo notarono nemmeno. Luigi capì che si stava avventurando su un terreno pericoloso dove rischiava di far più danni di quanti ne potesse poi riparare. Si morse un labbro poi le disse. “Non voglio che tu creda che te l’ho chiesto perché mi ci hanno trascinato per il collo.” Annalisa lo fissò un attimo per cercare di capire cosa cercasse di dirle. Sapeva benissimo anche lei che parlare di matrimonio tra loro era abbastanza prematuro … stavano insieme da così poco tempo, di sicuro tra loro c’era una passione sconvolgente e un’intesa intellettiva che rasentava la telepatia ma era abbastanza per un matrimonio? Luigi sembrò capire che anche lei aveva qualche perplessità. L’abbracciò e poi le mormorò. “Quando sarà il momento giusto, lo capiremo al volo. Io ti amo, non dimenticarlo mai.” “Mai” rispose Annalisa sulle sue labbra prima di baciarlo con passione. PUNTATA 88 Andrea aveva portato Paola al parco. Ridendo stavano passeggiando tenendosi per mano. Andrea le stava raccontando di quando si era nascosto con Annalisa in uno degli anfratti che avevano scoperto quando stavano insieme i primi tempi. Paola gli sorrise. “L’integerrimo Brigadiere Dionigi che s’infratta … non l’avrei mai detto.” “Integerrimo brigadiere?” chiese stupito Andrea. “Beh, almeno quando era a scuola era così, ligia alle regole che faceva rispettare con rigore a tutti.” Andrea rise. “Allora è l’aria di Città della Pieve che le ha fatto male.” “O bene” aggiunse Paola poi sorridendo gli indicò Leo e Alessandra che correvano verso l’uscita del parco. “Qualcosa mi dice che non stanno correndo in caserma” commentò Andrea. “Non ho mai visto Leo così felice neanche quando stava con Gioia.” disse Paola contenta per l’amico. “E tu sei felice?” Paola lo guardò un attimo prima di rispondere. “Di essere qui con te?” “Non solo … di tutto quello che ti sta succedendo … la gravidanza, quello che ci aspetta.” spiegò mettendosi seduto su una panchina attirandola a sé. “Sono felice di aspettare un figlio da te, ho un po’ paura di quello che ci aspetta ma ho deciso di vivere giorno per giorno.” Andrea le fece una carezza. “Anch’io sono felice di aspettare un figlio da te, di essere qui con te a passeggiare e poterti dimostrare quanto ti ami.” “Su quest’ultima cosa non ho mai avuto dubbi. –Andrea la Created by eDocPrinter PDF Pro!! 132 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! guardò un po’ torvo- è stata solo la mia insicurezza a farmi dubitare di te, anche se averti visto abbracciato a quella bionda non mi ha certo fatto piacere.” Andrea l’abbracciò. Lo so ma se tu fossi rimasta un attimo di più, avresti visto che l’avevo allontanata subito.” “Non avrei potuto rimanere un secondo di più, stavo provando un dolore così lancinante che dovevo andarmene” Andrea la strinse ancora di più. “E’ tutto passato, amore” disse carezzandole i capelli mentre lei affondava il volto nell’incavo della sua spalla. Andrea la sentì abbandonarsi fiduciosa contro di lui, doveva far qualcosa perché lei non dubitasse più del suo amore. Ripensò alle parole che gli aveva detto Annalisa quando seguivano Grechi <<quand’è che chiederai in moglie Paola.?>> Forse aveva ragione lei ma voleva farlo in un modo diverso da come se lo sarebbe aspettato Paola. Avrebbe chiesto consiglio ad Annalisa, lei lo avrebbe sicuramente trovato un modo originale. Continuò ad accarezzarle i capelli, sentendo il suo cuore battere più veloce ogni volta che lei gli sfiorava il collo con le labbra. “Paola!” la richiamò. “Siamo al parco.” Paola lo guardò con occhi innocenti. “Io?! e che ho fatto?” Andrea si avvicinò e le disse. “Cosa hai fatto? Se non fossimo in un luogo pubblico e rischiassimo l’arresto, te lo farei vedere io <<cosa ho fatto>>!” Paola scoppiò a ridere reclinando la testa indietro. Andrea le baciò la gola che era rimasta scoperta. Paola l’abbracciò continuando a ridere. Andrea la guardò, era tanto che non la sentiva ridere così. “Andiamo a mangiare qualcosa da Gemma?” le chiese. Paola annuì. Si incamminarono mano nella mano verso la pizzeria. La donna dietro il banco li salutò calorosamente. “Maresciallo, signorina Vitali bentornata.” “Grazie Gemma.” rispose Paola cortesemente. Li fece accomodare in un tavolo un po’ appartato. “Questo lo lascio sempre libero per una coppia di innamorati.” disse loro strizzando l’occhio. Paola scambiò uno sguardo con Andrea, Gemma non sarebbe mai cambiata … le piaceva troppo unire coppie e vedeva molto prima di altri se c’era del feeling tra due persone ancor prima dei diretti interessati. Ordinarono una pizza e poi cominciarono a chiacchierare sugli ultimi avvenimenti della caserma. “Chissà cosa avrà detto Jessica alla proposta di Carlo?” si chiese ridendo Paola. “Quel ragazzo talvolta mi sconvolge, non so come gli vengano certe idee … sposarsi la vigilia di Natale.” “Vorrà essere sicuro di ricordarsi l’anniversario di matrimonio.” disse loro Gemma portando le pizze. Paola rise. “Da Carlo questo e altro…” Gemma si allontanò sorridendo a Paola. Andrea si assicurò che Paola mangiasse tutta la pizza poi le chiese “Vuoi un dolcetto?” “Io sarei piena.” disse Paola. “Sono sicuro che a pargoletto piace il dolce.” Paola gli prese una mano. “A pargoletto piace la dolcezza del suo papà.” Andrea la guardò un po’ commosso, quelle parole gli facevano capire che era veramente felice per quel bambino in arrivo. “Dai, un pezzetto di torta al cioccolato” le chiese ammiccante. Paola scosse la testa. “No, davvero, Andrea, non vorrei sentirmi male” “Allora andiamo.” “Tu non la vuoi?” “No, non voglio indurti in tentazione.” le disse dandole una mano per invitarla ad alzarsi. Pagarono il conto e poi tornarono in caserma passeggiando lentamente. “Hai preso la pastiglia?” chiese Andrea. Paola scosse la testa. “La prendo appena arriviamo in caserma.” Andrea le passò un braccio lungo la vita attirandola a sé. Adorava sentire i loro corpi che si sfioravano. Mentre si avvicinavano sentiva Paola irrigidirsi. “C’è qualcosa che non va, amore?” Paola scosse la testa ma Andrea aveva intuito il suo disagio. “Non ti senti a tuo agio in caserma?” chiese ancora Andrea. Paola annuì lentamente. “Sono una sciocca ma mi piacerebbe avere una casa tutta nostra invece che rientrare in caserma … anche una cosa piccola come quella di Annalisa.” Andrea annuì. “Ti capisco ma adesso è solo una soluzione temporanea e poi credo che tu debba stare in caserma, sai” Paola annuì. Andrea aveva sicuramente ragione. Rientrarono in caserma accolti da risatine che arrivavano dalla stanza TV. PUNTATA 89 Andrea raggiunse la fonte delle risate e lo scena che si presentò ai suoi occhi era alquanto curiosa. Prosperi, Hanspeter e Luigi seduti sul divano mentre Sonia e Annalisa erano sedute per terra su dei cuscini. Annalisa si era accomodata tra le gambe di Luigi con un braccio appoggiato sulle sue cosce. Guardavano ridendo la televisione, pescando pop-corn da una ciotola appoggiata sulle gambe di Hanspeter. “Siamo al cinema?” chiese Andrea. “Shh ...-gli rispose Annalisa- stiamo conducendo un´indagine.” E da quando in qua si conduce un´indagine con pop-corn e risate?” Annalisa gli fece cenno di stare zitto con una mano. “Eccolo ... stasera mi sembra più lucido.” disse non appena apparve il mago. “Già -concordò Sonia- di solito sembra fumato.” “L´hai preso il numero?” chiese Annalisa. “Sì, sì.” rispose Carlo sghignazzando. “Ecco la prima telefonata.” disse Luigi. Andrea continuò a scuotere la testa. Ma che cosa stavano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 133 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! combinando? “Fatemi posto.” disse Paola. Luigi si alzò e la fece accomodare, mettendosi poi seduto accanto ad Annalisa. “Questa che ha chiesto?” “Vuol sapere se trova lavoro ...” spiegò Hanspeter. “Ora gli risponde la donna di cuori dice che se ti impegnerai otterrai quello,che vuoi.” disse Annalisa. Tutti gli altri risero. “Chiamiamo noi?” disse poi. “E che gli dici?” “Che ho dei problemi d´amore ... tanto chiamano tutti per quello.” “Ma tu non ce li hai” disse Paola. “Io lo so, ma il mago no” rispose Annalisa carezzando il braccio che Luigi le aveva passato sulle spalle. Luigi intensificò la stretta dandole un bacio sui capelli. Annalisa digitò il numero. Sentì la sua voce in onda e, mentre tutti trattenevano a stento le risa, raccontò di stare con un uomo ma di essere follemente innamorata di un altro che però non la guardava nemmeno. Il mago fissò davanti a sé come se la potesse vedere. Un brivido corse lungo la schiena di Annalisa mentre l´uomo girava lentamente le carte sul tavolo. “L´uomo che ti sta abbracciando è l´uomo giusto per te ... il pegno d´amore che porti al collo racchiude i sentimenti di entrambi... “ Tutti si guardavano mentre Luigi la strinse anche con l´altro braccio come per darle protezione sentendo il suo turbamento. “... non devi cercare nessun altro uomo. L´uomo di spade è l´uomo per te.” Annalisa raccolse tutte le energie nervose che le erano rimaste e chiese. “Posso avere un consulto privato ... io amo l´altro uomo...” “Non è necessario, nessun uomo potrà prendere il posto dell’uomo di spade.” “La prego, sono molto confusa, mi aiuti.” “D’accordo ma solo per farle riconoscere la verità, venga domani pomeriggio alle cinque.” La linea fu interrotta prima che qualcuno potesse dire qualcosa di più. Tutti rimasero in silenzio a guardarsi l’un l’altro. “Come faceva a sapere del ciondolo?” chiese Paola dando voce ai dubbi di tutti. “Perché è mago” disse Carlo spezzando la tensione che si era creata. “Già – disse Andrea – e ora chi può spiegarmi qualcosa venga nel mio ufficio, gli altri smettano di sghignazzare.” detto questo uscì dalla stanza non prima di aver preso una manciata di pop-corn. “Andate voi due – disse Luigi rivolto ad Annalisa e ad Hanspeter – siete quelli che hanno preso la denuncia.” Hanspeter annuì, posò la ciotola sul tavolo e seguì Andrea. “Tu non vai?” chiese Paola. Annalisa continuava a fissare lo schermo immersa nei suoi pensieri, poi si alzò e uscì anche lei. Paola guardò Luigi. “Che le prende? Non mi sembrava il tipo che si faceva suggestionare.” Luigi scosse la testa guardando verso la porta da dove era appena uscita Annalisa. “Nemmeno a me ma ha ancora mille sfaccettature che noi non conosciamo.” Chissà quanti segreti nascondeva ancora … l’aveva sentita rabbrividire quando il mago aveva fissato nella telecamera come se avesse sentito il suo sguardo su di lei e poi anche lui non era rimasto insensibile a quello sguardo soprattutto quando aveva parlato del ciondolo. “Sonia, che volevi dire che di solito sembra fumato?” Sonia si voltò verso di lui, anche lei era rimasta turbata. “Che le altre volte che l’ho visto aveva uno sguardo spento, come se avesse fumato una canna.” “Tutte le volte?” “No, ma quando è lucido come stasera la trasmissione viene sempre interrotta come è successo anche questa volta. Perché?” Luigi scosse la testa. “No, nulla era solo così per sapere” disse uscendo. Paola lo guardò uscire e scosse la testa. Annalisa si fermò un attimo nel corridoio prima di entrare nell’ufficio di Andrea. Prese un respiro profondo cercando di cacciare l’inquietudine che l’aveva colta. Non appena il mago era apparso aveva sentito uno strano formicolio ai piedi e quella strana sensazione di dejà vu che l’aveva colta come se quella scena si fosse già ripetuta uguale. Quando poi aveva parlato del ciondolo, era stato solo il calore del corpo di Luigi contro il suo che le aveva impedito di farsi prendere da un attacco di panico. Già, Luigi era l’uomo di spade… il protettore. Sorrise a quel pensiero. Scosse la testa e bussò prima di entrare nell’ufficio di Andrea. Hanspeter gli stava già mostrando la denuncia del signor Bianchi. “Io e Annalisa abbiamo avuto la sensazione che l’uomo non fosse particolarmente preoccupato della scomparsa della moglie, nonostante fosse venuto a fare la denuncia.” Andrea alzò lo sguardo verso Annalisa non appena la sentì entrare. Annalisa gli sorrise prendendo le atre carte. “Abbiamo già chiesto al magistrato l’autorizzazione a un’indagine bancaria sul Bianchi e sul mago, visti questi risultati.” “E …” incalzò Andrea. “Domattina è sulla tua scrivania, così m’ha promesso Claudia.” gli disse Annalisa. “Da quando è diventata Claudia?” chiese Andrea sospetto. “Da quando m’ha salvato da un richiamo scritto del capitano Ranieri.” rispose Annalisa. Andrea scosse la testa sorridendo. “Luigi lo sa?” “Certo! “ Hanspeter sorrise, gli sarebbero mancate le baruffe tra quei due. “Allora –disse Andrea cercando di ritornare all’indagine- domattina andiamo a casa di questo Bianchi e cerchiamo se troviamo qualche traccia.” “Ma …” cominciò a dire Hanspeter. “Continua, Hans” gli disse Andrea. “Ma non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 134 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! potrebbe cancellare le tracce se la moglie non si fosse allontanata volontariamente?” chiese. “Hai ragione, Hans, potremmo andare adesso e poi tornare domattina.” “Chi va?” chiese Annalisa mettendo le carte a posto. “Io e Hans. Tu va pure a dormire … andrai domattina.” “Comandi” rispose Annalisa uscendo. Andrea e Hanspeter andarono a prepararsi e si recarono a casa Bianchi. PUNTATA 90 L’aveva chiesto solo perché doveva farlo ma Annalisa era felice di non dover uscire quella sera. Appena arrivata in camera, si fiondò sotto la doccia sperando servisse a toglierle di dosso quella sensazione strana che la stava accompagnando da quando era apparso il mago. Quando tornò in camera non si meravigliò di trovare Luigi seduto sul suo letto, sapeva che sarebbe arrivato, non aveva nemmeno chiuso la porta a chiave. “Come stai?” le chiese sorridendo. “Bene” rispose lei prendendo una tutta da un cassetto. Luigi aspettò che fosse vestita poi si avvicinò. Annalisa lo abbracciò. “sei il mio uomo di spade…” gli disse in tono leggero. “Secondo il mago…” Annalisa si slacciò dall’abbraccio e prese un libretto e un mazzo di carte consunte dal comodino. Si mise seduta sul letto incrociando le gambe, fece cenno a Luigi di raggiungerla. Luigi si mise seduto di fronte a lei in attesa. annalisa sfogliò il libretto cercando una pagina poi lesse: <<L’uomo di spade indica un uomo che protegge, difende, avvezzo all’uso delle armi. un rappresentante della legge.>> Luigi scosse la testa “E questo cosa sarebbe? Il manuale del bravo mago?” Annalisa lo guardò come se fosse stupido e poi gli fece leggere il titolo sulla copertina <<I tarocchi: una scienza antica>> Luigi la fissò stupito. “Tu credi a queste cose?” chiese poi. Annalisa chiuse il libro e prese in mano il mazzo di carte e cominciò a raccontargli una storia. Era tanto tempo che non prendeva le carte in mano, aveva cominciato per gioco dieci anni prima. Leggendo le carte, lei ed Ethel avevano girato per mezza Europa. Quell’estate che lei aveva litigato di brutto con suo padre e scoperto che Ethel non avrebbe avuto altre estati per viaggiare. Non avevano soldi ma lei aveva voluto a tutti i costi regalare all’amica un ricordo meraviglioso che l’avrebbe potuta accompagnare negli ultimi istanti della sua vita. Erano partite zaino in spalla verso l’Austria poi in Ungheria, in Germania, in Olanda, in Francia e poi verso sud Spagna e Portogallo. Quando finivano i soldi Ethel cantava e lei leggeva le carte o viceversa. Si erano divertite un mondo solo il viaggio di ritorno era stato venato di malinconia. Ethel era entrata in ospedale il giorno dopo il loro ritorno e non era più uscita. Luigi la lasciò parlare, senza interromperla e senza toccarla, vedeva il dolore passare sul suo volto rigato di lacrime quando finì di parlare le asciugò le lacrime dolcemente. Annalisa mescolò le carte che aveva tenuto in mano Sentì di nuovo il formicolio ai piedi e la consueta sensazione di calore alle mani, girò lentamente le carte mettendone quattro coperte tra sé e Luigi. Fissando un punto lontano da lei cominciò a girarle. “Uomo di spade ... Donna di coppe .... Amanti .... Asso di coppe” Luigi guardava alternativamente lei e le carte scoperte sul letto. Annalisa chinò lo sguardo sulle carte e sospirò. Dopo tutto quel tempo era ancora in grado di farlo. Scosse la testa, non le piaceva affatto, sperava di aver dimenticato. “Sei in grado di sapere le carte senza girarle?” Annalisa annuì. “Mi ha insegnato una zingara in Ungheria, mentre leggevo le carte per racimolare i soldi mi si è avvicinata, io mi scusai credendo di averle tolto il lavoro. Lei scosse la testa dicendomi che avevo il <<dono>> e che bastava poco per usarlo. All´epoca avevo poco più di diciotto anni, mi sembrava grandioso poter leggere il futuro ... ancora non sapevo quanto mi sbagliavo ... lei mi insegnò a focalizzare la mia mente in un modo particolare e dopo qualche esercizio ero in grado di leggere le carte ...” Luigi la guardò meravigliato. “E perché hai smesso?” “Ho fatto le carte a casa e ho visto la morte di mio padre, la malattia di sua moglie e ho avuto paura ... a loro ho raccontato un sacco di idiozie e poi ho preso le carte e il libro e ho cercato di buttarli via.” “E perché li hai ancora, allora?” “Tornavano ... in un modo o nell’altro mi venivano restituiti. Allora li ho messi in una scatola e lasciati lì. Quando stasera il mago ha estratto la carta dell’uomo di spade, ho sentito il solito formicolio ai piedi, anche lui ha il dono quando è lucido.” poi aggiunse. “Ogni volta che quella zingara faceva le carte per me, usciva sempre l’uomo di spade.” Luigi la guardò con amore. “Tu credi, veramente, che io sia il tuo uomo di spade?” Annalisa annuì. “L’ho capito stasera mentre mi abbracciavi quando il mago parlava del ciondolo, per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentita al sicuro, con te accanto mi sento protetta.” Luigi si avvicinò e le baciò le labbra dolcemente. “Stasera è stata una serata particolare … quando ho visto tu e Hans che bisbigliavate, io …” Annalisa gli mise un dito sulla bocca per zittirlo. “Lo so, è per Created by eDocPrinter PDF Pro!! 135 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! quello che ti ho chiamato a vedere cosa stavamo facendo – gli disse – ma non devi essere geloso.” “Perché non dovrei esserlo? Tu sei una donna bellissima…” “con un carattere impossibile, mi rimanderebbero subito indietro o, come diceva mio padre, pagherebbero per liberarsi di me.” Luigi rise. “Non ti sottovalutare mia cara –le disse- e poi non dimenticare che ci sono sempre i masochisti.” Annalisa si unì alla sua risata. “E tu a che categoria appartieni?” Luigi sembrò pensarci poi rispose. “Spero di essere l’unico esponente di una categoria.” “E di quale categoria?” “Quella di chi ti ha conquistato il cuore.” Luigi la guardò sperando che non gli ridesse in faccia, prendendolo per uno scherzo. Lo sguardo di Annalisa si fece serio e poi lentamente si avvicinò a lui. “E’ una categoria che ho creato apposta per te, non c’è mai stato nessun altro.” Luigi l’abbracciò e la baciò con passione. Annalisa ricambiò sia l’abbraccio che il bacio poi tutto a un tratto si slacciò e facendogli cenno di tacere si avvicinò alla finestre, l’aprì e guardò fuori ma a parte qualche gatto randagio non c’era niente. “Che cosa c’è?” chiese Luigi. “Tu non hai sentito niente?” “No, cosa dovrei aver sentito?” “Mi sembrava di aver sentito qualcuno che chiedeva aiuto.” Luigi scosse la testa. “Io non ho sentito niente.” Annalisa tornò tra le sue braccia. Luigi la sentì inquieta e la strinse a sé. Il calore sprigionato dal corpo di Luigi la rasserenò, ricambiò l’abbraccio e lo baciò intensamente. PUNTATA 91 “Dovremmo dormire, Luigi – gli disse guardandolo dritto in faccia- e per fare ciò ognuno dovrebbe stare nella propria stanza” Luigi sorrise malizioso e si avvicinò “Guarda che in questo letto abbiamo già dormito insieme…” “Sbagliato … io ho dormito, tu avevi una faccia come se fossi tornata dalla guerra.” Annalisa gli carezzò il volto. “E’ meglio se vai in camera tua” Luigi scosse la testa, sentiva che doveva rimanere lì, vicino a lei.” Sono il tuo uomo di spade, ti devo proteggere … resto qui, ti prometto che non ti toccherò nemmeno con un dito … se tu non vorrai.” Annalisa sorrise chinando la testa. “E’ quello il problema, non ho molta volontà quando si tratta di te.” Luigi ebbe un moto di soddisfazione che cercò di reprimere. La prese tra le braccia e l’adagiò sul letto, sdraiandosi accanto a lei. “Dopo …dormiremmo meglio” le sussurrò in un orecchio facendole percorrere la schiena da piccoli brividi. Annalisa sorrise tra sé. “Io ho sonno” mormorò accomodandosi fra le sue braccia. Luigi sospirò e cercò di farla star più comoda possibile. Annalisa fine di dormire fin quando non lo sentì rassegnato … si voltò nel suo abbraccio carezzandogli le gambe con i piedi. Luigi sorrise scuotendo la testa quando sentì le sue mani carezzargli il torace e poi scendere giù spostando l’elastico dei pantaloni. “Piccola strega” le mormorò mentre le apriva la lampo della tuta, che ancora indossava, rivelando il seno nudo. Annalisa continuò ad accarezzarlo mentre Luigi la spogliava. “Mi farai diventare pazzo.” Annalisa gli chiuse la bocca con un bacio traboccante di passione mentre Luigi la faceva sua. Scivolarono nel sonno ancora abbracciati. Annalisa si svegliò di scatto, guardò la sveglia, si erano addormentati da un paio d’ore. Ancora quella richiesta di aiuto … perché nessuno la sentiva, eppure era forte. Si alzò cercando di non svegliare Luigi. Si avvicinò alla finestra pur sapendo che non era fuori quella voce ma nella sua testa. Aprì la finestra respirando l’aria fredda della notte. “Non credo che sia così salubre che tu stia nuda con la finestra aperta, piccola” Annalisa si voltò e lo vide fuori dal letto, bellissimo … nudo registrò la sua mente. Rimase ad ammirarlo mentre Luigi le sorrideva. “qualcosa non va, piccola?” “Oh, no … va tutto bene.” rispose sorridendo e avvicinandosi … si bloccò allo squillo del cellulare. Andrea e Hanspeter arrivarono a casa Bianchi. Suonarono il campanello. Dopo un po’ di tempo, Bianchi aprì. “Ah, maresciallo.” disse rivolto ad Hanspeter. “Buonasera, questo è il mio comandante il maresciallo Ferri. Abbiamo parlato della sua denuncia.” L’uomo strinse la mano ad Andrea. “Possiamo dare un’occhiata alle cose di sua moglie?” chiese Andrea. L’uomo abbozzò e fece strada. Nella camera sembrava tutto a posto, troppo a posto pensò Andrea, aprì l’armadio e vide tutti i vestiti. “Che abiti indossava sua moglie quando è scomparsa?” chiese Andrea. Hanspeter alzò gli occhi al cielo, ne lui ne Annalisa glielo avevano chiesto. “Un tailleur rosso …” Andrea guardò nell’armadio. “Come questo?” “L’uomo impallidì. “Aveva detto che si sarebbe messa quello poi forse ha cambiato idea.” Andrea lo guardò dritto in faccia. Andrea lo guardò fisso negli occhi. “Signor Bianchi ... ci ha detto tutta la verità?” L´uomo annuì. “Sì, certo. Le donne sono volubili, io sono uscito prima di lei ... forse si è cambiata.” Andrea scambiò uno sguardo con Hanspeter. “D´accordo ... -disse Andrea- torneremo domattina per cercare altre tracce.” Appena fuori Andrea disse “Dovremo rimanere a sorvegliare la casa e lui.” Hanspeter Created by eDocPrinter PDF Pro!! 136 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! annuì, anche per lui quell´uomo stava mentendo. “Chi c´è in caserma?” chiese Andrea. “Carlo, Luigi, Sonia e Annalisa ... Leo non è rientrato ... e poi c´è Bordi.” “Dobbiamo fare dei turni di sorveglianza. Chiamo Lui...” lasciò la frase a mezzo. “Qualcosa non va Andrea?” “No, solo che Luigi mi ucciderà.” rispose mentre componeva il numero di Luigi. “Forse dovresti fare quello di Annalisa” disse Hanspeter sorridendo malizioso. Andrea ricambiò il sorriso cambiando numero, al primo squillo rispose Luigi. “Che succede?” chiese Luigi. “Vestitevi tutti e due e venite in via Marconi 200.” “Comandi” risposero Luigi e Annalisa. “Un punto per te, Hans” disse Andrea prima di scoppiare a ridere. “Mi mancherete,sai” disse poi Hanspeter. “Anche tu, ma ti sapremo felice tra le tue montagne.” gli disse Andrea mettendogli una mano su un braccio. Gli occhi di Hanspeter si illuminarono. “Sai, talvolta se chiudo gli occhi sento l´odore della neve fresca...” Andrea gli sorrise “E´ per quello che non mi sono opposto al tuo trasferimento, parli della montagna come se fosse una bella donna, con la stessa passione...” Hanspeter annuì, la sua opinione su Andrea era, se possibile, migliorata, aveva una sensibilità nei confronti degli uomini ai suoi ordini che non aveva mai riscontrato in nessun altro comandante che aveva avuto. “Eccoli” disse Andrea vedendo arrivare una macchina. Scese per ragguagliarli. “Mi dispiace avervi disturbato.” disse. “Eravamo svegli.” tagliò corto Annalisa. Andrea riferì loro i dubbi che erano sorti durante la visita al Bianchi. Sia Annalisa che Luigi annuirono. “Domattina, torniamo io e Hans. Tu alle cinque vai dal mago con Sonia, microfonate, va bene?” Annalisa annuì. Quando rimasero soli, Luigi le chiese. “E´ un uomo o una donna che ti chiede aiuto?” “Non riesco a distinguerlo ... -alzò gli occhi verso di Luigi- Luigi ...ho paura.” Luigi le passò un braccio dietro le spalle e l´attirò a sé. Non sapeva che parole dirle, perché anche lui si sentiva inquieto soprattutto per lei. “Ci deve essere una spiegazione, domani perché non chiedi al mago? Se è in grado di vedere il tuo ciondolo dalla telecamera ... dovrà anche poterti dire chi ti sta chiedendo aiuto.” Annalisa annuì continuando a guardare la casa ... Luigi sperò di averla convinta, lui non lo era, ci doveva essere una spiegazione razionale a tutto quello che stava succedendo. Annalisa aveva tutti quei ricordi tristi che forse l´avevano turbata più di quanto ci si aspettasse, lei sembrava il tipo che ci rideva sopra e invece .... Mise di nuovo tutte e due le mani sul volante ... forse era meglio. PUNTATA 92 Annalisa guardò Luigi seduto accanto a lei e scosse la testa. Non aveva fatto certo un grande affare ad innamorarsi di lei … proprio no. Non l’aveva mai trattato come meritava … era un uomo speciale e lei fino poco tempo prima aveva solo preso e non gli aveva dato quasi niente, non aveva fatto altro che combattere contro i suoi sentimenti senza pensar minimamente a quello che provava lui. Lo rivide nudo ai piedi del letto … era la prima volta che lo vedeva nudo fuori dal letto. Le era sembrato così bello, così perfetto, e soprattutto così incredibile che fosse il suo uomo. Una vampata di calore la colse … doveva smettere di pensarlo così o gli sarebbe saltata addosso. Lo guardò di nuovo e sentì di amarlo profondamente più di quando avesse pensato. Gli mise una mano sul braccio e sentì un brivido percorrerle la mano, sorrise tra sé … neanche fossero a quella famosa cena. Aveva i sensi un po’ troppo acuiti nelle ultime ore. “Mettiamoci gli occhiali” Luigi annuì prendendo il paio che gli offriva. “Sai, da ragazzino pensavo che servissero per guardare le ragazze nude.” Annalisa rise … “Che delusione deve essere stato quando hai scoperto che non era così…” “No, riuscivo a godere di quella vista senza occhiali..” replicò. Annalisa rise. “Non ho dubbi in proposito, il tuo sguardo scuro e profondo deve averti aiutato parecchio.” Luigi le carezzò il braccio poi un rumore destò la loro attenzione. Bianchi stava uscendo di casa portando qualcosa tra le mani. Si diresse verso un capannone in fondo al giardino. Che cosa ci andava a fare? Videro aprire il capannone… Annalisa strizzò gli occhi. “Luigi… la moglie è là dentro…” disse poi lentamente. “Abbiamo bisogno di un mandato di perquisizione. Non credo che il magistrato sarà contenta di essere svegliata nel cuore della notte.” “Chiamiamo Andrea…” suggerì Annalisa. “Chissà come sarà felice …” ironizzò Luigi. Annalisa rise componendo il numero di cellulare di Andrea che rispose subito. “Abbiamo un sospetto che la donna sia nel capannone in fondo al giardino …. no, non credo che rischi la vita … Ok, d’accordo.” “Che cosa ti ha detto?” chiese Luigi. “Di aspettare domattina, quando arriva lui e Hans, ci pensa lui al mandato di perquisizione.” Luigi guardò l’orologio. Erano le quattro. Annalisa cominciò a canticchiare sottovoce una canzone. “Che stai cantando?” chiese Luigi divertito. “E come un girasole giro intorno a te, che sei il mio sole anche di notte, e come un Created by eDocPrinter PDF Pro!! 137 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! girasole giro intorno a te, che sei il mio sole anche di notte, tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai, con gli occhi neri e quelle labbra disegnate, e come un girasole giro intorno a te, che sei il mio sole anche di notte, tu non mi basti mai prendimi l’anima, e non mi basti mai muoviti amore sopra di me” Luigi le mise una mano sul ginocchio. “Come mai questa canzone?” “L’ho sentita stamani dopo che ti ho scritto quel biglietto e mi sembrava adatta a come mi sento quando sto vicino a te” Luigi la guardò con amore. “Vale anche per me…” Annalisa ricambiò lo sguardo, per un attimo svanì tutto intorno a loro, esisteva solo quello sguardo che si stavano scambiando. Si scambiarono un sorriso poi riportarono la loro attenzione sulla casa che ora era di nuovo immersa nel buio. Luigi appoggiò di nuovo le mani sul volante cercando di non metterle addosso a lei. Gli bastava guardarla per desiderarla e ogni volta che gli raccontava un pezzetto di sé la desiderava ancor di più. Quella notte quando l’aveva vista alla finestra avvolta dalla luce della luna, sembrava davvero una creatura magica … in quel momento aveva capito che non avrebbe più potuto vivere senza di lei, senza quelle emozioni che lei gli regalava … nel bene e nel male … gli era entrata nel sangue come nessuna prima. Tolse una mano dal volante e senza staccare gli occhi dalla casa cercò la sua. Annalisa aveva avuto la stessa idea e le due mani si incontrarono sopra la leva del cambio. Un sorriso increspò la faccia di entrambi mentre univano le mani. Rimasero così ad aspettare la mattina. Andrea e Hanspeter arrivarono verso le sette. salirono sulla macchina di Luigi e si scambiarono opinioni su come fare. “Aspettiamo Claudia –disse Andrea- ha detto che sarebbe venuta qua con il mandato” Annalisa annuì continuando a guardare il capannone. “Annalisa annuì continuando a guardare il capannone. “Annalisa?!” la chiamò Andrea. “Ci sei?” Lei si riscosse. “Dicevi a me?” Andrea le sorrise comprensivo. “Sì, dicevo a te. prima perquisiamo la casa poi passiamo al capannone … per evitare di insospettirlo.” Annalisa annuì poi disse. “La signora avrà bisogno di una visita medica?” “La accompagneremo all’ospedale” “E se…” Andrea rise. “Che cosa hai da ridere?” “Stavo aspettando il tuo <<e se..>> … dai dimmi.” “C’è qualcosa che non mi torna … e se l’ospedale fosse sorvegliato?” “Ho perso qualche passaggio, Annalisa” disse Hanspeter. “Non sei il solo” aggiunse Luigi guardando prima Annalisa e poi Andrea. Andrea non disse nulla rimanendo pensoso. Annalisa stava seguendo una pista tutta sua che, come al solito, non era in grado di spiegare, pensò Andrea mentre cercava di mettere a fuoco ogni dettaglio. Luigi fissò Annalisa che scosse la testa. “Ci sono delle cose incongruenti” disse poi tornando a guardare il capannone. Andrea mise una mano sulla spalla di Luigi facendogli cenno di non insistere. Nell’auto calò il silenzio. Era ancora tutto silenzio in macchina quando arrivò Claudia. Ognuno seguiva il corso dei suoi pensieri. “Spero tu abbia ragione Annalisa” le disse Claudia. Annalisa si strinse nelle spalle. “Andiamo vai –disse Andrea – tu mi raccomando, concentrati bene” disse rivolto ad Annalisa. Luigi lo guardò tra lo stupito e l’incredulo … che cosa significava concentrati? PUNTATA 93 Annalisa annuì ad Andrea e si apprestò a seguirlo. Il signor Bianchi sembrava aspettarli, aveva preparato il caffè, ma perse il sorriso quando Andrea gli presentò Claudia. Controllarono tutta la casa, carte poi Luigi trovò un computer portatile. “Maresciallo, venga a vedere.” Andrea chiese. “E’ suo?” “S…sì” balbettò l’uomo. “Dionigi – chiamò Andrea – controlla questo computer”. “Comandi” rispose Annalisa e si mise all’opera mentre gli altri continuavano la perquisizione.. Il computer era decisamente della moglie, dai documenti ai siti visitati. Aprì la posta elettronica e cercò di entrare ma era protetta da una password. “Maresciallo, posso chiamare Giacomo o lo portiamo in caserma?” “Chiama Giacomo” Annalisa digitò il numero dell’amico che rispose al primo squillo, bastarono due dritte che la casella si aprì. Ringrazio e chiuse. Nelle e-mail c’era il movente. Chiamò di nuovo Andrea lessero insieme un paio di e-mail poi Andrea le disse. “Avevi visto giusto … adesso andiamo a vedere se hai avuto ragione anche per il resto.” Aprirono il capannone ma sembrava una rimessa per attrezzi smessi. Bianchi ostentava sicurezza. Annalisa camminò lentamente all’interno, cercando un qualcosa che potesse indicare un’apertura, un nascondiglio … stava per andarsene delusa quando, con la coda dell’occhio, notò un’asse fuori posto. Si avvicinò e provò a spostarla. Hanspeter arrivò per aiutarla. “Forse va ruotata” le disse Hanspeter. Annalisa si voltò a guardare Bianchi poi disse. “Prova a quest’altezza,Hans” Hanspeter eseguì e una fila di tavole si spostò scoprendo una cavità dove legata e imbavagliata si trovava la signora Bianchi. Annalisa spalancò gli occhi incredula, si coprì la bocca con la mano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 138 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! ma poi non disse niente. Aiutò Luigi a slegarla e la donna li ringraziò tra le lacrime. Claudia e Annalisa la fecero salire nella macchina della prima mentre loro fuori prendevano accordi. “Andiamo in caserma.” disse Andrea guardando Annalisa che sembrava un attimo confusa. Lei rispose al suo sguardo sorridendogli come per dire che tutto andava bene, poi rivolse lo stesso sguardo a Luigi. Claudia disse.”Non sarebbe meglio portarla prima in ospedale?” Andrea scosse la testa. “No, non dopo quello che abbiamo scoperto.” “Chiamo il dottor Carli e gli chiedo se può venire in caserma?” propose Annalisa. “Ottima idea.” disse Andrea. “Non so se il dottor Carli sia della stessa opinione.” replicò Luigi. I tre si guardarono e trattennero a stento una risata. Annalisa salì in macchina con Claudia e chiamò Carli. “ dottor Carli, sono il brigadiere Dionigi, può venire in caserma diciamo tra dieci minuti? … No, meno sa meglio è, le spiego tutto in caserma …Grazie.” chiuse la comunicazione e guardò la signora Bianchi. “Il dottore le darà un’occhiata in caserma, forse non è il caso che vada in ospedale.” La donna annuì sospirando. “Coraggio, signora, il peggio è passato.” le disse Claudia. La donna scosse la testa. “Il peggio deve ancora venire.” Annalisa la guardò dopo aver scambiato un’occhiata nello specchietto retrovisore con Claudia. “Cosa intende dire? Lei sta ancora rischiando la vita?” “No, non io …” rispose evasiva la signora. Un altro scambio di occhiate con Claudia e Annalisa lasciò perdere. L’avrebbero interrogata dopo in caserma. Intanto in caserma era rientrato anche Leo che aveva trascorso la notte con Alessandra nella suite dove l’aveva chiesta in moglie. Sonia l’aveva aggiornato su quanto era successo quella notte. Salì su a mettersi la divisa e incontrò Paola che gli fece l’occhiolino. Leo sorrise non era possibile tenere un segreto in quella caserma. Andrea e Luigi si occuparono del signor Bianchi mentre Annalisa aspettò il Dottor Carli. “Dottor Carli, grazie di essere venuto.” gli disse non appena lo vide. “Non rifiuto mai l’invito di una bella donna.” Annalisa fece una smorfia ironica. “Venga con me.” disse poi. Lo fece accomodare nello studio di Andrea dove li stava aspettando la signora Bianchi insieme a Claudia. Il dottore visitò la signora trovandola abbastanza bene considerato che era rimasta rinchiusa dentro quell’antro per un paio di giorni. “Datele da bere e qualcosa di leggero da mangiare, adesso un tè con qualche fetta biscottata, oggi riso e carne ai ferri poi però sarebbe meglio venisse in ospedale.” Annalisa annuì. “Va bene, dottore, grazie di essere venuto” disse accompagnandolo verso la porta. “Gliel’ho già detto, brigadiere, non so resistere alle richieste delle belle donne” Luigi aveva aperto la porta dell’archivio in quel momento, i suoi occhi divennero delle fessure mentre guardava i due che si allontanavano. “Quello ci prova” disse ad Annalisa quando passò di nuovo lì davanti. Annalisa gli lanciò uno sguardo di compatimento. “Luigi, fammi il piacere, eh?” replicò infine entrando nell’ufficio di Andrea. PUNTATA 94 Claudia notò subito che era rabbuiata. “Tutto bene, brigadiere?” Annalisa fece un gesto rapido con la testa poi si rivolse alla signora Bianchi. “Allora chi sta proteggendo?” La signora scosse la testa. Annalisa prese il citofono e chiese a Bordi di preparare la colazione per la signora. Sonia bussò ed entrò portando delle carte. “Il maresciallo Ferri ha detto di portarle anche a lei.” disse porgendole a Claudia. “Grazie, Martini” Sonia uscì lanciando uno sguardo ad Annalisa come se volesse darle un avvertimento. Annalisa si chinò sulle carte che Claudia le stava passando.”Ah…” disse dopo aver letto alcuni fogli, sorridendo tra sé. “Così lei è la figlia del mago Dolmen?” disse fissando la donna. “Sì” Annalisa scosse la testa poi sospirando le disse. “Visto che non riescono più a drogarlo, lo tengono in pugno minacciando di farle del male, non è così?” La donna annuì. “Ho scoperto che lo stanno raggirando ma quando ho cercato di aiutarlo, mi sono ritrovata contro anche mio marito che è indebitato fino al collo con quei farabutti.” disse la donna. Bordi entrò con la colazione. “Ho portato qualcosa anche per voi.” disse. “Grazie, Bordi” gli sorrise Claudia. Annalisa si avvicinò e gli disse qualcosa sottovoce. “Comandi, brigadiere” Tornò dalle altre due donna. “Facciamo colazione, prima che freddi tutto” disse prendendo la sua tazza di the. Sorrise sentendo il profumo, Bordi aveva usato la miscela che le piaceva di più. Dopo la colazione, la signora fu più collaborativi, rivelò nomi e fatti che aveva scoperto durante la sua indagine. “Oggi pomeriggio ho un appuntamento con suo padre, come posso fargli capire che lei non è più in pericolo?” “Non saprei, è guardato a vista, e lo studio è coperto da telecamere a circuito chiuso.” Annalisa scosse la testa. “Lei è figlia unica?” chiese poi. “sì, perché?” “Niente, era per prendere in esame un’alternativa. Suo padre non le ha mai dato qualcosa di personale, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 139 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! che so un talismano, un amuleto che solo lui sa … potrei mostrargli quello.” La signora mostrò un bracciale di cuoio alto almeno tre centimetri con inciso in oro un simbolo che Annalisa aveva già visto. “D’accordo, lo indosserò io … e toglierò il ciondolo dal collo” disse toccandolo. Claudia la guardò comprensiva. Andrea e Luigi avevano una gatta da pelare. L’uomo continuava a sostenere di non sapere nulla del rapimento di sua moglie. “Ci prende per stupidi?” chiese Andrea cominciando a perdere la pazienza. “Vuol dire che sua moglie si è sequestrata da sola?” lo incalzò. “No, ma mi hanno incastrato” si difese l’uomo. Andrea lo guardò come se fosse stupido. “Senta … sua moglie era nel suo capanno … lei stanotte è andato nel capanno a portarle da mangiare.” disse Luigi. L’uomo lo guardò meravigliato … “Credevo che fosse una coppietta in cerca di intimità, quella macchina.” “No, lei credeva che siccome siamo carabinieri fossimo uguali a quelli delle barzellette.” lo accusò Andrea. L’uomo sussultò. “Comunque se non verrà incriminato per sequestro di persona, lo sarà per simulazione di reato.” concluse Andrea. Luigi si affacciò sulla porta poi rientrò con la faccia corrucciata. “Signor Bianchi, comunque la sua situazione non è delle migliori. Ha intralciato le indagini, ci ha mentito…” L’uomo mise le mani davanti a sé come proteggersi dalle accuse che gli rivolgeva Andrea. “Ho dovuto farlo … -disse- mi stavano ricattando o facevo come volevano loro o comunque le avrebbero fatto del male … ho preferito tenerla sequestrata io piuttosto che loro… solo che dopo due giorni che non si recava al lavoro sono dovuto venire a fare la denuncia … e voi l’avete trovata subito … io avevo accusato il mago Dolmen sperando che voi vi concentraste su di lui, avevo detto a quegli uomini del ciondolo del brigadiere … immaginavo che avreste chiamato il mago.” Andrea e Luigi si scambiarono uno sguardo d’intesa. Allora era così si disse Luigi con sollievo, avrebbe dovuto dirlo ad Annalisa per tranquillizzarla. Il pensiero di Annalisa lo fece star male, la rivedeva nel corridoio a sorridere al dottore. “Brigadiere..” lo richiamò Andrea che l’aveva visto perdersi nei suoi pensieri. “Mi scusi, maresciallo.” disse riprendendo a scrivere il verbale. “Allora lei l’ha tenuta sequestrata su indicazione di quegli uomini … a che scopo?” “Il mago Dolmen è il padre di mia moglie, la usavano per ricattarlo e costringerlo ad agire come volevano loro.” “E cioè?” “Io non lo so, mia moglie aveva scoperto qualcosa ma poi ho dovuto tenerla rinchiusa … per il suo bene” ripeté l’uomo. Andrea e Luigi si guardarono un po’. “Poteva evitare di tenerla legata come un salame.” “Non sa di cosa è capace mia moglie.” replicò l’uomo. Andrea e Luigi si guardarono, se pensava alle loro compagne ne avevano una vaga idea. Andrea chiamò Mura affinché lo accompagnasse in cella di sicurezza. PUNTATA 95 Quando l’uomo fu uscito, Andrea si voltò verso Luigi e gli disse “Che cos’hai?” Luigi scosse la testa, ma sapeva che non avrebbe ingannato Andrea, ormai si conoscevano troppo bene. “Dai, c’è qualcosa che ti rode, si vede benissimo.” lo incalzò, infatti, Andrea. Luigi si mise seduto su una sedia e lo guardò. “Perché hai detto ad Annalisa di concentrarsi, stamani?” Andrea sembrò stupito dalla domanda ma rispose sicuro. “Perché so benissimo che Annalisa è in grado di notare dettagli che sfuggono alla maggior parte di noi, le ho detto di concentrarsi perché ultimamente è concentrata soprattutto su di te.” Luigi fece una smorfia scettica. “Cos’è quella faccia, non ci credi? Che cosa è successo quando ti sei affacciato alla porta?” Luigi sorrise. “Ho visto quel dottore che ci provava con Annalisa” Andrea scosse la testa. “E’ il suo modo di fare…” tentò di giustificarlo Andrea. Luigi lo guardò come a prenderlo in giro. “Guarda che mi ricordo benissimo che ha litigato con Paola per lui … sarà anche il suo modo di fare ma se lo fa con la tua donna ti da fastidio.” Andrea gli sorrise. “Brutta bestia la gelosia, eh?” “Tu ne sai qualcosa vero? Ma anche Paola non scherza … Annalisa invece ne sembra immune, non so se la sa mascherare meglio o se non gliene frega niente di me.” “Gliene frega, gliene frega, forse non farà scenate … ma secondo me è gelosa e come … tu non hai visto la sua faccia quella sera che Claudia è scesa a baciarti … se avesse potuto le avrebbe scavato gli occhi.” Luigi gli sorrise. Andrea ricambiò il sorriso. “Chi l’avrebbe detto due anni fa che saremmo finiti così?” “Già, ed io non immaginavo certo di ritrovarmi più geloso di te … ammesso che questo sia possibile” Andrea rise poi gli mise una mano sulla spalla. “Aspetta qui” Luigi annuì. Andrea andò nel suo ufficiò, bussò prima di entrare poi rivolto ad Annalisa disse. “Finisco io qui, tu va in archivio con Testa.” “Comandi” rispose Annalisa, salutò la signora Bianchi e raggiunse Luigi. S’accorse subito che tirava una brutta aria. Luigi era solo, seduto sul bordo del tavolo e aveva assunto un’aria bellicosa non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 140 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! appena l’aveva vista.” “Credevo dovessimo finire di interrogare il Bianchi” “Abbiamo già finito” “Allora posso andare” Luigi la prese per un polso, attirandola a sé. “No, perché io e te non abbiamo finito” Annalisa lo guardò stupita. “Di che diamine stai parlando?” chiese. “Sto parlando di quel dottore che ti gira intorno” disse Luigi. “Luigi, per favore … ma davvero credi che mi faccia abbindolare da tre paroline stupide?” “Ti ha riempito di complimenti …” “Ma quando mai… perché ha lasciato intendere che mi considera una bella donna?” Luigi si incupì ancora di più. “Sei uno sciocco, Luigi, se pensi che bastino delle belle parole per farmi girare la testa … se così fosse non mi sarei mai innamorata di te visto che belle parole non me ne hai detto, all’inizio, anzi” gli disse abbracciandolo. Luigi rimase rigido per un attimo finché con un sospiro ricambiò l’abbraccio. “Ho paura di perderti, Annalisa. In ogni uomo che ti guarda vedo un rivale” Annalisa si allontanò di un passo da lui e lo fissò negli occhi prima di dirgli. “Non hai ancora capito che non hai rivali? Gli altri uomini non li vedo nemmeno e poi –si avvicinò di nuovo e in un orecchio gli bisbigliò- sei il mio uomo di spade ricordi?” L’abbraccio di Luigi si fece più stretto. “…e poi nessuno ha un torace affascinante come il tuo” aggiunse maliziosa. Luigi le alzò il volto e la fissò negli occhi con uno sguardo pieno di desiderio. “Piccola, stai scherzando con il fuoco.” Annalisa ricambiò lo sguardo. Luigi chinò il volto su di lei e le imprigionò le labbra in un bacio appassionato. Annalisa si sentì le gambe molli e si aggrappò a lui ricambiando il bacio. Si guardarono con desiderio. Luigi deglutì cercando di tenere a bada il desiderio. “Andiamo su in camera” le disse con voce roca. “Siamo in servizio, Luigi” replicò Annalisa con la stessa voce. Luigi l’allontanò dolcemente. “Allora stammi almeno a un metro” le disse. “Forse in un’altra stanza, sarebbe ancora meglio” Risero entrambi riconoscendo la voce di Andrea. Annalisa si voltò verso di lui. “Non usa bussare?” chiese. “Se aspettavo la vostra risposta, ero ancora là fuori.” replicò Andrea. “E’ quasi mezzogiorno, siete liberi … tu però alle cinque devi andare dal mago.” Annalisa annuì mentre Luigi la prendeva per una mano, non chiese nulla, sapeva dove la stava trascinando. Uscirono dalla caserma e si diressero all’appartamento. Non erano ancora entrati che erano già nudi. Si guardarono un momento e per entrambi fu chiaro che non c’era bisogno di nient’altro. Luigi la fece sdraiare sulla schiena e entrò in lei. Si mossero all’unisono così come battevano i loro cuori. Quando raggiunsero l’apice del piacere, ognuno gridò il nome dell’altro. Rimasero abbracciati finché il respiro non tornò ad essere normale. “Annalisa siamo due pazzi” mormorò Luigi contro i suoi capelli. Annalisa sospirò. “lo so…” disse. “Dobbiamo riuscire a contenerci” continuò Luigi. “Dobbiamo smettere di discutere delle nostre cose mentre siamo in servizio … poi finisce sempre che un bacio non ci basta.” rispose Annalisa. Luigi l’abbracciò. “Hai ragione, piccola, ma quando ti ho visto con quel …” Annalisa gli sorrise. “Quando siamo tornati ad essere amici, mi avevi promesso che non mi avresti più accusato di avere tresche con ogni uomo con cui parlavo.” “Facile a dirsi, difficile da mettere in pratica.” confessò Luigi. “Io amo solo te, Luigi, ricordalo sempre, non ho mai amato nessuno, prima, lo sai…” Luigi la baciò dolcemente “Lo so.” “Dormiamo un po’, Luigi … io mi sento stanca.” Luigi annuì e si allontanò un po’ da lei che allungò una mano per prendere la sua. Scivolò lentamente nel sonno mentre Luigi rimase sveglio tenendole la mano. Non voleva farle una scenata di gelosia ma non era riuscito a trattenersi. Adesso capiva Andrea ... e poi Annalisa aveva quel modo affabile di comportarsi con tutti ... sì, solo per lui aveva quello sguardo e quel sorriso particolare ma quella mattina non era riuscito a trattenersi, avrebbe voluto imprimerle un marchio per far capire a tutti che era sua. Sorrise a quel pensiero ... se l’avesse saputo l’avrebbe massacrato... se la immaginava la scena ... credi che sia una bestia di tua proprietà, sei il solito maschilista ... Si voltò sul fianco per guardarla dormire, era bellissima quando dormiva, non sembrava davvero quella donna dura che voleva apparire anzi. Annalisa aprì gli occhi e si specchiò in quelli di Luigi, sarebbe bello svegliarsi ogni mattina così, si disse. “Perché mi guardi così?” “Guardavo come sei perfetta.” Annalisa lo guardò scettica. “D’accordo che ti ho detto che non mi dici belle parole, ma non è necessario...” Luigi non la fece finire e la inchiodò al letto con il peso del suo corpo. “Guardami negli occhi” le ordinò.”Non ti ho mai mentito, e te lo ripeto sei perfetta, con la lingua un pò troppo tagliente per i miei gusti ma perfetta.” Annalisa vide il suo sguardo misto tra desiderio e rabbia e ne ebbe paura. Luigi si accorse di essere stato un pò troppo violento e mettendosi accanto a lei, le carezzò il volto. “Scusa, non volevo spaventarti ma, dio mio, tu faresti perdere la pazienza anche ad un santo.” Annalisa si girò su un fianco mettendosi di fronte a lui e gli ricambiò la carezza. “Lo sai che io non mi reputo una gran Created by eDocPrinter PDF Pro!! 141 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! bellezza...” “e ti sbagli, non hai mai visto come ti guardano gli uomini quando sei per strada?” “Io non li guardo gli altri uomini, sono troppo impegnata a guardare te.” Luigi si avvicinò e la baciò e Annalisa si perse nella passione di quel bacio. PUNTATA 96 Annalisa si preparò per andare all’appuntamento con il mago. Si tolse il ciondolo dal collo e lo appoggiò con cura sul cassettone. Indossò il bracciale della signora Bianchi e poi tirò fuori una scatola dal baule d’ordinanza. La appoggiò accanto alla catenina. Non la apriva da tanto tempo, scoperchiò la scatola lentamente e tirò fuori un bracciale identico a quello che aveva già al polso. Lo voltò e allargando l’apertura che avevano praticato sul retro, ci infilò il ciondolo con la catenina. Aveva promesso a Luigi che non se lo sarebbe mai levato … questa era l’unica soluzione. Bianchi aveva detto agli uomini che circondava il mago del ciondolo, era meglio non correre rischi. Si vestì in modo che fosse possibile nascondere il microfono e scese giù. Luigi la stava aspettando a metà scale. “Volevo augurarti buona fortuna, piccola, giù c’è già il capitano Ranieri.” le disse abbracciandola e sfiorandole le labbra. “Grazie, amore” Luigi notò subito la mancanza della catenina al collo di Annalisa.” “Ce l’ho con me, non ti preoccupare … quello è il mio amuleto” gli disse dopo aver visto il suo sguardo. La strinse ancora di più e poi scesero. “Vieni, Dionigi, fatti mettere il microfono.” le disse Andrea. Annalisa lo raggiunse dopo aver salutato il capitano Ranieri. “Va tutto bene?” chiese a Sonia. La ragazza annuì mentre provava il microfono. Si fece microfonare anche lei poi scambiandosi uno sguardo con Sonia uscirono. Suonarono il campanello sopra la targa <<Mago Dolmen>>. La porta si aprì e facendosi coraggio l’un l’altra salirono le scale. Lo studio odorava di incenso e spezie. “Che puzza!” esclamò sottovoce Sonia. “Shh!” le disse Annalisa. Un uomo corpulento si avvicinò a loro squadrandole, sembrava cercare qualcosa, poi le fece accomodare in una stanza più piccola. Anche questa stanza odorava di incenso, Annalisa storse il naso non le era mai piaciuto quell’odore. Il mago era seduto dietro una scrivania di mogano, indossava una tunica verde con applicazioni dorate e, pensò Annalisa con sollievo, sembrava lucido. Lo guardò attentamente e vide che il tempo non era stato magnanimo con lui, i capelli erano striati di grigio e gli occhi cerchiati di piccole rughe. La scrivania era piena di strani amuleti e statuine ed era coperta da un drappo scarlatto bordato d’oro. “Buonasera mie care” disse il mago indicando due sedie di fronte alla scrivania. Sonia si mise seduta un po’ rigida, non si sentiva a suo agio in quel posto. Annalisa si tolse la giacca, indossava una maglietta con le maniche a tre quarti dalla quale si notavano bene i due bracciali. Il mago inghiottì vistosamente poi cominciò a mescolare le carte. “Tu sei venuta perché ti senti contesa tra due uomini, vero?” Annalisa annuì. “Pensa intensamente all’altro uomo” le disse. Annalisa pensò ad Andrea, era l’unica persona di sesso maschile, oltre a Luigi, con cui avesse un’affinità mentale. Dolmen le fece tagliare le carte, poi ne dispose quattro sul drappo. Andrea e Luigi nel furgone sghignazzavano. “A chi avrà pensato?” disse Andrea ridendo. “A te, sicuro!” replicò Luigi. Sentirono il mago che diceva. “Uomo di denari, uomo di spade, donna di coppe, asso di denari. l’uomo a cui hai pensato è un amico, un amico speciale ma solo un amico. E’ l’uomo di spade il tuo uomo … un uomo dallo sguardo scuro e profondo.” Andrea e Luigi si guardarono allibiti e questo come lo sapeva. “Facciamo di nuovo le carte, pensa al tuo uomo di spade, Kaninchen.” Annalisa sorrise, l’aveva riconosciuta, pensò a Luigi e tagliò il mazzo. “Ecco qua – disse il mago- l’uomo di spade, la donna di coppe, gli amanti, l’asso di coppe” Luigi spalancò gli occhi ancor di più, erano le stesse carte che Annalisa aveva messo sul letto la notte prima. “Hai visto? La combinazione del vero amore” sentì dire dal mago. Luigi cercò di recuperare un attimo di concentrazione. “Stai bene Luigi? Sei impallidito” chiese Andrea preoccupato. Luigi prese qualche respiro profondo poi tranquillizzò Andrea. “Non ti farai suggestionare anche tu, adesso?” Luigi scosse la testa poi un immagine gli tornò alla mente. “Hai visto che Annalisa indossava due bracciali uguali? Dove l’avrà preso l’altro?” Andrea si strinse nelle spalle. “Ho smesso da tempo di domandarmi come fa … forse dovresti provare anche tu.” Luigi sorrise. Sentirono Annalisa chiedere quanto doveva per il consulto. “Non so, fuori c’è la segretaria, fa con lei.” “Posso avere un amuleto?” chiese Annalisa. “Quello che hai già non ti basta?” replicò l’uomo poggiando la mano sul bracciale che conteneva il ciondolo. Annalisa sorrise. “Potrebbe non bastare” disse poi. L’uomo, allora, aprì un cassetto e tirò fuori un ciondolo a forma di freccia legato a un laccio di cuoio. “Usalo come porta chiavi” le disse e mentre l’uomo le dava l’amuleto, Annalisa gli fece scivolare in mano un foglietto di carta ripiegato. L’uomo che Created by eDocPrinter PDF Pro!! 142 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! le aveva accolte entrò nella stanza. “Il maestro ha molto da lavorare e meditare.” disse. Sonia e Annalisa si alzarono. “Grazie di averci concesso il suo tempo.” disse Annalisa prima di uscire. Fuori dallo studio, li aspettava la segretaria. “Allora …consulto più amuleto …sono 200 €.” Annalisa e Sonia si guardarono complici … aveva sì quella situazione economica florida …con queste cifre. Uscirono fuori e respirarono a pieni polmoni. Quell’odore di incenso le aveva nauseate. Videro il furgone con Andrea e Luigi, fecero il segno con cui erano rimasti d’accordo e si allontanarono dal portone del mago. PUNTATA 97 Salirono sul furgone che le aspettava appena voltato l’angolo. Luigi aprì la portiera laterale per farle salire. Sonia cominciò a raccontare le sue sensazioni mentre Annalisa si appoggiò su uno dei sedili. Si tolse il bracciale dove aveva nascosto il ciondolo lo tirò fuori e chiese a Luigi di agganciarglielo poi si riappoggiò sullo schienale, raccolse le gambe e rimase in silenzio a fissare il finestrino. Andrea la guardò dallo specchietto retrovisore e scosse la testa, era sfinita … doveva dare qualche turno di notte a Luigi senza di lei, forse avrebbe recuperato un po’ di energie. Sorrise tra sé … possibile che non riuscissero a tenere le mani giù uno dall’altra poi ripensò a lui e Paola soprattutto i primi tempi … erano uguali a loro, ogni occasione era buona per baciarsi e per fare l’amore. Parcheggiò il furgone nel cortile della caserma. “Annalisa, puoi rimanere un attimo con me?” le chiese Andrea quando scesero. “Da sola!” precisò visto che si era fermato anche Luigi. Il brigadiere lo guardò e se ne andò scuotendo le spalle. “Che cos’hai di tanto segrete da dirmi che non può sentire nemmeno il tuo migliore amico?” chiese Annalisa. “Stasera porto fuori Luigi così puoi andare a dormire” le disse carezzandole le occhiaie. replicò Andrea. “E’ questo che volevi dirmi?” Andrea scosse la testa. “Volevo chiedere a Paola se voleva sposarmi” “Era l’ora!” esclamò Annalisa ridendo. “Voglio stupirla, farlo in un modo diverso” disse Andrea. Annalisa gli sorrise. “Che ne dici di una caccia al tesoro?” Andrea la guardò come se fosse impazzita. “Dovrei nascondere l’anello da qualche parte e poi …” “Non solo l’anello … anche te…” “E dove dovrei nascondermi?” Annalisa lo guardò un attimo sorridendogli. “Nella casa dove andrete ad abitare dopo sposati.” disse poi. Andrea scosse la testa. “Annalisa … ma che idea strampalata è?” “Ascolta, bel tomo, io ti avevo prenotato una suite di lusso a Roma e tu non ne hai approfittato. Ora la vuoi stupire con effetti speciali … secondo me l’effetto speciale sarà già il chiederglielo … perché visto come ti comporti Paola crede che non t’importi nulla di lei ma solo del bambino.” Annalisa lo guardò furente. Andrea si passò una mano sulla fronte. “Era per evitare quello che volevo qualcosa di speciale, perché sapesse che è lei che voglio sposare a prescindere dal bambino.” Annalisa gli mise una mano sulla spalla. “Pensaci OK?” Andrea annuì mentre entravano in caserma. “Vieni nel mio ufficio a fare rapporto?” “Riporto il bracciale alla signora Bianchi” Andrea annuì. Annalisa restituì il bracciale alla signora, le confermò che il padre stava bene e la salutò. Prima di entrare nell’ufficio di Andrea si ricordò che doveva fare una telefonata. Luigi arrivò mentre Annalisa salutava Giacomo. La guardò con sospetto, lei lo guardò indulgente. “Avevi promesso…” gli ricordò. Luigi rise e aprì la porta dell’ufficio di Andrea facendola entrare prima di lui. Andrea sorrise ai due. Claudia era già seduta su una delle sedie davanti alla scrivania, Sonia in piedi vicino alla finestra. “Come è andata?” chiese Claudia. “Dolmen era lucido ma sa di essere controllato. Ah, mi ha riconosciuto” disse Annalisa. Andrea, Luigi e Sonia la guardarono meravigliati mentre Claudia diceva “Bene, gli hai dato la cimice?” “Sì, gli ho spiegato come doveva usarla.” “Ma non gli hai detto niente.” esclamò Sonia. “E’ in grado di leggere la mente.” spiegò Annalisa. “Se lo conoscevi, perché non ce l’hai detto all’inizio?” chiese Andrea. “Non l’avevo riconosciuto…è cambiato molto in questi dieci anni…non sapevo che facesse il mago…io lo conoscevo come padre di Ethel.” Luigi le sorrise comprensivo, Annalisa ricambiò il sorriso. “E l’altro bracciale dove l’hai preso?” chiese Sonia. “Era di Ethel.” disse. “Un ricordo?” chiese Luigi carezzandole un braccio … Annalisa annuì. Claudia la guardò comprensiva, la storia di Ethel aveva commosso anche lei quando Annalisa gliela aveva raccontata poco prima di andare dal mago. Andrea guardò le due donne scambiarsi uno sguardo complice e sorrise, un paio di mesi prima si sarebbero scannate per Luigi e adesso…avevano preparato un’indagine insieme senza consultare nessuno. Era di buon auspicio per quando avrebbe dovuto sostituire Vogel ma non essere informato non gli piaceva, era pur sempre il comandante. Annalisa gli fece un sorriso come se gli avesse letto nel pensiero. “Pensi che abbia già sistemato la cimice?” chiese Luigi. “Non lo so, bisognerebbe andare a provare.” “Mando Bini Created by eDocPrinter PDF Pro!! 143 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! e Prosperi. Noi abbiamo bisogno di riposo.” disse Andrea prima di congedare tutti tranne Luigi. “Mi devi dire qualcosa?” “Sì, mettiti seduto.” Luigi si accomodò e tornò a guardarlo. “C’è qualcosa che non va?” Andrea si guardò intorno un po’ a disagio, non sapeva come cominciare il discorso e soprattutto se era il caso di farlo. Sospirò poi gli disse. “E’ di Annalisa che volevo parlarti.” Luigi lo guardò preoccupato. “C’è qualcosa che tu sai ed io no?” chiese poi pensando che magari il capitano Ranieri avesse saputo di loro due. Andrea scosse la testa. “Ti sei accorto che è sfinita?” Luigi abbassò la testa con fare colpevole. “Per favore, prova a darle tregua. lo so che è difficile, ci sono passato anch’io ma, se le vuoi veramente bene, stanotte va a dormire in camera tua.” Luigi scosse la testa, era messo male se doveva dirglielo un altro come doveva comportarsi con la sua donna, ma Andrea aveva ragione…non poteva tenere Annalisa un’altra notte sveglia, sarebbe crollata. “Vieni con me al pub, stasera?” Luigi alzò la testa meravigliato dall’invito. “Così eviti la tentazione.” aggiunse Andrea mettendogli una mano sulla spalla. Luigi rise e acconsentì. PUNTATA 98 Annalisa salì in camera sua, scaricò la posta dal computer e vide che Giacomo era stato di parola e le aveva inviato subito quanto gli aveva chiesto, lo stampò e lo lesse, non sembrava così difficile, Paola non avrebbe dovuto aver difficoltà. Sistemò le cose che aveva in giro, si tolse il bracciale e lo mise sul cassettone. Fece la doccia e poi sempre con l’accappatoio indosso, prese la scatola per rimettere il bracciale a posto, l’appoggiò al petto per aprirla ma ci mise un po’ troppa energia e la scatola cadde per terra rovesciando tutto il contenuto. Annalisa sospirò di frustrazione e si chinò a raccogliere le cose. Sentì bussare e disse “Avanti.” “Che cosa stai facendo?” le chiese Paola entrando. Annalisa le sorrise. “Mi è caduta una scatola di foto.” “Vedo, ti posso aiutare?” Annalisa annuì, non aveva nulla più da nascondere, conosceva anche lei la storia di Ethel, era con Claudia quando l’aveva raccontato. “E’ Ethel?” chiese infatti guardando la prima foto che aveva raccolto. “Sì, sono le foto del nostro viaggio.” “Come farai a rimetterle a posto?” Annalisa voltò la foto che aveva in mano. “Sono tutte numerate e datate, vedi?” Insieme fecero presto poi Paola allungò una mano sotto il letto e disse. “E questo?” Annalisa prese il piccolo libro rilegato di rosso. “Questo è il nostro quaderno di viaggio … io scrivevo le pagine di destra, Ethel quelle di sinistra, ognuna di noi raccontava il viaggio a modo suo.” “Originale come idea.” disse Paola. Annalisa le sorrise. “Hai studiato, stamani?” chiese poi. Paola annuì. “Domattina facciamo la simulazione della prova finale, Giacomo mi ha mandato quello che hanno fatto alla scuola.” Paola fece una faccia preoccupata. “E se non la supero?” “Studierai anche il pomeriggio, mi sembra ovvio.” replicò Annalisa richiudendo la scatola dopo averci messo anche il bracciale. Paola fece la faccia un po’ delusa. “Dai, non fare quella faccia … ti rimane sempre la sera per studiare anatomia col tuo maresciallo.” Paola prese il cuscino e glielo tirò in testa. “Tu, invece, studi a tutte le ore col tuo brigadiere, vero?2 Annalisa le fece la linguaccia prima di scoppiare entrambe a ridere. “Se ci facessero un esame sull’anatomia dei nostri uomini, saremo promosse a pieni voti.” le disse poi tra le risa. Risero talmente tanto che vennero loro le lacrime agli occhi. “Eri venuta solo a salutarmi?” chiese poi cercando di darsi un contegno. Paola scosse la testa. “Problemi con Ferri?” incalzò. Paola storse la bocca. “Forse sono io, ma … lo vedo distante …” Annalisa la guardò un attimo poi le disse. “A me sembra che ti stia fin troppo vicino” Paola le sorrise. “Fisicamente sì, ma ora non so più se mi vuole per il bambino o per me:” “E da quando hai questi dubbi?” “Da qualche giorno, da quando siamo andati a fare l’ecografia all’ospedale. Ha appeso l’immagine del bambino sullo specchio in camera e passa un mucchio di tempo lì davanti.” Annalisa le sorrise capiva i dubbi dell’amica ma capiva anche Andrea. Cercò le parole per tranquillizzare lei e allo stesso tempo giustificare Andrea. “ sai, la gravidanza è un’esperienza unica, ma tutta femminile, tu la vivi in prima persona, ti senti cambiare, tra un po’ lo sentirai muovere…per un uomo è diverso, è tutto un mistero … forse Andrea cerca in quella foto di stabilire un contatto con il bambino … ma non credo che sia più importante di te.” Paola l’abbracciò. “Grazie Annalisa.” Annalisa scosse la testa. “Di niente, Paola. Quando hai voglia di parlare vieni pure, bussa però perché potrei avere di meglio da fare.” Paola le diede di nuovo un colpo con il cuscino. “Vieni giù a mangiare?” chiese. Annalisa scosse la testa. “No, non ho fame.” Paola si alzò dal pavimento dove erano state sedute fino a quel momento. “Io vado. Ah, mi ero dimenticata di dirtelo, le analisi sono migliorate, il merito se l’è preso Andrea ma buona parte era tuo.” Annalisa le sorrise felice. “Tornerò a cucinare … almeno per te ed Ale…” Paola Created by eDocPrinter PDF Pro!! 144 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! l’abbracciò prima di uscire. Quando la videro arrivare giù da sola, sia Luigi che Andrea la interrogarono con lo sguardo, Paola si strinse nelle spalle. “Ha detto che non ha fame.” rispose mettendosi seduta tra di loro. “Ma sta bene, vero?” chiese Luigi un po’ ansioso. “Sì, perché non dovrebbe star bene? Hai combinato qualcosa?” Luigi scosse la testa rabbuiandosi. Paola gli mise una mano sull’avambraccio.” “Dai, non fare quella faccia, scherzavo, non credevo tu ci tenessi …” lasciò la frase in sospeso perché erano stati raggiunti dagli altri e Bordi stava servendo la cena. Il tempo della cena passò veloce per tutti, tra uno scherzo e una battuta, tranne che per Luigi. Bastavano poche ore senza di lei e già si sentiva perso … che razza di incantesimo gli aveva lanciato contro quella donna per farlo sentire così… Andrea si accorse che era assente e dopo qualche tentativo di fare conversazione anche con lui, lasciò perdere. “Allora andiamo, Luigi?” gli chiese dopo che avevano aiutato Paola a riordinare la cucina. “Dove andate?” chiese Alessandra. “Serata tra uomini, vieni anche tu, Leo?” disse Andrea. Leo guardò prima Alessandra che annuì. “Vai pure, Leo, io e Paola ci facciamo due chiacchiere tra donne … incinte … una bella cioccolata calda …” “Non fatevi scoprire da Annalisa o saranno guai” le avvertì Leo uscendo con gli altri due. Alessandra e Paola si guardarono poi scoppiarono a ridere. “Che fama che ha Annalisa!” esclamò Alessandra. “E non sai quella che aveva alla scuola sottoufficiali … tremavano tutti quando passava lei … rigida, attenta alle regole, integerrima…” “Non sembra che tu stia parlando della stessa Annalisa che è al piano di sopra.” “No, ma ti assicuro che era così.” “Preferisco aver conosciuto questa nuova versione…” disse Alessandra ridendo. Paola rise. “Dai, prepariamoci questa cioccolata poi la beviamo su da me.” disse Paola prendendo il latte dal frigo. PUNTATA 99 Annalisa aveva cominciato a leggere il diario che avevano scritto lei ed Ethel. Non l’aveva più fatto da quando l’amica era morta, lo avevano letto tante volte in quei mesi che Ethel era stata ricoverata. Avevano commentato le diversità di visione che avevano avuto, ognuna di loro aveva colto un aspetto diverso della stessa situazione e anche in quel momento a distanza di dieci anni, Annalisa si domandava come avessero potuto essere così amiche pur avendo una visione del mondo completamente opposta. Eppure Ethel era stata la sua migliore amica, a lei aveva confessato la sua esperienza di orfanotrofio, la sua rabbia nei confronti di un padre che non le sapeva dare l’amore di cui lei aveva bisogno … Ethel l’aveva ascoltata e confortata e poi si erano giurate eterna amicizia e in rispetto di quel patto Annalisa si sentiva in dovere di aiutare suo padre. La lettura del <<diario di bordo>> come lo chiamava Ethel la rasserenò, erano state felici in quel periodo, traspariva da quello che avevano scritto. Spensierate e allegre come avrebbero dovuto essere due diciottenni alla conquista dell’indipendenza. Tenendo ancora il libro in mano, scivolò nel sonno. Paola e Alessandra si misero sedute sul divano dell’appartamento di Andrea appoggiando le tazze di cioccolata sul tavolino lì davanti. Paola prese la mano sinistra di Alessandra e sorrise. “Ho sempre saputo che Leo aveva buongusto” Alessandra ricambiò il sorriso. “Sì, è bellissimo ma è per quello che significa che ha un valore in più.” replicò. “Deve essere completamente impazzito per te per aver trovato il coraggio di chiederti in moglie.” Alessandra annuì. “Lui ha detto che è stato il fatto di aspettare un figlio che gli ha dato il coraggio.” “a tuo fratello non è bastata neanche quello.” disse Paola triste. “Andrea è sempre stato uno stupido, se lo viene a sapere la mamma viene qui e lo prende a randellate.” “Tuo mamma sa che sono incinta?” “Sì, Andrea non le ha mai nascosto niente…” Paola si nascose il volto tra le mani. “Che vergogna!” mormorò. “Dai, non fare così, siamo sulla stessa barca, anche la mamma di Leo sa che sono incinta e non mi ha mai visto … Arriva la prossima settimana, ho paura.” confessò Alessandra. “Non ne devi avere, quando vedrà com’è felice suo figlio con te … sarà talmente contenta che vorrà bene anche a te.” le disse sorridendo. “Ma avete già deciso una data?” chiese poi. Alessandra annuì. “Il 20 gennaio.” “Il giorno del compleanno di Leo?” chiese divertita Paola. “Sì, così tu avrai dato quel benedetto esame e tutti ci potremo divertire.” spiegò Alessandra. Paola l’abbracciò si conoscevano da poco ma sapeva che sarebbero andate d’accordo e quella gravidanza vissuta insieme le avrebbe unite ancor di più. Continuarono a chiacchierare delle loro famiglie e di come sentivano cambiare i loro corpi. “Mi sento il seno grosso come quello di una mucca.” disse Paola. Alessandra concordò con lei. La serata trascorse veloce tra chiacchiere e cioccolata. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 145 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! I ragazzi erano usciti con la macchina di Leo e mentre lui parcheggiava, Andrea e Luigi entrarono nel locale. Parecchi sguardi femminili si voltarono a guardarli. Erano vestiti normalmente ma erano dei bei ragazzi e si facevano notare comunque. Scelsero un tavolo che permettesse loro di controllare chi entrava. Leo che era arrivato subito dietro rise. “Disfunzione professionale?” Andrea e Luigi risero con lui, non l’avevano fatto intenzionalmente. “Se Paola vedesse la metà degli sguardi che ti stanno lanciando queste ragazze, farebbe un’ecatombe.” Andrea continuò a ridere. “Meglio non dirle nulla.” poi si voltò verso Luigi che sembrava in un altro mondo. “Che ha Luigi?” chiese Leo. Andrea scosse la testa. “E’ in caserma, in una camera che non è la sua.” disse dando a Luigi una botta sul braccio. “Non scappa mica, se la lasci sola una notte.” gli disse poi. Luigi gli rispose con un’occhiataccia. “Ho acconsentito a venire con te ma non è detto che mi debba divertire per forza.” Leo rise. “E’ più facile che scappi se non la lasci respirare, credi a me.” Un paio di ragazze più intraprendenti si avvicinarono al loro tavolo. “Ci offrite qualcosa da bere?” chiesero. “Sì –rispose Luigi- ma l’andate a bere al vostro tavolo” Le ragazze spalancarono gli occhi stupite dalla risposta ricevuta. Andrea e Leo si coprirono la bocca con la mano mentre ridacchiavano. Quando le ragazze si furono allontanate, Andrea gli disse. “L’avresti stupite meno se avessi risposto di no.” Luigi scosse la testa. “Forse avrei dovuto dire di no, tu devi risparmiare per comprare un anello di fidanzamento per Paola o non hai intenzione di sposarla?” Andrea gli fintò un pugno sulla spalla. “Certo che voglio sposarla, che domande fai?” “Quelle che sicuramente si sta facendo Paola.” concordò Leo. “Che cosa vi ha detto Paola?” si allarmò Andrea. “A noi nulla, dovresti chiedere ad Annalisa, è qualche giorno che confabulano” gli disse Leo “… e dopo stasera anche a tua sorella.” concluse. “Tu non hai niente da aggiungere?” chiese Andrea a Luigi che dopo aver tirato il sasso faceva l’indifferente. “Io no, nulla.” “E allora tu che intenzioni hai con Annalisa?” chiese Leo. “Non siete suo padre.” disse Luigi. “No, ma Annalisa è orfana per cui io, che sono il suo comandante, sono responsabile per lei.” disse Andrea che godeva un mondo a metterlo a disagio. “Quando sarà il momento, verrò a chiedere la sua mano a te.” replicò Luigi e poi si guardarono e scoppiarono a ridere. “Se ci sentissero le ragazze…” disse Leo. “Se mi sentisse Annalisa ….” lo corresse Andrea. Luigi rise ancor di più immaginando la scena. “Com’è che in questa che doveva essere un’uscita da uomini, siamo finiti a parlare solo delle nostre donne?” chiese poi Luigi. Andrea sorrise malizioso. “Finiamo la birra e torniamo in caserma.” Fu questione di un attimo, mentre si stavano alzando, due uomini col volto coperto entrarono nel locale impugnando la pistola. La gente cominciò ad urlare. I tre carabinieri si consultarono con lo sguardo poi con un paio di occhiate organizzarono un piano. PUNTATA 100 Con un’azione fulminea, Leo distrasse i due mentre Luigi e Andrea li prendevano alle spalle. “Carabinieri” gridarono all’unisono. Gli due malviventi cercarono di reagire ma vennero disarmati. Con qualche difficoltà riuscirono ad ammanettarli, senza grandi conseguenze se si escludeva il c.azzotto rimediato da Luigi dal più grosso dei due. La barista gli porse del ghiaccio. “Forse è meglio se ci mette un po’ di questo.” gli disse. Luigi annuì. “Grazie.” Seguì Leo e Andrea che scortavano i due arrestati alla macchina. “Era meglio rimanere in caserma.” borbottò Luigi. Andrea gli lanciò uno sguardo comprensivo. “Dai, le piaci lo stesso, anche se sei un po’ malconcio.” “Non è l’estetica –brontolò Luigi- è il dolore.” “Ti fai dare un bacino non appena rientriamo” lo prese in giro Leo. Andrea lo minacciò con lo sguardo. “Guai a te se vai a svegliare Annalisa. Siamo usciti per farla riposare.” Luigi gli lanciò un’occhiataccia ma non replicò. Tornarono in caserma e misero in cella di sicurezza i due. Li avrebbero interrogati la mattina dopo. Andrea entrò nel suo appartamento e trovò Paola e Alessandra addormentate sul divano. Due tazze con tracce di cioccolata erano appoggiate sul tavolino basso. Sorrise, sembravano due ragazzine che si erano addormentate durante un pigiama-party. Visto che era rimasto sulla porta, si affacciò anche Leo. “Guardale … bisognerebbe far loro una foto” disse ridendo sottovoce. Andrea si unì alla sua risata. “Dammi una mano, Leo, porta Ale in cameretta. io penso a Paola.” Leo annuì, prese in braccio Alessandra e l’adagiò sul lettino, la coprì con la coperta, le fece una carezza e poi uscì. “Buonanotte Andrea” disse uscendo. “Buonanotte Leo” rispose Andrea dalla sua camera. Leo chiuse la porta e andò in camera sua. Luigi andò in cucina a rendere ancora del ghiaccio da mettere sulla faccia e si imbatté in Created by eDocPrinter PDF Pro!! 146 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa che si stava preparando del the. “Spuntino di mezzanotte in ritardo?” chiese Luigi. Annalisa ebbe un sobbalzo. “Mi farai morire di paura, Luigi.” disse voltandosi poi gli chiese. “Che cos’hai fatto alla faccia?” “Uno scontro con due rapinatori al pub.” Annalisa aprì il freezer. “Hai già messo del ghiaccio?” chiese. “Sì, me l’hanno dato al pub.” rispose. “Mettiti sul divano, vado a prendere una pomata.” “Non mi hai dato neanche un bacio.” si lamentò Luigi. “Ho paura di farti male” replicò lei. “La bocca non mi fa male.” Annalisa gli sorrise poi si chinò su di lui e lo baciò. Luigi la strinse in un abbraccio. “Vieni su, dai, così ti medico.” “Non posso venire in camera tua …” Annalisa lo guardò interrogativamente. “Andrea mi ha fatto promettere che ti avrei fatto dormire stanotte.” Annalisa mise i pugni sui fianchi. “Io non ho voce in capitolo?” chiese. “Mi ha fatto sentire colpevole delle tue occhiaie” si difese Luigi. Annalisa allungò una mano. “Andiamo, adesso mi occuperò del tuo occhio … in camera tua, domani penserò al nostro comandante.” Luigi sorrise mettendole un braccio lungo le spalle. Annalisa gli spalmò una pomata lenitiva sullo zigomo colpito. “Mettiti lì.” gli ordinò indicando il letto. “Va spalmata ogni ora” aggiunse posando il tubetto sul comodino. Luigi le prese un polso. “Dove vai?” Annalisa gli sorrise maliziosa. “Ho lasciato un uomo mezzo nudo in camera mia … devo mandarlo via.” Luigi si alzò di scatto dal letto e le strinse le braccia guardandola con uno sguardo di fuoco. “Luigi, mi stai facendo male” Luigi lasciò la presa. “Secondo te, se avessi davvero un uomo in camera mia, te lo direi?” Luigi chinò la testa lasciandosi andare sul letto. “Sono uno stupido.” Annalisa si mise seduta accanto a lui. “No, non è vero. Se tu fossi stupido non mi sarei innamorata di te … in realtà sei intelligente e generoso … sei solo un po’ troppo geloso.” “E’ colpa tua se sono geloso, sei troppo bella e …” “e tu non ti fidi di me.” concluse lei. Luigi cercò di negare ma Annalisa lo fermò. “Hai tutte le ragioni di non fidarti, Luigi, sono così piena di segreti che …” “Io ho solo paura che venga qualcuno dal tuo passata e ti porti via da me.” disse. Annalisa lo fissò poi dopo aver preso un respiro profondo gli disse.” Hai ragione e potrebbe anche succedere … ma non per i motivi che credi tu … non ho innamorati lasciati in giro … ma ho un nemico, quello sì, e se potesse farebbe qualunque cosa per rovinarmi la vita … soprattutto se venisse a sapere che sono così felice.” Luigi rimase un attimo in silenzio, assimilando un altro pezzetto dei segreti di Annalisa, poi le chiese. “Sei davvero felice?” Annalisa annuì mentre lo faceva sdraiare e si allungava accanto a lui. “Felice di essere un carabiniere, di aver lasciato la scuola sottoufficiale, di essere qui a Città della pieve, di lavorare di nuovo con Andrea e per ultimo ma non ultimo di aver conosciuto te …” Luigi l’avvicinò a sé con un braccio. “Veramente?” Annalisa annuì. “Di che avete parlato al pub, se si può sapere?” chiese cambiando discorso. “Di matrimonio.” rispose Luigi. “Ah –rispose Annalisa- il tuo argomento preferito.” Luigi scosse la testa. “La vittima era Andrea.” “Sì, ci credo, bel tipo anche lui sì … talvolta mi chiedo se uomini e donne vivano davvero sullo stesso pianeta.” “Perché dici così?” Annalisa si alzò su un braccio per guardarlo negli occhi. “Lo sai che ha fatto? Ha messo l’ecografia del bambino sullo specchio e sta ad ore a guardarla.!” “E che avrebbe dovuto fare?” chiese Luigi curioso. “Mettersela nel portafogli e guardarla quando Paola non c’è.” Luigi sorrise. “Quando aspetterai un figlio anche tu, sta attento a non offendere la futura mamma.” continuò Annalisa. Luigi la guardò a lungo prima di dirle. “Credevo che fossimo rimasti d’accordo che l’avrei fatto con te un figlio.” Annalisa soffiò dal naso facendo una smorfia. “Speravo te lo fossi dimenticato.” disse poi. Luigi le catturò le labbra in un bacio mozzafiato. “Io non dimentico niente di quello che ti riguarda.” le rispose. Annalisa appoggiò la testa sulla sua spalla. Un figlio da coccolare con lo sguardo scuro e profondo del padre? Annalisa sorrise …. non poteva desiderare un figlio ….doveva essere quell’epidemia di gravidanze in caserma … non c’era altra spiegazione … non aveva mai desiderato dei figli … per paura che dovessero soffrire come lei … ma il pensiero di un figlio da Luigi era così eccitante … Luigi le carezzava dolcemente i capelli, sapeva che ogni volta che le parlava di figli toccava un tasto molto sensibile. Annalisa guardò l’orologio, allungò una mano per prendere il tubetto di pomata. Gliene spalmò una dose massaggiandola delicatamente. Luigi chiuse gli occhi per assaporare meglio quel tocco e si addormentò. Annalisa appoggiò di nuovo la testa sul torace di Luigi e abbracciandolo si addormentò anche lei. PUNTATA 101 Luigi si svegliò la mattina dopo con un braccio indolenzito, spostò lo sguardo e vide Annalisa che dormiva appoggiata a lui. Fece un sorriso e sentì una fitta al volto. Rimase a guardarla dormire Created by eDocPrinter PDF Pro!! 147 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! carezzandola con lo sguardo poi guardò la sveglia e, cercando di non svegliarla, si alzò. Si guardò nello specchio del bagno e vide che l’ematoma non era così esteso come si aspettava, forse la pomata di Annalisa aveva fatto effetto. Si toccò lo zigomo e lo sentì unto, doveva essersi svegliata per mettergli la pomata. Scosse la testa, chi lo sentiva adesso Andrea? Fece la doccia e poi si vestì. Uscì cercando di non svegliarla. Annalisa fece finta di dormire. Si era svegliata sentendo scorrere l’acqua della doccia, ma era rimasta nel letto ben sveglia … ripensando alla notte trascorsa … di nuovo le aveva chiesto di fare un figlio con lui … lo doveva desiderare molto se non perdeva occasione per farglielo notare nonostante conoscesse bene il suo turbamento all’idea. Qualcosa era cambiato dalla prima volta che glielo aveva chiesto … adesso sapeva di amarlo … era per quello che l’idea non la terrorizzava più come prima? Scosse la testa e si alzò anche lei, la giornata era iniziata. Luigi raggiunse la cucina dove trovò Leo.”Pensavo tu stessi peggio, Luigi.” gli disse guardandolo nel volto. “Anch’io, ma ho trovato una brava infermiera stanotte.” replicò con un sorriso compiaciuto. “Ti avevo proibito di svegliarla." disse entrando Andrea. “Ero già sveglia” disse Annalisa arrivando con il tubetto in mano. “Vieni.” disse poi rivolta a Luigi. Gli spalmò con delicatezza la pomata sullo zigomo. “Ti sei fatto picchiare apposta? –chiese Paola – per avere un trattamento del genere?” Annalisa si voltò a sorriderle. “Ne facevo volentieri a meno.” replicò Luigi. “Non ne dubito.” rispose Paola dando un bacio sulla guancia ad Andrea. “Maresciallo, mi può concedere cinque minuti?” chiese Annalisa. Andrea sorrise ironico. “Nel mio ufficio, brigadiere.” Non appena la porta fu chiusa, Annalisa lo affrontò. “uno, smettila di impicciarti della mia vita, so badare a me stessa, due, togli immediatamente l’ecografia dallo specchio e mettila altrove, tre ti decidi a chiedere Paola in moglie o aspetti che tuo figlio ti porti le fedi all’altare, quattro …” Andrea la interruppe. “Ok, Ok, ho capito. Non continuare, mi è tutto chiaro tranne la storia dell’ecografia.” Annalisa lo guardò con compatimento. “Hai appeso un’immagine dell’ecografia allo specchio di camera?” “Si, ma …” “e passi delle ore a guardarla” “Sì, ma non capisci …” “Ah, non capisco eh? Come credi che si senta Paola mentre ti incanti alla foto invece di guardare lei?” Andrea sospirò. “Hai ragione, toglierò la foto … e per quanto riguarda il resto … ho pensato alla tua idea … se mi dai una mano ad organizzarla, credo sia quella giusta … Paola mi ha confessato che le piacerebbe un posto solo nostro.” “Ti darò una mano … ma solo per Paola … perché tu ultimamente non sei tanto amico mio.” Andrea le sorrise. “Guarda che io l’ho fatto per te, avevi certe occhiaie profonde come il Grand Canyon. Pensavo che senza Luigi in camera, avresti potuto riposare.” Annalisa gli sorrise. “Vabbè, terrò conto della tua buona fede ma d’ora in poi sta fuori dalla mia storia, d’accordo?” Andrea le sorrise. “Sì, ranocchio.” Paola stava preparando la colazione insieme a Leo, quando arrivò Bordi. “Finisco io” le disse. “Grazie, Bordi” rispose Paola mettendosi seduta accanto al Luigi sul divano. “Ti devo chiedere scusa per ieri sera” gli disse. Luigi le sorrise. “E per che cosa?” “Per quella battuta infelice sull’aver combinato qualcosa ad Annalisa … non pensava tu avessi di questi pensieri.” Luigi sorrise un po’ triste. “Non te la prendere, tanto Annalisa non è d’accordo … quindi…” Paola spalancò gli occhi. “Glielo hai chiesto?” “Sì, ma ottengo sempre la stessa risposta vaga.” Paola gli sorrise. “Però non dice no…” gli fece notare. Luigi ricambiò il sorriso. “Ma neanche sì … forse vorrebbe che prima le parlassi di matrimonio.” Paola sorrise. “Ultimamente qui sta succedendo il contrario … forse deve solo abituarsi all’idea … lo sai che prima di incontrare te non ha mai avuto relazioni … non credo che abbia mai preso in considerazione l’idea di un figlio … dalle tempo e poi..” Luigi le sorrise. “Tutto quello che vuole, pur di non perderla.” Paola scosse la testa. “Dubito che riuscirai a scrollartela di dosso tanto facilmente. Hai notato con quanto amore si è presa cura di te, poco fa?” “Mi spalmava una crema, Paola.” replicò Luigi un po’ scettico. “Che cosa dovrebbe fare per convincerti che ci sei solo tu?” “Di quello sono convinto … ho paura che non duri … che cominci a guardarsi in giro e trovi di meglio.” “Di meglio di te? Non dire sciocchezze. Tu sei perfetto per lei, credimi.” Paola gli appoggiò una mano su un ginocchio sorridendogli. “Togli immediatamente le tue mani dal mio brigadiere.” le sibilò Annalisa dalla parta. Nella cucina calò un silenzio denso di preoccupazione, e ora che sarebbe successo … Paola si girò verso Annalisa e vide lo scintillio di divertimento nello sguardo dell’amica. “E tu rendimi il mio maresciallo, te lo sei portato chissà dove.” “Te l’ho riportato uguale a quando me lo sono portato via.” rispose spingendo Andrea in cucina. “Ora che hai riavuto il tuo maresciallo, rendimi Created by eDocPrinter PDF Pro!! 148 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! il mio brigadiere.” Andrea e Luigi si guardarono stringendosi nelle spalle. Paola e Annalisa si scambiarono uno sguardo complice e scoppiarono a ridere, raggiunte da tutti gli altri. Luigi cercò lo sguardo di Annalisa che gli rispose con il sorriso che riservava solo a lui.”Ti amo” gli mormorò in un orecchio dopo averlo raggiunto. Luigi la strinse a sé poi si accomodarono tutti al tavolo per la colazione. PUNTATA 102 Carlo stava cominciando a far battute quando Leo gli chiese. “Allora, Carlo, che ha detto Jessica della data del matrimonio?” Carlo si strozzò con il pane. “Perché glielo hai detto, vero?” incalzò Leo dopo avergli dato qualche pacca sulle spalle. “Detto cosa?” chiese Jessica entrando con i cornetti che appoggiò sul tavolo. “Che intende sposarti la vigilia di Natale.” rispose Leo lanciando un’occhiataccia a Carlo. La faccia di Jessica s’illuminò di felicità. “Era la data che avevo pensato anch’io … non te l’avevo detto perché le mie amiche mi avevano detto che era una data stramba.” disse gettandogli le braccia al collo. “Dio li fa e poi l’accoppia.” disse una voce nota alle loro spalle. “Maresciallo Capello!” esclamò Andrea alzandosi per salutarlo. “Comodo, Ferri. Come va?” “Bene, ha già fatto colazione, si accomodi.” “Vitali, non credevo che il corso fosse già finito.” “Non lo è infatti, mi hanno esonerato dalla frequenza, andrò tra un paio di mesi a dare l’esame.” Capello fece una faccia stupita, stava per replicare qualcosa ma incrociò lo sguardo di Andrea e lasciò perdere. “Abbiamo anche delle novità –disse notando le ragazze- Martini, è una sorpresa e un piacere trovarti qui.” “Grazie, maresciallo.” “E lei…” disse rivolgendosi ad Annalisa. “Brigadiere Dionigi, signore” si presentò lei mettendosi sugli attenti. “Spero non quel Dionigi.” disse Capello. “Dipende da chi glielo ha detto.” replicò Annalisa. “Annalisa.” l’ammonì Luigi. Capello vide i due giovani scambiarsi uno sguardo complice. “Possiamo andar nel tuo ufficio, Ferri?” “Certo…” Andrea seguì Capello facendo segno ad Annalisa di andar loro dietro. Andrea si chiuse nell’ufficio con Capello mentre Annalisa si metteva seduta nel corridoio. “Ero venuto a prendere le chiavi del casale che ti avevo lasciato in consegna ma non solo …” Andrea lo guardò perplesso. “C’è qualcosa che dovrei sapere e non so?” chiese poi. “Prima di tutto quella storia di Paola, lo sai che non è previsto…” “Io lo so ma Paola no, è per quello che le ho fatto capire che non era il caso di dirglielo … oltretutto è incinta.” “Ah, complimenti … ma non vedo nessuna fede.” commentò Capello. “Non ci si metta anche lei … bastano i ragazzi e il brigadiere Dionigi.” “A proposito del brigadiere Dionigi … “ Andrea mise le mani avanti. “Non c’è bisogno che dica nulla, ho conosciuto il brigadiere Dionigi sei anni fa … quando non era un carabiniere …” Capello capì che c’era qualcosa oltre a quello che sapeva lui. “E rispetto all’epoca è anche migliorata ammesso che fosse possibile …” “Paola sa che parli di lei in questi termini?” Andrea sorrise. “Lo sa, lo sa … è anche sua amica, è stata Paola a consigliarle Città della Pieve, ed è sempre grazie a lei che Paola può finire il corso qui.” “Quindi mi sono preoccupato per nulla?” chiese Capello. “Dipende da cosa le avevano raccontato.” replicò Andrea. “Vorrei scusarmi con lei se è possibile.” chiese Capello cogliendo l’occasione per valutarla meglio. Andrea aprì la porta e fece cenno ad Annalisa di entrare. Aveva di nuovo indossato la maschera di freddezza che aveva quando aveva parlato con Ranieri il primo giorno, notò Andrea. “Brigadiere, la prego di scusarmi, ma questa è stata la mia famiglia fino a poco tempo fa … e una persona mi aveva fatto credere che lei fosse un pericolo per la caserma.” “Poliziotto o carabiniere?” Capello rimase un attimo stupito poi rispose. “Carabiniere.” “Palermo, vero?” Capello spalancò ancor di più gli occhi. “E tu come lo sai?” chiese Andrea meravigliato quanto Capello. Annalisa contò fino a dieci per non cominciare la frase con una serie di insulti. “Il maresciallo Palermo è venuto alla scuola sottoufficiali a tenere una lezione su come si lavorava sotto copertura … diceva un’idiozia dietro l’altra … credo di non aver mai riso tanto in vita mia.” Capello stava soppesando le sue parole. “Il maresciallo Palermo lavora nei ROS.” “Se quelli sono i suoi metodi, mi sembra strano che ci sia ancora.” replicò Annalisa. Andrea la guardò indulgente. “Brigadiere, vada a prendersi cura di Testa.” “Comandi” rispose Annalisa. “Ma è al sicuro Testa con quella ragazza?” chiese Capello non appena Annalisa fu uscita. “Non lo so, ma credo che ormai sia tardi per prendere provvedimenti.” Capello sorrise. “Ancora porte che si aprono e si chiudono nel cuore della notte?” Andrea ricambiò il sorriso malizioso di Capello. Anche lui era entrato ed uscito durante la notte per andare da Paola quando Capello era comandante. “Andiamo a congratularci con Prosperi:” disse Capello. Andrea annuì e uscirono nel corridoio. In un angolo, Annalisa stava spalmando la pomata a Luigi. “La prossima volta che Andrea ti propone una serata tra uomini, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 149 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! declina l’invito, per favore.” “L’avrei fatto volentieri anche ieri sera, ancor prima di rimediare questo.” le disse Luigi strofinando il naso contro il suo. Capello sorrise tra sé. Sicuramente il brigadiere testa era al sicuro con quella ragazza, da ogni suo gesto traspariva l’amore profondo che la legava a lui. Capello si voltò verso Andrea. “Non credo che avrai bisogno di me. Quello che mi hanno detto non corrisponde al varo.” Andrea sorrise stupito. “Ma non l’ha neanche vista lavorare…” “Non ho quest’età per nulla, Andrea, so giudicare le persone da pochi dettagli e dopo averla vista con Testa e aver saputo cosa ha fatto per Paola, so che è adattissima a questa caserma.” disse Capello ripromettendosi di parlare al più presto con chi di dovere. PUNTATA 103 Annalisa lasciò Luigi e rientrò in cucina. “Paola, hai finito di fare colazione? Lo sai cosa dobbiamo fare stamani, vero?” “Sì, lo so, sono pronta.” Paola si voltò nel corridoio per scambiare uno sguardo con Andrea. Vide che era ancora con Capello. “Maresciallo, la rivedremo? Io purtroppo devo andare o mi rispediscono dritta alla scuola.” “Sono tornato per rimanere, Paola.” Paola gli sorrise e seguì Annalisa che l’aspettava alle scale per salire insieme. Andrea e Luigi guardarono le loro donne allontanarsi poi riportarono la mente al lavoro. “Andiamo a prendere uno di quelli di ieri sera e cominciamo l’interrogatorio.” disse Andrea. “Cominciamo dal più piccolo … lo vado a prendere io.” disse Luigi. Capello li guardò e poi disse. “Vedo che tu e Luigi non siete più in guerra.” Andrea sorrise ironico. “Non potrei più fare a meno di lui, ne come carabiniere ne come amico.” Capello sorrise di nuovo e dandogli una pacca sulle spalle si diresse verso la cucina. “Allora Prosperi, pare che sia tornato in tempo per il tuo matrimonio.” disse entrando. “Sì, ma si sposa anche Leo.” disse Carlo ancora avvinghiato a Jessica. Capello si voltò verso quello che avrebbe potuto essere suo genero. “Congratulazioni, Bini chi è la fortunata?” chiese. “Sarei io – disse Alessandra porgendogli la mano- Alessandra Ferri.” “Ferri?” ripeté incuriosito Capello. “E’ la sorella di Andrea.” spiegò Leo. Capello sorrise. “Sono via da pochi mesi, ma le novità si sprecano … e Mura e Romanò?” “Sono fuori a pedinare un sospetto anzi, Carlo muoviti che dobbiamo dargli il cambio.” Carlo era ancora perso con Jessica. “Jessica, non è che ora ci piomba qua Pippo e ci accusa di sequestro di persona, vero?” disse Andrea entrando in cucina. I due ragazzi si riscossero. “E’ vero, ci vediamo dopo, amore.” disse correndo fuori. Andrea scosse la testa e fece cenno a Leo che era ora di andare. Leo prese Carlo per un braccio e lo portò via. Andrea e capello si scambiarono uno sguardo come per dire che certe cose non sarebbero cambiate mai. “Ale, tu non hai nulla da fare?” chiese poi alla sorella. “Sì, sì … metto a posto qui e poi ho delle commissioni da fare.” “Non ti stancare, mi raccomando.” le disse facendole una carezza sulla testa. Capello lo guardò meravigliato mentre Andrea lo accompagnava al portone. “Anche mia sorella è incinta.” disse in risposta a quello sguardo. “Ah, vi siete dati tutti da fare.” disse Capello ridendo. “Prosperi sostiene che c’è un’epidemia visto che anche Jessica è in dolce attesa.” Capello rise di nuovo salutandolo. Paola guardò con sospetto il foglio che Annalisa le aveva messo davanti coperto. “Al mio tre, lo giri e da quel momento hai esattamente un’ora. D’accordo?” Paola annuì. “Uno, due, tre.” numerò Annalisa facendo partire il cronometro. Paola cominciò a leggere la prima domanda e fu assalita dal panico. Respirò profondamente e si ricordò degli avvertimenti di Annalisa. <<Passa ad un’altra domanda>>, cercò di fare così mentre davanti al tavolo passeggiava, in divisa, l’integerrimo brigadiere Dionigi. Annalisa aveva ricercato in se le motivazioni per le quali si comportava in quel modo quando era alla scuola sottoufficiali e si era calata di nuovo nei panni dell’insegnante. Non le piaceva per niente insegnare ma, come tutti i lavori che le erano stati assegnati, aveva cercato di farlo al meglio. Lontano dalla scuola si sentiva sollevata ed era riuscita a dare il meglio di se. Continuò a passeggiare su e già per la stanza, sapeva che Paola si sarebbe innervosita al suo comportamento, si era già alterata quando era tornata in divisa e l’aveva invitata ad indossarla anche lei. “E’ una simulazione ... ma va fatta come si deve.” aveva replicato alle sue obiezioni. Paola si era dovuta adeguare. Annalisa guardò verso il tavolo e vide che Paola aveva cominciato a scrivere. Tirò un sospiro di sollievo. Allo scoccare dell’ora, le ritirò il foglio e dopo averlo piegato senza guardarlo le disse. “Allora, come ti è sembrato?” “Non facilissimo ma nemmeno difficile.” disse onestamente Paola. Annalisa le sorrise. “Ok, puoi andare. Domani proviamo l’orale.” Paola sorrise. “Vieni con me? Volevo andare a fare due passi.” “Vado a togliermi la divisa e andiamo.” Luigi aveva portato uno dei due arrestati, il più piccolo, come aveva precisato ad Andrea, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 150 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! nell’archivio. Lo fece sedere poi aspettò Andrea. “Maresciallo.” disse quando lo vide entrare. Si scambiarono uno sguardo d’intesa poi cominciarono ad interrogarlo. Era uno dei tanti balordi della zona che aveva tentato la rapina per pagarsi qualche dose di droga. Lo fecero riaccompagnare in cella. Per quello più grosso chiesero l’aiuto dei muscoli di Hanspeter. L’uomo guardò Luigi come se volesse soppesarlo. “Qualcosa non va?” chiese Hanspeter dietro di lui. “No, no. è solo che è la prima volta che vedo uno che ho picchiato in piedi.” disse l’uomo. I tre giovani si guardarono cercando di non ridere. Andrea cercò di tornare professionale e cominciò ad interrogarlo. Anche questo era un balordo ben conosciuto dalla caserma. Finito l’interrogatorio fu riaccompagnato in cella da Hanspeter. “Ehi, bambole, dove andate?” chiese Andrea vedendole passare. Luigi si affacciò sorridendo. “Mi raccomando, ragazze.” Entrambe si voltarono verso di loro e inviarono un bacio volante. Andrea mise una mano sulla spalla di Luigi e disse. “Andiamo a stendere il rapporto di ieri sera, è meglio.” Rientrarono nell’ufficio e si misero seduti. “Non vuoi sapere cosa mi ha detto Annalisa?” chiese Andrea. “Me lo chiedi perché vuoi sapere cosa mi ha detto Paola?” Andrea sorrise. “Mi conosci così bene?” “Soprattutto conosco la tua gelosia, ma stavolta non ho nulla da dirti perché Paola ha solo ascoltato.” “Allora siamo in due ... anch’io ho solo ascoltato ... una sfilza di accuse da cui non sono riuscito a difendermi.” “Lo credo ... quando parte Annalisa ...” “Ma che ne sapeva dell’ecografia?” “Secondo te? ... Glielo avrà detto Paola. E adesso dove la metti?” Andrea lo guardò sorpreso poi scosse la testa. “Non lo so.” “Io sì –Andrea lo guardò ancora più sorpreso- nel portafogli così la guardi quando vuoi.” “Tu faresti così?” Luigi scosse la testa. “E’ un’idea di Annalisa. Io non farò nulla di tutto ciò perché non avrò figli.” Andrea lo guardò attentamente. “E chi lo dice?” “Annalisa. Lei non ne vuole.” disse Luigi triste. “Potrebbe sempre cambiare idea.” “Eppure la conosci bene ... –disse Luigi – finiamo questo rapporto che è meglio.” Andrea non rispose ripromettendosi però di parlarne con Paola. PUNTATA 104 Annalisa e Paola andarono in giro per negozi. Paola entrò in un negozio per bambini. “Cercavi qualcosa?” chiese Annalisa guardandosi intorno. Prese l’etichetta attaccata ad un lettino e dopo aver letto il prezzo disse. “Ti ci vorrà un mutuo.” le disse. Paola si voltò sorridendole. “E tu?” “Ed io cosa?” “Tu non hai intenzione di avere figli?” Annalisa scosse la testa. “Hai parlato con Luigi?” Paola sorrise. “Non volevo entrare nelle tue cose, scusa,ma ieri sera ho fatto una battuta e ho visto che ci era rimasto male. Stamani gli ho chiesto scusa e lui si è un pò sfogato. Sai, non credevo ci tenesse così tanto.” Annalisa le sorrise. “Non ti preoccupare, Paola, non è un problema. Prima o poi dovrò accontentarlo.” Paola le mise una mano sul braccio. “No, non lo devi fare per accontentare Luigi, ma solo se lo vuoi veramente anche tu.” Annalisa sospirò. “Non lo so Paola, quando me ne parla Luigi, credo di volerlo anch’io ... ma poi mi chiedo che razza di madre sarei ed ho paura...” Paola l’abbracciò. “Saresti una madre in gambissima ... credi a me e poi pensa che non saresti sola ...” Prese in mano una tutina rosa e le disse. “Guarda, pensala piena ...” Annalisa sorrise. “Intanto riempila tu, poi se non mi basterà fare la zia di tutti questi figli della caserma ... si vedrà...” Prese la tutina in mano. “Sai già il sesso?” Paola scosse la testa. “Allora, è meglio questa rossa, porta anche bene.” disse portandola verso la cassa. “Che cosa fai?” “Un regalo per il cucciolo che tieni in pancia.” rispose pagando la tutina. “Visto che è anche colpa mia se sei in queste condizioni. –le carezzò la pancia e aggiunse – perché secondo me tu sei figlio della suite.” Paola avvampò al ricordo di quella notte di passione trascorsa con Andrea tre mesi prima. “Smettila, dai:” Annalisa le sorrise. “Dovrete cercare casa, come farete con un bambino in caserma?” Paola annuì. “Fosse per me ...” sospirò. “Già, fosse per te che vorresti?” “Una casetta non tanto lontana dalla caserma con un pò di giardino per i bambini.” “Bambini? Parli al plurale?” Paola sorrise. “Io sono figlia unica e mi sono mancati i fratelli con cui giocare.” Annalisa ricambiò il sorriso. “Anche a me.” Paola prese il pacchetto ed uscì. “Ti va un gelato?” “Alle undici di mattina a fine ottobre? No, grazie, ma se a te va, andiamo, io prenderò un the.” “Ma come fai a bere tutto quel the e a dormire.” Annalisa sorrise. “Secondo Andrea non dormo abbastanza in ogni caso, comunque il trucco è lasciare la bustina a lungo in infusione ... diventa un calmante.” Paola sorrise. “Non dormi assai, eh? Difficile resistere al brigadiere Testa ...” Annalisa fece un sorriso ironico. “Non ci provo nemmeno ... e poi a che scopo? Vogliamo entrambi la stessa cosa.” Paola arrossì al suo posto. “Perché arrossisci tu?” le fece notare Annalisa. “Perché si vede da lontano che a letto fate scintille.” “Esagerata! Non abbiamo ancora Created by eDocPrinter PDF Pro!! 151 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! dato fuoco a niente.” Paola scoppiò a ridere. “Ci mancherebbe altro.” Anche Annalisa si unì alla risata dell’amica. “Possiamo ridere anche noi?” Annalisa alzò lo sguardo e vide Andrea e Luigi che erano vicini al loro tavolo. “Non credo che saresti contento, Luigi” replicò Annalisa. “Io credo di sì.” rispose invece Paola continuando a ridere. “Spero che non vi stiate prendendo gioco di me.” disse Luigi mettendosi seduto accanto a loro. “Oh, no. Assolutamente no.” rispose Annalisa mentre continuavano a ridere come due ragazzine. Andrea e Luigi si guardarono perplessi mentre le loro donne piangevano dal ridere. “Dai fateci ridere anche noi.” insisté Andrea. “Parlavamo delle qualità amatorie di Luigi.” disse Paola. Andrea incupì lo sguardo e chiese. “E tu che ne sai?” Annalisa continuò a ridere mentre Luigi era un attimo in imbarazzo. “Non lo so, ma si vede quando loro due si guardano che…” non concluse vedendo Luigi avvampare e Andrea guardarla male. “E ridevate per questo?” chiese Andrea scuotendo la testa pur essendo contento che Paola si sentisse così allegra. “Paola aveva paura che dalle scintille che facciamo potessimo dar fuoco a qualcosa…” “Non ha tutti i torti … sarà il caso che dormiate fuori dalla caserma onde evitare incendi.” “E allora voi due?” disse Luigi punto sul vivo. Annalisa gli pestò un piede guardandolo male. Luigi fece una faccia interrogativa lei gli fece capire che avrebbe spiegato in seguito. “Per loro è finito il tempo delle scintille.” disse poi. Andrea la fulminò con lo sguardo poi prese Paola per mano e la fece alzare. “Noi rientriamo a mangiare, voi?” “Torniamo più tardi, noi.” rispose Luigi. Paola si chinò su di lei per salutarla. “Aspettati un pomeriggio da suite.” le mormorò Annalisa. Paola avvampò ma non disse niente. Non avevano fatto che pochi passi che Luigi richiamò Andrea, li vide confabulare poi Luigi si tolse qualcosa dalla tasca e la diede ad Andrea. Il maresciallo sembrò sorpreso poi guardò nella sua direzione. Non sapendo cosa fare gli sorrise. Andrea raggiunse di nuovo Paola e si avviarono mentre Luigi tornava al tavolo. Sperò di aver fatto bene e di non attirarsi le ire di Annalisa, ormai era andata si disse. PUNTATA 105 “Adesso mi spieghi come siete arrivate a parlare delle mie capacità amatorie?” chiese incuriosito Luigi rimettendosi seduto accanto a lei. “Così … perché anche Paola ritiene che io non dorma abbastanza per colpa tua, tutto perché non so resisterti.” Luigi la guardò sorridendo. “Io le ho detto che non vedo motivo di resisterti visto che anch’io voglio quello che vuoi tu. L’unica cosa che non capisco è perché sono le altre ad arrossire quando si fanno allusioni al sesso tra noi due.” “Non due non facciamo sesso.” replicò seccato Luigi. Annalisa gli sorrise indulgente. “Questo lo so, ma sono gli altri che pensano solo alla parte meccanica della faccenda.” Luigi sorrise … parte meccanica, che strano modo di esprimersi. “E chi arrossirebbe?” chiese curioso. “Sonia, Paola e talvolta anche Andrea. O credono che tu sia chissà quale amatore o loro sono abituati male.” rispose sorridendogli. “Non sono un grande amatore?” chiese Luigi sporgendosi verso di lei. “Questo non lo so, io non ho termini di paragone … tu sei l’unico con cui sia mai andata a letto. Non so se qualcun altro mi farebbe sentire come mi fai sentire tu.” “ E sarebbe?” la incalzò Luigi adesso che aveva cominciato voleva che arrivasse in fondo. Annalisa lo guardò dritto negli occhi. “Come se fossi l’unica donna al mondo per te.” disse sottovoce. Luigi si chinò su di lei e la baciò. “Ed è la verità … per me non ci sono altre donne.” Annalisa ricambiò il bacio poi le venne un sospetto. “Luigi, cosa hai dato ad Andrea?” Luigi distolse lo sguardo dal suo poi disse. “Le chiavi che mi avevi detto di portarti.” Annalisa sorrise. “Peggio per te, io avevo preparato tutto per un pomeriggio …” lasciò la frase in sospeso. “La colpa è tua, piccola, quando gli hai detto che non facevano più scintille ti sei condannata da sola.” rispose Luigi carezzandole il volto. “Una bella gita in moto?” propose Annalisa. Luigi la guardò malizioso poi disse. “Guidi tu, però.” Annalisa rispose al suo sguardo mordendosi il labbro inferiore. Si alzarono insieme e raggiunsero la caserma. Paola seguiva Andrea chiedendosi dove stavano andando visto che non avevano preso la strada per la caserma. Quando si diresse verso il parco capì e un sorriso le increspò le labbra, aveva capito le intenzioni di Andrea ed era felice di non andare in caserma. Andrea aprì la porta dell’appartamento e rimase di stucco. Era preparato per un incontro d’amore, fiori, frutta e poi un biglietto. <<Lo champagne è in frigo.>> “Oh, oh “ esclamò Paola quando lo vide. “Mi sa che abbiamo rovinato il pomeriggio a qualcuno.” disse Andrea. Il suono di un messaggio in arrivo lo distrasse. <<Ormai che siete lì, godetevelo voi.>> Andrea sorrise mostrando il cellulare a Paola. “Fantastico” rispose Paola togliendo lo spumante dal frigo. Andrea la guardò versarlo nelle flute che erano sul tavolo. Non gli importava niente se Annalisa o Luigi pensavano che loro due non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 152 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! facessero più scintille, non voleva che lo pensasse Paola, che credesse di non piacergli più perché era incinta o che lui non la desiderasse come prima … le avrebbe dimostrato che non era così. lui la desiderava … e tanto anche. Si avvicinò a lei e prese il bicchiere che gli offriva, ne bevve un sorso continuando a fissarla negli occhi, lentamente posò il bicchiere e le tolse di mano il suo. Le prese il volto tra le mani e cominciò a tormentarle le labbra con le sue, le baciava il labbro superiore, gli angoli della bocca, le baciò dolcemente la bocca prima di partire all’assalto con la lingua. Paola schiuse la bocca e le loro lingue si intrecciarono per un bacio che era tutto … dolcezza, amore e passione. Tenendo sempre le bocche unite, Andrea cominciò a spogliarla, spingendola verso il letto. la fece sdraiare e la finì di spogliare. Rimase ad ammirarla ammaliato. “Sei bellissima.” le disse prima di cominciare a coprirle il corpo con una scia di baci infuocati. Paola emise un mugolio di piacere quando Andrea cominciò a dedicare le sue attenzione a quel seno prosperoso che aveva sempre trovato un po’ ingombrante e che adesso, sotto gli occhi vogliosi del suo uomo, vedeva bellissimo. Andrea continuò a carezzarle il seno mentre con la bocca tracciava un sentire umido che portava al centro della sua femminilità. Paola sussultò mentre ondate di piacere le partivano dai piedi e si irradiavano per tutto il corpo. Andrea continuò a baciarla mentre un’onda di piacere ancora più grande la sommerse lasciandola senza fiato dopo aver gridato il suo nome. Guardò Andrea che a bordo letto la carezzava lentamente. “Sei ancora vestito.” gli fece notare. “Si può rimediare.” rispose sorridendole e in un attimo fu nudo accanto a lei. Paola ammirò il corpo dell’uomo che amava poi lentamente lo carezzò. Si era accorta subito che sarebbe bastato poco per fargli perdere il controllo. Si mise seduta su di lui e si mosse per accoglierlo dentro di sé. Andrea sospirò di piacere. Paola si mosse lentamente poi sempre più veloce fino a quando sentì Andrea tremare dentro di lei. Si abbandonò sul suo corpo baciandolo sul collo. “Mi farai morire … “ mormorò Andrea. “E tu, invece, non credevo che fosse possibile ….” si interruppe non sapendo come continuare. Nessuno l’aveva mai amata come aveva fatto Andrea quel pomeriggio, l’aveva letto in qualche romanzo d’amore ma non avrebbe mai creduto che potesse dare quel tipo di sensazioni. Si sdraiò accanto a lui. Andrea le carezzò il volto poi la baciò dolcemente. “Mi dispiace se ho fatto qualcosa che non ti è piaciuto…” Paola gli sorrise. “Ti sembro dispiaciuta o insoddisfatta?” gli sussurrò all’orecchio. Andrea scosse la testa. “Quando Annalisa ha detto che io e te non facciamo più scintille … ho avuto paura che lo pensassi anche tu … forse gli sguardi che ti mando non sono così di fuoco come quelli di Luigi ma ti assicuro che ti desidero sempre come quella notte al casale.” Paola lo carezzò. “Non ho mai invidiato gli sguardi di Luigi … preferisco i tuoi … mi fanno sentire amata.” Andrea si chinò su di lei e la baciò con passione. “E sei amata perché io ti amo ogni giorno di più.” Paola si strinse a lui e ancora una volta le parole furono superflue. Andrea entrò lentamente in lei guardandola dritta negli occhi. Gli occhi di Paola si spalancarono dal piacere che le stava regalando con quella dolcissima tortura. Andrea si mosse dentro di lei sempre lentamente poi allungò una mano e poco dopo le sfiorava il seno con un bocciolo di rosa. Paola reclinò la testa chiudendo gli occhi per assaporare meglio quelle emozioni uniche che Andrea le stava regalando. Sempre muovendosi piano piano la portò all’apice del piacere dove la raggiunse poco dopo. Rimase allacciati senza parole, si guardarono e si scambiarono un lunghissimo bacio. PUNTATA 106 “Hans se succede qualcosa, chiama me o Luigi, lascia stare Andrea.” Hanspeter annuì senza chiedere spiegazioni, stringendosi un po’ nelle spalle. Annalisa infilò il casco e partì. Lei e Luigi non si erano messi d’accordo sulla meta ma quando parcheggiò la moto in riva al lago, Luigi la abbracciò più forte per farle capire che era d’accordo con lei. Si misero seduti sulla stessa panchina dove lei gli aveva confessato di amarlo. Luigi l’abbracciò e lei poggiò la testa sulla sua spalla. “Questo è un posto speciale.” disse poi Annalisa. “Sì, insieme ad una certa rotonda sul mare.” replicò Luigi. Annalisa girò il volto verso di lui sorridendogli. “L’acqua è un elemento determinante nella nostra storia.” gli disse. “Già … la piscina … il mare …. il lago ….” replicò Luigi baciandole i capelli. Annalisa sorrise. “Se tu non mi avessi visto in costume da bagno in piscina non avresti cambiato idea su di me.” “Sbagliato … non ho mai cambiato idea su di te … mi sei piaciuta non appena ti ho visto quel pomeriggio.” “Non mi sembrava …” disse Annalisa. “Ero convinto che tu mirassi ad Andrea e mi sono preoccupato per Paola e … dispiaciuto per me.” “Andrea non è il mio tipo, non mi piacciono gli uomini con gli occhi chiari … preferisco gli occhi scuri e profondi.” “Adesso lo so, ma allora … tu e Andrea non avevate bisogno di parole per Created by eDocPrinter PDF Pro!! 153 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! capirvi e questo mi faceva impazzire.” “Abbiamo lavorato insieme un anno … sotto copertura … parlare troppo poteva essere pericoloso …” Luigi la baciò su una guancia. “Com’era Andrea quando lavorava nei ROS?” “Un po’ più rigido di adesso ma per il resto uguale a come lo vedi ora … è anche per lui che ho lasciato la polizia.” Luigi si voltò verso di lei. “Allora avevo ragione … tra te e lui c’è stato qualcosa!” Annalisa scosse la testa facendogli una carezza. “Certo ma non quello che immagini tu …” Luigi scrutò il suo volto. “Era stato accusato di negligenza ed io ho deposto a suo favore al processo … da civile.” “Andrea accusato di negligenza? Non ci posso credere!” “Infatti non era vero, io ero rimasta ferita per mia scelta non per sua negligenza.” “Sempre pronta a rischiare la tua vita per gli altri, vero?” “Io non avevo niente da perdere, Andrea sì … non ho dovuto pensarci nemmeno un secondo…” “Non ho dubbi in proposito … mi ricordo benissimo quando l’hai fatto per Leo … contro quel cane …” disse dolcemente carezzandole il volto e rabbrividendo al ricordo della paura che aveva provato quella notte. Annalisa sorrise. Erano seduti uno di fronte all’altro con le gambe intrecciate. “Adesso anch’io ho qualcosa da perdere … dovrò ricordarmelo la prossima volta.” “E’ così difficile per te?” chiese Luigi lentamente. “E’ difficile perdere le vecchie abitudini … ho dovuto pensare solo a me stessa per vent’anni …” rispose fissandolo dolcemente. Luigi le fece una carezza poi si chinò verso di lei e la baciò prima delicatamente poi più deciso. Annalisa gli passò le mani dietro la nuca e lo attirò ancor di più a sé approfondendo il bacio. Luigi si staccò da lei e appoggiò la fronte contro la sua. “Spero che qualche volta tu pensi anche a me.” “Sei in ogni mio pensiero, Luigi, ma quando sono in azione non penso …” Luigi si scostò da lei per guardarla in faccia. “Che cosa avevi preparato per oggi pomeriggio?” “Perché vuoi torturarti? Non ci pensare … è evidente che per noi non è destino…” Luigi sorrise. “Non può andare sempre così!” “Tre su tre … mi sembra che la media sia fin troppo alta.” Luigi rise con lei. “Ma per la legge dei grandi numeri, prima o poi toccherà anche a noi.” Annalisa lo baciò mentre i loro cellulari squillavano. Si guardarono un attimo preoccupati. “Hans” disse lui. “Leo” replicò Annalisa. “Andiamo” disse lei mentre Luigi rispondeva ad Hanspeter dicendo che stavano arrivando. Luigi abbracciò Annalisa all’altezza della vita. Respirò profondamente, aveva scoperto un altro pezzetto del passato di Annalisa e nello stesso tempo si erano chiariti ancora un po’. Avrebbero avuto bisogno di più tempo per conoscersi prima di iniziare la loro relazione ma l’avevano sprecato a farsi la guerra mentre forse entrambi desideravano stare insieme. .. quando avevano fatto pace il tempo della conoscenza era scaduto ed entrambi agognavano a qualcosa di più. Orami era tardi per recriminare… poi il pensiero andò al caso, chissà che cosa era successo … e facevano bene a lasciar fuori Andrea? Lo stesso pensiero stava attraversando la mente di Annalisa. Andrea si sarebbe arrabbiato? Avrebbe sentito prima Hans poi avrebbe deciso. Prese una curva un po’ troppo veloce e sentì le braccia di Luigi stringerla un po’ di più. Quella stretta attorno alla sua vita la fece sentire al sicuro, pensiero ridicolo visto che stava guidando lei e neanche tanto bene … ma quelle mani che in realtà non stavano ferme ma le carezzavano la pelle nuda sotto il maglione la distraevano un attimo … Luigi si stava vendicando … sorrise e provò a pensare che fosse Ethel la persona che stava portando … lei si divertiva farle il solletico. Con uno sforzo di immaginazione trasformò le mani grandi di Luigi in quelle piccole e delicate dell’amica e riuscì a concentrarsi di nuovo sulla guida. Luigi se ne accorse subito… come faceva ad ignorarlo? Sorrise fra sé, era proprio vero che le donne ne sapevano una più del diavolo. Annalisa inchiodò la moto nel cortile della caserma. Si tolsero il casco e si scambiarono uno sguardo d’intesa. Luigi le diede un buffetto sulla guancia. Hanspeter uscì in cortile non appena sentì la moto arrivare. Annalisa e Luigi si avvicinarono. “Vi ho chiamato perché è stato fatto il nome di un cliente speciale dal mago.” PUNTATA 107 “Il sindaco?!” chiese meravigliata Annalisa. “Sì, il mago ha fatto il suo nome un paio di volte.” spiegò Leo. Annalisa scosse la testa poi il suo sguardo si illuminò. “Sonia, sei mica andata a Perugia all’Agenzia delle Entrate a richiedere le copie degli atti di acquisto fatti dal mago?” “Sì, stamani, eccoli qua.” rispose Sonia portandoglieli. Annalisa cominciò a sfogliarli poi chiese. “Bordi, abbiamo mica una cartina dettagliata della nostra giurisdizione?” “Sì, brigadiere.” “Che stai cercando?” chiese Luigi. “I terreni acquistati sono confinanti tra loro …” “E vuoi vedere in che zona sono.” finì per lei Luigi. “E il sindaco che cosa c’entra?” chiese Leo. “Ho un dubbio … ma fino a che non so in che zona si trovano i terreni … non riesco ad andare avanti.” “Ecco qua, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 154 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! brigadiere:” disse Bordi consegnandole una cartina ancora imbustata. “Nuova di zecca?” chiese divertita Annalisa. “Il maresciallo Capello non ne aveva bisogno, conosceva tutto il territorio a memoria.” Annalisa annuì, certo un carabiniere che sta vent’anni nella stessa caserma non ha bisogno della cartina …. La stese sulla sua scrivania e mise dei segni su ogni particella che riscontravano negli atti. “Ma qui – disse Leo – è una zona agricola.” “Ah” disse Annalisa scambiando uno sguardo con Luigi che aveva la sua stessa luce. “Ecco perché stanno tentando di circuire il sindaco!” esclamò. “Io non capisco…” disse Hans. “Una modifica al piano regolatore?” Tutti si voltarono verso l’uomo che aveva parlato. “Maresciallo Capello!” esclamò Leo. Tutti lo guardarono meravigliati tranne Bordi, Annalisa sorrise tra sé, l’aveva chiamato lui. “Vuole dare un’occhiata?” chiese Annalisa. “Il maresciallo Ferri non c’è?” chiese lui. “No, è impegnato.” rispose Annalisa. Capello la guardò come se intuisse che lo stava coprendo. “C’è il maresciallo Vogel, però” aggiunse facendo le presentazioni. Capello squadrò l’uomo imponente che gli stava davanti. “Piacere.” disse allungando la mano. Hanspeter gli sorrise ricambiando la stretta. Leo guardò Annalisa poi le chiese. “Il mago è in grado di ipnotizzare le persone?” Annalisa annuì. “Quando c’è il prossimo consiglio comunale?” chiese Hanspeter. “Telefoniamo in comune e chiediamo.” disse Prosperi. Annalisa scosse la testa. “E se ….” Luigi aspettò che proseguisse ma vedendo che non lo faceva continuò per lei. “Hai paura che controllino i telefoni?” “Qualcosa del genere.” Capello li guardò … “Posso chiederlo io … direttamente al sindaco.” disse. “Buona idea e veda se riesce a scoprire quando ha l’appuntamento con il mago. Non ci deve andare da sola.” disse Annalisa. “No, sicuramente no.” disse Capello preoccupato per l’amica. Uscì per andare all’appuntamento con Fiorella sospirando un po’. La trovò sorridente che l’aspettava seduta a un tavolo da Pippo. “Giuseppe … che sorpresa! Non mi aspettavo la tua telefonata. Quando sei arrivato?” “Ieri sera … tardi.” rispose sedendosi accanto a lei. “Ultimamente sono molto impegnata ma un attimo per te lo trovo sempre.” gli disse sorridendogli maliziosa. “Fiorella … -la ammonì Capello – cos’è che ti tiene così impegnata?” “Domani sera c’è il consiglio comunale sul piano regolatore … sto preparando le delibere.” “Vengo stasera a darti una mano?” si offri Capello. “Ma veramente … -cominciò a dire imbarazzata – avrei un appuntamento stasera …” “Tutta la notte?” chiese Capello prendendole una mano. “No, ecco io … va bene alle nove? A quell’ora dovrei aver finito … ho un appuntamento alle otto.” “Con chi? Se non sono indiscreto.” le chiese guardandola dolcemente negli occhi. Fiorella aspettava da tempo di vedere quello sguardo negli occhi del maresciallo Capello, ma, dopo che era partito per Londra, aveva perso le speranze. I suoi sentimenti verso di lui non erano cambiati e adesso, vedendo, quel luccichio nello suo sguardo, sentì il cuore batterle più velocemente. “Non so se dirtelo, mi giudicherai una sciocca.” “Ma no, Fiorella, dove andrai mai?” Fiorella lo guardò negli occhi un attimo poi abbassando lo sguardo e la voce gli confessò. “Vado da un mago.” Capello le sorrise. “Non sei arrabbiato? –chiese- poi … forse è meglio se non ci vado.” Capello si allarmò. Come faceva a dirle che invece ci doveva andar senza farle sapere che era già a conoscenza di questo suo piccolo segreto? “Ma no, perché non ci vuoi andare…” “Perché mi fa paura!” “Il mago?” “No, uno che è sempre lì … avrei voluto andare dal maresciallo Ferri ma … ogni volta che esco da lì, sono così confusa…” Capello vide lo sconforto sul volto della donna e le mise un braccio sulle spalle attirandola a sé. Si sentiva come un ragazzino al primo appuntamento, eppure non era certo di primo pelo, era ritornato dall’Inghilterra per lei, per valutare se quella strana malinconia che provava al suo ricordo significasse qualcosa oppure no, e adesso tenendo stretta quella donna impaurita sentiva che era lì il suo posto. Era stato tanti anni da solo, concentrato sul lavoro e su sua figlia ma adesso che il lavoro non c’era più e sua figlia non aveva più bisogno di lui, si era sentito perso ma, in quel momento, tenendo vicino Fiorella aveva capito che era tornato a casa. Si voltò per guardarla in viso, era ancora impaurita. “Su, non fare così … parlerò io con Ferri … tu però sarebbe meglio non andassi da sola.” Fiorella annuì. “Ma chi può venire con me? Io mi vergogno a far sapere che stupida sono…” A Capello venne in mente un solo nome. “Conosci il brigadiere Dionigi? Potrebbe venire lei.” Fiorella lo guardò un attimo poi chiese. “E’ quella bella ragazza con i capelli rossi?” Non appena sentì quell’osservazione, Capello pensò che c’era una falla nel loro piano. L’avrebbero riconosciuta subito come carabiniere, con quella chioma non passava certo inosservata. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 155 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! PUNTATA 108 Quello che Capello non sapeva era che Annalisa aveva già pensato anche a quello, era già stata una volta da Dolmen, non poteva farsi riconoscere da quell’energumeno che le aveva accolte al loro ingresso. Annalisa cercò Alessandra. “Ale, posso cercare qualcosa nel tuo armadio di destra?” Alessandra le sorrise. In quella parte di armadio aveva messo tutti i vestiti che usava quando lavorava in discoteca e che, al momento un pò per la gravidanza un pò perché Leo non gradiva, non metteva più. “Hai qualcuno da stendere?” chiese ridendo. “No, no. E’ rimasto steso dall’altra volta.” Alessandra scosse la testa. “Sei davvero la stessa ragazza che voleva cambiarsi prima di uscire con lui?” “Credo di sì, non sapevo cosa perdevo, evidentemente” replicò Annalisa rovistando tra le gonne di Alessandra. Ne trovò una adatta, poi cercò un top da abbinare. Aveva appoggiato la gonna sul piano dell’armadio e ci accostava man mano le magliette che le capitavano tra le mani. Provò un paio di abbinamenti poi ripiegò tutto quello che aveva tirato fuori. Fece un rotolo con quello che aveva scelto. “E’ più ordinato di prima.” disse Alessandra mentre Annalisa si rialzava. “Hai mica un paio di stivali neri?” chiese poi. “Tu non me la racconti giusta, Annalisa, che intenzioni hai? Di farlo morire?” Annalisa sorrise. Se avesse saputo a cosa serviva quella messa in scena... Alessandra le indicò la scarpiera. “Ci dovrebbero essere un paio di stivali di pelle lucida, alti ... stile Pretty Woman ...” “Sì, proprio quelli avevo in mente.” “Dai, dimmi che stai combinando ... ti giuro che non lo dico a nessuno...” Alessandra moriva di curiosità, il brigadiere non era il tipo da minigonna e stivaloni. Annalisa la guardò, avrebbe avuto bisogno del suo aiuto, lei non sapeva ne truccarsi ne pettinarsi. Annalisa le sorrise salutandola. “Dai...” la voce da bambina di Alessandra la raggiunse quando era già in camera sua. Posò i vestiti sul letto e tornò indietro. “Se prometti di non scendere a cena prima delle otto, mi puoi aiutare.” Gli occhi di Alessandra si accesero di una luce di curiosità e eccitazione. “Preparo gli attrezzi del mestiere?” chiese indicando tutti i cosmetici che affollavano il suo cassettone. “Sì, brava. Ci vediamo verso le sei e mezzo.” Annalisa indossò la tuta della moto, prese uno zaino e scese giù. “Dove vai?” chiese Luigi vedendole una luce pericolosa negli occhi. “Torno presto” rispose. “Non ti ho chiesto quando torni” le fece notare Luigi. Annalisa non rispose, lo salutò con la mano mentre usciva. Luigi scosse la testa, quando ci si metteva era impossibile. Capello sentì squillare il cellulare. “Il brigadiere Dionigi vorrebbe parlarle, maresciallo.” La voce di Bordi sembrava un po’ titubante. “Passamela pure, Bordi, grazie.” “Dionigi.” Si presentò Annalisa. Capello le disse che aveva pensato a lei per accompagnare il Sindaco ma nel contempo le palesò i suoi dubbi. “Non si preoccupi –gli aveva risposto- lei pensi al sindaco … al resto penso io.” Anche Capello aveva già capito che tipino era … se c’era qualcuno in pericolo era il brigadiere Testa ma non certo la caserma anzi. L’aveva vista all’opera quel pomeriggio mentre metteva insieme gli indizi che avevano ed era arrivata ad una conclusione. Aveva persino più intuito della Vitali … considerato che era stata nella scuola fino a pochi mesi prima, non era poco. Annalisa si diresse a Perugia, trovò Giulio che l’aspettava. “Elena non è stata molto contenta che fossi qui” “Perché non hai portato anche lei?” “Credevo che fosse una missione segreta.” Si difese Giulio. Annalisa sorrise. “Segreta per tuo padre, Giulio, non per la tua ragazza. Valla a prendere, dai.” Giulio la guardò meravigliata. “Dici, sul serio?!” chiese Giulio felice. Fece squillare il cellulare e poco dopo una ragazzina un po’ imbarazzata sbucò dall’angolo. Annalisa guardò Giulio con aria di sufficienza. “Se disturbo, me ne vado.” disse mangiando con gli occhi Giulio. “Non dire sciocchezze, andiamo.” Giulio prese per mano Elena e si avviarono per il centro. “Ma che idee hai?” le chiese Giulio dopo che avevano girato già un bel po’ di negozi dello stesso. Annalisa non rispose mentre Elena le chiese. “Bionda o mora, brigadiere?” Annalisa si voltò verso di lei. “Non saprei, secondo te?” “Bionda e poi … “ e le indicò un ottico. “Sì, era quello a cui avevo pensato io …” Giulio le guardò un po’ sorpresa di quella intesa di vedute. “La prossima volta chiama direttamente Elena” disse. Annalisa si voltò verso di lui e gli sorrise scuotendo la testa. “Io devo andare” disse Annalisa guardando l’orologio dopo aver finito i loro acquisti. Salutò i due ragazzi poi sussurrò nell’orecchio di Elena. “Vedi di farti perdonare per averlo trascurato.” Elena chinò lo sguardo imbarazzata mentre stringeva la mano a Giulio. Annalisa indossò il casco, inforcò la moto e partì a razzo. Non appena giunta in caserma trovò Luigi che l’aspettava battendo un piede. “Vuoi farmi morire? Perché hai spento il cellulare?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 156 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Perché che è successo?” chiese pensando che fosse successo qualcosa in caserma. “Niente.” disse mettendo il broncio. Annalisa gli si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra. “Avevo delle commissioni da fare.” “Mi faranno piacere?” “Non lo so, amore, ma temo di no.” Luigi la guardò con sguardo sospettoso. Annalisa gli diede ancora un bacio. “Devo andare a fare la doccia, poi vengo a preparare cena … Paola avrà bisogno di qualcosa di energetico.” Luigi sorrise dandole un buffetto sulla guancia. Annalisa gli sorrise salendo le scale. Alessandra la stava aspettando con una bracciata di trucchi. Annalisa le aprì la porta. “Accomodati, io mi faccio la doccia.” Alessandra preparò gli abiti ben stesi sul letto e preparò i vari pennelli, trucchi e creme. Annalisa uscì dal bagno e sorrise guardando il cassettone. “Ale, non bastava un rossetto?” Alessandra la guardò con aria di sufficienza. “Tu sarai anche un bravo carabiniere Annalisa … ma di make up non capisci niente.” Annalisa scosse la testa ridendo. Si vestì e poi si mise seduta davanti allo specchio. Alessandra l’aiutò truccandola in modo vistoso. Annalisa si guardò allo specchio. “Wow, hai fatto un ottimo lavoro, Ale.” Alessandra la guardò un po’ sorpresa. “Io fossi in Luigi, mi preoccuperei.” “Non ne avresti motivo.” “Tu dici? Io non vorrei che la mia donna uscisse così combinata.” Annalisa la guardò sorridendo sempre più forte per poi scoppiare in una risata. “Lo sai, parli proprio come Leo.” Alessandra ricambiò lo sguardo e la risata “Oddio, hai proprio ragione. Dai ora smetti di ridere o ti cola il trucco.” Annalisa cercò di ricomporsi e poi le disse. “E’ l’ora, vai giù e fa come ti ho detto.” Alessandra annuì e uscì dalla stanza. Annalisa si diede un’altra occhiata allo specchio poi scuotendo la testa disse ad alta voce. “Mah, speriamo in bene.” PUNTATA 109 “Ehi, chi è quella bonazza in cucina?” chiese Carlo entrando nella stanza dove erano tutti. “Quale bonazza? -chiese Bordi- io sono stato tutto il pomeriggio qui e non è passato nessuno.” poi si ricordò che la sorella del maresciallo gli aveva chiesto di aiutarla a cercare una cosa nell’ufficio del fratello. Corsero tutti in cucina tranne Luigi che prima volle finire il suo lavoro. Andrea tornò mentre stava dirigendosi verso la cucina anche lui. “Luigi!” lo chiamò. Luigi si voltò verso di lui facendogli un sorriso. “Grazie” disse Andrea mettendogli in mano le chiavi dell’appartamento. “Di niente. Dopo cena ti dobbiamo ragguagliare sul mago.” “Perché non mi avete chiamato?” Luigi fece un sorriso sardonico. Andrea scosse la testa. “Che succede là?” chiese indicando con la testa l’assembramento davanti alla porta della cucina. “Pare ci sia una bellissima donna sconosciuta.” “E tu non sei andato a vedere chi fosse?” chiese Andrea. “Guarda quanti sono … Prosperi le avrà già fatto anche le radiografie.” commentò Luigi. “Sgomberare, forza.” ordinò Andrea affacciandosi alla porta. Capì immediatamente lo stupore dei suoi uomini, la ragazza in cucina era uno schianto. Un caschetto di capelli biondi le scendeva fin sulle spalle, due occhi azzurro chiaro e soprattutto l’abbigliamento, indossava una minigonna di pelle rossa mooolto corta, una maglietta nera aderentissima che faceva notare la mancanza del reggiseno. Si muoveva con passi sicuri sui tacchi vertiginosi degli stivali che indossava. Luigi socchiuse gli occhi scrutandola, sorrise tra sé vedendo tutti gli altri con la bocca spalancata … compreso Andrea. Paola lo stava guardando con sguardo furioso lanciando anche occhiate di fuoco alla ragazza. Luigi ridacchiò di nuovo quando notò la sottile striscia di cuoio legata all’altezza della cicatrice… Capello entrò in quel momento, la ragazza si mosse verso di lui con passo felino. “Buonasera, sono Lisa la nipote del sindaco, la zia mi ha detto di aspettarla qui.” gli disse strizzandogli un occhio. Capello mangiò la foglia e disse “Come sei cresciuta Lisa, la zia ti aspetta in macchina.” Passando accanto a Luigi, si accorse che stava ridacchiando. “Cos’hai da ridere, bel moro?” Luigi non riusciva più a trattenersi, le stava per ridere in faccia. La ragazza si avvicinò ancor di più e dopo avergli carezzato il torace con le unghie lunghissime, gli diede un bacio mozzafiato tra gli ululati degli altri e lo sgomento di Paola. “Ci rivediamo … baciatore” gli disse prima di andarsene. Luigi la guardò uscire chiedendosi che cosa aveva fatto di male per essersi innamorato di quel diavolo di donna. Capello la scortò fino alla macchina del sindaco. “Per favore, spieghi subito tutto a Ferri, altrimenti si arrabbierà e a ragione.” Capello annuì. “Ho voluto giocare un po’, soprattutto per Prosperi che basta veda un centimetro di pelle scoperta sbava. “ Capello mise una mano sul braccio di Fiorella. “Andrà tutto bene, Fiorella. Fidati del brigadiere.” Il sindaco si voltò verso la ragazza bionda alla guida. “E’ veramente lei?” Annalisa sorrise e annuì. “Sono già stata dal mago Created by eDocPrinter PDF Pro!! 157 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! al naturale, non volevo che la guardia del corpo mi riconoscesse.” Fiorella sorrise appena mentre Annalisa metteva in moto. Di notte lo studio di Dolmen era ancora più inquietante, strane luci lanciavano ombre sinistre sui mobili. Dolmen entrò accompagnato dall’energumeno. Annalisa pensò intensamente: <<Fa finta di niente, ti prego.>> Dolmen la guardò come se non la vedesse, Annalisa ringraziò il cielo. “Non è sola, vedo..” disse l’uomo grosso mangiando Annalisa con lo sguardo. “Mia nipote mi ha voluto accompagnare, non era mai stata da un mago prima.” “La prego, si accomodi.” le disse. “No, no grazie, preferisco stare in piedi.” rispose Annalisa sorridendogli. L’uomo continuò ad osservarla insistendo sui seni che si notavano dalla maglietta attillata. Dolmen cominciò a mescolare le carte lentamente senza staccare gli occhi dal sindaco. “Faccia prima le carte alla signorina.” disse l’uomo. Il mago ebbe un attimo di smarrimento. Annalisa sorrise esageratamente. “Sì, dai –disse con un tono di voce più alto del normale- vediamo se ho fortuna in amore” concluse guardando l’uomo vicino al mago. Dolmen respirò profondamente poi disse. “Pensi all’uomo dei suoi desideri.” Scacciando un attimo Luigi dai suoi pensieri pensò all’uomo che aveva davanti. Le carte era un disastro ma Dolmen le spiegò come se fossero possibiliste. L’uomo gongolò e abbassò un po’ la guardia. Annalisa continuò a sorridergli tutto il tempo mentre il mago leggeva le carte al sindaco. “Donna di coppe, uomo di spade, amanti e asso di coppe, la combinazione del vero amore.” Fiorella sorrise … Giuseppe era ritornato, il mago aveva visto giusto. L’uomo si distrasse dalla contemplazione delle natiche di Annalisa un attimo. “Non ha mal di testa, stasera, signor Sindaco?” Fiorella guardò Annalisa che annuì impercettibilmente. “Sì, certo, sempre quel dolore alla base della nuca.” Dolmen si alzò e le si mise dietro per massaggiarle la nuca. Annalisa fece scorrere le unghie lungo il braccio dell’uomo che rivolse di nuovo a lei le sue attenzioni. Annalisa deglutì in modo vistoso mentre lui la scrutava. “Ci potremo rivedere…” “Certo, rimarrò in città abbastanza…, mi troverà da mia zia.” rispose Annalisa continuando a carezzargli il braccio con le unghie. L’uomo era lusingato dalle attenzioni di Annalisa che continuava a provocarlo sperando in cuor suo che non ci fosse Luigi nel furgone. “Ecco fatto, adesso si sentirà un po’ strana ma il mal di testa non la tormenterà più.” L’uomo si riscosse alla voce del mago. “Posso avere un amuleto?” “Mi dispiace, cara, non ho abbastanza soldi.” disse il sindaco. L’uomo guardò Dolmen. “Glielo dia, offro io.” disse l’uomo accompagnando Fiorella dalla segretaria. “Va tutto bene.” bisbigliò Annalisa. Dolmen annuì. “Che dirà l’uomo di spade di questo vestito?” chiese. Annalisa si strinse nelle spalle. “Tieni, contro la sua ira.” Annalisa lo strinse tra le mani sorridendogli, lo ringraziò con il pensiero. “Grazie” disse all’uomo che le aveva accompagnate alla porta. “Di niente, pupa.” rispose dandole una pacca sul sedere. Annalisa represse l’istinto di un calcio tra le gambe e si voltò verso di lui dandogli un colpetto sulla mano. L’uomo chiuse la porta e gli occhi di Annalisa si incupirono. “Che t’aspettavi?” –le disse Fiorella- l’hai provocato tutta la sera.” “L’ho fatto apposta perché non si concentrasse su di lei e il mago…si sente meglio stasera?” Fiorella annuì. “Mi sento normale ma…” “La ipnotizzavano … stasera sarà bene che controlli cosa ha scritto nelle delibere che porterà in consiglio domani sera.” “Tu credi che…?” Annalisa parcheggiò nel cortile della caserma dove Capello le stava aspettando. “Allora?” chiese Annalisa. “Ferri non era molto contento all’inizio del racconto ma poi ha capito lo spirito goliardico del suo scherzo … quello meno felice di tutti mi è sembrato Testa.” Annalisa sospirò. “C’era lui ad ascoltar la cimice?” Capello annuì. Fiorella le mise una mano sul braccio in segno di incoraggiamento. “Ho anche l’amuleto del mago contro la sua ira…” Fiorella sorrise mentre si salutavano. Annalisa prese un respiro profondo ed entrò in caserma. PUNTATA 110 Annalisa entrò con passo deciso, Luigi la stava aspettando nel corridoio. “Ciao. Ti sei divertita stasera, eh?” le disse in tono duro. “Ero solo uno scherzo a Prosperi.” rispose Annalisa avvicinandosi. “Non parlavo di quello … mi riferivo a quello che hai fatto dal mago.” Annalisa si grattò la fronte sospirando. “Pensi che mi sia piaciuto? Che non desiderassi altro che lusingare quell’energumeno?” Luigi la guardò in faccia. “Era un’indagine Luigi, quando tu passavi le notti dietro la Morresi ti ho mai detto nulla? Neanche quando lei ti ha baciato e tu hai risposto al suo bacio…” Luigi sussultò come se lo avesse schiaffeggiato, come faceva a saperlo. Fece ancora un passo verso di lei. “Solo perché mi ha colto di sorpresa e poi … era acqua in confronto al fuoco che scateni tu.” Le disse carezzandole il volto. Annalisa piegò la testa di lato imprigionandogli la Created by eDocPrinter PDF Pro!! 158 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! mano. Luigi la fissò a lungo poi le chiese. “Vieni a dormire con me?” Annalisa sorrise. “Vuoi una bionda nel tuo letto?” Luigi ricambiò il sorriso. “Andiamo al tuo appartamento ….” Annalisa vide sbucare Prosperi dalla cucina. Si avvicinò a Luigi e lo baciò appassionata. “Aho, che c’hai l’attak alle labbra?” disse Carlo. Andrea uscì dal suo ufficio e scosse la testa. “Prosperi smetti di sbavare nel corridoio. Testa sai benissimo che non devi portare donne in caserma.” Luigi sorrise contro le labbra di Annalisa. “Andiamo?” sussurrò. Annalisa annuì. “Certo maresciallo, allora vado a dormire fuori.” rispose Luigi voltandosi verso Andrea e cercando di non ridere alla faccia stupefatta di Prosperi. Prese Annalisa per mano e andarono verso l’appartamento. Aprì la porta e la fece entrare, richiuse la porta e la fece appoggiare contro il muro. Le seguì il contorno del viso con un dito poi si chinò su di lei e cominciò a tormentarle la bocca mordicchiandole le labbra … poi le insinuò la lingua tra le labbra che le aveva fatto schiudere. Annalisa intrecciò la lingua con la sua esplorando la bocca di Luigi lentamente senza fretta assaporando quelle sensazioni. Luigi cominciò a tracciarle dei cerchi sopra i seni con i pollici, i capezzoli si inturgidirono subito mentre Annalisa emetteva un gemito di piacere. Le mani di Annalisa corsero alla cintura dei suoi pantaloni, li slacciò e li fece cadere. Luigi mosse i piedi e li gettò via … Annalisa gli carezzò le natiche muscolose e infilando le dita nei boxer glieli fece scendere lungo le gambe. Luigi le tirò su la minigonna e le infilò una mano sotto il pizzo delle mutandine. Annalisa si inarcò verso di lui e si mosse contro la sua mano per sentire ancora di più le sue carezze. Luigi non poteva più trattenersi, la voleva …subito. Annalisa sembrava animata dallo stesso bisogno ma voleva sentirselo dire. “Piccola, vuoi anche tu?” le mormorò in un orecchio. “Sì, Luigi, sì…adesso” rispose con voce roca. Luigi si appoggiò contro di lei premendo tra le sue gambe. Annalisa emise un sospiro di piacere mentre Luigi entrava in lei … fu un esperienza inebriante per entrambi. Quando i lori respiri tornarono normali, Luigi le carezzò la parrucca bionda poi le sussurrò. “Non era così che l’avevo programmata …” Annalisa alzò un sopracciglio con fare interrogativo. Luigi le sorrise malizioso. “Prima preferirei che tu ti levassi questa roba.” Annalisa lo baciò lievemente sulle labbra. “Sì, vado in bagno a togliermi le lenti e questi capelli.” Luigi le baciò la nuca. “Preferisco le rosse …” mormorò contro la sua pelle facendogliela increspare di piccoli brividi. Mentre Annalisa era in bagno, Luigi predispose tutto quello che aveva portato nell’appartamento pochi minuti prima che lei rientrasse in caserma. Annalisa uscì dal bagno avvolta in un kimono rosso. Restò un attimo senza parole. Luigi aveva preparato un piccolo buffet sul tavolo di cucina, aveva spento il lampadario e acceso delle candele per tutta la stanza. Un sorriso malizioso increspò le labbra di Luigi quando vide la sua espressione sorpresa. “Non mi ritenevi capace di farti una sorpresa?” “Tu mi sorprendi ogni giorno Luigi.” replicò Annalisa prendendo la mano che Luigi le porgeva, la fece mettere seduta al tavolo. “E il ciondolo?” le chiese dopo averle carezzato la gola. Annalisa allungò una mano verso uno stivale e lo rovesciò, il ciondolo le cadde in mano. Luigi sorrise mentre lo prendeva per allacciarglielo al collo. “Ti avevo detto che l’avrei portato sempre con me.” rispose. Luigi prese una tartina dal tavolo e gliela mise in bocca mordendo poi la parte che restava fuori dalla sua bocca. Annalisa trattenne il respiro mentre Luigi seguiva il bordo della scollatura del Kimono. Annalisa gli carezzò il torace terminando la carezza all’elastico dei boxer che Luigi aveva indossato di nuovo. “Non hai fame?” le chiese. “Non di cibo.” rispose infilando una mano nei suoi boxer. Luigi fremette e le prese la mano. “Così andiamo troppo veloci, piccola. Abbiamo tutta la notte.” “Se buttiamo via i cellulari.” replicò Annalisa. “Non ci disturberà nessuno, te lo assicuro” la rassicurò Luigi con un bacio. Si chinò su di lei e le aprì il kimono, carezzandole il seno. La fece alzare poi la prese sulle braccia portandola verso il letto. Non appena vide il letto, Annalisa si coprì la bocca con una mano per la sorpresa. Luigi aveva tirato indietro le coperte e cosparso il lenzuolo di petali di rosa. L’adagiò sul letto e si sdraiò accanto a lei, carezzandola con una rosa. “Luigi, come…” “Era per quello che avevo comprato tante rose l’altra sera … volevo che tu stessi tutta la notte su un letto di rose.” Annalisa si morse un labbro mentre una lacrima le spuntava dall’angolo di un occhio. Luigi gliel’asciugò con un bacio, carezzandole il volto. “Ti amo, Luigi, sei un uomo meraviglioso.” Luigi la ringraziò con un bacio profondo. Le loro mani cominciarono a cercarsi, dandosi piacere l’un l’altro. Luigi la sdraiò sulla schiena ed entrò in lei. Annalisa chiuse gli occhi per assaporare meglio quelle sensazioni. “Apri gli occhi, Annalisa.” la pregò Luigi, lei ubbidì e Luigi ebbe la soddisfazione vedere i suoi occhi cambiare colore mentre si avvicinavano al culmine della passione. Luigi l’abbracciò baciandola teneramente. “Grazie.” le mormorò. “E per che cosa?” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 159 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Per essere così come sei … stasera mi ha fatto impazzire quando ti ho visto in cucina.” “Mi hai riconosciuto subito?” Luigi le sorrise. “Conosco ogni centimetro del tuo corpo … dovresti coprirti con un burka per mettermi in difficoltà.” Annalisa ricambiò il sorriso. “Già, però ci sono cascati tutti gli altri, Andrea compreso.” “Non hai visto la faccia di Prosperi quando mi hai baciato prima di andar via con Capello … ma dove hai preso tutta questa roba?” “I vestiti me li ha prestati Ale, la parrucca e le lenti le ho comprate a Perugia.” Luigi ricominciò a carezzarla sensualmente. “Hai avuto di nuovo un incontro segreto con Giulio? Comincio ad essere geloso.” Annalisa scosse la testa ricambiando le carezze. “Di un ragazzino? Non ha certo il tuo torace …” concluse tracciando con la lingua il contorno dei suoi capezzoli. Luigi emise un suono rauco di piacere. Annalisa lo fece sdraiare sulla schiena e gli si mise seduta in grembo continuando a tormentargli i capezzoli. “Piccola” le disse con un tono tra il desiderio e la minaccia. Annalisa l’accolse dentro di sé mentre Luigi cominciava a carezzarle il seno. Lei si muoveva lentamente cercando di prolungare quel piacere che provava quando erano così uniti. “Ti prego, Annalisa” mormorò Luigi mettendole le mani sui fianchi per dettarle il ritmo da tenere. Poco dopo il piacere esplose per entrambi, Annalisa si sdraiò su di lui baciandogli il collo. Luigi l’abbracciò carezzandole la schiena lentamente, poi la fece rotolare di fianco. “Sei una creatura incredibile, Annalisa … per fortuna che eri inesperta.” le disse baciandola. “Ho avuto un ottimo maestro e una buona fonte di ispirazione.” rispose Annalisa con un sorriso. “Mmmmm” mormorò Luigi abbracciandola stretta. PUNTATA 111 La mattina dopo Annalisa aprì gli occhi e incontrò quelli scuri di Luigi che la guardavano con amore. “Buongiorno, piccola.” le disse con quella voce che l’aveva fatta impazzire durante la notte. “Buongiorno, amore.” rispose lei carezzandogli il volto un po’ ispido dalla barba della notte. Annusò l’aria e poi chiese “Hai preparato la colazione?” “Mmm, ho telefonata a Pippo e mi sono fatto portare dei cornetti alla crema …” Il volto di Annalisa si illuminò di un sorriso malizioso. “Sapevo che avresti fatto quello sguardo.” disse Luigi baciandola. “Sappi che non ho bisogno dei cornetti per ispirarmi, mi basti tu …” gli disse carezzandogli il torace. “Lo so, infatti li ho presi per me …” disse prendendone uno che aveva appoggiato dietro di sé. Annalisa lo guardò con un senso d’anticipazione mentre Luigi lo spezzava il cornetto, tolse la crema con un dito e gliela spalmò sul seno. “Queste sono le cose alla crema che piacciono a me. le disse prima di chinarsi su di lei. Lo squillo del telefono lo bloccò un attimo. “Rispondi, piccola.” le chiese ritornando all’attacco della crema. Annalisa borbottò qualcosa prendendo il cellulare sul comodino. “Andrea.” disse leggendo il display. Pigiò il tasto del vivavoce. “Sono le sette, Andrea, che vuoi?” chiese Annalisa con tono annoiato mentre si illanguidiva al tocco di Luigi. “Alle nove c’è una riunione con il capitano Ranieri.” “Sì, sì va bene…” disse con tono sbrigativo. “Guarda che Prosperi è ancora in trance per la tua performance.” Annalisa ridacchiò mentre Luigi passava all’altro seno. “Ci vediamo in caserma prima delle nove.” disse Annalisa chiudendo la comunicazione. “Che rompiscatole…” mormorò Annalisa posando il cellulare sul comodino. “Mmmmm” mormorò poi mentre Luigi finiva di toglierle la crema. “Potrei ricambiarti il favore.” disse Annalisa guardandogli tra le gambe. “No … lascia perdere…” “Perché no?” chiese stupita. Luigi scosse la testa. Annalisa non insisté, se non faceva piacere a lui … meglio lasciar perdere. Si chinò su di lui e lo baciò. “Facciamo prima colazione a letto e poi a tavola?” Luigi annuì sorridendo. “Mi piace come idea … sono sempre per le razioni doppie.” Andrea li vide arrivare poco dopo le otto ridendo come due ragazzini, Annalisa indossava ancora la mise della sera prima compresa di parrucca e lenti. Carlo uscì dalla cucina e si bloccò in mezzo al corridoio. “Certo che da te non me lo sarei aspettato –disse Carlo rivolto a Luigi- non hai nessun ritegno … Annalisa potrebbe scendere da un momento all’altro e tu ti fai trovare abbranchiato a questa nel corridoio.” Luigi rise e senza rispondergli baciò Annalisa facendole nel contempo scivolare giù la parrucca. Carlo cominciò a boccheggiare quando vide comparire i capelli rossi di Annalisa. “Chiudi la bocca, Carlo” gli disse Andrea mentre tutti quelli che si erano affacciati dalla cucina ridevano. Annalisa si avvicinò a Carlo e gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie” Tutti smisero di ridere guardandosi l’un l’altro cercando di capire il gesto di Annalisa. “Vado a mettermi la divisa.” disse ad Andrea. “Sarebbe l’ora” replicò lui con un sorriso. Si mise seduta sul letto per togliersi gli stivali. Sentì bussare, una chioma mora e una castana si affacciarono alla porta. “Entrate, dai” disse. Paola e Alessandra si richiusero la porta dietro. Alessandra era la più curiosa. “Allora ha funzionato?” “Sì, per quella che volevo io e anche per Created by eDocPrinter PDF Pro!! 160 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! qualcos’altro.” spiegò Annalisa togliendosi le lenti. “Eri uno schianto ieri sera _le disse Paola- ma perché hai baciato Luigi?” “Aveva capito chi ero e stava per rovinare lo scherzo.” Alessandra sorrise. “Mi sarebbe piaciuto vedere la faccia di Carlo” “Uno spettacolo” disse Paola. Annalisa sorrise.“Comunque stamani è stato l’unico che si è preoccupato dei miei sentimenti e ha affrontato Luigi.” “Talvolta Carlo ti spiazza … sembra strafottente e menefreghista e poi … ti sorprende con una sensibilità di cui non lo ritenevi capace.” disse Alessandra scambiando uno sguardo con Annalisa. “Io devo andare, ragazze. –disse Annalisa finendo di allacciare la giacca della divisa- tra mezz’ora arriva il capitano Ranieri, devo parlare prima con Andrea.” Paola la guardò sorridendo. “Tu fatti trovare a studiare, Paola, per favore … OK? la simulazione è andata bene, l’orale lo proviamo oggi pomeriggio.” Paola annuì mentre uscivano dalla camera. Luigi l’aspettava sul pianerottolo, appena la vide le lanciò uno sguardo dei suoi. Paola arrossì mentre gli diceva. “Ma non ti è bastata tutta la notte?” “Non so tu, ma io non ne ho mai abbastanza, vero piccola?” Annalisa gli sorrise ricambiando lo sguardo. Anche Alessandra arrossì. Loro due si guardarono e scoppiarono a ridere scendendo le scale. Alessandra e Paola rimasero allibite sul pianerottolo, si strinsero nelle spalle e rientrarono nell’alloggio di Andrea. Annalisa e Luigi cercarono di riprendere un certo contegno scendendo le scale. “Te l’avevo detto che arrossiscono tutti.” disse Annalisa. Quando entrarono nell’ufficio di Andrea erano seri e presenti. “Evitiamo di dire a Ranieri che state conducendo un’indagine senza il vostro comandante.” Annalisa gli sorrise. “Hai paura che scopra che in realtà tu non sei un bravo comandante ma sono i tuoi sottoposti che tirano avanti la carretta?” Andrea strinse le labbra in un sorrisetto ironico e le diede un pugno su una spalla. “Stupida…” “Ti abbiamo concesso solo un pomeriggio di libertà, non credo che sia un reato.” difese la loro scelta Luigi. “Già ma in questo pomeriggio è successo di tutto.” replicò Andrea. “Dai, ci ha dato una mano Capello … forse si è immaginato dov’eri …” cercò di consolarlo Luigi. “E’ l’unica cosa che mi ha tranquillizzato, Capello non vi avrebbe fatto compiere imprudenze. Anche se andare vestita a quel modo dal mago non mi è sembrata un’idea geniale…” Luigi incupì lo sguardo un attimo. “Invece lo è stata, quell’energumeno guardava me … e Dolmen ha potuto non ipnotizzare il sindaco, ti par poco?” replicò Annalisa. Andrea scosse la testa. Sentirono bussare alla porta e si misero sugli attenti. “Avanti” La chioma ormai bianca del maresciallo Capello sbucò dalla porta. “Il capitano Ranieri non c’è ancora?” Annalisa scosse la testa. “Bene, aveva visto giusto brigadiere … guardi che razza di delibere Fiorella avrebbe portato in consiglio comunale.” spiegò passando i fogli a Andrea. Li lesse velocemente passandoli man mano a Luigi che li leggeva insieme ad Annalisa. Andrea si passò le mani tra i capelli. “Stasera dobbiamo andare al consiglio comunale.” disse. “In borghese o in divisa?” chiese Luigi. “In borghese forse sarebbe meglio …” disse Capello. Andrea annuì. Annalisa lo guardò sorridendogli. “Mi rivesto da nipote del sindaco?” gli chiese. “Se Testa è d’accordo …” disse Andrea ma poi si pentì subito delle sue parole quando vide lo sguardo che si scambiarono. Andrea guardò da un’altra parte incrociando lo sguardo divertito di Capello. PUNTATA 112 Bordi annunciò l’arrivo del Capitano Ranieri, si scambiarono un occhiata d’intesa poi Capello uscì dall’ufficio nascondendosi in cucina. “Buongiorno, comodi.” disse Ranieri entrando. Andrea gli spiegò gli accadimenti del pomeriggio. L’uomo concordò con Andrea sulla necessità di partecipare al consiglio comunale di quella sera. “Qualcuno dovrebbe scortare il sindaco, senza dare nell’occhio.” disse poi. “Posso andare io –disse Annalisa- credono che sia la nipote del sindaco.” “Quella sarebbe un ottima copertura.” disse il capitano Ranieri. Luigi cercò di rimanere impassibile, mentre si impadroniva di lui una sensazione di impotenza, quando finalmente Ranieri lasciò l’ufficio, si rivolse ad Annalisa con sguardo truce. “Non potevi fare a meno di offrirti, vero? Non ci poteva andare qualcun altro?” Andrea era tornato ed era rimasto sulla porta guardando prima l’una poi l’altro. Avrebbe dovuto riprendere Luigi perché permetteva ai suoi sentimenti di prevalere sul lavoro ma sapeva bene che dovevano risolversela da soli. “Era la soluzione più logica, quelli credono che io sia la nipote del sindaco, non ci troveranno niente di strano se mi vedranno con lei.” “E’ pericoloso, quegli uomini non scherzano.” Annalisa si avvicinò a Luigi, aveva capito qual’era il problema. “Il nostro lavoro è ogni giorno pericoloso, bisogna solo cercare di prevenire e ridurre al massimo i rischi.” Luigi la guardò sconfitto, non aveva capito che era preoccupato perché l’amava, perché aveva paura di perderla? Annalisa fece Created by eDocPrinter PDF Pro!! 161 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! un altro passo verso di lui e gli passò le braccia intorno al torace. Lui rimase rigido poi con un sospiro lento le tirò su il volto per guardarla negli occhi. “Farai molta attenzione, vero?” Annalisa annuì senza staccare lo sguardo dal suo. Andrea fece sentire la sua presenza. Si voltarono verso di lui senza slacciarsi. Andrea scosse la testa poi disse. “Come ti vesti? Dobbiamo trovare un posto per il microfono, con quegli abiti attillati si vedrà.” “Si, ma quello è lo stile che conoscono.” replicò Luigi. Annalisa gli sorrise, poi socchiuse gli occhi come se cercasse di ricordarsi qualcosa. “Ma certo, l’amuleto.” esclamò poi. “Che amuleto?” chiese Andrea mentre Annalisa usciva dalla stanza di corsa. Luigi fece una smorfia. “Io e te dobbiamo parlare … dopo…” gli disse Andrea. Annalisa tornò con un ciondolo strano, lo stava girando da tutte le parti poi trovò qualcosa lo fece scattare e il ciondolo si aprì a libro mostrando un piccolo alloggiamento. “Me lo ha dato ieri sera il signor Matteo, contro l’ira dell’uomo di spade.” Luigi sorrise tra sé. “Qui dentro potremo mettere una cimice.” disse poi Annalisa. “Ma che cosa rappresenta?” chiese Sonia mentre sistema dentro all’amuleto la cimice. “L’amore che sconfigge ogni cosa.” disse la signora Bianchi che era ancora alloggiata in caserma. “Allora proprio l’amuleto che ci vuole per voi due.” disse Andrea ad Annalisa. “La tua è tutta invidia, Andrea.” replicò Annalisa. Capello li guardò sorridendo … erano proprio una bella squadra. Aveva avvisato Fiorella che Annalisa le sarebbe stata vicina tutto il giorno. Il sindaco aveva sollevato delle perplessità sul tipo di abbigliamento che Annalisa avrebbe indossato, le stesse che adesso stava provando lui vedendo come si era vestita, un paio di pantaloni neri talmente aderenti che sembravano una seconda pelle e un maglioncino fin troppo corto che lasciava scoperto l’ombellico e metteva in evidenza il seno. “Va nel mio ufficio, Annalisa e aspettami” le disse Andrea. “Comandi maresciallo.” rispose Annalisa allacciandosi il ciondolo nuovo. Luigi entrò nell’ufficio di Andrea e trovò Annalisa che guardava fuori dalla finestra. Quei vestiti mettevano in risalto il bel fisico di cui era dotata. Lei si voltò e quando si accorse che era lui un sorriso le illuminò il volto. “Aspettavo Andrea…”disse Annalisa. “Anch’io” rispose Luigi avvicinandosi e prendendola tra le braccia. “Ancora abiti osé?” chiese malizioso passandole un dito sul contorno dell’ombelico scoperto. Annalisa rispose con un sorriso. “Toccano a te le intercettazioni?” disse poi. “E’ meglio se mando qualcun altro?” “Se poi finisce come stanotte … vai.” Luigi catturò il suo sguardo. “Hai gradito?” “Dal primo istante che siamo entrati nell’appartamento a quando ne siamo usciti.” Luigi abbassò ancor di più la voce. “Anche quando abbiamo … contro la parete?” “Mmmmm, lì abbiamo perso entrambi il controllo … non è stato affatto male anzi…” Luigi guardò i pantaloni che indossava in quel momento e le disse. “Con questi però si faceva poco, ci vuole il cavafascioni per toglierteli.” Annalisa gli sorrise. “Non credere, si tolgono benissimo.” Luigi incupì lo sguardo e le disse. “Fa che rimangano su fino a stanotte.” “Scemo … chi vuoi che me li sfili?” Sentirono aprire la porta e si voltarono. “Annalisa, Capello ti sta aspettando.” disse Andrea. Annalisa annuì e uscì dopo aver carezzato un braccio a Luigi a cui Andrea indicò la sedia. Luigi sospirò, ogni volta che lo faceva sedere lì gli doveva fare una ramanzina. “Luigi, prima non ti ho detto niente, per non dare un vantaggio ad Annalisa, ma non puoi mettere i tuoi sentimenti davanti al lavoro.” Luigi annuì, sapeva che Andrea aveva ragione. “Annalisa non è una stupida, sa quello che fa e dopo ieri sera è in ballo e deve ballare.” Luigi lo guardò. “Lo so, tutto quello che dici è vero ma non posso farci nulla, io mi preoccupo per lei e tutto questo suo offrirsi mi angoscia.” Andrea gli mise una mano sulla spalla. “Purtroppo per te, ti sei innamorato della persona più altruista che io abbia mai conosciuto … io le devo la vita.” “Lo so, me l’ha detto.” Andrea gli sorrise un po’ sorpreso. “Ti sta raccontando il suo passato?” Luigi annuì. “Allora devi essere proprio speciale.” commentò Andrea. “Non so se te lo dovrei dire ma da quando lo so non sono più tranquillo come prima. Annalisa mi ha parlato di un nemico che vorrebbe distruggere la sua vita.” “Sì, questo lo sapevo anch’io, ma mi aveva detto di aver risolto il problema, evidentemente non era così.” “Tu sai chi è?” “Annalisa me ne ha parlato quando lavoravamo insieme, credo di averlo visto una volta.” disse Andrea senza scendere nel dettaglio. Luigi lo guardò frustrato. “Non posso dirti di più, Luigi, ho promesso, ma, se mai ce ne sarà bisogno, io sarò al vostro fianco per aiutare Annalisa.” Luigi gli sorrise. “Di questo non dubitavo.” “Vai tu a seguire la cimice di Annalisa o mando Prosperi?” “Vado io, meglio sentire in prima persona che rischiare le punzecchiature di Carlo.” “Saggia decisione.” disse Andrea ridendo. PUNTATA 113 Created by eDocPrinter PDF Pro!! 162 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Annalisa scortò tutto la mattina il sindaco, aiutandola a risistemare le delibere da riportare in consiglio comunale. “Sei una ragazza veramente in gamba, Lisa –le disse – fortunato l’uomo che ti sposerà.” Annalisa sorrise pensando alla faccia che stava facendo Luigi mentre ascoltava quelle parole. “Perché sorridi, Lisa?” chiese Fiorella. Annalisa indicò l’amuleto e poi le fece cenno che avrebbe spiegato dopo. Fiorella le sorrise complice. Man mano che si avvicinava l’ora del consiglio comunale il sindaco diventava sempre più nervosa. “Zia, ti andrebbe un the da Pippo?” Fiorella annuì mentre Annalisa sperava di incontrare là qualcuno della caserma. “Andiamo a piedi.” propose Fiorella. Annalisa sorrise, Capello e Luigi era già seduti ad un tavolino, il suo cuore perse un colpo, com’era bello con la giacca di renna e gli occhiali scuri… Si accomodarono ad un tavolo vicino. Jessica portò loro i the e, avvertita da Luigi, non fece commenti, salutando il sindaco. Pochi minuti dopo dall’angolo della piazza, comparve l’energumeno con un altro uomo più piccolo di statura ma tarchiato allo stesso modo. “Buonasera, signor sindaco… signorina” disse l’uomo più alto. “Volete accomodarvi?” chiese Annalisa dopo uno sguardo a Luigi. “Con piacere, lei è una visione piacevole …” Annalisa ebbe la sensazione di sentire il fremito di gelosia di Luigi. L’uomo più basso si dedicò invece a Fiorella. Annalisa teneva gli occhi ben aperti e il ciondolo a portata di bocca. “Questo è il ciondolo che ti ho regalato io?” chiese l’energumeno. “Sì, quello che mi ha dato il mago.” L’altro uomo si voltò verso di loro e chiese. “A che cosa serve?” “Per l’amore.” disse Annalisa con voce ad oca. Luigi si passò una mano tra i capelli. Annalisa continuò a fare la smorfiosa con l’energumeno tenendo d’occhio però l’uomo che stava parlando con Fiorella. “Stasera, avrò l’onore di averti accanto al consiglio comunale?” chiese l’energumeno ad Annalisa. “Certamente, è pubblico, vero zia?” “Sì, cara i ostri consigli sono sempre aperti al pubblica.” Annalisa rivolse un sorriso accattivante all’uomo. Luigi scambiò uno sguardo con Capello poi si alzò e andò dentro. Anche Annalisa si alzò dicendo che andava a pagare. L’uomo più tarchiato rispose che avrebbe offerto lui. “Grazie, ma devo andare in un posto dove non posso mandare nessuno.” replicò Annalisa sorridendo. Si diresse verso il bagno, non appena chiuse la porta dietro di sé due braccia potenti l’abbracciarono e due labbra appassionate catturarono le sue. “Luigi…” mormorò. “Non potevo aspettare un minuto di più.” “Stiamo peggiorando, abbiamo cominciato con un letto comodo, poi contro la parete ed ora in un bagno pubblico.” Luigi le mise le mani sotto il maglioncino carezzandole il seno. “Non credo che arriveremo a tanto, stavolta…” “Chi hai lasciato ad ascoltare la cimice?” Luigi ebbe un sussulto poi le guardò il collo e vide che il ciondolo non c’era. “Dove l’hai lasciato?” “Sulla sedia … ora devo andare, Luigi, o si insospettiranno.” Luigi annuì e con un ultimo bacio la lasciò andar via. “Hai perso l’amuleto,cara.” le disse Fiorella, tendendole il ciondolo. “Grazie, zia.” “Lisa, dobbiamo rientrare” “Sì, zia. Allora ci vediamo stasera?” rispose Annalisa rivolta all’energumeno. “Con immenso piacere.” <<Penso proprio di no…>> pensarono all’unisono Annalisa e Luigi. Poco prima dell’ora stabilita, Annalisa e Fiorella si recarono in comune. Trovarono Dolmen e l’energumeno che le stavano aspettando. Annalisa gli sorrise masticando la gomma. Dolmen la guardò preoccupato. Fiorella sorrise al mago mettendosi seduta. Il mago tirò fuori il pendolo per ipnotizzarla. “Avrei bisogno di una mano per spostare il tavolo della stanza del consiglio.” disse Annalisa. Il mago alzò gli occhi al cielo e le inviò un messaggio di avvertimento. Annalisa gli sorrise. “Se volete scusarci…” L’uomo la seguì mentre lei sentiva un pizzicorino alla base della nuca, segno di pericolo. “Venga da questa parte.” Si fece aiutare a spostare il tavolo in modo da chiudere una via di fuga. Tornarono chiacchierando nello studio del sindaco. “Ci vorrebbero spesso dei muscoli come questi…” disse poi a voce un po’ più alta. Fiorella era ancora seduta alla sua scrivania e Dolmen le agitava davanti il pendolo. “Zia, è l’ora, andiamo.” “Hai ragione, Lisa.” Entrarono nella sala del consiglio direttamente dallo studio. La sala era gremita, Annalisa riconobbe i suoi colleghi confusi tra la folla ma vicino ai sospettati. Il sindaco cominciò a leggere le varie delibere all’ordine del giorno poi arrivando a quella incriminata si fermò un istante, si schiarì la voce e cominciò a leggere … un mormorio si levò dalla sala “….delibera il mantenimento dell’area a sud del Lago come zona agricola.” Tre uomini si levarono in piedi cercando di raggiungere il tavolo ma vennero fermati da Andrea, Luigi ed Hanspeter. L’energumeno cercò di avventarsi sul mago, Annalisa gli saltò al collo e con le unghie lunghissime che si era fatta gliele conficcò in un occhio, l’uomo portò le mani al volto Annalisa gli infilò le unghie sulla spalle e premendogli un nervo sulla spalla le fece cadere sulle ginocchia, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 163 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! l’uomo spalancò le braccia per liberarsi di lei, Annalisa si sentì volare ma, prima di sbattere contro il muro, riuscì a mollargli un calcione tra le gambe. Prima di perdere i sensi lo vide accasciarsi al suolo. Nella sala era calato il silenzio. Fu Prosperi a romperlo con una delle sue battute. “A Testa, un ‘a fa arabbià perché de te un ce resta nulla…” Andrea lo fulminò con lo sguardo mentre Luigi si avvicinava ad Annalisa, ancora svenuta, che aveva già accanto Dolmen che mormorava tra sé “ Lo sapevo che era pericoloso … lo sapevo ….” “Andrà tutto bene, non si preoccupi, Annalisa è forte come una roccia.” Dolmen alzò gli occhi su di lui studiandolo. “Lasci che mi presenti –gli disse Luigi – io sono l’uomo di spade.” Dolmen sorrise “Finalmente ….” PUNTATA 114 Annalisa si svegliò sul lettino del pronto soccorso. Il dottor Carli la guardò. “Come va, brigadiere Dionigi?” “Mi sento come se mi fosse passato addosso uno schiacciasassi.” “Temo sia così, quell’uomo è molto più dello schiacciasassi, non so come le sia venuto in mente di affrontarlo … però lei l’ha steso.” “Ho avuto fortuna.” “Fuori c’è il suo collega, lo faccio entrare.” “Se è arrabbiato, no.” “Glielo chiederò…” Luigi comparve poco dopo nel vano della porta. “Come stai?” “Tutta a pezzi.” gli rispose. Luigi si avvicinò. “Sei arrabbiato?” Luigi scosse la testa. “No, non ci crederai ma mi sento orgoglioso.” Annalisa spalancò gli occhi ma li richiuse subito per il dolore. “Orgoglioso?” il tono era di pura meraviglia. “Sì, non ci crederai ma quando ti ho visto saltare addosso a quell’uomo, ho ammirato il tuo coraggio … o era incoscienza?” Annalisa sorrise. Il dottor Carli tornò con le radiografie. “Ha qualche costola incrinata e un leggera commozione cerebrale … vorrei che rimanesse qui stanotte.” disse cercando conforto in Luigi. “Non sarei in grado di andare da nessuna parte –replicò invece lei poi si rivolse a Luigi – mi dispiace per questa notte …” “Non avremmo potuto far niente comunque … ci sono gli interrogatori … in caserma c’è già il capitano Ranieri e il magistrato.” “Attento a te … hai detto che ti piacciono le rosse …” “Sì, ma solo quelle con il carattere impossibile e una spiccata propensione a cacciarsi nei guai.” Il dottor Carli la fece trasferire in una camera singola. “Perché qui?” chiese Annalisa. Luigi fece cenno al dottore che avrebbe spiegato lui. “Tra dieci minuti deve dormire.” disse uscendo. “Anche prima … mi sento la testa confusa. Allora, perché mi trovo in una camera a pagamento?” “Una forma di ringraziamento da parte del sindaco.” Annalisa annuì mentre si sforzava di tenere gli occhi aperti. Luigi le carezzò i capelli poi fissandola le disse. “Non ti hanno tolto le lenti a contatto, chiamo un’infermiera.” Una ragazza bionda entrò e Luigi spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Gioia!” “Brigadiere Testa” Annalisa la squadrò un po’ poi Luigi fece le presentazioni. “Gioia Capello, brigadiere Annalisa Dionigi.” Annalisa sentiva la testa sempre più confusa. “Come mai mi avete chiamato?” “Ha ancora indosso le lenti a contatto…” “Oh…” Gioia l’aiutò a tirarsi su e a levarsele. “Grazie. Va meglio anche la testa senza.” “Chiamami se avete ancora bisogno…” “Io devo andar via, Gioia, mi aspettano in caserma per gli interrogatori.” “E non c’è nessuno che può star qui stanotte?” Luigi scosse la testa. “Ci sto io, vai pure Testa.” Luigi annuì al maresciallo Capello che era comparso in camera, si avvicinò al letto le diede un bacio a fior di labbra ed uscì. Annalisa vide i due rimasti nella sua stanza diventare sempre più confusi, chiuse gli occhi e si addormentò. ”Non puoi rimanere qui, papà.” disse Gioia “è un reparto femminile.” “Se poteva rimanere Testa posso rimanere anch’io.” Gioia uscì dalla stanza borbottando. Capello si mise seduto su una poltrona e rimase a guardare quella ragazza così incosciente da affrontare un uomo grosso tre volte tanto lei. Aveva promesso a Fiorella e a Ferri che non l’avrebbe lasciata sola. Gioia tornò altre volte durante la notte, per svegliarla brevemente, l’ultima volta che entrò nella camera la trovò seduta sul letto. “Ma che cosa fa? Deve stare sdraiata…” la rimproverò. “Shht, vuole svegliare suo padre, perché è suo padre vero?” Gioia annuì guardando con affetto l’uomo che si era appisolato sulla poltrona. “Come si sente adesso?” le chiese poi Gioia. “Un pò meglio, ma riesco a malapena a respirare dal dolore al petto.” “Ha delle costole incrinate a normale …vuole un antidolorifico?” “No, grazie. Che ore sono?” “Sono le quattro e mezzo, sarebbe meglio che dormisse ancora un po’.” Annalisa sembrò pensare. “Mi passerebbe il cellulare?” Gioia la guardò sorridendo … poi prese il cellulare dal cassetto del comodino e glielo passò. La vide digitare con velocità un messaggio e inviarlo. “Lo rimetto a posto?” Annalisa scosse lentamente la testa. “Sto aspettando la risposta.” Gioia uscì pensando a chi poteva essere contento di essere svegliato nel cuore della notte, mentre chiudeva la porta sentì il suono di un messaggio in arrivo. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 164 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! <<Mi manchi anche tu … ho finito sto arrivando … avverti Carli o sfondo la porta.>> Annalisa sorrise e richiamò Gioia. “Sta arrivando il brigadiere Testa.” Gioia annuì. “Gli vado ad aprire.” “Infermiera Capello, dove sta andando?” chiese il dottor Carli. “Ad aprire al Brigadiere Testa, prima che sfondi la porta.” Il dottore sorrise. “Quei due mi faranno impazzire, vado io.” Gioia tornò in reparto mentre il dottore aspettò Luigi. “Cerchi di tenerla tranquilla” gli disse non appena lo vide. “Sono qui apposta.” disse Luigi seguendolo. Annalisa lo aspettava sveglia. “Questo è già un punto a suo sfavore … dovrebbe dormire …” gli disse il dottore. Luigi lo guardò poi gli disse. “Non si preoccupi dormirà.” Capello si svegliò. “Oh, scusatemi, mi sono appisolato.” “No, non si scusi –gli disse Luigi – piuttosto grazie di essere rimasto con lei, resto io adesso.” Luigi rimase in piedi fino a quando non furono soli poi si avvicinò al letto. “Hai sentito il dottor Carli, devi dormire.” “Aspettavo te.” Luigi le carezzò il volto che si stava coprendo di ematomi. Mise una mano in tasca e sorridendo tirò fuori il tubetto di pomata. “Guarda un po’ cosa ti ho portato” Annalisa gli prese una mano e lo attirò a sé. Luigi le spalmò la pomata poi si chinò e le sfiorò le labbra con le sue. “Il signor Matteo sta bene?” chiese. “Sì, grazie alle testimonianze della figlia e del tuo amico … se la caverà.” “Non è mio amico…” protestò Annalisa. Luigi sorrise e si mise seduto su una sedia vicino al letto. “Sei sempre troppo lontano.” “Devi dormire” le rammentò lui. “Non credo di essere in grado di fare nient’altro” replicò Annalisa sorridendogli. Luigi ricambiò il sorriso, si sfilò le scarpe e si sdraiò accanto a lei. Annalisa si accoccolò tra le sue braccia. Luigi le baciò la fronte. “Dormi adesso, piccola.” Lei mugolò qualcosa e poco dopo dormiva. La mattina dopo il dottor Carli durante il suo giro di visite li trovò così, abbracciati che dormivano. PUNTATA 115 Luigi sentì aprire la porta e aprì gli occhi. “Buongiorno” disse sottovoce cercando di slacciarsi dall’abbraccio di Annalisa che protestò mugolando e cercò ancora di abbracciarlo. “Piccola, c’è il dottore.” Gli occhi di Annalisa si spalancarono subito e si voltò verso la porta. “Che ci fa già qua?” protestò Annalisa. “Sono le otto, brigadiere. Lo so che lei ha bisogno di riposo …” Luigi fece per uscire ma il dottore lo fermò. “Non è necessario che esca.” Luigi si fermò in fondo al letto. “Vediamo come va, stamani.” Le guardò il fondo dell’occhio e le auscultò il cuore. “La commozione sembra rientrata e pensavo anche di trovare più lividi.” Annalisa gli indicò il tubetto sul comodino. Il dottore lo prese e sorrise. “Mia nonna sosteneva che facesse miracoli.” disse poi. “Anche la mia …. e aveva ragione.” Il dottore sorrise. Sentirono bussare “Avanti” disse il dottore. Andrea si affacciò. “Scusate, aspetto fuori” disse dando un’occhiata ad Annalisa per vedere come stava. Annalisa gli fece un sorriso rassicurante. “Quando posso andarmene?” chiese Annalisa. “Domani, brigadiere.” Annalisa sbuffò. “Voglio rivedere i risultati di queste analisi.” “C’è qualcosa non va?” chiese Luigi preoccupato. “No, ma dopo il colpo che ha preso, preferisco dimetterla quando sono sicuro che va tutto bene.” Luigi annuì e fulminò Annalisa che stava cercando di replicare. Il dottore uscì facendo entrare Andrea accompagnato da uno strano individuo. Annalisa sorrise ad Andrea poi, vedendo con chi era, il suo sorriso si allargò. “Signor Matteo!” esclamò. L’uomo si avvicinò al letto. “Sei una pazza incosciente, kaninchen” le disse mentre Andrea e Luigi uscivano nel corridoio. “Va tutto bene?” “Sì, grazie a te e ai tuoi colleghi … stanotte ho conosciuto il tuo uomo di spade.” Annalisa sorrise. “Gli ho dato un amuleto che gli dia la forza di sopportarti.” “Signor Matteo!” lo redarguì lei. “Credi che non ne abbia bisogno? Il tuo karma ti porta ad aiutare gli altri, lo sai, e a cacciarti nei guai.” Annalisa scosse la testa, non le era mai piaciuto sentirlo parlare così. “In compenso, ho visto la vostra aura diventare ancora più vivida quando siete insieme.” “Per favore ….” lo pregò Annalisa. “Come vuoi, ma non cambia la realtà delle cose … quell’uomo ti completa, è la tua metà.” “Hai incontrato tua figlia?” chiese cambiando discorso. “Sì, sta bene, è finito un incubo anche per lei.” “Credevo che Ethel fosse figlia unica.” “Anch’io.” rispose Dolmen. Annalisa lo guardò meravigliato. “Ho scoperto di avere un’altra figlia, solo dopo la morte di Ethel, mia moglie era incinta quando ci lasciò.” Annalisa gli mise una mano sul braccio in segno di conforto. “Sig. Dolmiani, dobbiamo andare, il capitano Ranieri sta venendo qua.” disse Andrea. “Qua? Da me?” Andrea annuì. “Sono un mostro …” “Sei bellissima.” la contraddisse Luigi. Dolmen e Andrea si scambiarono uno sguardo d’intesa mentre uscivano. Luigi si rimise le scarpe, l’aiutò a sdraiarsi e si mise seduto sulla poltrona. “E se facessi finta di dormire?” chiese sottovoce Annalisa. Luigi le gettò un’occhiataccia. Sentirono bussare alla porta, Luigi si alzò per aprire. “Brigadiere Testa, ci può lasciare soli?” chiese il capitano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 165 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Ranieri. “Comandi.” rispose Luigi uscendo. “Lo sa che rischia, vero, a farmi una ramanzina senza testimoni?” gli disse Annalisa. “Sì, il generale Burchi mi ha detto che il suo vocabolario è molto vasto in questo campo, ma non sono venuto per farle rapporto, credo che i colpi che ha preso le servano per capire che non è il caso di sottovalutare i rischi.” Annalisa sorrise. “Sono venuto perché mi sono giunte voci su dei rapporti un pò tesi che lei avrebbe con alcuni colleghi della stazione, tipo il brigadiere Testa, mi hanno parlato di litigi.” Annalisa lo guardò dritto in faccia. “Crede che se avessi dei rapporti tesi con il brigadiere Testa, sarebbe qui in ospedale a farmi compagnia?” “Lei conosce il maresciallo Ferri da prima che arrivasse a Città della Pieve.” “Sì. quando era ancora nei ROS” Il capitano Ranieri fece un passo verso il letto e la osservò un attimo come se la stesse valutando poi disse. “Scriverò nel mio rapporto che lei è un pericolo solo per se stessa ...” “Non è consolante, comunque grazie.” “Non lo faccio per lei, lo faccio per me, lei è un ottimo elemento, un pò troppo amante del rischio ma sempre in grado di risolvere situazioni delicate, come quella di ieri sera.” “Grazie lo stesso, capitano” “Devo andare, le faccio i miei auguri di una pronta guarigione.” Annalisa portò la mano alla fronte in segno di saluto. Il capitano uscì e Luigi lo scortò fino alla macchina poi tornò di corsa da Annalisa. La trovò seduta sul letto, con il volto pensieroso appoggiato tra le mani. “Piccola, che è successo?” Annalisa scosse la testa lentamente perché ancora le faceva male. “Il capitano è stato duro con te?” “No, non mi ha detto nulla per ieri sera . “ “E allora?” chiese Luigi preoccupato. “Ti ricordi quando è arrivato Capello ...” Luigi annuì. “Il capitano mi ha fatto lo stesso genere di discorsi ... qualcuno gli aveva riferito che io e te abbiamo litigato che i nostri rapporti erano tesi.” “Non molto aggiornato.” commentò Luigi. “O molto furbo.” replicò Annalisa. “Che cosa vuoi dire?” “Che sta cercando di farci uscire allo scoperto.” “Con Ranieri, perché credo che in caserma l’abbia capito anche Bordi come stanno le cose.” le disse Luigi carezzandole il volto. Annalisa appoggiò la testa sulla sua spalla mentre Luigi le carezzava dolcemente i capelli. La sentì sospirare, l’abbracciò più stretta cercando di non farle male. “Andrà tutto bene, piccola, te lo prometto.” mormorò Luigi vicino al suo orecchio. Annalisa alzò il volto verso di lui, come se cercasse conforto nei suoi occhi, Luigi chinò il voltò e la baciò. PUNTATA 116 “C’è qualcosa che non va, Luigi?” chiese Andrea vedendo lo sguardo perso dell’amico. “Sono preoccupato per Annalisa.” “Il dottor Carli ti ha detto che non sta bene?” “No, non è quello. Tu sai che cosa diceva Capello di Annalisa quando è tornato?” Andrea annuì. “Ma adesso che c’entra?” “Annalisa mi ha detto che Ranieri gli ha fatto gli stessi discorsi.” Andrea fermò la macchina in uno spiazzo. Erano di pattuglia insieme, Andrea stava facendo il turno di Annalisa. “Tu non c’eri?” “Mi ha chiesto di uscire … non credevo fosse un problema.” si scusò Luigi. “Non ti devi scusare, se Ranieri ti ha chiesto di uscire non potevi fare altrimenti.” Luigi guardò davanti a sé. “Che cosa sta succedendo, Andrea … perché tutte queste voci su Annalisa?” chiese poi. “Temo sia solo l’inizio, tra un po’ verrà fuori che era un poliziotto.” replicò Andrea sospirando. “E tu che farai?” “Niente, non credo che ci sia una pregiudiziale ad essere stato un poliziotto, in più si è dimessa lei…” “Per difendere te …” aggiunse Luigi. Andrea sospirò un attimo, mordendosi l’interno del labbro. “Bisognerebbe avvertire Annalisa …” disse poi Luigi. “Non c’è ne sarà bisogno, Luigi, sarà giunta alle nostre stesse conclusioni in metà tempo.” Si scambiarono uno sguardo d’intesa, scuotendo la testa. Annalisa era appoggiata a un paio di guanciali, guardando davanti a sé. “Davvero, Leo, se hai appuntamento con Ale, vai pure.” “Ho avuto ordini ben precisi di non lasciarti sola.” “Da Andrea?” “No, dal tuo brigadiere e non intendo sgarrare.” “Paura eh?” “Visto che è il doppio di me … io non ho il tuo coraggio.” “O la mia incoscienza, come dice Luigi” replicò Annalisa sorridendo. “Ale passa più tardi a trovarti, adesso è giù a fare un’ecografia.” Gli occhi di Annalisa si spalancarono. “Che cosa? E tu cosa ci fai qui? Vai immediatamente da Ale.” “Ma … Luigi…” balbettò Leo. “Ci penso io a Luigi, tu corri immediatamente, se non vuoi che mi alzi e venga a picchiarti.” Leo stese le braccia davanti a sé, come per difendersi. “Vado, vado.” disse poi uscendo. Annalisa si rilassò di nuovo contro i cuscini. Prese il cellulare e chiamò Luigi. Il brigadiere non fu contento di saperla sola ma capì. Si rivolse ad Andrea che si strinse nelle spalle. “Dai, che tra poco abbiamo finito il turno, vai tu.” Luigi annuì mentre la radio cominciò a gracchiare. “Vieni avanti, Bordi” disse Luigi. “Qui in caserma c’è il generale Burchi, vuol parlare con il maresciallo Ferri.” disse Bordi. Andrea prese la radio e rispose. “Stiamo rientrando, Bordi, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 166 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! fallo accomodare nel mio ufficio.” Luigi e Andrea si guardarono. “E ora che vuole questo?” chiese Andrea preoccupato pensando che il generale fosse venuto per Paola. Riportò la macchina in caserma cercando di guidare prudente mentre avrebbe voluto schiacciare il pedale dell’acceleratore. Il generale l’aspettava seduto nel suo ufficio, insieme a Vogel. “Grazie, maresciallo.” disse Andrea rivolto ad Hanspeter. Il ragazzo salutò e uscì. “E’ lei il maresciallo Ferri?” chiese in tono brusco senza dargli il tempo di dire nulla. “Sì.” “Sono qui per il brigadiere Dionigi. Mi hanno già raccontato la storiella del piccolo incidente, non me la propini anche lei.” Andrea contò mentalmente fino a dieci per non rispondere male ad un superiore. “Il brigadiere Dionigi è rimasto ferito nel tentativo di salvare la vita al sindaco di questa città. Se vuole la faccio accompagnare all’ospedale …” Il generale lo guardò, gli sembrava un po’ troppo giovane per comandare una stazione … ma, da quello che aveva capito, aveva il rispetto dei suoi uomini e non solo per il numero di stelle sulla divisa. “E’ grave?” chiese poi con tono preoccupato. “Ha qualche costola incrinata e una leggera commozione, ma stamani stava già meglio … dovrebbero dimetterla domani.” “Se non scappa prima…” aggiunse il generale. Andrea sorrise. “La faccio piantonare apposta.” replicò poi. Il generale sorrise per la prima volta da quando era entrato in quella caserma. “Vedo che la conosce bene anche lei.” gli disse. Andrea annuì. “Bordi, mi mandi il brigadiere Testa.” disse all’interfono. “E’ appena andato via con la moto.” “Lo chiamo al cellulare?” “No, lascia stare, grazie. La accompagnerò io.” disse poi rivolto al generale. L’uomo si alzò e lo guardò un attimo. “Ferri… -disse – sono sicuro che ho già sentito il suo nome.” “Lavoravo nei ROS prima di essere assegnato qui … ho lavorato anche con l’ispettrice Dionigi.” disse poi aspettando la reazione del generale. L’uomo spalancò gli occhi un attimo poi si ricompose. “Ecco dove l’avevo sentito … il processo …” Andrea annuì, ricordare quel momento della sua carriera gli bruciava ancora ma aveva capito che il generale era dalla parte di Annalisa e se c’era un complotto contro di lei, era meglio averlo come amico. “Venga –disse poi- andiamo all’ospedale.” Luigi non aveva atteso un attimo, appena arrivato in caserma, era salito in camera si era tolto la divisa…sapeva che il suo turno non era ancora finito ma non voleva lasciare Annalisa sola un minuto di più. Inforcò la moto e corse via. Gioia lo vide arrivare e gli sorrise. “Vai pure piano, non è sola.” “E chi c’è con lei?” “Una signora che la tua amica ha accolto con un sorriso.” Luigi salì in reparto curioso, chi sarà mai questa donna. La donna seduta sulla sedia accanto al letto stava chiedendo ad Annalisa. “Riuscirò a conoscere il tuo Luigi?” Annalisa guardò l’ora sul cellulare poi rispose. “Finisce il turno tra cinque minuti, poi dovrebbe arrivare.” La porta si aprì lentamente e sul volto di Annalisa comparve un sorriso radioso. La donna si voltò verso la porta per vedere il destinatario di tale sorriso. Un bel ragazzo dai capelli neri e gli occhi scuri, vestito con giacca di renna, maglietta nera e jeans neri che ricambiava il sorriso. “Ah, adesso capisco!”disse la donna. Annalisa le sorrise facendo cenno a Luigi di entrare. “Luigi, questa è Elvira.” disse poi quando fu vicino. Luigi strinse la mano che gli veniva tesa. “Ho sentito parlare molto di lei.” gli disse Elvira sorridendo ad Annalisa. “Spero bene.” “Oh, si molto bene …” replicò Elvira strizzando l’occhio ad Annalisa. Luigi sorrise ad Annalisa carezzandole una mano. PUNTATA 117 Luigi era seduto nella poltrona e guardava Annalisa che dormiva, era ormai notte, avrebbe dovuto dormire un po’ anche lui, ma gli avvenimenti della giornata avevano avuto un brutto effetto sul suo umore, e il fatto di non essere riuscito a restare solo un attimo con Annalisa per rubarle almeno un bacio non aveva contribuito a migliorare la situazione. Aveva cominciato poco dopo aver conosciuto la misteriosa Elvira della telefonata di qualche mese prima, discutendo con Annalisa perché aveva mandato via Leo. “Aveva un ecografia di suo figlio da andare a vedere.” e lui ancora una volta all’accenno di un figlio aveva avuto una fitta al cuore, l’aveva fissata negli occhi e le aveva visto passare come ombra sul volto. Elvira doveva aver capito qualcosa perché aveva abilmente cambiato discorso. Poi era arrivato Andrea con il generale Burchi e aveva scoperto che era il marito di Elvira e che era venuto per Annalisa e non per Paola, aveva provato la stessa paura che aveva attanagliato poche ore prima Andrea. L’uomo l’aveva squadrato come se dovesse sottoporlo a un processo, non era sicuro di essere stato assolto dall’accusa di aver messo a repentaglio la vita di Annalisa … sorrise tra sé … proprio lui che cercava sempre di proteggerla … Elvira gli aveva detto qualcosa sottovoce e dopo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 167 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! il suo atteggiamento era cambiato, Annalisa aveva guardato tutto il tempo il generale con lo sguardo torvo come per dirgli <<che sei venuto a fare>>. Dulcis in fundo era dovuto andare con Alessandra e Paola a sistemare l’appartamento di Annalisa per ospitare il generale e la moglie. Le due ragazze avevano parlato tutto il tempo dell’ecografia che aveva fatto Ale, poi quando avevano scoperto i petali nel letto, avevano cominciato a sghignazzare dopo essere arrossite come al solito. “E’ tutta invidia la vostra.” aveva detto loro dopo un po’. Avevano ripulito ogni traccia della notte che lui e Annalisa avevano trascorso lì, e gli era dispiaciuto, quando ebbero pulito sembra l’appartamento di nessuno… voleva una casa tutta sua, da poter dividere solo con Annalisa, dove il suo profumo potesse continuare ad aleggiare anche dopo. Paola lo aveva visto assorto e gli aveva chiesto scusa, sapeva che parlare davanti a lui di pance che crescevano non era stato carino ma Ale era così entusiasta di aver saputo che era un maschietto che non era riuscita a bloccarla. Lui aveva scosso la testa, non voleva far sentire in colpa due ragazze che avevano tutti i diritti di essere felici di aspettare un bambino. Finito tutto aveva riaccompagnato le ragazze in caserma, era tornato all’ospedale aveva accompagnato il generale e la moglie all’appartamento e poi a cena in caserma, quando era riuscito a tornare in ospedale Annalisa dormiva già. Gioia gli aveva detto che l’aveva aspettato a lungo sveglia finché il dottore di turno non le aveva dato un sonnifero per farla dormire. Andrea aveva invitato il generale a cena fuori, non voleva mettere in imbarazzo i suoi uomini che durante la cena si rilassavano, scherzando e motteggiandosi. Paola restò un attimo perplessa quando Andrea le disse di prepararsi per uscire con loro. “Ma è il responsabile della scuola!” “Appunto, solo per educazione devi venire.” replicò Andrea un po’ seccato. Paola storse un attimo la bocca, poi andò a prepararsi. Andrea li portò da Gemma, non sarà stato un ristorante di lusso, ma era pulito e Gemma non faceva caso a una divisa da carabiniere, visto che il generale la indossava ancora. “Buonasera, maresciallo, venga … le ho lasciato un tavolo tranquillo.” disse loro non appena li vide. Elvira sorrise a Paola che vedeva particolarmente tesa. “Di quanti mesi sei, adesso?” le chiese dolcemente. “Ho finito il terzo …” rispose mentre il viso le si illuminava per un sorriso. “Sai già il sesso?” Paola scosse la testa. “Spero che si riesca a vedere nella prossima ecografia, ma è un po’ dispettoso appena sente passare il lettore, si volta e mostra la schiena.” Elvira le sorrise di nuovo mentre si mettevano seduti. Il generale si era seduto rigido, sulla sedia, come se fossero in caserma. Elvira glielo fece notare dolcemente. “Non siamo venuti per mangiare, siamo venuti per Annalisa.” rispose il generale. “E abbiamo visto che sta bene, e soprattutto che le vogliono bene….” replicò sempre con tono di voce dolce Elvira. Andrea guardò il generale dritto negli occhi. “Credo che dovremo parlarci con franchezza, lei non è qui solo perché il brigadiere Dionigi è rimasto ferito, vero?” Il generale ricambiò lo sguardo di Andrea. “No, - disse tirando fuori una busta – questa è l’ultima che ho ricevuto … ma dicono tutte la stessa cosa … Annalisa, qui a Città della Pieve, è in pericolo.” disse tendendo la busta ad Andrea. Lui la prese e tirò fuori il foglio. <<In quella caserma, la tua pupilla è in pericolo … , non vogliono un ex poliziotto.>> lo ripiegò e tese di nuovo la busta al generale. “Non so cosa dire … io ho sempre saputo chi fosse … ho lavorato con lei quando era in polizia … non l’ho detto a nessuno … tranne che al brigadiere Testa ma di lui mi fido come di me stesso.” rispose pensoso Andrea. “Il brigadiere Testa è …” cominciò a dire il generale. “Dai su, -lo interruppe Elvira – non è poi così terribile da dire, è l’uomo di cui si è innamorata Annalisa, finalmente.” aggiunse poi. Il generale la guardò con indulgenza. “Ma che intenzioni ha, che tipo è…” cominciò a dire. Andrea abbassò lo sguardo e stirò la bocca in una smorfia, pensando “Povero Luigi…” Elvira incontrò il suo sguardo e scoppiò a ridere. Il generale la fulminò con lo sguardo ma la donna continuò imperterrita a ridere. “Non sei suo padre, Vittorio, e Annalisa è abbastanza grande per sbagliare da sola.” L’uomo guardò di nuovo la moglie stavolta con affetto. “E’ la cosa più vicina a un figlio che abbiamo mai avuto…” disse poi verso di lei. Elvira gli carezzò una mano. “Lo so ma i figli vanno lasciati andare ad un certo punto.” Paola sorrise comprensiva a quell’uomo che conosceva solo per l’aspetto burbero che teneva alla scuola e che scopriva invece così dolce. Andrea gli sorrise. “Vogliamo tutti bene ad Annalisa, il brigadiere Testa darebbe la sua vita per non farle correre pericoli inutili ma, come ben sa se conosce Annalisa, ciò è impossibile … “ Il generale annuì, lo sapeva bene erano vent’anni che ci provava con scarsissimi risultati, era riuscito a tenerla per un anno e mezzo alla scuola poi l’aveva dovuta lasciar andare. Il cellulare di Andrea squillò. “Scusate.” disse allontanandosi un attimo dal Created by eDocPrinter PDF Pro!! 168 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! tavolo. Lo videro parlare concitatamente poi chiuse la comunicazione e tornò al tavolo. “Problemi di lavoro – disse – Paola riaccompagna poi il generale all’appartamento. Queste sono le chiavi della macchina …” “E tu?” “Mi passa a prendere Leo. Scusate di nuovo.” disse allontanandosi. Appena fuori chiamò di nuovo al cellulare. “Luigi, che sta succedendo? Sto arrivando!” PUNTATA 118 Luigi passeggiava nervosamente lungo il corridoio quando arrivò Andrea. “Che cosa è successo?” chiese. “Non saprei, quando sono arrivato dormiva già, Gioia mi ha detto che le avevano dato qualcosa per dormire.” Andrea spalancò gli occhi per la sorpresa. “Dopo un po’ che ero lì, ha cominciato a tremare tutta, a roteare gli occhi … ho chiamato Gioia che ha immediatamente chiamato un medico e mi hanno sbattuto fuori. sono qui da più di un’ora.” “Perché non mi hai chiamato prima?” “Credevo tu fossi con Paola … da solo.” “No, ho portato il generale a cena da Gemma. Vieni a prendere qualcosa alla macchinetta, dai.” “No, voglio aspettare qui.” disse Luigi appoggiandosi al muro davanti alla camera. Andrea non sapeva che fare per aiutarlo, aveva il viso sfatto dalla preoccupazione e gli occhi pieni di lacrime… “Che faccio se…” cominciò a dire. Andrea gli mise un braccio sulla spalla. “Non pensarlo nemmeno … Annalisa è una che non molla, mai e adesso ha un motivo in più per lottare, tu…” gli disse cercando di consolarlo. Non sapeva quanto tempo erano stati lì fuori cercando di farsi coraggio l’un l’altro quando finalmente la porta si aprì. Gioia uscì sorridendo appena. “Puoi entrare adesso, Luigi, ma non farla stancare troppo.” Luigi si precipitò al capezzale del letto, Annalisa indossava la maschera per l’ossigeno e aveva una flebo infilata nel braccio. Vide che cercava di dire qualcosa mentre il medico le diceva di stare calma. “Forse se le lascia dire cosa vuole dopo si calma” disse Luigi avvicinando l’orecchio alla bocca di Annalisa scostando leggermente la maschera. La voce di Annalisa era poco più di un sussurro ma lui capì lo stesso, le risistemò la mascherina e affrontò il medico. “Annalisa dice che deve smettere di accusare Gioia per quello che le è successo …perché lei ha cercato di impedire che le venisse dato quel farmaco ma che è stata insultata da quel medico.” Il dottore si voltò verso Gioia. “E’ vero?” “Mette in dubbio la parola di un carabiniere?” intervenne Andrea. L’uomo abbassò lo sguardo. “Scusa, Gioia.” disse. “Lasciamo perdere, Paul.” replicò Gioia incassando le spalle e allontanandosi. Paul la guardò andar via scuotendo la testa. “Sono un idiota.” disse con uno spiccato accento inglese. “Presuppongo di sì.” replicò Luigi. Paul si voltò verso di lui squadrandolo. “Valle dietro, sbrigati.” gli disse indicando Gioia che stava entrando nella stanza delle infermiere. Andrea lo guardò con fare interrogativo. “E’ suo marito … ma se fa così dura poco.” rispose Luigi. Andrea annuì. “Torna pure da Paola, Andrea, scusa se ti ho disturbato e grazie di essere venuto.” Andrea gli strinse la mano poi si avvicinò al letto e disse ad Annalisa “Non ci far più prendere spaventi del genere, ok?” Annalisa annuì appena sorridendogli. Luigi portò la poltrona vicino al letto, si mise seduto e le prese una mano. “Che incubo.” le disse carezzandole il volto. “Adesso però cerca di dormire … domani dovremo affrontare il generale, Carli e chissà chi altri.” Annalisa gli sorrise stringendogli la mano. “Sì, lo so che sarai vicino a me.” le disse baciandole la guancia. “Dormi adesso, piccola.” Annalisa prese la sua mano e se la portò alla guancia appoggiandocisi sopra. Luigi sorrise e si sistemò in modo da riuscire a riposare anche lui lasciandole la mano. “Gioia, wait.” chiamò Paul. “Cosa vuoi? Se devi insultarmi di nuovo davanti a qualche paziente ….” Paul le mise un dito sulle labbra. “Sono stato un idiota, forse sono stato preso dal senso di responsabilità …è la prima volta che sono responsabile di un reparto e rischiare la morte di un paziente per una leggerezza commessa da un altro mi ha fatto perdere la ragione … scusami se ho inveito contro di te … se ti ho accusato ingiustamente…” Gioia lo guardò dritto negli occhi, era sincero, era veramente dispiaciuto ma lui non sapeva che fantasmi aveva scatenato con quelle accuse. “Honey, please.” disse ancora Paul. Gioia si avvicinò e gli fece una carezza. Paul l’abbracciò. “Scusami, honey, scusami.” Gioia alzò il volto verso di lui che ne approfittò per baciarla con passione e spingerla dentro un ambulatorio vuoto. “Paul!” esclamò mentre lui le carezzava il corpo sopra il camice e poi insinuando le mani sotto. “Paul, ma sei impazzito?” chiese ancora lei mentre sentiva le mani di suo marito cercare di sbottonarle il camice mentre con la bocca tracciava sentieri umidi dall’orecchio verso il collo per poi catturarle le labbra. Le sue proteste si trasformarono in mormorii di piacere non appena lui riuscì ad appoggiare le mani sul suo seno. Continuò a baciarla, mordicchiandole la bocca per poi approfondire il bacio. Il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 169 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! suono del cercapersone li fece staccare … Gioia guardò subito che numero di stanza li stesse chiamando, emettendo un sospiro di sollievo quando si accorse che non era la camera del brigadiere Dionigi. Paul l’aiutò a risistemarsi il camice e la cuffietta. Le diede di nuovo un bacio lieve sulle labbra e la fece uscire per prima. Mise la mano sulla maniglia poi si voltò a guardare il piccolo ambulatorio dove stava per far l’amore con Gioia, d’accordo che era sua moglie ma … doveva essere l’aria dell’Italia, a Londra non gli sarebbe mai venuto in mente … sorrise tra sé pensando a cosa si era perso fino a quel momento … doveva smettere di essere così rigido … aveva appena trent’anni e una moglie bellissima e innamorata … non poteva rischiare di perderla per la sua stupidità. PUNTATA 119 Paola camminava su e giù nel piccolo soggiorno dell’alloggio di Andrea, era arrabbiata … Andrea le aveva mentito, non era vero che doveva andar via per lavoro, l’aveva lasciata al ristorante con il generale e sua moglie, lei si era trovata un attimo in imbarazzo…per fortuna che la signora Burchi era una donna gentile e alla mano. Quando era rientrata aveva scoperto che Andrea non era uscito con Leo, perché l’amico era uscito con Alessandra a festeggiare. Non le importava a che ora sarebbe arrivato … aveva intenzione di aspettarlo sveglia e per non correre il rischio di addormentarsi stava passeggiando su e giù. Sentì aprire la porta piano e si piantò in mezzo alla stanza con i pugni appoggiati sui fianchi. Andrea sospirò no appena la vide. Aveva sperato che Paola dormisse ma evidentemente quella non era la sua giornata “Sei ancora sveglia, tesoro?” “Non è con le belle che riuscirai a farti perdonare. Dove sei stato stasera? Se non ne potevi più di quella serata bastava che rientrassimo tutti…” Paola era furiosa. “E soprattutto chi era al telefono?” Andrea si passò una mano sulla fronte … stanco e spossato. “Era Luigi.” La vide impallidire. “Annalisa…” “Sì, c’è stato un piccolo problema e non ho voluto lasciare Luigi da solo in un corridoio d’ospedale.” Paola si avvicinò. “E adesso come sta?” “Meglio, adesso. Luigi è di nuovo in stanza con lei. Mi dispiace non averti detto nulla e averti lasciato con Burchi ma non volevo che pensasse davvero che non siamo in grado di proteggerla … soprattutto Luigi.” Paola continuò a guardarlo con occhio torvo. “Ultimamente tu sei un po’ troppo poco attento come innamorato … non mi sono mica dimenticata di come guardavi Annalisa in versione sexy …l’altra mattina in cucina.” Andrea sorrise … si aspettava che prima o poi Paola glielo avrebbe rinfacciato… “A mia discolpa, posso solo dire che non ero il solo … a parte Luigi” Paola lo guardò dritto negli occhi. “Credi che sia una scusa accettabile?” “No, ma non puoi chiudermi gli occhi … come io non posso farlo a te … anche se mi piacerebbe … “ Paola sorrise, in quanto a gelosia non li batteva nessuno … “Non posso chiudere gli occhi quando vedo una bella ragazza, ma questo non cambia affatto i sentimenti che provo per te.” per una volta Andrea lasciò perdere di accennare al bambino. Si avvicinò a lei e la carezzò. “Io amo solo te, Paola … “ Paola lo guardò con un pizzico di scetticismo. “Posso avere una prova tangibile di questo amore?” chiese poi sorridendogli. Andrea sorrise la prese tra le braccia cominciò a baciarle gli occhi e poi le guance e infine la bocca, prima sfiorandole le labbra poi schiudendole per insinuare al lingua tra i suoi denti e incontrare quella di Paola. Paola gli passò le braccia dietro il collo per abbracciarlo più stretto e intensificando il bacio. Le loro lingue si intrecciarono imitando i movimenti di un amplesso. Andrea la prese in braccio e la lasciò cadere sul letto. Si spogliò per primo e vide gli occhi di Paola illuminarsi a quella vista. Si chinò su di lei e ricominciò a baciarla tracciando sentieri di piccoli baci mentre le toglieva gli abiti. “Sei bellissima, tesoro, la più bella di tutte” le disse tra un bacio e l’altro. Paola si illanguidì sotto le sue mani che le carezzavano tutto il corpo seguite dalle sue labbra. Andrea prese tra le labbra un seno, seguì il contorno dell’areola con la punta della lingua e sentì il capezzolo inturgidirsi tra le sue labbra, le chiuse assaporandolo. Paola reclinò la testa indietro cercando di trattenere tutte quelle sensazioni. Andrea cominciò a strofinarsi contro di lei, lentamente come se fosse un adolescente ai primi approcci … Paola rise mentre Andrea si insinuava tra le sue gambe e cominciava ad entrare in lei lentamente. I movimenti si fecero sempre più rapidi, Andrea sentì Paola stringerlo convulsamente mentre raggiungeva il piacere, con un un’ultima spinta si unì a lei sul culmine. Le scostò le ciocche di capelli dalla fronte e la baciò dolcemente. Si sdraiò al suo fianco tenendola tra le braccia. “Era una prova abbastanza tangibile?” le sussurrò in un orecchio. “Mmmh, non male …” rispose Paola. Andrea le baciò il lobo dell’orecchio. “Ne vuoi ancora?” mormorò. Paola si voltò nel suo abbraccio incontrando la sua bocca avida. “Mi sembri stanco …” gli disse quando riuscì a Created by eDocPrinter PDF Pro!! 170 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! staccarsi da lui. “Non sono mai stanco quando si tratta di te…” rispose Andrea reprimendo uno sbadiglio. Paola gli sorrise e lo baciò dolcemente. “Abbracciami e dormiamo …” gli disse. “Sei ancora arrabbiata con me?” chiese Andrea facendola aderire al suo corpo e scendendo con le braccia a cingerle i fianchi. “No, Andrea … io no ma forse tuo figlio sì … non gli hai fatto nemmeno una carezza, stasera.” Le mani di Andrea si spostarono sul suo ventre carezzandolo dolcemente. “Hai ragione, cucciolo, ma papà era troppo impegnato con la mamma che è ogni giorno più bella.” disse baciandole la nuca. Paola si accoccolò contro di lui che continuava a muovere lentamente le mani sul suo ventre poi le fece scendere più giù e le carezzò l’interno delle cosce risalendo verso il centro della sua femminilità. Paola ebbe un sussulto, le carezze continuavano lente e ritmiche, lei cominciò a seguire quel ritmo che la stava conducendo di nuovo verso l’apice del piacere … dopo un piccolo grido Paola si rilasciò contro di lui … “Andrea…” mormorò con la voce ancora impastata dall’appagamento. “Shht, adesso dormiamo.” le disse Andrea tornando a carezzare la pancia. “Ma tu …” “Io sto benissimo …ho le cose più preziose tra le mie braccia cosa posso desiderare di più?” Paola si appoggiò con la testa sul suo braccio e cullata dalle carezze di Andrea scivolò nel sonno. Andrea rimase sveglio a pensare agli avvenimenti di quella giornata … l’indomani sarebbe dovuto andare a parlare con il dottor Carli … come poteva succedere una cosa del genere? Se Luigi non fosse stato lì con lei che cosa sarebbe potuto succedere? Rabbrividì al pensiero. E tutti quei discorsi su di lei non facevano presagire nulla di buono … aveva cercato di tranquillizzare Luigi ma l’amico aveva ragione e la presenza del generale Burchi non era un buon segno. Accompagnato da questi pensieri poco consolanti si addormentò anche lui. PUNTATA 120 Il dottor Carli divenne una belva quando seppe cosa era successo, mentre il dottor Paul Tyne gli spiegava l’accaduto si voltò verso Gioia. “Fuori il nome.” “Il dottor Goretti” Il dottor Carli alzò gli occhi al cielo e cominciò le visite dalla stanza di Annalisa. Li trovò ancora addormentati. Lei su un fianco rivolta verso la poltrona dove dormiva lui che le teneva una mano sotto la guancia e una sulla vita. Il respiro di Annalisa era regolare, il dottor Carli tirò un sospiro di sollievo prima di svegliarli. Un trambusto in corridoio li fece sobbalzare. “Piccola, è arrivato Andrea.” disse Luigi sorridendo. Annalisa sorrise a lui e si strofinò contro la sua mano prendendosi una carezza. Andrea entrò nella camera inseguito da un infermiera inferocita. “La smetta –disse Andreavoglio parlare con il dottor Carli.” “Maresciallo Ferri, sono qui.” L’infermiera si fermò subito. “Vada pure, infermiera Micheli, ci penso io:” Andrea lo guardò furibondo, Luigi non gli aveva più visto quello sguardo da quando gli aveva fatto rapporto dopo il ferimento di Paola. “Non mi dica niente, maresciallo, sono furibondo quanto lei, ho già aperto un’inchiesta interna.” Annalisa si tolse la maschera dell’ossigeno. “Gioia non c’entra –disse- ha anche cercato di fermare quel dottore.” “Si rimetta l’ossigeno” le ordinò Carli. Annalisa si mise seduta sul letto. “Non ne ho più bisogno –disse- e visto che è con la mia vita che hanno giocato non intendo …” Luigi le mise una mano sulla bocca. “Sht … lascia parlare Andrea.” le sussurrò. Annalisa lo fulminò con lo sguardo ma restò in silenzio. “Voglio il nome di questo dottore e lo voglio interrogare personalmente” disse Andrea con tono duro. “Maresciallo, è un’indagine interna …” tentò di dire Carli. “Come vuole. Brigadiere Dionigi intende sporgere denuncia contro il medico che le ha praticato l’iniezione?” chiese rivolto ad Annalisa. “Sicuro … mi piacerebbe sapere perché ha cercato di farmi fuori.” replicò Annalisa. Carli sospirò. “Ha vinto lei, maresciallo, mi segua, non appena ho finito di visitare il suo uomo.” Andrea e Luigi si misero sulla porta mentre il dottore visitava Annalisa. Andrea abbassò lo sguardo mentre il dottore spogliava Annalisa. “Considerato tutto, sta bene, brigadiere, ma come può ben comprendere non posso ancora dimetterla.” Annalisa sbuffò. “Ha ragione, ma devo ancora valutare gli strascichi di quel che è successo stanotte.” Annalisa annuì sorridendo. “Maresciallo Ferri, venga con me.” disse il dottor Carli uscendo. Annalisa gli sorrise e Andrea addolcì lo sguardo ricambiando il sorriso. Luigi si avvicinò al letto e la baciò dolcemente. “Mi dispiace non averti protetto stanotte” “Non potevi fare altrimenti, Luigi … lo sapevo che il generale veniva a far danni…” lo consolò cercando di alzarsi. “Dammi una mano … volevo andare a fare una doccia.” “Ce la fai a stare in piedi?” Annalisa scivolò lungo il suo corpo e si fermò contro di lui. Luigi catturò la sua bocca per un bacio che li lasciò senza fiato. “Se mi baci così, non so se ce la faccio a stare in piedi.” gli disse maliziosa. “Posso sempre chiudere a chiave.” replicò Luigi fissandola. Annalisa sorrise. “Davvero?” “Non mi tentare, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 171 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! piccola, stanotte stavi per morire, non credo che tu possa ….” “Non mi sfidare, bel fusto … potresti rimanere sorpreso…” Luigi scese di nuovo sulla sua bocca con avidità. “Mi farai morire, piccola, se non di preoccupazione, di desiderio.” le disse dopo essersi staccato da lei. “Vieni” disse poi prendendola tra le braccia e adagiandola di nuovo sul letto. “Luigi, che idee hai?” “Sht “ disse mentre chiudeva la porta a chiave. Tornò verso il letto sfilandosi la maglietta … Annalisa si passò la lingua sulle labbra che sentiva secche come la sua gola, la vista del suo torace aveva sempre un effetto eccitante su di lei. Arrivato al bordo del letto si sfilò i pantaloni e si sdraiò accanto a lei. Annalisa gli carezzò il torace seguendo il contorno dei capezzoli con un dito. Luigi infilò una mano sotto la sua maglietta e le carezzò l’ombelico poi salì su fino ad incontrare il seno nudo, le sollevò la maglietta e cercò il seno con la bocca. “Luigi” mormorò Annalisa alzando le braccia per farsi sfilar la maglietta. Luigi affondò il volto tra i suoi seni mentre lei scendeva con le mani verso i boxer e carezzandogli le natiche glieli faceva scivolare giù … continuò a carezzargli la pelle nuda e poi fece scivolare le mani tra di loro carezzando la sua eccitazione. Luigi sussultò mentre Annalisa continuava a carezzarlo lentamente. “Piccola…” mormorò Luigi trattenendo il respiro ad ogni tocco. “Qualcosa non va?” gli mormorò in un orecchio. “Sei una strega…” disse ormai al limite con voce roca. Scese anche lui con le mani e la carezzò cercando di portarla al suo livello di eccitazione poi le sfilò le mutandine e sdraiandosi sulla schiena se la tirò addosso. “Adesso sorprendimi …” le disse. Annalisa lo accolse dentro di sé. Si mosse lentamente carezzandogli il torace e scendendo sulla sua bocca a baciarlo con piccoli baci leggeri, gli passò le mani tra i capelli poi cominciò ad intensificare il ritmo … il respiro di Luigi si fece più frequente … Annalisa si trovò a un passo dal culmine … incontrò lo sguardo di Luigi e s’accorse che era anche lui vicino … continuando a fissarsi negli occhi raggiunsero l’apice del piacere insieme. Luigi la baciò mentre lei si rilasciava sul suo corpo. “Sei incredibile, piccola, e io sono un idiota … sei stata malissimo stanotte e io invece di farti riposare…” “Mi hai fatto stare divinamente…” concluse lei dandogli un bacio. “Lo sai che il posto che preferisco sono le tue braccia …” “Mi sento in colpa, lo stesso.” replicò Luigi tenendola abbracciata. “Chi vuoi che lo venga a sapere?” disse Annalisa. “Andrea … non appena ci vedrà…” “A lui non deve importare della nostra vita sessuale … deve solo importargli che quando siamo in servizio siamo professionali.” replicò Annalisa. Luigi le carezzò i capelli. “Come ho fatto senza di te finora?” Annalisa fece un sorrisino poi gli disse. “Senza.” Luigi l’abbracciò più stretta e le baciò e mordicchiò il collo. “Pietà…pietà …” disse Annalisa prima che entrambi scoppiassero a ridere. “Volevi fare la doccia, tesoro?” Lei annuì. “Dai allora, prima che torni Carli o Andrea” le disse aiutandola a scendere dal letto. Ammirò il suo corpo nudo. “Sei bellissima” le disse. “Anche tu non sei male … anche con la barba lunga.” rispose Annalisa carezzandogli il volto … “Va a fare la doccia … prima che sia troppo tardi …. “ la minacciò Luigi cercando i boxer tra le lenzuola arrotolate. Li indossò insieme ai pantaloni. “Hai lasciato scoperta la parte più pericolosa.” “Va a fare la doccia” le disse sospingendola con una pacca sul sedere. Annalisa gli fece la linguaccia ed entrò in bagno. PUNTATA 121 Andrea stava parlando con il dottor Carli, era ancora arrabbiato. Il dottor Goretti non era ancora stato rintracciato e lui stava perdendo la pazienza. “Maresciallo, il dottor Goretti è di turno tra un paio d’ore. Ho provato a cercarlo sul cercapersone ma evidentemente non lo ha con sé.” Lo sguardo di Andrea era ancora dura, aveva lasciato la caserma in consegna a Hanspeter e non aveva nessuna intenzione di tornare là senza aver prima parlato con questo dottore. Il cercapersone di Gioia suonò, lei guardò il numero poi guardò Andrea. “E’ la stanza del brigadiere…” non finì nemmeno la frase, Andrea si era già precipitato fuori e correva verso la stanza di Annalisa. Maledizione, ma dov’era Luigi? si chiese mentre apriva la porta. Quando vide che entrambi stavano bene, tirò un sospiro di sollievo. Annalisa era avvolta da un asciugamano con i capelli bagnati, Luigi era a torso nudo e teneva bloccato per il collo un uomo in camice. “Luigi, mollalo” gli ordinò, non ebbe bisogno di chiedere chi fosse, lo sguardo assassino di Luigi era più che sufficiente. “Bene, dottor Goretti, torniamo sul luogo del misfatto.” disse Andrea spingendolo su una sedia. Gioia arrivò seguita da Paul e dal dottor Carli. “Allora, abbiamo una spiegazione per quello che è successo ieri sera?” chiese il dottor Carli. Luigi guardò Annalisa ordinandole di andarsi a vestire con lo sguardo. Annalisa rientrò in bagno e uscì poco dopo indossando una maglietta e i pantaloni di una tuta. Luigi le fece un cenno di compiacimento. Il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 172 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! dottor Goretti spostava lo sguardo da Andrea al dottor Carli. Entrambi avevano uno sguardo che non prometteva niente di buono. “Allora?” incalzò il dottor Carli. “Perché ha messo a repentaglio la vita di una paziente?” “Le ho solo somministrato un sonnifero, mi sembra agitata …” cominciò a dire. Annalisa lo guardava con sguardo duro. “Un sonnifero ad una persona con una commozione cerebrale? Mi prende per un cretino?” chiese il dottor Carli ancor più furibondo. Andrea scambiò uno sguardo con Annalisa e Luigi. “Dottor Goretti, sa chi è la paziente che ha cercato di uccidere?” chiese in tono tagliente Andrea. L’uomo scosse la testa. “Un brigadiere dei carabinieri…quindi lei è accusato di tentato omicidio nei confronti di un pubblico ufficiale, la sua situazione non è delle più rosee, non crede?” L’uomo impallidì un attimo poi fissando Paul con astio disse.“L’ho fatto per togliermi di torno il dottor Tyne.” disse. “Me?” chiese Paul. “Sì, stai facendo troppe domande a ostetricia … se la signorina fosse morta avrebbero accusato l’infermiera Capello visti i suoi precedenti e ve ne sareste tornati a Londra…” “Quali precedenti?” chiese Paul. Andrea gli fece cenno che quello non era il momento per le spiegazioni. “Che cosa aveva notato di strano dottor Tyne?” chiese Annalisa. “Troppe ragazze straniere vengono a partorire qui e non riconoscono il bambino …” disse. “Sospetta un traffico di neonati?” Paul annuì mentre con lo sguardo cercava Gioia che teneva gli occhi bassi. “Allora, dottor Goretti … collabora o intende finire i suoi giorni in galera?” L’uomo sbuffò fissando il dottor Tyne con astio disse. “Io non so niente, è il dottor Tyne che si è fissato … .” “E allora perché ha cercato di mandarlo via facendo fuori una paziente?” chiese Annalisa. Luigi si voltò a guardarla e la vide pallida e furente, anche Andrea si voltò verso di lei e capì che non era il caso di continuare l’interrogatorio in quella stanza, era stata malissimo durante la notte e poi … qualcosa gli diceva che aveva sprecato anche altre energie in qualche attività extra, visto che Luigi era a torso nudo … “Mi segua in caserma, dottor Goretti … dottor Carli può venire anche lei…” Il dottor Carli annuì. “Dottor Tyne lascio a lei il comando.” Paul annuì anche se avrebbe voluto parlare con Gioia. Luigi uscì in corridoio con Andrea. “Vuoi che venga con te?” chiese rimettendosi la maglietta. Andrea gli sorrise malizioso. “Magari così Annalisa si riposa…” Luigi avvampò un attimo poi replicò. “Non sono stato io a cominciare … ma non mi sono nemmeno tirato indietro …” Andrea gli mise una mano su un braccio. “Sono sicuro che lei era più che consenziente … resta con lei … casomai ti chiamo se avessi bisogno.” Luigi annuì. Il dottor Tyne stava guardando fuori dalla finestra assorto. “Pensieri?” gli chiese mentre aspettava che uscisse Gioia dalla camera di Annalisa. “Non pensavo che Gioia avesse dei segreti per me…” disse voltandosi verso di lui. “Benvenuto nel club, allora” gli disse sorridendo Luigi. “Lei non può capire…” Luigi sorrise. “Non posso capire cosa, come ci si sente traditi e impotenti, o non amati…” Paul spalancò gli occhi meravigliato. “Quella donna ricoverata là dentro nasconde più segreti di un’isola del tesoro … se le va mi racconta qualcosa altrimenti è come addentrarsi nella foresta più intricata… se Gioia ha solo quel segreto sei un uomo fortunato.” “Tu sai di cosa si tratta?” Luigi annuì, erano riusciti loro a scagionarla …”Sì, ma credo che debba raccontartelo lei.” Paul annuì e andò incontro a Gioia che usciva dalla camera. “Mi raccomando, Luigi, falla riposare.” Luigi sorrise. “Perché tutti pensate che io non lo faccia?” “Perché ha un segno rosso nel collo grosso come una fragola.” replicò Gioia strizzandogli l’occhio. Luigi le fece la linguaccia mentre entrava nella stanza di Annalisa. Paul si avvicinò a Gioia. “Ti va un caffè?” le chiese. Gioia annuì mentre cercava le parole per spiegargli perché non gli aveva raccontato nulla. Si misero seduti nella stanza delle infermiere, Paul le fece una breve carezza. “Paul, mi dispiace non averti raccontato nulla … ma volevo dimenticare quello spiacevole episodio …” Paul si avvicinò e le sfiorò le labbra. “Non devi raccontarmelo né adesso né per forza … quando te la sentirai …. vieni qui.” le disse invitandola sulle sue ginocchia. Gioia lo guardò un po’ perplessa poi si mise seduta in grembo a lui. Paul l’abbracciò poi la baciò dolcemente. “I love you, honey.” Gioia ricambiò l’abbraccio e affondò la testa nel suo collo. “Ti amo tanto anch’io, Paul” Lui le alzò il volto e la baciò con passione. “Non appena torna Carli, andiamo a casa e … non ci siamo per nessuno.” le promise mentre il loro cercapersone squillava. Gioia gli sorrise mentre usciva a controllare. PUNTATA 122 Andrea fece accomodare i due dottori nel suo ufficio. “Allora, ci vuol dire perché le domande del dottor Tyne l’hanno così scombussolata da decidere di uccidere una persona pur di farlo andar via?” chiese poi, in tono duro, rivolto al dottor Goretti. L’uomo guardò prima lui poi il dottor Carli Created by eDocPrinter PDF Pro!! 173 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! ma non rispose. “Intende collaborare o ….” Il suono del telefono lo interruppe. “Sì, falla accomodare, Bordi.” Poco dopo fece il suo ingresso Claudia. “Dottoressa Morresi, buongiorno.” “Buongiorno, maresciallo, dottor Carli” disse prima di fissare il dottor Goretti. “Non collabora?” chiese. Andrea scosse la testa. “Preferisce l’imputazione per tentato omicidio di un pubblico ufficiale…” Claudia lo guardò. “Neanche uno sconto di pena, la convincerebbe?” L’uomo rimase chiuse nel suo mutismo. Andrea chiamò Mura e lo fece accompagnare in cella. Andrea guardò Claudia scuotendo la testa. Il dottor Carli si sentiva in imbarazzo, non poteva credere che qualcosa di losco stesse succedendo nel suo ospedale. “Io …” cominciò a dire interrotto dallo squillo del cellulare di Andrea che fece subito uno sguardo preoccupato non appena vide il nome sul display … “Luigi, tutto a posto? … Va bene, porta anche il dottor Tyne mentre torni in caserma.” “Annalisa sta bene, vero?” chiese Claudia. “Meglio di quanto si possa immaginare, è solo lo scrupolo del dottor Carli che la trattiene là.” L’uomo si sentì chiamato in causa e cercò di difendersi. “Con quello che ha passato …” Andrea lo interruppe sorridendo. “Non era un accusa dottor Carli, ma noi conosciamo bene il brigadiere Dionigi e sappiamo che è in forma smagliante, creda a me.” Il dottor Carli lo guardò un po’ perplesso mentre Claudia lo guardava interrogativamente, fu la faccia di Luigi appena entrato nell’ufficio che le diede la risposta che cercava …oh, sì Annalisa stava decisamente bene se Luigi aveva quell’espressione beata sulla faccia… Claudia arrossì suo malgrado. “Dottor Tyne, ci vuol dire cosa ha notato di strano, da quando ha preso le redini del reparto di ostetricia?” chiese Andrea dopo averlo fatto accomodare. “Nel reparto nulla, ma l’altro giorno mi è caduto lo schedario del dottor Bianchi, il mio predecessore e mentre rimettevo a posto le schede ho visto che ultimamente parecchie ragazze dell’est venivano a partorire a Città della Pieve e che non riconoscevano il nascituro … un po’ troppe secondo me.” disse. “Ed hai cominciato a fare domande…” gli disse Carli. Paul annuì … “Non credevo però che avrebbe potuto scapparci il morto.” disse un po’ preoccupato. “Non è colpa tua, Paul –gli disse Luigi- quell’uomo non è tutto normale.” “Bisogna infiltrarsi in ospedale, usare i telefoni di Goretti … ci va lei, dottor Nicola Martelli?” chiese Andrea rivolto a Luigi più tardi quando furono soli. “Io? In ostetricia? Tu sei pazzo, vuoi che faccia morire qualche neonato o qualche partoriente?” “Non sarai da solo, sarai un assistente… l’assistente del dottor Tyne … poi ci vuole un’infermiera … Sonia … però lei mi servirebbe come esperto di ricerche informatiche … ok … mando Annalisa.” “Annalisa in mezzo ai neonati? Perché le vuoi così male…” disse Luigi pensando al disagio di lei. Andrea scosse la testa. “Vuoi vedere che quando glielo dico fa meno storie di te?” Luigi lo guardò perplesso. “Chi hai lasciato con Annalisa?” chiese poi. “La signora Elvira” disse Luigi “di lei ci possiamo fidare, spero.” “Sì, di lei e anche del generale Burchi, sono qui perché tengono ad Annalisa come ad una figlia.” “Ahia! –disse Luigi- devo aspettarmi un interrogatorio?” “Temo di sì, aveva cominciato a farlo a me, ieri sera. L’ha bloccato la moglie.” Luigi si passò una mano sui capelli. “Beh, se avesse avuto un padre sarebbe stato lo stesso –cercò di consolarsi Luigi – però avrei preferito doverla chiedere a te la sua mano.” Andrea spalancò gli occhi meravigliato. “Vuoi chiederle di sposarti?” chiese. “Non ho detto questo.” “Ecco, mi sembrava.” replicò Andrea prendendolo in giro. “Ma tu da che parte stai?” gli chiese Luigi un po’ indispettito. “Da quella di tutti e due … perché se voi due andate d’accordo, funziona meglio tutto … non vorrei ricordarti di quando ti dava del lei e tu la insultavi ad ogni parola.” “Non si ripeterà più.” disse convinto Luigi. “Parla per te, Luigi, non credere di poter immaginare cosa potrebbe far lei.” Luigi lo guardò sospetto. “Tu sai qualcosa e non me lo vuoi dire.” lo accusò. “No, io forse la conosco meglio di te … non l’ho mai vista innamorata prima d’ora, questo è vero, ma so come ragiona e ti assicuro che è imprevedibile.” Luigi lo guardò pensieroso. “Che ha la mente contorta l’ho capito anch’io … ma…” “Lascia perdere, Luigi, vatti a riposare … intanto io chiamo Ranieri e sento se è d’accordo nel procedere all’operazione.” “Io torno all’ospedale.” disse Luigi. “No, se non ti vai a riposare, ti metto di turno.” Luigi gli lanciò uno sguardo truce. “E’ inutile che mi guardi così, non voglio neanche sapere cosa ci facevi a torso nudo stamani, evita di raccontarmi bugie.” gli disse con il tono del comandante. Luigi lasciò perdere e salì in camera. “Avanti” disse Annalisa sentendo bussare alla sua porta. “Sarà Luigi?” chiese Elvira. Annalisa scosse la testa. “Prima di stasera non si rivede.” Infatti furono Paola e Alessandra che sbucarono dalla porta. “Ehi, come va?” disse Ale sorridendole. “Ale, questa è Elvira.” “Piacere, signora” disse stringendole la mano. “Ti ho portato l’ecografia.” disse Alessandra poi. Elvira spalancò gli Created by eDocPrinter PDF Pro!! 174 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! occhi sorpresa. Annalisa interessata a una gravidanza? La guardò un attimo con sospetto poi vide l’amicizia che legava le ragazze e si diede della stupida da sola. “Un altro maschio?” chiese Annalisa. Alessandra annuì. “Paola, rimani tu, speriamo che il tuo sia femmina.” Paola scosse la testa. “Secondo il tuo amico mago … è maschio.” Annalisa si lasciò cadere sui cuscini. “Poveri noi.” disse. “Puoi sempre farle tu le femmine.” disse Alessandra che non sapeva nulla. Elvira e Paola trattennero il fiato. “C’è tempo –rispose Annalisa- intanto vedo come ve la cavate voi tre poi …. si vedrà.” Paola incontrò lo sguardo di Elvira e le sorrise. “Ah, Paola tu conoscevi Gioia, la figlia di Capello?” disse Annalisa sperando che il discorso figli suoi venisse accantonato. “Sì, ma adesso sta a Londra.” “No, no è qui?” “Davvero? Ed è qui, all’ospedale?” “E’ lei che mi ha … curato da quando sono qui.” A Paola non era sfuggita l’esitazione dell’amica… evidentemente Elvira non sapeva nulla della notte precedente. “Che bello! Chissà che faccia farà Leo quando lo verrà a sapere!” Tutte si voltarono verso la porta dove Carlo era apparso portando dei fiori. “Che c’entra Leo?” chiese Alessandra. Paola lanciò uno sguardo di riprovazione a Carlo ma ormai il danno era stato fatto. PUNTATA 123 Paola maledì la linguaccia di Carlo. Stava accompagnando in caserma Alessandra che schiumava rabbia ... oltretutto avevano anche visto Leo che parlava con Gioia, non sapeva più che fare ... La ragazza che camminava davanti a lei era in preda a sentimenti contrastanti ... perché Leo non le aveva mai raccontato nulla di questa Gioia ... perché era sempre importante o perché non contava niente ..... Entrò in caserma senza salutare nessuno e salì nell’alloggio di Andrea. Paola provò a seguirla poi si diresse nell’ufficio di Andrea. “Andrea, scusa se ti disturbo ma abbiamo un problema ...” Andrea si allarmò e così Luigi che era con lui. Entrambi sapevano che era stata all’ospedale. “Annalisa?” chiesero contemporaneamente. “No, no scusate se vi ho allarmato, si tratta di Ale, Andrea. Dovresti parlarle...” Entrambi tirarono un sospiro di sollievo poi guardarono Paola. “Che è successo a mia sorella? –chiese preoccupandosi per lei adesso – il bambino ...” “No, problemi di cuore ma forse è meglio se le parli ... ha saputo di Gioia...” Andrea scosse la testa e salì in camera. “Scusa se ti ho fatto preoccupare.” disse Paola a Luigi che scosse la testa. “Annalisa sta bene, ma questo lo sai meglio di me, vero?” chiese poi maliziosa. Luigi fece un sorrisetto ironico. “Devo stare più attento.” “Forse un pò meno focoso basterebbe.” replicò Paola arrossendo. “Ma, mi chiedo, come hai potuto ... era stata malissimo stanotte...” continuò. “Stamani stava più che bene ... non mi far dire altro.” Paola sorrise all’imbarazzo dell’amico. “Scommetto che ha cominciato lei...” Luigi sorrise. “La conosci bene, allora...” “Sì, ma da quando è qui è cambiata tanto ... meno attenta alle regole, più allegra ... buona parte del merito credo sia tua, sai Luigi?” Luigi abbozzò un sorriso. “E sei cambiato anche tu ... non sorridevi così tanto prima...” “Non ne avevo tanto motivo …” Paola gli sorrise. Andrea entrò nel suo alloggio e trovò Alessandra che stava buttando dei vestiti alla rinfusa in un borsone. Alzò appena lo sguardo verso di lui poi continuò. “Che è successo?” “Se sei qui lo sai già.” replicò Alessandra. “No, so solo che hai un problema ... dimmi che cosa è successo?” “E’ successo che è tornata la vecchia fidanzata di Leo ... ed io me ne vado prima che me lo chieda lui.” Andrea la guardò con affetto. “Credi davvero che ti lasci solo perché è tornata Gioia?” Alessandra si voltò a guardarlo e si lasciò cadere sul letto accanto a lui. “Tu non l’hai visto come le parlava ... fitto fitto. E poi perchè non me l’ha mai detto di questa fidanzata?” “Tu gli hai raccontato di tutti i tuoi fidanzati? Di tutti tutti? anche di quello che aveva il pircing sul capezzolo? o di quello tutto mistico che ti voleva portare in India con sè ... o anche di quello bellino tutto tatuato anche nelle parti intime ...” Alessandra sorrise. “Te li ricordi tutti?” gli chiese. “Quelli che ho visto, sì. Mi hai fatto preoccupare tante di quelle volte. Allora gli hai raccontato tutto?” Alessandra scosse la testa. “Ma da come lo ha detto Carlo sembrava che Leo non aspettasse altro che il suo ritorno.” Anche Andrea maledì la boccaccia di Carlo ... mai che se ne stesse una volta zitto. “Non dopo che ha conosciuto te.” disse Andrea guardandola negli occhi. Alessandra appoggiò la testa sulla sua spalla e lui cominciò a carezzarle i capelli. “Dagli la possibilità di spiegarsi ... magari sarà solo rimasto sorpreso di vederla ... “ “Tu credi?” “Ma certo, Ale, perché dovrebbe lasciarti? Non ti ha detto che ti ama … eppure sai com’è timido … credi che ti avrebbe detto una cosa di cui non era convinto al 200%?” Alessandra cercò nel suo sguardo la conferma di quello che le stava dicendo. Il cellulare di Alessandra squillò lei lo spense senza Created by eDocPrinter PDF Pro!! 175 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! neanche vedere chi fosse mentre qualcuno bussava alla porta. “Andrea è arrivato il capitano Ranieri” disse Luigi da fuori. “Arrivo. Tu, mi raccomando, non fare colpi di testa, prima parla con lui e se ti lascia lo faccio trasferire al confine con la Slovenia.” Alessandra gli sorrise. “Grazie, Andrea.” gli disse baciandolo su una guancia. Andrea seguì Luigi mentre lei prese il cellulare e chiamò Leo. Andrea entrò nel suo ufficio seguito da Luigi. Il capitano si era già accomodato e stava parlando con Paola. “Buongiorno, Capitano.” disse Andrea mettendosi sugli attenti. “Comodo, Ferri. Mi spieghi questa storia dell’ospedale…” “Il dottor Tyne ha notato che negli ultimi tempi parecchie ragazze dell’est vengono a partorire a Città della Pieve …” “E cosa c’entra con l’incidente, chiamiamolo così, che è capitato al brigadiere Dionigi?” “Uno dei medici del reparto di ostetricia ha pensato che se Gioia Capello fosse stata accusata di negligenza avrebbe lasciato di nuovo l’ospedale portandosi dietro il dottor Tyne che è suo marito.” “Che piano fantasioso.” commentò Ranieri. “Già, ma è quello che ci ha raccontato il dottor Goretti all’ospedale prima di chiudersi in un mutismo totale.” Ranieri pensò un attimo. “Ha già avvisato il magistrato?” “La dottoressa Morresi ha assistito all’interrogatorio qui in caserma … Non possiamo accusarlo di nient’altro che tentato omicidio…. il brigadiere Dionigi l’ha riconosciuto come il medico che le ha praticato l’iniezione.” Ranieri scosse la testa. “Avevo pensato di infiltrare qualcuno in ospedale ….” disse Andrea. “Sì, farò anche indagare negli altri ospedali della nostra giurisdizione … potrebbero esserci altri casi … Posso leggere il verbale di deposizione del dottor Tyne? E si potrebbe anche mandare qualcuno a vedere quell’archivio, qualcuno che non dia nell’occhio.” “Perché non il brigadiere Dionigi? –chiese Luigi- in fin dei conti non ci sarebbe nulla di strano se andasse a fare una visita dal dottor Tyne, visto che è ricoverata lì.” Andrea lo guardò un attimo perplesso. Il capitano Ranieri ci pensò un attimo poi disse. “Mi sembra una buona idea. Può andare, adesso.” “Comandi” disse Luigi uscendo. “Vedo che non ho sbagliato a indicarlo come vice comandante pro tempore della caserma.” disse poi Ranieri rivolto verso Andrea quando furono soli. Andrea non sapeva cosa rispondere, gli facevano piacere i complimenti ai suoi uomini ma non voleva neanche passare per uno troppo sicuro di sé e dei suoi uomini. “Farà sicuramente del suo meglio, capitano, come tutti gli altri del resto.” Il capitano Ranieri sorrise come se si fosse aspettato quel genere di risposta da lui. “Mi faccia sapere cosa scopre il brigadiere Dionigi…” “Comandi” rispose Andrea accompagnandolo all’uscita. PUNTATA 124 Leo rispose al cellulare stupito … Alessandra aveva ignorato ogni suo tentativo di contattarla … adesso chiamava lei, sperò che non fosse per urlargli contro qualche improperio. Sapeva che forse avrebbe dovuto dirle qualcosa di Gioia ma credeva che lei non sarebbe più tornata. “Ale, dimmi.” “Ci possiamo vedere al parco tra dieci minuti?” “Va bene, ma…” “Allora, a dopo” disse Alessandra chiudendo la comunicazione. Leo si diresse lentamente verso il parco. … gli aveva fatto piacere rivedere Gioia ma solo quello, non aveva provato nient’altro … era come aver rivisto una vecchia amica … aveva conosciuto anche suo marito ed aveva visto lo sguardo d’amore che si erano scambiati. Era felice per lei … che dopo tutto quello che aveva passato avesse trovato la felicità. Aveva fatto loro le congratulazioni e aveva definitivamente chiuso quel capitolo della sua vita. Adesso nei suoi pensieri c’era solo Ale … sospirò, sperò di riuscire a convincere anche lei … passò davanti al fioraio e le comprò una rosa rossa, tenendola tra le mani andò all’appuntamento nel parco. Alessandra arrivò poco dopo … rimase a guardarlo mentre lui stava in piedi vicino al lampione con uno sguardo perso. Si avvicinò lentamente a lui, il volto di Leo si illuminò con un sorriso non appena la vide. “Ciao, tesoro.” le disse offrendole la rosa. Alessandra gli sorrise dolcemente piegando appena la testa di lato. “Grazie.” disse soltanto… non sapeva come cominciare. Fu Leo a toglierla dall’imbarazzo. “Volevi sapere di Gioia, vero?” Alessandra annuì. “Vieni.” disse Leo prendendole la mano e portandola verso una panchina. “Io e Gioia siamo stati insieme … quasi un anno fa … poi io mi ero accorto, nonostante le volessi bene, che non potevano più restare insieme … e ci siamo lasciati. Lei è andata a Londra e non l’ho più vista fino a stamani.” Alessandra lo guardò. “Ti interessa ancora?” Leo sorrise scuotendo la testa. “No, averla rivista non ha significato niente … ci sei solo tu nei miei pensieri…” le disse carezzandole il volto dolcemente. “Io amo solo te, Ale, non dovresti aver dubbi” le disse poi. Alessandra chinò il volto Created by eDocPrinter PDF Pro!! 176 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! colpevole. “Lo so, ma Carlo … - Leo alzò gli occhi al cielo – aveva lasciato intendere che tu non aspettavi altro che lei tornasse … poi ti ho visto parlare con lei fitto fitto ed ho pensato che … io fossi stata solo un sostituto perché lei non c’era.” “Tu non potresti essere il sostituto di nessuno … e nemmeno essere sostituita … sei così importante per me … ma se hai dei dubbi vuol dire che io non te lo dimostro abbastanza.” disse Leo fissandola dolcemente. Alessandra scosse la testa. “Non è colpa tua … io non mi sento più come prima… sono ingrassata, gonfiata.” Leo la interruppe carezzandole la pancia. “Sei incinta, Ale, e sei bellissima e non sei grassa … c’è un piccolo carabiniere che sta crescendo dentro di te.” Alessandra sorrise al tocco di Leo. “E mi piaci sempre moltissimo e se non fossimo al parco ti farei anche vedere quanto….” Alessandra sorrise maliziosa. “Io ce l’avrei un posto dove andare ….” Gli occhi di Leo si illuminarono. “Davvero?” Alessandra annuì e alzandosi gli tese una mano. “Vieni.” Leo la seguì continuando a tenerla per mano, quando Alessandra si fermò per cercare le chiavi, la guardò sorpreso. “Ho preso un appartamento in affitto, qui da Gemma – gli disse infilando le chiavi nella toppa – volevo farti una sorpresa …” Leo le chiuse la bocca con un bacio. “Andiamo, allora, io sono di turno alle otto.” Alessandra sorrise alla sua impazienza. Gemma li vide arrivare di corsa e salire al piano di sopra … di solito non affittava quell’appartamentino ma quando gliel’aveva chiesto la sorella del maresciallo non aveva saputo dirle di no … era normale che volesse un posto per stare con Leo … la caserma non consentiva molta privacy. Alessandra aprì la porta e lo fece accomodare. Leo non si guardò nemmeno intorno, chiuse la porta dietro di sé e l’abbracciò. Baciandola le cominciò a carezzare la pelle sotto la maglia che indossava. Si fermò un attimo per sfilargliela e le slacciò il reggiseno. Chinò il volto a baciarle il collo e scese verso il seno prendendone uno alla volta tra le labbra. Alessandra mormorò il suo nome. Leo continuò a baciarle il corpo poi scese con le mani e le tolse gonna, slip e calze in un colpo solo. “Da che parte è la camera?” chiese sollevandola tra le braccia. Alessandra gliela indicò con una mano, Leo aprì la porta con un piede e l’adagiò sul letto. Si spogliò a tempo di record e si sdraiò accanto a lei e ricominciò a carezzarla mormorandole parlo d’amore. I loro sospiri si mescolarono in un bacio profondo mentre i loro corpi si univano nella passione. Quando i loro respiri tornarono regolari, Leo le carezzò il volto dolcemente, Alessandra si stiracchiò languidamente e Leo notò che aveva gli occhi lucidi. “Ti ho fatto male?” chiese subito. Alessandra lo carezzò sorridendogli con amore. “No, mi hai fatto sentire così amata che mi sono commossa … sarà che sono incinta ma ho sempre la lacrima pronta.” Leo l’abbracciò di nuovo baciandole la tempia. “Sei la donna più bella del mondo …” le sussurrò. “Anche con questa pancia?” chiese Alessandra carezzandosi il ventre appena rigonfio. Leo scosse la testa. “Sei ancora più bella.” Alessandra lo guardò un po’ scettica. “Dico sul serio – replicò Leo – sei diventata più morbida, hai uno sguardo più luminoso.” Alessandra lo baciò con passione. “Tu non sei attendibile … sei l’artefice di questa pancia … e cerchi di indorarmi la pillola.” Leo scosse la testa poi notò, dalla porta aperta, uno specchio a figura intera nel corridoio. “Vieni” le disse e la condusse lì davanti. “Guardati e dimmi cosa c’è che non va.” Alessandra si voltò verso lo specchio e si guardò scuotendo la testa, Leo cominciò a sussurrarle nell’orecchio e lei cominciò a guardarsi con gli occhi di Leo, vide il seno prosperoso invece che ingrossato, gli occhi più brillanti, il corpo meno ossuto invece di grasso …. le vennero le lacrime agli occhi, Leo stava descrivendo una donna bellissima ma non poteva essere lei … provò a scuotere la testa ma i bisbigli di Leo le erano entrati nel cuore e anche lei si vedeva come la vedeva lui. Leo la sentì rilassarsi contro di lui. La sollevò tra le braccia e la riportò sul letto, si sdraiò accanto a lei e la cullò … Il suono del cellulare li fece sussultare. “E’ già così tardi?” chiese lei. Leo guardò l’orologio e scosse la testa, guardò il display e sorrise “Carlo. .. Sì, dimmi. … va tutto bene, Carlo, non ti preoccupare… va bene, Carlo, d’accordo…. che cosa? No lascia perdere….” Alessandra pigiò il tasto del vivavoce in tempo per sentire Carlo che diceva. “Nun te presentà, perché te riporto indietro … io ho fatto il danno io lo rimedio … lo faccio io il tuo turno … se vedemo domattina….” Alessandra sorrise mentre Carlo chiudeva la comunicazione. “Beh, abbiamo tutta la notte … per inaugurare l’appartamento ….” gli disse maliziosa. Leo appoggiò il telefono per terra e la baciò con passione … ricambiato da lei. PUNTATA 125 Annalisa si recò nello studio del dottor Tyne, dopo la telefonata di Andrea ripensando al Created by eDocPrinter PDF Pro!! 177 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! battibecco che aveva avuto con il generale, mentre Elvira si lamentava del fatto che le avessero chiesto di collaborare all’indagine nonostante fosse ricoverata, il generale l’aveva liquidata con un’unica affermazione. “Se sta abbastanza bene per farsi fare quei segni nel collo … può anche lavorare.” lei l’aveva fissato un attimo, sembrava geloso di lei …. non l’avrebbe mai creduto. “Infatti –aveva risposto scendendo il letto e mentre era sulla porta aveva aggiunto – e comunque non sono affari suoi, generale.” Il generale aveva provato a replicare ma lei era già uscita. Paul l’accolse con un sorriso mentre entrava anche Gioia. “Il maresciallo mi ha avvisato, venga brigadiere.” le disse. “Per favore, mi chiami Annalisa e mi dia pure del tu.” replicò Annalisa. “D’accordo, ma allora io sono Paul.” rispose l’uomo. Annalisa sorrise mentre Gioia tirava fuori lo schedario. Annalisa cominciò a spulciare le varie schede mettendo da una parte quelle sospette. “Posso usare il tuo computer Paul?” l’uomo annuì. Annalisa preparò un file con tutti i nomi e le date dei parti sospetti e lo inviò per e-mail in caserma. Il telefono dello studio squillò, era il dottor Carli che li avvertiva che qualcuno nel corridoio stava facendo notare che la visita stava durando un po’ troppo. Paul guardò Annalisa un po’ imbarazzato. “Gioia va a prendere una barella e riportami in camera così.” disse Annalisa. Gioia annuì e uscì per tornare poco dopo con una lettiga. “Devi tornare?” chiese Paul coprendola con il lenzuolo fino al collo. “Sì, penso di sì … tu cerca di procurarti le copie dei certificati di assistenza al parto di quei giorni.” Paul aprì la porta e Gioia spinse la lettiga fino alla camera di Annalisa. Luigi stava arrivando su per le scale quando la vide passare in barella. Mille pensieri gli si affollarono nella testa mentre saliva gli ultimi scalini due a due e la raggiungeva prima che entrasse in camera. Si chinò su di lei che gli strizzò un occhio. “Mi hai fatto prendere un accidenti.” le disse sospirando di sollievo. Gioia sorrise maliziosa. Luigi prese la mano di Annalisa coprendole il gioco. Quando furono soli in camera, Luigi chiese spiegazioni. “Sono stata un po’ troppo nello studio di Paul e per evitare che qualcuno potesse insospettirsi, ho trovato questa soluzione.” “Hai scoperto qualcosa?” “I dubbi di Paul sono legittimi … sono veramente un po’ troppe … almeno tre al mese a cominciare da giugno …” gli disse. “Ho mandato il file con tutti i dati a Sonia.” Luigi annuì. “Tu però come stai?” chiese poi carezzandole il volto. “Bene, vorrei essere in caserma invece che qui …” gli disse. “Eppure qui sei in camera singola, privata, ben trattata.” “Non è uguale, stare in caserma è un po’ come stare a casa…” disse lei guardando fuori la finestra. Luigi le si mise dietro e l’abbracciò. Rimasero in silenzio a guardare il giardino fuori ognuno perso nei suoi pensieri. Annalisa si perse nel calore di quell’abbraccio … non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarsi così tanto a lei da vedere le sue debolezze … ma Luigi era diverso, l’aveva conquistata con la sua dolcezza, l’aveva trattata bene anche quando lei piena di dubbi, combatteva contro di lui, contro i sentimenti che provava … si portò una mano al collo carezzando il ciondolo … è il tuo amuleto, le aveva detto il signor Matteo, ma lei sapeva che non sarebbe bastato per proteggerla da quel pericolo che sentiva incombente anche se ancora indistinto, chiuse un attimo gli occhi per scacciare quella sensazione di freddo che l’aveva colta e si concentrò sul calore del corpo di Luigi. Luigi pensava a come dirle che avrebbe dovuto fare l’infermiera nella nursery, forse era meglio che glielo dicesse Andrea, almeno evitava di vedere quel lampo di angoscia attraversarle lo sguardo e ferirlo ogni volta sempre di più, continuare a chiedere non serviva a nulla, lei non rispondeva mai no ma quello sguardo angosciato valeva più di molte parole. Erano così persi nei loro pensieri che non si accorsero che Andrea era entrato e li stava osservando. Andrea sorrise nel vederli, sembravano due adolescenti alla prima cotta, eppure Luigi non era più un ragazzino e nemmeno Annalisa scherzava più tanto … si tenevano abbracciati come se uno stesse facendo coraggio all’altro. Rimase ad osservarli un attimo prima di chiamarli. Si erano riscossi come se fossero stati lontani anni luce. “Oh, Andrea.” disse Annalisa – avete ricevuto l’e-mail?” Andrea annuì mentre osservava il volto un po’ confuso di Luigi. Se ne accorse anche Annalisa. “Luigi, stai bene?” “Sì, ma devo andar via … torno stasera …” le disse sfiorandole le labbra con un bacio, prese il giubbotto ed uscì. Annalisa scambiò uno sguardo interrogativo con Andrea. “Che gli è preso?” chiese poi. Andrea la fissò un attimo poi le disse “Credo che abbia a che fare con quello che sono venuto a dirti.” “E cioè? Ancora voci?” Andrea Created by eDocPrinter PDF Pro!! 178 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! scosse la testa. “No, si tratta di questa indagine … devi infiltrarti come infermiera della nursery per poter controllare i movimenti che riguardano i bambini.” Annalisa annuì. “Va bene, quando devo cominciare?” “Tra qualche giorno, non appena ti dimetteranno.” “Posso sempre uscire su mia richiesta.” Andrea scosse la testa. “Sei stata ferita nel corso di un’azione, dobbiamo aspettare le dimissioni.” Annalisa sospirò, era stufa di stare lì con le mani in mano … “Non posso far qualcosa mentre sono qui?” “Oltre ad arrotolarti tra le lenzuola con Testa, intendi?” chiese Andrea. Annalisa sorrise poi carezzandogli le occhiaie gli disse. “Vedo che anche tu non sei stato da meno … non ti occupare della mia vita … te l’ho già detto … so badare a me stessa da sola …” Andrea scosse la testa. “Se piove di quel che tuona, avrai bisogno di tutti noi, Annalisa.” Annalisa intristì lo sguardo. “Credi che non lo sappia?” “Mi avevi detto che avevi risolto tutto …” “Era quello che credevo anch’io ma evidentemente ha deciso di non fermarsi davanti a niente o …si è alleato con qualcuno …” Andrea la guardò con apprensione, quando aveva quello sguardo quasi da trance diceva cose che poi puntualmente si avveravano. “Hai già dei sospetti?” chiese. Annalisa riportò l’attenzione su di lui e scosse la testa. Il cellulare di Andrea squillò, rispose poi le disse. “Devo andare.” Annalisa annuì e mentre era sulla porta gli disse. “Ah, dì pure a Testa di non tornare stasera.” Andrea si voltò di scatto verso di lei ma vista la sua faccia evitò ogni domanda e annuì. PUNTATA 126 E ora chi glielo diceva a Luigi che Annalisa non lo voleva all’ospedale quella sera? Andrea si passò una mano sulla faccia. Ma perché lo mettevano sempre di mezzo … Paola si accorse della tensione sul suo volto e si avvicinò. “Che è successo? Problemi con Ranieri?” Andrea scosse la testa e la carezzò. “No, solo che vorrei che i miei uomini mi lasciassero fuori dalle le loro storie private. A proposito dov’è Leo?” chiese ricordandosi che avrebbe dovuto montare di turno di lì a poco. “Lo faccio io il turno di Bini” disse Carlo scendendo le scale mentre si finiva di abbottonare la giacca. “Ma lui dov’è?” “Da qualche parte co’ tu’ sorella.” “Sei sicuro che sia con Ale?” Carlo annuì. “Sarebbe qui, altrimenti.” disse il ragazzo dirigendosi verso l’ufficio comune. “Ha ragione lui, comunque puoi sempre chiamarlo.” gli disse Paola. Andrea scosse la testa. “Che s’arrangino da soli…” Paola sorrise e lui la spinse nel suo ufficio per baciarla con trasporto. “Andrea!” esclamò lei sorpresa. “Shhht. Abbiamo solo pochi istanti per noi.” disse baciandola di nuovo. Dopo poco infatti bussarono alla porta. “Bordi, avanti …” disse Andrea sorridendo a Paola. Bordi entrò sorridendo a Paola. “Maresciallo c’è il capitano Ranieri – Andrea cercò di darsi un contegno. “Al telefono.“ aggiunse Bordi. “E perché non me l’hai passato?” Bordi indicò l’apparecchio sul tavolo. “E’ staccato, maresciallo.” “Va bene, grazie Bordi.” disse Andrea sistemando l’apparecchio. Paola uscì dietro a Bordi sorridendogli. “Capitano, mi dica.” “Ho fatto fare un’indagine anche negli altri ospedali della zona ma sembra che l’unico coinvolto sia quello di Città della Pieve.” “Va bene, capitano … faccio infiltrare il brigadiere Testa?” “Non ancora, aspettiamo che possa andare anche la Dionigi.” Andrea acconsentì anche se avrebbe preferito cominciare subito … secondo lui non era il caso di perdere tempo. Chiamò il magistrato e si fece autorizzare alle intercettazione dei telefoni del dottor Goretti. “Le avrà domani sulla sua scrivania, maresciallo.” confermò Claudia, lui chiuse la telefonata e mandò a chiamare Luigi. Non appena lo vide entrare gli indicò la sedia. Luigi alzò gli occhi al cielo. Andrea stava guardando delle carte sulla scrivania cercando le parole adatte. “Annalisa non vuole che tu vada all’ospedale stasera” Luigi lo guardò meravigliato. “Che cosa vuol dire …” “E’ quello che mi ha detto quando sono uscito dalla sua camera.” “Che cosa le hai detto?” “Non è solo quello che le ho detto io, è come ti sei comportando tu … scappando.” Luigi sospirò. “Forse è anche colpa mia – continuò Andrea – perché le ho detto che facevi così per quello che dovevo dirle, dell’operazione in ostetricia, come sostenevo io ha fatto meno storie di te … ma forse lei sa perché non glielo hai accennato te.” concluse fissandolo. Luigi continuò a guardarlo con sguardo assente. “Luigi.” lo chiamò Andrea, lui scosse la testa. “Non potevo … non avrei potuto sopportare di vedere di nuovo quel lampo di angoscia nei suoi occhi.” “Dovresti separare la tua vita privata da quella lavorativa, Luigi.” Luigi lo guardò con uno sguardo di commiserazione. “Tu parli bene, Paola è incinta e tu sarai padre tra pochi mesi.” Andrea si alzò dalla sua scrivania e gli mise una mano sulla spalla. “Luigi, io capisco benissimo questo tuo desiderio di paternità, vista anche la situazione in caserma, ma se Annalisa non è d’accordo tu non puoi farlo pesare a tutti.” “Annalisa non dice mai di no ma ti fa capire che l’idea non l’alletta.” Andrea scosse la Created by eDocPrinter PDF Pro!! 179 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! testa. “Non farle più pressione, lascia perdere quell’argomento e quando qualcuno ne parla non la guardar come se fosse colpevole di quale crimine.” Luigi alzò lo sguardo verso di lui. “Tu credi che lei si senta messa sotto accusa?” Andrea annuì. “Adesso andiamo a cena.” Uscirono insieme dall’ufficio e andarono in cucina. Luigi fu assente tutto il tempo della cena, ripensava alle parole di Andrea, davvero stava pressando troppo Annalisa? Il suo desiderio di paternità stava avvelenando il suo rapporto con gli altri e soprattutto con lei? Salì in camera a cambiarsi poi tornò giù pronto per uscire con la moto. “Dove vai?” chiese Sonia affacciandosi dall’ufficio comune. “A trovare Annalisa.” “Salutala anche da parte mia…” Andrea lo guardò preoccupato. “Io ti ho avvisato … sei già in ospedale, vedi di non farti ricoverare nel reparto grandi traumatizzati.” “Vado in missione di pace.” replicò Luigi. Andrea scosse la testa e salì al suo alloggio. Luigi aprì la porta della camera di Annalisa ma la trovò vuota. Posò la rosa che le aveva portato sul letto e si avvicinò al bagno, socchiuse la porte e vide che era vuoto anche quello. Si mise seduto sulla poltrona e aspettò tamburellando sui braccioli. Il tempo passava e lei non tornava, Luigi cominciò a preoccuparsi ed uscì nel corridoio. Incontrò Paul che gli fece un sorriso. “Sai dov’è Annalisa?” chiese sempre preoccupato. “Vieni, ti faccio vedere ma mi raccomando…” Luigi annuì seguendolo. Uscirono dal reparto dove era ricoverata Annalisa e si diressero verso un altro reparto. Luigi era sorpreso che ci faceva Annalisa lì. Paul si fermò davanti a una vetrata e la indicò. “E’ qui.” Luigi spalancò gli occhi dalla sorpresa. PUNTATA 127 Annalisa sentì il suo sguardo al di là del vetro. Si voltò verso di lui un attimo poi tornò ad occuparsi di quelle bambine che le stavano davanti. “E quella della Bella e la bestia, la sai?” le chiese la bambina bionda più grande seduta di fronte a lei. “Certo, vuoi che te la racconti?” la bambina annuì. “C’era una volta un principe bellissimo che viveva in un enorme castello …” cominciò a raccontare coccolando la più piccola che aveva tra le braccia, uno scricciolo di pochi mesi mentre la bambina pendeva dalle sue labbra. Luigi si voltò verso Paul. “Come mai è qui?” “Era nel mio studio, quando sono stato chiamato per un’urgenza … era la mamma di queste bambine … sarebbero rimaste sole, così si è offerta di far loro compagnia e decisamente ci sa fare …è riuscita anche a farle mangiare … impresa tutt’altro che semplice.” Luigi la guardò occuparsi di quelle bambine, non aveva dubbi che ci sapesse fare, si ricordava del caso di Gaia, era stata la sensibilità di Annalisa che aveva permesso loro di risolvere il caso, era la naturalezza con cui teneva la piccola tra le braccia che gli sembrava più strana. Scosse la testa, non voleva illudersi. In quel mentre un uomo trafelato arrivò correndo lungo il corridoio. “Non sono riuscito a far prima” disse a Paul. “Non si preoccupi, Signor Biondi, le bambine sono state bene.” gli disse indicando la stanza. L’uomo sorrise e il sorriso si allargò ancora di più quando si accorse che le bambine lo avevano visto e lo stavano chiamando. “Vada, vada.” gli disse Paul. Luigi vide Annalisa scambiare due parole con l’uomo stringergli la mano salutare la bambina e uscire. Si tolse la mascherina che aveva tenuto sul volto fino a quel momento e poi gli disse secca. “Mi sembrava di aver chiesto ad Andrea di dirti di non venire.” “Sì, me l’ha detto.” rispose Luigi. “Ho capito, la prossima volta devo chiedere che te lo ordini.” replicò Annalisa ritornando verso la sua stanza. Luigi la seguì in silenzio. Annalisa entrò in camera e notò subito la rosa appoggiata sul letto, si voltò di scatto e finì tra le sue braccia. Luigi si augurò che non si scostasse subito. Annalisa fece un respiro poi senza allontanarsi da lui gli chiese. “E quella?” Luigi si umettò le labbra un attimo a disagio poi le rispose. “E’ il mio gesto di pace... volevo venire con un ramoscello d’ulivo ma non mi sembrava molto romantico ...” Annalisa sorrise poi lo guardò fisso. “Non avevi altre idee ... con quella rosa?” “Io sempre delle idee quando sono con te ... ma non credo che stasera tu sia molto d’accordo, mi sono comportato come un idiota oggi pomeriggio ...” “E’ già buono che tu lo riconosca... anche se credo che tu non sia giunto da solo a questa conclusione.” gli disse avvicinandosi al letto per prendere la rosa, una rosa rossa a gambo lungo, sorrise tra sé tenendo il volto basso verso il letto. Luigi rimase fermo in mezzo alla stanza, aspettando che lei gli dicesse qualcosa, la vide voltarsi con un lampo malizioso nello sguardo e brandendo la rosa come se fosse una spada. Si avvicinò lentamente e gli sfiorò il collo con il fiore. “Così avresti delle idee?” gli chiese con voce sensuale. Luigi la guardò cercando di capire dove volesse andare a parare. “Saresti interessata ?” cercando di seguire il suo gioco. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 180 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Potrebbe ... dipende dalle idee.” gli sussurrò continuando a sfiorargli il collo con la rosa. Il tocco dei petali sulla sua pelle gli dava strani brividi amplificati dall’aspettativa e dallo sguardo di fuoco che gli stava inviando Annalisa...non sapeva se doveva muoversi o aspettare che lei prendesse l’iniziativa. Annalisa fece scivolare la corolla lungo la pelle lasciata scoperta dalla camicia grigia che Luigi indossava, Luigi capì il suo gioco e si sbottonò ancora due bottoni. “Uno alla volta, bel fusto ...” ordinò Annalisa. Luigi sorrise e allungò una mano per chiudere a chiave la porta. Annalisa lo guardò ancora maliziosa, Luigi le inviò uno sguardo di fuoco. Lentamente, fissandola negli occhi, sbottonò un bottone alla volta ... Annalisa continuava a far scorrere il fiore sulla pelle del torace di Luigi, le piaceva vederlo incupire gli occhi dal desiderio eppure aspettare le sue mosse, non voleva abusare oltre del potere che aveva su di lui. “Sto ancora aspettando di sentire le idee ...” gli disse avvicinandosi di più fino a trovarsi a un passo da lui. Luigi ebbe un lampo di soddisfazione negli occhi, le prese la rosa dalle mani e le carezzò il volto ... “Sei un pò troppo vestita perché ti possa esplicare le mie idee...” Annalisa si tolse la maglietta gettandola per terra. “Ora tocca a te.” Luigi si sfilò la camicia ormai tutta aperta. Luigi fece scorrere la rosa intorno ai capezzoli lentamente, questi si inturgidirono immediatamente. Continuando a tenere gli sguardi incollati, Luigi la spinse verso il letto, la fece sdraiare e terminò di spogliarla, continuò a carezzare il suo corpo con il fiore, dai piedi lentamente risalì lungo i polpacci, percorse l’interno delle cosce, le sfiorò il centro della sua femminilità, si soffermò sul seno continuò verso il collo e il volto, sfiorò le labbra e gli occhi. Annalisa teneva gli occhi chiusi assaporando quel tocco leggero che la faceva sentire adorata come una dea. Aprì gli occhi e incontrò lo sguardo adorante di Luigi. “Sei bellissima, piccola” le disse con voce roca. Annalisa allungò una mano per carezzarlo e fece scorrere la mano fino alla cintura dei pantaloni. “Le tue idee prevedono che tu rimanga mezzo vestito?” gli chiese infilando un dito tra la stoffa e la pelle. “No, prevedono che una sirena mi aiuti ...” disse Luigi. Annalisa sorrise e si mise seduta sul letto, armeggiò un attimo intorno alla cintura poi aprì la fibbia e sbottonò i pantaloni e li lasciò cadere ai suoi piedi, infilò un dito tra l’elastico dei boxer e la pelle nuda facendolo scorrere un pò prima di farli scivolare giù. Luigi si liberò degli indumenti ai piedi e si sdraiò sul letto facendola accomodare accanto a sè. “Le tue idee mi sembrano interessanti ... posso proporti le mie?” chiese Annalisa cominciando a carezzarlo sul volto. “Accomodati pure.” disse Luigi con un tono di eccitazione. Annalisa cominciò a carezzarlo lentamente partendo dal collo e scendendo verso il torace, sostituendo la bocca alle mani man mano che quest’ultime scendevano verso il basso, Luigi sussultò quando si sentì toccare la sua virilità ma non riuscì a trattenere un gemito di piacere quando lei la chiuse tra le sue labbra. “Piccola ... no ...” disse. Annalisa alzò la testa e lo fissò. “Non ti piace?” chiese. Luigi scosse la testa. “Certo che ...” “Allora non protestare.” replicò Annalisa riportando l’attenzione su quello che stava facendo. Luigi cercò di mantenere il controllo mentre lei usava mani e bocca per regalargli delle sensazioni che non provava da tantissimo tempo, quando gli sembrò che non avrebbe resistito un attimo di più a quella tortura, la tirò su e la fece sdraiare accanto a sé baciandola. “Mi permetti di ricambiarti il piacere?” le disse quando vide un lampo di frustrazione nei suoi occhi. Annalisa annuì mentre Luigi scendeva con la testa tra le sue gambe e cominciava a stuzzicarla prima con le mani poi con la lingua. Annalisa emise dei piccoli gemiti man mano che piccoli brividi le increspavano la pelle. “Luigi!” il grido le si strozzò in gola ma Luigi capì lo stesso, si alzò su di lei e cominciò ad entrare nel suo corpo caldo mentre la baciava con urgenza. I movimenti si fecero subito frenetici, entrambi anelavano alla stessa meta dove giunsero insieme esausti e appagati. “Wow…” disse lei non appena riprese fiato. Luigi la guardò intensamente. “Lo so, ti devo delle spiegazioni.” gli disse. Luigi scosse la testa. “No, te le devo io.” Rimasero tutti e due a fissarsi in silenzio. PUNTATA 128 “Comincio io?” chiese Annalisa quando il silenzio si era già protratto fin troppo secondo lei. “Dovrei cominciare io, con il chiederti scusa del mio comportamento di questo pomeriggio…” “Può darsi, ma in parte è anche colpa mia. Mi ascolti senza interrompermi anche se ti sembrerà che dica cose senza senso?” Luigi annuì e restò sdraiato accanto a lei a guardare il soffitto. “Lo so perché ieri te ne sei andato prima che Andrea mi dicesse qualcosa dell’operazione che dovremo affrontare, perché ci sono di mezzo dei neonati e adesso sei confuso perché mi hai visto con quella piccola tra le braccia come se nulla fosse. Non sono impazzita tutt’a un tratto, voglio spiegarti una volta per tutte perché non ho mai voluto avere figli … ho paura di fare gli Created by eDocPrinter PDF Pro!! 181 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! stessi errori di mia madre, è rimasta incinta di me perché mio padre voleva un figlio, quando è finita tra loro, io sono diventata una pedina per fargli del male e un mezzo di scambio per tenere vicino a sé un uomo … quello che mi ha spaccato la bottiglia sul braccio è stato l’ultimo di una serie di uomini violenti che bazzicavano intorno a mia madre e lei non ha mai mosso una foglia per risparmiarmi botte e umiliazioni. I bambini che subiscono violenze diventano tutti adulti violenti … non voglio correre rischio di rovinare la vita a un figlio mio. L’ho sempre pensato ma da quando sto con te, sono combattuta tra queste paure e il desiderio di avere una famiglia come la tua, dove tutti si vogliono bene…. è per quello che la prima volta che hai parlato di figli ti ho detto che non sapevo che razza di madre sarei potuta essere.” Luigi si mise su un fianco per abbracciarla. “Piccola, vieni qui.” le disse quando la sentì allontanarsi. Annalisa si lasciò avvolgere dal suo abbraccio. “Credi che io ti lascerei andare … lontano da me con un figlio nostro?” Annalisa cercò di ribattere ma lui le mise un dito sulle labbra. “Adesso tocca a me … poi potrai dire quello che vuoi. Io voglio un figlio, sì, anche più d’uno, ma non a discapito della nostra vita insieme … tu sei più importante di qualunque cosa … non ti chiederò più di avere un bambino con me e non ti tratterò come se tu fossi colpevole di chissà che cosa … te lo prometto. Io ti amo, piccola, più di quanto avessi immaginato fosse possibile amare.” Annalisa lo abbracciò stretto, sapeva quanto gli fossero costate quelle parole … “Luigi, io … mi dispiace … lo so, vorresti una famiglia come la tua … non sai come sarei felice anch’io se fossi sicura di realizzarla…” “Credi che venga da sola … che i miei non abbiano lottato per averla? Che sia filato tutto sempre liscio?” Annalisa scosse la testa. “Nulla viene per caso.” rispose. Luigi si chinò su di lei e sfiorandole le labbra con un bacio le disse. “Io non ti farò più pressioni ma …” “ma io non smetterò di pensare a come potrebbe essere abbracciare un figlio con lo sguardo scuro e profondo di suo padre” Luigi approfondì il bacio, attirandola su di sé. “Piccola, mi farai impazzire” “Un po’ pazzo lo dovevi già essere per imbarcarti in una storia con me…” replicò Annalisa mentre lo accoglieva dentro di sé. “Lo credo anch’io, nessuno sano di mente sceglierebbe di vivere sulle montagne russe insieme a te…” le rispose Luigi mentre le dettava il ritmo da tenere poi non ci fu più spazio per le parole. Andrea era seduto sul divano che guardava i dati che Annalisa aveva mandato. “Ancora al lavoro?” chiese Paola rientrando da un giro con Jessica. “Sì, stavo guardando tutti questi parti anomali che ha scovato Annalisa.” Paola si mise seduta accanto a lui. “Posso aiutarti?” chiese. Andrea si voltò a guardarla, doveva mancarle molto il lavoro operativo e comunque anche quando fosse finito il corso sarebbe stata in maternità … “Certo, i dati non sono molti ma abbastanza per capire che dietro c’è un gruppo ben organizzato.” le disse passandole i fogli che stava guardando. “Già, ma forse avremo bisogno di altri dati…” “Annalisa ha chiesto al dottor Tyne di procurarle i certificati rilasciati dalle ostetriche…” Paola annuì. “Andiamo a trovare Annalisa, stasera?” chiese. “No.” rispose Andrea. “No?” “No … ho altri progetti per stasera …” le disse togliendole i fogli di mano. Paola lo guardò un attimo sorpresa poi sorrise. “Altri progetti?” “Mmh mmh” annuì Andrea sciogliendole la coda e carezzandole la nuca. “Progetti molto più interessanti che andare a scombinare i piani di due brigadieri di nostra conoscenza….” “Tu credi che…” “Testa non è ancora rientrato e nessuno ci ha avvisato che è stato ricoverato per traumi vari, quindi … e poi cosa ci importa di loro…” disse Andrea catturandole la bocca in un bacio appassionato. Paola concordò con lui e rispondendo al bacio si dimenticò di ogni cosa, di Annalisa, di Luigi, del caso che stavano guardando, ogni sua fibra era concentrata in quel bacio che si stavano scambiando. “Andrea …” mormorò senza fiato quando si staccarono. Andrea la prese per mano e la condusse in camera. Lentamente cominciò a sbottonarle la blusa che indossava, baciandole il collo e mordendole il lobo dell’orecchio, poi scese fino al seno che aveva scoperto e le lambì i capezzoli, mentre con le mani continuava a spogliarla, quando fu rimasta solo con gli slip, si spogliò in fretta anche lui e ricominciò a baciarla. Paola sentiva le gambe molli, si appoggiò alle sue spalle emettendo piccoli gemiti di piacere. Andrea la sollevò e l’adagiò sul letto, sdraiandosi accanto a lei … rimase a rimirare quel corpo che lo faceva impazzire di desiderio al solo pensiero di possederlo. Con le mani le carezzava la pelle nuda tenendo lo sguardo incollato al suo, il respiro di Paola cominciò a farsi più ansante mentre le carezze diventavano più intime. Andrea si sdraiò sulla schiena e l’attirò su di sé. “Mostrami dov’è il paradiso, amore.” le chiese. Paola non se lo fece ripetere, lo accolse dentro di sé e gli carezzò il petto, il volto con le mani e con la bocca cercando di mantenere un ritmo che li avrebbe portati Created by eDocPrinter PDF Pro!! 182 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! insieme a quelle vette a cui entrambi anelavano. Andrea allungò le mani per carezzarle il seno, Paola aumentò il ritmo ed entrambi raggiunsero il culmine del piacere. Andrea la attirò a sé soffocando con un bacio il gemito di piacere che entrambi stavano emettendo. Restarono madidi e ansanti uno nelle braccia dell’altro … Andrea le fece una lieve carezza sul ventre mormorando “Buonanotte, cucciolo di papà.” Paola si accoccolò contro di lui scivolando nel sonno. PUNTATA 129 Annalisa si svegliò e si stiracchiò sentendosi tutta indolenzita … d’accordo che aveva delle costole incrinate ma anche tutta quell’attività “fisica” non era proprio indicata. Si fermò ad ammirare l’uomo addormentato al suo fianco, come era bello, osservò le piccole rughe che si formavano intorno all’occhio … sembrava sereno mentre dormiva ma lei sapeva che lui aveva sempre quella pena in fondo al cuore … le dispiaceva essere la causa di quel dolore ma al momento non poteva farci niente, si ritrovò a carezzargli il torace dolcemente, si chinò e lo baciò dolcemente sulle labbra. “Amore – gli sussurrò in un orecchio- è ora di alzarsi.” Luigi si voltò e l’abbracciò prima di baciarla con passione. “Se mi svegli così … non so se mi alzerò tanto presto.” Lo sguardo che le lanciò non lasciava dubbi sulle sue intenzioni. “Vuoi farti trovare da Carli, a letto con me?” “Così si accorgerebbe che stai bene e ti dimetterebbe.” “Può darsi ma io non mi sentirei a mio agio … e poi non dimenticare che devo venire a indagare qui …” “Anch’io.” disse Luigi cercando di sciogliersi dall’abbraccio. Annalisa lo strinse più forte. “E tu chi saresti?” “Un medico …” disse a disagio. Annalisa lo baciò dolcemente sulla bocca. “Sarai un medico strepitoso … come quelli delle fiction.” “Ecco … sarebbe meglio …. almeno non combinerei danni.” Annalisa capì il suo timore e gli scivolò addosso. “Non credo che sarai solo, no?” “No, ma …” Ogni pensiero coerente sparì dalla sua mente quando sentì la bocca di Annalisa lambirgli i capezzoli. “Piccola …” sospirò e sdraiandola sulla schiena entrò dentro di lei portandola verso una cavalcata verso l’arcobaleno che esplose poco dopo nelle loro menti lasciandoli spossati. “Mio dio, Annalisa, non riuscirò a sopravviverti.” “Certo che no – replicò Annalisa con voce roca – le donne vivono più a lungo.” Luigi sorrise suo malgrado … davvero si chiedeva come aveva fatto fino a quel momento senza di lei … nel bene e nel male. Si alzò e Annalisa l’ammirò in tutto il suo splendore … “Sei un potenziale pericolo per le coronarie delle donne, Luigi.” gli disse scivolando accanto a lui. “Mi pare che le tue resistano bene …” replicò lui dandole una pacca sul sedere. Lei allungò una mano e lo carezzò lentamente dal collo lungo il torace fermandosi sulla sua mascolinità. Luigi la guardò con un sguardo che non le piacque. “Perché quando ti tocco lì … fai quella faccia? Eppure stanotte mi sembrava ti fosse piaciuto.” Luigi si morse il labbro superiore poi le disse. “Sì, che mi è piaciuto ma non vorrei che tu ti sentissi in obbligo di farlo.” Annalisa scosse la testa guardandolo con indulgenza. “Raccontami un’altra bugia, Luigi.” gli disse mentre cercava la biancheria pulita nel cassetto. Luigi sorrise tra sé. “D’accordo … le ragazze che ho frequentato finora non andavano matte per questo gioco … e una volta una ha persino ….” “Ho capito, ma io non sono loro e se il gioco, come lo chiami tu, non mi fosse piaciuto non l’avrei continuato, non credi?” chiese sentendo una punta di gelosia nel sentirlo parlare di altre ragazze. Luigi annuì poi si avvicinò. “Lo so che tu non sei uguale alle altre …” Annalisa lo interruppe. “Ogni coppia ha i suoi rituali … questo mi diceva sempre mia nonna … ed era in camera da letto, secondo lei, che si consolidava una coppia.” Luigi l’abbracciò. “Allora la nostra deve essere solidissima visto che non riusciamo a lasciarlo, il letto.” Annalisa gli diede un piccolo pugno. “Scemo!” gli disse prima di andare in bagno a prepararsi. “Vedi di non farti trovare nudo dal generale, ultimamente mi sembra particolarmente geloso.” l’avvisò affacciandosi dalla porta. Luigi sorrise e raccolse i suoi vestiti sparsi per la stanza. Ci mancava solo il generale geloso! si disse mentre si rivestiva, girò la chiave nella toppa e poco dopo la porta si aprì. Il dottor Carli entrò seguito da Gioia che tratteneva a stento le risa. Luigi ancora a torso nudo e scalzo rise nervoso. Bussò alla porta del bagno. “Piccola, c’è il dottore.” “Sto facendo la doccia, digli di tornare dopo.” Il dottor Carli si guardò in giro, vide le lenzuola arrotolate, la faccia di Luigi, scosse la testa, prese un foglio dal carrello delle medicine e scrisse qualcosa. “Queste sono le dimissioni per il Brigadiere Dionigi, le dica di passare dal mio studio quando è pronta.” Luigi prese il foglietto mentre Gioia gli strizzava un occhio. Annalisa uscì poco dopo dal bagno. “Sei una donna libera, adesso!” le disse Luigi sventolandole il certificato sotto il naso. “Meraviglioso.” disse lei cercando di prenderlo. Luigi lo alzò in alto, lei si Created by eDocPrinter PDF Pro!! 183 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! alzò sulle punte per prenderlo poi cambiò tattica … fece partire una carezza dal collo fin giù sotto la cintura … “Questo è un colpo basso, piccola.” le disse Luigi abbassando le mani per bloccare le sue. “Preso.” gongolò lei. Luigi cercò di prenderla mentre lei sgusciava e andò a sbattere contro una persona sulla porta. Annalisa si voltò verso la porta mentre Luigi che era già impallidito cercava la maglietta da rimettersi. PUNTATA 130 “Brigadiere Dionigi!” La voce del generale Burchi era sorpresa mentre dietro di lui Elvira sorrideva maliziosa. “Non credevo, fosse già l’orario delle visite.” replicò Annalisa fronteggiandolo. “Siamo venuti anche ieri sera ma tu non c’eri.” disse il generale. “Non è un buon motivo per precipitarsi qui alle sette e mezzo del mattino.” rispose Annalisa. L’uomo sospirò. “OK d’accordo, tregua. Possiamo parlare un attimo … devo tornare a Roma oggi pomeriggio.” “Va bene.” Luigi si avvicinò alla porta. “Allora io vado, torno a prenderti dopo.” “No, resti anche lei, brigadiere Testa.” Luigi tornò accanto ad Annalisa, un gesto che piacque molto ad Elvira. Il generale si passò una mano sulla fronte. “Non sono qui solo perché sei rimasta ferita … quello l’ho saputo in caserma da un certo Prosperi.” Annalisa sorrise. “E allora perché sei qui?” chiese dandogli quel tu che lui aveva sempre chiesto e quasi mai ottenuto. “Non so cosa stia succedendo ma qualcuno ti vuol male.” disse lentamente. Annalisa annuì come se fosse una cosa risaputa. “Sì, e allora?” “Sono venuto a controllare che qui tu stessi veramente bene …” Annalisa lo fissò dritto negli occhi. “E hai scoperto che forse sto meglio qui che alla scuola, vero?” Il generale annuì. “Non ridevi mai alla scuola.” disse laconico. “Non ne vedevo il motivo … e l’unica volta che l’ho fatto, forse, ho sbagliato.” Il generale annuì. “Forse, ma non è che tu avessi tutti i torti.” “Grazie. Ora, visto che mi hanno dimesso … andiamo via? Io ne ho già le scatole piene di star qui dentro.” “Eppure mi sembra che tu ti sia divertita.” le disse malizioso il generale. “Nulla che non possa fare anche altrove … meglio.” disse Annalisa scambiando uno sguardo con Luigi che era estremamente in imbarazzo. Andrea li vide arrivare in caserma, sorridendo. “Brigadiere Dionigi, pronto per l’operazione <<Baby Boom>>” gli disse porgendogli il certificato. Andrea scosse la testa, cercando conferma nello sguardo di Luigi che il certificato fosse autentico. “D’accordo allora chiamo Ranieri …” “Io vado a Perugia …” disse Annalisa. “A far che cosa?” chiese sospirando Andrea. “Credi che possa infiltrarmi in ospedale con questi capelli rossi?” “Ti accompagno io.” disse secco Luigi. “Geloso di Giulio?” lo prese in giro lei. Andrea guardò Luigi scuotendo la testa. “Comunque è una buona idea … devi camuffarti un po’ anche te.” Luigi spalancò gli occhi. “Cosa dovrei fare io?” Andrea rideva mentre il generale Burchi e sua moglie sulla porta sorridevano. “Camuffarti, diglielo anche tu, Andrea, che non può mettersi solo un camice e credere di essere a posto.” Andrea cercò di darsi un contegno, Annalisa aveva ragione e soprattutto in una piccola città dove erano abbastanza conosciuti. “Luigi, mi dispiace per te, ma ha ragione Annalisa.” Luigi alzò gli occhi al cielo. “Vado a prepararmi. Generale, lei deve andar via?” Il generale annuì. Annalisa si mise sugli attenti per salutarlo. L’uomo si avvicinò e l’abbracciò. “Per qualunque cosa, conta su di noi.” Annalisa annuì mentre ricambiava l’abbraccio anche con Elvira poi salì su. “Testa, accompagna il generale.” “Comandi” rispose Luigi, pur maledicendolo, dopo la figura che aveva fatto in ospedale non voleva trovarsi da solo con lui. Quando giunsero alla macchina il generale si voltò verso di lui scrutandolo. Luigi si sentì sotto esame, come se stesse valutando se fosse o meno in grado di fare qualcosa. “Brigadiere ... io...” “Io e il generale siamo contenti che lei stia vicino ad Annalisa.” disse Elvira affacciandosi dal finestrino. Il generale le lanciò uno sguardo di ammonimento. “Ecco, sì ... ma non troppo.” Luigi sentì Elvira ridacchiare in macchina e poi dirgli. “Vittorio, per favore.” Luigi alzò la mano per portarla alla fronte ma il generale gliela prese e gliela strinse. “Insomma, ha capito.” Luigi annuì incapace di dire qualunque cosa. Elvira scosse la testa all’imbarazzo dei due uomini. Luigi rimase immobile in mezzo al cortile, mentre la macchina si allontanava, con la testa piena di pensieri, sembrava che il generale fosse d’accordo con la sua storia con Annalisa o forse, vista la situazione, aveva fatto buon viso a cattivo gioco? Respirò profondamente sentendo ancora le mani di lei sul suo corpo ... ma del resto il sesso era l’unica cosa che funzionava a meraviglia nel loro rapporto ... per il resto lei continuava a chiudersi a riccio ogni volta che provava a conoscerla meglio. Annalisa aveva assistito alla scena dalla finestra, aveva meravigliato anche lei la stretta di mano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 184 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! del generale, così come l’abbraccio di poco prima ... era sempre stato sulle sue, la divisa imponeva un certo contegno e lui l’aveva sempre tenuto, anche quando lei era una bambina e aveva desiderato quell’abbraccio come l’aria che respirava. Finì di prepararsi poi raggiunse Luigi che era sempre fermo impalato nel cortile. “Ehi, tutto bene? Che ti ha detto?” gli chiese abbracciandolo. “Lui niente, ha parlato Elvira.” Annalisa sorrise. “Come al solito, quando si tratta di faccende personali il generale non parla.” Luigi le alzò il viso. “Beh, adesso so chi ti ha ispirato.” Annalisa lo guardò perplesso. “Che vuoi dire?” “Che hai imparato da lui a non parlare di faccende personali, perché è lui il comandante che era a Dobbiaco quando eri piccola, vero?” Annalisa annuì irrigidendosi un attimo, Luigi sentì il cambiamento. “Non era una critica, piccola, era solo una constatazione.” Annalisa alzò di nuovo il volto verso di lui. “Era una critica, Luigi, ma anche tu sei abbastanza chiuso, non parliamo mai molto noi due.” “Lo so, impieghiamo sempre diversamente il nostro tempo insieme.” le disse guardandola con quello sguardo di fuoco oramai consueto. “Se mi guardi così, parleremo sempre poco, amore.” Luigi l’abbracciò e le diede un bacio sul naso. “Andiamo con la mia?” chiese Annalisa mostrandogli le chiavi. “No, con la mia e tu guarda di tenere le mani a posto.” Annalisa rise. “Va bene, ma mi vendicherò stasera … l’appartamento è vuoto e io e te non siamo di turno.” PUNTATA 131 Il cellulare di Goretti squillò mentre rientravano in caserma. “Pronto?” “No, sono il dr. Martelli, il dr Goretti mi aveva detto che avreste chiamato.” “Va bene, ma sa io sono nuovo … come devo comportarmi?” “D’accordo, alla prossima settimana.” Andrea gli fece cenno col pollice che stava andando bene. Annalisa gli strizzò l’occhio mentre saliva su. “Annalisa aspetta.” le disse Andrea dopo essersi accertato che Luigi avesse chiuso la comunicazione. “Venite nel mio ufficio … l’operazione parte stanotte.” Luigi e Annalisa si scambiarono uno sguardo e scoppiarono a ridere. Andrea li guardò e scosse la testa. “Ma voi due non pensate ad altro?” Annalisa gli fece la linguaccia. “La tua è tutta invidia …” “Sicuro …” replicò Andrea facendoli entrare in ufficio. Appena varcata la soglia, si guardarono con uno sguardo diverso. “Cosa ti ha detto Ranieri?” chiese Luigi. “Di partire subito, la telefonata che hai ricevuto ce lo conferma. Ho fatto mettere sotto controllo anche i telefoni dei reparti interessati … stanotte vai tu, Annalisa, Gioia ti sta aspettando, così intanto ti impratichisci dell’ambiente. Domattina, arrivi tu Luigi, Paul ti presenterà come un tirocinante … così eviterai di essere sbattuto da solo in sala parto.” Annalisa annuì. “Allora io vado a prepararmi … dì a Gioia che mi farò riconoscere io.” “Che vuol dire?” chiese Andrea. “Non lo so, non mi ha fatto vedere cosa ha comprato per sé….” “E per te cosa ha scelto?” chiese curioso. “Un paio di occhiali da vista,….” “Occhiali da vista? E perché?” “Ha detto che tutti i dottori ce l’hanno.” “Provateli un po’.” le disse Andrea. Luigi li indossò sentendosi un po’ ridicolo. “In effetti ti danno un’aria da intellettuale” gli disse Andrea. “Dai, non prendermi in giro anche tu.” “Ma ti sei visto?” gli chiese Andrea spingendolo fuori dal suo ufficio verso il bagno del piano terra. “Guardati … - gli ordinò posizionandolo davanti allo specchio – sembri un’altra persona.” Luigi si guardò attentamente e poi un sorriso gli spuntò sulle labbra. Quella donna ne sapeva una più del diavolo. Erano bastati un paio di occhiali per camuffarlo e lui che credeva di dover far chissà che cosa…. Il suo cellulare segnalò un messaggio in arrivo. “Che vuole?” chiese Andrea immaginando chi fosse. “Che vada su che mi deve dare una cosa.” “Vai, ma che sia una cosa breve … deve andare all’ospedale.” “Credi che se lo sia scordato?” Andrea scosse la testa mentre Luigi saliva le scale. “Entra” disse Annalisa non appena Luigi bussò. “Mi devo mettere qualcos’altro oltre agli occhiali?” Annalisa annuì e gli tese una fede. Luigi la prese e la guardò perplesso. “Sarò più credibile con una fede al dito?” chiese pur sapendo che non era quello il vero motivo per il quale lei gli stava chiedendo di indossarla. Annalisa lo guardò con sufficienza. “Starai in mezzo a infermiere che ti mangeranno con gli occhi … non ti posso cambiare il fisico per questa operazione, posso però evitare di correre rischi.” Luigi la guardò fissa. “Non ti fidi di me?” “Non mi fido delle donne che ti gireranno intorno…” replicò Annalisa sullo stesso tono poi allungò una mano. “Ridammela.” gli disse. Luigi rimase un attimo a pensare poi gliela mise in mano. “Ecco, adesso puoi andare … io mi devo preparare.” gli disse stringendo un attimo la fede in mano prima di rimetterla nella scatola delle foto. Luigi si avvicinò per farle una carezza, lei lo sfidò con lo sguardo, lasciò cadere la mano e uscì dopo averle lanciato uno sguardo triste. “Che ti voleva dare?” chiese Andrea curioso poi vedendo la faccia dell’amico un po’ strana gli Created by eDocPrinter PDF Pro!! 185 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! chiese. “Che è successo?” Luigi scosse la testa confuso e irritato. “Non vuoi parlarmene … forse dopo staresti meglio. Andiamo a correre al parco?” “E Paola?” “E’ con Ale ad aiutare Jessica con i preparativi di matrimonio.” “Allora va bene, andiamo.” Uscirono avvisando Bordi dove stavano andando. Dopo una mezz’ora di corsa … si lasciarono cadere seduti su una panchina senza fiato. Respirarono per lunghi momenti profondamente. “Stiamo facendo troppa attività fisica extra.” disse Andrea quando riuscirono a riportare la respirazione su ritmi regolare. “E tu sembrava ti volessi mangiare la strada, che è successo, Luigi?” Luigi guardò a lungo l’albero davanti a sé poi gli disse. “Voleva che mi mettessi una fede.” Andrea si voltò verso di lui sorridendo. “Ha paura che qualche infermiera ci provi con te?” Luigi sorrise. “Ogni volta mi meraviglio di come tu la conosca così bene. Forse ci staresti meglio tu con lei.” Andrea rise. “Oh, no litigheremo tutto il tempo … è la ragazza giusta per te, dammi retta. Comunque, tu che hai fatto?” “Le ho chiesto se non si fidasse di me” Andrea lo guardò scuotendo la testa prevedendo guai. “E lei?” “Ha rivoluto l’anello indietro e mi ha buttato fuori da camera sua.” Luigi si voltò verso Andrea. “Adesso mi chiedo se ho sbagliato a non prendere quell’anello …” “Ma tu non l’hai voluto perché significava mancanza di fiducia da parte sua o perché era una fede?” chiese Andrea. Luigi ci pensò un attimo poi disse “Ci sono rimasto male perché lei non si fida di me … crede davvero che io la possa tradire con la prima disponibile che mi capita sotto tiro?” “No, sono sicuro che non fosse quello il suo scopo.” “E allora?” “Luigi, ti sei mai guardato bene allo specchio?” chiese Andrea. Luigi lo guardò come se fosse scemo. “E ora cosa c’entra?” “C’entra, c’entra … hai notato che sei un bel pezzo di ragazzo?” “Ma io non capisco…” “Talvolta mi chiedo come fai ad essere un bravo carabiniere … -disse spazientito Andrea – domani appena entrerai in ospedale, creerai un mucchio di scompiglio tra le infermiere … credi a me, senza che tu lo voglia. Io torno in caserma, Luigi, sto aspettando una telefonata di Ranieri. Tu resta pure un altro po’.” Luigi annuì salutandolo. Rimase più d’un’ora seduto su quella panchina mentre tutte le ragazze che passavano lì davanti gli lanciavano uno sguardo di ammirazione. Non riusciva a credere che lei pensasse davvero quello … poi scosse ridendo … era quello di cui lui l’aveva accusata per parecchio tempo, di intessere relazioni con chiunque … e le sue accuse erano dettate dalla gelosia che provava nei suoi confronti. Annalisa era gelosa di lui? Sarebbe stata la prima volta che la mostrava … Si alzò e tornò di corsa in caserma … era tardi per parlare di nuovo con lei, sicuramente era già uscita per andare in ospedale, ma non per andare a recuperare quel maledetto anello nella scatola e indossarlo la mattina dopo …. PUNTATA 132 “Gioia, sono io.” Gioia spalancò gli occhi riconoscendo la voce. “Ma come ti sei combinata?” le chiese. “Non volevo dare nell’occhio, con quei capelli rossi.” “Ah, così non ti noterà nessuno, tranquilla.” le disse Gioia osservandola meglio. I capelli neri corti non curati, gli occhiali con una montatura vecchio stile, gli occhi scuri, gli abiti informi non facevano certo intuire che sotto si nascondesse la ragazza che la mattina era ricoverata nella camera privata di medicina donne. Annalisa sorrise tra sé, un sorriso misterioso. “Vieni, tra cinque minuti comincia il nostro turno.” Annalisa la seguì nell’ospedale, indossarono camice e cuffietta poi entrarono al nido. Gioia prese le consegne dall’infermiera del turno precedente che squadrò Annalisa con uno sguardo che la mise in allarme. Nascondeva senz’altro qualcosa, altrimenti perché scrutare così una nuova collega? Aiutò Gioia a preparare i bambini da portare alle mamme per la poppata della sera. Gioia la guardava muoversi sicura tra neonati e pannolini domandandosi come facesse, lei aveva avuto bisogno di tutto il tirocinio in neonatologia prima di riuscire a cambiare un neonato senza incertezze. Annalisa cominciò a portare i bambini nella sala dove le mamme andavano ad allattare. Sorrise a tutte mentre Gioia spiegava ad un paio di mamme il modo giusto per far attaccare il bambino al seno. Ritornarono nella nursery a preparare i biberon per quelli le cui mamme non avevano latte. “E questo è di nessuno?” chiese Annalisa indicando l’unico bambino rimasto nella sua culla. “E’ nato da poco, con un parto cesareo, sua mamma è ancora sotto l’effetto dell’anestesia, glielo portiamo per la poppata della notte.” Annalisa annuì prendendo il bambino per cambiarlo. Tornarono nella sala allattamento per prendere i bambini e riportarli al nido per la notte. Sistemarono i piccoli nelle culle dopo averli cambiati. “Vai pure a riposare, Gioia, ti chiamo se c’è bisogno.” Gioia la guardò un attimo poi le disse. “Sono sicura che te la sapresti cavare comunque.” Annalisa sorrise enigmatica poi la spinse fuori. Si mise seduta vicino alla porta e sospirò un po’. Non credeva che si sarebbe ricordata così bene come trattare i Created by eDocPrinter PDF Pro!! 186 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! neonati … era passato parecchio tempo da quando aveva partecipato a quell’indagine nella clinica privata a Verona, era ancora un poliziotto e come c’era da fare un’operazione fuori dalla caserma lei si offriva sempre … tutto pur di non stare a stretto contatto con Paolo Vecchi … quella volta era stata fortunata l’indagine era durata più di un anno e lei aveva lavorato sempre al nido proprio come in quel momento. Scosse la testa poi, come sempre, il pensiero finì su Luigi, perché era stato così ottuso? eppure lo avrebbe dovuto sapere che era un bell’uomo e che le donne se lo mangiavano con gli occhi … c’era una sola soluzione da prendere … cercare di evitare il più possibile i turni con lui … così non avrebbe visto nulla e non avrebbe sofferto. Sospirò mentre uno dei bambini cominciò a piangere. Si alzò e gli massaggiò la schiena leggermente, il neonato si riaddormentò. Sorrise tra sé, chissà cosa avrebbe pensato se l’avesse vista così a suo agio in mezzo a tutti quei neonati … si sarebbe sentito ancora più confuso … lei aveva bisogno di tempo per valutare se avrebbe potuto essere una madre migliore della sua, non che ci volesse molto, si disse sorridendo triste. La notte passò tranquilla, chiamò Gioia quando fu l’ora della poppata notturna e poi per quella delle sei. “Sei veramente in gamba, Annalisa.” le disse Gioia sorridendole. Annalisa ricambiò il sorriso mentre tornavano negli spogliatoi alla fine del loro turno. “Hi, honey!” Gioia si voltò verso Paul che era appena arrivato insieme a Luigi. Annalisa sorrise, era spettacolare anche camuffato, gli occhiali gli davano un’aria da bravo ragazzo e anche il camice un po’ largo non riusciva a nascondere il bel fisico di cui era dotato. Aspettò per vedere se la riconosceva anche quella volta, lo guardò un attimo poi Paul disse “Oh, scusami, il dottor Nicola Martelli.” “Piacere, Stella Gori.” disse Annalisa allungando una mano che Luigi strinse, poi socchiuse un attimo gli occhi e la scrutò. Vide Paul scambiare un bacio con Gioia e si avvicinò a lei. “Sei una strega, piccola.” le mormorò all’orecchio. Lei rabbrividì di piacere e alzò il volto verso di lui, Luigi alzò la mano sinistra per carezzarla e lei notò l’anello. Sperò che si fosse limitato a prendere l’anello anche se sapeva che aveva dovuto sollevare i fogli che erano nella scatola per recuperarlo sul fondo. Luigi la spinse in un ripostiglio e la prese tra le braccia per baciarla. “Dottore, cosa fa?” mormorò Annalisa prima di ricambiare il bacio. “Come ti sei conciata?” le chiese poi Luigi. “In modo da passare inosservata … il più possibile …. ma tu mi hai riconosciuto lo stesso.” “Te l’ho detto, ti devi nascondere sotto un burka perché io non ti riconosca.” rispose Luigi cercando di nuovo le sue labbra per un bacio appassionata. “Stasera … al tuo appartamento?” chiese Luigi sulle sue labbra. “Sì, … mi devo ancora vendicare di ieri pomeriggio…” Luigi le baciò il collo. “Sono sicuro che la tua vendetta mi piacerà da impazzire.” Annalisa gli fece un sorriso malizioso. “Dottore?” la voce di Gioia era appena un sussurro. Luigi uscì sorridendo, si accertò che non ci fosse nessuno nel corridoio e fece uscire anche Annalisa. “A stasera” gli sussurrò sfiorandogli la mano sinistra. Luigi ricambiò la carezza e le sorrise. Paul e Luigi andarono in reparto, mentre Annalisa e Gioia uscivano dall’ospedale. “Ti va una colazione da Pippo, Gioia?” chiese Annalisa. “Sì, poi vado a dormire …. dovresti farlo anche tu.” “Sì, lo farò di sicuro … tanto Luigi non c’è …” Gioia le sorrise scuotendo la testa. Che tipa che era! Pippo le accolse con un sorriso. “Gioia, buongiorno, finito il turno di notte?” “Sì, Pippo due caffè e due cornetti.” ordinò Gioia mentre Annalisa ancora nei panni di Stella Gori restava in silenzio. “E’ una tua nuova collega?” chiese Pippo sottovoce. Gioia annuì cercando di non ridere. “Sì, è stata assunta ieri.” Annalisa andò a pagare la colazione mentre si allontanava sentì Pippo dire alla nipote. “Sicuramente è brava … brutta com’è non l’hanno certo assunta per la bellezza.” Jessica lo brontolò. “Ziooo!” Pippo si strinse nelle spalle. Le due ragazze uscirono per evitare di scoppiargli a ridere in faccia. PUNTATA 133 Luigi seguì Paul nel suo studio. “Io non l’avevo riconosciuta” disse Paul alludendo ad Annalisa. “E’ molto brava a mascherarsi.” “Già, ma non è riuscita ad ingannare te.” Luigi fece un sorriso di compiacimento. “E’ un gioco tra noi … per il momento sto vincendo io 2 a 0” Paul sorrise, gli sarebbe piaciuto anche a lui, avere una complicità del genere con Gioia. Scosse la testa poi disse. “Cominciamo il giro delle visite.” La mattina trascorse così con il giro delle visite, dove furono oggetto degli sguardi d’ammirazione delle infermiere e delle pazienti, erano una bella coppia entrambi alti uguali, uno biondo e uno moro, uno con gli occhi chiari e l’altro con gli occhi scuri. “Peccato che siano sposati” sentì mormorare da alcune infermiere, rise tra sé, Annalisa Created by eDocPrinter PDF Pro!! 187 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! aveva avuto di nuovo ragione. Durante il controllo dell’archivio, Luigi non trovò niente di più di quello che aveva scoperto Annalisa. Prese le fotocopie dei certificati di assistenza al parto che Paul era riuscito a recuperare, li avrebbe portati in caserma per vedere se fosse stato possibile risalire a chi aveva riconosciuto i bambini. Fu alla fine del turno che quello che Luigi aveva sperato non accadesse … un parto. Fu assalito da un’ondata di panico … cosa avrebbe dovuto fare? Paul vide che era sbiancato e gli mise una mano su un braccio. “se non te la senti…” Luigi scosse la testa, se non fosse entrato in sala parto la copertura sarebbe saltata. Prese un respiro profondo poi un pensiero gli attraversò la mente e lo lasciò perplesso. E se fosse stata Annalisa in sala parto? Lui non ci sarebbe stato? L’avrebbe lasciata da sola? Respirò di nuovo a fondo e annuì a Paul. “Sono pronto.” Paul ammirò il suo coraggio. Si prepararono per assistere al parto. Quando entrarono in sala parto la donna era già posizionata sul lettino con il divaricatore ed era nella fase terminale del travaglio. “Forza, signora, ancora una spinta, sto vedendo la testa.” disse Paul. Luigi guardava impietrito, non aveva idea di che cosa lo aspettasse, vide il marito della donna stringerle la mano, dirle parole affettuose, incoraggiarla mentre la donna continuava a spingere. “Brava, signora, ancora un piccolo sforzo, la testa è già uscita.” La donna spinse ancora una volta urlando mentre Paul sollevava il nascituro. Un vagito riempì la sala parto. “E’ una bella bambina.” disse Paul mostrandola alla mamma prima di affidarle la piccola all’infermiera per le prime cure. Luigi si sentì gli occhi umidi, non pensava fosse possibile emozionarsi così … per il parto di una sconosciuta … e se su quel lettino ci fosse stata Annalisa? Sentì il cuore perdere un colpo al pensiero … doveva smettere di farsi male da solo …le aveva promesso che non le avrebbe fatto più pressione … questa indagine avrebbe messo a dura prova il suo proposito. Paul gli sorrise mentre tornavano nel suo studio. “Sei stato in gamba … io al primo parto a cui ho assistito sono svenuto.” Luigi rise. “Beh, c’è mancato poco.” “Come hai fatto a trovare il coraggio di entrare in sala parto?” gli chiese Andrea mentre Luigi gli faceva rapporto. Luigi guardò un attimo fuori dalla finestra poi gli disse. “Ho pensato che fosse Annalisa in quella stanza.” Andrea gli sorrise “Basta che tu non lo dica a lei…” “Che cosa non mi dovrebbe dire?” chiese Annalisa entrando nell’ufficio di Andrea. “Niente.” rispose Andrea evitando di guardarla in viso. Annalisa guardò Luigi che sfuggì il suo sguardo, sorrise scuotendo la testa. “Mi hai fatto chiamare?” chiese Annalisa tornando al lavoro dopo aver lanciato un’occhiata a Luigi che l’avvisava che non sarebbe finita lì. “Abbiamo i certificati che avevi chiesto a Paul.” Annalisa si mise seduta e cominciò a guardare i certificati, ne lesse qualcuno poi cominciò a fare smorfie con la bocca. “Che cosa c’è?” chiese Andrea. “Sono tutti firmati dalla stessa ostetrica.” disse Annalisa. “Non può essere un caso.” concluse poi prese il cellulare e fece una telefonata che confermò i suoi sospetti, l’ostetrica dei certificati era l’infermiera a cui lei e Gioia avevano dato il cambio la sera prima. “Hai saputo qualcosa che intralcerà le nostre indagini?” chiese Andrea visto che Annalisa restava in silenzio. “Dovremo cambiare metodo … dovrò essere Stella Gori 24 ore al giorno o quasi, l’ostetrica che ha firmato questi certificati era al nido ieri quando siamo arrivate io e Gioia e il modo con cui mi ha squadrato mi ha messo in allarme, non possiamo rischiare, se non vedrà l’infermiera Gori in giro anche fuori dall’ospedale sospetterà qualcosa, lo stesso vale per te Luigi. Io mi trasferisco all’appartamento, bisogna trovare un posto anche per Luigi.” Andrea annuì mentre Luigi chiedeva. “Ma per stanotte come si fa?” Andrea vide che si scambiavano uno sguardo di complicità. “Potresti dormire da Gemma.” disse Andrea. “Presentandoti però come il dottor Nicola Martelli.” replicò Annalisa. Luigi sospirò, anche quella sera era andata, vide Annalisa sorridergli comprensiva, dispiaceva anche a lei, ma non potevano rischiare tutta l’operazione solo per passare la notte insieme. Ci sarebbero state altre notti … Luigi ricambiò il sorriso, intuendo che avessero gli stessi pensieri. Rimisero tutto a posto poi Annalisa salì su a preparare una borsa da portare all’appartamento. “Ti ha telefonato poi Ranieri?” chiese Luigi. “Sì – disse Andrea un po’ pensieroso – sempre per Annalisa.” “Hanno scoperto che era un poliziotto?” “Non ancora …” replicò Andrea sospirando. Mentre Luigi stava per rispondere un urlo riecheggiò nella caserma. “LUIGIIIIIIII!” Tutti si bloccarono dov’erano, Andrea guardò Luigi che era impallidito. “Che altro hai combinato?” Luigi si strinse nelle spalle e salì le scale lentamente. Si sentì una porta sbattere poi Andrea ordinò. “Forza, ognuno al suo lavoro.” poi si passò una mano sulla faccia prevedendo bufera. Proprio quella sera che aveva programmato tutto per una serata speciale con Paola. Il suo cellulare segnalò un messaggio in arrivo. <<E’ tutto pronto vai tranquillo A.>> sorrise scuotendo la Created by eDocPrinter PDF Pro!! 188 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! testa, come al solito, lei dopo tutti gli altri … doveva pensare a ricambiare il favore prima o poi … ammesso che ciò fosse possibile. PUNTATA 134 La porta era aperta, Luigi entrò titubante, mentre saliva le scale si era ricordato di essersi fermato a leggere dei fogli, un foglio era caduto da quella scatola dove era andato a cercare l’anello, con la tensione dell’operazione si era dimenticato ma adesso ricordava benissimo che quando Andrea l’aveva chiamato aveva rimesso tutto dentro alla rinfusa, forse era rimasto fuori qualcosa? Gli occhi di Annalisa fiammeggiavano mentre gli indicava la scatola sul cassettone. “Credevi che non me ne sarei accorta?” “Ero venuto solo a cercare l’anello, avevo capito che avevi ragione..” “Andrea ti aveva fatto capire che avevo ragione…” lo corresse lei. “Va bene … dopo che Andrea mi ha convinto sono venuto a cercare l’anello … avevo visto che l’avevi messo lì dentro.” disse indicando la scatola. “Già, se tu ti fossi limitato solo a quello … non ci sarebbero stati problemi … ma tu hai voluto indagare su di me …” “Non ho voluto indagare su di te –cercò di difendersi Luigi pur sapendo che la sua posizione non era difendibile – mentre cercavo l’anello sul fondo della scatola mi è caduto un foglio … l’ho raccolto …” “E l’hai letto. Non potevi rimetterlo nella scatola no?” Luigi si morse il labbro inferiore poi disse. “Non volevo leggerlo … mi è caduto l’occhio sul logo della polizia e mi sono incuriosito … Non mi pare di aver fatto niente di male …” “Ah, no … il tono di voce di Annalisa diventò più acuto – vorrei sapere cosa diresti se scoprissi che ho frugato nei tuoi cassetti, che ho letto le lettere che ti ha scritto Silvia o visto le tue analisi mediche.” “Io non ho segreti.” “E questo giustifica il fatto che tu possa frugare tra le mie cose?” Luigi si passò una mano sulla faccia. Annalisa strinse i denti dalla rabbia, stava per esplodere. “Va via, per favore, prima che ti dica cose che rimarrebbero per sempre tra di noi …” gli disse indicando la porta. Visto che Luigi rimaneva lì impalato, Annalisa prese il giubbotto e il casco e uscì sbattendo la porta. “Che è successo?” chiese Paola. “Ho sentito Annalisa che urlava.” “Niente, preparati che andiamo a cena fuori.” disse Andrea. “A cena fuori? E perché?” Paola era perplessa. “Non possiamo andare a cena fuori?” chiese Andrea mentre entrava nella doccia. “Credevo tu volessi rimanere qui …” “Sono maggiorenni e vaccinati, Paola è ora che se la sbrighino da soli … e combattono ad armi pari, non ti preoccupare.” Paola lo guardò sparire nella doccia e si strinse nelle spalle andandosi a preparare. “Aspettami in cucina, Paola” le disse poi da dietro la porta del bagno. Paola finì di prepararsi poi uscì sul pianerottolo, dalla camera di Annalisa non uscivano più grida ma si sentiva la sua voce un tono più alta del normale, mentre quella di Luigi era percepita come un sussurro. Scese facendo attenzione a non scivolare giù dalle scale. “Wow.” le disse Leo quando la vide passare. “Si festeggia qualcosa?” Paola scosse la testa muovendo i capelli corvini lasciati sciolti sulle spalle. “Andrea ha detto che mi porta fuori a cena.” Leo sorrise. “Ti porta fuori a cena nonostante la tempesta al piano di sopra?” Paola annuì. Leo sorrise mentre tornava alla sua scrivania, Paola lo seguì. “Ma tu ed Ale avete risolto?” “Sì, le ho spiegato come stavano le cose, voi ragazze incinta siete parecchio complicate … non so perché vi vediate così brutte.” Paola sorrise. “Forse perché vediamo molte ragazze magre ronzare intorno ai nostri uomini …” Leo scosse la testa mentre il cellulare di Paola squillava. “Tesoro, sono impegnato un attimo con il capitano … andresti, per favore, dal fioraio all’angolo con la biblioteca? Avevo ordinato una cosa … altrimenti chiude.” “Va bene” rispose perplessa Paola chiudendo la comunicazione. Leo la interrogò con lo sguardo. “Devo andare a fargli una commissione…” rispose Paola stringendosi nelle spalle. Si mise la giacca e uscì. Andrea guardò uscire la macchina dal cortile e poi finì di prepararsi. Non era sicuro che si trattasse di un’idea geniale, sicuramente Paola si sarebbe arrabbiata ad essere spedita su e giù per Città della Pieve, sperò che alla fine sarebbe stata così felice da dimenticare tutto il resto. Sentì di nuovo sbattere la porta di Annalisa e poco dopo la vide uscire con la moto, alzò gli occhi al cielo, ora si sarebbe dovuto preoccupare anche per lei … per loro si corresse dopo aver sentito anche il rombo della moto di Luigi. Scese le scale circospetto. “Via libera, Andrea.” lo avvisò Leo. “Grazie, Leo. Ascolta avrei un altro favor da chiederti…” “Ho capito, controllare quei due che sono appena usciti con la moto.” Andrea gli mise una mano sulla spalla. “Sei in gamba, Leo, veramente.” Il ragazzo sorrise. “Vai, Andrea, o farai tardi.” Andrea uscì a piedi e si diresse verso la casa con giardino, che aveva trovato vicino alla caserma, per dare gli ultimi ritocchi a quello che Annalisa Created by eDocPrinter PDF Pro!! 189 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! aveva preparato per loro. Annalisa salì sulla moto e diede subito gas, partì sgommando verso Perugia. Guidava senza una meta ben precisa, doveva sfogare la rabbia, se fosse rimasta ancora un secondo con Luigi lo avrebbe coperto di insulti e il suo vocabolario in quel campo era molto ampio e variegato, ma quelle parole sarebbero rimaste per sempre tra di loro. Sentì il vento contro il petto e la strada scompariva dietro le sue spalle. Salì verso le colline, la sua moto da cross si impennò. Riuscì a riportare tutte e due sulle ruote sulla strada e inchiodò la moto vicino alla staccionata dove finiva sempre quando aveva qualche problema da risolvere. Si tolse il casco e diede sfogo alle lacrime. Si era sentita tradita, aveva riposto la fiducia in lui e lui l’aveva calpestata … se avesse solo preso l’anello … ci sarebbe passata sopra … ma che avesse letto le sue carte…. D’accordo che aveva tanti segreti che incuriosivano tutti ma credeva che lui avesse abbastanza fiducia in lei, da aspettare che lei si confidasse spontaneamente con lui, gli aveva già raccontato più cose che a chiunque altro … Andrea compreso. Le lacrime continuavano a scendere lungo le sue guance, respirò profondamente continuando a guardare davanti a sé nel buio della notte … e adesso? Poteva continuare a stare con lui senza rinfacciarglielo più? Conoscendosi dubitava molto ma … voleva davvero perderlo? Perdere l’uomo che le aveva insegnato ad amare la vita, che le aveva fatto capir cosa significava amare ed essere amata? In quel momento non era in grado di prendere una decisione…. risalì sulla moto e diresse di nuovo la moto verso valle. PUNTATA 135 Luigi vide le luci posteriori della moto di Annalisa andare verso Perugia e allora decise di andare dall’altra parte, sperò solo che non si facesse male. Sapeva di non essersi comportato bene ma la curiosità era stato troppa quando aveva visto scritto Polizia di Stato, aveva cercato di giustificarsi dicendo che cercava indizi su chi poteva aver messo in giro quelle voci su di lei, in realtà voleva scoprire qualcosa su di lei, qualcosa che gli facesse conoscere un po’ meglio la donna di cui si era innamorato, non aveva preso in considerazione il fatto che avrebbe potuto non avere più una donna. Il pensiero non gli fece piacere ma doveva cominciare a considerare l’evento, Annalisa era parecchio arrabbiata e se non l’aveva ricoperto di insulti era solo perché comunque avrebbero dovuto lavorare ancora insieme. Accelerò ancora cercando di sfogare la tensione con la velocità poi fermò la moto sotto un ponte. Respirò profondamente parecchie volte, aveva un nodo alla gola, si diede dell’idiota, sicuramente lei si era sentita tradita e dopo tutto quello che aveva fatto per conquistarla si sentì ancor di più stupido per essersi rovinato con le sue stesse mani, si richiuse il casco e tornò indietro. Paola era arrivata dal fioraio che le aveva teso un mazzo di rose rosse accompagnate da un biglietto. Paola lo ammirò, era veramente stupendo, dodici rose dal gambo lunghissimo, corredate da un fiocco rosso dal quale spuntava un biglietto anch’esso rosso a forma di cuore. Paola posò le rose sul sedile del passeggero e lo sguardo le cadde sul nome scritto all’esterno del biglietto. Perché Andrea la mandava a prendere un mazzo di fiori diretto a lei? Aprì il biglietto e lesse: <<Per la donna della mia vita … perché la nostra vita insieme sia come queste rose …. solo fiori e niente spine>> Paola guardò il gambo delle rose e vide che erano state tolte tute le spine. Rimase perplessa con il biglietto in mano. Il suono di un sms la distrasse dai suoi pensieri. “Puoi passare dall’enoteca in piazza? Andrea.” Paola sospirò … perché l’aveva fatta vestire tutta elegante se doveva fare solo delle commissioni per lui? Rimise in moto la macchina e si diresse di nuovo in centro. Andrea stava apparecchiando la tavola, Annalisa gli aveva preparato una cena davvero raffinata … chissà cosa stavano combinando quei due in moto in giro di notte con quella tensione che dovevano avere addosso, non poteva fare a meno di preoccuparsi, erano suoi uomini e soprattutto erano suoi amici. Doveva terminare di preparare la casa, non sapeva se aveva fatto bene, Annalisa gli aveva assicurato di sì ma un po’ di apprensione ce l’aveva, soprattutto aveva paura che Paola sarebbe arrivata talmente arrabbiata da non volerlo stare neanche ad ascoltare. Cercò di curare ogni più piccolo dettaglio L’uomo dell’enoteca sorrise a Paola. “Eh, il maresciallo ha buon gusto, sia in fatto di donne che in fatto di vino.” Paola sorrise un po’ tirata, prendendo la bottiglia di vino, non le piaceva essere paragonata al vino. Mentre la metteva in macchina, guardò la bottiglia e sorrise più spontaneamente, era lo stesso vino che avevano bevuto quella sera la casale. Il biglietto Created by eDocPrinter PDF Pro!! 190 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! recitava <<Il vino rosso mi ricorda una serata speciale, e a te?” Paola scosse la testa e adesso che cosa aveva in mente Andrea? <<Ti aspetto in Via dei Ciliegi 17>> Paola si meravigliò, andavano forse a cena a casa di qualcuno che conoscevano? Non le sembrava di conoscere nessuno che abitasse in quella strada poco dietro la caserma dove avevano costruito una serie di villette a schiera di recente. La strada era deserta, Paola parcheggiò, prese la bottiglia di vino e andò a suonare all’unica casa illuminata. “E’ aperto …” sentì dire dall’interno. Aprì la porta ed entrò, si guardò intorno cercando di capire dove fosse la cucina per andare a salutare la padrona di casa, la trovò ma era vuota, benché ci fosse un profumino di cibi cotti, posò la bottiglia di vino sul tavolo di cucina e vide il biglietto. <<cerca in salotto>> Paola sorrise, cos’era una caccia al tesoro? Tornò nel corridoio e cercò la porta del salotto, la aprì e lo vide…. bello nel suo vestito più elegante …. gli occhi verdi scintillanti d’amore … e il sorriso speciale che riservava solo a lei. “Perché mi hai fatto andare su e giù per il paese?” chiese avvicinandosi. “Perché non avrei potuto preparare tutto questo.” disse indicando il tavolo apparecchiato per due. Paola sorrise. Andrea lasciò andare il fiato che aveva tenuto fino a quel momento e le tese la mano. “Vieni.” le disse facendola sedere a tavola. Cominciò a portare in tavola i piatti preparati da Annalisa, non le fece muovere neanche un dito, la servì come se fosse una principessa, sorridendole, tenendole la mano e baciandola ogni volta che portava via o gli riportava un piatto. All’ultimo portò in tavola una torta decorata con uno scrigno di cioccolata Paola lo guardò sorpresa sorridendogli. “Che cosa significa?” “Aprilo.” le disse Andrea sorridendo. Paola allungò lentamente la mano mentre il cuore le batteva a mille, che cosa nascondeva tutta quella serata? Sollevò il coperchio dello scrigno, dentro scintillavano due chiavi, una vera e una d’oro. “Che cosa sono?” gli chiese prendendole. “Questa – disse Andrea prendendo la piccola d’oro – è la chiave del mio cuore.” Paola annuì mentre sentiva le lacrime pungerle gli occhi. “Questa è, invece, la chiave di questa casa.” Paola spalancò gli occhi meravigliata. “Di questa casa?” chiese incredula. “Sì, se ti piace, è nostra” le disse Andrea ancora chinato su di lei. “Se mi piace? Dovresti saperlo… hai confabulato con Annalisa, vero? E’ una sua idea?” “No, una collaborazione …. io avevo le idee, lei il modo per realizzarle.” Paola gli sorrise, non le importava sapere come fosse andata … l’emozione che stava provando era così intensa … che lacrime di gioia cominciavano a scenderle lungo le guance. Andrea gliele asciugò dolcemente con le labbra. “Non vuoi vedere il resto della casa?” le disse tendendole la mano. Paola la prese e si fece tirare su. Le loro labbra si incontrarono per un bacio dolcissimo. PUNTATA 136 Le due moto raggiunsero lo stesso posto arrivando da due direzioni opposte. Parcheggiarono nello stesso momento, si tolsero il casco e si misero a sedere ai lati opposti di quella panchina che aveva visto il loro amore diventare più certo, dopo la fuga di Annalisa a Roma. Non si rivolsero nemmeno uno sguardo continuando a guardare davanti a loro le acque scure del lago. Luigi le lanciò uno sguardo fugace e alla luce della luna si accorse che aveva il volto rigato dalle lacrime, sapeva di essere la causa di quel dolore, e si sentì ancora peggio che se l’avesse insultato. Annalisa continuò a guardare davanti a sé, cercando di non mostrare le sue lacrime. Non voleva mostrarsi così vulnerabile ma non riusciva a smettere … ripensava a quando aveva aperto la scatola per prendere il diario di Ethel e aveva visto che i fogli non erano nell’ordine in cui lei li teneva di solito. Era stato come se qualcuno le avesse dato una mazzata in testa. Luigi continuava a pensare a che razza di idiota era stato, perché non aveva preso solo l’anello e lasciato perdere il resto, e poi, in fin dei conti, che cosa aveva scoperto? Che tutti l’avevano valutata come un ottimo poliziotto, anche se alcune valutazioni partivano con <<Nonostante, Pur, Anche se…>> come se fossero partiti prevenuti nei suoi confronti, non aveva osato toccare il libro rosso … e nemmeno le lettere che aveva visto sul fondo, nonostante avesse notato che il mittente era un uomo. Si voltò ancora una volta verso di lei e poi prendendo un respiro per farsi coraggio, si alzò e andò ad inginocchiarsi di fronte a lei. “Annalisa, sono stato un idiota, anzi l’idiota più idiota di tutti” Annalisa alzò lo sguardo su di lui stringendo le labbra, come osava rivolgerle la parola. “Lo so che non dovrei nemmeno parlarti ma voglio spiegarti perché sono caduto in tentazione quando ho visto quel foglio.” Annalisa continuò a fissarlo senza dirgli nulla. “Tu hai così tanti segreti, e dopo che mi hai raccontato che c’è una persona in giro che vorrebbe distruggere la tua vita, io non mi sono sentito tranquillo ….. ho provato a chiedere lumi ad Created by eDocPrinter PDF Pro!! 191 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea ma è stato più reticente di te.” Annalisa inviò un pensiero di gratitudine ad Andrea, sperando che la sua serata fosse andata meglio di quella che stava trascorrendo lei. “Ho immaginato che fosse qualche collega che avevi conosciuto quando eri in polizia, quando ho visto l’intestazione sul foglio mi sono incuriosito e l’ho letto. non so cosa sperassi di trovarci sopra e a che cosa avesse potuto servirmi, non certo per amarti di più di quello che ti amo, perché non credo che ciò sia possibile.” Annalisa continuava ad ascoltarlo in silenzio, con le labbra ancora serrate dalla rabbia. “Ti prego, Annalisa, se anche tu mi ami, prova a perdonare un stupido che non ha saputo capire un emerita mazza.” Annalisa lo scrutò dritto negli occhi. “Se non ti amassi saresti già morto. –disse gelida – ma, mi dispiace, non riesco a perdonarti, mi fa ancora troppo male sapere che hai tradito la fiducia che riponevo in te.” Luigi annuì lentamente abbassando la testa sconfitto. Annalisa si alzò dalla panchina, si asciugò le lacrime e si diresse verso la moto. Prima di infilarsi il casco gli disse. “Io sono all’appartamento ma per tutta l’operazione ci sarà solo Stella Gori … fa conto che io sia a Roma.” Mise in moto e partì alla volta di Città della Pieve. Luigi rimase immobile accanto alla panchina continuando a darsi dell’idiota … conoscendola non l’avrebbe mai perdonato, e obiettivamente non poteva darle neanche torto. Il cellulare di Andrea squillò. “Scusa, tesoro” disse a Paola dopo aver visto il nome sul display. “Leo, allora?” “Sono fermi al lago, stanno discutendo o meglio Luigi parla e lei sta in silenzio.” “Va bene Leo, grazie.” rispose Andrea prima di chiudere la comunicazione e spengere il cellulare. “Che cosa voleva Leo?” “Niente, gli avevo dato un incarico, mi ha solo riferito.” disse buttando il cellulare sul divano. “Ma se ti cercano?” aveva chiesto Paola. “C’è Vogel di turno … almeno fino a domani pomeriggio.” le disse baciandole il collo. “Lascia stare la caserma, vuoi vederla questa casa?” le disse mordicchiandole il lobo dell’orecchio prima di succhiarlo delicatamente. “Se continui così, non andiamo da nessuna parte” gli disse Paola catturandogli la bocca con una bacio che sembrava senza fine. “Dai, andiamo a vedere se questa casa ti piace davvero.” “Mi piace, Andrea, ma mi piacerà di più, visitarla con te.” Andrea avrebbe voluto portarla subito su nella camera padronale ma volle lasciarle il piacere di scoprirla stanza per stanza. “Allora, la cucina l’hai già vista, il salotto pure, qui a pianoterra c’è un bagno, un ripostiglio e uno studio.” le disse aprendo man mano le porte delle stanze che le elencava. Paola sorrideva, era proprio la casa che piaceva a lei, vicino alla caserma, con un pezzetto di giardino per i bambini. Andrea la vide sorridere felice e la condusse al piano di sopra. “Qui sopra c’è il bagno, la camera degli ospiti … la cameretta di cucciolo” disse aprendo la porta. Paola spalancò gli occhi. Tutte le stanze che avevano visto erano arredate tranne quella. Andrea sembrò intuire i suoi pensieri perché le mormorò. “Ho pensato che sarebbe stato più bello decidere insieme come sistemare questa stanza.” Paola si voltò verso di lui e lo baciò con trasporto. “Oh, Andrea.” mormorò rimanendo nel suo abbraccio. “E questa è l’ultima stanza…. –disse Andrea aprendo l’ultima porta mostrando una camera matrimoniale tutta arredata con mobili bianchi. Nel mezzo troneggiava un enorme letto, su cui erano appoggiati una camicia da notte di pizzo e un pigiama di seta e un cestino di fiori. Paola si voltò verso di lui sorpresa e vide la stessa sorpresa nei suoi occhi. “Non avevi preparato tutto tu?” chiese. Andrea scosse la testa. “Questo è un regalo di Annalisa.” disse porgendole il biglietto. “Con i miei auguri. A.” Prese in mano la camicia da notte sorridendo malizioso. “Che dici di provarla?” Paola ricambiò il sorriso malizioso e gli tirò il pigiama “Se tu indossi questo ….” Andrea le sorrise. “Ah, quella porta è il bagno di questa camera.” disse indicandole una porta tra l’armadio e il muro. Paola sparì dietro quella porta e lui indossò in fretta il pigiama nascondendo il pacchetto nei i suoi boxer e si fece trovare già nel letto. “Ehi, quanta fretta, hai sonno?” chiese maliziosa Paola uscendo dal bagno. “No, è per godermi meglio lo spettacolo.” le ripose mettendosi le mani dietro la nuca, Paola inscenò un balletto stile flamenco e poi si lasciò cadere accanto a lui. Andrea si allungò accanto a lei per baciarla, premendole contro una coscia. Paola fece scivolare la mano tra i loro corpi … poi mantenendo la mano lì, lo guardò negli occhi e gli chiese. “Hai subito una trasformazione genetica?” Andrea rise e fece scivolare la mano di Paola all’interno dei boxer. Gli occhi di Paola si spalancarono dalla meraviglia mentre toccava qualcosa ricoperto da velluto … tirò fuori la scatolina e guardò Andrea. “Non sei curiosa?” chiese lui. Paola l’aprì lentamente e il suo respiro si fermò quando vide all’interno un meraviglioso anello con un solitario e accanto una fede. PUNTATA 137 Created by eDocPrinter PDF Pro!! 192 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Andrea aspettò che lei dicesse qualcosa poi prese l’anello e glielo fece scivolare all’anulare. “Vuoi venire a vivere con me in questa casa … come marito e moglie?” le chiese fissandola con amore. Paola gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione. “Lo prendo per un sì?” chiese tempestandole il volto di piccoli baci. “Sì, Andrea, sì.” Andrea se la fece scivolare addosso continuando a baciarla con sempre più passione. La scatolina scivolò giù dal letto e la fede rotolò sul pavimento. “E la fede?” chiese Paola ricordandosene in quel momento. Andrea le sorrise. “Questa è la parte che ti piacerà di meno … avrei fissato la data del matrimonio con don Luciano.” Paola lo guardò un po’ sospettosa. “E quando sarebbe?” “Il venti di gennaio, insieme ad Ale e Leo.” Paola lo fissò dolcemente. “Io non ho niente in contrario ma loro?” “Credi che avrei fissato la stessa data senza chiederglielo?” le disse Andrea sorridendole dolcemente. Paola ricambiò il sorriso. Andrea si chinò su di lei e la baciò prima delicatamente poi con più urgenza. Paolo ricambiò il bacio abbracciandolo. Andrea fece scivolare le spalline della camicia da notte, scoprendole il seno che aveva già carezzato sopra la stoffa, Paola mormorò di piacere quando sentì la sua bocca scendere sui suoi capezzoli che reagirono immediatamente. Le sue mani corsero ai bottoni della giacca del pigiama e gliela sfilò. Gli carezzò il torace lentamente scendendo verso l’elastico dei pantaloni, senza staccare la bocca dal suo seno, Andrea l’aiuto a sfilarglieli. Paola gli carezzò la schiena poi insinuò la mano tra di loro e cominciò a carezzarlo lentamente, Andrea emise un gemito di piacere al suo tocco e si mosse assecondando i movimenti della sua mano, mentre continuava a seguire il contorno dei suoi capezzoli ormai turgidi e sensibili, poi tracciò un sentiero umido fino alla sua bocca dove fece scivolare la lingua per incontrare quella di Paola mentre con le mani le percorreva il corpo, indugiando sulla pelle serica dell’interno cosce. Paola gli carezzò la schiena e si mosse contro di lui facendogli capire che era pronta. Andrea si sollevò su di lei e cominciò ad entrare dentro di lei. Paola gli cinse i fianchi con le gambe per attirarlo ancora di più a sé. Il ritmo si fece subito frenetico, Andrea cercò di farle raggiungere il piacere per prima facendo scivolare una mano tra i loro corpi e carezzandola intimamente. Il respiro di Paola si fece più ansante mentre Andrea affondava sempre di più nel suo corpo, la sentì tremare contro di sé e con poche spinte la raggiunse nel loro mondo di emozioni e colori poi scivolò di lato per non gravarle sulla pancia dove posò una serie di piccoli baci. “Cucciolo, devi essere felice anche tu … stasera è una serata speciale.” mormorò. Paola lo guardò con amore carezzandogli il volto. “Sai, credevo che non me l’avresti mai chiesto …” gli disse guardando l’anello. Andrea la fissò un attimo poi le sussurrò “Lo so, e mi dispiace tu abbia creduto che mi importava più di lui – le carezzò il ventre – che di te. Non era affatto vero … solo che volevo farlo in modo speciale … Annalisa mi ha accusato di aver sprecato l’occasione della suite … ma quella volta non sapevo che ti avrei incontrata …” “Beh, sprecata non tanto” replicò Paola sorridendo divertita. Andrea piegò la testa per guardarla. “Che cosa vuoi dire?” Paola gli prese una mano e la posò sul ventre non più tanto piatto. “Che facendo i dovuti calcoli, questo bambino è, come dice Annalisa, figlio della suite.” Andrea rise carezzando il corpo di Paola che appoggiò la testa sul suo petto. Rimase in silenzio ad assaporare la sensazione di essere amata, coccolata e protetta. Andrea la circondò con le braccia e le baciò la testa. Doveva ringraziare Annalisa se quella sera era così felice. Sentì che Paola si era addormentata, la fece scivolare sul cuscino e scese dal letto. Tornò al piano terra e recuperò il cellulare. Provò a chiamare Annalisa ma aveva il cellulare spento così come Luigi. Scosse la testa, cosa diavolo avevano combinato? Chiamò Leo che rispose al primo squillo. “Andrea, tutto bene?” “Io sì, quei due?” “Lei è tornata per prima, ha preparato un borsone e ha detto che starà tutto il tempo dell’operazione al suo appartamento, ah ti ha lasciato un biglietto …lui è tornato poco fa, se l’avessero cacciato dall’Arma avrebbe avuto una faccia meno avvilita e si è chiuso in camera sua.” Andrea scosse la testa. “Leo fammi un favore, ricorda a Luigi che deve andare a dormire da Gemma, come dottore” Sentì due braccia morbide abbracciarlo e il seno di Paola premergli contro la schiena. “Mi hai lasciata sola” gli disse con una voce sensuale. Andrea sentì Leo ridacchiare dall’altra parte dell’apparecchio. “Buonanotte, maresciallo” lo salutò. Andrea spense il cellulare e si voltò verso Paola per baciarla. “Che cosa è successo, di solito non mi lasci sola nuda nel letto?” Andrea le carezzò la curva del collo. “Annalisa e Luigi sono usciti in moto dopo aver litigato.” Paola si preoccupò. “E ora?” “Leo mi ha confermato che sono rientrati tutti e due. Annalisa è al suo appartamento, Luigi in caserma” Paola scosse la testa un po’ triste. “Noi non possiamo aiutarli vero?” Andrea fece una faccia scettica. “Non sappiamo per che cosa hanno Created by eDocPrinter PDF Pro!! 193 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! litigato… e poi conoscendo Annalisa dubito che voglia essere aiutata … meglio lasciar perdere.” replicò Andrea. “Torniamo su?” chiese Paola carezzandogli le spalle. Andrea la sollevò tra le braccia e la portò su per le scale. “Che forza, mio eroe!” lo prese in giro Paola mentre la lasciava cadere sul letto. “Ah, sì?” replicò Andrea con lo sguardo minaccioso. Si sdraiò accanto a lei e cominciò a baciarla nel collo, sulle orecchie mentre con le mani le faceva il solletico. “Pietà, pietà.” lo supplicò Paola ridendo e contorcendosi sotto il suo tocco. Andrea la immobilizzò sul letto tenendole le mani sollevate sopra la testa poi chinò la testa e le succhiò il labbro inferiore, Paola cercò di muoversi, Andrea approfondì il bacio e lei rispose con tutta la passione che provava per quell’uomo, Andrea le lasciò andare le mani e si ritrovarono abbracciati e uniti in una cosa sola mentre il mondo svaniva intorno a loro e rimanevano solo le emozioni dei loro cuori che battevano all’unisono. PUNTATA 138 Annalisa entrò nel suo appartamento lasciando cadere il borsone appena oltrepassata la soglia. Chiuse la porta dietro di sé e ci si appoggiò con la schiena. Si guardò in giro e si sentì cogliere da una tristezza indicibile. Dopo aver sistemato Andrea, era passata di lì e aveva preparato tutto per quella serata insieme a Luigi. Cena, candele, lenzuola di seta … certo la serata era andata a farsi benedire prima di quella scoperta … ma sentì lo stesso un moto di rabbia assalirla di nuovo. Respirò profondamente e prima di mettersi ad urlare si diresse con passo deciso verso il bagno. Aprì l’acqua fredda e dopo essersi spogliata velocemente si infilò dentro la doccia. Rimase sotto il getto dell’acqua fredda fino a quando poté resistere poi aprì quella calda e si fece la doccia. Tornò in cucina, mise a bollire l’acqua per il the e cominciò a sistemare la cena che aveva preparato nel freezer. Ripose le candele e sparecchiò la tavola. Continuava ad aver voglia di urlare, di tornare in caserma e prendere Luigi a pugni, forse si sarebbe sentita meglio se gli avesse urlato contro tutti gli insulti che le erano venuti in mente non appena aveva visto i fogli in disordine, ma dovevano comunque lavorare ancora insieme, non sarebbe stato più possibile se gli avesse fatto quella sfuriata … Si preparò il the e si mise seduta sul divano per berlo, sentì di nuovo le lacrime pungerle gli occhi e si arrabbiò ancora di più. Sbatté la tazza sul tavolino appoggiando le mani sul bordo. Si alzò e andò a sedersi sul letto con le gambe incrociate e cominciò a respirare profondamente e lentamente, rimase in quella posizione per parecchio tempo poi, quando le sembrò di stare un po’ meglio, si lasciò scivolare sui cuscini e si addormentò. Luigi si era buttato sul letto, non si ricordava nemmeno come era ritornato in caserma dopo che Annalisa lo aveva lasciato da solo al lungo lago, si ricordava vagamente che Leo l’aveva raggiunto in camera per rammentargli che doveva andare a dormire da Gemma nei panni del dottor Martelli. Aveva preparato una valigia gettando alla rinfusa vestiti e biancheria, e indossati gli occhiali era andato da Gemma a prendere una camera e in quel momento sdraiato sul quel letto ripensava a quella giornata. <<Chi è causa del suo mal, pianga se stessa.>> gli ripeteva sempre suo nonno e quella sera di lacrime ne aveva versate tante, ma non sarebbero servite a niente … non di sicuro a riconquistare la sua fiducia. Affondò la testa nel cuscino cercando di scacciare il ricordo. Aveva aperto la scatola solo per prendere l’anello, rivide la scena come in un film, lui che cerca sotto tutte le carte e le foto quel cerchietto giallo che, chiaramente, è finito in fondo alla scatola e quel foglio che esce fuori e vola sul pavimento, lui che si china e vede l’intestazione della polizia, che da una sbirciatina e si accorge che è la relazione dell’ultimo dirigente allegata alle dimissioni da ispettrice, incuriosito la legge e poi cerca nella scatola se ce ne siano altre, le trova ma non c’è scritto niente di diverso dal primo foglio tranne che su una dove c’è un post-scrittum di Andrea <<Peccato tu non sia un carabiniere>> Aveva rimesso tutte le carte dentro ma certo non poteva supporre che avessero un ordine ben preciso. Si alzò e si avvicinò in direzione del parco, chissà cosa stava facendo Annalisa, sperò che stesse un pò meglio che al lago poi si ricordò che avevano programmato di passare la notte insieme e si sentì ancor di più misero. Aveva sciupato una delle cose più belle che gli fossero mai capitate. Ripensò agli ultimi due giorni, in cui lei era all’ospedale, alle sensazioni che gli aveva fatto provare, si era rivelata un’amante sensuale, disinibita, appassionata: la donna che aveva sempre sognato e in più fuori dal letto era dolcissima. “Fa conto che io sia a Roma” le sue parole riecheggiarono nella sua mente. L’ultima volta che era stata a Roma, era stato un bene per il loro rapporto, perché lei finalmente aveva ammesso i suoi sentimenti ed avevano trascorso quell’ultimo periodo felici Created by eDocPrinter PDF Pro!! 194 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! anche se, almeno per lui, con quel piccolo neo dei figli. Si ributtò sul letto a faccia in su e cercò di pianificare come poterla riconquistare, doveva ricominciare tutto da capo ... sospirò e aspettò che l’alba sorgesse ... sapeva che non avrebbe dormito. Andrea e Paola si erano addormentati abbracciati, dopo aver fatto ancora l’amore. Andrea l’aveva carezzata dolcemente mentre lei si appoggiava alla sua spalla. “Amore?” “Mhhh” “Questa casa mi piace molto ma .... ce la possiamo permettere?” Andrea le aveva sorriso. “Certo, tesoro, credi che sarei così pazzo?” “Ma deve costare tanto ...” “Non ti devi preoccupare, non hai visto che è già arredata? Chi l’aveva comprata prima di noi, non la voleva più e me l’ha venduta a meno di quanto costasse in realtà.” Paola rise. “Certo dovremo pagare un mutuo per un pò, ma ...” “Beh, come vicebrigadiere mi aumenteranno un pò lo stipendio ...” Andrea aveva riso. “Con quell’aumento non ci paghiamo nemmeno i pannolini di cucciolo” Paola si era unita alla sua risata. Andrea l’aveva baciata dolcemente e poi si era insinuato di nuovo tra le sue gambe e dopo averle chiesto il permesso con lo sguardo era entrato in lei ancora una volta … non ne aveva mai abbastanza … avrebbe voluto prolungare quella notte all’infinito, quando il loro respiro era tornato regolare si erano abbracciati e scivolati nel sonno. PUNTATA 139 Quando la sveglia suonò, Annalisa era già in piedi da un pezzo, aveva già fatto la doccia e stava guardando fuori dalla finestra. Nel parco c’era già chi stava correndo e lei li invidiò molto perché fino a che durava l’indagine, non sarebbe potuta andare a correre, non si addiceva all’infermiera Stella Gori ed era troppo rischioso uscire non camuffata. Aveva dormito poco quella notte e profonde occhiaie lo testimoniavano, sperò che la montatura degli occhiali riuscisse a nasconderle. Respirò profondamente e ripensò alla decisione presa quella notte insonne … tornare ad essere l’integerrimo brigadiere Dionigi almeno fino alla fine dell’indagine. Era l’unico modo per portarla a fondo visto che avrebbe dovuto lavorare a stretto contatto con Luigi alias dottor Martelli. Il solo pensarlo le faceva male … scacciò il pensiero non poteva piangere o non sarebbe riuscita a mettersi le lenti quella mattina, guardò l’orologio e si mosse dalla finestra… doveva finire di prepararsi e trasformarsi nella brutta copia di sé stessa. Indossò lenti e parrucca, tirò fuori dal borsone un vestito di almeno un paio di taglie più grandi della sua e lo indossò …. Si diede un’ultima occhiata allo specchio poi aprì la porta, sullo zerbino c’era un bouquet di fiori. Sospirò raccogliendolo, lo osservò un attimo indecisa su cosa farne, non aveva bisogno di guardare il biglietto per sapere chi le mandava quei fiori a quell’ora così insolita, comunque lo aprì e fece una smorfia, la solita faccina triste con in fondo solo l’iniziale. Guardò un attimo il mazzetto e scosse di nuovo la testa, tornò in casa e lo mise dentro un vaso accarezzandolo tristemente. Luigi non fece nemmeno suonare la sveglia … era già uscito prima che fosse l’ora programmata. Era stato dal fioraio e aveva comprato un mazzo di fiori per Annalisa, sapeva che non sarebbe servito a niente ma voleva farle sapere ancora una volta quanto fosse dispiaciuto. Era arrivato sotto il portone ma non voleva suonare il campanello, fortunatamente qualcuno aveva aperto la porta per uscire e lui ne aveva approfittato, aveva messo il mazzo di fiori sullo zerbino davanti alla porta di lei, aveva indugiato un attimo lì davanti poi era tornato giù. Meglio evitare incontri ravvicinati fuori dalla zona franca dell’ospedale. Sperò solo di non vederli spiaccicati nel cestino dei rifiuti davanti a Gemma. Andrea si svegliò per primo e rimase a guardare Paola che dormiva al suo fianco. Come era bella … i capelli sparsi sul cuscino e un sorriso incurvava le sue labbra. Paola aprì gli occhi e incontrò il suo sguardo adorante. Sorrise ancora di più. “Io devo andare, amore, ma tu resta pure qui.” le disse carezzandola. Si alzò per andare in bagno e Paola l’ammirò. “Sei bellissimo, Andrea.” gli disse. Andrea le sorrise. “Devo montare in servizio tra venti minuti, non tentarmi amore” Paola mise su un’espressione imbronciata. Andrea si chinò su di lei. “Perché non resti qui e ci vediamo all’una quando smonto?” aveva l’occhio malizioso. Paola sorrise e lo baciò dolcemente. “Affare fatto ma chiamami se c’è un cambiamento…” Andrea annuì scomparendo dietro la porta del bagno. Quando tornò fuori, indossava jeans e maglietta. Paola lo guardò meravigliata. “Non mi pare l’abbigliamento di ieri sera…” commentò. “No, ma ho portato qualcosa anche per te …” “Eri così sicuro?” Andrea scosse la testa. “Niente affatto, ma Annalisa mi ha obbligato a prepararmi per tutte le opzioni … anche questa perfetta.” le disse sfiorandole le labbra. “Devo andare o il mio comandante mi farà rapporto.” le disse Andrea scherzando. “Lo conosco bene, sai, potrei Created by eDocPrinter PDF Pro!! 195 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! mettere una parola buona per te.” Andrea sorrise. “Con lui sì, ma con il Capitano Ranieri dubito e ho un appuntamento con lui tra un’ora.” “In bocca al lupo, allora.” gli rispose Paola mandandogli un bacio sulla punta delle dita. Andrea ricambiò e scese giù … c’erano ancora tutte le tracce della loro cena speciale … mandò un ringraziamento ad Annalisa e si avviò alla caserma. Leo era andato a dormire e in guardiola come al solito c’era Bordi, andò a mettersi la divisa e torno subito giù, aveva bisogno di un caffè, trovò Prosperi in cucina che lo aveva preparato. “Ne voi una tazza, Andre’, perché secondo me te ce vole, c’hai certe occhiaie…. e Paola?” Andrea sorrise poi gli disse. “Se vuoi le faccio venire anche a te …. che ne dici dei prossimi due mesi di turni di notte?” Carlo si chetò subito e gli passò la tazzina con il caffè. “Aho, un te se po dì nulla a te.” Andrea rise. “Sono nel mio ufficio, Carlo. Chi c’è a controllare i telefoni?” “Sonia.” Andrea annuì e andò nel suo ufficio, sulla sua scrivania spiccava un foglio rosso piegato nel mezzo. Andrea sorrise aprendolo, solo lei poteva usare carta da lettera rossa. “SONO ANDATA ALL’APPARTAMENTO, COME AVEVAMO DECISO OGGI POMERIGGIO, NON CERCARE DI METTERTI IN CONTATTO DIRETTAMENTE CON ME O CON IL BRIGADIERE TESTA – Andrea alzò gli occhi al cielo, siamo di nuovo al brigadiere Testa, si disse, poi ricominciò a leggere. – USA O CAPELLO O ALE CHE AVENDO UN APPARTAMENTO DA GEMMA NON DESTA SOSPETTI. – da quando sua sorella aveva un appartamento da Gemma? – SARÒ L’INFERMIERA STELLA GORI 24 ORE AL GIORNO, TU CONTROLLA CHE LO FACCIA ANCHE IL BRIGADIERE TESTA … NON CREDO CHE SIA TANTO CONCENTRATO DOPO IERI SERA … MI DISPIACE AVER URLATO IN QUEL MODO IN CASERMA … SO CHE NON ERA IL COMPORTAMENTO PIÙ CONSONO MA HO PERSO LE STAFFE E SE QUELLO DAVANTI A ME NON FOSSE STATO LUI, ADESSO NON SAREI IN MISSIONE MA IN UNA CELLA DI SICUREZZA PERCHÉ L’AVREI UCCISO. SPERO CHE LA TUA SERATA E SOPRATTUTTO NOTTATA SIA STATA QUELLA CHE ABBIAMO SPERATO MENTRE ORGANIZZAVAMO IL TUTTO. ANNALISA” Andrea ripiegò il foglio e lo mise nel suo cassetto. Chissà cosa era successo tra quei due? Non avevano mezze misure o passione sfrenata o guerra totale … avrebbero mai trovato il giusto compromesso … sperò che non ci fosse di mezzo l’orgoglio perché a quel punto Luigi era spacciato, l’orgoglio di Annalisa era talmente smisurato da non poter competere con nessuno… e tanto meno se era una questione di principio … ne aveva fatto le spese anche lui, una volta, l’aveva salvato il fatto che dovessero lavorare ancora insieme per sei mesi … sperò che anche quella missione funzionasse alla stessa maniera, lo sperava soprattutto per loro ma anche per sé e per il resto della caserma. La voce di Bordi che salutava il Capitano Ranieri lo distolse dai suoi pensieri. Fece un respiro profondo e si preparò ad accoglierlo. PUNTATA 140 Gioia si accorse subito che Annalisa non aveva dormito un gran ché quella notte. Gli occhiali non nascondevano del tutto le occhiaie e l’espressione del volto denotava una certa sofferenza. La salutò evitando di farle domande, Annalisa le fece un sorriso mesto di ringraziamento. La mattinata al nido fu così frenetica che le impedì di pensare ai suoi problemi. Assistettero a due parti di cui uno gemellare. Un’emozione che non credeva di provare l’aveva colta e quando aveva visto il secondo piccolo venire al mondo si sarebbe messa a piangere se non avesse dovuto occuparsi di lui, adesso i due gemellini Nicolas e Thomas dormivano nell’incubatrice. Quando uscì dal reparto prematuri, lo vide e si ricordò che non gli aveva ancora detto chi fosse l’infermiera cui doveva fare attenzione. Sospirò di frustrazione, non avrebbe voluto parlargli in quel momento. Strappò un foglietto dal blocco, l’appoggiò sul tavolo e scrisse: <<Caterina Pitoni nido 14-22 A.>> poi si avvicinò al distributore automatico davanti al quale stazionava Luigi. “Ha da cambiarmi 5 euro, dottore?” Luigi deglutì prima di voltarsi verso di lei, vide che in mano teneva un foglietto e che lo stava guardando come se fosse un perfetto sconosciuto, lo prese . “Sì, aspetti..” Tirò fuori il portafogli, mise dentro il biglietto, ne prese un altro e glielo porse. “No, mi dispiace, venga glielo offro io, che cosa prende?” “Un the, grazie.” rispose lei continuando nello stesso atteggiamento. Luigi premette il tasto poi con un sorriso si allontanò. Annalisa rimase a fissare il distributore aspettando che il suo cuore riprendesse a battere normalmente. Sarebbe stata dura continuare a lavorare a stretto contatto. Sentiva ancora il suo prof.umo nell’aria. Le prese un crampo allo stomaco mentre gli lanciava uno sguardo. “Notevole, eh?” le disse un’infermiera che si era avvicinata per prendere il caffè. “Peccato sia sposato.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 196 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! aggiunse sorseggiandolo. Annalisa si voltò verso di lei sorridendo. “Anche se non lo fosse, non credo che avrei molte chance.” La collega la guardò sorridendo. “E’ all’infermiera Pitoni che dovrà fare attenzione, quella, sposati o non, ci prova con tutti” Annalisa la salutò tornando al nido. Perfetto, pensava, non solo era la sospettata principale, pure mangiatrice di uomini. Aprì il biglietto che le aveva dato Luigi. “Sono da Gemma … mi manchi ….. vorrei essere a Roma con te” uno smile un po’ più sorridente di quello che accompagnava i fiori quella mattina e la solita iniziale puntata. Scosse la testa. <<vorrei essere a Roma con te >>, stava mettendo in campo tutte le sue arti per farsi perdonare. Si strofinò il naso con il dorso della mano, ripiegò il biglietto e se lo mise in tasca. Luigi, che la osservava da lontano, sorrise. Visto come l’aveva guardato poco prima, aveva temuto che lo accartocciasse senza leggerlo. “Un sorriso migliore, rispetto a prima – gli disse Paul – a dispetto delle occhiaie.” Luigi si voltò verso di lui. “Che vuoi dire?” “Che di solito le tue occhiaie sono accompagnate da un’espressione beata che stamani non avevi.” Luigi fece una smorfia che doveva essere un sorriso. “No, credo che quella appena trascorsa sia stata una delle peggiori notti della mia vita.” Già non la peggiore in assoluto, quella era stata la notte che era morta Silvia … perché alla morte non c’è rimedio, si disse. “Cominciamo il giro delle visite, Nicola?” disse Paul strappandolo dalle sue triste riflessioni. “Sì, sperando di non doverti seguire un’altra volta in sala parto…” Non avrebbe resistito ad assistere ad un altro parto, non in quello stato d’animo. “Credevo tu volessi fare esercizio …” lo sguardo di Paul era divertito. Luigi lo guardò poi disse. “Sì, ma non so se oggi riuscirò a concentrarmi come ho fatto ieri.” “Hai litigato con tua moglie?” chiese Paul sperando che fosse il modo giusto per farlo sfogare senza fargli saltare la copertura. Luigi lo guardò riconoscente … aveva bisogno di parlarne con qualcuno prima di scoppiare … se non fosse stato in missione, sarebbe stato a correre con Andrea … annuì lentamente. “Pensi di poter risolvere bene?” chiese Paul. “Non lo so, l’ho ferita parecchio … ci vorrà tempo e pazienza per risistemare la cosa.” Paul gli mise una mano sul braccio. “E’ difficile riuscire trattare nel modo giusto le donne, Nicola.” Luigi scosse la testa. “La colpa è stata soltanto mia, se ci avessi pensato un attimo di più, avrei capito come si sarebbe sentita se lo avesse scoperto.” “L’hai tradita?” chiede incredulo Paul. “Non, ma forse lei si sarebbe sentita meno peggio in quel caso … ho tradito la sua fiducia” “Ahi! –esclamò Paul – e ora ?” “Non lo so, mi sento come se mi mancasse un pezzo … di cuore e sapere che la colpa è solo mia non mi fa certo stare meglio.” Paul si fermò in mezzo al corridoio e lo fronteggiò “E che intenzioni hai?” chiese Paul dopo aver visto che le ragazze erano dietro di loro. “Di cercare di riconquistare la sua fiducia, la mia vita non ha nessun senso senza di lei … non credevo che mi sarebbe capitato mai ma il solo pensiero che la nostra storia possa essere una storia definitivamente finita, mi fa star male anche fisicamente.” Paul gli sorrise. “Vedrai che si aggiusterà tutto, Nicola. Ho visto come vi guardate … il vostro è vero amore … Dai, cominciamo a lavorare.” Luigi gli rivolse un sorriso di ringraziamento e lo seguì nella camera della prima paziente. PUNTATA 141 Annalisa rimase immobile in mezzo al corridoio mentre il suo corpo era scosso da strani brividi che cercava di trattenere. Gioia se ne accorse e la trascinò negli spogliatoi dove Annalisa si buttò su una panca cercando di riprendere una respirazione normale. “Dai, Stella, non fare così, vedrai che non è nulla.” le disse Gioia come se le volesse dire qualcos’altro. Annalisa alzò il volto verso di lei e poi dando un’occhiata in giro si accorse che non erano sole. Era talmente sconvolta che non si era accorta di niente quando era entrata. Cercò di ricomporsi, diede uno sguardo di gratitudine a Gioia, si cambiò ed uscì insieme con lei. “Vuoi venire da me?” chiese Gioia. Annalisa scosse la testa. “Vieni tu da me” e si indicò gli occhi. Gioia capì, indossare lenti a contatto poteva dare dei disturbi, Appena chiusa la porta del suo appartamento, Annalisa si tolse la parrucca poi andò in bagno per togliersi le lenti. “Intanto mettiti comoda.” le disse. Quando uscì, la trovò che ammirava il bouquet che aveva trovato sulla porta quella mattina. “Bello, vero?” le chiese. “Sì.” rispose con un velo di malinconia Gioia. “Paul non ti regala fiori?” Gioia scosse la testa. “No, sono solo soldi sprecati, dice, poi tanto muoiono.” Annalisa scosse la testa. “Era così anche mio padre.” “Luigi non è così, vero?” “No, Luigi non è così.” confermò Annalisa con un tono piatto poi si perse un attimo ad ammirare i fiori. Gioia la vide distante e le chiese. “A che cosa stai pensando?” Annalisa scosse la testa e chiese invece. “Quando siamo di turno domani?” “Facciamo il Created by eDocPrinter PDF Pro!! 197 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! pomeriggio, perché?” “E loro?” “La notte, ma perché?” Annalisa si morse un labbro. “Stasera, quando torna Paul, prima di sdraiarlo sul divano, chiedigli qual è l’armadietto di Luigi.” Gioia la guardò come se fosse impazzita. “Ma quale sdraiarlo sul divano! Comunque glielo chiederò.” Annalisa piegò la testa per osservarla meglio. “Vuoi dire che non gli salti addosso, la sera quando torna a casa?” Gioia la guardò stupefatta. “Perché tu lo fai?” chiese arrossendo. “Ogni volta che è … che era possibile.” si corresse incupendo lo sguardo. “Scusa” le disse Gioia mortificata. “Non devi scusarti, scusa piuttosto me, non avrei dovuto farti quella domanda un po’ troppo personale.” Gioia le sorrise “Nessun problema …” “Preparo qualcosa da mangiare?” chiese Annalisa cambiando argomento. “Ma sono già le due, non vorrai metterti a cucinare a quest’ora?” “E’ solo da scongelare” disse aprendo il freezer e tirando fuori una scatola. “Parmigiana?” Gioia annuì. Mangiarono insieme ridendo poi Annalisa le chiese. “Che mi sai dire della Pitoni?” “A parte i pettegolezzi?” “No, raccontami tutto, talvolta nei pettegolezzi c’è un fondo di verità.” Gioia le raccontò che lavorava da tempo in ospedale, già quando ci lavorava anche lei la prima volta, che era stata sposata e che adesso dava la caccia a tutti gli esponenti di sesso maschile che le capitavano a tiro. Annalisa sospirò. Gioia le sorrise e continuò dicendole che negli ultimi mesi era stata quasi sempre di turno insieme al dottor Goretti, voci di corridoio dicevano che avesse una relazione con lui.” “Che te ne pare?” “Un quadro abbastanza inquietante sotto tutti i punti di vista.” “Temi per Luigi?” chiese Gioia. “Non dovrei? Abbiamo litigato e lei sarà più che disponibile a consolarlo.” Gioia le sorrise. “Non lo hai sentito nel corridoio? Se Paul mi dicesse una cosa del genere, sverrei lì seduta stante.” Di nuovo Annalisa la scrutò per capire se c’era qualcosa per aiutarli, si vedeva che erano innamorati, ma forse Paul non era molto passionale o lei un po’ inibita, poi sorrise. “Ti piacerebbe un po’ più passionale?” chiese. Gioia annuì arrossendo. “Ma…” “Dovresti provare tu a provocarlo … perché stasera non gli prepari una bella cenetta e poi indossi qualcosa di sensuale?” “Mentre ceniamo?” il tono era incredulo. Annalisa alzò gli occhi al cielo, dove viveva questa? “No, Gioia … dopo, mentre guardate la televisione sul divano … potresti cominciare te per una volta …” Gioia la guardò perplessa. “Non lo so ci penserò…” le disse poi guardò l’orologio e aggiunse. “Cielo, come è tardi … ho un appuntamento con papà tra dieci minuti.” “Portagli i miei saluti.” le disse Annalisa salutandola. Rimasta sola, si sdraiò sul letto … non era andata come aveva previsto … credeva che la rabbia l’avrebbe aiutata ad affrontarlo … invece il suo cuore le aveva giocato un brutto scherzo … eppure provava ancora tanta rabbia per quello che successo la sera prima, rabbia e dolore … si asciugò le lacrime che le stavano spuntando … ripensò a quello che le aveva detto Gioia … Luigi avrebbe dovuto frequentare quell’infermiera o quell’operazione non sarebbe andata in porto … immaginò la scena e sentì lo stomaco contorcersi dalla gelosia … le sarebbe venuta la gastrite durante quelle settimane… balzò giù dal letto, inutile stare a logorarsi il fegato prima del tempo … indossò di nuovo la parrucca e un paio di occhiali scuri per evitare di mettersi le lenti e uscì … c’era la spesa da fare. Il supermercato non era molto affollato, Annalisa prese il carrello nel parcheggio ed entrò … poi appena dentro si voltò di nuovo verso il parcheggio, c’era qualcosa che aveva allertato il suo istinto di carabiniere. “Oh, Gori anche lei qui?” Annalisa contò fino a cinque prima di voltarsi con un sorriso stampato sulla bocca. “Infermiera Pitoni, buonasera.” “Non siamo in ospedali chiamami pure Caterina.” “Come vuoi … allora io sono Stella” “Anche tu alle prese con le incombenze domestiche?” chiese l’altra. Ad Annalisa sembrò un serpente pronto a colpire mentre nella testa le risuonava un campanello d’allarme. Chiuse gli occhi e poi li riaprì di scatto, certo quello che aveva visto era il riflesso della canna di una pistola … e adesso che doveva fare … come poteva avvertire la caserma senza far saltare la copertura? L’infermiera continuava a ciarlare di pettegolezzi di ospedale, lei rispondeva a monosillabi cercando di elaborare un piano poi il destino le dette una mano e vide qualcuno che poteva aiutarla. PUNTATA 142 Il cellulare di Goretti squillò. Luigi lanciò una sguardo a Paul. “E’ tua moglie?” Luigi annuì. “Vai pure nel mio studio, ma che sia una cosa rapida.” disse in tono un po’ burbero. Luigi si trattenne a stento di rispondere “Comandi” Raggiunse lo studio di Paul e rispose. La ragazza sarebbe arrivata prima del previsto, e lui avrebbe dovuto contattare Katia che sapeva cosa fare. Luigi chiuse la comunicazione e rimase perplesso, e chi era adesso questa Katia? Doveva Created by eDocPrinter PDF Pro!! 198 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! assolutamente parlarne con Annalisa ma come? Non si sarebbero incontrati fino all’indomani sera ... quando si sarebbero incontrati al cambio di turno, troppo tardi. Luigi rimise il cellulare in tasca e raggiunse di nuovo Paul. “Tutto bene?” “Diciamo di sì, arriva prima del previsto.” gli disse Luigi sperando che Paul capisse. L’infermiera sorrise. “Paura di Katia, eh?” commentò maliziosa. “Katia?” chiese interessato Luigi. “Sì, l’infermiera Pitoni” si fa chiamare Katia dagli amici.” “Allora da pochi.” commentò Paul. L’infermiera gli sorrise. “E’ qui da poco ma ha già capito l’elemento, eh, dottor Tyne?” Luigi scambiò un’occhiata con Paul ringraziando mentalmente l’infermiera. Andrea stava ascoltando la telefonata, insieme a Mura che aveva sostituito Sonia. Quindi la ragazza arrivava prima , bisognava preparare un piano per non trovarsi spiazzati, si disse Andrea. Sperò che Luigi sapesse chi era questa Katia. “Maresciallo. Il capitano Ranieri sulla due nel suo ufficio.” la voce di Bordi risuonò nel corridoio. “Va bene, Bordi, grazie.” Andrea tornò nel suo ufficio, chiedendosi cosa volesse il capitano che era stato lì la mattina. Pochi minuti dopo Andrea sbattè la cornetta sull’apparecchio. “Andrea?” chiese Leo si. La faccia del maresciallo non prometteva niente di buono. “Che cosa è successo?” “Ranieri ha detto che presto arriveranno dei colleghi da Milano per seguire questo caso all’ospedale.” “E perché?” chiese Leo incuriosito. “Pare che stessero seguendo questa organizzazione a Milano e che non siano riusciti ad incastrarla.” “E allora vogliono provarci qui?” Andrea si strinse nelle spalle. “Forse pensano che non siamo in grado.” Leo gli lanciò uno sguardo perplesso. “Ci credono dei provinciali?” Si scambiarono uno sguardo e poi risero. Annalisa si scusò un attimo con la Pitoni e si diresse verso il corridoio dei prodotti per bambini dove aveva visto dirigersi Paola. Le urtò il carrello e mentre lei le lanciava uno sguardo di riprovazione le sussurrò. “Paola, sono io ... fa finta di niente, chiama Andrea e digli che stanno per rapinare il supermercato.” Paola riavutasi dalla sorpresa iniziale annuì, mentre Annalisa continua a scusarsi e si allontanò. La Pitoni la stava ancora aspettando. “Hai un neonato nascosto da qualche parte?” chiese vedendo nel carrello una scatola di latte in polvere. “No, lo porto in offerta in parrocchia. Mi manca la materia prima per avere un neonato.” La Pitoni la guardò meravigliata. “Che vuoi dire?” “Che mi manca un uomo.” “Oh, di quelli se ne trovano tanti !” “Dipende per che cosa li vuoi.” replicò Annalisa continuando a guardarsi intorno. “Aspetti qualcuno?” le chiese l’altra. Annalisa cercò di riportare l’attenzione sulla sua interlocutrice continuando comunque a stare all’erta ... non poteva scoprirsi ma non sarebbe stata con le mani in mano se qualcuno si fosse trovato in pericolo. Andrea rispose al cellulare. “Paola, dove sei?” Andrea si passò una mano sulla fronte mentre Paola parlava ... sentì urlare i rapinatori e poi Paola ... il sangue gli si gelò addosso... sentì Annalisa difendere Paola e offrirsi come ostaggio al suo posto. “Bini, Prosperi... una rapina al supermercato...hanno preso un ostaggio. Hans vieni con me.” La macchina sfrecciava in direzione di Perugia. Annalisa aveva già messo la mano alla sua pistola, cercando di farsi venire un’idea. L’avevano fatta salire davanti e mentre uno guidava come un pazzo, l’altro, seduto dietro, la minacciava con la pistola. Lei continuava a fingere di aver paura rimanendo accovacciata su se stessa ... la macchina rallentò per una serie di curve ... lei aprì la portiera e si buttò di sotto con la pistola già in mano, appena toccato terra prese la mira e sparò alle gomme. L’auto perse il controllo e finì nel fosso mentre sopraggiungevano Andrea ed Hans a sirene spiegate. “Stai bene?” le chiese mentre l’aiutava a rialzarsi. “Sì, sono solo sgraffi.” “Sei una pazza incosciente.” le disse mentre andava insieme ad Hans ad arrestare i due. Leo e Carlo arrivarono poco dopo. “Tutto bene, signorina?” chiese Carlo. Annalisa non riuscì a trattenere un moto di divertimento mentre rispondeva. “Sì, sì, tutto bene.” Leo la scrutò un attimo poi sorrise, quello sguardo ce l’aveva una sola persona... l’unica che avrebbe potuto fare una cosa del genere. “Andrea, ho chiamato un ambulanza per la signorina.” disse poi ad Andrea strizzandogli l’occhio. “Carlo, Hans, portate questi due in cella di sicurezza.” “Comandi.” rispose infilandoli in macchina e andando via. “Andrea, va a vedere come sta Paola, Quell’uomo l’ha buttata per terra.” Andrea la guardò indeciso. “Dai, vai - gli disse Leo –l’aspetto io l’ambulanza insieme ad Annalisa.” concluse facendole l’occhiolino. Andrea scosse la testa sospirando poi salì in macchina e si diresse verso il supermercato. L’ambulanza giunse poco dopo. “Infermiera Gori, ma che mi combina?” disse il paramedico che l’aiutò a salire. “Mi sono trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.” dichiarò. “E’ solo grazie ai carabinieri se adesso sono qui.” Leo si sforzava di non ridere ma era difficile. “Devo venire con lei, è un testimone.” disse Leo, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 199 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! salendo a sua volta sull’ambulanza. “Chi c’è di turno al pronto soccorso?” chiese Annalisa mentre il medico cominciava a disinfettarle le abrasioni. “Il dottor Giannetti.” rispose lui. Annalisa fece una smorfia. “Preferiva uno di quei fustacchioni che sono con lei in ostetricia, eh?” Annalisa sorrise. “Beh, meglio del dottor Giannetti sono.” Il vecchio medico le aveva finito di ripulire le abrasione che si era procurata, non c’era stato neanche bisogno di punti. “Beh, signorina, per essere caduta da un auto in corsa, sta bene ... a parte che forse le verrà un livido sulla guancia - sentirono aprire la porta- ah, dottor Martelli, la sua infermiera sta bene.” Annalisa sentì il cuore aumentare i battiti, prese un respiro profondo quando sentì Luigi chiedere se poteva lasciarli soli. Rimase seduta con le gambe ciondoloni aspettando. PUNTATA 143 “Sei impazzita? Buttarti dall’auto in corsa?” gli occhi di Luigi erano due fessure di rabbia. “Sapevo che non mi sarei fatta male.” replicò Annalisa sostenendo il suo sguardo. “Ah, sì … ti eri fatta le carte prima di uscire di casa?” le disse sarcastico Luigi. “No, non è la prima volta che lo faccio, anzi.” “Che cosa vuol dire?” le chiese stringendole un braccio. “Toglimi le mani di dosso.” sibilò Annalisa fulminandolo con lo sguardo. Andrea entrò in quel momento. “Signorina, come si sente? Dovrebbe venire in caserma per la deposizione.” “Bene, grazie. Appena mi mandano via da qui vengo.” Andrea la salutò uscendo. “Ah, mi scusi ma come sta la ragazza del supermercato?” “Bene, Stella.” Annalisa chiuse gli occhi un attimo, poi sorridendo si rivolse verso la nuova venuta. “Oh, Cater … infermiera Pitoni.” “No, no Caterina va bene. La ragazza sta bene … l’ho assistita io … sapevi che era incinta?” Annalisa cercò di fare una faccia meravigliata. “No, io credevo avesse un bimbo piccolo, visto che aveva comprato latte in polvere e omogeneizzati.” Luigi guardò la ragazza che stava davanti ad Annalisa, cercando di capire. Era una bella ragazza bionda, ma aveva un modo di fare che non lo convinceva, lei invece si voltò verso di lui e lo guardò da capo a piedi prima di dire. “Dottor Martelli, suppongo. Non ci hanno ancora presentato. Caterina Pitoni, ma lei può chiamarmi Caterina o anche Katia come fanno gli amici.” Luigi la guardò un po’ perplesso mentre Annalisa gli lanciava uno sguardo di ammonimento che lui colse al volo e sorrise più apertamente. “Non saprei … sa io sono un pò diffidente di natura.” Annalisa lo guardò di nuovo male. “Ma sì – concesse gratificando Caterina con uno dei suoi sorrisi – credo che almeno Caterina riuscirò a chiamarla.” La ragazza gli sorrise maliziosa poi si rivolse ad Annalisa. “Stella devo andare… monto tra due minuti. Sono davvero felice che tu non ti sia fatta nulla.” “Grazie, Caterina.” rispose Annalisa cercando di sorriderle il più spontaneamente possibile mentre in realtà voleva piantarle un coltello nella schiena. Luigi sorrise tra sé nel vedere l’occhio assassino di Annalisa seguire l’uscita della ragazza. “Torniamo a noi.” disse. “Non c’è nessun noi. Ora, appena questa cariatide della medicina mi dimette dal pronto soccorso, vado in caserma.” “Ti accompagno, ho finito il turno. Lo so che sei in grado di farlo da te … ma credo che debba venire anch’io …” Annalisa sospirò. “Come vuole, dottor Martelli.” replicò Annalisa vedendo entrare il dottor Giannetti. “Ecco il suo foglio. Sarebbe meglio non dormisse da sola stanotte.” Annalisa lo guardò sorpresa. “E perché mai?” “Potrebbe avere delle difficoltà ad alzarsi … come ben sa … i postumi si sentono di più nelle ore successive.” Annalisa gli sorrise. “Grazie della premura, dottore.” gli disse prendendo il foglio con il referto del pronto soccorso. Mentre erano in macchina, squillò il cellulare. Annalisa sorrise rispondendo. “Dimmi” poi si voltò verso la portiera parlando a bassa voce. Luigi non riuscì a capire né che cosa dicesse né con chi parlasse. L’idea che potesse essere un uomo lo fece star male. Chiuse la comunicazione e si rimise dritta con un sorriso sornione sulle labbra. Facendo un respiro profondo, Luigi le chiese. “Cosa volevi dire dicendo che non era la prima volta che lo facevi?” “Quello che ho detto … era un gioco che facevo con gli amici che avevo a Dobbiaco.” “Che cosa? Un gioco? Buttarsi da un’auto in corsa era un gioco?” le urlò contro Luigi. “Certo, e anche divertente e se non l’avessi mai fatto, oggi non so come sarebbe finita.” Luigi sospirò desolato. “Un gioco? Rischiare la vita, un gioco divertente…?” Luigi era sempre più sconvolto. Che razza di vita aveva condotto Annalisa prima di diventare un carabiniere così ligio? E soprattutto come era arrivata a quell’età visto che aveva sfidato la morte così tante volte? “Sempre a cercare il pericolo, vero? Come oggi…” “Se non fossi stata sotto copertura, sarebbe andata anche peggio … perché li avevo visti nel parcheggio … li avrei affrontati.” Luigi scosse la testa. “E andare come ostaggio?” “Avevano Created by eDocPrinter PDF Pro!! 200 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! preso Paola … se poi l’avessero buttata di sotto dalla macchina?” replicò Annalisa. “E invece se buttavano te …” “Io non ho nessun figlio da perdere!” esclamò Annalisa “e vista la situazione neanche nient’altro da perdere.” aggiunse a muso duro. Luigi scosse la testa mentre parcheggiava nel cortile della caserma poi si volse verso di lei. “Già, niente da perdere … e noi?” “Non c’è nessun noi …” Luigi non le fece finire la frase, le bloccò la faccia con le mani e la baciò, un bacio passionale e violento … Annalisa cercò di non rispondere a quel bacio ma la bocca si rifiutò di seguire la mente e si ritrovò ad schiudere le labbra e permettergli di insinuare la lingua che si intrecciò con la sua. Le mani di Luigi le carezzarono il volto mentre le sue raggiungevano la nuca per attirarlo ancor di più a sé. Mille sensazione erano racchiuse in quel bacio, rabbia, desiderio, passione e amore … Luigi continuò a baciarla, sempre più profondamente, soddisfatto della sua risposta … Annalisa si aggrappò alle sue spalle mentre sentiva un desiderio prepotente sconvolgerle il sangue, sapeva che era pericoloso indugiare in quel bacio ma non voleva smettere. Fu Luigi che si staccò e le disse. “Questo a dimostrazione che esiste un noi.” “Questo è solo l’ennesima dimostrazione che lei bacia bene, brigadiere.” replicò Annalisa scendendo dalla macchina. Luigi rimase un attimo seduto dando dei pugni sul volante. Maledizione, si disse, aveva ricominciato a metterlo alla prova e lui aveva perso. Si toccò le labbra, avevano ancora il suo sapore, chiuse gli occhi e la sentì ancora contro di sé, arrendevole e appassionata. Scosse la testa, prese dei profondi respiri per riportare la respirazione alla normalità, tra la rabbia e il desiderio represso non riusciva a pensare coerentemente. Quando gli sembrò di essere abbastanza tranquillo, scese dalla macchina ed entrò in caserma. PUNTATA 144 Annalisa entrò in caserma e emise un sospiro di rabbia. “Va tutto bene, signorina?” Carlo si era avvicinato solerte. “Sì, grazie, mi sta aspettando il vostro comandante.” disse Annalisa. Carlo la scortò fino nell’ufficio di Andrea. “Maresciallo, c’è la signorina …” la guardò un attimo. “Gori.” “Ecco sì, la signorina Gori.” “Prego –disse Andrea chiudendo la porta – Luigi dov’è, credevo venisse con te.” “E’ lì fuori in macchina.” Andrea la guardò. “Avete litigato di nuovo?” chiese poi sconsolato. “No, gli ho solo spiegato il mio punto di vista.” Andrea rise tra sé. “Immagino.” disse solo. Luigi entrò nell’ufficio di Andrea dopo dieci minuti. “Ah, finalmente.” disse Andrea che aveva in mano il foglio del pronto soccorso. “Si consiglia di non restare sola durante la notte?” Andrea guardò Annalisa poi lasciò cadere l’argomento. “Allora, Luigi ti hanno richiamato.” Annalisa lo guardò male. “Sapete chi è Katia?” chiese Andrea. “L’infermiera Pitoni.” risposero all’unisono Annalisa e Luigi. “Bene … questo è un punto a nostro favore.” disse Andrea. “Dobbiamo coprire tutti e tre i turni …” disse Annalisa. “Che vuoi dire?” chiese Andrea. “Che ci vorrebbe un’altra persona o che dobbiamo chiedere a Paul o a Gioia di darci una mano. Io posso fare un turno anche senza Gioia. Tu ce la fai a farlo senza Paul?” chiese a Luigi. Lui scosse la testa. “Non intendo entrare in sala parto senza l’assistenza di nessuno.” “Avrai quella della Pitoni, non ti preoccupare…” “Che vuoi dire?” “Gioia mi ha detto che faceva tutti i turni con Goretti. Se tu sei il suo sostituto, ti tocca” “Quella donna è pericolosa, non voglio.” “Nemmeno io, ma invece lo farai.” disse fissandolo dritto negli occhi. Andrea li fissava a turno, sembrava una partita a tennis. Luigi era quello messo peggio, Annalisa non perdeva un colpo. “Lo farai o questa operazione andrà a put.tana.” gli disse infine guardandolo dritto in faccia. Luigi sospirò. Si passò le mani nei capelli, sconfitto. “Quella donna è pericolosa, piccola.” ripeté poi. “Lo so, è un serpente pronto a colpirti. -concordò Annalisa – ma ti hanno detto che devi contattare Katia … quindi devi smettere di guardarla male e sorriderle un po’ di più.” Andrea la guardò attentamente, stava veramente dicendo a Luigi che doveva fare il cascamorto con un’altra donna? Non riusciva a crederlo … la loro lite era più grave di quanto avesse immaginato o lei più professionale di quanto avesse creduto poi vide i loro sguardi incontrarsi e gli sembrò che l’aria diventasse all’improvviso irrespirabile. Disse loro che usciva ma dubitò che avessero sentito. “Devo veramente fare l’idiota con quella?” mormorò avvicinandosi a lei. Annalisa si morse il labbro inferiore, poi annuì “Purtroppo per te, sì.” Luigi chiude gli occhi. “Perché non posso farlo con te?” “Perché con me l’hai già fatto … e i risultati …” Annalisa scosse la testa, aveva già cominciato a rinfacciarglielo … “Dovrò sentirmelo dire molte altre volte?” chiese Luigi. Annalisa annuì poi gli disse. “Credo proprio di sì, non potrò farne a meno.” Luigi le fece una carezza pur temendo che lei si tirasse indietro. Annalisa, invece, rimase ferma lì sfidandolo con uno sguardo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 201 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! gelido. Luigi lasciò cadere la mano. Annalisa si alzò e prese la cornetta. “Paola, come stai? Sono giù nell’ufficio di Andrea … allora ti aspetto.” Non passò molto tempo che Paola fece il suo ingresso nella stanza. “Tu come stai? Non ti hanno fatto niente vero?” “Niente, Paola…. non ti preoccupare … solo qualche graffio quando …” “è stata buttata di sotto dalla macchina.” concluse Andrea che stava entrando accompagnato dal capitano Ranieri. Annalisa annuì … dunque quella era la versione ufficiale … e chissà chi aveva sparato … Si erano alzati tutti in piedi per salutarlo.“Sono felice che tu stia bene, torno a studiare.” disse Paola uscendo. Ottima mossa, disse tra sé Annalisa. Il capitano Ranieri fece scivolare gli occhi sui fogli che Annalisa aveva scarabocchiato mentre si organizzavano. “Dunque sapete chi è Katia?” chiese. “Sì.” rispose Annalisa “E’ l’ostetrica che ha firmato tutti i certificati di assistenza al parto delle ragazze che non hanno riconosciuto il bambino.” Il capitano Ranieri la scrutò. “Il maresciallo Ferri mi ha raccontato la sua disavventura …” sembrava non credesse a quello che Andrea gli aveva raccontato. “Ero nel posto sbagliato al momento sbagliato… non credevo che andare a fare la spesa potesse essere così pericoloso.” “Aveva la pistola?” Annalisa annuì. “Perché non ha pensato di usarla?” “Perché ero nei panni dell’infermiera Gori e vicino a me c’era la famigerata Katia, non ho ritenuto fosse il caso di mandare all’aria tutta l’operazione … ho solo fatto in modo che nessuno venisse ferito e mi sono offerta come ostaggio al posto di un’altra persona.” Il tono era di sufficienza come se fosse inutile spiegare determinati dettagli. Andrea le lanciò un’occhiataccia da dietro le spalle del capitano, mentre Luigi, accanto a lei, le diede un pestotto. Annalisa si raddrizzò sulle spalle. Il capitano Ranieri le lanciò uno sguardo indecifrabile poi uscì salutandoli, quando fu sulla porta si voltò verso Annalisa. “Ho un messaggio di mio figlio per lei. Graham Bell 19” Annalisa guardò l’orologio. “Gli dica che va bene” Il capitano annuì uscendo. Andrea li fulminò con lo sguardo ammonendoli di non muoversi di lì. Luigi la fissò incredulo. “Ma sei impazzita? Rispondere con quel tono al capitano?” “Se evitasse di fare domande idiote … eviterei di dare risposte inutili.” replicò Annalisa incrociando le braccia. Cominciava a sentirsi stanca e anche dolorante … si lasciò cadere sulla poltrona raggomitolandosi. Luigi capì subito che era arrivata alla fine. “Hai mangiato?” Annalisa scosse la testa … “Ho mangiato qualcosa quando ho finito il turno. Non ho fame.” aggiunse prima che Luigi andasse a cercare qualcosa da mangiare. “Dove vai? Non puoi andare a cercare da mangiare nel frigo della caserma, sei il dottor Martelli, non dimenticarlo.” Luigi sospirò frustrato. Andrea rientrò con uno sguardo furibondo. “Voi due mi farete andare davanti alla corte marziale! Se ti sento usare ancora quel tono con il capitano ti sospendo per un mese … e stai a fare fotocopie, giuro, a costo di farti fotocopiare tutto l’archivio. Adesso andatevene pure dove vi pare … no anzi – Luigi e Annalisa si fermarono sulla porta – accompagnala a casa e resta lì, il dottore ha detto che non deve restare da sola.” “Ma…” tentò di protestare Annalisa, Andrea la fulminò con lo sguardo. Annalisa annuì ed uscirono. Andrea si lasciò cadere sulla poltrona e poi mormorò. “Ma te guarda che mi tocca fare per cercare di farli riappacificare…” PUNTATA 145 Paul aprì la porta e sentì un buon profumino uscire dalla cucina, seguì la scia e trovò Gioia che cucinava, scalza … con un miniabito che lasciava scoperte quasi tutte le gambe. Paul deglutì … non era male come visione per un pover’uomo stanco dal lavoro. “Ciao, come è andata oggi?” Paul si avvicinò e la baciò. “Bene, ma adesso ancora meglio, Honey.” Gioia ricambiò il bacio poi facendogli una carezza gli disse. “Hai tempo per la doccia … la cena non è ancora pronta.” Paul lanciò un’occhiata alla tavola apparecchiata per due. “Tuo padre non c’è?” chiese. “No, aveva un appuntamento con Fiorella.” “Ah.” si limitò a dire Paul. Gioia sorrise tra sé. Suo padre le aveva sorriso strizzandole un occhio mentre le diceva che sarebbe stato da Fiorella fino all’indomani. Sapeva di non riuscire a nascondere niente a suo padre, ma talvolta le sembrava che le leggesse persino nel pensiero. Aveva chiamato Annalisa per avere due dritte per quella serata … la ragazza era stata molto esauriente anche se non le era sembrata molto a suo agio, come se fosse con qualcuno che non doveva sentire. Finì di preparare la cena, e poi aspettò che Paul finisse di fare la doccia. Paul si sbrigò a fare la doccia, non voleva far aspettare Gioia … aveva visto una luce diversa nel suo sguardo, un po’ più malizioso del solito e anche quell’abito sembrava fosse un segnale … un segnale di via libera … che Gioia finalmente desiderasse quello che lui desiderava da tempo? Si infilò i pantaloni della tuta e un maglietta e a piedi nudi la raggiunse in cucina. “Che si mangia di Created by eDocPrinter PDF Pro!! 202 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! buono?” chiese dopo averla baciata sulla bocca lievemente. “Niente di speciale.” rispose Gioia sorridendogli. “Dall’odore non si direbbe…” replicò Paul annusando sopra una pentola. Gioia lo scacciò minacciandolo con il mestolo… “Mettiti seduto a tavola.” Gioia sorrise alla sua espressione imbronciata. “Aspetta … non rimarrai deluso.” Paul la guardò dritta negli occhi e capì che diceva sul serio e che non si riferiva solo alla cena … sorrise tra sé … la serata si preannunciava interessante. Gioia portò in tavola il risotto allo spumante (ricetta dettata per telefono da Annalisa) che Paul apprezzò molto. La vedeva muoversi a suo agio fra i fornelli, non l’aveva mai notato eppure era quasi un anno che erano sposati. Paul sbarrò gli occhi terrorizzato. Oddio, pensò, è il nostro anniversario e me lo sono dimenticato? “Honey, stiamo festeggiando qualcosa?” chiese poi in tono leggero. Gioia si voltò verso di lui sorridendo. “Niente di particolare tesoro.” Paul inviò un ringraziamento al cielo ripromettendosi di segnare sull’agenda la data del loro anniversario. Gioia lo raggiunse al tavolo portando arrosto e patatine. Paul le sorrise di nuovo e le carezzò il dorso della mano poggiata sul tavolo. Gioia provò un brivido … di piacere … Non aveva mai pensato che la mano fosse una zona esogena … forse dipendeva da tutte le fantasie che aveva elaborato quel pomeriggio … Scosse la testa ricambiando il sorriso di Paul. Non aveva più fame …si costrinse a terminare la carne che aveva davanti, poi sparecchiò e tirò fuori dal frigo due coppette di mousse al cioccolato. Paul lo guardò poi propose. “Perché non andiamo a mangiarla sul divano?” Gioia annuì poi diede un’ occhiata al lavello pieno di piatti sporchi e fece una smorfia. “Tu va a fare la doccia, la carico io la lavastoviglie.” le disse Paul carezzandole la schiena prima di baciarla con passione. Gioia si appoggiò a lui senza fiato. Si persero uno nello sguardo dell’altro, sperando che quello che stavano vedendo nei loro occhi fosse vero. “Vado a fare la doccia.” disse poi Gioia carezzandogli il volto. Aveva preparato una mise che secondo Annalisa avrebbe dovuto far faville … si augurò che avesse ragione, altrimenti non sarebbe più stata in grado di guardare suo marito in faccia dalla vergogna. Si asciugò poi prese in mano quei due indumenti inconsistenti e li indossò … si sentiva nuda con solo quella roba trasparente addosso … aprì un cassetto e tirò fuori una T-shirt, la indossò sopra. Annalisa le aveva detto di truccarsi un po’ … poco tanto non sarebbe durato … almeno lo sperava. Paul aveva finito di caricare la lavastoviglie, aveva preso le coppette ed era andato in sala ad aspettarla. Era seduto sul divano con le coppette in mano che rischiarono di cadere al suolo quando la vide arrivare. Aveva le gambe totalmente nude e da una maglietta troppo corta spuntava il pizzo azzurro di un baby doll. Paul posò le coppette sul tavolo e si avvicinò a lei con un luccichio negli occhi che Gioia non gli aveva mai visto . Prese il bordo della maglietta e gliela sfilò. “Ecco ora va meglio, sei bellissima.” le disse carezzandola con lo sguardo. Gioia arrossì sotto quell’ispezione … poi si ricordò le parole di Annalisa <<fa quello che ti senti … non pensare a cosa potrebbe dire chissà chi … siete solo voi due la cosa importante>>, alzò il volto e ricambiò lo sguardo, anche lui era bellissimo anche se era un po’ troppo vestito … glielo doveva dire o … optò per o … e gli infilò le mani sotto la maglietta e la tirò su … l’ampio torace di suo marito apparve in tutto il suo splendore … Gioia deglutì prima di appoggiarci la faccia e baciarlo. Paul rabbrividì abbracciandola … poi la sollevò tra le braccia e l’adagiò sul divano. Si chinò su di lei e la sfiorò le labbra prima lievemente poi con sempre maggior pressione fino a farle schiudere la bocca e intrecciare i loro respiri. Gioia si aggrappò alle sue spalle mentre aveva la sensazione di volare … Paul non l’aveva mai baciata con tutta quella passione … il piano di Annalisa stava dando i suoi frutti…… Paul non capiva cosa fosse successo ma quando l’aveva vista arrivare con quegli indumenti che adesso gli stavano solleticando il torace, aveva capito che la serata sarebbe andata in una sola direzione… quella della passione. PUNTATA 146 Luigi aprì la porta e la fece entrare, lei gli tolse le chiavi di mano e gli disse. “Te ne puoi anche andare.” “Ho un ordine da eseguire.” rispose Luigi che poi si passò la mano sulla fronte, era così che diceva alla Morresi durante quel caso. Entrò dentro e si lasciò cadere sul divano sfinito. Lei lo guardò con uno sguardo torvo. “Non ti preoccupare, dormo sul divano.” le disse. “Perché credevi di dividere il letto con me?” replicò con una smorfia Annalisa avviandosi verso il bagno, ne uscì poco dopo con una camicia da notte di felpa con Snoopy disegnato sopra. “Buonanotte.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 203 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! gli disse tirando il paravento che aveva preso quando aveva prestato l’appartamento a Sonia. Si buttò sul letto e rimase sveglia a guardare il soffitto sentendolo andare in bagno e poi cercare di sistemarsi sul divano. Guardò l’orologio e prese in mano il cellulare che suonò immediatamente. Luigi la sentì ridere e parlottare. “Sì, sì … ma certo … hai perfettamente ragione … ma dai …” con un tono fin troppo confidenziale. Quando non la sentì più parlare le disse “Almeno un cuscino potresti darmelo …” Infatti gli arrivò dritto sulla faccia. “Grazie” borbottò. La sentì ridacchiare dietro quel maledetto paravento. Cercò di sistemarsi alla meno peggio su quel divano troppo corto per lui. Maledizione, perché Andrea lo aveva mandato lì … era forse un castigo? Sentiva il suo prof.umo aleggiare nella stanza, sospirò e cercò una posizione più comoda per dormire. Sperò che anche lei non riuscisse a dormire ma sentiva solo un respiro regolare … accidenti, si disse, lei dorme ed io … ohhh, e cadde di sotto dal divano. Annalisa cercò di non ridere continuando a far finta di dormire … sapeva che non avrebbe mai potuto dormire sul divano … era almeno venti centimetri troppo corto…come sapeva perché Andrea li aveva mandati lì insieme … perché si spiegassero e facessero pace, quello che Andrea non sapeva era che non c’era nulla da spiegare … era tutto chiaro ad entrambi … lui aveva sbagliato e lei doveva solo decidere quando perdonarlo … fino a quando la sua rabbia l’avrebbe sorretta contro la sua corte e il desiderio che lei provava nei suoi confronti … certo che, dormire da sola quando lui era lì vicino, era autolesionismo … Luigi cadde ancora una volta dal divano imprecando. Annalisa scese dal letto e scostò il paravento. “Ti sei fatto male?” chiese cercando di trattenere una risata. Luigi la guardò con lo sguardo torvo poi fece una risata nervosa. “Forse è meglio se dormo direttamente sul pavimento così non ti sveglio.” Annalisa gli sorrise … “Potrebbe essere un’idea … ma se dormi nel letto forse stai meglio.” Luigi la guardò sospetto. “Sì, puoi venire nel letto se dormi dalla tua parte.” confermò Annalisa allungando una mano per aiutarlo a tirarsi su. Luigi si mise in ginocchio poi prese la sua mano, si fissarono un attimo senza parlare, negli occhi di Luigi c’era dispiacere e pentimento, in quelli di Annalisa una lotta tra rabbia e sentimento. Luigi si finì di alzare e la fronteggiò. “Guarda di non essere tu a venire dalla mia parte.” Annalisa gli fece una smorfia. “Non contarci, brigadiere.” e detto questo si infilò sotto le coperte e si rannicchiò dal suo lato. Luigi sorrise tra sé soddisfatto mentre si accomodava dall’altra parte del letto. Non era più così soddisfatto qualche ora dopo mentre cercava senza successo di dormire… sentirla respirare così vicino e non poterla nemmeno sfiorare era una tortura che non aveva previsto di dover subire. Lei invece sembrava a suo agio, ancora raggomitolata come un gatto dalla sua parte, sembrava dormire tranquilla … forse le emozioni della giornata l’aveva sfinita. Allungò una mano e le carezzò i capelli delicatamente per non svegliarla … Annalisa si voltò verso di lui e borbottò. “Stai invadendo il mio spazio, brigadiere.” Luigi ritirò di scatto la mano, pur sorridendo tra sé … anche lei non riusciva a dormire … la cosa lo consolava un po’. Annalisa ritornò nella posizione precedente. “Non muovere troppo il letto, cerca di dormire, brigadiere.” gli disse. “Non ti è mai dispiaciuto che muovessi il letto …” le disse in tono malizioso Luigi avvicinandosi. “Stai di nuovo invadendo la mia parte.” lo brontolò. “Se tu stessi sul bordo interno della tua parte, io non dovrei sconfinare per parlarti.” Annalisa si voltò di nuovo verso lui. “Non hai pensato che forse io non voglio parlare … ma dormire?” gli disse tenendo su la testa con un braccio. “Se parlassimo, dopo staremo meglio …” “Di che cosa dovremo parlare?” Luigi si mise nella stessa posizione di fronte a lei. “Di noi due per esempio … e non mi dire che non esiste un noi due … esiste eccome … e lo sai benissimo anche tu …” Annalisa lo fissò nel chiarore della luce della luna. “Non vedo il caso di parlarne … io non ti ho ancora perdonato ...” “Vuoi dire che non mi ami?” “No, ti amo ma ho perso la fiducia in te …” “E non posso fare niente per farti ricredere?” chiese speranzoso. Annalisa scosse la testa e aggiunse. “E poi ci sarà comunque sempre un piccolo dettaglio abbastanza significante che dovrai prendere in considerazione.” Luigi la guardò sospetto. “E sarebbe?” “Che io continuerò a rinfacciartelo per parecchio tempo …” gli confessò Annalisa. “Anche dopo che mi avrai perdonato?” chiese Luigi. Annalisa annuì mordendosi il labbro inferiore. Non avrebbe potuto farci niente, le sarebbe uscito di bocca senza volere … lo aveva sempre fatto, con chiunque. Luigi la squadrò un attimo … era stata sincera … Andrea, una volta, gli aveva detto che Annalisa non portava rancore … e allora? Forse era ancora arrabbiata con lui … “E me lo dirai quando litigheremo?” “Non solo purtroppo … ad ogni occasione … spesso come battuta.” Luigi sospirò … era più difficile del previsto … il suo sguardo perse un attimo di Created by eDocPrinter PDF Pro!! 204 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! luminosità. Annalisa si voltò di nuovo verso il bordo del letto. “Non abbiamo ancora finito …” “Abbiamo finito, l’ho letto nel tuo sguardo … hai bisogno di tempo per decidere se vale ancora la pena sbatterti così tanto per riavermi. Buonanotte Brigadiere.” Luigi rimase a guardare la sua schiena che si muoveva lentamente mentre le sue parole gli rimbombavano nella testa … PUNTATA 147 Paul non l’aveva mai baciata così, con quella passione. Il suo corpo era percorso da brividi mentre Paul le carezzava le spalle, le gambe e soprattutto il seno sopra quel velo di stoffa che lo ricopriva … la bocca di Paul scese sul capezzolo che si intravedeva inturgidito sotto il pizzo … Gioia emise un gemito di piacere inarcandosi verso di lui mentre le sue mani gli carezzavano il torace e la schiena indugiando sull’elastico dei pantaloni. Paul fece scivolare completamente le spalline del baby doll liberandole il seno che svettò con i capezzoli già eretti che lui assaporò uno alla volta, leccandoli e succhiandoli facendole percorrere il corpo da brividi di piacere così intensi da farle credere di essere già vicina all’apice del piacere. Come se le avesse letto nel pensiero Paul le sussurrò “Non è ancora niente …” Gioia lo guardò fisso negli occhi e li vide animati da una fiamma … la stessa che stava bruciando dentro di lei facendole desiderare ancora di più … “Paul …” mormorò. Paul le sorrise dolcemente. “Dimmi, honey …” “Sei ancora un po’ troppo vestito …” Paul le mordicchiò un orecchio e le sussurrò “Provvedi tu … io penso a te…” poi carezzandola le fece scivolare il baby doll in fondo alle gambe. Gioia gli fece scivolare pantaloni e slip lungo le gambe, trovandolo già molto eccitato. Beh, almeno su quello Annalisa aveva ragione, si disse, mentre gli carezzava il torace e scendeva a carezzarlo sempre più giù. Paul emise un gemito di piacere poi le bloccò la mano. Gioia lo guardò delusa e interrogativa. Paul la baciò con passione e poi le sussurrò “Se continui … non ti resterà molto dopo.” Gioia fece una risatina roca. Paul la baciò con passione, poi alzò il volto per ammirare quel corpo che finalmente gli rivelava così liberamente, notò il piccolo perizoma e sorrise infilandoci una mano. Gioia sussultò mentre Paul cominciava a carezzarla lì dove sentiva crescere il desiderio di averlo dentro di sé e si mosse contro quella mano gemendo. “Dimmi quello che vuoi, honey…” Gioia gli mormorò qualcosa nell’orecchio e lui si chinò sul suo seno e lo prese tra le labbra assaporandolo con la lingua … brividi percorsero i loro corpi mentre Gioia tornava a carezzarlo sul torace, sulle gambe e poi dove Paul desiderava sentire le sue mani, Paul le sfilò quell’esile indumento e poi si mise seduto e se la prese in grembo … continuando a carezzarla la fece aderire a lui ed entrò in lei, Gioia emise un gemito tra la sorpresa e il piacere e cominciò a muoversi assecondando il suo ritmo. Paul le alzò il volto e la baciò con passione mentre entrambi raggiungevano l’apice del piacere. Gioia si abbandonò sulla sua spalla ansando. Paul le accarezzò la schiena dolcemente … non sapeva cosa o chi aveva indotto Gioia a comportarsi così quella sera, sperò solo che non si limitasse a quella sera … lui l’amava ed era anche disposto a continuare a fare l’amore al buio come sembrava piacesse a lei … ma sere come quella erano preferibili. Gioia lo guardò cercando di capire se gli fosse piaciuta questo suo nuovo lato. “Non ti sto pesando,vero?” Paul le sorrise malizioso. “Ti terrei così anche per sempre, honey” rispose baciandole il collo e la linea della spalla mentre con una mano le stava tormentando un capezzolo. “Paul! – esclamò Gioia sorpresa – non è possibile” “Questo lo dici tu.” replicò lui ridendo mentre sentiva l’eccitazione salire di nuovo e guardava l’espressione di Gioia passare dalla sorpresa al piacere sentendolo crescere dentro di lei. Paul si alzò e tenendola per le natiche la portò verso la camera da letto, Gioia gli baciò il collo e le spalle. “Gioia, no … ti prego” mormorò Paul cercando di non perdere il controllo, sul pianerottolo delle scale l’appoggiò contro la parete e baciandola con passione esplosero insieme … “Paul …” mormorò ansante Gioia con voce incredula, non era stato così neanche in viaggio di nozze… finalmente raggiunsero il letto. Paul rotolò su di lei e le baciò tutto il corpo scatenando una nuova ondata di desiderio … “Ah, honey ….” le sussurrò con voce roca Paul “sei meglio di ogni sogno …” Gioia lo guardò un po’ triste. Non era solo una sua impressione, Paul non era soddisfatto della loro vita sessuale. “Avevi bisogno di sognare?” chiese in tono piatto. Paul si maledì ma ormai il danno era fatto. “Perché non mi hai mai detto che volevi qualcosa di … diverso?” Paul la guardò con tutto l’amore che provava per lei. “Perché non volevo costringerti a fare cose che non sentivi … mi sei sempre sembrata un po’ timida … non volevo metterti in imbarazzo.” Gioia lo guardò, quello che vedeva nel suo sguardo lasciava sperare che lui stesse dicendo la verità. Era solo per amore che aveva accettato un anno di vita sessuale insoddisfacente? Si diede della stupida … Paul si sdraiò accanto a lei e la carezzò Created by eDocPrinter PDF Pro!! 205 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! dolcemente. “E tu perché non hai mai detto nulla?” Gioia arrossì. “Perché mi vergognavo e poi pensavo che anche a te andasse bene così” “Allora a cosa devo l’onore di una serata così … speciale?” Gioia abbassò il volto … Paul glielo tirò su “Dopo quello che abbiamo condiviso stanotte, ti vergogni ancora?” “Mi vergogno ad essere stata così cieca … ho capito che volevo qualcosa di più quando Annalisa era ricoverata, lei e Luigi si lanciavano sempre certi sguardi di fuoco … e poi non avevano scrupoli … credo che in quel letto abbia dormito pochissimo … ho pensato che avrei voluto anch’io un uomo così … talmente passionale da non fermarsi davanti a nulla…” Gioia lo guardò un po’ timorosa in attesa della sua reazione. Paul si chinò su di lei e la baciò con passione … “Paul … io …” “Shht – le disse – abbiamo molto da recuperare … non perdiamoci in recriminazioni che non hanno senso … Amami, honey, amami come ti senti di amarmi … ed io farò lo stesso con te … se qualcosa non ci piace … basta dirlo.” “Comincio io …?” Paul annuì, lei lo spinse sulla schiena e cominciò a baciarlo dolcemente sugli occhi, sulle guance, sulla bocca leccandogli l’interno delle labbra … scese lungo il collo e poi sul torace, stuzzicandogli i capezzoli e scendendo verso l’ombelico poi si fermò indecisa su cosa fare … Paul la rotolò sulla schiena dicendole. “Adesso tocca a me.” e cominciò a baciarla dalla fronte scendendo lungo il viso, passando poi a lambirle i capezzoli già scuriti ed eretti, scendendo lungo il ventre sulle cosce per poi insinuarsi tra le sue gambe, al primo tocco di lingua Gioia trattenne il fiato, poi si inarcò contro di lui per dargli libero accesso alla sua intimità… Paul la portò vicina al culmine poi insinuò una gamba tra le sue ed entrò in lei, Gioia lo accolse stringendogli le gambe intorno a fianchi per sentirlo ancora di più dentro di sé mentre continuava a mormorare il suo nome … Paul continuò a spingere dentro di lei fino a quando non la sentì tremare contro di lui e allora esplose dentro di lei gridando il suo nome. Rotolò al suo fianco prendendola tra le braccia e baciandola dolcemente … “Ho sbagliato, prima … tu sei il mio sogno” le mormorò … Gioia appoggiò la testa sul suo torace ringraziando tra sé Annalisa senza sapere che anche Paul stava facendo la stessa cosa. PUNTATA 148 Annalisa si svegliò con un peso sul petto, sbatté gli occhi e vide che era un braccio di Luigi posato possessivamente sul suo seno … Si voltò verso di lui e sorrise, era stato lui a sconfinare … questo le dava una sorta di vantaggio … Prese il braccio di Luigi e se lo tolse di dosso, lui mugolò una protesta cercandola di nuovo. “Hai sconfinato, brigadiere.” gli sussurrò in un orecchio. Luigi aprì gli occhi e sorrise, quel sorriso che era destinato solo a lei … che le faceva battere il cuore più forte. “Lo so, l’ho fatto di proposito … infatti abbiamo dormito meglio entrambi … sono stufo di stare dietro al tuo stupido orgoglio … “ Annalisa lo fulminò con lo sguardo mettendosi seduta sul bordo del letto. “E’ inutile che mi guardi così, so di aver sbagliato ma mi farò perdonare a modo mio …” Si mise seduto accanto a lei, si chinò e la baciò, un bacio lento e sensuale, dove stava mettendo tutto quello che provava per quella donna dai capelli rossi che era venuta a sconvolgergli la vita. Annalisa non provò nemmeno a sottrarsi a quel bacio che desiderava almeno quanto lui. “Questo sarebbe il tuo modo?” chiese sfidandolo con lo sguardo. “Questo è solo l’acconto … non ti permetterò di rovinare le nostre vite solo perché ho visto dei fogli in una scatola.” Annalisa lo stava guardando esterrefatta. Adesso la colpa era sua? Gli aveva dato di volta il cervello? “Guarda che la colpa è tua, non mia” gli disse allora puntandogli un dito contro. “Io ho sbagliato a guardare i tuoi fogli … ma tu hai esagerato nella reazione …” “Tu avresti fatto anche peggio …” lo accusò lei. “No, non è vero …” “Ah, no? … guarda che mi ricordo come mi trattavi perché pensavi avessi una relazione clandestina con Andrea … e non stavamo insieme.” “Non è la stessa cosa …” replicò Luigi. “Invece sì, stavi difendendo il tuo territorio … proprio come ho fatto io.” “Pensavo che avessimo un territorio in comune …” disse lentamente Luigi. “Infatti, ma quella scatola è il mio territorio privato, la mia coperta di Linus … me la porto dietro da quando avevo dodici anni … un regalo di Ethel … a casa di mio padre era l’unica cosa solo mia che possedessi, che neanche i figli di sua moglie osavano toccare …” Luigi, allora, capì il perché di quella reazione esagerata … non era quello che aveva o non aveva letto … per lei, era stato come tornare a casa e trovare tutto buttato all’aria … anche se i ladri non hanno rubato niente ti senti lo stesso defraudato … Si avvicinò e la prese tra le braccia. “Piccola, mi dispiace … non credevo di farti così male … pensavo solo che conoscendo un po’ di più il tuo passato, avrei potuto proteggerti meglio.” Annalisa si lasciò avvolgere dal calore di quell’abbraccio, lo sentiva vicino, era il suo uomo di spade … non avrebbe dovuto Created by eDocPrinter PDF Pro!! 206 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! dimenticarsene mai … un uomo che protegge … era quello che si sentiva tra le sue braccia, protetta. Luigi si accorse che non era più sulla difensiva almeno fisicamente … non sapeva se lo stesso si potesse dire della sua lingua … che di solito era più affilata di un rasoio. Decise di non rischiare e le chiuse la bocca con un altro bacio appassionato. Annalisa ricambiò bacio e abbraccio e si trovarono sdraiati sul letto con le gambe penzoloni. Le loro mani corsero sul corpo dell’altro, sapevano dove carezzare e dove insistere per aumentare il piacere suscitato da quel bacio che si stavano scambiando. I loro corpi si riconobbero subito ... scatenando la passione. Luigi si staccò e le carezzò il volto dolcemente. “Non mi importa se mi rinfaccerai a vita che ho frugato tra le tue carte, sarà la punizione per averlo fatto ... ma ti prego non buttiamo via quello che c’è tra di noi ... e non sto parlando solo di questa passione che ci incatena ... ma soprattutto del nostro amore ... abbiamo lottato tanto prima di poterlo assaporare ...” Annalisa gli carezzò le spalle. “Io ti amo, Luigi, e so anche che il nostro amore è talmente importante che vale più di qualunque cosa ... ma l’altra sera mi sono sentita così tradita che anche adesso se ci ripenso ti prenderei a pugni ...” Luigi la fissò e vide la rabbia serpeggiarle negli occhi. “Fallo! – Annalisa lo guardò meravigliata- Picchiami ... se ti farà stare meglio ... picchiami pure.” Annalisa strinse i pugni come se si preparasse a picchiarlo, Luigi aspettò i colpi, sapeva che era capace di farlo ... “Se ti picchio ... sarà come averti insultato, Luigi, e tutto non potrà essere come prima.” “Non è vero, le parole fanno molto più male ... se mi dai un pugno, mi viene un livido e poi mi passa ... se mi insulti ferisci il mio amor proprio e mi farà male molto più a lungo ... quindi se vuoi picchiarmi, picchiami pure, se credi che poi starai meglio –poi la guardò malizioso- io però avrei un altro metodo per farti stare meglio ...” Annalisa ricambiò lo sguardo mordendosi il labbro superiore. “Davvero?” Luigi la abbracciò di nuovo baciandole il collo. Il cellulare di Goretti interruppe le sue manovre di seduzione.... Alzò gli occhi al cielo poi le chiese scusa con lo sguardo rispondendo. “Sono Caterina, dottor Martelli... ci possiamo vedere da Pippo?” Luigi rimase un attimo interdetto mentre Annalisa annuiva. “Sì, va bene ... quando?” “Tra una mezz’ora ... ti aspetto là, Nicola ... posso chiamarti Nicola, vero?” Luigi guardò Annalisa che annuì di nuovo. “Sì certo, Caterina. Ci vediamo dopo.” disse Luigi chiudendo la comunicazione e voltandosi a fissare Annalisa. “Non avrei mai creduto che tu mi spingessi tra le braccia di un’altra donna” le disse tra il serio e il faceto. Annalisa balzò giù dal letto e replicò. “Non spingerei tra le braccia di quella nemmeno il mio peggior nemico, Luigi, è lavoro” Luigi la prese tra le braccia e poi baciandole il naso disse. “Lo so, piccola, scherzavo … tu penserai a quello che ti ho detto?” “Che conosci un modo migliore per farmi stare meglio?” gli chiese lei celiandolo. “Anche, ma soprattutto a quello che siamo noi due insieme …” Annalisa gli baciò le labbra. “Sì, ma tu sta attento a quel serpente… molto attento.” Luigi la strinse ancora di più. “Non ti devi preoccupare, piccola. Tu non hai nulla da temere” Annalisa scosse la testa. “Non è quello, Luigi, se lei fa parte dell’organizzazione non è una stupida, non abbassare mai la guardia.” I suoi occhi tradivano vera preoccupazione … non stavano più scherzando … era il carabiniere che stava parlando. Luigi annuì e mentre andava in bagno a prepararsi, lei si buttò di nuovo sul letto riparandosi dietro il paravento. Luigi uscì senza dirle nulla … sperava solo che le sue parole non fossero cadute nel vuoto … e che lei gli avrebbe permesso di nuovo di essere il suo uomo. PUNTATA 149 Caterina Pitoni lo stava aspettando seduta ad un tavolo fuori da Pippo. Non l’aveva ancora visto, Luigi si prese il tempo di osservarla. Era notevole come ragazza, appariscente ma aveva uno sguardo strano, da serpente proprio come diceva Annalisa, anche il suo sorriso aveva un che di falso. Stava fumando e si guardava intorno con un fare guardingo. Luigi fece un passo ed entrò nel suo campo visivo. Non appena lo vide, lo accolse con un sorriso accattivante. “Ah, eccoti Nicola … ti posso offrire qualcosa?” “Un caffè, grazie.” “Dormito male, stanotte?” chiese osservandolo in faccia. “Poco, è venuta a trovarmi mia moglie …” La faccia di Caterina cambiò un attimo espressione per poi tornare sorridente. Luigi aveva notato il cambiamento. “Avremo il piacere di conoscerla?” Luigi scosse la testa con faccia un po’ triste. “No, purtroppo è già ripartita …” Il sorriso sulla faccia di Caterina si allargò. Luigi si ricordò l’ammonimento di Annalisa di non abbassare la guardia. “Mi hai fatto venire qui per qualcosa?” chiese. “Sì, mi hanno detto che sostituisci il dottor Goretti in tutto e per tutto.” rispose Caterina avvicinandosi. Luigi la fissò un attimo. “Dipende … non so esattamente cosa facesse Goretti … so che aveva Created by eDocPrinter PDF Pro!! 207 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! affari con l’estero …” rispose Luigi sul vago. “E’ proprio di quelli che ti volevo parlare …” Luigi imprecò tra sé … se avesse avuto un microfono o una cimice. Il cellulare gli vibrò in tasca. “Scusa” disse prima di tirarlo fuori dalla tasca dei pantaloni. Lo lesse e infilò la mano nella tasca del giubbotto, scuotendo la testa. “Qualcosa non va?” chiese Caterina. “No, mia moglie è arrivata ma ha dimenticato le chiavi della macchina da me …” “Non mi sembri sorpreso…” Luigi scosse la testa stringendo tra le mani l’amuleto di Annalisa. “Non è una novità … mia moglie ha tante qualità ma è molto distratta” Andrea chiuse il cellulare e chiamò Leo. “Lo so che hai finito il turno ma andresti,anche con Ale,davanti a Pippo ad ascoltare la cimice che ha Luigi?” Leo annuì. Gli diede un auricolare e la ricetrasmittente. Leo chiamò Ale ed andarono a fare una passeggiata dalle parti di Pippo. “Siamo qui per qualche motivo ben preciso?” chiese Ale dopo che erano passati più di una volta davanti a Pippo senza entrare. “Sono qui per lavoro, Ale ... Andrea ha detto che potevo portare anche te ... così avrei dato meno nell’occhio.” Ale rise. “Passeggiare su e giù non da nell’occhio? ... dov’è che senti meglio?” Leo indicò una zona poco più avanti. “Mettiamoci sulla panchina ... e facciamo gli innamorati..” Leo le fece una carezza... “Non dobbiamo fingere ... siamo innamorati.” Ale gli sorrise mentre si accomodavano sulla panchina guardando ogni tanto verso il tavolo dov’era seduto Luigi con Caterina. “Come ti dicevo ... la ragazza arriverà giovedì ... se non partorisce da sè ... le facciamo il cesareo. – Luigi rabbrividì- Entro sabato deve essere tutto finito … arriva il compratore.” Luigi si trattenne dal prenderla per il collo … parlava di bambini come se fosse merce del supermercato… cercò di concentrarsi su quello che Caterina gli andava dicendo. “Sai … ci toccherà una parte dei soldi che pagano per il bambino … speriamo sia maschio … pagano di più” Luigi fece appello a tutta la sua professionalità per non mandare a monte l’operazione urlandole in faccia tutto il suo disprezzo. Leo strinse una mano ad Ale, fortunatamente lei non sentiva, si disse. Se avesse saputo che parlavano di quello, non avrebbe portato con sé Ale. Leo diede un’occhiata a Luigi e vide che anche lui non era a suo agio. Aveva sentito Andrea ordinargli di rimanere con Annalisa quella notte… chissà come era andata. “Sai, Nicola, io ed Emilio eravamo molto vicini ...” disse Caterina avvicinandosi facendogli capire cosa intendesse. Luigi sentì la gola seccarsi. Che cosa doveva fare? Non aveva nessuna intenzione di andare a letto con lei, nessuno aveva il diritto di chiedergli una cosa del genere né Andrea né l’Arma. Respirò a fondo poi disse. “Non credo che possa sostituire il dottor Goretti anche in quello ... io sono innamorato di mia moglie, non ho nessuna intenzione di tradirla.” Caterina lo guardò dritto e gli prese una mano. Luigi ebbe la sensazione di un dejà vu ... anche Claudia gli aveva preso la mano in un bar e Annalisa aveva visto e tirato delle conclusioni sbagliate ... stavolta sapeva che era per lavoro ... comunque si guardò in giro sperando di non vederla. Notò invece Leo seduto su una panchina con Ale che si coccolavano. Come li invidiava! Riportò lo sguardo su Caterina che continuando a fissarlo gli diceva. “Tua moglie è lontana ... tu hai delle esigenze ... non è necessario che tua moglie lo sappia” Luigi prese un respiro come se ci pensasse poi scosse la testa. “Lo saprei io, però...” Caterina si umettò le labbra. “Ti piacerà, credi a me...” Luigi deglutì facendosi coraggio. “Ci penserò ...” Caterina si protese verso di lui e lo baciò, Luigi rimase con le labbra chiuse. “Ho detto ci penserò …” le disse Luigi non appena riuscì a liberarsi dal suo abbraccio. Caterina lo guardò con sufficienza sorridendogli. Aveva un’aria come dire <<tanto non mi sfuggi>>. Leo spalancò gli occhi dalla sorpresa. Quella ci stava provando di brutto con Luigi, sperò che Annalisa non passasse nei paraggi o sarebbero stati guai. Vide Luigi che salutava la ragazza e si allontanava velocemente passandosi il dorso di una mano sulla bocca come per pulirsi da quel bacio. “Che schifo.” lo sentì esclamare nell’auricolare. “Leo, vado da Gemma ... raggiungetemi là.” PUNTATA 150 Annalisa rimase seduta sul letto fino a quando non lo sentì uscire poi aprì tutte le finestre e si preparò colazione. Bevendo il the, cercò di fare chiarezza sui suoi sentimenti per Luigi … o meglio su che cosa voleva fare dopo quello che si erano detti quella notte, non aveva nessun dubbio su ciò che provava per lui, le bastava vederlo per sentirsi meglio. Sorrise tra sé … finì di fare colazione poi fece l’inventario di quello che aveva in cucina preparando la lista della spesa … Created by eDocPrinter PDF Pro!! 208 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! sperando di riuscire a farla. Indossò la parrucca e le lenti e uscì. Tornò subito indietro … maledizione si stava dimenticando … mandò un messaggio a Luigi <<Guarda nella tasca del giubbotto>> poi chiamò Andrea per spiegargli che avrebbe potuto assistere al colloquio tra Luigi e l’infermiera. Andrea non era sembrato sorpreso … gli aveva anche chiesto come stava Paola e quando gli aveva detto che andava al supermercato le aveva detto “Mi raccomando … non ti far prendere come ostaggio anche oggi…” avevano riso insieme e poi lei aveva chiuso la comunicazione. La cassiera del supermercato le fece un mucchio di feste non appena la vide. Il direttore uscì dal suo ufficio per ringraziarla. “Se non era per lei, succedeva un disastro … lo sapeva che quella ragazza che ha protetto era incinta?” “Me l’hanno detto al pronto soccorso” mentì Annalisa. “Compri pure quello che vuole … offriamo noi.” “Ma non deve io …” si morse la lingua a tempo, stava per dire “…ho fatto solo il mio dovere” “No, no mi offendo se rifiuto e … mi faccia vedere la lista … Pina, controlli che la signorina abbia comprato tutto quello che sta scritto sulla sua lista.” “Sì, signor direttore.” rispose la commessa sorridendo ad Annalisa che si dovette rassegnare. “Uova, farina, zucchero, lievito, riso, the, pasta, pomodoro, latte, yogurt, pane, nutella, olio, carne, verdura e … carta igienica. Mi sembra ci sia tutto … signorina” La cassiera fece il riscontro poi l’aiutò a mettere la spesa nei sacchetti. “Ti posso aiutare?” la voce profonda di Paul la fece sorridere. “Buongiorno Paul” gli disse poi vedendo la sua espressione sorrise. “Dormito bene stanotte?” Il voltò di Paul si colorì leggermente. “Puoi formulare la domanda in altri termini?” chiese poi togliendole le borse dalle mani. Annalisa scosse la testa. “Non credo ce ne sia bisogno, si vede dalla tua espressione che hai passato una buona notte.” gli disse sorridendo maliziosa. “Pare che debba ringraziare te …” “Non dire idiozie … non c’ero io nel tuo letto.” replicò Annalisa. “Non solo nel letto …” mormorò Paul. Lei gli lanciò un occhiata e sorrise. “Sono felice per voi due … un po’ di passione non guasta mai…” “E tu ne sai qualcosa, vero?” le disse Paul mentre saliva le scale con lei portandole i sacchetti fin sulla porta poi prima di lasciarla le chiese. “E con Luigi come va?” Annalisa sospirò. “E’ stato qui stanotte … ci siamo un po’ chiariti …” “Solo chiariti?” chiese incredulo Paul. “Ha chiamato l’infermiera Pitoni.” Gli occhi di Paul si fecero più attenti. “E …” “Ha invitato Luigi da Pippo…” “E tu lo hai lasciato andare da solo?” chiese Paul ancora più meravigliato. “Se andavo io … l’operazione andava a farsi friggere … perché le scavavo gli occhi.” Paul rise. “Passionale in tutto, vero?” Annalisa si unì alla sua risata poi aggiunse. “Prima che mi dimentichi, qual è l’armadietto di Luigi in ospedale?” Paul la guardò stupito poi le disse. “Il primo a destra sulla parete di fronte alla porta.” non chiese perché … gli sembrava una cosa tra loro due … “Ci vediamo stasera al cambio.” “Va bene, e grazie Paul.” “Di niente, Stella.” le disse strizzandogli un occhio. Annalisa cucinò tutta la mattina cercando di scacciare dalla sua mente il pensiero di Luigi e Caterina. Aveva fatto persino un giro più lungo per andare al supermercato pur di non passare vicino a Pippo. Non avrebbe potuto sostenere la vista di lei che ci provava con lui, il solo l’immaginarlo la faceva star male. Scosse la testa mentre si preparava per montare in servizio in ospedale. Le lenti cominciavano a darle noia … si arrabbiò con se stessa … l’idea era stata sua. L’espressione di Gioia era più o meno quella di Paul. Annalisa sorrise. “Come va?” Il sorriso radioso di Gioia valse più di mille parole. “E’ andato tutto come speravi tu?” le chiese mentre si cambiavano. “Anche oltre …” rispose arrossendo. “Meglio, no?” Gioia annuì … poi abbassò lo sguardo. “Scusa … ma mi sono dimenticata di chiedere a Paul quale fosse l’armadietto di Luigi.” Annalisa le sorrise mettendole una mano sul braccio … “Non ti preoccupare, ho chiesto io a Paul stamani quando l’ho incontrato al supermercato.” Gioia sorrise. “Spero che ti abbia aiutato con la spesa…” “Sì, è stato molto gentile … Però devo farmi prendere in ostaggio più spesso … il direttore mi ha offerto la spesa.” “In ostaggio? E quando?” “Ieri pomeriggio … dopo che ci siamo lasciate … sono andata al supermercato e mi hanno preso come ostaggio…” “Perché non mi hai detto nulla quando ti ho chiamato?” Annalisa sorrise. “Non mi sembrava il caso … volevo che ti godessi la tua serata … e poi pensavo che Paul lo sapesse visto che Lu … il dottor Martelli mi ha raggiunto al pronto soccorso.” Gioia la guardò un po’ perplessa. “Ma stai bene, vero?” Annalisa annuì tirando fuori una scatola di plastica dalla sua borsa. “Vieni con me.” le disse. Gioia la segui nello spogliatoio dei medici. “Speriamo che Paul non si sia sbagliato.” disse Annalisa mentre con una forcina apriva il lucchetto dell’armadietto di Luigi. Mise dentro la scatola e un biglietto poi richiuse tutto e salirono in reparto. “Sono curiosa, cosa gli hai messo?” Annalisa sorrise Created by eDocPrinter PDF Pro!! 209 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! pensando alla faccia che avrebbe fatto Luigi quando avrebbe aperto l’armadietto. “E’ un messaggio in codice, lui sa cosa vuol dire.” Gioia la guardò ammirata e un po’ invidiosa, le sarebbe piaciuta anche a lei una complicità così con Paul. Annalisa le sorrise. “Puoi farcela anche tu … avete già un mondo segreto tutto vostro … si parte da quello poi …” Gioia scosse la testa. “Il vostro feeling non è costruito, voi due pensate sulla stessa lunghezza d’onda … vi ho visto una volta, vi capite al primo sguardo …” “Per una volta, Gioia, ascolta il tuo cuore …anche tu e Paul avete qualcosa di speciale …” “Infermiere… presto un’emergenza in sala parto …” gridò il medico di turno. Annalisa e Gioia si precipitarono dietro a lui troncando lì la discussione. PUNTATA 151 Andrea passeggiava su e giù nel suo ufficio, come mai Leo non era ancora tornato, e perché non aveva chiamato? Che cosa stava succedendo da Pippo. Si diede dello stupido, aveva mandato anche Ale, così magari era rimasta coinvolta anche lei. Paola andò a vedere come mai non fosse venuto a pranzo, lo trovò così teso che si preoccupò per lui. “Che è successo, amore?” gli disse massaggiandogli la schiena. “Leo non ha ancora chiamato …” “Ti preoccupi per Leo o per Ale?” chiese Paola abbracciandolo. “Per entrambi” rispose Andrea carezzandole i capelli. Il cellulare di Andrea squillò. “Arrivo subito, Leo … trattienilo lì.” Paola lo interrogò con lo sguardo. “Luigi …” Paola si allarmò. “Sta male?” “No, no … ha detto Leo che è furioso … tu va a mangiare, io vado da Gemma a vedere che succede.” le disse uscendo dall’ufficio. “Togliti la divisa, Andrea” lo richiamò Paola. Lui si voltò sorridendo e gli inviò un bacio sulla punta delle dita. Corse su, si cambiò velocemente e raggiunse l’appartamento di Ale. Luigi camminava su e giù come un animale in gabbia, mentre Leo cercava di calmarlo. “Che sta succedendo? … No, Leo dimmi” disse bloccando Luigi che con gli occhi furiosi stava cominciando a parlare. Leo guardò prima Luigi e poi Andrea prima di cominciare a parlare. “Si sono incontrati al bar, lei gli ha parlato della ragazza che deve arrivare …” Luigi lo guardò come se stesse dicendo delle assurdità. A Andrea venne il dubbio che il problema fosse ancora Annalisa e non l’infermiera. “Ok, Leo. Luigi che cosa c’è che ti fa essere di fuori, così?” “Non voglio andare a letto con lei.” Andrea spalancò gli occhi. Di che cosa diamine stava parlando? “A letto con chi?” chiese “Con Katia o come diavolo si fa chiamare…- esplose Luigi – se… se lo dico a quell’altra è capace di dirmi che per non mandare a monte l’operazione lo dovrei fare.” Andrea intuì che quell’altra doveva essere Annalisa, diede un’occhiata a Leo che portò via Ale. “Mettiti seduto e spiegami che cosa è successo … stamani ” specificò. “Ero ancora da Annalisa quando mi ha chiamato l’infermiera chiedendomi di vederci da Pippo, lei ha detto che ci dovevo andare, che mi poteva chiamare Nicola e tutto il resto…” “Lei chi?” chiese Andrea. “Annalisa … e poi lì Caterina mi ha parlato di Goretti, degli affari che aveva con lui, della ragazza che arriva giovedì e che entro sabato deve aver partorito perché arriva il compratore.” Luigi riprese un attimo fiato mentre Andrea scuoteva la testa capendo che in realtà l’amico non gli aveva ancora detto perché era così convinto di dover andare a letto con lei. “Poi ha cominciato ad avvicinarsi dicendomi che lei e Goretti erano vicini, quando gli ho detto che non avevo nessuna intenzione di tradire mia moglie … mi è quasi saltata addosso facendomi capire che non era finita lì… nessuno di voi mi può chiedere di andare a letto con lei …” “Nessuno te lo sta chiedendo Luigi, maledizione … lo so che ieri sera Annalisa ti ha detto di essere gentile con lei ma dubito che intendesse che ci devi andare a letto, sai.” Luigi era seduto sul divano e si teneva la testa con le mani. “Impazzirò prima della fine di questa operazione … neonati ovunque, donne che mi saltano addosso …” Andrea lo guardò incredulo. “Tranne Annalisa…” disse in risposta al suo sguardo. “Stanotte come è andata? Risparmiami i dettagli…” “Non ci sono dettagli … ci siamo chiariti e se non squillava il cellulare forse ci sarebbero stati anche dettagli da omettere ma la verità è che ancora non so se mi rivuole con sé oppure no.” “Ma sembrava propensa?” Luigi si strinse nelle spalle. “Non lo so, non so neppure cosa possa ancora dirle per farmi perdonare … ammesso che lo faccia.” “Tu sai perché è così arrabbiata con te?” chiese Andrea, stavolta lui era all’oscuro di tutto tranne che avevano litigato. “Sì, ho fatto un errore di valutazione … una cosa che per me era insignificante per lei lo era moltissimo.” disse Luigi … non voleva scendere nei particolari anche perché aveva il sospetto che Andrea stavolta avrebbe preso le difese di Annalisa. “E tu credi che lei ti direbbe di andare a letto con quella Katia?” Luigi sorrise “Sarebbe capace di questo e di altro … già che sei qui mettiamoci d’accordo per l’ospedale. La ragazza arriva giovedì, se non partorisce spontaneamente le verrà fatto un cesareo … io non sono in grado … e Paul non può essere chiamato. … cosa faccio?” “Speriamo Created by eDocPrinter PDF Pro!! 210 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! partorisca da sé venerdì, Luigi, al momento non so cos’altro dirti … se riesci a parlare con Annalisa magari lei ha un’idea o se mi viene in mente qualcosa ti mando un messaggio.” Luigi annuì rimanendo seduto sul divano. “Forse è meglio se vai nella tua stanza … adesso, dottor Martelli.” gli disse Andrea mentre bussava alla porta della camera. Leo comparve insieme ad Ale … “Andiamo in caserma insieme” disse loro. Leo annuì e salutò Luigi. “Sta attento a quella, mi sa che è Pitoni di nome e di fatto.” Luigi sorrise loro mentre usciva per raggiungere la sua camera. “Tu che ne pensi?” chiese Andrea a Leo. “Che questa lite con Annalisa non ci voleva.” disse sinceramente Leo. “Non gli importa niente di questa missione … vuole solo lei…” “Volete che vada a parlare con lei?” chiese Ale. Andrea scosse la testa. “Non servirebbe … lui si è già scusato … stanotte si sono spiegati … non sappiamo cosa sia successo … Annalisa ha bisogno del suo tempo … ho paura che a pressarla peggioreremo la situazione…” Leo sorrise. “Conoscendola è molto probabile … e poi chi ce lo dice che non l’abbia già perdonato e non glielo abbia ancora detto?” concluse Leo. Andrea lo fissò un attimo e poi rise. “Dovresti fare lo psicologo di lavoro, Leo.” “Perché come carabiniere non vado bene?” chiese Leo prendendo la mano di Ale. Andrea scosse la testa. “Ci mancheresti come carabiniere … sei molto bravo anche in quello.” Continuando a ridere tornarono in caserma, Paola li stava aspettando. “Tutto bene?” chiese vedendoli sorridenti. “Sì, tutto bene … Luigi è solo un po’ nervoso per Annalisa.” rispose Andrea carezzandole il volto. “Tu invece … sei pallida, hai mangiato?” Paola annuì ma sfuggì il suo sguardo. Andrea sospirò. “Non ho mangiato neanch’io, vieni Paola, andiamo a vedere se c’è qualcosa da mangiare per noi nel freezer.” disse Ale portandola via dall’ira di suo fratello. Leo guardò Andrea e sorrise. “Queste donne ci faranno diventare tutti matti.” gli disse. Andrea sorrise annuendo. PUNTATA 152 Annalisa sentì il suo sguardo su di lei mentre preparava i bambini da portare alle mamme. Aveva lasciato Gioia in sala operatoria dopo l’intervento d’urgenza per un caso di eclampsia e si era diretta al nido per sistemare i bambini. Guardò l’orologio e si chiese che cosa ci facesse già lì. Sicuramente non era ancora passato dal suo armadietto. Si voltò e lo vide fissarla con uno sguardo pieno di panico. Che cosa era successo? Annalisa si preoccupò … era successo qualcosa alle ragazze in caserma? Finì di portare gli ultimi bambini poi gli indicò il distributore automatico. Luigi annuì e si allontanò. Annalisa lo raggiunse poco dopo. “Qualcuno sta male?” chiese sottovoce mentre prendeva il the. Luigi scosse la testa. “Nessuno a parte me …” disse fissandola. Annalisa gli passò il caffè e lo guardò come se fosse stupido. Luigi le prese un polso poi si guardò in giro e lo lasciò andare. “Scusa…” mormorò. “Io devo tornare al nido … tu va a vedere nel tuo armadietto.” disse sottovoce allontanandosi. Luigi la guardò allontanarsi, sembrava immune ad ogni cosa … di nuovo si lasciava scivolare tutto addosso senza trattenere niente … era stato così anche per le sue parole? Le erano scivolate addosso senza lasciare traccia? Tornò agli spogliatoi, mancavano ancora un paio d’ore prima dell’inizio del suo turno … ma a quel punto doveva guardare nell’armadietto. Lo aprì e notò subito la scatola di plastica appoggiata sul suo camice pulito. La prese in mano e l’aprì … sorrise, il primo sorriso di vera felicità da quando aveva litigato con Annalisa. Vide anche il biglietto. “Anche se poi ingrassi … A.” Se lo appoggiò al petto. Era cominciato tutto così anche la prima volta … con una fetta di torta lasciata quando lui non c’era. Si mise seduto sulla panca, con un sorriso ebete sulla faccia … Doveva tornare su e farle capire che adesso andava tutto bene. Gioia lo vide arrivare di corsa, chiederle dove fosse Stella e sparire nella direzione indicatagli. Gioia scosse la testa … che stava combinando? Rischiava di mandare all’aria tutto. Luigi raggiunse Annalisa nel ripostiglio dei pannolini, entrò e si chiuse la porta dietro. Annalisa stava per urlare quando lui le chiuse una bocca con un bacio… “Ma sei impazzito? Vattene subito …” disse Annalisa non appena riprese fiato. “Sto cercando di smaltire la nutella…” Luigi la baciò di nuovo carezzandole il seno sopra il camice. “Luigi!” lo riprese lei “… smettila. Lo sapevo! Ti dovevo tenere il muso fino alla fine dell’operazione.” Luigi si allontanò di un passo fissandola. “E allora perché non l’hai fatto?” I suoi occhi la guardavano con una nota di divertimento che non le sfuggì. “Me lo chiedo anch’io.” disse liberandosi dal suo abbraccio e uscendo poi si voltò indietro e girò la chiave. Luigi sentì chiudere a chiave e si passò una mano sul volto. E adesso che avrebbe fatto? Anche se le avesse mandato un messaggio non gli avrebbe risposto. Allora cosa Created by eDocPrinter PDF Pro!! 211 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! intendeva con quella torta? Non aveva il significato che aveva creduto? Il suo cellulare si illuminò, lesse il messaggio …”Va bene smaltire, ma non in un ripostiglio.” Rise tra sé, non c’era un’altra ragazza di cui innamorarsi? si chiese. Veramente c’era, si disse, ma lui aveva perso la testa per quella strega dai capelli rossi che un minuto ti esaltava e quello dopo ti ghiacciava. Sentì aprire la porta, preparò un sorriso per lei, sorriso che si spense quando vide Caterina. “Nicola? Cosa ci fai qui dentro?” Luigi cerco di inventare una scusa credibile poi si accorse di avere ancora il cellulare in mano. “Cercavo un posto tranquillo per telefonare a mia moglie … poi mi hanno chiuso dentro.” Vide arrivare nel corridoio Annalisa, le lanciò uno sguardo di fuoco, lei continuò ad avanzare verso di loro. “Sai, Stella, il dottor Martelli è rimasto chiuso dentro …” disse Caterina quando fu vicina a loro. “telefonava alla moglie.” Il tono era ironico, come dire sempre che fosse la moglie. “Un uomo romantico …” commentò Annalisa entrando a prendere alcuni pacchi di pannolini. “Ancora?” non riuscì ad impedirsi di chiedere Luigi. “Non hai figli vero Nicola?” chiese Caterina. Luigi scosse la testa cercando di non guardare Annalisa. “Già, altrimenti lo sapresti quanti pannolini ci vogliono..” concluse Caterina. “Venga l’aiuto …” disse Luigi togliendo i pacchi dalle mani di Annalisa. Caterina dovette arrendersi alla galanteria di Nicola e lo lasciò andar via. “Fuii!” esclamò Luigi. Annalisa sorrise tra sé. “Li appoggi pure lì, dottore.” gli disse aprendo la porta della nursery. Luigi poggiò i pacchi dove gli era stato detto poi prese un foglietto e scrisse. “Ho ancora bisogno di smaltire … passo domattina?” Annalisa lesse il biglietto poi lo fece sparire in tasca. “Non credo sia il caso.” rispose su un altro foglietto disegnando un serpente in fondo. Luigi annuì e si allontanò, maledicendo quell’operazione per l’ennesima volta in quella giornata. Se non ci fosse stata, loro non avrebbero litigato, non sarebbe stato impossibile parlarsi e soprattutto non sarebbe venuto a contatto con quella megera che adesso gli stava venendo incontro sorridendo. “Nicola, hanno telefonato. La ragazza arriva domani.” “Domani?” chiese Luigi cercando di mascherare lo sgomento. “Sì, pare che il parto sia più imminente del previsto.” Luigi le fece un sorriso poi aggiunse “Monto tra un’ora … ho una commissione da fare.” e la salutò. Quando fu fuori respirò a pieni polmoni. Quella donna gli faceva paura … lo voleva e non si sarebbe arresa di fronte a nulla. Annalisa aveva ragione, come sempre, dovette riconoscere, quella donna era pericolosa come un serpente a sonagli, non era il caso che loro due si vedessero prima della fine dell’operazione, quella era capace di seguirli e mandare all’aria tutto. Chiamò in caserma per avvisare Andrea del cambio di programma. Bordi gli disse che era occupato con il capitano Ranieri e con il colonnello Di Chiara. Luigi alzò gli occhi al cielo, quell’uomo portava solo guai, allora si fece passare Leo, scambiò qualche parola con lui ma capì che ci dovevano essere anche altre persone in caserma così chiuse e andò a farsi un giro in attesa dell’orario di inizio turno. PUNTATA 153 Andrea stava contando mentalmente per non urlare contro due superiori, ma già da quando li aveva visti entrare aveva capito che erano forieri di guai. “No –disse poi secco- ho due uomini infiltrati nell’ospedale che hanno trovato il gancio giusto … non rischio di mandare a monte tutto togliendo loro l’incarico.” “Noi cercheremo di contattare questo dottor Martelli… che l’organizzazione sta chiamando…” Andrea non li fece finire. “Il dottor Martelli è il nostro uomo … volete sostituirvi a lui?” “Come il vostro uomo … l’organizzazione ne ha parlato bene con un’altra persona che non abbiamo identificato che lavora nell’ospedale.” “L’abbiamo identificata noi … il nostro uomo è in contatto con questa persona.” Di Chiara lo stava fissando come se lo stesse valutando. L’aveva sempre reputato uno dei suoi migliori uomini, aveva dovuto punirlo per il suo comportamento irresponsabile ma l’aveva rimpianto molte volte. “Andrea … io capisco che tu voglia proteggere i tuoi uomini … ma questa non è una banda di ladri di polli.” gli disse poi “Credi che non lo sappia, che i miei uomini nell’ospedale non lo sappiano … abbiamo coinvolto persino il medico che ha fatto partire l’indagine … non possiamo infiltrare altri uomini senza destare sospetti. Il gancio della banda è molto intelligente.” Di Chiara valutò queste notizie poi chiese “Chi hai infiltrato?” “Il brigadiere Testa e il brigadiere Dionigi” Di Chiara spalancò lo sguardo poi guardò Ranieri che sembrava fosse lì solo per figura. Il suo cellulare squillò e dopo poche parole chiuse la comunicazione. “Devo tornare a Perugia …” Di Chiara annuì. “Va bene, capitano, ci sentiremo per i dettagli.” Il capitano uscì e Di Chiara chiese. “Dionigi? E’ un parente di quell’Annalisa Dionigi che aveva lavorato con noi?” “No, è lei” Di Chiara spalancò gli occhi sorpreso. “E come c’è finita qua?” “Ha fatto il concorso come tutti gli altri” rispose Andrea. “Ed è Created by eDocPrinter PDF Pro!! 212 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! in gamba come allora?” Andrea annuì. “Lo sai che ha già fatto un’operazione in ospedale quand’era in polizia?” Andrea si strinse nelle spalle. “Non le ho chiesto se sapeva fare, le ho detto che doveva andare e lei ha detto di sì.” Di Chiara continuò a scrutarlo. “Tu credi sia pericoloso infiltrare un altro uomo …” “Secondo me sì, questi due inserimenti sembrano essere stati ben digeriti dalla persona che ci deve condurre alla conclusione…un altro desterebbe sospetti.” Di Chiara lo guardò. “Fabio, non voglio rischiare la vita dei miei uomini per rimediare ad una figuraccia che hanno fatto altrove.” Di Chiara annuì, lo sapeva che avrebbe capito subito qual’era il vero scopo di quell’invio di uomini. “Posso far entrare i colleghi di Milano?” chiese. Andrea annuì. “Bordi, accompagna qui i marescialli.” chiese poi all’interfono. I due uomini che entrarono erano alti, scuri di capelli, tutti e due con un espressione cupa in volto, anche se si intuiva per motivi diversi, quello con gli occhi grigi sembrava voler scappare il prima possibile mentre l’altro sembrava prendere le misure ad Andrea … che li osservò un attimo prima di guardare Di Chiara che fece le presentazioni. “Maresciallo Ferri, il Maresciallo Bonfanti e il Maresciallo Nuti.” Gli uomini si squadrarono un attimo e Andrea desiderò che Paola o Annalisa fossero lì, loro avrebbero capito al volo con chi avevano a che fare. Avrebbe chiesto in seguito a Paola. Lui notò solo che quello che aveva l’aria di voler essere da un’altra parte aveva cambiato espressione quando era stato fatto il nome della dottoressa Morresi. “Vi faccio preparare due camere qui” disse Andrea pur presagendo l’ira di Annalisa. “Non per me – disse quello più basso dei due- ho prenotato una camera fuori.” Andrea elevò una preghiera di ringraziamento. “Venga con me, maresciallo Nuti, le mostro la camera. Bordi, accompagni il colonnello e il maresciallo.” “Comandi” rispose Bordi. Il maresciallo Nuti prese il suo borsone e seguì Andrea al piano superiore. Andrea aprì la porta della camera di Luigi sperando che non ci fossero tracce di un passaggio di Annalisa, poi si ricordò che erano parecchie notti che Annalisa non dormiva in caserma. “Questo è il suo letto, non si preoccupi il brigadiere Testa non rientrerà queste notti … sarà come avere una camera singola. Se ci vuole raggiungere tra un’ora ceniamo.” “Maresciallo.” Andrea si voltò verso di lui. “Mi dispiace crearvi dei disturbi …” Andrea gli sorrise. “Non si preoccupi, anche lei esegue degli ordini come tutti noi.” L’uomo sorrise e gli stese la mano. “Grazie, maresciallo Ferri.” “Di niente, maresciallo Nuti, spero solo che la nostra collaborazione sia proficua.” “E’ quello che spero anch’io” rispose l’uomo. Andrea lo scrutò un attimo e vide molte perplessità nel suo sguardo, forse sapeva cose che lui ancora ignorava. “Allora la aspetto giù per la cena.” disse Andrea salutandolo ed uscì. Rimase perplesso sul pianerottolo, c’era qualcosa che non gli tornava … quei due uomini non erano lì per caso … nessuno dei due … Paola lo raggiunse sul pianerottolo, abbracciandolo da dietro. “E’ pronto, tesoro.” Andrea si girò nel suo abbraccio poi dopo averle sfiorato le labbra le disse. “Devi andare a dormire da Ale.” Paola spalancò gli occhi sorpresa. “E perché mai?” chiese un po’ irritata. “Sono arrivati dei colleghi da Milano … non credo sia il caso che tu dorma nel mio appartamento.” Paola lo osservò un po’, poi gli disse. “Spero per te che siano colleghi maschi … altrimenti me la paghi” Andrea le fece una carezza. “Credi che io sia contento di mandarti via? Ma credo che sia più prudente …” “Allora perché da Ale? Non potrei andare a casa nostra … o era solo una balla per …” Andrea le chiuse la bocca con un bacio appassionato. “Ho detto da Ale, perché così non eri sola ma se preferisci casa … allora vai.” “Potresti raggiungermi più facilmente a casa…” replicò maliziosa Paola. Andrea l’abbracciò e scesero le scale. “Sei un diavolo, Paola …” Paola rise appoggiandosi a lui. Andrea sperò che quell’indagine finisse presto e potesse avere finalmente un attimo di pace. PUNTATA 154 Il maresciallo Saverio Nuti mise le sue cose nell’armadio vicino al letto che gli aveva indicato il comandante. Si tolse la divisa e si mise jeans e maglietta. Si guardò intorno, il suo compagno di camera doveva essere un appassionato fotografo, visto il numero considerevole di foto che si trovavano vicino al suo letto. Il soggetto preferito era una bella ragazza dai capelli rosso scuro ritratta in parecchie pose. Si avviò verso la porta e l’occhio gli cadde su una foto appoggiata sul cassettone. Ritraeva due ragazze dai capelli rossi, una era la stessa di tutte le altre foto … l’altra aveva i capelli un po’ più chiari e lunghi. Il cuore di Saverio perse un colpo … allora non si era sbagliato … era proprio lei … la dottoressa Morresi era Claudia. Sospirò, quello non era in programma … sperò di non incontrarla in quei pochi giorni che sarebbe rimasto a Città della Pieve. Sentì vociare dal piano di sotto, sorrise e seguendo il rumore raggiunse la cucina. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 213 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! “Maresciallo Nuti, venga.” lo invitò Andrea. Saverio vide una tavolata di persone che smisero di ridere per squadrarlo. Andrea li fulminò con lo sguardo. “Il maresciallo ci è stato mandato di supporto per l’operazione …” “Baby boom” concluse Carlo ripetendo il nome che Annalisa aveva affibbiato all’operazione. Leo gli diede una gomitata ma Carlo proprio non riusciva a tenere la bocca chiusa. Paola gli infilò una forchettata di pasta in bocca e per non strozzarsi Carlo fu costretto a chiudere la bocca. “Ben fatto, Vitali” disse Andrea strizzandole l’occhio. Carlo continuò a masticare sotto lo sguardo di riprovazione di tutti. “Si accomodi, maresciallo. Non siamo al Grand Hotel ma non si muore di fame.” “Solo perché Annalisa non è in punizione.” replicò Carlo. Andrea scosse la testa. “Il brigadiere Dionigi è uno degli uomini infiltrati in ospedale.” Leo si diede una botta sulla fronte e lanciò uno sguardo ad Andrea. “Ha telefonato…” gli disse muovendo solo le labbra, Andrea annuì facendo un gesto con la mano per dirgli che ne avrebbero parlato dopo. Gli occhi grigi di Saverio vagavano da uno all’altro, si vedeva che c’era un clima familiare, che stavano volentieri insieme. Paola e Sonia si scambiarono un’occhiata, il maresciallo non era niente male, alto un po’ più di Andrea ma un po’ meno di Luigi, due occhi grigi intriganti e un fisico ben scolpito come si intravedeva dalla maglietta aderente … doveva avere più o meno l’età di Andrea e Luigi, scuro di capelli e dotato di un sorriso accattivante. Andrea si avvicinò a Paola e come se avesse intuito i suoi pensieri le sussurrò. “Credo che sia proprio il caso che tu non dorma in caserma … non vorrei ritrovarti in un'altra camera” “Stupido …” replicò Paola sorridendogli. Andrea le sorrise e le prese una mano sotto il tavolo e gliela carezzò lentamente. Dopo cena Andrea e Leo si ritrovarono in cortile. “Ha telefonato Testa, la ragazza arriva domani.” Andrea scosse la testa, non sapeva dire se fosse un bene o un male … prima si concludeva quell’indagine e meglio era ma adesso con quei due di Milano alle calcagna, soprattutto quello che non era rimasto in caserma … la cosa si complicava. Leo sembrò intuire i dubbi del suo comandante e gli propose di fare due passi nel parco. Si diressero verso la zona che frequentavano di solito. Un messaggio illuminò il cellulare di Leo che sorrise credendo che fosse Ale, si rabbuiò subito quando vide il nome e ancor di più quando lesse il messaggio, disse qualcosa ad Andrea e poi si guardarono intorno e Leo vide una figura dietro un albero che si allontanava. “Il tuo amico ti ha lasciato la guardia?” chiese Leo. Andrea scosse la testa e alzando lo sguardo vide l’ombra di Annalisa dietro la finestra. Sospirò, era troppo pericoloso ma avrebbe avuto bisogno dei suoi <<e se…>> Fu la volta del cellulare di Andrea di illuminarsi. “Mi fingerò malato L.” Beh, almeno qualcuno ci aveva parlato … sperò non solo di lavoro. Fece un cenno di saluto verso la finestra. “E ora che si fa?” chiese Leo. “Torniamo in caserma … non è il caso di andare a parlare con lei … tu se vuoi andare da Ale, vai pure.” rispose Andrea. Leo sorrise. “Ti accompagno e poi vado in macchina.” “Potresti accompagnare Paola a casa? E’ meglio se non dorme con me in caserma … non sappiamo chi siano davvero questi due.” disse Andrea. Leo annuì, anche lui non si sentiva tranquillo … e non gli piaceva nemmeno che Di Chiara bazzicasse la caserma … ogni volta erano solo guai … sapeva benissimo che il suo scopo era riportare Andrea nei ROS … e loro avrebbero perso un bravo comandante e soprattutto un amico … Arrivarono in caserma non dicendosi più niente per paura che qualcuno potesse ascoltarli. “Paola? – chiamò Andrea- ti da un passaggio Leo.” Paola vide l’espressione cupo di lui ed evitò di fargli domande mentre gli dava un bacio in cortile. “Qualcosa non va, Leo?” chiese all’amico quando furono in macchina. “No, è solo che questi due …” cominciò Leo un po’ titubante. “Non sappiamo se possiamo fidarci oppure no?” chiese Paola. Leo annuì. “Sì, credo che si possa riassumere così.” “Speriamo finisca tutto presto … sono un po’ preoccupata anche per quegli altri due…” Leo rise. “Non ti preoccupare di loro due … ho idea che se la cavino molto meglio se nessuno li aiuta…” Paola si unì alla risata, gli augurò la buonanotte ed entrò in casa. PUNTATA 155 Annalisa stava guardando verso il parco quando aveva visto quell’uomo muoversi in modo furtivo, aveva allungato lo sguardo e aveva visto che stava seguendo Leo e Andrea. Li aveva avvisati immediatamente mentre la sua mente cercava di mettere a fuoco quello che aveva visto. Prese carta e penna e scrisse quello che aveva potuto intravedere dell’uomo … avrebbe fatto in modo di farlo arrivare ad Andrea. Vide Andrea che le faceva un gesto di saluto, le mancava anche il confronto con lui … sarebbe stato più divertente se avessero potuto condurre l’indagine tutti insieme, invece che così spezzettati. Created by eDocPrinter PDF Pro!! 214 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! Aprì il frigo e vide la torta avanzata. Sorrise sentendo ancora su di sé le mani di Luigi. Dopo che era uscito dal ripostiglio dove lei l’aveva rinchiuso, l’aveva visto allontanarsi con Caterina, il suo cervello continuava a dirle che era lavoro ma il suo cuore non l’ascoltava e sanguinava di gelosia. Gioia aveva seguito il suo sguardo e le aveva messo una mano su un braccio comprensiva. “Dai, finiamo qua … ormai manca poco.” Annalisa le aveva sorriso e avevano finito di sistemare i bambini che erano tornati dalla poppata. Avevano dato le consegne alle infermiere del turno dopo ed si erano dirette verso gli spogliatoi. Una mano l’aveva presa per un braccio e infilata in un ripostiglio, prima che potesse urlare aveva riconosciuto il prof.umo di Luigi. “Ma che fai?” gli aveva chiesto. Lui le aveva chiuso la bocca con un bacio dolcissimo mentre le sue mani la carezzavano dappertutto. Non aveva saputo far altro che rispondere a quel bacio. “Dimmelo –le aveva mormorato Luigi –dimmelo” “Che cosa vuoi che ti dica? Che ti amo?” aveva chiesto. Luigi aveva scosso la testa. “Che mi vuoi di nuovo accanto a te.” Allora aveva cercato i suoi occhi nella penombra del ripostiglio. “Ti voglio ancora vicino a me, come collega, come amico e come amante … come l’uomo che mi ha rubato il cuore.” Luigi era sceso come un rapace sulla sua bocca, racchiudendola in un bacio che non lasciava nessun dubbio sull’effetto che avevano avuto quelle parole su di lui. Sentiva le sue mani dappertutto. Lo aveva sentito sbottonarle il camice e cercare di carezzarle il seno. Non aveva resistito e gli aveva infilato le mani sotto il maglione carezzandogli la pelle nuda. L’aveva sentito fremere sotto il suo tocco e aveva sentito le sue mani tirarle giù i pantaloni e cercare la sua parte più sensibile. Si era inarcata a quel tocco gemendo contro la sua bocca. Gli aveva tirato giù la cerniera dei pantaloni e insinuando la mano nell’apertura l’aveva carezzato tra le gambe delicatamente. Luigi aveva emesso un gemito rauco mentre si sbottonava i pantaloni e liberava dalla costrizione degli slip la sua eccitazione. Si era sentita appoggiare contro l’unica parete vuota mentre la sua mano continuava ad accarezzarla intimamente. “Luigi, che stai facendo?” gli aveva chiesto con voce roca di desiderio. “E’ quello che ti volevo chiedere anch’io …” aveva risposto entrando in lei che aveva alzato una gamba per cingergli un fianco e lui le aveva messo una mano sotto la coscia per sostenerla. Un bacio lunghissimo e appassionato aveva coperto i loro gemiti di piacere fino all’esplosione finale. “Dio mio, piccola, che cosa mi hai fatto?” Lei lo aveva guardato scuotendo la testa. “Io?! Sei tu che mi hai sequestrato in un ripostiglio …” gli aveva detto baciandogli il mento. “Non ho mai fatto una cosa simile, prima …” aveva replicato Luigi mentre l’aiutava a ricomporsi. Lei aveva alzato il volto per incontrare il suo sguardo e gli aveva sorriso ironica. “Non mi raccontare balle.” Luigi l’aveva stretta e poi le aveva sussurrato. “Tutto mi sembra così nuovo quando lo faccio con te…” Non avrebbe saputo dire se fosse stata l’emozione suscitata da quelle parole o cos’altro ma le erano spuntate due lacrime che aveva cercato di ricacciare indietro prima che lui se ne accorgesse, inutilmente. Luigi le aveva alzato il volto e le aveva visto luccicare gli occhi, le aveva asciugato le lacrime con un bacio. “Non volevo farti piangere” le aveva detto abbracciandola. “Sono lacrime di gioia, Luigi” gli aveva risposto accoccolandosi nel suo abbraccio. Luigi l’aveva carezzata dolcemente. “Ti amo, piccola.” le aveva mormorato baciandola con dolcezza e passione allo stesso tempo. Lei gli aveva carezzato il volto e i capelli … perdendosi nell’emozione di quel bacio. Era stato il bussare discreto di Gioia che aveva interrotto il loro abbraccio. Si erano ricomposti mentre Luigi le chiedeva cosa doveva fare nel caso si fosse dovuti ricorrere al cesareo per la ragazza slava. Si erano controllati l’un l’altro ed erano usciti. Luigi era andato in reparto con Paul, lei era uscita con Gioia che sorrideva maliziosa ma non aveva osato chiederle niente. Il suono dell’acqua che bolliva la riscosse dai suoi pensieri. Si preparò il the e poi si mise sul divano abbracciandosi le ginocchia. Era ancora arrabbiata per quella storia della scatola ma non riusciva a stare senza di lui, lo amava troppo e poi, sinceramente, che senso aveva punirsi in due? Lo desiderava almeno quanto lui desiderava lei e poi aveva bisogno di quello scambio verbale che era sempre stato alla base della loro relazione. Posò la tazza di the ormai vuota sul tavola della cucina. Si infilò sotto le coperte e si addormentò sognando un paio di occhi scuri e profondi che la guardavano con desiderio. PUNTATA 156 Luigi passò la prima ora del suo turno con un’espressione da ebete che costrinse Paul a tenerlo nel suo studio fino a quando non si fosse calmato. Lo capiva, perché aveva avuto quell’espressione anche lui per buona parte della mattina ma non stava lavorando. “Non ti Created by eDocPrinter PDF Pro!! 215 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! arrendi di fronte a niente, vero?” gli chiese Paul ridendo. “Non quando si tratta di lei.” replicò Luigi con aria sognante. Paul gli mise una mano sulla spalla. “Togliti quell’espressione dalla faccia o la Pitoni crederà che sia per lei” Bastò l’accenno e Luigi cambiò faccia. Paul rise. “Della serie: basta il nome.” Luigi si unì alla sua risata. “Come è andata stamani da Pippo?” Luigi la guardò sorpreso. “Ho fatto un incontro al supermercato che mi ha riferito, allora?” “Non mi ci far ripensare.” “Ci ha provato di brutto?” chiese Paul. Luigi annuì sospirando. “Non sai come evitarla?” “Non senza mandare a monte l’operazione.” Paul sospirò con lui, povero Luigi non aveva tutti i torti anche lui era entrato nel suo mirino, l’aveva salvato il fatto che Gioia lavorasse con lui. Paul gli sorrise. “Visto che adesso hai un’espressione più normale o perlomeno felice il giusto … andiamo a fare il giro delle visite?” “Sì, e scusami per averti fatto perdere tempo.” “No, non ti devi scusare, succede e poi ho un debito con Annalisa.” “Anche tu?” chiese divertito Luigi. Paul lo guardò sorpreso. “Che vuoi dire?” “Solo che quasi tutte le persone che vengono a contatto con lei diventano sue debitrici per un motivo o per un altro” Paul arrossì un attimo. “Ah, anche tu per quel motivo.” Paul abbozzò un sorriso si sentiva in imbarazzo a parlare di certe cose con un’altra persona, era una cosa che riguardava lui e Gioia. Luigi capì il suo imbarazzo e si alzò dalla sedia dove era rimasto seduto fino a quel momento. “Andiamo, dai, prima che finisca il turno e non abbiamo combinato nulla” Andrea entrò in caserma pensieroso dopo aver salutato Paola. Il fatto di essere stato seguito non gli piaceva affatto, non era affatto sicuro che Di Chiara avesse lasciato un uomo a seguirlo … decise di chiamarlo … lui diceva sempre che erano amici … sperò che fosse vero. Il tono di voce di Fabio gli lasciò intendere che era all’oscuro di tutto. “Aspettami” gli aveva ordinato. Andrea sospirò … se veniva Fabio, non sarebbe riuscito a raggiungere Paola a casa. Di Chiara arrivò poco dopo, aveva l’aria preoccupata. “Dobbiamo avvertire i tuoi uomini infiltrati … la cosa sta diventando più pericolosa del previsto.” Andrea sorrise. “Non ce ne sarà bisogno … almeno uno lo sa già …” Di Chiara lo guardò meravigliato. “Ci ha avvisato Annalisa.” replicò Andrea in risposta al suo sguardo. “Fabio, dimmi la verità ... ma questi due ...” Di Chiara scosse la testa. “Non so che dirti, non sono miei uomini ... ho preso informazioni ma ho avuto poco tempo anch’io ... sto aspettando un rapporto dettagliato.” Andrea sbuffò camminando su e giù per il suo ufficio. “Andrea!” Sonia entrò senza bussa re poi si bloccò vedendo Di Chiara. “Scusate …” disse arrossendo. Non era da lei entrare così. “Era una cosa urgente?” Sonia guardò prima lui poi Di Chiara. “Puoi dire, Sonia.” “E’ arrivata un e-mail del brigadiere Dionigi” disse Sonia in imbarazzo. Avrebbe preferito parlare solo con Andrea. Tese il foglio ad Andrea che sorrise. Annalisa aveva inviato l’identikit dell’uomo che aveva intravisto al parco. “Colonnello, guardi…” Di Chiara si sporse sul foglio e assunse un’espressione incredula. “Non è possibile …” disse. “Il brigadiere non l’ha mai visto prima.” disse Andrea. Di Chiara scosse la testa, c’era qualcosa di poco chiaro in tutta quella faccenda, guardò Andrea e vide che aveva i suoi soliti dubbi. “Fa finta di nulla … ci aggiorniamo a domani … io cerco di indagare con i colleghi che hanno seguito questa indagine a Milano.” Andrea annuì, congedò Sonia e rimasero a fissarsi un attimo. “Dov’è la tua fidanzata?” chiese Di Chiara. “A casa … pensavo fosse meglio.” Di Chiara concordò. “Anche a me sarebbe sembrata una buona idea … ma alla luce di queste novità…” Andrea annuì pensoso. “E’ troppo tardi per farla tornare qua … si spaventerebbe…” “Va a dormire da lei … e…” “E da domani dorme in camera con la Martini” decretò Andrea. Di Chiara approvò. “Mi pare la soluzione migliore, Andrea, non per te ma…” aggiunse poi malizioso. Andrea gli sorrise facendo una smorfia. “Quando ti sposi?” gli chiese poi diretto Di Chiara. “Il 20 di gennaio, insieme a mia sorella, dopo la fine del corso di vicebrigadiere di Paola.” “Qualunque sia il risultato?” chiese Di Chiara. “Sì, qualunque sia il risultato” rispose Andrea accompagnandolo all’uscita. “Allora a domani, maresciallo.” disse Di Chiara salutandolo. “A domani, colonnello.” Nonostante il tono formale, lo sguardo era di complicità. Andrea rimase sulla porta fino a quando non lo vide allontanarsi, rientrò e chiamò Hanspeter. “Io dormo fuori stanotte, ti affido la caserma.” Hanspeter lo vide preoccupato e annuì. “Vai pure tranquillo, Andrea, ci penso io.” Andrea gli sorrise. “Ci mancherai Hans … veramente” Hanspeter si strinse nelle spalle un po’ imbarazzato mentre Andrea saliva nel suo appartamento per togliersi la divisa. Prese il cambio per la mattina dopo e scese di nuovo, salutò Sonia che gli strizzò un occhio e si avviò in Via dei Ciliegi 17. Sorrise al pensiero della sorpresa che avrebbe fatto a Paola, pur guardandosi intorno per vedere se c’era ancora qualcuno che lo stava Created by eDocPrinter PDF Pro!! 216 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! seguendo. Prese in cellulare e mandò un messaggio a Leo, era il caso che anche lui si guardasse alle spalle. PUNTATA 157 Entrò senza far rumore in camera, si era tolto le scarpe nell’ingresso e si era spogliato nel corridoio. Sollevò le coperte e scivolò accanto a lei nudo. Paola dormiva ma sembrò sentire la sua presenza perché si avvicinò a lui. Andrea l’abbracciò dolcemente cercando di non svegliarla bruscamente e cominciò a sfiorarle le tempie, gli occhi e le guance con le labbra prima di baciarle la bocca delicatamente. Paola si mosse nel suo abbracciò, premendo ancor di più le labbra contro le sue. Andrea gliele fece schiudere insinuando la lingua tra le sue labbra. Paola emise un gemito prima di spalancare gli occhi e guardarlo. “Credevo di sognare” mormorò. “Stavi sognando me?” chiese Andrea sorridendole dopo aver acceso l’abat-jour. “Mmmm, ma nel sogno eri nu…” Paola si interruppe scoprendo che in effetti era così. Andrea sorrise malizioso. “E tu invece come eri?” le chiese cominciando a sbottonarle il pigiama che indossava. Paola ricambiò il sorriso malizioso. “Come te …” Andrea scese a baciarle il collo mentre continuava a spogliarla, facendole scivolare le mani sulla pelle nuda man mano chela scopriva. Paola ricambiò le carezze mormorando. “A che cosa devo questa improvvisata?” Andrea le baciò la bocca. “Avevo voglia di te …” le sussurrò in un orecchio prima di prenderle in bocca il lobo e mordicchiarlo. Paola chiuse gli occhi assaporando le sensazioni che le stavano dando quelle carezze e quel tocco. Andrea tracciò una scia di baci dal collo al suo seno che prese tra le labbra delicatamente ricordandosi di averle sentito dire ad Ale che era diventato più sensibile con la gravidanza. Le carezzò il capezzolo già inturgidito con la lingua, Paola emise un gemito di piacere, inarcandosi verso di lui. “Andrea …” mormorò Paola carezzandogli la schiena e i capelli. Andrea salì a baciarle la bocca prima di tornare all’assalto dell’altro seno. Le mani di Andrea correvano febbrili sul suo corpo insistendo nei punti che sapeva più sensibili. Paola ricambiava le sue carezze e mentre lui le baciava la bocca cominciò a carezzarlo sul torace, sui fianchi. Andrea mugolò una protesta quando lei evitò di proposito di toccarlo dove lui desiderava di più. “Shht, vuoi che ti mostri com’era il mio sogno?” gli mormorò Paola in un orecchio. Lo sguardo di Andrea si incupì di desiderio. “Potrebbe essere interessante ... devo fare l’attore o lo spettatore?” Paola rise contro il suo collo. “Lo spettatore partecipe.” gli disse sdraiandolo sulla schiena e mettendosi a cavalcioni su di lui. Cominciò a carezzarlo lievemente sul volto, sul torace, sfiorandogli i capezzoli. Andrea sentì il suo corpo rabbrividire e la guardò. “Tu mi carezzavi il seno” gli disse Paola prendendo in bocca un capezzolo. Andrea ubbidì subito e la sentì gemere. “Ti ho fatto male?” chiese preoccupato. “N..nno” mormorò Paola. Scivolò sul suo corpo baciandolo lungo il torace fino all’ombelico. Lo carezzò lentamente dove il suo desiderio era più evidente. Andrea emise un lungo gemito di piacere. “Mi farai morire …” le mormorò con voce roca. Paola si tirò su e lo baciò con passione. “Poi?” chiese ancora Andrea abbracciandola. Paola arrossì e gli mormorò qualcosa in un orecchio. Andrea sorrise. “Con immenso piacere, mia signora” le disse rotolandola sulla schiena . Le baciò lievemente tutto il corpo fino a scendere al centro della sua femminilità, la carezzò con la mano aperta insinuando poi due dita nella sua cavità calda e umida mentre con la lingua la stuzzicava con decisione. Paola si inarcò verso la mano e la bocca cercando un contatto ancora più stretto. Brividi scuotevano il suo corpo in ondate di piacere sempre più intense. “Come continuava il tuo sogno?” chiese Andrea con il respiro affrettato. “Mi hai svegliato” rispose Paola con lo stesso affanno. “Allora continuiamolo come meglio ci pare.” replicò Andrea tirandosi su e scivolando dentro di lei. Paola chiuse gli occhi sopraffatta dal piacere che stava provando. “Andrea” mormorò con voce ansante. Andrea calibrò le spinte per portarla a raggiungere il piacere insieme a lei. “Apri gli occhi, Paola … fammi vedere come sei felice di avermi dentro di te.” Paola aprì gli occhi guardandolo, anche lui aveva lo sguardo incupito. Si sentì amata sotto quello sguardo pieno di passione. Andrea aumentò il ritmo delle spinte fino a quando entrambi raggiunsero il culmine della piacere. Andrea la baciò dolcemente ripetendole quanto fosse bella. Paola lo strinse a sé. “Abbiamo rispettato il tuo sogno?” chiese Andrea scivolando accanto a lei abbracciandola. “Molto meglio, Andrea, molto meglio” rispose Paola baciandogli il collo. Andrea la strinse a sé pensando che doveva dirle che quella era l’ultima notte che avrebbero trascorso insieme fino alla fine dell’indagine. Paola lo sentì irrigidirsi. “Va tutto bene, amore?” Andrea la baciò poi sospirò. “No, qualcuno ha seguito me e Leo al parco. Ho chiamato Fabio … devi tornare a dormire in caserma … in camera con Sonia.” Created by eDocPrinter PDF Pro!! 217 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! disse tutto d’un fiato. Paola si puntellò con un gomito fissandolo. “Perché non me lo hai detto subito?” chiese. “Perché … ti desideravo troppo e poi sapevo che non ti sarebbe piaciuto quello che ti dovevo dire.” Paola gli carezzò il volto. “Hai paura per me?” Andrea annuì. “Non sappiamo che intenzioni abbia, se è legato al caso che stiamo seguendo oppure no … allontanarti dalla caserma sembrava una buona idea ma dopo questo episodio non lo è più. Preferirei tu dormissi in caserma dove saresti più al sicuro.” “Non devi cercare di convincermi … hai perfettamente ragione. Dobbiamo rientrare adesso?” “No, dormiamo qui stanotte, domattina torniamo insieme in caserma.” Paola annuì e avvicinò il volto al suo per dargli un bacio colmo di passione. Andrea spense la luce e la fece accoccolare tra le sue braccia accarezzandole il ventre. “Buonanotte anche a te, cucciolo” Paola posò la sua mano su quella di Andrea. “Ti amo, Andrea.” sussurrò. Andrea la strinse ancor di più. “Dormiamo adesso, tesoro, avremo bisogno di tutte le nostre energie per affrontare questa nuova situazione.” Paola annuì e cullata dalla sua voce si addormentò. PUNTATA 158 Annalisa aprì la porta per uscire e vide un barattolo gigante di Nutella appoggiato sullo zerbino. Sul tappo spiccava un biglietto rosso, si chinò per prenderlo e lesse <<Poi la smaltiamo insieme … ma non nel ripostiglio>> sorrise mentre si tirava su poi vide due gambe che conosceva bene, alzò lo sguardo e incontrò quello sornione di Luigi. Gli sorrise mentre lui si avvicinava con passo felino. “Buongiorno, dolcezza” le disse prima di baciarla con passione. Annalisa ricambiò il bacio e poi lo tirò dentro. “E’ pericoloso, cosa ci fai qui?” Luigi allungò la mano per prendere il barattolo di nutella e chiuse la porta. “Sono stato attento.” Annalisa scosse la testa e lo guardò con sguardo preoccupato. “C’è qualcosa che non so?” chiese allora Luigi. Annalisa annuì. “Qualcuno ha seguito Andrea e Leo ieri sera al parco … l’ho visto dalla finestra.” “Li hai avvertiti?” chiese continuando a baciarle il collo. “Sì … ho mandato anche un e-mail con la descrizione … stavo andando in caserma per parlare con Andrea.” Luigi aprì il barattolo di nutella e intinse un dito che poi le avvicinò alle labbra. Annalisa le aprì e lo prese in bocca leccandolo lentamente senza mai staccare gli occhi da lui. Luigi deglutì … “Stai scherzando con il fuoco, piccola.” “Hai cominciato te!” replicò Annalisa spostando la sua mano. Luigi chinò il volto verso di lei e le sussurrò. “Cominci sempre tu … io non ti so resistere … basta che tu mi guardi per desiderare averti tra le mie braccia …” Annalisa gli carezzò la testa. “Luigi … devo andare in caserma” gli mormorò prima che lui la baciasse di nuovo con passione. Luigi non capiva più nulla, non capiva perché non riuscisse a resistere a quella donna … sapeva solo che la voleva … sentiva la sua eccitazione premere contro la cerniera dei pantaloni con dolore … Annalisa lo richiamò all’ordine mentre lui le aveva già sbottonato la camicetta e indugiavano con le mani sul pizzo del reggiseno. “Luigi, devo andare in caserma” gli ripeté con voce roca illanguidita dalle sue carezze. Luigi la prese per fianchi e la fece aderire al suo corpo. Annalisa sospirò emettendo un gemito di piacere. “Luigi…” mormorò mettendo le mani dietro la sua nuca per attirarlo in un bacio profondo poi intinse anche lei le dita nel barattolo e gliela spalmò sulle labbra. Luigi le baciò la bocca poi il collo succhiando la cioccolata che gli stava colando dalle labbra. Luigi la guardò con uno sguardo cupo di desiderio … “Piccola, ti prego” la implorò lui … non ce l’avrebbe fatta ad andarsene in quelle condizioni. Annalisa lo guardò con lo sguardo annebbiato dal desiderio … come poteva aver solo pensato di tenerlo a distanza quando solo il pensiero di lui le infiammava i sensi? “Sei venuto per questo?” chiese. Luigi scosse la testa ma non si ricordava più per che cosa era andato a casa sua con quel barattolo di nutella poi baciandola ancor più appassionatamente si ricordò e gli venne da ridere … “Volevo che tu mi ripetessi quello che mi hai detto nel ripostiglio ieri sera … volevo essere sicuro che tu non me l’avessi detto nell’impeto della passione.” anche Annalisa rise. “ E te lo dovrei dire adesso? Mentre sono mezza nuda tra le tue braccia a un passo dal letto? ” Luigi rise con lei. Scosse la testa, slacciandosi dall’abbraccio … per guardarla, cercava di trattenere le risa ma era più forte di lei, Luigi tirò indietro la testa ridendo per primo, Annalisa si unì di nuovo alla sua risata poi cominciò ad riabbottonarsi la camicetta. La tensione sessuale che c’era prima era sfumata mentre ridevano. Luigi le fece una carezza lieve. “Finirà questa maledetta operazione e a costo di scappare, io e te staremo qualche giorno da soli … e forse riusciremo anche a parlare” Annalisa rise di nuovo poi d’improvviso divenne seria e lo fissò dritto negli occhi. “Ti voglio di nuovo nella mia vita … perché sei l’uomo che amo …” Luigi ricambiò lo sguardo poi le disse. “Anch’io ti amo … non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 218 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! riesco più ad immaginare la mia vita senza di te” Annalisa gli fece un sorriso tra l’imbarazzato e il compiaciuto poi sospirò. “Devo andare in caserma, Luigi” lui annuì. “Potresti anche rimanere a dormire qui ma non credo che sia una brillante idea … che turno fa Caterina?” “E’ di turno stamani … ma mi preoccupa di più quell’individuo che seguiva Andrea ieri sera … Caterina sappiamo chi è e che ruolo ricopre … questo potrebbe essere qualcuno dell’organizzazione che ha scoperto che stiamo indagando …” Annalisa annuì di nuovo. “Potrebbe non sapere chi siamo … ma guardati le spalle Luigi … l’organizzazione sa che esiste il dottor Martelli …” Luigi la scrutò in volto poi le chiese “Credi che sappiano?” Annalisa si strinse nelle spalle. “Non sappiamo chi sia costui …” “Sei sicuro che fosse un uomo?” “Sì, l’ho visto abbastanza bene … se lo vedessi sarei anche in grado di riconoscerlo … è passato sotto il lampione della tua panchina.” Luigi sorrise al ricordo della serata trascorsa seduto su quella panchina a fissare la sua finestra. “Mi facevi diventare pazzo già allora.” le disse baciandola dolcemente. “Facevi tutto da solo …” replicò Annalisa guardandolo con amore. “Tu davi adito a certe congetture … tu e Andrea eravate così complici … come facevo a sapere che eravate solo amici?” “Andrea te l’aveva detto ma tu non hai voluto credergli.” Luigi la fissò a lungo poi le disse “Mi avevi colpito da subito … forse ero solo geloso” Annalisa gli passò le braccia intorno al collo. “Anche tu mi avevi colpito … soprattutto il tuo sguardo … era intrigante” Luigi abbassò leggermente il volto e la baciò con passione. Poi la carezzò lentamente mentre l’aiutava a sistemarsi di nuovo la parrucca e le imbottiture nelle guance. “Aspetterò dieci minuti che tu sia andata via e poi vado da Gemma” Annalisa annuì sulla porta e gli inviò un bacio sulla punta delle dita. Suonò alla porta della caserma sperando che non fosse Bordi ad aprirle … sospirò di sollievo quando vide Leo. Il ragazzo spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Sa, mi sono accorta che mi hanno rubato il portafogli … dovrei fare la denuncia per i documenti.” Leo annuì. “Mi segua, signorina” Ma invece di portarla nell’ufficio comune la fece accomodare nell’archivio, fu mentre entrava lì che lo vide … che cosa ci faceva in caserma e in divisa? Leo vide il suo sguardo sgomento e la spinse nella stanza chiudendo la porta a chiave. “E’ lui?” chiese poi. Annalisa annuì, con un peso nel cuore. Leo si passò una mano sulla fronte preoccupato. PUNTATA 159 Andrea si precipitò nell’archivio non appena Leo l’ebbe avvisato. Annalisa era in piedi vicino ad uno scaffale e stava mettendo a posto una cartella. “Smettila –le disse Andrea- se entra qualcuno cosa gli raccontiamo?” Annalisa annuì e si rimise seduta al tavolo. “Che ci fa quello qui?” chiese poi. Andrea scambiò un’occhiata con Leo. “E’ uno dei colleghi di Milano che sono venuti per l’indagine all’ospedale.” Annalisa impallidì. “Sa già chi siamo?” Andrea scosse la testa, lei emise un sospiro di sollievo. “Non glielo dire … non so che ruolo abbia, ma non è un buon segno che vi abbia seguito.” Andrea annuì poi si avvicinò e le mise le mani sulle spalle. “Di Luigi che mi dici?” Abbassò lo sguardo e le guardò il collo. “Che hai lì?” Annalisa si toccò e rise. “Nutella” Leo guardò da un’altra parte imbarazzato mentre Andrea le passava un fazzoletto per pulirsi e vedeva apparire un segno rosso. “Posso sperare che voi due abbiate fatto la pace?” chiese poi. “Secondo te…?” chiese maliziosa Annalisa. “A giudicare dalla nutella e da quello che c’è sotto, direi di sì anche se non so se sia meglio quando siete litigati oppure no …” le disse con sguardo indulgente. “Mettiti un foulard quando vai in ospedale …” “Sarà meglio … alla Pitoni ho detto che non ho uomini … non posso certo farmi vedere un segno nel collo…” disse con un sorrisetto derisorio. “Non aspetti altro che la fine dell’indagine, vero?” chiese Andrea interpretando il lampo di vendetta che aveva visto balenare nei suoi occhi. Annalisa gli sorrise mentre il suo sguardo diventava ancora più perfido. “Sì, non mi è mai piaciuta … e il fatto che ronzi intorno a Luigi non ha certo migliorato la sua posizione.” “Maresciallo –la voce di Bordi risuonò nel corridoio- il colonnello Di Chiara è arrivato.” “Che cosa ci fa lui qui?” chiese Annalisa. “Ha accompagnato i colleghi di Milano” “Ah!” esclamò Annalisa “Aspetta … Bordi, lo accompagni qua.” “Comandi” Di Chiara entrò nell’archivio e guardò perplesso Andrea. Leo uscì insieme a Bordi chiudendo la porta dietro a loro. “Maresciallo … ho quelle notizie da Milano” cominciò Di Chiara. “Ecco bravo … allora diccele” gli disse Annalisa. Di chiara spalancò gli occhi meravigliato poi guardò Andrea. Annalisa rise tra sé. “Brigadiere Dionigi.” disse poi mettendosi sugli attenti. “Scimmietta?” disse incredulo. “Brigadiere Annalisa Dionigi” lo corresse lei. “Chi sono questi che hai portato? Non potevi controllare prima?” lo accusò Annalisa. Di Chiara la guardò scuotendo la testa, non era cambiata affatto.” “Non ho avuto tempo ma adesso so chi sono.” “Allora … lo tieni Created by eDocPrinter PDF Pro!! 219 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! per te o lo dici anche a noi?” incalzò Annalisa tamburellando le dita sul tavolo. Andrea scosse la testa, ultimamente la disciplina era diventata un optional per lei, non la richiamò perché tra lei e Fabio c’era sempre stato un rapporto particolare. Di Chiara la fissò prima di parlare. “Quello che hai visto faceva parte del nucleo che indagava a Milano … l’altro è qui per punizione … pare che nessuno volesse venire in missione con l’altro.” Andrea e Annalisa si scambiarono un‘occhiata. “In punizione? Che cosa aveva combinato?” chiese Annalisa. “Ha disobbedito ad un ordine, pur portando brillantemente a termine un’operazione.” Annalisa sorrise. “Perfetto –esclamò Andreaun sospetto e una testa calda, proprio quello di cui avevamo bisogno.” Annalisa e Di Chiara si stavano sfidando con lo sguardo. “Mi piacevi più rossa.” le disse lui sorridendole. “Sono ancora rossa … è una parrucca.” replicò Annalisa senza abbassare lo sguardo. Di Chiara scosse la testa poi vide il segno nel collo. “Trovi anche il tempo di divertirti durante una missione?” Andrea guardò verso la porta aspettando la risposta di Annalisa che non tardò ad arrivare. “Non sono fatti che ti riguardano …” “Fino a quando non mettono a repentaglio il buon fine dell’operazione.” replicò Di Chiara. “Non sei il mio comandante e non sei la persona più indicata per farmi una ramanzina” Annalisa si alzò in piedi e puntandogli un dito contro gli sibilò. “Io non ho mai fatto nulla che mettesse in pericolo un operazione o un collega. Ricordatelo!” Di Chiara prese il dito e lo spostò. “Non hai mai avuto un uomo … prima.” “Ah, era questo allora il problema? Non che io mettessi a repentaglio l’operazione … ma che lo facessi per un uomo.” Di Chiara scosse la testa. “Non vorrei tu avessi perso il tuo tocco magico.” Annalisa gli fece una facciaccia prima di dirgli. “Andrea sa che non è così.” poi si voltò verso Andrea che non sapeva se rimproverarla o ridere della faccia esterrefatta di Di Chiara. “Io vado, non dirgli chi siamo … o l’operazione va a farsi benedire.” Andrea annuì mentre lei usciva rientrando nei panni di Stella Gori. “Non è cambiata niente!” disse Di Chiara quando fu uscita. “No, fortunatamente.” replicò Andrea. “Ti fidi così tanto di lei, da farti dire cosa devi fare?” chiese. “Mi fido di lei, come di tutti i miei uomini del resto.” “Sono i tuoi uomini … li ho visti lavorare … sono in gamba … ma Annalisa ha qualcosa in più e tu lo sai meglio di me.” Andrea annuì. “So quello che vale … e dovresti saperlo anche tu … senza sfidarla, Fabio.” Di Chiara guardò Andrea poi gli chiese. “Sai chi è il suo uomo?” “Sì” rispose soltanto Andrea. “E … sa che fa questo lavoro così rischioso?” “Sì” Il tono di Andrea era sempre più secco, Di Chiara capì che non avrebbe saputo di più e cambiò argomento. “Che cosa raccontiamo a quei …” Andrea gli fece cenno di tacere un attimo e poi aprì di scatto la porta. Un uomo in divisa cadde disteso sul pavimento. “Buongiorno Maresciallo, aveva bisogno di qualcosa?” disse Andrea dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa con Di Chiara. Annalisa aveva avuto di nuovo ragione, si disse Andrea. Quell’uomo era venuto a Città della Pieve per mandare all’aria le loro indagini … sperò che non avesse sentito nulla di particolare … anche perché parlavano in fondo alla stanza e con un tono di voce normale. PUNTATA 160 Luigi uscì poco dopo Annalisa e controllando di non essere seguito si diresse da Gemma. La donna lo salutò cordialmente. “Ha fatto la notte, dottor Martelli? Buon riposo allora.” Luigi anuì ricambiando il saluto. Appena arrivato in camera, si diresse in bagno e aprì l’acqua nella doccia … fredda, si disse. Il desiderio non appagato pulsava ancora dolorosamente soprattutto quando pensava al sapore di nutella sulle sue labbra mentre si baciavano. Scosse la testa se si torturava così da solo non sarebbe servita a niente neanche la doccia fredda. Ma non riusciva a farne a meno, adesso che erano tornati insieme, desiderava solo stare con lei e soprattutto … dentro di lei. Quell’amplesso veloce consumato nel ripostiglio non l’aveva certo appagato … e non era neanche quello che lei meritava, soprattutto gli era mancato il coccolarla dopo, il suo respiro sul suo torace. Luigi scosse la testa di nuovo, si spogliò e si infilò sotto il getto freddo della doccia. Respirò a fondo cercando di focalizzare l’attenzione sul nuovo dettaglio dell’uomo che aveva seguito Andrea e Leo. Gli ci vollero parecchi getti di acqua fredda prima di smettere di pensare al respiro ansante di Annalisa contro il suo collo mentre erano nel ripostiglio. Uscì dalla doccia preoccupato … chi era quella persona e perché aveva seguito Andrea e Leo? Davvero era coinvolta in quel caso su cui stavano indagando? Sotto la porta spiccava un foglio bianco piegato a metà. Si chinò a raccoglierlo e sorrise nel vedere la grafia tondeggiante di Annalisa … c’erano tutte le risposte alle sue domande … e non portavano certo a conclusioni migliori rispetto a quelle che aveva fatto lui… sorrise leggendo le ultime righe. <<P.S. Come mai quando dico che non lo voglio fare in un posto … finisce sempre che lo facciamo proprio lì?>> Luigi sorrise tra sé Created by eDocPrinter PDF Pro!! 220 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! … Annalisa non aveva tutti i torti ma succedeva sempre quando i loro piani venivano scombinati. Riportò l’attenzione sulle righe iniziali dove c’era scritto il nome dell’uomo e i sospetti di Annalisa. Aveva imparato, dopo il caso Morresi, a non sottovalutare le sue intuizioni, così come faceva Andrea. E sicuramente il consiglio di marcare stretta Caterina le doveva essere costato molto … ma un bravo carabiniere deve mettere al primo posto il lavoro … quello che lui non riusciva a fare in quel momento…, veramente se voleva essere sincero con se stesso, non gli era mai riuscito … era entrato nell’arma per catturare gli assassini di Silvia e per parecchio tempo era stato animato solo dalla sete di vendetta … era stato solo dopo aver catturato la banda si era un po’ calmato … ma non aveva più avuto niente di così importante che potesse interferire con il lavoro … fino a quando non aveva incontrato lo sguardo di Annalisa quella mattina di qualche mese prima. Da allora nulla era stato più uguale. Il suo pensiero lo aveva accompagnato costantemente. Sospirò … il cellulare emise il suono di un sms entrante. <<Va a dormire>> gli aveva scritto Annalisa. Sorrise e si buttò sul letto, si addormentò di colpo e i suoi sogni furono popolati da una sirena dai capelli rossi e gli occhi scintillanti. Annalisa stava rientrando in casa quando squillò il cellulare che usava per quell’operazione, <<numero privato>> riportava il display. Rispose con un neutro “Pronto?” riconobbe subito la voce di Caterina dall’altro capo del telefono. Che cosa voleva da lei quella? “Possiamo incontrarci da Pippo?” Annalisa si strinse nelle spalle salendo le scale. “Va bene … a che ora?” “Anche subito.” rispose l’altra. “Ma non sei di turno?” chiese Annalisa pentendosene subito. “Sì … ma non volevo parlare qui in ospedale.” rispose l’altra. “D’accordo ma…” “Hai ragione, Stella … vediamoci nel giardino dell’ospedale tra dieci minuti” “Va bene, Caterina, allora a tra poco.” chiuse la comunicazione chiedendosi che cosa potesse volere dall’insignificante infermiera Gori … forse era proprio per quello … perché non destava nessun sospetto. Pensò a come avvertire Andrea, non poteva tornare di nuovo in caserma, non con quel maresciallo di Milano che la stava bazzicando. Entrò in casa e si infilò in bagno per indossare di nuovo le lenti a contatto scure. Tornò in cucina e vide il barattolo della nutella sul tavolo, sorrise al ricordo delle sensazioni che aveva provato baciandolo con le labbra colme di cioccolata … un’esperienza sicuramente da ripetere … e non in modo così furtivo, lo rivide appoggiato alla balaustra delle scale con quel sorriso sornione che dedicava solo a lei … altro che chiedere conferme … era venuto con un altro scopo … l’incontro nello sgabuzzino non poteva averlo appagato come non aveva appagato lei … ero solo servito da una parte ad alleviare il desiderio che avevano uno dell’altro e dall’altra ad aumentarlo ancora di più … non poteva bastare una cosa così rapida a soddisfarli … Prima o poi sarebbero riusciti ad avere un po’ di tempo solo per loro due … e allora, mio caro brigadiere, scoprirai di che cosa sono capace, si disse sorridendo al pensiero. Chiuse il barattolo e lo mise sul piano della cucina. Guardò l’orologio, doveva uscire subito o non sarebbe arrivata in tempo … fissò la pistola nella fondina nascondendola sotto la camicia ampia …non sarebbe riuscita ad avvertire Andrea, sperò solo che Caterina non avesse scoperto il loro gioco. Quando arrivò nel giardino dell’ospedale, Caterina la stava già aspettando. “Sono in ritardo?” chiese. “No, sono scesa prima io … i bambini stanno poppando. Sediamoci là.” le disse indicando una panchina riparata dagli sguardi. Annalisa la seguì circospetta. “E’ una cosa un po’ delicata – cominciò a dire- ma tu mi sembri degna di fiducia … sei coraggiosa e poi … sei veramente brava nel tuo lavoro … ho visto come tratti i bambini … Avrei un favore da chiederti.” Caterina la guardò speranzosa. “Se posso …” disse Annalisa. “Oggi pomeriggio sei di turno, vero?” Annalisa annuì cercando di capire se era in pericolo oppure no. “Dovrebbe arrivare una mia parente dalla Slovacchia, vorrebbe partorire in Italia perché si sente più assistita … Potresti darle una mano? Lei non parla molto bene l’italiano … ma ho visto che tu hai molta pazienza … magari potresti…” “Certo, Caterina … l’aiuterò volentieri, non ti preoccupare.” cercò di stamparsi un sorriso carino sulla faccia. “Volevo chiedere al dottor Martelli … ma non credo che sia molto bravo a trattare le donne …” Annalisa si trattenne a stento dal riderle in faccia … non sapeva quanto si sbagliava … PUNTATA 161 Annalisa entrò in reparto proprio quando la ragazza slava era appena arrivata. L’infermiera che si doveva occupare di lei era già sgomenta non riuscendo a farsi capire. Annalisa si avvicinò e le mormorò qualcosa in slavo, gli occhi della ragazza si illuminarono. “Ci penso io Gianna” “Grazie” rispose l’altra allontanandosi. Annalisa accompagnò la ragazza, che le aveva detto di chiamarsi Mika, nella camera che le era stata assegnata. La ragazza aveva appena diciotto anni, aveva Created by eDocPrinter PDF Pro!! 221 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! uno sguardo da bambina impaurita … “Andrà tutto bene.” le disse in slavo. La ragazza le sorrise dolcemente. Aveva finito tutte le frasi che conosceva … non conosceva lo slavo … era andata alla casa-famiglia di Don Luciano e si era fatta aiutare dalle ragazze slave ospitate da lui. Le era rimasta un’unica frase … la più importante. Si avvicinò e le chiese se conoscesse il tedesco, la ragazza annuì con l’espressione sollevata e cominciò a subissarla di domande. Annalisa mise le mani davanti a sé come per proteggersi da quel fiume di parole. “Warte! Ich bin nicht Katia” La ragazza spalancò gli occhi terrorizzata. Annalisa la tranquillizzò spiegandole che era un’amica di Katia e che si sarebbe presa cura di lei. La ragazza respirò sollevata. Caterina comparve un paio d’ore dopo … passò dalla camera di Mika e sorrise soddisfatta ad Annalisa. “Avevo ragione a fidarmi di te:” le disse. Annalisa sorrise tra sé pensando a quanto in realtà si stesse sbagliando. “Torno stasera – le disse – quando c’è l’orario delle visite.” “Ti devo chiamare se si avvia il parto?” chiese Annalisa. “No, chiama il dottor Martelli.” Annalisa cercò di mascherare il suo disappunto ma non le riuscì bene infatti Caterina le disse. “Lo so che è solo un tirocinante ma sarà pure in grado di assistere ad un parto naturale, no?” Annalisa annuì. “Credo di si.” rispose uscendo dalla camera con lei. Il turno scorreva abbastanza lento, non c’era Gioia per scambiare due chiacchiere tra una visita e l’altra. I bambini rimasti erano pochi e quindi non erano necessarie due infermiere nel nido. Decise di andare a vedere come stava Mika. Un sorriso di piacere illuminò il viso della ragazza non appena la vide. Annalisa le chiese come stava, la ragazza le parlò dei dolori che sentiva all’altezza dei reni. Annalisa si consultò con la sua collega … forse era meglio farle un monitoraggio per vedere se erano contrazione oppure no … portarono la macchina e le misero la fascia sul ventre. Annalisa rimase con lei un pò per controllare il tracciato … c’era qualche contrazione ma era sporadica … niente che facesse presagire un parto imminente ma lei non si sentiva tranquilla … c’era qualcosa che le diceva che le cose sarebbero precipitate velocemente. Tornò al nido per sistemare i bambini di ritorno dalla poppata. “Come va la ragazza straniera?” le chiese Gianna. “Qualche contrazione qua e là … però non so … le diamo un occhiata quando abbiamo finito qui?” Gianna annuì. “Sai, le primipare sono sempre un incognita … potrebbe metterci ore come mezz’ora.” Annalisa annuì e si ricordò di quella ragazzina che aveva aiutato a partorire durante quell’indagine a Verona … era arrivata accompagnata dal fidanzatino che aveva la sua stessa età e in meno di mezz’ora aveva partorito uno splendido maschietto di quasi quattro chili. Scosse la testa … ricordava perfettamente quel parto … e l’emozione nel prendere la testa di quel bambino e accompagnarlo nel suo ingresso nel mondo … non avrebbe mai dimenticato la faccia di quei due bambini perché quello erano i neo genitori, emozionati e impacciati a prendere in mano la loro creatura. Lasciarono la nursery e si diressero verso la stanza di Mika … Annalisa sentiva di nuovo quel formicolio alla nuca che conosceva bene. La ragazza ancora attaccata alla macchina respirava un po’ più difficilmente … il tracciato presentava dei picchi più ravvicinati. Gianna prese in mano la striscia di carta e sentenziò. “Qui è cominciato il travaglio.” Mika le strinse una mano con la faccia spaurita. Cercò di rassicurarla dicendole come doveva fare quando le sarebbe arrivata la contrazione successiva. Mika le sorrise, continuando a stringerle la mano. Gianna scosse la testa “Credo che sia il caso di portarla in sala travaglio, sai?” Annalisa annuì e disse alla ragazza di scendere dal letto. “Ce la fai?” le chiese. Mika annuì e le seguì fino alla stanza travaglio. “Io vado a preparare la sala parto –disse Gianna - ha un medico suo o chiamiamo quello di turno?” Annalisa guardò la ragazza e poi rispose a Gianna. “E’ assistita dal dottor Martelli.” Gianna alzò gli occhi al cielo … “Dio l’assista, allora” Annalisa cercò di non ridere ma capiva le perplessità della collega … Luigi sembrava tutto tranne che un dottore competente, aveva sempre uno sguardo di terrore negli occhi mentre camminava nel reparto. “Comunque sia, credo che sia il caso di chiamarlo o non potrebbe giungere in tempo.” “Lo chiamo subito.” rispose uscendo per fare la chiamata … che non sia mai che io privi il brigadiere di questa gioia … disse tra sé ironica … se Luigi avesse saputo quali sentimenti la stavano animando l’avrebbe uccisa. Luigi fu svegliato dallo squillo del cellulare, guardò l’orologio e si accorse che era pomeriggio … non doveva essere di turno … chi lo stava chiamando sul cellulare di servizio. “Pronto?” rispose con voce ancora impastata di sonno. “Dottor Martelli?” Luigi riconobbe immediatamente la voce di Annalisa … perché lo stava chiamando dottor Martelli? Forse era all’ospedale … La ragazza!, pensò, la ragazza doveva arrivare oggi … “Dottor Martelli … c’è ancora?” “sì … infermiera Gori, Created by eDocPrinter PDF Pro!! 222 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! mi dica.” “La ragazza sta per partorire … l’infermiera Pitoni mi ha detto che devo chiamare lei.” Luigi sbiancò poi prese un respiro profondo. “Sto arrivando.” PUNTATA 162 Luigi arrivò di corsa all’ospedale. Come era possibile … era appena arrivata e già partoriva … sempre meglio del cesareo prospettata da Caterina … almeno qui non c’era da tagliare … o almeno così sperava, perché aveva visto Paul preparare il bisturi per praticare una epi qualche cosa. Aveva pensato per tutto il tragitto all’unico parto a cui aveva assistito e se non fosse stato per il fatto che l’aveva chiamato Annalisa si sarebbe dato malato. Entrò nell’anticamera della sala parto per prepararsi. Sentiva la ragazza lamentarsi e la voce di Annalisa che le parlava dolcemente in tedesco. Prese un respiro profondo ed entrò in sala parto. “Allora, a che punto siamo?” chiese cercando di essere professionale ma lo sguardo tradiva una certa tensione. “Si sono appena rotte le acque, dottore.” rispose Annalisa cercando il suo sguardo. “Bene …” replicò Luigi non sapendo cosa fare. “La dilatazione è completa” aggiunse Annalisa. Luigi continuò a cercare il suo sguardo. Perché l’aveva chiamato? E se qualcosa andava storto? Annalisa gli mise una mano su un braccio. “Andrà tutto bene” gli sussurrò come se avesse intuito i suoi pensieri. Non avrebbe dimenticato facilmente quell’indagine. Guardò Annalisa muoversi con sicurezza tra i vari macchinari. La ragazza gridò per la prima volta. “Respira, Mika” le disse Annalisa. Mika la guardò con il panico nello sguardo. “Respira come ti ho detto prima, Mika, vedrai che va meglio.” La ragazza stava perdendo la calma. “Mika, ci siamo … quando senti il bisogno di spingere spingi, d’accordo?” La ragazza mosse appena il viso tutto sudato. Luigi prese un telo e le asciugò il volto. Mika gli sorrise riconoscente. “Forza, Mika, vedo la testa … ha i capelli neri.” Il volto di Mika venne alterato da una smorfia di dolore mentre spingeva. Luigi si mise accanto ad Annalisa. Guardò il suo viso concentrato, le sue mani che si muovevano sicure come se fosse davvero il suo lavoro. “Ecco la testa, brava Mika.” disse Annalisa prendendo la testa del neonato tra le sue mani. Le spalle seguirono subito dopo … “E’ una bambina, Mika, la vuoi vedere?” le chiese Annalisa mentre la piccola urlava il suo arrivo al mondo. Mika scosse la testa. Annalisa capì, se l’avesse vista non sarebbe riuscita ad abbandonarla. Provò un moto di compassione per lei, povera ragazza, lontano da casa sapendo che non avrebbe più visto la creatura che portava in grembo e poi sicuramente abbandonata da quell’organizzazione che l’aveva seguita fino a lì, non appena ottenuto il suo scopo. La porta si aprì ed entrò Paul seguito da Gianna. “Paul!?” esclamò meravigliata Annalisa. “Lo so … ma…” cercò di giustificarsi Gianna. Annalisa scosse la testa e una mano come per dirle che non servivano giustificazioni. Paul tagliò il cordone ombelicale e legò la parte attaccata alla bambina poi rivolse le sue attenzioni a Mika. “Dille che deve spingere ancora un po’.” Annalisa tradusse mentre si occupava della neonata. “Com’è bella.” mormorò Luigi alle sue spalle. Annalisa si voltò e rise sottovoce “Sei ancora in piedi? Credevo di trovarti svenuto.” Luigi la guardò con sufficienza. “No, ero troppo impegnato a vedere come sembravi a tuo agio … come se tu l’avessi fatto per una vita.” “Per un anno” lo corresse lei. “Per un anno? E quando?” “Non solo hai letto le mie carte … ma non l’hai fatto nemmeno bene” gli rispose Annalisa. Luigi sorrise tra sé, era arrivata la prima frecciata … senza dirgli nulla però gli aveva fatto capire che era stato anche allora per un’indagine. La guardava mentre con gesti esperti vestiva la bambina dopo averla lavata. Luigi carezzò delicatamente il volto della neonata. “Povera piccola” mormorò. Alzò lo sguardo e vide riflessa nello specchio davanti al lavandino la loro immagine, Annalisa con in braccio la piccola e lui dietro con una mano sulla spalla di lei e una mano sul volto della bambina. Annalisa alzò lo sguardo sullo specchio incontrando il suo, vide quello che vedeva lui e vide le sue sensazioni passargli nello sguardo, una famiglia ecco cosa c’era in quello specchio … Annalisa cercò di nuovo il suo sguardo nello specchio e gli sorrise prendendogli la mano che era appoggiata sulla spalla. Luigi sospirò baciandole la testa furtivamente. Paul interruppe quel momento speciale chiedendole di aiutare Mika a cambiarsi la camicia da notte sporca di sangue ed di riaccompagnarla in camera. “Proprio non vuoi vederla?” le chiese di nuovo Annalisa. La ragazza scosse la testa girando il volto dall’altra parte. “Poi ti devo parlare” disse Annalisa a Paul dopo che avevano sistemato mamma e bambina. Paul la guardò interrogativo. “Per questa faccenda?” chiese. “No, come medico.” rispose Annalisa mantenendosi sul vago. “Stai bene, vero?” chiese allora Paul preoccupato. “Meglio non potrei stare.” rispose sorridendogli. “E adesso andatevene prima che succeda un casotto … Gianna non Created by eDocPrinter PDF Pro!! 223 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! dirà nulla ma lo stesso non si può dire delle altre.” “Niente incontri nel ripostiglio, oggi?” chiese Paul a Luigi mentre si toglievano i camici negli spogliatoi. Luigi avvampò un attimo. “No, e spero mai più.” rispose Luigi. “Troppo scomodo?” lo prese in giro Paul. Luigi scosse la testa. “Non adatto … lei si merita molto di più di una cosa consumata in fretta e furia in un ripostiglio.” replicò. “Su quello mi trovi d’accordo … è una donna speciale … - rise allo sguardo incupito di Luigi – non parlo a livello estetico … parlo in generale … da quel poco che la conosco mi pare una ragazza veramente in gamba … sei un uomo fortunato.” Luigi si redarguì da solo per la sua gelosia. Uscirono e si divisero. Luigi tornò da Gemma e si buttò di nuovo sul letto senza riuscire a dimenticare lo sguardo che si erano scambiati attraverso lo specchio … non voleva illudersi ma per la prima volta non aveva visto quel lampo d’angoscia nei suoi occhi, mentre le stava chiedendo con lo sguardo di rendere reale quell’immagine che entrambi stavano vedendo. Il cellulare squillò di nuovo, questa volta era Caterina. Luigi rispose di controvoglia balzando sul letto quando lei gli disse. “E’ arrivato uno dell’organizzazione, vorrebbe incontrarti, oggi al parco verso le sei” Luigi deglutì prima di rispondere un laconico va bene. PUNTATA 163 Andrea era seduto nel suo ufficio, ripensando alle parole di Annalisa. Quel maresciallo non gli era piaciuto fin dal primo momento e adesso ne aveva avuto la conferma. Se Fabio diceva che non era un suo uomo, lui non aveva nessun motivo per non credergli e quindi a che scopo li stava seguendo? Per scoprire chi avevano infiltrato o che altro? Il fatto che avesse partecipato all’indagine svolta a Milano e poi andata in fumo, non era certo molto promettente. Non si pentiva di averlo affidato alle cure di Hanspeter, che quando voleva era molto bravo a marcare stretto… e da quando si era reso conto che non avrebbe avuto nessuna chance con Annalisa, era tornato ad essere il maresciallo in gamba che aveva notato all’inizio… gli aveva fatto credere che fosse un pericolo per lei, ma sarebbe servito affinché lui non abbassasse mai la guardia. Chiamò Bordi e fece cercare il Maresciallo Nuti. Meglio una testa calda che un potenziale doppiogiochista. Saverio entrò un po’ titubante nell’ufficio. “Si accomodi, maresciallo.” disse Andrea indicandogli una sedia. “Veniamo subito al dunque … cosa mi sa dire del maresciallo Bonfanti?” Saverio ispirò profondamente. “Poco, lavoriamo nella stessa caserma solo da qualche mese. E’ stato trasferito dopo che non sono riusciti ad arrestare la banda di trafficanti di neonati sulla quale state indagando voi.” “Un normale avvicendamento o … un trasferimento per non poter fare diversamente?” chiese Andrea. “Non saprei ma il mio comandante non era rimasto molto contento.” Andrea annuì, forse avrebbe dovuto parlare con il comandante del maresciallo Nuti … magari otteneva più informazioni. “Chi è il suo comandante?” chiese Andrea. “Il capitano Accorsi.” rispose Saverio. Andrea sorrise, era stato fortunato, aveva lavorato con lui. “Può andare, maresciallo.” “Comandi” rispose Saverio alzandosi dalla sedia poi si fermò sulla porta a fissarlo. lo vide preoccupato e non solo per l’operazione. “Maresciallo” lo chiamò. “Sì, Nuti” “Io non volevo venire in missione con lui … non girano bei discorsi su di lui.” Andrea alzò lo sguardo sul collega che imbarazzato guardava il pavimento. “Torni qui seduto, Saverio.” L’uomo annuì e si accomodò di nuovo sulla sedia. “Allora perché lei è qui?” chiese Andrea. Saverio giocherellò un attimo con la penna poi disse in tono sommesso. “Ho disobbedito ad un ordine … ma non lo ritenevo sicuro per le persone che erano coinvolte.” cercò di giustificarsi. Andrea lo guardò indulgente. “Non si preoccupi, lo fa anche qualcuno dei miei uomini, talvolta.” Saverio ricambiò il sorriso. “E non vengono puniti?” “Sì, ma mi rifiuto di farli andare in missione, quello per loro è un premio … mettono a posto l’archivio.” Saverio allargò il sorriso. “Avrei preferito mettere a posto l’archivio regionale piuttosto che essere qui con lui.” Andrea sentiva che era sincero. Paola aveva già espresso il suo giudizio positivo su di lui, aveva riso quando lui le aveva chiesto cosa ne pensasse … poi però gli aveva risposto come lui sperava. Congedò Saverio, sorridendogli. “Ah, qui io sono Andrea …” gli disse porgendogli la mano. Saverio la strinse sorridendo. “Grazie”. Saverio uscì sorridendo, quel comandante gli piaceva, era autorevole ma non autoritario, gioviale con tutti e soprattutto non faceva pesare che fosse lui il comandante, se non fosse stato che Claudia era troppo vicina, sarebbe rimasto volentieri lì … c’era senz’altro un clima migliore che nella sua caserma dove sembrava che ti volessero accoltellare ad ogni angolo. Paola passò nel corridoio. “Il maresciallo è libero?” gli chiese. Saverio annuì ammirando la bella donna che si dirigeva verso l’ufficio del comandante. Nessuno gli aveva detto nulla ma aveva la sensazione Created by eDocPrinter PDF Pro!! 224 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! che fosse proprietà privata. Tornò in camera per togliersi la divisa, quella foto di Claudia lo faceva star male … aveva provato a nasconderla in un cassetto poi ci aveva rinunciato e l’aveva messa sul suo comodino. Male per male almeno poteva guardarla … Paola bussò ed entrò in ufficio senza aspettare la risposta. Andrea era al telefono di spalle, lei chiuse la porta lentamente e poi fece girare la chiave. Andrea continuava a voltarle le spalle, lei si avvicinò piano e gli fece passare le braccia lungo il torace abbracciandolo da dietro. Andrea le bloccò le mani che gli percorrevano il torace, tenendosele vicino al cuore. Rimise la cornetta al suo posto e si voltò nel suo abbraccio. Paola gli sfiorò le labbra dolcemente. “Lei mi sta sfuggendo, maresciallo.” gli disse ridendo. Andrea le catturò le labbra per un bacio appassionato. “Non per mia volontà, Paola.” rispose poi carezzandole i capelli. Paola gli allentò la cravatta e lo baciò con passione. “Mi sei mancato, Andrea.” mormorò vicino al suo orecchio. “Paola …” la ammonì mentre le sue mani cercavano di sbottonarle la giacca per carezzarle il seno. “Maresciallo!” esclamò Paola divertita mentre la passione stava divampando tra di loro … “Hai chiuso a chiave?” mormorò sbottonandole i pantaloni della divisa. Paola annuì mentre anche le sue mani gli stavano slacciando i pantaloni. Andrea insinuò una mano sotto il pizzo dei suoi slip per una carezza intima prolungata… Paola gemette contro la sua spalla… “Maresciallo!” la voce di Bordi risuonò nel corridoio. Con un sospiro di rassegnazione si allontanarono l’un l’altro e si rivestirono. Andrea controllò che Paola fosse in ordine poi girò la chiave proprio mentre Bordi stava girando la maniglia. “Maresciallo, ha chiamato l’infermiera Gori, sa quella del supermercato … ha detto di riferirle che la ragazza ha partorito.” Andrea annuì guardando Paola. “Va bene, grazie Bordi.” rispose Andrea congedandolo. Andrea si rimise seduto alla scrivania pensieroso. Se quello che il capitano Accorsi gli aveva raccontato, era vero solo la metà erano nei guai fino al collo … Paola passò dietro la poltrona e gli massaggiò le spalle. “C’è qualcosa che ti turba, vero?” chiese poi. Andrea annuì. “Sai quell’uomo che ci ha seguiti? Era il maresciallo Bonfanti … lo ha riconosciuto lei … e le notizie che ho raccolto sul suo conto non sono delle più incoraggianti …” “Temi per loro?” chiese evitando di fare nomi. “Sì, soprattutto per il più alto.” rispose Andrea continuando a non fare nomi. Paola annuì. “Devo andare a fare un’ecografia tra un’ora, vieni con me?” gli chiese. Andrea la fissò dolcemente. “E me lo chiedi anche? Certo che voglio venire … Ti dispiace se porto anche Saverio?” Paola rise. “Lo vuoi sottoporre all’esame di chi sappiamo?” Andrea rise con lei. “Tu mi conosci troppo bene” disse “Non per nulla sono la tua donna” gli bisbigliò mentre usciva a prendere le sue cose. Andrea salì e bussò alla porta della camera di Testa. “Saverio, devo andare all’ospedale, verrebbe con me?” “Mi metto la divisa…” “Non è necessario …” rispose Andrea…. “Stamani l’ho sentito parlare al telefono.” Lo sguardo di Andrea si fece più attento. “Vuole incontrare un certo dottor Martelli.” Andrea si sentì mancare il fiato. PUNTATA 164 E adesso come avrebbe fatto? Andrea guidava pensieroso verso l’ospedale. Saverio notò la fronte corrucciata del collega e non proferì parola neanche lui. Paola seduta accanto ad Andrea ne percepiva la tensione, era successo qualcos’altro, d’accordo la presenza di Saverio, ma da sola non bastava a giustificare il mutismo di Andrea. Parcheggiò l’auto e sempre senza proferire parola la accompagnò all’ambulatorio di ecografia. “Saverio, per favore, vada a bussare al reparto e chieda dell’infermiera Gori, le dica che abbiamo ritrovato il suo portafogli e le dia questa busta.” Saverio annuì e si allontanò. Paola guardò Andrea interrogativo. Andrea prese la sua mano e si avvicinò . “Quello chiesto di incontrare Luigi” le sussurrò. Paola spalancò gli occhi tra lo stupito e il preoccupato. “E lui sa?” Andrea scosse la testa, sicuramente Annalisa gli aveva fatto sapere chi fosse, ma Luigi non l’aveva mai visto … non lo avrebbe riconosciuto. L’infermiera le fece accomodare e tutti o pensieri negativi di Andrea sparirono non appena apparve l’immagine di suo figlio sul monitor. Prese la mano di Paola tra le sue e la strinse. Quelle piccole manine che si aprivano e chiudevano, quel volto un po’ strano con gli occhi da alieno, le ossa … l’emozione più grande fu quando vide battere il cuore. Non riusciva a credere che quello che vedeva fosse suo figlio, il figlio di quell’amore che lo legava a Paola. “Volete sapere il sesso?” chiese il medico. Loro si scambiarono uno sguardo poi annuirono stringendosi forte la mano. Il medico spostò il lettore sulla pancia di Paola e disse loro. “Sembrerebbe proprio in bel maschietto, signori.” Paola guardò Andrea che aveva assunto un’aria orgogliosa e compiaciuta e gli sorrise. “Il signor Matteo aveva ragione.” Andrea rise. Il signor Dolmen Created by eDocPrinter PDF Pro!! 225 Buy Now to Create PDF without Trial Watermark!! bazzicava ormai la caserma come se fosse casa sua … aveva diradato le visite solo adesso perché Annalisa era in missione. Uscirono dall’ambulatorio tenendosi ancora per mano, Andrea stringeva con l’altra la videocassetta con l’ecografia registrata. Saverio li stava aspettando fuori. “Tutto bene?” chiese a Paola. “Sì, tutto bene, grazie.” “L’hai trovata?” chiese Andrea. “Sì, le ho detto del portafoglio, ma mi sembrava che le interessasse molto di più la busta…” Saverio lo fissò sperando di non aver fatto nessuna gaffe. Andrea sorrise mentre il suono di un sms fece vibrare il suo cellulare. <<Se te lo offrono al posto di Hans, prendilo. A.>> Andrea rise, Paola lo guardò interrogativamente. Lui scosse la testa. “Andiamo, torniamo in caserma.” Tornarono alla macchina, a metà strada Andrea parcheggiò la macchina in uno spiazzo. Paola lo guardò stupita. “Perché ci fermiamo qui?” “Voglio parlare del caso con Saverio, questo mi sembra un posto abbastanza sicuro.” Saverio annuì. “L’infermiera Gori è uno dei nostri infiltrati…” “E’ per quello che mi ha mandato da lei? Una specie di esame?” Andrea annuì. “Mi dispiace ma vista la situazione, non so di chi mi posso fidare … mi fido però del giudizio di Paola e di Annalisa.” “Ed ho superato l’esame?” chiese Saverio un po’ indispettito nonostante capisse le perplessità di Andrea. “A pieni voti.” rispose Andrea sorridendogli e porgendogli la mano. Saverio ricambiò la stretta e il sorriso. Ritornarono in caserma, Bonfanti ed Hans era appena rientrati. Andrea lanciò uno sguardo ad Hans che scosse la testa impercettibilmente. Non l’aveva mollato neanche un secondo … l’aveva seguito persino in bagno. “Bini, vieni con me.” disse Andrea passando davanti alla porta dell’ufficio comune. “Comandi.” rispose Leo alzandosi subito. “Tutto bene, vero?” chiese vedendogli la videocassetta in mano. Andrea annuì. “Segui Bonfanti … ma senza farti scoprire … credo che voglia incontrare il dottore …” Leo annuì un po’ preoccupato. “Lo so che non è semplice ma credo che di me sospetterebbe di più … Carlo con la testa al matrimonio non mi sembra tanto affidabile …” Leo scosse la testa. “Sono solo preoccupato perché non sappiamo con chi abbiamo a che fare … non sappiamo quanto possa essere pericoloso …” Andrea gli indicò la sedia poi parlandogli dell’ecografia scrisse un biglietto che poi gli passò. Leo lo lesse poi scrisse qualcosa sotto e lo ripassò ad Andrea. Si passarono quel foglietto parecchie volte, fino a quando anche Leo ebbe tutto chiaro. Andrea strappò il foglietto in mille briciole poi lo mise nel posacenere e gli diede fuoco. Il maresciallo Bonfanti sembrava inquieto, Hans lo teneva d’occhio da lontano adesso che erano in caserma, guardava spesso l’orologio, come se no