LA STUDENTESSA, IL PROF E LE IENE SCANDALO ALL’UNIVERSITÀ DI CATANIA di Alfio Sciacca LA DENUNCIA DI UNA STUDENTESSA E IL SERVIZIO DELLA TRASMISSIONE MEDIASET METTONO NEI GUAI ELIO ROSSITTO: AVREBBE CHIESTO PRESTAZIONI SESSUALI “FIDANZANDOSI PER DIECI MINUTI” IN CAMBIO DI UN BUON VOTO G rida al complotto e allude a non meglio precisati registi del trappolone. Strana linea difensiva quella del professor Elio Rossitto di fronte alla denuncia delle sue studentesse e soprattutto dopo quel che hanno documentato “Le Iene” in uno squallido motel a due stelle. Allo stesso tempo chiede di andare in pensione anticipando i provvedimenti disciplinari del Senato accademico. Resta comunque lo scandalo di uno dei più noti docenti universitari di Catania beccato a chiedere prestazioni sessuali in cambio di un 30 e lode e di una carriera universitaria spianata. È bastato un solo giorno e il coraggio di una ragazza di 20 anni, Dominique, per mettere a nudo ciò che da 60 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA tempo correva di bocca in bocca. La studentessa ha infatti parlato di quella che a suo dire era diventata una prassi nella Facoltà di Scienze politiche di Catania. “A me ha chiesto rapporti sessuali completi – ha raccontato – poi è sceso a proposte a sfondo sessuale in cambio del 30 e di una carriera spianata verso la laurea”. Circostanze confermate anche da altre colleghe. “Lo sanno tutti – aggiunge Dominique – il professor Rossitto faceva piedino durante gli esami che spesso teneva a porte chiuse nella sua stanza. E ogni tanto lanciava proposte del tipo ‘ci facciamo fidanzati per dieci minuti?’. ‘Se vieni a casa mia hai il trenta e lode assicurato’”. UN RAPPORTO ORALE A fianco, Elio Rossitto – foto © Orietta Scardino. Qui, alcuni fotogrammi del servizio trasmesso da “Le Iene” IL DOCENTE, CON UN PASSATO NEL PCI E NELLA DC E DIVERSE ATTIVITÀ DA CONSULENTE DEI POLITICI, HA CHIESTO IL PENSIONAMENTO MA GRIDA AL COMPLOTTO: “SONO CADUTO IN UNA TRAPPOLA DA CRETINO”. E L’AVVOCATO ATTACCA: “LA RAGAZZA È STATA CONSIGLIATA DA QUALCUNO” E poi c’è quel filmato mandato in onda dalle Iene e che continua ad imperversare su internet. Molti sono rimasti senza parole di fronte ad un uomo di 66 anni che, seduto sul letto di una stanza d’albergo, chiede un “rapporto orale da ricevere o anche dare” ad una ragazzina che potrebbe essere sua nipote. Seguono risposte farfugliate e solo un’apparente sicumera all’uscita dall’albergo davanti alle telecamere delle Iene. Un finale spietato anche se meno cruento di quello che Catania aveva già vissuto circa mezzo secolo fa e sempre in ambito universitario. SANGUE ALL’UNIVERSITÀ Era il 20 ottobre del ’64 e quella mattina in un’aula del magistero in cui teneva lezione Francesco Speranza si presentò un uomo mite, un insegnante di scuola elementare, appena arrivato dal suo paese, Piazza Armerina. Gaetano Furnari, senza un attimo di esitazione, si avvicinò alla scrivania e scaricò l’intero caricatore della sua pistola contro il professore uccidendolo. Il tutto sotto gli occhi degli studenti, una delle quali era sua figlia Maria Catena, che aveva raccontato in famiglia di essere stata violentata dal professore Speranza. Anche all’epoca venne fuori la storia di un bel voto agli esami in cambio di una notte d’amore in un albergo di San Giovanni La Punta. Seguì un processo che appassionò la città e varcò persino i confini siciliani. Gaetano Furnari fu condannato a 2 anni e 11 mesi grazie alle attenuanti del delitto d’onore. Tra i suoi avvocati c’era anche Giuseppe Alessi e per la parte civile un giovanissimo Enzo Trantino. L’EX PCI CON LA DC Altri tempi. Ora lo scandalo è frutto del combinato disposto della denuncia di una studentessa e delle telecamere nascoste delle Iene. Una miscela che mette a tappeto il brillante docente di economia, l’ex militante del Pci, l’ideologo e la mente pensante di politici come l’ex presidente della Regione Rino Nicolosi o l’attuale Raffaele Lombardo. Beccato in fallo anche per eccesso di sicurezza e spavalderia. E poco importa se quella delle Iene è stata una trappola o meno. Al momento Rossitto non è riuscito a dare una spiegazione veramente convincente per giustificare la sua condotta ed è stato costretto a ritirarsi a vita privata. “Non voglio dir nulla, dimenticatemi” ha detto a chi nelle ultime settimane ha cercato di avvicinarlo. Anche se prima che venisse mandato in onda il servizio de “Le Iene” aveva parlato e cercato di spiegare. SONO UN CRETINO “Non è successo assolutamente nulla con quella ragazza – è stata la difesa di Rossitto – sono caduto in una trappola, un po’ da cretino, un po’ da maschilista, anche se non vedo quale possa essere l’ipotesi di reato essendo noi due maggiorenni”. E ha cercato anche di dare la sua versione dei fatti. “Ci siamo incontrati al bar e abbiamo preso un caffè. A un certo punto lei mi dice di non avere dormito la notte precedente, di essere stanchissima e di avere un grande desiderio... quelle cose che si dicono... Io da cretino le sono andato incontro e le ho detto: ‘Se vuoi ti porto in albergo’. E così abbiamo preso una stanza”. Lì dentro secondo il docente ci sarebbero stati solo discorsi vaghi. “La ragazza che prima si era comportata normalmente – ha spiegato – entrata nella stanza ha cominciato a fare discorsi strampalati, cosa ho in cambio, cosa non ho in cambio... cose del genere, la discussione si è protratta per qualche minuto. Un discorso che non stava in piedi. Solo allora ho capito che c’era qualcosa che non funzionava e ho detto che era meglio uscire dalla camera. Saremo rimasti nella IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 61 Elio Rossitto – foto © Orietta Scardino Nella pagina a fianco, l’università di Catania – foto © Giovanni Augulino, licenza cc-by-sa 2.5 erano a conoscenza di questa prassi? LA FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, INTANTO, STA PENSANDO A UNA RICHIESTA DI RISARCIMENTO: “C’È UN GRAVE DANNO DI IMMAGINE PER LA FACOLTÀ E L’ATENEO. L’EVENTUALE RISARCIMENTO SARÀ DESTINATO A BORSE DI STUDIO”. E IL CUN VALUTERÀ IL LICENZIAMENTO NONOSTANTE IL PENSIONAMENTO PRIMA CHE DALLA FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE DI CATANIA, PERÒ, UNA DENUNCIA ERA ARRIVATA DA UN’ASPIRANTE RICERCATRICE ALLA KORE DI ENNA, ANNA BONANNO: “IL PROFESSORE MI DISSE CHE MI VOLEVA CONOSCERE MEGLIO COME DONNA” stanza non più di quattro minuti, il tempo di capire che dietro tutta quella messinscena ci doveva essere qualcosa di poco chiaro”. Nessun cenno a quel che poi è stato documentato nel filmato delle Iene, la proposta indecente, il libretto, il registro degli esami. Una condotta che svela come l’eccesso di sicurezza possa spesso sfociare nell’ingenuità. Conoscendo “Le Iene” Rossitto avrebbe dovuto immaginare che non sarebbe finita come spesso capita: “La mia parola contro la sua”. In questa storia è stata la telecamera nascosta a fare la differenza. Eppure anche di fronte a quel filmato Elio Rossitto non sembra volersi arrendere e arriva a mettere in dubbio l’attendibilità di un documento già acquisito dalla Procura. IL COMPLOTTO Per lui parla il suo avvocato Angelo Pennisi. “I processi – afferma – non si possono fare su giornali e televisioni. E anche quel filmato lascia il 62 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA tempo che trova. Bisognerà innanzitutto vedere se è un documento genuino o manipolato. Noi abbiamo qualche dubbio sulla genuinità del filmato. Hanno fatto sentire quello che volevano far sentire: c’erano solo le risposte del professor Rossitto e non le domande della ragazza. Per accertare la verità il filmato andrebbe visto integralmente. Ma anche limitandoci a quel che è stato mandato in onda risulta chiaramente che non c’è stata nessuna di quelle attività che si contestano al professore Rossitto”. E poi: “Il mio assistito ha già riconosciuto pubblicamente di aver avuto un momento di debolezza ma sarebbe anche importante accertare se la ragazza sia stata manovrata. Sicuramente non ha deciso autonomamente ma è stata consigliata da qualcuno”. E siamo alla teoria del complotto a cui in una delle sue precedenti dichiarazioni aveva fatto riferimento lo stesso Rossitto: “Quando non si capiscono le cose si finisce sempre per pensare al complotto”. Già, ma ad opera di chi? Il primo pensiero corre subito alla politica. Quella politica che gli ha sorriso forse più di quanto non sia avvenuto col fratello, il compianto Feliciano Rossitto, segretario generale dei contadini Cgil che quando arrivava nella piazza principale di Ragusa veniva accolto come un autentico eroe. La stella di Elio comincia a brillare nel vecchio Pci: per anni fa il sindaco di Cassaro. Poi come altri intellettuali di sinistra finisce per trasformarsi in ascoltato consigliere di un politico della Dc. Assieme a personaggi come Vito Riggio e Sandro Musco diventa una delle menti del gruppo di lavoro di Rino Nicolosi. Ma anche uno dei presunti collettori di tangenti. Viene coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, finisce agli arresti per ben due volte e subisce persino un violento quanto misterioso pestaggio. Ne esce assolto e pian piano si riprende il suo spazio all’Università di Catania e poi alla Kore di Enna. In età avanzata scopre persino la passione per il giornalismo facendo l’opinionista politico nell’emittente catanese “Telejonica”. DIVORZIO DALL’MPA E torna anche al suo ruolo più caro: quello di eminenza grigia del leader di turno. Questa volta è l’astro nascente, Raffaele Lombardo. Assieme ad un altro intellettuale del vecchio Pci, Giuseppe Mineo, entra nel think tank del nascente Mpa ed è consulente di Lombardo alla Provincia di Catania e poi nella primissima fase dell’esperienza alla Regione. Ma di recente era arrivato l’improvviso divorzio ed erano volati gli stracci. “Lombardo è uno che ti fregherà sempre, un pirata – aveva attaccato Rossitto – è uno straordinario tattico che trae vantaggio dalla confusione e dalla dissoluzione. Ha dato l’idea di essere un risanatore paralizzando il sistema di potere altrui”. Non meno tenera la replica del governatore: “Rossitto? Se lo conosci lo eviti. Sarebbe bastato assicurargli una consulenza alla Regione, così come facemmo alla Provincia, per avercelo accanto, scodinzolante e appagato”. DENUNCE NEL VUOTO Ma quella dei presunti ricatti sessuali sarebbe una storia vecchia. Prima delle studentesse della facoltà di Scienze politiche lo aveva denunciato anche un’aspirante ricercatrice alla Kore di Enna. “Il professore mi disse che mi voleva conoscere meglio come donna” ha raccontato Anna Bonanno che, a differenza di Dominique, ha seguito la via istituzionale. Si era rivolta al rettore Salvo Andò e poi alla magistratura. Ma le sue denunce erano cadute nel vuoto. Un prologo allo scandalo che forse è anche l’argomentazione più eloquente contro chi ha accusato Dominique di essersi rivolta alle Iene prima che alla magistratura. E lei, con grande lucidità, confessa: “Se non avessi fatto così sarebbe stata la mia parola contro quella del professore e nessuno mi avrebbe creduto”. La si può pensare come si vuole ma i fatti le hanno dato ragione. Col suo tranello ha prodotto un documento dalla valenza probatoria difficilmente raggiungibile in un’aula di tribunale. In quel filmato delle Iene viene messo a nudo non solo Rossitto ma anche un’insolita procedura nel gestire gli esami. Un professore che dice di aver portato fuori dalla facoltà il registro e che è pronto a convalidare l’esame in un albergo. Prassi che, stando alle denunce delle studentesse di Scienze politiche, Rossitto seguiva regolarmente facendo fare esami a porta chiusa nella sua stanza. È normale tutto ciò? I responsabili di facoltà RISARCISCA L’ATENEO “Non è affatto normale” replica in modo netto il professor Giuseppe Vecchio, preside di Scienze politiche fino al 31 ottobre scorso. “Mi pare tutto al limite dell’incredibile – spiega – per la semplicissima ragione che ormai da anni nella nostra facoltà non esistono più registri. Tutto avviene a livello informatico. Gli esami si possono registrare solo online, quindi non capisco di cosa si parla quando si fa riferimento al registro portato fuori dalla facoltà”. Quanto agli esami condotti da solo nella stanza, il professore Rossitto – spiega Vecchio – “condivideva la stanza con altri due docenti e comunque nessuno mi aveva mai fatto segnalazioni in proposito. Faccio presente che in facoltà abbiamo anche un responsabile per le pari opportunità, Graziella Priulla, alla quale non mi risulta siano pervenute segnalazioni in proposito e in ogni caso io non ne ho mai ricevute dalla professoressa in questione”. A scanso di equivoci l’ex preside di Scienze Politiche ci tiene a far sapere di aver già “chiesto all’università di costituirsi in giudizio per l’eventuale risarcimento del grave danno di immagine arrecato alla facoltà e a tutto l’ateneo. L’eventuale risarcimento sarà destinato a borse di studio o altre iniziative in favore degli studenti meritevoli”. E nonostante le dimissioni l’iter disciplinare nei confronti di Rossitto non è affatto chiuso. Sul caso si dovrà pronunciare il Consiglio nazionale universitario che potrebbe sanzionare Rossitto fino al licenziamento. E questo perché il pensionamento non gli vieterebbe di continuare ad insegnare in altri atenei italiani. IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 63