CORSO DI FORMAZIONE
“SPERIMENTAZIONE E VALIDAZIONE
DELL’ALGORITMO MOVA RISCH PER LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLE
PICCOLE E MEDIE IMPRESE”
LA SORVEGLIANZA SANITARIA COME
ELEMENTO DEL PROCESSO DI
VALUTAZIONE
Dottoressa FRANCA LUONGO – Dottoressa LORELLA LUTI
Dottor FABIO FILIPPI
ALCUNI RICHIAMI NORMATIVI
IL RUOLO ED I COMPITI DEL MEDICO
COMPETENTE VENGONO DEFINITI NEI
DECRETI LEGISLATIVI
277/91 - 626/1994 - 25/2002
LA LETTURA DI ALCUNI PASSI DEL DISPOSTO
LEGISLATIVO CI PERMETTE DI MEGLIO IDENTIFICARLI
E DI COMPRENDERE COME LA SORVEGLIANZA
SANITARIA ED IL CONTRIBUTO DEL MEDICO
COMPETENTE SIANO ESSENZIALI PER LA
VALUTAZIONE DEI RISCHI
DECRETO LEGISLATIVO n. 277 del 15/08/1991
Attuazione delle direttive 80/1107/CEE,
83/477/CEE, 86/188/CEE E 88/642/CEE
in materia di protezione dei lavoratori contro i
rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici,
fisici e biologici durante il lavoro.
(pubblicato su : G. U. 27.08.1991, n. 200).
Art. 4 (Obblighi del medico competente)
1.
Lo stato di salute dei lavoratori esposti agli agenti di cui all’art. 1,
comma 1, è accertato da un medico competente … omissis …
2. Il medico competente esprime giudizi di idoneità specifica al lavoro.
3. Per ogni lavoratore di cui al comma 1 il medico competente istituisce ed
aggiorna sotto la sua responsabilità, una cartella sanitaria e di rischio …
omissis …
4. Il medico competente fornisce informazioni ai lavoratori sul significato
dei controlli cui sono sottoposti; … omissis …
5. Il medico competente informa ogni lavoratore interessato dei risultati
del controllo sanitario ed in particolare di quelli degli esami biologici
indicativi dell’esposizione relativi alla sua persona.
6. Il medico competente visita gli ambienti di lavoro … omissis …
DECRETO LEGISLATIVO n. 626 del 19/09/1994
Attuazione delle direttive 89/391/CEE,
89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE,
90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE,
90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42,
98/24 e 99/38
riguardanti il miglioramento della sicurezza e
della salute dei lavoratori durante il lavoro.
(pubblicato su : G. U. 12.11.1994, n. 265, s.o. n. 141).
Art. 4 (Obblighi del datore di lavoro, del dirigente
e del preposto)
6. Il datore di lavoro effettua la valutazione di cui al comma 1
ed elabora il documento di cui al comma 2 in collaborazione con
il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e con il
medico competente, nei casi in cui sia obbligatoria la
sorveglianza sanitaria, previa consultazione del rappresentante
per la sicurezza.
DECRETO LEGISLATIVO 2 febbraio 2002, n. 25
Attuazione della direttiva 98/24/CE sulla
protezione della salute e della sicurezza dei
lavoratori contro i rischi derivanti da agenti
chimici durante il lavoro
(pubblicato nel Supplemento ordinario n. 40/L alla
Gazzetta Ufficiale italiana n. 57 dell'8 marzo 2002)
Art. 72-ter (Definizioni)
Ai fini del presente titolo si intende per:
e) valore limite biologico: il limite della concentrazione del
relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di
effetto, nell'appropriato mezzo biologico;
f) sorveglianza sanitaria: la valutazione dello stato di salute
del singolo lavoratore in funzione dell'esposizione ad agenti
chimici sul luogo di lavoro;
Art. 72-quater (Valutazione dei rischi)
1. Nella valutazione di cui all'art. 4, il datore di lavoro determina,
preliminarmente l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo
di lavoro e valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori
derivanti dalla presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in
particolare:
… omissis …
g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza
sanitaria gia' intraprese.
… omissis …
7. Il datore di lavoro aggiorna periodicamente la valutazione e, comunque,
in occasione di notevoli mutamenti che potrebbero averla resa superata
ovvero quando i risultati della sorveglianza medica ne mostrino la
necessita'.
Art. 72-sexies (Misure specifiche di protezione e
di prevenzione)
Il datore di lavoro, sulla base dell'attività e della valutazione dei rischi di
cui all'articolo 72-bis, provvede affinché il rischio sia eliminato o ridotto
mediante la sostituzione, qualora la natura dell'attività lo consenta, con
altri agenti o processi che, nelle condizioni di uso, non sono o sono meno
pericolosi per la salute dei lavoratori. Quando la natura dell'attività non
consente di eliminare il rischio attraverso la sostituzione il datore di lavoro
garantisce che il rischio sia ridotto mediante l'applicazione delle seguenti
misure nell'indicato ordine di priorità:
… omissis …
d) sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 72-decies
e 72-undecies
Art. 72-decies (Sorveglianza sanitaria) - 1
1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 60-quinquies, comma 2, sono sottoposti
alla sorveglianza sanitaria di cui all'articolo 16 i lavoratori esposti agli agenti
chimici pericolosi per la salute che rispondono ai criteri per la classificazione
come molto tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti, irritanti, tossici per il ciclo
riproduttivo
2. La sorveglianza sanitaria viene effettuata:
a) prima di adibire il lavoratore alla mansione che comporta esposizione;
b) periodicamente, di norma una volta l'anno o con periodicità diversa decisa dal
medico competente con adeguata motivazione riportata nel documento di
valutazione dei rischi e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori,
in funzione della valutazione del rischio e dei risultati della sorveglianza sanitaria;
c) all'atto della cessazione del rapporto di lavoro. In tale occasione il medico
competente deve fornire al lavoratore le eventuali indicazioni relative alle
prescrizioni mediche da osservare
Art. 72-decies (Sorveglianza sanitaria) - 2
3. Il monitoraggio biologico e' obbligatorio per i lavoratori esposti agli agenti
per i quali e' stato fissato un valore limite biologico. Dei risultati di tale
monitoraggio viene informato il lavoratore interessato. I risultati di tal
monitoraggio, in forma anonima, vengono allegati al documento di valutazione dei
rischi e comunicati ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori
4. Gli accertamenti sanitari devono essere a basso rischio per il lavoratore.
5. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure
preventive e protettive particolari per singoli lavoratori sulla base delle
risultanze degli esami clinici e biologici effettuati. Le misure possono
comprendere l'allontanamento del lavoratore secondo le procedure dell'articolo 8
del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277.
Art. 72-decies (Sorveglianza sanitaria) - 3
6. Nel caso in cui all'atto della sorveglianza sanitaria si evidenzi, in un lavoratore
o in un gruppo di lavoratori esposti in maniera analoga ad uno stesso agente,
l'esistenza di effetti pregiudizievoli per la salute imputabili a tale esposizione o il
superamento di un valore limite biologico, il medico competente informa
individualmente i lavoratori interessati ed il datore di lavoro.
7. Nei casi di cui al comma 6, il datore di lavoro deve:
a) sottoporre a revisione la valutazione dei rischi effettuata a norma dell'articolo
72-quater;
b) sottoporre a revisione le misure predisposte per eliminare o ridurre i rischi;
c) tenere conto del parere del medico competente nell'attuazione delle misure
necessarie per eliminare o ridurre il rischio;
d) prendere le misure affinché sia effettuata una visita medica straordinaria per
tutti gli altri lavoratori che hanno subito un'esposizione simile.
Art. 72-undecies (Cartelle sanitarie e di rischio)
Il medico competente, per ciascuno dei lavoratori di cui all'articolo 60decies istituisce ed aggiorna una cartella sanitaria e di rischio custodita
presso l'azienda, o l'unita' produttiva, secondo quanto previsto dall'articolo
17, comma 1, lettera d), e fornisce al lavoratore interessato tutte le
informazioni previste dalle lettere e) ed f) dello stesso articolo. Nella
cartella di rischio sono, tra l'altro, indicati i livelli di esposizione
professionale individuali forniti dal Servizio di Prevenzione e Protezione.
IL MEDICO COMPETENTE COME SI VEDE
ASSUME UN RUOLO
ANCORA PIU’ ATTIVO NELL’ATTUAZIONE DELLE MISURE
DI PREVENZIONE ED IN PARTICOLARE NELLA
VALUTAZIONE DEI RISCHI
LA SORVEGLIANZA SANITARIA ED IL
MONITORAGGIO BIOLOGICO, CHE DI QUESTA E’
PARTE INTEGRANTE, ASSUMO QUINDI VALENZA
NELL’AMBITO
EPIDEMIOLOGICO AZIENDALE E
DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
IL TITOLO VII bis PREVEDE LA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO E NON SOLO DELL’ESPOSIZIONE
VALUTARE SOLO L’ESPOSIZIONE NON VUOL DIRE
ANCHE FARE LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
NELLA PAROLA RISCHIO E’ IMPLICITO IL
CONCETTO DI DANNO
LE CONOSCENZE TOSSICOLOGICHE SONO
APPANNAGGIO ESCLUSIVO DEL MEDICO
LA PRESENZA DEL MEDICO IN SEDE DI
VALUTAZIONE DEL RISCHIO NON PUO’ ESSERE
SURROGATA DA NESSUN ALTRO SOGGETTO
I diversi momenti di intervento
del Medico Competente
PRIMA
(al momento della valutazione preliminare del rischio)
partecipazione attiva alle misure di valutazione del rischio
chimico e dei suoi possibili effetti
DOPO
(successivamente alla valutazione)
attivazione della sorveglianza sanitaria come misura
specifica di prevenzione
Obbligo di sorveglianza sanitaria
(come da D.Lgs. 25/2002)
L’obbligo vige quando:
Quando
il rischio espositivo ad agenti chimici pericolosi per la salute
(classificati come molto tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti, irritanti,
tossici per il ciclo riproduttivo) non è definibile come “moderato”.
Sono
esclusi gli agenti pericolosi solo per la sicurezza ed i corrosivi.
Per
gli agenti cancerogeni e mutageni si applicano le disposizioni specifiche
contenute nel titolo VII del D.Lgs. 626/94, come modificato dal D.Lgs. 25
febbraio 2000, n. 66.
Rimane
l’obbligo per altri agenti chimici non classificati come pericolosi
per la salute ma che lo possono diventare a seconda del modo d’uso,
compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di
esposizione professionale.
Strumenti della sorveglianza
sanitaria
Analisi
del documento di valutazione sui rischi
Conoscenza del profilo di rischio della mansione
Conoscenza del profilo di rischio individuale
Valutazione delle ipersuscettibilità
Conoscenza dello stato di salute o malattia
Analisi dei risultati della valutazione espositiva
Protocollo sanitario con le sue periodicità
Accertamenti sanitari appropriati
Monitoraggio biologico
PER MONITORAGGIO BIOLOGICO SI INTENDE
Il vocabolario della lingua italiana TRECCANI riporta alla voce:
monitoraggio – osservazione, a scopo di controllo, di una
grandezza variabile eseguita mediante appositi strumenti
(denominati monitor).
biologico – che si riferisce alla biologia o agli esseri viventi
(biologia: termine coniato dal naturalista tedesco G.R. Treviranus nel 1802:
l’insieme delle scienze che hanno per oggetto la vita degli animali e delle
piante)
PER MONITORAGGIO BIOLOGICO SI INTENDE
Un’attività connessa alla rilevazione dello stato di
salute sistematica, continua o ripetitiva, finalizzata se
necessario all’adozione di misure correttive che
utilizza biomarcatori di esposizione.
L’O.M.S. precisava nel 1984 che il M.B. consiste nella
misura degli agenti presenti nel luogo di lavoro o dei
loro metaboliti nei tessuti, nei secreti, nell’aria
espirata del soggetto esposto al fine della valutazione
dell’esposizione e del rischio per la salute in rapporto
ad appropriati riferimenti.
IL MONITORAGGIO BIOLOGICO COSTITUISCE UNO
STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
INSIEME CON IL MONITORAGGIO AMBIENTALE
RISPETTO AL QUALE SI CARATTERIZZA IN QUANTO
Tiene conto dell’esposizione complessiva e delle diverse vie
di assorbimento dell’agente chimico
Tiene conto delle variabilità in grado di determinare un
diverso assorbimento a parità di concentrazione ambientale
(es.: diversi carichi di lavoro determinano una diversa
ventilazione polmonare e quindi un diverso assorbimento)
Tiene conto delle caratteristiche individuali degli esposti
IL MONITORAGGIO BIOLOGICO COSTITUISCE
UNO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEL
RISCHIO
Corrette procedure di monitoraggio biologico
rappresentano generalmente una conferma del grado
di esposizione ambientale e vanno impiegate
regolarmente nel corso dei controlli sanitari preventivi
e periodici così come indicato da consolidate norme di
prevenzione ed in alcuni casi anche specificatamente
dalla legislazione vigente; risulta particolarmente utile
in presenza di sostanze che siano assorbibili anche
attraverso la cute.
INDICATORI DI DOSE
Il monitoraggio biologico viene effettuato mediante
l’esecuzione di esami di laboratorio che possano
essere distinti in:
1 - indicatori di dose interna
2 – indicatori di effetto
INDICATORI DI DOSE INTERNA
Gli indicatori di dose interna possono essere ulteriormente classificati in:
1 - Indicatori di dose biologica effettiva: indicano la quantità dei tossici
nei siti in cui esercitano il loro effetto; stimano la quantità reale di
sostanza che interagisce con i siti di azione (es. la determinazione della
HbCO valuta l’ossido di carbonio che è direttamente legato all’Hb, suo sito
di azione).
2 – Indicatori di esposizione: forniscono una stima del grado di esposizione
e sono correlati ai livelli ambientali. I selettivi sono basati sulla misura
diretta delle sostanze chimiche come tali o dei loro metaboliti. I nonselettivi valutano in modo aspecifico l’esposizione ad un gruppo di sostanze
chimiche (es. metaboliti diazopositivi per esposizione ad amine aromatiche);
non risultano adeguati per il controllo dei singoli soggetti per la difficoltà
insita nella valutazione dei risultati ottenuti).
3 – Indicatori di accumulo: valutano l’entità delle sostanze nei tessuti e/o
negli organi deposito (es. determinazione del piombo dopo somministrazione
di chelanti o la determinazione di pesticidi nel tessuto adiposo).
INDICATORI DI EFFETTO
Gli indicatori di effetto sono costituiti da esami che tendono ad
individuare precocemente alterazioni reversibili degli organi bersaglio
causate dal tossico a dai suoi metaboliti (si tratta in genere dell’attività
esercitata su sistemi enzimatici, es. ALA urinario e ZnPP per il piombo).
Nel corso dei controlli sanitari periodici possono inoltre essere eseguiti
anche esami miranti ad evidenziare alterazioni a carico degli organi
bersaglio (indicatori di danno). Tali accertamenti evidenziano stati
patologici in fase sia iniziale che conclamata e pertanto rientrano più
propriamente in un programma di diagnosi precoce piuttosto che di
monitoraggio biologico vero e proprio. Tali esami sono per altro in grado di
evidenziare gli effetti che si possono manifestare anche a livelli di
concentrazione ambientale rientranti nei limiti di accettabilità e quindi
identificare i soggetti ipersuscettibili.
IL MONITORAGGIO BIOLOGICO E’
SUBORDINATO ALLA DISPONIBILITA’ DI
ADEGUATI METODI ANALITICI
Per molte delle sostanze impiegate a livello industriale non si conoscono
ancora sufficientemente bene le caratteristiche tossicocinetiche e
tossicodinamiche,
quindi la scelta del test da eseguire deve privilegiare gli indicatori dei quali
è noto il rapporto dose/effetto (sulla base di studi sperimentali e di dati
epidemiologici).
Negli ultimi anni il livello di esposizione ambientale a tossici risulta
solitamente limitato, quindi è indispensabile l’utilizzo di indicatori che
possano rilevare anche esposizioni molto contenute
MICROESPOSIZIONI
Tali basse esposizioni comportano inoltre la possibile sovrapposizione fra i
risultati ottenuti in gruppi, rispettivamente, di esposti e non-esposti,
rendendo difficoltosa l’interpretazione corretta dei dati analitici; in questi
casi può essere utile il ricorso all’analisi statistica
REQUISITI NECESSARI DEL METODO
Nella scelta degli esami da eseguire bisognerà privilegiare quelli per cui esistono metodi analitici che
soddisfano alcuni requisiti:
1 – precisione - espressione quantitativa di quanto i risultati di una stessa misura ripetuta siano vicini tra loro (ripetibilità
dei risultati nello stesso laboratorio e riproducibilità in laboratori diversi)
2 – accuratezza - quanto vicino si posizionino al valore reale una serie di misurazioni (ESATTEZZA)
3 – sensibilità - la capacità di rilevare anche la più piccola variazione della concentrazione dell’analita
4 – limite di rilevabilità - la capacità di rilevare anche la più piccola concentrazione con un certo grado di sicurezza
5 – specificità - capacità di rilevare selettivamente l’analita di interesse escludendo sostanze chimiche affini, presenti nella
matrice
6 – robustezza – capacità del metodo di non essere influenzato per effetto di variazioni nella fase di esecuzione (es. dovute
ad operatori diversi)
7 – recupero - la capacità di determinare tutto l’analita presente nella matrice (il recupero è anch’esso una misura
dell’esattezza del metodo)
8 – bassa incertezza – l’incertezza caratterizza la dispersione dei valori attribuiti (ERRORE)
9 – basso rischio per i lavoratori – non di pertinenza tecnica, ma non per questo meno importante
Le tecniche cromatografiche (gascromatografia e liquicromatografia), la gas massa e la spettrofotometria
in assorbimento atomico sono quelle che offrono i risultati più corretti rispetto a tecniche più tradizionali
(metodi colorimetrici).
MATERIALI BIOLOGICI SU CUI VENGONO
EFFETTUATI I TEST
1 - ARIA ESPIRATA
5 – CAPELLI
2 – SANGUE
6 – SALIVA
3 – URINE
7 – SUDORE
4 – TESSUTO ADIPOSO
8 - FECI
Nei vari paesi vengono privilegiati ora uni, ora altri substrati:
In Olanda viene utilizzata più frequentemente l’aria espirata
In Germania il sangue e l’urina
Negli U.S.A. si applica un sistema misto
Nel nostro paese solitamente viene effettuato il monitoraggio
biologico su urine e sangue e solo più raramente su altri substrati.
VALORI GUIDA
Il monitoraggio biologico prevede il confronto dei
risultati ottenuti nell’ambito della sorveglianza
sanitaria con valori guida che ne permettano
l’interpretazione.
Rientrano nei valori guida sia i valori di riferimento
che i valori limite.
VALORI DI RIFERIMENTO
I VALORI DI RIFERIMENTO SONO I VALORI
DEFINITI “NORMALI” CHE SI RISCONTRANO
NELLA POPOLAZIONE GENERALE NON ESPOSTA
DIRETTAMENTE PER MOTIVI PROFESSIONALI
AD AGENTI CHIMICI
VALORI LIMITE BIOLOGICI
I VALORI LIMITE BIOLOGICI SONO VALORI
DEFINITI COME “LIVELLI AL DI SOTTO DEI
QUALI NON SI MANIFESTANO EVIDENTI
EFFETTI NEGATIVI PER LA SALUTE” DEI
SOGGETTI ESPOSTI PER MOTIVI
PROFESSIONALI AD AGENTI CHIMICI
EVENTO SENTINELLA
L’EVENTO SENTINELLA (LIVELLO DI AZIONE)
E’ UNO STRUMENTO
(UTILIZZATO ATTUALMENTE DALL’U.F. LABORATORIO DI SANITA’ PUBBLICA m.o.m.
TOSSICOLOGIA OCCUPAZIONALE DI FIRENZE)
FINALIZZATO ALLA SEGNALAZIONE AL MEDICO
COMPETENTE DELLE SITUAZIONI ESPOSITIVE DI
MAGGIOR RILIEVO. E’ PUR SEMPRE UN VALORE NORMALE
IN QUANTO NON ESISTE AL MOMENTO ATTUALE
ALCUNA EVIDENZA IN LETTERATURA DI EFFETTI
AVVERSI ALLA SALUTE PER TALE CONCENTRAZIONE.
EVENTO SENTINELLA = 95° PERCENTILE DELLA
DISTRIBUZIONE DEI VALORI RITROVATI NELLA
POPOLAZIONE ESPOSTA
TABELLA EVENTI SENTINELLA E B.E.I.
ANALITA
INDICATORE
ESPOSIZIONE
EVENTO
SENTINELLA
B.E.I.
UNITA’ DI
MISURA
AC.IPPURICO
URINARIO
TOLUENE
C6H6-CH3
1500
1600
mgr/gr creatinina
AC. METIL-IPPURICO
URINARIO
XILENE
C6H4(CH3)2
500
1500
mgr/gr creatinina
AC. MANDELICO
URINARIO
STIRENE
C6H5CH:CH2
ETILBENZENE
C6H5C2H5
500
800
mgr/gr creatinina
AC. FENIL-GLIOSSILICO
URINARIO
STIRENE
ETILBENZENE
150
240
mgr/gr creatinina
1-IDROSSIPIRENE
URINARIO
PIRENE
2000
-
mcgr/gr creatinina
METIL-ETIL-CHETONE
URINARIO
METIL-ETIL-CHETONE
-
2
mgr/L
1,2-CICLOESANDIOLO
URINARIO
CICLOESANO
C6H12
100
-
mgr/gr creatinina
AC, T,T-MUCONICO
URINARIO
BENZENE
C6H6
300 (non fumatori)
400 (fumatori)
500
mcgr/gr creatinina
TABELLA EVENTI SENTINELLA E B.E.I.
ANALITA
INDICATORE
ESPOSIZIONE
EVENTO
SENTINELLA
B.E.I.
UNITA’ DI
MISURA
AC. TRICLOROACETICO
URINARIO
TETRACOLOROETILENE
O PERCLOROETILENE
Cl2C=CCl2
2,5
3,5
mgr/L
AC. TRICLOROACETICO
URINARIO
TRICLOROETILENE
O TRIELINA
CHCl=CCl2
50
100
mgr/gr creatinina
AC. TRICLOROACETICO
URINARIO
1,1,1-TRICOLOETANO
O METILCLOROFORMIO
-
10
mgr/L
FENOLO
URINARIO
FENOLO C6H5OH
BENZENE C6H6
-
50
mgr/gr creatinina
2,5-ESANDIONE URINARIO
N-ESANO
CH3(CH2)4CH3
3,2
mgr/L corr.dens, 1024
5
mgr/gr creatinina
-
CROMO
URINARIO
CROMO
12
30
mcgr/gr creatinina
NICHEL
URINARIO
NICHEL
21
-
mcgr/gr creatinina
CADMIO EMATICO
CADMIO URINARIO
CADMIO
-
5
5
mcgr/L
mcgr/gr creatinina
PIOMBO
EMATICO
PIOMBO
VEDI D.Lgs
25/2002
TABELLA EVENTI SENTINELLA E B.E.I.
ANALITA
INDICATORE
ESPOSIZIONE
EVENTO
SENTINELLA
B.E.I.
UNITA’ DI
MISURA
Pseudo N-MF
(N-metilformammide)
URINARIA
DIMETILFORMAMIDE
(DMF)
13
15
mgr/L
AMCC
(n-acetil-s-(n-metilcarbamoil)
cisteina)
URINARIA
(DIMETILFORMAMIDE
DMF)
-
40
mgr/L
CARBOSSIEMOGLOBINA
OSSIDO DI CARBONIO
-
3,5
% Hb
Ecc.
Superamento dei valori limite
biologici
Nel caso in cui, all'atto della sorveglianza sanitaria, si
evidenzi, in un lavoratore o in un gruppo di lavoratori
esposti in maniera analoga ad uno stesso agente,
l'esistenza di effetti pregiudizievoli per la salute
imputabili a tale esposizione o il superamento di un
valore limite biologico, il medico competente informa
individualmente i lavoratori interessati ed il datore di
lavoro ed esegue una visita medica straordinaria per
tutti gli altri lavoratori che hanno subito
un'esposizione simile.
SOLVENTI MAGGIORMENTE UTILIZZATI
IN ALCUNI CICLI PRODUTTIVI
SETTORE
LAVORATIVO
MATERIALI
IMPIEGATI
SOLVENTI UTILIZZATI
metalmeccanico
sgrassanti, vernici
idrocarburi, clorurati, esteri, chetoni, alcoli,
glicoleteri
legno
vernici
idrocarburi, esteri, chetoni, alcoli, glicoleteri
calzature
collanti
idrocarburi, esteri, chetoni, clorurati
plastica
distaccanti, inchiostri
clorurati e fluorurati, idrocarburi, alcoli
plastici rinforzati
resine, diluenti
stirene, chetoni, clorurati
gomma
soluzionanti
n-eptano, clorurati
grafica
inchiostri
esteri, chetoni, alcoli, clicoeteri, idrocarburi
farmaceutica
solventi per estrazioni
clorurati, chetoni, alcoli, idrocarburi
fonderia
lubrificanti grafitati
alcoli
Frequenza di riscontro superamento del TLV di 9
solventi nel corso di indagini ambientali
SOLVENTE
Calzaturifici
% riscontro
% > TLV
Grafiche
% riscontro
% > TLV
Verniciature
% riscontro
% > TLV
Xilene
18.0
-
8.0
-
83.8
1.5
Tricoloetilene
20.9
1.3
-
-
5.3
-
Toluene
72.2
-
85.8
4.2
96.5
1.5
Stirene
-
-
-
-
22.6
7.1
n-Esano
97.5
33.5
13.2
1.9
4.2
-
Cicloesano
94.6
1.6
3.3
-
-
-
Acetato di isobutile
0.3
-
2.4
-
54.2
-
Acetone
50.3
-
2.8
-
38.4
-
MEK
37.7
-
1.4
0.5
31.8
1.5
Da “MONITORAGGIO AMBIENTALE E BIOLOGICO DELL’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE A XENOBIOTICI”
Autori C. Minoia e L. Perbellini
Finito di stampare Dicembre 2003
BENZENE
USI INDUSTRIALI
Il benzene è noto per i gravi effetti lesivi ematomidollari verificatisi in passato,
prima della legge 245/63, che ne ha vietato l’impiego come solvente. Circa il 90 %
del benzene oggi prodotto trova impiego nei processi di sintesi per la fabbricazione
di materie plastiche , pesticidi, esplosivi, prodotti farmaceutici, cosmetici,
coloranti, ecc. Costituisce infatti un’importante materia di base per la produzione di
composti organici come il fenolo, il ciclo-esano, lo stirene, ecc. Il benzene per per le
sue ottime proprietà di solvente e per il suo basso costo trovò in passato largo
impiego come prodotto commerciale non puro (benzolo) nell’industria della gomma,
della plastica degli inchiostri, dei collanti, nell’industria calzaturiera, nell’estrazione
di sostanze oleose e grasse. Per la sua elevata volatilità ed il rapido essiccamento è
stato usato in rotocalcografia e come solvente di vernici.
Le categorie professionali oggi ancora a rischio sono essenzialmente: benzinai,
meccanici, vigili urbani, autisti, trasportatori, addetti edilizia stradale (camerieri di
ristoranti con sala fumatori ?)
ANALITA
Ac. T,T-transmuconico urinario: B.E.I 500 mgr/gr creat – evento sentinella 300 (non fumatori) 400 (fumatori)
Fenolo urinario: B.E.I. 50 mgr/gr creat
TOLUENE
USI INDUSTRIALI
Possiede proprietà di solvente simili a quelle del benzene, per cui in
molte lavorazioni può essere usato come suo sostituto. Viene
correntemente impiegato come solvente di oli, resine, gomma
naturale e sintetica, nella pulitura dei metalli, catrame, asfalti, ecc.;
come diluente di pitture, vernici, inchiostri per rotocalcografia, ecc.
Costituisce una importante materia prima per la fabbricazione di
esplosivi e coloranti; per le sue proprietà antidetonanti è un
costituente di carburanti per automobili ed aerei.
ANALITA
Ac. Ippurico urinario: B.E.I. 1600 mgr/gr creat – evento sentinella 1600
XILENE
USI INDUSTRIALI
E’ impiegato come solvente nell’industria grafica, della gomma,
nell’industria di coloranti e di vernici (in genere miscelato con
altri solventi), come sgrassante. Nell’industria chimica
costituisce un’importante materia prima ed intermedia per la
sintesi di sostanze impiegate nella produzione di plastiche e fibre
sintetiche. E’ un costituente di carburanti per aviazione.
ANALITA
Ac. Metil-ippurico urinario: B.E.I. 1500 mgr/gr creat – evento sentinella 500
STIRENE
USI INDUSTRIALI
Trova largo impiego nella produzione di polimeri (polistirene), di
resine e poliesteri e di copolimeri elastomeri, come la gomma
butadiene-stirene o l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS) e
particolarmente dei manufatti plastici rinforzati, per esempio
da fibre di vetro, come si osserva in campo automobilistico,
aeronautico e navale.
ANALITA
Ac. Mandelico urinario: B.E.I. 800 mgr/gr creat – evento sentinella 500
Ac. Fenil-gliossilico urinario: B.E.I. 240 mgr/gr creat – evento sentinella 150
ETILBENZENE
USI INDUSTRIALI
Viene usato principalmente come precursore dello stirene nella
produzione di resine e poliesteri e nella produzione della gomma
sintetica. Si ritrova anche come componente in miscele di
idrocarburi utilizzate come solvente o come propellente per
motori aeronautici.
n-ESANO
USI INDUSTRIALI
Gli idrocarburi alifatici sono usati in miscele combustibili.
Nell’industria vengono largamente impiegati come solventi di
resine, colle e mastici, sgrassanti, diluenti di vernici e solventi
per estrazioni speciali. Una larga parte degli idrocarburi
alifatici viene trattata per ottenere gli analoghi alogenati.
ANALITA
2,5-esandione urinario: B.E.I. 5 mgr/gr creat – evento sentinella 3,2 (corr dens ur 1024)
METIL-ETIL-CHETONE (MEK)
USI INDUSTRIALI
I chetoni vengono impiegati soprattutto come solventi e come
intermedi in sintesi organiche; sono utilizzati nella produzione di
esplosivi, lacche, vernici, resine, gomme, oli lubrificanti, cosmetici,
farmaceutici, profumi, ecc. Trovano inoltre vasto impiego come
solventi di coloranti, vernici, oli, resine, gomme, ecc.
TRICLOROETILENE O TRIELINA
TETRACLOROETILENE O PERCLORO
1,1,1-TRICLOROETANO
USI INDUSTRIALI
Trovano ampia applicazione nei più svariati campi di lavoro. In genere, i
principali usi di questi composti derivano dallo loro proprietà di essere poco
o nulla infiammabili, buoni solventi dei lipidi e dall’avere una bassa tensione
superficiale. Da qui l’uso per pulire a secco le cose più diverse
(apparecchiature elettriche, contatori per gas, motori, serbatoi e cisterne,
stampi, cilindri e pistoni, tessuti, pelli, carte, ecc.), per estrarre oli, resine,
profumi, grassi cere, rispettivamente da tessuti e derivati vegetali od
animali, per rimuovere acqua da oggetti bagnati, ecc. Per il lavaggio a secco
di pelli, pellicce e tessuti viene preferito il tetracloroetilene che, a
differenza del tricloroetilene, non scarica i colori sintetici acetati.
La categoria professionale oggi più esposta a tetracloroetilene è quella
degli addetti alle tinto-lavanderie.
ANALITA
Ac. Tricloacetico urinario
Esposizione a percloro: B.E.I. 3,5 mgr/L – evento sentinella 2,5
DIMETILFORMAMIDE (DMF)
USI INDUSTRIALI
E’ impiegata come solvente di resine acriliche nell’attività
industriale e nell’industria conciaria per la nobilitazione del
pellame.
ANALITA
Pseudo N-MF urinaria: B.E.I. 15 mgr/L – evento sentinella 13
AMCC urinaria: B.E.I. 40 mgr/L
L’ANALISI NEL TEMPO DEI RISULTATI DEL
MONITORAGGIO BIOLOGICO
FORNISCE UN UTILE ORIENTAMENTO PER LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DI
CONSEGUENZA PER LA PREVENZIONE
I RISULTATI DEL MONITORAGGIO BIOLOGICO
VENGONO ALLEGATI AL DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
RELAZIONE SUI RISULTATI ANONIMI
COLLETTIVI DEGLI ACCERTAMENTI CLINICI E
STRUMENTALI
D.L. 626/94, articolo 17, punto 1 lettera G
D.L. 25/02, articolo 72-decies punto 3
Azienda: Spalmatura del Giglio srl
Anno: 2003
*ESITI INVALIDANTI frattura avambraccio destro
[conseguenza di infortunio sul lavoro del 1997]
Sono stati sottoposti a controlli clinici e/o
strumentali numero 27 lavoratori
Con patologia extra-lavorativa: 8
VISITE MEDICHE effettuate in totale: 48
Con risultati normali: 253
Con nessuna patologia: 38
Con risultati alterati: 49
Con patologia lavorativa: 3
ESAMI TOSSICOLOGICI effettuati in totale: 120
*IPOACUSIA DA RUMORE CLASSE 2°
Con risultati normali: 118
(classificazione secondo Merluzzi e coll. - 1979)
Con risultati alterati: 2
[già segnalato negli anni precedenti: invariato]
ESAMI AUDIOMETRICI effettuati: 18
*IPOACUSIA DA RUMORE CLASSE 2° [2-3]
Con risultati normali:14
(classificazione secondo Merluzzi e coll. - 1979)
Con risultati alterati da rumore: 2
[già segnalato negli anni precedenti: peggiorato]
Con risultati alterati da altra causa: 2
ESAMI EMATOCHIMICI effettuati in totale: 302
ESAMI SPIROMETRICI effettati: 9
*pseudo N-MF – 0,8 mgr/L
Con risultati normali: 7
[valore di riferimento non esposti assente - valore limite
biologico 15]
Con risultati alterati: 2
Non significativi: 0
ESAMI RADIOGRAFICI effettuati: 0
ESAMI VESTIBOLARI effettuati: 2
Con risultati normali: 1
Con risultati alterati: 1
VISITE OCULISTICHE effettuate: 3
*AMCC URINARIA – 4,0 mgr/L
[valore limite biologico 40]
[Azienda Sanitaria di Firenze - Tossicologia Occupazionale e
Ambientale]
[Esame del: 02/10/2003]
*pseudo N-MF – 2,3mgr/L
Con risultati normali: 0
[valore di riferimento non esposti assente - valore limite
biologico 15]
Con risultati alterati: 3
*AMCC URINARIA – 7,9 mgr/L
GIUDIZI DI IDONEITA’ AL LAVORO emessi: 37
[valore limite biologico 40]
Giudizi di idoneità condizionata: 10
Mansione: ADDETTO SPALMATURA LAMA 2
Giudizi di non idoneità: 0
[Azienda Sanitaria di Firenze - Tossicologia Occupazionale e
Ambientale]
Lavoratori assenti alla visita: 1
Giudizi non emessi per esami incompleti: 1
VALORI DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE
Mansione: ADDETTO ALLA PREPARAZIONE
[Azienda Sanitaria di Firenze - Tossicologia Occupazionale
e Ambientale]
[Esame del: 10/04/2003]
*Pb.emia - 17 mcgr/dL
[valori di riferimento non esposti: < 10 - BEI < 60]
[Esame del: 10/04/2003]
*Pb.emia - 12 mcgr/dL
[valori di riferimento non esposti: < 10 - BEI < 60]
*pseudo N-MF – 14,7 mgr/L
[valore di riferimento non esposti assente - valore limite
biologico 15]
*AMCC URINARIA – 3,4 mgr/L
[valore limite biologico 40]
…… ECCETERA
DOVRETE ABITUARVI AD ANALIZZARE QUESTO
TIPO DI DOCUMENTAZIONE
E’ INDISPENSABILE PER VALUTAZIONE DEL
“RISCHIO CHIMICO”
LA MANCANZA DEI VALORI DI ESPOSIZIONE
PROFESSIONALE E DEL MONITORAGGIO
BIOLOGICO, QUANDO PREVISTI, RENDE
INCOMPLETO
IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
ALCUNI PROBLEMI DI VALUTAZIONE
DI RISCHIO/DANNO
* Problemi insiti nella metodica di analisi
* Variazioni significative in dipendenza di fattori individuali endogeni (età,
sesso, razza, malattie, ipersuscettibilità, ecc.) o esogeni (fattori
extraprofessionali, abitudini voluttuarie, ecc.)
* Valutazione della variabilità di assorbimento in relazione a fatica fisica,
iperventilazione, sudorazione, ecc.
* Presenza di agenti sensibilizzanti e soggettività della risposta
* Valutazione delle diverse vie di assorbimento (via respiratoria, via
transcutanea, via alimentare)
* Variabilità delle mansioni spesso difficilmente inquadrabili
* Effetto di esposizioni discontinue o di intensità variabile nel tempo
* Effetto di esposizione a più sostanze contemporaneamente
PROBLEMI INSITI NELLA
METODICA DI ANALISI
IL LABORATORIO DEVE ADOTTARE METODICHE
E PROCEDURE APPROPRIATE NON SOLO PER
ESECUZIONE DELL’ESAME, MA ANCHE PER IL
PRELIEVO, IL TRASPORTO, LA CONSERVAZIONE
(GRADO DI INCERTEZZA DEL CAMPIONAMENTO);
NELLA INTERPRETAZIONE DELLA RISPOSTA SI
DEVE TENER CONTO DEL LIMITE DI
RILEVABILITA’ (DELLO STRUMENTO O DEL
METODO) E DELL’ERRORE (GRADO DI
INCERTEZZA DEL METODO
PROBLEMI INSITI NEL CAMPIONAMENTO
Una corretta esecuzione del monitoraggio biologico
presuppone che siano noti i parametri cinetici
dell’assorbimento, della distribuzione nell’organismo,
del metabolismo e dell’escrezione dello xenobiotico.
ESEMPIO: in presenza di una sostanza come il toluene, che viene
escreta, come tale o in forma di metabolita (ac ippurico), con le
urine e la cui emività (tempo di dimezzamento nell’organismo) sia
piuttosto breve (circa 2 ore), dovremo effettuare la raccolta del
campione urinario necessariamente alla fine del turno di lavoro e
non all’inizio del turno, in quanto il giorno successivo, dopo circa
10 ore, la quantità presente ancora nell’organismo, e quindi
reperibile nel campione urinario, sarà prossima allo zero.
VARIAZIONI DIPENDENTI DA
FATTORI INDIVIDUALI ENDOGENI
ETA’ – ad esempio dopo i 60 anni i valori degli analiti di alcune sostanza a lunga
emivita possono aumentare per il verificarsi di fenomeni di accumulo nell’organismo (
Cadmio e Piombo)
SESSO – nel sesso femminile i valori di Cd-emia e Pb-emia sono più bassi rispetto a
quelli nel sesso maschile
ETNIA – sono stati riscontrate evidenti differenziazioni tra diverse etnie; un
esempio è fornito dalle osservazioni fatte da O. Inoue nel 1986 a proposito del
differente metabolismo del toluene tra cinesi, turchi e giapponesi (riconducibile a
differenze enzimatiche).
POLIMORFISMO GENETICO – esistono differenze geneticamente
determinate, anche a livelli inter-individuale e non solo inter-razziale, collegate agli
enzimi deputati alla biotrasformazione degli xenobiotici che determinano capacità
diverse di metabolizzazione dell’agente chimico ( es. aldeide-deidrogenasi 2 –
citocromo P 450 – epossido-idrossilasi microsomiali – G6PDH)
VARIAZIONI DIPENDENTI DA
FATTORI INDIVIDUALI ESOGENI
In particolare nella valutazione dei soggetti esposti a solventi è
necessario valutare anche:
- consumo di etanolo: l’etanolo compete con il solvente (toluene, xilene, stirene, tricloroetilene, solfuro
di carbonio, MEK e MBK) nell’utilizzo dell’alcoldeidrogenasi, rallentandone la sintesi e l’escrezione dei
metaboliti e permettendo così la sia più lunga permanenza all’interno dell’organismo.
-fumo di tabacco:
il fumo, prima di tutto è composto esso stesso da un numero rilevantissimo di
xenobiotici che possono sommarsi a quelli ricercati in conseguenza dell’esposizione lavorativa (IPA, amine
aromatiche, aldeide formica ed acroleina, ecc.); in più l’abitudine al tabagismo comporta la possibilità di
trasportare, tramite le mani sporche, sostane sulla sigaretta, che, come avviene per il piombo, se hanno un
basso punto di fusione vengono respirate. L’apporto giornaliero di benzene in soggetti non esposti
professionalmente è rispettivamente di 830 mcgr/die (derivante dall’inquinamento dell’aria) nei soggetti non
fumatori e di 1800 nei fumatori.
- uso di farmaci: si possono verificare tre possibili interferenze: la prima legata alla presenza nel
farmaco dello stesso analita di interesse (ad esempio composti aminici urinari conseguenti all’ingestione di
farmaci ad azione antinfiammatoria); la seconda legata invece a fenomeni di induzione o inibizione enzimatica
che rispettivamente aumentano o diminuiscono l’escrezione degli analiti di natura metabolica; la terza
consiste invece nella possibilità che il farmaco con le sue capacità si ain grado di alterare le funzioni
assorbimento, distruzione e escrezione degli agenti chimici (ad es. l’uso di diuretici).
- abitudini dietetiche:
è noto l’aumento dell’arsenico urinario conseguente all’ingestione di crostacei;
di quello dell’acido benzoico dopo ingestione di abbondanti quantità di prugne o di caffè; è nota la presenza
di sostanze come il mercurio ed il cadmio, oltre all’arsenico, nella fauna marina; è noto anche che l’acido
sorbico contenuto negli alimenti conservati è fonte di acido T,T-muconico
VALUTAZIONE DELLE DIVERSE VIE DI
ASSORBIMENTO
La temperatura di ebollizione, quella di fusione e la tensione di vapore determinano
lo stato fisico e la maggiore o minore volatilità delle varie sostanze a temperatura
ambiente con notevoli riflessi sull’inquinamento ambientale e sulle vie di
assorbimento dell’organismo; con il diminuire della temperatura di ebollizione e
l’aumentare della tensione di vapore aumenta il grado di volatilità dei composti e
può risultare massima la rilevanza dell’esposizione per via inalatoria e minima quella
cutanea.
Tra le proprietà più significative dal punto di vista tossicologico sono da evidenziare
il peso molecolare ed il coefficiente di ripartizione ottanolo/acqua (esprime il grado
di lipofilia di un composto e riflette la sua capacità di accumularsi nei tessuti) che
sono in relazione con la capacità delle singole sostanze di superare le barriere
biologiche
Tutte queste informazioni, assieme alle caratteristiche tossicologiche e
tossicocinetiche, dovrebbero essere contenute nelle schede di sicurezza allegate ai
prodotti, in forma chiara; la qualità dell’informazione contenuta nelle schede è
invece troppo spesso modesta, in quanto la loro formulazione è legata più
all’adempimento di un obbligo di legge che non alla realizzazione di un messaggio
esaustivo completo, anche se sintetico, con efficace azione preventiva.
ESPOSIZIONI MULTIPLE
FENOMENI DI INIBIZIONE
Il benzene è inibito da toluene, xilene, e stirene
Lo xilene è inibito da toluene e MEK
Lo stirene è inibito da tricoloetilene
Il tricloroetilene è inibito da tetracoloetilene (BEI dell’ acido tricoloacetico per
esposizione a tricloroetilene è 100 e per tetracoloetilene è 3,5)
FENOMENI DI INDUZIONE
Lo stirene è indotto da acetone
Il peso di queste interferenze difficilmente viene preso in considerazione.
EFFETTO DI ESPOSIZIONI
DISCONTINUE O DI INTENSITA’
VARIABILE NEL TEMPO
A titolo puramente esemplificativo della estrema variabilità
di risposta ad esposizioni discontinue o di intensità
variabile, merita ricordare l’esempio, anche se veramente
estremo, riportato in letteratura di un soggetto maschile
deceduto per mesotelioma pleurico (presenza all’autopsia di
ben 7000 fibre di amianto per mm2 di tessuto polmonare)
all’età di 42 anni per una esposizione di soli 3 mesi durante
il periodo universitario per un lavoro temporaneo presso
uno zuccherificio
ALCUNI PROBLEMI DI VALUTAZIONE E DI UTILIZZO DEI
VALORI DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE
PURTROPPO
NON SEMPRE I VALORI DEL MONITORAGGIO BIOLOGICO
FORNISCONO UN INDICAZIONE CERTA
TALVOLTA ESSI SONO INVECE NON DEL TUTTO AFFIDABILI E
QUINDI NON DEL TUTTO PREDITTIVI SULLA POSSIBILITA’ CHE
L’ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI POSSA IN FUTURO CAUSARE
UN EVENTUALE DANNO PER LA SALUTE DEL LAVORATORE ESPOSTO
I B.E.I., indipendentemente dai problemi di interpretazione, vanno intesi
come una guida nella pratica dell’igiene industriale: non rappresentano una
linea di demarcazione netta tra esposizioni pericolose e non; è possibile
che la concentrazione di un indicatore per un individuo sia superiore al
B.E.I. senza per questo che si verifichi un incremento del rischio per la
salute o viceversa possono non essere predittivi di un eventuale danno per
la salute di un lavoratore particolarmente sensibile
RELAZIONARSI CON IL MEDICO COMPETENTE
DIVENTA QUINDI UNA NECESSITA’
SI RIBADISCE CON QUESTO LA CENTRALITA’ CHE TALE FIGURA
DEVE ESERCITARE NON SOLO PERCHE’ COSI’ PREVISTO DAL
DISPOSTO LEGISLATIVO
E’ NECESSARIO CHE TUTTE LE FIGURE, IN QUALCHE MODO
IMPLICATE NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA, MANTENGANO
UN CANALE SEMPRE APERTO DI CONFRONTO CON IL MEDICO
COMPETENTE, COSA CHE PURTROPPO NON SEMPRE AVVIENE
A VOLTE TALI CONTATTI SONO DISINCENTIVATI:
NON SEMPRE VENGONO FORNITE INFORMAZIONI ESAUSTIVE
SUL CICLO TECNOLOGICO E SULLA PRESENZA DEI RISCHI
QUESTA INTERFERENZA NEGATIVA, QUANDO
ESISTENTE,VIENE ESERCITATA NON SOLO DA DATORI DI
LAVORO MA ANCHE DA CONSULENTI TECNICI CHE TENDONO A
MINIMIZZARE LA PRESENZA DEI RISCHI E SURROGANO
COMPETENZE CHE NON GLI APPARTENGONO
UN UTILE ESEMPIO
CI VIENE FORNITO DAL DOSAGGIO DELLE
AMINE URINARIE
[valori di riferimento: non esposti < 1,1 mgr/L]
QUALE INDICE DI ESPOSIZIONE A COLORANTI NEL COMPARTO
DELLE TINTORIE TESSILI
L’argomento è stato tema di approfondimento al
Seminario Nazionale del 19/giugno/2003
“IL MONITORAGGIO BIOLOGICO
DELL’ESPOSIZIONE AD AMINE AROMATICHE
NEL SETTORE TESSILE”
Dal quale è chiaramente emersa la relativa utilità di
continuare ad effettuare tale monitoraggio biologico
ESTRATTO DEL LAVORO
ESPOSIZIONE AD AMINE AROMATICHE
NEL SETTORE TESSILE
SONO STATE MONITORATE 21 AZIENDE TESSILI A PARTIRE
DALL’ANNO 1989 SINO AD OGGI
VIENE RIPORTATO IL NUMERO DEGLI ESAMI
(MONITORAGGIO BIOLOGICO: AMINOCOMPOSTI URINARI)
ESEGUITI IN TOTALE, SEGUITO DAL NUMERO DI
QUELLI RISULTATI ALTERATI, DIVISO PER AZIENDA
Per i valori alterati viene riportata, quando possibile, la notizia
documentata dell’assunzione di farmaci od altra notizia sempre
inerente le possibili interferenze, avvenuta nei giorni
immediatamente precedenti il prelievo dell’urina
TIPOLOGIA AZIENDA: TINTORIA IN PEZZA ANNI
1989/2003
ADDETTI PESATURA
1,1 - 2 volte
ESAMI ESEGUITI - 36
1,3 - 2 volte
ESAMI ALTERATI - 6
1,4 - 2 volte
(pari al 16,7 %)
1,8 - 2 volte, in ambedue i casi farmaci antidolorifici
1,1 - 2 volte
2,9 - 1 volta, farmaci antidolorifici
2,0 - 1 volta, farmaci antidolorifici (e metadone ?)
5,6 - 1 volta
17,7 - 1 volta, farmaci antidolorifici (e metadone ?)
18,2 - 1 volta, nimesulide e paracetamolo
24,4 - 1 volta, farmaci antidolorifici (e metadone ?)
40,0 - 1 volta, nimesulide
64,0 - 1 volta, farmaci antidolorifici (e metadone ?)
in 1 caso viene riportata la dizione possibile interferenza da
farmaci, ma non viene espresso un valore numerico
ADDETTI TINTORIA
ESAMI ESEGUITI - 227
ESAMI ALTERATI - 13
(pari al 5,7 %)
TIPOLOGIA AZIENDA: TINTORIA IN FILO ANNI
1989/2002
ADDETTI PESATURA
ESAMI ESEGUITI - 103
3,3 - 1 volta nimesulide
ESAMI ALTERATI - 6
3,6 - 1 volta
(pari al 5,8 %)
3,8 - 1 volta farmaci antidolorifici
1,1 - 2 volte
4,4 - 1 volta
1,2 - 1 volta
4,8 - 1 volta
1,3 - 1 volta
5,1 - 2 volte
1,5 - 1 volta
5,2 - 1 volta
4,5 - 1 volta
5,6 - 1 volta tintura per capelli
ADDETTI TINTORIA
6,3 - 1 volta nimesulide
ESAMI ESEGUITI - 1.028
ESAMI ALTERATI - 81
6,8 - 1 volta
7,1 - 1 volta
(pari al 7,9 %)
7,5 - 1 volta Tachipirina
1,1 - 24 volte
8,2 - 1 volta
1,2 - 7 volte, in un caso tintura per capelli
9,2 - 1 volta Novalgina
1,3 - 9 volte
12,4 - 1 volta tintura per capelli
1,4 - 7 volte
20,3 - 1 volta farmaci antidolorifici
1,5 - 2 volte
95,0 - 1 volta farmaci antidolorifici
1,6 - 1 volta
in un caso viene riportata la dizione possibile interferenza da
farmaci, ma non viene espresso un valore numerico
1,8 - 4 volte, in un caso nimesulide
2,1 - 1 volta farmaci antidolorifici
2,3 - 2 volte
2,5 - 3 volte, in un caso ac. acetilsalicilico
2,8 - 1 volta
3,0 - 1 volta
PESATORE TINTORIA IN FIOCCO
NONOSTANTE L’EVIDENZA DELL’IMBRATTAMENTO, I VALORI DEGLI ESAMI
ESEGUITI RISULTANO PERFETTAMENTE NELLA NORMA
AMINE AROMATICHE URINARIE
ESAMI ESEGUITI (1993/2003) - 51
ESAMI ALTERATI - NESSUNO
0,5 - 0,7 - 0,1 - 0,2 - 0,2 - 0,2 - 0,52 - 0,25 - 0,15- - 0,85 - 0,7 - 0,48 - 0,3 - 0,4 0,4 - 0,3 - 0,3 - 0,1 - 0,3 - 0,1 - 0,1 - 0,1 - 0,1 - 0,1 - 0,3 - 0,3 - 0,2 - 0,1 - 0,2 - 0,8
- 0,1 - 0,1 - 0,1 - 0,1- 0,2 - 0,2 - 0,2 - 0,2 - 0,2 - 0,1 - 0,2 - 0,6 - 0,2 - 0,1 - 0,1 0,2 - 0,2 - 0,1 - 0,1 - 0,2 - 0,2
ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI
ADDETTI PESATURA
ADDETTI TINTORIA
ESAMI ESEGUITI - 937
ESAMI ESEGUITI - 7420
ESAMI ALTERATI - 55
ESAMI ALTERATI - 521
pari al 5,9 %
pari al 7,0 %
8000
7000
6000
5000
esami eseguiti
esami alterati
4000
3000
2000
1000
0
addetti pesatura addetti tintoria
IL PUNTO DI VISTA DEL MEDICO
COMPETENTE
IL MONITORAGGIO BIOLOGICO DELL’ESPOSIZIONE AD
AMINE AROMATICHE SI E’ DIMOSTRATO UN METODO
POCO ATTENDIBILE
IL MEDICO COMPETENTE QUINDI NON PUO’ BASARSI SU
QUESTO PER TUTELARE LA SALUTE DEGLI ESPOSTI
SIVR – SOCIETA’ ITALIANA VALORI DI
RIFERIMENTO
IN ASSOCIAZIONE CON ALTRE FIGURE
ISTITUZIONALI
ISPELS
AZIENDA SANITARIA
ORGANISMI DI RAPPRESENTANZA DATORIALI
HA ALL’ORDINE DEL GIORNO LO STUDIO PER LA
RISOLUZIONE DI QUESTI PROBLEMI
ESPOSIZIONE A D-MF
E’ IN VIA DI ULTIMAZIONE UNO STUDIO SUL COMPARTO
DELLE SPALMATURE CHE UTILIZZANO D-MF DELL’AREA
TESSILE PRATESE
LO STUDIO SI PROPONE DI VALIDARE GLI ESAMI (INDICI
DI ESPOSIZIONE) FINO AD ORA EFFETTUATI:
PSEUDO N-MF URINARIA
[valore di riferimento non esposti assente - valore limite biologico 15]
AMCC URINARIA
[valore limite biologico 40]
RAPPORTANDOLI AI VALORI DI ESPOSIZIONE
PROFESSIONALE
ED AD UN INDICATORE DI DANNO ALLA SALUTE
(ADDOTTO ALLA GLOBINA)
ESPOSIZIONE AD AMINE AROMATICHE
STA PARTENDO, A BREVISSIMA SCADENZA,
UNO STUDIO ATTO A VALIDARE UN METODO DI
INDAGINE PIU’ ATTENDIBILE DI QUELLO
ATTUALMENTE IN UTILIZZO
TALE METODO SI BASA SULL’IDENTIFICAZIONE
(TRAMITE GAS-MASSA) DI AMINE PRIMARIE
NEI LIQUIDI BIOLOGICI (URINE)
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la sorveglianza sanitaria come elemento di valutazione del rischio