COMPORTAMENTI COGNITIVI Evoluzione concetto “spazio” Evoluzione concetto “tempo” Possibilità linguaggio matematico Età classica Età medievale Età rinascimentale Rivoluzione astronomica (con approfondimenti Kepler Brahe Copernico Rivoluzione scientifica Scienza nel 1600 Kuhn Rapporti fra scienza e fede Ricerca di un nuovo metodo F. Bacon Galileo Vita Dialogo sui due massimi sistemi Processo Metodo MATEMATICA NUMERO MATEMATICA GRECA EGITTO-BABILONIA (VI-IV SEC. A.C.) CONOSCENZA NATURA MATEMATICA ALESSANDRINA IPPARCO PITAGORA PLATONE ARISTOTELE EUCLIDE MENELAO TRIGONOMETRIA TOLOMEO APOLLONIO DI PERGA MATEMATICA PENALIZZATA DA CRISTIANESIMO STAGNAZIONE OXFORD VIENNA PARIGI CONTINUO ANALISI MATEMATICA LEONARDO PISANO (FIBONACCI) NICOLA D’ORESME MONASTERI NUMERI ARABI POPOLAZIONE NUMERI ROMANI GEOMETRIA ANALITICA forma più generale del sapere sistematico MATEMATICA RINASCIMENTALE Problema dei numeri razionali e negativi Trigonometria diventa branca indipendente della matematica John Napier: sviluppo dei logaritmi Sono da considerarsi reali? Michael Stifel: sono reali solo i numeri interi e frazionari Pascal e Barrow: i numeri irrazionali sono solo grandezze geometriche Stevin e John Wallis: i numeri razionali considerati numeri reali Albert Girard: numeri positivi sullo stesso piano dei numeri negativi LA RICERCA DI UN NUOVO METODO Durante il ‘600 la ricerca intorno alla natura e il metodo del conoscere assumono un ruolo centrale nel campo scientifico e filosofico Filosofia aristotelica sempre più inadeguata per spiegare i nuovi fenomeni naturali Nuovo metodo analizzato e individuato nella geometria e nelle scienze matematiche grazie anche alle riflessioni di Niccolò Cusano. Adozione di un metodo geometrico ridefinizione dell’esperienza sensibile tramite osservazioni sistematiche, esperimenti ed un uso di ipotesi SPAZIO ARISTOTELICO concezione spazio fondata sulle teorie della fisica aristotelica cosmo fondato da sistema geocentrico con sfere concentriche per i diversi elementi teoria che influenzava la società In alcuni luoghi le leggi civili non avevano più validità TEMPO QUALITATIVO regolato da ritmi naturali (semina-raccolto) visione ciclica del tempo: il tempo è un eterno ripetersi delle epoche storiche la Chiesa affermava che i guadagni ricavati appartenevano a Dio fine creazione nascita primi uomini Sacro romano impero fondazione di Roma TEMPO QUANTITATIVO concezione lineare del tempo fonte di profitto ma diviso in intervalli di tempo regolari (24h) Tempo della Chiesa Tempo qualitativo creazione vs Tempo del mercante Tempo quantitativo nascita di Cristo primi uomini La Chiesa afferma che l’uomo non può appropriarsi del tempo Giudizio Universale ASTRONOMIA ANTICA Modello geocentrico pianeti (= corpi vaganti) ruotano intorno alla Terra Leggi fisiche dovevano riflettere il moto perfetto degli dei FISICA utilizzata per descrivere le cause dei fenomeni legato alla fisica aristotelica movimento dei pianeti legato al volere delle divinità ad essi legati MATEMATICA (soprattutto geometria) utilizzata per descrivere regolarità RIVOLUZIONE ASTRONOMICA Sistema eliocentrico Principi d’ordine e regolarità Kepler la Terra ruota attorno al Sole Universo regolato da leggi matematiche ogni pianeta si muove su un’orbita ellittica, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi il segmento che congiunge il pianeta con il Sole spazza aree uguali in tempi uguali il rapporto tra il cubo della distanza media di un pianeta dal Sole e il quadrato del suo periodo di rivoluzione è costante GALILEO GALILEI 1) Critica al sapere tradizionale a) critica al principio di autorità b) critica alla concezione finalistica antropocentrica c) critica alla separazione fisica/matematica 2) Metodo ipotetico deduttivo a) osservazione dei fenomeni b) ipotesi di relazione fra i dati di osservazione c) deduzione di conseguenze c1) osservazione di effettivo verificarsi di ciò che ho dedotto 3) Presupposti di metodo ipotetico deduttivo a) regolarità, uniformità e semplicità di natura b) ipotesi di relazione matematica = teoria esplicativa (descrizione di come avviene un fenomeno) c) relazione a) dati di osservazione b) teoria esplicativa = Modello Radici della cultura europea Niccolò Copernico Nacque a Torùn, in Polonia, nel 1473. Avviato agli studi dallo zio vescovo e si iscrisse alla facoltà delle Arti dell'Università di Cracovia, studiando filosofia e astronomia. In Italia continuò gli studi di astronomia; studiò giurisprudenza all'Università di Bologna, medicina e diritto canonico all'Università di Padova conseguendo il dottorato in diritto canonico all'Università di Ferrara. A Bologna aveva compiuto le prime osservazioni astronomiche. Lo studio del greco gli aveva consentito la lettura dei testi astronomici dell'antichità. Tornato in patria, si dedicò agli impegni amministrativi, politici e a studi astronomici. Infatti scrisse il suo capolavoro astronomico "De Revolutionibus Orbium Coelestium" che termina nel 1530 riguardante l'eliocentricità e il rifiuto del geocentrismo aristotelico/tolemaico dimostrando che i pianeti ruotano intorno al sole e che la terra, ruotando, effettua una precessione sul suo asse. Solo dopo diversi decenni Copernico si decise a pubblicare il suo libro. Infatti ciò avvenne nel 1543 mentre era in punto di morte. L'esitazione di pubblicare questo capolavoro trova spiegazione nel fatto che l'autore aveva piena consapevolezza del suo carattere radicalmente innovativo rispetto alle esistenti dottrine cosmologiche e astronomiche sulle quali si basava l'immagine cristiana dell'universo.Da qui il timore di suscitare le reazioni ostili da parte degli ambienti scientifici e religiosi. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Pitagora (Samo 575 ca. - Metaponto 490 ca. a.C.) Per i pitagorici i numeri sono configurazioni di punti, le figure rapporti fra interi, le linee insiemi finiti di punti e la proporzione lo strumento essenziale per le ricerche. L’enunciato tradizionalmente attribuito ai pitagorici “tutte le cose sono numeri” li condusse a studiare la geometria per via aritmetica, formulando quella disciplina che chiamarono “aritmogeometria”. In geometria la grande scoperta dei pitagorici fu il teorema di Pitagora, il quale asserisce che nei triangoli rettangoli il quadrato costruito sull'ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sugli altri due lati, o cateti. Nell'ambito delle ricerche matematiche, i loro studi sui numeri pari e dispari, sui numeri primi e la scoperta dei numeri irrazionali furono fondamentali per la teoria dei numeri. Grazie a questi studi i pitagorici fondarono scientificamente la matematica. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Platone (Atene 428/427-348/347 a.C.) Platone, nella sua opera chiamata “Repubblica” afferma cha le scienze matematiche risvegliano l’intellezione e guidano l’anima verso la verità. Secondo il metodo matematico di Platone, chi indaga risale da una proposizione problematica ad un principio ipotetico che possa fondare in maniera certa la questione, per poi svolgere gli altri punti di indagine. Il limite di questo metodo, però, consiste nel fatto che ammette ipotesi evidenti a tutti senza indagare ulteriormente. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Aristotele Vita Pensiero Immagini Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Aristotele Aristotele, nasce a Stagira, in Macedonia, nel 384 a.C.. Figlio di Nicomaco, medico al servizio del re Aminta III di Macedonia, riceve un’educazione sulla cultura greca, sia filosofica che scientifica. All'età di diciassette anni si trasferisce ad Atene per studiare presso l'Accademia platonica, dove rimane per vent'anni, inizialmente come allievo di Platone e poi come maestro. Le opere principali di questo periodo sono: Sulla filosofia, Metafisica, Retorica, Poetica e Fisica. Nel 347 a.C., dopo la morte di Platone, Aristotele si reca ad Atarneo e successivamente si trasferisce ad Asso, dove fonda una scuola e rimane per circa tre anni, e a Mitilene, nell'isola di Lesbo, per insegnare e svolgervi ricerche di scienze naturali. Invitato da Filippo il Macedone, si recò a Pella, capitale macedone, dove divenne il precettore del figlio Alessandro. In questi anni scrisse opere riguardanti la natura come l’Historia animalium, De partibus animalium, Politica e la prima stesura del De anima. Nel 335, quando Alessandro Magno viene nominato re, Aristotele torna ad Atene e fonda la sua scuola, il Liceo. Qui conduce una tranquilla vita familiare e completa alcune opere, come per esempio De Anima, De partibus animalium, Fisica, Metafisica e Politica. Nel 323 si ritira a Calcide, in Eubea, dove muore nel 322. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Aristotele (Stagira, Macedonia 384 - Calcide, Eubea 322 a.C.) Per Aristotele è importante che l’autonomia della matematica si fondi sull’autonomia dell’oggetto e la quantità viene analizzata da diverse prospettive:l’aritmetica che indaga sul discreto e la geometria che indaga il continuo, fatto di grandezze spaziali, in cui è possibile stabilire il limite comune. Dunque il continuo non può ridursi al dicreto poiché un indivisibile non ha nessuna estremità e se una linea fosse composta da punti, questi dovrebbero essere continui o toccarsi. Per questo possono darsi tre casi: il tutto di un punto tocca il tutto di un altro; parte dell’uno tocca parte dell’altro; parte dell’uno tocca il tutto dell’altro. Gli ultimi due casi sono però da escludere perchè un punto per definizione non ha parti. Aristotele * ammette l’infinito potenziale rispetto all’addizione e l’infinito potenziale rispetto alla divisione. Quindi il numero è finito nel primo senso, lo spazio nel secondo e il tempo in ambedue. Egli inoltre afferma l’esistenza di teorie che servono a dimostrare la verità di proposizioni, senza bisogno di essere a loro volta dimostrate. Esse sono: le definizioni, che provano la realtà di elementi geometrici; gli assiomi, la cui verità è indiscussa; i postulati, necessari per dimostrare le verità della geometria. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Aristotele Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Euclide (Alessandria d'Egitto, attivo nel 300 ca. a.C.) Con Euclide, grazie alla sua opera “Elementi”, si giunge ad una sistemazione dei diversi teoremi. Tutto ciò nei libri i, ii, iii, iv. Nel libro V invece, prendendo spunto da Eudosso (408 - 355 a.C.), illustra la teoria delle proporzioni. Nel vi libro, basandosi sempre sulla teoria delle proporzioni, parla delle figure simili. Solamente negli ultimi tre libri tre egli tratta l’aritmetica in maniera nettamente superficiale rispetto alla geometria: si occupa delle proprietà dei numeri interi e dei rapporti fra essi. Nella maggior parte dei teoremi illustrati da Euclide, vengono ripetutiti i concetti proposti nel v libro ed è probabile infatti che Euclide sia stato influenzato in questa occasione da Aristotele, che affermava che il numero è una particolare specie di grandezza e metteva in evidenza nello stesso tempo la spaccatura fra il discreto e il concreto. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Apollonio di Perga (Perge, Panfilia 262 ca. a.C. - 180 a.C.) Un altro grande matematico fu Apollonio di Perga, che viene ricordato come “il grande geometra”. Egli, nella sua maggiore opera, “Le sezioni coniche”, si occupa di figure che erano già state studiate in precedenza ma riguardo alle quali, con Apollonio, si raggiunge un grande livello per l’estrema organizzazione e abilità dell’argomentazione. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Giovanni Keplero Nacque nel villaggio di Leonberg, poco distante dalla cittadina di Weil der Stadt(Germania), da una povera famiglia, nel 1571 al tempo del Sacro Romano Impero. Il padre era un soldato di ventura che scomparve quando il piccolo Joannes aveva 5 anni, mentre la madre era una locandiera esperta in arti magiche. Com’era consuetudine fu avviato verso la carriera ecclesiastica, poichè malaticcio e poco adatto al lavoro manuale. All'università di Tubinga si decise il suo destino: da un lato ebbe un maestro di filosofia che lo orientò in senso platonico e pitagorico, dall'altro il suo insegnante di matematica ed astronomia, nonostante non gli fosse concesso di farlo, lo introdusse privatamente alla teoria eliocentrica di Copernico, la cui dottrina convinse Keplero. Cacciato in quanto seguace della dottrina eliocentrica, si rifugiò a Praga presso Tycho Brahe, alla cui morte gli successe nella carica di matematico imperiale. Ebbe così la possibilità di accedere alle carte di Tycho, entrando così in possesso della grande quantità di osservazioni in esse contenute. Basandosi su queste cominciò i primi studi. Si rivolse allo studio del pianeta Marte e scoprì che la sua orbita non è circolare ma a forma d’ellisse ed il sole occupa uno dei due fuochi. In base alle sue ricerche enunciò le tre leggi dei moti dei pianeti. Immensa fu l'importanza dell'opera di Keplero per l'astronomia e per la meccanica. Non solo consolidò il sistema copernicano, ma con le sue due prime leggi rese possibile istituire i calcoli precisi delle posizioni planetarie in cielo. In base alla sua terza legge e alle conseguenze di questa Newton poté scoprire la legge dell'attrazione universale, che aprì le porte alla scienza della matematica celeste. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Thomas Kuhn Thomas Kuhn è nato a Cincinnati, nell’Ohio, nel 1922. Storico e filosofo statunitense, si è formato nell’ambito di studi di fisica, ottenendo il dottorato all’Università di Harvard. Si interessò poi alla storia della Scienza pubblicando un’importante monografia sulla nascita dell’astronomia (La Rivoluzione copernicana, 1957). Nel 1962 pubblica “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, opera che, in pochi anni, lo renderà famoso in tutto il mondo filosofico e scientifico. La sua carriera universitaria lo ha visto docente di storia della scienza e, in seguito, di Filosofia della Scienza ad Harvard, Berkeley, Princeton e presso il M.I.T. E’ morto nel 1996. Comportamenti cognitivi Radici della cultura europea Thomas Kuhn In seguito ai suoi studi di storia della scienza, Kuhn ha sottolineato come i momenti rivoluzionari rappresentano solo una minima parte della storia della scienza. Le rivoluzioni scientifiche che segnano i diversi momenti della storia della scienza non vanno considerate come confutazione di singole ipotesi o di teorie fino a quel momento accettate, ma come mutamenti complessivi degli orientamenti teorici, delle assunzioni metafisiche e delle procedure sperimentali che caratterizzano una data comunità scientifica. L’insieme di tali orientamenti è chiamato paradigma: le rivoluzioni scientifiche sono il passaggio da un paradigma all’altro. La prevalenza di un dato paradigma segna una fase di scienza normale in cui gli scienziati sono invitati alla soluzione dei problemi che possono essere formulati o risolti con i concetti e gli strumenti propri del paradigma. Gli scienziati non operano per mettere in crisi le teorie in cui credono, bensì nella convinzione che all’interno di esse si possa trovare la soluzione a tutti i problemi che emergono. La ricerca svolta all’interno di un paradigma può imbattersi in anomalie, ovvero in problemi che non appaiono risolvibili all’interno del paradigma e che si presentano come una violazione delle aspettative alimentate dal paradigma. Il riconoscimento di un’anomalia, tuttavia, non è sufficiente, di per sé, a provocare una rivoluzione scientifica. Esso dà luogo a una situazione di crisi nella quale la comunità cerca di negare o di ridimensionare l’anomalia stessa, sforzandosi di introdurre degli aggiustamenti nel paradigma in modo da renderne ragione. L’accumularsi di anomalie che non riescono a trovare soluzione all’interno del paradigma dominante, apre un periodo di crisi (scienza straordinaria o rivoluzionaria) caratterizzato dall’elaborazione di nuovi concetti e dalla ricerca di nuove ipotesi sperimentali, che sfocia infine in una rivoluzione scientifica contraddistinta dall’adozione di un nuovo paradigma che si sostituisce al precedente. In ogni caso, il vecchio paradigma non viene mai abbandonato, per quanto inadeguato esso possa rivelarsi, per quanto compromesso da anomalie, finché non emerge un nuovo paradigma che possa sostituirsi ad esso. La decisione di abbandonare un paradigma è sempre al tempo stesso la decisione di accettarne un altro. L’adozione di un nuovo paradigma istituisce, di fatto, una nuova comunità scientifica, che non è in grado di comunicare adeguatamente con la vecchia poiché i propri costrutti teorici sono incommensurabili con i precedenti, poiché usa un linguaggio diverso e i suoi concetti, anche se talvolta si servono degli stessi termini, attribuiscono a questi un significato differente non riconducibile al precedente (incommensurabile). Radici della cultura europea Tycho Brahe Tycho Brahe nacque nel 1546 e morì nel 1601. In astronomia, fu l’auctoritas della seconda metà del secolo. Federico II di Danimarca fu grande protettore di Brahe al quale diede, oltre ad uno stipendio, l’isola di Hven, nello stretto di Copenhagen. Su quest’isola Brahe fece costruire un osservatorio, laboratori, una stamperia privata e, aiutato da numerosi assistenti, lavorò dal 1576 al 1597 e raccolse un’enorme quantità di precise osservazioni. Dopo la morte di Federico II il successore non si comportò da mecenate nei confronti di Brahe, il quale nel 1599 si trasferì a Praga al servizio dell’imperatore Rodolfo II. Nel 1577, studiando il movimento delle comete, riuscì a dimostrare che le sfere cristalline della cosmologia tradizionale, concepite come fisicamente reali e destinate a trasportare i pianeti, in realtà non esistono. Comportamenti cognitivi Francis Bacon Tra primi rappresentanti della discussione sul metodo, vi è l’inglese Francis Bacon (Londra 1561 - 1626) . Egli aveva avviato una critica nei confronti dell’aristotelismo e affermava che l’esperienza è la fonte principale della conoscenza. Per Bacon la mente umana è ottenebrata da errori che egli chiama idola, dando così origine alla teoria degli idoli. Classifica questi errori in idola tribus, idola specus, idola fori e idola theatri. Nella sua opera, il “Novum Organum” ridefinisce un nuovo metodo induttivo fondato sull’osservazione di esperienze reali e non astratte, in cui è richiesta gradualità nel passare dalle osservazioni alle affermazioni universali. Bacon individua la conoscenza nelle forma e determina un nuovo metodo basato sulla classificazione e l’analisi dei dati, proponendo tre tavole: - la tavola di presenza - la tavola di deviazione - la tavola dei gradi. Successivamente, con l’interpretazione dei dati e la convalida delle ipotesi si possono eseguire esperimenti che permettano dio mettere in pratica le conoscenze. 1589 – Pisa – Studio dei gravi 1592 – Padova – Cattedra di matematica 1609 – Padova – Utilizzo del cannocchiale 1610 – Padova – Sidereus Nuncius 1610 – Pisa – Cattedra di matematica 1615 – Roma – Denuncia papale 1616 – Roma – Condanna eliocentrismo 1632 – Pubblicazione de “I dialoghi sui sistemi” 1633 – Roma – Processo 1633/42 – Arcetri (Fi) – Esilio massimi Il processo a Galileo LUGLIO 1631: L’Inquisizione di Firenze ordina di bloccare la diffusione del Dialogo. OTTOBRE 1631: Galileo riceve l’ordine di recarsi presso il commissario dell’Inquisizione. APRILE 1632: gli viene chiesto un resoconto dell’incontro svoltosi nel 1616 (anno dell’editto anticopernicano) con il Cardinal Bellarmino; Galileo ammette di non ricordare l’ingiunzione di cui gli parlava un documento specifico che l’accusa gli rinfacciava. MAGGIO 1632: G. ammette di aver commesso degli errori e si giustifica con la sua “cadente vecchiezza”. GIUGNO 1632: G. viene minacciato di tortura. 22 GIUGNO 1632: G. viene trasferito in S. Maria della Minerva e abiura. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Tolemaico e Copernicano Il titolo dell’opera fu imposto a Galilei delle autorità ecclesiastiche che avevano giudicato quello da lui proposto come troppo sbilanciato a favore di Copernico ( Dialogo sul flusso e reflusso dei mari). Pubblicato nel 1632, rappresenta il più importante tentativo compiuto per convincere la cultura dell’epoca della verità della teoria eliocentrica copernicana. Galilei immagina che la discussione si svolga a Venezia, sviluppandosi in quattro successive giornate, ciascuna dedicata ad un tema prevalente. Gli interlocutori sono tre: Simplicio: il borioso sostenitore della cosmologia aristotelica e scolastica. Sagredo: un cultore non professionale della scienza, entusiasta del copernicanesimo. Salviati: scienziato di professione, incarna la coscienza critica della nuova scienza ed è quindi considerato il portavoce della posizione di Galileo. Il contenuto del Dialogo si suddivide in: 1° giornata: discussione critica della cosmologia tradizionale. 2° giornata: discussione sul moto della Terra attorno al proprio asse. 3° giornata: discussione circa la rotazione della Terra attorno al Sole. 4° giornata: discussione sulle cause delle maree. La scienza nel Seicento Nel Seicento, si verifica una ricchissima fioritura del pensiero scientifico, che nel giro di due secoli sconvolge le convinzioni sulla posizione della Terra al centro del sistema solare e dell' Uomo sul pianeta, consolidate da secoli.Il cambiamento portato dal nuovo sapere scientifico si è però attuato dopo un lungo corso non privo di contraddizioni. All'origine della rivoluzione, gli scienziati non avevano delle conoscenze proprie del sapere scientifico poichè molto spesso ebbero delle concezioni contrastanti e furono influenzati da tradizioni per nulla scientifiche, come quella neoplatonica e magica. Con il passare del tempo la scienza stava conquistando il punto basilare della sua autonomia : l' OGGETTIVITA'. Infatti le nuove teorie scientifiche molto spesso contrastavano a tal punto l'autorita' assoluta delle Sacre Scritture che il nuovo sistema di Copernico sembrava voler prendere il posto della ben piu' autorevole e seguita fonte di quel periodo. Così fu per certe posizioni dei padri della scienza come quella di Galilei, che certo non voleva negare l'autorevolezza del Cristianesimo, ma voleva semplicemente separare la scienza dalla fede; ma anche questa tesi non venne mai accettata dalla chiesa. La scienza cominciò ad avere la sua autonomia proprio grazie a quel nuovo metodo scientifico di cui si servì lo stesso Galilei che diede il contributo decisivo alla rivoluzione scientifica. Infatti ora le teorie potevano essere saldamente dimostrate dall'esperimento e c'era la possibilità di verificare continuamente e pubblicamente i risultati cui gli scienziati pervenivano. L'esperimento segnava definitivamente il superamento della tradizionale divisione tra lavoro teorico e pratico. La scienza basata sulla pratica doveva necessariamente fare riferimento al mondo della tecnica per dotarsi degli strumenti indispensabili all' attività di laboratorio. Non a caso nel Seicento si succedono nuove invenzioni utilissime per la stessa scienza. In questo vasto panorama si inseriscono studiosi come Copernico, Brahe, Keplero e Newton,e si apre la diatriba tra razionalisti ed empiristi che sarà destinata a protrarsi fino al tardo illuminismo. La scienza del SEICENTO si differenzia da quella aristotelica per il suo carattere quantitativo e meccanicistico, mentre la filosofia precedente (quella medioevale),era dominata dal tomismo (filosofia di S. Tommaso), cioè dall’ interpretazione scolastica dell’aristotelismo, secondo la quale l’analisi della natura (= fisica) doveva basarsi sugli aspetti QUALITATIVI della materia: per esempio la tendenza naturale del fuoco era di collocarsi al suo “posto” (in alto), la tendenza dell’acqua era di muoversi verso il suo “luogo naturale” (il basso). La scienza aristotelica era di tipo FINALISTICO, cercava cioè il “fine” di ogni oggetto (il fine dell’acqua è di arrivare in basso),la sua “essenza”, mentre nella scienza del seicento si ignora l’aspetto qualitativo e finalistico per puntare su quello quantitativo (= misurabile) e CAUSALE (di ogni materia e di ogni azione si cerca la CAUSA, non il fine). I Rapporti fra Scienza e Fede Galilei era profondamente cristiano e davanti a ciò che vedeva col suo monocolo (un universo immenso, pieno di irregolarità, senza sfere perfette e senza nessun centro), si poneva il rapporto fra scienza e fede. Concluse che scienza e fede non interferiscono dato che lavorano su piani separati: la fede parla delle cose dei cieli, la scienza di quelle di questo mondo. Le sue scoperte contrastavano con alcuni passi della Bibbia: nell'Antico Testamento si dice come Dio tenne il Sole fermo per tre giorni per permettere a Giosué e agli ebrei la vittoria sul nemico, mentre invece è la Terra a girare intorno al Sole. Galilei osserva che la Bibbia non è un trattato d'astronomia e che la Scrittura ispirata parlava agli antichi nel linguaggio d'allora, con delle esagerazioni che son tipiche del genere della letteratura guerriera. Fermare il Sole, visto dalla Terra, ha lo stesso effetto di fermare la Terra per tre giorni, ossia vedere sempre il Sole a mezzogiorno per avere una forte luce. Tre giorni, ma anche pochi minuti è un tempo impossibile che comprometterebbe la vita sul nostro pianeta: questo e altri passi hanno contenuti non scientifici che portarono Galilei a parlare non solo di questioni di linguaggio, ma che la Bibbia non parla ed è separata dalla scienza. Infatti Galilei dichiarerà: "Io crederei che l'autorità delle Sacre scritture avesse avuto solamente la mira a persuader a gli uomini quegli articoli e preposizioni, che son necesarie per la salute loro, e superando gni umano discorso, non potevo per altra scienza né per altro mezzo farcisi credibili, che per bocca dello stesso Spirito Santo" .Nasce così la teoria galileiana secondo la quale esistono due libri che sono in grado di rivelare la verità: uno è la Bibbia che ha puramente valore salvifico e di purificazione dell'anima, l'altro è l'universo, che a differenza del primo va letto in maniera scientifica e quindi per essere ben interpretato deve essere studiato oggettivamente. Secondo Galileo i due libri essendo opera di un unico Autore, non potevano contraddirsi. Comunque aggiunse che non si poteva "con certezza asserire che tutti l’interpetri parlino inspirati divinamente“Tuttavia, indifferente alla visione di Galileo dell'armonia e complementarietà di scienza e fede, la Chiesa Cattolica censurò e condannò all'Indice le opere di Copernico e Galileo fino al 1823. Radici della cultura europea Niccolò Cusano Filosofo di impostazione platonizzante e perciò influenzato anche dalla filosofia pitagorica che poneva a fondamento della realtà il “numero” e quindi la matematica, Cusano applica la matematica anche in campo teologico:per parlare di Dio infatti occorre uno strumento alternativo al nostro linguaggio il quale, essendo finito, non riesce a fornire argomentazioni esaurienti riguardo a un tema che è propriamente infinito: Dio. Dall’impossibilità di una teologia affermativa nasce la necessità di una teologia copulativa, cioè affermativa e negativa contemporaneamente, che non può rispettare quindi il principio di non contraddizione. Da ciò emerge il carattere paradossale dell’infinità divina che Cusano esprime attraverso l’immagine della coincidentia oppositorum. Per farlo ricorre a simboli matematici. La linea retta e la linea curva, per esempio, sono distinte e addirittura opposte tra loro. Ma una circonferenza “massima”, ossia di diametro infinito, risulterebbe identica a una linea retta, ossia a una linea la cui curvatura sia “minima”. La retta e il circolo, il minimo e il massimo, trovano nell’infinito la loro coincidenza. Così in Dio, essendo infinito, massimo e minimo assoluto coincidono. Tuttavia Cusano riconosce che non si possa arrivare a una vera conoscenza dell’infinto. Questa profonda consapevolezza del limite della ragione si traduce nella definizione della nostra conoscenza come solo “congetturale”, ipotetica. Conoscere significa paragonare, cioè istituire analogie e proporzioni. “La proporzione esprime convenienza e, ad un tempo, alterità rispetto a qualcosa, e perciò non la si può intendere senza impiegare i numeri. Il numero, che costituisce la proporzione, non c’è soltanto nell’ambito della quantità, ma c’è anche in tutte le altre cose che, in qualsiasi modo, possono convenire o differire fra loro per la sostanza o per gli accidenti.” Ecco quindi che al numero, che esprime unità e molteplicità, uguaglianza e differenza, ed è l’essenza della comparazione, viene attribuito un valore cognitivo in tutti i campi della conoscenza: si ha una rivalutazione della matematica.