Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015 - Euro 0,50
18 Aprile 2015 presso il Seminarium Campanum si è svolta la festa dell’Azione Cattolica Ragazzi
I nonni e i bambini, memoria e futuro
Per creare un ponte tra le generazioni perché “la società tende a scartare, ma la Chiesa ha sfidato tale mentalità con la gioia traboccante dell’abbraccio tra generazioni diverse”
ANNAMARIA GAMMELLA
Sabato 18 aprile dalle 15,30 alle
19,00,si è tenuta presso il Seminarium Campanum in Capua la
prima Festa Adultissimi-Azione
Cattolica Ragazzi. Hanno partecipato 40 Adultissimi e 150 ragazzi accompagnati dai loro
educatori e responsabili. E’stato
un momento non solo di festa,
ma di tempo condiviso, di dialogo e di esperienze vissute insieme. Dopo l’accoglienza con
canti e balli , c’è stata la preghiera guidata dal Vicario Generale, Monsignor Elpidio Lillo,
che subito è entrato nello spirito
dell’Azione Cattolica Ragazzi e
ha fatto pregare i ragazzi con la
gestualità, li ha sollecitati a cantare e ha spiegato che il segno
dell’amore grande è quella delle
braccia aperte, quello della croce,
perché amare richiede, qualche
volta, la capacità di soffrire. Ha
parlato a tutti dell’incontro con
Gesù che cambia la vita, la propria e quella degli altri. Si è
messo dalla parte dei nonni, di
coloro che hanno i capelli bianchi ed esperienze da raccontare.
E’stata emozionante la preghiera
dei nonni per i fanciulli e dei ragazzi per i nonni: si è formato un
coro orante in cui ciascuno ha
pregato per il bene dell’altro.
Sono iniziati, poi, i laboratori:
Musica (fisarmonica e tinella),
Cucina (pizze e taralli), Giochi
antichi (marionette con i giornali,
campana, telefono con barattoli),
Scrittura creativa (giochi di parole, inventiamo una storia, componiamo una poesia). Terminate
tali attività c’è stata la testimonianza di un’adultissima, Sandrina Piccirillo, della parrocchia
SOMMARIO
PAG. 4
SPECIALE
La vocazione è un esodo!
Centro Diocesano Vocazioni
PAG 13
PAG 14
Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi Capua Processione
delle 7 Statue
d’Argento
2
I NONNI E I BAMBINI, MEMORIA E FUTURO
SEGUE DA PAG. 1
di Portico. Ha parlato della sua esperienza in
Azione Cattolica fin da bambina, del suo trasferimento negli Stati Uniti, dell’integrazione in un
paese lontano e della compagnia e del legame
mantenuto con l’Associazione. Catturati dalla dolcezza e dalla semplicità delle parole di Sandrina, i
bambini hanno ascoltato con grande attenzione, sia
perché hanno scoperto la bellezza del racconto e
del raccontarsi, sia perché i discorsi dei nonni
hanno sempre qualcosa di speciale. A riprova di
ciò hanno posto tante domande sull’Azione Cattolica di un tempo, sui giochi del passato, sulle difficoltà incontrate in America … Per ringraziare
Sandrina e tutti gli adultissimi i ragazzi del laboratorio di scrittura hanno recitato una poesia sui
nonni da loro composta e poi tutti, appassionatamente, insieme a Giovanni Casertano e alla sua fisarmonica, abbiamo cantato “Oi vita, Oi vita mia”.
Alla fine momento di convivialità per gustare
pizze e taralli preparati nel laboratorio e le cose
buone portate dai gruppi parrocchiali.
E’ stato un bel momento che ha testimoniato ai ragazzi la fedeltà alla Chiesa e all’Associazione, la
gioia dell’incoraggiamento di chi è più avanti negli
anni e non è divenuto né lontano né indifferente.
E’ stata educativa la capacità degli adultissimi di
rimettersi in gioco, di lavorare e giocare gomito a
gomito, di trasmettere ciò che si sa come un dono e
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
non come una lezione.
Tutto è andato per il meglio grazie alla sinergia e
alla collaborazione dei settori che hanno lavorato
insieme per la progettazione e la realizzazione dell’evento. La festa è riuscita proprio come il Settore
Adulti l’aveva pensata: fare memoria insieme, cioè
costruire con le persone un album associativo fatto
di volti diversi, di passaggi essenziali della vita, di
esperienze condivise. E’ stato un primo passo per
la riscoperta della storia associativa ed ecclesiale
locale, perché il recupero di un pezzo di memoria è
un modo semplice per arrivare alla storia e al legame con l’Azione Cattolica Diocesana.
L’altro obiettivo, anch’esso raggiunto, era creare
un ponte tra le generazioni perché, come dice Papa
Francesco, la società tende a scartare, ma la Chiesa
e in questo caso l’Azione Cattolica ha sfidato tale
mentalità con la gioia traboccante dell’abbraccio
tra generazioni diverse. Alla festa, infatti, c’erano
nonni, ragazzi, giovani, adulti e le famiglie,
quando sono ritornate per riprendere i figli, sono
state investite e coinvolte da questa atmosfera effervescente e serena. Come dice il Papa : “Un popolo che non si prende cura degli anziani, dei
bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”.
La festa, dunque, è stata un successo, perché vogliamo imparare a seguire le tracce di chi ci ha preceduto, a confrontarci e a lasciare le nostre
impronte.
L'uomo a livello di natura è un
animale ragionevole, a livello di
politica è una persona sociale, al
livello di religione è un figlio di
Dio.
Jacques Maritain
Poiché chiamiamo Dio nostro
padre, dobbiamo regolarci da
figli di Dio, in modo che, se andiamo orgogliosi di avere Dio
per padre, anche egli sia felice di
averci per figli.
San Cipriano
La pena che i buoni devono
scontare per l'indifferenza alla
cosa pubblica e quella di essere
governati da uomini malvagi.
Socrate
Ogni verità, da chiunque sia
detta, viene dallo Spirito Santo.
San Tommaso d'Aquino
I concetti creano degli idoli di
Dio, soltanto lo stupore ne afferra qualcosa.
San Gregorio
La cosa più incomprensibile del
mondo è che il mondo sia comprensibile.
Albert Einstein
L’asceta. Qualcuno mi ha chiesto
quali siano le sensazioni di un
amante. Ho risposto: "Se sei uno
che ama lo sai da te".
Baba Lal
Quando lavoravo in giardino, gli
uccelli venivano a me, mi si posavano sul collo e sulle spalle e
insieme cantavamo le lodi del signore.
Anna Katharina Emmerick
CHIESA
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
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IV Domenica di Pasqua
“Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”
DON PASQUALE VIOLANTE
Questa domenica è classicamente definita
“del buon pastore” perché,
pur nell’alternanza dei cicli
liturgici, il Cristo è presentato
con l’immagine
giovannea del
“buon pastore”.
Questa definizione cristologica ed
ecclesiologica
presenta il Cristo come guida
giusta e premurosa del suo popolo e
dell’umanità intera, che costituiscono quindi, il suo gregge. Ciò che caratterizza il
pastore nella sua azione è la fedeltà alla cura del suo
gregge, che lo distingue da un mercenario. Un merce-
LA CELLA VINARIA
Ogni sillaba o Dio delle Tue labbra
Riflette come il sole in uno specchio
L’indivisa sostanza del Tuo bene
Ed è tale la leggiadria del Verbo
Che gli Angeli non desiderano altro
Contemplare. Se infatti qui nel mondo
Incospicue o ammirande creature:
La grazia bella e breve d’una rosa
Una foglia che cade, una cicala
Un velluto di nebbia oltremarina
Il modulato incedere d’un cigno
L’intatta chiarità d’un novilunio
Un brivido di vento sopra un lago
Nel lusingarmi lo sguardo colmano
La mia mente d’estatico stupore
Di Lui che dire se al solo immaginarlo
Quale goccia di luce in un diamante
Dai nostri passi si ritrae la notte
Tornano azzurri i sogni ed i pensieri
Con più gioia germogliano i virgulti
Si dilatano i cieli oltre confine
E chi beve il Suo sangue non si stanca
Quanto più beve, esilarato, di bere
Nella cella vinaria del Suo cuore?
Giuseppe Centore
nario esercita il proprio
compito dietro un compenso e il suo rapporto
col gregge ha un carattere
casuale. Pertanto, di
fronte alle difficoltà,
come l’aggressione di
lupi, per paura fugge via
e abbandona il gregge. Il
pastore, invece, conosce
le sue pecore perché esse
gli appartengono, le ama
fino a dare la vita per
esse. Gesù sottolinea il
potere che egli ha sulla
vita e sulla morte: la vita
non gli è stata strappata
via ma è egli che l’ha offerta e poi l’ha presa di
nuovo. Dietro questa contrapposizione tra il buon
pastore e il mercenario
molti esegeti vi intrave-
dono una polemica ai
capi religiosi dei Giudei,
che collusi col potere romano, si comportano da
vigliacchi, pensando soltanto ai propri interessi e
non a quelli del popolo.
Anche il gregge conosce
il suo pastore con una intimità tale che Gesù la paragona a quella sua col
Padre. È il grande mistero
della figliolanza divina
che ancora di più ci renderà simili al Nostro Pastore quando egli si sarà
manifestato alla fine dei
tempi (II lettura). Egli è
la pietra che è stata scartata dai costruttori, cioè i
Giudei, ed è diventata una
pietra, invece, fondamentale, una pietra angolare e
ciò è avvenuto con
l’evento della resurrezione (I lettura). Non c’è
altro nome posto da Dio
sotto il cielo mediante il
quale si può essere salvati, nome nel quale Pietro e Giovanni hanno
guarito il paralitico alla
porta “Bella” del Tempio
di Gerusalemme. Gesù è
l’unico mediatore di tutti
gli uomini, che come
buon pastore conduce a
Dio anche quelle pecore
che non sono dell’ovile
dell’Israele antico e
nuovo.
CELEBRARE ...CANTANDO
a cura di Pietro Santoro
Le antifone mariane - Alma Redemptoris Mater
La terza antifona che propongo è l’ Alma
Redemptoris Mater. Non è conosciuto
l’autore,ma probabilmente la prima stesura è di Ermanno Contratto. Si incontra
dapprima in un codice del XII secolo,
come antifona per l’Ora Sesta nella festa
dell’Assunzione; poi compare ufficialmente per la prima volta in un catalogo
di Giordano di Sassonia, secondo Generale dell’Ordine dei Domenicani, dopo
San Domenico. Si canta dalla prima domenica di Avvento alla festa della presentazione di Nostro Signore al Tempio1.
È possibile cantarla anche nella festa dell’Annunciazione del Signore tutte le
volte che si medita o ricorda il mistero
dell’Incarnazione e il giorno dell’Assunzione.
E’ un’antifona che ci fa alzare un bellissimo grido alla Madre di Dio, alla quale
si danno i titoli di Madre del Redentore,
porta del cielo, stella del mare, mettendo
in evidenza la divina maternità di Maria
e l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele. La
melodia a noi pervenuta è solo il prodotto
finale di una serie di modifiche e semplificazioni. Ovviamente, il tempo ha facilitato la melodia, rendendola più snella e
facile da imparare. Esistono però, alcune
melodie di tipo monastico, più elaborate.
Quella che vi propongo è il tono simplex,
quello più diffuso.
Cf.: Gli Inni della Liturgia delle Ore,
Jucunda Laudatio, Antifona Mariana, p.
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CHIESA
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Messaggio per la 52° Giornata Mondiale per le Vocazioni
La vocazione è un esodo!
DON AGOSTINO PORRECA
L’azione missionaria ed
evangelizzatrice della
Chiesa è al centro del
Messaggio scritto da
Papa Francesco per la 52°
Giornata mondiale di pre-
ghiera per le vocazioni.
La vocazione cristiana –
scrive Francesco – è caratterizzata dall’esperienza dell’esodo. Di qui
l’invito rivolto in particolare ai giovani a non aver
paura di uscire da sé
stessi e a mettersi in cammino, sempre con lo
sguardo rivolto ai più bisognosi. “L’esodo, esperienza fondamentale della
vocazione” è il significativo titolo scelto da Papa
Francesco per la Giornata
mondiale di preghiera per
le vocazioni che viene celebrata quest’anno il 26
aprile. In effetti, se la
Chiesa «è per sua natura
missionaria» (Ad gentes,
2), la vocazione cristiana
non può che nascere all’interno di un’esperienza
di missione. Così, ascoltare e seguire la voce di
CATECHESI DI PAPA FRANCESCO
La differenza sessuale è per la comunione e la generazione
DON AGOSTINO PORRECA
La catechesi del Papa di mercoledì 15
aprile è stata dedicata a un aspetto centrale del tema della famiglia: quello del
grande dono che Dio ha fatto all’umanità
con la creazione dell’uomo e della donna
e con il sacramento del matrimonio.
Francesco ha esordito commentando brevemente il primo racconto
della creazione, nel Libro
della Genesi, dove si legge
che Dio, dopo aver creato
l’universo e tutti gli esseri
viventi, creò il capolavoro,
ossia l’essere umano, che
fece a propria immagine:
«a immagine di Dio lo
creò: maschio e femmina li
creò» (Gen 1,27). «La differenza sessuale è presente
in tante forme di vita, nella
lunga scala dei viventi. Ma
solo nell’uomo e nella
donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio … non
solo l’uomo preso a sé è immagine di
Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la
donna, come coppia, sono immagine di
Dio». La differenza tra uomo e donna
non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e
somiglianza di Dio. La cultura moderna
e contemporanea ha introdotto molti
dubbi e molto scetticismo circa la differenza tra uomo e donna. Il Santo Padre si
chiede se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che
mira a cancellare la differenza sessuale
perché non sa più confrontarsi con essa.
Francesco indica due punti su cui occorre
riflettere e lavorare con impegno e urgenza. Il primo. E’ indubbio
che dobbiamo fare molto di
più in favore della donna, se
vogliamo ridare più forza
alla reciprocità fra uomini e
donne. E’ necessario, infatti,
che la donna non solo sia
più ascoltata, ma che la sua
voce abbia un peso reale,
un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella
Chiesa. Una seconda riflessione riguarda il tema dell’uomo e della donna creati
a immagine di Dio. C’è crisi
dell’alleanza tra uomo e
donna. Da qui viene la grande responsabilità della Chiesa, di tutti i credenti, e
anzitutto delle famiglie credenti, per riscoprire la bellezza del disegno creatore
che inscrive l’immagine di Dio anche
nell’alleanza tra l’uomo e la donna. «La
terra si riempie di armonia e di fiducia
quando l’alleanza tra uomo e donna è
vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna
la cercano insieme tra loro e con Dio,
senza dubbio la trovano».
Cristo Buon Pastore, lasciandosi attrarre e condurre da Lui e
consacrando a Lui la propria vita, significa permettere che lo Spirito
Santo ci introduca in questo dinamismo missionario, suscitando in noi il
desiderio e il coraggio
gioioso di offrire la nostra
vita e di spenderla per la
causa del Regno di Dio.
L’offerta della propria
vita in questo atteggiamento missionario è possibile solo se siamo
capaci di uscire da noi
stessi. La vocazione è
uscita da sé, è esodo.
Quando sentiamo la parola “esodo”, il nostro
pensiero va subito agli
inizi della meravigliosa
storia d’amore tra Dio e il
popolo dei suoi figli, una
storia che passa attraverso i giorni drammatici
della schiavitù in Egitto,
la chiamata di Mosè, la liberazione e il cammino
verso la terra promessa. Il
libro dell’Esodo – il secondo libro della Bibbia –
, che narra questa storia,
rappresenta una parabola
di tutta la storia della salvezza, e anche della dinamica fondamentale della
fede cristiana. Infatti,
passare dalla schiavitù
dell’uomo vecchio alla
vita nuova in Cristo è
l’opera redentrice che avviene in noi per mezzo
della fede (Ef 4,22-24).
Questo passaggio è un
vero e proprio “esodo”, è
il cammino dell’anima
cristiana e della Chiesa
intera, l’orientamento decisivo dell’esistenza rivolta al Padre. «Alla
radice di ogni vocazione
cristiana c’è questo movimento fondamentale
dell’esperienza di fede:
credere vuol dire lasciare
sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la
nostra vita in Gesù Cri-
sto; abbandonare come
Abramo la propria terra
mettendosi in cammino
con fiducia, sapendo che
Dio indicherà la strada
verso la nuova terra. Questa “uscita” non è da intendersi come un
disprezzo della propria
vita, del proprio sentire,
della propria umanità; al
contrario, chi si mette in
cammino alla sequela del
Cristo trova la vita in abbondanza, mettendo tutto
sé stesso a disposizione di
Dio e del suo Regno».
Questa dinamica dell’esodo – scrive il Papa –
non riguarda solo il singolo chiamato, ma
l’azione missionaria ed
evangelizzatrice di tutta
la Chiesa: una Chiesa “in
uscita”, «capace di andare
incontro ai figli di Dio
nella loro situazione reale
e di com-patire per le loro
ferite». «La Chiesa che
evangelizza – scrive
Francesco – esce incontro
all’uomo, annuncia la parola liberante del Vangelo, cura con la grazia di
Dio le ferite delle anime e
dei corpi, solleva i poveri
ed i bisognosi». La vocazione cristiana rappresenta un impegno
concreto al servizio della
costruzione del Regno di
Dio sulla terra e spinge
necessariamente all’impegno solidale, soprattutto verso i più poveri.
Ai più giovani il Papa dedica un accorato appello a
non temere le incertezze e
delle incognite della quotidianità che rischiano di
frenare i loro sogni. Francesco li incita a non avere
paura di uscire da se
stessi e di mettersi in
cammino sulle orme di
Gesù, come già fece la
Vergine Maria, modello
di ogni vocazione, che
non ha temuto di pronunciare il proprio “fiat” alla
chiamata del Signore.
CHIESA
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25 Aprile 2015
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Gesù è il Signore! Alleluia!
Nessuno può dire:” Gesù è il Signore!” senza lo Spirito Santo
LUIGIA E PANCRAZIO IANNOTTA
Era il 26 maggio del 2012, vigilia della Pentecoste, quando
Papa Benedetto XVI chiamò il
Rinnovamento nello Spirito
Santo a Roma in piazza San Pietro. Molti furono i fedeli che accorsero in piazza rispondendo,
così, alla chiamata del Santo
Padre, per dare testimonianza di
appartenenza a questo movimento ecclesiastico. Da molto
tempo ogni anno la grande famiglia del Rinnovamento è solito
riunirsi a Rimini per il Congresso Nazionale. Papa Francesco due anni dopo, in occasione
della 37°sima Convocazione nazionale ha voluto nuovamente
invitare questo movimento a
Roma, allo Stadio Olimpico. Il
Papa ha spiegato che il movimento è una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo
nella grazia dello Spirito Santo e
il suo primo dono è il dono di se
stesso. Il percorso è: evangelizzazione, ecumenismo spirituale,
cura dei poveri e dei bisognosi
ed accoglienza degli emarginati.
Tutto questo sulla base dell’Adorazione. Il fondamento del Rinnovamento è adorare Dio. Il
Papa all’incontro allo stadio
Olimpico iniziò il suo discorso
dicendo che il Rinnovamento è
nato da una volontà dello Spirito
Santo come “ Corrente Di Grazia
nella Chiesa e per la Chiesa” per
poi rendere noto ciò che si aspettava da esso. La prima cosa è la
conversione del cuore all’amore
di Gesù che cambia la vita e fa
della vita del cristiano un testimone dell’Amore di Dio. La
Chiesa si aspetta questa testimonianza di vita cristiana e lo Spirito Santo ci aiuta a vivere la
coerenza del Vangelo per la nostra santità. Queste furono le parole con cui si espresse il Papa: “
Aspetto da voi che condividiate
con tutti nella Chiesa la grazia
del Battesimo nello Spirito
Santo”; e ancora “Mi aspetto un
evangelizzazione con la Parola
di Dio che annuncia che Gesù è
vivo e ama tutti gli uomini”. Infine soggiunse: “Rimanete uniti
nell’amore che il Signore Gesù
chiede a noi per tutti gli uomini e
siate dispensatore della grazia di
Dio.”
L’idea di formare un gruppo
anche nella parrocchia di Capua
Centro è stata favorevolmente
accolta dal parroco don Gianni
Branco, permettendo in questo
modo che questa realtà di grazia
potesse iniziare a nascere e crescere anche a Capua. Egli si è
prontamente attuato a fornire
tutto l’occorrente sia in termini
logistici, come la chiesa dove
potersi incontrare per pregare,
che spirituali, potendo fare affidamento sulla presenza e guida
spirituale di don John Kenneth.
Così, da poco più di due mesi,
infatti, ogni venerdì alle ore
20:00 nella chiesa della Concezione in via Roma, adiacente al
Museo Campano, si riunisce il
neo gruppo “ Gesù Buon Pastore” per lodare e adorare Gesù
e per spezzare e commentare la
Parola di Dio. La provvidenza ha
disposto che i coordinatori del
gruppo di Capua avessero anche
da subito un sostegno prezioso,
la piena disponibilità dei coordinatori diocesani come Nicola Vaiano, Virgilio Volani e Gerardo
Letizia.
La preghiera è semplice e spontanea e come si legge nell’esortazione ap. Evangelii gaudium
280: “ Non c’è maggior libertà
che quella di lasciarsi portare
dallo Spirito Santo rinunciando
a calcolare e a controllare tutto,
e permettere che Egli ci illumini,
ci guidi, ci orienti, ci spinga
dove Lui desidera. Egli sa bene
ciò di cui noi abbiamo bisogno
in ogni epoca e in ogni momento.”
Apriamo il nostro cuore all’invito dello Spirito Santo e partecipiamo, così, con gioia a questo
momento di grazia offertoci
dall’alto per la nostra crescita
spirituale. Non siamo noi, infatti,
che decidiamo di aderire all’incontro di preghiera, ma siamo
chiamati da Dio, scelti da Lui,
invitati speciali in quanto ardentemente desiderati da Lui. La nostra assenza impoverisce la
comunità ed è segno di indifferenza nei riguardi della chiamata
di Dio.
“Venite, applaudiamo al Signore
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a Lui
per rendergli grazie, a Lui acclamiamo con canti di gioia”. (
Salmo 95,1)
VERSO FIRENZE 2015
IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO
a cura di don Agostino Porreca
Riconoscersi figli
«Occorre allora prima di tutto imparare ad ascoltare la vita delle persone, per scorgere i segni di un’umanità nuova che fiorisce. La vita,
con le sue fatiche e le sue contraddizioni, se ascoltata fino in fondo,
lascia trasparire un desiderio e una capacità di relazione e di comunione. Se riconosciamo l’intreccio di interdipendenze che ci costituisce, i frammenti isolati si ricompongono in una unità delle
differenze La relazione non si aggiunge dall’esterno a ciò che siamo:
noi siamo, di fatto, relazione. Lo siamo prima ancora di sceglierlo o
di rigettarlo consapevolmente, perché non veniamo da noi stessi, ma
ci riceviamo da altri, non solo all’origine della nostra vita ma in tutto
ciò che siamo e abbiamo. Il nostro esistere è un «esistere con» e un
«esistere da»: impensabile, impossibile senza l’altro. L’essere generati è al fondo di ogni nostra possibile e necessaria autonomia. Non
c’è autonomia e responsabilità autentica, senza riconoscere questa
dimensione relazionale, vera matrice della nostra libertà. La difficoltà a vivere le relazioni è determinata dalla difficoltà a riconoscersi
come «donati a se stessi». Una vera relazione s’intesse a partire dal
riconoscersi generati, cioè figli, cifra più propria della nostra umanità. D’altronde, al cuore del senso dell’umano rivelato in Gesù Cristo non sta il nostro essere figli?» (dalla Traccia).
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ATTUALITA’
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Studio dell’Università Federale di Pelotas
Latte materno: fonte di salute ed aiuto per l’intelligenza
Deve durare almeno un anno per essere piu bravi e affermati socialmente
ORSOLA TREPPICCIONE
Che “il latte materno rappresenti il miglior
alimento per i neonati, perché fornisce tutti i
nutrienti di cui hanno bisogno nella prima
fase della loro vita, come per esempio certi
acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. [Che] inoltre contenga sostanze
bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono
fondamentali sia per proteggere il bambino
da eventuali infezioni batteriche e virali, sia
per favorire lo sviluppo intestinale” (da
www.epicentro.iss.it, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica) è un dato, ormai,
accertato (e accettato) dalla comunità scientifica tutta. Tanto che l’allattamento al seno ha
una Settimana tutta sua che dal 1997, grazie
all’UNICEF, viene celebrata in ottobre, utilizzando un tema diverso
ogni anno, con il patrocinio di Governi e Enti “per
sensibilizzare l’opinione
pubblica e per generare sostegno”. Adesso, oltre ai
benefici sulla salute, un
anno di allattamento al
seno influenzerebbe maggiormente quoziente intel-
lettivo (QI), livello di scolarizzazione e reddito del futuro adulto rispetto ad un allattamento di poco più di un mese. È emerso da
uno studio dell’Università Federale di Pelotas, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet
Global Health. Condotto dall’epidemiologo
(colui che studia la frequenza con cui si manifestano le malattie e le condizioni che favoriscono od ostacolano il loro sviluppo)
Bernardo Lessa Horta, lo studio non è il
primo che cerca un nesso tra allattamento al
seno e sviluppo del quoziente intellettivo dei
bambini. Ma, risulta più articolato e scrupoloso innanzitutto perché ha seguito 6000
neonati per ben trent’anni (dal 1982 al 2012),
monitorandoli a intervalli regolari; poi, perché il medico e la sua equipe hanno fatto in
modo che il campione fosse molto variegato:
per estrazione socioeconomica (bambini di
famiglie benestanti e con alto grado di scolarizzazione dei genitori e bambini di famiglie
disagiate), per abitudini della madre in gravidanza, per alimentazione ricevuta. Raggiunti
i trent’anni li hanno sottoposti al test per valutare il QI, hanno raccolto informazioni sul
livello di istruzione conseguito e sul reddito
di 3.500 di loro. Chi è stato allattato per un
anno, è un adulto con quattro punti in più di
QI, 0,9 anni in più di scolarizzazione, 98
euro circa in più di reddito mensile (pari a un
terzo del reddito medio in Brasile) rispetto
ad un adulto allattato per un solo mese. A chi
si chiede se l’intelligenza sia dovuta alla durata dell’allattamento o non piuttosto all’aver
avuto maggiori possibilità perché nati ricchi,
Lessa Horta ha risposto: “Quel che emerge
di unico nel nostro lavoro è il fatto che, nella
popolazione analizzata, l’allattamento non è
risultato più diffuso tra le
donne istruite e abbienti,
ma equamente distribuito
tra le classi sociali. […]
Questa è la prima evidenza
che l’allattamento ha un
impatto sensibile sull’intelligenza e sull’affermazione sociale”.
ORSOLA TREPPICCIONE
Staccare la spina e concedersi una pausa rigenerante: è il sogno di tutte
noi signore. Pensarsi lontane dalla quotidianità,
anche solo per un weekend
(o, continuando a sognare,
per una settimana intera),
mentre si provano i vari
trattamenti che i molti
Centri benessere, Beauty
farm, Terme o Spa offrono, ci fa sentire già più
rilassate e appagate. Se
l’idea di un soggiorno
relax non è facilmente realizzabile, sappiate che
anche le nostre doccie possono trasformarsi in un
luogo per “riti di benessere”. Basta “rubacchiare”
qualche segreto da riti secolari e aggiungere (o sostituire)
ai
“soliti”
shampoo e bagnoschiuma
qualche altro prodotto. O,
perché no, utilizzare miscele fai da te. Innanzitutto, si può ricreare un
effetto «bagno turco» o
Non solo shampoo e bagnoschiuma
La doccia: vera e propria spa casalinga
Riti di benessere nella stanza da bagno
bagno di vapore; appena entrati in bagno,
basterà lasciar scorrere l’acqua calda per
pochi minuti per ottenere del vapore.
“L’aumento di calore e umidità produce
sul corpo una vasodilatazione migliorando il microcircolo cutaneo” dice Adele
Sparavigna, presidente Derming, Istituto
di Ricerca Clinica Dermatologica. In parole povere, la dilatazione dei pori provocata dal calore, facilita la penetrazione del
vapore e permette all’epidermide di eliminare le impurità, tossine e scorie acquistando
luminosità,
elasticità
e
morbidezza. A questo punto perché non
passare quello scrub comprato e, vinte
dalla pigrizia, quasi mai utilizzato? O, se
abbiamo un po’ di tempo in più, provare
un rimedio casalingo? Per questo, Internet ci viene incontro. Sono numerosi i
blog da cui attingere ricette fai da te.
Adatte ad ogni esigenza o problema.
Qualunque prodotto usiate, l’effetto esfoliante sarà potenziato se userete guanti o
spugne in fibre naturali che aiuteranno a
rimuovere cellule morte dallo strato più
superficiale e impurità, eviteranno peli
incarniti, follicoliti e faranno sì che non
si formino i punti neri. Si può scegliere
tra loofah, con la sua delicata azione
abrasiva; bamboo, morbido e antibatterico; canapa, che attiva la rigenerazione
cutanea; spugna marina, per le zone delicate; sisal, al contrario, per gli ispessimenti dei punti critici come gomiti,
talloni e ginocchia. Pronte
per nuovi trattamenti, abbiamo tempo anche per
applicare nell’ordine: i
fanghi ad azione sia drenante che anticellulite, una
maschera per il viso e un
impacco per capelli. Saranno sufficienti pochi minuti di applicazione. Nella
fase del risciaquo è consigliabile il metodo della
«doccia alternata». Alternando un getto di acqua
fredda ad uno di acqua
calda, per una decina di
volte, si stimola la circolazione agendo come una
sorta di ginnastica passiva,
tonificante e ricompattante. Infine, non può
mancare il rito della
crema corpo. Idratante o
nutriente, sarebbe meglio
applicarla quando la pelle
è ancora umida. Dal basso
verso l’alto, il massaggio
aiuterà ancora la circolazione e la tonicità muscolare.
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
SPECIALE
Inserto dell’ Anno 6 Numero 16
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
25 Aprile 2015
Adorazione Vocazionale
8
SPECIALE
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI - 15 APRILE 2015 - ADORAZIONE VOCA
“Insieme per in
TERESA PERILLO
La Parola che Gesù ha rivolto ai
ragazzi della Forania di Santa
Maria Capua Vetere (Ce), in occasione della serata di preghiera
vocazionale presieduta dai sacerdoti - don Agostino Porreca e
don Pasquale Violante - il 15
aprile nella chiesa di San Pietro
Apostolo, è stata incentrata sull’episodio dell’incontro tra il Signore, in viaggio verso la
Galilea, e una donna samaritana.
A quest’ultima giunge inattesa la
richiesta da parte di Gesù di
poter bere un sorso dell’acqua
che aveva appena attinto da un
pozzo: «Se tu conoscessi il dono
di Dio e chi è colui che ti dice
“Dammi da bere”, tu stessa
gliene avresti chiesto ed egli ti
avrebbe dato acqua viva» (Gv
4,8). Nel corso di questo dialogo
la Samaritana dimostra di non
comprendere affatto a quale
acqua stesse facendo riferimento
il suo interlocutore, inoltre, non
riusciva a spiegarsi chi fosse
quest’uomo, e il perché conoscesse dettagliatamente ogni particolare del suo vissuto. Di
conseguenza, il Signore è costretto ad uscire allo scoperto e
ad indicare esplicitamente se
stesso come sorgente alla quale
attingere l’acqua che appagherà
ogni sete, e che permetterà di
raggiungere la salvezza e la vita
eterna. Più tardi, diverranno
molti i Samaritani che credettero
in Gesù per le parole della donna
che dichiarò loro: «Mi ha detto
tutto quello che ho fatto». Gesù,
proprio com’è successo con la
Samaritana, oggi chiede anche a
noi di testimoniare in maniera
autentica la fede, affinché molte
più persone, nostri fratelli e sorelle, confidino in Lui. Durante
l’incontro, alle preghiere alle riflessioni e ai canti hanno fatto
eco due significative testimonianze rilasciate da due giovani
religiosi appartenenti alla nostra
Arcidiocesi. Non potendo esserci
Programma pastorale 2014-2015
SUOR MIRIAM BO
Il Centro Diocesano Vocazioni ha
ormai quasi concluso il programma delle attività che si sono
svolte nella Diocesi durante
l’Anno pastorale in corso. E’ stato
un programma ricco con incontri
organizzati nel pomeriggio della
domenica nel Seminario campano
nei giorni 19 ottobre, 9 novembre,
25 gennaio e 22 marzo.
Molto intensi sono stati anche gli
incontri pensati come momenti di
adorazione vocazionale una volta
al mese, nei mesi ottobre, dicembre, febbraio, aprile, coinvolgendo le varie foranie della
diocesi.
Per il mese in corso il turno è toccato alla forania di S. Maria C.V.;
l’adorazione è stata organizzata
nella parrocchia di S. Pietro in S.
Maria e ha visto coinvolto un bel
gruppo di ragazzi e ragazze che
hanno pregato insieme e riflettuto
sulla chiamata che Dio ha per cia-
scuno dei suoi figli.
Prossimo e ultimo appunta
di preghiera si svolgerà ne
rania di Marcianise-Mac
nella serata di venerdì 15
gio alle ore 20.30.
Il percorso terminerà, per
st’anno, con un incontro do
cale a giugno (data da stabi
Ciò che ha segnato come fil
l’attuarsi di tale program
stata la logica del piccolo
gettato in terra con gratuit
fede e senza pretese. E’ la l
se vogliamo, della piccola g
che giorno dopo giorno
giunge ad un’altra e forma
un piccolo laghetto, po
grande mare e nel futuro, c
un oceano aperto. Non è a
tempo per fare bilanci o con
già speriamo, con il cuore a
donato nelle mani di Dio ch
conosce, che il seme gettato
molto frutto, frutti di santità
di disponibilità all’ascolto
di amore e di dedizione.
SPECIALE
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
AZIONALE NELLA CHIESA DI
9
SAN PIETRO APOSTOLO A SANTA MARIA C. V.
contrare Gesù”
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ella focerata
5 mag-
r queomeniilirsi).
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ancora
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o porti
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di persona, don Pasquale Violante ha letto la testimonianza
messa per iscritto dal diacono
Valerio Porrini, il quale per parlare della sua vocazione ha sottolineato fondamentalmente
l’importanza di tessere un rapporto con il Signore ispirato all’amicizia; infatti, con l’acqua
battesimale ci uniformiamo a
Cristo e assumiamo la qualifica
di figli di Dio, perché ci riconosciamo fratelli in Gesù. «Se uno
non rinasce dall’alto, non può
vedere il regno di Dio. […] Se
uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di
Dio» (Gv 3,3-5). Oggi è quanto
mai difficile avvertire la presenza del Signore in mezzo a
noi, dato che, pur di attirare la
nostra attenzione, la Sua voce
non strepita bensì è un sussurro
soave che parla dal silenzio ad
un cuore docile e incline all’ascolto. Il percorso di vita
scelto da Valerio lo sta conducendo fino alla meta del sacerdozio segno tangibile questo, del
fatto che Egli si preoccupa per
ciascuno di quelli che gli sono
stati affidati dal Padre. «Io sono
la vite, voi i tralci. Chi rimane in
me e io in lui, fa molto frutto,
perché senza di me non potete
far nulla» (Gv 15,5). Per cui,
quando avvertiamo la vicinanza
del Signore che ci indica la
strada da percorrere non abbiamo timore di intraprenderla,
perché Egli l’ha scelta per noi
con la finalità di farci occupare
un posto nella nostra società, in
prospettiva della piena attuazione della nostra missione cristiana. Poi, è stata la volta di
Irene, suora carmelitana, che nei
cuori dei presenti ha fatto vibrare
sin da subito le emozioni forti da
lei vissute per la prima volta
nella sua vita, quando ha incontrato il Signore! La sua chiamata
le ricorda molto quella del pubblicano Levi invitato da Gesù a
farsi suo discepolo, cosa alla
quale quel peccatore risponde lasciando immediatamente il
banco delle imposte dov’era seduto e seguendolo. Ricorda con
tenerezza come il Signore l’abbia chiamata a Sé nel 2005, anno
nel quale ha compiuto un pelle-
grinaggio a Loreto al seguito di
un gruppo neocatecumenale di
cui faceva parte. Nel fare ritorno
a casa dopo quell’esperienza spirituale, vissuta con una consapevolezza che pellegrinaggi
compiuti in passato a Lourdes
non le avevano per nulla destato,
è stata la prima a rendersi conto
del fatto che le fosse successo
qualcosa che non potesse esprimere adeguatamente a parole,
ma che la faceva sentire realmente un’altra persona con tanti
interrogativi nel cuore! Fu così
che da allora ebbe inizio il suo
discernimento spirituale e,
giorno dopo giorno, si è convinta
sempre più del fatto che il disegno divino tracciato per lei da
Gesù sia esattamente quello che
tuttora continua a darle la forza
di testimoniare la sua vocazione!
10 SPECIALE
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Testimonianza vocazionale
Sapere ascoltare la voce del Signore
VALERIO PORRINI
Mi chiamo Valerio Porrini e sono un diacono
transuendo della Chiesa
di Capua: sono, dunque,
in attesa di essere ordinato Sacerdote.
Mi è stato richiesto, questa sera, di rendervi una
testimonianza sulla vocazione, tema della preghiera che ci vede questa
sera uniti in questo luogo
di culto.
Pensando ad un’assemblea di giovani, mi è sembrato quanto mai
opportuno parlare della
vocazione in genere e per
farlo ho preso a riferimento il passo del Vangelo di Giovanni che la
Liturgia della Parola ci ha
proposto in questi giorni
della Seconda Settimana
di Pasqua. Il brano in
questione tratta dell’incontro tra Gesù e Nicodemo (Gv 3,1-36).
La proposta che Gesù fa a
Nicodemo è duplice: rinascere dall’alto e lasciarsi illuminare dalla
luce vera.
Tutti siamo rinati dall’alto mediante il Battesimo.
La proposta vocazionale
cristiana, passa proprio
attraverso il Battesimo. Si
rinasce come figli di Dio,
in quanto questo sacramento ci incorpora a Cristo Gesù unendoci
intimamente alla sua vita.
È sempre Giovanni che
sottolinea come l’unione
con lui è assimilabile a
quello del tralcio con la
vite: rimanendo in lui,
mediante il vincolo battesimale, viviamo della sua
stessa vita di santità.
La vocazione cristiana è
questa: essere santi, come
Lui è santo.
Le radici battesimali ci
aprono anche alla possibilità di vivere l’amicizia
con il Signore. È in questa amicizia che mi piace
vedere il compimento del
rinascere dall’alto, come
anche il lasciarsi illuminare dalla luce vera.
Questa luce è il vero che
ci viene dalla proposta di
vita che attraversa tutta la
predicazione; lasciarsi illuminare è segno non
solo dell’accoglienza
della sua parola, ma
anche l’impegno a camminare su quella strada
che conduce a Dio e ai
fratelli.
Se la vocazione cristiana
si realizza nella santificazione personale, quella
personale parte dal sapere
ascoltare la voce del Signore. Una voce che non
grida e non fa strepito,
ma che richiede silenzio e
docilità di cuore. Una
voce che deve essere accolta in piena libertà e
che deve necessariamente
sedimentare nel cuore e
nella mente per accompagnare poi il cammino
della vita
Ognuno di noi è chiamato, nella Chiesa come
nella società, ad occupare
il suo posto, per svolgere
diligentemente il suo
ruolo. Con la preghiera di
questa sera chiediamo al
Signore di farci comprendere fino in fondo qual è
il nostro posto, così che
sempre più si possa crescere nell’amore verso di
Lui, vivendolo con attenzione e dedizione verso i
nostri fratelli.
GIOVANI 11
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Esercizi spirituali per giovani nella Polonia della Shoa
Quelle domande che non possono attendere oltre
GIUSY GRANATA
La parrocchia romana di San Giuseppe al Trionfale ha proposto di
organizzare, dal 28 agosto al 5
settembre prossimi, gli Esercizi
spirituali per giovani nelle città
polacche di Auschwitz, Birkenau
e Cracovia, legate ad una triste pagina della storia umana per essere
state, nel secolo XX, alcuni degli
innumerevoli luoghi strategici
dove costruire campi di concentramento nazisti. L’iniziativa è
stata pensata per i giovani, dai 18
ai 35 anni, con lo scopo di aiutarli
a non dimenticare e a rileggere la
storia con gli occhi di Dio, perché
«coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo»,
scriveva George Santayana, scrittore e filosofo madrileno, nel suo
libro The Life of Reason. Il programma sarà scandito da una serie
di tappe significative: raduni e incontri diversi, da quello con l’Ing.
Samuele Artale, ‘un bambino nel
lager’, a quello della Tavola rotonda dal titolo “Comprendere la
storia significa farsene carico”,
fino alla visione del film La
Tregua, volto ad approfondire la
riflessione. A seguire, la partenza
in aereo in direzione di Cracovia,
città da cui iniziare il pellegrinaggio verso Auschwitz accompagnato da meditazioni sul
tema “Martirio e Santità” e sulla
figura di San Massimiliano
Kolbe, martire dei campi nazisti.
Il 1 settembre, poi, i giovani raggiungeranno Birkenau, dove approfondiranno il tema “Perché il
male?”, con meditazioni di Santa
Teresa Benedetta della Croce
(nome da religiosa di Edith Stein),
per poi proseguire il cammino,
sulle orme di San Giovanni Paolo
II, facendo tappa a Wadowice e
concludere gli Esercizi presso il
Santuario della città polacca di
Czestochowa. “L’iniziativa –
spiega Padre Wladimiro Bogoni, parroco di San Giuseppe al
Trionfale – è il primo progetto
della collaborazione tra la neonata
Associazione Culturale Parrocchiale “Verso un Nuovo Umanesimo”
e
l’Associazione
Pedagogisti di Roma, per mettersi
insieme al servizio della crescita
umana e cultuale della parrocchia,
offrendo a tutti i gruppi, soprattutto giovanili, opportunità, proposte, esperienze, cammini che
conducano alla riscoperta di un
nuovo umanesimo, anche alla
luce del prossimo Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze (dal
9 al 13 novembre, sul tema ‘In
Gesù Cristo il nuovo umanesimo’,
ndr). Certo, un rischio c’è – prosegue Padre Bogoni –: trovarsi
dall’altra parte della barricata
della mentalità dominante, dalla
parte sbagliata della storia degli
uomini, ma non di quella di Dio.
Crediamo che, oggi, quello che
manca alla nostra gente, soprattutto alle nuove generazioni, è la
capacità critica, avere una ragione
aperta al trascendente. Nella Genesi, all’inizio della Creazione,
Dio disse: «Facciamo l’uomo».
Anche noi, anche gli uomini, sono
implicati in quel ‘facciamo’, collaboratori di Dio per costruire un
nuovo umanesimo”. Non un semplice cammino verso quei luoghi
della memoria, dunque. Si tratterà
di Esercizi spirituali, che guideranno quei giovani a guardare il
dolore, la sofferenza, persino la
morte con gli occhi di un cristiano, quegli occhi che Dio ha
scritto nel cuore di ciascuno fin
dal giorno del Battesimo. Quali
saranno gli interrogativi dei giovani di questo tempo, che non
hanno conosciuto quegli orrori?
Scriveva San Giovanni Paolo II
nel libro Varcare la soglia della
speranza: «I giovani di oggi come
sono, che cosa cercano? Si potrebbe dire che sono quelli di sempre. C’è qualcosa nell’uomo che
non subisce cambiamenti. Ciò
non toglie, tuttavia, che i giovani
di oggi siano anche diversi da
quelli che li hanno preceduti. In
passato, le giovani generazioni si
erano formate sulle dolorose esperienze della guerra, dei campi di
concentramento, del costante pericolo. Tali esperienze liberavano
pure, nei giovani, i tratti di un
grande eroismo». E prosegue:
«Proprio in quel periodo di terribile disprezzo per l’uomo, quando
il prezzo della vita umana fu svilito come forse non era mai avvenuto, proprio allora la vita di
ciascuno divenne preziosa, acquistò il valore di un dono gratuito.
In questo, i giovani di oggi certamente crescono in un contesto diverso: non portano dentro le
esperienze della seconda guerra
mondiale. Molti di loro, inoltre,
non hanno conosciuto – o non ricordano – le lotte contro il sistema
totalitario. Vivono nella libertà,
conquistata per loro da altri, e
hanno ceduto in grande misura
alla civiltà dei consumi. Sono
questi i parametri, ovviamente
solo accennati, della situazione attuale». Ma … c’è un ‘ma’, segno
della Speranza che il Santo Padre
ha sempre riposto nei giovani: in
ogni epoca, essi conservano sempre «l’idealismo caratteristico di
quest’età». Che cos’è la giovinezza? Un «tempo dato dalla
Provvidenza a ogni uomo e dato a
lui come compito. Durante il
quale egli cerca la risposta agli interrogativi fondamentali; non solo
il senso della vita, ma anche un
progetto concreto per iniziare a
costruire la sua vita. La giovinezza è il periodo della comunione. I giovani sanno di dover
vivere per gli altri e con gli altri,
sanno che la loro vita ha senso
quando diventa un dono gratuito
per il prossimo». Celebri sono le
parole che il Santo Padre rivolse
ai giovani riuniti in Piazza San
Pietro il 22 ottobre 1978, giorno
dell’inaugurazione del suo Pontificato: «Voi siete la speranza della
Chiesa e del mondo. Voi siete la
mia speranza». È, dunque, ai giovani di ogni tempo che viene consegnato il difficile lascito delle
pagine della storia, una storia crudele, violenta, che ci costringe a
porci domande improrogabili su
chi vogliamo essere e cosa vogliamo consegnare a quelli che
verranno dopo di noi e per cui
siamo responsabili, poiché “Non
ereditiamo il mondo dai nostri
padri, ma lo prendiamo in prestito
dai nostri figli”.
12 CAPUA
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Domenica 19 Aprile è iniziata la “missione” delle Comunità Neocatecumenali
Chi è Dio per te?
ASSUNTA MEROLA
Iniziata domenica, e proseguirà per quattro
domeniche ancora, la “missione” delle Comunità neocatecumenali presenti dal 1998
nella parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo.
Questa missione risponde ad un’iniziativa
pastorale, promossa tre anni fa da Kiko Arguello, iniziatore del cammino, e fortemente
approvata da Papa Francesco.
Suo peculiare compito è portare l’annuncio
della Parola di Dio in tutte le piazze del
mondo e nello specifico nella città di Capua.
“Cristo è vivo!”: è questo l’annuncio che i
cristiani danno al mondo.
La missione, accompagnata dai canti e dalla
recita del Santo Rosario, è partita dalla
chiesa dei Santi Filippo e Giacomo e si è
snodata lungo Corso Gran Priorato di Malta
per arrivare in Piazza Marconi, prospiciente
la bella chiesa dell’Annunziata.
E mentre dalla piazza risuonavano la Parola
di Dio e la testimonianza del responsabile
della Prima Comunità, i neocatecumeni avvicinavano i passanti, proponendo i contenuti
ROSANNA ZEPPETELLA
Nelle Parrocchie Capua
Centro la comunità si amplia accogliendo il fervore
spirituale dei bambini che
si accostano a ricevere il
sacramento dell’Eucarestia dopo un completo itinerario di catechesi durato
tre anni. Esso accuratamente coadiuvato da un
programma di unità didattiche teorico-pratiche redatto dal parroco don
Gianni Branco, ed applicato dalle catechiste anche
con l’utilizzo di appropriati sussidi, ha favorito
del Vangelo, annunciando loro “Cristo è vivo
e ti ama”, invitandoli all’ascolto delle catechesi che nelle domeniche di Pasqua, offriranno la risposta cristiana alle domande di
senso dell’uomo.
Chi è Dio per te?
Questa è la domanda di senso della prima catechesi.
Tante volte corriamo il serio rischio di pensare a un Dio lontano, chiuso nella sua eterna
dimora e impassibile di fronte all’evolversi
della vita umana. Ma la storia stessa dell’uomo ci insegna che non è così.
Il nostro è un Dio della storia che si rivela
nella storia. Dio si è rivelato ad un uomo il
cui nome è Abramo, si è rivelato ad un popolo, Israele, e incarnandosi nel Suo Figlio
Gesù Cristo si è rivelato all’umanità intera.
Dio si rivela a noi ogni giorno e per sua grazia trasforma la nostra vita, segnata dal peccato e dalla paura della morte, in una vita
redenta.
La nostra storia è il luogo teologico in cui
Dio si rivela nella Sua pienezza e si fa presente in tutta la Sua misericordia.
Presentati alla comunità di Capua Centro i bambini che
riceveranno la Prima Comunione quest’anno
50 bambini riceveranno la Prima Comunine
Consegnato il crocefisso che in quella giornata porteranno al collo
l’assimilazione dei tratti salienti del Vangelo sfociando in un contesto di miliare
interesse comunitario: “la presentazione
alla comunità” di circa cinquanta fanciulli
durante la Santa Messa celebrata da don
Gianni Branco nella chiesa Santi Filippo
e Giacomo.
Don Gianni ha evidenziato il valore e la
funzionalità che i fedeli esercitano in tale
contesto invitando l’assemblea e l’intera
comunità ad una progressiva azione di
corresponsabilità nella crescita cristiana
dei bambini. Questo rito, propedeutico all’incontro con Gesù Eucarestia, ha reso i
fanciulli soggetti attivi nella creazione di
un puzzle, i cui elementi preparati dalle
catechiste e rappresentanti i simboli della
Mensa Eucaristica, calice, ostia, uva in
quantità corrispondenti al numero dei
bambini, sono stati individualmente attaccati sul pannello situato sull’altare
della chiesa stessa.
Alla fine della celebrazione della Santa Messa
don Gianni ha benedetto e
consegnato ai bambini un
crocifisso in legno, donato
dalle catechiste. I bambini
lo porteranno al collo nel
giorno della loro Prima
Comunione.
“La ricchezza del sentirsi
parte integrante di una comunità, una speciale famiglia che accoglie e
promuove la fratellanza
cristiana” . Questo è il prezioso auspicio che don
Gianni Branco rivolge a
tutti i fedeli.
VITULAZIO 13
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
La richiesta di intercessione alla Vergine dell’Agnena
Il Convegno: Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi
DOMENICO CUCCARI
E’ il secondo anno che il Comitato festeggiamenti, nel ricco
programma di eventi, organizza
un’interessante convegno di
studi a carattere storico – religioso dal titolo “Dal culto di
Mitra all’invocazione dei Santi”.
Don Pasquale, moderatore, nel
porgere il saluto ha spiegato le
ragioni di quest’appuntamento
che costituisce l’ “angolo culturale” della festa. Per l’occasione
sono stati invitati due esperti:
don Francesco Pappadia, docente
presso la Pontificia Università S.
Croce in Roma (oltre che destinatario di numerosi incarichi
presso la Diocesi di Capua), e il
dr. Antonio Salerno, funzionario
archeologico del Ministero dei
Beni culturali. Quest’ultimo si è
soffermato su Mitra (originariamente Mithra), divinità persiana,
il cui culto si propagò nell’impero romano tra il I e il IV secolo D. C. Mitra è il signore del
cosmo, fa girare lo zodiaco e il
mondo. Il centro del culto ed il
luogo di incontro dei seguaci era
il mitreo (di cui uno si può visitare nella vicina S. Maria C.V.),
normalmente una grotta o caverna naturale. I mitrei erano
luoghi tenebrosi e privi di finestre, sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la
riproduzione dello zodiaco e dei
pianeti. In ogni tempio mitraico,
il posto d’onore era occupato da
una rappresentazione del dio
Mitra, in genere raffigurato
nell’atto di uccidere un toro, ma
comparivano anche il Sole, e la
Luna ed alcuni animali. Già nel
culto pagano, dunque, c’era
l’idea dell’uomo di rivolgersi
alla divinità, precedendo storicamente la preghiera di intercessione propria dei cristiani rivolta
ai Santi e alla Madonna, come ha
avuto modo di osservare Don
Francesco Pappadia nel suo intervento. Tuttavia, la religione
cristiana si differenzia da tutte le
altre religioni perché è l’unica in
cui è Dio che va verso l’uomo
mandando suo Figlio per la salvezza dell’umanità. Ma che significa “intercessione”?
Intercedere vuol dire il “mettersi
in mezzo” propriamente dei
Santi, chiedere protezione: in
particolare, è la preghiera dei
Santi che rivolgono a Dio per
impetrare grazie particolari a favore dei cristiani che li invocano.
Ma soprattutto per i credenti è
fondamentale rivolgersi a Maria
perché è la corredentrice dell’umanità e perciò è “unica” la
sua ’intercessione: La Vergine
Maria è la mediatrice di tutte le
grazie e non c’è grazia che non
possa ottenere da Dio. Si potrebbe dire che l’intercessione di
Maria supera quella dei Santi infinitamente! Ecco perché è quasi
naturale per i fedeli la devozione
verso la Madre del Signore, così
come è avvenuto nella nostra
comunità. A tal proposito è stato
distribuito un libretto contenente
le richieste di intercessione rivolte dai vitulatini alla Vergine
Santissima dell’Agnena, realizzato in collaborazione con la
casa editrice Piccola Italia di
Giovanni Pezzulo. Il prezioso
documento è stato tratto dal famoso e ricercato libro di Don Alfonso Catone, curato della
Chiesa di Vitulazio, risalente al
1906, “Di cinque antichissime
chiede dell’Archidiocesi di
Capua – Cenni cronostorici”.
Don Pasquale, nel tratteggiarne il
contenuto, ne ha letto alcune:
l’eruzione del Vesuvio del 1872
e (non appare vero pensando alle
bizze del tempo nel periodo
della festa che lascia sempre nel-
l’incertezza) la siccità dell’anno
1873. Ha fatto seguito una mostra iconografica della Vergine
Maria e l’esposizione di antichi
programmi dei festeggiamenti,
uno risalente al 1930 (quando il
nostro paese si chiamava Villa
Volturno) in cui l’ottava era prevista la chiusura alle h. 24. E’
proprio vero certe tradizioni si
tramandano! Pare giusto dare il
merito dell’evento al Presidente
Pasquale Cioppa che ci ha tenuto a ringraziare particolarmente, Giovanni Pezzulo
titolare della Casa editrice Piccola Italia, Lucia Cioppa per i
suoi quadri sulla Vergine, e un
suo stretto collaboratore, Eugenio Cionti, che fortemente ha
voluto questo convegno. E che
l’anno prossimo questa lodevole
iniziativa possa proseguire.
14 EVENTI
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
29 giugno - 03 luglio 2015 presso l’Hotel Plaza di Caserta
XIX Settimana Biblica Nazionale
Organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro” con il patrocinio dell’Associazione Biblica Italiana (ABI)
CS
Sono aperte le iscrizioni alla XIX Settimana Biblica Nazionale, organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose
“S.Pietro” con il patrocinio dell’Associazione Biblica Italiana (ABI). La Settimana avrà inizio il 29 giugno 2015 e
terminerà il 03 luglio 2015, presso l’Hotel Plaza di Caserta. Da quest’anno, dopo
diciannove anni di esperienza concentrati
sull’apprendimento dei libri del Nuovo Testamento e dopo lo studio dell’ultimo,
l’Apocalisse di Giovanni, si comincerà ad
approfondire il Primo Testamento, a partire da “ Il Libro della Genesi, i racconti
delle Origini (capp. 1-12)”.
I relatori, scelti in base al loro valore professionale in quanto esegeti e/o animatori
biblici, saranno la prof.ssa Bruna Costacurta, Ordinario di Esegesi dell’Antico
Testamento presso la Facoltà di Teologia
della
Pontificia
Università
Gregoriana, membro del Consiglio di Presidenza dell’ABI nonché membro della
Pontificia Commissione Biblica, e il prof.
sac. Giuseppe De Virgilio, Docente di
Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia
Biblica alla Pontificia Università della
Santa Croce in Roma e all’Istituto Teologico “Pianum” di Chieti, già presente
anche in altre edizioni della Settimana Biblica.
L’approccio allo studio di un testo sacro
non può prescindere dalla consapevolezza
di rapportarsi innanzitutto ad un’opera con
un linguaggio proprio, di cui si
deve necessariamente conoscere
il funzionamento: si pensi alle
problematiche testuali, stilistiche,
sintattiche e lessicali di cui tener
conto.
Vi è ulteriormente la considerazione che il testo sacro nasce in
contesti storici e culturali completamente diversi dal nostro,
contesti che ne hanno influenzato
la stesura, condizionandola nei
vari momenti in cui è stato, prima
tramandato oralmente, poi messo
per iscritto in modi diversi,
quindi risistemato e riordinato
con aggiunte in successive epoche storiche.
A questa analisi, va aggiunto che
la Sacra Scrittura rappresenta “la
Parola di Dio in parole di uomo”,
in una fusione imprescindibile
che lega due nature diverse nello
stesso brano. Quindi, chiunque
voglia studiare questi testi non
può non tener conto di questo legame.
In altri termini, la conoscenza del
linguaggio e dei contesti storici,
culturali, letterari, tipici della ricerca scientifica per la comprensione delle Sacre Scritture, ha un
senso se, e soltanto se, viene accompagnata da una esplicita prospettiva di fede.
La lettura della Bibbia va sostenuta da un
irrinunciabile atteggiamento di fede ed è
una serena, ma concreta, ricerca di Dio.
La Settimana Biblica di Caserta è nata
proprio per fornire, soprattutto ai laici, gli
strumenti necessari alla comprensione dei
testi sacri. Forse è questo suo obiettivo a
renderla una esperienza così seguita da
persone di tutto il territorio regionale e
nazionale.
Le pre-iscrizioni possono già essere effettuate presso la segreteria organizzativa
affidata
al
Centro
Apostolato
Biblico (CAB) della Diocesi di Caserta,
in piazza Duomo 11, tel. 0823 214556,
ogni lunedì, mercoledì e venerdì, dalle
ore 10:00 alle 12:30.
Per maggiori dettagli, è possibile consultare il sito
web www.centroapostolatobiblicocaserta.it e www.scienzereligiosecaserta.co
m, o scrivere ai seguenti indirizzi di
posta elettronica: [email protected] - [email protected], o contattare il
sac. prof. Valentino Picazio al numero
348 1554271.
EVENTI 15
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Sabato 2 Maggio ore 18:00 Festa dei Santi Patroni
Processione delle
7 Statue d’Argento
CAPUA
ASSUNTA MEROLA
Si svolgerà il due maggio alle
ore 18:00 a Capua la storica e
suggestiva processione dei
Sette busti d’argento, a partire
dalla Cattedrale.
Le statue raffiguranti i santi
Santo Stefano, Sant’Agata,
San Gaetano da Thiene, Sant’Irene, San Sebastiano, Addolorata, Sant’Andrea Avellino
saranno portate in solenne processione per le vie della città.
Al termine seguirà la solenne
Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo S.E.
Mons. Salvatore Visco. La
processione, riproposta lo
scorso anno, dopo ben 73 anni
di silenzio, è una delle manife-
stazioni cittadine più attese e
partecipate.
Originariamente le statue dovevano essere almeno ventuno, così scrive nel 1766
Francesco Granata nel libro
“Storia Sacra della Chiesa metropolitana di Capua”. Molte,
purtroppo, sono andate perse o
distrutte.
Speriamo che il ripristino di
questa processione sia solo
l’inizio di un nuovo percorso
di ricostruzione storica. Chiunque abbia notizie interessanti
inerenti le statue può fornirle
alla Redazione.
Ringraziamo anticipatamente.
10 Maggio 2015
Pellegrinaggio al Santuario di Pompei
ASSUNTA MEROLA
Giorno 10 maggio 2015 Pellegrinaggio al Pontificio Santuario
della Beata Vergine del Santo
Rosario di Pompei.
La partenza è prevista per le ore
14.00 da Largo Santella.
Ore 16.00 Celebrazione Eucaristica durante la quale i bambini
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16 GIOVANI
Anno 6 Numero 16
25 Aprile 2015
Caffè? Why not … e magari
‘corretto’ con un buon libro
C’era una volta una piccola libreria che aveva sconfitto una malvagia slot machine …
GIUSY GRANATA
Un paio di settimane fa vi
avevo lasciato con una
storia di coraggio, quella
della giovane Ruqaya
Fawziya, la prima donna
ad aver aperto una ‘libreria’ in una delle più frequentate vie di Baghdad.
Se nella capitale irachena
ci vuole coraggio, per il
gentil sesso, nello sfidare
una serie di pregiudizi e
chiusure mentali, di matrice perlopiù maschilista,
in Paesi come l’Italia, con
una società fortemente
globalizzata, non meno
difficile risulta essere la
sfida che una giovane
donna raccoglie quando
decide di opporsi con tenacia ad un male ben radicato nel nostro tessuto
sociale: la dipendenza dal
gioco alimentata dall’uso
di slot machine. Facciamo
un piccolo ma doveroso
excursus. Stando a una ricerca del 2014 di Sistema
Gioco Italia (la Federazione cui fanno capo gli
operatori del settore gioco
d’azzardo), sono 790
mila gli italiani a rischio
ludopatia: l’1,65% della
popolazione, quindi, potrebbe finire nel tunnel
della dipendenza. Nel
2013, gli italiani, solo con
le slot machine e le video
lotterie, hanno speso 47,5
miliardi di euro, e il gioco
è una delle dipendenze
che dilaga maggiormente
per la facilità con cui è
presente nella vita di tutti
i giorni, ad esempio con
i video poker nei bar
(senza dimenticare gratta
e vinci e prodotti simili).
E proprio da un bar arriva
una piccola ma significativa svolta: a Viareggio,
nel lato mare di via Aure-
lia Nord, Azzurra
Cerri, titolare del Why
Not? Cafè, ha deciso di
rinunciare alle ‘macchinette’ nel proprio locale e
di sostituirle …. con una
libreria! “Avevo in mente
da tempo l’idea di creare
un angolo dedicato alla
lettura. Finalmente ci
sono riuscita, e i clienti
hanno apprezzato”, racconta la giovane, che preferisce di gran lunga
vedere i clienti scambiarsi
i libri piuttosto che perdere soldi e ore intere davanti ad una slot machine.
“Quando mi rivolsi al
concessionario, mi fu
spiegato chiaramente che
se avessi chiesto la rimozione delle slot in anticipo rispetto alla
scadenza del contratto
avrei dovuto pagare una
penale di 1000 euro per
ogni anno che mancava al
termine naturale del rapporto (gli accordi vengono stipulati su base
quinquennale)”, ha dichiarato Azzurra al Tirreno (Edizione Versilia).
Due anni di lotta con i gestori delle apparecchiature, facendo “su e giù
per uffici, litigate con i
loro call center – spiega
la giovane –. Però io ero
abbastanza determinata.
Alla fine, forse, loro si
sono stancati di me: mi
hanno chiamato e mi
hanno detto ‘Ci hai rotto
le scatole, togliamo le
macchinette!’. Finalmente, dunque, arriva la
revoca della licenza. Ben
venga qualche ‘scatola
rotta’ in cambio di un bell’angolino-libreria, per la
felicità dei clienti del bar
che, come spiega Azzurra, “hanno accolto
molto bene la novità:
sente di fare la cosa giusta, soprattutto quando
c’è ‘in gioco’ (mi si passi
il termine evocativo, dato
il contesto) la vita di altre
persone, ebbene, bisogna
agire. Ed è quello che ha
fatto la giovane Azzurra.
È curioso notare che sulla
parete perpendicolare alla
libreria, che è in attesa di
essere ingrandita, la giovane ha voluto riportare il
testo di “Imagine”, celeberrima canzone di John
Lennon: “È l’inno alla
pace. Ci stava!”. Mettersi
contro il sistema equivale,
purtroppo, a dichiaragli
guerra, o meglio: è il sistema che la dichiara a
chi vuole fare il proprio
lavoro stando in pace con
se stesso e con gli altri.
Ma una piccola battaglia,
qui, è stata vinta. Suonerebbe un po’ così: “Da
queste parti non si ‘gioca’
con la vita, al massimo la
si rende più piacevole con
un buon libro e … why
not? Cafè”.
molti di loro mi hanno regalato libri, anche con dediche, da mettere nella
libreria e sugli scaffali.
Addirittura chi era giocatore di macchinette mi ha
portato libri. Tuttora, persone colpite dal mio gesto
vengono a vedere il bar o
a farmi i complimenti per
la mia scelta, e questo mi
rende molto
orgogliosa. Lo spazio è
piccolo, serve più come
scambio con altri libri o
per prenderne qualcuno in
prestito”. Azzurra non
pensava che avrebbe attirato così tanta attenzione:
per lei, prendere questa
decisione è stato un gesto
logico e assolutamente
doveroso che, tuttavia, in
quanto raro, viene celebrato da giornali e tv. Parlarne, però, fa bene: viene
voglia di imitare quella
‘straordinarietà’ che, di
fatto, dovrebbe essere
l’ordinario. Viene voglia
di iniziare a svuotare
quella valigia piena di
sogni che ognuno di noi
si trascina, spesso a fatica, perché la si carica in
continuazione di desideri
senza riuscire a ‘smaltirli’
nel corso del tempo. E
così, quelli che, al principio, sono semplici desideri, assumono via via le
fattezze di un rimpianto,
un qualcosa di mai realizzato. Tuttavia, quando si
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Edizione Nr. 16 – Visualizzazione e