Dannosità dei pesticidi e degli
insetticidi nelle aree urbane e
loro alternative naturali
Pietro Massimiliano Bianco, Carlo Jacomini, Valter Bellucci
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Dipartimento Difesa della Natura
ECOSOSTENIBILITA’
R. Hichs SOSTENIBILITA' massimo ammontare che una comunità può
consumare in un certo periodo e rimanere, tuttavia, lontana dall'esaurimento
delle risorse come all'inizio
Bruntland,1987 SVILUPPO SOSTENIBILE sviluppo che risponde alle necessità
del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di
soddisfare le proprie esigenze
ONU (WCU,UNEP,WWFN) 1992 SVILUPPO SOSTENIBILE per sviluppo
sostenibile s'intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la
capacità di carico degli ecosistemi alla base
ICLEI, 1994 SVILUPPO SOSTENIBILE sviluppo che offre servizi ambientali, sociali
ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare
l'operabilità dei sistemi naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura
di tali servizi
Ministero dell’ambiente: Lo Sviluppo Sostenibile garantisce i bisogni del
presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di fare
altrettanto
Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
(Nizza, 2000):
• Articolo 2, la Comunità ha il compito di promuovere uno sviluppo
armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche ed un elevato
livello di protezione dell’ambiente ed il miglioramento della qualità di
quest’ultimo.
• Articolo 6 le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente debbano essere
integrate nella definizione e nell’attuazione delle politiche e azioni
comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo
sostenibile.
• Articolo 37 un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della
sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti
conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.
LA SOSTENIBILITA’ NEL
TESTO UNICO AMBIENTALE
Art. 3-quater. D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale
Principio dello sviluppo sostenibile
1. Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice
deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di
garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non
possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni
future.
2. Anche l´attività della pubblica amministrazione deve essere finalizzata a
consentire la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo
sostenibile, per cui nell´ambito della scelta comparativa di interessi
pubblici e privati connotata da discrezionalità gli interessi alla tutela
dell´ambiente e del patrimonio culturale devono essere oggetto di
prioritaria considerazione.
PIANO D’AZIONE NAZIONALE (PAN) PER L’USO
SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI
Il PAN entrato in vigore a febbraio 2014 impone delle misure specifiche da
adottare nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili, tra cui
parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili ed aree verdi delle
scuole o con esse confinanti. Viene espressamente vietato in queste aree l’utilizzo
di una serie di pesticidi, già ampiamente noti come pericolosi per la salute
urbana.
Il Piano per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari rappresenta un passo
importante verso la prevenzione dei rischi. E’ molto importante vigilare affinché le
norme in esso contenute siano applicate integralmente da ogni amministrazione
pubblica come anche rispettate dai cittadini.
Ricordiamo che ogni stato europeo si è dotato di un suo piano strategico ma tutti
devono rispettare le indicazioni contenute nella direttiva : “2009/128/CE che
istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei
pesticidi".
INQUINAMENTO GLOBALE DA PESTICIDI
• Nella biosfera vengono liberate ogni anno oltre 250.000.000 t di prodotti
organici di sintesi, tra cui 2.000.000 t di pesticidi In Italia 175.000 t - circa 3
kg di pesticidi a testa ogni anno! Solo una piccola parte di queste
sostanze (circa lo 0,1%) raggiunge il bersaglio, il resto può danneggiare
l'ambiente e le persone:
• alterazione delle catene trofiche di terra, acqua e aria
• contaminazione delle acque
• presenza di residui tossici nei prodotti alimentari
• conseguenze sulla salute dei consumatori e intossicazione uomini
• aumento delle resistenze degli organismi bersaglio
• scomparsa dei loro predatori naturali per contaminazione e decesso di
uccelli, pipistrelli e insetti predatori
PESTICIDI IN AREE NON AGRICOLE
L'uso dei pesticidi sulle zone urbane rappresenta circa il 0,2-2,7% dell'uso totale annuo di
pesticidi (Tabella 3). Tuttavia, anche se la frazione non agricola è bassa, è relativamente
più preoccupante l'uso non agricolo sui terreni, e superfici dure perché la frazione di
ruscellamento delle acque superficiali è stimata essere almeno 10 volte maggiore per
l’uso urbano rispetto all’uso agricolo (Kempenaar et al., 2006).
Solo Danimarca e Paesi Bassi raccolgono dati sulla quantità di pesticidi utilizzati dalle
autorità pubbliche nelle aree urbane, sarebbe invece auspicabile quantomeno controllare
i quantitativi che sia i soggetti privati che pubblici usano all’interno delle aree urbane e
non solo.
Nei Paesi Bassi dove il 40% dell'acqua potabile deriva da acque superficiali la rilevazione di
pesticidi nei fiumi causa preoccupazione nell'opinione pubblica e politica. In Danimarca, la
rilevazione di pesticidi nelle acque sotterranee ha causato un problema simile, in quanto
rappresenta la principale fonte di acqua potabile
In Germania il monitoraggio della qualità dell'acqua ha rivelato contaminazione delle
acque superficiali da pesticidi utilizzati in ambiti non agricoli
PERICOLOSITÀ DEI PESTICIDI UTILIZZATI NELLE AREE URBANE
Nelle zone urbane sono utilizzati indoor e outdoor principalmente insetticidi
per la lotta agli insetti molesti, diserbanti nella gestione dei bordi stradali e
infrastrutturali e rodenticidi per la lotta contro i roditori (topi e ratti).
Queste sostanze distruggono e impoveriscono gravemente gli ecosistemi
residui alterandone le catene trofiche e sono tra i responsabili
dell’inquinamento chimico delle acque.
Alcuni di essi hanno inoltre effetti sinergici negativi sulla salute umana
particolarmente in presenza di ipersensibilità individuale
Molti insetticidi, erbicidi e rodenticidi possono indurre stress metabolici
influenzare significativamente le cellule degli organismi viventi.
Questi effetti sono stati dimostrati anche per concentrazioni simili a quelle
ritrovate nel cibo.
IL PERICOLO DELLA RESIDUALITÀ AMBIENTALE
Gli insetticidi depositati su piante muri pavimentazioni arredi esterni ecc. a
elevata residualità ambientale seminano una catena di morte decimando
anche gli stessi predatori delle zanzare che, senza antagonisti naturali,
aumenteranno sempre di più, oltre ad avere, insieme agli altri inquinanti
urbani, azione sinergica sugli esseri umani (anello terminale della catena
alimentare)
Vi è, poi, da tenere in considerazione l’aumento dello scorrimento
superficiale urbano e l’assorbimento da parte del terreno che possono
causare gravi inquinamenti delle acque di falda e superficiali.
L’uso di insetticidi nebulizzati nell’ambiente aereo è un’opzione a cui
ricorrere in via straordinaria solo nel caso di una comprovata elevata densità
di adulti in siti sensibili quali scuole, ospedali, strutture residenziali protette,
ecc. o in presenza di rischio epidemico e primariamente per mezzo di
prodotti ecosostenibili e naturali.
PRESENZA DI PESTICIDI NELLE API E NEI LORO PRODOTTI
Le analisi delle matrici apistiche nell’ambito del progetto SPIA (Rete Rurale
Nazionale) evidenziano in maniera chiara come i pesticidi utilizzati per le
disinfestazioni urbane contro la zanzara tigre risultino anche mortali per gli
apoidei e non solo.
Lodesani M. et al.,2014 ,Poster nell’ambito del Congresso Nazionale Entomologia
VIRUS DALLE ALI DEFORMI
INFEZIONE DA FUNGHI (Nosema ceranae)
Sostanze particolarmente tossiche trovate nelle api morte in
corrispondenza di morie di massa
Nell’ambito del progetto BeeNet (2013) è stata trovata nelle api in apiari del
Piemonte Cipermetrina insieme a Deltametrina, Pyperonil Butossido, Tiophanate
Methyl ed Imidacloprid) in corrispondenza di fenomeni di comportamenti
anomali, disorientamento, mortalità eccessiva.
In Sicilia è stata rinvenuta sempre in api morte e in corrispondenza di fenomeni
di mortalità anomala in associazione con Deltametrina e Piperonil Butossido
(sinergizzante, che aumenta in modo notevole la tossicità di piretroidi e
organofosforici).
N. Campioni positivi
7
6
6
5
5
5
4
3
3
3
2
2
2
1
1
1
1
0
14
DALL’APE ALL’UOMO
Si stanno moltiplicando negli esseri umani che vivono in condizioni
fortemente artificializzate condizioni patologiche che condividono la
caratteristica comune di risposte aberranti alle esposizioni a basse dosi di
sostanze inquinanti, quali prodotti chimici, farmaci, metalli pesanti,
radiazioni elettromagnetiche, o nucleari, in concentrazioni molto al di sotto
dei livelli medi di riferimento ammessi a tossici ambientali
Stanno aumentando esponenzialmente le persone affette Sensibilità
Chimica Multipla o MCS, (Multiple Chemical Sensitivity, Miller 1992), una
perdita della tolleranza immunologica indotta da sostanze tossiche, tra cui i
pesticidi che, a seconda dei gradi di gravità, causa una ridotta qualità di vita
con disturbi invalidanti, o, nelle forme più gravi, l’impossibilita di uscire dalla
loro abitazione, completamente bonificata dalla presenza di sostanze
chimiche. La MCS o TILT, si stima colpisca ormai tra 1,5 e il 3% della
popolazione
METODI DI DISINFESTAZIONE
La disinfestazione anti-zanzare viene condotta attraverso due tipi di azioni autorizzate
dal Ministero alla Salute e ovviamente registrati come presidi medico-chirurgici
(PMC).
Tipo di intervento
Tipo di prodotto
Modalità
Riduzione del numero
delle larve mediante
Larvicidi:
Pyriproxifen
Diflubenzuron
Bacillus thurigiensis var.
israelensis
prodotti liquidi o in
compresse eseguita in
caditoie e i tombini
interventi di
contenimento degli adulti
(adulticidi).
Adulticidi:
Piretroidi,
Organofosforici
Iirrorazione d'insetticidi
sulla vegetazione posta
lungo
le
strade
pubbliche, nei parchi
pubblici, nei cimiteri e
nei giardini delle scuole
E’ necessario sottoporre l'intervento adulticida in area pubblica a parere
preliminare del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl competente del
territorio.
Lista dei principi attivi utilizzati nelle formulazioni commerciali più comuni
per i trattamenti adulticidi abbattenti e trattamenti su vegetazione (Romi
et al., 2011).
Tipo di formulato
commerciale
Emulsione in acqua
Sostanze attive e miscele
Deltametrina
0,3-0,5
Cyfluthrin
0,3-0,5
Cypermetrina+Tetramerina+Piperonyl
Butossido
Microemulsione
acqua
Sospensione
concentrata
Concentrazio
ne media per
l'impiego
come
adulticida
in Piretrine+ Piperonyl Butossido
Permetrina+Tetrametrina+Piperonyl Butossido
0,5
0,3
0,8
Permetrina+Tetrametrina
0,5
Etofenprox+Piperonyl Butossido
0,5
Deltametrina; Tetramerina, Piperonyl
butossido
0,3-0,5
Deltametrina+Piretrina
0,5
Deltametrina+Esbiotrina+Piperonyl Butossido
0,75
TOSSICITÀ DEGLI ADULTICIDI
Vi sono evidenze di eventi tossici legate all’uso degli insetticidi di sintesi come
allergie, asma, malattie neurovegetative, sterilità, malformazioni neonatali, ecc.
Malattie ben più gravi, fino al tumore, si presentano dopo anni di incubazione
quando non si pena più che siano la conseguenza delle irrorazioni o dell’uso
ripetuto negli ambienti domestici.
Alcune sostanze sono interferenti endocrini, interferiscono cioè con le attività
ghiandolari comprese le funzioni respiratorie e riproduttive. Altre si accumulano
nei lipidi e sono neurotossici. Non va, infine trascurata la tossicità dei catabolititi.
I soggetti con iperattività bronchiale, come gli asmatici, e gli allergici possono
reagire in modo sproporzionato all'esposizione.
Molti insetticidi negli esseri umani, come negli insetti, possono interferire con il
sistema nervoso centrale a livello della trasmissione assonale dell'impulso
nervoso.
PIRETROIDI
Bifenthrin
Alfametrina
I piretroidi agiscono a livello dei canali del sodio della membrana della cellula
nervosa determinando un maggior afflusso di sodio nella cellula, con conseguente
depolarizzazione e ipereccitabilità di tutto il sistema nervoso.
Pralletrina, transflutrina ed esbiotrina sono classificate come pericolose per
l'ambiente e tossiche per gli organismi acquatici, mentre la pralletrina dal punto
di vista tossicologico è la più rilevante, dunque la più tossica se inalata
direttamente o ingerita.
Utilizzo
Spray
interno
per
Trattamento
zanzariere
Sostanza
uso Alpha-Cipermetrina Bifenthrin,
Deltametrina,
Etofenprox,
Cihalothrina
Cifluthrina,
Lambda-
di Alpha-Cipermetrina, Cifluthrina, Deltametrina,
Etofenprox, Lambda-Cihalotrina, Permetrina
Irrorazione mediante Permetrina, D-Fenothrina
aerei
TOSSICITA’ DEI PIRETROIDI PER GLI ORGANISMI VIVENTI
Apoidei e i Lepidotteri sono sensibili e danneggiate dalla maggior parte di queste
sostanze. L’azione su questi insetti pronubi può influenzare negativamente la
biodiversità anche riducendo la fertilità delle specie vegetali impollinate.
La dispersione nell’ambiente marino o fluviale di queste sostanze, è tossica per
numerose specie di pesci
Possono causare deformità e ritardo nella crescita nei girini di anfibi. Girini e larve di
salamandra hanno mostrato anche anomalie nel nuoto.
I piretroidi sintetici hanno una tossicità acuta relativamente bassa per gli uccelli, ma
possono distruggere il loro approvvigionamento alimentare.
Quando i mammiferi entrano ripetutamente in contatto con questi insetticidi essi si
possono accumulare nei tessuti adiposi. Vari mammiferi (ad. es. il gatto) mostrano una
sensibilità maggiore rispetto ad altri.
Vari studi hanno evidenziato una riduzione della fertilità sugli animali. Alcuni piretroidi
sono in grado di impedire che gli ormoni androgeni raggiungano i loro recettori nelle
cellule bersaglio.
LA TOSSICITA’ DEI PIRETROIDI NELL’UOMO
L'inalazione di repellenti a base di piretroidi durante i primi anni di vita può portare ad
effetti negativi sui bambini causando notevoli alterazioni che interessano il sistema
nervoso centrale ed in particolare la barriera emato-encefalica (BBB). I danni sono stati
identificati in particolare e livello micromolecolare e suggeriscono effetti di lunga durata
al cervello (Sinha et al., 2004).
i piretroidi abbiano anche altri effetti sulla salute umana, come ad esempio
neurotossicità, induzione di morte dei neuroni e vari problemi con i metaboliti dei
piretroidi, cioè il prodotto finale della loro metabolizzazione da parte dell'organismo
(Ray & Fry, 2006)
Ray D.E., Fry J.R., 2006: A reassessment of the
neurotoxicity of pyrethroid insecticides. Pharmacology
& Therapeutics, 111(1): 174-93.
Sinha C., Agrawal A.K., Islam F., Seth K., Chaturvedi
R.K., Shukla S., Seth P.K., 2003: Mosquito repellent
(pyrethroid-based) induced dysfunction of blood–brain
barrier permeability in developing brain. International
Journal of Developmental Neuroscience, 22: 31–37.
ORGANOFOSFORICI
Si originarono dalle ricerche di Schäder, in Germania, che cercava sostanze tossiche
per l'impiego bellico e furono sintetizzati per la prima volta nel 1937 dalla Bayer
(Germania).
I fosforganici, o organofosforici, inibiscono l'attività della colinesterasi (AChE)
forsforilandola e l'acetilcolina (ACh), non più scissa nei suoi componenti si accumula
nella sinapsi provocando avvelenamento delle cellule nervose.
Le ricerche hanno ampiamente dimostrato che sono nocivi al corretto funzionamento
degli organismi animali e vegetali ed in grado di danneggiare il sistema immunitario,
con danni alla salute.
Non sono selettivi, uccidono anche insetti utili come le api, sono tossici per uccelli,
pesci e mammiferi e sono ritenuti responsabili di un numero di morti fra gli agricoltori,
superiore ad altri pesticidi, comprendendo il loro uso per molti suicidi nelle zone
agricole.
Studi sperimentali suggeriscono che l'esposizione agli organofosforici altera i livelli di
neurotrasmettitori cerebrali e che l'asse ipotalamo-pituitaria è un bersaglio diretto
della tossicità di queste sostanze
La presenza di metaboliti degli organofosforici nei mammiferi è stata associata a
ridotti livelli di testosterone e altri ormoni sessuali.
UN ESEMPIO DI ORGANOFOSFORICO: IL MALATHION
Utilizzato come insetticida agricolo per infestazioni da mosca da frutto mediterranea,
insetticida domestico e nella preparazione di lozioni contro i pidocchi. Si degrada in
malaossone, che è 60 volte più tossico.
Tossico per i crostacei. Altamente tossico per le api sia per ingestione che per contatto.
Nei pesci la tossicità è molto variabile, su 50 specie testate la tossicità è risultata Alta o
Molto alta per 16 di esse. Per quanto riguarda gli anfibi si registra ugualmente una certa
variabilità nei valori della tossicità acuta con 6 specie su 19 testate per le quali la tossicità
risulta alta o molto alta.
Sui mammiferi ha attività di interferente endocrino. Nei ratti provoca una significativa
diminuzione di ormone tiroideo nel siero, con un probabile effetto diretto sulla ghiandola
tiroidea
Per l'Unione Europea l'uso di questo principio attivo è vietato dal rapporto
2006/0136(COD) a seguito dell'esame relativo all'iscrizione all'allegato I della direttiva
91/414/CEE.
Nel 2011 era ancora presente nel Capitolato Speciale di Appalto per l’affidamento del
servizio di derattizzazione, disinfestazione e disinfezione del comune di Caccamo.
È presente nelle “Linee Guida per l’organizzazione e la gestione delle attività di
disinfezione e disinfestazione da ratti e zanzare della Regione Veneto” per la lotta
adulticida mediante atomizzatori o nebulizzatori
RISCHIO DENGUE E STRATEGIA DELLA TENSIONE
La Dengue è una malattia provocata dalla puntura della zanzara Aedes aegypti.
Una sola zanzara Aedes può contagiare nel corso della sua vita (45 giorni circa)
fino a 300 persone.
L'aumento dei casi di Dengue nell'Europa Occidentale non è dovuto ai
cambiamenti climatici quanto all'incremento di viaggi e spostamenti: grazie alla
globalizzazione persone e merci ormai circolano molto rapidamente facilitando il
contagio. Aedes aegypti, il vettore, è assente in Italia.
Il programma “Eliminate Dengue Research Programme” è una collaborazione
non-profit internazionale che opera in Australia, Vietnam, Indonesia, Cina,
Singapore, Colombia e Brasile. Gli scienziati hanno trasferito i batteri Wolbachia
dalla mosca della frutta nelle zanzare e hanno scoperto che, quando è presente,
riduce la capacità di trasmettere il virus della dengue. In poche parole, gli
scienziati hanno creato un vaccino contro la dengue per le zanzare, il risultato
ottenuto è una drastica riduzione delle capacità di trasmettere il virus agli esseri
umani.
CHIKUNGUNYA VIRUS
In Africa il suo principale vettore, Aedes aegypti (che trasmette anche febbre
gialla e dengue), è presente soprattutto in zone rurali ed è rara o addirittura
assente in vicinanza dei centri abitati. Al contrario in Europa il suo vettore
principale è Aedes albopictus, la Zanzara tigre che, invece, frequente
abitualmente proprio le zone fortemente antropizzate.
Si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza: febbre alta, cefalea,
stanchezza e, soprattutto, infiammazione delle articolazioni con dolori che talora
costringono il paziente ad assumere una posizione piegata nel tentativo di alleviare
la sofferenza (in swahili, “chikungunya” significa "ciò che curva" o "contorce"). Il
quadro è accompagnato spesso da manifestazioni cutanee maculopapulari
pruriginose, che possono assumere caratteristiche emorragiche (petecchie,
ecchimosi, epistassi, gengivorragie).
Per quanto riguarda l’esito, in termini di sopravvivenza/vita, è una malattia molto
fastidiosa ma generalmente ad esito benigno. La mortalità è bassa (0,4 %) e
interssa prevalentemente anziani già debilitati e rientra nel range delle influenze
stagionali (0,2-0,6 %, dati del Ministero della Sanità)..
LA DIFFUSIONE DI CHIKUNGUNYA: MITO E REALTA’
Agli inizi del 2000 è diventata un infezione estremamente frequente nel Sud
dell’India, nelle isole indiane e in alcune zone dell’area tropicale.
Nell'estate 2007 si verifica un episodio epidemico di febbre da Chikungunya,
in alcune zone della Regione Emilia-Romagna che colpisce 5 persone,
Un’indagine epidemiologica e virologica condotta dal Dipartimento di Malattie
Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità ha i
scoperto che un individuo arrivati da Kerala (India), dove il Chikungunya e
endemico, si è recato in visita da parenti e li ha infettati tramite Aedes
albopictus questi a loro volta hanno infettato altre persone.
Si reputa che i casi di Chikungunya registrati siano una trasmissione locale.
Dal 2008 al 2011 sono stati identificati solo altri 5 casi di Chikungunya, tutti
importati dal subcontinente indiano o del sud-est asiatico.
L’ultimo caso di Chikungunya è stato riscontrato nel luglio 2014 in una bambina
residente a Cavriago, recentemente rientrata dalla Repubblica Dominicana,
area in cui è in corso un’epidemia
SONO PIÙ PERICOLOSI I PESTICIDI DELLE ZANZARE
Le zanzare, anche quella tigre di recente importazione, non rappresentano
in Italia un pericolo mortale, mentre l’inquinamento generalizzato da
insetticidi nebulizzati o sparsi nell’ambiente, non ancora tenuto nella giusta
considerazione, porta conseguenze sia sugli ambienti naturali che
sull’uomo a breve, medio e lungo termine e dovrebbe essere evitato a
favore di misure preventive e localizzate.
L’uso di insetticidi nebulizzati nell’ambiente dovrebbe essere un’opzione a
cui ricorrere in via straordinaria e solo nel caso di una comprovata elevata
densità di adulti in siti sensibili quali scuole, ospedali, strutture residenziali
protette, ecc. o in presenza di rischio epidemico.
Le irrorazioni di insetticidi si verificano spesso in situazioni di forte
antropizzazione dove sarebbero da valutare le reazioni di tali sostanze
con altri inquinanti, dato che l’effetto di moltissime sostanze mutagene
presenti nell’ambiente, non si somma, ma si moltiplica. Tutto ciò dovrebbe
essere sufficiente per non incentivare l’uso e per arrestare l’abuso degli
insetticidi chimici
Utilità delle zanzare negli ecosistemi
Ci sono almeno 3500 specie di zanzare, di cui solo circa 200 pungono
l’uomo Le zanzare sono allo stato larvale fonte di cibo per moltissimi
pesci, anfibi, mammiferi,uccelli e rettili.
In Camargue l’eliminazione degli insetti ha portato alla diminuzione del
33% del numero di uova deposte da una specie di uccelli che se ne nutre.
Nella zona Artica i caribu scelgono i loro percorsi proprio per evitarme gli
sciami e questi erbivori sono fondamentali per il trasporto delle sostanze
nutrienti nella regione.
Il numero di uccelli migratori che nidificano nella tundra artica, zona di
proliferazione delle zanzare, potrebbero diminuire in misura maggiore
del 50% se non avessero la possibilità di nutrirsi di zanzare.
Far sparire i fastidiosi insetti dagli ecosistemi potrebbe causare la
scomparsa del cacao perché le zanzare sono tra le principali impollinatrici
delle piante da cioccolato.
ECOLOGIA DELLA ZANZARA TIGRE ED ECOSISTEMI
ANTROPICI
In Italia la prima registrazione di Aedes albopictus è riconducibile all'inizio degli
anni '90, quando la specie fu introdotta attraverso il commercio di pneumatici usati
importati da un'azienda genovese in rapporti commerciali con paesi extraeuropei,
tra i quali gli USA e il Giappone.
Gli spostamenti dell’insetto sono dovuti, oltre che al trasporto dei pneumatici,
anche al trasferimento passivo con comuni mezzi di trasporto. Gli adulti non sono
in grado di spostarsi attivamente per più di 2-2,5 km/anno con vento favorevole.
http://www.arpa.emr.it
In Emilia-Romagna sono infestati quasi l’80% dei comuni, in Friuli il 65%
circa, in Veneto oltre la metà, soprattutto nell’area a sud delle Prealpi e delle
Alpi.
Quasi tutte le aree in zone montane sopra i 500- 600 metri sul livello del
mare sono libere da Ae. albopictus.
Nelle Prealpi e nell’Appennino, può essere ritrovata in piccole popolazioni in
paesi sopra i 500 metri, dove ci sono strade che da aree molto infestate a
quote più basse portano a quote più elevate.
European centre disease prevention and control
Scholte & Schaffner 2008
La zanzara Tigre è favorita dal degrado ambientale e dall’urbanizzazione.
VA PREDILETTA LA LOTTA LARVICIDA
• al contrario della lotta adulticida il controllo della popolazione di zanzare è
mirato e non selettivo verso altri insetti non nocivi
•nella lotta adulticida si può colpire tra il 25 e il 30% della popolazione
infestante, con l’intervento larvicida si può superare anche l’85%
•molti adulticidi impattano sugli organismi non bersaglio (api e altri insetti
utili)
•la lotta adulticida coinvolge grandi volumi di territorio con pericoli di deriva
aerea dei pesticidi adulticidi
•sono presenti effetti sulla salute umana: tossicità acuta e cronica,
esposizione multipla a xenobiotici di diversa origine, fenomeni allergici
• insorgenza di fenomeni di resistenza agli insetticidi
• fitotossicità.
ISPRA, 2008 Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale provincia di Siena
e Federparchi: “La sfida delle invasioni biologiche: come rispondere?”
CICLO LARVALE E PREVENZIONE
La zanzara tigre è in grado di completare rapidamente il suo ciclo larvale ed
usufruisce nelle aree urbane, ove sono assenti i suoi predatori, in habitat artificiali
quali:
•vasi e sottovasi ripieni d'acqua per almeno una settimana;
•contenitori per raccolta temporanea dell'acqua nei giardini; contenitori abbandonati
(lattine, vasi, secchi, bidoni);
•pneumatici abbandonati o stoccati all'aperto con acqua al loro interno;
•vasche e fontane;
•raccolte d'acqua nelle grondaie
Per ridurre l’infestazione bisogna intervenire in questi ambienti e ricordare, per
identificare i siti di infestazione larvale, che le zanzare si spostano solamente di
100, 200 metri dal luogo di nascita.
Pyriproxifen
Effetti sul target: Regolatore di crescita sintetico agisce arrestando la
metamorfosi e disturbando embriogenesi, riproduzione e sviluppo larvale.
Effetti sull’ambiente: Lunga persistenza. Azione prevalente su Ditteri e
Omotteri. Basso impatto su coleotteri ed imenotteri.
Nessuna influenza sulla normale evoluzione del ciclo biologico di insetti e acari
utili. Ma influenza il ciclo riproduttivo della Daphnia o "pulce d'acqua",
importante nella catena alimentare, essendo cibo per pesci ed altri organismi.
il Pyriproxyfen imita l'ormone Methyl-farnesoate (Mf), che ha un ruolo nella
produzione di prole maschile. Con l’esposizione al Pyriproxyfen la Daphnia
produce più maschi e globalmente meno prole. Ad alte concentrazioni solo
maschi.
DIFLUBENZURON
Effetti sul target Inibitore di crescita di molti insetti, soprattutto dell'ordine
dei Ditteri. E’ larvicida per ingestione ed ovicida per penetrazione attraverso il
corion delle uova. Le forme adulte che riescono a sfarfallare, sono sterili e
non in grado di fecondare o deporre le uova. Le larve colpite dal
Diflubenzuron sono sprovviste di chitina, mostrando un tegumento anomalo
e malformato, non riescono a cambiar stadio, il loro corpo si rigonfia di liquidi
e muoiono rapidamente. Il Diflubenzuron, ormone giovanile sintetico, inibisce
l'enzima chitina-sintetasi, impedendo la deposizione della chitina durante la
muta: la larva si ingrossa, ma non metamorfosa
Effetti sull’ambiente: Gli uccelli, alimentati con larve trattate, non hanno
mostrato segni di intossicazione. Non stati osservati effetti sulle api. I pesci
non hanno dimostrato alcun danno fino a 75mg per litro (1000 volte la dose
normalmente impiegata). Ma uccide le larve di Toxorhynchites, che si
nutrono di larve di Culicidi e sono utili come organismi antagonisti nel
controllo biologico delle zanzare ematofaghe, favorendo ulteriormente il
proliferare delle specie aggressive per l’uomo.
Analoghi al DIflubenzuron sono il Penfluron e il Trifluron, nelle cui molecole
variano gli atomi di fluoro e di cloro.
Bacillus thurigiensis var. israelensis
Effetti sul target: attivo per endotossine che Ingerite dalle larve in breve tempo
le uccidono. E’ il larvicida più selettivo. L'attività insetticida antilarvale da una alfaendotossina o fosfolipasi C con azione necrotizzante nei confronti delle
membrane cellulari; una beta-esotossina avente la capacità di bloccare lo
sviluppo della larva, che non riesce a trasformarsi in pupa; ed infine una deltatossina particolarmente efficace con una serie di effetti dimetabolici
estremamente rapidi. La morte della larva avviene per tossiemia emolinfatica e
per paralisi dell'apparato intestinale. L'azione del B.t.i. si esplica nelle prime 24
ore dall'impiego e persiste per circa 5 giorni.
Effetti sull’ambiente: Non provoca alcun effetto tossico sul sistema nervoso
centrale o periferico dei mammiferi. Ma uccide anche Ditteri utili nella lotta biologica,
e Lepidotteri (farfalle) importanti nella fecondazione delle piante da fiore. Non ha
alcun effetto tossico o riduttivo sulla presenza dei Collemboli nel terreno.
ZANZARIERE MOBILI PER TOMBINI
Esistono in commercio speciali protezioni per tombini e caditoie. Si tratta di sistemi
meccanici per impedire alle zanzare di accedere alle acque stagnanti che si formano
in questi contesti.Si tratta di misure totalmente meccaniche quindi
assolutamente naturali senza l'immissione nell'ambiente di sostanze nocive.
Si applicano delle saracinesche all'interno del tombino le quali, azionate da un
contrappeso, permettono il passaggio di acqua e detriti richiudendosi al
termine del deflusso.
Una volta chiuse impediscono alle zanzare di raggiungere l'acqua stagnante
per la deposizione delle uova.
OVITRAPPOLE
Un sistema semplicissimo e a costo zero, è l'intercettare la deposizione delle uova
per poi distruggerle. Soprattutto se non ci sono altri ristagni, questa strategia
intercetta gran parte delle deposizioni. E' specifica per la zanzara tigre e si pratica
con le ovitrappole.
Recipiente a terra riempito per 3/4 di acqua semplice con supporto in legno o bachelite.
Si svuota in terra 2 volte a settimana. L’efficacia aumenta mettendo nell’acqua tagliata o
foglie stropicciate (decomponendosi producono batteri che sono il cibo per le larve, e la
zanzara istintivamente preferisce un acqua che contenga cibo per le larve). Altra
soluzione, efficace, inserire riso cotto o l'acqua di bollitura di riso, pasta, o altri cereali,
anche preparata all'uopo.
LOTTA BIOLOGICA
Per ridurre l’impatto ambientale legato alla diffusione delle sostanze chimiche,
negli ultimi decenni, si è cercato di mettere a punto tecniche di lotta basate sul
controllo biologico e genetico.
La lotta biologica migliore è quella che prevede la protezione delle specie
predatrici quali anfibi, rondini, pipistrelli, tute specie rarefatte dagli insetticidi,
dall’agricoltura non ecocompatibile e dalla mancanza di habitat
Utricularia vulgaris: pianta carnivora, predatrice delle larve. Vive in acque
naturali eutrofe e distrofiche, ma non inquinate.
Azolla caroliniana: felce acquatica tappezzante, che impedisce alle zanzare
di depositare le uova. Vive in acque mesotrofe.
Pipistrello: Un unico pipistrello può catturare 600 zanzare
Sterile Insect Technique
Una tecnica di controllo genetico sperimentata sino dagli anni ’50 che prevede
la diffusione in campo di maschi sterili della specie target.
Ciclopino
Crostaceo predatore di larve di zanzare, specialmente di zanzara tigre. Adatto
ai contenitori d’acqua per usi irrigui, fontane, laghetti artificiali, tombini con
acque non eccessivamente eutrofiche; il prodotto è stato messo a punto da
Eugea, insieme al Centro Agricoltura Ambiente di Crevalcore ed è reperibile in
una confezione contenente 250 piccoli crostacei sufficienti a controllare fino a
50 litri di acqua.
Zanzibar
Enzima messo a punto da un gruppo di chimici che, grazie alla sua reazione
con il calcare normalmente presente nelle acque, produce una barriera di micro
bolle sul pelo dell’acqua non permettendo alle larve di respirare e agli adulti di
deporre le uova. Ha una durata superiore agli altri strumenti di lotta biologica
alle zanzare, quali l’ormai noto Bacillus thuringiensis. Può però essere usato
solo in ambienti artificiali
Gambusia
Originaria dell’America settentrionale; introdotta a partire dagli anni ’20 in Francia,
Spagna, Albania, Grecia, nei Paesi Balcanici fino alla Russia e nel centro Italia (in
particolare nell’agro romano) come strumento di lotta biologica contro le zanzare del
genere Anopheles, vettore della malaria. Divora non solo le larve dei Culicidi ma
anche tutto il plancton e numerosi altri organismi acquatici.
Da uno studio effettuato nelle pozze della Riserva Naturale di Castelporziano (Stella
et al., 1984) venti anni dopo l’introduzione delle gambusie, si è osservato un
peggioramento della qualità delle acque in termini di eutrofizzazione.
Strumento abbastanza efficace per la lotta alle zanzare in fontane, stagni e laghetti
artificiali ove non siano presenti altre specie selvatiche o domestiche.
Ditisco: Le larve dei ditiscidi, assieme a quelle delle
libellule, sono di gran lunga fra i più voraci invertebrati
d'acqua dolce, tanto da essersi meritate, presso gli
inglesi, il soprannome di "tigri delle acque".
Le piante repellenti
Le zanzare sono attirate dagli odori emanati dall'uomo,
quindi possiamo allontanarle con dei repellenti naturali: olii
essenziali di citronella, geranio, cedro, prezzemolo, menta,
lavanda, pino, rosmarino, basilico, timo, aglio, menta
piperita, monarda, calendula .
Le specie vegetali che emettono forti odori come gerani e
rosmarino, lavanda, maggiorana ed eucalipto sono sgradite
alle zanzare. In genere questo discorso vale per tutte le erbe
che hanno una componente volatile e un odore aromatico
intenso. Tenere qualcuna di queste piante in giardino o sul
balcone è quindi molto utile
In casa invece è utile mettere sui balconi e sulle finestre
piante di geranio, rosmarino e basilico. Chi ha un giardino
può piantare mirti ed eucalipti se si trova in zone
mediterranee o comunque temperato calde.
L’uomo può difendersi evitando di frequentare posti da loro
frequentate e utilizzando la profilassi domestica quale il
controllo dei sottovasi e dei tombini e l’uso delle zanzariere.
GRAZIE DELL’ATTENZIONE
Siti consigliati.
www.isprambiente.gov.it/
www.infozanzare.it
www.zanzaratigreonline.it
www.reterurale.it
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