MAGAZINE ANNO 05 numero 1 speciale orientamento ottobre 2013 NOTIZIE, EVENTI, COMMENTI FUORI E DENTRO LA SCUOLA periodico a cura di: CENTRO STUDI CASNATI - Via Carloni 8, 22100 COMO - Tel. 031 5378900 - www.centrocasnati.it DICONO DI NOI...............................................14 LA SCUOLA DELL’ INNOVAZIONE..............16 ARTISTICO ALBERGHIERO ISTITUTO CSC MOBILE APP SUPPORTO DSA SI SCRIVE TRASPORTI E LOGISTICA, SI LEGGE AERONAUTICO................................................18 CASNATI SUPPORTO DSA STUDENTI FORMAZIONE ISTITUTO CSC NEWS CSC CSC LINGUISTICO CONVENZIONI FORMAZIONE ARTE E PRODUZIONE.....................................13 PC IN CLASSE ISTITUTO IL “PRINCIPE“ DELL’ ANIMAZIONE 3D ......12 CASNATI FAD RIFLESSI D’ARTE A COMO.............................10 SHO C CASE AERONAUTICO CSC STUDENTI L’ESPERIENZA DELL’EX....................................9 CSC IL CODICE DI UNA LINGUA............................7 E-BOOK CASNATI FAD AREA RISERVATA QUANDO IL LICEO E’ DAVVERO LINGUISTICO.....................................................6 CASNATI FAD COMPUTER IN CLASSE...................................4 ORIENTAMENTO BADGE ELETTRONICO OPEN DAY CSC CASNATI FAD ORIENTAMENTO AERONAUTICO PC IN CLASSE ALBERGHIERO COMUNICAZIONI CSC BADGE ELETTRONICO ALBERGHIERO CSC PC IN CLASSE CSC MOBILE APP SUPPORTO DSA CASNATI FAD ORIENTAMENTO AREA RISERVATA centrocasnati.it/showcase CSC E-BOOK SUPPORTO DSA ORIENTAMENTO BADGE ELETTRONICO SCUOLA CASNATI FAD CASNATI FAD E-BOOK CONVENZIONI € CASNATI FAD PC IN CLASSE ALBERGHIERO AERONAUTICO LICEO E-BOOK SUPPORTO DSA CASNATI FAD CSC MOBILE APP CSC LINGUISTICO ANNO 05 numero 1 speciale orientamento ottobre 2013 CASNATI FAD CONVENZIONI AREA RISERVATA SOMMARIO I GUARDIANI DEL CIELO...............................19 PROFESSIONE PILOTA..................................21 AMBIZIONE E PASSIONE.............................22 LA CUCINA, REGNO DI PASSIONE E CREATIVITÀ........................24 CARANCHINI, ASTRO NASCENTE: DELLA RISTORAZIONE ITALIANA..............25 L’ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE..............................................26 ORIENTAMENTO 2014/15...............................28 CSC MAGAZINE a cura di: DIREZIONE, REDAZIONE: Via Carloni, 8 - 22100 COMO Tel. 031 5378900 Fax 031 301392 Progetto grafico: Matteo Scaccabarozzi MAGAZINE 4 primo piano Il terzo punto è il problema sull’approccio alla didattica. COMPUTER IN CLASSE UNA MODA, UNA CHIMERA O UNA REALTÀ? Lo leggiamo su tutti i maggiori quotidiani. Titoloni che enfatizzano lo sbarco di innovative soluzioni tecnologiche nelle scuole italiane. Ma è veramente così? Si può affermare che questo prezioso strumento di lavoro e svago quale è il personal computer finalmente è approdato anche nella scuola italiana, al punto da sostituire i libri di testo oppure, in qualche caso, addirittura i docenti? Qual è lo stato dell’arte? La situazione non è così ottimistica, in realtà. Leggiamo di Ipad, netbook in classe, uno per ogni studente. Ma a cosa servono in realtà? Il contenitore (il computer) è indubbiamente innovativo e lo conosciamo bene, ma i contenuti? Compreremmo una Lamborghini per poi allestirla internamente come una Panda? Compreremmo una casa a Montecarlo per arredarla coi mobili dell’Ikea? Ancora, acquisteremmo un autobus da 50 posti se la nostra famiglia è composta da 3 persone? Lo diciamo perché, riprendendo concettualmente gli esempi sopra, sembra proprio si stiano proponendo queste paradossali situazioni in merito all’approdo delle tecnologia nelle aule scolastiche. Ma quali sono questi problemi di incoerenza, nel dettaglio? Il primo punto è il problema infrastrutturale. Usare un pc in una scuola significa, ai nostri giorni, la possibilità di avere accesso alla rete, a Internet. E’ fondamentale, perché il pozzo di conoscenza risiede lì dentro. MAGAZINE Farlo non è così banale, perché per rendere accessibile internet, sarebbe necessario cablare tutte le aule scolastiche. Roba vecchia direte, ormai c’è il wi-fi!! Vero e infatti questa è la soluzione per portare a tutti l’accessibilità alla rete. Ma il wi-fi non compare magicamente e spontaneamente; va “guidato” e per portare il segnale fino a noi servono apparecchi dedicati e qualità di segnale, perché 700-800 tra studenti e docenti che accedono contemporaneamente tramite lo stesso accesso ad internet significa progettare una rete professionale, capillare e molto costosa. Quindi il primo punto è: i pc in classe sono poco utili se non hanno a disposizione una rete accessibile e performante. Il secondo punto è il problema sui contenuti. Si parla di sostituire i libri di testo, a vantaggio di nuovi strumenti digitali. Già, ma dove sono oggi i sostituti dei beneamati libri di testo? Ci sono timidi tentativi di digitalizzazione dei contenuti e per fortuna qualche raro esempio illuminato di didattica multimediale ma sono una goccia nel mare. Quindi di cosa stiamo parlando? Gli studenti, secondo il modello ambito, portano il pc in classe e... Cosa ci fanno?? Per carità le risorse sulla rete sono infinite: si possono guardare video didattici, leggere quotidiani in lingua e molto altro. Ma è questo un progetto strutturato di migrazione verso le nuove tecnologie applicate alla didattica? Serve ben altro, servono prodotti e servizi dedicati a questo nuovo modello formativo. Una volta consegnato un pc ad ogni alunno, cosa ci fanno gli studenti? Il discorso si riallaccia al punto sopra. Ma ancora, ammesso e non concesso che questi contenuti ci siano, come li mettiamo in relazione alla tradizionale programmazione didattica del docente? In pratica, a cosa serve questa invasione tecnologica se poi non è in stretta relazione con quanto sviluppato in aula dal docente? Si rischia di disorientare gli studenti, dando loro infinite ed accattivanti risorse ma che in realtà non giovano a sviluppare gli obiettivi del docente, coerentemente con la sua programmazione didattica. Questa è quindi l’ulteriore sfida: sviluppare strumenti e metodologie che vadano di pari passo con il lavoro istituzionale del docente e che anzi siano complementari al lavoro fatto in classe. Se non si persegue questo obiettivo, il pc in classe diventa un gadget fine a se stesso. Non vogliamo essere distruttivi: siamo all’alba dell’approdo della nuova tecnologia in un contesto scolastico e quindi è fisiologico ci siano errori, tentennamenti e progetti zoppicanti. Tra qualche anno tutte queste anomalie saranno un vago ricordo sperimentale e siamo sicuri ci sarà una piattaforma digitale integrata, con pc, contenuti digitali e soprattutto un approccio consolidato verso queste soluzioni tecnologiche. Anche a scuola. Il quarto punto è inerente all’approccio del Casnati in merito ai precedenti tre punti... Cosa sta facendo il Casnati? Prima di tutto ha affrontato il problema al Cosa sta facendo il Casnati? Prima di tutto ha affrontato il problema al contrario, cioè partendo dalla metodologia e dai contenuti. contrario. E cioè partendo dalla metodologia e dai contenuti. La piattaforma CSC Fad è attualmente uno strumento ormai consolidato che mette a disposizione di tutti gli studenti del Centro Studi Casnati contenuti costantemente aggiornati e sincronizzati con l’attività didattica frontale: la versione attuale è frutto di una sperimentazione che procede ininterrottamente da 5 anni e che si è avvalsa nel suo sviluppo della collaborazione del personale interno all’istituto e di esperti della didattica esterni. Ma andiamo con ordine. Nell’anno scolastico 2009/2010 è stata installata la piattaforma di formazione a distanza (denominata CSCFad) e selezionate alcune classi e docenti per testarne l’utilizzo. Somministrando lezioni, test, ricerche e questionari, 5 tutto in coerente relazione con quanto svolto dal docente in aula. Il risultato è stato incoraggiante, tanto per i contenuti didattici sviluppati, quanto soprattutto per il favorevole riscontro ottenuto presso i ragazzi, che hanno familiarizzato da subito con la piattaforma di e-learning, rilevandola come ottimo ausilio didattico. Dal test operativo si è arrivati ad una prima applicazione pratica: i corsi di recupero. I docenti hanno infatti utilizzato la piattaforma per comunicare e inviare contenuti agli studenti con debiti da recuperare. I quali hanno potuto fare esercitazioni e quanto previsto direttamente da casa. A questa prima esperienza si sono aggiunte poi nel tempo, a partire dall’a.s. 2010/11 altre applicazioni che di fatto ampliano quotidianamente la gamma dei servizi veicolati attraverso la piattaforma: test d’ingresso per i neo iscritti, corsi dedicati al consolidamento delle competenze linguistiche, gestione degli sportelli didattici, esercitazioni in autocorrezione, workshop di aggiornamento per i docenti, etc. Già dal successivo anno scolastico tutti i docenti sono stati abilitati a caricare contenuti ed i corsi attualmente attivi, suddivisi per istituto e per classe di appartenenza, sono ad oggi circa 300 e vengono quotidianamente utilizzati dalla totalità degli studenti del Centro Studi Casnati. Abbiamo inoltre iniziato a registrare le prime lezioni in videoconferenza e il risultato è molto gratificante. L’obiettivo non è chiaramente quello di sostituire l’insegnante in aula, ma lo strumento della videoconferenza offre la possibilità di registrare cicli di lezioni su un particolare argomento oppure consentire a chi dovesse essere assente di rimanere al passo col programma. O anche semplicemente vedere e rivedere una lezione su un argomento particolarmente ostico o complesso. Affrontati con successo i primi due punti su didattica e contenuti, l’ultimo punto era quello dell’infrastruttura tecnologica. Per consentire a ogni studente, in ogni classe dell’Istituto, di poter accedere alla piattaforma e iniziare a usarla assieme agli insegnanti, direttamente in aula. Oltre che a casa. Arriviamo così all’anno scolastico 2011/12. Da settembre 2011, inizialmente per le sole classi prime, il progetto Pc in classe ha quindi raggiunto la sua piena applicazione: è stata infatti attivata una grande rete wi-fi all’interno del Casnati con oltre 40 accesspoint distribuiti in tutta la struttura per permettere una piena integrazione della piattaforma CSC fad all’interno della quotidiana attività didattica. Ogni alunno può accedere alla rete direttamente dal proprio banco ed ogni utenza è interamente tracciata e vincolata: lo studente Mario Rossi può accedere SOLO dalla sua classe e tutta l’attività effettuata dal suo pc viene costantemente monitorata. Siamo così giunti, nell’a.s. 2011/12, ad attivare l’ultimo passaggio: il progetto pc in classe, che dall’anno scolastico 2012/13 vede coinvolte tutte le classi prime e seconde. Quel passaggio che tutti stanno mettendo al primo posto, noi l’abbiamo messo all’ultimo. Non perché il meno importante, anzi; ma semplicemente perché nelle nostre intenzioni era l’attività più di facciata e paradossalmente la più semplice da implementare. Prima di questo serviva, come detto, ben altro e adesso anche per questo ultimo tassello è diventato realtà. Per dotare ogni studente di un computer da utilizzare a scuola, abbiamo stipulato una interessante convenzione con una primaria azienda internazionale, produttrice di PC, che consentirà di fornire ad ogni studente un PC portatile con schermo da 12 pollici: un’altra simile collaborazione ci permetterà dall’a.s. 2013/14 di usufruire di versioni digitali dei libri di testo per tutti gli studenti coinvolti dal progetto. Questa è quindi la risposta del Casnati a quella che in molti casi sembra una moda dilagante, ma che in realtà spesso non sembra fornire una risposta concreta all’esigenza dell’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica. Noi ci crediamo davvero e per cinque anni abbiamo progettato e sviluppato un sistema che potesse funzionare davvero e soprattutto che avesse una reale utilità dal punto di vista didattico: l’evoluzione del progetto ha anche permesso di offrire ulteriori strumenti di supporto agli studenti DSA per i quali abbiamo ricevuto patrocini istituzionali e riconoscimenti ministeriali. Adesso siamo pronti, senza proclami modaioli, a sviluppare anche su questo fronte la nostra tradizione di continua innovazione. MAGAZINE 6 QUANDO IL LICEO È DAVVERO “LINGUISTICO” L’IMPORTANZA DEL MONTE ORE DEDICATO ALLO STUDIO DELLE LINGUE STRANIERE Aurelio Schiavone Parlare di liceo linguistico evoca un tipo di scuola con caratteristiche note e abbastanza identificate. In realtà pochi sanno che questo tipo di liceo ha vissuto fino a poco tempo fa in un perenne stato di sperimentazione, tanto che i licei linguistici in quanto tali erano piuttosto rari, affiancati da numerosi ibridi di diversa derivazione: ex-istituti magistrali, istituti tecnici per il commercio, licei scientifici ad indirizzo linguistico. La riforma dell’ordinamento scolastico, entrata in vigore a partire dall’a.s. 2010/11, ha ridefinito gli assetti dell’offerta formativa di tutti gli istituti, introducendo novità sostanziali negli indirizzi di studio. Tra le varie questioni toccate, si stabilisce l’articolazione del sistema dei licei che ora comprende i già noti licei artistici, classici e scientifici; introduce quelli delle scienze umane, quelli musicale e coreutico e, cosa importante, anche i licei linguistici. Negli ultimi decenni la scuola privata riconosciuta, prima, e paritaria, poi, ha colmato l’assenza dell’istruzione statale in quest’ultimo ambito scolastico. Il Liceo Casnati è stato un precursore nel settore. Dedicato a Francesco Casnati, giornalista comasco d’adozione scomparso nel 1970, il liceo linguistico è l’Istituto at- MAGAZINE torno al quale si è sviluppato il Centro Studi Casnati oltre ad essere uno dei primissimi licei linguistici in Italia. Come si accennava prima, il resto del panorama della formazione secondaria linguistica era coperto da corsi di natura sperimentale. La riforma, nel senso dell’autonomia scolastica introdotta alla fine degli anni novanta, ha consentito alle scuole superiori di poter usufruire del 20% del totale delle ore settimanali per modifiche al piano di studi, al fine di inserire nuovi progetti che prevedano l’ampliamento delle materie esistenti. Sfruttando questo strumento, il Liceo Casnati ha ben presto riorganizzato l’offerta curricolare del proprio corso, introducendo lo studio della terza lingua straniera, a scelta tra spagnolo o francese, sin dal primo anno. A questo primo aggiornamento dell’offerta formativa dell’istituto si sono presto aggiunti gli approfondimenti di “interpretariato”, quello “turistico-alberghiero” e la nuova “area classica”, che hanno introdotto specifiche aree di approfondimento con un incremento delle ore di lezione. Attualmente, alla luce dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento scolastico, le caratteristiche del Liceo Linguistico “Casnati” mantengono inalterate le premesse che caratterizzano questo Istituto fin dalla sua nascita. Ma cosa contraddistingue l’offerta formativa del Liceo Casnati da quella degli altri Istituti? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Beatrice Astori, preside del Centro Studi Casnati. “Nel corso degli anni, seguendo l’evoluzione che i diversi strumenti normativi ci mettevano a disposizione, abbiamo sempre tentato di mantenere una certa impostazione “tradizionale” per il nostro Liceo Linguistico basata principalmente sullo studio delle tre lingue straniere. Mi spiego meglio: il Liceo Linguistico Casnati, uno dei primissimi in Italia, è nato nel 1971 come Liceo Linguistico “puro” e la sua caratteristica è sempre stata quella di approfondire lo studio delle lingue straniere seguendo un approccio che affiancasse alla mera teoria anche esercitazioni pratiche. Non a caso molti nostri ex studenti hanno approfondito tali tematiche anche dopo il diploma raggiungendo traguardi professionali in ambito linguistico di tutto rispetto. Durante questi quaranta anni la filosofia ispiratrice del nostro Liceo è stata mantenuta inalterata e la differenza con gli altri istituti, rispetto allo studio delle lingue, è chiara anche dopo l’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento scolastico”. Analizzando il piano di studi dell’area “Trilingue”, ovvero l’area comune attorno alla quale si sviluppa l’offerta formativa del Liceo Casnati, abbiamo modo di verificare in che modo le modifiche operate in termini di ore influenzino l’approccio allo studio delle lingue straniere. Nel nostro caso, grazie all’autonomia scolastica che ci offre un certo margine di discrezionalità, lo studio delle lingue straniere occupa quattordici ore settimanali su trenta ore totali. “Rispetto allo schema di partenza proposto dalla riforma, che già si avvicina moltissimo al nostro storico piano di studi e che obbliga gli altri istituti ad uniformarsi ad un’impostazione che noi abbiamo sempre seguito, abbiamo apportato alcune modifiche in modo tale da perfezionarlo e renderlo adatto ai nostri standard di insegnamento. Lo studio delle tre lingue straniere, che storicamente abbiamo affrontato a partire dal primo anno, viene ulteriormente potenziato dedicando cinque ore settimanali allo studio delle prime due lingue e quattro alla terza lingua. Questa scelta, che sostanzialmente aggiunge tre ore settimanali di studio linguistico allo schema di partenza proposto dal Ministero, eleva il monte ore settimanale a trenta, proponendo una proficua continuità con quanto proposto durante i passati anni scolastici”. Il piano di studi è un valido strumento di raffronto tra le differenti offerte formative dei diversi istituti: se ciò era vero quando, prima dell’entrata in vigore della riforma, chi aveva intenzione di affrontare lo studio delle lingue 7 straniere aveva la necessità di comparare i piani di studi delle più svariate ed ardite sperimentazioni linguistiche proposte da molteplici realtà educative, adesso acquisisce forse maggiore importanza nell’analisi dei diversi licei linguistici. “Un ottimo e sicuramente utile esercizio di comparazione tra i differenti licei Linguistici è senza dubbio costituito dall’analisi del numero delle ore dedicate allo studio delle lingue straniere rispetto al totale delle ore settimanali. Nel nostro caso, grazie all’autonomia scolastica che ci offre un certo margine di discrezionalità, lo studio delle lingue straniere occupa quattordici ore settimanali su trenta ore totali, con un picco di quindici ore durante il terzo anno (50%). Si tratta di uno studio concreto e strettamente legato alla realtà quotidiana. Con questo intendo dire che lo studio delle lingue straniere – inglese e due lingue a scelta tra francese, tedesco e spagnolo n.d.r. – viene finalizzato durante l’anno scolastico al conseguimento di specifiche certificazioni linguistiche, le stesse che gli studenti universitari devono conseguire durante gli studi accademici e le stesse che vengono richieste dal mondo del lavoro. Si tratta di una scelta che permette di rendere oggettiva la competenza linguistica acquisita dal singolo studente al termine di ogni anno scolastico offrendogli uno strumento che possa aiutarlo nel mondo reale, dove la conoscenza della lingua deve necessariamente essere pratica oltre che teorica. Non scordiamoci poi che anche lo studio della lingua e letteratura latina ed italiana segue, in parallelo, lo studio delle lingue straniere: proponendo un’evoluzione della complessità dei temi trattati è possibile proporre un’utile comparazione tra le differenti regole grammaticali e gli stili letterali, favorendone l’apprendimento.” All’area “trilingue” del Liceo Linguistico Casnati, che costituisce la parte comune con trenta ore settimanali, possono seguire a partire dal terzo anno tre diverse aree di approfondimento di tre ore settimanali aggiuntive: l’area “interpreti”, l’area “turistico alberghiero” e l’area “classica” “La proposta di queste tre aree di approfondimento a partire dal terzo anno si inserisce nella logica di rendere ancora più concreta la preparazione degli Con il nostro piano di studi, che non ha eguali nel nostro territorio per numero di ore dedicate alle lingue straniere, intendiamo mantenere la nostra tradizionale e consolidata organizzazione didattica. studenti che decideranno di seguirle, prendendo spunto dalle esigenze espresse dal mondo del lavoro contemporaneo. I ragazzi approfondiranno, in lingua inglese, alcune materie specifiche per ogni indirizzo quali “Traduzione consecutiva e simultanea” per l’area “Interpreti” o “Tour Operator” per l’area “Turistico alberghiero”. Riprendendo il discorso fatto prima, con l’area di approfondimento lo studio delle lingue straniere al terzo anno tocca il 54% del monte ore settimanale. La nuova area “classica” mira invece ad approfondire lo stretto legame esistente tra lo studio della lingua inglese e del latino”. Il nuovo ordinamento scolastico, entrato in vigore a partire dall’anno scolastico 2010/11, IL CODICE DI UNA LINGUA Con un’offerta formativa in costante evoluzione, il Liceo Casnati si pone sempre l’obiettivo di offrire ai suoi studenti i migliori strumenti e le regole più appropriate per l’apprendimento delle lingue straniere ed il loro utilizzo in ambito professionale: il “codice” di una lingua appunto. Vanna Bullock ci spiega il perchè. L’offerta del Liceo Casnati si struttura attraverso l’area “trilingue”, l’area “interpreti”, l’area “turistico-alberghiero” e l’area “classica”. Per meglio approfondire gli aspetti legati alla didattica e, più in generale, per illustrare la filosofia dell’insegnamento di questo istituto, è interessante coinvolgere forse la figura principale di ogni processo formativo ed educativo: il docente. La professoressa Bullock, insegnante bilingue del nostro Liceo Linguistico, è anche direttrice didattica di British Institutes Como e della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “F. Casati” di Como, oltre che responsabile delle certificazioni per il Centro Studi Casnati. Ha maturato un’esperienza oramai trentennale nell’erogazione di corsi di preparazione alle certificazioni linguistiche a tutti i livelli, da A1 a C2, del Quadro di Riferimento Europeo. Per British Institutes ha anche collaborato alla creazione di One-Way, il corso di inglese multimediale di “Opera Mul- non ha quindi snaturato quella che ormai è una quarantennale impostazione del Liceo Linguistico Casnati ma offre anzi alcuni interessanti spunti degni di essere approfonditi. “Lo schema proposto – prosegue la professoressa Astori – introduce interessanti novità che saranno operative a partire dal terzo anno. A questo punto della preparazione, infatti, si introdurrà lo studio di una materia non linguistica in lingua straniera alla quale si aggiungerà, durante il quarto anno, lo studio di un’ulteriore materia non linguistica in lingua straniera. Questa novità, al quale si aggiunge nel nostro Liceo la già consolidata ora settimanale di conversazione durante lo studio delle lingue straniere, ha come obiettivo l’ulteriore consolidamento della lingua inglese quale strumento di comunicazione, anche in ambiti non prettamente linguistici. Si tratta di una grandissima opportunità per tutti gli studenti che si inseriscono adesso nel Liceo Linguistico: con il nostro piano di studi, che non ha eguali nel nostro territorio per numero di ore dedicate allo studio delle lingue straniere, intendiamo mantenere la nostra tradizionale e consolidata organizzazione didattica. La stessa che ci permette, da oltre quaranta anni, di insegnare le lingue nel nostro territorio.” timedia e British Institutes” che ha ottenuto il Label Europeo 2004, un riconoscimento che incoraggia nuove iniziative nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue e premia le nuove tecniche di insegnamento. A lei, che si occupa in primo luogo della formazione degli studenti dell’area “Interpreti”, abbiamo chiesto di descrivere i punti principali dell’organizzazione didattica del Liceo Linguistico. Professoressa Bullock, ci può descrivere gli argomenti affrontati durante gli studi al Liceo Linguistico “F. Casnati”? B: Nel corso dei cinque anni di studio si lavora ovviamente su più fronti. Il biennio privilegia lo studio della morfo-sintassi, ovvero della grammatica, e lo sviluppo della competenza lessicale e pragmatica. E’ vero che in anni recenti si è spesso sentito dire che imparare la grammatica non sia utile: io sono fermamente convinta invece che nei primi anni sia essenziale per i ragazzi impadronirsi degli strumenti del mestiere. Usando un’analogia che trovo particolarmente efficace, se si vuole “scorazzare” in lungo e in largo alla guida di un’autovettura è necessario saper mettere in MAGAZINE 8 l’intervista moto, inserire le marce, capire limiti e potenzialità del mezzo, conoscere il codice della strada e così via. Conoscere il “codice” di una lingua significa anche capire il cuore e la forma mentis dei parlanti di quella lingua, capire come percepiscono il mondo, come catalogano l’esperienza. Perché in inglese le minacce si proferiscono sempre al futuro e non con il presente come in italiano? Perché gli inglesi hanno un’infinità di modi per tradurre il concetto di “dovere”? Perché l’inglese ha sviluppato una serie di tempi, quelli progressivi, di cui l’italiano non avverte il bisogno? Sono un’infinità le domande che ci si può porre. Ecco, si vuole insegnare perché in un dato contesto un anglofono si esprimere in un dato modo. Ne consegue che l’insegnamento dell’inglese non può focalizzarsi sullo studio della grammatica prescrittiva, della regola fine a se stessa, ma deve abbracciare quella che viene chiamata “grammatica descrittiva”, che si occupa del funzionamento della lingua, inclusa quella parlata. Le ore di conversazione, su cui lavorano in parallelo i docenti di classe e i lettori madrelingua, sono attivate per la lingua inglese fin dal primo anno ed offrono l’occasione di mettere in pratica quanto si apprende nelle altre ore. Si consolidano qui le abilità descrittive, narrative, di interazione, nonché la capacità di esprimere e comunicare le emozioni: interesse, curiosità, sorpresa, noia, imbarazzo, orgoglio, soddisfazione, simpatia, antipatia, insofferenza, gioia, tristezza, speranza, paura, disappunto, e così via. Già da alcuni anni si è inoltre deciso di inserire nel POF, il piano dell’offerta formativa, la preparazione alle certificazioni, viste non come attività integrative, ma come elemento cardine della preparazione linguistica. Le certificazioni linguistiche permettono di classificare la conoscenza linguistica a livelli standard su scala internazionale. Rispondono dunque a criteri di trasparenza e spendibilità sia in ambito scolastico e universitario che lavorativo. Prendiamo, a titolo esemplificativo, le certificazioni di livello B1, tipo PET, che è l’obiettivo minimo previsto per l’uscita dal biennio: esse attestano la capacità di agire in circostanze in cui è richiesto un uso quotidiano della lingua, di leggere semplici testi e articoli di giornale, di scrivere lettere personali non complesse o prendere appunti durante una “Conoscere il “codice” di una lingua significa anche capire il cuore e la forma mentis dei parlanti di quella lingua”. riunione. I candidati promossi riescono a utilizzare stili di comunicazione adeguati a varie situazioni e sono in grado di andare oltre i fatti, percependo opinioni, atteggiamenti e stati d’animo nella lingua inglese parlata e scritta. E’ chiaro dunque che questo tipo di lavoro permette di lavorare su tutte e quattro le abilità linguistiche: scrittura, lettura, ascolto e parlato. MAGAZINE Nel triennio si intraprende poi lo studio della letteratura, che significa anche capire come si è andata costruendo l’identità di un popolo, come si sono formati i suoi valori, significa immergersi nella realtà di una terra, della sua gente, significa ampliare la propria conoscenza e comprensione dei diversi processi storici e culturali. È anche occasione ideale per ampliare il proprio vocabolario, capire come funziona un testo, esercitare le proprie capacità di analisi ma anche porsi domande profonde, capire che non si esiste solo nel presente, ma si è parte di un processo e di un movimento più vasto. E’ nelle ore di letteratura che l’interdisciplinarietà trova la sua massima espressione: lo studio della letteratura inglese, per esempio, non può prescindere da quello della letteratura italiana o della letteratura delle altre lingue, della storia, della filosofia, dell’educazione civica. Qual è la specificità dell’indirizzo “Area Interpreti”? B: Il liceo linguistico offre la possibilità di scegliere tra il classico indirizzo “Trilingue” e vari indirizzi. Personalmente mi occupo della formazione degli studenti dell’area interpreti, un percorso che permette di colmare la tanto temuta dicotomia tra mondo della scuola e mondo del lavoro. La preparazione linguistica è ovviamente più approfondita e si affinano le capacità espressive e la fluency. Il programma è ampio e articolato e si spazia dalle tecniche di memorizzazione e gestione dell’ansia a quelle di traduzione e public speaking. Pur non potendo ovviamente sopperire alla formazione data da un percorso universitario, il corso permette di cominciare ad avvicinarsi a materie complesse e spesso affascinanti come la mediazione interculturale, le diverse tecniche di interpretariato (chuchotage, interpretariato di trattativa e simultanea), i linguaggi settoriali o microlinguaggi, le tecniche di traduzione per il web, per l’editoria, per il turismo e così via. Nel corso degli anni abbiamo 9 l’intervista L’ESPERIENZA DELL’EX e nell’ambito delle traduzioni, alternando sempre le due attività. Racconto di una ex studentessa del Liceo Linguistico Casnati: le esperienze professionali raggiunte e come ha inciso il percorso formativo nel raggiungimento di questi obiettivi. Alcune domande ad Elena Pedretti. Elena Pedretti, presidente dell’”Associazione Guide Como” dal 2008 al 2010 e guida turistica, traduttrice, interprete ed accompagnatrice turistica ci racconta il suo percorso formativo e lavorativo. Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare? E: Terminata la terza media avevo il desiderio di frequentare una scuola superiore che mi desse l’opportunità di studiare le lingue straniere, per questo ho deciso di iscrivermi al Liceo Linguistico “F. Casnati”. Come mai la tua scelta è caduta proprio sul Liceo Linguistico “F. Casnati”? E: Il Centro Studi Casnati rappresenta una “tradizione di famiglia”, mia zia aveva già frequentato lo stesso Liceo e dopo di me anche mio fratello si è iscritto al Centro Studi Casnati. Quando hai iniziato a frequentare il Liceo Linguistico avevi già chiaro il percorso professionale che avresti voluto seguire? anche avuto incontri seminariali con esperti del settore su argomenti quali la traduzione dei fumetti, la traduzione di dialoghi cinematografici e la traduzione di testi promozionali, per citarne solo alcuni. Qual è l’obiettivo didattico che si intende raggiungere? B: Ovviamente ci si prefigge di aiutare gli allievi a sviluppare sicure abilità ricettive, produttive e di interazione, ricordando che l’obiettivo ultimo non è l’apprendimento, ma l’acquisizione di una lingua. L’apprendimento è un processo conscio, razionale e volontario, che può dare la sensazione temporanea di avere acquisito un risultato positivo, ma non genera comportamenti linguistici autonomi. Quanto viene acquisito, invece, viene a far parte stabilmente della competenza del singolo ed è su questa competenza linguistica che si basa la produzione linguistica vera e propria. E: Sapevo che lo studio delle lingue straniere mi avrebbe aperto molte porte, ma ero ancora troppo giovane per aver chiaro che tipo di percorso professionale avrei voluto seguire. Pensi che il Liceo Linguistico ti abbia dato una buona preparazione culturale generale, oltre che prettamente linguistica? E: Sicuramente il Liceo Linguistico mi ha dato un’ottima preparazione culturale generale, che successivamente mi è stata di grande aiuto per il prosieguo dei miei studi e per la mia professione. Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale e di studi una volta ottenuto il diploma di scuola superiore? E: Dopo la maturità linguistica ho deciso di proseguire i miei studi e di approfondire ulteriormente la conoscenza delle lingue frequentando l’Istituto Superiore Interpreti e Traduttori “F. Casati” di Como. Il corso di studi è stato molto formativo soprattutto per le ore di traduzione consecutiva e simultanea, che consentono lo sviluppo di importanti abilità linguistiche. Dopo aver discusso la tesi all’ISIT ho iniziato a lavorare nel settore turistico Sei stata la presidente dell’”Associazione Guide Como” e svolgi le funzioni di guida turistica, traduttrice, interprete ed accompagnatrice turistica: pensi che lo studio presso il Liceo Linguistico ti abbia dato le basi necessarie per affrontare questo mestiere? E: Sì, il Liceo Linguistico ha determinato le basi sulle quali si sono sviluppati i percorsi successivi, sia a livello scolastico sia a livello professionale. Qualche particolarità del tuo lavoro che ti piace sottolineare? E: Non mi è mai successo di avere un giorno di lavoro uguale all’altro, perché lavoro sia in Italia che in Europa con persone sempre diverse, questa è la caratteristica più peculiare della mia professione. Cosa ti ha spinto verso il tuo attuale mestiere? E: E’ stato un percorso naturale, ma forse la passione per le lingue straniere è stato il fattore trainante. Quale deve essere secondo te la dote principale in questo mestiere? E quanto contano la passione e la preparazione? E: La dote principale in questo mestiere è la determinazione, fissare degli obiettivi e raggiungerli. La passione è indispensabile perché è una fonte inesauribile di energie, anche se alla base di tutto ci deve essere la preparazione linguistica e la professionalità. Quali sono i tuoi obiettivi professionali? E: Nel mio lavoro è fondamentale il continuo aggiornamento e la consapevolezza che si può sempre migliorare: questi sono i miei obiettivi. Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro istituto? E: I miei ricordi del Liceo sono molto belli e sono legati ai miei professori ma soprattutto ai miei compagni di classe, con i quali sono ancora in contatto e che incontro sempre con piacere. Rifarei senz’altro le stesse scelte scolastiche. Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del Liceo Linguistico che vogliono intraprendere la stessa tua carriera? E: Il mio consiglio è quello di alternare gli anni del Liceo con degli stage all’estero, poiché è utilissimo poter approfondire le lingue straniere sul posto. E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio del Liceo Linguistico? E: Il Liceo Linguistico è la scelta ideale per coloro i quali hanno una grande passione per le lingue e per le culture straniere. MAGAZINE 10 RIFLESSI D’ARTE A COMO LE SUPERFICI METALLICHE DIPINTE DA FABRIZIO BELLANCA, ARTISTA CAPACE DI CONQUISTARSI UN POSTO ALLA 54a BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA, FANNO RIFLETTERE SU QUANTO POCO SPAZIO SAPPIA OFFRIRE COMO AI SUOI TALENTI ARTISTICI. Matteo Scaccabarozzi Diciamocelo pure: Como e l’Arte non hanno sempre avuto una grande simbiosi. La città ha spesso trattato i suoi artisti autoctoni come figliastri. Se nel recente passato hanno brillato le mostre di grandi artisti moderni a Villa Olmo, non si può dire che ci sia sempre stata la giusta attenzione per le esperienze artistiche che hanno preso forma in Como stessa. Eppure negli ultimi cent’anni in città non sono mancati importanti esempi di produzione artistica. Il capoluogo lariano ha dato i natali a due influentissimi architetti ed al più attivo gruppo di astrattisti italiani che il ‘900 ha visto. Di questi, tra le tante opere, resiste ancora uno sbiadito affresco nell’atrio del terzo piano del Liceo Linguistico “Casnati”, quando appunto Aldo Galli lo dipinse con i suoi allievi della Scuola Superiore di Restauro “Leone Leoni”, costola del Centro Studi, in seguito Accademia di Belle Arti a lui nominata. Eppure solo Terragni ha visto il suo talento indiscutibile valorizzato in città, probabilmente solo per via del fatto che quel talento ha superato persino i confini nazionali e non era possibile dimenticarsi di ciò che l’architetto ha lasciato, ben visibile, in città. Anche nel presente Como ha visto crescere artisti molto interessanti ma che purtroppo non hanno ricevuto la giusta visibilità, in una città spesso distratta nei confronti dei propri giovani talenti. È invece bolognese Blu (questo è il suo pseudonimo) ma anche lui ha lasciato un dipinto murale al Casnati. A dire il vero un’opera gigantesca, che occupa una facciata sulla via di accesso al centro studi. The Observer nel 2011 MAGAZINE ha segnalato un suo lavoro come uno delle dieci migliori opere street art in circolazione. Se ne possono vedere nelle città di mezzo mondo, una recente occupa ancora la facciata d’ingresso del PAC di Milano (Padiglione d’Arte Contemporanea) e tempo un’altra ancora riempiva un’intera facciata della Tate Modern Gallery di Londra. A quanto pare però bisogna scomodare Picasso a Como per incuriosire la gente. Il Casnati però fa quel che può e, con il suo Liceo Artistico a Terragni dedicato, culla i giovani aspiranti artisti del comasco. Capita poi che i talenti in erba crescano e si affermino come artisti a tutti gli effetti. Oggi infatti parliamo dell’esperienza di uno di essi: Fabrizio Bellanca. Lui in realtà nasce a Roma ma studia al Liceo Terragni. Si diploma poi all’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco. È a tutti gli effetti un artista comasco, il suo atelier è in via Borgovico, ma il suo percorso artistico passa da Vienna, da Boston e dagli Stati Uniti, per approdare alla Biennale d’Arte di Venezia nell’edizione 2011. Dopo gli studi inizia la professione di grafico, in un epoca dove ancora il PC non risolve gran parte dei passaggi che portano le lastre di un impianto di stampa ad imprimere la carta. Era necessario acquisire una notevole esperienza per trasferire le proprie idee alla stampa, con piena conoscenza dei processi litografici per la realizzazione delle lastre per la produzione offset. Oggi molti 11 Biografia Immagine a sinistra: Attraversando NYC - 2011 Dipinto su alluminio Esposto alla 54a Biennale d’Arte di Venezia Torino, Palazzo delle Esposizioni www.studiofab.com www.fabriziobellanca.com di questi passaggi non sono più necessari , si va in stampa quasi direttamente dal file con cui si realizza la bozza grafica. Fabrizio continua la sua professione di grafico ma non spreca tutta l’esperienza accumulata in precedenza, anche ora che le tecniche sono cambiate. Quelle esperienze diventano il supporto per le sue innovazioni artistiche. Ha familiarità con le lastre d’alluminio (quelle usate per gli impianti tipografici), per gli inchiostri da stampa offset, per i trasferibili Letraset. Dipinge contesti urbani, persone e cose che li occupano. Il dipinto è stratificato, quasi materico, nell’alternanza di colori saturi, di strati lucidi ed opachi, rullati sul supporto metallico. Quando si comprende il processo con cui Fabrizio produce l’opera non si può fare a meno di notare l’abilità nel comporre, per stratificazione, un’immagine che assume un’incredibile plasticità ed una leggibilità quasi fotografica. La sperimentazione passa dall’uso di supporti metallici diversi , più o meno lucidi o con particolari viraggi cromatici. Sfrutta la luce che impatta sull’opera per rendere il soggetto ancora più vibrante. Va oltre producendo per incisione con il Dremel su lastre in acciaio ed sfrutta questa tecnica per produrre musica. La sua propensione nell’esplorare nuove forme di rappresentazione trova riconoscimento esponendo a Vienna, a Boston, fino all’ultima Biennale d’Arte di Venezia. Quest’ultima per idea di Vittorio Sgarbi, che non spende tutto il suo tempo urlando insulti in TV, viene dislocata in diverse città per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dando spazio a numerosi artisti nazionali di talento. Fabrizio è tra questi e si è fatto inoltre promotore di diversi eventi espositivi che hanno visto l’incontro tra realtà artistiche geograficamente lontane, coinvolgendo diversi colleghi comaschi. Insomma quello che la sua città spesso dimentica di fare. In tutto questo non resta da chiedergli che spazio occupa il Liceo Artistico “Terragni” nella sua crescita professionale e artistica. “Un ruolo importante – risponde lui – perché ha rappresentato l’inizio di un percorso che mi ha portato a fare ciò che mi piace e mi soddisfa. Quando mi sono diplomato ho visto nella Grafica la strada per la mia professione, così ho frequentato la scuola al Castello Sforzesco. Per anni è stata la mia principale attività, solo in seguito ho intrapreso la mia esperienza artistica. Una cosa che mi ha dato molta soddisfazione è stata, ad un certo punto, la possibilità di esporre opere insieme ad artisti che erano stati i miei insegnati al Liceo. È stato davvero un piacere perché ho un grande ricordo degli anni passati al Terragni, con i miei insegnanti e molti miei compagni” Fabrizio Bellanca è nato a Roma nel 1968. Ha frequentato il liceo artistico della città G. Terragni diplomandosi nel 1987. Successivamente ha conseguito il diploma di Grafico pubblicitario presso l’Istituto Superiore di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano nel 1991. Il primo approccio con l’arte avviene già nel 1989, dove si accosta alla tecnica dei graffiti metropolitani e del Writing, intervenendo sulla tela con colori forti e forme geometriche astratte. Bellanca ama sperimentare, utilizzare nuovi materiali, ed introduce nelle sue opere la resina applicata a gocce, che conferisce una effetto lucidissimo, bagnato, che esalta i colori. Sul finire degli anni novanta l’artista si accosta all’action painting, che realizza ad olio su superfici materiche. Le sue opere spaziano dal figurativo all’astratto, in una continua ricerca di nuove tecniche e forme espressive. Ma la vera rivoluzione avviene nel 2004, quando Bellanca “scopre” l’acciaio in lastre; agisce su questo materiale con il Dremel, un mini trapano che utilizza punte in pietra e diamantate, che creano un sorprendente effetto simile a quello del tratto di una matita. I soggetti sono persone, luoghi, edifici, quasi sempre in grande formato. E la sperimentazione ancora una volta non si ferma, si spinge fino alla musica; accompagnato dal gruppo Blue Silk, realizza performances artistico musicali in cui il suono del trapano che incide l’acciaio, accompagnato da arpa e chitarra elettrica, diventa una melodia. L’artista continua fino ad oggi ad operare sull’acciaio, e su un altro metallo, l’alluminio, sul quale opera con colori da stampa in sovrapposizione a colori per vetro e Letraset. Fabrizio Bellanca vive e lavora a Como, dove è titolare dell’agenzia di grafica pubblicitaria “Fab”, che si occupa della realizzazione di immagine aziendale, editoria e siti web. MAGAZINE 12 l’intervista Daniele Bigi, ex studente del Liceo Terragni, Lighting e Look Developer per l’elaborazione di alcuni effetti speciali nel film Disney “Le cronache di Narnia: Il principe Caspian”. Recentemente si è occupato anche del film Disney “Prince of Persia” www.danielebigi.com tecnici esistevano corsi di informatica ma non erano in nessun modo legati alla computer grafica 3D. Io, come tantissimi miei coetanei che svolgono questa professione, ho iniziato come autodidatta. Inoltre il lavoro che svolgo, contrariamente a quanto si possa pensare, è per il 70% tecnico e per il 30% artistico. È importante avere delle conoscenze di matematica, fisica e programmazione piuttosto solide. Quali considerazioni hai fatto, dopo la terza media, nella scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare? D: Sinceramente in quel periodo ero molto confuso, come probabilmente accade a molti adolescenti che si trovano a dover scegliere quale scuola frequentare dopo le medie. Ciò di cui ero consapevole è che amavo i fumetti. Pensi che il Liceo Artistico ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che artistica? A quale dei tuoi lavori sei più legato? E quello che più ti ha impegnato? D: Sicuramente NMA, il mio primo cortometraggio è il lavoro a cui sono più legato. Mostrando questo corto di poco più di 2 minuti ho ottenuto i primi lavori, inoltre ho ricevuto alcuni riconoscimenti in festival nazionali che mi hanno spinto a continuare a lavorare in questo settore. Abbiamo letto che ti sei occupato, tra le altre cose, del Leone del film Disney “Le cronache di Narnia: Il principe Caspian”. Quale significato ha avuto per te lavorare per una società così importante e famosa? D: Occorre precisare che ho lavorato agli effetti speciali del film nella società di postproduzione londinese Framestore. Disney e Walden Media hanno prodotto il film ma gli effetti speciali sono stati realizzati da società esterne. IL “PRINCIPE“ DELL’ ANIMAZIONE 3D Daniele racconta la sua esperienza di studi e professionale, a cui si aggiunge proprio di recente la lavorazione sugli effetti del film “Prince of Persia”. In cosa consiste in pratica il tuo lavoro? D: Negli ultimi 5 anni mi sono occupato principalmente di Lighting e di Look Development per film. Il mio compito principale è fare in modo che gli elementi in computer grafica siano fotorealistici e che quindi possano essere integrati al girato. Gran parte del lavoro è tecnico, si tratta di capire che strumenti e tecniche utilizzare per ottenere ciò che viene richiesto dal regista e dal supervisore agli effetti visivi. Cosa ti ha spinto nel raggiungere questa professione? D: La passione per il disegno e per i fumetti, combinata con quella per i videogiochi ed il computer, ha sicuramente innescato in me il desiderio di iniziare a creare digitalmente ciò che mi divertivo a fare con matita e pennello. Ho sempre avuto inoltre un’ enorme curiosità nel capire come fosse stato possibile realizzare certi effetti che vedevo nei film. Attualmente ti occupi principalmente di grafica 3D: pensi che lo studio presso il Liceo Artistico ti abbia dato delle basi necessarie per affrontare questa materia? D: Devo dire di no, ma non è certo colpa dell’istituto: a quei tempi nessun liceo o scuola superiore aveva corsi specifici di computer grafica 3D. Nei licei scientifici e in alcuni istituti MAGAZINE D: Penso di sì: sicuramente sotto il profilo artistico e progettuale il liceo mi ha dato delle buone basi. Che strada hai intrapreso dopo il diploma? D: Dopo il Liceo ho frequentato il corso di laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Nel 2002 mi sono laureato con una tesi che trattava la produzione e la realizzazione di animazione in computer grafica 3D. Sappiamo che dopo la laurea hai cominciato a girare il mondo: dove sei andato e che esperienza ti hanno lasciato questi viaggi? D: Dopo la laurea iniziai a lavorare ad un film d’animazione a Roma, l’esperienza fu negativa e decisi di tornare a Como lavorando per studi di post produzione milanesi. Principalmente in quel periodo mi occupavo di pubblicità e video aziendali. Dopo circa un anno e dopo aver creato come autore e regista la puntata pilota per una serie TV d’animazione ho iniziato a lavorare all’estero. Ho trascorso più di un anno in India a Bangalore, successivamente mi sono trasferito a Berlino e ho lavorato ad un film d’animazione nello studio BFC, poi sono andato ad Atlanta a lavorare per lo studio Fathom. Nel 2007 incominciai a collaborare per lo studio Aardman animation di Bristol. Da più di 2 anni lavoro a Londra. Ogni esperienza è stata utile e importante, non solo dal punto di vista lavorativo ma soprattutto di vita vissuta. Mi sono occupato dell’illuminazione di Aslan (il Leone) e della dinamica della criniera. Non c’è dubbio che sia stato uno dei progetti più importanti a cui abbia lavorato. Probabilmente è grazie a questo film che oggi continuo a lavorare per progetti internazionali. Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi del Liceo Artistico che vogliono intraprendere la stessa tua carriera? D: Quando ho iniziato ad occuparmi di 3D gli unici computer con acceleratori grafici erano prodotti dalla Silicon Graphics e i più economici costavano 20-25 milioni di lire. Inaccessibili per appassionati o per studenti. Software professionali venivano prodotti principalmente per il sistema operativo irix e non era possibile installarli su sistemi windows. Oggi computer ad alte prestazioni e software 3D sono alla portata di tutti: grazie a software open source come Blender, chiunque può scaricare legalmente una copia e iniziare a creare immagini e animazioni. Decine di forum e blog sono dedicati al mondo della computer grafica. Le informazioni sono di facilissimo accesso grazie al lavoro di professionisti, università e centri ricerca che quotidianamente pubblicano materiale online. Bisogna poi guardare a quei corsi post-diploma in cui sono presenti insegnamenti di grafica 3D. Per chi vuole entrare in questo settore occorre “solo” impegnarsi e studiare; il tempo, la passione e l’esperienza faranno il resto. 13 Arte e Produzione Al Liceo Artistico gli studenti dell’indirizzo “Audiovisivo e Multimediale” frequentano i laboratori presso la Scuola Cinevideo Dreamers di Como. Il tradizionale punto di forza del Liceo Artistico “G. Terragni”, oltre alla competenza del corpo docenti, è sempre stata quella di stimolare una stretta collaborazione con realtà esterne all’ambito scolastico al fine di proporre ai propri studenti esperienze dirette che potessero sfociare nel confronto con professionisti dell’arte, nelle sue innumerevoli sfaccettature, ed accrescere così le competenze teorico-pratiche degli alunni. Le collaborazioni con Ardes, Bric’s, Vittorio Bonacina e molte altre testimoniano questa impostazione didattica ed il filo diretto con le realtà professionali del territorio si arricchisce a partire dall’a.s. 2012/13 di un’ulteriore prestigioso accordo che contribuirà ad elevare ulteriormente il livello qualitativo dell’insegnamento al Liceo Artistico. Gli studenti che a partire dal secondo biennio sceglieranno l’indirizzo “Audiovisivo e Multimediale” avranno infatti il privilegio di effettuare parte delle attività di laboratorio presso la Scuola Cinevideo Dreamers di Como, il Centro di Formazione e Produzione post-diploma sostenuto dalla Camera di Commercio di Como e diretto dal regista Paolo Lipari che forma professionisti dell’audiovisivo di primissimo livello. La Scuola Cinevideo Dreamers, con sede nella prestigiosa Villa Sucota in via per Cernobbio, è infatti una realtà professionale già radicata nel territorio comasco che rappresenta, a partire dal direttore, un centro di eccellenza nella produzione multimediale che accoglie ogni anno studenti provenienti da ogni parte del mondo. Le stesse strutture dalla quali prendono vita cortometraggi, spot pubblicitari e documentari vengono messe a disposizione degli studenti del “Terragni”: gli studenti dell’indirizzo “Audiovisivo e Multimediale” potranno così usufruire delle attrezzature professionali più aggiornate per la ripresa audio e video, per la post-produzione e l’effettistica digitale. Le dotazioni strumentali di Dreamers permettono ad ogni studente di usufruire di attrezzature in maniera indipendente ed individuale accrescendo così la propria autonomia nel lavoro e nella gestione delle attività di laboratorio. Quella che ha visto la luce a partire dall’a.s. 2012/13 è solo l’ultima collaborazione in ordine ti tempo che vede beneficiari i nostri studenti: un’arma in più per gli alunni del Liceo Artistico “G. Terragni” nel percorso che li condurrà verso il mondo del lavoro. MAGAZINE 14 DICONO DI NOI OVERTURE TRA I TITOLI DEDICATI AL CENTRO STUDI CASNATI DALLA STAMPA LOCALE E NAZIONALE Non è solo il nostro Magazine a dare cronaca delle notizie riguardanti il Centro Studi Casnati. Quotidiani, periodici, riviste di settore e, sempre più spesso, anche redazioni di telegiornali hanno mostrato molta curiosità per le attività dei nostri istituti. Qui proponiamo una rapida carrellata di alcuni titoli apparsi negli ultimi anni sui quotidiani. Sono solo una parte. Sul sito www.centrocasnati.it, nella sezione “Rassegna stampa” selezionabile in home-page, è possibile trovare l’elenco di tutti gli articoli. Ciascun titolo è corredato da un file pdf consultabile e scaricabile. In aggiunta a questi, la sezione “news” del sito fornisce molte altre curiosità sul Centro Studi Casnati. MAGAZINE 15 MAGAZINE 16 LA SCUOLA DELL’ INNOVAZIONE IL CENTRO STUDI CASNATI INNOVATORE NEI PROGETTI DI SUPPORTO ALLA DIDATTICA PER STUDENTI E DOCENTI Il concetto di innovazione, applicato ad un ambiente scolastico, può essere molto vario ed acquisire numerose accezioni ma la finalità ultima di ogni progetto che voglia rifarsi a tale concetto è sempre una: migliorare l’esperienza didattica di studenti e docenti. Il Centro Studi Casnati può vantare ormai, essendo giunto al quarantatreesimo anno di vita, una notevole esperienza in ambito didattico e negli ultimi anni questo processo evolutivo ha mostrato una decisa accelerazione nei numerosi ambiti che fanno del nostro Istituto una realtà decisamente innovativa. L’ambito prettamente didattico è un aspetto la cui qualità è oramai consolidata e che costituisce l’elemento distintivo della nostra offerta formativa: docenti qualificati e di provata esperienza affiancati a giovani ed entusiasti colleghi completano un corpo docenti che, per ogni istituto che compone il Centro Studi Casnati, forma giovani culturalmente preparati e di notevole preparazione teorico-pratica. Il progetto certificazioni applicate in ambito linguistico ed informatico, oltre alle logiche di alternanza tra scuola e lavoro e le aree di approfondimento presenti in tutti i percorsi, hanno innovato il panorama scolastico del territorio, apportando oramai da tempo (si veda il Liceo Linguistico “F. Casnati”, uno dei primissimi licei linguistici in Italia) innovazioni in ambito didattico replicate poi da altre realtà esterne ai nostri Istituti. Un’ulteriore innovazione apportata dal Centro Studi Casnati riguarda la gestione dell’ambito disciplinare. Antesignano di molte esperienze di gestione tecnologica scolastica che, a distanza di anni, sono diventate ormai comuni presso la maggioranza delle scuole, il nostro Istituto è stato tra i primissimi in Italia ad introdurre la tecnologia nella gestione dei servizi alle famiglie dei propri studenti. Area riservata del sito internet www.centrocasnati.it, badge a punti, sms di notifica assenze e ritardi e libretto on line sono servizi divenuti ormai parte integrante della vita scolastica dei nostri Istituti e che permettono al sistema Centro Studi Casnati, di cui famiglie e studenti sono parte integrante, di gestire in maniera rapida ed efficace ogni aspetto quotidiano della vita scolastica senza ovviamente tralasciare la dimensione umana e personale del rapporto tra scuola e famiglia. Innovare vuol dire anche adottare nuovi strumenti e nuove tecnologie a supporto dell’attività didattica. E’ un percorso, quello della digitalizzazione scolastica, che il Centro Studi Casnati ha intrapreso in maniera graduale da circa un quinquennio realizzando e personalizzando come primo passaggio una piattaforma e-learning a disposizione di studenti e docenti. Il sito www.casnatifad.it costituisce un contenitore di corsi on line utilizzato da tutti i docenti e studenti del Centro Studi Casnati per accedere a materiale didattico e di approfondimento e per usufruire di numerosi e sempre aggiornati strumenti quali compiti on line, forum, database, glossari, etc. L’evoluzione della piattaforma, che ha comportato un processo formativo per una nuova formulazione di didattica da parte dei docenti e che si è avvalsa della collaborazione di docenti universitari, è costante e quotidiana ed ha portato come naturale sviluppo l’utilizzo in classe di netbook per ogni studente: il progetto “PC in classe”. Introdotto per la prima volta nell’a.s. 2011/12, il progetto prevede che tutti gli studenti coinvolti adoperino in classe, in modalità wireless, un notebook personale per accedere ai contenuti della piattaforma casnatifad. it e per utilizzare i diversi software didattici. Si tratta di un netbook, che gli studenti portano a casa quotidianamente, totalmente impostato dallo staff informatico del Centro Studi Casnati e che presenta una navigazione internet limitata ai soli siti scolastici. L’ultima evoluzione digitale dell’attività didattica, in termini di anno di introduzione, è costituita dall’utilizzo di libri e contenuti didattici digitali al posto dei libri di testo cartacei e dall’introduzione della LIM in classe. Recependo le indicazioni che, a più livelli istituzionali, sono giunte in termini di adozione dei testi scolastici, il Centro Studi Casnati ha aderito al bando “Generazione Web Lombardia” il quale prevede l’adozione di soli contenuti didattici digitali abolendo di fatto ogni testo cartaceo. Tale progetto, innovativo sotto molteplici punti di vista, apporta numerosi benefici. Per prima cosa recepisce gli impulsi dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Cultura di Regione Lombardia (Agenda digitale lombarda 2012/2015) che a sua volta richiama l’Agenda Digitale Europea (Strategia Europa 2020) e il «Piano Nazionale Scuola Digitale a.s. 2011/12» del MIUR, si integra con gli strumenti tecnologici implementati nel corso degli ultimi quattro anni (casnatifad.it, 17 V IV 750 III 500 I Devices II Devices 250 Devices PC in classe, LIM) e con le attività formative ad essi connesse, permette una elevata personalizzazione dei contenuti ed un costante aggiornamento, si presta a nuove e diversificate forme di fruizione, costituisce un risparmio economico per le famiglie e rappresenta un progetto di assoluta avanguardia nell’ambito dell’istruzione. Tutto questo si integra con le nuove LIM, lavagne interattive che permettono di proiettare il desktop del docente, utilizzare ogni tipo di sfondo come fosse una lavagna tradizionale, visionare video ed accedere a tutti i contenuti presenti sul web in un click. Si tratta di un’innovazione, quella dell’utilizzo delle LIM in classe, che supera il concetto di lavagna tradizionale: non più una superficie di ardesia ma una vera e propria finestra sul mondo, aggiornata in tempo reale, da utilizzare per le L’innovazione non ha mai fine: è un fenomeno dinamico ed in continua evoluzione, proprio come i giovani ai quali i nostri progetti fanno riferimento. attività didattiche. Ma la vera innovazione non si può valutare con la semplice introduzione di strumenti informatici all’avanguardia: è il supporto agli studenti, con le loro problematiche e peculiarità, a misurare la vera evoluzione dell’offerta scolastica di un Istituto. E’ un argomento che, per quanto riguarda gli studenti DSA, viene affrontato dal Centro Studi Casnati da circa un decennio. Quello dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è un fenomeno molto presente in tutti i livelli scolastici e che presuppone un’adeguata preparazione, in termini di corrette procedure da adottare, da parte di docenti e famiglie. Partendo da questa esperienza decennale, che con strumenti tradizionali ha supportato i moltissimi studenti DSA iscritti presso i nostri Istituti, il Centro Studi Casnati ha attivato a partire dall’a.s. 2011/12 il progetto “Pc in classe e FAD per gli studenti DSA”. Evoluzione ed integrazione del progetto “PC in classe” e della piattaforma e-learning casnatifad.it, prevede l’attivazione di ulteriori strumenti di supporto e di buone pratiche, affiancate a quelle tradizionali, indirizzate specificatamente agli studenti DSA. Il netbook in dotazione infatti, oltre a costituire un naturale strumento compensativo, permette agli studenti di accedere ai contenuti didattici digitali proposti dai docenti i quali costituiscono elemento fondamentale, oltre che per la loro rielaborazione, per l’utilizzo di un sintetizzatore vocale. Studenti e docenti collaborano inoltre alla realizzazione e, cosa decisamente più importante, alla personalizzazione di mappe mentali e concettuali generate attraverso specifici software installati all’interno dei netbook. La correzione ortografica e l’utilizzo di calcolatrici completano idealmente la dotazione di software, sempre in continuo aggiornamento, messa a disposizione degli studenti. Ma il supporto agli studenti DSA non si ferma a questo: grazie alle funzionalità della piattaforma e-learning casnatifad. it, infatti, i docenti hanno modo di offrire agli studenti DSA contenuti completamente per- sonalizzati ed adattati alle peculiarità dell’individuo adattando di fatto lo strumento informatico alle necessarie misure dispensative richieste. La personalizzazione, a seconda del caso specifico, si applica alle attività di verifica in termini di tipologie di domande, tempo concesso, e molto altro come anche alla modalità di presentazione di un contenuto (ad es. in termini di colorazione di sfondo o di tipologia di font utilizzato) senza che nessuno studente, sia esso DSA o normolettore, si possa accorgere di tale personalizzazione. Il progetto, patrocinato dal Comune di Como e presentato ufficialmente nell’ottobre 2011 alla presenza del Sindaco, ha ottenuto il suo più alto riconoscimento con la selezione nell’ambito del progetto nazionale “A scuola di Dislessia”, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Fondazione Telecom e Associazione Italiana Dislessia. Il Centro Studi Casnati è infatti entrato a far parte del ristretto numero di scuole selezionate, circa il 5% sul totale delle richieste di adesione, per il progetto “A Scuola di Dislessia” e verrà prossimamente premiato, dopo un primo rinvio della cerimonia dovuto a impegni del Ministro Profumo, a Roma presso la sede del Ministero. L’innovazione non ha mai fine: è un fenomeno dinamico ed in continua evoluzione, proprio come i giovani ai quali i nostri progetti fanno riferimento. Ed è con questo spirito che proseguiamo ad innovare ogni aspetto legato al nostro Istituto tenendo sempre presente che i traguardi raggiunti costituiranno sempre e solo un punto di partenza verso nuovi obiettivi. 18 l’intervista SI SCRIVE TRASPORTI E LOGISTICA, SI LEGGE AERONAUTICO Gli Istituti Tecnici Aeronautici, attraverso il nuovo ordinamento delle scuole secondarie di secondo grado, sono entrati a far parte degli Istituti Tecnici ad indirizzo “Trasporti e Logistica”. Notizie anche sul progetto in collaborazione con l’ENAV. Intervista di M. Scaccabarozzi MAGAZINE Da due anni ormai gli ex-istituti aeronautici sono confluiti nella nuova categoria degli Istituti Tecnici ad indirizzo “Trasporti e Logistica”, per cui sono previste le articolazioni “Conduzione del mezzo”, “Costruzione del mezzo” e “Logistica”. Gli istituti tecnici aeronautici fanno capo alla prima articolazione. Discutiamo della questione con l’ing. Häni, da anni insegnante di Navigazione Aerea ed Aerotecnica al Bongiovanni, coordinatore per il triennio finale del corso nonché insegnate in diverse scuole di volo per i corsi di brevetto di pilota commerciale. Ing. Häni, come avete affrontato all’Istituto Tecnico Aeronautico “L. Bongiovanni” la questione relativa al passaggio del corso in una nuova tipologia di istituto tecnico? H: Abbiamo lavorato molto alla definizione dell’offerta formativa cercando di capire come integrare le competenze che erano obiettivo peculiare degli istituti aeronautici con il nuovo quadro delle materie previste dai regolamenti ministeriali in materia di istituti tecnici ad indirizzo “Trasporti e Logistica”. Il lavoro fatto ci soddisfa, pensiamo di esseri riusciti a rendere il profilo del diplomato in questo nuovo indirizzo del tutto simile a quello del Perito del Trasporto Aereo (la denominazione del diploma del precedente corso - ndr) in piena coerenza con quando indicato dal Ministero. Ma non pensa che questa confluenza rischi di snaturare profondamente la natura del corso che portava al titolo di Perito del Trasporto Aereo? H: Se guardiamo alle reali possibilità di impiego oppure al naturale proseguimento degli studi per i nostri studenti, vediamo che il campo si estende anche a molti altri ambiti della gestione e organizzazione delle attività aeronautiche. Di certo l’istituto tecnico per il trasporto, tra i vari istituiti, rappresenta il contenitore più idoneo per l’esperienza dell’aeronautico. Sono state apportate anche modifiche alle denominazioni delle materie più caratterizzanti del corso. Mi riferisco a Navigazione Aerea, Traffico Aereo, Aerotecnica e Meteorologia. H: Nominalmente sì, ma se si guardano le competenze specificate dal Ministero nel profilo del 19 l’intervista Perito dei Trasporti e della Logistica, è il caso di dire che le differenze sono pressochè nulle. Cercherò di spiegarmi meglio. Innanzi tutto è prevista la divisione nelle articolazioni “Conduzione del mezzo”, “Costruzione del mezzo” e “Logistica”. Nella prima, tra le materie di specializzazione, la fa da padrona “Scienze della navigazione, struttura e costruzione del mezzo”. Questa materia possa fornire essenzialmente le stesse competenze previste per Navigazione Aerea. Lo stesso dicasi per Meccanica e Macchine nei confronti di Aerotecnica e di Logistica nei confronti di Traffico Aereo. Per tutte è prevista una cospicua presenza di ore di laboratorio. Tutto ciò ha avuto ripercussioni sulle prospettive professionali dei diplomati del nuovo indirizzo? H: Abbiamo assistito negli anni ad un progressivo miglioramento della percentuale di chi, tra i diplomati degli aeronautici, si inseriva nel mondo del lavoro con una delle varie professionalità verso cui il corso mirava. Ciò è dipeso da diversi fattori: la definizione a livello europeo di un percorso formativo per i piloti professionisti, in cui le competenze acquisite negli istituti tecnici aeronautici rappresentano ottimi prerequisiti; la progressiva tendenza, da parte di enti statali come l’Enav, di selezionare il proprio personale tecnico prevalentemente tra i possessori di specifici titoli scolastici , come appunto il diploma di Perito del Trasporto Aereo; il rafforzamento nel lungo periodo, anche se con qualche fase di crisi, di importanti poli naziona- “Di certo l’istituto tecnico per il trasporto, tra i vari istituti, rappresenta il contenitore più idoneo per l’esperienza dell’aeronautico”. li ad alta densità di aziende di costruzioni aeronautiche e di servizi per il trasposto aereo, come appunto l’area di Milano, con i suo aeroporti, e la Provincia di Varese, con le industrie di costruzioni. La figura del perito del Trasporto Aereo ha assunto sempre più una sua riconoscibilità e spendibilità in ambito professionale. Senza trascurare poi la grande percentuale di chi ha scelto di proseguire proficuamente gli studi in ambito universitario. Detto questo non è verosimile pensare che decada l’interesse del sistema aeronautico verso figure dotate di forti e specifiche competenze nel settore. Nel riordino degli istituti tecnici non è comparsa nessuna tipologia di scuola che entri direttamente in concorrenza con l’indirizzo “Trasporti e Logistica” nel formare quegli esperti che il settore aeronautico richiede. Non è logico pensare che le aziende e le compagnie del settore del trasporto aereo guardino verso un’alternativa che non c’è. Formare una persona a digiuno di qualsiasi competenza prevista in una professione è sempre un costo. L’ indirizzo del Trasporto e della Logistica fornisce queste competenze? H: Sì, si tratta di una importante collaborazione con l’ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al Volo - ndr) che ci darà la possibilità di mandare i nostri studenti degli ultimi anni a frequentare un periodo di stage nei centri di controllo dell’ente. Si tratta dell’opportunità per i ragazzi di 4° di svolgere uno stage a Malpensa (Malpensa SAAV) e quelli di 5° a Linate (Milano ACC) per un totale di 40 ore. L’obiettivo è di offrire loro la possibilità di acquisire maggiori informazioni sulla professione di controllore di volo. Questo permetterà loro di vedere sul campo i servizi di assistenza al traffico aereo che studiano in classe. H: Qui credo entrino direttamente in causa le I GUARDIANI DEL CIELO Controllore del Traffico Aereo: una professione talvolta sottovalutata ma di fondamentale importanza nel trasporto aereo. L’esperienza di Alessandro Sorze. esperienze e le capacità che la struttura scolastica ha saputo costruire negli anni. Chi ha affrontato con serietà le enormi problematiche nel gestire le prerogative richieste ad un istituto aeronautiche per funzionare al meglio, potrà avere maggiori capacità nel dare un’impronta al nuovo corso più coerente con le aspettative del mondo del lavoro e della formazione postdiploma. Saprà fare questo trovando il migliore equilibrio possibile tra la specializzazione del corso, con gli ampi margini di flessibilità offerta, e l’obiettivo di fornire competenze comunque idonee al soddisfacimento dei requisiti richiesti per il superamento dell’esame di stato. Dall’a.s. 2012/13 è anche partito un nuovo interessante progetto. Tra le opportunità di chi consegue il diploma in un istituto ad indirizzo aeronautico esiste quella di diventare controllore del traffico aereo. Per capire meglio come si arriva a questa professione ci siamo rivolti ad un ex-studente dell’Istituto “Bongiovanni”. Abbiamo incontrato Alessandro Sorze, che lavora al centro di controllo d’area di Milano Linate. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulla sua professione e sulla strada che ha seguito per raggiungerla. Alessandro, come hai fatto ad entrare in ENAV come controllore del traffico aereo? Ho risposto ad un bando di selezione dell’azienda per questo ruolo, pochi mesi dopo essermi diplomato al Casnati. Per le selezioni siamo partiti in 3000, per arrivare ad una scelta di 300 persone idonee all’ammissione alla fase di training, scaglionati in diverse chiamate. Io ho iniziato i corsi dopo circa 6 o 7 mesi dalla comunicazione di idoneità con il corso di formazione nella scuola Enav Accademy di Forlì, dove vengono preparati tutti i controllori del traffico aereo dell’azienda. Durante il primo mese di corso ho seguito unicamente lezioni intensive di inglese con insegnanti madrelingua. I partecipanti al corso sono stati suddivisi in base al livello iniziale di conoscenza della lingua. Dopo sono cominciate le lezioni di tutte le materie propedeutiche: navigazione, aerotecnica, meteorologia, diritto aeronautico ed elettrotecnica. Praticamente le stesse identiche materie che ho affrontato all’Istituto Aeronautico. Il livello di approfondimento delle materie era ovviamente maggiore ma mi sono trovato enormemente avvantaggiato nel procedere in questa fase del percorso di formazione. Dopo di che è iniziata le fase di training vera e propria sulle materie riguardanti il controllo del traffico, comprese le esercitazioni pratiche con un simulatore che permette di riprodurre virtualmente i movimenti di traffico su di un aerodromo. MAGAZINE 20 l’intervista L’intero corso è durato 14 mesi , durante i quali ho dovuto superare diversi esami intermedi e finali per ogni fase del corso, ciascuno dei quali era selettivo per il proseguimento della formazione. Durante la fase di preparazione all’Accademy si beneficia di una borsa di studio che permette di mantenersi nel periodo di permanenza a Forlì. Alla fine del corso viene stilata una graduatoria tra tutti quelli che hanno completato il percorso, in base alle quale si viene indirizzati su un centro di controllo dove inizia l’attività di controllore vera e propria, cominciando in genere nel servizio di torre di un aeroporto. Ogni tipologia di servizio richiede prima una fase di certificazione, ottenuta sempre a Forlì, e l’inserimento in ogni singolo centro di controllo prevede anch’esso una fase di formazione sulle specificità delle procedure di quell’area. Anche queste fasi di addestramento successive sono tutte estremamente selettive nel valutare il grado di idoneità al trasferimento. Che criteri ha seguito l’azienda per selezionare i candidati? La selezione per la fase di formazione per me ha comportato soprattutto la valutazione del livello di conoscenza della lingua inglese ed una serie di test psico-attitudinali, con una serie di colloqui individuali e di gruppo con psicologi. In questi anni sta diventando sempre più selettivo il possesso di un diploma di un certo tipo, con prevalenza ovviamente per quelli aeronautici o tecnici in generale. Le competenze aeronautiche attribuiscono maggiori opportunità, infatti anche il possesso di un brevetto di volo è visto come un aspetto premiante sulla candidatura. Nelle ultime selezioni è diventato sempre più importante il livello di preparazione della lingua inglese, tanto che il candidato deve spesso dimostrare di avere un grado di conoscenza coerente con determinate certificazioni linguistiche. È spesso richiesto un voto di maturità minimo ed è sempre previsto un limite massimo di età del candidato. Come si evolve una professione come la tua? Ho iniziato in torre di controllo a Palermo, dove sono stato per un anno e mezzo. Poi ho chiesto il trasferimento a Milano e, dopo una nuova fase di addestramento specifica per il controllo radar d’area, ho ottenuto l’abilitazione per il centro informazione volo e poi come planner (colui che pianifica il lavoro del radarista). Il prossimo passo sarà l’abilitazione di radarista vero e proprio. Insomma la nostra è una professione dove c’è continuo aggiornamento, anche senza trasferimenti, perché c’è sempre evoluzione nelle procedure e nelle tecnologie a disposizione. È poi quasi scontato dire che si tratta di un lavoro di grossa responsabilità, in cui è inoltre necessario avere sempre una notevole capacità di reazione alle possibili situazioni di emergenza, che avvengono molto più spesso di quanto si possa credere. Cosa pensi sia stato determinante per la tua selezione? Speravo che non mi facessi questa domanda. MAGAZINE Me lo sono domandato più di una volta. Altri miei compagni hanno provato le selezioni con me, alcuni li ho sempre considerati candidati con più chance di me, eppure sono stato io ad essere selezionato. Credo semplicemente di aver fatto una buona impressione ai colloqui psicologici, oltre al fatto di avere già una buona preparazione nelle materie tecniche e in lingua inglese. Certi tipi di colloqui sono finalizzati proprio a determinare il grado di motivazione del candidato e la sua capacità nel reagire alle situazioni. Sicuramente hanno colto tutto questo in te. È probabile che sia così. Ho affrontato con molta naturalezza e serenità la selezione, proprio perché guardavo a tutto questo come ad una opportunità, non come l’unica chance della mia vita. Mentre studiavo all’aeronautico ad un certo punto ho dovuto scontrarmi con la realtà del fatto che non tutti abbiamo la concreta possibilità di diventare piloti d’aereo, come tanti invece vorrebbero. L’investimento richiesto o la difficoltà nel superare le selezioni del settore militare possono essere un ostacolo. Si tratta magari di guardarsi bene in giro e capire che di opportunità importanti ce ne sono anche in altre direzioni. La curiosità di provare mi ha spinto a candidarmi per la selezione dell’Enav. Superando anche le non poche difficoltà della fase di addestramento, ho raggiunto l’obiettivo di diventare controllore e mi sono subito reso conto di quali soddisfazioni si ricca questa professione. È un lavoro che mi appaga sotto tanti punti di vista, anche quello economico se vogliamo dirla tutta. Richiede un po’ di sacrifici legati al fatto che i turni di lavoro non tengono conto di sabato, domenica e festività varie. I centri di controllo funzionano tutto l’anno. I giorni di riposo si alternano su qualsiasi giorno della settimana, ha i suoi pro e contro. Per chiunque operi nel settore del trasporto aereo è così. In tutto questo come giudichi la tua esperienza all’Istituto Tecnico Aeronautico “L. Bongiovanni”? Per me è stata una scelta fortemente motivata. Abitando alle porte di Milano, andare a scuola fino a Como non era semplice. Eppure girando più scuole l’impatto migliore l’ho avuto proprio dall’Aeronautico di Como. Questa impressione non è mai stata tradita nel corso degli anni fino al diploma. Come dicevo prima, capita però che crescendo e confrontandosi con la realtà a volte cambino le prospettive e le aspettative, può succedere che subentri un po’ di disillusione ed un calo di motivazione e d’impegno. Anche in quei momenti ho trovato un ambiente scolastico che ha saputo aiutarmi nel superare le difficoltà. Sono arrivato all’obiettivo e questo mi ha permesso di cogliere anche un’opportunità professionale che io giudico davvero soddisfacente. Sia dal lato umano che da quello formativo, al Casnati ho vissuto un’esperienza importante e direi determinante nel raggiungere la mia professione. PROF 21 l’intervista FESSIONE PILOTA Testimonianza dell’esperienza di successo di un diplomato del “Bongiovanni”: Andrea Savio, pilota comandante di Boeing 737 per Ryanair Il mestiere di pilota è, senza ombra di dubbio, una delle professioni più affascinanti e più ricorrenti nell’immaginario collettivo. Il comandante Savio, ex studente dell’Istituto Aeronautico “L. Bongiovanni” ed ora comandante per Ryanair, racconta in questa intervista i suoi percorsi professionali e di studi che gli hanno permesso di raggiungere questo importante traguardo. Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare? A: Ho seguito la passione per l’aviazione e per il mondo del volo che a quell’epoca già mi affascinava e mi faceva sognare con gli occhi di un ragazzino che si voleva accingere ad un settore lavorativo diverso e pieno di emozioni. Come mai la tua scelta è caduta proprio sull’Istituto Aeronautico “L. Bongiovanni”? A: Completate la scuole medie, volevo seguire i miei sogni. Avevo una scuola rinomata e di stima nella mia città natale non ho avuto dubbi sulla scelta. Inoltre l’attività di volo pratica dal terzo anno in poi all’epoca si svolgeva in concomitanza con l’Aero Club di Como, con idrovolanti, un volo unico nel suo genere. Quando hai iniziato a frequentare l’Istituto Aeronautico avevi già chiaro il percorso professionale che avresti voluto seguire? A: Affascinato dal volo avevo già in mente cosa voler fare dopo il diploma. Il percorso per diventare pilota è lungo e spesso situazioni esterne possono scoraggiare questa passione o ritardare il raggiungimento dell’obiettivo. Nel mio caso, dopo la maturità l’aviazione era in un brutto periodo, in trasformazione prima dell’arrivo delle compagnie low cost. Infatti valutai anche le possibilità di cercare una professione in ambito aeronautico che non fosse necessariamente quella di pilota, visto che il mio diploma me lo permetteva. Pensi che l’Istituto Aeronautico ti abbia dato una buona preparazione culturale, oltre che tecnica? A: Senza alcun dubbio i cinque anni di studio presso l’Istituto Tecnico mi hanno dato una solida base in ambito tecnico. Inoltre mi hanno anche dato una preparazione culturale generale che è essenziale in ognuno di noi per comprendere la società, gli avvenimenti, le persone e il mondo in cui viviamo. In ambito aeronautico ci si trova spesso a lavorare con persone di paesi e lingue diverse e la propria ricchezza culturale conta molto. Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro istituto? A: Ricordo alcuni professori che mi hanno lasciato un ricordo indelebile per le loro qualità personali e per la loro professionalità. Quando ho proseguito gli studi ho incontrato molti altri insegnati ed istruttori di volo ma l’affetto che provo per coloro che con tanta pazienza e passione mi hanno “iniziato”, è unico. Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale una volta ottenuto il diploma di scuola superiore? A: Dopo il diploma ho studiato qualche anno all’università in quanto il mercato del volo era in forte crisi e di conseguenza anche l’inserimento di nuovo personale nelle varie compagnie aeree era difficoltoso. Superato questo periodo mi sono diretto in Spagna in una scuola inglese per prendere la licenza di pilota di linea. Avendo purtroppo terminato poco prima dell’attentato alle torri gemelle del 2001 mi sono ritrovato di nuovo a terra. Con molto piacere ho insegnato per circa 3 anni proprio all’istituto aeronautico a fianco dei mie “vecchi” professori come loro assistente in materie tecniche. Nel 2004 sono poi stato preso in una compagnia aerea low cost dove dopo 4 anni da primo ufficiale basato in vari paesi d’Europa, sono diventato comandante con base a Bergamo Orio al serio. Fatto strano della vita oggi mi trovo a volare come comandante per una compagnia straniera basato in Italia con alcuni dei miei ex allievi dell’istituto aeronautico che mi fanno da primi ufficiali e che da qui ad alcuni anni diventeranno anche loro comandanti. Quale deve essere secondo te la dote principale di un buon pilota? A: Sapere sempre quale è il proprio limite e non dare mai troppa confidenza alle moderne apparecchiature elettroniche. Mai sottovalutare le situazioni, essere sempre umili e considerare le osservazioni di tutti, anche i meno esperti, per imparare sempre qualcosa di nuovo. Quali aeromobili piloti attualmente? E quale ti da più soddisfazioni? A: Al momento sono comandante sui Boeing 737-800 Next Generation. La sensazione che si prova nel volare su un aeroplano di linea piuttosto che su uno da turismo è diversa ma entrambe danno soddisfazione. Ciò che cambia è la gestione del volo che è a mio parere è più affascinante su un aereo di linea. Dall’altra la libertà di poter fare manovre un po’ azzardate e di poter andare quasi ovunque si desideri la lascio agli aerei da turismo, con tutto il fascino del volo a questi legato. Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro? A: Mi piacerebbe diventare training captain, ovvero istruttore di linea, ma è un percorso lungo che richiede molta preparazione. Mi piacerebbe inoltre fare esperienza su rotte intercontinentali. Quale consiglio ti senti di dare a chi voglia intraprendere la stessa tua carriera? A: Di studiare e di tenere duro, anche nei momenti difficili durante e dopo la scuola. Ho passato periodi bellissimi nel mio percorso fino ad oggi ma anche molti periodi difficili. Passione, motivazione e costanza hanno reso il mio sogno di ragazzino una realtà. Ed ai ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio dell’Istituto Aeronautico? A: Scelta assolutamente consigliata in quanto ottimo inizio per chi vuole intraprendere questa carriera o qualunque altra attività nell’ambito dell’aviazione. MAGAZINE 22 Determinazione e professionalità sono la marcia in più per gli studenti del Gianni Brera. Sala sempre al completo per le cene organizzate nel ristorante “Al Casnati”, interno all’istituto. fioccate le prenotazioni. Discorso analogo lo potremmo fare per i pranzi che, pur con un calendario meno fitto, vantano sempre il tutto esaurito. Per gli studenti ha più significato parlare dei concorsi nazionali ed internazionali vinti in questi anni (e sono tanti), confrontandosi con molte altre scuole alberghiere o con veri e propri professionisti del settore. Oppure menzionare le esperienze di stage in strutture alberghiere o ristorative di primissimo livello. Per loro tutto ciò significa confrontarsi con lo stato dell’arte di un mondo che rappresenterà il loro futuro professionale. Però, agli occhi dei clienti del ristorante Al Casnati, loro sono già professionisti. Va riconosciuto che nel successo di pubblico di queste cene concorre la simpatia suscitata dall’essere serviti da una brigata di camerieri così giovani e solari, ma nel contempo così professionali da lasciare stupiti. Alla lunga AMBIZIONE E PASSIONE Ha dieci anni, vive con più di 250 studenti provenienti da un bacino molto vasto, ha tre laboratori di cucina ed uno di sala che in realtà è un vero e proprio ristorante aperto al pubblico. Organizza servizi di banqueting e catering, un servizio di gastronomia di eccellenza ed ha addirittura un portale internet per tutte le prenotazioni. Ha già partecipato a numerosi concorsi nel campo della ristorazione, con una media presenze/successi che ha dell’incredibile. È la carta d’identità dell’Istituto Alberghiero. Con la riforma dell’ordinamento degli istituti secondari di secondo grado diventa un Istituto Professionale ad indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”. Una denominazione un po’ estesa che racchiuderà tutta l’esperienza di successi della nostra scuola: in sintesi il “Gianni Brera”. Ci sarebbero molti elementi da cui partire per descrivere il successo di questo istituto. Forse su tutto basta riportare gli oltre 35 menu a tema proposti durante il precedente anno scolastico, per molti dei quali si è reso necessario il bis. Le prenotazioni alle serate di apertura del ristorante interno alla scuola superano a volte il mese di attesa. Anche per quest’anno parte il calendario delle serate e già sono MAGAZINE però ciò che afferma il ristorante Al Casnati è l’altissima qualità del servizio complessivo e dei menu proposti. Per molti clienti spesso è una rincorsa a prenotarsi per nuove cene. Intanto la fama del ristorante dell’Istituto Brera si espande sempre più, andando ben oltre i confini di Como. Già nel 2007 una troupe del Tg3 dedicò ampi servizi a questo successo, sia nell’edizione regionale che in un approfondimento settimanale, con replica pure su Rai Uno. Ma l’attenzione dei mezzi di informazione per il “Gianni Brera” non è mai calata. Il successo in termini di pubblico in realtà è, come si accennava prima, solo un elemento di immensa gratificazione. Ciò che conta per la scuola è la riprova dell’efficacia di un modello didattico: quello dove alla teoria segue la pratica sperimentata ad alti livelli, direttamente con il confronto di chi è giudice finale della bravura di cuochi e camerieri, cioè il cliente. Non si raggiungerebbero questi risultati senza il notevole impegno degli studenti. Per molti di loro la scelta di questa scuola è sostenuta da una forte passione, che il più delle volte si fortifica nel confronto con la realtà professionale in cui vengono progressivamente inseriti. Anche se, al primo contatto con il pubblico, sanno di avere al loro fianco compagni e professori. Ciò consente loro di far pratica nel migliore dei modi. È evidente per loro che il richiamo o l’osservazione sono fatti al solo scopo di insegnargli a dare il meglio. Sono i ragazzi stessi a progettare i menu, discutendo per giorni ogni fase di preparazione. Lavorano con materie prime di assoluta qualità, altrimenti il prodotto finale non potrebbe 23 PALMARES • Campionati Italiani Barman Michela Galimberti - secondo posto - miglior cocktail in assoluto Nicole Bevacqua - terzo posto - miglior decorazione • Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana Coan Luca; Manzoni Alessandro; Molteni Eleonora; Mori Andrea; Sartor Guglielmo Secondi classificati Euro 3.000 - Cinque corsi di aggiornamento professionale CAST Alimenti Una borsa di studio presso Summer School Alma. Premio Speciale di Euro 500: miglior prova eseguita in lingua straniera per Coan Luca • Racconta la tua merenda! Menzione speciale a: Andrea Bonini, Fabrizio Fontana, Francesco Leoni, e Guglielmo Pianarosa • Campionati Italiani Barman Fruci Giulia - secondo posto Panzera Lorenza - quarto posto • Concorso Culinario Insubrica Bonini Andrea, Pianarosa Guglielmo - Medaglia d’Oro Bordoli Elena, Marzari Gaia - Medaglia di Bronzo • Internazionali d’Italia - Concorso culinario per professionisti Secondi Classificati - Medaglia Argento (nessun oro assegnato) Caranchini Davide; Coden Stefano; Scaccia Alessandro ; La Porta Marco • Olimpiadi di Cucina di Erfurt Diploma di merito categoria A- Arte Culinaria essere apprezzato ogni sera da più di 80 persone. L’attività ristorativa consente, offrendo un menu dai costi comunque contenuti, di sostenere le spese per le attrezzature ed i materiali. Gli studenti si trovano davvero ad operare come nella cucina di un grande ristorante. In tutto questo non va trascurato il servizio di sala. L’allestimento, la mis en place, il servizio: tutto progettato e curato nei minimi dettagli. Tutto questo, sommato alla costante preparazione teorica, consente agli studenti dell’Istituto Alberghiero “G. Brera” di farsi notare in tutte le competizioni dove si presentano. Ciò che ancor più conta, vantano spesso un curriculum di stage presso ristoranti ed alberghi di fama internazionali, tra cui Villa d’Este, Gualtiero Marchesi, Grand Hotel Tremezzo, Pierino Penati e tanti altri. Arcidiaco Giovanni; Caranchini Davide ; Coden Stefano; La Porta Marco Aiutati dai commis del quarto anno: Molteni Eleonora, Munaretto Alessandro, Scaccia Alessandro e Casati Matteo • Ricetta da 1 € De Carli Andrea; Perego Nicolò; Pirovano Marco; Scaccia Alessandro Primi classificati. • Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana Coan Luca; Grasso Riccardo; Livio Matteo; Orsenigo Deborah; Pizzetti Monica Secondi classificati Euro 3.000; Cinque corsi di eccellenza ALMA; Cinque corsi di aggiornamento professionale CAST Alimenti; Una borsa di studio di due settimane presso ALMA • Internazionali d’Italia - Concorso a Squadre Coden Stefano; La Porta Marco; Manzoni Alessio; Sartor Guglielmo Secondi Classificati - Medaglia Argento Ballacchino Gabriele; Ciceri Stefano; Introzzi Eros; Miele Giovanni Terzi classificati - Medaglia Bronzo • Internazionali d’Italia - Concorso Individuale Caranchini Davide Terzo classificato - Medaglia bronzo • Internazionali d’Italia - “Concorso Cocktail” Giobbio Marta; Pallaro Lisa Terze classificate - Medaglia bronzo • Concorso Internazionale “Antonio Nebbia”-“Finger Food & Cocktail” Caranchini Davide; Guanziroli Simone; Mori Andrea; Sartor Guglielmo Due squadre finaliste su 8 ammesse alle finali Premio Speciale per la Tecnica e la Professionalità Euro 1.000 in prodotti caseari • Gran Trofeo d’Oro della Ristorazione Italiana Brioschi Enrico; Coan Luca; Marongiu Gianluca; Monti Federico; Ronchetti Martina; Vassalli Valentina Primi classificati Euro 10.000 Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana alla “Migliore scuola d’Italia” • Internazionali d’Italia - Concorso a Squadre Monti Federico; Brioschi Enrico; Schena Samuele; Malanca Stefano Terzi classificati - Medaglia Bronzo Ferrandi Luca; Grasso Riccardo; Marongiu Gianluca; Orsenigo Deborah Terzi classificati - Medaglia Bronzo MAGAZINE 24 l’intervista LA CUCINA, REGNO DI PASSIONE E CREATIVITÀ Lo Chef stellato Mauro Elli docente all’Istituto Alberghiero L’istituto Alberghiero Gianni Brera, come è ormai noto, si avvale della collaborazione di prestigiose personalità del settore nel proporre nuovi spunti di crescita ai propri studenti: l’alto livello qualitativo raggiunto dal Brera, unico istituto ad aver mai partecipato alle Olimpiadi di Cucina, può ricondursi alle numerose partecipazioni a concorsi internazionali o agli stage di altissimo livello ai quali i nostri studenti partecipano ma il ruolo che il rapporto umano ricopre nell’attività didattica si pone sempre in posizione predominante. Numerosi sono stati gli Chef che, apportando la loro ineguagliabile esperienza attraverso lezioni tematiche, hanno elevato lo standard qualitativo delle lezioni al Brera. Per uno di questi, uno dei più prestigiosi, la collaborazione si è fatta nel corso degli anni sempre più frequente ed approfondita fino ad entrare a far parte del MAGAZINE corpo docente. Parliamo di Mauro Elli, Chef stellato Michelin che abbina al suo mestiere principale anche quello di docente al quale abbiamo anche rivolto alcune domande. I curriculum dello Chef Elli parla chiaro: dopo gli studi presso il centro di formazione professionale di Clusone (BG) ha subito esteso i propri orizzonti culturali trasferendosi in Inghilterra dove, per quattro anni, ha potuto ampliare le proprie esperienze in ambito gastronomico. Dopo questa importante esperienza, tornato in Italia, ha proseguito il suo percorso di crescita tra la Svizzera e la Riviera Ligure fino all’apertura, nel 2003, del ristorante “Il Cantuccio” ad Albavilla per il quale, a coronazione di una carriera ancora in espansione, riceve da anni la prestigiosa stella Mi- chelin, riconoscimento alla professionalità ed alla competenza di uno Chef prestato all’insegnamento. La sua è una carriera caratterizzata dalla costante crescita professionale: ha infatti ricoperto il ruolo di garde manger, entremetier, saucier in varie strutture fino ad approdare in prestigiosi alberghi come il Kulm di Saint Moritz, lo Splendido di Portofino e l’Excelsior Palace di Rapallo. L’umiltà ed il grande entusiasmo, abbinate alla indubbia capacità di coniugare qualità, tradizione e sapori del territorio, evidenziano in maniera chiara il profilo dello Chef Elli: le stesse doti che trasmette agli studenti di Alma, la scuola internazionale di Cucina del Rettore Gualtiero Marchesi che lo impegna come docente, ed agli studenti dell’Istituto Alberghiero “G. Brera”. Per il suo ristorante si sono levati giudizi positivi da personaggi del calibro di Luigi Veronelli, ed Edoardo Raspelli: questo patrimonio di esperienze ora, con grande umiltà e professionalità, vengono riversate anche nell’attività didattica presso il “Gianni Brera” e nelle cene organizzate presso il ristorante dell’Istituto, dove la creatività e la passione si danno appuntamento in cucina. Abbiamo rivolto, a conclusione di questo articolo dedicato al CSC Magazine, alcune brevi domande allo Chef Elli: Abbiamo parlato del suo curriculum e del bagaglio di esperienze che le hanno permesso di conseguire prestigiosi risultati: secondo il suo autorevole punto di vista, qual è il futuro della ristorazione italiana? Credo che oggi noi professionisti, se vogliamo che l’eccellenza italiana nella ristorazione e nell’ospitalità continui la sua ascesa, abbiamo il dovere di far entrare la nostra esperienza nelle scuole alberghiere, che rispecchiano dinamismo e tanta voglia di fare. La sua professione le ha permesso di relazionarsi con diversi ambienti ed una moltitudine di situazioni e persone: come giudica questa nuova esperienza di insegnamento presso il nostro Istituto? Quello che posso dire oggi, a distanza di tre anni circa trascorsi all’Istituto Alberghiero “G. Brera”, è che il bilancio è positivo: stiamo iniziando a lavorare anche sui dettagli e ciò significa un grande passo avanti. Un’ultima domanda: cosa si sente di comunicare ai ragazzi che si apprestano ad affrontare un percorso di studi come quello dell’Alberghiero? Quando sono in cucina con i ragazzi dico sempre loro “forza ragazzi che anche oggi ci divertiamo”. Tutto ciò che viene fatto con passione dedizione e professionalità, infatti, è puro divertimento. 25 l’intervista CARANCHINI, ASTRO NASCENTE DELLA RISTORAZIONE ITALIANA Davide Caranchini: dalle olimpiadi di Cucina al Noma di Copenhagen passando per il ristorante di Gordon Ramsay. Iniziamo dagli anni delle superiori: quali considerazioni hai fatto, una volta terminata la terza media, relativamente alla scelta dell’indirizzo della scuola superiore da frequentare? Ho sempre avuto la passione per la cucina, quindi diciamo che il mio percorso scolastico superiore era “già scritto”; partecipai poi ad un open day dell’Istituto Alberghiero Gianni Brera ed esso mi colpì particolarmente, diventando poi la mia scelta definitiva. Secondo te quanto contano la passione e la preparazione nel tuo mestiere? Contano tutto, il 100%. Non riuscirei mai ad immaginare di fare questo lavoro senza passione, sarebbe impossibile: è ciò che ti dà la forza di continuare a dare il meglio di te ogni giorno in cucina. Lo stesso vale per la preparazione, bisogna avere una base ben solida da cui partire, il resto lo si costruisce con l’esperienza. Ti sei specializzato nel settore cucina o servizi di sala? Come mai hai fatto questa scelta? Sin dall’inizio avevo le idee ben chiare e quindi la mia non è stata una scelta difficile: il mio futuro sarebbe stato in cucina, la mia passione. Ho comunque avuto modo di vedere molti miei compagni partire il primo anno di scuola con l’idea di scegliere al terzo anno l’indirizzo di cucina e poi, una volta giunti al momento di scegliere, cambiare indirizzo a favore di servizi di sala o viceversa. Ci puoi raccontare qualche dettaglio del tuo lavoro che pensi possa colpire l’attenzione dei nostri studenti o dei ragazzi che si vogliono avvicinare a questo mondo? Innanzitutto vorrei dire che il lavoro del cuoco è fantastico, pieno di soddisfazioni e motivi di orgoglio. Ma come tutte le soddisfazioni, vanno sudate. Ultimamente si fa un gran parlare dei cuochi, grazie anche ai vari format televisivi (a volte non proprio edificanti) che ogni giorno vengono trasmessi in televisione: agli occhi di un ragazzo desideroso di intraprendere questo percorso potrebbero far sembrare tutto facilmente raggiungibile. Non è assolutamente così, si tratta di un lavoro molto duro che richiede sacrifici, molta forza di volontà e determinazione. Cosa ricordi degli anni trascorsi nel nostro Istituto? Wow, l’elenco sarebbe lunghissimo ma i ricordi più frequenti sono legati ai vari concorsi ai quali ho partecipato: la fatica, l’ansia, l’emozione e la gioia condivise con i miei compagni di squadra partendo dai momenti dello studio e della preparazione, fino al giorno della competizione. In particolar modo ricordo le Olimpiadi culinarie di Erfurt nel 2008, una delle nostre più grandi soddisfazioni, e più precisamente il momento in cui il sig. Discacciati - dirigente del Centro Studi Casnati ndr - comunicò a me e agli altri tre compagni che vi avremmo partecipato. Fu un mix di sensazioni ed emozioni, difficilmente cancellabili o dimenticabili. Hai mai conosciuto e/o lavorato con qualche Chef famoso? Se sì, ci puoi raccontare di cosa si è trattato? Sì, ho avuto modo di lavorare con, o per, diversi grandi chef durante gli ultimi anni, tra cui Gordon Ramsay, in uno dei suoi ristoranti a Londra: lui non frequenta mai le cucine ma ho avuto modo di incontrarlo una volta, mi ha fatto una bella impressione. Poi Michel Roux Jr, de Le Gavroche di Londra, 2 stelle Michelin nonché giudice di Master Chef UK, uno chef da cui ho imparato molto. In questo elenco inserisco anche Heinz Beck, che ricordo essere uno chef molto preciso, quasi maniacale, e l’ultimo in ordine cronologico, Rene Redzepi, lo chef del Noma di Copenaghen che mi ha stupito molto per la grande umiltà e per il suo modo di interagire con la brigata, nonostante sia stato per tre anni di fila lo chef del miglior ristorante del mondo. Ci puoi raccontare qual è stato il tuo percorso professionale una volta ottenuto il diploma? In quali realtà hai lavorato? Una volta ottenuto il diploma iniziai il percorso professionale lavorando per una stagione all’Excelsior Palace, un hotel 5 stelle a Rapallo, per poi trasferirmi a Londra. Lì lavorai prima presso un ristorante italiano e successivamente in un altro hotel a 5 stelle. Tornato a Como trovai lavoro al ristorante I Tigli a Lago, dove rimasi per un anno, ottenendo grandi risultati tra cui la promessa Stella Michelin. Dopodiché tornai a Londra per lavorare al Maze di Gordon Ramsay, una stella Michelin: una bella esperienza ma non una delle migliori perché non fui particolarmente colpito dal tipo di cucina proposta. Quindi iniziai poco dopo presso Le Gavroche sempre a Londra, due stelle Michelin, considerato da oltre 30 anni uno dei migliori ristoranti di Londra e tra i miglio- ri al mondo, in cui ho imparato le tecniche e le basi della cucina francese. Successivamente iniziai a lavorare presso l’Apsleys, il ristorante londinese di Heinz Beck, in cui feci esperienza in pasticceria: una grande pasticceria, mi permetto di dire. Infine conclusi il mio percorso in Inghilterra lavorando al Galvin at Windows, una stella Michelin, in cui incrementai le mie qualità nel lavorare sotto pressione, con grandi numeri di coperti pur riuscendo a mantenere gli standard da stella Michelin. Qui ebbi la proposta di promozione a Jr. Sous Chef, che apprezzai molto e mi riempì di gioia, ma che rifiutai in vista dell’imminente inizio stage presso il Noma di Copenaghen, per tre anni di fila il miglior ristorante del mondo, che era ciò a cui più ambivo. Dove lavori attualmente? Finito il periodo al Noma, a partire da agosto 2013 inizierò una nuova esperienza presso l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, tre stelle Michelin. Ci puoi dire come si articola la tua giornata lavorativa? La mia giornata lavorativa comincia all’incirca verso le 7:30- 8:00 del mattino iniziando con la preparazione della mise en place fino alle 11:30 – 12:00 circa, ora dell’inizio del primo servizio che dura fino alle 15 o 16 (in Inghilterra), a cui fa seguito la pulizia e la preparazione della mise en place per la cena. Quest’ultima inizia verso le 18 per poi concludersi alle 23:00 - 23.30. Dopodiché’ ci si dedica alle pulizie e alla stesura degli ordini per il giorno seguente finendo così verso mezzanotte e mezza o l’una. Praticamente circa 18 ore di lavoro giornaliero per 5, a volte 6 giorni a settimana. Poi ovviamente dipende dal settore ristorativo in cui si lavora. Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro? Cosa pensi di fare un domani? Il mio obiettivo è quello di poter aprire un piccolo ristorante di non più di 40 coperti a Como o zone limitrofe, proponendo una cucina innovativa ma non stravagante ed una grande esperienza dal punto di vista gastronomico al servizio di ogni singolo ospite. Il sogno è quello di ottenere almeno una stella Michelin. Se potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte scolastiche e professionali? Assolutamente sì. Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi dell’Istituto Alberghiero che vogliono intraprendere la stessa tua carriera? Il consiglio che posso dare è quello di continuare a migliorarsi con sacrificio e dedizione, non lasciandosi scoraggiare dalle prime sconfitte o delusioni: anzi, proprio da esse bisogna cercare di trarre forza per dare il meglio di sé. MAGAZINE 26 primo piano L’Istruzione e Formazione Professionale La nuova opzione del sistema educativo italiano ed i nuovi corsi IeFP del Centro Studi Casnati: “Operatore della ristorazione” Aurelio Schiavone Con l’anno 2010-11 sono entrati in vigore, per la prima volta, i cambiamenti del sistema educativo italiano che hanno apportato importanti novità sia in relazione alla scuola secondaria di secondo grado (superiori) sia per l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP). Per analizzare nel dettaglio quest’ultimo segmento abbiamo chiesto alla professoressa Astori, Preside del Centro Studi Casnati e promotrice dei corsi IeFP, di illustrarci le principali caratteristiche di questi corsi anche in relazione all’offerta formativa dei nostri Istituti. “Da un punto di vista puramente tecnico è necessario dire che quello dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale viene definito un “sistema” di competenza regionale, a differenza dei percorsi di studio delle scuole superiori le cui direttive sono definite a livello statale. Per citare qualche numero – prosegue la Preside – sono stati definiti 21 percorsi di Qualifica di durata triennale e di 21 percorsi di Diploma di quarto anno a livello nazionale, attivabili da ogni Regione. C’è da chiarire inoltre che l’obbligo di istruzione (DDIF) è assolto sia in un percorso scolastico (Licei, Istituti Tecnici e Istituti Professionali) sia nei percorsi di IeFP regionali”. MAGAZINE Ma quali sono le principali differenze tra il percorso di Formazione Professionale e quello della scuola secondaria di secondo grado? “Sostanzialmente esistono due differenze fondamentali tra i due sistemi che, ricordiamo, seguono due percorsi paralleli ma contigui. La prima differenza è costituita dagli obiettivi e la seconda dalla durata dei percorsi di studio. Comparando i contenuti dei percorsi di Formazione Professionale e quelli della scuola secondaria di secondo grado vediamo come quelli dei corsi IeFP risultino maggiormente rivolti allo sviluppo di competenze utili alla vita ed allo sbocco professionale, in linea con le indicazioni della Comunità Europea. Questo naturalmente non esclude l’aspetto culturale della preparazione offerta allo studente: con la riforma, anche i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale sono chiamati a dare all’allievo un’impronta educativa e culturale di livello. Per quanto riguarda invece la durata dei percorsi di studio, quelli di Istruzione e Formazione professionale prevedono la possibilità di conseguire una Qualifica triennale (dopo il terzo anno) ed un Diploma di Tecnico professionale di quarto anno (3+1). La scuola secondaria di secondo grado prevede invece un percorso di studi quinquennale che porta al Diploma.” Le differenze tra i due percorsi sono quindi identificabili nei diversi obiettivi e nella durata: i percorsi triennali e di quarto anno regionali di IeFP possiedono un carattere meno teorico di quelli scolastici ed una maggiore aderenza agli aspetti lavorativi, senza, tuttavia, rinunciare ad una adeguata formazione culturale di base. I costi di frequenza sono coperti integralmente dalla dote scuola per i centri di formazione accreditati. La nuova impostazione degli IeFP ha quindi permesso il superamento della divisione tra la dimensione della cultura (appannaggio esclusivo dell’Istruzione) e quella del lavoro (domi- 27 tolo di Tecnico Superiore. E’ quindi possibile, dopo la terza media, iniziare un percorso di Istruzione e Formazione Professionale che permetta allo studente di arrivare fino all’Università: non esiste in questo senso alcuna preclusione.” “I corsi che proponiamo sono solo l’ultima evoluzione della nostra offerta formativa” Il Centro Studi Casnati, nell’ambito della propria mission formativa che vede prioritario consentire a tutti l’accesso alla formazione e istruzione, si è accreditato presso Regione Lombardia ed ha attivato a partire dall’anno scolastico 2010/2011 il corso professionale per Operatori della ristorazione-preparazione pasti che, dopo gli incoraggianti risultati conseguiti, è stato riproposto anche nei successivi anni scolastici. Quali sono le caratteristiche di questi corsi IeFP proposti dal Centro Studi Casnati? “I corsi che proponiamo sono solo l’ultima evoluzione della nostra offerta formativa: forti dell’esperienza acquisita in quarant’anni di scuola superiore ed utilizzando le competenze in termini di professionalità e le strutture dei nostri Istituti, in primis quelle dell’Istituto Alberghiero, abbiamo attivato il corso IeFP per Operatore della ristorazione. L’Operatore della ristorazione è una figura professionale che esegue in autonomia e in collaborazione con altri la preparazione e cottura di prodotti alimentari e la distribuzione di cibi e bevande. Il percorso formativo per operatori della ristorazione prevede l’indirizzo “Preparazione pasti”, che forma operatori in grado di realizzare la preparazione di piatti semplici secondo gli standard di qualità definiti e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti. L’Operatore della ristorazione trova occupazione lavorativa in qualità di cuoco, di addetto alla preparazione e cottura di cibi, di cameriere e di barista nei settori dell’alberghiero, della ristorazione, delle mense e catering, dei bar e altri esercizi simili senza cucina”. Per maggiori informazioni sull’organizzazione dei corsi IeFP e per approfondire l’offerta formativa del Centro Studi Casnati vi invitiamo a visitare la sezione dedicata del nostro sito internet www.centrocasnati.it. ACCREDITAMENTO REGIONALE L’accreditamento regionale è un procedimento con il quale la Regione Lombardia attesta formalmente la competenza e la capacità dei soggetti che ne facciano richiesta di entrare a far parte dell’elenco regionale dei fornitori di servizi formativi/orientativi finanziati con risorse pubbliche, compresi i soggetti che rilasciano, al termine delle attività formative, un attestato “riconosciuto” dalla Regione. DOTE SCUOLA Per le famiglie degli studenti che hanno scelto un corso di Istruzione e Formazione Professionale presso un centro di formazione accreditato, la Dote Scuola permette di coprire totalmente i costi di frequenza offrendo alle famiglie un ulteriore aiuto per l’acquisto di materiale educativo e scolastico. L’iscrizione al corso per “Operatore della ristorazione – preparazione pasti” è subordinata all’ottenimento del contributo della Dote Scuola e per usufruirne non è previsto alcun requisito ad esclusione della richiesta di iscrizione. Per la formazione della classe e per il relativo ottenimento della Dote Scuola si seguirà un criterio cronologico nell’accettazione delle richieste di iscrizione. nio riservato alla Formazione Professionale). Chiediamo alla Professoressa Astori di chiarire meglio quali sono le diverse qualifiche ottenibili con i corsi IeFP e le possibilità di prosecuzione negli studi. “Le Qualifiche (3 anni) e i Diplomi di IeFP (3+1) sono spendibili e riconoscibili su tutto il territorio nazionale e della Comunità Europea; costituiscono poi anche titolo per il diretto proseguimento degli studi nel sistema di IeFP regionale. Per approfondire il discorso vediamo come la Qualifica triennale permetta l’accesso diretto al quarto anno, utile al conseguimento di un Diploma di Tecnico professionale. Con il Diploma di quarto anno è invece previsto l’accesso al quinto anno integrativo, utile a sostenere l’esame di stato per l’accesso all’Università o al proseguimento nella Formazione Superiore con il conseguimento del ti- MAGAZINE 28 ORIENTAMENTO 2014/15 Al via l’attività di orientamento in vista delle iscrizioni all’a.s. 2014/15: ecco i servizi del Centro Studi Casnati per gli studenti interessati e le loro famiglie. MAGAZINE 29 Al termine della terza media non tutti gli studenti hanno le idee chiare sulla prosecuzione del proprio percorso scolastico: non è sempre facile destreggiarsi tra la vastità dell’offerta formativa, gli sbocchi professionali e post diploma, le profonde differenze tra le differenti tipologie di istituti, articolazioni, indirizzi e molto altro. La soluzione è semplice quanto efficace: bisogna scegliere consapevolmente e per fare ciò è necessario accedere a tutti gli strumenti orientativi previsti per favorire gli studenti e le loro famiglie in questo delicato momento. Il Centro Studi Casnati, come consuetudine che caratterizza i nostri Istituti fin dalle origini, attiva numerose iniziative di orientamento rivolte agli studenti delle scuole secondarie di primo grado ed alle loro famiglie in vista delle iscrizioni all’a.s. 2014/15. Tutto è finalizzato ad accrescere la consapevolezza degli interessati e curare la correttezza e puntualità delle informazioni relative alla nostra offerta formativa. L’Ufficio Orientamento del Centro Studi Casnati, sempre a disposizione per fornire supporto orientamento relativo all’intera offerta formativa dei diversi Istituti, propone per il prossimo anno scolastico alcune novità costituite da nuove iniziative di orientamento che si aggiungono al tradizionale Open Day del 23 novembre 2013. La sezione del nostro sito dedicata alle attività di orientamento, raggiungibile all’indirizzo www.centrocasnati.it/orientamento, è lo strumento attraverso il quale accedere ad informazioni costantemente aggiornate circa le iniziative organizzate, visualizzare le principali informazioni legate alla nostra offerta formativa ed accedere gli strumenti da utilizzare (form di prenotazione) per partecipare alle nostre iniziative. Elenchiamo di seguito tutte le attività di orientamento, gratuite e non vincolanti, organizzate dal Centro Studi Casnati. La scelta della scuola superiore: ecco come il Centro Studi Casnati si mette a disposizione degli interessati. OPEN DAY Nella giornata di sabato 23 novembre 2013, dalle ore 14:30 alle 18:00, si terrà presso la sede di via Carloni n° 8 a Como il consueto Open Day del Centro Studi Casnati. Questa iniziativa offrirà a tutti gli interessati la possibilità di approfondire le novità riguardanti l’offerta formativa ed interagire direttamente con l’Istituto attraverso le numerose presentazioni che verranno proposte durante l’arco del pomeriggio: ai laboratori aperti dei quattro Istituti si aggiungeranno le visite alle strutture accompagnati dal personale della scuola. LEZIONI IN AULA – UNA GIORNATA AL CASNATI Una giornata dedicata ad ogni istituto, replicata in quattro incontri da ottobre a gennaio, a contatto con i docenti e gli studenti del Centro Studi Casnati: le lezioni in aula, che si svolgono durante l’orario scolastico presso la sede di via Carloni n°8 per una durate di quattro ore, offrono agli interessati la possibilità di visitare le aule e sperimentare lo studio delle principali materie di indirizzo all’interno di una giornata appositamente realizzata. SPORTELLI FORMATIVI Un ciclo di incontri pomeridiani, della durata di circa due ore, dedicati a tre tematiche trasversali agli istituti e di sicuro interesse per gli studenti: “metodologie di studio”, “lingue straniere” e “informatica”. Un ulteriore strumento per approcciarsi in maniera sempre più approfondita alla scuola secondaria di II grado. COLLOQUI DI ORIENTAMENTO Incontri individuali con un referente d’Istituto per ricevere informazioni ed approfondire tutte le tematiche di interesse: gli appuntamenti possono essere fissati direttamente tramite l’apposito form, scegliendo tra le opzioni disponibili, o contattando la segreteria dell’Istituto. YOUNG LARIOFIERE Anche quest’anno il Centro Studi Casnati parteciperà all’iniziativa di orientamento “Young – orienta il tuo futuro” che si terrà presso il polo fieristico Lario Fiere di Erba nei giorni giovedì 28 novembre dalle 8:30 alle 13:00, venerdì 39 novembre dalle 8:30 alle 13:00 e sabato 30 dicembre dalle 8:30 alle 18:30. I nostri Istituti parteciperanno alla manifestazione offrendo agli interessati l’opportunità di approfondire tutte le tematiche di maggiore in- teresse, in un contesto unico di confronto con le differenti realtà, interagendo con docenti e rappresentanti del Centro Studi Casnati. MINI STAGE DI ORIENTAMENTO I mini stage di orientamento, incontri gratuiti che si svolgono settimanalmente presso il nostro Istituto dalle ore 14:00 alle ore 16:00 a partire da ottobre, coinvolgono gli studenti interessati in attività di laboratorio ed i loro accompagnatori in momenti informativi con un referente d’Istituto. Per ogni Istituto è prevista un’attività didattica dimostrativa per la quale non è richiesta alcuna competenza o preparazione iniziale: è necessario prenotare la partecipazione agli stage utilizzando l’apposito form reperibile nella sezione www.centrocasnati.it/ministage. Liceo Linguistico Conversare giocando in lingua: lezione ludica di esercizio nell’uso della lingua inglese, per sperimentare il coinvolgimento in una lezione dove è consentito comunicare solo in lingua straniera. Liceo Artistico Laboratorio di progettazione: laboratorio artistico multidisciplinare, per scoprire che dietro ad ogni artista c’è tanta tecnica. Istituto Tecnico Aeronautico Prova al Simulatore di Volo: l’esperienza del volo simulato per comprendere quanti e quali aspetti deve tenere presente un aspirante pilota. Grazie alla collaborazione con l’Aero Club Como, tutti i ragazzi e le ragazze che parteciperanno allo stage di orientamento dell’Aeronautico riceveranno un buono per poter effettuare, a costo simbolico, un volo prova su un vero idrovolante, nello splendido contesto del Lago di Como. Istituto Professionale Alberghiero Laboratorio di cucina: per scoprire che all’Alberghiero non si scherza; c’è tutto per sentirsi parte di una vera e propria attività di ristorazione. MAGAZINE 30 www.alcasnati.it Il ristorante “Al Casnati” nasce con l’intento di sensibilizzare il grande pubblico sul tema dell’educazione al Gusto mediante Serate a Tema e Lezioni di Cucina Creativa. L’idea deriva dal connubio tra la creatività artistica e quella culinaria, in un tripudio di colori e sapori frutto di studi approfonditi dei nostri studenti sulle varie discipline e loro applicazioni. La promozione e la difesa dei prodotti tipici eno-gastronomici italiani sono la nostra mission: “L’Arte del Gusto” vi trasporterà in una dimensione nella quale il piatto è quadro e la tavola scultura. Nella Sala Ristorante “Al Casnati” di via Carloni 8 a Como, che accoglie sino a 140 persone con possibilità di video proiezioni e presentazioni multimediali, ogni venerdì sera gli studenti dell’ Istituto Alberghiero vi propongono serate a tema dedicate alla cucina nazionale e a tema. Prenotare è semplice! Scegliete su www.alcasnati.it la serata preferita e compilate il form per ricevere una conferma di prenotazione. La Trattoria “Gerbet”, storico punto di riferimento culinario del panorama comasco, si propone come meta abituale per i pranzi e le cene dei più golosi che possono gustare nella familiare atmosfera di via Teresa Ciceri 3 pietanze dal sapore fresco e genuino, le stesse caratteristiche che accomunano gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Brera”. Ed è proprio questo che rende unico “il Gerbet”: gestito interamente da nostri ex studenti, costituisce un eccellente banco di prova per gli alunni dell’Istituto Alberghiero che si avvicendano nell’apportare il loro contributo alla perfetta riuscita dei pranzi e delle cene. Un progetto nuovo ed innovativo che mette nelle mani degli studenti del “Brera” una trattoria da gestire con passione e professionalità ed il cui risultato si riflette quotidianamente nella soddisfazione della clientela abituale. Vi invitiamo alla Trattoria Gerbet per conoscere di persona gli Chef del futuro ed assaggiare le loro creazioni culinarie! Sul sito www.gerbet.it tutte le informazioni sui menu ed il form di prenotazione per le cene. www.gerbet.it 31 LICEO LINGUISTICO LICEO ARTISTICO ISTITUTO ISTITUTO AERONAUTICO ALBERGHIERO Via Carloni, 8 - Como www.centrocasnati.it [email protected] Tel. 031/5378.900