Anche il ceto medio in coda dai Compro oro
n sentiero tra i ricordi di famiglia e il rischio indigenza è
lungo al massimo una decina
di metri. A Roma in Monte di
Pietà - assicurano - persino
meno, se nella splendida piazza a due passi da Campo de'
Fiori pullulano una serie di
Compro oro uno accanto all'altro. A Milano, in viale Certosa 92, bisogna solo attraversare la strada: dallo sportello
del credito su pegno di Ubi c'è
solo lo spartitraffico a delimitare la corsia degli autobus.
«Disimpegno polizze». Due
parole ammiccanti sull'insegna, 20 euro circa al grammo e
la polizza appena stipulata (e
con sé la catenina regalata dalla mamma ormai defunta) lasciata nelle mani di chi ha soldi contanti e la necessità di lucrare con un modello simile al
trading online: veloce, immediato, pronto a spuntare possibili plusvalenze in base alle
quotidiane oscillazioni del valore dell'oro. Poco importa che
l'anello appena riscattato venga fuso in un batter di ciglia
(nonostante la normativa anti-riciclaggio prescriva un lasso di tempo di 15 giorni).
Dice Franco Stramezzi, responsabile del settore per Uni-
credit, che più di segnalare alle autorità non si può, ma certo colpisce come nelle vicinanze degli sportelli del
credito su pegno delle banche
di tutta Italia ci sia sempre (fateci caso) un Compro oro die è
proprio lì a far da indotto. In
altre parole: succede che si abbia bisogno di una liquidità
immediata per far fronte a una
spesa imprevista. Il conto corrente langue, mentre ottenere
un prestito risulta complicato
per la mancanza di garanzie
sufficienti. Così non resta che
«impegnare» l'oro di casa negli sportelli degli istituti che
fanno questo servizio antichissimo (Unicredit ha agenzie in diverse parti d'Italia, ora
sta aprendo anche a Genova e
Torino, Ubi Popolare Commercio e Industria è attiva soprattutto in Lombardia, Intesa
Sanpaolo ne ha sei, da Venezia
a Napoli). Lasciato il monile, il
funzionario fornisce una polizza al portatore (la si può trasferire come si fa con un normale libretto) riconoscendo
per il metallo più prezioso circa undici euro al grammo
(mediamente l'8o% della valutazione dell'oggetto, frutto del
combinato-disposto del valore in sé e della domanda presunta del mercato). Poi con
tassi d'interesse annuali che
oscillano dal 6,5% al 11% a seconda delle banche si prowederà a rimborsare il prestito
oppure - ma succede molto
raramente (nel 5% dei casi circa) - il bracciale della nonna
andrà all'asta per essere venduto al migliore offerente.
Peccato questo schema venga inficiato sempre più spesso
dalla concorrenza dei Compro
oro che ingolosiscono chi è
appena uscito dalla banca riconoscendo qualche centinaio
di euro in più in cambio della
polizza appena stipulata. E a
quel punto l'oggetto è perso.
Spiega Stramezzi che il credito
su pegno «serve a dare liquidità a chi sta fronteggiando
un'emergenza e al tempo stesso permette di conservare
l'oggetto impegnato potenzialmente all'infinito» (ma gli
interessi vanno comunque pagati). Aggiunge Sergio Cavagna, 80 anni, memoria storica
di Ubi e gemmologo di professione, che la Grande Crisi non
sta provocando capannelli
fuori dalle agenzie, ma è pur
vero che _si_assisfeja_ un lento
ma inevitabile cambiamento
della clientela: «Prima venivano da noi persone a rischio
povertà, ora vengono tutte le
classi sociali. Come se la prospettiva di soldi immediati
senza troppi perché sia ormai
trasversale». Tale da coinvolgere - segnala Stramezzi - anche «piccoli imprenditori e
professionisti alle prese con il
fisco e il pagamento degli stipendi dei dipendenti». A questo tema se ne sovrappone un
altro che investe il terreno della formazione. Dice Cavagna,
ma è umore diffuso anche in
altri istituti di credito, come
sia sempre più complicato trovare giovani estimatori capaci
di valutare un prezioso. Proprio ora che - rileva Stramezzi
- la qualità degli oggetti impegnati sia più bassa e le imitazioni (come nel caso degli orologi) più sofisticate. Cosi ci si
trova di fronte al paradosso
che la clientela di massa finisce per rivolgersi agli oltre 30
mila Compro oro con il rischio
di bilance taroccate ed estimatori di dubbio valore, mentre
le banche sono a corto di personale per il loro servizio.
Fabio Savelli
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