MAGAZINE
ANNO 05
numero 1
speciale orientamento
ottobre 2013
NOTIZIE,
EVENTI,
COMMENTI
FUORI E DENTRO
LA SCUOLA
periodico a cura di:
CENTRO STUDI CASNATI - Via Carloni 8, 22100 COMO - Tel. 031 5378900 - www.centrocasnati.it
DICONO DI NOI...............................................14
LA SCUOLA DELL’ INNOVAZIONE..............16
ARTISTICO
ALBERGHIERO
ISTITUTO
CSC MOBILE APP
SUPPORTO DSA
SI SCRIVE TRASPORTI E
LOGISTICA, SI LEGGE
AERONAUTICO................................................18
CASNATI
SUPPORTO DSA
STUDENTI
FORMAZIONE
ISTITUTO
CSC NEWS
CSC
CSC
LINGUISTICO
CONVENZIONI
FORMAZIONE
ARTE E PRODUZIONE.....................................13
PC IN CLASSE ISTITUTO
IL “PRINCIPE“ DELL’ ANIMAZIONE 3D ......12
CASNATI FAD
RIFLESSI D’ARTE A COMO.............................10
SHO C
CASE
AERONAUTICO
CSC STUDENTI
L’ESPERIENZA DELL’EX....................................9
CSC
IL CODICE DI UNA LINGUA............................7
E-BOOK
CASNATI FAD
AREA RISERVATA
QUANDO IL LICEO E’ DAVVERO
LINGUISTICO.....................................................6
CASNATI FAD
COMPUTER IN CLASSE...................................4
ORIENTAMENTO
BADGE ELETTRONICO
OPEN DAY CSC
CASNATI FAD
ORIENTAMENTO
AERONAUTICO
PC IN CLASSE
ALBERGHIERO
COMUNICAZIONI
CSC BADGE ELETTRONICO
ALBERGHIERO
CSC PC IN CLASSE
CSC MOBILE APP
SUPPORTO DSA
CASNATI FAD
ORIENTAMENTO
AREA RISERVATA centrocasnati.it/showcase CSC E-BOOK
SUPPORTO DSA
ORIENTAMENTO BADGE ELETTRONICO
SCUOLA
CASNATI FAD
CASNATI FAD
E-BOOK
CONVENZIONI
€
CASNATI FAD
PC IN CLASSE
ALBERGHIERO
AERONAUTICO
LICEO
E-BOOK
SUPPORTO DSA
CASNATI FAD
CSC MOBILE APP
CSC
LINGUISTICO
ANNO 05
numero 1
speciale orientamento
ottobre 2013
CASNATI FAD
CONVENZIONI
AREA RISERVATA
SOMMARIO
I GUARDIANI DEL CIELO...............................19
PROFESSIONE PILOTA..................................21
AMBIZIONE E PASSIONE.............................22
LA CUCINA, REGNO
DI PASSIONE E CREATIVITÀ........................24
CARANCHINI, ASTRO NASCENTE:
DELLA RISTORAZIONE ITALIANA..............25
L’ISTRUZIONE E FORMAZIONE
PROFESSIONALE..............................................26
ORIENTAMENTO 2014/15...............................28
CSC MAGAZINE
a cura di:
DIREZIONE, REDAZIONE:
Via Carloni, 8 - 22100 COMO
Tel. 031 5378900
Fax 031 301392
Progetto grafico:
Matteo Scaccabarozzi
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primo piano
Il terzo punto è il problema sull’approccio alla
didattica.
COMPUTER
IN CLASSE
UNA MODA, UNA CHIMERA O UNA REALTÀ?
Lo leggiamo su tutti i maggiori quotidiani. Titoloni che enfatizzano lo sbarco di innovative
soluzioni tecnologiche nelle scuole italiane.
Ma è veramente così? Si può affermare che
questo prezioso strumento di lavoro e svago
quale è il personal computer finalmente è approdato anche nella scuola italiana, al punto
da sostituire i libri di testo oppure, in qualche
caso, addirittura i docenti?
Qual è lo stato dell’arte?
La situazione non è così ottimistica, in realtà.
Leggiamo di Ipad, netbook in classe, uno per
ogni studente. Ma a cosa servono in realtà?
Il contenitore (il computer) è indubbiamente
innovativo e lo conosciamo bene, ma i contenuti?
Compreremmo una Lamborghini per poi allestirla internamente come una Panda? Compreremmo una casa a Montecarlo per arredarla
coi mobili dell’Ikea? Ancora, acquisteremmo
un autobus da 50 posti se la nostra famiglia è
composta da 3 persone?
Lo diciamo perché, riprendendo concettualmente gli esempi sopra, sembra proprio si stiano proponendo queste paradossali situazioni
in merito all’approdo delle tecnologia nelle
aule scolastiche.
Ma quali sono questi problemi di incoerenza,
nel dettaglio?
Il primo punto è il problema infrastrutturale.
Usare un pc in una scuola significa, ai nostri
giorni, la possibilità di avere accesso alla rete,
a Internet. E’ fondamentale, perché il pozzo di
conoscenza risiede lì dentro.
MAGAZINE
Farlo non è così banale, perché per rendere accessibile internet, sarebbe necessario cablare
tutte le aule scolastiche. Roba vecchia direte,
ormai c’è il wi-fi!! Vero e infatti questa è la soluzione per portare a tutti l’accessibilità alla
rete. Ma il wi-fi non compare magicamente e
spontaneamente; va “guidato” e per portare il
segnale fino a noi servono apparecchi dedicati
e qualità di segnale, perché 700-800 tra studenti e docenti che accedono contemporaneamente tramite lo stesso accesso ad internet
significa progettare una rete professionale,
capillare e molto costosa.
Quindi il primo punto è: i pc in classe sono
poco utili se non hanno a disposizione una
rete accessibile e performante.
Il secondo punto è il problema sui contenuti.
Si parla di sostituire i libri di testo, a vantaggio di nuovi strumenti digitali. Già, ma dove
sono oggi i sostituti dei beneamati libri di
testo? Ci sono timidi tentativi di digitalizzazione dei contenuti e per fortuna qualche raro
esempio illuminato di didattica multimediale
ma sono una goccia nel mare. Quindi di cosa
stiamo parlando? Gli studenti, secondo il modello ambito, portano il pc in classe e... Cosa
ci fanno?? Per carità le risorse sulla rete sono
infinite: si possono guardare video didattici,
leggere quotidiani in lingua e molto altro.
Ma è questo un progetto strutturato di migrazione verso le nuove tecnologie applicate alla
didattica?
Serve ben altro, servono prodotti e servizi dedicati a questo nuovo modello formativo.
Una volta consegnato un pc ad ogni alunno,
cosa ci fanno gli studenti? Il discorso si riallaccia al punto sopra. Ma ancora, ammesso e non
concesso che questi contenuti ci siano, come
li mettiamo in relazione alla tradizionale programmazione didattica del docente? In pratica, a cosa serve questa invasione tecnologica
se poi non è in stretta relazione con quanto
sviluppato in aula dal docente? Si rischia di
disorientare gli studenti, dando loro infinite
ed accattivanti risorse ma che in realtà non
giovano a sviluppare gli obiettivi del docente,
coerentemente con la sua programmazione
didattica. Questa è quindi l’ulteriore sfida:
sviluppare strumenti e metodologie che vadano di pari passo con il lavoro istituzionale
del docente e che anzi siano complementari al
lavoro fatto in classe.
Se non si persegue questo obiettivo, il pc in
classe diventa un gadget fine a se stesso.
Non vogliamo essere distruttivi: siamo all’alba dell’approdo della nuova tecnologia in un
contesto scolastico e quindi è fisiologico ci
siano errori, tentennamenti e progetti zoppicanti. Tra qualche anno tutte queste anomalie
saranno un vago ricordo sperimentale e siamo
sicuri ci sarà una piattaforma digitale integrata, con pc, contenuti digitali e soprattutto un
approccio consolidato verso queste soluzioni
tecnologiche. Anche a scuola.
Il quarto punto è inerente all’approccio del
Casnati in merito ai precedenti tre punti...
Cosa sta facendo il Casnati?
Prima di tutto ha affrontato il problema al
Cosa sta facendo il Casnati?
Prima di tutto ha affrontato il
problema al contrario, cioè
partendo dalla metodologia e
dai contenuti.
contrario. E cioè partendo dalla metodologia
e dai contenuti. La piattaforma CSC Fad è attualmente uno strumento ormai consolidato
che mette a disposizione di tutti gli studenti
del Centro Studi Casnati contenuti costantemente aggiornati e sincronizzati con l’attività
didattica frontale: la versione attuale è frutto
di una sperimentazione che procede ininterrottamente da 5 anni e che si è avvalsa nel suo
sviluppo della collaborazione del personale
interno all’istituto e di esperti della didattica
esterni. Ma andiamo con ordine.
Nell’anno scolastico 2009/2010 è stata installata la piattaforma di formazione a distanza
(denominata CSCFad) e selezionate alcune
classi e docenti per testarne l’utilizzo. Somministrando lezioni, test, ricerche e questionari,
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tutto in coerente relazione con quanto svolto
dal docente in aula. Il risultato è stato incoraggiante, tanto per i contenuti didattici sviluppati, quanto soprattutto per il favorevole
riscontro ottenuto presso i ragazzi, che hanno
familiarizzato da subito con la piattaforma di
e-learning, rilevandola come ottimo ausilio
didattico. Dal test operativo si è arrivati ad
una prima applicazione pratica: i corsi di recupero. I docenti hanno infatti utilizzato la piattaforma per comunicare e inviare contenuti
agli studenti con debiti da recuperare. I quali
hanno potuto fare esercitazioni e quanto previsto direttamente da casa.
A questa prima esperienza si sono aggiunte
poi nel tempo, a partire dall’a.s. 2010/11 altre
applicazioni che di fatto ampliano quotidianamente la gamma dei servizi veicolati attraverso la piattaforma: test d’ingresso per i neo
iscritti, corsi dedicati al consolidamento delle
competenze linguistiche, gestione degli sportelli didattici, esercitazioni in autocorrezione,
workshop di aggiornamento per i docenti, etc.
Già dal successivo anno scolastico tutti i docenti sono stati abilitati a caricare contenuti
ed i corsi attualmente attivi, suddivisi per istituto e per classe di appartenenza, sono ad oggi
circa 300 e vengono quotidianamente utilizzati dalla totalità degli studenti del Centro Studi
Casnati. Abbiamo inoltre iniziato a registrare
le prime lezioni in videoconferenza e il risultato è molto gratificante. L’obiettivo non è chiaramente quello di sostituire l’insegnante in
aula, ma lo strumento della videoconferenza
offre la possibilità di registrare cicli di lezioni
su un particolare argomento oppure consentire a chi dovesse essere assente di rimanere al
passo col programma. O anche semplicemente
vedere e rivedere una lezione su un argomento
particolarmente ostico o complesso.
Affrontati con successo i primi due punti su didattica e contenuti, l’ultimo punto era quello
dell’infrastruttura tecnologica. Per consentire a ogni studente, in ogni classe dell’Istituto,
di poter accedere alla piattaforma e iniziare a
usarla assieme agli insegnanti, direttamente
in aula. Oltre che a casa.
Arriviamo così all’anno scolastico 2011/12.
Da settembre 2011, inizialmente per le sole
classi prime, il progetto Pc in classe ha quindi
raggiunto la sua piena applicazione: è stata infatti attivata una grande rete wi-fi all’interno
del Casnati con oltre 40 accesspoint distribuiti
in tutta la struttura per permettere una piena
integrazione della piattaforma CSC fad all’interno della quotidiana attività didattica. Ogni
alunno può accedere alla rete direttamente
dal proprio banco ed ogni utenza è interamente tracciata e vincolata: lo studente Mario Rossi può accedere SOLO dalla sua classe e tutta
l’attività effettuata dal suo pc viene costantemente monitorata.
Siamo così giunti, nell’a.s. 2011/12, ad attivare
l’ultimo passaggio: il progetto pc in classe, che
dall’anno scolastico 2012/13 vede coinvolte
tutte le classi prime e seconde. Quel passaggio che tutti stanno mettendo al primo posto,
noi l’abbiamo messo all’ultimo. Non perché il
meno importante, anzi; ma semplicemente
perché nelle nostre intenzioni era l’attività più
di facciata e paradossalmente la più semplice
da implementare. Prima di questo serviva,
come detto, ben altro e adesso anche per questo ultimo tassello è diventato realtà.
Per dotare ogni studente di un computer da
utilizzare a scuola, abbiamo stipulato una
interessante convenzione con una primaria
azienda internazionale, produttrice di PC, che
consentirà di fornire ad ogni studente un PC
portatile con schermo da 12 pollici: un’altra
simile collaborazione ci permetterà dall’a.s.
2013/14 di usufruire di versioni digitali dei
libri di testo per tutti gli studenti coinvolti dal
progetto.
Questa è quindi la risposta del Casnati a quella che in molti casi sembra una moda dilagante, ma che in realtà spesso non sembra fornire
una risposta concreta all’esigenza dell’utilizzo
delle nuove tecnologie applicate alla didattica.
Noi ci crediamo davvero e per cinque anni
abbiamo progettato e sviluppato un sistema
che potesse funzionare davvero e soprattutto
che avesse una reale utilità dal punto di vista
didattico: l’evoluzione del progetto ha anche
permesso di offrire ulteriori strumenti di supporto agli studenti DSA per i quali abbiamo
ricevuto patrocini istituzionali e riconoscimenti ministeriali. Adesso siamo pronti, senza proclami modaioli, a sviluppare anche su
questo fronte la nostra tradizione di continua
innovazione.
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QUANDO
IL LICEO È
DAVVERO
“LINGUISTICO”
L’IMPORTANZA DEL MONTE ORE DEDICATO ALLO STUDIO DELLE LINGUE STRANIERE
Aurelio Schiavone
Parlare di liceo linguistico evoca un tipo di
scuola con caratteristiche note e abbastanza
identificate. In realtà pochi sanno che questo
tipo di liceo ha vissuto fino a poco tempo fa
in un perenne stato di sperimentazione, tanto che i licei linguistici in quanto tali erano
piuttosto rari, affiancati da numerosi ibridi
di diversa derivazione: ex-istituti magistrali,
istituti tecnici per il commercio, licei scientifici ad indirizzo linguistico. La riforma
dell’ordinamento scolastico, entrata in vigore
a partire dall’a.s. 2010/11, ha ridefinito gli assetti dell’offerta formativa di tutti gli istituti,
introducendo novità sostanziali negli indirizzi di studio. Tra le varie questioni toccate,
si stabilisce l’articolazione del sistema dei licei che ora comprende i già noti licei artistici, classici e scientifici; introduce quelli delle
scienze umane, quelli musicale e coreutico e,
cosa importante, anche i licei linguistici. Negli
ultimi decenni la scuola privata riconosciuta,
prima, e paritaria, poi, ha colmato l’assenza
dell’istruzione statale in quest’ultimo ambito
scolastico. Il Liceo Casnati è stato un precursore nel settore. Dedicato a Francesco Casnati, giornalista comasco d’adozione scomparso
nel 1970, il liceo linguistico è l’Istituto at-
MAGAZINE
torno al quale si è sviluppato il Centro Studi
Casnati oltre ad essere uno dei primissimi
licei linguistici in Italia. Come si accennava
prima, il resto del panorama della formazione secondaria linguistica era coperto da corsi
di natura sperimentale. La riforma, nel senso
dell’autonomia scolastica introdotta alla fine
degli anni novanta, ha consentito alle scuole
superiori di poter usufruire del 20% del totale
delle ore settimanali per modifiche al piano
di studi, al fine di inserire nuovi progetti che
prevedano l’ampliamento delle materie esistenti. Sfruttando questo strumento, il Liceo
Casnati ha ben presto riorganizzato l’offerta
curricolare del proprio corso, introducendo
lo studio della terza lingua straniera, a scelta
tra spagnolo o francese, sin dal primo anno. A
questo primo aggiornamento dell’offerta formativa dell’istituto si sono presto aggiunti gli
approfondimenti di “interpretariato”, quello
“turistico-alberghiero” e la nuova “area classica”, che hanno introdotto specifiche aree di
approfondimento con un incremento delle ore
di lezione. Attualmente, alla luce dell’entrata
in vigore della riforma dell’ordinamento scolastico, le caratteristiche del Liceo Linguistico
“Casnati” mantengono inalterate le premesse
che caratterizzano questo Istituto fin dalla
sua nascita.
Ma cosa contraddistingue l’offerta formativa
del Liceo Casnati da quella degli altri Istituti?
Lo abbiamo chiesto alla professoressa Beatrice Astori, preside del Centro Studi Casnati.
“Nel corso degli anni, seguendo l’evoluzione che i diversi strumenti normativi ci mettevano a disposizione, abbiamo sempre tentato di mantenere una
certa impostazione “tradizionale” per il nostro Liceo Linguistico basata principalmente sullo studio
delle tre lingue straniere. Mi spiego meglio: il Liceo
Linguistico Casnati, uno dei primissimi in Italia, è
nato nel 1971 come Liceo Linguistico “puro” e la
sua caratteristica è sempre stata quella di approfondire lo studio delle lingue straniere seguendo un
approccio che affiancasse alla mera teoria anche
esercitazioni pratiche. Non a caso molti nostri ex
studenti hanno approfondito tali tematiche anche
dopo il diploma raggiungendo traguardi professionali in ambito linguistico di tutto rispetto. Durante questi quaranta anni la filosofia ispiratrice
del nostro Liceo è stata mantenuta inalterata e la
differenza con gli altri istituti, rispetto allo studio
delle lingue, è chiara anche dopo l’entrata in vigore
della riforma dell’ordinamento scolastico”.
Analizzando il piano di studi dell’area “Trilingue”, ovvero l’area comune attorno alla
quale si sviluppa l’offerta formativa del Liceo
Casnati, abbiamo modo di verificare in che
modo le modifiche operate in termini di ore
influenzino l’approccio allo studio delle lingue
straniere.
Nel nostro caso, grazie all’autonomia scolastica che ci offre un
certo margine di discrezionalità,
lo studio delle lingue straniere
occupa quattordici ore
settimanali su trenta ore totali.
“Rispetto allo schema di partenza proposto dalla
riforma, che già si avvicina moltissimo al nostro
storico piano di studi e che obbliga gli altri istituti
ad uniformarsi ad un’impostazione che noi abbiamo sempre seguito, abbiamo apportato alcune
modifiche in modo tale da perfezionarlo e renderlo adatto ai nostri standard di insegnamento. Lo
studio delle tre lingue straniere, che storicamente abbiamo affrontato a partire dal primo anno,
viene ulteriormente potenziato dedicando cinque
ore settimanali allo studio delle prime due lingue
e quattro alla terza lingua. Questa scelta, che
sostanzialmente aggiunge tre ore settimanali di
studio linguistico allo schema di partenza proposto dal Ministero, eleva il monte ore settimanale
a trenta, proponendo una proficua continuità con
quanto proposto durante i passati anni scolastici”.
Il piano di studi è un valido strumento di raffronto tra le differenti offerte formative dei
diversi istituti: se ciò era vero quando, prima
dell’entrata in vigore della riforma, chi aveva
intenzione di affrontare lo studio delle lingue
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straniere aveva la necessità di comparare i
piani di studi delle più svariate ed ardite sperimentazioni linguistiche proposte da molteplici realtà educative, adesso acquisisce forse
maggiore importanza nell’analisi dei diversi
licei linguistici.
“Un ottimo e sicuramente utile esercizio di comparazione tra i differenti licei Linguistici è senza
dubbio costituito dall’analisi del numero delle ore
dedicate allo studio delle lingue straniere rispetto al totale delle ore settimanali. Nel nostro caso,
grazie all’autonomia scolastica che ci offre un certo margine di discrezionalità, lo studio delle lingue
straniere occupa quattordici ore settimanali su
trenta ore totali, con un picco di quindici ore durante il terzo anno (50%). Si tratta di uno studio
concreto e strettamente legato alla realtà quotidiana. Con questo intendo dire che lo studio delle
lingue straniere – inglese e due lingue a scelta
tra francese, tedesco e spagnolo n.d.r. – viene
finalizzato durante l’anno scolastico al conseguimento di specifiche certificazioni linguistiche, le
stesse che gli studenti universitari devono conseguire durante gli studi accademici e le stesse che
vengono richieste dal mondo del lavoro. Si tratta
di una scelta che permette di rendere oggettiva la
competenza linguistica acquisita dal singolo studente al termine di ogni anno scolastico offrendogli uno strumento che possa aiutarlo nel mondo
reale, dove la conoscenza della lingua deve necessariamente essere pratica oltre che teorica. Non
scordiamoci poi che anche lo studio della lingua e
letteratura latina ed italiana segue, in parallelo, lo
studio delle lingue straniere: proponendo un’evoluzione della complessità dei temi trattati è possibile
proporre un’utile comparazione tra le differenti regole grammaticali e gli stili letterali, favorendone
l’apprendimento.”
All’area “trilingue” del Liceo Linguistico Casnati, che costituisce la parte comune con
trenta ore settimanali, possono seguire a partire dal terzo anno tre diverse aree di approfondimento di tre ore settimanali aggiuntive:
l’area “interpreti”, l’area “turistico alberghiero”
e l’area “classica”
“La proposta di queste tre aree di approfondimento
a partire dal terzo anno si inserisce nella logica di
rendere ancora più concreta la preparazione degli
Con il nostro piano di studi, che
non ha eguali nel nostro
territorio per numero di ore
dedicate alle lingue straniere,
intendiamo mantenere la nostra
tradizionale e consolidata
organizzazione didattica.
studenti che decideranno di seguirle, prendendo
spunto dalle esigenze espresse dal mondo del lavoro contemporaneo. I ragazzi approfondiranno, in
lingua inglese, alcune materie specifiche per ogni
indirizzo quali “Traduzione consecutiva e simultanea” per l’area “Interpreti” o “Tour Operator” per
l’area “Turistico alberghiero”. Riprendendo il discorso fatto prima, con l’area di approfondimento
lo studio delle lingue straniere al terzo anno tocca
il 54% del monte ore settimanale. La nuova area
“classica” mira invece ad approfondire lo stretto legame esistente tra lo studio della lingua inglese e
del latino”.
Il nuovo ordinamento scolastico, entrato in
vigore a partire dall’anno scolastico 2010/11,
IL CODICE DI UNA LINGUA
Con un’offerta formativa in
costante evoluzione,
il Liceo Casnati si pone sempre
l’obiettivo di offrire ai suoi
studenti i migliori strumenti e
le regole più appropriate
per l’apprendimento delle
lingue straniere ed il loro
utilizzo in ambito professionale:
il “codice” di una lingua
appunto.
Vanna Bullock ci spiega il
perchè.
L’offerta del Liceo Casnati si struttura attraverso
l’area “trilingue”, l’area “interpreti”, l’area “turistico-alberghiero” e l’area “classica”. Per meglio
approfondire gli aspetti legati alla didattica e, più
in generale, per illustrare la filosofia dell’insegnamento di questo istituto, è interessante coinvolgere forse la figura principale di ogni processo
formativo ed educativo: il docente.
La professoressa Bullock, insegnante bilingue
del nostro Liceo Linguistico, è anche direttrice
didattica di British Institutes Como e della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “F. Casati”
di Como, oltre che responsabile delle certificazioni per il Centro Studi Casnati. Ha maturato
un’esperienza oramai trentennale nell’erogazione di corsi di preparazione alle certificazioni linguistiche a tutti i livelli, da A1 a C2, del Quadro
di Riferimento Europeo. Per British Institutes
ha anche collaborato alla creazione di One-Way,
il corso di inglese multimediale di “Opera Mul-
non ha quindi snaturato quella che ormai è
una quarantennale impostazione del Liceo
Linguistico Casnati ma offre anzi alcuni interessanti spunti degni di essere approfonditi.
“Lo schema proposto – prosegue la professoressa
Astori – introduce interessanti novità che saranno operative a partire dal terzo anno. A questo
punto della preparazione, infatti, si introdurrà
lo studio di una materia non linguistica in lingua
straniera alla quale si aggiungerà, durante il quarto anno, lo studio di un’ulteriore materia non linguistica in lingua straniera. Questa novità, al quale si aggiunge nel nostro Liceo la già consolidata
ora settimanale di conversazione durante lo studio
delle lingue straniere, ha come obiettivo l’ulteriore
consolidamento della lingua inglese quale strumento di comunicazione, anche in ambiti non prettamente linguistici. Si tratta di una grandissima
opportunità per tutti gli studenti che si inseriscono adesso nel Liceo Linguistico: con il nostro piano
di studi, che non ha eguali nel nostro territorio
per numero di ore dedicate allo studio delle lingue
straniere, intendiamo mantenere la nostra tradizionale e consolidata organizzazione didattica. La
stessa che ci permette, da oltre quaranta anni, di
insegnare le lingue nel nostro territorio.”
timedia e British Institutes” che ha ottenuto il
Label Europeo 2004, un riconoscimento che
incoraggia nuove iniziative nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue
e premia le nuove tecniche di insegnamento. A
lei, che si occupa in primo luogo della formazione degli studenti dell’area “Interpreti”, abbiamo
chiesto di descrivere i punti principali dell’organizzazione didattica del Liceo Linguistico.
Professoressa Bullock, ci può descrivere
gli argomenti affrontati durante gli studi
al Liceo Linguistico “F. Casnati”?
B: Nel corso dei cinque anni di studio si lavora
ovviamente su più fronti. Il biennio privilegia lo
studio della morfo-sintassi, ovvero della grammatica, e lo sviluppo della competenza lessicale
e pragmatica.
E’ vero che in anni recenti si è spesso sentito
dire che imparare la grammatica non sia utile: io
sono fermamente convinta invece che nei primi
anni sia essenziale per i ragazzi impadronirsi
degli strumenti del mestiere. Usando un’analogia che trovo particolarmente efficace, se si
vuole “scorazzare” in lungo e in largo alla guida
di un’autovettura è necessario saper mettere in
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l’intervista
moto, inserire le marce, capire limiti e potenzialità del mezzo, conoscere il codice della strada e
così via.
Conoscere il “codice” di una lingua significa
anche capire il cuore e la forma mentis dei parlanti di quella lingua, capire come percepiscono
il mondo, come catalogano l’esperienza. Perché
in inglese le minacce si proferiscono sempre al
futuro e non con il presente come in italiano?
Perché gli inglesi hanno un’infinità di modi per
tradurre il concetto di “dovere”? Perché l’inglese
ha sviluppato una serie di tempi, quelli progressivi, di cui l’italiano non avverte il bisogno? Sono
un’infinità le domande che ci si può porre. Ecco,
si vuole insegnare perché in un dato contesto
un anglofono si esprimere in un dato modo. Ne
consegue che l’insegnamento dell’inglese non
può focalizzarsi sullo studio della grammatica
prescrittiva, della regola fine a se stessa, ma deve
abbracciare quella che viene chiamata “grammatica descrittiva”, che si occupa del funzionamento della lingua, inclusa quella parlata.
Le ore di conversazione, su cui lavorano in parallelo i docenti di classe e i lettori madrelingua,
sono attivate per la lingua inglese fin dal primo
anno ed offrono l’occasione di mettere in pratica
quanto si apprende nelle altre ore. Si consolidano
qui le abilità descrittive, narrative, di interazione, nonché la capacità di esprimere e comunicare
le emozioni: interesse, curiosità, sorpresa, noia,
imbarazzo, orgoglio, soddisfazione, simpatia,
antipatia, insofferenza, gioia, tristezza, speranza, paura, disappunto, e così via.
Già da alcuni anni si è inoltre deciso di inserire nel POF, il piano dell’offerta formativa, la
preparazione alle certificazioni, viste non come
attività integrative, ma come elemento cardine
della preparazione linguistica. Le certificazioni
linguistiche permettono di classificare la conoscenza linguistica a livelli standard su scala
internazionale. Rispondono dunque a criteri di
trasparenza e spendibilità sia in ambito scolastico e universitario che lavorativo. Prendiamo,
a titolo esemplificativo, le certificazioni di livello
B1, tipo PET, che è l’obiettivo minimo previsto
per l’uscita dal biennio: esse attestano la capacità
di agire in circostanze in cui è richiesto un uso
quotidiano della lingua, di leggere semplici testi
e articoli di giornale, di scrivere lettere personali
non complesse o prendere appunti durante una
“Conoscere il “codice” di una
lingua significa anche capire
il cuore e la forma mentis dei
parlanti di quella lingua”.
riunione. I candidati promossi riescono a utilizzare stili di comunicazione adeguati a varie
situazioni e sono in grado di andare oltre i fatti,
percependo opinioni, atteggiamenti e stati d’animo nella lingua inglese parlata e scritta. E’ chiaro dunque che questo tipo di lavoro permette di
lavorare su tutte e quattro le abilità linguistiche:
scrittura, lettura, ascolto e parlato.
MAGAZINE
Nel triennio si intraprende poi lo studio della
letteratura, che significa anche capire come si è
andata costruendo l’identità di un popolo, come
si sono formati i suoi valori, significa immergersi
nella realtà di una terra, della sua gente, significa
ampliare la propria conoscenza e comprensione
dei diversi processi storici e culturali. È anche
occasione ideale per ampliare il proprio vocabolario, capire come funziona un testo, esercitare
le proprie capacità di analisi ma anche porsi domande profonde, capire che non si esiste solo nel
presente, ma si è parte di un processo e di un
movimento più vasto. E’ nelle ore di letteratura
che l’interdisciplinarietà trova la sua massima
espressione: lo studio della letteratura inglese,
per esempio, non può prescindere da quello della
letteratura italiana o della letteratura delle altre
lingue, della storia, della filosofia, dell’educazione civica.
Qual è la specificità dell’indirizzo
“Area Interpreti”?
B: Il liceo linguistico offre la possibilità di scegliere tra il classico indirizzo “Trilingue” e vari
indirizzi. Personalmente mi occupo della formazione degli studenti dell’area interpreti, un percorso che permette di colmare la tanto temuta
dicotomia tra mondo della scuola e mondo del
lavoro. La preparazione linguistica è ovviamente
più approfondita e si affinano le capacità espressive e la fluency. Il programma è ampio e articolato e si spazia dalle tecniche di memorizzazione e gestione dell’ansia a quelle di traduzione e
public speaking. Pur non potendo ovviamente
sopperire alla formazione data da un percorso
universitario, il corso permette di cominciare
ad avvicinarsi a materie complesse e spesso affascinanti come la mediazione interculturale, le
diverse tecniche di interpretariato (chuchotage,
interpretariato di trattativa e simultanea), i linguaggi settoriali o microlinguaggi, le tecniche
di traduzione per il web, per l’editoria, per il turismo e così via. Nel corso degli anni abbiamo
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l’intervista
L’ESPERIENZA DELL’EX
e nell’ambito delle traduzioni, alternando sempre
le due attività.
Racconto di una ex studentessa
del Liceo Linguistico Casnati:
le esperienze professionali
raggiunte e come ha inciso
il percorso formativo
nel raggiungimento di
questi obiettivi.
Alcune domande ad
Elena Pedretti.
Elena Pedretti, presidente dell’”Associazione Guide
Como” dal 2008 al 2010 e guida turistica, traduttrice, interprete ed accompagnatrice turistica ci
racconta il suo percorso formativo e lavorativo.
Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta terminata la
terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?
E: Terminata la terza media avevo il desiderio di
frequentare una scuola superiore che mi desse l’opportunità di studiare le lingue straniere, per questo ho deciso di iscrivermi al Liceo Linguistico “F.
Casnati”.
Come mai la tua scelta è caduta proprio sul Liceo Linguistico “F. Casnati”?
E: Il Centro Studi Casnati rappresenta una “tradizione di famiglia”, mia zia aveva già frequentato lo
stesso Liceo e dopo di me anche mio fratello si è
iscritto al Centro Studi Casnati.
Quando hai iniziato a frequentare il Liceo Linguistico avevi già chiaro il percorso professionale che avresti voluto seguire?
anche avuto incontri seminariali con esperti del
settore su argomenti quali la traduzione dei fumetti, la traduzione di dialoghi cinematografici
e la traduzione di testi promozionali, per citarne
solo alcuni.
Qual è l’obiettivo didattico che si intende
raggiungere?
B: Ovviamente ci si prefigge di aiutare gli allievi
a sviluppare sicure abilità ricettive, produttive e
di interazione, ricordando che l’obiettivo ultimo
non è l’apprendimento, ma l’acquisizione di una
lingua. L’apprendimento è un processo conscio,
razionale e volontario, che può dare la sensazione temporanea di avere acquisito un risultato positivo, ma non genera comportamenti linguistici
autonomi. Quanto viene acquisito, invece, viene
a far parte stabilmente della competenza del singolo ed è su questa competenza linguistica che si
basa la produzione linguistica vera e propria.
E: Sapevo che lo studio delle lingue straniere mi
avrebbe aperto molte porte, ma ero ancora troppo
giovane per aver chiaro che tipo di percorso professionale avrei voluto seguire.
Pensi che il Liceo Linguistico ti abbia dato una
buona preparazione culturale generale, oltre
che prettamente linguistica?
E: Sicuramente il Liceo Linguistico mi ha dato
un’ottima preparazione culturale generale, che
successivamente mi è stata di grande aiuto per il
prosieguo dei miei studi e per la mia professione.
Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso
professionale e di studi una volta ottenuto il
diploma di scuola superiore?
E: Dopo la maturità linguistica ho deciso di proseguire i miei studi e di approfondire ulteriormente
la conoscenza delle lingue frequentando l’Istituto Superiore Interpreti e Traduttori “F. Casati” di
Como. Il corso di studi è stato molto formativo soprattutto per le ore di traduzione consecutiva e simultanea, che consentono lo sviluppo di importanti abilità linguistiche. Dopo aver discusso la tesi
all’ISIT ho iniziato a lavorare nel settore turistico
Sei stata la presidente dell’”Associazione Guide Como” e svolgi le funzioni di guida turistica, traduttrice, interprete ed accompagnatrice turistica: pensi che lo studio presso il Liceo
Linguistico ti abbia dato le basi necessarie per
affrontare questo mestiere?
E: Sì, il Liceo Linguistico ha determinato le basi
sulle quali si sono sviluppati i percorsi successivi,
sia a livello scolastico sia a livello professionale.
Qualche particolarità del tuo lavoro che ti piace sottolineare?
E: Non mi è mai successo di avere un giorno di lavoro uguale all’altro, perché lavoro sia in Italia che
in Europa con persone sempre diverse, questa è la
caratteristica più peculiare della mia professione.
Cosa ti ha spinto verso il tuo attuale mestiere?
E: E’ stato un percorso naturale, ma forse la passione per le lingue straniere è stato il fattore trainante.
Quale deve essere secondo te la dote principale in questo mestiere? E quanto contano la
passione e la preparazione?
E: La dote principale in questo mestiere è la determinazione, fissare degli obiettivi e raggiungerli. La
passione è indispensabile perché è una fonte inesauribile di energie, anche se alla base di tutto ci
deve essere la preparazione linguistica e la professionalità.
Quali sono i tuoi obiettivi professionali?
E: Nel mio lavoro è fondamentale il continuo aggiornamento e la consapevolezza che si può sempre migliorare: questi sono i miei obiettivi.
Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro
istituto?
E: I miei ricordi del Liceo sono molto belli e sono legati ai miei professori ma soprattutto ai miei compagni di classe, con i quali sono ancora in contatto
e che incontro sempre con piacere. Rifarei senz’altro le stesse scelte scolastiche.
Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del
Liceo Linguistico che vogliono intraprendere
la stessa tua carriera?
E: Il mio consiglio è quello di alternare gli anni del
Liceo con degli stage all’estero, poiché è utilissimo
poter approfondire le lingue straniere sul posto.
E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio del Liceo Linguistico?
E: Il Liceo Linguistico è la scelta ideale per coloro i
quali hanno una grande passione per le lingue e per
le culture straniere.
MAGAZINE
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RIFLESSI D’ARTE A
COMO
LE SUPERFICI METALLICHE DIPINTE DA
FABRIZIO BELLANCA, ARTISTA CAPACE
DI CONQUISTARSI UN POSTO ALLA
54a BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA,
FANNO RIFLETTERE SU QUANTO POCO
SPAZIO SAPPIA OFFRIRE COMO AI SUOI
TALENTI ARTISTICI.
Matteo Scaccabarozzi
Diciamocelo pure: Como e l’Arte non hanno
sempre avuto una grande simbiosi. La città ha
spesso trattato i suoi artisti autoctoni come
figliastri. Se nel recente passato hanno brillato le mostre di grandi artisti moderni a Villa
Olmo, non si può dire che ci sia sempre stata
la giusta attenzione per le esperienze artistiche
che hanno preso forma in Como stessa. Eppure
negli ultimi cent’anni in città non sono mancati importanti esempi di produzione artistica.
Il capoluogo lariano ha dato i natali a due influentissimi architetti ed al più attivo gruppo di
astrattisti italiani che il ‘900 ha visto. Di questi,
tra le tante opere, resiste ancora uno sbiadito
affresco nell’atrio del terzo piano del Liceo Linguistico “Casnati”, quando appunto Aldo Galli
lo dipinse con i suoi allievi della Scuola Superiore di Restauro “Leone Leoni”, costola del Centro
Studi, in seguito Accademia di Belle Arti a lui
nominata. Eppure solo Terragni ha visto il suo
talento indiscutibile valorizzato in città, probabilmente solo per via del fatto che quel talento
ha superato persino i confini nazionali e non
era possibile dimenticarsi di ciò che l’architetto
ha lasciato, ben visibile, in città.
Anche nel presente Como ha visto crescere artisti molto interessanti ma che purtroppo non
hanno ricevuto la giusta visibilità, in una città
spesso distratta nei confronti dei propri giovani
talenti. È invece bolognese Blu (questo è il suo
pseudonimo) ma anche lui ha lasciato un dipinto murale al Casnati. A dire il vero un’opera
gigantesca, che occupa una facciata sulla via di
accesso al centro studi. The Observer nel 2011
MAGAZINE
ha segnalato un suo lavoro come uno delle dieci
migliori opere street art in circolazione. Se ne
possono vedere nelle città di mezzo mondo, una
recente occupa ancora la facciata d’ingresso del
PAC di Milano (Padiglione d’Arte Contemporanea) e tempo un’altra ancora riempiva un’intera
facciata della Tate Modern Gallery di Londra. A
quanto pare però bisogna scomodare Picasso a
Como per incuriosire la gente.
Il Casnati però fa quel che può e, con il suo
Liceo Artistico a Terragni dedicato, culla i giovani aspiranti artisti del comasco. Capita poi
che i talenti in erba crescano e si affermino
come artisti a tutti gli effetti. Oggi infatti parliamo dell’esperienza di uno di essi: Fabrizio
Bellanca. Lui in realtà nasce a Roma ma studia
al Liceo Terragni. Si diploma poi all’Istituto
Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello
Sforzesco. È a tutti gli effetti un artista comasco, il suo atelier è in via Borgovico, ma il suo
percorso artistico passa da Vienna, da Boston
e dagli Stati Uniti, per approdare alla Biennale
d’Arte di Venezia nell’edizione 2011. Dopo gli
studi inizia la professione di grafico, in un epoca dove ancora il PC non risolve gran parte dei
passaggi che portano le lastre di un impianto
di stampa ad imprimere la carta. Era necessario
acquisire una notevole esperienza per trasferire
le proprie idee alla stampa, con piena conoscenza dei processi litografici per la realizzazione
delle lastre per la produzione offset. Oggi molti
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Biografia
Immagine a sinistra:
Attraversando NYC - 2011
Dipinto su alluminio
Esposto alla 54a Biennale d’Arte di Venezia
Torino, Palazzo delle Esposizioni
www.studiofab.com
www.fabriziobellanca.com
di questi passaggi non sono più necessari , si
va in stampa quasi direttamente dal file con
cui si realizza la bozza grafica. Fabrizio continua la sua professione di grafico ma non spreca
tutta l’esperienza accumulata in precedenza,
anche ora che le tecniche sono cambiate. Quelle esperienze diventano il supporto per le sue
innovazioni artistiche. Ha familiarità con le
lastre d’alluminio (quelle usate per gli impianti
tipografici), per gli inchiostri da stampa offset,
per i trasferibili Letraset. Dipinge contesti urbani, persone e cose che li occupano. Il dipinto
è stratificato, quasi materico, nell’alternanza di
colori saturi, di strati lucidi ed opachi, rullati
sul supporto metallico. Quando si comprende
il processo con cui Fabrizio produce l’opera non
si può fare a meno di notare l’abilità nel comporre, per stratificazione, un’immagine che assume un’incredibile plasticità ed una leggibilità
quasi fotografica.
La sperimentazione passa dall’uso di supporti metallici diversi , più o meno lucidi o con
particolari viraggi cromatici. Sfrutta la luce
che impatta sull’opera per rendere il soggetto
ancora più vibrante. Va oltre producendo per
incisione con il Dremel su lastre in acciaio ed
sfrutta questa tecnica per produrre musica. La
sua propensione nell’esplorare nuove forme di
rappresentazione trova riconoscimento esponendo a Vienna, a Boston, fino all’ultima Biennale d’Arte di Venezia. Quest’ultima per idea
di Vittorio Sgarbi, che non spende tutto il suo
tempo urlando insulti in TV, viene dislocata in
diverse città per il 150° anniversario dell’Unità
d’Italia, dando spazio a numerosi artisti nazionali di talento. Fabrizio è tra questi e si è fatto
inoltre promotore di diversi eventi espositivi
che hanno visto l’incontro tra realtà artistiche
geograficamente lontane, coinvolgendo diversi
colleghi comaschi. Insomma quello che la sua
città spesso dimentica di fare.
In tutto questo non resta da chiedergli che
spazio occupa il Liceo Artistico “Terragni” nella
sua crescita professionale e artistica. “Un ruolo
importante – risponde lui – perché ha rappresentato l’inizio di un percorso che mi ha portato a fare
ciò che mi piace e mi soddisfa. Quando mi sono diplomato ho visto nella Grafica la strada per la mia
professione, così ho frequentato la scuola al Castello
Sforzesco. Per anni è stata la mia principale attività,
solo in seguito ho intrapreso la mia esperienza artistica. Una cosa che mi ha dato molta soddisfazione
è stata, ad un certo punto, la possibilità di esporre
opere insieme ad artisti che erano stati i miei insegnati al Liceo. È stato davvero un piacere perché ho
un grande ricordo degli anni passati al Terragni, con
i miei insegnanti e molti miei compagni”
Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968.
Ha frequentato il liceo artistico della città G.
Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica
Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano
nel 1991.
Il primo approccio con l’arte avviene già nel
1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo
sulla tela con colori forti e forme geometriche
astratte. Bellanca ama sperimentare, utilizzare
nuovi materiali, ed introduce nelle sue opere
la resina applicata a gocce, che conferisce una
effetto lucidissimo, bagnato, che esalta i colori.
Sul finire degli anni novanta l’artista si accosta
all’action painting, che realizza ad olio su superfici materiche. Le sue opere spaziano dal figurativo all’astratto, in una continua ricerca di
nuove tecniche e forme espressive. Ma la vera
rivoluzione avviene nel 2004, quando Bellanca “scopre” l’acciaio in lastre; agisce su questo
materiale con il Dremel, un mini trapano che
utilizza punte in pietra e diamantate, che creano un sorprendente effetto simile a quello del
tratto di una matita. I soggetti sono persone,
luoghi, edifici, quasi sempre in grande formato.
E la sperimentazione ancora una volta non si
ferma, si spinge fino alla musica; accompagnato dal gruppo Blue Silk, realizza performances
artistico musicali in cui il suono del trapano
che incide l’acciaio, accompagnato da arpa e
chitarra elettrica, diventa una melodia. L’artista continua fino ad oggi ad operare sull’acciaio, e su un altro metallo, l’alluminio, sul quale
opera con colori da stampa in sovrapposizione
a colori per vetro e Letraset.
Fabrizio Bellanca vive e lavora a Como, dove
è titolare dell’agenzia di grafica pubblicitaria
“Fab”, che si occupa della realizzazione di immagine aziendale, editoria e siti web.
MAGAZINE
12
l’intervista
Daniele Bigi, ex studente del Liceo
Terragni, Lighting e Look
Developer per l’elaborazione di alcuni
effetti speciali nel film
Disney “Le cronache di Narnia:
Il principe Caspian”.
Recentemente si è occupato
anche del film Disney “Prince of Persia”
www.danielebigi.com
tecnici esistevano corsi di informatica ma non
erano in nessun modo legati alla computer grafica 3D. Io, come tantissimi miei coetanei che
svolgono questa professione, ho iniziato come
autodidatta. Inoltre il lavoro che svolgo, contrariamente a quanto si possa pensare, è per il
70% tecnico e per il 30% artistico. È importante avere delle conoscenze di matematica, fisica
e programmazione piuttosto solide.
Quali considerazioni hai fatto, dopo la
terza media, nella scelta dell’indirizzo
della scuola superiore da frequentare?
D: Sinceramente in quel periodo ero molto
confuso, come probabilmente accade a molti adolescenti che si trovano a dover scegliere
quale scuola frequentare dopo le medie. Ciò di
cui ero consapevole è che amavo i fumetti.
Pensi che il Liceo Artistico ti abbia dato
una buona preparazione culturale, oltre
che artistica?
A quale dei tuoi lavori sei più legato? E
quello che più ti ha impegnato?
D: Sicuramente NMA, il mio primo cortometraggio è il lavoro a cui sono più legato. Mostrando questo corto di poco più di 2 minuti
ho ottenuto i primi lavori, inoltre ho ricevuto
alcuni riconoscimenti in festival nazionali che
mi hanno spinto a continuare a lavorare in
questo settore.
Abbiamo letto che ti sei occupato, tra le
altre cose, del Leone del film Disney “Le
cronache di Narnia: Il principe Caspian”.
Quale significato ha avuto per te lavorare
per una società così importante e famosa?
D: Occorre precisare che ho lavorato agli effetti speciali del film nella società di postproduzione londinese Framestore. Disney e Walden
Media hanno prodotto il film ma gli effetti
speciali sono stati realizzati da società esterne.
IL “PRINCIPE“
DELL’ ANIMAZIONE 3D
Daniele racconta la sua esperienza di studi e
professionale, a cui si aggiunge proprio di recente la lavorazione sugli effetti del film “Prince of Persia”.
In cosa consiste in pratica il tuo lavoro?
D: Negli ultimi 5 anni mi sono occupato principalmente di Lighting e di Look Development
per film. Il mio compito principale è fare in
modo che gli elementi in computer grafica siano fotorealistici e che quindi possano essere integrati al girato. Gran parte del lavoro è tecnico, si tratta di capire che strumenti e tecniche
utilizzare per ottenere ciò che viene richiesto
dal regista e dal supervisore agli effetti visivi.
Cosa ti ha spinto nel raggiungere questa
professione?
D: La passione per il disegno e per i fumetti,
combinata con quella per i videogiochi ed il
computer, ha sicuramente innescato in me il
desiderio di iniziare a creare digitalmente ciò
che mi divertivo a fare con matita e pennello.
Ho sempre avuto inoltre un’ enorme curiosità
nel capire come fosse stato possibile realizzare
certi effetti che vedevo nei film.
Attualmente ti occupi principalmente di
grafica 3D: pensi che lo studio presso il
Liceo Artistico ti abbia dato delle basi necessarie per affrontare questa materia?
D: Devo dire di no, ma non è certo colpa
dell’istituto: a quei tempi nessun liceo o scuola
superiore aveva corsi specifici di computer grafica 3D. Nei licei scientifici e in alcuni istituti
MAGAZINE
D: Penso di sì: sicuramente sotto il profilo artistico e progettuale il liceo mi ha dato delle
buone basi.
Che strada hai intrapreso dopo il diploma?
D: Dopo il Liceo ho frequentato il corso di laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Nel 2002 mi sono laureato con una tesi
che trattava la produzione e la realizzazione di
animazione in computer grafica 3D.
Sappiamo che dopo la laurea hai cominciato a girare il mondo: dove sei andato
e che esperienza ti hanno lasciato questi
viaggi?
D: Dopo la laurea iniziai a lavorare ad un film
d’animazione a Roma, l’esperienza fu negativa
e decisi di tornare a Como lavorando per studi
di post produzione milanesi. Principalmente in
quel periodo mi occupavo di pubblicità e video
aziendali. Dopo circa un anno e dopo aver creato come autore e regista la puntata pilota per
una serie TV d’animazione ho iniziato a lavorare all’estero.
Ho trascorso più di un anno in India a Bangalore, successivamente mi sono trasferito a
Berlino e ho lavorato ad un film d’animazione
nello studio BFC, poi sono andato ad Atlanta
a lavorare per lo studio Fathom. Nel 2007 incominciai a collaborare per lo studio Aardman
animation di Bristol. Da più di 2 anni lavoro a
Londra. Ogni esperienza è stata utile e importante, non solo dal punto di vista lavorativo ma
soprattutto di vita vissuta.
Mi sono occupato dell’illuminazione di Aslan
(il Leone) e della dinamica della criniera. Non
c’è dubbio che sia stato uno dei progetti più importanti a cui abbia lavorato. Probabilmente è
grazie a questo film che oggi continuo a lavorare per progetti internazionali.
Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del Liceo Artistico che vogliono intraprendere la stessa tua carriera?
D: Quando ho iniziato ad occuparmi di 3D gli
unici computer con acceleratori grafici erano
prodotti dalla Silicon Graphics e i più economici costavano 20-25 milioni di lire. Inaccessibili
per appassionati o per studenti. Software professionali venivano prodotti principalmente
per il sistema operativo irix e non era possibile
installarli su sistemi windows.
Oggi computer ad alte prestazioni e software
3D sono alla portata di tutti: grazie a software
open source come Blender, chiunque può scaricare legalmente una copia e iniziare a creare
immagini e animazioni. Decine di forum e
blog sono dedicati al mondo della computer
grafica. Le informazioni sono di facilissimo accesso grazie al lavoro di professionisti, università e centri ricerca che quotidianamente pubblicano materiale online. Bisogna poi guardare
a quei corsi post-diploma in cui sono presenti
insegnamenti di grafica 3D. Per chi vuole entrare in questo settore occorre “solo” impegnarsi
e studiare; il tempo, la passione e l’esperienza
faranno il resto.
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Arte e
Produzione
Al Liceo Artistico gli studenti dell’indirizzo
“Audiovisivo e Multimediale” frequentano i laboratori presso
la Scuola Cinevideo Dreamers di Como.
Il tradizionale punto di forza del Liceo Artistico
“G. Terragni”, oltre alla competenza del corpo
docenti, è sempre stata quella di stimolare una
stretta collaborazione con realtà esterne all’ambito scolastico al fine di proporre ai propri studenti esperienze dirette che potessero sfociare
nel confronto con professionisti dell’arte, nelle
sue innumerevoli sfaccettature, ed accrescere
così le competenze teorico-pratiche degli alunni.
Le collaborazioni con Ardes, Bric’s, Vittorio Bonacina e molte altre testimoniano questa impostazione didattica ed il filo diretto con le realtà
professionali del territorio si arricchisce a partire dall’a.s. 2012/13 di un’ulteriore prestigioso
accordo che contribuirà ad elevare ulteriormente
il livello qualitativo dell’insegnamento al Liceo
Artistico. Gli studenti che a partire dal secondo
biennio sceglieranno l’indirizzo “Audiovisivo e
Multimediale” avranno infatti il privilegio di effettuare parte delle attività di laboratorio presso
la Scuola Cinevideo Dreamers di Como, il Centro di Formazione e Produzione post-diploma
sostenuto dalla Camera di Commercio di Como
e diretto dal regista Paolo Lipari che forma professionisti dell’audiovisivo di primissimo livello.
La Scuola Cinevideo Dreamers, con sede nella
prestigiosa Villa Sucota in via per Cernobbio, è
infatti una realtà professionale già radicata nel
territorio comasco che rappresenta, a partire
dal direttore, un centro di eccellenza nella produzione multimediale che accoglie ogni anno
studenti provenienti da ogni parte del mondo.
Le stesse strutture dalla quali prendono vita
cortometraggi, spot pubblicitari e documentari
vengono messe a disposizione degli studenti del
“Terragni”: gli studenti dell’indirizzo “Audiovisivo e Multimediale” potranno così usufruire delle
attrezzature professionali più aggiornate per la
ripresa audio e video, per la post-produzione e
l’effettistica digitale. Le dotazioni strumentali di
Dreamers permettono ad ogni studente di usufruire di attrezzature in maniera indipendente
ed individuale accrescendo così la propria autonomia nel lavoro e nella gestione delle attività di
laboratorio. Quella che ha visto la luce a partire
dall’a.s. 2012/13 è solo l’ultima collaborazione
in ordine ti tempo che vede beneficiari i nostri
studenti: un’arma in più per gli alunni del Liceo
Artistico “G. Terragni” nel percorso che li condurrà verso il mondo del lavoro.
MAGAZINE
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DICONO DI NOI
OVERTURE TRA I TITOLI DEDICATI AL CENTRO STUDI CASNATI DALLA STAMPA LOCALE E NAZIONALE
Non è solo il nostro Magazine a dare cronaca delle notizie riguardanti il Centro Studi Casnati.
Quotidiani, periodici, riviste di settore e, sempre più spesso, anche redazioni di telegiornali hanno mostrato
molta curiosità per le attività dei nostri istituti.
Qui proponiamo una rapida carrellata di alcuni titoli apparsi negli ultimi anni sui quotidiani.
Sono solo una parte. Sul sito www.centrocasnati.it, nella sezione
“Rassegna stampa” selezionabile in home-page, è possibile trovare l’elenco di tutti gli articoli. Ciascun titolo
è corredato da un file pdf consultabile e scaricabile. In aggiunta a questi, la sezione “news”
del sito fornisce molte altre curiosità sul Centro Studi Casnati.
MAGAZINE
15
MAGAZINE
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LA SCUOLA
DELL’ INNOVAZIONE
IL CENTRO STUDI CASNATI INNOVATORE NEI PROGETTI DI SUPPORTO ALLA DIDATTICA PER STUDENTI E DOCENTI
Il concetto di innovazione, applicato ad un
ambiente scolastico, può essere molto vario ed
acquisire numerose accezioni ma la finalità ultima di ogni progetto che voglia rifarsi a tale
concetto è sempre una: migliorare l’esperienza
didattica di studenti e docenti. Il Centro Studi
Casnati può vantare ormai, essendo giunto al
quarantatreesimo anno di vita, una notevole
esperienza in ambito didattico e negli ultimi
anni questo processo evolutivo ha mostrato
una decisa accelerazione nei numerosi ambiti
che fanno del nostro Istituto una realtà decisamente innovativa.
L’ambito prettamente didattico è un aspetto
la cui qualità è oramai consolidata e che costituisce l’elemento distintivo della nostra offerta formativa: docenti qualificati e di provata
esperienza affiancati a giovani ed entusiasti
colleghi completano un corpo docenti che, per
ogni istituto che compone il Centro Studi Casnati, forma giovani culturalmente preparati
e di notevole preparazione teorico-pratica.
Il progetto certificazioni applicate in ambito
linguistico ed informatico, oltre alle logiche
di alternanza tra scuola e lavoro e le aree di
approfondimento presenti in tutti i percorsi,
hanno innovato il panorama scolastico del
territorio, apportando oramai da tempo (si
veda il Liceo Linguistico “F. Casnati”, uno dei
primissimi licei linguistici in Italia) innovazioni in ambito didattico replicate poi da altre
realtà esterne ai nostri Istituti.
Un’ulteriore innovazione apportata dal Centro Studi Casnati riguarda la gestione dell’ambito disciplinare. Antesignano di molte esperienze di gestione tecnologica scolastica che,
a distanza di anni, sono diventate ormai comuni presso la maggioranza delle scuole, il
nostro Istituto è stato tra i primissimi in Italia
ad introdurre la tecnologia nella gestione dei
servizi alle famiglie dei propri studenti. Area
riservata del sito internet www.centrocasnati.it, badge a punti, sms di notifica assenze e
ritardi e libretto on line sono servizi divenuti ormai parte integrante della vita scolastica
dei nostri Istituti e che permettono al sistema
Centro Studi Casnati, di cui famiglie e studenti sono parte integrante, di gestire in maniera
rapida ed efficace ogni aspetto quotidiano della vita scolastica senza ovviamente tralasciare
la dimensione umana e personale del rapporto
tra scuola e famiglia.
Innovare vuol dire anche adottare nuovi strumenti e nuove tecnologie a supporto
dell’attività didattica. E’ un percorso, quello
della digitalizzazione scolastica, che il Centro
Studi Casnati ha intrapreso in maniera graduale da circa un quinquennio realizzando e
personalizzando come primo passaggio una
piattaforma e-learning a disposizione di
studenti e docenti. Il sito www.casnatifad.it
costituisce un contenitore di corsi on line utilizzato da tutti i docenti e studenti del Centro
Studi Casnati per accedere a materiale didattico e di approfondimento e per usufruire di
numerosi e sempre aggiornati strumenti quali
compiti on line, forum, database, glossari, etc.
L’evoluzione della piattaforma, che ha comportato un processo formativo per una nuova
formulazione di didattica da parte dei docenti
e che si è avvalsa della collaborazione di docenti universitari, è costante e quotidiana ed
ha portato come naturale sviluppo l’utilizzo in
classe di netbook per ogni studente: il progetto “PC in classe”.
Introdotto per la prima volta nell’a.s.
2011/12, il progetto prevede che tutti gli studenti coinvolti adoperino in classe, in modalità wireless, un notebook personale per accedere ai contenuti della piattaforma casnatifad.
it e per utilizzare i diversi software didattici.
Si tratta di un netbook, che gli studenti portano a casa quotidianamente, totalmente
impostato dallo staff informatico del Centro
Studi Casnati e che presenta una navigazione
internet limitata ai soli siti scolastici. L’ultima
evoluzione digitale dell’attività didattica, in
termini di anno di introduzione, è costituita
dall’utilizzo di libri e contenuti didattici
digitali al posto dei libri di testo cartacei e
dall’introduzione della LIM in classe. Recependo le indicazioni che, a più livelli istituzionali, sono giunte in termini di adozione
dei testi scolastici, il Centro Studi Casnati ha
aderito al bando “Generazione Web Lombardia” il quale prevede l’adozione di soli contenuti didattici digitali abolendo di fatto ogni
testo cartaceo. Tale progetto, innovativo sotto
molteplici punti di vista, apporta numerosi
benefici. Per prima cosa recepisce gli impulsi
dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione
e Cultura di Regione Lombardia (Agenda digitale lombarda 2012/2015) che a sua volta
richiama l’Agenda Digitale Europea (Strategia
Europa 2020) e il «Piano Nazionale Scuola Digitale a.s. 2011/12» del MIUR, si integra con
gli strumenti tecnologici implementati nel
corso degli ultimi quattro anni (casnatifad.it,
17
V
IV
750
III
500
I
Devices
II
Devices
250
Devices
PC in classe, LIM) e con le attività formative
ad essi connesse, permette una elevata personalizzazione dei contenuti ed un costante aggiornamento, si presta a nuove e diversificate
forme di fruizione, costituisce un risparmio
economico per le famiglie e rappresenta un
progetto di assoluta avanguardia nell’ambito
dell’istruzione.
Tutto questo si integra con le nuove LIM,
lavagne interattive che permettono di proiettare il desktop del docente, utilizzare ogni tipo
di sfondo come fosse una lavagna tradizionale, visionare video ed accedere a tutti i contenuti presenti sul web in un click. Si tratta di
un’innovazione, quella dell’utilizzo delle LIM
in classe, che supera il concetto di lavagna
tradizionale: non più una superficie di ardesia ma una vera e propria finestra sul mondo,
aggiornata in tempo reale, da utilizzare per le
L’innovazione non ha mai fine:
è un fenomeno dinamico ed in
continua evoluzione, proprio
come i giovani ai quali i nostri
progetti fanno riferimento.
attività didattiche.
Ma la vera innovazione non si può valutare con la semplice introduzione di strumenti
informatici all’avanguardia: è il supporto agli
studenti, con le loro problematiche e peculiarità, a misurare la vera evoluzione dell’offerta scolastica di un Istituto. E’ un argomento
che, per quanto riguarda gli studenti DSA,
viene affrontato dal Centro Studi Casnati da
circa un decennio. Quello dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è un fenomeno molto
presente in tutti i livelli scolastici e che presuppone un’adeguata preparazione, in termini
di corrette procedure da adottare, da parte di
docenti e famiglie. Partendo da questa esperienza decennale, che con strumenti tradizionali ha supportato i moltissimi studenti DSA
iscritti presso i nostri Istituti, il Centro Studi
Casnati ha attivato a partire dall’a.s. 2011/12
il progetto “Pc in classe e FAD per gli studenti DSA”. Evoluzione ed integrazione del
progetto “PC in classe” e della piattaforma
e-learning casnatifad.it, prevede l’attivazione
di ulteriori strumenti di supporto e di buone
pratiche, affiancate a quelle tradizionali, indirizzate specificatamente agli studenti DSA. Il
netbook in dotazione infatti, oltre a costituire
un naturale strumento compensativo, permette agli studenti di accedere ai contenuti
didattici digitali proposti dai docenti i quali
costituiscono elemento fondamentale, oltre
che per la loro rielaborazione, per l’utilizzo di
un sintetizzatore vocale. Studenti e docenti
collaborano inoltre alla realizzazione e, cosa
decisamente più importante, alla personalizzazione di mappe mentali e concettuali generate attraverso specifici software installati
all’interno dei netbook. La correzione ortografica e l’utilizzo di calcolatrici completano idealmente la dotazione di software, sempre in
continuo aggiornamento, messa a disposizione degli studenti. Ma il supporto agli studenti
DSA non si ferma a questo: grazie alle funzionalità della piattaforma e-learning casnatifad.
it, infatti, i docenti hanno modo di offrire agli
studenti DSA contenuti completamente per-
sonalizzati ed adattati alle peculiarità dell’individuo adattando di fatto lo strumento informatico alle necessarie misure dispensative
richieste. La personalizzazione, a seconda del
caso specifico, si applica alle attività di verifica in termini di tipologie di domande, tempo
concesso, e molto altro come anche alla modalità di presentazione di un contenuto (ad es. in
termini di colorazione di sfondo o di tipologia
di font utilizzato) senza che nessuno studente, sia esso DSA o normolettore, si possa accorgere di tale personalizzazione.
Il progetto, patrocinato dal Comune di
Como e presentato ufficialmente nell’ottobre
2011 alla presenza del Sindaco, ha ottenuto il
suo più alto riconoscimento con la selezione
nell’ambito del progetto nazionale “A scuola di Dislessia”, promosso dal Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
Fondazione Telecom e Associazione Italiana Dislessia. Il Centro Studi Casnati è infatti entrato a far parte del ristretto numero di
scuole selezionate, circa il 5% sul totale delle
richieste di adesione, per il progetto “A Scuola
di Dislessia” e verrà prossimamente premiato,
dopo un primo rinvio della cerimonia dovuto
a impegni del Ministro Profumo, a Roma presso la sede del Ministero.
L’innovazione non ha mai fine: è un fenomeno dinamico ed in continua evoluzione,
proprio come i giovani ai quali i nostri progetti
fanno riferimento. Ed è con questo spirito che
proseguiamo ad innovare ogni aspetto legato
al nostro Istituto tenendo sempre presente
che i traguardi raggiunti costituiranno sempre e solo un punto di partenza verso nuovi
obiettivi.
18
l’intervista
SI SCRIVE
TRASPORTI
E LOGISTICA,
SI LEGGE AERONAUTICO
Gli Istituti Tecnici
Aeronautici, attraverso il nuovo
ordinamento delle scuole
secondarie di secondo grado,
sono entrati a far parte degli
Istituti Tecnici ad indirizzo
“Trasporti e Logistica”.
Notizie anche sul progetto
in collaborazione con l’ENAV.
Intervista di M. Scaccabarozzi
MAGAZINE
Da due anni ormai gli ex-istituti aeronautici
sono confluiti nella nuova categoria degli Istituti Tecnici ad indirizzo “Trasporti e Logistica”,
per cui sono previste le articolazioni “Conduzione del mezzo”, “Costruzione del mezzo” e “Logistica”. Gli istituti tecnici aeronautici fanno capo
alla prima articolazione.
Discutiamo della questione con l’ing. Häni, da
anni insegnante di Navigazione Aerea ed Aerotecnica al Bongiovanni, coordinatore per il
triennio finale del corso nonché insegnate in
diverse scuole di volo per i corsi di brevetto di
pilota commerciale.
Ing. Häni, come avete affrontato all’Istituto Tecnico Aeronautico “L. Bongiovanni” la questione relativa al passaggio del
corso in una nuova tipologia di istituto
tecnico?
H: Abbiamo lavorato molto alla definizione
dell’offerta formativa cercando di capire come
integrare le competenze che erano obiettivo
peculiare degli istituti aeronautici con il nuovo
quadro delle materie previste dai regolamenti
ministeriali in materia di istituti tecnici ad indirizzo “Trasporti e Logistica”. Il lavoro fatto ci
soddisfa, pensiamo di esseri riusciti a rendere il
profilo del diplomato in questo nuovo indirizzo
del tutto simile a quello del Perito del Trasporto
Aereo (la denominazione del diploma del precedente corso - ndr) in piena coerenza con quando
indicato dal Ministero.
Ma non pensa che questa confluenza rischi
di snaturare profondamente la natura del
corso che portava al titolo di Perito del
Trasporto Aereo?
H: Se guardiamo alle reali possibilità di impiego
oppure al naturale proseguimento degli studi
per i nostri studenti, vediamo che il campo si
estende anche a molti altri ambiti della gestione
e organizzazione delle attività aeronautiche. Di
certo l’istituto tecnico per il trasporto, tra i vari
istituiti, rappresenta il contenitore più idoneo
per l’esperienza dell’aeronautico.
Sono state apportate anche modifiche alle
denominazioni delle materie più caratterizzanti del corso. Mi riferisco a Navigazione Aerea, Traffico Aereo, Aerotecnica e
Meteorologia.
H: Nominalmente sì, ma se si guardano le competenze specificate dal Ministero nel profilo del
19
l’intervista
Perito dei Trasporti e della Logistica, è il caso
di dire che le differenze sono pressochè nulle.
Cercherò di spiegarmi meglio. Innanzi tutto è
prevista la divisione nelle articolazioni “Conduzione del mezzo”, “Costruzione del mezzo” e
“Logistica”. Nella prima, tra le materie di specializzazione, la fa da padrona “Scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo”.
Questa materia possa fornire essenzialmente
le stesse competenze previste per Navigazione
Aerea. Lo stesso dicasi per Meccanica e Macchine nei confronti di Aerotecnica e di Logistica nei
confronti di Traffico Aereo. Per tutte è prevista
una cospicua presenza di ore di laboratorio.
Tutto ciò ha avuto ripercussioni sulle prospettive professionali dei diplomati del
nuovo indirizzo?
H: Abbiamo assistito negli anni ad un progressivo miglioramento della percentuale di chi, tra i
diplomati degli aeronautici, si inseriva nel mondo del lavoro con una delle varie professionalità
verso cui il corso mirava.
Ciò è dipeso da diversi fattori: la definizione a
livello europeo di un percorso formativo per i piloti professionisti, in cui le competenze acquisite
negli istituti tecnici aeronautici rappresentano
ottimi prerequisiti; la progressiva tendenza, da
parte di enti statali come l’Enav, di selezionare il
proprio personale tecnico prevalentemente tra i
possessori di specifici titoli scolastici , come appunto il diploma di Perito del Trasporto Aereo;
il rafforzamento nel lungo periodo, anche se con
qualche fase di crisi, di importanti poli naziona-
“Di certo l’istituto tecnico per il
trasporto, tra i vari istituti, rappresenta il contenitore più idoneo per
l’esperienza dell’aeronautico”.
li ad alta densità di aziende di costruzioni aeronautiche e di servizi per il trasposto aereo, come
appunto l’area di Milano, con i suo aeroporti, e
la Provincia di Varese, con le industrie di costruzioni. La figura del perito del Trasporto Aereo
ha assunto sempre più una sua riconoscibilità
e spendibilità in ambito professionale. Senza
trascurare poi la grande percentuale di chi ha
scelto di proseguire proficuamente gli studi in
ambito universitario.
Detto questo non è verosimile pensare che decada l’interesse del sistema aeronautico verso
figure dotate di forti e specifiche competenze
nel settore. Nel riordino degli istituti tecnici
non è comparsa nessuna tipologia di scuola che
entri direttamente in concorrenza con l’indirizzo “Trasporti e Logistica” nel formare quegli
esperti che il settore aeronautico richiede. Non
è logico pensare che le aziende e le compagnie
del settore del trasporto aereo guardino verso
un’alternativa che non c’è. Formare una persona a digiuno di qualsiasi competenza prevista in
una professione è sempre un costo.
L’ indirizzo del Trasporto e della Logistica
fornisce queste competenze?
H: Sì, si tratta di una importante collaborazione con l’ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al
Volo - ndr) che ci darà la possibilità di mandare
i nostri studenti degli ultimi anni a frequentare un periodo di stage nei centri di controllo
dell’ente. Si tratta dell’opportunità per i ragazzi
di 4° di svolgere uno stage a Malpensa (Malpensa SAAV) e quelli di 5° a Linate (Milano ACC)
per un totale di 40 ore. L’obiettivo è di offrire
loro la possibilità di acquisire maggiori informazioni sulla professione di controllore di volo.
Questo permetterà loro di vedere sul campo i
servizi di assistenza al traffico aereo che studiano in classe.
H: Qui credo entrino direttamente in causa le
I GUARDIANI
DEL CIELO
Controllore del Traffico Aereo:
una professione talvolta
sottovalutata ma di
fondamentale importanza nel
trasporto aereo. L’esperienza di
Alessandro Sorze.
esperienze e le capacità che la struttura scolastica ha saputo costruire negli anni. Chi ha affrontato con serietà le enormi problematiche
nel gestire le prerogative richieste ad un istituto
aeronautiche per funzionare al meglio, potrà
avere maggiori capacità nel dare un’impronta
al nuovo corso più coerente con le aspettative
del mondo del lavoro e della formazione postdiploma. Saprà fare questo trovando il migliore
equilibrio possibile tra la specializzazione del
corso, con gli ampi margini di flessibilità offerta,
e l’obiettivo di fornire competenze comunque
idonee al soddisfacimento dei requisiti richiesti
per il superamento dell’esame di stato.
Dall’a.s. 2012/13 è anche partito un nuovo interessante progetto.
Tra le opportunità di chi consegue il diploma
in un istituto ad indirizzo aeronautico esiste
quella di diventare controllore del traffico aereo. Per capire meglio come si arriva a questa
professione ci siamo rivolti ad un ex-studente
dell’Istituto “Bongiovanni”. Abbiamo incontrato Alessandro Sorze, che lavora al centro di
controllo d’area di Milano Linate. Gli abbiamo
rivolto alcune domande sulla sua professione e
sulla strada che ha seguito per raggiungerla.
Alessandro, come hai fatto ad entrare in
ENAV come controllore del traffico aereo?
Ho risposto ad un bando di selezione dell’azienda per questo ruolo, pochi mesi dopo essermi
diplomato al Casnati. Per le selezioni siamo
partiti in 3000, per arrivare ad una scelta di
300 persone idonee all’ammissione alla fase
di training, scaglionati in diverse chiamate. Io
ho iniziato i corsi dopo circa 6 o 7 mesi dalla
comunicazione di idoneità con il corso di formazione nella scuola Enav Accademy di Forlì,
dove vengono preparati tutti i controllori del
traffico aereo dell’azienda.
Durante il primo mese di corso ho seguito
unicamente lezioni intensive di inglese con
insegnanti madrelingua. I partecipanti al corso
sono stati suddivisi in base al livello iniziale di
conoscenza della lingua. Dopo sono cominciate le lezioni di tutte le materie propedeutiche:
navigazione, aerotecnica, meteorologia, diritto
aeronautico ed elettrotecnica. Praticamente
le stesse identiche materie che ho affrontato
all’Istituto Aeronautico. Il livello di approfondimento delle materie era ovviamente maggiore
ma mi sono trovato enormemente avvantaggiato nel procedere in questa fase del percorso
di formazione. Dopo di che è iniziata le fase di
training vera e propria sulle materie riguardanti il controllo del traffico, comprese le esercitazioni pratiche con un simulatore che permette
di riprodurre virtualmente i movimenti di traffico su di un aerodromo.
MAGAZINE
20
l’intervista
L’intero corso è durato 14 mesi , durante i quali ho dovuto superare diversi esami intermedi
e finali per ogni fase del corso, ciascuno dei
quali era selettivo per il proseguimento della
formazione. Durante la fase di preparazione
all’Accademy si beneficia di una borsa di studio
che permette di mantenersi nel periodo di permanenza a Forlì.
Alla fine del corso viene stilata una graduatoria
tra tutti quelli che hanno completato il percorso, in base alle quale si viene indirizzati su un
centro di controllo dove inizia l’attività di controllore vera e propria, cominciando in genere
nel servizio di torre di un aeroporto. Ogni tipologia di servizio richiede prima una fase di
certificazione, ottenuta sempre a Forlì, e l’inserimento in ogni singolo centro di controllo
prevede anch’esso una fase di formazione sulle
specificità delle procedure di quell’area. Anche
queste fasi di addestramento successive sono
tutte estremamente selettive nel valutare il
grado di idoneità al trasferimento.
Che criteri ha seguito l’azienda per selezionare i candidati?
La selezione per la fase di formazione per me
ha comportato soprattutto la valutazione del
livello di conoscenza della lingua inglese ed una
serie di test psico-attitudinali, con una serie di
colloqui individuali e di gruppo con psicologi.
In questi anni sta diventando sempre più selettivo il possesso di un diploma di un certo
tipo, con prevalenza ovviamente per quelli aeronautici o tecnici in generale. Le competenze
aeronautiche attribuiscono maggiori opportunità, infatti anche il possesso di un brevetto di
volo è visto come un aspetto premiante sulla
candidatura. Nelle ultime selezioni è diventato
sempre più importante il livello di preparazione della lingua inglese, tanto che il candidato
deve spesso dimostrare di avere un grado di
conoscenza coerente con determinate certificazioni linguistiche. È spesso richiesto un voto
di maturità minimo ed è sempre previsto un
limite massimo di età del candidato.
Come si evolve una professione come la
tua?
Ho iniziato in torre di controllo a Palermo,
dove sono stato per un anno e mezzo. Poi ho
chiesto il trasferimento a Milano e, dopo una
nuova fase di addestramento specifica per il
controllo radar d’area, ho ottenuto l’abilitazione per il centro informazione volo e poi come
planner (colui che pianifica il lavoro del radarista). Il prossimo passo sarà l’abilitazione di radarista vero e proprio. Insomma la nostra è una
professione dove c’è continuo aggiornamento,
anche senza trasferimenti, perché c’è sempre
evoluzione nelle procedure e nelle tecnologie a
disposizione. È poi quasi scontato dire che si
tratta di un lavoro di grossa responsabilità, in
cui è inoltre necessario avere sempre una notevole capacità di reazione alle possibili situazioni di emergenza, che avvengono molto più
spesso di quanto si possa credere.
Cosa pensi sia stato determinante per la
tua selezione?
Speravo che non mi facessi questa domanda.
MAGAZINE
Me lo sono domandato più di una volta. Altri
miei compagni hanno provato le selezioni con
me, alcuni li ho sempre considerati candidati
con più chance di me, eppure sono stato io ad
essere selezionato. Credo semplicemente di
aver fatto una buona impressione ai colloqui
psicologici, oltre al fatto di avere già una buona
preparazione nelle materie tecniche e in lingua
inglese.
Certi tipi di colloqui sono finalizzati proprio a determinare il grado di motivazione del candidato e la sua capacità nel reagire alle situazioni. Sicuramente hanno
colto tutto questo in te.
È probabile che sia così. Ho affrontato con molta naturalezza e serenità la selezione, proprio
perché guardavo a tutto questo come ad una
opportunità, non come l’unica chance della
mia vita. Mentre studiavo all’aeronautico ad un
certo punto ho dovuto scontrarmi con la realtà
del fatto che non tutti abbiamo la concreta possibilità di diventare piloti d’aereo, come tanti
invece vorrebbero. L’investimento richiesto o
la difficoltà nel superare le selezioni del settore
militare possono essere un ostacolo. Si tratta
magari di guardarsi bene in giro e capire che
di opportunità importanti ce ne sono anche
in altre direzioni. La curiosità di provare mi ha
spinto a candidarmi per la selezione dell’Enav.
Superando anche le non poche difficoltà della
fase di addestramento, ho raggiunto l’obiettivo
di diventare controllore e mi sono subito reso
conto di quali soddisfazioni si ricca questa professione. È un lavoro che mi appaga sotto tanti
punti di vista, anche quello economico se vogliamo dirla tutta. Richiede un po’ di sacrifici
legati al fatto che i turni di lavoro non tengono conto di sabato, domenica e festività varie.
I centri di controllo funzionano tutto l’anno. I
giorni di riposo si alternano su qualsiasi giorno della settimana, ha i suoi pro e contro. Per
chiunque operi nel settore del trasporto aereo
è così.
In tutto questo come giudichi la tua esperienza all’Istituto Tecnico Aeronautico
“L. Bongiovanni”?
Per me è stata una scelta fortemente motivata.
Abitando alle porte di Milano, andare a scuola
fino a Como non era semplice. Eppure girando
più scuole l’impatto migliore l’ho avuto proprio
dall’Aeronautico di Como. Questa impressione
non è mai stata tradita nel corso degli anni fino
al diploma. Come dicevo prima, capita però che
crescendo e confrontandosi con la realtà a volte cambino le prospettive e le aspettative, può
succedere che subentri un po’ di disillusione
ed un calo di motivazione e d’impegno. Anche
in quei momenti ho trovato un ambiente scolastico che ha saputo aiutarmi nel superare le
difficoltà. Sono arrivato all’obiettivo e questo
mi ha permesso di cogliere anche un’opportunità professionale che io giudico davvero soddisfacente. Sia dal lato umano che da quello
formativo, al Casnati ho vissuto un’esperienza
importante e direi determinante nel raggiungere la mia professione.
PROF
21
l’intervista
FESSIONE
PILOTA
Testimonianza dell’esperienza di
successo di un diplomato del
“Bongiovanni”: Andrea Savio,
pilota comandante di
Boeing 737 per Ryanair
Il mestiere di pilota è, senza ombra di dubbio,
una delle professioni più affascinanti e più ricorrenti nell’immaginario collettivo. Il comandante Savio, ex studente dell’Istituto Aeronautico “L. Bongiovanni” ed ora comandante per
Ryanair, racconta in questa intervista i suoi
percorsi professionali e di studi che gli hanno
permesso di raggiungere questo importante
traguardo.
Iniziamo dagli anni delle superiori: quali
considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, relativamente alla
scelta dell’indirizzo della scuola superiore
da frequentare?
A: Ho seguito la passione per l’aviazione e per
il mondo del volo che a quell’epoca già mi affascinava e mi faceva sognare con gli occhi di un
ragazzino che si voleva accingere ad un settore
lavorativo diverso e pieno di emozioni.
Come mai la tua scelta è caduta proprio
sull’Istituto Aeronautico “L. Bongiovanni”?
A: Completate la scuole medie, volevo seguire
i miei sogni. Avevo una scuola rinomata e di
stima nella mia città natale non ho avuto dubbi
sulla scelta. Inoltre l’attività di volo pratica dal
terzo anno in poi all’epoca si svolgeva in concomitanza con l’Aero Club di Como, con idrovolanti, un volo unico nel suo genere.
Quando hai iniziato a frequentare l’Istituto Aeronautico avevi già chiaro il percorso
professionale che avresti voluto seguire?
A: Affascinato dal volo avevo già in mente
cosa voler fare dopo il diploma. Il percorso per
diventare pilota è lungo e spesso situazioni
esterne possono scoraggiare questa passione o
ritardare il raggiungimento dell’obiettivo.
Nel mio caso, dopo la maturità l’aviazione era
in un brutto periodo, in trasformazione prima
dell’arrivo delle compagnie low cost. Infatti
valutai anche le possibilità di cercare una professione in ambito aeronautico che non fosse
necessariamente quella di pilota, visto che il
mio diploma me lo permetteva.
Pensi che l’Istituto Aeronautico ti abbia
dato una buona preparazione culturale,
oltre che tecnica?
A: Senza alcun dubbio i cinque anni di studio
presso l’Istituto Tecnico mi hanno dato una solida base in ambito tecnico. Inoltre mi hanno
anche dato una preparazione culturale generale che è essenziale in ognuno di noi per comprendere la società, gli avvenimenti, le persone
e il mondo in cui viviamo. In ambito aeronautico ci si trova spesso a lavorare con persone
di paesi e lingue diverse e la propria ricchezza
culturale conta molto.
Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro
istituto?
A: Ricordo alcuni professori che mi hanno lasciato un ricordo indelebile per le loro qualità
personali e per la loro professionalità.
Quando ho proseguito gli studi ho incontrato
molti altri insegnati ed istruttori di volo ma
l’affetto che provo per coloro che con tanta pazienza e passione mi hanno “iniziato”, è unico.
Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale una volta ottenuto il
diploma di scuola superiore?
A: Dopo il diploma ho studiato qualche anno
all’università in quanto il mercato del volo era
in forte crisi e di conseguenza anche l’inserimento di nuovo personale nelle varie compagnie aeree era difficoltoso.
Superato questo periodo mi sono diretto in
Spagna in una scuola inglese per prendere la
licenza di pilota di linea. Avendo purtroppo
terminato poco prima dell’attentato alle torri
gemelle del 2001 mi sono ritrovato di nuovo
a terra.
Con molto piacere ho insegnato per circa 3
anni proprio all’istituto aeronautico a fianco
dei mie “vecchi” professori come loro assistente in materie tecniche.
Nel 2004 sono poi stato preso in una compagnia aerea low cost dove dopo 4 anni da primo
ufficiale basato in vari paesi d’Europa, sono diventato comandante con base a Bergamo Orio
al serio. Fatto strano della vita oggi mi trovo
a volare come comandante per una compagnia
straniera basato in Italia con alcuni dei miei ex
allievi dell’istituto aeronautico che mi fanno da
primi ufficiali e che da qui ad alcuni anni diventeranno anche loro comandanti.
Quale deve essere secondo te la dote principale di un buon pilota?
A: Sapere sempre quale è il proprio limite e non
dare mai troppa confidenza alle moderne apparecchiature elettroniche. Mai sottovalutare
le situazioni, essere sempre umili e considerare
le osservazioni di tutti, anche i meno esperti,
per imparare sempre qualcosa di nuovo.
Quali aeromobili piloti attualmente? E
quale ti da più soddisfazioni?
A: Al momento sono comandante sui Boeing
737-800 Next Generation.
La sensazione che si prova nel volare su un
aeroplano di linea piuttosto che su uno da turismo è diversa ma entrambe danno soddisfazione. Ciò che cambia è la gestione del volo che
è a mio parere è più affascinante su un aereo di
linea. Dall’altra la libertà di poter fare manovre
un po’ azzardate e di poter andare quasi ovunque si desideri la lascio agli aerei da turismo,
con tutto il fascino del volo a questi legato.
Quali sono i tuoi obiettivi professionali
per il futuro?
A: Mi piacerebbe diventare training captain,
ovvero istruttore di linea, ma è un percorso
lungo che richiede molta preparazione.
Mi piacerebbe inoltre fare esperienza su rotte
intercontinentali.
Quale consiglio ti senti di dare a chi voglia
intraprendere la stessa tua carriera?
A: Di studiare e di tenere duro, anche nei momenti difficili durante e dopo la scuola. Ho passato periodi bellissimi nel mio percorso fino ad
oggi ma anche molti periodi difficili. Passione,
motivazione e costanza hanno reso il mio sogno di ragazzino una realtà.
Ed ai ragazzi della terza media che hanno
intenzione di affrontare lo studio dell’Istituto Aeronautico?
A: Scelta assolutamente consigliata in quanto
ottimo inizio per chi vuole intraprendere questa carriera o qualunque altra attività nell’ambito dell’aviazione.
MAGAZINE
22
Determinazione
e professionalità sono
la marcia in più per
gli studenti del
Gianni Brera.
Sala sempre al completo
per le cene organizzate nel
ristorante “Al Casnati”,
interno all’istituto.
fioccate le prenotazioni. Discorso analogo lo
potremmo fare per i pranzi che, pur con un calendario meno fitto, vantano sempre il tutto
esaurito.
Per gli studenti ha più significato parlare dei
concorsi nazionali ed internazionali vinti in
questi anni (e sono tanti), confrontandosi
con molte altre scuole alberghiere o con veri
e propri professionisti del settore. Oppure
menzionare le esperienze di stage in strutture
alberghiere o ristorative di primissimo livello.
Per loro tutto ciò significa confrontarsi con lo
stato dell’arte di un mondo che rappresenterà
il loro futuro professionale. Però, agli occhi dei
clienti del ristorante Al Casnati, loro sono già
professionisti.
Va riconosciuto che nel successo di pubblico
di queste cene concorre la simpatia suscitata
dall’essere serviti da una brigata di camerieri così giovani e solari, ma nel contempo così
professionali da lasciare stupiti. Alla lunga
AMBIZIONE
E PASSIONE
Ha dieci anni, vive con più di 250 studenti
provenienti da un bacino molto vasto, ha tre
laboratori di cucina ed uno di sala che in realtà
è un vero e proprio ristorante aperto al pubblico. Organizza servizi di banqueting e catering, un servizio di gastronomia di eccellenza
ed ha addirittura un portale internet per tutte
le prenotazioni. Ha già partecipato a numerosi
concorsi nel campo della ristorazione, con una
media presenze/successi che ha dell’incredibile. È la carta d’identità dell’Istituto Alberghiero.
Con la riforma dell’ordinamento degli istituti
secondari di secondo grado diventa un Istituto Professionale ad indirizzo “Servizi per
l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”.
Una denominazione un po’ estesa che racchiuderà tutta l’esperienza di successi della nostra
scuola: in sintesi il “Gianni Brera”.
Ci sarebbero molti elementi da cui partire per
descrivere il successo di questo istituto. Forse su tutto basta riportare gli oltre 35 menu a
tema proposti durante il precedente anno scolastico, per molti dei quali si è reso necessario
il bis. Le prenotazioni alle serate di apertura
del ristorante interno alla scuola superano a
volte il mese di attesa. Anche per quest’anno parte il calendario delle serate e già sono
MAGAZINE
però ciò che afferma il ristorante Al Casnati
è l’altissima qualità del servizio complessivo
e dei menu proposti. Per molti clienti spesso
è una rincorsa a prenotarsi per nuove cene.
Intanto la fama del ristorante dell’Istituto
Brera si espande sempre più, andando ben oltre i confini di Como. Già nel 2007 una troupe
del Tg3 dedicò ampi servizi a questo successo,
sia nell’edizione regionale che in un approfondimento settimanale, con replica pure su Rai
Uno. Ma l’attenzione dei mezzi di informazione per il “Gianni Brera” non è mai calata.
Il successo in termini di pubblico in realtà è,
come si accennava prima, solo un elemento di
immensa gratificazione. Ciò che conta per la
scuola è la riprova dell’efficacia di un modello
didattico: quello dove alla teoria segue la pratica sperimentata ad alti livelli, direttamente
con il confronto di chi è giudice finale della
bravura di cuochi e camerieri, cioè il cliente.
Non si raggiungerebbero questi risultati senza
il notevole impegno degli studenti. Per molti
di loro la scelta di questa scuola è sostenuta da
una forte passione, che il più delle volte si fortifica nel confronto con la realtà professionale
in cui vengono progressivamente inseriti. Anche se, al primo contatto con il pubblico, sanno di avere al loro fianco compagni e professori. Ciò consente loro di far pratica nel migliore
dei modi. È evidente per loro che il richiamo o
l’osservazione sono fatti al solo scopo di insegnargli a dare il meglio.
Sono i ragazzi stessi a progettare i menu, discutendo per giorni ogni fase di preparazione.
Lavorano con materie prime di assoluta qualità, altrimenti il prodotto finale non potrebbe
23
PALMARES
• Campionati Italiani Barman
Michela Galimberti - secondo posto - miglior cocktail in assoluto
Nicole Bevacqua - terzo posto - miglior decorazione
• Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana
Coan Luca; Manzoni Alessandro; Molteni Eleonora; Mori Andrea; Sartor Guglielmo
Secondi classificati
Euro 3.000 - Cinque corsi di aggiornamento professionale CAST Alimenti
Una borsa di studio presso Summer School Alma.
Premio Speciale di Euro 500: miglior prova eseguita in lingua straniera per Coan Luca
• Racconta la tua merenda!
Menzione speciale a:
Andrea Bonini, Fabrizio Fontana, Francesco Leoni, e Guglielmo Pianarosa
• Campionati Italiani Barman
Fruci Giulia - secondo posto
Panzera Lorenza - quarto posto
• Concorso Culinario Insubrica
Bonini Andrea, Pianarosa Guglielmo - Medaglia d’Oro
Bordoli Elena, Marzari Gaia - Medaglia di Bronzo
• Internazionali d’Italia - Concorso culinario per professionisti
Secondi Classificati - Medaglia Argento (nessun oro assegnato)
Caranchini Davide; Coden Stefano; Scaccia Alessandro ; La Porta Marco
• Olimpiadi di Cucina di Erfurt
Diploma di merito categoria A- Arte Culinaria
essere apprezzato ogni sera da più di 80 persone. L’attività ristorativa consente, offrendo un
menu dai costi comunque contenuti, di sostenere le spese per le attrezzature ed i materiali. Gli studenti si trovano davvero ad operare
come nella cucina di un grande ristorante. In
tutto questo non va trascurato il servizio di
sala. L’allestimento, la mis en place, il servizio:
tutto progettato e curato nei minimi dettagli.
Tutto questo, sommato alla costante preparazione teorica, consente agli studenti dell’Istituto Alberghiero “G. Brera” di farsi notare in
tutte le competizioni dove si presentano. Ciò
che ancor più conta, vantano spesso un curriculum di stage presso ristoranti ed alberghi
di fama internazionali, tra cui Villa d’Este,
Gualtiero Marchesi, Grand Hotel Tremezzo,
Pierino Penati e tanti altri.
Arcidiaco Giovanni; Caranchini Davide ; Coden Stefano; La Porta Marco
Aiutati dai commis del quarto anno: Molteni Eleonora, Munaretto Alessandro, Scaccia
Alessandro e Casati Matteo
• Ricetta da 1 €
De Carli Andrea; Perego Nicolò; Pirovano Marco; Scaccia Alessandro
Primi classificati.
• Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana
Coan Luca; Grasso Riccardo; Livio Matteo; Orsenigo Deborah; Pizzetti Monica
Secondi classificati
Euro 3.000; Cinque corsi di eccellenza ALMA; Cinque corsi di aggiornamento professionale
CAST Alimenti; Una borsa di studio di due settimane presso ALMA
• Internazionali d’Italia - Concorso a Squadre
Coden Stefano; La Porta Marco; Manzoni Alessio; Sartor Guglielmo
Secondi Classificati - Medaglia Argento
Ballacchino Gabriele; Ciceri Stefano; Introzzi Eros; Miele Giovanni
Terzi classificati - Medaglia Bronzo
• Internazionali d’Italia - Concorso Individuale
Caranchini Davide
Terzo classificato - Medaglia bronzo
• Internazionali d’Italia - “Concorso Cocktail”
Giobbio Marta; Pallaro Lisa
Terze classificate - Medaglia bronzo
• Concorso Internazionale “Antonio Nebbia”-“Finger Food & Cocktail”
Caranchini Davide; Guanziroli Simone; Mori Andrea; Sartor Guglielmo
Due squadre finaliste su 8 ammesse alle finali
Premio Speciale per la Tecnica e la Professionalità
Euro 1.000 in prodotti caseari
• Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana
Brioschi Enrico; Coan Luca; Marongiu Gianluca; Monti Federico;
Ronchetti Martina; Vassalli Valentina
Primi classificati
Euro 10.000
Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana alla
“Migliore scuola d’Italia”
• Internazionali d’Italia - Concorso a Squadre
Monti Federico; Brioschi Enrico; Schena Samuele; Malanca Stefano
Terzi classificati - Medaglia Bronzo
Ferrandi Luca; Grasso Riccardo; Marongiu Gianluca; Orsenigo Deborah
Terzi classificati - Medaglia Bronzo
MAGAZINE
24
l’intervista
LA CUCINA,
REGNO DI
PASSIONE E
CREATIVITÀ
Lo Chef stellato Mauro Elli docente all’Istituto Alberghiero
L’istituto Alberghiero Gianni Brera, come è ormai noto, si avvale della collaborazione di prestigiose personalità del settore nel proporre
nuovi spunti di crescita ai propri studenti: l’alto livello qualitativo raggiunto dal Brera, unico istituto ad aver mai partecipato alle Olimpiadi di Cucina, può ricondursi alle numerose
partecipazioni a concorsi internazionali o agli
stage di altissimo livello ai quali i nostri studenti partecipano ma il ruolo che il rapporto
umano ricopre nell’attività didattica si pone
sempre in posizione predominante. Numerosi sono stati gli Chef che, apportando la loro
ineguagliabile esperienza attraverso lezioni
tematiche, hanno elevato lo standard qualitativo delle lezioni al Brera. Per uno di questi,
uno dei più prestigiosi, la collaborazione si è
fatta nel corso degli anni sempre più frequente
ed approfondita fino ad entrare a far parte del
MAGAZINE
corpo docente.
Parliamo di Mauro Elli, Chef stellato Michelin che abbina al suo mestiere principale anche
quello di docente al quale abbiamo anche rivolto alcune domande.
I curriculum dello Chef Elli parla chiaro: dopo
gli studi presso il centro di formazione professionale di Clusone (BG) ha subito esteso
i propri orizzonti culturali trasferendosi in
Inghilterra dove, per quattro anni, ha potuto
ampliare le proprie esperienze in ambito gastronomico. Dopo questa importante esperienza, tornato in Italia, ha proseguito il suo
percorso di crescita tra la Svizzera e la Riviera
Ligure fino all’apertura, nel 2003, del ristorante “Il Cantuccio” ad Albavilla per il quale,
a coronazione di una carriera ancora in espansione, riceve da anni la prestigiosa stella Mi-
chelin, riconoscimento alla professionalità ed
alla competenza di uno Chef prestato all’insegnamento.
La sua è una carriera caratterizzata dalla costante crescita professionale: ha infatti ricoperto il ruolo di garde manger, entremetier,
saucier in varie strutture fino ad approdare
in prestigiosi alberghi come il Kulm di Saint
Moritz, lo Splendido di Portofino e l’Excelsior
Palace di Rapallo.
L’umiltà ed il grande entusiasmo, abbinate
alla indubbia capacità di coniugare qualità,
tradizione e sapori del territorio, evidenziano in maniera chiara il profilo dello Chef Elli:
le stesse doti che trasmette agli studenti di
Alma, la scuola internazionale di Cucina del
Rettore Gualtiero Marchesi che lo impegna
come docente, ed agli studenti dell’Istituto Alberghiero “G. Brera”.
Per il suo ristorante si sono levati giudizi positivi da personaggi del calibro di Luigi Veronelli, ed Edoardo Raspelli: questo patrimonio
di esperienze ora, con grande umiltà e professionalità, vengono riversate anche nell’attività
didattica presso il “Gianni Brera” e nelle cene
organizzate presso il ristorante dell’Istituto,
dove la creatività e la passione si danno appuntamento in cucina.
Abbiamo rivolto, a conclusione di questo articolo dedicato al CSC Magazine, alcune brevi
domande allo Chef Elli:
Abbiamo parlato del suo curriculum e del
bagaglio di esperienze che le hanno permesso di conseguire prestigiosi risultati:
secondo il suo autorevole punto di vista,
qual è il futuro della ristorazione italiana?
Credo che oggi noi professionisti, se vogliamo
che l’eccellenza italiana nella ristorazione e
nell’ospitalità continui la sua ascesa, abbiamo
il dovere di far entrare la nostra esperienza
nelle scuole alberghiere, che rispecchiano dinamismo e tanta voglia di fare.
La sua professione le ha permesso di relazionarsi con diversi ambienti ed una
moltitudine di situazioni e persone:
come giudica questa nuova esperienza di
insegnamento presso il nostro Istituto?
Quello che posso dire oggi, a distanza di tre
anni circa trascorsi all’Istituto Alberghiero “G.
Brera”, è che il bilancio è positivo: stiamo iniziando a lavorare anche sui dettagli e ciò significa un grande passo avanti.
Un’ultima domanda: cosa si sente di comunicare ai ragazzi che si apprestano
ad affrontare un percorso di studi come
quello dell’Alberghiero?
Quando sono in cucina con i ragazzi dico sempre loro “forza ragazzi che anche oggi ci divertiamo”. Tutto ciò che viene fatto con passione
dedizione e professionalità, infatti, è puro divertimento.
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l’intervista
CARANCHINI, ASTRO NASCENTE
DELLA RISTORAZIONE ITALIANA
Davide Caranchini:
dalle olimpiadi di Cucina al Noma
di Copenhagen passando per il
ristorante di Gordon Ramsay.
Iniziamo dagli anni delle superiori: quali
considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, relativamente
alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare?
Ho sempre avuto la passione per la cucina,
quindi diciamo che il mio percorso scolastico
superiore era “già scritto”; partecipai poi ad un
open day dell’Istituto Alberghiero Gianni Brera ed esso mi colpì particolarmente, diventando poi la mia scelta definitiva.
Secondo te quanto contano la passione e
la preparazione nel tuo mestiere?
Contano tutto, il 100%. Non riuscirei mai ad
immaginare di fare questo lavoro senza passione, sarebbe impossibile: è ciò che ti dà la
forza di continuare a dare il meglio di te ogni
giorno in cucina. Lo stesso vale per la preparazione, bisogna avere una base ben solida da
cui partire, il resto lo si costruisce con l’esperienza.
Ti sei specializzato nel settore cucina o
servizi di sala? Come mai hai fatto questa scelta?
Sin dall’inizio avevo le idee ben chiare e quindi la mia non è stata una scelta difficile: il mio
futuro sarebbe stato in cucina, la mia passione. Ho comunque avuto modo di vedere molti
miei compagni partire il primo anno di scuola
con l’idea di scegliere al terzo anno l’indirizzo
di cucina e poi, una volta giunti al momento di
scegliere, cambiare indirizzo a favore di servizi di sala o viceversa.
Ci puoi raccontare qualche dettaglio del
tuo lavoro che pensi possa colpire l’attenzione dei nostri studenti o dei ragazzi
che si vogliono avvicinare a questo mondo?
Innanzitutto vorrei dire che il lavoro del cuoco
è fantastico, pieno di soddisfazioni e motivi di
orgoglio. Ma come tutte le soddisfazioni, vanno sudate. Ultimamente si fa un gran parlare
dei cuochi, grazie anche ai vari format televisivi (a volte non proprio edificanti) che ogni
giorno vengono trasmessi in televisione: agli
occhi di un ragazzo desideroso di intraprendere questo percorso potrebbero far sembrare
tutto facilmente raggiungibile. Non è assolutamente così, si tratta di un lavoro molto duro
che richiede sacrifici, molta forza di volontà e
determinazione.
Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro Istituto?
Wow, l’elenco sarebbe lunghissimo ma i ricordi più frequenti sono legati ai vari concorsi ai
quali ho partecipato: la fatica, l’ansia, l’emozione e la gioia condivise con i miei compagni
di squadra partendo dai momenti dello studio e della preparazione, fino al giorno della
competizione. In particolar modo ricordo le
Olimpiadi culinarie di Erfurt nel 2008, una
delle nostre più grandi soddisfazioni, e più
precisamente il momento in cui il sig. Discacciati - dirigente del Centro Studi Casnati ndr
- comunicò a me e agli altri tre compagni che
vi avremmo partecipato. Fu un mix di sensazioni ed emozioni, difficilmente cancellabili o
dimenticabili.
Hai mai conosciuto e/o lavorato con
qualche Chef famoso? Se sì, ci puoi raccontare di cosa si è trattato?
Sì, ho avuto modo di lavorare con, o per, diversi grandi chef durante gli ultimi anni, tra
cui Gordon Ramsay, in uno dei suoi ristoranti
a Londra: lui non frequenta mai le cucine ma
ho avuto modo di incontrarlo una volta, mi ha
fatto una bella impressione. Poi Michel Roux
Jr, de Le Gavroche di Londra, 2 stelle Michelin
nonché giudice di Master Chef UK, uno chef
da cui ho imparato molto. In questo elenco
inserisco anche Heinz Beck, che ricordo essere uno chef molto preciso, quasi maniacale, e
l’ultimo in ordine cronologico, Rene Redzepi,
lo chef del Noma di Copenaghen che mi ha
stupito molto per la grande umiltà e per il suo
modo di interagire con la brigata, nonostante
sia stato per tre anni di fila lo chef del miglior
ristorante del mondo.
Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale una volta ottenuto il
diploma? In quali realtà hai lavorato?
Una volta ottenuto il diploma iniziai il percorso professionale lavorando per una stagione
all’Excelsior Palace, un hotel 5 stelle a Rapallo,
per poi trasferirmi a Londra. Lì lavorai prima
presso un ristorante italiano e successivamente in un altro hotel a 5 stelle. Tornato a Como
trovai lavoro al ristorante I Tigli a Lago, dove
rimasi per un anno, ottenendo grandi risultati tra cui la promessa Stella Michelin. Dopodiché tornai a Londra per lavorare al Maze di
Gordon Ramsay, una stella Michelin: una bella esperienza ma non una delle migliori perché non fui particolarmente colpito dal tipo
di cucina proposta. Quindi iniziai poco dopo
presso Le Gavroche sempre a Londra, due stelle Michelin, considerato da oltre 30 anni uno
dei migliori ristoranti di Londra e tra i miglio-
ri al mondo, in cui ho imparato le tecniche e
le basi della cucina francese. Successivamente
iniziai a lavorare presso l’Apsleys, il ristorante
londinese di Heinz Beck, in cui feci esperienza
in pasticceria: una grande pasticceria, mi permetto di dire. Infine conclusi il mio percorso
in Inghilterra lavorando al Galvin at Windows, una stella Michelin, in cui incrementai
le mie qualità nel lavorare sotto pressione,
con grandi numeri di coperti pur riuscendo
a mantenere gli standard da stella Michelin.
Qui ebbi la proposta di promozione a Jr. Sous
Chef, che apprezzai molto e mi riempì di gioia,
ma che rifiutai in vista dell’imminente inizio
stage presso il Noma di Copenaghen, per tre
anni di fila il miglior ristorante del mondo, che
era ciò a cui più ambivo.
Dove lavori attualmente?
Finito il periodo al Noma, a partire da agosto
2013 inizierò una nuova esperienza presso
l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, tre stelle Michelin.
Ci puoi dire come si articola la tua giornata lavorativa?
La mia giornata lavorativa comincia all’incirca
verso le 7:30- 8:00 del mattino iniziando con
la preparazione della mise en place fino alle
11:30 – 12:00 circa, ora dell’inizio del primo
servizio che dura fino alle 15 o 16 (in Inghilterra), a cui fa seguito la pulizia e la preparazione della mise en place per la cena. Quest’ultima inizia verso le 18 per poi concludersi alle
23:00 - 23.30. Dopodiché’ ci si dedica alle pulizie e alla stesura degli ordini per il giorno seguente finendo così verso mezzanotte e mezza
o l’una. Praticamente circa 18 ore di lavoro
giornaliero per 5, a volte 6 giorni a settimana.
Poi ovviamente dipende dal settore ristorativo in cui si lavora.
Quali sono i tuoi obiettivi professionali
per il futuro? Cosa pensi di fare un domani?
Il mio obiettivo è quello di poter aprire un piccolo ristorante di non più di 40 coperti a Como
o zone limitrofe, proponendo una cucina innovativa ma non stravagante ed una grande
esperienza dal punto di vista gastronomico al
servizio di ogni singolo ospite. Il sogno è quello di ottenere almeno una stella Michelin.
Se potessi tornare indietro rifaresti le
stesse scelte scolastiche e professionali?
Assolutamente sì.
Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi
dell’Istituto Alberghiero che vogliono intraprendere la stessa tua carriera?
Il consiglio che posso dare è quello di continuare a migliorarsi con sacrificio e dedizione,
non lasciandosi scoraggiare dalle prime sconfitte o delusioni: anzi, proprio da esse bisogna
cercare di trarre forza per dare il meglio di sé.
MAGAZINE
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primo piano
L’Istruzione e
Formazione
Professionale
La nuova opzione del sistema educativo italiano
ed i nuovi corsi IeFP del Centro Studi Casnati:
“Operatore della ristorazione”
Aurelio Schiavone
Con l’anno 2010-11 sono entrati in vigore, per
la prima volta, i cambiamenti del sistema educativo italiano che hanno apportato importanti novità sia in relazione alla scuola secondaria
di secondo grado (superiori) sia per l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
Per analizzare nel dettaglio quest’ultimo segmento abbiamo chiesto alla professoressa
Astori, Preside del Centro Studi Casnati e promotrice dei corsi IeFP, di illustrarci le principali caratteristiche di questi corsi anche in relazione all’offerta formativa dei nostri Istituti.
“Da un punto di vista puramente tecnico è necessario dire che quello dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale viene definito un “sistema” di
competenza regionale, a differenza dei percorsi di
studio delle scuole superiori le cui direttive sono
definite a livello statale. Per citare qualche numero – prosegue la Preside – sono stati definiti 21
percorsi di Qualifica di durata triennale e di 21
percorsi di Diploma di quarto anno a livello nazionale, attivabili da ogni Regione. C’è da chiarire
inoltre che l’obbligo di istruzione (DDIF) è assolto
sia in un percorso scolastico (Licei, Istituti Tecnici e Istituti Professionali) sia nei percorsi di IeFP
regionali”.
MAGAZINE
Ma quali sono le principali differenze tra il
percorso di Formazione Professionale e quello
della scuola secondaria di secondo grado?
“Sostanzialmente esistono due differenze fondamentali tra i due sistemi che, ricordiamo, seguono due percorsi paralleli ma contigui. La prima
differenza è costituita dagli obiettivi e la seconda
dalla durata dei percorsi di studio. Comparando
i contenuti dei percorsi di Formazione Professionale e quelli della scuola secondaria di secondo
grado vediamo come quelli dei corsi IeFP risultino
maggiormente rivolti allo sviluppo di competenze
utili alla vita ed allo sbocco professionale, in linea
con le indicazioni della Comunità Europea. Questo
naturalmente non esclude l’aspetto culturale della
preparazione offerta allo studente: con la riforma,
anche i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale sono chiamati a dare all’allievo un’impronta educativa e culturale di livello. Per quanto
riguarda invece la durata dei percorsi di studio,
quelli di Istruzione e Formazione professionale
prevedono la possibilità di conseguire una Qualifica triennale (dopo il terzo anno) ed un Diploma
di Tecnico professionale di quarto anno (3+1). La
scuola secondaria di secondo grado prevede invece un percorso di studi quinquennale che porta al
Diploma.”
Le differenze tra i due percorsi sono quindi
identificabili nei diversi obiettivi e nella durata: i percorsi triennali e di quarto anno regionali di IeFP possiedono un carattere meno
teorico di quelli scolastici ed una maggiore
aderenza agli aspetti lavorativi, senza, tuttavia, rinunciare ad una adeguata formazione
culturale di base.
I costi di frequenza sono coperti
integralmente dalla dote scuola per
i centri di formazione accreditati.
La nuova impostazione degli IeFP ha quindi
permesso il superamento della divisione tra la
dimensione della cultura (appannaggio esclusivo dell’Istruzione) e quella del lavoro (domi-
27
tolo di Tecnico Superiore. E’ quindi possibile, dopo
la terza media, iniziare un percorso di Istruzione
e Formazione Professionale che permetta allo studente di arrivare fino all’Università: non esiste in
questo senso alcuna preclusione.”
“I corsi che proponiamo sono solo
l’ultima evoluzione della nostra
offerta formativa”
Il Centro Studi Casnati, nell’ambito della propria mission formativa che vede prioritario
consentire a tutti l’accesso alla formazione
e istruzione, si è accreditato presso Regione
Lombardia ed ha attivato a partire dall’anno
scolastico 2010/2011 il corso professionale
per Operatori della ristorazione-preparazione
pasti che, dopo gli incoraggianti risultati conseguiti, è stato riproposto anche nei successivi
anni scolastici. Quali sono le caratteristiche
di questi corsi IeFP proposti dal Centro Studi
Casnati?
“I corsi che proponiamo sono solo l’ultima evoluzione della nostra offerta formativa: forti dell’esperienza acquisita in quarant’anni di scuola superiore ed utilizzando le competenze in termini di
professionalità e le strutture dei nostri Istituti, in
primis quelle dell’Istituto Alberghiero, abbiamo
attivato il corso IeFP per Operatore della ristorazione. L’Operatore della ristorazione è una
figura professionale che esegue in autonomia e in
collaborazione con altri la preparazione e cottura
di prodotti alimentari e la distribuzione di cibi e
bevande. Il percorso formativo per operatori della ristorazione prevede l’indirizzo “Preparazione
pasti”, che forma operatori in grado di realizzare
la preparazione di piatti semplici secondo gli standard di qualità definiti e nel rispetto delle norme
igienico-sanitarie vigenti. L’Operatore della ristorazione trova occupazione lavorativa in qualità di
cuoco, di addetto alla preparazione e cottura di
cibi, di cameriere e di barista nei settori dell’alberghiero, della ristorazione, delle mense e catering,
dei bar e altri esercizi simili senza cucina”.
Per maggiori informazioni sull’organizzazione dei corsi IeFP e per approfondire l’offerta
formativa del Centro Studi Casnati vi invitiamo a visitare la sezione dedicata del nostro
sito internet www.centrocasnati.it.
ACCREDITAMENTO REGIONALE
L’accreditamento regionale è un procedimento con il quale la Regione Lombardia attesta
formalmente la competenza e la capacità dei
soggetti che ne facciano richiesta di entrare
a far parte dell’elenco regionale dei fornitori
di servizi formativi/orientativi finanziati con
risorse pubbliche, compresi i soggetti che rilasciano, al termine delle attività formative, un
attestato “riconosciuto” dalla Regione.
DOTE SCUOLA
Per le famiglie degli studenti che hanno scelto un corso di Istruzione e Formazione Professionale presso un centro di formazione accreditato, la Dote Scuola permette di coprire
totalmente i costi di frequenza offrendo alle
famiglie un ulteriore aiuto per l’acquisto di
materiale educativo e scolastico.
L’iscrizione al corso per “Operatore della ristorazione – preparazione pasti” è subordinata all’ottenimento del contributo della Dote
Scuola e per usufruirne non è previsto alcun
requisito ad esclusione della richiesta di iscrizione. Per la formazione della classe e per il
relativo ottenimento della Dote Scuola si seguirà un criterio cronologico nell’accettazione
delle richieste di iscrizione.
nio riservato alla Formazione Professionale).
Chiediamo alla Professoressa Astori di chiarire meglio quali sono le diverse qualifiche ottenibili con i corsi IeFP e le possibilità di prosecuzione negli studi.
“Le Qualifiche (3 anni) e i Diplomi di IeFP (3+1)
sono spendibili e riconoscibili su tutto il territorio
nazionale e della Comunità Europea; costituiscono poi anche titolo per il diretto proseguimento
degli studi nel sistema di IeFP regionale. Per approfondire il discorso vediamo come la Qualifica
triennale permetta l’accesso diretto al quarto
anno, utile al conseguimento di un Diploma di
Tecnico professionale. Con il Diploma di quarto
anno è invece previsto l’accesso al quinto anno
integrativo, utile a sostenere l’esame di stato per
l’accesso all’Università o al proseguimento nella
Formazione Superiore con il conseguimento del ti-
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ORIENTAMENTO
2014/15
Al via l’attività di orientamento in vista delle iscrizioni all’a.s. 2014/15:
ecco i servizi del Centro Studi Casnati per gli studenti interessati e le loro famiglie.
MAGAZINE
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Al termine della terza media non tutti gli studenti hanno le idee chiare sulla prosecuzione
del proprio percorso scolastico: non è sempre
facile destreggiarsi tra la vastità dell’offerta
formativa, gli sbocchi professionali e post diploma, le profonde differenze tra le differenti
tipologie di istituti, articolazioni, indirizzi e
molto altro.
La soluzione è semplice quanto efficace: bisogna scegliere consapevolmente e per fare ciò è
necessario accedere a tutti gli strumenti orientativi previsti per favorire gli studenti e le loro
famiglie in questo delicato momento.
Il Centro Studi Casnati, come consuetudine
che caratterizza i nostri Istituti fin dalle origini, attiva numerose iniziative di orientamento
rivolte agli studenti delle scuole secondarie di
primo grado ed alle loro famiglie in vista delle
iscrizioni all’a.s. 2014/15. Tutto è finalizzato
ad accrescere la consapevolezza degli interessati e curare la correttezza e puntualità delle
informazioni relative alla nostra offerta formativa.
L’Ufficio Orientamento del Centro Studi Casnati, sempre a disposizione per fornire supporto orientamento relativo all’intera offerta
formativa dei diversi Istituti, propone per il
prossimo anno scolastico alcune novità costituite da nuove iniziative di orientamento che
si aggiungono al tradizionale Open Day del 23
novembre 2013.
La sezione del nostro sito dedicata alle attività di orientamento, raggiungibile all’indirizzo www.centrocasnati.it/orientamento, è
lo strumento attraverso il quale accedere ad
informazioni costantemente aggiornate circa
le iniziative organizzate, visualizzare le principali informazioni legate alla nostra offerta
formativa ed accedere gli strumenti da utilizzare (form di prenotazione) per partecipare
alle nostre iniziative.
Elenchiamo di seguito tutte le attività di
orientamento, gratuite e non vincolanti, organizzate dal Centro Studi Casnati.
La scelta della scuola superiore: ecco come il Centro Studi Casnati si
mette a disposizione degli interessati.
OPEN DAY
Nella giornata di sabato 23 novembre 2013,
dalle ore 14:30 alle 18:00, si terrà presso la
sede di via Carloni n° 8 a Como il consueto
Open Day del Centro Studi Casnati. Questa
iniziativa offrirà a tutti gli interessati la possibilità di approfondire le novità riguardanti
l’offerta formativa ed interagire direttamente
con l’Istituto attraverso le numerose presentazioni che verranno proposte durante l’arco del
pomeriggio: ai laboratori aperti dei quattro
Istituti si aggiungeranno le visite alle strutture accompagnati dal personale della scuola.
LEZIONI IN AULA – UNA GIORNATA AL
CASNATI
Una giornata dedicata ad ogni istituto, replicata in quattro incontri da ottobre a gennaio, a
contatto con i docenti e gli studenti del Centro
Studi Casnati: le lezioni in aula, che si svolgono durante l’orario scolastico presso la sede di
via Carloni n°8 per una durate di quattro ore,
offrono agli interessati la possibilità di visitare
le aule e sperimentare lo studio delle principali materie di indirizzo all’interno di una giornata appositamente realizzata.
SPORTELLI FORMATIVI
Un ciclo di incontri pomeridiani, della durata
di circa due ore, dedicati a tre tematiche trasversali agli istituti e di sicuro interesse per gli
studenti: “metodologie di studio”, “lingue straniere” e “informatica”. Un ulteriore strumento
per approcciarsi in maniera sempre più approfondita alla scuola secondaria di II grado.
COLLOQUI DI ORIENTAMENTO
Incontri individuali con un referente d’Istituto per ricevere informazioni ed approfondire
tutte le tematiche di interesse: gli appuntamenti possono essere fissati direttamente
tramite l’apposito form, scegliendo tra le opzioni disponibili, o contattando la segreteria
dell’Istituto.
YOUNG LARIOFIERE
Anche quest’anno il Centro Studi Casnati parteciperà all’iniziativa di orientamento “Young
– orienta il tuo futuro” che si terrà presso il
polo fieristico Lario Fiere di Erba nei giorni
giovedì 28 novembre dalle 8:30 alle 13:00, venerdì 39 novembre dalle 8:30 alle 13:00 e sabato 30 dicembre dalle 8:30 alle 18:30. I nostri
Istituti parteciperanno alla manifestazione
offrendo agli interessati l’opportunità di approfondire tutte le tematiche di maggiore in-
teresse, in un contesto unico di confronto con
le differenti realtà, interagendo con docenti e
rappresentanti del Centro Studi Casnati.
MINI STAGE DI ORIENTAMENTO
I mini stage di orientamento, incontri gratuiti che si svolgono settimanalmente presso il
nostro Istituto dalle ore 14:00 alle ore 16:00
a partire da ottobre, coinvolgono gli studenti
interessati in attività di laboratorio ed i loro
accompagnatori in momenti informativi con
un referente d’Istituto.
Per ogni Istituto è prevista un’attività didattica dimostrativa per la quale non è richiesta
alcuna competenza o preparazione iniziale:
è necessario prenotare la partecipazione agli
stage utilizzando l’apposito form reperibile
nella sezione www.centrocasnati.it/ministage.
Liceo Linguistico
Conversare giocando in lingua: lezione ludica di esercizio nell’uso della lingua inglese,
per sperimentare il coinvolgimento in una
lezione dove è consentito comunicare solo in
lingua straniera.
Liceo Artistico
Laboratorio di progettazione: laboratorio
artistico multidisciplinare, per scoprire che
dietro ad ogni artista c’è tanta tecnica.
Istituto Tecnico Aeronautico
Prova al Simulatore di Volo: l’esperienza
del volo simulato per comprendere quanti e
quali aspetti deve tenere presente un aspirante pilota. Grazie alla collaborazione con
l’Aero Club Como, tutti i ragazzi e le ragazze
che parteciperanno allo stage di orientamento dell’Aeronautico riceveranno un buono per
poter effettuare, a costo simbolico, un volo
prova su un vero idrovolante, nello splendido contesto del Lago di Como.
Istituto Professionale Alberghiero
Laboratorio di cucina: per scoprire che
all’Alberghiero non si scherza; c’è tutto per
sentirsi parte di una vera e propria attività di
ristorazione.
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www.alcasnati.it
Il ristorante “Al Casnati” nasce con l’intento di sensibilizzare
il grande pubblico sul tema dell’educazione al Gusto mediante
Serate a Tema e Lezioni di Cucina Creativa.
L’idea deriva dal connubio tra la creatività artistica e quella culinaria, in un tripudio di colori e sapori frutto di studi approfonditi
dei nostri studenti sulle varie discipline e loro applicazioni. La
promozione e la difesa dei prodotti tipici eno-gastronomici italiani sono la nostra mission: “L’Arte del Gusto” vi trasporterà in
una dimensione nella quale il piatto è quadro e la tavola scultura.
Nella Sala Ristorante “Al Casnati” di via Carloni 8 a Como, che
accoglie sino a 140 persone con possibilità di video proiezioni
e presentazioni multimediali, ogni venerdì sera gli studenti dell’
Istituto Alberghiero vi propongono serate a tema dedicate alla cucina nazionale e a tema.
Prenotare è semplice! Scegliete su www.alcasnati.it la serata
preferita e compilate il form per ricevere una conferma di prenotazione.
La Trattoria “Gerbet”, storico punto di riferimento culinario del
panorama comasco, si propone come meta abituale per i pranzi e
le cene dei più golosi che possono gustare nella familiare atmosfera di via Teresa Ciceri 3 pietanze dal sapore fresco e genuino,
le stesse caratteristiche che accomunano gli studenti dell’Istituto
Alberghiero “Brera”.
Ed è proprio questo che rende unico “il Gerbet”: gestito interamente da nostri ex studenti, costituisce un eccellente banco di
prova per gli alunni dell’Istituto Alberghiero che si avvicendano
nell’apportare il loro contributo alla perfetta riuscita dei pranzi e
delle cene.
Un progetto nuovo ed innovativo che mette nelle mani degli studenti del “Brera” una trattoria da gestire con passione e professionalità ed il cui risultato si riflette quotidianamente nella soddisfazione della clientela abituale. Vi invitiamo alla Trattoria Gerbet
per conoscere di persona gli Chef del futuro ed assaggiare le loro
creazioni culinarie! Sul sito www.gerbet.it tutte le informazioni
sui menu ed il form di prenotazione per le cene.
www.gerbet.it
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LICEO
LINGUISTICO
LICEO
ARTISTICO
ISTITUTO
ISTITUTO
AERONAUTICO ALBERGHIERO
Via Carloni, 8 - Como
www.centrocasnati.it
[email protected]
Tel. 031/5378.900
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