Chiesa della Santissima Trinità Concerto di Natale Nasce per me, oggi. Crema, 14 Dicembre ore 21 Coro Pregarcantando Organista Simone Della Torre Direttore Don Giacomo Carniti Programma Prima parte 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Veni Redemptor gentium - Inno ambrosiano per l’Avvento Nun Komm, der Heiden Heiland - Corale (Arm. J.S. Bach dalla Cantata BWV, 36, 8) Nun komm, der Heiden Heiland (J. S. Bach - per organo 2 Tast. e Ped. BWV 659) Psallite, unigenito (M. Praetorius) Magnum nomen (B. Pękiel) Dies sanctificatus (G.P. da Palestrina) Natale nelle nazioni europee: Riu Riu Chiu, anonimo s. XVI (Spagna) Cantique de Nöel, C. Adam (Francia) Greensleeves, melodia inglese (Inghilterra) Stille Nacht, F. Gruber (Austria) Ring Christmas Bells, M.D. Leontovyč (Ucraina) Seconda parte 8. Pastorale (A. Guilmant - dalla Sonata n. 1 op. 42 per organo) 9. In dulci jubilo 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. monodico (soprano) – (F.W. Zachau) corale – (J.Klug/Rusconi) Sia laudato S. Francesco - lauda dal laudario di Cortona Fratello Sole, sorella Luna (R. Ortolani arm. L. Pietropoli) Ding dong, merrily on high - melodia francese del XVI sec. L’Inverno: Largo (A. Vivaldi - trascr. per organo Da “Le Quattro Stagioni” op. 8/4 – RV 297) Christmas Lullaby (J. Rutter) Gloria in altissimis Deo (C. Saint-Saëns) Hark! The herald Angels sing (F. Mendelssohn) Prima parte 1. Veni Redemptor gentium - Inno ambrosiano per l’Avvento 2. Nun Komm, der Heiden Heiland - Corale (Arm. J.S. Bach dalla Cantata BWV, 36, 8) 3. Nun komm, der Heiden Heiland (J. S. Bach - per organo 2 Tast. e Ped. BWV 659) L’evento dell’incarnazione è il gioioso epilogo di una millenaria attesa che, nella liturgia cattolica, è rappresentata dal periodo dell’Avvento. In esso la Chiesa rivive l’impaziente invocazione splendidamente sintetizzata dall’inno Veni Redemptor Gentium, opera certa di Sant’Ambrogio e assoluto capolavoro di poesia teologica : «Vieni o Redentore dei Popoli, manifesta il parto della Vergine, si meravigli tutto il mondo, tale è il parto che si addice a Dio». La melodia ambrosiana, pur con adattamenti e modifiche, si è conservata perfettamente riconoscibile in innumerevoli ed ininterrotti utilizzi, tanto negli ambienti cattolici che presso le comunità riformate, fino a tutto il romanticismo. L’antico inno è qui presentato sia nella originale versione monodica che in una successiva declinazione corale a 4 voci di J. S. Bach, il quale mise in musica la celebre traduzione dell’amatissimo inno eseguita da Lutero nel 1524: Nun Komm der Heiden Heiland. Sempre di Bach viene infine proposto un preludio-corale per organo (BWV 659) tratto dalla raccolta dei Corali di Lipsia. Il brano è costruito su un triplice piano: il basso che incede con ieraticità nello stile “continuo”, la sezione del tenore e del contralto che si muovono in imitazione e, infine, il cantus firmus ornato al soprano che realizza una delle più intense e meditative fioriture melodiche mai scritte. 4. Psallite, unigenito (M. Praetorius) «Cantate salmi a Cristo, unigenito figlio di Dio, al Signore e redentore, al bambino che giace nel presepio». Con questo esultante invito a lodare il Bimbo-Salvatore, splendidamente simboleggiato dall’incalzare delle prime note, inizia la nostra esplorazione della vastissima tradizione musicale intorno al Natale. Il testo del mottetto, seguendo l’invito di Lutero ad annunciare il messaggio divino nella lingua del popolo, accosta i versi latini a strofe in antico tedesco. Il brano è di Michael Praetorius, coltissimo e geniale musicista di cultura germanica vissuto a cavallo tra il Rinascimento ed il primo Barocco. Figlio di un Pastore luterano, fu maestro indiscusso di contrappunto e autore di una vastissima e raffinata produzione sacra, ricca di circa 1200 opere. 5. Magnum nomen (B. Pękiel) Bartłomiej Pękiel è stato tra i maggiori compositori attivi in Polonia tra 1630 ed il 1670, autore tra l’altro del primo Oratorio in lingua polacca. Lavorò come maestro della Cappella Reale di Varsavia alla corte di Ladislao IV Vasa e, successivamente, come Maestro di Cappella presso la Cattedrale di Cracovia. «Magnum Nomen» è una delle sue 30 composizioni sacre sopravvissute alle diverse devastazioni belliche che interessarono il territorio polacco dopo il 1655. Si tratta di un lavoro breve ma di grande freschezza ritmica che ben esemplifica l’abilità del compositore nel dominare lo stile polifonico del barocco maturo. Il testo: «Grande è il nome del Signore: Emanuele annunziato da Gabriele, oggi è apparso in Isarele» è un festoso invito alla gioia per l’avverarsi della salvifica promessa divina. 6. Dies sanctificatus (G.P. da Palestrina) Per musicare uno dei suoi più celebri ed ispirati mottetti natalizi il «princeps» della polifonia romana sceglie il testo dell’antico versetto alleluiatico proprio del giorno di Natale : «Un giorno santo è spuntato per noi: venite popoli ed adorate il Signore: poichè oggi una grande luce è discesa sulla terra». La sapiente costruzione melodica restituisce con vivide evocazioni musicali le immagini suggerite dal testo, come l’accorrere tumultuoso delle genti o la ripida discesa della grande luce. L’intreccio pur rigoroso delle voci non è mai a scapito della chiarezza, sia testuale che armonica, ed è una luminosa testimonianza del fondamentale contributo dato da Palestrina al rinnovamento della musica liturgica post-tridentina. Il mottetto, che si chiude con un animato ritmo ternario, nella sua ultima parte mette in musica il testo iniziale del graduale del giorno di Pasqua, fatto curioso ma forse non privo di significato. Sul tema di questo mottetto Palestrina comporrà anche una delle sue più suggestive Messe a 4 voci. 7. Natale nelle nazioni europee: Riu Riu Chiu, anonimo s. XVI (Spagna) Cantique de Nöel, C. Adam (Francia) Greensleeves, melodia inglese (Inghilterra) Stille Nacht, F. Gruber (Austria) Ring Christmas Bells, M.D. Leontovyč (Ucraina) Tra le festività religiose, per i suoi temi emotivi e poetici, il Natale è sicuramente quella che maggiormente ha ispirato vaste tradizioni artistiche e profonde ritualità popolari in ogni area geografica del mondo. A riprova di ciò, viene ora proposto un breve «tour» alla scoperta di alcune espressioni musicali divenute, nel tempo, emblema natalizio di alcuni paesi europei. Si parte da occidente con la Spagna ed il vivace Riu Riu Chiu. Si tratta di un «villancico» (ossia un canto popolare o contadinesco) di origine rinascimentale rinvenuto nel Cancionero de Uppsala e attribuito al grande Mateo Flecha il Vecchio. Sotto la veste di un irresistibile ritmo disseminato di sincopi si racconta la sfida tra il lupo «rabioso» e il Dio «poderoso» che protegge l’agnellina. Il secondo Paese nel quale facciamo sosta è la Francia con il famosissimo Cantique de Nöel del compositore Adolphe Charles Adam, nato e vissuto a Parigi nella prima metà dell’ottocento. Meglio conosciuto come "Minuit, Chrétiens" il brano, dalla profonda e romantica vena lirica, venne tradotto in inglese con il titolo "O Holy Night", e divenne in breve un successo mondiale. Fu il primo brano trasmesso in radio. Terza tappa in Inghilterra con uno dei «songs» più amati di sempre, Greensleeves. La struggente melodia, composta secondo una inattendibile leggenda da Enrico VIII per Anna Bolena e citata persino da Shakespeare in « Le allegre comari di Windsor », è di origine profana e di soggetto amoroso. Nella seconda metà dell’800 il compositore J. Stainer adattò alla celebre melodia il testo di un inno natalizio del poeta William Chatterton Dix: «What Child Is This?» e da allora il song è comunemente eseguito nelle feste di Natale in tutto il Regno Unito. Il viaggio prosegue verso l’Austria con uno dei brani presenti nelle liturgie natalizie di tutto il mondo: Stille Nacht, noto in Italia con il titolo «Astro del Ciel». Il testo è del sacerdote Joseph Mohr e fu musicato ed eseguito da Franz Xavier Gruber per il Natale del 1818. Una melodia semplice e toccante, costruita sulle armonie fondamentali, è alla base della sua enorme diffusione. L’ultima tappa ci porta in Ucraina con un irresistibile brano scritto nel 1916 da Mykola Dmytrovyč Leontovyč, compositore ucraino vissuto tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi del ‘900. Il canto (in origine intitolato Shchedryk) è basato su un vivace ritmo ostinato mutuato dall’antico metro greco del «coriambo» (—∪ ∪ —, lunga, breve, breve, lunga) ed era in origine dedicato all’evocazione del volo di una rondine che anticipa, nel gelido inverno, l’arrivo della primavera e di un nuovo anno. Adattato negli anni trenta negli Stati Uniti al celebre canto natalizio Carol of the Bells, il brano è stato arrangiato in numerosi generi musicali, dal jazz al metal, dal pop al rock. Seconda parte 8. Pastorale (A. Guilmant - dalla Sonata n. 1 op. 42 per organo) Compositore francese attivo principalmente nella seconda metà dell’800, Félix Alexandre Guilmant è stato per 25 anni organista della chiesa della Sainte-Trinité a Parigi dove era presente uno splendido organo di Aristide Cavaillé-Coll. Fu principalmente influenzato dai grandi autori romantici quali Saint-Saëns, Franck e di suoi contemporanei come Widor, ma il suo interesse si rivolse anche alla musica gregoriana, nelle cui antiche modalità compose ben sessanta interludi. La Pastorale che ascoltiamo è tratta dalla sua celebre e fastosa Prima Sinfonia per organo e orchestra op. 41 eseguita nel 1878. L’andamento, dolcemente scandito in 12/8, ci offre una suggestiva melodia che, pur sostenuta da moderne armonie, guarda anche all’ariosa tradizione barocca. 9. In dulci jubilo - monodico (soprano) – (F.W. Zachau); corale – (J.Klug/Rusconi) Il canto natalizio “In Dulci Jubilo”, redatto con una maccheronica alternanza di latino e tedesco medievale, è l’opera di un mistico. Il monaco tedesco Heinrich Seuse racconta nel 1328 di averlo sentito cantare da un angelo in una danza di adorazione. La melodia sembra conservare l’ispirazione paradisiaca poiché da un elementare disegno in ritmo ternario sprigiona una gioia luminosa e profonda. La sua bellezza catturò l’attenzione dei maggiori compositori dell’epoca rinascimentale e barocca, da Buxtehude a Bach. Fin dai primi decenni del 500 fu accolto tra i Corali indirizzati da Lutero al canto liturgico. Il nostro coro lo propone in una duplice versione: monodica con un accattivante accompagnamento organistico di Friedrich Zachow, maestro del giovanissimo Haendel, e nella versione melodica apparsa nel 1533 nell’innario luterano di Joseph Klug elaborata a 4 voci da Gian Luigi Rusconi. 10. Sia laudato S. Francesco - lauda dal laudario di Cortona 11. Fratello Sole, sorella Luna (R. Ortolani arm. L. Pietropoli) “Sia Laudato San Francesco” è un omaggio alla tradizione del medioevo italiano. Si tratta infatti di una lauda presente nella più antica raccolta di musica italiana in lingua volgare, conosciuta come Laudario di Cortona, risalente alla seconda metà del XXIII° secolo e ritrovata solo nel 1876. Dalla bella ed antica Lauda - nata dalla popolare ammirazione per il “giullare dio Dio”, segnato come Cristo nelle piaghe dolorose della croce - fu tratta da Riz Ortolani la colonna sonora del film Fratello sole e sorella luna diretto da Franco Zeffirelli nel 1972. Arricchita con un testo genericamente ispirato al francescano Cantico delle creature, la musica di Ortolani è divenuta subito assai popolare. Il Coro Pregarcantando la ripropone nella suggestiva armonizzazione di Lamberto Pietropaoli. 12. Ding dong, merrily on high - melodia francese del XVI sec. Al rinascimento francese risale la melodia di un altro celebre song della tradizione inglese, Ding Dong Merrily on High, apparso in una raccolta di canti natalizi del 1924. Si tratta di una vivace danza dal ritmo deciso e dal sapore popolare attribuibile al noto coreografo Thoinot Arbeau, pubblicata per la prima volta nel 1588. La danza ebbe grande fortuna alla corte dei Tudor e, per questo, divenne assai nota nella tradizione inglese. La versione corale eseguita è opera del compositore irlandese tardo romantico Charles Wood. 13. L’Inverno: Largo (A. Vivaldi - trascr. per organo Da “Le Quattro Stagioni” op. 8/4 – RV 297) Una tradizione vuole che durante il periodo natalizio la musica parli anche dei rigori invernali che segnano, come l’avvento, il periodo di gestazione della rinascita della natura. Una delle evocazioni più conosciute è il quarto concerto dell’op. 8 (Il Cimento dell'armonia e dell'Inventione) di Antonio Vivaldi, meglio noto come “L’Inverno”, ultima delle Quattro Stagioni. Si tratta di una musica “a programma” che descrive le atmosfere cupe e desolate della stagione fredda. Di questo concerto verrà eseguito, in una trascrizione organistica, il secondo movimento, il Largo. Nei sonetti che accompagnano la musica vivaldiana, a proposito di questo brano si legge: “Passar al foco i dì quieti e contenti / Mentre la pioggia fuor bagna ben cento” 14. Christmas Lullaby (J. Rutter) Il londinese John Rutter, è uno dei più apprezzati autori ed arrangiatori di musica corale dei nostri giorni. Il suo stile eclettico unisce le influenze della musica corale delle scuole inglesi e francesi contemporanee con le suggestioni della musica leggera e popolare americana. La sua Ninna Nanna di Natale, qui proposta, è ormai entrata nel repertorio natalizio più diffuso. Una felice linea melodica pervade l’intera pagina ricca di dinamica espressiva e di alternanze timbriche. 15. Gloria in altissimis Deo (C. Saint-Saëns) Gloria in altissimis Deo è il primo brano corale dell’“Oratorio pro nocte nativitatis Christi” che Camille Saint-Saëns scrisse in 11 giorni all’età di 23 anni su commissione della Chiesa della Madeleine dove l’anno precedente era stato nominato Organista. Straordinario fanciullo prodigio, si distinse per lo stile sempre elegante, la fluidità melodica ed il perfetto equilibrio della scrittura. L’intento, esplicitamente dichiarato in calce al Preludio pastorale dell’Oratorio, è quello di rievocare lo stile di Johan Sebastian Bach che al Natale aveva dedicato un fastoso e monumentale Oratorio. Tuttavia le atmosfere di Saint Saens, al di là delle dichiarazioni di intenti, privilegiano un lirismo di stampo francese adottando sonorità velate, calde e di gusto squisitamente romantico. Il testo musicato è tratto direttamente dalla liturgia latina con specifico riferimento al racconto evangelico ed alle citazioni profetiche. Il brano proposto ci offre un momento intensamente gioioso che, dopo lo squillante incipit, si intensifica in un brillante e rapido svolgimento fugato. 16.Hark! The herald Angels sing (F. Mendelssohn) “Ascoltate! Gli angeli messaggeri cantano “Gloria al Re appena nato”. Recita il testo di questo inno che nasce da un adattamento ottocentesco dell’ode natalizia che il poeta e pastore Charles Wesley scrisse nel 1739. Nei decenni successivi il testo fu intonato su diverse melodie fino a che trovò, dopo il 1855, il suo approdo definitivo nelle note della maestosa Cantata profana che Felix Mendelssohn aveva composto - per coro maschile e doppia orchestra di ottoni e timpani - nel 1840 in occasione delle celebrazioni gutemberghiane a Lipsia. La solennità della musica fece sì che per decenni il canto fosse uno dei pochissimi brani natalizi ammessi nelle liturgie ufficiali della Chiesa anglicana. Alle armonie ricavate dall’orchestrazione di Mendelssohn, dal 1960 viene comunemente aggiunto nell’ultima strofa un discanto acuto scritto dal David Willcocks; ed è in questa versione che la ascolterete. Aronne Mariani