DIOCESI DI SAVONA-NOLI CENTRO MONDIALITÀ PREGHIERA PER LA PACE “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato” Papa Benedetto XVI - 43.ma giornata mondiale 1 GENNAIO 2010 - 17.00 Cattedrale N. S. Assunta - Savona CANTO DI INIZIO - Cantico delle creature In piedi Rit. Laudato sii, Signore mio, Laudato sii, Signore mio, Laudato sii, Signore mio, Laudato sii, Signore mio. Per il sole di ogni giorno che riscalda e dona vita; egli illumina il cammino di chi cerca te, Signore. Per la luna e per le stelle, io le sento, mie sorelle; le hai formate su nel cielo e le doni a chi è nel buio. Rit. Laudato sii, Signore mio… Per la nostra madre terra che ci dona fiori ed erba; su di lei noi fatichiamo per il pane d'ogni giorno. Per chi soffre con coraggio e perdona nel tuo amore: tu gli dai la pace tua alla sera della vita. Rit. Laudato sii, Signore mio… Io ti canto, mio Signore, e con me la creazione ti ringrazia umilmente perché tu sei il Signore. Rit. Laudato sii, Signore mio… SEGNO DI CROCE SALUTO INIZIALE E INTRODUZIONE DEL VESCOVO ORAZIONE Dio Padre, in questa Giornata mondiale della pace sii tu benedetto, creatore del cielo e della terra. Tu chiami i figli dell’uomo, fatti a tua immagine, a custodire e a coltivare ciò che hai creato per la pacifica convivenza dell’umanità. Donaci la tua sapienza nella gestione dei beni naturali che ci hai elargito e nella tutela di ogni essere umano. Cresca così in mezzo a noi la pace come frutto di giustizia e di solidarietà. Per Cristo nostro Signore. T. Amen Canone di Taizé Dona la pace, Signore, a chi confida in te. Dona, dona la pace, Signore, dona la pace. PRIMA PARTE: IL CREATO DONO DI DIO Dal Libro della Genesi (1, 1-25) Seduti In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo. Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque". Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: "La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie". E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Dio disse: "Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra". E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo". Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie". E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Canto DAL MESSAGGIO DEL PAPA La crisi ecologica attuale Pur evitando di entrare nel merito di specifiche soluzioni tecniche, la Chiesa, esperta in umanità, si premura di richiamare con forza l’attenzione sulla relazione tra il Creatore, l’essere umano e il creato. Nel1990,Giovanni Paolo II parlava di crisi ecologica e, rilevando come questa avesse un carattere prevalentemente etico, indicava l’urgente necessità morale di una nuova solidarietà. Questo appello si fa ancora più pressante oggi, di fronte alle crescenti manifestazioni di una crisi che sarebbe irresponsabile non prendere in seria considerazione. Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti profughi ambientali: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare, spesso insieme ai loro beni, per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno un profondo impatto sull’esercizio dei diritti umani, come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo. PER LA LETTURA PERSONALE Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici dall’ultimo Report 2007: attualmente 2 miliardi di persone dipendono da ecosistemi fragili in zone aride o semi-aride; circa 630 milioni di persone, un decimo della popolazione globale, vivono oggi in aree a rischio inondazione; i disastri naturali sono quadruplicati negli ultimi 20 anni, passando da circa 129 a 500 all’anno oggi; oggi su 10 disastri umanitari, 7 sono da addebitarsi al clima. entro il 2020 in molti paesi africani la produttività agricola potrebbe ridursi fino al 50%; Organizzazione Mondiale della Sanità 150.000 morti all’anno imputabili al cambiamento climatico; dagli anni ’60 il numero delle vittime di disastri naturali è cresciuto di circa il 90%. Dipartimento Internazionale di Legambiente dal Report 2009 Nel 2007-08 sono state tra i 70 e gli 80 milioni le persone, profughi ambientali, che hanno abbandonato la propria terra a causa di desertificazione, inondazioni, riscaldamento globale, innalzamento del livello del mare. Il loro numero ha raggiunto quello delle persone in fuga dalle guerre. Non esiste ancora il riconoscimento dello status di profugo ambientale. SILENZIO PREGHIERA V. T. V. T. V. T. V. T. V. T. In piedi O Dio, la tua terra feconda da tempo viene lentamente spogliata delle sue ricchezze. Apri i nostri occhi per vedere O Dio, la tua aria limpida viene lentamente riempita di agenti inquinanti. Apri i nostri occhi per vedere O Dio, la tua acqua da bere oggi è negata a 2 miliardi e mezzo di persone nel mondo. Apri i nostri occhi per vedere O Dio, la biodiversità è in pericolo e le tue creature stanno lentamente morendo, la tua gente sta soffrendo. Apri i nostri occhi per vedere Dio nostro creatore, sono molte le persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono forzatamente lasciare come profughi ambientali. Spirito della creazione, che ti riversi nei fiumi e oceani, purifica le acque sorgenti di vita. Spirito della creazione, che scorri tra le possenti foreste, spargi i semi della vita nuova. Spirito della creazione, che bruci nei cuori della tua gente, da’ vita rinata e rinnovata. Spirito di Dio, scuotici e rendici consapevoli della nostra responsabilità. CANTO Dov’è l’odio fa ch’io porti amore, dov’è offesa che porti perdono dov’è la discordia fa ch’io porti amore dov’è il dubbio fa Signor ch’io porti te. E la verità dov’è l’errore la speranza per chi è disperato dov’è la tristezza fa ch’io porti gioia, dov’è il buio la tua luce porterò. O Maestro fa che io non cerchi d’essere amato ma di amare solo con la morte si vivrà in eterno, o Signor, fammi strumento del tuo amor. SECONDA PARTE: SIAMO AMMINISTRATORI E RESPONSABILI DELLA TERRA Dal Libro della Genesi (1,26-31) Seduti Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Canto DAL MESSAGGIO DEL PAPA 1. La questione ecologica è questione di solidarietà La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all’orizzonte; a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un’autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune… Sembra infatti urgente la conquista di una leale solidarietà inter-generazionale. I costi derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni non possono essere a carico delle generazioni future…Oltre ad una leale solidarietà intergenerazionale, va ribadita l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà intra-generazionale, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e quelli altamente industrializzati… 2. Degrado ambientale e comportamento dei governi nazionali Non è difficile allora costatare che il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato. Per contrastare tale fenomeno, sulla base del fatto che ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale, è anche necessario che l’attività economica rispetti maggiormente l’ambiente. Quando ci si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone anche i costi – in termini ambientali e sociali –, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica. Compete alla comunità internazionale e ai governi nazionali dare i giusti segnali per contrastare in modo efficace quelle modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose. Per proteggere l’ambiente, per tutelare le risorse e il clima occorre, da una parte, agire nel rispetto di norme ben definite anche dal punto di vista giuridico ed economico, e, dall’altra, tenere conto della solidarietà dovuta a quanti abitano le regioni più povere della terra e alle future generazioni… 3. Degrado ambientale e comportamento di ognuno di noi Appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico. Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti… 4. Degrado ambientale e responsabilità dei cristiani La Chiesa ha una responsabilità per il creato e sente di doverla esercitare, anche in ambito pubblico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore per tutti, e, anzitutto, per proteggere l’uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso. Il degrado della natura è, infatti, strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana, per cui quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio… Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. La ricerca della pace da parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz’altro facilitata dal comune riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri umani e l’intero creato. Illuminati dalla divina Rivelazione e seguendo la Tradizione della Chiesa, i cristiani offrono il proprio apporto. SALMO 8 da recitare a cori alterni Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Tutti SILENZIO In piedi O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, con la bocca di bambini e di lattanti: hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi? Davvero l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! DICHIARAZIONE D’IMPEGNO Vescovo. Dio Padre ha benedetto l’opera delle sue mani e affida ogni giorno tutto il creato alla custodia amorevole dell’uomo. Esprimiamo ora il nostro impegno concreto e, attraverso il canto, preghiamo il Signore perché ci sostenga in questo compito gravoso e ci renda fedeli collaboratori al progetto della creazione nella responsabilità e nella fedeltà. Canone di Taizé L1: NOI CI IMPEGNIAMO CON GLI OCCHI per vedere ciò che sta succedendo alla terra, per non poter dire “Ma non lo sapevamo!” . L2: NOI CI IMPEGNIAMO CON LE ORECCHIE per ascoltare il grido di aiuto dei profughi ambientali e della terra. Canone di Taizé L1: NOI CI IMPEGNIAMO CON IL CUORE svuotato dalla cultura del possesso e da interessi nazionalistici, per riempirlo di una visione che abbracci sempre le necessità di tutti i popoli. L2: NOI CI IMPEGNIAMO CON LA TESTA per elaborare, attraverso i nostri governi, progetti politici lungimiranti senza perseguire miopi interessi economici. Canone di Taizé L1: NOI CI IMPEGNIAMO CON LA BOCCA per denunciare violazioni di diritti, per dire ciò che sta accadendo, anche sul nostro territorio, all’aria, all’acqua e alla salute delle persone. L2: NOI CI IMPEGNIAMO CON LE MANI per metterci in relazione, costruire pace, creare reti di solidarietà e giustizia in grado di reimpostare l’uso della terra, ridare futuro alle popolazioni più povere e alle nuove generazioni. Canone di Taizé CONCLUSIONI DI S.E. MONS. VITTORIO LUPI Seduti ORAZIONE E BENEDIZIONE In piedi Dio Padre, ti riconosciamo Signore del cielo e della terra. Scuoti gli organismi internazionali e i nostri governi nazionali, affinché agiscano con responsabilità nella gestione dell’ambiente e nel rispetto dell’uomo. Ognuno di noi adotti uno stile di vita dettato dalla solidarietà. Così costruiremo con Te una pace più vera per tutti i popoli della terra. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. T. Amen CANTO - Beatitudine Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro, pregherò con loro, amerò con loro perché il mondo venga a te, o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con Te. Voi che siete luce della terra miei amici risplendete sempre della vera luce perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi, o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a Te. Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri perché voi vedrete Dio, che è Padre, in Lui la vostra vita gioia piena sarà. Voi che ora siete miei discepoli nel mondo siate testimoni di un amore immenso date prova di quella speranza che c'è in voi, coraggio, vi guiderò per sempre, Io rimango in voi. Spirito che animi la Chiesa e la rinnovi dandole fortezza, fa' che sia fedele come Cristo che muore e risorge perché il regno del Padre si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui. L’ESITO DELLA 15.ma CONFERENZA ONU SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI DI COPENAGHEN (7 – 18 dicembre) DALL’OSSERVATORE ROMANO – 20 dicembre 2009 Alla fine un'intesa c'è stata al vertice di Copenaghen sul clima. Ma è un'intesa sul "prendere nota", non certo un accordo politico di alto livello, né tantomeno un trattato legalmente vincolante. Il mondo si aspettava un accordo globale e storico contro la crisi climatica, ma così non è stato. Infatti, al termine dell'ultima sessione plenaria, la Conferenza ha "preso nota" di quanto concordato tra Stati Uniti, Unione europea e i principali Paesi emergenti, Cina, India, Brasile e Sud Africa. La formula ha consentito di uscire dall'empasse e di rendere operativa tale intesa, senza aver bisogno dell'approvazione formale delle delegazioni di tutti i Paesi. Molte di queste, soprattutto del Sud del mondo, l'area più minacciata dai cambiamenti climatici, hanno lasciato Copenaghen indignate dalla scarsità dei risultati. Il documento di Copenaghen non fissa cifre, tempi e controlli sulla riduzione delle emissioni di gas nocivi, prendendo semplicemente atto della loro necessità e dichiarando l'impegno a far sì che siano "misurate, riportate e verificate". Vengono invece stanziati trenta miliardi di dollari dal 2010 al 2012 e altri settanta fino al 2020, destinati principalmente ai Paesi più vulnerabili per sostenerli a contenere l'impatto dei cambiamenti climatici. La formula del "prendere nota" è stata adottata dopo che si erano susseguiti interventi fortemente contrari all'accordo raggiunto tra i Paesi più potenti. Il primo a esprimersi in questo senso è stato Apisai Ielemia, il primo ministro del piccolo arcipelago di Tuvalu, nel Pacifico, che minaccia di scomparire per l'innalzamento del livello del mare. Apisai Ielemia ha detto che il futuro del suo popolo non è in vendita. Un applauso spontaneo e scrosciante ha sottolineato il suo intervento, che ha aperto la serie di quelli dei Paesi decisi a rifiutare le decisioni prese dai grandi Stati. Durissimi sono stati, in particolare, gli interventi di diversi Paesi dell'America Latina, come Venezuela, Bolivia, Cuba e Nicaragua. Di grande delusione per il risultato parla anche una risoluzione del Parlamento europeo. Nella risoluzione si afferma che quanto è avvenuto a Copenaghen dimostra la necessità di "riformare il metodo di lavoro dell'Onu con urgenza". A giudizio concorde degli osservatori, a prevalere è stato alla fine il rifiuto della Cina di fissare per tutti i Paesi il target minimo di emissioni globali nel 2050 al 50 per cento rispetto al 1990. L'Unione europea alla fine ha accettato, sia pure in modo non convinto. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy ha espresso delusione per il mancato riferimento al taglio delle emissioni globali e ha annunciato una nuova Conferenza da tenere a Bonn entro sei mesi. Sulla stessa linea si è espresso il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il quale ha ammesso che l'esito è ben lontano da quello sperato, ma ha parlato dell'accordo di Copenaghen come di "una prima tappa essenziale" e ha assicurato che "lavoreremo duro per renderlo legalmente vincolante nel 2010". TI INVITIAMO A PORTARE A CASA QUESTO LIBRETTO E AD UTILIZZARLO PER LA PREGHIERA E PER LA LETTURA DIOCESI DI SAVONA-NOLI Azione Cattolica Società di San Vincenzo de Paoli Centro Mondialità Pastorale del Lavoro Caritas Centro Missionario Comunità Sant’Egidio Migrantes Pastorale Giovanile