Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi A PAG. 2 A PAG. 5 A braccetto con Karol La questione del bicchiere A PAG. 4 A PAG. 8 Ecosistemi fluviali Gli organari di Montecarotto settimanale d’informazione Euro 0,80 “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi” DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145 ANNO LII - N. 36 Rapporto Unfpa - 2005 Messaggio di Mons. Vescovo Donne e poveri bersagli della violenza Noi cristiani tutti missionari Siamo felici in questo mese missionario di sentirci tanto vicini a tutti i missionari che sono in tutte le parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. Essi si fanno “pane spezzato” per i fratelli giungendo talvolta al sacrificio della vita. La Giornata Missionaria Mondiale è un’ottima occasione per prendere maggiore consapevolezza dell’urgente necessità di partecipare tutti noi cristiani alla missione evangelizzatrice della Chiesa. In questo anno dedicato all’Eucaristia siamo invitati ad andare incontro con fraterna operosità alle tante povertà del nostro mondo perché dall’amore vicendevole e dalla sollecitudine per chi ha bisogno saremo riconosciuti come veri discepoli di Cristo. Anche poi nel territorio in cui viviamo e fra le persone che abitualmente incontriamo c’è necessità di azione missionaria da parte di ciascuno di noi, constatata l’indifferenza diffusa e i non pochi pregiudizi nei confronti della fede e della comunità cristiana. Inoltre il nostro pensiero e il nostro affetto in questi giorni va particolarmente ai nostri missionari nativi della Vallesina: anche in grosse difficoltà portano il Vangelo ai nostri fratelli, godono della nostra costante e crescente partecipazione alle loro “imprese missionarie”, ci scrivono raccontando quanto riescono a realizzare per il Vangelo e attendono fiduciosi la nostra corrispondenza. Sono fiducioso che tutto il popolo di Dio della Vallesina Nel mondo vivono in miseria tre miliardi di persone di Daniele Zappalà Nei Paesi in via di sviluppo, solo l’1 per cento dei crediti nel settore agricolo finisce in mano alle donne. Eppure, nelle zone rurali, si deve al loro lavoro il 60 per cento e più dei prodotti coltivati. Quasi dappertutto, in effetti, basterebbe un accesso più equo delle donne ai servizi agricoli per far crescere i raccolti di oltre il 20 per cento. Discriminazione parteciperà alla Missione, non solo con la preghiera e i sacrifici, ma anche con concreti segni materiali. Inviamo cordiali pensieri a tutti i missionari del mondo e li assicuriamo della nostra affettuosa partecipazione alle loro fatiche per il Vangelo. + P. Oscar, Vescovo Sono dati come questi a mostrare sempre più che la povertà è anche una questione di discriminazione fra i sessi. Dati ormai abbondanti di ogni provenienza (Onu, governi, ong, università) che sono stati raccolti e analizzati nell’ultimo rapporto dell’Unfpa, Fondo Anniversari... L’Iraq ha votato Ancora tante difficoltà ma anche qualche speranza Festa grande per don Roberto di Vittorio Massaccesi [email protected] “Vinceranno i si” dice Allawi convinto, uno dei massimi esponenti della vita politica irachena di ieri e di oggi. E con lui sono in molti a credere ( o a sperare) che nella martoriata terra che fu di Saddam – il cui processo inizierà a giorni – il popolo accetti la bozza della Costituzione proposta dall’assemblea parlamentare eletta nel gennaio scorso. Il fatto che abbia votato il 60 per cento degli aventi diritto, è un segno altamente positivo che va unito a quello del silenzio dei kamikaze almeno per il giorno delle elezioni. Dopo il grande passo di Israele di aver smantellato le colonie di Gaza – cioè dopo avere essi dato un contributo straordinario alla pace e alla formazione di uno Stato palestinese - molti sperano che sciiti, sunniti e curdi trovino la difficile intesa di condividere i fondamenti legislativi del loro Stato democratico. Sarebbe il secondo grande passo in avanti verso la normalizzazione del Medio Oriente. Certo, nessuno si fa illusioni oltre quelle offerte dalla speranza più che dai fatti. Perché se consideriamo che la guerra guerreggiata in Iraq è terminata poco meno di due anni fa ed ancora il terrorismo sembra voler spadroneggiare seminando morti e distruzione proprio in quei settori – esercito, polizia – che dovrebbero essere i garanti della stabilità politica e del sistema democratico, sembra che siamo lontani dalla meta tanto agognata. *** E’ noto che gli sciiti, che dominano il sud del Paese (e rappresentano anche il 60 per cento della popolazione) sono riusciti in un’intesa con i Curdi del nord che sembra voler schiacciare quel 20 per cento di sunniti, fino a ieri i grandi padroni dell’Iraq grazie alla dittatura di Saddam. Sono essi, i sunniti, che più spingono verso la ribellione e verso – perché no – la guerra civile, soprattutto se la Costituzione venisse bocciata. Essi, che -9 Domenica 23 ottobre 2005 occupano la zona centrale dell’Iraq, quella povera di petrolio, si sentono emarginati e interpretano il disegno costituzionale come una vendetta delle etnie del nord e del sud, padrone del petrolio. Dunque anche per gli iracheni il petrolio diventa il grande motivo, se non l’unico, di una contesa che certamente avrebbe potuto essere evitata in buona parte se veramente e con i fatti, curdi e sciiti avessero date effettive garanzie di sostanziali pari diritti nel godimento della ricchezza petrolifera. Al momento, delle tre etnie, chi meglio ne esce, sono i curdi che con il loro 20 per cento di cittadini e la abbondante disponibilità di petrolio, bel compatti nel nord, sperano di realizzare un sogno: la nascita del Kurdestan, uno Stato vero e proprio unitamente ai curdi loro confinanti geograficamente, ma “prigionieri” in territorio iraniano e, soprattutto, turco. Ma, appunto, è ancora un sogno. E forzare la situazione sarebbe una tragedia nella tragedia. Ma Gaza ai Palestinesi e la Costituzione all’Iraq devono farci sperare. Soprattutto nell’interesse della pace (foto Cristian Ballarini) di Augusta Franco Cardinali Costruire con amore Lo chiamavano “Ubique” in seminario; che in latino significa “Dappertutto”. Come dire “argento vivo” o “pepe nero”, e si può intendere perché. Tale è rimasto don Roberto. Inafferrabile è davvero, perché ora è qui, un momento dopo là e più tardi ancora lassù o laggiù. Non irrequieto e instabile però: è semplicemente indaffarato in tante cose. Animatore instancabile di iniziative sportive, musicali o di natura sociale, si è sempre rimboccato le maniche per lavorare, per realizzare opere buone. Non da solo, però. Le pecorelle del suo gregge lo hanno seguito, a volte un po’ recalcitranti, a volte con più impegno, fervore, entusiasmo. Il migliore augurio che ora è possibile fargli è di continuare a lungo e a lungo ad avere energie, fantasia creativa e quella “santa grinta” che lo ha sempre aiutato a superare non poche difficoltà. Lo ringrazia per quello che ha fatto e continua a fare la comunità parrocchiale che lo ha sempre sostenuto collaborando con lui. Per questo la grande festa è stata di tutti; perché là dove attecchiscono amicizia, comprensione, tolleranza, buona volontà si può veramente contribuire a costruire il regno di Dio e imparare anche a volare in alto. Lavoriamo per voi! meno nove… Mancano appena nove numeri del nostro settimanale per la sua… rivoluzione. Sarà una sorpresa per tutti Rinnova subito l’abbonamento. Per i nuovi abbonati gratis i numeri di “Voce” dal momento della sottoscrizione alla fine del 2005. Per chi si abbona entro il 31 dicembre – fino ad esaurimento delle copie disponibili - in omaggio il nuovo libro (fuori commercio) del nostro direttore Giuseppe Luconi: “La vecchia Jesi nei giornali dell’epoca”. Quote abbonamento per il 2006 Normale 35 euro – d’amicizia 50 – sostenitore 100 delle Nazioni unite per la popolazione, pubblicato il 12 ottobre col titolo “La promessa dell’eguaglianza. Eguaglianza dei sessi, salute nel campo della procreazione e obiettivi del Millennio per lo sviluppo”. Il rapporto ricorda che circa tre miliardi di persone vivono oggi in condizioni di povertà. Un livello spaventoso e senza precedenti che secondo l’Unfpa non potrà essere abbattuto se le discriminazioni contro le donne persisteranno in un mondo che nel 2050 potrebbe accogliere 9,1 miliardi di individui (contro gli attuali 6,1). Analfabetismo In termini di accesso all’istruzione, ad esempio, l’eguaglianza fra i sessi resta lontana. In tutta l’Africa subsahariana, solo una ragazza su due completa le elementari e anche a livello mondiale l’analfabetismo è una piaga soprattutto femminile: sono circa 600 milioni le donne che non sanno leggere e scrivere, contro 320 milioni di uomini. Nelle aree rurali dei Paesi poveri, varcare l’uscio di una scuola rimane spesso semplicemente un miraggio. È così per sette ragazze su dieci dei villaggi maliani. Le donne restano anche il bersaglio più frequente e indifeso della violenza maschile: nel mondo una donna su tre è stata picchiata, costretta ad avere rapporti sessuali, in genere da un membro della famiglia o da un conoscente. Nella poverissima Etiopia, nove donne su dieci ammettono di essere state picchiate almeno una volta e spesso le violenze subite sono tanto ricorrenti da venir considerate «normali». Molte donne etiopi giustificano infatti le punizioni degli uomini considerando che «c’è almeno una buona ragione per ciò». Mortalità Ogni anno, queste e altre violenze causano fra le donne tra i 15 e i 44 anni un numero di morti simile a quello dei tumori. È anche a causa di ciò che le donne dei Paesi poveri vivono meno degli uomini: in media 50,8 anni contro un’aspettativa di vita maschile di 52,7 (nei Paesi ricchi, le donne sono invece più longeve). A costare la vita a tantissime donne dei Paesi in via di sviluppo è ancora un parto in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli. Il 99 per cento della mortalità materna totale si registra in questi Stati. Ogni minuto porta via con sé una nuova madre, cioè più di mezzo milione di vite perdute l’anno. Sono invece almeno otto milioni i parti che annualmente lasciano forme più o meno pesanti di invalidità permanente. Per gli orfani, è così che la vita comincia o continuerà come una corsa ad ostacoli. Se nei Paesi industrializzati a fronteggiare almeno una gravidanza a rischio è una donna su 2800, ciò è vero invece per una donna dell’Africa subsahariana su 16. Schiavitù Non c’è festa senza musica; perciò con canto e musica si è dato il via a San Sebastiano, la sera del 15 ottobre, ai festeggiamenti apprestati per celebrare tre ricorrenze: i cinquant’anni di vita della comunità parrocchiale, gli ottant’anni di Mons. Roberto Vigo e i venticinque Il “valore” sociale di una neonata è considerato spesso inferiore rispetto a quello di un neonato. In Asia, soprattutto in India, sarebbero ogni anno 60 milioni le bambine “mancanti” a causa di una selezione sessuale delle nascite che può cominciare già nell’utero. Più di 600 mila bambine o giovani donne l’anno, poi, vengono trasferite Segue a pag. 4 Segue a pag. 2 (foto Candolfi) …E la festa incomincia 2 Vita ecclesiale Domenica 23 ottobre 2005 Don Roberto ricorda... A braccetto con Karol il Grande La Diocesi di Jesi per le missioni Anno 2004 Giornata Missionaria Mondiale Castelbellino San Marco Evangelista 100 N. Signora di L. (Pantiere) 50 San Benedetto (Pianello) 400 Castelplanio San Sebastiano Martire 214,05 S. Maria Camm. (Macine) 500 Cupramontana San Leonardo 1.000 San Lorenzo 300 Ss Salvatore (P.Cupro) 40 Era mercoledì 17 giugno 1998 quel giorno, a Roma, in piazza San Pietro. E, come sua abitudine, papa Giovanni Paolo II avrebbe accolto in udienza alcune decine di migliaia di pellegrini d’ogni latitudine. Quel giorno… c’ero anch’io, con due pullman di jesini, che avevano voluto in questo modo festeggiare il mio cinquantesimo di sacerdozio (27 marzo 1948): parrocchiani del Prato e coristi della “Pergolesiana”: i primi tra la folla, il Coro davanti alle transenne, per cantare secondo gli accordi dettati dalla segreteria papale, mentre si aspettava. Dopo vari brani avvicendati con un coro tedesco piazzato simmetricamente dall’altra parte, arriva il Santo Padre in piedi sulla papamobile. E la “Pergolesiana”, vicinissima, attacca il “Tu es Petrus” celeberrimo di Perosi. Il Papa fa fermare l’auto; è sorridente ed attento: sapevo che aveva desiderio (inascoltato) di sentirlo e lo avevamo preparato con accuratezza; del resto l’amplificazione era ottima e tutta la folla vibrò; noi cantavamo trasfigurati e commossi. Dopo il lungo giro dell’auto Festa a San Francesco di Paola papale, si svolse l’udienza: catechesi, canto del “Credo” gregoriano, saluti in tante lingue e poi, secondo le norme, lo speaker declama: “Ora canterà la Pergolesiana di Jesi”. E qui, scusate la vanteria per la furbizia, attacchiamo un antico inno mariano polacco “Serdecna Matko”. Dirigendo, non posso vedere il Papa, ma i coristi mi soffiano, tra le note, che si sta tenendo il volto tra le mani. E, mentre terminiamo, qualcuno mi grida: “Il Papa lo chiama!”. Penso ad un’amabile, scherzosa battuta; ma insistono e allora mi volto e lo vedo in piedi che mi fa segno insistente di andar da lui; tre salti ed una rincorsa fino alla Sede e mi trovo in ginocchio a chiedere la Benedizione, che benevolmente mi accorda, mentre mi solleva, dicendomi: “Il Coro”. E, appoggiandosi al mio braccio, mi sospinge incontro ai coristi, prima timidi, poi entusiasti: una trentina di metri, durante i quali mi chiede: “Pergolesiana, perché?”. Rispondo: “A Jesi è nato G.B.Pergolesi”. E lui: “Ah! Stabat Mater!”, Io non so cosa vo cianciando, mentre sento la pressione del suo braccio sulla mia spalla: bastone del Papa! Egli intanto riceve la “Pergolesiana”, che si scola in lacrime… Poi ci chiede: “Una foto?”, Ed ecco il gruppo che si sistema. Per ben tre volte mi inginocchio accanto al Papa e… tre volte mi solleva! Di più non rammento… Mons. Roberto Vigo Voce della Vallesina settimanale di ispirazione cattolica Associato alla FISC Direttore responsabile Giuseppe Luconi Direzione, redazione amministrazione e pubblicità Piazza Federico II, 8 60035 Jesi telefono e fax: 0731 208145 E-mail: [email protected] Sito: www.vocedellavallesina.it Abbonamento annuo normale: 35 euro di amicizia: 50 euro sostenitore: 100 euro direttamente in redazione (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) o a mezzo posta (su c/c 13334602) Registrazione Tribunale Ancona n. 143 del 10.1.1953 Stampa Litograf s.r.l. Jesi - Via Abbruzzetti, 12 tel. 0731 211639 - 211694 Monsano Santa Maria fuori Monsano 80 San Pietro Apostolo 50 Santa Maria Nuova Sant’Antonio di Padova 120 Totale 900 Jesi Casa di Riposo 200 Cattedrale–San Pietro Ap. 1.800 Divino Amore 70,23 Ospedale civile 377 Regina della Pace 1.164,13 San Francesco d’Assisi 710 San Francesco di Paola 650 San Giovanni Battista 429 San Giuseppe 1.094 San Massimiliano Kolbe 1.104 Sant’Antonio Abate 250 Santa Lucia 50 Santa Maria del Piano 200 Santuario delle Grazie 350 euro In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti”. Castelplanio San Sebastiano Martire 50 S. Maria Camm. (Macine) 370 Cupramontana San Leonardo 250 Ss Salvatore (Poggio Cupro) 50 Monsano Santa Maria fuori Monsano 200 San Pietro Apostolo 350 Montecarotto Ss Annunziata 1.600 Jesi Cattedrale – San Pietro Ap. 250 Divino Amore 121,02 San Giovanni Battista 80 San Giuseppe 950 San Massimiliano Kolbe 500 Sant’Antonio Abate 20 Monte Roberto Santa Apollinare 60 Poggio San Marcello San Nicola da Bari 120 Rosora Santa Maria degli Angeli 271,55 San Michele Arcangelo 127,95 San Marcello San Marcello Papa 50 Santa Maria Nuova Sant’Antonio da Padova 286 San Paolo di Jesi San Paolo Apostolo 243 Il precetto dell’amore Infanzia Missionaria Maiolati Spontini Santo Stefano Protomartire 400 Moie – Santa Maria 610 Maiolati Spontini Santo Stefano Protomartire 20 Moie – Santa Maria 465 di Adriana Borgognoni Gesù continua ad essere messo alla prova. Questa volta sono i farisei che si riuniscono e mandano avanti un loro esperto per interrogarlo: “Maestro, qual è il più grande comandamento nella Legge?” Pensano di metterlo in difficoltà, perché la legge di Mosè si era frantumata in centinaia e centinaia di prescrizioni ritenute tutte ugualmente importanti, tutte da osservare scrupolosamente. Gesù, ancora una volta, sa andare oltre la provocazione, e dà una risposta semplice e netta, che apre un orizzonte senza confini per chi ha veramente desiderio di fare la volontà di Dio: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Il più grande precetto è di un amore totale verso Dio: i pensieri, i progetti, i desideri, le energie…tutto orientato verso di lui. I tre termini greci usati dall’evangelista per esprimere questo concetto si rafforzano a vicenda: kardía, cuore, è la sede del pensiero e del volere, la sede dei sentimenti, l’io più profondo, e sta ad indicare la persona nella sua interezza; psychè, anima, abbraccia tutto l’essere naturale dell’uomo e al tempo stesso la sua vita interiore, abbraccia cioè l’uomo intero, con tutto ciò che crede, spera e desidera; diánoia, mente, sottolinea la capacità riflessiva e di conoscenza, l’intelletto e la coscienza spirituale. E subito dopo Gesù aggiunge un altro comandamento, “simile”al primo perché ne è l’espressione concreta e visibile: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Dio non mi chiede un amore astratto, ma un amore che sia fondamento e fine, causa e compimento, radice e apice di ogni azione. Un amore che mi spinga a guardare il mio prossimo con occhi benevoli, a “muovermi” verso di lui superando le barriere della diffidenza o della presunzione o del rancore o di quant’altro mi tiene prigioniero (e infelice). Perché Dio è lì, nei miei fratelli. In ogni fratello. Non solo nell’amico o nel consanguineo, ma anche in chi non mi piace, in chi non la pensa come me, persino nel mio nemico. Monsano Santa Maria fuori Monsano 80 San Pietro Apostolo 90 Montecarotto Ss Annunziata 1.100 San Marcello San Marcello Papa 50 Collegio Pergolesi 182,66 Mons. Vescovo 250 Diversi 250 Santa Maria Nuova Sant’Antonio da Padova 180 Totale 16.963,57 euro San Paolo di Jesi San Paolo Apostolo 150 Totale 5.256,02 euro P.O.S. Pietro Apostolo Segue da pag. 1 con la forza in un Paese diverso da quello d’origine per esservi ridotte in stato di schiavitù soprattutto nell’industria del sesso. donne dei Paesi in via di sviluppo è ancora un parto in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli. Il 99 per cento della mortalità materna totale si registra in questi Stati. Ogni minuto porta via con sé una nuova madre, cioè più di mezzo milione di vite perdute l’anno. Sono invece almeno otto milioni i parti che annualmente lasciano forme più o meno pesanti di invalidità permanente. Per gli orfani, è così che la vita comincia o continuerà come una corsa ad ostacoli. Se nei Paesi industrializzati a fronteggiare almeno una gravidanza a rischio è una donna su 2800, ciò è vero invece per una donna dell’Africa subsahariana su sedici. Il “valore” sociale di una neonata è considerato spesso inferiore rispetto a quello di un neonato. In Asia, soprattutto in India, sarebbero ogni anno 60 milioni le bambine “mancanti” a causa di una selezione sessuale delle nascite che può cominciare già nell’utero. Più di 600mila bambine o giovani donne l’anno, poi, vengono trasferite con la forza in un Paese diverso da quello d’origine per esservi ridotte in stato di schiavitù soprattutto Cupramontana San Leonardo 150 Dal Vangelo secondo Matteo Diversi 500 Donne e poveri bersagli della violenza Ultimi appuntamenti con le iniziative programmate per la “Festa della parrocchia” a San Francesco di Paola: Venerdì 21 ottobre ore 18,30 Liturgia comunitaria penitenziale. Sabato 22 ore 15 incontro con le famiglie sul tema “Genitori ed educatori… missione impossibile?!” - ore 18 S.Messa e Adorazione presieduta dal Vescovo Padre Oscar. Domenica 23 ore 11,30 celebrazione dei 25° e 50° di matrimonio – ore 15 finale del torneo di Catram Volley – ore 20 “ceniamo insieme”. Ricordiamo che fino a domenica 23 ottobre, nella sala della Confraternita di Santa Lucia presso la chiesa dell’ospedale,è aperta la “Pesca di beneficenza” pro opere parrocchiali. PP.OO. & Lebbrosi XXX Domenica del Tempo Ordinario - 23 ottobre 2005 nell’industria del sesso. Un numero molto più alto segue lo stesso destino nei propri Paesi. A cinque anni dal lancio da parte dell’Onu degli obiettivi del Millennio (come il dimezzamento dell’estrema povertà entro il 2015), l’Unfpa considera che gli sforzi per lo sviluppo sono «votati al fallimento, se i dirigenti del mondo non agiscono fin da ora per mettere fine alla discriminazione sessuale». Errori A livello economico, si «sciupa il capitale umano negando alla metà dell’umanità il diritto a realizzare il suo pieno potenziale». Se i governi hanno tutto l’interesse ad agire contro la discriminazione, sostiene il rapporto, è anche per ragioni demografiche. Metà della popolazione mondiale ha oggi meno di 28 anni - con quasi tre miliardi di under 25 e dunque i successi o al contrario gli errori attuali avranno conseguenze particolarmente profonde per interi decenni. In altri termini, investire nell’accesso delle donne all’istruzione, ai servizi sanitari e ai diritti economici di base (proprietà, credito ecc.) non è mai stato così cruciale. Daniele Zappalà Jesi Cattedrale – San Pietro Ap. 250 San Francesco di Paola 517 Santa Maria del Piano 520 Seminario Regina Mundi 1.040 Diversi 770 Totale 3.883 euro Mission. Dioces. & S.Messe Jesi Cattedrale – San Pietro Ap. 350 Ospedale civile 140 Santa Lucia 300 Montecarotto Ss Annunziata 1.250 Diversi 300 Totale 2.340 euro www.mattoli.it Cultura, spettacoli e dintorni Reportage - 6 Con la “Barcaccia” in Canadà Est. Est. Est: Odessa Si sta rifacendo il look, ma... Applausi per la commedia di Lucio Longhi di Massimo F. Frittelli Ai tempi dell’Unione sovietica il Gambrinus era il “locale in” di Odessa. Ad angolo con la pedonale uliza Derjbasovskaja, sta una decina di gradini sotto il livello stradale. Era frequentato dai “privilegiati” e dai turisti, non era per la massa e il personale di servizio era antipatichnij. In quel locale, fino agli anni “90, per mettere lo zucchero nelle tazze si è usato un unico cucchiaino assicurato al bancone con una cordella. Su quella strada lastricata, dritta, larga e alberata c’è sempre gente. E’ il “cuore della città” ed è piena di ristoranti e caffè con i tavoli sul marciapiede. Di fianco a un supermercato c’è l’ingresso alla galleria. Il passazh è ridondante di stucchi, non è grande e una scritta dice che è del 1805. Sotto la copertura di vetro svolazzano i piccioni. Nei due bracci ad “elle” si aprono i negozi, per lo più botteghe di souvenir e biancheria, ma c’è pure un bar che serve il caffè italiano. Più avanti e verso il mare, al civico 17, ha vissuto V. V. Kandinskij. In alto, di fianco al cancello, il piccolo busto scuro del grande artista si nota poco. Continuando, ma sull’altro lato, una targa di marmo ricorda che dove c’è il colorato negozio d’abbigliamento c’era il gymnasium nel quale insegnò il chimico D. I. Mendeleev, redattore della “tavola periodica degli elementi”. Il Teatro dell’Opera e del Balletto è poco oltre, ma si deve svoltare a sinistra. E’ vicino al Dvorez torzhestvenniyh sobiytij, il Palazzo delle cerimonie pubbliche. In quelle sale ci si va anche a sposare, oggi con le limousine a noleggio. Era usanza che le spose sovietiche d’Odessa, dopo la cerimonia, andassero a deporre il bouquet sul monumento al Marinaio Ignoto. L’edificio teatrale è dell’ultimo ventennio dell’Ottocento e può ospitare 1664 spettatori. Imponente, chiaro, rotondo è in ristrutturazione. Al di là del Tempio a Euterpe e Tersicore, in ploshad Ekaterininskaja colpisce un monumento di granito nero. Sul basamento c’è una dedica incisa: “Ai potemkintsj (i marinai della corazzata Potemkin) dai discendenti”. Poco distante, su uliza Gogolya, ancora un monumento. E’ di gesso ed è molto fotografato. Incastonato in un angolo di un palazzo con le cariatidi rappresenta due ciclopi bianchi intenti a sorreggere una sfera celeste con le stelle dorate. Due in particolare sono le costruzioni che il visitatore non deve perdere. Il primo è Palazzo Vorontsov dal nome di chi l’ha voluto, l’altro è il Municipio; entrambi sopra una collina ripida sul golfo. Il bianco e maestoso edificio del Municipio, sede della Borsa poi del Soviet della città, ha sulla facciata snelle colonne corinzie. Di fronte, oltre la piazza, c’è il busto scuro d’Aleksandr Puskin. Lì inizia Agrochimica giardinaggio e agricoltura Via Roma, 6 - Località Macine tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN) - Settore agricoltura - Settore vinicolo - Laboratorio analisi vini - Giarninaggio - Macchine e attezzi - Impianti di irrigazione boulevard Prymorsky, la passeggiata sul mare. Alla fine del boulevard, dopo la statua di un’artefice della Vostok I che portò J. Gagarin nello spazio, c’è l’articolato edificio di Vorontsov. Il complesso è ornato da robuste colonne doriche ed ha un belvedere che stupisce. Nel 1917 fu sede della prima Rada dei sovet poi dei molodye Il monumento ai potemkintsj, i marinai della corazzata Potemkin. pionery, giovani pionieri. L’estate scorsa ci lavoravano i muratori. Pushkin, scampato all’esilio in Siberia, ha vissuto 13 mesi ad Odessa alle dipendenze del governatore Vorontsov. Il Poeta fu costretto a lasciare l’incarico sotto varie accuse, compresa quella d’essere ateo. In realtà è stato allontanato dal conte Vorontsov per la “troppa intesa” che aveva con la contessa. Il porto sul Mar Nero è a quasi 500 chilometri a sud di Kiev. Ha più di 1milione d’abitanti e dal 1920 è stato nella Rss d’Ucraina. A Odessa si parla il russo e non l’ucraino, la lingua ufficiale della Repubblica d’Ucraina dopo l’indipendenza dall’Urss. La gente è vivace e con una gran voglia di vivere e la città, lontano dai mercati e dai dormitori della periferia, è voshititel’nyi, deliziosa. Nel 1945 Odessa è stata riconosciuta gorod-gheroj. Le città-eroe in Unione sovietica erano 12. L’onoreficenza gli è stata conferita per l’eroismo degli odessiti decisi a resistere alla 4a armata rumena. Era l’autunno del “41. Nei quattro anni d’occupazione tedesca gli ammazzati e i deportati furono 280 mila; tra i 75 e gli 80 mila erano ebrei. Nella “città degli artisti e dell’ironia” si respira aria di vacanza. Anche se la bednost’, povertà, è evidente, i negozi sono tanti e in centro aumentano quelli delle “grandi firme”. “Qui s’è sempre trovato di tutto” apprendo. Una delle fatiche del popolo sovietico è stata quella di rapportarsi, per bisogno, col mercato nero. “Col cernij rinok, ai tempi di Gorbacev, si trovavano pure gli abiti firmati veri e falsi”. Ho lasciato la passeggiata nel “cuore della città” per ultimo, la sera sono partito per Kiev. Odessa è tutt’un cantiere, si sta rifacendo il look ma è ancora affarismo, arricchimento spudorato, a volte scempio. E’ la gente che, se vuole, dovrà sforzarsi di crescere per migliorare anche l’igiene. Non bastano i monumenti e non basta il mercato, tanto più con regole vacillanti e una corruzione diffusa. Puskin ha scritto che a Odessa “potete sentire l’odore d’Europa” …erano i primi anni dell’Ottocento. Finora in Ucraina si è sentito l’odore d’Oriente, in russo zapah Vostoka. (4 – fine) Domenica 23 ottobre 2005 “Falstaff” al Pergolesi Il sorriso del genio fanciullo di Augusta Franco Cardinali di Giuseppe Papadia (Direttamente dal Canada) Vancouver (Canada) - Anche per la “Valchiria”, la divertente commedia in dialetto scritta da Lucio Longhi, e’ dunque giunto il momento di andare in pensione. Giovedi sera la “Barcaccia” ha portato in scena l’ultima replica canadese nel teatro della Notre Dame High School di Vancouver, davanti a oltre cento spettattori, per lo più italiani. L’ultima tappa della tournee canadese è stata un vero successo, con il pubblico che al termine dello spettacolo ha tributato un grande applauso alla compagnia ed all’autore, che in segno di ringraziamento per la calorosa accoglienza, ha letto un componimento sugli italiani all’estero. Eccezionale è stata anche la disponibilità delle famiglie della parrocchia Our Lady Sorrow, che nel breve soggiorno della “Barcaccia” nella metropoli della British Columbia, hanno ospitato la compagnia nelle loro case. La promessa è quella di tornare in Canada con altri lavori, che sicuramente raduneranno ancora più pubblico. La replica di Vancouver e’ stata la numero trentasei, per una commedia che all’inizio sembrava destinata - secondo il pensiero di Longhi - a restare chiusa in un cassetto. La prima fu portata in scena l’8 dicembre del 2001 al teatro “Pergolesi”, di seguito la “Valchiria” ha girato le Marche in lungo e in largo, toccando varie città e riscuotendo sempre un buon successo. Per il prossimo anno, ha spiegato Randolfo Frattesi, presidente dell’associazione “Res Humanae”, l’obiettivo è organizzare una tournee simile (ma con uno spettacolo differente) in Australia, un paese dove risiedono molti emigrati italiani. Visione in terra marchigiana Leonardo alla Vanvitelliana La mostra su “Leonardo. Genio e visione in terra marchigiana” inaugurata il 14 ottobre alla Mole Vanvitelliana di Ancona continua a suscitare un grande interesse. Non solo da parte degli studiosi, ma anche tra il grande pubblico. La rassegna offre, infatti, la possibilità di ammirare capolavori mai esposti in Italia. La mostra è aperta la mattina, dal lunedì al venerdì su prenotazione per scuole e visite guidate, il pomeriggio, dalle 15 alle 20. Sabato, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20. Il costo del biglietto di ingresso è di tre euro per gli studenti, quattro euro per il biglietto ridotto e sei euro quello intero. L’ingresso è gratuito per bambini fino a sei anni di età e per anziani con piu` di 65 anni. L’Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona informa che coloro che visiteranno la mostra su Leonardo da Vinci (nella foto, la “Vergine delle Rocce”, il dipinto più celebre fra quelli esposti), conservando il tagliando d’ingresso e presentandolo alle biglietterie delle istituzioni aderenti al Sistema stesso potranno visitare a prezzo ridotto vari musei, tra i quali: la civica raccolta d’arte, storia e cultura di Castelplanio, il museo internazionale delle etichette del vino di Cupramontana, il museo Gaspare Spontini di Maiolati Spuntini. Allo stesso modo, i visitatori di questi musei potranno ritirare un buono per l’ingresso a tariffa ridotta alla mostra anconetana dedicata a Leonardo. 3 Nel giugno del 1889, dopo aver assistito con Boito ad una commedia di Goldoni, Verdi, ormai settantaseienne, espresse al librettista, prima suo contestatore, ma poi diventato suo collaboratore ed amico, il desiderio di scrivere un’opera buffa. Sembrava impossibile. Dopo l’infelice esperienza di “Un giorno di regno”, quasi cinquant’anni prima, il grande maestro non aveva più trattato un soggetto comico. Boito accettò subito il progetto e in pochissimo tempo confezionò un libretto suggerito da tre opere di Shakespeare. “Le allegre comari di Windsor”, “Enrico IV” ed “Enrico V”. Ne era protagonista Falstaff, un personaggio realmente esistito. Era stato un capitano inglese che, dopo essersi distinto ad Azincourt, aveva ottenuto la carica di governatore. Shakespeare lo aveva raffigurato come un cinico gaudente. Verdi si mise al lavoro con entusiasmo giovanile. Letterati e artisti lo descrivevano allora come “un genio con l’anima di un fanciullo”, “un misto di patriarcale dignità e di infantile ingenuità”, “infinitamente mite, modesto, aristocratico”. Vero è che il maestro era finalmente sereno e poteva ormai lavorare senza assilli di impresari, teatri, cantanti. Compose quindi in tutta calma, con divertimento, addirittura immaginando che la vicenda potesse essere ambientata nella villa e nel parco della sua villa di Sant’Agata. E consegnò al mondo un capolavoro. Se ne stupirono alla prima alla Scala, il 9 febbraio del 1893, i tantissimi spettatori fra i quali erano anche Puccini e Mascagni. L’opera non solo compendiava tutta l’arte musicale di Verdi, ma era nuova per stile e per scrittura. Aveva una tessitura fittissima, di mille colori accostati, intrecciati con somma arte, impreziosita di richiami e vivida. Falstaff non era solo un personaggio comico. In lui si riconosceva anche quel sentimento di umana compassione e comprensione che era stato sempre il segno inconfondibile dell’arte del compositore. *** Quest’opera, che ad ogni ascolto rivela meraviglie, è apparsa al Pergolesi dopo ventotto anni di assenza, affidata ad un cast di interpreti quasi tutti debuttanti, ma già ben quotati. Si può a proposito far notare che il teatro jesino è stato e continua ad essere un ottimo banco di prova per giovani cantanti: le sue dimensioni e la sua acustica permettono infatti una attendibile valutazione. In questa circostanza la compagnia, affiatata e attentamente guidata dal regista Antonio Calenda, ha presentato interpreti anche psicologicamente compresi dei loro ruoli. Si è messo in evidenza Alfonso Antoniozzi, che ha intelligentemente disegnato un Falsfaff più sornione che enfaticamente clownesco, non facendo così passare in sott’ordine la sua giocosa umanità. Accanto a lui sono stati Gianpiero Ruggeri, un Ford particolarmente vivace, Stefano Pisani, un dottor Caius con buone risorse, Dmitry Korchak (Fenton) abbinato alla gentile voce di Daniela Bruera (Nannetta) e ancora tutti gli altri co-protagonisti che è purtroppo impossibile elencare. Ha svolto efficacemente il suo compito il coro lirico “V. Bellini”. La Filarmonica Marchigiana era condotta da un giovane direttore americano, il maestro Christopher Franklin, che ha dato adeguatamente luce e risalto alla partitura. Non ha creato problemi il riadattamento dell’opera ripresa dal Teatro Verdi di Trieste. Il ‘Falstaff’ non richiede un allestimento spettacolare, tenuto conto anche dei suoi riferimenti al teatro elisabettiano. Tutto è andato in porto felicemente e con ampi consensi. I più entusiasti sono stati però i molto numerosi giovani presenti all’anteprima che hanno tributato allo spettacolo quindici minuti di applausi. Per la cronaca va registrato che la seconda recita è stata purtroppo soppressa per dare posto ad una manifestazione di protesta contro i paventati tagli al Fus. Si attendono sviluppi, speriamo positivi, della situazione. Intanto sembra giusto annotare pure che la scelta per la presentazione dello spettacolo di un giorno infrasettimanale – un mercoledì – non può dirsi felice. Andare a teatro (per altro con notevoli problemi di parcheggio), assistere ad un ‘Falstaff’ della durata di oltre tre ore, ritornare a casa a notte avanzata e poi, l’indomani, recarsi pimpanti al posto di lavoro è un’impresa davvero difficile anche per chi abita a Jesi e figurarsi per chi proviene da fuori città. Di simili rimostranze non poche sono state raccolte, e andrebbero ascoltate. L’intervista E’ di casa nostra uno degli interpreti del “Falstaff”. Anzi, dei protagonisti, perché – è stato osservato – in quest’opera sono ben undici con il simpatico “pancione” i personaggi di primo piano. Si chiama Gianpiero Ruggeri, baritono, sì e no quarantenne. E’ per metà marchigiano, da parte di madre, per metà abruzzese. E’ nato poco oltre i confini della nostra regione, ma risiede alle porte di Jesi fin dalla più tenera età.. Non è la prima volta che entra al Pergolesi. Già era apparso qualche anno fa nel ruolo di Ping, il Gran Cancelliere, uno dei tre ministri di “Turandot”. - Dove, come e con chi ha compiuto gli studi di canto? “Ho studiato al Conservatorio di Pesaro; poi, già diplomato, mi sono specializzato con il grande Sesto Bruscantini. Ho vinto due importanti concorsi: Di Stefano a Trapani e, qui, il Gaspare Spontini, prima edizione”. - Dove è avvenuto il suo debutto? “A Pesaro, come ex allievo del Conservatorio, con Il Barbiere di Siviglia”. - Come ha scoperto la sua “voglia di cantare”? “Non per via diritta. Mi sono prima diplomato in trombone. Ho fatto parte dell’Orchestra della Rai e della Filarmonica Marchigiana, dove ho ancora diversi amici. Il canto è venuto dopo, ma le esperienze musicali precedenti mi sono state molto utili”. - Continua ancora a suonare il trombone? “Sì, ma per passione; non proprio per studio”. - E adesso ci racconti delle sue esperienze nel bel canto… “Qui nella regione ne ho fatto alcune anche per le scuole. Ho cantato Il Maestro di cappella a Jesi e Macerata, e il ciclo dei lieder di Mahler. Ma ho lavorato soprattutto fuori dalle Marche. In Italia, a Roma, Torino, Venezia, Napoli, Bologna… Sono stato anche diverse volte a Tokio, poi a Detroit, in Germania e in Francia, dove ho cantato un po’ dappertutto. Purtroppo sembra che occorra farsi le ossa (e l’ugola!) lontano da casa. Poi si ritorna. Di recente ho cantato spesso anche in Italia”. - Dove spazia il suo repertorio? “E’ prevalentemente mozartiano, ma ho incominciato volentieri ad affrontare anche quello verdiano. Ora debutto nel Falstaff, dopo una Traviata cantata di recente a Salerno. Ci sarebbero stati però, nelle passate stagioni del Pergolesi, anche altri ruoli adatti alla mia voce…. - Come si è accostato ora al personaggio di Ford? “Con molta cautela. Non sembrerebbe un ruolo difficile, ma il canto deve avere colori e inflessioni diverse. Occorre poi rapportarsi agli altri e saper recitare. In questo il regista Calenda mi ha molto aiutato”. - Ha fatto qualche esperienza singolare o curiosa? “Con la regia di Gigi Proietti e quella di Michele Placido ho cantato a Roma in due ben riuscite edizioni del Don Giovanni. Con quella di Leo Gullotta poi, sempre a Roma, ho cantato in un originale, specialissimo Barbiere di Siviglia”. 4 Jesi e Vallesina Domenica 23 ottobre 2005 Mostra fotografica Festa grande per don Roberto “Ecosistemi fluviali” Per un uso ecologico delle risorse fotoservizio di Paola Cocola “Ecosistemi fluviali e macroinvertebrati” negli scatti di Alfeo Busilacchio, esposti a Palazzo dei Convegni la scorsa settimana. L’ampia esposizione fotografica, allestita dal Mosca Club Vallesina, Sim,, Legambiente e Prima Circoscrizione, e che ha visto anche il coinvolgimento delle scuole, ha riportato – nell’intento di svolgere un’opera di sensibilizzazione al problema dell’acqua, bene primario del quanto esse siano in grado di rinnovarsi, alterando conseguentemente l’equilibrio degli ecosistemi. E’ importante, indispensabile oggi che l’uomo acquisisca e maturi una mentalità e un comportamento attento non solo al contenimento dei consumi, ma soprattutto ad un uso razionale; ossia, che la mentalità ambientalista abbia la meglio sull’arida teoria della gestione economica Segue da pag. 1 della “Pergolesiana”. Un concerto della corale jesina non poteva essere escluso dai programmi. La musica è pane quotidiano per don Roberto e costituisce uno dei suoi naturali talenti. Sarebbe inconcepibile per lui farne senza. Dicono i saggi che possa avere un valore terapeutico o energizzante e che mantenga giovani. Deve essere vero, perché questo sacerdote un po’ “sui generis” - che Dio continui ancora molto a lungo a benedirlo - conserva vivacità e vitalità da vendere a un ventenne. E c’è di più. La musica per lui è stata e continua ad essere un mezzo per svolgere il suo magistero. Con essa, così come anche con le attività sportive a cui ha dato impulso, è riuscito a coinvolgere bambini, ragazzi, adulti; a creare amicizia e dialogo; a far intendere quanto sia bello stare insieme in armonia, di conseguenza a suscitare una schietta gioia di vivere. L’invito al concerto è stato accolto da una folla di parrocchiani, amici, appassionati di musica. Il programma era scandito in tre tempi: i primi due si configuravano come momenti di preghiera, il terzo, riservato a canti folkloristici, come una testimonianza d’affetto per la città. Quale è stata l’accoglienza? A giudicare dagli applausi, dai commenti, dalle molte fervide congratulazioni, benissimo. Don Roberto appariva più che soddisfatto. E gli angioletti di lassù certo sorridevano. I momenti belli della festa Ne ricordiamo alcuni: Il coro dei giovanissimi. Hanno rievocato “La Pratolina d’oro” cantando canzoni d’epoca: “La pratolina” (1967) e “Il piccolo cordaro” (1973), aggiungendone un’altra, da loro rielaborata, che hanno presentato come uno scherzoso omaggio a don Roberto. La lettura, da parte del sig. Famiglini (per gli Amici “Caffè”) di due poesie di don Roberto: “Le ma’ de mamma” e “San Pacì”. Gli sbandieratori dell’Associazione Palio di San Floriano. Si sono nostro pianeta, e dell’inquinamento – i riflettori sul concetto di natura come ecosistema. Per dirla con le parole di un illustre ecologo, il professore Enrico Faoli dell’Università di Trieste, come “meccanismo fatto di parti, ognuna delle quali indispensabile a far funzionare il tutto, come complesso di relazioni tra organismi e ambiente in cui non contano le singole parti scisse, ma le singole parti nel tutto; non conta la vita del singolo animale, ma la vita che il sistema garantisce”. E’ in questo contesto fortemente relazionale che si inserisce l’intervento dell’uomo, dettato dalla sua intelligenza, dal suo ingegno; intervento che può modificare l’ambiente senza intaccare necessariamente la vitalità dell’ecosistema. Nella storia di Prometeo si racconta che questi rubò il fuoco agli dei e lo donò agli uomini, insegnando loro ad usarlo: cominciò così che l’ingegno e l’industria degli uomini infransero l’ordine naturale…”, In effetti, nel momento in cui l’uomo “produce oggetti, archi e frecce, strumenti per zappare, introduce nel sistema alcune cose che sono inevitabili alla sua sopravvivenza, creando così un ecosistema artificiale che è una riproposta dell’ecosistema filtrata attraverso la sua intelligenza, la sua capacità di produrre beni che la cultura di appartenenza ritiene indispensabili”. Verdamnskij denomina “nosfera” questo sistema produttivo che si inserisce tra l’uomo stesso e la “biosfera”, che è l’insieme di tutti gli ecosistemi che stanno sulla terra., Accade però che, introducendo elementi nuovi, l’uomo produca delle alterazioni tali che hanno bisogno di essere riequilibrate in quanto la natura non ce la fa da sola ad autoriprendersi perché il cambiamento è stato troppo vasto; pertanto, bisogna intervenire con costi altissimi di ricostruzione e risanamento. Si pensi alle tante situazioni di desertificazione e di degrado che l’uomo ha creato e che sono reversibili solo se egli stesso interviene a risanarle. In questo senso diventa importante che l’uomo, nei suoi interventi sul mondo naturale, badi sempre a garantire la funzionalità dell’ecosistema, ne assicuri la produttività, l’equilibrio determinato da una miriade di esseri viventi di diverse specie che producono, consumano solo se c’è ossigeno, se si realizza un regolare ciclo dell’acqua, se si verificano determinate situazioni. E qui entra in gioco il problema dell’inquinamento e della non sostenibilità dell’attuale sistema industriale, che consuma risorse in maniera superiore a che “tiene” il mercato nel presente caricando di conseguenze e quindi di costi altissimi il futuro. Per quanto riguarda l’acqua, non basta contenerne i consumi: occorre una utilizzazione differenziata di essa, che eviti ad esempio il prelievo alla sorgente se non è proprio indispensabile, affinché il fiume possa contare su una sufficiente quantità d’acqua che assicuri vitalità e funzionalità al suo ecosistema. In Cattedrale Venerdì 28 ottobre, in Cattedrale, si terrà un’Adorazione Eucaristica animata dai gruppi del Rinnovamento nello Spirito della diocesi. Si tratta del “Roveto Ardente” di preghiera, già benedetto da Giovanni Paolo II. Orario, 21.30-24. Tutti sono invitati a partecipare. (foto Cristian Ballarini) esibiti sfoggiando figurazioni fantastiche, acrobatiche e nuove. Con loro erano anche due piccolissimi “apprendisti”: promettono bene. Il taglio della torta megagalattica con il sindaco, Fabiano Belcecchi, che risulta essere stato, pensate un po’, il vincitore della prima edizione della “Pratolina d’oro”. Confezionata ad arte dai notissimi Ciro & Pio che ne hanno fatto omaggio a don Roberto, la torta riproduceva (vedi foto) la chiesa di San Sebastiano, il campo di calcio limitrofo e persino i giocatori in azione. a.f.c. Omaggio a Giulio Marvardi Calendario 2006 della Croce Rossa di Giorgia Barboni A meno di tre mesi dal nuovo anno iniziano ad arrivare i primi calendari: un’attenzione particolare merita, anche quest’anno, il Calendario 2006 della Croce Rossa, realizzato dal Comitato di Jesi in collaborazione con le delegazioni di Montecarotto, di Staffolo e il gruppo di Monsano. Non solo comune calendario, ma anche piacevole e variopinto catalogo d’arte, quello che ci accompagnerà nei mesi del prossimo anno: il lavoro è infatti dedicato all’opera pittoricodecorativa dell’artista jesino Giulio Marvardi. Scenografo e pittore, Marvardi nasce a Jesi nell’agosto del 1832, per poi compiere i suoi studi presso l’Accademia di San Luca a Roma dove viene ammesso in Vaticano ai restauri delle Logge di Raffaello. È a Senigallia, tuttavia, che Marvardi svolge gran parte della sua attività artistica, in qualità di decoratore di Villa delle Grazie, del Teatro la Fenice, del Duomo solo per citarne alcuni; presente all’Esposizione Nazionale di Napoli del 1877, a quella di Torino sette anni dopo, Marvardi muore nel 1916 a Senigallia. Nel ricordarne la nascita jesina, la Croce Rossa di Jesi ha voluto riproporre alla città dodici delle opere dell’artista in un calendario le cui copie verranno distribuite dai volontari della Cri per tutto il periodo ottobre-dicembre nei giorni prefestivi e festivi. Omaggio, questo, ad una delle tante personalità artistiche di spicco della nostra città, e segno di una vivacità culturale, che a volte in città rimane un po’ troppo assopita, ma che può manifestarsi davvero sotto ogni forma artistica. Concerto d’organo alla Regina della Pace Domenica 23 ottobre alle ore 18 a Jesi, nella chiesa Regina della Pace, si terrà il concerto d’organo del maestro Roberto Cescut. Il concerto, ad ingresso libero, proposto dall’Associazione Or-ganistica Vallesina in collaborazione con l’Unitalsi, rientra nella rassegna organistica “Suoni dal passato” che vuole valorizzare gli organi e, in questa occasione, l’organo della chiesa parrocchiale, un organo Callido del 1828, recentemente restaurato e con tastiera e pedaliera originale. Il programma Prevenzione primaria Ha preso avvio presso l’Istituto comprensivo “Federico II” di Jesi un progetto di prevenzione primaria dei disturbi specifici di linguaggio e di apprendimento rivolto agli alunni dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e della prima e seconda classe della scuola primaria. Il progetto, che coinvolgerà gli insegnanti e gli alunni delle scuole di Jesi (“Gemma Perchi”, “Casali Santa”, “Santa Maria”, “Mazzini” e “Garibaldi”) e di Monsano, si pone come obiettivo quello di individuare precocemente quei bambini che potrebbero sviluppare difficoltà nel leggere e nello scrivere in modo da attuare strategie educative efficaci tali da evitare lo strutturarsi di un vero e proprio disturbo di apprendimento. Ideato e proposto dall’Aimc (Associazione italiana maestri cattolici) il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi ed affidato al “Laboratorio educativo liberamente” che, sotto la supervisione del dottor Paolo Cingolani, lavora ormai da alcuni anni in diverse scuole della provincia di Ancona e Macerata. A curare il lavoro con gli insegnanti ed i bambini saranno il dottor Leonardo Belardinelli (sociologo, collaboratore esterno), il dottor Paolo Cingolani (logopedista, pedagogista), il dottor Emanuele Gagliardini (psicologo età evolutiva) e il dottor Antonio Simonelli (educatore professionale). prevede l’esecuzione di musiche di G. F. Haendel, Gherardeschi, Moran-di, Petrali, padre Davide da Bergamo, Oriola e Storace. L’organista Roberto Cescut è diplomato in Organo e Composizione Organistica e clavicembalo presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia. Molto attivo come solista in Italia e all’estero, si esibisce con altri strumenti e come accompagnatore di formazioni corali. Nel ricordo di un suo amico Profilo di Carlo Parlapiano Sabato 15 ottobre è deceduto a Bologna Carlo Parlapiano, amato e stimato da quanti hanno avuto il dono di conoscerlo. Riportiamo quanto, durante la cerimonia funebre officiata in Cattedrale da Padre Oscar, ha letto un suo amico focolarino. Ci uniamo ai tanti per esprimere affetto alla moglie di Carlo, la sig.ra Rosalia Bigliardi, e ai figli Daniele e Marco. E vogliamo ringraziare Carlo anche per l’ultimo insegnamento che ci ha voluto dare con la sua testimonianza alle Tre-sere del settembre scorso. Carlo è nato a Lucca Sicula, un paesino dell’agrigentino, l’11 dicembre del ’45 da Francesca e Calogero Parlapiano; fin dall’infanzia ha sperimentato anche dentro la sua famiglia le asperità e le sofferenze che hanno segnato questa bella terra siciliana (la povertà, l’emigrazione del papà e altro) che hanno maturato in lui una sete di ideali veri. Dopo gli studi a Palermo e brevi periodi di lavoro in Germania, è stato affascinato dall’ideale dell’unità di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari, tanto da lasciare tutto, a vent’anni, per vivere questa divina avventura, prima nella cittadella di Loppiano, poi ad Ancona: una intensa e radicale esperienza comunitaria di amore vero e concreto a Dio ed ai fratelli. Questa realtà ha animato anche la sua esperienza di lavoro, a contatto con le persone più fragili, prima a Loreto, poi a Jesi, a servizio di portatori di handicap, di malati psichici e da ultimo di tossicodipendenti: brani di umanità piagata con cui ha condiviso dolori, sofferenze e speranze, amandole con la qualità di un serio servizio professionale di assistente sociale imbevuto di amore concreto. Nel luglio del 1977 sposa Rosalia Bigliardi, Lia; insieme con i figli Daniele e Marco vivono con intensità una comunione ricca e nello stesso tempo profonda di affetti, di interessi umani e spirituali, tanto intima quanto aperta a vivere una esperienza comunitaria con altre famiglie: nascono a Jesi gruppi di Famiglie Nuove, che si impegnano a vivere l’unità dentro la famiglia e tra famiglie, attraverso l’amore reciproco e la comunione di beni materiali e spirituali. Carlo stringe un rapporto sempre più vivo con la Diocesi ed il Vescovo, alimentato da rinnovate disponibilità a vivere i momenti salienti del cammino della Chiesa locale, a farsi promotore di iniziative significative secondo lo stile del Concilio Vaticano II. E’ anche partecipe attento della vita sociale della città e della regione, si impegna con passione nel sindacato, in organismi scolastici, nelle adozioni a distanza; con Lia è presente nelle manifestazioni civili e culturali, con l’occhio aperto a cogliere il significato vero e profondo degli avvenimenti. L’amore concreto ai fratelli lo porta ad un rapporto sempre più profondo con Dio, che matura nell’impegno di compiere con radicalità il santo viaggio della vita. Le tappe della vita di Carlo sono scandite dal costante rapporto con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, il cui Ideale di vita evangelica Carlo ha fatto suo radicalmente. Da lei ha ricevuto una frase del Vangelo da vivere in modo particolare: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi.” Gv 15,9 *** Abbiamo trovato alcune delle lettere che Carlo ha scritto a Chiara: ve ne leggo alcuni stralci certo che Carlo, che è stato uomo di comunione, sia contento di farci dono delle sue cose più intime. Il 24 aprile 1967, due anni dopo il suo incontro con l’Ideale, le scrive: “Gesù in questi ultimi giorni mi si è manifestato e mi ha fatto capire che la strada mia è questa, quella di Gesù Abbandonato. Io lo scelgo con tutta l’anima, la mente e le forze”. L’espressione Gesù Abbandonato indica il momento culmine della passione di Gesù in croce quando si sente abbandonato dal Padre e urla il suo “perché”. In un’altra lettera: “Ho provato tanta gioia nel dire il mio si a Gesù ed ho ringraziato la Madonna di avermi accettato in focolare. La straordinaria vocazione che ci hai svelato mi affascina. Ti assicuro che ce la metterò tutta per restare fedele a questa chiamata all’Amore”. Il 17 gennaio 1990 per Carlo giunge il momento di consacrarsi a Dio come focolarino coniugato; scrive: “E’ arrivato il momento di pronunziare il mio sì per sempre. Sono contento perché avverto un amore particolare di Gesù. Lui mi conosce e mi ha scelto. Se guardo per un attimo al mio passato vedo una vita di tante grazie e tante infedeltà, ma i momenti più belli ed intensi sono stati l’incontro con lui abbandonato. Consacro la mia vita a Lui.” Nel 2002, in occasione del 25° di matrimonio, Carlo e Lia ricevono da Chiara una frase del Vangelo come Parola da vivere insieme: “Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione” –Col. 3,14. E arriviamo al Natale del 2002 con un progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute: “Volevo aggiornarti sulla situazione della mia salute: mi è stata comunicata la necessità di un intervento assai complesso al fegato e, insieme allo spavento, ho avvertito che era lo stesso Gesù di sempre (quello della chiamata) che mi invitava ad avere fiducia.” E ancora il 3 gennaio 2004 mentre era in lista di attesa per il trapianto di fegato: “Mi sembra che alcuni momenti d’unione con Dio li abbia sperimentati per la presenza di Gesù in mezzo a noi (Carlo si riferisce al brano di Matteo 18,20 dove Gesù promette la sua presenza a chi è unito nel suo nome). Un anno fa rispondendo a una mia lettera mi dicevi che Maria appianerà ogni difficoltà. Ho potuto sperimentare quanto sia vero! Le difficoltà sono presenti, la sospensione e la lunga attesa (del trapianto) mi hanno fatto sperimentare un amore speciale di Gesù e gustare la tenerezza di Maria.” E ancora il 13 febbraio 2004, il giorno prima dell’operazione di trapianto del fegato: “E’ vero, come tu dici quando parli dell’unione con Dio, che di notte si vede più lontano. Dopo aver fatto l’esperienza straordinaria di Maria nell’anno del rosario, sto facendo l’esperienza dell’unione con Gesù Eucaristia. Mi è parso di unire i miei dolori ai suoi: avverto che tutto è Suo dono. La luce che ne è scaturita è stata di sollievo e sostegno in questo momento di prova. Io non lo so se è vero, Chiara: a me pare di avere un rapporto con lo Spirito Santo più vivo e sperimento la forza che mi fa andare avanti e tanti altri effetti”. *** In risposta a quest’ultima lettera di Carlo, Chiara gli scrive il 17 febbraio 2004: “Certamente Gesù ha accolto l’offerta dei tuoi dolori, che unita ai Suoi, porta tanto frutto. E lo Spirito Santo, Spirito d’Amore, ti si fa sentire vicino e ti sostiene. Grazie Carlo e avanti! Dio ti ama immensamente e conduce la tua vita.” Certamente la vita di Carlo è stata travagliata, specie in questi ultimi anni di malattia. Ma ciò che ho in cuore e che mi rimane come ricordo vivo è proprio l’Amore di Dio che Carlo ha sempre sentito come il vero regista della sua vicenda umana. Diceva un focolarino dopo averlo incontrato in ospedale: “Anche se il corpo di Carlo vive questi momenti terribili di dolore e di attesa, la sua anima è più viva che mai”. E un altro che ha vissuto a lungo con Carlo: “La prima impressione che mi ha dato, e che è rimasta intatta sempre, è di una persona che ha raggiunto l’umiltà attraverso la sofferenza. Carlo cercava di cogliere nel segno il desiderio dell’altro e lo esaudiva nel modo più nobile e rispettoso.” *** Vorrei concludere esprimendo un grazie immenso a te, Lia, a voi Daniele e Marco per quello che siete per Carlo nel cui amore ormai siete incastonati nell’eternità, in Dio. Jesi e Vallesina Contrappunti La questione del bicchiere di Riccardo Ceccarelli Il problema è quello solito. Quello del bicchiere mezzo pieno e del bicchiere mezzo vuoto. Guardando solo una delle due parti, il risultato è completamente diverso, anzi proprio opposto. Tra i tanti casi, il più recente e per alcuni versi anche clamoroso è accaduto nelle settimane scorse. Si ricorderà come la copertina de L’espresso del 22 settembre, dal titolo “Napoli addio”, ed il relativo ampio servizio “C’era una volta Napoli”, avessero suscitato un certo scalpore tanto da far riprendere l’argomento ad alcuni quotidiani. Si evidenziavano, in copertina, la criminalità, la disoccupazione il disagio giovanile, e, all’interno, le strade in ostaggio di bande di ragazzini senza futuro, le montagne di rifiuti, la morte del sogno di una città. Insomma “Napoli affonda. Napoli sta morendo” e, si scriveva, “di fronte a questa situazione crescente di degrado mancano risposte forti”. *** Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli, sosteneva che è “più difficile fare il sindaco che il ministro dell’Interno”, mentre Antonio Bassolino, governatore della Campania, al centro di forti polemiche, anche nel suo partito, ha dovuto far ricorso alla solidarietà del segretario Ds Piero Fassino per una questione morale, dicono, inesistente (Corriere della Sera, 8 ottobre). Proprio “così muore il sogno di una città” ribadiva il settimanale. Poche le speranze, solo quelle di uno scrittore napoletano, Ermanno Rea, che “vive a Roma, ma se fa del tutto per non perdere il rapporto con le sue radici”. Una situazione penosa, disarmante, disperata. Il bicchiere vuoto, o meglio mezzo vuoto, perché a sottolineare il mezzo pieno, o il tutto pieno, ci ha pensato Ventiquattro n. 10 dell’1 ottobre, il “magazine” de Il Sole-24Ore. “Napoli. Punto e a capo”: la città è infatti la “nuova capitale dell’arte contemporanea”. Tante le installazioni di artisti famosi, statue nel metró, musei che si arricchiscono. Una città che non è quella de L’espresso. La metropolitana costituisce un itinerario autonomo per i turisti, ogni stazione affidata ad un artista dove ha potuto mettere il meglio di sé, una galleria da visitare ad un euro, il prezzo del biglietto. Non c’è traccia alcuna del disagio e dei problemi sollevati nell’altro servizio. Veramente un’altra città. *** Napoli vista da due punti di osservazione diversi, tanto diversi da farla apparire il rovescio una dall’altra, uguale solo nel nome, perché così è scritto, altrimenti verrebbe da dubitare. Quando si dice la complessità delle cose… Cosa tragica e non rispondente alla sua verità completa è quando se ne evidenzia solo una parte tacendo dell’altra e dando un’informazione che, se è vera nella sua parzialità, risulta non vera nella sua totalità. Ci si muove così tra il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. E spesso li beviamo senza discutere. Come ce li porgono. Non li guardiamo neanche. Ci fidiamo di chi ce li offre. Ci facciamo prendere dall’immediato, dall’emozione, dal clamore della tifoseria. Ci colpisce ovviamente più il detto che il non detto, anche se era stato annunciato di esporlo (ad esempio, quale proposta ha fatto Prodi in piazza del popolo a Roma domenica 9 ottobre? L’osservazione non è mia ma chi gli ha votato e gli voterà ancora). Delle omissioni ce ne accorgiamo di rado, forse perché occorre essere più attenti e più riflessivi. La memoria ci fa sempre più difetto; ci sfugge in questo modo una comprensione e una “intelligenza” delle cose più aderente alla loro realtà e alla loro verità. Non sempre riusciamo a identificare l’azione e l’opera di depistaggio della memoria che in molti sono impegnati a fare in nome della storia, della politica, della governabilità, del paese, dei suoi interessi, in nome degli Italiani, nel nome nostro. Tanto il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno lo beviamo comunque. Il 5 novembre Domenica 23 ottobre 2005 Interventi Convegno a Maiolati sulla vicenda dei “Fraticelli” Promozione alla salute di Marco Palmolella da un serpentello che improvvisamente, per miracolo, apparve in fondo al calice. Evidentemente il fenomeno non può essere ridotto solo a questo fatterello o limitato a qualche argomentazione piccante sui costumi degli eretici da raccontare come un aneddoto, ma il fenomeno è sostenuto da forti dottrine di teologia morale e dalla agiografia francescana. I“Fraticelli di opinione” fondavano il loro dissenso sull’esame del concetto di povertà, richiamandosi anche al testamento di Francesco. Sostenevano che se Cristo e gli apostoli non avevano posseduto nulla, chi segue con rigore questo modello di vita deve essere povero. Secondo i “frati Spirituali” e gli epigoni “Fraticelli”, se la gerarchia religiosa, compresa quella regolare, viveva nell’abbondanza di beni materiali, è evidente che si stava allontanando dall’insegnamento di Francesco. Ora Majolati vuole riappropriarsi di questa vicenda, la vuole studiare. Per questo motivo ha organizzato la prima giornata di studio dal titolo “I Fraticelli di Majolati: società ed eresia nel tardo medioevo”. Il convegno, curato dal prof. Réginald Grégoire, si terrà sabato 5 novembre, alle ore 9, al teatro Spontini di Majolati. L’avvenimento, che si avvale del patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ancona e dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, vedrà gli inter- venti di qualificatissimi studiosi. L’introduzione ai lavori sarà svolta dallo stesso prof. Grégoire, ordinario di Storia del Cristianesimo, presso l’Istituto Storico politico dell’Università di Urbino; l’illustre Silvestrino ha insegnato nella Facoltà pontificie romane, e successivamente, dopo un periodo in Segreteria di Stato del Vaticano, è stato docente in varie discipline storiche a Pisa, poi a Pavia e, in conclusione, a Urbino, in Ungheria e in Cameroun. Il prof. Tommaso di Carpegna Falconieri, esperto di storia medievale, tratterà un tema di straordinario interesse per tutta la cultura marchigiana: “La Marca nello Stato pontificio dei secoli XIV e XV”. Il prof. Umberto Longo, docente presso l’Università di Sassari, noto per le sue pubblicazioni di agiografia medievale, presenterà un saggio su “L’attesa dei tempi nuovi: millenarismi ed eresie nel basso medioevo”. Il prof. Roberto Lambertini, docente presso il Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio, Università di Macerata, direttore della rivista “Picenum Seraphicum”, per la profonda conoscenza delle fonti letterarie del francescanesimo antico, espressa in numerose pubblicazioni, avrà il compito di trattare il tema: “In che cosa credevano i Fraticelli? Il problema delle fonti”. Infine il prof. Giuseppe Avarucci, ordinario di paleografia latina presso il Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio, Università di Macerata, direttore di “Studia Picena”, paleografo di fama internazionale, trarrà le conclusioni dei lavori. Un premio sulla raccolta differenziata Le poste stanno recapitando in questi giorni il periodico del Comune “Jesi Oggi”, che contiene una cartolina per la “rac- A Fabriano Servito il “Cuoco alle stelle” Insediata la Commissione del “Premio Vallesina” Si è riunita per la prima volta, sotto la presidenza del presidente dott. Paolo Annibaldi (nella foto), la commissione che ha il compito di esaminare i curriculum dei candidati al “Premio Vallesina”, la cui terza edizione si svolgerà a Jesi nel giugno 2006. In questo primo incontro sono Società ed eresie del tardo medioevo Majolati è stata la sede del movimento religioso, indicato semplicemente come l’eresia dei Fraticelli, che ha caratterizzato la seconda metà del XIV secolo e il primo trentennio del XV. San Giacomo della Marca, come scrive nel suo “Dialogus contra Fraticellos”, fu a Majolati per predicare la parola di Dio contro gli eretici e proprio a Majolati dovette subire un attentato alla vita che poi caratterizzò tutta la successiva iconografia del santo. Il fatto è noto. Mentre San Giacomo celebrava messa in una chiesa di Majolati, durante l’eucaristia, gli fu propinato dai “Fraticelli” del vino avvelenato. Il santo fu avvisato del pericolo 5 Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Zona Territoriale n. 5 di Jesi ha proposto alle Istituzioni Scolastiche della Vallesina una serie di argomenti da sviluppare nell’anno 20052006 nell’ambito dell’attività di prevenzione e promozione alla salute, trattati da medici e assistenti sanitari. Cinque gli argomenti trattati: “Prevenzione della carie e igiene orale”: rivolto agli alunni delle scuole materne, sull’importanza di una corretta igiene orale. “Prevenzione degli incidenti domestici”: per informare gli alunni delle scuole elementari sui più diffusi incidenti domestici, favorire l’individuazione delle principali fonti di rischio all’interno delle abitazioni ed educare a comportamenti idonei a ridurre il pericolo di infortuni. “La salute va in fumo”: per aiutare gli alunni delle scuole medie inferiori a comprendere il complesso dei fattori ambientali e personali che inducono le persone a fumare ed a sviluppare le conoscenze e le capacità necessarie per identificarli e reagire positivamente. “Prevenzione incidenti stradali”: per promuovere negli studenti delle scuole medie superiori (classe quarta) in procinto di acquisire la patente di guida, la capacità di riconoscere le condizioni di rischio e favorire la consapevolezza dei comportamenti pericolosi sulla strada. “Prevenzione malattie sessualmente trasmesse”: per fornire agli studenti delle scuole medie superiori informazioni sulle malattie sessualmente trasmesse e promuovere nei ragazzi comportamenti sessuali responsabili. colta a punti” legata al riciclaggio dei rifiuti. Dal 24 ottobre, infatti, tutti i cittadini che conferiranno i rifiuti già separati al Centro ambiente di Campo Boario (viale Don Minzoni) riceveranno, per ogni cinque chili di materiale riciclabile, un “punto-bonus” del valore di cinque centesimi l’uno da apporre sulla propria scheda. Due i “bollini premio” invece per chi consegnerà cinque chili di cartone. La scheda, una volta completata, dovrà essere portata presso gli uffici della Jesiservizi (in via Mura Occidentali 5) dove sarà convertita in un buono acquisto di cinque euro da spendere al supermercato Coop di via Gallodoro. Ogni cittadino potrà ritirare al massimo venti schede, risparmiando così fino a cento euro di spesa. La somma risparmiata per lo smaltimento dei rifiuti sarà devoluta per promuovere servizi e attività che incrementino il benessere dei cittadini. Ricordiamo che al Centro ambiente possono essere conferiti in cambio di “bonus” materiale di carta (cartoni, carte da parati, carta cerata o paraffinata o chimica, tetrapak, buste di latte, e così via..), imballaggi in plastica, rifiuti compostabili (scarti di giardinaggio), ferro e altri metalli (rottami). Fino ad oggi la città di Jesi ha ottenuto buoni risultati, riuscendo a recuperare circa il 25 per cento dei rifiuti che quotidianamente produce, percentuale che la colloca ai vertici regionali ma che non è ancora sufficiente per il raggiungimento del tetto previsto dal decreto Ronchi, pari al 35 per cento entro il 2007. Inaugurazione Sabato 22 ottobre alle ore 15,30 si terrà la cerimonia inaugurale della nuova sede jesina della Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba, in via Ancona, 15b. Sarà presente Mons. Vescovo che impartirà la benedizione. Seguirà il convegno alla sala dell’hotel Federico II. Carlo Cecchi a Falconara stati definiti, fra l’altro, i criteri di selezione e le modalità per individuare – fra gli oltre settanta segnalati - i quattro premiati (tre nostri concittadini che si stanno facendo onore in Italia e nel mondo ed un’azienda della Vallesina) da sottoporre, poi, all’attenzione del Comitato Esecutivo per l’approvazione. Come è noto, oltre al presidente Annibaldi, fanno parte della Commissione l’ing. Claudio Bocchini, l’ex sindaco di Monsano Sandro Sbarbati e l’insegnante elementare Stefania Lucidi, rispettivamente in rappresentanza dei soci fondatori (Assindustria, Comuni di Monsano e Maiolati Spontini); il prof. Giovanni Latini, preside della facoltà di ingegneria dell’università di Ancona, Riccardo Ceccarelli bibliotecario di Cupramontana, Federica Bernardini in Cirilli coordinatrice regionale dei Gat, la professoressa Gilia Volpotti e Gianni Rossetti, della Rai, presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche. Il “Premio Vallesina” ha da qualche settimana anche un suo sito: www.premiovallesina.org. A Falconara Marittima, fino al 15 novembre è possibile visitare la mostra del pittore jesino Carlo Cecchi allestita al Centro culturale Pergoli (piazza Mazzini). La mostra consiste in una originale riflessione ispirata alla metafora della pioggia. L’istallazione, i lavori su tela ed i disegni esposti, sono il frutto del recente lavoro, ma anche di una selezione tematica sul già svolto e costituiscono un racconto, una narrazione autobiografica com’è nello stile dell’autore che trae i propri simboli, la propria ispirazione da un quotidiano profondo e privato. Il tema della pioggia risulta quindi essere l’attivante febbrile per la sua produzione artistica e letteraria. Diventare istruttori di scuola guida Esercizio della professione di insegnante di teoria e istruttore di guida presso le autoscuole: la Provincia di Ancona ha indetto una sessione di esami per il conseguimento della relativa idoneità. Bando e schema di domanda sul sito Internet www.provincia.ancona.it al link “Servizi ai cittadini – Trasporti – VI Settore - Attività Economiche e Politiche Comunitarie”. Domande di ammissione agli esami dovranno pervenire alla Provincia entro le 13 del 7 novembre. Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri Santina Buoncompagni Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo, inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito. Una grande cuoco di fama mondiale (il francese Michel Roux), un giovane chef marchigiano emergente (il ventiquattrenne Giacomo Pasquini), i prodotti tipici e le tradizioni culinarie delle Marche: questi gli ingredienti che hanno decretato il successo del premio di alta cucina “Il Cuoco alle Stelle”, la manifestazione svoltasi nella. suggestiva cornice dell’Oratorio della Carità di Fabriano e presentata con garbo ed eleganza da Rosanna Vaudetti (nella foto, con i protagonisti della serata). “Roux, il vincitore di quest’anno, è tra i primi dieci chef del mondo – ha detto Elio Palombi, presidente dell’associazione organizzatrice Gusta Fabriano. Segno che questo appuntamento sta acquisendo una levatura internazionale sempre maggiore, riuscendo a far conoscere sempre meglio anche all’estero il nostro entroterra e le sue ricchezze”. “Nelle Marche potete vantare superbi prodotti, accompagnati da vini eccellenti – ha confermato Roux -. Sapori che non hanno nulla da invidiare ad alcuno. Se li porterò con me nei miei ristoranti? Io seleziono i prodotti migliori, quindi perché no?” (a.b.) (foto Studio Cico) ANCONA Via Matteotti 9 tel e fax 071.201297 e-mail [email protected] SENIGALLIA Via A. Costa 27 tel e fax 071.60597 e-mail [email protected] 6 Jesi e Vallesina Domenica 23 ottobre 2005 Jesi per via di Paolo Marcozzi Comparse La Fondazione Pergolesi Spontini seleziona “comparse” per la “Cavalleria Rusticana”. Gli interessati dovranno presentarsi al teatro Pergolesi martedì 25 ottobre alle ore 14. Bottega Equo Solidale anche il mercoledì Garibaldi Giuseppe (Porta, da Via del Fortino a Via Garibaldi) Vedi Via Garibaldi. E’ il capo ovest del decumano massimo romano (quello est è Porta Valle); un tempo era denominata Porta San Floriano e immetteva nel Borgo San Floriano; come Porta Valle, anch’essa venne avanzata nel XV secolo per inglobare la sorgente d’acqua, importantissima in caso d’assedio. Il tratto che va da Porta Garibaldi a Via del Setificio era, a Jesi, “el Borgo” per antonomasia; prima del 1860 si chiamava Borgo San Floriano. Gentile da Fabriano (Via, da Via Agabiti a Viale Verdi) Pittore (circa 1370 - Roma 1427). Singolare è il contrasto fra la celebrità delle sue opere e le incertezze delle sue origini, probabilmente più nordiche che marchigiane. Famosissi-me sono l’Adorazione dei Magi (Uffizi), fra le più importanti del Quattrocento, splendente di ori e sfarzosa ed elegantissima nei costumi, la Madonna col Bambino (National Gallery di Londra), Storie di S. Nicolò (Pinacoteca Vaticana), Storie del Battista (S. Giovanni in Laterano). Nella foto in alto, Porta Garibaldi in una fotografia vecchia di un secolo (anno più anno meno); nell’altra foto, particolare dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano (Galleria degli Uffizi, Firenze). Pubblicazioni: “Manager” Giovedì 20 ottobre, alle ore 18, presso la sala maggiore del Palazzo della Signoria verrà presentato il romanzo di Roberto Anibaldi dal titolo “Manager” edito da “Il Lavoro Editoriale”. La presentazione rientra nell’iniziativa “Incontri in Biblioteca 2005” che prevede interventi atti a valorizzare sia gli scrittori che il patrimonio locale. Dopo i saluti del sindaco Fabiano Belcecchi, il romanzo sarà presentato dell’assessore alla cultura Leonardo Animali e dal presidente di Assindustria Ancona Francesco Casoli. L’autore sarà a disposizione di quanti vorranno intervenire per affrontare i temi affrontati nell’opera.. La Libreria Cattolica sarà presente con copie del volume per quanti desiderino acquistarlo. “Manager” si inserisce nella tematica del lavoro dal punto di vista della gestione del personale: a proporlo è uno scrittore marchigiano che per molti anni ha lavorato come dirigente alla Fiat Trattori di Jesi, occupandosi proprio della gestione del personale. Maiolati Spontini Gli amministratori e il bilancio 2006 Da questa settimana la “Bottega del Commercio Equo e Solidale” di Jesi è aperta anche il mercoledì mattina, dalle 9.30 alle 12.30. Gli altri giorni di apertura sono il giovedì, il venerdì e il sabato dalle 17 alle 19,30, il sabato anche la mattina, dalle 9,30 alle 12,30. Ricordiamo che la “Bottega” è nel centro storico, in piazza Nuova (angolo vicolo Moriconi, tra la chiesa di San Pietro Apostolo e il “forno Ercoli”). Sorta nel 2001 grazie alla disponibilità del Centro Italiano Femminile (che ha anche provveduto al restauro dei locali), oltre che punto di commercializzazione, è luogo di ritrovo e scambio di idee, con la promozione di conferenze, concerti, dibattiti, momenti ludici e culinari. (foto Andrea Cherubini) Maiolati Spontini Ricordo di Vasco Bertarelli Restaurato il monumento ai Caduti in guerra di Marco Palmolella A Majolati, ai piedi del viale che porta al Colle Celeste, si trova il monumento ai Caduti. All’indomani della prima guerra mondiale l’ing. Marino Urbani chiese all’amico scultore Vittorio Morelli di realizzare due monumenti ai Caduti, uno a Moie e l’altro a Majolati. A Majolati, il 24 febbraio del 1923, ci fu la cerimonia per la posa della prima pietra dell’edificio riproducente la piramide di Caio Cestio, incorporata tra le mura aureliane, posta a Roma nei pressi di Porta San Paolo. Un consistente contributo per la realizzazione del monumento venne anche dai cittadini majolatesi; in modo particolare, dalle famiglie delle vittime. Per l’occasione fu realizzato anche un manifesto, con le immagini di tutti i reduci. I lavori furono eseguiti dalla ditta Alessio Lanari di Osimo. Anche se la lapide posta nel monumento riporta la data 1923, l’inaugurazione avvenne l’anno dopo nell’ambito dei festeggiamenti spontiniani. Il Consiglio comunale stabiliva di inserire nel programma dei festeggiamenti per il terzo cinquantenario della nascita di Spontini, anche l’inaugurazione del monumento ai Caduti del Le foto ritrovate La fotografia di oggi ci riporta alle prime – se non alla primissima – edizioni del concorso di pittura ex tempore “Giù pe’ Sant’Anna”, alla manifestazione che una volta all’anno, per un giorno, riempiva di giovinezza, di colori e di voci quella parte della “Jesi bassa” relegata al di là del passaggio a livello della ferrovia e che estende fino al ponte San Carlo e alle sponde dell’Esino. Il concorso, che sopravvive e in buona salute seppure con modalità e in luoghi diversi, fece il suo esordio il 2 maggio del 1970 con centodieci pittori in erba. E fu subito festa. E fu subito un successo. Nella foto, un momento della premiazione: una delle vincitrici tra Umberto Veroli (a sinistra) ed Emilio Gherardi. (gi elle) capoluogo, del Parco della Rimembranza e dell’edificio scolastico, scegliendo la data del 26 settembre 1924. Dell’opera fu realizzata una bella cartolina, rapidamente diffusa in ogni parte d’Italia e inviata anche ai majolatesi emigrati nelle due Americhe. Ora l’amministrazione comunale, in prossimità della ricorrenza del IV Novembre, ha attuato un ampio restauro del monumento. Sono state ripulite le pareti a mattoni che si elevano a scaletta, con un difficile gioco architettonico, su se stesse; sono state restaurate le finestre e ridotte le infiltrazioni d’acqua. Grazie al lavoro della ditta Carlo Selvetti di Angeli di Rosora, maestri della pietra, sono state risanate le fondamenta del monumento, realizzate nuove cordonate in pietra renaria che delimitano l’area verde da quella calpestabile ed è stata messa in opera una nuova illuminazione. Come nei programmi avviati lo scorso anno, si attende ora un rilancio e un allargamento dell’Associazione Combattenti e Reduci con l’iscrizione di coloro che hanno svolto il servizio militare in questi ultimi cinquant’anni senza guerre. Vasco Bertarelli è uno di quegli amici che si possono onorare a viva voce: i ricordi scritti su un foglio di carta perdono colore. Siamo stati ragazzi insieme in quel di San Pietro – San Pietro, che non può essere confuso con alcun altro quartiere di Jesi…Anche se lui era un gradino più su di noi, non lo metteva in conto e si attruppava con la nostra squadra detta “Sampietrina” facente capo al “pioà”, don Clemente Ciattaglia, e ci dava una mano per strapazzare qualche commedia da mettere in scena… Era lui che dava il tocco di raffinatezza interpretativa… quando poi dal pubblico stipato nel piccolo teatrino parrocchiale di San Pietro scoppiavano gli applausi, noi spingevamo lui, Vasco, (noi dietro) a ringraziare le benevoli dimostrazioni di affetto… Lo sapeva fare senza parole ma con gesti così freschi e spontanei inventati lì per lì che la gente gradiva più di mille grazie… Era sempre nel “gruppo” quando al sabato sera ci si concedeva qualche licenza… piazzaiola… Avevamo la fortuna di avere nel “gruppo” Nannì Carbonari strimpellatore di mandolino, che nelle serate buone e fauste ci accompagnava a fare le stornellate per le vie di San Pietro… Erano in voga ”Serenata fiorentina”, “Rosamunda” e altre che ci servivano a dare un trucco ottimista ai nostri venti anni. Allora, anche se obbligati all’astinenza e digiuno forzati, era sempre ora di allegria… Quel fenomeno di parroco che era don Clemente era riuscito a farci allegri dentro… Non eravamo “farina per fare le ostie”, ma il “pioà” ci aveva insegnato che il vero Dio non è quello che gradisce solo la compagnia dei buoni, dei pii e dei virtuosi, come pensavano e pensano i campioni di una religione senza misericordia, ma c’era un tantino di spazio anche per noi che non eravamo cristiani di prima scelta… Vasco, lo sapevamo, era più di noi, ma si mostrava sempre eguale a noi… la vera nobiltà è discreta. La bontà è sempre migliore di come appare…lui aveva l’abilità di darla a piccole dosi, in pillole, in briciole, quasi nascosta tra le righe… Poi fra me e lui è caduto il silenzio…La vita ci aveva spintonato chi a destra e chi a sinistra.. Ci siamo rincontrati una sera in parrocchia alla riunione del Gruppo del Vangelo… Aveva tanto da dare e da dire, ma i suoi contributi erano sempre calibrati in punta di voce… Una sera, dopo l’incontro, mi sussurrò:”Ho tanto bisogno di imparare Dio…”. Avevo ritrovato il Vasco ”sampietrino”, plasmato da quel “pioà” che rifuggiva da una religiosità di facciata, inoffensiva, rassicurante, ma sapeva riempire l’anima di Dio che vuole colloquiare con l’uomo per insegnare loro ad essere umani e che i cristiani imparino ad essere uomini. Ciao, Vasco. A presto! Concorso dell’Assindustria Fotografiamo la Provincia Paesaggi e protagonisti dello sviluppo Un’inquadratura della giunta comunale di Maiolati Spontini riunita a Rosora per la messa a punto del bilancio di previsione per il 2006. Dopo aver espresso la preoccupazione per le conseguenze dell’eventuale riduzione dei “trasferimenti” dallo Stato ai Comuni, il sindaco Giancarlo Carbini ha assicurato tuttavia che non ci saranno aumenti della contribuzione a carico dei cittadini. “Vorremmo solamente limitarci – ha precisato - a proseguire nel percorso delineato dal Decreto Ronchi per la copertura del 100 per cento dei costi con il conseguente aumento della tassa sui rifiuti urbani”. “Consapevoli che in momenti di crisi tutti debbono dare il loro contributo, anche gli amministratori – ha concluso il primo cittadino - abbiamo deciso la riduzione dei nostri compensi del 10 per cento”. “Paesaggi e protagonisti dello sviluppo della Provincia di Ancona”: è il tema del concorso fotografico bandito dall’Associazione degli Industriali: scopo, valorizzare il territorio e le attività economiche della nostra provincia. Il concorso, gratuito, è articolato in due sezioni: 1) I paesaggi: il mare, i monti, le colline, le acque, gli alberi, gli edifici. 2) I protagonisti dello sviluppo: le aziende, i lavoratori, i prodotti, i processi e metodi produttivi, l’innovazione, l’organizzazione, l’ingegno degli uomini. Ogni autore potrà presentare fino a dieci fotografie per sezione, sia in bianco e nero che a colori. Le opere migliori saranno utilizzate per un’esposizione permanente presso l’Associa- zione Industriali di Ancona ed inserite nel sito internet. L’autore della migliore opera per ciascuna sezione riceverà una targa. La scheda di partecipazione e le foto dovranno essere consegnate in orario d’ufficio o spedite entro il 31 ottobre all’Assindustria, Ufficio Marketing, via R. Bianchi, 60131 Ancona. Vito Savini Scuola di taglio e cucito Cri Style di Maria Cristina Cesari (ex Labor di Severina Palermi) Opera da 40 anni con corsi permanenti, professionali e progressivi. Lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le iscrizioni sono aperte durante tutto l’anno. Corsi di: hobbistica uso familiare, modellista, sarta - fashion designer. JESI - Via Ugo la Malfa, 24 tel e fax 0731.202894 - 202893 cell. 340-3892799 - 347-5475149 - mail [email protected] Sport San Nicolò Don Roberto giornalista L’arte del legno e le sue molteplici forme anziani: i loro visi sono estremamente espressivi, le loro rughe celano intere storie da raccontare, anche attraverso l’immagine”. Diverso, ma non per questo meno suggestivo, è il campo di indagine di Melaranci, pianista, pittore, ed in ultimo scultore: “Le mie prime opere risalgono a (foto Andrea Cherubini) quattro cinque anni fa, traducendo in linguaggio plastico musica e pittura”, mi dice. Immagini sacre, animali, figure umane che escono dal legno nella volontà di parlare, quasi di liberarsi. “Le opere nascono da pezzi di legno che trovo nelle campagne vicino Roma, molto spesso legno d’ulivo. Le lavoro poi con gli scalpelli, e do loro lucentezza con gommalacca e cera d’api”. Nel presentarmi le proprie creazioni, entrambi sottolineano che la lavorazione del legno è una passione, lavoro continuo ritagliato negli spazi che concede loro la vita quotidiana. Un forte esempio di chi è riuscito a rendere vero e tangibile quel “magari, se avessi tempo” che molto spesso ci impedisce di vivere fino in fondo quegli interessi, quelle inclinazioni, che rimangono spesso solo pensieri, e non si traducono in parole concrete: legno, passione, e fuoco appunto. (foto Cristian Ballarini) E’ stato festeggiato, in questi giorni, il don Roberto parroco, il don Roberto insegnante, il don Roberto musicista il don Roberto sportivo… Noi, in questo angolo di “Voce”, non possiamo non festeggiare il don Roberto giornalista. Molti lo sanno, forse non tutti, perché don Roberto Vigo racconta da anni, sul nostro – sul vostro – giornale le avventure della Jesina e delle altre squadre di calcio della diocesi. Lo ha fatto per tanto tempo senza firmarsi, poi, sollecitato dal sottoscritto, ha accettato di siglare i suoi articoli: “Vir”, che sta appunto per Vigo Roberto. Cronista di valore, anche alle sue cronache sportive don Roberto dà un’impronta, uno stile: il testo scorre vivace, colorito, la forma originale, la critica mai violenta, mai aggressiva… Anche la stesura, nero su bianco, ha un suo… carattere: il corsivo che esce dalla macchina da scrivere di don Roberto è come una lettera in bella calligrafia: una “cartella e mezza” (un foglio e mezzo dattiloscritti, per capirci) che tutti i lunedì, alle 11,45, puntuale, da mesi, da anni, arrivano sul tavolo del direttore…. Don Roberto giornalista, redattore da sempre nell’organico di “Voce”: la sua presenza settimanale, con la sua rubrica sportiva, è nella storia del giornale: tanti, i suoi articoli, che viene spontaneo, inevitabile, trattandosi di sport, parlare di record… gi elle Volley Monte Schiavo Banca Marche sul tetto della classifica Nel pomeriggio di sabato 15 ottobre ha avuto luogo l’annunciata cerimonia di inaugurazione delle due palestre di via Zannoni. Erano presenti il sindaco Fabiano Belcecchi, il presidente della Provincia Enzo Giancarli, l’assessore provinciale ai Lavori Pubblici Donatella Linguiti e l’assessore comunale allo Sport Leonello Rocchetti. Sono intervenuti alla manifestazione centoventi giovanissimi atleti. I due impianti saranno utilizzati sia dalle scuole cittadine per le loro attività didattiche, nelle ore mattutine, sia dalle società sportive, nei pomeriggi, per gli allenamenti dei vari praticanti. “Comune e Provincia hanno realizzato questi impianti per la città di Jesi – ha detto il presidente Giancarli – una realtà sportiva importante non solo per la regione, ma per tutta l’Italia. Vogliamo dare una risposta concreta al mondo della scuola e delle associazioni sportive, cui la struttura è dedicata”. “Dopo otto anni – ha detto a sua volta Rocchetti – finalmente una struttura importante per la città, che aveva bisogno di un impianto di questo tipo dove gli atleti delle settanta società sportive cittadine potranno allenarsi il pomeriggio. Jesi è città dello sport, non dimentichiamocelo E ricordiamo anche – ha concluso l’assessore – che l’attività sportiva è salute, benessere ed educazione, un modo sano per tenere i nostri ragazzi lontani dalla strada e dal vizio”. Tutta “nostra” la posta in palio Jesina La Vigor di Senigallia veniva al Comunale con il suo blasone ben conosciuto, con poco fieno in classifica, con molta voglia di battere un ex come mister Giuliani e con le mai spente rivalità sportive. Dal canto loro gli jesini volevano evidenziare e il blasone e il punteggio attuale migliore e la voglia di rispondere a certe contestazioni ultimamente alquanto sopite. C’era quindi un bel malloppo di motivazioni per aver almeno agonisticamente un bello scontro. Anche perché nel frattempo con un orecchio si segue la capolista Biagio Nazzaro sul campo di Caldarola, nella speranza che i locali blocchino i loro ospiti, ridonando ossigeno alla classifica. La partita incomincia subito con la Jesina in avanti e con Strappini che prova a sfondare. Appena dopo, eccoti il gol da un perfetto assist di Loreti al sempre pronto Polverari (ancora gli ex) e il rapinatore d’area brucia tutti e segna imparabilmente: 1-0 al 12’. I vigorini tentano reazioni varie, ma senza grinta, se non qualche mezza baruffa tra ex. Al ritorno in campo, il gioco riprende con una Jesina ancora proiettata in avanti ed una Vigor che cura … il possesso palla: quasi inspiegabile! Si prosegue così con quel gol a vantaggio dei nostri, i quali in un paio di occasioni mettono in vetrina Malavenda, fino al suo tiro meritevole di segnatura, ma il palo ribatte la sberla. Le diverse centinaia di tifosi nostrani stavolta esultano, anche se da Caldarola arriva la notizia che la Biagio ha vinto. Oggi a Chiaravalle incontreremo proprio la capolista. Real Vallesina Sul campo di Pianello arriva il Lucrezia, arrabbiato per le tre La città dello sport Inaugurate le palestre di via Zannoni Calcio Due vittorie che portano sei punti: tre ai leoncelli, vincitori contro la Vigor senigalliese (1-0); tre ai realisti contro il Lucrezia (21). di Giorgia Barboni anni coltivano la passione della lavorazione di questo materiale, antico e semplice al tempo stesso. L’inaugurazione dello scorso giovedì, che ha visto presente tra gli altri anche il sindaco di Jesi e quello di Castelplanio, ha dato il via ad un’esposizione di opere di carattere differente, accomunate dalla passione per il legno e da una forte amicizia degli artisti. Il primo di essi, partendo da foto in bianco e nero, ha realizzato una serie di quadri pirografati dai soggetti più vari. Si va da scorci di vicoli di Genzano di Roma, città natìa di entrambi gli artisti in mostra, ad immagini sacre, realizzate anche appositamente per il luogo dell’esposizione. “Tutto parte dal mio amore per la fotografia”, precisa Piccerillo “e l’immagine prende forma sul legno grazie al fuoco del pirografo. Un soggetto cui mi accingo a lavorare sono gli 7 Oggi Real Vallesina a Cingoli A Chiaravalle la Jesina In mostra le opere di due artisti romani “Se dovessi dare un titolo alla mostra la chiamerei il legno, la passione e il fuoco”, e non trovo nessuna obiezione da fare alle tre parole. Una mostra del legno e con il legno, quella presente nella chiesa di San Nicolò dal 13 al 16 ottobre: opere di due artisti romani, Alessandro Piccerillo ed Angelo Melaranci, che ormai da Domenica 23 ottobre 2005 Anche il Chieri ha ammainato bandiera (3-0) di fronte ad una Monte Schiavo Banca Marche che sta sorprendendo, piacevolmente, per la carica agonistica e tecnica che sta spiegando in questo avvio di campionato. “Pochi fronzoli, tanta sostanza, un potenziale offensivo da brivido – così Gianni Angelucci sul Carlino – Chieri tenuto ai margini della partita dal primo all’ultimo minuto. Che, pur nella relativa brevità, è durata abbastanza per capire che quest’anno i conti bisognerà farli anche con Jesi” (vi.ce.) (foto Candolfi) Basket Sicc Bpa bloccata a Rimini Al Kiwanis Club Sarà lo jesino dott. Gagliardini, nel prossimo mese di novembre, a sostituire l’avvocato Claudio De Feo alla presidenza del Kiwanis Club Ancona nord, associazione che, tra le tante iniziative, ha ultimamente finanziato gli studi in medicina di un giovane del Myammar. Battuta d’arresto della Sicc Bpa, domenica scorsa a Rimini, al termine di un incontro che ha visto gli jesini discontinui e cedere proprio in dirittura di arrivo. La Coopsette – la formazione di casa – ha chiuso il confronto sul 70-64. “E’ stata davvero una partita strana – ha commentato Bianchi, il tecnico della Sicc – Il problema sono state soprattutto le palle perse (ventotto!), una statistica che ci ha condizionato pesantemente” “Noi non siano una squadra particolarmente dotata di talento in attacco – ha aggiunto il coach jesino – Ciò nonostante, dopo essere scivolati a -18, eravamo riusciti a tornare in partita. In questa rincorsa ci aveva aiutato la nostra difesa, che era stata buona… Siamo arrivati al rush finale in debito d’ossigeno, affidandoci all’improvvisazione. Ed è finita come è finita” (fotoservizio Gino Candolfi) reti buscate dalla Jesina. Si leggeva subito nelle loro intenzioni la volontà di… vendetta, dato che procedevano decisi e verso la mezzora riuscivano a conquistare il vantaggio con Bachiocchi, bravo a superare il portiere Montini con un calibrato pallonetto: 0-1 al 27’. Ancor più ringalluzziti, gli ospiti puntano a portar via tutto il risultato, anche perché il bomber Busca fallisce due gol di testa e l’arbitro annulla a Ruggeri un gol! Ma Tom Gabrielloni nel giro di un minuto segna e fa segnare: 11 all’83’ e 2-1 servendo Ruggeri; e son due gol… di testa. Grandi feste tra il pubblico e soddisfazione del mister, che oggi condurrà a Cingoli la sua squadra, terza in classifica. Vir Prima Categoria Due squadre nostrane in cima con tredici punti: San Marcello, che si riaggancia con la vittoria sulla Labor (3-1) e Castelplanio, che pareggia a Falconara (1-1). Altre due a centro classifica (8 punti) pareggiano su tutto: Cupramontana e Spes (1-1). In fondo alla fila tre che ancora non trovano il bandolo della matassa: Monserra-Borgo Jesi (1-0) e Labor. Di cui sopra. Seconda Categoria Sampaolese in trasferta a Serradica vince (1-2) e va alla seconda poltrona, dietro all’Offagna. A Monsano pareggio tra i locali e l’Aurora Jesi (11). L’Aesina perde ad Ancona (20) con la Nuova Folgore. Terza Categoria Castelbellino vince a Montoro con la Leonessa (0-1) e consolida la pole position (12 punti). Pianello perde ad Argignano (21). Tra le Acli San Giuseppe e la Libertas pareggio (1-1). Il Poggio San Marcello vince in casa del Piandigiano (1-3). Casebruciate-Virtus Jesi non disputata. 8 Varie Domenica 23 ottobre 2005 LETTERE Agenda Ricordo di Carlo Parlapiano Il santo del giorno Venerdì 21 ottobre Sant’Orsola - San Gaspare del Bufalo - Sabato 22 San Donato di Fiesole - Domenica 23 San Giovanni da Capestrano - San Severino. - Lunedì 24 Sant’Antonio Maria Claret - Martedì 25 San Miniato - San Gaudenzio di Brescia - Mercoledì 26 Santi Luciano e Crescenzio - Giovedì 27 Sant’Evaristo - Venerdì 28 Santi Simone e Giuda, apostoli - Sabato 29 Sant’Onorato di Vercelli - Domenica 30 San Marcello, martire. In televisione Sabato 22 ottobre - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine”. Domenica 23 ottobre - ore 8,40 Canale 5) “Le frontiere dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e Cecilia Sangiorgi - ore 9,25 (Rai Uno) Santa Messa nella Basilica di San Pietro per la chiusura del Sinodo dei Vescovi sull’Eucarestia - 10 Santa Messa (Retequattro) - ore 12 (Rai Uno) Recita dell’Angelus. Anagrafe Nati (a Jesi, salvo diversa indicazione) 26 settembre Marisol Morene Djondo Mbiafeu (Ancona); 28 settembre Francesca Stefania Panaete; 2 ottobre Angelo Teodoro Trimarchi e Christian Tombolesi; 3 ottobre Michela Iadaresta, Boris Taurino, Giorgia Carnali; 5 ottobre Federico Risi (Avellino), Dazhou e Lizhou Zhou; 6 ottobre Chiara Crognaletti; 7 ottobre Michele Anconetani. Oggi sposi Domenica 23 ottobre: Christian Presti e Miriam Cardinali a Regina della Pace Matrimoni 2 ottobre Ronni Benedetti e Francesca Andreoli; Francesco Fabrizzi e Simona Gigli; 8 ottobre Paolo Petrini e Noemi La Licata; 9 ottobre Alessandro Calori e Annalisa Armanni. Defunti (a Jesi, salvo diversa indicazione) 28 settembre Ilde Marinelli (85 anni); 30 settembre Maria Gresti (88) di Morro d’Alba, Gualtiero Bellagamba (93); 1 ottobre Giovanni Massera (55), Giuliana Bucciarelli (57) di Castelplanio; 2 ottobre Dino Scortichini (78) di Cupramontana, Gino Appolloni (68); 4 ottobre Ida Maltoni (88), Luigi Fratini (81), Maria Pigliapoco (74), Gilberto Bellagamba (72), Gino Cerioni (93); 5 ottobre Lelia Tamburo (53), Bennito Micci (91), Mario Pirro (83); 6 ottobre Maria Ramadori (69) di Cupramontana, Pierina Pellegrini (84) di Cingoli, Lida Montesi (85), Maria Sabbatini (87) di Maiolati Spontini; 7 ottobre Alfredo Coppari (85), Adriano Lorenzetti (73) di Montecarotto, Vincenzo Carloni (89) di Filottrano; 8 ottobre Giuseppa Grotta (92) di Mergo; 9 ottobre Elda Ceccacci (90); 10 ottobre Alma Cardinaletti (92), Gino Piccioni (82) di Montecarotto, Terenzio Mancini (83) di Castelbellino, Pietro Boria (92); 11 ottobre Augusto Anselmi (98). Farmacie di turno Venerdì 21 ottobre Barba - sabato 22 Martini - domenica 23 Calcatelli - lunedì 24 Delle Grazie - martedì 25 Comunale 1 - mercoledì 26 Cerni - giovedì 27 Comunale 2 - venerdì 28 Grammercato - sabato 29 Coppi - domenica 30 Moretti. I risultati in Vallesina DP 7 13 9 153 10 6 7 2 4 6 1 4 IS 1 1 28 2 9 1 1 2 SP 2 1 1 27 3 3 1 3 2 PS 1 4 6 78 7 2 1 2 1 3 1 5 RP 295 331 343 4.801 478 281 166 87 178 103 89 152 CM 1 4 12 30 1 1 5 16 3 1 3 - Legenda: FB Fausto Bertinotti - DP Antonio Di Pietro - IS Ivan Scalfarotto - SP Simona Panzino - PS Alfonso Pecoraro Scanio RP Romano Prodi - CM Clemente Mastella Pubblicazioni “Impara di più al museo con Yagù” Venerdì 21 ottobre, nella Pinacoteca Civica di Jesi sarà presentato il volume “Impara di più al museo con Yagù”, una guida ai laboratori didattici organizzati dalle tre strutture museali di Jesi (Pinacoteca Civica, Museo Archeologico, Studio per le Arti della Stampa) rivolti alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria. La pubblicazione, che cita nel titolo il cagnolino Yagù, la guida virtuale che accompagna i ragazzi alla scoperta dei tesori dei musei jesini, è frutto del lavoro a più mani di operatrici e operatori specializzati in didattica dei musei e si è resa necessaria in seguito alla larga partecipazione delle scuole all’attività organizzata dai nostri istituti culturali, Il volume, realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, intende illustrare le undici proposte didattiche A nome di tutta la Margherita di Jesi, ricordo con affetto e stima Carlo Parlapiano, deceduto pochi giorni fa. Di lui, in questi giorni, si sono sottolineati diversi lati belli della sua esistenza. Mi piace ricordare la sua capacità di guardare oltre il quotidiano e oltre le contingenze. Nelle tante discussioni poltiche fatte pubblicamente ed in privato, posso e voglio testimonaire la sua capacità di esplorare i significati profondi dell’agire umano e politico anche quando si affrontavano e discutevano temi di carattere locale. Un affettuso saluto anche alla sua bella famiglia. Sulla consegna della posta Dal responsabile dell’Ufficio Comunicazione Territoriale Emilia Romagna Marche delle Poste Italiane: Scrivo in merito all’articolo “Sulla consegna della posta” pubblicato su “Voce della Vallesina” del 9 ottobre, in cui si segnalano criticità nel recapito della corrispondenza nella città di Jesi. L’Ufficio Postale di Recapito di Jesi conta in totale 26 zone e attualmente sono presenti le unità necessarie a garantire la copertura del servizio. Nelle settimane precedenti si sono registrate diverse assenze non programmate del personale, dovute principalmente a malattie di stagione, per cui si sono verificate situazioni di criticità che hanno causato rallentamenti nell’espletamento del servizio di recapito in alcune vie della città. A rendere più difficoltosa l’attività giornaliera dei portalettere, hanno contribuito anche le recenti cattive condizioni meteorologiche. Con l’arrivo nei giorni scorsi di nuovo personale assunto a tempo determinato, si sta già provvedendo al ripristino della regolare attività di consegna della corrispondenza. Ci scusiamo con i cittadini per i disagi che si sono verificati nella normale distribuzione quotidiana della posta. Piano di rete dei ripetitori di telefonia mobile. Dopo il voto contrario di Rifondazione comunista, i Ds aprono al dialogo. Continua così il "caso" antenne che ormai da mesi accende i toni del dibattito tra i politici e tra i cittadini, particolarmente quelli più toccati dall'istallazione, i residenti di via Tabano e viale Cavallotti. "Non è mai troppo tardi", rispondono gli esponenti di Rifondazione ai messaggi di apertura del segretario Ds Ste(foto Anna V. Vincenzoni) fano Bornigia sulla complessa vicenda delle emissioni delle onde elettromagnetiche e della loro localizzazione. Ma il partito jesino di Rifondazione dichiara di "preferire i fatti alle parole"auspicando che in futuro"tutte le forze della maggioranza cerchino il consenso attivo dei cittadini tramite un processo partecipativo". Lucia Romiti Un “mestiere” particolare Sebastiano Vici e la sua prestigiosa scuola di Fabrizio Filippetti Montecarotto paese del verdicchio e di organari. Una tradizione importante quella degli organari che ha caratterizzato la piccola comunità di Montecarotto dal sedicesimo al diciannovesimo secolo. Ma chi erano gli organari? Un mestiere un po’ particolare che oggi non esiste più, ma che all’epoca rappresentava un’attività artigianale di grande prestigio con la quale si diventava presto famosi. Si trattava della costruzione di organi da chiesa, assai richiesti al quel tempo quando non esistevano le sofisticate apparecchiature elettroniche capaci di generare note musicali. L’argomento è stato trattato sabato e domenica scorsi a Montecarotto in occasione del convegno nazionale di studio “Gli organari di Montecarotto dal XVI al XIX secolo”, tenutosi presso il teatro comunale. Per diffondere l’idea della donazione Giornata Aido a Moie dei Musei Civici di Jesi, da quelle rivolte alla scuola dell’infanzia a quelle più sofisticate destinate alle scuole di secondo grado, spiegandone la metodologia, gli obiettivi, le modalità di svolgimento, gli orari e i costi. Jesi, tappa del “Neruda” Cooperlat-Fattorie Italia, inserita tra i modelli industriali di eccellenza per i Paesi emergenti, è stata oggetto di una serie di studi e seminari di livello internazionale; e la sede di Jesi, tappa dei partecipanti al primo seminario “Neruda”. Tra gli ospiti della cooperativa jesina, molti professori universitari provenienti da tutta Europa e dal Sudamerica. L’obiettivo del progetto “Neruda” – iniziato in Italia nel maggio 2005 in collaborazione con l’Università politecnica delle Marche - è la realizzazione di uno studio comparativo dei sistemi di produzione del latte europei e latinoamericani. Un’analisi complessa che avrà durata due anni. Sabato 15 e domenica 16 ottobre i volontari dell’Aido, Associazione italiana per la donazione di organi, hanno presidiato le piazze di Moje con tavoli e materiali promozionali, dimostrando ancora una volta l’impegno per l’azione di sensibilizzazione e per trasmettere una corretta informazione sulla donazione di organi. In questi giorni si è svolta l’iniziativa “un Anthurium per l’informazione”, manifestazione a livello nazionale finalizzata alla raccolta di fondi con la venmdita di una bella pianta fiorita, l’Anthurium. Le persone hanno aderito a questa campagna di sostegno e di informazione; infatti, tra sabato e domenica, sono state registrate nuove iscrizioni al gruppo. L’Aido di Moje e Majolati è un’associazione di volontariato che conta attualmente oltre 280 iscritti e che può vantare una lunga attività. Infatti, l’associazione nel 2006 festeggerà il 25° anno di fondazione; a questo proposito si sta già lavorando per organizzare una grande manifestazione nell’ottobre 2006. In questi anni di attività dell’Aido di Moje, nel territorio ci sono state due donazioni multiple di organi e circa otto donazioni di cornee, concentrate soprattutto negli ultimi quattro anni, grazie anche alle nuove leggi nazionali e regionali. In questo periodo sono aumentate anche le attività dell’Associazione Aido, con convegni, promozioni mirate, corsi formativi tenuti ai medici di famiglia e, di recente, la distribuzione di un opuscolo informativo con interventi di autorevoli luminari che, dai vari punti di vista, sostengono le ragioni etiche, sociali e scientifiche della donazione. Le prospettive future dell’Aido sono la condivisione dell’idea con campagne di sensibilizzazione e d’informazione rivolte in particolare ai giovani che dovrebbe favorire l’aumento di donazioni e impianti nel nuovo Centro Trapianti dell’ospedale regionale di Torrette. “Teatro Ragazzi” Ai nastri di partenza la ventiduesima stagione del “Teatro Ragazzi” di Jesi (di scena al teatro studio San Floriano e al teatro Pergolesi), la cui prima parte dal titolo “Le mani che muovono i sogni” - sarà dedicata ad Otello Sarzi, il più grande maestro burattinaio del ‘900. Direzione artistica e organizzativa a cura della Compagnia Teatro Pirata di Jesi. Anniversario 30.10.98 30.10.2005 Nel settimo anniversario della scomparsa di Alba Benini in Bravi Dal Salmo 15: Gli organi di Montecarotto di Sara Palmolella Le “primarie” dell’Unione di domenica scorsa Comuni FB C. Bellino 57 C. Planio 51 C. Montana 76 Jesi 672 Maiolati 54 M. Carotto 54 M. Roberto 52 Poggio S.M. 14 Rosora 16 S. Marcello 18 S. Paolo 17 S. Maria N. 65 Da Giorgio Berti, presidente della Margherita di Jesi: Ancora sulle antenne Sebastiano Vici, vissuto dal 1755 al 1830, fu il fondatore della scuola degli organari a Montecarotto. Non vi sono dati certi su quanti allievi siano usciti dalla sua scuola, ma sta di fatto che durante la sua attività di organaro il Vici costruì circa 170 organi collocati per lo più nelle chiese del centro Italia. In seguito gli organari di Montecarotto, come quelli di tutte le Marche, subirono la concorrenza degli artigiani veneti, tant’è che nel diciannovesimo secolo le chiese di molte città marchigiane ospitavano questo genere di strumenti tecnicamente differenti. La ricerca effettuata da alcuni studiosi sugli organi di Sebastiano Vici non è stata facile. Le opere del Vici infatti non tutte riportano la sua firma; inoltre non sono state catalogate come invece risulta per le opere di altri maestri. Per molto tempo l’equivoco ha regnato anche nella chiesa della Collegiata a Montecarotto. Infatti l’attuale organo realizzato dal Vici, si è creduto fosse stato costruito da un altro maestro, ipotesi questa smentita poi da un contratto di compravendita. Ora le opere ancora esistenti del maestro montecarottese sono circa 45, gran parte dislocate nelle chiese della nostra regione ed in minima parte dell’Umbria. “Mi indicherai il sentiero della vita: gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”. Il tempo trascorre e le vicende della vita accumulano il velo dell’oblio. Noi, però, abbiamo avuto, scavati nel cuore e nella mente della tua grazia, solchi troppo profondi per essere ricoperti. Ci manchi sempre e vivi in noi e nella “Tua” casa. Il marito Fernando con i figli Marco, Carlo e Paolo e le loro famiglie. Anniversario 5.4.1926 21.10.2002 Ivo Trillini Ci manca sempre e vive in noi. Nel terzo anniversario della sua scomparsa la moglie, il fratello, le sorelle, i nipoti, i cognati e le cognate lo ricorderanno con una Santa Messa sabato 22 ottobre alle ore 18,30 nella chiesa di San Pietro Martire a Jesi.