—— Oltre Palco—— — magazine Teatro Carlo Felice Torna al Carlo Felice In Mo Yang, il violinista ventenne vincitore della 54ª edizione del Premio Paganini. Accanto a lui, un altro giovane musicista di grande talento, il direttore britannico Alpesh Chauhan. 02.2016 Venerdì 26 febbraio, alle ore 20.30, risale sul palco del Carlo Felice In Mo Yang, il ventenne violinista sudcoreano vincitore, nel 2015, della 54ª edizione del Premio Paganini. Un trionfo assoluto, il suo, l’anno scorso: oltre al massimo riconoscimento assegnato dalla giuria (presieduta da Fabio Luisi), Yang ha vinto anche il premio del pubblico {N/2} e quello per la migliore esecuzione di un brano contemporaneo. Erano due edizioni (2008 e 2010) che il Premio Paganini non aveva un vincitore: Yang, con il suo virtuosismo, la bellezza del suo suono e la sua musicalità, ha interrotto questa tradizione negativa e da allora la sua carriera non si è più fermata. Ritorna a Genova con il Concerto n. 3 per violino e orchestra in si minore op. 61 di Camille Saint-Saëns. Accanto a lui, un altro giovane musicista di talento, il direttore britannico Alpesh Chauhan. Teatro Carlo Felice Testo di Massimo Arduino Il Carlo Felice apre le porte al grande musical Le nove vite dei gatti di Jellicle 02.2016 21 anni di repliche a Londra e poi tournée in tutto il mondo: arriva Cats di Andrew Lloyd Webber, uno dei più grandi successi nella storia del musical Nel 1980 Andrew Lloyd Webber ha 33 anni ed è alla ricerca di un soggetto per un nuovo musical. Esattamente dieci anni prima si era imposto sui palcoscenici di tutto il mondo, insieme al paroliere Tim Rice, con Jesus Christ Superstar. Nel 1976 era stata la volta di Evita ad ottenere uno straordinario successo, seguito dal deludente Tell Me on a Sunday, che verrà ripreso con maggior fortuna nel 2003. Terminato con Evita il sodalizio artistico con Rice, la scelta del nuovo libretto da musicare cade su un grande della letteratura inglese, niente meno che Thomas Stearns Eliot, l’autore di Assassinio nella cattedrale, e, per l’esattezza, su una sua raccolta di poesie del 1939: Old Possum’s Book of Practical Cats. Il Musical si chiamerà semplicemente Cats e andrà in scena in prima mondiale al New London Theater nel West End di Londra l’11 maggio 1981 con la regia di Trevor Nunn, le coreografie di Gillian Lynne e le scene di John Napier. Il successo fu tale che le repliche cessarono esattamente 21 anni dopo, mentre le tournée sono ancora in corso in tutto il mondo, tra cui questa, con regia, scene e coreografia originali, in programma al Carlo Felice dal 18 al 21 febbraio. La trama è semplice, quasi un pretesto per inanellare una serie di splendide canzoni a tema rigorosamente felino. Una volta all’anno, in un cortile del quartiere di Jellicle, il decano dei gatti londinesi, Old Deuteronomy, convoca tutti i suoi colleghi a quattro zampe per ascoltare le storie di quei mici che hanno esaurito le loro nove vite: al termine della notte sarà scelto il gatto più meritorio per entrare nel Paradiso dei Gatti, l’Heaviside Layer, da cui ricomincerà poi a vivere ulteriori nove vite. Tanti e di tutto rispetto i candidati che, cantando e ballando, illustrano i propri meriti alla comunità felina: dalla vecchia gatta Jennyanydots, che di notte insegna musica e uncinetto ai topolini, ai dispettosissimi Mungojerrie and Rumpelteazer, da Rum Tum Tugger, gatto rubacuori, a Skimbleshanks, curioso gatto ferroviere. Non mancheranno i colpi di scena: il perfido Macavity, il gatto criminale ricercato pure da Scotland Yard, arriverà persino a rapire il vecchio Old Deuteronomy, che verrà, però, fatto ricomparire magicamente da Mr. Mistoffelees, non a caso il miglior gatto prestigiatore di Londra. La prescelta sarà alla fine Grizabella, la gattina vecchia e spelacchiata ma servita da Webber della canzone più bella, quella Memory entrata nel repertorio di tutte le grandi cantanti del mondo, prima fra tutte Barbara Streisand. pag. 2 OltrePalco {N/2} Testo di Marco Pescetto Torna al Carlo Felice In Mo Yang, il ventenne violinista sudcoreano vincitore della 54ª edizione del Premio Paganini Musica sinfonica 2.0: tre classici del repertorio nelle mani di due interpreti della nuova generazione Il violinista sudcoreano In Mo Yang e il direttore britannico Alpesh Chauhan, entrambi giovanissimi e già affermati, interpretano pagine celebri di Saint-Saëns e de Falla 02.2016 Due musicisti giovani e di grande talento sono i protagonisti del concerto sinfonico del 26 febbraio alle ore 20.30: il violinista sudcoreano In Mo Yang, trionfatore l’anno scorso alla 54ª edizione del Premio Paganini, e il direttore britannico Alpesh Chauhan, stella nascente tra i direttori d’orchestra della nuova generazione. Accanto a loro, il mezzosoprano Annunziata Vestri, voce solista nell’ultimo brano in programma. La serata si apre con il Concerto n. 3 per violino e orchestra in si minore op. 61 di Camille Saint-Saëns, composto nel marzo 1880 e dedicato al famoso violinista e compositore Pablo de Sarasate, che lo tenne a battesimo. Articolato in tre movimenti (“Allegro non troppo”, “Andantino quasi Allegretto”, “Molto moderato e Maestoso-Allegro non troppo”), è un lavoro caratterizzato da una felice invenzione melodica e da un’impressionante finezza ed eleganza di scrittura, che necessitano di un imponente impegno interpretativo, specie nel secondo movimento, a tratti di carattere elegiaco, e nel corale finale, che ricorda la conclusione del Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra. Segue una delle più popolari pagine di SaintSaëns, la Danse macabre, eseguita per la prima volta il 25 gennaio 1874 ai Concerts Colonne di Parigi. Per questa composizione l’autore si ispirò al poemetto grottesco di Henri Cazalis in cui, sulla traccia di Goethe, si immagina una scena parodistica (e al tempo stesso inquietante) in cui la Morte, suonando un violino scordato in un cimitero, evoca dalle tombe i corpi dei trapassati trascinandoli in una danza infernale. La musica non accoglie le ordinarie suggestioni demoniache, ma prende le mosse dall’originale rilettura per cercare il “caratteristico” in una strumentazione ammiccante e spiritosa. Il grande senso dell’orchestrazione, la passione per l’esoterismo e la ricca sensibilità artistica del maestro ne fanno un brano di grande suggestione. Chiude il concerto la suite da El amor brujo, balletto di ambientazione andalusa su soggetto di Gregorio Martínez Sierra, che, assieme a El sombrero de tres picos, è tra le composizioni più note e popolari di Manuel de Falla. Dopo un’accoglienza non esaltante alla prima rappresentazione il 15 aprile 1915, il balletto fu rivisto dall’autore, che rimise le mani sulla parte strumentale e allargò l’organico. In tale nuova veste fu ripresentato al Teatro Trianon Lyrique di Parigi con la coreografia di Antonia Mercé. Il successo questa volta fu trionfale. I personaggi che animano il balletto sono due giovani gitane, Candelas e Lucia, Carmelo e uno Spettro che simboleggia la figura di colui che in passato fu amante della vivace Candelas. Costei, con l’arrivo della primavera, vorrebbe cedere alle lusinghe pressanti del giovane Carmelo, che la corteggia, ma , tutte le volte che i due innamorati tentano di baciarsi, appare lo Spettro a dividerli. Conoscendo il debole del defunto per le belle ragazze, che sembra durare ancora, Carmelo persuade la vezzosa Lucia, amica di Candelas, ad attirare lo Spettro e a distogliere così la sua attenzione. Infatti, quando il fantasma ricompare per disturbare il colloquio amoroso tra Candelas e Carmelo, Lucia lo conquista con la sua bellezza e civetteria, permettendo ai due innamorati di baciarsi indisturbati, così da porre fine al fastidioso incantesimo. Su questo tema, che può sembrare scherzoso, ma ha un risvolto cupo e drammatico, de Falla ha costruito una musica di gusto popolare e zingaresco, ispirata al cante jondo, canto vocale del flamenco andaluso sorretto da figurazioni ritmiche tipiche della danza spagnola. pag. 3 Teatro Carlo Felice Paganini e Ravel, compositori-stregoni Il violinista Sergej Krylov, erede della grande tradizione violinistica russa, e il giovane e promettente direttore australiano Daniel Smith alle prese con due partiture che “stregano” “Ieri sera il Signor Paganini ha dato al Teatro Sant’Agostino l’annunziata Accademia. […] Paganini in quest’Accademia ha giustificato, ha superato l’aspettativa generale. Egli ha eseguito con una facilità e grazia sorprendenti le cose più difficili e superato colla stessa facilità le difficoltà insuperabili a qualunque altro. […] Non è possibile esprimere la sorpresa, la gioia, quella specie di estasi con cui nel più profondo silenzio gli spettatori ne bevevano l’armonia, e le clamorose acclamazioni e gli applausi ne’ quali prorompevano poi; l’orchestra si è unita agli spettatori per applaudire. Paganini insomma è un prodigio, e sia un angelo, sia un diavolo, è certamente il genio della musica.” Gazzetta di Genova, 10 settembre 1814 “Cloe non attese più a lungo, ma un po’ perché lusingata dalla lode, un po’ perché da tempo desiderava baciare Dafni, si mosse di slancio e gli diede un bacio, senza maestria né arte, ma ben capace di infiammare un’anima. Dafni, come se avesse ricevuto non un bacio ma un morso, rimase, lì per lì, accigliato; provava ripetutamente brividi di freddo e cercava di placare i tumultuosi palpiti del cuore; voleva guardare Cloe, ma, al vederla, si riempiva di rossore.” 02.2016 Longo Sofista, Dafni e Cloe, Rizzoli, trad. dal greco di Maria Pia Pattoni Genova città di Paganini, del suo “Cannone”, del suo concorso internazionale. Genova città del violino, insomma. La stagione sinfonica 2015/16 del Carlo Felice rende omaggio a questo binomio città-strumento dando ampio spazio al grande repertorio per violino e orchestra e ai suoi massimi interpreti di oggi. Dopo In Mo Yang, vincitore l’anno scorso della 54ª edizione del Premio Paganini, solista il 26 febbraio nel Concerto n. 3 di Saint-Saëns, il 4 marzo è la volta di Sergej Krylov, attualmente uno dei più alti rappresentanti della grande tradizione violinistica russa. Il maestro moscovita esegue quello che è forse il concerto più ricco di inventiva melodica e innovazione tecnica tra quelli paganiniani: il Concerto n. 2 in si minore per violino e orchestra op. 7 M.S. 48, detto “La Campanella” per via di quel famoso, funambolico “Rondò” finale in cui lo strumento solista imita ossessivamente il tintinnare di una campanella. Una di quelle pagine di Paganini che, all’epoca (il concerto è del 1826), sconvolsero non solo il pubblico in cerca di spettacolo, ma anche i compositori a caccia di nuove idee: basta pensare all’imitazione pianistica – altrettanto tintinnante – che ne fece Liszt. A fianco di Krylov, il giovane direttore australiano Daniel Smith, che debutta sul podio del Carlo Felice sulla scia della vittoria dei più importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra e accompagnato da recensioni entusiastiche da parte della critica. Completa il programma il brano che rappresenta la summa del magistero orchestrale di Maurice Ravel, la suite dal balletto Daphnis et Chloé. Composta nel 1911 per i “Ballets Russes” su richiesta del suo direttore Diaghilev, la partitura, ispirata all’amore contrastato tra Daphnis e Chloé raccontato dalla mitologia greca, è una delle più ammalianti mai concepite per un organico orchestrale e corale: prima ancora che ritmo e melodia, questa musica è suono allo stato puro, un flusso e riflusso di onde acustiche e timbriche, dai mille colori, che punta a incantare e ipnotizzare l’ascoltatore. In questo senso, l’abbinamento con Paganini è azzeccato; personalità, culture, epoche, stili diversi (così italiane, rossiniane, le fluenti melodie di Paganini, così francesi le raffinate, ambigue e sospese armonie di Ravel), ma uno stesso scopo: comporre musica che “strega”. pag. 4 OltrePalco {N/2} In scena a partire dal 17 marzo il Donizetti più sublime Il ritorno di Roberto Devereux, la vocalità femminile al massimo della sua eleganza Dopo oltre vent’anni torna in scena a Genova Roberto Devereux di Donizetti, trionfo del belcanto, con una protagonista d’eccellenza: Mariella Devia Sonia Ganassi 02.2016 Mariella-Devia Sarà, in assoluto, solo la quarta messa in scena genovese, dopo due ottocentesche e una, l’unica novecentesca, nel 1993 (con Raina Kabaivanska, Gloria Scalchi, Vincenzo La Scola). Un delitto musicale, dato che Roberto Devereux di Donizetti, al debutto al Carlo Felice il 17 marzo, è un capolavoro, ingiustamente trascurato fino al 1964, quando dal Teatro S. Carlo di Napoli (dove aveva debuttato nel 1837) iniziò la sua riscoperta, grazie in particolare all’interpretazione di Leyla Gencer. Un capolavoro perché perfetto è l’equilibrio che, nel Devereux, Donizetti raggiunge tra l’emotività della musica e le emozioni che animano i personaggi del libretto di Salvadore Cammarano (ricavato da uno precedente di Felice Romani, tratto a sua volta dalla tragedia Élisabeth d’Angleterre di Jacques-François Ancelot). L’ambiente nobiliare in cui si svolge la vicenda, la corte di Elisabetta I d’Inghilterra, ispira il lato sublime della fantasia musicale donizettiana: l’amore segreto, il tradimento, la delusione d’amore, il sospetto, la morte, la follia, temi tipici della tragedia di corte, sono messi in musica da Donizetti non come un focoso precursore di Verdi, ma come un erede della trasparenza (musicale e drammaturgica) mozartiana. E su tutto, trionfa il belcanto, la vocalità femminile al massimo della sua possibile eleganza – anche quando deve cantare la follia. La scena finale, con Elisabetta in preda al delirio non meno di Lucia nella Lucia di Lammermoor, è una delle più difficili e drammatiche dell’intero genere belcantistico. A Genova, a dar voce a Elisabetta sarà una delle sue maggiori interpreti viventi, Mariella Devia. Accanto a lei, nel ruolo di Roberto, conte di Essex, il tenore Giuseppe Gipali, e in quello della rivale Sara, duchessa di Nottingham, un’altra primadonna: il mezzosoprano Sonia Ganassi. La messa in scena è firmata da Alfonso Antoniozzi, baritono di fama mondiale e, dal 2008, anche regista. L’allestimento è una coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice, Fondazione Teatro La Fenice e Fondazione Teatro Regio di Parma. pag. 5 Teatro Carlo Felice Il 3, 4 e 5 marzo, all’Auditorium Montale, il nuovo spettacolo di Teatrodanza della Stagione Young Dalla parte di Penelope 02.2016 L’Odissea dal punto di vista di Penelope, simbolo antico di una moderna “resilienza” tutta al femminile, è l’originale idea di Io sono Penelope, il prossimo appuntamento della Stagione Young Qual è la vera storia di Penelope? Chi è Ulisse? Cosa ha fatto Penelope per venti anni prima del ritorno di suo marito? Io sono Penelope, uno spettacolo di Teatrodanza pensato per il pubblico dei giovani che segue la Stagione Young, è la storia di Penelope e Ulisse in un racconto appassionato, pieno di colpi di scena, ambientato nell’antica Grecia. Penelope: una donna che ha dovuto trovare dentro di sé la forza e l’astuzia per resistere agli assalti dei Proci e del tempo. Una donna in equilibrio perenne tra apparenza e essenza, una donna che già nel IX secolo ha saputo dare significato al termine “resilienza”, una strategia vincente, che la rende simbolo di chi non si arrende, ma con tenacia e astuzia oppone sé stessa, con animo e mente ferma, fino al perseguimento del suo obbiettivo. Un racconto con due piani di lettura che affascina i più giovani trasportandoli nel mondo del mito, ma che coinvolge gli adulti nella sottile trama di una tela tessuta di giorno e disfatta di notte e che intreccia, come trama e ordito, teatro e cinema. Lo spettacolo è prodotto da “Il Borgo Teatrale” e va in scena all’Auditorium Montale nei giorni 3 (ore 9.30 e ore 11), 4 (ore 9.30 e ore 11) e 5 marzo (ore 16) 2016. Il testo e la regia sono di Fabrizio Lo Presti, i costumi di Sara Angiolini, le musiche di Andrea Anzaldi, il trucco e parrucco di Daniela Calleri. Gli interpreti: Penelope (Alessandra Caviglia), Ancella danzatrice (Sara Due Torri), Tiresia (Jenny Costa). Appariranno inoltre in video: Fabrizio Lo Presti (Ulisse), Giuseppe Provato (Polifemo), Paolo Pilosio (Achille), Francesca Lo Russo/Alessandra Caviglia (Circe), Fabrizio Giacomazzi (Re Priamo). Tela sottile, tela grande, immensa, A oprar si mise, […] Intanto, Finché il giorno splendea, tessea la tela Superba; e poi la distessea la notte Al complice chiaror di mute faci. Così un triennio la sua frode ascose, E deluse gli Achei. […] Omero, Odissea (trad. Ippolito Pindemonte) pag. 6 OltrePalco {N/2} Musicaperitivo “Musicaperitivo”, ovvero: ascoltare la grande musica a metà mattina, sorseggiando un aperitivo. Continua con successo l’iniziativa sostenuta come Main Sponsor da Carispezia (in collaborazione con GNV) e curata, per l’aperitivo, da Mentelocale. Domenica 21 febbraio, alle ore 11 nel foyer del Teatro, Giorgio Bruzzone dirige l’Orchestra del Carlo Felice in “Distillato d’opera”, una serie di fantasie orchestrali sui temi più celebri di Rigoletto, La bohème, Andrea Chénier, Tosca. Domenica 28 febbraio, sempre alle ore 11 ma questa volta nella sala grande del Teatro, Pablo Assante (Maestro del Coro del Carlo Felice) dirige orchestra e coro nel Requiem di Mozart. Ancora in Teatro alle ore 11, domenica 6 marzo Giovanni Porcile dirige musiche di Schubert (Ouverture in Re maggiore “in stile italiano” D. 590 e Sinfonia n. 3 in Re maggiore D. 200) e Haydn (Sinfonia concertante in Si bemolle maggiore op. 84 Hob. I:105) con solisti Dario Sartori (oboe), Luigi Tedone (fagotto), Pier Domenico Sommati (violino), Pierluigi Sanarica (violoncello). Domenica 13 marzo, alle ore 11, si ritorna nel foyer con l’ensemble Archi all’Opera, ovvero Pier Domenico Sommati, Marco Ferrari (violino), Giuseppe Francese (viola), Giulio Glavina (violoncello), che, insieme a Guido Ghetti (oboe) e Annarita Cecchini (soprano), esegue musiche di Rossini, Bach e Pachelbel. Dentro la musica con le parole 02.2016 Come sempre molte le iniziative per approfondire la musica strumentale e operistica promosse, a ingresso libero, dal Carlo Felice. All’Auditorium Montale, il 20 febbraio alle ore 16, Lorenzo Costa prosegue il suo viaggio nella “Storia della Sinfonia” con la seconda parte del ritratto dedicato a uno dei più importanti sinfonisti del Novecento, Dmitrij Šostakovič. Il 12 marzo, sempre all’Auditorium Montale alle ore 16, Athos Tromboni tiene la conferenza Roberto Devereux: ovvero, tre patiboli per una sciarpa, approfondimento del capolavoro di Donizetti che debutterà al Carlo Felice il 17 marzo. Entrambi questi appuntamenti sono organizzati in collaborazione con l’Associazione Amici del Carlo Felice e Amici del Conservatorio N. Paganini. Inoltre, il 14 marzo alle ore 17.30, presso lo spazio eventi de la Feltrinelli Libri e Musica di Genova, nuovo appuntamento con il ciclo “Un pomeriggio all’Opera”, giunto ormai alla quarta edizione. Questa volta il pubblico avrà l’opportunità di incontrare i protagonisti di Roberto Devereux. Al termine dell’incontro, un raffinato rinfresco offerto da Agenda del Teatro. Opere da guardare per aiutare a vedere Il Carlo Felice ospita la 2ª Triennale Artistica della Solidarietà per la raccolta di fondi a favore della Fondazione Onlus Banca degli Occhi Lions Melvin Jones Quando nel 2013 prese il via la 1ª Triennale Artistica della Solidarietà, per la raccolta di fondi a favore della Fondazione Onlus Banca degli Occhi Lions Melvin Jones, promossa dalla Associazione Amici della Banca degli Occhi, il Teatro Carlo Felice aderì con piacere e il pubblico apprezzò la proposta insolita, della mostra e dell’asta. A distanza di tre anni molte cose sono cambiate, ma la voglia del Teatro Carlo Felice di essere luogo di incontro e cuore di attività diverse, a maggior ragione se intrecciate con l’arte, non è diminuita, anzi. Per questo motivo quando gli amici della Fondazione Banca degli Occhi, con la appassionata e instancabile cura del Prof. Roberto Guerrini hanno riproposto il progetto della 2ª Triennale della Solidarietà, la risposta del Teatro è stata ovviamente positiva e in linea con il nostro voler essere una casa della cultura, aperta a diversi linguaggi e proposte. Vi aspettiamo quindi dal 17 marzo 2016, perché - al Teatro Carlo Felice - l’arte va oltre il sipario. Chi volesse saperne di più o fare fin da ora un’offerta per aggiudicarsi una delle opere può consultare il sito www.asta-bomj.it oppure telefonare al n. 010. 2461266. Le offerte (online e/o telefoniche) saranno raccolte fino alle ore 19.30 del giorno 16 marzo 2016. Le opere verranno esposte il 17 marzo 2016 presso il primo foyer del teatro Carlo Felice e successivamente (dal 18 al 25 marzo) presso il foyer dell’Auditorium Montale dove sarà anche possibile ritirare l’opera di cui si è risultati vincitori d’asta. Durante l’esposizione sarà possibile acquistare direttamente le opere non assegnate nell’asta online. Terminata la mostra, tutte le opere invendute torneranno acquistabili online con le stesse modalità nel medesimo sito fino al 30 dicembre 2016. Alla Gog torna il grande Sokolov È considerato il maestro vivente del suono pianistico, colui che è capace di ottenere dalla tastiera ogni sorta di sfumatura sonora: Grigory Sokolov, nato a Leningrado, Premio Čajkovskij a soli 16 anni, quando ancora era studente. Il grande pianista russo torna alla Gog, dove è amatissimo, lunedì 22 febbraio alle ore 21 con un recital dedicato a Schumann (Arabeske op. 18, Fantasia in Do maggiore op. 17) e Chopin (2 Notturni op. 32, Sonata n. 2 in Si bemolle minore op. 35). Il successivo appuntamento Gog (lunedì 7 marzo, ore 21) ha come protagonista “La Risonanza”, una delle maggiori orchestre italiane su strumenti originali. Diretto dal suo fondatore, Fabio Bonizzoni, l’ensemble esegue, insieme al Coro Costanzo Porta, un capolavoro assoluto del teatro musicale, Dido and Æneas di Purcell. Lunedì 14 marzo (ore 21) si torna alla musica solistica con uno dei più ammirati violinisti in carriera, il belgradese Stefan Milenkovich. Il suo programma genovese prevede musiche di Bach, Paganini, Sivori, Yasÿe, Kreutzer, Rode. pag. 7 Danza Gala Svetlana Zakharova Teatro Carlo Felice domenica 3 luglio 2016 ore 20.30 02.2016 — Francesca da Rimini Coreografia – Yuri Posokhov Musica – Pëtr Il’ič Čajkovskij — The Rain Before it Falls Coreografia – Margherite Donlon Musica – Georg Friedrich Händel e Carlos Pino-Quintana — Strokes through the tails Coreografia – Marguerite Donlon Musica – Wolfgang Amadeus Mozart Direttore responsabile Viana Conti Caporedattore Massimo Pastorelli Redazione Bianca Fusco Progetto grafico e impaginazione Fluido Stampato da Algraphy Hanno collaborato a questo numero: Massimo Arduino, Marco Pescetto Prezzi Platea 1°settore centrale € 84,00 Platea 1°settore laterale € 73,50 Platea 2°settore e Galleria 1°settore € 63,00 Galleria 2°settore e Balconate € 37,00 Prezzi comprensivi di prevendita. Riduzioni previste in Platea 2 e Galleria 1 per Associazionismo, Scuole di Danza che facciano richiesta di almeno 25 biglietti Biglietteria 010/58.93.29 - 010/59.16.97 dal martedì al venerdì dalle ore 11.00 alle 18.00, il sabato dalle 11.00 alle 16.00 [email protected] [email protected] Fondazione Teatro Carlo Felice Passo Eugenio Montale, 4 - 16121 Genova, Italia telefono: 010 5381 224/226 biglietteria: 010 589329 / 010 591697 [email protected] www.carlofelice.it pag. 8