20 novembre 2009 decimo anniversario della dedicazione della cattedrale di sant’angelo dei lombardi Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia Lettura dell’Icona Ogni icona esprime, mediante un codice simbolico, il messaggio e la rappresentazione grafica della Storia della Salvezza. Il Crocifisso della cappella episcopale è un’icona che parla di Cristo in una prospettiva “gloriosa”, come testimonia il cartiglio sottostante il titulus crucis: “Rex Gloriae”. Nella sua espressione di calma e dolcezza, il Cristo glorioso non si abbandona sotto il peso dei suoi dolori, ma dimentica se stesso e il suo sguardo, puro e trasparente, si proietta fiducioso nell’amore del Padre. La croce è cosmica, infatti, il palo verticale simboleggia la riconciliazione della terra con il cielo, mentre quello orizzontale il ricongiungimento dei popoli pagani con il popolo dei credenti, la Chiesa: «Ora in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, ... per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce» ( Ef 2,11-16). Tutta la croce è inondata di luce che promana da Cristo:“Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8, 12). Gesù è in piedi, vivo, non inchiodato alla croce, sebbene dalle sue ferite escano rivoli di sangue. Ha gli occhi aperti e il volto disteso, in cui è assente la drammaticità della morte: Egli è già, infatti, il Cristo Risorto, sicura speranza per ogni uomo sulla terra. Ai piedi della croce è raffigurato un teschio, quello di Adamo, dentro una grotta. Questo per ricordare che Cristo è il nuovo Adamo, che porta l’umanità a nuova vita. La grotta invece si collega alla credenza, diffusa a partire dal medioevo, che la croce fosse stata piantata proprio sopra la tomba del capostipite del genere umano, a significare il riscatto dal peccato originale: “Poiché se a causa di un uomo venne la decimo anniversario della dedicazione della cattedrale di sant’angelo dei lombardi 20 novembre 2009 Il Crocifisso della Cappella episcopale – creato in occasione dell’ingresso nell’Arcidiocesi di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Salvatore Nunnari da Vittoria Paravicini Bagliani – ci ricorda il legame “profondo” che esiste tra Cristo, l’Arcivescovo e la Chiesa: sia nella sua dimensione universale (Maria e Giovanni), sia nella sua dimensione diocesana (i Santi Patroni dell’Arcidiocesi). L’icona, altamente simbolica nelle figure e nei temi teologici evocati, fu utilizzata come unica immagine del libretto per la Celebrazione Eucaristica nel giorno della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, il 20 novembre 1999. A distanza di 10 anni, l’icona viene ripresentata ed affidata in modo solenne e pubblico a tutte le Parrocchie dell’Arcidiocesi perché guidi ciascuna Comunità e tutta la Chiesa di Dio che è in Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, in questo anno liturgico-pastorale 2009-2010 in cui, “nel giorno dopo il sabato…” ci spingiamo oltre i confini dei muri perimetrali delle nostre Chiese per testimoniare il “Rex Gloriae”, il Cristo Crocifisso e Risorto, a quanti fratelli e sorelle incontreremo in ogni ambito del vivere umano lungo il cammino… . decimo anniversario della dedicazione della cattedrale di sant’angelo dei lombardi 20 novembre 2009 L’Icona del Crocifisso morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” ( 1 Cor 15, 21-22 ). Le braccia molto spalancate e le mani distese del Cristo, stanno ad indicare, infatti, che la redenzione da Lui ottenuta sulla croce è davvero per tutti gli uomini, senza distinzione alcuna, a cominciare da Adamo. I personaggi accanto a Gesù sono, alla sua destra, Maria e Giovanni. Il velo di Maria, ricorda i tessuti ebraici ed è di colore bianco: simbolo della purezza, mentre le gemme con cui è ornato rimandano alle grazie dello Spirito Santo. Il rosso scuro portato sotto il mantello simboleggia la sua divina maternità, mentre l’abito verde ricorda la vera umanità di Cristo. Giovanni indossa un mantello di colore rosso, simbolo dell’Amore di Dio, mentre la sua tunica è bianca. La sua posizione è tra Gesù e Maria, egli è il discepolo amato da entrambi. Sia Maria che Giovanni indicano il Cristo. Alla sinistra del Crocifisso sono rappresentati i Santi Patroni dell’Arcidiocesi: Sant’Antonino, Sant’Erberto, Sant’Amato, Sant’Antonio da Padova. Sant’Antonino è rappresentato nelle vesti diaconali di colore rosso, simbolo del martirio. In mano reca il modellino della Chiesa Cattedrale in gesto di custodia, con la mano destra scoperta, e di offerta, con la mano sinistra coperta. Il tetto della Cattedrale è di colore verde, segno dell’insita rinascita della Comunità diocesana con la ricostruzione della sua chiesa più importante. Sant’Erberto e Sant’Amato, rivestiti delle insegne episcopali, hanno lo sguardo estatico assorto nella contemplazione del Cristo glorioso. Sant’Antonio da Padova, nell’abito proprio dell’ordine francescano, è il più vicino al Crocifisso in atteggiamento di supplica, con la mano sinistra levata nel gesto dell’orante, mentre la mano destra indica il modellino della Cattedrale in atteggiamento di intercessione. La Vergine Maria, l’apostolo Giovanni e i nostri Santi Patroni ai piedi della croce sono immagine della Chiesa, nata proprio dal costato di Cristo; ciò ci ricorda che come dal costato di Adamo addormentato fu tratta Eva, sua sposa, così - secondo una tradizione patristica risalente ai primi secoli - dal costato aperto del Salvatore, addormentato sulla Croce nel sonno della morte, fu tratta la Chiesa, sua sposa; essa si forma appunto dall’acqua e dal sangue - Battesimo e Eucaristia -, che sgorgano dal Cuore trafitto. Giustamente perciò la costituzione conciliare sulla liturgia afferma: “Dal costato di Cristo morto sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa” (Sacrosanctum Concilium, 5). Utilizzo dell’Icona Si invita ciascuna Parrocchia a presentare alla Comunità, nella Celebrazione Eucaristica di Domenica prossima 22 novembre 2009 Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, l’Icona del Crocifisso della Capella episcopale avendo cura di spiegarne il profondo significato e valorizzando la stessa con gesti semplici ma significativi come l’offerta dell’incenso, l’illuminazione per mezzo di una o più lampade o ancora adornandola con fiori ed indicandone la presenza all’interno dell’aula celebrativa.