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Palco——
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Teatro Carlo Felice
Torna al Carlo Felice In Mo Yang, il violinista ventenne vincitore della 54ª edizione
del Premio Paganini. Accanto a lui, un altro
giovane musicista di grande talento, il direttore britannico Alpesh Chauhan.
02.2016
Venerdì 26 febbraio, alle ore 20.30, risale
sul palco del Carlo Felice In Mo Yang, il ventenne violinista sudcoreano vincitore, nel
2015, della 54ª edizione del Premio Paganini. Un trionfo assoluto, il suo, l’anno scorso:
oltre al massimo riconoscimento assegnato dalla giuria (presieduta da Fabio Luisi),
Yang ha vinto anche il premio del pubblico
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e quello per la migliore esecuzione di un
brano contemporaneo. Erano due edizioni
(2008 e 2010) che il Premio Paganini non
aveva un vincitore: Yang, con il suo virtuosismo, la bellezza del suo suono e la sua musicalità, ha interrotto questa tradizione negativa e da allora la sua carriera non si è più
fermata. Ritorna a Genova con il Concerto n.
3 per violino e orchestra in si minore op. 61 di
Camille Saint-Saëns. Accanto a lui, un altro
giovane musicista di talento, il direttore britannico Alpesh Chauhan.
Teatro Carlo Felice
Testo di Massimo Arduino
Il Carlo Felice apre le porte al grande musical
Le nove vite dei gatti
di Jellicle
02.2016
21 anni di repliche a Londra e poi tournée in tutto
il mondo: arriva Cats di Andrew Lloyd Webber, uno
dei più grandi successi nella storia del musical
Nel 1980 Andrew Lloyd Webber ha 33 anni ed è alla
ricerca di un soggetto per un nuovo musical. Esattamente
dieci anni prima si era imposto sui palcoscenici di tutto
il mondo, insieme al paroliere Tim Rice, con Jesus Christ
Superstar. Nel 1976 era stata la volta di Evita ad ottenere
uno straordinario successo, seguito dal deludente Tell
Me on a Sunday, che verrà ripreso con maggior fortuna
nel 2003. Terminato con Evita il sodalizio artistico con
Rice, la scelta del nuovo libretto da musicare cade su un
grande della letteratura inglese, niente meno che Thomas
Stearns Eliot, l’autore di Assassinio nella cattedrale, e, per
l’esattezza, su una sua raccolta di poesie del 1939: Old
Possum’s Book of Practical Cats. Il Musical si chiamerà
semplicemente Cats e andrà in scena in prima mondiale
al New London Theater nel West End di Londra l’11
maggio 1981 con la regia di Trevor Nunn, le coreografie
di Gillian Lynne e le scene di John Napier. Il successo fu
tale che le repliche cessarono esattamente 21 anni dopo,
mentre le tournée sono ancora in corso in tutto il mondo,
tra cui questa, con regia, scene e coreografia originali, in
programma al Carlo Felice dal 18 al 21 febbraio. La trama
è semplice, quasi un pretesto per inanellare una serie di
splendide canzoni a tema rigorosamente felino. Una volta
all’anno, in un cortile del quartiere di Jellicle, il decano
dei gatti londinesi, Old Deuteronomy, convoca tutti i suoi
colleghi a quattro zampe per ascoltare le storie di quei mici
che hanno esaurito le loro nove vite: al termine della notte
sarà scelto il gatto più meritorio per entrare nel Paradiso
dei Gatti, l’Heaviside Layer, da cui ricomincerà poi a vivere
ulteriori nove vite. Tanti e di tutto rispetto i candidati
che, cantando e ballando, illustrano i propri meriti
alla comunità felina: dalla vecchia gatta Jennyanydots,
che di notte insegna musica e uncinetto ai topolini,
ai dispettosissimi Mungojerrie and Rumpelteazer, da
Rum Tum Tugger, gatto rubacuori, a Skimbleshanks,
curioso gatto ferroviere. Non mancheranno i colpi di
scena: il perfido Macavity, il gatto criminale ricercato
pure da Scotland Yard, arriverà persino a rapire il vecchio
Old Deuteronomy, che verrà, però, fatto ricomparire
magicamente da Mr. Mistoffelees, non a caso il miglior
gatto prestigiatore di Londra. La prescelta sarà alla fine
Grizabella, la gattina vecchia e spelacchiata ma servita da
Webber della canzone più bella, quella Memory entrata
nel repertorio di tutte le grandi cantanti del mondo,
prima fra tutte Barbara Streisand.
pag. 2
OltrePalco {N/2}
Testo di Marco Pescetto
Torna al Carlo Felice In Mo Yang, il ventenne violinista sudcoreano vincitore della 54ª edizione del Premio Paganini
Musica sinfonica 2.0:
tre classici del repertorio
nelle mani di due
interpreti della nuova
generazione
Il violinista sudcoreano In Mo Yang e il direttore
britannico Alpesh Chauhan, entrambi giovanissimi e già
affermati, interpretano pagine celebri di Saint-Saëns
e de Falla
02.2016
Due musicisti giovani e di grande talento sono i
protagonisti del concerto sinfonico del 26 febbraio alle
ore 20.30: il violinista sudcoreano In Mo Yang, trionfatore
l’anno scorso alla 54ª edizione del Premio Paganini, e il
direttore britannico Alpesh Chauhan, stella nascente tra
i direttori d’orchestra della nuova generazione. Accanto
a loro, il mezzosoprano Annunziata Vestri, voce solista
nell’ultimo brano in programma.
La serata si apre con il Concerto n. 3 per violino e orchestra
in si minore op. 61 di Camille Saint-Saëns, composto nel
marzo 1880 e dedicato al famoso violinista e compositore
Pablo de Sarasate, che lo tenne a battesimo. Articolato
in tre movimenti (“Allegro non troppo”, “Andantino
quasi Allegretto”, “Molto moderato e Maestoso-Allegro
non troppo”), è un lavoro caratterizzato da una felice
invenzione melodica e da un’impressionante finezza ed
eleganza di scrittura, che necessitano di un imponente
impegno interpretativo, specie nel secondo movimento,
a tratti di carattere elegiaco, e nel corale finale, che
ricorda la conclusione del Concerto n. 4 per pianoforte e
orchestra. Segue una delle più popolari pagine di SaintSaëns, la Danse macabre, eseguita per la prima volta il
25 gennaio 1874 ai Concerts Colonne di Parigi. Per questa
composizione l’autore si ispirò al poemetto grottesco di
Henri Cazalis in cui, sulla traccia di Goethe, si immagina
una scena parodistica (e al tempo stesso inquietante) in
cui la Morte, suonando un violino scordato in un cimitero,
evoca dalle tombe i corpi dei trapassati trascinandoli
in una danza infernale. La musica non accoglie le
ordinarie suggestioni demoniache, ma prende le mosse
dall’originale rilettura per cercare il “caratteristico” in
una strumentazione ammiccante e spiritosa. Il grande
senso dell’orchestrazione, la passione per l’esoterismo
e la ricca sensibilità artistica del maestro ne fanno un
brano di grande suggestione.
Chiude il concerto la suite da El amor brujo, balletto
di ambientazione andalusa su soggetto di Gregorio
Martínez Sierra, che, assieme a El sombrero de tres picos,
è tra le composizioni più note e popolari di Manuel de
Falla. Dopo un’accoglienza non esaltante alla prima
rappresentazione il 15 aprile 1915, il balletto fu rivisto
dall’autore, che rimise le mani sulla parte strumentale
e allargò l’organico. In tale nuova veste fu ripresentato
al Teatro Trianon Lyrique di Parigi con la coreografia di
Antonia Mercé. Il successo questa volta fu trionfale. I
personaggi che animano il balletto sono due giovani gitane,
Candelas e Lucia, Carmelo e uno Spettro che simboleggia
la figura di colui che in passato fu amante della vivace
Candelas. Costei, con l’arrivo della primavera, vorrebbe
cedere alle lusinghe pressanti del giovane Carmelo, che la
corteggia, ma , tutte le volte che i due innamorati tentano
di baciarsi, appare lo Spettro a dividerli. Conoscendo
il debole del defunto per le belle ragazze, che sembra
durare ancora, Carmelo persuade la vezzosa Lucia, amica
di Candelas, ad attirare lo Spettro e a distogliere così la
sua attenzione. Infatti, quando il fantasma ricompare per
disturbare il colloquio amoroso tra Candelas e Carmelo,
Lucia lo conquista con la sua bellezza e civetteria,
permettendo ai due innamorati di baciarsi indisturbati,
così da porre fine al fastidioso incantesimo. Su questo
tema, che può sembrare scherzoso, ma ha un risvolto
cupo e drammatico, de Falla ha costruito una musica di
gusto popolare e zingaresco, ispirata al cante jondo, canto
vocale del flamenco andaluso sorretto da figurazioni
ritmiche tipiche della danza spagnola.
pag. 3
Teatro Carlo Felice
Paganini e Ravel,
compositori-stregoni
Il violinista Sergej Krylov, erede della grande
tradizione violinistica russa, e il giovane e promettente
direttore australiano Daniel Smith alle prese con due
partiture che “stregano”
“Ieri sera il Signor Paganini ha dato al Teatro Sant’Agostino l’annunziata Accademia. […] Paganini in
quest’Accademia ha giustificato, ha superato l’aspettativa generale. Egli ha eseguito con una facilità e grazia sorprendenti le cose più difficili e superato colla stessa facilità le difficoltà insuperabili
a qualunque altro. […] Non è possibile esprimere
la sorpresa, la gioia, quella specie di estasi con
cui nel più profondo silenzio gli spettatori ne bevevano l’armonia, e le clamorose acclamazioni e
gli applausi ne’ quali prorompevano poi; l’orchestra si è unita agli spettatori per applaudire. Paganini insomma è un prodigio, e sia un angelo, sia
un diavolo, è certamente il genio della musica.”
Gazzetta di Genova, 10 settembre 1814
“Cloe non attese più a lungo, ma un po’ perché lusingata dalla lode, un po’ perché da tempo desiderava
baciare Dafni, si mosse di slancio e gli diede un bacio, senza maestria né arte, ma ben capace di infiammare un’anima. Dafni, come se avesse ricevuto non
un bacio ma un morso, rimase, lì per lì, accigliato;
provava ripetutamente brividi di freddo e cercava di
placare i tumultuosi palpiti del cuore; voleva guardare Cloe, ma, al vederla, si riempiva di rossore.”
02.2016
Longo Sofista, Dafni e Cloe, Rizzoli, trad. dal greco di
Maria Pia Pattoni
Genova città di Paganini, del suo “Cannone”, del suo concorso internazionale. Genova città del violino, insomma. La stagione sinfonica 2015/16
del Carlo Felice rende omaggio a questo binomio città-strumento dando
ampio spazio al grande repertorio per violino e orchestra e ai suoi massimi interpreti di oggi. Dopo In Mo Yang, vincitore l’anno scorso della 54ª
edizione del Premio Paganini, solista il 26 febbraio nel Concerto n. 3 di
Saint-Saëns, il 4 marzo è la volta di Sergej Krylov, attualmente uno dei più
alti rappresentanti della grande tradizione violinistica russa. Il maestro
moscovita esegue quello che è forse il concerto più ricco di inventiva melodica e innovazione tecnica tra quelli paganiniani: il Concerto n. 2 in si
minore per violino e orchestra op. 7 M.S. 48, detto “La Campanella” per via
di quel famoso, funambolico “Rondò” finale in cui lo strumento solista
imita ossessivamente il tintinnare di una campanella. Una di quelle pagine di Paganini che, all’epoca (il concerto è del 1826), sconvolsero non
solo il pubblico in cerca di spettacolo, ma anche i compositori a caccia di
nuove idee: basta pensare all’imitazione pianistica – altrettanto tintinnante – che ne fece Liszt. A fianco di Krylov, il giovane direttore australiano Daniel Smith, che debutta sul podio del Carlo Felice sulla scia della
vittoria dei più importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra e accompagnato da recensioni entusiastiche da parte della critica.
Completa il programma il brano che rappresenta la summa del magistero orchestrale di Maurice Ravel, la suite dal balletto Daphnis et Chloé.
Composta nel 1911 per i “Ballets Russes” su richiesta del suo direttore
Diaghilev, la partitura, ispirata all’amore contrastato tra Daphnis e Chloé
raccontato dalla mitologia greca, è una delle più ammalianti mai concepite per un organico orchestrale e corale: prima ancora che ritmo e melodia, questa musica è suono allo stato puro, un flusso e riflusso di onde
acustiche e timbriche, dai mille colori, che punta a incantare e ipnotizzare l’ascoltatore. In questo senso, l’abbinamento con Paganini è azzeccato; personalità, culture, epoche, stili diversi (così italiane, rossiniane, le
fluenti melodie di Paganini, così francesi le raffinate, ambigue e sospese
armonie di Ravel), ma uno stesso scopo: comporre musica che “strega”.
pag. 4
OltrePalco {N/2}
In scena a partire dal 17 marzo il Donizetti più sublime
Il ritorno di Roberto
Devereux, la vocalità
femminile al massimo
della sua eleganza
Dopo oltre vent’anni torna in scena a Genova Roberto
Devereux di Donizetti, trionfo del belcanto, con una
protagonista d’eccellenza: Mariella Devia
Sonia Ganassi
02.2016
Mariella-Devia
Sarà, in assoluto, solo la quarta messa in scena genovese,
dopo due ottocentesche e una, l’unica novecentesca, nel
1993 (con Raina Kabaivanska, Gloria Scalchi, Vincenzo
La Scola). Un delitto musicale, dato che Roberto Devereux
di Donizetti, al debutto al Carlo Felice il 17 marzo, è un
capolavoro, ingiustamente trascurato fino al 1964, quando dal Teatro S. Carlo di Napoli (dove aveva debuttato nel
1837) iniziò la sua riscoperta, grazie in particolare all’interpretazione di Leyla Gencer. Un capolavoro perché perfetto è l’equilibrio che, nel Devereux, Donizetti raggiunge
tra l’emotività della musica e le emozioni che animano i
personaggi del libretto di Salvadore Cammarano (ricavato da uno precedente di Felice Romani, tratto a sua volta
dalla tragedia Élisabeth d’Angleterre di Jacques-François
Ancelot). L’ambiente nobiliare in cui si svolge la vicenda,
la corte di Elisabetta I d’Inghilterra, ispira il lato sublime
della fantasia musicale donizettiana: l’amore segreto, il
tradimento, la delusione d’amore, il sospetto, la morte,
la follia, temi tipici della tragedia di corte, sono messi in
musica da Donizetti non come un focoso precursore di
Verdi, ma come un erede della trasparenza (musicale e
drammaturgica) mozartiana. E su tutto, trionfa il belcanto, la vocalità femminile al massimo della sua possibile
eleganza – anche quando deve cantare la follia. La scena
finale, con Elisabetta in preda al delirio non meno di Lucia nella Lucia di Lammermoor, è una delle più difficili e
drammatiche dell’intero genere belcantistico. A Genova,
a dar voce a Elisabetta sarà una delle sue maggiori interpreti viventi, Mariella Devia. Accanto a lei, nel ruolo di
Roberto, conte di Essex, il tenore Giuseppe Gipali, e in
quello della rivale Sara, duchessa di Nottingham, un’altra
primadonna: il mezzosoprano Sonia Ganassi. La messa in
scena è firmata da Alfonso Antoniozzi, baritono di fama
mondiale e, dal 2008, anche regista. L’allestimento è una
coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice, Fondazione Teatro La Fenice e Fondazione Teatro Regio di Parma.
pag. 5
Teatro Carlo Felice
Il 3, 4 e 5 marzo, all’Auditorium Montale, il nuovo spettacolo di Teatrodanza della Stagione Young
Dalla parte di Penelope
02.2016
L’Odissea dal punto di vista di Penelope, simbolo antico
di una moderna “resilienza” tutta al femminile, è l’originale
idea di Io sono Penelope, il prossimo appuntamento della
Stagione Young
Qual è la vera storia di Penelope? Chi è Ulisse? Cosa ha
fatto Penelope per venti anni prima del ritorno di suo
marito? Io sono Penelope, uno spettacolo di Teatrodanza
pensato per il pubblico dei giovani che segue la Stagione
Young, è la storia di Penelope e Ulisse in un racconto appassionato, pieno di colpi di scena, ambientato nell’antica Grecia.
Penelope: una donna che ha dovuto trovare dentro di sé
la forza e l’astuzia per resistere agli assalti dei Proci e del
tempo. Una donna in equilibrio perenne tra apparenza e
essenza, una donna che già nel IX secolo ha saputo dare
significato al termine “resilienza”, una strategia vincente,
che la rende simbolo di chi non si arrende, ma con tenacia
e astuzia oppone sé stessa, con animo e mente ferma, fino
al perseguimento del suo obbiettivo. Un racconto con due
piani di lettura che affascina i più giovani trasportandoli
nel mondo del mito, ma che coinvolge gli adulti nella sottile trama di una tela tessuta di giorno e disfatta di notte e
che intreccia, come trama e ordito, teatro e cinema.
Lo spettacolo è prodotto da “Il Borgo Teatrale” e va in
scena all’Auditorium Montale nei giorni 3 (ore 9.30 e ore
11), 4 (ore 9.30 e ore 11) e 5 marzo (ore 16) 2016. Il testo e
la regia sono di Fabrizio Lo Presti, i costumi di Sara Angiolini, le musiche di Andrea Anzaldi, il trucco e parrucco
di Daniela Calleri. Gli interpreti: Penelope (Alessandra
Caviglia), Ancella danzatrice (Sara Due Torri), Tiresia
(Jenny Costa). Appariranno inoltre in video: Fabrizio Lo
Presti (Ulisse), Giuseppe Provato (Polifemo), Paolo Pilosio
(Achille), Francesca Lo Russo/Alessandra Caviglia (Circe),
Fabrizio Giacomazzi (Re Priamo).
Tela sottile, tela grande, immensa,
A oprar si mise, […] Intanto,
Finché il giorno splendea, tessea la tela
Superba; e poi la distessea la notte
Al complice chiaror di mute faci.
Così un triennio la sua frode ascose,
E deluse gli Achei. […]
Omero, Odissea (trad. Ippolito Pindemonte)
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OltrePalco {N/2}
Musicaperitivo
“Musicaperitivo”, ovvero: ascoltare la grande musica a
metà mattina, sorseggiando un aperitivo. Continua con
successo l’iniziativa sostenuta come Main Sponsor da
Carispezia (in collaborazione con GNV) e curata, per l’aperitivo, da Mentelocale. Domenica 21 febbraio, alle ore
11 nel foyer del Teatro, Giorgio Bruzzone dirige l’Orchestra del Carlo Felice in “Distillato d’opera”, una serie di
fantasie orchestrali sui temi più celebri di Rigoletto, La
bohème, Andrea Chénier, Tosca. Domenica 28 febbraio,
sempre alle ore 11 ma questa volta nella sala grande del
Teatro, Pablo Assante (Maestro del Coro del Carlo Felice)
dirige orchestra e coro nel Requiem di Mozart. Ancora in
Teatro alle ore 11, domenica 6 marzo Giovanni Porcile
dirige musiche di Schubert (Ouverture in Re maggiore “in
stile italiano” D. 590 e Sinfonia n. 3 in Re maggiore D. 200)
e Haydn (Sinfonia concertante in Si bemolle maggiore op.
84 Hob. I:105) con solisti Dario Sartori (oboe), Luigi Tedone (fagotto), Pier Domenico Sommati (violino), Pierluigi
Sanarica (violoncello). Domenica 13 marzo, alle ore 11, si
ritorna nel foyer con l’ensemble Archi all’Opera, ovvero
Pier Domenico Sommati, Marco Ferrari (violino), Giuseppe Francese (viola), Giulio Glavina (violoncello), che, insieme a Guido Ghetti (oboe) e Annarita Cecchini (soprano), esegue musiche di Rossini, Bach e Pachelbel.
Dentro la musica
con le parole
02.2016
Come sempre molte le iniziative per approfondire la musica strumentale e operistica promosse, a ingresso libero,
dal Carlo Felice. All’Auditorium Montale, il 20 febbraio
alle ore 16, Lorenzo Costa prosegue il suo viaggio nella
“Storia della Sinfonia” con la seconda parte del ritratto
dedicato a uno dei più importanti sinfonisti del Novecento, Dmitrij Šostakovič. Il 12 marzo, sempre all’Auditorium
Montale alle ore 16, Athos Tromboni tiene la conferenza
Roberto Devereux: ovvero, tre patiboli per una sciarpa, approfondimento del capolavoro di Donizetti che debutterà
al Carlo Felice il 17 marzo. Entrambi questi appuntamenti sono organizzati in collaborazione con l’Associazione
Amici del Carlo Felice e Amici del Conservatorio N. Paganini. Inoltre, il 14 marzo alle ore 17.30, presso lo spazio
eventi de la Feltrinelli Libri e Musica di Genova, nuovo appuntamento con il ciclo “Un pomeriggio all’Opera”, giunto ormai alla quarta edizione. Questa volta il pubblico
avrà l’opportunità di incontrare i protagonisti di Roberto
Devereux. Al termine dell’incontro, un raffinato rinfresco
offerto da Agenda del Teatro.
Opere da guardare
per aiutare a vedere
Il Carlo Felice ospita la 2ª Triennale Artistica della
Solidarietà per la raccolta di fondi a favore della
Fondazione Onlus Banca degli Occhi Lions Melvin Jones
Quando nel 2013 prese il via la 1ª Triennale Artistica della
Solidarietà, per la raccolta di fondi a favore della Fondazione Onlus Banca degli Occhi Lions Melvin Jones, promossa dalla Associazione Amici della Banca degli Occhi,
il Teatro Carlo Felice aderì con piacere e il pubblico apprezzò la proposta insolita, della mostra e dell’asta. A distanza di tre anni molte cose sono cambiate, ma la voglia
del Teatro Carlo Felice di essere luogo di incontro e cuore
di attività diverse, a maggior ragione se intrecciate con
l’arte, non è diminuita, anzi. Per questo motivo quando
gli amici della Fondazione Banca degli Occhi, con la appassionata e instancabile cura del Prof. Roberto Guerrini hanno riproposto il progetto della 2ª Triennale della
Solidarietà, la risposta del Teatro è stata ovviamente positiva e in linea con il nostro voler essere una casa della
cultura, aperta a diversi linguaggi e proposte. Vi aspettiamo quindi dal 17 marzo 2016, perché - al Teatro Carlo Felice - l’arte va oltre il sipario. Chi volesse saperne di più o
fare fin da ora un’offerta per aggiudicarsi una delle opere
può consultare il sito www.asta-bomj.it oppure telefonare al n. 010. 2461266. Le offerte (online e/o telefoniche)
saranno raccolte fino alle ore 19.30 del giorno 16 marzo
2016. Le opere verranno esposte il 17 marzo 2016 presso il
primo foyer del teatro Carlo Felice e successivamente (dal
18 al 25 marzo) presso il foyer dell’Auditorium Montale
dove sarà anche possibile ritirare l’opera di cui si è risultati vincitori d’asta. Durante l’esposizione sarà possibile
acquistare direttamente le opere non assegnate nell’asta
online. Terminata la mostra, tutte le opere invendute torneranno acquistabili online con le stesse modalità nel
medesimo sito fino al 30 dicembre 2016.
Alla Gog torna il grande
Sokolov
È considerato il maestro vivente del suono pianistico,
colui che è capace di ottenere dalla tastiera ogni sorta di
sfumatura sonora: Grigory Sokolov, nato a Leningrado,
Premio Čajkovskij a soli 16 anni, quando ancora era studente. Il grande pianista russo torna alla Gog, dove è amatissimo, lunedì 22 febbraio alle ore 21 con un recital dedicato a Schumann (Arabeske op. 18, Fantasia in Do maggiore
op. 17) e Chopin (2 Notturni op. 32, Sonata n. 2 in Si bemolle
minore op. 35). Il successivo appuntamento Gog (lunedì 7
marzo, ore 21) ha come protagonista “La Risonanza”, una
delle maggiori orchestre italiane su strumenti originali.
Diretto dal suo fondatore, Fabio Bonizzoni, l’ensemble
esegue, insieme al Coro Costanzo Porta, un capolavoro
assoluto del teatro musicale, Dido and Æneas di Purcell.
Lunedì 14 marzo (ore 21) si torna alla musica solistica con
uno dei più ammirati violinisti in carriera, il belgradese
Stefan Milenkovich. Il suo programma genovese prevede
musiche di Bach, Paganini, Sivori, Yasÿe, Kreutzer, Rode.
pag. 7
Danza Gala
Svetlana
Zakharova
Teatro Carlo Felice
domenica 3 luglio
2016 ore 20.30
02.2016
— Francesca da Rimini
Coreografia – Yuri Posokhov
Musica – Pëtr Il’ič Čajkovskij
— The Rain Before it Falls
Coreografia – Margherite Donlon
Musica – Georg Friedrich Händel
e Carlos Pino-Quintana
— Strokes through the tails
Coreografia – Marguerite Donlon
Musica – Wolfgang Amadeus Mozart
Direttore responsabile Viana Conti
Caporedattore Massimo Pastorelli
Redazione Bianca Fusco
Progetto grafico e impaginazione Fluido
Stampato da Algraphy
Hanno collaborato a questo numero:
Massimo Arduino, Marco Pescetto
Prezzi
Platea 1°settore centrale € 84,00
Platea 1°settore laterale € 73,50
Platea 2°settore e Galleria 1°settore € 63,00
Galleria 2°settore e Balconate € 37,00
Prezzi comprensivi di prevendita.
Riduzioni previste in Platea 2 e Galleria 1
per Associazionismo, Scuole di Danza
che facciano richiesta di almeno 25 biglietti
Biglietteria
010/58.93.29 - 010/59.16.97
dal martedì al venerdì dalle ore 11.00
alle 18.00, il sabato dalle 11.00 alle 16.00
[email protected]
[email protected]
Fondazione Teatro Carlo Felice
Passo Eugenio Montale, 4 - 16121 Genova, Italia
telefono: 010 5381 224/226
biglietteria: 010 589329 / 010 591697
[email protected]
www.carlofelice.it
pag. 8
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02.2016 {N/2} - Teatro Carlo Felice