Tempo di Grazia per lo Spirito Tempo di Grazia per lo Spirito Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 - Euro 0,50 18 Aprile 2015 presso il Seminarium Campanum si è svolta la festa dell’Azione Cattolica Ragazzi I nonni e i bambini, memoria e futuro Per creare un ponte tra le generazioni perché “la società tende a scartare, ma la Chiesa ha sfidato tale mentalità con la gioia traboccante dell’abbraccio tra generazioni diverse” ANNAMARIA GAMMELLA Sabato 18 aprile dalle 15,30 alle 19,00,si è tenuta presso il Seminarium Campanum in Capua la prima Festa Adultissimi-Azione Cattolica Ragazzi. Hanno partecipato 40 Adultissimi e 150 ragazzi accompagnati dai loro educatori e responsabili. E’stato un momento non solo di festa, ma di tempo condiviso, di dialogo e di esperienze vissute insieme. Dopo l’accoglienza con canti e balli , c’è stata la preghiera guidata dal Vicario Generale, Monsignor Elpidio Lillo, che subito è entrato nello spirito dell’Azione Cattolica Ragazzi e ha fatto pregare i ragazzi con la gestualità, li ha sollecitati a cantare e ha spiegato che il segno dell’amore grande è quella delle braccia aperte, quello della croce, perché amare richiede, qualche volta, la capacità di soffrire. Ha parlato a tutti dell’incontro con Gesù che cambia la vita, la propria e quella degli altri. Si è messo dalla parte dei nonni, di coloro che hanno i capelli bianchi ed esperienze da raccontare. E’stata emozionante la preghiera dei nonni per i fanciulli e dei ragazzi per i nonni: si è formato un coro orante in cui ciascuno ha pregato per il bene dell’altro. Sono iniziati, poi, i laboratori: Musica (fisarmonica e tinella), Cucina (pizze e taralli), Giochi antichi (marionette con i giornali, campana, telefono con barattoli), Scrittura creativa (giochi di parole, inventiamo una storia, componiamo una poesia). Terminate tali attività c’è stata la testimonianza di un’adultissima, Sandrina Piccirillo, della parrocchia SOMMARIO PAG. 4 SPECIALE La vocazione è un esodo! Centro Diocesano Vocazioni PAG 13 PAG 14 Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi Capua Processione delle 7 Statue d’Argento 2 I NONNI E I BAMBINI, MEMORIA E FUTURO SEGUE DA PAG. 1 di Portico. Ha parlato della sua esperienza in Azione Cattolica fin da bambina, del suo trasferimento negli Stati Uniti, dell’integrazione in un paese lontano e della compagnia e del legame mantenuto con l’Associazione. Catturati dalla dolcezza e dalla semplicità delle parole di Sandrina, i bambini hanno ascoltato con grande attenzione, sia perché hanno scoperto la bellezza del racconto e del raccontarsi, sia perché i discorsi dei nonni hanno sempre qualcosa di speciale. A riprova di ciò hanno posto tante domande sull’Azione Cattolica di un tempo, sui giochi del passato, sulle difficoltà incontrate in America … Per ringraziare Sandrina e tutti gli adultissimi i ragazzi del laboratorio di scrittura hanno recitato una poesia sui nonni da loro composta e poi tutti, appassionatamente, insieme a Giovanni Casertano e alla sua fisarmonica, abbiamo cantato “Oi vita, Oi vita mia”. Alla fine momento di convivialità per gustare pizze e taralli preparati nel laboratorio e le cose buone portate dai gruppi parrocchiali. E’ stato un bel momento che ha testimoniato ai ragazzi la fedeltà alla Chiesa e all’Associazione, la gioia dell’incoraggiamento di chi è più avanti negli anni e non è divenuto né lontano né indifferente. E’ stata educativa la capacità degli adultissimi di rimettersi in gioco, di lavorare e giocare gomito a gomito, di trasmettere ciò che si sa come un dono e Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 non come una lezione. Tutto è andato per il meglio grazie alla sinergia e alla collaborazione dei settori che hanno lavorato insieme per la progettazione e la realizzazione dell’evento. La festa è riuscita proprio come il Settore Adulti l’aveva pensata: fare memoria insieme, cioè costruire con le persone un album associativo fatto di volti diversi, di passaggi essenziali della vita, di esperienze condivise. E’ stato un primo passo per la riscoperta della storia associativa ed ecclesiale locale, perché il recupero di un pezzo di memoria è un modo semplice per arrivare alla storia e al legame con l’Azione Cattolica Diocesana. L’altro obiettivo, anch’esso raggiunto, era creare un ponte tra le generazioni perché, come dice Papa Francesco, la società tende a scartare, ma la Chiesa e in questo caso l’Azione Cattolica ha sfidato tale mentalità con la gioia traboccante dell’abbraccio tra generazioni diverse. Alla festa, infatti, c’erano nonni, ragazzi, giovani, adulti e le famiglie, quando sono ritornate per riprendere i figli, sono state investite e coinvolte da questa atmosfera effervescente e serena. Come dice il Papa : “Un popolo che non si prende cura degli anziani, dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”. La festa, dunque, è stata un successo, perché vogliamo imparare a seguire le tracce di chi ci ha preceduto, a confrontarci e a lasciare le nostre impronte. L'uomo a livello di natura è un animale ragionevole, a livello di politica è una persona sociale, al livello di religione è un figlio di Dio. Jacques Maritain Poiché chiamiamo Dio nostro padre, dobbiamo regolarci da figli di Dio, in modo che, se andiamo orgogliosi di avere Dio per padre, anche egli sia felice di averci per figli. San Cipriano La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica e quella di essere governati da uomini malvagi. Socrate Ogni verità, da chiunque sia detta, viene dallo Spirito Santo. San Tommaso d'Aquino I concetti creano degli idoli di Dio, soltanto lo stupore ne afferra qualcosa. San Gregorio La cosa più incomprensibile del mondo è che il mondo sia comprensibile. Albert Einstein L’asceta. Qualcuno mi ha chiesto quali siano le sensazioni di un amante. Ho risposto: "Se sei uno che ama lo sai da te". Baba Lal Quando lavoravo in giardino, gli uccelli venivano a me, mi si posavano sul collo e sulle spalle e insieme cantavamo le lodi del signore. Anna Katharina Emmerick CHIESA Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 3 IV Domenica di Pasqua “Il buon pastore dà la propria vita per le pecore” DON PASQUALE VIOLANTE Questa domenica è classicamente definita “del buon pastore” perché, pur nell’alternanza dei cicli liturgici, il Cristo è presentato con l’immagine giovannea del “buon pastore”. Questa definizione cristologica ed ecclesiologica presenta il Cristo come guida giusta e premurosa del suo popolo e dell’umanità intera, che costituiscono quindi, il suo gregge. Ciò che caratterizza il pastore nella sua azione è la fedeltà alla cura del suo gregge, che lo distingue da un mercenario. Un merce- LA CELLA VINARIA Ogni sillaba o Dio delle Tue labbra Riflette come il sole in uno specchio L’indivisa sostanza del Tuo bene Ed è tale la leggiadria del Verbo Che gli Angeli non desiderano altro Contemplare. Se infatti qui nel mondo Incospicue o ammirande creature: La grazia bella e breve d’una rosa Una foglia che cade, una cicala Un velluto di nebbia oltremarina Il modulato incedere d’un cigno L’intatta chiarità d’un novilunio Un brivido di vento sopra un lago Nel lusingarmi lo sguardo colmano La mia mente d’estatico stupore Di Lui che dire se al solo immaginarlo Quale goccia di luce in un diamante Dai nostri passi si ritrae la notte Tornano azzurri i sogni ed i pensieri Con più gioia germogliano i virgulti Si dilatano i cieli oltre confine E chi beve il Suo sangue non si stanca Quanto più beve, esilarato, di bere Nella cella vinaria del Suo cuore? Giuseppe Centore nario esercita il proprio compito dietro un compenso e il suo rapporto col gregge ha un carattere casuale. Pertanto, di fronte alle difficoltà, come l’aggressione di lupi, per paura fugge via e abbandona il gregge. Il pastore, invece, conosce le sue pecore perché esse gli appartengono, le ama fino a dare la vita per esse. Gesù sottolinea il potere che egli ha sulla vita e sulla morte: la vita non gli è stata strappata via ma è egli che l’ha offerta e poi l’ha presa di nuovo. Dietro questa contrapposizione tra il buon pastore e il mercenario molti esegeti vi intrave- dono una polemica ai capi religiosi dei Giudei, che collusi col potere romano, si comportano da vigliacchi, pensando soltanto ai propri interessi e non a quelli del popolo. Anche il gregge conosce il suo pastore con una intimità tale che Gesù la paragona a quella sua col Padre. È il grande mistero della figliolanza divina che ancora di più ci renderà simili al Nostro Pastore quando egli si sarà manifestato alla fine dei tempi (II lettura). Egli è la pietra che è stata scartata dai costruttori, cioè i Giudei, ed è diventata una pietra, invece, fondamentale, una pietra angolare e ciò è avvenuto con l’evento della resurrezione (I lettura). Non c’è altro nome posto da Dio sotto il cielo mediante il quale si può essere salvati, nome nel quale Pietro e Giovanni hanno guarito il paralitico alla porta “Bella” del Tempio di Gerusalemme. Gesù è l’unico mediatore di tutti gli uomini, che come buon pastore conduce a Dio anche quelle pecore che non sono dell’ovile dell’Israele antico e nuovo. CELEBRARE ...CANTANDO a cura di Pietro Santoro Le antifone mariane - Alma Redemptoris Mater La terza antifona che propongo è l’ Alma Redemptoris Mater. Non è conosciuto l’autore,ma probabilmente la prima stesura è di Ermanno Contratto. Si incontra dapprima in un codice del XII secolo, come antifona per l’Ora Sesta nella festa dell’Assunzione; poi compare ufficialmente per la prima volta in un catalogo di Giordano di Sassonia, secondo Generale dell’Ordine dei Domenicani, dopo San Domenico. Si canta dalla prima domenica di Avvento alla festa della presentazione di Nostro Signore al Tempio1. È possibile cantarla anche nella festa dell’Annunciazione del Signore tutte le volte che si medita o ricorda il mistero dell’Incarnazione e il giorno dell’Assunzione. E’ un’antifona che ci fa alzare un bellissimo grido alla Madre di Dio, alla quale si danno i titoli di Madre del Redentore, porta del cielo, stella del mare, mettendo in evidenza la divina maternità di Maria e l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele. La melodia a noi pervenuta è solo il prodotto finale di una serie di modifiche e semplificazioni. Ovviamente, il tempo ha facilitato la melodia, rendendola più snella e facile da imparare. Esistono però, alcune melodie di tipo monastico, più elaborate. Quella che vi propongo è il tono simplex, quello più diffuso. Cf.: Gli Inni della Liturgia delle Ore, Jucunda Laudatio, Antifona Mariana, p. 439 1 4 CHIESA Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Messaggio per la 52° Giornata Mondiale per le Vocazioni La vocazione è un esodo! DON AGOSTINO PORRECA L’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa è al centro del Messaggio scritto da Papa Francesco per la 52° Giornata mondiale di pre- ghiera per le vocazioni. La vocazione cristiana – scrive Francesco – è caratterizzata dall’esperienza dell’esodo. Di qui l’invito rivolto in particolare ai giovani a non aver paura di uscire da sé stessi e a mettersi in cammino, sempre con lo sguardo rivolto ai più bisognosi. “L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione” è il significativo titolo scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che viene celebrata quest’anno il 26 aprile. In effetti, se la Chiesa «è per sua natura missionaria» (Ad gentes, 2), la vocazione cristiana non può che nascere all’interno di un’esperienza di missione. Così, ascoltare e seguire la voce di CATECHESI DI PAPA FRANCESCO La differenza sessuale è per la comunione e la generazione DON AGOSTINO PORRECA La catechesi del Papa di mercoledì 15 aprile è stata dedicata a un aspetto centrale del tema della famiglia: quello del grande dono che Dio ha fatto all’umanità con la creazione dell’uomo e della donna e con il sacramento del matrimonio. Francesco ha esordito commentando brevemente il primo racconto della creazione, nel Libro della Genesi, dove si legge che Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine: «a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). «La differenza sessuale è presente in tante forme di vita, nella lunga scala dei viventi. Ma solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio … non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio». La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio. La cultura moderna e contemporanea ha introdotto molti dubbi e molto scetticismo circa la differenza tra uomo e donna. Il Santo Padre si chiede se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Francesco indica due punti su cui occorre riflettere e lavorare con impegno e urgenza. Il primo. E’ indubbio che dobbiamo fare molto di più in favore della donna, se vogliamo ridare più forza alla reciprocità fra uomini e donne. E’ necessario, infatti, che la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa. Una seconda riflessione riguarda il tema dell’uomo e della donna creati a immagine di Dio. C’è crisi dell’alleanza tra uomo e donna. Da qui viene la grande responsabilità della Chiesa, di tutti i credenti, e anzitutto delle famiglie credenti, per riscoprire la bellezza del disegno creatore che inscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna. «La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza tra uomo e donna è vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano». Cristo Buon Pastore, lasciandosi attrarre e condurre da Lui e consacrando a Lui la propria vita, significa permettere che lo Spirito Santo ci introduca in questo dinamismo missionario, suscitando in noi il desiderio e il coraggio gioioso di offrire la nostra vita e di spenderla per la causa del Regno di Dio. L’offerta della propria vita in questo atteggiamento missionario è possibile solo se siamo capaci di uscire da noi stessi. La vocazione è uscita da sé, è esodo. Quando sentiamo la parola “esodo”, il nostro pensiero va subito agli inizi della meravigliosa storia d’amore tra Dio e il popolo dei suoi figli, una storia che passa attraverso i giorni drammatici della schiavitù in Egitto, la chiamata di Mosè, la liberazione e il cammino verso la terra promessa. Il libro dell’Esodo – il secondo libro della Bibbia – , che narra questa storia, rappresenta una parabola di tutta la storia della salvezza, e anche della dinamica fondamentale della fede cristiana. Infatti, passare dalla schiavitù dell’uomo vecchio alla vita nuova in Cristo è l’opera redentrice che avviene in noi per mezzo della fede (Ef 4,22-24). Questo passaggio è un vero e proprio “esodo”, è il cammino dell’anima cristiana e della Chiesa intera, l’orientamento decisivo dell’esistenza rivolta al Padre. «Alla radice di ogni vocazione cristiana c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: credere vuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cri- sto; abbandonare come Abramo la propria terra mettendosi in cammino con fiducia, sapendo che Dio indicherà la strada verso la nuova terra. Questa “uscita” non è da intendersi come un disprezzo della propria vita, del proprio sentire, della propria umanità; al contrario, chi si mette in cammino alla sequela del Cristo trova la vita in abbondanza, mettendo tutto sé stesso a disposizione di Dio e del suo Regno». Questa dinamica dell’esodo – scrive il Papa – non riguarda solo il singolo chiamato, ma l’azione missionaria ed evangelizzatrice di tutta la Chiesa: una Chiesa “in uscita”, «capace di andare incontro ai figli di Dio nella loro situazione reale e di com-patire per le loro ferite». «La Chiesa che evangelizza – scrive Francesco – esce incontro all’uomo, annuncia la parola liberante del Vangelo, cura con la grazia di Dio le ferite delle anime e dei corpi, solleva i poveri ed i bisognosi». La vocazione cristiana rappresenta un impegno concreto al servizio della costruzione del Regno di Dio sulla terra e spinge necessariamente all’impegno solidale, soprattutto verso i più poveri. Ai più giovani il Papa dedica un accorato appello a non temere le incertezze e delle incognite della quotidianità che rischiano di frenare i loro sogni. Francesco li incita a non avere paura di uscire da se stessi e di mettersi in cammino sulle orme di Gesù, come già fece la Vergine Maria, modello di ogni vocazione, che non ha temuto di pronunciare il proprio “fiat” alla chiamata del Signore. CHIESA Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 5 Gesù è il Signore! Alleluia! Nessuno può dire:” Gesù è il Signore!” senza lo Spirito Santo LUIGIA E PANCRAZIO IANNOTTA Era il 26 maggio del 2012, vigilia della Pentecoste, quando Papa Benedetto XVI chiamò il Rinnovamento nello Spirito Santo a Roma in piazza San Pietro. Molti furono i fedeli che accorsero in piazza rispondendo, così, alla chiamata del Santo Padre, per dare testimonianza di appartenenza a questo movimento ecclesiastico. Da molto tempo ogni anno la grande famiglia del Rinnovamento è solito riunirsi a Rimini per il Congresso Nazionale. Papa Francesco due anni dopo, in occasione della 37°sima Convocazione nazionale ha voluto nuovamente invitare questo movimento a Roma, allo Stadio Olimpico. Il Papa ha spiegato che il movimento è una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo nella grazia dello Spirito Santo e il suo primo dono è il dono di se stesso. Il percorso è: evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi ed accoglienza degli emarginati. Tutto questo sulla base dell’Adorazione. Il fondamento del Rinnovamento è adorare Dio. Il Papa all’incontro allo stadio Olimpico iniziò il suo discorso dicendo che il Rinnovamento è nato da una volontà dello Spirito Santo come “ Corrente Di Grazia nella Chiesa e per la Chiesa” per poi rendere noto ciò che si aspettava da esso. La prima cosa è la conversione del cuore all’amore di Gesù che cambia la vita e fa della vita del cristiano un testimone dell’Amore di Dio. La Chiesa si aspetta questa testimonianza di vita cristiana e lo Spirito Santo ci aiuta a vivere la coerenza del Vangelo per la nostra santità. Queste furono le parole con cui si espresse il Papa: “ Aspetto da voi che condividiate con tutti nella Chiesa la grazia del Battesimo nello Spirito Santo”; e ancora “Mi aspetto un evangelizzazione con la Parola di Dio che annuncia che Gesù è vivo e ama tutti gli uomini”. Infine soggiunse: “Rimanete uniti nell’amore che il Signore Gesù chiede a noi per tutti gli uomini e siate dispensatore della grazia di Dio.” L’idea di formare un gruppo anche nella parrocchia di Capua Centro è stata favorevolmente accolta dal parroco don Gianni Branco, permettendo in questo modo che questa realtà di grazia potesse iniziare a nascere e crescere anche a Capua. Egli si è prontamente attuato a fornire tutto l’occorrente sia in termini logistici, come la chiesa dove potersi incontrare per pregare, che spirituali, potendo fare affidamento sulla presenza e guida spirituale di don John Kenneth. Così, da poco più di due mesi, infatti, ogni venerdì alle ore 20:00 nella chiesa della Concezione in via Roma, adiacente al Museo Campano, si riunisce il neo gruppo “ Gesù Buon Pastore” per lodare e adorare Gesù e per spezzare e commentare la Parola di Dio. La provvidenza ha disposto che i coordinatori del gruppo di Capua avessero anche da subito un sostegno prezioso, la piena disponibilità dei coordinatori diocesani come Nicola Vaiano, Virgilio Volani e Gerardo Letizia. La preghiera è semplice e spontanea e come si legge nell’esortazione ap. Evangelii gaudium 280: “ Non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito Santo rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui noi abbiamo bisogno in ogni epoca e in ogni momento.” Apriamo il nostro cuore all’invito dello Spirito Santo e partecipiamo, così, con gioia a questo momento di grazia offertoci dall’alto per la nostra crescita spirituale. Non siamo noi, infatti, che decidiamo di aderire all’incontro di preghiera, ma siamo chiamati da Dio, scelti da Lui, invitati speciali in quanto ardentemente desiderati da Lui. La nostra assenza impoverisce la comunità ed è segno di indifferenza nei riguardi della chiamata di Dio. “Venite, applaudiamo al Signore acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a Lui per rendergli grazie, a Lui acclamiamo con canti di gioia”. ( Salmo 95,1) VERSO FIRENZE 2015 IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO a cura di don Agostino Porreca Riconoscersi figli «Occorre allora prima di tutto imparare ad ascoltare la vita delle persone, per scorgere i segni di un’umanità nuova che fiorisce. La vita, con le sue fatiche e le sue contraddizioni, se ascoltata fino in fondo, lascia trasparire un desiderio e una capacità di relazione e di comunione. Se riconosciamo l’intreccio di interdipendenze che ci costituisce, i frammenti isolati si ricompongono in una unità delle differenze La relazione non si aggiunge dall’esterno a ciò che siamo: noi siamo, di fatto, relazione. Lo siamo prima ancora di sceglierlo o di rigettarlo consapevolmente, perché non veniamo da noi stessi, ma ci riceviamo da altri, non solo all’origine della nostra vita ma in tutto ciò che siamo e abbiamo. Il nostro esistere è un «esistere con» e un «esistere da»: impensabile, impossibile senza l’altro. L’essere generati è al fondo di ogni nostra possibile e necessaria autonomia. Non c’è autonomia e responsabilità autentica, senza riconoscere questa dimensione relazionale, vera matrice della nostra libertà. La difficoltà a vivere le relazioni è determinata dalla difficoltà a riconoscersi come «donati a se stessi». Una vera relazione s’intesse a partire dal riconoscersi generati, cioè figli, cifra più propria della nostra umanità. D’altronde, al cuore del senso dell’umano rivelato in Gesù Cristo non sta il nostro essere figli?» (dalla Traccia). 6 ATTUALITA’ Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Studio dell’Università Federale di Pelotas Latte materno: fonte di salute ed aiuto per l’intelligenza Deve durare almeno un anno per essere piu bravi e affermati socialmente ORSOLA TREPPICCIONE Che “il latte materno rappresenti il miglior alimento per i neonati, perché fornisce tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. [Che] inoltre contenga sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale” (da www.epicentro.iss.it, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica) è un dato, ormai, accertato (e accettato) dalla comunità scientifica tutta. Tanto che l’allattamento al seno ha una Settimana tutta sua che dal 1997, grazie all’UNICEF, viene celebrata in ottobre, utilizzando un tema diverso ogni anno, con il patrocinio di Governi e Enti “per sensibilizzare l’opinione pubblica e per generare sostegno”. Adesso, oltre ai benefici sulla salute, un anno di allattamento al seno influenzerebbe maggiormente quoziente intel- lettivo (QI), livello di scolarizzazione e reddito del futuro adulto rispetto ad un allattamento di poco più di un mese. È emerso da uno studio dell’Università Federale di Pelotas, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Global Health. Condotto dall’epidemiologo (colui che studia la frequenza con cui si manifestano le malattie e le condizioni che favoriscono od ostacolano il loro sviluppo) Bernardo Lessa Horta, lo studio non è il primo che cerca un nesso tra allattamento al seno e sviluppo del quoziente intellettivo dei bambini. Ma, risulta più articolato e scrupoloso innanzitutto perché ha seguito 6000 neonati per ben trent’anni (dal 1982 al 2012), monitorandoli a intervalli regolari; poi, perché il medico e la sua equipe hanno fatto in modo che il campione fosse molto variegato: per estrazione socioeconomica (bambini di famiglie benestanti e con alto grado di scolarizzazione dei genitori e bambini di famiglie disagiate), per abitudini della madre in gravidanza, per alimentazione ricevuta. Raggiunti i trent’anni li hanno sottoposti al test per valutare il QI, hanno raccolto informazioni sul livello di istruzione conseguito e sul reddito di 3.500 di loro. Chi è stato allattato per un anno, è un adulto con quattro punti in più di QI, 0,9 anni in più di scolarizzazione, 98 euro circa in più di reddito mensile (pari a un terzo del reddito medio in Brasile) rispetto ad un adulto allattato per un solo mese. A chi si chiede se l’intelligenza sia dovuta alla durata dell’allattamento o non piuttosto all’aver avuto maggiori possibilità perché nati ricchi, Lessa Horta ha risposto: “Quel che emerge di unico nel nostro lavoro è il fatto che, nella popolazione analizzata, l’allattamento non è risultato più diffuso tra le donne istruite e abbienti, ma equamente distribuito tra le classi sociali. […] Questa è la prima evidenza che l’allattamento ha un impatto sensibile sull’intelligenza e sull’affermazione sociale”. ORSOLA TREPPICCIONE Staccare la spina e concedersi una pausa rigenerante: è il sogno di tutte noi signore. Pensarsi lontane dalla quotidianità, anche solo per un weekend (o, continuando a sognare, per una settimana intera), mentre si provano i vari trattamenti che i molti Centri benessere, Beauty farm, Terme o Spa offrono, ci fa sentire già più rilassate e appagate. Se l’idea di un soggiorno relax non è facilmente realizzabile, sappiate che anche le nostre doccie possono trasformarsi in un luogo per “riti di benessere”. Basta “rubacchiare” qualche segreto da riti secolari e aggiungere (o sostituire) ai “soliti” shampoo e bagnoschiuma qualche altro prodotto. O, perché no, utilizzare miscele fai da te. Innanzitutto, si può ricreare un effetto «bagno turco» o Non solo shampoo e bagnoschiuma La doccia: vera e propria spa casalinga Riti di benessere nella stanza da bagno bagno di vapore; appena entrati in bagno, basterà lasciar scorrere l’acqua calda per pochi minuti per ottenere del vapore. “L’aumento di calore e umidità produce sul corpo una vasodilatazione migliorando il microcircolo cutaneo” dice Adele Sparavigna, presidente Derming, Istituto di Ricerca Clinica Dermatologica. In parole povere, la dilatazione dei pori provocata dal calore, facilita la penetrazione del vapore e permette all’epidermide di eliminare le impurità, tossine e scorie acquistando luminosità, elasticità e morbidezza. A questo punto perché non passare quello scrub comprato e, vinte dalla pigrizia, quasi mai utilizzato? O, se abbiamo un po’ di tempo in più, provare un rimedio casalingo? Per questo, Internet ci viene incontro. Sono numerosi i blog da cui attingere ricette fai da te. Adatte ad ogni esigenza o problema. Qualunque prodotto usiate, l’effetto esfoliante sarà potenziato se userete guanti o spugne in fibre naturali che aiuteranno a rimuovere cellule morte dallo strato più superficiale e impurità, eviteranno peli incarniti, follicoliti e faranno sì che non si formino i punti neri. Si può scegliere tra loofah, con la sua delicata azione abrasiva; bamboo, morbido e antibatterico; canapa, che attiva la rigenerazione cutanea; spugna marina, per le zone delicate; sisal, al contrario, per gli ispessimenti dei punti critici come gomiti, talloni e ginocchia. Pronte per nuovi trattamenti, abbiamo tempo anche per applicare nell’ordine: i fanghi ad azione sia drenante che anticellulite, una maschera per il viso e un impacco per capelli. Saranno sufficienti pochi minuti di applicazione. Nella fase del risciaquo è consigliabile il metodo della «doccia alternata». Alternando un getto di acqua fredda ad uno di acqua calda, per una decina di volte, si stimola la circolazione agendo come una sorta di ginnastica passiva, tonificante e ricompattante. Infine, non può mancare il rito della crema corpo. Idratante o nutriente, sarebbe meglio applicarla quando la pelle è ancora umida. Dal basso verso l’alto, il massaggio aiuterà ancora la circolazione e la tonicità muscolare. Tempo di Grazia per lo Spirito SPECIALE Inserto dell’ Anno 6 Numero 16 Tempo di Grazia per lo Spirito 25 Aprile 2015 Adorazione Vocazionale 8 SPECIALE Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI - 15 APRILE 2015 - ADORAZIONE VOCA “Insieme per in TERESA PERILLO La Parola che Gesù ha rivolto ai ragazzi della Forania di Santa Maria Capua Vetere (Ce), in occasione della serata di preghiera vocazionale presieduta dai sacerdoti - don Agostino Porreca e don Pasquale Violante - il 15 aprile nella chiesa di San Pietro Apostolo, è stata incentrata sull’episodio dell’incontro tra il Signore, in viaggio verso la Galilea, e una donna samaritana. A quest’ultima giunge inattesa la richiesta da parte di Gesù di poter bere un sorso dell’acqua che aveva appena attinto da un pozzo: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (Gv 4,8). Nel corso di questo dialogo la Samaritana dimostra di non comprendere affatto a quale acqua stesse facendo riferimento il suo interlocutore, inoltre, non riusciva a spiegarsi chi fosse quest’uomo, e il perché conoscesse dettagliatamente ogni particolare del suo vissuto. Di conseguenza, il Signore è costretto ad uscire allo scoperto e ad indicare esplicitamente se stesso come sorgente alla quale attingere l’acqua che appagherà ogni sete, e che permetterà di raggiungere la salvezza e la vita eterna. Più tardi, diverranno molti i Samaritani che credettero in Gesù per le parole della donna che dichiarò loro: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». Gesù, proprio com’è successo con la Samaritana, oggi chiede anche a noi di testimoniare in maniera autentica la fede, affinché molte più persone, nostri fratelli e sorelle, confidino in Lui. Durante l’incontro, alle preghiere alle riflessioni e ai canti hanno fatto eco due significative testimonianze rilasciate da due giovani religiosi appartenenti alla nostra Arcidiocesi. Non potendo esserci Programma pastorale 2014-2015 SUOR MIRIAM BO Il Centro Diocesano Vocazioni ha ormai quasi concluso il programma delle attività che si sono svolte nella Diocesi durante l’Anno pastorale in corso. E’ stato un programma ricco con incontri organizzati nel pomeriggio della domenica nel Seminario campano nei giorni 19 ottobre, 9 novembre, 25 gennaio e 22 marzo. Molto intensi sono stati anche gli incontri pensati come momenti di adorazione vocazionale una volta al mese, nei mesi ottobre, dicembre, febbraio, aprile, coinvolgendo le varie foranie della diocesi. Per il mese in corso il turno è toccato alla forania di S. Maria C.V.; l’adorazione è stata organizzata nella parrocchia di S. Pietro in S. Maria e ha visto coinvolto un bel gruppo di ragazzi e ragazze che hanno pregato insieme e riflettuto sulla chiamata che Dio ha per cia- scuno dei suoi figli. Prossimo e ultimo appunta di preghiera si svolgerà ne rania di Marcianise-Mac nella serata di venerdì 15 gio alle ore 20.30. Il percorso terminerà, per st’anno, con un incontro do cale a giugno (data da stabi Ciò che ha segnato come fil l’attuarsi di tale program stata la logica del piccolo gettato in terra con gratuit fede e senza pretese. E’ la l se vogliamo, della piccola g che giorno dopo giorno giunge ad un’altra e forma un piccolo laghetto, po grande mare e nel futuro, c un oceano aperto. Non è a tempo per fare bilanci o con già speriamo, con il cuore a donato nelle mani di Dio ch conosce, che il seme gettato molto frutto, frutti di santità di disponibilità all’ascolto di amore e di dedizione. SPECIALE Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 AZIONALE NELLA CHIESA DI 9 SAN PIETRO APOSTOLO A SANTA MARIA C. V. contrare Gesù” amento ella focerata 5 mag- r queomeniilirsi). l rouge mma è o seme tà, con logica, goccia si agprima oi, un chissà, ancora nti, ma abbanhe tutto o porti à, frutti , frutti di persona, don Pasquale Violante ha letto la testimonianza messa per iscritto dal diacono Valerio Porrini, il quale per parlare della sua vocazione ha sottolineato fondamentalmente l’importanza di tessere un rapporto con il Signore ispirato all’amicizia; infatti, con l’acqua battesimale ci uniformiamo a Cristo e assumiamo la qualifica di figli di Dio, perché ci riconosciamo fratelli in Gesù. «Se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio. […] Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,3-5). Oggi è quanto mai difficile avvertire la presenza del Signore in mezzo a noi, dato che, pur di attirare la nostra attenzione, la Sua voce non strepita bensì è un sussurro soave che parla dal silenzio ad un cuore docile e incline all’ascolto. Il percorso di vita scelto da Valerio lo sta conducendo fino alla meta del sacerdozio segno tangibile questo, del fatto che Egli si preoccupa per ciascuno di quelli che gli sono stati affidati dal Padre. «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Per cui, quando avvertiamo la vicinanza del Signore che ci indica la strada da percorrere non abbiamo timore di intraprenderla, perché Egli l’ha scelta per noi con la finalità di farci occupare un posto nella nostra società, in prospettiva della piena attuazione della nostra missione cristiana. Poi, è stata la volta di Irene, suora carmelitana, che nei cuori dei presenti ha fatto vibrare sin da subito le emozioni forti da lei vissute per la prima volta nella sua vita, quando ha incontrato il Signore! La sua chiamata le ricorda molto quella del pubblicano Levi invitato da Gesù a farsi suo discepolo, cosa alla quale quel peccatore risponde lasciando immediatamente il banco delle imposte dov’era seduto e seguendolo. Ricorda con tenerezza come il Signore l’abbia chiamata a Sé nel 2005, anno nel quale ha compiuto un pelle- grinaggio a Loreto al seguito di un gruppo neocatecumenale di cui faceva parte. Nel fare ritorno a casa dopo quell’esperienza spirituale, vissuta con una consapevolezza che pellegrinaggi compiuti in passato a Lourdes non le avevano per nulla destato, è stata la prima a rendersi conto del fatto che le fosse successo qualcosa che non potesse esprimere adeguatamente a parole, ma che la faceva sentire realmente un’altra persona con tanti interrogativi nel cuore! Fu così che da allora ebbe inizio il suo discernimento spirituale e, giorno dopo giorno, si è convinta sempre più del fatto che il disegno divino tracciato per lei da Gesù sia esattamente quello che tuttora continua a darle la forza di testimoniare la sua vocazione! 10 SPECIALE Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Testimonianza vocazionale Sapere ascoltare la voce del Signore VALERIO PORRINI Mi chiamo Valerio Porrini e sono un diacono transuendo della Chiesa di Capua: sono, dunque, in attesa di essere ordinato Sacerdote. Mi è stato richiesto, questa sera, di rendervi una testimonianza sulla vocazione, tema della preghiera che ci vede questa sera uniti in questo luogo di culto. Pensando ad un’assemblea di giovani, mi è sembrato quanto mai opportuno parlare della vocazione in genere e per farlo ho preso a riferimento il passo del Vangelo di Giovanni che la Liturgia della Parola ci ha proposto in questi giorni della Seconda Settimana di Pasqua. Il brano in questione tratta dell’incontro tra Gesù e Nicodemo (Gv 3,1-36). La proposta che Gesù fa a Nicodemo è duplice: rinascere dall’alto e lasciarsi illuminare dalla luce vera. Tutti siamo rinati dall’alto mediante il Battesimo. La proposta vocazionale cristiana, passa proprio attraverso il Battesimo. Si rinasce come figli di Dio, in quanto questo sacramento ci incorpora a Cristo Gesù unendoci intimamente alla sua vita. È sempre Giovanni che sottolinea come l’unione con lui è assimilabile a quello del tralcio con la vite: rimanendo in lui, mediante il vincolo battesimale, viviamo della sua stessa vita di santità. La vocazione cristiana è questa: essere santi, come Lui è santo. Le radici battesimali ci aprono anche alla possibilità di vivere l’amicizia con il Signore. È in questa amicizia che mi piace vedere il compimento del rinascere dall’alto, come anche il lasciarsi illuminare dalla luce vera. Questa luce è il vero che ci viene dalla proposta di vita che attraversa tutta la predicazione; lasciarsi illuminare è segno non solo dell’accoglienza della sua parola, ma anche l’impegno a camminare su quella strada che conduce a Dio e ai fratelli. Se la vocazione cristiana si realizza nella santificazione personale, quella personale parte dal sapere ascoltare la voce del Signore. Una voce che non grida e non fa strepito, ma che richiede silenzio e docilità di cuore. Una voce che deve essere accolta in piena libertà e che deve necessariamente sedimentare nel cuore e nella mente per accompagnare poi il cammino della vita Ognuno di noi è chiamato, nella Chiesa come nella società, ad occupare il suo posto, per svolgere diligentemente il suo ruolo. Con la preghiera di questa sera chiediamo al Signore di farci comprendere fino in fondo qual è il nostro posto, così che sempre più si possa crescere nell’amore verso di Lui, vivendolo con attenzione e dedizione verso i nostri fratelli. GIOVANI 11 Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Esercizi spirituali per giovani nella Polonia della Shoa Quelle domande che non possono attendere oltre GIUSY GRANATA La parrocchia romana di San Giuseppe al Trionfale ha proposto di organizzare, dal 28 agosto al 5 settembre prossimi, gli Esercizi spirituali per giovani nelle città polacche di Auschwitz, Birkenau e Cracovia, legate ad una triste pagina della storia umana per essere state, nel secolo XX, alcuni degli innumerevoli luoghi strategici dove costruire campi di concentramento nazisti. L’iniziativa è stata pensata per i giovani, dai 18 ai 35 anni, con lo scopo di aiutarli a non dimenticare e a rileggere la storia con gli occhi di Dio, perché «coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo», scriveva George Santayana, scrittore e filosofo madrileno, nel suo libro The Life of Reason. Il programma sarà scandito da una serie di tappe significative: raduni e incontri diversi, da quello con l’Ing. Samuele Artale, ‘un bambino nel lager’, a quello della Tavola rotonda dal titolo “Comprendere la storia significa farsene carico”, fino alla visione del film La Tregua, volto ad approfondire la riflessione. A seguire, la partenza in aereo in direzione di Cracovia, città da cui iniziare il pellegrinaggio verso Auschwitz accompagnato da meditazioni sul tema “Martirio e Santità” e sulla figura di San Massimiliano Kolbe, martire dei campi nazisti. Il 1 settembre, poi, i giovani raggiungeranno Birkenau, dove approfondiranno il tema “Perché il male?”, con meditazioni di Santa Teresa Benedetta della Croce (nome da religiosa di Edith Stein), per poi proseguire il cammino, sulle orme di San Giovanni Paolo II, facendo tappa a Wadowice e concludere gli Esercizi presso il Santuario della città polacca di Czestochowa. “L’iniziativa – spiega Padre Wladimiro Bogoni, parroco di San Giuseppe al Trionfale – è il primo progetto della collaborazione tra la neonata Associazione Culturale Parrocchiale “Verso un Nuovo Umanesimo” e l’Associazione Pedagogisti di Roma, per mettersi insieme al servizio della crescita umana e cultuale della parrocchia, offrendo a tutti i gruppi, soprattutto giovanili, opportunità, proposte, esperienze, cammini che conducano alla riscoperta di un nuovo umanesimo, anche alla luce del prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze (dal 9 al 13 novembre, sul tema ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’, ndr). Certo, un rischio c’è – prosegue Padre Bogoni –: trovarsi dall’altra parte della barricata della mentalità dominante, dalla parte sbagliata della storia degli uomini, ma non di quella di Dio. Crediamo che, oggi, quello che manca alla nostra gente, soprattutto alle nuove generazioni, è la capacità critica, avere una ragione aperta al trascendente. Nella Genesi, all’inizio della Creazione, Dio disse: «Facciamo l’uomo». Anche noi, anche gli uomini, sono implicati in quel ‘facciamo’, collaboratori di Dio per costruire un nuovo umanesimo”. Non un semplice cammino verso quei luoghi della memoria, dunque. Si tratterà di Esercizi spirituali, che guideranno quei giovani a guardare il dolore, la sofferenza, persino la morte con gli occhi di un cristiano, quegli occhi che Dio ha scritto nel cuore di ciascuno fin dal giorno del Battesimo. Quali saranno gli interrogativi dei giovani di questo tempo, che non hanno conosciuto quegli orrori? Scriveva San Giovanni Paolo II nel libro Varcare la soglia della speranza: «I giovani di oggi come sono, che cosa cercano? Si potrebbe dire che sono quelli di sempre. C’è qualcosa nell’uomo che non subisce cambiamenti. Ciò non toglie, tuttavia, che i giovani di oggi siano anche diversi da quelli che li hanno preceduti. In passato, le giovani generazioni si erano formate sulle dolorose esperienze della guerra, dei campi di concentramento, del costante pericolo. Tali esperienze liberavano pure, nei giovani, i tratti di un grande eroismo». E prosegue: «Proprio in quel periodo di terribile disprezzo per l’uomo, quando il prezzo della vita umana fu svilito come forse non era mai avvenuto, proprio allora la vita di ciascuno divenne preziosa, acquistò il valore di un dono gratuito. In questo, i giovani di oggi certamente crescono in un contesto diverso: non portano dentro le esperienze della seconda guerra mondiale. Molti di loro, inoltre, non hanno conosciuto – o non ricordano – le lotte contro il sistema totalitario. Vivono nella libertà, conquistata per loro da altri, e hanno ceduto in grande misura alla civiltà dei consumi. Sono questi i parametri, ovviamente solo accennati, della situazione attuale». Ma … c’è un ‘ma’, segno della Speranza che il Santo Padre ha sempre riposto nei giovani: in ogni epoca, essi conservano sempre «l’idealismo caratteristico di quest’età». Che cos’è la giovinezza? Un «tempo dato dalla Provvidenza a ogni uomo e dato a lui come compito. Durante il quale egli cerca la risposta agli interrogativi fondamentali; non solo il senso della vita, ma anche un progetto concreto per iniziare a costruire la sua vita. La giovinezza è il periodo della comunione. I giovani sanno di dover vivere per gli altri e con gli altri, sanno che la loro vita ha senso quando diventa un dono gratuito per il prossimo». Celebri sono le parole che il Santo Padre rivolse ai giovani riuniti in Piazza San Pietro il 22 ottobre 1978, giorno dell’inaugurazione del suo Pontificato: «Voi siete la speranza della Chiesa e del mondo. Voi siete la mia speranza». È, dunque, ai giovani di ogni tempo che viene consegnato il difficile lascito delle pagine della storia, una storia crudele, violenta, che ci costringe a porci domande improrogabili su chi vogliamo essere e cosa vogliamo consegnare a quelli che verranno dopo di noi e per cui siamo responsabili, poiché “Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli”. 12 CAPUA Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Domenica 19 Aprile è iniziata la “missione” delle Comunità Neocatecumenali Chi è Dio per te? ASSUNTA MEROLA Iniziata domenica, e proseguirà per quattro domeniche ancora, la “missione” delle Comunità neocatecumenali presenti dal 1998 nella parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo. Questa missione risponde ad un’iniziativa pastorale, promossa tre anni fa da Kiko Arguello, iniziatore del cammino, e fortemente approvata da Papa Francesco. Suo peculiare compito è portare l’annuncio della Parola di Dio in tutte le piazze del mondo e nello specifico nella città di Capua. “Cristo è vivo!”: è questo l’annuncio che i cristiani danno al mondo. La missione, accompagnata dai canti e dalla recita del Santo Rosario, è partita dalla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e si è snodata lungo Corso Gran Priorato di Malta per arrivare in Piazza Marconi, prospiciente la bella chiesa dell’Annunziata. E mentre dalla piazza risuonavano la Parola di Dio e la testimonianza del responsabile della Prima Comunità, i neocatecumeni avvicinavano i passanti, proponendo i contenuti ROSANNA ZEPPETELLA Nelle Parrocchie Capua Centro la comunità si amplia accogliendo il fervore spirituale dei bambini che si accostano a ricevere il sacramento dell’Eucarestia dopo un completo itinerario di catechesi durato tre anni. Esso accuratamente coadiuvato da un programma di unità didattiche teorico-pratiche redatto dal parroco don Gianni Branco, ed applicato dalle catechiste anche con l’utilizzo di appropriati sussidi, ha favorito del Vangelo, annunciando loro “Cristo è vivo e ti ama”, invitandoli all’ascolto delle catechesi che nelle domeniche di Pasqua, offriranno la risposta cristiana alle domande di senso dell’uomo. Chi è Dio per te? Questa è la domanda di senso della prima catechesi. Tante volte corriamo il serio rischio di pensare a un Dio lontano, chiuso nella sua eterna dimora e impassibile di fronte all’evolversi della vita umana. Ma la storia stessa dell’uomo ci insegna che non è così. Il nostro è un Dio della storia che si rivela nella storia. Dio si è rivelato ad un uomo il cui nome è Abramo, si è rivelato ad un popolo, Israele, e incarnandosi nel Suo Figlio Gesù Cristo si è rivelato all’umanità intera. Dio si rivela a noi ogni giorno e per sua grazia trasforma la nostra vita, segnata dal peccato e dalla paura della morte, in una vita redenta. La nostra storia è il luogo teologico in cui Dio si rivela nella Sua pienezza e si fa presente in tutta la Sua misericordia. Presentati alla comunità di Capua Centro i bambini che riceveranno la Prima Comunione quest’anno 50 bambini riceveranno la Prima Comunine Consegnato il crocefisso che in quella giornata porteranno al collo l’assimilazione dei tratti salienti del Vangelo sfociando in un contesto di miliare interesse comunitario: “la presentazione alla comunità” di circa cinquanta fanciulli durante la Santa Messa celebrata da don Gianni Branco nella chiesa Santi Filippo e Giacomo. Don Gianni ha evidenziato il valore e la funzionalità che i fedeli esercitano in tale contesto invitando l’assemblea e l’intera comunità ad una progressiva azione di corresponsabilità nella crescita cristiana dei bambini. Questo rito, propedeutico all’incontro con Gesù Eucarestia, ha reso i fanciulli soggetti attivi nella creazione di un puzzle, i cui elementi preparati dalle catechiste e rappresentanti i simboli della Mensa Eucaristica, calice, ostia, uva in quantità corrispondenti al numero dei bambini, sono stati individualmente attaccati sul pannello situato sull’altare della chiesa stessa. Alla fine della celebrazione della Santa Messa don Gianni ha benedetto e consegnato ai bambini un crocifisso in legno, donato dalle catechiste. I bambini lo porteranno al collo nel giorno della loro Prima Comunione. “La ricchezza del sentirsi parte integrante di una comunità, una speciale famiglia che accoglie e promuove la fratellanza cristiana” . Questo è il prezioso auspicio che don Gianni Branco rivolge a tutti i fedeli. VITULAZIO 13 Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 La richiesta di intercessione alla Vergine dell’Agnena Il Convegno: Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi DOMENICO CUCCARI E’ il secondo anno che il Comitato festeggiamenti, nel ricco programma di eventi, organizza un’interessante convegno di studi a carattere storico – religioso dal titolo “Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi”. Don Pasquale, moderatore, nel porgere il saluto ha spiegato le ragioni di quest’appuntamento che costituisce l’ “angolo culturale” della festa. Per l’occasione sono stati invitati due esperti: don Francesco Pappadia, docente presso la Pontificia Università S. Croce in Roma (oltre che destinatario di numerosi incarichi presso la Diocesi di Capua), e il dr. Antonio Salerno, funzionario archeologico del Ministero dei Beni culturali. Quest’ultimo si è soffermato su Mitra (originariamente Mithra), divinità persiana, il cui culto si propagò nell’impero romano tra il I e il IV secolo D. C. Mitra è il signore del cosmo, fa girare lo zodiaco e il mondo. Il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci era il mitreo (di cui uno si può visitare nella vicina S. Maria C.V.), normalmente una grotta o caverna naturale. I mitrei erano luoghi tenebrosi e privi di finestre, sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti. In ogni tempio mitraico, il posto d’onore era occupato da una rappresentazione del dio Mitra, in genere raffigurato nell’atto di uccidere un toro, ma comparivano anche il Sole, e la Luna ed alcuni animali. Già nel culto pagano, dunque, c’era l’idea dell’uomo di rivolgersi alla divinità, precedendo storicamente la preghiera di intercessione propria dei cristiani rivolta ai Santi e alla Madonna, come ha avuto modo di osservare Don Francesco Pappadia nel suo intervento. Tuttavia, la religione cristiana si differenzia da tutte le altre religioni perché è l’unica in cui è Dio che va verso l’uomo mandando suo Figlio per la salvezza dell’umanità. Ma che significa “intercessione”? Intercedere vuol dire il “mettersi in mezzo” propriamente dei Santi, chiedere protezione: in particolare, è la preghiera dei Santi che rivolgono a Dio per impetrare grazie particolari a favore dei cristiani che li invocano. Ma soprattutto per i credenti è fondamentale rivolgersi a Maria perché è la corredentrice dell’umanità e perciò è “unica” la sua ’intercessione: La Vergine Maria è la mediatrice di tutte le grazie e non c’è grazia che non possa ottenere da Dio. Si potrebbe dire che l’intercessione di Maria supera quella dei Santi infinitamente! Ecco perché è quasi naturale per i fedeli la devozione verso la Madre del Signore, così come è avvenuto nella nostra comunità. A tal proposito è stato distribuito un libretto contenente le richieste di intercessione rivolte dai vitulatini alla Vergine Santissima dell’Agnena, realizzato in collaborazione con la casa editrice Piccola Italia di Giovanni Pezzulo. Il prezioso documento è stato tratto dal famoso e ricercato libro di Don Alfonso Catone, curato della Chiesa di Vitulazio, risalente al 1906, “Di cinque antichissime chiede dell’Archidiocesi di Capua – Cenni cronostorici”. Don Pasquale, nel tratteggiarne il contenuto, ne ha letto alcune: l’eruzione del Vesuvio del 1872 e (non appare vero pensando alle bizze del tempo nel periodo della festa che lascia sempre nel- l’incertezza) la siccità dell’anno 1873. Ha fatto seguito una mostra iconografica della Vergine Maria e l’esposizione di antichi programmi dei festeggiamenti, uno risalente al 1930 (quando il nostro paese si chiamava Villa Volturno) in cui l’ottava era prevista la chiusura alle h. 24. E’ proprio vero certe tradizioni si tramandano! Pare giusto dare il merito dell’evento al Presidente Pasquale Cioppa che ci ha tenuto a ringraziare particolarmente, Giovanni Pezzulo titolare della Casa editrice Piccola Italia, Lucia Cioppa per i suoi quadri sulla Vergine, e un suo stretto collaboratore, Eugenio Cionti, che fortemente ha voluto questo convegno. E che l’anno prossimo questa lodevole iniziativa possa proseguire. 14 EVENTI Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 29 giugno - 03 luglio 2015 presso l’Hotel Plaza di Caserta XIX Settimana Biblica Nazionale Organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro” con il patrocinio dell’Associazione Biblica Italiana (ABI) CS Sono aperte le iscrizioni alla XIX Settimana Biblica Nazionale, organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro” con il patrocinio dell’Associazione Biblica Italiana (ABI). La Settimana avrà inizio il 29 giugno 2015 e terminerà il 03 luglio 2015, presso l’Hotel Plaza di Caserta. Da quest’anno, dopo diciannove anni di esperienza concentrati sull’apprendimento dei libri del Nuovo Testamento e dopo lo studio dell’ultimo, l’Apocalisse di Giovanni, si comincerà ad approfondire il Primo Testamento, a partire da “ Il Libro della Genesi, i racconti delle Origini (capp. 1-12)”. I relatori, scelti in base al loro valore professionale in quanto esegeti e/o animatori biblici, saranno la prof.ssa Bruna Costacurta, Ordinario di Esegesi dell’Antico Testamento presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana, membro del Consiglio di Presidenza dell’ABI nonché membro della Pontificia Commissione Biblica, e il prof. sac. Giuseppe De Virgilio, Docente di Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia Biblica alla Pontificia Università della Santa Croce in Roma e all’Istituto Teologico “Pianum” di Chieti, già presente anche in altre edizioni della Settimana Biblica. L’approccio allo studio di un testo sacro non può prescindere dalla consapevolezza di rapportarsi innanzitutto ad un’opera con un linguaggio proprio, di cui si deve necessariamente conoscere il funzionamento: si pensi alle problematiche testuali, stilistiche, sintattiche e lessicali di cui tener conto. Vi è ulteriormente la considerazione che il testo sacro nasce in contesti storici e culturali completamente diversi dal nostro, contesti che ne hanno influenzato la stesura, condizionandola nei vari momenti in cui è stato, prima tramandato oralmente, poi messo per iscritto in modi diversi, quindi risistemato e riordinato con aggiunte in successive epoche storiche. A questa analisi, va aggiunto che la Sacra Scrittura rappresenta “la Parola di Dio in parole di uomo”, in una fusione imprescindibile che lega due nature diverse nello stesso brano. Quindi, chiunque voglia studiare questi testi non può non tener conto di questo legame. In altri termini, la conoscenza del linguaggio e dei contesti storici, culturali, letterari, tipici della ricerca scientifica per la comprensione delle Sacre Scritture, ha un senso se, e soltanto se, viene accompagnata da una esplicita prospettiva di fede. La lettura della Bibbia va sostenuta da un irrinunciabile atteggiamento di fede ed è una serena, ma concreta, ricerca di Dio. La Settimana Biblica di Caserta è nata proprio per fornire, soprattutto ai laici, gli strumenti necessari alla comprensione dei testi sacri. Forse è questo suo obiettivo a renderla una esperienza così seguita da persone di tutto il territorio regionale e nazionale. Le pre-iscrizioni possono già essere effettuate presso la segreteria organizzativa affidata al Centro Apostolato Biblico (CAB) della Diocesi di Caserta, in piazza Duomo 11, tel. 0823 214556, ogni lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 10:00 alle 12:30. Per maggiori dettagli, è possibile consultare il sito web www.centroapostolatobiblicocaserta.it e www.scienzereligiosecaserta.co m, o scrivere ai seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected] - [email protected], o contattare il sac. prof. Valentino Picazio al numero 348 1554271. EVENTI 15 Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Sabato 2 Maggio ore 18:00 Festa dei Santi Patroni Processione delle 7 Statue d’Argento CAPUA ASSUNTA MEROLA Si svolgerà il due maggio alle ore 18:00 a Capua la storica e suggestiva processione dei Sette busti d’argento, a partire dalla Cattedrale. Le statue raffiguranti i santi Santo Stefano, Sant’Agata, San Gaetano da Thiene, Sant’Irene, San Sebastiano, Addolorata, Sant’Andrea Avellino saranno portate in solenne processione per le vie della città. Al termine seguirà la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Salvatore Visco. La processione, riproposta lo scorso anno, dopo ben 73 anni di silenzio, è una delle manife- stazioni cittadine più attese e partecipate. Originariamente le statue dovevano essere almeno ventuno, così scrive nel 1766 Francesco Granata nel libro “Storia Sacra della Chiesa metropolitana di Capua”. Molte, purtroppo, sono andate perse o distrutte. Speriamo che il ripristino di questa processione sia solo l’inizio di un nuovo percorso di ricostruzione storica. Chiunque abbia notizie interessanti inerenti le statue può fornirle alla Redazione. Ringraziamo anticipatamente. 10 Maggio 2015 Pellegrinaggio al Santuario di Pompei ASSUNTA MEROLA Giorno 10 maggio 2015 Pellegrinaggio al Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. La partenza è prevista per le ore 14.00 da Largo Santella. Ore 16.00 Celebrazione Eucaristica durante la quale i bambini EDITORE A.C.L.I. Progetto San Marcello C.so Gran Priorato di Malta,22 81043 Capua (CE) P.iva: 03234650616 Reg. Trib di Santa Maria C.V. n. 764 del 22 Giugno 2010 www.kairosnet.it per contatti e pubblicità: 333.88.900.94 [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Casale CAPOREDATTORE Giovanna Di Benedetto GRAFICO Giuseppe Rocco REDAZIONE CAPUA Antonella Ricciardi Giusy Granata Francesco Garibaldi Lucia Casavola Nicola Caracciolo Orsola Treppiccione Raffaella Boccia Umberto Pappadia Teresa Massaro Annamaria Punzo REDAZIONE SANTA MARIA C.V. Maria Benedetto Rosaria Barone REDAZIONE VITULAZIO Piero Del Bene Assunta Scialdone Domenico Cuccari Orsola Antropoli Pagine CHIESA a cura di don Agostino Porreca don Pasquale Violante Pagine VITA CONSACRATA a cura di suor Miriam Bo Pagine IMMIGRAZIONE a cura di Antonio Casale Stampato presso la Tipografia “Uthopia” CAPUA che quest’anno riceveranno la Prima Comunione saranno affidati alla protezione della Beata Vergine Maria. Per iscrizioni e informazioni rivolgersi presso la segreteria della Cattedrale. Kairos News è distribuito presso le seguenti Parrocchie: CAPUA Santi Filippo e Giacomo San Pietro Apostolo San Roberto Bellarmino Sacro Cuore Maria Santissima Assunta in Cielo SANT’ANGELO IN FORMIS San Michele Arcangelo SANTA MARIA C V Sant’Erasmo Immacolata Concezione di M.V. Santa Maria Maggiore e San Simmaco San Pietro Apostolo Santa Maria delle Grazie BELLONA San Secondino VITULAZIO Santa Maria dell’Agnena CASTEL MORRONE San Pietro Apostolo e Luca Evangelista CASAPULLA Sant’Elpidio CASAGIOVE Santa Maria della Vittoria CURTI San Michele Arcangelo SAN PRISCO Santa Maria di Costantinopoli CANCELLO/ARNONE Maria Regina di tutti i Santi-Maria SS Assunta BREZZA /GRAZZANISE San Martino Vescovo SANTA MARIA LA FOSSA Maria SS Assunta in cielo FRANCOLISE San Germano - Santa Maria delle Grazie CASTEL VOLTURNO Santa Maria del Mare Scarica la versione pdf sul tuo smartphone Per informazioni: [email protected] Tel: 333.88.900.94 16 GIOVANI Anno 6 Numero 16 25 Aprile 2015 Caffè? Why not … e magari ‘corretto’ con un buon libro C’era una volta una piccola libreria che aveva sconfitto una malvagia slot machine … GIUSY GRANATA Un paio di settimane fa vi avevo lasciato con una storia di coraggio, quella della giovane Ruqaya Fawziya, la prima donna ad aver aperto una ‘libreria’ in una delle più frequentate vie di Baghdad. Se nella capitale irachena ci vuole coraggio, per il gentil sesso, nello sfidare una serie di pregiudizi e chiusure mentali, di matrice perlopiù maschilista, in Paesi come l’Italia, con una società fortemente globalizzata, non meno difficile risulta essere la sfida che una giovane donna raccoglie quando decide di opporsi con tenacia ad un male ben radicato nel nostro tessuto sociale: la dipendenza dal gioco alimentata dall’uso di slot machine. Facciamo un piccolo ma doveroso excursus. Stando a una ricerca del 2014 di Sistema Gioco Italia (la Federazione cui fanno capo gli operatori del settore gioco d’azzardo), sono 790 mila gli italiani a rischio ludopatia: l’1,65% della popolazione, quindi, potrebbe finire nel tunnel della dipendenza. Nel 2013, gli italiani, solo con le slot machine e le video lotterie, hanno speso 47,5 miliardi di euro, e il gioco è una delle dipendenze che dilaga maggiormente per la facilità con cui è presente nella vita di tutti i giorni, ad esempio con i video poker nei bar (senza dimenticare gratta e vinci e prodotti simili). E proprio da un bar arriva una piccola ma significativa svolta: a Viareggio, nel lato mare di via Aure- lia Nord, Azzurra Cerri, titolare del Why Not? Cafè, ha deciso di rinunciare alle ‘macchinette’ nel proprio locale e di sostituirle …. con una libreria! “Avevo in mente da tempo l’idea di creare un angolo dedicato alla lettura. Finalmente ci sono riuscita, e i clienti hanno apprezzato”, racconta la giovane, che preferisce di gran lunga vedere i clienti scambiarsi i libri piuttosto che perdere soldi e ore intere davanti ad una slot machine. “Quando mi rivolsi al concessionario, mi fu spiegato chiaramente che se avessi chiesto la rimozione delle slot in anticipo rispetto alla scadenza del contratto avrei dovuto pagare una penale di 1000 euro per ogni anno che mancava al termine naturale del rapporto (gli accordi vengono stipulati su base quinquennale)”, ha dichiarato Azzurra al Tirreno (Edizione Versilia). Due anni di lotta con i gestori delle apparecchiature, facendo “su e giù per uffici, litigate con i loro call center – spiega la giovane –. Però io ero abbastanza determinata. Alla fine, forse, loro si sono stancati di me: mi hanno chiamato e mi hanno detto ‘Ci hai rotto le scatole, togliamo le macchinette!’. Finalmente, dunque, arriva la revoca della licenza. Ben venga qualche ‘scatola rotta’ in cambio di un bell’angolino-libreria, per la felicità dei clienti del bar che, come spiega Azzurra, “hanno accolto molto bene la novità: sente di fare la cosa giusta, soprattutto quando c’è ‘in gioco’ (mi si passi il termine evocativo, dato il contesto) la vita di altre persone, ebbene, bisogna agire. Ed è quello che ha fatto la giovane Azzurra. È curioso notare che sulla parete perpendicolare alla libreria, che è in attesa di essere ingrandita, la giovane ha voluto riportare il testo di “Imagine”, celeberrima canzone di John Lennon: “È l’inno alla pace. Ci stava!”. Mettersi contro il sistema equivale, purtroppo, a dichiaragli guerra, o meglio: è il sistema che la dichiara a chi vuole fare il proprio lavoro stando in pace con se stesso e con gli altri. Ma una piccola battaglia, qui, è stata vinta. Suonerebbe un po’ così: “Da queste parti non si ‘gioca’ con la vita, al massimo la si rende più piacevole con un buon libro e … why not? Cafè”. molti di loro mi hanno regalato libri, anche con dediche, da mettere nella libreria e sugli scaffali. Addirittura chi era giocatore di macchinette mi ha portato libri. Tuttora, persone colpite dal mio gesto vengono a vedere il bar o a farmi i complimenti per la mia scelta, e questo mi rende molto orgogliosa. Lo spazio è piccolo, serve più come scambio con altri libri o per prenderne qualcuno in prestito”. Azzurra non pensava che avrebbe attirato così tanta attenzione: per lei, prendere questa decisione è stato un gesto logico e assolutamente doveroso che, tuttavia, in quanto raro, viene celebrato da giornali e tv. Parlarne, però, fa bene: viene voglia di imitare quella ‘straordinarietà’ che, di fatto, dovrebbe essere l’ordinario. Viene voglia di iniziare a svuotare quella valigia piena di sogni che ognuno di noi si trascina, spesso a fatica, perché la si carica in continuazione di desideri senza riuscire a ‘smaltirli’ nel corso del tempo. E così, quelli che, al principio, sono semplici desideri, assumono via via le fattezze di un rimpianto, un qualcosa di mai realizzato. Tuttavia, quando si Kairosnews è un settimanale la cui realizzazione avviene grazie al volontariato di quanti generosamente donano tempo e competenze. Se condividi il nostro progetto, entra a far parte della nostra “famiglia”, sostenendo “Kairosnews” attraverso dei contributi annuali: di di di di 25,00 €. 50,00 €. 100,00 €. 1000,00 €. AMICO SOSTENITORE SPONSOR BENEFATTORE per contatti e donazioni: [email protected] [email protected] www.kairosnet.it