Con il Patrocinio di
Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì, 30 novembre 2015 - ore 21.00
SERIE «A» 2015/2016
«Il Genio è Donna»
«LOCKENHAUS ON TOUR»
VILDE FRANG
Violista JAMES BOYD
Violoncellista NICOLAS ALTSTAEDT
Pianista ALEXANDER LONQUICH
Violinista
ANTONIN DVORAK (1841 - 1904)
Trio n. 3 per pianoforte e archi in fa minore op. 65
Allegro, ma non troppo; Allegretto grazioso; Poco adagio; Finale: Allegro con brio
SÁNDOR VERESS (1907 - 1992)
Trio per archi (1954)
Andante; Allegro molto
RICHARD STRAUSS (1864 - 1949)
Quartetto per pianoforte e archi in do minore op. 13
Allegro; Scherzo Presto - Molto meno mosso; Andante; Finale Vivace
VILDE FRANG
Nel 2012 le è stato assegnato il Credit Suisse Young Artists Award e successivamente è stata invitata al
Festival di Lucerna con i Wiener Philharmoniker diretti da Haitink. Collabora con Mahler Chamber
Orchestra, London Philharmonic, Philharmonia, Gewandhaus Orchester di Lipsia, St. Petersburg
Philharmonic, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, Orchestre de Paris, Oslo Philharmonic,
NHK Symphony Tokyo; tra i direttori Ashkenazy, Jansons, Fischer, Jurowski, Petrenko, Järvi, Salonen e
Temirkanov. Nella stagione 15-16 debutti con Orchestre Philharmonique de Radio France, Orchestre
National de Belgique, Stuttgart Radio Symphony, Deutsches Symphonie Orchester Berlin e NDR
Sinfonieorchester Hamburg. Debutterà con la Berlin Philharmonic e Rattle nell’ambio del concerto
annuale europeo. É invitata come solista e in ensemble da camera ai Festival di Salisburgo, Verbier,
Lucerna, London Proms, Schleswig-Holstein, George Enescu, Lockenhaus e Prague Spring Festival. Sarà
artista residente nel 2016 del Mecklenburg-Vorpommern Festival. Collabora con Kremer, Bashmet,
Argerich, Andsnes, Isserlis, Altstaedt e Quartetto Ebène. Partner abituale è il pianista Lifits, con cui ha
suonato al Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein, Philharmonie di Berlino, Wigmore Hall, Royal
Albert Hall, Tonhalle Zurich, Bozar Brussels, Vancouver Recital Series, San Francisco. Nel 2016 il duo
debutterà a Carnegie Hall. Nata in Norvegia nel 1986, Vilde Frang è stata scelta da Jansons a 12 anni per il
debutto con la Oslo Philharmonic Orchestra. Ha studiato con Kolja Blacher alla Musikhochschule di
Amburgo e con Ana Chumachenco alla Kronberg Academy. Ha lavorato con Mitsuko Uchida nell’ambito
del premio Borletti-Buitoni nel 2007 e dal 2003 al 2009 è stata studente borsista della Fondazione AnneSophie Mutter. Suona un Jean-Baptiste Vuillaume del 1864.
JAMES BOYD
É stato membro del Raphael Ensemble per cinque anni e fondatore del Vellinger String Quartet. Nel
2001 ha fondato il London Haydn Quartet, specializzato nell’esecuzione delle opere di Haydn. Boyd è
apparso come solista e direttore della Irish Chamber Orchestra e, in recital, al Festival di Aldeburg con
Tom Ades. La registrazione di musiche di York Bowen, effettuata con Bengt Forsberg, è stata descritta
dalla rivista Gramophone: “un gioiello di disco!”. Progetti recenti hanno incluso una serie di concerti con
programma i Trii per archi di Beethoven, con Peter Cropper e Paul Watkins. Suona come principale viola
ospite con gli ensemble: Dunedin Consort, English Bach Soloists e Arcangelo. È stato co-fondatore di
MusicWorks, un corso di musica da camera per giovani musicisti di strumenti a corda e attualmente
insegna all'Università di Cambridge. Ha tenuto masterclass alla Juilliard School, all'Università di Toronto,
all'Università dell'Indiana e al Banff Centre for the Arts. Scrive occasionalmente articoli per la rivista
Strad.
NICOLAS ALTSTAEDT
Uno degli ultimi allievi di Boris Pergamenschikow a Berlino, dove ha proseguito gli studi con Eberhard
Feltz. Dopo aver vinto concorsi internazionali e aver ricevuto nel 2009 il ‘Borletti Buitoni Trust
Fellowship’, nel 2010 si è aggiudicato il ‘Credit Suisse Young Artists’, che gli ha inoltre consentito di
suonare con la Filarmonica di Vienna diretta da Dudamel al Festival di Lucerna. Dal 2010 al 2012
Altstaedt ha fatto parte del progetto New Generation Artists della BBC, esibendosi con le Orchestre della
BBC, ai Proms e alla Wigmore Hall. Eventi delle stagioni passate e future comprendono concerti con
Tonhalle di Zurigo, Tchaikovsky Symphony Orchestra, Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra,
Filarmonica Ceca e Filarmonica dei Paesi Bassi, Orchestre Sinfoniche di Vienna e Stavanger, Filarmonica
di Rotterdam, Tapiola Sinfonietta, Orchestra Simon Bolivar, Orchestre Sinfoniche della Radio di Vienna,
Berlino, Hannover, Francoforte, Stoccarda ed Helsinki, le Orchestre Sinfoniche di Melbourne e della
Nuova Zelanda, i Bamberger Symphoniker e le Orchestre da Camera di Monaco, Zurigo e Stoccarda
dirette da Ashkenazy, Fedoseyev, Sir Neville Marriner, Sir Roger Norrington, Sir Davis, Venzago,
Boreyko, Sinaisky, Fischer, Gimeno, Gabel e Shelley. Altstaedt suona in formazioni che utilizzano
strumenti d’epoca“ ed è molto impegnato anche nella diffusione della musica contemporanea (prime
esecuzioni di Concerti di Rihm, Haas, Muhly – collaborazioni con Gubaidulina, Ades, Dessner,
Widmann, Pintscher e Say): Gubaidulina sta scrivendo un Triplo Concerto per lui, Kremer ed Elsbeth
Moser (bajan). Ospite regolare al Festival Mozart e al Festival estivo di Salisburgo, oltre ai Festival di
Verbier, Utrecht, Proms, Lucerna, Gstaad, Musikfest di Berlino, Schleswig-Holstein, Rheingau, Stavanger;
collabora con Lonquich, Jansen, Frang, Kuusisto, Cohen, Say e il Quartetto Ébène. Nel 2012 è stato
scelto da Kremer come suo successore per la posizione di direttore artistico al Festival di Musica da
Camera di Lockenhaus; è stato inoltre nominato Direttore Artistico della Österreichisch-Ungarischen
Haydn Philharmonie subentrando a Fischer nel 2014. Nel corso della stagione 2014/15 Altstaedt è stato
“Artist in Residence” al Festival di Zermatt diretto dai membri della Filarmonica di Berlino e il primo
“Artist in Resonance” al Musikkollegium di Winterthur. Nella stagione 2015/16 sarà in tour con la
Sinfonica di Vienna, tornerà a suonare con le Orchestre della BBC, la SWR Stuttgart, l’Orchestra della
Svizzera italiana e debutterà inoltre con la Sinfonica della Radio di Vienna e la Filarmonica di Rotterdam.
Inoltre eseguirà l’Integrale delle Sonate di Beethoven con Lonquich ai Festival Beethoven di Bonn,
Varsavia, Gstaad, l’Integrale delle Suite di Bach a Seoul e Grenoble e coordinerà il Festival “Viva Cello” di
Liestal dove si esibirà anche con il pianista e compositore “Hauschka”. In campo discografico ha
registrato i Concerti per cello di Haydn, Ligeti etc... Di prossima pubblicazione sono tutti i Concerti di
C.Ph.Bach con Cohen e l’ensemble “Arcangelo”, i Concerti di Shostakovich e Weinberg con Nesterowicz
e la DSO Berlin e un recital con Fazil Say. Nicolas Altstaedt suona su un violoncello ‘Giulio Cesare Gigli’
realizzato a Roma intorno al 1770 e su un violoncello realizzato da Robert König (2012).
ALEXANDER LONQUICH
Nato a Trier in Germania, ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande dedicato a Schubert. Da
allora ha tenuto concerti in Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo
vede impegnato con Abbado, Sanderling, Koopman, Krivine, Holliger, Minkowski. Particolare è il
rapporto mantenuto con Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite nella veste di
direttore-solista. Un importante ruolo svolge la sua attività in ambito cameristico: ha collaborato con
Tetzlaff, Bell, H. Schiff, Isserlis, Faust, Widmann, Pergamenschikov, Holliger, Zimmermann, Altstaedt e
Widmann. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica internazionale. Nel 2003 ha formato, con la
moglie Cristina Barbuti, un duo pianistico che si esibisce in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia.
Inoltre nei suoi concerti appare spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista spaziando da C. Ph. E.
Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista collabora stabilmente con l’Orchestra da
Camera di Mantova - con cui ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007
sull’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart - e tra le altre con l’Orchestra della Radio di
Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler
Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Suona regolarmente con
l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come
direttore-solista. Negli ultimi anni è apparso in tutte le più importanti sale da concerto italiane: il Carlo
Felice di Genova, il Conservatorio e il Teatro alla Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Regio di Parma,
il Conservatorio di Torino, il Parco della Musica di Roma etc... Ha registrato musiche di Mozart,
Schumann, Schubert, del compositore israeliano Lewensohn e un CD di musica francese dell’inizio del
XX secolo con gli Improptus di Fauré, Gaspard de la nuit di Ravel e i Préludes di Messiaen. Recentemente ha
inciso la Kreisleriana e la Partita di Holliger. Ai numerosi impegni concertistici Lonquich ha affiancato un
intenso lavoro didattico tenendo masterclass in Europa, Stati Uniti e Australia. Collabora stabilmente con
l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für Musik di Colonia. Dalla
stagione 2014/15 è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, con la quale
suona (anche come solista) ogni stagione, contribuendo all’ampliamento del repertorio dell’orchestra.
Convinto che il sistema educativo in campo musicale sia da integrare e in parte da ripensare, Lonquich si è
impegnato intensamente nella conduzione di laboratori teatrali/musicali avvalendosi della collaborazione
di artisti provenienti da linguaggi artistici diversi. Particolarmente cara è stata l’esperienza del laboratorio
Kinderszenen dedicato all’infanzia. Ospite regolare di Serate Musicali per cui ha eseguito cicli completi.
Si raccomanda di spegnere i telefoni cellulari - è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione
ANTONIN DVORAK - Trio n. 3 per pianoforte e archi in fa minore op. 65
Il Trio in fa minore fu composto nei primi mesi del 1883, non senza dubbi e travagli. Dvorak esitò a
lungo prima di decidere quale posizione dare ai due tempi centrali, scegliendo solo da ultimo di
posporre l'Adagio allo Scherzo: soluzione più moderna che classica, forse suggerita da tendenze in quel
momento dominanti in area romantica. Nel Trio op. 65 si riscontrano i due poli della maniera
compositiva di Dvorak: da un lato gli influssi della tradizione classico-romantica, da Dvorak
pressoché identificata col modello di Brahms, dall'altro l'impronta del canto popolare, ricreata in
forma stilizzata. Questa contrapposizione di caratteri si compendia in un linguaggio musicale
esuberante, vitalistico, estroverso negli aspetti impetuosi e appassionati, e liricamente ammorbidito
in quelli malinconici e sentimentali. La successione dei movimenti intreccia e separa questi elementi.
Il primo ha un'impronta decisamente sinfonica, sia nello spessore tematico sia nella ricchezza delle
varianti timbriche. Esso parte con un'ampia frase cantata in ottava dal violino e dal violoncello,
sostenuta dal pianoforte con un drammatico crescendo: il clima è accesissimo, l'andatura piena e
incisiva, senza soste, senza distensioni, neppure nel secondo tema in do maggiore, esposto dal
pianoforte su lunghe note tenute degli archi. Il ritmo puntato, pressoché onnipresente, accentua
l'impressione di un'urgenza espressiva pressante. Lo Scherzo che segue è un intermezzo assai
prossimo alla maniera di Brahms, con un carattere schiettamente popolare nel ritmo e nella melodia;
le forme di danza si interrompono nella sezione centrale in tempo Meno mosso, sorta di trio nel quale
Dvorak riprende ed elabora un'idea del primo movimento, anticipando così quel procedere ciclico
che sarà tipico del suo stile maturo; anche armonicamente il collegamento è ingegnoso, con do diesis
minore che diventa enarmonicamente re bemolle maggiore. Il terzo tempo è un Poco Adagio che
oscilla tra l'eloquenza del canto a tutto tondo (il cantabile del violoncello all'inizio) e l'assorta
malinconia di un ripiegamento lirico ampiamente sostenuto: anche qui la concatenazione armonicotonale presenta passaggi di sorprendente originalità, questa volta muovendosi nella scia di Schubert.
Il compito di riportare il lavoro sul terreno della spontanea adesione alla naturalezza popolare spetta
all'Allegro con brio conclusivo. Esso ha la vitalità gioiosa di una danza paesana, pulsante al ritmo di un
vivace furiant, fino ad attirare nel circolo del Finale, con gesto calcolato, il primo tema del primo
movimento.
SÁNDOR VERESS - Trio per archi (1954)
Nato a Kolozsvar, città ungherese oggi Cluij (Romania), ha studiato con Bartòk (pianoforte) e
Kodàly (composizione). Ha rapidamente trovato un linguaggio musicale indipendente dai suoi
maestri; dopo aver sostituito Kodaly nella cattedra di composizione all'Accademia di Budapest, fu il
compositore la cui personalità marcò maggiormente l'Ungheria del dopoguerra (Gyorgy Ligeti e
Gyorgy Kurtag furono tra i suoi allievi). Non avendo nessun'intenzione di sottomettersi alle
ingiunzioni della dittatura culturale staliniana, Veress scelse la via dell'esilio verso la Svizzera nel
1949. Come professore di composizione al Conservatorio di Berna, Veress ha sicuramente esercitato
un'influenza su tutta una generazione di giovani musicisti svizzeri, tra questi: Heinz Holliger, Juerg
Wyttenbach, Urs Peter Schneider, Roland Moser. Il periodo immediatamente successivo alla sua
emigrazione fu quello del suo incontro con la scuola di Vienna e la pittura di Paul Klee. Veress ha
vissuto in Svizzera dal 1949, è morto il 4 marzo 1992 a Berna. Il 12 dicembre 1991, ossia diciassette
anni dopo la sua prima richiesta di naturalizzazione, la nazionalità svizzera gli fu finalmente
concessa. Ha scritto musica barocca e polifonica, oltre a dedicarsi alla ricerca di una sintesi tra
musica popolare e musica colta.
RICHARD STRAUSS - Quartetto per pianoforte e archi in do minore op. 13
Il Quartetto in do minore ripropone, come il Quartettsatz di Mahler, un rapporto strettissimo, ma
non organico, con Brahms. Scritto nel 1883-4, in anni in cui cercava di affermarsi coltivando generi
del repertorio strumentale brahmsiano (i Concerti, i brani per fiati come la Serenata e la Suite), può
essere ricondotto una volta di più all'incontro con Hans von Bülow: Strauss fece con lui un
apprendistato fondamentale per la sua futura produzione sinfonica, ma entrò anche in diretto
contatto con la musica del compositore amburghese. Il primo tempo (Allegro) è tagliato in una solida
forma sonata, anche un po' scolastica e brahmsiana proprio nel tentativo strenuo di impiegare e dare
un senso tematico a tutte le figure, anche quelle di accompagnamento, derivandole quanto possibile
da figure principali. C'è però un'atipica (rispetto al modello) gestualità drammatica nell'avvio:
l'accordo di dominante trascolora verso quello di sol minore, ma con uno scatto cromatico torna alla
dominante di do, facendo scattare una figura in terzine (indicazione "appassionato") sotto la quale
continua al pianoforte una trasformazione di tema iniziale. Ancora, rimarchevoli sono la molteplicità
e varietà tematica: anche il ponte modulante ha un suo proprio tema; il 2° tema ha una scrittura
accordale-cantabile e una forte mobilità armonica; le sezioni conclusive si caratterizzano per
un'accelerazione ottenuta con la figura di arpeggi di semicrome. Lo sviluppo, drammatico e
tempestoso, si basa molto su imitazioni responsoriali e sul lavoro contrappuntistico sul primo tema,
che nella ripresa viene reintrodotto mascherato sul pedale di dominante (realizzato in tremolo acuto
al pianoforte). La vera novità sta poi nell'ampia coda: il 1° tema vi compare, per la prima volta, nella
forma ritmicamente diminuita, che genera una pervadente nuova figura di tre semicrome; infine, la
reintroduzione del minore, dopo che la ripresa aveva chiuso in maggiore, crea un ulteriore "coup de
théàtre" tonale. Lo Scherzo (Presto) in mi bemolle maggiore fa danzare piccoli incisi tematici, affidati
diversamente al pianoforte o agli archi. È interessante il raggruppamento variabile di battute (prima
ternario poi quaternario), modellato su quello celeberrimo dello Scherzo della Nona Sinfonia
beethoveniana; così come lo è la conclusione in sol minore della prima parte, prima che nella
seconda gli incisi si moltiplichino cambiando anche posizione ritmica. Una Coda molto modulante
porta al Molto meno mosso centrale in si maggiore: distese melodie galleggiano su una figura di
accompagnamento del pianoforte, ma poi i moduli intervallari di quelle melodie prendono a
circolare senza quella figura. La Coda dopo la ripresa del Presto sembra dissolvere il tutto, ma una
fulmineo Prestissimo su figure d'ottava discendente chiude ancora il movimento con un gesto quasi
teatrale. L'Andante successivo è nella tonalità di fa minore, ma il sipario iniziale rimane tonalmente
molto ambiguo. Al solidificarsi del riferimento tonale, compare una melodia cantabile che, nel suo
svolgersi dal pianoforte verso gli altri strumenti, cela il reimpiego di cellule tematiche diminuite o
aumentate. Anche qui figure ritmiche più mobili (soprattutto terzine) contrassegnano l'evolversi del
piano tonale-formale verso il la bemolle maggiore, insieme ad uno slittamento metrico di poche
battute dal 4/4 al 3/4: basta questo espediente ad imprimere una maggiore direzionalità alla forma.
La ricapitolazione, nella seconda parte del movimento, è quasi testuale, ma la conclusione è in fa
maggiore invece che minore. Il Vivace sembra ricollegarsi, nella figura iniziale (arpeggio discendente
di semicrome), al movimento precedente: una simile erosione della soluzione della continuità si
riscontra peraltro anche negli altri passaggi tra movimenti. La costruzione tematica è qui, una volta di
più, brahmsianamente complessa: quelle che sembrano figure di percorso armonico al basso,
all'inizio, diventano piccoli spunti tematici per l'imitazione intensiva; la tendenza di forma è però,
poco classicamente, quella di duplicare i percorsi funzionali e tonali, proprio per ispessire il lavorìo
tematico. La funzione di contrapposizione dialettica è ricoperta nel Finale da un tema contraddistinto
da una sincope ritmica; tuttavia, in questa sezione si apre un tema molto disteso, agli archi, con il
pianoforte che lo accompagna proprio mediante la figura sincopata. Lo sviluppo ripercorre quei
materiali e li sottopone a grosse trasformazione ritmiche, anche quando tende a diradarsi. Viceversa
non c'è una chiarissima ripresa del 1° tema (i cui materiali però sono sottoposti a imitazioni in
stretto), riservata al suggello Coda finale: ancora un gesto che tenta di mettere in crisi la quadratura
formale, o una normalissima forma di rondò-sonata?
PROSSIMI CONCERTI
Lunedì 14 dicembre 2015 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
(Valido per A+F; A; COMBINATA 2; ORFEO 2; A2)
Pianista Sir ANDRAS SCHIFF
F. J. HAYDN Sonata n. 60 in do magg. Hob. XVI:50 - L. v. BEETHOVEN Sonata n. 30 in min. op. 109 W. A. MOZART Sonata n. 16 in do magg. K. 545 - F. SCHUBERT Sonata n. 21 in do min. D 958
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
Martedì 15 dicembre 2015 - ore 20.30 (Teatro Dal Verme - Via San Giovanni sul Muro, 2 - Milano)
(CONCERTO FUORI ABBONAMENTO)
Concerto di Natale a favore di «OSF - Opera San Francesco»
CONSORT dell’ORCHESTRA BAROCCA DI VENEZIA - Mandolinista AVI AVITAL
A. VIVALDI Sinfonia in la magg. per archi e b. c. RV 158 ; Concerto in re magg. per liuto, archi e b. c. RV 93;
Sonata a tre in re min. op.1 n.12, "La Follia"(Tema e 19 Variazioni); Concerto in la min. per mandolino, archi e b.c.
RV 356, da L’Estro armonico (origin.per vl.); Sinfonia in re min. per archi e b.c. RV 127; Concerto in do magg. per
mandolino, archi e b.c. RV 425 - G. PAISIELLO Concerto in mi bem. magg. per mandolino - A. VIVALDI
Concerto in sol min. per mandolino, archi e b.c., “L'Estate” RV 315 (da Le Quattro Stagioni - origin. per vl.)
Per informazioni e prenotazioni telefonare ad “ARAGORN”: Tel. 02 465467467
Giovedì 17 dicembre 2015 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
(Valido per A+F; A; COMBINATA 1; ORFEO 1; A1)
Pianista HERBERT SCHUCH
J. BRAHMS 4 Klavierstücke op. 119; Variazioni su un tema di Paganini op. 35 (Libro I) - J. S. BACH Suite
Inglese n. 3 in sol minore BWV 808 - L. v. BEETHOVENSonata n. 32 in do minore op. 111
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
«… GLI AMICI PROPONGONO …»
* Martedì 1 dicembre 2015 ore 18.00 (Istituto dei Ciechi - via Vivaio, 7 - Milano)
«In collaborazione con l’Associazione Amici di Edoardo»
Lezione/concerto a cura di Luca Schieppati
«De la musique avant toute chose... » L'evoluzione del linguaggio debussyano: un ponte verso il futuro.
* Mercoledì 2 dicembre 2015 - ore 21.00 (Teatro Edi del Barrio’s - Via Barona ang. Boffalora - Milano)
«In collaborazione con l’Associazione Amici di Edoardo Onlus»
Ensemble ENERBIA: Maddalena Scagnelli voce, violino e salterio; Nicola Rulli mandola e chitarra;
Franco Guglielmetti fisarmonica; Carlo Gandolfi piva e piffero
Canti e musica strumentale dalle tradizioni europee e italiane con gli antichi strumenti pastorali
Biglietti: Intero € 10,00 - Ridotto € 5,00
* Giovedì 3 dicembre 2015 - ore 18.00 (Palazzo Sormani - Sala del Grechetto – Via F. Sforza, 7 - Milano)
«Prima le parole, poi la musica: cronache del match D’Annunzio - Mascagni: un racconto con
immagini e musiche di e con Luca Scarlini»
Ingresso libero - Prenotazione obbligatoria (mail [email protected] / tel. 02 29408039)
INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO
DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL
PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI A € 5,00 CON VALIDITÀ DI 3 ORE (20.00 - 24.00).
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
2014/2015201 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario Luigi Crosti
Hans Fazzari
Roberto Fedi
***
Ugo Friedmann
Soci Fondatori
Camilla Guarneri
Carla Biancardi
Miriam Lanzani
Franco Cesa Bianchi
Mario Lodigiani
Giuseppe Ferreri
Paolo Lodigiani
Emilia Lodigiani
Amelia Mazzeo
Enrico Lodigiani
Maria Candida Morosini
Luisa Longhi
Rainera e Mario Morpurgo
Stefania Montani
Ede Palmieri
Gianfelice Rocca
Tinetta Piontelli
Luca Valtolina
Adriana Ragazzi Ferrari
Amici Benemeriti
Giovanna e Antonio Riva
Alvise Braga Illa
Elisabetta Riva
Pepi Cima
Luisa Robba
Fondazione Rocca
Alessandro Silva
Thierry le Tourneur d’Ison Maria Giacinta Talluto
Società del Giardino
Roberto Tremi
Amici
Maria Luisa Vaccari
Giovanni Astrua Testori Marco Valtolina
Maria Enrica Bonatti
Beatrice Wehrlin
Luigi Bordoni
Soci
Antonio Belloni
Beatrice Bergamasco
Umberto Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Maria Brambilla Marmont
Giuliana Carabelli
Giancarlo Cason
Piera Cattaneo
Egle Da Prat
Maya Eisner
Federico ed Elisabetta
Falck
Silvana Fassati
Carlo e Anna Ferrari
Luisa Ferrario
Anna Ferrelli
Maria Teresa Fontana
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Ferruccio Hurle
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Eva Malchiodi
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Josepf Oskar
Denise Petriccione
Rosemarie Pfaffli
Raffaella Quadri
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Franca Soavi
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Graziella Villa
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca
Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky
Scarica

Il Genio è Donna - Serate Musicali