IMPIANTI DI RISCALDAMENTO MONOFAMILIARI GLI IMPIANTI AUTONOMI MONOFAMILIARI SONO IMPIANTI AUTONOMI DI PICCOLE DIMENSIONI, ALIMENTATI IN PROPRIO CON CALDAIA INDIPENDENTE DI POTENZA AI 30000kcal/h (35 kW). TEORICAMENTE L'IMPIEGO DI MOLTE PICCOLE CALDAIE IN LUOGO DI UNA GRANDE CALDAIA CENTRALIZZATA DOVREBBE DETERMINARE CONSUMI MAGGIORI, MA L’ESPERIENZAHA DIMOSTRATO CHE DI FATTO AVVIENE PROPRIO L'OPPOSTO. IL MIGLIOR RENDIMENTO DEI PICCOLI IMPIANTI GIUSTIFICA LA NORMA DELLA LEGGE 10 DEL '91 CHE AUTORIZZA LA SOSTITUZIONE DI UN IMPIANTO CENTRALIZZATO CON IMPIANTI AUTONOMI QUANDO L'ASSEMBLEA CONDOMINIALE SI ESPRIME FAVOREVOLMENTE COL 50% + 1. IN GENERE GLI IMPIANTI AUTONOMI SONO ALIMENTATI DA CALDAIA A GAS (<35 kW), PER LO PIÙ DEL TIPO PENSILE, SIA A SERVIZIO ESCLUSIVO DELL'IMPIANTO DI RISCALDAMENTO, SIA A SERVIZIO PROMISCUO PER L'IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E PER LA PRODUZIONE DI ACQUA CALDA. IN GENERE, SI PREFERISCE UNA RETE A DOPPIA IN GENERE, SI PREFERISCE UNA RETE A DOPPIA TUBAZIONE FACENDO USO DI COLLETTORE MODULARE AL QUALE FANNO CAPO I COLLEGAMENTI (CORRENTI SOTTOPAVIMENTO) AI SINGOLI CORPI SCALDANTI. QUANDO NON È POSSIBILE SISTEMARE LE TUBAZIONI SOTTO ALLE PAVIMENTAZIONI SI RICORRE A RETI A PIOGGIA CON RITORNO IN ALTO, UTILIZZANDO SIA TUBI DI ACCIAIO NERO SALDATI, SIA TUBI DI RAME. PER APPARTAMENTI DI DIMENSIONI MAGGIORI, O QUANDO MANCA UNA RETE URBANA DI GAS METANO, SI FA RICORSO A PICCOLE CALDAIE AD EVAPORAZIONE, FUNZIONANTI A CHEROSENE O GASOLIO O VERI E PROPRI GENERATORI DI ACQUA CALDA IN MINIATURA, DEL TIPO DI QUELLI UTILIZZATI NEGLI IMPIANTI CENTRALIZZATI, COMPLETI DI BRUCIATORE, SERBATOIO AUTONOMO, ECC. LE CALDAIE PER PICCOLI IMPIANTI, PARTICOLARMENTE SE ALIMENTATE A GAS, SONO ASSOLUTAMENTE SICURE SE BEN INSTALLATE E CORRETTAMENTE GESTITE E TENUTE CON TUTTE LE LORO PARTI PERFETTAMENTE EFFICIENTI. MA POSSONO DIVENTARE APPARECCHIATURE PERICOLOSISSIME. LA LORO INSTALLAZIONE VA AFFIDATA ESCLUSIVAMENTE A IMPRESE QUALIFICATE IN GRADO DI RILASCIARE IL CERTIFICATO DI CONFORMITÀ PREVISTO DALLA LEGGE 46/90, ED OGNI INTERVENTO MANUTENTIVO VA ESEGUITO DA TECNICO SPECIALIZZATO E SEGNALATO SUL «LIBRETTO DI IMPIANTO» I COMPONENTI DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO MONOFAMILIARE, SONO SIMILI A QUELLI DEGLI IMPIANTI DI GRANDI DIMENSIONI. ANCHE IN QUESTO CASO IN PRATICA SI FA ESCLUSIVAMENTE USO DEI SISTEMI AD ACQUA CALDA A CIRCOLAZIONE FORZATA MEDIANTE ELETTROPOMPA DI CIRCOLAZIONE. L'IMPIANTO, PERTANTO COMPRENDE: - IL VASO DI ESPANSIONE, CHE PUÒ ESSERE APERTO O CHIUSO. NELLE CALDAIE PENSILI IL VASO, CHE È CHIUSO, È INGLOBATO NELL'INVOLUCRO DELLA CALDAIA; -LE RETI DISTRIBUTIVE, CHE POSSONO ESSERE A DOPPIA TUBAZIONE O MONOTUBO. - I CORPI SCALDANTI IN GHISA, ACCIAIO, ALLUMINIO, O RAME. - GLI ORGANI DI REGOLAZIONE. SI VA AFFERMANDO, NEGLI IMPIANTI UNIFAMILIARI, L'IMPIEGO DELLA «POMPA DI CALORE», UNA MACCHINA FRIGORIFERA A INVERSIONE DI CICLO CHE PERMETTE DI OTTENERE ENERGIA TERMICA UTILIZZABILE PER IL RISCALDAMENTO AMBIENTALE (AD ACQUA O AD ARIA) PARTENDO DA ENERGIA ELETTRICA, CON UNA RESA DECISAMENTE OTTIMA, IN QUANTO DA UN kW DI ENERGIA ELETTRICA SPESA RIESCE A PRODURRE, SPENDIBILI IN AMBIENTE, FINO A 3 kW DI ENERGIA TERMICA, UTILIZZANDO IL CONTENUTO ENERGETICO DELL'ARIA ESTERNA. UNA LIMITAZIONE ALL'IMPIEGO DELLA POMPA DI CALORE STA, OGGI, NEL NOTEVOLE COSTO INIZIALE D'IMPIANTO E NELLE CARENZE DELLE RETI ELETTRICHE. CALCOLO DEI PICCOLI IMPIANTI IN PRATICA, OCCORRE PRIORITARIAMENTE VERIFICARE CHE IL FEN (FABBISOGNO ENERGETICO NORMALIZZATO) PER L'EDIFICIO SIA CONTENUTO ENTRO I LIMITI PREVISTI DALLA LEGGE 10/91 (OVVERO RIPORTARSI ENTRO TALI LIMITI VARIANDO LE TIPOLOGIE DI PARETI, SOLAI E INFISSI, OVVERO INTERVENENDO CON COIBENTAZIONI). SI PROCEDE, QUINDI, AL CALCOLO DEI FABBISOGNI TERMICI DEI SINGOLI AMBIENTI, RISALENDO ALLA POTENZIALITÀ DELLA CALDAIA ED ALLE CARATTERISTICHE DEI CORPI SCALDANTI. INFINE VIENE CALCOLATA LA RETE DISTRIBUTIVA, SCEGLIENDO LE TIPOLOGIE E DEFINENDO I DIAMETRI SULLA SCORTA DELLE PORTATE D'ACQUA CALDA DA INVIARE ALLE SINGOLE UTENZE. PER GLI IMPIANTI DI POTENZA FINO A 35kW NON VI SONO OBBLIGHI DI AUTORIZZAZIONE E CONTROLLA DA PARTE DEI VIGILI DEL FUOCO. IMPIANTO CHE ALIMENTA 4 CORPI SCALDANTI, CON RETE A SORGENTE A DOPPIA TUBAZIONE, VASO APERTO. NELL'INSTALLAZIONE DI UNA CALDAIA A GAS IN IMPIANTO AUTONOMO, È INDISPENSABILE CHE L'AMBIENTE OVE È UBICATA LA CALDAIA SIA CONVENIENTEMENTE AERATO, IN GRADO DI OFFRIRE ALLA COMBUSTIONE ALMENO 1,2 m3 DI ARIA PER OGNI 1000 kcal/h DI POTENZIALITÀ DEL BRUCIATORE. IL LOCALE DEVE AVERE UN'APERTURA ESTERNA SULLA PARETE PERIMETRALE A 20 cm DAL PAVIMENTO, PROTETTA CON GRIGLIA. NON POSSONO INSTALLARSI CALDAIE IN LOCALI TIPO CAMERE DA LETTO O STANZA DA BAGNO, OVE IL VAPORE ECCESSIVO POTREBBE DETERMINARE LO SPEGNIMENTO DELLA FIAMMA CON DIFFICOLTÀ DEGLI ORGANI DI SICUREZZA AD INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE. A SECONDA DEL MODO IN CUI AVVIENE L'EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE, GLI APPARECCHI A GAS SI DISTINGUONO IN: TIPO A - APPARECCHI PREVISTI PER NON ESSERE COLLEGATI AD UN CONDOTTO DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE VERSO L'ESTERNO. TIPO B - APPARECCHI PREVISTI PER ESSERE COLLEGATI AD UN CONDOTTO DI EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE VERSO L'ESTERNO DEL LOCALE: L'ARIA COMBURENTE È PRELEVATA DIRETTAMENTE NELL'AMBIENTE DOVE GLI APPARÉCCHI SONO INSTALLATI. TIPO C - APPARECCHI NEI QUALI IL CIRCUITO DI COMBUSTIONE (PRESA DELL'ARIA COMBURENTE, CAMERA DI COMBUSTIONE, SCAMBIATORE, EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE) È STAGNO RISPETTO AL LOCALE IN CUI SONO INSTALLATI. IL RACCORDO DEGLI APPARECCHI AD UN CAMINO O AD UNA CANNA FUMARIA AVVIENE A MEZZO DI CANALI DA FUMO CHE SODDISFINO I SEGUENTI REQUISITI: -ESSERE A TENUTA E RESISTENTI. -ESSERE COLLOCATI IN VISTA. -PER GLI APPARECCHI CON SCARICO VERTICALE, ESSERE DOTATI DI UN TRATTO VERTICALE DI LUNGHEZZA NON MINORE DI DUE DIAMETRI, MISURATI DALL'ATTACCO DEL TUBO DI SCARICO. -AVERE, DOPO IL TRATTO VERTICALE, PER TUTTO IL PERCORSO RIMANENTE, ANDAMENTO ASCENSIONALE, CON PENDENZA MINIMA DEL 3%. -ECC. UNA CANNA FUMARIA/CAMINO PER L'EVACUAZIONE NELL'ATMOSFERA DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE DI APPARECCHI A TIRAGGIO NATURALE DEVE RISPONDERE AI REQUISITI INDICATI AL DM 21 APRILE 1993. UN IMPIANTO DI RISCALDAMENTO, PRIMA DI ESSERE MESSO IN ESERCIZIO, DEVE ESSERE CORREDATO DI UNA SERIE DI CERTIFICAZIONI CHE SI RIFERISCONO ALLE APPARECCHIATURE, ALL’IMPIANTO, ALLA SICUREZZA INCENDI, ALLE CONDIZIONI IGIENICO-SANITARIE, ECC. SUCCESIVAMENTE DEVE ESSERE GARANTITA LA CORRETTA GESTIONE DELL’IMPIANTO. PER TALI MOTIVI LA LEGGE IMPONE UNA SERIE DI RESPONSABILITA’ PENALI E CIVILI PER IL PROPRIETARIO. DISPOSITIVI TERMOTECNICI GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO POSSONO ESSERE DISTINTI IN IMPIANTI UNIFAMILIARI E IMPIANTI CENTRALIZZATI. L‘IMPIANTO UNIFAMILIARE É COSTITUITO DAI SEGUENTI GRUPPI: - IL GENERATORE DI ACQUA PER IL RISCALDAMENTO E L'ACQUA SANITARIA. - LE POMPE E LE TUBATURE. - I CORPI SCALDANTI. -IL SISTEMA DI REGOLAZIONE. A DIFFERENZA DI QUESTI, GLI IMPIANTI CENTRALIZZATI HANNO UNA POTENZA TERMICA SUPERIORE A 35kW E NECESSITANO DI UNA CENTRALE TERMICA POSTA IN LOCALI APPOSITI; SONO DESTINATI A FORNIRE RISCALDAMENTO A GRANDI COMPLESSI ABITATIVI , SCUOLE, OSPEDALI, CENTRI, ECC. ALTRE DIFFERENZE RIGUARDANO GLI ORGANI TERMINALI DI EROGAZIONE ( RADIATORI, VENTILCONVETTORI, A PAVIMENTO RADIANTE, PANNELLI) E IL FLUIDO OPERANTE (GENERALMENTE ACQUA CALDA, MA ANCHE VAPORE ACQUEO, OLIO DIATERMICO, ARIA). NEL CASO SPECIFICO DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO AD ACQUA, SI DISTINGUONO GLI IMPIANTI AD ACQUA CALDA (T < 90 °C) E GLI IMPIANTI AD ALTA TEMPERATURA (T>90°C). LE CALDAIE PER RISCALDAMENTO POSSONO ESSERE MURALI, PENSILI OPPURE A BASAMENTO. GLI ORGANI PRINCIPALI (1) CONDOTTO DI TIRAGGIO FORZATO CON ELETTROVENTILATORE (2) SCAMBIATORE DI CALORE PRINCIPALE. (3) IL BRUCIATORE (4) SCAMBIATORE SECONDARIO. (5) FLUSSOSTATO . (6) GRUPPO REGOLATORE DEL GAS (7) VALVOLA DEVIATRICE. (8) CENTRALINA ELETTRONICA. (9) CONDOTTO. (10) POMPA . (11) VALVOLA DI SICUREZZA. (12) TRASDUTTORI DI TEMPERATURA. (13) CONDOTTO. (14) VASO DI ESPANSIONE. COMPONENTI PRINCIPALI DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO IL BRUCIATORE II BRUCIATORE È L'APPARECCHIO CHE GENERA LA MISCELA ARIA COMBUSTIBILE IN PROPORZIONE OTTIMALE, INNESCA LA FIAMMA E MANTIENE VIVA LA COMBUSTIONE. LA FIAMMA DEVE REALIZZARE LA COMBUSTIONE COMPLETA DEL COMBUSTIBILE. NEL CASO DI COMBUSTIBILI LIQUIDI (GASOLIO, KEROSENE), NEL BRUCIATORE VIENE MONTATO UN POLVERIZZATORE CHE HA IL COMPITO DI SPRUZZARE IL LIQUIDO NELLA CAMERA DI COMBUSTIONE FORTEMENTE NEBULIZZATO. IL TIPO DI BRUCIATORE PIÙ SEMPLICE, È IL BRUCIATORE ATMOSFERICO: IL FUNZIONAMEN TO DEL BRUCIATORE ELEMENTARE SI BASA SUL PRINCIPIO DEL TUBO DI VENTURI. IL GAS NATURALE PROVENIENTE DALLA RETE DI DISTRIBUZIONE, DOPO ESSERE PASSATO ATTRAVERSO UN RIDUTTORE DI PRESSIONE, GIUNGE A UN UGELLO CHE LO INIETTA AD ALLA VELOCITÀ ENTRO IL TUBO DI VENTURI. ALL'INTERNO DELLA SEZIONE RISTRETTA L'ARIA VIENE ASPIRATA E MISCELATA CON IL GAS. A VALLE DEL TUBO DI VENTURI SI HA UN VANO (MISCELATORE) IL CUI SCOPO È DI FAR COMPLETARE L'EFFETTO DI MISCELAZIONE; ESSO TERMINA CON UNA PIASTRA FORATA (DIFFUSORE), SUI CUI FORI SI INNESCA E MANTIENE LA FIAMMA. DATO CHE L'ARIA PRIMARIA PRESENTE NELLA CAMERA È LIMITATA, LA FIAMMA HA INIZIALMENTE UNA MISCELA RICCA, PER POI COMPLETARSI GRAZIE ALL’ARIA SECONDARIA CHE SI TROVA INTORNO AL DIFFUSORE. LA CANNA FUMARIA GARANTISCE UN EFFICACE FUNZIONAMENTO DI TUTTO L'IMPIANTO TERMICO SMALTENDO IN ATMOSFERA I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE E RICHIAMA NUOVA ARIA IN INGRESSO IN CALDAIA. LA DIFFERENZA DI PRESSIONE TRA L'AMBIENTE ESTERNO E IL FOCOLARE (IN DEPRESSIONE) È DI REGOLA MOLTO PICCOLA (10 + 20 Pa, CIOÈ COMPRESA TRA 0,1 + 0,2 MILLIBAR) TERMINALI DI DISTRIBUZIONE HANNO IL COMPITO DI IRRADIARE IL CALORE TRASFERENDOLO DAL FLUIDO TERMOVETTORE, CHE PROVIENE DALLA CALDAIA, ALL'AMBIENTE. SI SUDDIVIDONO IN TERMINALI STATICI, VENTILATI E RADIANTI. I TERMINALI STATICI HANNO UN'AMPIA SUPERFICIE DI SCAMBIO TERMICO CON L'ARIA AMBIENTALE, CUI CEDONO IL CALIRE PER CONVEZIONE . IL COMPONENTE PIÙ DIFFUSO È IL RADIATORE IN GHISA REALIZZATO PER FUSIONE, FORMATO DA UN NUMERO VARIABILE DI ELEMENTI. I TERMOCONVETTORI SONO I RADIATORI CHE REALIZZANO AL LORO INTERNO UN EFFETTO DI TIRAGGIO. I TERMINALI VENTILATI, O AEROTERMI, DISPONGONO DI UN VENTILATORE CHE FORZA LA CIRCOLAZIONE DELL'ARIA FREDDA SULLO SCAMBIATORE E POI LA INDIRIZZA NELLA DIREZIONE VOLUTA. I TERMINALI RADIANTI HANNO FORMA DI TUBO PIEGATO INSERITO NELLE PARETI O NEI PAVIMENTI. I VENTILCONVETTORI DERIVANO DAI RADIATORI ED HANNO BOCCEHTTE DIREZIONALI E VENTILATORI. LE TERMOSTRICE SONO FORMATE DA FASCI TUBIERI MONTATI SU PIASTRE E SI IMPIEGANO NEI CAPANNONI. REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO NECESSITANO DI UN SISTEMA DI REGOLAZIONE PRECISO E DI PRONTO INTERVENTO. LE REGOLAZIONI PIÙ EFFICACI SONO QUELLE AUTOMATICHE CHE CONSENTE LA DOSATURA DELLA PORTATA DEL FLUIDO TERMOVETTORE, LA REGOLAZIONE DELLA SUA TEMPERATURA E IL CONTROLLO DELLA COMBUSTIONE. IL REGOLATORE R RILEVA LA TEMPERATURA ESTERNA , TRAMITE IL TRASDUTTORE DI TEMPERATURA TE ED ELABORA IL VALORE OTTIMALE PER LA TEMPERATURA DELL'ACQUA DI MANDATA; TRAMITE UN SECONDO IRASDUTTORE TM, VIENE RILEVATO IL VALORE ATTUALE DELLA TEMPERATURA DELL’ ACQUA DI MANDATA TM CONFRONTANDOLO CON IL VALORE OTTIMALE. LA VALVOLA A QUATTRO VIE CONSENTE LA MISCELAZIONE DI DUE FLUIDI (AUMENTO DI TEMPERATURA) OPPURE DIVIDE IL CIRCUITO IN DUE CIRCUITI A CIRCOLAZIONI SEPARATE (RICIRCOLO ACQUA DIRETTAMENTE VERSO LA CALDAIA E ABBASSAMENTO DELLA FIAMMA). LA REGOLAZIONE DEI SINGOLI AMBIENTI SARA’ AFFIDATA A UNA VALVOLA TERMOSTATICA CHE VARIERA’ LA PORTATA DI OGNI SINGOLO SCAMBIATORE. GENERATORI DI CALORE I GENERATORI DI CALORE (CALDAIE) SONO MACCHINE TERMICHE COSTITUITE DA UN INSIEME DI COMPONENTI DESTINATI A GENERARE CALORE E INVIARLO AGLI UTILIZZATORI. IL CALORE PUÒ ESSERE GENERATO MEDIANTE LA COMBUSTIONE, IMPIEGANDO ENERGIA ELETTRICA O SOLARE, SOTTRAENDOLO DA ALTRI FLUIDI (GAS DI SCARICO CALDI) PRIMA DELLA LORO ESPULSIONE IN CIMINIERA. LA DISTRIBUZIONE DEL CALORE VIENE ESEGUITA PONENDO IN CIRCOLAZIONE, ENTRO TUBATURE, UN FLUIDO TERMOVETTORE CHE PUÒ ESSERE LIQUIDO O AERIFORME, COSTITUITO PRINCIPALMENTE DA ACQUA CALDA, VAPORE ACQUEO, ARIA , QUALI OLI MINERALI. LA COMBUSTIONE E I BRUCIATORI LA COMBUSTIONE È UNA REAZIONE CHIMICHA DI OSSIDAZIONE CHE AVVENGONO TRA IL COMBUSTIBILE E IL COMBURENTE IN UNA CAMERA DI COMBUSTIONE O FOCOLARE. IL BRUCIATORE È UN DISPOSITIVO CHE REALIZZA LA COMBUSTIONE DEL COMBUSTIBILE LIQUIDO, GASSOSO O SOLIDO FINEMENTE POLVERIZZATO. IL BRUCIATORE DEVE MISCELARE BENE COMBUSTIBILE E COMBURENTE, PER RENDERE LA COMBUSTIONE VELOCE E COMPLETA. 1. CORPO BRUCIATORE 2. TUBO FIAMMA 3. TESTA COMBUSTIONE 4. DISCO FIAMMA 5. GUARNIZIONE 6. QUADRO ELETTRICO 7. MOTORE VENTILATORE 8. RAMPA GAS ORGANI PRINCIPALI DEI GENERATORI DI VAPORE LA CONFIGURAZIONE DI UNA CALDAIA COMPRENDE L'INVOLUCRO (FASCIAME), IL FOCOLARE, I CONDOTTI PER IL FUMO E PER IL FLUIDO DA RISCALDARE E/O EVAPORARE (ACQUA). I GENERATORI A COMBUSTIONE HANNO ANCHE IL BRUCIATORE E LA CAMERA DI COMBUSTIONE. NELLE CALDAIE A CONDENSAZIONE AVVIENE LA CONDENSAZIONE DEL VAPORE ACQUEO CONTENUTO NEI FUMI PRIMA DEL LORO INGRESSO NEL CAMINO. IL CALORE DI CONDENSAZIONE RECUPERATO VIENE TRASFERITO ALL'ACQUA FREDDA DI RITORNO, PRIMA DI ESSERE INVESTITO DAL CALORE GENERATO CON LA COMBUSTIONE. 5 - SENSORE DI TEMPERATURA SULLA MANDATA DELL'ACQUA CALDA . 23 - RILEVATORE DI FIAMMA. 27 - SONDA DELLA TEMPERATURA DEI FUMI. 6- TERMOSTATO DI SICUREZZA . 7 - UN FLUSSOSTATO (MISURA LA PORTATA DELL'ACQUA ENTRANTE). 9 - UN PRESSOSTATO DI MINIMA SULLA CONDOTTA DELL'ACQUA CALDA IN USCITA. 1 - VALVOLA PER LO SFIATO IN AUTOMATICO. 11 - VALVOLA DI SICUREZZA SULLA MANDATA. 20 - VALVOLA DI REGOLAZIONE DELLA PORTATA DEI GAS. I PRESSOSTATI E I TERMOSTATI SONO DISPOSITIVI ELETTROMECCANICI CHE SVOLGONO LA FUNZIONE DI INTERRUTTORE. SONO REGOLABILI SUI VALORI DESIDERATI RISPETTIVAMENTE DI PRESSIONE E DI TEMPERATURA. IL FLUSSOSTATO COMANDA LA POMPA DI MANDATA E DEVE SPEGNERE LA CALDAIA QUALORA MANCASSE LA CIRCOLAZIONE DEL FLUIDO. LA PRESENZA DELLE VALVOLE DI SICUREZZA È RESA OBBLIGATORIA DALLE VIGENTI NORMATIVE. ESSE HANNO LO SCOPO DI SCARICARE NELL'ATMOSFERA IL FLUIDO CONTENUTO NEL GENERATORE, NEL CASO IN CUI LA PRESSIONE RAGGIUNGA IL VALORE MASSIMO DI TARATURA DELLA VALVOLA. LE CALDAIE IN ACCIAIO SONO COSTRUITE CON LAMIERE CALANDRATE, TUBI MANDRINATI E PARTI OTTENUTE PER IMBUTITURA. NORME DI INSTALLAZIONE IL MONTAGGIO DEL GENERATORE DI CALORE RICHIEDE CAUTELE E CONTROLLI DA ESEGUIRE PER UN BUON FUNZIONAMENTO DELL'IMPIANTO: -OCCORRE VERIFICARE IL LOCALE CALDAIE (SPAZIO E ACCESSIBILITÀ) . -PER GLI IMPIANTI A GAS ESISTONO NORME SPECIFICHE SULL'AERAZIONE DEL LOCALE CALDAIA (DM 12.4.1996 DEL MINISTERO DELL'INTERNO, OPPURE LE NORME UNI-CIG, DI CUI ALLA LEGGE DEL 6.12.1971, E ALTRE SUCCESSIVE EMANATE DALL'AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS (AEEG) E/O DAGLI ENTI LOCALI. -OCCORRE ASSICURARSI CHE L'IMPIANTO OPERI NEL PIENO RISPETTO DI TUTTE LE NORME DI SICUREZZA (LEGGE N. 46 DEL 5.5.1990 "NORME SULLA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI" E I RELATIVI DECRETI APPLICATIVI, IL DM DEL 28.4.2005 DEL MINISTERO DELL'INTERNO E IL DM DEL 1.12.1975 SULLA SICUREZZA DEGLI APPARECCHI CONTENENTI LIQUIDI CALDI CHE RINVIA ALLE PRESCRIZIONI EMESSE DALL'ANCC (ORA ISPESI.)). -PER LE CALDAIE A COMBUSTIBILE LIQUIDO OCCORRE CONTROLLARE LA CENTRATURA, LA LUNGHEZZA E LA LARGHEZZA DELLA FIAMMA GENERATA DAL BRUCIATORE, ASSUMENDO COME RIFERIMENTO L'ASSE DELLA CAMERA DI COMBUSTIONE: LA FIAMMA DEVE ESSERE REGOLATA IN MODO CHE NON GIUNGA A LAMBIRE IL FONDO DEL FOCOLARE NÉ LE PARETI . -TUTTE LE CALDAIE E I BRUCIATORI DEVONO ESSERE DOTATI DELLE RISPETTIVE TARGHE RIPORTANTI IL NOME DEL FABBRICANTE E LA DENOMINAZIONE DEL MODELLO, I DATI CARATTERISTICI QUALI LA POTENZA DEL FOCOLARE, LA POTENZA UTILE E LA PRESSIONE DI ESERCIZIO. SCHEMI E DISPOSITIVI DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO SONO COSTITUITI DA TRE SISTEMI PRINCIPALI: IL GENERATORE DI CALORE, LE TUBATURE DI DISTRIBUZIONE E GLI UTILIZZATORI O CORPI SCALDANTI. IL SISTEMA PIÙ UTILIZZATO PER RISCALDARE GLI AMBIENTI È AD ACQUA CALDA, COSI DETTO PERCHÉ LA CALDAIA GENERA UNA PORTATA D'ACQUA A TEMPERATURA INFERIORE AI 100 °C (PER NON PROVOCARE L'EBOLLIZIONE). SISTEMA DI SISTRIBUZIONE A PIOGGIA SISTEMA DI SISTRIBUZIONE A SORGENTE L'IMPIANTO COMPRENDE ANCHE I VASI DI ESPANSIONE E I GRUPPI DI POMPAGGIO. IL VASO DI ESPANSIONE CONSENTE LA DILATAZIONE DELL'ACQUA ALL'INTERNO DEL CIRCUITO IDRAULICO, DOVUTO ALL'AUMENTO DI TEMPERATURA NELLA CALDAIA. IL VASO DI ESPANSIONE PUO’ ESSERE APERTO (VIENE MONTATO NEL PUNTO PIÙ ALTO DELL'IMPIANTO) O CHIUSO QUANDO È SIGILLATO (IL CIRCUITO È SIGILLATO E PRESSURIZZATO E IL VASO DI ESPANSIONE, O CASSA D'ARIA O POLMONE CONTIENE UNA CAMERA D'ARIA IL CUI VOLUME VARIA A SECONDA DELLE VARIAZIONI DEL VOLUME DELL'ACQUA CIRCOLANTE E DELLE OSCILLAZIONI DELLA PRESSIONE INTERNA). IL VASO DI ESPANSIONE È MUNITO DI UN RUBINETTO A GALLEGGIANTE PER IL REINTEGRO DELL'ACQUA PERSA A CAUSA DELL‘EVAPORAZIONE O PER LE PERDITE NEL CIRCUITO. LA CIRCOLAZIONE DELL'ACQUA NELL'IMPIANTO PUÒ AVVENIRE IN MODO SPONTANEO, MA DOVENDO SERVIRE UTENZE LONTANE DALLA CALDAIA, COSA ASSAI FREQUENTE NEGLI IMPIANTI CENTRALIZZATI, RISULTA INDISPENSABILE DOTARE L'IMPIANTO DI UN SISTEMA DI POMPAGGIO PASSA DO COSI’ ALLA CIRCOLAZIONE FORZATA (POMPE DI RICIRCOLO). LE POMPE UTILIZZATE SONO DI TIPO CENTRIFUGO. NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO, VI SONO IN GENERE DUE O TRE POMPE (DI CUI UNA DI RISERVA CHE VIENE ATTIVATA IN CASO DI FORTE RICHIESTA). LA CIRCOLAZIONE DELL'ACQUA NELL'IMPIANTO PUÒ AVVENIRE IN MODO SPONTANEO MA DOVENDO SERVIRE UTENZE LONTANE DALLA CALDAIA, COSA ASSAI FREQUENTE NEGLI IMPIANTI CENTRALIZZATI, RISULTA INDISPENSABILE DOTARE L'IMPIANTO DI UN SISTEMA DI POMPAGGIO PASSA DO COSI’ ALLA CIRCOLAZIONE FORZATA (POMPE DI RICIRCOLO). LE POMPE UTILIZZATE SONO DI TIPO CENTRIFUGO. COSTO DELL’ENERGIA NEL SECONDO DOPOGUERRA SI DIFUSSERO LE AZIENDE DEL CHE SI OCCUPAVANO DI RISCALDAMENTO E PRODUZIONE DI CALORE (CARBONE, KEROSENE E NAFTE) LA GUERRA DEL KIPPUR NEL 1973 DA IL VIA AL RINCARO DEL PREZZO DEL PETROLEO E DEI SUOI DERIVATI E, CONTEMPORANEAMENTE, NASCE IN OCCIDENTE UNA NUOVA “COSCIENZA ECOLOGICA” CHE DANNO AVVIO ALLA CRISI ENERGETICA ED ECOLOGICA DEGLI ANNI SETTANTA. PUÒ ESSERE INTERESSANTE OSSERVARE CHE, PRIMA DELL'INIZIO DEI GRANDI AUMENTI DEL COSTO DEL PETROLIO, IL COMBUSTIBILE COSTAVA 26 LIRE/LITRO, ED UNA FORNITURA PER UN AMMONTARE DI 195 000 LIRE COSTEREBBE CIRCA 9000 €, PARI A BEN 18 MILIONI DELLE VECCHIE LIRE! IL GOVERNO ITALIANO PROMULGÒ LA LEGGE 373/76, AVVIANDO IL PRINCIPIO DELLA PROLEZIONE AMBIENTALE E DEL CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI PER GLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO. SI FECE OBBLIGO ALLE DITTE FORNITRICI DI COMBUSTIBILI DI DETENERE SCORTE ADEGUATE IN PREVISIONE DI CRISI IMPROVVISE INTERNAZIONALI, MENTRE AI PROGETTISTI E AI GESTORI DEGLI IMPIANTI SI FECE OBBLIGO DI PROVVEDERE AL MONTAGGIO "... DI UN SISTEMA AUTOMATICO DI REGOLAZIONE DEL CAILORE FORNITO ALL’IMPIANTO DI UTILIZZAZIONE IN RELAZIONE ALLE VARIAZIONI DELLA TEMPERATURA..” CIÒ COMPORTÒ L'ADOZIONE DI SENSORI ESTERNI DI TEMPERATURA IN GRADO DI INVIARE LA MISURA A UNA CENTRALINA DI REGOLAZIONE, LA CUI FUNZIONE È DI INTERVENIRE PER REGOLARE SIA LA FIAMMA SIA IL GRADO DI APERTURA DI UNA VALVOLA MESCOLATRICE. GLI IMPIANTI DEVONO ESSERE DOTATI DI UNA SONDA DI TEMPERATURA E UNA VALVOLA MMISCELATRICE A TRE VIE. LA CENTRALINA CLIMATICA E’ UN TRASDUTTORE DI TEMPERATURA ESTERNA; ESSA RILEVA LA TEMPERATURA ATMOSFERICA E RIELABORA TALE DATO EMETTENDO UN SEGNALE CHE VIENE INVIATO ALLE POMPE, ALLA CALDAIA E ALLA VALVOLA MISCELALRICE APRENDOLA O CHIUDENDOLA. NEL CASO IN CUI LA PRODUZIONE DEL CALORE SIA EFFETTUATA MEDIANTE GENERAZIONE DI VAPORE, OCCORRE AFFIDARNE LA GESTIONE A UN OPERATORE MUNITO DI PATENTINO. NEGLI ALTRI CASI L'AMMINISTRAZIONE DEL CONDOMINIO PUÒ DELEGARE LA RESPONSABILITÀ DELLA GESTIONE AL COSIDDETTO "TERZO RESPONSABILE" SPESSO CONSISTENTE IN UN'IMPRESA CHE DETIENE UNA SERIE DI REQUISITI SPECIFICI. LA FIGURA PROFESSIONALE DEL TERZO RESPONSABILE VIENE INTRODOTTA CON IL DPR 412/93 E SPECIFICATA NELL'ART. 5 DEL DPR 59/09 (E SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI). ATTUALMENTE SONO PREVISTI QUATTRO TIPI DI PATENTE 4° GRADO ABILITA ALLA CONDUZIONE DI GENERATORI DI VAPORE DI QUALSIASI TIPO, AVENTI PRODUCIBILITÀ FINO A 1 t/h DI VAPORE E SUPERFICIE DI RISCALDAMENTO NON SUPERIORE AI 30 m2. 3° GRADO ABILITA ALLA CONDUZIONE DI GENERATORI DI VAPORE DI QUALSIASI TIPO, AVENTI PRODUCIBILLTÀ FINO A 3 t/h DI VAPORE E SUPERFICIE DI RISCALDAMENTO NON SU PERIORE AI 100 m2. 2° GRADO ABILITA ALLA CONDUZIONE DI GENERATORI DI VAPORE DI QUALSIASI TIPO, AVENTI PRODUCIBILLTÀ FINO A 20 t/h DI VAPORE E SUPERFICIE DI RISCALDAMENTO NON SU PERIORE AI 500 m2. 1° GRADO ABILITA ALLA CONDUZIONE DI GENERATORI DI VAPORE DI A QUALSIASI TIPO, POTENZIALITÀ E SUPERFICIE, SENZA LIMITAZIONI. COMPETENZE DELLE IMPRESE DI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO LE IMPRESE SPESSO DA SEMPLICI FORNITRICI DI COMBUSTIBILI A RESPONSABILI DELLA COSTRUZIONE E CONDUZIONE DEGLI IMPIANTI OFRENDO CONTRATTI DI SERVIZIO DI DIVERSO TIPO: -IL CONTRALTO A FORFAIT PREVEDE LA STESURA DI UN PREVENTIVO DI COSTO AL M3 RISCALDATO, RIPARTITO IN DUE QUOTE: 90% PER IL COSTO DEL COMBUSTIBILE, 10% PER I SERVIZI. -IL CONTRATTO A REGIA SI BASA SU UN PREVENTIVO DI SPESA CALCOLATO SUL CONSUMO PRESUNTO; IL COSTO DEI SERVIZI VIENE SPECIFICATO A PARTE. LADDOVE È PRESENTE L'OFFERTA DEL TELERISCALDAMENTO, SI PUO’ RICHIEDERE LA CONVERSIONE DELL'IMPIANTO IN TELERISCALDAMENTO, ESEGUENDO LE OPERE DI ALLACCIAMENTO ALLA RETE URBANA DI ADDUZIONE DELL'ACQUA CALDA. LA LEGGE 46/90, SOSTITUITA DAL DM 37/08 (RIGUARDANTE LE PROCEDURE DI INSTALLAZIONE O RINNOVO DI IMPIANTI, ESEGUITE SULLA BASE DI UN PROGETTO REDATTO DA UN TECNICO ISCRITTO ALL'ALBO E NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA VIGENTE), IN PARTICOLARE SI PRESCRIVE: -L'OBBLIGO DELLA TENUTA DEL LIBRETTO DI CENTRALE RIPORTANTE LE PRESTAZIONI EROGATE E TUTTI GLI INTERVENTI DI GESTIONE. -L'ADEGUAMENTO DELLA CANNA FUMARIA NEL CASO DI IMPIEGO DI CALDAIE DI CONDENSAZIONE (PER EVITARE RUGGINI E CORROSIONI, LA CANNA DEVE ESSERE REALIZZATA IN ACCIAIO INOX AISI 316 L CE O, IN ALTERNATIVA, CON GUAINE TERMOINDURENTI (RESINE COMPOSITE). -L'OBBLIGO PER LE IMPRESE CHE GESTISCONO IMPIANTI DI POTENZA SUPERIORE AI 350 KW DI CONSEGUIRE LA CERTIFICAZIONE ISO 9001. -L'OBBLIGO DI ESEGUIRE DUE INTERVENTI ALL'ANNO DI PULIZIA ALLA CALDAIA E L'ANALISI DEI FUMI UNA VOLTA ALL'ANNO PER GLI IMPIANTI DI POTENZA INFERIORE AI 350 kW, DUE VOLTE ALL'ANNO PER POTENZE SUPERIORI. -L'OBBLIGO DELLA TENUTA DELL'APPOSITA DOCUMENTAZIONE ANCHE PER IMPIANTI DI TELERISCALDAMENTO. -PER POTENZE FINO A 35 kW NON VIENE RICHIESTA LA PRESENZA DEL FUOCHISTA, OLTRE I 35 KW L'IMPIANTO DEVE ESSERE SEGUITO DA UN PERSONALE ABILITATO ED È RICHIESTO IL CERTIFICATO ISPESL SUI FLUIDI-FINO A UNA POTENZA DI 116 kW NON È NECESSARIO IL CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI. A PARTIRE DAL 2007 SONO DIVENTATE OPERATIVE LE NORMATIVE VOLTE AL CONTENIMENTO DEI CONSUMI E PER LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE, IN PARTICOLARE: -PER GLI EDIFICI AVENTI PIÙ DI QUATTRO UNITÀ IMMOBILIARI VIENE VIETATO L’IMPIEGO DI IMPIANTI AUTONOMI. -TUTTE LE CONCESSIONI EDILIZIE PER LA COSTRUZIONE DI CASE DEVONO PREVEDERE IL SISTEMA CENTRALIZZATO CON PRODUZIONE DELL'ACQUA CALDA, PANNELLI SOLARI E, NEL CASO DI IMPIANTI DI TELERISCALDAMENTO NELLE VICINANZE, OCCORRE PREVEDERE IL LOCALE E LE PREDISPOSIZIONI, I VANI DI PASSAGGIO, (CAVEDI) PER L'EVENTUALE ALLACCIAMENTO. -GLI IMPIANTI CENTRALIZZATI DEVONO DISPORRE DI SISTEMI E COMPONENTI APPOSITI PER LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE. SUI SINGOLI RADIATORI È MONTATA LA VALVOLA TERMOSTATICA PIÙ IL CONTABILIZZATORE CHE ESEGUE LA CONTABILIZZAZIONE DIRETTA DEL CALORE. I DATI SONO TRASMESSI A UNA CENTRALINA PRESENTE NELL'APPARTAMENTO. NEL VANO CALDAIA VI È UN'ALTRA CENTRALINA CHE RACCOGLIE I DATI PROVENIENTI DA OGNI APPARTAMENTO. SUI SINGOLI RADIATORI È MONTATA LA VALVOLA TERMOSTATICA PIÙ IL CONTABILIZZATORE CHE ESEGUE LA CONTABILIZZAZIONE DIRETTA DEL CALORE. I DATI SONO TRASMESSI A UNA CENTRALINA PRESENTE NELL'APPARTAMENTO. NEL VANO CALDAIA VI È UN'ALTRA CENTRALINA CHE RACCOGLIE I DATI PROVENIENTI DA OGNI APPARTAMENTO. LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE E FORMULAZIONE DEI COSTI PER IL RISCALDAMENTO IN BASE AI SEGNALI PROVENIENTI DAI (DUE) SENSORI DI CALORE, SI ELABORA IL VALORE ASINTOMO , (PUNTEGGIO). QUESTO È CORRETTO MEDIANTE UN COEFFICIENTE K CHE TIENE CONTO DELLE DIMENSIONI DEL RADIATORE, NUMERO DI PIASTRE E MATERIALE DI CUI È FATTO IL RADIATORE. IL VALORE CHE SI OTTIENE È DETTO UNITÀ DI CALORE CONTABILIZZATO (ADIMENSIONALE). LA METODOLOGIA PER LA CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE È REGOLATA DALLA NORMA UNI 10200 DEL 2013 E RIGUARDA LA RIPARTIZIONE FRA QUOTA FISSA E QUOTA VARIABILE. LA QUOTA FISSA COMPRENDE LE SPESE FISSE (SPESE DI CONDUZIONE, ASSISTENZA, CONTA BILITÀ, PARCELLA DELL'AMMINISTRATORE, ECC.) E LA QUOTA PARTE DEL CONSUMO DI COMBUSTIBILE, DEFINIBILE COME PRELIEVO INVOLONTARIO DEL CALORE, DIPENDENTE DALLE CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO TERMICO. SI CONSIDERINO AD ESEMPIO DUE CONDOMINI AVENTI CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE DIVERSE QUALI POSSONO ESSERE UN EDIFICIO A TORRE E UN ALTRO CHE SI SVILUPPA IN LINEA: ESSI AVRANNO LE PERCENTUALI FISSE MOLTO DIVERSE, MINORI NEL CASO DELL'EDIFICIO A TORRE, MAGGIORI PER L'EDIFICIO IN LINEA, A CAUSA DELLE MAGGIORI DISPERSIONI NEL TERRENO. LA QUOTA FISSA È RIPARTITA IN BASE AI MILLESIMI DI ENERGIA UTILE DELL'EDIFICIO ALLO STATO ORIGINALE. IL PRELIEVO VOLONTARIO DI CALORE COMPRENDE, INVECE, IL CALORE CONSUMATO DA OGNI UTENTE PER RAGGIUNGERE LA CONDIZIONE DESIDERATA DI BENESSERE TERMICO NELLA PROPRIA UNITÀ ABITATIVA. LA QUOTA VARIABILE FA RIFERIMENTO ALLE LETTURE DEI SINGOLI RIPARTITORI DEL CALORE PRESENTI IN OGNI APPARTAMENTO, PER LA PERCENTUALE DI COMPETENZA. ESEMPIO IN DATA 15.10.2012 VIENE EMESSO IL PREVENTIVO. IL PREZZO BASE DEL METANO È DI 0,76 €/m3, MENTRE IL COSTO UNITARIO ATTRIBUITO AL SINGOLO METRO CUBO DI CUBATURA RISCALDATA NELL'ALLOGGIO È DEFINITO IN 4,6881 €/ m3 PER IL METANO, L'IMPORTO È PARI A: 4,6881 x 204 = 956,37 € A QUESTO VALORE DEVONO ESSERE AGGIUNTI I COSTI DERIVANTI DALLE ESAZIONI E DELLE LETTURE DEI QUATTRO RIPARTITORI PRESENTI SUI RADIATORI DELL'ALLOGGIO IN QUESTIONE. IL TOTALE È DI 1069,89 €. ESEMPIO IN DATA 30.7.2013, A STAGIONE INVERNALE ORMAI CONCLUSA, VIENE EMESSO IL CONSUNTIVO. L'IMPORTO PER IL METANO CONSUMATO È DI 12 353,58 € RIFERITO A TUTTO L'EDIFÌCIO, PER UN TOTALE DI 3577 m3 DI CUBATURA DI TUTTI I VANI. LA SOMMA DELLE LETTURE NELLA STAGIONE HA DATO 82 897,2 UNITÀ DI CALORE CONSUMATE NELL'EDIFICIO E 6889,675 UNITÀ CONSUMATE NELL'ALLOGGIO IN QUESTIONE. L'IMPORTO VIENE RIPARTITO IN UNA QUOTA FÌSSA E IN UNA QUOTA VARIABILE COME SEGUE. QUOTA FISSA 40%: 12353x0,4 = 4941 € PER IL SINGOLO METRO CUBO DI CUBATURA: 4941/3577 = 1.381 €/m3 ESEMPIO DATO CHE L'ALLOGGIO HA 204 m3 , SI HA: 1,381 x 204 = 281,72 € AD ESSI VANNO AGGIUNTI 222,16 € PER I SERVIZI, PER UN TOTALE DI 503,88 €. QUOTA VARIABILE 60%: 12353 x 0,6 = 7412 € INFINE SÌ CALCOLA IL COSTO PER UNA SINGOLA UNITÀ DI CALORE: 7412/82897.2 =0,089413 € MOLTIPLICANDO QUESTO VALORE PER IL NUMERO DELLE UNITÀ DI CALORE CONSUMATE NELL'ALLOGGIO, SI OTTIENE: 0,089413 x 6889,675 = 616,02 € ESEMPIO L'INQUILINO DELL'ALLOGGIO HA PAGATO: 503,88 + 616,02= 1119,9 € L'IMPRESA CHE GESTISCE L'IMPIANTO SOTTRAE ALLE SUDDETTE DUE CIFRE LE RATE PRECEDENTEMENTE PAGATE A PREVENTIVO, COSÌ DA FORMULARE LE DUE SOMME DOVUTE A SALDO. IL BOLLINO VERDE DAL 15 OTTOBRE 2009, COME PREVISTO DA SPECIFICHE LEGGI REGIONALI, IN OCCASIONE DELLE VERIFICHE DEL RENDIMENTO DI COMBUSTIONE (PROVA FUMI) IL MANUTENTORE OLTRE A COMPILARE IL LIBRETTO DI IMPIANTO E IL RAPPORTO DI CONTROLLO TECNICO, DEVE APPORRE SU QUEST'ULTIMO UN BOLLINO VERDE (GRATUITO SIA PER IL MANUTENTORE SIA PER IL CITTADINO). IL DOCUMENTO RIPORTA UN NUMERO CHE IDENTIFICA L'IMPIANTO E L'AZIENDA CHE HA IN CARICO LA SUA GESTIONE. IL BOLLINO VERDE DEVE ESSERE APPOSTO OBBLIGATORIAMENTE IN OCCASIONE DELLE VERIFICHE DEL RENDIMENTO DI COMBUSTIONE DAL MANUTENTORE CON LA SEGUENTE CADENZA: -OGNI 4 ANNI PER GLI IMPIANTI DI POTENZA INFERIORE A 35 kW (CALDAIETTE AUTONOME). -OGNI 2 AMI PER GLI IMPIANTI DI POTENZA UGUALE E SUPERIORE A 35kW. STUDIO DI ALCUNI CASI SIGNIFICATIVI CASO N. 1 IN UN CONDOMINIO È STALA SEGNALATA UNA GROSSA PERDITA DAL SOFFITTO, DISTRIBUITA SU UN'AMPIA SUPERFICIE. POICHÉ L'IMPIANTO DI RISCALDAMENTO È A PANNELLI RADIANTI INSERITI NEL PAVIMENTO, LA DIAGNOSI INDICA CON QUASI ASSOLUTA CERTEZZA LA CAUSA IN UNA SERIE DI ROTTURE AVVENUTE LUNGO LA SERPENTINA. RESTA DA CHIARIRE COME MAI LA ROTTURA SIA DISTRIBUITA SU UNA SUPERFICIE COSI GRANDE. LA SUCCESSIONE DEGLI INIERVENTI È STATA LA SEGUENTE: 1. IL FUOCHISTA ESEGUIE LO SCARICO COMPLETO DELL'INPIANTO DI RISCALDAMENTO DEL CASEGGIATO; 2. SUCCESSIVAMENTE HA ESEGUE IL RICARICO PARZIALE DELL'IMPIANTO PER CONSENTIRE AL TUBISTA E AL MURATORE DI INDIVIDUARE IN QUALI PUNTI ERA PRESENTE LA PERDITA; 3. INDIVIDUATE LE ZONE IN PROSSIMITÀ DELLE ROTTURE, È STATO ROTTO IL PAVIMENTO E SI È NOTATO COME TUTTA LA SERPENTINA FOSSE IN PESSIME CONDIZIONI (LE ZONE DI ROTTURA ERANO NUMEROSE E DISTRIBUITE LUNGO GRAN PARTE DEL PERIMETRO DELLA SERPENTINA); 4. SI È PROVVEDUTO ALLA SOSTITUZIONE DI TUTTA LA SERPENTINA PIÙ IL POZZETTO DEL BAGNO; 5. È STATA ESEGUITA L'OPERAZIONE DI RICARICO DEL CIRCUITO, LASCIANDOLO SOTTO PRESSIONE PER QUALCHE GIORNO E CONTROLLANDO CHE NON VI FOSSERO ALTRE PERDILE SFUGGITE ALL'INDAGINE INIZIALE; 6. DOPO CHE IL COLLAUDO HA DATO ESITO POSITIVO, IL MURATORE HA RIFATTO LA PAVIMENTAZIONE. CASO N. 2 NELL'APPARTAMENTO DI UN CONDOMINIO È STATA SEGNALATA UNA PERDITA SU UNA TUBAZIONE DI COLONNA (A SVILUPPO VERTICALE). LA SUCCESSIONE DEGLI INTERVENTI È STATA LA SEGUENTE: 1- IL FUOCHISTA HA ESEGUITO LO SCARICO COMPLETO DELL'IMPIANTO DI RISCALDAMENTO DEL CASEGGIATO; 2. POICHÉ U PUNTO IN CUI VI ERA LA PERDITA E STATO IMMEDIATAMENTE INDIVIDUATO ED ERA IN UNA POSIZIONE COMODA PER ESEGUIRE LA RIPARAZIONE, NON È STATO ESEGUITO IL RICARICO PARZIALE DELL'IMPIANTO; 3. È STATO ROTTO IL MURO IN PROSSIMITÀ DELLA PERDITA; 4. IL TRATTO DI TUBO ROTTO È STATO PRIMA TAGLIATO E POI UNITO MEDIANTE LA "SALDATURA A SPECCHIO" DATO CHE IO SPAZIO DI MANOVRA ERA RISTRETTO; 5. RIMPIANTO E STATO RICARICATO VERIFICANDO PER UN GIORNO CHE LE SALDATURE TENESSERO E CHE NON VI FOSSERO ALTRE PERDITE; 6. IL TRATTO DI MURO PRECEDENTEMENTE ROLLO E STATO RICOSTRUITO.