1a DOMENICA DI AVVENTO “Alzatevi e levate il capo” PREGHIAMO INSIEME: Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. 28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. 34 State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Nella prospettiva della venuta finale di Gesù, che l’Avvento ogni anno ci richiama, cambia anche il modo di guardare al presente. Di fronte agli sconvolgimenti della storia, i discepoli non si fanno più prendere dall’angoscia e determinare dalla paura, ma levano il capo e guardano avanti con speranza. E ottengono dalla preghiera assidua la forza della perseveranza e della vigilanza. MEDITIAMO LA PAROLA* Vedranno il Figlio dell’uomo venire Certo, Gesù è già venuto una volta per tutte ed è lo stesso ieri, oggi e sempre! (Eb 13,8). Noi però non finiremo mai di scoprirlo, di accoglierlo, di lasciarci sorprendere dalla sua perenne novità, fino al giorno in cui lo vedremo faccia a faccia! 1 • Quanto guardiamo al futuro come cristiani? Al futuro della nostra vita di fede, al futuro del vangelo, al futuro della Chiesa e della sua missione? Una creazione che vacilla Quarant’anni fa c’era il timore dell’olocausto nucleare; prima ancora la terribile triade: peste, fame e guerra… Ma, in fondo, ogni generazione ha avuto i suoi scenari apocalittici, ha provato le sue paure, ha fatto i conti con una creazione sottomessa alla caducità… (cfr Rm 8,20). SIAMO ORMAI SUL CRINALE APOCALITTICO DELLA STORIA: IN UN VERSANTE C’È LA DISTRUZIONE DELLA TERRA E DELL’INTERA FAMIGLIA DEI POPOLI, NELL’ALTRO VERSANTE C’È LA MILLENARIA FIORITURA DELLA TERRA E DELL’INTERA FAMIGLIA DEI POPOLI CHE LA ABITANO: FIORITURA CARICA DI PACE, DI CIVILTÀ, DI FRATERNITÀ E DI BELLEZZA… PER ANDARE VERSO IL VERSANTE DELLA FIORITURA, BISOGNA ACCETTARE IL METODO INDICATO DAL PROFETA ISAIA: TRASFORMARE I CANNONI IN ARATRI ED I MISSILI E LE BOMBE IN ASTRONAVI E NON ESERCITARSI CON LE ARMI, NON UCCIDERE MA AMARE (G. La Pira). • Quali gli scenari apocalittici della nostra generazione? Cosa vuol dire starci da cristiani, starci a testa alta, con speranza e impegno? Un nuovo cielo e una nuova terra (Ap 21,1) IGNORIAMO IL TEMPO IN CUI AVRANNO FINE LA TERRA E L’UMANITÀ E NON SAPPIAMO IN CHE MODO SARÀ TRASFORMATO L’UNIVERSO. PASSA CERTAMENTE L’ASPETTO DI QUESTO MONDO, DEFORMATO DAL PECCATO. SAPPIAMO PERÒ DALLA RIVELAZIONE CHE DIO PREPARA UNA NUOVA ABITAZIONE E UNA TERRA NUOVA, IN CUI ABITA LA GIUSTIZIA… PERTANTO, BENCHÉ SI DEBBA ACCURATAMENTE DISTINGUERE IL PROGRESSO TERRENO DALLO SVILUPPO DEL REGNO DI CRISTO, TUTTAVIA, TALE PROGRESSO, NELLA MISURA IN CUI PUÒ CONTRIBUIRE A MEGLIO ORDINARE L’UMANA SOCIETÀ, È DI GRANDE IMPORTANZA PER IL REGNO DI DIO (Gaudium et Spes, 39). • Come guardiamo al futuro del mondo: come cittadini, come consumatori? Ci teniamo a consegnare alle generazioni che verranno un mondo più bello? A dare loro opportunità e speranze? Quando cominceranno ad accadere queste cose… i segni dei tempi Il vangelo ci chiede di essere più attenti ai “segni dei tempi”, cioè a quei fatti belli o brutti, attraverso i quali il Signore ci vuole svegliare, richiamare al senso ultimo della storia, spingerci ad una testimonianza più intensa… • Rischiamo a volte letture superficiali o catastrofiche del mondo? Come aiutarci in famiglia, in parrocchia, a leggere la storia secondo Dio, a capire cosa il Signore ci dice attraverso i fatti del nostro tempo? Alzatevi e levate il capo • Quali stati o situazioni di vita hanno il sapore dell’attesa, sono come frecce puntate verso il regno che viene? Fidanzamento, attesa di un figlio, vita religiosa, vecchiaia… 2 • In quali celebrazioni la dimensione dell’attesa e della speranza è più evidente? I vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni… LA NAVE È ORMAI IN MANO AL CUOCO DI BORDO E LE PAROLE CHE TRASMETTE IL MEGAFONO DEL COMANDANTE NON RIGUARDANO PIÙ LA ROTTA, MA QUELLO CHE SI MANGERÀ DOMANI (S.Kierkegaard). • Corriamo anche noi questo rischio? Vegliate e pregate in ogni momento TROVARE IL TEMPO. LA VITA NELLA CITTÀ SECOLARE È UNA CORSA CONTRO IL TEMPO: GLI ORARI, IL LAVORO, LA CARRIERA, IL TRAFFICO CITTADINO… OCCORRE PUNTARE I PIEDI PER NON LASCIARSI TRAVOLGERE, INVENTARE OGNI GIORNO IL TEMPO PER CIÒ CHE CONTA DAVVERO E NON SI TROVA SUL MERCATO: PER IL SILENZIO, LA PREGHIERA, GLI SPAZI DI ANIMA NELLA VITA DI COPPIA, DELLA FAMIGLIA, DELLA CHIESA, DELL’UMANITÀ.. COME TROVARE QUESTO TEMPO GRATUITO? CONVINCENDOSI ANZITUTTO DELLA SUA REPERIBILITÀ. IL TEMPO DELL’UOMO È ELASTICO, LO SA OGNUNO CHE HA VISSUTO L’ESPERIENZA DELL’INNAMORAMENTO… TAGLIARE GLI SPRECHI E UTILIZZARE I TEMPI VUOTI DELLA GIORNATA: LE ANTICAMERE, LE CODE AGLI SPORTELLI, GLI SPOSTAMENTI. IL CRISTIANO CHE ATTENDE IL REGNO AMA IL TEMPO DI OGNI ATTESA. NON CONOSCE LA NOIA. SA CHE PUÒ SEMPRE PREGARE. ( “Non mi vergogno del vangelo” di L.Accattoli) • Cosa vuol dire per noi, pregare ogni momento, vivere alla presenza di Gesù e portare davanti a lui ogni situazione della vita? • Tra le tante cose urgenti, devo trovare il tempo per ciò che è essenziale: per… PREGHIAMO LA PAROLA Sei venuto nell’umiltà della nostra condizione umana Verrai un giorno con potenza e gloria grande Ora vieni incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo Sei il principio e la fine, sei il compimento della creazione Sei il termine ultimo di ogni attesa Plachi ogni tempesta, sei la pace oltre ogni angoscia Vinci ogni paura, sei certezza oltre ogni ansia Sei speranza nella sofferenza Sei forza negli sconvolgimenti della storia Con te i nostri cuori non si appesantiscono Con te, possiamo camminare a testa alta Con te, riusciamo a leggere i segni dei tempi Te attendiamo nella preghiera Te vegliamo nella notte Vieni, Signore Gesù 3 MEDITAZIONI IN FAMIGLIA …vi saranno segni nel sole… Questo brano del Vangelo di S. Luca, che apre le domeniche d’avvento, se letto superficialmente incute timore, profezia di morte, annuncio di catastrofi, fa presagire un futuro che ci sembra invece triste realtà in atto: “angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti” è uno spaccato di incredibile attualità, sembra che Gesù stia descrivendo i nostri giorni. Ci sono tuttavia catastrofi forse ancora più pericolose di quelle naturali e sono le sciagure che nascono proprio dal cuore dell’uomo: “…dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita…” che sono il laccio che da sempre rischia di attanagliare e soffocare il cuore di ogni uomo come ben vediamo ogni giorno in noi e attorno a noi. E allora? Dobbiamo arrenderci al male che ci circonda? Abituarci al fatto che il cuore dell’uomo è cattivo? Aspettare solo un’ipotetica fine dove tutto cambierà? No! ancora una volta il Signore ci stupisce e meraviglia capovolgendo tutto, questi segni sono per annunciarci una grande notizia: “la vostra liberazione è vicina” ma è necessario che noi rispondiamo liberamente e attivamente a ciò che Gesù ci offre. Lui ci indica come: Alzatevi e levate il capo… vegliate e pregate in ogni momento… Ancora una volta alzarsi, andare, levare il capo, saperci guardare attorno e nello stesso tempo affidarci, pregare, vegliare in ogni momento perché la preghiera ci darà la forza e potrà cambiare gli eventi. Ecco come vivere, quindi, questo prezioso periodo d’avvento: alzandoci dalle cose di ogni giorno, levando il capo dalle ordinarie preoccupazioni, vegliando, pregando ogni momento. Raccomandazioni in famiglia Abituiamo i nostri figli ad essere sempre attenti e coinvolti con ciò che succede vicino e lontano da noi, aiutandoli a capire quanto male, a volte, scaturisce dal cuore dell’uomo e che il nostro cuore non sarà diverso se non sapremo tenerlo “attento e in continua veglia e preghiera”. Preghiamo insieme a loro per chiedere per noi stessi e per i nostri fratelli la forza per “alzarci e levare il capo” anche nelle difficoltà perché “la nostra liberazione è vicina”. *“COMPRENDIAMO LA PAROLA”: consultare il libretto dell’animatore. 4 2a DOMENICA DI AVVENTO “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio…” PREGHIAMO INSIEME: O Dio, grande nell’amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (3,1-6) 1 Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sia riempito ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! La parola di Dio “scende” su Giovanni nel deserto come era scesa sugli antichi profeti e non torna senza effetto: lo spinge ad una missione itinerante, trova eco nella sua predicazione, diventa offerta di perdono e invito alla conversione. Quella parola che scende su Giovanni vuole arrivare a tutti, quel Signore di cui Giovanni sta preparando la venuta viene per ogni uomo. MEDITIAMO LA PAROLA* Nell’anno decimoquinto… “LA PAROLA DI DIO NON CI GIUNGE IN ASTRATTO, MA ARRIVA A NOI RICCA DI PROVOCAZIONI CONCRETE CHE RIGUARDANO TUTTI GLI ASPETTI FONDAMENTALI DELLA VITA. ESSA CI DICE COME L’AMORE DEL PADRE HA RAGGIUNTO IN CRISTO LE 5 RELAZIONI PERSONALI, LA SOLITUDINE, I SEGRETI MOVIMENTI DEL CUORE, I GRANDI FENOMENI SOCIALI, TUTTA QUESTA VITA UMANA INSOMMA, CI VIENE CONSEGNATA DALLA PAROLA DI DIO IN UNA LUCE NUOVA E VERA” (C.M.Martini). • In quale mondo il Signore ci ha chiamato a vivere, a credere, a sperare, ad amare, a formare una famiglia, a vivere la vita religiosa, ad impegnarci ad edificare la Chiesa… ? Se dovessimo dare le coordinate della nostra vocazione, come cominceremmo? Nell’anno… • Essere cristiani qui e ora, in Romagna nel 2006, quali opportunità racchiude, quali ostacoli comporta? A quali responsabilità chiama? • Crediamo che Dio viene, parla, chiama anche attraverso le vicende della nostra storia, i bisogni del nostro tempo, il cammino della nostra Chiesa? Facciamo entrare i fatti di cronaca nella nostra preghiera? ...la parola di Dio scese... • C’è qualche parola di Dio che è “scesa” su di noi”, ci ha un po’ cambiato, ci ha spinto ad una più coraggiosa testimonianza ? …nel deserto COME SI FA A PARLARE DI SPIRITUALITÀ IN UN MONDO PIENO DI RUMORE E DI CHIASSO; QUANDO LE NOSTRE GIORNATE SONO DOMINATE DALLA FRETTA, DALLA CONFUSIONE, QUANDO SIAMO CONTINUAMENTE SOLLECITATI DALLA RESPONSABILITÀ CHE CI DOMANDA DI AGIRE; QUANDO GLI IMPEGNI INCOMBONO E SEMBRA CHE IL TEMPO NON CI BASTI NEANCHE PER LE COSE CHE SIAMO ABITUATI A CONSIDERARE “NECESSARIE”? DOBBIAMO RASSEGNARCI A PENSARE CHE LA SPIRITUALITÀ È FATTA PER I MONACI? (P. Bignardi). • Cosa vuol dire fare deserto per noi, in questo Avvento? …su Giovanni, figlio di Zaccaria… La scelta di Dio non cade sui palazzi dei potenti, ma sul figlio di un sacerdote di provincia. Quante volte Dio sceglie così… Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore (1Sam 16,7). Ogni monte e ogni colle sia abbassato… Con capi come Erode, Pilato, Anna e Caifa… c’erano tanti burroni da colmare, violenze ed ingiustizie da affrontare. La missione del Battista non sarà facile… IO HO DAVANTI A ME UN SOGNO, CHE UN GIORNO OGNI VALLE SARÀ ESALTATA, OGNI COLLINA E OGNI MONTAGNA SARANNO UMILIATE, I LUOGHI SCABRI SARANNO FATTI PIANI E I LUOGHI TORTUOSI RADDRIZZATI E LA GLORIA DEL SIGNORE SI MOSTRERÀ E TUTTI GLI ESSERE VIVENTI, INSIEME, LA VEDRANNO. È QUESTA LA NOSTRA SPERANZA. QUESTA È LA FEDE CON LA QUALE IO MI AVVIO VERSO IL SUD. CON QUESTA FEDE SAREMO IN GRADO DI STRAPPARE ALLA MONTAGNA DELLA 6 DISPERAZIONE UNA PIETRA DI SPERANZA. CON QUESTA FEDE SAREMO IN GRADO DI TRASFORMARE LE STRIDENTI DISCORDIE DELLA NOSTRA NAZIONE IN UNA BELLISSIMA SINFONIA DI FRATELLANZA. (Martin Luther King, “I have a dream”). • Nella nostra società, quali sono i monti da abbassare, le valli da colmare? Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio Dio vuole salvare tutto l’uomo e tutti gli uomini. Per questo Luca va a scomodare perfino Tiberio, rappresentante della grande storia di Roma; per questo Giovanni non fonda nel deserto una setta di puri, un circolo di perfetti, ma si mette a percorrere tutta la regione del Giordano e rivolge a tutti il suo invito alla conversione. Per questo Gesù invierà i suoi testimoni fino agli estremi confini della terra (At 1,8). • Ci aiutiamo ad avere, come Luca, uno sguardo universale, a tenere gli occhi aperti sul nostro piccolo – grande mondo? Ad essere veramente “cattolici”, a sentirci parte di un disegno di salvezza, di una Chiesa, di una evangelizzazione che vuole arrivare ad ogni uomo? • Crediamo davvero che Dio è venuto per ogni uomo, che non scarta nessuno? Siamo segno del suo amore universale? Denunciamo le chiusure, i razzismi, le discriminazioni? Allarghiamo gli orizzonti ad altri paesi, ad altre culture? Ci interessiamo delle chiese di altri continenti? • Cerchiamo nella società il bene comune , la collaborazione di tutti e non solo gli interessi della nostra parte, la rivendicazione dei nostri diritti… PREGHIAMO LA PAROLA Sei Dio che viene nella storia - Sei la Parola che entra nel mondo Sei l’eterno che riempie il tempo Sei il santo che vieni tra i peccatori Sei il principe della Pace che vieni nella nostra storia travagliata e violenta Sei il Signore dei signori Abbatti i potenti dai troni e innalzi gli umili Sei vero uomo come noi - Hai condiviso la nostra condizione umana Sei la via di Dio tra gli uomini Colmi le valli della disperazione e del peccato Abbassi i monti della presunzione e dell’orgoglio - Raddrizzi le nostre vie storte Chiami a conversione - Perdoni i peccati Ti sei fatto precedere da Giovanni Ci chiami a diventare tuoi testimoni - Ci mandi al mondo intero Sei l’unico salvatore dell’uomo - Sei venuto per tutti gli uomini di tutti i tempi Continui a farti vicino ad ogni uomo Doni a tutti di venire in contatto con la tua Pasqua 7 MEDITAZIONI IN FAMIGLIA Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare... Luca colloca il racconto della predicazione di Giovanni in un preciso momento storico. Anche nella storia della nostra famiglia vanno colti e vissuti pienamente i momenti irripetibili, le occasioni speciali in cui l’incontro col Signore può essere più chiaro e meno velato: quando nasce un bambino, quando i figli ricevono i sacramenti, quando giunge improvvisamente una malattia o un lutto, quando si cambia casa e si conoscono persone e comunità nuove, quando si affronta un viaggio ecc. Sono “appuntamenti di conversione” che punteggiano la nostra vita e in cui sentiamo più forte il richiamo di Dio e vogliamo avvicinarci a Lui. ...la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Dio sceglie di annunciare la sua parola fuori dai palazzi dei ricchi e dei potenti, attraverso la bocca di un povero (nato da genitori anziani per esplicito intervento divino), nel deserto che è il luogo dell’essenzialità, dove l’uomo spogliato guarda dentro di sè e, libero dai frastuoni, scopre la verità su se stesso e la voce di Dio che gli parla nell’intimo. Per i genitori è questo un invito forte ad essere “ricercatori ed educatori dell’essenziale”, per insegnare (di fronte alle continue pretese dei figli di possedere cose) a perseguire ciò che è vero e importante, sapendo rinunciare alle tentazioni del potere e del superfluo, e dedicando a Dio silenziosi momenti della giornata o dell’anno. Voce di uno che grida nel deserto Giovanni non si stanca di insegnare con energia percorrendo infaticabile la regione del Giordano. Egli è l’esempio chiaro del compito affidato ad ogni genitore di “educare sempre e instancabilmente” se stesso e i propri familiari a cambiare vita, anche quando sembra di non essere ascoltati, come voce in un deserto. Eppure crediamo che Dio agisce comunque, misteriosamente e con i suoi tempi. Preparate la via del Signore… Giovanni usando le parole di Isaia ci invita a preparare l’arrivo del Signore compiendo delle “grandi opere di scavo” principalmente nel nostro cuore e nel nostro comportamento: come forse spianare le impervie spigolosità del nostro carattere, o colmare i burroni delle nostre omissioni, o muoversi con meno sinuosità e incertezza sulla strada del bene. I coniugi nella famiglia sono come i due bordi del sentiero (immagine del percorso della famiglia) che va raddrizzato con un agire armonico e reciproco di correzione amorosa. * “COMPRENDIAMO LA PAROLA”: consultare il libretto dell’animatore 8 3a DOMENICA DI AVVENTO “Viene uno che è più forte di me…” PREGHIAMO INSIEME: O Dio, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti e portiamo a tutti gli uomini il lieto annuncio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (3,10-18) In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. 11Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. 13Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. 18 Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Luca ci ha già presentato Giovanni Battista domenica scorsa; oggi ce lo fa ascoltare mentre invita la gente ad una vita più giusta e annuncia la venuta del Messia. I suoi inviti forti e insistenti a fare frutti degni di conversione (vv. 7-9) sono legati ad un vangelo, ad un annuncio, a qualcuno che sta per venire; i tanti imperativi nelle sue risposte sono legati ad un indicativo: “Viene uno più forte di me…” . E Cristo sarà davvero forte… a modo suo però, superando anche l’attesa del suo precursore, diventando l’amico dei pubblicani e dei peccatori, immergendosi nella nostra povera umanità per purificarla, per riempirla di Spirito Santo, per farla germogliare e portare frutto. 9 MEDITIAMO LA PAROLA* Viene uno che è più forte di me… E meno male! Perché non sono sufficienti i buoni propositi e la buona volontà per cambiare vita; non bastano le esortazioni di Giovanni a convertirci. Anche lui lo sa. Occorre uno più forte di lui. Uno che purifichi in profondità il cuore. Uno che immerga nella vita di Dio. Senza di lui non possiamo far niente. Uniti a lui portiamo molto frutto. (cfr Gv 15,5). «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato» (Gv 6,28-29): attendere lui, accogliere lui, scoprire lui, ascoltare lui, pregare lui, lasciare che lui ripulisca in noi la sua aia, bruci la pula, raccolga il suo frumento… • Al centro della nostra vita personale, familiare e comunitaria c’è il rapporto personale e vivo con il Signore Gesù Cristo? Crediamo che lui è davvero “fortissimo”, unico, capace di rinnovare la vita e la storia? Cosa dobbiamo fare? È una domanda importante. È segno che siamo disposti a metterci in discussione, a lasciarci rinnovare. È segno che non ci bastano le parole, i discorsi astratti, le apparenze; che crediamo in un Dio che si è fatto carne e desideriamo che anche la fede si faccia carne. • “Cosa dobbiamo fare” : ci facciamo mai questa domanda? Quali occasioni ci sono offerte per confrontare la vita concreta con la parola di Dio: esame di coscienza, confessione, incontri, revisioni di vita, riunioni familiari… • È difficile nel nostro tempo farsi qualche proposito preciso, concreto, praticabile nel nostro stato di vita; darsi un programma adatto alla propria condizione? Chi ci può aiutare? Abbiamo qualche Giovanni Battista con cui consigliarci, con cui scambiarci qualche regola di vita? Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha… Il primo frutto della conversione che viene chiesto da Giovanni è la condivisione: “VOI VENITE DA LONTANO. C’È QUALCUNO CHE HA DUE TUNICHE E QUALCUNO CHE HA PROVVISTE: ACCORGETEVI DUNQUE DI CHI NON HA NEMMENO UNA TUNICA PER LA NOTTE E NON HA DA MANGIARE. NON IMPORTA SE HA TORTO O RAGIONE, SE È IMMIGRATO REGOLARE O NO: NELLA SITUAZIONE IN CUI SEI CERCA DI DIVIDERE QUELLO CHE HAI. NON FARE ESALTANTI PROGETTI PER QUANDO SARAI RICCO O PER QUANDO TI SENTIRAI PRONTO E GENEROSO: DIVIDI ADESSO QUALCOSA DI TUO CON LA PERSONA CONCRETA CHE INCONTRI”. (M.Zattoni – G.Gillini, Interno familiare C) • Quali esempi di condivisione proporrebbe oggi Giovanni? Quali forme di condivisione sono alla nostra portata? Quali sprechi possiamo evitare? 10 Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato… Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe Il secondo frutto della conversione è la giustizia. Giovanni non chiede di cambiare mestiere, ma stile di vita. Le sue risposte offrono suggestive piste di riflessione in particolare ai cristiani laici, chiamati in forza del loro Battesimo a farsi santi nel mondo. Indicano un modo nuovo, originale, di praticare la propria professione e di impegnarsi per una società più giusta e fraterna. “CON LA SUA DOTTRINA SOCIALE,... LA CHIESA CONTRIBUISCE A FAR SÌ CHE CIÒ CHE È GIUSTO POSSA ESSERE RICONOSCIUTO E POI ANCHE REALIZZATO. A TAL FINE SONO INDISPENSABILI LE ENERGIE MORALI E SPIRITUALI CHE CONSENTONO DI ANTEPORRE LE ESIGENZE DELLA GIUSTIZIA AGLI INTERESSI PERSONALI, O DI UNA CATEGORIA SOCIALE, O ANCHE DI UNO STATO... IL COMPITO IMMEDIATO DI AGIRE IN AMBITO POLITICO PER COSTRUIRE UN GIUSTO ORDINE DELLA SOCIETÀ È DEI FEDELI LAICI, CHE OPERANO COME CITTADINI, SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ” (Benedetto XVI, discorso al Convegno di Verona) “CI SONO MOMENTI IN CUI UN LAICO CRISTIANO, O SA CONSERVARE NELLO STILE DI VITA L’ORIGINALITÀ DELLE SUE SCELTE, O IL SUO CRISTIANESIMO DIVENTA UNA PROCLAMAZIONE DI PRINCIPIO O UNA SEMPLICE APPARTENENZA CULTURALE. IL BANCO DI PROVA DELL ’ ESSERE CRISTIANI È NELL ’ ORIGINALITÀ DI ALCUNE SCELTE CONTROCORRENTE CHE RIGUARDANO IL MODO CON CUI SI IMPOSTA LA VITA DI FAMIGLIA O IN CUI SI SCEGLIE UN LAVORO, SEGUENDO NON SOLO IL CRITERIO DELLA CARRIERA O DELLO STIPENDIO; AL MODO CON CUI SI SPENDONO I SOLDI O SI CONSUMA; AL MODO IN CUI SI VIVONO AFFETTI E SENTIMENTI; SI UTILIZZANO LE RISORSE, TEMPO, ENERGIA, CASA” (P.Bignardi, Esiste ancora il laicato?) • Per noi oggi, cosa vuol dire stare nel mondo, ma in modo evangelico? • Quali atti giustizia proporrebbe oggi Giovanni? • Quali stlli di vita possono meglio testimoniare il Vangelo a un mondo che tende a relegare la fede nello spazio delle questioni private? PREGHIAMO LA PAROLA Da ricco che eri ti sei fatto povero per arricchirci con la tua povertà Accogli i pubblicani e i peccatori Chiami tutti ad una vita nuova Ci battezzi con Spirito Santo Ci chiami alla condivisione e alla fraternità Ci insegni la via della giustizia Ci chiami ad essere santi Sgombra le nostre coscienze Purifica le nostre menti Santifica il nostro lavoro Qualunque cosa facciamo, in parole e opere. Tutto si compia nel tuo nome, rendendo per mezzo tuo grazie a Dio Padre (cfr Col 3,17) 11 MEDITAZIONI IN FAMIGLIA Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?” Persone di ogni condizione vanno nel deserto per incontrare Giovanni Battista, per cercare un consiglio per la propria vita: a tutti egli chiede un chiaro impegno di carità, di amore verso il prossimo; ai pubblicani e ai soldati in particolare chiede di operare nel loro mestiere con onestà. A noi sposi Giovanni rivolge lo stesso invito: come alle folle ci dice di condividere tutto con il coniuge - il nostro prossimo per eccellenza -, di non tenere nulla esclusivamente per noi stessi. Certamente ognuno ha diritto al proprio spazio personale, per esempio nel lavoro o con gli amici, ma questo non dovrebbe essere vissuto in modo egoistico, ma gestito nel rispetto dell’altro e soprattutto dovrebbe essere frutto di scelte condivise. Come ai pubblicani e ai soldati il Battista ci esorta poi a non esigere, a non pretendere troppo da chi ci sta accanto. Molto spesso, invece, è facile cadere nel trabocchetto del “se tu mi amassi, faresti…diresti…”. La logica dell’amore cristiano è completamente diversa perché nel rapporto di coppia tutto deve essere un gesto di dono reciproco, libero e gratuito. Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me… In questa seconda parte del vangelo Giovanni diventa il prototipo del genitore/ educatore cristiano: egli è ben consapevole di non essere il Salvatore, ma piuttosto un tramite, un ponte verso Cristo. Il suo ruolo è quello di portarci da Gesù, come noi dovremmo portare a Lui i nostri figli. A volte, invece, rischiamo di comportarci come se noi fossimo Dio, offrendo noi stessi come punto di riferimento e modello indiscutibile. Da Giovanni possiamo certamente imparare l’umiltà con la quale dichiara “io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali”, non per disconoscere il nostro valore o l’importanza del nostro ruolo di educatori, ma perché riconosciamo che non siamo noi la “meta” dei nostri figli ma una “tappa” nel loro cammino verso Dio e un aiuto per la realizzazione della loro vocazione cristiana. Spunti per un impegno concreto: Seguiamo anche noi il consiglio del Battista di vivere nella carità e nella condivisione: durante la settimana tutta la famiglia si ritrovi per decidere insieme un impegno di carità anche piccolo, ma che riesca a coinvolgere tutti. * “COMPRENDIAMO LA PAROLA”: consultare il libretto dell’animatore. 12 4a DOMENICA DI AVVENTO “L’anima mia magnifica il Signore…” PREGHIAMO INSIEME: O Dio, che hai scelto l’umile figlia di Israele per farne tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto al mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza, e si offra a te in perenne cantico di lode. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dal vangelo secondo Luca (1,39-48) 39 In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. 46 Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. L’evangelizzazione che scende dal cielo suscita movimento sulla terra, mette in cammino e fa salire il canto… Nella casa di Zaccaria, come nel Cenacolo (At 2,1-4), tutti sono pieni di Spirito Santo. Non solo Giovanni, come aveva annunciato l’angelo Gabriele (1,15), ma anche sua madre e infine Zaccaria stesso (1,67). È questa pienezza di Spirito che suscita profezia e canto… Il movimento ascendente del Magnificat risponde al movimento discendente del Signore: ha guardato all’umiltà della sua serva. Sale in canto la vita di Maria perché lo sguardo dell’Altissimo si è chinato su di lei (E.Bosetti, Luca. Il cammino dell’evangelizzazione, 43-46). MEDITIAMO LA PAROLA* Dio nascosto, Dio presente Dov’è Dio nel nostro vangelo? Non si parla di angeli, né di segni dal cielo; ci sono però due donne piene di Spirito Santo che manifestano la sua presenza. • Come ci aiutiamo a contemplare la presenza di Dio nei Sacramenti, nella sua Parola che si compie, nei frutti dello Spirito che produce nella nostra 13 famiglia, nei suoi profeti e testimoni, negli uomini e donne di preghiera, nella nostra Chiesa, nella storia? Dall’ascolto alla condivisione La prima parte dell’Ave Maria, mette assieme le parole dell’angelo “piena di grazia, il Signore è con te” con quelle di Elisabetta “tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo”. Effettivamente la Visitazione è la continuazione, il compimento e la condivisione dell’Annunciazione. Nella condivisione con Elisabetta, Maria comprende meglio le parole dell’angelo e le vede realizzate… e così esplode il suo canto, il Magnificat! “SO CHE IL PIÙ DELLE VOLTE HO COMPRESO IN PRESENZA DEI MIEI FRATELLI MOLTE COSE DELLA PAROLA SACRA, CHE DA SOLO NON AVREI POTUTO AFFERRARE… SIETE VOI CHE MI FATE IMPARARE CIÒ CHE VI INSEGNO. LO RICONOSCO: MI CAPITA ASSAI SPESSO DI ASCOLTARE CON VOI CIÒ CHE IO STESSO DICO” (San Gregorio Magno). • Forse, mente leggiamo questa scheda, siamo riuniti assieme ad altre persone attorno al vangelo… è un’occasione preziosa per fare come Maria ed Elisabetta! Non sono infatti molti i luoghi e i momenti in cui tra cristiani, in famiglia o in parrocchia, ci facciamo la “carità del vangelo”, comunichiamo la fede, le risonanze e le domande sulla parola di Dio, ci aiutiamo a riconoscere Dio nella nostra vita, leggiamo insieme la realtà con i suoi occhi, ci raccontiamo la nostra missione… La comunicazione del vangelo Luca fin dall’inizio ci mostra come la corsa del vangelo si compie non solo con la predicazione nelle sinagoghe e nelle piazze, ma anche in modo più familiare, in casa, con le relazioni fraterne di persone che si accolgono con amore e si comunicano la verità: in casa di Zaccaria, come in casa di Maria di Betania, di Zaccheo il pubblicano, o di Aquila e Priscilla… LA FORTE UNITÀ... TRA UNA FEDE AMICA DELL’INTELLIGENZA E UNA PRASSI DI VITA CARATTERIZZATA DALL’AMORE RECIPROCO E DALL’ATTENZIONE PREMUROSA VERSO I POVERI E AI SOFFERENTI HA RESO POSSIBILE LA PRIMA GRANDE ESPANSIONE MISSIONARIA DEL CRISTIANESIMO... QUESTA RIMANE LA STRADA MAESTRA DELL’EVANGELIZZAZIONE: IL SIGNORE CI GUIDI A VIVERE QUESTA UNITÀ TRA VERITÀ E AMORE NELLE CONDIZIONI PROPRIE DEL NOSTRO TEMPO (Benedetto XVI, discorso al Convegno di Verona). • Abbiamo mai provato che questo tipo di comunicazione del vangelo può avvenire anche in casa nostra, nel nostro ufficio, in una camera di ospedale, in un aula scolastica...? Piccoli grandi uomini Ha appena iniziato a sviluppare le sue cellule nel grembo di Maria, ed è il Signore. È un feto di sei mesi, ma pieno di Spirito Santo fin dal grembo di 14 sua madre (1,15) e già capace di essere profeta dell’Altissimo (1,76). È una giovane di Nazaret, ma è la benedetta fra le donne, la madre del Signore. Dio che si fa piccolo è capace di fare grandi cose, di rendere grandi anche i suoi servi più piccoli. Il Natale ci aiuti a rovesciare le nostre “classifiche umane”, a riconoscere la segreta grandezza di Dio presente in tanti piccoli e umili, anche vicino a noi, a valorizzare la voce e la testimonianza dei più piccoli, a riconoscere in ogni uomo, in ogni donna, in ogni bimbo che viene concepito un nuovo messaggio di Dio all’umanità. Piccoli grandi gesti Il saluto di Maria viene ricordato tre volte in poche righe, per la reazione che ha innescato… FORSE MARIA HA DETTO SOLO SHALOM…, MA IN QUESTO SHALOM, MARIA PORTA TUTTA SE STESSA: LA SUA VOGLIA D’INCONTRO, LO STUPORE PER CIÒ CHE DIO COMPIE NELL’ALTRA. E NOI NON ABBIAMO CORROSO I NOSTRI SALUTI, CHE SONO COSÌ SCONTATI DA NON DIRE NIENTE DI NUOVO ALL’ALTRO? CI DIMENTICHIAMO DI QUANTO SIANO IMPORTANTI I SALUTI, UN CIAO LUMINOSO, CON IL SAPORE DI UNA PUNTA DI DESIDERIO… (G.Gillini, M.Zattoni, Interno familiare C) • Quando siamo pieni di Dio, anche un piccolo gesto può avere una grande efficacia. L’abbiamo mai sperimentato? Canti di natale Il Natale fa esplodere il canto, la lode, la gioia... e dire che ai personaggi del Natale non mancavano certo le preoccupazioni! IN GESÙ CRISTO DIO HA DETTO SÌ ALL’UOMO E ALLA SUA VITA, ALL’AMORE UMANO, ALLA NOSTRA LIBERTÀ E ALLA NOSTRA INTELLIGENZA... PERTANTO LA FEDE NEL DIO DAL VOLTO UMANO PORTA LA GIOIA NEL MONDO (Benedetto XVI, discorso al Convegno di Verona). • Come esprimiamo la gioia nella nostra preghiera, nelle nostre celebrazioni? Proviamo a comporre un nostro Magnificat! • Riusciamo a difendere la gioia anche in mezzo alle preoccupazioni? Condividiamo la gioia? Diffondiamo gioia attorno a noi? PREGHIAMO LA PAROLA - Sei la madre del mio Signore - Sei benedetta fra le donne - Benedetto è il frutto del tuo grembo - Beata te che hai creduto all’adempimento delle parole del Signore - Ti metti in cammino - Porti il saluto di Dio in casa di Zaccaria - Condividi la tua gioia - Gratuitamente hai ricevuto e gratuitamente doni - Sei sollecita e perseverante nel servizio - Ti prendi cura degli altri - Dove passi porti il Signore - Contagi di Spirito Santo - Con parole semplici comunichi la fede - Ci insegni a pregare – ci insegni a far festa. 15 MEDITAZIONI IN FAMIGLIA … Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Maria ha fretta, dopo l’incontro con l’Angelo Gabriele, di incontrare Elisabetta. Perché? Per andarla ad aiutare? Forse, anche se nulla ci fa pensare che Elisabetta fosse priva di aiuti, e inoltre Maria non era certo molto esperta di gravidanze e di nascite. Per andare via per un po’ da Nazaret e ritardare le spiegazioni con Giuseppe e il resto della famiglia? Può darsi. Maria ha detto “sì” al disegno di Dio, si è fidata dello Spirito Santo, ma non le è certo apparso tutto chiaro. Una cosa è chiara: Elisabetta è la persona con cui Maria può parlare, può confidarsi, può aprire il suo cuore, può condividere il mistero da cui si sente avvolta, la sua gioia, ma anche il subbuglio in cui si trova. Pure Elisabetta sta sperimentando che “nulla è impossibile a Dio”, il bambino da sei mesi nel suo grembo ne è la prova. Chi meglio dell’anziana cugina può capirla? Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Due vite, due esseri umani, uno embrione di pochi giorni, composto da poche cellule, uno di sei mesi si incontrano, attraverso le due madri. Giovanni scalcia, danza di gioia per l’incontro col suo Signore. È senza dubbio un evento straordinario, visto che riguarda il Figlio di Dio fatto uomo, ma ci dice la grandezza di ogni uomo, se anche Dio ha voluto essere così piccolo, così fragile e insieme così grande, e la grandezza di ogni donna, se anche Dio ha voluto una mamma. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.” Maria canta di gioia, di fronte a ciò che Dio ha fatto in lei, nella cugina Elisabetta, fa e continua a fare nel mondo e nella storia. Chi, potremmo dire, non canterebbe di gioia di fronte ad un evento così straordinario? Siamo noi capaci di riconoscere gli eventi straordinari della nostra vita? Vediamo l’agire continuo di Dio nella nostra vita e in quella della nostra famiglia. Siamo capaci di “stupore” di fronte all’amore fra due persone che diventa vita, davanti ai nostri figli che crescono, di fronte alle cose belle che riusciamo a compiere con l’aiuto di Dio? In famiglia Recitiamo insieme il Magnificat, cercando i motivi per cui “magnifichiamo il Signore” nella nostra vita! * “COMPRENDIAMO LA PAROLA”: consultare il libretto dell’animatore. 16 S. NATALE (S. Messa del giorno) E il Verbo si fece carne PREGHIAMO INSIEME: O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. ASCOLTIAMO LA PAROLA Dal vangelo secondo Giovanni (1, 1-18) 1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2 Egli era in principio presso Dio: 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. 4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. 6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. 9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. 12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. 16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. 17Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 18 Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. 17 MEDITIAMO LA PAROLA* Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi… Gesù, la Parola fatta carne No, non ci siamo sbagliati partendo da metà del prologo. È infatti questo il punto di partenza della meditazione di Giovanni: la carne di Gesù, l’umanità concreta di Gesù, una umanità che si può vedere, toccare, udire (cfr 1Gv 1,1-4); una umanità segnata anche dal limite, dalla fragilità, dalla morte… Non attraverso speculazioni filosofiche o “viaggi” celesti, ma diventando amico di Gesù, guardando a lui, ascoltando lui, Giovanni ha visto Dio: la sua gloria manifestata, la sua tenda piantata tra gli uomini, la sua vita comunicata, il suo amore e la sua sapienza rivelati, il vero volto dell’invisibile. IL VERBO – CARNE SI È VISIBILMENTE INSEDIATO NELLA NOSTRA STORIA. DICHIARAZIONE NON RIGUARDA SOLO LA NASCITA TERRENA DI GESÙ, QUESTA MA TUTTA LA SUA VITA DI UOMO, TUTTI I MOMENTI DELLA SUA VITA TERRENA, FINO ALLA CROCE, PERCHÉ MAI COME SULLA CROCE IL VERBO SI FECE CARNE. LA PAROLA FATTA CARNE SI È IMPIANTATA TRA LA POLVERE E IL FANGO DELLA STORIA E SI È FATTA PIANTO DI BAMBINO. POI QUESTA PAROLA FATTA CARNE È CRESCIUTA E SI È FATTA GRIDO CONTRO OGNI IPOCRISIA, CANTO DI BEATITUDINE PER I POVERI DI SPIRITO, CHIAMATA IRRESISTIBILE PER DEI POVERI PESCATORI, GIUBILO DI LODE AL PADRE, TURBINE DI FESTA TRAVOLGENTE PER IL FIGLIOL PRODIGO, PIANTO INCONTENIBILE PER LA MORTE DELL’AMICO LAZZARO. E ALLA FINE LA PAROLA È DIVENTATA URLO DI DOLORE SULLA CROCE, E QUINDI SILENZIO, IL GRANDE SILENZIO, MA SOLO PER TRE GIORNI. POI, AL MATTINO DEL TERZO GIORNO, LA PAROLA FATTA CARNE E CROCIFISSA È RISORTA ED È DIVENTATA SUSSURRO DI TENEREZZA PER MARIA DI MAGDALA PRESSO LA TOMBA VUOTA E DOMANDA D’AMORE PER SIMONE, PRESSO IL LAGO (F. Lambiasi, nella casa di Gesù). • Mettiamoci davanti al Presepe e contempliamo anche noi la carne di Gesù: le sue mani, i suoi piedi, il suo volto, i suoi occhi, la sua umanità... Quale volto di Dio si manifesta, quale tipo di gloria si rivela? Quale luce getta sulla nostra umanità, sulla nostra quotidianità, quale immagine dell’uomo ci rimanda? • Chiediamo in questi giorni di Natale di poter entrare nella “sua tenda”, di poter godere della intimità con lui, di stare con più calma con lui; di lasciarci affascinare e provocare dal mistero dell’incarnazione, dall’Eterno che è entrato nel tempo, dal Creatore che si è fatto piccola creatura, dalla gloria dell’Altissimo che si è rivelata e velata in quel Bambino. 18 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... Gesù, la Parola che racconta il Padre Tutta la vita di Gesù è parola, rivelazione; parola che racconta Dio, che parla del Padre, che spiega le sue logiche, rivela i suoi pensieri: vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi (15,15); parola in cui Dio si dice tutto, si dona tutto; parola che rivela che Dio, fin da principio, è così. Se Gesù ci parla del Padre, è perché da principio Dio dice questa Parola, da principio questa Parola racconta il Padre, da principio in Dio c’è comunicazione, dialogo! • Gesù ci fa conoscere il principio: non siamo in balia del nulla, di un destino cieco e irrazionale, del caso, di una natura beffarda, di una storia assurda, di un mistero muto e oscuro, di un dio silenzioso e indifferente... In principio, presso Dio c’è il Verbo, c’è la comunicazione, c’è la verità, c’è la sapienza, c’è il dono, c’è la grazia, c’è l’amore (cfr 1Gv 4,7). Un Principio così, ci piace! • Se in principio c’è la Parola, per noi in principio ci deve essere l’ascolto. Non possiamo dare la scalata a Dio con le nostre forze (cfr 1,18). Se no, rischiamo di farci un dio a nostra immagine e somiglianza. L’accoglienza della Parola fatta carne invece purifica, dilata, ribalta le nostre immagini religiose e ci fa passare da un dio “secondo noi” al Dio secondo Gesù. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste Gesù, la Parola che crea il mondo Sorpresa! Nel nostro vangelo e in altri passi del NT, Gesù non entra nel mondo solo ad un certo punto, per riparare i danni del peccato, ma fin dall’inizio partecipa alla creazione: “per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra” (Col 1,16). È lui la parola che Dio pronuncia e le cose sono (Gen 1,3). È lui che crea, ordina, fa sussistere il cosmo e lo fa brillare di gioia al suo Natale. È lui che imprime nell’uomo la sua immagine. Senza di lui, senza la parola creatrice, il creato svanisce, precipita nel non senso… “NELLA PAROLA ANCH’IO SONO STATO CREATO. È IL VERBO IL SEGRETO DELLA MIA VITA, IL MIO DESTINO E, RITORNANDO A QUESTA PAROLA, MI RITROVO; LEGGENDO LA PAROLA DELLA SCRITTURA, ATTINGO AL VERBO NEL QUALE SONO STATO CREATO E SONO TUTTORA SOSTENUTO, MANTENUTO NELL’ESISTENZA, LANCIATO VERSO IL MIO FUTURO. LUI È LA RADICE, LA SPIEGAZIONE ULTIMA DI QUELLO CHE SONO IO” (C.M. Martini, il caso serio della fede). 19 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini Gesù, la parola che dà vita e luce ANCHE PRIMA DI INCARNARSI IN GESÙ, IL VERBO SI OFFRIVA GIÀ ALL’UMANITÀ COME LUCE, SENSO DELLA VITA, SI OFFRIVA INDICANDO COME L’UOMO È CHIAMATO AD AMARE, A DEDICARSI, A SUPERARE SE STESSO, AD ASCENDERE VERSO IL MISTERO DIO... IL CENTRO E IL CULMINE DI TUTTO È IL VERBO INCARNATO, L’UNICITÀ DEL SIGNORE GESÙ, MA IL VERBO NON HA CESSATO DI ILLUMINARE L’UMANITÀ INTERA. ANCHE COLORO CHE SI DICONO NON CREDENTI HANNO DENTRO DI SÈ DELLE SCINTILLE – MAGARI SFOLGORANTI – DEI RIFLESSI DEL VERBO (C.M. Martini, DI il caso serio della fede). Ci auguriamo che il Natale di Gesù, Figlio di Dio fatto uomo ci faccia capire l’originalità e la bellezza del cristianesimo. E, nello stesso tempo, ci faccia sentire fratelli di tutti gli uomini amati dal Signore, ci porti a dialogare e a costruire pace con tutti gli uomini di buona volontà... • Riusciamo a valorizzare, ad apprezzare tutti i semi di vita e di luce che il Verbo ha sparso nel mondo: prima di tutto nella storia di Israele, parlando a Mosè e ai profeti, piantando la sua tenda in mezzo al suo popolo, riempendo di sè le Scritture; ma anche nella storia delle religioni, delle culture, degli uomini che ancora non lo conoscono…? … pieno di grazia e verità Gesù, la pienezza della vita Il prologo afferma che in Gesù ci viene donata in pienezza vita, luce, grazia, amore gratuito, misericordioso, fedele; da lui possiamo sempre rifare il “pieno”: riempire le nostre reti vuote (Gv 21), moltiplicare i nostri pochi pani (Gv 6), attingere con abbondanza il vino che dà gusto alla vita e la trasforma in una festa (Gv 2). CHI FA ENTRARE CRISTO NELLA PROPRIA VITA NON PERDE NULLA, NULLA ASSOLUTAMENTE NULLA - DI CIÒ CHE RENDE LA VITA LIBERA, BELLA E GRANDE. NO, SOLO IN QUESTA AMICIZIA SI SPALANCANO LE PORTE DELLA VITA. SOLO IN QUESTA AMICIZIA SI DISCHIUDONO REALMENTE LE GRANDI POTENZIALITÀ DELLA CONDIZIONE UMANA. SOLO IN QUESTA AMICIZIA NOI SPERIMENTIAMO CIÒ CHE È BELLO E CIÒ CHE LIBERA. SIATENE PIENAMENTE CONVINTI: CRISTO NULLA TOGLIE DI QUANTO AVETE IN VOI DI BELLO E DI GRANDE, MA PORTA TUTTO A PERFEZIONE PER LA GLORIA DI DIO, LA FELICITÀ DEGLI UOMINI, LA SALVEZZA DEL MONDO (Benedetto XVI, ai giovani, a Colonia). 20 • Ripensiamo alle persone “piene” di grazia che abbiamo incontrato… • Quali aspetti della vita, grazie all’incontro con Cristo, sono più pieni, più veri, più belli? Quali “vuoti” di vita e di luce desideriamo che lui riempia? Quali “pieni di grazia” abbiamo già fatto da Lui? La luce splende tra le tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta... Gesù, la Parola rifiutata Non l’accoglie Erode e non l’accolgono quelli di Betlemme che non trovano posto per lui... I vangeli dell’infanzia ce lo raccontano; il prologo di Giovanni ci fa meditare su questa paradossale mancata accoglienza: la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. Il cammino del Verbo, vita e luce dell’uomo, e il cammino storico di Gesù, Verbo fatto carne, tra la sua gente è un cammino contrastato, che fa i conti con chiusure, diffidenze, pregiudizi, con coscienze offuscate, menti disorientate, cuori induriti, difese dei propri interessi, menzogne, false e deformate immagini di Dio: gli uomini vedono altre luci, scelgono altri progetti, cercano altre glorie, si fanno guidare dalla carne e dal sangue. Però, passando attraverso queste resistenze, il cammino del Verbo va avanti: le tenebre hanno cercato di spegnere la luce, di uccidere la vita, ma sono state vinte. E il Verbo della luce continua a splendere nei tanti testimoni della luce, come Giovanni. E il Verbo della vita continua a generare quelli l’accolgono alla vita dei figli di Dio... VIVIAMO IN UN MONDO NEL QUALE, PER COSÌ DIRE, DIO NON COMPARE PIÙ DIRETTAMENTE, SEMBRA DIVENUTO SUPERFLUO ED ESTRANEO. IN STRETTO RAPPORTO CON TUTTO QUESTO, HA LUOGO UNA RADICALE RIDUZIONE DELL’UOMO, CONSIDERATO UN SEMPLICE PRODOTTO DELLA NATURA, COME TALE NON REALMENTE LIBERO E DI PER SÈ SUSCETTIBILE DI ESSERE TRATTATO COME OGNI ALTRO ANIMALE (Benedetto XVI, discorso al Convegno di Verona). • Per quali aspetti Gesù è ancora un estraneo, uno sconosciuto nel mondo, nel nostro tempo, e anche tra i suoi, in ognuno di noi? In questo Natale, chiediamo che il Verbo ci aiuti a riconoscere le nostre tenebre, a rischiararle, ad affrontarle con speranza. 21 Noi tutti abbiamo ricevuto... Gesù, la Parola che ci fa Chiesa Il prologo che era partito avvolto nel silenzio di Dio comincia presto a popolarsi: compaiono gli uomini che il Verbo vuole illuminare; compare Giovanni, mandato da Dio come testimone della luce; compaiono i suoi, la sua gente, i contemporanei di Gesù. Ad un certo punto, salta fuori un “noi” che ci coinvolge nel discorso: venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo... noi tutti abbiamo ricevuto. È il noi dell’evangelista, di Maria, degli apostoli, di tutta la comunità primitiva, della Chiesa intera. Lo vediamo anche nei vangeli del Natale: la venuta di Gesù, “Dio – con – noi”, ci rende “uomini – con”, ci fa incontrare, ci rende fratelli, e ci fa sentire responsabili e testimoni verso tutti. • Ringraziamo Dio per i fratelli con cui, anche quest’anno, faremo Natale, per la nostra comunità parrocchiale, per la nostra Chiesa diocesana, per i testimoni che ci fanno vedere un po’ di luce. Preghiamo per le persone che ci sono affidate, per quelle che fanno fatica a credere, per i popoli che non conoscono il Natale. A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio Gesù, il Figlio che ci fa figli… Il tempo di Natale non segna solo la nascita del verbo fatto carne, ma anche la nostra nascita. Per questo si chiude con la festa del Battesimo di Gesù: Dio si fa come noi per farci come lui; Dio nasce nella carne, per farci rinascere da Dio; il Figlio si fa uomo perché gli uomini possano diventare figli. • Bella notizia! In noi non c’è più solo una vita “naturale”, un livello biologico, psicologico; e non siamo guidati solo da criteri umani, terra-terra, dal buon senso, dalle abitudini e condizionamenti dell’ambiente, ma dalla vita di Gesù in noi che ci rigenera, dà forza, aiuta ad andare controcorrente… • Impegno! Si tratta di diventare sempre di più figli. Come Gesù ha fatto la fatica di diventare uomo, anche noi facciamo la fatica di diventare davvero figli, di lasciarci davvero rigenerare dall’alto. È l’avventura di una vita! RICONOSCI CRISTIANO LA TUA DIGNITÀ E, RESO PARTECIPE DELLA NATURA DIVINA, RICORDATI CHI È IL TUO NON VOLER TORNARE ALL’ABIEZIONE DI UN TEMPO CON UNA CONDOTTA INDEGNA. CAPO E DI QUALE CORPO SEI MEMBRO. RICORDATI CHE, STRAPPATO DAL POTERE DELLE TENEBRE, SEI STATO TRASFERITO NELLA LUCE DEL REGNO DI DIO. CON IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO SEI DIVENTATO DELLO SPIRITO SANTO! NON METTERE IN FUGA UN OSPITE COSÌ ILLUSTRE COMPORTAMENTO RIPROVEVOLE (S.Leone Magno). 22 TEMPIO CON UN PREGHIAMO LA PAROLA - Sei in principio presso il Padre - Sei Dio, come il Padre - Sei il suo Figlio unigenito - Sei la parola del Padre - Sei il Principio di tutte le cose - Sei la ragione di tutto ciò che esiste - Sei la Sapienza che ha creato l’universo - Ti riveli nella bellezza del creato - Sei l’immagine impressa in ogni uomo - Sei la luce e la vita di ogni uomo - Sei il senso della storia - Sei luce all’intelletto - Sei voce che parla alla coscienza - Parli a Mosè nel roveto ardente - Gli doni i comandamenti sul Sinai - Segui il tuo popolo nella tenda del deserto - Sei Parola che scende sui profeti - Sei sapienza che ispira i saggi di Israele - Riempi di te tutte le Scritture - Sei la luce testimoniata da Giovanni - Ti fai carne in Gesù - Vieni nel mondo - Vieni tra la tua gente - Ci racconti il Padre - Ci sveli il volto dell’invisibile - Porti a compimento ogni dono di Dio - In te Dio ci dice tutto - In te Dio si dona tutto - In te vediamo la gloria di Dio - Da te riceviamo grazia su grazia - Sei il Figlio che ci rende figli - Il mondo non ti ha riconosciuto - I tuoi non ti hanno accolto - Le tenebre non ti hanno accolto - A quanti ti hanno accolto hai dato il potere di diventare figli di Dio. 23 MEDITAZIONI IN FAMIGLIA In principio era il Verbo… Infiniti corpi in perenne movimento, tutti tendiamo alla luce, tutti la cerchiamo, amando, soffrendo, dando vita, consumandoci, anche negandola ne affermiamo la potenza creatrice e vorremmo inconsciamente dissetarci alla sua fonte. Tutti vogliamo ritornare a quel principio. Un uomo e una donna che si amano per tutta la vita sono esperienza di Dio, centro del cosmo. Un salto a due in quel principio. Capita invece che decidiamo di offuscare quella luce, quando decidiamo di fare della nostra vita quello che vogliamo, anche sapendo che non ci appartiene, che ci è stata data per rendere testimonianza a Lui, come Giovanni; quando rivendichiamo pretese sulla vita dei nostri figli fin dal loro concepimento e a volte fatichiamo a riconoscere il dono che essi sono, a vedere come essi non ci appartengono ma ci sono stati affidati; quando ciò che guida le nostre scelte è la “verità” che ci siamo costruiti... e le tenebre calano sulla nostra vita. Lasciamo che la luce vera illumini ogni nostro antro oscuro e rivolgiamoci con il cuore e con la mente a Chi ci ha creato: noi che abbiamo ricevuto ogni cosa, la vita, la gioia vera, la verità, riconosciamo in questo giorno di Natale come tutto viene da Lui. Veniva nel mondo la luce vera… ma i suoi non l’hanno accolto. Il mondo non lo riconobbe e noi siamo in quel mondo, ai tempi di Cristo come oggi, anche noi cristiani, sposi, famiglie, non lo riconosciamo... Quando mai le persone che abbiamo vicino le amiamo con l’amore che avrebbe Dio se lo facesse al nostro posto? Con l’amore che ha Dio per noi! È un amore troppo grande, ma per coloro che lo accolgono, che credono in Lui, avverrà anche l’impossibile, avranno un potere grande che non è il potere del denaro, della forza, del successo, delle capacità personali, ma il “potere” di appartenere a Lui. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio... Senza l’uomo e la donna uniti, immagine e somiglianza di Dio, quale senso ha il mondo? Le tenebre vorrebbero mettere in ombra questa verità, mettere in ombra la sana passione per l’amato/a, i buoni desideri che ci uniscono, ma la luce vera non si può spegnere. Al di fuori della vita che abbiamo scelto di vivere come coppia e famiglia non riusciremo a comprenderci. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi… Nella coppia e nella famiglia accogliere Gesù/Parola provoca lo stupore di essere stati creati, di essere stati pensati insieme fin dall’origine del mondo. Ci si riconosce figli, ci si riconosce uomini e donne come nel giardino del principio e si riconosce l’Uomo Cristo che nasce sulla terra. Grazie Gesù per essere venuto fra noi. * “COMPRENDIAMO LA PAROLA”: consultare il libretto dell’animatore. 24