De-regolazione del mercato del lavoro e l’ampliamento della flessibilità Premessa Gli orientamenti del legislatore manifestano elementi di discontinuità. Anzitutto nel metodo: accordo concertativo vs concertazione asimmetrica E quindi nella regolazione degli istituti contrattuali, nelle possibilità/restrizioni circa il loro utilizzo (in imprese ed enti pubblici) La legge 196/1997 Regolazione del lavoro interinale Gli anni dell’ampliamento della flessibilità (2001-2006) Legge 30/2003 e il D.Lgs 276/2003 Viene privilegiata la spinta verso la flessibilità, introduce nuovi tipi di contratti Proposte/tentativi di modificare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori Gli anni degli interventi correttivi (2006-2008) Orientamento più pro-labour Nessuna abrogazione delle leggi precedenti Tentativi di eliminare alcune forme di precarietà e irregolarità Tentativi di migliorare le tutele (in materia di malattia, maternità, ecc.) Dagli anni ‘90 in poi un continuo incremento delle possibilità di uso di contratti atipici (aumento del numero, aumento delle ipotesi di ammissibilità) Il sostegno alle istituzioni bilaterali Tradizionalmente sviluppati per iniziativa autonoma delle parti sociali Primi interventi: gestione della formazione professionale (legge 196/1997) Successivamente: funzione di intermediazione nel mercato del lavoro, nella certificazione, nella previdenza integrativa (legge 30/2003) Il «sistema dei rinvii» Nuova impostazione del rapporto tra legge e contrattazione collettiva (legge 30/2003) Il legislatore ha liberalizzato la stipulazione di contratti atipici e ha concesso ai sindacati la possibilità di negoziare con le imprese per introdurre dei limiti a tanta libertà Confusione in merito ai livelli e ai soggetti negoziali; moltiplicazione degli stessi, spesso in concorrenza reciproca I contratti collettivi nazionali dopo la legge 30/2003 Aspirazione al contenimento dei cambiamenti in merito alla regolazione del mercato del lavoro I contratti collettivi aziendali… In molti casi si sono accordate delle concessioni per tutelare l’occupazione Opinioni degli imprenditori sulla riforma del mercato del lavoro (poco dopo la legge 30/2003) 16,9% 36,2% 31,9% 15,0% Ha dato un grande aiuto al mercato del lavoro introducendo nuove forme contrattuali flessibili Non era necessaria perché il mercato era già flessibile Ha creato incertezza perché ha introdotto troppe forme Non ha ridotto a sufficienza i vincoli sulle imprese Grado di soddisfazione sulla riforma del mercato del lavoro per dimensione di impresa Fino a 20 addetti Da 200 addetti Oltre 200 addetti Totale Molto soddisfatto 3,2 3,7 4,2 3,7 Abbastanza soddisfatto 50,0 50,7 55,2 51,9 Piuttosto insoddisfatto 35,9 34,6 30.2 33,6 Del tutto insoddisfatto 10,9 11,0 10,4 10,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Composizione degli insoddisfatti in base alle opinioni sulla riforma del mercato del lavoro Del tutto insoddisfatto Piuttosto insoddisfatto 15,2% 51,5% 22,1% 51,9% 30,3% 23,1% Non era necessaria perché il mercato era già flessibile Ha creato incertezza perché ha introdotto troppe forme Non ha ridotto a sufficienza i vincoli sulle imprese