I GRANDI DELLA MUSICA a cura di Elio Maritano
11a Parte
Dopo il grande successo ottenuto con il "Don Giovanni", Amadeus decise di ritornare a
Vienna. Gli amici di Praga insistettero a lungo perché restasse nella capitale Ceca ma
Mozart preferiva lavorare a Vienna che considerava ormai casa sua. Il successo e l'affetto
avuto a Praga contribuirono ad aumentare l'autostima e di pari passo aumentare la fama
del compositore salisburghese.
Ritornato a Vienna l'imperatore , nel timore di perderlo, decise di dare ad Amadeus il
tanto sospirato posto fisso con una retribuzione di 800 fiorini annui. Nel novembre era
morto Gluck e Mozart sperava di essere chiamato a sostituirlo, speranza vana, Gluck era
maestro di corte mentre Mozart veniva assunto come semplice compositore, il che
significava nessun obbligo espressamente specificato.
Christoph Willibald Gluck
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Negli anni di servizio a corte Mozart scrisse 36 minuetti e 30 danze. Gli 800 fiorini di
stipendio erano troppi per il lavoro svolto ma troppo pochi per il suo valore, comunque
questo compenso fu sufficiente per far si che Mozart abbandonasse l'idea di lasciare
Vienna, almeno per il momento.
Il primo incarico ricevuto dalla corte fu una controdanza, la k534, un lavoro molto
trascinante. A dicembre gli nacque il quarto figlio, una bimba che visse solo 6 mesi.
L'anno dopo, 1788, mise in scena il "Don Giovanni” modificando libretto e partitura per
renderlo meglio comprensibile ai viennesi. Malgrado una ottima compagnia composta dai
migliori cantanti dell'epoca, il successo fu inferiore alle attese , forse gli aristocratici
erano ancora arrabbiati con Mozart per via dell' "Le nozze di Figaro", dove la nobiltà non
faceva certo una bella figura, forse per il tempo la musica di Mozart era veramente troppo
difficile. Malgrado la freddezza iniziale l'opera ebbe comunque 15 repliche. Dopo avere
assistito a uno spettacolo l'imperatore disse a Mozart, "L'opera è divina;forse più bella di
Figaro, ma non è cibo per i denti dei miei viennesi" al che Mozart rispose "Lasciamo ai
viennesi il tempo per masticarla".
Guerra Ottomano-Asburgica
Questo aneddoto appare tra le memorie di Da Ponte, uomo assai serio e preciso, ma forse
Giuseppe II non vide mai l'opera perché impegnato nella guerra contro gli ottomani. La
guerra era molto dannosa per Amadeus, tanto che il periodo 1788/1789 fu
economicamente per lui il più difficile da quando si era trasferito a Vienna. Mentre tra il
1781 e il 1787 la stima delle sue entrate annue fu tra i 2000 e i 4000 fiorini, scende in
quel periodo tra i 1400 e i 2100 annui compresi gli 800 dati dall'imperatore. Mozart, che
conduceva una vita molto dispendiosa aiutato in ciò da Costanze, si trovò costretto a fare
debiti chiedendo prestiti continuamente. A volte il denaro preso in prestito gli era
necessario per pagare gli interessi su debiti precedenti.
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Mozart era un giocatore d'azzardo, amava e frequentava le belle donne, insomma
spendeva sempre di più di quanto guadagnasse, per questo fu persino costretto, a volte, a
portare argenteria e mobilio al banco dei pegni.
Frattanto componeva danze per la corte ,terminava il difficile concerto per pianoforte e
orchestra k 537 che, causa la crisi, verrà eseguito in pubblico solo due anni dopo. Compose
ancora il trio per pianoforte ed archi k 542, portò a termine quelle che sarebbero state le sue
ultime tre sinfonie: la k 543 ( il canto del cigno),la k550 e la k551(Jupiter). La k 550 ha
conquistato una notevole popolarità, la k 543 è una sinfonia ad alta drammaticità, la k 551
ha un sorprendente minuetto e finale. In pochi mesi Mozart compose le tre maggiori
sinfonie della sua carriera e forse di tutto il diciottesimo secolo.
Tra la metà del 1788 e la primavera del 1789 Mozart diminuì la sua produzione musicale.
Scrisse un gran trio per archi k563, un trio per piano e archi k 564, rielaborò due opere di
Haydn, il messiah k 572 e la pastorale "Aci e Galatea" k 566 su incarico di Goffredo van
Switten. Troppo poco per una mente come la sua, quindi decise di partire.
Ai primi di aprile partì da Vienna alla volta di Berlino in compagnia del principe Karl
Lichnowsky e senza Constanze. Durante il viaggio fecero una prima tappa a Dresda dove
Mozart diede un concerto in casa del principe elettore di Sassonia, Federico Augusto II
suonando il k 573, il giorno dopo arrivarono a Mozart 100 ducati da parte del principe.
Proseguendo nel viaggio fecero una seconda tappa a Postdam dove il principe Federico
aveva una residenza. Mozart sperava di riuscire a farsi ricevere dal Re e a tale scopo cercò
di ingraziarsi le simpatie del musicista di corte , Jan Pierre Dupont e per lui compose nove
variazioni per pianoforte k 573 su tema dello stesso Dupont. Fatica sprecata perché il Re
non ricevette mai Amadeus.
Il 19 maggio raggiunsero Berlino dove si stava rappresentando " Il ratto del serraglio",
riuscì anche ad assistere a un concerto dove si esibiva il suo giovane allievo Hummel che
allora aveva solo 9 anni. A Berlino Amadeus diede un concerto a corte e ,forse, ricevette da
Guglielmo II la commissione per 6 quartetti e 6 sonate facili. Di queste commissioni non si
hanno notizie certe, molto probabilmente Mozart millantò queste commesse per accrescere
la sua fama e giustificare i soldi spesi per il viaggio, quei lavori vennero veramente scritti e
dati alla stampa, ma a spese dello stesso Mozart. Il primo quartetto il k577 fu seguito dalla
sonata k 576 e furono lavori di notevole qualità.
I rapporti con Constanze in quel periodo erano alquanto deteriorati e i due coniugi si
scambiavano velatamente accuse di tradimenti. Tutto sommato avevano delle buone
ragioni, sia Amadeus che Constanze sapevano bene come riempire i vuoti dei propri letti
nei periodi di separazione. Su un fatto però erano d'accordo, comportarsi con
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discrezione ,difendere il buon nome e l'onore. Questo stato di cose comportava un grosso
dispendio di denaro e Mozart continuava a fare debiti.
A fine settembre Amadeus terminò di scrivere il quintetto per violini e archi k581.
Constanze nel frattempo partoriva il quinto figlio, una bimba che visse solo un'ora.
A ottobre Wolfgang iniziò a comporre il suo ultimo capolavoro in italiano "Così fan tutte".
Locandina “Così fan tutte”
L'opera gli venne commissionata da Giuseppe II visto il successo di Figaro nella nuova
edizione. Questo lavoro racconta dei comportamenti libertini di ragazze nobili e di quanto i
loro fidanzati creduloni, facciano per poter vincere una scommessa a riguardo della fedeltà
delle ragazze nei loro confronti, scommessa fatta con Don Alfonso , vecchio filosofo
disincantato. Anche questo lavoro metteva in ridicolo la nobiltà e la borghesia, le ragazze
erano sciocche e facilotte, i fidanzati ufficiali ingenui, mentre la servetta , una giovane
popolana, risultava astuta, intraprendente e anche colta dal momento che ad un certo punto,
per farsi passare per medico, riusciva a dire anche alcune parole in latino. Il lieto fine
metteva a posto ogni cosa ma i nobili ancora, una volta, non facevano bella figura.
Questo lavoro fruttò a Mozart 200 ducati (900 fiorini) ma il risultato fu che per tutto
l'ottocento questo lavoro venne messo al bando.
Il 20 febbraio 1789 moriva Giuseppe II e il suo successore , Leopoldo, era piuttosto
conservatore. Portò rapidamente a termine la guerra contro i turchi, pose fine alla lotta
contro i privilegi dei nobili e si rivelò piuttosto indifferente per la vita culturale della
capitale. Il viaggio a Berlino non aveva dato i risultati sperati.
Il 10 novembre 1790 Mozart ritornò a Vienna dopo un viaggio che durò ben 50 giorni, soste
dovute alla necessità di dare concerti per "fare cassa". Tornato a casa portò a termine un
"Adagio e fantasia per organo meccanico" k 590. Questa musica gli fu commissionata dal
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conte Joseph Deym, il quale aveva aperto nella capitale austriaca una sorta di museo delle
cere con busti, orologi e organi meccanici. Malgrado scrivere queste musiche lo annoiasse,
Mozart ne compose un secondo: il k 608 "Per fare ballare alcuni ducati nelle mani della
mia mogliettina".
Visto che Vienna al momento non offriva molte opportunità, Mozart pensò di raggiungere
alcuni amici, tra qui Haydn, trasferitosi a Londra.
Questo progetto non fu mai realizzato, fortunatamente l'anno dopo Mozart guadagnò a
Vienna quasi quanto Haydn a Londra. Come in una forma di presentimento Mozart, in
quello che sarebbe stato l'ultimo anno di vita, compose molti lavori.
Gli vennero commissionate due opere liriche :"Il flauto magico" e "La clemenza di Tito",
scrisse lo splendido "Ave Verum" k 618,l'ultimo concerto per pianoforte e orchestra k 595,il
concerto per clarinetto in la maggiore k 622, un quintetto per archi k 614, due cantate
massoniche, k 619 e k 623,alcune parti del "Requiem" k 626,arie, minuetti e controdanze.
Anche dal punto di vista economico le cose migliorarono, le entrate furono tra i 3600 e
i 5000 fiorini. Il concerto k 595 venne presentato il 4 marzo in una sala messa a
disposizione dal committente, Ignaz Iahn , che gestiva i grandi ricevimenti dati a palazzo
( una sorta di moderno catering). Tra gennaio e maggio Mozart compose numerose danze,
il quintetto k 614, e alcune musiche per "glassharmonica" k 356 e k 617, uno strumento
perfezionato da Benjamin Franklin, dal suono simile a quello dei moderni sintetizzatori
elettronici.
Benjamin Franklin e la “glassharmonica”
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Mozart iniziò a comporre "Il Flauto Magico" k 620 su testo di Schikaneder a maggio e il
mese dopo aveva già orchestrato il primo atto. A metà di luglio Guardasoni, che già gli
aveva commissionato il "Don Giovanni", gli chiese per il teatro di Praga un nuovo lavoro
"La clemenza di Tito" opera da mettere in scena a Settembre per l'incoronazione di
Leopoldo II nuovo Re di Boemia. Mozart dunque, dovette lavorare contemporaneamente
alle due opere. Ad agosto mise da parte "Il flauto magico" per dedicarsi esclusivamente
a "La clemenza di Tito". Come se il lavoro non gli fosse sufficiente, accettò ancora
l'incarico per scrivere una messa da requiem, e quindi fino a dicembre fu pieno di lavoro.
Wolfgang rimase attivo e di buon umore sino a novembre quando incappò nella malattia
che lo condurrà alla morte.
A giugno Constanze, che era per la sesta volta incinta, partì per Baden, centro poco lontano
da Vienna, con il figlioletto Carl di quasi sette anni. Constanze si recò là per curarsi e
Wolfgang andò a trovarla spesso preoccupandosi della salute della moglie.
A Vienna Mozart viveva solo, cosa che non amava, aveva timore della solitudine e quindi
alcune volte andava a dormire da Joseph Leutgeb, un cornista suo amico, probabilmente
molte altre volte mangiava e dormiva in dolce compagnia visto che amava le frequentazioni
femminili. D'altro canto anche Constanze non soffriva di solitudine avendo la compagnia di
Franz Xaver Sussmayr, un giovane di venticinque anni allievo e collaboratore di Amadeus
da circa un anno. Sussmayr si trovava a Baden per curare l'orchestrazione del "Flauto
Magico" e pare che nel frattempo avesse anche il tempo per "curare" Constanze.
Fonte "Wam la vita al tempo di Mozart" editori La Terza
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Wolfgang Amadeuz MOZART