Periodico dell’Esercito
della Salvezza
Anno LIV
Numero 765
Febbraio 2015
editoriale
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma
NOI, PORTATORI DI LUCE!
Da tempo immemorabile la luce
è considerata
simbolo di verità
e di vita. Non a
caso, la stagione
invernale,
nella quale i
giorni si accorciano e fa buio
presto, è la stagione della
“morte”. Come conferma la scienza moderna, senza luce non ci
può essere vita; non a caso il
lungo processo della creazione
inizia con il fiat divino, “Sia la
luce!”.
La Bibbia racconta che Dio ha illuminato la mente della creatura
umana, sia dotandola delle capacità intellettuali, sia guidando il
suo popolo e rivelando la sua
volontà attraverso la Bibbia e la
voce dello Spirito. Infine, Dio ha
mandato la sua luce e verità nella
persona di Cristo, incarnazione
della vera luce che illumina ogni
uomo (Giovanni 1:9).
Quella luce rimane ancora oggi
nel mondo, perché Cristo ci ha
incaricati di rispecchiare la sua
luce. La vita del credente è stata
illuminata dalla grazia divina, e la
sua luce naturalmente splende
nel buio di un mondo oscuro e
guida altri verso Dio (Matteo 5:1416).
Non nascondiamo la luce che il
vangelo ha acceso nelle nostre
vite; al contrario, risplendiamo
come delle lampade lungo un sentiero buio per indicare a tutti la via
giusta. Possa la nostra vita riflettere Cristo e portare luce lì dove
regnano le tenebre.
David Cavanagh, maggiore
FOTOGRAFIA E CRISTIANESIMO:
QUESTIONE DI LUCE
Sono appassionato di fotografia. Mi
piace molto vedere belle immagini,
mi distende e spesso le utilizzo come
antistress.
La fotografia è essenzialmente una
questione di luce: il nome stesso
significa “scrivere con la luce”. Dalla
quantità di luminosità che impatta
con la pellicola di ieri e con il sensore
dell’epoca digitale, dipende il risultato finale, cioè, la creazione di un’immagine, che non sia semplicemente
bella, ma che diventi essa stessa
un’emozione.
Non a caso la fotografia è annoverata
tra le arti creative. Un’arte capace di
suscitare ammirazione, una suggestione che sconfina, in alcuni casi,
nella poesia.
Ci sono tantissime definizioni che i
fotografi hanno dato alla propria arte:
alcune interessanti, originali, creative. Isabel Allende, ad esempio, dice:
“La luce è la lingua della fotografia,
l’anima del mondo. Non c’è luce
senz’ombra, come non c’è gioia
senza dolore” (Ritratto in seppia,
2001)
Vorrei anch’io proporvi una definizione: la fotografia è un Haiku. L’Haiku è
un componimento letterario giapponese nel quale, in pochissime sillabe,
si sviluppa tutto il concetto. Così è la
fotografia: in pochi elementi,
saggiamente disposti, c’è il racconto che colpisce lo sguardo di
chi ammira, la sua fantasia e
sensibilità. In questa rappresentazione la luce gioca un ruolo
fondamentale.
Il cristianesimo è una questione
di luce. Nel vangelo di Giovanni
8:12, Gesù dice: “Io sono la luce
del mondo; chi mi segue non
camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita”.
L’efficacia del messaggio cristia-
no è una questione di luce. In
Matteo 5:14, Gesù dice: “Voi siete la
luce del mondo. Una città posta
sopra un monte non può rimanere
nascosta”.
Tutto dipende, quindi, da come i credenti si lasciano conquistare dalla
luce di Dio e da quanta luce sono
disposti a riflettere attraverso la
propria vita. Dipende dal posto il
credente prende in un mondo profondamente ingiusto, violento e
poco incline all’uguaglianza. Un
mondo dove, a volte, neppure le
chiese sembrano in grado di essere
un faro che possa illuminare la strada di coloro che sono alla ricerca di
questa luce.
Quando si accende, la luce occupa
lo spazio delle tenebre, conquista il
territorio dell’oscurità, parlando un
linguaggio di gioia e di speranza.
Anche le ombre sono messe sotto
controllo, non spaventano più, non
avendo il potere di combattere la
luce, a meno che non la si spenga.
La promessa del vangelo la troviamo
in Giovanni 1:5 “La luce splende
nelle tenebre, e le tenebre non
l’hanno sopraffatta”; è essa che
rischiara il nostro cammino.
Franco Paone
Febbraio 2015
Studio biblico
È il momento di brillare!
Eravamo stati seduti per quasi 45
minuti, con le teste chinate in preghiera e sono certa che non fui l’unica a sentirsi sollevata quando fu pronunciato l’“Amen” finale. La parola
significa, “Così sia”, ma indica anche
che qualcuno ha messo su il bollitore
dell’acqua per il té!
Mi ero sentita circondata da un silenzio carico di riverenza, ma, essendo
una non vedente, non avevo capito
cosa mi fossi persa. Qualcuno mi
disse che, al sorgere del sole, improvvisamente le vetrate sopra le nostre
teste, che prima erano opache, erano
state inondate da uno spettacolare
colore forte e vivace.
L’immagine di una vetrata potrebbe
essere di grande aiuto quando si
medita il capitolo 60 del libro del profeta Isaia. Tutto il capitolo parla di un
luogo pieno di cose meravigliose, illuminato da una luce che celebra la bellezza della vita.
È importante ricordare il contesto
specifico di questa profezia. Scritta
alla nazione d’Israele, essa dipinge
un quadro del Regno di Dio nel suo
aspetto più ricco e più completo. Da
questo possiamo trarre alcune parole
di incoraggiamento che danno vita:
“Sorgi. . .” “Risorgi da qualunque circostanza tu possa trovarti!”
Non c’è dubbio che questa storia
della vetrata inizi nell’oscurità, infatti,
essa comincia in una “fitta oscurità”
(v 2). Il vetro può pure essere artisticamente decorato, ma quando si
trova nell’oscurità completa, è difficile apprezzarne le sue qualità. Per
molti, la vita è davvero piena di cose
buone, che però sembrano essere
inghiottite da un buio che pervade
tutto.
È interessante notare come, la prima
promessa fatta da Dio al suo popolo
senza speranza, non è di eliminare
tutti i problemi, ma assicurarli del
fatto che egli “sorgerà su di voi”, in
modo che la sua gloria appaia (v 2).
Quando penso alla manifestazione
della gloria, sono più portata a immaginare maestosi castelli e corone
d’inestimabile valore, che esseri
umani
particolarmente
capaci.
Eppure, in tutta la Scrittura ci è detto
che Dio ci ha scelti come “vetrina” per
il suo splendore e la sua gloria (Isaia
61:3; Efesini 1:12). Egli non si aspetta che la nostra vita sia splendidaFebbraio 2015
mente perfetta; è pronto a iniziare a
mostrare la sua gloria anche quando
attraversiamo momenti di fitte tenebre.
Non appena permettiamo che i nostri
dolori e i nostri problemi siano manifesti per la gloria di Dio, qualcosa
d’imprevisto comincia ad accadere.
Le persone cominciano a sentirsi attirate da noi (vv 3 e 4). Infatti, molti di
coloro che si avvicinano alla fede
attraverso un amico credente, dicono
di aver visto Dio maggiormente nella
vita di quella persona quando avevano dei problemi, che di quando erano
felici.
Si suppone che il mondo sia alla ricerca di una persona “tipo”, capace di
dimostrare nella sua vita l’esistenza
di Dio. In realtà, tanti sono alla ricerca
del giusto mix di onestà e speranza,
di tenacia e gloria. Quelle storie toccanti che arrivano sui nostri schermi,
non sono storie di persone che hanno
una vita facile e di successo, ma di
persone che trovano il coraggio e la
fede nonostante le circostanze – e
quando la gloria di Dio risplende, le
ombre diventano colori.
Quindi, cosa dobbiamo fare per renderci disponibili a questa gloria? Il
passo di Isaia include due comandamenti chiave: “Sorgi, risplendi . . . la
gloria del Signore si è levata sopra di
te” (v 1). Anche se non è nostra
responsabilità risolvere tutti i nostri
problemi per poter essere qualificati a
mostrare la gloria di Dio, è comunque
nostra responsabilità scegliere quale
sarà il nostro atteggiamento. Dio ci
chiama “a sorgere e puntare in alto”,
affinché la nostra vita possa conquistare quella luce e quel calore che
scorreranno attraverso di noi indipendentemente e nonostante le circostanze che stiamo attraversando.
“Alza gli occhi e guardati attorno” (v
4). Abbiamo bisogno di avere un
atteggiamento aperto e onesto, che
permetterà a Dio di riempirci e aprirci
gli occhi. Questo ci porterà ad elevarci
al di sopra delle nostre circostanze e
frustrazioni permettendoci, quasi inaspettatamente, di vedere l’insieme
delle cose. Vedremo allora il mondo
intorno a noi nella giusta prospettiva
e, contrariamente a quanto pensavamo, ci renderemo conto che non tutto
è perso come pensavamo.
Al di sopra di quale circostanza abbia-
mo bisogno di “risorgere” oggi? Ci
sono delle situazioni in cui vi siete
arresi o siete scoraggiati, situazioni in
cui è necessario scegliere con decisione di rialzarsi con fede e coraggio?
In che direzione dovete volgere il
vostro sguardo? Vi siete messi dei
paraocchi e di conseguenza la vostra
visione del mondo si è ristretta?
Chiedete a Dio di darvi oggi la forza di
sorgere e di alzare i vostri occhi:
“Allora guarderai e sarai raggiante, il
tuo cuore palpiterà forte e si allargherà”(v 5).
(dal Grido inglese)
HANNO DETTO DELLA LUCE. . . . .
L’amore è una parola di luce, scritta da una mano di luce, su una
pagina di luce.
Khalil Gibran
Possiamo perdonare un bambino
quando ha paura del buio. La vera
tragedia della vita è quando un
uomo ha paura della luce.
Platone
Il vero amore è come una finestra
illuminata in una notte buia. Il vero
amore è una quiete accesa.
Giuseppe Ungaretti
Ogni uomo deve decidere se camminerà nella luce dell’altruismo
creativo o nel buio dell’egoismo
distruttivo. Questa è la decisione!
La più insistente e urgente domanda della vita è: “Che cosa fate voi
per gli altri?”... Ignorare il male
equivale ad esserne complici.
Martin Luther King
Per riflettere
Figli di luce!
L’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite ha proclamato il 2015 l’Anno
Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla luce. “È un’iniziativa globale” riporta il testo pubblicato su internet, “che mira ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di ciascuno
di noi, sul modo in cui le tecnologie basate sulla luce promuovono lo sviluppo
sostenibile e forniscano soluzioni alle
sfide globali nei campi dell’energia, dell’istruzione, delle comunicazioni, della
salute e dell’agricoltura”.
La luce è senza dubbio essenziale affinché l’uomo possa vivere nel mondo che
lo circonda, e promuovere queste tecnologie vuol dire migliorare la qualità della
vita dell’umanità. Il termine luce in greco
significa “mostrare”, “rendere manifesto”, mentre in latino significa “illuminare”, “far vedere”. Dunque, questa entità è
di estrema importanza per la sopravvivenza umana, perché permette di vedere
e di distinguere le forme, eppure la
diamo talmente per scontata, che ne
siamo maggiormente consapevoli quando è assente e non siamo più in grado di
vedere.
Notiziario
Generale André Cox
Un esame medico al quale il
Generale si era sottoposto qualche
mese fa aveva rilevato un piccolo
tumore al polmone sinistro. Si è
previsto di risolvere tutto con un
intervento chirurgico di routine
nella settimana che iniziava il 5
gennaio. L’intervento è andato
bene, e il Generale sta ora riprendendo le forze. Le notizie sono dunque rassicuranti e tutto sta procedendo tranquillamente ringraziando Dio; continuiamo, però, a pregare per il Generale e la sua famiglia,
che hanno espresso la loro riconoscenza per tutto il sostegno ricevuto in queste ultime settimane, da
tutti i Salutisti e amici nel mondo.
“Poiché in te è la fonte
della vita e per la tua luce
noi vediamo la luce.”
Salmo 36:9
Dante Alighieri, riferendosi alla provvidenza divina nel Canto VII dell’Inferno, la cita
come una sorta di “general ministra e
duce”: essa è il mezzo attraverso il quale
Dio si presenta, guidando l’uomo nel
cammino della vita.
Nel principio, quando Dio ha creato il cielo
e la terra, per guidare l’uomo, Egli ha chiamato in essere in primo luogo proprio la
luce: “Sia la luce! E la luce fu” (Genesi
1:3). La luce è presente sia all’inizio che
alla fine della Bibbia, infatti, nella descrizione che troviamo in Apocalisse 22: 5,
nella nuova creazione, Dio stesso sarà la
luce.
Nel suo piano, Dio ha voluto mandare
una luce importante che potesse illuminare il cammino dell’umanità. Nel vangelo di Giovanni 1:1-5, Gesù, il figlio, è presentato come la “grande” luce venuta nel
mondo. Questa meravigliosa luce è resa
accessibile a tutti, ci illumina e ci permette di vedere. “Camminate mentre avete
la luce, affinché non vi sorprendano le
tenebre ... mentre avete la luce, credete
nella luce, affinché diventiate figli di
luce” Giovanni 12.25.
Uno degli obiettivi delle Nazioni Unite è
ridurre l’inquinamento luminoso e lo
spreco di energie. Penso che questo sia
un monito per tutti noi credenti a non
permettere che delle “luci artificiali” possano “inquinare” e quindi offuscare la
vera luce di Cristo, e che ogni nostra
energia possa essere usata per diffondere la luce del Signore; come “figli di luce”
siamo chiamati a far risplendere questa
luce intorno a noi.
Possa il 2015 essere un anno illuminato
dalla gloria di Dio e dalla sua Parola per
tutti.
Virginia Longo, maggiore
In occasione del Congresso Internazionale
“Senza Confini” (Londra, 1-5 luglio 2015) è
stato pubblicato un libretto per la lettura
della Bibbia in 1 anno. Chi ne è interessato
può richiederlo al QGC al costo di € 5,00.
Sono numerosi gli eventi previsti nel
mondo (dalla cerimonia di apertura
dell’Anno internazionale avvenuta il 19
e 20 gennaio a Parigi) e in Italia, dove
l’inaugurazione ufficiale dell’Anno
della luce è avvenuta il 26 gennaio a
Torino. Nel nostro Paese tra gli eventi
principali c’è «M’illumino di meno»,
quest’anno previsto per il 13 febbraio,
in occasione della Giornata del risparmio energetico. Giunta all’undicesima
edizione, la manifestazione - con il
patrocinio della presidenza della
Repubblica - promossa dalla trasmissione radiofonica Caterpillar, invita ad
abbassare le luci e a consumare
meno energia. (da Internet).
(n.d.r. Non sappiamo se questo numero uscirà in tempo per aderire alla
manifestazione del 13 febbraio,
vogliamo comunque continuare ad
essere fra quelli che desiderano
“abbassare le luci e consumare meno
energia”).
Febbraio 2015
Recensione
Recensione Film “Divergent”
Tratto dal bestseller e primo capitolo
della trilogia scritta da Veronica Roth,
Divergent è un’avventura ambientata in
un futuro distopico, in un mondo che,
dilaniato dalle devastanti guerre, si è rinchiuso in una città attorniata da recinzioni e diviso in 5 distinti gruppi, le Fazioni,
allo scopo di mantenere la pace.
Le Fazioni sono decise in base alla personalità della popolazione e sono: gli Eruditi
che perseguono la logica e la conoscenza; i Pacifici che coltivano la terra e per i
quali contano la gentilezza e l’armonia; i
Candidi che seguono l’onestà e l’ordine;
gli Intrepidi che sono coraggiosi e audaci;
gli Abneganti i quali conducono una vita
semplice e altruista, prendendosi cura
del prossimo, persino di quelli che non
appartengono a nessuna fazione, ossia
gli Esclusi.
Beatrice “Tris” Prior (Shailene Woodley)
giovane inquieta nata Abnegante, al compimento dei 16 anni deve decidere, insieme ai propri coetanei, a quale fazione
appartenere per il resto della sua vita:
quella in cui è cresciuta oppure ad un’altra. Tris, però, non appartiene a nessun
gruppo e dunque rientra tra quelli che
sono definiti i “Divergenti” e ben presto si
rende conto quanto essere diversi sia
pericoloso e temibile. Inoltre, dovrà superare dei duri “test” di ammissione della
fazione che ha scelto, per non finire tra
gli Esclusi. Ovviamente non può mancare
una “spalla” alla protagonista, nella persona del suo affascinante istruttore
conosciuto come Quattro, interpretato da
Theo James.
Nonostante Divergent sia una pellicola
dagli spunti intriganti e dalla rappresentazione credibile, non riesce, però, a rendere altrettanto bene l’affascinante
mondo creato dall’autrice nel libro.
Tuttavia, il regista Neil Burger riesce a
mostrarne la trama fatta di complotti e
tentati colpi di Stato, di tirannia e di visioni alternative di democrazia, coraggio,
sentimenti, storie d’amore, intrighi e un
IL GRIDO DI GUERRA
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Febbraio 2015
potere che vede in una perfida e inedita
Kate Winslet, l’elegante volto del male.
Il pubblico non farà fatica a ritrovarsi nel
coraggio e nell’intelligenza di una ragazza ricercata perché “diversa” e, in quanto tale, pericolosa, perché la sua ultima
speranza è evitare al mondo una sanguinosa dittatura. Fra le scene da ricordare, non può mancare quella del volo
di Tris sopra la città, accompagnato
dalla bellissima colonna sonora “I need
you” degli M83.
Nel mondo ideato da Veronica Roth,
ogni Fazione ha dei valori irrinunciabili
che si esprimono in ognuno attraverso
“quella luce” che permette di essere in
pace con se stesso e con altri. Se ci
guardiamo intorno, notiamo come la
nostra società non sia tanto diversa: i
potenti della terra, i media, i partiti politici, anch’essi hanno dei “valori”, degli
ideali che dovrebbero essere il rimedio
a tutti i mali di questo mondo. Chi conosce Dio, però, sa bene che… “La vera
luce che illumina ogni uomo stava
venendo nel mondo. Egli era nel
mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di
lui, ma il mondo non l’ha conosciuto. È
venuto in casa sua e i suoi non l’hanno
ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno
ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono
nel suo nome”.
Sono convinto che anche l’autrice di
Divergent sia d’accordo, e infatti, nella
parte del libro dedicata ai ringraziamenti scrive: “Grazie Dio, per Tuo Figlio
e per avermi benedetto oltre ogni
umana comprensione”.
UN CONSIGLIO: Da guardare al più presto, in modo da poter poi vedere il
seguito “Insurgent“ che uscirà al cinema a Marzo.
Luigi Capuano, tenente
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fotografia e cristianesimo: questione di luce