Lunedì’ 4, S. Gilberto Ore 18.00 + Filomena, Maria, Antonio + Def.ti Condognotto + Armando Pizzolitto + Leonardo Pazzafaro Martedì 5, Sant’Agata Ore 18.00 + Marina Anastasia Mercoledì 6, LE CENERI Ore 15.00 - celebrazione della Parola e imposizione delle ceneri Ore 18.00 s. messa e imposizione ceneri Giovedì 7, S. Teodoro Ore 8.00 + def.ti fam. Mason Ore 17.30 adorazione eucaristica e vespri Venerdì 8, S. Girolamo Ore 17.20 - via Crucis Ore 18.00 + Werther Sabato 9, S. Apollonia Ore 15.00 apertura al culto della chiesa Ore 17.15 - celebrazione dei battesimi Bozzer Benedetta, di Mario e Mafalda Ziroldo. Visentin Emma, di Massimo e Romanin Vania Beghi Vittoria, di Gabriele e Marianna Basso. Ore 18.00 - s. messa e presentazione bimbi Domenica 10, I^ dom di QUARESIMA ELEZIONI AMMINISTRATIVE Siamo ormai in campagna elettorale anche qui nel Comune di S. Michele. E iniziano così le favole di paese. Si dice, infatti, che ho già dato la mia benedizione ad una lista elettorale. Allora è bene fare alcune precisazioni. Che sia vero che io abbia manifestato - a tu per tu - un parere positivo nei confronti di alcune persone, questo è vero e ritengo che non ci sia nulla di male. Che poi da questo io abbia dato la “mia benedizione” alla lista elettorale beh, capisco che è carnevale, ma andiamoci piano! Le liste le valuto - e aiuterò a valutarle - alla luce dei programmi, nel rispetto dei valori del Vangelo e della Chiesa. Per ora, godiamoci pure il carnevale! SMOTTAMENTI A BIBIONE Riflessione. Come tutti sappiamo, sabato notte si è verificato uno smottamento del terreno nei pressi di Via Costellazioni. Non si tratta ora di fare un’inutile “caccia alle streghe”: nessuno lavora per distruggere. Per questo motivo ho sentito il dovere di raggiungere personalmente o telefonicamente tutti i soggetti coinvolti per manifestare loro la mia personale vicinanza e solidarietà: famiglie sfrattate, proprietari, impresari, progettisti, operai...a tutti giunga anche da questa pagina del bollettino la mia personale solidarietà e fraterna preghiera, e ringraziamo il buon Dio che nessuno si è fatto male. E un particolare ricordo e ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato in questi giorni per garantire sicurezza e incolumità. Premesso questo, mi auguro che ora si faccia chiarezza circa le cause e le responsabilità, assicurando alle famiglie sfrattate un luogo dignitoso fintanto non avranno modo di rientrare in casa o di trovare soluzioni alternative. Soluzioni che comunque non dovranno dimenticare che una casa non è solo mura, soprattutto quando uno se l’è costruita e vi abita da 50 anni. La casa è luogo di rifugio dove sono custodite memorie ed affetti. C’è dunque sì un danno materiale ed economico, ma prima di tutto c’è una ferita umana ed affettiva che chiede di essere ascoltata, compresa e rispettata. Per questo insieme di motivi, da cittadino - oltre che da parroco - , confido che l’Amministrazione comunale si faccia garante e promotrice di attenzioni e di giustizia. In fondo, il retto agire politico si misura proprio sulla capacità di un’Amministrazione nel saper prendersi cura dei suoi cittadini, a cominciare dai più deboli: assistenza agli anziani e malati; agevolazioni fiscali e di casa per le giovani coppie; attenzione al mondo giovanile... E oggi, a questi ordinari impegni, si aggiunge il sostegno e l’aiuto nei confronti di chi, forzatamente, è stato costretto in fretta e furia ad abbandonare la sua casa. Sarà anche vero che sono questioni che riguardano accordi tra proprietari, imprese e assicurazioni. Ma dato che le due famiglie sono state toccate in un loro diritto essenziale qual’è la casa, è naturale che il cittadino desidera sentirsi salvaguardato da chi ha la responsabilità del bene comune. Desidero concludere augurando a tutti i soggetti coinvolti di guardare avanti. Con fiducia e serenità. Bollettino parrocchiale, anno V/5, 3 febbraio 2008 La pubblicazione della scheda di lectio divina è temporaneamente sospesa. Cari ragazzi, scrivo a voi ... PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA, Via Antares, 18 - 30020 BIBIONE cel. 3491554726 tel. 043143178 www.parrocchiesanmichele.it Celebrazione Sante Messe Domenica 3, Domenica per la vita/S. Biagio Ma don, sei proprio sicuro di quello che fai? Talvolta ho qualche difficoltà a starti dietro. Sai, gli altri dicono cose diverse, e io non so più a chi credere... Carissimi ragazzi, questa domanda me l’ha rivolta uno di voi nel marzo 2007: la ricordo ancora perché avevo intuito quanto vi sentivate disorientati dai tanti messaggi contradditori che vi venivano comunicati. Una situazione talmente paradossale da arrivare a portarvi alla fatidica domanda: “ha ragione il don o gli altri?”. Ebbene, ho custodito per mesi questa confidenza: ho pregato, ho cercato di capire e ho cercato di darvi sempre ragione delle mie scelte, indicandovi le fonti dalle quali mi lasciavo ispirare: il Vangelo, i discorsi del Papa o le analisi interessanti che trovavo su Avvenire o altre riviste. Non voglio esprimere giudizi su chi la pensa in altro modo o vi dice cose diverse dalle mie. Desidero però che sappiate quello che gente autorevole di Chiesa pensa di noi e di quello che facciamo: poi valuterete e deciderete voi. Con libertà. Lo faccio trascrivendovi alcuni passaggi della lettera che il direttore di Avvenire - il quotidiano dei cattolici - ha inviato a tutti i suoi collaboratori in vista del Convegno nazionale di aprile, che si terrà proprio qui a Bibione. “Caro amico/a, mi permetto di rivolgermi a lei...so infatti che va crescendo poco a poco in Italia il giro di coloro i quali non solo apprezzano il quotidiano dei cattolici ma hanno deciso di rompere gli indugi e di mettere con coraggio la propria faccia per una mobilitazione delle coscienze che oggi appare quantomai necessaria e opportuna…L’animatore della comunicazione è una figura moderna: un laico che non si limita a diffondere Avvenire, il settimanale diocesano, Famiglia cristiana...nella propria parrocchia ma ne fa lo strumento vivo per una “pastorale dell’intelligenza”. Un cattolico “sveglio” e concreto, interessato al mondo e deciso a pungolare i propri parrocchiani...Il luogo scelto per il convegno è già significativo di suo: la parrocchia di Bibione non solo ha allestito l’estate scorsa la prima edizione della Festa di Avvenire e del settimanale diocesano, con una capacità organizzativa e di coinvolgimento che vale la pena conoscere, ma ha mostrato di aver compreso appieno lo “spirito” del Portaparola, e si propone oggi come una delle concretizzazioni più persuasive”. Ti ho riportato questa lettera per incoraggiarti a non temere circa quello che stiamo facendo insieme. A non lasciarti abbattere da coloro che magari mettono in dubbio il tuo modo di vivere la gioia di essere cristiano in modo “moderno e intelligente”. Come ci ha insegnato Gesù domenica scorsa, lo stare in parrocchia non nasce semplicemente sull’onda del perchè “mi piace” o del perché qualcuno “mi sta simpatico”. Non sta qui il motivo della presenza in parrocchia o lo spirito che anima il tuo servizio. Chi si gioca in parrocchia lo fa perché ha incontrato Qualcuno. Perché ha capito che il Signore gli vuole bene. Questo e solo questo spiega perché uno si gioca in parrocchia facendo sì che il suo servizio duri nel tempo e vada oltre i “confini della sacrestia”. E sì, perché talvolta c’è chi si “dedica” alla parrocchia finché piace, e poi molla tutto. Oppure fa di tutto in parrocchia, ma fuori dimentica di essere un cristiano. Invece chi si “dedica” a Gesù, non mollerà mai. Certo, talvolta farà fatica, talvolta vorrà mollare, ma poi...poi si porta in ginocchio davanti al Signore, getta in Lui ogni preoccupazione e continua con fiducia sapendo di fare la volontà di Gesù, in comunione con il Papa. Proprio come suggeriva Madre Teresa di Calcutta alle sue suore: “noi non amiamo i poveri, perché prima o poi i poveri ci stancheranno. Noi amiamo Cristo, e io poveri non ci stancheranno mai”. Così dovrebbe valere per noi: “noi non amiamo il servizio in parrocchia, perché prima o poi ci stancherà. Noi amiamo Gesù, e il servizio in parrocchia non ci stancherà mai”. Capite ragazzi? Quanto stiamo facendo non è dunque fuori del normale, anzi! Come ricorda il direttore di Avvenire, è quanto più moderno una parrocchia può fare oggi per rispondere in modo intelligente alle sfide che incontriamo nel cammino. Talmente moderno che la nostra parrocchia - senza montarci la testa - viene indicata un “modello” per le altre parrocchie in Italia. E questo anche grazie a te! A te, che “dedichi” tempo allo studio per fare le cose con testa; A te, che “dedichi” tempo ai ragazzi del catechismo per indicare loro che Dio è nostro Padre, la Chiesa nostra Madre, l’Oratorio la nostra casa; A te, che “dedichi” cuore e testa alle “cose alte” che la parrocchia ti propone; A te, che “dedichi” le tue capacità per il bene e la gioia di tanti; A te, che “dedichi” tempo nel confrontare i giornali, sapendo con fierezza leggicchiare e proporre Avvenire e Il Popolo; A te, che “dedichi” l’estate a proporre ai turisti cose sagge e intelligenti; A te, che “dedichi” la domenica al Signore, partecipando alla S. Messa; A te, che “dedichi” con gioiosa fatica la tua vita per e con l’Amico Gesù; A te...grazie! Sì, grazie! Perché quanto tu “dedichi” alla parrocchia rappresenta quel tassello che ci ha permesso di avviare una pastorale dell’intelligenza, capace di rendere ancora più bella e vera la pastorale della catechesi, della carità, della liturgia, dell’oratorio. Forse qualcuno di voi non si sente coinvolto in tutto questo? Non temere: la tua curiosità e il tuo desiderio di metterti in gioco sono già importanti: buttati, unisciti a noi! Intanto, a tutti e a ciascuno, grazie! Grazie per quello che fai. Grazie perché ci sei. Andrea, il tuo don A ben poco serve donare i propri beni agli altri, se per questo il cuore si gonfia di vanagloria: ecco perché non cerca un riconoscimento umano per le opere di misericordia che compie chi sa che Dio “vede nel segreto” e nel segreto ricompenserà. 4. Invitandoci a considerare l’elemosina con uno sguardo più profondo, che trascenda la dimensione puramente materiale, la Scrittura ci insegna che c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Quando agiamo con amore esprimiamo la verità del nostro essere: siamo stati infatti creati non per noi stessi, ma per Dio e per i fratelli (cfr 2 Cor 5,15). Ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall’amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la sua gioia. E c’è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell’elemosina il perdono dei peccati. “La carità - egli scrive - copre una moltitudine di peccati” (1 Pt 4,8). Come spesso ripete la liturgia quaresimale, Iddio offre a noi peccatori la possibilità di essere perdonati. Il fatto di condividere con i poveri ciò che possediamo ci dispone a ricevere tale dono. Penso, in questo momento, a quanti avvertono il peso del male compiuto e, proprio per questo, si sentono lontani da Dio, timorosi e quasi incapaci di ricorrere a Lui. L’elemosina, avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli. L’elemosina educa alla generosità dell’amore . San Giuseppe Benedetto Cottolengo soleva raccomandare: “Non contate mai le monete che date, perché io dico sempre così: se nel fare l’elemosina la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima” (Detti e pensieri, Edilibri, n. 201). Al riguardo, è quanto mai significativo l’episodio evangelico della vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio “tutto quanto aveva per vivere” (Mc 12,44). La sua piccola e insignificante moneta diviene un simbolo eloquente: questa vedova dona a Dio non del suo superfluo, non tanto ciò che ha, ma quello che è. Tutta se stessa. Questo episodio commovente si trova inserito nella descrizione dei giorni che precedono immediatamente la passione e morte di Gesù, il quale, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); ha dato tutto se stesso per noi. La Quaresima, anche attraverso la pratica dell’elemosina ci spinge a seguire il suo esempio. Alla sua scuola possiamo imparare a fare della nostra vita un dono totale; imitandolo riusciamo a renderci disponibili, non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi. L’intero Vangelo non si riassume forse nell’unico comandamento della carità? La pratica quaresimale dell’elemosina diviene pertanto un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana. Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore. Ciò che dà valore all’elemosina è dunque l’amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita ad “allenarci” spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6). Con l’elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l’annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c’è la vita vera. Questo periodo sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore. Maria, Madre e Serva fedele del Signore, aiuti i credenti a condurre il “combattimento spirituale” della Quaresima armati della preghiera, del digiuno e della pratica dell’elemosina, per giungere alle celebrazioni delle Feste pasquali rinnovati nello spirito. Con questi voti imparto volentieri a tutti l’Apostolica Benedizione. MESSAGGIO PER LA QUARESIMA di BENEDETTO XVI Ogni anno, la Quaresima ci offre una provvidenziale occasione per approfondire il senso e il valore del nostro essere cristiani, e ci stimola a riscoprire la misericordia di Dio perché diventiamo, a nostra volta, più misericordiosi verso i fratelli. Nel tempo quaresimale la Chiesa si preoccupa di proporre alcuni specifici impegni che accompagnino concretamente i fedeli in questo processo di rinnovamento interiore: essi sono la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Quest’anno, nel consueto Messaggio quaresimale, desidero soffermarmi a riflettere sulla pratica dell’elemosina, che rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall’attaccamento ai beni terreni. Quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, e quanto netta debba essere la nostra decisione di non idolatrarle, lo afferma Gesù in maniera perentoria: “Non potete servire a Dio e al denaro”. L’elemosina ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo. A questo mirano le collette speciali a favore dei poveri, che in Quaresima vengono promosse in molte parti del mondo. In tal modo, alla purificazione interiore si aggiunge un gesto di comunione ecclesiale, secondo quanto avveniva già nella Chiesa primitiva. San Paolo ne parla nelle sue Lettere a proposito della colletta a favore della comunità di Gerusalemme. Secondo l’insegnamento evangelico, noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo. Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica,i beni materiali rivestono una valenza sociale, secondo il principio della loro destinazione universale. Nel Vangelo è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo per sé le ricchezze terrene. Di fronte alle moltitudini che, carenti di tutto, patiscono la fame, acquistano il tono di un forte rimprovero le parole di san Giovanni: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il proprio fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio?” (1 Gv 3,17). Con maggiore eloquenza risuona il richiamo alla condivisione nei Paesi la cui popolazione è composta in maggioranza da cristiani, essendo ancor più grave la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell’indigenza e nell’abbandono. Soccorrerle è un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità. Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell’elemosina cristiana: deve essere nascosta. “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”, dice Gesù, “perché la tua elemosina resti segreta” (Mt 6,3-4). E poco prima aveva detto che non ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di essere privati della ricompensa celeste (cfr Mt 6,1-2). La preoccupazione del discepolo è che tutto vada a maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” ( Mt 5,16). Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi. Se nel compiere una buona azione non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli , ma miriamo piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci poniamo fuori dell’ottica evangelica. Nella moderna società dell’immagine occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L’elemosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un’espressione concreta della carità, virtù teologale che esige l’interiore conversione all’amore di Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò tutto se stesso per noi. Come non ringraziare Dio per le tante persone che nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica, compiono con questo spirito azioni generose di CONSIGLIO PASTORALE PELLEGRINAGGIO A MOTTA Martedì scorso si è riunito il Consiglio Pastorale, allargato a quanti sono impegnati per la Dedicazione. Si è fatto il punto della situazione: lavori: ormai tutto è pronto. Un folto gruppo di signore e alcuni signori stanno da giorni pulendo la chiesa. Un grazie di cuore a tutte e a tutti: grazie, grazie, grazie. liturgia: il coro, grazie anche alla competenza e professionalità del nuovo Maestro, sta procedendo celermente e con la soddisfazione di tutti i/le coristi/e. Il libretto per la liturgia è quasi pronto, e confidiamo a breve di stamparlo. Souvenir: sono ormai pronti alcuni oggetti per ricordare questo evento e che poi diventeranno oggetti sacri tipici della nostra chiesa, anche per i turisti, a prezzi contenuti. Buffet: al termine della celebrazione, ci fermeremo a fare festa insieme. Il Savoy garantirà l’organizzazione del buffet, insieme poi al gruppo marciatori: un grazie per la collaborazione. Loreto: ad oggi, 158 sono gli iscritti. Domenica prossima pubblicherò l’elenco di tutti i partecipanti: ciascuno potrà verificare ed iscriversi se non c’è o cancellarsi se non potrà più venire. L’importante è essere precisi, poiché un pullman costa. Dopo il 20 febbraio, partiranno i lavori dei locali della biblioteca. Al piano terra, nei locali della biblioteca, saranno ricavati in questo modo tre comode sale divise da pannelli mobili. Questo permetterà di avere tre comode sale da 30 posti, oppure un unico salone da oltre 100 posti, collegate alla cucina posta nel retro. Ottima soluzione per compleanni, feste... Mercoledì scorso in 114 persone ci siamo recati al Santuario di Motta di Livenza. I ragazzi erano 58: un po’ pochetti se pensiamo che sono quasi 200 in totale, ma d’altronde ciascuno - a cominciare dai genitori - è libero di scegliere, così come noi siamo liberi di continuare a proporre esperienze che riteniamo di valore, per dare valore alla vita. Lungo il tragitto abbiamo recitato il rosario, lasciandoci guidare dai bambini e ragazzi che a turno ci offrivano motivi di preghiera. Giunti a Motta, siamo entrati in Basilica. Qui un frate ci ha accolti e ci ha narrato la storia di questo Santuario. D. Andrea, poi, ha preso con sé i ragazzi e li ha portati a visitare il luogo: la cappella dov’era apparsa la Madonna; il “museo” dove sono custoditi gli ex voto; il chiostro dov’è dipinta la storia di S. Francesco; il presepio. Un itinerario che ci ha permesso di toccare con mano la fede di una Comunità che ha voluto innalzare questa chiesa per custodire la memoria di un fatto importante, come quello dell’apparizione della Vergine Maria. Al termine, tutti insieme - adulti e ragazzi - ci siamo trovati nella cappella della Madonna: qui abbiamo pregato per le nostre famiglie, i nostri anziani e malati, la nostra comunità. Infine, ci siamo regalati un breve momento di silenzio affinché ciascuno potesse presentare alla Vergine Maria le sue esigenze: è stato una cosa commovente “sentire” il silenzio. Al termine, ci siamo affidati alla Vergine con un canto, chiedendo a Lei di aiutarci a vivere la Quaresima e la Dedicazione. Un grazie a quanti si sono fatti carico di seguire i lavori di ogni ambito, data anche la mia parziale assenza per motivi familiari. QUARESIMA 2008 I progetti “Un pane per amor di Dio” MERCOLEDI’ 6 FEBBRAIO: LE CENERI LITURGIA DELLA PAROLA E IMPOSIZIONE DELLE CENERI Per tutti i ragazzi del catechismo e chi desidera partecipare Ore 15.00 S. MESSA E IMPOSIZIONE DELLE CENERI Ore 18.00 I fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a proprio modo; ma perché tutti siano tra loro uniti da una comune osservanza della penitenza, vengono indicate alcune pratiche: Preghiera: si dedichi maggior tempo alla preghiera, e soprattutto alla pratica della Via Crucis (venerdì ore 17.15). digiuno: mercoledì delle ceneri e venerdì santo. Sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno di età. Astinenza dalle carni: ogni venerdì di quaresima (questo non autorizza a comprare pesce ricercato e costoso: conviene mangiarsi una bistecca piuttosto!). Sono tenuti tutti coloro che hanno compiuto il 14° anno di età. Elemosina: frutto della preghiera e del digiuno. Vedi articolo del Papa. MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA QUARESIMA DI SOLIDARIETA’ Carissimi, nel percorso della mia visita pastorale, ricevo consolante conferma di una realtà di cui già ero convinto: la capillare diffusione della sensibilità missionaria, che si irradia nella forma della preghiera e della solidarietà verso tutti quei popoli che hanno urgente bisogno della concreta testimonianza del Vangelo. Per dare completezza a questa nostra coscienza ed esperienza, è necessario che ci sentiamo Chiesa diocesana missionaria: la Quaresima, con la colletta “Un pane per amor di Dio”, è momento prezioso per vivere questa comunione. Desidero che tutte le Parrocchie si impegnino in questo, sostenendo i progetti proposti dal Centro: Brasile, Etiopia, R.D. Congo. Auguro a tutti un fecondo cammino quaresimale verso la Pasqua e vi benedico di cuore. + Ovidio Poletto 1. Brasile Missionaria: Sr. Rosa Maria Simonato, diSan Vito al Tagliamento, Francescana Missione: Garça - San Paolo Progetti: Centro di Integrazione Sociale e Ospedale San Luca Oltre all’attenzione igienico-sanitaria, l’impegno della Missione è rivolto ai bambini e adolescenti tra i 6 e i 18 anni (attualmente circa 200), con dei progetti che li aiutino a capire il senso di essere cittadini con diritti e doveri, ricuperando valori morali e sociali per una vita degna di rispetto. In concreto si promuovono attività di sostegno scolastico, pedagogico, educativo, di artigianato e di informatica. Spesso i ragazzi sono immersi nella violenza quotidiana, per cui si cerca di coinvolgerli in un lavoro di prevenzione e formazione, affinché non pensino che la criminalità sia l’unica soluzione dei loro problemi. Ogni mese si riuniscono anche le famiglie per la loro collaborazione e promozione. Possiamo dare il nostro aiuto per: * cure mediche e aiuto sociale ai poveri * attività di formazione per giovani *sostegni a famiglie povere e numerose 2. Etiopia Missionari: Lina e Antonio Striuli, di Cordenons-Aviano, laici Missione: Wolayta Soddo Progetti: Scuola Mestieri e Scuola Femminile La popolazione dei Wolayta: 45% sotto i 15 anni, fertilità 7,2 bambini per donna, mortalità infantile 231‰, aspettativa di vita 43/45 anni, analfabetismo 60%, reddito annuo pro-capite € 100. Oltre alle solite malattie, si sta rapidamente diffondendo l’AIDS. La condizione della donna è… inimmaginabile per noi. “Quando si insegna ad un bambino, si cambia il futuro del mondo” (Montessori); tanto più se si tratta di una bambina che prende coscienza della sua dignità e potenzialità. Questo l’impegno urgente e prioritario dei Missionari; promozione umana come Vangelo, cioè buona noti-zia concreta, speranza e non utopia, esperienza di risurrezione. Possiamo dare il nostro aiuto per: * sviluppo delle strutture e attrezzature della Scuola Femminile *strumenti per laboratori della Scuola Mestieri * contributi per spese scolastiche e mediche di bambine povere 3. Repubblica Democratica del Congo (R.D. Congo) Missionario: fratel Giancarlo Bianchi, di Polcenigo, Comboniano Missione: Mungere Progetto: “Progetto Pigmei Mungbere” In un contesto multietnico, i circa 2000 pigmei arrischiavano di rinchiudersi sempre più in foresta o diventare la servitù di altre etnie. Da oltre 20 anni la Missione si è presa cura di loro fissando tre priorità: raccogliere le famiglie sparse nella foresta in “accampamenti” per poterli aiutare più effi-cacemente, dare ai bambini un minimo di scuola, integrare con la medicina scientifica le cure medi-che tradizionali, spesso inefficaci. Nonostante molte comprensibili resistenze, l’impegno dei Mis-sionari ha iniziato a dare buoni frutti, nel positivo rispetto dei loro valori tradizionali e nel cammino di integrazione con le altre etnie. Possiamo dare il nostro aiuto per: * sostegni alle 20 classi della scuola * sostegni a convitto per i frequentanti la scuola superiore al centro *sostegno per ricoveri e interventi, medicinali e diaria ammalati * vestiti, pentole e utensili di prima necessità per attività di baratto