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diario
ZEROSEIMESI
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DIARIO DEL MASTER
VISITA CANTIERE WELLDOM
INCONTRO CON TIZIANA MARTIRE
ECOLOGICAL DESIGN
PROCEDURE LEED
OPEN LESSON
AZIENDE IN CATTEDRA | FASSABORTOLO – LEGNOLEGO - CELENIT
VISITA ALLA NUOVA SEDE DI PADOVA
PROVE DI LABORATORIO
OPEN LESSON
INDAGINI TERMOGRAFICHE DEL SITO DI PROGETTO
VISITA ALLO STABILIMENTO DI PRODUZIONE
WORK IN PROGRESS | MOSTRA DEI PROGETTI
OPEN LESSON
Zeroseimesi
Biocasa82
Patto di Stabilità
Paolo Cascone
Brainstorming
MAXXI Genesis
Costruiamo
Schüco Italia
Pultrusi
Diesel Headquarters
Termografia
Wienerberger
Notte Verde allo Iuav
Torre Unipol
diario
ZEROSEIMESI
CON IL CONTRIBUTO DI:
MASTER UNIVERSITARIO DI SECONDO LIVELLO
INFO SU
WWW.IUAV.IT
WWW.MASTERPCS.IT
WWW.MASTERPCS-BLOG.IT
ZEROSEIMESI
Zeroseimesi | Diario del Master
Durante la prima edizione del Master Processi Costruttivi Sostenibili molto tempo è stato dedicato a capire, attraverso esperienze
concrete, la realtà dei processi che portano allo sviluppo di materiali da costruzione e architetture innovative.
Grazie ad incontri e visite a cantieri e stabilimenti di produzione gli studenti e i docenti hanno potuto vedere e “toccare con mano”
cosa accade quando un’idea si trasforma in realtà: fare innovazione significa infatti prima di tutto conoscere e diventare
esperti dell’ambito entro il quale si può operare, individuandone i limiti e le opportunità, sia che si parli dell’ottimizzazione
di un componente edilizio, sia che ci si appresti a progettare un’architettura. Conoscere le pratiche di cantiere, le nuove
normative ma anche le prassi utilizzate e gli esempi all’avanguardia, diventa indispensabile se si vuole operare nell’ambito
della sostenibilità.
Ciò è stato possibile grazie al confronto continuo con professionisti esterni di rilievo, che hanno portato il loro know how all’interno
delle lezioni presentando i lavori più rappresentativi dei propri studi professionali.
Attraverso specifici approfondimenti su dettagli costruttivi, metodiche innovative e attività di cantiere il percorso didattico si è
sviluppato in equilibrio tra esempi di pratica costruttiva e studio di una metodologia innovativa in grado di gestire la complessità
dei processi progettuali odierni.
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Gli incontri con le aziende (Costruiamo), non sono serviti semplicemente a conoscere in modo approfondito i prodotti presentati,
ma sono stati occasioni di continuo confronto tra produttori, studenti e docenti sui materiali, il loro ciclo di vita, le possibilità di
riciclo, le opportunità di fare innovazione attraverso un uso inedito di tale materiale o di una diversa posa in opera.
Durante le visite agli stabilimenti di produzione è stato possibile imparare a conoscere il ciclo di produzione di alcuni materiali dalla
materia prima al prodotto finito.
Le aziende incontrate:
> Artesa Extenzo, Vicenza
> Bluesteel, Treviso
> Carlo Gavazzi, Milano
> Celenit, Padova
> Clivet, Belluno
> E++, Cuneo
> Fassa Bortolo, Treviso
> Gaudenzi, Padova
> Graniti Fiandre, Reggio Emilia
> Inox Piave, Belluno
> Legnolego, Vicenza
> Listotech, Padova
> Rockwool, Milano
> RTisolazioni, Trento
> Schueco, Padova
> Secco Sistemi, Treviso
> Wienerberger, Bologna - Feltre
> Woodn Industries, Belluno
> Ytong Xella, Piacenza
s o p r a l l u o g o
s e m i n a r i o
costruzione&cantiere
i n c o n t r o c o n
iniziomaster
sitodiprogetto
patto di stabilità
casaLEED/welldom
paolo cascone
b r a i n s t o r m i n g
s e m i n a r i o
procedureLEED
solutionMAP/Xmind
le aziende raccontano
le aziende raccontano
fassabortolo
MAXXI
GENESIS
le aziende raccontano
una lettura per
campi dal concept
al cantiere del museo
di zaha hadid
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c e l e n i t
legnolego
le aziende raccontano
costruzione&cantiere
s o p r a l l u o g o
le aziende raccontano
ZinCoitalia
gruppoSimeon
termografie
schucoitalia
s e m i n a r i o
le aziende raccontano
le aziende raccontano
le aziende raccontano
le aziende raccontano
p u l t r u s i
ytong-xella
bluesteel
WoodnIndustries
rockwool
> Zin.Co, Milano
>Zintek, Venezia
> 888 Software, Rovigo
DIESEL
HEADQUARTERS
Gli studi professionali e le imprese di costruzioni coinvolte hanno saputo trasmettere la passione per il proprio lavoro, la ricerca
della massima attenzione sia al singolo dettaglio che all’intero processo, il desiderio di inserire in ogni realizzazione un particolare
innovativo per continuare a crescere e proporre soluzioni eccellenti.
Studi Professionali e Imprese incontrate:
> Simco Tecnocovering, Venezia
> Favero&Milan, Venezia
> Rizzani de Eccher, Udine
> Orizzonte Costruzioni, Rovigo
> Welldom, Treviso
> Studio Àddita, Pordenone-Londra
> Hanami Progetti, Belluno
> TAM Associati, Venezia
> Paolo Cascone, Parigi
> Open Project, Bologna
> Diesel, Vicenza
Questo Diario vuole essere un racconto degli incontri fatti durante i sei mesi di corso.
Nelle pagine seguenti sono presentati i resoconti più approfonditi di alcune di queste lezioni, scritti dagli studenti della prima
edizione del Master.
le aziende raccontano
le aziende raccontano
w
Favero&Milan
rizzanideeccher
888software
le aziende raccontano
strategie innovative
per ambienti di lavoro
all’avanguardia/
il verde verticale
in architettura
i n c o n t r o c o n
le aziende raccontano
wienerberger
o
r
k
s
h
o
p
TAMASSOCIATI
le aziende raccontano
esperienze di cohousing tra
sostenibilità, mercato immobiliare
e innovazione sociale
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Un grazie a tutti i professionisti che sono intervenuti e che hanno arricchito il percorso didattico con la loro passione, i loro progetti,
le loro idee innovative (e a volte un pò folli!); e grazie soprattutto per il prezioso bagaglio di insegnamenti che ci hanno messo a
disposizione, frutto della pratica professionale e del loro fare architettura “sporcandosi le mani”.
studioàddita
seccosistemi
le aziende raccontano
le aziende raccontano
RTisolazioni
e x t e n z o
le aziende raccontano
le aziende raccontano
orizzonte
granitifiandre
listotech
INVOLUCRI
SOSTENIBILI
il processo costruttivo della
Torre Unipol di Bologna tra
innovazione sostenibile
dell’involucro e protocollo
ambientale
notteverdealloiuav
BIOCASA82
Biocasa 82 | Cantiere Welldom
VISITA AL CANTIERE LEED PLATINUM DI WELLDOM
Biocasa82 è stato il primo cantiere visitato nell’ambito del Master Processi Costruttivi Sostenibili.
I lavori sono ad uno stadio molto avanzato, si leggono chiaramente gli spazi, ormai conclusi nella parte strutturale. Adesso i veri
protagonisti del cantiere sono gli impianti, che qui la fanno da padroni.
Il tecnico impiantista ci porta nella stanza dei bottoni e ci racconta l’iter di progettazione e costruzione dei sistemi, realizzato con
il coordinamento di Welldom; ci perdiamo tra serbatoi d’accumulo e centraline, che regolano anche funzionamento e gestione
dell’impianto fotovoltaico e delle sonde geotermiche verticali, poste sotto il giardino.
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Durante la visita all’abitazione, si instaura un dibattito che coinvolge Giovanni Fabris (Welldom), i docenti presenti e gli studenti.
Si cerca di capire come sia possibile legare sostenibilità e qualità architettonica del costruito, magari introducendo fin dalle prime
fasi progettuali strategie di ottimizzazione e verifiche che consentano di non dover snaturare il progetto in fase esecutiva.
Giovanni Fabris spiega nel dettaglio il sistema costruttivo adottato, in legno, mostrando giunti, attacchi a terra, dettagli
creati appositamente per questa casa. Tra le righe si leggono la passione e la conoscenza dei materiali e delle tecniche
costruttive, e il desiderio di fare il proprio lavoro al meglio, al di là della targa LEED (che sarà comunque, con tutta probabilità,
PLATINUM).
Tiziano Dalla Mora
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PATTOSTABILITÀ
Patto di Stabilità | Incontro con Tiziana Martire
INCONTRO CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nella vita professionale il rapporto con la Pubblica Amministrazione presenta non pochi nodi da sciogliere, queste
difficoltà nascono dal fatto di avere un ordine mentale diverso. L’incontro tra il Master Processi Costruttivi Sostenibili e
la P.A., con l’Assessore Tiziana Martire, ci aiuta a dipanare uno di questi nodi, quello riguardante il Patto di Stabilità che i
comuni italiani (dal 2013 anche quelli sotto i 1000 ab.) hanno dovuto adottare dopo il 2008.
La dott.ssa Martire è una entusiasta amministratrice che, come Assessore al Bilancio delle società partecipate del Comune di
Belluno, ha avuto la possibilità di toccare con mano gli effetti concreti dei vincoli di finanza. Ha scelto di parlarci dal punto di vista
del professionista che si rapporta con l’Ente Pubblico e deve progettare e eseguire un’opera avendo possibilmente una certezza di
risorse.
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Per quanto riguarda l’assetto finanziario di un Ente, ad oggi l’entrata e l’uscita danno la possibilità di impegnare la spesa per la
parte Corrente (Ordinaria) per la quale il Patto di Stabilità indica un saldo programmatico di spesa che è dato dalla somma delle
entrate + spesa per le competenze, mentre per la parte in Conto Capitale, con la quale un professionista si scontra, perché è
la parte a cui fanno riferimento le spese di investimento, il Patto parla di incassi e pagamenti per questo motivo l’Ente può fare
un’opera solo se saprà di aver incassato e quindi saprà di poter spendere.
Di tutte le possibilità di incasso lo Stato ne riconosce solo alcune, ad esempio se l’Ente contrae un mutuo questo non viene
riconosciuto come incasso e per realizzare l’opera dovrà cercare risorse da un’altra parte ovvero tramite alienazioni e oneri di
urbanizzazione o da un movimento molto virtuoso che è quello di portare un avanzo sano di spesa corrente in conto capitale. In
definitiva l’Ente deve avere le risorse che gli permettano di definire un piano triennale di Opere Pubbliche il quale deve essere
finanziato e rispettoso del Patto di Stabilità attraverso il Piano dei Pagamenti.
Tutti aspetti che andranno approfonditi in incontri futuri con la Pubblica Amministrazione.
Un Grazie particolare all’Assessore Tiziana Martire.
Rossella Russolillo
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PAOLOCASCONE
Paolo Cascone | Ecological Design
NUOVE DISCIPLINE PER UN’ARCHITETTURA PERFORMATIVA
Un incontro interessante per gli studenti del Master è stato quello con Paolo Cascone, architetto specializzato in
“Environmental Parametric Design” alla Architectural Association School of Architecture di Londra.
Quello di Paolo Cascone è un approccio innovativo nel campo della progettazione: un sistema interdisciplinare, un modo di
progettare con tipologie che sconfinano nella biologia e che tiene conto di variabili ambientali, sociali e funzionali.
Si tratta di un nuovo modo di mettere in relazione high-tech design (un modo di progettare avanzato, con la modellazione
parametrica e simulazioni di performance ambientali) e low-tech construction (costruzioni realizzabili in tempi brevi, con poche
risorse e che si rifanno ai materiali tradizionali).
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Un approccio di questo tipo si ispira ad uno studio analitico dei processi ricorsivi di morfogenetica che avvengono
spontaneamente in natura. L’architetto ha l’opportunità/responsabilità di utilizzare le tecniche di progettazione avanzate
(parametriche, algoritmiche etc.) per sviluppare una famiglia di soluzioni architettoniche in grado di ottimizzare risorse ed energia.
L’interpretazione dei risultati ottenuti dai software deve essere il pretesto per lavorare con le informazioni in maniera creativa e in
termini di processo; la geometria, indagata attraverso un sistema logico e controllato, diventa uno strumento per mettere materia e
tecnologia dove serve.
“If something happens …. something else happens”
Stefania Prando
> Paolo Cascone
AA-MA PhD Eng.
Paolo Cascone, born in Naples and grew up between East-Africa and West-Indies, is an AA-trained architect. In the last years Paolo has been
researching and working to develop an interdisciplinary design methodology in the field of ecologic design. He founded COdesignLab in 2007 in
Paris where is also involved in research and education, teaching design studio at ESA (Ecole Speciale d’ Architecture) as associate professor and
scientific director of the Urban Ecologies research project. Paolo is regularly lecturing on his work and research widely in schools of architecture and
engineering.
[email protected]
BRAINSTORMING
Brainstormig LEED
INCONTRO CON LA COMMITTENZA PER LA DEFINIZIONE DELLE FUNZIONI DEL SITO DI PROGETTO
All’inizio del Master è stato presentato il tema di progetto su cui noi studenti andremo ad operare per applicare concretamente
gli insegnamenti teorici. Il sito si trova nel centro storico di Belluno e comprende un edificio storico costruito in vari passaggi tra il
1500 e il 1800 (Palazzo Alpago), che andrà riqualificato con criteri di efficienza energetica, e un’appendice adiacente di più recente
costruzione (Alpago Est), su cui si potrà agire con una demolizione e ricostruzione per ottimizzare forma, involucro e struttura.
Il primo mese di Master PCS si conclude quindi il giorno 22 dicembre 2011, con un incontro alla presenza dei rappresentanti di
Confindustria, proprietaria del sito di progetto.
L’obiettivo è di conoscerne con precisione volontà e punti di vista. In particolar modo si cercherà di capire le strategie che
i proprietari stessi vorranno perseguire, in modo da presentare progetti il più possibile rispondenti alle esigenze reali dei
committenti.
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Alla Tavola rotonda, per definire le destinazioni d’uso relative al tema progettuale, sono presenti il Dott. Italo Luigi Tonet (Membro
giunta esecutiva, Confindustria), il Dott. Stefano Perale (Direttore servizi alle imprese, Confindustria), l’Architetto Barbara Tonet,
“portavoce” di quella parte di cittadini che al proprio territorio chiede innovazione di idee e di atteggiamento; a questi si aggiunge
l’Architetto Amelia Cassol, membro dell’Ordine degli Architetti di Belluno.
A questi ospiti si aggiungono alcuni dei docenti del Master, che fungono da consulenti per specifici aspetti del progetto (impianti,
cantiere, computo...), necessari se fin dalle prime fasi della progettazione si vogliono formulare ipotesi concrete e coerenti,
tenendo conto di tutti gli aspetti di un progetto complesso.
Con la finalità di capire, dunque, aspettative e limiti dell’intervento al sito di progetto, poniamo alla Committenza una serie
di domande formulate secondo le procedure LEED sotto l’impeccabile guida del docente Alessandro Speccher (GBC
Italia), con cui nelle lezioni precedenti avevamo preparato una traccia precisa per la gestione della giornata, che rientra
nelle buone pratiche di Progettazione Integrata.
Le risposte? Non del tutto definite. Confindustria non ci chiarisce le idee sulla destinazione d’uso dell’edificio, che andremo quindi
a proporre noi stessi, né sul potenziale budget. La discussione si focalizza sulla valorizzazione dell’immobile, e nel raggiungimento
di questo.
Che peso ha la sua funzione? Il suo processo costruttivo sostenibile? L’innovazione? L’effetto volano?
Emerge da questo confronto un’attribuzione di valori percentuali relativi ai diversi aspetti di innovazione e valorizzazione: il
nostro input per il lavoro del secondo mese.
In questo caso specifico come progettisti cercheremo di formulare differenti ipotesi di utilizzo, analizzando le peculiarità del
territorio in cui ci troviamo ad operare e proponendo al committente soluzioni innovative in grado di attrarre investitori.
Agnese Ferretti
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MAXXIGENESIS
MAXXI Genesis | Open Lesson
OPEN LESSON DEL MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO PROCESSI COSTRUTTIVI SOSTENIBILI TENUTA DAL
DOCENTE DI LABORATORIO PROGETTUALE ENRICO DI MUNNO
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Quante volte trovandoci di fronte ad un’architettura contemporanea, che ad un primo sguardo ci appare “strana”, ci chiediamo:
“perché ha quella forma”?
L’open lesson del master universitario di II livello Processi Costruttivi Sostenibili, tenutasi il 23 gennaio 2012 allo IUAV di Venezia,
ha cercato di dare risposta a tale domanda analizzando attraverso una lettura per campi il museo MAXXI dell’architetto Zaha
Hadid.
In architettura, il campo è visto come dominio dinamico che controlla il processo progettuale. Tale dominio consente di
gestire ed analizzare simultaneamente tutti i differenti canali di informazioni che strutturano un processo complesso.
Strumento di analisi, ma anche di controllo e verifica, il campo si pone come strumento ordinatore di opportunità e vincoli dello
spazio architettonico.
Ma il campo è in primo luogo un modo di osservare, una chiave per indagare l’architettura, un atto interpretativo dell’esistente,
prima che del progetto.
Zaha Hadid si è trovata ad operare in un contesto già urbanizzato e per questo si è dovuta confrontare con delle preesistenze.
Da qui nasce lo studio del campo, questo insieme di relazioni tra storia, tessuto urbano e funzionalità. Un’analisi che ha portato in
risalto le parti del tutto che non davano continuità, ma che erano interrotte nello sviluppo degli anni.
Partendo dalla planimetria dell’esistente, individuando i flussi, ha eseguito delle deformazioni figurative per individuare il campo
dell’architettura futura.
Lo schizzo base viene chiamato “campo di striature”, un disegno che rappresenta linee più o meno spesse ad indicare i flussi
primari e secondari. Nel progetto non sono previste sale espositive ma solo un gran percorso che porta il visitatore alla scoperta
dell’arte.
Interessante è stato vedere come il metodo di realizzazione dei modelli in scala sia stato diametralmente opposto al metodo di
realizzazione delle strutture reali. Per i modelli si è partiti dal pieno e con l’ausilio di macchine a controllo numerico si è ricavata
l’architettura, un processo dal pieno al vuoto, mentre per le strutture reali si è dovuto, prima progettare e realizzare un’architettura
di casseforme (vuoti), la quale poi è stata riempita con calcestruzzo auto compattante che ha costituito il pieno.
Una struttura mono materiale, almeno all’apparenza, che vuole lasciare spazio alle opere d’arte in essa contenute.
“…La forma è davvero uno scopo? Non è piuttosto il risultato del processo del dare forma? Non è il processo essenziale?
Una piccola modifica delle condizioni non ha come conseguenza un altro risultato? Un’altra forma? Io non mi oppongo alla
forma, ma soltanto alla forma come scopo...”
(Mies van der Rohe, 1886-1969)
Dall’analisi per campi c’è molto da imparare, non solo per l’architettura…
Omar Sartor
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COSTRUIAMO
Costruiamo | Aziende in cattedra
FASSABORTOLO – LEGNOLEGO - CELENIT NELL’AMBITO DEL MODULO PCP, PROGETTO-CANTIERE-PROTOTIPO
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Venerdì 27 gennaio 2012 il Master in Processi Costruttivi Sostenibili inaugura il ciclo di incontri con le aziende, accogliendo, in
ordine, FASSA BORTOLO,LEGNOLEGO e CELENIT.
FASSA BORTOLO è un’azienda trevigiana specializzata in finiture, sistemi di isolamento termico, prodotti per il risanamento di
murature e recupero del calcestruzzo, dunque soluzioni rivolte al progetto e al recupero della “pelle” dell’edificio, una “pelle”, che
oggi riveste un ruolo sempre di maggiore spessore.
“Nel 95% dei casi, la principale causa dei problemi che sorgono in cantiere è la scorretta scelta del prodotto”: così apre
il discorso Walter Ganeo, chimico industriale che da 10 anni lavora nei laboratori Fassa e che da 3 si è specializzato nel settore
delle costruzioni.
Ganeo non ha dubbi, Il costruire sostenibile è legato al concetto di durabilità dell’opera, partendo dalle tecniche di protezione
dell’edificio, dove la finitura gioca un ruolo fondamentale in quanto è il primo, e quindi il più esposto, baluardo per la sua difesa.
Non esistono prodotti più o meno sostenibili, ma processi e scelte consapevoli. La conoscenza di un materiale, e il suo corretto
uso, diventano pre-requisiti fondamentali della sostenibilità. Quali sono i parametri che ci aiutano a capire come utilizzare un
determinato materiale? Idrorepellenza, riflettanza e traspiranza sono solo alcuni di essi, misurabili, e quindi interpretabili.
La presentazione si conclude con un esempio significativo: due materiali, la calce idraulica naturale e il comune cemento portland;
il primo viene prodotto cuocendo il calcare per 24 ore a circa 1100 °C mentre per il secondo sono necessari circa 1450°C per
un’ora. Analizzando questi dati ci rendiamo conto quanto sia difficile affermare che un materiale naturale sia necessariamente il
più. Talvolta i consumi necessari, la quantità di rifiuti prodotti, e le emissioni di agenti inquinanti sono fattori che possono fare la
differenza.
Ci spostiamo poi a Vicenza, per parlare di Piero Canderle e del suo LEGNOLEGO, un ingegnoso sistema strutturale realizzato
in legno massiccio e completamente assemblato a secco.
Perché il legno? Canderle mette a confronto diversi materiali e le loro proprietà quali spessore, conduttività, attenuazione, calore
specifico e potenza, ma soprattutto massa e sfasamento termico e a parità di trasmittanza unitaria (U=0,28 W/m2K) indentifica nel
legno il miglior compromesso.
Ed è proprio attraverso le proprietà di massa e di sfasamento termico che questo sistema si impegna nell’assicurare un isolamento
termico che riduca al minimo i costi per il riscaldamento e il condizionamento della casa.
Il potere fono-isolante, la possibilità di integrare gli impianti all’interno della struttura, la posa in opera e la riciclabilità dei materiali
sono alcuni degli aspetti che rendono questa tecnologia piuttosto interessante sia per quanto riguarda gli interventi ex-novo che
quelli su edifici preesistenti, ma quello che più ha solleticato la mente di noi progettisti è stata certamente l’idea compositiva:
elementi lineari si affiancano e formano superfici, piane o curve discretizzare dal numero stesso degli elementi che le
compongono; in altre parole, tante travi accostate l’una all’altra come fossero i conci di un arco, e come in un arco, una gerarchia
che distingue i conci dai conci “di chiave”.
L’intensa giornata giunge al suo epilogo con CELENIT; a parlarci con noi, è venuto l’arch. Mora, direttamente dall’Ufficio Tecnico
dell’azienda e che offre assistenza tecnica gratuita, anche per ciò che riguarda il cantiere.
Non a caso l’azienda, molto attenta ai requisiti della committenza, interviene nei capitolati d’appalto per definire scrupolosamente
le caratteristiche dei loro prodotti e le loro modalità di posa in opera.
Sempre in quest’ottica, è inoltre l’impegno che l’azienda profonde nel campo della formazione, organizzando corsi e convegni,
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con l’obiettivo di offrire un’adeguata conoscenza dei materiali e guidare i progettisti nella scelta e nella corretta applicazione degli
stessi.
Appare evidente come la sostenibilità in questo caso si esprima in termini di conoscenza e di controllo dei materiali.
L’azienda infatti conta su un unico stabilimento a Padova, lì dove è nata nel 1963, proprio per tenere sotto controllo la filiera di
produzione. Non ci sorprende arrivati a questo punto, quanto l’arch. Mora esalti l’importanza di lavorare con materiali certificati.
L’integrazione di materiali differenti, l’introduzione di un “libretto prodotto” e la gratuita messa a disposizione di software per il
calcolo della condensa e dello sfasamento termico sono alcuni esempi della ricerca per quanto concerne il benessere abitativo,
dal comfort acustico alla qualità dell’aria interna degli ambienti.
In sintesi una giornata che ha evidenziato una pluralità di questioni riguardanti la sostenibilità e di modi attraverso cui essa può
esprimersi, e quindi ricca di spunti.
Dario Abbenante
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SCHUECOITALIA
Schüco International Italia | Visita alla nuova sede di Padova
UNA GIORNATA DI STUDIO IN AZIENDA ALL’INSEGNA DELL’ EFFICIENZA ENERGETICA E DEL COMFORT ABITATIVO
Schüco Italia, azienda leader nel campo dell’involucro edilizio ad alto isolamento termico e di soluzioni per lo sfruttamento
dell’energia solare, ha aperto le porte della sua sede ai partecipanti del Master Processi Costruttivi Sostenibili.
La necessità dello stretto rapporto tra formazione e impresa è una visione condivisa con il Master anche da Schüco da sempre
attenta a creare innovazione grazie alla qualità delle competenze tecniche dei suoi collaboratori e professionisti.
L’attenzione verso il paesaggio e le sue risorse, in primis quelle energetiche, è ormai un fattore di cui non si può fare a meno
soprattutto in riferimento ad interventi di tipo costruttivo, che devono armonizzarsi con il territorio su cui incidono e migliorare la
qualità della vita delle persone che vi abitano.
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In questo senso la sede dell’azienda padovana risulta un vero e proprio “caso di studio” in quanto progettata come
laboratorio tecnologico realizzato appositamente per dare forma e concezione al futuro dell’edilizia ecosostenibile,
attraverso l’ideazione di prodotti in grado di coniugare il massimo rispetto dell’ambiente e ridotti consumi energetici con
un design moderno, senza rinunciare a un elevato comfort abitativo.
L’edificio in cui ha ora sede è infatti uno straordinario esempio di recupero edilizio che ha trasformato un vecchio magazzino
logistico in un edificio in classe A grazie all’applicazione delle più avanzate tecnologie Schüco.
Per questi motivi, in breve tempo, la sede di Schüco è diventata un centro di scambio culturale per i professionisti della green
energy e funge da polo di formazione e informazione al servizio dei cittadini e delle istituzioni.
L’edificio, progettato dallo Studio B + B Associati, viene scaldato attraverso impianti solari termici, rinfrescato con un sofisticato
sistema di solar cooling, reso autosuffciente dall’energia prodotta attraverso pannelli fotovoltaici posti su tetto e facciate. Lo stabile
regola autonomamente la quantità di luce che penetra dalle fnestre, adegua le proprie necessità energetiche ai reali fabbisogni di
chi vi sta dentro.
L’involucro ha ampie superfci vetrate correttamente orientate, ben isolate termicamente e con schermature solari esterne. Di certo
il miglior modo per modulare la condizione climatica esterna trasformandola in condizione climatica interna, con il minor apporto
di energia da combustibile fossile. La scelta è ricaduta, per i fronti rivolti ad est e a sud, sulla facciata E2 sviluppata da Schüco.
Questo sistema modulare di facciata continua è diventato disponibile come prodotto “da catalogo” dopo una accurata fase di
progettazione condotta in collaborazione tra l’uffcio di R&D di Bielefeld e il team del Prof. Behling dell’Università di Stoccarda.
Una tecnologia talmente innovativa che Schüco è stato uno dei primi cantieri al mondo ad utilizzarla.
Durante la visita alla nuova sede di Padova, l’Ing. Giorgio Nobile ha descritto agli studenti il processo di progettazione e
costruzione dell’edificio, con particolare attenzione ai dettagli dell’involucro. Attraverso questo tipo di lezioni è possibile
“toccare con mano” in tempo reale soluzioni e strategie adottate per l’ottimizzazione sostenibile dello spazio
architettonico.
Confindustria Belluno Dolomiti
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PULTRUSI
Pultrusi | Prove di laboratorio
UNA MATTINA AL LABORATORIO PROVE MATERIALI DELL’UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA CON IL PROF. SALVATORE
RUSSO
Il master Processi Costruttivi Sostenibili è stato ospite della struttura progettata da Francesco Venezia per farsi dedicare, dal
vicedirettore del Laboratorio Prof. Salvatore Russo, una mattinata di approfondimento sui materiali compositi FRP (Fibre
Reinforced Polymers).
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L’attività di ricerca del Laboratorio si concentra particolarmente su questo materiale realizzato con fibre (di vetro, carbonio
o arammide) su matrice a base di resine polimeriche con la tecnica della pultrusione. Il composito, più comunemente
usato nella forma GFRP (fibre di vetro), è dotato di caratteristiche fisiche e meccaniche non comuni da cui derivano campi di
applicazione precisi: il peso proprio molto inferiore a quello dell’acciaio a fronte di valori di resistenza paragonabili, una durabilità
tendente a infinito, tempi di realizzazione ridotti, la possibilità di poter scegliere in laboratorio la rigidezza del composito lo rendono
ideale per interventi di rinforzo e conservazione del patrimonio storico, per sopraelevazioni, interventi emergenziali
e temporanei, ponti e passerelle pedonali. Si possono già contare alcune importanti realizzazioni di questo tipo mentre la
costruzione di strutture interamente in composito fibrorinforzato rimane vincolata a dimensioni ridotte.
Il materiale in sé infatti è caratterizzato da basso modulo di taglio e modulo elastico, è perfettamente elasto-fragile ed ha
comportamento ortotropo nonché poco performante nella resistenza a compressione.
Ma quali prospettive offre in una visione sostenibile della costruzione? Nell’ottica di un’architettura di durata eterna il materiale
troverebbe una sua collocazione a fronte di necessità manutentive assenti unitamente a un comportamento meccanico non
influenzato nel tempo dalla componente matrice (se non in maniera trascurabile) oppure considerandone l’applicazione per
strutture facilmente reversibili. In ultimo si può considerare che sono possibili, in laboratorio, operazioni per distaccare la matrice
dalle fibre, avendo a fine processo materiale potenzialmente riutilizzabile.
Eugenio Romanelli
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DIESEL
Diesel Headquarters | Open Lesson
STRATEGIE INNOVATIVE PER AMBIENTI DI LAVORO ALL’AVANGUARDIA / IL VERDE VERTICALE IN ARCHITETTURA
L’ Open Lesson si è concentrata su uno degli edifici più innovativi costruiti negli ultimi anni in Veneto, cercando di descriverne in
modo competo il processo progettuale dall’idea iniziale fino ai materiali utilizzati, con un approfondimento dettagliato sulla parete
verde verticale montata all’interno dell’architettura.
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Il nuovo Headquarter di Breganze (VI), progettato dallo studio Ricatti e supervisionato dai progettisti Diesel, realizzato in
tempi molto rapidi (30 mesi), ed inaugurato a settembre 2010, è situato in un’area precedentemente occupata da un’industria
meccanica. L’intervento affronta la tematica oggi quanto mai attuale della ottimizzazione dei luoghi di lavoro, trasformando il
progetto in processo.
I parametri utilizzati non sono quindi solo quelli legati alla forma architettonica e alla logica aziendale, ma coinvolgono l’utilizzo, le
prestazioni, il comfort di chi ogni giorno opera nell’edificio.
La matrice spaziale iniziale, essenziale ed efficace, ha saputo accogliere le esigenze complesse di un marchio che ritiene
indispensabile uno spazio di lavoro efficiente come elemento di crescita e sviluppo dell’azienda stessa.
Il complesso accoglie quindi gli uffici, i magazzini, l’area sviluppo tecnologico, l’auditorium ma anche un asilo, un fitness center e
un museo. Tutto ruota intorno all’utente, e tale obiettivo è raggiunto attraverso la costruzione di un processo progettuale in grado
di controllare simultaneamente spazi, flussi, esigenze specifiche e prestazioni energetiche.
La ricerca dell’efficienza, che rispecchia tradizionalmente la produzione industriale, viene quindi utilizzata per proporre
un’architettura compiutamente sostenibile: ciò significa non solo risparmio energetico, ma ottimizzazione delle risorse,
anche umane, con servizi dedicati e concezione innovativa degli spazi.
Tenendo conto dell’intero metabolismo dell’opera, che comprende costruzione – utilizzo – consumi e risorse, è stato possibile
realizzare un sistema in equilibrio tra l’interno, luogo di vita e di lavoro e l’esterno, ambiente circostante che ospita e che offre
risorse (il complesso, in classe enegetica A, è energeticamente autosufficiente).
Le strategie costruttive e impiantistiche adottate, in sinergia con aziende leader nel campo dell’architettura, contribuiscono
a rendere il complesso di edifici un esempio di utilizzo intelligente della tecnologia. Al recupero dell’energia termica, delle
acque, all’efficienza dell’involucro e ad un’attenzione particolare al ciclo di vita dei materiali utilizzati si affiancano strategie
innovative che caratterizzano e qualificano gli spazi. In particolare per Diesel è stato realizzato il giardino verticale indoor
più alto al mondo, progettato e realizzato da Sundar.
Tale intervento, posto nell’atrio principale, ha spinto i tecnici di Sundar a studiarne le caratteristiche intorno a quello spazio
specifico. I progettisti dell’azienda hanno messo a punto un programma in grado di ottimizzare struttura ed essenze vegetazionali
in base a dimensioni e posizionamento degli impianti di irrigazione e illuminazione, oltre che alla manutenzione.
Le tematiche trattate durante la open lesson sono parte integrante del percorso didattico del Master Processi Costruttivi Sostenibili.
Valentina Temporin
> Sundar Italia
Sponsor della lezione, è una società formata da persone che hanno integrato le loro competenze strutturali e lavorative nel settore del verde
per interni e della progettazione con lo scopo di sviluppare i nuovi prodotti legati al verde verticale. L’esperienza in merito alla progettazione e
realizzazione dei giardini verticali parte nel 2007 in seguito ad una collaborazione con i tecnici di Patrick Blanc.
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TERMOGRAFIA
Indagini termografiche del sito di progetto
UN’ANALISI CRITICA DELL’UTILIZZO DELLA TERMOCAMERA IN FASE DI INDAGINE DEGLI EDIFICI ESISTENTI
Durante il secondo sopralluogo al sito di progetto, Palazzo Alpago di Belluno, si è deciso di approfondire la conoscenza del
manufatto attraverso un’indagine termografica. Ciò è stato possibile grazie alla strumentazione del Dipartimento di Energetica
dell’Università Iuav. La lezione “sul campo” è stata condotta dal Prof. Fabio Peron, esperto di tali apparecchi riservati alle indagini
non invasive sugli edifici esistenti.
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Prima di procedere all’indagine vera e propria, il docente ha fatto un’introduzione sull’uso della termocamera, che oggi è sempre
più utilizzata quando ci si appresta a riqualificare energeticamente il costruito. Descrivendo pregi e difetti di tali procedure, ha
spiegato quando sono effettivamente necessarie, e quando invece è possibile comprendere lo stato dell’edificio anche
attraverso un attento rilievo e alcuni saggi sulle murature. Inoltre ha sottolineato l’importanza di un’adeguata strumentazione:
troppo spesso si utilizzano apparecchi sottodimensionati, soprattutto per analizzare intere facciate e grandi volumi, in questo
caso la risposta della macchina non sempre rende la situazione reale del manufatto, e non aggiunge nulla all’analisi ben fatta
del professionista. L’esempio più lampante riguarda i ponti termici dei sottofinestra in palazzi storici: la pratica ci insegna che tali
punti sono necessariamente tra i più deboli dell’involucro, poiché con una sezione più ridotta rispetto al resto della muratura. Non
è dunque necessaria l’indagine termografica per predisporre un intervento che migliori in quel punto la trasmittanza della parete,
rendendo più omogeneo l’involucro e diminuendo così le dispersioni.
In altri casi comunque tali indagini restano fondamentali, dal restauro al controllo del funzionamento impiantistico, sia
all’interno che all’esterno degli edifici.
Come per ogni altra strumentazione necessaria ad analizzare in modo approfondito l’architettura bisogna quindi evitarne l’uso
non corretto, affidandosi a seri professionisti specializzati in tale campo. È necessario inoltre che venga fatta una lettura accurata
dei dati, poiché se a prima vista sembra facile ed immediato utilizzare la termocamera, la parte più difficile sta nel tradurre
l’immagine in informazioni utili ed esatte per lo scopo che ci si è prefissati. Solo con la pratica è possibile raggiungere un’adeguata
preparazione che consente di diventare esperti del settore.
Dopo la parte teorica si è passati ad analizzare l’edificio di progetto, imparando che nella pratica è ancora più complesso
l’uso corretto di tali strumenti, poiché bisogna tenere conto di tutti i fattori ambientali che disturbano o inficiano sulla chiarezza
dell’analisi. Un esperto qualificato sa come tenere conto di tali “disturbi” e come correggere i risultati in fase di lettura dei dati.
È comunque sempre importante ricordare che tali indagini non possono sostituire il rilievo dei dati da parte del
professionista, che deve quindi avvalersi della termocamera e di altri strumenti per indagini sul costruito solo per avere un
supporto ulteriore e più esatto alle proprie idee, prima di procedere all’intervento.
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WIENERBERGER
Visita allo stabilimento di produzione della Wienerberger
DALLA CAVA AL PRODOTTO FINITO
Una della visite più affascinanti ed istruttive è stata sicuramente quella allo Stabilimento di Feltre della Wienerberger. Grazie
all’esperienza e alla passione del responsabile d’azienda, abbiamo potuto conoscere in modo chiaro ed approfondito tutto il
processo di lavorazione del laterizio, dalla cava al prodotto finito.
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Una delle caratteristiche più interessanti l’abbiamo scoperta appena arrivati, durante la visita alla cava. L’estrazione
dell’argilla della cava in monte avviene infatti per fasi successive alternate a risistemazione ambientale, con il controllo
periodico di enti di vigilanza competenti in materia di attività estrattive. Questo sistema di estrazione è stato scelto
dall’azienda un po’ di anni fa, per continuare il proprio lavoro rispettando le persone e il territorio circostante.
Dopo una passeggiata all’esterno, siamo entrati nella prima parte dello stabilimento, dove l’argilla viene fatta riposare in cumulo
per un periodo di almeno 6-8 mesi così da raggiungere il giusto grado di “maturazione” per disgregazione e omogeneizzazione
a opera degli agenti atmosferici. In alcuni dei prodotti si utilizzano in aggiunta all’argilla carbone e farina di legno vergine, che
servono per conferire ai blocchi proprietà di isolamento termico e acustico.
Nel ciclo di pre-lavorazione le dimensioni granulometriche vengono ridotte a valori ottimali attraverso frantumazione, macinazione,
laminazione, impasto con acqua e omogeneizzazione.
Dopo che l’impasto è stato ancora qualche giorno in silos, si dà avvio al ciclo di formatura e estrusione attraverso la filiera. Gli
stampi per “plasmare” il mattone sono gli elementi più preziosi del ciclo di lavorazione, e consentono di creare quei micro fori che
sono una delle caratteristiche peculiari del prodotto.
I blocchi “crudi” impilati su carrelli a pianali entrano nell’essiccatoio all’interno del quale, in condizioni programmate e controllate di
temperatura, umidità e ventilazione, si realizza l’essiccazione del materiale.
L’ultima fase di produzione del laterizio è la cottura in forno, che è completamente automatico e che occupa quasi la metà dello
stabilimento, mediante la quale il materiale, conseguendo una struttura a matrice ceramica, acquisisce le proprietà tecnicostrutturali permanenti del laterizio (resistenza meccanica, porosità, resistenza al fuoco).
Alla fine il duplice controllo di qualità fa in modo che eventuali mattoni fallati non escano dallo stabilimento. Altro elemento
peculiare di questo tipo di prodotto è che non esiste materiale di scarto, poiché tutti i pezzi ritenuti non idonei vengono
rimacinati e rimessi in produzione, in un ciclo chiuso sicuramente sostenibile.
Al termine della visita ci si è soffermati sulle procedure di posa in opera. La Wienerberger infatti punta molto sulla formazione di
tecnici competenti, per ottimizzare i tempi e le modalità di posa che contribuiscono a rendere ancora più prestazionale il materiale.
La continua ricerca che la Wienerberger fa sulle mescole utilizzate, sugli stampi e sui materiali utilizzati per il fissaggio
dei blocchi tra loro, contribuiscono a rendere il mattone ancora oggi uno dei sistemi più attuali, efficienti e sostenibili sul
mercato delle costruzioni.
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NOTTEVERDE
Work in Progress / Architettura e Musica
MOSTRA DEI PROGETTI DEL MASTER PCS IN COLLABORAZIONE CON GBC ITALIA
APERITIVO E JAM SESSION JAZZ IN COLLABORAZIONE CON L’UNISONO DI FELTRE
Durante la Notte Verde del Nord-est, lo IUAV e Confindustria Belluno Dolomiti in partnership con GBC Italia e con il supporto di
Schüco Italia hanno presentato nel giardino del Palazzo Badoer di Venezia la mostra dei progetti in corso di elaborazione della
prima edizione del Master Processi Costruttivi Sostenibili.
A completare l’esposizione sono state presentate alcune tra le piu’ importanti realizzazioni di architetture certificate LEED in Italia.
Durante l’evento c’è stata l’occasione di confrontarsi con gli autori dei progetti, con i docenti del Master e con i formatori di GBC
Italia, accompagnati da un aperitivo e dalla jam session jazz del club Unisono di Feltre.
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> La notte Verde del Nordest
La Città di Venezia ha partecipato all’evento Notte Verde del Nordest, una lunga notte nel segno della sostenibilità, che sabato 5
maggio 2012 ha coinvolto venti città e quartieri dell’area metropolitana tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
Dal tardo pomeriggio a notte fonda, la Notte Verde è stata momento di confronto - tra cittadini, istituzioni e imprese - sui progetti
realizzati e sulle nuove prospettive della green economy così come della green society. Molte le città che - contemporaneamente
- si sono accese di verde nelle piazze, negli impianti industriali, nei luoghi culturali del Nordest, con un pubblico di oltre 200.000
persone: più grande manifestazione europea nel suo genere.
Dibattiti e workshop, presentazione di progetti e prodotti, performance musicali, teatrali ed artistiche, degustazioni di prodotti
biologici o a km 0, hanno animato Venezia e le altre città del Nordest, per esplorare le migliori esperienze sostenibili: tecnologie
pulite ed energie alternative, mobilità e gestione dei rifiuti, bioarchitettura e design, smart city, arte e cultura, agricoltura,
paesaggio.
http://www.notteverdevenezia.eu/
> Schüco Italia
Con 200 dipendenti, un fatturato di 230 milioni di Euro nel 2011 e una rete di oltre 1500 partner commerciali, è la consociata italiana del gruppo
tedesco Schüco International KG, leader mondiale nel campo dei sistemi per finestre e facciate in alluminio e nelle tecnologie solari per l’involucro
edilizio che ha 5.250 dipendenti, è presente in 78 paesi e nel 2011 ha fatturato circa 2.2 miliardi di Euro. Costantemente impegnata nello sviluppo di
tecnologie che garantiscano il massimo rispetto dell’ambiente, la sede italiana di Schüco a Padova, certificata in classe energetica A, è un esempio
eccellente di riqualificazione edilizia, efficienza energetica e utilizzo di tutte le soluzioni dell’azienda.
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TORREUNIPOL
Torre Unipol di Bologna | Open Lesson
IL PROCESSO COSTRUTTIVO DELLA TORRE UNIPOL DI BOLOGNA TRA INNOVAZIONE SOSTENIBILE DELL’INVOLUCRO
E PROTOCOLLO AMBIENTALE
Il giorno 1 giugno 2012 si è tenuta la lezione conclusiva del Master PCS.
Erano presenti i Docenti e gli studenti, ed è stata l’occasione per conoscere meglio uno dei progetti di cui si è parlato durante il
corso, sia all’interno del Modulo GBC che durante le lezioni di illuminotecnica con l’Arch. Marina Vio. Il progetto in questione è
quello della Torre Unipol di Bologna, progettato dallo studio Openproject che ne ha da poco portato a termine la costruzione.
Insieme ai progettisti, Schüco si è occupata dell’involucro e il protocollo LEED ne ha misurato i parametri ambientali.
Tutto nel progetto è stato pensato e progettato in termini di efficienza, sostenibilità e risparmio energetico; ogni elemento
dell’edificio è stato immaginato come parte di un unico sistema in grado di interagire ottimizzando le risorse usate per il
comfort interno e trovando una sinergia con soluzioni legate alla loro fruizione.
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Uno degli elementi che più caratterizzano l’edificio, e consentono di ottimizzarne le prestazioni, è l’involucro. Si presenta infatti
come una composizione di molteplici elementi progettati tenendo conto delle diverse esposizioni solari durante l’intero arco
dell’anno. Le pareti est e sud si differenziano per il loro irraggiamento solare diretto dalla parete nord, investita da una luce diffusa,
e soprattutto dalla parete ovest, adibita a “cuscinetto” termico con il posizionamento delle scale e dei vani termici. Le facciate est e
sud sono costituite da una doppia pelle con intercapedini continue orizzontali, garantendo l’indipendenza funzionale ad ogni unità
immobiliare interna. Le due pelli sono separate da un sistema computerizzato di schermature frangisole: l’inclinazione delle lamelle
permette di adattare la schermatura solare alle condizioni determinate dal periodo dell’anno, ottimizzando il comfort interno a
seconda che sia inverno o estate. Il cuore dell’edificio è l’impiantistica dedicata alla ventilazione interna e al riciclo dell’aria.
Grazie al controllo dei parametri ambientali di queste e di molte altre componenti del progetto complesso, la Torre
Unipol si è posizionata nella fascia Gold del sistema di rating ambientale internazionale LEED (GBC). Per la candidatura
agli standard LEED, oltre agli impianti e alle soluzioni tecniche proposte, ci sono altri punti forti perseguiti all’interno di tutto il
complesso che circonda e completa la Torre: dall’introduzione di posti bicicletta per l’incentivazione dei mezzi di trasporto “verdi”
alla ricerca di forniture entro un raggio di 800 km, la scelta di arredamenti a basso impatto di emissività e l’incremento dei controlli
per singolo impianto con una conseguente ottimizzazione dei consumi.
Dopo la presentazione del progetto, fatta dall’Arch. Luca Drago, ci sono stati due interventi di approfondimento, uno sui dettagli
costruttivi dell’involucro, tenuto dall’Ing. Giorgio Nobile di Schüco, e uno dall’Ing. Claudia Calabrese, che ha studiato e
progettato la parte di illuminotecnica interna ed esterna alla Torre insieme all’Arch. Marina Vio, e ne ha calcolato il rispettivo credito
LEED.
Al termine della lezione gli studenti hanno presentato pubblicamente i loro progetti di Master, e infine l’Ing. Giorgio Nobile
ha consegnato il Premio Schüco per il Miglior Processo Costruttivo. Dopo un attento esame dei progetti e dei Book Tecnici
degli studenti, il premio è stato assegnato all’Arch.Tiziano Dalla Mora, che ha saputo coniugare al meglio architettura, uso
dei materiali innovativi e tecnologie per la sostenibilità.
Valentina Temporin
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Direzione - Coordinamento
Fabio Peron - responsabile scientifico Iuav
Enrico Di Munno - coordinamento scientifico
Valentina Temporin - coordinamento didattico - comunicazione
Docenti
Marco Rapone / Fabio Peron / Enrico Di Munno / Vittorio Spigai / Luca Taccalozzi
/ Michele Domeneghetti / Maurizio Brufatto / Salvatore Russo / Valentina Temporin
Ugo Mazzali / Matteo Civiero / Matteo Diez / Alessandro Speccher / Alberto Altavilla
Edith Colomba / Marina Vio / Stefano Fortuna / Fabio Favoino / Massimiliano Condotta
Comitato d’indirizzo
Fabio Peron, Vittorio Spigai - Unità di Ricerca “Innovazione e costruzione efficiente” Università Iuav di Venezia
Luciano Vettoretto - Direttore Dipartimento Iuav per la ricerca
Guido M. Mantovani - Professore di Finanza Aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia
Giandomenico Cappellaro - presidente CONFINDUSTRIA Belluno Dolomiti
Enrico Di Munno - responsabile scientifico per CONFINDUSTRIA Belluno Dolomiti
Roberto Chemello – Presidente Woodn srl – Belluno
Adriano Rasi Caldogno - Presidente Fondazione per l’Università e l’Alta cultura della Provincia di Belluno
Mario Zoccatelli - Presidente GBC Italia
Paolo Perenzin - Sindaco del Comune di Feltre
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per informazioni:
Universita’ Iuav di Venezia
Master e Career Service
Campo della Lana (1° piano), Santa Croce, n. 601, 30135 - Venezia
Tel. 0039.041/2572101/1322/ 2306 /1891 / Fax: 0039.041.2571003
e-mail: [email protected]
www.iuav.it/master
CON IL SOSTEGNO DI:
PARTNER:
Campus Universitario di Feltre
Elisa Corrà
Segreteria didattica e Coordinamento Campus
Via Borgo Ruga, 40, 32032 - Feltre (BL)
Tel. 0039. 320.0471657
email: [email protected] / [email protected]
LEGNOLEGO
per informazioni relative al territorio Bellunese:
Vania Lira
Servizi alla Direzione - Confindustria Belluno Dolomiti
Via San Lucano, 15, 32100 - Belluno (BL)
Tel. 0039.0437.951224 Fax. 0039.0437.951324
email: [email protected]
progetto di comunicazione
Bok Design Office / www.bokdesignoffice.com
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diario I edizione - Università Iuav di Venezia