SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “A. MANZONI ” - LAMEZIA TERME LAMEZIA E IL TERREMOTO… Viaggio tra informazione, storia, leggende… La parola “terremoto” evoca in molti immagini di rovine, di morte e di sofferenze ma si tratta di sensazioni emotive che riducono il fenomeno al suo aspetto violento nei confronti dell’uomo indifeso. IL TERREMOTO IN REALTA’ PRODUCE DANNI DI BEN PIU ’ AMPIE PROPORZIONI Come qualsiasi calamità naturale, incide sull’equilibrio mentale delle persone coinvolte nella tragedia, creando in esse un disagio psichico che può condurre alla superstizione, a credenze e rituali magici… Ciò deriva dal fatto che l’uomo, in modo istintivo, ripone la massima fiducia nella solidità della terra su cui poggia i piedi, salvo poi dover constatare di persona che la terraferma non è poi così ferma come egli aveva sempre creduto. Nell’antichità il minimo movimento tellurico era considerato quasi un preavviso che ben più dolorose calamità stavano per abbattersi sulla Terra. I miti e le leggende parlano di animali mostruosi … La mitologia indù ad esempio immaginava otto possenti elefanti a fare da pilastri alla Terra; quando uno di loro si stancava, scuoteva la testa causando il terremoto Col passare del tempo, in molte mitologie si venne affermando il concetto di divinità con complicati attributi e motivazioni umane. I membri di un’antica tribù peruviana pensavano che quando il loro dio visitava la Terra per contare gli uomini presenti, i suoi passi facevano tremare il suolo. Gli astronomi babilonesi credevano che ci fosse una relazione tra l’allineamento del Sole e delle stelle e l’incidenza dei sismi sulla Terra. Anche nella Grecia classica fu trattato a lungo il fenomeno sismico con l'intento di attribuirgli una spiegazione razionale. I filosofi greci individuavano nei quattro elementi la causa prima dei terremoti. Aristotele chiuse definitivamente la controversia sull’origine dei terremoti affermando che gli improvvisi movimenti della Terra erano provocati da esalazioni secche racchiuse al suo interno che cercavano con violenza una via d’uscita. Solo in anni molto recenti, grazie agli studi geologici conseguenti a misurazioni molto precise, si è chiarita l’origine dei terremoti Per quanto terribile possa apparire il tremito della Terra a chi ne faccia esperienza diretta, esso in realtà è un evento naturale diffuso quanto il vento e la pioggia. I terremoti che si verificano ogni anno in tutta la Terra sono più di un milione, uno ogni trenta secondi. Le conseguenze per l’uomo possono essere molto varie e di diversa entità; dipendono oltre che dall’intensità del sisma anche da una serie di fattori estremamente variabili EFFETTI DI UN TERREMOTO intrinseco geologico sociale I fattori di natura geologica e sociale sono molto importanti. Basti pensare che il terremoto di Messina del 1908 causò più di 100.000 vittime mentre quello di S. Francisco di due anni prima, nonostante fosse stato dieci volte più violento, fece solo 1000 morti. MA … CHE COS’E’ UN TERREMOTO ? Il terremoto (dal latino tèrrae mòtus = “movimento della terra”) o sisma (dal greco seismós = “scossa”) è una vibrazione brusca e violenta di parti più o meno estese della crosta terrestre la quale trae origine da una zona del sottosuolo in cui si era andata nel tempo accumulando dell’energia. CLASSIFICAZIONE DEI TERREMOTI Terremoti d’assestamento o locali (ca.3%): se una cavità sotterranea sprofonda improvvisamente può provocare delle scosse d’assestamento talvolta assai violente, ma in un’area assai limitata; Terremoti d’origine vulcanica (ca 7%): consistono in vibrazioni localizzate e vengono generalmente indicati con il termine di tremori. • Terremoti d’origine tettonica (ca 90%) Si verificano per assestamento della crosta terrestre dove non è ancora stato raggiunto un equilibrio tra i vari punti della terra. DOVE NASCONO I TERREMOTI? Attraverso gli studi svolti nel campo della Geologia, si è stabilito che la genesi dei terremoti può essere interpretata in relazione all’evoluzione tettonica dell’area colpita. Secondo il modello della Tettonica a placche, la litosfera non è un tutt’uno ma è formata da tante zolle o placche simili ad un gigantesco puzzle o ad un guscio di tartaruga Queste enormi porzioni di Terra, chiamate zattere litosferiche, galleggiano sopra uno strato più profondo e parzialmente fuso chiamato Astenosfera. Per effetto delle forze che si generano all’interno del mantello, esse compiono lenti movimenti, prevalentemente orizzontali (generalmente compresi tra 2 e 10 centimetri l’anno). La maggior parte dei terremoti è una diretta conseguenza proprio di tali spostamenti. LA LITOSFERA E’ DUNQUE UN FRAGILE MONDO IN LENTA E CONTINUA EVOLUZIONE… Le masse rocciose della crosta resistono (deformandosi) fino al limite di rottura , poi cedono improvvisamente spezzandosi nei punti in cui sono più deboli; si innesca così una frattura, lungo il cui piano le rocce possono scorrere le une contro le altre in direzioni opposte l’energia elastica accumulata, durante la deformazione, si libera in parte sottoforma di calore, in parte sottoforma di violente vibrazioni che si propagano come onde sismiche in tutte le direzioni. IPO ED EPI L’improvvisa rottura degli strati rocciosi profondi avviene in un’area, che per comodità di calcolo viene considerata un punto, chiamata ipocentro ( fuoco ) parità di energia liberata, con il più daA ciò si deduce che i terremoti crescere della profondità dell’ipocentro, violenti generalmente gli effetti in superficie si fanno sempre sono quelli con più ipocentro poco profondo. lievi. La zona della superficie terrestre che si trova sulla verticale dell’ipocentro è detta EPICENTRO. STUDIO DI UN TERREMOTO Per studiare i terremoti, i sismologi hanno distribuito sulla superficie terrestre strumenti, detti sismografi, che sono utilizzati per registrare le onde sismiche il grafico delle onde sismiche è detto sismogramma . Ultim'ora: il grafico del sisma delle Isole Eolie ( 26/10/2006 ore 14.30 MG 5.6 ) 26 Ottobre 2006 ORE 14.30 UTC MG 5.6 Isole Eolie Dalla lettura di un sismogramma si possono ricavare numerose informazioni : l’istante iniziale, la potenza e la durata del terremoto, la posizione dell’epicentro, la profondità dell’ipocentro, la direzione e l’ampiezza del movimento lungo la faglia che ha generato il terremoto. LA MISURA DELLA FORZA DI UN TERREMOTO > 8,7 Nell’ambito scientifico viene usata la Scala Richter Non c’è sempre corrispondenza precisa tra intensità e magnitudo e può accadere che due terremoti di diversa magnitudo provochino effetti che vengono classificati nel medesimo grado di intensità Un tipo assai particolare di fenomeno sismico è il Maremoto o tsunami; esso si origina quando l’epicentro è situato sul fondale marino ( 72% ) ma può essere causato anche da: grandi frane sottomarine manifestazioni vulcaniche in mare I MAREMOTI SONO La Calabria è insieme alla Sicilia EVENTI una delle RARI regioni CHE SIpiù VERIFICANO italiane colpite dai IN TUTTI I BACINI DEL maremoti; tutti sono stati MONDO causati da terremoti DOVE SI VERIFICANO I TERREMOTI ? Il fenomeno sismico non si abbatte casualmente e senza motivo in qualsiasi parte del Mondo. Oggi sappiamo che i terremoti si manifestano solo in alcune zone ristrette della superficie terrestre alle quali viene dato il nome di zone sismicamente attive. Sulla terra alcune Là où il a tremble, aree sono più il tremblerà soggette di altre ai terremoti Le aree più attive corrispondono ai margini delle “zolle” OCCHIO ALL’ ITALIA Negli ultimi secoli, in Italia, si sono registrati i terremoti più disastrosi di tutto il Mediterraneo In questo millennio si sono verificati almeno 30.000 eventi sismici di media e forte intensità, 200 dei quali disastrosi. Nell’ultimo secolo, i terremoti più forti hanno interessato soprattutto le regioni appenniniche , la Calabria, la Sicilia, la Campania, la Basilicata, il Friuli, le Marche e l’Umbria causando complessivamente 120.000 vittime. L’Italia , compresa in un settore di crosta tuttora attivo, è situata nella zona di collisione tra le placche Africana ed Eurasiatica Sismologi e geologi ritengono che, per quasi tutta la frattura che attraversa il territorio italiano, la placca africana si infili sotto quella europea. E’ però difficile stabilire cosa succede nei singoli tratti. Ancora più complessi sono i fenomeni di straordinaria imponenza che avvengono nel tratto compreso tra l’Etna e le coste calabre . Zolla eurasiatica Zolla africana Dall’andamento di questa frattura si capisce perché in I talia , di fatto, solo la Sardegna sia immune dai terremoti. La sismicità è concentrata nella parte centro-meridionale della penisola ed in alcune aree settentrionali. VIVERE CON IL TERREMOTO… Per difendersi dall’eventualità di un terremoto, quasi tutti i paesi hanno realizzato su scala dettagliata carte del “rischio sismico”, tenendo conto soprattutto della localizzazione degli epicentri frequenza Intensità dei terremoti verificatisi in passato e la CALABRIA ?! La regione d’Italia più esposta al rischio sismico. L’alta sismicità della Calabria è dovuta ai processi tettonici ancora in atto nella regione, legati al movimento delle placche continentali eurasiatica e africana oltre che ai movimenti di apertura del Tirreno. Questi ultimi hanno contribuito al sollevamento regionale dell’intero Arco Calabro ancora oggi attivo: un movimento di sollevamento dell’ordine di alcuni mm all’anno. UNO SGUARDO AL TERRITORIO LAMETINO Dal punto di vista geologico il territorio lamentino è caratterizzato dalla presenza di due grossi complessi rocciosi che differiscono tra loro per origine, natura ed età. ☻ scisti filladici la cui formazione risale all’era geologica più antica, oltre 400 milioni di anni fa. ☻ terreni sedimentari recenti sabbie, ghiaie ed argille di ambiente marino e continentale. Proprio sulle “conoidi di deiezione”, quindi su aree ripetutamente alluvionate dai torrenti, si estende quasi tutto il tessuto urbano di Lamezia Terme. DAL PUNTO DI VISTA GEOMORFOLOGICO E TETTONICO Nel territorio lametino (16.024 ettari) possono distinguersi due aree con spiccate caratteristiche morfologiche: la collina che si estende su 3.120 ha e la pianura che occupa L’attuale pianura di S. eEufemia era Pliocene superiorela restante parte del territorio che termina conoccupata, un litorale nel che si sviluppa per circa 8,7 km. Calabriano, da un braccio di mare che costituiva il Bacino di CatanzaroNicastro e metteva in comunicazione lo Jonio e il Tirreno. L’intera area ebbe alterni periodi di sollevamento ed affondamento con una finale tendenza al sollevamento a partire dal Pleistocene superiore. Uno degli aspetti più significativi della realtà geologica del territorio lamentino è il “sistema di Faglie di Catanzaro”. In piccolo, qualcosa come la faglia di Sant’Andrea in California. FOR S E … Il primo sisma di cui siamo riusciti ad avere notizia colpì Nicastro nell’anno 306 d.C. e causò il crollo della primitiva Cattedrale che sorgeva pressappoco dove oggi c’è la Chiesa della Pietà Un secondo terremoto risalirebbe all’823 d.C. ed anche stavolta la Cattedrale ed altre costruzioni cittadine furono rase al suolo I L 1 6 0 0 Una scossa sismica si ebbe nel 1609 e danneggiò parecchi fabbricati, ancora la Cattedrale ed un torrione del Castello. Ancora un terremoto si ebbe nel 1614 Un altro il 3 febbraio 1624 Un nuovo terremoto si verificò nel 1629 Un altro ancora nel 1635. 27 MARZO 1638 … e la fine del mondo sembrò arrivare davvero ! Il Sabato delle Palme, alle ore 20, Nicastro fu scossa da un violentissimo sisma che demolì quasi tutto l’abitato. Crollò anche la Chiesa di San Francesco, gremitissima di fedeli e di autorità, e numerose persone rimasero sepolte sotto le macerie. Pochi scamparono alla morte e fra questi la principessa Giovanna D’Aquino, moglie del magnifico Aloisio, sottratta a stento non solo dalle macerie, ma anche dall’incendio causato da un braciere che ella stessa aveva portato per ripararsi dal freddo. Rovinò pure l’antichissimo Castello, seppellendo fra le sue rovine il principe Cesare D’Aquino, il cui cadavere fu rinvenuto in atto di pregare. Questo del 1638 fu un terremoto che interessò la parte centro meridionale della Calabria. “Nella sola Nicastro perirono 538 uomini, 647 donne e 15 tra preti e frati. Tenuto conto che Nicastro in quei tempi contava 1156 “fuochi” pari a 5780 individui, quasi un quinto dell’intera popolazione scomparve tra le rovine del terremoto”… DESOLAZIONE … E RICOSTRUZIONE La gente, scampata a tanta calamità, si trovò senza tetto e senza pane tra la più desolante miseria A Nicastro, i pochi edifici che erano rimasti in piedi furono tutti abbandonati e nella spaziosa pianura detta “la Coltura”, si costruirono delle baracche Nella stessa zona, il Vescovo costruì la nuova Sede Vescovile e, di fronte ad essa, nel sito attuale, fu eretta la Cattedrale. IL VESCOVO FUGGE … POI CI RIPENSA Atterrito dall’immane catastrofe che aveva colpito la città, il vescovo, mons. Marcantonio Mandosio, partì alla volta di Napoli, ma giunto a Martirano fu dissuaso dal prelato della cittadina e ritornò a Nicastro a prendersi cura del suo “desolato gregge”.