Dello scrivere
terza parte
Laboratorio di scrittura italiana
Facoltà di Lettere e Filosofia
Giugno 2005
prof. Vitellaro
La base
Nei precedenti incontri abbiamo visto alcuni
principi di base dello scrivere bene:
• la pratica è indispensabile
bisogna che sia fonte di piacere, non deve essere vissuta come un
compito
• l'abilità
– nella descrizione,
– nel dialogo,
– nello sviluppo dei personaggi
• è in ultima analisi la capacità di vedere o ascoltare con
chiarezza e quindi trascrivere ciò che si è visto o udito con
uguale chiarezza (e senza ricorrere a troppi di quegli avverbi
così noiosi e inutili).
Elementi formali
Ci sono molti elementi «decorativi»:
onomatopeia, ripetizioni rafforzative, stream of
consciousness, dialogo interiore, uso dei tempi dei
verbi (è diventato abbastanza di moda raccontare storie,
specialmente nella forma del racconto breve, al tempo
presente), la questione spinosa dei retroscena (come
inserirli e in che misura), tema, ritmo, ecc.
La mia posizione al riguardo è molto semplice. È
giusto utilizzare qualunque cosa migliori la
qualità della vostra scrittura e non intralci la
vostra storia.
L’importante è il lettore
• Non c'è assolutamente bisogno di farsi
influenzare dai pregiudizi o di attenersi al
convenzionale, né avete l'obbligo di scrivere una
prosa sperimentale e destrutturata perché lo
dicono le riviste di cultura. Tradizionale e
moderno sono entrambi a vostra disposizione.
Diavolo, scrivete a testa in giù, se vi piace, o
scrivete in pittogrammi a pastelli. Ma…
• Io non credo che debba essere concesso a un
racconto o un romanzo uscire dalla porta della
vostra stanza di scrittura se non siete convinti
che sia ragionevolmente reader-friendly.
Il tema
• Non tutti i libri devono essere densi di simbolismi, ma la
mia impressione è piuttosto che ogni libro, almeno quelli
che vale la pena leggere, trattino di qualcosa.
• Il vostro compito subito dopo la stesura della prima
bozza è decidere i qualcosa di cui tratta il vostro.
• Il vostro compito per la seconda bozza è di rendere
ancora più chiaro quel qualcosa. Ciò potrebbe richiedere
modifiche e revisioni sostanziose. Il beneficio per voi e il
vostro lettore sarà un percorso più chiaro e uniforme.
Funziona sempre.
La revisione
Quante riscritture? Due bozze e una rifinitura.
È opportuno riscrivere la vostra storia almeno una
volta: la prima con la porta chiusa e la seconda
con la porta aperta.
• Con la porta chiusa, scaricando direttamente
sulla pagina quello che avete nella testa.
• Poi lo rileggete per verificare la coerenza
• Poi lo fate leggere al Lettore Ideale e passate alla
seconda bozza
• Poi la rifinitura
La prima lettura
• Durante la prima lettura, la parte superiore della
mente si concentra sulla storia e le questioni
riguardanti la cassetta degli attrezzi:
eliminazione di pronomi con riferimenti
nebulosi (odio i pronomi, ne diffido, sono
sfuggenti), inserimento di aggiunte esplicative
dove sembrano necessarie e, naturalmente,
espulsione di tutti gli avverbi dai quali trovate il
coraggio di separarvi (mai tutti; mai
abbastanza).
Il messaggio: se c’é non si deve vedere
• A un livello più basso, però, ponetevi le Grandi Domande.
La più grande di tutte: c'è coerenza nel racconto? E in
questo caso, che cosa trasforma la coerenza in canzone?
Quali sono gli elementi ricorrenti? Si legano tra di loro per
dare origine a un tema? Vi state domandando, in altre
parole, qual è il succo di tutto quel che avete fatto e come
potete intervenire per rendere più percepibili i sottintesi.
• Cercate il modo di farlo senza imboccare il lettore o
svendervi enunciando un messaggio. Prendete tutti quei
messaggi e tutte quelle morali e schiaffateli
nell’immondizia, capito?
Durante la prima lettura
• Soprattutto, cercate che cosa volete dire, perché
nella seconda bozza aggiungerete scene ed
episodi che consolidino quel significato. Togliete
tutto quello che se ne va per altre vie. È
prevedibile che ci siano numerose divagazioni,
specialmente all'inizio della storia, quando c’è la
tendenza a brancolare. Tutti questi spunti
supplementari dovranno sparire, se volete
ottenere una parvenza di unità.
Quando aprite la porta
• Quando avete finito di leggere e avete apportato
tutte le vostre piccole correzioni riduttive, sarà il
momento di aprire la porta e mostrare quello che
avete scritto a quei quattro o cinque amici intimi
che hanno manifestato il desiderio di dare
un'occhiata.
• Credo che ogni scrittore abbia un suo preciso
lettore ideale; che in vari momenti della stesura di
una storia lo scrittore pensi: Chissà che cosa dirà
quando leggerà questo pezzo? Per me quel primo
lettore è mia moglie. Quando vede qualcosa che le
sembra sbagliato me lo fa sapere forte e chiaro.
La giusta velocità
• IL Lettore Ideale è anche il miglior modo per accertarsi se la vostra
storia ha la cadenza giusta.
• La cadenza è la velocità alla quale si snoda la vostra narrazione.
C'è una credenza secondo cui la maggior parte dei romanzi che
hanno successo commerciale sono «spediti». Credo che derivi
dall'assunto secondo cui oggi la gente ha troppe cose da fare.
Questa idea è in gran parte una cavolata... non si capirebbe il
successo di Umberto Eco.
• Non che ci sia qualcosa di sbagliato nelle storie raccontate alla
svelta. Ma si può eccedere in velocità. Se procedete troppo in fretta
correte il rischio di lasciare indietro il lettore, o perché lo
confondete o perché lo stancate.
• Io credo che a ogni storia si debba permettere di svilupparsi
secondo la propria cadenza e che non debba essere
necessariamente sempre una corsa. Ciononostante è bene fare
attenzione: se si rallenta troppo, anche il lettore più paziente
comincerà ad agitarsi.
Scarica

Dello scrivere - parte 3