Anno 24 N. 8 Novembre 2013 *********************** pag 2 +++ installatori=? pag 3 Dati significativi in C.T. Riparazione rete gas > 35 kW pag 4 Cappa cucina Rete gas protezione pag 5 Sostituzione caldaia Classificazione gas pag 6 Caldaia a GPL pag 7 In lode dell’Artigiano pag 9 Agevolazioni fiscali pag 10 Angolo elettrico pag 11 Elettro dubbio da Elettro 08/2013 pag 13 Novità normative da Elettro 08/2013 SICUREZZA pag 15 Sappiamo dove e cosa fa l’ ABI Servizi srl ? pag 16 Addetto primo soccorso Informativa ai sensi del D.Lgs. 196/2003 In ogni momento, ai sensi dell'art.7 del D.Lgs.196/2003, potrà esercitare i Suoi diritti (accesso, cancellazione, rettifica, opposizione) nei confronti dell'A.B.I., titolare del trattamento. L’unione fa la forza ? Nel 1968 in Brescia una diecina di installatori idraulici sentirono la necessità di diventare “colleghi” e non più concorrenti, di cercarsi per condividere i problemi invece di cambiar strada per non incontrarsi. Così nacque l’ABI. La possibilità, allora come ora, di trovare un commercialista competente, un termotecnico competente, un avvocato competente non è e non era un problema; era un problema trovare uno che “vivesse” i tuoi interrogativi e che ti desse una risposta di come lui li aveva vissuti e magari risolti. Così nacque l’ABI e da 10 ora siamo oltre 350. Strada ne è stata fatta ed oggi possiamo dire con soddisfazione, orgoglio e senza tema di smentita che siamo un valido supporto, in special modo per chi inizia la nostra attività. Non pensavamo certo di essere i soli e “originali” Infatti, grazie ad internet, abbiamo avuto contatti con altre realtà, AFIT – Associazione Formazione Idraulici TIGULLIO - operante dal febbraio 2011 e che oggi conta 50 iscritti e AFI.GE – Associazione Formazione Idraulici GENOVA nata appena poco dopo nel maggio del 2011 e che oggi ha circa 100 iscritti. In occasione della nostra Assemblea Annuale abbiamo avuto modo di incontrarli e di apprezzare la loro volontà, spirito di iniziativa e di intraprendenza. Dato che l’appetito vien mangiando e che i PROBLEMI comuni certo non mancano, in special modo in questi momenti, una delegazione ABI si è recata sabato 5 ottobre in quel di Genova e assieme anche all’ultima nata, AFI.PI, Associazione Idraulici PISA – altri 50 iscritti -abbiamo fatto il punto. Innumerevoli idee sono scaturite e quanto prima, sicuri della loro realizzazione, vi terremo informati. Un passo importante, che ci porterà a farci conoscere a livello nazionale ed oltre, ha già le basi approntate, occasione che ci ha fatto incontrare A.I.M.I. – Associazione Italiana Manutentori Installatori di ROMA con altri 50 Associati continua A chi può fare sentire la sua voce il povero idraulico ? E se invece di essere uno a farsi sentire fossero in dieci ? E se ci facessimo sentire adesso siamo oltre cinquecento ? Ecco perché ci siamo contati ed abbiamo deciso di farci conoscere e di proporci in ogni sede e con ogni mezzo. Dati significativi in C.T. Dovrei fare la manutenzione come terzo responsabile su un impianto dove non esiste documentazione e vi è una caldaia con una targa strana che mi indica una potenzialità di kW 230 e vi è installato un bruciatore a metano che riporta la potenzialità da kW 50/180 a kW 370. Io non ho né il Patentino per la conduzione degli impianti superiori ai 232 kW né ISO o SOA per impianti superiori ai kW 350. Posso assumere questo incarico ? Ricordiamo per prima cosa che per tale impianto devi pretendere prima dell’assunzione dell’incarico come terzo responsabile che vi sia un Certificato Prevenzione Incendi e una pratica ex ISPESL firmata da Tecnico abilitato ( dopo saresti tu il responsabile !). Per le limitazioni di “manutenzione” (kW 232 o kW 350) fa testo la potenzialità termica del focolare nominale massima del generatore di calore. Il bruciatore, che ha solitamente una vasta escursione di potenzialità, è bene sia scelto nella fascia centrale di resa e deve essere tarato con una portata massima inferiore alla potenza termica massima del focolare del generatore di calore. A parte risalire alla potenzialità del generatore di calore dalla sua marca e modello (internet !), una verifica molto attendibile e spiccia la si può fare rilevando dal contatore del gas il consumo orario di metano ( portata combustibile : dato richiesto anche dal libretto di impianto scheda 7 e libretto di centrale scheda 9) che, moltiplicato per il potere calorifico inferiore di W/m3 = 9,45 darà il dato ricercato ( potenza termica del focolare effettiva : dato richiesto anche dal libretto di impianto scheda 7 e libretto di centrale scheda 9). Riportiamo il P.C.I. dei combustibili più usati. Per combustibili liquidi, con i dati di portata dell’ugello del bruciatore e la pressione di taratura, si deve risalire al consumo di kg/ora e moltiplicare questo con il PCI come da tabella. P.C.I. Potere Calorifero Inferiore di vari combustibili kW/m3 kW/m3 kW/kg Gas naturale 9,45 G.P.L. 32,25 Gasolio 11,86 Olio combustibile kW/kg 11,47 Sul nostro sito www.abiweb.it nella parte accessibile a tutti, a pag. 7 di ABInotizie del n° 1/2011 sono consultabili e scaricabili tabelle con i dati di varie potenzialità da 14 kW a 500 kW. Riparazione rete gas portata > 50 kW Devo riparare una rete gas che alimenta una C.T. superiore a 50 kW eseguita a suo tempo in tubo di ferro jutato-catramato. La perdita è nella tubazione interrata e passa sotto un tratto di piazzale piastrellato. Anche se il percorso è più lungo, è comunque economicamente conveniente cambiare il tragitto e passare con una tubazione in polietilene nel giardino. Posso eseguire il lavoro se mantengo lo stesso diametro, dato che la maggior lunghezza verrebbe compensata dalle minori perdite di carico caratteristiche dei due tipi di materiali ? Probabilmente il ragionamento è valido, ma essendo l’apparecchio da collegare superiore ai 35 kW, il lavoro deve essere preceduto da un progetto dimensionato da un termotecnico, cosa poi da riportare nella Dichiarazione di Conformità. Rammento che la possibilità di progettare da parte del responsabile tecnico della Ditta di reti gas fino a 50 kW è limitata al collegamento di apparecchi inferiori a 35 kW e quindi lo stesso ragionamento sopra riportato varrebbe se la caldaia della C.T. fosse, ad esempio, di kW 48. Cappa per cucina Come installatore devo controllare anche la cappa della cucina e, se la eseguo, devo compilare anche la Dichiarazione di Conformità ? Il D.M. 37:2008 autorizza/responsabilizza i soli abilitati alle lettere c) e/o e) (espressamente modificate rispetto alla legge 46:1990) ad eseguire il collegamento delle cappe per cucine. La UNI 7129-2:2008 al punto 5.1 prescrive : Il locale di installazione di un apparecchio di cottura deve essere sempre areato e ventilato. Al punto 5.1.1 descrive come può essere realizzata la aerazione obbligatoria. - cappa a tiraggio naturale - cappa aspirante elettrica - elettroventilatore - aerazione diretta La UNI 7129-3:2008 dettaglia come devono essere realizzati i sistemi di evacuazione e al punto 4.1 – 4.1.1 – 4.1.1.1 e 4.1.2 si descrivono le modalità e le caratteristiche dei materiali che devono essere utilizzati. Al fine lavori deve essere rilasciata la Dichiarazione di Conformità con i relativi allegati obbligatori, tipo schema ed elenco materiali utilizzati con certificazione di idoneità. Leggenda n° 1 Te Ǿ 100 con tappo sul fondo ml. 6 tubo Ǿ 100 n° 1 comignolo Ǿ 100 La cappa in cucina collegata a camino o soluzione diversa era prevista “deve scaricare” anche dalle precedenti norme UNI 7129:2001 punto 3.5.1.1 UNI 7129:1993 punto 2.5.1.1 UNI 7129:1972 punto 3.2 UNI 6590:1969 punto 3.2 (antenata della UNI 7129 !) Rete gas - Protezioni Ho richiesto una utenza gas per una casa prospiciente direttamente su una strada, con il contatore ubicato in nicchia in facciata. A pratica approvata e lavoro eseguito, non mi hanno installato il contatore perché le tubazioni in ferro zincato correvano in facciata a vista e non erano protette. Decisione giusta. La UNI 7129-1:2008 al punto 4.4.1.1 dice: Le tubazioni metalliche (acciaio, rame) installate all’esterno ed a vista devono essere collocate in posizione tale da essere protette da urti e danneggiamenti. In particolare ove necessario (per esempio zone di transito o stazionamento di veicoli a motore), le tubazioni, devono essere protette con guaina di acciaio, di spessore non minore di 2 mm, per un’altezza non minore di 1,5 m. In alternativa alla guaina in acciaio, possono essere utilizzati elementi o manufatti aventi caratteristiche di resistenza meccaniche equivalenti. Tali accorgimenti non sono richiesti per le tubazioni posate nelle canalette (nicchie) ricavate direttamente nell’estradosso, quando queste ultime garantiscono la protezione rispetto agli urti accidentali. A lavoro già eseguito, pensiamo essere più “problematico” spostare la tubazione in nicchie in facciata di adeguata profondità che proteggere i tratti correnti fino a ml. 1,50 dal suolo con profilato di acciaio ad U di adeguata dimensione e spessore, debitamente fissato e con adeguata areazione Sostituzione caldaia D. Devo sostituire una caldaia da 24 kW a camera aperta che è stata ubicata come da disegno. La caldaia a tre stelle, ha la sua ventilazione indiretta con griglie di presa sulle porte della cucina, del soggiorno e dello studio come da UNI 7129-2:2008 punto 6.2 ed è ubicata in un locale aerabile come da UNI 7129-2:2008 punto 3.2.6 Sono a posto con le norme ? R. L’esecuzione attuale, essendo in vigore la UNI 7129 del 2008 è fattibile ed è perfettamente a norma. CLASSIFICAZIONE dei GAS D. Cosa sono e da dove derivano le Specie e le Famiglie dei gas ? Il gas che normalmente utilizziamo per impianti autonomi o Centrali Termiche qual è ? Le Specie considerano la pressione massima di esercizio e sono elencate nel D.M. 24-11-1984. Le Famiglie considerano il tipo di gas e sono elencate nella UNI EN 437. Le reti di distribuzione gas dalle quali sono staccate le utenze sia per gli impianti autonomi che per le Centrali Termiche sono normalmente della IIa famiglia cioè gas naturale metano e della 7a Specie cioè sono condotte con pressione massima di esercizio inferiore od uguale a 0,04 bar, definite a bassa pressione. D.M. 24-11-1984 Specie • Condotte di 1a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 24 bar. • Condotte di 2a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 12 bar ed inferiore od uguale a 24 bar. • Condotte di 3a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 5 bar ed inferiore od uguale a 12 bar. • Condotte di 4a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 1,5 bar ed inferiore od uguale a 5 bar. • Condotte di 5a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 0,5 bar ed inferiore od uguale a 1,5 bar. • Condotte di 6a Specie: condotta con pressione massima di esercizio superiore a 0,04 bar ed inferiore od uguale a 0,5 bar. • Condotte di 7a Specie: condotta con pressione massima di esercizio inferiore od uguale a 0,04 bar. UNI EN 437 Famiglie • Ia famiglia : gas manifatturati ( gas di città ) • IIa famiglia : gas naturale ( gas metano ) • IIIa famiglia : gas di petrolio liquefatto ( G.P.L. ) Caldaia alimentata a GPL D. Posso installare, come illustrato da disegno, una caldaia alimentata a GPL in una bocca di lupo permanentemente areata, a cui si accede dall’interno e da cui un apposito canale di scarico sottopavimento mi collega con l’esterno ? R. L’installazione di una caldaia inferiore a 35 kW a GPL deve essere conforme a quanto prescrive la UNI 7131:1999 che stabilisce all’art. 4.1 Impianto interno L'impianto interno deve essere: a) .. (omissis) b) … c) …. d) ……… e) per l'ubicazione e l'idoneità dei locali di installazione degli apparecchi utilizzatori e per l’installazione degli stessi: conforme alle prescrizioni della UNI 7129. Volendo installare una caldaia a camera stagna la UNI 7129-2:2008 stabilisce all’art. 5.4 Locale di installazione di apparecchi di tipo C Il locale di installazione di un apparecchio di tipo C non richiede aperture di ventilazione. In ogni caso il locale deve essere aerabile o aerato in conformità ai punti 6.1 e 9.2. 6.1 Ventilazione e/o aerazione diretta La ventilazione e l’aerazione diretta possono essere realizzate tramite aperture permanenti, rivolte verso l’esterno, nel locale d’installazione degli apparecchi. In alternativa: a) l’aerazione diretta può essere realizzata anche mediante condotti singoli o attraverso sistemi di ricambio d’aria controllato (vedere punto B.1); b) ………… 9.2 Caratteristiche delle aperture di aerazione L'aerazione del locale di installazione può essere assicurata mediante una o più aperture aerazione purché: - siano tutte realizzate nel locale di installazione, rispettando le disposizioni inerenti posizionamento; - abbiano, ognuna di esse una superficie utile netta non minore di 100 cm2. 9.2.1 L’aerazione del locale di installazione può essere altresì assicurata da un condotto aerazione, ad uso esclusivo, purché tale canalizzazione: - sia impermeabile ai fumi e ai gas; - sia priva di cambi di direzione a spigoli vivi; - abbia una sezione netta almeno pari a 1,5 la sezione netta prevista nel caso di apertura aerazione non canalizzata e comunque non minore di 150 cm2; - sia comunque collegata a parete rivolta verso l’esterno di un locale adiacente al locale installazione. di il di di di Creando pertanto un canale sottopavimento che collega la bocca di lupo con l’esterno, rispettando quanto sopra decritto (meglio se due canali per creare giro d’aria) la cosa è fattibile. Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri In lode dell'Artigiano Ingegneri, Fisici, Matematici, chinate il capo: è arrivato l'Artigiano. Lo so, lo so, non ha letto tutti i vostri libri, non ha sostenuto, come voi, decine di esami e non conosce le equazioni di Maxwell; ma quando voi di notte studiate, ed accendete la luce per leggere quei strani simboli che riempiono analiticamente le pagine, ricordate che quella luce ve l'ha portata l'Artigiano, con fatica. Musicisti, Poeti, Scultori, fermate le mani: è arrivato l'Artigiano. Lo so, lo so, non conosce tutte le vostre meraviglie, non ha letto, come voi, i divini canti e non conosce il Rigoletto di Verdi; ma quando voi finite di lavorare, ed aprite il rubinetto per scorrere quelle fresche gocce che ristorano meritatamente le fatiche, ricordate che quell'acqua ve l'ha condotta l'Artigiano, con sudore. Professori, Filosofi, Ricercatori, spegnete le mentì: è arrivato l'Artigiano. Lo so, lo so, non ha studiato tutti i vostri assiomi, non ha fatto, come voi, le alte scuole e non conosce gli Elementi di Euclide; ma quando voi i libri posate, ed annotate le idee per fissare quei grandi concetti che scorrono incessantemente nel tempo, ricordate che quel tavolo ve l'ha montato l'Artigiano, con impegno. E pure io adesso non parlo più perché tra voi ci sarà qualche artigiano e sacrifico il mio applauso a lui. Stefano Ghisleri, Agosto 2013 LE AGEVOLAZIONI FISCALI PER GLI IMPIANTI TERMICI (DETRAZIONE 65% e 50% , INCENTIVO CONTO TERMICO 40%) Dato il momento particolarmente “tranquillo” vi elenchiamo alcune “occasioni” da sottoporre ai vostri committenti per “incentivarli” su certi interventi. La nostra struttura può essere a vostra disposizione per l’espletamento delle varie pratiche e per eventuali chiarimenti o assistenze in fase preventiva. IMPORTANTE: LA LEGGE DI STABILITA’ RECENTEMENTE APPROVATA HA PROROGATO LE DETRAZIONI FISCALI A TUTTO IL 2014, PREVEDENDO UNA LORO DIMINUZIONE A PARTIRE DAL 2015. TELEFONATE Detrazione 65% Opere di risparmio Energetico: Tali detrazioni riguardano immobili esistenti e già dotati di un impianto di riscaldamento e possono essere richiesti da persone fisiche (detrazione IRPEF) o persone giuridiche (detrazione IRES). La detrazione riguarda: 1. Sostituzione generatore di calore con nuovo generatore a condensazione con rendimento termico utile a carico pari al 100% della potenza termica utile nominale, maggiore o uguale a 93+2logPn ed installazione di valvole termostatiche,ove compatibili, se l’impianto funziona a temperatura media del fluido termovettore maggiore di 45°; 2. Sostituzione generatore di calore con impianto dotato di pompa di calore ad alta efficienza, ovvero con impianti geotermici a bassa entalpia; 3. Installazione di pannelli solari; 4. Sostituzione scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; 5. Interventi di riqualificazione globale o di singole strutture opache e trasparenti degli edifici. Detrazione 50% Ristrutturazioni edilizie: In alternativa alla detrazione del 65%,ma solo per le abitazioni e per le persone fisiche, si può usufruire della detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie; tale detrazione, di importo inferiore rispetto a quella sul risparmio energetico, pone dei limiti meno rigorosi in quanto essa cita genericamente “opere finalizzate al conseguimento di un risparmio energetico” (esempio: sostituzione di generatore di calore, sostituzione corpi scaldanti, adeguamento rete distribuzione, installazione valvole termostatiche, termoregolazione e contabilizzazione del calore ecc.) e può essere utilizzata, oltre che per tale scopo, anche per la ristrutturazione completa dei bagni. Incentivo Conto Termico GSE 40%: Per alcuni lavori quali la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con pompe di calore elettriche o a gas, sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore, installazione di collettori solari termici e sostituzione di generatori di calore di serre o edifici rurali con generatori di calore alimentati a biomassa, si può richiedere un incentivo pari al 40% dell’importo speso; tale incentivo può essere rimborsato in 2 o 5 anni a seconda dei casi ed essendo inserito in un fondo di 700 milioni di euro può essere soggetto ad esaurimento. Possono accedere agli incentivi i soggetti privati, intesi come persone fisiche, i condomini ed i soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario. ANGOLO ELETTRICO a cura dello Studio Tecnico N. 60 Quando le norme si fanno troppo spigolose… Quindi, a parte pochi “eletti”, il resto pensa Saltuarie … verifiche periodiche più a “sopravvivere” che al salvavita mal A volte sembra che amiamo circondarci di leggi e norme non tanto per migliorare la nostra vita, ma per avere un’altra opportunità per trasgredire la legge…. Esempio: Registro delle verifiche periodiche. Esso rappresenta, come la logica vuole, un momento in cui si verifica l’impianto e il suo stato di verifiche corretto funzionamento. potrebbero essere Alcune fatte da personale interno all’azienda, altre da tecnico di settore. Dopo aver abbattuto mezza amazzonia per creare documenti che descrivono procedure di sicurezza, forse questo era un modo concreto per mantenere realmente Qual è lo stato di fatto dell’applicazione di prescrizione? Possiamo tranquillamente dire che, a parte locali con rischi specifici che già prevedevano controlli regolari (locali a d uso medico, pericolo di esplosione, pubblico spettacolo, etc.) tutto il resto naviga al buio. Motivi? Semplice: - Il privato non sa che dopo 10 anni, a meno che abbia fatto eseguire una verifica degli impianti, la dichiarazione di conformità perde di valore. - La ditta in genere è in crisi, alibi perfetto per evitare costose verifiche: non tanto la verifica, ma le opere di manutenzione che ne conseguenti alla verifica: sostituzione involucri, interruttori automatici, integrazione lampade di emergenza, etc.. funzionante. Cosa si può fare per cambiare la situazione? La prima cosa da fare è informare i propri clienti. Risultato: il cliente sarà tutelato e voi avrete una potenziale crescita di lavoro, conseguente alle verifiche. Potremmo dividere le fasi dell’ “operazione” in: - Informazione orale o scritta al cliente; - Creazione del Registro delle verifiche periodiche; - Esecuzione verifica periodica; - Programmazione dei lavori di adeguamento. gli impianti in stato di sicurezza. questa Filippini Per. Ind. Alessandro [email protected] tel. 3286657839 Forse qualcuno rimane sorpreso che il punto quattro (lavori di adeguamento) il sottoscritto lo consideri un dato di fatto. Qualsiasi impianto, fatto bene quanto volete, necessita di manutenzione, vuoi per danneggiamenti, variazioni d’uso incorse nel tempo, variazione normativa. Abbiamo avuto diverse “ere” impiantistiche: i cancelli elettrici, gli impianti antintrusione, decreti Tremonti, condizionatori, fotovoltaico, etc.. Forse è ora di smettere di pensare sempre al nuovo, ma di migliorare l’esistente: impianti più efficienti e più sicuri. La prima cosa da fare: offrire una prima verifica gratuita dell’impianto? Potrebbe essere un modo per smuovere le acque. ELETTRO DUBBIO a cura di Angelo Baggini Università degli Studi di Bergamo - Dip. Ingegneria Industriale Elettro 08/2013, ed. Tecniche Nuove IMPIANTO E OMOLOGAZIONE Mi trovo nella seguente condizione: un mio cliente ha un impianto (...}, che non è mai stato omologato dall’ASL. Cosa deve fare ? II timore è quello di un'inutile autodenuncia, tanto la teoria è una cosa e la pratica tutt'altro. Gli impianti elettrici dei luoghi che non comparivano nella tabella A o B del DM 22/12/1958, come quello al quale si riferisce il lettore, non hanno mai avuto l'obbligo di denuncia all'Asl/Arpa, ma con l'entrata in vigore del DPR 462/01, per tali impianti è stato introdotto l'obbligo di verifica ogni due anni da parte di Asl/ Arpa o di un organismo abilitato. Il datore di lavoro non è quindi tuttora tenuto a denunciare tali impianti all'Asl/Arpa ai finì dell'omologazione, perché l'omologazione si riferisce agli impianti nuovi, ma è tenuto a farli verificare ogni due anni dall'Asl/Arpa o da un organismo abilitato. Non esiste quindi il problema di autodenuncia in relazione all'obbligo di omologazione, anche se certo è che il DPR 462/01 comincia ad avere la sua età e, anche se il lettore non lo cita, spero che nel frattempo siano state eseguite tutte le verifiche periodiche richieste. Tuttavia meglio tardi che mai. PROVA DI TENSIONE: È OBBLIGATORIA? Al termine dell'installazione di una nuova linea in bassa tensione per il collegamento del QEG ad un quadro di comparto in uno stabilimento chimico il Committente mi contesta la mancata esecuzione della prova di tensione applicata prima della consegna del lavoro. Mi potete aiutare, non l'ho mai fatta e spero possa non essere fatta. Nessuna prova di tensione applicata è richiesta dalla Norma CEI 11-17 per la messa in servizio di cavi appartenenti a sistemi di categoria I (fino a 1000 V). La Norma CEI 64-8/6 prevede come verifica dell'impianto, la prova della resistenza di isolamento dell'impianto elettrico (art. 61.3.3); la resistenza di isolamento deve essere misurata tra ogni conduttore attivo e il conduttore di protezione connesso a terra; nel caso di circuiti con tensione nominale fino a 500 V, la Norma prescrive una tensione di prova pari a 500 Vcc; il risultato deve essere una resistenza di isolamento non inferiore a 1 MOhm. Pertanto il lettore sembra avere ragione, almeno finché i documenti contrattuali non prevedono il contrario. LE NORME PER L'ANTINTRUSIONE Vorrei sapere con esattezza quale norma applicare nella progettazione di impianti antintrusione. La norma CEI79/3 per la progettazione, manutenzione degli impianti antiintrusione è ancora l'unica norma applicabile oppure è stata affiancata/sostituita dalia nuova EN 50131? La Norma CEI 79-3 è tuttora in vigore e costituisce attualmente l'unico riferimento a livello nazionale, anzi è stata aggiornata lo scorso anno per allinearsi oltre che con il DM 37/08 anche con le ultime norme di prodotto europee della serie EN 50131. Per quanto riguarda i livelli di prestazione, il CT 79 ha provveduto ad allineare i 3 livelli di prestazione degli impianti fissati dalla Norma CEI 79-3 ai 4 gradi di sicurezza relativi ai sistemi di allarme indicati nella Norma EN 50131-1. Non esiste per il momento una Norma Europea che tratta gli aspetti impiantistici dei sistemi allarme intrusione; esiste solamente una Specifica Tecnica (sempre della serie EN 50131) che però è stata abrogata alla pubblicazione della citata nuova edizione della CEI 79-3. Chiudo segnalando che il termine "antintrusione" utilizzato dal lettore è ormai desueto e come tale è scomparso anche dal titolo della nuova CEI 79-3 a favore del più significante "allarme intrusione". Gli impianti in oggetto non prevengono infatti le intrusioni indesiderate ma danno l'allarme nel caso si verificassero affinché possano essere prese le contromisure adeguate. TELESORVEGL1ANZA E SAFETY Devo adeguare un impianto TVCC con telecamere da esterno a 220V, che dovrei sostituire con telecamere a 12V, i cavi attraversano cavidotti interrati all'esterno e sono a contatto con linee di alimentazione elettriche (tipo FG70R) la domanda è: che tipo di cavi devo adottare per evitare di separare i circuiti ai fini della sicurezza? Innanzitutto come fa il lettore implicitamente è necessario distinguere la necessità di separazione ai fini della protezione contro i contatti diretti ed indiretti ed ai fini, della compatibilità elettromagnetica. La risposta si riferisce al primo caso e trova il suo riferimento nella norma CEI 64-8/5, art. 528.1. In generale l'articolo 528.1 prescrive che "i circuiti di categoria 0 e 1 non devono essere contenuti nelle stesse condutture, a meno che ogni cavo non sia isolato per la tensione più elevata presente o ogni anima di cavo multipolare non sia isolata per la tensione più elevata presente nel cavo. In alternativa i cavi devono essere isolati per la tensione del loro sistema e installati in un compartimento separato dì un tubo protettivo o di un canale; oppure si devono utilizzare tubi protettivi o canali separate". Nel caso in oggetto, se la tensione del sistema di alimentazione delle utenze elettriche è al massimo 400V, si può applicare quanto previsto dal commento all'art. 528.1 e cioè "è possibile contenere, (senza interposizione di setti separatori), in un unico canale, in un unico tubo protettivo, in un'unica passerella cavi per energia (aventi isolamento equivalente al doppio isolamento, in accordo con l'art. 413.2.4 della Parte 4) e cavi per sistemi di categoria zero (0) (citofonico, TV, coassiali) conformi alle relative norme di prodotto, se non diversamente specificato in altre norme. Se il caso è questo il lettore può utilizzare quindi un cavo di segnale adatto allo scopo, conforme alle relative norme di prodotto. INSTALLARE UN UPS NEL SOTTOSCALA ? Devo installare un UPS, il cliente (architetto), vuole che lo installi in un sottoscala senza aperture, è possibile? Più in generale che caratteristiche particolari deve avere l'ambiente destinato ad ospitare il gruppo di continuità ? L'ambiente destinato ad ospitare il gruppo di continuità non richiede caratteristiche speciali se non essere pulito e permettere l'evacuazione del calore e degli eventuali gas prodotti durante il funzionamento. Normalmente, i sistemi statici di continuità possono funzionare senza declassamento alla potenza nominale per temperature fino ai 40°C ambiente, scaldando l'ambiente in cui sono installati a causa delle perdite elettriche smaltite sotto forma di calore. Tali perdite causano un aumento della temperatura rispetto a quella presente naturalmente (AT). Ad esempio la temperatura di un ambiente, che con sistema spento è di 25°C, potrà aumentare al massimo di 15°C prima di essere costretti a declassare la macchina. Tale condizioni potranno essere rispettate attraverso la ventilazione dell'ambiente o il suo condizionamento. La quantità di calore da smaltire può essere desunta dal valore delle perdite riportato nella documentazione tecnica del gruppo avendo cura di non dimenticare di inserire nel computo anche le perdite di eventuali armadi ausiliari. Il volume d'aria da evacuare si calcola di conseguenza, optando anche sulla base delle dimensioni del locale per una soluzione a ventilazione naturale, forzata o eventualmente per un vero e proprio sistema di condizionamento. Le batterie devono essere sempre collocate in luoghi protetti, generalmente armadi o, per le potenze e autonomie più elevate, locali adibiti, mentre è opportuno che l'eventuale STS sia sempre collocato in una pozione la più prossima possibile al carico per ridurre la probabilità che un evento disastroso, come ad esempio un allagamento, ne comprometta il funzionamento assieme ad uno dei gruppi. Le ripercussioni sul sistema alimentato sono evidenti. Per garantire l'ingresso dell'aria fresca e la fuoriuscita dell'aria calda all'interno del locale, oltre che l'accesso alle varie parti che richiedono manutenzione e/o sostituzioni, è opportuno rispettare le distanze minime previste dal manuale del costruttore rispetto alle pareti e ad apparecchiature fisse. a cura di Angelo Baggini NOVITA’ NORMATIVE a cura di Silvia Berri, CEI Elettro 08/2013, ed. Tecniche Nuove Nuovi capitoli perla norma CEI 64-8 È difficile che gli installatori accolgano una variante con un applauso: perché , dicono, non si aspetta qualche tempo e si inserisce il testo direttamente nella Norma ? Nel caso poi della 64-8 le varianti sono numerose e ne escono ancora. Ma da una parte il Cenelec (l'organismo comunitario di normazione) e dall'altra la sicurezza degli utenti impongono che le norme vengano rispettate, le prescrizioni capite e accettate e che diventino ordinaria prassi nell'esecuzione di un impianto elettrico. La variante è necessaria,senza se e senza m a . Progetto 1113 Questo articolo illustra il progetto di una variante alla 64-8 con due rilevanti temi impiantistici, la "Protezione degli impianti elettrici di bassa tensione in presenza di guasti sulla media ed alta tensione" e i "Sistemi di alimentazione dei veicoli elettrici". La variante è in fase di pubblicazione e ha iniziato l'iter di preparazione come Progetto di Norma CEI C. 1113 la cui inchiesta pubblica era terminata nel marzo 2013. Sovratensioni per guasti in MT e AT La protezione degli impianti elettrici di bassa tensione in presenza di guasti nei sistemi di II e III categoria (media ed alta tensione rispettivamente) nella Norma CEI 64-8 non è mai stata storicamente affrontata direttamente, rimandando alle prescrizioni contenute nella Norma CEI 11-1 dedicata alla sicurezza degli impianti alimentati a tensione superiore a 1 I<V. Nel caso in esame, il rimando integrale ad un'altra norma non è mai stata fonte di disagio da parte degli utenti della Norma CEI 64-8 (indicata nel seguito affettuosamente solo 64-8) poiché la 11-1 era in vigore da molti anni e nota anche nell'ambiente impiantistico di bassa tensione. Si ricorda che nella Guida CEI 64-14 sulle verifiche, un capitolo è interamente dedicato alla verifica dei guasti che accadono negli impianti MT e AT e le loro ripercussione in BT. La pubblicazione della Norma CEI EN 61936-1 (Norma CEI 99-2) che sostituirà la Norma CEI 11-1 entro la fine di quest'anno, ha introdotto modifiche alla norma 11-1 tali da rendere impossibile il semplice rimando alla Norma CEI 99-2, come si era fatto con la 11-1. È stato necessario un lavoro di adattamento a questa nuova norma, tenendo conto anche del documento di armonizzazione Cenelec HD 60364.4.442, elaborato sempre alla luce della realtà impiantistica italiana. La nuova Sezione 442 indica i provvedimenti che devono essere adottati con lo scopo di evitare tensioni pericolose sugli impianti elettrici di I categoria (Bassa Tensione) a causa di un guasto a terra che si manifesti nei sistemi di II categoria (Media Tensione) o di III categoria (Alta Tensione). Ricarica dei veicoli elettrici Questo argomento è oggetto della nuova Sezione 722 che sarà introdotta nella Parte 7 della 64-8, dedicata come noto agli ambienti ed alle applicazioni particolari. Si tratta di una materia complessa e che è stata affrontata con attenzione particolare, soprattutto perché si è voluto armonizzare le prescrizioni in essa contenute con quelle già in vigore nelle norme e nelle raccomandazioni predisposte da altri comitati tecnici del CEI: si tratta in particolare dei CT 69 "Macchine elettriche dei veicoli stradali elettrici" e de! CT 312 "Componenti e sistemi elettrici ed elettronici per veicoli elettrici e/o ibridi per la trazione elettrica stradale". Il settore del veicolo elettrico stradale e soprattutto quello collegato dei sistemi di carica degli stessi ha visto e sta tuttora vedendo in prima linea il CEI. Il corpo normativo che interessa il settore varia dalle norme sui sistemi di carica, sui connettori, sui cavi di alimentazione, mancava la parte relativa alla alimentazione di questi sistemi, con riguardo agli aspetti della sicurezza elettrica: con questa sezione si è coperti anche questo capitolo della carica dei veicoli elettrici. Va segnalato l'operazione eseguita dal Comitato Tecnico 64, con il necessario e utilissimo contributo degli esperti dei CT 69 e 312, di predisporre le prescrizioni in modo da averle armonizzate con quelle dei due comitati citati. Alcune definizioni contenute nella Variante NORME sul Veicolo Elettrico CEI EN 61851-1 “Sistema di carica conduttiva dei veicoli elettrici. Parte 1- Prescrizioni generali.” CEI EN 62196-1 “Spine, prese fisse, connettori mobili e fissi per veicoli. Carica conduttiva dei veicoli elettrici. Parte 1 – Requisiti generali” CEI EN 62196-2 “Spine, prese fisse, connettori mobili e fissi per veicoli. Carica conduttiva dei veicoli elettrici. Parte 2 – Compatibilità dimensionale e requisiti di intercambiabilità di attacchi a spina e alveoli per corrente alternata.” CEI EN 20-106 “Cavi elettrici con isolamento reticolato non propaganti la fiamma, con tensione nominale non superiore a 450/750 V destinati alla ricarica dei veicoli elettrici” Veicolo elettrico (EV) Veicolo la cui propulsione è fornita da un motore elettrico che assorbe corrente da una batteria ricaricabile o da altri dispositivi portatili di accumulo di energia (e ricaricabili, utilizzando l'energia fornita da una sorgente esterna al veicolo, quale la rete elettrica domestica o pubblica), costruito principalmente per l'impiego sulla pubblica via, su strade o autostrade. Modo di carica 1 Connessione dell'EV alla rete di alimentazione in c.a. utilizzando prese-spina normalizzate fino a 16 A e a 250 V in c.a. monofase o 480 V in c.a. trifase sul lato dell'alimentazione e utilizzando conduttori di potenza e di terra di protezione Modo di carica 2 Connessione dell'EV alla rete di alimentazione fino a 32 A e 250 V in c.a. monofase o 480 V in c.a. trifase mediante prese-spina monofase o trifase normalizzate e utilizzando conduttori di fase e conduttore di protezione che svolge anche una funzione pilota e un dispositivo di protezione differenziale tra l'EV e la spina, come parte del dispositivo di controllo sul cavo. Modo di carica 3 Connessione diretta dell'EV alla rete di alimentazione in c.a. utilizzando EVSE dedicati, nei quali la funzione di controllo pilotasi estende all'apparecchiatura di controllo nell'EVSE collegata in permanenza alla rete di alimentazione in c.a. Modo di carica 4 Connessione dell'EV alla rete di alimentazione in corrente alternata utilizzando un caricabatteria esterno (a terra) nel quale la funzione di controllo pilotasi estende all'apparecchiatura collegata in permanenza alla rete di alimentazione in c.a. a cura di Silvia Berri, CEI SAPPIAMO DOVE È, E COSA FA L’ABI SERVIZI ??? Gentili Associati, sempre più spesso ci capita di colloquiare con titolari e collaboratori delle nostre imprese che non sanno districarsi tra corsi di formazione, criticità legate ad infortuni, documenti sicurezza, visite mediche dipendenti. Ovviamente il nostro disappunto cresce! Tanti ancora non sanno che l’Associazione si è dotata di un servizio interno per assistenza specificatamente dedicato alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, corsi di formazione e medicina del lavoro ad hoc. D’altro canto, raccogliamo sempre più frequentemente gli apprezzamenti che ci vengono rivolti, per qualità, professionalità e puntualità del servizio. Per qualsiasi dubbio o semplice colloquio in merito all’aggiornamento normativo o semplice scambio di opinioni sulla salute e sicurezza, siamo ben lieti di essere contattati in ABI o presso vostra sede. Guido Bonometti In allegato schede iscrizioni ai nostri incontri / corsi pag 2. Corso formazione ed aggiornamento addetti primo soccorso aziendale BUON LAVORO Allegato C_06 ottobre Testata ABI Sicurezza. rev 2.0 Pagina 1 CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO (D01_PS) D.M. 388/03 e D.Lgs 81/2008 e suoi successivi aggiornamenti FORMAZIONE Programma: orari Martedì 21 gennaio 2014 Dalle 14:00 alle 18:00 Mercoledì 22 gennaio 2014 Dalle 14:00 alle 20:00 Venerdì 24 gennaio 2014 Dalle 14:00 alle 20:00 SEDE: Via Cuzzetti, 15 Brescia Durata corso: ore 12 - 16 AGGIORNAMENTO Programma: orari Venerdì Dalle 14:00 alle 20:00 o dalle 16:00 alle 20:00 05 aprile 2013 Durata corso: ore 4 o 6 Sede ABI - via P. Cuzzetti, 15 – Brescia Argomenti trattati: Accenni al Titolo I D.Lgs 81/08 e D.M. 388/03 Come allertare il sistema di soccorso Riconoscere un’emergenza sanitaria e attuare gli interventi di primo soccorso Acquisizione conoscenze generali Acquisizione capacità di intervento pratico Al termine del corso sarà rilasciato l’attestato di partecipazione con il contenuto del corso. Costo del corso: Formazione addetto 16h: □ Socio ABI - € 230,00 a persona (iva esclusa) □ NON Socio ABI - € 250,00 a persona (iva esclusa) Formazione addetto 12h: □ Socio ABI - € 150,00 a persona (iva esclusa) □ NON Socio ABI - € 175,00 a persona (iva esclusa) Aggiornamento addetto 4-6h □ Socio ABI - € 75,00 a persona (iva esclusa) □ NON Socio ABI - € 100,00 a persona (iva esclusa) Pagamento: bonifico bancario almeno una settimana prima dell’inizio del corso Banca cooperativo di Brescia filiale Collebeato IBAN: IT26 H086 9254 3700 1600 0541 966 Per ragioni organizzative e numero limitato dei posti, è indispensabile inviare l’adesione il più presto possibile tramite fax 030 2092793 oppure e-mail: [email protected] Crediti formativi Impegno Qualità ABI Ditta ……………………… ..……………………… P.I. …………………………….……… Via………………………….……...……Cap……….……….Comune ………………………………. 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