STAGIONE CONCERTISTICA
DEL CONSERVATORIO DI MILANO
ASPETTANDO EXPO 2015
I
SAPORI DELLA
MUSICA
Ingresso libero fino ad esaurimento
dei posti disponibili
SABATO 10 E DOMENICA 11 MAGGIO
SALA VERDI
Offerta volontaria a partire da 10 euro,
a favore del restauro degli strumenti antichi
del Museo del Conservatorio
L’OPERA IN CONSERVATORIO
SIBERIA
Con il sostegno di
Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Via Conservatorio, 12 - 20122 Milano
Tel. 0039 (0)2 762110.206
www.consmilano.it
Opera lirica in tre atti di Umberto Giordano (1867-1948)
Su libretto di Luigi Illica
(In forma di concerto)
Progetto in collaborazione con il Conservatorio N. Rimskij-Korsakov
di San Pietroburgo
LA RIPRESA DI SIBERIA AL CONSERVATORIO DI MILANO
Innanzitutto qualche notizia enciclopedica sul musicista: nato a Foggia il 28 agosto 1867, Umberto Giordano sin da giovanissimo inizia lo studio della musica al
Conservatorio di Napoli. Allievo prediletto del maestro
Paolo Serrao, nel 1888 partecipa al concorso Sonzogno
per opere in un atto, dove la sua Marina suscita grande interesse: l’editore gli commissiona così Mala vita.
Umberto Giordano conobbe un vero successo alla rappresentazione di Andrea Chénier, in prima assoluta
alla Scala nel 1896, che diventerà l’opera giordaniana
più conosciuta. Dopo un paio di anni, il maestro ottenne un altro successo con Fedora. Tra le dodici opere,
ricordiamo ancora Marcella, Mese Mariano, Giove a
Pompei, La cena delle beffe. Oltre al repertorio operistico, Giordano ha composto anche brani vocali,
qualche sinfonia e dei mottetti che hanno avuto meno
fortuna. Muore a Milano il 12 novembre 1948.
Siberia è un’opera naturalmente meno conosciuta di
Andrea Chénier, ma ha comunque buoni motivi d’interesse. In quel periodo storico, in cui operarono anche Mascagni, Leoncavallo e Cilea, vennero proposte
vicende e ambientazioni tratte dalla vita reale, abbastanza diverse rispetto a quelle della tradizione ottocentesca. Con Siberia il musicista ha tuttavia dichiarato una posizione anti-verista. Ha sostenuto infatti di
non aver voluto scrivere un’opera basata sulla realtà
storica, ma di aver scelto una narrazione di pura fantasia. Giordano si era tuttavia informato: l’inviato del
“Corriere” Luigi Barzini gli aveva mostrato un reportage fotografico dalla Siberia. In questa che potremmo
definire una “Traviata slava”, la Siberia è un castigo
scelto per spirito di sacrificio e desiderio di redenzione
di una donna perduta.
Andata in scena alla Scala il 19 dicembre 1903, ottenne grande successo anche all’Opéra di Parigi nel 1905,
dove un commentatore d’eccezione come Gabriel Fauré
la definì come il miglior prodotto della Giovane Scuola
Italiana. L’opera entra subito in repertorio e ci resta
per alcuni decenni, ma, con l’alternanza delle mode
culturali, dal secondo dopoguerra viene quasi completamente dimenticata. Stranamente Siberia, malgrado
il soggetto che poteva incuriosire, non venne mai rappresentata in Russia; solo un paio d’anni fa, Dmitrij
Bertman (direttore, fondatore e regista principale del
Teatro Lirico di Mosca), ha finalmente rivolto la sua
attenzione a questo titolo.
Il librettista Luigi Illica, collaboratore anche di Puccini e di altri musicisti, scelse il grande tema della deportazione in Siberia, caro alla letteratura russa: si pensi
alle Memorie da una casa di morti di Dostoevskij e a
Resurrezione di Tolstoj; nel 1899 egli aveva già proposto un soggetto simile a Puccini, che rifiutò dopo pochi
giorni, scrivendogli che “non gli piaceva troppo”. La
genesi di Siberia è contemporanea a quella di Madama
Butterfly, rappresentata alla Scala nella stessa stagione. Melodramma con finale tragico, è la storia di una
cortigiana che segue il suo amato ai lavori forzati e
muore in un fallito tentativo di fuga.
Questa la vicenda: nel primo atto ci troviamo nella villa donata dal principe Alexis alla cortigiana Stephana.
Gléby, amante di Stephana, che non è ancora rincasata, la deve informare di un’importante questione. La
vecchia cameriera Nikona tenta di fargli credere che
la giovane è a letto indisposta. Ella rientra nel frattempo da una porta secondaria; rincasa anche Alexis
in compagnia di amici, con i quali si mette a giocare a
carte. Entra anche Vassili, figlioccio della cameriera e
giovane ufficiale di cavalleria, che narra di essere innamorato di una ricamatrice: è per lui un duro colpo scoprire che la fanciulla amata è la mantenuta Stephana,
la quale lo invita a dimenticarla. Gli insulti di Alexis
nei confronti della donna, difesa da Vassili, portano a
un duello in cui il principe viene ferito.
Il secondo atto è ambientato in Siberia. Stephana giunge in slitta fra i forzati e chiede di parlare con il condannato Vassili: gli dice che rinuncerà per sempre alla
sua vita agiata per seguirlo e redimersi.
Nel terzo atto ci spostiamo nelle miniere oltre il lago
Bajkal. Nelle misere abitazioni dei forzati, arriva il
losco Gléby, anche lui condannato; vuole fuggire con
Stephana, che si oppone. Durante la festa di Pasqua,
l’uomo racconta in pubblico della sua relazione con la
donna e del suo vergognoso passato. Vassili vuole difendere la reputazione della sua amata, ma lei gli tiene
testa, dando a Gléby dello sfruttatore, dell’usuraio e
del falsario. A questo punto i due amanti, Stephana e
Vassili, tentano la fuga attraverso un pozzo, ma il vendicativo Gléby dà l’allarme. Mentre la musica s’interrompe, nel lungo e tragico finale, entrano il governatore, l’ispettore, alcuni ufficiali e soldati, che si dirigono
verso la via di fuga e sparano; la donna viene colpita da
una pallottola di fucile e muore tra le braccia di Vassili,
baciando “quell’arida terra di lacrime e d’amore”.
Musicalmente, Giordano sceglie il melodizzare virile e appassionato del verismo musicale, mescolando
all’enfasi delle sue progressioni qualche citazione del
canto tradizionale russo (“Volga, Volga”). L’opera, si
diceva, ebbe successo fino alla seconda guerra mondiale: Toscanini ha diretto in concerto radiofonico il
torbido e tormentato Preludio al secondo atto, che è
forse il migliore dell’opera. Ha scritto Fauré, nella sua
recensione su “Le Figaro” del 1905: “il secondo atto si
collocherà fra le pagine più singolari e accattivanti che
possa offrire la moderna musica drammatica”. L’opera non contiene arie a sé stanti, ma in passato Maria
Caniglia cantava “Qual vergogna” dal terzo atto. In
tempi recenti Renée Fleming ha cantato in concerto alcune delicate gemme melodiche di Siberia: “No, se un
pensier…” e persino “Nel suo amore rianimata” in un
diffusissimo programma televisivo americano. Ancora
Fauré ha suggerito per la musica di Siberia una definizione equilibrata: “se non sempre vi si trova originalità, di volgarità non se ne incontra mai”.
Una curiosità: Giordano ebbe un destino “conservatoriale” simile a quello di Verdi. Prima di iscriversi a
Napoli, tentò invano di accedere al conservatorio della
sua città natale, dove venne respinto. Il Conservatorio di Foggia è naturalmente oggi intitolato a Umberto
Giordano, l’aspirante allievo poco considerato, che ha
trovato la sua strada altrove…
Sara Sartancangelo
Allieva del Biennio del Corso di Discipline storiche,
critiche e analitiche della musica
STAGIONE CONCERTISTICA DEL CONSERVATORIO
I EDIZIONE
ASPETTANDO EXPO 2015
I SAPORI DELLA MUSICA
L’OPERA IN CONSERVATORIO
Siberia
Opera lirica in tre atti di Umberto Giordano (1867-1948)
Su libretto di Luigi Illica
(In forma di concerto)
Sabato 10 e domenica 11 maggio
�
Foyer di Sala Verdi
Sabato 10 maggio ore 19.15
Il M° Guido Salvetti introdurrà l’opera, con esempi al pianoforte
�
Sala Verdi
Sabato 10 maggio
ore 21.00
Olga Georgieva
Anastasia Meshchanova
Sara Rossini
Viacheslav Lesik
Mikhail Troyan
Damir Sakirov
Pasquale Conticelli
Marcos Kleovoulou
Marcos Kleovoulou
Gregori Jackerson
Santo Lico
Santo Lico
Lucas Moreira Cardoso
Domenica 11 maggio
ore 18.00
Stephana
Nikona
Fanciulla
Vasili
Gleby
Alexis
Ivan, Il sergente, Il cosacco
Il governatore
Il banchiere
L’invalido
Walinoff
Il capitano
L’ispettore
Elisa Balbo
Carlotta Vichi
Claudia Strano
Viacheslav Lesik
Demetrio Colaci
Damir Sakirov
Pasquale Conticelli
Marcos Kleovoulou
Gregori Jackerson
Oganes Avakyan
Oganes Avakyan
Santo Lico
Filippo Rotondo
Direttore del Coro Maria Grazia Lascala
Orchestra Sinfonica e Coro
del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Direttore
Sergej Fedoseev (sabato10 maggio)
Marco Pace (domenica 11 maggio)
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