“Sottovoce” - Anno III—Giugno 2003—n. 10—trimestrale—Proprietà Parrocchia dei SS. Andrea e Stefano in Marciano della Chiana— Registrazione Tribunale di Arezzo n. 3 del 2002—Redazione Via XXIV Maggio,1—Direttore Responsabile Cetoloni Pier Luigi— Spedizione in A.P.—Tariffa stampe periodiche—Art. 2 Comma 20/c L. 662/96—Aut. Nr. DC/DCI/313/Ar del 21/05/2002—Arezzo ( Perciò anche d’estate! ) E’ giunto al termine sia l’anno scolastico che l’anno catechistico. Inizierà così per i ragazzi, bambini e giovani il sospirato periodo delle vacanze estive. “Da metà giugno a tutto agosto, libri miei non vi conosco” così suona un vecchio proverbio rivisto e corretto dagli studenti. E più o meno può essere giusto perchè così vuole il calendario scolastico, senza però disdegnare che durante questo tempo di riposo possa essere ripreso in mano qualche libro e fare un pò di compiti per non perdere del tutto il bagaglio culturale acquisito durante l‘anno. E del “bagaglio culturale e di fede” ricevuto nel corso dell’anno catechistico che dire? E’ un patrimonio soprattutto da vivere! L’educazione alla fede spetta in primo luogo alle famiglie (hanno assunto tale dovere nel Sacramento del Matrimonio e in occasione del Battesimo dei loro figli), poi viene la Parrocchia come aiuto in tale compito alla famiglia stessa. Ma in modo tutto particolare nei mesi estivi la famiglia è chiamata a riscoprire e a vivere questo dovere nei confronti del figli. Anche noi adulti, ma quanto più i ragazzi e i giovani hanno bisogno di stimoli! La S. Messa, la preghiera quotidiana, i Sacramenti (Comunione, Confessione), un comportamento di vita coerente con la fede, sono realtà importanti anche per il cristiano in vacanza e in ferie. E chi può ricordarlo ai ragazzi? Perchè all’inizio del nuovo anno catechistico si sentono con frequenza testimonianze di ragazzi che non sono stati a Messa “perchè nel luogo di villeggiatura non c’era la Chiesa o non sapevano dov’era”; “che non hanno avuto tempo per pregare”; “che non si sono confessati perchè nelle vacanze non se ne sono ricordati”? E quando facciamo capir loro che tutto era possibile con un pò di buona volontà e convinzione, non senza dispiacere e con un certo imbarazzo affermano:”E’ vero”. Non sarebbe stata sufficiente una parolina e ancor più e meglio l’esempio da parte dei genitori per ricordar loro queste cose? “Buon lavoro”, dunque, care famiglie,..ma anche “buone ferie cristiane”! E la Parrocchia durante le vacanze cosa fa per i ragazzi? . Per prima cosa “è sempre aperta”, non va in ferie chiudendo i battenti; per cui c’è la S. Messa domenicale e la possibilità di confessarsi... . Propone un buon utilizzo del tempo libero con i “Campi estivi”. Non ci stancheremo mai di ripetere che il periodo delle vacanze ha una grande incidenza sui ragazzi e giovani: se non li aiutiamo a riempirlo rischia di divenire un periodo dispersivo e di mandare in crisi profonda quanto si è costruito. E’ un invito per i genitori: “Tenete conto di questa possibilità che da la Parrocchia e la Diocesi”! E’ una ricchezza inoltre per i ragazzi che sempre tornano “caricati e contenti” da queste esperienze di amicizia, di vita comunitaria e di formazione. Chi ha provato lo conferma! Molti non hanno il coraggio di provare perchè ‘prevenuti’ (Chissà che divertimento fare i campeggi con il prete!) o per pigrizia (“Non ne ho voglia!” Si preferisce far niente e bighellonare... E’ la nuova malattia giovanile). don Alessandro ORARIO ESTIVO DELLE SANTE MESSE Festiva: ore 8.00 - ore 11.30 – ore 16.00 (non tutte le domeniche) Feriale: ore 17.00 S. Rosario e ore 17.30 S. Messa LUNEDI’ e GIOVEDI’ : ore 18.00 Preghiera del Vespro. CONFESSIONI Il parroco è a disposizione per le Confessioni tutti i giorni prima o dopo la S.Messa feriale delle ore 17.30. Ogni Domenica dopo le celebrazioni delle ore 8.00 e 11.30. Per coloro che sono ammalati e hanno il desiderio di confessarsi e fare la Comunione oppure per tutti coloro che avessero necessità urgente di parlare con il parroco, è possibile telefonando allo 0575.845491 oppure 339.4985557 Riflettiamo sulla presenza di Gesù Eucarestia con il suo Vangelo. Disse Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dá il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dá la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dá, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. (Giovanni cap. 6) Dal Vangelo letto nascono 7 BUONE RAGIONI PER ANDARE ALLA MESSA 1. Perché siamo invitati. In primo luogo dobbiamo essere persuasi che non si tratta di una nostra iniziativa. Noi rispondiamo ad un invito. 2. Spinti dall’affetto per il Signore. Sant’ Agostino diceva che Dio ha fatto il nostro cuore per lui e il nostro cuore resta inquieto fino a che non riposa in lui. 3. Per gratitudine. Andiamo a messa per dire grazie a Dio. Perché è giusto e bello così. Eucaristia = Rendimento di grazie. 4. Per lasciarci trasformare dal fuoco dello Spirito. È la Pasqua del Signore, è la nuova ed eterna alleanza, che accende il fuoco dello Spirito e inau- In parrocchia abbiamo continuato con gli incontri con le famiglie nei “centri di ascolto”. Abbiamo cercato di riscoprire la nostra fede riflettendo su Dio Padre, il Figlio Gesù e lo Spirito Santo. La conclusione di questo anno pastorale si è avuta giovedì 12 giugno con una celebrazione. Abbiamo rinnovato il nostro Battesimo aiutati dai segni dell’acqua e della luce. Sì, il Battesimo è un incontro con Dio che va rinnovato continuamente nella nostra vita.... gura l’immersione dell’umanità nel fuoco dell’amore di Dio. 5. Per entrare nel corpo di Cristo che è la Chiesa. Partecipare alla messa .. Vuol dire diventare gli uni membra degli altri, e tutti insieme parti vitali dell’unico corpo di Cristo che è la Chiesa. 6. Per continuare a camminare nella vita rinnovati dalla comunione con il Signore. Al termine della messa si esce solo più responsabili. Ora in un certo senso la messa continua nella vita della Chiesa e di ciascuno dei membri come compito e come sfida. 7. Perché avvertiamo, nel mondo che ci circonda, la fame e la sete di te, Signore. Andiamo a messa per imparare da Gesù a farci carico della fame e della sete degli altri.. La fame del mondo si sazia nel cuore. UN’ALTRA BUONA RAGIONE PER ANDARE A MESSA? Arrigo Sacchi si lancia nell’ennesima ripartenza, restando “consulente tecnico della famiglia Tanzi” ma liberandosi della carica di direttore tecnico della squadra di calcio del Parma. Un mezzo addio. Correttamente Sacchi spiega la sua scelta di vita. «Ho avuto un genitore molto bravo che mi ha dato una grande coscienza professionale: quando faccio una cosa la faccio al centopercento, trascurando anche la famiglia. E quando non sento più l’entusiasmo, o quando la carica è calante preferisco non tradire nessuno e lasciare: questo concetto l’ho sempre esteso a tutti i miei giocatori, quin- di sarebbe poco onesto e corretto restare con altri compiti senza avere la giusta motivazione. Per un anno e mezzo ho pensato solo al calcio, quest’inverno ho parlato con Callisto Tanzi e ho detto che tutto ciò mi costava troppo, che non vivrò 150 anni, che non mi sento un mestierante e che non avrei ripagato la loro fiducia. E che me ne sarei andato. Poi Stefano Tanzi mi ha chiesto di rimane come consulente e ho accettato. Sono serenissimo, sto bene. Ho voglia di tornare a messa la domenica, di andare in bicicletta, di riabbracciare la famiglia». LA CHIESA Il cardinal Tonini approva la scelta Arrigo Sacchi ha detto di lasciare Parma anche per andare liberamente a messa la domenica nella parrocchia del suo paese, Fusignano, nel Ravennate, e l’arcivescovo di Ravenna, cardinale Ersilio Tonini, approva a scelta dell’ex c.t. azzurro: «I romagnoli sono come i salmoni, hanno bisogno ad un certo punto di tornare a casa e la messa della domenica in quei paesi rappresenta questo: un convegno aperto, una festa per tutti. In queste parole riconosco il romagnolo. Ho l’impressione che Sacchi sia sincero. Non è il messaggio di un pavone che si compiace di sè e che vuol fare pubblicità alla sua religiosità. E’ il ritorno a casa di un uomo che dopo aver vissuto in un mondo di forte tensione e di immense sfide, dice “ma chi me lo fa fare”. E sente il bisogno dell’aria del paese, dove la messa è il completamento, la comunanza tra la gente, lo stare insieme. La completezza». troppo, invece, anche per i praticanti la partecipazioTERZA PARTE (A puntate pubblichiamo un breve documento ne ecclesiale spesso si riduce ad “andare a Messa” e così pure l’unico incontro con la Parola di Dio è della Chiesa per saperne un po’ di più...) Atteggiamenti da riscoprire 1. Non giudicare. “I discepoli del Signore, nel qualificare la situazione dei divorziati risposati come disordinata, non giudicano l’intimo delle coscienze dove solo Dio vede e giudica: i credenti... lascino volentieri alla sapienza e all’amore del Signore il giudizio sulla responsabilità personale”. (Past. div., CEI, n. 18, 1979). Ci possono essere dei divorziati risposati che si sentono incolpevoli per il modo con cui la separazione è avvenuta. Quindi sono o possono essere “soggettivamente” non colpevoli, anche se devono attenersi alle regole esterne della Chiesa. 2. Non escludere. E’ vero che non possono partecipare all’Eucarestia però la vita di una comunità cristiana non si riduce all’Eucarestia, anche se essa è il segno massimo della comunione e della partecipazione. Vi sono molti modi di vivere l’appartenenza alla Chiesa: ascolto della parola di Dio, partecipazione alla Messa, perseverare nella preghiera personale, di coppia, di comunità, dare incremento alle opere di carità, partecipare alle iniziative a favore della giustizia. Vi sono molti ambiti in cui si può crescere nella fede ed esplicare la propria soggettività. Pur- l’Eucarestia. Questa riduzione isterilisce la fede e la partecipazione. Potrebbe essere questa un’opportunità per spingere i cristiani ad allargare il “come” crescere nella fede e “come” partecipare alla comunità al di là e al di fuori dell’Eucarestia. 3. Condividere i loro problemi Nessuna separazione è priva di sofferenza e nessuna è esente da paure e da problemi, sia a livello di nuova coppia sia a livello educativo (quando ci sono i figli), sia a livello economico. Andare per condividere e per porsi in ascolto dei problemi è il modo perchè questi soggetti non si sentano dimenticati ed esclusi. Gesù andava a pranzo e a cena dalle persone ritenute escluse. Perchè il parroco, con la presenza di una coppia, non potrebbe dichiararsi disponibile ad una cena di ascolto e di fraternità con le singole coppie dei divorziati? Non potrebbe essere il primo passo che fa percepire aperte le porte della comunità? Non potrebbe essere l’occasione per cogliere i doni dei singoli che potrebbero essere espressi in vari modi nella comunità stessa? E’ non potrebbe essere anche un’opportunità per conoscere cause e problemi che hanno portato alla rottura del precedente matrimonio, per essere più attenti a come “educare” i ragazzi, i giovani, i fidanzati, perchè siano meglio avveduti nel vivere l’amore? (fine parte terza) Domenica 4 maggio 2003 Per “pastorale della famiglia” si intende ogni occasione che si può trovare o creare per mettere al centro la famiglia, per farne risaltare la sua origine divina e i suoi valori cristiani e umani. Anche una celebrazione degli anniversari di matrimonio diventa “pastorale familiare”… non tante parole, ma gli sposi presenti diventano riflessione sulla bellezza della vocazione matrimoniale. In un tempo, come il presente, nel quale si cerca di dare valore alla “convivenza” come alternativa alla “indissolubilità” del matrimonio (la clausola “per sempre”, se non si crede nel valore del Matrimonio Sacramento, diventa una gabbia da evitare…), trovarci davanti a Dio e dirgli: “Grazie per il Sacramento del Matrimonio, grazie per la tua presenza che vivifica continuamente la nostra unione, grazie per essere ancora insieme dopo 10 - 20 - 30 -… 64 anni,… è un avvenimento da celebrare e da trasmettere alle giovani generazioni.. Per questo, insieme alla vicinanza affettuosa e alla preghiera per le coppie che non ce la fanno e si separano e divorziano,vogliamo dire “Bravi, siete dei campioni perché non vi adattate alla mentalità comune” agli sposi che hanno celebrato un anniversario di matrimonio. Ad multos annos!! Salutiamo con affetto le coppie di sposi che hanno celebrato un anniversario di matrimonio: ALBANESE LUCA E MARISA 10° BENNATI EMILIO E NADIA 10° MORI CLAUDIO E GINA 10° DE LUCA CELESTINO E GRAZIA 15° RENZONI VIRGILIO E CRISTINA 15° BIANCHI ANGIOLO E BRUNA 25° GAMBINI GIULIANO E MARISA 25° BOTARELLI IVAN E MARINA 40° MAGI ANGELO E M. GABRIELLA 40° BROGI DINO E LILIANA 50° SALVADORI FOSCO E AGNESE 51° BETTI ALDO E ILDA 52° BARDELLI NAZZARENO E IMOLA 53° RENZONI MARIO E GINA 54° MENCUCCI TULLIO E MARIA 55° CORSI DAVID E ANNUNZIATA 56° PALAZZI SIRO E DELIA 57° ANGIOLUCCI ALFREDO E MARIA 64° Q UA R E S I M A L E Quest’anno Luciano Giani, un seminarista di Arezzo, ormai all’ultimo anno del cammino di preparazione al sacerdozio, è stato il nostro “predicatore” del quaresimale. L’omelia domenicale è stata apprezzata per la sua chiarezza, semplicità, puntualità e profondità. Un aiuto per il nostro cammino di conversione. Quest’anno sarà ordinato Diacono e il prossimo giugno, sacerdote. Non dimentichiamo di tenerlo presente nelle nostre preghiere.... Riportiamo, a puntate, parte della lettera che il Vescovo ha scritto ai fedeli della diocesi. nitario”, destinandone il ricavato alle iniziative suggerite dalla Caritas Diocesana. In attesa della gioia di incontrarci La catechesi Come procederemo nella preparazione e nello svolgimento della visita pastorale? Sarà bene seguire un programma comune, semplice, agile, adattabile alle varie esigenze, ma capace di farci cogliere subito il significato e la ricchezza del grande momento. Intanto mi sembra opportuno indicarvene le tappe. La preghiera Vorrei che lo Spirito Santo mi suggerisse parole adatte per muovere ciascuno di voi ad invocare l’aiuto del Signore per questo mio singolare pellegrinaggio affinché, ne i cinque o sei anni della Visita, possa essere strumento della sua grazia. Che cosa infatti mi aspetto dal mio incontro con voi, con le vostre comunità, se non un rinnovato desiderio di Dio, di comunione con Lui e con i fratelli? Con il cuore aperto, con quella carità per cui, nel Signore, il Vescovo è vostro e voi siete suoi, desidero coinvolgervi tutti. Anche coloro che sono provati dall’età, dalla malattia o da altri motivi, sappiano che con l’offerta della loro sofferenza diventano i collaboratori più preziosi. La penitenza Nel cammino che stiamo per intraprendere si inserisce anche l’ostacolo del peccato. Il tempo della Quaresima ci ricorda che il peccato si combatte con la preghiera, la penitenza, il digiuno e le opera di carità. Oltre che privarsi di qualche bene personale a favore dei fratelli che soffrono, sarebbe bello che in ogni parrocchia, in attesa del Vescovo, si attuasse un “digiuno comu- Perché la Visita Pastorale possa essere vissuta da tutti come un occasione di grazia, ritengo che sia importante una riflessione sui grandi temi della fede, dell’uomo, della Chiesa, in rapporto anche ad una rinnovata presenza della parrocchia di fronte alla sfide del nostro tempo, quali la nuova evangelizzazione, la collaborazione tra le varie realtà ecclesiali, il ruolo dei laici, le povertà di oggi, le trasformazioni culturali e sociali. A queste tematiche è auspicabile che ogni parrocchia faccia riferimento nella catechesi ordinaria e nelle sue forme straordinarie, quali missioni al popolo, centri di ascolto, incontri con le famiglie, conferenze, tavole rotonde, annuncio porta-porta. In questo modo potrà essere coinvolto il maggior numero di persone possibile, anche coloro che vivono in modo critico il loro rapporto con la Chiesa. Il pellegrinaggio La diocesi intera, come segno di comunione e del suo essere popolo in cammino, dal 20 al 26 luglio 2003, si recherà in pellegrinaggio a Lourdes per invocare la protezione di Maria SS. sulla Visita Pastorale. Preparazione immediata Qualche giorno prima della visita ogni parrocchia, seguendo una traccia preparata dall’Ufficio liturgico, terrà un Triduo di preparazione all’incontro con il suo Pastore. Anno 2002-2003: abbiamo fatto un piccolo cammino biblico-morale sui Comandamenti: la Parola di Dio è continua novità anche circa il Decalogo che spesso può sembrare, datato, poco attuale specie per dei giovani. Chiaro, non è così...; intercalati a questi alcuni incontri Unitalsi in preparazione al Pellegrinaggio diocesano a Lourdes (2026 luglio 2003); gli incontri giovani, mensili, a San Leo; alcune uscite... In questi giorni, finalmente, è arrivato lo statino e la foto dell’adozione a distanza giovani- giovanissimi, attesa per un anno... ecco i dati e la foto Adozione India - Madaplathuruth Villaggio: Kunjithai Cognome Nome Nata il Scuola Babbo Mamma Salute Abitazione Fratelli Religione : : : : : : : : : : PANAKKAL MILU (F) 12-1-1992 Settima Morto di infarto Mercy Buona Capanna Minu (F) Cattolica Nella Quaresima passata, è stato adottato un altro bambino: giovani insieme ai gruppi di catechismo. Ecco i dati dell’adottato: CENTRO EDUCACIONAL - AREZZO BRISAS DA MALTA - GOIANIA - BRASIL Nome:JULIANO PEREIRA DAS SANTOS Nato: il 24 / 10 / 1994 Juliano è un bambino di pelle nera, capelli ed occhi neri. Abita con la madre in una piccola casa a Brisas da Mata. Ha anche sei fratelli. Vive una vita difficile con la madre sola, senza marito. Il bambino rimane spesso nella strada perchè la madre lavora. A Juliano piace mangiare riso, fagioli, carne e biscotti con latte e caffè. Il CENTRO EDUCACIONAL - AREZZO è una casa di accoglienza fondata da un sacerdote della nostra diocesi, Don Fortunato Bardelli, parroco di Frassineto. Il nostro Vescovo Mons. Gualtiero Bassetti, il 10 agosto 2003, sarà in Brasile per inaugurare questo centro di accoglienza e di formazione. I 4 gruppi di catechismo, con entusiasmo hanno accettato di contribuire all’adozione di Juliano. Hanno ascoltato volentieri Don Fortunato che è venuto a parlarci della situazione dei ragazzi in Brasile e della sua opera, il Centro San Donato in Brasile. L’adozione annuale, consiste nel “mantenere” il bambino con 26 euro mensili. Il bambino rimarrà però in Brasile, con la sua famiglia. In Quaresima i ragazzi del catechismo hanno messo insieme le seguenti somma: 3a Elementare euro 59,00; 4a Elementare euro 34,10; 5a Elementare euro 48,50; 1a Media euro 66,86. Sono state già inviate le prime 6 mensilità e in cassa giovani-ragazzi catechismo rimangono euro 158,63. (Dal giornale “Avvenire” di Martedì 22 Aprile 2003) Vocazioni «impossibili»? Storia di un rapinatore pentito che oggi veste il saio dei francescani Sembra strano, ma può accadere che un giovane prete o una religiosa, in partenza per un Paese in via di sviluppo, dove ha scelto di dedicarsi agli ultimi, abbia problemi al momento del rilascio del passaporto, dovuti a precedenti penali. Anche se poi le cose finiscono per risolversi al meglio, episodi del genere fotografano un fenomeno poco conosciuto. Ci sono persone che, per droga o per i più vari reati, ridotte sul lastrico morale, a un certo punto si convertono e sono capaci delle più radicali risposte alle chiamate di Dio. Ha commosso molti, qualche giorno fa, la storia del francescano francese, padre Daniel, raccontata su Rai-Uno nello speciale «Nel nome del cuore» trasmesso da Assisi, presso lo stesso convento che lo aveva visto arrivare venti anni fa. Fino ad allora la sua vita era corsa sulla china pericolosa della droga e della delinquenza. Aveva perfino compiuto due rapine a mano armata. Miracoli come questo non sono rari da ammirare soprattutto in Comunità la cui terapia si basa su una forte iniezione di valori spirituali. Un’altra storia è stata raccontata qualche settimana fa nell’affollata piazza Navona di Roma dal seminarista croato Mitch, studente di secondo anno di teologia nella diocesi di Frosinone, il cui passato è un guinness di esperienze allucinanti. Già soldato nella ex-Jugoslavia, ha consumato anni tra sbornie e sesso occasionale fino a quando, piegato da una crisi depressiva, accettò di associarsi a un pellegrinaggio a Mediugorie. Lì, leggendo il vangelo, capì di trovarvi la risposta a tutti i suoi problemi, il resto lo fece l’associazione Nuovi Orizzonti, fondata da Chiara Amirante. Oggi, nelle case di questa associazione, i consacrati con promesse e voti privati, superano il centinaio, e sono presso a poco metà maschi e metà femmine; di questi uno è già diacono e altri otto stanno avvicinandosi al sacerdozio. Molto di questi giovani hanno avuto a che fare con la giustizia, qualche volta anche pesantemente, ma tutti attribuiscono all’incontro con Cristo il motivo del loro cambiamento. Ai voti classici (povertà, castità, obbedienza), aggiungono quello della gioia; «non è possibile lasciare l’inferno della vita, senza conoscere, per sempre, la gioia», sostiene Chiara Amirante, specificando che la sua associazione, nata formalmente sei anni fa, resta laicale. Il fenomeno è più esteso di quanto si pensi. Per esempio, tra gli oltre 600 tossicodipendenti che a Lecce vivono nella Comunità Emmanuel, guidata dai gesuita, padre Mario Marafioti, uno è già frate minore francescano e sta per diventare sacerdote, mentre da poco una ragazza ha vestito l’abito da suora, entrando nella Comunità delle Beatitudini. Non diversamente capita sulle colline che sovrastano Saluzzo, nel Cuneese, dove sorge la Comunità Cenacolo, creata vent’anni fa da suor Elvira della Congregazione delle suore di santa Giovanna Antida Touret. Dalle sue comunità, sparse in 35 sedi in Italia e nel mondo, sono passati migliaia di tossicodipendenti e di sbandati d’ogni genere. Ognuno di essi ha una sua storia. Quella di Ivan è singolare: sceso nell’inferno della droga, la consumava, la spacciava ricavando proventi che gli permettevano una vita di lusso apparentemente invidiabile, ma che gli svuotava il cuore. L’incontro con suor Elvira gli ha fatto conoscere Cristo. Ora Ivan è al quarto anno di teologia. Nella vita consacrata non conta il punto di partenza, ma quello di arrivo. Pur non facendo nomi, la pensano così Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, e don Matteo della Comunità di Sant’Egidio. Si può partire anche da una condanna penale non scontata con l’emarginazione, ma con il passaggio dalle tenebre del non senso alla Luce. Spesso capita di trovarsi in difficoltà nello scrivere qualcosa quando la pagina è ancora bianca ed oggi prima di cominciare a parlare di Unitalsi e del Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes era presente in me la stessa sensazione di disagio . . . poi finalmente l’idea!!! Mi sono connesso ad internet e digitando in un motore di ricerca la parola “LOURDES” sono apparsi in bell’ordine un sacco di siti che trattavano sull’argomento. Ne ho aperti alcuni ed ho copiato le foto che mi hanno colpito di più, due delle quali sono quelle di questa pagina che adesso non è più bianca. Basta infatti, soffermarsi un secondo su queste due immagini che danno insieme la grandezza e la semplicità di Lourdes, un Santuario che accoglie ogni anno tanti turisti quasi quanti quelli che visitano Parigi e una Statua che non ha nessun pregio artistico ma che risulta essere il gioiello della semplicità incastonato nella umiltà della Grotta. Con il nostro Vescovo e altri 700 fedeli della nostra diocesi andremo alla scoperta di questo mistero di umiltà che si è incarnato nella persona di Bernadette Soubirous, la quale dopo aver visto colei che si definì “Io sono l’Immacolata Concezione” visse nel servizio e nel nascondimento il resto dei suoi giorni. Venite qui in processione e pregate per i peccatori… Così da allora ad oggi fiumi di persone si sono recate ai piedi della Grotta di Massabielle per chiedere perdono e guarigione, a volte fisica ma spesso (quasi sempre) spirituale. Anche Tommassi nel 1903 trovò la conversione dello spirito e tornando dette vita all’Unitalsi, la prima associazione fondata da un disabile a favore dei disabili. Nella nostra parrocchia il 18 Maggio u.s. c’è stata la XI° Giornata della Fraternità organizzata dall’Unitalsi, che ha visto la presenza di alcuni marcianesi e di altri amici provenienti da altre parti della provincia condividere la celebrazione eucaristica e un ottimo pranzo che come ogni anno è stato sapientemente preparato (ed offerto) dalle mani delle nostre donne Marcianesi… a loro va il nostro GRAZIE. Un grazie anche a chi ci ha dato una mano nell’organizzazione perché anche bontà il loro impegno è stata una giornata da non dimenticare… IL RESTO CI ASPETTA A LOURDES….. Giovedì Santo: Sepolcro o altare della reposizione del Santissimo? “Per un processo storico non ancora del tutto chiarito nelle sua vari fasi, l’altare della reposizione del Santissimo è stato considerato quale santo sepolcro. E’ necessario che i fedeli siano illuminati sul senso della reposizione: è la conservazione del Corpo del Signore per la comunione dei fedeli nell’azione liturgica del Venerdì Santo e per il viatico degli infermi. Si eviti pertanto il termine di sepolcro e nel suo allestimento non venga conferito ad esso l’aspetto di un luogo di sepoltura o di un’urna funeraria”. (Dirett. su pietà popolare e liturgia 141). “Se il tabernacolo è collocato in una cappella separata dalla navata centrale, conviene che in essa venga allestito il luogo della reposizione e dell’adorazione” (FP 49). In altre parole, se non ci sono giustificate ragioni, il luogo della reposizione è bene che coincida con l’abituale luogo della custodia eucaristica proprio per meglio evidenziare come da questa reposizione nasca la doverosa adorazione dell’Eucarestia non soltanto il Giovedì Santo. Cero pasquale e resurrexit Contrariamente ad una usanza invalsa nel medio evo, e giunta fino al Vaticano II, pratica che tendeva a teatralizzare il simbolismo liturgico della Ascensione (con il togliere dalla chiesa la statua del Resurrexit e del cero pasquale... perchè Gesù era asceso al cielo...), il cero pasquale, oggi, Solennità dell’Ascensione, non viene più spento, ma continua ad essere il segno dominante e qualificante di tutta la cinquantina pasquale, fino alla Solennità della Pentecoste. E’ con la Pentecoste che inizia il “tempo della chiesa”: il cristiano è chiamato a portare al mondo la luce e l’immagine di Cristo, annunciando il Vangelo di Dio con la parola e la vita. Ora non c’è più il Resurrexit e il cero pasquale: il cristiano con il dono dello Spirito Santo nella Pentecoste deve cercare di essere luce e immagine di Gesù per i fratelli. Riportiamo in sintesi la situazione dei lavori di restauro della nostra chiesa. Il Presbiterio: il progetto è stato presentato alla Commissione Diocesana Arte Sacra. Ancora non ci hanno dato risposta. Una volta passato il giudizio di questa Commissione, la domanda passerà alla Soprintendenza. Solo allora si passerà all’appalto... Intanto l’Economato Diocesano, a nome del Vescovo, ha fatto domanda al Comune per la Bucalossi dell’anno 2003. Quadri. Per il quadro restaurato, è stata fatta domanda al Ministero per un contributo. Il quadro “Madonna in gloria” vicino alla sacrestia, sarà restaurato prossimamente. I restauratori non ce la faranno a ritirarlo per giugno come d’accordo. Sarà questione di un mese o due. Suo uso: - In aprile si è tenuto il corso in preparazione al matrimonio, 6 incontri, di una ventina di coppie di fidanzati. Domenica 8 maggio ha visto un incontro conviviale di famiglie, all’interno della “Festa della Famiglia”. Eravamo una quarantina. Domenica pomeriggio, 8 giugno: “Festa dell’AVIS”. Domenica 8 giugno, nel dopo cena: saggio musicale dei bambini della scuola musicale diretta dal M° Fabrizio Bardelli. Una serata veramente simpatica... Domenica 15 giugno, nel pomeriggio, erano invitati i collaboratori parrocchiali: un ringraziamento per l’anno pastorale concluso e un fraterno rinfresco... Programma delle gite duemilatre Sabato 6 settembre La Spezia - Cinqueterre Partenza ore 5.00 da Rigomagno - Lucignano - Marciano. Ore 10.00 battello da La Spezia - Arrivo a Monterosso, visita e pranzo ore 12,30. Ore 15,30 partenza da Monterosso. Ore 16.00 sosta a Portovenere. Ore 17,30 arrivo a La Spezia. Rientro a casa ore 22.00 circa. Spesa: pullman - battello - pranzo euro 55.00 Sabato 4 ottobre Certosa - Pavia Partenza ore 4,45 da Rigomagno - Lucignano - Marciano. Arrivo a Pavia ore 10,30. Visita alla Certosa. Pranzo ore 12,30. Visita di Pavia o ore 14,45 partenza per Grazzano Visconti. Sosta fino alle ore 17,30. Rirntro ore 22,30 circa. Spesa: pullman e pranzo euro 40.00 CAMPI ESTIVI DELL’AZIONE CATTOLICA: Campi per i ragazzi Dalla 1a alla 4a Elementare · · 23-29 Giugno a Gello d’Anghiari 25-31 Agosto a Gello d’Anghiari Campi per i ragazzi dalla 5a Elementare alla 2a Media · · 30 Giugno-6 Luglio a Gello d’Anghiari 1-7 Settembre a Gello d’Anghiari Campo per i ragazzi di 3a Media · 7-13 Luglio a S. Andrea a Pigli Campo per i giovanissimi dalla 1a alla 3a superiore · 7-13 Luglio a Gello d’Anghiari NOTIZIE TECNICHE: · La spesa è di 115 euro, i fratelli pagano 55 euro · Al momento dell’iscrizione bisogna versare una caparra di 25 euro · Al campeggio bisogna portare del libretto di assistenza un’autocertificazione sulle (quest’ultima verrà compilata genitori) una fotocopia sanitaria ed vaccinazioni e firmata dai genitori). Campo giovani dalla 48 superiore in poi 2-12 Agosto all’Argentario Soggiorno per le famiglie 7-18 Agosto in Valdidentro Soggiorni per la terza età 5-19 Luglio a Ischia 18-31 Agosto a Pozza di Fassa · Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: A.C. Diocesana.......0575-22344 (dalle ore 11.00 alle ore 12.00) In occasione della S.Pasqua alcuni rappresentanti della Caritas parrocchiale sono andati a trovare alcune persone anziane portando loro un piccolo pensierino. Nelle Cassette quaresimali sono stati raccolti €. 414,00 e successivamente versati alla Diocesi (vedi bollettino accanto). La prossima iniziativa della Caritas parrocchiale sarà l’allestimento di un “mercatino” per la “festa del Crocifisso” di agosto. Tutti coloro che volessero dare una mano con un aiuto nell’organizzazione o tramite raccolta di oggettistica varia, sono sempre ben accetti. Un grazie fin d’ora. Pro - Loco di Marciano della Chiana Sabato 5 Luglio 2003 ore 21,30 Piazza Fanfulla 8^ Edizione … Dolce di Sera … POSSONO PARTECIPARE AL CONCORSO TUTTI COLORO CHE SI DILETTANO A PREPARARE “ Dolci di ogni genere” ALLA FINE DELLA MANIFESTAZIONE SARANNO PREMIATI IL VINSANTO ED I DOLCI MIGLIORI DIVISI PER CATEGORIE: Il comitato organizzatore accoglie i dolci ed il vinsanto dalle ore 20,00 alle ore 21,00 in Piazza Fanfulla. Ho davanti agli occhi il libro “Conserve memorabili” di Paola Pomeranzi. Tante ricette per conserve e marmellate, ma anche racconti della sua vita marcianese e non. Ingredienti 3 chili di arance - 2 chili e mezzo di zucchero - Un limone Mettere a bagno le arance dopo averle punzecchiate con una forchetta per tre giorni; cambiare l’acqua mattina e sera. Il terzo giorno tagliare le arance, compresa la buccia a fettine sottilissime, poi pesarle e calcolare un chilo di zucchero per ogni chilo di arance, più un limone sempre tagliato a fettine. Mettere al fuoco lo zucchero e farlo sciogliere con un po’ di sugo di arancia ed un po’ di rum, poi, quando lo zucchero è sciolto, aggiungere le fettine di arancia e cuocere per circa due ore a fuoco moderato. Schiumare se necessario e girare frequentemente con il mestolo di legno. Quando la marmellata è ancora calda, invasare nei barattoli, poi rimetterli sul fuoco a sterilizzare per altri 20 minuti dal momento in cui riprendono il bollore. I vasetti vanno tolti dalla pentola in cui sono stati sterilizzati, solo quando l’acqua di sterilizzazione è completamente fredda. Pellegrino Artusi definiva questa marmellata “stomatica”, perché, in effetti, rimette a posto lo stomaco. Ingredienti Alcuni chilogrammi di pomodori del tipo fiorentino e Sale Spaccare i pomodori in due, nel senso trasversale, sistemarli in un vaso di vetro con la bocca larga e collocarvi i pomodori a strati: tra uno strato e l’altro spargere un’abbondante manciata di sale grosso; procedere così fino all’orlo del barattolo. Chiudere e lasciare in dispensa. Con il passare dei giorni vedremo che il sale sarà liquefatto e piano piano tutti i pomodori rimarranno immersi in questo liquido. Questo tipo di conservazione dei pomodori è nato in un’epoca in cui la conservazione per gli usi domestici era veramente un problema, oggi, magari, sarebbe meno giustificato un tipo di conservazione così. Ancora oggi si può usare qualcuno di questi pomodori per metterlo nel sugo d’inverno, quando si cucina alla ricerca di sapori antichi, ma sempre facendo attenzione a metterne nel sugo solo uno o due e stare attenti a non salarlo poi. A Marciano nessuno ancora possedeva la televisione, così, il gestore dell’unico bar di allora comprò un apparecchio televisivo ed approntò una sala apposita. Il Bar era quello di Fosco e la televisione era posta in un alto piedistallo perché tutti la potessero vedere. La nonna Gaeta ed il nonno Emilio erano tra i primi frequentatori della sala, nel senso che, cenando di solito alle sette, dopo un’ora erano già pronti per recarsi da Fosco. Il gestore del bar, però, accendeva la televisione solo poco prima delle nove, ma era importante prendere il posto per tempo, soprattutto per persone come i nonni che ci vedevano poco; così erano quasi sempre in prima fila, vuoi per il largo anticipo, vuoi per una forma di ossequio che i compaesani più giovani riservavano a quelli più anziani. La sera capitava, però, che gli avventori del bar fossero stanchi morti per il duro lavoro dei campi, che, soprattutto nel periodo estivo, richiedevano tante faccende. In una sera estiva, uno dei clienti del bar, poco avvezzo a seguire la trama di un film, si era scelto un posto strategico vicino al muro ed il buio della sala gli aveva ben presto conciliato un sonno di piombo. Quella sera in televisione trasmettevano un film di cow boy, e ad un certo punto si arrivò al duello mortale tra i due protagonisti: dopo essersi a lungo scrutati, l’eroe di turno estrasse la pistola e sparò. Nel buio della sala si udì un colpo, ma, sorprendentemente i morti parvero due. Il primo fu l’odioso antagonista che dall’inizio del film tutti si auguravano morisse presto, e il secondo.... Il povero disgraziato che si era addormentato con la testa appoggiata al muro, che, il rumore improvviso fece scivolare dalla sua posizione senza neppure svegliarsi. Ci fu un silenzio di tomba. Il dubbio che aveva spesso assillato la mente dei presenti se ci fosse una relazione tra la scatola mediatica e la realtà, sembrava finalmente aver trovato una risposta: - Sì - i personaggi della televisione potevano vedere i presenti (ed era per questo che, l’Adalgisa, la cugina della nonna si pettinava prima di sedersi davanti al televisore), non solo, ma qualche pallottola vagante poteva colpire qualche telespettatore. Poi, il malcapitato, benché sdraiato in terra, dette qualche segno di vita, e allora qualcuno dei più smaliziati tra i presenti, cominciò a ridere, e allora fu un diluvio, una grandine!! La povera vittima, svegliata finalmente dalla gran confusione si guardava intorno facendo finta di ridere con la faccia tra l’inebetito e il furbesco di uno che non ha capito niente ma si adegua. Io, a quel tempo, non rimanevo sempre seduta al televisore perché mi annoiavo, ma andavo e venivo dalla piazza antistante, dove giocavo con i miei amici, mentre l’indaffaratissimo Fosco rinfrescava con gelati o con bicchieri di magnese, il suo pubblico televisivo. Poi, alle undici, tutti a letto perché la mattina successiva riprendeva il lavoro usato. Il leone, per quanto ci risulta, non è mai stato un benefattore della umanità... E’ pericoloso averlo per vicino... Non si è mai riuscito a fargli tirare l’aratro... Ma gli uomini l’hanno fatto “re”... Lo hanno messo sugli stemmi nazionali. Anche il leopardo, il grifone, l’orso possono fare i “blasonati”: nessuno li canzona. E l’aquila? In fondo è un rapace crudele... Ma che aristocratica!... Dopo le aquile romane, vennero le aquile del Sacro Romano Impero e le aquile napoleoniche... Si può dire di qualcuno che è un’aquila ed è un grande riconoscimento. L’asino invece, no... Lui che porta tutti i nostri carichi, che si limita a ragliare per fame o per fatica o per dolore, l’asino, dalle sue orecchie al PREGHIERA DI SPERANZA Io vorrei, Santo Signore, che ci fosse più amore e più pace in questa terra dove invece c’è sempre guerra: non è certo con la prepotenza che migliora l’esistenza. Io vorrei che ognuno di noi non pensasse solo ai fatti suoi: se più altruisti impareremo ad essere, allor sì che cominceremo a tessere quella tela di speranza che richiede tanta costanza, ma di certo ne vale la pena se, a chi ha fame, si offre una cena. Io vorrei, in questo anno, che tutti quelli che un cuore più non hanno, suo calcio, l’abbiamo sempre trovato ridicolo... Tutte le sciocchezze sono “asinerie” e dare dell’asino a qualcuno è un grave insulto. Tu invece, Signore, per il tuo ingresso trionfale a Gerusalemme hai scelto un asino.., I sapienti spiegano che in oriente l’asino è cavalcatura regale e simbolo di una visita pacifica in contrapposto ai carri e ai cavalli di guerra. Ma forse, con questo gesto, tu, Signore, hai voluto dare una lezione a noi che chiamiamo “servo” colui che si mette a disposizione degli altri e “grande” colui che si fa temere dagli altri e li domina. QUANDO RIUSCIREMO A CAPIRE CHE LA NOBILTÀ NON E’ LA POTENZA, MA IL SERVIZIO RESO, CHE LA GRANDEZZA CONSISTE NELL’ESSERE UTILE E CHE QUELLI CHE AIUTANO CON MODESTIA, CON TUTTO IL CUORE, HANNO DIRITTO DI ESSERE POSTI IN ALTO? cominciassero a pentirsi e smettessero di divertirsi con i bimbi piccolini ricattandoli, con la scusa di due soldini, che per loro sono la salvezza, rovinando così la loro giovinezza facendoli, poi, per sempre restare, senza mai più, riuscirli a cacciare, con un odio ed una vergogna infinita che li seguirà per tutta la vita. Sono troppi i bimbi del mondo, che non hanno un presente giocondo, ma se ognuno di noi facesse qualcosa per il futuro, affinchè questo fosse un po’ meno duro, certamente alla fine della nostra giornata saremo felici ed avremo, anche noi, la gioia ritrovata Irene Peruzzi Testi BATTESIMI 23 marzo 2003 PERUZZI VIOLA 26 aprile 2003 DE NISCO EMMA 4 maggio 2003 TANGANELLI LORENZO CHIES SAMUELE 25 maggio 2003 PASCUCCI MARTINA 15 giugno 2003 FRANCINI SOFIA PRIME CONFESSIONI 11 giugno 2003 ALESSIO ALBANESE ALESSIO BANDINI DAVIDE BARBONI DENNI CARAFFINI NICOLETTA CETICA GIULIA CIOFINI ILENIA NAPOLETANO NICLA NAPOLETANO ANDREA RASPANTI PRIME COMUNIONI 22 giugno 2003 ELISA BARDELLI ELEONORA BRACCIALI MATTEO CIACCI ANIELLO FARELLA GIUSEPPE FARELLA FRANCESCO GINI SONIA LUCIDO GIANCLUCA SALVADORI GAIA VALENTINI MATRIMONI 21 aprile 2003 ARRIGHETTI PAOLO e MORI ANNA 17 maggio 2003 AGNELLI PAOLO e RUBECHI MARIA LORETTA 1 giugno 2003 MONNANNI ERRICO e RENZONI FRANCESCA DEFUNTI 27 marzo 2003 ROSATI DONELLA nei BONANNI 12 aprile 2003 PRIULI ERINA nei BIGLIAZZI 11 giugno 2003 DE STEFANO MARIO RESOCONTO CASSA PARROCCHIALE 2002 ENTRATE Residuo attivo al 31-12-2001 € 8.635,83 Accatti € 5.927,02 Offerte celebrazioni Sacramenti € 1.836,80 Candele votive € 3.633,43 Stampa cattolica € 1.077,80 Offerte varie € 2.421,61 Benedizioni famiglie € 4.215,30 USCITE Spese culto (ostie, vino, paramenti, candele, ceroni.. ) € 4.559,31 Attività pastorali (catechesi, predicazioni, libri, ritiri, .. ) € 2.054,20 Cancelleria (giornalino, inchiostro, toner, assistenz-fotoc,..) € 3.772,38 Manutenzione ordinaria (restauro quadro) € 11.704,53 Consumi (enel, acqua, telefono, gas, riscaldamento) € 3.053,00 Remuneraz. parroco, sacerdoti e personale laico € 2.056,67 Contributo Fondo Com. Dioc. 2000 (3%) € 553,02 Stampa cattolica € 1.274,93 Imposte e tasse € 239,62 € 27.747,79 Saldo passivo al 31-12-2002 € 29.267,66 -€ 1.519,87