Aut.ne del Tribunale di Livorno n° 683 del 05/03/2001 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO
Anno XII - n° 124
Luglio-Agosto 2012
Un articolo dell’On. Ivo Butini
L’Editoriale
di Enrico Dello Sbarba
Elogio
a
Mario Monti
impegnato
a salvare
il Paese
L’editoriale de IL CENTRO del maggio scorso aveva come titolo - chiaramente provocatorio - “Se fossi
Monti me ne andrei”.
In effetti, di fronte agli “urlatori” di
varie provenienze politiche e sindacali che accusavano duramente il
governo Monti di essere stato capace solo di tassare gli italiani ma
di restare immobile sulle problematiche dello sviluppo, oltre ad una
palese dimostrazione di insufficienza di leaderschip, non restava altro
che “la rinuncia”: l’alternativa ad un
evento così traumatico sarebbe stata lo scioglimento anticipato dei due
rami del Parlamento ed il salto nel
buio delle elezioni anticipate.
A distanza di poco più di due mesi
l’indubbio successo che Mario
Monti ha ottenuto al Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno, dovrebbe
almeno far riflettere questi superficiali accusatori.
segue a pag. 2
Gli apostoli senza Pentecoste
Fu nel giorno della Pentecoste ebraica. Tra
gli apostoli, sconcertati per la crocifissione di Gesù, per la tomba vuota, per le Sue
apparizioni, intimiditi e nascosti per paura
dei giudei, irruppe lo Spirito e li trasformò
in testimoni intrepidi della Risurrezione
(Mathieu – Rosay).
L’espressione apostoli senza Pentecoste
è usata da Giuseppe De Rita, presidente
del Censis, che la riferisce agli “ambiziosi
colonnelli senza strategia, impegnati nella gestione di piccole competizioni all’interno dei gruppi intermedi” (Corriere della
Sera). Penso che questi gruppi intermedi
si possano riferire alle formazioni sociali,
di cui all’art. 2 della Costituzione, nelle
quali si svolge la personalità umana, integrandone l’individualità.
Il tema dei gruppi intermedi è caro a De Rita
e alla visione cattolica della democrazia. Il
popolo resta formalmente sovrano. Vota.
Secondo De Rita, però, oggi i cittadini
verificano più uno stato di sudditanza che
di sovranità perché la loro vita dipende
da poteri sovra di loro lontani.
Sono i poteri forti dei quali non è semplice
l’individuazione parlamentare? Sono i
burocrati europei? Sono le decisioni di
organismi europei, inquadrati in un sistema di incertezze istituzionali?
E’ stato Angelo Panebianco a definire “insostenibile” la distanza tra la élite europeista e la gente comune. Una distanza
culturale.
Questo indebolisce la democrazia. La democrazia è rappresentanza e partecipazione. I livelli di rappresentanza hanno conosciuto in Italia una crescita esasperata rispetto alla pertinente funzione democratica.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
Il Centro, come di consueto, riprenderà le
pubblicazioni il prossimo mese di Settembre.
Ai lettori e agli inserzionisti auguriamo
Buone Vacanze
Pensiamo alla miriade di associazioni di interesse.
C’è un processo di burocratizzazione della
rappresentanza che sfianca la partecipa
segue a pag. 2
Caffè Ginori
Piazza della Vittoria - Castiglioncello
Lunedì 16 Luglio, h. 18
Presentazione del libro
Suor Lucia De Gasperi
Disarmata di sè
di Francesco Giovannini
Relatore:
dott. Angelo Montonati
giornalista e vaticanista
per le testate del gruppo San Paolo
Moderatore:
dott. Enrico Dello Sbarba
direttore de IL CENTRO
Sarà presente l’autore.
Mercoledì 1 Agosto, h. 18
Presentazione del libro
Amici Miei
di Fabrizio Borghini
(dal film di Mario Monicelli).
Relatori:
dott.ssa Silvia Menicagli
giornalista - pubblicista
dott. Matteo Pieracci
critico cinematografico
Moderatore:
dott. Enrico Dello Sbarba
Nel corso della serata il dott. Borghini
racconterà le esperienze vissute
nel mondo del cinema.
2
Politica
dalla prima pagina
Elogio
a Mario Monti
Questi signori, e l’elenco sarebbe lungo,
dovrebbero oggi riconoscere che “chiunque al suo posto non avrebbe ottenuto di
più della loro personale cortesia”. Quella,
tanto per capire, che accolse Alcide De
Gasperi, al Palazzo del Lussemburgo a
Parigi nel corso della conferenza sulla pace
nel 1946.
Adesso, in Europa, abbiamo un’Italia più
ascoltata, anche se ancora convalescente e questo per la prima volta, dopo tanti
“summit” falliti, anche per la discutibile
superba supremazia di Angela Merkel e
dello sconfitto Nicolas Sarkozy.
Un insolito asse mediterraneo tra Italia,
Francia e Spagna, ha costretto la Germania a guardare le realtà statistiche ed economiche da una prospettiva diversa: quest’alleanza, questa nuova prospettiva,
naturalmente ancora non priva di incognite e difficoltà, ha certamente trovato un
partner eccellente in Mario Monti, il nostro tanto discusso, da parte degli ultras
Periodico mensile
del Circolo Culturale
Autorizzazione del Tribunale di Livorno
Redazione ed Amministrazione:
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COMITATO DI REDAZIONE:
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Laura Conforti Benvenuti
Alberto Conti, Salvatore D’Angelo,
Francescalberto De Bari,
Davide Livocci, Mauro Paoletti,
Marisa Speranza, Franco Spugnesi.
Hanno collaborato a questo numero:
Cristina Battagliani, Laura Conforti
Benvenuti, Ivo Butini, Massimo Cappelli, Bartolo Ciccardini, Beniamino
Franceschini, Nicola Graziani, Luca
Lischi, Massimo Masiero, Giuseppe
Mele, Maurizio Piccirillo, Matteo Pieracci, Franco Spugnesi, Letizia Villani.
STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,
Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno
Giornale chiuso in tipografia il 5/7/2012
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di casa nostra, Presidente del Consiglio.
E’ stata confermata la “ineluttabilità” della moneta unica, essenziale per garantire
un auspicabile superamento della gravissima crisi che stiamo attraversando, sono
stati messi “in un cantuccio” tutti quei
“cantastorie italioti” (esponenti di partiti,
dei sindacati, dei rappresentanti delle categorie economiche con in testa il neopresidente della Confindustria, alcuni dei
quali suggerivano impunemente il miserando ritorno alla “liretta” senza minimamente valutare le tragiche conseguenze
che ne deriverebbero specialmente per le
categorie ed i ceti più disagiati.
Insomma, cari lettori, il passo compiuto a
Bruxelles, nelle infuocate giornate del 28 e
29 giugno, ha rappresentato, da qualunque parte si legga, un mutamento importante per il nostro Paese ma anche per la
Comunità Europea.
Anche gli analisti più “disincantati” e “critici” hanno riconosciuto in Monti (accusato di essere uno “sbiadito” tecnocrate,
difensore delle banche, come veniva definito da alcuni “parvenus” della politica,
un autentico “statista”: una risposta esauriente per tutti coloro che volevano “torgliegli la spina”.
Monti ha trattato, con pari dignità, con il
Presidente della Repubblica francese e
con la Cancelliera tedesca!
Non vogliamo apparire come “gli esaltatori” di Monti ma con questo editoriale
abbiamo solamente voluto rendere testimonianza ad “un italiano vero”che sta faticosamente tentando, con grande impegno, determinazione e senso dello stato
di salvare il nostro Paese dal più pericoloso baratro finanziario, economico e sociale della storia repubblicana.
Una situazione provocata, in gran parte,
da una delle più gravi crisi globali ma, nel
caso nostro, resa più acuta anche dall’insipienza, dalla incapacità, dal pressapochismo con cui l’Italia è stata “governata” in questo fallimentare ventennio caratterizzato da un bipolarismo estremista,
litigioso ed inconcludente che la mediocre classe politica ha preteso ed imposto,
con l’avallo di falsi demiurghi, con i risultati che sono drammaticamente di fronte
a noi.
I lettori, a cui rivolgiamo l’augurio di buone vacanze (malgrado le difficoltà presenti), ci scuseranno per questa “orazione”
che però abbiamo ritenuto necessaria,
giusta e salutare nei confronti di tutti
coloro che continuano ad “inveire” ed a
utilizzare questo difficile momento per tutelare i loro discutibili interessi politici e
non solo!
Gli apostoli
senza Pentecoste
zione. Che fare? L’eliminazione della prima repubblica per via giudiziaria sboccò
nella strana democrazia plebiscitaria antagonista che va sotto il nome di berlusconismo. Nel berlusconismo e nell’antiberlusconismo si manifestarono i limiti dei
partiti storici che non seppero interpretare gli eventi del 1989 e del 1991. De Rita
ricorda la capacità della DC e del PCI di
gestire le loro appartenenze planetarie
(USA e URSS), passando attraverso i circuiti intermedi e innervando circoli parrocchiali e sezioni di partito. Nella seconda repubblica un permanente conflitto giudiziario sostituì la competizione e, perché
no?, la conflittualità sociale e politica. E
nacque l’orizzonte della sudditanza.
I “pochi apicali regolatori delle costellazioni” preparano, secondo De Rita, questo futuro di sudditanza. De Rita ritiene
che si cominci ad avvertire l’esigenza del
ritorno del padre, del prete, del maestro, a
fronte di bisogni antropologici insoddisfatti. Sull’orizzonte delle classi dirigenti
non si coglie però alcun segnale.
Che fare? Chi non si adatta a questa prospettiva “cominci ad esplorare” invita De
Rita “gli spazi di recupero di un lavoro
verticale, anche politico”. Io dico, soprattutto politico. A cominciare dai cattolici
che dovrebbero essere i primi interessati
a ritrovare lo Spirito.
Il Centro è in distribuizione anche presso le seguenti punti:
a LIVORNO:
Libreria Nino Belforte, Via della Madonna; Libreria Edizioni Paoline, Via
Indipendenza; Libreria Gaia Scienza,
Via di Franco; Edicola Nelli (piazza Cavour 39); Edicola P.zza Grande (lato
Farmacia Ospedale), Edicola Bianchi
(via del Porticciolo, di fronte Camera
Commercio); Edicola Attias (corso
Amedeo); Edicola piazza Matteotti;
Edicola Fabbricotti (piazza A. Moro);
Edicola Paolini (Baracchina Bianca)
(piazza S. Jacopo); Edicola c/o Bar
Oasi (Ardenza Mare); Tintoria Rossi
(corso Mazzini).
a CASTIGLIONCELLO:
Edicola Rossi (Piazza della Vittoria);
Edicola Tognotti, Stazione Ferroviaria.
a ROSIGNANO SOLVAY:
Edicola Giovannoni (via Allende);
Edicola Vallini (via O. Chiesa);
a ROSIGNANO MARITTIMO:
Edicola “Il Punto” (via A. Gramsci).
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Politica
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IL DIBATTITO SUI CATTOLICI
Alla ricerca di un futuro perduto
di Bartolo Ciccardini
1. Europa, primo amore
Donato Palarchi, giovane che va verso il
suo centesimo compleanno, mi invita a
commemorare una sua antica assemblea
giovanile, che io fui condannato a presiedere, del lontano 1952. Vado a ricercare le
carte del discorso che vi tenne Alcide De
Gasperi, che non ero in grado di ricordare,
e mi trovo di fronte ad un documento essenziale, senza fronzoli e senza retorica,
che ha più la forma di un ordine di servizio
che di un’esortazione. De Gasperi che
aveva in quegli anni la forza di dire ai giovani “Andate all’estero!”, espresse un
solo concetto: l’unica idea da coltivare,
l’unico programma da realizzare, l’unico
entusiasmo da spendere, l’unica cosa in
cui credere era l’Europa, senza alternative, senza ambiguità e senza ripensamenti.
Rimango stupito della forza e della univocità di questo monito: l’anno dopo sarebbe fallita la CED per colpa dei soliti francesi; non sarebbe scattata la legge elettorale maggioritaria per colpa dei soliti comunisti; De Gasperi sarebbe stato bocciato in Parlamento per colpa dei soliti socialdemocratici; sarebbe stato rimosso da
Segretario del Partito per colpa dei soliti
democristiani e sarebbe morto, come ogni
buon cristiano, con l’apparente fallimento delle sue imprese. Ma l’alta moralità
inflessibile del suo insegnamento ai giovani mi colpisce ancora.
2. Non è vero che sia Monti,
il peggior di tutti i mali…
Che Monti debba salvare l’Italia è un assioma messo in archivio. Nella vita quotidiana Monti è il vampiro assatanato che
succhia il sangue della povera gente. Immagine predicata a destra e a sinistra da
quanti si esercitano contro Monti per acquistare voti scontenti. La televisione ac-
cresce questo fenomeno di protesta enfatizzando le cattive notizie, evocando disastri, con crescente compiacimento. Leggo con apprensione l’analisi degli andamenti elettorali di Mannheimer. Sono da
capogiro: la propensione all’astensionismo supera la maggioranza assoluta. Solo
il PD resiste attorno a un 25% lontano da
ogni maggioranza; crolla il PDL; piccoli
aumenti ai partiti minori, che non riusciranno a formare nessuna maggioranza.
Grillo non viene ritenuto una soluzione,
tuttavia rappresenta meglio di ogni altro
la disaffezione degli elettori dai vecchi
partiti e la loro volontà di punirli. Sembra
quasi che l’impaginatura dello “sciocchino” Giovanni Floris di Ballarò, che affidava il suo editoriale principale a Crozza e gli
permetteva di schernire impunemente gli
indegni rappresentanti del popolo, abbia
raggiunto il suo risultato: Crozza au pouvoir. Mannheimer conclude melanconicamente che il panorama è da incubo: manca
un soggetto politico completamente nuovo, con valori positivi, che possa raccogliere, più che lo scontento, la speranza
dei cittadini. Che nome dareste voi a questo movimento completamente nuovo che
non c’è? A noi un nome ci viene in mente.
3. Un dibattito che si pone il problema
in modo chiaro e diretto.
Il Corriere della Sera, guarda caso, apre
un dibattito che ha per tema (cito letteralmente la dizione del più autorevole quotidiano italiano): “La nascita di un partito
in grado di raccogliere il consenso dei
cattolici in vista delle prossime elezioni
politiche”. Una ricerca delle Acli ci ha
avvertito che la delusione dei cattolici ha
portato al 60% di loro la propensione all’astensionismo, Mannheimer scopre
scientificamente che manca un soggetto
politico alternativo ai partiti in crisi ed, in
definitiva, l’assenza dei cattolici svolge il
ruolo del Convitato di Pietra nella dram-
matica caduta di Don Giovanni: presente,
ma silenzioso, incombente, ma immobile,
indifferente, ma catastrofico.
Attraverso una breve sintesi riassumiamo gli interventi pubblicati dal Corriere
della Sera che aveva aperto un dibattito
avente per tema “ la nascita di un partito
in grado di raccogliere il consenso dei cattolici in vista delle prossime elezioni politiche ed al quale hanno partecipato Dario
Antiseri, Vittorio Possenti, Andrea Riccardi e Roberto Mazzotta.
Antiseri si chiede ma “che ci stanno a fare
i cattolici?”A che servono i loro valori se
non diventano civili, utili per la comunità?
Riccardi sembra contrastare le dichiarazioni rilasciate all’indomani della sua nomia a
ministro allorchè affermò che non sarebbe rinata la DC ma che non sarebbe mai
morta la tradizione della politica democratica cristiana. Ora sembra preoccupato di
far convivere quella sua posizione teorica
con queste esperienza di governo.
Posenti denuncia l’assenza di una leadership ed auspica un leader a livello di don
Luigi Sturzo.
Ed infine Mazzotta chiede una maggioranza per dare continuità a Monti. Ripropone
Todi, vale a dire un movimento prepolitico di associazioni cattoliche, unite se possibile ad altre associazioni laiche, che non
facciano un partito ma presentino liste elettorali risolute e risolutive.
Una proposta che potrebbe favorire Monti. Un Monti che scende in campo per realizzare il suo programma ed il movimento
federativo fornisce una classe dirigente
nuova per dare una maggioranza di un
governo che non è più tecnico. Todi sarebbe il cannone e Monti il proiettile.
Mi sembra, questa soluzione, molto elaborata e complessa nel testo scritto, sia
una risposta abbastanza chiarificatrice alle
impazienze di Antiseri, alle perplessità di
Riccardi, alle richieste di leadrship di Possenti ed alla titubanze dei federatori.
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Politica
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Un movimento che prima o poi (più prima che poi) sarà costretto a fare i conti con il proprio vuoto concettuale
Forconi e computer: pericoli del grillismo
di Nicola Graziani
Lo sostengono tutti i sondaggi: è il terzo partito d’Italia, se non addirittura il
secondo. Una volta il terzo partito d’Italia era il Psi di Pietro Nenni, che aveva
fatto la Resistenza e subito il confino.
Oggi è un movimento che ha – guarda
caso – il nome che ricorda quello di una
televisione locale e che parla ad un elettorato che fa della tecnologizzazione la
propria cifra.
Il Movimento Cinque Stelle di Beppe
Grillo sgorga dal comprensibile malessere per l’esaurimento della Seconda Repubblica: nata malaticcia, cresciuta rachitica, agonizzante per consunzione.
Mai stata entusiasmante per i palati fini
della politica, contro di essa ora si scaglia lo stesso spezzone di elettorato che
sarebbe facile immaginare sulle barricate già nel 1992, nel nome della lotta contro una classe dirigente accusata di non
saper più immaginare il futuro del Paese, di essere avulsa dalla realtà. Di essere, infine, corrotta. Bene, non è un
caso che una buona parte dell’opinione
pubblica che ora si rivolge a Grillo sia
stato in passato tra i più accaniti sostenitori di Umberto Bossi.
È questo essere “antisistema” il primo
elemento preoccupante del grillismo:
non una rivoluzione morale contro la
caduta di elementi etici comuni, tradizionale cemento di ogni convivenza, ma
negazione della politica nel nome di un
tecnicismo (un tecnicismo molto spicciolo) che ricorda da vicino quello di un
altro italiano trascinatore di folle, quel
tal Guglielmo Giannini che infiammava le
piazze agli albori della Repubblica sostenendo che per reggere lo Stato sarebbe
bastato un ragioniere incaricato di redigere una volta un bilancio preventivo, ed
un’altra un bilancio consuntivo.
Se però il Movimento Cinque Stelle fosse solo questo, lo si potrebbe liquidare
come un altro di quegli sbocchi poujaidisti che appartengono alla fisiologia di
ogni democrazia come l’acne a quella
dell’adolescenza. E che, come l’acne,
rende sì infelice qualsiasi ragazza tra i
13 e i 20 anni, ma poi passa.
Purtroppo il grillismo contiene qualche
elemento di novità. Nasce, infatti, da
un’antipolitica che si nutre di insofferenza per i tempi della politica, per la pretesa che i problemi possano essere ri-
FRATELLI NERI S.P.A.
LIVORNO - ITALY
solti e gestiti senza mediazione, attraverso le nuove tecnologie.
A Parma il sindaco Pizzarotti ha vinto
non solo sull’onda del disastro del centrodestra e per i voti di chi non voleva
la vittoria del centrosinistra, ma sulla
pretesa che tra governanti e governati
possa stabilirsi un rapporto diretto, libero da ogni intermediazione basata sul
confronto.
Il programma politico si fa a colpi di twitter e face book, o sul blog, il candidato
viene scelto in maniera assembleare, per
la squadra di governo basta inviare un
curriculum (pratica, questa, che il Pd non
ha esitato a fare propria in occasione
della nomina del Cda della Rai, a dimostrazione che la sinistra impara sempre
dai propri errori a commetterne di altri).
Insomma, la politica e la democrazia
sono processi lenti, quindi di per sé negativi. I corpi intermedi sono strumenti
della lentezza, quindi sono negativi. La
mediazione è il momento del rallentamento del processo decisionale, quindi è da
saltare.
Ora, non è il caso di mettersi a ricordare
la lentezza con cui Federico Pizzarotti ha
faticato a cercare di mettere insieme una
squadra di assessori per una città che
ha la popolazione di un quartiere di Milano. È il caso, semmai, di riflettere su
come ogni volta che ha pensato di avere finalmente trovato un nome, andasse
a strombazzarlo su Youtube. Così facendo ha cercato di coprire con un appello
al popolo un momento di oggettiva difficoltà. E questo, dai tempi dei Cesari, è
l’anticamera dell’antidemocrazia.
Come antidemocratico è il processo, già
in corso all’interno del movimento, di
scomuniche reciproche sulla base del
maggiore o minore gradimento da parte
del Capo. Un movimento a sfondo carismatico e tecnocratico, in cui il sapere è
sostituito dalla tastiera del computer e
che prima o poi (più prima che poi) sarà
costretto a fare i conti con il proprio
vuoto concettuale. A quel punto potremo aspettarci qualsiasi tipo di risposta.
C’è solo da sperare che ci sia stato il tempo, intanto, per elaborare una nuova proposta da parte delle culture forti che, tra
mille stenti, sono riuscite a sopravvivere
al medioevo del berlusconismo.
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Politica
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Aumentano gli attentati contro le comunità cristiane nigeriane: l’obiettivo è frammentare il Paese
Nigeria, rischio Somalia col sangue dei cristiani
di Beniamino Franceschini
La Nigeria è un Paese drammaticamente complesso: con una superficie tre
volte superiore a quella italiana e 160
milioni di abitanti, la sua storia è costellata di violenze e conflitti. Dall’indipendenza dal Regno Unito nel 1960, il tentativo di compensare le istanze delle circa 250 etnie che vivono nei suoi confini ha condotto a una costante balcanizzazione dell’assetto federale, che, adesso, conta trentasei Stati. In questo contesto è da inserirsi la scia di sangue che,
a cadenza ormai settimanale, sta affliggendo la Nigeria da molto prima che i
media occidentali se ne accorgessero.
Il Paese, infatti, è storicamente diviso
in due grandi regioni religiose: il nord, a
prevalenza musulmana, e il sud, a mag-
gioranza cristiana. Sebbene non esistano dati precisi in merito - dal 1963, la
fede non può essere oggetto di statistiche - è probabile che il rapporto tra i
due culti sia pressoché identico. Un altro grande baratro, inoltre, è la differenza tra il meridione, uno dei motori
dell’economia africana, e il settentrione, prossimo al sottosviluppo - ed è
noto che la povertà sia ottimale per gli
estremisti.
L’incremento delle stragi di cristiani al
nord è collegato all’ascesa di Boko Haram, formazione islamista attiva dal
2002 e responsabile, sin qui, di oltre
mille morti. L’obiettivo dei terroristi è
l’imposizione della shari’a, ma, nel breve periodo, è fondamentale destabilizzare il Paese: il metodo più immediato è
colpire i cristiani, affinché da un lato
essi abbandonino la regione, dall’altro
si scatenino rappresaglie che acuiscano
il conflitto interetnico. Il piano dei gruppi islamisti prevede la completa anarchia violenta, condizione preliminare
perché ogni parte in causa possa perseguire il proprio interesse, col beneplacito della classe dirigente locale. Tuttavia, Boko Haram e i suoi complici possono contare su tre straordinari aiuti. Il
primo è la perenne inazione tendenziale
della comunità internazionale. Il secondo è l’ideologizzazione del dibattito sulla sicurezza dei cristiani nel mondo,
quasi essi rappresentassero la permanenza della mano coloniale occidentale,
potendo così sempre contare, cattolici
o protestanti, sulle “divisioni del Papa”
di staliniana memoria. Infine, le semplificazioni di alcuni addetti all’informazione, i quali tendono a ricondurre il terrorismo islamico a manifestazione unitaria, senza entrare nel merito specifico.
Intanto, però, il rischio che la Nigeria
divenga una nuova Somalia passa dal
sangue dei cristiani.
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Cinquettare
Sono in voga i social network, ovvero i
luoghi su internet che mettono in relazione gli utenti. Ci si connette e si cinguetta, si buttano lì delle opinioni, quello che passa per la mente e quello che si
vuole o si deve dire per stare al passo
coi tempi. Anche noi vogliamo cinguettare, mettendo su carta alcune riflessioni prese dai tanti fatti quotidiani per
riflettere e pensare un po’ di più a quello
che ci accade e possibilmente non rimanere inermi a cinguettare e basta.
e-mail: [email protected]
Cinguettare
di Luca Lischi
✖ La Provincia di Livorno con i Comuni del territorio, la Diocesi e la Comunità di Sant’Egidio alla presenza del
Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, ha conferito la cittadinanza simbolica a 18 ragazzi nati in Italia e figli
di immigrati. Un gesto importante per
favorire il convivere con gli altri, per
comprendere la ricchezza del dialogo
e delle differenze. E’ dall’incontro di
una miriade di popoli, di razze, di lingue e di religioni che Livorno ha avuto
il suo sviluppo, la sua crescita, la sua
identità. Una piccola città anticipatrice dell’importanza dell’accoglienza,
elemento indispensabile ancora di più
oggi in una società sempre più multietnica.
✖ Giuseppe de Rita ha strigliato, con
un’analisi dettagliata sull’economia livornese, le Istituzioni e tutti i soggetti
coinvolti nel tessuto socio economico
del territorio a superare l’orizzontalità
in cui viviamo. Essere orizzontali significa appiattimento, controllo dell’altro, significa timore e mancanza di prospettiva. L’orizzontalità frena lo sviluppo, mantiene l’esistente, è apatia,
insulto alla prospettiva, offesa alla crescita, alla proiezione nel futuro. E’ la
verticalità che porta nuova linfa vitale
che indirizza versi orizzonti nuovi. Ma
una classe dirigente che tende a mantenere le proprie posizioni, i propri interessi consolidati che interesse ha ad
abbandonare l’orizzontalità “sicura” e
a rischiare la verticalità e magari fare
anche un capitombolo? E’ preferibile
“galleggiare in orizzontale”.
✖ Don Luigi Ciotti, un profeta dell’incontro, accolto a Livorno per ricordare Don Quilici, ha richiamato tutti ad
essere profeti, ad abitare il tempo, questo tempo e a non tacere di fronte ai
silenzi, alle marginalità, agli sprechi materiali e immateriali, di cibo e di tempo
libero. Bisogna avere fame e sete di giustizia e una guida certa possono essere il Vangelo e la Costituzione: essere
instancabili cercatori di Dio per cercare gli uomini e cercare gli uomini per
cercare Dio. Con la speranza, nella fatica, di trovarlo.
✖ Padre Bartolomeo Sorge ha incontrato in Diocesi i giornalisti e gli operatori della comunicazione. “Questa
crisi non è la via verso l’agonia, è la
via invece verso un dolorosissimo parto
che ha necessità continue di cura, ma
la cura darà una nuova vita”. Ecco una
visione positiva dei momenti difficili
che viviamo. Parole di “un giornalista
libero” che ha sottolineato la febbre alta
che ha la politica ma la febbre si può
curare con il cambio di una classe dirigente che sia proiettata a ridare
un’anima etica alla vita e ad essere “glocali”, a pensare e ad avere come riferimento il planetario e quindi ad agire localmente. “L’importante non è essere
tanti ma essere accesi. 1000 candele
spente non possono accendere alcuna
candela. Ma una sola candela può accenderne molte!”
✖ “Avevo vent’anni. Non permetterò
a nessuno di dire che questa è la più
bella età della vita”. Questa frase di
Paul Nizan è stata la proposta per il
tema generale di maturità. Certo la crisi e il pessimismo colpiscono tutto,
anche i giovani. Ma non sarebbe stato
più utile e più costruttivo avere dai
giovani indicazioni per qualche spiraglio di speranza e di avvenire per il loro
futuro? E magari le tante cose che scrivono metterle a servizio della politica
che straparla dei giovani ma che scarsamente opera per loro e per il loro
avvenire?
CONFINDUSTRIA
LIVORNO
Sezione
Costruttori Edili
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Una volta venivano
usate “per tirarsi su”
Questo “evento”, chiamiamolo così, è
sfuggito anche alla fervida fantasia di
Davide Guadagni nelle sue “cento parole” giornaliere che dedica tutti giorni a IL
TIRRENO.
I nostri bravi ragazzi, al termine dell’anno
scolastico, anzichè scambiarsi strette di
mano, abbracci ed un arrivederci a settembre, si sono divertiti, normalmente lungo
le vie di accesso agli istituti scolastici, a
“uovate condite di farina (naturalmente
dopo avere rotto il guscio) creando disagio, proteste da parte dei poveri cittadini
che, per caso, si trovavano nei paraggi.
Vi lasciamo immaginare i gradevoli residui
lasciati nella zona con l’AMPS costretta
servizi straordinari.
In altri tempi, le nostre mamme ci davano
le uova per crescere bene e tenersi sù:
tutto è cambiato in peggio.
La sfascia partiti
La nostra Rosy Bindi - nota “pasionaria”
-rimasta famosa per avere distrutto la Democrazia Cristiana del Veneto, durante la
fallimentare segreteria di Nino Martinazzoli che provocò lo scioglimento di quel
grande partito, continua a “far danni” attraverso i suoi “adepti”in periferia e nell’occasione esattamente a Livorno.
“Pochi ma buoni”. Le truppe bindiane fanno tremare il PD livornese pubblica il Tirreno di venerdì 22 giugno.
Guidati da un prodiano Doc -il consigliere
provinciale Antonio Ceccantini, la piccola pattuglia bindiana del PD livornese sta
letteralmente devastando i consigli di circoscrizione del capoluogo, tutti a maggioranza assoluta. Una maggioranza che rischia di essere messa in minoranza, come
è già avvenuto in alcune circoscrizione in
occasione della votazione sul bilancio
comunale.
Si esaltano, sono tutti professionisti i consiglieri bindiani e si rifiutano di obbedire
agli ordini dei quello che fu “il partitone
Via Aurelia 7 - Tel. 0586/940134
Stagno - Livorno
e
r
u
t
la
o
g
i
Sp
della sinistra livornese”.
Incuranti della delicata situazione che sta
attraversando la giunta comunale del capoluogo, con gli ex alleati dell’IdV passati
all’opposizione, con quelli del SEL costantemente con “il mal di pancia” e con il crescere imponente delle proteste dei lavoratori del porto, con quelli della ex Delfhi
dopo il patatrac della De Tomaso-Rossignol, hanno deciso di “uscire allora scoperto” preoccupati, dicono, dell’avvento
dei grillini:
Ed allora, suona la Rosy, avanti all’attacco!
L’ex Ministrone
nostalgico
del Ponte di Messina
Ogni tanto l’ex ministrone torna o tenta di
tornare alla ribalta.
Intanto assumndo le parti del duro nei
confronti del governo Monti di cui preconizza ed augura una fine il più possibile
vicina:
Vuole votare con “ la legge vergogna,
possibilmente ad ottobre” l’ex ministrone” preoccupato della caduta verticiale
dei consensi del PdL.
Ultimamente si è lamentato della rinuncia
al progetto per la costruzione del ponte
sullo “Stretto di Messina” che non sarebbe costato una euro al contribiente italiano.
Se lo dice, lui, sarà sicuramente vero!
Ma perchè non hanno provveduto a realizzarlo od almeno iniziarlo nei lunghi anni
di governo berlusconiano?
Nel frattempo,l’ex ministrone ci ha regalato, nientepopodimenochè” i primi quattro
chilometri di autostrada tirrenica che hanno fatto la gioia di tanti automobilisti,dei
residenti ed anche dei dieci dipendenti
dell’Impianto ENI del Malandrone costretto a chiudere: l’unica operazione realmente compiuta! Complimenti!!
Spigolature
77
Un suggerimento
a don Reno Pisaneschi
Ormai a Cecina sta divenendo quasi “una
reliquia”. Guida la protesta contro il ridimensionamento dell’Ospedale di Cecina,
organizza sit-in, marce,corteri, inalbera
cartelloni coprivita, veste, naturalmente in
abiti borghesi molto stravaganti.
E’ contro la costruzione del nuovo ospedale a Livorno, ora sta trionfalmente entrando nel comitato No-SAT contro la costruzione della Tirrenica.
Non si stanca mai ma forse firrà con lo stancare la gente visti i risultati che ottiene.
Pubblichiamo con piacere questa
“nota rapida” di Andrea Jardella.
Voglio augurarmi che sia di monito
anche per qualche autorevole dirigente dell’ex PCI che abbiamo
visto”spavaldo” all’assemblea costitutiva del Movimento 5 Stelle del
miliardario Beppe Grillo.
Lassù
qualcuno
ci ama
Qualche Santo, in Paradiso,
ama l’Italia. Perché ha fatto dire
a Grillo quanto ha dichiarato al
giornale israeliano “Yediathg
Ahronat”.
E’ stato un grande dono l’avergli fatto dire che, in Siria, “non
si sa quanto pesano gli agenti infiltrati” e che in Iran, (paese di
origine della moglie), “la crisi
non c’è”.
Mentre, a suo dire, “Bin Laden
veniva tradotto male”.
Quei santi anonimi che lo hanno ispirato meritano, a mio parere, tante preghiere di ringraziamento perchè questa paradossale ed ennesima “Grillata”
farà un gran bene ai tanti cittadini (infervorati dai lazzi e dagli sberleffi del comico), facendoli ravvedere.
Andrea Jardella
(Livorno)
8
Livorno
e-mail: [email protected]
Lettera aperta
al Sen. Marco Filippi
su quello che appare sempre più lo “scandalo” della falsa autostrada tirrenica
Gentilissimo Senatore,
voglio esprimerLe il mio apprezzamento per quanto da Lei evidenziato nell’articolo intitolato “Troppi dubbi sull’autostrada: e se cambiassimo tutto?”
su Il Tirreno di Mercoledì 6 giugno.
Sono l’Ing. Giuseppe Mele e sono stato per 23 anni l’Agente dell’Agip, Agip
Petroli ed infine Eni spa per le province
di Livorno - Pisa.
Ho realizzato per la mia Azienda diverse Stazioni di Servizio lungo la variante
SS 1Aurelia ed ho seguito, fino a Dicembre scorso, la penosa ed incredibile vicenda della chiusura da parte della
SAT dell’impianto AGIP in località Malandrone di Rosignano Marittimo, oggetto dell’ultima trasmissione Report su
Rai Tre.
La mia viva preoccupazione per il progetto del Corridoio Autostradale Tirrenico è sostanzialmente basata sulla già
annunciata chiusura di tutti e 36 Servizi esistenti (di ogni marchio da Rosignano fino a Civitavecchia) che sono
stati già condannati dal suddetto progetto SAT.
Tali chiusure creeranno ulteriori disapporti economici ai territori, perdita di
centinaia di posti di lavoro, mancate
entrate erariali locali, etc…
L’esempio della Stazione di Servizio del
Malandrone è il faro che dovrebbe far
luce ed orientare la politica verso scelte
positive e prevenire affarismi e lobbing.
Negli incontri che ebbi a suo tempo con
i vertici della SAT veniva da essi sempre invocata la disposizione normativa
del Codice della Strada e dell’U.E. che
vieta gli accessi privati dagli assi autostradali.
Così sono classificati anche gli accessi
rilasciati, negli anni, lungo la SS 1 Aurelia dall’ANAS agli operatori della distribuzione di carburanti e dei servizi di
ristoro.
Alcuni sindaci (vedere Campiglia) hanno tentato di difendere gli esercizi di distribuzione e di ristorazione esistenti nel
loro territori lungo l’ Aurelia; l’esito finale è stato l’inesorabile preavviso di
chiusura da parte della SAT alla scadenze dei vari disciplinari di concessione ANAS.
Solo in pochissimi casi (per l’esattezza
8 da Livorno a Civitavecchia) sono state previste dalla SAT parziali procedure
di esproprio degli attuali servizi di distribuzione.
I danni sono enormi e vanno a sommarsi a quelli da Lei evidenziati nell’articolo. Ci sono esercenti che hanno acceso pesanti mutui e che non verranno
in alcun modo indennizzati dalla SAT.
Esistono veramente i requisiti della pubblica utilità per tale opera e il CIPE può
avallare ciò che danneggia così tanto il
territorio?
Per risolvere i problemi delle stazioni di
servizio e risparmiare costi ingenti si dovrebbe derogare dal principio che le stazioni di servizio (almeno quelle compatibili con le caratteristiche autostradali)
siano considerate accessi privati, in
quanto, come ricorderà, svolgono funzioni di interesse e utilità pubblica. Op-
pure permettere almeno all’attuale operatore titolare di partecipare, con priorità stabilita, alla assegnazione in concessione degli accessi espropriati.
Non è tollerabile l’approccio della SAT
a questi problemi quando l’asse della
nuova autostrada occupa il sedime di
una preesistente Strada di Grande Comunicazione .
Con stima e simpatia
Giuseppe Mele
Acli Labor
SOCIETÀ COOPERATIVA
Edilizia
Pulizie civili e industriali
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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Livorno
9
BILANCIO APPROVATO MA POCHE IDEE PER RIVITALIZZARE LA CITTÀ
Cosimi = Monti
di Franco Spugnesi
Come ha scritto argutamente il quotidiano cittadino è stato approvato il
bilancio del comune di Livorno ma è
stata bocciata la maggioranza politica uscita dalle ultime elezioni.
L’approvazione insomma sembra l’ultimo atto di una pesante eredita storica: da onorare per alcuni e da disconoscere per molti … e ciò non
vale solo per Lamberto Giannini, teoricamente di Sinistra e Libertà, e per
Andrea Romano sedicente leader cittadino dell’IDV ma anche per tanti del
partito democratico: sia quelli che
hanno negato l’approvazione del bilancio nelle circoscrizioni dove erano presenti (ed appartengono tutti alla
corrente della Bindi) che tanti altri,
di varia origine ed attuale appartenenza, che non nascondono la loro insoddisfazione nei confronti dell’amministrazione in carica.
In ogni modo, malgrado i mal di pancia, il sindaco Cosimi ha incassato i
22 voti del PD più quello compiacente di Lamberti e l’altro, a malincuore,
di Giannini e può continuare ad assicurare che in questo scorcio di legislatura, (mica tanto scorcio visto
che di parla di quasi 2 anni) cercherà di attuare la versione ridotta del
programma elettorale (i 10 punti), ma
con quali forze?
Appurato che soldi ce ne sono sempre meno, che, a sentir lui, la spesa
corrente è incomprimibile, che le tariffe, l’IMU, e le addizionali comunali
hanno raggiunto livelli da record, con
chi concorderà i prossimi sacrifici
imposti dalle minori risorse?
Con il suo partito, l’unico che lo sostiene, sembrerebbe l’ovvia risposta,
se solo non accadesse che in quel
partito è gia iniziata la corsa dei pretendenti al suo posto, ed è difficile
pensare che qualcuno, che ha serie
aspirazioni, possa prendersi sulle
spalle: aumento di tasse, rigore nella spesa e altre cose così senza neppure un bel risultato, che so, uno stadio nuovo o una nuova fabbrica.
Il sindaco Cosimi si trova a fare un
po’ il Monti della situazione, figurarsi
che c’è stata anche una manifestazione anti PD (in effetti contro l’am-
Una panoramica aerea del porto di Livorno.
ministrazione) che scandendo – via
il PD da Livorno- come una volta si
faceva contro i fascisti voleva interrompere i lavori della conferenza programmatica, tentativo a dire il vero patetico sia per l’esiguo numero dei partecipanti, una cinquantina, che per
l’imponente schieramento di polizia.
In altri tempi il muscoloso servizio
d’ordine del PCI avrebbe reso superflua la presenza delle forze dell’ordine se non per salvare i malcapitati
dimostranti da una “grandinata di storcioni e cazzotti.”.
Purtroppo i due anni futuri saranno
una sofferenza per Livorno e per il sindaco, non solo per l’appesantirsi delle condizioni generali della città ma
anche per i sempre più numerosi distinguo provenienti da settori razionalmente vicini o addirittura organici
al partito che sostiene (ormai l’unico) l’amministrazione Cosimi.
Non vorrei annoiare i lettori con un
elenco ma è utile mettere in fila le
cose. Con la CGIL è esemplare il
confronto legato alla possibile accoglienza della nave Costa Concordia
a Livorno, le posizioni sono addirittura opposte come lo sono quotidianamente sulla politica di risanamento delle partecipate Aamps, Asa e
Atl.
La compagnia lavoratori portuali passa da un ruolo di sostegno, non solo
nel consenso ma spesso anche di
clientela e finanziamento, ad essere
un problema per i debiti, per le ristret-
te prospettive occupazionali per le
posizioni spesso conservatrici su
Piano regolatore del porto. Inoltre i
prossimi dirigenti della Compagnia
potrebbero non essere così organici
al partito com’è stato fino ad ora.
Si è incrinato il rapporto con la direttrice dell’Asl, particolarmente cara
al governatore Rossi, ma ormai sopportata a malapena nella sede del
PD livornese e meno ancora da quello in provincia.
Anche Confesercenti e Confartigianato non esitano non risparmiano parole dure per l’immobilismo che attanaglia la città.
Può tutto questo significare la fine
di un’esperienza di governo della sinistra che ha una durata di oltre 65
anni? Andiamoci piano! Una cosa
sono impressioni e sondaggi, altro
accade quando si vota davvero, ma
è certo che il PD se vuole restare
egemone nella politica livornese non
può più solo fidare nella fedeltà alla
falce e martello e nella cronica insipienza della destra livornese, dovrà
pensare ed argomentare nuove idee
e valorizzare nuovi personaggi a differenza di quanto ha fatto nella tanto strombazzata conferenza programmatica di fine giugno.
Se continua così c’è il rischio che il
titolo della manifestazione “Livorno
che guarda oltre” si avveri mostrando una città che realmente guarda
oltre il PD liberandosi dal conformismo e dall’abitudine.
10 Livorno
e-mail: [email protected]
TRA IL CONSIGLIERE PROVINCIALE DEL PDL E IL NOSTRO DIRETTORE
Querelle Corsinovi-Dello Sbarba
Caro Dello Sbarba,
sono nel PDL... come molti democristiani non pentiti e mi ci son ritrovato dopo aver tentao con Rotondi di
rimettere in piedi qualcosa di
democristiano.....anche dalle nostre
parti qui in Toscana.
Quel che aveva scritto qualcuno sui
programmi elettorali dl PDL mi interessa assai poco (o punto) e chiunque l’avesse scritto fosse anche Berlusconi aveva scritto delle gran “fregnacce”.
Oggi vediamo di misurarci su quella
che è la realtà. C’è un governo di lor
signori tecnici che saranno sicuramente bravi in teoria e tecnica dell’economia (anche se i risultati mi
sembrano davvero poca roba) ma che
dimostrano di aver studiato o compreso ben poco in quanto a Diritto
Costituzionale.
Basta rammentare le stupidaggini
che qualcuno di loro si era inventato
nel diecember scorso per trovare la
“motivazioni” con le quali abolire le
Province.
Sono sempre stato, con molti dei mie
amici, contro la abolizione delle Province.
Non a caso quando con Rotondi abbiamo messo su quella “parvenza” di
piccola Nuova DC la chiamammo “Democrazia Cristiana per le autonomie”,
proprio perchè noi dc nel ruolo delle autonomie ci abbiamo sempre creduto.
Molto prima che nascessero leghisti
e federalisti di convenienza, anche
perchè ad essere autonomisti e federelisti ce lo avevano insegnato i
nostri padri fondatori e i leaders storici della DC che fecero consolidare
e difendere le “autonomie” e costruirono l’Europa.
Invece di cancellarti dagli indirizzi
sono quindi a chiederti di voler “ospitare” questo mio articolo (che ti allego) scritto oggi da Roma dopo l’assemblea delle Province. Grazie e carissimi saluti
Alessandro Corsinovi
Il tentativo, per alcuni in buona fede,
di sostegno al “sistema berlusconi” che
ha concorso in maniera indiscutibile ad
affossare ulteriormente il nostro paese anche sul piano del prestigio internazionale, è miseramente fallito.
I vari Rotondi, Giovanardi ed anche
Corsinovi vi hanno messo “la
faccia”ma hanno ricevuto,in cambio,
delle solenne ciaffate.
Quella compagnia con gli ex colonnelli del MSI prima e di A.N poi, con
i vari transfughi dal PSI ed altre provenienze “ occulte” ha rappresentato
il più clamoroso fallimento nelle vicende, anche tragicomiche come
questa, del degrado politico del nostro paese.
No, caro Corsinovi, non siamo d’accordo su nulla tantomeno sul tentati-
vo di modificare, in qualche modo, la
vetusta struttura amministrativa .
Non è pensabile non poter cambiare
nulla in questo povera Italia. Debbono necessariamente sopravvivere la
104 province (le ultime venti volute
ed imposte dal clientelismo berlusconiano rafforzato dai ricatti della Lega),
non possono essere nemmeno consorziati i piccoli comuni, debbono sopravvivere Prefetture, Questure ed altri organi dello stato anche in ogni realtà secondarie.
Non è possibile costruire infrastrutture di nessuna natura o realizzare
importanti alternative nel settore
energetico o costruire termovalorizzatori o insediare discariche attrezzate: i movimenti del “no” a tutto lo
impediscono.
Ci sono naturalmente responsabilità
anche dei sindacati che non intendono “mollare su nulla” per cautelarsi e
proteggersi di fronte a possibili modifiche dello “stato quo” che può indebolire il loro potere.
Ed allora, caro Corsinovi, ti ricordo
quello che ci disse Aldo Moro qualche tempo prima di essere assassinato: “Questo paese non potrà essere salvato se continuerà a prevalere
la dittatura dei diritti contro la logica
dei doveri”.
Lo scrivente è rimasto legato a quei
valori di autentica significanza cristiana. Penso proprio che tra noi non ci
siano possibilità di incontro.
La scomparsa
dell’avv. Gabba
(e.d.s.) - Nei giorni scorsi è venuto meno
l’avv. Gianfranco Gabba, di cui fui grande
amico. Era stato uno dei più qualificati dirigenti della D.C. negli anni Cinquanta e
Sessanta, ricoprendo l’incarico di Segretario provinciale.
Per molti anni è stato presidente dell’Ente
Provinciale per il Turismo contribuendo a
sviluppare quell’importante comparto economico. Fu anche membro del Consiglio di
amministrazione dell’Enit.
E’ stata indubbiamente una figura di rilievo per la città.
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Livorno
11
ALL’ASSEMBLEA DEGLI INDUSTRIALI LIVORNESI
La relazione conclusiva
del presidente uscente Gemignani
di Massimo Masiero
La relazione del Presidente uscente -Andrea Gemignani è stata, naturalmente ad
ampio raggio, mettendo in rilievo le molte cose buone realizzate ma anche la criticità che l’economia nazionale e quindi
anche quella livornese sta attraversando.
Ha fatto una analisi approfondita mettendo anche il dito sulla piaga dei ritardi, delle inefficienze, della mancate realizzazioni, specialmente di carattere infrastruttuale che rendono ancora più difficile il superamento di una crisi che sta
devastando l’economia del paese: ritardi ed inefficienze che non hanno certamente favorito ma anzi aggravato le dimensioni di questo momento così denso di preoccupazioni.
Comunque ha giustamente rivendicato
di avere portato avanti la proposta di lavorare “insieme” per lo sviluppo “condiviso” del territorio,proponendo ed attuando slogan “condividere per competere”, per favorire il consolidamento e lo
sviluppo del patrimonio industriale e diffondere la “cultura industriale”, superare gli atteggiamenti pregiudizialmente
ostili e favorire la creazione di un ambiente più favorevole all’attività d’impresa e agli investimenti.
Importanti progetti e iniziative sono state realizzate, alcuni obiettivi sono stati
raggiunti e rappresentano voci rilevanti
dell’attivo del nostro bilancio di mandato.
I freni allo sviluppoo ci sono stati e che
debbono essere inseriti nella voce “passivo”.
Questa la sintesi dell’importante relazione conclusiva del Presidente uscente che
ha rivolto anche un vivo ringraziamento all’intero management della Confindustria livornese con in testa il direttore, il nostro antico amico dott. Umberto Paoletti.
Confindustria Livorno
Alberto Ricci neo presidente
Nel corso dell’assemblea dei soci tenutasi lunedì 18 giugno, il dott. Alberto
Ricci è stato eletto alla presidenza della
Confindustria livornese per il quadriennio 2012.2016.
Alberto Ricci (nel riquadro) ha 53 anni,
è laureato in Economia Aziendale, coniugato con due figli.
E’ titolare della
Edilsab SrL,
Programma
Costruzioni
srl, Anticorrosiva Industriale
srl e Programma SrL che occupano circa 30
dipendenti.
E’ Presidente Regionale dell’ANCE
Toscana,è stato Vicepresidente di Confindustria Livorno oltre ad essere componente del Consiglio della Camera di
ALMA PACE SOC. COOP. SOC. ONLUS
Viale A. Vespucci, 50 - L I V O R N O
Commercio, della Scuole Edile, della Cassa Edile ed altri incarichi in altre realà
operative della nostra Provincia.
Il Direttore de IL CENTRO e l’intera redazione rivolge al neopresidente le più
vive congratulazioni e gli auguri di un
proficuo lavoro nell’interesse dell’economia di Livorno e provincia in un momento
così delicato e difficile, ripromettendosi
di incontrarlo per l’ormai tradizionale intervista.
I nuovi vertici
2012/14
L’Assemblea Generale di Confindustria Livorno ha rinnovato i vertici per i prossimi quattro
anni, 2012/2016.
Presidente: Alberto Ricci.
Vicepresidenti: Maurizio Bozzi, Leandro Nannipieri, Piero Neri.
Componenti eletti dall’Assemblea
in Consiglio Direttivo:
Alfredo Barbaro, Alberto Breschi, Anna Maria Francesca Lucchesi, Renzo Lunardi, Stefano Mansani, Michele Zucchetti.
Tesoriere: Silvio Sardelli. Collegio dei Revisori dei Conti Effettivi: Ilio Tramonti. Ragioniere Revisore dei Conti: Giuseppina Paoletti, Patrizia Politi. Supplenti: Renato Galletta,
Lorenzo Tamburini. Probiviri:Maria Yasmine
Cipriani, Amerigo Danti. Past President: Giorgio Franceschi, Giovanni Giannone, Silvio Vagnozzi.
12 Livorno
e-mail: [email protected]
SE NE È PARLATO AL CONVEGNO SEATOLAND AUTORITA’ PORTUALE
La risorsa delle crociere
per Livorno e la Toscana
Tutti questi saranno chiamati a sviluppare accordi e produrre intese di
pianificazione congiunte, per intervenire nelle infrastrutture o nella loro gestione e per dialogare intorno agli strumenti della pianificazione settoriale.
di Cristina Battaglini
Si è svolto all’Autorità Portuale il
convegno sul tema “Seatoland. La risorsa delle crociere per Livorno e la
Toscana” al quale hanno presenziato
tra gli altri il presidente dell’Autorità
Portuale Giuliano Gallanti, il sindaco
Alessandro Cosimi e il presidente
della Camera di Commercio Roberto
Nardi.
Da tempo i porti delle medie città tendono a riposizionarsi nella scena internazionale attraverso processi di riconversione funzionale e riconfigurazione spaziale delle loro infrastrutture e dei waterfront urbani, sviluppando politiche di riorganizzazione
della rete di trasporto marittimo passeggeri integrate con quelle di sviluppo regionale del settore turistico.
L’obiettivo generale del progetto SeaToLand è sviluppare strategie di rafforzamento e miglioramento economico dei sistemi territoriali costieri
basati sulla migliore strutturazione
delle interconnessioni fisiche ed immateriali tra l’ambito portuale, la città
e il territorio interno, condividendo
esperienze consolidate e promuovendo il trasferimento delle tecniche nei
contesti locali.
Gli obiettivi specifici del partner locale (L’Autorità Portuale di Livorno)
consistono nella produzione di un
masterplan concernente lo studio
degli effetti indotti sulle infrastrutture urbane dell’ultimo miglio, prodotti dalla riconversione dell’attuale porto passeggeri in terminal crocieristico specializzato e l’elaborazione di
concrete azioni pilota che permettano di valorizzare le risorse ambientali e storico-culturali della città labronica, includendo, nella rete di connessioni a scala vasta, i territori ed i
luoghi geograficamente prossimi, solitamente esclusi dalle dinamiche di
pianificazione locale.
Il piano d’azione prevede il coinvolgimento istituzionale delle Città della
costa e dell’interno, dell’Autorità
Portuale, degli Organismi di gestione delle infrastrutture pubbliche e private e degli attori economici implicati.
DISTRIBUTORI STRADALI Benzina, Gasolio, Gpl e Metano
Primo Semestre 2012
da record per il Galilei
La Società Aeroporto Toscano Galileo
Galilei informa che i dati relativi ai
primi sei mesi del 2012 segnano un
nuovo importante risultato di traffico
per l’aeroporto Galilei: per la prima
volta lo scalo pisano supera i 2 milioni di passeggeri transitati nei primi
sei mesi dell’anno, con un incremento del +3,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Tali risultati consolidano il trend di
crescita del Galilei, che nel 2011 ha
visto transitare oltre 4,5 milioni di passeggeri, registrando una crescita
dell’11,3% rispetto al 2010.
Il mese di giugno si chiude con 470.383
passeggeri transitati, registrando dunque 19.640 passeggeri in più rispetto
allo stesso mese del 201, pari a un incremento del 4,4%.
I dati del primo semestre 2012 confermano il trend positivo del traffico passeggeri del Galilei.
I dati Assaeroporti – al momento disponibili fino al 31 maggio 2012 – registrano una flessione del sistema aeroportuale italiano del -0,02% e una
crescita dell’aeroporto Galilei di Pisa
nei primi cinque mesi dell’anno pari
al 3,6%.
“Continuare a crescere nonostante il difficile contesto economico attuale e superare per la prima volta i 2 milioni di
passeggeri nel primo semestre dell’anno è motivo di grande soddisfazione –
ha dichiarato Gina Giani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di SAT –. Questo nuovo record di
traffico e i dati di crescita superiori a
quelli della media degli aeroporti italiani confermano ancora una volta la
validità e la resilienza del modello di
business di SAT”.
I
speciale Bolgheri Melody
AL VIA LA TERZA EDIZIONE IN PROGRAMMA DAL 18 LUGLIO AL 16 AGOSTO
Bolgheri Melody
gran belle serate!
Lo scorso mese di giugno abbiamo incontrato presso lo storico ‘Hotel Bambolo “collocato nel cuore della Costa
Etrusca , un perfetto punto di partenza
per esplorare la bellezza, la cultura e la
storia di questo “pezzo di Paradiso” della Costa Toscana, Sauro Scalzini - un
castagnetano doc - anche se non rinuncia a precisare di essere nato a Vecchiano, il paese che ha dato i natali al notissimo scrittore Tabucchi scomparso pochi mesi fa.
E’ la musica che caratterizza la vicenda
Non c’è due
senza tre
(l.l.) - Bolgheri Melody, “non c’è due
senza tre”: un grande evento che
offre uno spiraglio verso il futuro:
non possiamo rinunciare agli eventi
culturali, patrimonio della nostra
Italia. Proprio nella crisi occorrono
proposte serie e di elevato spessore
culturale e Bolgheri Melody è all’altezza della situazione. La location è
in uno dei luoghi più apprezzati al
mondo. Il vino di queste terre è sempre al top dell’eccellenza e fa sicuramente da traino ad un contesto
ambientale che inebria per la pace e
le bellezze, semplici ed autentiche
che ciascuno può liberamente cogliere ed ascoltare. Complimenti a
chi continua a scommettere, con
competenza e coraggio su Bolgheri,
vera perla della provincia di Livorno. E complimenti a chi trascorrerà
il suo tempo a godersi le melodie ai
piedi del viale di San Guido.
umana del maestro Sauro Scalzini che,
fin dalla tenera età di 8 anni, inizia il percorso musicale presso la Filarmonica
“G.Puccini” di Vecchiano. Poi presso
l’Istituto Mascagni di Livorno studia clarinetto e dal 1965 al 1969 continua gli
studi al Conservatorio “L:Cherubini” di
Firenze.
Durante gli studi dirige la Corale di Filettole (Pi), la Filarmonica “G. Puccini”
di Vecchiano e la “G. Rossini” di Pontasserchio.
Nel 1967 inizia l’attività di compositore,
arrangiatore e direttore d’orchestra tralasciando, per un breve periodo, la musica classica per quella leggera.
Organizza diversi Festival ed entra in
rapporti professionali con il noto presentatore Daniele Piombi organizzando,
insieme importanti eventi musicali.
Nel 1969 ritorna allo stile classico ed insieme ad un quintetto di celebri musicisti esegue (con il clarinetto) numerosi
concerti.
Finalmente, dopo avere svolto il servizio militare presso la Banda Esercito di
Roma, si diploma al Conservatorio di S,
Cecilia.
Dal 1973 viene assunto dal Comune di
Castagneto C. come organista e Maestro della Filarmonica Comunale.
Da qui, perchè il curriculum di Sauro non
finisce mai, ha inizio la sua avventura
castagnetana densa di progetti ed iniziative che ne esaltano la preparazione
ma anche una capacità organizzativa di
rilievo eccezionale.
Oltre alla direzione del Centro di Formazione e Diffusione Musicale, (1982-2009)
progetta la “Settimana Castagnetana”,
il Festival della “Canzone Carnevalesca
Donotaticense”, “Paese in musica”, “I
concerti estivi di musica: MedioevaleRinascimentale-Barocca”, “Festival Musicale della Gioventù Europea” (Caleidoscopio), scrive e produce spettacoli
popolari e di socializzazione come “Ca-
stagneto sei tu”, “Siamo fatti ‘osì e ‘un
ci si po’ fa’ nulla”, “Il ritorno dell’avanspettacolo” e molti altri.
Dal 2005 forma e dirige L’Ensemble
“G.M. Rossi - Nuova Musica Sacra”.
Ecco, questa è una sintesi del glorioso
“curriculum” di Sauro Scalzini che, ai
giorni nostri, parlo dell’estate 2010, ha
ideato, insieme a pochi altri, il Bolgheri
Melody, giunto, quest’anno, alla terza
edizione ed ormai incoronato come uno
degli eventi più “in” della nostra zona.
Abbiamo chiesto a Sauro come nacque
l’“idea”.
E’ stata l’antica amicizia con Massimo
Guantini (siamo nel 1969), musicista lisegue a pag. IV
Onore e meriti
a Sauro Scalzini
IL CENTRO, un periodico conosciuto anche fuori dalla nostra provincia,
con questo servizio, ha voluto rendere testimonianza a Sauro Scalzini un vecchianese già amico del compianto scrittore, nonché compaesano, Antonio Tabucchi - da anni castagnetano doc, l’autentico inventore ed il costruttore di questa affascinante avventura divenuta, quasi per
scommessa, “una grande realtà”.
Per il secondo anno consecutivo, pur
nelle difficoltà finanziarie in cui tutti,
più o meno, ci troviamo, abbiamo
voluto offrire “uno speciale” per la
3° Edizione di Bolgheri Melody, per
dare nobile significanza a questo
grande evento che vede il maestro
Sauro Scalzini (unitamente a Guantini e Giorgerini) in cima, ma proprio in
cima alla graduatoria dei meriti.
Enrico Dello Sbarba
II
speciale Bolgheri Melody
speciale Bolgheri Melody
III
IV
speciale Bolgheri Melody
da pag. I
vornese, amante della musica leggera e
del jazz con il quale organizza i “Festival della Canzone Inedita” con la grande orchestra.
Poi i due si dividono perchè Guantini
parte per l’Inghilterra e Scalzini prende
servizio a Castagneto Carducci.
Occasionalmente, racconta Sauro, ci
siamo incontrati proprio davanti alla
Scala e dopo un simpatico “revival” abbiamo pensato di riprendere l’antica collaborazione “nel sorriso ritrovato” pensando di organizzare qualcosa di “grosso” per Castagneto.
Il primo problema che si è posto è stato
“da dove partire” ma se “partenza doveva essere” doveva essere “da schioppo”.
L’evento è sorto come naturale conseguenza di quello che ormai rappresenta
“l’oro di Bolgheri” e cioé “i grandi vini
bolgheresi, di questa terra toccata dal
Signore:
Abbiamo allora convocato “i cinque
grandi” che hanno concorso, in maniera determinante, a valorizzare questo
splendido lembo di terra ed eccoli, in
ordine sparso:
- il Sindaco Fabio Tinti - il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, l’ing: Pierfrancesco Guarguaglini, già Presidente
di Finmeccanica, il rag.Fabio Mannari mitico direttore della storica Banca di
Credito Cooperativo di Castagneto C. e
l’ arch.Massimo Piccin del “Podere Sapaio”.
A questo “ghota” racconda ancora Scalzini, abbiamo esposto il nostro progetto
accolto subito con grande entusiasmo.
Emerse subito l’esigenza di dare al Comitato una veste legale attraverso la costituzione di una S.r.L. presieduta da Luciano Giorgerini personaggio noto ed
apprezzato nella zona.
L’entusiasmo fu subito “trascinante” e
fin dalla prima edizione, quella del 2010,
questa incredibile avventura si trasformò in un eccezionale successo superiore a tutte le più rosee aspettative, un successo impreziosito dallo strabiliante spettacolo di esordio con la Filarmonica della Scala diretta da Daniel Harding, uno
dei più famosi direttori di orchestra viventi.
La serata dell’esordio non ebbe però alleato il tempo perchè “un ventaccio” costrinse i tecnici della BM a preparare
quella che in linguaggio tecnico si chiama “portatura d’orchestra con I-PAD: il
primo esperimento di tal genere che venne riportato sui più importanti organi di
informazione mondiali.
Seguirono le esaltanti serate di Roberto
Bolle e di Massimo Ranieri e quella “devastante” di Benigni.
Quella prima edizione rappresentò un
segnale, Bolgheri Melody era divenuta
una realtà, un’autentica eccellenza per
un territorio, quello della fascia meridionale della Toscana Costiera (quella a
Nord è naturalmente la Versilia) che da
tempo era alla ricerca di un “evening”
che ne determinasse il definitivo decollo, la cui “porta d’ingresso” era rappresentata dall’esaltante prodigio dei vini
di Bolgheri, conosciuti, ormai, in tutto il
mondo.
La seconda edizione, quella del 2011,
confermò il successo con l’esibizione del
Balletto della Scala con “Sogno di una
notte di mezza estate” arricchita dalla
partecipazione straordinaria della Scuola di Danza del Teatro Goldoni di Livorno, oltre alla performance della Nannini
ed altri spettacoli di prima qualità.
La terza si aprirà mercoledì 18 luglio con
l’attesissimo ritorno di Roberto Bolle; a
seguire il 27, 28 e 29 luglio la Triologia
verdiana (Rigoletto, Trovatore e Traviata ). In chiusura, il 18 agosto, un evento
eccezionale, una serata riservata alla
Fondazione ARPA (www.arpafund.org)
ente senza fini di lucro creato per promuovere le attività di ricerca e aggiornamento in campo medico chirurgico.
periodico online www.circoloilcentro-livorno.it
Livorno
13
Nell’ambito del programma di periodiche conferenze organizzate dal nostro Circolo
Il sen. Marco Filippi a Il Centro
di Massimo Cappelli
Nell’ambito del programma di periodiche
conferenze organizzate del nostro Circolo con esponenti della politica e della società a fine Giugno si è tenuto, presso la
Chiesa degli Armeni,un incontro con il
senatore del Partito Democratico Marco
Filippi sulla attuale situazione politica e
sui futuri scenari.
Dopo il saluto di benvenuto del prof.
Panessa,console onorario degli Armeni e
di Grecia,che sempre sostiene le iniziative
del Circolo mettendo a disposizione la
Chiesa sconsacrata degli Armeni ed al
quale va il ringraziamento di noi tutti, hanno introdotto il sen. Filippi il nostro direttore Enrico dello Sbarba e il prof. Francescalberto De Bari che hanno anche posto
una serie di quesiti sulla situazione attuale. L’intervento del sen. Filippi ha riguardato il giudizio sull’operato fino ad oggi
del governo Monti,la recente prospettiva
di un asse politico tra il Partito Democratico e l’Unione di Centro per dare stabilità
e credibilità al Paese, il ruolo dei partiti in
questo periodo di crescente antipolitica
qualunquista,un giudizio sul Movimento
5 Stelle che sta interpretando questo malcontento.
Dal dibattito che ne è scaturito ne è derivato che a giudizio del sen. Filippi ma anche di gran parte dei presenti, non è immaginabile una vera democrazia senza
partiti che svolgano il ruolo di cerniera tra
le istanze della popolazione ed il lavoro
delle istituzioni,questo almeno in Europa.
Il momento non è certamente il più
favorevole,dietro le urgenze della crisi
economica le persone pretendono soluzioni “sbrigative” verso le quali gli apparati di partito mostrano una storica
lentezza,a ciò si aggiunga la perdita di
autorevolezza a seguito dei numerosi
scandali che hanno visto coinvolti singoli esponenti politici e che portano gli
elettori a fare di ogni erba un fascio senza
approfondire e distinguere. Ecco allora
che nuovi movimenti populisti e qualunquisti hanno buon gioco nel proporsi e
raccogliere consensi. Questa non è la strada giusta, occorre che le persone di buon
o (foto R.
Onorati)
senso
non si stanchino di svolgere il loro
ruolo, oggi più necessario di sempre ,per
contrastare una sorta di “tanto peggio tan-
Il sen. Marco Filippi
to meglio” che sta coinvolgendo parti significative di elettorato.
Al di là di aspetti di dettaglio la visione
politica che è scaturita dall’incontro è stata quella della necessità di sostenere il governo Monti che ha ridato credibilità al
Paese in ambito internazionale ed oggi è
ascoltato come propositore autorevole di
soluzioni in un contesto fortemente problematico.
Per il futuro viene seguita con estrema attenzione la possibilità di giungere ad un
governo che veda alleati il Partito Democratico e l’Unione di Centro,forze politiche che stanno dimostrando maggiore responsabilità ed hanno a cuore le sorti del
Paese.
Questa ipotesi appare ancora più realistica alla luce delle recenti esternazioni del
Cavaliere che mira a proporsi futuro ministro dell’Economia in un fantomatico governo di destra. Invito il lettore ad immaginare le reazioni dei partners europei e
d’oltre oceano. Tutto questo la dice lunga sulla necessità di una unione delle forze del buon senso davanti al “grillismo”
nascente e al berlusconismo non ancora
del tutto morto.
Premiati sei diplomati particolarmente meritevoli dell’Istituto Nautico
La borsa di studio “Tito Neri”
È giunto ormai alla quarta edizione la cerimonia per l’assegnazione delle borse di studio “Tito
Neri”svoltasi sabato 23 giugno
presso l’Istituto Nautico “Alfredo Cappellini”nel corso della quale si è proceduto alla premiazione
di sei diplomati particolarmente
meritevoli. Si tratta dei capitani
Stefano Oro, Mirko Oresti e Simone Pattume, dei macchinisti Simone
Genchi, Giorgio Martinelli ed Alessandro
Salvi.
Alla cerimonia, oltre naturalmente, il dott.
Piero Neri, erano presenti tutte le più importanti autorità delle istituzioni livornesi
con il Vescovo Mons. Simone Giusti.
La borsa di studio ha una sua particolarità regala “una importante opportunità”e
cioè quella di “staccare”il libretto di navigazione” attraverso l’imbarco per un periodo di tre mesi sui rimorchiatori della flotta Neri, regolarmente retribuiti.
Si tratta di una scelta intelligente e molto
Il Dott. Piero Neri e i sei diplomati-modello
pratica che conferma la serietà, di
“un’azienda eccellente” iscritta a carattere
cubitali nella storia della imprenditoria portuale livornese: un’eccellenza spledidamente confermata nella recente vicenda della
Costa Concordia allorchè ha partecipato
alle operazioni di bonifica che hanno raccolto un unanime consenso mondiale.
La redazione de IL CENTRO invia le più
vive felicitaziomi al dott.Piero Neri ed all’intero management che offrono un’immagine, finalmente positiva, della città di
Livorno.
14 Rosignano
e-mail: [email protected]
In merito all’area cosidetta H5
ROSIGNANO FA CENTRO?
(e.d.s.) - Era il 1982 quando un imprenditore livornese acquistò dalle proprietarie
- le sorelle Foraboschi - una vasta porzione di terreno compresa tra Via della Cava
e la variante Aurelia tra Rosignano Solvay e Caletta. All’epoca, il costo dell’operazione fu di circa 180 milioni (si, proprio
quella cifra per coloro intendessero sgranare gli occhi!)., copre 19 ettari pari a circa
195.000 mq.
Sono perciò trascorsi esattamente 20 anni,
a parte un insediamento di edilizia residenziale su terreno con diritto di superfice, e quell’area su cui doveva sorgere il
“nuovo e moderno centro di Rosignano
2, è rimasta, fino ad oggi, un deserto.
Alcuni anni fa quei terreni furono acquistati da Unicoop Tirreno che recentemente ha presentato un progetto definitivo a
cui l’Amministrazione guidata dal Sindaco Alessandro Franchi ha espresso parere favorevole.
Vogliamo veramente augurarci che questa
lunga “historia” che è emblematica dei
guasti di un Paese - l’Italia - che ha fatto
dei ritardi biblici “una autentica tragedia
moderna”, sia arrivata finalmente alla fase
conclusiva.
Dopo questo necessario “cappello” entriamo in cronaca diretta.
Il Comune di Rosignano ha pubblicato un
pieghevole intitolato “Rosignano fa centro” giù utilizzato, senza troppo successo
(ma facciamo subito gli scongiuri) dall’UDC, allora guidata da Marco Follini, nel
quale viene indicato “un percorso di partecipazione” discusso prima in Consiglio
Comunale e poi distribuito alla stampa ed
ai cittadini e nel quale sono contenute le
previsioni di sviluppo per l’area 3t2, conosciuta meglio come H5.
L’ipotesi progettuale prevede la costruzione di nuovi edifici che ospiteranno funzioni pubbliche, la realizzazione di un grande parco pubblico, lo spostamento in quest’area dell’attuale grande struttura di
vendita Coop, la costruzione di nuove
abitazioni, uffici e negozi, la realizzazione
di un nuovo accesso viabilistico a Rosignano dalla Variante Aurelia e delle opere
di urbanizzazione necessarie a rendere
funzionale e vivibile l’area.
La metà circa della superfice verrà trasformata in parco urbano che costituirà il cuore
del nuovo complesso.
Per quest’area
il regolamento
urbanistico vigente prevede
le seguenti destinazioni e
quantità:
-31.500 mq. di
edilizia residenziale (il 20%
destinata a sociale e convenzionata).
- 8.000 di spazi
commerciali e
direzionali per
ospitare negozi di vicinato, uffici e centro congressi.
- 7.000 di grande struttura di vendita.
- 5.000 destinati alla realizzazione di un polo
turistico ricettivo (hotel e/o residence).
Nella discussione, che coinvolgerà enti e
cittadini, e che riguarderà oltre al parco
urbano sarà discussa anche l’ipotesi di un
nuovo Polo Scolastico, di una piscina e di
una torre civica nel quale riunire gli uffici
comunali. Superfluo aggiungere che tutti
i nuovi edifici saranno progettati e realizzati all’insegna della qualità secondo i
principi dell’architettura bioclimatica con
l’utilizzo di materiali eco-compatibili.
L’iter urbanistico sarà attuata per parti e
in lotti funzionali: in una prima fase si darà
la precedenza a quello che sarà il cuore
pulsante di tutto il comparto che potrebbe essere costituito dalla Piazza ed il Parco Urbano, il Polo Scolastico (se confermato nelle priorità dai cittadini), la nuova
struttura commerciale ed i due principali
assi viari (quello tra la Variante Aurelia e la
città ed il nuovo collegamento tra Rosignano e Castiglioncello.
Ecco, noi ci fermiamo qua anche per non
costringere i lettori “a tagliarci”.
Vogliamo limitarci ad una raccomandazione rivolta al Sindaco:
Caro Alessandro se vuoi veramente lasciare ai posteri una buona immagine:
- 1°: devi “tagliare i tempi” cominciando dalla consultazione con i cittadini che
deve avere un percorso rapido e sicuro.
2°: Non farti condizionare dai comitati
(quelli del contro a tutto),
3°: Stabilire tempi tecnici precisi circa
le varie fasi dell’approvazione.
Questa tappa può costituire una “pietra
miliare” per lo sviluppo di un territorio in
grave crisi. Cerca di non farti “imbrigliare” dalle solite manovre ritardatrici
non possiamo rischiare di perdere l’ultimo treno, l’ultima occasione per garantire lo sviluppoUn augurio ed un saluto da un rosignanese doc che, aldilà, delle differenze ideologiche (roba di altri tempi però decisamente migliori di quelli di oggi) si è sempre battuto per lo sviluppo ed il benessere del nostro Comune.
Una nota
del Sindaco Franchi
“L’area H5 sotto - ha dichiarato il Sindaco Alessandro Franchi - è l’ultima grande zona libera rimasta, l’ultimo “vuoto
urbano”, che potrebbe costituire una
cerniera tra Rosignano Solvay e Castiglioncello, da utilizzare per sviluppare
una porzione importante di territorio in
un’ottica di riqualificazione complessiva di Rosignano Solvay con la creazione di un vero centro urbano.
Proprio perché si tratta di un’area strategica, vogliamo che vi sia la massima
trasparenza. Abbiamo così avviato un
percorso di partecipazione che, tengo a
sottolineare, è un atto non dovuto, ma
voluto dall’Amministrazione Comunale
nell’ambito della strumentazione urbanistica. D’altra parte noi, Giunta e Consiglio Comunale insieme, abbiamo la responsabilità di non sbagliare”.
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Isola d’Elba
15
ISOLA D’ELBA: Oltre a Barbetti, Alessi e Peria hanno relazionato anche gli altri sindaci dell’isola
Il Comitato per il Comune Unico
si prepara al Referendum
Buon successo dell’iniziativa del Comitato per il Comune Unico che ha convocato
venerdì 22 giugno gli stati generali per presentare il programma e ricevere proposte
e indicazioni per la prossima campagna referendaria.
Presenti i tre sindaci storici che da sempre
hanno appoggiato il Comitato, pur nelle
loro specifiche impostazioni, Barbetti,
Alessi e Peria che saranno sentiti in audizione alla 1ª Commissione del Consiglio
regionale il prossimo 29 giugno insieme
ovviamente agli altri sindaci dell’Elba, ai
sindacati e alle forze sociali.
Dopo l’ampia relazione di Orsini sulle prospettive per la campagna referendaria e la
relazione economico finanziaria della Rosso, i sindaci hanno riaffermato la necessità di salvaguardare le identità locali con
l’istituzione dei Municipi pur senza lasciarsi condizionare dai vecchi stereotipi delle
rivalità e tradizioni locali che, come ha ribadito Di Pirro, non fanno più parte del
sentire comune soprattutto dei giovani e
non costituiscono certo la vera tradizione
culturale dell’isola d’Elba.
Alessi ha rimarcato la necessità di parlare
alla gente dato che per il referendum sarà
più facile avvicinarla da parte di tutti i
membri del Comitato senza bisogno dei
pubblici ufficiali come per le firme evidenziando anche la necessità della presa di
posizione anche dei partiti mentre Peria
ha raccomandato di insistere non solo e
non tanto sui risparmi della spesa publica
e sui pericoli dei tagli ai bilanci, quanto
alla riqualificazione e potenziamento dei
servizi su tutta l’isola con il sostegno degli incentivi della Regione.
Barbetti ha voluto sottolineare che il Co-
mune Unico non è di destra né di sinistra
ma è un’operazione di buon senso che tutti
gli Elbani dovrebbero apprezzare senza
aver paura di perdere i piccoli privilegi che
le piccole corti comunali offrivano agli elettori amici migliorando i servizi e dando
maggiore efficienza e snellimento alla macchina burocratica.
“Libertà è partecipazione”, hanno ribadito gli esperti convocati per l’occasione, il
dr. Iossa del comitato Figline/Incisa Valdarno e il dr. Vangi esperto di fusioni dei
piccoli comuni del Piemonte che hanno
appunto raccomandato il coinvolgimento
e la partecipazione dei cittadini al processo di fusione e ricordato come sia possibile ottenere incentivi economici molto interessanti con le leggi regionali che appunto stimolano queste fusioni.
Ha poi concluso i lavori , dopo gli interessanti interventi di Mazzei , che ha parlato
di battaglia storica per l’Elba, Berti e Vuoso il consigliere regionale Gianfranco Venturi che ha coniato per l’occasione lo slogan “Se non all’Elba, dove?”.
In effetti , dopo aver sentito la relazione di
Orsini e apprezzato le slides con i dati significativi socio economici dell’Elba nonché gli appassionati interventi succedutisi , ha rimarcato che l’Elba è proprio il luogo ideale e il tempo più adatto all’operazione Comune Unico, anche come modello per altre analoghe iniziative perchè la
creazione di un Comune di 30 000 abitanti
da otto piccoli comuni su un territorio naturalmente delimitato, costituerebbe un
importante esempio di buona amministrazione in analogia a quanto si richiede in
Europa ma non solo per gli enti locali ma
anche per le piccole aziende e per le stes-
se società di servizi e di volontariato, per
fare sistema e per creare una “governance” al passo coi tempi.
Venturi ha poi garantito tutto il sostegno
possibile della Regione, pur nel rispetto
delle volontà popolari che si esprimeranno col referendum previsto nella primavera dell’anno prossimo e che dovrà garantire comunque una larga partecipazione
popolare.
Egidio Petrini
rieletto
Sindaco
di Zeri
Il nostro amico - on. Egidio Petrini - nell’ultima tornata elettorale
- è stato riletto Sindaco di Zeri, la
ridente località toscana in provincia di Massa Carrara dove prevale
il turismo montano.
Si tratta di un felice “ritorno”
perchè fu già primo cittadino di
Zeri negli anni 2004-2006.
All’amico Egidio le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro
da tutto IL CENTRO che ripetutamente ha usufruito della sua disponibilità per lo svoglimento di
importanti manifestazioni culturali/politiche.
dal 1952
Impresa Generale di Costruzioni
di Pizzi Ing. Andrea e C. s.a.s.
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16
Cultura
e-mail: [email protected]
E’ USCITO UN BEL VOLUME PUBBLICATO DAGLI AMICI DEI MUSEI
I Fabbricotti a Livorno
di Marisa Speranza
“Un tributo ad uno dei più significativi
esponenti dell’ottocentesca imprenditoria locale”. Così Roberto Nardi, presidente della Camera di Commercio livornese,
ha introdotto la presentazione, presso
l’Hotel Palazzo, del bel volume di Paola
Bosio Bua su “I Fabbricotti a Livorno”
(Edizione ETS).
Del giovane Ente camerale, ha ricordato
Nardi, fu infatti presidente (1880-82) quel
Bernardo Fabbricotti di cui il libro racconta la straordinaria ascesa imprenditoriale. Gli Amici dei Musei e dei Monumenti
livornesi, così sensibili all’arte nelle sue
varie espressioni, hanno voluto dare alle
stampe una ricerca importante sotto il
profilo socio-economico e culturale, che
ci restituisce uno spaccato della società
livornese nella seconda metà dell’Ottocento di cui i più non hanno memoria.
Il saluto della presidente degli Amici, Annamaria Pecchioli Tomassi, ha dato il via
ad un incontro affollatissimo, segno di
un forte interesse conoscitivo per un argomento finora poco esplorato. “Una lettura da raccomandare”, ha osservato Lucia Frattarelli Fischer, che ha definito il
libro “bello, elegante, piacevole, da potersi leggere a più livelli”.
Intanto, ci sono loro: i Fabbricotti. Il tema
della grande famiglia, prolifica e intraprendente, si dipana a partire dalla fine del
Settecento a Carrara dove il mercato del
marmo è egemonizzato dallo strapotere di
pochi. Presto scavalcati, con un’abile
strategia, dai vari componenti della famiglia Fabbricotti che “da cavatori diventeranno imprenditori”.
Una vera saga familiare con al centro due
geniali mercanti: Domenico Andrea e il figlio Carlo che porteranno il marmo dalle
loro cave in Italia nelle capitali europee e
negli Stati Uniti, aprendo case commerciali di altissimo livello.
Alla fine del ‘700 i Fabbricotti mettono
piede a Livorno, considerata piazza ideale dove aprire una “Casa di Commercio
per il “negozio” di marmi.
La città, primo porto del Mediterraneo,
esprimeva all’epoca un eccezionale dinamismo, ben in linea con quello irrefrena-
bile degli imprenditori carraresi che detenevano la produzione, la spedizione (commista alle balle di stracci) e la
vendita dei blocchi di marmo
il cui utilizzo avrà così tanta
fortuna nel gusto del tempo.
Che Bernardo, uno dei figli di
Domenico Andrea, saprà ben
esprimere a Villa Fabbricotti ,
acquistata nel 1881.
“La dimora è anche la storia
di un’architettura, di uno stile, di una presenza”, ha spiegato la Fischer, soffermandosi sull’aspetto di elegante accoglienza e modernità che
essa esprimeva: “Le belle fotografie inserite nel testo non
ci possono restituire nella sua
interezza lo splendore della
villa”. Quello che è rimasto ci
parla del modo di vivere di
Bernardo e Healen Murray, la
moglie scozzese conosciuta
nei lunghi anni di permanenza in Inghilterra.
Generosi mecenati, i Fabbricotti regalano i loro marmi per realizzare opere importanti (vedi “la madre educatrice”) e
istituiscono premi per giovani scultori.
Nel 1884 Bernardo assiste all’inaugurazione dell’Hotel Palazzo, da lui commissionato e ideato come struttura ricettiva moderna destinata ad un target di lusso ( vi furono ospitati regnanti e personalità illustri). Fu il suo contributo allo sviluppo
turistico della città, all’epoca prima stazione balneare d’Italia.
Una storia complessa, quella dei Fabbricotti, che si possono considerare “un
modello di imprenditorialità ottocentesca”
connotata non solo dalle fortune economiche.
La Villa e il Palazzo esprimono infatti raffinatezza e cultura. Così come gli impegni
sociali e le frequentazioni (la regina Vittoria fu ospite dei Frabbricotti a Firenze) ci
restituiscono l’immagine di un uomo con
una visione della realtà aperta e internazionale che ha contratto gusti e abitudini
dalla familiarità con una committenza colta e sensibile all’arte.
Per la scrittrice Sandra Berresford, “il pun-
to forte dell’ascesa dei Fabbricotti è stata
la famiglia stessa” : tutti autonomi, ma forti
insieme.
L’integrazione livornese trova un punto
di appoggio in Giuseppe (fratello di Bernardo) che sposa Giulia Micali, figlia di
Giacinto (discendente del fondatore del
negozio “detto del Veneziano”) e della
nobildonna Rosa Bastogi. Giuseppe stesso fu insignito del titolo di Conte per la
sua munificenza (sono in parte suoi i marmi che ornano la facciata del Duomo di
Firenze).
A dare ulteriore lustro alla famiglia due importanti committenze : il marmo per il monumento alla regina Vittoria e al marito Albert.
Del resto, in casa Fabbricotti “si respirava
inglese”: “dalle tate alla bandiera”, il gusto
britannico imponeva le sue regole.
Da ultimo, il saluto di Paola Bosio Bua,
l’autrice di questa appassionante ricerca
che si legge tutto d’un fiato. “Livorno va
vista con occhio straniero nella sua diversità”, ha commentato in chiusura. Poi
l’applauso: per la socia degli Amici dei
Musei che ha mostrato intraprendenza e
bella scrittura.
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Cultura
17
FIDAPA - UNA PERFORMACE TEATRALE DI NOTEVOLE SPESSORE CON I BRANI DEL GRANDE POETA SICILIANO PREMIO NOBEL
Pirandello a Castiglioncello e… oltre!
di Laura Benvenuti
La Fidapa, presieduta da Margherita Mazzelli, quest’anno, per la seconda volta dopo “Le Amanti Imperiali”, ha offerto alla cittadinanza una
performance teatrale di notevole
spessore. Si è parlato di Luigi Pirandello e sono stati recitati brani
tratti da sue novelle e commedie.
Interpreti sono state le socie attrici,
tutte, in tempi diversi, ex allieve della regista e insegnante di dizione e
recitazione Enzina Conte, past presidente della sezione.
La manifestazione si è tenuta il 13
giugno scorso in una delle accoglienti sale dell’Hotel Palazzo gremita di pubblico plaudente.
Liafranca Pardelli, che ha proposto
l’evento e l’ha organizzato insieme
a Laura Conforti, ha riunito le interviste che le hanno concesso alcuni abitanti di Castiglioncello sui
soggiorni del “Maestro”, che scendeva sempre nella camera 24 all’Hotel Miramare (recentemente ha festeggiato i 100 fortunati anni di at-
Nuova vita
al Tennis Club
di Castiglioncello
Nei giorni scorsi, ha riaperto lo storico
locale costiero grazie a Marco Neri,
noto ristoratore già gestore da anni del
Ristorante Senza Nome all’interno del
Circolo Canottieri di Rosignano Solvay.
L’intento suggestivo è quello di riportare la location allo splendore di un
tempo dove tra gli ospiti si potevano
scorgere i grandi nomi del cinema e
non solo che l’hanno reso celebre.
Ebbene, un primo riscontro lo abbiamo avuto con l’arrivo del mondo del
calcio, e precisamente con la manifestazione che si è tenuta in concomi-
Luigi
Pirandello
(Agrigento 1867
- Roma 1936):
Premio Nobel
per la letteratura
nel 1934.
tività).
Ne è scaturita una visione inedita delle abitudini pratiche di Pirandello
come uomo, padre e nonno.
Liafranca ha saputo descrivere con
garbo le risultanze delle sue “indagini” ed ha messo in luce anche la
Castiglioncello dell’epoca con i suoi
ospiti illustri, e il due pezzi leopardato di Marta Abba, musa ispiratrice del Maestro (sbalorditivo per quei
tempi! era il 1932…).
Dopo la lettura a cinque voci dell’“indagine”, le attrici hanno inter-
tanza a Villa Celestina riguardante il
calciomercato.
Nomi come Claudio Pasqualin e Andrea d’Amico, procuratori importanti,
ma anche direttori sportivi, calciatori e
giornalisti sportivi e allenatori.
Come spiegava Neri, nella rinnovata
struttura ha voluto ricordare i grandi
attori e registi del passato, fungendo
così da preziosa memoria storica, attraverso gigantografie ed altro materiale che faranno sicuramente piacere alla
comunità e non solo.
L’auspicio è quello che, grazie a questa nuova gestione, si possa rendere
merito ad un luogo che a tutti noi e
caro e che deve essere di stimolo per
un nuovo sviluppo economico e turistico del nostro bel territorio.
Un plauso, dunque a Marco Neri ed il
suo staff.
Maurizio Piccirillo
pretato i brani scelti:
Gabriella Guastalla si è cimentata
sulle riflessioni di Micuccio e zia
Marta in “Lumie di Sicilia”, attraverso le quali si arguisce come crollino le illusioni al cospetto della realtà della vita che cambia inesorabilmente.
Silvana Urru con “Ciaula scopre la
luna” ha trasmesso i momenti di pathos del povero minatore che, alla
visione della luna ne rimane strabiliato, si commuove e scoppia a piangere.
Laura Conforti con “La signora Morli uno e due” ha fatto conoscere i
profondi contrasti dell’io ed i sentimenti che possono albergare in una
stessa persona fino al punto di farla
sentire due persone diverse.
Dora Finis ha commosso interpretando “Felicità”, una novella che
schernisce la nobiltà e mette in risalto l’appagamento di tutti i desideri col raggiungimento dell’agognata maternità.
Liafranca Pardelli si è calata nel personaggio di Donata Genzi in “Trovarsi”, un dramma dedicato a Marta
Abba. Donata, attrice di successo,
costretta ad assumere l’identità di
vari personaggi, quando cala il sipario “non si trova più”, si sente
persa e non sa come vivere la vita
quotidiana. Preferisce però rinunciare alla propria vita per vivere quella
più reale dei suoi personaggi.
Un bel pomeriggio da ricordare.
18 Cultura
e-mail: [email protected]
In occasione della sesta edizione del Querceto International Piano Festival & Masterclasses
Musicisti di fama internazionale
al Castello Ginori di Querceto
L’Accademia Libera
Natura e Cultura di
Querceto – Montecatini Val di Cecina, organizza la sesta edizione 2012 del “Querceto International
Piano Festival &
Masterclasses” presso la bellissima location del Castello Ginori di Querceto.
Abbiamo incontrato
Elena Capone addetta dell’ufficio stampa
della Associazione
che ci ha ribadito “Una manifestazione
oramai stabile, ma che si rinnova ogni
anno, attraverso importanti sinergie internazionali, come conferma il direttore
artistico Paolo Francese, sottolineando
l’importanza della componente formativa delle Masterclasses in una manifestazione improntata alla valorizzazione dei
giovani anche, e soprattutto, attraverso
l’incontro con i grandi artisti, maestri
consolidati sulla scena internazionale”.
L’iniziativa è patrocinata dalla Provincia di
Pisa, dal Comune di Montecatini VC e dalla Camera di Commercio di Pisa, la rassegna, che coniuga spettacolo, degustazioni
ed alta formazione, prevede come di consueto, l’introduzione di ogni concerto con
un banchetto di degustazione dei pregiati
vini della Cantina Marchesi Ginori Lisci.
Quest’anno, il palcoscenico internazionale dei concerti-evento e dell’alta formazione composizioni immortali e contemporanee è dedicato al pianoforte ed alla grande classica. Nelle “stanze” riscoperte di
un antichissimo castello, saranno protagonisti paesi come l’America Latina, Stati
Uniti, Italia.
Gli artisti musicisti di fama mondiale ed i
giovanissimi talenti dalle più prestigiose
scuole europee, saliranno sul palco della
sesta edizione 2012 del Festival Pianistico
internazionale, dal 15 luglio al 2 agosto.
Fra la natura sovrana e l’eco potente della storia, attraverso lo spazio acustico dell’antica sala “Il Granaione”, dalla gentile
messa a disposizione dei proprietari Mar-
Il magnifico Castello Ginori a Querceto
chesi Ginori Lisci, la musica classica immortale e quella contemporanea si interfacciano nell’appuntamento annuo con i
concerti-evento della rassegna, dotata anche di prestigiose Masterclasses interne
in pianoforte, chitarra, flauto e violino,
diretta da Paolo Francese ed organizzata
da Accademia Libera Natura e Cultura
(Associazione Marco Polo), in collaborazione con l’Azienda Vinicola Marchesi
Ginori Lisci.
Di seguito, la Dottoressa Capone ci illustra gli appuntamenti:
Domenica 15 luglio, ore 21, il concerto di
apertura con il pianista italiano Alessandro Gagliardi in un concerto che esordisce con le “Polacche” di Fryderyk Chopin: “Polacca in Do diesis minore op. 26
n° 1”; Polacca in La maggiore op. 40 n° 1;
“Militare”e Andante spianato e grande
polacca brillante op. 22.
A seguire “Inno del fanciullo al suo risveglio” (da “Armonie poetiche e religiose”)
e la Rapsodia ungherese n° 12 del rivoluzionario genio ungherese Franz Liszt. Conclusione con i timbri spagnoli di Tre danze fantastiche - Exaltacion, Ensueno, Orgìa - di Joaquín Turina.
Giovedì 19 luglio sarà la volta dell’ensemble strumentale dei docenti: il pianoforte
di Paolo Francese, insieme alla chitarra di
Alberto delle Piane, al flauto di Luigi Bisanti ed al violino di Andrea Bertino.
Domenica 22 luglio gli archi incontrano il
pianoforte nello spettacolo del Trio statunitense “The InterHarmony Trio” che
conta la presenza di Misha Quint al violoncello, di Andrzej Grabiec al violino e
con il pianoforte di Svetlana Gorokhovich.
In programma: Trio élégiaque No.1 in G
Minor di Sergei Rachmaninoff; Prolitheus
Suite for Piano, Violin and Cello di Tommy
Fortmann; Piano Trio in A Minor, Op. 50
di P.I. Tchaikovsky. Seguiranno i concerti
Premio dei migliori allievi delle Master (2627 luglio) e domenica 29, l’arpa e pianoforte del “Duo Sinestesia”, rispettivamente con Alessandra Ziveri e Raffaella Zagni.
Formazione inedita che richiede grande
abilità per armonizzare “i suoni di pianoforte ed arpa” che si rincorrono “vicendevolmente tra corde e tasti, tra accordi ed
arpeggi, tra scale e glissati”, attraverso un
repertorio che si muove dalla seconda metà
del ‘700 fino ai primi del ‘900.
In esecuzione al castello, opere di: F.J. Naderman, “Duo op 25”; P. Bazelaire, Fantasiestuck Op. 87; M. Ravel, Introduction et
Allegro; C. Debussy, Danse Sacrée et Danse Profane e J. Thomas, Carmen Fantasy.
Con la performance che ritorna al piano solo
sovrano con il carismatico performer messicano Rodolfo Ritter Arenas, giovedì 2 agosto, il Querceto Festival saluta il pubblico.
Un concerto conclusivo dal programma
vasto, con contrappunti di musiche antiche: il Prelude and Fugue on theme by
Haendel di M. M. Ponce; - Concerto for
oboe in D minor BWV.974 di A. Marcello J.S Bach; Prelude and Fugue in C Major di
G. Enescu; D.Buxtehude - S. Prokofiev Prelude and Fugue for organ in d minor; M.
M. Ponce Introduction, Prelude and Fugue on a theme by Bach; Fantasie and
Fugue on B.A.C.H di F. Liszt; J.S. Bach-F.
Busoni., Prelude and Fugue in D major for
organ BWV.532.
Non c’è che dire, un appuntamento imperdibile.
Inizio spettacoli Querceto International
Piano Festival: ore 21. Ingresso: 15 E. –
prenotazione richiesta ai concerti, contattando i recapiti: +39 333 6405250, +39 329
8826391, [email protected],
www.association-marcopolo.org.
Maurizio Piccirillo
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Cultura
19
77
Quel gran
genio
di Charles
Chaplin…
di Matteo Pieracci
Se ci chiedessero poche parole per definire Charles Chaplin, potremmo descriverlo
così: “riusciva a parlare, pur restando in
silenzio..”. Saranno state forse quelle grandi scarpe un po’ bucate, lo sguardo perennemente malinconico dell’eterno innamorato, o le farse ai danni dei potenti in
una sorta di lotta infinita contro le ingiustizie sociali.
Un artista talmente poliedrico e camaleontico da riuscire a passare dal cinema muto al
sonoro senza veder diminuire la propria
notorietà. Certo, gli inizi furono in quel cine-
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ma muto che lo ricorda ancora nei panni del
timido e disadatto Charlot. Nel 1915 Chaplin
interpretò e dette vita al personaggio del
“vagabondo” Charlot, un omino, quasi una
macchietta, dai pantaloni larghi, la bombetta, il bastone e le grandi scarpe che amava
prendersi gioco della società, smascherandone le ipocrisie e le ingiustizie.
Si contano poco più di cinquanta interpretazioni nelle vesti di Charlot, da giornalista spiantato a boxeur fifone, fino a
finto dentista senza niente togliere alle altre apparizioni cinematografiche. Se in
parte la bravura mimica era innata, altresì
aver lavorato in ambiente circense fu per
Chaplin un incentivo al perfezionamento
della propria arte attoriale. I film di Chaplin
che rimangono nell’immaginario collettivo sono molti, al punto che non basterebbe una rivista intera per raccontarli tutti.
“La febbre dell’oro” (1925) è fra i capolavori del cinema (disponibile in versione
muta o sonoro), un cenno storico alla dura
corsa all’oro legata al mito americano della frontiera.
Mito americano che in tal caso è raccontato attraverso le bizzarre avventure del
vagabondo cercatore interpretato da
Chaplin.
La pellicola più apprezzata dalla critica sarà
però “Luci della città” del 1931, di cui è
impossibile non ricordare l’incontro di
boxe del protagonista Charlot e le costanti disavventure sentimentali e non del personaggio dalle grosse scarpe. Nel 36’ in
“Tempi moderni” vi è il rimando ad una
società civile che attraverso l’industrializzazione ha sostituito il pensiero umano con
l’alienazione indotta dai meccanicismi della
fabbrica. Parte della critica vide (e vede..)
nel film accenni al marxismo. Marxismo o
no, è comunque un film da amare per il
coraggio con cui racconta la società senza mai perdere il giusto humour.
Solo Chaplin nel 1940 poteva interpretare
Hitler ne “Il grande dittatore”, riuscendo
proprio negli anni del conflitto più atroce
della storia mondiale ad imprimere una valenza caricaturale al dittatore tedesco. La
satira sociale viene ripresentata nel 1947
in “Monsieur Verdoux”, di cui ricordo una
delle più belle frasi del cinema: “Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo. Il
numero legalizza, mio caro amico”. Una
stoccata contro gli eserciti e gli Stati in
guerra, contro i bigotti e i colpevolisti. Uno
degli ultimi capolavori fu “Luci della ribalta” (1952), un inno romantico ma disincantato, di cui si ricorda uno strepitoso
duetto Chaplin-Keaton.
Successivamente ci fu l’avvento del maccartismo e la conseguente dipartita per
l’Europa dello “scomodo” genio Chaplin.
Ma questa è un’altra storia che il cinema e
la vita in generale non avrebbero mai voluto raccontare.
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Attualità
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21
IL MUSEO DELLE MINIERE DI MONTECATINI VAL DI CECINA
Il sito
minerario
di
Caporciano
di Letizia Villani
Montecatini Val di Cecina è conosciuto in particolar modo per la sua miniera di rame sfruttata sino alla seconda metà dell’800.
Oggi il sito minerario di Caporciano
A
“In disp rte”
Personale
di
Vincenzo
Greco
alla Galleria
“In Villa”
di Castiglioncello (LI)
dal 28 luglio
al 12 agosto 2012
è stato ristrutturato, messo in sicurezza ed aperto al
pubblico: al piano
terra della miniera è
possibile visitare
una sezione espositiva dedicata all’attività estrattiva ed
alle gallerie, al piano superiore invece, è possibile vedere i vecchi uffici
tecnici ed amministrativi del complesso industriale.
All’interno dello
stesso edificio si
trova, inoltre, l’accesso alle gallerie
con le diverse tipologie di sostegno
ancora intatte ed
possibile visitarne
un tratto.
Pozzo Alfredo,
pozzo di estrazione
del minerale rame, è ugualmente visitabile è situato l’interno di una torre dove è conservato il materiale di
eduzione, la caratteristica più singolare di questa struttura è rappresentata oltre che dagli enormi ingranaggi
metallici anche dal meccanismo del
sollevamento originale, prevalentemente in legno e quindi sarà interessante capire come funzionava.
Esiste presso questa struttura anche
la possibilità di prenotare un laboratorio didattico nato per i bambini che
fa conoscere le dinamiche della miniera giocando.
Nel centro storico del paese, nel trecentesco Palazzo Pretorio, è stato allestito il Museo delle Miniere dove si
possono vedere una ricchissima gamma di risorse del sottosuolo che sin
dall’antichità sono state estratte in val
di Cecina come il rame, salgemma,
alabastro, la lignite, il calcedonio e
molte altre, vi è anche un laboratorio multimediale situato al piano terra dove è possibile consultare materiale storico e documentario..
Vengono inoltre svolte visite guidate
dell’intero sito dal mercoledì alla domenica dalle ore 15 alle ore 18.
22
11 Attualità
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Due dinamiche realtà della nostra Provincia
Le aziende Petra e Tua Rita
di Massimo Cappelli
Le due tenute di Petra e Tua Rita nella
Val di Cornia, vicine a Suvereto, costituiscono, pur nella differenza di dimensioni, due esempi di grande capacità imprenditoriale.
La bellissima cantina di Petra è unica.
Al visitatore appare in lontananza come
un ultramoderno castello che si erge con
la sua torre centrale sulla collina di
S.Lorenzo Alto, circondato dalle vigne
che arrivano a coprire parzialmente la
struttura, in una scenografia da togliere il fiato.
Opera del celebre architetto elvetico
Mario Botta non è solo bella a
vedersi,ma costituisce un esempio di
organizzazione e razionalizzazione della
lavorazione del vino dove tutto è sapientemente curato, dalla raccolta delle diverse uve,alla loro lavorazione sino all’affinamento ed invecchiamento nelle
gallerie scavate nella roccia sotto la vigna. Vino di punta il Petra ,altri vini eccellenti l’Alto, il Potenti, il Quercegobbe, sino all’ultimo nato destinato al grande consumo, ma comunque di buona
qualità, lo Zingari.
Proprietari della tenuta la famiglia Moretti giunta in Toscana dal bresciano.
Vittorio Moretti,titolare delle industrie
La tenuta di Petra
Moretti, specializzate nella costruzione
di prefabbricati industriali e componenti
in legno lamellare, già si era cimentato
con successo nella produzione di vino,
sua la famosa tenuta Bellavista in Franciacorta con una produzione tra le più
importanti e rinomate della zona.
Il gruppo Moretti riunisce nella holding
Terra Moretti bel 11 aziende che comprendono le Costruzioni Industriali,le
cantine di Petra e Bellavista, altre due
tenute: Contadi Castaldi anche questa
in Franciacorta e La Badiola nella ma-
remma toscana,i cantieri nautici Maxi
Dolphin e i resort de l’Albereta in Franciacorta e l’Andana in maremma. Come
si vede una presenza importante nella
nostra Provincia e in Toscana dove sono
stati effettuati rilevanti investimenti
esempio della imprenditorialità che ha
reso importante il nostro Paese nel
mondo.
Se parliamo di Tua Rita ci troviamo in
un contesto dimensionale diverso. Una
tenuta familiare,una delle prime della Val
di Cornia,nata nel 1984 per iniziativa di
Rita Tua e Virgilio Bisti che inizia la commercializzazione dei propri vini tra la
fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
Caratteristica di questa azienda la ricerca continua della qualità favorita da un
eccezionale terroir. Ecco allora che i vini
prodotti da questa azienda raggiungono le vette della eccellenza italiana ed
internazionale. Il Redigaffi è considerato un merlot tra i migliori del mondo,
il Syrah un vino eccezionale. Vini citati
con punteggi altissimi dalla prestigiosa
rivista Wine Spectator, in competizione nelle aste internazionali con i più rinomati vini francesi.
Due esempi diversi di imprenditorialità,
due diverse dimensioni, due positive storie di aziende presenti nella nostra Provincia da conoscere e valorizzare.
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Attualità
19
23
Giorgio
Niccolai
ancora
in campo
Giorgio Niccolai, uno tra gli assistenti più bravi del nostro campionato, ha avuto la deroga. Il collaboratore di linea potrà scendere in
campo anche il prossimo anno nonostante il raggiungimento dei limiti di età. Su proposta del designatore di Serie A Stefano Braschi, la
redoga è stata accolta e ratificata dal
presidente dell’AIA Marcello Nicchi.
Per Niccolai, che rappresenta una
garanzia non solo in campo nazionale ma anche in quello internazione, si tratta dell’11° anno di attività, festeggiati quest’anno con il
raggiungimento del traguardo delle 150 gare nella massima serie
A Giorgio - che tiene alto il nome
della Livorno sportiva - i complimenti di tutta la redazione.
CENTRO PER L’ARTE DIEGO MARTELLI | GALLERIA LA VIRGOLA
14 LUGLIO 2012 | 12 AGOSTO 2012
Castiglioncello ospita la mostra personale di Guido Scarabottolo dedicata
alle immagini realizzate per le copertine dei libri.
Guido Scarabottolo, classe 1947, è attivo da tempo come illustratore e
grafico. Oggi è un artista assai noto non solo agli addetti ai lavori, ma
anche al grande pubblico grazie alle copertine delle edizioni Guanda.
La mostra, curata dall’associazione Tapirulan e composta da circa 70
opere, sarà inaugurata - alla presenza dell’artista - venerdì 13 Luglio alle
ore 18:00 presso la Limonaia nel parco del castello Pasquini.
ORARI DI APERTURA:
Centro per l’arte Diego Martelli - piazza della Vittoria, 1 Castiglioncello
(LI) da martedì a domenica dalle 17 alle 24. Chiusa lunedì. Ingresso libero.
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Mese di Luglio/Agosto 2012