HA EU AH UE HA EU AH UE polt!ica di pace. In qu e : <:~ it uaz io ne risult ;J ancora più impù rt a nt e l'unità europe a. co me condizio ne per svo lgere e ffic a.. : cmen te questo ruo lo. C he i Fu opa Ct>m inci · cre.'>ccrc rl .senso c he c\ un nwdo di vedere e uropeo c he rHln coincide con il mod o d i vedere america no e so vietico. lo si t vis to pru ritl ne ll a cri ·i del Vi 't nam , quanJo g li euro pei ha 1no comin ciato a \enti re che fi n iv a no per e 'Sere tirati in u n gorgo. in compl icazi o ni in cui loro no n c'e n trav ano pe r ni e n te: e co. t . la Ge rman ia in prima fila , hanno com incia to ad avvertire gl i Stati Unit i che acuire le tens ioni con l'U nio ne Sovieti ca. era una via lungo la quale gli europe i non avevano alcun in teresse a marciare_ Certo, l'accordo tra le due grandi potenze res ta il card ine d i una politica di pace, ma il resto del mon do ha una parte importante da svolgere. per inOuire in questa d irezio ne. In qu esto l' Europa a p pun to ha u n obbligo. un in teresse e una possibili tà d i spinge re veso una poli tica di dis tensione. pur nel quadro delle alleanze attuali. Sviluppa re la comunità in mod o che abbia più grosse rcspo nsahil itù e più grosse iniziat ive politich e. è t:ssc nziale anche alla sal vag ua rdia c.klla pace : anche per questo c'l: una ba tta gl ia da fare in c ui le ft>fl.c della sin istra debbon o sta re in prima line a; e dev o dire che il pa rti to co m un1.'>! a sta mostrando d i essere efkttiv amcnlè in prima li nea. Non ci si ven ga a dirt: : <<M a voi ave te co mincia to p iù ta rdi •> : a nc he> c sono arrivati più tardi è certo che oggi )( ann o molto p iù avan ti di a ltr i. E non vng li o fa re nomi . ma ha\Li a ndare al p.trla rn en to ·u ropco c informarsi: <• .\1 a certi pani ti d1c parlano tant o. cht: sono presenti ti si camt:nte, che cma hann o significat o negl i ult imi qua ttro anni'J •> Non ha nn,1 '>ignili c;tlo nicnll: . nt:ssuno si è accorto dclLi loro C\istcnza _ Il che certo. n,>n si pu t'> di re Jel g ruppo comunista ital ian u . c a L·o n trihui rc ;.~Ila di un nLHl\\1 tlrd ine t>con o!ll lt'\l in tcrn d/.!t)J)a k . :\ ciò si agg iunga un !'atto fli Ù dir cttam cntt: politico: d,1 pu il LTtll lo d egl i impt: ri t'oloniali t'Urt lpci . e la na~cita delle d ue superl)'l!c n;e . l'l -uropa . nei t'alli. ha avv iato un tipo di , ,·iluppo pacilico. non (: d i\ cnu Li u n. t poten ;_;t mi li tare> autunolll. L Que~ll' J ;'t più gararvit: poli trch c .ti pJe"i no n t'u rnpe!. Basti pensa re al 11p,> Jr :t~ s ixi a ;_ Jonc che la comunitù <..'U rt lp t·a ha tnst;ttJr:t !o con la gran d is'·1111.t m.t~ ~ ~~lr a rlla dci paesi a f'r icani: t>n ti po ~Lli r;rpport\l che non viene •1 t':-.~nc p rt· ~c n t i LTc;.~;_ ionc sentit o com e un dominio dell'Eu ropa. La presenza a merica na o ,<,ovi et ica, in vece. nt:a mo lt i più probl e mi po litici . Quindi, anch e St' milita rmente l'E urop a è d ebo le. essa ha un ruolo po li tico ed economico insostitu iti bi le e di prim a ri a importa nza . [ quando si pt:nsa ch t: in fondo la rip resa econom ica d el nwn d1l de vt: esse re una r iprt:sa t:co nomi ca in gra do di connet!t• rc i liv ersi ct:ntri d e ll o sv iluppo, l' E uro pa ·j tro va in uria posi zi one iJ t:ale _ Perciò. l'E uropa ha d elle rt: ~r on.sahi! i t ;'t e norm i ri pd to al mond o. ,. J. nch e u n e norme intcrt:sse a d un a 47 teo D 25 maggio '79 D n. 20 Rinascita p. 31 Un ilnpegno che con gli anni · è andato cres-cendo • • t . L a s1n1s r :a . dentro la Cee l comunisti italiani sono oggi in prima linea nello schieramento che tende a promuovere l' azione comune di tutte le forze innovatrici, anche oltre i 'confini della sinistra tradizionale UE AH Oiononostante la Comunità europea, da _ quando è nata nell'estate del ·1952, è stata ed è ritina•s ta· ~la IJ)ietTa d'angolo di tutta Ja ulteriore costruzione: Ida sei a nove, IJ)resto a dodici !Paesi; dal .car1bone ed acciaio .- aUe dogane, alll:'organ ilzz:az,ione dei m1:ercati atg~rico li, aUe rproime rmi,suT·e di IPdlititc a regionale, d.ndtustriale; dai C<J[}trihuti !Stata'li pesr ·H bilancio c-omiUJlli tario aUe ritsorse !fiscali •p ropPie della Comunità; dall:la tpOlitica çommerciatle <llgli iniZii del'la politica ;4i co01perazione economica prograJmmata con i paesi ti n SIVil'lliPIPO; tdaHa accettazione de~ dollar-standard allo ·scudo europeo; dal ahiuso laiVorio degli eurocrati e deL . Consigli di mini•stJri, all:Ie e1·e zioni .europee. Col IPatssar degli anni, <COITI i'l crescere dei 1probl1errni, :la •s:itn:b stra è andata ~enrlendosi c01n~ to, lpi"Oigres·sitVatmente, dell'er- · rore comm-e sso negli anni '40 e '50,- ed è !Venuta sempre più impegnand-osi nel:la ComUJTiità. La tS!inistra è ogJgi pretSentenel ConsiJglio dei minist!Ti, sotto forma dei mitnitStri ·s ocialisti e· socia1d:emoorati'oi dei paesi in oui questi ipaJrtiti ISono 'a l •gove!'no; nella Commissione, ove lben cinque membri su dodici sono tSociallis ti o tSOcialtdemooratici; nell PaPlamento ooropeo, ove aJtla v.igilia delle. elezioni tla sini•s tra socia11sta e .comutll'Ìista o:cc'lllpa ottantaquattro p'Osti !SU centonQIV'antotto. , AI di fìuori delle isti tuziOirli, ma presoote nella ·v ita com/U- . nit•aria c'è inoltre, 'tllna Confedera~ione europea dei sindacati ~~Ces) che mggruppa tutti i :s indac ati de!H''E uro:pa oaoitdootalle, guidati da comuni,st!Ì, tSociat~dmnocratid, arhstiani, con la su.Ia eccezione de ltla Ggt lfrances·e . , A questa i mpo nente 1presen· za ·dhe dalle elezioni eur OIPee e 'dall'adesione d ei tre lilUOvi paesi si ralBforzerà :ul tarior~ • m·e n te 111.on 1fa . ancora òscontro 'lllD~ c hiara e comtPatta p resa Idi coscienza •defl',Europa e dei s uoi p roblem i. Non 'si può dire 1c:hc .l a .scQperta de:hl'importanza dt!Ha ComUtni tà sia o1~maj un fatto comP'i'uto ne'lla tS•i nistJra euTopea. C';è an .o ra una re t•rogttmrdia dhe .d à .prc~ c-edenza ·assoluta a,] dvs·t~~no -di-· un socialismo tnazionale. 1piJU I'- . HA 1 EU AH UE 1 Harrri ... EU L'orrore 1per le nefandezze oui aJVeva !POrtato i'l ' nazionaoli-. somo nel vecdhio continente, i'l com'Ulile jnteresse a tSaltVaguar. dare e 1rad:ìforzare non solo tl a praprla 1rinata democrazia ma andhe quella delle ~:doni IVÌcine, ill des,i der:o di ill1Jdipend e nza-nei contesto ·:p olitico ·internaziona1e formatosi tdOIPO .l~ · ~econcJa guerr.a mondiale, l ev1dente conv·e menza. ad af6rontare su ts cala eurQpea l . problemi de'!Ja crescita economica . itn terna, del comme rcio mond.;a'l e e della partecirpazione all'avanzata e conomic a . dei pae si in sviluptpo - queste sono •s tate e tSono 1le 1]YTindpali ragioni che hanno tratSforma- to -l'idea dell'unità · europea da ut01pia in di,seglllo po'litko attuale , a1Ha cui rea'li:zzarzione sono concretamente impegnati uomini ed istituzioni, mossi da interessi ideatli e materiali. I precursori dì questo .:mpegtno !POlitico, cioe i federalitsti, aiVevano fP!Tevisto già nei 1pri· mi anni '40, che a •q uesta impresa af\llrebtbero partecipato forze polWohe e sociali varie, e nuov.i raggruppamenti politici - blocchi stor.ici, avrebbero detto, Se avessero allora conosciuto la t·e!I"'IJlino'l ogia gramsdatna - in cui le forze d el'la sinistra, Je p!ù ·im1pegnate tradizionall mente alle riforme e al progJresSP, sarebbero tstate :in prima linea, come forza trainante. In •r ealtà, accadde che quando :i l tema europeo divenne attuale, la parte più importante della sinistra europea reagì negati,vamente, tal!Vdlta con chiara ostJilità (i socia'1derrnocratici tedes•clh i, ~ comunisti ita11ani e tfnrncesi, i sociaHsti HaJiani), tatltVol t a con dilfifildenza o . ·Ìn" dilfìferenza {i laburi,s ti, buona· pa·r te tdegili alt~i !Partiti socialisti d~Europa). Vavrà la pena un giorno di analizzare autocrit:camCIDte ·l a ITagione ipiTDfOIIlda di questo att~iamento negatiiV'o, e trarne •ilnsegnamento !Per H futuro. Qui ci basti sotto!Jtitneare l'assenza di non p iccola patrte delle forze iper loro natura ÌlllilOtVatiTici, durante <la messa ·itn opera della più grande nOIV·ità IJ)Oli tica eUITopea della ,s econda metà tdell XX secolo. Accadde quel che accade sempre nella storia umana quando un tO Toblema è. rea'lc e g1H iiDDOtVatori non sanno dare ad esso la s-o luzione ade-. guata: non per qfllesto il p;robllema scompare; lo assumono e lo risolvono le 1forze c0111· sei'vatri-oi ·e 1moderate. La Comunità e<Utropea è stata opera dei mode rati e, naturall mente, non !POteva non nas·cere all'ombra e con j 'li1miti del moderatismo cattol;co-libera'le; çentrata ,s ullla ·l:itbcralizzazione degli scambi come tratto dominante della sua pol:itica economica; fondata su isti.tluzioni non democratiche ma !burocratiche ed ohgarohi~he: donata tdi a·s,s ai ,s,c arsi e deboli ,poteri d''intePVento e di , direzione delil'oconomia; lUna Comunità ohe accettaJVa 'la. dipendenza · economica ·e · ipolit1oa. dCl!gli ·Stati Uniti norr òome un dato di !Partenza· da sUjperare tp rogress'Ì'Vamente, ma come un tratto ormai permanénte; una Comunità dhe per olt!Te dieoi aJnni iha te nuto al bando dal tParlamC~nto · europeo d'orz,e tp<>llititohe •c ome quefle dei comrmisti italiaJni.e frarr:tcesL e dei sociaJli•s ti ita- HA di Altiero Spinelli · 1 p .. 32 ·:Rinascita n. 20 D 25 maggio '79 HA EU AH UE UE HA tosto isolazionista, ri spetto al rlise~o di forti ·e lementi di ·s ocialilsmo ne'Ha ;politica interna ed. estema d e!Ha Comunità ed al'l'is<crizione in e ssa delllle r~forme nazionali. I comuniiSti Jraillcesi, nna buona parte dei :laiburis ti inglesi e rlatnes.i, una m~ noranza so· cialista fraiilJCese, !SOno •s u queste rposizioni. AncJhe ne.i parti ti che ·s i 's ono ~mpegnati !Per l'Europa senpeg~giano ancora reticenze, Jr,ifiu>ti di pensare le cose a fondo ... Questa <di·v ersità di atteggia· mento che travaglia la sinistra in Eu:ropa, non è peCiUHare ad essa. Anohe i'l ;partito democdstiatno eUJropeo - rp:ù unito 1suHe rprosJPetti'Ve isti1tu: zionalli - è di'V·ilso proifondamente d'ra i partigiani di uno schieraJillento conservatore ant i·s ovietico verso •l 'esterno e antisocialista all'interno, ed i partigiani di una fOr-za popo· :lare rd i centro, che gua'I'di a s·iJnistra. Lo stesso accade nèi gruPIP'i dibe,r ale e conservatore. In queste drcostanze, per la ,parte ·della sini,s tra IP·i ù ·impegnata nella 'lotta tper un'rE uropa m1gliore e rp iù forte, e innanzitutto !per i <comuni· sti italiani che, .ÌiJ1 questo sohie~ rarmento, sono in .prilm1a linea - c'·è .una scellta di. fondo da ·c om,piere tTa due dhrerse stl!"ategie. La sinistl!"a europeista ;po· trebbe, infatti, dare •l a priorità. a!ll'opera di persuasione del·l a ·sinistl!"a 111011 ancor-a euro· peista: i comuni1sti :italiani si concentrerebbero nel con'Vincere i cormunisti 1francesi, i ISO- AH La sinistra dentro la Cee EU Sinistre europee ciaLdemocratici tooesdhi !farebbero lo stesso con i laburisti. Nel frattempo i due sohieramenti si rmanifestetr ebbero vetrso l'esterno con prese di posizione anodine nègrebl.anc, co~e si dice in .frances·e - , e ri•nunzt!ere bibero, quilndi, a fare una rpolitica europea atti1va, rdiretta ad ind· dere :sui bi<land, .s u]le tpO'litiche lllUO'V·e :sulla rilforma dellle 1po.Iitich:e già esistenti. iLa· scerebbero ahe d'Euro:pa continui ad ess·e<re guidata dai moderati: i minist:ri 1Socia.Jisti nel CoJl'siJglio e i m e mbri social~sti della Commissione resterebbero abbandonati a se stessi neH'wmbiente moderato in cui nuotano già ora. Oppure la 's inistra europeista potrebbe dabo.rare rp.ropo· ste di p'Oaitiohe TIIUO>Ve e di .riforme di tpoli tiche ·'Vecchie, nonché di correlative riforme costituzionali, necessarie .per rfia,re [e JPO!litiche nuove; potrelbbe 1promuorve,re uno schierarmelllto di tut-te le forze innovatrici, esistenti anche ben oltre le :sinistre tradizionali. In tal ·modo sarebbe possibile raccogliere forze suf·ficienti nel Parlamento europeo . e nella società europea, perohé il ,bi<Sogno di iniziative rifovmatrici è assai largamente sentito. Nella misura in cui si ottenessero successi sul fronte degli innovatori, si contribuirebbe con i fatti e -non con le prediclH• , a far maturare le idee nella sinistra ritardataria che verrebbe così a rafforzare la forza trainante nel _seno deJio .schieramento . innovatore. In altri tevmini, .è possibile , una -politica ed'.fetti:va e ·· non ·solo una politica declaratoria - contro l'attuale deficiente e spesso ma}sana pali~ tica dei moderati della Comunità. I comunisti italk.Ìli e gli indipendenti di sinistra che stanno accanto a loro nel Parlamento el,l•r opeo, hanno da tempo scelto questa seconda via, ed è da sperare che continueranno a percorrerla nel prossimo Parlamento eletto, articolandola e approfondendola uHerioi'mente. · • e li Créé en J Comit è d pour !'Europ !CIELI (l) p 'lo ' nous déclare M. Spi e/li, candidat sur la liste du P. C~ l. ces t r ois pays seu lement, la n ation s'est / a it e autou r de l'Etat ». n n 'en rest e pa s moi ns que « toutes l es in i tiatives européennes vienn ent d'in i tiati ves /7' a n ç a t se s, m ai s qu'une boune partte - pas t ous - des obstacles d cons t ruc tion u ltérie ure d e l'Europe vi ennent au ssi ci 'inttiattves jrançaises. L a France a produit la grande tlme n a lionale d e de Gaulle et la gr an d e ame européen ne de M onn et. 'l'ous deux sont bien Français ». « L'id ée d'u nion européenne es t née d'une exi gence europeenne et non amé1'icaine », souli gne encore M. Sp!- w HA EU la posi tion que la gauche av ait i l y a v i ngt a ns. à commencer par l a socia/.-démocr ati e alleriìande. C ela dit, la m ém e division passe par tous les groupes politiques. ( .. . ) E n réalité, ces d énominat ions d e grou pes élec toraux se tonden t su r des d ésignations anciennes , n elli ; ainsi, aj oute - t-il, le système monétai r e curopéen est né t raditionn elles. Et , au-delà des du « retus de la dominatton du groupes, l a vra ie d i stinct ion qui dolla.r ». d i vise le P arlement, les pays, les partis, oppose : Su r ses rapports personnels - L es innovateurs, qu i, tnsaavec les comnwni s tcs itapens, t is/aits de la Communauté t elle M. Spinelli décl a re : « J e voyais qu'elle est , v eul ent a ll er au-delà ; b ien d epuis B r u:relles que le - L cs immoiJ ilistes. qu i disent : « r isque-Ital ie », comm e on d i t , la Corn munau t é t elle qu'e lle est , n e sera i t su rm onté, n on seulema is pas un pas de plus. m ent du poi nt de vue ttalien, mais dans l'int ér ét de l'Eu rope, L e vrai problèm e est de savoir que si les c o m munislc.~ apparteq u i l'em portera , des i nnova teu rs n aient au gouz·ern em ent. J e l'a i ou. des i mmobi l ist es. » Pou M . Sr ~ n e lli . les cormnu- ciit ( ... ). Alo rs, aux dect i on s d e n istcs f ran ça is ne veulen t pas 1976, les co ntmu nisl e .~ m'on t proe tr e pa rmi ces (( i nn or·at enr s )), posé d e ven 1r iL l eu rs c ul és, dans ma 1s. d it - i!. s i la nouvclle Eu rcpe l eu r avan tc '!C et d an s celu i de rn on pro prc· co rnl)(t t rou r l'Euse développe, cel a 1u ra « un e/Jet )l TO J) e. Je s u i ~ sn ti s/n it ne ce t e sur e u .. u m 11ia nce. lls se I'Jnt/r·n t bien. L'a r1c ien com m ul"is te ltalle n D an. · l a bat a1ll r (' UI'I >r•r r·•zne, les est !me que l'Eumpe .< d1i'i se Ic s com nwniçt r s - j'oio ut r to :1j ours': csp r t s cn r'ran cc, c n lt n oz , ~terre, lt s c:omm untR trs i'a !ic 'n Eon t . O '..l. D,m cmark », p:-,Ice quc, (< rta n s en pr em i ère l r;n e. '> l EU ch:1 •:1 . . 1 ~ 1ppe la n t q ue . 'ii l' A 'i s··rn b {' n e peut nom mer la C Hllt" ! ... ;rm. e de I eu p ro voqu rr ,q cfe· :· " wn. << oppos•1io ~ s l> HA l ~;tr : · .1~ •~ st r !es l i bert<~S .., i est <: r'ì1 1!" UE par la mont '~ '' fl lita risme, d e.~ ' fana t: smes ~el. ~ et son u n l o n à une st :- : ;._ d ro it;.; de n· •mr » L:l r! C ~l '' · sa d ; -r r ~: · è, n a: e. ·· li .;; <·• le.> pf:' r.;.·mr.a' tit nn t l'E :;r·.; o.: : l:•' les ,.,t\ ·r d• · l' au :· s i, ' t~ jo lrr!'' fa t. I ~ 'i . r :~· scr en· ~e (l) 7 ~0 < >.> l : 2, b r 1.1 r·. ••; ri ~. ·~-------- ·--~----------------- rganise u «rasscr ble e t atio~~ l» à la porte de Pa tin L 0 p ar ti r om mun iste orga nise, j<· ncli :H nHt t. à partir de 18 h. 30, c! .m s b ~~ rand e sa lle d u ma rc he c!e L3 "!llt>1 te, porte de Pa n t i n à P a r is . u :1 r.1s.semb!e ment « de ca' Il cl ar nn tw nal » en vu e de 1'0iect ion eu ropéen e. Pl usieurs milliers de person n es son t atten d u es à crt te mani f estation, q ui a •'té ';"l•·é;-.a rc' c In en sj.,\Lemen t oar . « Const itué p d es femmes de li convlctions t rès ( sa ura it d 'a.uta nt i.lne posi tlon él~ premier principe , réduc tion politi< d e la pensée, · de l'éthique e tout ce qul v ou tre à l'ordre d\ imméd ia t e ou « 1 » Pour aut 11n1 ne se déroben· leurs orlentat:· " dessus et au c rt temen ts. » Sur la t r<'T mocrat iques. d rJ': ou appartiendro nau t é e urop<.'t':J r AH D i Ì[C€':mt des jeunesses com m un i• tcs ita li en11es en 1925.. d é port.) p:u le régime fasciste, M. Spi nclli a rompu avec le parti Jors cl r . procès de Mo.scou. Après la guer re. t rès pròche des soci a listes. il s' in téressa aux questions cu rop,'o rn nes et fut de 1970 à 1976 membre de la Commission de B ruxel les avant de se fa ire élire en 1976 à la Cha mbre ita l lenne eomme indòpendant de gauc hf' sur u ne list e commu n iste. M. Spl ne lll s'élève d· abord c0ntre l' « i r res pon 5abilit é » et l' ~ o u ' rt>cu i cl a nce ~ du eonseil d es Conw :·m,ltl tés lformé de membres d 'S ;:!"' li \'•' r:l e me n t.-:;) qui « préten d c· rr f'nr ·.· a r;o supn;m e qni décide e ·t --l r ' ; f f' re qu ' zl a l e dro i t de ' ;r· ·ci ·; Tl " ll '!'!n' rc q ue l'A ssem 1.\•t• '" l:· ' ìl"'".·n ne elue pose << scs c •>n l ;' ' • ' '> pour le re no u w.> !Jer~ ~e r.t ,:,· :1 Com m i. i on , l'an p ro- AH UE • Dans la atai!Ie e u r - qui pourraien t su rgi r lors d es p ée nne, !es c mmunistes it - débats d u Pa rlemen t euro péen lien. son t en p re mière lign e • , en tre con 1mun istes fr a nç· is et a df>cla r é mercredi 30 m a i a u it a lie ns, M. Sp in elli r épond m icro d R.T.L. M. Alt ier o «Le con tra.st e est n et , clai r, en t 1·e ts tes itali ens qu i se batSpinelli, candldat a ux é lec- commun t en t pour le d éveloppernent d e la tlons europèennes sur la liste C ommu nauté et communist es du P.C.I., inte rrogé par Phi- tran ça is qui ne veulen t pas en lippe Al exandre et Jacqu es ent endre parler. Ceux-ci font une Nob éco urt. opémtion de ret ardement . Il s ont feste ré~ igé . teu , M . Alai dénonce c le ' la tenta tlon · 1 voici les prin qu i crda , en moins de cent a n s, l a Ma1'. ei l a1se pou r son peu pl e et l'l n t crnatioll ale p ou r t oute l 'h u manité. » Elle t r ouvera une exp1·essi on , cette Fran ce , pa r la voi x des orate u1's Jacki e H of/man , Emm.a nuel M a/Jre-Bau gé - le chrétien , l e leade r .Vt?.Ys n n. l ' u n d e,. T -'i!- Les bafbuticrrcnts ·e ffurope c L'E urope d it -on est d 'abord une c i v i 1 i sa t i o n q ui s'e pr ime en diverses cult ures. l 'E urope communauLaire es t esse nti el ic me n t comme rc ia le, économ iqu0, à peinc politio ue. Quan t à l'F:urope eu turelle, ce n'est au m ieux qu'une inte ntion. Les Neu.f on t bie n arrcté !es prmc1pes d'une F'onda tio n européenne d e la cu lt u re a u conseil Pou r t an t . pé~~ne •· ?E!'. j;~..J'Jl l tlre a~l Ct;JIWfj Robe rt Schu na· vin gt -dcn x a.n:; par le prinrr l:lf Bas et, c· n :i·l . n. nist r,~ n 1-!• r::t:1d·' elel e::;t r:-t:aiJ!]c ; s 'a~i t d'un c financé D:J. r d· a t t r i b Ù {, J', l 701) OD f l or 3 600 000 ! ru n r~ La nou c !'e tl i (~P!' 'l l . . ·ILi ~ :rrr.· ( J 1 HA EU AH UE HA EU AH UE ta fanno governi e i buroc.!l'ati. c Ncm ~ t1 o. Il Parlamento europeo è nato con poteri puramente con.!'Kltivi. Per anni ha avuto solo il diritto di esprimere ovinioni non vincolanti. che il Consig-lio dei ministri tranquillamente ignorava. Poi però le cose sono _cambiate. Il Parlamento si è tatto riconoscere (sia pure in modo contorto e distorto) un'altra prerogativa: quella di votare il bilancto, Q,i avvrovarlo o boccim·lo o modificarlo. E, partendo da questa trincea, ha già comi.nciato a . muo· versi verso la conquista di altre posiz'ioni. in particolare di due. Quando i " regolamenti " hanno conseguenze finanziarie di un cert o rilievo, il Consialio dei · ministri non può più decidere a suo piacimento; deve esserci prima un c avvidnamento sostanziale " fra le posizioni del Parlamento e quelle del €onsiqlio. E' co· me aver messo un piede nella porta del potere legislativ~ .. : "· . ' « Inoltre il Parlamento non aveva il diritto di mette?· bocca nel.la nomina della Commissione (il « gove.rno" della: CEE, dato che il Consiglio dei ministri è, al _tempo stesso, una specie di . c,governo,parrlamento" ). Ora non è più così. Il Parlamento può ·esprimere il suo parere sulle camtteristiche e l'indirizzo politico della Commissione. Può votarle la sfiducia. Perciò può incidere suLla sua fo?·mazione . In altre parole: il Parlamento, come de-l resto tutta la Comunità, non è qualcosa di rigido, di già ben delimitato, con confini precisi e chiari. E' un -corpo in formazione, in trasformazione, che sta acquistando forza, e coscien, za di questa forza"· Sarà. Ma .i comunisti, nell'Eu~opa comunitaria, sono forti solo in Italia e i!ll Francia. Negli altri Paesi quasi· non esistono. Quindi ne'l Parlamento europe·o ·conte'l'anno poco o nulla. Per i l nostro elettorato la prospettiva non è incoraggiante. c Neanche questo è vero. La situazione è moLto più complicata. Nel Parlamento europeo gli schieramenti ;ono ;ancora molto fluidi. Non passanp lungo i confini nazionali (in vent'anni da che. l'assemblea esiste, non c'è mai stata unà riunione fra deputati della stessa nazione). E solo teoricamente sono basati sull'affiliazione ai vari· partiti .. E' vero, in· fatti, che comunisti, socialisti e socialdemocratici, liberali, demoGristiani e perfino (in parte) conservatori, hanno matrici ideologiche trans-1tazionaLi facilmente riconoscibili (fanno eccezione i gollisti, che sono nazionalisti pummente francesi). E' vero anche, tuttavia, che le linee politiche differiscono molto. I democristi'ani bavaresi, per esempio, vorrebbero che i partiti cattoLici diventassero pilastri deLla conservazione. Ma i democristiani italiani, belgi, olandesi, .non sono stati finora d'accordo, perché (fra l'altro) sono . abituati a governare insieme con i socialisti o con altri partiti di sinistra. Ma anche i socialisti e i comunisti seguono linee diverse. Laburisti, socialisti danesi e socialisti di sinistra francesi (Ceres) sono più o meno sulla stessa linea "nazionalista" del PCF, contraria ad un allargamento e approfondimento dei poteri comunitari. Socialdemocratici: tedeschi, lussemburghesi, belgi e olandesi sono invece più vicini aLla · nostra linea europeista ... ". Linea a cui ci siamo con- 1 ( ('/v EUROPA/ELEZIONI CORI' Altiero S,pinelli ricorda i primi passi del federalismo europeo: « Senza la sinistra l'Europa fallisce» Giulio S. Zarù 1 L FEDERALISMO europeo è sempre stato di sinistra, prog:ressista, a favore del mutamento. Fu certo di sinistra il primo convegno a Parigi, nel 1945, con la partecipazione della intera équipe di Combat, con Camus, Mounier e dall'Inghilterra Orwell. Non si era voluto "mescolare" con noi Malraux (lo vedemmo, ci ascoltò e poi concluse "je suis pas dans le truc"). Iconograficamente, anche il Movimento eu:-opeo, con Duncan Sundys e Churchil1, aveva qualcosa di rosso: la sua E. Ma poi, forse perché la guerra fredda incalzava, la E divenne verde». Questo ricorda Altiero Spinelli, fondatore del Movimento federalista europeo, ma soprattutto autore, assieme con Ernesto Rossi, del « Manifesto di Ventotene». Scritto al confino, nella piccola isola del gruppo delle Pontine famosa soprattutto per la sua minestra di lenticchie, è stato l'atto di « superbia intellettuale » con cui due confinati, isolati dal mondo della politica attiva, tra il 1941 e il 1942 hanno immaginato come avrebbe dovuto essere l'Europa del dopoguerra, e soprattutto « cosa si dovesse fare » perché questa Europa nascesse. Spinelli ha descritto il suo confino in un libro pieno di fascino e dal titolo emblematico, Il lungo monologo. E ancora oggi ogni discussione con Spinelli è più la parteciapzione a un suo monologo che un reale dialogo. « Il puma che se ne UE 11 HA EU AH U E HA EU AH " Qui a sinistra, Altlero Spinelli in una recente Immagine; a destra, sul baHe'llo che lo riporta a Ventotene, ·In un v•aggio della memoria. 'Nella piccola isola delle Pontlne, confinato, Splnelll stese con Ernesto Rossi un cc Manifesto » sUII'asseHo della futura &lropa. -, era rossa la mia Europa AH U EU HA far cessare la guerra tra gli europei era la costruzione di una vera federazione, sul modello degli Stati Uniti d'America. Rossi vide in quelle idee la logica soluzione del problema della guerra. Io vi vidi anche la via d'uscita ·dal mio dilemma leninista tra lotta per il potere e difesa della democrazia: perché nessuna federazione europea potrà mai avere quelle caratteristiche totalitarie e assolute che hanno invece gli Statinazione. Per cui decidemmo che dovevamo fare di quell'intuizione il centro di una battaglia politica. In questo noi non eravamo né più matti né più illusi di quanto lo fosse:to stati Marx ed Engels con il loro « Manifesto • dei comunisti. Quando ci riunimmo il 27 agosto del 1943 a Milano, da Rollier, in piccola schiera, con Luisa Usellini, Manlio Rossi Doria, Francesco Venturi, Arialdo Banfi, Colorni, Jervis, Belgioioso, e naturalmente anche Ursula Hirschmann, che era stata la moglie di Colorni e doveva diventare la mia, decidemmo che se noi eravamo là ciò significava anche che ci dovevano essere degli altri federalisti un po' dovunque. 'L i cercammo e li trovammo ». UE AH L'EUROPEO · Questi due personaggi così diversi hanno dunque pensato insieme un Manifesto: come è . nata l'idea e perché? - «Iniziò .grazie a Luigi Einaudi che inviò a Rossi un libretto contenent~ alcuni articoli da lui pubblicati sul Corriere della Sera nel 1919, a critica della Società delle Nazioni. Lì egli affermava che l'unica strada per EU L'EUROPEO · Ma quale eradunque questa « orrenda • con· elusione che sembrava delinearsi in prospettiva? «Concludere che dopotutto potevo aver sbagliato io, e non Mussolini. Come? Erano gli anni duri, non solo dei trionfi militari e politici del nazi-fascismo, ma anche della profonda crisi morale della democrazia. E poi io ero ancora abbastanza leninista da vivere con angoscia la contraddizione tra l'esercizio della politica, che è creazione e conquista del potere, e la difesa della democrazia che è limitazione del potere. Tutti i grandi modelli democratici sembravano soccombere al crescente potere dello Stato, sia di quello socialista che di quello capitalista. La domanda era quindi necessariamente, è forse la democrazia un'illusione? ». Al confino la vita scorreva lenta, tra l'allevamento dei polli (la cui psiche era l'oggetto delle sue osservazioni quotidiane, e ha fornito il materiale per alcu- ne delle pagine più gustose del suo diario) e la scrittura di lunghi dialoghi, a due mani, con Eugenio Colorni, tra Saverio (Spinelli) e Commodo (Colorni): ne traspare un represso de, siderio di azione, e un torturarsi alla ricerca di soluzioni, che potevano essere solo immaginate e mai sperimentate. « Dal dubbio mi aiutò a uscire Ernesto Rossi: \lil lucido pessimista, che tuttavia credeva nella ragione, con uno spirito più illuministico che romantico. Odiava Hegel, che costituiva invece la base della mia formazione, e quindi non si faceva illusioni sulla storia. Era convinto che svolgere il proprio dovere fosse ragione sufficiente per agire». E L'EUROPEO · Consumato l'abbandono del Pci, restava il problema della propria collocazione. « Con mia grande meraviglia mi trovai ad abbracciare quella morale provvisoria, che tanto avevo disprezzato in gioventù, quando studiavo Cartesio: non mi volevo precludere alcuna indagine, né alcuna conclusione, per quanto orrenda mi potesse apparire, o immorale, purché fosse razionale. Ma nel frattempo, finché non fossi stato certo delle mie conclusioni, avevo deciSQ di comportarmi come i miei simili, cioè come gli altri antifascisti con cui ero incarcerato». HA sta solitario a caccia nella foresta», Spinelli ancora gioisce nel ricordare questa definizione che di lui diede un suo vecchio compagno. « Il fatto è che io avevo abbandonato il Pci, nelle cui file · avevo militato e per cui ero stato condannato al carcere e al confino. E quindi avevo contro di me un pregiudizio negativo: ero considerato un pericoloso avventuriero dello spirito, di cui si ignorava come in realtà sarebbe finito. Il carcere è una società chiusa, in cui ogni mutamento è visto con sospetto e timore, perché indebolisce la resistenza di tutti ». L'EUROPEO • Ma la cosa non è stata naturalmente così facile. Vl era l'Immediata diffidenza e opposizione del partiti tradizionali. « Certo. I compagni di confino temevano, come al solito, ogni posizione non conformista, e gli apparati dei partiti già tendevano a ricostruire il loro naturale ambito politico nazionale: ricordo una lettera di La Malfa, çui avevamo inviato il Manifesto, Cominciava: "Lettore attento della memoria ...", ma poi in sostanza ci diceva che pur essendo d'accordo, in teoria, in pratica riteneva che il problema fosse di riorganizzare il sistema europeo attorno a Inghilterra e America. Anche uomini come Pertini, Bauer, Fancelio, benché per loro natura non conformisti, si erano subito ritirati .indietro, a Ventotene, dalla nostra iniziativa. Una reazione analoga ebbe a Roma, durante il periodo di Badoglio, Nenni, quando Colorni ed io andammo a parlargli ». 55 l \ Con gli auguri di Aviatour per il 1979 è usc\tO Anno Internazionale del bambino il libro AH ,Jelle vacanze EU ~~'79/80! in tutte le agenzie di viaggip trove~ai una cop1a gratuita per te ed i tuoi amici! è la più completa raccolta di v1aggi per le tue vacanze 1n Italia ed all'estero: S!)ggip_rni al ll)~re v1agg1 1n .com1t1va da Capo Nord alla Valle del Nilo! HA HA « È vero. La sinistra è stata timida. È stata cieca. Ma la lezione da trame è che la sinistra è essenziale: senza o contro la sinistra l'Europa fallisce. Gli iÌliziatori dell'Europa sono stati dei moderati. Moderati e di cultura renana e tedesca del Sud. Sapevi che Adenauer, De Gasperi e Schuman, quando si incon1:ravano, parlavano tedesco tra loro? Erano uno strano gruppo: Adenauer, il renano che non si fidava dei prussiani e li voleva bilanciare con i francesi; De Gasperi, già parlamentare austriaco, ed ora statista cattolico italiano; e Schuman, alsaziano, che aveva combattuto la prima guerra nell'esercito tedesco. Ma queste persone hanno messo le fondamenta di un'Europa timida, moderata, preoccupata di non cambiare, e quindi anche poco federalista». UE L'EUROPEO - Il federalismo ,f orse è di sinistra. Ma quella volta fu la sinistra a far fallire l'Europa! AH L'EUROPEO • E venne l'occasione della Ced. «La Comunità europea di difesa. Lì avemmo facile ragione noi. Riuscii a convincere il belga Spaak e persino De Gasperi, che accettò di mandare come rappresentante italiano Ivan Matteo Lombardo, che era allora un convinto federalista. L'esercito europeo non poteva essere preso sottogamba: bisognava che dipendesse da un'autorità comune e legittima. E così si fece la Assemblea ad hoc (che io volevo chiamare costituente, ma siccome i francesi erano più timorosi, Spaak decise che il termine ad hoc sarebbe stato più accettabile). Allora fu approvata una Costituzione europea. Ma poi la Ced, nel 1954, al Parlamento francese non passò». L'EUROPEO · .E le sinistre, quando sono entrate le sinistre nel tuo orizzonte? « Da sempre. Durante la resistenza io sono stato uno dei responsabili del Partito d'azione, anche perché ero convinto della necessità di collegare federalismo e sinistra. Ma la sinistra non mi voleva. Non solo i comunisti: ho raccontato nel Lungo monologo il mio arrivo nel 1943 a Gaeta, da Ponza, con un peschereccio carico di comunisti. Ebbene, alla fonda c'era · una nave da guerra italiana. I marinai, quando videro arrivare questi mitici "oppositori" che il fascismo gli aveva insegnato a disprezzare, ci accolsero in modo commovente: cantando l'Internazionale! Io allora non ero più comunista, ma fui commosso e presi a cantare di rim~do. I comunisti invece si riunirono, e poi scelsero di rispondere cantando l'Inno di Mameli, con tutta la sua volgare retorica su Roma, l'elmo di Scipio, eccetera. Vi era dunque allora un abisso tra noi. Ma simile era anche la reazione dei socialisti e dei laici». L'EUROPEO • Ma adesso ti presenti con il Pci. Molti pensano che tu abbia tradito. Dicono che sei n solito Spinelli « saturnino », «dionisiaco •, repentino e violento, senza scrupoli... «Lo dicono i soliti filistei privi di immaginazione. Non son,o stato io a mutare. O per meglio dire la mia mutazione è stata molto anteriore. Prima è stato il Psi: Nenni mi è venuto a cercare perché voleva che il Psi facesse infine la battaglia europea. E io lo ho aiutato. Poi è stato il Pci a cercarmi, senza chiedere che io mutassi le mie idee, bensì accettando di farle sue. Quello stesso Amendola che mi aveva comunicato la mia "espulsione" al confino, è poi stato quello che ha ripreso contatto con me sul terreno dell'azione europeista, fino a propormi la candidatura come indipendente nelle elezioni del 1976 e nel Parlamento europeo. Chi aveva cambiato? Io credo che in questa occasione Amendola ed il Pci hanno finalmente preso quell'impegno europeista che , prima avevano rifiutato». L'EUROPEO - Tu saresti dunque il metro della sinistra... « Se vuoi puoi anche dire che sono rimasto oggi come allora quel tipo, ammalato di superbia intellettuale, che nel 1942 aveva deciso a Ventotene che l'Euro-· pa -era possibile. Non credo di aver avuto torto. E comunque non mi sono pentito ». Giulio S. Zarù EU L'EUROPEO • Voi eravate i federalisti puri e duri... «Certamente. Lo fui anche nel 1951 con il "padre dell'Europa" Jean Monnet. Egli voleva continuare a lavorare sulla intuizione che i governi europei avevano avuto sin dalla prima gu~rra mondiale: la costituzione di agenzie sovranazionali ad hoc, per le materie prime, per gli approvvigionamenti eccetera. La stessa logica guidò il suo famoso memorandum del maggio '50 a Schuman, in cui proponeva la costituzione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio. Allora noi federalisti dicevamo che bisognava compiere un salto di qualità più importante ... ». UE EUROPA/ELEZIONI per Informazioni e prenot.zloni rivolgetevi presso la vostra agenzia di viaggio o presso: ...,._._. _ CIYICI~ ~~~ .,. Roma - Via Metaponto. 2-4-6- Tel. 77061 Roma - Piazza del Popolo. 19 Tel. 6781404 Milano - Via Vittor Pisani . .13 Tel. 6570351 Milano - Via Albricci. 9 Tel. 809351 Torino - Via Pomba . 29 Tel. 556066 Catania - Piazz8 Verga. 21 Tel. 376235 Pescara · C.so V. Emanuele . 328 Tel. 28348 ~ ~~si~rice~~~opi~~~~~~~~~~ L1t . 300 m francobolli per spese postali cognome e nome .città Vii per ricevere ul'\a copia del programma compilate il tagliando e speditelo delle sedi aviatour a una 57 li dalla pri HA EU AH UE HA EU AH UE vertiti eon un certo ritardo ... « Se è per questo... Alla CEE erano contrari anche i socialdemocratici di Schumacher. La CEE è nata male proprio perché le sinistre (intendo ·tutte le sinistre europee) non ne hanno capito subito l'importanza. Comunque non dimentichiamo l'esempio storico· di San Pao- · lo. E' con San Pao lo (ex _persecutore di cristiani) che il cristianesimo cessa di essere un movimento di riforma esclusivamente ebraico e diventa uni.versa(e. E' con l'ingresso dei comunisti nel Parlamento europeo che la CEE cessa di essere un fatto burocratico e di vertice, e comincia a diventare un fatto popolare. Neofiti o no, i comunisti sono fra i più ·attivi nell'assemblea. All'inizio non ci ascoltavano nemmeno, uscivano quando parlavamo, ci consideravano bestie rare e strane. Poi (molto merito va ai discorsi di Amendola) hanno cominciato a capirci, ad. apprezzarci. Ora ci cercano, discutono con noi, e spesso ci danno ragione •. Quindi chi panla di « ghetto • comunista ... «Mentisce. Ness un "ghe·t to" a Strasburgo. Il gruppo comunista italiano è forte e rispettato ... • . Ma, insomma, quali sono gli schi>erament>i? •Direi essenzialmente due, peraltro ancora in formazione : quello degli innovatori, cioè di quelli che vogliono andare avanti sulla strada comunitaria; e quello degli immobilisti. di cui fanno parte forze distanti come la sinistra laburista e la destra dc. Ma noi speriamo di attirare nello schieramento degli innovatori tutte le forze di sinistra, cioè tutti i comunisti e i socialisti, innanzitutto, ma anche altri ». Sp·ie~a·tJi meg~io . 1 « L'Europa comunitaria ha davanti a sé la scelta fra due prospettive: o il ritorno al modello degli anni 50-60, con le regioni più avanzate ( co1npreso quindi il triango lo industriale italiano) che avanzano ancora e «tirano " le altre (in teoria, perché in pratica se le lasciano dietro); o il varo di un nuovo modello, che tenda a sviluppare le regioni più arretrate, come premessa indispensabile alla soluzione della crisi generale. Per il primo modello. non Quindi chi panla di « ghe tto " comunista .. . «Mentisce. Ness un "ghetto" a Strasburgo. H gruppo comunista italiano è forte e rispettato ... ·". Ma, insomma, quali sono gli schieramenti? «Direi essenzialmente due, peraltro ancora in formazione: quello degli i1inovatori, cioè di quel·li che vogliono andare avanti sulla strada comunitaria; e quello degli immobilisti, di cui fanno parte forze distanti come la sinistra laburista e la destra dc. Ma noi speriamo di attirare nello schieramento degli innovatori tutte le for ze di sinistra, cioè tutti i comunisti e i socialisti, innanzitutto, ma anche altri"· Spieg:a,Vi. m~gliio. HA EU AH UE HA EU AH UE c L'Europa comunitari.a ha davanti a sé la scelta fra due prospettive : o il ritorno al modello degli anni 50-60, con le regioni più avanzate (c ompreso quindi il triango lo industriale italiano) che avanzano ancora e « tirano ,. le altre (in teoria, peTChé in pratica se le lasciano di~tro) ; o U varo di un nuovo modello, che tenda a sviluppare le regioni più arretrate, come premessa indispensabile alla soluzione della crisi generale; Per U primo modeUo, non c'è bisogno di rafforzare la CEE. Le af!tuali strutture bastano e avanzano. Per il secondo modello (l'unico valido, secondo noi) la Comunità deve assumere responsabilità nuove e di maggior peso, cioè deve rafforzarsi. Il perché è ovvio. Basti solo pensare ai piani di sviluppo regionale .. I socialdemocratici tedeschi lo hanno capito. Altre forze di sinistra, in linea di principio più vicine a noi, no. C'è molto lavaTo da fare, in questa dire zione "· In conclusione? In conclusione diui che il Parlamento europeo, forte della nuova legittimità che gli deriverà dal suffragio popolare, saTà quel che vorrà e saprà essere. Se sarà energico, dinamico, attivo, deciso ad alzare la voce e a farsi valere, riuscirà a strappare più ampie prerogative a quel "re col~elt tivo semi,assolruto " che ancora per tanti aspetti è (e vorrebbe continuare ad essere) il Consiglio dei ministri; e a spingere così nella direzione giusta tutta la " macchina " delle istituzioni comunitarie. In questa battag Zia, i comunisti italiani continueranno a fare il loro dovere, a svolgere un ruolo rilevante . Naturalmente, l'incisività della loro azione dipenderà anche dal loro numeTo. Di qui, l'importanza del voto di domenica, non solo per l'Europa in generale, ma per tutti gli italiani"· « Il viaggio ·difficile di un europeista .Un libro di Alti ero Spinelli ricostruisce le tappe recenti di un significativo itinerario politico e culturale- La milizia antifascista, il manifesto federalista di Ventotene, il rinnovato rapporto col PCI Spinelli apparti e ne - so· no parole sue, in uno scritto autobiografieo che qui non appare - «a lla generazione che ha assistito in calzoni corti e se nza parte ciparvi di1 rellamente alla prima guerra mondiale e alle rivoluzio· _;ni e controrivoluzioni che ad sante e attuale è quella del lun go viagg io di ritorno, oui queste pagine si t·iferiseono. Sp i-nelli - egli stesso tiene a sottolinearlo era per· venuto « non già alla pura e , semp lice scO'perta del valore della democ razia. ma ad un gi udizio ass ai ne g <~Livo su lle' de mocrazie nazionali europee, sulle loro eventuali restaurazioni dopo la guerra. e alla vi sione dell ' unità federa le eu· ropea come unico mezzo valido per ridar·e vitalità e fe· cond i\à al modo di vivere democ•·atico ne-fie no stre nazio· ni 11 . Invece. I'E uro,pa ·coslrui· la dai partiti tradizionali l' Eul'Oipa «funzionalistaJJ. priva di una « anima poli1ica 11, che è uscita dal travaglio d~ gli ultimi due decenni - ha riservato _ ai suoi assertori federai isti amare delusioni; li ha ridoHi , in pratica , aJ ruo· lo di sua « cali iv a coscien· za >l. All ' opposto, il PCJ si è .-ivelato, alla prova dei falli, clllpace di « scevera-r e i-l vivo della propria azione reale dal mot·to dell'ideologia 11. La sua · elaborazione autouo· ma, radicala nella realtà ita· HA E U AH UE Di quel «manifesto », Spinelli parla · nella prefazione alla raccolta di cui ci s{ia-mo occupando come della « cesu· ra fo-ndamentale» della sua vita: la f.ine di una preistoria e .l'inizio di una storia vera . L ' obbiellivo enunciato era quello di <mn'Eur~pa libe ra e unita da costruire dopo ' la scon filla di Hitlet· ». D'ue idee. in particolare, egli riconosce come sue: l'atlualità immediata del comJJito e il fallo che (< la linea di divi sione fra fo,r·ze di progresso e forze di conservazione non sa· rebbe più stata ·queHa tradì· zio'nale f-ra s i·riistra più o me· no -s ocialis ta e destra più o mené liberale·, ma quelJa n-uo· vis-sima. fra chi si sarebbe proposto di ado1pe-rare il pote1:e di cui avesse di-sp~Yslo per p•·omuovere l'unificazione euro· pea e chi per promuovere la ré staurazione della sov r a n i Là nazionale 11. Con questa «bussola JJ si sarebbe a'vventurato ne-l mare 31perto clelia. politica del dopoguerr-a , stabilendo rapporti di cooperazione con De Gasperi prima. co n Nenni poi. Se questa è la storia del di sta cco, anche più intet·es- AH UE ti ne ll'ultimo libro di Altie· ro Spinelli La mia battaglia per una Europa diversa (La· caita editore pp . 193, lire 5000), la d-costruzione di un itiner·ario politico, o, per m e· glio dire, della sua fa-s e -più recente, dal '72 in poi - altrave rso arti-c oli, intervi ste, prese di posizione - è intilolalo << P erc hé sto col PCJ ». E' la risposta di Spinelli alla richiesta rivoltao-·li tre anni orsono dalla ri :is ta «Hag:ionamenti ». di spiegare la apparente enigma del s uo ri· avvicinamento, dopo un di· stacco duralo diversi decenni, al partito nelle cui file aveva militato in gioventù- E la ri· sposta è che «effettivamente, qualco sa di sconvolgente è avvenuto, in tempi e modi di· ve rsi, tanto a me quanto a;J PCl». e s~ a hanno fallo seguito». Nel '24, a dicia ssette anni, entr·ava nell'organizzazione giovanile comunista, aurattovi non tanto da un'es perienza ,politica italiana q.uanto dal fa sc ino dell'appello le ninis ta alla rivoluzione sociali sta mondiale e de lla rivoluzion-e russa i·ntesa come pt·eludio di una «g rande esper·ienza .so· vr·anazionale ». Tre anni do· po , in co rreva già nei rigori del tribunale spee iale fa scista: avre bbe scontato, Ira carcere e confino, sedi ci anni , ridotto . da allore quale aveva voluto essere a semplice spellalore di eventi come l'a scesa de ll;~ potenze fa lSciste, le aberrazioni de rlo stalinismo, il crollo degli Stati nazionali europei sotto i colpi della macchina da guerl'a hitleriana. Gli ~tudi, l'appro· fondimento, il suo « lungo monologo di prigioniero» avrebbero avuto uno sbocco inatteso. Nel '37, lasciava il p a t• tito. N el '41 era tra i r~ dauori del « manife sto» fe· de ralista di Ventotene. Da questa nuova collocazio~e avrebbe pa rte-cipato, tornato libe ro alla caduta di Musso· lini, alla R es istenza. EU Urro deg li scritti riprodot· HA • '- - -- - - - - - - - - - - - - - - - - - -- - - - --· - ·- ··- ... -' liana, la con anna de-ll'inter· vento in Ce-c oslovacehia nel '68 , l'impegno senza riserve ne-Ila costruzione democrati· ca dell'Euro-pa i•n breve, lo «eurocomunismo JJ - ne hanno fa.uo una forza deci· siva , indi spemabi·l e ,p e<r la ''ea lizzazione dell'antico, originale disegno.. E' ve ro , dunqué, che n· « qual cosa di sconvolgente ll cui si accennava più- avanti malu,·a « in modi e tempi diversi 11 su i du e vet'santi. Sui «modi Jl dico no molllo , per quanto l'iguarda Spinelli, i testi di questa raccoita (an· che se l' omi ione di indica· zio,ni te mporali e di al-tro genere, che con-sentano di col· loearli , rende meno agevole la ri,costru:iione). Qua•n to ai «tempi ll, si può indicat'e con certezza almeno un momento decis ivo: i.l giug-no de•l '76, che chiude per l' autore un'esperienza di sei anni come commissat·io della Comunità e a•pre quella di deputato indipendente, e le t· Lo nelle li ste de l PCI, al Pat·lamcnto europeo. Ennio Polito - -----------------------' p r t- d d u dc ri C> --- .. SPINELLI Y'~' !J _c_ J/j AH UE n atlamento che potrà contare ·per cambiare le strutture della CEE c Ma, a noi, che cosa ce ne viene in tasca? ,. . Ora molti si chiedono la s'tessa cosa, a HA HA E EU proposito deUe p!I"'-Ssime e-lezioni eur-o pee . .m pa-rl-amento di StrasbU!rgo non sarà per caso un misterioso csputnih via-ggiante dn altri cieli, su a!liN !l"otrte, invisilbHi' ai comuni mortatli? Euro.peilsta convinto, deputato ed europeo, cand-idato del P-CI aiHe elezioni di do- tito doganale dei Paesi membri, le spetta una percentuale dell'IV A, che finora è dello 0,8 per cento, che salirà all'l per cento, e che potrebbe aumentare ancora nel futuro. Ci vorramno nuovi c regolamenti,. (leggi) su cui il Parlamento europeo avrà da dire la sua. Un altro esempio: con una battaglia lunga e accanita, noi comunisti siamo riusciti a far passare un emendamento che porta da seicento a mille miliardi i fondi destinati soprattutto allo sviluppo delle regioni più arretrate d'Europa (Irlanda, certe contee della Gran Bretagna settentrionale, sud-ovest francese, Mezzogiorno italiano). Basterebbe questo pér indurre gli elettori a non assentarsi dalle urne ,., s'i dice, tuttavia, che tl Parlamento europeo no.n AH UE _ROMA - Po-ndamo [a questione oosi. A proposito dei primi c sputnik ,. , Tog:liatti ammoni a metrtemi nei panni degli operai, i quad-i si chiedevano- con sano :realismo: U Un·a fu,nga' lot·ta polit-i ta per H controllo democratico delle deCisioni co,munitarie • Le forze del pr~ogresso e della ·con·servazione mani, Al.tiero SpineHi non se [a prende ,a mal-e. Risponde SU!bito sui concreto: c Se vogliamo parlare di soldi, la 1 .Comunità ne amTninistra un bel po'. VentiJnila miliardi di lire. Non è una 1omma vertiginosa (solo un quinto de l bilancio italiano); ma neanche da buttar via. E poi le finanze della CEE sono in espansione. OUre al get- conta nu~la, clhe la politica Arminio Savioli . (Segue m penultima) Altiero Spinelli 1 Politica internazionale D 13 luglio '79 D n. 27 Rinaspita p. 19 Si apre il Parlamento europeo: . cosa pensar~o gli eletti nelle liste . del Pci? Leonardo Paggi per ''Rinascita'' lnterrog·a Gian Carlo Pajetta, ~Sergio Segre, Aldo Bonaccini e Altiero Spinelli Non c'è spazio né per svolte • • autoritarie . ne per risposte • • conservatrici . EU AH UE ~ HA Una analisi attenta della situazione e dei risultati delle elezioni mostra che non si può parlare di cc spinta moderata» in senso assoluto quanto piuttosto di una difficoltà della sinistra ad affermarsi unitariamente su scala europea. La questione della Rft e la candidatura di Strauss. Le lotte sindacali nell'ultimo anno e l'esperienza della Confederazione europea dei sindacati. Come porre nella Comunità il problema di una. politica di programmazione contro i tentativi neoliberisti e le tendenze conservatrici o di chiusura nazionale. Il nostro rapporto con la socialdemocrazia EU AH UE questa spinta a destra come un ritorno agli anni Cinquanta o agli anni Sessanta. Bssa va collocata ncl conte!S·t o dei grandi problemi europei e mondiali di oggi. Ci troviamo in una fase di transiZ>ione, dove gli equilibri economici del passato non reggono più e dove,. a vent'anni dall"anno 2000, ci si accorge che si sta vivendo su una polveriera di contraddiziioni non risolte: c'è una corsa agl1 armamenti che si fa sempre più drammatica, si arroventano i ratp· porti tra paes~ sviluppati e paesi in via di sviluppo, cmscono i problemi della fume, del!le risorse, dell'energia, tutte questrioni che richiedono oggi, per essere affrontate positi·v amente, una politica di cooperazione internazionale fondata su basi as·solutamente diverse da quelle del passato. Ebiberne, di fronte a tali problemi non vedo una risposta delle forze mCJiderate e conservatrici, non vedo I'ind1cazione di una qualunque prospettiva che sii proietti al di là di questa o di quella afìfenmazione propagandi.s tic a. HA Paggi In questo recente periodo ci sono state consultazioni elettorali in diversi paesi europei. In alcuni di essi si sono registrate affermaz·i oni di partiti conservatori, in altri emergono risultati meno univoci. Il :problema è di capire se ci troviamo di fronte ad una offen•s iva generalizzata di parte moderata, c1e sta mietendo i suoi primi successi, oppure se siamo in !presenza di una situazione ancora molto incerta, che impone di articolare e '4eterminare in modo più puntuale il nostro giudizio. Altra questione: in .q uale misura la dpresa, là dove si ha, di wno schieramento conservatore, ·e sprime una nuova capacità egemonica del progetto moderato, e fino a che punto invece essa indica piuttosto difficoltà ed incertezze della sinistra di fronte ai problemi della crisi? Sarebbe utile andare ad una ricognizione il I]Jiù possibNe differenziata del •panorama politico europeo, puntando, ,p iù che a semplificare, a complicare ,i l quadro che abbiamo davanti. Segre .Nel risultato di varie elezion'i nazioTIJali e nel risultato delle elezioni europee vi sono certamente element!i di S'Pinta moderata (rpenso in primo luogo alla Gmn Bretagna, ma anche agJli ultimi sviluppi neH<a Rift). Mi domando però se queste spinte poss01no essere unificate nella definizione di un generale spostamento a destra, o 6e invece esse non siano il nisultato di crisi nazionali diverse l'una dall'altra, oltre che delle di·fficoltà che una sinvstra divi;sa su scala europea ha incontrato di frOillte ai problemi delLa crisi. Si accumut1 ano elementi di pericoìl o nella 'Situazione intemaz1ionale (Strauss è qualche cosa di più di una incognita; e così anche, per molti aspetti, la ·p olitica della Thatoher e pure oueHa d'i <iiscard d'Estaing), ma non mi sembra che ciò stia ad Jndicare senz'altro una maggiore credibilità delle forze moderate e çonservatrki, poiché scor-go in questi proce'S'si anche gli effetti di urna attesa di 1s oluzioni di.v erse e innovatrici che finora non ha trovato soddisfazione. Non credo, cioè, che Sii possa vedere Paggi E la candidatura di Strauss? E' un fatto che merita una considerazione specifica. Segre <Da un dato quella candidatura rappresenta, dopo circa dieci nnni di profonda, la ricerca di una maggiore identità 'd a parte della Democrazia cristiana, :riicerca alimentata dal tentativo di giocare la vecchia carta nazionaHstioa. In secondo .luogo, all'•i ntemo di un assetto internazionale in crisi, si punta su un rimescolamem.to delle carte, per porre questa ·G ermania in contfllitto non soltanto con l'1E'St europeo, ma probabilmente anche con gtli stessi interes·s i degli Stati Uniti. cr~si Pajetta E forse in. qualCuno c'è anche la nostalgia di potere perdere · una terza guerra mondiale. Segre Irn terzo luogo, c'è il dato di fatto di una società tedesca che è oggi abba:stanza immobile e che, di fronte a ques oi grondi problemi, a queste grondi sfide, cerca vie di uscita nuove. Non le ha trovate ancora a <S>inils tm e vi è L'emiciclo del Parlamento di Strasburgo qu.i111di un vuoto prodotto da una domanda rimas'ta finora senza :riis;posta. Spinelli Ogni volta che parliamo delta Germania rischiamo .f iacilmen te di perdere di vista .la realtà. La Germani-a ha conosciuto neglli ultimi anni un proceSJSo di crescita della .Cdu e della destra, e di arretramento socia1ldemocratiico e liberale. Quindi, _a partire da tre o quattro anni fa, è sUJbentrato un processo di segno contmrio. Tale processo è stato interrotto da due eventi: pr.ima c'è stata la elezione di un presidente, che è stato scelto dalla Camera dei deputati, neNa quale c'era una maggioranza lieve, ma ·sufficiente, per avere un .presidente dellla Cdu. Si è quirndi trattato · dell'effetto ritardato di .u n processo a'V'VenUito precedentemente. Poi ci sono •state le elezioni europee nelle quaIii la maggiore responsabilità della diminuzione dei voti dei sociaLdemocratici è dovuta al fatto che essi hanno fatto una cattiva e negligente .campagna europea. Non diciamo dunque che in Germania siamo aHa vigil!ia di una situazione come quellla inglese. E' di- verso. In Inghilterm c'era un governo laburista .fallimentare. A differenza dei laburisti inglesi, per i quali i1 desiderio di rinnovamento assume facilmenrte le forme dell'estremismo di sim.istra, i 's ocialdemocratici tedeschi hanno consapevolezza reali!stioa del peso dci problemi nuovi. Le possitbilità che la socialdemocrazia ha di superare il proprio momento debole sono dunque ancora grandi. Perciò stiamo attenti: non diamo per perduta la situazione tedesca, perché è comparso Strau'S's all'oriz?X>nte. Pajetta Vimmagine·di una Europa che volge a destra contiooe a mio avviso, una centa semplificazione. Irn Francia, prur in un momento di cris~ dei rapporti tra 6ocialis·ti e comuni'Sti, i conservatori nel loro i111sieme hanno ottenuto 41 seggi contro i 40 deUa sinitstm '(a cui si dovrebbero aggiungere a!lcune centina~a di migliaia di voti di gauchistes e di ecologisti). Ecco un paese nel quale la destra è al potere, ma ~111 cui la sinistra non è certo s;tata battuta. In Italia dove pure i comunisti hanno subìto uno p. 20 Rinascita n. 27 D 13 luglio '79 D Politica internazionale suJifragi di di1f.fidenza e sfiducia verso la ComUJruità europea. Un disco rso analogo può essere fatto anche per la Danimarca. <Dolbtbiamo dunque riconoscere che la cri<si ,determina ampie zone di sfiducia e di demoralizzazione , ohe aprono la strada ad una controfifensirva neoliberista, m a non ancora a soluzioni neolib eriste. A diffierenza d~ aLtri periodi storici, in cui Ja crisi ha portato a radicalizzazioni ,e poi a Slbandamenti a destra, noi ci troviamo in una situazione in cui soluzioni apertamente autoritarie non sembrano ancora avvantaggiarsi direttamente della de1usione nei confronti deHe istituzioni democratiche che pure in akun'i paesi si è manifestata. Anche le d ÌJfficoltà in cui s.i trovano paesi come il .P ortogallo, la Spagna, la Grecia,• non sembrano mettere in for'se l'acquisizione generale delJa demo'c raz,ia. !Si tratta allora di rilanciare in chiave europea quella politica di unità delle sinistre, come vera premessa per rispondere ad una domanda di socialismo che non è venuta meno anche nei paesi in cui il I'isultato elettorale è stato meno soddi,s facente. Dove ci ~si .è a'V'V'Ìcinati alla possibilità di una soluzione di sinistro, la si è a'Vlllta una unità di socia'li's ti e di comunisti; e quando questa unità è venuta ·m eno. abbiamo a1vuto un ari1etramento deHe comuni posizioni. Questo Segre .. . Credo che quello della governabilità sia oggi il grande compito della sinistra. Di fronte a teorizzazioni secondo cui società che conosceranno nei prossimi anni una recessione crescente, con conseguente disoccupazione , sono necessariamente destinate a diminuire la propria interna democrazia, spetta alla sinistra governare le necessarie trasformazioni strutturali, mantenendo alto il livello di partecipazione vale per la Francia, per l'Italia, e questo stesso fenomeno rende le posizioni più d i1fìficili in Spagna e nel .Portogallo; tanto è vero ohe abbiamo soltanto due paesi _,neWEuropa, fuori dellà Comunità dove le sinistre .hanno dimostrato d i potere incidere, di arrivare al governo o di non }a•s ciarsene scacciare: sono la lnntani'S'sima I's landa e la lontanissima Finlandia, ma sono paes.j dove socialisti e comuni,s ti hanno trcvato il modo di coUaborare. Paggi Pajetta ha nominato gli Stati Uniti. Continuando la discussiorne varrebbe la pena tenere presente un dato UE scacco elettorale, ·non si è avuto il successo moderato su cui contava la Democrazia cri,s tiana, ma piuttosto una forte cres'cHa d el voto di protesta. In Austria i ·s ocialdemocratici hanno conquistato la maggio11anza assoluta. C'è stata, dall'altro lato, la sconfitta dei Jaburisti in Inghilterra e llm!a r.iJpresa dell'influenza democri's tiana in Germania {e, 'a ll'interno deHa Dc, dei gruppi più oltranzisti). A!bbiamo arvuto un riflusso in Svezia, che ha fatto perdere ai socialdemocratici il governo del paese. Il quadro dunque è composito, e dobbiamo Mare 1altten ti a non dare .risposte sempJi,ficate alla domanda se l'Europa si sposta a destra. Vediamo piuttosto le forme in cui questo pericolo s~ può manifestaTe. Le ·s ocialdemocrazie, eccetto quella austriaca, hanno subito una crisi, che ha origine nella di1Jficoltà sop.raggiun ta di offrire contropartite economiche alle mas•s e popolari. Questo ~spiega .situazioni come quella inglese, tedesca, svedese. Ma la questione che vorrei porre è la seguente: fin.o a ohe punto que1lo che abbiamo avuto in Europa non è un voto di scetticismo e anche di condanna nei confronti di una prospetUva europea che .guardi a sinistra? In lnJg'hi,l terra, ad esempio, non è vero che hanno vinto i conserva·tori contro i laburisti: ha vinto quel 65. per cento di · ci1ttadini che non Jla partecipato al vo.to, al quale vanno aggiunti i voti Ia:buristi, tutti che è abbastanza nuovo rispetto al :passato, loioè Ila qualità dei rapporti tra Stati Uniti ed Europa, che ,r.e nde forse più difficile una .r estaurazione moderata di tipo tradizionale. Storicamente, infatti, le forze moderate si affermano in Europa all'ombra di ·q uella unità molto forte che è data da un modello di sviluppo, da un progetto di sviluppo. Bonaccini Se si guarda ai fenomeni europei non da un r~dotto angolo visuale puramente elettorale e se si ha rma nozione un poco più larga della 'l otta sociale e sodalista in Europa ci accorgeremmo di più che si sono avu- AH Il dibattito sulle soluzioni proposte dal Piano Meidner alla crLsL del "Welfare StateJJ EU La democrazia industriale in Svezia UE AH HA «La struttura decisionale democratica corre il rischio di disgregarsi ... in seguito alla trasformazione tecnologica, alla concentrazione economica alla lentezza della burocrazia ... Lo sviluppo della democrazia industriale diviene questione centrale ... Non possiamo consentire che la corsa al profitto e la logica della concorrenza,. decidano sulla sicurezza dei posti di lavoro, sulla modifica dell'ambiente o sullo sviluppo tecnico. La questione non è se vi debba essere economia di piano e più democrazia nella vita economica, ma come elaborare la prima e organizzare la seconda». Quando Olof Palme scriveva queste parole (in un carteggio tra i presidenti dei partiti socialdemocratici tedesco, austriaco e svedese, Quale socialismo per l'Europa?, Lerici, Cosenza 1976), si era alla vigilia della prima svalutazione del dollaro e, più in generale, di quella crisi che avrebbe posto un'ipoteca seria alle possibilità di sviluppo e di rinnovamento dei contenuti del Welfare State. Pochi mesi prima (1971) il congresso della Confederazione sindacale svedese (Lo) aveva affidato al gruppo di economisti raccolto intorno a Rudolf Meidner il compito di elaborare un piano che permettesse una crescita dell'influenza del collettivo dei lavoratori sugli indirizzi dell'impresa, che favorisse una certa redistribuzione patrimoniale e di potere, che correggesse alcuni effetti verificati della politica di solidarietà salariale perseguita dal movimento sindacale. Nello stesso anno, il Parlamento di Stoccolma approvava una legge sperimentale (confermata nel '76) sulla co-determi· nazione, che avrebbe permesso la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori alla determinazione di alcune scelte nei consigli d'amministrazione delle imprese. Nel '74 il governo socialdemocratico, con l'appoggio dei liberali, approvò la formazione di una commissione (presidente il socialdemocratico Mehrs) incaricata di approntare studi particolari sulle forme della co-determinazione. Nel giugno del '76 il congresso Lo approvava i termini fondamentali del rapporto di Meidner. Una prima . bozza di esso era stata sottoposta nell'autunno del '75 all'esame di ben 20.000 membri del sindacato. Nel '77, infine, . sia per i problemi politici e per le polemiche che il '. rapporto aveva suscitato; sia per i problemi nuovi che la depressione economica aveva posto a certi punti-cardine del piano originale, venne formata una commissione mista del partito (Sap) e del sindacato (Lo) . Suo compito principale era - come risulta dal rapporto pubblicato nel febbraio '78 - sia l'ulteriore precisazione dei modi e delle dimensioni di applicazione dei fondi dei dipendenti previsti da Meidner, sia la formulazione di un sistema aggiuntivo per la creazione di fondi nazionali e regionali di investimento (tratti da quote-parti dei profitti e degli aumenti salariali) che in qualche modo risolvessero in tendenza il problema della formazione di capitale di investimento sotto controllo collettivo dei lavoratori e statale (per una critica a questa ulteriore complicazione del proprio piano vedi anche l'intervista rilasciata da Meidner a Mondoperaio, ottobre '78). Sia il piano Meidner che il rapporto della commissione mista Sap-Lo non propongono ovviamente solo un tipo di soluzioni tecniche al problema della co-determinazione o, più in generale, al problema della realizzabilità di una forma complessiva di governo democratico dell'economia, ma più precisamente propongono un sistema di tecniche di crescita, coinvolgimento e formazione del lavoratore complessivo sui temi dello sviluppo e del controllo dei termini di riproduzione della società. Sistema di tecniche legittimate ancora dal « vecchio » discorso sulla « proprietà » del capitale (si ha voce in capitolo in quanto « si possiedono » quote di capitale); ma al di là di questo - che . rimane comunque un grosso nodo da ~iogliere per la concezione stessa del termine ((capitale)) - occorre vedere i possibili risultati politici sia del massimo coinvolgimento del sindacato dentro la fabbrica, sia dello sviluppo della formazione manageriale-gestionale dei lavoratori, sia infine del EU di Sergio Finardi HA Il piano M eidner parte da una vz,swne dell' economi;a della Svezia che non corrisponde pienamente alla realtà. Le correzioni della comm~s sione mista sindacati-partito socialdemocratico. Le diffiColtà politiche del movimento operaio svedese e gli ostacoli economici e sociali alla applicazione del piano. Gli interessi di categoria e l'influenza del sindacato sulla socialdemocrazia coinvolgimento il'lt posizione non subalterna, rispetto alle '' oggettive» necessità dello sviluppo, di sindacato e partito nel governo dei modi dell'accumulazione. Credo sia utile, anche per permettere un raffronto con altre proposte (ad esempio la relazione di maggioranza del Bullock Committee del 1977 in Gran Bretagna - si veda Il Mulino maggio-giugno '77 e specialmente K. W. Wedderburn « Democrazia industriale: recenti sviluppi in Gran Bretagna ») riprendere gli elementi fondamentali del piano Meidner e del piano . della commissione mista Sap-Lo, solo in parte noti al lettore italiano. Meidner, nel rapporto del '76, dopo un excursus sul dibattito sulla democrazia economica e sulla politica di solidarietà salariale, emerso in Svezia negli anni venti-trenta (i primi studi del dirigente socialdemocratico Karleby sono del 1921 e del 1924 e le prime proposte legislative di Wigforss vengono avanzate negli stessi anni all'interno dei primi governi socialdemocratici di minoranza), analizza alcuni effetti che le politiche del sindacato e una certa sottovalutazione del decentramento decisionale hanno determinato nell'economia svedese. Sostanzialmente: un forte concentramento di potere nelle mani delle holdings che controllano i settori avanzati, favorito proprio dalla politica di solidarietà salariale che, moderando le ~ichieste in tali settori a favore dei più arretrati, ha determinato la creazione di superprofitti, i quali per di più, in forma di massicci investimenti all'estero delle multinazionali svedesi, vengono ad indebolire la struttura produttiva nazionale e a diminuire le possibilità di controllo pubblico sulle scelte di sviluppo. Le proposte che Meidner fa, sono, in sintesi, queste: ·. a) accantonamento, nelle aziende con più di SO 0 100 dipendenti, di una quota dei profitti d'impresa variabile dal 10 al 20% annuo, sotto forma di azioni di proprietà collettiva dei lavoratori; azioni di acqms1rne altre oltre la normale quota del 10-20%, di accelerare così il processo d'acquisizione del pacchetto di maggioranza e, attraverso la proprietà comune delle azioni, di eleggere un numero crescente di propri rappresentanti nel consiglio d'amministrazione dell'impresa; c) il fondo rimane dentro l'azienda, a disposizione, come il restante capitale, delle necessità produttive; eventuali interessi maturati dal fondo vanno a finanziare attività di formazione professionale e sindacale dei lavoratori; d) i rappresentanti dei lavoratori, eletti, sulla base percentuale della consistenza del fondo, nei consigli di amministrazione, formano consigli territoriali per il coordinamento della propria azione e per la discussione delle necessità di sviluppo del settore o della zona. Meidner stesso scarta alcune ipotesi differenti di partecipazione sulla base dell'esame di esperienze come quella tedesca e statunitense (partecipazione individuale agli utili, formazione di organismi - « consultivi » e paralleli a quelli della proprietà da parte dei lavoratori, sistemi. tutti che pongono in posizione subalterna e con mera funzione di consenso rispetto ai veri centri decisionali i lavoratori stessi); pure, scarta alcuni possibili « usi » dei fondi dei dipendenti e tra gli altri: l) un uso per così dire « sociale » dei profitti d'impresa come sorta di seconda politica fiscale, cioè un uso dei profitti fuori dall'impresa; 2) l'accantonamento della quota prevista di profitti come farma mascherata di risparmio obbligato ·(cioè sottraendo questa quota al calcolo dell'entità dei profitti su cui si - basano gli aumenti salariali) . A parte altri problemi che vedremo ·in · seguito (controllo delle , multinazionali, disincentivi ad investire, ecc.), è chiaro che · il piano fa riferimento ad una situazione economica non perfettamente · corrispondente nemmeno agli . attuali termini svedesi: è un mob) negli anni queste azioni forma- dello che presuppone innanzitutto una no un fondo cospicuo che permette, crescita lineare, una scarsa mortaliattraverso i dividendi distribuiti alle .t à aziendale, piena occupazione e, ov- Politica internazionale D 13 luglio '79 D n. 27 Spinelli .. . la sm~stra ha grandi responsabilità, ma anche grandi possibilità. La destra , infatti, amministra l'Europa , ma non dispone .di una prospettiva per il domani. Il campo delle forze intermedie è molto vasto e diviso e offre alla sinistra la possibilità di conquistare alleanze importanti. La grande questione è: come si possa avere una politica di programmazione la britannica del contraJtto sociale. E non si tratta solo degli inglesi: in realtà, esperienze più o meno ispirate a una visione di rego'lazione dei reddi t'i ci sono state un po' in tutti i paes'i . Ora queste e51perienze escono br uciate. La cri·si si è mostrata più profonda, diversamente caratterizzata da quella che alcuni pensarvano, e farse l'ipotesi che fos'Se possibile ripristinare quegli equilib ri economici e sociari che avevano consentito una gestione, dirò così, libenal-sm::iaHsta o 11beralJsocialdemocratica o cristiano-liberale, a seconda dei paesi, è un'ipotes1i ormai fal!li ta. Io sottolineo il fatto che il mo'V'imento operaio in Europa è oggi .più forte di quanto non .fos'Se alcuni anni fa. Paggi C'è molta più disoccu pazione, però. Rinascita p. 21 è accaduto con lo sciopero dei s!jderurgici, e c iò che è accaduto in Francia, in Inghilterra. Cento la condotta dii que1ste lotte ha avuto anche momenti di debolezza ohe noi abbiamo critkato; certo il movi·m ento non ha ancora compiuto tutto il suo ciclo di onganizzazione e di definizione di una tattica e di una strategia. Quello ch e è ,s icuro è che andiamo verso importanti scadenze con nn patrimonio di esp erienze e di volontà che permettono di definire com più precisione l'obiett:Jivo di rma Europa lar.gamen.te infìluenzata dai !lavoratori. Lo stes·s o ri:sull tato e'lettnrale lascia aperti larghi spazi per una azione unitaria delle sinistre. Spinelli Penso anch'io che bisogna dire che alle ultime elezioni non c'è stato un vero spostamento a destra dell'area politica europea. Può esserci stato in questo o quel paese, ma se avessimo avuto in tutta Europa il sistema elettorale che abbiamo in Italia, avremmo oggi rm Par1lamento europeo nel quale •l e foTze di sinistrà sa: rebbero più variegate, e le forze d1 destra sarebbero meno forti di quel che sono. Direi che la caratteristica politica fondamentale che emerge dal complesso delle elezioni europee, molto più che uno spostamento verso i moderati, è il fatto che l'insieme ,'delle forze della sinistra, con diversità da paese a paese, si · trova smat~rito di 'fìronte ai grossi problemi nazionali ed europei. Ed allora questi problemi sono stati f,a tti pr op ri dai moderati. Io credo che dobbiamo tenere conto del fatto che oggi si sta amministrando una economia europea che sta uscendo dal profondo della crisi. Non sarà una ripresa durevole, ma una certa ripresa c'è. Ed in questa situazione il grosso pericolo è quello di un affidamento al gioco delle forze spontanee, nella çonvinzione che, lasciate libere di agire, siano in grado da sole di ristab ilire gli equilibri intaccati. A mio avviso, l'azione del sindacato, così come si è venuta sviluppando, con scarsi legami con una visione politica alternativa, rischia di operare nello stesso senso di questo moderatismo. Ha ancora troppo spazio un ragionamento di questo tipo: « Sta riprendendo la produzione? riprendono i margini di profitto? Bene, deve esserci una parte più grande per noi ». Non pretendo natur almente che, in presenza di un aumento della produttività, gli operai dicano: non dobbiamo avere niente. Ma considero giusto un •r agionamento in cui si dica: questa percentuale deve andare al miglioramento dei lavoratori e quest'altra per una certa politica. L'unica forza di sinistra che ha avuto questa posizione è il Partito comunista italiano. Qualialtri problemi abbiamo di fronte? Il problema della qualità della vita; il problema, che sta diventando sempre più importante, del rapporto tra uomo e natura ... gramma comnne dell'a da'S'Se operàia organizzata, che Sii pone obietti'Vi di carattere economico~sociale per uscire dalla crisi. Questo è il primo elemento che bi·s ogna tenere presente. Ma a quel congresso non siamo arti'V'ati in modo inerte, solo per TÌ'Sipettare la scadenza statutariamente prevista: ci siamo arrivatJi suHa base dehl'esper·i enza che i lavoratori, nei diversi paesi, hanno compiuta. Nel corso di queste esperienze si .s ono superate e lasciate ail..la spalle i·m postazioni che a'Vevano caratterizzato nel pa•s•s ato la ·v ita di altri partiti della sinistra. ·F•r a le esperienze che sono state bruciate, ba:sti pen'S'are a quel- Bonaccini Certo, ma la maggiore forza del mO'Vimento operaio di's cende anche da una capacità soggetbiva di organizzazione: malgrado la disoccupaL'!ione (che semmai ha accentuato l'impatto di certi conflitti) , la capacità ~i risposta e di azione della daJS•s e operaia è s!Jata vi;g orosi'S'sima. Cito, per tull:tJi, !'-esempio del Belgio, dove da mesi e mesi si lotta con una continuità ed una a•s prezza che, fraDJoamente, hanno scar:si riscontri nel resto dell'Europa. Anche per quel ·c he riguarda la Germania, abbiamo tutti nella mente ciò che Il Parlamen to svedese della legislatura vo schema abbiamo due differenti sistemi di creazione di fondi e di fatto due tipi di << fondo » distinti~ il primo ripercorre i termini della proposta Meidner, il secondo è completamente nuovo. Il primo trae origine solo dai profitti, il secondo da una quota-parte dei profitti e dei salari. Il primo fondo fa riferimento al controllo delle scelte dell'impresa, il secondo (utvecklingsfonder, fondi-di-sviluppo) fornisce mezzi finanziari controllati. Il rapporto della commissione è stato poi sottoposto a .una ulteriore verifica cui hanno partecipato circa 60.00ò lavoratori. Problemi molto complessi di definizione tecnica sono emersi e una decisione definitiva vèrrà presa ai congressi dei Lo e del Sap nel 1981 , anche sulla scorta delle risultanze della commissione Mehrs. A parte le difficoltà politiche che il movimento operaio svedese ha incontrato in questi ultimi anni (e che forse hanno consigliato non solo una maggiore prudenza sui tempi d'applicazione del piano dei << fondi », ma anche lo slittamento di una decisione ufficiale), vi sono da sottolineare le difficoltà di determinazione di alcuni elementi-chiave del piano stesso. Possiamo anche non considerare elementi quali un'indubbia possibilità di fughe di capitali (che è però fenomeno comune a tutti i paesi ove siano alti i costi da lavoro), ma non è possibile scavalcare altri problemi, come la determinazione dell'entità dei pro· fitti in una azienda per esempio multinazionale o che ·abbia al suo interno varie imprese che si muovono o in settori a differente saggio di profit. to (e in cui alcune perdi te vengono considerate necessarie al mantenimento del profitto in ambiti ritenuti importanti) o in settori particolarmente esposti agli spostamenti della divisione internazionale del lavoro, alla fluttuazione dei cambi, al sovvenzionamento statale delle esportazioni. Inoltre, la legislazione di supporto comporta, certo, uno scontro politico che gli attuali rapporti di forza non danno per vinto in partenza. In questi anni, per esempio, molti sono stati gli ostacoli che gli imprenditori hanno frapposto già alla legge sulla codeterminazione parziale prevista dal testo del giugno '76 e che in sostanza riguarda aspetti della vita aziendale (dal punto di vista dell'informazione e dell'esecuzione) non influenti sulle grandi scelte d'impresa (a questo proposito si vedano il testo della legge in Il Fiorino, 11 giugno '76, e il saggio di Folke Schmidt in Il conflitto di lavoro in Francia, Svezia e Gran Bretagna, ed. Isedi 1978). Se, però, fosse in qualche modo possibile risolvere questi nodi, credo ci si troverebbe davanti a due elementi di carattere squisitamente politico che finora sono emersi molto poco e che qui possiamo sintetizzare nel modo seguente: a) se il sindacato riesce a superare la frammentazione delle scelte dei propri rappresentanti e a fornire q~a<_ir} di riferimento oltre che di pnonta agli organismi di gestione d~i fondi (e in ultima istanza a determmare le scelte delle imprese), non si determina forse un processo di svuotamento delle funzioni, dei mezzi di potere e quindi dell'autonomia del · partito operaio in un settore determinante delle grandi scelte politiche? La grande influenza che già il sindacato esercita in Svezia sul partito socialdemocratico, accentuandosi, non potrebbe portare ad un'ulteriore difficoltà del partito a muoversi secondo logiche non riferibili esclusivamente agli interessi di categoria del lavoro salariato? Non si avrebbe un'accentuazione . delle caratteristiche per così dire <<tattiche » del partito, una sua incapacità (che mi sembra già da tempo in atto) ad << attraversare le classi» e le loro differenti esigenze, a capire certe istanze « nuove » di settori che oggi approdano - per mancanza di rappresentanza reale a ideologie e a partiti confusamente collocati tra l'ecologico, il neoliberista e il ribellismo antistituzionale? Chi deter mina, insomma, le scelte che il sistema dei « fondi » chiama ad Pajetta ... del consumo sociale. operare? Il sindacato o il partito? b) se inquadriamo il discorso dei Spinelli La grande questione è: come « fondi » e della loro creazione e consi possa avere una politica di programtrollo nel discorso della tendenza dei sistemi a capitalismo avanzato a per- mazione , la quale subordini la prospettiva del migliorament o individua le alseguire modelli neocorporativi (con il sindacato in una posizione sostanzial- la trasformazione della società, la quamente subalterna e di « consenso » le realizzi politiche di investimento dirispetto alle scelte economiche cui versificate per avere uno sviluppo più pure è chiamato a partecipare; si ve- equilibrato e più attento alle esigenze da, ad esempio, a questo proposito, del te.r zo mondo. Questa era e continua a essere la grande scelta alteril materiale elaborato dal recente seDi fronte a questo problema minario dell'Istituto Feltrinelli su · nativa. «Sindacato e Stato capitalistico»), la sinistra si è trovata imbarazzata. Il Partito comunista italiano è rimasto possiamo certo dire che il sistema solo a difendere una politica di sviproposto va in direzione diversa perluppo programmato: i socialisti non ché pone il sindacato e i lavoratori l'hanno sentito, hanno sempre pensato in una posizione di potere reale. Ma che ci volesse più « libertarismo ». - ed è solo apparentemente un altro L'altro grande partito che, pur con problema - questo risolve o aggra- dei limiti, ha mostrato grande matuva quella separazione tra risorse eco- rità per questo problema è stata la nomiche reali, richieste dei vari grup- socialdemocrazia tedesca, i cui quadri pi rappresentati nello Stato e formadirigenti hanno compreso che il prozione del bilancio statale in funzione blema non è quello di un grande balzo del consenso, che è stata delineata in avanti del consumo interno, ma sul sistema statunitense da O'Connor quello di aumentare i trasferimenti e che porta appunto alla « crisi fi- esterni. Questa impostazione è rimascale» dello Stato? Non credo che sta limitata, perché ne è risultata solbasti il sistema dei « fondi di sviluptanto una politica di investimenti capo » a risolvere il problema, anche pitalistici all'estero, invece che un se potrebbe correggere le tendenze grande piano di assistenza allo sviluppo. Questa linea, tuttavia, pur con i « corporative » del sistema dei « fondi dei dipen.denti ». Forse è proprio ne- difetti che ha, è superiore a quella di cessario un ripensamento complessivo chi pensa soltanto a migliorare le proprie condizioni (è la tipica politica dei meccanismi del W elfare State, ripensamento che per ora è avvenu- della sinistra francese, ad esempio). E' anche in presenza di problemi di to solo da parte dei fautori del neoquesto tipo che la sinistra si è diliberismo. visa in Europa. altapertura HA viamente, l'esistenza di quote consistenti di profitti. Meidner giudica in fondo «anormale» la situazione odierna e comunque pensa che, pur con andamenti non del tutto determinabili, i « fondi» siano destinati a percorrere una curva in ascesa. Credo sia questo « ottimismo » ad essere stato ·in parte corretto dalle proposte della commissione mista, soprattutto in riferimento, come detto, al problema della formazione di capitale d 'investimento e quindi di eventuali ristrutturazioni dimensionali di settori, pilotate dai previsti <<fon· di di investimento » sotto controllo pubblico e dei lavoratori. Il piano Meidner è stato poi corretto in altre parti. Vediamo le propo· ste della commissione (di cui, oltre allo stesso Meidner, hanno fatto parte due rappresentanti del centro del Lo, due del Sap e uno della federazione dei metalmeccanici, Metall). Nel rapporto della commissione gli obiettivi della proposta di creazione di fondi vengono ribaditi nei tre punti del '76 (correggere gli effetti della politica di solidarietà salariale, combattere là concentrazione del potere, incrementare e aiutare il p rocesso di co-determinazione), con l'aggiunta di un quarto punto: aiutare la formazione di capitale d'investimento. Nel nuo- EU AH UE HA EU AH UE ti, propr·i o nehl'ultimo anno, fenomeni importanti che hanno nn segno di'Verso da quello ohe si è parzialmente espresso nei risultati del voto. Debbo dire che l'Europa non ha conosciuto mOIVimenti di massa così importanti come quelli che ·s i stanno verificando e ohe •SI sono verificati nel corso dell'ultJimo anno. Anche la consapevolezza del rapporto fra processo di democratizzazione dell'Europa e problemi della classe operaia nel nosrro continenrte ha fatto dei passi avanti. R~cordo H congresso della Confederazione europea dei sindacati, che sta a significare che vi è un pro- Pajetta Riassumerei così l'intervento p. 22 Rinascita n. 27 D 13 luglio '79 D Politica internazionale Bonaccini . .... è sicuro che andiamo verso importanti scadenze con un patrimonio di esperienze . e di volontà che permettono di definire con più precisione l'obiettivo di una Europa largam ente in fl uenzata dai lavoratori. L o stesso risultato elettorale lascia aperti larghi spazi per una azione unitaria delle sinistre . La trasformazion e socwlista non riguarda solo noi comunisti Pajetta .. . è necessaria u na politica u n itaria, di forze socialiste e comuniste, capace di attirare altre forze di sinistra anche d i matrice non marxista, per ottenere una soluzione fondata sulla programmazione, sul consenso sociale e anche' sulla rinuncia a pretendere una Europa dei privilegiati dove lo sviluppo venga garantito dal sottosviluppo altrui - - EDITRICE SINDACALE ITALIANA s. r.I. Qualtmi -·bimestrale della Cgil UE NEl FASCICOU 1973-1978 UNA INDISPENSABILE COllANA DI CULTURA SINDACALE N. 49 - luglio-agosto 1974 Pag. 192 - L. 1.500 IL SI.NDACATO E LE SUE STRUTIURE AH N. SO - settembre- ottobre 1974 Pag. VA- t .. 1.500 IL FINANZIAMENTO DEL SINDACA TU N.51 - novembre-dicembre 1974 Pag. 256- L. 2.000• LE LOTIE.IN ITALIA 1970-75 N. 52153- gennaio-aprile 1975 Pag. 240- L. 2.000 IL SINDACATO NELLA SCUOLA EU N. 54 1 55- maggio-agosto 1975 Pag . 200 - L. 2.000 DONNA SOCIETÀ SINDACATO N. 56 l 57 - settembre- dicembre 1975 Pag. 216 - L. 2.000 SINDACATO E INFORMAZIONE N. 59 1 60- mar-z o-giugno 1976 Pag . 244- L 2.500 IL SINDAt::ATO IN ITALIA 1944 1 76 HA N. 58- gennaio- febbraio 1976 Pag. 192 - L 2.000 SINJ)ACA'TO E CRISI N. 61 - luglio-agosto 1976 Pag. 232 - L 2.000 COLLOCAMENTO E MERCATO DEL LAVORO N. 62/63 - settembre-djcembre 1976 Pag. 200 - L 2.500 SINDACATO E CONTROLLO DELL' ECONOMIA N. 64 l 65 - gennaio - aprile 1977 Pag. 280 - L 2.500 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E RISTRUTIURAZIONE N. 66 l 67 - maggio - agosto 1977 Pag. 256- L 2.500 SINDACATI IN EUROPA N. 68 1 69- settembre- dicembre 1977 Pag. 188- L. 2.500 LE PARTECIPAZIONI STATALI N. 70 - gennaio-febbraio 1978 Pag. 264 - L 2.000 NOTIZIARIO DELLA CGIL 1947- 1955 N. 71- marzo-aprile 1978 Pag. 200 - L. 2.500 SINDACATO E LAVUKO NEL MEZZOGIORNO N. 72173- maggio-agosto 1978 Pag. 164- L. 2.500 IL SINDACATO IN ITALIA 1975-1978 N. 74 - settembre - ouobre I97a Pag. 224- L 2.500 IL PUBBLICO IMPIEGO N. 75- novembre-dicembre Pag. 224- L. 2.500 GI.IIMPIEGATI DELL' INDUSTRIA Richiedeteli presso le:.pill importanti librerie l distribuzione NDE UE HA C .d' Italia 25·00198 Roma tel.84761 AH - ~ ~----' luppo si farà sentire. E intanto si de- vogliono crea re cose nuove e quelli produce oggi m presenza di una crisi vono affrontare i p roblemi dell'occu- che vogliono stare ferm i. E non semdella socialdemocrazia, mentre i parpazione, i problemi delle nuove leve pre questa distinzione coincide in Eutiti comunisti ripensano la loro poche cercano lavoro e dell'ingresso nel- ropa con quella fr a destra e sin istra. litica e la loro strategia. Tutto questo I compiti che ci stanno di fronte sola attività produttiva di altre forze che porta a concludere che è necessaria una politica unitaria, di forze socia- si liberano nella società (ad esempio no grandi e impegnativi. Si devono liste e comuniste, capace di attirare ·l e donne). La Cormunità non ha finora aiìfìrontaore - come diciarrno g iustamente - con il •m as simo di consen so e il altre forze di sinistra, anche di ma- trovato risposte adeguate. Qual è l'elemento necessario che minimo di coazione. nobbiamo tuttavia trice non marxista, per ottenere u na soluzione fondata sulla programmazio- manca? Ndi lo chiamiamo program- sapere ohe non andiamo - come c remazione. Io, più prudentemente, dico don o i nost ri libertari - verso s ocietà ne, sul consenso sociale, e anche sulla che è quell'insieme di idee che apro- con meno disciplina, bensì ve~so socierinuncia a pretendere una Europa di privilegiati dove lo sviluppo venga ga- no, anche negli alt ri partiti, interro- con più disciplina, corretta però da rantito dal sottosviluppo altrui. Que- gativi ai quali risposte organiche an- grandi forme di partecipazione, cioè cora non sono state date. Sarei inol- di democrazia. sta prospettiva unitaria richiede una tre meno severo, caro Spinelli, nel spinta che ·Sia i111sieme 6vc~uzioiilari a e realistica, che tenga conto delle tra- giudizio su alcune esperienze sindaSegre Vor rei ricordare che il primo cali europee: in esse vedo uno sfor- che ha introdotto il tema della prodizioni, delle d iversità, ed anche della zo e una ricerca fecondi, anche se cer- grammazione come grande sfida euroscala europea su cui si pongono gran to diversi da paese a paese e non pea è stato Togliatti, nel promemoria parte dei nostri problemi. Certo è graugualmente avanzati. Ma io credo che ve, e per noi persino amaro, constadi Yalta, in cui diceva che questo sasi stiano creando le condizioni per r ebbe stato il ter reno sul quale il motare che i rapporti fra socialisti e cosfuggire ad una alternativa che finora munisti, nei paesi in cui questi due vimento sindacale e le forze di sinipartiti sono ambedue consistenti, so- abbiamo vissuta: maggiore distribu- stra si sarebbero misurate negli anni a no in questo momento in crisi: in Ita- zione del reddito oppure processi di venire. Credo che la cultura della prolia, in Francia, in Spagna, in Porto- redistribuzione di reddito, processi as- grammazione abbia .fatto d ei pa ss i sistenziali che mantengano il flusso dei gallo. Però induce almeno alla speav anti, se non nella realizzazione conranza il fatto che, per esempio, i co- consumi. Questa ultima ipotesi non creta, certo nell'approccio intellettuaha più spazio: oltre ·un determinato le. Poche settimane fa ho letto un dimunisti italiani riescano a intendersi con i socialisti francesi; che i socia- livello di inflazione non si può andare; scorso del prof. Peccei, presidente del ci sono i famosi popoli che poi pren- Club di Roma, in un convegno econolisti spagnoli ed i socialisti portoghesi non accettino di essere portaban- dono le loro contromisure. Ciò potrà mico della Dc tedesca, in cui si diceva diera dell'anticomunismo e dell'anti- piacere o meno, ma risponde a una che o i partiti democratici cristiani sovietismo, anche se ci sono elemen- logica politica. Anche per questo in riusciranno in breve a superare la fiti di concorrenza, a volte di aspro certe assemblee europee comincia ad essere più diffuso l'uso di parole sino losofia economica neolibera listica ed a dissen's o all'interno di ogni paese. Quando si dice · che, all'interno di ad ora tabù come programmazione ed comprendere il valore fondamentale di questa concezione continentale, sono anche pianificazione. Al di là delle pa- una politica di programmazione a lirole c'è. la consapevolezza di una situa- vello nazionale e su -- scala internaziopossibili alleanze diverse, si indicano delle vie che debbono almeno essere zione nella quale bisogn a strappare l'i- nale oppu re verranno scavalcati. Non credo che il nostro dibattito esplorate. In che modo i laburisti in- niziativa alle classi conservatrici o moglesi possono puntare ad una trasfor- derate. Ecco perché, per ritornare postelettorale abbia posto unicamente mazione del loro paese? attraverso donde eravamo partiti, alla questione problemi di valore italiano: ha posto se si sia determinata una svolta a una politica di natura nazionalistica problemi di valore europeo perché ha oppure attraverso una << convers\one destra della situazione europea, man- indicato quale è il livello al quale siaall'eurocomunismo»? L'una o l'altra tengo tutta la mia riserva e dico che mo chiamati a misurarci. Questo nodi queste ipotesi sono velleitarie e uto- vedo spazi nuovi per una azione rin- . stro dibattito si può incontrare con pistiche. Penso invece che essi pos- novatrice. quello di altre forze, le quali hanno sono realisticamente puntare ad una assicurato una redistribuzione del red·' politica di indipendenza nei confronti Spinelli Una delle ragioni dei relativi degli Usa, a dissolvere il timore nei insuccessi delle sinistre europee è di dito profonda, ma non sono riuscite confronti dell'Urss, ad una concezio- non avere sentito che si poteva e si arl amare una poli1tica che colpisce i grandi interessi monopolistici, o che ne dei (t-atpporti col terzo mondo didoveva dare la prospettiva di una versa da quella ereditata dal colonia- Europa unita che avesse una funzione. · per lo meno disegnasse il profilo di lismo. I partiti comunisti, anche do- Si è invece, in genere, alimentato scet- una società dive:r;sa. Credo che il prive sono minoritari, possono esercita- ticismo e avversione nei confronti mo dibattit0· JVero sul marxismo che re una importante funzione di stimo- dell'attuale Comunità europea: e aJ- c'è stato in questi-·· mesi in Europa lo unitario. Noi accettiamo l'europei- lora, perché mai andare a votare? Il sia stato que1Ho ail congresso del Parsmo in una Europa che è ancora do- · grosso della diminuzione dei voti sono tito socialista austriaco, nel quale si minata (e per questo dobbiamo cam- in buona parte voti di sinistra. Gli è riconfermata la validità di un apbiarla) dalle multinazionali e .dalle foringlesi, ·ad esempio, si sono chiusi in proccio marxista . alla analisi delle soze conservatrici e vediamo la prospet- se stessi per dire: facciamo la piccola cietà attuali e la ricerca delle vie di tiva di un profondo mutamento in Inghilterra socialista. trasformazione democratica che introavanti, anche perché altri mutamenti ducano elementi di socialismo a conon li consideriamo come delle proPajetta Qui però ha giocato molto la minciare da una politica di programspettive praticabili. politica del petrolio. Gli inglesi sono mazione delle risorse, dei · consumi e passati da un antieuropeismo che for- . dello sviluppo. La questione che qui Bonaccini La ricerca di una via al- se aveva le sue radici nel Commonsi pone è quella della governabilità la trasformazione socialista in Euro- weallth a un antieurope·ismo che ha •le che non è solo problema italiano, ma pa occidentale non è una questione sue radici nel Mare del Nord. europeo. Non credo che esso sia stato solo nostra, di noi comunisti. Questo risolto in Gran Bretagna con la vitè un impegno che debbono affrontaSpinelli Appunto. Tenete anche pre- toria della parte conservatrice. Probare anche altre forze politiche. sente che abbiamo tre paesi in cui la bilmente avremo una Gran Bretagna tradizione statale è millenaria: l'In- meno governabile e dal punto di vista Paggi Cerohiamo di entrare un pò più ghilterra, la Francia, la Danimarca; e nel merito di questa prospettiva. Qua- tre paesi in cui è secolare: l'Italia, la sociale e politico. Credo che quello li sono le modificazioni, gli elementi Germania, e il Belgio, La nazione ita- della governabilità sia oggi il grande di crisi, e di novità che si debbono in- Liana non coincide con lo Stato ita- compito della sinistra. Di fronte a teotrodurre a nostro parere dentro un liano. E lo stesso vale per i tedeschi e rizzazioni secondo cui società che comodello di esperienza così diverso dal per i belgi. I francesi invece sono nosceranno nei prossimi anni una renostro come è quello socialdemocra- stati fatti dallo Stato francese, gli in- cessione crescente con conseguente ditico? Cioè, quale è la base più specifi- glesi dallo Stato inglese, ed i danesi soccupazione sono necessariamente deca del nostro rapporto e del nostro anche. Non a caso~ questi tre Stati stinate a diminuire la propria interdialogo con una storia diversa dalla sono divisi sull'Europa. Gli altri sono na democrazia, spetta alla sinistra gonostra? divisi non sull'Europa ma sulle poli- vernare le necessarie trasformazioni tiche da fare in Europa. strutturali mantenendo alto il livello Bonaccini A proposito della ripresa Per concludere: la sinistra ha gran- della partecipazione. sarei un poco più prudente di Spinel- di responsabilità, ma anche grandi posUn ultimo appunto: credo che, come li. Non credo che siamo in fase di de- sibilità. La destra, infatti, amministra comunisti italiani, dobbiamo riuscire collo: è fuori di dubbio che alcuni l'Europa, ma non dispone di una proelementi sono mutati, ma è anche vero spettiva per il domani. Il campo del- a generalizzare (anche soltanto a volgarizzare) a livello europeo tutta la che l'inflazione per un verso e la crisi le forze intermedie è molto vasto e energetica per l'altro danno un duro diviso, e offre alla sinistra la possi- portata dell'esperienza che in Italia colpo - all'economia. Prima che la ne- bilità di conquistare alleanze impor- siamo andati facendo in questi anni. Questo Tichiederà da noi sia nel la. ces'Sa'I'ia po'li tica di risparmi energetici tanti. Vi sono inoltre molte forze che sia in- grado di non. incidere negativa- a livello .,nazionale sono moderate, ma ·v oro politico del •Panlamento sia iileNa ·mente sul tasso di sviluppo, . passerà che a livello europeo diventano più sistemazione p olitico-teorica uno .sforuna frazione di tempo durante il qua- . aperte. Nel Parlamento europeo la di- zo mal?)giore di quelllo che abbiamo .file l'incidenza negativa sul tasso di svi- stinzione sarà tra quelli che in Europa nora compiuto. EU di Spinelli, con cui i:h gran parte concordo: c'è un tentativo neoliberista, si riaffermano tendenze conservatrici e persino nazionalistiche; ma questi processi, mentre non arrivano a configurare una svolta autoritaria, non sono neppure in grado di risolvere i problemi della crisi. Se pure - come dice Spinelli - non è questo il momento di esagerare il giudizio, vediamo però i segni di una crisi di lunga prospettiva. Pur essendo convinto che non ci sono, almeno per il momento, pericoli di avventure neocoloniali o di guerre, sono il primo a ritenere che, in mancanza di una soluzione, questi pericoli domani potrebbero presentarsi. In altre parole, ci troviamo di fronte più che mai alla necessità di una risposta che non sia neoliberista, di una risposta in senso socialista: c'è, come diciamo noi, una oggettiva domanda di socialismo. Questa domanda di socialismo si nvolo Questo salto in su della· bellicosità è paradossalmente facilitato dalla persjstent~ convinzione, sostanzialmente giusta, dell'irragionevolezza assoluta di un cozzo diretto e totale tra le superpotenze, che equivarrebbe ad un suicidio rapido e simultaneo dei due popoli. E' quin-· di del tutto improbabile che si _giunga ad. una terza guerra mondiale in cui, come nelle due precedenti , tutte le risorse dei contendenti sarebbero messe in gioco in vista della vittoria o sconfitta totale. Ma da questa convinzione scaturisce anche una crescente .en1azione e probabilità di guerre di dimensitrfii \-egionali. Contrariamente a quel che si dice di solito, conflitti rivoluzioni controrivoluzioni locali non sono esportati qua e là dalle grandi potenze imperiali, ma hanno sempre origini endogene, nascono cioè dall'incapacità di uomini, ceti, partiti, governi di una determinata regione di affrontare e superare con mezzi pacifici . alcuni loro probleJl1-i .•-Ma ' ~, L qpando crisi locali esplodono, ..è · · · men-. .......-C( te impossibile che le g'randi po n~ imperiali non vi intervengano direttamente o indirettàmente perché c'è sempre qualche buona ragione per risolvere la crisi locllle facendo confluire la regione che ne è colpita. nella propria zona d'influenza ed impedendo che sia l'antagonista a farlo. di AL TI ERO SPINELLI H. r HA E U AH UE HA ! . EU GOVERNANTI degli imperi sovietico e americano non sono più molto sicuri né di quale sia l'effettivo equilibrio fra le loro forze, né quali e quanto certe siano le loro zone di influenza. La distensione è stata la vittima illustre di quest'inquietudinè. Da tempo sono stati accelerati rinnovo e potenziamento degli arsenali; l'Urss ha sfidato il giudizio di quasi tutto il mondo invadendo l'Afganistan; gli Stati Uniti hanno reagito con ritorsioni"varie e si sono accinti a rinverdire ed estendere le loro alleanze. La distensione ha sempre avuto alti e bassi, ma finora i momenti di crisi acuta sono stati ogni volta sormontati senza rovine maggiori. Questa volta la situazione è assai più pericolosa. Falchi avidi di tensioni non sono mai mancati né a Mosca né a W ashington, ma sono stati relativamente poco determinanti finché entrambi gli ••establishments,, politici, economici, culturali , essendo ciascuno a modo suo fortemente impegnato nel portare avanti lo sviluppo delle loro società, ed assai fiduciosi nella propria capacità di realizzare questa loro opera, erano piuttosto refrattari _alla prospettiva di mettere il grosso della loro operosità al servizio di avventure militari, di cui non vedevano né la necessità né l'utilità. Oggi a occidente e a oriente dilaga invece una crisi economica e sociale profonda e difficile da sormontare; c'è grande insicurezza fra le forze che governano circa il senso e il modo in cui indirizzare le necessarie riforme; è rilevante la riottosità di larghi strati di cittadini ancora legati a abitudini ed aspettative che hanno in realtà fatto il loro tempo. In tali circostanze, ~li ((establishments,, tendono assai facilmente a lasciar crescere e magari provocare tensioni e conflitti internazionali, onde ottenere, intorno all'idea del supremo interesse della patria, l'accantonamento della ricerca di nuove forme di vita sociale e ciononostante l'obbediente accettazione di sacrifici da parte dei cittadini. E QUESTO desiderio di superare le aifficoltà interne mediante avventure esterne dovesse diffondersi - e le probabilità di diffusione sono grandi - gli statisti di Mosca, di W ashin-· gton e delle capitali più solidamente inquadrate nei loro sistemi imperiali sarebbero sottoposti ad una formidabile pressione di falchi e assai presto prenderebbero ad agire anche loro da falchi . S AH dei falchi UE h \ (; EMPRE la coesistenza di due imperi ha avut~ come prodotto collaterale, quasi fisiologico, continue contese marginali per definire c ridefinire le linee di demarcazione fra le rispet·. tive zone. ·Irrigidimento conservatore nella politica interna, dilagare di 'conflitti locali, umiliazione dei popoli assoggettati, .degenerazione autoritaria per gli stessi popoli imperiali: questa è la tetra prospettiva della semplice coesistenza di imperi. Le forze democratiche devono sapervi contrapporre ovunque non solo un giudizio etico-politico di condanna di ogni -impresa- impe-ria-le, ma anche iniziative che non si .riducano a giaculatorie e cortei pacifisti, ma aprano la strada a prospettive diverse. L'Europa democratica ha in particolare in questo momento ~a possibilità e la responsabilità di una tale iniziativa. S ·la Repuhblica Direttore responsabile: EUGENIO SC.ALFARI Vicedirettori: GIAMPAOLO PANSA e GIANNI ROCCA -Edltorlele «111 ~~ S.p.A. ROMA - Piazza lndipenderua, 11 b Consiglid -di amministrazione - Presidente: CARLO CARACCIOLO; Vicepresidenti : MASSIMO COLOMBO e VITTORIO RIPA 01 MEANA; Consigliere delegato: PIERO OTTONE; Consiglieri: ALDO .BASSETTI, MARIO FORMENTON, RENZO CESARE PALUMBO, LIO RUBINI Direttore amministrativo: ADRIANO DE CONCINI Direttore commerciale: GIANCARLO TURRINI Tlpogrllfte • 1tamp11: Soc. Tlp. Edltr. Capitolina Roma - Piazza Indipendenza, 11 b Stamp11 In lac-elmlle: S: A.G.E. PADERNO DUGNANO (MI) • Via Salvo D'Acquisto • La tiratura di venerdl 18-1-80 è stata di 265.1'Ì 5 copie Certlflc•to n. 182 del 27-2·1171 Commenti o la Repubblica domenica 3 - lunedl 4 feb Partito americano e partito europeo · UE di AL TI ERO SPINELLI HA E U AH UE EU HA A CONDANNA dell'invasione sovietica, la richiesta del ritiro delle truppe, lo sdegno per i1 confino a Sacharov sono stati in Eurol)a Occidentale quasi unanimi, con la sola eccezione di rilievo del Pcf. Tuttavia, nelle nostre capitali e ·negli organi politici della Comunità emergono atteggiamenti che conducono. a politiche diverse verso gli Stati Uniti, verso I'Urss, verso il Terzo Mondo. Il dibattito dev'essere portato avanti con impegno, perché non c'è una via obbligata, ma una scelta gravida di conseguenze. Da .una parte in~ fatti, il sistema imperiale americano, essendo, a differenza di quello sovietico, fondamentalmente liberale, riconosce ed accetta notevoli gradi d'indipendenza e di libertà, almeno nelle zoné d' influenza politicamente ed economicamente più avanzate fra le quali è preminente l'Europa Occidentale. D'altra parte, i nostri paesi hanno, se non portato · a termine, almeno intrapreso da una trentina d'anni e stanno proseguendo, un ' impresa di unificazione sovranazionale fra loro, la quale dà loro il senso della possibilità, anzi, del dovere di tentare politiche comuni quando ci si trova di fronte a grossi problemi comuni. I due atteggiamenti possono essere così descritti: da una parte: ad un'Urss che indurisce di nuovo il suo autoritarism~ interno e adopera le forze armate per tenere insieme ed estendere il suo dominio imperiale, non si può rispondere altrimenti che contrapponendole la grande potenza americana e stringendosi intorno ad essa facendo propria tutta la sua politica. Coloro che pensano così possono essere chiamati il upartito americano,,, perché hanno accettato come definitiva ed irrevocabile la degradazione dei loro popoli a dipendenze dell'impero statunitens·e e attendono ormai solo da W ashington protezione, sicurezza e quindi le fondamentali .diretti ve poli ti che. Il partito americano ha ramificazioni varie nei vari paesi europei; ma il suo baricentro è fr a coloro che desiderano il ristabilimento di un'ordine conservatore; un buon periodo di guerra - fredda e di conseguente disciplina autoritaria e caccia alle streghe non dispiace affatto a costoro. AH L parte:· indipendentemente d a lD ALL'ALTRA la giustezza di questa o quell'azione, la dura risposta americana · alle operazioni sovietiche recenti è inevitabile, poiché l'equilibrio ~~l npartit .europeo può salvare a pace t>- l di AL TI ERO SPINELLI AH UE Schuman in un memorandum ormai storie che tutti i paesi europei si sarebbero allineati rapidamente intorno alla volontà americana di sopprimere . i .limiti allora. vigent.i per la produziOne carbostderurg.ca tedesca a meno che ci fosse · stata un'iniziativa europea. E Schuman ha avuto il dop- , pio ardimento di proporre un'autorità sovranazionale per questi prodotti e · · di dichiarare che la Francia invitava tutti i paesi a fare questo passo ma era pronta a farlo anche solo con la · Germania. Grazie a questo atto di indipenden~a l'Europa occidentale ha iniziato il cammino verso l'unità che stiamo ancora percorrendo . EU HA M HA E U m ~uropa, a strozzare l'America ed i Bt_IOl all.eati, cioè impegnata in un p1ano d1 conquista di tipo hitleriano può fare impressione in certi ambien~ ti, ma è poco verosimile, poiché i governanti sovietici non possono non sapere che ove essi perseguissero un tale fine, la conclusione sarebbe prima o dop<>, ma necessariamente la guerra globale,_la_quale non potrebbe non co~clu~e~s~ p1uttosto rapidamente con il swctdlo collettivo e contemP?r~neo dei popoli americano e 80 ~ Vletlco. . .. Y~lla pena di rilevare che una descnz10ne del tutto simile, cioè orripi~ lante propagandistica e inesatta dei progetti americani di dominio è fatta dai Malagodi moscoviti. Ma la natura stessa delle armi di ~i ~on dotati i due paesi fa sì che non Cl .s~ trovi . alla vigilia di una guerra pumca ~ d1 una terza guerra mondia- . le, ma dt fronte ad un rapporto simile a quello instauratosi fra impero romano e impero persiano, quando entrambi giunsero alla percezione della necessità di coesistere pur nel perdurare della loro rivalità. Assai più probabile è quindi che ad un periodo di ricerca della distensione faccia ora seguito uno di diffidenza crescente, di colpi di mano di vario genere in punti strategicamente non vitali per l'avversario e di ·ritorsioni, anch'~ss~ in punti non vitali per raltro, d1 rtarmo crescente, di rafforzamenti ed estensioni di alleanze, d'intensa propaganda accusatrice dell'avversario. Ragioni che spingono le superPotenze ad imboccare il ciclo della rinnovata tensione non mancano: da problemi del tutto casuali di successione interna, alla tentazione di ado~>_erar~ ~a tensione internazionale per rtstabilue con le buone o le cattive un maggior consenso dei governati intorno ai governanti, alla probabilità di occupare qua e là qualche nuova provincia e,_ ~t but rwt least, alla speranza dt rtcementare sistemi imperiali che mostravano non poche crepe. . Se le_ cos~ stanno così, chiunque al dt f'!or1 de1 governi dei due imperi, conti qualcosa nel mondo, ha interesse _ad agire allo scopo di opporsi alla spirale della tensione crescente e di riaprire il ciclo della distensione e del rispetto crescente dei diritti civili degli ftadividui e delle nazioni. Fra co- UE . utamente volta in Asia, in Africa, ~180 storo, particolarmente importanti sono glt" europe1· occ1"dental"1, nella misura in cui non si considerano or, mai come integrati e subordinati definitivamente nell'impero americano. Giscard e Schmidt che dibattono su quel che' dovrebbero fare, l'intern~zionale socialista che s'interroga a Vtenna sullo stesso argomento il P ci che chiede un'iniziativa europea sono altrettanti- e non i soli- segni di una volontà diffusa di elaborare una comune politica europea. n loro tratto comune è la condanna ferma dell'operato sovietico, la richiesta del ritiro delle truppe sovietiche, la riconferma della necessaria·solidarietà con gli Stati Uniti, ma nello stesso tempo una profonda insoddisfazione per il modo in cui gli Stati Uniti stanno reagendo, il rifiuto di precipitarsi alla cieca in atti di ritorsione improvvisati, e la volontà di ricercare con animo fermo la distensione. A COME fare per perseguire con la nece.ssaria energia e continuità tale politica in modo da darle una forte probabilità di incidere nella realtà? Finché ciascuna forza po~itica si limiterà a èhiedere ·al pro. pr10 I!Oyerno magari di mnsultarsi CQn g~ altri, ma di agirè per conto propr~o, le probabilità di influenzare Washmgton, Mosca, Pechino New Dehli, Tokio e via dicendo, son~ prego. soch' nulle. Per ragioni diverse i singoli governi francese, tedesco, italia. n~ s;ono deboli, esposti a forti presstom esterne ed interne, cui non pot~ebbero resistere a lungo. Una poli- · tlca europea comune finir.ebbe, sì, per e!Dergere, ma sotto forma di accettaztone . completa dei termini in cui W~s~mgto~ sta formulando la sua poh~1c~ e d1 rafforzamento quindi non dell ~rutà ~uropea e del partnership ~n l Amertca, ma del sistema imperlale statunitense. I ~ostri paesi si son già trovati dinan~l a situazioni analoghe, nelle qual~, pur ~el quadro della solidarietà C?n l Amenca, le loro vedute non coinc~devano con quelle americane, ed esSI erano tuttavia ad uno ad uno troppo deboli ~~r farsi asco~t~re. Da questo stato d Impotenza s1 e usciti sempre s?lo tluando c'~ stato un passo innanzi ne a costruztone europea, dalla Ceca allo Sme. . Vale in particolare la pena d} medttare su quello che è stato l'atto di nasci~a ~ella C9munità europea. n 1o maggto 50 Jean Monnet scriveva a AH L1AfaDESCRIZIONE che Malagodi della politica sovietica come g GGI ci troviamo dinanzi ad un problema analogo. Per fare una po 1tica europea di distensione nella fermezza, l'Europa deve soprattutto avere una sua voee, una sua personalità. Ma ciò non può consistere nelle voci dei singoli suoi governi, né in saltuarie consultazioni fra loro. La soluzione definitiva non potrà essere che un governo europeo; e il Parlamento europeo, se non vorrà fallire, dovrà ben affrontare un giorno questo tema costituente. Ma si tratterà di un lavoro ài anni e la voce europea, esprimente una comune volontà europea, occorre invece oggi. Come durante la prima e seconda guerra mondiale, i governi alleati hanno saputo superare le difficoltà di una guerra di coalizione affidando il comando supremo delle loro forze arma~ ~Foche a Eisenhower, è oggi posstbile che almeno finché duri l'emergen~a, finché il cammino della coesistenza pacifica non sia stato ripre~o, gli Stati della Co:r_nunità, ma al limite n che solo quelli fra essi di. sposti farlo, nominino senza troppi indugi senza troppe formalità un Alto Co issario europeo, incaricato di protiuovere tutte le iniziative necessarie per il ritorno alla distensione. Esso sarebbe assistito dal Consiglio dei Mh\istri degli esteri, che gli darebbe ip ecessari mandati, e potrebbe disporrr di una base di consenso nel Parlamento europeo. Se questa nuova , istituzione debba diventare permae nente o no, può essere per ora lasciato .. in sospeso. t: Questa è l'idea, semplice e tuttavia insieme ambiziosa, che vorremmo D vedere in partic~lar~ pre~entata e di. fesa dal gl)verno ttaltano m questo suo . semestre di presidenza della Comunità. E' interesse dell'Europa ridurre gli armamenti• j l g: ...~ Mentre il governo inglese, c,ori ~a S<?ita miopia europea ha senz altro dll:hiarato di essere pronto ad ~cet~ar.e ta proposta nei termini a~encan~, ·1•l ~overno di Bonn, 'C:o_D, ~~sa~ magg1orre >em.so di responsab1rhta, :m siste da :pa: \ "e<Cehio tempo I)Jiresso rgH ail~ea.ti a. ohe :ia una parte si a:p:rarno g~1 ~ch1 sul crescente squilibrio ·s trategico .m Euro-, pa, e rdall':;tltra . s~ profi!ti CO!Il decisione rdeHa d1spos1z10ne rd1 Mosca a trattare per avviare negoziati i quali pos- · sano rendere superflua l'installazione dei nuovi missi,li . Ma rb'isogna 1r·i conosrc ere dhe, ~e Schmidt dovesse 'r estare solo a chiedere questa ·p olitica, 1la sua :pos·izion~ .diventerebbe assai debole, di fronte a1 proori falch i democristiani e 'SOprattutto arJla pressione dei militari an~er·i cani. E', in un certo senso, la prJma volta che .l a Germania federale non fa ·passivamente sue le rich~este amer.i<;ane, ma scopre che i1l suo intere:;se comcide con quello europeo e c~1ede cht; la decisione sia presa dagh europei insieme. Se a'lmerno I tall ia, Belgio, Olarula non si ·schiereranno accanto alla Repubblica federale e non si impegneranno ad avere una voce unica ed una p~ litica unica ri n questo difficile duplice 'negoziato neB'irnterno delrl 'AHeanza a! trlantica com gli Usa e fuori di essa con l'Urss, le pretese di a<v ere :politiche pazionarli i n materia saranno semplicemente ridicole. Si r,i durrebbero a gesticolazioni e discorsi Tetorici . AH EU HA UE AH U HA E a <7~. decisione uni1laterale ~a produzione, e chiedere in camrno •la sosp~nsion:e dell'inizio del~la costruzior.te de1 ~?rnsp~m denti m vssi.Ji americam. 1'1-a g1a nel 78, nei loro ri ncontrri ad alto hyello a r~onn! i ISOvietioi rnon hanno rlas<:Iato ~qUIVOCl sul fatto di non essere disposti a concedere preventivamente una cosa che avrebbe potuto es.sere sol:o la ·c onclusione di un neg<;>ziato. Ch1 ra 'l l?ro P~ sto potn:lbbe ,r,J'SIPOnder·e. <J!Itnmentl. Sospendere ques,t e pro~uzlOn·l darl'~e .due parti implica .cc~~trolh adegu~t1! eh~ per essere dehmtl .ed. accettati rl mplicano dirfrfici1i negoZJiatl. Da. al:lora,. non c'è stato nessun cenno soVIetiCC? d1 voler compiere questo .g esto. C1 !Vuole una rc erta dose di .i ngenuità ,a per:sar~ ohe potrebbero .farlo, rperc~e .nchiestine d:ail Pci o dal go;verno 1tah;;mo. .GLi americani haillilo dappnma negletto i1l nascente ,s quilibrio. ir: Eur?pa, certamente perché l'amm1mstrazwn~ non voleva e ·n on poteva 's ovraccancare con temi nuovi ,i,l negoziato Salt 2, già di per rs é dif~icile, e c~e escludeva da.Jrl'accordo arrm come gh Ss20; pr~ baibirlrmente arnrche pemhé i, loro Pe:rshing 2 e Orrui:se ~on era~? ancora a punto e rs j .preferriva perclO non, parlare pr.i ma del tempo. Quando p01 hanno deciso di 1metter Ja cosa sul tavolo, il .loro ragionamento è. ·~tato esc:lusivamente di stra-tegia rm 1htare. Gh americano hanno avuto nel dopoguèrra una visione politica verso -l'Europa occidenta1le, ma da vari anni .l'hanno com~ pletamente perduta e non st;mo capi;lo~ di pensare al·l 'Europa che m termm'l di strategia militare. Ciò spiega perché ess.i ·s ri accingano a 'Proporre al Consiglio atllantico che, essendoci ~i~ Europa glri Ss20 ed esse~do lor? orma~ in rcrrado di produrre 1 Per.sh1ng e l Cru'fse, non c'è che adottarli e basta. L'i,n teresse obiettivo degli europei occidentali è diverso: .il princrirpio dell'eq:u:ll ibrio s!Ul nostrr o '<< 'teatro» va sì .resta:urrato e quindi i C!Pllise e Pershmg sono la {i·spos ta adeguata agli .Ss?O e. ai Back.f.irre 's ovietici, o;ve i 'SOVIetiCi Intenda·no mantenere ed anzi accrescere con u'l ter.i ori produzioni i'l livello. dei loro anmamenti in Europa. Ma ·g1h europei hanno un interes~e .eviden~e. e profondo a ohé :s'i rfaocm 1r~, 'P<?SSiib.I'l e per ridurre tale Jivell?· . C10 I'_mph~a di·st.irnguere fra la dec1S1one d1 rpnncipio che autorizzi subito o. a breve t·e r·m ine ,]'inizio delrla cos·t ruzwne e la decisione di portarla a termine e di impiantare quei .m issili in Europa. La deòsione di principio deve p erò essere simultanea in primo rl uogo a~la ratifica americana del Salt 2, allo scopo di mettere f~ne alle attuarli 1incogni te che gravano sulla 1pol.i.tica m ili t are rn egli Stati Uniti; in secondo rl uogo ai}l',i nvito aH'Unione Sovietica a rimet·tere 1in moto iol .negoziato suHa riduzione bilanciata e oonvroNata delle !forze SIUl «teat•r o» eurqpeo co1l IPIH)Iposito di inol:u•dere in esso an~he la eventuale abolizione o riduz:i one dei mirssi.li in questione. La decisione di impiantarl-i sarebbe presa solo in caso d.i faHimento dei negoziati. UE di Altiero Spinelli Se i mi,s sili ri ntercontinentaili americani fosrSero per la di.ferSa dell'Europa occidentale una garanzia uguale ~ qu(!ll~ la che sono pe·r rl a difesa rlegll ~rtati Uniti, i sovietici avrebbero ragw~e quando dico!ITo che un problema ·r~gt~ male del ·« teatro» europeo non esirSte. H d'atto è !Però rcihe, da ~uando le due superpotenze hanno raggmnt.o la <;:apaoità di dist·r uggere l'aVIVersano as·s1err~e all'i!IlCapadtà di so~trars~ aila . pr~pr~u.~ quasi simultane:a drstru~wn e, 1 -rrusSI1~1 intercontinentall sono s1curamente nmasti a di1fesa terrrid'icante ma n;a'le del territorio ri·s pettivamente amenca~.. ~ o • neo, rm a proprio per questa ragi è assai irm probabile che possano essere adoperati per la difesa di 'u n teatro regionale. 1E' questa la ragrione per cui .la ricerca di un equiEbrio sul teatro europeo è Kfi.ventaJto un tema di,stinto da u ello d H'eqruihhrio globale. Ora, aa c~ ;,Lruzione, che continua, e 'J'i,m pianto, che ha avuto già 1uogo, di 6s20 sul ter.r itodo !Sovietico, puntati e puntab:ill i solo contro l 'Europa occidentale, cui non corr~sponde nessuna arma occidentale ugua.lmente efìfriciente che possa sePvke da ;forza di dissuasione, costituisce senza dubbio uno squilibrio militare, cu i 1l'Alleanza atlantica non può assistere pass,i ;vamente, perché trqp!PO fo~rte, e ip·ermanente sa~rebibe la tentazione :sov,i etica di · far pesare questa superiorità o .m irlirtarmente o anche politicamente per .fa·r subentrare il proprio predominio a quello Usa. Ques ta sri•tuazione ha suscitato reazioni dMìfe·renti neU'Urss , neg'li Stati Uniti e in Europa occidentale. rl sovietici negano anzitut.to l'esistenza stessa del.l o .s quiUbnio, ma dietro la scheiTilagìli,a delle argomentazioni ci .sono due politiche medio termine alternative, ma che a brev·e 1ermirne posrs ono andare avanti ass·ierne. Da nna par•te c'è il desiderio di manternere la super~orità acquisita sul teatro europeo e di adoperarla non so1o come possibill e arma mi'lita·r e in caso di conf.litrto, ma anche, e soprattutto, come arma politica per ri ndurre tutti o parte degli europei a prenderne atto, rinunòiando a correggerla ed accingendosi a 1trai1I1e rle debite conseguenze di progressivo distacco dall'Alleanza atll an t ica e di progressiiVo ·r iconoscimento del predomd:nio sovietico anche in Europa occidental,e . D'altra parte, c'è una &SJPOSizione a nego~Ziarre, rs e ipOJS!SilbHe, u:na riduzione deHa tensione e rp erciò degli armament i sul ,teatro eurnjJeo. Questa volontà cauta ma distensiva è emer_s a irn pres-sappoco tutte il e dichiarazioni dei governanti sovietici e pa-rticolarmente di Breznev. 1Ma la presenza simuilrtanea di una volontà egemonizzante è dimostrata da1ila pressione stessa che il .go;verno :sovietico sta esercitando sui :paesi euro;oei occ,i dentali. ~~~ potreb-· " C ,"e' chi penftl c h. e 1· "'ovietici bero assumew anche un~, tel rza posdii pena ar· a oiolè z-ione, e che :rre;b b e rnerc10 _'!-" • . .l. p rnrnorO'.Iiela. Essrl potrebber 0 . ~y o · mento l m.r1SS1 J retrare con' en1e · e "' · con Ss20 già im piantati, sospenderne D J,a HepubbHca martedì 8 g~ennraiio. 1980 ROMA- " Un dOiOùlr~.:Hmto imp'ol'll:anrte: rail,tni' r~ama se'Cidh i .sono rsltarti rtayt_l~ati. Una prre,s:a dii ipos:iztion:e dii grnarnrle r'irlievo rpencihé f irn.atmernte, con ohiirarre.zza Jil rRoi di1sappno~ ,l'iinte:rve:nto, o ioè fe!S:panrs'ione lim[pe:ri:ale 'S()IIfieltic.a •. ,lrl oommento è dii A:l.'l:lire:ro. Spirne1lrlii, depùtato derlrla :sin1i5tra indipendente, ;pa!rllamenta·r e euroiPeo, Co.mmi.s!Srarrio conver~azione deilrla Ce.e dlail 1970 'aJI 1976, con liJI quali~ dliscu-. tiramo de1l1la S'itu:az:io:n e poHtioa irnte:rrnazriom!lle ed europea. · ·Ma, c'iè un ma , :ag'Qiiunge sub•i;t;o_ u Il do~ cumento drei comuni,slti itaJI~ani rtaee !SU un punto dii estrema rimpo.r.bainza. Esso -c ondanna rl'rinc terrvenlto soMietiiCO ma non cihliede rH :r irtirro deUe t ruppe ..dalrAflgih~lnirsrtan. Que5to è eiS!senZJia,le. Alrtr<imenti, :l a manoorta richieJSta del r i:tlirro deilrle tir<Up!pe ' e insri,e me la C'l"irtlite:a rarlile m'i.SUIJ1e dJi rf'li'Spo• s1ta amerl'licane, può confi.g urar e forr.se ancihe a1 d i ila deillle. 'i.nten~io:ni , una iporlii<tiiroa dii. ''tappalisemenet", 'Cioè dri proteste Mer.b:all'i e accettazione dei rfatlti oompiiutli ohe è querUra che rporrltò .ailla gue1r.r1a nel 1939 », dii MIHIAM MAIFAI HA EU tica con· Ira I'liiCrhliesrtJa dii chlSICussJone Ulrrgenltie. Saranno l Sltla:b iliIli con:ta.Jttli. c.o111 gllli ail- l tl'li grll!PPi poilliltJi.cti, cthre pu -~ rre pl'esenllerall1no :rtisolu:zJi.ooli, . per ottenere l'ra ccorglli.menoo deù:l a pr·ooerdJurria d ''Ul'"grenm. Se essa foSISe acrcollltJa, 1a dli·sicussirone sullil 'Mgft:!Jan!iisiflan S!i. svolrge.rrebbe nreU. gliomi 16 e 17 mootre il g;iomo 18 s:i aTII'iV•errebbe .all voto. In tarr caso, ]a qrueslllionre AH di FAUSTO DE LUCA UE HA Anch·e il P ci chiederà all'Urs~s . rs1. .? d1. .r1•t•r~ral ROMA - Ohie r.srucoede a Mosca? I chlm;g:f,ntti comunli.sJti itJaJ:iJani I'lirsrpood:ono ail!!JaJrglanldo le bmJCICria. ' Poclhe vo!L Ile, a Botteghe OSJCure, sii è slllaltli così a corlto di irnlformaZiionti -su:ll'Uniioore Sovdreti:ica. Glri nffiÌICii che seguono in partOCol:are 1e viCielnide dell'est notano che dopo i due mesti. d:i. fTtenelt:Ji.ca atltliV'ità .pubblica dreli. 1eader:rls sovdretiei sulil!a que:sltiion:e degl'i euromtssdllii, COII1 dil&:ocsd, dichiiréllrla Zli.ond, irllitJeirvti:stle, c'è stato oo « black ou't » totrule, che d:u'l'la da C!irraa un mer.se. Brr~nev nOin hla rirvoll.to ai popo:IJi d€!11'UiìS!S neppu'rre H tr adiizli.OIIl:allJe mesiSJaJglg!io di Capodanno. Ne!i. conlfroobi degli altrii partiilti oomunllis1.ti è come se MrOISc.a arwsSie intewOitto le rei1Ja2Jionti. Dall:e fonlti cruhanre, spesso bene informalte, noo s:i è Cla va:to nulla. An:ohe iii frnrncese Marchlalils venuto a Roma per -collloqui eon Berlingu:er saba'to stcor-so, alla vigilia di partilre per l'Urss, si è Divelato privo di dlati so- · stanzia1i. Dei dirigrenti del Prai, nrer.ss'Uno si troVIa'VIa in UTiiiOIIle SOVii-ellioa per 1e vacanze dti Nat ale e 0aJpoidanrno. Dali. corri'spondentJ:i. rdied g!iorrnJailii oomun:lls Ili non sooo pervenute noti:zlie di qua!lche rilàlervo. L'irnvio di una drelleg.a7li:on.e Waildanra. o a:nJclhe dJi un sollo esponente del Pci, è totalmente esrcù:U!So, noo solo per moti v.i dri o~unlilt_à. in~- LEI RICORDA subito il 1939. E il 1980 si è ll!PeT'to sotto il segno della gueNa fredda come nei lontani anni 50. Dunque, l~ storia cammina a ritroso? « No ci rs'ono molte differenze rispetto a qu~lla che potremmo' chiamare la Prima guJerra f~redda. Quella di alloim el'la una ·l otta tra due antJagonislli dietro i quali si raggrup~va tutJto ij rosto del mondo, 'Oggi invece la rlivarlirtà tré!- Usa e· Urs~s si inserisce in un mondo m tumu1to, per l'apparizione di nuovi protagonis-ti.: c'è una grande potenza ~om e ~a Oinra ma c'è l'emergere 'a'lliChe mterna:zJi.olnale de gli stJati ambi e d~- altre zone tlel terzo mondo. c·~ anche una secohlda dli.fferen~a: allora allra guerra fi"eddra si :accomrpagnavra una rig01rooa sce11Ja di campo da parle diel movimento di smi:Sitl'la. Da una parte e dall'a.J]tra si partecipò a questa batllag'J?.a con _motivazioni p·rofiOndamente Ideo[ogache, tutt~ i buoni da una parte, tutti i CJartJili.vi dall'altra ... ». E ora non è più così? · « Per fortoora, non è priù oosì. Tutti si rendono · conto che il pericolo di guerra non viene dal fatto che ci s[,a H oapitali.smo o :hl sociailiismo, ma daJ. falbto che ambedue le gTamii potenze sono m pJarte deteTminate ldalrJ.'elemento comune della costruzione :iJmperiale ». aJfghan:a, con la proipOSiba CO- munJ:sta dii un V!eT:tJic.e dellilla. C<lmundrtà euii"'Jpea, coiiJrrlderehbe coo. iii. d~!Scorrso p:rogrl".ammaltiico clhe Coo:siga farà il giorno 16 ail par1amento -europeo aiPI"einldio i[ s~ stiDe dellla prresli.tienza itai1Iilarua. delLa Cee: In que!Ul'ocrcasrione, se non l' aJVIl'à flal!Jto prrima ari P ar!llamenlto illlallliia.no, il presàrlernibe deil. Cooodg1io esrprim'elrà comtpilutJamenJte H suo pens!irero e annuncerà le in'i2'1iiaitli'VIe che inrende a;s:swmwe in sede europe!a, teillendo COOJto drefllle I'li.chlieste de'Hie forze polliiltJi.cthe. · E' nella serdre europe~ chie probabilmente, nretl qiuadro di più V;aJste irn~VIe di dlistensrione, sri esprimreTà urnla coililleittiva rli:ctlliesta aftl'Uil'\SrS di rHJir.are l'e tlriU!PPe. I d[rrtigenrti del PC1 rrliten:gorno dhe arJJI'iinte.rno dre!l patrrtJilto questo uiter>ioce paJs·so s:ar,e bbe a,JC:Zolto come i[ naJtrura[e srv:iluppo ldelllia linea perseguita da divé!I"si annd. Si afferma che Ile relaZiiOillÒ. contname Certamente esistono due sistemi im periaU Vuoi dire che c'è un imperialismo sovietico come c'è un imperialismo americano? «Non adopero mai l!a paL)I].a, fimperialisrrro, perché ritengo che la dottrma dell'rimperialismo, da Hi!lfa rdìng ai1Ja. riscrittura di Lenìn o aHa teoria della Luxembourg, non sia esauriente. Anzi, sono tJUitte teorie per tre quarti sbag~liate. Ma esti:stJono certamente dUJe sistemi imp&iJalli, qU!ello sovielt'ioo e quelllo americano, che vedono r].a gmnde potenza al centro di un sistema al qua.Je essa deve garantire ordine .e prosperità. Oggi l'Urss è un sistema imperiaJle, meno dinamico di quello americ·a no degli anni 50 1e 60, ma mosso dia una analoga l'<>gica ». E' la logica che può portare alla guerra, mondiale. « Non è detto. In pll'esenza di un M mlamento nucleare, le due grandi po- .._ _ _ _ _ _ _ _ ,, ...., __ "t .. .. • ... . .. Altierro Spinelli che andare fruori controllo per una mos- il mutato atteggiamento deLle sinìstre sa sbagliata di una delle tlue grlanxf;i riSipetto ral problema eu~opeo... ». Anche la sinistra europea _però non pJOtenie. L'inVJa.sione dell'Afghanistan è stata. senza dubbio, da parte dell'Urss, ha una posizione univoca. unJa mossa · sbagliata per l'equlilibirio « Lo so berne I comundsti fll'ancesi o mondiarle ». i 1aburisti inglèsi i"argJionano taJnoora in Dunque, non ci resta che aspettare e termini prevalentemente nazionaJJi. I covedere ·chi e come · farà, !Per primo, l' mUJnisti italiani hanno s celto una poliultima mossa sba,gliata? tica diversa, ma devono continuare sulla « Ai contra rio. In una sri.tuazlione di strada imboccata, superando residue esitazioni. Guardi il. loro rat:Jteggilamento nei questo tipo, ocesce l'importanza delle groo,s e r egioni. Una di queste è fEuroconfronU dell'Urss. La ll'ivolruzione soviepa_ E l'Europa è importante sia perché tica è sta·t o un fatto stooordina.T!io, come evenituali tensioilli in questa regione poLa rivo[uzione fll"ancese. Ma dopo 60 anni trebbero dare Jai goond~ l'occas[one di da.llJa riVJOluzione fmncese c'era Napoleone III a Parrigi, e nessooo di coloro ìntervenire, slia perché, IPetr la nostr~ dimensione economica e H nostro presti- che pure Vlivevano nel culto deHa Rivogio politico, noi potremmo avere run peso luzione francese si sognava di sos•t enere det&miJn.antJe. A condizione, si!a chuo, Napoloone III. Cos-ì oggi, ra. 60 anni dalla di avere una pol!itirca uni'oa ». rivoluzione russa, bisogna che anche i Nei confronti di chi? comunisti adottino, nei conrfTonti del re« Nei confronti di ra mbedue i sistemi g.i me sovietico, un atteggriamento più criimperiali. Noi dobbiamo far aapiJre all' llico e più hberro ». U:r:ss che non può oontare sul disilnteresse dell'Europa per una poliJtli.ca di così patenti vilolazioni deHe sovranità nrazio''l o penso che siamo nal!i, ma che può contare :invece sull' Europa per ogni serio negoziato, la risul filo del rasoio" pres-a delira politica delilla distensione e un10 sforzo per la riduzione degli armamenlli. E un dirScorso rana~Iogo va fatto Sulle questioni di politica internazioagli americam, ma non ognuno i·s olata,nale questo è - stato fatto. L'ultimo domente, come Jalrlerati o vassalli. qura;le più cumento della direzione del Pci segna quale meno riottoso, quale più quale anche lei lo ha riconosciuto, una svolta. meno leale ... Ques1lo non serve. Anohe « E' . vero, le ho già detto che alcurti. in occasione del dibattito sui missili., la rami morti comincÌian<4 a cadere. Bisocosa più impo.r:tanie n01n era: cos'a angna tilrtarne le conseguenze sottolineandilaino a dire ognuno di noi .a Mosca do la scelta europea. N01n basllano pétir o :a Washington, la cosa più importlante moni -di principio, discorsi, paiole. N~. era mette~r,si d'aJCcordo con Schmidt con la sinistrla deve pretendere che l'Itaili.a grH olandesi con i belgi e trovare una .. prenda un'inìZJÌJativa in questo senso, con riSJPosta comune ». il governo tedescq, con .gli altri governi Quest'occasione, comunque, è andata della C~rnunirtà. E se anche lia. loro rispopersa,. sta sar;'l solo praxziale, bisogna andare « Lo so, per questo dico che non dobavanti con loro. In questo modo l'Eurobiamo perderne un'altra. Ora l'Italia pa diventa un · fra~tto lpiOlitico importlante; avrà per sei mesi la presirlen~a dellia. ìn questo mooo l'ItarUa contJa in Europa ~Comundtà E' un'occasione straordlinall'Ìia e l'EU!I'opa conlla nel mondo». che può ·impegnarci in .uno sforzo per Lei appare, nonostante tutto, ottimista. giungere ad una posizione comUJne che « Io penso che siram:o sul filo del raai fraccrla c01ntare dii più pre!Sso tutti: soio. Può darsi chre non riwsciramo a i sovìetici, gli ameriaani, ~ ·ciinesi. Alti'Ii.niente e che restiamo chinlsi in noi stessii. menti nessuno di noi conterà molto, Ma quello che vorrei ohe fosse chilaro nemmeno i tedeschi... ». è che non ha nessun senso dichiélll'arsi L.a crisi economica però non rischia .pa:C'i.fi.Jslli, o per il di:sra imo senza prendi giocare .i n senso contrario sollecitandere un'•a deguata inizialtiVIél. in EUiropra. do, più che l'unità, spinte e chiusure di Sfa dai punto di vista economico, sira tipo autarchico e nazionalistico? dal -punto di vis,t a politico, possiamo « Certo, questo peri.rolo esislte. Mia è chiedere :ai non allineati dii fare polo IProprrio nel momento di gravi crisi che ìntorno a noi: non allia politica italitatna possono veniJI' Juorii anche le grandi o a quellta. francese, ma a quell-a europea. In OllP.-StJ) m-om.Pnt,n ·l'Tt<>lir<> n.f'ronrnr., 11.n.., scellle. Alcune cond!izioni per Questo ci EU Nessuno sa che cosa succede a M OSC!l con Altiero Spinelli UE Crisi internazionale e ruo1o del'l'Europa in una politica interna AH •