n. 283 25 agosto 2014 STAR WARS GP BELGIO Rosberg a Spa getta la maschera e fa fuori Hamilton con una mossa... alla Hamilton. Ormai è guerra aperta fra le due stelle della Mercedes: Lauda e il team come reagiranno? Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Silvano Taormina Filippo Zanier Tecnica: Paolo D’Alessio Produzione: Marco Marelli © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 Fotografie: Photo4 Actualfoto Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 Il graffio di Baffi FORMULA 1 GP BELGIO PANICO 4 MERCEDES Una probabilissima ennesima doppietta per la Casa di Stoccarda va in fumo a causa di una manovra scellerata di Rosberg al secondo giro. Wolff minaccia punizioni per il tedesco che però nel Mondiale è tornato avanti di 29 lunghezze e ormai non sembra più interessato a ricucire il rapporto con Hamilton 5 FORMULA 1 GP BELGIO Filippo Zanier Doveva essere una cavalcata inarrestabile, dopo i due secondi rifilati ai rivali più vicini in qualifica. Poteva essere l'ennesima doppietta della stagione, perché dopo appena un giro il vantaggio delle due Mercedes su Vettel era già di 1"6 e le due W05 Hybrid sembravano una volta di più su un altro pianeta. Poi, come se il circuito di Spa fosse entrato improvvisamente in una realtà parallela, al secondo giro del GP il weekend da sogno della Casa di Stoccarda si è trasformato in un incubo. Nico Rosberg, che era stato infilato da Lewis Hamilton al via, ha affiancato il pilota britannico all'esterno all'ingresso di Les Combes e ha cercato il sorpasso impossibile nel cambio di direzione. Impossibile, appunto: l'ala anteriore del tedesco ha impattato pesantemente sul pneumatico posteriore sinistro della monoposto numero 44 e dopo un attimo (che è sembrato eterno) la macchina di Hamilton ha iniziato a scartare verso sinistra, diventando sempre più difficile da controllare. Foratura, tre quarti di giro da affrontare su tre ruote e gara rovinata per Lewis, sosta ai box per cambiare l'ala e rimonta fino alla seconda posizione per Nico, che alla fine ha visto l'errore premiato dalla classifica: diciotto punti guadagnati sul compagno di squadra, con la classifica che ora recita un rassicurante più ventinove, lo stesso vantaggio che Rosberg aveva dopo il Red Bull Ring. 6 HAMILTON ACCUSA: L’HA FATTO APPOSTA Per molti nel paddock, però, la gara si è fermata al secondo giro. È stato così per i media, curiosi di sapere come la Mercedes potrà gestire un rapporto tra i due piloti che appare ormai compromesso. E’ sembrato lo stesso per il muretto del team di Brackley, dove Toto Wolff e Paddy Lowe fissavano i monitor che mostravano il replay con facce incredule. Tutti si aspettavano scintille, ma quando nel paddock sono arrivate le prime notizie dal meeting tenuto nel motorhome Mercedes dopo la gara, la realtà è sembrata superare la fantasia: "Ha ammesso di averlo fatto apposta - ha rivelato Hamilton parlando di Rosberg - ha detto che poteva evitare la collisione, ma ha scelto di non farlo perché voleva dimostrare qualcosa. Non dovete fidarvi di me per forza, chiedete a Toto e Paddy, sono arrabbiatissimi con lui". Per quanto incredibile potesse sembrare, inizialmente un portavoce Mercedes ha confermato che le dichiarazioni di Hamilton rispecchiavano "grosso modo" quello che era stato detto nella riunione. Poi a buttare acqua sul fuoco è arrivato Toto Wolff, negando la volontarietà: "Nico non l'ha colpito di proposito, è un'assurdità. Semplicemente non ha cambiato linea perché pensava che dovesse essere Lewis a cedergli lo spazio, voleva dimostrare qualcosa, che lui non avrebbe ceduto la linea". Al di là di questo, però, per il tedesco arriva comunque la condanna: "In ogni caso, voluto o no, per noi resta inaccettabile. Le nostre macchine potevano vincere e invece sono entrate in contatto al secondo giro. Ad attaccare è stato Nico, e non doveva farlo". ROSBERG PROVA A FARE IL DURO MA… Se c'è una cosa su cui sia il racconto di Hamilton sia quello di Wolff concordano, è che Rosberg voleva dimostrare qualcosa. Ma cosa significa? Significa che al dodicesimo GP della stagione, già oltre metà campionato, Nico ha sentito il bisogno di mettere un punto fermo che cambiasse il modo con cui Hamilton si relazionava a lui in pista. Lo abbiamo scritto più volte in questi mesi (in special modo dopo il Bahrain e l’Ungheria), quando si era trattato di duelli corpo a corpo fino a ieri tra i due era sempre stato Nico a tirare su il piede, e anzi, molte volte si era avuta la sensazione che fosse principalmente merito del giudizio di Rosberg se i due erano riusciti ad evitare il contatto a fronte di una certa spietatezza da parte di Hamilton. Un atteggiamento responsabile, quello del tedesco, che però rischiava di essere scambiato per debolezza. Ecco perché a Spa, Nico ha deciso che era ora di cambiare registro, di mostrare che da lì in poi, se voleva evitare di compro- 7 FORMULA 1 GP BELGIO mettere le proprie gare, anche Lewis doveva essere pronto a cedere centimetri. Una pretesa legittima, degna di un pilota che si sente prima guida, ma purtroppo per lui Rosberg ha sbagliato tutto: ha sbagliato i tempi, attaccando quando le due Mercedes non avevano ancora avuto tempo di costruirsi il cuscinetto di sicurezza che le loro prestazioni avrebbero garantito, e ha sbagliato le modalità dell'attacco. L'affondo a Les Combes è infatti apparso poco più che velleitario e la scelta di non rinunciare alla manovra neppure quando era chiaro che Hamilton aveva diritto di traiettoria, essendo abbondantemente davanti, non l'ha certo fatto apparire più forte agli occhi del paddock e del team. Kevin Magnussen, con le sue difese arcigne all'uscita della curva Rivage, ha dato una buona dimostrazione del tipo di manovra che permette a un pilota di crearsi la fama del "duro". L'attacco di Rosberg, invece, è sembrato più una ripicca da teenager e come tale è stato accolto anche dal pubblico di Spa, che l'ha sonoramente fischiato sul podio. L’AUTOLESIONISMO DI ROSBERG In realtà, al di là dei punti guadagnati in classifica, la mossa di Rosberg è stata decisamente autolesionistica, perché ha fatto passare in secondo piano l'ottimo lavoro che il tedesco stava facendo ancora una volta. In qualifica, su quella che Hamilton considera la sua pista e in condizioni di bagnato, generalmente ritenute terreno ideale del britannico, Nico aveva battuto Lewis ancora una volta, portando il confronto sul 7 a 4 e mostrando per l'ennesima volta che chi sottovaluta il suo talento sbaglia di grosso. Anche la sua gara, con la rimonta dopo il danno all'ala che lo ha costretto a una sosta supplementare, è stata decisamente positiva, specialmente tenendo conto che il suo assetto ad alto carico era ideale per le qualifiche e per una gara condotta in testa dall'inizio alla fine, ma non per una corsa in rimonta in mezzo al gruppo. Una gran prestazione insomma, passata decisamente in secondo piano a fronte dell'accaduto. HAMILTON NON CREDE IN UNA PUNIZIONE AL RIVALE Quello che sta accadendo, è inutile negarlo, sta anche rendendo sempre più difficile il rapporto tra Hamilton e la squadra. Il pilota di Stevenage, intervistato dal Guardian, si è espresso con scetticismo sulla possibilità che Rosberg venga punito duramente dal team. "Mi sembra di essere con le maestre ai tempi della scuola. Parlano, parlano tanto, ma alla fine non fanno mai nulla. Andrà così anche questa volta". Lewis è anche decisamente infastidito per come il team non abbia ascoltato le sue richieste di ritiro, fatte per radio ancora prima di metà gara. Nel giro completato per rientrare ai box dopo la foratura, infatti, i brandelli del pneumatico avevano danneggiato pesantemente il fondo della sua W05, rendendo di fatto inutile proseguire. "Non sono uno che molla - ha detto il britannico - se insistevo così tanto è perché avevo perso almeno cinquanta punti di carico e la macchina non stava più in pista, si muoveva troppo. Facevo fatica a recuperare sul- 8 la Lotus di Grosjean e anche una safety-car non avrebbe cambiato nulla perché ero troppo lento. Volevo risparmiare il motore, visto che ne ho già uno in meno rispetto a Rosberg". IL DILEMMA DI WOLFF La palla adesso passa in mano a Toto Wolff, che promette conseguenze per Rosberg e l'arrivo di ordini di scuderia tassativi per i piloti: "Ci piacciono le gare, siamo prima di tutto appassionati ed avendo due piloti che sono molto vicini in termini di prestazioni fino ad ora avevamo scelto di interferire il meno possibile. Ad oggi, però, questa filosofia ci è costata punti preziosi e non vogliamo passare per gli idioti che a fine stagione si trovano con niente in mano perché amano le corse e hanno lasciato i piloti liberi di lottare". Wolff ha ragione, anche perché con una vettura che sembra ancora nettamente superiore alla concorrenza un eventuale fallimento sarebbe da accollare solo ed esclusivamente a chi la squadra la gestisce in pista. Il fatto che nonostante il vantaggio tecnico delle W05 ben tre delle ultime sei gare siano state vinte da Daniel Ricciardo è significativo e preoccupante. Tra l'australiano e Rosberg ci sono infatti 74 punti, e con una Red Bull sempre più in forma e il punteggio doppio di Abu Dhabi non è il caso di vendere la pelle dell'orso prima di averlo fatto fuori. Wolff è anche consapevole dei mal di pancia di Hamilton e ci tiene a rassicurarlo: "Fino ad oggi abbiamo adottato la politica della lavata di capo, del buffetto. Oggi quella politica ha dimostrato i suoi limiti, evidentemente un buffetto non è abbastanza. Se Lewis pensa che Nico se la caverà con poco, non ha idea delle punizioni che potremmo adottare. Lo faremo, anche se non è questo il luogo per discuterne". Non resta, quindi, che rimanere in attesa per scoprire in quale modo l'ira della Mercedes si abbatterà su Rosberg. Di certo sarà difficile che la situazione si raffreddi a Monza, dove grazie alla potenza delle power unit create a Brixworth la lotta per la vittoria dovrebbe essere ancora una volta un affare in casa Mercedes. 9 FORMULA 1 GP BELGIO E ORA RICCIARDO CI CREDE Il terzo successo del 2014 lo ha spinto a 64 punti da Rosberg, e l'australiano fa già i conti con il punteggio doppio in palio ad Abu Dhabi. La sua stagione è già fenomenale, mentre per Vettel, che in Belgio ha rotto anche il quinto motore e in gara è finito settimo, è sempre più crisi profonda 10 11 FORMULA 1 GP BELGIO Stefano Semeraro Un sorriso vi travolgerà, avrebbero detto nel '68. E anche Daniel Ricciardo, a suo modo, è un rivoluzionario. Arrivato alla Red Bull con la fama di bravo ragazzo e l'etichetta di scudiero designato, fin dall'inizio ha iniziato a sbranare con quei suoi denti candidi e candidamente sempre esibiti le sicurezze del tetra-campeon Vettel. A Spa, la pista che consacra i fenomeni, ha dato il terzo morso al campionato – il secondo consecutivo, e il trionfo n.50 per la sua scuderia in F.1 - dopo quelli del Canada e dell'Ungheria, e ora si ritrova a 35 punti dall'Hamilton furioso e a 64 dal leader Rosberg. Mica male. «Se mi sento in lotta per il Mondiale? - ha detto dopo aver alzato la coppa in Belgio – Be', se arriverò ad Abu Dhabi con meno di 50 punti di svantaggio dal leader sarò ancora in gara aritmeticamente. Non è ancora finita». In Belgio, Daniel ha approfittato della faida in casa Mercedes e del nervosismo del suo compagno Vettel, ma ci ha messo anche del suo: gara perfetta, tenace, ma controllata, aggressiva, ma senza sbavature. Due soste, primi due stint con le 12 soft e ultimo con le medium, contro le tre utilizzate sia da Vettel sia da Rosberg. L'australiano ha sfruttato alla perfezione le caratteristiche della sua vettura, capace grazie alle soluzioni studiate da Newey di mantenere una buona aderenza anche con un assetto scarico. «In gara cerchi sempre di essere più costante possibile», ha detto. «Io avevo un buon passo, ho cercato di controllare i miei avversari. All'inizio ho passato Alonso, poi Sebastian quando è andato largo alla curva 10, e dopo il rientro ai box di Rosberg per via dell'ala rotta sono passato al comando. Nel finale sapevo che Nico dopo la terza sosta si sarebbe avvicinato e quindi ho cercato di guidare il più pulito e preciso che potevo. Le tre vittorie? Sono già di più di quello che speravo per quest'anno, ma ci sono gare che contano più delle altre e questa di Spa è stata davvero speciale. Il team è contento, e io mi divertendo un sacco». Chi si diverte decisamente meno è Vettel, passato in mezza stagione da campione inarrivabile a “spalla”. Come soffra la situazione lo si è visto anche in Belgio, con quell'assalto frenetico a Hamilton che gli è costato la seconda posizione dopo un bellissimo start. Per tutto il GP ha poi lottato da par suo, uscendo vincitore dal mini-Gp a quattro con Alonso, Magnussen e Button, ma i 52 secondi di distacco finale da Ricciardo pesano, eccome. E il broncio di insoddisfazione è evidente. E ad aggravare la situazione ci si è messo il quinto motore consumato della stagione che gli costerà 10 posizioni sulla griglia a Monza. Davvero un'annata difficile per il tedesco, che a Spa è stato visto conversare fitto fitto con Ecclestone e che secondo radio paddock potrebbe anche decidere di lasciare la Red Bull – destinazione McLaren – e innescare così una vertiginosa girandola di mercato. Con grande probabilità però, Seb vorrà capire se l'anno prossimo la Renault sarà in grado di fornire alla Red Bull una power unit più performante prima di cedere alla corte della McLaren e della Honda che sono più o meno disperatamente in cerca di un top-driver. «E' stata una gara dura, forse anche troppo dura – ha commentato - alla fine c'è stata una bella lotta, avevo fretta di risalire perché i giri stavano finendo e ovviamente Alonso e Button che avevano gomme meno fresche non hanno potuto difendersi al meglio da me e da Jenson. Forse abbiamo deciso di fare l'a sosta troppo tardi, ma alla fine è stato buono non perdere la posizione». Per provare a invertire la tendenza Sebastian ha deciso di cambiare ingegnere di pista, dall'anno prossimo al posto di Guillaume “Rocky” Roquelin arriverà Gianpiero Lambiase, un tentativo di dare una scossa al suo staff. Certo che da parte sua ripensare al passato prossimo deve essere un esercizio amaro. Appena l'anno scorso, proprio a Spa, Vettel aveva infilato la sua nona vittoria dell'annata e gridato via radio al box «dobbiamo goderci questi momenti finché durano, e ricordacene in futuro». Profetico. 13 FORMULA 1 GP BELGIO Il pilota finlandese ha disputato una gara intelligente che lo ha portato al quarto podio dell'anno. Sfortuna per Massa, rallentato da un detrito della gomma di Hamilton incastrato sotto il fondo della sua vettura LA WILLIAMS 14 S È BOTTAS 15 FORMULA 1 GP BELGIO Filippo Zanier Alla fine non ha deluso le aspettative. Accreditata non solo dei cavalli della power unit Mercedes, ma anche di una delle configurazioni più "scorrevoli" del Circus, la Williams era attesa a una grande prestazione su una pista veloce come Spa. Non a caso torna a Grove con il quarto podio nelle ultime cinque gare, chiaro segno non solo di una crescita prestazionale netta iniziata con l'arrivo dell'aerodinamica aggiornata a Barcellona, ma anche di una costanza che potrebbe rivelarsi fondamentale per un buon piazzamento nel mondiale costruttori dove il terzo posto della Ferrari è lontano solo dieci punti. Non sono, però, solo la macchina e il motore Mercedes a fare la differenza, perché a guidare il team nella recente striscia di ottimi risultati è solo uno dei due piloti: i quattro podi di cui sopra sono infatti tutti opera di Valtteri Bottas, che nel duello in classifica con Felipe Massa per il momento stravince 110 a 40. Il finlandese è quindi un tassello fondamentale del momento d'oro della scuderia di Grove, Un grintosissimo Massa 16 ed è sempre più leader all'interno di una squadra dove ha conquistato credibilità gara dopo gara. Spa è stata l'ennesima prova di qualità del pilota di Lahti (in realtà è nato a Nastola, poco lontano), fin dalla qualifica in cui ha portato la FW36 al sesto posto facendo ancora una volta meglio del più blasonato compagno di squadra. In gara, poi, la prestazione di Valtteri è stata ancora più incisiva: forte della potenza del motore Mercedes, e di una vettura con un rapporto carico/drag migliore rispetto a quello degli avversari, il pilota Williams ha lottato ancora una volta alla pari con i protagonisti del Mondiale. Nelle prime fasi di gara si è tolto la soddisfazione di passare Fernando Alonso mentre dopo la sua seconda sosta, al trentesimo giro, ha affiancato con facilità Sebastian Vettel sul rettilineo del Kemmel e lo ha passato con una gran manovra all'esterno all'ingresso di Les Combes. Infine, in una lotta tutta finlandese per l'ultimo gradino del podio, Bottas ha dovuto affrontare Kimi Raikkonen e forte anche di gomme più fresche rispetto a quelle della Ferrari ci è riuscito al quarantesi- mo passaggio, in questo caso sfruttando un'uscita migliore dal Raidillon e la maggiore velocità di punta sul lungo rettilineo. Non gli si poteva chiedere di più e tenendo presente che la prossima pista in calendario, Monza, potrebbe rivelarsi ancora più adatta alla FW36 di Spa, la striscia di podi potrebbe ancora allungarsi. Non pervenuto Felipe Massa, ma una volta tanto per colpe non sue. Al secondo giro, passando nella zona dell'incidente tra le due Mercedes, il brasiliano ha infatti raccolto un grosso pezzo di gomma perso da Hamilton, che si è incastrato sotto al telaio della sua monoposto. Inspiegabilmente gli uomini Williams non l'hanno tolto in occasione della prima sosta, e così Felipe lo ha dovuto gestire fino al secondo pit-stop, per un totale di 21 passaggi. Da lì in poi il suo ritmo si è trasformato, ma non è bastato per fare meglio di un anonimo tredicesimo posto finale. Un peccato, perché il team ha stimato l'handicap derivato dal detrito in ben due secondi al giro: in pratica, senza il contrattempo, Massa avrebbe potuto puntare tranquillamente alla top 5. 17 FORMULA 1 GP BELGIO Finalemente a Spa si è visto il vero Raikkonen CALO 18 La Ferrari sta lavorando a testa bassa per il futuro, nelle Ardenne aveva la chance di rialzare la testa, ma un banale errore umano ha mandato all'aria le chance di Alonso e fatto infuriare Mattiacci. La buona notizia è che Raikkonen, quarto, sembra aver finalmente trovato un feeling con la vettura Stefano Semeraro Un passo avanti e uno indietro. Kimi Raikkonen che finalmente si sveglia e appoggia sull'asfalto di Spa la sua miglior gara dell'anno – quarto posto e podio perso solo nel finale contro la Williams-Mercedes di Valtteri Bottas oggettivamente più veloce – e Fernando Alonso che la chance di lottare per quel podio l'ha vista sfumare subito, subitissimo, addirittura prima della partenza. Per colpa di una banalissima batteria. La sua monoposto in griglia ha avuto problemi di alimentazione, sarebbe bastata una batteria di riserva per ovviare al problema, ma i meccanici della Rossa l'avevano già (troppo frettolosamente) riportata nei box, così si sono dovuti trattenere più del consentito sulla griglia “regalando” allo spagnolo una penalità di 5 secondi. Alonso l'ha scon- tata al primo pit-stop: rientrato in pista nel traffico ha dovuto dare addio ai calcoli della strategia prevista e ha finito per lottare per il settimo posto invece che per i primi tre. Nando ha allungato di qualche centimetro la mascella incassando l'ennesimo disappunto di una stagione segnata, Marco Mattiacci è andato su tutte le furie: «A Spa, Kimi ha dimostrato di essere un grande pilota, ma non posso essere felice», ha spiegato il team principal della Ferrari. «Senza il problema in avvio avremmo centrato il podio. E' stata un'occasione persa. Se facciamo certi errori, poi non riusciamo a cogliere i risultati, proprio ora che bisognerebbe essere cinici. C'è stata disattenzione, la telemetria ci aveva dato dei segnali, ma non siamo stati bravi a interpretarla. E' un peccato perché i progressi del team stanno dando segnali importanti». DI TENSIONE 19 FORMULA 1 GP BELGIO Mattiacci ha ragione, e bisogna capire la sua rabbia. Ora che è impegnato su tanti fronti – la riorganizzazione interna del team, la progettazione della vettura 2015, l'avvio di un progetto che dovrò portare alla nascita di un team satellite della Ferrari (con telai Dallara e componentistica da Maranello, ma non di proprietà della Rossa) capace di finalmente di dare un futuro ai piloti usciti dalla Driver Academy, la restituzione alla Scuderia di un ruolo centrale... - è il fattore umano a tradire i sogni di Maranello. Un podio a Spa avrebbe dato più tranquillità a tutti anche in vista della gara di casa a Monza, fra quindici giorni, che si preannuncia tutt'altro che facile per la Ferrari. Tanto che in Belgio nelle libere sono state provate delle ali da utilizzare proprio a Monza, per scongiurare il pericolo di essere umiliati davanti al proprio pubblico dalle Mercedes. «Per la prima volta ho avuto una gara tranquilla, senza guai – ha commentato laconico come sempre il redivivo Raikkonen – ma io sono qui per vincere. La vettura è migliorata, il passo era buono, il quarto posto significa che stiamo andando nella direzione giusta. Ma non possiamo accontentarci. Avevo deciso di fare una gara d'attacco, la sosta anticipata mi ha permesso di superare chi non si era ancora fermato, ma quando alla fine Bottas si è avvicinato sapevo di non avere la velocità necessaria a resistergli». Un'analisi condivisa da Alonso, che nel finale di gara ha avuto di che ridire con Magnussen, che dopo un primo duello alla Rivage sul rettilineo lo ha chiuso con decisione costringendolo a mettere le ruote sull'erba. «Sapevamo che la velocità sarebbe stato il nostro problema, avevamo scelto un assetto più cari- co in vista delle qualifiche sotto la pioggia. In rettilineo perdevo anche di più perché a tratti il Kers non funzionava e abbiamo avuto problemi anche con il flusso di carburante. Ma senza la mia penalità (e grazie alle disgrazie di Hamilton, ndr) saremmo arrivati sul podio». Alonso ha dovuto arrendersi anche a Button e Vettel proprio all'ultimo giro, alla fine di un entusiasmante giostra di assalti e sorpassi che ha entusiasmato il pubblico. «Ho danneggiato l'ala anteriore toccando Vettel, e da lì non ho potuto difendermi. Con Magnussen c'è stato qualche comportamento al limite, ma alla fine se lotti per il 6° o il 7° posto non fa grande differenza...». Esatto. La differenza è che la Ferrari dovrebbe lottare per ben altri traguardi. Ma per quest'anno l'obiettivo è limitare i danni. Panico in griglia per il problema che ha ammutolito la F 14-T di Alonso 20 FORMULA 1 GP BELGIO COMPLIMENTI PER LO SPETTA Button e Magnussen hanno lottato senza risparmiarsi fra di loro e contro Ferrari e Red Bull. Il rookie danese ha pagato la difesa arcigna nei confronti di Alonso con una penalità che gli è costata sei posti, ma come il suo compagno di squadra si è divertito molto nel finale. E anche Boullier, per ora, si consola con lo show Stefano Semeraro Se l'obiettivo era lottare, è stato raggiunto. Se alla McLaren per il momento possono bastare il sesto posto agguantato da Jenson Button, e la determinazione feroce di Kevin Magnussen, dodicesimo dopo i venti secondi di penalizzazione beccati per aver sbattuto la porta in faccia a Sua maestà Alonso in rettilineo – il target a Spa è stato raggiunto. In attesa che con l'arrivo della Honda il futuro più o meno prossimo torn ad essere all'altezza delle ambizioni sconfinate di Ron Dennis. «Mi sono divertito un sacco un pista», ha buttato lì Button. «Specie nel finale con Magnussen, Alonso e Vettel. Con Kevin non ci siamo toccati, anche se ho dovuto stare molto attento alla curva 8 quando lui e Alonso stavano battagliando. Lì ho perso una posizione con Fernando, e poi con Vettel al giro dopo, ed è stato un peccato, ma guidare su questo circuito è sempre fantastico. Tutti hanno scelto di fare soste anticipate, credo di aver conservato bene le gomme». Il driver inglese sarebbe finito dietro anche al suo compagno di squadra, non fosse stato per la penalità rimediata sul rettilineo Kemmel. «Nonostante i venti secondi aggiuntivi, mi sono divertito», ha detto il danese facendo eco a Button. «Non è stato facile, perché le mie gomme erano messe peggio di quelle dei miei avversari nel finale, e loro erano tutti grandi piloti. Ho cercato di difendermi come potevo, e sono stato contento di vedere che alla fine Jenson è riuscito a stare davanti ad Alonso e guadagnare qualche punto in più. E' stata una battaglia dura, ma secondo me corretta. Con il DRS e le power unit di cui disponiamo di solito i sorpassi si tentano 22 in rettilineo, vedere duelli come quelli di oggi credo sia un bene per tutti». Alonso – e anche Jacques Villeneuve fra gli osservatori – non erano esattamente della stessa idea, ma è sicuramente vero che stavolta lo show non è mancato, come del resto è accaduto in diverse gare quest'anno. Merito dei piloti, soprattutto, della loro capacità di ribellarsi alle logiche claustrofobiche di una F.1 che qualcuno vorrebbe ingabbiare dentro regole troppo strette. «E' stato bello vedere come sia Jenson sia Kevin hanno combattuto con le Ferrari e con le Red Bull – ha commentato il team principal della McLaren Eric Boullier – voglio davvero fare i mie complimenti alla F.1 per lo spettacolo che ha saputo offrire sul tracciato più bello del calendario a chi si è messo davanti alla televisione. Anche i nostri due piloti hanno lottato a fondo, ma senza mai toccarsi. Ora noi della McLaren guardiamo a Monza per consolidare le nostre prestazioni e guadagnare qualche altro punto in più». ACOLO Magnussen in duello con Alonso 23 FORMULA 1 GP BELGIO Sulla pista delle Ardenne la Force India contava di tornare protagonista, invece con Perez e Hulkenberg ha faticato non poco per raggiungere la top 10 PEGGIO DEL PR Marco Cortesi Trasferta interlocutoria quella della Force India in Belgio. Su una pista in passato particolarmente amica per la compagine di Vijay Mallya sono arrivati dei punti con Sergio Perez e, grazie alla penalità di Kevin Magnussen, Nico Hulkenberg. In particolare con il bagnato della qualifica, la VJM07 è stata in difficoltà, ed il messicano ha rimediato con una gara lineare. "Non so come, ma ho evitato tutte le varie battaglie che si sono verificate in pista - ha detto il messicano - e la mia gara è stata abbastanza lineare. Ho spinto più che ho potuto e penso di aver ottenuto il massimo risultato possibile, anche se ho faticato nel 24 secondo stint a passare le McLaren e ciò mi è costato più usura di gomme del dovuto alla fine. Nelle battute conclusive, Kvyat mi stava raggiungendo, ma l'ho tenuto a bada". Più deludente il weekend di Hulkenberg, penalizzato dal mancato accesso in Q2 dovuto ad imperfezioni strategiche e di guida. "Penso di aver pagato il prezzo degli errori in qualifica - Hulkenberg ha confermato - la mia partenza non è stata ottima, ma ho comunque guadagnato subito molte posizioni. In seguito avevo un buon passo ma sono rimasto rallentato dal gran traffico. C'era un trenino a centro gruppo e tutti usavano il DRS quindi passare era difficilissimo. Forse, con un giro in più, sarei riuscito a prendere anche Kvyat". REVISTO 25 FORMULA 1 GP BELGIO LARGO AI GIOVA Nel fine settimana in la Toro Rosso ha presentato Verstappen alla stampa del Circus, il rookie Kvyat convince ancora conquistando un punto d'oro alla fine di una gara difficilissima Filippo Zanier Prendersi la ragione in una discussione, specialmente se coinvolge centinaia di interlocutori a livello globale, può essere un'impresa che richiede un notevole dispendio di energie. In F.1, però, se il destino ci mette lo zampino basta molto meno, circa un'ora e mezzo, il tempo di un GP. Lo sa bene la Toro Rosso: con a disposizione l'asfittico motore Renault e senza poter usufruire (a differenza dei cugini) del genio di Adrian Newey per recuperare con l'aerodinamica le debolezze del propulsore francese, la squadra "B" di Dietrich Mateschitz era pronta a limitare i danni su un circuito veloce come quello di Spa. A ben 26 guardare, però, ha fatto ben più di questo. Investito da una gragnuola di critiche per aver ufficializzato la decisione di portare Max Verstappen in F.1 già il prossimo anno, quando avrà soltanto 17 anni, il team con base a Faenza si è infatti goduto un Daniil Kvyat in grande spolvero che con una gara magistrale ha ricordato a tutti come la giovane età e l'inesperienza non siano affatto un disvalore, quando sono affiancate da un talento cristallino. Che al russo di Roma il talento non manchi affatto è stato evidente fin dal suo debutto nel Circus, ma sui curvoni di Spa Daniil ne ha dato ulteriore prova. Su una pista su cui le McLaren e le Force India, già normalmente più competitive della STR9, si sono dimostrate ossi ancora più duri grazie alla potenza garantita della power unit Mercedes nei tratti a pieno gas, allo staff tecnico della Toro Rosso non è restato che scaricare aerodinamicamente la vettura di Kvyat per cercare velocità di punta. Una scelta svantaggiosa per la qualifica, specialmente su un tracciato reso umido dalla pioggia, ma necessaria perché in gara il pilota russo avesse qualche chance di difendersi e attaccare non tanto sul rettilineo del Kemmel, dove si poteva utilizzare il DRS, quanto nell'accelerazione che dalla Source va verso il Raidillon e nel lunghissimo tratto in pieno che dalla curva 15 va verso la chicane Bus Stop. La strategia ha pagato, perché alla fine nelle prove ANI cronometrate Daniil ha supplito alla grande ai limiti del suo mezzo arrivando alle soglie della Q3 (undicesimo) e poi in gara ha combattuto come un leone per agguantare un decimo posto che dopo la penalizzazione rifilata a Kevin Magnussen è diventato il nono, portando così il suo bottino stagionale a otto punti. È stata davvero convincente la prova del russo, specialmente nell'ultimo tratto di gara che lo ha visto difendersi strenuamente da Nico Hulkenberg: il tedesco della Force India aveva il vantaggio di un treno di gomme morbide decisamente più fresco (sei giri in meno) delle medie montate dalla Toro Rosso, ma nonostante questo grazie alla perfetta performance difensiva di Kvyat non è riuscito a trovare lo spazio per il sorpasso. Se il lato russo del box ride, altrettanto non si può dire di quello francese dove JeanEric Vergne è stato costretto a una gara da comprimario per colpe non sue. In qualifi- ca, per spaiare le strategie ed essere pronti a qualunque evenienza per il giorno successivo, al transalpino è stata affidata una STR9 con assetto da bagnato, ad alto carico. La scelta avrebbe dovuto rappresentare un vantaggio almeno sul giro secco, ma questo è stato purtroppo vanificato da uno scarico allentato che ha reso ancora meno performante la power unit Renault. Alla domenica, senza pioggia, la scelta di assetto della Toro Rosso per Vergne si è rivelata ovviamente suicida, e lo ha relegato a una gara di difesa che Jean-Eric è stato bravo a concludere undicesimo, a soli sei secondi dal suo compagno di squadra. Una gara tutto sommato convincente, come del resto è convincente la sua stagione fino ad ora, considerati i limiti della monoposto che guida. Chissà che, ora che il posto in Toro Rosso per il 2015 è definitivamente sfumato, qualche team non si decida a dargli un'altra chance. 27 FORMULA 1 GP BELGIO ACCELERA La Sauber ha fallito ancora una volta l’aggancio alla zona punti, ma le prestazioni rispetto all’inizio della stagione sono migliorate e lo confermato anche Sutil e Gutierrez 28 ATE E FRENATE Marco Cortesi Luca Marmorini ha spiegato che il motore della Ferrari ha meno cavalli rispetto alla concorrenza perché a Maranello si pensava di recuperare tempo prezioso sul giro con lo sviluppo aerodinamico. Chissà se in Sauber sono d'accordo. Perché se per una volta le due vetture di Adrian Sutil ed Esteban Gutierrez hanno funzionato ragionevolmente bene, con miglioramenti a livello telaistico e di affidabi- lità, gli uomini in grigio hanno potuto sperimentare, su una pista in cui i cavalli sono fondamentali, la mancanza di velocità. In ogni modo, rispetto al recente passato, le cose sembrano girare molto meglio e in Sauber si sono dimostrati ancora una volta bravissimi a rimediare ai deficit di inizio stagione. "Il quattordicesimo posto era il massimo che si poteva fare - ha spiegato Sutil - sfortunatamente mi sono trovato dietro a Massa che era più lento ma imprendibile quanto a motore. Così abbiamo scelto una tattica a tre soste, che è stata quella giusta. Alla fine sono soddisfatto, è stato un weekend senza alcun errore". Nonostante una tattica più aggressiva, per il compagno di squadra messicano non è andata meglio con un quindicesimo posto: "La strategia era di attaccare dall'inizio - ha detto - ma non ha funzionato, in particolare perché ho fatto molta fatica con le gomme medie. Comunque nostro passo era troppo lento per ambire ai punti”. 29 FORMULA 1 GP BELGIO La squadra di Booth non doveva far correre il pilota inglese, al suo posto Rossi, ma le cose sono rapidamente cambiate. Con Bianchi, autore di una gran qualifica, subito fuori dai giochi, è stato il suo compagno a dover sconfiggere la Caterham. Buon per lui che vi era solo Ericsson… Massimo Costa Il fine settimana in terra belga era partito con un teatrino che ha fatto sorridere molti. La Marussia aveva annunciato che Max Chilton non avrebbe corso a Spa e che per l’occasione veniva fatto debuttare Alexander Rossi, divenuto terzo pilota della squadra di John Booth poche settimane fa. Un gran colpo per il californiano che finalmente coronava il proprio sogno dopo una lunga anticamera in Caterham. Anche lo stesso Chilton aveva dichiarato di farsi da parte per permettere alla squadra di recuperare fondi utili, un supporto che evidentemente Rossi poteva garantire. Ma trascorse poche ore, c’è stato un repentino dietro front: Chilton si riprendeva la propria Marussia e a Rossi non restava altro che partecipare al primo turno di prove libere non nascondendo la propria delusione. Cosa poteva essere accaduto? La facoltosa famiglia Chilton, che era entrata anche in possesso di azioni della Marussia, aveva minacciato azioni legali. Oppure era partito il bonifico che i vertici della squadra attendevano. Fatto sta che si è partiti in questa maniera che ci ha ricordato quella F.1 degli anni Ottanta e Novanta, quando spesso i piccoli team iscritti al mondiale si trovavano a dovere affrontare situazioni similari. Tornato tutto in ordine, in una qualifica bagnata, Jules Bianchi ha impressionato come al solito riuscendo a entrare nel Q2, porta che Chilton neanche vede. In gara però, il francese è stato assai sfortunato, prima afflitto da una foratura che lo ha subito estromesso dal Gran Premio, poi nel finale da un problema al cambio. Peccato. E’ quindi toccato a Chilton dover salvare l’onore Marussia contro la rivale di sempre, la Caterham. Buon per l’inglese che Andre Lotterer si era subito fermato e quindi non rimaneva che fare la corsa sul più abbordabile Marcus Ericsson, confronto fieramente vinto dal biondo britannico. 30 CHILTON SALVA L’ONORE MARUS SSIA 31 FORMULA 1 GP BELGIO TANTE NOVITÀ N 32 NESSUNA NOVITÀ La Caterham aveva portato un inedito musetto, modifiche all’aerodinamica, Lotterer come pilota da affiancare a Ericsson, ma alla fine nulla è cambiato e le due CT05 hanno una volta di più deluso le attese Massimo Costa Cosa dire della Caterham? Di cose ce n’erano, volendo. Una aerodinamica modificata, il nuovo musetto e soprattutto un nuovo pilota: Andre Lotterer. Un colpo a sorpresa che ha lasciato a piedi Kamui Kobayashi, ma ha permesso a un valido ragazzo di fare finalmente il suo debutto in F.1, a 32 anni, dopo una brillantissima carriera in Giappone tra Super GT e Super Formula, e in Europa con l’Audi LMP1 con la quale ha vinto tre 24 Ore di Le Mans. Il tedesco ha dimostrato subito di stare davanti a Marcus Ericsson, il quale si sarà probabilmente depresso. La CT05 però, è parsa piuttosto lontana dalla sua prima avversaria, la Marussia, quasi che le novità tecniche por- tate non funzionassero. Si dice che il musetto, leggermente più gradevole di quello orribile visto fino ad ora, in realtà fosse peggiore dal punto di vista della guidabilità, ma l’importante è offrire una monoposto più carina… Lotterer in gara si è dovuto ritirare dopo appena un giro, una beffa terribile per un pilota che aveva finalmente visto divenire realtà il debutto in F.1. Anche qui non sono mancate le malelingue, ovvero quelle che parlavano di un ritiro teleguidato per risparmiare qualcosa. Il buon Lotterer il contentino se lo era comunque preso. Rimane Ericsson, che ha corso piuttosto bene dopo aver patito il neo compagno, ma a 2 giri dalla fine è riuscito nel farsi superare dalla Marussia di Chilton. Di fatto fallendo l’obiettivo di battere gli eterni rivali. Andre Lotterer 33 FORMULA 1 GP BELGIO PUÒ PIOVERE PER SEMPRE 34 Ancora una gara da dimenticare per la Lotus, per Grosjean e Maldonado, che pure avevano riscontrati miglioramenti sulla E22. Ma il lavoro da fare è ancora tanto e forse è meglio guardare al 2015 Marco Cortesi La Lotus esce da Spa-Francorchamps... esattamente come vi era entrata. In modo ininfluente per il campionato, e disperante per tutti quelli che lavorano per la squadra inglese. Romain Grosjean si è dichiarato sorpreso e felice per i grandi miglioramenti fatti sulla vettura, che non cambiano però più di tanto lo stato delle cose di un gruppo che deve rifa- re tutto. E dovrebbe aver già cominciato. "La macchina andava bene - ha detto il francese ma sfortunatamente la corsa è stata compromessa all'inizio quando la vettura è stata danneggiata da un detrito lasciato in pista e, avendo perso molta downforce, ci siamo dovuti ritirare". Ci mancavano solo i danni per i detriti a danneggiare gli uomini in nero. "La vettura era competitiva e potevamo lottare contro Sauber e Force India - ha spiegato poi Pastor Maldonado - ma alla fine del primo giro ho subìto un calo di potenza, e il motore fumava molto". Già, perché se non fosse abbastanza grave il fatto di avere come obiettivo la Sauber, il Renault Energy ci ha messo del suo. Dopo che lo stesso Maldonado si era esibito in un'uscita di pista a dir poco incomprensibile al venerdì. Piove sulla Lotus e, contrariamente a quello che si dice in altri ambiti, in Formula 1 può piovere per sempre. 35 FORMULA 1 IL CASO SENZA PATENT Verstappen si è presentato a Spa fresco di nomina pilota Toro Rosso 2015 ed ha attirato l’attenzione della stampa mondiale. Ecco chi è Max, le aspettative, il suo percorso 36 TE IN F.1 Massimo Costa A Spa la Red Bull ha portato il nuovo acquisto della Toro Rosso per il 2015, Max Verstappen. Con poco tatto nei confronti di Jean-Eric Vergne, il giovane olandese ha avuto la possibilità di trascorrere diverso tempo nel box del team con base a Faenza, di conoscere meccanici e tecnici, il management e tutto quello che circonda la Toro Rosso. Una iniziativa che ha permesso alla stampa di conoscere il figlio dell’ex pilota di F.1 Jos e di titolare: un 17enne in F.1. Certamente la cosa fa scalpore, Verstappen diventa il più giovane pilota del mondiale della storia e il fatto che non abbia la patente è sicuramente clamoroso. Oltre all’età, l’altro aspetto che suscita interrogativi è la sua poca esperienza. Max è vero che nel 2013 ha disputato una marea di test privati con delle monoposto di F.Renault 2.0, ma arriverà in F.1 con una sola stagione agonistica sulle spalle. Però, una annata molto piena, con ben 33 gare disputate nel FIA F.3 European Championship cui si aggiungo- no le due corse del Masters di Zandvoort e le dodici svolte tra gennaio e febbraio negli Stati Uniti, nel campionatino organizzato dalla Ferrari Driver Academy con monoposto di F.Abarth. Fanno 47 gare, altrettante partenze. Se ci pensate bene, prima che partisse la moda delle due corse per weekend nei vari campionati, poi addirittura di tre, fino agli anni Novanta un giovane pilota poteva partecipare si e no a 12-13 gare in un anno. Dunque, oggi a un ragazzo è permesso di costruirsi una ben più solida esperienza in pochi mesi. 37 FORMULA 1 IL CASO RAIKKONEN DEBUTTÒ DALLA F.RENAULT 2.0 Molti si domandano se sia giusto far debuttare Verstappen in F.1. Viene quindi in mente Kimi Raikkonen che nel 2000 la Sauber lo portò nel mondiale con soltanto 23 gare sulle spalle e per di più con una monoposto di F.Renault 2.0. D’accordo, a differenza di oggi, i test erano possibili e il finlandese percorse molti km con la vettura del team svizzero. Ma quel passaggio aveva destato (giustamente) ancora più scalpore e chi scrive, espresse il suo disappunto dalle colonne del settimanale Rombo. Non tanto per le qualità di Raikkonen, ma per il messaggio che l’operazione trasmetteva ai giovani piloti. E 14 anni fa, le monoposto di F.1 erano nettamente più difficili di quelle odierne. Ecco, Verstappen avrà questo grosso aiuto per il suo debutto: macchine con poco grip in curva, quindi non faticose, quindi relativamente facili. E tanti aiuti elettronici. Max si preparerà adeguatamente con la Toro Rosso del 2012, con una Dallara-Renault 3.5, con il simulatore e guidando la Toro Rosso 2014 ai test di fine anno ad Abu Dhabi. Non abbiamo dubbi che potrà cavarsela nel 2015, di certo qualcuno dovrà insegnargli un poco di umiltà, cosa che non ha mai mostrato nel karting, quest’anno in F.3 e anche nelle parole espresse a Spa ai giornalisti di tutto il mondo. Una arroganza di base che è pienamente supportata dal suo management. LA DOMANDA DA FARSI E’ VERAMENTE UN CAMPIONE? Se ne sono ascoltate e lette di tutti i colori in questi giorni riguardo Verstappen. Ricordiamo che quando piloti, poi divenuti campioni del mondo, come Senna, Prost, Schumacher, Hakkinen, Button, sono saliti in F.1 direttamente dalla F.3, non c’è stata alcuna sensazione (infatti, sono più che altro i 17 anni di Max a provocare scompiglio). Il punto è che Senna è diventato Senna per le stupefacenti gare con la Toleman e così agli altri sopra citati è stata appiccicata l’etichetta di fenomeni per quanto mostrato in F.1. Oggi invece, la sensazione è che Verstappen sia già stato battezzato dalla gran parte dei media, incapaci di dare il reale valore alle cose per fare sensazione, come un talento senza precedenti per il semplice fatto che la Red Bull ha creduto in lui. Neanche i recenti giovanissimi (ora vecchi al cospetto dell’olandese) Vettel e Alguersuari, quando salirono in F.1, non furono “filati” più di tanto. Verstappen è già stato dipinto come colui che metterà tutti in riga. Magari sarà probabilmente così, glielo auguriamo di cuore, ma forse sarebbe meglio vedere come reagirà al volante della Toro Rosso. Nel FIA F.3 ha fatto vedere cose straordinarie per un pilota in arrivo dal karting, vincendo sette corse, ma va detto che in quella categoria molto importanti sono i motori. Il confronto Mercedes vs Volkswagen ha portato l’asticella molto in alto e possiamo dire senza dubbi che Verstappen ha goduto, e sta godendo, di propulsori della VW di prima qualità. Anzi, ora che è l’unico che può contrastare Esteban Ocon, pilota con unità Mercedes, la VW farà il possibile per raggiungere il pilota francese. Va detto che Verstap- 38 Max Verstappen con papà Jos a Spa pen qualche volta si è ritrovato con il motore KO, come nell’ultima tappa del Nurbrugring, a dimostrazione che per lui vi sono propulsori sempre al limite. Per quello che possiamo aver visto, nei monomarca non è stato così straordinario. Con la F.Abarth nel campionato americano della FDA se l’è giocata con tutti, nell’unico test collettivo della Eurocup F.Renault 2.0 al quale ha partecipato (lo scorso ottobre a Montmelò), con la presenza dei tecnici della Casa francese a verificare la regolarità della prova, ha concluso ottavo a 7 decimi dal leader Malja e preceduto da Schothorst, Amweg, Russell (che come lui arrivava dal karting), Rump, De Narda e Jamin. E più veloce di tre centesimi del nostro Fioravanti, nono in quel test. Certo, era soltanto una giornata di prova di quasi un anno fa, ancora doveva iniziare la sua avventura in F.3 e lo abbiamo riportato solo a titolo di curiosità. Però… In ogni caso, avremo modo di seguire con attenzione le sue imprese, di certo ora non lo nomineremo come il nuovo Maradona come qualcuno col microfono in mano ha fatto dalla pay tv italiana senza del resto averlo mai visto in azione. I più giovani di sempre in F.1 Jaime Alguersuari – 19 anni e 125 giorni – GP Ungheria 2009 Mike Thackwell – 19 anni e 182 giorni – GP Canada 1980 Ricardo Rodriguez – 19 anni e 208 giorni – GP Italia 1961 Fernando Alonso – 19 anni e 218 giorni – GP Australia 2001 Esteban Tuero – 19 anni e 320 giorni – GP Australia 1998 Chris Amon – 19 anni e 324 giorni – GP Belgio 1963 Daniil Kvyat – 19 anni e 324 giorni – GP Australia 2014 Sebastian Vettel – 19 anni e 349 giorni – GP USA 2007 Eddie Cheever – 20 anni e 53 giorni – GP Sud Africa 1978 Jenson Button – 20 anni e 53 giorni – GP Australia 2000 Il poleman più giovane Sebastian Vettel Il vincitore più giovane Sebastian Vettel Il campione del mondo più giovane Sebastian Vettel Alcuni dei tanti piloti passati dalla F.3 alla F.1 Ayrton Senna, Alain Prost, Michael Schumacher (via Endurance) Mika Hakkinen, Jenson Button, Gerhard Berger, Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Martin Brundle JACQUES VILLENEUVE “UN GROSSO ERRORE DEBUTTARE A 17 ANNI” “Avere una Super Licenza dovrebbe significare qualcosa, non solo fare trecento km e va bene così. C'è qualcosa di sbagliato nel sistema. Praticamente è come avere tutti i regali di Natale senza meritare nulla. Ma c'è questa moda del più è giovane meglio è. Qual è il passo successivo? Un team che mette sotto contratto un quindicenne per motivi di immagine? E' la strada sbagliata. Anche Cesare e Napoleone erano ottimi sin dall'inizio, ma ci vuole tempo per diventare un imperatore. Devi costruirti. Non vuol dire che hai più talento o sei più veloce. Ma devi costruire per imparare e diventare un uomo. Max è ancora un ragazzo, ed è molto rischioso. Non prendi un sedicenne, che non è nemmeno stato all'università, come dottore in un ospedale. Neanche se è bravo e intelligente Devi fare gavetta. Devi meritartelo perché solo così diventerai un uomo. Cosa diventerebbe la Formula 1 se fossero tutti 16enni? Diventerebbe il niente, non farebbe bene a nessuno. E' una buona operazione pubblicitaria per la Red Bull, ma quella di mettergli un casco in testa per quattro anni nelle serie minori sarebbe stata la soluzione migliore. Per lui sarà divertente, e non giudicherà il pericolo nello stesso modo. Ricordo che quando correvo in Formula 3 a 17 anni, non pensavo come quando ero più grande, perché non avevo fatto gavetta, non avevo esperienza”. I PARERI IN PILLOLE Daniil Kvyat “Non sarà complicato come la vedete voi da fuori. Se la Red Bull sceglie un pilota, vuol dire che è pronto. Non importa l’età. La Toro Rosso avrà due piloti con poca esperienza? Questa squadra è abituata a lavorare con dei giovani”. Daniel Ricciardo “Io a 16 anni correvo ancora in kart e sicuramente non sarei stato pronto per la F.1” Romain Grosjean “Ricordo che a 17 anni feci la mia prima stagione in monoposto con una F.Renault 1.6 e non ero pronto per un salto in F.1”. Jules Bianchi “A 17 anni ero in F.Renault 2.0 e facevo ancora molti errori” Nico Rosberg “A quell’età ho guidato un F.1, ma a quell’epoca il limite era fisico, le vetture più difficili da guidare” Jenson Button “A 19 anni fui chiamato da Williams, non mi sentivo sicuro, fu mio padre a convincermi del contrario” Lewis Hamilton “A 17 anni tentai di convincere Dennis a farmi guidare la McLaren F.1, ma mi rimisero con i piedi per terra…” Felipe Massa “E’ un bene che qualche team sia interessato al talento e non ai soldi” Fernando Alonso “Sembra essere una buona operazione pubblicitaria visto che tutti ne parlano” Kimi Raikkonen “Feci praticamente come Verstappen, oggi le macchine sono anche più facili, più lente in curva, meno divertenti. Piuttosto, ora che ci penso… ho corso contro suo padre!” 39 FORMULA 1 GP BELGIO L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 24 AGOSTO 2014 1 - Daniel Ricciardo (Red Bull RB10-Renault) 54 giri 1.24'36"556 2 - Nico Rosberg (Mercedes W05) - 3"383 3 - Valtteri Bottas (Williams FW36-Mercedes) - 28"032 4 - Kimi Raikkonen (Ferrari F14-T) - 36"815 5 - Sebastian Vettel (Red Bull RB10-Renault) - 52"196 6 - Jenson Button (McLaren MP4/29-Mercedes) - 54"580 7 - Fernando Alonso (Ferrari F14-T) - 1'01"162 8 - Sergio Perez (Force India VJM07-Mercedes) - 1'04"293 9 - Daniil Kvyat (Toro Rosso STR9-Renault) - 1'05"347 10 - Nico Hulkenberg (Force India VJM07-Mercedes) - 1'05"697 11 - Jean-Eric Vergne (Toro Rosso STR9-Renault) - 1'11"920 12 - Kevin Magnussen (McLaren MP4/29-Mercedes) - 1'14"262 * 13 - Felipe Massa (Williams FW36-Mercedes) - 1'15"975 14 - Adrian Sutil (Sauber C33-Ferrari) - 1'22"447 15 - Esteban Gutierrez (Sauber C33-Ferrari) - 1'30"825 16 - Max Chilton (Marussia MR03-Ferrari) - 1 giro 17 - Marcus Ericsson (Caterham CT05-Renault) - 1 giro * Penalizzato di 20” Giro più veloce: Nico Rosberg 1'50"511 Ritirati 38° giro - Lewis Hamilton 32° giro - Romain Grosjean 1° giro - Pastor Maldonado 1° giro - Andre Lotterer IL RIEPILOGO DELLA STAGIONE 2014 Australia Malesia Bahrain Cina Spagna Monaco Canada Austria Gran Bretagna Germania Ungheria Belgio 40 16/03/2014 30/03/2014 30/03/2014 20/04/2014 11/05/2014 24/05/2014 8/06/2014 22/06/2014 6/07/2014 20/07/2014 27/07/2014 24/08/2014 Nico Rosberg (Mercedes W05) Lewis Hamilton (Mercedes W05) Lewis Hamilton (Mercedes W05) Lewis Hamilton (Mercedes W05) Lewis Hamilton (Mercedes W05) Nico Rosberg (Mercedes W05) Daniel Ricciardo (Red Bull RB10-Renault) Nico Rosberg (Mercedes W05) Lewis Hamilton (Mercedes W05) Nico Rosberg (Mercedes W05) Daniel Ricciardo (Red Bull RB10-Renault) Daniel Ricciardo (Red Bull RB10-Renault) 57 giri in 1.32'58"710 56 giri in 1.40'25"974 57 giri in 1.39'42"743 54 giri in 1.33'28"336 66 giri in 1.41’05”155 78 giri in 1.49'27"661 70 giri in 1.39'12"830 71 giri in 1.27'54"967 52 giri in 2.26'52"094 67 giri in 1.33'42"914 70 giri in 1.53'05"058 54 giri in 1.24'36"556 PILOTI CLASSIFICA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Nico Rosberg Lewis Hamilton Daniel Ricciardo Fernando Alonso Valtteri Bottas Sebastian Vettel Nico Hulkenberg Jenson Button Felipe Massa Kimi Raikkonen Kevin Magnussen Sergio Perez Jean-Eric Vergne Romain Grosjean Daniil Kvyat Jules Bianchi Adrian Sutil Marcus Ericsson Pastor Maldonado Esteban Gutierrez Max Chilton Kamui Kobayashi Andre Lotterer CLASSIFICA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Mercedes Mercedes RBR-Renault Ferrari Williams-Mercedes RBR-Renault Force India-Mercedes McLaren-Mercedes Williams-Mercedes Ferrari McLaren-Mercedes Force India-Mercedes Toro Rosso-Ferrari Lotus-Renault Toro Rosso-Ferrari Marussia-Ferrari Sauber-Ferrari Caterham-Renault Lotus-Renault Sauber-Ferrari Marussia-Ferrari Caterham-Renault Caterham-Renault 220 191 156 121 110 98 70 68 40 39 37 33 11 8 8 2 0 0 0 0 0 0 0 COSTRUTTORI Mercedes Red Bull Racing-Renault Ferrari Williams-Mercedes McLaren-Mercedes Force India-Mercedes Scuderia Toro Rosso-Renault Lotus-Renault Marussia-Ferrari Sauber-Ferrari Caterham-Renault 411 254 160 150 105 103 19 8 2 0 0 41 MONDIALE RALLY GERMANIA NEUVILLE E LA HYUNDAI PRENDONO IL VOLO Il pilota belga centra il primo successo iridato firmando anche lo storico primato per la Casa coreana in una gara che ha visto le sciagurate uscite di strada di Ogier, Latvala e Meeke Guido Rancati Pare proprio che avesse ragione Ugolino. Non quello che la bocca sollevò dal fiero pasto, ma quello che cantava che la domenica è sempre un'altra cosa. Eh già, anche nella domenica tedesca c'è stato chi s'è divertito e chi s'è riposato. Come Sébastien Ogier che, avendo finito di demolire l'auto affidatagli già la mattina prima, non ha neppure avuto bisogno di attivare la sveglia; come Jari-Matti Latvala che ha concluso la sua giornata lavorativa alle prime luci del giorno posteggiando la Polo fra le vigne della Mosella. Ma anche chi come Mikko Hirvonen che dopo avere perso quasi tutti i confronti, anche quello con Elfyn Evans, non deve essersi stancato per vincere quello con un altrettanto spento Mads Ostberg. 42 Al nono appuntamento iridato la Hyundai i20 Wrc ha trovato la vittoria grazie a Thierry Neuville 43 MONDIALE RALLY GERMANIA Non s'é invece riposato Thierry Neuville. E non s'è neppure divertito, non almeno fino a quando ha avuto fra le mani il volante di quella Hyundai che alla vigilia aveva stropicciato per bene volando fra le fresche frasche. Il piacere, per lui, è iniziato a bocce ferme. Quando, dopo i complimenti e le pacche sulle spalle, ha iniziato a realizzare di avercela finalmente fatta a ottenere la tessera del club piuttosto esclusivo che ammette solo chi ha vinto almeno un appuntamento della serie iridata. Insomma, di aver compiuto un'impresa. Di essersi ritagliato un posto nella storia dei rally firmando il primo successo mondiale del costruttore coreano. Alla nona uscita sul palcoscenico più prestigioso della i20 che Michel Nandan e i suoi hanno trasformato in una vera vuerrecì. Non (ancora) la più bella del reame, la Polo resta la referenza malgrado il fine settimana orribile dei due piloti di punta della squadra, ma già in grado di tenere dietro le Fiesta e di giocarsela almeno alla pari con le DS3. Capelli scomposti e occhiali da vista formato gigante, il ventiseienne di Sankt Vith, paesone belga dove la lingua ufficiale è il tedesco, prova a nascondere l'emozione. Ma non è facile e gli occhi lo tradiscono spesso. Anche quando offre a taccuini e microfoni un'analisi molto lucida dell'esaltante fine settimana che s'è regalato e ha regalato alle legioni di belgi che l'hanno seguito e incitato: “La mossa vincente è stata continuare a mettere pressione a chi ci precedeva”, sintetizza dopo aver reso onore alla gente che ha fatto gli straordinari per metterlo in condizioni di essere al via. “Quello che hanno fatto è straordinario”, dice. “Il primo posto è frutto dell'impegno di tutti: mai come questa volta si può dire che tutti abbiamo dato il massimo per ottenerlo”, aggiunge. E' proprio così: il gran lavoro dei meccanici non sarebbe servito a granché, se lui avesse abbassato le braccia prima di riavere fra le mani una vettura completamente a posto e se non ci avesse messo molto di suo nell'inseguire Kris Meeke. E tutto sarebbe stato inutile se chi dirige il team non lo avesse lasciato libero di seguire il suo istinto quando, a tre prove della fine, era a otto secondi e quattro dal nordirlandese. L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 24 AGOSTO 2014 1. Neuville-Gilsoul (Hyundai i20 Wrc) in 3.07’20”2 2. Sordo-Marti (Hyundai i20 Wrc) a 40”7 3. Mikkelsen-Floene (VW Polo Wrc) a 58”0 4. Evans-Barritt (Ford Fiesta RS Wrc) a 1’03”6 5. Hirvonen-Lehtinen (Ford Fiesta RS Wrc) a 1’10”5 6. Ostberg-Andersson (Citroen DS3 Wrc) a 1’22”7 7. Prokop-Tomanek (Ford Fiesta RS Wrc) a 4’52”8 8. Kuipers-Buysmans (Ford Fiesta RS Wrc) a 9’18”1 9. Tidemand-Axelsson (Ford Fiesta R5) a 11’35”4 10. Tanak-Molder (Ford Fiesta R5) a 11’37”2 Il campionato Piloti: 1.Ogier 187; 2.Latvala 143; 3.Mikkelsen 110; 4.Ostberg 74; 5.Neuville e Hirvonen 73; 7.Evans 57; 8.Meeke 54; 9.Prokop 37; 10.Solberg 26. Costruttori: 1. Volkswagen 305; 2. Citroen 138; 3. Hyundai 131; 4 M-Sport 128; 5.Volkswagen II 109; 6. Jipocar 42; 7. RK M-Sport 21; 8.Hyundai N 12. 44 Le facce della gioia Hyundai: sotto, Gilsoul e Neuville; sopra, Ernst Kopp e Michel Nandan NEUVILLE, UN CAMPIONE SENZA PORTAFOGLIO Thierry Neuville vince il suo primo rally mondiale e dà un'altra, definitiva mazzata alla storiella che per arrivare in alto, molto in alto, è necessario avere l'appoggio di un costruttore nazionale. Ma anche alla credenza che solo chi ha a disposizione un baule di euro può farcela. Lui ce l'ha fatta con un budget appena sufficiente ad affrontare, ventenne, il monomarca belga più economico, quello riservato alle Fiesta St. Quattro gare, due primi posti, un quarto e un passaggio a vuoto: non abbastanza per imporsi e tuttavia più che sufficiente per farlo notare ai responsabili del Royal Automobile Club of Belgium, bravi a prendere nota che nella stagione d'esordio era comunque stato il più veloce in più della metà delle prove speciali disputate. E dimostrare di saper andare subito forte anche con una Super2000 – quella della Kronos in livrea BFGoodrich assegnatagli da una giuria di giornalisti per correre a Ypres nel 2009 – è stato determinante ad aprirgli le porte della filiale belga della Peugeot. Pur se la sua cavalcata sull'asfalto fiammingo era finita con un busso sul finire della prima tappa. A riprova che la velocità, da sempre e per sempre, è il primo parametro da considerare quando s'ha da valutare un pilota alle prime armi. L'età viene dopo, l'affidabilità dopo ancora. E non dev'essere un caso se solo nell'ormai sempre più disastrato Belpaese si stappa lo champagne per celebrare un ragazzotto che ha chiuso all'ultimo posto, a quasi dieci minuti dall'avversario diretto. 45 MONDIALE RALLY GERMANIA PER LA VOLKSWAGEN È UN REMAKE DEL 2013 Nessuno è profeta in patria. E la clamorosa battuta d'arresto della Volkswagen lo conferma. Imbattuta da un anno, la panzer-division tedesca subisce un'altra sconfitta nella gara di casa. E la cosa brucia. Il fatto che a vincere il mondiale piloti potrà essere soltanto uno dei tre in servizio permanente effettivo con le Polo, non consola Jost Capito e i suoi: sull'asfalto (e sul cemento) intorno a Trier, volevano vincere e invece hanno dovuto accontentarsi del terzo posto raccattato da Andreas Mikkelsen con una gara giudiziosa e nulla più. Insufficiente a chiudere anche aritmeticamente la corsa al mondiale costruttori. Non può essere tempo di processi e nessuno finisce sul banco degli accusati, non ufficialmente. Ma assai più del doppio errore che ha messo kappaò Sébastien Ogier, il busso che ha stoppato nella quartultima prova Jari-Matti Latvala è difficile da mandar giù. Non è la prima volta che il finlandese commette un errore nel momento meno opportuno e adesso nel clan tedesco temono che non sia neppure l'ultima... Ma quello che deve aver fatto infuriare più di tutto la tolda di comando della Casa tedesca, è che i due errori che hanno messo fine alla gara dei due piloti cone le Polo, siano il remake della disgraziata gara del 2013 quando prima Ogier e poi Latvala avevano gettato alle ortiche una gara da leader con due errori fotocopia a quelli commessi quest’anno. 46 Ecco come il sito ufficiale wrc.com ha immortalato le due uscite di strada di Sébastien Ogier e Jari-Matti Latvala MEEKE NON SALVA LA CITROEN “Non basterà questa battuta a vuoto per abbattermi. So come reagire e lo dimostrerò il più presto possibile”. Kris Meeke torna al parco assistenza e ce la mette tutta per convincere amici e avversari che l'errore fatale da lui commesso nel primo passaggio sulla Grafschaft è solo un incidente di percorso: “A fregarmi – spiega – è stata una nota un po' troppo ottimista, non certo la pressione perché al via della prova, pur se Neuville era assai vicino, ero tranquillo e concentrato”. Pare sincero, il nordirlandese. Forse lo è davvero. Sia come sia, non aveva scelta: ereditato il primato dallo sciagurato Jari-Matti Latvala, doveva provare a vincere e per farlo doveva continuare a pestare forte sul pedale dell'acceleratore come aveva fatto fin dall'inizio. Gli è andata male, tutto qui. E male è andata alla gente della Citroen che per un po' avevano sperato di conservare l'imbattibilità in terra teutonica. Dove con Sébastien Loeb, Sébastien Ogier e Dani Sordo avevano sempre occupato l'attico del podio. 47 MONDIALE RALLY GERMANIA Pontus Tidemand WRC2 TIDEMAND AZZECCA LA VOLATA Una volata lunga quasi venti chilometri. “Non avevo scelta, per provare a vincere dovevo dare tutto dal primo all'ultimo metro della prova”, conferma Pontus Tidemand. “E proprio nell'ultima curva – aggiunge – ho rischiato di rovinare tutto: sono uscito di carreggiata, ma in qualche modo, arando un po' di terra, l'ho finita”. E' un tipetto tosto, lo svedese, e l'aveva già fatto vedere nella passata stagione quando frequentava il mundialito Junior. Sull'asfalto tedesco, a dispetto di un paio di forature, l'ha confermato mettendosi dietro Ott Tanak e gli altri pretendenti alla coroncina del Wrc-2. Per l'estone, la consolazione di aver rastrellato i diciotto, pesantissimi punti che gli consentono di portarsi a tre lunghezze da Lorenzo Bertelli che in Germania c'era, ma solo per fare esperienza: l'appuntamento fra vigne e carri armati non era fra quelli da lui selezionati per raccogliere qualcosa. 48 JUNIOR WRC LEFEBVRE CENTRA IL TRIS Dopo il Portogallo e la Polonia, la Germania. Stéphane Levebre pianta un'altra bandierina sulla mappa iridata e ipoteca il campionato. Doveva e voleva riscattare il passo falso finlandese, il ragazzo francese, e l'ha fatto alla grande. “In realtà – precisa – l'obiettivo iniziale era tornare a muovere la classifica almeno con un piazzamento. Poi ci siamo trovati in testa e a quel punto non potevamo perdere l'occasione di sfruttare la situazione”. A spianargli la strada ci ha pensato Eric Camilli, volando fuori quando era primo; a contrastarlo ci ha provato Christian Riedemann. Inutilmente. D-MACK CUP SANDERN PARN SI ACCONTENTA Non sempre si può vincere. E per quanto improbabile sia che l'eco della voce di Shel Shapiro con annesso colpo di tacco sia arrivata anche in Estonia, anche Sander Parn lo sa. Primo in tutte le precedenti tappe della Dmack Cup, il ventiduenne non si danna più di tanto per inseguire Tom Cave e chiude con tre minuti e passa di ritardo sul britannico. Rastrellando comunque abbastanza punti da conservare la leadership nella serie con un vantaggio rassicurante. A completare il podio, un giovanissimo figlio d'arte, Ghislain De Mevius, terzo malgrado i tre minuti buttati via con una capriola fuori programma alla Panzerplatte. Lorenzo Bertelli 49 MONDIALE RALLY GERMANIA PER KUBICA UN RITIRO BEFFA I sogni, si sa, muoiono all'alba. E' successo anche a Robert Kubica, stoppato nel primo trasferimento domenicale da un problema al cambio della Fiesta Wrc. Quando era decimo assoluto malgrado il tempo – quattro minuti, secondo più, secondo meno – buttato via venerdì mattina con un dritto lungo la Moselland. Un errore che il campione polacco s'era comunque fatto perdonare realizzando il miglior tempo in due prove speciali. 50 QUANDO IL FAIR PLAY REGALA EMOZIONI VERE Nicoletta Russo confessa di essersi commossa: “Una lacrimuccia mi ha rigato il viso”, posta sul suo profilo fb la bravissima addetta stampa della Hyundai Motorsport. Succede a Trier, sul finire del pomeriggio di giovedì: quando le porte della maxi-struttura della squadra basata in Germania finalmente si aprono e ne esce la i20 di Thierry Neuville rimessa a nuovo dopo le capriole del mattino, e a rendere omaggio ai tecnici e ai meccanici coordinati da Michel Nandan è una foltissima rappresentanza degli uomini in tuta della Volkswagen. Con un caldo, lungo e spontaneo battimani. Avversari, certo, non nemici. Come dovrebbe essere sempre, come ancora capita nel bel mondo dei rally. Qualche volta anche in Italia, ma sempre più raramente. E solo quando a prevalere non è la logica del mors tua, vita mea... I meccanici Hyundai al lavoro sulla i20 di Neuville TUTHILL PORTA LA PORSCHE AL VENTISETTESIMO POSTO Miglior risultato parziale, il diciannovesimo tempo ottenuto nel secondo passaggio sulla Peterberg; peggiore, il quarantottesimo nel primo sulla Gramschaft. Fra i due estremi, una lunga sequenza di piazzamenti intorno al trentesimo. Morale: Richard Tuthill ha chiuso al ventisettesimo posto assoluto con la Porsche 997 uscita dal suo atelier di Banbury. A una dozzina di minuti da Sthéphane Levebvre e dietro pure ad altre cinque R3, ma comunque davanti a quasi tutte le Lancer e le Impreza e a tutte le Fiesta R2. Non male, per uno che non ha mai avuto fama di essere un fenomeno e che il mondiale non lo frequentava da una vita. Resta da vedere se i tempi e il risultato del pilota-preparatore inglese basteranno a convincere a puntare sulle gitì un numero di gentleman-driver a dare un senso all'ultima categoria varata dalla Fia. LUCI E OMBRE PER I PILOTI ITALIANI Luci e ombre, più queste che quelle. Il fine settimana tedesco non ha dispensato tante gioie ai due italiani al via. Non a Simone Tempestini che con la Citreon DS3 R3 ha chiuso al ventiseiesimo posto assoluto con un ventiquattresimo tempo nella Panzerplatte a dare una lucidatina alla sesta moneta di classe. Non a Lorenzo Bertelli che, rientrato il secondo giorno, non è riuscito a risalire oltre la cinquantesima posizione della generale. Con solo un sedicesimo tempo raccattato domenica mattina dalle parti di Dhrontal a squarciare le tenebre. 51 INDYCAR GARA A SONOMA DIXON CONSUMA MEGLIO Strategie e consumi hanno determinato la corsa californiana vinta dal neozelandese del team Ganassi. Pagenaud, terzo ha recuperato punti che lo tengono in lizza per la volata finale al titolo che si svolgerà sabato prossimo a Fontana, mentre il leader del campionato Power ha gettato al vento un possibile successo e il suo primo inseguitore Castroneves non è mai stato della partita 52 Dixon guida il gruppo a Sonoma 53 INDYCAR GARA A SONOMA Marco Cortesi Scott Dixon è il sogno di ogni ingegnere. Un pilota velocissimo, che sa prevedere in anticipo i problemi, vincere una gara come quella di Sonoma con un sorpasso all'esterno di curva 2, quella più difficile del tracciato, il tutto riuscendo a consumare meno carburante di chiunque altro. In una gara caratterizzata da una grande varietà di strategie, Dixon e il team Ganassi hanno calcolato tutto alla perfezione ed il neozelandese ha fatto il resto, aspettando pazientemente a centro gruppo, recuperando quando era possibile e sferrando l'attacco decisivo a due passaggi dalla conclusione. Per Mike Conway, che rifornendo prima di una fortunata caution era riuscito a portarsi nel gruppo di testa, la delusione è stata amara: dopo aver perso la vetta, la sua vettura si è ammutolita a pochi metri dal traguardo, senza carburante. Poco prima, un velleitario tentativo di fuga da parte di Graham Rahal si era chiuso con la necessità di uno "splash": un disastro considerando che quasi tutte le vetture si trovava- 54 no a pieni giri. Alla fine Conway ha terminato quattordicesimo, Rahal ventesimo. E il panorama dopo l'arrivo è stato molto particolare, con diversi protagonisti fermi per mancanza di etanolo nei serbatoi. Tra loro anche Simon Pagenaud, che ha recuperato dopo un inizio weekend difficile superando i problemi ai freni e finendo terzo, seguito da Takuma Sato e Juan Pablo Montoya. CASTRONEVES PERDE PUNTI Il finale tiratissimo dal punto di vista strategico è stato solo una delle attrattive della corsa, iniziata con un contatto multiplo che ha coinvolto Sebastien Bourdais, Ryan Briscoe, James Hinchcliffe ma soprattutto Helio Castroneves. Il brasiliano è finito in testacoda nella carambola innescata dal francese e si è trovato ad inseguire. Ma le cose si sono messe ancora peggio con una nuova toccata con Bourdais e molto tempo perso nell'ultimo pit. Diciottesimo posto finale per lui. Tutto facile quin- di per Power? Ovviamente no. L'australiano, che tra l'altro dormendo in hotel e non in circuito era stato costretto come Castroneves a non chiudere occhio causa terremoto ed evacuazione, ci ha messo (ancora) del suo. Dopo un primo stint al comando da dominatore, si è visto superare da Dixon in occasione della prima sosta e ha perso la concentrazione, finendo in testacoda da solo e demolendo le sue gomme posteriori. La consueta rimonta l'ha portato al decimo posto, con tanto di sorpasso con contatto e bandiere gialle a pochi metri dall'arrivo nei confronti di Bourdais e Wilson. Power è comunque stato "graziato", e spostato al decimo posto in classifica (alle spalle di Wilson) senza alcuna penalità. Ma pur avendo evitato la Caporetto, ha 51 lunghezze di vantaggio su Castroneves e tanti rimorsi in termini di classifica. I punti in palio a Fontana sono 104 e, se il brasiliano vincesse, Power dovrebbe chiudere almeno settimo. Cosa che richiederebbe una condotta accorta, "pensata", senza errori. In bocca al lupo. L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 24 AGOSTO 2014 1 - Scott Dixon (Dallara DW12-Chevy) – Ganassi - 85 giri 2 - Ryan Hunter-Reay (Dallara DW12-Honda) – Andretti - 1"1359 3 - Simon Pagenaud (Dallara DW12-Honda) – Schmidt - 6"3078 4 - Takuma Sato (Dallara DW12-Honda) – Foyt - 11"811 5 - Juan Pablo Montoya (Dallara DW12-Chevy) – Penske - 12"7305 6 - Josef Newgarden (Dallara DW12-Honda) – Fisher - 13"5367 7 - Mikhail Aleshin (Dallara DW12-Honda) – Schmidt - 15"8048 8 - Marco Andretti (Dallara DW12-Honda) – Andretti - 20"1054 9 - Justin Wilson (Dallara DW12-Honda) – Coyne - 21"6233 10 - Will Power (Dallara DW12-Chevy) – Penske - 21"5911* 11 - Sebastien Bourdais (Dallara DW12-Chevy) – KV - 22"4321 12 - James Hinchcliffe (Dallara DW12-Honda) – Andretti - 23"1572 13 - Tony Kanaan (Dallara DW12-Chevy) – Ganassi - 23"2277 14 - Mike Conway (Dallara DW12-Chevy) – Carpenter - 26"993 15 - Jack Hawksworth (Dallara DW12-Chevy) – Herta - 37"0303 16 - Sebastian Saavedra (Dallara DW12-Chevy) – KV - 37"744 17 - Ryan Briscoe (Dallara DW12-Chevy) – Ganassi - 37"9876 18 - Helio Castroneves (Dallara DW12-Chevy) – Penske - 39"6511 19 - Carlos Huertas (Dallara DW12-Honda) – Coyne - 42"4797 20 - Graham Rahal (Dallara DW12-Honda) – Rahal - 43"5335 21 - Charlie Kimball (Dallara DW12-Chevy) – Ganassi - 1 giro Giro più veloce: Simon Pagenaud - 1'22"9806 *Riposizionato per sorpasso con bandiere gialle Ritirato 29° giro - Carlos Huertas Il contatto a inizio gara tra Bourdais e Briscoe Il campionato 1. Power 626; 2. Castroneves 575; 3. Pagenaud 545; 4. Hunter-Reay 534; 5. Dixon 523. Sabato a Fontana la volata finale 104 i punti a disposizione 16 i punti all’ultimo se i partenti sono 22 In lotta per il titolo Power 626 Castroneves 575 Pagenaud 545 Il leader di campionato Power si è complicato la vita a Sonoma distruggendo le gomme posteriori in un testacoda solitario 55 GP2 GARE A SPA FINALM 56 Sulla pista dei campioni è arrivata la prima vittoria di Marciello dopo un duello entusiasmante con Vandoorne. Nasr ha fatto sua la prova sprint e si è riavvicinato a Palmer, protagonista di un weekend opaco ENTE LELLO 57 GP2 GARE A SPA Filippo Zanier LAT Per farcela ha dovuto aspettare ben 15 gare, ma non poteva sperare in una vittoria più bella e significativa di così. A Spa, la pista dei campioni, quella che nel 1992 vide Michael Schumacher celebrare il primo di 91 successi in F.1, Raffaele Marciello si è finalmente messo alle spalle per la prima volta l'intera griglia della GP2, tagliando il traguardo per primo alla fine di una delle gare più entusiasmanti della stagione. Alla faccia di una classifica di campionato che, in puro stile GP2, premia due veterani come Jolyon Palmer e Felipe Nasr, rispettivamente al quarto e al terzo anno nella serie, la Feature Race sul circuito belga ha visto scontrarsi Marciello e Stoffel Vandoorne, due piloti che rappresentano il futuro della categoria e che la F.1 segue con attenzione non perché sostenuti da munifici sponsor (come il Banco do Brasil che appoggia il brasiliano in orbita Williams) ma per il talento che hanno mostrato finora e che li ha portati a far parte dei programmi Junior di Ferrari e McLaren. LA LEZIONE DI GUIDA DI MARCIELLO Quel talento, Raffaele e Stoffel l'hanno messo in mostra quando più serviva, interpretando meglio di tutti una gara complicata, interrotta da una pioggia torrenziale e resa ancora più difficile da un asfalto che dopo la ripartenza si asciugava giro dopo giro. In una situazione estrema, le due stelle hanno brillato come mai prima, rifilando alla concorrenza distacchi abissali. Cecotto, terzo al traguardo e pur autore di una buona gara, ha accusato un ritardo di 35", il leader di campionato Palmer (che ha chiuso 6°) si è preso un minuto pieno. Una vera e propria lezione di guida, ma è bene sottolineare che se a distinguersi sono stati entrambi i rookie, l'italiano questa volta è stato superiore e con lui la Racing Engineering, che nella lotta tra i muretti si è dimostrata più efficace della ART. Nonostante una gara fino a quel momento molto aggressiva di Marciello, capace di passare subito al terzo posto e poi di sopravanzare con facilità Cecotto per la seconda piazza, il team di Nicolas Todt sembrava infatti in pieno controllo, con Vandoorne leader e un vantaggio di quasi cinque secondi a soli otto giri dalla fine. In situazioni del genere di solito chi è davanti aspetta che sia chi insegue a fare la prima 58 Il bel duello tra Vandoorne e Marciello mossa, ma la ART ha invece scelto di fare rientrare il proprio pilota per primo, alla fine del 17° passaggio. Intelligentemente, la Racing Engineering ha deciso di tenere Marciello fuori per altri due giri, e lì Raffaele ha fatto il suo capolavoro: nonostante gomme "rain" ormai sulle tele, che rendevano la vettura decisamente ballerina nei tratti più veloci come Raidillon, Puhon e Blanchimont, "Lello" ha sfruttato due giri deboli di Vandoorne (quello di rientro e il giro di uscita a gomme fredde) per spingere a fondo e dimezzare il distacco. Quando poi, con soli 2"5 da recuperare, la vettura bianco-rossa del belga è diventata visibile, Raffaele ha reagito come lo squalo che sente l'odore del sangue e in un attimo gli si è portato addosso. Il pupillo della McLaren non ha avuto la forza di reagire, fiaccato anche da un treno di gomme che non sembrava garantirgli grande grip, e Marcello ha così piazzato l'affondo a due giri dalla fine alla curva Rivage, mettendo subito un gap rassicurante tra sé e il rivale. UN CONTATTO ROVINA LA GARA 2 DI RAFFAELE Far risuonare sul podio della GP2 l'inno di Mameli (non accadeva da Monza 2012, quando si imposero sia Luca Filippi sia Davide Valsecchi) è stata la migliore risposta alle critiche che la stessa FDA aveva rivolto a Raffaele viaTwitter dopo l'errore di gara 1 in Ungheria. A suo tempo la stri- Nasr ha conquistato gara 2 gliata pubblica di Luca Baldisserri era stata accolta da molti con una certa indignazione, ma a giudicare dalla reazione mostrata da Raffaele, sia in gara 2 a Budapest che questo fine settimana a Spa, pare aver sortito il suo effetto. Del resto a livello internazionale la tenerezza non è certo una delle caratteristiche dei programmi Junior, come dimostrano i tanti schiaffi morali riservati da Helmut Marko ai suoi piloti. Marciello avrebbe avuto il passo per ripetersi in gara 2, ma è uscito di scena già al primo giro dopo un contatto a Les Combes con Artem Markelov. Partito ottavo per via della griglia invertita, anacronismo che la GP2 insiste a mantenere nonostante siano sempre di più i campionati che lo abbandonano, Raffaele si è toccato con il russo ed è andato in testacoda, ripartendo 24esimo. Da lì a fine gara per lui nove sorpassi e il secondo giro più veloce della corsa, a conferma di una competitività ancora ai massimi livelli. NASR PROVA LA RIMONTA Se nella Feature Race, la più importante del weekend, a mettersi in evidenza sono stati Marciello e Vandoorne, la gara sprint di domenica ha invece visto Nasr sugli scudi. Il pilota della Carlin non aveva iniziato bene il fine settimana belga, rivelandosi lento sia nelle prove libere che in qualifica. Le gare però, hanno raccontato una storia diversa e complice un Palmer in versione dimessa, il brasiliano è riuscito a mettere il primo mattone di un tentativo di rimonta: quarto in gara 1, con Palmer sesto, e vincitore nella sprint con il rivale sull'ultimo gradino del podio. Aggiungendo il giro veloce in gara 2, che vale due punti, sono undici in totale i punti che Felipe ha recuperato sulla testa della classifica, che ora lo vede staccato di 32 lunghezze con ancora tre round del campionato da disputare e 132 punti da assegnare. Abbastanza per sperare, soprattutto se il binomio DamsPalmer dovesse accusare ancora delle battute d'arresto. In realtà, in termini di competitività la vettura del team transalpino sembrava valida come al solito, come dimostrato dal secondo posto ottenuto in qualifica, ma in gara Palmer si è dissolto, specialmente quando ha dovuto affrontare le condizioni difficili del sabato. In quel caso l'ottavo posto è stato un regalo di Nathanael Berthon e Simon Trummer, che si sono messi fuori gioco con un contatto, altrimenti Palmer sarebbe stato addirittura ottavo. Il podio della Sprint Race ha rimesso un po' a posto le cose, ma di sicuro quello di Spa non è stato il pilota incisivo che abbiamo visto in altre occasioni. 59 GP2 GARE A SPA Due podi per Cecotto 60 L'ORDINE DI ARRIVO GARA 1 SABATO 23 AGOSTO 2014 SORRIDONO TRIDENT E CECOTTO Palmer sempre leader della GP2 Oltre a Marciello, a dare lustro ai colori italiani in Belgio è stata anche la Trident, che se da una parte ha avuto le sue gatte da pelare con un Sergio Canamasas sempre più irruento, dall'altra ha potuto contare su un Johnny Cecotto in grande spolvero. Sotto la guida di Giacomo Ricci, il venezuelano sembra trasformato, e alle due vittorie che ha conquistato a Barcellona e al Red Bull Ring ha aggiunto una costanza al vertice che fino alla scorsa stagione non gli apparteneva. A Spa è stato terzo e primo degli “umani” al sabato, per poi migliorarsi con un bel secondo posto nella Sprint Race passando Palmer di prepotenza e provando per buona parte dei 18 giri a mettere sotto pressione Nasr. Meno buone le notizie per Rapax e Lazarus, che nonostante un buon passo mostrato nelle prove sia da Trummer sia da Berthon rispettivamente, non sono riuscite a concretizzare granché proprio a causa dell'incidente tra i due in gara 1. Anche in questo caso, la griglia di gara 2 costruita sui risultati del giorno precedente ha rovinato alle due compagini l'intero weekend. LE RIMONTE DI COLETTI E MARKELOV Un'ultima menzione la meritano Artem Markelov e Stefano Coletti. Il primo sul circuito belga si è letteralmente trasformato in una notte, quella tra le qualifiche e la Feature Race. Lento il sabato, con tanto di penalizzazione per aver rallentato in qualifica proprio Coletti, irresistibile in gara, tanto da recuperare fino al settimo posto dopo essere partito dalla pit-lane, aggiungendo al menu anche due sorpassi da brivido su Tom Dillmann e Sergio Canamasas. Coletti ha fatto praticamente lo stesso, ma con meno giri a disposizione e l'asfalto asciutto: partito 24° per la Sprint Race dopo l'incidente che l'aveva messo fuori gara al sabato, il monegasco ha azzeccato una delle sue partenze al fulmicotone e ha poi completato l'opera con una sequenza infinita di sorpassi. Settimo posto anche per lui, e punti inattesi per la Racing Engineering. 1 - Raffaele Marciello - Racing Engineering - 25 giri 1.19'29"116 2 - Stoffel Vandoorne - ART - 2"088 3 - Johnny Cecotto - Trident - 35"375 4 - Felipe Nasr - Carlin - 39"831 5 - Mitch Evans - Russian Time - 50"526 6 - Jolyon Palmer - Dams - 1'00"123 7 - Artem Markelov - Russian Time - 1'01"166 8 - Daniel Abt - Hilmer - 1'01"776 9 - Andre Negrao - Arden - 1'02"872 10 - Daniel De Jong - MP - 1'05"435 11 - Adrian Quaife Hobbs - Rapax - 1'11"224 12 - Tom Dillmann - Caterham - 1'16"681 13 - Julian Leal - Carlin - 1'17"071 14 - Marco Sorensen - MP - 1'18"325 15 - Arthur Pic - Campos - 1'18"578 16 - Takuya Izawa - ART - 1'19"110 17 - Kimiya Sato - Campos - 1'21"789 18 - Simon Trummer - Rapax - 1'22"766 19 - Jon Lancaster - Hilmer - 1'32"099 20 - Sergio Canamasas - Trident - 1'33"957 21 - Stephane Richelmi - Dams - 1'34"528 22 - Nathanael Berthon - Lazarus - 1'50"554 Giro più veloce: Raffaele Marciello 2'16"422 Ritirati 21° giro - Rio Haryanto 11° giro - Stefano Coletti 5° giro - René Binder 0 giri - Conor Daly L'ORDINE DI ARRIVO GARA 2 DOMENICA 24 AGOSTO 2014 1 - Felipe Nasr - Carlin - 18 giri 36'14"575 2 - Johnny Cecotto - Trident - 5"157 3 - Jolyon Palmer - Dams - 7"157 4 - Mitch Evans - Russian Time - 7"598 5 - Daniel Abt - Hilmer - 10"019 6 - Stoffel Vandoorne - ART - 10"648 7 - Stefano Coletti - Racing Engineering - 14"038 8 - Andre Negrao - Arden - 20"391 9 - Tom Dillmann - Caterham - 21"675 10 - Julian Leal - Carlin - 22"486 11 - Marco Sorensen - MP - 26"510 12 - Stephane Richelmi - Dams - 28"491 13 - Daniel De Jong - MP - 29"790 14 - Raffaele Marciello - Racing Engineering - 36"284 15 - Nathanael Berthon - Lazarus - 40"238 16 - Rio Haryanto - Caterham - 51"786 17 - Simon Trummer - Rapax - 54"342 18 - Kimiya Sato - Campos - 54"604 19 - Conor Daly - Lazarus - 54"874 20 - Arthur Pic - Campos - 55"574 21 - Adrian Quaife Hobbs - Rapax - 59"175 22 - Takuya Izawa - ART - 59"423 23 - René Binder - Arden - 1'16"668 Giro più veloce: Adrian Quaife-Hobbs 1'58"432 Ritirati 13° giro - Sergio Canamasas 7° giro - Artem Markelov 3° giro - Jon Lancaster Il campionato 1.Palmer 210; 2.Nasr 178; 3.Vandoorne 135; 4.Cecotto 127; 5.Evans 110; 6.Coletti 98; 7.Pic 70; 8.Leal 66; 9.Marciello 57; 10.Richelmi 41. 61 GP3 GARE A SPA LYNN SI SMAR DA STANAWAY I due leader del campionato si sono guardati a vista per tutto il weekend e il pilota della Red Bull alla fine ha tratto il maggior numero di punti rimanendo saldamente al comando della classifica. Gran debutto di Ghiotto che ha conquistato la pole in qualifica Massimo Costa Foto: LAT Si sono marcati per tutto il weekend Alex Lynn e Richie Stanaway. In qualifica, dove il primo si è piazzato quinto e l’altro quarto, nella scelte delle gomme, quando al via di gara 1 la pista era bagnata, ma in fase di diventare asciutta, nel rientro ai box per sostituire gli pneumatici, al termine del giro di ricognizione. Nel recupero dalle retrovie nella corsa del sabato, e nel duello di gara 2. Lynn e Stanaway stanno lottando per la conquista del campionato GP3 e si annusano in continuazione. E’ però l’inglese che da pochi mesi veste la tuta Red Bull ad avere incassato il maggior numero di punti in Belgio grazie all’ottavo e al primo posto e ad avere un buon vantaggio sul neozelandese sospinto da Gravity nella classifica generale, 153 punti contro 121. 62 CA Lynn e Stanaway in lotta 63 GP3 GARE A SPA STONEMAN AZZECCA TUTTO Le condizioni meteo hanno recitato un ruolo importante nella corsa iniziale. Come detto, Lynn del team Carlin e Stanaway della Status, hanno capito nel giro pre partenza che proseguire con le rain non era il caso e si sono subito fermati per montare le slick. Altri nelle prime file non lo hanno fatto subito, attendendo chi 1 giro chi più tornate, ed hanno sbagliato. Da ultimi, Lynn e Stanaway hanno recuperato forte fino al settimo e ottavo posto quando la pista ha cominciato a divenire rapida premiando chi aveva scelto di posizionarsi sullo schieramento con le slick. Si è così scatenato un poker di piloti britannici con Dean Stoneman che è andato a vincere grazie anche alla uscita al Radillon di Matheo Tuscher, che pareva comandare con grande sicurezza. L’inglese del team Manor ha così preceduto i connazionali Dino Zamparelli, Nick Yelloly e Jann Mardenborough. Ghiotto al comando nei primi giri di gara 1 FONTANA PRIMI PUNTI E PODIO La seconda corsa è invece vissuta sul duello tra Lynn e Stanaway che hanno praticamente fatto il vuoto. E probabilmente saranno loro a recitare costantemente il ruolo di primi attori anche nelle prossime tappe. Difficile che Yelloly possa infastidirli anche se il motorsport ci ha insegnato che le sorprese clamorose sono sempre possibili. A Spa ha conquistato i primi punti del 2014 Alex Fontana. Il pilota della ART, parte del programma Junior Lotus, ha vissuto una stagione piuttosto difficile e al di sotto delle aspettative (che erano alte) per vari motivi. Incidenti, errori, problemi tecnici. Una serie infinita di disavventure che avrebbero abbattuto il morale di un elefante. Invece, Fontana ha sempre saputo rimboccarsi le maniche, in silenzio, lavorando. E finalmente sono arrivati i risultati sul circuito più impegnativo del calendario. Sesto e terzo, quindi podio centrato, sono un gran bel viatico per guardare alle ultime corse con maggiore serenità. Fontana finalmente a podio e a punti Ceccon è tornato in GP3 dopo un anno di pausa 64 Un punticino per Agostini L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 1 SABATO 23 AGOSTO 2014 1 - Dean Stoneman - Manor - 12 giri 28'58"508 2 - Dino Zamparelli - ART - 1"210 3 - Nick Yelloly - Status - 2"923 4 - Jann Mardenborough - Arden - 3"837 5 - Pal Varhaug - Jenzer - 4"938 6 - Alex Fontana - ART - 5"734 7 - Richie Stanaway - Status - 7"012 8 - Alex Lynn - Carlin - 7"555 9 - Emil Bernstorff - Carlin - 8"059 10 - Riccardo Agostini - Hilmer - 9"237 11 - Kevin Ceccon - Jenzer - 10"027 12 - Alfonso Celis - Status - 10"547 13 - Santiago Urrutia - Koiranen - 11"831 14 - Ryan Cullen - Manor - 25"472 15 - Nelson Mason - Hilmer - 35"045 16 - Luis Sa Silva - Carlin - 1'10"700 17 - Carmen Jordà - Koiranen - 1'43"531 18 - Luca Ghiotto - Trident - 1'45"090 Giro più veloce: Matheo Tuscher 2'10"452 Ritirati 10° giro - Sebastian Balthasar 10° giro - John Bryant-Meisner 7° giro - Matheo Tuscher 3° giro - Robert Visoiu 0 giri - Patrick Kujala 0 giri - Jimmy Eriksson 0 giri - Patric Niederhauser Non partito Marvin Kirchhofer FAVOLA GHIOTTO IN POLE MA LA STRATEGIA… La grande sorpresa di Spa porta però il nome di Luca Ghiotto. L’italiano scelto dalla Trident per questo appuntamento belga in qualifica e con pista bagnata ha lasciato tutti di stucco segnando la pole. Ghiotto corre nella World Series Renault con il team Draco e per spezzare la lunga pausa di quel campionato (due mesi) si è concesso questo allenamento. Che meglio non poteva riuscire. Il vicentino ha conosciuto la vettura direttamente nel turno libero di Spa percorrendo una manciata di giri per via di due bandiere rosse. Ma nella sessione decisiva, è stato bravissimo a leggere la situazione della pista e a buttarsi senza timori dentro ogni curva segnando alla fine il primo tempo. Peccato però che una strategia eccessivamente conservativa della Trident in gara 1 lo abbia portato a partire con le rain quando la pista si stava asciugando, e soprattutto a non cambiarle per le slick per ben 5 giri. Di fatto, Ghiotto è stato l’ultimo tra coloro che avevano le gomme rain a fermarsi ai box. Non ha quindi più avuto tempo per recuperare terreno, per di più in un contatto il pneumatico posteriore destro si è stallonato e buonanotte ai sogni d’oro. In gara 2, partito diciottesimo, ha concluso quattordicesimo. D’accordo, l’obiettivo era allenarsi, ma viste le premesse… Riccardo Agostini ha terminato decimo gara 1. Partito con le slick dopo una qualifica pessima per un setup evidentemente errato, il veneto con saggezza ha guadagnato l’ultimo punto disponibile. Il debutto di Kevin Ceccon non è stato affatto negativo. Ritrovatosi secondo dietro a Ghiotto nei primissimi giri grazie alle gomme rain, le ha cambiate tardivamente, al 4° passaggio, chiudendo dietro Agostini. Ceccon è poi risultato undicesimo anche in gara 2. . L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 2 DOMENICA 24 AGOSTO 2014 1 - Alex Lynn - Carlin - 13 giri 28'25"130 2 - Richie Stanaway - Status - 2"050 3 - Alex Fontana - ART - 7"947 4 - Jann Mardenborough - Arden - 13"530 5 - Nick Yelloly - Status - 14"501 6 - Emil Bernstorff - Carlin - 14"758 7 - Dino Zamparelli - ART - 16"745 8 - Pal Varhaug - Jenzer - 19"075 9 - Dean Stoneman - Manor - 19"092 10 - Nelson Mason - Hilmer - 20"980 11 - Kevin Ceccon - Jenzer - 22"067 12 - Riccardo Agostini - Hilmer - 34"829 13 - Ryan Cullen - Manor - 40"131 14 - Luca Ghiotto - Trident - 40"616 15 - Alfonso Celis - Status - 43"370 16 - Matheo Tuscher - Jenzer - 46"892 17 - Marvin Kirchhofer - ART - 51"011 18 - Santiago Urrutia - Koiranen - 52"123 19 - Jimmy Eriksson - Koiranen - 52"777 20 - Robert Visoiu - Arden - 54"430 21 - Patrick Kujala - Manor - 54"868 22 - John Bryant Meisner - Trident - 58"526 Giro più veloce: Alex Fontana 2'07"448 Ritirati 12° giro - Luis Sa Silva 9° giro - Carmen Jorda 4° giro - Patric Niederhauser 0 giri - Sebastian Balthasar Il campionato 1.Lynn 153; 2.Stanaway 121; 3.Yelloly 95; 4.Bernstorff 91; 5.Eriksson 85; 6.Zamparelli 81; 7.Kirchhofer 80; 8.Stoneman 70; 9.Mardenborough 61; 10.Niederhauser 37. 65 F.RENAULT ALPS IL CASO SALVATE IL SOLDATO 66 Rovera è il miglior pilota italiano del campionato, ha conquistato podi ed occupa la sesta posizione assoluta. Eppure il ragazzo del team Cram rischia di dover saltare le ultime due tappe stagionali del Mugello e di Jerez per la perdita di uno sponsor. Sarebbe l’ennesima ingiustizia che colpisce i nostri migliori esponenti Dario Sala Con i suoi 65 punti, attualmente occupa la sesta posizione nella classifica generale del campionato di Formula Renault 2.0 ALPS. Il quinto e il quarto posto sono li ad un passo, ma non è detto che il pilota varesino in forza alla Cram Motorsport possa tentare di agguantarli. Questo perché proprio in questi giorni è venuto a mancare uno sponsor che avrebbe dovuto garantire la copertura economica per l'ultima parte della stagione. Il pilota italiano meglio classificato rischia insomma di assistere ai due ultimi appuntamenti in veste di spettatore. ALESSIO 67 F.RENAULT ALPS IL CASO Alessio puoi raccontare cosa è successo? “All'ultimo momento uno dei miei sponsor è saltato. In questo modo mancherebbe il budget necessario per finire la stagione. Se nessuno si fa avanti credo che dovremo fermarci qui”. Non c'è proprio soluzione? “Stiamo aspettando delle conferme da parte di altri sponsor. Speriamo arrivino delle risposte positive, ma al momento la mia partecipazione alle gare del Mugello e di Jerez non è garantita”. Sarebbe davvero un peccato, la stagione non stava andando affatto male. Eri soddisfatto di quanto fatto sin qui? “Si, credo di aver fatto una stagione in crescendo. A parte il debutto di Imola tutte le altre gare sono state positive. Ho sfiorato la pole a Pau e al Red Bull Ring mostrando quindi una certa velocità. Con questi risultati speravo di trovare qualche sponsor in più, invece purtroppo non è stato cosi. Capisco. Il momento è economicamente molto difficile”. Quali sono stati i momenti più esaltanti di queste prime gare e quelli che invece non vorresti si fossero verificati? “Il momento più esaltante e quello più brutto si sono verificati a Pau e sono arri- 68 vati assieme. Mi sono davvero esaltato per la velocità che avevo e per come mi stavo destreggiando in pista, ma poi sono rimasto molto deluso per aver mancato la pole per un soffio. Fare la pole a Pau da debuttante non mi sarebbe affatto dispiaciuto e averla mancato per così poco mi ha dato fastidio”. Ci sono anche tre podi che dimostrano la tua crescita. “Anche quelli sono risultati che ovviamente mi hanno molto soddisfatto. Il primo podio al Red Bull Ring è stato quello che ha dato una svolta alla stagione. Non avevo punti in classifica mentre dopo quel secondo posto ho cominciato a risalire. Sapevo di avere un buon potenziale, ma fino a quel momento, in qualifica, non lo avevo sfruttato. In gara invece, era sempre arrivato qualche errore. Dopo quel bel risultato ho capito che avrei potuto avere delle corse positive da li in avanti e infatti sono arrivati altri buoni risultati”. Facendo un passo indietro. Come è stato l'impatto con la Formula Renault 2.0 per te che arrivavi dalla Formula Abarth? “Per quanto mi riguarda ho trovato una macchina molto più difficile da guidare. La ragione credo risieda nel fatto che si usano le gomme Michelin che, rispetto alle Kumho, richiedono un maggiore impegno per trovare il limite. Oltre alla macchina va poi sottolineato l'alto livello del campionato che non rende certo la vita facile”. Sperando che tu possa esserci nei prossimi due round, credi che la vittoria potesse essere un obiettivo realistico? “Sono convinto di sì. Anzi credo che la seconda gara in Austria avrei potuto proprio vincerla se non avessi perso troppo tempo in partenza. E' stato in quel primo giro che ho preso quel distacco che non sono più riuscito a colmare. Un peccato perché avevo la velocità per vincere. Anche per le due gare che rimangono ho delle belle aspettative, ammesso che ci sarò. Il Mugello è una pista che mi piace molto. Una vittoria sarebbe proprio l'ideale. Anche Jerez mi piace. Ci ho provato lo scorso anno con l'Auto GP e devo dire che mi sono trovato davvero bene e spero di ripetermi. Il mio obiettivo stagionale comunque è quello di raggiungere il terzo o il quarto posto in classifica. Se tutto gira come deve, credo si possa fare”. Visto che ne parlano tutti e che siete quasi coetanei. Cosa ne pensi del debutto in F.1 di Max Verstappen? “Passare dalla F.3 alla F.1 a quell'età è decisamente un grande salto. Forse è prematuro. Penso non ci sia andato solo per merito, ma anche perché ha le conoscenze giuste. Ciò non toglie che sia veloce e abbia talento. Vedremo cosa succederà”. 69 WTCC IL PUNTO 70 È MULLER L’ANTI LOPEZ Nella volata finale in terra asiatica, dove si terranno ben quattro appuntamenti a partire da ottobre, soltanto il francese potrà contrastare il passo verso il titolo mondiale al lanciatissimo argentino per un trionfo tutto Citroen 71 WTCC IL PUNTO Dario Sala Con la gara di Termas de Rio Hondo in Argentina di inizio agosto, il WTCC ha praticamente terminato la prima parte della stagione. Si riprenderà ad ottobre per un rush finale tutto asiatico che toccherà tre volte la Cina (Pechino, Shanghai e Macao), poi il Giappone (Suzuka). Otto gare che ci diranno chi sarà il campione 2014 dopo una annata che fino ad ora ha visto la Citroen dominare in lungo e in largo. Le C-Elysée, indicate alla vigilia come le favorite, hanno rispettato il loro ruolo andando persino oltre. I sei mesi di test in configurazione TC1, fatti mentre la concorrenza era impegnata a terminare al meglio il 2013, si sono rivelati un vantaggio assoluto. A luglio 2013, la C-Elysée toccava la pista per la prima volta, gli altri lo hanno fatto fra febbraio e marzo 2014. La Citroen ha macinato migliaia e migliaia di chilometri, gli altri solo pochi giorni prima dell'inizio del campionato. Inoltre, la Casa della doppia Chevron si è presentata ai nastri partenza con un budget ed uno squadrone che non si erano mai visti prima nel mondiale. In questo modo, la vittoria finale è stata in dubbio solo prima della gara di Marrakech. Dopo il fine settimana marocchino si è capito l'enorme potenziale di questa vettura ottimamente guidata da tre grandi piloti e che direzione avrebbe preso il campionato. Ora, dopo, 16 gare, il distacco della concorrenza si è inevitabilmente ridotto anche se le ultime stime parlano ancora di oltre mezzo secondo per quanto riguarda le Honda Civic e sette decimi per le Chevrolet mentre le Lada restano ancora confinate oltre il secondo. Per il mondiale quindi non c'è storia. La Citroen lo vincerà fra i costruttori mentre uno dei suoi piloti lo farà nella classifica a loro riservata. 72 Duello alsaziano tra Muller e Loeb LOEB TERZO INCOMODO José Maria Lopez per sette volte sul gradino più alto del podio E da questo punto di vista, almeno, si prospetta un bel duello fra Josè Maria Lopez e Yvan Muller. L'argentino finora ha trionfato sette volte realizzando una doppietta proprio nella gara di casa che lo ha consacrato come il pilota più in forma se non il migliore del momento. La gara argentina ha fatto sì che Lopez possa guardare ai prossimi appuntamenti con un vantaggio di 60 punti su Muller. Un vantaggio enorme almeno all'apparenza, ma con il sistema di punteggio FIA basta un fine settimana storto e tutto può ritornare in gioco. Va detto poi, che l'argentino sulle piste che arriveranno non ci ha mai corso mentre Muller le ha usate come base per vincere in volata i suoi titoli. Vedremo, ma è chiaro che, da spettatori, queste sono solo speranze di vedere un bel duello fino all'ultimo metro. La realtà è che “Pechito” è realmente il favorito numero uno sotto tutti i punti di vista. E' velocissimo, ha una grande visione di gara e sembra aver trovato un equilibrio psichico invidiabile. Difficile davvero che possa cedere di schianto. Muller ad oggi ha vinto quattro gare, proverà di tutto per impegnare fino alla fine l’argentino, ma dovrà fare attenzione anche alle sue spalle visto che Sébastien Loeb vorrà conquistare ancora qualche successo. La leggenda dei rally sta portando avanti una stagione molto buona per essere al debutto. Come era prevedibile ha lasciato per strada qualche punto per inesperienza nella bagarre e per mancanza di astuzia in qualche fase calda. Chiaro però, che uno come lui vuole andare oltre il terzo posto che oggi viene visto come l'ultimo del campionato Citroen. 73 WTCC IL PUNTO Morbidelli vincitore a Budapest LA HONDA HA DELUSO PER GLI ALTRI SOLO BRICIOLE Gli avversari non sono esistiti, almeno per ora. Solo Gianni Morbidelli con la Chevrolet Cruze della Munnich, ha interrotto il dominio della Casa francese. E' successo in Ungheria dopo una gara tutta in difesa nella quale Gianni ha mostrato la sua classe. Il resto della stagione del pesarese si è però dipanata fra alti e bassi e Gianni ha fatto quello che ha potuto con il materiale a disposizione. Servirebbero sessioni di test, ma il budget non lo permette. La lista dei delusi però, è lunga e al primo posto c'è la Honda. Alla Jas e in Giappone stanno lavorando come matti, ma il margine da recuperare è ancora molto. La Civic è nata bene, ma qualche problema di affidabilità e la poca potenza del motore l'hanno penalizzata. La situazione è via via migliorata, ma la possibilità reale di vincere delle gare partendo dalle qualifiche non c'è mai stata. Troppo lo svantaggio in termini di tempo per provare a contrastare le Citroen e ora la speranza è solo quella di concludere con almeno una vittoria in casa che accontenti i vertici di una casa forse troppo orientata alla Power Unit della F.1 per dedicare tempo e risorse al motore del WTCC. Budget e mancanza di test sono alla base delle stagioni sottotono dei motorizzati Chevrolet. Un discorso che vale per la Roal che comunque si è resa protagonista di bei piazzamenti sia con Tom Coronel sia con Tom Chilton. Purtroppo la mancanza di una maggiore continuità ha influito sulla classifica di entrambi i piloti. In questo campionato così dominato dalla Citroen si è potuto sperare in qualche sporadica bella gara. Lo hanno fatto piloti come Mehdi Bennani con la Civic del Proteam e Norbert Michelisz con quella della Zengo così come Hugo Valente con la Cruze di Campos. Apparizioni importanti, ma sporadiche e troppo discontinue. Troppo, troppo lontane le Lada per poter sperare in qualcosa. Per fortuna in Argentina è arrivato il secondo posto di Rob Huff che vale come una vittoria e che premia il grande lavoro fatto dalla squadra e dall'ingegner Marco Calovolo. Di più è difficile immaginare. La Granta ha in sé delle caratteristiche che non consentono grandi sviluppi, ecco perché le forze della squadra si concentreranno sulla Vesta la nuova arma che verrà svelata a giorni. Per ora si cerca di finire al meglio questo 2014. La Lada come tutti quelli che non hanno una C-Elysée. 74 Il campionato 1 – José Maria Lopez 2 – Yvan Muller 3 – Sebastien Loeb 4 – Tiago Monteiro 5 – Gabriele Tarquini 6 – Tom Coronel 6 – Norbert Michelisz 8 – Gianni Morbidelli 9 – Tom Chilton 10 – Mehdi Bennani 310 250 213 146 121 100 100 84 83 57 I vincitori 2014 Le Honda di Tarquini e Bennani Marrakech 1 – José Maria Lopez Marrakech 2 – Sebastien Loeb Le Castellet 1 – Yvan Muller Le Castellet 2 – José Maria Lopez Budapest 1 – Yvan Muller Budapest 2 – Gianni Morbidelli Slovakia 1 – Sebastien Loeb Slovakia 2 – non disputata Salzburgring 1 – Yvan Muller Salzburgring 2 – José Maria Lopez Mosca 1 – Jose Maria Lopez Mosca 2 – Ma Qing Hua Spa 1 – Yvan Muller Spa 2 – José Maria Lopez Rio Hondo 1 – José Maria Lopez Rio Hondo 2 – José Maria Lopez 75 NASCAR GARA A BRISTOL LOGANO SEMPRE PIÙ CIGNO Sempre più protagonista assoluto, il pilota di Penske si è imposto con autorità battendo Keselowski e nelle ultime cinque gare si è sempre piazzato tra i primi sei Marco Cortesi Che l'anatroccolo si fosse ritrasformato nel cigno che era al tempo del suo arrivo in Nascar non c'erano più dubbi. Ma con la vittoria a Bristol, Joey Logano ha voluto mettere in chiaro di essere un contendente accreditato per il titolo. Tanto e quanto, se non di più, rispetto al compagno di squadra e campione 2012 Brad Keselowski. Passando con celerità Matt Kenseth con poco più di 40 passaggi alla conclusione, Logano si è costruito un buon margine e ha potuto gestire in tranquillità Keselowski fino alla bandiera a scacchi, permettendosi anche di ignorare un attacco all'arma bianca (e un po' velleitario) di quest'ultimo nell'ultima tornata. Logano nel team Penske è riuscito a completare il suo percorso professionale come forse da Joe Gibbs non gli era stato possibile: il ventiquattrenne del Connecticut, nelle ultime cinque gare, non ha mai terminato oltre la sesta piazza e mai come ora è stato "vero" fenomeno quale era nella sua carriera nelle categorie addestrative. IL LANCIO DEI COLLARI HANS! Per il resto, la corsa di Bristol è stata "vecchio stile" come è giusto che sia sul veloce ovale del Tennessee, caratterizzato grazie agli alti banking da medie altissime per un anello da solo mezzo miglio. Medie che spesso sfociano in spettacolari incidenti. Due contatti multipli in particolare hanno levato di mezzo diversi candidati al successo. Kevin Harvick ha spedito in testacoda Denny Hamlin con il coinvolgimento anche di Dale Earnhardt Jr. Furioso il trentatreenne di casa Gibbs, che pur evitando di avvicinarsi alla pista come le nuove regole prescrivono, non ha mancato di segnalare il suo disappunto al rivale lanciandogli da grande distanza il collare Hans. KYLE BUSCH ANCORA KO Un altro incidente ha messo fuori gioco Kyle Busch. Dopo un contatto tra Kyle Larson e Brian Vickers, il pilota di Las Vegas ha rallentato, ma è stato colpito da Clint Bowyer. Harvick ha poi recuperato fino al decimo posto, mentre Larson ha chiuso dodicesimo, mantenendo in vita le sue (poche) speranze di Chase For The Cup. Più regolare la trasferta di Jimmie Johnson, quarto davanti a Kurt Busch: entrambi sono stati particolarmente accorti dopo gli ultimi difficili risultati per loro. Più indietro Jeff Gordon, che comunque non aveva molto da rischiare in una giornata in cui non ne aveva a sufficienza per vincere. 76 A Sugo vittoria di Tachikawa-Hirate su Lexus Cerumo L'ORDINE DI ARRIVO SABATO 23 AGOSTO 2014 1 - Joey Logano (Ford) – Penske - 500 giri 2 - Brad Keselowski (Ford) – Penske - 500 3 - Matt Kenseth (Toyota) – Gibbs - 500 4 - Jimmie Johnson (Chevy) – Hendrick - 500 5 - Kurt Busch (Chevy) – Stewart/Haas - 500 6 - Ricky Stenhouse (Ford) – Roush/Fenway - 500 7 - Carl Edwards (Ford) – Roush/Fenway - 500 8 - Jamie McMurray (Chevy) – Ganassi - 500 9 - Paul Menard (Chevy) – Childress - 500 10 - Greg Biffle (Ford) – Roush/Fenway - 500 11 - Kevin Harvick (Chevy) – Stewart/Haas - 500 12 - Kyle Larson (Chevy) – Ganassi - 500 13 - Ryan Newman (Chevy) – Childress - 500 14 - AJ Allmendinger (Ford) – JTG - 500 15 - Jeff Burton (Chevy) – Stewart/Haas - 499 16 - Jeff Gordon (Chevy) – Hendrick - 499 17 - Clint Bowyer (Toyota) – Waltrip - 498 18 - Michael McDowell (Ford) – Leavine - 498 19 - Justin Allgaier (Chevy) – Hscott - 497 20 - Martin Truex Jr (Chevy) – Furniture Row - 497 21 - Brian Vickers (Toyota) – Waltrip - 497 22 - Landon Cassill (Chevy) – Hillman - 497 23 - David Ragan (Ford) – Front Row - 496 24 - Reed Sorenson (Chevy) – Baldwin - 496 25 - David Gilliland (Ford) – Front Row - 495 26 - Casey Mears (Chevy) – Germain - 495 27 - Danica Patrick (Chevy) – Stewart/Haas - 493 28 - Austin Dillon (Chevy) – Childress - 493 29 - Josh Wise (Chevy) – Parsons - 492 30 - Cole Whitt (Toyota) – BK Racing - 492 31 - David Stremme (Chevy) – Circle Sport - 491 32 - Alex Bowman (Toyota) – BK Racing - 489 33 - JJ Yeley (Chevy) – XXXtreme - 489 34 - Marcos Ambrose (Ford) – Petty - 480 35 - Kasey Kahne (Chevy) – Hendrick - 477 36 - Kyle Busch (Toyota) – Gibbs - 442 37 - Ryan Truex (Toyota) – BK Racing - 338 38 - Michael Annett (Chevy) – Baldwin - 243 39 - Dale Earnhardt Jr (Chevy) – Hendrick - 176 40 - Denny Hamlin (Toyota) – Gibbs - 160 41 - Aric Almirola (Ford) – Petty - 123 42 - Brett Moffitt (Toyota) – Robinson - 78 43 - Dave Blaney (Chevy) – Baldwin - 37 Il campionato 1. Jeff Gordon 845; 2. Earnhardt 818; 3. Keselowski 776; 4. Logano 761; 5. Matt Kenseth 751. Qualificati per la Chase For The Cup 3 vittorie: Keselowski, Johnson, Earnhardt, Gordon, Logano 2 vittorie: Harvick, Edwards 1 vittoria: Kyle Busch, Hamlin, Kurt Busch, Almirola, Allmendinger Classifica (provvisoria): Kenseth, Newman, Bowyer, Biffle 77 V8 SUPERCARS GARE A EASTERN CREEK KIWI ALLA RISCOSSA Sempre più protagonista assoluto, il pilota di Penske si è imposto con autorità battendo Keselowski e nelle ultime cinque gare si è sempre piazzato tra i primi sei Silvano Taormina L'appellativo "outsider" inizia a calzare decisamente stretto per Shane Van Gisbergen e Scott McLaughlin, coloro che lasciano Eastern Creek con in mano la coppa del vincitore. In comune non hanno solo la nazionalità neozelandese ma, soprattutto, quel piede pesante che, nelle giornate in cui i senatori della categoria mollano il tiro e smarriscono la retta via, gli consente di portarsi alla ribalta. Van Gisbergen, nonostante militi tra le fila di un team di seconda fascia quale il Tekno Autosport, spesso ci ha abituato a colpi vincenti. In particolar modo quando le condizioni si fanno critiche, come accaduto nella giornata di sabato in cui la pioggia non ha dato tregua, il suo stile di guida diventa un valore aggiunto. Il "discorso titolo" rimane decisamente aperto per lui e, se saprà capitalizzare nelle prossime gare di durata, non è impossibile pensare che a fine stagione il suo nome possa defenestrare i "soliti noti" dall'albo d'oro della categoria. 78 Van Gisbergen vincitore di due gare 79 V8 SUPERCARS GARE A EASTERN CREEK VENTENNI ALLA RIBALTA Poi c'è Scott McLaughlin che, dopo la sfortuna riscontrata nelle due prove sprint del sabato, con orgoglio si è riscattato nella gara lunga della domenica. La freschezza dei suoi vent'anni e un talento fuori discussione da un lato gli stanno consentendo di collezionare pole e vittorie, dall'altro lo hanno eretto a vero proprio traghettatore della Volvo nella stagione del debutto nel V8 Supercars. Eastern Creek ha esaltato anche Chaz Mostert (FPR) e Nick Percat (Walkinshaw), altri due giovanissimi da tenere d'occhio nelle stagioni a venire. Mostert, dopo un inizio in sordina con la casacca ufficiale della Ford, gara dopo gara sta divenendo una presenza sempre più costante sul podio. Sul bagnato è stato l'unico a creare qualche grattacapo a Van Gisbergen. Discorso simile per Percat in gara 3 in cui, fin sotto la bandiera a scacchi, ha provato a sottrarre lo scettro a McLaughlin assicurandosi il suo primo podio stagionale. Nel corso del weekend, rispettivamente in gara 1 e gara 3, il podio lo hanno assaporato anche Garth Tander (HRT) e Fabian Coulthard (BJR) mentre James Moffat ha sempre lottato con i primi ma a causa di qualche errorino di troppo ha raccolto meno di quanto seminato. ARRANCANO I SENATORI Se i ventenni hanno brillato, i "big" della categoria hanno arrancato. Jamie Whincup e Craig Lowndes, forti della loro esperienza, anche nei weekend sottotono riescono sempre a tirare fuori qualcosa di positivo. Sui saliscendi di Eastern Creek, specialmente sul bagnato, i portacolori del Triple Eight hanno dato l'impressione di non forzare il tiro. Entrambi sono riusciti a calcare il terzo gradino del podio nelle due gare sprint marcandosi a vista in ottica campionato. E' andata peggio a James Courtney (HRT) che, tra qualifiche poco felici, noie meccaniche e sportellate a centro gruppo non è riuscito ad andare oltre l'ottava piazza in gara 1 e 2. La seconda posizione in campionato non rende merito all'andamento di Mark Winterbottom, ancora una volta inconsistente. Se nei prossimi appuntamenti non si inventerà qualcosa, rischia di vanificare quanto di buono costruito nella prima parte di stagione. Detto di Moffat, qualche segnale positivo in casa Nissan è arrivato anche da Michael Caruso e Rick Kelly, finalmente in grado di avvicinare le posizioni di vertice con le loro Altima. Will Davison, in top-five nelle due gare sprint, con il suo talento ancora una volta ha messo una pezza sui limiti della Mercedes E63 AMG di casa Erebus. 80 Nick Percat L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 1 SABATO 23 AGOSTO 2014 1 - Shane Van Gisbergen (Holden) - Tekno - 25 giri in 47'54”894 2 - Garth Tander (Holden) - HRT - 9”156 3 - Craig Lowndes (Holden) - Triple Eight - 16”723 4 - Jamie Whincup (Holden) - Triple Eight - 20”471 5 - Michael Caruso (Nissan) - Kelly - 20”787 6 - Rick Kelly (Nissan) - Kelly - 21”987 7 - Will Davison (Mercedes) - Erebus - 22”208 8 - James Courtney (Holden) - HRT - 23”834 9 - Jason Bright (Holden) - BJR - 25”174 10 - Lee Holdsworth (Mercedes) - Erebus - 33”097 L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 2 SABATO 23 AGOSTO 2014 1 - Shane Van Gisbergen (Holden) - Tekno - 24 giri 47'02”9787 2 - Chaz Mostert (Ford) - FPR - 0”716 3 - Jamie Whincup (Holden) - Triple Eight - 3”373 4 - Jason Bright (Holden) - BJR - 5”464 5 - Will Davison (Mercedes) - Erebus - 8”853 6 - James Moffat (Nissan) - Kelly - 11”205 7 - Fabian Coulthard (Holden) - BJR - 14”371 8 - James Courtney (Holden) - HRT - 15”109 9 - Rick Kelly (Nissan) - Kelly - 16”060 10 - Russell Ingall (Holden) - Dumbrell - 16”903 L'ORDINE DI ARRIVO DI GARA 3 DOMENICA 24 AGOSTO 2014 Scott McLaughlin 1 - Scott McLaughlin (Volvo) - Polestar GRM - 51 giri 1.24'14''166 2 - Nick Percat (Holden) - HRT - 0''363 3 - Fabian Coulthard (Holden) - BJR - 5''683 4 - James Moffat (Nissan) - Kelly - 8''825 5 - Jamie Whincup (Holden) - Triple Eight - 11''837 6 - Jason Bright (Holden) - BJR - 12''978 7 - Shane Van Gisbergen (Holden) - Tekno - 19''787 8 - Michael Caruso (Nissan) - Kelly - 20''959 9 - Craig Lowndes (Holden) - Triple Eight - 24''089 10 - Chaz Mostert (Ford) - FPR - 30''003 Il campionato 1. Whincup 2025; 2. Winterbottom 1890; 3. Lowndes 1812; 4. Van Gisbergen 1778; 5. Coulthard 1712; 6. Courtney 1688; 7. Mostert 1502; 8. McLaughlin 1497; 9. Tander 1404; 10. Bright 1329; 11. Reynolds 1234; 12. Caruso 122. Chaz Mostert 81 BLANCPAIN GT SPRINT GARA A ORECHOVA POTON In Slovacchia, incredibile vittoria dei ventenni Baumann e Jager, alla seconda apparizione in campionato dopo il secondo posto di Zandvoort. Doppietta per la BMW con i team Schubert e Brasil. Weekend da dimenticare per gli italiani Antonio Caruccio La quarta tappa del Blancpain GT Sprint potrebbe aver segnato una svolta importante nella storia della stagione 2014. Nonostante vi siano ancora tre round, nelle campagne che circondano la ridente cittadina di Orechova Poton si sono completamente ribaltati i valori visti nelle prime gare. Grande protagonista è stata sicuramente la BMW, che ha portato a casa la vittoria grazie ad una straordinaria gara di Dominik Baumann e Thomas Jager. La giovanissima coppia austriaca (21 e 20 anni), entrata solo nello scorso round di Zandvoort a fare par- te del campionato, dopo il secondo posto in Olanda, in Slovacchia si è presa la vittoria assoluta con una grande rimonta dopo il ritiro nella gara di qualifica per un testacoda di Baumann sotto la pioggia torrenziale. La vettura bavarese ha avuto una costante progressione nel corso del weekend, con David Fumanelli, del team Roal, che era stato il miglior pilota della Silver Cup e sesto assoluto. La corsa del sabato è stata segnata da due interruzioni, entrambe dovute alla forte pioggia, oltre che dal brutto incidente di Thomas Enge, che nel primo giro ha piroettato ben quattro volte in aria prima di atterrare con la vettura sospesa sul guard-rail. LINEA VERDE 82 83 BLANCPAIN GT SPRINT GARA A ORECHOVA POTON RAMOS BENE NELLA PIOGGIA BUHK SQUALIFICATO DALL’ADAC Nella gara di qualificazione la vittoria è andata a Laurens Vanthoor e Cesar Ramos, con il brasiliano autore di un grande stint sul bagnato, venendo però coinvolto in un contatto multiplo al via della Main Race domenica, vanificando la possibilità di andare ancora a punti. Sempre nello stesso contatto, la corsa ha perso altri protagonisti, come Stephane Ortelli, Alessandro Zanardi, ma soprattutto Hari Proczyk, che finendo in ghiaia con la sua Lamborghini non ha potuto difendersi dalla Mercedes di Maximilian Gotz. Proprio il tedesco, nonostante un fine settimana non esaltante dal punto di vista delle prestazioni assolute, torna a casa con la leadership solitaria del campionato. Fino a Zandvoort al suo fianco c’era Maximilian Buhk, che ha però dovuto scontare una pesante sanzione sportiva in Slovacchia. Per non aver rispettato le direttive dei commissari di percorso durante la gara del GT tedesco disputatasi proprio allo Slovakia Ring due settimane fa, ha subito dall’ADAC (federazione teutonica) una squalifica di tre gare, vanificando così la possibilità di difendere la leadership sia nel Blancpain che nel GT nazionale. Al fianco di Gotz è così stato chiamato all’ultimo minuto Nico Verdonck, che ha aiutato ad incamerare punti importanti per la classifica. Grazie al forfait Lamborghini comunque, con 69 punti contro gli 85 di Gotz, Buhk resta secondo. JIMENEZ-BUENO SCONFITTI NEL FINALE Ne hanno approfittato per mettersi in luce invece Sergio Jimenez e Caca Bueno. Rallentati in qualifica da un problema al motore, poi sostituito prima della gara del sabato e per questo costretti a partire dalla pit-lane, sono riusciti a conquistare il secondo posto, perdendo la vittoria a pochi giri dalla fine quando la BMW di Baumann si è dimostrata più performante di quella del Team Brasil grazie alle gomme nuove. Simile condizione che ha portato, all’ultimo giro, Renè Rast, in coppia con Enzo Ide, sul podio. Difficile invece la trasferta dei colori italiani. Il mega contatto al via di gara 2 Successo nella pioggia per Ramos-Vanthoor nella gara di qualifica 84 Sopra, buon quinto posto nella prima gara per FumanelliColombo. A sinistra, il terribile capitombolo di Enge nella prima corsa L'ORDINE DI ARRIVO GARA DI QUALIFICA SABATO 23 AGOSTO 2014 1 - Vanthoor-Ramos (Audi R8 LMS) - WRT – 27 giri 2:07'45"766 2 - Bleekemolen-Proczyk (Lamborghini) - Grasser - 3"634 3 - Verdonck-Gotz (Mercedes SLS) - HTP - 4"357 4 - Brito-Stumpf (BMW Z4) - Team Brasil - 6"809 5 - Colombo-Fumanelli (BMW Z4) - ROAL - 7"563 6 - Lisowski-Abril (Audi R8 LMS) - WRT - 8"629 7 - Bueno-Jimenez (BMW Z4) - Team Brasil - 10"217 8 - Basseng-Latif (Audi R8 LMS) - Phoenix - 10"317 9 - Rast-Ide (Audi R8 LMS) - WRT - 16"762 10 - Alessandro Zanardi (BMW Z4) - ROAL - 27"754 11 - Toril-Ebrahim (Mercedes SLS) - Fortec - 31"491 12 - Hamprecht-Ortelli (Audi R8 LMS) - G Drive – 31"654 13 - Pentus-van der Drift (McLaren MP4-12C) - Bhaitech - 33"421 14 - Renè Munnich (Mercedes SLS) – Munnich – 52”139 15 - Winkelhock-MayerMenhof (Audi R8 LMS) - Phoenix - 1'04"938 16 - Landmann-Halek (Lamborghini) - Grasser - 1'34"621 17 - Wolf-Stolz (Mercedes SLS) - HTP – 5 giri Giro veloce: Laurens Vanthoor 2’11”058 Ritirati 13° giro - Onidi-Pantano 11° giro - Baumann-Jager 11° giro - Salaquarda-Montermini 6° giro - Dusseldorp-Afanasiev 0 giri - Enge-Rosina L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 24 AGOSTO 2014 PER GLI ITALIANI SLOVAKIA NEGATIVA È mancato all’appello il team Roal, che seppur sulla carta aveva tutto per un grande risultato, non è riuscito a concretizzare alcunché nonostante i grandi sforzi. Zanardi ha commesso un errore finendo in testacoda sul bagnato il sabato, venendo invece incolpevolmente colpito alla prima curva della gara principale, quando era già in terza posizione. Dopo il quinto posto ottenuto nella gara di sabato invece, Stefano Colombo e Fumanelli non hanno potuto prendere il via domenica per un problema tecnico, risolto quando ormai erano passati già tre giri di gara. Non sorridono nemmeno in casa Villorba, che proprio come a Zandvoort, non hanno potuto prendere parte alla corsa finale. Se in Olanda era stato un contatto a penalizzare Filip Salaquarda, in Slovacchia Andrea Montermini è stato bloccato da un danno alla vettura dopo un’uscita di pista, non riparabile per la domenica. In casa Bhaitech si sono rivisti dei punti, grazie alla McLaren MP4-12C di Christopher van der Drift e Sten Pentus, mentre Fabio Onidi e Giorgio Pantano sono stati fermati da un problema alla frizione. 1 - Baumann-Jager (BMW Z4) - Schubert – 29 giri 1:00'03"713 2 - Bueno-Jimenez (BMW Z4) - Team Brasil - 1"557 3 - Rast-Ide (Audi R8 LMS) - WRT - 14"215 4 - Verdonck-Gotz (Mercedes SLS) - HTP - 16"529 5 - Wolf-Stolz (Mercedes SLS) - HTP – 30”169 6 - Dusseldorp-Afanasiev (Mercedes SLS) - HTP - 32"770 7 - Basseng-Latif (Audi R8 LMS) - Phoenix - 34"364 8 - Pentus-van der Drift (McLaren MP4-12C) - Bhaitech - 35"219 9 - Lisowski-Abril (Audi R8 LMS) - WRT – 1’05"874 10 - Toril-Ebrahim (Mercedes SLS) - Fortec – 1’11"132 11 - Vanthoor-Ramos (Audi R8 LMS) - WRT – 1'43"270 12 - Landmann-Halek (Lamborghini) - Grasser – 1 giro 13 - Colombo-Fumanelli (BMW Z4) - ROAL – 2 giri Giro veloce: Laurens Vanthoor 2’11”058 Ritirati 18° giro - Onidi-Pantano 17° giro - Renè Munnich 1° giro - Alessandro Zanardi 0 giri - Bleekemolen-Proczyk 0 giri - Brito-Stumpf 0 giri - Hamprecht-Ortelli 0 giri - Winkelhock-MayerMenhof Non partiti Salaquarda-Montermini Enge-Rosina Il campionato 1.Gotz 85 punti; 2.Buhk 69; 3.Proczyk-Bleekemolen 63; 4.Jimenez-Bueno & Ide-Rast 51; 6.Baumann-Jager 45; 7.Ramos-Vanthoor 36; 8.Lisowski-Abril 28; 9.Ortelli-Guilvert & Afanasiev-Dusseldorp 21. 85 CIVM TROFEO FAGIOLI FAGGIOLI BATTE 10 Simone “vede” il titolo dopo la spettacolare decima affermazione a Gubbio, la prima al volante della Norma. Merli dà appuntamento a Rieti, dove Magliona e Iaquinta arriveranno ai ferri corti in CN. Macario la sorpresa, Hafner e Scappa i primi campioni 2014 86 87 CIVM TROFEO FAGIOLI Gianluca Marchese Foto Moretti Cambiano le auto, non la musica. Faggioli resta il “rocker” delle salite e dopo aver assicurato alla Norma il titolo europeo, per lui il settimo della carriera, a Gubbio il pluricampione toscano si scatena, mette in scena un superbo assolo e scappa in classifica. L'operazione sorpasso era andata in onda sulle frequenze del Reventino, dove nonostante questo Merli e l'Osella gli avevano messo le ruote davanti per la prima volta in condizioni “normali”. Domenica scorsa al 49° Trofeo Luigi Fagioli l'allungo in CIVM è stato invece di quelli veri. E proprio sotto gli occhi attenti del gran capo della casa costruttrice francese, Norbert Santos, a cui si devono le prime tre lettere del nome Norma (l'altro fondatore è Marc Doucet). Alla fine di una gara comunque sempre tiratissima e nella quale Faggioli ha montato per la prima volta delle nuove mescole Marangoni sulla M20 Fc Zytek il sorriso si è allargato non poco, anche se poi il commento resta quello da “piedi per terra”, nel suo stile nonostante l'alloro tricolore numero dieci si sia avvicinato notevolmente proprio nella frequentatissima (215 al via!) gara umbra che lo ha visto trionfare per la decima volta: “Dopo la vittoria in Svizzera abbiamo continuato a lavorare sulla biposto; a Gubbio dovevamo provare delle soluzioni di assetto e nuove gomme, ma per le condizioni di variabilità del sabato (pioggia battente in Q1, ndr) il lavoro è stato svolto solo parzialmente, per cui in gara abbiamo un po’ azzardato. Il tentativo ha dato buon esito e ora possiamo pensare a inseguire l’Italiano”. Inseguimento che si fa ora molto difficile per i rivali di casa Osella, che hanno pagato a caro prezzo una scodata a metà tracciato in gara-1, anche se Merli e la PA2000 hanno corso sempre al limite e dimostrato che il potenziale è competitivo. “Siamo sempre più soddisfatti dei progressi della nostra Osella”, ha dichiarato infatti il trentino. Il fattore che davvero cambia alla luce dei risultati di Gubbio è però quello più importante: ora Rieti è gara da dentro o fuori in ottica Tricolore. MACARIO SUPERSTAR La sorpresa del weekend umbro è quella che ha completato il podio assoluto: all'esordio a Gubbio e su una Lola-Zytek di F.3000, alla sua sesta gara assoluta Paride Macario ha centrato il primo risultato di prestigio. Il giovane bresciano, che ha esordito in pista ma ha tutta l'intenzione di diventare protagonista in salita, ha “superato” in gara2 un altro protagonista del Fagioli, Conticelli senior, che alla fine è quinto dopo l'ottima terza piazza di gara-1 sulla PA27. 88 Magliona a ruote fumanti al Trofeo Luigi Fagioli di Gubbio MAGLIONA TORNA IN CIMA Quarto assoluto, infatti, è Omar Magliona. Il sardo della Cst Sport è stato protagonista di un weekend quasi perfetto con la PA21 Evo nella categoria CN, cogliendo una doppietta di gruppo fondamentale che lo riporta in testa alla classifica, in coabitazione con Iaquinta. Il calabrese ha cercato di rispondere in gara-2 ma si è fermato a 11 centesimi dal campione in carica. L'avvincente battaglia tra i due proseguirà a Rieti, dove si riparte da zero per l'ennesima volta in stagione. È SEMPRE UN GIOCO DA... RAGAZZI A Gubbio il duello è stato entusiasmante anche in Gran Turismo. Il leader Ragazzi ha praticamente chiuso i giochi per regalare il secondo scudetto consecutivo alla Ferrari, ma Cannavò e la Lambo Gallardo dell'Eurotech Engineering hanno attaccato a fondo per riaprire il campionato. Il siciliano ha concluso gara-1 staccato di appena sei centesimi. Poi ha perso la piazza d'onore assoluta cercando la rimonta ma trovando un doppiaggio e ad approfittarne è stato il rientrante Jarach, che ha permesso alla Superchallenge di festeggiare la prima doppietta delle sue 458 GT. CAMPIONI DA “TURISMO” La prima finale del CIVM ha già emesso qualche verdetto. Armin Hafner e Antonio Scappa sono i primi campioni italiani 2014 delle salite, entrambi anche al primo tricolore personale. Con la doppietta di Gubbio l'alto-atesino della Scuderia Mendola si è assicurato il gruppo N al volante della Mitsubishi Lancer by Bicciato, precedendo “Zio Lino” Vardanega, che era all'esordio stagionale. Scappa, reatino della Fasano Corse, ha centrato invece il tricolore Racing Start aspirate dominando ogni salita disputata con la Renault New Clio preparata dalla DP Racing. 49° TROFEO LUIGI FAGIOLI DOMENICA 24 AGOSTO 2014 Pubblico delle grandi occasioni a Gubbio per il Trofeo Fagioli. Qui la Ferrari di Nappi prima dello start Ottimo esordio per Paride Macario con la Lola-Zytek di F.3000 Classifica assoluta: 1. Faggioli (Norma M20 Fc Zytek) in 3’08”36; 2. Merli (Osella PA2000 Honda) a 2”17; 3. Macario (Lola B99/50 Zytek) a 20”57; 4. Magliona (Osella PA21 Evo Honda) a 22”30; 5. Conticelli V. (Osella PA30 Zytek) a 22”81; 6. Fattorini (Lola 02/50 Zytek) a 24”19; 7. Iaquinta (Osella PA21 Evo Honda) a 24”62; 8. Urbani (Osella PA21/S Honda) a 29”57; 9. Lombardi (Radical SR4 Suzuki) a 33”89; 10. Conticelli F. (Osella PA21 Evo Honda) a 35”93. Gara-1: 1. Faggioli (Norma M20 Fc) in 1’34”33; 2. Merli (Osella PA2000) a 1”40; 3. Conticelli V. (Osella PA30) a 10”74; 4. Macario (Lola B99/50) a 11”15; 5. Magliona (Osella PA21 Evo) a 11”39; 6. Fattorini (Lola 02/50) a 12”22; 7. Iaquinta (Osella PA21 Evo) a 13”60; 8. Urbani (Osella PA21/S) a 14”95; 9. Lombardi (Radical SR4) a 17”83; 10. Conticelli F. (Osella PA21 Evo) a 18”14. Gara-2: 1. Faggioli (Norma M20 Fc) in 1’34”03; 2. Merli (Osella PA2000) a 0”77; 3. Macario (Lola B99/50) a 9”42; 4. Magliona (Osella PA21 Evo) a 10”91; 5. Iaquinta (Osella PA21 Evo) a 11”02; 6. Fattorini (Lola 02/50) a 11”97; 7. Conticelli V. (Osella PA30) a 12”07; 8. Urbani (Osella PA21/S) a 14”62; 9. Lombardi (Radical SR4) a 16”06; 10. Ferragina (Elia Avrio ST10 Evo) a 17”03. Classifica dei gruppi. Racing Start: 1. Scappa (Renaul New Clio) in 4’33”67; 2. Chiavaroli (Renault Clio) a 5”89; 3. Vettorel (Renault Clio) a 6”72; 4. Fiabane (Honda Integra Type-R) a 7”72; 5. Pomozzi (Citroen Saxo Vts) a 11”43. RS turbo: 1. Montanaro (Mini Cooper S) in 4’29”33; 2. Pezzolla (Mini Cooper S) a 3”94; 3. Viggiani (Opel Corsa Opc) a 13”17; 4. Tacchini (Mini Cooper S) a 13”31; 5. Di Luccio (Peugeot 207 Gti) a 16”86. Gr. N: 1. Hafner (Mitsubishi Lancer Evo) in 4’09”15; 2. Vardanega (Mitsubishi Evo X) a 6”40; 3. Buiatti (Honda Civic Vti) a 18”53; 4. Marino (Citroen Saxo Vts) a 21”03; 5. Regis (Peugeot 106) a 21”83. Gr. A: 1. Bicciato (Mitsubishi Lancer Evo) in 4'04”23; 2. Cimarelli Fr. (Alfa Romeo 147) a 9”83; 3. Stipani (Peugeot 106) a 15”54; 4. D'Amico (Renault Clio Rs) a 15”95; 5. Sandroni (Bmw M3) a 16”16. E1: 1. Iacoangeli (Bmw 320) in 3’50”47; 2. Giuliani (Lancia Delta Evo) a 1”99; 3. Tancredi (Ford Escort Rs Turbo) a 5”71; 4. Nappi (Ferrari 550) a 6”20; 5. Sbrollini (Lancia Delta Proto) a 11”93. GT: 1. Ragazzi (Ferrari 458 Challenge) in 4'06”47; 2. Jarach (Ferrari 458 Challenge) a 8”29; 3. Pierdomenico (Ferrari F430 Challenge) a 13”20; 4. Passerini (Lotus Exige Turbo) a 21”59; 5. Patumi (Porsche 996 GT3 Cup) a 27”12. CN: 1. Magliona (Osella PA21 Evo) in 3’30”66; 2. Iaquinta (Osella PA21 Evo) a 2”32; 3. Urbani (Osella PA21/S) a 7”27; 4. Conticelli F. (Osella PA21 Evo) a 13”63; 5. Piffer (Osella PA21 Evo Honda) a 16”93. E2/B: 1. Faggioli (Norma M20 Fc) in 3’08”36; 2. Merli (Osella PA2000) a 2”17; 3. Conticelli V. (Osella PA30) a 22”81; 4. Lombardi (Radical SR4) a 33”89; 5. Ferragina (Elia Avrio ST10 Evo Suzuki) a 36”04. E2/M: 1. Macario (Lola B99/50) in 3'28”93; 2. Fattorini (Lola 02/50) a 3”62; 3. Pedrotti (Tatuus F.Renault) a 17”83; 4. Bottura (Lola 02/50 Zytek) a 19”60; 5. Bazzucchi (Gloria B5) a 22”83. A GUBBIO UN WEKEND ALL’INSEGNA DEI MOTORI Ragazzi ha ormai chiuso ogni discorso per il titolo Turismo Il weekend del Trofeo Fagioli, preso d'assalto da migliaia di appassionati e spettatori anche perché sempre più abbinato ad aspetti turistico-culturali, ha vissuto numerosi eventi collaterali anche nella cornice sportiva. Tra questi il Memorial Angelo e Pietro Barbetti, figure indimenticabili per lo sport eugubino, consegnato a Beppe Gabbiani (presente anche il figlio Gian Maria), sempre pronto a raccontare vicende e aneddoti di una lunga carriera al volante. Il weekend ha ospitato poi un grande tributo Ferrari, con una trentina di auto del Cavallino provenienti da tutta Italia che hanno sfilato prima di prove e gara. Nel paddock, in un'iniziativa legata a sponsorizzazioni, c'era pure la Lamborghini di Giacomo Barri abitualmente utilizzata nel Tricolore GT: “Non ero mai stato a una salita - ha detto il pilota -: spettacolare essere immerso in questa atmosfera, in pieno contatto diretto con la città e la gente, condizione che in pista va implementata”. Altra curiosità è stata la presenza di Stefano Pierdomenico (alla prima stagionale), che ha portato in gara i colori dell'Instituto Ayrton Senna. La fondazione e il suo testimonial hanno scelto proprio Gubbio come unica salita italiana per l'iniziativa benefica che ha aiutato i bambini brasiliani attraverso le donazioni provenienti dai partner presenti sulla Ferrari F430 del pilota laziale. 89 IL PERSONAGGIO GIOVANNI REGIS “TURISTA” PER SCELTA Era una promessa dell’automobilismo tricolore, sempre tra i primi nelle formule propedeutiche alla fine degli anni Ottanta. Da diverse stagioni è protagonista assoluto nel CIVM nelle varie classi Gruppo N 90 Regis con la Peugeot 106 alla Coppa Selva di Fasano 2014 Valerio Faccini Parli di cronoscalate e viene subito in mente, per associazione d’idee, Simone Faggioli. Trattandosi di gare che spesso assommano duecentocinquanta iscritti, è però ingeneroso ridurre tutto ad un solo nome, per quanto rappresentativo, fortissimo, imbattibile e via aggettivando. Ci sono anche altri piloti-icona nelle gare in salita, abituati ad alzare spesso il trofeo più bello della loro categoria. Citandone solo alcuni, in ordine sparso: Cristian Merli, Francesco Leogrande, Rudi Bicciato, Rosario Iaquinta e altri. Ben conosciuti anche perché corrono su auto in grado di piazzarli in alto nell’assoluta. Ma c’è anche chi, pur meno conosciuto, ai blaso- nati colleghi citati poc’anzi, non ha proprio nulla da invidiare in termini di pilotaggio e di professionalità al volante. Uno di loro è Giovanni Regis, che dopo aver iniziato la carriera nelle auto con le monoposto, dal 1994 s’è dato alle salite ricoprendo il ruolo di punto riferimento delle classi 1.400, 1.600 e 2.000 del gruppo N, a seconda delle tre diverse vetture con cui ha corso. Il totalizzatore delle sue vittorie di categoria segna oltre sessanta centri, conteggiati col vecchio sistema in vigore nelle salite, ovvero sommando il tempo della prima e della seconda manche (ove presenti). Per dire, con la sua Peugeot 106, nel 2012, “Reuccio” Regis ha dominato la classe N 1600, aggiudicandosi la Coppa Csai con ben tre gare d’anticipo, avendo ottenuto sette vittorie ed un secondo posto su otto gare disputate, primeggiando in tredici manche su quindici. Particolare niente affatto secondario: la sua è quasi sempre la classe più frequentata. “Compatibilmente col budget, corro in classi affollate per scelta: è più stimolante”, spiega lui. Pur se preferisce correre con l'asciutto, sotto la pioggia Giovanni è sempre in grado di fare la differenza. Un esempio? La Caprino-Spiazzi del 2011, gara nella quale il portacolori della Vimotorsport s’aggiudicò la Coppa Csai N 1600 del Civm. Per nulla appagato dall’aver centrato l’obiettivo stagionale, Regis rifilò la bellezza di 12” al più vicino rivale nella -bagnata- seconda manche. 91 IL PERSONAGGIO GIOVANNI REGIS Ovvero: quando le condizioni sono difficili, la sensibilità ed il talento del pilota di razza ne escono esaltate Il suo 2014 registra tre vittorie: Monte Erice, Verzegnis-Sella Chianzutan e Coppa Selva di Fasano; altrettanti i secondi posti: ad Ascoli (Coppa Paolino Teodori), alla Trento-Bondone ed alla Gubbio-Madonna della Cima. Un solo ritiro: per noie alla vettura allo Spino. Nella graduatoria di gruppo N Regis è terzo, dietro Hafner (che corre con una Mitsubishi Lancer) e Rea. Quest'ultimo, al volante di una Citroen Saxo, lo precede anche nella coppa Csai della classe 1.6. Dipendente di una primaria compagnia assicurativa con sede a Torino, Regis è figlio d’arte: il padre Mario vinse l’assoluta sotto la pioggia alla Malegno-Borno 1968 al volante di un’Alfa Romeo Gta. Maniacale nella messa a punto quanto grintoso al volante, Regis, da Chivasso, Torino, ha un fisico ultra tonico da ragazzino e l’eloquio fluente. Capelli tagliati “a spazzola” neri (con qualche sparuto filo d’argento qui e là), e sorriso furbetto. Con un solo inghippo: la carta d’identità che mente spudoratamente, assegnandogli 50 anni compiuti. Quel che il pezzo di carta timbrato e bollato non dice, è che Giovanni è stato uno dei giovani formulisti più interessanti di fine anni ’80. Quando le serie per monoposto si contavano sulle dita di una mano ed il percorso verso il professionismo era obbligato: formula promozionale (anni fa c'era la F. Fiat Abarth e, più recentemente, la F. Alfa Boxer), F.3, F.3000, F.1. Fine. Se andavi forte si vedeva subito, poichè gli altri giovani passavano per forza di lì. Terzo in F. Fiat Abarth nel 1986 (stagione del debutto in auto dopo tre anni di kart), secondo in F. Alfa Boxer nel 1988. Premiato con la meda- glia d’oro di Autosprint alla festa dei Caschi d'oro 1988. Ultima stagione in monoposto: il 1991, in F.3, con un budget insufficiente e quasi cinquanta rivali, tra cui Jacques Villeneuve. Che effetto ti fa vedere piloti con cui lottavi, ottenere ottimi risultati in campo internazionale? C’è rammarico per aver ripiegato sulle salite? “Vedere alcuni di loro correre e vincere gare importanti mi fa pensare: ‘Accidenti, se si fossero verificate le circostanze forse ci sarei arrivato anch'io’. Comunque, zero rimpianti e niente invidia, son contento per loro e quasi orgoglioso: se riuscivo a batterli probabilmente ero bravino. Poi me ne sono fatto una ragione. Date le limitatissime risorse di cui disponevo, mi considero fortunato per aver potuto correre e mettermi in mostra con le formule. Chiaro che se si presentasse un’opportunità, ovvero un budget adeguato, lascerei le salite e tornerei subito in pista”. Non ti senti un po’ limitato a correre con una Turismo? “Direi di no. La mia scelta trae fondamento dalla convinzione che le Turismo siano le più idonee per correre in salita in sicurezza. Con formule, prototipi o equiparabili correrei solo in pista. Non ritengo che le strade di montagna possano garantire un livello di sicurezza adeguato alle velocità che tali vetture raggiungono, per quanto in questi anni vi si stia ponendo particolare attenzione. Quelle macchine indubbiamente hanno standard elevati ma, quando mancano le vie di fuga, a certe velocità l'incolumità del pilota non è garantita. Mia moglie assistette in diretta, era proprio a Regis a Magione nel 1988 dove vinse davanti a Marco Ballabio (2°) e Max Angelelli (3°) 92 Nel 1988, Regis vinse al Mugello davanti a Mirko Savoldi (2°) e Giampaolo Pace (3°). Eccolo a sinistra, in azione e sopra sul podio Spiazzi in quel punto, all'incidente mortale di Danti. Quel giorno mi fece promettere - e la cosa non mi è assolutamente pesata - che non avrei mai corso in salita su un'auto diversa da una Turismo. Ed a me piace essere di parola. In secondo luogo, le Turismo, ed in particolare le gruppo N, sono meno costose da preparare e gestire e solitamente nelle loro classi c'è più concorrenza. Mai cercato la vittoria facile in una classe deserta”. Come mai non hai iniziato a vincere assiduamente da subito? In fondo, in quanto proveniente dalle formule, eri abituato a ben altre velocità ed a lottare con piloti che ambivano al professionismo: tutt'altra concorrenza rispetto all'eterogenea "fauna" delle cronoscalate... “All’inizio ero cosciente che l’esperienza maturata in pista non sarebbe stata sufficiente per ben figurare. La velocità è sì più limitata, ma non per questo è più facile vincere. Per motivi di budget ho scelto di correre nelle classi piccole, ove l’abilità del pilota rischia di essere svilita da un mezzo non perfettamente a punto o da avversari con auto più performanti del consentito. In più ho dovuto superare il piccolo ostacolo rappresentato dalla trazione anteriore. Non ne avevo mai guidate, nemmeno per andare a fare la spesa. Reduce dall'esperienza con kart e monoposto ho impiegato un po’ di tempo per comprendere come rendere l'assetto di un’anteriore compatibile con il mio stile di guida. Inoltre, dopo qualche stagione disputata con una vettura preparata “in casa” grazie a mio fratello Luigi, mi resi conto che non potevo prescindere dal rivolgermi ad un motorista vero: da allora è nato il rapporto con Peppino Ciarcelluti, tutt’ora mio preparatore, ed i risultati sono subito arrivati”. Da alcune stagioni hai abbandonato lo spirito del pilota della domenica (nell'accezione più positiva e passionale del termine), lasciando in garage macchina e carrello ed affidandosi ad un team. Perchè? “Semplicemente perché sino al 2007 non ho avuto modo di impegnami in un intero campionato, disputando un numero limitato di gare, generalmente le più vicine a casa. Quando, a partire dal 2008, ho partecipato all'intero Civm, per una serie di motivi (abito lontano da gran parte delle località di gara, tempo a disposizione limitato, necessità di portare al seguito più materiale) ho deciso di delegare la logistica. A partire dal 2012 trasporto ed assistenza sono a cura del team Giraldi. Andrea e suo padre Roberto hanno consentito alla mia Peugeottina di fare un notevole salto di qualità nell'assetto. Inoltre, la loro assistenza sui campi di gara mi permette d’ottimizzare il comportamento dell'auto in funzione dei diversi tracciati e, come conseguenza, quell'anno sono venute la netta vittoria di Fasano ed il record di manche allo Spino, ove in passato non ero mai riuscito ad impormi”. La tua militanza nelle cronoscalate dura da oltre vent'anni. Com'è l'ambiente, e tutto il movimento delle salite, visto da dentro? “Correre in montagna è sempre un piacere. Ogni gara è l'evento per il luogo che la ospita, quindi il pubblico è sempre presente in quantità. Essendo meno onerose rispetto ai rallies ed alla pista, le gare sono quasi sempre molto affollate di partecipanti ed il livello della concorrenza, in particolare degli specialisti che corrono assiduamente, è buono. La specialità ha sì risentito della crisi economica, ma un po' meno delle altre. Ma, a parte il giudizio sostanzialmente positivo che ne dò, avrei in mente un paio di cose che, a costo zero, credo avrebbero un effetto benefico. Io accorcerei i week end di gara. Sono convinto che con la possibilità di estendere le verifiche al sabato mattina (a costo di dover ridurre le prove ad una sola manche), il parco partenti delle salite aumenterebbe. Oggi è obbligatorio essere presenti già il venerdì e per molti è un problema. Poi, qualche verifica tecnica d'ufficio in più sarebbe auspicabile: da anni non si vede, per esempio, un controllo della benzina disposto dai commissari ed ho la sensazione che più di qualcuno ne stia approfittando”. 93 HMRDS TEST AD ADRIA ADDESTRAMENTO IN P Continua il lavoro della HMRDS, la scuola pilota Henry Morrogh diretta da Massimo Torre. Questa volta scopriamo come sono andati i tre giorni di test ad Adria Maria Di Girolamo Il 17, 18 e 19 giugno, la HMRDS è stata nuovamente protagonista all’International Raceway di Adria. Durante le tre giornate venete, sono state messe a disposizione degli allievi differenti tipologie di monoposto in relazione al programma addestrativo in precedenza scelto. Fin dalla prima mattina di martedì 17, il capo-istruttore Massimo Torre e l’amministratore della HM Giovanni Ciccarelli, con la supervisione del maestro irlandese Henry Morrogh, hanno seguito Giorgio Cortellazzi e Damiano Canella, nonché i ritrovati Mauro ed Innocenzo Bassi. I quattro drivers sono stati impegnati, in una serie di lezioni suddivise in una parte teorica ed una pratica in pista della durata di 20 minuti, alla guida delle versatili Formula Mirage M012, finalizzate ad approfondire le tematiche riguardanti l’uso del cambio sequenziale a 5 rapporti, le traiettorie e la frenata. Per Giorgio infatti è stata la prima esperienza alla guida di una monoposto, mentre per i fratelli Bassi, si è trattato di un gradito ritorno. Il giovanissimo romano Damiano 94 Canella, non ha voluto rinunciare al suo primo appuntamento con la scuola piloti fuori Battipaglia, percorrendo su un nuovo circuito i chilometri in programma nel percorso formativo intrapreso da qualche mese alla guida della Mirage M012. Suoi compagni di pista, i veterani Enzo Vacalebre ed Antonio De Cuntis, entrambi impegnati in pista con la Formula Renault 2.0 che utilizza un propulsore da 195 cavalli ed il cambio sequenziale Sadev a 6 rapporti. Stanchi, ma sorridenti per la nuova esperienza veneta, Antonio, Damiano, Enzo, Mauro, Innocenzo e Giorgio, hanno salutato i ragazzi della HM, promettendo di tornare molto presto a Battipaglia per partecipare a nuove giornate di corsi in programma. Anche la giornata di mercoledì 18 è stata intensa ed impegnativa per i ragazzi della HM. Gli allievi presenti; Paola Biatta, Davide Filippo Girometta e il giovanissimo siciliano Ruggero Panebianco. Paola si era già calata all’interno dell’abitacolo della Formula Mirage, circa un anno fa, in occasione della tappa della HMRDS del 24 luglio sempre presso il circuito di Adria. Decisa a ritornare e provare per la seconda volta la Mirage e felice nel rincontrare i ragazzi della HM, Paola si è liberata ben volentieri dai suoi impegni di lavoro, convincendo anche un suo collega a partecipare al test. Paola e Davide hanno svolto a testa una sessione in pista e trascorso gran parte della loro giornata al muretto e ai box, insieme allo staff della HM, promettendo anche loro a fine giornata di tornare molto presto! Magari la prossima volta, veniamo giù a Battipaglia (cit.). Grazie alle esperienze pregresse alla guida delle Mirage, ancora una volta sotto la guida del capo istruttore Massimo Torre, Ruggero ha dapprima effettuato alcune sessioni di "riepilogo" a bordo della Renault Tatuus 2000, per poi calarsi, per la seconda volta in meno di una anno, all'interno della Formula 3 Dallara Honda-Mugen con i suoi 240 cavalli ed il cambio sequenziale Hewland a 6 rapporti. Soddisfatto ha salutato lo staff ed il collega di pista Antonio De Cuntis, protagonista di un uscita di pista che ha reso necessario un intervento meccanico alla Tatuus Renault, prontamente risolto dai “dottori” della HM. PISTA Dopo i corsi svolti presso il circuito del Sele a Battipaglia e le sessioni propedeutiche, anche Fausto Santone ha deciso di continuare il suo percorso addestrativo, ripartendo da Adria proprio alla guida della Formula Renault Tatuus 2000, scegliendo la giornata di giovedì 19, insieme al suo compagno di pista, Giovanni Ciccarelli impegnato, invece, in una giornata di test alla guida della performante Formula 3 Dallara. Al muretto l’occhio vigile di Massimo Torre. Domenica 6 luglio, dalle prime ore del mattino, in pista ai box per una nuova intensa giornata di test preso l’autodromo dell’Umbria a Magione (PG). Marco Cesetti, che si era già divertito alla guida della Tatuus presso il circuito di Battipaglia il 23 maggio, ha effettuato tre sessioni nella prima mattinata, mentre Fausto Santone, è stato impegnato nell’abitacolo per tutto il pomeriggio. Altra giornata di lavoro intenso per l’ing. e capo istruttore Massimo Torre, occupato a seguire i due appassionati gentleman ed il loro compagno di pista, l’ing. Giovanni Ciccarelli, alla guida ancora una volta della bella Dallara. 95 KARTING EUROPEO KZ DREEZEN CAMPION CON MERITO Sul tracciato svedese di Kristianstad il belga ha conquistato la vittoria che gli ha permesso di incassare il titolo continentale. Niente da fare per Ardigò, terzo nella classifica finale del campionato 96 NE A Kristianstad, in Svezia, Rick Dreezen si è confermato come uno dei migliori piloti della categoria, andando a vincere il titolo continentale della regina del karting, la KZ. Il simpatico belga, passato quest'anno alla corte ZanardiParilla, ha disputato un campionato Europeo formidabile, di altissimo livello, correndo sempre tra i primissimi, in tutte e tre le prove, e dimostrando una costanza di rendimento granitica. Dreezen è salito sul podio in tutte e tre le gare europee, Genk, Wackersdorf e Kristianstad, con due secondi ed un terzo posto. Al neo campione continentale è mancato l'acuto vincente, ma non gli si può rimproverare nulla, Dreezen ha meritato il titolo schiantando, letteralmente, avversari del calibro di Thonon, Ardigò, Lammers, Lennox-Lamb, Pex, De Conto, solo per citare i diretti inseguitori). Nelle tre gare dell’europeo hanno vinto, per primo Ardigò, poi Thonon ed infine De Conto (Birel-Tm-Bridgestone). Ma tutti hanno avuto picchi negativi, incompatibili per aspiranti campioni europei. Così Dreezen ha tenuto i nervi saldi, come nel weekend finale a Kristianstad ed ha lasciato ai rivali solo il rammarico di aver perso punti lungo il cammino. Thonon ha corso sempre forte, ma ha vissuto un momento negativo a Genk, in un testa a testa con Ardigò. In Germania, il belga del team Praga si è rifatto, vincendo e rilanciandosi, ma il segno rosso di Genk gli imponeva una prova stratosferica nell'ultima gara, unita ad una disfatta totale degli avversari, in primis Dreezen. Così non è stato. Ardigò è partito forte in Belgio, vincendo, ma si è perso per strada, pur confermandosi come uno dei migliori piloti, il bresciano ha chiuso la gara svedese tra le polemiche. Ad innescare la miccia è stato un contatto con l'altro bresciano Forè. Tra i due pluri iridati sono volate ruotate in pista e parole roventi nel post gara.Tra quelli che potevano, ma non hanno espresso il massimo del loro potenziale, vi sono Lammers e De Conto. Per il primo il bilancio è, tutto sommato, positivo, anche perché le prestazioni dell'olandese sono apparse spesso ottime, ma mai vincenti. De Conto qualche rimpianto lo ha, per aver perso una bella occasione di salire sul podio a Genk, anche se le responsabilità non sono da attribuire al trevigiano. Il grintoso Paolo alla prima occasione buona ha fatto vedere che il piedone è fresco e guizzante, vincendo a Kristianstad in modo netto e lanciandosi nell'olimpo dei favboriti per il mondiale di Sarno. Lennox-Lamb e Hajek sono saliti sul podio, ma ancora gli manca il piglio e l'autorità dei campionissimi per poter ambire ad un posto stabile tra i Big! CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO EUROPEO KZ 1° Rick Dreezen (Zanardi-Parilla-Bridgestone) punti 58 2° Jonathan Thonon (Praga-Parilla-Bridgestone) punti 48 3° Marco Ardigò (Tony Kart-Vortex-Bridgestone) punti 43 3° Bas Lammers (FormulaK-Parilla-Bridgestone) punti 43 Il neo Campione Europeo di KZ, Rick Dreezen foto CIK-FIA 97 KARTING EUROPEO KZ KZ2 - DALE IL CENERENTOLO Andrea Dalè sino ad oggi aveva fatto vedere ottimi exploit, ma non aveva convinto sino in fondo gli addetti ai lavori. Così la vittoria ottenuta a Genk, dopo il doppio zero segnato in Germania (nella seconda gara), era parsa l'ennesima conferma di un talento incapace di dare continuità alle sue prestazioni. Dalè in Svezia, nella gara che gli ha consegnato il titolo, ha messo a tacere tutti, battendo avversari fortissimi, tra i quali l'altro italiano Fabian Federer, Lundberg e Juorvisis. Dalè, ripresosi dalla batosta patita nella seconda prova, ha corso bene a Kristianstad e con un quinto posto in finale ha avuto la meglio, di soli tre punti, su Lundberg, vincitori della gara. All'italiano Federer sono mancati i punti di Wackersdorf, un vero peccato, perché Federer si è confermato come uno dei migliori piloti della categoria, unico a salire due volte sul podio nell'Euro KZ2. CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO EUROPEO KZ2 1° Andrea Dalè (Crg- Maxter- Bridgestone) punti 55 2° Douglas Lundberg (Alpha-Parilla-Bridgestone) punti 52 3° Simas Juodvirsis (Energy-Maxter-Bridgestone)punti 50 Nicklas Nielsen esulta dopo la vittoria in KF a Zuera (Spagna), che lo ha lanciato in testa al campionato. Sullo sfondo si vedono i rivali in campionato, Illot e Joyner Jonathan Thonon secondo nell'Euro KZ e vincitore della seconda prova in Germania 98 L'inglese Enaam conduce il campionato della KFJ. Sulla pista di casa dovrà vedersela con un nutrito gruppo di pretendenti ANTEPRIMA EUROPEO KF NIELSEN CI RIPROVA Nel 2013 a prendersi il titolo fu il pilota (oramai di F.1) Max Verstappen, che bruciò Nicklas Nielsen in volata. Quest'ultimo fu falciato al via della finale e non fu in grado di giocarsi le chance di vittoria. Nielsen si ripresenta anche quest'anno in testa alla classifica, con ottime possibilità di successo, inseguito da tre britannici, Ilot, il Campione del Mondo Joyner e Norris. La rosa dei quattro pretendenti al titolo è composta dall'iridato Joyner, il quale vinse il titolo 2013 sulle ceneri del crash che innescò Verstappen per fermare Nielsen. Nello sprint finale ci sono Ilot, pilota dimostratosi redditizio e vincitore, al pari di Nielsen e Joyner, di una gara di campionato. Norris è l'outsider di lusso tra i pretendenti, assieme al quinto in classifica Kari. Il “puffo” britannico è al primo anno di KF ed è il campione in carica della KFJ. Tra gli italiani che possono fare una bella figura vi sono Alessio Lorandi e Felice Tiene, due piloti tricolore dalle aspettative differenti. Il primo, Lorandi, sta chiudendo il suo ciclo di formazione nel karting, forte di una corona iridata in KFJ e consapevole di avere un 2015 già segnato in monoposto. Tiene è un professionista del karting e si presenta il Inghilterra alla ricerca di un successo parziale, essendo fuori dai giochi per il titolo. CLASSIFICA PROVVISORIA CAMPIONATO EUROPEO KF 1° Nicklas Nielsen (DAN) – Kosmic Kart – Vortex – Dunlop punti 76 2° Callum Ilot (UK) – Zanardi-Parilla-Dunlop punti 67 3° Tom Joyner (UK) – Zanardi-Parilla-Dunlop punti 53 4° Lando Norris (UK) – Fa Kart – Vortex – Dunlop punti 53 5° Niko Kari (FIN) – Tony Kart – Vortex – Dunlop punti 48 6° Alessio Lorandi (ITA) – Tony Kart – Parilla - Dunlop punti 37 6° Felice Tiene (ITA) – CRG – Parilla- Dunlop punti 37 KF JUNIOR TRAVISANUTTO L’OUSIDER Marco Ardigò. Vincitore della gara d'apertura di KZ sulla pista di Genk Lorenzo Travisanutto. Vincitore dell'ultimo round dell'Euro di KFJ in Svezia Tra i giovanissimi si presenta al comando uno dei tanti rampolli britannici, Ahmed, autore di una condotta di campionato positiva, ma che sta seguendo una parabola discendente. Ahmed ha vinto la gara d'esordio, è salito sul podio a Genk e si è perso con un magro ottavo posto in Svezia. Ticktum, inglese anche lui, secondo in classifica a soli cinque punti dal vertice, è un cliente molto scomodo che vanta velocità ed esperienza, oltre ad essere l'unico motorizzato Iame nel gruppo di testa, tutto targato Vortex. Tra i pretendenti al titolo ci sono anche due statunitensi, di scuola kartistica europea, De Francesco e Sargean, rispettivamente terzo e quinto. Tra gli aspiranti campioni non manca un driver tedesco, Mick Junior, terzo a pari merito di De Francesco, e capace di alti e bassi imprevedibili. Chiude il sestetto di pretendenti, lo svedese Haaga. E gli italiani? Sono pochi, ma certamente validi. Con Lorenzo Travisanutto, fresco vincitore dell'ultima prova dell'Euro KFJ a Kristianstad, che nella corsa al successo assoluto gioca un ruolo di outsider. Il veloce Lorenzo può puntare al podio alla PF International, ma, purtroppo, non nutre molte speranze di vittoria. Le condizioni per puntare all'alloro CIK prevedono il ko multiplo di troppi, tanti, avversari. L'altro driver tricolore da tenere sotto osservazione è Leonardo Lorandi, il quale non ha fatto della costanza la sua migliore arma, ma che può fare cose eccelse quando è in giornata positiva. CLASSIFICA PROVVISORIA CAMPIONATO EUROPEO KFJ 1° Enaam Ahmed (UK) – FA Kart-Vortex-Dunlop punti 53 2° Daniel Ticktum (UK) – Zanrdi-Parilla-Dunlop punti 48 3° Devlin De Francesco (USA) - Tony Kart-Vortex-Dunlop punti 46 3° Mick Junior (GER) - Tony Kart-Vortex-Dunlop punti 46 5° Logan Sargeant (USA) - Tony Kart-Vortex-Dunlop punti 42 6° Anton Haaga (SVE) - Tony Kart-Vortex-Dunlop punti 40 7° Lorenzo Travisanutto (ITA) - PCR-Tm-Dunlop punti 40 99 PRODUZIONE CINQUONE ROMEO FERRARIS LA VERA B 100 BELVA MILANESE Il Cinquone Romeo Ferraris non è una vettura elaborata, è una macchina completa, omologata, e addirittura Euro 6. Con prestazioni eccezionali ed un look "da paura". Ma soprattutto, con un feeling da granturismo anche nella vita quotidiana 101 PRODUZIONE CINQUONE ROMEO FERRARIS Non è una vettura elaborata. In casa Romeo Ferraris sono chiari, e orgogliosi, del loro Cinquone. La vettura, pur se basata sulla 500 Abarth, è un prodotto indipendente e dalla personalità autonoma. Come certificato dal libretto di circolazione che riporta il nome della factory di Opera. L'obiettivo è stato quello di travasare in una 500 attuale tutte le doti che negli anni 60 avevano reso le vetture di Romeo Ferraris speciali e vincenti, costruendo una granturismo con poche mezze misure quanto a prestazioni, qualità costruttiva e caratteristiche tecniche. Numeri da record per la categoria delle "piccole", che strapazzano quasi tutte le concorrenti, racchiusi in una vettura "vera", omologata e addirittura già Euro 6. Dato particolarmente significativo, quello del rapporto peso potenza: 4.9 kg/cv, per un totale di 210 cavalli e 310 newtonemtri di coppia erogati in maniera 102 piacevole, piena e progressiva. Sviluppato tramite ore e ore di progettazione, banco prova e collaudi, il millequattro della Abarth è stato stravolto. Nuova centralina, nuovi iniettori, nuovo scarico con uscita centrale e un sound spaventoso, nuova turbina, un intercooler a tutta larghezza al posto dei due di serie. Il tutto accompagnato da un assetto messo a punto da Mario Ferraris, figlio di Romeo, apprezzato pilota a livello nazionale. Incontentabile, come i tutti i piloti, ha approvato per il "suo" Cinquone un pacchetto composto da molle Eibach e ammortizzatori Bilstein regolabili in altezza. Con regolazione di colpo e rimbalzo optional, per gli altri incontentabili. Una volta dietro al volante l'impegno a livello di collaudo si sente. Il bilanciamento è "progressivo". Diventa impegnativo man mano ci si avvicina al limite, ma è assolutamente "umano" alle andature normali e anche quando, per divertirsi, si vuole spingere un po'. Tutto questo, senza prendere in considerazione nella valutazione l'aspetto esterno, che con un allargamento di 5 centimetri ed un kit in materiali compositi è fatto per lasciare di stucco e ci riesce appieno con componenti esclusivi e cerchi da 18 pollici. Anche loro costruiti "in casa". Dentro e fuori, come detto, il Cinquone è una granturismo e lo può essere anche di più: è a disposizione un ulteriore kit biposto con sedili Recaro per i più sportivi. Il tutto ad un prezzo... da granturismo, in partenza da poco meno di 55.000 euro. Ma "sganciati" per un prodotto unico nel suo genere, anzi unico in assoluto, imprendibile, carico di 50 anni di storia e da punta di diamante del made in Italy. No Words Needed, come si dice in casa Romeo Ferraris ricordando il commento del primo acquirente... La cinquina del Cinquone Potenza 210 CV Coppia Max 310 Nm Rapporto peso/potenza 4.9 kg/CV Velocità massima 232 km/h Accelerazione 0-100 4”9 103 IDOMENICA CALENDARI 2014 PER DOMENICA Test FIA F.3 7-8 ottobre a Imola Test World Series Renault 21-22 ottobre a Jerez 3-4-5 novembre ad Alcaniz ........................................... 31 agosto Moto GP a Silverstone Indycar a Fontana Super GT a Suzuka Formel 3 al Nurburgring Adac GT al Nurburgring British F.3 a Brands Hatch F.Renault NEC a Most F.Renault NEC Junior a Zolder Nascar ad Atlanta Stock Car Brazil a Curitiba GT Italia a Le Castellet Europeo Rally in Repubblica Ceca Italiano Rally Friuli 7 settembre F.1 a Monza GP2 a Monza GP3 a Monza Blancpain GT Sprint a Portimao GT Open a Spa F.3 Open a Spa EuroGTSprint a Magny-Cours F.Renault ALPS al Mugello Clio Cup al Mugello Coppa Italia al Mugello Targa Tricolore Porsche al Mugello RS Cup al Mugello F.Renault 1.6 Nordic a Solvalla CIP a Varano F.Junior a Varano Nascar a Richmond Trofeo Rally Terra Costa Smeralda CIVM Coppa Carotti 14 settembre Mondiale Rally in Australia Moto GP a Misano World Series Renault 3.5 a Budapest Eurocup Renault 2.0 a Budapest Super Formula ad Autopolis ELMS a Le Castellet DTM al Lausitzring Formel 3 al Lausitzring WTCC a Sonoma Formula E a Pechino British F.3 a Donington Nascar a Chicago V8 Supercars a Victoria Stock Car Brazil a Nova Santa Rita F.4 Italia a Vallelunga GT Italia a Vallelunga CITE a Vallelunga Italiano WRC San Martino di Castrozza 21 settembre F.1 a Marina Bay Formel 3 al Sachsenring Adac GT al Sachsenring Euro V8 Series al Sachsenring Blancpain Endurance al Nurburgring (1000 Km) Trofeo Lamborghini al Nurburgring F.Renault NEC al Nurburgring WEC ad Austin USCC ad Austin Nascar a Loudon Europeo Rally a Cipro Italiano Rally Adriatico CIVM Pedavena Croce 104 26 ottobre Mondiale Rally in Spagna Moto GP a Sepang WTCC a Suzuka Nascar a Martinsville V8 Supercars a Surfers Paradise GT Italia a Monza CITE a Monza Clio Cup a Vallelunga Coppa Italia a Vallelunga RS Cup a Vallelunga F.Junior a Franciacorta Europeo Rally in Svizzera 2 novembre F.1 ad Austin WEC a Shanghai Blancpain GT Sprint a Baku Nascar a Fort Worth Stock Car Brazil a Taruma GT Open a Montmelò F.3 Open a Montmelò 28 settembre Moto GP ad Alcaniz World Series Renault 3.5 a Le Castellet Eurocup Renault 2.0 a Le Castellet Super Formula a Sugo DTM a Zandvoort GT Open a Monza F.3 Open a Monza F.4 Italia a Monza F.Renault 1.6 Nordic a Mantorp Park CITE a Pergusa Nascar a Dover Stock Car Brazil a Salvador 5 ottobre F.1 a Suzuka Mondiale Rally in Francia USCC a Braselton Super GT a Buriram Formel 3 a Hockenheim Adac GT a Hockenheim Euro V8 Series a Hockenheim F.Renault ALPS a Jerez F.Renault NEC Junior a Spa Nascar a Kansas City Coppa Italia a Imola Targa Tricolore Porsche a Imola 12 ottobre F.1 a Sochi GP2 a Sochi GP3 a Sochi Moto GP a Motegi WEC al Fuji Blancpain GT Sprint a Zolder FIA F.3 European a Imola F.4 Italia a Imola GT Italia a Imola CIP a Imola EuroGTSprint a Imola WTCC a Shanghai Nascar a Charlotte Nascar Euro Series a Le Mans V8 Supercars a Bathurst Stock Car Brazil a Curitiba Europeo Rally in Romania Italiano Rally Due Valli 19 ottobre Moto GP a Phillip Island World Series Renault 3.5 a Jerez Eurocup Renault 2.0 a Jerez FIA F.3 European a Hockenheim DTM a Hockenheim Blancpain GT Sprint a Zolder Auto GP a Estoril ELMS a Estoril F.Renault NEC Junior a Zandvoort Formula E a Putrajava Nascar a Talladega Italiano WRC Como 9 novembre F.1 a San Paolo Super Formula a Suzuka Moto GP a Valencia Nascar a Phoenix F.Junior a Varano Europeo Rally in Corsica 16 novembre Mondiale Rally in Gran Bretagna WEC ad Al Sakhir Super GT a Motegi WTCC a Macao F.3 a Macao Nascar a Miami V8 Supercars a Phillip Island Stock Car Brazil a Brasilia 23 novembre F.1 a Yas Marina GP2 a Yas Marina GP3 a Yas Marina Finali Mondiali Trofeo Lambo a Sepang 30 novembre WEC a San Paolo 7 dicembre V8 Supercars a Sidney 13 dicembre Formula E a Punta del Este 10 gennaio 2015 Formula E a Buenos Aires 105 Una nuova avventura ci aspetta! Per tutto lo scorso anno Cuore nelle Corse, la nostra rubrica di cultura e passione sportiva curata in collaborazione da Italiaracing e dall’ing Andrea Toso della Dallara, ci ha tenuto compagnia esplorando l’articolatissimo e affascinante mondo del motorsport in tutti i suoi aspetti. Da questo numero Cuore nelle Corse torna sotto forma di appuntamento per tutti coloro che hanno una curiosità, un dubbio, un ricordo, una proposta da sottoporre e condividere all’ingegner Toso e alla comunità dei lettori di Italiaracing. Con questo nuovo formato ci proponiamo di essere multimediali e interattivi, sterzando con agilità fra le pagine del nostro Magazine e la rete di internet e dei social network, e vi invitiamo quindi a visitare i nostri account Twitter e Facebook CUORE NELLE CORSE e ad inviare le vostre domande e le vostre proposte all’indirizzo mail [email protected]